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LA BUONA NOVELLA
SoKUCnd»' la iii ll.j ìiH ì
Ins. iV.i...
Si dislribnlscc ogni Venerdì. — Per wdun Numero reiilesimi 40. — Per caduna linea d’inserzione centesimi 2(1.
€ondi«^nl d’AsHoclazlonei
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Bellora, N« J2, 3" piano; c dn! Fralolll l*lnnrn lihi-ai, viu H. V. riey;li Angili, p.nul .i.
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Parigi^ dallalibreriaC. M«*yrncis, riic Tronrhel, 2;dal «g. ÌVyr»»i-T»nel IìIm-hìo: 1jì*m ,
dai 8ÌgK* l>^nis et Fekil Pierre librai, rue Neuve, 18; GixEMU,dal Ki(j. K. Horixid libraio;
Lo8A!<na, dal sig. DelafoniainO libraio.
ANCOR.V
DELLTMMACOLATA CONCEZIONE
Su cho mai ha fondato il papa il domma delrImmacolata Concezione? — Vediamo cho gli
stessi cattolici romani ne dimostraoo vittoriosamente la novità , che bisogna aVoro tutto
l’ardire dell’.lmonia per insegnare ai Piemontesi che quella strana dollrina è stata creduta
€sempre, da tutti, e dappertutto », oche bisogna
ricorrere al sotterfugio dr una opinione privata
dei Padri, e della loro opinione oITlciale, che
sola è organo della tradizione. Meno male so
si dicesso che fu la loro privata opinione, poiché quella che hanno espressa nei loro scritti
v’è appunto affatto contraria. Sant’Ambrogio
insegna che Gesìi solo ò nato senza peccato
(in Salm. 418). Sant’Agostino dichiara formalmente che Maria k nata, al pari di tutti, in
peccalo e corruzione, e per il peccato è morta
{Maria ex Adam mortua jn opter peccatum. In
Salm. 3i, Sermo II, 3). Ciò che ripugnava
a quest’ultimo di ammettere, non è già che la
di lei nascita fosso diversa da quella d’ogni altra
creatura umana, ma che avesse peccato volontariamente. San Crisostomo non fa poi manco
quella riserva, e non teme di dire che alle nozze
di Cana, quando chiedeva a Gesìi un miracolo,
ella peccò per importunità ed ambizione [Homel.
in Hat. 43). Secondo san Basilio, la spada che
trafisse il cuore della Vergine, fu il dubbio
sulla divinità di Gesù Cristo; in che non vogliam diro che avesse ragione, cho non fallisse,
poiché per noi ogni uomo è uomo, e pertanto
fallibile, come ogni donna è donna, e pertanto
non mai adorabile. E come noi, la pensarono
certamente quegli stessi Santi Padri della
Chiesa; poiché Epifanio, con eloquenza e con
energia di verità dimostra, che se Dio non
vuole che gli angeli sieno adorati, molto meno
concede cho lo sia Maria discendente da .\damo.
In quanto a provare col Vangelo l’Immacolata Concezione, non vi sarà chi no assuma
l’incarico; poiché non v’ò il minimo appiglio.
E primieramente non tolgasi a Maria quell’umillà singolare che la fece accetta a Dio, oche
meglio d’una maravigliosa concezione, l’onora.
Ella protesta contro ogni culto che le si volesse
prestare, contro la sua pretesa immacolata concezione, rallegrandosi nel suo Saltatore (ne
aveva bisogno anch’essa) o celebrando la divina
misericordia. Del resto gli Evangelii dicono
pochissimo di essa, e nulla della sua purezza
originalo, nè della sua perpetua verginità, poiché anzi nominano i quattri fratelli di Gesù
Cristo.
Nelle Epistole non è mai mentovata; lo é,
in un modo affatto indifferente, negli Atti ;
e son così lontani gli apostoli dall’ insegnare
l’immacolata Concezione, che essi stabiliscono
una dottrina del tutto contraria, dicendo non
esservi distinzione, tutti aver peccato, tutfi essero privi della gloria di Dio ; e la morto
essere trapassata in tutti gli uomini per Adamo,
nel qualo tutti hanno peccato {ìiom. iii, 22,
23, V. 12). Or come pretendere cho debba farsi
necessariamente un’eccezione per .Maria quando
il Vangelo ha dotto non doversene faro alcuna?
non avrebbe saputo, non avrebbe dovuto l’apostolo farla prima di noi, so esistesse? — Una
distinzione è da farsi per Gesii, per il Salvatore, poiché so egli stesso fosse nato in peccato, non potrebbe più essere Salvatore, anzi
avrebbe da salvar se stesso, e forse noi potrebbe manco: imperocché, corno si farebbe
puro colui che nasce, che è generato impuro?—
Quella distinzione sola può essere supposta necessaria; ed é pur vera, essendo fondata sulla
stessa divina natura di Gesù Cristo, la qualo
non può essere affetta di peccato, e non poteva
personalmente unirsi all’umana, senza che questa ne fosso purificata e sublimata. Gesù è
immacolato perché é figlio di Dio, perchè non
per l’uomo nacque, ma per lo Spirilo Santo,
dal seno d’una vergine. .Ma egli è Redentore
perché non solo è figlio di Dio, ma ancora figliuolo dell’uomo, atto a conciliare in sè Dio e
l’uomo, cancellando per l’espiazione, il peccato
che v’ha posto in mezzo l’inimicizia, le tenebre, la morte 1 Or egli non sarebbe manco vero
figliuolo dell’uomo se non fosse nato da una
donna pari ad ogni altra ; e Maria non sarebbe
più pari alle altre donne, non sarebbe più
umana creatura, ma un essere divino se ella
fosse nata per immacolata concezione. Dunque
con questo nuovo domma non solo viene ad
essere alterata la vera umanità di Gesù Cristo,
e divinizzata la Madonna, ma é attaccato alla
base il domma della redenzione ; sì che é da
notarvisi una triplice enorme eresia: l'apoteosi
d’una creatura, una specie d’eutichianismo nell’assorbiro la natura umana di Cristo nella divina, quindi invece della sola e perfetta mediazione di Gesù Cristo, la necessità di altri mediatori, l'intercessione della Madonna e dei
Santi.
Una dottrina così piena d’eresie non può essere originata cho dall’eresia.
Negli Evangelii apocrifi, informi tessiili di
leggende favolose ed assurde, non mai ammessi nel canone della Sacra Scrittura, ma facilmente raccolti con avidità dal volgo amico
del maraviglioso, — in quegli Evangelii pro
scritti dalla Chiesa, trovasi l’origine del doiniiia
cho test»' la Chiesa romana ha d(>riso <• promulgato. Nel pseudo-Mathei Evangeliuni .Maria é
detta Mater benediciionis aelernrin : maraviglioso sono tutte le circostan/.o delia sua infanzia : ella é oggetto di ammirazione universale
per i suoi miracoli; è nudrita dagli angeli che
conversano con essa, li tiene come servi, ed
opera guarigioni miracolose. E cliiamatii la
regina delle vergini. Ottimo Evangelio per la
Chiesa del papa, cho avendo messo all' iiulico
il vero, dicondono pericolosa la lettura, non
avrebbe più cho da sancire quelli fin qui tenuti
apocrifi dalla Chiesa, e divulgarli nel popoh)!
Ma i Gesuiti inventano altre favole, altri miracoli, senza andare in corca di quelle anticaglie.
— Nell’Evangelio delia Natività di Maria, mi
angelo annunzia che essa sarà ripiena dello
Spirito Santo fin dal ventre di sua madre; cd
invece di quest’annunzio autentico, ma coulrario all’immacolata concezione: tu hai trovato
grazia appo Dio (Luca, i, 30 — sonoi peccatori
che hanno da trovar grazia, non i giusti;, quest’altro v’é espresso: « Virgo Domini gmiinsima. Virgo gratia plejia*. In queste parole
dell' Evangelio apocrifo, non in quelle di saii ,
Luca , il cattolico romano ravviserà la sua credenza. Perciò i teologi romani dicono che è
pericolosa la lettura dei veri Evangelii, che può
pervertire la fede, condurre al protestantismo,
airerroro : per ossi la verità é ciò che la Cliiesa
stessa ha dichiaralo falso, apocrifo! 0 ingegnosi
custodi dello tradizioni ! Convertire in domma
ciò che non era cho leggenda, e proscrivere
come eresia ciò che é insegnato nella .Sacra
Scrittura! Un altro Evangelio piii recente fa
della Vergine nostra Signora Domina Hera :
ecco una dottrina altrettanto conforme alla romana, quanto è contraria alla cristiana; poiché
quelito é, secondo Cristo, il ¡iriino e gran romandamenfo: * 11 Signore Iddio è l’unico Signore. .\ina il Signore Iddio tuo con tutto il
tuo cuore, o con tutta l'anima tua, e con tutta
la monte tua ». (.Marco, xii, 30).
Nei primi tre .secoli, fuori di quelle leggende,
invano si corcherebbe l’esaltazione di .Maria.
Ireneo col chiamarla Adtocala Erao, se leggesi nel contosto, non volle cho dimostrare,
come per Gesù Cristo che ella ¡lartorì, fu occasione di salvezza, mentro Èva fu cagione di
perdizione. Fa seguito alle leggende, una
setta di fanatiche donne arabiclK-, che istituirono una festa alla Vergine, e lo rendevano
cullo offrendole focaccie, cullydiria, ondo furono nominalo collydiriane. Ecco il filo della
tradizione. Ma qui la Chiesa è ancora contraria
al culto di Maria ; Epifanio lo combatte forte-
2
mente. — L’eresia di Nestorio che s’avvicinava
aU’arianismo, doveva coadiuvare aH’esaltazione
di Maria; perchò il Concilio d’Efoso, per garantire la divinità di Gesù Cristo, credette dovere
da Maria il titolo di madre di Dio, mentre non
ò madre che di Gosù-uomo, e non già di Ges'uDio. L’eresia d’EiUichio vicppiìi fortificò quella
tendenza; e lo confessalo stesso Lenain Tillemont, storico cattolico, dicendo ingenuamente;
«come non tutto ciò che viene dagli eretici è
eresia; i cattolici hanno stimato di poter continuare con divozione ciò che era stato iniziato
da coloro in cui aborrono l’eresia ». E un fatto
dunque, che l’origine di questo culto di Maria,
la sua radice è nell’eresia! Non si parla ancora punto dell’immacolata concezione; non
ve n’è l’idea chiara nello menti, ma dovea pur
trovarsi per giustificare il culto vieppiù generalo nel volgo superstizioso che già le canta
inni d’adorazione. San Bernardo, sebbene la
dicesse mediatrico presso Gesù Cristo, fece
ancora opposizione ai canonici lionesi, che volevano istituire una festa in onore dell’ Immacolata (1140). Egli rimprovera loro d'introdurre
una festa che la Chiesa non conosce ; celehrilatem quam ritus Ecclesiae nescit {Ep. 174);
e dico che tale fasta ò disapprovata dalla ragiono, e condannata dalla tradizione. — Non
probat ratio, non comendat antiqua Iraditio.—
Ma invano la ragione e la tradizione parlano a
favore di .san Bernardo ; la Chiesa romana decido un domma contrario alla ragione od alla
tradizione , quanto alla Sacra Scrittura. Nel
tredices-irao secolo , .san Tommaso aderisce
oiropinione di .san Bernardo, e la fa prevalere
sino ad oggi neU’qfdine dei Domenicani; mentre i Francescani, più amici del popolo, e più
imbevuti di volgari superstizioni, sostengono
pas.sionatamonte l’Immacolata concezione.
Ora il papa ha parlalo, la quistione è decisa,
Su tale decisione, i falli sopra citali danno
assai da pensare ai cattolici sinceri, c ci daranno ancora molto da dire.
MORALITÀ COMPARATIVA
dei paesi Evangelici e dei paesi
CaUollci-Romani.
Sotto questo titolo abbiamo di già pubblicato
nel nostro giornale (vedi la B. N. dell’anno scorso)
dietro i dati del reverendo Seymour, attinti allo
fonti più autentiche, alcuni confronti statistici
in riguardo agli omicidii nei varii paesi d'Europa.
Oggi completiamo il già detto, pubblicando, sempre dietro il medesimo autore, citato dal Chrétien Belge, lo stato comparativo delle nascite illegittime, limitandoci ad alcune grandi capitali e
cominciando da Londra.
I resoconti del 1851, presentati dal causidico
generale del Parlamento , danno 78,300 nascite
per la divisione di Londra, la quale contiene una
popolazione di 2,362,236 abitanti. Su questo numero di nascita 75,097 sono legittime e 3,203 illegittime ; il che mostra che in detta città, la più
grande del mondo , quattro nascite soltanto , sopra cento, sono illegittime. I resoconti dell'anno
1850 danno la medesima proporzione.
A Parigi, vent anni or sono, secondo M. Guerry
nella sua Statistica morale, il numero delle nascite illegittime stava a quello delle nascite legittim.e come 1 a 177/100; e le liste della prefet
tura della Senna pubblicate dairiJ/^ìcio delle Longitudini, danno il numero totale delle nascite, a
Parigi, nel 1850, siccome ammontante a 29,628,
di cui 19,921 erano legittime, e 9,707 illegittime.
In altri termini, venti anni addietro, il 36 per
cento, o più di un terzo; e quattr’anni or sono,
il 33 per cento, o all'incirca un terzo degli individui, nati nella capitale della Francia, erano di
nascita illegittima.
Se ci volgiamo al Belgio , di cui il papismo
ama tanto glorificarsi, noi troviamo che i resoconti del governo, pel 1850, elevano il totale
delle nascite; in Brusselles, a 5,281, dì cui 3,448
legittime e 1,833 illegittime, cioè 35 nascite illegittime sopra cento, ovvero un po’ più di un
terzo !
Per quanto deplorabile sia tale stato di cose,
tuttavia è ancora migliore di quello di Monaco,
la cattolica capitale della Baviera. Infatti, risulta
dai resoconti dell’anno 1851 che il numero totale
delle nascite, in detta città, fu di 3,464, delle
quali 1,762 legittime e 1,702 illegittime; il che
dà quarantotto nascite illegittime su cento ; laonde
poco ci vuole che la metà della popolazione nativa sia illegittima !
Vediamo a |Vienna. Si trova nelle tavole -di
statistica, redatte dalla Commissione imperiale e
pubblicate nel 1852, che il numero totale delle
nascite in questa città, nel 1849, è stato di 19,241,
di cui 8,881 legittime e 10,360 illegittime; il che
ci mostra che più della metà delle nascite sono
illegittime. Dietro le medesime tavole sembra
che la proporzione media fra gli illegittimi e i
legittimi sia stata annualmente, dal 1830 al 1838,
del 44 per cento ; dal 1839 al 1847 del 48 per cento;
e dopo il 1848 sino al 1851 del cinquantuno per
cento. In altri termini, in una delle capitali le
più cattoliche dell'Europa. noi vediamo le nascite illegittime crescere progressivamente nel
corso di ventun’anao fino al punto che più della
metà dei nati sia.Ulegittima! ! I
Forse il lettore domanderà a se medesimo se
un tale fenomeno si presenta eziandio in qualche
altra parte del mondo civilizzato. Ebbene, si:
havvi un’altra capitale in Europa che soprastà
alla stessa Vienna, e questa capitale è la tanta
città, la città del papa, Roma'. È noto che il
Santo Padre e i suoi cardinali hanno gran cura
di nou pubblicare liste criminali. Ma dietro le
statistiche italiane raccolte da Mittermaier, sembra che il numero annuale dei trovatelli- esposti
nella città di Roma, sia di 3,160, mentre lamedia
annuale delle nascite è di 4,373!!! E nondimeno
la popolazione di Roma, non tenendo conto dei
preti, dei monaci e delle monache, non s'eleva a
più di 130,000 anime. Il dottore Bowring fa conoscere nella sua relazione che il 73 per cefto di
questi sventurati fanciulli muoiono negli stabilimenti di Roma pei trovatelli. Si può dunque
chiedere se Sodoma e Gomorra oltrepassarono
mai tali cose. E tuttavia è questa la città che ia
Chiesa romana chiama la sua città, e che conteneva, nel 1852, un papa, molti cardinali, ventinove vescovi, 1,280 preti, 2,092 monaci, 1,698
monache, oltre un gran numero di giovani ecclesiastici ! ! All'incirca i tre quarti, o quasi il 73
per cento di tutti i figli nati a Roma sono orfanelli, mentre nella città di Londra, che è protestante, il numero delle nascite illegittime non è
che del quattro per cento ! ! !
Ma questo meraviglioso contrasto fra le « resultanze morali » del protestantismo e quelle del
romanesimo non si fa soltanto notare nelle
capitali d’Europa. M. Sej-mour' ce lo mostra
egualmente nelle città di secondo e di terzo
rango, e lo trova quasi do vunque così notevole. Prova ne sia la tavola seguente, che dà
la proporzione delle nascite illegittime in certe
città dell'Inghilterra protestante, e dell'Austria
cattolica.
CITTA’ DELL.4 PROTESTANTE INGHILTERRA
Bristol e Clifton......circa 4 p. c.
Bradford................*.8>
Birmingham..............» 6 »
Brighton................» 7 »
Cheltenham..............» 7 »
Exter..................> 8»
Liverpool................» 6 »
Manchester e Salford .... » 7 »
Plymouth................> 5 »
Portsea..................» 5»
63
CITTA’ DELLA CATTOLICA AlSTRIA
Troppau........circa 26 p. e.
Zara....................>30i
Inspruck................» 22 »
Laybach................» 38 i
Brünn..................» 42 »
Lintz.............» 46 »
Praga..................» 47 »
Lemberg................» 47 »
Klagenfurt................» 56 »
Gratz....................» 65 »
419
In altri termini, la media delle nascite illegittime in Inghilterra non oltrepassa mai il sei per
cento, mentre in Austria è all’incirca del quarantadue per cento 111
"M. Seymour continua a stabilire un parallelo
fra i paesi protestanti e i paesi cattolici, e giunge
invariabilmente ai medesimi risultamenti. Prendendo il peggio dei paesi protestanti, egli trova
nelle contrade cattoliche uno stato di cose che
vale ancor meno. Per esempio, nella cattolica
Austria, le nascite illegittime ammontano al quarantacinque per cento ; invece, nella protestante
Prussia, elleno non sono che del sedici per cento.
Nella protestante Norvegia, con una popolazione
che, nel 1835, era di 1,194,610 abitanti, la proporzione delle nascite illegittime è del sette alYotto per cento; laddove nella cattolica Stiria, sovra una popolazione di 1,006,971 anime, è del
ventiquattro per cento. In Isvezia, sovra una popolazione di 2,983,144 anime, nel 1835, le nascite
illegittime sono del sette per cento; all'incontro,
nell’Alta e Bassa Austria, sovra una popolazione
all'incirca eguale (2,244,363 anime) sono del venticinque Y>er ceaioSe nella protestante Sassonia
il totale per cento s'eleva al quattordici, nella
cattolica Carinzia è di trentacinque. E mentre
nella Danimarca è inferiore al di^ci per cento, a
Saltzbourg è di circa ventidue. Egualmente nell’Hannover la proporzione è del dieci per cento,
mentre nella provincia intorno a Trieste è di ventitré; infine, nel Wirtemberg, ove i protestanti
formano i due terzi e i cattolici l'altro terzo della
popolazione, le nascite illegittime sono circa il
dodici per cento ; all’opposio, nel regno vicino,
la Baviera, dovei cattolici sommano a tre quarti
e i protestanti soltanto ad un quarto, il numero
delle nascite illegittime non è minore del ventiquattro per cento 1
Dedichiamo queste c»/re significantissime a quei
predicatori quaresimali, e non sono pochi, che
credono di aver compiuto una grande opera ,
quando, d’innanzi a un popolo ignaro di ciò che
sia il protestiintismo, hanno declamato a più non
posso contro l’immoralità protestante, alla quale
fa energico contrapposto, secondo i medesimi,
l'influenza altamente moralizzante del romanesimo. Davvero ^he il contrapposto non potrebbe
3
essere più energico e più eloquente 1 e speriamo
non abbiano da riescire vane ai nostri lettori le
istruzioni che ne scaturiscono.
LETTERE AD UN AMICO
LETTERA 111.
Tornando sull’argomento dell'ultima lettera,
io sono d’avviso che le conseguenze immorali del
principio d'autorità assoluta usurpata dai clericali, appariranno maggiormente se mostreremo
alcuno dei frutti che in particolare noi stessi ricavammo dall'educazione religiosa ricevuta.
Diamo intanto un’occhiata alle parti del mondo
nelle quali i preti, a nome loro, decretano le regole della fede, e condannano e assolvono e mercanteggiano l’eterna salute; noi vediamo che in
fatto molti, esternamente,obbediscono ai comandi
loro ed osservano le ceremonie stabilite: ma di
che specie sia questa osservanza, ognuno che viva
nel mondo lo sa, ognuno ch’entri nell« chiese
latine lo vede, e per soprappiù noi lo conosciamo
a nostre spese. Ella non è un’osservanza religiosa, di convinzione, di coscienza illuminata;
ma tutto si fa, in genere, per abitudine antica, o
per convenienza sociale, talora per moda, spesso
per ipocrisia, sempre alla cieca : nè la cosa può
essere altrimenti, s’è vero, com’è universalmente
ammesso, che nel cuore dei più domina, in religione, un’indifferentismo glaciale, e in molti una
incredulità desolante. Io non dirò che queste due
infermiti del mondo attuale ammorbino soltanto
i paesi dove più o meno imperano i clericali,
poiché essendo appunto infermità del secolo,
queste hanno penetrato dovunque esistono consorzi umani : però conviene riconoscere ch’elle
appalesano maggiore intensità là dove esiste il
romanismo, se badiamo ai sintomi esterni, quali
sono, a cagion d’esempio, i vari delitti, le bestemmie ridotte ^ consuetudine di linguaggio,.le
frodi giornaliere cui si dà il nome di fine speculazioni , in breve la crescente immoralità nelle
varie classi degli uomini; e più ti avvicini ai
paesi e alla città dove regna colui che osa chiamarsi vice-Dio, più ti si manifesteranno questi
veri.
Concentriamoci ora in noi medesimi ; principierò col dire qualche cosa di me : Durante l’adolescenza, io seguii i consigli religiosi della buona
madre mia e gli ordini dei preti della parrocchia,
non già perchè avessi cognizione di quanto faceva, ma semplicemente perchè erano comandi
acuì doveva obbedire. Vedi ora conseguenza immorale che deriva dal principio d'autorità assoluta riposta nel eonfctsote ! Io diceva a me stesso
— andrò in breve a deporre le mie colpe ai piè
del parroco (non già ai piedi di Cristo), ebbene,
un peccato di più, uno di meno, che serve!... il
confessore mi assolverà di tutti, soltanto avrò
da eseguire una penitenza maggiore... poco male;
— compiuto l atto, ricominciava ad accumulare
Je solite azioni peccaminose per una seconda,
una terza, una quarta volta, ecc. Crebbi in età, e
a mano a mano che andavo emancipandomi dalla
dipendenza de’miei genitori, a mano a mano andavo perdendo l’uso delle pratiche farisaiche, e
perchè? Perchè nulla di sodo e di convincente
v’era nel mio cuore o nel mio intelletto: infine
omisi ogni cosa. In mezzo poi alla mia cecità,
non fui mai nè incredulo, nè indifferente : qualche gemma forse delle cristiane verità, nascosa
tra i pruni dell'insegnamento clericale, trovò ricetto nella mia coscienza; il fatto si è che nelle
tenebre un raggio di luce mi brillava dinanzi, ed
un sentimento puro di religione eccitavami sovente a rivolgere a Dio i mieiTiensieri, ma in un
modo affatto particolare ; ed in ciò riconosco
adesso il grande aiuto ch’ebbi diill'Onnipotento
e rendo a Lui lo più fervide grazie. Egli solo altresì poteva in seguito condurmi alla conoscenza
deli'Evangelo.
Basterà questo cenno sul conto mio, volendo
farne uno su te; m'fe d’uopo, a tale oggetto, compendiare alcune delle tue idee religiose ch'io raccolsi in varie circostanze. Intanto, se non erro,
in tutto 0 in parte almeno, tu seguiti nell'adempimento delle ordinanze pretesche; nondimeno usi
nel tempo stesso parole di giusto biasimo contro
gli al ti privilegi dei clericali, non riconosci in 1 oro
quel potere ch’eglino si attribuiscono, e schernisci il preteso dogma deH’infallibilità; di più ancora, ti dichiari altresì alquanto partigiano della
metempsicosi, e, in ultima analisi, ti mostri meglio credente in Voltaire o nei razionalisti, piuttosto che nella dottrina del Vangelo ; in conseguenza, s’io te ne parlo, non ti rattieni dal porre
in dubbio la divinità di Gesù Cristo e ridi sui promessi aiuti del Santo Spirito; alcuna volta, a’miei
discorsi, rispondi : — Io voglio rimanere nella
religione in cui nacqui, nè la muterei ancorché
dovessi patire il martirio; — alcun’altra, mi dici:
— Tralascia di parlare di queste cose (delle verità evangeliche), esse mi annoiarono troppo
quand'era fanciullo; — e talora, soggiungi: —
Metti la religione da parte, ella guasta la politica:
e per noi Italiani, darsi pensiero di ciò, sarebbe
distoglierci dall’idea principale e grandiosa della
nostra indipendenza; a che promuovere contrasti, guerre, divisioni, mentro abbiamo bisogno
della maggior unione possibile? — A tutto ciò è
di grande rilievo ch'io aggiunga i segni principali che contraddistinguono il tuo carattere, e
sono: indipendentismo non comune, probità naturale, nobile disinteresse, affezione viva e operosa verso la patria, i parenti, gli amici. Ecco in
succinto i pensieri tuoi e le tue pregievoli qualità, che certo non vanno prive di macchie, stante
la corruzione a cui soggiacque la nostra natura;
in quanto alle idee, converrai, amico mio, che
racchiudono delle contraddizioni.
Queste, in genere, si devono ripetere dall’educazione clericale de’tiioi primi anni; sono frutti
anch’esse dell’albero; ma vengasi ai particolari;
tu continui, pogniamo, nelle pratiche della chiesa
gesuitica, in primo luogo, per abitudine, e in vero
la sua potenza è grande sull'uomo; in secondo
luogo, per impulso eccessivo del tuo #uore sensibile, per cui serbando, in qualunque modo, cioè
quale sterile formalismo, le usanze l'eligiose dei
tuoi cari genitori, ti sembra forse di prestare alla
memoria loro un atto perenne di venerazione e
di afletto. Ecco poi che qui sorge contrasto nell’animo tuo: così, per esempio, la coscienza viziata dal sentimento amoroso per gli avi tuoi si
trova in lotta collo spirito di ultra-indipcndentismo, il quale viceversa ti fa prorompere contro
l’imperio di quegli uomini stessi a cui tuttavia ti
senti legato; e dissi coscienza viziata, imperciocché, siccome c’insogna il nostro Divino Maestro,
è ben vero che la coscienza« l’occhio dell’anima
che ha l’incarico di avvertirci nei pericoli del
male, in quella guisa che l’occhio del corpo è la
lampana di esso ; ma tanto quest’occhio, fisicamente parlando, quanto il lume dcH’anima, nel
senso morale, possono essere viziati al segno da
non veder noi che tenebre fitte ; or, credi pure,
ciò sempre avviene riguardo alla coscienza dell’uomo, la quale non può riuscire migliore di lui;
ne conseguita quindi la necessità, affinchè possa
guidarci, ch'ella sia rischiarata dagli insegnamenti evangelici e dalle comunicazioni del Santo
.Spirito. Un altro esempio : tu provi compiacenza
e ti vauti di essere indipendente ; ma in ciò pure
la tua c o scienza spesso t’inganna; non si può essere indipendenti veramente che sotto il regno
del Jlessia; il torto che hai si è di non voler
udire i suoi consigli ; — queste coso ti annoia»
rono troppo quand'cri fanciullo — dii;i; dunque
in morale od in filosofia consulti forse il tuo cuore
o le tue sole idee? No. pcrclic hai nella mente
accolto le teorie create dai volteriani o dai razionalisti; e se ti ostini a seguir queste e rifiuti
di conoscere le cristiane, dimmi, che prova ciò?
Che non sei indipendente, ma schiavo di quelle,
cioè schiavo degli uomini per non essere schiavo
di Dio : tu ripeterai che ti suonano ancora all'orecchio le dicerie dei preti ; ecco la causa del tuo
errore, in qualche maniera attaccandoti ai materialisti, hai creduto di liberare il pensiero dalle
catene gesuitiche. Ma so quelle dicerie, cho ti
fanno con ragione schifo e paura, non fossero
neppure una pallida ombra della dottrina del
Nazareno, se questa appunto, facendoti suddito
di Lui, ti rendesse libero dalla sudditanza degli
uomini, e se in Lui ritrovassi la forza di esercitare la tua indipendenza, che cosa diresti? Ebbene, cosi è, nò tu puoi dare una mentita alle mie
asserzioni prima di averle sottoposto alla pietra
d'assaggio, ch'è la Scrittura Sacra.
Rimangono altri punti da esaminare; ma ([uesta
mia lettera, ch’è già troppo lunga, diverrebbe
lunghissima, dunque per ora ti lascio.— Addio.
PREDICAZIONE D ATEISMO
NEL KENTUCKI.
Un argomento prediletto degli avversari della
libertà di coscienza, piena, intera, si è la necessità di tutelare contro l’incredulità e l’ateismo i
sani principii di morale c di religione. L’esperienza non giustifica così esagerati timori, e ci
mostra anzi la verità, senza umano puntello,
forte abbastanza contro Terrore e l’empietà.
Ne giudichi il lettore dal seguente fatto narrato da un testimone oculare, nel giornale di
Nuova-Yort.
Una domenica a sera sull’imbrunire mi recai
alla vicina foresta per conversare solo col mio
Dio. Scorgo improvisamente fra gli alberi una
brillante luce, e sento distinti suoni di voce
umana; m’inoltro da quella parte fra le macchie,
colla speranza di trovarvi un’adunanza religiosa,
ma uno strano spettacolo mi ferì lo sguardo.
Tronchi d’alberi erano accavalciati a guisa di
pulpito ; due lampioni accesi mandavano il loro
chiarore a circa trecento uditori, seduti su rozze
tavole, sotto la volta del cielo ; annose querele
formavano le colonne di quel tempio rustico. Mi
accosto e con raccapricciosento le bestemmie dell’empio oratore che patrocinava la causa dell’incredulità, adducendo le solite obbiezioni contro
la Bibbia e le sue dottrine sante. Alcuni fra gli
astanti applaudivano, altri si mostravano indifferenti. Ei si poso a sedere in atto compiacente
di non contrastato trionfo. Mentre io stava in
forse di partire di li o di provartni a confutarlo,
ecco un venerando vecchio, appoggiato sul bastone , reclamò l’attenzione dell' assemblea, e
pronunziò un discorso che non dimenticherò in
vita mia :
<(,Vicini, da gran tempo vivo in mezzo di voi;
settant’anni mi hanno incurvata la persona, imbiancati i capelli, ascoltate : due miei figli sono
colà sepolti in quel luogo rischiarato dalla luna,
che più di ogni altro mi è caro, e da cui le
anime loro riscattate s’inalzarono all’eterna dimora, a quel cielo audacemente negato da quest’empio. Ad onta dei suoi sofismi vi dimostrerò
esservi un mondo invisibile, cui forzatamente ei
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pure erode, e che lo fa tremare... Conoscete la
cascata di cui sentiamo il mormorio lontano : son
pochi giorni io mi trovava là ove è più rapida la
corrente del fiume; dall'opposta sponda un uomo
ne tentava il passo sopra una navicella. Egli erain
mezzo alla piena quando si ruppe un suo remo,
e l'altro f^u portato via dall'impeto delle acque.
Nou mai dimenticherò l’espressione di terrore
dipinta sul viso di quell’ infelice, nè le su« disperate grida che si perdevano nella profondità
dell’abisso. Non già che ei paventasse di vedere
in quell’ora suprema il suojcorpo sfracellato dagli scogli, no ; ma si era destata la coscienza
dello sciagurato, in procinto d’esser precipitato
nella voragine. Smise il gridare e inginocchiatosi, pregava... Quai sospiri, quali supplicazioni
inalzavansi al cielo da quel cuore disperato che
umiliavasi pei passati misfatti, e faceva ardenti
proteste d’obbedienza per l’avvenire. Vistolo, andai inosservato in cerca di un vicino che lavorava lì presso, e ci venne fatto di scamparlo da
inevitahil morte. Sapetevoi chi fosse quell’uomo?
Lo stesso che poc’anzi bestemmiava il nome di
Dio. Egli nega il Signore che invocava testé, nel
momento della distretta, e che miracolosamente
riia esaudito ». Tutti gli astanti volsero a lui lo
sguardo. Ei stava lì cogli occhi stralunati, coi
pugni stretti ; poi in un attimo balzò in piedi e
scomparve nella foresta. Un grido d’orrore scoppiò involontario in quell’assemblea che si ritirò
nel più alto silenzio. Rimasi solo col vecchio,
gli strinsi la mano, e confondemmo le nostre lagrime.
CONCERTO DI PREGHIERE
in farore dei Discendenti d'Israele.
Troviamo in varii giornali religiosi il segiioiilc invito, a cui ci uniamo con tutto cuore,
l'accncloci premura di metterlo sott’occhio ai
nostri lollori.
« Signore ed onorato fratello in G. C.
« Io ini sento compreso da profonda tristizia
ogniqualvolta mi faccio a riflettere alla dispersione dell’antico popolo di Dio. Chi l’avrebbe
detto che questo grido feroce < sia il suo sangue
su di voi, e sui nostri figli », e queste parole del Signore ; « Sarete dispersi infra tutti
i popoli », si sarebbero così compiutamente avverate? Ah ! questo ci rende ognor più indubitata questa grande verità: che « i cieli e la terra
trapasseranno, ma che lo parole dell’iddio vivente non trapasseranno punto ».
« Tuttavia se la rigezione di questo’povero po'
polo giudeo muove a tristizia, si prova una gran
letizia, nello scorrere la Parola di Dio, di rinvenirvi qua e là promesse cho ci assicurano del
suo futuro ristiibilimeuto. Fra altre mi hanno
singolarmente consolato queste parole dell’apostolo Paolo, quando dice, che « Iddio ha fatto
dei due (popoli) uno, avendo disfatto la parete
di mezzo che faceva li chiusura » Ef. il, 1-1 ; e
mi hanno inanimato a domandare al Signore di
benedire l’antico suo popolo, e di affrettare quel
momento in cui ogni ginocchio si piegherà davanti a Cristo, il Signore. — Ma, a che valgono
le tue preghiere? ho detto immantinente *a me
stesso; se i tuoi fratelli si unissero a te, non vi
sarebbe motivo a sperare che Iddio il quale « è
aitento alla preghiera dei suoi santi » ci esaudirebbe ?
« A tale scopo io vengo, signore e caro fratello,
convinto quale io sono che a questo non si pensa
abbastanza, invitare tutti i cristiani a trovarsi
appiè del trono delle misericordie, il lunedì, 12
marzo 18.i5, per impetrare da Dio una effusione
dello Spirito Santo sulle « pecore disperse della
casa d'Israele ».
17» debole amico d’Israele.
NOTIZIE RELIGIOSE.
Onsolia. — È stato nel Penitenziario di questa
città pubblicato , sebbene in modo diverso del-,
l’ordinario, il seguente ordine del giorno, che per
oggi ci Ifmitiamo a stampare tale e quale, riserbandoci di f.arvi sopra, a tempo opportuno, i dovuti commenti.
Penitenziario d’Oneglia.
Mi è stato rapportato che taluni fra i guardiani
di questo stabilimento frequentano le conferenze
del Ministro protestante. Se ciò fosse, vi faccio
presente che chi rinnega la religione degli avi
suoi è uomo vile, senza fede, e per conseguenza
indegno della fiducia del Governo e della stima
dei suoi simili; e se qualcheduno per ignoranza
si è lasciato trascinare in tali convegni, mi lusingo che d’or in avanti cesserà d’intervenirvi ;
in difetto s’esporrà ad essere espulso dal corpo.
Date ascolto a questo paterno avviso, e non mi
porrete nella dura necessità di promovere per
tali motivi misure di rigore che a me sempre ripugnano.
Ove vi fossero stati distribuiti libri o Bibbie
siete ingiunti consegnarle al vostro comandante.
Addì 18 febbraio 1855.
Il commisidrio governativo
DtrpRAZ.
Albmagna. — Scrivono da Friburgo (granducato di Baden) alla Gazzetta di Cassel: »1 Gesuiti
sono testé stati espulsi definitivamente. L’arcivescovo aveva chiesto due Padri per la quaresima,
e ne aveva dato notificazione al ministro dell’iuterno. Gli venne risposto, per mezzo del direttore della città, che i Padri dovessero sgombrare
la città e il paese. Monsignore Vicari scrisse di
propria mano , dicesi, al principe su questo riguardo. Non si conosce ancora l’esito di questa
prova: i Padri però si apparecchiano alla partenza.
Crimea. — I seguenti particolari tolti dalla
corrispondenza d’uno degli elemosinieri inglesi,
presente alla battaglia d’Inkerman, mentre sono
per se stessi commoventissimi, porraono in
chiara lice, che quella forza morale impareggiabile, spiegata in quella sanguinosa battaglia, con
meraviglia di tutta Europa, in molti congiungevasi colla più pura e più sincera fede nel Salvatore.
c Da Balaclava mi sono portato al campo.
Quale spettacolo! il suolo sparso di morti e moribondi ; i chirurghi che colle loro mani insanguinate attendevano al pietoso ufficio ; ammalati non medicati ancora che tenevano gli occhi
fissi alle loro ferite. Alcuni ad alta voce alzavano
al Signore ardenti voti, promettendogli di consacrargli il resto de’loro giorni; altri, chiariti del
pericolo, esternavano con calma ed umiltà la
sincera fede al Salvatore. Non meno del miserando spettacolo ei addoloravano le tristi notizie
di morte dei più distinti ufficiali. I maggiori
Maulcverer, Champion, Hume;i colonnelli Warren, Hary eran feriti. Il capitano Carpenter faceva compassione: conscio del proprio pericolo,
porgeva a Dio ardenti preci; l’indomani era
morto. Dalton con ferita grave allo stomaco mostrava grande ansietà per la moglie, pe' figli. Si
uni a me nella preghiera, rimettendo a Dio ogni
suo affanno, e confessando la fede al Salvatore ;
era tranquillo, rassegnato; di lì a poco morì. —
M’accostai al generale Adams: soffriva crudel
mente per uua palla al piede; sopportava i suoi
patimenti e parlava da vero cristiano. Andai
quindi dai capitani Macdonald e Harding; ma presto li lasciai per seguire un soldato spedito dal
povero colonnello Blair; aveva affannoso il respiro e seriamente pensava allo stato dell’anima
sua.Vedeva vicina la morti e non ardiva, per timidezza, abbandonarsi alla speranza dei fedeli, ma
di cuore uhivasi alla preghiera. — Accorsi dal
capitano Carnolly, pio giovane che avea l’anno
antecedente perduto una sorella , e rimaneva
solo a consolar la desolata madre. Era moribondo e fervidamente confessava l’umile fiducia
nel Salvatore. Attesi quindi alla sepoltura dei
morti ; e ciò fatto, salii sopra una nave carica di
feriti, fra cui sei ufficiali, e partimmo ».
BOLLETTINO POLITICO.
La notizia più importante che dobbiamo registrare in questo bollettino, si è quella che riguarda la morte,del lo Czar Nicolò avvenuta non
si sa certo se per infiammazione, o paralisi polmonare, 0 apoplessia fulminante od altra cagione.
Il telegrafo ci ha pure annunziato la proclamazione del di lui primogenito Alessandro II o
l'omaggio a lui reso da’principali dignitari dell’impero e dallo stesso Costantino suo fratello,
al quale si attribuivano delle mire ambiziose. 11
nuovo imperatore della Russia nel suo proclama
ha dichiarato di voler continuare l’opera di Pietro, Caterina, Alessandro e di suo padre.
La conferenza di Vienna, stando a quanto dice
un dispaccio pubblicato dal Moming-Chronicle,
doveva riaprirsi col nome di congrego verso il 5
marzo. La Turchia vi sarà rappresentata da un
dignitario eminente, oltre Arif Effendi; la Russia
dal signor de Titoff e dal principe Gorgiakoff;
l’Inghilterra da lord Russell e dal conte di Westmoreland; la Francia sinora dal signor di Boiirqueney; l’Austria da’conti de Buoi e ProkeschOsten.
Un dispaccio proveniente da Parigi, il 6 marzo,
annunzia che il generale Wedel è ritornato a Parigi munito d'istruzioni, che assicurano la conclusione d’un trattato.
Un altro dispaccio di Vienna dice che l’imperatrice d'Austria ha dato alla luce una principessa, e che in seguito a questo avvenimento
l’imperatore ha conceduto qualche amnistia.
Il ministero belgico ha dato la sua dimissione,
ed il presidente di esso, invitato dal re, si è ricusato di ricomporne un altro sotto la sna stessa
presidenza.
Un dispaccio di Madrid, in data del 2, ci fa
conoscere che il governo ha deciso che non venga
prestato giuramento di sorta alla costituzione.
In Inghilterra la commissione d’inchiesta ha
eletto a presidente il deputato Roebuck e si é
iiostaal lavoro con grande sollecitudine. Ella nel
1“ marzo ha chiesto alla Camera de’lordi l’autorizzazione di ricexerela deposizione del duca di
Newcastle, ex-ministro della, guerra. Le tornato
della commissione sono segrete.
Scrivono da Vienna al Giornale di Francoforle,
che la notizia riguardante la propensione decli
Stati medii e minori dell’Italia ad una lega colie
potenze occidentali, è affatto priva di fondamento.
Il Senato del regno Sardo, nella seduta del 3
marzo, sanzionò col suo voto il trattato d’alleanza
del 10 gennaio; in seguito di che il governo mise
fuori il suo manifesto, nel quale espone i motivi
per cui le truppe sarde andranno a combattere
contro la Russia.
La Camera de’ deputati ha finalmente votato la
legge inìla soppressione di comunità religiose, ecc..
ad una forte maggioranza: fra 153 deputati presenti, 117 votarono in favore e 36 contro.
Uroimo Dompnlro gerente.
Torino. — Dalla Sumperì* dellUnioDO ‘npograSco-tditrice.