1
/^rino IV
numero 25
I del 21 giugno 1996
!SSIÌ
il
icaldf^
1 to pa-!^
wnató*
è vent^;
succe^y
^cchiet-,
ì contin mesi
i vecchi
mangefa, ecco
oggi la
giovani,
zona è
giorno
te, perhimica,
potuto
umani^e volte
'-mania
’.rio»
ì parlare prochiese
tituzio
e delle
? un’opinsieme
?/ segno
'ollabo2Ìtà dine parattistl e
a evanivendo
di reviportato
)rose. I
perciò
solidaitercesrro posgioia ed
estimi^'
isto.
L 2000
spedizione in abb, postale/50%
; Torino
In caso di mancato recapito
.5 jj prega restituire al mittente presso l'Uf■ ficio PT Torino CMP Nord.
i L'Editore si impegna a
I corrispondere il diritto di resa.
)ESE
DNE
:hiese
diste
Í?»
>"%
1743^
ElfOGpA
ofe
iiV
0NA!&
ìFEl^l
J
SETTIMANALE DELLE CH,
Bibbia e attualità ,
INADESA
CHE DIO PARLI
t yl SSAI spesso mi capita di visitare
ijLX chiese diverse da quelle in cui lavoro: soggiorni brevissimi, una confe''fenzina e via, ma c'è sempre la possibilità di scambiare quattro chiacchiere
con la pastora o il pastore, con qualche
membro di chiesa, per chiedere come
va la comunità, quali sono le sensazioni prevalenti nel quotidiano impegno
di testimonianza. Non dico certo nulla
di nuovo, riferendo che questo sondaggio registra dati omogenei, anche in
comunità con caratteristiche molto diverse tra loro: calo lento ma abbastanza costante del numero dei membri;
dijficoltà, ovviamente soprattutto nelle
piccole chiese, nell’individuare le persone a cui affidare incarichi; patemi
per raggiungere gli obiettivi finanziari.
A fronte di questa situazione di obiettiva difficoltà, si resta tanto più colpiti
dalla moie di attività che le nostre
chiese riescono a svolgere.
COME qualcuno rilevava qualche
settimana fa su queste pagine parlando delle valli valdesi (ma, con le debite differenze, il discorso ha validità
generale), si tratta in larga misura di
lavoro poco appariscente, di cose a cui
siamo abituati e che consideriamo assolutamente normali, ma che spesso
sonò sproporzionate alla nostra consistenza numerica. Pensiamo, riferendoci alla realtà nazionale, a che cosa significhi per chiese come le nostre, poche decine di migliaia di membri, far
'(funzionare strumenti come la facoltà
idi teologia o la Claudiana o questo
stesso giornale: un investimento umano e finanziario che impressiona, se
solo ci si pensa. Fatte le proporzioni, lo
stesso fenomeno si ripete in molte
realtà locali, dove un nucleo di membri militanti della comunità, che non
mramente si possono contare sulle dita delle mani, manda avanti l’intera
caracca, creando nella città un’eco superiore a quello che ci si può legittimamente attendere sulla base delle trenta, cinquanta, cento persone che costituiscono la chiesa: non parliamo delle
«grandi» comunità, la cui relazioni
annua, anche quando è un modello di
sintesi e sobrietà, tende ad assumere le
proporzioni di un libro. I nostri guai
dipendono anche dal fatto che siamo
inipegnati quasi allo spasimo su molti
(qualcuno dice troppi) fronti.
Questa tensione fra una situazione per vari aspetti critica e di
stanchezza, e una presenza nel paese
in definitiva non disprezzabile, è interpretata con precisione dai versetto
proposto per uno dei primi giorni di
giugno, II Re 13, 23: «Mail Signore fece loro grazia, ne ebbe compassione e
fu loro favorevole a causa del suo patto con Abramo, con Isacco e con Giacobbe: e non li volle distruggere; e fino
ud ora non li ha respinti dalla sua
presenza». Credo che il protestantesimo italiano possa, con buona coscien20, riferire a sé questo versetto. «Fino
od ora» è stato effettivamente così, e
nessuna lode sarà mai sufficiente ad
esprimere la nostra gratitudine. Certo,
te preoccupazioni e le ansie riguardano il presente e il futuro: «fino ad ora»
iddio ha avuto pietà di noi, ma vorrà
egli servirsi anche domani delle nostre
Comunità, perché l’Evangelo risuoni
in questo stranissimo paese, bigotto e
uteo allo stesso tempo? Credo che
l’unico modo per rendere onore alla
Parola, e per essere fedeli alla nostra
identici di servi inutili, sia di lasciare
aperta questa dómanda. Di fronte ad
essa, categorie come «ottimismo» o
«pessimismo» non hanno alcun senso:
meglio, molto meglio, rimanere in si
ienzio, in attesa che Dio parli.
Fulvio Ferrarlo
/
Nel Sud degli Stati Uniti vengono date alle fiamme decine di chiese afroamericane
Sussulti di razzismo: chiese nere al rogo
Colpire le chiese significa colpire un luogo di formazione e espressione di quella parte della
popolazione nera consapevole dei propri diritti, del proprio valore, della propria dignità
MASSIMO APRILE
SONO trenta e più le chiese
afroamericane che sono state
date alle fiamme negli ultimi due
anni e mezzo in stati del Sud degli
Usa e gli episodi si sono intensificati nelle ultime settimane. Ma
perché dare fuoco a delle chiese?
Ne ho discusso qui nella Carolina
del Nord con alcuni esponenti di
spicco della comunità afroarnericana, fra cui Calvin Runnels, giovane pastore di una chiesa nera delle
American Baptist Churches.
All’interno della comunità afroamericana le chièse diventano il
bersaglio da colpire in primo luogo
per il significato simbolico che rivestono, ma non solo per questo.
Le black churches sono infatti il
luogo della nascita e dello sviluppo
del movimento per i diritti civili.
Colpire le chiese significa colpire
quella parte della popolazione nera consapevole dei propri diritti,
del proprio valore, della propria
dignità. Significa colpire quella
parte della popolazione nera che
non vive avvilita nelle forme di
emarginazione urbrma.
Le chiese nere sono però anche il
luogo di provenienza della nuova
classe di leader della popolazione
afro. È proprio dalle chiese che
provengono intellettuali come Cornei West che, con altri, ha fatto
l’analisi più lucida e impietosa del
razzismo negli Usa. In terzo luogo
le chiese nere sono colpite perché
si è scelto di dare una risposta violenta a quella ricerca teologica che,
riflettendo in modo nuovo sulle
immagini di Dio, va sbarazzandosi
dell’idea di un messia «bianco» e
comincia a pensare a Dio anche in
termini della sua negritudine. Questo avvicina le chiese per molti
aspetti alla forte comunità nera
islamica e i bianchi temono questo
avvicinamento. ...
Tuttavia il fatto che gli obiettivi
continuino ad essere le chiese e
non le moschee, nonostante il linguaggio di Farrakhan Sia molto piu
aggressivo, dimostra che la vera sfi
Sala d’attesa per negri»: c’è chi vorrebbe tornare al tempi della segregazione razziale
Consiglio nazionale delle chiese
americane (Ncc), ha dichiarato alla
rete televisiva Abc che in entranabi i
casi, se cioè si tratti o meno di un
da alla società bianca è espressa
dalle chiese nere e dalla loro continuità con l’esperienza delle lotte
nonviolente degli anni ’60. Ci si
chiede cosa sia davvero cambiato
da quegli anni. Molto è cambiato
fra i neri i quali sono divenuti più
consapevoli dei loro mezzi. Molti
sono fra loro gli intellettuali che ottengono risultati notevoli e si vanno affermando nella società. Poco
o nulla è invece cambiato tra i
bianchi. Anzi per molti di loro la
crescita culturale e di consapevolezza dei neri determina una crisi
di identità ancora più marcata.
Sulle ragióni di tali atti e su possibili strategie occulte dietro gli incendi Joan Campbell, segretaria del
unico progetto politico, c’è un forte
ritardo da parte del governo federale. Il pastore Charles Jones, anch’
egli del Ncc, ha infatti denunciato
che le prime e forse uniche investigazioni fatte finora riguardano le
comunità nere stesse sospettate di
aver provocato gli incendi per ragioni legate alla riscossione di premi assicurativi e questo è davvero
gravissimo. Certo, data Timminenza delle elezioni presidenziali, i roghi potrebbero avere una qualche
relazione con la campagna presidenziale del candidato repubblica
no Dole, dai discorsi del quale si ri-1
cava netta l’impressione del suo voler far fare ai neri un passo indietro.
Una cosa.viene comunque esclusa qui da pastori ed autorevoli
esponenti della comunità afroamericana, ossia che si possa semplicisticamente attribuire tutto ai Christian Knights, una frangia militare
del Ku Klux Klan. I roghi esprimono un disagio che proviene direttamente dal cuore della società americana. I disordini di Los Angeles,
come quelli legati al caso di O. J.
Simpson, dimostrano che la questione razziale sia ancora im nervo
scoperto per la società americana,
e il razzismo, come ha detto qualcuno, il suo peccato originale.
Roghi delle chiese nere
Il governo Usa appoggia
la campagna del Ncc ,
Il presidente Clintpn
ha promesso l’appoggio
< ____ aIIa
del governo Usa alla
campagna lanciata dal
Consiglio nazionale delle
chiese degli Stati Uniti
(Ncc) e da altre organizzazioni per fare cessare
la serie di attentati criminali contro le chiese nere
del Sud. Lo ha affermato
lo stesso Clinton durante
un intervento alla radio
l’8 giugno scorso.
Il 9 e 10 giugno, il Ncc
ha invitato a Washington pastori di diverse
chiese colpite. Insieme a
resppnsabili del Ncc,
hanno incontrato Janet
Reno, ministro della giustizia. «Tutto il governo
si è impegnato a porre
fine a questi atti», ha
detto la Reno. Finora, su
30 persone arrestate, la
maggioranza è composta da uomini bianchi
tra i 15 e i 45 anni.
Per Mac Charles Jones, pastore battista nero di Kansas City, responsabile della sezione
«giustizia razziale» presso il Ncc, questa campagna di attacchi terroristici contro le chiese nere è
particolarmente grave
per via deU’iroportanza
della chiesa per la comunità nera. «Attaccare
la chiesa vuol dire colpire lo spirito della comunità», ha affermato, (eni)
Cattolici, laici e bioetica
Una polemica che
ignora le altre chiese
La pubblicazione del
«Manifesto di bioetica
laica» («Sole 24 ore» di
domenica 9 giugno) ha
suscitato la reazione di
parte cattolica dalle colonne di «Avvenire» (12
giugno).
A prescindere dalla distanza fra due modi di
intendere il concetto di
natura (i laici rivendicano di non considerarla
come sacra e intoccabile
ma mons. Tonini ribatte
che «Il cristianesimo
non ha mai considerato
intoccabile la natura, come invece le religioni
asiatiche»), ciò che sembra aver suscitato la reazione più forte è la pre
tesa dei laici che «solo
un’etica laica è ragionevole». Dicono infatti i
laici: «La bioetica è laica
(...) perché presuppone
l’idee’di un pluralismo
di valori».
Sergio Rostagno, del
gruppo di studio sulla
bioetica nominato dalla
Tavola valdese, ritiene
che il «Manifesto» laico
si limiti «a rilanciare la
discussione come se si
trattasse di contrapporre
tesi laiciste a tesi religiose generalmente sostenute in ambito cattolico». Tutti, laici compresi, dovrebbero capire
che ci sono modi diversi
di vivere la fede e l’etica.
VIOLENZA SULLE DONNE. Come può
dare piacere ad un uomo usare violenza su una donna? E come è possibile che trenta giovani uomini sequestrino e violentino per due giorni di
seguito una giovane donna somala? E
come è possibile che una notizia di tale inaudita gravità susciti, nel paese ir)
cui il fatto è avvenuto, sospetti nei
confronti della vittima e stizzosa difesa dei suoi aguzzini? (pag.10)
IN IRLANDA PROTESTANTI PER LA PACE. Dopo quasi trent'anni di conflitto,
' 3.200 vittime e circa diecimila feriti, è
finalmente giunto il tempo della pace?
Ombre antiche di trecento anni sembrano impedirlo ancora una volta, soprattutto dopo la bomba fatta scoppiare a Manchester lo scorso 14 giugno. Ciononostante, le chiese irlandesi
continuano a lavorare per la pace, in
particolare la Chiesa metodista, quelle
presbiteriana, anglicana e cattolica. Il
neomoderatore Alien, nell'Assemblea
generale della Chiesa presbiteriana
d'Irlanda, ha affermato che «come
presbiteriani dobbiamo imparare ad
essere anche parte della soluzione, oltre che parte del problema». (pag.12)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 2l GIUGNO itÌ
«Uno della folla
gli rispose: “Maestro, ho condotto
da te mio figlio
che ha uno spirito
muto (...). Ho detto ai tuoi discepoli che lo scacciassero, Ina non
hanno potuto”.
Gesù disse loro:
“(...) Portatelo qui
da me”. Glielo
condussero (...).
Gesù domandò al
padre: “Da quanto tempo gli avviene questo?”
Egli disse: “Dalla
sua infanzia; e
spesse volte lo ha
gettato anche nel
filoco e nell’acqua
per farlo perire;
ma tu, se puoi fare qualcosa, abbi
pietà di noi e aiutaci”. E.Gesù: “Di
ci: Sè puoi!. Ogni
cosa è possibile
per chi crede”. Subito il padre del
bambino
esclamò: “Io credo; vieni in aiuto
alla mia incredulità”. Gesù, vedendo che la folla accorreva, sgridò lo
spirito immondo,
dicendogli: “Spirito muto e sordo,
io te lo comando,
esci da lui e non
rientrarvi più”. Lo
spirito, gridando
e straziandolo
forte, uscì; e il
bambino rimase
come morto, e
quasi tutti dicevano: “È morto ”.
Ma Gesù lo sollevò ed egli si alzò
in piedi.
Quando Gesù fu
entrato in casa, i
suoi discepoli gli
domandarono in
privato: “Perché
non abbiamo potuto scacciarlo
noi?”. Egli disse
loro: “Questa spe^
eie di spiriti non
si può fare uscire
in altro modo che
con la preghie
ra”»
(Marco 9,16-29)
lo CREDO... MA È PROPRIO COSÌ ?
Gesù ci ha chiamati alla fede. Ma non dobbiamo dimenticare che la fede si
vive sulla piazza del paese, dove si incontrano persone e problemi
SALVATORE RICCIARDI
.. TO credo; sovvieni alla mia
\\ A i
incredulità». Queste due
affermazioni, che sembrano costituire il traguardo verso il quale è teso tutto il racconto, stupiscono per la loro contraddittorietà. Come si può affermare
nello stesso momento di credere e di aver dei dubbi? Eppure,
fede e incredulità spesso convivono, la certezza si mescola al
dubbio, la tensione fra i due poli
è continua... ma è anche Dio,
che ci chiama alla fede e ce la
dona, a dover fare i conti con la
nostra voglia di rigetto e di dubbio. Una cosa mi pare comunque certa: la fede che dichiariamo di avere deve scontrarsi con
gli accadimenti della vita, e di
fronte a questi essere verificata.
Un uomo disperato
1 discepoli di Gesù sono stati
interpellati da un uomo con
un figlio indemoniato, che si è
rivolto a loro nella speranza di
ricevere un aiuto. Oggi forse
non sappiamo molto bene dire
che cosa possa essere un indemoniato, ma se pensiamo a un
tossicodipendente (a un drogato, per chiamare le cose col loro
nome), ci diventa chiaro lo stato
di necessità di quell’uomo, il
senso di sconfitta che quotidianamente lo accompagna. Possiamo anche, forse forzando un
po’ il testo, individuare in
quell’uomo e in suo figlio delle
figure simbolo di un’umanità
sofferente, debole, marginaliz
zata, nella quale i deboli sono
schiacciati dai demoni degli apparati economici, politici, religiosi e via discorrendo, davanti
ai quali sono senza difese. Ma
forse si tratta di «spiritualizzazioni» non indispensabili.
L’uomo del nostro racconto
non ha neppure il coraggio dr dire a Gesù: guarisci mio figlio! Dice semplicemente: aiutaci! Non
chiede guarigioni, perché non ha
più speranze. Ha probabilmente cessato di averne, dopo lotte
lunghe e inefficaci. Non vuole
più conoscere l’amarezza della
disillusione. Chiede soltanto la
forza di tirare avanti e di riuscire
a convivere con la sua disgrazia
finché la morte non lo liberi.
Come non'pensare a quella
creazione che «geme ed è in travaglio» ed aspetta con brama intensa la «manifestazione dei figli
di Dio» (Rom; 8,22; 19)? A quella
umanità che non può fare assegnamento su null’altro che sulla
pietà di Dio, e sulla possibilità
che Dio intervenga a rivelare il
volto dei suoi figli: cioè che Dio
le renda identificabUi, riconoscibili, attraverso la loro lotta in favore di quelli che la vita ha reso
deboli e sconfitti, quei discepoli,
quei credenti che nel suo nome
potrebbero (e quindi dovrebbero) operare grandi cose?
Un intervento risolutivo
Preghiamo
' Perché è venuto
nel nostro mondo e nella nostra storia,
ha spezzato il silenzio e la sofferenza,
ha riempito il mondo della sua ii^oria,
è stato luce nella nostra fredda notte.
Perdhé è nato in un’oscura mangiatoia,
ha diffido, durante tutta la sua vita
l’amore e la luce, "
ha spezzato i cuori indtifiti,
e confortato ^1 animi amanti.
. 5 Perdié è stato ucciso un venerdì
t
t " ma è risuscitato a Pasqua,
ed è vivente per sempre...
per tutto dò:
f
ogg^ noi abbiamo una pranza,
orni perseveriamo nostra lotta
aJnontiaino l’avvenire con fiducia
.. in questo paese che è a nostro.
’ ' cèlti» ddÌ’America Latina
fev,^ ».w Lf
.w ^2^idaMaCevaa, p: 120)
Ma è in Gesù Cristo che Dio
rivela il vero volto dei suoi
figli. «Ogni cosa è possibile a chi
crede», dice Gesù. È in quanto ^
credente nell’amore vivificante
di Dio che Gesù è in grado di
compiere un intervento risolutivo, che va ben oltre le richieste
^ del suo interlocutore. Non si limita, infatti, a dire delle parole
di solidarietà, non si accontenta
di infondergli la forza per tirare
avanti. No, compie un intervento risolutivo: libera l’indemoniato dalla, sua schiavitù, ne fa una
persona libera, serena, aperta
alla vita, responsabile. Lo ristabilisce nella sua dignità e nella
sua qualifica di creatura di Dio.
Volendo riprendere la «spiritualizzazione» di prima, si potrebbe ricordare che Gesù è in
fa irruzione nella storia degli uomini e delle donne e la segna di
una speranza insperata; la certezza che la verità può e deve
farsi strada in mezzo alle menzogne; la certezza che la logica
vincente non è quella del potere
ma quella del servizio...
La fede di Gesù è la disponibilità a spendersi per tutto questo,
a «scommettere» su tutto questo,
rendendosi ubbidiente fino alla
morte, e alla morte della croce
(Fil. 2, 8). Noi siamo abituati a
un Gesù che «compie miracoli» e
il fatto che abbia voluto e potuto
liberare un ragazzo e restituire
ad un’esistenza accettabile lui e
la sua famiglia, in fondo non ci
meraviglia più di tanto.
Un’altra cosa può destare meraviglia: un particolare che,
neH’economia del racconto, pare superfluo. È la domanda che
Gesù rivolge al padre del ragazzo, informandosi: da quanto
tempo gli avviene questo? Sembra una domanda superflua,
perché Gesù sarebbe intervenuto in ogni caso; e che la malattia
fosse acuta o cronicizzata in
fondo non faceva nessuna differenza. Ma quella domanda rivela che Gesù non vuole solo intervenire come taumaturgo, non
vuole dare quel saggio di potenza che i suoi discepoli non sono
stati in grado di dare. Vuole anche partecipare, condividere,
dare ascolto allo sfogo e spazio
alle lacrime. Non vuole agire in
modo sbrigativo e paternalistico. Vuole farsi fratello di chi gli
sta davanti. Non è quindi un
agire «per», ma un agire «con»:
ed anche in questo si rivela il
volto dei figli di Dio.
L'impotenza dei discepoli
grado di sconvolgere i sistemi di
ìoìic
ingiustizia consolidati nel mondo, è in grado di «trarre giù dai
troni i potenti ed innalzare gli
umili» (Luca 1, 52). Egli è in grado di fare tutto questp, e lo fa
perché è, se possiamo dire così,
l’unico vero credente di tutto
questo episodio. La fede di Gesù
è la certezza che il regno di Dio
A questo punto possiamo tornare ai discepoli. Quello che
Gesù è stato in grado di fare, essi
non lo hanno potuto. La loro
impotenza è l’argomento del
giorno. La gente ne discute in
piazza, gli scribi spqtano sentenze, le persone con la testa sul
collo vedono confermate le loro
riserve nei confronti dei discepoli... e forse Marco registra qui
qualche problema della comunità cristiana che ha conosciuto
qualche sconfitta e si è attirata
qualche critica.
«Ogni cosa è possibile a chi
crede», afferma Gesù. Compiere
un intervento liberatorio non è
invece stato possibile ai suoi discepoli. Forse, non sono stati in
grado di intervenire perché hanno fatto troppo assegnamento
su se stessi, hanno pensato che
il puro e semplice stare accanto
a Gesù, avere familiarità con lui
abbia Conferito loro un potere...
Forse, non si sono «vissuti» come mendicanti della grazia di
Dio ma come eroi della fede, ed
hanno miseramente fallito.
Non è che un’ipotesi, ma bisogna rifletterci. Gesù infatti ci
ha chiamati alla fede, ha fatto di
noi i suoi discepoli. Noi lo abbiamo creduto e accettato. Ma
non dobbiamo dimenticare che
la fede non si vive in una specie
di recinto protetto: si vive sulla
piazza del paese, dove si incontrano persone e problemi, dove
si dà convegno quella umanità
che aspetta dai figli di Dio (come è in diritto di aspettarsi) una
parola rinnovatrice e un gesto
vivificante. Gli spiriti che dominano il mondo... e talvolta anche la nostra vita: spirito di sopraffazione, di dominio, di potere, di autoglorificazione, corne
anche gli spiriti demolitori della
dignità e della vita «non si possono vincere - ammonisce Gesù se non con la preghiera».
Solo una chiesa che non dà
per scontato il successo della
sua testimonianza per la presunzione che Dio debba comunque vegliare sulla sua causa; solo
una chiesa non presuntuosa ma
umile, solo dei credenti non sicuri di sé ma capaci di chiedere
ogni giorno l’aiuto di Dio, consapevoli della propria intrinseca
debolezza e della grazia potente
di Dio... solo una chiesa che sa
imporsi una disciplina di sottomissione, di preghiera, di ascolto, di fiducia, possono agire con
la prospettiva e la possibilità di
testimoniare in maniera efficace, di parlare in maniera costruttiva, di lottare perché si manifestino quegli spezzoni di verità e
di giustizia che possono far tirare il fiato ai miseri e dir loro che
il regno dei cieli non è più un’
utopia ma una promessa del Signore, ed è quindi una prospettiva e una speranza.
Se, rispondendo alla nostra
preghiera, Dio ci toglierà dal volto la maschera di gente che cerca di mimetizzarsi e di coprire la
propria debolezza, e ci costringerà a vivere come figli capaci di
servirlo in maniera costruttiva il
nostro parlare, il nostro agire
cesseranno di essere l’argomento del giorno per gli sputasentenze e gli appassionati dei dibattiti ideologici, ma potranno
essere una provocazione allo
stupore e porta aperta alla fede.
Note
ori«'
omiletidit KS
ìeldi
mi
«lì
dall
m
b
BI.
ott
ì-tologo e
¡coti;
(uindici
a m
lona
di
Il testo di Marco,
descrittivo dei pa,!
di jVlatteo e di Luca'«
un^mpressione di m,
giore immediatezza
Tutti e tre i testi
tengono l'invettiva
Gesù contro l'incredi
dei discepoli; sólo qi,
di Marco riporta il\
colare della domand'
Gesù circa la durata
la malattia, a sottolii
re una partecipati
umana di Gesù all»
ferenze.
In tutti e tre gli
geli la collocazione
medesima. Il raccoi
segue l'episodio dtrasfigurazione (di
quale solo tre dei c
poli sono stati test«
diretti, senza perali
comprenderne moli
significato), che gii
ca la domanda di
rivolta ai discepoli (|
non erano s,aliti sul
bor; e precede il del
di Gesù sulla sua pi
ne, che anche rimani
compresa nel suo sii
ficato, tanto che prSdicui a
ca tristezza (Matteoi » nel
23) o timore di saperi - Con
di più (Marco 9, 32 el jme un
ca 9, 45). w,perii
Però la collocazioi ( #eil
non è casuale, o amei i la itila.;
così mi pare: se latrail i|ienti àl
gurazione è un segiAtcìtìspe
(discutibile, come tuttBpripeip
segni), deila gloria di G|
sù, questa gloria non
tanto non «stingessi
discepoli automatica^
mente, solo per il fi
che sono suoi discepoli
rendendoli capaci diga-]
sti straordinari, mai)!
meno autorizza nesui
a considerarsi dìspeo!
to dal confronto coóla
quotidianità e con ladU',
rezza dell'esistenza ere
immediatamente do|
troviamo il detto di Gì
relativo alla sua passij
ne, abbiamo qui il segò
che l'azione di Dio èetf
cace perché passa
verso la via della crocei
Cristo, nella quale si
nifesta fino in fondoli |feside:
sua solidarietà verso'
creature. 1 yano li
Il Cristo trasfigurati |'^ósce\
non è un superman, e
Cristo crocifisso non è li
vittima di una dìsgrazu |
i_ umana
Tutta la vicenda umaW
e la speranza in Dio '■’ir^otevc
la può illuminare, si cd
locano tra l'abbassameii '
to di Cristo e la sua gloa IL.
ficazione, e ne dipeutii' , ^
no. La sofferenza yierj .. ’
sconfitta da Gesù che t
assume su di sé e lavivi j®..
La prospettiva della gl® L
ria di Cristo dà corpoi * «ero s,
le nostre speranze. Noi . . Il
mi pare tanto il ca*®
soffermarsi sull'ef'j)
del miracolo, sull'ii'®''
duazione delle i,,
sioni demoniache e no in
a con
ho avi
tt
loro versioni contem^
ranee. Molto più l'ilevoi'i,,
te mi sembra nel ted®
le ÍTII bciMUia 11^' Tj,.
«confronto» tr$ I3 | , [ *|?gge
dei discepoli e
Gesù, e l'intreccio di ^
de e incredulità che
compagnano là no _
vita di cristiani, non so di quanto co
to sia sapere che ab
mo molti predecesso ;
Per
approfondi**
Si possono
commentari al
stamento, per
quelli della sene ra
E. Schweitzer su
J. Schniéwind su M®..
-e K^'h.’Rengstorf
ca. Molto utile ^
chiata al cap. l2jPl^|^
e seguenti) del
Maillot / miraco» ^
«Demoni» e
del Dizionario 0
forniscono anch®
buon materiale.
lloro
me ui
po’di
^iàccor
libro
■.iomii
''.siero
;^ciei
, :SConi
: fluasi
lùro 1
nellii
corai
Così
' libro:
i Orca
, Ipter
sono
Ha ir
.quell
re in
rienz
, «11
prop
mo,
qual
gUei
Sona
rivo!
Cose
Parli
3
GNO19
)ì 21 GIUGNO 1996
PAG. 3 RIFORMA
Marco J
dei
parali
Luca, al
eli aij
iiatezza,
- i testi ai
"tvettivaj
l'incredu
i; sólo qu
lorta ¡1 p3j
domandai
J durata t
a sottolb
tecipazioj
esù alias
tre gli e»
cazione èj
Il raccoi
sodio del
:ione (de
re dei
ati testili^
za perali
rne moltj
che gius!,
ada dì alj
iscepoli,
saliti sul:
ede il de
a sua pas
re rimanei
el suo sle
) che pro|
(Matteo'
a di saperi
o9, 32el
ollocazioi
ile, 0 amei
: se la tra
è un segi
come tutti,
gloria di Gl
loria non
«stinge» SI
utomaticaper il fattoi
:OÌ discepoli
:apacl di gè]
ari, ma neu
izza nessui,
rsi dispella•onto con la
e con
;istenzci;ese|
nente do|
ietto di Gl
I sua pas!
I qui il segi.
di Dio è eli
passa attB;
iella crocei]
quale si
in fondo li
età verso
irasfigurati
perman, e '
sso non è
na disgrazia
inda umana
a in Dio dii s
inare, si col
abbassameli
I la sua glori
ne dipendo
renza vien“
Gesù che
sé e la vi«
/a della gl®
dà corpo
eranze. N®
to il ces®.
sull'entit
,, sull'lndi«!
elle posi« i
¡ache e de*
I contempi ■'
p più rileva*
3 nel te^°L
tr? la w
e quella "i
reccio di **!
slità che
o la noi«
mi, anchej
ante co#
. rhe abl»*^
all’antica Sparta viene tramandata
^ria di un ragazzo che, tenendo na~
¡sto un lupo sotto il mantello, lasciò
ila belva lo divorasse pur di non svenne la presenza. Ciò è quanto accade
ì^tagonisti del libro intitolato ap* «Il lupo sotto il mantello» pubbliQ dalla casa editrice Derma a cura di
npeo D’Onofrio e Maria Teresa La
I (Napoli 1995) e presentato recen
temente a «Galassia Gutenberg». Si tratta di protagonisti silenziosi contagiati
dal virus dell’Aids che parlano di sé, del
loro percorso di vita, delle loro ansie,
delle loro speranze.
«Dolore, rabbia, paura, speranza scrivono i curatori nella quarta di copertina - non hanno voce. Le loro storie
costituiscono una denuncia anonima
scritta, ma vissuta nel silenzio fra l’in
differenza degli altri». Di queste storie
pubblichiamo in calcealcuni stralci,
ringraziando coloro che hanno voluto
condividere con noi un po’ della loro^
esprienza di vita. Siamo convinti infatti
che le chiese e l credenti potrebbero essere più presenti in questo campo, ma una
maggiore presenza richiede prima un
attento ascolto e forse un radicale cambiamento di mentalità.
L'esperienza di un volontario
Sei anni con l'Aids
La testimonianza di un medico che cura sieropositivi e malati di Aids
«Il lupo sotto il mantello»
le storie personali evidenziano il bisogno di aprirsi agli altri e la necessità
di nascondersi. La malattia non riguarda solo gruppi a rischio
ANNA MAFFEI
udir*
jovoit
-seimP"’
f.sui-J’
un#
idi^
laCla^
Le
acol
BBIAMO incontrato il
L^dott. D’Onofrio, dermaiogo e specialista di malativ^eree presso il II PolicliSO ai Napoli, che nel circa
liniiid anni dalla comparsa
iella malattia dell'Aids ha
tonalmente raccolto cenpia di testimonianze di sie&msitivi e ammalati di Aids
pm alcune ha poi pubblirato nel libro.
- Come è nato il suo interesseumano, oltre che medico, per questi pazien ti?
: «Nei primi cinque anni della mia. atti vita rivolta a pazienti àffetti da Hiv ho operato rispettando al massimo il
■ineipio dell’anonimato e
jtomendo un atteggiamento
toccato. Per legge anche la
.lagnosi deve infatti restare
T-aascosta almeno fin quando
c’è la presenza della malattia conclamata. Quando
'i^hivano da me era essenzial” mente perché altre strutture
le li mandavano per delle
,jtisulenze e io non chiedevo
mila. Cercavo di capire che
Wattia della pelle avessero e
laiutavo magari solo donan3 loro qualche farmaco che
l'évo in saggio. Con il passadel tempo ho cominciato a
larlare con queste persone
lerché volevo cercare di capifi. E quando ho cominciato
mi sono accorto del grande
desiderio che questi pazienti
avevano di aprirsi. Mi svelavano un mondo che non conóscevo, dalle loro parole mi
'sentivo arricchito. Man mano
ho avvertito la necessità di
riascoltare le loro testimonianze e ho chiesto loro se
potevo registrare quello che
.mi dicevano».
- E poi ha deciso di pubblicare queste storie...
«Sì, man mano che rileggevo le loro testimonianze ho
trovato tante cose che ho riteiiuto che anche altri,dovessero sapere. Così è nata l’idea
del .libro, che non è stato
scritto da me ma da loro,
fiirtroppo non posso scrivere
I loro veri nomi, io sono co, me un procuratore: mi hanho in un certo senso delegato
8 comunicare all’esterno uh
po’ della loro vita, e mi sono
nccorto che per molti di loro
, figgere la propria storia sul
libro è come ritrovare una
forma di esistenza. In quanto
sieropositivi infatti, in una
società che li costringe a nascondersi, la loro vera vita
Aliasi non esiste. Molti fra colóro le cui storie ho raccolto
óel libro me ne chiedono an^ra copie per darle ad amici.
Così possono dire, offrendo 11
libro: “Vedi, io sono questo!’’.
Circa la metà dì quelli che ho
intervistato purtroppo non ci
^no più: l’Aids è una malatna imprevedibile: la discesa,
.snella rapida, può intervenitfi m qualsiasi momento».
,~A partire da questa espedi ascolto si è stretto un
*^m.e fra voi?
. *11 paziente sieropositivo
Ptoprlo perché è solo, solissimo. nel momento in cui
'Ihalcuno lo ascolta e lo se8iie si aggrappa a questa permna in un modo enorme. Si
'Volge poi a lei per tutte le
m*se: le persone con cui ho
parlato sono tantissime, mol
te di più di quelli le cui testimonianze ho raccolto nel libro. Mi è capitato che dopo
la pubblicazione molti altri
hanno chiesto di essere intervistati da me».
- Una cosa che lei ha detto
in occasione della presentazione del libro è che oggi la
malattia può iriteressqre sempre di più tutti...
«Sono 15 anni dalla diffusione di questa malattia.
All’inizio si pensava che fosse
confinata solo a gruppi particolari, tossicodipendenti e
omosessuali, però man mano
che il tempo è passato questa
differenza non esiste più. Anzi attualmente la percentuale
maggiore dei soggetti contagiati è rappresentata da persone cosiddette normali. Ma
poi mi chiedo; chi sono davvero i “normali”? Ricordo che
nell’ascoltare la storia di uno
dei miei pazienti sieropositivi, un giovane omosessuale,
mentre mi raccontava del
contagio collegato alla sua
omosessualità, mi facevo la
stessa domanda. Ricordo che
il peiziente mi disse; “Ero riuscito a vincere e a manifestare apertamente la mia sessualità, adesso mi ritrovo a dover
vincere ed eventualmente anche a manifestare la mia sieropositività”».
- Cosa certo non facile.
«Riuscire a mànifestare la
propria sieropositività è difflcilissimo. Alcuni dopo l’intervista sono riusciti a parlarne ad altri ma sempre in cir^
coli molto ristretti. Parlando
con loro ho sempre cercato
di spingerli ad aprirsi. Se il
messaggio non viene recepito non avrai perso niente, dicevo, perché quelli comunque non ti erano amici. Se
invece la cosa viene ricevuta
bene da qualcuno, e io sono
sicuro che in molti casi questo avvenga, si avvicineranno
a tè e sarai meno solo».
- Quanto è presente la (dimensione della fede nella vita
di queste persone?
«Nel corso della malattìa alla fede ci si arriva sempre. Ne
ho avuto esperiènza alcuni
giorrii fa quando un paziente'
^e nel passato aveva fatto
ferma professione dì ateismo
in questi giorni ha riscoperto
questa dimensione. Per un
neriodo non mi aveva piu cercato, cosa che faceva telefpnicamente spesso precedentemente. Poi mi ha parlato con
entusiasmo di “qualcuno in
alto” a cui si era raccomandato con fiducia: da allora ha ripreso a telefonarmi. Alla fede
è legata in genere l’ultima
speranza di guarigione».
- Molto spesso si.accusano i
sieropositivi di comportamenti superficiali che diffondono il contagio...
«È vero, siamo portati a
condannare chi, pensiamo, si
comporta con Ifuperflcialità.
Noi siamo stati abituati a vedere gli ammalati di Aids nella fase terminale, ma la persona sieropositiva è una persona giovane che continua a
vivere la sua vita di relazione
e ne ha il diritto; le persone
sieropositive vivono fra di
noi. Ora, se il contesto non
cambia, queste saranno costrette a nascondersi sempre
più e, non avvertendo della
loro condizione per paura di
GIOVANNI OIUDICI
essere rifiutate, potranno
provocare dei danni che altrimenti sarebbero evitati. Mettiamo il caso del bisogno urgente da parte di un sieropositivo di una cura odontoiatrica, e chiunque può verificare nella pratica quello che
dico; se una,persona chiede
di essere curata dicendo di
essere sieropositiva spesso
ottiene un rifiuto per pretesa
mancanza di strumentazione
idonea; la stessa persona,
non dicendo nulla, potrebbe
ottenere immediatamente le
cure di cui ha bisogno. Una
cautela, un’attenzione alla
disinfezione, dovrebbe esser
ci sempre, dappertutto, non
solo perché ci possono essere
sieropositivi che non avvertono, ma anche per quei tanti
sieropositivi che non sanno
dì esserlo. Su questo c’è uno
sbaglio enorme da parte di
tanti medici interessati».
Che cosa provoca maggiore sofferenza nelle persone che
prendono atto della loro sieropositività?
«La cosa più grave non è
tanto il danno biologico che
poi porta,alla morte, ma il
danno sociale. Mi è capitato
di ascoltare familiari di sieropositivi che hanno dichiàfato
per esemplò: “Avrei preferito
che mia figlia fosse morta
cinque anni fa con un tumore” perchéìl problenìa di nascondersi non riguarda solo il
paziente, ma aiiche quelle
persone che ci vivono attorno e sanno. La morte sociale
è peggiore di quella biologica; solidarietà non è dare soldi per questa o quella fondazione ma è esprimere una vicinanza»;
IL mio primo incontro con
un malato di Aids conclamato avvenne sei anni or sono, nel giugno 1990 presso il
Reparto malattie infettive di
Mestre. Da pochi giorni era
terminato il corso per volontari organizzato presso la sede della Chiesa valdese. Per
me fu un giorno solenne e
contemporaneamente di
sconfitta. Rino mi allungava
la mano, ma le «certezze» acquisite nel corso non funzionarono. La cosa si ripetè per
altri due giorni, poi, finalmente, la situazione cambiò,
e tale è rimasta fino ad oggi.
Erano gli anni precedenti al
1993, quando rispetto all’
Aids si «inventava» giorno
per giorno, sia per ì volontari,
sia per la medicina ufficiale.
Con una malato di Aids un
giorno non è mai uguale al
precedente. Il terribile virus
Hiv lavora all’interno del corpo e distruggendo le difese
immunitarie offre terreno
fertile a quelle malattie che ì
medici chiamano «opportunistiche» e che sono quelle
che conducono il paziente alla morte. Nel 1991 aprlmnio
«Casa Eben Ezer», al Tarù,
con Giuseppe che in meno di
un mese fu costretto su una
sedia a rotelle e aveva bisogno di tutto. Si mangiava assieme, con U «pappagallo» a
portata di mano perché inevitabilmente a, tavola «aveva
urgenza» e rifiutava con fermezza l’uso del pannolòne.
Morì a ottobre quando nella
Casa era già arrivato Isaia, ex
infermiere, con doppia incontinenza, lo si doveva cambiare anche sette volte in un
solo giorno. Poi arrivarono
Enrico, Roberto, Stefano,
Ignazio e altri ancora, autosufficienti ma con problemi
di droga o alcd.
Da allora, con alterne vicende, Casa Eben Ezer continua la sua ospitalità particolarmente verso le persone
prive di supporto familiare.
C’è poi l’assistenza domiciliare (oggi, 1996, finalmente
gestita dal Comune e dalle
Asl) e l’assistenza in corsia. Si
tratta di un volontariato che
impegna 365 giorni all’anno.
1 miei Natali e i miei capo
8M Convivere con là sieròpó'sitività e la malattia^.
Dovete conoscere le nostre storie
Sie/öHO Wli’inlzio qpello
riesci a.capire più niente»
non riesci più' a capire chi
sei,’che còsa hai ^tto, tl sentì proprio una nullità, ti trovi
nel caos. Poi pian piano comìnci ad apprezzare le cose
che ti stanno intorno e nasce
il- coraggio di vivere, mentré
prima c’era solo la paura di
esistere. Anche se^ono una
persona audace e còraggiosa,
in quel moménto sono statò
preso dai timore di vivere,
però subito dopo mi sono
detto: No, no, che stai facendo? Stai sprecando il tempo a
piangerti, a distruggerti. Vìvi!
Vedi il sole che è bello e
splendente, se il cielo è grigio
mettiti un paio dì occhiali
con il fondo blu per vederlo
azzurro e spera dì vederlo
sempre così, di essere sempre pieno di energie, sempre
vitale, sempre euforico».
Teresa: «Nonostante la
malattia credo ancora, nel
futuro; tutti dobbiamo morire, ma io spero di vivere ancora molti anni e faccio progetti, Voirei vivere .tranquilla, vorrei che nessuno sapesse della m^attia, perché la
gente non conosce il dolore
che .accompagna questa
èondizione. (...) Anche se mi
venisse negata l’assistenza
non avrei il coraggio di denunciarlo pubblicamente,
perché credo che esporsi sia
una cosa negativa. Pur volendo rimanere anonima, mi
fe piacere che la gente conosca la mia storia perché mi
crea rabbia che gli altri si limitino a parlare di questa
malattia senza mai fare
qualcosa di concreto...Questa malattia fa certamente
paura, ma è l’ignoranza a
rendena ancora più spaventosa e terribile, sia'per . noi
che la viviamo, sia per le
persone sane».
Mauro: «Sarei disponibile
a dire a tutti là verità sulla
mia malatria, anche perché
la mia famiglia non ha problemi a riguardo, però
neU’ambiente clericale ci sarebbero dei fastidi, infatti
prevedo solo emarginazione
e nessun aiuto. Basti pensare che quando l’anno scorso
è morta di Aids una ragazza
della mia parrocchia, l’aUora
parroco mi ha mandato a
clamare per celebrare le
esequie perché non se la
sentiva di farlo da, solo in
quanto aveva paura. Ripensando a questo episodio mi
chiedo se mi tratterebbero
nello stesso modo. La ipla
vita'di sacerdote, dal rao
raento in cui sono venuto a
conoscenza dd mio stato di
sieropositività, non è cambiata molto, proprio perché
ho preferito mantenere il più
stretto riserbo sulle mie condizioni. Ho paura di essere
emarginato, rifiutato. So che
dovrei uscire da questa si-'
tuazione per lottare e far capire che questa non è una
malattia che si trasmette con
i'semplici rapporti sociali».
Anna: «La mìa vita è in
funzione dì mio figlio e mi
occupo di tutte le sue necessità come una normale
mamma. Sono contenta di
aver saputo di essere sieropositiva, perché voglio sapere sempre là verità su qudlo;
che mi capita. Ho paum dd
futuro, ma ho anche fiducia
che verrà scoperto un nuovo
farmaco. Voglio precisare
che non considero la sieropositività come una punizione, perché non ho idee cosi
ristrette. (...) La scelta di non
dire che sono ammalata dipende dal fatto che-non Voglio essere, trattata come una
moribonda,, anche perché
non mi sento così, sono piena di vita, amo la vita, le^,
, mi dedico dio s'port e sono
molto attitrau*.
(tratte da «Il lupo sotto il
itìattteilo»)’
danni li ho tutti trascorsi negli ospeddi per ammalati di
Aids. In quelle corsie si dene
a contatto con i casi più disparati e disperati: la moglie
infettata dal marito (o fidanzato) che lo precede o se^e
nella mòrte coinvolgendo intére famiglie che si incolpano
a vicenda, genitori che h^no
già perso uno o due figli che
settimanalmente offrono
parte del loro tempo per sollevare moralmente e anche
materialmente altre giovani
vittime della droga, genitori
che invocano presso i medici
la «puntura finde» e dtri che
invece implorano: «Dottore,
non me lo faccia morire!».
Ammalati o genitori che mi
chiedono i più svariati consigli in campo medico, in quello legale o sociale; come vestire la sdma, come organizzare funerali laici... Volente o
nolente mi ritrovo ad essere
per molti, istituzioni pubbliche comprese, un piccolo
punto di riferimento in questa battaglia contro il virus
che quotidianamente miete
vittime in tutto il mondo. Ma
i bisogni sono tanti. Per la zona di Mestre-Treviso sto pensando a una struttura leggera, un dormitorio per il prossimo inverno per tutti quei
sieropositivi che vivono fuori
casa e che non hanno quasi
nessun contatto con le istituzioni sanitarie. Offrirémmo
loro un letto, una colazione
edda, medicinali. Oggi con i
nuovi antibiotici la vita dei
sieropositivi si è di molto dlungata, ma la morte è sempre in agguato. Le istituzioni
\dovrebbero intervenire ma a
Venezia (unica fra le città del
Nord) non è attivo neppure il
numero 118, figuriamoci se si ,
pensa agli sbandati in Hiv!
I credenti e ìe chiese, le,
opere sociali e diacondi dovrebbero assumersi delle responsabilità: trasformare ad
esempio qualche fabbricato
poco usato in casa di accoglienza o qualche reparto
ospedaliero (come quello
evemgelìco di Torino) in dormitorio per soli sieropositivi,
chiedendo la collaborazione
di Asl e Comuni, Con 12.000
ammalati in Italia, infatti, i
posti letto sul territorio nazionale sono appena 40(). I
sieropositivi e i mdati di Aids
attendono una risposta dai
credenti: essi sono il prossimo che Dio ha messo sulla
mia strada e nello spirito di
Gesù che lavò i piedi ai suoi
discepoli devo essere servo,
non distributore di beni, consigli, giudìzi o dtro. Molti fratelli evangelici che Seguono
con affetto questa opera di
Mestre a volte mi chiedono
se qualcuno «si pente», ise
«accetta la fede», se...
Io sono convinto che siamo
noi a doverci convertire, al
servizio e subito. L’otto per
mille che moltissimi italiani
danno per le opere sociali
evangeliche potrebbe contribuire a dare delle risposte anche nel campo dell’Aids; Non
deludiamo, ma soprattutto
non abbandoniamo al loro
destino di degrado e morte i
troppi (difficili, d’accordo)
giovani ora senza mèta e senza casa. Non pretendiamo da
loro. Impariamo a dare. Vivendo con loro quotidianamente ci si ritrova stanchi,
ma ricchi interiormente. È
inevitabile: lo assicura quel
Cristo che di diseredati e
reietti se ne intendeva.
4
V'
'■'•S
♦ .
PAG. 4 RIFORMA
Ecumene
E nata a Salisburgo dalla fusione dell® due ex Federazioni europee
Là nuova Federazione europea della diaconia
Alla nuova associazione aderiscono le organizzazioni diaconali protestanti
di tutti i paesi europei, dal Portogallo alla Svezia, dalla Francia alla Romania
JEAN-JACQUES PEYRONEL
I
■ L 31 maggio, a Salisburgo
‘ (Austria) e nata la nuova
«Federazione europea della
diaconia - Eurodiaconia». La
vecchia Federazione, nata
agli inizi del secolo, e la nuova, nata a Bruxelles quattro
anni or sono, hanno infatti
deciso di sciogliersi e di dar
vita ad una nuova Federazione paneuropea, integrando le
loro rispettive strutture.
Convocate contemporaneamente presso il nuovo
Centro diaconale della Chiesa luterana a Salisburgo per
la loro assemblea annua, le
due associazioni hanno così
concluso un processo di oltre
due anni durante il quale è
stato stilato lo statuto ufficiale della nuova Federazione,
redatto secondo il Diritto
francese, che sarà registrato a
Strasburgo, sede del Consiglio dell'Europa. Perché, questa fusione? Eurodiaconia era
stata creata soprattutto per
pejmetteré alle organizzazioni diaconali operanti nei paesi dell’Unione europea (Ue)
di avere a Bruxelles un ufficio
che seguisse da vicino l’evolversi della politica sociale europea, a contatto diretto con
la Commissione europea. Ne
erano quindi praticamente.
escluse le organizzazioni diaconali dei paesi europei che
non sono ancora membri
deirue e che' invece erano
. membri da tempo della vecchia Federazione europea
per la diaconia.
Oltre all’ufflcio di presidenche avrà la sua sede a Zurigo, la nuoVa Federazione
manterrà pn ufficio a Bruxelles per seguire gli sviluppi
della politica sociale europea
nonché i vari programmi predisposti dalla Commissione
europea. Quest’ufficio non
dovrà limitarsi, come ha fatto
finora, a informare le organizzazioni membro sui programmi che possono interessarle ma dovrà cercare di diventare un vero e proprio
gruppo di pressione nei confronti della Commissione,
non solo per seguire da vicino progetti presentati da singole organizzazioni ma anche
per manifestare in permanenza ai tecnocrati di Bruxelles le posizioni della diaconia
delle chiese protestanti europee in un momento in cui
ovunque viene rimesso in discussione lo «stato sociale»
che finora ha caratterizzato
l’insieme dei paesi dèll’Europa occidentale.
L’allargamento ad Est rappresenta una grossa sfida per
la nuova Federazione e prefigura quello che sarà la stessa
Unione europea quando ne
saranno diventati membri a
pieno diritto tutti i paesi europei, daH’Atlantico a^li Ufali. Infatti la decisione della fusione è stata dettata non solo
dalla preoccupazione di non
moltiplicare le strutture rappresentative della diaconia
europea, ma anche e soprattutto dall’esigenza di avere
un ambito comune paneuropeo ove poter confrontare i
vari sistemi sociali, le contraddizioni esistenti tra sviluppo economico e politiche
sociali, il modo in cui le varie
chiese europee mettono in
pratica la loro vocazione diaconale, il tipo di rapporto esistente tra chiese e stato nei
vari paesi. Su quest’ultimo
punto in particolare vi è una
grande differenza tra le grandi chiese luterane del Nord
Europa e le piccole chiese
riformate del Sud é dell’Est.
Dal punto di vista numerico, ad eccezione dell’Ungheria in cui esiste una forte mi
II centro storico di Salisburgo dominato dalla fortezza Hohensalzburg
noranza riformata, le chiese
protestanti dei paesi dell’Est
sono generalmente ultraminoritarie di fronte all’egemonia della Chiesa cattolica romana (Polonia, Repubblica
ceca) o della Chiesa ortodossa (Romania, Albania, Bulgaria). La nuova Federazione rispecchierà quindi un panorama estremamente >yariegato di tradizioni teologiche e
culturali, di sistemi politici e
sociali, di visioni politico-sociali. Tale varietà si traduce
in una concezione della diaconia anch’essa molto variegata che, per usare tefmini a
noi noti, va dalla diaconia pesante (che spesso risulta il
modello più seguito) alla diaconia leggera (che non sempre riesce a farsi accettare e
riconoscere dalle rispettive
istanze governative). Nel momento in cui l’Europa diventa tridimensionale, con un
Nord, un Sud e uh Est, e con
problemi sociali molto simili
(disoccupazione, crisi dello
stato sociale, immigrazione,
droga, disagio psicologico e
psichico, ecc.), sarà molto arricchente per tutti, anche a livello teologico, confrontare
modi diversi di rispondere a
problemi comuni.
A questo riguardo, dal febbraio scorso, Eurodiaconia e
Eeccs (Commissione ecumenica europea per chiesa e società) coordinano un progetto finanziato dalla Commissione europea sui problemi
della povertà e dell’esclusione sociale in Europa. Il progetto, della durata di un anno, mira a conoscere le posi
Durante rincontro,tra carismatici'cattolici e evangelici
Quando un vescovo cattolico si china
a baciare i piedi di un pastore pentecostale
LUCIANO DEODATO
UN vescovo della chiesa
cattolica romana che si
china a baciare i piedi di un
pentecostale non è un gesto
consueto. Eppure è successo.
A Rimini, nel contesto del
XIX incontro tra carismatici
cattolici e evangelici, del 2528 aprile. Don Dino Foglio,
coordinatore nazionale dei
carismatici cattolici, si è inginocchiato davanti al pastore
¡pentecostale Giovanni Traettino per baciargli i piedi, subito seguito dal vescovo di
Locri, mons. Giancarlo Brepntini. Chiariamo anzitutto
il significato dell’atto compiuto: non un segno di sottomissione, né di venerazione:
ma di pentimento e umiliazione per le discriminazioni
operate dalla Chiesa cattolica
nel passato più o meno recente nei confronti dei pentecostali. Una richiesta di
perdono. Una risposta a un
gesto analogo compiuto l’anno scorso, quando il pastore
Traettino aveva lavato i piedi
a un francescano, Belpiede.
Quest’anno a Rimini l’atmosfera doveva essere particolarmente calda. Difficile
quantificare il numero dei
partecipanti: chi dice che fossero 60.000, chi 80.000, venuti da varie parti del mondo e
da varie chiese. La particolarità quest’anno era data dal
fatto che si trattava del primo
convegno dopo la pubblicazione dell’enciclica Ut unum
sint, con la quale il papa ha
inteso rilanciare il dialogo
ecumenico. Traettino ha anche consegnato ql card. Camillo Ruini una lettera nella
quale sollecita un’accelera'zione del processo di riconciliazione tra pentecostali e
L'incontro tra II pastore Traettino e II card. Rulnl
cattolici in Italia. Da' tempo,
cioè dal ’72, sono stati avviati
colloqui tra cattolici e pentecostali, e in particolare i carismatici delTuna e dell’altra
sponda hanno scoperto di
avere un linguaggio comune.
«Abbiamo scoperto - dice
Traettino - che lo Spirito
Santo è all’ópera anche tra i
carismatici cattolici e che lo
stereotipo cattolico non si
addiceva loro. Abbiamo scoperto che per loro luòghi comuni come il papa, i santi.
Maria non costituiscono più
una centralità, mentre è cresciuta l’importanza della persona di Cristo e della nuova
nascita. La maggiore attenzione alla figura di Cristo ha
permesso in loro il ricupero
degli elementi essenziali del
messaggio evangelico, del
kérygma. Insomma, U cattolicesimo è una realtà composita e noi, evangelici, dobbiamo imparare a distinguere
tra \^ri cattolicesimi.
Con i carismatici è come, se
riemergessero elementi essenziali delltf fede cristiana.
fino ad ora giacenti nel deposito». A prescindere dalla teatralità del gesto, che non è rimasto isolato ma che si è diffuso come un contagio a tutta l’assemblea, va segnalato
rincontro di questi due
mondi, tuttora separati da
un alto muro. Si sa quanto il
mondo pentecostale ih generale sia se non ostile certo
molto scettico sul dialogo
ecumenico con il cattolicesimo, da molti visto come la
Babilonia biblica che deve
essere distrutta.
Traettino e la sua chiesa
evangelica in Caserta non sono rappresentativi di tutto il
pentecostalismo italiano.
Tuttavia una breccia si è
aperta nel muro della divisione. Se quesfa sia il preludio di
sviluppi successivi, è cosa
difficile a dirsi; sta di fatto
che sia il mondo cattolico
che quello pentecostale sono
attraversati da fermenti finora impensabili. Lo Spirito soffia dove vuole e la sua grande, anzi assoluta, libertà non
può mancare di sconcertare.
VENERDÌ 21 GIUGNO
Croazia: grave spaccatura all'interno
della Chiesa evangelica luterana
ZAGABRIA — Secondo quanto afferma il Martin-LutheJ
Bund (Federazione Martin Lutero) la Chiesa luterana i' ^
‘ ^ Crolli
IL/n.
zioni e le azioni delle organizzazioni diaconali delle chiese
europee rispetto a queste due
problematiche che caratterizzano sempre di più il panorama sociale europeo.
È senz’altro di buon auspicio il fatto che la nuova Federazione sia nàta nella città di
Mozart, in un piccolo paese
entrato da poco nell’Unione
europea e in Eurodiaconia e
che, per la sua posizione geografica, rappresenta un traitd’union tra le tre dimensioni
della nuova Europa. I delegati
presenti a Salisburgo hanno
eletto il nuovo Comitato direttivo della Federazione,
composto di 11 membri. Sono risultati eletti: Sylvia Michel (Svizzera), presidente;
Bert Boer (Olanda), vicepresidente; Jiirgen Gohde (Germania), vicepresidente; Eva
Grollová (Repubblica ceca),
tesoriera; John Bradford (Inghilterra); Jhdit Csoma (Ungheria); Jean-Jacques Peyronel (Italia); Bernard Rodenstein (Francia); Hans Jorgen
Torkelund (Danimarca); Juhani Veikkola (Finlahdia); Andrzej Wójtowicz (Polonia).
Nella sua prima riunione, il
Comitato direttivo ha nominato quali segretari generali
della nuova Federazione Paul
Hau^ (Zurigo), segretario
uscente della vecchia Federazione, e Axel Fùhr (Bruxelles),
segretario uscente di Eurodiaconia. La prossima assemblea annua si svolgerà nell’ottobre 1997 in Ungheria.
zia si è di fatto spaccata. Le divergenze fra le due tenden^pjS
senti nella chiesa avrebbero portato recentemente a Zagabij
a scontri e alla sospensione del culto. Ad Abbazia
città di 30.000 abitanti dell’Istria, gli scontri sono degl_
è dovuta intervenire la polizia. Il conflitto era scoppiato
cembro dello scorso anno, quando l’«Associazione dei pastoi
e dei collaboratori ecclesiastici», costituitasi di recente avél
mosso pesanti critiche al vescovo Vladimir Deutsch. In
lettera aperta l’associazione aveva denunciato la «sistemati,
erosione della vita della chiesa in disprezzo dei suoi statuti
Un Sinodo convocato a Zagabria nel 1995 dal vescovo nons
rebbe stato convocato regolarmente, né avrebbe avuto ale
mandato di modificare la éostituzione ecclesiastica del :
vescovo è inoltre accusato di abusare della sua carica compo
tandosi come ai tempi del comunismo quando era «un non
solo» e da solo prendeva ogni decisione. Secondo Peter Scht
lemberg. Segretario generale del Martin-Luther-Bund, ancà
colloqui con le parti tenuti a Ginevra presso la sede della Fed|
razione luterana mondiale non sono serviti ad evitare l’escala
tion della crisi. La spaccatura è avvenuta formalmente quand
il 24 febbraio il Sinodo ha proposto come vescovo Mari®
Sporcic, pastore della comunità di Legrad. Questa nomina, n
spinta da Deutsch, è stata confermata in una seconda asseti
blea svoltasi a Kutina all’inizio di marzo dopo che, conforrajl
mente agli statuti, sette comunità avevano aderito alla propì
sta del Sinodo. Quando i rappresentanti della nuova leadew
ship della chiesa barino cercato di spiegare alle comunità raT
dunate per il culto ciò che era avvenuto si sono avute contestai
zioni, giunte talora allo scontro fisico. La Chiesa luterana dell
Croazia conta circa 7.000 membri. (epdi
*T*V0
JÓ se
ino r
rio d(
spaiato
jeU795
pftersi
“ßSSan
irnohi
aè«onc
le c
are d<
10.
dglia
afo ciane
Érdoti
ffedèl
àonari,
listàt
ito ài 'ss
lto'#ete r
ìegial
1, s
«perle si
ore; fu po
fe.ì0al 1
Ex Urss: i carismatici rappresentano
un grosso problema per i battisti
difirigi r
la^a pr'
ono i se
iti^ttolii
ont
itato c
KIEV — Dal 21 al 23 febbraio 1996 si è tenuto a Kiev, capitale dell’Ucraina, il congresso della Federazione euroasiatM|L_
(Eaf) delle Unioni battiste della Comunità di stati indipend®»*« À libera
ti. Oltre ai delegati delle diverse Repubbliche, in rapprese^- Gif^col
tanza dei 315.000 membri battezzati, erano presenti ospiti di «¡periodi
parecchi stati vicini, nonché Dentón Lotz, Segretario dell’AÌ- ¡t»/«L’Ecl
leàhza mondiale battista (Bwa) e il Segretario generale deBa;, 'lesele»
Federazione battista europea (Ebf) Karl Heinz Walter. Ma-j' »Uà con
presidenza della Eaf è stato eletto Franz Tissen, pastore nel' (so del li
Kazachstan, e alla vicepresidenza Alexander Firisiuk, préa- tesa ror
dente dell’Unione battista della Bielorussia. Il Congressdha isasatto
dedicato la sua attenzione soprattutto al grave problema dd-ipca, co
rapporto con i movimenti carismatici provenienti in granpar*’;®Saitìt
te dall’Occidente, che pretendono di avere il monopolio delir
verità e penetrano all’interno delle chiese battiste. Anche &aif
battismo dei paesi dell’Est è presente una forte spinta caá?'
smatfea e i doni dello Spirito vengono ricercati e praticati n#
le chiese, ma queste non sono affatto d’accordo con alcu^* ili^onsai
manifestazioni estremiste comuni in certi ambienti diti^l inel l80(
pentecostale. Un esempio per tutti è stato portato a propositó!; iwvo di
delle persone colpite dalle radiazioni di Cernobil, fra le quali-' ílj'abbé (
vi sono 1.400.000 bambini, 300.000 dei quali affetti dal cancitii j
In mezzo a queste dolorose situazioni molti «profeti della guarigione» carismatici hanno creato una grande confusione spirituale tra la popolazione organizzando grandi «riunioni di
guarigione», a cui hanno partecipato migliaia di persone, coa;||
la promessa del ricupero della salute per mezzo della preghiera e dell’imposizione delle mani. L’insuccesso delle loro operazioni ha provocato enorme delusione tra la gente e diffidenza e ostilità verso tutti gli evangelici. (ebps) |
late d
Svizzera: XXIII giornate dei cappellani
lieri francofoni
ospedali
Mçlfi
Qflve
irma
iutiK
yöövani
mi si :
10 al i
ìchedell’(
‘potane
male
Spiriti
CRÉT-BÉRARD — Dal 12 al 15 maggio si sono svolte a Crdt-J
Bérard, vicino a Losanna, le giornate dei cappellani ospedalie-f
ri francofoni. A questo ventitreesimo incontro circa cento,pa;«
stori, ■visitatori, diaconi e altri operatori assistenziali e ospeda-i;
Ueri si sono ritrovati in un bellissimo centro situato in uñazo-'
na agricola, che invitava alla mediazione, al riposo e alle pàs~seggiate, nonostante il tempo libero fosse quasi inesistente.L
partecipanti arrivavano da Svizzera, Francia e Italia (cinqui «me pero
persone tra Valli e Torino); nel lavoro in gruppi ci si è confroiH 0 il terzo
tati con casi di accompagnamenti di malati di diabete, di anorj ¿jj
ressia, di Aids, in trattamento radioterapico, di trapiantati, '»È^pna
bambini malati e di tutti coloro che sono presenti durante h ' Ilijonvej
loro malattia. Nei momenti di seduta plenaria vi sono da
un’ottima conferenza di Lytta Basset sul tema della riconciu2-i ®ta, dele¡
zione e altre due più bre'vi su temi pastorali e psicoanaliticii|j
una serata al castello d’Aigle e una tavola rotonda hanno cluü' ! iper Peci
so l’incontro. L’appuntamento è per il prossimo anno, con ìgo, si pr
speranza che un maggior numero di membri delle nostr«| Ineglì a®
chiese che lavorano in ambito pastorale, assistenziale e *j?®Perl
daliero, sappia approfittare di questi momenti di incontro, i^alè p
formazione, di scambio di esperienze e di stacco, se pur W ,'
ve, da proprio lavoro quotidiano.
elle di
ettit
iti («s
Norvegia: in forte aumento
l'impegno religioso dei luterani
^eanelc
'N-Parti
OSLO — Secondo statistiche pubblicate recentenien
nell’Annuario 1996 della Chiesa di Norvegia, l’impegno t ^
gioso dei norvegesi, membri della Chiesa di Norvegia OH*® g
na), maggioritaria nel paese, è in costante è
L’83% dei bambini nati nel 1955 (ossia 50.006 su
stato battezzato in quella chiesa. Le autorità ecclesiastic^
precisano però che queste cifre non sono definitive e che P
irebbero verificarsi modifiche. Tuttavia, riferisce il bollet _
di informazione della Chiesa di Norvegia, «queste cifre c
fermano la tendenza di questi ultimi dieci anni; nel 1?°°' j ¡¡¡
t^aeni
P^de!
?ltaüa,e
prof
Ü? hello
Up
it -«arri
WlB
il 79,4% era battezzato, mentre nei sei o sette ultimi
percentuale è passata all’83%». L’89,3% dei bambini
zati nel 1980 è stato confermato nel 1995.
'àienti
Ppo c
‘èec
5
lOlç
3121 GIUGNO 1996
RIFORMA
-Luthe,
di Cro*
enze pn
Zagabr
OpatijaI
nerati^
pasto:
Ite ave
1. In u
■teraatii
i statuti
3 non
Ito al
1951.
comp
Linuo:
nr Sdii,
d, anch
illa Fedi
I l’esci
5 quan
) Mari
mina, n
a asse:,
informi
a prop^
a leadeti
unità
lontestai
ana del
(epà.
Nasceva 200 anni fa un personaggio precursore di più moderne battaglie
La strana chiesa di monsignor Chatel
La fondazione della scismatica Chiesa cattolica francese
|(7na visione «progressista» che costò anni di sofferenza e di isolamento
I, TAVO bubat
mo
capitaasiatica
lendeppresepispiti di
„40 scorso ben pochi
¿nno ricordato il biiiaxio della nascita dell’
François-Ferdinand
piato a Gannat (Al1795; eppure si tratpersonaggio alquan^SSante, anticipatore
%olti aspetti delle
lè conciliari cattoliche
,_;e che ne fanno un
ire dei cristiani per il
ano.
iglia pia (il padre era
^iato agricolo), bat„itiandestinamente da
icprdote che non aveva
iò fedeltà ai principi riimari, dopo aver fatto
„rStstàto quale sarto, fu
Ito al sacerdozio. Ordijprete nel 1818, vicario
¿Cdfiegiale di Notre-Dame
lloplin, si fece subito noi per le sue doti di predi)re;.fu poi cappellano mije,’ÌEfal 1823 era conteso
be predicatore dalle chiek Fàrigi ma i temi e i toni
la sua predicazione gli atrono ì sospetti delle cori cattoliche conservatrici
. .ontane, mentre era
lodato dalle simpatie di
^bjherali e gallicane.
Gipticoli che pubblicava
uiperiodici «Le réformalell’Ai- «L’Echo de la religion»
e della lA^cle» lo misero in dif;r. Alla:' »Uà pon la gerarchia. Nel
rrenel' del 1830 ruppe con la
prœi- lesa romana, fondò la
ISSO ha fesa cattolica francese, scina del i^ca, con sala di culto in
Ìaint-Denis, e si fece
, rare vescovo da monjr Machault, che aveva
jo la successione apostojjdamons. Mauviel, a sua
dcu^i: ift^nsacrato a Nòtre-Dali tp^if enei 1800 da mons. Boyer,
positi scovo di Parigi. La Chiesa
ìquaB- ìll'abbé Chatel, divenuto
ancrd> Uniate di Francia», ebbe
aguale spi;
onidi
e,con; iMplfetta
formazione
cumenica
I giOvani seminaristi teologi
iCret- uijuj gj riuniscono dal 30
' Mgno al 4 luglio a Molfetta
to,pa- «lettere sulle problema■: che dell’ecumenismo con
una discreta diffusione, con
l’apertura di luoghi di culto a
Bruxelles, Nantes, Montrouge, Boulogpe-sur-Seine, Clichy, Gournay-sur-Seine, Bordeaux, Petosse (Vandea),
Foix e altre località sempre in
Vandea, nell’Alta Vienne e
nei Pirenei.
Nel 1834 la Chiesa cattolica francese possiede scuole e
pensionati, un seminario ed
edita un almanacco. Della
regola della Chiesa costituzionale nata con la Rivoluzione conserva il matrimonio
dei preti e la partecipazione
dei fedeli alla gestione della
parrocchia. Nella sua professione di fede si attiene a un
assoluto razionalismo; la
messa è celebrata in volgare.
Nei suoi discorsi e articoli
diffonde la sua dottrina: patriottismo, matrimonio dei
preti, emancipazione della
donna e quindi riconoscimento del divorzio, soppressione della pena di morte,
elogio del progresso sono i
temi principali.
Chatel si scaglia contro la
gerarchia romana e i gesuiti
che sfida aprendo una sala di
culto a Montrouge, loro roccaforte. Dispone di tre periodici; «Le catìrolique français»,
«Le réformateur peligieux» e
«Le bon pasteur». Probabilmente la nuova chiesa avrebbe potuto svilupparsi maggiormente se il governo del re
Luigi Filippo glielo avesse
consentito. I discorsi dell’
abate scismatico diventavano
infatti sempre più pericolosi
per l’ordine costituito. Nel
1838 pubblicava Le code de
l’humdnité, coronamento
dottrinale della sua opera dal
sottotitolo esplicativo: <<Ou
l’humanité ramenée à la connaissance du vrai Dieu et au
véritable socialisme».
La grande prova giunge il 2
novembre 1842, quando il
suo tempio viene chiuso d’
autorità: da allora Chatel vive
oscuramente, sostenuto da
qualche amico, senza ritrattare né rinunciare. Con il
1848 ritornano delle speranze: sui muri di Pari^ appaiono i suoi manifesti; il 15 maggio è a fianco di Raspail e di
Blanqui, alla te§ta della folla
che invade l’Assemblée Nationale. Si trova insieme a
tacariy
ati neh;
Il duello fra un gesuita e un giansenista nel film di Luis Bunuel «La
via lattea» che affronta I dogmi e le eresie succedutisi nei secoli
Eugénie Nibpyet, direttrice
del quotidiano socialista e
femminista «La voix des femmes»; prende la parola al
club «Bonne-Nouvelle» e
presiede un banchetto religioso alla barrière del Maine;
ma la catastrofe si avvicina.
Nel ’49 (il principe Luigi Napoleone è presidente della
Repubblica) Chatel è arrestato una prima volta; lo è ancora l’anno dopo, accusato di
aver pronunciato queste parole in un sermone: <dl cristianesimo è in profondo errore quanto alla carne; la càrne non deve essere soffocata,
essa deve avere legittirrtó sviluppo quanto ne ha lo spirito,
ed anche di più... Il benessere
materiale, mangiar bene: ecco
il nodo della questione. Così
vuole il Dio della natura e
della ragione. I suoi avversari
ne invocano un altro che si
sono fabbricati, ma non è altro che un idolo. Non vorrei
davvero assomigliare a questo
preteso Dio... la felicità risulta
dalla vita materiale, che premia e domina la vita intellettuale. Diamo innanzitutto
soddisfazione piena e completa agli organi del corpo».
"rali affermazioni, degne di
un eretico del movimento
dello Spiritus libertatis, gli
valgono l’imputazione di oltraggio alla pubblica morale e
alla religione, e la condanna
a un anno di prigione e una
ammehda di 500 franchi.
Collàbora ancora aì Dictionnaire universel edito da Maurice Lachàtre che, accusato di
comuniSmo proprio per quel
dizionario, dovrà rifugiarsi in
Spagna. Chatel vive i-suoi ultimi anni in miseria (facendo
il droghiere) e muore all’inizio del 1857: le sue spoglie
saranno traslate nel cimitero
di Clichy, nella cappella familiare Laverdet, di uno dei
suoi primi discepoli
« La Chiesa cattolica gallicana
Decenni dì repressione
La chiesa fondata da Chatel, dopo anni di persecuzione, arresti di pastori per pratica di culti proibiti, travolta da
un mare di calunnie che si
abbattè sull’eresiarca, coperto di ridicolo e ridotto a macchietta, soprain^isse, nonostante tutto, in clandestinità.
Nel 1870 il dissenso all’interno della Chiesa cattolica
romana prende vigore in conseguenza del dogma dell’infallibilità papale. Un gruppo
di ecclesiastici del dissenso si
riunisce a Bordeaux: tra loro
ci seno padre Giacinto Loyson, il canonico Moul, il canonico Pierre-François Junqua, che ricevono l’appoggio
dellé famiglie provenienti
dalla chiesa dell’abbé Chatel,
e anche di ambienti di tradizione giansenista. Da costoro
nasce il primo nucleo dell’
Eglise Catholique Gallicane,
che riprende la tradizione
della Chiesa cattolica francese di Chatel.
Il 3 dicembre 1883 padre
Loyson potrà presentare un
decreto del presidente della
Repubblica che rende ufficiale la rinata Chiesa cattolica
gallicana, di cui nel 1901 diverrà «primate» successore di
Chatel Joseph-René Viiatte,
di tradizione familiare proveniente dalia «Petite église»
anticoncordataria. Primate
della Chiesa gallicana saranno poi Louis-Franqois Giraud
(dal 1928), Bernard JalhertVille (1950-57), Irénée Deschevannes (1968-70) e Patrick Truchemotte (1970-85).
Dopo un tentativo da parte
dei nazisti di strumentalizzarla, la Chiesa gallicana ne
subì la persecuzione: il suo
giornale ufficitde, «Le Galilean», fu soppresso; uno dei
suoi vescovi, mons. Constant
Chevillon, al quale faceva capo anche l’EgÌise Gnostique
Universelle, fu arrestato nel
1944, torturato e massacrato^
dalla milizia collaborazioni-'
sta. Alla Liberazione i Gallicani ripresero fattività e la
pubblicazione del giornale,
che esce tuttora a Bordeaux.
)eda-;«;ne dell’ecumenismo con
a zo- snporaneo, in un convegno
paS"‘ Rionale che avrà per tema
nte.i La spiritualità ecumenica
nqu ome percorso formativo vermillennio», orgaPontificio semina^wonale di Molfetta.
“ "^nvegiio, che sarà inau:
da inons. Angelo Rorriri'ì del Segretaria
Conferenza episcopa}’®cumenismo e il diaPrópone di alimenta’1„. ispiranti ^reti la pas|?®P®*‘l’unità dei cristiani,
lu iV® principali relazioni
L®ne di mons. Giuseppe
Inetti e del prof. Giovanni
. . ®h («Spiritualità euca'ri*bel cammino ecumeni• Partecipano Maria Vindel Segretariato attività
elleniche, Traian ValdChiesa romena
è,® per parte evangeli{L prof. Ermanno Gente,
fila ® ff^'rterà del tema «La
„nello spirito è ecumeni,i’ n pastore battista Mar*^*^6 condurrà un
nro di preghiera, e il
“jore luterano Rartmut
'biann che curerà un
di studio su «Spirimin j tpunienica e proseliti
® delle sette».
,1,1 . ^ ,
Le singole ricerche devono poter circolare e far parte di un patrimonio comune a cui attingere
La storia dolLovangelismo italiano incomincia dalle comunità locali
GIORGIO BOCHAT
•bre-i
,(dt)
reli
ionsolo
li la '
Di
IN questi ultimi anni vanno
aumentando le ricerche
dedicate alla storia di singole
comunità evangeliche, a livello di tesi di laurea, di pubblicazioni a circolazione limitata, di volumi editi generalmente presso, editori locali:
citiamo come esempio l’interessante volume la cui lettura
è all’origine di queste note*.
Diciamo subito che queste ricerche sono di fondamentale
Importanza. Una storia complessiva della presenza protestante nell’Italia contemporanea si deve muovere sumn
altro piano, tenendo contoMi
esigenze di inquadramento
generale sia nelle vicende
della libertà politica e religiosa del paese, sia nella cultura
teologica e nell’attività missionaria delle grandi chiese
come dei movimenti di risve-glio. Questo livello nazionale
è esisenziale, ma rischia di
fermarsi agli aspetti più noti
é appariscenti se non può appoggiarsi a ricerche locali.
La realtà del protestantesimo italiano sono le cento e
cento comunità sorte e poi
scomparse o consolidatesi,
con vicende in parte parallele, in parte con particolarità
proprie, tutte di una straordinaria ricchezza. Senza dimenticare le chiese delle valli
valdesi, con il loro radicamento in una grande tradizione e su xin territorio povero, oscillanti tra caratteristi
che di chiese di massa e impegno di minoranze.
Nessuno studioso può pensare di ripercorrere da solo
una parte significativa di
queste vicende, la cui documentazione può venire soltanto da ricerche locali, generalmente dall’interno delle
singole comunità. Ma è an\ che necessario che queste ricerche siano messe a disposizione di tutti, mentre spesso
hanno una cùxolazione limitata all’ambito locale. Va
quindi sottolineato il ruolo
della Società di studi valdesi
(la più solida struttura in
questo campo, malgrado le
SUB dimensioni ridotte), che
non pretende alcun monopolio su queste ricerche ma
chiede di esserne messa al
corrente, cioè di ricevere una
copia di tutte quelle edite e
inedite, per poterle conservare e dare in consultazione
agli studiosi, incrociandole
con la ricchezza degli archivi
raccolti a Torre Pellice (in
primo luogo quello della Tavola valdese), che stanno crescendo in più direzioni (archivi di parrocchie, opere,
istituti ciilturali e carte personali, ormai abbastanza numerosi da porre problemi per
un’ordinata conservazione in
spazi insufficienti).
Fare la storia delle singole
comunità è però difficile per
più ragioni. La più evidente è
la discontinuità degli archivi.
Sono rare le comunità che
possono contare su uña do
cumentazione continua e
adeguata della loro vita attraverso registri di chiesa, verbali dei Concistori, carteggi
dei responsabili; abbastanza
spesso ci sono carte di buon
livello per un periodo, seguite
da grosse lacune o registrazioni insufficienti: talora le
carte mancano del tutto. Le
integrazioni con altri archivi
sono rare e difficili: quelli
pubblici (Comuni e Prefetture), quando sono conservati e
accessibili, sono dominati da
un’ottica poliziesca; quelli
privati sono pochi e settoriali.
Per le comunità valdesi un
supporto importante per
continuità viehe dall’archivio
della Tavola, che però conserva soprattutto la corrispondenza di pastori, maestri e colportori. Si può supplire in parte alle lacune della documentazione con la ricostruzione della memoria
della comunità: ma U ricorso
alle fonti orali non è facile
come sembra, richiede una
professionalità che non si
improvvisa e una sistematicità di ricerche. La «memoria
storica» di una comunità è
spesso rappresentata da anziani protagonisti di grossa
personalità e ricchezza, la cui
testimonianza dovrebbe però essere vagliata e incrociata
con altre fonti, come non è
sempre possibile, con il rischio di accettare ricostruzioni che sconfinano nel mito e nel rimpianto del buon
tempo antico.
L’altro limite di fondo delle
storie locali è la loro dimensione tutta (o prevalentemente) interna, la storia cioè
del piccolo nucleo di testimoni deU’Evangelo che si levarono contro un ambiente
ostile per fondare una comu:
nità vivente. Una storia pre?
ziosa, che però tende a sottovalutare o dimenticare il contesto sociale e culmrale e non
riesce a spiegare i limiti di
diffusione della predicazione,
le ragioni per cui a un successo iniziale segue un arresto,
un riflusso, talora la scomparsa di una comunità. Beninteso il contesto non può
spiegare tutto, ma la vita di
una chiesa è determinata anche da fattori come l’emigrazione, le reazioni dell’ambiente e delle autorità, lo sviluppo economico; come pure
i limiti di una predicazione di
protesta gridata e non sorretta da un acculturamento biblico e teologico. Quante comunità furono svuotate (come incidenza sulla collettività e come persone) dalla
crescita del movimento socialista oppure dall’emigrazione verso le città, senza che
ciò risulti dai registri di chiesa! E come è difficile mlsmare le diverse componenti di
un successo o di un insuccesso, ma anche quante storie
locali prescindono dal contesto socio-politico ih cui vivevano le comunità!
Il vento va, poi ritorna, così
Arturo Cericolà intitola la sua
bella storia della comunità diOrsara di Puglia. Si possono
prendere queste parole come
emblema delle storie locali
delle comunità evangeliche e
della contraddizione che le
domina tra il riconoscimento
della impossibilità di ricondurre in parametri umani il
successo della predicazione e
la difficoltà di tener conto del
mutevole contesto cui questa
predicazione si rivolgeva.
Storie difficilif-quindi, e pur
storie preziose, per lo storico
come per il credente, di una
testimonianza vivente nelle
sue alterne vicende.
(*) Arturo A. Cericolà: Il
vento va, poi ritorna... Breve
storia della comunità valdese
di Orsara, dalle origini ai 1960.
Prefazione di G, Gönnet, ed.
Lacaita, Mahdùria-Bari-Ro- ma, 1993, pp. 137, lire 15.000.
^ Librerie
^^CLAUDÌANA
vìà Francesco Sforza, 12/A;,
; tei. 02/76021518 ,,
TORINOt ^
vìa Principe Tmuraaso, I; '
tei: 011/6692458 J
TORRE PELLICE:
piazza delti Libertà, 7;
tel.0121/91422,
ROMA: ir
,trfmizàC8voiff,32;>
tei. 06/3225493
___----------—.
•li.
6
tí -'-.-íríTI.' i,"'
V?.
*r- --Ip/—.■ —-r>^ -yí*-r
l.i
%■
¡Pk
PAG. 6 RIFORMA
VITA’ Delle Chiese
L'esperienza dj formazione nella scuola domenicale di Torino
Educare alla fede nel tessuto della società
Momenti aggregativi svincolati dalla normale lezione permettono una maggiore
socializzazione dei bambini e lo sviluppo delle loro capacità espressive
ANDREA VINTI
Lf AGGREGAZIONE di tutti
I i bambini e le bambine
della scuola domenicale della
Chiesa valdese di Torino è un
obiettivo importante che si
sono dati i monitori e le monitrici e che si cerca, con vari
strumenti, di conseguire. Il
tempo a disposizione duram
te rincontro settimanale non
è molto, un’ora« mezzo circa
da suddividere nei vari momenti: i saluti iniziali,, il momento del canto, la preghiera
e la lezione vera e propria.
Questo tempo è sfruttato al
massimo ed è appena sufficiente per svolgere un discorso sulla lezione biblica del
giorno e, spesso, insufficiente
per un approfondimento-del
testo e, soprattutto, per una
discussione. '
Allora abbiamo organizzato un incontro mensile alla
dorheriica pomeriggio in cui i
bambini e le bambine possono stare insieme senza l’affanno di dover svolgere la lezione, dando spazio alla socializzazione e alla loro espressione tramite, anche, attività manuali cori tecniche
diverse: disegno, lavori con la
stoffa, stampi. Inoltre, in
questi incontri abbiamo deciso di approfondire dei teini
che, pur essendo fondamentali per la vitalità della testimonianza delle nostre chiese, spesso sono relegati in secondo piano o, forse, non
esplicitati, nell’educazione in
vista della fede delle bambine
e dei bambini. Per attuare
questo approfondimento ci
siamo serviti del materiale,
molto ben fatto, realizzato
dal Servizio istruzione e educazione (Sie) in collaborazione con le altre chiese aderenti alla Conferenza delle chie
La scuola domenicale di Torino aiia Festa di canto delie scuole domenicali a Viiiar Peiiice
se protestanti dei paesi latini
d’Europa (Cepple), Con e senza frontiere, che prendendo
spunto da diversi episodi biblici affronta i molteplici
aspetti dell’incontro di identità diverse, delle frontiere
che separano le persone, dalla razza alla religione,'dal sesso alla lingua.
Questa problematica è attualissima e molto sentita a
Torino, città in cui da parecchi anni sono presenti persone immigrate da tutti i continenti e dove l’incontro e la
coesistenza fra le culture sono realtà vissute quotidianamente, purtroppo spesso come contrapposizione e non
come confronto costruttivo.
La Chiesa valdese di Torino
vive in prima persona le contraddizioni del tessuto della
società in cui è pienamente
inserita: è quindi un’esigenza
indispensabile l’ediicazione
dei bambini e delle bambine
all’accettazione della differenza e a una mentalità che
sia culturalmente aperta al
dialogo, quando a volte i mo
delli ricevuti dagli adulti vanno nella direzione op^sta.
Si può dare, complessivamente, un giudizio positivo
su questi incontri, tanto che
in futuro li manterremo e li
svilupperemo, per esempio
sul tema dell’educazione dia
pace e al rispetto per l’ambiente; a questo riguardo, a
mio parere, sarebbe utile la
collaborazione di persone
«esperte», presenti nella nostra comunità.
Un altro «pezzo» di tefnpo
è stato ritagliato con la gita
ddlla scuola domenicale
dell’ll e 12 maggio in vai Peiiice, a Bobbio, presso il Centro comunitario dell’Esercito
della Salvezza. La partecipazione è stata buona, 32 bambini e bambine e 9 fra monitori e monitrici, nonostante il
tempo promettesse (in buona parte parte mantenuta)/
una pioggia abbondante. Le
attività sono state in questa
occasione prevalentemente
giochi, canti e danze; La domenica mattina abbiamo
partecipato al culto svoltosi a
Villar Pellice, che è stato particolarmente simpatico per la
presenza di tutte le scuole
domenicali della valle per la
loro festa di canto. Si sonò alternati gli interventi dei ragazzi con canti e scenette che
hanno ripercorso il programma appena svolto sull’Antico
e sul Nuovo Testamento; il
nostro gruppo ha partecipato
con due canti.
Il pastore Gianni Genre ha
svolto una breve meditazione
su due passi: Esodo 16 (la
manna nel deserto) e Marco
6, 30-44 (la moltiplicazione
dei pani e dei pesci), cOn la
quale ci ha ricordato due
puliti fondamentali a cui la
Bibbia ci richiama: l’importanza di un’equa disljribuzione delle risorse e delle ricchezze fra le persone nel
mondo e di u»a condivisione
di ciò che si ha. L’immensa
povertà presente sul nostro
pianeta non nasce da una
produzione insufficiente ma
da una distribuzione di beni
totalmente ingiusta e inadeguata: da ciò l’aumento di disagi e sofferenze per grandi
masse di persone e la pressione dei poveri della Terra nei
riguardi dèlie nazioni ricche.
Un’adeguata e giusta ridistribuzione di risorse tuttavia
non basta, per gli esseri umani è importante anche un pane «diverso» che è la parola di
Dio, predicata da e incarnata
in Gesù di Nazareth, affinché
possano avere anche una
«qualità» diversa di vita, piena
^ e compiutamente umana.
La scuola domenicale si è
chiusa, per quest’anno ecclesiastico, con la partecipazione al culto in corso Principe
Oddone,, domenica 19 maggio, in cui i bambini e le
bambine hanno cantato e letto alcune preghiere.
mmañ Onquant'anni fa l'incendio doloso che distrusse il tempio valdese
Evangelici a Reggio Calabria per testimoniare Cristo
_____FIERO SANTORO_ una costruzione in leeno. era oastori Santoro e Pietro Valdo normi a caùs
« TTANNO distrutto quel
ri] • ■
poco che c’è stato risparmiato dalla guerra... ma
una cosa non può essere distrutta, la nostra redenzione».
Con queste parole la redazione del giornale La tace, dell’aprile 1946, esprimeva alla
comunità reggiana la propria
simpatia, concludendo un articolo che descriveva l’incendio per mano di ignoti del
tempio valdese che avrebbe
potuto avere anche tragiche
conseguenze essendo l’appartamento, annesso al tempio, abitato dalla famiglia di
Terenzio Sagripanti che è
scampata miracolosamente
al rogo notturno. Il tempio.
una costruzione in legno, era
stata donata dal governo svedese alla Casa valdese dopo il
terremoto del 1908.
Dopo sei anni di riunioni in
case di fratelli (tutti st rifiutavano di dare in affitto un locale), il 22 maggio del 1952
veniva inaugurato il nuovo
tempio. Dopo un restauro
durato molti mesi, domenica
5 maggio scorso la comunità
ha voluto inaugurare il tempio rinnovato con il ricordo di
quanto era avvenuto cinquant’anni prima e ringraziando il Signore che «fin
qui... ci ha soccorsi». Oltre
cento persone hanno gremito
il tempioton delegazioni di
altre chiese. Per l’occasione il
culto è stato presieduto dai
Erre Emme Edizioni
via Naro, 81- 00040 Pomezia (Roma) tei. e fax 06/91 KX)13
In libreria con la PDE o per corrispondenza c.c.p. 24957003
Pierino Marazzani
LA CHIESA CHE OFFENDE
Due millenni di ingiurie contro tutti gli altri
112 pp lire 7.000 - 2‘ edizione
Pierino Marazzani
LA CHIESA CHE CENSURA
500 anni di repressione della libertà di stampa
128 pp lire 8.000
per informazioni o cbntatti c.on l’autore:
tei. 02/3506411
pastori Santoro e Pietro Valdo
Panasela, quest’ultimo pastore titolare al tempo della triste vicenda e della ricostruzione) che ha predicato la parola di Dio. Nel suo forte messaggio ha ripercorso le varie
tappe del passato, un periodo
della nostra storia ricco di vitalità, di fede e di evangelizzazione che ha recato molte
anime al Signore e per cui
possiamo ancóra oggi dire:
«L’Eterno ha fatto cose grandi
e noi siamo nella gioia».
Oggi i tempi sono profondamente mutatii la perdita di
valori fondamentali della vita,
la corruzione, la delinquenza
hanno raggiunto limiti inimmaginabili per cui è necessario essere veramente nuove
creature, jjerché è qui, in
questa situazione, che dobbiamo rendere la nostra testimonianza, perché la nostra
salvezza è in funzione della
salvezza degli altri, e che non
può esserci differenza tra la
nostra vita spirituale e materiale: la fede cristiana non è
un abito che si indossa solo
la domenica mattina quando
si va in chiesa: Cristo non
può essere incarnato solo
nell’interiorità del nostro
cuore ma dobbiamo, come
dice l’apostolo Paolo, rivestirci del Signore Gesù nella
vita di ogni giorno. Lottare
soprattutto per la pace, ma
questa è possibile solo se si
lotta per la giustizia.
Abbiamo anche due obiettivi che stanno davanti alle
chiesei la conservazione del
creato esposto a pericoli e
normi a causa dell’incoscienza umana, e il problema,dell’unità della chiesa, dell’ecumenismo, di cui dobbiamo
acquistare sempre più coscienza. Viviamo in un tempo
in cui le barriere denominazionali devono cadere, e grazie a Dio questo problema è
sempre più sentito dall’una e
dall’altra sponda, per un confronto sempre più serio e fecondo alla gloria del Signore.
Al culto hanno fatto seguito
un agape fraterna e un pomeriggio di testimonianze e ricordi che hanno commosso
non solo i veterani che hanno
rivissuto con simpatia quel
periodo, ma anche esortato le
generazioni più giovani a rivivere l’impegno di allora con
nuovo vigore di fede, con
l’impegno per un risveglio
/ che ci permetta di recuperare
il tempo tante volt,e da noi
sprecato per essere veramente «pietre viventi» dell’edificio
di Dio, ed «edificati qual casa
spirituale».
A sera tardi si è conclusa la
giornata alla quale hanno
partecipato anche molti
amici cattolici del Sae, che
ringraziamo per i loro messaggi. Alcune famiglie hanno
messo a disposizione molte
fotografie dell’epoca per cui
è stato possibile allestire una
mostra nel salone delle attività, che ha ripercorso le tappe di alcuni decenni di vita.
La comunità ha vissuto un
momento molto bello e gratificante che speriamo alimenti in noi la speranza del
Regno.
venerdì 21 GIUGNO
Servizio cristiano di Riesi
Due bambini annegano
nel laghetto artificiale
Lunedi 10 giugno due bambini di Riesi si sono introdotti
nella proprietà del Servizio
cristiarw e, scavalcando la rete
di protezione, si sono tuffati
nell'invaso d’acqua per uso
agricolo, chiamato familiarmente il «laghetto». Per causa
ancora ignote i due bambini vi
hanno trovato la morte. Abbiamo chiesto alla pastora
Erika Tomassone, che dirige
l’opera dn quasi un anno, una
breve iriformazione su questo
tragico evento che ha scosso
profondamente la comunità.
ERIKA TOMASSONE
IL Servizio cristiano di Riesi
è stato progettato, come il
Centro ecumenico di Agape
(Frali),' per essere un luogo
aperto. Aperto nell’incontro
di spazi e persone diverse con
il suo gruppo residente internazionale in un andirivieni
concreto da e verso il paese: i
bambini e le insegnanti delle
nostre scuole, i collaboratori,
i membri dei comitati; aperto
nell’intreccio di idee; aperto
anche architettonicamente,
progettato senza staccionate
o catene che ■vietano l’accesso
a questo luogo verde meta di
passeggiate domenicali. Anche davanti a piccoli atti di
vandalismo, per anni il Servizio cristiano è stato restio a
tradurre in divieti quello che
dovrebbe èssere il rispetto degli altri e delle loro proprietà.
Questo luogo, progettato
come luogo aperto agli altri e
al mondo è stato scosso, la
sera di lunedì 10 giugno, da
un tragico incidente avvenuto proprio nel luogo più chiuso che vi si è realizzato: l’invaso costruito per l’irrigazione del Centro agricolo. In
questo-luogo, provvisto di regolare recinzione, chiuso con
un robusto cancello con lucchetto, situato ai margini dei
terreni, protetto da una fitta
vegetazione, lunedì sera
stati ritrovati i corpi seng'
ta di due bambini di Rí¿
Angelo e Vincenzo.
Dal ritrovamento della b¡
eletta, al di qua’del cani
chiuso, sono passate
ore di ricerca in cui carabi
ri, vigili del fuoco, i
del paese di Riesi, collaL
tori del Servizio cristiano ^
Comune di Riesi hanno
rato allo svuotamento di
vaso fino al ritrovamento
bambini. Per tutte queste
abbiamo sperato che neb
more di essere sgridati pi
ritardo nel rientrare a ci
bambini si fossero i
Alle tre e trenta questa fli
speranza si è spenta.
Il nostro invaso ¡rej
mente progettato e pròp
era uno dei nostri magi
sforzi per superare gfii
della siccità, su di esso si
no concentrate le nostre al
se per verificare la funzà
lità e già in primavera a'
mo potuto comunicare
amici che avevano contri!
to alla sua realizzazione ci
le piogge invernali lo av(
no riempito. I giornali ui
già parole forti per descri'
il nostro invaso; noi sii
persuasi che le parole foi
che lo definiscono «maledi
to» sono del tutto inutili;
realizzazione ha il suo sci
e l’invaso aveva come
scopo, ovviamente, l’irrigi'
zione dei nostri terreni.
Oggi piangiamo Angelo
Vincenzo stringendoci ai to'
familiari e alla popolazioi|ài
Riesi; quello che crediamó;'"
importante è elaborare ti
insieme questa perdita
mabile soprattutto p^i
bari, cercando di superai
quel senso di rabbia e ir
tenza che ci attanaglia,
graziamo tutti gli amici e
che che ci hanno fatto giui
re i loro segni di solidarii
nei giorni dopo l’incidente.
ipediz'
In casi
bI mitti
L’Edito
Il diritto
•i», n
nai:
Fra
Coi
na
SCO
sfe:
mo
vis
Pin
M
se
di
Pi
* Pentecoste a Pordenone
Ripensiamo il nostro ruolo
di credenti nella società
PASQUALE CASTELLUCCIO
serv
cola
statt
cord
Cav
firn
Le comunità evangeliche
di Pordenone hanno vissuto quest’anno il momento
di Pentecoste nel modo suggerito dal prezioso libretto
«Un giorno una parola». Il 26
maggio era il giorno da dedicare alla preghiera per l’evangelizzazione del mondo: i credenti di Pordepone hanno
voluto valorizzare questo
tempo con un appuntamento
evangelistico bilingue.
Un gruppo corale e strumentale della comunità battista di Colonia, in Germania,
diretto da Reinhard Koch, ha
dato un notevole supporto alle nostre iniziative; la predicazione dell’Evangelo è stata
accompagnata da musica gospel, inni della Riforma e brani contemporanei capaci di
esprimere quel messaggio
spesso relegato a una predicazione non sempre capace
di cogliere l’attualità.Hanno
partecipato anche due,comunità americane.
Il susseguirsi di canti, testimonianze, predicazione e
momenti di comunione fraterna ha ancora una volta avvicinato culture, lingue e liturgie diverse, ma centrate
sulla stessa fede in Cristo; è
stata un’esperienza meravigliosa, ben recepita dai presenti di tutte le età. Ci siamo
sentiti vicini all’evangelismo
internazionale, spesso vissuti
solo in contesti di «rappre
sentanza», da specialisti!
conferenze e seminari, B ^
difficilmente coinvolgeB
per intere comunità. Battisi
pentecostali, Fratelli si soD*
ritrovati ancora una
fratelli africani presentí, fcB
una nuova generazione' •
credenti in Italia, si sono se
titi accettati e partecipi ne
adorazione e lode al Sign™
questo è il popolo di
È necessario e urgente ^
pensare al nostro ruolo
credenti in questa socie
Spesso il tempo impegnai.
discussioni su statuti, reg ^
menti, problematiche uB^ ^
ziarie e scelte di comtniss ^
che riteniamo «essenti
per la vita delle chiese ci s, t,
cano e ci impediscono
rarci a pregare e meàt^ ^
compito primario deli c
gelizzazione.
voluto mettere in risali %
sta realtà che deve cara
zare la comunità crédente.
Svariate richieste di di»^
e di incontro da parte ^ u
credenti, e anche di Q ^ h
sacerdote, ci terranno “ , ;
siderio maggiore di lui« j¡j ¡
TO che hanno vissuto q ^ -,
momento e di chi ^a
rato all’iniziativa è di .„i
comunità intere coui» ^ '
attività ,evangelistiche j, ^
incontra l’uomo», ''
il mptto che ha carad ’■
la settimana di Peniffpl
auguriamo di ved^em
in un imminente futu
gest
zio
nere
dov
mes
ten2
te e
con
star
cim
gesi
Cai
con
nea
nea
rok
nea
line
nuc
coi
(pii
vie
giu
per
do,
sta:
Tri
giu
di;
prc
de.
poi
lini
do
set
am
gli
dit
pa
on
gli
vo
he:
rat
Pii
Un
te>
se
PO
ad
7
dizione in abb. postale/50 - Torino
rjp esso di mancato recapito si prega restituire
I® mittente presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
P: L'Editore si impegna a corrispondere
F II diritto di resa.
Fondato nel 1848
dìseraj
tpi sen^aj
ni di RiJ
;o della bìtì
IgI canc(
5sale moli
carabiL,
0, volonft
1, coUe^
istianoèl
hanno la^
ente de,,
'amento i
3 queate'i
I che nell
'ridati pe|
are a ca
ro nascol
uesta:
ita.
so regoli
3 e pròttì
ri magg.
are gli ^
i esso si f
nostre atl
ia funziq
ivera avevi
inicarci
o contrft
zazione i,
ili lo avevi
imali US
ir descriv
; noi sia
parole io|
o «maleda
inutili; og
il suo SCO
come unio
Ite, rii
irreni.
10 Angele! :
idoci ail
polaziof
irediamoM
borare tu|
ardita ino
0 pari fai
di supera
'biaeimpl
naglia.1
amici e a
Fatto giu«
solidali
ncidentatl
; ^ Nemmeno un mese è trascorso da quando alcune centinaia di abitanti di Torre Pellice si sono recati a Guillestre in
Francia per festeggiare il 41“ anno di gemellaggio fra i due
Comuni, che un nuovo episodio dell’amicizia franco-italiana ha visto protagonisti i cittadini dei due paesi. Domenica
scorsa una cinquantina di francesi ha partecipato ad una trasferta in vai Pellice per la «festa dei boscaioli»; accette e
motoseghe sono state le protagoniste di una giornata che ha
visto confrontarsi muscoli, abilità e precisione.
Delle Aàldesi
venerdì 21 GIUGNO 1996
ANNO 132 - N. 25
URE 2000
Per una volta il clima di
malcontento infarcito di
sano pessimismo protestante,
con rigorosi accenti autocritici, sembra lasciare spazio a
una serena e anche gioiosa
constatazione che in fondo le
cose vanno meglio di quanto
si pensi o si scriva. L’impressione nasce leggendo la lettera che la Conferenza distrettuale delle valli valdesi ha indirizzato alle chiese. Naturalmente vi potrebbe essere una
reazione all’opposto tesa a
smontare molti dei suoi punti
dicendo che le cose stanno assai diversamente. Una Conferenza è comunque espressione
di chiese, opere di cui i deputati, pastori, rappresentanti dei
comitati hanno, in virtù del
mandato ricevuto, il polso
LE CHIESE E LA SOCIETÀ
IN POSITIVO
ITALO PONS
della situazione. La lettera
presenta due risvolti dell’attuale presenza valdese: quella
teologica e quella «sociale».
Il primo afferma che quanto accade oggi attorno a noi è
un segno della benedizione
del Signore; il secondo, conseguenza della prima, enumera diverse possibilità di testimonianza, in ambito esterno. La lettera si pone indubbiamente in quella prospetti
va che non idealizza il tempo
passato o lo rimpiange ma afferma, se non lo dice direttamente, che ogni generazione
può e deve essere libera di
spendersi nel nuovo.
Dieci anni or sono ancora
questo documento poteva essere bollato di omologazione
al secolo, da «confessanti e
tradizionalisti»; oggi ragior
niamo più liberamente perché
ci rifacciamo meno a tali im
ituU, .
tiche
:omniissw
essenza
liesecisof
icono
meditare^
0 dell’ev^
biamo
risalto
e caratte
:redent«'
te di di.
sarte -- ^
•anno off
imesi:
di tutti
suto q
Ts>
tiche. ^
iratte^,^
interi^,
lerned^
Futuro
Pi nero lo
Migliori
servizi
di bus urbani
Pinerolo avrà finalmente un
servizio più completo e articolato di autobus urbani. E
stato infatti raggiunto un accordo in Provincia fra le ditte
Cavourese e Spav che hanno
firmato il 28 maggio per la
gestione in società del servizio di trasporto urbano in Pinerolo. Il nuovo servizio, che
dovrebbe poter iniziare con il
mese di luglio, prevede il potenziamento di quello esistente e l’aggiunta di due linee
completamente nuove. In sostanza Pinerolo avrebbe ora
cinque linee di autobus, due
gestite dalla Sapav e tre dalla
Cavourese, la linea San Seeondo-Pinerolo (con capolinea all’Hotel Cavalieri), la linea prolungamento da Pinelolo a Riva di Pinerolo, la linea Riaglietto-Baudenasca, la
linea Osasco-Pinerolo, e una
nuova e articolata linea che
Con partenza da Abbadia
(piazza Pioto), percorrerà le
vie Bertairone, Tiro a segno,
giungerà agli ospedali quindi
percorrendo viale Castelfidardo, corso Piave arriverà alla
stazione e poi percorrerà via
Trieste, San Maurizio fino a
giungere alla Iacopo Bernardi; alcune corse saranno poi
prolungate fino a Costagran4e. Il costo del biglietto che
potrà essere usato su tutte le
linee (quindi anche cambiando linea e ditta) dovrebbe essere di 1.300 lire ma si parla
anche dell’ipotesi di un biglietto a 1.500 lire con validità di un ora e mezzo. «Per
partire con il servizio occorre,
ura, solo chiarire alcuni dettagli tecnici - dicono alla Cavourese - stiamo predisponendo gli orari delle corse e
faremo dei sopralluoghi con
^ppresentanti del Comune di
Pinerolo per stabilire palinadira e gli spazi delle fermate». Per ora sono previste cora® ogni ora ma si ipotizza di
poter intensificare i passaggi
®d uno ogni mezz’ora.
Le analisi sono difficili ma gli animali che stanno arrivando nel Pinerolese sono sani
Via libera alle mandrie negli alpeggi
PIERVALPO BOSTAN
li allevatori sono stati
•<< VJ anche troppo pazienti
- afferma il dott. Mauro Bruno, veterinario dell’Usl 10 a
Perosa Argentina -; malgrado
come veterinari ci abbiamo
messo tutta la disponibilità e
l’impegno possibili, dall’Istituto zooprofilattico di Torino
gli esiti degli esami sulla brucellosi e la tubercolosi sono
arrivati in molti casi in ritardo
e addirittura incompleti, ob-bligandoci a ripresentarci
presso le aziende agricole per
fare ulteriori prelievi». E uno
sfogo comprensibile quello
che emerge dal responsabile
del settore veterinario del distretto valli Chisone e Germanasca.
In effetti quest’anno, più
che in passato, l’unico laboratorio pubblico autorizzato alle
analisi è andato in tilt; le verifiche sulla salute degli animali vengono fatte due volte
l’anno, in autunno e in primavera, prima della monticazione in alpeggio: in questo caso
c’è una certa urgenza da parte
degli allevatori di poter utilizzare i pascoli montani e nello
stesso tempo i controlli devono essere fatti nei 30-60 giorni precedenti la monticazione.
Nel tempo i servizi veterinari
delle Usi si sono adeguati a
questo carico di lavoro, mentre l’Istituto zooprofilattico
non l’ha fatto e così ad essere
penalizzati sono gli agricoltori. La concentrazione dei prelievi in un breve periodo non
viene assorbita nei 10-15
giorni. In certi casi il sangue
emolizza per cui non è. più
possibile effettuare le analisi.
«Cerchiamo di porre rimedio a questo problema di fragilità del sangue - dice il
dott. Riccardo Brunetti, del
distretto vai Pellice - eliminando i globuli rossi con un
processo di centrifugazione e
travaso del siero che si può
conservare più a lungo». Il
controllo viene effettuato a
tappeto. «Per gli ovicaprini aggiunge Brunetti - si tratta
di oltre 5.000 capi, per i bovini la cifra è analoga: non
tutti vanno naturalmente in
alpeggio, soprattutto i bovini.
Circa la metà dei capi residenti in vai Pellice praticano
la monticazione».
Al di là delle difficoltà per
le analisi comunque la situa
zione nel Pinerolese è buona;
le valli Chisone 6 Germanasca
risultano ufficialmente indenni da Brc e la situazione anche in vai Pellice è ottimale
almeno per gli ovicaprini;, tutti gli allevatori potranno portare le proprie mandrie all’alpeggio. «Abbiamo avuto almeno quattro casi di brucellosi importati da altre Usi», dice
ancora Riccardo Brunetti e
due casi, sulle verifiche effettuate la scorsa estate, denuncia anche il dott. Bruno da Porosa Argentina che precisa:
«Teniamo conto che su sugli
8-9 mila bovini e 12-13.000
ovicaprini che vanno in alpeggio da noi quasi l’80% proviene da altre Usi».
«In tutta l’Usl - conclude il
dott. Berardo, che coordina
l’attività a Pinerolo - saranno
3 o 4 gli allevatori che non
potranno portare le mandrie
all’alpeggio; a livello regionale, su sollecitazione del dott.
Valfffeda resjionsabile dei servizi veterinari, si sta predisponendo un intervento di sostegno alle aziende mediante
contributi per l’acquisto di foraggi a compensare il mancato utilizzo dei pascoli».
Spesso gli evangelizzatori dell’SOI)
hanno risposto a richieste provenienù
da persone che in modi diversi, talvolta
assolutamente impensati e impensabili,
erano giunte a conoscere qualcosa
dell’Evangelo e volendone sapere di più
chiedevano aiuto a un predicatore valdese. Uri esempio è dato da una famiglia
che abita a San Vincenzo di Favaie, formato di tredici borgate, la più grande e la
più elevata delle quali si chiamava Castello. Vi abitava una famiglia, a nome
Cereghino, composta di 39 persone, che
provvedeva al proprio iriantenimento
cantando canzoni nelle città e nei villaggi della Liguria e del Piemonte.
La famiglia era formata da due «patriarchi». Giovanni Battista e Giuseppe,
con i rispettivi figli e nipoti. Nel 1849,
Andrea, figlio di Giuseppe, comprò una
copia del Nuovo Testamento del Diodati.
La famiglia la lesse con attenzione e si
accorse che esistevano moiri punti di
contrasto Ara le pratiche della Chiesa cat
IL FILO DEI GIORNI
FAVALE
_____________BBUNO BELLION______________
tolica e le parole del Vangelo. Non sapevano però che, oltre alla chiesa' romana,
esistessero altre chiese. Finalmente Stefano, figlio di Giovanni Battista, sentì dire che in vai Pellice vivevano i valdesi.
Si recò sul posto e un giorno di domenica del 1852 si mise a suonare e a vendere
le sue canzoni davanti alla chiesa di Torre Pellice, proprio nell’ora in cui l’evangelista Geymonat stava predicando. In
seguito andò a Torino e assistette alle
riunioni nella comunità italiana.
Tornato a casa raccontò ai pareriti
quanto aveva udito e veduto. Lo stesso
mese una missione di padri domenicani
postazioni. Più liberi di muoverci, agire, operare senza
sempre ritenere di mettere in
gioco la nostra fedeltà e quella del Signore.
Quando il documento afferma «(...) constatiamo il rinnovato interesse che la società
italiana mostra per le realtà di
minoranza e in particolare ¡wr
al nostra» non vuol solo dire
che siamo più considerati ma
che gli altri guardano a questa
realtà attendendo da essa
qualcosa di ancora credibile.
Inoltre significa che prendia- '
mo ancora sul serio questo
paese, le sue aspirazioni e i
suoi ripensamenti, i suoi falli- '
menti. Se vogliamo vivere
questo compito bisognerà
davvero cominciare a ragionare in maniera positiva.
In Questo
si fermò a Favaie per due settimane, concludendo la sua visita con una processione a cui prese parte tutto il paese, Si
astenne soltanto la famiglia Cereghino,
ma quella sera stessa diversi dei suoi
membri, specialmente le donne, che non
osavano persistere nel loro atteggiamento di resistenza, volevano andare a confessarsi. Stefano li trattenne, facendo loro presente quale fosse il giudizio della
Bibbia a questo proposito. Suo padre allora gli chiese se avrebbe potuto sostenere le sue convinzioni davanti al pmoco e
ai padri. Stefano rispose affermàtivainente e tutta la famiglia, padre e sette figli, si
recò alla parrocchia.
Seguì una lunga disputa, bruscamente
interrotta a un certo momento dal parroco, che rimandò a casa i Cereghino. Da
quel giorno tutta la famìglia abbandonò
la Oiiesa cattolica.
(Da Th. van den End, Paolo Geymonat e
il movimento evangelico in Italia nella seconda metà del secolo XIX)
Scuola di musica
La scuola di musica della vai Pellice è a un bivio;
a fionte dèi non indifferente numero di studenti, la
mancanza di risorse economiche adeguate rischia
di costringere a rinunciare
ai corsi T amo prossimo. E
stata quindi indetta una
riunione con amministratori e opinione pubblica,
per sondare la possibilità
di aiuti da parte degli enti
pubblici.
Pagina II
Borgate alpime
In due giornate di studio
organizzate dal Cai-Tutela
ambiente montano a Torre
Pellice, si è'discusso del
passato e del futuro dei
,vill^gi alpini: à tratta dì
cercare una crescita delle
borgate che riesca a valo' rizzare il patrimonio storico, culturale e produttivo
preesistente.
Pagina
Tribunale
Deve 0 non deve restare
il ’Tribunale di Pinerolo?
Esistono diverse opinioni
àn proposito, ma sufla questione rischiano di ripercuotersi soprattutto alcuni
dèi mali che colpiscono la
giustizia in Italia, a partire
dalla lentezza dei procedimenti e dall’inadeguatezza
degli organici.
, Paoin>ì IH
Autonomie locali
Intorno alla legge 142
reltuiva alle autonomie vi è
molto scetticismo da parte
degli amministratori; in
realtà la legge è un buon
impianto di base, che però
deve essere riempito di
cohtenuti e utilizzato con
coUsapevolezza dalle autonomie locali; qualcuno lo
sta facendo, altri potrebbero seguire l’esempio. /
PagbÉ'H
8
. M
II-' PAG. Il
V ■ "V- • '
Operazione «bici + treno»
E Eœ Delle Va lo mLOESi
TRENO E BICICLETTA: ORA SI PUÒ — Dal 16 giugno
(e fino al 22 settembre) viene attivato nei giorni festivi un
servizio di trasporto bici al seguito del viaggiatore anche
sulla linea Torino-Pinerolo-Torre Pellice: sei corse in andata e altrettante in ritorno daranno la possibilità di compiere
interessanti gite nel Pinerolese e nelle sue valli. Intanto, dal
10 giugno, il nuovo orario dello sportello di biglietteria della stazione Fs di Torre Pellice è il seguente: dal lunedì al
venerdì 5,50-9,50 e 12,30-15,40; sabato chiuso, domenica:
7-10,30 e 12-15,40. I biglietti chilometrici possono essere
acquistati anche presso la tabaccheria di piazza Libertà a
Torre Pellice e la Pro Loco di Lusema San Giovanni. Segnaliamo infine che l’orario pubblicato due settimane or sono sul nostro settimanale conteneva un errore: il treno che
parte da Pinerolo alle 12,15 (coincidente con il convoglio in
partenza da Torre Pellice alle 11,47) arriva a Torino Lingotto alle 12,51 anziché alle 13,51 come indicato.
ACCORDO PER LA SCOT — È stato raggiunto un accordo
per le prospettive di lavoro della Scot, l’azienda della vai
Chisone che nel corso della primavera aveva mostrato alcune difficoltà. L’accordo, sottoscritto da tutte le parti interessate, prevede l’acquisto delle diverse produzioni (divise
in differenti aziende) da parte della Pramec, direttore Paolo
Chiappino. La ditta subentrante nelle produzioni Scot ha
assunto tutti i debiti verso i dipendenti e intenderebbe rilanciare l’attività. Entro un anno ci sarà una prima verifica
dell’andamento <leirazienda. Questa notizia fa da contraltare a quella della fine dell’avventura Baroni: l’acquisto da
parte di una multinazionale, con sede per l’Italia a Milano,
non ha portato nulla di buono. Sui 70 dipendenti della storica azienda pinerolese delle bilance, pochissime unità saranno assunte nella nuova ditta; una cinquantina di lavoratori hanno trovato una soluzioni o in Skf o in altre aziende
della zona. Per una quindicina di ex dipendenti Baroni invece le prospettive restano assai nere.
L’ON. MERLO APRE UN UFFICIO A PINEROLO — Per
mahtenere i contatti con il territorio, gli elettori e più in generale i cittadini del Pinerolese, Fon. Giorgio Merlo ha
aperto un ufficio a Pinerolo in via Virginio 52; tei. e fax
0121-75030. L’ufficio è aperto tutti i giorni dalle 9 alle 12 e
dalle 15 alle 18, il sabato dalle 8,30 alle 13.
CONCORSO FOTOGRAFICO «LO BEL E LO BRUT» —
In occasione del X Rescontre Occitan a Limone Piemonte,
Ousitanio Vivo organizza un concorso fotografico «Lo bel
e lo brut dins las Valadas Occitanas encui» (Il bello e il
brutto-nelle Valli Decitane oggi). I partecipanti dovranno
inviare obbligatoriamente due fotografie, una per il bello e
l’altra per il brutto, formato 30 x 40 a colqri o in bianco e
nero, spècificando il titolo dell’opera e la località in cui è
stata scattata. Tutte le foto verranno esposte durante il Resconfre nel primo fine settimana di luglio; le opere dovranno essere inviate alla Pro L^co di Limone Piemonte.
SAN SECONDO: SI PARLA DI BIOLOGICO — È stata
presentata lo scorso 11 giugno a San Secondo la neocostituita Associazione regionale dei produttori agricoltori biologici. Dopo le esperienze di diverse associazioni talvolta in
contrasto fra loro, i produttori biologici piemontesi, circa un
centinaio di aziende, si sono organizzati in un’unica associazione che ha per scopo la sensibilizzazione degli agricoltori verso pratiche biologiche e i consumatori su questi argomenti. Scarsa la presenza fra il pubblico di agricoltori,
forse a causa della scarsa pubblicizzazione data alla serata;
è in ogni caso emersa, a fronte di una buona richiesta,
un’offerta insufficiente se non addirittura nulla; la recente
emanazione di uno specifico regolamento Cee in materia
dovrebbe consenire al settore un positivo sviluppo.
BEIDANA N. 26 — Nel numero 26, giugno ’96, della Beidana, rivista di storia e cultura nelle valli valdesi, si possono
trovare un articolo di Bruno Bellion sulla storia del tempio
valdese di Rorà, i risultati di una ricerca sulla situazione
linguistica nelle valli Chisone e Germanasca, presentati da
Franco Calvetti, una traduzione di salmi e inni nel patuà
della vai Germanasca realizzata da Arturo Genre, con armonizzazioni di Orazio Mula e un’introduzione di Daniele
Tron. Sono inoltre presenti le consuete rubriche, le segna' lazioni, le mostre del Centro culturale (una finestra su... i
cent’anni dell’Asilo valdese di San Giovanni). Il fascicolo
è in vendita a 8.000, lire e può essere richiesto al Centro
culturale valdese di Torre Pellice.
VENERDÌ 21 GlUGNO^^j-fc^
FURTI A VILLASECCA — Sono ripresi i furti nelle abitazioni della vai Germanasca; domenica scorsa, nel breve volgere del pomeriggio, alcune abitazioni di Villasecca e di
San Martino sono state visitate da ladri che hanno rivolto la
loro attenzione al denaro presente nelle case e ad effetti personali. C’è dunque motivo di preoccupazione in valle anche
per l’abitudine di molti di lasciare le abitazioni aperte durante passeggiate o lavori in campagna...
Seduta tesa al Consiglio della Comunità montana vai Pellice
Che fare delPavanzo di bilancio?
È stato un altro ennesimo
Consiglio «caldo» quello che
ha visto impegnati i rappresentanti dei nove Comuni
della vai Pellice lo scorso venerdì 14 giugno. Il Consiglio
della Comunità montana doveva esaminare diversi argomenti e tutti di rilevante interesse e su molti si è accesa la
bagarre fino ad arrivare àd alcuni abbandoni a seduta lontano dal termine.
Tutta la prima parte del
Consiglio era dedicata a temi
di natura econqmica: conto
consuntivo, applicazione dell’avanzo di amministrazione,
variazioni di bilancio.
L’avanzo utilizzabile a fine
’95 risulta essere di 97 milioni; la proposta della giunta è
stata così illustrata: 50 milioni per ulteriore messa a norma del palazzo del ghiaccio
di Torre Pellice, 20 milioni
per l’acquisto di un palco, 15
milioni per acquisto macchine e attrezzature per ufficio, 7
milioni per il foyer di Bobbio, 3 milioni quale contributo allo studio di sistemazione
del Pellice. Esprimendo la
sua contrarietà alla proposta,
il sindaco di Bricherasio, Bolla, ha chiesto invece di dirottare una quota significativa
dell’avanzo all’illuminazione
dell’incrocio del ponte di Bibiana: «È ora di passare dalla
teoria alla pratica - ha detto
Bolla -; sul Pellice vi sono
già troppi studi ma non si interviene se non in alcuni punti». Aldo Charbonnier ha
spiegato le ragione della spesa nello studio globale deH’
asta Pellice commissionato
allo studio Barra e Vaschetto
di Pinerolo; sulla base di
quello studio il Magistrato
del Po sta predisponendo due
miliardi di interventi anche se
occorferebbe avere altre disponibilità. Sulle variazioni
di bilancio derivanti sostanzialmente da 251 milioni in
più che arriveranno dalla Regione in base alla legge sulla
Montagna la scelta dell’esecutivo è stata quella di integrare molti capitoli di bilancio, in maniera significativa
quello riguardante l’elaborazione del piano di sviluppo
della valle affidato al Politecnico con una spesa presunta
di 85 milioni. Molti gli interventi su questo argomento visto che si prevede un aumento di 65 milioni rispetto alle
spese previste inizialmente.
Prendendo spunto dalla
proposta di protocollo di intesa (successivamente ritirata
dalla giunta su pressione di
Charboniuer) tra la Comunità
montana e i Comuni che la
costituiscono in materia di
pianificazione territoriale, il
Consiglio ha discusso della
proposta regionale di definizione dei piani territoriali:
una prima risposta, ritenuta
debole dalle minoranze, verrà
inviata dalla giunta ma, con
toni anche accesi quanto confusi, il Consiglio si è a lungo
soffermato su questo argomento. Toni accesi e confusi
che hanno indotto Giorgio
Toum ad abbandonare l’aula,
in polemica con una gestione
del Consiglio non rispettosa
dello statuto; a un certo punto
tutti parlavano rispondendo
non si sa a chi e generando di
fatto soltanto confusione.
La giunta ha proposto la revoca della convenzione con
l’associazione «La bottega del
possibile» che opera nella
promdzione della domiciliarità; sono venuti meno alcuni
punti qualificanti della convenzione, ha detto l’assessore
Bricco, mentre la minoranza
(Charbonnier e Bolla) riteneva più opportuno, se necessario, rivedere la convenzione
piuttosto che eliminarla. Se ne
potrà fare un’altra, ha ribadito
la giunta, ma l’impressione è
che non sarà certo così e che
dietro questo atto, votato dalla
maggioranza, ci sia una forma
di insofferenza verso chi ha
esercitato una critica nei confronti dei servizi pubblici.
Verso le 2 il Consiglio ha
discusso un punto inserito
all’ordine del giorno su richiesta di Bricherasio, la razionalizzazione delle scuole.
Il sindaco. Bolla, aveva cercato di far anticipare la discussione a un’ora più avvicinabile per il pubblico presente ma
così non è stato. I capi di istituto hanno redatto un documento in cui si propone il polo verticale a Torre Pellice e
due poli orizzontali con sede
, a Lusema per la bassa valle.
È forse una delie poche ipotesi concretamente percorribili
ma ciò scontenta Bricherasio
al punto che il sindaco Bolla
ha invitato il bricherasiese
Mauro Pons, vicepresidente
della Comunità montana, a
dimettersi passando all’opposizione per difendere gli interessi del proprio paese.
Giornate di studio promosse dal Cai-Tutela ambiente montano
Passato e futuro del villaggi
ADRIANO LONGO
Il mese di giugno a Torre
Pellice è caratterizzato da
utìa serie di iniziative promosse da enti diversi ma che
hanno come motivo conduttore «Vivere la montagna», ipotesi di progetti per il futuro.
La prima di qOeste, promossa
dalla Commissione interregionale tutela ambiente montano piemontese e valdostano
del Cai si è svolta alla Foresteria valdese nei giorni 15 e
16 giugno scorsi e faceva parte del 14° corso seminario regionale che avrà ancora una
sessione conclusiva a settembre dal titolo «Il villaggio alpino: passato e futuro».
Dalle relazioni è balzato in
evidenza come gli insediamenti abitativi siano stati il
frutto dell’adeguamento di
una comunità che ha fatto
fronte alle sue necessità di
sopravvivenza adattando la
propria vita e la sua organizzazione alle caratteristiche
particolari del luogo montano
in cui risiedeva sfruttandone
le risorse presenti. Da questo
se ne deduce che ogni zona
ha avuto la sua particolare
storia, non legata alla montagna in modo generico ma a
quella specifica sulla quale
risiedeva. Sono stati evidenziati poi i rapporti particolari
instaurati all’interno di questi
consorzi umani, che avevano
un preciso punto di forza nel
nucleo familiare e nell’organizzazione religiosa che in
alcuni periodi si occupava
anche della gestione delle cose «in comune».
Si è reso ancora evidente,
all’interno di questa organizzazione, quanto abbia giocato
il ruolo delle veglie nelle stal
le per dare coesione, supporto
e obiettivi al gruppo e quali
ruoli fossero assegnati agli
uomini e alle donne. Fatte
queste constatazioni ci si è
chiesti se è possibile oggi raggiungere nelle zone montane
una crescita che rivitalizzi il
patrimonio storico, culturale e
produttivo delle nostfe vallate, senza alterarne l’equilibrio
socio-economico, e ancora se
è possibile uno sviluppo che
non ceda alle tentazioni di un
turismo «usa e getta» ma che
riconosca nell’ambiente la sua
risorsa principale. E a questo
punto che emergono i nodi
non sciolti che ostacolano
l’evolversi in positivo di questi processi.
Secondo Giovanni Bignami, esperto di pianificazione
territoriale a livello di gestione delle acque, sarebbero auspicabili dei piani di bacino
che prevedono precisi e cospicui piani di protezione a
monte per evitare i nefasti effetti delle alluvioni a valle e,
per quanto riguarda la gestione dei terreni, bisognerebbe
dotarsi di strumenti che permettano il riordino fondiario,
ricompattando le proprietà al
fine di ottenere nuovamente
dei redditi. Con gli strumenti
telematici si dovrebbe disporre in loco di uno sportello
«catasto» che dia in tempo
reale le situazioni delle proprietà. E ancora si dovrebbe
disporre anche per il comparto geologico di certe adeguate
in scala 2:10.000 o 1:25.000,
immediatamente sovrapponibili a quelle in uso negli uffici tecnici comunali o di Comunità montane, mentre le attuali sono solo al KXl.OOO.
«Su queste materie - ha detto
Bignami - sarebbe necessario
che a livello di bacini o di
comprensori si potesse operare congiuntamente con un
confronto interdisciplinare
ma le conferenze dei servizi
purtroppo non vengono quasi
mai indette».
Secondo l’architetto Gianni
Arolfo, esperto in politiche di
sviluppo dei territori fragili e
marginali, la possibilità di un
rilancio esiste ma ad alcune
condizioni precise: anzitutto
bisogna partire da un dialogo
fra le forze attive operanti sul
territorio e con queste individuare delle forme di sviluppo
di cui quello economico è
uno degli aspetti. Bisogna per
questo puntare sulle proprie
forze, chiedendo alle strutture
di dare il loro apporto conoscitivo e di servizi seguendo
la logica delle necessità e
procedere, accettando delle
modifiche negli orientamenti,
man mano che i progetti assumono più precisa fisionomia.
Usato garantito
Sviluppo e stampa
Strumenti scientifici
Facilitazioni di pagamento
Servizi fotografici per cerimonie
Apparecchi delle migliori marche
PUNT
FOTO
Via Buniva 27 -10064 PINEROLO (TO) - Tel. Fax 0121 /795223
Torre Pellice
Scuola
di musica
al bivio
i)ra
INES PONTET
legg
N.SEI
0 see
Í ^âjnmii
jnim ,e Pi
d
(lire con
me
jàttocrazi
asenza ci
jii^ter:
ca é gli al
vono a ni
La scuola di musica della,
vai Pellice, come in paj,j
sato, con l’approssimarsi della:
chiusura delle attività, si èriu.
nita in assemblea per fare uji,
bilancio dell’anno trascorso e
per riflettere sul suo futuro.|i tócedon
Questa volta, però, la convo« llla l42,
cazione inviata ai 194 iscrit^ oggi ne se
dall’associazione musical^ i^La N
«Divertimento», che gestisci d®, «n bi
da quattro anni Finiziativìu cos
parlava di «situazione drann fozzeria.
matica» e di «difficoltà talb dare le in
per mancanza di mezzi econoi no «ssere
mici idonei, da indurre a pen.a aptruirl
sare di non riaprire la scuola La leggi
per il prossimo anno scolasti«iiore mi
co». Per questi motivi gli or^^essi cor
ganizzatori hanno ritenuto opjfee, piofi
portuno invitare all’assemblea«jient ¿U<
gli amministratori t)ubbliri^h7inne
per un momento di riflessioni servizi»
e di confronto e per richiamare l’attenzione dell’opinione
pubblica locale. La sala del
cinema Trento di Torre Pelli*
ce ha ospitato l’incontrpj mer-j
coledì 5 giugno, presenti l’assessore alla Cultura della Comunità montana Val Pellice,
Bruna Peyrot, il consiglies.;
regionale Marco Bellion, che,
ha moderato il dibattito, alcu-.ni assessori comunali e molti
allievi della scuola.
Dall’introduzione fatta dal
presidente dell’associazione,;
Alfredo Castellani, e dal cO-:;
ordinatore, Daniele Griot,E
emerso che la scuola ha raggiunto in larga parte gli obid*;
tivi che si era prefissata: faV«
vicinamente alla musica dii
persone di età differenti
(bambini, giovani, adulti, anziani) e di diverso grado di|
preparazione culturale, la?
possibilità di esprimersi subi*|
to e direttamente col linguag-i'^
gio musicale. Tutto questori liente al
con la ferma intenzione di
mantenere i corsi a costi accessibili a chiunque. Da qui
la richiesta di aiuto formulata
agli enti pubblici della zona.
L’assessore Bruna Peyrot,
rallegrandosi per F iniziativaC'
per i modi in cui è stata condotta sin qui, in particolare iu
quanto realizzata in una delle
valli che già registrano sul
proprio territorio la presenza
di forti tradizioni musicali, huy
dichiarato il pieno appoggio
della Comunità montana.
grammi,
chefunzi»
e riforme
ie leggi
tr|rio. Se
:^sa di
decre
tnunale,' i
Affinché quest’approvazio
ne a
livello teorico si possa) ^oinen
concretizzare con uno sforzo
e un intervento immediati per
ricrede e
Jegatiire r
tie dice
(&o dell»
ri può dir
riaènata
,clié le cl
dei
’è sta
luna c
ionai
della
aento,
il for:
Propo
Ah
Si son
scuole d
no al via
®omi es
ti»quas:
fettamei
In alcun:
le propc
Oiganizz
fronteggiare l’emergenza, » i
cinaoli Co-:' «on
che da parte dei singoli Co-,
muni, e possa tradursi in una
collaborazione costante e durevole, occorrerà rendere for- ^
male l’impegno. E emers
l’ipotesi di una «convenzK^
ne» fra Comunità montana
associazione musicale eh _
possa realizzare questa l
borazione e rendere 1 cn
pubblico direttamente pan
cipe delle finalità dell org
nizzazione. ^
La preoccupazione espres»
da alcuni allievi per un ev ,
tuale ingerenza
della scuola è stata smo _
dagli amministratori
nuti i quali hanno jj
l’attenzione sul
associazioni che pone di
te la necessità di operare
scelte non facili e
dito la responsabilità
istituzioni nei confroni
cittadini, nel dover
render®
conto dell’operato
nella.gf;
stione del denaro pubbH^
questa responsabriitàj^ju,
tradursi però in un
sulla gestione e non
NUlld gCaliuuv
mente sulla didattica e
nizzazione della scuola
e»
ce si è 1
hn punte
A Vii:
pio, «Ei
da 24 2
200.OOC
pogram
cazione
Cacursic
'^mune
.difficolt
aiano m
torse 0
dvitna
a mettei
'critr
orse n
hanno r
Po estiv
t ^ st(
Ma fors
®ì passi
focoso
fododi
ATo
^Estate
in
a
90
iscri
Mei
«tale
e
9
[DÌ 21 GIUGNO 1996
legge sulle autonomie locali
ra tocca ai Comuni
E Eco Delle iàlli "^àldesi ir.......»i
Esigenze diverse alla base dell'incertezza sul suo futuro ■
Pinerolo, resterà il tribunale?
PAG. Ili
M. SERGIO TUBTULICI
r 0 scetticismo di taluni
Lanuninistratori locali nei
^nti della legge 142, che
p»r.. l’assetto di Co
i e Province, ricorda la
del malato che con,ive con la malattia e dice
•te la medicina gli fa male,
¿atocrazia, fiacchezza, spezza controllo, corruzione
jecedono il 1990, l’anno
fella 142, non mi sembra che
ne soffriamo più di prijia, La 142 è una legge quaI, un buon telaio sul quale
costruiti motore e car
iica dellji
le in pas-,
larsi della,
t. si è riu.-]
fare
ascorso e ,
o futuro.}
la convoli
^4 iscritffl
tiusicald
■ gestisci
liziativa*
ne dram!5 ¡ajaeria. Il legislatore deve
:oltà tali,i
■zi econoij
■re a pen.
la scuola!
scolasti-a
_ le indicazioni ma devono essere Comuni e Province
La legge definisce il contenitore ma dentro ci vanno
vi gli or-.i nessi concretezza operativa,
‘-■’ *iee, professionalità, management delle risorse umane, asgjHzione di responsabilità e
S servizio. Un po’ come nel
richiama-ì »mpiiter: la scatola di plastica e gli altri aggeggi non servono a niente senza metodo
neonato, intelligenza di programmi. Nelle democrazie
che funzionano buon governo
e riforme non tengono dietro
alle leggi, è piuttosto il contrario. Solo in Italia c’è chi
di fare il federalismo
decreto. Uno Statuto comunale, un difensore civico
pendono la polvere se non ci
si crede e sono come belle ri.legature, negli scaffali. Quello
che dice Piervaldo Rostan
(&o delle Valli n. 24) è vero,
si può dire di più. La burocraàaènata nel Medioevo allorché le chiese tenevano anaé dei nati e dei morti.
_ "è stato a lungo, c’è ancoauna casta sacerdotale di
innari, vestali burocratidelia sacralità del proce
enuto op^
issemble»
pubblici
iflessionej
opinione
1 sala del
irre Pelliitrq, mersentU’asdella Coll Pellicé,
msigliere,,
Ilion, chcj
tito, alcu-,li e molti
fatta dal
iciazione,;
e dal có; Griot, è.
a ha
gli obici?ata: l’aysài
ausica di!^
ifferentif
idulti, an-Ji
grado di'i
urale ‘
lersi subié) fciento, per i quali conta so
1 linguagv!
0 questo:,
izione di
costi acì. Da qui
formulata
ella zona.
1 Peyrot,
liziativae
stata conicolare in
una delle
trano sul
presenza
isicali, ha
appoggio
tana.
provazioI si possa
no sforzo
lediati pei
;enza, anagoli Corsi in una
inte e duadere foti emersa
invenzioaontana e
icale che
■sta collare l’enteUte partelell’orga
il formalismo giuridico,
dente affatto il risultato, il
loro potere sono le 150.000
leggi dello stato, ci sguazzano
come oche nello stagno. È
vero anche che la magistratura ha tracimato dai suoi limiti
costituzionalii non sai mai
dove può andare a colpirti
sicché funzionari col coraggio di don Abbondio fanno
poco per rischiare poco, cosa
che vale anche per i politici
con la stessa misura di propensione al rischio. Ma la prima regola del buro-dirigente
non è quella che dice Rostan;
«Assumersi il meno di responsabilità possibile». La
prima regola, la regola d’oro
è stata, è ancora: «Si è sempre fatto così!» che equivale a
dire la regola è questa e io ne
sono custode e interprete.
L’amministrazione pubblica, anche in ambito locale, è
così da molte parti, non così
dappertutto e, del resto, ogni
governo centrale e locale ha il
personale dirigente che gli fa
gioco, che si merita. Ci sono
in giro amministratori e funzionari che intraprendono, che
si ingegnano di fare presto e
bene, che si responsabilizzano, che rischiano di suo. E
che, con la 142 e con gli altri
strumenti innovativi che il legislatore ha partorito dopo la
142 (le leggi 241 e 81, i ddll
29 e 77) stanno pian piano
cambiando e migliorando in
corsa la macchina comunale e
fanno il «palazzo» meno ostile ai cittadini. Qualcuno rimprovera alla 142 di avere tolto
spazi di decisione ai Consigli,
ai consiglieri comunali. Ma è
così? A me pare che abbia tolto spazio solo alle chiacchiere. Quando mai un consigliere
comunale poteva prima , mettere becco su come funzionasse, se fosse razionale, per dirne una, la gestione di un asilo
nido? Ora il controllo di gestione istituito dal di 77 gli dà
modo di cominciare a farlo, se
sa e vuole.
un’evenll’attivit*
smorza»
i interve;
liferare
¡rare delle
mnori^'
lità del
Fronti de
r rendete
nellag«;
contro*'®
on
leroi?»"
Proposte di soggiorni a fine scuola •
Al vìa «Estate ragazzi»
Si sono appena chiuse le
[Scuole dell’obbligo e già sono al via le iniziative di sog¡8|omi estivi o «Estate ragazquasi sempre proposte dirutamente dai Comuni, più
^raramente dalle parrocchie.
|n alcuni casi il successo delle proposte ha obbligato gli
.wganizzatori ad assumere ultenori educatori, in altri inveneai è faticato a raggiungere
® punto di equilibrio.
A Villar Porosa, per esempio. «Estate ragazzi» durerà
S'tgno al 12 luglio;
tt.OOO lire il costo per un
Wgramma che prevede edu' ambientale, gite,
p arsioni, giochi. Eppure il
,^une ha trovato qualche
Wicoltà in più; non perché
no mancate le idee, le ri^ 0 gli apporti collaboraa POfché ha fatto fatica
mettere insieme 35 ragazzi
educatori previsti.
. nse molti dei ragazzi che
rinunciato al soggiorestivo andranno in vacanMaf eon le famiglie,
di pesrderanno il modo
*i insieme in modo
ed educativo un pe•“Jo di vacanza.
,p^®fe Penice invece 1’
Vele-^ ragazzi» va a gonfie
ive anni si è passati
901: ® e ora addirittura a
td„l^?ioni. Eiunque la for-.
bie» vSiochi, educazione amsportivi,
« ed equitazione) propo
GIORGIOGARDIOL
Il tribunale se ne va. No rimane. È il tormentone di
queste settimane a Pinerolo.
Ma pochi riescono ad appassionarsi a questo gioco perché è solo una fetta relativamente piccola della popolazione del Pinerolese ha a che
fare con problemi di giustizia.
Per la stragrande maggioranza dei pinerolesi il tribunale è
una istituzione importante, di
cui però non conosce neppure
l’indirizzo, specie dopo il suo
trasferimento, avvenuto qualche anno fa, nei locali ristrutturati di via Convento di San
Francesco 1.
All’origine del problema vi
è una vecchia decisione di razionalizzare l’iiftero sistema
giudiziario italiano. Si sono
creati i giudici di pace, si sono ampliate le competenze
dei pretori, si è tolta ai tribunali la funzione di giudice
d’appello verso le sentenze
penali dei pretori, e in attesa
di una riforma complessiva
della giurisdizione, si è deciso di rivedere i «circondari»,
cioè gli ambiti territoriali di
competenza dei tribunali.
L’obiettivo è di arrivare ad
avere un tribunale per ogni
provincia. Così nella provincia di Torino dovrebbero cessare la loro attività i tribunali
di Pinerolo e Ivrea. Giudici e
Térsonale tutti trasferiti a Torino, dove nel frattempo è
stato (quasi) ultimato il palazzo dei nuovi Uffici giudiziari.
Siamo alle battute finali
della questione. Nei prossimi
mesi il Parlamento dovrà approvare la legge di modifica
dei circondari dei tribunali.
Qui però c’è un contrasto trq
le idee di una commissione di
esperti, nominata nel 1994,
che prevede l’accorpamento
del tribunale di Pinerolo a
quello di Torino e quello del
Consiglio superiore della ma
L’area del centro storico in cui ha sede anche il Tribunale
gistratura che invece pensa
sia opportuno affidare al tribunale delle aree metropolitane «una_competenza limitata
al territorio del Comune capoluogo, ricorrendo ad altri
tribunali per la competenza
del residuo territorio provinciale».
Come finirà? Il risultato finale non è scontato perché il
«pianeta giustizia» è seriamente ammalato. Non rende
infatti giustizia ai cittadini
che si rivolgono. Basti pensare che il tempo medio per una
causa civile a Torino è di 7
anni, mentre a Pinerolo è di
5. A Pinerolo ci sono circa,
1.000 procedimenti l’anno e i
tempi di definizione si allungano sempre di più.
Ci sono poi problemi di organico dei giudici e dei loro
collaboratori in campo penale, specie dopo la sentenza
della Corte costituzionale che
ha sancito l’incompatibilità
tra i giudici dei provvedimenti cautelari, del riesame e del
dibattimento. Il tribunale di
Pinerolo dovrebbe vedere assegnati molti più giudici per
svolgere qupste funzioni. Oggi infatti alcuni giudici svolgono plurifunzioni e ciò può
dare origine alla nullità di
molti processi. Solo un tribunale più grande è in grado di
assegnare a giudici diversi
queste funzioni.
Avvocati e politici (la Lega
Nord ha presentato un’interrogazione in Comune) sono
preoccupati. I primi sostengono che non è solo problema di funzione professione
ma anche del «servizio sociale» che il tribunale svolge. I
secondi temono lo smantellamento progressivo dei servizi
pubblici dalla città: dopo il
tribunale, potrebbero andarsene anche l’ufficio del registro, il catasto, la Conservatoria delle ipoteche e auspicano-invece un maggior decentramento.
Tuttavia la programmazione pubblica di questi anni non
ha mai preso seriamente in
considerazione la funzione
del tribìmale per un’area più
vasta. Il tribunale non si è
aperto alla città, i suoi problemi sono visti come corporativi che riguardano solo giudici
e avvocati e non sarà facile
«salvarlo». Forse una maggiore efficienza nel fare giustizia non guasterebbe, se si
vuole una mobilitazione popolare in difesa (giusta) del
tribunale.
AGAPE: CAMPO TEOLOGICO — Dal 27 al
30 giugno al Centro di
Agape incontro ecumenico
«Riscattati a caro prezzo»;
il tema della riconciliazione, proposto per la seconda assemblea ecumenica
europea che si terrà a
Gratz nel giugno ’97, si
presta ad una certa ambiguità. La riconciliazione
infatti può essere ottenuta
a basso prezzo se si finge
di non vedere il conflitto
che la precede.
Ili CIRCUITO — Per
le riunioni quartierali
all’aperto domenica 23
riunione alle Grangette e
domenica 30 in località
Lorenzo, entrambe con
inizio alle ore 15.
PERRERO-MANIGLIA — Assemblea di
Chiesa a Ferrerò domenica 30 giugno, alle 10, per
ascoltare i risultati della
Conferenza distrettuale e
eleggere i nuovi anziani
PRALI — Domenica 23
culto alle 10,30. Lunedì
24, alle 5,45 davanti al
municipio, partenza della
gita della scuola domenicale al Lago Maggiore.
Martedì 25 alle 15 incontro al presbiterio di tutte le
guide estive volontarie per
il museo. Alle 20,30 del
26 spettacolo dei bambini
della comunità prèsso la
sala. Alle 20,30, al presbiterio, incontro del Conci
storo con Emanuele Fiu
me, a cui sarà affidata la
cura pastorale estiva della
comunità.
yiLLASECCA — La
scuola domenicale terrà il
suo campo a Massello
(23-30 giugno). Domenica
30 giugno partecipano al
culto alcuni membri dell'
Assemblea della Cevaa.
sta dalla Tarla Volante funziona, tant’è che il Comune
ha dovuto all’ultimo momento provvedere con raggiunta
di altri educatori per far fronte all’impegno. Il soggiorno
sarà più lungo che in passato
(terminerà infatti a fine luglio) e prevede tariffe differenziate: 120.000 lire per tre
settimane, 140 per quattro, fino a 210.000 lire per le sei
settimane; a queste spese dovrà essere aggiunto il servizio mensa facoltativo,
Nell’ambito della programmazione delle attività educative e del tempo libero,
l’amministrazione di Pinerolo propone per il ’96 «il soggiorno estivo diurno». Il soggiorno, che avrà sede operativa presso la scuola elementare Ferruccio Farri, sarà articolato il due turni: uri primo
dal 20 giugno al 9 luglio e un
secondo dal lOi al 29 luglio.
«Abbiamo già ricevuto 150
iscrizioni, dicono al Comune
di Pinerolo, di cui 100 per il
primo turno (ormai al completo) e 50 per il secondo. Il
servizio educativo (coordinatore e animatori) sarà affidato
a una ditta specializzata nel
settore». Il programma di
massima comunque prevede
attività sportive, culturali ed
escursionistiche. Il costo del
soggiornò è di 80.000 lire per
la tassa di frequenza più
l’equivalente del costo del
buono mensa.
Torre Pellice: il «punto di Ascolto 2» organizzato dalla Bottega del possibile
Riscoprire insieme il senso dell'abitare
«Oltre la famiglia, oltre la
casa, il senso dell’abitare»
questo il titolo che la «Bottega del possibile» ha dato al
punto di Ascolto 2; chi ha
ascoltato? chi ha parlato? E
difficile fare una sintesi dei
numerosi e preziosi contributi
portati a Bottega la settimana
scorsa dai convenuti all’appuntamento annuale del primo fine settimana di ogni mese di giugno. È possibile trarre ricchi spunti di riflessione,
rimando per gli approfondiménti agli atti del convegno
che verranno quanto prima
pubblicati.
Che domiciliarità non sia
sinonimo di assistenza domiciliare è ormai un dato acquisito; pur tuttavia l’assistente domiciliare resta l’interlocutore privilegiato della
Bottega: questa figura professionale non ha presentato lunghe relazioni ma ha raccontato delle storie, delle storie vere, delle storie di vita con uri
duplice mandato: quello di
salvaguardare il passato e
quello di far conoscere questa
professione relativamente giovane agli amministratori, alle
altre professioni, ai cittadini'.
Sembra che la narrazione sia
diventata un modo per capirci
meglio; infatti non solo le storie vere ma anche le fiabe sono uno strumento di relazione
e una risorsa a disposizione di
diversi operatorii
Tornando al titolo del punto
di Ascolto 2 cerchiamo di definire la famiglia e la casa per
arrivare al senso dell’abitare.
La famiglia è da sempre una
entità indefinibile: è cambiato
il sqo modello, è cambiato il
rapporto di coppia, la donna
vive la sua vita come progetto
e non più, o sempre meno, come destino, il bambino ha più
di due genitori, spesso nessun
fratello. La casa non è solo un
contenitore più o meno lussuoso; bisogna che abbia delle finestre rivolte al passato e
delle finestre al cortile dell’
oggi. Ma allora bastano una
casa, una famiglia e alcune
relazioni per stare bene? Forse no. Se non è presente una
comunità locale ci saranno
dei domicili, ma sicuramente
non ci sarà domiciliarità.
. Quindi anche la comunità locale deve ripensarsi per essere tale: altrimenti è semplicemente un territorio sul quale
vivono dei singoli.
E le chiese come si collocano tra le maglie della rete di
risorse della comunità? sono
consapevoli dell’indebito peso che viene dato loro come
dispensatrici di etica? la consapevolezza della partecipazione attiva del cristiano nella
elaborazione di risposte ai bisogni è qualcosa che attraver-sa la loro vita. La Bibbia ci
presenta una famiglia, casa
fonte di benedizione, ma anche portatrice di tensioni;
questa famiglia/casa è più va
sta dei suoi muri che talvolta
possono isolare. E i servizi?
Sono la risposta degli amministratori al malessere dei cittadini. Ma bastano i servizi
che danno delle prestazioni?
Se le amministrazioni danno
solp servizi come risposte al
disagio rischiamo di avere
tanti servizi quanti sono i bisogni, tanti luoghi quanti sono i gruppi sociali: bambini
separati dai vecchi ecc.
Quello che dovremmo fare
per stare bene è creare dei
luoghi vivibili per tutti. Ma
dove sono le risorse anche
economiche? È chiaro che le
risorse non devono essere
strappate allo stato sociale e
che lo stato sociale deve rendersi conto che la produzione
di risorse non è un fatto auto
matico. Quali sono le strategie per mettere in atto economicità delle risorse ed efficienza? Fare insieme, pubblico, privato, privato sociale,
volontariato, chiese per favorire la vita piena delle donne
e degli uomini, mobilitando '
le risorse disponibili, aiutando chi aiuta, costruendo sulla
forza delle persone. Se la comunità è formata da famiglie,
lo saranno anche per la comunità e in quella.comunità avrà i
senso abitare; per bambini,
adulti e anziani.
(1) Cultura di domiciliarità: la
Bottega del po'ssibile. «Storie
dentro le storie» a cura di Patrizia Taccani; ed. L’altro modo.
(2) «Le tre pietre» fiabe, storie, racconti come strumento di
relazione, ed Gruppo Abele.
Posta
Scuola e
biblioteca
Desidero intervenire sulla
relazione dell’inaugurazione
della biblioteca comunale di
Angrogna, pubblicata sul n.
25, per completare l’informazione. Alla cerimonia, anche
la scuola come istituzione era
rappresentata non solo da al
cuni docenti di scuola materpa ed elementare, ma anche
dal dirigente del Circolo didattico, a dimostrazione dell’apprezzamento per il nuovo
servizio culturale decentrato e
della volontà di ricercare e
mettere a punto percorsi comuni di lavoro, nell’ottica di
un possibile. Laboratorio di
lettura.
Roberto Eynard
Torre Pellice
10
PAGilV
E Eco
Vaoj
Torre Pel lice
' ^-‘i
Pomeriggi
musicali
L’Unitrè sta terminando in
modo veraiiiente festoso i
suoi «Pomeriggi» musicali: il
coretto diretto da Cristina
Pretto ci ha offerto una bella
e varia serie di canti, con fresche voci, solisti, con accompagnamento di pianoforte,
chitarra, mandolino e percussioni, tutti ben affiatati e ottimamente diretti.
I canti legati fra loro dal filo conduttore dell’anelito alla
libertà dello spirito e da tutte
le schiavitù provenivano da
diversi paesi: gospel e spiritual, canti religiosi delle nostre valli, sudamericani e sudafricani... un soffio di gioventù e di speranza per un
mondo migliore.
Una bella scelta di musiche
a 4 mani ci è stata offerta dal
duo pianistico Cucco-Giannuzzo giovedì 6 giugno: di
Mozart a Rahmaninof, con
sensibilità e affiatamento, ci
ha fatto partecipare alla progressiva ricerca di nuove sonorità concesse a questo strumento così completo e valorizzato dalla possibilità di raddoppiarne gli effetti, con le
musiche a 4 mani, da questi
giovani e bravissimi pianisti.
Mdio ■.
- JiScUKWIIn
’fm 91.200-90.500
Uufie0à4^iigiio,.
ofii’td '
Cirttri di apertum cl€«a
Il pittore espone alla sala Raschetto di Torre Pellice
Comba; arte post-impressìonista
QIOVANNA PURPURA CAtVETtI
Emilio Comba esporrà per
la prima volta alle valli
valdesi alla sala Paschetto del
Centro culturale valdese di
Torre Pellice dal 22 giu^o al
13 luglio prossimi. Lo rivedo
a distanza di tanti anni quando egli, dopo una vita artistica intensa, accusa problemi di
salute e di isolamento. Risponde di buon grado alle
mie domande ricordandosi
che tanti anni fa mi insegnò
la tecnica della pittura ad^
olio. Chi è stato il tuo primo
maesfro? »
«Fu Paolo Paschetto che
nel 1940 mi diede le prime
lezioni tecniche. Tutto si
svolgeva in modo artigianale,
dipingevamo “en plein air”,
specie all’Inverso di Torre.
Con lui ho imparato la preparazione dei fondi, l’impostazione della composizione del
paesaggio, le mescolanze, la
scelta dei colori della tavolozza».
- Mi pare che hai avuto
sempre un grande interesse
verso la storia dell’arte...
«Sì, al liceo classico sono
stato attratto in modo particolare dalla pittura rinascimentale, specie da quella veneta
(Veronese, Tiziano e altri).
Mi sono molto dedicato alla
copia».
- E del tuo periodo in Facoltà di teologia?
«Ho frequentato un paio
d’anni la nostra Facoltà interessandomi molto alla storia
del cristianesimo ma poi
l’esaltazione per la pittura mi
fece abbandonare quegli studi
con dispiacere di mio padre,
il pastore Guido Comba. Nel
1961 feci la mia prima mostra
alla Galleria “La Fontanella”
di Roma. E da allora una produzione vastissima (penso
ventimila pezzi)».
- Quali sono stati i soggetti
della tua pittura?
«All’inizio i miei quadri
avevano per soggetto paesaggi provenzali o comunque
francesi, mi piacevano le atmosfere spazzate dal nustral.
Sono stato a Parigi e lì ho imparato molto frequentando
mostre e pittori europei ed
extraeuropei».
- Come potresti definire la
tua pittura?
«La mia è una pittura di tipo pOst-impressionista, venata
da espressionismo germanico.
Ho fatto un percorso completamente indipendente dalle
scuole correnti. Sono stato
molto ignorato dalla critica
troppo spesso legata ai soliti
nomi, a determinati giri d’affari. I miei migliori critici sono stati i compratori: ho venduto in Giappone, in America,
in Finlandia, in Spagna, in
Africa, in Australia. La mag
gioranza delle mie opere è
fuori dai confini italiani».
- E ora?
«Problemi gravi di vista mi
impediscono di continuare a
produrre. Mi salva il mio mai
sopito amore per i pennelli e
la grande esperienza della
mia tavolozza. Dipingo a memoria e per impulso. Cerco di
manifestare il messaggio dello splendore dei colori, la luminosità dell’atmosfera, la
vita che va avanti».
- Quali sono i quadri che
esporrai alla sala Paschetto?
«Mando gli ultimi oli dipinti con la memoria visiva
per supplire ai miei problemi
di vista, mando dei fcollages
che non ho mai esposto, e che
non potrò mai più comporre,
dei monotipi, delle stampe
con paesaggi miei tipici».
Lascio Emilio Comba che,
pur isolato, vive in compagnia dei suoi pennelli, della
sua fedele tavolozza, dei suoi
splendidi colori che vivono
nel suo ricordo e sono diventati inseparabili e solidali
amici.
■5
Sport
CALCIO: IL PINEROLO PERDE CON LA CAPOLISTA
— «Dopo dieci mesi di attività arriviamo a queste finali con
molti giocatori stanchi», ha detto il presidente del Pinerolo,
Gallo, nell’immediata vigilia del penultimo incontro dei
play off del campionato nazionale Dilettanti di calcio. A Pinerolo è arrivata la capolista Calangianus e i sardi hanno
fatto bottino pieno candidandosi alla vittoria finale del campionato, oltre che del girone. Il primo tempo è stato dei
biancoblù, ma le molte occasioni non hanno prodotto alcuna segnatura; nella ripresa gli ospiti approfittano di un errore difensivo del Pinerolo per realizzare dopo un quarto
d’ora. Inutile l’arrembaggio finale della squadra piemontese, il punteggio non è più cambiato. Dopo questa sconfitta
la squadra di Bortolas si recherà domenica in trasferta ad
Aosta contro i locali attualmente all’ultimo posto del girone
A. La partita di domenica è stata anche l’occasione per salutare il «bombeD> Fabbrini già acquistato dalla Pro Vercelli; alla squadra di casa la vendita del giocatore offrirà denaro da investire, quel denaro che i tifosi, troppo spesso in
sparute pattuglie al Barbieri, non riescono a portare nella
misura desiderata dai dirigenti per un salto di qualità. Entro
la fine del mese si potrebbe comunque sapere qualcosa di
più su quanto bolle in pentola nei vertici societari.
TORNEO DI GREEN VOLLEY — Si è disputata a Pinerolo
la prima tappa del trofeo Ghiaie di green volley organizzato
dai 3S. Le partite, disputate sui prati adiacenti il palazzetto
dello sport, hanno visto una buona presenza quantitativa
soprattutto nella categoria amatoriale maschile. Fabi e Vignetta, già vincitori delle precedenti edizioni, hanno vinto
agevolmente sia nella categoria amatori che in quella atleti
davanti rispettivamente a Gamia e Tuninetto e Scarlatella e
Pavan. In settimana, a Torre Pellice, presso il campo sportivo di viale Dante, la seconda prova.
BOCCE: TORRE PELLICE OSPITERÀ I CAMPIONATI
ITALIANI VETERANI — Si svolgeranno sui campi di
viale Dante a Torre Pellice, il 14 e il 15 settembre, i campionati nazionali veterani di bocce con la partecipazione di
numerosi concorrenti da tutta Italia. La notizia è stata comunicata in questi giorni alla Polisportiva Valpellice che
organizzerà la manifestazione.
Per la pubblicità su
L’Eco
DELLE VALLI VALDESI
tei. 011-655278, fax 011-657542
Frossasco
Cinema
e musica
di qualità
Ecco al nastro di partenza
rii“ edizione di «Quattro
porte su... cinema e musica».
Frossasco festival non sembra
adagiarsi sui successi trascorsi ma, anzi, rilancia una proposta a Tutto campo, senza
per altro voler essere la grande kermesse o il megaevento
con grandi star.
L’ 11“ edizione conferma
un’attenzione seria per scelte
improntate a criteri di qualità
indipendenti da logiche meramente commerciali o dai gusti standardizzati del grande
pubblico. Le novità: il festival quest’anno cambia scenografia, non più al centro della
cittadina ma si trasferisce al
parco Grà; soprattutto, cosa
gradita al pubblico, l’ingresso
toma ad essere gratuito.
Gì saranno anche le proiezioni cinematografiche; la sede è sempre quella del giardino della scuola materna, l’ingresso lire 5.000.
Il programma musicale prevede il 22 giugno il gruppo
basco Sustraía, autentico fenomeno culturale dell’anno
nella porzione di territorio
francese di etnia basca, ai
piedi dei Pirenei. La riscrittura in salsa rock di musiche da
ballo e da festa tipiche della
zona (fandango, arin arin,
marce) e nuove composizioni
garantiscono divertimento e
coinvolgimento al pubblico.
Nelle successive settimane
a Frossasco arriveranno il 5
luglio i Karawane, il 12 gli
occitani de Lou Dalfìn, il 16
gli scozzesi dei Tannas.
Pinerolo
Autori
italiani
del fumetto
Presso il circolo culturale
Fumetto & Lettura di Pinerolo
continua la rassegna di fumettisti italiani. Sabato 22 giugno, alle ore 15, verrà ospitato al circolo culturale lo staff
al completo della testata fantasy «2700». Saranno presenti
oltre al direttore generale della testata Paolo Roteili, il
creatore artistico Ugo Verdi, i
disegnatori Emanuele Manfredi, Mara Aghem, Glaudio
Bisca e Tiziano Scanu. .
Fumetto & Lettura aveva
già ospitato in precedenza
Ade Gapone (autore e sceneggiatore di Lazarus Ledd,
Erinni, 11 potere e la gloria,
Kor one ecc.) Andrea Bianchi
Gamevaie (disegnatore di Lazarus Ledd) e Luca Enoch
ideatore nonché disegnatore
di Spray Liz (personaggio
femminile underground) e disegnatore di Legs Weaver.
.11 circolo culturale, che è
aperto dal lunedì al venerdì
tutto il giorno, la mattina dalle 9,30 alle 12,30 e il pomeriggio dalle 14,30 alle 19
mentre al sabato solo la mattina dalle 9,30 alle 13,dispone
di circa 60.000 fumetti e si
propone di diventare una vera
biblioteca alternativa per i
propri soci che hanno diritto,
con un versamento di 25.000
lire annue, di leggere e consultare, sia nei locali di Fumetto & Lettura sia a casa
propria, qualsiasi tipo di te-<
stata presente nel circolo culturale. Il fumetto può così
aspirare a diventare oggetto
culturale in senso stretto.
VENERDÌ 21 GIUGNO 199fi:
Appuntamenti
21 giugno, venerdì —
TORRE PELLIGE: Dalle 9,
presso la Foresteria valdese,
convegno organizzato dal
Gentro culturale su «I valdesi
e le loro borgate».
21 giugno, venerdì — PINEROLO: Alle 18, presso la
libreria Volare, incontro con
la scrittrice Marina Jarre; l’attrice Gisella Bein leggerà alcuni brani.
21 giugno, venerdì — PINEROLO: Alle 18, nella sala consigliare, cerimonia ufficiale del gemellaggio fra Pinerolo e San Francisco (Argentina).
21 giugno, venerdì — PINEROLO: Alle 20,45, presso il Gentro sociale di via Lequio è convocata l’assemblea
dell’associazione «La fornace»; dopo le dimissioni del
neosenatore Passone dalla carica di presidente, si tratta di
eleggere il nuovo presidente e
di progettare l’attività del
prossimo anno.
22 giugno, sabato — SAN
GERMANO GHISONE:
Alle 21, alla borgata Turina,
concerto del gruppo Track
29, musica folk acustica.
22 giugno, sabato —
FROSSASGO: Alle 21, nel
parco Grà in via Gorgassi 1,
concerto del gruppo di musica etnica basco «Sustraía»;
ingresso gratuito.
22 giugno, sabato —
TORRE PELLIGE: Alle
21, nel tempio, concerto per
chitarra del duo Umberto Neri e Giovanni Freiría, a favore dell’Avo.
22 giugno, sabato —
TORRE PELLIGE: Alle 17,
nella sala Paschetto del Gentro culturale, si inaugura la
mostra di Emilio Gomba, che
resterà aperta fino al 13 luglio
con il seguente orario: giovedì, sabato e domenica ore
15 -18 e gli altri giorni 14-17.
22-23 giugno — SAN
PIETRO VAL LEMINA:
Sabato 22 e domenica 23, alle
16, presso gli impianti sportivi comunali torneo di green
volley. Alle 14 di domenica
23 gara a bocce a baraonda.
22-23 giugno — PRAROSTINO: Per il XX anniversario della fondazione della
squadra antincendi boschivi
sabato 22 incontro con gli altri gruppi Aib della Gomunità
Pinerolese pedemontano. Domenica 23 festeggiamenti in
occasione del venticinquesimo anniversario della fondazione della sezione Avis.
23 giugno, domenica —
RORA: 1° Gicloraduno alpino libero non competitivo
«La valle delle sorgenti» per
circa 25 chilometri (ridotto
per escursionisti). Partenza
alle 9, premiazione alle 16. È
obbligatorio l’uso del casco.
23 giugno, domenica —
TORRE PELLIGE: Alle 15
parte la 26* edizione del «trofeo Amici di Santa Margherita» con la gara provinciale di
corsa in montagna Santa
Margherita, Gastelluzzo, Sea,
Santa Margherita di 12 chilometri circa.
23 giugno, domenica —
SAN SECONDO: Il gruppo
«Montagna insieme» organizza il giro della Balziglia con
partenza alle 7 dal piazzale
del municipio.
23 giugno, domenica —
ANGROGNÀ: Presso l’Agriturismo Barfè Festa del Burat
e alle 14,30 musiche e danze
eccitane con l’organetto di
Gigi Sapone.
23 giugno, domenica —
TORRE PELLICE: Dalle
10, alla rotonda di piazza
Muston, éommercianti e Pro
Loco organizzano il secondo
torneo di dama gigante; nel
pomeriggio la premiazione.
Nel corso della giornata i pit
tori ritrarranno angoli sugge;
stivi delle cittadina.
per
26 giugno, mercoledì
SAN PIETRO VAL LEMl.
NA: Alle 21 presso il Pala,
chiale di piazza Piemonte, "
concerto del coro PrompicaiU
Seguirà a cura del Centro, acl
cademico Arte e Sport di R.-;
nerolo il galà di arti marziali g
kick boxing. Ingresso libero.
Servizi
VALLI
CHISONE - GERMANAS^
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154 i
Guardia farmaceutica: ‘'H
DOMENiCA 23 GIUGNO
Villar Perosa: Farmacia De;
Paoli - via Nazionale 29, tei,;
51017
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454 :
10----
E VANI
»un
niottvicl
tri che If
todiste e
'zio0i?ai
ni.Q«es
toil26r
con la F
c
lelo»''
iontre
ittei
jTubWici
aerio di
mel
Neiri
»glìl
icrisi» hi
VAL PELLICE
Guardia medica;
notturna, prefestiva, festiva: ’
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 23 GIUGNO 1
Luserna San Giovanni: Far-;
macia Vasario - Via Roma 191
(Airali), tei. 909031
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;|
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
ore 8-17, presso i distretti.
SERVIZIO ELIAMBU
telefono 118
Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, venerdì 21 alle 21
Rassegna cinematograflca
di montagna e avventura:
sabato 22 giugno e domenica
23, ore 20 e 22,10 e lunedì 24
alle 21,15 II giurato.
BARGE— Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 21 Moon Ligth e
tentino, sabato 22 giugno D
fiore del mio segreto; da domenica, ore 15,15, 17,15, 19,
21,15, a giovedì, II giurato.
Feriali ore 21,15; mercoledì,
chiuso.
PINEROLO — La multisala Italia ha in programma
alla sala «5cento» Difesa ad
oltranza feriali e festivi 20,D
e 22,20, sabato 20,15 e 22,30;
alle sala «2cento» I soliti ^
spetti; feriali e festivi 20,30®
22,20, sabato 20,30 e 22,30.
ìj^ente :
Í che idei
ioiìal
mte I
dallare:
ditonti
spingei
'Mase
Dio dis(
la vita I
toordin
da&no
vita, do
la que
ÉiOndo
Pùere ì
Te di me
fSteh
Agri c
rifenia
foni:
domod
^H’im
sbbe
:|ato al ¡
^.allibi
ità
ttiyi
nÿcc
ì»; ha
ha sost
làzio:
t
m
‘nella c
[dal 20
Storne:
fehtec
»'ttunit!
eipato
Chiesi
La'tìic
tienza
ì comu
istoria
Ssvolto
I Cento
cosini
„slìnui
jjtoliea,
Succe!
diifli
; dei m
grazio
do se:
sto, h
Grott
i..
Economici
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vati..
tei 0121-40181.
L’Eco Delle Valli Valdesi
ViadeiMille,1 - Pinerolo
tei. 0121/323422; fax
redazione Torre PeWee
tei. 0121/93329; fax 9324W
Sped. in abb. posf./50
PubWicKlon»uniteHa<»nni1®™’V '
non può M»™ venduto
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 1WW
Reep. ai tene! di legge
Stampa: La GNalerlana Mo«l“"
Una copia L. 2.000 ^
f
Nor
^ «oinu
11
\ 21 GIUGNO 1996
Vita Delle Chiese
Chiese bmv nel Basso Lazio
ledi ^
lemi.
il Pala¡monte
mpicai,
ntro ac■t di Pi.
arzialie
ibero.
er una fede cristiana
ortemente calata nella realtà
SEBOIO TATTOLI
Evangelizzazione e comunione fraterna sono i
motivi che ispirano gli incontri che le chiese battiste, metodiste e valdesi del Basso Lazio di^anizzano da alcuni anni, Questi stessi motivi hanno
litatterizzato rincontro svolmil26 maggio a Isola del Liri
con la partecipazione delle
ijjiese di Colleferro,, Ferenti'no, Ariccia, Albano, Sant’Anrelo in Villa. Quest’anno all’
jjcontro si è voluto dare un
Carattere prevalentemente
pubblico dato il nostro desiderio di rivolgerci alla popojzìone locale.
Nell’introdurre il tema
;egll la vita in un mondo in
derisi» mi è parso opportuno
i; sottolineare che, contrariaI mente all’opinione comune
t che identifica la fede con l’irI razionalità, la fede cristianamente intesa non è astratta
dalla realtà. La Bibbia ci pone
di fronte alla decisione di respingere 0 accogliere Dio.
Oídla scelta fondamentale di
Dio discendono le scelte per
la vita che costituiscono le
(»ordinate sulle quali sifon, da fa nostra etica. Scegliere la
vita, dunque. Ma che senso
la quest’enunciato in un
^^ndo in cui sembrano prervalere impulsi di distruzione
le di morte? Nella società attuale hanno ancora senso i
valori cristiani? E se sì, come
riteniamo, come vanno in
^sintonia con la crisi del mondomoderno?
«L’invitp a scegliere la vita
riebbe banale se fosse limiiìato al solo aspetto biologico.
Bibbia invece allude alla
^qualità del la vita. Nella prottiva biblica la vita non è
In accidente ma un’opziole», ha detto Paolo Naso che
ha sostanziato queste affermazioni con esempi tratti
81000
201454
I
festiva:
ì:
IGNO
ni: Farloma 19
53355
598790
festiva:!
E — 11
in proalle 21
graflca
entura;
omenica
medi 24
ma Coima, veti e Vaugno B
; da do',15, 19,
»iurato.
ircoledì,
ì multi;ramma,
ifesa ad
vi 20,15
e 22,30;
oliti so*
20,30 e
22,30.
lobili
ti vari:.
.DESI
rolo
32409
»Ilice
332409
50
foma
tannili»
175®
EgK*
x)o»l
dalla storia. Al progetto nazista dell’eliminazione sistematica delle diversità Dietrich
Bonhoeffer oppose l’etica
della denuncia e della lotta
contro il male; alla condizione dell’Africa della prima colonizzazione Albert Schweizer oppose un concetto di
missione fondato sul riconoscimento della dignità culturale dei popoli: alla violenza
dell’America razziale Martin
Luther King oppose la nonvìolenza che anche se non ha
eliminato il morbo del razzismo risulta comunque vincente per aver risvegliato nelle coscienze degli oppressi il
senso della dignità e del diritto alla libertà. All’apartheid
del Sud Africa, si è reagito con
l’appello alla conversione. Il
miracolo sudafricano è che
dopo anni di permanenza nel
peccato le chiese sono giunte
al ravvedimento.
Per quanto riguarda noi
oggi, dì fronte alla crisi del
paese giunto sull’orlo della
scissione, dobbiamo individuare motivi di speranza e
incoraggiare le scelte di vita.
Il dibattito haxonfermato
l’interesse dei partecipanti:
come segno concreto di scélta per la vita la colletta è stata
devoluta a Liberamente, un’
associazione che si occupa-dL
tossicodipendenza.
La seconda parte deH’incontro è stata dedicata al
concerto della corale La torre
di Babele, diretta da Luana
Pallagrosi: attraverso il linguaggio universale della musica è stato convogliato un
annuncio di profondo contenuto evangelico. Nella gradevole frescura dei giardini di
Isola del Liri dove rinconfro
si è svolto un messaggio di
speranza è stato lanciato, un
appello a favore della vita è
stato rivolto. Speriamo che
qualcuno lo raccolga.
Assemblea del T circuito
Le comunità vogliono essere
propositive verso l'esterno
FRANCO TAGLIERÒ
Le chiese valdesi della vai
Pellice sonò accomunate
da una unità di indirizzo, di
obiettivi e problemi, sono comunità in cui i gruppi settoriali sanno aggregarsi intorno
a obiettivi cornimi; insomma,
sono comunità vive. Questo
potrebbe essere il dato più
interes^sante che l’Assemblea
del 1° circuito, riunitasi a Angrogna il 24 maggio, ha messo in risalto.
Le relazioni del Consiglio di
circuito e delle sei chiese
hanno evidenziato infatti, accanto a una certa preoccupazione per la diminuzione dei
membri comunicanti, un indubbio desiderio di impegno
nel campo dell’évangelizza- v
zione e dell’apertura verso
l’esterno: chiese propositive,
dunque, malgrado Je difficoltà gestionaU„ordinarie
(contribuzioni e stabili) che le
assillano. È ancora difficoltoso tuttavia il coordinamento
tra le varie chièse e i gruppi,
tanto che si è sentita la necessità di avere in autunno un
incontro che imposti a grandi
linee il calendario annuale.
La partecipazione al culto è
in aumento, ma c’è da chiedersi quale peso abbia l’appuntamento del culto nell’
economia comunitaria: se esso sta diventando-veramente
il luogo dell’incontro dei «soliti noti» è possibile immaginare iniziative aggregative alternative, non solo di tipo
cultuale, che permettano la
visibilità di un progetto comunitario generale? La riflessione deve continuare nelle
comunità.
Erano presenti con voce
consultiva i responsabili delle
opere del circuito, presenza
che serve alla volontà di ricucire un legame con le chiese
che in parte si è allentato. In
La mostra della Bibbia a Grotte
Un'apertura alla cittadinanza
STEPHAN MÜHLICH
y.T A mostra della Bibbia»,
“l_iche ha avuto luogo
-nella chiesa valdese di Grotte
dal 20 maggio, si è conclusa
domenica 26 con il culto di
Pentecoste e una giornata comunitaria a cui hanno partecipatq anche membri della
Chiesi valdese di Agrigento.
La mostra è stata un’espeuenza positiva per la piccola
comunità locale, che nella
storia del paese di Grotte ha
Wolto un ruolo importante.
Cento anni fa infatti è stato
costruito in piazza, accantp
^municipio e alla chiesa cat*
-toliea, un bel tempio valdese,
“^cessivamente poi, a causa
di Uh forte c^ìo del numero
dei membri, dovuto aH’eriiiSazione, e di un lungo perioco senza un pastore sul poto, la comunità valdese di
"totte è stata considerata
maspora della Chiesa di Agrigento. I
Non essendoci altre attività
omunitarie oltre al culto
della domenica mattina erano anni che i cittadini di
Grotte trovavano chiuse Iq
porte del tempio valdese. Crisi l’attività pubblica della
mostra della Bibbia è servita
a tenere aperta la chiesa ogni
pomeriggio dalle 17 alle 20
per una settimana. Molti sono entrati a vedere la mostra,
spinti soprattutto dal desiderio di poter visitare l’interno
della chiesa e trovare qualcuno a cui poter rivolgere qualche domanda. Tra i visitatori
ci sono state persone anziane
che hanno ricordato alcune
vicende in cui la Chiesa valdese era stata coinvolta nei
decenni passati, e alcuni
bambini curiosi di sapere chi
fossero i valdesi.
La mostra della Bibbia, con
una trentina di pannelli e
Bibbie di lingue e epoche diverse, materiale fornito dalla
Società biblica in Italia, ha
rappresentato un’importante
occasione di testimonianza
evangelica per la piccola
chiesa di Grotte.
^***0 di gruppo a Grotte In occasione della mostra
questa linea è stato votato per
il quarto anno consecutivo un
ordine del giorno in cui si
chiede alla. Tavola di inserire
nel progetto di sistemazione
del campo di lavoro la possibilità che in vai Pellice sia dislocato un ministro addetto
alla cappellania dell’ospedale
e degli istituti di assistenza:
questa esigenza ha scarse
possibilità di essere attualmente recepita ma non può
essere snobbata: gli ospiti degli istituti della vaJ Pellice sono più numerosi dei membri
delle chiese più piccole, costituiscono una diaspora la
cui cura pastorale, di per sé
molto impegnativa, viene
svolta con difficoltà dai pa^
stori. Esiste una commissione
nominata dalla Tavola che
inizia a lavorare, esistono
gruppi di visitatori, che vanno formati e seguiti, ma il
problema rimane ed è sentito
come prioritario. L’Assemblea si è soffermata sulla cappellania presso l’ospedale di
Torre Pellice, raccomandando al Consiglio di circuito di
riprendere, quando e se le
condizioni saranno ritenute
favorevoli, il culto regolare,
sospeso Tanno scorso.
Tra gli argoménti «sfiorati»
dalTAssembleà ricordiamo
ancora quello della festa di
canto delle scuole domenicali
e dell’assemblea della Cevaa.
Un membro italiano del comitato Cevaa ha esortato le
chiese a cogliere con spirito
di condivisione la possibilità
di incontpo con i fratelli e le
sorelle che parteciperanno alla prossima assemblea mondiale di Torre Pellice.
Il Consiglio di circuito, ridotto da cinque a tre membri
per volontà dell’Assemblea, è
stato eletto nelle persone di
Donato Mazzarella (sovrintendente), Aldo Lausarot e
Ines Pontet.
Assemblea del 15° circuito
Il predicatore locale «uomo
di frontiera» da valorizzare
ALFONSO MANOCCHIO
SONO arrivato nel bel mezzo dell’assemblea del 16°
circuito, il 19 maggio, mentre
Tuna dopo l’altra venivano
lette, con la solita liturgia, le
relazioni delle diverse chiese
della Sicilia. Subito dopo è
iniziato il dibattito e poco
prima è stato concesso uno
«spazio pubblicitario» al responsabile del centro giovanile di «Adelfia» presso Scoglitti (Ragusa). I contributi
nel dibattito sono stati numerosi, con un centro d’iiiteresse (la scuola per predicatori locai}), che si va sviluppando in alcune zone
della Sicilia.
Certamente la cosa è degna
di apprezzamento e si pone
nella tradizione della chiesa
metodista. Ma è proprio il ricordo della nascita e 4ello
sviluppo di tali doni in serio
al crescere vorticoso delle comunità in un contesto affollato di problemi epocali a doverci suggerire una qualche
riflessione. Si percepiva che
l’appassionarsi intorno a
questo tema era giusto, ma si
capiva/anche che il ragionamento rimaneva in attesa
della cririclusione. Una conclusione che non veniva,
mentre il dibattito si trascinava su aspetti marginali.
Una conclusione non poteva
esserci, perché non si voleva
porre il dono del predicatore
locaie a servizio di una comunità che vive in una storia
difficile e densa di problemi.
Non si è voluto affrontare il
contesto che fa «girare» il do-,
no del predicatore locale.
Nella considerazione comune è un «supplente»', non un
«uomo di frontiera», capace
di varcare il recinto della
chiesa e percepire bisbigli,
ansie e respiri affannosi della
società. Penso anche che il
discorso intorno al predicatore locale era, nella situazione data, la spia di un’attesa
più interiore e profonda: il risveglio di una dimensiorie
della chiesa, che piànti nel
cuore degli uomini una speranza per vivere ed essere felici. E allora tutto si gioca anche nella piccola comunità
su quello che sa dire a se
stessa e sul «significato» per
la città degli uomini. La croce
e la Pasqua non possono
esaurirsi nei luoghi delle
chiese, ma aprono lotte e
speranze sui deserti umani.
Penso che su queste frontiere
dobbiamo «spintonarci» e ho
l’impressione che le attese
del-16° circuito cercassero
questo riferimento.
Notizie
evangeliche
agenzia stampa
abbonamento annuo L. 50.000
da versare sul ccp 82441007
intestato a Nev - Roma
PAG. 7 RIFORMA
Agenda
TORRE PELLICE — «I valdesi e le loro
borgate» è il titolo del 2° convegno sul tema,
dopo «Tutela e recupero delle borgate di
montagna» del giugno scorso, organizzato'
dal Centro culturale valdese. L’incontro si
svolge, dalle ore 9, presso la Casa valdese di
via Beckwith 1; per informazioni tei. 0121-932179.
MEANA DI SUSA — In occasione della
XII rassegna di giovani miTsicisti «Il giglio»,
alle ore 21,15 nella chiesa battista si tiene un
concerto del trio «Kummel». Alessandra
Masoero e Alessandro Molinaro al flauto e
Marco Robitao al violoncello eseguono musiche di Haydn, Salieri e Mozart. L’ingresso è gratuito; per
informazioni rivolgersi a Angelo -Monti, tei. 011-4551321.
MIT.ANO — È stata organizzata una gita sulle montagne
sopra Intra dei gruppi giovanili battista, metodista e valdese di Milano, Intra e Locamo. Per ulteriori informazioni rivòlgersi a Marina Serra, tei. 02-5760(5674.
TORRE PELLICE — Alle ore 15,30, nel
tempio, culto di apertura delTT^ssemblea
1996 della Cevaa (Comunità evangelica di
azione apostolica). L^Assemblea, ccwivocata
per far conoscere la Cevaa alla base delle
chiese membro, si concluderà il 4 luglio.
COAZZE — «Sulle orme di Fra Dolcino» è
il titolo della mostra che verrà inaugurata alle óre 16 nel tempio valdese di via Matteotti. La mostra resterà aperta fino a domenica
21 luglio. Sempre nel tempio, alle ore 21
canta il coro dei giovani della Chiesa valdese di Pinerolo. Per informazioni tei. 011-6508970. ^
MEANA DI SUSA — In occasione della XII ras^gna di
giovani musicisti «Il giglio», alle ore 21,15 nella chiesa battista si tiene un concerto di musiche dai salotti delllSOO. Enrico Demaria al violino e Bmno Descrovi al pianoforte eseguono brani di Schubert, Kreisler, Mendelssohn, Monti,
Bertolino, Marini, Chopin e De Sarasate. L’ingresso è gra
tuito; per informazioni tei. 011-4551321 (Angelo Monti).
COAZZE — In concomitanza con la mostra
«Sulle orme di Fra Dolcirio» allestita nel
tempio valdese di via Matteotti e aperta dalle
ore 16 alle 20, àlle ore 21, sempre nel tempio, il prof. Corrado Momese tiene una conferenza su «Il pensiero e la storia del movi
mento di Fra Dolcino». Per informazioni tei. 011-6508970.
COAZZÉ — Alle óre 21, nel tempio valdese di via Matteotti, si svolge il concerto «Un
organo vocale, parole e musica d’organo»;
testi di Luca Ragagnin, voce recitante Sara
Tagliacozzo, musiche e organo Clapdio Canal. Per irìformazioni tei. 011-6508970.
MEANA DI SUSA —• In occasione della XII rassegna di
giovani musicisti «Il giglio», alle ore 21,15 nella chiesa
battista la compagnia «Architorti» presenta il_ «Giulio Ce-sare» di Haendel. L’ingresso è gratuito; per informazioni
rivolgersi a Angelo Moliti, tei. 011-4551321.
XSSjt
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul prinio programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
\
■ \
ÍH'
\ / PRO^ESTAN’TESIMO: rubrica televisiva realizzata dalla Federazione delle chiese
I RAiDUE □ evangeliche in Itdia, trasmessa a domeni
J______H che alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in
replica, il lupedì della settimana seguente
alle ore 9,30. Lunedì 24 giugno replica del programma
«Irlanda: al crocevia della pace; Il libro protestante: alla
Fiera del libro di Toririo; Incontri con: protestanti nel
mondo». Domenicano giugno (replica lunedì 8 luglio): I
fondamentalismi religiosi, una' sfida per il nostro tempo;
sotto Tombrellone: novità editoriali.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera ofax, quindici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
12
«■'
- Î-.
PAG. 8 RIFORMA
Vita ©elle Chiese
È morto a Pomaretto un protagonista del nostro tempo
, magistrato per vocazione
Si è ¡mpegnMto per una giustizia che sia tutela dei diritti di tutti e di ciascuno
Tra i rnolti impegni, ha fatto parte della Tavola e della Commissione discipline
FmMCO BBCCTIWO
Nel mondo valdese Aldo
Ribet era conosciuto come «il giudice». Questo modo
di identificarlo mi è sempre
piaciuto, perché Aldo ha veramente vissuto la sua professióne di magistrato (lui la
/ chiamava «mestiere», perché
questa parola evoca subito il
«ministero», il servizio) come
una vocazione. Non solo in
questo egli è stato un protestante, ma sicuramente ha
dato qui, nel suo lavoro, una
testimonianza incomparabile.
Entrato in magistratura a
~ 28 anni, nel 1943, in un momento storico assai diffìcile
per il nostro paese, vi è rimasto fino 1985, quando è andato in pensione, a 70 anni, col
titolo onorifico di presidente
di cassazione. Aldo Ribet è
sfato dunque,partecipe di
un’intera epoca, in cui la magistratura italiana dallà sostanziale dipendenza dal potere esecutivo, sulla spinta
dei nuovi principi introdotti
dalla Costituzione repubbliicana del 1948, è giunta a ima
reale autonomia e indipendenza da ogni altro potere. E
a questa trasformazione Aldo
Ribet ha concorso con la sua
visione moderna, aperta e
democratica della funzione
giudiziaria, con il suo impegno per una giustizia che fosse a un tempo tutela dei diritti ^i tutti e di ciascuno, anche
di coloro che nella società sono i più deboli e indifesi, e
controllo sulla legittimità degli atti di coloro che sono in
autorità per rendere un servizio pubblico e non per perseguire interessi di parte.
A questi principi Aldo Ribet
è rimasto sempre coerente,
sia nel suo lavoro di ógni
giorno sia nelle batterie del
Aldo Ribet (primo a sinistra), in occasione deli’inaugurazione
deii’anna giudiziario 1975 a Torino
la Associazione magistrati,
alle quali ha dato un contributo intelligente e perciò,
quando era necessario, anche critico, sia nel Comitato
torinese per la laicità della
scuola e in Amnesty International di Pinerolo, benemerite associazioni in cui ha militato con passione. Del resto
non a caso Aldo Ribet ha percorso quasi tutta la sua lunga
carriera in quella magistratura piemontese (tranne un
primo breve incarico a Milano, Aldo ha servito lo stato
neUe procure deUa Repubblica di Torino e di Vercelli, nella Procura generale della Repubblica di Torino e infine
nella Corte d’Appello di Torino) che tanti contributi posi-,
rivi ha dato allá formazione
di una giurisprudenza aperta
al nuovo. Non per nulla da
questa magistratura provengono gli attuali presidente
della Repubblica e presidente
della Camera dei deputati e
quel procuratore della Repubblica di Palermo che è
oggi uno dei magistrati più
popolari d’Italia.
Ho conosciuto Aldo Ribet.
^ poco dopo essere giunto a
Biella, giovane magistrato
agli inizi di una professione
difficile. Ricevetti infatti una
simpaticissima lettera in cui
Aldo, allóra alla procura di
Torino, mi dava il benvenuto,
avendo saputo che ero un
evangelico come lui. E mi
scriveva che era importante
che i giuristi evangelici si tenessero in contatto per essere disponibili a rendere un
servizio alla chiesa nei settori
di nostra competenza, in un
tempo in cui il nostro rapporto con lo stato, e perciò
con i temi della libertà religiosa, era lungi dall’essere
posto in termini per noi soddisfacenti.
Da allora ho sempre consi
derato Aldo Ribet insieme un
maestro e un compagno
d’opera. In questo momento
in cui ci lascia non posso non
ripensare con commozione
al lavoro fatto insieme per
predisporre il documento
preparatorio al secondo congresso eyangelico del 1965,
sui temi del rapporto con lo
stato e con la società. È il ricordo di un tempo fecondo
per il protestantesimo italiano a cui Aldo Ribet ha dato
un contributo fondamentale.,
Aldo però ha servito la
chiesa anche nelle sue strutture di governo, con grande
disponibilità, competenza e
umiltà. Membro del Concistoro di Torino, in quella
chiesa locale che egli ha sempre consideràto la sua comunità per eccellenza; membro
deila Tavola valdese, con un
. occhio sempre attento a tutto
l’evangelismo italiano, è stato
quello che si può definire un
laico eminente, appartenente
a quella schiera di sorelle e
fratelli che con il loro servizio
fedele consentono alla nostra
chiesa di continuare il suo
cammino.
Il nome di Aldo Ribet però
resterà soprattutto legato a
quella Commissione per le
discipline nella quale ha lavorato per tanti anni, dando
un contributo prezioso non
solo dal punto di vista giuridico, ma anche da quello
teologico. Anche qui, insomma, egli ha lavorato con la
sua intelligenza, nia anche e
specialmente con la sua fede.
L’Apocalisse dice; «Beati i
morti che (...) muoiono nel
Signore (..;), perché le loro
opere li seguono». Veramente l’opera di Aldo Ribet resta
tra noi come un’eredità preziosa per la quale siamo grati
al Signore.
il Forum ecumenico delle donne cristiane in vista dell'assemblea di Graz
Il problema della riconciliazione in un'ottica femminile
ADRIANA GAVINA
IL Forum ecumenico delle
donne cristiane europee
ha ormai lunga vita. Nato per
Tiniziativa dellé stesse donne
europee come movimento
ecumenico che affiancasse in
Europa l’attività della Conferenza europea delle chiese,
ha visto presto aggiungersi
alle sue file, all’inizio solo
protestanti e ortodosse, anche le donne cattoliche e si è
subito costimito come un vero movimento di base, una
riunione di donne cristiane
unite da ideali di fede e di testimonianza al di là delle appartenenze confessionali. Incontri e congressi in vari
paesi di Europa ne hanno segnato l’attività, oltre al fiorire
in ogni paese di sezioni nazionali che organizzano il
proprio lavoro autonomamente.
> In Italia il Fomm è stato tenacemente voluto e sostenuto dalla Federazione delle
donne evangeliche italiane
che ne ha preso parte attiva
fin dalla sua fondazione. Da
allora alcune riunioni ben
condotte e altrettanto ben seguite ne hanno segnato la
storia. Il processo conciliare
di Basilea nel 1989 è stata
l’occasione culminante per
vederci, lavorare insieme con
grande apertura reciproca sui
temi della pace, giustizia e
integrità del creato. Dopo un
periodo di stasi, ecco quindi
che il grande richiamo di
Graz, della seconda assemblea ecumenica èuropea ci
ha di nuovo animato ed è stata al centro di una bella e vivace riunione tenuta a Roma
il 1“ giugno scorso. Questa
volta Graz ci ha posto dinanzi
il tema della riconciliazione.
un argomento quanto mai
sentito, vissuto, potremmo
dire, sulla nostra pelle.
La pastora Elizabeth Green
ha offerto una riflessione fortemente stimolante sul tema
visto da un’angolatura biblica con al centro due figure di
donne, Lea e Rachele, sullo
sfondo di numerose figure
maschili in conflitto, Esaù,
Giacobbe, Labano. Conflitti
di autorità, di potere, di dominio che travolgono due
donne incapaci di superare
Cercasi
RAGAZZA/O ALLA PARI
a Stoccarda ' Gennania da gennaio 97 in poi
per famiglia di pastore luterano con due figli (bilingue ital./ted.)
Rivolgersi a: fam. Schultz-Berg, via dello stadio 9,
35031 Abano tenne, tei e fax n. 049-8668807
Elizabeth Green
nell’alleanza femminile la gèlosià e il rancore reciproco.
Una lezione dura ma viva che
ha parlato direttamente a
ciascuna partecipante della
necessità di riconciliazione a
tutti i livelli, partendo dalla
relazione tra donne come
prima fase. Giuliana Maitirani, presidente uscente del
Mir, ha allargato il discorso
connettendolo alla situazione politica e sociale del nostro paese e sottolineando altri livelli di bisogno di riconciliazione, che attraversano
la nostra società. Il dibattito
che ne è seguito, molto ricco,
è stato un po’ l’inizio di un
lavoro comune che proseguirà nei prossimi mesi. Il
Forum delle donne cristiane
italiane ha ripreso vigore dalla preparazióne di Graz, e
verso Graz vuole indirizzare il
proprio interesse, sollecitan
do incontri di donne ovunque un sentimento ecumenico è fortemente sentito. Per
ogni informazione la rappresentante evangelica italiana è
la past. Adriana Gavina, raggiungibile al numero telefonico 06-51955033.
■ Fdei
Il nuovo
direttivo
n Comitato Fdei ha deliberato le cariche: sono state
elette presidente Doriana
Giudici (battista); vicepresidente Emera Napolitano
(metodista); segretaria Maria
Grazia Palazzine (metodista);
tesoriera Marina Bertin (valdese); membri Elena Chines
(battista). Tea Tonarelli (battista), Greetje Van der Veer
(metodista), Lidia Ribet (valdese), Daniela Ferrato (valdese). Alla luce delle linee
emerse dal lavoro del recente
congresso si tratta ora di avviare contatti e incontri con
le realtà femminili evangeliche presenti in Italia in vista
della costituzione di una rete
di collegamento, scambio e
arricchimento.Ci sono due
anni di tempo per lavorare su
questo primo mandato assembleare, cercando nel firattempo di curare i contatti e le
informazioni anche attraverso il nostro settimanale.
VENERDÌ 21 GIUGNO igqfi j
W Chiesa valdese di Marsala
Il nuovo locale di culto offre
nuove vìe alla testimonianza
ANNA MARIA BIBPT BATSIHBA
DOMENICA 26 maggio,
Pentecoste, la comunità
di Marsala si è riunita in un
momento di gioia per l’ammissione in chiesa della sorella Adelaide Del Puglia che,
proveniente dal cattolicesimo, dopo un cammino di ricerca ha chiesto di entrare a
far parte della nostra chiesa
in un giorno particolare, che
ricorda a tutti l’inizio della
Chiesa. La predicazione del
past. Picara sul testo di Atti 2
ha sottolineato che la diversità delle lingue non è divisione come per l’episodio della
torre di Babele, ma è unione
sotto la guida e la parola del
Signore, e così è pure per la
diversità dei doni di ogni
membro di chiesa. Ognuno di
noi ha ricevuto un dono diverso, ognuno è diverso
dall’altro per carattere e formazione, ma questo non significa divisione bensì dialogo costruttivo e cammino iìisieme.
Dopo il culto ci si è ritrovati
in un’agape fraterna per condividere con Adelaide questo
momento di grande gioia. Ma
l’attività della chiesa di Marsala, con le possibilità che offre il nuovo edificio inaugurato il 28 aprile scorso, si sono
allargate anche nel campo sociale con due conferenze
pubbliche martedì 21 e sabato 26 maggio, nella sala conferenze del tempio. La prima
ha riguardato la presentazione del libro del prof. Piero Di
Giorgi, docente alla facoltà di
psicologia di Palermo, dal titolo «La crisi del ruolo dei genitori», da parte del prof. Antonino Contiliano, preside a
Marsala. Dal dibattito sono
emersi i motivi che caratterizzano la crisi della famiglia: il
«parcheggio» dei figli davanti
alla Tv la quale assume un ■
y^ruolo di genitore con la stessa
autorità, se non maggiore, e
la conseguente mancanza di
dialogo con i «veri» genitori;il.
consumismo, che obbligai
genitori a svolgere, spesso,
più lavori contemporanea^
mente per soddisfare 1& esigenze della famiglia comportando un altro tipo di parcheggio dei figli negli asili
dalla loro tenera età, venendo
così meno il tempo a disposizione per un rapporto e un
dialogo costruttivi. Così succede che spesso i giovani tendono a cercare altrove il modo di colmare il vuoto della
famiglia. Una delle proposte-i
emerse è stata quella di vaio-'
rizzare il modello di famiglia,
allargata rivalutando la figura
dei nonni non solo come aiuto, ma anche come relazionje
e incontro tra generazioni, ,
La seconda conferenza si è
svolta sul tema «Il commercio ;
equo e solidale: un modo per
non essere complici», a cura
dell’associazione Amici del
Terzo Mondo. L’associazione, ‘
nata a Marsala nel 1984 con
lo scopo di informare sulle,
condizioni del Terzo Mondo
(guerra, fame, ecc.), si è sùccessivamente attivata contro
le forme di assistenzialismo e
di sfruttamento da parte delle'
multinazionali. Attualmente
l’associazione opera nel territorio marsalese, con informa-'
zioni nelle scuole, promozióne di attività quali concerti e
quadrangolari di calcio perfr.
nanziare microprogetti (case,
scuole, ospedali) e aiutare
popolazione in difficoltà npl
terzo mondo. L’associazione .
ospita anche uno spaccio di
generi alimentari, prodótti
biologicamente nei paesi del
Terzo Mondo, con salari gioisti per i contadini, e altri prodotti di tipo artigianale.
3431
I7'ÿnni
tí^ria
p^ota
" £300.
. i4-24
8-12 .ani
ffiuota
£250.
25 lui
ni, 18-31
' Quote
.£300.
2af
lUOt
Cronache
TRIESTE — La domenica di Pentecoste quattro giovani deUa
comunità elvetica valdese hanno confessato la loro fede in.
Cristo Signore e Salvatore: due per mezzo del battesimo
(Gaio Bardelle e Àriella Kraniec) e due per mezzo della
confermazione (Iglia Umani e Graziano Tolloi), i primi tre
di famiglia evangelica e il quarto proveniente dal cattolicesimo. Nel dopo culto abbiamo avuto modo di rallegrarci
insieme per questo momento di gioia.
• Domenica 2 giugno un piccolo gruppo delle comuriità si
è recato iti visita alla Chiesa evangelica di Fiume/RljeknPrima intorno alle tavole a apprezzare i buoni dolci che le
signore ci avevano preparato e poi, attraverso alcune diapositive e un breve culto, abbiamo potuto approfondire là
conoscenza con questa comunità. Malgrado il difficile
momento che la Chiesa evangelica croata sta vivendo, i
segni di speranza sono molti; comunità che stanno rinascendo per la presenza di nuovi membri, pastori e pustwe
impegnati con coraggio in una testimonianza spesso dimCile e contrastata, e un forte impegno di solidarietà, (r.c.)
BELLINZONA—Sabato 1° giugno, durante il culto di
ra del Sinodo della Chiesa riformata del Canton Ticino, e
stata consacrata la candidata al ministero pastorale Milena Beux Jäger, cresciuta nella comunità di Torre Pellice e
laureatasi alla Facoltà valdese di teologia di Roma. L’evento ha costituito una novità assoluta per la piccola chiesà
riformata, quella di Milena è stata la prima consacrazione
nel Ticino. Per l’occasione si sono dovute ideare, dunque,
una liturgia e una cerimonia apposite. Le comunità ticine
£150.
vieta Ci
inform
0934-92
parra,di
m-|)54
centro
•_^bal
5 21 hi;
f À-tGo t
si hanno infatti usufi-uito fino ad oggi del servizio
ella Svizzera o in Italia. Colle^*
stori consacrati nel resto della ------------- ^
e amici hanno vissuto con commozione questo
te passo di Milena. Toccante anche il messaggio di Maa
dalena Giovenale Costabel, inviata dalla Tavola
per l'occasione. Vorremmo esprimere tutta la nostra giw
alla nuova pastora: a lei l’augurio che il Signore * *1.
pagni in quella crescita della fede che lei stessa ha
ziato nella sua confessione; una maturazione di cui
consacrazione è solo una tappa iniziale, (e. n.) .
FRALI — Ringraziamo in modo particolare Silvia, Simo*' ®
Sonia che hanno tenuto il culto di domenica 9 giu^o
£260
|ì£60.
'testato
viaMai
, 'iddi]
Bobbie
0121-9;
Peril
no (tel.
PINEROLO—Abbiamo aciolto con gioia un gruppo
e sorelle tedeschi della chiesa regnale del Wùrttenwr|^
visita alle Valli. Abbiamo notato il grande interesse cne
hanno per conoscere la realtà valdese e abbiamo
rispondere, in un incontro serale, alle domande che ci »
no fatto per conoscere meglio le attività della nostra >j.,
• I genitori hanno presentato perché fosse battessato u P
colo Alessio Comba.
• Tre lutti in una settimana hanno rattristato,
motivi, la comunità. Il Signore ha richiamato a se u
Pons di 70 anni, Doriana Gaydou di 34 e Aldo Ribet di
16-2
bini, 7
23-3
tóhi, 9
hn
27-3
nico):.
4-71
eomo
oklod
7- 17
14-17
vetro
17- 2
14-17,
281
de):P,
ritmh
4-1]
22adr
12-]
Tumi
18- 2
Organ
post di
^wámbi
oheav
8- 1!
*®iros
Per
^etér
tino I
807691
13
PAG. 9 RIDORMA
CENTRI DI INCONTRO EVANGELICI IN ITALIA
PROGRAMMI PER L'ESTATE
nie un .
stessa
ore, e
nzadi
tori; il
>liga i
Tesso,
anea
10 esimpori parsUifin
nendo
sposiT e un
SI suc
11 teail moI della
Tposte,
i vaio-'
miglia
figura
le aiuazionie
ini. •
za si è
nercio
do per
a cura
ici del
izione,
34 con
Î sulle
dondo
è sùccontro
isiijoe
e d elle
mente
il tenifortìiaTiozioicertie
per fi-,
i (case,
iutaré
Ità nd
azione
ccio di
odotti
esi del
tri gintri prò
ADELFIA
3-13 luglio (campo cadetti, 13I7‘ìinni): Nel paese di Pinocchio
Ìl0pàriamo noi a tirare le file
^ota di partecipazione
:r"%00.000
V14-24 luglio (campo precadetti,
L’immagine di Dio
0uota di partecipazione
£250.000
25lUglio-4 agosto (campo giovani 18-30 anni): Frammenti di vita
'■ Quota di partecipazione
.£300.000
' 5-2 agosto (campo famiglie)
;, Quota di partecipazione (peràftamento e uso cucina):
UISO.OOO
.. pidirizzo del Centro: Adelfia, Ri: vieta Camerina, Scoglitti (Rg). Per
informazioni e iscrizioni: past.
&phan Miihlich, via Capitano FaJnci 63, 93016 Riesi (Cl), tei. e fax
',0934-929433. Le iscrizioni devono
‘^sere accompagnate da una caparra di £ 50.000 da versare sul ccp
n. 10545978 intestato a «Adelfia»,
centro giovanile evangelico, via
Garibaldi 60,97019 Vittoria (Rg).
CENTRO
VACANZE
ESERCITO DELLA
SALVEZZA
21 luglio-2 agosto
«Go teli il on the mountains»: dal
ctt&to gregoriano al corale della
|ffij0i7na; dai canti del Risveglio allo
“Mritual, al musical
[/ Quota di partecipazione:
fi £ 26Ò.000 (versare in anticipo
£ 60.000 sul ccp n. 46663001 in¡pestato a Esercito della Salvezza,
viaMarrucini 40,00185 Roma).
Indirizzo del Centro vacanze:
Bobbio Pedice, via Pellice 4, tei.
0121-957728.
Per informazioni: cap. Lidia Bruno (tei. 06-4462614).
ri della
fede in
teslino
0 della
•imi tre
ttoliceegrarci
inità si
Rijeka.
1 che le
ne diaidire là
ifficile
endo, i
0 rinajastore
lodiffl(r.c.)
:hiusucinò, è
e Mil®"
ellice e
:,’evenchiesa
azione
unquC’
ticinedipa
lollegh*
jortao
li Madraldese
ra gioì®
iccoin
jviden*
1 cui la
nonW
IO.
fratelli
ibergifl
-heess
reato 01
dhanchiesa
oli piediversi
Guido
di 80.
AGAPE
Ì6-23 giugno (campo per bambini, 7-8 anni): La Torre di Babele
23-30 giugno (campo per bambini, 9-10 anni): Nel regno di Avalon
27-30 giugno (incontro ecumenico): Riscattati a caro prezzo
■ 1-7 luglio (XVII incontro su fede
e omosessualità): Che i venti del
danzino fra voi
7-17 luglio (campo adolescenti,
14-17 aijni): Il gioco delle perle di
vetro
17- 27 luglio (campo adolescenti,
14-17 anni):/denfi'...fctf
28 ltiglio-4 agosto (campo donne): Passione politica, passione spintuale
4-11 agosto (campo giovani, 1842 anni) : Crossing thè borders
12-18 agosto (campo teologico):
lutti i nomi di Dio
18- 25 agosto (campo politico):
Agonizzare solidarietà nella città
post democratica
25 agosto-1“ settembre (campo
.^o^bini, 11-13 anni): Tutto quello
■l'Ppavreste voluto'sapere...
, ?'15 settembre (convegno di
j^ros jeunesse): Essere rete
^er informazioni e iscrizioni: selleria di Agape, 10060, Prali; To(tei. 0121-807514; telefax
807690).
Un incontro a Béthel
BETHEL
27 giugno-7 luglio (campo precadetti, 8-12 anni);
A che gioco giochiamo
Quota di partecipazione:
£220.000.
8-18 luglio (campo cadetti, 1317 anni): Identità allo specchio
Quota di partecipazione:
£ 220.000.
19-29 luglio (campo giovani internazionale, 18 - 25 anni): Maschio e femmina li creò
Quota di partecipazione:
£ 220.000.
30 luglio-9 agosto (campo studi): Appunti da Sarajevo
Quota di partecipazione
£ 250.000.
10-20 agosto (campo famiglie):
Ciak si gira: Gesù Cristo
Quota di partecipazione:
£ 250.000.
21-31 agosto (campo terza età):
Il Padre Nostro
Quota di partecipazione:
£250.000.
Per informazioni e prenotazioni
rivolgersi a Beatrice Grill, ■via Francesco Scornaienchi, fr. Doviziosi
97045 Dipignano (Cs), tei. 0984621490; fax 621713. È necessito un
anticipo di £ 50.000 (non utilizzare
vaglia postali) da versare sul ccp n.
10185890 intestato al Centro evangelico Bethel, 88055 Taverna (Cz).
CASA CARES
^ 8lugno-9 luglio (campo ca_ Jtt,14-ieanni).
A: settembre (campo precadet
“’“*11 anni).
Indirizzo del Centro: Casa Cares,
Sftne * Graffi, via Pietrapiana 56,
' g ““fi Heggello (Fi). Per informa' V ■ ' ^''•^igersi a Antoniette e Paul
tei. 055-8652001.
CENTRO
ECUMENICO
«LMENEGON»
29 giugno-13 luglio (campo cadetti, 8-12 anni): Isegreti del bosco
Rimborso spese: da £ 310.000 a
370.000
14-27 luglio (campo giovanissimi, 13-17 anni); Mi sarete testimoni
fiTìO all’estremità della Terra v
Rimborso spese: da £ 290.000 a
345.000.
28 luglio-3 agosto (campo giovani, da 18 anni): Problemi di vita,
problemi di fede
Rimborso spese: da £. 135.0P0 a
160.000.
4-11 agosto (campo studi): Elementi di teologia cristiana dell’
ebraismo
Rimborso spese giornaliero da
£30.000 a 35.000.
11-25 agosto (campo famiglie):
Meditazioni bibliche serali
Rimborso spese giornaliero da 30
a 35.000 lire. Per i figli a carico le
quote Sono da £ 22.000 a 26.000.
Per informazioni e iscrizioni: Vania Pradolin, viale Cossetti 18,
33170 Pordenone (tei. 0434-27931);
oppure Alessio Christian Pradolin,
via Santa Caterina 3, 33170 Pordenone (tei. 0434-29205). È-necessaria
una caparra di £ 30.000 da versare
sul ccp n. 12168597 intestato a Pradolin Alessio, via Santa Caterina 3,
33170 Pordenone.
CENTRO
EVANGELICO
BATTISTA
16-27 giugno (1° campo ragazzi, 6-10 anni): Giuseppe in terra
straniera
28 giugno-9Tu^io (2° campo ragazzi, 11-13 anni); A chi vorrei assomigliare \
10-21 luglio (3® campo ragazzi):
Informazione, controinformazione
22 luglio-2 agosto (campo anziani): Meditazioni bibliche, attività
artistiche e culturali
22 luglio-2 agosto (Campo single): Vivere la fede nel quotidiano
3-13 agosto (campo teologico):
L’Apocalisse e le sue letture
14-25 agosto (campo famiglie):
Dio e Mammona
30 agosto-l° settembre (seminario di studio): Essere chiesa insieme
nell’evangelizzazione
Indirizzo: Centro evangelico battista, via Vecchia di Velletri 26, fraz.
Campi di Annibaie, 00040 Rocca di
Papa, Roma. Per informazioni rivolgersi a Vera Marziale lafrate,
stesso indirizzo, tei. 06-9499014
oppure 5780412.
ECUMENE
25 giugno-30 settembre (campo
lavoro; la partecipazione minima è
di 15 giorni).
Rimborso spese: £ 5.000/giorno.
30 giugno-21 luglio (campo cadetti, 8-14 anni); Figli di Àbramo:
viaggio attraverso la fede, la cultura di ebrei, cristiani e musulmani
Rimborso spese: £ 500.000 (giornaliero £25.000).
I- 30 settembre (campo famiglie)
Rimborso spese giornaliero da £
28.000 a 35.000 (per i bambini fino
a sei anni sconto del 30%).
II- 16 agosto (campo di ferragosto): Cento e uno anni di cinema
religioso
Rimborso spese: £ 180.000 (giornaliero £ 30.000).
18-25 agosto (campo giovani, da
16 anni): Vivere la speranza di
fronte a un futuro cfie non c’è
Rimborso spese; £ 175.000 (giornaliero £ 25.000).
8-14 settembre (campo teologico): Lavoro: vocazione, diritto, dignità, ricchezza
Rimborso spese: £ 150.000 (giornaliero £ 25.000).
Indirizzo del Centro: cor trada
Cigliolo, 0004Ì Velletri, Roma (tei.
06-9633310; fax 9633947). Per
informazioni rivolgersi a Ornella
Sbaffi, via Firenze 38, 00184 Roma
(tei. 06-4743695).
VILLAGGIC
DELLA
GIOVENTÙ
1-17 luglio (1® campo fainiglie):
La comunicazione della famiglia
18-31 luglio (campo cadetti):
Rompi, immagina e crea
1- 13 agosto (campo giovani):
Come i cambiamenti nel mondo
wl lavoro interrogano il mio rapporto con l’altra e con l’altro
14-31 agosto (2® campo
glie): Il volontariato cristiano
2- 15 settembre (3® campo famiglie); Apocalisse 3° millennio
Indirizzo del Centro; Lungomare
Pirgy, 00050 Santa Severa, Roma.
Per informazioni, tei. 0766-570055;
fax 0766-571527).
fami
VILLAGGI^
EVANGELICO
CENTRO
INCONTRÌ
23-30 giu^o (campo piccoli, 6-9
anni).
Quota di partecipazione:
£. 250.000.
6-13 luglio (campo grandi, 9-12
anni).
Quota di partecipazione:
£250.000.
15-17 luglio (campo di formazione politica per famiglie).
Quota di partecipazione:
£ 60.000.
23-0 luglio (campo adolescenti,
12-14 anni).
Quota di partecipazione:
£ 250.000.
8-12 settembre (campo giovani,
15-18 anni).
Quota di partecipazione:
£140.000.
28-29 settembre (campo di formazione teologica per famiglie)
Quota di partecipazione:
£30.000.
Indirizzo del Centro: via Rivarano 18, 83024 Monteforte Irpino
(Av). Per informazioni rivolgersi al
past. Antonio Squitieri, presso la
sede (telefono n. 0825-682398; fax
683942). È necessario inviàre un
anticipo pari al 20% della quota
tramite vaglia postale intestato a
Villaggio evangelico-Ceritro incontri, via Rivaranb 18, 83024
Monteforte Irpino (Av).
Ad Agape in occasione dei quarantennaie (agosto 1991)
14
i-,'-/-: ■’■'■ ' •'- ^'^”':V'--'
■i -■. ^•^•.. ;:.v
■■■"^ ■• '■ ' . :.í ■■■■.,■:■ . ■'■ V ':«ví
53t:.
f
'■¡j
P& 10 ifelPORMA
Ñ,.ít
H?
VENERDÌ 21 GIUGNO^**
r/V' ,.
í'. ,,
fe
i-r
P':
fe
R'jí.-.
m
Mh' ’
W‘- '■
V
-V
-. s
' V :„
'! 'r
t'
' ElFmMAf m- :
n branco
e la donna senza nome
Anna Maffei
Come può dare piacere ad un uomo usare violenza
su una donna? Come è possibile, come qualche giorno
fa è avvenuto a Sant’Antonio Abate, che una donna
somala venga ingannata, sequestrata e seviziata da
venti, trenta giovani uomini per due giorni di séguito?
Quali sensazioni può mai procurare a tali persone il
ridurre una donna in un corpo da massacrare, da violare, da distruggere? £ come è possibile che una notir
zia di tale inaudita gravità susciti in un paese, prevalentemente, non l’orrore verso tale indefinibile violenza ma il sospetto nei confronti della vittima e la
Stizzosa difesa dei suoi aguzzini? Come è possibile tollerare l’evidente superficialità di alcuni organi di
stampa che invece di sottolineare l’aberrazione della
cultura che giustifica gli stupratori riduce l’evento ad
un fenomeno di colore puntando, in questo cohie in
molti altri casi, sul morboso e s\illo spettacolare?
Le domande si potrebbero moltiplicare, chiedendoci
per esempio come possono trasformar^ in carnefici
senza scrupoli giovani apparentemente «normali», studenti liceali, onesti lavoratori, chiedersi co^a mai è
scattato nella loro mente per trasformarli così, ma a
che serve? La triste storia della violenza di genere si ripete da millenni: cambiano nomi e volti. Rimane invece sempre ugualmente feróce il rituale perjl quale ima
donna si trasfigura in nemico da luniliare, da annientare, sul quale concentrare la propria violenza e tutto
questo degradando un atto che doveva esprimere amore in un atto di guerra. Il fatto che la giovane donna
fosse somala rende l’episodio, se possibile, ancora più
sinistro, in un mondo in cui anche il colore della pelle
può servire a giustificare la sopraffazione, l’espressione
di un potere totale di qualcuno su qualcun altro.
Mentre scrivo, cercando a fatica di esprimere indignazione, rabbia, disgusto mi viene in mente un’altra
pagina nera della storia lunana, questa volta non raccontata nei giornali ma dalla Bibbia. È la tristissima
storia della giovane compagna di un levita narrata nel
capitolo 19 del libro dei Giudici. Su questa donna senza
nome, consegnata neUe mani dei suoi stupratori dal
suo compagno, seviziata per una notte intera, morta
per le violenze subite e poi fatta a pezzi dalio stesso ievita allo scopo di reclamare da tutte le tribù di Israele
una vendetta armata contro gli aggressori, è concentrata simbolicamente tutta la violenza che uomini di
tutti i tempi, le età e 1 ceti sociali, dentro e fuori deUe
mura domestiche, continuano a riversare sulle donne.
Quando finirà? È sufficiente una le^e che oggi, dopo
quasi 20 anni, finalmente sancisce una verità assolutamente elementare, che ciòè la violenza sessuale è crimine contro la persona e non contro la morale? Questa
legge può contribuire a modificare la cultura dominante e a fare etnergere la coscienza che lo stupro è un crimine gravissimo; ma la leg^e da sola non basta. Deve
cambiare la mentalità di tanti uomini e anche di tante
donne, la mentalità di tutti coloro che «giustificano»
culturalmente la violenza sulle donne per qualsiasi ragione, la mentalità che trasforma la tenerezza in arbitrio, la relazione fra due persone in un atto unilaterale
di sopraffazione, f
L’ombra rannicchiata, avvilita, sanguinante della
giovane Hodan all’interno dell’automobUe dei suoi ultimi due carnefici rimanga impressa nelle nostre coscienze come una ferita perenne che la nostra cultura,
prima ancora che squallide persone concrete, ha prodotto. È frutto dell’odio di genere, è frutto della dilagante cultura che spersonalizza l’altra e la rende «cosa» da usare, da abusare. Perché poi non serve più.
Riforma
OWETTOBE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto. REDATTORI: Stelto Atmand-Hugon, Claudio Bo, Alberto BragagUa, Alberto Corsani, Marta O'Auria, Avemino Di CroM, Piera Egidi (responsabile
ai sensi di legge), Fulvio Ferrarlo, Giorgio QardioI, Mautlido GIrolami, Anna Maffei,
Milena Martinat, Cannelina Maurizio, Luca Negro, Luisa NItH, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Ptetro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo
Rostan, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe. AMMINISTRAZIONE:
Ester Castangla. ABBONAMENTI; Daniela Actis. FOTOCOMPOSIZIONE; Aec
s.r.l. MondovI - tei. 0174-5S1919. STAMPA: La GfUsleriana s.n.c. MondovI - tei.
0174-42590. EDITORE; Edizioni Protestanti s.r.l.-via Pio V, 15 bis -10125Torino.
Via Piò V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Fona, 93 - 80137 Napoii - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Miile, 1 -10064 Pinerolo - tei. 0121/323422 - fax 0121/323831
Tariffe inaarzioni pubbNcharie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000. Partecipazioni: millimetro/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata U Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con H n.
176 del 1‘ gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le tmdifiche sono state reglsbate con ordinanza In data S marzo 1993.
n numero 24 del 14 giugno 1996 è stato consegnato per l'inottro posMe aH'Ufltcio CMP
Nord, via ReissHomoli 44/11(# Torino mercoler« 12 giugno 1998. , ;
Il dibattito sulle riforme costituzionali '
La Costituzione va
così cOm'è
Mancano ! fondamenti storici, giuridici, politici ed etici
per cambiare la Costituzione nata dalla Resistènza
ALÒORIBÉT
yy Q E voi volete andare in
« Oi
pellegrinerò nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partirne nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi
dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano
per riscattare la libertà la dignità, andate Vi, o giovani, col
pensiero, perché lì è nata la
nostra Costituzione».
Come reagiscono i giovani
di oggi a queste parole cU Pietro Calamandrei? Noti lo so.
Può darsi che si chiedano:
Pietro Calamandrei? chi era
costui? Può darsi anche che
, no. Non lo so, ripeto, ma so
che la Costituzione è ancora
vìva benché non ancora completamente attuata: lo confermano le pronuncie attuali
della Corte costituzionale,
che, ogni giorno ne riscopro. no significati imprevedibili.
Come rileva Giuseppe Dossetti, è quasi unanime la tesi
che «vuole tener ferma senza
sostanziali ritocchi la prima
„parte della Costituzione, e
che limita, almeno in linea di
prevalenza, il discorso solo
alla riforma della seconda
parte. Ma anche sulla distinzione tra le due parti della
Costituzione ci sarebbero
molte cose da dire. Anzitutto,
come più volte ha insistito
Stefano Rodotà, ci possono
essere modificazioni della
Enrico De Nicola promulga II testo della Costituzione II 27-12-1947
seconda parte capaci di portare, anche a di là di ogni intenzioóe espressa, la riduzione dei diritti inviolabili dei
cittadini garantiti nella prima parte.
È vero che in 50 anni molte
cose sono cambiate ma mancano i fondamenti storici,
giuridici, politici, etici, per
cambiare la Costituzione:
non è sufficiente una situazione di grande confusione e
disorientamento dell’opinione pubblica. Ritengo che
si possa e si debba provvedere con «l’ordinaria prassi legislativa e governativa», sia pure con una «capacità di in
venzione creativa» (ancora
Dossetti). Personalmente,
con un po’ di faziosità, ammesso e non concesso che
volessi aderire a questa mistica sostitutiva, eliminerei dalla Costituzione l’art. 7 e forse
anche l’art. 8, senza i quali la
Costituzione non mi pare
muterebbe gran che. Ma ritengo sia il caso di tenercela
com’è, anche con l’articolo 7.
Pochi giorni prima della
morte di Aldo Ribet ci è giunto questo suo articolo. Lo
pubblicliamo come l’ultimo
dei suoi molti e autorevoli
contributi
vArticolo di don Lino Cusinato su «La vita del popolo»
I cattolici del Nord e la Lega
Nel dibattito sul rapporto
«Cattolici-Lega» don Lino Cusiriato, parroco a Castelfranco
Veneto (Treviso), già direttore
del Settimanale diocesano «La
vita del popolo» e studioso
della storia e dei costumi dei
popoli del Trivenetp, interviene con questo articolo pubblicato dall’agenzia Sir.
L’opinione pubblica italiana si sta interrogando «come
sia potuto accadere» che le
aree già democristiane del
Nord siano risultate il 21
aprile le più leghiate. Ed è bene che anche noi ci interroghiamo. La corruzione della
classe politica, l’iniquità fiscale, rinefHcienza scandalosa e ingiusta di uno stato
centralista e burocratico, lo
spiegano abbondantemente,
anche se non sufficientemente. Non è stata una sor
presa.
Da anni la protesta appariva un’onda lunga, che pescava a fondo, che trascinava
tante cose, in regioni che erano uniformemente bianche
solo per chi le vedeva da lontano. Un voto popolare è di
per sé un fatto politico, che
ha anche implicanze culturali. Il popolo vota per i tanti
motivi per cui vota sempre e
ovunque. La politica a livello
popolare non è mal «alta».
Tuttavia, essendo la fonte
della sovranità, indica sempre bisogni importanti, da
interpretare bene.
Diamo per vero che gran
parte dei voti leghisti provengano da voti cattolici (bisognerebbe conoscere meglio il mondo cattolico del
Nord). Com’è stato il voto
cattolico-democr(stiano per
cinquant’anni? Vincolato
all’ipoteca ideologica dell’
anticomunismo. Rapido il
crollo di quell’ipoteca. Vertiginoso anche lo smantellamento della classe politica
corrotta. Ma l’elettorato popolare ha ritmi più lenti.
Molti cattolici hanno tuttora
difficoltà a votare a sinistra
(col Pds, ex Pei), e altrettante
difficoltà a votare a destra
(per i ricordi fascisti, perché
partiti dei padroni, per le
schegge estranee come Pennella e Sgarbi). Nel frattempo
prende forma un’altra ipotesi, quella «istituzionale», di
cui la Lega si è fatta portabandiera col federalismo (il
secessionismo è un estremismo da iniziati, per quanto
pericoloso).
Su questa ipoteca istituzionale, cioè la riforma dello
stato, che rischia di porsi in
continuità con l’ipoteca ideologica, occorre riflettere
seriamente, poiché rischia di
compromettere le risposte ai
reali problemi politici e sociali. Oggi gridare l’unità nazionale contro le provocazioni secessioniste rischia di essere una tentazione fuor^
viànte. Meglio porre mano
subito alle riforme istituzionali, per liberare la politica
dalle ipoteche. I cattolici non
sono in difficoltà, né per cultura né per tradizione politica, verso l’unità nazionale.
È vero invece, come bene
ha scritto Massimo Cacciati,
sindaco di Venezia, che essi
sono stati sempre, e sono
tuttora, ostili allo statalismo
e a tutte le sue perverse filiazioni. Il federalismo, le autonomie locali, il govetno delle
libertà, non sono un progetto
inventato dalla Lega, esso è
scritto in tutta la nostra storia. E non è «egoismo sociale», come non è contrario
all’idea di bene comune. La
versione leghista è egoista,
aggressiva e trasgressiva, per
lo spirito anarchico che la ispira, ma non è nell’album di
famiglia dei qattolici.
Oggi, anche su questo, si
ama tirare in gioco la Chiesa
cattolica. L’azione pastorale
ha stimolato in tanti modi,
nei passati decenni, il rinnovamento della politica, perfino inventando spazi impossibili, quali il «prepolitico»
(in sé è un cavillo). L’ultima
proposta, una sfida, di «unità
politica dei cattolici» era raccoglibile solo prendendo le
distanze dal potere corrotto
e promuovendo le riforme
istituzionali. A ciò che la
classe politica non ha saputo
fare, rinnovandosi e riformando, ci ha pensato la storia (altri uomini), smantellando. Forse le chiese italiane non hanno saputo orientare tempestivamente e chiaramente sulle riforme, necessarie pefché richieste da diritti violati e da bisogni primari di giustizia. Forse la politica è stata affrontata troppo in chiave di carità e poco
di libertà.
Ma non ci sarà una «chiesa
padana». Le chiese italiane
nel cammino postconciliare,
per quanto lento e faticoso,
hanno tracciato solchi profondi di comunione e di dialogo. La nuova evangelizzazione guarda all’unità nazionale come a un gran patrimonio di umanità da promuovere, e guarda alle riforme istituzionali come al diritto comune a cui affidare ancora, più che mai, i valori irrinunciabili di libertà, di giustizia e di solidarietà.
La storia del processo in atto attribuirà alla Lega il merito di protesta e di provocazione che le spetta ma il frutto di civiltà, se ci sarà, non
sarà leghista. Sarà di tutti gli
italiani sinceramente democratici. I cattolici del Nord e
del Sud, operando nei due
schieramenti, non potranno
essere in seconda fila: oggi
più liberi dal potere, più creativi nel coniugare i valori ai
programmi e ^e istituzioni.
Sui
Fááírtiie
Chiese Usa e
diritti umani
pesidi
quadro ;
zato a P
’luzione
deU’Spt
SI
Il settimanale protesi,
francese Réforme, nel su^
mero dell’8 giugno, pub'
una lunga intervista a Jo
Campbell, segretaria
le del Consiglio nazio
delle chiese cristiane tu
Usa (Ncc). La Campbell
stra l’attività del Ncc, uq
ganismo ecumenico cn
cinquant’anni fa, di cuit
parte 33 chiese.
Il Nce lavora con quei
verse chiese per venire i
tro ai vari bisogni um^.
negli Usa che nel monde
ca il ruolo del Ncc a li
nazionale e. internazio:
Joan Campbell dichiara: „
difendiamo i diritti umaj¿|
dignità della persona ui ‘
ovunque nel mondo, Lo,
so si può dire per quarit(,
guarda gli Stati Uniti. 0Í
quaranta chiese nere sì
state incendiate di rece
soprattutto nel Sud,^
gruppo di membri del Coi
glio nazionale è appena tj
trato dall’Alabama. Siateq
che ora, in tutte le cittai
dell'Alabama, tutti cona
no il Ncc che è andato là
dire: “Bisogna farla fintai
remo tutto quello che p
mo affinché il governo
venga su questo problei
Dopo aver sottolinea
ottimi rapporti esistenti
l’attuale governo Usadoi
Campbell si sofferma sul '
saccordo esistente a pro|^
to di Cuba: «Da anni gli
applicano nei confrtì® ^ ^ „
Cuba un embargo di culi ¿¿011 gppopolo cubano soffreenot
memente. Non sussct '
na ragione politica 0 ini
zinnale che giustificldfli^
tenimento di questa situiT
ne. Faremo tutto quella
possiamo per costringti
nostro governo a togli
quest’embargo, petill*
della popolazione. Noti!
quotidiane, provenien|i _______
membri di chiesa che co« ttana eh
sciamo personalmenteIj itaccusai
giù, ci dicono che la situa® '-essere
ne sta peggiorando». che, a
«A parer mio - proseP ; puri in
Campbell - è sempre # ■’ inipost
trovare il giusto atteggiai® ro su p
to dà seguire nelle relaà® ,
con il governo. La sepai®
ne tra chiesa e stato è salo
mente radicata nella sto
degli Usa. Credo peròchei
sa sia mal compresa..Lo®
non dovrebbe occupai
religione, ma questo®
vuol dire che le chiesi
abbiano nulla da dire OT
politica del loro
somma esistono
vergenze tra le chiese aro
cane circa il loro coin™
mento nella vita polih^'
Per quanto rigu
porti con la Destra t
in particolare con 1^%
stian Coalition», la CaW
precisa che il Ncc ha W,
Ì24magg
che'ero
ina revi
mere
"Sàiesa
yesssis
’che coni
re delle
ideila die
ti.‘Com
;nte h
forma
ssene
jsare 1
lunii
la le
Italiche
10 es!
*,'■¿0 di fri
l'mi iitìp
‘diento c
, 1) «Di
^Chiesa
credo» s
barba a
tvolónt!
ircent
;hiari
mere
^jtrebb
ler mil
¡che Si
sòìdhe
mtirsi
live di
lon ne
Ine iniz
icceti
phe il «
ifl
uiccioa *1 1
un accordo sul
un accoruo sui j
la pornografia e su
la prostituzione
in alcuni paesi as
ce - prosegue - siafflo
ce--prosegue
fondo disaccordo s^® ¡
riguardanti i potecii ”®,|)
sul ruolo del
pensiamo che dobbg»
sere i partner del
tico, che non esisl®
modo di occuparci
in un paese di
sione (...), senza la
zione. del
Non crediamo che*
gli organismi di seri^
possano fornire jg-g i
¿urezzaperipiudejjhii
ca al governo
suo ruolo da giocate
del bene comuni
biamo continuare
re una pressione P
il governo di fr®®
responsabilità».
I
Soi
durati
tro 01
licen¡
conte
0 dip
tìien:
servi
inferr
La
dentil
Centr
dies
he, a
borsa
Al(
lettivi
Variai
re ile
iueni
Un eo
bre. 1
bligai
La
neces
sélve
urgar
lUvol
CF£)
w. a
15
OSTA
Di 21 GIUGNO 1996
Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
protesa
nel SUI
no, pi
istaajoi
tana gei
0 nazioi
stiane ui
ampbeil
1 Ncc, UH]
mico cti
, di cui fi
on quesj
renireitw
li umi
1 mondi
*^00 a liv]
irnazioni
lichiara:
tti umi
'sona
ndo. Lo
er quarii
Uniti,
e nere
s di recei
1 Sud,'e
iri del Coi
appena III
la. Siate
5 le cittai
Itti coni
andato là
ria fìnitael
0 che pi
overno int
probleni'i
ttolineafi
esistenii
10 Usa,]oi
ferma sui
Ite a pro]
anni _
confrolli il
irgo di cali
soffra eno!
sus:
ica 0 ini
tifichiil
lesta sii
to quello
lostringi
Teologia e
pubblicità
dell'8 per mille
Desidero dissociarmi dal riauadro pubblicitario finalizzo a propagandare la devoluzione alla Chiesa valdese
ill’8 per mille dell’Irpef, apjgo su La Stampa del 19
¿gio e poi su Riforma del
maggio. Chi mi conosce sa
0 ero contrario a chiedere
¡a revisione dell’intesa per
*f#fnere soldi dallo stato per
'Chiesa, sia pure per iniziati:yg assistenziali e culturali, e
che continuo a firmare a favore dello stato in occasione
'ideila dichiarazione dei reddi''iJ. Comunque rispetto leali'uientela decisione del Sinodo
'infoìmando chi intende awaarsene e cercando di non far
jesare le mie opinioni nella
comunità in cui lavoro. Tuttavia la lealtà ha dei limiti moàli che mi sembra non pos'iano essere superati. Il silenlìzio di fronte al riquadro citato
f'mi imporrebbe un supera'mento di questi limiti.
1) «Do l’otto per mille alla
Chiesa valdese perché non
credo» si legge in evidenza. In
barba alla nostra dichiarata
volontà di. ricevere solo la
' percentuale di coloro che si
’jdichiarano (desiderosi di so
inere le nostre iniziative. Si
potrebbe accettare «Do l’otto
per mille alla Chiesa valdese
se non credo», nel senso che un non credente può
intirsi solidale con le iniziative di una chiesa anche se
non ne condivide Tispirazio*ne iniziale. Ma «perché» è
’^Accettabile.
2) Poi dal testo si deduce
Che il «non credo» è riferito
pon alla fede nel Signore della
tesa, ma alle «promesse im“ issibili da mantenere, alle
ise che si aggiustano da soI all’arte di arrangiarsi». Imgino il ringraziamento che
everemo da tutti i funzio_ Ihari onesti e magari evangeli
0 a togW ciche lavorano nello stato,
1, per il bei 'halle sorelle e dai fratelli catone. _NotB ^iÌQi, avventisti, delle Assemovenientt blee di Dio, della Chiesa lute:sa che c® ^rana che sono implicitamente
almentelJ ^accusati da tale pubblicità di
le la situaa 'essere una banda di furfanti
ido». che, a differenza di noi, soli
- prose^, ' puri in un mare di peccatori,
impre d® ^ tapostano invece il loro lavoatteggiaffl®, ro su principi di un tale ler,ellerelaai
Lasepai®
stato è salii
a nella,stai
D però chef
)resa.,Los?
occuparsi
questo a*
e chiese®
iadiresD
) governo. I
a profbnife'
chiese a®j
irò coin’
1 polidc^'
ciume. La pubblicità sembra
voler dare a bere che noi siamo i soli ad avere ristrutturato i nostri ospedali alle Valli,
ad aver costruito strutture un,
po’ dappertutto, senza relazioni con i politici’coinvolti
con la vicenda delle tangenti.
Sbagliare si può; ma, fratelli e
sorelle, dagli sbagli cerchiamo di uscire, se è possibile,
con umiltà, non negandoli
con arroganza. Non so a chi
dobbiamo questo tipo di
pubblicità ma penso che ci
metta in condizione di essere
sbugiardati da chiunque.
Non mi piace.
3) Il contribuente puro (ancorché, se si è limitato a leggere la parte evidenziata,
ateo) può incontrare però,
leggendo qualche riga sparsa
della spiegazione, motivo di
comunione con la Chiesa valdese, perché «Crede nelTuomo». Ecco il nuovo ecumenismo capace di darci dei soldi.
In barba a Carlo Barth, a Vittorio Subilia, a tutte le confessioni di fede protestanti che ci
hanno insegnato a non credere nelTuomo, neanche se è
santo, ma a confidare uiiica‘ mente in Gesù Cristo, oggi chi
crede nell’uomo ha del denaro che non puzza e se ce lo dà
si riscatta da ogni peccato.
Ovviamente, purché creda
nell’uomo. La donna è un’altra cosa. La persona umana è
un’altra cosa.
Claudio fron - Riclaretto
Gli italiani
sono tutti uguali
La lettera del fratello Adamo Donini di Treviso, apparsa nel n. del 31 maggio, ha
prodotto in me vivo rammarico e profonda tristezza: essa è
permeata da un antimeridionalismo viscerale e da un raz^
zismo «leghista» riprovevole.
Il pastore Giorgio Bouchard
ha perfettamente ragione
quando parla di Risorgimento
e di unità. Penso che il fratello
Donini sappia che per l’unità
della nostra patria hanno dato la vita italiani di ogni parte,
di ogni angolo della nostra
terra natia, di ogni cultura o
estrazione sociale.
È bene, fra l’altro, che si
tenga conto che ai benessere
della valle Padana hanno
contribuito in particolar modo quei tanti poveri «terroni»
;trareL„
con la«^
>, la Camp
Jcchatro
problewa
I su quell»
e dei baiij
asiatìci.'lj
siamoci
overi, no»®,
vernU’
(...)
el
arcl‘’®‘à
questa
che le »L
i servi»®,
elar^eZ
iùdebe“;!^
arlO’^Jiì
ocare®;
ine.
are a e^
fonte e”®
CENTRO DI FORMAZIONE
DIACONALE
«Giuseppe Comandi»
FIRENZE
ISCRIZIONI AL CORSO DI FORMAZIONE
Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione diaconale. La
durata del corso è quadriennale. La domanda va presentata en^ ottobre su modulo fornito dalla segreteria stessa. È richiesta la
licenza di scuola secondaria superiore. I/le candidati/e dovranno,
contemporaneamente, iscriversi ad un corso universitario (laurea
0 diploma) nell’ambito educativo, sociale, sanitario o delTaccoSlienza (per esempio: educatòri/trici, assistenti sociali, gestione dei
Servizi di accoglienza come foresterie o case di riposo,
®fennieri/e).
Quota di iscrizione, convitto, borse, di studio e prestito
bn quota di iscrizione per un anno è di lire 100.000. Gli/ le studenti/esse possono chiedere di alloggiare presso il convitto del
Centro. In questo caso possono usufruire di una borsa di studio
che sarà mantenuta se gli studi proseguiranno regolarmente. Inol.h^a richiesta, possono ottenere un prestito, senza interesse, rim“uraabile all’inizio della loro attività lavorativa.
Inizio dei corsi, programmi, frequenza
Alcuni corsi professionali sono a numero chiuso e le prove secttive si effettuano già durante i mesi di settembre e ottobre. Può
Variare anche la data di inizio delle lezioni e ciascuno dovrà seguiil calendario del corso prescelto. L’'ammissione al CFD è conseSCente all’iscrizione ad un corso professionale ed è preceduta da
^Colloquio. Il corso di formazione diaconale inizierà 1,8 novemn programma è disponibile in segreteria. La frequenza è ob
La segreteria è a disposizione per fornire tutte le informazioni
r®ccessarie (programmi, caratteristiche dei coirsi, costi etc.) e per qVere dubbi anche di carattere personale. A richiesta si può anche
^Sanizzare una visita.
Involgersi a:
CPD _ Istituto Gould - via dei Serragli, 49 - 50124 ~
^55-212576, fax 055-280274. Chiedere dell’addetto al CFD.
11 dibattito sulla Sindone in vista delle ostensioni
La sciènza ha già risposto
Gli esperimenti dimostrano llnautenticità del reperto
CARLO PAPIRI
Nel n. 14 di Riforma del 5 aprile Mario Moroni sostiene che il metodo
del prof. Pesce Delfino per la riproduzione dell’immagine sindonica con il
bronzo riscaldato non dà risultati corrispondenti perché, nella sua «Sindone»,
il volto di Gesù sarebbe visibile su entrambi i lati della tela. Quando nel 1988
andammo in tv (Raidue) per la sfida arbitrata da Enzo Tortora, lo stesso Moroni era pronto a sostenere che Timraagine prodotta da Pesce Delfino svaniva
entro pochi mesi. Ma, quando seppe
che io ne avevo un esemplare in tasca
che, dopo sei anni, era identico al primo
giorno, non ne parlò più.
I primi a dimostrare che l’immagine
della Sindone è stata prodotta da radiazioni di calore prolungate che hanno
causato una «strinatura» superficiale
delle fibre del tessuto non sono stati degli atei 0 miscredenti, ma gli scienziati
americani del gruppo SKroud ofTurin
Research Program (Sturp),, tutti credenti
scelti oculatamente dal prete italoamericano Peter M. Rinaldi. Come ha scritto
bene il libro cattolico Verdetto sulla Sindone (Queriniana, 1982), essi hanno dimostrato che «la cellulosa del tessuto ingiallisce nei primi stadi della “bruciatura”. Se il tempo di esposizione e il grado
di calore vengono àccuratamente controllati, una strinatura sperimentale può far ingiallire delle fibre di cellula^ nello
stesso modo in cui sono ingiallite quelle
della Sindone» (p. 104). Molti diversi
esperimenti degli scienziati americani lo
hanno confermato. È quello che può constatare facilmente qualsiasi massaia che dimentichi per
quache minuto il ferro da stiro caldo sul
panno bianco. Si forma un’impronta color giallo-marrone che è superficiale e
indelebile; la strinatura interessa solo il
lato superiore della fibra della tela, quella che è stata a contatto diretto con il
ferro caldo. È evidente che, se la tela è
molto sottile, si vedrà Timmagine più
sbiadita anche sul rétro della stoffa; se
invece la tela è abbastanza spessa (e in.tessuta a spina di pesce com’è quella
della Sindone) non si vedrà nulla sul retro. Pesce Delfino ha usato ovviamente
una tela normale, moderna, non tessuta
a mano e quindi più leggera di quella
della Sindone: per questo la strinatura è
pallidamente visibile anche sul retro. Ma
questo non infirma per nulla il risultato
delTesperimento: basta ricorrere a una
tela più spessa simile a quella sindonica.
Argomenti cosi deboli dimostrano
che di fronte airesperimento fondamentale di'Pesce Delfino, che conferma
in pieno le scoperte americane, i «sindoriologl» sono privi di argomenti
scientifici vàlidi. Se rie trae conferma
anche dal libro illustrato dì Gino Moretto: Sindone: la guida (Ldc, 1996), che
sarà il tèsto base per le prossime
«ostensioni». Un’dmpia sezione vi è dedicata ai teritatm della scienza per
spiegare la formazione delle immagini.
Vi si parla molto delTaloe, ma neppure
una parola per la dimostrazione di Pesce Delfino, che è totalmente ignorato.
Non è questa la prova di una malafede
evidente?
Non c'è peggior sordo...
In realtà la scienza (quella seria) si è
espressa ben due volte: con la dlmostiazione pratica del prof. Pesce Delfino
(pubblicata nel noto libro delTed. Dedalo, 1982) e con le analisi del C14 compiute nel 1988 dai tre istituti più affidabili
del mondo. Eppure l’arcivescovo di Torino contmua imperterrito a dife che «la
scienza non riesce a spiegare la forma- T
zione deDe immagini [della Sindone]».
Inoltre si continua a dare per dimo- strato che «questo lenzuolo ha avvolto il l
cadavere di uh uomo che ha subito una
morte che-corrisppnde a quella per ero-. '
cifissione di Gesù». In realtà nessuno ha '
mai potuto dimostrare che un cadavere
spalmato di aloe possa lasciare, in soli
tre giorni, le impronte non deformate,
indelebili e superficiali della Sindone.
C’è anche chi ha tentato di sostenere
che Timmagine sarebbe stata prodotta
^dall’illuminazione improvvisa (un flash) causata dalltrrisurrezione. Ma in
qnesto caso Timmagine dovrebbe essere quella del Gesù risorto e trionfante e - non quella dell’«uomo di dolore» bàttuto e trafitto.
Tutto quadra nelle scoperte
Colpisce il fatto che nella ricosfruzìo/ ne proposta dalla scienza tutto quadra
perfettamente: non un solo elemento
resta fitorf dal quadro. • ;
1) La Sindone è stata prodotta nella
seconda metà del Duecento da una delle tante «fabbriche di reliquie» dell’impero bizantino con un metodo originale
e segreto mirante a superare le severe
prove a cui erano sottoposte le «reliquie» a quel tempo (bollitura nelTolio, ,
ecc.) e ricorrendo a vero sangue per le
«macchie anatiche» per impressionare
gli acquirenti. È noto che, dopo alcuni
anni, le macchie di sangue assumono
un colore bruno scuro uguale a quello
che si riscontna oggi sulla Sindone. Invece i più antichi testimoni oculari, del
’400 e del ’500, ci confermano che le
macchie di sangue sulla nostra Sindone
erano allora di un colore rosso vivo che
impressionava molto i fedeli. L'unica
spiegazione possibile è che le «mafcchie»
venissero «rinfrescate» o ridipinte periodicamente con pittura rossa (secondo
un’usanza confermata anche per altre
sindoni). Questo spiega la presenza sulla Sindone di tracce di ossido di ferro
(Fe203) osservate da Silvio Curto, direttore del Museo egizio, nel 1969, e dal
chimico di Chicago Walter C. MeCrone
nel 1980.
2) La tanto decantata accuratezza
anatomica sì spiega con le conoscenze
del mondo bizantino (che aveva continuato a leggere in greco i libri di medl-,cina del famoso Galeno), molto superiori a quelle occidentàli. Tuttavìa
nelTimmagine della Sindone vi sono
anche errori e goffaggini come per
esempio il dito indice più lungo del medio e le braccia più lunghe del normale
per poter coprire con le mani le parti
pudende: posizione logica per ùtvimmagine da mostrare al pubblico ma assurda per un cadavere da fasciare e sep-peilire in una tomba. Si trattaMn ogni
caso di un oggetto fabbricato per ingannare à fine di lucro: non lo si dovrebbe
dimenticare quando lo si presenta come una «santa icona» aUa meditazione
dei fedeli. ■ .
3) È proprio l’immàgine chq porta a
rendere sospetta la Sindone, perché la fa
rientrare nd genere motto t^llato delle
«Veroniche», dei «Volti santil, dei «mandilli» di cui era pieno il Medioevo, tutte
immagini presunte tniracolose e tutte
false, tanto è vero che la, chiesa non osa
più presentarle alla venèrazione del popolo. Oggi si è tutti d’accordo che si tratta di manufatti; perché la sola Sindone
di Torino do’vrebbe fare eccezione?
/
Con questo intervento concludiamo il
dibattito sulla Sindone, almeno fino atta
ostensione del 1998.
che si trasferirono al Nord in
cerca di lavoro: costoro hanno sgobbato duramente e si
sono fatti onore un ogni
campo.È vero; i fratelli evangelici e protiestanti italiani
debbono svegliarsi (come dice Donini) affinché tengano
sempre .presenti queste
realtà, bandendo dai loro
cuori ogni assurda e ingenerosa diatriba. L’Italia ha una
grande... pecca: quella di essere troppo «lunga» e di essere spesso dimenticata da quei
tanti che dicono di amarla
ma solo a parole. Eppure il
Signore ha parlato e parla
sempre di amore, di concordia, di umiltà.
Giuseppe Mascanzoni
Bari
■ Morire come
si è vissuto
Trovo su «Repubblicà» (ma
sicuramente è reperibile anche su altri quotidiani) la
pubblicità della Chiesa valdese: «Do l’otto per mille alla
Chiesa valdese perché non sono valdese». E ne sono rimasto colpito, positivamente
colpito. Ecco Finalmente, mi
sono detto, una pubblicità intelligente, che rispecchia un
autentico modo di pensare da
protestanti. Non nascondo
però che mi è sorto un dub' bio; quanti, anche protestanti,
riusciranno a capire il senso
profondo dì una scelta laica
così forte? Forse per comprenderne tutta la portata potrà essere utile la lettura, sullo
stesso numero (4-6) deU’articolo di Marco Politi «Lama, la
conversione mancata». Lama,
dice Politi, ci ha fatto un regalo dopo la sua morte. Ci ha
risparmiato le stucchevoli
leggende su una conversione
in extremis.
Quale sollievo non dover
assistere a uno svolazzar di
tonache, a quei mormorii
che dicono e non dicono, ma
poi alla fine cedono alla soddisfazione obliqua e trionfalistica di sussurrare che sì,
«anche lui» aveva scoperto la
luce. E invece no... Lama la
sua luce Taveva già scoperta
molto tempo prima; nella penombra della sua camera ha
atteso la fine con la serenità
di uno stoico e la malinconia
di chi sente di non poter più
fare le cose che vorrebbe.
Senza improvvisi aggiustamenti e estreme illuminazioni, le quali spesso corrispondono più alle intenzioni di
sopravvissuti portavoce che
ai tormentati pensieri di chi
avverte la vita defluire.
Allo stesso modo riteniamo
di poter affermare anche noi
che ciascuno ha il diritto di
morire come è vissuto, mantenendo intatta la propria
maniera di intendere la fede;
perché anche chi non crede a
modo nostro ha un suo modo di credere in certi valori,
in nome dei quali ha vissuto,
e coerentemente intende essere aiutato a esercitare il diritto di morire in questa fede,
con dignità, senza rinnegamenti e conversioni dell’ultimo minuto.
C’è chi nella fede cerca un
privilegio: di essere scelto per
un’immortalità speciale, pe^
un premio solo riservato a lui
e a chi la pensa come lui, e sa
crifica anche gli altri, forzandoli a credere in quel modo. E
c’è chi invece al credere dà un
senso diverso, di pura chiamata, che vale solo per lui,
per costringerlo ajare, a testimoniare come Geremia la
propria insoddisfazione, senza preoccuparsi di un premio
che la misericordia saprà dare
a tutti. Ci sono coloro a cui la
chiamata arriva per canali diversi, ed è così forte da impegnarli non solo pèr la vita, ma
anche per la morte. Lama era
uomo di questa tempra: a lui
Ja chiamata alla fede (una fede tutta terrena) era giunta
senza mediazioni ecclesiastiche Q ultramontane, ed è vissuto per essa, disposto com’
era a morire nel suo nome.
Oggi, in un momento in cui
da più parti giunge l’invito a
cercare di comprendere le ragioni degli altri e di chi è diverso, ritengo che il credente
più di ogni altro debba saper
fare questo sforzo. Non c’è
bisogno di essere valdesi per
ottenere la salvezza; non c’è
bisogno di appartenere a
questa o quella chiesa per
morire bene.
Non è necessario essere
valdesi per dare l’otto per mille a una chiesa che non ha
mai costretto nessuno né in
vita né in punto di morte a
entrare nel suo seno, ma ha
sempre insegnato il rispetto
del (liritto altrui: di credere e
di non credere; di andare a
messa o di non andarci. Perché se l’esistenza di una chiesa ha senso, essa deve sostanziarsi principalmente nel rispetto di se stessi e degli altri;
il resto non è vera chiesa, è
solo mondo im-mondo, istitu
zione umana, spirito di potenza volto a imporre un certo modo di pensare e dispensare la salvezza come se fosse
nostra, dimenticando che «il
salvare appartiene solo al Signore» (Salmo 3, 8; Proverbi
21,31; Giona 2,10).
Paolo T. Angeleri - Padova
RINGRAZIAMENTO
«Se Gesù Cristo vi farà liberi,
sarete veramente liberi»
X Giov. 8, 36
È mancato, il 13 giugno 1996,
AldoRibet
Lo annunciano la moglie Elena
Gatrou, i figli Sergio, Paolo e
Carla con le famiglie, la cognata
Alba, i nipoti Chicco e Myriam,
Enrico, Erica e Alberto e tutti i parenti, ringraziando tutte le persone che hanno partecipalo al loro
dolore è in particolare i vicini di
casa e le pastore Anne Zeli e Lucilla Peyrot.
Torino, 16 giugno 1996
Il «Comitato torinese per la laicità della scuola» e il trimestrale
«Laicità», con il suo direttore Carlo Citino, ricordano con grande affetto e commosso riinpianto
Aldo Ribet
memori del suo esemplare rigore
e della sua sempre preziosa partecipazione agli impegni civili e
alle battaglie laiche del Comitato
e del periodico dì cui è stato sino
all'ultimo attento collaboratore, si
associano al grave lutto della famiglia e del mondo evangelico
italiano.
Torino, 16 giugno 1996
16
ì^^vK-:)' ■ v.
PAG. 12 RIFORMA
'
V ••-¿f-’
V'
•>.;
fi:- .V,
^•- ■
:.j '
i-f
venerdì 21 GIUGNO 1^
Assemblea generale della Chiesa presbiteriana dell'lrlanda
«Come presbiteriani dobbiamo imparare ad essere anche
parte della soluzione, oltre che parte del problema»
wmM
PAOLO NASO
GON la bomba fatta scoppiare a Manchester lo
scorso 14 giugno, l’Ira ha dato
la sua risposta di terrore agli
appelli di tutta la comunità
intemazionale perché dichiarasse ùn nuovo cessate il fuoco che facilitasse l’avvio di un
negoziato di pace per l’Irlanda del Nord. Tra gU ultimi e i
più significativi appelli rivolti
^l’Esercito di liberazione irlandese, quello dell’Assemblea generale della chiesa
presbiteriana dell’lrlanda,
apertasi a Belfast lo scorso 3
giugno. È stato il moderatore
Harry Alien, consacrato in
apertura dei lavori, ad affrontare subito la questione più
importante e grave su cui dovevano esprimersi gli, oltre
600 delegati convenuti nella
«Church House» di Belfast in
rappresentanza dei 300.000
presbiteriani irlandesi: il sostegno della chiesa al «forum»
per la pace che si sarebbe ufficialmente avviato il 10 giugno e, più in generale, alle
iniziative culturali, ecumeniche e politiche che facilitino
una soluzione del conflitto.
La tradizione orangista
«Come presbiteriani - ha
affermato Alien - dobbiamo
imparare ad essere anche
parte della soluzione, oltre
che parte del problema»: e
queste parole richiamano efficacemente le luci e le ombre dqlla tradizione presbiteriana nell’ùnico paese europeo in cui gli antichi simboli
delle guerre di religione del
XVII secolo hanno ancora
una sinistra attualità. Solo in
Irlanda, su moltissime case
sventola il vessillo di Guglielmo d’Orange, il condottiero
protestante che nel 1690 vinse la resistenza cattolica; e
solo in Irlanda, o^i estate, si
celebrano solenni parate, talvolta dai tratti paramilitari, in
cui «protestanti» e «cattolici»
ricordano le proprie vittorie
sui nemici di trecento anni
fa. E per molti anche di og^.
A Londonderry ad esempio
l’Ordine d’Orange, ima loggia
massonica che afferma di richiamarsi fortemente ai valori protestanti, celebra annualmente la resistenza all’assedio della città da parte
delle truppe cattoliche di
Giacomo II, con una grande
marcia sulle mura della città.
Bisogno di autoesame ,
Una manifestazione tradizionale tesa a salvaguardare
un patrimonio storico culturale, per qualcuno, e un’espressione di arroganza e
una vera e propria provocazione per altri. Fatto sta che
gli orangistì, bandiere al vento, tamburi rullanti e bombetta sul capo, difficilmente
rinunciano a una deviazione
nel quartiere cattolico di
Bogside, pochi metri più in
basso rispetto alle mura storiche: i risultati sono ricorrènti scontri, violenze, attentati. Anche di questo si è parlato nell’Assemblea della
Chiesa presbiteriana che, riconoscendo che «le parate
costituiscono un aspetto della cultura di tutte e due le tra
dizioni presenti m Irlanda del
Nord», indica a chiunque intenda parteciparvi «il bisogno
di un autoesame e di un limite, cosi da considerare l’impatto che i vari emblemi e
vessilli potranno produrre sul
resto della comunità ed evitare di provocare reazioni o
intimidire i concittadini».
Le pompose suggestioni
orangiste oggi sembrano
avere un impatto alquanto
modesto sul corpo della
Chiesa presbiteriana: moltissimi delegati, ad esempio, ci
tengono a sottolineare che il
pastore lan Paisley, noto per
le sue posizioni ultraunioniste e veementemente anticattoliche, non ha nulla a che
fare con la chiesa presbiteriana; cresciuto in una chiesa
battista, difatti, negli anni ’50
ha fondato la sua «Chiesa
presbiteriana libera» che non
ha mai raccolto più di 78.000 membri. Una recente
ricerca di Duncan Morrow,
un giovane studioso della
Queen’s University, dimostra
che i presbiteriani attivi nelle
fila deU’Orangismo non superano il 13% del totale
dell’associazione.
La Chiesa presbiteriana nel
suo complesso e nella sua ufficialità, è invece impegnata
in una revisione critica di tutte le tendenze «settarie» che
ancora si registrano al suo interno: «In questa regione - si
legge in un documento approvato all’unanimità dall’
Assemblea - intendiamo costruire una nuova società,
una società che sia realmente
multiculturale, dove le tradi
zioni di entrambe le comunità siano non solo riconosciute, ma affermate e perfino celebrate». Insomma per
«essere parte della soluzione», come auspica il moderatore Alien, la coihunità protestante irlandese riconosce di
essere solo una delle componenti culturali del paese e
che le vittorie militari di Guglielmo d’Orange o la lealtà al
Regno Unito non possono
più legittimare privilegi econòmici e sociali.
Manifestazione di giovani prrdestanti a Beifast
Compromesso possibile?
Questa consapevolezza impone, molto sefnplicemente,
un compromesso: è possibile? «Sì - risponde il pastore
John Dunlop, già moderatore
e attualmente a capo della
Commissione della chiesa
presbiteriana incaricata di
seguire i rapporti con il governo inglese e le altre parti
politiche -. Si tratterà di raggiungere qualcosa di meno
dell’unificazione dell’lrlanda
unita, di costituire un'sistema di condivisione del potere nel Nord del paese attraverso strutture di qualche tipo che rafforzino uno spirito
di collaborazione tra Dublino e Londra». E che cosa perderà la comunità protestante
da questo «compromesso»?
«Non sarà più una comunità
omogenea del tutto staccata
dalla repubblica d’Irlanda risponde Dunlop. - Ma quello che a qualcuno sembra
una perdita, lo si può considerare anche un guadagno.
Noi protestanti abbiamo
spesso guardato all’altra co
munità come ad una minaccia ma l’altra comunità può
essere vista anche come un
arricchimento».
Queste riflessioni, queste
indiscutibili aperture all’interno di una roccaforte dell’
unionismo come per decenni
è stata la Chiesa presbiteriana, sono state poste all’attenzione del «forum» che dal 10
giugno, nel castello di Stormont nei pressi di Belfast,
cerca di avviare un vero processo di pace. 1 problemi sul
tappeto sono enormi e il recente attentato dell’Ira a
Manchester è solo l’ultimo di
una serie di ostacoli posti sul
cammino della pace: l’indisponibilità dei gruppi paramilitari a procedere alla consegna delle armi, l’esclusione
dal tavolo negoziale del Sinn
Féin, l’organizzazione politica più vicina all’Ira; l’oltranzismo di alcuni leader politici
unionisti che non ammettono che si discuta alcuna modifica del rapporto costituzionale tra le 6 contee dell’Ulster
e il Regno Unito; la grave crisi
economica del paese che, negli ultimi anni ha colpito tanto la comunità cattolica
quanto quella protestante,'
Le chiese hanno attivamenter
contribuito a costruire un“
«clima» favorevole al proces
so di pace: pastori protestanti^
e sacerdoti cattolici sono an->
dati nelle carceri nel tentati-;
vo di convincere i leader delle formazioni paramilitari a
dichiarare una tregua; in tutto il paese si è creata una rete
di gruppi ecumenici di base
impegnati a favorire la comunicazione e il dialogo tra le
due comunità; il primate della Chiesa d’Irlanda, quello
della Chiesa cattolica, il moderatore presbiteriano e U
presidente metodista hanno,
redatto congiuntamente vari ,
documenti a sostegno del
processo di pace. Oggi pregano perché i negoziati siano
fruttuosi ma, mentre i politici
tentano una mediazione,
l’ultima parola sembra essere
affidata agli esplosivi.
Dopo quasi trent’anni di
conflitto, 3.200 vittime e circa
diecimila feriti «è ii tempo
della pace», come abbiamo
letto su un murales; ma ombre antiche di trecento anni
sembrano impedirlo ancora
una volta.
:«Kjn
prej
spei
tene
' 00 i
m
'spei
ir s
Perché non credo nelle promesse impossibili da mantenere, nelle cose che si aggiustano da sole, nell arte di arrangiarsi, ma come.
mei
DO L'OTTO PER MILLE
la Chiesa Valdese credo nell'impegno, nel lavoro, nella competenza: in una parola, perché credo nell'uomo. E per le Chiese Valdesi
ALLA CHIESA VALDESE
e Metodiste un uomo prescinde dalla sua razza, dalla sua religione e dal suo sesso. Perché credo alla tolleranza e alla convivenza
PERCHE
tra fedi e culture diverse. Do l'otto per mille del reddito IRPEF alla Chiesa Valdese perché so che verrà investito in ospedali,
NON CREDO.
»
scuole, case per anziani, in attività e centri culturali e non in chiese e spese di culto. Perché voglio combattere la fame e
CHIESA^.
EVANGEUp
valore
Unione
delle'Chiese
Metodiste
E Valdesi
Via Firenze 38,
00184 Bona
Tel. 06/4745537
Fax 06/474332^
par
alti
prò
«sp
ogr,
lee
ni
Isri
cor
seo
so:
to I
for
stìj
re,
sa^
fro
mi
sp\
ev
ca,
/«j
sa(
su,
in
set
co,
de.
la miseria in Italia e nel terzo mondo con interventi mirati e concreti, senza colonizzare o fare proseliti, ma sviluppando fM
e
investendo nelle risoise umane locali. Do l'otto per mille olla Chiesa Valdese perché voglio poter credere in Dio. 0 in nessun dio.
c
pn
COI
su.
«u ,
«C(
Tu
chi
sii
bi,
fri
ca,
ste
gii
gii
rei
eh
sci
tn
alì
'à li