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ECO
DELLE VALLI VALDESI
PEYROT Arturo
ai Marauda
10062 luserna s.giovann:
Settimanale
della Chiesa Valdese
\i.iio 107 - Niim. 36
Una copia Lire 70
ABBONAMENTI
L. 3.000 per I’interno
L. 4.000 per l’estero
.Sped. in abb. postale - I Grappo bis/70
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TORRE PELLICE - 11 Settembre 1970
Amm.: Via Cavour 1 - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/'33094
CONCLUSA L'ASSEMBLEA DI NAIROBI
Riconciliazione: un difficile servizio
in mezzo ai contrasti del nostro tempo
VENTICINQUE ANNI DOPO
Qual è oggi rimpegno dei cristiani contro
la guerra e contro «ratpmica della fame»?
L'assemblea generale dcH’ARM a
Nairobi si è conclusa senza una vera
e propria condanna del Sud-Africa, ma
la situazione sudafricana, ^che era stata oggetto di lunghi e drammatici dibattiti, è affrontata, esplicitamente o
indirettamente, in tutti 1 documenti
conclusivi. I più espliciti sono il documento degli africani e il rapporto della terza sezione («Riconciliazione e
società»); gli africani hanno tenuto
diverse riunioni in margine ai lavori
deH’assemblea e al termine hanno difluso un documento non ufficiale (che
quindi non sarà pubblicato nel rapporto finale dell’assemblea), in cui si
afferma che ogni gruppo umano ha diritto alla vita e alla dignità umana.
« Poiché alcuni diritti umani fondamentali sono attualmente rifiutati ai
popoli negri e meticci dell’Africa australe, noi dobbiamo sostenere la loro
lotta contro l’ingiustizia. Ma, come cristiani, continueremo sempre a considerare la loro lotta come un conflitto
tra il male e il bene, la giustizia e l’inghistizia, e non tra negri e bianchi ».
« Noi confessiamo che siamo colpevoli di complicità, noi in particolare.
Chiese dei paesi che commerciano con
l'Africa del Sud e la Rhodesia, perché
sosteniamo dei governi oppressori diretti da una minoranza bianca e razzista. Noi ci associamo di pieno cuore
agli sforzi iniziati dall’O.U.A. e dalrO.N.U. per far cessare la vendita di
armi all’Africa del Sud da parte della
Francia, della Gran Bretagna e della
Germania; infatti, l’uso di queste armi
accrescerebbe la sofferenza della comunità non bianca in Africa australe ».
A questa dichiarazione fa eco il rapporto della quarta sezione (« Riconciliazione e Chiesa »):
« Riuniti a Nairobi, in Africa, i nostri cuori e i nostri spiriti sono particolarmente turbati dall’aggravar si del
conflitto tra negri e bianchi, specialmente in Africa del Sud e negli Stati
Uniti, come dal conflitto in Medio
Oriente, che hanno delle notevoli implicazioni per un numero sempre più
grande di nazioni del mondo. Non è
più lecito alle Chiese a maggioranza
bianca e piccolo-borghese di fornire il
loro appoggio, senza critica, agli investimenti di capitali e agli interventi
militari che ignorino la realtà di questi conflitti. Noi chiediamo alla Chiesa
di riconoscere che il conflitto tra negri e bianchi è decisivo per tutti noi
in questo momento. Rileviamo e proponiamo alla vostra generosità e alla
vostra intercessione molti segni promettenti di riconciliazione in Africa
del Sud:
La Chiesa congregazionalista multirazziale del Sud-Africa, il piano di
unione di tre Chiese presbiteriane in
una Chiesa multirazziale integrata, e
l’Istituto cristiano in Sud-Africa ».
Il rapporto della terza sezione è più
secco:
« La Chiesa riformata olandese in
Sud-Africa pratica la segregazione razziale nella sua vita ecclesiastica, e dà
l’impressione di sostenere il governo
nella sua politica e nella sua pratica
di segregazione razziale e di supremazia bianca; quanto alle altre Chiese in
Sud-Africa, esse mettono poco zelo nell'opporsi alla oppressione e all’ingiusiizia ».
Accanto al Sud-Africa, il testo elenca altre situazioni in cui le Chiese dovrebbero impegnarsi più attivamente,
opponendosi alla politica dei governi.
Si citano i grappi e gli individui che
« a causa delle loro convinzioni, si trovano in conflitto con la società », e nei
confronti dei quali le Chiese « si rivelano incapaci di esercitare il loro servizio ». Si denuncia il conformismo
delle Chiese nei paesi ricchi. Si citano
situazioni come quella dell’America
Latina, dell’lrlanda, degli Stati Uniti;
« Le Chiese degli Stali Uniti si rivelano incapaci di superare le strutture
cidturali e sociali che perpetuano la
segregazione sociale nella Chiesa e
permettono le ingiustizie nella società;
incapaci anche di opporsi all’impegno
funesto della loro nazione nella guerra
del Vietnam ».
Si denuncia la posizione di compromesso della Chiesa Cattolica nelle colonie portoghesi:
« Nelle colonie portoghesi in Africa,
la Chiesa cattolica romana tace di
fronte alle sofferenze della popolazione; la sua testimonianza è compromessa a causa del concordato che la lega
al governo portoghese, e che ripugna
persino alla coscienza di certi membri
del clero cattolico romano ».
Sono parole precise, in cui la nebulosità delle dichiarazioni ecclesiastiche
è quasi completamente supeiata; indicano le linee su cui le chiese sono chiate a operare, trovando per le singole
situazioni le iniziative più efficaci, o
tentando di trovarle. Per il Sud Africa,
è stata approvata l’iniziativa proposta
dal comitato esecutivo, di tenere una
consultazione tra rappresentanti di
tutte le chiese sudafricane, « per fornire alle Chiese l’occasione di affrontare insieme le implicazioni dell’evangelo nel problema razziale e di cercare
insieme i mezzi per mettere in pratica
queste implicazioni ».
Una maggiore aderenza alla realtà si
è pure avuta discutendo degli aiuti ai
popoli in via di sviluppo. Non si è più
insistito genericamente sulla necessità
di questi aiuti, ma si è chiaramente
avvertito il pericolo che essi non siano altro che un mezzo più raffinato di
sfruttamento, da cui non è facile liberarsi. Si è pure criticata l’introduzione indiscriminata della tecnologia, che
ha delle conseguenze disastrose per la
cultura e il costume dei popoli del terzo mondo. La via d’uscita da queste
contraddizioni è, secondo l’assemblea
che le chiese nei paesi privilegiati s
adoperino, nella linea della riconciliazione, per far comprendere che l’aiuto
è efficace soltanto se vi è un « sacrificio di sé » da parte di chi dona.
Per molti problemi, non si è potuto
far altro che prenderne coscienza. La
complessità di questi problemi è tale
(si pensi al problema di uno sviluppo
che non uccida l'uomo, alla minaccia
che lo sfruttamento incontrollato delle risorse porti alla distruzione dell’equilibrio naturale), che soltanto una
collaborazione con tecnici e scienziati
potrà fornire un orientamento alla testimonianza della chiesa.
L’assemblea di Nairobi ha anche preso alcune decisioni sull’attività futura
dell’alleanza. È stata decisa la continuazione della collaborazione con la
Federazione luterana mondiale e l’intensificazione del dialogo con cattolici
romani e ortodossi. La recente presa
di posizione cattolica sui matrimoni
misti ha lasciato, inutile dirlo, molto
insoddisfatti; si è proposto che una
commissione composta da luterani e
riformati si incontri con una commissione cattolica nel dicembre 1970 per
impostare una seria e fruttuosa discussione sul problema.
Bruno Rostagno
Nei giorni scorsi (precisamente il 2
settembre) è ricorso il 25“ anniversario della fine della seconda guerra moiidiale, che — com’è noto — ebbe termine colla resa del Giappone agli Stati
Uniti. Finiva così uno dei più mostruosi
conflitti che cancellava dalla faccia della terra 50 milioni di uomini, vale a
dire quasi l’ammontare dell’intera popolazione di una nazione come l’Italia
di oggi.
Non è nostra intenzione dare giudizi
storici o moralistici su questa tragedia
che la maggior parte delle persone dice
esser stata necessaria per stroncare
(sia pur pai'zialmente) il nazi-fascismo.
Vorremmo solo considerare la cosa da
un punto di vista di credenti ed esprimere al riguardo questo pensiero; se
effettivamente — proprio in quanto
credenti — avessimo a suo tempo opposto alla nascente tirannide in Italia
e in Germania un netto rifiuto alla esaltazione della forza, dei miti della razza e del « Dio con noi » contrapponendo ad essa il vero ed unico Signore della Chiesa e degli uomini, il Signore che
non distingue il colore della pelle e
dice che l’ultimo sarà il primo, se, iri
una parola, la Chiesa ed i credenti
avessero coraggiosamente « confessato » e testimoniato la loro fede, certamente questo spaventoso evento, culminato colla strage di Hiroscima e Na
'I iimiiiiiiiiiiuujimiiiiiiiuiimMiimimimiiiiiiiiimHiHtiiimii
«IH itiiit'ii Dio riconcilia o rendo libori
Dall’Assemblea generale unitario di Nairobi (20-30 agosto) un messaggio alle (jhiese membri dell’Alleanza Riformata Mondiale (Presbiteriona e Cnngregazionalista)
Questo messaggio è indirizzato alle
Chiese locali che abbiamo avuto il privilegio di rappresentare in questa assemblea unitaria dell’Alleanza Riformata Mondiale e del Consiglio Internazionale Congregazionalista. Il rapporto
completo delle nostre sedute vi metterà
al corrente del frutto del nostro lavoro,
e vi raccomandiamo in modo particolare i rapporti delle sezioni che speriamo vorrete prendere in attenta considerazione. Frattanto vi inviamo questo messaggio che si riferisce al tema
centrale del nostro incontro: « Dio riconcilia e rende liberi ».
Il nostro messaggio per voi è: « Dio
era in Cristo riconciliando il mondo
con se stesso, non imputando agli uomini le loro trasgressioni, e ci ha dato
il messaggio della riconciliazione». Rendiamo grazie a Dio per la realta della
nuova comunione che Egli ha creato
fra Lui e la sua creazione e fra gli uomini, donando al suo popolo la gioiosa
libertà di prendere parte all estendersi
di questa realtà in ogni epoca ed in
ogni cultura. È in questo contesto che
noi ringraziamo Dio di averci riuniti.
Presbiteriani e Congrezionalisti, in questo nuovo rafforzamento dell’eredità riformata. Chiediamo a Dio di non lasciarci riposare soddisfatti della nostra
identità comune, ma di servirsi di noi,
come ci auguriamo che Egli si serva
degli altri organismi confessionali mondiali, non per ritardare, ma per affrettare l’unità più vasta, che egli vuole fra
tutti i cristiani.
La riconciliazione che viene da Dio
non è un riavvicinamento umano basata sulla pacificazione ed il sentimentalismo o qualche abile manipolazione
degli altri fino a che si conformino ai
nostri programmi favoriti. La riconciliazione è il rinnovamento della vita basato sulla Parola di Dio che al tempo
stesso giudica e perdona. E il prezioso
processo di trasformazione, di conversione personale e sociale, nella quale
Dio ci libera e ci rende capaci di andare avanti, pieni di speranza, fiduciosi nelle sue promesse di rendeici validi strumenti della sua volontà. Dio
non limita la sua riconciliazione alla
sua Chiesa, ma coloro che con fede
prendono a cuore le sue promesse sono
rivestiti di una liberta che incute timore. In questa libertà cominciamo a
distinguere fra i falsi messia ed il Cristo risorto, il quale porta a maturità
una nuova umanità per opera della sua
Parola e del suo Spinto nel mondo.
Cesserei riuniti in Africa ha, in un
modo nuovo e sconcertante, approfondito la nostra comprensione della gloria tumultuosa delle vie che Dio segue
per riconciliare e liberare gli uomini.
La spontaneità e la gioia che abbiamo
cosi vivamente provato nel culto comune nella storica chiesa della Fiaccola a
Kikuvti e l’eccitante consapevolezza di
sentirci coinvolti nell’opera di Dio, ci
hanno fatto realizzare quanto molti di
noi si siano abituati inconsciamente a
prendere in considerazione più seria
Alla testa dell'A.R.M.
Il Praesidium e il Comitato esecutivo delFAIleanza Riformata Mondiale
(Presbiteriana e Congregazionalista) sono risultati cosi formati :
Presidente
Sig. William P. Thomson. Chiesa
Presbiteriana Unita negli U.S.A.
Vicepresidenti
Past. John Huxtahle. Chiesa Congregazionalista dTnghilterra e del Galles
Past. Victor Rakotoarimanana, Chiesa di Gesù Cristo nel Madagascar
Sig.a Chanti R. Solomon. Chiesa
Unita dellTndia del Nord
Presidente del Dipartimento teologico
Prof. Jan M. Lochman. Chiesa Evangelica dei Fratelli Cèchi
Presidente del Dipurlimento di Cooperazione e di Testimonianza
Past. Raymond V. Kearn.s. Chiesa
Presbiteriana Unita negli U.S..\.
Comitato esecutivo
Dr. J. L. Ch. Ahineno. Chiesa Prolestante in Indonesia; S.a Regina Addo,
Chiesa Presbiteriana del Ghana: Vescovo Tibor Bartha, Chiesa Riformata
d'Ungheria; Past. Joseph H. Evans,
Chiesa Unita del Cristo negli U.S.A.;
Past. Daily R. Franca. Chiesa Presbiteriana Indipendente. Brasile; Past.
Karl Halaski, Alleanza Riformala in
Germania; Sig.na C. N. van Heemstra,
Chiese Riformate iieerlandesi: Sig. Petros Khanhahaian. Chie.sa Evangelica
deiriran; Past. Ernest E. Long, Chiesa
Unita del Canada; Past. R. Stuart Louden. Chiesa di Scozia; Sig.a Wesley
Mattonen, Chie.sa Presbiteriana del
Cumberland. U.S..V.: Past. J. Mwape.
Chiesa Unita della Zambia; Past. Charles Pittet. Federazione delle Chiese
Protestanti della Svizzera: Sig.na Margaret Taylor. Chiesa Presbiteriana delNuova Zelanda: Vescovo Emerich
Chiesa Riformata in Cecoslo
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Varga.
vacchi;
mente i propri peccati che la potenza
trasformatrice del Cristo Risorto.
La grandezza stessa e la varietà dell’amore riconciliatore di Dio hanno
messo in chiaro rilievo il nostro persistente rifiuto del piano di Dio per tutti
gli uomini. Abbiamo cercato di annunziare una parola profetica in merito a
delle ingiustizie precise senza cadere
nella nostra propria giustizia. Abbiamo cercato di affrontare i casi più
drammatici e ostinati di ingiustizia
senza ignorare la nostra comune tendenza a giustificare le nostre forme
particolari di razzismo. Abbiamo cercato di difenderci dall’idea che soltanto poche nazioni sono implicate nell’abuso di un’economia e di una politica espansionistica.
Ciò non di meno siamo stati obbligati a rivolgerci, in modo particolare, alla
triste condizione dei nostri fratelli che
continuano a subire una storia di sfruttamento, nel Sud Africa, in America e
altrove, e siamo stati costretti a condividere le aspirazioni di coloro che cercano la loro nuova identità nella libertà. Una politica di segregazione, ovunque esista, è un rinnegamento della giustizia di Dio. Le dottrine che cercano di
giustificare tali metodi sono idolatriche
e sono una grottesca distorsione sia
dell’Evangelo che dell’insegnamento di
quei riformatori della cui tradizione
osiamo proclamarci membri. Nella nostra comunione mondiale, dobbiamo
mantener il contatto con i cristiani che
ci parlano attraverso una ricca varietà
di conflitti e con molte voci che ci vengono da paesi che seguono differenti
ideologie.
Non abbiamo ancora abbandonato la
speranza che Dio si serva delle nostre
reciproche parole di ammonimento per
eliminare al più presto dal suo popolo
il razzismo che è estraneo alla comunione di fede che riconcilia e libera. Ma
come possiamo esprimere la nostra
esperienza del disegno di alleanza di
Dio senza contribuire all’inflazione delle rivendicazioni ecclesiastiche? Come
possiamo imparare a rallegrarci di
nuovo nell’essere insieme come cristiani senza sostituire alla comodità la
missione? Come possiamo passare dalle parole e dai sentimenti a una strategia effettiva per vivere una vita di riconciliazione e di liberazione?
Non possiamo.
Possiamo soltanto riconsatrare noi
stessi e gridare a Dio col quale ogni
cosa è possibile. Confidando nelle promesse di Dio abbiamo la certezza che
non ci lascerà liberi di agire come vogliamo, ma ci risveglierà, ci condurrà
in vie che non scorgiamo ancora, ci
equipaggerà per il servizio di riconciliazione e liberazione in questo mondo.
gasaki (la «bomba cristiana», è stata
definita J’atomica dai giapponesi) si sarebbe potuto evitare.
Ma veniamo al presente; come ci
comportiamo ora nei riguardi di una situazione che alcuni storici hanno già
definito come « terza guerra mondiale
in atto »? Come ci comportiamo di
fronte alle guerre del Vietnam, del Vicino Oriente, dell’Africa? Seguiamo, a
seconda della nostra partecipazione
umana, con maggiore o minore interesse questi eventi e deprechiamo l’uso
della violenza, trincerandoci dietro il
« sicuro » paravento dell’equilibrio del
terrore, allo stesso modo del proverbiale struzzo. Certo, ci indignamo (ma
neanche tutti!) per il genocidio vietnamita, per il tragico problema di molti
popoli africani, per l’insostenibile situazione dei profughi palestinesi cacciati
dalie loro terre, ci preoccupiamo per la
tensione russo-cinese, per i moti rivoluzionari dell’America Latina ed eleviamo
le nostre formali proteste tramite il
Consiglio Ecumenico delle Chiese, la
Conferenza delle Chiese Europee e vari
altri importanti organismi.
Ma questo non basta. Anche se si
tratta di fatti che non ci toccano da vicino — come affermano tanti fratelli —
(ma un credente non deve sentirsi compartecipe di tutto quanto succede?) bisogna che di queste cose si parli regolarmente e còn frequenza all’interno
delle comunità, anche in occasione dei
culti domenicali e settimanali, perché
è assolutamente necessario che il singolo credente si renda conto che col
suo disinteresse e col supino accoglimento delle decisioni del potere costituito si rende complice di una situazione, già di per sé esplosiva, ma fatalmente volta al peggio.
Tanta gente dice; le bombe atomiche
« giapponesi » resteranno uniche. Non
condividiamo quest’opinione e siamo
anzi certi che alla prima occasione
« importante » l’uomo vi farà nuovamente ricorso, disponendo oltre a tutto
questa volta di una potenza smisuratamente suneriore.
Proprio in questi giorni abbiamo avuto occasione di sentire il rapporto dell’inglese « Istituto di studi strategici »,
che studia in modo particolare la situazione mondiale degli armamenti: non
staremo a riportare qui le cifre esposte; basti pensare a qualcosa come circa 1500 missili balistici intercontinentali e ad altri 13 mila a testata nucleare
plurima fra i due blocchi, senza contare quelli cinesi. Il loro corrispettivo in
denaro è immenso: si pensi che il mondo spende annualmente per gli armamenti oltre 125 mila miliardi di lire (e
l'Italia non vi « sfigura » con il suo bilancio annuo di 1.500 miliardi e cioè oltre quattro miliardi giornalieri)! È questa una terribile conseguenza della logica dei blocchi, mentre i due terzi dell’umanità hanno condizioni di esistenza
al di sotto del minimo vitale.
Ed è appunto qui che ci porta il nostro discorso: la bomba atomica è già
viva ed operante in mezzo a noi, oggi.
È « l’atomica della fame ». Un saggista
ha detto che — siccome i nostri attuali
sistemi economici e politici permettono
che giornalmente muoiano di fame circa 20 mila esseri umani — è come se
ogni 10 giorni scoppiasse l’atomica che
ha distrutto le due su ricordate città
giapponesi. Ma poiché il fatto si ripete
con precisa (e crescente) regolarità,
gli uomini la considerano ormai come
una cosa del tutto normale ed accettabile. Non si tratta forse di una specie
di « equilibrio della natura » che provvede a non lasciar innalzare troppo il
tasso della natalità umana? Essi non
paiono ricordare, però, che si tratta invece di un equilibrio « artificiale » voluto non dalla natura, ma da una minoranza di uomini spinti dal loro senso
di egoismo, di sfruttamento, di potenza.
Non vedono in questo forse il più
grande « scandalo » del mondo, uno di
quegli scandali che Cristo ha marchiato con parole di fuoco?
Roberto Peyrot
Il nostro inserto
Nelle pagine interne i lettori troveranno riportato, unitamente agli ordini del giorno votati in merito dal Sinodo 1970, il testo del rapporto presentato dalla Commissione sinodale
sul matrimonio, che il Sinodo ha approvato nelle sue linee di fondo e che
ha raccomandato alla riflessione delle
chiese. Altre copie dell’inserto posso,
no essere richieste alla Tavola Valdese.
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pag. 2
N. 36 — Il settembre 1970
ECHI SINODALI
ECHI SINODALI
Coerenza Dalla rlstrutturazioiie dei lavori sinodali
Il Prof. Mario Miegge nel suo recente libro II protestante nella storia, dopo
avere giustamente ricordato l'importanza che la parola detta, scritta, predicata ha avuto e ha nel protestantesimo, dice che vi sono parole efficaci e
parole inefficaci, parole rilevanti e parole irrilevanti. Sono « efficaci », egli
dice, le parole che hanno una funzione
determinante in relazione a una data
condotta, « rilevanti » quelle che incidodono sul funzionamento generale della
società contemporanea.
Io parlerei più volentieri di coerenza,
anzi di una doppia coerenza, « a .monte », e « a valle » delle nostre parole.
La coerenza « a monte » esiste quando le nostre parole esprimono, sia pure
indirettamente, sia pur marginalmente, quel complesso di idee nelle quali
ciascun uomo, giunto allo stato adulto,
ritiene di poter credere e sulle quali
fonda la propria vita. È allora questo
complesso di idee che può essere rilevante o irrilevante in sé stesso e non
perché incida sulla società del tempo;
l’effetto sociale di idee anche rilevanti
potrà invece non essere avvertito, potrà
essere dilazionato anche di secoli perché è, se mai, una conseguenza e non
la causa della rilevanza. Tipico è l’esempio di Gesù, le cui parole ebbero, nel
corso della sua vita terrena, effetti non
rilevanti sul funzionamento della società, ma che erano e sono egualmente
decisive, in quanto espressione di un
pensiero rilevante, anzi deH’unico pensiero totalmente rilevante che sia apparso.
La coerenza « a valle » esiste invece
quando le nostre parole sono l’annuncio e la spiegazione di una condotta
che ad esse segue, cioè quando, come
dice Miegge, sono « efficaci ». E, ancora
una volta, l’esempio di Gesù mostra
che cosa si intenda per parola coerentemente efficace.
Insomma le parole valide hanno una
coerenza « a monte » rilevante e una
coerenza « a valle » efficace. Al di fuori
di esse vi sono solo quelle parole inutili
o false, delle quali è detto che Dio ci
chiederà conto.
* * *
Fatta questa premessa, possiamo allora domandarci se sono state coerenti
tutte le parole dette nel recente Sinodo, se sono, in particolare, coerenti
quelle parole riassunte e codificate che
leggiamo nei così detti ordini del giorno (che modo di dire incoerente, però!).
Molte delle cose dette sono senza
dubbio valide perché hanno un chiaro
fondamento nel pensiero biblico e una
volontà, se non una certezza, di attuazione concreta. Ma, in altri casi, questa coerenza è meno evidente e ciò ha
reso incerto il dibattito sinodale e rende più difficile spiegare e quindi attuare le decisioni prese. Dipende ciò dal
fatto che il fondamento teologico di
quelle decisioni non era stato sufficientemente puntualizzato, o ricercato, oppure ancora dal fatto che a monte di
esse vi erano teologie, modi di intendere l’Evangelo, diversi? Ma non era
opportuno, anche in questo ultimo caso, dirlo, affinché la meditazione successiva fosse più chiara?
Prendiamo per esempio l’ordine del
giorno sul battesimo e la confermazione, di cui, credo, ancora molto si parlerà. La relazione della commissione
era centrata sulla confermazione, ma il
dibattito su questo argomento si è rivelato con il passare degli anni abbastanza privo di scopo: che la confermazione
abbia un senso solo come pubblica confessione di fede, cui deve seguire un
impegno preciso, è ormai per molti
evidente ed è, in molti luoghi, già attualo. Per cui il dibattito si è spostato
sull’argomento del battesimo, che invece è molto meno evidente, ed è qui
che la coerenza della discussione e dell’o.d.g. è meno chiara, forse perché meno preparala. Vi è intanto una contraddizione logica: da una parte, come
saggiamente aveva fatto il I Distretto,
si dà mandato al Corpo Pastorale di
fornire gli elementi per questa preparazione; dall’altra si fanno delle opzioni che in parte già svuotano del suo
contenuto il compito assegnato al Corpo Pastorale e che hanno una .motivazione discutibile. Sia i promotori che
gli oppositori dell’o.d.g. hanno infatti
insistito sulla funzione fondamentale
che hanno i singoli o le comunità nel
Sacramento del battesimo, ali uni oer
dire che una confessione di fede cosciente è determinante (e quindi bisogna battezzare solo gli adulti), gli altri
per dire che la libertà di farsi battezzare quando si vuole deve ad ogni costo essere salvaguardata.
Ma non sembra che sia stato detto
che vi è nel Sacramento anche una azione del Dio libero e sovrano che battezza Lui con il Suo spirito chi vuole e
quando vuole, non sembra insomma
che si sia sufficientemente meditato
sulle relazioni tra la grazia e la fede. E
la prima che determina la seconda o è
la seconda che mette in moto necessariamente la prima?
Quanto ai deprecati padrini è detto
lapidariamente che « non esistono nella
Bibbia ». Non sarebbe stato allora coerente dire che tante altre cose delle nostre Chiese, che non esistono nella Bibbia, vanno del pan abolite: i templi, i
centri giovanili, i distretti, e così via? E
non si può pensare che — dato che la
PlERU tei .T;\LL,\
((ontiììiKi a pag. 6 )
al senso del ministero pastorale
Come già abbiamo scritto, il Sinodo
di quest’anno ha proceduto d’un buon
tratto sulla via dell’approvazione del
testo della nuova Costituzione Unitaria, la carta costituzionale che sancisce l’unità fondamentale dei due rami
della Chiesa Valdese, quello europeo e
quello sudamericano, lasciando al tempo stesso ad ognuno una certa autonomia per rispondere alla propria vocazione in situazioni e contesti diversi.
Mentre sono stati approvati, in prima o in seconda votazione (cioè dopo
esame e rilievi della sessione sudamericana del Sinodo), parecchi articoli
del « Regolamento generale sul funzionamento del Sinodo », il lavoro si
è invece incagliato quando si è giunti a discutere il « Regolamento sul funzionamento del Sinodo per la zona italiana ». Riportiamo qui accanto i primi articoli, quelli fondamentali, proposti dalla Commissione per la Costituzione, sui quali si sono accentrate le
discussioni. Si tratta della discussa riforma dei lavori sinodali, già affrontata da parecchie chiese, per lo più con
pareri positivi, nel 1968, e poi respinta
dal Sinodo di quell’anno. La nuova
stesura del progetto, approntata dalla
Commissione suddetta per il Sinodo
1969, è stata riveduta tenendo conto
dei suggerimenti della Commissione
dei regolamenti.
In questo progetto di riforma hanno confluito due esigenze: quella di
rendere più funzionale il Sinodo, riducendo il numero dei suoi membri (senza trascurare la possibilità di qualche
risparmio finanziario); e quella — più
importante — di porre il regolamento
del lavori sinodali per la zona italiana in accordo con l’art. 1 della nuova
Costituzione. È l'affermazione di quello che si usa definire « il valore ecclesiologico primario della chiesa loca
tro di confronto e magari di scontro,
di utile e necessaria messa in questione, gli uni da parte degli altri; incontro positivo per tutti e particolarmente prezioso per coloro — e sono così
numerosi — che vivono tutto l’anno
isolati, in una diaspora vasta e tenue.
Pur nella sua pesantezza, il Sinodo è
il luogo in cui annualmente la nostra
Chiesa si raccoglie, medita, approfondisce, discute, in cui i rappresentanti
delle comunità attingono nuovi pensieri, ricevono stimoli, positivi e negativi, sono confrontati a una dialettica di
posizioni più ampia di quella che possono avvertire localmente. Quanto poi
al confronto con altri Sinodi generali,
non regge perché questi Sinodi generali hanno alle spalle una forte struttura regionale e una buona parte del
lavoro viene appunto svolto da Sinodi
regionali, con notevole decentramento
amministrativo e relative responsabilità degli esecutivi regionali. Da noi
la « riforma distrettuale » è rimasta a
mezzo, e Conferenze e Commissioni
distrettuali hanno un’autorità decisionale limitata. Se detta riforma non
è proceduta, però, è stato semplicemente per ostruzionismo tradizionalista, o per le ragioni oggettive date dalla nostra realtà di debole diaspora?
Interrogativi cui non è facile rispondere in modo reciso.
C’è poi l’altro aspetto: la questione
di fondo, o di principio che dir si voglia. Rovesciando la situazione attuale,
per cui il Sinodo è costituito da « ministri e laici in numero uguale » (RR.
00., art. 64), l’art. la del nuovo progetto di regolamento suona: « Il Sinodo è composto dai deputati delle chiese e delle conferenze distrettuali e da
un egual numero di membri del corpo pastorale ».
Va anzitutto notato — e parecchi
I pastori della Chiesa e il loro potere
Poiché il Signore ha voluto che tanto la sua parola quanto i suoi sacramenti venissero dispensati mediante il ministero degli uomini, è necessario che
vi siano dei pastori ordinati nelle chiese, i quali ammaestrino il popolo in pubblico e in privato nella pura dottrina, amministrino i sacramenti e con il buon
esempio istruiscano tutti a santità, purezza di vita. Quelli che disprezzano questa disciplina e quest'ordine sono ingiuriosi non solo verso gli uomini, ma anche
verso Dio e perfino come eretici si ritraggono dalla società della chiesa, che
in nessun modo può sussistere senza ministero. Poiché non è di poca importanza quel che il Signore ha attestato una volta (Matteo 10: 40), cioè che quando
i pastori ch’egli invia sono ricevuti lui stesso è ricevuto, e parimenti ch’egli è
respinto quand’essi sono respinti. Ed affinché il loro ministero non fosse disprezzabile, sono stati rivestiti di un notevole mandato, cioè di legare e di sciogliere avendo avuto la promessa che qualunque cosa avranno legata o sciolta in
terra sarà legata o sciolta in cielo (Matteo 16: 19). E Cristo stesso in un altro
passo (Giovanni 20: 23) spiega che legare vuol dire ritenere i peccati e sciogliere
rimetterli. Ora l’apostolo dichiara qual è il modo di sciogliere, quando (Romani 1: 16) insegna che l’Evangelo è potenza di Dio a salvezza di ogni credente, e
COSI pure di legare ove dice (II Corinzi 10: 4-6) che gli apostoli hanno la vendetta
pronta contro ogni disobbedienza. Infatti il sommario dell’Evangelo è che noi
siamo schiavi del peccato e della morte e che siamo sciolti e liberati mediante
la redenzione ch’è in Cristo, mentre quelli che non lo ricevono come redentore
sono vincolati da nuovi legami d’una dannazione più grave.
Ma ricordiamoci che quella podestà che nella Scrittura viene attribuita ai
pastori è tutta contenuta e limitata nel ministero della Parola. Infatti Cristo
non ha dato questo potere propriamente agli uomini, ma alla sua parola, della
quale egli ha fatto ministri gli uomini. Pertanto osino pure arditamente ogni
cosa mediante la parola di Dio, di cui sono costituiti dispensatori; costringano
ogni potenza, agiti gloria e ogni altezza del mondo a cedere e a obbedire a questa parola; comandino per mezzo d’essa a tutti, dal più grande al più piccolo;
edifichino la chiesa di Cristo; demoliscano il regno di Satana; pascolino le pecore, uccidano i lupi, ammaestrino ed esortino i mansueti; redarguiscano, riprendano, rimproverino e convincano i ribelli, ma tutto mediante la parola di Dio.
Ma se si volgon da essa ai loro sogni e alle invenzioni della loro mente, non sono
più da accogliere come pastori, ma essendo piuttosto lupi rapaci cacciarli via.
Poiché Cristo non ci ha comandato di a.scoltare, se non quelli che c’insegnano
ciò che hanno tolto dalla sua parola.
Gun.tN.Nii Cai.vino
(da II Catechismo di Calvino - 1537, traduzione di Valdo Vinay, Pinerolo 1935)
le » e che ha dato un’accentuazione
congregazionaiista alla nostra organizzazione presbiteriano-rifoimata.
Nella discussione sinodale i due motivi sopra accennati si sono una volta
ancora mescolati e confusi. Mi pare
comunque che il primo motivo, quello
tendente alla funzionalità e al risparmio, sia risultato assai discutibile e
discusso: avere un Sinodo di centocinquanta o di cento membri, non muta sostanzialmente il corso dei lavori;
una vera trasformazione funzionale —
ma non priva di rischi, com’è di ogni
specializzazione — si avrebbe soltanto
qualora si sviluppasse il lavoro di commissioni in sede sinodale (un timido
abbozzo empirico, in questa misura e
in questa forma positivo, si è avuto
quest’anno, affidando a piccole commissioni la stesura di ordini del giorno che condensassero i risultati di una
discussione la quale stentava a coagularsi in decisione). D’altro lato, per
una Chiesa che ha annualmente spese
ordinarie di 200 milioni, il risparmio
o meno di un mezzo milione di spese
sinodali non significa molto, rispetto
all’importanza che l’assemblea sinodale ha per tutta la Chiesa. Le ragioni
pratiche negative paiono dunque poco
convincenti e comunque non tali da
controbilanciare quelle positive che
militano a favore del mantenimento di
un Sinodo relativamente ampio come
il nostro: è il grande luogo d’incontro
annuo di tutta la nostra Chie.sa, incon
l’hanno fatto in Sinodo — che gli articoli successivi del progetto presentato
contraddicono immediatamente e in
modo patente il principio sopra affermato. Infatti nel Sinodo così progettato la rappresentanza delle chiese non
autonome sarebbe drasticamente ridotta e la maggior parte delle nostre comunità non avrebbero quindi alcuna
rappresentanza in Sinodo, neppure attraverso la nomina delle Conferenze
distrettuali, che attualmente funzionano da riequilibratori; e se è vero che
numericamente il 1 Distretto sarebbe
il più colpito, di fatto gli altri lo sarebbero in misura anche maggiore.
Inoltre, il netto prevalere della presenza dei membri di commissioni, sia pure in parte con voce soltanto consultiva, farebbe del Sinodo un’assemblea
di tecnici assai più che una rappresentanza di chiese. Ovviamente, questa
contraddizione pratica al principio affermato può essere corretta, ed è
quanto l’assemblea, al termine di una
discussione abbastanza ampia e a tratti accesa, ha domandato votando queto ordine del giorno:
Il Sinodo afferma il principio secondo cui la base dell’ordinamento
sinodale è costituita dalle deputazioni delle chiese ;
invita il Seggio a nominare una
commissione che presenti alla prossima sessione sinodale un progetto
di « Regolamento sul funzionamento del Sinodo per la. zona italiana », basato su tale principio ;
detto progetto dovrà esser fatto
conoscere alle chiese in vista delle
Conferenze Distrettuali ordinarie
del 1971.
Può stupire che questa decisione sia
stata molto contrastata: 78 si, 43 no e
6 astenuti. In realtà era lo stesso
“principio" affermato che lasciava parecchi incerti o dissenzienti, incertezza e dissenso che la discussione ha
contribuito a ribadire, anziché a fugare. È vero, infatti, che « la chiesa locale è l’elemento costitutivo della nostra
ecclesiologia », com’è stato affermato;
è lapalissianamente vero che « la chiesa è formata dalle chiese e non dai
pastori » e che « il Sinodo dev’essere
un sinodo di comunità e non di pastori ». Tuttavia, se mai c’è stato un tempo nel quale il Corpo pastorale ha fatto blocco e si è contrapposto al laicato (?), non è certamente questa la situazione attuale: oggi esso è infatti
cosi profondamente diviso, come e più
della chiesa nel suo insieme, da non
potere in alcun modo costituire un
"blocco"; e tanto meno una "casta" o
una "corporazione”, come qualcuno ha
affermato. Al suo stesso interno, poi —
e gli esempi si sono moltiplicati, in
questa sessione sinodale — più d’uno
cede alla tentazione di svalutare, appiattire il ministero pastorale, quasi
che la auspicata e indispensabile rivalutazione e sollecitazione di altri ministeri dipendesse da una relativizzazione del pastorato. L’insofferenza antiteologica di non pochi, anche pastori,
si è espressa più volte nelle giornate
sinodali, in modo più o meno esplicito, coprendosi dell’alibi fornito dalla
rivalutazione della comunità e degli
altri ministeri; tanto che anche qualche laico ha messo in guardia i pastori dall’abdicare al loro compito — carisma! — di guida teologica. E chiaro
che tale compito “dottorale” o d’insegnamento, in una chiesa riformata,
non può portare a una stratificazione
di tipo cattolico fra "chiesa docente”
e "chiesa discente”, in quanto viene
radicalmente negata qualsiasi infallibilità e quel ministero è controllato
dal “discernimento degli spiriti” che è
compito di tutti i credenti, o meglio
dono offerto a tutti e da ricercarsi e
da curare nella riflessione e nella preghiera. Si può e si deve riconoscere
che non sempre questa posizione di
principio viene veramente attuata, ma
a una situazione patologica del genere
non si pone rimedio svalutando e al limite diffamando il ministero pastorale, svuotandolo in una confusione comunitaria che non è necessariamente
carismatica.
Quest’ultimo motivo, e non semplicemente la paura del nuovo o, peggio,
la volontà di una casta di preservare i
propri privilegi (!), spiega in parte la
opposizione di una minoranza relativamente forte, che la proposta ristrutturazione del Sinodo ha incontrato una
volta ancora nell’assemblea sinodale.
Ci pare quindi che fosse giusto e meditato il richiamo rivolto al Sinodo da
Vittorio Subilia: « Nella discussione
sulla struttura sinodale non si è tenuta presente la categoria fondamentale
che costituisce la Chiesa: la Chiesa
non è costituita dalla categoria clericale o dalla categoria laica dei membri che la compongono, non è neppure
costituita dalla categoria democratica
dei rappresentanti delle comunità, la
Chiesa è costituita dalla Parola di Dio,
è — come ci hanno insegnato i nostri
nadri nella fede — filia verbi, figlia della Parola. Se dunque si vuole fare un
discorso evangelicamente corretto sulle rappresentanze sinodali, si deve dire che le Chiese devono essere rappresentate da coloro che predicano la Parola in ogni singola Comunità e dai
rappresentanti di coloro che ascoltano
la Parola in ogni singola Comunità.
Ogni discorso che si riferisce a categorie diverse dev’essere valutato un discorso evangelicamente scorretto ».
Con evidente fraintendimento questo
richiamo è stato rifiutato, da alcuni,
come cattolico, quasi tendesse a dividere la chiesa in ’docente’ e ’discente’.
In realtà, esso andava al cuore del dibattito e non solo lo elevava al di sopra dei piccoli calcoli su qualche pastore in più o in meno, ma risaliva oltre il problema di fondo ecclesiologico.
al problema di fondo teologico, al quale quello ecclesiologico non può che
essere subordinato. Risonanze cattoliche (neo-cattoliche!) si potrebbero
semmai riscontrare nelTaffermazione
che « la comunità locale è l’elemento
ecclesiologico primario »; o almeno così potrebbero essere avvertite, in una
situazione di disorientamento e di demissionc teologica e di confusione dei
ministeri míale è spesso affiorata nelle
giornate sinodali, riflesso della nostra
vita ecclesiastica quotidiana. Il cattolicesimo del dissenso atìerma spesso che
Dio non è nel vertice, ma nella base;
dei riformati dovrebbero sapere, anche nella loro ecclesiologia, che Dio è
Dal progetto
di nuovo regolamento
Aut. 1. A: « 11 Sinodo è composto dai
deputali delle chiese e delle conferenze <listrettuali. e da un egual numero di membri del corpo pastorale.
» A tal fine gli anziani evangelisti ed i
pastori di altre denominazioni che esercitano il loro ministero in una chiesa costituita, .sono ricompresi tra i membri del forilo pastorale ».
Art. 1. B: «Sono membri del Sinodo
con voce deliberativa :
а) un deputato eletto da ciascuna chiesa autonoma:
б) due deputati eletti da ciascuna delle conferenze distrettuali;
c) i componenti della Tavola Valdese,
della commissione istituti ospitalieri vaidesi, e del consiglio della facoltà di teologia ;
d) i membri delle commissioni d'esame:
e) un numero di membri del corpo
pastorale indicato dalla Tavola a norma
deH'arl. 1. D ».
Art. 1. C: « Sono componenti del Sinodo con voce consultiva :
il) i pastori emeriti:
6) i membri delle commissioni ad referendum:
c) il presidente del comitato per il
Collegio;
d) un rappresentante degli insegnanti
iscritti a ruolo, eletto dai medesimi;
e) una rappresentante della federazione femminile valdese, un rappresentante
della federazione unioni valdesi, nominati
dai rispettivi organi direttivi:
/) i membri della commissione lei
regolamenti:
g) i componenti della delegazione metodista.
« 11 Seggio dà la parola su determinate
questioni a quelle persone non componenti
la sessione sinodale, alle quali questa ritiene utile darla ».
Art. 1 D : « Il numero dei membri del
corpo pastorale che intervengono alla .sc.ssione sinodale con voce deliberativa è calcolato annualmente dalla Tavola nel modo
seguente :
« Rilevalo il numero dei deputati di cui
al precedente art. 1. B (lett. a. b. c. d) risulta il pari numero dei membri del corpo
pastorale da nominarsi.
« La nomina è effettuata con il criterio della rotazione annua seguendo Tordine alfabetico comprendendo nell’elenco sia
pastori che anziani evangelisti, ma e.scluilendo coloro che siano componenti la .sessione sinodale ex officio o con voce consultiva.
« La rotazione avviene ogni anno iniziando l'elenco alfabetico con il nominativo risultante il primo escluso nell'anno jirecedente.
« In caso di impedimento subentra quale
supplente il primo degli e.sclusi nelTelenco
alfabetico. 1 membri del corpo pastorale
cosi sostituiti prenderanno nell'elenco alfabetico il posto dei loro supplenti ai fini
delle nomine per gli anni successivi ».
unicamente in Cristo, nella Parola che
da lui viene e di lui testimonia. Una
Chiesa nutrita della Parola predicata,
stimolata da questa al discernimento
degli spiriti, è la sola che può validamente — in prospettiva evangelica —
controllare la predicazione stessa e
tutta l’opera pastorale, è la sola che
può sviluppare ministeri i quali, senza diminuire il ministero pastorale,
crescano e si moltiplichino accanto ad
esso e diano volto alla vita diversificata del cropo di Cristo. La Parola
predicata è dunque il solo elemento
ecclesiologico veramente primario, come mi pare si possa riscontrare nella
bella pagina di Giovanni Calvino che
qui si riporta. Non bisognerebbe che,
per correggere errori o deformazioni
innegabili, per prurito democratico,
comunitario, laicista o ’basista’, si
mettesse in ombra o si trascurasse
questo dato fondamentale.
Dietro la discussione sulla revisione
del regolamento sinodale non vi è
quindi in primo luogo un gioco di forze per il potere (valli-evangelizzazione,
ad esempio, o clero-laicato), ma tutta
la questione del pastorato e dei ministeri, anzi l’intero problema teologictj
della Chiesa, problema che nella sua
essenza è: il centro d’attenzione è Dio
o la Chiesa? L’ambiguità delle formulazioni, una indubbia asprezza nei contrasti sono il frutto obbligato della
tendenza ecclesiocentrica e non teoccntrica odierna. Una volta ancora: all’epoca della Riforma anche il problema ecclesiologico è stato rettamente
impostalo (sebbene imperfettamente
attuato, com’è tipico della condizione
umana) perché il fondamento teologico è stato rettamente riconosciuto e
proclamato.
Mi permetto di augurare che la Commissione votata dal Sinodo e nominata dal Seggio (Augusto Armand Hugon, Guido Colucci. Aldo Comba, Pierluigi .falla. Paolo Maranda) tenga conto anche di quest’ordine di riflessioni,
e così il Sinodo prossimo, che rialTronterà la questione; una questione che
è, per altro verso, legala a tutto l’ampio e arduo problema deH’autonomia;
anche questo un problema squisitamente spirituale.
Gino Conte
3
11 setiembre 1970 — N. 36
pag. 5
S. Germano Chis.
Purlroj)po i mesi estivi sono stati segnali -la
una serie continua di lutti.
In giugno ci lasciava, inaspettatamente e
in ancor giovane età. 4/ì/o Travers. quando
già sembrava che si stesse ristabilendo dalla
lesione che lo aveva colpito: poco dopo veniva
accompagnato airestremo riposo l'ederico Jahie}\ cbe aveva appena trovato con la Consor*
te un'oasi di pace e di serenità alla Casa di
Riposo.
In luglio, a pochi giorni di distanza, ci lasciavano Edoardo Rostan. Cu.si«ro Revel. e
Litici Musso, dei quali già abbiamo parlato su
queste colonne.
In agosto venivano celebrati i funerali di
Alice Balmas in Benyr. residente a Pinerolo,
ma originaria dì S. Germano, di Alberto Balmas. deceduto a Poinarelto, delPanziana ma
sempre attiva e coraggiosa ISoeini Balmas. dì
Davide Pons di Costabella, deceduto a Torino,
e di Guido Peyronel. Guido Peyronel, attivo
meml)ro del Concistoro, sempre pre.sente nella
\ita della Chiesa, ci abbandonava improvvisamente. nel pieno vigore, a seguito di un banale incidente dal quale sembrava ormai in
via di ristabilirsi, lasciando un vuoto diflicile
da colmare nella famiglia e nella Chiesa.
Infine nei primi giorni dì settembre decedeva alPospedale dì Pinerolo. dopo una lunga malattia serenamente sofferta, Giovanni
Boucfiard.
La Comunità è vicina a lutti quelli che soffremo, nella certezza della grazia e della risurrezione. Un particolare ringraziamento al Pastore Pons per la sua collaborazione.
Pomaretto
Incontro con le missionarie
Anita Gay e Laura Nisbet
Dal cl ima torrido deireqiiatore le nostre
.'Orelle sono venute in mezzo a noi per un periodo di riposo: siamo lieti di averle avute insieme la domenica dopo il Sinodo per la riunione degli Eiciassie. La riunione s'è tenuta
nel tempio ed abbiamo ascoltalo con molto
interesse le relazioni sull’opera nel Gabon.
\ azione ricca e missione povera. Il Gabon
sino ad una data recente era povero; la scoperta di minerali ha creato la prospettiva
d una maggiore ricchezza, almeno per una
parte del paese con delle possibilità enormi di
siruEtamento: per ora il popolo della foresta
è ancora povero ed ancor più la nostra missione. La signorina Gay si occupa dell’opera
medico-sociale visitando i villaggi sperduti
nella foresta, con Laiuto che il nostro Dì.«trelto le fornisce. Purtroppo anche nel Gabon
la chiesa è divisa da opposte fazioni tribali per
cui Lopera comporta certe diflicoltà oltre a
quelle dì carattere ambientale.
Fame di Bibbie. La signorina Nisbet era
impegnata sino ad ora nelLopera scolastica
mentre ora svolge un'azione evangelistica con
la dìffu.sione della Bibbia: c’è grande richiesta
ma le Bibbie costano e la gente della foresta
è povera: a mezzo deU’Eco delle Valli-La Luce
delle offerte per quest’opera importante arrivano seppure in misura ancora modesta.
Per spiegare la difficile situazione economica della missione ecco un esempio : per cosiruire un tetto si adopera la lamiera perché
si risparmia, ma aH'ìnterno il caldo è sofl'ocanle. mentre se fatto di paglia e quindi riniio3ato di frequente, costa di più ma l'ambiente all'interno è meno caldo. Perciò l'aiuto che
possiamo dare come chiese o come singoli per
l’opera delle nostre sorelle è grande.
.Noi le ringraziamo per quanto ci hanno
(letto nella fiducia che possiamo con gioia
seguire la loro opera con la preghiera c con le
nostre offerte.
l isile: nel corso dell'estate sono venuti a
Pomaretto alcuni gruppi: dapprima uno germanico. inviato da parte dell’amico Grefe ed
o.-pite al Convitto: poi. due gruppi inglesi guiilati dai Pastori Ward e Ashdown ormai noti
]>cr Laffetto che essi hanno per la nostra chiesa. specialmente per le offerte date al nostro
(jspedale. Inviamo un saluto fraterno a ques.i nostri amici.
La domenica 16 agosto il campo famiglie
di Agane ha visitato le opere di Pomaretto
e San Germano recando con cori appropriali
un messaggio ai malati ed agli anziani. Ringraziamo il prof. Sinigaglia per il forte messaggio del mattino al culto e la signora per
la direzione dei cori: un grazie particolare al
gruppo (!c! Convitto per rospitalità.
il 21 agosto il Dr. See prof, di musica di
llerlino ha dato un programma musicale molto
impegnativo, ricco di messaggi biblici e suonalo all'organo con rara competenza. Siamo
riconoscenti a tjiieslo fratello berlinese, presentalo dal Pa.slore Geymet. per aver destinalo le offerte a beneficio della nostra Scuola
Laliiìa.
Ringraziamo il Pastore Nisbet jter il cullo
del 30 agosto e per le interessanti notìzie del
suo lavoro in Riviera.
I n gruppo di giovani ha collaboralo nell'eslalc per le linleggialure al Convitto, spendendo buona parte delle ferie per un servizio
concreto c impegnativo: un grazie di cuore a
(piesti giovani deirUnione.
II grupi><) del colportaggio con 1 anziano
Marchetti Luigi e Silvana ha svolto la sua
missione a Prali. Pramollo, Pomaretto ed al
X\ agosto lo stesso gruppo con Ribet Walter
ha effettualo la raccolta delle offerte per la
Scuola Materna: per questo .servizio noi li ringraziamo mollo.
Vna sorella del Concistoro ha speso 1 estate in servìzio all'ospedale, nel clima della collaborazione fraterna, unitamente a Iolanda
Troll.
La Scuola Materna ha ormai l'aliilo nuovo
in una casa nuova: un grazie di cuore alla famìglia Pons j)er la continua a.ssistenza tecnica
e a Ermanno Pastre per aver assolto con scrupoli» airimpegno aflìdato. al grup|>o di servizio che ha ripreso il suo lavoro in settembre ed a quanti senza giudicare danno con
amore per quest’opera sapendo che ne ha .bisogno. Mancano ancora molti soldi ma abbiamo
apprezzalo i doni « in memoria » in occasione
flì funerali, e le offerte raccolte al pranzo in
occasioni dì matrimoni, proprio nello .spirito
dell'ev angelo e per un'opera tanto importante.
Notizie dalle Comunità
Torre Pellice, 28 e 29 settembre
.Agli amici che non hanno mai visto la nostra
scuola e che si ricordano puntualmente dì lei.
un grazie di cuore.
Battesimi: abbiamo celebralo il battesimo di
Troll Elena di Nino e Revel Adele nonché di
Bcrtocchio Roberto di Cesare e Micci Elsa ed
invocato la Potenza dello Spirilo sulle creature che il Signore ha donato nel Suo .amore.
Dipartenze. Ci ha lasciato, in tarda età. Guglielmo Pons: per tanti anni in America per
ragioni di lavoro ha collaborato con la nostra
chiesa con lo spirito giovanile, sempre aperto
ai problemi moderni, lieto di discutere anche
nella diversità dì idee: ne fa fede la sua dichiarazione testamentaria: nessun lutto, non
fiori ma opere per il Signore. La nostra simpatia alle famiglie Gìaìero-Bertalmio.
Margherita Dick ved. Grill, anche lei già
avanti neH'elà e inferma da qualche anno ha
preso parte alle vita della comunità nelle sue
varie attività; alla nostra collaboratrice sig.na
Speranza in particolare, ed alle sorelle Itala ed
Evelina la nostra fraterna solidarietà del dolore.
Micol Medina deceduta all'ospedale di Pomaretlo dopo alcuni anni di infermità; alla
sorella ed a Paola Ribet in particolare l'espressione della nostra simpatia.
Matrimoni: in agosto sono stati celebrati i
matrimoni di Comba Dino e Bruno Liviana, e
di Riceli Arturo e Bleynat Olga. Da parte dei
cadetti e dei gruppi della Scuola domenicale
in particolare inviamo il nostro pensiero ad
Arturo ed Olga per la loro lunga collaborazione.
Alle due famiglie costituite il rinnovato augurio di fedeltà e servizio per l’opera del Signore.
I nostri vivi rallegramenti a Loredana Micol. Antonio Adamo. Anita Tron per aver con.seguito il diploma di maestri e a Claudio Bernard per quello di ragioniere.
Prossimamente. La domenica 20 settembre
avremo la visita del gruppo pentecostale di
Venaria Reale guidato daH'anzìano Vincenzo
Buso. Al mattino recheranno messaggi con
canti accompagnati dalle chitarre e testimonianze varie. Siamo lieti di dar loro sin d’ora
il benvenuto dopo l’incontro del XV agosto.
Riunione del 15 agosto in Val Germanasca
La questione del matrimonio e il risveglio comunitario
La breve lingua di terra che si apre dal
ponte « Raut » tra il greto della Germanasca
e la provinciale si popola rapidamente d una
folla di gente sotto castagni stupendi. 11 soggiorno è breve : mentre il Pastore Cipriano
Tourn parla sul carceriere di Filippi, uno
scroscio di pioggia .sgomina rapidamente la
comunità di fedeli che si ricompone in edizione più ridotta di f.?delissimi nel tempio di Pomaretto.
11 tema del matrimonio è presentato sotto il
profilo giuridìco-storico daH’avv. Ettore Serafino. il quale ricorda che nessun privilegio ci
è stato dato con il matrimonio « concordatario », tranne la comodità per gli sposi di fare
una celebrazione unica; mentre la situazione
nel Un Irimonio cattolico è diversa e comporta un reale privilegio. Il sindaco di Perrero
Raimondo Genre racconta le sue esperienze di
« ufficiale di stato civile » in riferimento ai
casi di matrimoni civili e civili-religiosi con
cerimonia separala. Il pastore Alberto Tacca
ricorda gli elementi paganeggianti della cerimonia : anelli, riso, ecc., che racchiudono
una nota magica. Orbene — egli prosegue —
il matrimonio è serio <|uando ci si propone dì
viverlo ogni giorno come dono dell'amore di
Dio e come testimonianza in casa, nella comunità e nel mondo: la comunità dev’essere
presente per ricevere l'assenso degli sposi,
quale pubblica promessa di fedeltà e di servizio. Purtroppo il matrimonio è visto spesso
unicamente in funzione della cerimonia, con
spese enormi per i fiori, pranzi, fotografi e
contorni vari, lasciando poi un fiore piuttosto
appassito di offerta per la chiesa o le opere
.sue. Quindi al centro non c’è Gesù Cristo ma
la cerimonia: in altri termini si confonde la
fede vivente in Cristo con la religione paganeggiante che tollera qualunque cosa purché
ci sìa un pastore-prete che magicamente benedice e consacra quella giornata scarsamente
evangelica. Orbene, sottolinea ancora il pastore Taccia, il focolare che si fonda dev'essere
frutto d’una scelta degli sposi, i quali davanti r. Dìo e alla comunità raccolta dichiarano
Falerna
Inaugurazione del Centro Evangelico “G. L. Pascale,,
In un clima di fraterna allegrezza cristiana,
domenica 16 agosto, s’è avuta l’inaugurazione
e dedicazione del Centro Evangelico « G. L.
Pascale » di Falerna-Lido. Erano presenti alla
manifestazione circa una sessantina di persone,
rappresentanti le Comunità delle tre province
calabresi, Reggio, Catanzaro e Cosenza. Vi erano inoltre, venuti appositamente dairinghilterra, il Vescovo anglicano White Riissel. nesidente delia Waldensian Church Missions (English
Committee). il suo segretario Rev. Arthur
Ward e il Sig. Prescot Stephens, figlio del
Capi. R. M. Stephens, la cui memoria è cara
alla Chiesa Valdese e a quanti ebbero il piacere di conoscerlo personalmente.
Già fin dal giorno precedente, era partito
alla volta di Falerna-Lido un gruppo di giovani, d’ambo i sessi, nonché di sorelle e dì
fratelli della C.nnunità di Reggio, per parteci}>are alla festa d’inaugurazione del Centro.
Qui sono stati tutti accolti gioio.samente dal
Pastore Trobia e famiglia e dai coniugi Nicastro. Nelle prime ore del pomeriggio sono arrivati. poi, i tre ospiti inglesi, con i quali —
a dispetto della lingua — il gruppo reggino ha
subito familiarizzato, stabilendo così un'atmosfera di reciproca simpatia e di cordiale amicizia.
L’indomani, giorno deirinaugurazione. il
Centro è popolato di fratelli e di sorelle venuti dalle Comunità di Catanzaro e Cosenza; ci
sono anche dei bambini, che, con i loro giochi
e voci, danno un tono di festosità alla manifestazione.
Verso le 11,30 ci si prepara per un breve
culto liturgico, e a presiederlo è il Past. Troi)ìa. che inizia facendo cantare 1 inno Santo.
Santo. Santo.... accompagnalo alLarmonium
(donato questo dagli Inglesi, tramite Ìl Sig.
Stephens) da Rosamaria Puzzanghera. Dopo
la lettura di alcuni versetti della Sacra Scrittura e la preghiera di confessione dei peccati,
viene letto il Sahno 118; 14-29.
Subito dopo, il Past. Trobia lascia il posto
al Vescovo Russell, il quale, prendendo lo
.si)unto dal versetto 14 del Salmo letto, esprime anzitutto la sua vìva soddisfazione d essere
stalo designato luì alla manifestazione di dedicazione del Centro, quindi ricorda che quel
versetto gli servì come lesto della meditazione
al funerale del Capi. Stephens. Continua dicendo elle il Comitato della W.C.M. ha in
Inghilterra i suoi vari problemi, ina che tuttavia è lieto dì aver dato il suo cospicuo conIrihulo per la costruzione del Centro di Faìerna. « I Calabresi — egli dice — possono
essere contenti di vedere che ciò che è stata
ridea dì un i)astore. ora è una realtà corposa,
un fatto comi>iiito: una Casa, cioè, che sarà
lieta di accogliere, tra le sue mura, quanti
avranno bisogno eli trascorrere dei giorni sereni al sole, al mare, in convivenza fraterna,
^ollo Io sguardo del comune Signore. Il Centro « G. L. Pascale » è un luogo tranquillo e
accogliente; esso ci farà ricordare sempre il
Capt. Stephens che tanto amò la Calabria e
le popolazioni del Sud ».
Il Vescovo Russell conclude con le parole di
dedicazione: (c Dedico questa Casa al servizio
deiriddio vivente in memoria del Capt. R.
M Stephens ». « Questo è un giorno che il
Signore ci ha concesso, festeggiamolo e ralle
ariamoci insieme ». . , , tj r
Segue quindi lin breve messaggio del 1 rol.
]'u7.7.anghera. il quale a nome della C. U.. di
eui è membro, e della Tavola Valdese ringrazia anzitutto gli ospiti inglesi e il Comitato
cb'essi rappresentano, per il rilevante aiuto
linanziario dato per la costruzione del Centro
di Falerna. Soltolinea Timportanza eb esso assume neli'ambilo delTopera che la Chiesa Valdese svolge in Calaliria. e ne indica i precisi
scopi. Ringr'ìzia il Past. Trobia per aver egli
dato le sue più belle energie per realizzare
quanto ora ci sta davanti agli occhi.
Il Past. Trobia invita poi il Rev. A. Ward
a parlare. Egli, come Segretario del Comitato
della W.C.M., si compiace di veder realizzata
un'opera cosi bella, così utile, al cui nome e
alla cui funzione viene legato il nome e l’attività evangelica deU'amico scomparso Capitano Stephens. Segue un breve messaggio del
Sig. Prescot Stephens, figlio dello scomparso,
il quale inizia scusandosi se il suo italiano
non sarà facile, (( Voglio anzitutto — egli dice — ringraziare il Past. Trobia che è stalo
l’ideatore e, in parte, l’esecutore materiale di
questo edificio. Il Comitato inglese, di cui
mio padre fu capo, può esser lieto di aver dato il massimo contributo finanziario per la costruzione di questo Centro evangelico e per
essere questo dedicato alla memoria di chi fu
un grande amico delle popolazioni calabresi.
Egli, come G.L. Pascale, desiderò sempre di
diffondere l’Evangelo in Calabria. I due nomi,
dunque, possono felicemente stare l’uno accanto all'altro. Il Comitato inglese sarà sempre presente nell’opera dì evangelizzazione di
questa regione. Auguro che il Centro "G. L.
Pascale'' raggiunga gli scopi per ì quali è
sorto ».
II Past. Trobia, infine, esprime la sua personale gratitudine a quanti hanno contribuito —
con aiuti finanziari o con prestazioni di lavoro — alla realizzazione dell’opera da lui ideata — egli ha detto — ma occorrono ancora
dei soldi per tutte le necessarie rifiniture
(attacco dell'acqua potabile, plafoni, vetri agli
inii.ssi, sistemazione di terrazzi intorno alla
casa. ecc). Ho fiducia che il Signore ispirerà i
nostri amici perché ci vengano ancora in
aiuto ».
Con le parole del Past. Trobia ha termine
la manifestazione. Ci attende ìl pranzo che la
gentile Signora Trobia con alcune collaboratrici hanno intanto preparato, e che ci vede
raccolti nell'ampio salone in allegra agapica
consumazione.
Nel pomeriggio, quando la massa dei convenuti ha già preso congedo, per raggiungere
ciascuno la propria sede, a bordo della macchina del Past. Trobia prendono posto il Vescovo Russel. il Rev. Ward. il Sig. Stephens
e lo scrìvente, per una visita a Guardia Piemontese, che è risultata veramente interessante e graditissima, specialmente per quelli di
noi cbe per la prima volta s’incontravano con
la storica località.
Si chiudono così i due giorni trascorsi lietamente a Falerna-Lido, in cui il Centro Evangelico « G. L. Pascale» sorge come una testimonianza d'amore e di fede, come promessa
di un fruttuoso lavoro d'incontri fraterni al
servizio c alla gloria di Dio.
Eknesto Pi:7.z/v.v(;iiF.RA
Rorà
La Signora, vedova, con un’offerta ha aperto la lista della sottoscrizione in memòria di
suo marito il Doti. Roberto Meynet per le
opere di questa Chiesa. Quanti desiderano ricordare così il caro Scomparso favoriscano indirizzare al Concistoro di Rorà; grazie.
Il Professore Giovanni Gönnet, Docente di
storia del Cristianesimo all’Universita di Roma
e temporaneamente Direttore dell Istituto di
Cultura italiana a Belgrado, ci ha dato a scopo di beneficenza, nella sala delle attività, una
serata con films molto interessanti ed ha presieduto 11 Culto di domenica. AH'Amico prof.
Gönnet i nostri vivi ringraziamenti.
la loro fedeltà al Signore nel contesto familiare nonché il loro impegno.
Nel corso del dibattito che segue, c’è chi
appoggia il matrimonio « unico », mentre altri sostengono la separazione fra civile e religioso. I primi ritengono che si rischia di non
avere la fella degli invitati soprattutto cattolici nella mostra chiesa, dove l’Evangelo è
comunque predicato ed è occasione di testimonianza; gli altri invece ritengono che la
vera testimonianza, e la più incisiva, è compiuta dalla comunità nella misura in cui vive
ed annunzia I* Evangelo. Qualcuno ricorda
l'opera pastorale presso i candidati al matrimonio, perché essi possano capirne il significalo.
Il problema del matrimonio è complesso,
ma la ricerca d'una maggiore serietà e il distacco dallo stile del mondo, in ubbidienza
ali’Evangelo, è sentita da molti. I sovvertitori da strapazzo e i tradizionalisti non giovano,
mentre i cercatori del rinnovamento della chiesa alla luce dell'Evangelo sono i benvenuti,
senza richiesta di alcuna tessera.
Nel pomeriggio la comunità si è ritrovata
sotto i castagni del ponte « Raut ». Il pastore
Edoardo Aime ha parlato delle nostre opere
alle Valli, mentre Sergio Ribet ha raccontato
le esperienze nel campo di evangelizzazione in
Sicilia, neU’opera giovanile, ricordando Tesodo degli emigranti, la solitudine della diaspora e invitando caldamente i giovani delle Valli a scendere ni< Sud per meglio conoscere
come credenti la vita concreta di quella gente.
11 dr. Guido Ribet ha ricordato l'azione svolta dal Comitato per il Collegio, la possibilità
per la nostra valle di fruire d’un pullman che
convoglia gli studenti verso Torre Pellice,
nonché l’interesse suscitato anche aU'estero
per l’istruzione.
La nota del « risveglio » ci è venuta dal
forte gruppo pentecostale dì Venaria Reale:
un giovane ha parlato della sua vita nuova in
Cristo, ricordando ai giovani presenti che la
scelta seppure dura comporta la gioia di essere
finalmente liberi al servizio d’un grande Signore. Il gruppo, sotto la guida dell’anziano
fratello Vincenzo, ha cantato vari cori, anche
con i nostri gruppi corali, in uno spirito ricco
di gioia e dì comunione fraterna.
L'organizzazione logistica è stata curata dai
giovani guidati da Eraldo Bosco: a loro un
grazie di cuore.
Gustavo Bouchard
Ferrerò
L’incontro Piemonte-Provenza
Domenica 30 agosto ha avuto luogo a Lou
Prie (Ferrerò) il 10" incontro Piemonte-Provenza, con la partecipazione di gruppi folkloristici provenzali, della Val Varaita (S. Lucio Sampeyre - Chianale)* della Val Chisone e
della Val Germanasca.
La manifestazione vera e propria è iniziata
domenica mattina alle 8. con il culto in patois
presieduto dal pastore A. Genre. il quale ha
messo in rilievo il fatto che la Bibbia tiene
un posto sempre più esiguo nelle nostre case.
Eppure le sue pagine, a volte molto sottili, racchiudono un tesoro inestimabile: la parola di
Dio. E come Toro, sottoposto a temperatura
elevata, si stacca, senza alterarsi, dalla massa
amorfa di minerali in cui si trova allo stato
naturale, così i servitori fedeli di Dio hanno
avuto ragione del fuoco crudele dei persecutori ed hanno riportato la vittoria. La parola di
Dio è oro e per questo dobbiamo ridare alla
Bibbia il posto d'onore che le spetta.
AI culto è seguita la messa, pure in patois.
E qui è doveroso sottolineare Io spirito d’ecumenismo che ha animato quelli che hanno
preso parte ad entrambe le funzioni (ecumenismo? N. d. T.).
Dopo la messa, la cerimonia di inaugurazione di una via a F. Mistral (il grande poeta
provenzale, premio Nobel per la letteratura) e
la sesiho cultural (seduta culturale) nel corso
della quale hanno preso la parola parecchi
oratori, esprimendosi in patois, in provenzale,
in piemontese.
È stata sottolineata Timportanza del lavoro
compiuto dal prof. T. G. Pons, che ha preparato il primo vocabolario patois-francese. Nel
pomeriggio i gruppi folkloristici si .sono esibiti in canti, danze e recite.
Questa cronaca vorrebbe richiamare l’attenzione dei lettori non tanto sul carattere coloristico della manifestazione, quanto piuttosto sullo scopo che gli organizzatori della
stessa si prefiggevano : la difesa di un patrimonio culturale e linguistico, che va sempre più perdendosi, 11 fenomeno dell inurbamento ha assunto proporzioni macroscopiche;
certi villaggi di montagna si sono completamente spopolali ed i valligiani, sbalzati in un
ambiente per loro nuovo, hanno fatto di tutto
per inserirsi e confondersi con gli altri, adottando la lingua nazionale, conosciuta in modo
appros-simalivo, ma considerato .strumento di
promozione .sociale. 1 bambini non sanno più
parlare il nostro bel patois. di cui molti (anche tra le persone colte), ignorano l'origine
provenzale e la ricca tradizione letteraria.
Come arginare lo sgretolamento degli ultimi baluardi « patoisant »? Molti studiosi si
sono occupati e stanno occupandosi della questione. Notevoli, a questo proposito, gli sforzi
compiuti dai docenti dell'Istituto di Dialettologia dell'Università di Torino per far rina.scere
l'interesse per il dialetto e degni di menzione
sono pure quanti si occupano della pubblicazione di testi in patois o della redazione di
giornali come « La V'aladdo » (Val Chisone) o
« Coumhoscuro » (S. Lucio).
C'è comunque da augurarsi che l'incontro
d’ Lou Prie abbia riportato aH'attenzione generale il problema, non trascurabile, del mantenimento di una tradizione, e abbia reclutato
nuove leve di « patoisant » al molto augurale
di : (1 Benvengù fraire » che tappezzava, domenica scorsa, i muri di Ferrerò.
.Annali s a Coi cui. iuie
X Convegno di Studi
sulla Riformae i Movimenti religiosi
in Italia
II 28 e il 29 settembre si terrà a Torre
Pellice, presso la Ca.sa Valdese, il X Convegno
di Studi sulla Riforma e i Movimenti religiosi in Italia, a cura della Società di Studi
Valdesi.
Il Con vegno si aprirà il lunedì 28 settembre alle ore 15, con il saluto rivolto ai partecipanti dal Presidente della Società di Studi Valdesi, prof. Augusto Armand Hugon. e
con 1 elezione della Presidenza del Convegno.
Seguirà una serie di comunicazioni, la cui presentazione occuperà pure la mattinata del 28:
Romolo Cegna : Predestinazione e rivoluzione nel radicalismo ussita; antlpredestinazionismo e carenza rivoluzionaria nel Valdismo.
Antonio Rotondò: Varie propaggini dell'anabattismo italiano.
Achille Olivieri : Cabala ed eresia in Bartolomeo Ronzio.
Albano Biondi : Il Pasquillus extaticus di
C. S. Curione nella vita religiosa italiana della prima metà del ’500.
Enea Balmas : A proposito delVHistoria brevi dei Valdesi e del suo preteso autore Gerolamo Miolo.
Ginzburg-Rotondò : Introduzione a una discussione sul Nicodemismo.
Giorgio Spini : Una collana di studi sul movimento evangelico in Italia nei secoli XIX-XX.
Nel quadro di quest'ultima comunicazione
sono compresi brevi interventi di Domenico
Maselli, Patrizia Grane, Albarosa Leone e altri
impegnali nello stesso lavoro.
Come di consueto, ogni comunicazione sarà seguita da discussione. AI termine dei lavori verrà fissato il programma del Convegno
successivo e si procederà alla nomina del Comitato di continuazione.
Le sedute sono aperte a tutti ed è rivolto
cordiale invito a parteciparvi.
lllllHllllllllllllllMtUllllll
COMITATO COLLEGIO VALDESE
Corsi teologici
Il Comitato del Collegio Valdese è lieto di
comunicare che, d’intesa con i professori della
Facoltà Valdese di Teologia, verranno istituiti dal prossimo autunno quattro corsi di teologia della durata di una settimana ciascuno
(cinque sere consecutive) secondo il programma di massima sotto indicato:
Pastore Prof. Alberto Soggin : ottobre 1970 Introduzione sull’Antico Testamento.
Pastore Prof. Bruno Corsani ; novembre
1970 - Gli scritti Lucani.
Pastore Prof. Vittorio Subilla (o Pastore
Paolo Ricca): febbraio 1971 - Argomenti di
teologia sistematica.
Pastore Prof. Valdo Vinay: marzo 1971 Giovanni Calvino Riformatore, opera e pensiero nell’indagine più recente.
Per quanto riguarda le questioni riferentesi alla pratica attuazione di tale programma
(iscrizioni, orari, ecc.) verranno tempestivamente fornite le indicazioni del caso.
Il Comitato del Collegio Valdese
Ai LETTOR!
Parecchi abbonati avranno ricevuto con forte ritardo il numero scorso: a metà della spedizione la stampigliatrice degli indirizzi si è
guastata e la sostituzione di un pezzo ha richiesto alcuni giorni. Ci scusiamo vivamente!
La famiglia del compianto
Stefano Catalin
commossa per la grande dimostrazione di simpatia ricevuta per la immatura perdita del suo Caro, nelTimpossibilità di farlo personalmente, sentitamente ringrazia quanti hanno preso parte al suo dolore sia con la presenza, con scritti o fiori. Un ringraziamento particolare ai Dottori Coucourde e Scarognina, ai Pastori Sigg.
Bellion e Bogo, ai vicini di casa di 3711lar Pellice e Luserna S. Giovanni, alla Direzione e maestranza della O.P.L.
ed ai coscritti.
Luserna S. Giov., 11 settembre 1970.
La famiglia del compianto
Alessandro Forneron
ringrazia sentitamente tutti gli amici
e conoscenti che hanno preso parte
al suo dolore.
Prarostino, 3 settembre 1970.
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pag. 6
N. 36 — 11 settembre 1970
lA BIBBIA NEL MBNBB
a cura di Edìna Ribet
GERMANIA — Le società bibliche di
10 nazioni europee hanno aderito, sin
dall’inizio del 1969, ad un Fondo comune per la produzione delle S. Scritture.
La creazione di questo Fondo ha permesso un progresso notevole nella razionalizzazione della produzione biblica nel mondo intero. Nel suo primo anno di vita il Fondo europeo ha assicurato la produzione di 150.000 Bibbie nelle lingue dell’Europa orientale, e 200
mila Nuovi Testamenti in francese, italiano, romeno e turco destinati ai lavoratori emigranti dell’Europa continentale. Il Fondo è stato costituito grazie
ad un ingente sforzo delle società fondatrici.
VIET-NAM — L’opera missionaria
segue il suo corso, malgrado gli orrori
della guerra. Nel mese di giugno scorso
la società biblica del Viet-Nam ha potuto installare un colportore anche nel
nord del paese, a Da Nang, città il cui
nome appare frequentemente nei comunicati militari.
INDIA — La società biblica americana, in occasione del 25<> anniversario
della società biblica indiana, ha offerto
ad una scuola di ciechi un’edizione speciale del Nuovo Testamento sotto forma di dischi: si tratta di 15 cassette di
nastri sonori. Il testo è letto con chiarezza e profondità notevole da un excampione di base-ball, Bud Collver,
molto popolare negli Stati Uniti.
STATI UNITI — La società biblica
americana ha una sezione femminile
molto attiva, la quale si occupa di presentare l’opera biblica nel mondo a tutti i gruppi femminili religiosi e filantropici della California. Le. donne membri
di questa sezione sono impegnate a lèggere la Bibbia giornalmente, a farla conoscere, ad incoraggiarne la diffusione,
ed infine a dimostrare con doni individuali e collette il loro interesse all’opera della società biblica.
EL SALVADOR — Un gruppo di chiese protestanti della regione ha organizzato una campagna di evangelizzazione,
con programma speciale alla radio e alla televisione, in seguito alla quale sono state vendute circa 20.000 Bibbie.
Inoltre più di 10.000 persone hanno assistito a riunioni di appello, durante le
quali sono state distribuite 12.000 Selezioni Bibliche.
Per le scuole
SVIZZERA — La società biblica svizzera si prepara a pubblicare una serie
di Selezioni bibliche, in una presentazione originale, per gli scolari.
GRECIA — Il governo ha autorizzato,
per la seconda volta in due anni, a diffondere gratuitamente 75.000 Nuovi Testamenti nelle scuole secondarie del
paese, in greco moderno.
Giovani all’opera
TANZANIA — 17 giovani luterani e
3 anglicani hanno seguito un corso accelerato di colportaggio, dopo il quale
hanno consacrato tutti i loro week-ends
alla diffusione biblica in un vasto dipartimento del paese.
STATI UNITI — Il segretario della
società biblica americana riferisce che,
da qualche tempo, numerosi giovani tra
i 18 e i 25 anni, tipici esernplari della
loro generazione, molti vestiti alla m(>
da degli « hippies » vengono ad acquistare copie della S. Scrittura, sia per
loro uso personale, sia per offrirle ad
altri giovani: essi sono spinti dalla
grande speranza di trovare nella Bibbia
le risposte ai loro interrogativi e ai
problemi della società contemporanea.
>|c sH
VENEZUELA — Alla fine di maggio
la società biblica ha inaugurato a Caracas la sua « Casa de la Bible » presenti i rappresentanti delle varie chiese
protestanti, il direttore del Seminano
cattolico-romano, e il Ministro della
Giustizia della Repubblica. Il Presidente stesso, d’altronde, era presente avendo offerto un dono cospicuo per
l’opera della società biblica nel paese.
NIGERIA — Migliorano le comunicazioni e l’organizzazione dei soccorsi nelle regioni devastate dalla guerra, e cosi
anche le Bibbie hanno potuto riprendere a circolare: sono molto richieste
in sostituzione di quelle che i fedeli delle chiese hanno perduto durante le ostilità Si tratta di sostituire circa 50.000
Bibbie come minimo, senza contare le
necessità delle scuole e delle migliaia
di persone disperse dalla guerra, che
hanno bisogno anche di conforto spirituale, oltre che materiale; inoltre molt ■ tribù nuove incominciano ad interessarsi all’Evangelo. Vi è tutto un programma urgente da
un appello speciale per una raccolta di
fondi necessari ad appoggiarlo.
NORVEGIA La società l,’’blica di
questo paese celebra il suo 154 ann
versarlo con una nuova traduzione de le S Scritture in norvegese, preparata
con grande cura da otto specialisti.
NICOBAR — Nel cuore del golfo del
Bengala si trova l’arcipelago di Nicobar, dove la chiesa, sotto 1 impulso del
vescovo anglicano John Richardson, ha
conosciuto uno sviluppo notevole, con
alterne vicende, dal 1945 fino ad oggi.
Nello scorso aprile il vescovo Richardson, nel suo 87" anno d’età, ha ricevuto,
nel corso di una commovente cerimonia, il primo esemplare della Bibbia da
lui tradotta in Car-Nicobar, dopo di che
ne sono state vendute in un’ora più di
600 copie.
9): 4:
GIAPPONE — Circa 1 milione e 123
mila copie della Scrittura, Evangeli e
Selezioni bibliche sono state diffuse tra
i visitatori dell’esposizione universale
di Osaka.
EGITTO — 35.000 Nuovi Testamenti
sono stati ordinati alla società biblica
egiziana per essere distribuiti a Pasqua
fra i cristiani delle forze armate del
paese.
CILE — Su 200.000 esemplari del
Nuovo Testamento in spagnolo moderno venduti dalla società biblica del Cile nel 1969, il 60% è stato acquistato
dalle scuole cattoliche del paese.
CECOSLOVACCHIA — La chiesa slovacca ha nuovamente ricevuto l’autorizzazione dal governo ad importare
5.000 Bibbie per i suoi fedeli.
EGITTO — Il gerente di un deposito
della società biblica nota un uomo di
circa trent’anni intento a leggere con
molto interesse la parabola del figliol
prodigo in un’edizione del Nuovo Testamento in grossi caratteri esposta
nella vetrina.
Dopo un po’, l’uomo, visibilmente
commosso, entra nel negozio e chiede
di comperare un Nuovo Testamento:
« Ho letto la mia propria storia, lì sul
libro in vetrina! Anch’io sono partito
con i soldi di mio padre, ho vissuto nel
Libano, in Europa, senza trovare né
pace né serenità. Infine sono ritornato
da mio padre... ». Il gerente del deposito biblico gli spiega allora il significato del racconto di Gesù e il visitatore appare profondamente turbato
dalla testimonianza che ha udito, sempre cosi attuale.
Helder Camara riceve
il premio
Martin Luther King
Parigi (bip). - H. Camara. arcivescovo
(I Olinda c Recife (Brasile) ha ricevuto ad
Atlanta (Georgia - Stati Uniti), dalle mani del
pastore R. Abernaty, presidente della Conferenza dei dirigenti cristiani del sud. il premio
Mv Luther King. Il premio gli è stato conferito « per lo slancio che egli ha dato nel suo
paese alle conquiste sociali per mezzo della
nonviolenza ».
La consegna del premio ha avuto luogo in
occasione del terzo anniversario della creazione
della Conferenza dei dirigenti cristiani del
sud dì M. L. King, il pastore negro assassinato.
Nel suo discorso, il Pastore Abernathy ha
reso un vivo omaggio a Camara, per l'opera
che egli ha intrappreso nel suo paese che, ha
detto egli, « è precisamente ciò di cui qui
negli Stati Uniti si ha bisogno ».
A sua volta, rispondendo, Camara ha affermato che la sua visita ad Atlanta « cuore del movimento della nonviolenza », non
faceva die confermare la sua convinzione della salvezza dei poveri nella non violenza. Egli
ha in seguito reso omaggio a M. L. King
« martire della sua fede nella nonviolenza »
e ha espresso il voto di un'estensione del movimento nel mondo intiero.
Morti per la “Patria,,
« I negri sono cittadini americani a lutti
gli effelti soltanto quando devono morire “pei
il loro paese”. In questo caso sono addirittura
più cittadini degli altri, come dimostra il fatto che, nel Vietnam, i negri sono presenti in
una percentuale notevolmente più alta (n.d.r.:
doppia) di quella che essi registrano negli
USA. È chiaro: per loro non resta molto da
fare in un paese che li rifiuta sui posti di lavoro. Quindi, v'anno a morire “per il loro
paese”. E muoiono, infatti. Ma non possono
venire sepolti nei cimiteri riservati ai bianchi.
Come è il caso di Pondex Williams, morto nel
Vietnam e restituito alla madre. La povera
donna ha tentato dì comprare un pezzo di terra nel cimitero del suo paese. Fort Pierce, in
Florida. Le autorità cittadine non glie lo hanno permesso: riservato ai bianchi. In un paese il cui presidente è stato premiato come
“uomo dì chiesa 1970”. Dove, nel dollaro, si
legge “In God We Trust” (crediamo in Dio).
Forse nel Dio dei bianchi, che non deve essere lo stesso di quello dei negri ».
(Da « Nuovi Tempi » n. 34-35).
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
DOPO LA RIVOLUZIONE
CULTURALE
Sugli avvenimenti tempestosi in
Cina, negli ultimi tempi, corrono le notizie più disparate. Crediamo perciò di
far cosa grata ai nostri lettori, riportando da un articolo di L. Foa e di A. Natoli, pubblicato sull’ultimo n. del « Manifesto » (luglio-agosto ’70) e sulla cui
serietà non abbiamo dubbi, quanto segue.
« Il partito, durante la rivoluzione
culturale, è stato percorso da una crisi
profonda, in certi periodi e in certe località le sue organizzazioni furono praticamente travolte dalla spinta delle
masse, studenti ed operai. Ma anche
quando, in una fase avanzata, affiorarono qua e là tendenze più radicali ed
estremistiche, mai si manifestò una
contrapposizione fra masse e partito
che tendesse a sboccare nella negazione e nella distruzione del partito. L'attacco fu contro "la linea nera", contro
gli apparati burocratici, contro i quadri che non vivevano allo stesso livello
delle masse, contro i privilegiati. Vi fu
anche una parte dell'apparato che tentò di salvarsi "sventolando la bandiera
rossa" e ciò rese ancor più complessa
e confusa la situazione.
Ma ci fu sempre un centro che diresse la lotta; la ribellione si generalizzò
sotto il segno ed il nome di Mao (e ciò,
nel moltiplicarsi dei gruppi e delle fazioni, era pur sempre garanzia di una
potenzialità unitaria e di una superiore
disciplina); e di portata incalcolabile fu
il continuo intervento di Chu En-lai nel
ricomporre in una trama coerente le
strutture del partito e degli organi del
potere e nel preparare il terreno su cui
esse si sarebbero attestate, dopo gli
scontri più duri dell'estate 1967.
L'esercito popolare di liberazione fu,
certo, elemento decisivo per la vittoria
della’linea di Mao e per la ripresa, ricostituzione e finale affermazione del
partito. Ciò si è espresso eloquentemente anche nella composizione degli organismi dirigenti eletti dal IX Congresso.
C'è chi ha voluto vedere in questo fatto
il segno dell'assunzione di fatto del potere di parte dell'esercito, della soggezione del partito ai militari, ed ha perfino interpretato l'intensa mobilitazione del pppolo cinese come il segno della mobilitazione della vita civile del
paese. Nella misura in cui contraddizioni di classe e lotta fra le due linee contrapposte continueranno a sussistere,
pericoli del genere non possono essere
sommariamente esclusi. Ma conviene
non dimenticare il carattere particolare
dell'esercito cinese, storicamente popolare e non professionale, l'egualitarismo
del suo regime interno, la sua caratteristica di forza attiva nella vita sociale
e produttiva. Conviene non dimenticare che proprio nell'esercito, negli anni
più difficili della lotta fra le due linee,
era stata ricostituita e consolidata una
forte organizzazione di partito, ispirata
Uno Studio del pastore malgascio Victor Rakotoarimanana
La Chiesa e il problema dello sviluppo
L aiuto deve essere senza condizioni e incentrato sull
Nello scorso giugno, a Parigi, durante un incontro fra
del Terzo Mondo che collaborano colla Società delle
Parigi, il pastore Victor Rakotoarimanana, segretario
Gesù Cristo a Madagascar, ha presentato uno studio
Chiesa nei confronti dello sviluppo, di cui diamo qui
« Bip documenti »
sull uomo
responsabili delle Chiese
Missioni Evangeliche di
generale della Chiesa di
sull'atteggiamento della
un riassunto, tratto dal
al pensiero di Mao, era stato riaffermato nella pratica della stessa rivoluzione culturale il primato della politica
e del partito sull'esercito.
In sostanza, il IX Congresso conclude un periodo di lotte acute che però
non può essere considerato chiuso ».
ANCORA SUI PROFUGHI
DALLA LIBIA
« Fra autorità grandi e piccole e
profughi c'è un abbraccio formale e
uno scontro sotterraneo. Le circolari
ministeriali predispongono "la migliore
accoglienza e un'efficace assistenza",
ma intanto i funzionari alzano gli occhi al cielo e non vedono l'ora che questo "bubbone" scompaia senza lasciar
traccia. I nuovi arrivati sventolano i
fazzoletti e mandano baci alla patria
dal ponte della nave, ma, appena scesi
a terra e rimessi dalla fatica, protestano a mezza voce per il trattamento ricevuto: "Ma conte? Il governo non ha
già risolto tutti i nostri problemi? E
gl'italiani perché si commuovono così
poco per la nostra sorte?" Sono in stato di chok e questo è abbastanza comprensibile. È _ chiaro anche che, per superare lo chok, non basta poter prendere il fresco la sera sullo spiazzo grigio
del campo, al lume macilento di qualche lampadina appesa ai muri. E l'attesa di scadenze senza data non aiuta a
passare il tempo.
Qualche volta l'iniziativa individuale
dà i suoi frutti: una famiglia, per esempio, non ha fatto in tempo a scendere
dalla nave di Tripoli che ha trovato
bell'e pronto un altro battello per imbarcarsi. Ed è partita per l'Australia,
emigrante un'altra volta per tornare di
nuovo profuga magari fra dieci anni.
E queste, come si sa, sono le soluzioni
più gradite alle autorità responsabili:
non a caso, nei centri di raccolta dove
vengono riuniti i "libici'', è incessante
e ormai addirittura ovvio il via vai di
uomini e donne che transitano in attesa di partire per TUruguay. l Argentina,
VAustralia. Partono sul
V"Augustus", a scaglioni di 50, tsO, JUU
alla volta, con le facce tirate, i fagotti
a quadri e una gran voglia di sfamarsi.
Qualcuno dei "libici" si meraviglia:
"Ma come, qui ancora si emigra, (aet
resto non possono essere molto aggiornati sulla situazione, dal momento che
a Tripoli arrivano solo tre giornali italiani e, guarda caso, fra i piu reazionari). Ma la maggior parte li guarda e
sospira: "Beati voi, che almeno siete
sicuri di andare a lavorare e di siste
niciwi'* », . .
Da queste impressioni e valutazioni
noi siamo rattristati ed arnareggiati,
ma non meravigliati. Anzi, dopo aver
ben conosciuto il comportamento delle
autorità verso i sinistrati del terrernoto siciliano, ci meraviglieremmo del
contrario.
(Da un articolo di Oretta Bongarzoni,
su « L’Astrolabio » del 30-8-’70).
Dopo aver ricordato che se la Chiesa
vuole essere fedele al Signore, deve lottare per la giustizia economica per la
pace, per il diritto alla dignità e per
tutto quello che conduce alla piena
realizzazione dell’uomo, il pastore Rakotoarimanana precisa che in questa
lotta per uno sviluppo totale, la Chiesa
è chiamata ad assumere il suo ministero profetico.
Interrogandosi su ciò che si intende
per « sviluppo », jegli rileva che questo
concetto è imposto dall’Occidente. Lo
sviluppo diventa così una imitazione
dei paesi ricchi da parte dei paesi poveri. Egli sottolinea poi il fatto che gli
aiuti forniti non fanno che alimentare
la macchina economica dei paesi donatori e arricchire una piccolissima minoranza del paese aiutato mentre la
massa ristagna, se rion regredisce addirittura. Questo è dovuto al mantenimento di strutture di sfruttamento a
livello internazionale e nazionale. Le
Chiese e gli organi ecclesiastici di aiuto
partecipano a questo sfruttamento perché sovente l'aiuto da loro offerto è
sottoposto a determinate condizioni.
Nel riprendere una citazione del presidente della Tanzania, Nierere: « Gli
aiuti che indeboliscono i nostri sforzi
non devono essere accettati », il pastore Rakotoarimanana insiste affinché
gli aiuti non creino « una mentalità di
mendicante da parte dell’assistito » e
che pertanto i rappresentanti dei paesi
poveri possano far presente il loro
punto di vista sui veri criteri di sviluppo relativi ai propri paesi.
Lo sviluppo deve mirare alla costruzione di una società responsabile dove
ogni cittadino sarà capace e libero di
assumersi la propria responsabilità per
lo sviluppo del suo paese. Di lì, la necessità di una liberazione politica, economica, culturale e spirituale. La Chiesa deve partecipare a questa liberazione, tanto in un mondo ricco come in
uno povero. « Siccome il problema dello sviluppo è un problema universale
in cui assistenti ed assistiti devono dar
prova di solidarietà, i paesi sviluppati
hanno bisogno del nostro aiuto ».
Il pastore Rakotoarimanana conclude con le tre tesi seguenti, in vista di
una nuova politica di aiuti:
1) Le chiese del Terzo Mondo possono proporre dei piani di sviluppo che
non entrano nel concetto di sviluppo
delle Chiese ed enti di aiuto dei paesi
ricchi. La cosa le riguarda da vicino, in
quanto esse sono le sole a conoscere e
a vivere i bisogni del loro popolo. Questo non esclude il dialogo.
2) L’aiuto allo sviluppo deve essere
senza condizioni. Esso deve trasformar
si in un dono per evitare i! paternalismo ed il neocolonialismo ecclesiastico.
3) L'aiuto allo sviluppo deve essere
incentrato sulTuomo, in vista del suo
pieno realizzarsi e del suo diritto di
vivere come gli altri. La preoccupazione dello svi'uppo non deve prevalere
a detrimento della missione specifica
della Chiesa: proclamare tutto TEvangelo all'uomo intero.
Coerenza
(segue da pag. 2)
comunità confessante, che questo o.d.g.
e quello sul matrimonio presuppongono, il più delle volte non esiste ma, come ricorda l’o.d.g. sulle linee di fondo,
deve essere gradualmente ricercata —
i padrini sono comunque un pezzo di
quella comunità, cioè allo stato attuale,
meglio di niente?
Quanto alla coerenza « a valle » è.
ovviamente, cosa del futuro. Ma anche
qui è lecito avere qualche perplessità.
Due o.d.g. che richiedono in modo particolarmente perentorio -questa coerenza nella attuazione, sono quello già
citato sulle linee di fondo e quello sulla emigrazione. Qra questa coerenza
non è né facile né ovvia: il primo ri
chiede la Chiesa confessante cioè l’impegno totale di tutti i membri di Chiesa e il secondo richiede che vengano
concentrate nella emigrazione il maggior numero di forze disponibili, pastori e laici, cioè che la Tavola e le Comunità accettino lietamente di privarsi di
un certo numero di pastori e che uomini e donne si presentino volonterosamente per vivere le umiliazioni e i
disagi della emigrazione. Qrbene questi o.d.g. sono stati approvati quasi alla
unanimità: significa questo che il Sinodo è fiduciosamente convinto che le
Comunità si metteranno su questa via,
ovvero è lecito avere il sospetto che^.
come altre volte è accaduto, simili
o.d.g. che non turbano preziosi equilibri di forze, vengano approvati senza
contrasto, ma anche senza reale volontà di applicarli?
Tutto ciò vien detto non certo pei
criticare il contenuto di questi ordini
de! giorno, ma per sottolineare la necessità di una coerenza a monte e a
valle delle decisioni sinodali, coerenza
che servirebbe a migliorare i lavori del
Sinodo in senso più utile e più efficace,
a mio avviso, di quello della ventilata
riduzione dei suoi membri.
Pierluigi Jall.\
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Contro la fame degli altri
Pubblichiamo qui sotto un nuovo
elenco delle sottoscrizioni pervenuteci
in questi giorni.
Come già precisato, del totale sottoindicato, un milione è destinato al
Centre Familial del Gabon, in Africa,
mentre la restante somma, fino alla
concorrenza di un altro milione, è destinata al Centro di sviluppo comunitario del Congo Kinshasa che — come
noto — si adopra a favore dei profughi delle persecuzioni religiose e razziali dell’Angola portoghese, allo scopo
di dar loro, oltre ad un mestiere, anche una dignità umana.
Come i lettori avranno inoltre forse
appreso, il Seggio del Sinodo testé concluso ha nominato una commissione,
composta da Tullio Vinay, Gino Conte
e Roberto Peyrot, con lo scopo di
chiarire alle Chiese le cause del sottosviluppo e di invitarle a regolari sottoscrizioni.
Quanto prima possibile preciseremo
pertanto come le due iniziative (cioè
questa del giornale e quella sinodale)
verranno coordinate.
Invitiamo intanto i lettori ad inviare le loro sottoscrizioni al conto corr.
postale n. 2/39878 intestato a Roberto
Peyrot, corso Moncalieri 70, Torino, allo scopo di raggiungere al più presto
questa nuova cifra di un milione di
lire per il quale ci siamo già in precedenza impegnati con l’Eper, l’Ente assistenziale svizzero che cura il suddetto Centro di sviluppo comunitario.
Da S. Germano Chi.soiie: V. Vinçon 2.000;
N. N. 5.000: N. N. 11” versamento eon simpatia 5.000.
Da Angrogna: R. M. K. C. 1.000.
Da Campohassn: P. Corbo 2.000.
Da Roma: Nomcn 450: G. Conti 10.000.
Da Venezia: D. Ispodamia (due ver.sam.)
5.000; G. I.spodamia (due versam.) 5.000; C.
Bocus 500.
Da Pinerolo: R. Breuza 10.000.
Da Luserna S. Giovanni: E. Pellizzaro 3.000.
Da Udine: P. Grillo 1.000.
Da Torre Pellice: G. e K. Comba SO.OOOi
A. C. 5.000; C. Peyrot 1.000.
Da Lucca: R. Cerchiai 2.000.
Da Bergamo: Un lettore 50.000.
Totale L. 157.950; prec. 1.126.237; incassa L. 1.284.187.
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10066 Torre Pellice (To)
Il Conviilo, posto in amena località ira i
monti, ha fini educativi e accoglie ragazzi di
ogni confessione religiosa. Ha rette modestepur disponendo di ampi spazi, impianti sportivi e una piscina coperta e scaldata (m. 13x6)»
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media. Si rilasciano anche certificati generici
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iscrizioni presso casa Gay, Torre Pellice (To),
Via Volta 2. Telefono 91386. 1 corsi si apriranno il 1° ottobre.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. ai Tribunale di Pinerolo
N. 175 — 8.7.1960
~ip. Subalpina s.p.a - Torre Pellice (To>