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Torrtf Penice, ^[^Agotto 194S
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L’ECO
Nulla sia più forte della vostra fede!
(GlanaveDoI
SETTIMANALE PELLA
ABBONAMENTO
Italia fino al 31 dicembre . L. 75,—' Semestre L. _
Estero . . . . > » » »
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira — La copia Lire TRE
.N. 13
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Rtiruardate alia roccia onde foste tagriiati
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Sirellore: IPaslare'* Dell. «LBIRTO RICCA
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AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE: ’
Via Carlo Alberto, 1 TCSrRE PELUCB
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Puhhlickiamo coni piacere il testo del
messiaggìo trasmesso dal pastore Carlo
Lupo dalla stazioine rodéo di Milano il
15 luglio u. s., e rioordiamo che Radio
M.lano l trasmette OGNI DOMENICA
un culto efvangeiico dalle ore 15.15 alle
ore 15.30 sulla lunghezza d’onda 368
(Radio Milano li Ixmgh. d’onda 221,1).
Ricordiamo pure che Radio Torino
trasmette un (ñÁlta evarigeUco la prima
domerixa dj. ogni mese, alle ore 8.20.
Red.
Mientre Je grandi cose awengonio nel
mondo e lo travolgoino lalla gilofia isd alla
morte, noi iche oerchiamo la luce della
vierità, ascoltiamo ancora questo modèsto e povero Evangelo, che nel frastuono dei grandi eventi della storia, ha un
suono cosi sommesso, cotsì lontano.
Oggi ci pària di una vecchia storia
che noi conosciam,o molto bene: Marta e
Maria.
Ma 1 Evangelo, per noi, non è mai vecchio, o se ilo è, ha da vecchiezza del
pane, diell’acqua, deU’aria, della terra,
dei fiori, dii tutte le cose semplici, vere
e necessarie di icui la Vita si nutre e si
ristora. ; ;
Ogni fatto del Vangalo,' ha una portata che travaliioa il fatto steHso, per stabilire un principio, e come tale quindi
passedere un un valore perenne.
Marta, rappresenta ruomo nei moi
doveri e necessità terreni.
Maria, è ranima dedruomo.
Marta l’azione Maria Tanelito al
XV Xéosio
La tradizionale adunata del XV agosto — unica per le due Valli — avrà luogo a Pragiassaut alte ore 10 precìse.
Confidiamo nella collaborazione del
pubblico» perchè sfi prenda posto vicino
al palco degli oratori e perchè venga osservato scmpoioso silenzio durante lo
svolgimento del programma.
Per iniziatwa della F.U.V. sarà svolto
nel pomeriggio un programma ' vario,
particolarmente dedicato alla 0oventù,
con canti, messaggi e giochi.
reterno bene, il sogno supremo della
viltà, l’esigenza di Dio.
Ora quandb Marta dimentica Maria,
nell’opera quotidiana, l’anima muore, e
razione diventa affiamno.
Gesù non rimprovera Marta di lavo^
rare; non le dice: tu ti occupi di molte
cose, ma: tu ti affanni e ti inquieti sino
a che cons derare come vana e riprovevole, l’azione di Maria che ascolta la
parola che dà vita airanima.
In questo tsiuo affanno. Marta, dimenticia la sola' cosa necessaria: possedere
l’anima sua; essere con Sig|nore (tolla
Vita in pace nell’intimo dello Sipirito.
Ed avendo perduto l’essienziale, il
vero significato della vita, c^ni suo lavoro diventa affannosa fatica, e quel che
è piaggio Xpoiohè ogni opera nata dalle
mani dell’uamo è destinata a perire),
essa si psepara una casa sulla rena, che
domani fatalmente crollerà.
Che giova egli all’uomo se dopo aver
guadlagnato tutto il mondo, perde poi
T anima sua?
Vecchia storia, antica di millenni, eppur sempre nuova per ogni età.
Anche noi abbiamo accolto Cristo con
deferenza all’insegnamento ed aUa nobiltà délLa sua persona, abbiamo fatto
molte cose buone per onorarlo, ma Lui
non l’abbiamo ascoltato, o ascoltato molto poco; perchè ascoltarlo, soonvoilge la
nostra vita tutta, fatta di esteriorità, ci
costringe in uno stnetto sentiero, in cui
bisogna rintunciare al facile mondo dei
sensi, iper ricevere una nuova luce** che
crocifigge l’uomo naturale.
E per questo lentamente,'l’animia, l’inlialligsnza del creato, si è inaridita,
spenta.
Il nostroi mondo è ridotto ad un magnifico automa, mosso da utì’inteHigenza
meccanica, priva di luce interiore, di suprema rag'one, un cadavere mosso dalla cieca lenergia, e perciò tratto verso il
fondo di un disfacimento interiore, di
una putrefazione organica.
Veramenlte abbiamo conquistato tutto
il mondo, ed abbiamo 'perso la sola cosa
necessaria, che ipossa dare ad ogni altra
un reale valore: ranima'. che vede, crede^ ama, oltre il tempo, la luce deh’eterno biene.
Maria che àscolta la divina luce iche
liber?. e costruisce il mondo dell’anima,
è il tipo di lavoratore che iconviiene proporre airuom.0 del secolo XX, il quale
ha cercato fuori di sè, in un grandioso
affiarmo, ciò che solo in sè, àMa scuola del
Maestro, sì trova.
Possiedi la tua anima, Egli ci ammo
n''Soe.
E lo Spiriilo del nostro 'secolo è uno
spirito attivistico: lavorare, lottare, fare,
creare, costruire... 'cosa? dove? come?
perchè?
Non importa. Purché si agisca.
E l’uomo fa; © più fa e shaanrovelì^
più gli sembra di essere igrande. ma- in
verità non crea, ma si agita. Noni diventa grande, ma 'gonfio, pieno di sè e vuoto
di verità.
Assenza di cemento intimo e quindi '
costruzione destinata a crollare, travoilgsndo uomini e cose.
E’ necessario ricordare che la vita dell'UiOmo, non dipende dairabbondanza dei
beni che agli possiede, ma dalla sua intima obbed’enza a D o: la vera vita.
Chi laga la sua esistenza e la fonde
agli elemienti del mondo, si lega al trans'toriio. e segue quindi il triste destino
delle cose periture. Si rende ischiavo, incatenato ai mille rottami di ^un mondo
che inevitabilm'ente si sfascia.
Solo la nostra personuilità morale, in
Dio '(signifiicato eto^mo diella vita) sohdament© costruita. perUMBUe oltre il voi% gere del tempo, libeiriai dela divina libertà dello spirito. »
Badate che la vostra personalità,
•«t proiettaita costantemente in un affannato mondo esterno, nion si disgrei^i pér
aggrapparsi poi ai relitti della vita disperata.
Meno affanno adunque, e più obbe
diiienza.
Meno attività e più verità.
Meno cumulo 'di cose e più chiarezza
inteirio're.
E’ dannoso soffocare neH’azioine la
notte deH'anima. perchè il buio si fa
sempre più prirfondo e la iperdita finale
disastrosa.
L’uomo possiede solo ciò che pòrta
neU’intimo suo, acquistato lalla scuola
dei Maestro delle cose 'eterne.
Il mondo moiderno ha conservato il
cristianesimo come una ‘pacifica verità
" tradizionale, m'a Cristo non l’ha più
> ascoltato, ed ha così isterilita l’anima
s. sua.
L’anima è mórìbonda in noi, noi non
sappiamo più intendere 'ed aderire alle
realtà eterne dello -spi'rito, lesse sono per
noi idee di lusso.
Siamo così pratiicii, precisi 'Cd organizzati che sappiamo solo, più vedere, ma
siamo incapaci di ‘comprendere. Capaci
dji calcolare il volume .ed il peso degli
astri, di misurare le iperbolicbe velocità 'della luce, di organizzare individui e
popoli affa grandezza ed aiha gloriai, ab-btomo ‘pflKso il s^n^tmto .dialM
nostro ' orizzonte è spiritualmente
cosi limitato, che vediamo solo più le
cose grevi e tristi di questa terra.
Ma le icose celesti che si vedopo con
gli occhi dell’anima, sono rese inaccessibili a noi.
Io spero che Cristo, che pur abbiamo
accolto im giorno, non si sia totalmente
allontanato da noi, © credo che nelLora
.suprema del doilore ohe oggi si matura
attraverso la ro'viina delle fallaci grandezze, ed effimere felicità, lo Spirito, suo
si risvegli nel ts'eno della nostra generazion'e, che fatta 'eidiotta da molto soffrire, saprà riaiscoltare le parole semplici,
vere le chiare e iflame luce e norma di
vita.
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OSSA
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Un energico Amiericano in viaggio
d’affari, osservò un pellerossa beatamente seduto in ozio sulla soglia ideila
sua capanna.
— Amico, osservò il viaggiatore in
tono (esortativo, voi dovreste cercarvi un
posto in una fabbrica.
— Perchè? brontolò il peUerossa.
— Ebbene, fareste un monte di <tonari; anche 30 o 40 dollari la settimana.
— Per che fame?
— S© lavorate sodo © mettete da parte, avrete presto accumulato un bel
gruzzolo alla banca. E sarebbe unia cosa
utile, non vi pare?
— E perchè?
— Per lamor del cielo, urlò l’altro, lesaspòrato. Dopo che avrete accumulato un
sacco di soldi in banca, potrete ritirarvi, e non avrete più bisogno di lavorare!
— Ma non lavoro neanche adesso, osservò il ■pellerossa 'plaKadamente.
La filosofia del pellerossa non è mai
stata quella del Valdese che sempre e
dovunque ha lavorato strenuamente.
Quando i Poveri di lioine, costrietti da
necessità imperiose di sicurezza e d’indipenclenza. cercarono im rifugio e lo
trovarono nelle nostre vallate scarse di
popolazione e mali ridotte dai Saraceni
ohe le avevano occupate nel decimo secolo.
Per interesse i Signori locali ne fa
vorirono rirniniigragion© e a poco a poco
le terre squallide ed incolte si trasformarono in prati e campi, vigneti e castagneti.
Progressivamente si lestes© il dissodamento del suolo verone, il ricupero di
terreni forestali rìchiedàite un intenso
lavoro preliminar© di abbattimenti di alberi e di liberazione del suolo dalle radici e dal pietrame.
E sorsero casette che in origine avev^o più della bàita che della casa' civile d’abitazione, isolate o riunite in
villaggi quasi sempre in posizione dominanlb© sui fianchi della montagna.
E si CK)struirono sentieri le icikse e muriociuoli per sostener la tetrra spesso portata a spalle dai basso per formare
campiicelli idell’area di pochi mieitri quadrati, anche in zone di oltre 1000 metri
di altitudine.
Forse non ci rendiamo conto ogi^ della isomma idi fatica, di perSevieranza, di
tenacia che icostò lai nostri antenati, dotati di mezzi di lavoro rudimentali, il
dissodamento e Ha coltura delle nostre
terre, la costruzione nostri veicohi
villaggi.
E tutto questo lavoro fu compiuto in
condizioni di vita rese estremamente
difficili dalle angherie, dai sopru^, dalle persecuzioni, per cui gli abitanti delle nostre Valli idovevano spesso interrompere la loro opera, spostarsi, fuggl
re e ricostruire poi ciò che gli incendi e
le devastazioni di ogni genere avevano
rovinato. »
• E cosi per àecoli.
Quando, verso la metà del secolo' scorso, sorse l’alba di tempi nùOVl, i^Valdesi che in p^ato, a motivo delle inique leggi TOstrittivie che prcábivano loro
di possedere terre J^ori dell’angusta <}ei%
(diia delle vallate più alte avevano emigrato © fondato importanti colonie in
Provenza, in Calabria, nelle Pùglie
Germania, avrebbero ^uto lespanderri
nei Comuni da essi anticamente (xscupati nella pianura piemontese.
Ma per mancanza di mezzi e data l’urgente necessità di trovare uno sbocca
adeguato àH’esultànza della loro popolazione, i Valdesi partirono alla volta
(toU’Uiruguay e dell’Argentina, dove a
prezzo di lavoro assiduo e non senza incontrare grandi difficoltà, riuscirono a
fondare quelle fiorenti Colonie che. costituiscono oggi uria parie notevole ideila
popolazione vialetose, ■;
E quando forze nioltepltoi vinsero la
resistenza del semprie tìitubante, Carlo
COMUNICATI
Portiamo a conoscenza degli amici’
dell’opera delle diaconessa che domenica 26 agosto alle ore 15 avrà luogo nel
Tempio di Torre Pellice il culto di copsacràzione di tre suore.
La gioventù femminile è particolarmente incitato. 'f'"
La settimana prossima
— u —ir.rv..im—ivu. wvrif.vM I ' ECO delle^.
Valli in occasione delle ferie non sarà
pubblicato, fi prossimo numero del
XV agoisiio sarà doppio.
Alberto e lo costrinsero a firmare l’Editto in virtù del quale « ii Valdesi furono
ammessi a godere di tutti i diritti dvili le politìcd dei suoi sudditi, a frequentare le iscmole dentro e fuori delle Università e a conseguire i gradì accademici », questi, compressi per secoli, s’avviiarono nelle varie carriere liberali che
per rinnanzi erano rimaste loro chiuse,
e in tutte fecero ottima prova, dimostrando nei nuovi e vari campi di attività la ste^ tenace perseveranza, la
stessa assidua © intelligente volontà di
Lavoro colla qual© aviean messo in efficenza le magre ©d avare terre d'd!© loro
montagne.
E si distinsero quali 'prefessionisti, industriali. commercianti, ufficialL superiori dell’esercito, membri delle amministrazioni comunali e provinciali, membri diel Parlamento © del Senato, conseguirono cariche ed occuparono pc®ti di
primo ipiano nelle varie sfere diell’attività nazionalte, dando cosi un luminoso
esèmpio idi quel eh© possa l’integrità molíale imita a fermezza di propositi e a
fedele i© scrupotoso' compimento del proprio dovere.
Oggi, da egni direzkaie, provengono
aniergici richiami al lavoro. E lo si oompr.i de: tutto è 'dia ricosfaruinè, gli impianti industr: ali © le case, le strade e i ponti, e Bon da rimettere in eflicenza vaste
zone agriciole (tovastate dalla guerra.
Ma oggi, a differenza della generazione dei nostri nonni che circonda il lavoro d una venerazione quasi religiosa,
,si;mbra ©ssei© iddffuso. specialmente negli ambienti non rurali, un periicoloso
disamore del lavoro, sembra tornare a
galla la filosofia del pellerossa.
Prescindendo dalle cause, senza dubbio molteplici le complesse idi questo fenoimeno. noii, discendenti di quei Valdesi thè il lavoro hanno sempre onorato
nelle su© forme manuali, intellettuali,
spirituali. figU della Riforma che ha riabilitato il lavoro conferendogli vàkoe
nuovo, ricordiamo ohe il lavoro è una
collaborazione all’opera di Dio, e pertanto elemento essenziale alla dig^tà
delluomo.
2
L«CO
II'
FA-5
•isi
LavopanidK>;?a’uflipsD, intìtaSE^.'^rtecipa in qualch.^iiwjaaÌUropiigtiusS^a dei*
la creazione, pi Egitti siÉi^'lgiroBfe delfe
niBini o del la^ròr^eilla nnigt©, èf^n esso
sttltanto che ^ogae^tireiiesj^ «1^
’ed anche la sua nagioin d’essere e il suo
•diritto alla vita. V’è nel pensiero cristìa'tio unléiutent!ca‘^lo3*ifìcazi'0^ dèl'lavto; W, 'più «oeeffituata ancora nella morale
piotesttcuate che iji quella cattolica la
•’quale con la sua-.«88Ìi<a^«endeila w
•monacale, relega il lavoro g- un rangp
subalterno. Respingendo la distinzione
■del sacro e dfett profano. ì& Riforma afferma che làìgèimrchia lèi lavóri dev’edere stabilità non secondo la loro
.natura:-ma secondo la loro ispirazìonte,
'Pfr .C^ ài^iPUiò comipiere in uno spirito
réligioro anche 11 lavoro detto profano e
in uno spdrito profano ..anche il lavoro
detto reI|giioBo.
il lavoiTO. è uri seruizip^inon.lo scopo
s\gjTsmp, è servitore,. non:.S^rii^. Uma
hanrieftte-.ipariandioi'ha ài pri(g)o& ..và|^e
in se. Stesso. .dèh punto .'di vista cri
stiano U suo v)klore,i^li deriv.a.,dallo scopo 'al quale è sufoò^n£Ìto^ lOgni lavoro
pq^ .èssere sahtffloàto, -naa nessun lavoro è, salito in'se stesso. Non può.,,.m nescaso, esse.fi l’ùltimaparola-della
«VALûlâ!
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^veTinpre patriteoine-^ecciéAuitiipie. et Ì^ dianarnefl^'la misura^'■’¥oìe9,«i^
. Wls«ouS laoisisèrefit — lan part*ait.-^rhé^'' le necess^riia. e.,alle carré eiffaSttu^fe d'
«• . ....... cui era aggetto. R naaoviamoiSl]aàc?ra
£3m'ig"’a wflittaiil’espi^.-sioine ^llài nostra viMa^inpdtia.
iititè||gtoréc’eux^u fSsançais.’ H¡l|íy -a
ienlB’ hi
«Tè
Sun
vita umiana, la .yiètit!à‘%uprema .alla qua
le rtendè ruomo. ‘L’uon^o non è sulla
terra ^ pùramenite. e sempliceimiente jger
lavorare, ma.,per .compiere un JLavoro
Che abl^ un 'fine superiore. Il lavoro
non sarà jrìai jDio,.jna sempre in ¡vista
’di'Dio.
Ufì'tMnà^tà schiava del lavoro non è
un. unj)anità secondo Dio, .ma, .un’umanità che teme lo .6ÉGorzo,e deprezza il lavoro. di cui paradiso .sàrtie .im mondo
dove si davnm,ilrraeino..pQssibile, si .priva "della -Sèlla ..pi pdiiziona e della
crèaz one è estrànea alle leggi di Dio.
Non uno^eoopo, ma nn mezzo; soltanto un mezzo, ma un mezzo indispensacile: tale dev’eoBeue, la -nostra visiona
del lavoro.
Con questa visione noi vogliamo mette*^ all’opera. -portaÈrido ih tùtti i campila-nostra precisa-vóJontà-di’lavorare.
■t^E^are -per vivere, certo; ma vivere
pen glorifleare Dio aiichE col nostro la
eià ifaveur^^älM i&axàçais
Jem^vd5*i(£ro^-dies-^ioses'bie!n connues dans-notre petit monde des ValléBB.f Ifaa» fHùt^ètiei'ltonisein We des g¡uataeibohnes Taisons ipour gÆ^der de fran^.’chez'noMS —. pour en repnàtïdne^
m'J^véloppBr ilhiisagie — pour ..;i%méboser, .si<^po88ible, penít*ét¡pe -dis-je^ioet
eaMemWie aura l’heur ^. pìaire à mes
Iwoteurs.
■®cMm, jpreniiièro Taison; le’moUf utUitóre. r une population deux
tMagues.-jet'qmísaát s’en servir, est plus
F«*ie jquhHie ipopulation iriui n’«ai . pos^de -’-qu.une-seule; c’estiuiae^purosquestûm í écanomiciwe, matérielle ai ¡ vous
voulez: œ'.sont tles^dèux cordes‘à.'lîaiic.
líciÍHat ideyaos jeunes gens vers l’étonfe reflux d’argent qu’en «stola
erniséquenee nous prouvienti la nécessité
deî<»nserv)erinoitre.idetixièmie lai^ê.
/CeimotiflutiâÉtairei s’ennoblit lorsqu'il
seetnanáfcnme en motìf infeUeeutel. ' Le
f-eanç^ peat'jètne chez nous un trésor
m^pUisabto ¡pour ¡noxwirir iMotoie pensée.
Ht)Si pasteurs'ont à /leur dispositioni^des
oauvFES'ithécdogiiquas de'tout prennier ordreiécrites dans.cette langue. Je cite en
pas^nt ks * ouvrages de Rouas, <de Vinet,» êe>Sai»itBer. «xtes Monaadl, - Íes commentaires de Godet, la Bible Annotée:
du vieux, si vous voûtez; mais le bon vin
ne -devwaiteil pas meilleur en vieàllissant?...
pîiosiânteltectuieJs len général peuvent
dispo^ -non seulement d’ouvrages
soiBntifiqpMss fde marque, mais plus encore- d uae iittérature lancienne et modeane <qu’est sans contredit la ^ plus rishe idumoinde.
vltÎUàftit à nos fldièlies, en général, ils
trouvent'de te oiourritune sain© et intéressMïte dans tes modestes bibliothè
qurode parodsse tqui seraâeint singuMèremient appauvries si elltes ne pouvaient
disposer de te ressource du français.
^Tioiisième raison; i\m -moii^ de reconi«Wtoomce. 'Nous ne nous randon® pas
suffisamment compte de l’énormie serviee -iendu à notre peuple pas les pasteuia venus de France et de Suisse pour
nenqolacer'nos oonducteum tombés ®ur
te^bnlohe 1<ms de la terrible peste de
MiO. €5e8’»hQrrai»« firent ce qu’ils pureWt idâns leur langue; mais ils contribuèrent d’unie façon remarlquaMe à sau
■y
'%
!<«en^’ humpiaitt à témoigaer 'OMU^ers
'feuriitoble mémi^ie'<MOtre<?!ii»êfdÉde^ratitude.
Quatrième raison (j’avoue que c’est,
pour moi, la plus fOrtej'un-moÉi/ d’ordre
puremienit senûmental :qui se trasforme
: en obbUi^gatim de fidélité.
Bst-<5e l’ieffét des premières impresBàoinis d’eofenoe ,ancrées dans le trèsfqnd de l’âme? Est-ce les souvenirs de
P- l’adotesceatee, de lâ vie du « Collège »?
Est-oe la vibration si douce, sonore,
amusteate — -des émotioms -¡resseilties
-pendant te cuite -dans n<fe:’iviaux tem^rfès'Ou au cotons des réunions en plein
àif?... Que sais-^je?...
Ah ces Psaumes, ices vieux Psaumes
français dianltés peut-’être xm peu trop
Jentàment ;(ne les chante-t-on pas un
peu..trop ¡vite aujourd’hui?) et qui nous
faisaient rêver de pillages, de cachots,
d’héroïsmé... des Huguenots, des Camisards, des Albigeois, des Vaudois ! Et
oes beaux cantiques réoeilleurs du re(jueil des Hymnes du Croyant que l’on
chantait au retour des réuntons de ipiuartier en enfonçant .jusqu’au„genou dans
la neige ! -Et aussi , toutes ces Chansons
dlétudiamta, impcutées de Genève, de
Lausanne et de Neuchâtel, qu’enrichissaient ——, et ^enrichissent encore, de nos
i jours — te répertoire des « jeunes » !
Tout cela'conslàtue wae tradition qiui
possède une beauté et. unis force. Tout
;cè3a,'m€làngé: let confondu dansile creuset de îhâge — et aussi de la souffranœ
— tout ©ela, oui tout cela, ce-^n’eet —
après tout —que du sentiment, c’est —
si 'VOUS le ‘voulez bien — de la poésie.
Mais m’est-ce pas de la poésie tout autant que de la prose que noxjs itirons notre raison dl’être et de vivre? N’©st-ce
oas tout oet « impondérable » et tout
oét «indéfinissable » qui nous forunit
l’éaærgie sublime èt mystérâeuae dent
nos^. avons un si-grand .besoin pour être
fiidètes àsHïos convidâoins - et pour nous
élev^fpisas-haut? ¡ÿ
CSest — au fioiQd — te même « étsd
d/âme » r.iqui 'règte également nos énib-"
tiens 'reàigaeiæes-iet'qui.est te-domaine
par excellence de la^«.vâe chrétienne »?
J. Henry MeiUe.
— E’ stato amministrato il' Sianto
Battesimo a Marco Ricca e Vàldo R'cca
.idi Gustavo e di Margherita Gönnet, sui
quali invochiamo le celesti benedizioni.
OSPEDALI’SIMH^ISI
di Tem lellice i Piniaietto
Fiori in memoria dei loro cari:
^^AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAaaaa
Qrmm^ca Vatèese
ANGROGiN A (Serve)
CULTI ALL’APERTO. Damenica 5
agosto, ore 11: Rom:;.ore 14.30: Tempio
Serre.
Domenica 12 ¡agosto, ore 10; Tempio
Serre; ore 15: Bagnau.
Il nostro affettuoso « bentomato »
a due cari giovani della nostra (temurtltà, che hanno .di recente fatto ri tomo
tra noi dai campi di prigionia in Germania; Enrico Long (Arcia) e Ernesto
Chàivia (Eissairt).
Giovedì 26 luglio abbiamo deposto
rei-cimitero da San Lorenzo la spaglia
mutate del‘mostro fratello Gioixmm
Pietro Piàtou. era da tempo ricove
rato presso il Rifugio Re Carlo Alberto.
Venuto ,;per qualche i^omo di vacanza
in AngTQgna, improwisiamente. decedeva ndla borgata dei Coisson, alla età di
anni 79. Ai .fratelli, alle sorelle, eu ,.pargnti .tutti -diciiamo ancxxra la nostra fraterna simpatia. e. a.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Alla distanza di sai mesi dalla di'par
tenzafdelte moglie è -dèeeduto. aU’Oape
dale Mauriziano, il sig ’Giovanni Re~
uel. aai’età’di 72 anni.
Il 17 lugliof ha avuto luogo il funerale
del sig.tGiowinni CMin, deceduto a Belleriva, alltetài di 79- apni, lasciando ¡nel
tetta ilia 'mogli©.>efte J&glia.
Agli afflitti, rinnoviamo l’espressione
delle inostre-isentite condoglianze.
TORRE RBbLIGE
^ sigaora Anna 'Fontama, dei ChabriolB, è stata chiamata a più alte dimore nella Casa del Padre; sabato scorso ne abbiamo accompagnato la spoglia
mortàte al oamposmiito. Negli ultimi
ntjesi *dié31a sua terrestre esistenza essa
fu dunarnsénte jswxw malattia,
sopportata con 'mirabile forza d’animo
e eristiaiia rottomissione grazi© iella sua
fèdé-tn -Dio, •dài quale KCeveva qudtì
Bessone Ignazio, per Troin Alessan^ drina, L. 200 - A. A. J„ 100 - Famiglia
De Fernex, per il ¡comm. Oscar'De Fernex, 5000 _ Bessone Tron Ida, 200 - Fa5. miglia Pittavino. per Pittavino Alberto,
.200 - Costantino . Giacobbe, .per figlio
Amaud, 100 - Busanna e Maria Griglio,
par genitori, 400 - Ribet, famiglia, per
frateilo Levi, 100 - Pascal Oreste, per
padre, 50 - Zìi e cugini,, per Costantino
Arnaud, .200 - Famiglia Bounous Emi1.0, psr la mamma, suoosra e nonna, 200
-'!lldà -.e Eli Long, maresciallo., per ,lcro
cari, ’100 - Balmais Traviers Enrichetta
e famiglia, 100 - Fàm glia Bonnet Ey■iiard, .,par .la screlila Clementina,. 500 fitegato Matilde Gay, 4000 - Betalot
!.G!na e ¡Ida, per .loro cari. 100 _ Bertin
Bisrlanda Ermélinda, ipier la mamma,
100 - Laura le Yvonne Micol, per loro
padre, 30 - .Mieol . Fernando e E liana, per
padre, 100 - Morello Letizia' e Gilda per
■caro Guido,' 25 - Gaydou IWary, per padre, 50 - Pizzocaro Irma, per la mamma, .50 - Per Baret rítalo, la famigl a,
100 - la cugina Menuisan. 25 — laugine e
. aar-elie Grill, 50 - per Baret Ferdinando,
le sorelle Grill, 50 - per Costanltino:Enrico, la moglie, 50 -da-figlia Letizia, 50 . Per la nonna Baret Marta, 100 - In
mem. caro Enrico, Ada e Graziella, 300
- Ida Bessone, per Clementina Micol,
250 - Pér Alessandrina Tron, 250 Ing. Mario GalJian e Signora, iper l’indianentucabite © carissimo Rudy RoìUier,
500 - Decker ■Ermanno e Bianca, .per
Rodolfo Rollier - Decker Boringhieri
Carolina, per Rodolfo' Rollier, 500 - Erico -Rollier, per fratello Rodolfo., 2000 N. N., per suoi cari, 100 _ Artero Alfredo, per suo jcfugino Menusan Federico, 100 - I nipoti Benech Tron, per Julie Gharbonnier, 1000 - Sottoscrizione
per il. Letto in mem.-Ten. Enrico Gay:
la famiglia, Titolo da lire 30000 - Zia
Elisa e Emilia, 2000 - Elda e Graziella
Türck. 100 - Paschietto* Caterina, 10 Plavan Lelia, 50 - Grill Ada, 50 Caterina e Armando Schreiber, 100 - Nella
è Della Rtohaud, 50 - Bteynat Paoltea,
100 - Grilli Mariuccia e Arturo, 100 Forneron Alberto, 50 - Gina e Ida Bertalot, 50 - Amelia Lageard. 50 - Guido
Lageard, 500 - Tron Erm. e Griset Clelia, 200 - Griot Alfredo. 30 - Emilio
Long, 10 - Merlettificio Türck, 1000 Fanny Long Rivoire, 100 - Ing. Arturo
Long. ,100 - Lag. Carte Roland, 100 . Società Talco Grafílbe Val Chisone, 5000 Theiler Alb., 50 - Theiter Enr.. 50 Comba Arturo. 10 - Renato Vola, 100 Long Vera, 50 - Franco Vola. 100 - Godino Iva, 50 - Gerdi Dante, 100 - Malanot I Emilio, famiglia, 100 - Enrico Baima, maestro, 100 - Viola e Elena Monnet, 50 - Fomeron Ida, 50 - Famigiia
Comba, 25 - Letizia : Rosso tlo 'Theiler,
100 - Sigurd Just, 100 - Geom. Gander
e Signora,. 200 - Rita Suria rin Barrerò,
15 - Ma e Ignazio Bessone. 5000 - Maresa Ada, GrazieUa, Rosalia Bessone,
2000 - La Divisiooie Adolfo Serafino,
20000 - Il Battaglione Enrico Gay,
15000 - Il Distaccameinto U. Paolasso,
1000 - Aldo Durand, 50 - Totale in favore déU’Ospedale Pomaretto. L. 84150.
MONFrE fuori corso acquista privato
- a richiesta recasi a domicilio - disciiezione assoluta. —• Scrivere a : Numismatico presso Libreria Claudiana - Torre
Pielliee.
Re prhnzi lann verscüTio del suo saci^àiißcio per Ha causa della giustiziai la faiñs^lianñtforda
WILLY JERVIS
esempio di dò che può la fede in Dio
congiunta aXl’anwre per í sttoi simili.
« Fede è certezza: di cose che
si sperano, diniostrazione di
-cose che non si vedono ».
(Ebrei 11: 1).
Smno informati ohe per onorare la
memoria déll’mg. Willy Jervis, fucilato
da, tedeschi sulla piaizza di Villar Pelli,
ce la sera del 5 agosto 1944, amici delì’Estinia, di Milano e di Ivrea, hanno
lisMuìto, con una «Tondaizione Willy
Jervis », tre borse di stud.o per studenti valligiani di disagiate condizioni economiche della Vili Peili'tce e della Val
Germairmsca Lciborse, di cui si prà cou
nnscere Ikntità e che verranno asse,
•gnate 'già per Vanno scolastico 194519.46 in seguito ad esame sostenuto dai
candidati, sono riservate; urta a studontildi scuola med.a, una a studenti d>
scuola magistrale, una a studenti di
università.
Pierre ^Rostan et famille (Marseille),
J. Etienne' Rostan ei famille (Prali),
Jean Rostan et famille (Torre Peliice),
Suzanne Rostan veuve Rostan e/amÜle (Pral.) M.arie Rostan veuve Rostan
(Prali); les familles Rostan, Peyrot,
Bieynat, Revel, Grill, Richard ont la.
douleur de participer à tous les nombreuse amis Je décès de leur cher frère
beau-frère, onàle et cousin
FRANCOIS ROSTAN
survenu à NÈze le 14 septembre 1944
dans sa 78e année.
« Et j ’entendis du ciel une
voix qui d'sait: Heureux des à
présent les morts qui meurent
dans le Seigneur !
« Oui. dit l’esprit; afin qu’ils
‘Se reposent de leurs travaux,
car ,leu:rs œuvres les' suivent ».
(Apocalypse 14: 13).
Tra i iibri
II Sale della terra, predica di Ermanno
Rostan. — Libreria Ediitrice Claudiana - Torre PleUice. — Prezzo L.. 3.
«'Voi'Siete il sale della terra », E’ un
invito alla tiastimonianza cristiana personale e sincera, rivoUto ai cristiani di
tutti i tempi e di ogni paese. I cristiani
sono chiamati a dar sapore al moindo, il
sapore della fede, della speranza, delTamore, il sapore d’una vita rinnovata
dal messaggio diel Vangelo. Credenti e
Chiesa hanno nel mondo una funzione
insostituibile alla quale possono ma non
devono venir irnHiao. Raccomandiamo la
lettura di questo bel sermone. R.
Dott. GIANCARLO DE BETTINI
MEDICO CHIRURGO
Via Umberto I, 5 (Casa Mollea)
Riceve tutti i giorni dalle 14 .alte 16
Venerdl e Domenica dalle lOiàMe 12
Past. Doli. Alberto Ricca, Direttore
Arti 'Qrafiehe «HL’Alpina » - Torre PeUtee