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DELLE VAILI VALDESI
Spett.
VALDESE
torre PBaiCB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 9 ili ARiuiNAMiriVTi / per rinterno | Eco e La Luce: L. 2.000 per rinterno | Spedii, «bb. postale - I Groppo I TORRE PELLICE 3 Marzo 1961 I
Una copialiraSO | L. 1.800 per l’estero i L. 2.800 per l’estero | Cambio d’indirizzo lire 50 | Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557 |
Ai confini del Congo
Nubi sulla Rhodesia
CATTOLICI E
PROTESTANTI
T a scorsa settimana è comparso come « fondo » de L’Eco del Chisone un articolo del suo direttore, G. Mercol («Tolleranza, Riforma e Unità») il cui
contenuto e tono ci ha fatto molto piacere. Veniva ampiamente riferito di ima
conferenza sul tema «Prospettive ecumeniche in un dialogo con i fratelli prò
testanti » che ij prof. P. Thijssen ha tenuto il 17 febbraio a Torino al clerc
della dioceà, alla presenza del card. Fossati. Il Thijssen, docente al Seminario
teologico di Utrecht e membro del Segretanato per la Unione dei Cristiani
presieduto dal card. Agcstino Bea. era stato ,i Pinerolo e alle Valli nella scorsa
primavera insieme a Mons 'Willebrands, per iniziativa del movimento « Unitas ».
La conferenza, ampiamente riassunta su L’Eco del Chisone e pure su La
Luce, il cui direttore past. Santini vi ha a.ssistito, ha costituito per il clero della
diocesi torinese un vibrato appello a rivedere molte posizioni nei rapporti con
il protestantesimo. « Purtroppo, rile
vava Mons. Thijssen — citiamo G.
Merecí — di fronte al fatto della Riforma protestante troppe volte i cattolici si sono comportati troppo in
modo polemico, preoccupati solo- di
difendere, non di manifestare tutta la
verità. Solo aH’inizio di questo secolo
i cristiani hanno cominciato a cercarsi tra di Icro per completarsi. Il Concil’o Vaticano II dovrà completare il
Concilio di Trento: non solo difendere, ma presentare la Chiesa nel suo
volto vero ».
E’ vero che nel seguito deirarticolo
si riconosce la fondatezza della « riforma » sul piano disciplinare più ohe
su quello dottrinale, tuttavia troviamo queste dichiarazioni: «Il Protestantesimo può essere nei piani di Dio
uno strumento di cui si serve la Sua
Prevvidenza per purificare la Sua
Chiesa, per invitarla ad un’incessante
’metànoia’ o rinnovamento nel modo
di pensare e di sentire. Anche il prossimo Concilio Ecumenico avrà per
scopo di liberare la Chiesa dagli elementi troppo umani che si sono infiltrati nelle sue strutture durante il suo
cammino secolare, affinchè essa possa
presentarsi al mondo col .volto incontaminàto delia spesa di Cristo. La
Chiesa senza macchia è la Chiesa che
SI purifica per i peccati e la ristrettezza dei suoi membri. Il problema
dell’unità non si risolve dicendo ai
fratelli, separati ciò che essi devono
correggere; prima noi stessi dobbiamo correggerci, perchè questa nostra
correzione reale e concreta aiuterà
pure le correzioni ché saranno dettate loro dalla coscienza »,
E ancora : « La Chiesa deve dimostrare ai fratelli, separati che mantiene ed afferma in sè stessa in sommo
grado ciò che .i fratelli separati hanno
di autenticamente cristiano. Così lo
splendor-e e l’efficacia deU’azione di
pristo deve risultare di più, in tutta
la. sua centralità, e ciò non,solo nei
testi dogmatici, ma anche nella pietà
che troppe volte perde il suo caratteie
cristologico. Si deve dimostrare ai
protestanti che la loro via verso l’unitè, non deve costare loro l’infedeltà a
ciò che posseggono di autenticamente
cristiano. In particolare la Sacra
Scrittura deve ritornare ad essere il
centro della pietà cattolica, accanto
al S. Sacrificio e ai Sacramenti.
’L’ignoranza della S. Scrittura — ha
detto Giovanni XXIII — è veramente
oggi imperdonabile in un cristiano
che si rispetti’ ».
Naturalmente molti lati dell’esposizione del teologo cattolico olandese —
che risente evidentemente del fatto dì
vivere in un paese a reilgicne mista
— non sono stati sottolineati su L’Eco
del Chisone, e rimandiamo per questo al resoconto de La Luce. 'Tuttavia,
il fatto che questo richiamo senza
mezzi termini al clero della diocesi
torinese sia stato largamente riferito,
e abbia tra Taltro portato ad un articolo di fondo onesto come quello di
Don Mercol, va fortemente sottolineato, e lo facciamo di tutto cuore.
Non ci attendiamo miracoli dalla buona volontà degli uomini e dei Concili ;
in questo siamo perfettamente d’accordo con G. Mercol che conclude:
« Occorre però non farsi illusioni » ; illusioni cioè che la via .sia facile; ma
io stes.=o articolista ricorda : « Molto
a proposito Mo-ns. Thijssen ha citato
una osservazione del patriarca Athenagora di Costantinopoli, il quale ritiene che la via all’imità non sarà una
via gloriosa per nessuno, ma per ciascuno una ’via crucis’. E’ anche questa
una legge che presiede ai silenziosi
rinnovamenti interiori come alle riforrne stcriche più in vista: per crucem ad lucem’. Non bisogna aver paura di sperimentarlo nella propria
vita ».
È, aggiungiamo, si può avere ferma
fede nella potenza della Parola di
Dio, nella sua forza chiarificatrice e
rinnovante, nello Spirito Santo che
per suo mezzo parla alle chiese, oggi
ancora, a tutte.
IN COLOMBIA
Tentazione di potenza
e servizio della Chiesa ,
Rivolgendosi ad un gruppo numeroso di sacerdoti e di vescovi colombiani venuti in pellegrinaggio al Vaticano — riferisce L Osservatore Romano — il papa Giovanni XXÌIl ha ricordato loro due insegnamenti evangelici da meditarle in rapporto con il loro zelo missionario.
Il pontefice' Ka anzitutto notato che « è una cosa eccellente » promuo
vere il cattolicesimo romano in Colombia; soltanto, bisogna ricordarsi che
« i progressi della Chiesa non po.ssono essere il frutto di mezzi umani e
materiali, ma unicamente dell’azione di Colui che ha detto: « Io sono con
voi ógni giorno, fino alla fine della
età pre.seiite ». In secondo luogo ha
e.sortato il clero colombiano a prenflere coscienza che la peggiore tentazione a cui Satana lia sottoposto Gesù è stata quella dell’ambizione di
potenza.
Questa presa di posizione -—’e nei
( onfronti di un clero come quello
colombiano die nella sua maggioranzi (con belle eccezioni) c fra i più
violentemente intolleranti e fanatìd
—è profondamente rallegrante;
anche se noli vi si trova una espliciti con.
danna delle violenze religiose ohe o-gnl tanto si rinnovano in quel paese, è pur sensibile a chi -vuol comprendere che esse sono
giudicate iilitómpàtìbili con la missione cristiana. Quanto poi aUa tentazione di potenza, non minaccia solo il clero colombiano, ma ogirii clero e ogni chiesa.
Intanto, Ai accresce il numero dei protestanti eoloimbiaili. Secondo una corrispondenza da Barranquilla del SO-EPI, che
riporta statistidie pubblicale dalla Confederazione evangelica di Colombia, il numero dei protestanti battezzati nel paese è aumentato annualmente del 16% negli ultimi
sette anni, raggiungendo la cifra totale di
33.156. L’intera comunità protestante, con
i fanciulli che ricevono l’istruzione religiosa e i ’’simpatizzanti”, conia cinque volle
questa cifra, cioè TLITA della popolazion.“
totale.
il censimento della Confederazione indica 429 chiese e 1.188 parrocchie ’’non organizzate”; 192 pastori consacrali (113 dei
quali Colombiani), 58 predicatori autorizzali e un gran numero di evangelisti laici.
Inoltre 488 insegnanti lavorano in 211 scuole protestanti a cui sono iscritti oltre ll.flOO
allievi. 43 cliniche e disperestfri offrono
cure mediche,
Le cinque denominazioni più importanti
sono gli Avventisti del 7« giorno (11.866
membri), la Convenzione battista colombiana (3.442), la Chiesa pentecostale unita
(3.000), la Chiesa prebiteriana di Colombia (1.684) e r Alleanza cristiana e miesio7iaria (1.571).
Libertà dit- coscienza
Tjibago — Il ministro indonesiano Abdulgani ha annunziato che nessuna propaganda antireligiosa sarebbe ammessa nella
stampa d’Indonesia. Ha aggiunto che « la
tolleranza e la libertà devono essere tenute
in onore in un paese che afferma la sua
credenza in Dio ». Rivolgendosi ai giornalisti il ministro ha detto che « il codice
del giornalismo indonesiano sta per essere
eonvpletato daH’appoito dell’elemento religioso in armonia coti ì principi enunciati
dalla filosofìa dello illato che è stata raccolta in cinque punti r'eredenza in Dio, democrazia, nazionalismo, umanismo, «iuslizia sociale ».
Un altro inini.stro. quello degli affari religiosi, ha affermato che la stampa indonesiana non diffonde abbastanza le notizie
religiose. (Juanlo al Padre Drijakara, gesuita indonesiano, ha espresso il parere che
la stampa cattolica non doveva limitarsi a
d'ffondere esclusivamente notizie cattoliche,
ma « estendere le .sue preoccupazioni ai
problemi economici, politici e so-ciali ».
Una difesa della reiifiione in questi termini (à trova profondamente dissenzienti.
Come affermiamo il dmtto alla libertà di
coscienza e di cullo (nella forma più ampia e totale) in un regime che ai proclama
ateo e materialista, cosi dobbiamo affermare anche il diritta aU’ateiamo in una
società che si vuole « réligiosa » (del resto,
il connubio fra autorità .statale e credenza
religioea è i-o-sì spesso stato elemento di intollerante oppressiono!)-. I cristiani, poi,
dovrebbero aver imparato daU’incarnazione di Cristo —■ che accettò di essere coniraddello fino alla croce! —, prima che dai
principi elementari delia libertà di cuscienza, il diritto all’errore, di fronte a cui la
Chiesa ha il compito di annunciare l’Evangelo, non di costringere le coscienze.
Fra le giovani nazioni in jnezzo a cui
sono stale all’opera le Missioni, la Rliodesia ci ha sempre interessato in modo particolare, co-me campo di quella Missione
evangelica in cui più numerosi hanno lavorato e lavorano missionari valdesi: tanto che « lo Zambesi » è diventato .per molti
valdesi quasi il sinonimo della Missione!
Ora da questa terra africana giungono
notizie preoccupanti, che fanno quasi temere il sorgere di un altro doloroso problema del tipo di quello algerino. Così
Réforme intitola tali notizie: « La minoranza bianca nella Rhodesia settentrionale
si organizza per conservare le leve di comando e prepara una nuova Algeria ».
Il 19 febbraio è bruscamente terminata
la Conferenza costituzionale sulla Rhodesia
seti, die riuniva a Londra personalità dirigenti africane negre e bianche e uomini
l>clitici britannici: l’intesa non è stata possibile.
Di ohe si trattava? Di studiare lo statuto
di quella federazione fra la Rhodesia seti,
'ex protettorato), quella del Sud (autonoma dal 1923) e il Nyassaland (ex protettorato) che è stata creata in via di esperimento nel 1953, per nove anni. A-vvioinandoaì lo scadere di questo periodo, nel 1960
il governo britannico ha mandato una commdseione d’inchiesta, dal cui rapporto risultava l’opposizione dei negri della Rhodesia selt. e del Nyassaland, mentre quelli
del Sud e tutti i bianchi erano favorevoli.
Nella Rhodesia del Nord la minoranza
bianca, apparsa inconciliabile a Londra
con la tesi opposta, detiene tutte le leve
del potere e, salvo eccezioni, mantiene fra
l’altro una segregazione razziale che se non
giunge al rigore del Sud Africa è pur sempre molto netta (i nostri missionari ee lo
confermano).
In concomitanza con ì sanguinosi moti
c:ongolesi (specie nel confinante Katanga)
degli ultimi tempi, si è avuto pure nella
Rhodesia settentrionale qualche violenta
agitazione, presto rigidamente repressa:
ma per quanto? I bianchi si armano e si
addestrano, aumentando l’insofferenza e il
senso di rivolta dei negri. E’ strano e triste che mentre in altre ex-colonie inglesi
in Africa (Ghana, Nigeria) il passaggio all’indipendenza è stato sagacemente preparato e agevolato dai quadri britannici, nell’Africa centrale (cfr. le lotte nel Kenya)
le cose vadano ben diversamente. Sarebbe
veramente grave che la lezione congolese
non fotsse servita, e ohe il doloroso ascesso
del Congo dilaniato si estendesse, a più
o meno breve scadenza, alla contigua Rhodesia .
Una volta di più si traila di pensare in
preghiera affa Chiesa die attraverso la
Missione il Signore ha fatto sorgere come
un segno di riconciiliazioiie in questi paesi: perchè le sia dato di rimanere fedele,
di non lasciarsi travolgere dalla violenza
e daU’odio, di testimoniare instancabilmente della giustizia evangelica e della
riconciliazione in Cristo.
Fare
e conoscere
Giovanni 7, 17
— Quando; diventerai credente?
— Quando saprò leggere e conoscerò più a fondo le cose di Dio.
Così rispondeva il re Lewanika a François Coillard, che, al termine
della sua operosa vita di missionario, avrebbe voluto vedere un cambiamento sensibile nelTatteggiamento di colui col quale aveva diviso tante
ore di gioia e di speranza ma anche tante ore dure.
Anche Gesù è venuto per ’fare il punto’ della situazione spirituale
del popolo di Israele. A tutti coloro che ha incontrato non ha fatto altro
che chiedere: Quando crederete? Ed anch’egli ha molto spesso ricevuto
una risposta altrettanto evasiva quanto quella di Lewanika a Coillard.
Ci si è domandati come mai Gesù parlava con tanta autorità, come mai
si permetteva certe libertà in giorno di sabato, come mai perdonava i
peccati come se fosse un compito chiaramente affidatogli. Oppure ci si è
doniandati, come nel nostro passo, « Come mai s’intende costui di lettere, senz’àver fatto studi? » Ma quando si trattava di rispondere alla
domanda fondamentale di Gesù, anziché porgli delle domande, l’atteggiamento era estremamente evasivo. Nel migliore dei casi si diceva:
« poi. quando conoscerò più a fondo le cose di Dio, crederò ». In fondo
troppo spesso si tratta ieri e oggi (perchè anche oggi risuonano troppi
« poi » alle orecchie del Signore) di pretesti poco convincenti per ritardare in qualche modo la nostra presa di posizione nei confronti del Signore.
« E’ un uomo dabbene!... No, anzi, travia la moltitudine! » E’ forse
Gesù venuto come « uomo dabbene » per rivolgersi unicamente a degli
« uomini dabbene »? Non più di quanto sia venuto per traviare le moltitudini. Soltanto, quello che ci turba è il vedere che pretende di avere
una risposta quando ci chiede: quando crederete? E non serve mettere
innanzi i nostri dubbi di persone ragionevoli.
« Se uno vuole fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina
è da Dio o se io parlo di mio ». Si tratta dunque di rompere gli indugi,
di impegnarsi nella gioiosa avventura del Regno di Dio. Anche se questo può significare per noi. talvolta, sofferenza e lotta. Solo così conosceremo veramente il Signore, impareremo a ricevere da lui ogni giorno la
forza necessaria, la necessaria guarigione dal nostro peccato. Come un
malato grave prende senza discutere il rimedio che il medico gli porge
e che può salvarlo così non dovremmo avere un atteggiamento molto diverso nei confronti del Signore. A meno che ci sentiamo così poco malati da permetterci di discutere la diagnosi e la cura che il nostro medico
divino ha preparato per noi! Il nostro Maestro è un dottore che bisogna
prendere estremamente sul serio; troppo spesso, invece, egli incontra
dei credenti che sono tali con la stessa serietà e con lo stesso impegno
col quale partecipano ad una minima manifestazione della vita di tutti
i giorni.
Si tratta dunque di agire, di « fare la volontà di lui »; allora la presenza di Dio sarà una cosa vera ed operante nella nostra vita, non avremo più il tempo per porre a Gesù delle domande non precisamente essenziali, non avremo più il tempo per concederci il lusso di quelle giornate
trascorse nel dubbio o, peggio, in uno sterile sforzo per alirnentare il nastro scetticismo o la nœtra stanchezza spirituale. Ricordiamoci che questo è vero innanzitutto nell’ambito della Chiesa in oui viviamo. Ai nostri fratelli non dobbiamo portare un « poi », dobbiamo portare un « adesso ». E' adesso il tempo, di fare la volontà di Dio. Anzi, è già molto tardi
per cominciare Fare e conoscere: due aspetti della vita del credente che,
ci dice l’evangelo, sono strettamente uniti. Non sta certo a noi di preoccuparci di dividerli. Fare senza comprendere? Impossibile. Ma è altrettanto impossibile comprendere l’amore di Dio senza aver accettato di
compiere la sua volontà in noi. Perchè questi due aspetti divengano uno
solo nella nostra vita è necessario che lo spirito di Dio ci dia e il fare
e il conoscere. Giovanni Conte
Una visita
riuscita
Lo stuolo numeroso e vivace degli
studenti della ivostra Facoltà di Teologia di Roma — italiani e stranieri,
con qualche... appendice non teologica! — è stato nelle Valli, da sabato a martedì, e le ha percorse in
gran parte, sia pure brevemente: per
tutte le chiese ospitanti è stata una
ottima occasione di conoscenza reciproca, un modo di sentire più tangibile il lavoro della nostra Facoltà,
di dare dei volti a nomi che talvolta
si sentono fare, e siamo molto lieti
e grati che gli studenti abbiano voluto venire a tra.scorrere fra noi i loro giorni di vacanza fra due semestri. Per parte loro gli studenti, accomiatandosi martedì sera, hanno
detto la loro riconoscenza per la così
cordiale accoglienza ricevuta, e V interesse tutto particolare che ha avuto per quelli (quasi tutti) che ancora non conoscevano le Valli questa
rapida presa di contatto con una
chiesa protestante maggioritaria, in
terra italiana.
Il nostro pensiero li riaccompagna
ora alla ripresa della loro preparazione teologica, con V augurio molto
vivo di un lavoro fecondo a loro e ai
Professori. La ^'domenica della Facoltà ” è stata quest’anno per le comunità delle Valli veramente tale.
sui MURI
di Trieste
L’Espresso (26 lebbr.} riporta la fotografia del .seguente manifesto, affisso in
numerose parrocchie triestine; è da notare che la TELVE è. la società statale che
gestisce i servizi telefonici del Veneto; e
sarebbe molto interessante sapere .se il
nuovo servizio istituito per far conoscere
i giudizi del Centro Cattolico Cinematografico sui film programmati a Trieste è
dovutamente pagato dalla diocesi locale;
ma, anche pagato fe non è provato). Varia
di sagrestia rimane ugualmente.
Presidenza Diocesana di A.D.l.
Si rende noto ohe per far conoscere 11 giudizio morale del
C.C.C. sui fllms in programmazione a Trieste e l’orario delle
SS. Messe nelle giornate festive
si può avvalersi del nuovo servizio istituito all’uopo dalla TelV9 chiamando il N. HO.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 9 — 3 marzo 1961
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GIOVEDÌ’ 23
Mentre alla Casa Bianca si riunisce la
commissione di studio per le trattative di
disarmo atomico con i Russi, il ministro
americano della Difesa, Mac Ñamara, ribadisce in un discorso il dovere e la volontà di potenziare le forze di difesa.
In Italia, echi nei vari partiti del pieno
appoggio dato dalla forte maggioranza del
Consiglio razionale DC al governo Fanfani; il MSI siciliano decide di ritirare il
proprio appoggio al governo regionale,
mettendolo in crisi; al Consiglio provinciale di Milano viene eletto quale presidente il sen. Lami Starnut" (¡PSDI), con
l’appoggio dei voti del PCI e del MSI: la
direzione socialdemocratica lo ha invitato
immediatamente a dimettersi.
I 153 imputati (fra cui un sacerdote),
operai della « Galileo » di Firenze accusati di aver occupato le officine (1959), sono
stati assolti.
Nel Katanga Tshombe aotnmorbidisce la
sua posizione e propone che le sue forze
collaborino con queUe delle N. U.
VENERDÌ’ 24
Continuano le trattative per la Giunta
prov. milanese e Iniziano quelle per la
Giunta regionale siciliana ; scioperi e dimostrazioni di operai dei Cantieri navali
a Trieste. Intanto a Mosca viene firmato
un accordo commerciale italo-russo per 15o
miliardi di lire di scambi nel 1961.
Dopo aver avuto l’autorizzazione della
censura ed esser stato replicato 53 aere a
Roma, il dramma « Arialda » di Testori
è vietato e sequestrato come « osceno » dal
Procuratore della Repubblica a Milano,
dott. Carmelo Spagnuolo. Si iwevede uno
Boiopcro nazionale degli attori di prosa.
Continua alla « Borsalino » di Alessandria uno sciopero iniziato l’8 febbraio; situazioni operaie che presentano molti
punti comuni con quelle dei « Val di Susa ». Interrogazione al governo per il disarmo del « Conte Grande » della società
« Italia » : Il Lavoro, quotidiano socialista
genovese, ha pubblicato la notizia che tale
disarmo sarebbe stato deciso per favorire
un’altra compagnia di navigazione (la Costa, « linea C »).
SABATO 25
Iniziano a Roma i lavori del Consiglio
nazionale del PLI : nella sua relazione
Malagoidi afferma che il partito può mantenere per ora il suo appoggio al governo,
in attesa dei risultati del congresso socialista, assumendo intanto « un atteggiamento
di crescente distacco critico » dai gruppi
della maggioranza favorevoli al centrosinistra.
Una colonna di soldati di Gizenga (il
successore di. Lumumba) occupa senza incontrare resistenza (anzi piuttosto favore)
il capoluogo del Kasai, Luluabourg; si riparla con più insistenza di rifornimenti
militari sovietici, per via aerea ; d’altra
parte le forze dell’ONU nel Congo ignorano l’ultimatum — vano — del governo
di Kaisavubu che minacciava di intervenire direttamente se non l’avessero fatto i
« caschi blu ». Knrscev invita Neliru e i
paesi neutrali ad appoggiare la sua politica
nel Congo.
Si apre a Milano il convegno delle rappresentanti di dodici aissociazioni femminili che intendono affrontare il licenziamento delle donne in caso di matriimonio,
praticato da molte aziende.
DOMENICA 26
II Consiglio nazionale del PLI conclude
i suoi lavori approvando con 88 sì, 23 no
(destra) e 8 astensioni (sinistra) la posizione di Malagodi.
Le forze di Gizenga continuano la loro
avanzata senza colpo ferire, e occupano
Fort Franqui, a 600 km. da Léopoldville ;
le forze dell’ONU non intervengono; il favore con cui le truppe di Gizenga vengono accolte in varie regioni sembra mostrare ohe molte popolazioni riconoscono in
lui il successore dell’nltimo capo congolese ohe è stato presidente legittimo, Lumumba.
Muore Maometto V re del Marocco, l’artefice principale deH’indipendenza del
paese; gli succede il figlio Hassan 11 con
il quale si prevede riprenderà influenza la
destra (alta finanza, latifondisti, esercito e
polizia) tenuta in freno dalla politica progressista di Maometto V.
LUNEDI’ 27
Si svolge al castello di Rambouillet rincontro fra De Gaulle e Burghiba; il comunicato ufficiale rileva « le possibilità e la
speranza ohe esistono da questo momento
per una evoluzione rapida e positiva » dei
rapporti franco-algerini: l’avvio di negoziati diretti pare ormai imminente, e tanto
più necessario ora che la scomparsa di
Maometto V del Marocco rischia di minacciare il precario equilibrio nel Maghreb.
Pure a Parigi la conferenza dell’Unione
Europea Occidentale riunisce i rappresentanti dei paesi del MEC e delia Gran Bretagna per lo studio di problemi economici
comuni, soprattutto dei rapporti economioi da tempo in discussione fra il Regno
Unito e il MEC, che sembrano avviarsi
verso un accordo se non verso la fusione.
La colonna agli ordini di Gizenga è a
450 km. da Lcopoldville; il governo di
Kasavubu ordina la mobilitazione generale, e cerca di raggiungere un accordo
difensivo con Tshombe; a Ijéopoldville
qualche incidente fra soldati dell’ONU e
di Mobutu.
MARTEDÌ’ 28
Burghiba lascia Parigi dichiarando:
« Un grande passo è stato fatto »; a Rabat
imponente manifestazione di lutto ai funerali di Maometto V ; ad Orano gravi disordini.
Violenti disordini ad Augusta (Siracusa)
in o>ocasione dello sciopero delle maestranze di una raffineria.
L’atmosfera di cordialità russo-americana, seguita all’elezione di Kennedy, pare
già in crisi : radio Mosca annuncia ohe
Kruscev non guiderà la delegazione sovie
( segue in 4“ pag.)
fUOMO E LA SUA TERRA - 1
i t
Adamo il terroso
Jn quale prospettiva biblica dobbiamo vedere il rapportò ' fra l’uomo e la
terra, nel quadro moderno dell’urbanesimo, dell’industrializzazione, della
tecnicizzaàone dell’agricoltura? E’ quanto desideriamo esaminare in una
serie di articoli, sperando che essi trovino una qualche eco nei nostri lettori.
In questo numero presentiamo il punto di partenza del nostro esame: qual’è,
nella prospettiva cristiana, il rapporto che lega l’uomo alla terra?
Lo sciamare di fine settimana dalla
città alla campagna, ai monti e al
mare — lo spettacolo festivo di macchine ferme lungo le strade, mentre
bimbi ed adulti colgono fiori o si godono il sole e l’aria pura e i colori
cangianti delle stagioni — la passione
di tanti operai e professionisti, terminato l’orario, o nei giorni festivi, di
coltivarsi un orticello, non per l’utile
ma per la gioia di veder crescere ima
pianta, un fiore — il piacere, scevro
da agonismi, che tanti giovani e meno giovani ancora hanno nell’immergersi nella natura, e a piedi — la cura, l’ansia, la ^oia con cui il contadino segue lo sviluppo delle sue colture
(e malgrado la durezza della vita dell’agricoltore, quanti sono quelli che
sanno guardare ai loro campi, ai loro
alberi, non con l’occhio che valuta solo il reddito, ma che gode il cantico
delle creature); altrettanti esempi —
e quanti altri ! — di quell’intima unione fra creatura umana e creato che lo
svilupparsi della vita moderna minaccia in tanti modi, staccando l’uomo
dalla natura o tecnicizzando i suoi
rapporti con questa, nel lavoro come
nel tempo libero.
★
Questa istintiva reazione dell’uomo
— che in molti si è già persino attutita — non deve solo esser considerato un sano riflesso «igienico», ma corrisponde alla più profonda natura
dell’uomo, qual’essa ci è rivelata nella Parola di Dio. Al riguardo è comparso sulla Revue de Théologie et de
Philosophie (11-1958, pp. 107-112) uno
studio di Samuel Amsler: «Adam le
terreux, dans Genèse 2-4 », che riassumiamo, citandolo ampiamente, perchè
ci pare che nella sua semplice chia
PERSONALIA |
Esprimiamo al Proj. Roberto Jouvenal,,
con tutti i suoi familiari, la nostra viva
simpatia per la perdita della mamma, signora Nenie Jouve\nal Allio.
rezza dia un apporto essenziale alla
questione che ci interessa.
L’Amsler, dopo aver ricordato il valore tutto particolàre che il nome ha
nella Scrittura, coÌm espressione della vera identità della persona che lo
porta, il suo segreto, (importanza del
dare o mutare un dato nome, della rivelazione del nome di Dio), nota che
il narratore dei primi capitoli della
Genesi, mentre sottolinea e spiega
con cura i nomi di'Èva, Caino, Seth,
Noè, ecc., trascura di farlo per il nome di Adamo.
« La ragione non ci pare dover esser
cercata lontano: da ima parte (...) il
« primo » uomo non porta ancora nella narrazione jahvista (1) il nome
proprio che gli danno le diverse genealogie bibliche (Gen. 4: 25; 5: Iss;
1 Cron. 1:1; Luca''4; 38). Non è designato che da un sostantivo: l’adam.
cioè l’uomo (...) D’altra parte il significato del termine non è indicato per
chè l’insieme del racconto ha lo scopo, fra l’altro, di fàrlo apparire. L’uomo di Genesi 24 non è im perscnag
gio isolato, unico nel suo genere, e
lontano progenitore dell’umanità, ma
è l’uomo formato dalla terra, legate
alla terra e che ritorna alla terra: a
sua immagine esist^o tutti gli uomini della storia. N(pJ si tratta di un
certo’ Adamo, ma (di colui che si potrebbe chiamare il terroso. Infatti,
prima di essere up nome proprio, il
termine adam è i|n sostantivo, sempre al singolare e volentieri accompagnato dall’articolo,- che designa non
l’individuo particoìare, ma la specie
umana, l’umanità nel suo insieme ».
Qual’è retimologia di questo termine, usato all’inizio come nome comune e poi diventato nome proprio? Il
termine si incontra, con lo stesso si
gnificato, in molte lingue semitiche ;
c quasi costantemente la radice verbale da cui sembra derivare significa
«essere rosso» (adóm = rosso; cfr.
Edom, il popolo discendente da ESaùil-rosso, Gen. 25: 25, e il paese — l’attuale Neghev — ricco di rame e di
ferro; si noti ancora come l’arte gra
IL PASSATO CI PARLA
la santificazione della domenica
Da un’antica relazione della « Diaspora Abruzzese» (dell’EvangeUsta G.
S Felici, in data Febbraio 1895), strai
ciò quanto segue, in relazione al problema della « santificazione della Domenica » :
«... La Domenica non si distingue
dagli altri giorni che pei vestiti che si
cambiano — allorché se n’hanno da
cambiare —. Si va la mattina alla
messa, se ci si trova il tempo, indi, ricambiati o no i vestiti, si ricorre ai
campi e in genere alle faccende usuali, e si lavora fino a sera, come si fa
negli altri sei giorni della settimana.
K come la gente se ne dovrebbe fare
scrupolo? Il prete interpellato se si
potesse lavorare nella Domenica, ha
risposto : « purché prima udiate la
messa, pel rimanente lavorate pure»!
...I giorni che la gente osserva con
devozione scrupolosa sono quelli consacrati a questo o quel nome di Maria, sotto il quale è più particolarmen
te venerata in paese; sono i giorni intitolati a questo o quel santo patrono. In tali giorni i terrazzani dei casolari perduti nelle gole e sulle vette
dei monti più lontani, lasciate da parte le faccende — che allora appariscono bene tali da poter tralasciare —
accorrono al «capoluogo» che « fa festa», per farvi festa essi pure; vi accorrono con tutto quell’ardore, con
cui m’immagino trae.ssero le carovane
giudaiche al tempio in Gerusalemme
per le loro feste. Colà giunti, lo stesso
slancio che conduce in chiesa per
udir la messa cantata, conduce poi all’osteria. Ed è qui che si celebra la vera festa, mangiando e bevendo, come
non s’era mangiato e bevuto dall’altra festa in poi.
...Ora a me pare di poter rilevare
che i nuclei di credenti evangelici che
abbiamo in Schiavi t in Villa Canale
si distinguono dalla popolazione cattolica anche per una ferma esemplare
osservanza del giorno sacro al Signore; unosservanza che in mezzo alla
generale trasgressione dà naturalmente tanto più nell’occhio. E aggiungo che non è un’osservanza la quale
s’arresta alla pura e sem^ice cessazione dalle fatiche giornaliere, ma si
compie, oltre che nella frequenza regolare del culto, nella consacrazione
del giorno del Signore alla lettura
della Parola di Dio, allo sviluppo della conoscenza della medesima, alla
comune edificazione, alle visite tra
fratelli, insomma agli alti interessi
dello spirito, agli augusti fini della religione. Voglio dire che tra quei cari
nostri - fratelli il riposo domenioale è
vera e propria santificazione del settimo giorno. Fin da quando l’Evange
10 s’è stabilito in quelle parti ha assunto, fra le altre, cotesta spiccata
oaratteristica della fedele santificazione della Domenica; ed è ormai notorio ohe gli evangelici non «riguardano » le feste dei Santi, ma riguardano
gelosamente la Domenica. Nè si è lun
gi dal vero affermando che non pochi
non s’accostano aU’Evangelo per tema di essere tosto obbligati ad astenersi dalla fatica nella Dcmenica e a
;< riguardarla » come fanno gli evangelici. L’hanno confessato del resto
essi stessi ingenuamente.
...Se poi dalla montala scendiamo
verso la marina e c’indirizziamo verso
11 capoluogo di 'quest’uno dei tre
Abruzzi, Chieti, noti troviamo qui per
vero la profanamene del riposo domenicale aver pigliato forme cosi crude
Dirò anzi che il settimo giorno v’apparisce come un giorno ben diverso
dagli altri sei. 1 negozi restano nella
maggior parte chiusi pressoché tutto
li giorno. Si nota nelle ore antimeridiane grande affluenza nelle chiese,
massime di donne d’ogni condizione.
La città, colla sua popolazione riversata nel pomeriggio sulle strade e sui
pubblici passeggi e nei ritrovi e nei
luoghi di divertimento, offre nell’insieme ùn altro aspetto da quello degli
altri giorni della settimana. V’ha fuo
dubbio ima certa osservanza del riposo domenicale. Ma quella è un’osservanza materiale, manchevole, superficiale; le manca la sua luce particolare, è spostata dalla vera sua origine e dalla sua più alta finalità d’essere una santificazione del giorno del
Signore... ».
Gli evangelici abruzzesi di sessanta
anni fa si distinguevano per il loro
modo di santificare il giorno del Signore. L’osservanza della Domenica
era una testimonianza vissuta. Si potrebbe dire lo stesso di noi, oggi?...
S. L.
ABBIAMO RICEVUTO
... L re 7.500 per i sinistrati di Frali (per
una svista, di cui ci scusiamo, l’offerta non
è stata comunicata sul giornale) dalla Sig.a
Pennington de Jongh (Roma); il suo nome
era pure apparso incompleto nella segnalazione della sua uguale offerta per Pramollo.
IL COLLEGIO CEVENOL (Chambon
sur Lignon - Hte Loire - Francia)
cerca un professore di matematica
e di scienze per la preparazione degli studenti alla licenza liceale. Si
richiede che parli correntemente
francese. Scrivere per offerte direttamente al Collège Cévenol.
fica egiziana rappresenta sempre gli
uomini — almeno gli egiziani, la razza superiore — colorati in rosso). Il
sostantivo collettivo adam, l’uomo, risale dunque ad un terniine che significa « esser roisso », ma con ogni probabilità attraverso il sostantivo adamah che designa la terra arabile,
«quel fango che volge al rosso quando è cotto e di cui il racconto di Genesi 2 dice appunto che l’uomo è stato formato, come si forma un vaso
nelle mani del vasàio».
«Riprendendo uri tema comune a
tutto il Vicino Oriente antico (le mitologie egiziana, assiro-babilonese, greca presentano gli dei creatori come
vasai che plasmano l’uomo) il racconto di Gen. 24 gioca infatti limgamenta con originalità sulla relazione dell’adam e dell’adamah: formato dalla
polvere della terra (2; 7), l’uomo è
pesto nel giardino per coltivare il suolo (2: 15); la sua disobbedienza coinvolge la maledizione della terra
(3: 17), questa terra a cui è più che
mai legato dal suo lavoro faticoso
(3: 18) e da cui è maledetto (4: 11)
finché alla sua morte vi ritorna
(3: 19). Così adam designa ruemo terrestre, il terroso o il fangoso, colui
che è legato al suolo per la sua creazione ma anche per il suo rifiuto di
vivere come uomo terrestre davanti a
Dio. Questa relazione, buona airorigiiie, si è infatti mutata in ostilità : Tuo
mo> coltiva la terra con fatica, ed essa
gli produce rovi e spine (3: 18); gli rifiuta i suoi frutti (4: 12). Eppure, per
la misericordia di Dio, nutre ancora
il suo uomo poiché Caino può offrire
a Dio i frutti dell’adamah (4: 3), come l’Israelita offre a Dio le primizie
di tutti i frutti dell’adamah del pae,se
che Dio gli ha dato (Deut. 26: 2) ».
«Ma la portata antropologica (relativa alla dottrina deH’uomo nella Bibbia) del termine non si limita all’Antico Testamento. S. Paolo l’utilizza
nel famoso parallelo tipologico (2)
Adamo-Cristo (1 Cor. 15) per sviluppare la dottrina della creazione in due
tempi successivi: rumanità adamica,
ad immagine del primo uomo che è
della terra o terrestre e l’umanità eristica ad immagine del secondo uomo
che è del cielo o celeste. L’Apostolo
non vi oppone Cristo ad Adamo còme il salvatore al peccatore (Come fa
in Rom. 5: 12-21), rna come Fuomo celeste che viene a compiere la creazione inaugurata daU’uomo terrestre,
questo « terroso » di cui parla Gen 24.
Da parte sua san Giovanni fa probabilmente allusione all’uomo formato
dalla terra quando mostra Gesù ohe
guarisce il cieco nato ungendogli gli
occhi con fango formato dalla polvere della strada mescolata alla sua
saliva (Giov. 9: 6). Questo gesto è
proprio quello che il cieco guarito viene ad attestare davanti al sinedrio.
Aocecati dalla loro incredulità, i dottori della legge non sanno leggere in
questo gesto una precisa allusione al
racconto di Gen. 2, con cui Gesù indica che è il Signore che viene a ricreare il figlio d’adam, l’uomo di fango, il terroso (...), questa creatura rivoltata, impegnata in una storia in
cui Dio le viene incontro per salvarla,
adam legato aH’adamah in una relazione ambivalente di comunione e di
ostilità ».
Nei prossimi numeri cercheremo di
svolgere questi dati biblici di fondo, e
di applicarli ai nostri problemi attuali; ma è importante sottolineare fin
d’ora che il vincolo oscuro ma profondo che lega l’uomo alla natura, alla terra, non è condizionato da una
situazione primitiva e neppure è, in
sè, una «fuga» dalla reale vita odierna in un naturalismo post-romantico:
è invece voluto da Dio, intrinseco alla vera condizione umana; dimenticarlo o trascurarlo significa trascurare una componente essenziale dell’uomo, con tutte le gravi conseguenze,
del resto ben visibili.
A. I. C. E.
(1) Nella Genesi confluiscono varie narraz’oni: i capitoli 2-4 sono parte della fonte
detta « jahvista » perchè dà a Dio il suo
nome personale : Jahveh.
(2) La tipologia è il parallelismo fra figure e immagini dell’Antico e del Nuovo
Testamento, ;n cui le prime preannun-ciano
pro.fetlramente, in modo più o meno preciso. le ultime.
PeRIODICI
Protestantesimu 1/1961
V. ViNAV — Il ministero e i ministeri nella prassi ecclesiastica.
— La Chiesa nelle democrazie popolari.
G. Miegoe — Il comunismo e le chiese.
Dalla crociata al dialogo.
1. A. SocciN — Mito e realtà nell’Antico
Testamento.
V. ViNAY — Il Concilio e i Concili.
G. Peyrot — Cattolicesimo romano e libertà religiosa.
— Recensioni.
Diaconia 1-3
G. M. GtRAKPET — Segni di rinnovamento?
,4. ScHOENHEHR — Predicare significa testimoniare.
S. Sarti — La teologia del laicato nella
.situazione americana.
— Rispo.ste e notizie.
Convogno di primavera
Tutti i colleghi sono caldamente invitati a partecipare al convegno di
primavera che avrà luogo D. v. la domenica 19 marzo a Pinerclo col seguente programma.
Mattino:
Ore 10 - Culto.
Ore 12,30 - Pranzo in comune al Convitto.
Pomeriggio
Ore 14,30 - Dibattito sul tema; Istruzione nella libertà, introdotto dai colleghi Marcella Gay e Paolo Gardiol.
Siamo costretti a rinviare alla prossima
settimana il resoconto dei nostro CONCORSO, cui pochi ( tanto più lodevoli)
han partecipato.
RAPPORTI
con il Baden
In seguito all’invito della Scuola .Agri
cola di Gamhurg (Taubert (dipendente
dalla Ch'esa unita del Baden), che aveva
organizzalo un campeggio nel mese di novembre a Villar Pellice, ho avuto la grande gioia di partecipare ad un suo cor.so invernale.
Sano siala accolta col « Giuro d'; S-haud » suonalo da alcuni Iromhettieri e
con calde parole di benvenuto.
11 cor.so, seguito da una trentina di partecipanti, si svolgeva ri un antico caslello
situato nella vaFe del Tauber, non lontano da Hc'delberg.
Il programma, interessanlissimo, comprendeva: studi biblii i, conferenze, g le,
serate in comune ecc.
Gài studi ibiiblici trattavano iargoiineniti
attuai ed importanti che venivano poi diBcu.ssi nel vari gruppi. Per e.t.: La sanlificazione della domenica; Come dobbiamo
lodare Dio; Quale dev’essere nella vita il
cemportamento del cr istiano, ecc.
I.e conferenze avevano come tema problemi di vita pratica, sipecialmente sulla
situazione dei contadini vista :n rapporto
al mondo moderno, sullo sviluppo della
tecnica e su altri argomenti ancora che poi
venivano discussi.
Fra le varie gite, una ha avuto come mèta Francoforte, un’altra, una visita ad una
Scuola parallela, altre ancora visite a fattorie modello od a cooperative agricole.
Interessante in modo particolare la v sita
al pastore Müller di Mannheim che ha
parlato sul tema (< contadini ed operai».
La giornata si suddivideva nel seguente
moido: Svegl'a alle 6,3(), Culto tenuto dai
gióvani a turno, colazione, canto, studio
biblico, conferenza, pranzo, riposo, caffè,
altre conferenze e studi, cena, serata in comune, culto.
In queste serale si sentiva mus’ca, si
leggevano opere letterarie, si vedevano diapositive e spesso si giocava.
L’allegria, lo spir'to fraterno ed una
buona e sincera amicizia fra i giovani non
mancarono mai.
Abbiamo niparato a leggere la Bibbia,
a discutere, a ragionare, a comportarci insonima come un cristiano lo deve in qual■siasi situaz’one della vita.
Il pastore Wernz, direttore del corso, col
suo esempio, coi .suoi consigli ha saputo
darci un orientamento ed un a'uto tali,
che ci accompagneranno ogni giorno e per
molto tempo. Ci ba insegnato come il credente si deve comiportare nella vita pratica e cojne non gl: sia chiesto di estraniarsi
in una specie di vita eremitica ed ideale,
bensì di vivere col mondo portando nel
mondo la sua testimonianza ed ’1 suo esempio.
11 signor Emmerling, direttore de'la casa, colla sua capacità ed il suo buon umore ha diretto magnificamente quel che si
può óbamare la <c parte pratica» del corso. mentre la signora Müller (vedova di
un pastore caduto in guerra) con la sua inlaticabile energia ba saputo essere per noi
tutti non solo la dircintice de; canti, ma
l i nostra buona amica in ogni giorno, ■'!
ogni discussione, n ógni istante.
In questo periodo ho pure -avuto il piacere di essere ipre ente ad un raduno di
tutti i trombe.ltier'. venuti al Villar da 1
anni in qua, organizzato dal M*> Slober a
Slupfericb (Karlsruhe). Tn questo iilcontro
bello e benedetto abbikuno riparlato del
Villar e delle Valli,ì abbiamo visto numerose diapositive, mi ha commossa la cordialità e l'affetto Con cui ban voluto circondarmi, perchè Valdese. Un altro giorno
sono stata invitata ' ad Helmsladt dove la
signorina Luisa Coissoii (figlia del defunto pastore Coisson) è .sposata col pastore
Müller da Pforzheim. Essi sono amati etl
apprezzati , in questa cb'esa e la «ignora
Luisa è circondata dalla simpatìa di tutti
i parroechiani.
Al momento di ripartire per l’Italia - purtroppo impegni di studio non mi hanno permesso dì seguire il corso di Gamburg sino alla fine - i miei compagni lasciandomi avevano ,c,ome me, le lacrime
agli occhi. Essi hanno voluto cantarmi e
suonarmi il nostro inno « Po'cb’è giunto
ornai Fistante » mpntre un caldo « arrivederci » risuonava da ogni parte.
Bd ora, doipo aver compiuto il mandato
affidalom; da lutti questi amici delle Valli
di portare il loro salujo alla Chiesa Valdese. vorrei da queste colonne rivolgere un
caldo rinigraziamento alla direzione del
corse, ai suoi partec'panli ed in modo
particolare al pastore Wernz. Dio vi benedica cari amici, facqia prospeiare il vostro lavoro e facc'a si che ci possiamo rivedere nelle nostre Valli Valdesi in cui
sarete sempre ì benvenuti.
Amalia Ceymc
3
^..jttarzo 1%1 — N. 9
L’ECO DÉ2.LE VALU VALDESI
_ pa«- 3
Figli e fratelli
separati"'
Caro direttore:
Come tutti i lettori dell’Eco seguo con
interesse e, mi creda, s'mpatia il suo buon
combattimento ecumenico. Come modesto
uomo della strada, non iniziato ai misteri
ed alle sottigliezze del linguaggio teologico e della politica ecclesiastica, aggiungo, per conto mio: con una certa perplessità.
Forse ipércbè ricordo gli entusasmi (e
le delusioni) del « pancristianesimo », come si diceva allora (ricorda il nome di
Ugo Jann'?); forse perchè non ho dimenticato le acerbe diatribe de'la.. polemica
« interdenominazionale » (rivalità confessionali, A.C.D.G., Y.M.C-A., P.Ü.V. eec.),
sono- , al-quanto-.perplesso, percJiè, ancora
una volta, si è dovuto ricorrere ad un nome « difficile » : ecumenismo.
Mi scusi quindi, caro e giovane direttore, se, avendo oltrepassato il mezzo del
cammin di nostra vUa^ sono costretto a inforcar gli occhiali, ad avere dei dubbi ed
a chiederLe, seropie èhe Lei lo creda op(nirtuno, qualche spiegazione.
Lei ha g'à accennato all’importante scritto deirEminentissimo cardinale Agostino
Rea, il quale, in qualità di Presidente del
Segretariato per l’unione dei Cristiani (così importante, die la rivista Nuova Roma
no dà contemporaneamente la traduzione
ili inglese), ha commentato la visita del
primate anglicano dott. Fishér In Vaticano.
Come Ella ha indubbiamente osservato,
da questo fatto il cardinale assurge alla
formulazione di principi generali che servono « per giudicare reitamente l’episodio » e « per sajter assumere personalmente in simili casi atteggiamenti rispondenti
ai dettami della propria fede ».
■Si tratta insomma d; un vade-mecum
et u nieni co Í apostoli co-romano).
* * t!
Punto primo.
■Scrive il porporato: « Un primo elemento o ¡yrincipio è non solo la salvezza persona’e nella fede, rrut anche il dovere di
tutelare, la completa integrità del dogma
cattolico. La ragione di esso è chiara: non
si può costruire l’unità dei cristiani a prezzo della Verità ».
Perplessità prima.
Mi domando : in -questi incontri ecumenici, piccoli e grandi, è sempre ben chiaro questo <f primo elemento o principio? »
Interrogativo primo.
Scrive, più oltre, il cardinale Bea : « Il
dovere imprescindibile di fedeltà alla missione affidatale dal suo divin Capo e Maestro, di trasmettere agli uomini il sacro
deposito da Lui ricevuto in tutta la sua
purezza! e di tutelare l’unità nella fede
non solo vieta alla Chiesa di scendere a
compromessi in materia di damma, ma esige anche da lei che eviti ogni equivoco e
i danni che un equivoco ¡torterebbe alla
fede di coloro che sono con essa visibilmente uniti non meno che ai fratelli da
essa visibilmente separati... ».
Domando: è possibile prescindere dal
doinma? E’ possibile, per esempio, dimenticare. per breve ora, l’infallibilità papale o la transustanziazione?
Confesso che preferfcco '1 chiaro linguaggio del cardinale che ammonisce e ricorda che la Chiesa non può « creare pericolose confusioni compromettenti la chiarezza e la purezza della fede, e incoraggiare un certo falso irenismo o indifferentismo. il quale, sottolineando i punti comuni della propria fede con quella di un
gruppo cristiano non cattolico, trascurasse
di precisarne le differenze ».
sH * *
Punto secondo.
Integrità della fede, che non esclude (anzi!) la carità tra fratelli.
L’em nentissimo cardinale è molto esplicito .su questo punto. Siamo fratelli tutti,
cattolici e valdesi, perchè tutti figli della
stessa madre: la Chiesa e dello stesso Padre: '1 Sommo Pontefice, u Col battesimo
essi (cioè per es. noi valdesi) infatti sono
diven'nti membra del mistico Corpo di
Cristo, e perciò stesso suoi figli, betichè
siano impediti nel pieno uso dei loro diritti, essendo visìbilmente separati da essa
(la Chiesa)... ». E ancora: «Questa (la Madre Chiesa) assume verso i nostri fratelli
separati non solo l’atteggiamento di chi ha
il dovere di tutelare l’integrità del domma
cattolicOT ma anche quello di un autentico
amore di madre... ».
Perplessità secopda.
La insuffic'enza della mia cultura teologica mi impedisce di apprezzare al suo giusto valore questa esposizione della dottrina hattesimale, tanto p’ù ehe fino a qualche anno or .sono, un dotto priore valligiano ribattezzava serenamente il buon valdeso-'che ritornava all’Ouife.
E sono perplesso per l’ecce^tio di questo
amore-materno.
UNA OFFERTA
Il Past. Paul Candrian. di S. Gallo, ci
scrive :
Anna Margrit Meyer, una giovane maestra in una scuola svizzera, desidera passare 1 mesi estivi (maggio - settembre) 1961
aiutando una famiglia di contadini nelle
Vani Valdesi.
■r La signorina Meyer conosce i lavori agricoli e sarà sicuramente un bel aiuto in casa
e riell’agricoltura. Efea non pretende nessuna paga, è però contenta, se detta famiglia potrebbe pagare una parte delle spese
del viaggio da San Gallo nelle Valli Vaidesi. Se ciò non è possibile, la signorina
Meyer assumerà essa stessa anche queste
spese.
Indirizzo: Sig.na Anna Margrit Meyer,
maestra - Mohren AR (Svizzera).
Interrogativo secondo.
Questa rivendieaz’ooe della paternità de!
Padre comune (il Sommo Pontefice) e questa maternità della Chiesa (in definitiva da
identificarsi con la Apostol'ca Romana) nO'U
potrebbe preludere, domani, mutate le situazioni e gli interessi, ad una rivemLcazione giuridica?
Churchill parlava del bastone e della carota.
Il nostro cardinale scrive più cristianamente: « ...D’altra parte, se questa sollecitudine della Chiesa per tutelare l’integrità del domma e la fede dei suoi figli la
¡torta talvolta giustamente ad agire con severità, non segue che questa sua azione
debba essere esercitata con maniere bru
Una protesta
americana
Babylon )New York), 20 febbraio 1961
Egregio Sig. Direttore,
mi riferisco all’articòlo di Teodoro Raima, intitolato « Fede e progresso sociale
nel messaggio di Richard Wright », in data 9 dicembre 1960.
Quale cittadina americana, sono stata
colpita da alcune parti della dissertazione
che mi paiono non spltanto inopportune,
ma anche nocive alle buone relazioni che
glia di distanza? Egregio Signor Raima,
la prego, guardi attorno a Lei stesso, nel
proprio villaggio, nella propria parrocchia,
e ne troverà dei temi di discussione sociale die Lei conosce benissimo e che serviranno meglio ad educare i lettori del
nostro eccellente giornale. Ne risulterà
forse un po’ meno di sacrosanta indignazione contro quei razzisti americani, e un
po’ più di esame di coscienza personale;
un po’ meno di fuoco ardente, ma un po’
più di calore. Yvonne A. Gardiol.
I lettori ci scrivono
i
sche, sospettose o in qualsiasi modo contrastanti con la sua funzione di Madre <•
con la carità verso i fratelli separati... ».
* ì:* js
Punto terzo (e ultimo).
Comprende perplessità e interrogativo.
Sottolineata la gravità del problema ecumenico, prima di accennare alla nuova
atmosfera fra anglicanes'mo e Chiesa Romana, accennando alla visita del primate
anglicano il cardinale Bea scrive, fra l’aiUo... « In simili contingenze tutti gli interessati dovrebbero poter dire, come disse in proposito il Santo Padre, di aver ” sostenuto con serenità” (cfr. Oss. Rom
i-XlI-1960), il conupilo toccato loro in simile circostanze ».
” Sostenuto con serenità? ”
L. A. Vaimal
Risposta prima
E' difficile, a noi, dire qual’è il reale atteggiamento cattolico in tema di ecumenismo; come abbiamo già accennato altra
volta, il Cattolicesimo, almeno quello ufficiale e di massa, affronta da poco tempo
le questioni ecumeniche, e forse dovrà
anch’esso seguire in qualche modo la trafila di sviluppo, e gli errori, e le riprese,
che il movimento ecumenico ha conosciuto in campo protestante : e penso alla spinta generosa e pur superficiale del ’’pancristianesima”, e a tutta la storia del movimento ecumenico in questi cinquant’anni,
nei quali la tensione verso l’unità si è man
mam> inquadrata in un più cosciente riconoscimento del dovere verso la verità scritturale. Non so, quindi, se .si possa dare
un giudizio as.soluto .sulla portata dell’ecu
menLsmo cattolico: se ci sono esempi rallegranti di una reale apertura e libertà eri.stiana, non mancano gli esempi, pur heninlenzionati, di un po’ superficiale e sentimentale embrassons-nous, oltre al permanere di più intransigenti (e for.se più chiare? ) ¡tosìzioni. Quello che credo si possa
dire in tutta certezza è che da parte protestante (e anche anglicana, come la recente polemica sul viaggio del dott. Fisher
' ha mostrato) lo- stadio del ”pancristiane.simo” adogmaitico è superato. Nessun rapporto ecumenico può prescindere dal dogma ; e noi sappiamo quale forza il dogma
cattolico abbia via via acquistalo. Ma la
nostra ferma convinzione di riformali è
che la Scrittura è signora del dogma, che
la Parola di Dio è costantemente all’opera,
avvivata dallo Spirito Santo, per riformare — cioè purificare, approfondire, attualizzare — il dogma, come la prassi della
Chiesa; e la nostra fiditcùt in questa azione della Parola di Dio dev’essere pari per
la nostra Chiesa quanto per le altre. Del
resto, anche da parte cattolica più cosciente (e il card. Bea l’ha recentemente ricordato in un discorso in Germania) si afferma apertamente che un reale sforzo ecumenico avviene là dove onestamente si confrontano i dogmi, alla luce della Scrittura.
Risposta seconda
Quel sacerdote delle f alli cui accenna
L. A. Vaimal sarà stalo indubbiamente
priore e valligiano, ma sul ’’dotto” esprimiamo dei dubbi, perchè il Diritto canonico afferma recisamente la validità del
battesimo, anche se amministralo da ’’eretici”, e quindi la non canonicità del ribattezzare; lo ha ricordato al clero della diocesi torinese il teologo olandese Tijssen
( nella conferenza di cui diamo notizia in
prima pagina), citando fior di articoli del
Dir. can. e non lesinando la asprezza di
critica verso quei cattolici, e specie quei
sacerdoti che negano la qualifica cristiana
ai protestanti. Quanto al ben noto paternalismo cattolico, la nostra vita nazionale offre ampia messe di esempi...; la caratteristica autoritaria del Cattolicesimo (”a maggior gloria del Signore e a edificazione della Chiesa”) si afferma sopra tulli i batlezzali — e anche sopra i potenziali battezzandi; a questo oppressivo ’’amor materno”, sulla cui buona fede non abbiamo
spesso alcun dubbio — e che è strettamente legato alla incapacità cattolica di avvertire quale tensione permanga sempre fra
la Chiesa e il Cristo, fra la Chiesa e il Regno — noi resistiamo da sempre, rifiutando il bastone e la carota, rallegrandoci perchè ci sono molti cattolici, a tutti i livelli,
che ci tendono invece una mano onestamente fraterna.
Risposta terza
L’espressione è, evidentemente, per lo
meno infelice... Del resto si conosce la posizione conservatrice de L’Osservatore Romano, espressione di quella curia vaticana
che non è certo l’ala vitale del cattolicesimo (non parliamo qui dell’atteggiamento
personale di papa Roncalli). Comunque,
ricordando come tanta stampa italiana aveva — in occasione della visita in Valicano
del Dott. Fisher — intonalo il patetico lamento sulle inestinguibili e dolenti nostalgie protestanti, non è male se la rosa dell’unità cristiana ha qualche spina per tutte
le mani... Mi si passi l’espressione scherzosa: è tuttavia un fatto che il travaglio
ecumenico deve profondamente incidere
nella'vita di ogni chiesa; sono i dolori di
ogni scossa albi tradizione, di ogni confronto con una realtà diversa, soprattutto
di ogni rinnovato confronto con la verità
di Cristo. Gino Conte
esistono ancora fra Italiani ed Americani.
Anzitutto, sarebbe bene saqrere su quale
base si posa la dichiarazione dell’autore
che il grande scrittore americano abbia
vissuto in Parigi « dopoché i pregiudizi
razziali gli avevano reso sgradevole il soggiorno nel suo paese di origine ». .Altri
scrittori americani hanno vissuto, e vivono
ancora, a Parigi, a Madrid ed a Roma. Ci
sono anche degli scritlori italiani che vivono fuori d’Italia, e .persino, si figuri,
negli Stati Uniti. ’
Sono certa die il Signor Raima avrebbe
potuto scrivere un articolo eccellente sul
Wright senza perdetti in osservazioni e
iommenti sul problema razziale degli Stati
Uniti che, a mio parere, conosce ben poco.
Senza dubbio l’Eco delle Valli ha il diritto di far conoscere ai suoi lettori la vita
sociale di altri paesi; ma perchè, oh perchè, indulgere nell’estrarre la paglietta
dall’ocdiio di uno .sconosciuto, a tre mi
Che il problema razziale sia una delle
componenti essenziali dell’opera di Wright,
ci pare dimostrato da ogni suo scritto: se
non è, forse, uno scrittore sommo, i suoi
romanzi e i suoi saggi vibrano profondamente di quella che è stala un esperienza
dolorosamente vissuta. Che poi il problema razziale sia vivo negli S. V., e specie
negli Stati del Sud. è stato ripetutamente
e ufficialmente riconosciuto anche nei
’’messaggi al Congresso sullo Stato dell’Unione” di Eisenhotver e di Kennedy;
periodicamente giungono notizie di manifestazioni razziste, negli Stati meridionali,
ed è notorio con quale lentezza e perseveranza devono procedere le autorità federali per abbattere le molte forme, visibili e nascoste, di segregazione razziale.
Non vogliamo certo dire con questo — nè
era il pensiero del nostro collaboratore
T. Raima — che tutti gli Americani sono
razzisti ! (sarebbe come affermare che gli
Italiani, o gli Austriaci, sono tutti fascisti
¡terchè qua e là in questi paesi — e ne
abbiamo dato notizia —■ si sono avute manifestazioni di nazionalismo fascista). Anzi, sappiamo quanti sinceri Americani,
bianchi e negri, lottano fianco a fianco,
senza odio nè rancore, per risolvere questo problema. Quanto alla pagliuzza... non
crediamo di aver mai dimenticato che il
razzismo alligna anche fra noi, nel nostro
paese. red.
LUSEBHA S. GIOVANNI
Ditptfirtenze. — L’il febbraio il Signore
Ila richiamato a Sè il nostro fratello Giovanni Giacomo Renech (Janin) degli Airali, in età di 70 anni; e il 23 febbraio presiedevamo, nel nostro Cimitero all’inumazione della nostra sorella Nettie Allio in
Jouvenal. madre del professor Roberto,
improvvisamente salita verso l’Alto, a Bordighera, il 21; il 25 febbraio riceveva la
suprema clriamata Friolante Valentino
Tourn di Luserna Alta, in età di 43 anni.
Sulle famiglie nel duolo scendano le
consolazioni deH’Etemo.
Utile visita. — Anclie la nostra chiesa
ha largamente beneficiato della visita alle
Valli degli studenti della Facoltà di Teologia di Roma. Sabato sera, dopo la fraterna
àgape alla valdese loro preparata e servita
dai nostri giovani, simpaticissimo incontro. nella Sala Albarin, dei 21 futuri pastori con una buona rappresentanza della
comunità.
Interessantissime le presentazioni e le
testimonianze personali dei giovani candidati al ministero cristiano di così diverse
provenienze.
E l’indomani due di loro hanno presieduto i nostri tre culti domenicali; lo studente Hans Martin Barth di Norimberga
ai Bellonatti e agli Airali e lo studente
Bruno Bellion nel tempio del Ciabas. E tra
un culto e l’altro, lo studente Hans M.
Barth ha fatto ancora una graditissima visita all’adunanza delle Unioni Femminili,
interessando le nostre sorelle giovani e
meno giovani all’opera dii presiede la propria madre, moglie di pastore, per le attività femminili di una grande comunità
germanica.
Di pieno cuore rinnoviamo ai nostri
simpatici candidati al pastorato la nostra
gratitudine e il nostro arrivederci! J.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILLASECCA
I « falò » si sono accesi la sera del 16
in ognuno dei nostri quartieri ed in tutte
le frazioni della nostra zona, dall’Albarea
a Faetto, da Riclaretto alle alture di Bovile, numerosi e gioiosi come sempre.
Le celebrazioni del 17, favorite da una
splendida giornata, Jianùo rivisto il corteo
dei .bambini salire fi no ' al vecchio tempio
di Villasecca, gremito per l’oocasione, dove il Pastore ita annunziato la Parola seguendo il testo proposto dal Lezionario
per il 17 Febbraio ( Apocalisse 2: 1-7); la
Corale, anclie se privata di alcuni suoi
elenieiili. Ita cantato il .corale « C’est un
remparl que notre Dieu » ed il canto
« Quando di nuvole nére ». Alla fine i ragazzi delle varie scuole hanno presentato
un programma di recite e di canti, inframezzati da alcune poesie. La colletta ita
fruttato L. 28.000 e sarà inviata alla Tavola per diminuire il debito degli esercizi
scorsi, come già i nostri giornali hanno
annunziato.
Nei locali dei Chiotti l’Agape fraterna
ha raccolto una settantina di Fratelli della
noistra Comunità od anche venuti per passare con noi la gio.rnata. Abbiamo cosi
avuto una simpatica riunione in uno spirito veramente fraterno che speriamo non
sia rimasto limitato a quelle mura ed a
quel luogo, ma che .possa veramente caratterizzare la relazione fra Fratelli per
tutto il resto della vita e della nostra attività. A che ,pro celebfare una libertà esteriore die abbiamo ricevuto se non approfittassimo nemmeno di quella interiore che
Dio ci ha dato e ohf nessuno ci può togliere, di amarci e di andare d’accordo
fra fratelli? .
Desideriamo esprimere il nostro sentito
ringraziamento ai membri del Concistoro
e loro collaboratori ^lie Iianno curato la
preparazione deU’Agape fraterna ed in modo particolare il Diacono Levy Peyronel e
la sua Signora ohe anche quest’anno hanno accettalo la responsabilità e diretto in
modo eccellente ogni^cosa, fin nei minimi
particolari.
II 19 i giovani hanno preparato a Villasecca una simpatica serata abbastanza ben
frequentata e die ha forse dato modo di
ripensare alcune questioni importanti della nostra responsabilità gli uni di fronte
agli altri. Un parti<pòlare ringraziamento
a quanti si sono impegnàti ed hanno offerto il loro tempo ed il loro lavoro o gli
oggetti per la buona riunita di questa inanife.stazione parrocchiale.
Domenica 26 febbraio abbiamo accollo
con piacere lo studente in teologia Markus
Guidon die ha presdeduto il culto, in francese, e visitato nel pomeriggio il lempio
storico di Villasecca.
Desideriamo ringraziarlo ancora da quequeste colonne per il Contatto preso con la
nostra Comunità e rinnovargli il nostro
saluto fraterno ed augurale per la prosecuzione dei suoi studi e per il suo prossimo
viaggio attraverso la Grecia.
Il lutto ha visitato in questo mese due
famiglie della nostra Chiesa. II 6 è deceduto, dopo breve malattia il fratello Luigi
Bounous di Combagarino. Aveva 75 anni
quando una rapida malattia l’ha rapito all’affetto dei suoi cari. Il funerale si è svolto I’8 alla presenza di un numeroso gruppo di Fratelli ed amici. 11 21 abbiamo accompagnato alla sua estrema dimora nel
cimitero di Bovile, il nostro Fratello Enrico Costantin, deceduto il 19 alle Pey
rone.
Ai familiari colpiti da questi lutti ginn
ga,, ancora l’espressione della nostra soli
darietà cristiana e il Signore li confenm
nella certezza della resurrezione in Cristo
Il mese di febbraio ita portalo anche fra
noi il suo corteo di malanni piccoli e gres
si, anche se per il momento non si de
vono registrare dei casi particolarmente
seri. Desideriamo fare giungere ai Fratelli
ed alle sorelle provate dalla malattia il no
stro augurio sincero, in modo particolare
a Enrico Bounous di Combagarino, ancora
degente (mentre scriviamo queste righe i
a Pinerolo per un incidente causalo dalla
cornata di una mucca in un occhio. Mentre ringraziamo il Signore con lui per la
relativa leggerezza di questo incidente che
poteva avere delle ben gravi conseguenze,
ci auguriamo che egli possa leggere il nostro augurio già di ritorno nella sua casa.
bora
I punti obbligali dei festeggiamenti
del XVII feblrraio sono puntualmente stati
rispettati anche quest’anno. La sera del 16
i fuoiclii di gioia (ma anolie qualche « botto » meno consono forse con la solennità
dell’ora) non sono mancati all’appuntamento ed hanno illuminato il vallone di
Rorà ad opera di alcuni volenterosi dei
vari quartieri. Segnaliamo l’energia di Magna Fleurette che, ai Rumer, ha spalato
la neve per permettere di accumulare le
fascine all’asciutto. Decisamente per lei
gli anni non sembrano contare. Anzi, coll’età aumenta l’entusiasmo!
— Nel pomeriggio del 17 i bambini si
sono riuniti sul piazzale antistante il Tempio per ascoltare una breve rievocazione
storica fatta dal pastore, seguita dai canto
di alcuni inni, da giochi e dairimman-cabile merenda, nel corso della quale è stato
distribuito ad ogni bimbo un pacclietto di
caramelle, offerto dalla ditta Caffarel alla
quale va la nostra sincera riconoscenza.
— La solennità è stata festeggiata ufificialmenle domenica 19 febbraio con un
culto solenne, al quale è intervenuto, con
lutti i bambini delle Scuole Domenicali,
un gruppo discretamente numeroso di
membri di Chiesa. E’ stata celebrata la
S. Cena.
In quest’occasione la Corale ha cantato
un inno del nuovo Innario sotto la guida
della Sig.mt Edda Tourn. alla quale diciamo tutta la nostra riconoscenza per l’opera prestata.
E’ seguila l’agape fraterna perfettamente
riuscita non solo per il numero di partecipanti ma anche per la simpatica atmosfera che ha regnato.
I.’Unione delle Madri ha organizzato
ogni cosa con grande cura e diligenza e un
caldo applauso ha detto alle madri presenti in quell’occasione il vivo apprezzamen10 degli intervenuti.
Grazie specialmente alla direttrice, Sig.ra
Amilda Morel, come pure alla Sig.ra Mary
Morel die fino a quest’anno s’era assunta
questa responsabilità.
li doti. Meynet ed il pastore hanno rivolto un breve messaggio ai presenti.
— Più tardi, lo stesso giorno, abbiamo
avuto la gradila visita del prof. Rotta e
della Sig.ra Viglieno, die avevano voluto
prender parte alla nostra fesla. Essi hanno
dis'.ribiiito alcuni pacdii-dono ai bambini
delie scuole. II dott. Meynet ha dato il
benvenuto agli ospiti e il prof. Rotta Ita
rivolto un approprialo messaggio agii intervenuli. Abbiamo cosi saputo die, in seguilo al suo inleressanieiito, la Camera di
Comnierdo di Torino aveva fatto dono
alla neo-attività niaglierislica di Rorà di
una fiammante mardiina di maglieria. Al
dott. Rotta ed alla Camera di Coiramerdo
esprimiamo tutta la nostra rironosreiiza
per questo prezioso aiuto die ci è stalo
dato. L’intensa giornata si è diiusa con
una riuscitissima serata organizza,;! dalla
Unione Giovanile e die ha riscosso la dainorosa approvazione del pubblico.
— Per interessamento del past. Blaser e
delle Società Valdese di Berna abbiamo
ricevuto un generosissimo dono die ci
permetterà senza dubbio di acquistare tra
noi, molto una seconda macchina di maglieria. 11 nostro sogno di dar vita ad un
niodeslo laboratorio di maglieria sta forse
diventando realtà? Tutto lascia pensare di
si. L’interessamento di tanti non deve andare deluso. Il miglior modo di dire la
nostra riconoscenza a quanti ci hanno finora sostenuti è di metterci al lavoro con
grande impegno. Ai nostri amici svizzeri
inviamo, intanto, un pensiero di profonda
gratitudine.
RODORETTO
Dopo alcune giornate di nevischio e di
forte vento regalateci a principio mese,
febbraio ci ha portato delle giornate una
più bella dell’altra; un sole splendente e
caldo, che ha fatto diminuire a vista d’occhio il bianco strato di neve ed una temperatura mite, quasi primaverile. E’ vero
elle i luoghi poco soleggiali e l’invenso rimangono ancora molto nevosi, ma le belle
giornate die abbiamo avuto ultimamente
ci invitano ad essere pazienti nell’attesa
della buona stagione che torna.
La celebrazione della ricorrenza del 17
Febbraio si è svolta nella solita atmosfera
di entusiasmo ed il tempo particolarmente
bello ha favorito lo svolgimento delle manifestazioni, nonché la raccolta dei ginepri per alimentare i numerosi tradizionali
« falò » della vigilia. Quest’anno anche le
famiglie valdesi di Villa non hanno voluto essere da meno di quelle degli altri
villaggi, ma hanno preparato il loro bel
mucchio di paglia e fascine secche, che
venne bruciato nei campi a monte del tempio intorno ad una allegra corona di bambini e di adulti. La mattina del XVII il
corteo, guidato dal tamburino, riuniva gli
scolari con coccarde e bandiere ed i membri di chiesa nel tempio dove ha avuto
luogo un culto di ringraziamento con un
pubblico di eccezione. Vi Iianno partecipato anche i bambini delle nostre scuole,
svolgendo con impegno un ricco programma di poesie, di dialoghi e di canti. Un
plauso ai ragazzi; alla Signora E. Breuza
di Fontane ed ai Sigg. E. Tron e E. Grill,
insegnanti rispettivamente di Rodoretto e
di Campo Clot, che hanno curato la preparazione dei bambini, giunga il nostro
ringraziamento per questa loro collaborazione. Al termine della celebrazione è stato distribuito un pacco di dolci a tutti i
bambini mentre non pochi genitori hanno
acquistato l’opuscolo edito dalla S.5.V.
Come già a Natale la Corale ha serbalo
un dignitoso silenzio e per ragioni particolari non ita avuto luogo l’agape; ma vogliamo augurarci che questa simpatica tradizione non si perda del tutto nonostante
lo spopolamento che si fa sentire.
La giornata del XVH ita lascialo in tutti
un vivo ricordo insieme al monito a perseverare più solidali e più uniti nella nostra vita quotidiana, nella quale Iddio ci
chiama ad essere degli autentici parroccliiani, estranei al modo di vivere c di
pensare della nostra generazione.
Lunedì pomeriggio, 20 febbraio, un folto nucleo di parenti, di amici e di conoscenti, è intervenuto al funerale della nostra sorella Pascal Susanna ved. Pons, di
anni 80, deceduta alle Fontane dopo lunga
malattia. A lutti i familiari rinnoviamo la
espressione della nostra solidarietà cristiana. Iddio conforti questa famiglia in lutto.
INous avons eu avec beaucoup de plaisir
la visite des étudiants de la Faculté de
Théologie; au culte Mr. C. Delmonte candidat en théologie du District de l’Amérique du Sud nous a adressé un message significatif malgré sa connaissance encore
imparfaite de notre langue. L’après midi
au Reynaud il nous a passé une série de
vues sur les églises d’Amérique et nous a
entretenus avec une intéressante causerie;
son compagnon de voyage l’étudiant méthodiste Salvatore Negri nous a parlé de
sa vocation et de sa rencontre de l’évangile avec beaucoup de conviction; nous
avons reçu de la part de ces deux amis un
message de profonde édification.
Nous unissons cette semaine en cette
chronique le plus jeune et le plus âgé de
nos membres d’église; au Robers est né
cette semaine Tron Ugo Roberto et au Reynaud Tron Palmari notre doyen fêle ses 90
ans. Nos voeux fraternels les accompagnent.
Dons pour Pramol; Tron Arnaldo 1.000;
Pons Giovanni 1.000.
4
'f
pag. 4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
Ni 9 — 3 nuir80'1961
>1 MB ■ ■ I
7 giorni
i segue dalla 2.a pag.)
lìca all’assemblea dell’ONU, in marzo, e
le Izvestia criticano il governo Kennedy
per non aver fatto abbastanza pulizia nell’amiministrazione Eisenhower.
Nel Congo l’avanzata delle truppe di
Cizenga si è arrestata, mentre a Elisabethville i governi di Kasavnbu e di Tschombe
stringono nn accordo difensivo contro il
nord-est Inmumbista.
I,a Suprema Corte di Karlsruhe v'eta
come « anticostituzionale » la società televisiva fondata da Adenauer, che doveva
dare nn sostegno essenziale alla DC tedesca
nelle prossime elezioni.
MERCOLEDÌ’ 1« marzo
In Sicilia polemicJie per gli incidenti di
ieri ad Angusta; i due assessori missini
della Giunta regionale si dimettono mettendola in crisi.
Ad Orano, coprifuoco per i disordini di
ieri. Incontro a Rabat di Burghiba, Hassan II e Ferhat Abbas.
Per mancanza di spazio dobbiamo rimandare alcuni articoli e corrispondenze:
ce ne scusiamo con i collaboratori.
Borse di studio deil’AlCE
Con un po’ di ritardo ecco il risultato
dell’ultimo Concorso per l’assegnazione
delle nostre Borse di Studio.
Grazie alle generose offerte pervenuteci
fu possibile consegnare, all’inizio del corrente Anno Scolastico tre borse per un
ammontare di lire 90.000.
I vincitori sono gli Studenti:
1) Benech Plorina di Roccapiatta-Prarostino, alunna dell’ultimo anno dell’Istituto
Magistrale di Pinerolo.
2) Sappè Gianluigi di Angrogna, alunno
della seconda classe dell’Istituto Magistrale
di Pinerolo.
3) Tron Graziella di Massello, alunna
della prima classe deH’Istituto Magistrale
di Pinerolo.
Ci sono pervenute ultimamente le seguenti offerte: Bein Mirella (Torre Pellice) 2.000; Gardiol Elda Frida (Trieste)
2.000; Tron Claudio (Massello) 1.000; Gino Conte (Torre Pellice) 1.000; Ribet Liliana (Torino) 800; Jervis Lucilla (Firenze)
500; Beux Maria (Torre PeUice) 2.000;
Jalla Ada (Ivrea) 1.000; Tourn Flora (Bordighera) 500; Revel Ilda (S. Germano)
2.000; Giacone Giorgina (Torino) 2.000;
Bahna Elsa (Poanaretto) 1.000; Gay Marcella (Pinerolo) 2.000; Armand Rose Emma (Angrogna) 500; Pascal Elena (Torino)
500; Platzer Elide (Milano) 2.500; Borsa
lino Angela (Como) 5.000; Ribet Anna
(S. Germano) 500;' Rivolgo Pellegrini
Cléanlhe (Torino) lÓ.OOO; Gardiol Yvonne
(U.S.A.) 15.360. Ugo Rivoiro Pellegrini
(Torino) 40.000. Le offerte prar le nostre
Borse possono essere versate direttamente
sul c/c postale N. 2/40715 intestato al
Maestro Dosio Levi Trento - S. Secondo
di Pinerolo (Torino).
Ringraziamo lutti coloro che hanno voluto dimostrare la propria simpatia per
la nostra iniziativa mandandoci quei soldi
che ci hanno permesso di assegnare finora
27 Borse di Studio ad altrettanti studenti
bisognosi e meritevoli, che sapranno un
giorno ricompensare dii li ha aiutati dando la loro attività per il bene delle nostre
amate Valli. Il Comitato Nazionale.
Direttore resp.: Gino Conte
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Visita: Domenica 26 febbraio la Ch'esa
di Praroslino ha accolto con gioia il Sig.
Giovanni Lento, studente di 2® anno presso la Facoltà Valdese di Teologia di Roma,
in visita alle Valli con un numeroso gruppo dì studenti. Egli ha presieduto il culto
dinanzi ad una buona assemblea di fedeli.
11 suo messaggio è stato vivamente apprezzato. Si è così voluto dare im carattere tutto particolare alla « domen’ca della Facol
;à ». Pensiamo ohe il risultato è stato molli) buono. La colletta, per la Facoltà, ha
fruttato lire lO.OOfi.
Battesimi. Domenica' 26, nel corso di
una riunione famTiare, hanno ricevuto il
segno della Grazia mediante il Santo Battesimo Pastre Elda, Pastre Enrico, Pastre
Irma Renata e Pastre Rita, figli di Elìsio e
d; Bertin lima, della Ruata Cornerà. Ohe
il Signore faccia crescere questi figliuoli
in sapienza, in statura ed in grazia davanti
■1 Lui ed agli uomini, e dia ai genitori di
essere fedeli alle promesse che hanno fatto
ne! Suo Nome.
Visita di Chiesa. Il Pastore, accompagnato dagl; Anziani, ha presso che termi
nato la sua visita a tutte le famiglie della
Comunità. Un breve culto familiare è sta
I tenuto in ogni casa. Che il Signore hened’ca questi incontri per la vita delle nostre famiglie e della nostra Chiesa.
S. GERMANO CHISONE
— Non registravamo più, dal 1948, una
partecipazione così imponente ed entusiastica da parte di tutti alle tradizionali celebrazioni del 17 Febbraio.
Il corteo, guidato dalla rinata Banda Musicale di S. Germano, ha raggruppato in un
ordinato sfilare cent'naia di bimbi ed adulche hanno seguito il percorso RonchiGondini. VUla.
Il culto commemorativo si è svolto con
1 vai do concorso dei bimbi e della Corale.
Alle 12,35 il pranzo in comune raggrup) 159 persone. Il servizio è stato assicurato da un gruppo di signorine :n costume
valdese. Al levar delle ■ mense abbiamo
ascoltato con piacere i discorsi del pastore
s del sindaco di S. Germano. 11 pastore
aveva raccolto da; registri parrocchiali una
messe di notizie atte a far riflettere il numeroso uditorio. Il sig. Sindaco ha esorta) tutti i Valdes; ad una presenza più effil ace in seno alle varie attività sociali, culturali e religiose del nostro Comune. La
Banda mus'cale ha offerto quindi un con■erto di musiche rievocative dell’Emancipazione.
La sera la nostra filodrammatica ci ha
presentato la commedia di V. Calvino
« Caval'ere senza armatura » ed un doppio quartetto di uomini, ben affiatato e diretto con molta sensibilità, ha efficacementi commentato la storia di questi ult'mi
decenni vista attraverso le riflessioni di
una nonna valdese.
— La domenica 26 Febbraio il nostro
culto è stato presieduto dallo studente Pecoraro della nostra Facoltà di Teologia. La
colletta ha prodotto L. 23.080.
Si è trattato di una gradita presa di con
tatto che ci auguriamo venga rinnovata in
asTrenire.
— La nostra campagna per avere nuovi
abbonati ai giornali della chiesa ed all’Amico dei Fanciulli sta dando i primi risultati.
Nei clima del XVII c’è aria di primavera: tutto si ridesta; i mandorli pomarini sono in boccio ed annunziano la rinascila, annunziano olle la natura si prepara
a rivestirsi di fiori e di frutti quale segno
della ricchezza divina che si sprigiona nella creazione. In quel clima di risveglio i
fedeli si sono dati convegno sin dal 16
sera con i cori, la musica attorno al falò
e poi, in numero più modesto, nel tempio,
la sera per dare il saluto agli amici di Torino ed ascoltare alcuni brevi messaggi del
Pastore Ayassot, del Prof. Tron e della
delegazione .svizzera composta dalla Signora Schwarzenibach, dalla Signora Carquillat, deUa chiesa madrina di Ginevra; la
serata s’è chiusa felicemente nei locali dell’asilo con la tazza di thè, offerta dalla
comunità nostra ai torinesi; siamo lieti
deU’incontro, seppure breve, con il gruppo torinese e Io ringraziamo per la sua venuta in mezzo a noi.
H giorno del XVII ha serbato la sua nota
tradizionale: il corteo, sempre solenne e
dignitoso che si è snodato per le vie di
Porosa, con aria festosa; il culto, a carattere evangelìstico e con richiami alla responsabilità nostra nell’ora presente è stato
seguito dalla massa dei piccoli e grandi :
qualche poesia ed un bozzetto musicato,
molto appropriati per non dimenticare la
parte del passato, il canto della corale
sempre molto apprezzato hanno conferito
una nota di allegrezza spirituale; un breve messaggio della delegazione .svizzera e
il saluto agli osiiiti ci hanno dato il senso
del contatto col mondo europeo e italiano ad un tempo: oltre gli amici ginevrini
abbiamo salutato il signor Rostagno ed
il signor Olivero rispettivamente sindac!
di Po'maretto e di Inverso P., il comandante la stazione dei Carabinieri di Peroisa, il delegato della RIV signor Emilio
Travers, il segretario comunale di Pomaretto signor Perron Cabns, il geom. Merlo. Adl’agape abbiamo pure salutato il dr.
Peyrot, il sig. Baret vice-direttore del Cotonificio V. S., il dr. Angrisani, direttore
del Banco di Novara, la preside della
Scuola Latina prof.sa Balma, nonché i
direttori delle bande musicali signori Bernard e Coucourde e la direttrice della Corale sig.na .Speranza Grill. Molto graditi
ei sono giunti i messaggi del dr. Willy
Giitermann e del signor Mullimann: quest’anno è stata concessa giornata festiva da
parte del Setificio ed a tutti gli effetti e
di questo ci rallegriamo. Amici di Marsiglia e delle comunità vicine erano
pure presenti alla nostra manifestazione.
La sera, con Fintervento della banda
musicale locale la filodrammatica ha recitato con bravura e con competenza « la
Maestrina », replicata domenica sera e diretta da Otello Mainerò che ha pure presentato la commedia. A tutti inviamo un
grazie di cuore: a chi ha avuto la responsabilità della giornata, a chi ha preparato
le recite, il falò del giorno innanzi, il ricevimento, la famiglia Lageard per il
pranzo, eoe.
Auguriamoci che i mandorli pomarini
siano messaggeri di rinascita spirituale;
il mandorlo è simbolo di vigilanza; questo è il tempo di vigilanza nella preghiera, nel prendere parte alla vita della cliiesa, nel muoversi per gli interessi spirituali, nel tendere la inano ai bisognosi, nel
prendere a cuore la vita sociale, nel recare ai compagni di lavoro il significalo
del XVII, vale a dire la gioia di aver
conosciuto il Salvatore e di consacrare la
propria vita per Lui.
II XVII febbraio è l’occasione di manifestare, direi in forma più solenne,
quanto in privato, nella vita di ogni giorno manifestiamo in silenzio della nostra
fedeltà a Dio, della noetra vita nuova, rigenerata dallo Spirito, perchè gli altri di
fuori scoprano che siamo stati con Gesù.
Diversamente, se rientriamo nei ranghi
di quelli che vivono secondo la mente del
presente secolo corrotto, vuol dire che la
data è rimasta una bella festa sulla quale
il sipario è calato senza lasciare nessuna
traccia di rinnovata consacrazione al Signore della Vita, al datore della Salvezza e della gioia.
La nota dolente del 16 sera è lo scoppio dei petardi che ha amareggiato molti
e induce a rivedere il programma del 16
perchè non si trasformi in un carnevale.
Siamo lièti di aver teso la mano ai fratelli e le sorelle che hanno scioperato.
Coisi pure siamo stati lieti di aver leso la
mano ad un gruppo di bisognosi di altra
fede. Quelli della nostra chiesa che non
hanno ricevuto sono pregati di dircelo.
Ringraziamo mollo la comunità di Biella
per la sua offerta, e gli amici che ei hanno
mandato la loro offèrta.
BOBBIO PELLICE
Sabato 25 febbraio ;abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale della nostra sorella Bonjour
Anna vedova Pontei deceduta alla età
di anni 77 alla sua abitazione in Via Cromwell il giorno 23 febbraio. Sapevamo ohe
le sue condizioni di salute non lasciavano
adito purtroppo a speranze di guarigione,
ma la sua fine improwisa ci ha tutti sorpre.si e turbati. La nostra sorella lascia il
ricordo di una vita vissuta neirumiltà e
nella fede serena nel suo Signore. Alle figlie, ai nipoti, ai parenti tutti ridiciamo
la nostra viva e fraterna simpatia cristiana
in quest’ora di lutto; fidenti nelle sicure
promesse della risurrezione in Cristo il
Signore. i!
Domenici 26 febbraio la nostra Comunità ha ricevuto la gradita visita del sig. Vezio Incelli studente del 2» anno presso
la Facoltà Teologica Valdese di Roma.
Egli ci ha rivolto Un efficace messaggio al
culto nel Tempio ed il pomeriggio ha vivamente interessato le mamme, dopo uno
studio biblico introduttivo, parlando loro
dell’opera e della vita della nostra Facoltà
e del campo di evangelizzazione nel Basso
Lazio. Al sig. Incolli il nostro ringraziamento e saluto fraterno.
Domenica sera, la nostra UGV del quartiere di Campi-Cairu's si è prodotta nel nostro teatro dandoci un’ottima recita : « La
notte del vagabondo » di G. Perico, accuratamente preparata. Un buon pubblico ha
lungamente acclamato i bravi attori che
si sono sobbarcati ad una non lieve fatica
ed ai quali esiprimiamo il nostro cordiale
ringraziamento per la bella serata, e. a.
TORRE PELLICE
Anche la nostra comunità ha ricevuto
con vivo piacere la visita degli studenti
della nostra Facoltà teologica. Alloggiati
alla Foresteria, sabato mattina hanno visitato gli istituti della nostra cittadina, e
a pranzo sono stati ospitati in numerose
famiglie. Domenica d praeses (presidente
eletto dagli studenti) Paolo Sbaffi ha presieduto la Scuola Domenicale e il culto nel
tempio del Centro. Siamo stati molto lieti
di questa visita e di questa presa di contatto, ohe ci auguriamo possa ripetersi.
Ricordiamo che per domenica 5 marzo,
alle ore 16, è indetta una riunione fraterna nella Sala unionista per dare il pubblico bentornato al Fasi. Giulio Tron che abbiamo rivisto con piacere do mezzo a noi
e a cui auguriamo un sereno soggiorno.
I familiari di
Margherita Pons
ved. Dalmas
ringraziano commessi tutti coloro che
hanno preso parte al loro dolore.
Villar Pellice. 22-2-61.
Le famiglie Jouvenal, BoSr ed Allio,
nell’impossibilità di farlo personal
mente, desiderano ringraziare di cuore tutte quelle persone che hanno voluto essere loro vicine in occasione
della dolorosa scomparsa della loro
cara
Nettie Allio
in Jouvenal
testimoniando cesi di quanta simpatia Ella aveva saputo circondarsi durante il Suo pellegrinaggio terreno.
Un ringrariamento particolare essi
desiderano qui esprimere al pastore
Gianni Bogo e famiglia ed alle sorel
le della Chiesa Valdese di Vallecrosia.
« Etemel, Tu es près de moi »
(Ps. 119: 151)
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