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Spett.
biblioibca valdese
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 49 ABBONAMENTI 1 Beo : L. 1.300 per l’interno Eco e La Lucei L* 2.000 per l’intenio Spediz. abb. postale ■ I Grappo 1 TORRE PELXiICE — 9 Dicembre 1960
Una copia Lira 30 1 L. 1.800 per l’estero L. 2.80Ò per l’estero Cambio d’indirizzo lira SO 1 Ammìn. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-1755?
LA VISITA ROMANA DEL DOTI. FISHER
Da Canterbury a Rom
via Gerusalemme-lstanb
La tanto attesa e discussa visita
romana del Dott. Pisher, arcivescovo
di Canterbury e primate della Chiesa
anglicana, ha avuto luogo. Le riserve
formulate in un nostro breve corsivo
(«Molto chiasso per poco o nulla»)
-- rilevate, con opposti sentimenti, da
« La Gazzetta del Popolo » di Torino,
« Il Messaggero » di Roma, « Il Resto
dei Carlino » di Bologna, « Il Gazzettino» di Venezia e da «Il Lavoro»
di Genova — erano dovute alla campagna impegnata da molta stampa nostrana, tendente a vedere nella visita
del primate anglicano al pontefice romano un segno di nostalgia verso il
cattolicesimo romano : e niente era
più assurdo e falso (1). Siamo lieti,
oggi, di poter riferire che la visita, di
cui si è talora sopravvalutata l’importanza, si è svolta nel modo più chiaro, in una cordialità senza ambiguità ; e che il Dott. Pisher, a Roma, non
ha certo trascurati i rapporti con i
fratelli evangelici.
Reduce da Gerusalemme, dove ha
visitato personalità anglicane, e da
Instanbul, dove si è incontrato con
il Patriarca ecumenico della Chiesa
ortodossa, Atenagora, il dott. Pisher
è giunto a Ciampino giovedì pom. 1
dicembre; a segnare il fatto che la
sua visita in Vaticano era « una visita bella, ma non ufficiale », non erano ad attenderlo personalità cattoliche. Nello stesso pomeriggio, l’Arcivescovo ha avuto, nella biblioteca della Chiesa anglicana di Roma, in Via
del Babuino, un incontro con rappresentanti del Consiglio Pederale delle
Chiese Evangeliche d’Italia: il Past.
Mario Sbaffi, presidente, i Past. Ermanno Restan, /Guido Coraba, Roher-^
to Comba, Manfredi Ronchi e il Dott.
M. Girolami. L’ospite ha dato un carattere di familiarità e grande cordialità aH’incontro. Dopo le presen
tazioni e lo scatto di varie fotografie,
il Moderatore Rostan ha letto in inglese il messaggio ufficiale (riprodotto qui sotto); quindi il presidente
Sbaffi gli ha offerto un ricordo: una
piccola, antica lampada ad olio delle
catacombe.
Il Dott. Pisher ha ascoltato attentsmente il messaggio, manifestando
più volte il suo consenso. Rispondendo — sia pure non in modo ufficiale
— ha espresso il suo compiacimento
per ì sentimenti cristiani che animar
no il messaggio, ha avuto parole di
comprensione e d’incoraggiamento per
le minoranze religiose, ha sottolineato l’importanza dei colloqui e degli
Incontri sul piano della fraternità
cristiana, al di fuori di ingiustificati
sospetti. Guardando commosso la piccola lampada, il suo pensiero è andato alla prossima conferenza ecumenica di New Delhi (si terrà l’anno prossimo, proprio in questi giorni),
il cui tema centrale è: Gesù Cristo,
luce del mondo.
Quindi, nella sottostante « All
Saints Ohurch of Etigland» si è tenuto il culto/ con la partecipazione
di una assemblea numerosa e raccolta, in cui si nptavano i rappresentanti, oltre che delle Chiese evangeliche
italiane, di luterani e di ortodossi. La
lettura biblica è stata fatta dall’Ambasciatore britannico, mentre il Past.
Pisher ha predicato sul testo Giov.
8: 32 : « La libertà vi farà liberi » ; il
predic.atore ha insistito in modo significativo sulla libertà nella Verità,
e Ila affermato tra l’altro: «Giurisdizioni rivali possono coesistere oaciflcamente, cooperare e creare. Questa
à ria verità mercé te 'quale tutte leChiese sono libere in Cristo, gloriosamente tutte libere insieme per Cristo e per la vera unità della sua Chieda. Dico volutamente unità e non
Il saluto evangelico
al Primate anglicano
L’indirizzo rivolto al Dott. Fisher dal Consiglio Federale,
nell’incontro avuto con lui nella Chiesa anglicana di Roma
Vostra Grazia,
il Consiglio Pederale delle
Chiese Evangeliche d’Italia desidera innanzi lutto esprimervi
la propria riconoscenza ed il
proprio compiacimento per que
sto incontro che Voi avete reso
possibile e per il quale «rendiamo grazie a Dio e Padre nel n()me del Signor nostro Gesù Cristo » (Efesini 5: 20).
Noi tutti conosciamo l’amore
che Voi portate alla causa dell’ecumenismo e la speranza con
cui guardate alla possibilità di
rapporti più aperti e maggiormente costruttivi tra le Chiese,
malgrado le differenze notevoli che esi,stono tuttora in serio
alla Cristianità. Possiamo' assicurarvi che anche noi nutriamo lo stesso amore e la stessa
speranza riguardando, come Voi
a Colui che « opera in noi il volere e l’operare, per la sua benevolenza» (Pilìppesi 2: 13).
Il Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche d’Italia ha
oggi per la prima volta il privilegio di incontràrVi a Roma.
Esso rappresenta alcune Chiese
di antica e ben nota tradizione
protestante. Innanzitutto la
Chiesa Valdese le cui origini risalgono ad alcuni secoli prinia
della Riforma; la sua storia e
la sua testimonianza evangelica
hanno avute una eco notevole
nelle nazioni protestanti d’Europa. Accanto ad essa vi sono
altre Chiese Evangeliche: particolarmente la Chiesa Metodista
e quella Battista che rappresentano in Italia alcune fra le più
grandi denominazioni evangeliche mondiali.
Come evangelici, siamo in Italia una piccola minoranza. Conosciamo la nostra debolezza e
le nostre limitazioni; ma non
pensiamo p*?r questo che la no
stra presenza sia senza significato o che la nostra azione debba essere inefficace. L’Evangelo
di Cristo è « potenza di Dio per
la salvezza di ogni credente »
(Romani 1: 16); noi crediamo
in quella « potenza » e ci adoperiamo a diffondere nella nostra
patria, insieme con tutti i sinceri cristiani, la Parola di Gesù Cristo.
La Vostra venuta a Roma è
soprattutto in vista dell’incontro col Papa Giovanni XXIII,
Capo della Chiesa Romana.
Consideriamo questo Vostro ge
sto come un fatto dì notevoie
importanza ; ci auguriamo ciie
esso apra la via ad una maggio
re comprensione tra tutte le
Chiese e favorisca una più effl
cace testimonianza cristiana nel
mondo al servizio di tutti i popoli al di là di ogni contrasto
ideologico.
L’unità della Chiesa, di cui
tanto oggi si parla, non è scopo
a sè stessa, ma è in vista deila
evangelizzazione del mondo.
Sappiamo però, insieme con Voi,
di dover operare per renderla
visibile, non necessariamente
nella uniformità ma, come seri
veva l’Apostolo Paolo, « seguitando verità in carità, afflnciiè
cresciamo in ogni cosa verso
Colui che è il capo cioè Cristo»
(Efesini 4: 16).
Con questi sentimenti nell’animo Gl rallegriamo per ogni
Vostra azione sul piano ecumenico, in un mondo che ha bisogno di conoscere l’amor fraterno e la riconciliazione operata
da Gesù Cristo.
A nome del Consiglio Federa
le e delle Chiese Evangeliche
d’Italia formuliamo i nostri migliori voti per la Vostra persona e pei la Vostra attività, sotto la guida dello Spirito di Dio.
sè svolta la visi.i I>er circa un'olàvata del ponte
unione, perchè l’uh^wje è problema
giurisdizionale, menti® l’unità è una
cosa dello Spirito e*è reciproco amore fra le Chiese ». R^rèndosi alla sua
visita in Vaticano, irDott. Fisher ha
eletto ; « Per la prim|i volta in 4(X) anni un arcivescovo d|^ Canterbury viene a Roma nella sm'qualità ufficiale, non per protesta lo lamentarsi,
ma per salutare Su^Santità il Papa
(qui il Dott. Fishermeve permetterci
di dichiarare il nos®o disaccordo su
questa designazione Sffie, pur- entrata
nell’uso comune, no® pc«siamo accettare nel modo più ^fetto. ndr.) nello
spirito di cortesia fratellanza
cristiana. Questo pefeva avvenire ed
io potevo proporre la mia visita solo
perchè il Papa ave% reso noto che
mi avrebbe ricevuti nel medesimo
spirito di cortesia Hèlla fratellanza
cristiana. Ecco dun(& un giorno del
Signore, simile a lì^ti altri giorni
del Signore, sempli^, non spettacolare, quasi impercepiblle, come un
flato di un’ancor voce dello
Spirito Santo».
Venerdì mattina s
ta a Giovanni XXI]
ra, nella biblioteca \
fice. L’incontro, strettamente privato
e su cui non sono ^ti diffusi molti
particolari, è stato tromunque cordiale: non ci è dato di impere quali temi
sono stati affrontati <ihel colloquio, relativamente lungo rispetto alle consuete udienze pontv&ie; è stato in
ogni caso quanto improprio definirlo, come quaicuno ha fatto, «il
santo vertice ». e piaticamente non
si dev essere spinte «tre una cardiale vrita di eoriiesi jtr un rallegrante seirtHnentcf di fi#ern¡tá'cristlantf
inconcepibile solo pochi anni or sono.
Non sono mancate le. pur garbate,
note polemiche, quasi in risposta alla
predicazione dell’àrcivescovo ; « La
verità vi farà liberi»; infatti il giorno precedente, nella sala del Trono,
che l’ospite ha dovuto attraversare,
ai baldacchino era stato apposto uno
striscione con la scritta « Ubi Petrus
ibi Ecclesia » ( Dovè è Pietro, ivi è la
Chiesa), e fra i doni scambiati, Giovanni XXIII ha offerto al Dott. Fisher una grande medaglia che interne alla sua effigie reca il suo motto« Oboedentia et Pax », mentre l’ospite. nella biblioteca privata, è stato
fatto sedere di fronte ad un grande
aiazzo raffigurante la pretesa « consegna delle chiavi » a Pietro da parte
di Cristo... Pare che più importante,
concretamente, sia stato il colloquio
del primate anglicano con il card. A.
Bea, presidente del segretariato per
l’unione, creato in vista del Concilio
Vaticano : esso -— secondo un comunicato ufficioso — è durato circa mezz’era, e « la maggior parte della conversazione ha avuto argomenti di carattere generale circa le relazioni tra
le diverse Chiese cristiane»; che non
si parli più solo di « fratelli separati »
ma di « diverse Chiese cristiane » è
pure una cosa importante, il segno di
uno spirito nuovo, sinché se nulla muta nella dogmatica ^cattolica.
Tornato a Londra, l’arcivescovo ha
confermato di aver ricevuto in Vaticano l’accoglienza più cordiale; il che
non significa che tutta la Curia sia
stata entusiasta della visita : 1’« Osservatore Romano» non ne ha fatto
parola, l’organo dell’Azione Cattolica
a Noi uomini », aveva e.spresso ampie
riserve, e la « Civiltà cattolica » era
uscita dal silenzio solo — pare — in
seguito a pressioni superiori.
In complesso, la visita ha avuto il
merito di richiamare l’attenzione del
nostro paese, sia pure in modo esteriore, e di permettere che si manifestasse questo spirito nuovo, più cordialmente fraterno, e non paternalistico, della suprema gerarchia romano. Certo, sul piano ecumenico, si ha
rimpressìone di essere ai primissimi,
esitanti passi su una via che nei rapporti fra le altre Chiese è già stata
percorsa, malgrado le difficoltà, per
ben più ampi tratti.
La sera del 2 dicembre ha avuto
luogo all’Ambasciata britannica un
ricevimento in onore dell’illustre ospite; invitati e presenti, in mezzo ad
una folla di autorità civili e religiose,
1 rappresentanti del Consiglio Federale.
(1) Rifiutiamo pure recimmente la ’'politicizzazione” dell’incontro, operata da molti {fra cui L. Salvatorelli su La Stampa),
secondo cui si vede e auspica il riavvicinamento delle Chiese in funzione della
"difesa morale dell’Occidente”. La Chiesa
di Cristo non riconosce barriere e cortine.
faWEMTO = 3
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Il Forte pietoso
Ruth 2 e 3
Su questa parte centrale del libro di Ruth, non potremmo dire meglio di quel
che ha scritto su La Via protestante (23.10.1959) Bdmond Jeanneret: riportiamo
buona parte della sua meditazione.
La fede che non opera è morta. Così Ruth, appena arrivata a Bethlehem, si mette al lavoro. Per caso, pare (ma non si tratta affatto di
un caso) va a spigolare in un campo che appartiene ad un certo Boaz.
E Boaz giunge appunto da Bethlehem: «L’Eterno sia con voi! dice
ai mietitori; e questi; « L’Eterno ti benedica! ».
Ma chi è Boaz? Nessun altro nella Bibbia porta questo nome, eppure Boaz non è il solo a portarlo. E’ dato ad una delle due colonne che
si trovavano all’ingresso del tempio (1 Re 7: 21) e significa: il Possente,
il Forte. Questo nome di portata eccezionale ci indica che con Boaz siamo di fronte allo svelarsi di Dio. Boaz è il signore della messe. Ci è presentato come non avente moglie, non ha attorno a sè che dei servitori e
delle serventi; e appena giunge nel suo campo, un dialogo liturgico si
leva fra lui ed i suoi. Siamo qui davvero in Terra santa, là dove il Signore è rettamente invocato e dove la sua benedizione è riconosciuta
indispensabile.
Boaz ha chiesto chi era quella giovane donna, e si è avvicinato a lei. Il
signore della messe si curva verso questa spigolatrice e subito la
chiama : figliola mia! « Ascolta, figliola mia, non andare a spigolare in
altro campo ». Dio ci vuole nella sua Chiesa, vuole che siamo suoi operai nella sua messe. Se Dio ha chiamato Ruth attraverso le sofferenze di
Naomi, se l’ha tratta fuori dal paganesimo, è perchè lavori nel campo
di Boaz, perchè entri nella comunità di coloro che invocano il suo nome
e vivono della sua grazia e che, servendo Boaz, il loro Signore, servono
Naomi, il loro prossimo. L’elezione, la fede e la Chiesa sono inseparabili.
Boaz ha lasciato cadere il suo sguardo sulla bassezza della sua serva.
E Ruth, quasi turbata da questo saluto, esclama : « Come mai ho
trovato grazia agli occhi tuoi che tu faccia caso di me che sono una straniera? » — « M’è stato riferito tutto quello che hai fatto per la tua suocera ». E la Moabita comprende di colpo che ciò che ha fatto per quella
povera donna, è come se l’avesse fatto a Boaz stesso! Ciò che Ruth ha
fatto laggiù, nelle pianure di Moab, ciò che nessuno,,a parte Naomi, ha
visto, Boaz ora lo ricoTxia davanti a tutti i suoi servitori! E perchè Ruth
non possa dubitare della sua entrata nel Patto, è invitata dal Signore
della messe a prender parte al pasto dei mietitori.
Notiamo terminando che ciò che Ruth riceve dalle mani di Boaz, lo
condividerà con Naomi, poiché è sempre in vista del nostro prossimo
che Cristo ci rivolge la sua Parola e ci dà il Pane della sua tavola.
Il Presidente delPUrugua^
vìsita varie città italiane
Da alcuni giorni è in Italia il Presidente della República Orientai del
Uruguay, Benito Nardone. Egli ha già
visitato numerose città — compreso
il Vaticano — ed ha avuto colloqui
diplomatici a Roma. Il presidente
Nardone rappresenta il governo uruguayano che, da alcuni anni, è costituito dal partito dei « blancos » ( democristiani) dopo che questi hanno
messo in minoranza i « rojos », che
per un lungo periodo avevano avuto
la supremazia in quella repubblica
sudamericana. In occasione della sua
visita a Roma, il Moderatore E. Rostan gli ha rivolto, tramite l’ambasciata, il seguente messaggio:
Signor Presidente,
in occasione della Sua visita a Roma mi è grato esprimerLe i sentimenti unanimi di benvenuto da parte della Chiesa Evangelica Valdese.
La nazione uruguayana è ben nota
a noi Valdesi d’Italia in quanto che
essa ha generosamente ospitato migliaia dì nostri correligionari nelle
belle terre della R. O. dell’Uruguay.
La popolazione Valdese in Uruguay
fa oggi intimamente parte di quella
nazione verso cui ha un debito di riconoscenza; ma la Chiesa Valdese
dell’Uruguay è anche intimamente
unita nella fede e nella costituzione
alle Chiese Valdesi d’Italia. In occasione delle recenti manifestazioni del
Centenario della presenza Valdese in
Uruguay, ho avuto il grande privilegio, come Moderatore di tutta la Chiesa Valdese, di visitare l’Uruguay e di
partecipare, oltre a varie altre manifestazioni, alla inaugurazione del monumento al Colono Valdese sulla
piazza della città dì La Paz.
_ I Valdesi dell’Uruguay sono stabiliti, come certamente Lei conosce,
nella zona che da Montevideo va a
Colonia Vaidense, Tarariras, Ombues
de Cavalle, San Salvador, Paysandù.
Ho constatato come essi abbiano
contribuito durante cento anni di storia al progresso sociale e morale delia nazione uruguayana. Sono stato
lieto di vedere che l’ispirazione della
loro vita ha la sua sorgente nella eredità spirituale del passato e nella
semplicità della loro fede cristiana.
Signor Presidente,
a nome della Chiesa Valdese in
Italia e nell’Uruguay, ho il piacere di
esprimerLe un sincero pensiero di riconoscenza e di formulare i miei voti migliori per la vita e la prosperità
della nazione Uruguayana.
Distinti ossequi.
Ermanno Rostan, Moderatore della Chiesa Valdese
E’ tempo di scioperi. Hanno scioperato
universitari palermitani per avere una
sede adatta, studenti medi di varie città
« per l’Alto Adige ». Ma questi scioperi
sono, con sfumature diverse, una ridicola
parodia di un elemento estremamente serio
e grave del mondo del lavoro. A Milano
hanno scioperato gli elettromeccanici, e
si sono messi in agitazione in tutta Italia
i lavoratori del commercio ; si annuncia
uno sciopero dei ferrovieri, degli autoferrotranvieri, dei dolciari e dei dipendenti
dei Monopoli di Stato ; anche gli insegnanti medi hanno deciso uno sciopero
di due giorni. (Juesta coincidenza non può
essere del tutto fortuita, per quanto la solidarietà di tutti i sindacati indichi che
non si tratta in primo luogo di un movimento politico. Ma pensiamo con particolare simpatia ai lavoratori lessili, queste
cenerentole delle maestranze industriali.
Tempo di scioperi
• che proprio nelle nostre Valli hanno impegnato uno sciopero rivendicando una
revisione salariale. Solidali con i vari altri stabilimenti piemontesi, gli operai del
Cotonificio Val di Susa, a Perosa, scioperano ormai da molti giorni, con un’astensione die Ila spesso toccalo il 100% ; negli
ultimi giorni anche gli operai degli stabilimenti Mazzonis sono entrati in agitazione presentando ah'une richieste, fra cui il
versamento di un premio di produzione.
Auspichiamo che accordi possano presto
essere raggiunti in entrambi i complessi
lessili, con raccoglimento delle richieste
operaie che, sia pur dal di fuori, ci sembrano giuistificate e ragionevoli; ed esprimiamo agli operai e alle loro famiglie la
nostra simpatìa in questo momento difficile che, specie a Perosa, sì prolunga con
inevitabile disagio.
L’ECO
2
pag. 2
li’ECO DELLE VALU VALDESI
9 dicembre 1960 — N. 49
UN LIBR©:iCH£^"AlU'PÄ’A PENSARE
Del servizio militare
Qual’è, o quale dovrebbe essere, la
posizione del cristiano di fronte alla
obiezione di coscienza? E’ lecito ad
un cristiano di impugnare le armi
per difendere sè e le sue cose, la sua
patria, per esemjño? Esistono delle
guerre « giuste » e delle guerre « non
giuste »? Sono domande che ritornano del continuo nella vita della Chiesa (e della Chiesa Valdese). Ogni
tanto qualche spirito inquieto solleva il problema (com’è accaduto di recente anche nelle colonne del nostro
settimanale) ed il lettore ne rimane
turbato; ha l’impressione che, dopo
tutto, forse sarebbe meglio non sollevare certi problemi così « difficili ».
Però il problema esiste e lo stato
di disagio permane: e permane anche in quei paesi come gli Stati Uniti dove si riconosce al cittadino il
diritto di non impugnare le armi,
perchè, come è stato giustamente osservato, anche questa non è una soluzione cristiana. Infatti si tratta, in
questi casi, anche in questi casi, di
un’abdicazione della coscienza cristiana; si proclama che la guerra è
violenza, si rifiuta di sparare, ma si
autorizza gli altri a farsi ammazzare
e ad ammazzare !
Risposta semplice: leggere l’Evangelo e metterlo in pratica. Senqnchè
la Chiesa questo Evangelo l’ha sempre conosciuto e annunziato. Eppure proprio la Chiesa è stata, ed è tuttora, incerta e divisa.
La Chiesa!
Ma quale Chiesa? Quella di Roma,
di Lutero e Calvino, degli Anabattisti e dei Mennoniti?
Ed allora noi ci volgiamo, naturalmente, alla Chiesa «primitiva», alla
Chiesa dei martiri, perseguitata ed
oppressa dagli imperatori. Evidentemente la storia non sostituisce l’Evangelo, nè la tradizione può soppiantare l’esegesi bi’olica. Però la conoscenza dei fatti e delle interpretazioni è pur sempre utile, perchè ci
permette di renderci conto della complessità dei problemi ; ci aiuta a sentirci umili nella nostra ricerca, perchè altri hanno cercato e sofferto
nella loro ricerca.
Queste lapalissiane osservazioni
sono più che utili in questo caso, nel
quale, come non mai, ogni ricercatore ha l’impressione di scoprire il
problema (e di averlo risolto) per
primo, pronto a lanciare fulmini e
denuncie contro la Chiesa indifferente ed insensibile. Eppure nessun
problema come quello della violenza
e non violenza del servizio militare,
ha occupato e preoccupato la Chiesa
attraverso i secoli. Che non sia riuscita a dare una risposta soddisfacente dovrebbe per lo meno dimostrare che il problema è complesso e
di non facile soluzione.
Jean Michel Hornus con un documentato ed interessante sag^o: Evangile et Labarum (1) ci aiuta a
meglio comprendere il problema. E’,
0 vuole essere, una storia deU’atteggiamento della Chiesa, nei primi secoli, fino a Costantino ed all’editto
di Milano, di fronte al problema del
servizio militare. L’autore si pone sul
piano della storia per cercare di definire obiettivamente quale sia stato
l’atteggiamento delle Chiese (o della
Chiesa). Ed è una storia in cifi luci
ed ombre sono così indissolubilmente legate, che la penombra rende difficile un accertamento definitivo.
11 silenzio regna per lunghi decenni, ma è diversamente interpretato
1 Cristiani erano una minoranza,
quindi nessuno si interessava a segnalare il loro servizio militare, compiuto come qualsiasi altro cittadino.
Ma si può ovviamente sostenere la
tesi contraria. Quando si hanno i
primi documenti, il problema si complica; è indubbio infatti che ad un
certo punto il problema si è posto;
dunque, se vi era il soldato che si
rifiutava di prestare il suo servizio
militare e provocava uno scandalo,
ovviamente ciò significava che altri
obbedivano disciplinatamente (come
alcuni documenti sembrano prova
re). Ma anche qui è quistione di interpretazione di fatti e documenti
non ancora numerosi.
E quando i documenti diventano
più numerosi e le comunità e la Chiesa intervengono, il problema si complica ancora; infatti i cristiani rifiutano il servizio militare in quanto
manifestazione di violenza (non uccidere), oppure si ribellano ed affrontano il martirio perchè il servizio militare ed il giuramento militare sono
connessi con cerimonie pagane ed
idolatre?...
E’ una discussione che trova divisi
gli studiosi ; sottile, ma fondamenta-1
le II nostro autore, con acute argomentazioni che ci sembrano però di
natura più teologica che fondate sui
fatti, ritiene di poter concludere che
i cristiani che rifiutavano allora il
servizio militare lo facevano per obbedienza al comandamento: Non uccidere. Egli stesso però riconosce che
anche così il problema storico non è
risolto.
* * *
Ma l’atteggiamento della Chiesa,
qual’è stato?
Hornus ne delinea lo sviluppo iri
pagine molto interessanti, perchè
mette in evidenza che la Chiesa è
stata, in qualche modo ed in qualche
misura, fin dalle origini consapevole
della gravità e complessità del problema che non può essere risolto isolatamente, in quanto non è che un
aspetto della vocazione del cittadino
cristiano: l’uomo che ha due patrie:
quella terréna e quella celeste.
Ponete l’accento sulla patria terrena: avete l’affermazione, che risuona
attraverso i secoli, del cittadino che
può e deve fare il servizio militare.
Scuola Latina di Pomaretto
Doni e contributi volontari
ricevuti tino al 30 novembre
Ida e Teofilo Pons (Torre Pellice), Lire 1.000 — Prof. Luigi Micol, in memoria
maestro E. Raima l.OOO ■— Paolasso Aldo
e Gilberta (Villar Perosa) 2.500 — Giordano Andreina (S. Germano Chisone) 5.000
— Villielm Roberto (Pomaretto) 1.500 —
Barai Gino (S. Germano Chisone) 2.000
C-enre Anna (Pomaretto) 2.000 — Bertalot
Dino (Prali) 2.000 — Richard Nadina
(Frali) 2.000 — Grill Franco (Prali) 2.000
— Maria Luisa Pons Karrer^ (S. (fermano
Chisone) 500.
che è pronto ad uccidere il nemico,
ma che si rifiuta di combattere contro i fratelli: l’appello dei vescovi
cristiani a resistere ai barbari che invadono la Gallia, l’Italia, l’Africa.
Ponete l’accento sulla patria celeste: avete il rifiuto di operare nei
mondo, l’evasione, la rinunzia ad ogni impegno ad essere il sale della
terra.
Sono due interpretazioni che si accompagnano nella storia dei primi
secoli della Chiesa, che si sovrappongono, si urtano e finiscono con l’annullarsi tragicamente nel compromesso del periodo di Costantino. ■
La cristianità si identifica (o teride ad identificarsi) con la società civile: una .società cristiana, uno stato
distiano, un esercito... cristiano.
Hornus segue questa evoluzione
con paziente indagine; la descrive
con appassionato amore e la fa sentir cosa viva. Vale la pena di fare
uno sforzo per comprendere anche
certe espressioni come « guerre escatologiche » più proprie del linguaggio
teologico che di quello storico. Cl.
(1) JEAN MICHEL HORNUS: Eyan
gilè et Labarum, Labor et Fides,
Genève 1959.
A la confiante vieillesse
Nous avançons toujours vers les cimes voilées
Sous le poids du cruel outrage des années
Mais au delà des monts nous savons, que le ciel
Révèle à notre espoir un triomphe étemel.
Le mal est passager et le bien se révèle
En gagnant un à un les degrés d’une échelle
Qui transforme en soutien chaque hostile échelon.
Le mal — rival du bien — est l’ami redoutable
Qui veut nous amadouer en se montrant aimable
Pour mieux donner le change à la crédulité
D’un penchant trop humain de la chair hérité.
Faisons face à la nuit! Décelons sous les charmes
D’un état décevant les mortelles alarmes
Qui menacent les bons en cachant sous les fleurs
Leurs poisons délicieux et leurs traits destructeurs.
Ce n’est qu’en combattant à l’heure ténébreuse
Que l’on peut conjurer la suite désastreuse.
C’est là qu’un renouveau de notre être sourit
Comme un rayon confiant au plus fort de la nuit
Et l’on saura bientôt qu’une aube incomparable
Viendra combler les coeurs de joie insoupçonnable.
Giovannîno
Fede e progresso sociale nel messaggio di Bichard Wright
Il negro americano Richard Wright,
scrittore di fama mondiale, è improvvisamente deceduto per infarto, a soli
52 anni di età, a Parigi, dove egli viveva da anni, insieme con la sua famiglia, dopoché i pregiudizii razziali
gli avevano reso sgradevole il soggiorno nel suo paese di origine.
Negro, egli ha sempre scritto di negri, trasferendo nelle sue opere im cocente risentimento verso un ambiente ostile, connaturato in lui, forse ancor più che per la sua appartenenza
al decimo colorato della popolazione
statunitense, per l’infanzia triste, aspra e difficile che gli è toccata in
sorte. Ed in questo senso, sia detto per
una necessaria differenziazione da al
tri autori americani che hanno come
lui trattato il problema negro, egli
non ha mai mancato, accanto all’atto di accusa contenuto in tutte le sue
opere letterarie, di far udire la voce
della speranza verso tutti i sacrificati, senza distinzione di razza. Un tale messaggio non poteva in qualche
modo non avvicinarlo spiritualmente
all’altro grande negro americano, il
premio Nobel per la pace R. J- Bunche.
Piglio di un contadino-operaio del
Mississippi e di una maestra rurale,
Wright vide la luce nel 1908 a Natchew. Aveva cinque anni quando suo
padre abbandonò la famiglia lasciando la moglie a tirar avanti da sola,
a prezzo di sacrifici che pregiudicarono la sua salute, al punto da ridurla
in letto, di li a poco, completamente
paralizzata. Per il ragazzo ebbe allora inizio una penosa peregrinazione
di casa in casa presso parenti che
provavano gravi difficoltà a mantenerlo e a provvedere alla sua educazione, sia per le ristrettezze in cui
tutti si dibattevano, sia per lo spirito
ribelle ed insofferente di cui il pie
colo dava continue prove (questo periodo è magnificamente descritto in
«Negro Boy»). Una sorella di sua
madre insegnava in una scuola avventista ; egli le fu affidato. Dopo
qualche anno, Wright trovò del lavoro in un ufficio postale.
La permanenza alla scuola degli
avventisti gli aveva fatto del bene;
fra l’altro, gii aveva insegnato a trovare nella lettura imo sfogo ai com
plessi che si agitavano in lui. Fu appunto un libro — il «Book of Prefaces» dei Menc’en, saggista influente
del primo dopoguerra — a ispirare la
sua decisione di diventar scrittore.
Abbandonò le poste e, a caccia di esperienze, girovagò per gli Stati Uniti, interessandosi di problemi politici
e sociali, scrivendo versi che furono
pubblicati. Sistematosi nel 1934 a Chicago, ottenne un posto nel Federai
Writers Project, emanazione del New
Deal rooseveltiano, e contribuì alla
letteratura ufficiale con una guida di
Harlem, il famoso quartiere negro di
New York. E’ di quest’epoca la sua
prima opera d’impegno, « I figli deUo
Zio Tom», quattro racconti lunghi
che gli valsero un premio Guggen
bfim e 5(X) dollari della rivista « Story ».
Nel 1938, in soli otto rnesi di lavoro,
diede alle stampe il primo romanzo,
«Paura» ( nelToriginale, «Native
Son»), che ispirato ad un caso reale,
è la tragica storia di un negro assassino. Con una potenza di espressione che richiama lo Steinbeck .sociale
di « Furore », l’ambiente, le sottili,
perfide discriminazioni razziali, la
forza inevitabile delle circostanze
vengono spietatamente additati come
reali mandanti della catena di crimini che conduce il protagonista alla
sedia elettrica.
« Native Son » fu un gran successo.
Scelto tra i « Libri del Mese », elogiato dalla critica, elencato tra i bestsellers, diede all’autore fama ed agiatezza economica. Egli potè comperare una casa per sua madre e trasfe
Problema negro o problema bianco?
rirsi al Messico per lavorare ad un
altro libro, uscito, dopo difficile gestazione, nel 1945 : « Io, ragazzo negro » (in originale «Negro Boy». Doveva all’inizio essere uno studio di
ambiente; divenne invece un racconto autobiografico in cui la figura del
protagonista si equilibra con il rilievo dato aH’ambiente negro, con descrizione precisa e minuta, pervasa
d’onnipossente intolleranza razziale.
Più recentemente, insieme con altri
scrittori di fama mondiale, come il
Koestler, il nostro Ignazio Silone, Fisher, Gide e Spencer, lo scrittore negro sconfessò in qualche modo la posizione politica da lui già assunta nel
movimento progressista negro, che lo
aveva condotto a militare attivamente nelle file del partito comunista. La
sua collaborazione al libro collettivo
« Il Dio che ha fallito », in cui sono
raccolte queste esperienze, segnò per
Richard Wright il crollo di una speranza di rinnovamento per i negri di
America sul fondamento di una dottrina politica. Non si dimentichi che
il titolo del volume (tradotto in italiano) mentre risulta un giudizio negativo, di fallimento, per tante speranze fin allora coltivate, è tuttavia
arche l’espressione dell’importanza
che quella speranza aveva assunto
per coloro che l’avevano adottata :
importanza paragonabile alla fede
religiosa in im dio.
Altri due volumi Richard Wright
scrisse dopo questa esperienza cocente ; « The Outsider » e « Fishbelly »,
in cui però la prima creatività artistica sembra un po’ diminuita di
fronte alla problematicità di un assunto che forse non era stato risolto
neppure neirintimo del suo spirito.
Quale è sostanzialmente il messaggio sociale e spirituale di Richard
Wright? Occorre premettere che sul
piano dei movimenti sociali, il problema negro è sulla via della sua piena soluzione. Come per la schiavitù,
per la tratta delle donne, per lo sfruttamento del lavoro dei minorenni, la
civiltà del XX secolo, sia pure lentamente, sta facendo giustizia delle iniquità sociali tramandate dai secoli
passati. Sforzi notevoli si vanno compiendo in tal senso, anche se non
particolarmente meritevoli di essere
segnati albo lapillo, come è invece l’uso in America ogni volta che un uomo di colore ottiene una laurea, o un
giudice federale negro adisce alle al
te cariche dello Stato, o un bollettino militare annuncia con pompa l’equiparazione del negro al bianco (anche nel diritto di morire in battaglia,
nelle Filippine o in Corea!, cioè nel
diritto di uccidere il prossimo : si ve
da l’accenno a questo problema nel
dramma « Profonde sono le radici »,
di Gow e D’Usseau), o un colored man
vince per conto’ degli Stati Uniti un
sacchetto di medaglie d’oro alle
Olimpiadi...
Ma sul piano ideale, è questa la
sola conquista, degna di questo nome? E’ 'lecito dubitarne. Alcuni arini
or sono, nel corso di una sua visita
in Italia, ho avuto l’occasione di conoscere da vicino lo scrittore oggi
scomparso. I colloqui avuti con lui
hanno autorevolmente confermato il
mio dubbio. Effettivamente, la nuova
condizione dei negri in America è assai meno il risultato di un cambiamento radicale deH’opinione pubblica
nei loro riguardi (almeno negli Stati
del Sud), quanto piuttosto di una
nuova condizione sociale. Il movimento dei lavoratori (le Tra'de Unions)
ha avuto per risultato il riconoscimento di uguali condizioni di lavoro
e di tutela del lavoro per i negri. Quel
che essi non avevano ottenuto sul
piano del sentimento, o su quell’altro, assai più importante, della dignità della persona morale, essi lo hanno conseguito sul piano del lavoro.
Chi lavora è rispettato: e nessuno gli
guarda in faccia, se sia un negro o
un nipponico o un bianco. (Sarebbe
interessante studiare come questo capcsaldo tipicamente marxista ha conquistato l’America lavoratrice ed antimarxista!).
All’uguaglianza razziale (non raggiunta) si è così sostituita l’uguaglianza sociale; non vi è più differenza di epidermide, ma di classe sociale. E siccome le classi sociali possono essere superate con il lavoro, con
il risparmio, ci sono dei negri ricchi
accanto ai negri poveri, dei negri in
automobile accanto a dei negri a. piedi, dei negri scrittori accanto ai negri scaricatori del porto.
Basta questa esemplificazione per
cemprendere che l’odierna condizione
dei negri in America, seppure enormemente migliorata negli ultirni
trent’anni (le statistiche dànno per il
1500 una media di 115 linciaggi all’anno, mentre in quest’ultimo decein
nio non ve ne sono stati, o al massimo se ne sono avuti uno o due per
anno), non è tuttavia risolta, nè potrebbe esserlo, da una legislazione del
lavoro. Si aggiunga che il problema
della discriminazione negra ha assunto, in questi ultimi anni, un aspetto particolare, pseudoculturale e pseudopedagogico, con l’atteggiamento antinegro preso — come i lettori di questo periodico sanno — nei riguardi
della integrazione, o convivenza scolastica. Sembra certo che sia questo
l’ultimo riparo dei razzisti americani: la tutela dell’inlanzia bianca dalla « contaminazione » negra l l’ultimo
episodio è della settimana scorsa, a
New Orleans, dove un pastore evangelico bianco na dovute sopportare
le ire tutt’altro che platoniche di numerose madri avversarie dell’integra
zione scolastica). Questa posizione di
falsa difesa deH’infanzia bianca è
meschina e mostra ohe ormai tutti
gli altri argomenti sono falliti; ma.
senza dubbio, proprio perchè essa è
legata a una tradizione familiare ed
assurge a mito pedagogico, sarà dura
a sparire.
Riproduco ora qui alcune battute
da una conversazione avuta con R.
W right :
— Non crede che ci sia ancora un
grande camminc da fare in proposito?
— Certamente. E questo cammino
può esser compiuto soltanto con una
idea morale.
— Vuol dire la religione?
— Sì, l’idea religiosa. Soltanto con
l’Idea religiosa si può ottenere una
piena uguaglianza fra gli uomini, fondata non sul proprio- diritto, ma sul
proprio dovere, ossia sul diritto del
mio prossimo.
— Si raggiungerà questa mèta per
quanto concerne il problema negro?
— Io ho fiducia di sì. Debbo però
cenfessare che sino ad oggi le testimonianze non sono eccessivamente
numerose.
— Ma non esistono degli uomini di
colore che sono stati chiamati a posti di alta responsabilità nelle chiese
e nelle comunità religiose?
— Ve ne sono, si, certamente. Ma
il nostro problema, paradossalmente,
non è im problema negro. E’ un problema bianco.
— Che intende dire con ciò?
— Sono i bianchi che debbono
prendere l’iniziativa della nostra totale emancipazione, non noi negri. E
per far questo, essi debbono estirpare dalle loro abitudini .sociali, ma soprattutto dalle loro persuasioni intime, il presupposto di una superiorità
della razza bianca sulle altre, di una
« mistica » bianca, di un messianismo
monopolizzatore. E se non sarà la loro fede a compiere questo miracolo,
nessuna legislazione sociale, nessun
presidente degli Stati Uniti, potrà
farlo al loro posto.
Con queste parole Richard Wright
esprimeva non soltanto una grande
verità, ma la verità che per noi credenti sta alla base di ogni programma umano, sociale o spirituale, secondo cui ogni riforma, in ogni ordine di attività, non ha da essere proposta .agli altri, ma deve cominciare
da noi medesimi: «Se tu ricordi che
tuo fratello ha un debito verso di te,
vai tu per primo dal tuo fratello e
riconciliati con lui; poi torna all’altare per offrirvi la tua offerta» (liberamente parafrasato).
Teodoro Balma
Di proposito non ho trattalo l’aspetto
puramente letterario dell’opera di Richard
IVright. Tranne j due ultim’, tutti i libri
citati esistono in versione italiana. Li rac
comandiamo caldamente a coloro die s
interessano del problema negro e delle sue
implicazioni. A cura deU’Associazione
Culturale Italiana di Torino, è stato pub
blii-ato uno studio del W. sulla poesia ne
gra, con la versione di una quarantina d
liriche. A cura di L. Berti, l’editore Fu.si ha pubbl-cato dei « Canti Negri ». Il
problema negro in America è stato affron
tato recentemente in numerosi trattati, an
clic tradotti in italiano, non tutti però pri
v' di passionalità, sia in un senso che nel
l allro. Il teatro ha diversi lavori interes
santi : oltre al citato dramma di Gow e
D’U.sseau, esiste il « Mulatto » di Langslon
Huglies, ottimamente ripreso dalla Pàvlov.!. Infine, degl: « spirituals » negri, che
documentano la religiosità tipica del mondo negro, non è il caso di parlar qui: essi
sono giustamente apprezzati ed ammirai:
anche fra noi.
3
N. 49 — 9 dicembre 1960
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag. 3
Il corriere
delle
Diaconesse
20 Novembre 1960: La famiglia
delle diaconesse di Neumiinster (Zurigo) t; riunita per assistere all’insediamento della nuova direttrice.
Nonostante l’atmosfera di gioia
che regna e che si vuol dimostrare
alla giovane diaconessa, chiamata a
una grande responsabilità (essere la
mamma di 500 diaconesse), pure non
manca la nota, così umana, di rimpianto per l’opera così feconda ed
apprezzata della diaconessa anziana,
la quale, a causa dell’età avanzata,
deve lasciare il campo.
Ma, al disopra di tutti questi sen
timenti, un inno di riconoscenza al
Signore si eleva da tutti i cuori, sia
per i doni e le benedizioni passate,
sia per il dono della nuova direttrice.
Sabato sera 19 Nov. Culto con
Santa Cena. Domenica 20. Culto solenne, alla fine del quale si procede
ad una vera e propria consacrazio
ne. Alla neo-direttrice si richiedono
le promesse di compiere tutti gl
sforzi, con l’aiuto di Dio, per svol
gere il proprio compito con scrupo
losità. Alla famiglia delle diacones
se viene rivolta l’esortazione di aiu
tarla in questo compito così difficile
Al culto segue una festicciola di fa
iidglia durante la quale apprezzati
e commoventi messaggi, alternati a
cori, vengono rivolti alle due diaco
iK'sse, le quali, alla fine, anche pren
dono la parola. '
La direttrice uscente sa che il suo
compito non è completamente esaurito. Con la sua esperienza ed il suo
suo alletto materno, così caratteristico in lei, sarà di grande aiuto alla sua compagna più giovane, e, finche potrà, ella porterà sempre il
suo contributo per il bene c lo sviluppo del!’oi)era che ha amato ed
ama.
La nuova direttrice ringrazia per
la fiducia che si vuol riporre in lei
e confida nell’aiuto di Dio e delle
sue compagne per svolgere il suo ministerio.
Voglia il Signore benedire il lavoro che si compie a Neumiinster e
in tutte le case di diaconesse del
mondo. g ^
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P&i i mòtìi ìegali ìieoìdatem di embultalQ il catalogo della Æleïia Claudiana
Visita alla Diaspora abruzzese
Alcuni gruppi d’Abruzzo ricevono con gioia la visita del Moderatore
I nostri « gruppi di evangelizzazione» di Carunchio, S. Giovanni Lipioni, Borrello e Castel del Giudice hanno avuto la graditissima visita del
Moderatore della nostra Chiesa, Past.
Ermanno Rostan, nei giorni 26 e 27
novembre.
La visita del Moderatore è sempre
gradita, certo, alle comunità, ma per
noi è stato un vero avvenimento che
et ha mobilitato un po’ tutti e ci ha
lasciato una profonda impressione e
un caro ricordo. Carunchio aveva avuto l’ultima visita del Moderatore il
23 novembre 1952, quando il Pastore
Achille Deodato venne a riconsacrare
il tempio ricostruito. Gli altri gruppi
non erano mai stati visitati dal Moderatore, neppure Borrello che è il
paese natale del Moderatore Guglielmo Del Pesco. I fratelli di questa diaspora abruzzo-molisana sono consapevoli della intensa attività che il Moderatore svolge al servizio di Dio nella nostra Chiesa, attività ogni giorno
crescente, in Italia e airEstero. Gli
sono quindi particolarmente grati per
aver dato loro un po’ del suo tempo,
sebbene essi rappresentino una parte
ben modesta nelle nostre statistiche.
Il Past. Ermanno Rostan è giunto
a Carunchio, da Roma, nel pomeriggio di sabato, 26 novembre. Subito dopo egli ha presieduto il culto nel no
TOPONIMI
delle Valli Valdesi
a cura di T. G. Fons
Drafuran: gruppo di case in territf.rio di Faetto, sotto i Puet e la Drajo.
ia Diiquiéro : case di Faetto, verso il
Sère d’Marcu. Nei dialetti alpini la
parola « diic » significa gufo, e quindi luogo adatto, luogo ricercato dai
gufi. 1615, il beai nuovo delle Duchiere. Cfr. carta di V. Grosso, 1640:
la Duchiera.
gi’Eibrancà: gruppo di case ad occ. di
Perosa, oltre il ponte dell’Albona,
lungo la strada nazionale che conduce al Sestriere. Nome di fam. og■ gi scomparso: 1617, alli Binancati;
1629, aili Branchati.
gl’Eiciassìe : casolare sulla strada provinciale, appena usciti dalla stretta di Batrèl, risalendo la vai di S
Martino, di fronte a Biboudet. Da
esca-ssar, col significato di rompere
il terreno, ridurre a cultura. 1578,
Eschiasserii. 1762, Echiasseri.
l’Eidiit: foresto di Massello, a N. del
Grosso Passet. Da « aquae ductus »
acquedotto, canaletto.
gl’Eynart: villaggio della Torre, sopra i Briinet e sotto gli Arnaud. Nome di fam. Aynard, Eynard, di cui
si ha notizia come abitante nel comune, fin dal 1594. Un Pierre Aynard risulta possidente a S. Giovanni fin dal 1463. Probabilmente di
origine provenzale. Cfr. carta di V.
Grosso. 1640: li Ainardi Henricus
Ainardus, troviamo in un doc. del
1292; ad Arvieux nel 1265.
l’Eirasso: borgo sopra il Perrero. E'
accrescitivo di « airo », luogo dove
si batte il grano, luogo adatto alla
trebbiatura. 1578, Ayrassa.
l’Eissart: villaggio di Bobbio, sopra
gli Aghit, ad or. di Villanova. Luogo boscoso recentemente lavorato,
dissodato. 1611, alli Ejssarti, sotto
Rocha Daniel.
l’Eissartèt : case all’inverso della parte superiore del vallone di Angrogna, .sotto l’Adrech. Diminutivo del
precedente. 1674, all’Aysartetto.
Enchioccia: ultimo villaggio di Angrogna, su la d. della comba dell’Infernet: in quel di Chioccia. Nel 1650
si trovano un Gian Francesco e
Gian Matteo Chioccia.
gl’Enfù: villaggio aU’inverso di Pomaretto, infossato in un ripiano erboso. Forse dal nome di fam. provenzale Amphoux o Amfossi, stabilitasi in detta località. Un Talmon
Amfoux valdese di Valputa è nel
1474 prigioniero nel castello di
Briançon. Un Petrus Anfosii, pure
della Valleputa è ricordato in un
doc. del 1359. Nel 1455 un Thomas
Amphossi è processato nel Briançonnais come valdese.
gl’Enruciou: villaggio di Faetto, a NE.
dei Trossieri. Luoghi rocciosi, in
mezzo alle rocce.
Faié: vecchio comune delle valle di
S. Martino, ricco di boschi e di faggio, donde il nome di Faeto, Faetto :
dal lat. «fagetum», luogo piantato
a faggi, bosco di faggi. Fayet è pure nome di fam. che troviamo alle
valli nel 1655. 1420, borgiata Faeti,
l’odierno Pian d’Faié. Cfr. carta di
V. Grosso, 1640: Faeto.
lu Faié: foresto all’inverso di Pramollo, presso il Sangle,
la Faiolo: villaggio dell’Inverso Pinasca, verso i confini con Pomaretto. La faggiuola, piccolo bosco di
faggio e frutto del faggio, che in
dialetto si chiama « là faia ». Nel
1636 un Gaspardo Faiolo di Dra, in
Francia, abita in Torre,
la Faltaría: cascina di S. Giovanni,
a sud dei Marauda. Località dove
si preparavano, si conciavano le
pelli. Voce aferizzata da « afaitar a». 1674, alla Fayttaria.
Farabusa : villaggio di Rorà sopra Rumer. Frabosa è una località in prov,
di Cuneo, a 15 km. da Mondavi
donde nel passato son partiti que:
pecorai ambulanti, senza sede fissa,
che si dicono oggi ancora in vai S.
Martino « frabusan ». Secondo G.
Jalla è anche nome di fam. cuneóse rifugiata alle Valli nel 1560-61.
stro piccolo tempio, presente la comunità quasi al completo, nonostante la
giornata lavorativa. Ha predicato sul
testo di I Tessalonicesi 1: 3 illustrando quali devono essere nei credenti
l’opera della lede, le fatiche deli’amore e la costanza iella speranza nel
Signore Gesù Cristo. Il gruppo di Carunchio, ormai anziano tra i gruppi
d: evangelizzazione, ha accolto con
gioia un messaggio cosi eloquente e
quanto mai appropriato alla situazione. Da 60 anni e-più il Vangelo è
predicato in questo paese, con alterne vicende. Talvolta i pastori hanno
avuto qui la residenza, tal’altra venivano a predicare, di tanto in tanto,
da sedi lontane, tal’altra ancora sono mancati per qualche anno addirittura, per mancanza di operai della
nostra Chiesa. Eppure il gruppo ha
continuato sempre a riunirsi tutte le
dcmeniche per il culto, presieduto dall’anziano o da fratelli, oppure per la
semplice lettura d^la Bibbia, per la
preghiera e per il canto degli inni al
Signore. TuttavìadI gruppo si è man
mano assottigliato, è vero, ma i rimasti, che sono i pochi fratelli di oggi,
hanno conosciuto davvero l’opera della fede, le fatiche dell’amore e la costanza della speranza, con tutte le
conseguenze che queste cose implicano in un paese religiosamente indifferente, salvo che nelle funzioni tradizionali, incapace di coerenza ai principi della fede nella vita quotidiana.
La domenica mattina, 27 novembre,
S. Giovanni Lipioni. E’ ormai noto a
tutti cerne qui la situazione sia completamente diversa. Il gruppo è sorto
da pochi anni; numericamente è ancora molto consistente; Tentusiasmo
non manca, tutt’altro; la consapevolezza della fede evangelica va maturandosi, lentamente. Due terzi della
popolazione evangelica attuale sono
costituiti dagli aderenti della prima
ora che hanno perseverato fino ad
oggi, pur in mezzo a difficoltà talvolta non indifferenti. Il resto è costituito da un gruppo di fratelli, indifferenti al primo momento e praticanlì oggi, oppure da fratelli, praticanti
allora e indifferenti oggi. Abbastanza
consistente è pure il numero di coloro che stanno a guardare, con simpatia, sì, ma senza impegno. A. San Giovanni Lipioni c’è qmndi una breve
esperienza evangelica, dominata dall'entusiasmo, ma gli occhi di tutti sono protesi verso l'avvenire che è nelle mani del Signore e che ricolma il
nostro animo di speianza.
Il messaggio che il Moderatore ha
dato durante il culto ha puntualizzato questi due momenti, il passato e
1 avvenire, del giovane e numeroso
gruppo lipionese. Applicando le parabole del tesoro nascosto nel campo e
della perla preziosa (Matteo 13: 4446) il Mcueiatore ha ricordato, con
semplici e cniare parole, che anche
qui, a S. Giovarmi Lipioni, il Regno
dei cieli è stato trovato, come per caso, in occasione del funerale (e il caso non è unico nella nostra evangelizzazione in Italia) di un vecchio, già
emigrato in America e colà divenuto
evangelico, il quale, in morte, ha voluto dare l’ultima testimonianza della sua fede esigendo (è la parola giusta) dai parenti, completamente ignari il funerale evangelico. Il quale funerale poi non è stato evangelico, per
irreperibilità di pastori nella zona, in
quelle nevose giornate invernali, ma
semplicemente accompagnato al cimitero da parte di parenti e amici. Fu
una scintilla. Quel vecchio lasciò in
casa una Bibbia che divenne un cimelio, sconosciuto a tutti, ma oggetto di curiosità. Poi venne il pastore,
chiamato per lettera sottoscritta da
molte firme. Il resto è noto.
Il tesoro nascosto, la perla preziosa,
ossia il Regno di Dio è stato cosi trovato, I contadini di S. Giovanni Lipioni si sono sentiti i protagonisti della parabola, come se proprio nel loro
campo avessero trovato questo tesoro. Mercanti di perle non sono certamente, eppure hanno capito che anche la scoperta della perla li riguardava.
Ma non basta trovare, ha proseg'uito il Moderatore; bisogna comperare,
far proprio il tesoro trovato, a qualunque prezzo. E’ una compera strana, veramente, senza contratto e senza versamento di denaro, senza opera alcuna perchè è dono gratuito di
Dio. Ebbene, ha concluso il Moderatore, questo dono inestimabile bisogna accettarlo tutti i giorni, con consapevolezza, con impegno, con perseveranza. Deve trasformare la vita.
L’avvenire del gruppo degli evangelici di S. Giovanni Lipioni fiorirà unicamente da questi presupposti. Gli
uditori semplici ma attenti e perspicaci (nei dintorni i lipionesi sono
chiamati i « filosofi » ! ) hanno capito
tutti la parola del loro Moderatore,
che era la parola di Dio e che li toccava cosi da vicino.
Nel pomeriggio, il Moderatore ha
visitato i gruppi di Borrpllo e di Castel
del Giudiee, presiedendo il culto nell’intimità delle famiglie che ospitano
i fratelli in tale circostanza, come di
consueto. Anche qui il messaggio è
stato intonato alle circostanze e, perchè no? ai ricordi personali del Moderatore. Un suo zio, revangelista G.
Bert, ha avuto la cura pastorale di
Borrello con residenza nel paese per
oltre un decennio, circa 50 anni or
seno. Il ricordo di questo' evangelista
0 della sua famiglia è ancora vivissimo, soprattutto perchè da allora nessun pastore ha avuto residenza a Borrello.
Il Moderatore ha avuto parole di
incoraggiamento ai fratelli di questi
due piccoli gruppi che più ancora degli altri sentono il peso della solitudine, per essere lontani non solo dalle grandi comunità, ma anche dalla
sede del loro pastore che solo mensilmente li può visitare.
Così ha avuto termine questa visita tanto cara e proficua. Al Moderatore vada ancora il nostro grazie phì
sentito-, da parte di tutti i fratelli.
G. Vicentini
Consiglio
Federale
L’annua tedula dei Consiglio Federale
ha avuto luogo a Roma, in via 4 Novembre 107.
Sotto la presidenza del Past. M. Sbaffi
si sono riuniti i rappresentanti delle Chiese Valdesi Battiste Metodiste e della Missione della Spezia.
La Relazione della Giunta si sofferma
ampiamente sui problemi connessi al Culto Radio ed alla pubblicazione di « Presenza Cristiana », sulle manifestazioni che
hanno avuto luogo in occasione delle
Olimpiadi, sul lavoro della Commissione
per la revisione dell’Innario, e sulle circostanze in cui il Consiglio Federale è stato chiamato a svolgere un’opera di assistenza fraterna.
Viene quindi ampiamente discusso un
progetto di uniformizzazione e successiva
unificazione delle Mutue esistenti nelle diverse Chiese. Esso non viene accettato
dalle varie Rappresentanze, ma sarà sperimentato in parte o in tote dalle relative
amministrazioni; sarà quindi ulteriormente ripreso in esame.
Un altro progetto di riordinamento del
Consiglio Federale con organizzazione del
suo lavoro per dipartimenti è stato sottoposto al Consiglio e rimane affidato allo
studio di apposita commissione.
La sessione si è chiusa colle nomine del
Past. Mario Sbaffi, Presidente, del Sig.
Mario Girolami Cassiere, e del Past. Roberto Comba Segretario.
Sette giorni
GIOVEDÌ’ 1
Per la prima volta nel dopoguerra il
ministro degli esteri jugoslavo incontra a
Roma membri del nostro governo.
I russi mettono in orbita una « nave
spaziale » con a bordo due cani, insetti e
vegetali.
In sci province del Venezuela continuano i disordini; a Caracas PUniversità e il
quartiere studentesco sono trasformati in
fortilizio.
Attraverso il porlo di Tangeri, nel Marocco, è stata consegnata al FLN algerino
la prima fornitura di armi cinesi: I.BOO
tonnellate.
VENERDÌ’ 2
II ritorno a terra della « nave spaziale »
russa non riesce cd essa si disintegra al
penetrare nell’atmosfera.
I colloqui romani del ministro degli
esteri jugoslavi portano alla firma di un
accordo culturale e di altri giuridici sui
vari problemi di frontiera; inoltre l’Italia
assicura alla Jugoslavia un prestito di 50
milioni di dollari.
Le truppe del col. Mobutu arrestano
Lumumba ed alcuni suoi collaboratori nel
Kasai. Le provincie nord-orientali sfuggono però totalmente al controllo del « governo » di Leopoldville. Nel Eatahga due
missionari evangelici sono massacrati dai
Baluba.
Al Comitato centrale del PSI prevale
nettamente la mozione « autonomista » di
Nenni; il congresso si svolgerà sul tema
da lui indicato: il passaggio dalla fase
« maissimalista e protestataria alle responsabilità del potere»; per le «giunte difficili » si afferma che la soluzione di centrosinistra deve avere carattere di globalità
da Nord a Sud.
SABATO 3
Si inaugura il tratto Bologna-Firenze dell’Autostrada del sole.
NeUa Val Padana immersa nella nebbia
tre morti e cento feriti in incidenti stradali.
II parlamento boliviano espelle l’ambasciatore francese a La Paz che aveva criticato il paese per aver accolto una delegazione del FLN algerino; la tensione fra
la Bolivia e la Francia potrebbe estendersi
ad altre nazioni sudamericane, la cui tradizionale amicizia per la Francia viene incrinata da riserve sempre più nette nei
confronti della sua politica algerina.
DOMENICA 4
In risposta all’arresto di Lumumba, si
profila una nuova secessione nel Congo:
quella della provincia orientale, con Stanleyville capitale, controllata da seguaci
di Lumumba, filosovietici; anche nelle altre regioni permane il fermento, specie
nel Eatanga dove infuriano sempre le bande Baluba.
Assemblea generale dei magistrati italiani, a Bologna: fra i problemi all’o.d.g.,
particolarmente vivo e urgente quello della difesa (secondo la Costituzione) dell’indipendenza del potere giudiziario da quello esecutivo, indipendenza minacciata da
un movimento di vera « Controriforma »
giuridica.
LUNEDI’ 5
Viene pubblicato il documento conclusivo della conferenza comunista di Mosca:
viene affermata la fede nella coesistenza
pacifica, « la guerra non è più inevitabile ».
Modba ha prevalso su Pechino.
Lagaillarde e altri quattro imputati del
« processo delle barricate » hanno raggiunto in Spagna il gen. Salan, e si dirigerebbero in Algeria; si temono nuovi moli
sediziosi alla vigilia della visita algerina
di De Gaulle. C’è da chiedersi se la libertà provvisoria concessa agli imputati non
sia stala una compiacente occasione di fuga.
MARTEDÌ’ 6
La Camera francese, dopo il Senato, rifiuta la mozione di censura alla politica
atomica del governo: la «forza d’urto»
francese è quindi definitivamente approvala ; sarà realizzata in cinque anni e costerà mille miliardi di lire.
Eisenhower e Kennedy hanno un colloquio alla Casa Bianca.
MERCOLEDÌ’ 7
Il 7 dicembre 1941 gli aerei giapponesi
attaccavano di sorpresa Pearl Harbour.
La Corte Costituzionale esamina il diritto o meno dei prefetti alla censura.
CACCIA ?
L’episodio verificatosi nei dintorni
di Pinerolo, a Riva e Garzigliana,
ampiamente descritto dai quotididni
dei giorni scorsi, non credo sia da considerare un triste fatto sporadico ma
piuttosto come un sintomo del livello
a cui è scesa la massa dei cosidetti
cacciatori. Questo episodio mi offre
quindi lo spunto per formulare di nuovo una proposta a cui già l'anno scorso avevo accennato come iniziativa
che dovrebbe prendere la Pro Valli:
creare alle Vaili un "Parco” dove ogni
caccia sia vietata ed intorno a questo
Parco creare una zorui di protezione
dove possano essere ammessi ad una
caccia controllata gli iscritti alle sezioni Cacciatori dei comuni delle Valli. Mi pare che appunto queste sezioìd dovrebbero essere le prime ad interessarsi e sostenere questa proposta.
Verrà una parola di incoraggiamento
e di appoggio? Carlo Pons
In ricordo di Elma Farina
II. gruppo dell’Assistenza "Missione dei
Fiori” deirU.C.D.G. di Torre Pellice, ringrazia di cuore i Familiari e le Amiche che
hanno voluto ricordare, cori le loro offa-te. ta cara Amica scomparsa.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
9 dicembre 1960 — N. 49
Spigoiature italiane
Giunte difficili
Po^no le settimané postelettorali, e
quasi dovunque ai presentavano « giunte
difficili» il problema rimane aperto. In
sedici capoluoghi di provincia comunisti
e socialisti formeranno insieme maggioranza; in ventiquattro capoluoghi i quattro partiti di centro bastano da soli a dar
vita ad una giunta (in diciassette di questi l’apporto dei liberali è indispensabile) ; ma rimangono ventitré capoluoghi,
oltre ad un centinaio di città importanti,
dove la DC dovrà scegliere fra l’alleanza
con i socialisti e quella con i fascisti. Alcune grandi città rappresentano situazionichiave: a Roma, la DC desidererebbe formare una giunta di centro, ancora guidata
dal sindaco Cioocetti, che non potendo
avere l’appoggio di socialisti e radicali,
per sostener^ sarebbe costretta come per
il passato ad appoggiarsi ai neofascisti
(che rappresentano il 15,20% dell’elettorato cittadino, un triste record); a Firenze
le richieste dei socialisti locali implicherebbero per la DC il sacrificare La Pira
per un sindaco non democristiano ; a Genova ima giunta di centro-sinistra ap^poggiata dai socialisti parrebbe naturale, ma
notabili ecclesiastici (il card. Siri, destra
vaticana) e politici (on. Taviani, destra
dorotea, e on. Lucifredi, destra scelbiana)
sono decisi ad opporvisi : riusciranno ? a
Milano i liberali fanno dell’esclusione dei
socialisti una questione di principio tale
da compromettere anche il loro appoggio
al governo in sede nazionale: perciò^ la
DC ha avviato trattative a destra e sinistra non sul programma politico ma su
quello amministrativo, con l’intento ohe
la rottura da una parte o, meglio, dall’altra avvenga su problemi amministrativi
e non comporti conseguenze politiche come quella sopra accennata; a Palermo 1 at^tuale unione democristiana con il MSI è
sgradita, data la sua precarietà e l’arroganza degli « alleati », allo stesso segreta
rio Moro, che ha incaricato la DC locale
Hdi, sondaggi con i socialisti palermitani.
Dopo la maggioranza riscossa al Comitato
centrale del FSI dalla mozione autonomista di Nenni, la responsabilità della DC
di fronte alla scelta socialisti-fascisti si fa
sempre più chiara e urgente; nè si eluderà la scelta con la soluzione dei commissari prefettizi.
Censura
Abbiamo ampiamente riferito dell’offensiva che, dietro l’esempio di quella di
Milano, varie Procure della Repubblica
hanno sferrato contro numerosi spettacoli
teatrali e cinematografici; alla lunga lista
citata, potremmo aggiungere il sequestro,
a quattro mesi dall’inizio delle programmazioni de « I dolci inganni » di Lattuada; quanto a « Il passaggio del Reno»,
il regista Cayatte è giunto a Roma per discutere con il sottosegretario Helfer: decìso a ritirare il film piuttosto che mutilarlo; il problema sarà discusso pro'ssimamente in Senato, essendo stata presentata
un’interpellanza in merito. Inoltre « L’Espresso Mese » è stato denunciato, in seguito alla protesta diplomatica deUa segreteria di Stato vaticana presiso il nostro
Ministero degli esteri, per un articolo rievocante l’anticlericalismo della fine del
secolo scorso confrontandolo con l’attuale. Dove vadano a finire le libertà costituzionali di espressione, è difficile dire. E’
stata discussa e approvata in Senato una
legge contro i manifesti osceni, che ha incontrato l’opposizione delle sinistre, convinte che il partito di maggioranza voglia
così consolidare il controllo dei mezzi di
espressione; data l’aria che tira non si può
dar loro tutti i torti, anche se siamo ben
d’accordo nel desiderare che le pubbliche
vie non siano deturpate da manifesti volgari. Intanto si apprende (L’Espresso) che
una piccola banca milanese (Rasini), dietro cui stanno gli editori Fabbri — lanciatisi con successo nel dopoguerra nella
editoria scolastica, legandosi ad organizzazioni cattoliche — ha acquistato il maggior circuito cinematografico italiano: sottraendolo al possesso dei produttori cinematografici, è chiaro come si possa in tal
modo esercitare una censura poco appariscente quanto efficace. Per tutte queste
ragioni, ci lascia perplessi il progetto di
legge presentato dal Ministro Concila, secondo cui la competenza di giudizio sarebbe deferita alla Jilagistratura. ma sarebbero consm-vate 1a eommiasioni amministrative chiamate Mpritbere un « parere » selettivo : eleménto positivo. la possibilità per il produttore che si e visto negare il nuUa osta, di ncorrere al Tribunale di Roma. Ma la nuova legge non muterà la situazione di fondo, finché non
sarà stato chiarito che cosa è o no contrario al «buon costume»; e vien fatto di
citare queste parole scritte in questi giorni
da Guido Piovene : « Niente è più immorale della stupidità », e di aggiungerci
« e dell’ipocrisia » morale e politica (e
religiosa!).
Sempre a propositi di censura, importante la riunione del 7 c. m. in cui la Corte Costituzionale dovrà giudicare se il nostro ordinamento consente ai prefetti di
valersi, contro la Costituzione, di una
norma del Testo unico della legge fascista
di P.S. del 1931, che all’art. 2 attribuisce
al prefetto « nel caso di urgenza e di grave
necessità pubblica, la facoltà di adottare
i provvedimenti indispensabili per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza
pubblica », norma ripresa da una sentenza
dellé sezioni riunite della Cassazione (1958)
che aveva riconosciuto ai prefetti il « potere di disporre dei, diritti dei cittadini
garantiti dalla Costituzione, compreso
quello della libertà di stampa ». Sensibili
alla necessità di scrollare in tutti i campi
la pesante eredità delle leggi fasciste e in
■specie del famigerato Testo unico di P.S.,
ci auguriamo una decisione chiarificatrice
da parte dei giudici costituzionali.
PRAROSTINO
— Terminato il primo turno di riunioni
quartierali, abbiamo iniziato ora il secondo. n tema che viene trattato è quello del
« denaro al servizio della fede ». Per ora,
abbiamo studiato l’argomento alla luce
della rivelazione dell’Antico Testamento.
Buona è l’affluenza del pubblico.
— E’ quasi terminata nei quartieri la
colletta in natura a favore degli Istituti
di beneficenza. Un plauso particolare meritano i quartieri dì Pralarossa e di Roccapiatta per avere terminato con anticipo
tale colletta e per averla già fatta pervenire all’Asilo dei Vecchi di S. Germano.
— / lavori di restauro alla scuola quartierale dei Cardonatti sono ormai terminati, con piena soddisfazione di tutti, in
modo particolare della popolazione del
quartiere. Un grazie va detto all’Anziano
Marco Avondet, e a quanti hanno fornito
lavoro volontario, trasporti ecc. E’ ora in
corso nel quartiere una collctta per coprire
le spese, che sono state rilevanti (superano le 60.000 lire). Ringraziamo tutti coloro che, nel quartiere, e fuori... vorranno
venirci in aiuto.
— Ringraziamo, con viva riconoscenza,
una generosa persona di Milano che ci ha
mandato lOO.OOO lire per coprire le spese
per le riparazioni, fatte due anni fa, al
vecchio tempio di Roccapiatta, e circa le
quali spese eravamo in seria difficoltà.
Grazie ancora al generoso donatore!
— Si annunzia per domenica prossima
11 dicembre la visita gradita del Pastore
Giorgio Girardet, nuovo Direttore di Agape. Il Pastore Girardet presiederà la nostra scuola domenicale e il culto. La comunità intervenga numerosa.
— Il nostro fratello Giacomo Malan,
dei Cardon, ultimo abitante del villaggio,
ha laisciato la sua vecchia casa alpestre
per raggiungere il Rifugio Carlo Alberto
di S. Giovanni. Auguriamo al nostro fratello giorni sereni nella casa ospitale.
ANGR06NA (Serri)
Giovedì 24 Novembre abbiamo avuto il
piacere di ricevere tra di noi, al Serre,
il Pastore T. Raima che dopo avere presieduto una breve riunione nella scuoletta
del Serre ci ha regalato una piacevolè
serata cinematografica proiettandoci alcuni filma girati in vai d’Angrogna rinverno
scorso (molti degli « attori » hanno cosi
potuto ammirarsi sullo schermo!) ed una
vera e propria pellicola. Ringraziamo ancora una volta il Pastore Raima per avere
acconsentito a salire tra di noi per farci
trascorrere un’ottima serata.
Seguendo un piano di visite fraterne
e di scambio di... « cattedre » nelle Scuole
di quartiere, in atto tra il Pastore del
Capoluogo e del Serre-Pradeltorno, il Pastore Alberto Taccia ha già presieduto tra
di noi una riunione a Buonanotte, giovedì 1® Dicembre, mentre il Pastore del
Serre ne ha presieduta una al PrassuitVerné il 29 Novembre. Gli scambi di
« cattedre » continueranno finché lutti i
quartieri tanto al di qua quanto al di là
« der Vengie » non siano stati visitati; e
siamo certi che le comunità riceveranno
qualche beneficio da questo lavoro svolto
in comune con un buon spirito di collaborazione fraterna.
Doni per Pradeltorno. — Barthelemy
Bounous de Cannes, en souvenir di Madeleine Rivoire L. 6.200 — Kovacs Antonio, Torre Pellice, « in memoria dei
miei » L. 1.000. Le offerte « Pro Pradeltomo » possono anche essere versate sul
C.C.P. N. 2/18502 intestato a: Bruno Costabel - Via Serre, 8 - Angrogna (Torino).
TORRE PELLICE
Abbiamo rivisto con molto piacere fra
noi il Past. Luigi Marauda, che ringraziamo vivamente per aver presieduto il culto,
in francese, al Centro, domenica 27 u. s.
Sabato 26 u. s. FUnione giov. del Centro ha avuto la gradita visita di unionisti
pinerolesi. Dopo un’introduzione nella
quale il Past. Sommani Ita riposto tutti i
giovani di fronte al valore e all’impegno
del servizio cristiano (diaconia), la serata
si è svolta lietamente; ringraziamo gli amici pinerolesi della loro visita, che sarà ricambiata sabato prossimo. Martedì 29 l’Unione dei Simound ha accolto con gioia
un folto gruppo di unionisti dei Peyrots,
e anche di questa visita ci siamo rallegrati. Preghiamo pure tutti i nostri giovani di prender nota del Convegno a Sun
Secondo di domenica 11 dicembre.
Domenica 27 u. s. ha avuto la sua riunione la "E. Arnaud”. Dopo un’introduzione
storica presentata dal Prof. A. Armand
Hugon, è proseguita la discussione del
probleima finanziario nella vita della chiesa avviata nella scorsa riunione dallo studio del Past. A. Deodato. Prossima riunione: la sera di domenica 11.
Domenica 4 dicembre l'Unione delle
Madri Ila avuto la sua riunione mensile,
in cui è stato discusso il problema del
lavoro. Dopo un’introduzione del Past.
Conte, le nostre Madri si sOno per la prima volta impegnate^ in una nutrita discussione a gruppi, oeguita da quella generale; e... non è rimasto molto tempo per
la tradizionale lohiacchierata intorno alla
tazza di tè!
A Barma Prià è giunta, per iniziativa
del Comune, una draga che sbancherà il
tracciato dell’ultimo tratto della strada
che sale al Tagliaretto, Riconoscenti, ce
ne rallegriamo, e speriamo la strada si»
compiuta quanto prima.
Abbiamo alcuni lutti da ricordare, nelle
ultime settimane: Elma Farina Taglierò
fS. Margherita) di anni 52; Rachele Armand Pilon (Ravadera, ma residente a
Torino) di anni 63 e Maria Schwing
ved. Arena (S. Margherita) di anni 88.
A tutti i familiari esprimiamo la nostra
più viva simpatia fraterna con l’augurio
che più che mai in questo tempo di Avvento la luce di Cristo, « Dio con noi »,
rischiari di salda speranza la loro prova
Direttore resp.: Gino Cónte
Coppieri ■ Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Ampiinistrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice ^ c.c.i). 2/17557
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n 175, 8-7-1960
Tipografia Suba,lpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
AVVISI ECONOMICI
POMARETTO
La nostra comunità esprime un pensiero dì viva solidarietà verso gli oiperai del
Cotonificio V. S. per il lungo periodo di
sciopero inteso a migliorare il loro salario. Abbiamo cercato di essere di aiuto
alle famiglie più provate ma speriamo che
tutta la Chiesa sia sensibile a chi è nella
distretta economica tendendo concretamente la mano a chi ha bisogno. Siamo
un corpo solo e quando un membro soffre dobbiamo soffrire con lui e così pure
quando si è nella gioia. Il Signore ci aiuti
a mettere in pratica il comandamento:
Ama il tuo prossimo come te stesso.
RORA
I coniugi Gentile e Ada Tourn dei Rumè hanno avuto la gioia della nascita della piccola Vera Erica. Auguriamo loro di
vederla crescere in salute sotto Io sguardo
del Signore, è diciàmo 'loro la gioia con
cui vediamo arrivare questa bimba.
Abbiamo recentemente celebrato il matrimonio di Marzolini Rinaldo e Baret
Clementina il giorno 1 dicembre e di Coucourde Umberto e Zanin loie il 3 dicembre alla presenza di numerosi amici e parenti. Il Signore benedica i due focolari.
Domenica 4 dicembre è stato celebrato
il servizio funebre dì Castagna Giovanni
del Clot Inverso, deceduto in tarda età,
quasi novantenne ed in piena conoscenza
sino all’ultimo istante; egli è stato diacono per lunghi anni nel suo quartiere
consacrando così parte del suo tempo per
il servizio del Signore. Una folla di gente
ha preso parte al servizio funebre per
ascoltare il messaggio della vita e per rendere testimonianza di simpatìa cristiana ai
familiari. Il Signore consoli la famiglia e
susciti nuove vocazioni per il servizio nella
chiesa, per la sua gloria.
Domenica 11 Dicembre sarà tenuto il
culto all’Inverso alle ore 10,30.
L’OSPEDALE Evan|eIico Valdese di Torino cerca due infermiere evangeliche
diplomate o abilitate o con diploma
svizzero per subito e altre per febbraio
1961. Scrivere alla Commissione Direttiva dell’Ospedale - Via Silvio Pellico 19,
Torino.
CERCASI coppia pensionati media età per
custodia casa con orto e giardino nella
zona pinerolese. Rivolgersi alla Tipografia Subalpina.
Il marito, le figlie, ii genero, il fratello, i nipoti, la figlioccia e Lea Teissier ^ Nîmes, profondamente commossi per le dimostrazioni di affetto
ricevute in occasione della dipartita
della loro cara
Bertalot Elena
in Bonnet
ringraziano sentitamente tutti coloro
che hanno preso parte, in qualunque
modo, al loro grande dolore. In particolare il Pastore Cipriano Toum ed
il Dottor iScarognina.
« E fattosi sera Gesù disse :
passlaino all’altra riva »
Luserna S. Giovanni (Ruà) 5-12-1960
Le famiglie Vicino e Rapetti ringraziane sentitamente tutte le persone che con parole, scritti e loro presenza hanno dimostrato viva simpatia e preso parte al loro grave lutto
che li ha colpiti.
La famiglia del compianto
Avondetto Cesare
profondamente commossa dalle dimostrazioni di affetto e di stima tributate al suo caro ringrazia di vivo
cuore tutte le gentili persone che con
scritti, parole di conforto e presenza
ai funerali hanno voluto prendere
parte al suo dolore. Un grazie particolare alle rappresentanze comunali
di S. Secondo e di Prarostino, al
Dott. Ros Sebastiano, ai Pastori Genre e Marauda, ai vicini di casa ed a
tutti coloro che si sono prestati nella dolorosa circostanza,
« Io so in chi ho creduto »
II Timoteo 1: 12
« Il sonno del lavoratore è
dolce » Ecclesiaste 5: 12
S. Secondo di Pinerolo.
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
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