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LA BCOmA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PKRZZO D*Aft«iOCD>t!KIO!Vi*::
domtci^to)
Torino, por un anno !.. 0,00 l,.7,00
— per sei mesi » 4,00 » 4,riO
Per le provincia e l’eslero friinco sino
ai contini, un anno . . !.. 7,20
per sei mesi , » 5,20
•V).i;0''jovTsc Si h i'/in«
Segnando la vrrìtb nelln r.iritk
Kfks. IV. 15.
L’Uflicio (Iella lUiONA NOVEI.LA b in
Torino, presso la lilireria Evanj;elli-a
di f.L\COMO HIAVA, via Curio Allierlo,
dirimpelto al Cairè Diiei.
Le assuciazinni si ricevono in Torino allo
stesso UfTicio.
Gli Associati ddìe Provincie pii/rnnnn provvedersi di vn rnglin postale,
inviandolo franco alla libreria liiara.
Le Paaque piexnonteii II. — Una notifìcanra del vescovo di Biella — Lettere al
mio Parroco IH. — Notizie religiose,—Cronachetta politica.
LE PASQUE PIEMONTESI.
li.
Dopo tale perfidia il velo fu stiiiar
ciato. Il i»lorno2'i aprile 1655, vigilia
(Iella Pasqua, alle qualtro del mattino
si diede il segno del massacro generale dei Valdesi. I soldati già prevenuti anticipatamente con segretezza
si erano tutti levati di buon mattiuo,
ed attendevano con impazienza il segnale per gettarsi sopra e massacrare
quei medesimi che li avevano alloggiali e uudriii. Il fanatismo religioso
cangia gli uomini in mostri. Dato
appena il segno fatale, l’armala fana
tizzata, colla celerità del fulmine, si
sparge in tutte le valli e tenendo a
delitto mostrarsi umiini verso gli eretici, commette gli orrori i più barbari da degradarne i cannibali. Narreremo nel modo più breve che ci
sarà possibile gli orrori di quel giorno
secondo le relazioni degli storici contemporanei.
I fanciulli, dice lo storico Léger
testimonio di veduta, erano strappati
dal seno delle loro madri, e presi pei
piedi erano sbattuti con impelo con.
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tro le rocce, e dalle teste fracassate,
spruzzarono le tante volte le cervella
sul viso delle madri desolate. I malati ed i vecchi deir uno e l’altro sesso,
altri erano bruciati vivi nelle loro
case, altri tagliali a pezzi, o mutilali
oscenamente, altri scorticati vivi erano così esposti ai raggi del sole e si
lasciavano morire tormentati dagli
insetti. Altri erano legati in forma di
pallotole colla testa fra le gambe,
erano precipitati daU’alto delle montagne ed abbandonati in tale guisa
alla loro sorte. Le giovani donne e
le fanciulle, dopo ogni sorta di oltraggio, erano dai soldati della Propaganda
impalate sulle picche che si piantavano lungo le vie. Giunsero persino quei mostri ad arrostire dei
Valdesi viventi e provare poscia di
mangiarne le carni. Quando lo zèlo
dei propagandisti non trovò più vivente da uccidere, mise il fuoco alle
case.
Coloro che si distinsero più di
tutti nell’ opera infame furono un
prete ed un francescano, i quali guidando ciascuno di loro un’orda delle
truppe della Propaganda, andavano
cercando le persone ed i luoghi sfuggiti alla prima distruzione.
Lo stesso Léger conchiude la lunga e vivissima descrizione di quelle
stragi colle seguenti parole: « Non si
creda già che io esageri a cagione
delle persecuzioni personali che ho
sofferto io stesso. Io sono andato
personalmente di Comune in Comune
per raccogliere le testimonianze autentiche dei pochi sopravvissuti i quali
deponevano innanzi a due notai che
mi accompagnavano, tutte ie cose
delle quali erano stati testimonii. Qui
è un padre che ha veduto i proprii
figli strappati per mezzo, o a forza
di braccia, o a colpi di spada. Là è
una madre che ha veduto violare e
massacrare la sua flglia. Una figlia
avea veduto mutilare il suo padre
ancora vivente ; un fratello avea veduto riempiere di polvere la bocca
del fratello e poscia messovi il fuoco
dai persecutori, avea veduto saltare
in aria le sua cervella. Le donne incinte erano sventrate, e il feto vivente
si traeva dalle loro viscere, e si gettava a morire sotto gli occhi della
madre moribonda.
« Cosa dirò di più? La penna mi
cade dalle mani. Dapertutto si vedevano cadaveri gettati qua e là o piantati sui pali; i fanciulli squartati, ed
i quarti gettati in mezzo alla strada.
Le rocce intrise col cervello dei bambini ; tronchi di corpi umani senza
braccia, senza gambe, scorticati a
metà, ed oscenamente mutilati si trovavano ovunque: altri cadaveri erano
appiccati agli alberi col petto aperto
dal quale aveano estratto il cuore ed
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¡ polmoni; allri cadaveri erano sepolti, ma la terra smossa, e le orribili contrazioni di quei cadaveri, dimostravano essere stati sepolti vivi ;
in uua parola, non si vedeva die
orrore, desolazione e morte ».
La già altre volte incantevole valle
di Luserna, dice un altro testimonio
di vista, non offriva in quel giorno
della memorabile Piisqua, che l’aspetto di una fornace ardente. L’istorico
Léger con una lunga serie di deposizioni legali dà i dettagli di tutti
gli orrori commessi da quei cannibali.
La Propaganda avea giurato lo
esterminio dei Valdesi, per cui non
contenta della strage operata nelle
Valli, si volse a tormentare quei Vaidesi che erano nelle prigioni a cagione della loro religione. Fra i molli
fatti autentici riportati dallo storico
che seguiamo, ne sceglieremo due
soli per dare un’idea ai nostri letiori
della crudeltà di quei persecutori.
Giacomo e pavid Pria del Villar
erano nelle prigioni di Luserna; costoro perchè si ricusarono a rinnegare la loro fede, soffrirono il seguente
tormento. Gli fu tagliala intorno al
braccio al disopra del gomito la pelle
la quale poi fino alla spalla fu divisa in liste della larghezza di un
dito, e staccate dalla carne furono
lasciate quelle liste pendenti dalla
spalla, ed esortati poscia ad abiurare
la loro fede; perchè restarono costanti fu fatta la stessa cosa al secondo braccio ; la stessa operazione
fu poi praticata dal polso sino al gomito ad amendue le braccia, poscia
dal ginocchio fino alle anche, finalmente dal tallone fino al ginocchio,
ed erano poscia obbligati a camminare in questo stato, fino a che morirono per lo spasimo.
Un contadino di Bobbio fu tormentato in tal guisa: Con un pugnale
gli furono forate le mani ed i piedi,
poscia sospeso per una corda fu mutilato, e per arrestare l’emorragia fu
applicata sulla ferita una torcia di
pece ardente; dopo ciò gli furono
strappate le unghie; tutto questo affinchè divenisse cattolico ; ma siccome
tutlo fu inutile, fu attaccato alla coda di un mulo, e trascinato così per
le vie di Luserna. Mentre era moribondo, i suoi cai'neQci gli passarono
attorno alla testa una corda, e tirando da una parte e dall’altra in molti
con tutte le loro forze, ne fracassarono il cranio, e ne fecero uscire gli
occhi e le cervella ; gettarono poscia
il cadavere uel fiume.
Ma si getti il velo dell’obblio sovra
tante infamie che disonorano l’umanità. Tali furono le Pasque Piemontesi
del 1655.
Per la imparzialità della Storia
dobbiamo confessare che se tali ov-
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rori furono commessi in Piemonte
sotto il governo di Carlo Emanuele
II, questo principe non ebbe altra
colpa, se non forse un po’ troppo di
debolezza nel lasciarsi dominare dai
fanatici che egli^credeva sinceramente
religiosi. Egli non voleva che chiamare i Valdesi al cattolicismo; egli
non ordinò le stragi, anzi neppure
giunsero a sua cognizione se non che
diminuite ed eccessivamente travisale.
Chi fu dunque l'autore di tali orrori? Il fanatismo religioso personifificato nella Inquisizione e nella Propaganda. Gli autori stessi di quelle
stragi si vergognarono di averle commesse e pubblicarono uua giustificazione, nella quale cercavano di diminuirne r orrore, mostrandone la
necessità , e calunniando i Valdesi,
quasiché essi fossero stati fabbri dei
loro mali. Pianezza si giustificò innanzi al Duca dicendo di non avere
ordinato tali stragi, e ne rovesciò la
colpa sui reggimenti francesi; ma il
comandante francese Gracey pubblicò
una dichiarazione, nella quale diceva
che essendo stato testimonio degli
orribili massacri, si era ritirato colle
sue truppe, e protesta di non essere
reo dinanzi a Dio di nessuno di quegli orrori. Nella stessa dichiarazione
dice di avere veduto egli medesimo
l’ordine del Pianezza di uccidere senza
iTii.spricordia.
Ad onore poi della umanità dobbiamo dire che i barbari esecutori
del feroce ordine dettato dal fanatismo non erano truppe regolari, ma
banditi e malfattori di ogni sorta che
erano stati assoldati a tale effetto
dalla Propaganda per potere poscia
rovesciare impunemente sovra di essi
la responsabilità di quelle stragi, ed
ingannare così la religione del Principe. Ad onore anche del Piemonte e
della Italia, dobbiamo dire che la
maggior parte di quei cannibali assoldati erano fanatici Irlandesi banditi da Cromwello pei loro delitti.
Noi rammentiamo tale storia ai
nostri correligionarii affinchè avvicinandosene l’anniversario si rammentino di sollevare a Dio i loro cuori
in rendimenti di grazia per essere in
tempi tanto diversi, in condizioni tanto migliori che non lo erauo son ora
due secoli.
Con questo fatto scelto tra mille
noi rammentiamo ai nostri compatriotti, che se godiamo ora la pace,
se ci sentiamo siccome loro figli di
una stessa patria, ciò accade perchè
il tempo del fanatismo religioso è
passato, e ci confidiamo prima in Dio,
poi nei lumi e nella magnanimità del
successore di quel Guande il di cui
nome sarà sempre in benedizione fra
di noi.
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UNA NOTIFICANZA
DEL VESCOVO DI BIELLA
È da (jualche tempo che i giornali clericali non fanno che gridare contro le
arti ree de' Prolestanti, i quali non la perdonano a verun raggiro per istrappare
dal seno della Chiesa i Cattolici. Ma le
loro accuse per lo più erano vaghe, ed
insultavano noi) solo alla verilà, ma eziandio al buon senso: ora però il vescovo
di Biella viene fuori con una sua diceria
che gli piacque chiamare Notificanza,
diretta unicamente a manifestare, come
dicono I giornali clericali, ie arti ree dei
Protestanti. Noi siamo lieti di poter riprodurre la sostanza di quest’accusa episcopale, aflinchè i nostri amici ed i nostri nemici veggano quali sono i nostri
delitti, e ci giudichino non sui documenti
prodotti da noi, ma sulle accuse stesse
del vescovo di Biella che si erge in nostro nemico. Ecco )e parole della notificaoza, alla quale di mano in mano aggiungeremo delle brevi osservazioni:
« Non souo che pochi giorni dacché
con la mia pastorale per la corrente
quaresima tutti io eccitava per organo dei signori parroci li miei amati
diocesani a ben guardarsi dalle insi-'
die che ai nostri giorni tendonsi per
ogni dove ai Caltolici onde farli fuorviare dalla loro religione, unica vera,
la religione dei loro padri, e già si
avverarono pur troppo le mie apprensioni, 0 venerandi confratelli e figli
dilettissimi.
Se volessimo rilevare il merito teolo
gico di queste parole, il povero monsignore di Biella si farebbe ben compatire :
difatli, secondo monsignore, la religione
unica vera è la religione dei padri : ora
noi domanderemo se monsignore in tesi
generale ammette questa proposizione,
che cioè la religione dei padri sia l’unica
vera: se ciò fosse, i Turchi, gl'idolatri,
i Buddisti tutli sarebbero nell’unica vera
religione. Se poi paria soltanto dei suoi
Biellesi, allora egli ammette per provato
quello che è in questione, e si sarebbe
desiderato almeno una parola per confermare nella loro fede i Biellesi, e per
far conoscere a noi i nostri errori.
« L'inimicus homo, di cui parla il
Vangelo, è comparso anche su di
queslo bel campo mistico di Dio, e
s’ailalica e cerca di seminarvi la zizzania.
L’uomo inimico ognuno comprende
che siamo noi Evangelici, il bel campo è
Biella; siegue poscia a spiegare qual è
la zizzania che noi abbiamo seminata nel
suo bel campo.
« Qual’opera più riprovevole e più
indegna di quella di spargere fra gente
di buona fede e . tranquilla nelle divine sue credenze il dubbio, l’indifferenza, l’errore, il nulla, la morte
delle anime !
Qui incominciano le menzogne e le
calunnie di monsignore. Noi non andiamo
a spargere nè la indifferenza, nè l'errore,
nè il nulla, nè la morte delle anime, e
voi monsignore mentite sapendo di mentire, imperciocché voi sapete che noi non
andiamo a turbare le anime che vivono
in buona fede , ma andiamo a scuoterle
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dal loro sonno colla parola del Vangelo,
« risvegliali tu che dormi, e risorgi dal
morti, e Cristo li risplenderà» (Efesi
ìi). Voi sapete che noi non andiamo a
spargere il dubbio sulle divine credenze,
ma predichiamo solameate la certezza di
quelle credenze che sono basate sulla
divina parola unicamente infallibile. V(fi
dite che noi predichiamo l’errore, ma
pure sapete che non portiamo che il Vangelo; credete voi che il Vangelo .sia un
errore?
« Fin qui si distribuivano gralis a
larga mano or la Bibbia adulterata,
ed ora scritti apertamente ostili ai
dommi, al culto ed alla morale della
Chiesa cattolica.
Chi non vi conoscesse, monsignore, potrebbe credere a tali vostre faul'alucche ;
raa chi conosce il vostro zelo contro di
noi, non potrà credere che voi avendo la
legge cbe v i favorisce, non abbiale denunciato i distributori delie Bibbie adulterate
e degli scritti apertamente ostili alia religione dell» Stalo. Se voi non lo avete
fatto siete un prevaricatore, se io avete
fatto diteci quiuido, dove e quali sono
quegli scrini a cui voi alludete: se non
avete avuto occasione di farlo, voi mentile.
« Vedendo però rimanersi tali manovre senza eufresso, si tentò di comprare le coscienze coll’oro !
Qui vi aspettavamo, monsignore. Allorché i giornali clericali ci hanno fatto una
simile accusa, noi gii abbiamo trattati da
mentitori, da calunniatori, e gli abbiamo
sfidati a produrre un solo fatto in prova
della loro accusa: lo stesso facciamo a
voi. Se voi Don provate quest’accusa, nè
la mitra, nè il pastorale potrà salvarvi
dal comparire un calunniatore in faccia
agli onesti.
« Ma ora si va più in là : al sacrilegio e all’oro si aggiunse l’inganno;
nuova perfidia, di cui solo è capace
l’infernal nemico del bene. Girano
fra noi, come in altre province dello
Stato, uomini prezzolati e perversi
che, coll'apparente scopo d’un commercio qualsiasi o d’un’arte, s’introducono nei negozii e nelle case, e
perfin vi assalgono per le contrade,
onde vendervi a modico prezzo, o
farvi anche accettare con niuna o con
una minima spesa libriccialtolj pieni
di eresie e di bestemmie, e portanti
i più bei titoli in fronte, al fine di
sorprendere gli incauli, e fare da loro
stessi recare in seno alle famiglie il
più rio, quanto men sospettalo veleno.
Questa nuova perfìdia, di cui solo è
capace il demonio, consiste in questo,
che qualche cristiano evangelico zelante
si carica di libri di pietà, e cosi carico
gira nei paesi per venderli, non già per
farne un negozio, ma contento di guadagnare uo tozzo di pane, vende a poco
prezzo quei libri che gli Evangelici fanno
stampare non per guadagnarvi sopra ,
ma solo per ispargere la conoscenza della
verità. Questi merciaiuoli, chiamati da
monsignore uomini perversi non fanno
nulla di nascosto, non vendono libri vietati dalle leggi, non costringono nessuno
7
a comprarli, e dod attaccano in nessuna
mauiera la religione dello Stato. Sono
perseguitali, è vero, dappertutto da alcuni
preti, ma trovano da per lutto preti onesti
che li proteggono, e che sono i primi a
comprare i loro libri ; e fino ad ora nessuno di tali merciaiuoli è stato processato
per il suo commercio.
I libri poi, pieni di eresie e di bestemmie, e che spargono nelle famiglie il piìi
rio veleno, sono tali, siccome vedremo,
che monsignore stesso non saprebbe farne
dei migliori.
Qui poi entra monsignore a raccomandarsi allo zelo illuminato dei suoi preti,
affinchè si oppongano ad un si scellerato
procedere, poscia siegue cosi :
« A tale, oggetto, pubblico qui unito
il catalogo di alcuui fra i libricciattoli
suddetti che già si sparsero qua, e
che ho qui presso di me, perchè stati
consegnali da coloro cui furono distribuiti ffraiis da una specie di raerciaiuoh scoDo.sciuti. Ogni giorno un
nuovo ve u’esce ; loro cangiasi il titolo, ma tutti tendono allo stesso
scopo, ad insinuare cioè gli errori del
Protestantesimo a danno della verità
cattolica. Li punti principali e maggiormente presi di mira sono la confessione , r eucaristia , la necessità
delle buone opere per salvarsi, ed il
culto di Maria Santissima nostra tenera, nostra carissima madre; libri
che nessuno, non munito di apposita
facoltà, potrebbe leggere o ritenere ;
nessuno cui prema l’onore e la pre
ziosa qualità di cattolico, potrebbe
anche solo accettare per non esporsi
al pericolo di trovarsi trascinato a
discussioni alte solo a sconvolgergli
quell’armonia interna tra lo spirito
ed il cuore, che dall’autorevole e
pietoso intervento di Dio per mezzo
dei sacramenti, si ha, e senza di cui
non potrebbe vivere contento, nè morire tranquillo.
Noi non vogliumu decidere se iu questa
lunga lilastrocca sieno più le menzogne
0 le parole, nè vogliamo entrare a rilevarle. Vogliamo però dare una spiegazione a monsignore intorno a quei libri
che i merciaiuoli distribuiscono gratis,
secondo lui. Quei buoni merciaiuoli non
forzano nessuno a comprare i loro libri,
ina se taluno si mostra invaghito di alcuno di essi, se mostra desiderio di leggerlo e di averlo, e protesta di non aver
danaro per comprarlo, in questo solo caso
il merciaiuolu lo dona. Sappia dunque,
monsignore, ohe coloro cbe gli hanno
consegualo quei libretti erano tanti ipocriti che hanno ingannalo il merciaiuolo.
Non possiamo però fare a meno di fare
rilevare una calunnia di monsignore. Egli
dice che in quei libri di cui ci dà nota si
attaccano i dogmi della Chiesa romana, e
principalmente la confessione, l’eucaristia, la necessità delle buone opere, e il
cullo di Maria. Monsignore sa di calunniare, e perciò lo sfidiamo formalmente
a citare i passi di quei libri di cui ci dà
nota, nei quali siano attaccate le suddette
dottrine.
Intanto per non andare troppo per le
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lunghe esaminiamo la nota dei libri denunciali da monsignore :
Esercuii di pietà deh i,a comunione.
È questo un libretto che non contiene
se non che preghiere da farsi prima o
dopo la Comunione. Noi sfidiamo monsignore a trovare in questo libro un sentimento cbc non sia di pura edificazione,
e vorremmo che il Cattolico il più scrupoloso io leggesse senza prevenzione e ci
sapesse poi dire se monsignore dice il
vero :
PllKGHIERE 1>I famiglia.
E un libretto che contiene un manuale
di preghiere per il cullo delle famiglie
cristiane, nel quale non vi è neppure uua
lontana allusione ai punti di controversia.
Salmi scelti.
Sono dieiolto salmi di David, e si dicono scelti perchè sono quelli nei quali
si contengono le preghiere le più fervorose del reale profeta; sono quei salmi
cbe monsignore ha nel .suo breviario,
la più parte dei quali il suo popolo recita
nelle chiese in latino. Tulto il nostro delitto dunque consiste nel fare compren
dere al popolo quelle preghiere che monsignore non vuole che comprenda.
Cibo quotidiano (dell’anima).
È un libretto nel quale si propone a
meditare un passo della Sacra Scrittura
per ogni giorno dell’anno, ed in tutto il
libro uon vi è una parola cbe non sia
della Bibbia.
Í..A vera Croce.
Questo libretto indirizza l’uomo alla
pielà secondo il Vangelo.
Lettera ad un amico sulla autorità,
lo scopo e gli effetti del Crislianesimo.
Dispiace forse in questo libro a monsigqore cbe l’autore slabilisca in una
maniera popolare e logica la divinità del
cristianesimo? Gli dispiace forse che
l’autore coi passi della Bibbia conduca il
popolo a conoscere ciò che la Sacra Scrittura insegna relativamente a Dio, a Gesù
Cristo, a noi ? Ebbene, tutto questo e non
altro si contiene in quel libro.
Vita di Pietro apostolo.
Iu questo libro non vi è neppure una
parola che non sia traila dal Nuovo Testamento; ma forse dispiace a monsignore di non trovarvi nulla che autorizzi le sue pretensioni. Ma se. nella Bibbia non vi è, noi non lo potevamo aggiungere.
La Valesana.
È il racconto della morte di una vecchia donna, che come il buon ladrone
crede a Gesù Cristo sul finire di sua vila.
Inni e Cantici.
Noi sfidiamo monsignore a trovare un
concetto che sia ostile alla religione delio
Slato.
Omelie popolari.
Queslo libro non è evangelico. Non
sono gli Evangelici che lo danno ai merciaiuoli per venderlo, e perciò ci ricusiamo di assumerne la responsabilità.
I Confessori della verità
in Firertze.
K la storia delle sofferenze dei Madiai.
Dialoguetto (specie di Catechismo).
Sono alcune interrogazioni sulla religione, che hanno per risposta quasi non
altro che le parole del Vangelo. Possibile
che il Vangelo dispiaccia tanto a monsignore !
Per amore di brevità, tralasciamo di
rilevare allre menzogne, calunnie, insinuazioni che sono nella notificanza del
vescovo di Biella, e concludiamo dicendo
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che, quando un vescovo per accusarci
ba bisogno di ricorrere alla calunnia,
la sua accusa diviene per noi il più grande
trionfo.
JI . I-----------—--... . , -3
LlìTTEliE AL MIO l'.MUlOCO
Lettera III.
Stimatissimo signor Parroco.
I dubbi che le ho esposto uelle mie
precedenti lettere mi hanno condotto a
questa conclusione; è lecMto dubitare di
quello che dicono i preti; e siccome io
non sono nè ateo, nè deista, nè scettico,
nè indillerente, ma anzi credo che ia religione debba essere il primo ed il più serio pensiero d’ogni uomo, ho concluso
che non mi devo lasciar condurre da
chicchessia, ma devo esaminare seriamente da me la religione. Le apro dunque
il mio cuore, ed incoiDincio ad esporre le
mie ricerche, ed a manifestarle i miei
dubbii, pregandola ad avvertirmi ove sbagliassi, ma avvertirmi con buone ragioni, e non già con ingiurie, perchè queste
mi dimostrerebbero soltanto il suo torto.
Non appena giunto a questa conclusione mi determinai a leggere la Bibbia per
esaminare sopra di essa la mia religione
ed attenermi scrupolosamente a quello
che dice la Bibbia, lo mi diceva; la Bibbia è parola di Dio; la religione deve essere rivelala da Dio; dunque deve essere
nella Bibbia, e quella religione che none
nella Bibbia nnn è rivelata.
Ma qui mi sorgeva una nuova difficoltà.
Io mi rammentava di avere sentito dire
tante volte sì da Lei che da altri preti, che
la lettura della Bibbia è vietata dalia
Chiesa, che produce più male che bene,
che è cagione di tulti gli errori e della
perdita della fede, e cose simili. Allora
incominciai a riflettere seriamente, ed ecco io succinto il risultato delle mie riflessioni che sottometto ai suoi lumi acc.ò
voglia avere la bontà di correggermi se
prendo abbaglio.
La Bibbia, io diceva, è la Parola di Dio
rivelala agli uomini; e in questo ne conviene anche Lei, se non m’inganno. Ora
a me pare che se Dio ha rivelato la sua
parola agli uomini, non solo permette, ma
desidera, ma vuole, ma ordina che gli uomini conoscano la sua parola, e s’istruiscano in quella. Se Dio si è rivelato agli
uomini nella Bibbia, gli uomini non solo
hanno il diritto, ma hanno l’obbligo preciso ed assoluto, meno una impotenza
non colpevole, di conoscere la rivelazione
di Dio.
io ho promesso di aprirle il mio cuore,
e perciò non deve offendersi se le dico
chiaramente ciò ch^ penso. A me sembra
che un uomo il quale voglia proibirmi di
leggere un libro che Dio mi ha dato nella
sua misericordia affinchè conosce.isi la
sua volontà, che deve essere la regola
della mia fede e della mia condotta, e
sulla quale dovrò essere giudicato, uu
uomo dico che m’impedisse di leggere la
parola di Dio mi sembra un tiranno, un
empio, un incredulo, un uomo che voglia mettersi a cozzare con Dio, un nemico del genere umano che cerchi mantenerlo nella ignoranza religiosa e dannarlo.
Dopo tali pensieri come vuole che io possa credere che il papa, i vescovi, la Chiesa cattolica in somma proibisca la leltura
dello Bibbia? io diceva tra me e me; il
mio Parroco mi ba iogaonato, non è pos-
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sibile che la leltura delia Bibbia sia vietata.
Io f/ueste incertezze andai a trovare il
teologo B. egli domandai seniplicemente
a rispoudermi se era vero o no che la
Chiesa proibiva la lettura della Bibbia.
Egli voleva iDcominciare colle sue distinzioni; ma io lo interruppi dicendo di volere una risposta netta. Egli allora avvicinatosi ai scalTali della sua libreria trasse
fuori l’indice dei libri proibiii e mi fece
vedere uella regola IV la proibizione espressa di papi» Pio IV; lale proibizione
fondata sulla ragione cbe la lettura della
parola di Diu produce più male che bene:
lui fece vedere un decreto di uu concilio
di Tolosa che proibisce perfino l’ufiìcio
della Vergine in volgare; mi fece vedere
uo decreto di papa Clemente Vili che
conferma e restringe aucur più la proibizione di Pio IV; mi fece vedere una bolla
di Clemente XI, una bolla di Pio XI, due
brevi di Pio Vili, una enciclica di Leone
Xll, una di Gregorio XVI, ed una di Pio
IX, e con quesii documenti ebbi la evidenza che il papa realmente vieta la lettura della Bibbia.
Ma siccome in tutte (|ueste proibizioni
di .papi m>n potei rinvenire una ragione
che mi convincesse della giustizia di esse, e che distruggesse le ragioni sopraccennale in favore della lettur» della Bibbia, mi determinai a leggere qualche opera di dolio e zelante cattolico che parlasse ex professo della Bibbia. Slava guardando negli scatlali del mio teologo, e
vidi un’opera di molli volumi in quarlo:
traggo da quelli il primo come per cu
riosiltt e vi leggo questo titolo : « Disserliizione preliminare, o prolegomeni sopra
la Bibbia, per servire di suppleuieuto alla
biblioteca degli autori ecclesiastici: opera
di Luigi Elia Du-Pin, dottore in teologia
e professore nella reale facoltà di Parigi ».
Domandai al teologo che mi prestasse
quel libro, e corsi a casa per ¡studiarlo.
Du-Pin, io diceva, è un gran teologo, è
un zelantissimo catlolico, e sicuramente
in questo libro troverò il modo di convincermi.
Giunto a casa apro il mio libro, cerco
nell’indice, e trovo al capo nono, al paragrafo secondo indicatomi la seguente questione; — iiLa .santa Scrittura è stata fatta
per essere letta da tutti i fedeli, ovvero
soltanto dai preti e dalle persone dotte.'’»—
Ecco precisamente la mia queslione; apro
avidamente alla pag. 224 ove era sviluppata la questione e leggo. Ma quale fu
la mia sorpresa scorgendo che il DuPin comincia la discussione con queste
precise parole; « Sarebbe difficile il credere che potesse essere venuto nella
mente degli uomini un paradosso cosi
straordinario siccome queslo, che la santa
Scrittura dell’anlico e del nuovo Testamento non sia stala fatta che per essere
letta dai preti, e dai dotti; e che la sua
lettura fosse stata sempre vielata alla
comuoe del popolo, per il quale essa dovrebbe essere un mistero nascosto; e
ciò secondo l’inlenzione di Dio e degli
autori sacri». —
Caro signor Parroco, al leggere queste
parole del celebre teologo, io non credeva a me stesso. Ma tiro innanzi, e trovo
che egii dimostra con nuove ragioni, una
più incalzante.deU’allra, che la Bibbia è
fatta per lutti, che tutti possono e devono leggerla; e mentre nelle bolle e nei
brevi dei papi non trovo neppure un passo della Bibbia in appoggio della proibi*
11
zione, il teologo Du-Pin cita nientemeno
che quarantacinque passi della Bibbia pef
dimostrare l’obbligo che ciascuno ba di
leggerla. Ma senta ancora che vi è di peggio. Nel paragrafo seguente il Du-Pin cita
un centinaio circa di passi tolti da tutti 1
santi Padri cominciando da s. Clemente
romano che è stato il primo, fino a s.
Bernardo che è stato l’ultimo, nei quali si
dimostra l’obbligo assoluto cbe tulti i
cristiani hanno di leggere la Bibbia.
Ora a noi, signor Parroco; Lei è uu
teologo cattolico, il Du Pin è ugualmente
un teologo cattolico; ma Lei e Du-Pin iuseguano due dottrine contraddittorie; a
chi dovrò io credere? Lei non mi dà per
ragione che la proibizione di qualche
papa che ha vietato di leggere la Bibbia;
Du-Pin mi cita l’ordine di Dio di leggerla
ripetuto quarantacini]ue volle; la prego
dunque di dirmi se devo credere piij al
papa che a Dio. Lei mi dice che la Chiesa
ne ha sempre proibito la leltura, ina non
me ne dà alcuna prova; Du-Pin, teologo
cattolico quanto I.ei, mi dimostra citandomi più di cento documenli l'.he la Chiesa antica ne ha sempre incnlrAto la lettura: anchè su questo la prego di Uno
schiarimento. Finalmente Lei mi dice che
gli eretici sono quelli che raccomandano
la lettura della Bibbia per corrompere la
IVde, ed io vedo invece che lutti i papi
santi dei primi secoli, e tutti gli altri padri d'ella Chiesa l'hanno raccomandata: o
Lei dunque è un menzognero, o un s.
Clemente romano, un s. Cregòrio, un s.
Leone, e tulli i padri sono eretici.
lo aveva promesso aprirle il mio cuore,
e l’ho fatto: io non altro desidero che conoscere la verità per .seguirla. Se Lei
crede che io sia in errore, la prego a di
singannarmi: soprattutto veda, a me basterebbe che si potesse citare un solo
passo della Bibbia, ma chiaro ed evidente,
nel quale fosse dello al popolo «non leggete la Bibbia se non volete andare dannali ». Attendo dalla sua gentilezza questo
passo, ed iulaulo mi ripeto suo
Dev.mo Sèrvo
FlLIBEnXO.
Molto volerititìri tliamo luogo nelle
nostre coUinne ;il seguente
Avviso AL puiiBLico Evangelico
Onde prevenire ogni malintesa e
neH’interesse della verità, crediamo
debito nostro di flssare l’attenzione
de’fratelli stranieri sopra una questua
(ci asteniamo di qualifìcarlaì, tentata
presso di loro a favore della Chiesa
francese e deH’evangelizzazioue (italiana ? ) in Nizza,
La Cappella evangelica di questa
città, fondata nel 1849, dalle cure
premurose di amici cristiani, dallo
zelo indefesso della contessa d’Eglofstein, e fin dal 1853, diretta dalla
Chiesa delle Valli del Piemonte, che
vi fa predicar il Vangelo in francese
ed in italiano , rimane estranea affalto alla sopraccennata questua.
La benevole simpatia de’ protestanti domiciliati ed in soggiorno a
^’i^^a — la benedizione visibile di
Colui che non disdegna i deboU principii, ie sono pegno .sicuro e prezioso
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che Ja buona mano del Signore è sopra di essa. Elia sarà fra breve, speriamo, in grado di offrire ai suoi
fratelli di varie comunioni evangeliche, un luogo fisso di culto.
Noi raccomandiamo questa sua
opera importante alle preghiere, allo
interesse di tutti coloro che amano
il Signor Gesù.
JVizra, addi 27 marzo 1854.
B. Malan, past.
NOTIZIE RELIGIOSE
TOR1.NO. L'Armoììia in una sua corrispondenza di Roma, dà la notizia che
l’Inghilterra ha eccitato ¡I Governo piemontese ad acconciarsi col papa. Il corrispondente anonimo àcW'Armonia non
risparmia in quest’ occasione nessuna
delle sue solite ingiurie ed invettive contro il Governo piemontese. Se si considera da qual canale viene una tale notizia, dovremo dire che essa merita conferma.
— Sono pochi giorni dacché ii famoso
abbate Cassiano De Coll si è lasciato vedere in Torino. I nostri lettori si rammenteranno di questo celebre impostore, il
quale fabbricò di pianta gli atti di un
supposto Sinodo dell’alta Italia , e si accreditò da se stesso con false carte, siccome deputato del Sinodo presso la Chiesa
anglicana. L' Armonia ed il Catlulino
l’anno scorso cantavano vittoria per la
conversione, essi dicevano, del De Coll.
Ebbene ora sappiamo di certo che que
^t’irnpostore cerca di nuovo ad ingannare
i protestanti, inglesi specialmente. Ci si
dice che la polizia lo cercasse, ma egli
abbia saputo sottrarsi alle sue ricerche.
Ci si dice ancora che siasi diretto verso
la Svizzera. Noi abbiamo creduto nostro
dovere di avvertire i uostri correligionarii acciò non si lascino ingannare da
cotest’uomo.
Francia, Renms. Si parla molto, dice
Le progrcs de Rennes, di uo miracolo che
sarebbe accaduto recentemente a Rennes.
Il miracolo sarebbe una nuova apparizione della Vergine: ma questa volta
Don sarebbe comparsa ad un fanciullo,
bensì ad una vecchia contadina. La vecchia dice di aver veduto in una notte la
Madre di Dio, vestita con un abito più
risplendente del sole ; ma il suo viso
aveva l’espressione di profonda tristezza.
La Vergine annunziava alla vecchia che
il pane sarebbe ancora rincarilo , e che
nel I8ì)<i si sarebbero chiuse tutte le
chiese, che non si sarebbero riaperte che
nel Ì8S3. Intanto l’apparizione ordinò
alla vecchia di fabbricare una cappella
in suo onore per mezzo di una sottoscrizione. I preti hanno aperta la sottoscrizione e corrono il paese non già per portare soccorso ai poveri affamati, ma per
prendere quello che possono, onde fabbricare la cappella miracolosa.
TiiicHiA. — Da venti anni a questa
parte, diceva nella Camera dei Lords di
Londra il presidente della Società Biblica, lord Shaftesbury nella seduta del IO
marzo, la Bibbia ha circolalo nella Turchia con una rapidità che ha quasi dell’incredibile. In più di venti località tra
cillà e villaggi esistono congregazioni evangeliche composte di persone uscite
dalla chiesa greca. Fra gli Armeni sia in
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Costaotinopoli sia altrove esiste ud diovìDiento marcato verso la chiesa evangelica. Sessantacioque istitutori spargouo la
cogDiziooe del Vaogelo fra la gioventù.
In CostantÌDopoli esistono li scuole evaageliche. Gli sforzi dei cristiani evangelici
non incontrano alcuna opposizione materiale se non che per parte dell’alto clero
sia greco, siu armeno. Le associazioni
religiose sono permesse in lutto il paese.
A Costantinopoli, a Bukarest ed in altre
prandi ciltà si stampano Hihhie nelle lingue orientali e specialmente in turco. La
Bibbia si vende in lurchia in iO diversi
depositi. I colportori ed altri agenti percorrono liberamente tutte le provincia evangelizzando e spargendo le Scritture,
ed i missionari di America e di Europa
evaugelici o cattolici romani hanno la
stessa pienissima libertà.
(Archives du Christianisme).
Russia. — Lo czar, sollo pretesto di
liberlà religiosa, ba mosso la guerra alrOrienie: ebbene vediamo quale è la liberlà religiosa che egli accorda nei suoi
.Stati. Togliamo questi dettagli dallo stesso discorso del nobile lord Shaftesbury,
secondo la versione degli Archivi del Cristianesimo:
Veruna associazione religiosa è permessa In Russia. É proibito d’introdurre
Bibbie se non che nelle lingue incognite
cioè in inglese, in francese, in italiano,
ed in tedesco; neppure un esemplare
della Bibbia in russo moderno, sola lingua conosciuta dal popolo, può essere
messo in circolazione, ed i contravven
tori sono puniti colle pene le più severe:
e si crede che dal 1823 nun è stato stampato io Russia neppure un esemplare
delle S. Scritture in lingua del paese. Due
milioni d’israeliti abitano il paese, ma
l’iraperatore ha vietato nella maniera la
più severa la introduzione della Bibbia
ebraica. Quanto alle missioni evangeliche
sono assolutamente proibite non solo fra
quelli della religione greca, ma anche fra
gl’idolatri che sono in gran numero nell'impero. .Sono perfiD0'*fra di essi vietate
le missioni della chiesa greca. 1 fratelli
Moravi avevano molto travaglialo fra i
Tartari Calmucchi che abitano fra il Mar
Nero ed il Cnspio, e nel 1823 si contavano
circa 300 idolatri convertili. Fu vietato
ai missionarii di batlezzarne anche uno,
e nel 1821 furono costretti ad abbandonare la missione. La socielà delle missioni di Scozia aveva mandati i suoi missionarii nella Tartaria russa nel 1802, e
nel 1823 questa missione aveva fatto
molli progressi, ma nel 1823 avendo battezzato un maomettano convertilo, il governo perseguitò lanlo lale missione, che
i missionarii furono costretti ad abbandonare il campo del loro travaglio. La
società delle missioni di Basilea aveva incominciato una missione in Persia fra i
Tartari sui confini della Russia; ma avendo trovatedellediflìcoltù passarono ÌIcodfine ed entrarono in Russia e vi si stabilirono in numero di oltoodieci: dieci anni
dopo furono scacciati dal governo. La società delle missioni di Londra aveva intrapreso una missione nella Siberia sui
confini della Tartaria cinese; quesla missione fu secondala dall’imppratore Alessandro, e vi si unirono dei missionari
russi; nel 18tl la missione fu distrutta
perchè non piaceva al governo.
Da questi falli si veda quanto sono
vere le dichiarazioni dello czar di fare la
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presente guerra neH’interesse della libertà religiosa.
Stati Uniti.—Leggiamo nel Crusader Il seguente falto accaduto in Nuova
York.
Il sig. Jenkinson protestante dimorante
in Nuova York, aveva in moglie uua donna cattolica, la quale mori il 5 corrente
marzo, e lasciò due figli uno dell’elà di
selle anni, l’altro era un bambino di sette mesi. Il sig. Jenkinson, dopo la morte
di sua moglie, mise a dozzina per il momento i due fanciulli in casa di un tale
sig. Murpley. Ma avendo poscia trovato
uua casa che maggiormente gli conveniva, andò per prendere i suoi figli. La sua
sorpresa fu grande allorché nella libera
America senti dirsi dal sig. Murpley, zelante caltolico, che egli aveva ricevut^o
ordine dal vescovo di nou consegnare i
figli, neppure al proprio padre, senza il
3U0 permesso. Il povero padre corse immediatamente da un legale per sentire il
suo parere; ma io quel mentre si avvenne nel sig. Maltewaon su» grande amico, al quale narrò il fatto, e tornarono
ambedue in casa del Murpley, il quale
non solo si ricusò di nuovo, ma preso da
santo zelo cattolico contro i due eretici,
percosseli sig, Mallewson coirattizza-fuoco che aveva in mani. Condannato dal
magistrato alla multa di ire dollari, ha
appellato lenendosi gravato. Intanto i fanciulli non si trovano più, ed è stato detto
al padre che il vescovo deciderà ove debbono essere educati.
Noi speriamo che a quest'ora i tribunali americani avranno fatto rispettare il
diritto sacrosanto dello paterna potestà;
ma intanto questo fatto ci dimostra che
i clericali sono dappertutto i medesimi.
— Leggiamo nello stesso giornale un
altro fallo accaduto in questi giorni a
Boston, Una lale Catterina Reilly irlandese stava in qualità di domestica presso
una rispettabile famiglia. Sono circa due
anni dacché questa giovane aveva abbandonalo il cattolicismo per divenire evangelica. La madre, i parenti, i compatriotti
fanalici, e soprattutto i preti, 1’ avevano
tormentata in tutte le maniere per lo spazio di due anni onde farla ritoinare al
cattolicismo: non contenti delle esortazioni e delle minaccie, le avevano fatti vedere, dice il giornale che citiamo, e le
avevano promes.si ricchi doni se acconsentiva a tornare cattolica; ma Catterina
stava dura. Venerdì scorso febbraio)
una persona mandata apposiiaiiieiite, avvisava la Calterioa che sua madre era
moribonda e che desiderava rivedere la
figlia prima di morire. Essa corse affannala; ma invece della madre moribonda
trova la madre in otlima salute, un prete
e molle altre persone che I’ attendevano.
Il colpo era stato cosi tirato per cogliere
Catterina alla sprovvista, ed in uno stato
dì angoscia. Il prete l’apostrofò in maniera terribile appena entrata nella camera, la chiamò apostata, dannata, e le disse che l’inferno era aperto sollo i suoi
piedi; la madre non fu più pietosa del
prete; dimodoché la povera fanciulla non
sapeva se q'jeUa era una realtà o uua apparizione. Per circa due ore il prete, la
madre ed i circostanti tormentarono la
povera giovane, fino a che uscita interamente fuori di ragione le riuscì di fuggire. Non si sa ove passasse quella notte;
solo nel dopo pranzo del giorno dopo tornò dal padroni; nia era in uno stato di
completa pazzia. La domenica (26 feb-
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braio) iisfii di casa, e fino al -i| marzo,
giorno della piibblicazione del Crusader,
non si era più saputo nulla di essa.
Ecco ua altro frutto della fanatico intolleranza.
CROAACnETTA POLITICA
Parjh.—Domenica23, mentre il Dura,
reduce dalla passeggiata ver.so le S e 3|.l
stava per entrare nel R. Palazzo, fu da
UDO sconosciuto ferito dhI basso ventre
da un colpo di stile, dal quale S. A. morì
ventiquattro ore dopo.
Nulla è ancora trapelato sulle cagioDi
e sulle circostanze del uccisione. D Duca
era di età di 31 anni ; lascia i flgliuoli,
due maschi e due femmine. Il primogenito, principe Roberto, nato il 19 IukIìo
1848, gli succede sotto la reggenza della
madre.
Roma. — È morlo il ministro del commercio e lavori pubblici sig. Caiiiilln Jacobini, il meno cattivo, dicesi, fra i ministri papalini. Molti sono I pretendenti a
surrogirlo.
Frangi*. — Parigi i!7 marzo. — Oggi
il sig. Billault, presidente del Corpo legislativo, ha datò leltura .-.Ila Camera, in
nome dell’imperatore, di un messaggio,
il quale annunzia che le ultime risoluzioDt del gabinetto di Pietroburgo costituiscono la Russia in uno stalo di guerra,
la cui responsabilità ricade tutta intiera
sopra il governo russo.
A questa letlura successero energiche
acclamazioni di tutta l’assemblea. Il presidente poscia dichiarò che l’imperatore
può fare as.segaamento sul concorso una
nime del Corpo legislativo, come su quello
della Francia.
Il prestilo ha dato 4G7 milioni. I soscrittori sono in numero di 98 mila. Le
soscrizioni ebbero luogo per 308 milioni
al 3 0(0; e per 139 milioni al i I|2.
Avrà quindi luogo una riduzione del 32
per cento.
I.vGHiLTERRA. — I giornali inglesi annunciano la prossima partenza di un corpo
di cavalleria inglese per l’Orieute. Questa
truppa attraverserà la Francia, passando
per Parigi, ove sono già date disposizirmi
per ben riceverlo.
— Nella seduta della Camera dei lords
del 24lord Clancricard chiese a lord Aberdeen se il governo aveva intenzione di
far invocare la benedizione del cielo sul‘l’esercito inglese nella guerra contro la
Russia.
Lord Aberdeen rispose cbe la guerra
non era ancora dichiarata, e che quindi
una tal domanda era prematura; che del
resto esistevano nel rituale della Chiesa
stabilita alcune formole di preghiere da
recilarsi in lempo di guerra, seuza che
sia necessario ricorrere a disposizioni speciali.
Austria. —Ecco, secondo una corrispondenza della Gaizella di Colonia, la
questione cbe il barone di MeyendorCr,
ambasciatore delio Czar, fece aH’imperalore d’Austria nell’udienza concessagli da
S. M.;
« Lo C?ar è soddisfatto della neulraliià
austriaca; ma siccome nelle circoslanze
attuali gli evenli potrebbero prendere un
corso incalcolabile, le Czar desidera sapere quali sarebbero le eventualità che
potrebbero decidere l’Austria ad uscirp
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dalla sua neutralità e da qual parte si
schiererebbe. Avuto riguardo alla gravità
della situazione lo Czar deve insistere per
una risposta categorica su questo punto »,
Prussia. — La Prussia è sempre tentennanle. Si conferma che dei 21 membri
di cui è coiiiposla la commissione che
deve esaminare il progetto d’imprestito,
1(i appartengono alla sinistra.
Pare che le potenze occidentali p^r
ora uon facciano altr’opera che attraversare quel conceria di neulraliià, che sarebbe l’oggetto delle tratlative pendenti
oggidì fra la Prussia e l’Austria.
Dammarca. — L’.\inmiraglio Napier,
comandante In capo della squadra inglese del Baltico, si trova ancora a Copenaghen.
Grecia.—Scrivono all'Osseru. Triest.
in data di Atene Ì7 marzo : « Dacché il
tempo si mise al bello tutta la Grecia è
in movimento. Gli uni si apparecchiano
alla guerra, gli allri preparano bandiere,
altri si limitano modestamente a fare filacce. Diremo fra parentesi che fra le
tante bandiere quella ricamata dalle dame Fanariste è la più bella e degna del
più grande capitano. Vari distaccamenti
di emigrati partono tulti i giorni da tutte
le provincie della Grecia, nonché dalla
capitalo alla volta del teatro d’insurrezione. Il corpo di volontari di JannlCosta è partito la sera del 14 corrente ;
ieri abbandonò Atene il corpo sotto gli
ordini di Choiirmoiisy f vice-presidente
della Camera dei deputati). Ogni ciltà,
ogni provincia s’impongono tasse da sè,
aprono sottoscrizioni per formare corpi
di volontari, i quali vengono affidati a
qualche militare anziano della provincia.
DISPACCIO ELETTRICO.
Parigi, 30 marzo, ore 9, m. 10. fRicevufo a Torino alle 10, m. 4o).
Le truppe inglesi sono partite da Malta
per Gallipoli, ove arrivarono quattro mila
Francesi il 27 marzo.
Quindici mila uomini sono partiti dalla
Francia per l’Algeria.
50 mila uomini saranno riuniti al principio di maggio io Gallipoli, e si sono
dati i provvedimenti per aumentare il numero. ove fosse necessario.
— 13 marzo, l Russi in numero di
18,000 passarono il Danubio, ed hanno
occupato Geschild.
— ■iì) marzo. Il generale Gortschakoff
volendo occupare risola di Turtukai, ha
perduto 2|m. uomini, avendo i Turchi distrutto il ponte.
Direttore P. G. MIULLE.
Grosso Domcmco gerente.
IL
CRISTIANO FILOSOFO
TRIONFANTE DELLA MORTE
REUÌ7IONC
OEUE rLTI/HESCEA'E DELLA VITA
«lei (tott. ÌQ medicina
WILLIAM GORDON, F. I.. S.
DI KINGST0S-lil>0:i-H«LL
DI NEWMAN HALL, B. A.
Traduiione daWingleie.
TIP. <Ì0C. DI A. PONS E COMP.