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co
DELLE VAIil VALDESI
Sis.a
L0N30 SELMA
Cana Va Mose
'ÌOLEE ILLLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 34
Una copia L i re !10
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 1.200 per rintemo | Eco e La Luce: L. 1.800 per Tintemo I Spediz. abb. postale • (I Groppo
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TORRE PELLICE - 28 Agosto 1959
Ammin. Claudiana Torre Pollice - C.C.P. 2-17557
ANCORA SUL CULTO RADIO
AUa Camera si é pariate delie resirìxioni eie#-*
#a RAi conire i culti evangelici radiotrasmessi
Scusandoci del notevole ritardo, dovuto
a mancanza di spazio, rendiamo nolo ai
nostri lettori che nella discussione di giugno, alla Camera, sul bilancio del Ministero delle poste e telecomunicazioni, un
deputato, VOn. Bogoni, ha presentato il
seguente ordine del giorno:
La Camera,
constatando che nei programmi della RAI continuano le discriminazioni verso i culti radio acattol'ci, riducendone le trasmissioni e confinandole in ore le meno adatte per
essere seguite dagli utenti, non tenendo conto così della lettera e dello spirito della Costituzione, che garantisce libertà di culto e di propaganda religiosa,
impegna il Governo
ad intervenire affinchè gli acattolici
possano usufruire di normali trasmissioni (nel numero e negl; orari) del
loro culto radio.
l'ale ordine del giorno è desunto dagli
atti ’ ufficiali del Barlamento, da cui
stralciamo pure una parte del discorso con
i ni l’On. Bogoni lo ha illustrato ai suoi
colleghi:
In occasione di altri bilanci gli anni
scorsi ebbi a parlare della libertà religiosa in Italia, garantita dalla costituzione repubblicana, ma minata dalle vessazioni e
lalvolta persecuzioni da parte di funzionari, di sindaci, di dirigenti di enti pubblici — accecati certamente da faziosità di
parte e da mancanza, non solo di un minimo di spirito democratico, ma anche
incuranti della carta costituzionale, che
regola ed indirizza il nostro Stato democratico.
11 settarismo ed il servilismo contribuiscono ad offendere le stesse leggi italiane,
come quando si proibiscono riunioni religiose, si v.eta la costruzione di templi
evangelici o si impedisce il seppellimento
nei cimiteri comunali di cittadini di culti
acattolici, calpestando la legge ed ogni senso di umana pietà.
t,)uesta premessa era necessaria, anche
se apparentemente non pertinente al nostro bilancio, perchè ,n realtà lo spirilo
di vessazione e di discriminazione religiosa
e penetrato da tempo anche negli ambienti
della RAI.
Ebbi già occasione di denunciare il fallo, che i culti evangelici erano spostati inlenzionalmente ad ore non atte alla loro
trasmissione. Sono costretto a ritornare
suH'argomento in sede di questo bilancio,
perchè la cosa si ripete e rischia di preparare lentamente 1 eliminazione dei culti
evangelici dade trasmissioni della radio
Italiana.
In questi ultimi tempi si è anticipato
nuovamente alle V,15 la trasmissione domenicale del culto evangelico nel programma nazionale e precisamente oal I giugno
scorso, l'ino a quella data avveniva abe
i,ii0, senza contare cne in precedenza la
trasmissione si taceva tra le b e le y e durava 20 111.nuli, ridotti poi a 15 (e seinpre
con la giustificazione di necessità tecniche).
Ed in più dalla line del maggio scorso
è stato soppresso l'unico altro culto trasmesso in nana, e precisamente da radio
Irieste. Detto cullo avveniva alle 9 della
domenica e durava orma, ua ben 14 anni,
cioè uaiia mie delia guerra.
Do spostamento, in anticipo, uei cuito
trasmesso suna rete nazionale e la soppressione delia trasmissione di Xricste, c
stata giustilicala anche questa volta da molivi tecnici.
Però ben podi, italiani e tanto meno
gli evangelici vi possono credere. E un
pretesto meschino che non può giustificare nulla e cne invece maschera con una
misera foglia di lice, la chiara ostilità verso detti culti e Tintenz-one di accantonarli,
affiuebè siano seguiti il meno possibile, in
attesa di non trasmetterli più certamente
preparando un'altra ipocrita ginslificaz.one
tecnica.
Non credo che tecnicamente la trasmissione di un culto evangelico sia più difficile di quella della Santa Messa cattolica,
della musica sacra, deUa lettura o spiegazione dell’Evangelo, fatta da qualche valente religioso cattolico e tanto meno di
qualsiasi trasmissione profana.
La difficoltà, l’unica, può essere quella
dell’inserimento nel programma, difficoltà
che però può essere facilmente eliminata,
sacrificando eventualmente o spostando
delle trasmissioni profane. E credo che
per un culto evangelico ne valga la pena,
sia per la sua importanza che per il doveroso rispetto alla fede altrui ed aUa Costituzione.
Per quanto riguarda l’orario dei culti è
bene che gli onorevoli colleghi tengano
presente che è consuetudine del mondo
evangelico tenere i culti della domenica
mattina in ore che vanno dalle 9 alle 11.
Detto orario ormai è una consuetudine
generale in Ital a ed all’estero e ben raramente essi si tengono prima; e quando
cio^ avviene, e per qualche piccola comunità dove il pastore deve spostarsi per predicare nella stessa mattinata in altre località. I culti radio servono particolarmente
per gl; isolati, per i piccoli gruppi privi
di pastore e di locale di culto, per gli
ammalati o per gli impossibilitati di partecipare al culto della propria comunità,
e per gli italiani evangelici emigrati in
altri paesi. E’ da tener presente che i locali di culto in Italia sono pochi e che
molti evangelici sono impossibilitati materialmente di recarsi nella chiesa più vicina ed è da tenere presente anche che per
tutti gli evangelici i culti sono fatti nella
lingua nazionale. Non è così per i cattolici, i quali trovano per loro fortuna quan.
tità di chiese e di oratori in ogni villaggio ed in ogni quartiere di città. Se il cattolico non va a Messa, àalvo per ragioni
d. malattia, molto spesso è perchè non lo
desidera; per l’evangelico però è dovuto
quasi sempre alla difficoltà di trovare un
locale di culto o di essere libero all’ora
dell’unico culto nella propria località.
Il culto radio ha lo scopo di favorire
co.oro che non possono recarsi neUa propria chiesa. Il mantenerlo è un dovere civico ed un rispetto alla fede altrui. Però
mi si può osservare che un culto settimanale è più che sufficiente e che il credente
può alzarsi un poco prima alla domenica.
Ma queste sono osservazioni fallaci che
non possono reggere che al lume della intolleranza. Le sette ed un quarto del mattino potrebbero andar bene se nella stessa
mattinata vi fossero diverse trasmissioni,
ma tale ora diventa non atta quando si
tratta di una sola trasmissione, perchè obbliga ammalati e bambini a svegliarsi in
ore preste, ed operai ed impiegati a non
ripo.sarsi dalle fatiche settimanali, come
è consuetudine fare la domenica.
L’orario dell’unico culto evangelico della Rai è chiaramente scomodo per gli
ascoltatori ed i credenti! E questi strani
spostamenti anticipati sono sempre giustificati da ragioni tecniche! Ma perchè questi motivi tecnici non spingono i dirigenti
della Rai a spostare il culto posticipandolo? Non vi è spazio? Se si vuole lo si
può trovare.
Mi permetto, onorevoli colleghi, a maggior vostra comprensione del mio dire,
leggervi alcuni programmi della domenica
mattina...
E qui l’On. Bogoni riportava quelli che
sono i noti programmi tradizionali della
domenica mattina, invero non molto ’’domenicali’... E concludeva:
Questo, onorevoli colleghi, è il programma che la nostra Rai svolge per domenica
prossima, ed in fondo si tratta di un programma che è valido per tutte le domeniche. La lettura di detti programmi domenicali penso faccia comprendere chiaramente a tutti che, volendo, si potrebbe
trasmettere il culto evangelico in ora più
aita e con maggior tempo a disposizione,
perchè un quarto d’ora è troppo poco anche per un culto breve«
La verità, onorevoli colleghi, è che le
ragioni tecniche sono un pretesto per mascherare la volontà di accantonare il culto
evangelico, nella speranza di poterlo un
giorno sopprimere.
Le ripercussioni per,queste nuove vessazioni sono negative. |G1ì evangelici sono
rammaricati e rattrista|j|^e pensano che « le
ragioni tecifitthè'iic siano là vdloiità*di Aò-“
glier loro la possibilità di ascoltare il loro
cu.to radio, con la speranza di fiaccare la
loro costanza e la loro fede.
(segue in 3“ pagina)
Il Guardasigilli giustifica
la obiezione di coscienza
Il giorno 14 agosto, il Guardasigilli italiano, On. Concila inaugurò
a Passo Pertica, sul confine delle
province di Verona e di Trento, un
modesto monumento alla memoria
di Don Domenico Mercante, parroco
di Giazza, il quale, offertosi come
ostaggio per risparmiare rappresaglie alla popolazione, fu fucilato dai
nazisti sul finire della guerra. Lo
stesso monumento ricorda un ignoto
soldato germanico che, comandato
nel plotone .di esecuzione, rifiutò di '
far fuoco e fu immediatamente fuci-'
lato anch’egli; Rileviamo come co- '
slui non fosse altro che un obiettore
di coscienza, ài quaje, per quell’amore della precisione tipicamente
germanico, sentì il bisogno di dichiarare esplicitamente la sua avversione
ad eseguire un comando, avversione
che in altri eserciti si manifestava
con lo sparare i^ori bersaglio -(non
furono rari nell’esercito italiano i
casi in cui si dovette sostituire. due o
più volte il plotone di esecuzione,
ma i disubbidienti non venivano fucilati).
L’On. GoneUa ha pronunciato in
quell’occasione un importante discorso mettendo in rilievo ¡l’alto significato spirituale della rievocazion^ del sacrificio del siacerdo|e italiaj.
Tio'e del soldato tedesco. « Essi sono
— ha detto testualmente — due soldati. Il sacerdote è il soldato della
carità, il pastore che dà la vita per
IL . NUOVO TEMPIO
Proseguono i lavori a Frali
Le iotograiie apparse nei due scorsi numeri dell’« Eco n illustravano
I inizio dei lavori per il nuovo tempio di Frali. 1 primi momenti di vita di un cantiere di costruzioni sono
sempre relativamente poco interessanti perchè si vedono soltanto gii
scavi, e tutto, il lavoro di fondazioni
rimane pressoché nascosto. Questa
fase è ormai terminata da un certo
lemjio nel cantiere del tempio di
Frali, e si lavora ormai alle parti
lucri terra, di modo che è possibile,
anche per l’osservatore profano,
tarsi un idea dello sviluppo futuro
nella costruzione. Si può distinguere nettamente a prima vista quale
sarà 1 area occupata dal tempio e
quella destinala invece alla iutura
sala di attività. Esse si articolano
perpendicolarmente una all’altra,
dando a tutta la costruzione la forma di una L maiuscola. Una delle
braccia della L è occupata dal tempio che ha la sua facciata rivolta
verso la piazza principale della borgata, esattamente di fronte al Municipio.
Tra i lavori che sono già stati eseguiti sono da contare lo scantinato
ed il semi-interrato: il primo riservato al riscaldamento, deposito di
combustibile ecc., e l’altro destinato invece ad accogliere gli altri si rvizi. E’ stalo ancUe eseguito il basamento del campanile e le sottostrutture che sosterranno la scalinata ed il portico antistanti il tempio.
Le mura esterne, in pietra a vista n
in mattone, si elevano ormai in parecciii punti a più di due metri ui
altezza dal suolo.
Questo è io stato dei lavori al momento attuale. L’opera prosegue alacreinente. Di giorno in giorno si nc
lano i progressi, al punto che qualCile entusiasta ha già domandato
quale sarà la data deH’inaugurazio
no. E’ certo molto troppo presto per
parlarne. La stagione adatta alla costruzione qui a Frali è troppo corta
perchè si possa pensare di compier.:
l’opera entro quest’anno. Saremo
già riconoscenti se il tempo ci permetterà di completare una parte
delle strutture essenziali entro l’au
tunno; lasciando per la primavera
prossima la prosecuzione dei lavori.
Intanto ogni giorno un buon numero di pralini e di villeggianti
vanno ad osservare i progressi dei
lavori, cercando di immaginare il
loro aspetto definitivo. Quello, però, che sta più a cuore alla parrocchia nel suo insieme è l’utilizzazione che sarà data al nuovo edificio.
Su questo punto tutti quelli che
hanno osservato i progetti sono concordi nel dire che sarà di una grande praticità. Infatti, utilizzando in
modi diversi gU stessi spazi, è possibile oflrire dei locali adatti a diversi tipi di riunioni, permettendo
così lo sviluppo armonico di tutte
quelle svariate attività che sono la
caratteristica di una parrocchia moderna.
I membri della icTavola Valdese»
sono stati a Frali nei giorni scorsi
per rendersi conto dello stato dei
lavori, e si sono vivamente compiaciuti per quanto hanno potuto osservare. Assieme al Concistoro di
Frali la « Tavola » ha quindi studiato il programma da attuare per
la prosecuzione dei lavori, rallegrandosi per lo sforzo veramente notevole già compiuto dalla Chiesa di
Frali.
iì suo gregge, il martire deUa libertà
rivendicata contro le forze dell’oppressore. Il milite permanente è un
soldato della giustizia., porta la divisa di un potente esercito, ma si rifiuta di punire un innocente, ponendo
il. diritto della coscienza al disopra
della disciplina che non può essere
invocata per consumare un crimine.
Non vi può essere legge che offenda
la coscienza; non vi può essere autorità che imponga l’arbitrio, e legittimo è il ribellarsi in nome dei diritti di Dio e dell’umanità offesa.
Non basta la legalità formale e la
certezza del diritto, se il diritto è
iniquo e impone ciò che ripugna alla coscienza ».
Il custode della Legge uflficiale ha
fatto sue in tal modo le argomentazioni che da tanto tempo ripetono i
sostenitori dell’obiezione di coscienza e con loro quanti, pur non pronunciandosi, rivendicano agli obiettai di coscienza il diritto a vivere
secondo le proprie convinzioni, diritto comune a tutti i cittadini di uno
Stato che si professa democratico.
L’On. Guardasigilli ha esaltato un
obiettore morto che non fa più paura; dovrebbe ora pensare agli obiettori vivi del nostro paese, che da
anni languono nelle carceri militari,
i quali invocano appunto i principi
espressi dal Ministro. In aderenza ai
quali egli dovrebbe farsi promotore
di una legge che consenta agli obiettori di coscienza di non essere costretti a partecipare alla guerra o alla preparazione di questa (che per
loro sono crimini), sia pure con tutte le precauzioni che si riterranno
necessarie a non favorire i simulatori. Non si simulano convincimenti ai
quali si sacrificano gli anni più belli,
ai quali l’ignoto soldato germanico
sacrificò la vita!
On. GoneUa, Lei si è messo su di
una buona strada. Non si volti indietro ! M. Eynard
POSITIVO
In occasione deU’annunciato Concilio ecumenico cattolico, e grazie ad
una generosa donazione, l’Università
cattolica di Lovanio, nel Belgio, ha
istituito a partire dall’ottobre prossimo, una nuova cattedra sulle questioni ecumeniche.
NEGATIVO
Nel quadro del nuovo piano urbanistico di Magdeburgo (Germania
Orientale) quattro chiese sono destinate ad esser demolite; si tratta di
luoghi di culto costruiti dopo la fine
della guerra.
*> I ? I
■ ■ i ■
L’Osservatore romano riporta seriamente la notizia che « la Vergine
Santissima è stata nominata Sindaco
perpetuo della città di EstreUa. 11
decreto che dà alla Vergine il titolo
è stato promulgato dal Governo dello Stato di Antioquia»,, componente
la Repubblica federale di Colombia.
Ricordate che mmm
... a Torre Pellice venerdì 28 alle 21, nelVAula Sinodale, il prof. H. Meylan di Losaìtna terrà una conferenza: « Le secret de
Calvin ».
... il culto d’apertura del Sinodo avrà luogo il 30 p. v. alle 15,30; U Tempio sarà
aperto dalle 14.
... la sera del 30 alle 21 si terrà l’Assemblea annuale della Società di Studi Valdesi,
ancora nell’Aula Sinodale.
... ad Agape avrà luogo, la prossima settimana, il IVo Campo internazionale, sul
tema « L’Evangelo e la guerra ».
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2 —
l'ECO DH.U VALU VALDESI
N. 34 — 28 agosto 1959
CONXFimARE
con il Signore ?
Matteo 20: 1-16
La prima volta che un giovane o una giovane si trovano in mano
il proprio salario o stipendio, è un momento straordinario. Non solo
per quello che si potrà fare con quel denaro che è nostro, ma forse soprattutto perchè è lì materializzato, tangibile il segno e il frutto del
lavoro. Certo, se si lavorasse sempre e soltanto per quello (e succede,
purtroppo, nella nostra società disumanizzata) la vita sarebbe triste:
ben misero ne sarebbe lo scopo e il significato. E tuttavia è certo che
la prospettiva del compenso è una molla potente nell'operosità dell'uomo; se anche non dobbiamo tralasciare occasione per coltivare in noi
l'allegrezza dell'opera, del servizio generoso, gratuito (e rileggiamo
Luca 6: 31 ss.), non si può neppure chiudere gli occhi su quella che è
la nostra realtà umana attuale, e che la Parola di Dio stessa sanziona ;
« L'operaio è degno del suo salario» (Luca 10: 7). Non è una realtà
pacifica : è la realtà delle lotte di classe e delle rivendicazioni economiche dei lavoratori — spesso, purtroppo, deformata dal gioco politico
dei partiti. Del resto, questa molla dell'operosità umana è così potente
che anche in paesi a regime comunista, dove si era cominciato con un
livellamento assai pronunciato dei salari, si è dovuto, almeno in parte,
rinunciare ad esso, perchè aveva portato ad un pericoloso livellamento
(al livello più basso 1) del lavoro e della produzione. E' un ragionamento quanto mai « carnale », ma è quello all'ordine del giorno.- « Val
forse la pena di lavorare di più e meglio, se si ottiene lo stesso compenso di colui che lavora o produce meno? »
Questa mentalità tesa all'utile, al compenso è la nostra, è l'atmosfera in cui viviamo. E... non è un abito, un po' sporco, che ci togliamo
così facilmente di dosso quando ci presentiamo al Signore. E' una mentalità che può essere squisitamente religiosa. Basta pensare al Paradiso
con le Uri promesso ai bravi maohnettani, al Nirvana che si schiude
dinanzi a colui che avrà saputo conquistare la forza morale di cui parla
Budda, l'Illuminato... L'idea del «compenso» ( 1 ), in questa o in un'altra vita, è tipicamente religiosa, il Cattolicesimo l'ha in parte accettata,
pur rinnovandola sulla base della grazia dell'Iddio che fa conoscere il
proprio amore e la redenzione in Cristo: malgrado correnti più limpidamente «evangeliche», la dottrina del «merito» è una dottrina ufficiale della dogmatica romana in cui si parla delle opere meritorie dei
cristiano, delle opere supererogatorie (lo «straordinario») dei santi,
e così via.
Ma giudicando gli altri, non giudichiamo noi stessi? Un giorno, i
discepoli di Gesù (il solito Pietro parla per tutti), pur con il dovuto rispetto, cercano di fare i conti con il loro Maestro: « Ecco, noi abbiam
lasciato ogni cosa, e ti abbiamo seguito ; che ne avremo dunque? »
(Matt. 19: 27). Il Cristo risponde promettendo loro che saranno associati alla sua gloria e alla vita potenziata nel Regno di Dio; ma d'altra
parte chiarisce ciò che va chiarito con la ben nota parabola dei lavoratori delle diverse ore: che essa sia inserita in questo contesto è mo
strato dalla rispondenza dei versetti 19: 30 e 20: 16.
Si intende generalmente questa parabola in un senso piuttosto
banale; ci sono nel mondo uomini che hanno « lavorato », fedeli, durante tutta la vita, e ci sono quelli che invece si convertono dopo, e magari all'ultimo minuto, e che sono salvati come i primi; alla segreta gelosia che può sorgere nel cuore dei primi, Gesù contrappone l'amore
senza limiti di Dio. Credo che la parabola annunci molto più di questo.
Gesù aveva girato molto per i villaggi e le cittadine palestinesi : quante
volte, sulle loro piazze, gli si era offerto il desolante spettacolo di una
corona di disoccupati che aspettavano che qualcuno li venisse a prendere a giornata (ricordo di aver visto una foto impressionante di una
scena simile, in un recente saggio edito da Laterza sulla questione meridionale; « Baroni e contadini »). Lì non era più — o non ancora —
questione di una vita « più umana », di possibilità maggiori, di ferie
pagate, si trattava della pura e semplice sussistenza ; e il poter lavorare la giornata era tutto, quel « tutto » che il padrone, con una generosità che si allarga come i cerchi in uno specchio d'acqua, a poco a
poco offre a tutti quelli che sono sulla piazza: a sera avranno fatto tutti
la loro giornata. E poiché essa è « tutto », anche il compenso tradizionale e pattuito con i primi, il denaro necessario per mantenere sè e la
famiglia, è dato a tutti.
Ma le cose si guastano, perchè il compenso non risponde al rigido
metro della giustizia (ma quale giustizia?): «Se si paga allo stesso
modo chi lavora di più e chi lavora di meno, dove si va a finire? » Dia
mine, faticare per ore sotto il sole o starsene a braccia conserte sulla
piazza a chiacchierare, arrivando all'ultimo momento, non è la stessa
cosa... No, non è la stessa cosa, e con ogni probabilità, se ci fossero
stati i sindacati, il datore di lavoro non l'avrebbe passata liscia... Ma i
lavoratori che protestano avevano evidentemente dimenticato l'angoscia di attendere ore e ore, inutilmente, il lavoro, la speranza, il senso
della giornata e della vita... tutto quello che invece il padrone « buono »
(che ama cioè non di una filantropia sentimentale, o per mettersi la
coscienza un po' a posto, ma immedesimandosi nella pena di quegli
uomini ) aveva visto e compreso essere la cosa fondamentale.
Perciò l'annuncio essenziale, e meraviglioso, della parabola, mi
sembra esser questo — in risposta ai credenti che, come Pietro, chiedono: Che ne avremo? —: nella desolazione di una vita senza senso
e senza speranza irrompe, in momenti, iuoghi e modi diversi. Colui che
è padrone del tempo e del gran campo del mondo, il Signore della vita.
Quando Egli si avvicina, si indirizza a noi, a me — miracolo lungamente
atteso o assolutamente inatteso — la « giornata » è già « compensata »,
ha già trovato il suo fondamento, il suo senso, il suo scopo; quand'Egli
mi dice: « Vieni » e « va », il denaro della sera, la vita eterna (cfr.
19: 29) è già presente in questo rapporto nuovo stabilito dalla Sua
chiamata e dalla Sua promessa (« ti darò quel che è giusto », e noi
sappiamo che credere in Dio, fidarci di Dio e della Sua promessa, è ciò
che ci Sarà « messo in conto di giustizia », cfr. Rom. 4, specie vv. 23-25).
Quando avremo veramente compreso la bontà dell'Iddio di Gesù
Cristo, non « vedremo di malocchio che egli sia buono » perchè di
quella bontà infinita e immeritata noi per primi viviamo; non mormoreremo se Egli (oh grazia!) non « paga » come avremmo pagato noi;
non ci presenteremo a Lui perchè ci'compensi e ci ringrazi, ma con tutto
il cuore e con le nostre poche forze lavoreremo la nostra giornata terrena per dirgli grazie: grazie per averci chiamati, con gli altri, e aver
dato un senso e la speranza alla nostra vita.
Gino Conte.
Billy Graham
ÌD Russia
Billy Graham ha preso parte ad un
culto serale di due ore e mezzo nella
Chiesa Battista di Mosca in cui si
stipava una folla di 2.500 persone.
All’uscita ha lodato la fede di quei
credenti dicendo che è «una luce ardente di cui dobbiamo tutti essere
riconoscenti». Essendo a Mosca come turista non ha parlato ma ha espresso il desiderio di tornare un giorno con la sua équipe di evangelizzazione, a condizione, però, di poter avere il proprio traduttore, di poter disporre di una vasta sala e di essere
autorizzato ad annunciare pubblicamente la sua venuta. (S.OE.F.I.)
Due radiotrasmissioni
sui valdesi
Avvertiamo i lettori che la settimana prossima avranno luogo due radiotrasmissioni concernenti i VaJdesi.
La prima è una presentazione del
Prof. Giovanni Jalla, preparata da
un amico alsaziano, Marcel Carrières
— di cui nelle ultime settimane avete potuto leggere alcuni «bozzetti»
sulle Valli — per la Radiodiffusion
Télévision Française. Sarà trasmessa
dagli studi di Radio Toulouse venerdì 4 settembre, fra le 12 e le 14.
Il secondo programma è un Documentario sulla Chiesa Valdese, ripreso alle Valli da un’équipe di Radio
Berna; tale dociunentario, della durata di un’ora, sarà trasmesso da Ra^
dio Beromünster la sera di domenica
6 settembre, alle 20,30.
CARNET DE ROUTE
___ 4 i_______
'A
Le Musée* Vaudois
Lorsque vous pénétrez dans la première salle du petit, et pourtant si
riche et si émouvant Musée vaudois
de la Tour, un bienveillant sourire
vous accueille, et vous met tout de
suite à Vaise. Dominant la carte en
relief des Vallées, c’’est le portrait
du regretté Jean Jalla (1868-1935);
lu bonté et l’intelligence rayonnent
de Ce visage qu encadrent une chevelure blanche encore abondante et
une barbe courte, taillée en pointe.
Patiemment, amoureusement, religieusement, il en a rassemblé les
pièces rarissimes, et a présidé lui’
même à leur installation. Et quelles
pièces! un boulet de canon, un sa
bre rouillé, un baudrier en cuir à
demi brûlé par la poudre — une Bible vénérable aux feuillets rongés
par les vers et l’humidité, un portrait de tel grand Capitaine... On
passe des heures à parcourir les salles. à examiner les documents... Ce
n’est plus le professeur Jean Jalla
qui vous accompagnera, il faudra
vous contenter de son sourire, mais
son ami et ancien élève, je dirai
sans crainte: son disciple, le professeur Théophile Pons, vous parlera
de lui avec émotion, et vous promè
nera à travers les diverses salles qu’il
connaît par coeur. Avec lui, vous
revivrez l’épopée de ces ’’Barbets”
qui furent bien parfois un peu brigands, ou plutôt ’’bandits” en restituant à ce terme son sens primitif,
qu’il a d’ailleurs conservé en langue
d’Oc, de ’’hors la loi”, de ’’banni”
— de martyr, hélas! trop souvent...
Et, quelle que soit votre religion,
vous vous sentirez gagner à votre
tour par l’émotion. Peut-être même
une larme parlera-t-elle au coin de
votre paupière, et vous vous surprendrez à murmurer l’un des plus
émouvants Psaumes de David:
Des profondeurs de l’abîme.
J’ai crié vers Toi, Seigneur...
Et nous terminerons cette visite
en écoutant le professeur Pons vous
parler, à présent, de la géographie
et des traditions de cette belle région, et en suivant du doigt, sur cette admirable carte en relief que vous
avez aperçue en entrant, les itinéraires que, si Dieu veut, vous ferez
au cours de votre séjour.
Marcel Carrières
Messaggio alle Chiese Valdesi e Metodiste
Possibilità di nuovi rapporti e di nuovi impegni ecclesiastici nel campo della testimonianza evangelica
(1) Abbiamo intenzione, una delle prossime settimane, di esaminare il senso
biblico — esistente — della « ricompensa ».
In questi ultimi anni, malgrado
non poche difficoltà incontrate sui
nostro cammino, Iddio ha concesso
alle nostre Chies^ un’esperienza che
è stata per molti fonte di allegrezza
e di rinnovato impegno nella testimonianza cristiana.
Le Chiese Valdesi e Metodiste nel
nostro Paese hanno manifestato più
volte ed in diversi modi la loro volontà di operare insieme e di tendere verso una sempre più efficace collaborazione non solo nell’unità dello Spirito, come dice l’Apostolo
Paolo, ma anche nell’attuazione di
un comune servizio per il Signore.
Con questi sentimenti i rappresentanti dell’una e dell’altra Chiesa
si sono molte volte riuniti; hanno
partecipato ai Sinodi, alle Commissioni di studio, ,ai Convegni giovanili, ai culti in comune. E con le
stesse disposizioni d’animo ci rivolgiamo ora a voi, fratelli e sorelle
nel Signore, per salutarvi con un saluto cristiano, fondato sulla realtà
dell’amore e della speranza.
Il nostro desiderio in quest’ora è
di parlarvi apertamente dei nostri
rapporti e dei nostri propositi.
Ln breve richiamo al passato basterà a ricordarvi che le nostre Chiese hanno segnato, con alcuni atti
importanti, le tappe successive da
loro percorse sulla via delle trattative in vista di una più profonda unione nel pensiero e nell’azione. Ci sono, infatti, alcuni Atti Sinodali che
confermano « la completa unità in
Cristo e la comunione di fede esistente » fra le Chiese Metodiste e le
Chiese Valdesi. Ma uno degli aspetti più significativi di questa indentità di fede è il riconoscimento, da
parte dei Sinodi, della « validità
del ministero pastorale e dell’amministrazione dei sacramenti da parte
dei Pastori dell’una e dell’altra denominazione ». Atto, questo, che
impegna le Chiese Valdesi e Meto
disle ad unire maggiormente i loro
sforzi soprattutto nella sistemazione,
del campo di lavoro in vista dell’opera di evangelizzazione.
Le Commissioni di studio, convinte del fatto che questo riconoscimento offre concrete possibilità di comune lavoro, ne hanno fatto oggetto di attento esame ed hanno anche
elaborato alcuni progetti di attuazione pratica Tra l’altro hanno dichiarato che « da questi riconoscimenti consegue la possibilità che,
ciascuna delle due amministrazioni
si serva validamente dell opera de’
pastori iscritti nei ruoli dell altra
amministrazione, iscrivendoli anche
nel proprio ruolo »• E se la responsabilità di carattere economico^ rimane a carico dell’amministrazione
di origine, ciò « non può implicare
una disparità per questi pastori nei
confronti dei loro colleghi, nè la sot
trazione a costoro dell’esercizio di
talune delle funzioni proprie del mi
nistero pastorale ». Inoltre le Com
missioni specificano che ogni pasto
re iscritto a questo titolo nei ruoli
dell’altra amministrazione, oltre ad
esercitare le particolari funzioni del
ministero pastore, potrà « intervenire con pienezza di diritti alle assemblee collegiali rappresentative
delle Chiese, prendere parte al Corpo Pastorale, esercitare tutti quei
diritti e quei doveri che sono contemplati nelle discipline dell’altra
Chiesa ».
I due punti particolari sui quali
questa situazione ci conduce a ritlettere sono: la collaborazione fra
le Chiese e la loro integrazione.
1) La collaborazione consiste nel
risolvere problemi contingenti, situazioni occasionali e temporanee,
per mezzo di un reciproco aiuto, offrendo inoltre la possibilità di svolgere un lavoro in comune.
Pensiamo, per esempio, alla necessità in cui molti si trovano di avvicinarsi all’una o all’altra chiesa
là dove non c’è che una sola denominazione rappresentata. L’o.d.g.
del Convegno Valdese-Metodista del
4 novembre 1958 a Firenze diceva
per l’appunto : all Convegno invita i
credenti delle due denominazioni ad
iscriversi, là dove esiste una comunità di una sola denominazione, alla
comunità metodista o valdtìjse del
liio-go ».
Pensiamo a riunioni di Consigli
di Chiese, a scambi di pulpito nella
predicazione, alla cura della diaspora in collaborazione con la Commissione Distrettuale ed i Capi Circuito e ad una possibile opera evangelistica in comune.
Pensiamo anche alla sostituzione
dei Pastori durante le vacanze estive là dove esistono le due Chiese in
una stessa città.
2) L’integrazione è qualche cosa
di più ed esprime un dato piti impegnativo e più permanente.
F.sso non significa assorbimento di
una denominazione da parte dell’altra o rinuncia ai propri principi o
alla propria tradizione ecclesiastica,
nè nasconde motivi di prestigio o
di superiorità; ma apre la via ad
una nuova forma di lavoro in comune e ci prepara ad affrontare
nuove situazioni.
L’integrazione non prevede alcuna chiusura di opere, ma piuttosto
la possibilità che una o più opere
Vengano affidate alle cure di un pastore dell’una o dell altra denominazione, secondo le intese delle Amministrazioni centrali e per una più
razionale distribuzione delle forze
pastorali. Le chiese ed i gruppi vaidesi rimangono tali e così pure le
chiese ed i gruppi metodisti. Ma,
nel rispetto delle coscienze e con
lealtà cristiana, è possibile che un
pastore valdese abbia cura della comunità metodista e viceversa, là dove le circostanze favoriscono o consigliano questa forma di lavoro in
comune. iN'essuno pensi che tutto ciò
possa senz’altro rivoluzionare la posizione deU’evangelismo italiano. E
nessuno creda che sia molto facile
applicare questa nuova linea di condotta su vasta scala.
Ci sono delle difficoltà da una parte e dall’altra, non lo nascondiamo;
ma esse non costituiscono degli ostacoli insormontabili e, comunque, è
nostro dovere rimuovere quegli ostacoli se vogliamo camminare sulla via
che i nostri Sinodi ci hanno additato.
Liei resto, se ci sono delle difficoltà, ci sono anche dei vantaggi e dei
motivi di incoraggiamento. Questa
azione in comune tra Valdesi e Melodisti in Italia ha suscitato un caldo consenso internazionale manifestatosi in occasione della Conferenza delle Chiese dei Paesi Latini
al Chambon-sur-Lignon nel settembre del 1958. Ma essa può far sentire i suoi benefici effetti nel nostro
campo di lavoro, tanto sul piano del
uinistero pastorale quanto su quello della testimonianza evangelica in
Italia, là dove i nostri gruppi, già
cosi vicini nello spazio, potrebbero
esserlo ancora maggiormente nella
( oscienza di essere un corpo solo e
una volontà sola nel nome di Cristo.
Vi abbiamo parlato di questo nuovo aspetto dei nostri rapporti e ci
rendiamo conto che non abbiamo
potuto scendere nei particolari.
Inoltre bisognerà pensare anche a
delle norme che regoleranno, al momento opportuno, questa nuova situazione di fatto, tanto nei riguardi
delle Amministrazioni Centrali
quanto nei riguardi delle singole
comunità e dei pastori.
. In questo momento, però, non vogliamo inoltrarci per quella via. Ci
preme di informare le comunità e
di suscitare in esse un sincero interesse per quanto vi abbiamo detto
sui rapporti fra le nostre Chiese
Vi affidiamo, pertanto, questo nostro messaggio, fratelli e sorelle nel
Signore, vi salutiamo con affetto cristiano, ricordando a voi ed a noi le
parole dell’antico profeta; « Essi
s’avvicinano, arrivano! S’aiutano a
vicenda; ognuno dice al fratello:
Coraggio » (Is. 41: 6).
Pastore Ermanno Rostan
Moderatore della Chiesa Valdese
Pastore Mario Sbaffi
Sovrin. della Chiesa Metodista
3
28 agosto 1959 — N. 34
L'ECO DELU VALLI VALDESI
Ancora sul colla radio
(segue dalla 1« pag.) ^
La stampa quando si è pronunciata lo
ha fatto biasimando quanto avviene. E mi
basta citarvi una rivista, che non è certo
di parte mia, e precisamente Epoca del 28
giugno scorso. In detta rivista il direttore,
rispondendo ad una lettera di un evangelico scriveva: « Non m' sembra giusto e
non mi sembra onesto. Ho sotto gli occhi
il ritaglio di un giornale evangelico di
Napoli: racconta una serie di piccole, meschine angherie di cui sono stati vitt’me
i protestanti della città. Sono forme di intolleranza che vanno denunciate e combattute: per rispetto della democrazia e soprattutto nel nome della carità cristiana.
Anche il Papa, d: recente, auspicando una
maggiore intesa fra i popoli ha detto:
’’Preghiamo per tutti coloro che in patria
sono oppressi da dolorose restrizioni o costretti ad azioni contrarie aH’insegnamento
della Santa Ch'esa”. La Chiesa non può
ammettere certe prevaricazioni, non può
ricorrere agli assurdi divieti, alle meticolosità burocratiche della Questura, alla
consueta compiacenza della Rai ».
Questo senso di disagio e di denuncia
della stampa italiana è inferiore alle ripercussioni negative irei paesi a maggioranza evangelica dove verso la minoranza
cattolica s; usa il massimo rispetto e la
più larga comprensione garantendo libertà
di culto e di propaganda. Non si può dire,
nel caso delle radiodiffusioni della Rai del
culto evangelico, die esse servano alla propaganda protestante perchè dette trasmissioni sono preghiere, canti e meditazioni
die sono lungi da ogni apologetica o conIroversia e sono tali che gli stessi cattolici e i miscredenti jiossono ascoltare senza
lema di sentire ledere la loro coscienza.
Non so se gl: onorevoli colleglli ed il
signor ministro hanno avuto mai l’occasione di ascoltare detti culti; essi non possono urtare la suscettibilità e la fede de
l allolid: l’inizio con Finvocazione : « li nostro aiuto sia nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Amen »; oppure le meditazioni su brani delle Sacre
Scritture, e neppure le preghiere, specie il
« Padre Nostro » che chiude i culti medesimi, o le benedizioni finali come la seguente: « La grazia del Signore Nostro
Gesù Cristo, l’amore d Dio e la comunione
dello Spirito Santo sia con tutti voi. Amen».
Non credo che quanto si ascolta nei culti radio possa essere incriminato ed i culti
medesimi messi al bando.
Signor ministro, il mio ordine del giorno di ede che il Governo intervenga affinchè gli evangelici possano usufruire di
normali trasmissioni del loro culto radio.
E’ un diritto ed una richiesta democratica
perchè è una conseguenza della Costituzione e di ogni senso moderno di civiltà,
e nello stesso tempo una richiesta cristiana,
perchè è doveroso facilitare i credenti di
altre denominazioni a pregare lo stesso
Dio e fortificarsi nella stessa fede in Ci sto Gesù.
Termino, signor ministro, sottoponendo
alla sua coscienza, per la meditazione e
per la preghiera, il seguente brano del
Padre Nostro, che va bene per lei, per me
e per i dirigenti della Ra' : « Non ci esporre in tentazione, ma liberaci dal maligno ».
E così sia!
Non è certo sovente che- simili parole
risuonano nel nostro Parlamento. Il ministro in causa, On. Spataro, ha così risposto a quest’interpellanza :
Rispondendo all’ordine del giorno dell’On. Bogoni sui programmi della RAI per
i culti evangelici, posso dire alFOn. Bogoni che, senza fare ora dichiarazioni sulla competenza o meno del mio dicastero
o della Commissione di vigilanza sulle radiodiffusioni, trasmetterò il testo del suo
intervento ai dirigenti della RAI con la
viva raccomandazione di voler tener conto
dei suoi rilievi sul problema de; culti radio. Credo tuttavia che la RAI abbia un
suo programma da seguire e che esso sia
impostato in base ai suggerimenti dei radioascoltatori.
Mentre esprimiamo alVOn. Bogoni la
nostra viva riconoscenza per aver presentato senza mezzi termini il problema del
culto radio evangelico — che ci sta a cuore
non soltanto come ’’cosa nostra”, ma perchè è uno degli elementi di quella libertà
di coscienza che chiediamo sia effettivamente attuata nel nostro paese, per gli altri quanto per noi — ci auguriamo che il
suo intervento non rimanga una, pur coraggiosa, lettera morta o soffocata, anche
se nella seduta di cui riferiamo egli, sentendo ceHamente la propria solitudine
{aveva presentato l’ordine del giorno con
la sua sola firma), non ha insistito nella
votazione di esso. E poiché il Ministro
Spataro ci assicura che la RAI ha il suo
programma ’’impostato in base ai suggerimenti dei radioascoltatori”... ricordiamoci
che l’indirizzo della Direzione della RAI
è: Via Arsenale 21, Torino.
IN MERITO ALL’AUTONOMIA
Prighiamo il Sinodo...
--------------] iP''.. j I
Lettera aperta di un pastore valdese ai suoi colleghi
Cari Amici
Il nostro giornale ha testé riproposto all’allenzione della Chiesa l’annoso problema
dei privileg' connessi' con l’autonomìa di
alcune delle nostre comunità. Da vari decenni l’argomento ritorna periodicamente
alla ribalta suscitando ogni volta fervorose
discussioni che si esauriscono senza lasciare magg'or traccia che qualche lieve ritocco ai regolamenti della Chiesa.
Questi ritorni insistenti mi fanno pensare a quei mali insidiosi che minano a poco
a poco l’organismo e che 1 palliativi dì
moda non bastano per guarire.
Vorrei, con quel smso di responsabilità
die un lungo ministero reca con sé, domandare se non ci sia possibile di offrire noi.
Pastori, un apporto umile ma concreto alla
nostra Chiesa per a’utarla a liberarsi dal
suo travaglio.
Le discussioni in corso hanno sempre come causa diretta o indiretta la discriminazione esistente tra le Chiese autonome e
quelle die non lo sono. Questa dìscriminaz one è generalmente ammessa come necessaria. A noi però non sfugge la fragile consistenza dei motivi con cui viene giustificata e attuata.
Fragile consistenza
Udiamo spesso parlare del carattere presbiteriano della nostra Chiesa e teologi
di professione e di improvvisazione ci hanno dimostrato con fervore che il metodo
presbiteriano è il più aderente all’Evangelo: più di quello episcopale e più di quello
congregazionalista. Aldñamp udito volentieri, ci consideriamo senz’altro presbiteriani,
però.... nessuno ha djiiíostrato che la ragione sia dalla nostra parte e nessuno ha confutato le basi bibliche sulle quali sì fondano pure le Chiese episcopali e quelle congregazionaliste. Questo fatto deve almeno
renderci cauti e guardinghi...
Abb aino pure imparato a memoria quali
debbano essere le caratteristiche delle nostre Chiese autonome: numero adeguato di
membri di Chiesa, sufficenti collette, maturità spirituale, diritto di eleggersi il proprio
LAVORIAMO PER VIVERE
o viviamo per lavorare ?
...« Età della pietra, età del rame,
età del ferro »... Di tutte le classnicazioni del progresso umano proposte da scienziati e iiloson, sì è adottata nei testi scolastici quella che riduce l’evoluzione a camoiamento del
materiale usato per rare gii attrezzi
d] lavoro. Questo non è cne il sìntomo ai CIO . cne occupa, possiamo dire
cne assorbe l’uomo moderno. La prima cosa che si chiede a una conoscenza è « Ohe cosa fai? Qual’è il tuo
lavoro? Lavori sempre da -A.? » e non,
per esempio : « Si è fortincata la tua
fede? ». uunque queiio cne ci preoc
cupa e il lavoro, in parte per i soldi
che fruttihca, ma aucne per quello
che è in se; e mollo piu ammirato
un uomo cne la giai.ui lavori cne
non uno che possegga molti soldi,
Fer questo uno aci picDiemi piu
gravi cne ci troviamo a uover risol
vere è questo; come conservare i integrità umana in un’epoca in cui tutic o mono e rivolto verso uno solo
dei molteplici e complessi aspetti della vita. Anche nella personalità di
un ateo ce qualcosa cne vaie oicre ai
suo lavoro — il suo pensiero, i suoi
alletti, la sua socialità, la sua vita
u; famiglia — e cne perciò deve es
acre conservato.
Qualcuno ha detto che il problema
non è tanto di conservare l'uonn,
quanto di superarlo, di migliorarlo.
A parte la discutibile concezione che
quel tale aveva del miglioramento,
ci domandiamo se è possibile procedere senza avere un punto d’appog
gio : « superare » l’uomo prima che
sia fermo sulla posizione d’arrivo.
Tendiamo al meglio, si, ma se stiamo retrocedendo in quaicne punto,
fermiamo il nostro regresso prima.
« L’uomo è così piccolo che non basta a saziarsi », è stato detto. Ed è
vero perchè se crede di bastare a se
stesso « saziando » uno dei suoi nu
merosi « appetiti » è inevitabilmente
portato a trascurare gli altri. Se si
rivolge alla tecnica trascura lo spirito. Ma ci si può rivolgere alla tecnica
con spirito, si può lavorare per vivere anziché vivere per lavorare. 'Non
possiamo certo pretendere col nostro
lavoro di « collaborare con l’opera
creatrice di Dio e con la sua opera
redentrice acquistando col lavoro de;
meriti » come vuole qualcuno (si sa,
noi uomini, quando vediamo che
qualcosa di buono è stato fatto- siamo sempre disposti a sentirci collar
doratori dell’artefice... come la mosca
della favola di La Fontaine, che dopo aver tormentato tutto il giorno
il bove che arava, si sentiva in pieno diritto di dire ; « Nous venons de
labourerl »), ma possiamo in qualche
modo nobilitare un lavoro — e noi
stessi, che lo facciamo — non lasciandoci ridurre a macchine, non diventandone schiavi.
Ci troviamo, per molti lati, in condizioni migliori dei nostri padri; il
banditismo, la miseria, persino certe
malattie, non. rappresentano più lo
spauraccnio che rappresentavano peiloro. Eppure si seme che c’è quaico
sa che non va, forse, cne ce qualcosa che non va piu. un macerialista
SI vantava ai mettere gii uomini coi
piedi sulla terra, di toglier loro i aoitudine ul reggersi suiia testa e ui
avere la testa nelle nuvole e piu o
meno inconsciamente ci siamo lasciati sedurre da questa suggestiva
prospettiva, ivia quail sona i ir-atti:un aisagio e un disorientamj.ito generale; le sole cose che portano un
po' di sollievo alla noia aena tecnica
sono due; le battute piccanti e gu
scherzi poco cantatevoli e poco delicati ai «non molto in gamoa». lvi.i
e facile accorgersi che non bastano
o, meglio, che non servono al loro
scopo; la perversione di giovani ciio
troverebbero lavoro parla un linguaggio eloquentissimo; il fatto che nessuno canti più lavorando — a quanto
mi risulta neppure vendemmiando!
— pure.
« L'uomo è così piccolo che non ba
sta a saziarsi » c non bastano nep
pure le macchine, e neppure ii pane,
perchè « è anche vero che l’uomo è
tanto grande che solo Dio può saziarlo » concludeva il pensatore citato. Questa fc per la nostra civiltà una
parola più dura di quel cne ssmoia
perene essa vuole macchine, e se le
macchine si possono maneVi ore e c..
mandare a piacere, per Dio non e
così; Dio ci dà un giogo, un «giogo
facile », sì, ma sempre un giogo ; un
giogo che Egli stesso ci dà la forza
di portare, ma un giogo. Se lo accettiamo « non siamo più noi che viviamo ma Cristo vive in noi », abbiamo
Concerto strumentale
a Torre Pellice
Un gruppo di giovani studiosi di
musica ha formato a Torino la Orchestra da Camera « G. B. Sammartini ». Essa si propone di eseguire a
Torre Pellice, il giorno sabato 5 settembre alle ore 21 nella Sala Sinodale alcune composizioni strumentali
del ’700 italiano e tedesco, con la speranza di poterne fare apprezzare e
gustare la bellezza calda e spirituale.
Il programma comprenderà anche
alcune fra le più belle pagine di G.
S. Bach per soli e orchestra. L’impe^
gnativo ruolo dì solisti sarà sostenuto dalla sig.na Prof. Luciana Gabbiani e dai sigg. M. Lorenzo e Vittorio
Dilotti. Il provento netto della serata
(offerte volontarie all’ingresso) andrà a favore dell’erigendo tempio di
Prali.
Ben sapendo quanto lunga e paziente preparazione richieda una tale
esecuzione, auguriamo agli esecutori
tutti e al direttore del complesso, il
nostro giovane concittadino Pier Valdo Comba, il migliore successo.
svestito i'uomc vecchio, a cui, prima
di abuanaonario. armeno, teniamo
tanto, perone e un uomo che ha aei
successi, un uomo che trionfa nel
mondo, nel suo mondo.
Questa patoia e uura anche perche
siamo degli uomini che non vogliono « romper le scatole », disturbare altri per la propria esistenza, che deaiaerano essere autosufncienti, cne
considerano una cosa prepria dei deboli l’appoggiarsi su altri. I casi piu
clamorosi ui aDOaiidono e di avversione del Cristianesimo hanno spesso
accusato i cristiani di essere dei deboli perche ricorrono a Dio non potendo lare aa soli. Ma questo spinto
SI riscontra in nUsura più o meno
grande anche in iioi; anche noi ai
pari di quelli abbiamo la presunzione che un uomo possa non essere
debole della debolezza di quelli cne
cercano Dio; anche noi più o meno
consciamente consideriamo come una
vigliaccheria, come una minorazione,
quasi, il lasciarsi legare o il legarsi
alle « cose di Chiesa » e come un essere superiori il frequentare la Chiesa solo quel tanto cne basta per non
scandalizzare troppo la povera, ingenua gente ai Chiesa, appunto.
Questo atteggiamento, certo, lo mascheriamo, innanzitutto. — chissà
perchè? — a noi stessi. Invochiamo
una più o meno sentita modestia, un
più 0 meno sentito desiderio di non
«metterci troppo in vista» di non
« sembrare di voler essere più degli
altri», ma questi piccoli espedienti
finiscono, se ci pensiamo bene — ma
ci pensiamo? — col lasciarci insoddisfatti, col lasciarci l’impressione d
essere « a Dio spiacenti ed ai nemici
suoi», la quale non è poi forse tanto
sbagliata.
Non ci nascondiamo quanto sia difficile lavorare con spirito e con spirito cristiano a coloro che sono sotto
posti ad un sole infuocante per dieci
o dodici ore al giorno, impegnati in
un’opera estenuante o a quelli che
pur avendo meno ore dì lavoro ne
hanno poi quattro o cinque di viaggio, ma non credo che la durata di
una cosa abbia grande influenza sullo
spirito con cui la si compie e che ci
siano delle cose che si possono com
piere con spirito cristiano senza sfon
zo. Perciò mi pare che qualsiasi lavoro può essere fatto cristianamente, E
allora la testimonianza evangelica
che spesso si chiede a lavoratori in
cantieri occupati anche da cattolici
può avere una base concreta; il modo di lavorare di un uomo testimonia
di quello che ha prodotto in lui la
sua fede. Se anche non giungerà a
dire la frase detta un giorno da un
negro ; « Io lavoro sereno perchè slamo in due: Cristo ed io», che a noi
pare un po’ semplicistica, quasi un
po’ fanatica, quell’uomo sarà riuscito
a dimostrare che in lui v’è una forza
che non c’è nell’indifferente o nel conformista. c. t.
Pastore ecc. e qui nessuno p:ù di noi conosce la precarietà e la fragilità di questi
criteri sui quali poggiano gli architravi delFautonomia presbiteriana.
La comunità numerosa è certo una grande bènecFzione e il sogno dei credenti che
vivono nella diaspora. Ma chi può discernere quello che sì può nascondere nel numero? Non ne fanno parte anche le zizzanie? Non sono forse le chiese numerose anche il cimitero di molti credenti? Il numero non fu e resta forse la gloria della
chiesa Cattolica Romana?
L’autonomia economica è certo il sogno
di ogni chiesa; d’altra parte il cristianesimo non è proprio nato con l’appoggio di
una autonomia finanziaria e quel denaro
che anche Pietro Valdo gettò via da sè,
non garantisce alla Chiesa nulla di nulla...
La maturità spirituale dei credenti esperti nelle vie della santificazione è certo la
migliore delle caratteristiche che si possano
augurare ad una Chiesa, ma chi ma: sarà
in grado di redigerne una statistica e di
dire all’uno: « Tu sei maturo » e all’altro:
« Tu non lo sei »? Dio solo può farlo e noi,
quantunque i nostri regolamenti parlino di
diritti che spettano a chi ha maturità spirituale e non agli altri, non siamo ancora
riusciti a redigere un registro della maturità spirituale della Chiesa.
Saremo tutti facilmente d’accordo nel considerare le caratteristiche ora menzionate
come delle bened'zioni che Dio concede
alle Chiese. Anche se sono da noi difficilmente commensnrabili sono tuttavìa delle
benedizioni e nessuno le contesta a chi le
possiede.
La caratteristica invece di potersi scegliere un pastore, a preferenza di altre Chiese,
da quel corpo pastorale che è stato messo
insieme e istruito da tutta la Chiesa, qualche volta più dalle comunità piccole che
dalle grandi, sembra un po’ meno essere
una beiledizione che viene dall’alto. Viene
soprattutto da un articolo di regolamento
messo insieme da noi a prezzo di molte
discussioni.
E potremmo anche facilmente rassegnarci
al disagio della malsicura discriminazione
tra Chiese autonome e non, se fra le une
e le altre esìstesse realmente una differenza di fatto notevole, ma nella realtà, questa
differenza non è sempre molto convincente.
Per esempio
Abbiamo confrontato le statistiche di
dieci Chiese autonome delle nostre Valli
con quelle di dieci Chiese della nostra
Opera di Evangelizzazione (1) e per comodità ne abbiamo sommato tutti i dati. Trascriviamo prima le cifre delle Chiese Autonome eppoi quelle delle altre:
Membri comunicanti 3.666 1.306
Presenze a; culti 560 995
Contribuzione annua L. 6.107.800 7.594.240
Le dieci chiese autonome hanno dunque un registro dei membri com.ti più
spesso, ma hanno meno gente in chiesa e
meno contribuzioni... Orbene, pur conservando allo spessore del registro tutta la
sua grande importanza, basta esso forse
perchè le altre chiese che dimostrano più
vita e più fervore non siano pure esse aulonome?
Vale la pena ?
Che valore ha una discriminazione fondata su basi cosi poco consistenti?
Merita essa tutte le discussioni fatte?
E’ un piedestallo abbastanza saldo per
fungere da perno ad una parte abbastanza
importante della nostra vita amministrativa ?
Merita sopratlutto di esser causa di impaccio nella vita della chiesa come dimostrano le discussioni sempre ricorrenti e
l’inconveniente d! chiese che di tempo in
tempo si sentono lese dalle loro consorelle o di Pastori che male si oppongono alle
rudezze elettorali e cedono alia delusione
ed alio scoraggiamento?
10 mi domando se non dovremmo noi
pastori prendere l’iniziativa di domandare
al prossimo S nodo di togliere di mezzo
ogni inciampo discriminatorio dalla nostra
Chiesa, affinchè possiamo tornare tutti
Uguali gli uni agli altri, chiese e Pastori
per modo die, come ha detto Gesù, eh!
vuole essere il primo e mostrare maggiore
maturità spirituale, si faccia ancor più modesto tra 1 suoi fratelli e se ha dei privilegi vi rinunz! ed ahhia più che mai l’ambizione di servire...
11 Sinodo non potrà non comprendere la
ragionevolezza della nostra domanda. Noi
ch.ediamo soltanto d’altronde di rientrare
nella normalità perchè sort poche nel mondo le chiese come la nostra, in cui metà
delle comun'tà sono autonome e metà no.
0 son tutte autonome come le vere chiese
Presbiteriane e quelle congregazionalistc
o non lo sono come quelle episcopali e le
opere missionarie nel tempo della loro
formazione.
Se il Sinodo ci vorrà esaudire non troverà soverchie difficoltà per farlo e i números: giuristi che sono nei nostri ranghi
troveranno anche la formula per le modifiche da apportare ai nostri regolamenti e
per evitare che un maggiore accentramento
dì responsabilità da parte della Amministrazione Centrale apra le porte a quei
guai che una volta si chiamavano nepotismi.
Ma non preferirà forse il Sinodo passare
una volta di più all’ordine del giorno?
Non per questo dovremo rassegnarci di
fronte agli inconvenienti organizzativi che
ancora rallentano il nostro passo. L’idea
dell’uguaglianza e della giustizia tra le
chiese e tra i servitori del Signore farà
strada da sè. Già si son visti Chiese e Pastori rinunziare spontaneamente ai privilegi a cui avrebbero avuto diritto. Dovranno vedersene sempre più...
E nell’attesa, mano all’aratro, sempre
con l’entusiasmo della prima ora. Dopo
tutto lo sapevamo anche in partenza che
la nostra Chiesa non era ancora il Regno
di Dio sulla terra e che anch’essa è imperfetta e lotta nel peccato. Noi domandavamo soltanto un pulpito per potervi predicare FEvangelo e questo ci è stato dato.
Tutto il resto ha secondaria importanza
perchè passa presto...
li Signore viene, questa è la grande
realtà e di fronte ad essa anche il problema dell’autonomia perde il suo mordente.
Enrico Geymet.
(1) Angrogna Cap. e Serre, Massello,
Perrero, Prali, Pramollo, Prarostino, Rodoretto, Rorà, Villasecca e Brescia, Como, Felónica Po, Trieste, Forano, Bari,
Campobasso, Taranto, Messina e Palermo.
fiicoDOscenza
Spiacenti di non avere ancora ricevuto
l’articolo che ricordi il ministerio di Suor
Margherita Rivoir, siamo lieti di pubblicare, intanto, questa testimonianza.
Certo di esprimere il sentimento
di molte famiglie sparse su un largo
raggio intorno al Rifugio Re C. Alberto, e che purtroppo non sono venute tempestivamente a conoscenza
della Sua dipartita, debbo recare
qui alla memoria di Suor Margherita un fiore di affettuosa riconoscenza per l’opera di carità e di sollievo
svolta in tanti anni in umiltà e nello spirito della consacrazione e del
servizio nelle più svariate forme;
La ricordiamo a tamponare e fasciare una ferita sul lavoro, a fare le
opportune prescritte iniezioni presso il Rifugio o al domicilio del bisognoso, accorrere al capezzale per
un improvviso malore o per intervenire in aiuto a qualche famiglia
priva degli accessori indispensabili
per svariate necessità di cura e infine per comporre pietosamente i resti mortali di un congiunto trapassato.
Per tutto ciò la dipartita di Suor
Margherita rende più grande il vuo-to che si è formato e mentre rechiamo l’estremo commosso saluto alla
Sua memoria, esprimiamo la sincera riconoscenza al Rifugio che ha
continuato e prosegue benevo .ue .te l’opera di carità interrotta da
Suor Margherita. j. g.
PERSONAUA
Il Pa,store Lamy Coi'sson ha perso improvvisamente il padre, sig. Stefano Coisson, sindaco di Angrogna. Vicini a lui in
questo tempo di lutto, esprimiamo a lui
ed alla sua famiglia la nostra fraterna simpatia nel dolore e nella speranza in Cristo.
* » >i!
La famiglia del pastore dì Rodoretto
sig. Teofilo Pons è stata all'etata dalla nascita di Daniela.
L’Eleo si rallegra per questa bella notizia e formula i migliori auguri alla famiglia Pons.
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4
Noi abbiamo conosciuto i'amore che Dio ha per noi e vi
abbiamo creduto.
1 Giovanni 4: 16
L'Eco delle Ÿalli Valdesi
Se uno dice; lo amo Dio, e
odia ii suo fratello, è bugiardo
1 Giovanni 4: 20
____ sk
.ÿ. 4, ^ ^
SAN G ERMANO C H I S O N E
Sì inangura la nuova saia
per le attività ecclesìastìclie
Domenica, 6 Settembre, avrà luogo l'inaugurazione
della Nuova Sala con il seguente programma :
Ore 10,30: Culto presieduto dal Moderatore della Tavola
Valdese. Partecipazione della Corale.
Ore 14,30: Inaugurazione della Sala presieduta dal Sovrintendente del 1” Distretto. Avremo il piacere di udire alcuni messaggi.
Ore 16,30: Bazar e buffet.
La chiesa di S. Germano, rinnovando ed aggiornando
le sue attrezzature, intende iniziare un periodo di intensa
attività parrocchiale.
Amici Valdesi, dateci la vostra collaborazione : siate
con noi la domenica 6 Settembre.
Notizie dalle Comunità Valdesi
S. GEaMAIVO CHISOmF.
Il culto della domenica 5 Luglio è stato
presieduto dal past. R. Nisbet che ringraziamo. Esprimiamo la nostra riconoscenza
al past. A. Ribet di Milano che ha sostituito il pastore durante il mese di luglio.
L’Unione Giovanile, la Corale e l’Unione Femminile hanno continuato ad avere
riunioni periodiche anche durante l’estate
Nuova Sala. In occasione dell’inaugura
zione della Nuova Sala le Unioni Femmi
nUi organ'zzano una vendita di beneiì
cenza con buffet. Qualsiasi dono, in natu
ra o in danaro, sarà ricevuto con ricono
scenza sia dalle collettrici che passeranno
nei quartieri sia al presbiterio dal 31 Agosto al 5 Settembre. Ringraziamo tutti coloro che si sono impegnati a dare la loro
collaborazione per la buona riuscita del
nostro programma.
Battesimi. Bounons Silvia di Giovanni e
di Forneron Ilda. Bertalmio Renzo di Alberto e di Musso Anna Maria. Bessone Marilisa di Giulio e di Bertalmio Ina. Reynaud Andreina di Dario e di Long Ida.
Gallian Alfio e Alberto di Edvi e di Baimas Angela. Ghigo Daniele Alessandro d’
Ettore e di Pellandino Irma. Comba Daniela di Gino e di Rubis Ada.
Matrimoni. Castagna Gino e Fornerone
Mirella (Villar). Rissolo Giovanni e Beux
Luig'a (Chenevières).
Dipartenze. Rechetti Francesco, di anni
82, deceduto all’Asilo dei Vecchi dopo
pochi giorni di malattia. Travers Enrichetta
ved. Balmas, di anni 86 (Ronchi). Si è
spenta serenamente c’rcondala dall’affetto
dei suoi familiari. Bertalot Bartolomeo, di
anni 72 (Ciampas). Il Signore lo ha richiamato mentre stava rientrando a casa
dopo il consueto lavoro nei campi. Bertalmio Margherita nata Robert, di anni 61
(Rua). Essa è passata serenamente dal sonno alla morte quando nulla lasciava prevedere una fine così improvvisa. Long Adelaide nata Balmas, di anni 83 (Villa). Già
gravemente provata da lunghi mesi di infermità s: è preparala serenamente a lasciare questa terra. Aveva avuto la gioia
di celebrare, due anni fa, le sue nozze
di diamante circondata dall’affeUo della
sua numerosa famiglia.
Sia che viviamo o che moriamo noi siamo del Signore (Romani 14: 8).
S. SECOIVDa
— Il successo del bazar allestito domenica scorsa dall’Unione Femminile è stato
molto lusinghiero. Notevole l’afflusso di
pubblico intervenuto dalle v'cine parrocchie, encomiahile il servizio disimpegnato
dalle Madri ai vari banchi di vendita e
dalle giovani dell’Un'one ai tavolini presso i quali veniva consumata la tradizionale tazza di tè.
Un elogio particolare a quanti si sono
adoprati per la ripulitura del piazzale antistante il temp;o onde rendere l’ambiente
più decoroso ed ospitale ai numerosi visitatori.
— La comunità è grata al pastore di
Firenze, doti. Alberto Ricca, che domenica scorsa ha diretto la funzione religiosa
del matt'no ed esprime la sua riconoscenza al pastore emerito signor Luigi Maranda die ha accolto l’invito di presiedere il culto di domenica prossima.
— Il Santo Battesimo è stato amministrato dal pastore Cipriano Tourn a Rostan
Renzo di Aldo e d‘ Gardiol Anita.
Il Signore vigili con la Sua potenza su
questo piccolo bambino ed aiuti i genitori
a mantenere fede alla promessa di allevarlo secondo i principi della fede e della verità in Cr'sto.
— Fervono in questi giorni i lavori di
rifinitura dell’alloggio che accoglierà a
settembre il pastore titolare signor Arnaldo Genre e la sua famiglia. Anche la sala
del Concistoro, gentilmente offerta dalle
signore Cardon, è quasi ultimata e vedrà
presto le prime riunioni degli Anziani convocati per discutere il programma delie
varie attività ecclesiastiche all’.’nizio del
secondo anno di vita della nuova parrocchia.
La volontà del Consiglio di Chiesa e
della comunità tutta di collaborare ai fini
di un intenso risveglio spirituale è un
sintomo soddisfacente per il futuro di
questa chiesa ed un motivo di gioia vera
per i Pastori che l’hanno diretta e per
quanti hanno contribuito con le loro generose offerte alla costruzione del temp'o.
Chiediamo al Signore di benedire il lavoro del nuovo Pastore titolare che sta per
essere insediato e di aiutarlo nell’opera
che si accinge a compiere nella nostra comunità. d. g.
mobili
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Strada dì S. Secondo n. 4 - Telefono 2344
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di fronte Caserma Berardi (Alpini)
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Si accettano le iscrizioni ai corsi GRATUITI diurni e serali per:
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— Contabili aziendali addetti paghe e contributi
— Corrispondenti commerciali in lingua inglese
— Corrispondenti commerciali in lingua francese
Le adesioni dovranno pervenire all'Istituto non oltre il 19 settembre.
Per informazione rivolgersi alla Segreteria dell'Istituto dalle ore 9
alle 12 e dalle 15 alle 20.
PnMiIRETTO
Domenica 23 u. s. il pastore Enrico Tron
di Lo?anna e la sua S'gnora hanno trascorso la giornata con la comunità di Pomaretto, in un clima di sana fraternità; il
sig. Tron ha presieduto il culto del mattino e nel pomeriggio ha tenuto una interessante conferenza intorno all’opera sociale evangeFstica che egli svolge a Ginevra fra gli italiani. Ci rallegriamo di quest’opera benedetta e ringraziamo i sig.ri
Tron per la loro visita nonché per i messaggi che abbiamo ricevuto.
— Recentemente abbiamo celebrato il
servizio funebre di Eugenia Bounous nata
Balmas originaria di San Germano. Un
folto stuolo di parenti ed amici ha preso
parte alla cerimonia. Il Signore benedica
la famiglia in Intto.
dlVGRIIGM (Serre)
Domenica pomeriggio, 23 c., ha avuto
luogo il funerale del Sindaco del nostro
comnne di Angrogna, Sig. Stefano Coisson,
deceduto improvvisamente a casa sua alla
Croni, all’età di 76 anni.
Per quanto già da tempo sofferente nulla
lasciava presagire una fine così rapida tanto che il giorno precedente la notte della
sua scomparsa si era ancora recato a Pinerolo per un convegno di sindaci, se non
and’amo errati, che doveva trattare il tema
dei bacini imbriferi nelle nostre valli.
Prima consigliere comunale per molti
anni e poi sindaco dal 12 ottobre 1954 il
Sig, Coisson sentiva fortemente il dovere
d: occuparsi in modo impegnativo degli
interessi della sua valle ,e del suo comune, consacrando quindi molto del suo tempo in una attività talvolta logorante e snervante, non sempre foriera di tutte quelle
soddisfazioni che si potrebbero sperare.
I suoi funerali sono stati una prova veramente imponente dell’affetto che innuraerevol; persone nutrivano per l’estinto
ed una manifestazione effettiva di solidarietà nel dolore e nella speranza cristiana
verso i parenti in lutto.
Dopo il rito religioso nel tempio del
Serre, al cimitero, prima della tumulazione, hanno rivolto parole di condoglianze
alla famiglia e di rievocazione della figura dell’estinto, semplice e familiare pur
nella sua fermezza e nella sua chiarezza
di vedute, il vice sindaco Sig. Alfredo
Monnet, l’Avv. Giuseppe Creste, sindaco
di Luserna S. Giovanni, a nome del Prefetto, il prof. A. Armand Hugon, sindaco
di Torre Pellice, quale presidente del Consiglio di Valle, il Consigliere provinciale
Dott. Gastaldetti e l’Avv. Pitlavino, per il
Consiglio provinciale. Erano pure presenti
rappresentanze dell’arma dei Carabinieri
e dell’Ass. Naz. Alpini.
Rinnoviamo alla vedova Sig.ra Caterina
Rivoira ed al figlio Lamy, Pastore ad Aosta,
nonché a tutti gli altri parenti l’espressione della nostra simpatia cristiana per il
lutto che li ha colpiti mentre ricordiamo
a tutti che l’esempio di una vita attiva al
servizio del prossimo lasciataci dall’estinto
costituiscono per noi un richiamo al servizio del Signore, sapendo che nella misura in cui le nostre vite, fondate in Cristo, sono spese con senso di altruismo hanno un valore conferitole da Dio che perdura oltre il travaglio e la vanità della
nostra esistenza.
ClLLaR FEUICE
II culto di domenica prossima 30 corr.
sarà presenziato da un ospite illustre e
gradilo, il capo della Chiesa Evangelica
Unita del Baden, Landesbishof Dr. Bender
ormai ben conosciuto tra noi.
L’ospite pronunzierà 1^* predicazione in
lingua francese.
Parteciperà pure al cullo una fanfara
Evangelica diretta dal M.o Emilio Stober
sopraintendente di tutte le fanfare evangeliche del Baden.
Mentre diamo agli ospiti ii benvenuto
più cordiale invitiamo tutta la comunità
a partecipare al culto predetto e alle manifestazioni che seguiranno e che verranno
tempestivamente annunziate.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Sfiiolii Liiliiiii (li Pomarcito
Gli esami della sessione autunnale avranno inizio il giorno 7 settembre alle ore 9
secondo il diario affisso all’albo dell’istituto.
A partire dal 7 settembre e fino al 18
settembre si ricevono le iscrizioni alle
classi la. Ila, Illa legalmente riconosciute.
Le domande vanno redatte in carta da
bollo da L. 100 per l’iscrizione aUa la classe, in carta semplice per l’iscrizione alla
Ila e alla llla. La direzione.
Nell'impossibilità di farlo singolarmente
la famiglia della compianta
Margherita Cougn
nata Armand-Bosc
profondamente commossa e confortata dalla dimostrazione di affetto e simpatia ricevute in occasione della dipartenza della
sua cara, ringrazia sentitamente tutte le
persone che in qualunque modo hanno
preso parte al suo dolore. In modo particolare esprime la sua riconoscenza ai Dott
De Bettlni e Pellizzaro, alla Direttrice e
Infermiere deU'Ospedale l'uhlese per le
assidue cure, al Pastore sig. Jahier per le
¡mrote di conforto e di speranza cristiana,
ed al sig. Magg. Calzi dell’Esercito della
Salvezza.
« L’Eterno è il mio Pastore, nulla
mi mancherà» (Salmo 23: 1).
Luserna .S. Giov., 21 agosto 1959.
Les familles: Charles Armand et ses enfants, Cuye-Muris et Jahier-Muris, ont la
douleur de faire part aux parents et amis
du déitart soudain, pour la ¡mtrie céleste,
de leur chère épouse, mère, soeur et bellesoeur
Hélène Armand
Mûris
survenu le 22 Août 1959 à Paris (105 Btl
de Charonne).
« Ils ne sont pas perdus, ils nous
ont devancés ».
Torre Pellice (Ricat).
La famille, les parents de
Etienne Coïsson
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
Doni ricevuti con riconoscenza dalla Direzione :
Prof. Luigi Micol (Torre Pellice) ricordando il suo maestro E. Raima L. 1.000 —
Peyran Ferruccio (Ferrerò) L. 5.000 — Lina Miegge (Roma) L. 1.000 — I figli: Ida,
Giulietta, Arturo, Elsa in memoria dei
loro cari Adelina e Enrico Raima nel 2®
e 10® anniversario della loro dipartenza:
L. 8.000.
Frof. Ur. tTanco Uperti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice ; previo appuntamento
floUoressa
lulanda Re Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
Il primo e il terzo mercoledì del mese
Ore 14-16
Syndic
remercient, reconnaissants, la Commune,
le Pasteur Mr. B. Costabel, les Autorités
civiles, politiques, militaires, religieuses,
les Sociétés et toutes les personnes qui
leur ont témoigné tant de sympathie et
tant d*affection chrétienne à Vheure de
Vépreuve,
« Si aujourd’hui vous enlendez Sa voix
n’endurcissez point voire l oeiir ».
(Ps. 95: 8)
Angrogne, le 24-8-1959.
Nipoti e parenti tutti commossi per la
dimostrazione di stima e di affetto tributata in occasione della .dipartita della loro
cara
Suor
Margherita Rivoir
ringraziano tutto le gentili persone che intervennero (d funerale. In special modo
Suor Lidia Perrou e il dott. Cardiol ed i
pastori sig.ri Sommani e Conte.
R f'attore; Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografìa Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Convitto MosohUe VaMese
Torre Pollice (Torino)
aperte le iscrizioni per il prossimo anno scolastico al Convitto
Maschile Valdese di Torre Pellice per alunni che frequentino le SCUOLE
ELEMENTARI. LA SCUOLA MEDIA, IL GINNASIO E LICEO CLASSICO E LE SCUOLE DI AVVIAMENTO INDUSTRIALE.
E’ indetto altresì un concorso per il godimento di 3 posti semigratuiti
(metà retta).
I titoli validi per concorrere sono le votazioni conseguite alla fine
del presente anno scolastico. Sono ammessi solo ragazzi le cui famiglie
siano di modeste condizioni economiche.
Tempo utile per la presentazione della domanda: 31 Agosto.
Per informazioni e per ricevere prospetti illustrati scrivere semplicemente, anche su cartolina pastoie, a; CONVITTO — TORRE PELLICE
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