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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGE|.ICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
VENERDÌ 3 MARZO 1995
ANNO 3 - NUMERO 9
LA RIVOLTA NEL CHIAPAS
GIU
LA MASCHERA
■ ¡¿le.
JEAN-JACQUES PEYRONEL
: ^ orto pronto a togliermi
la maschera se la so■ '.metà messicana si toglierà la
àl'suà»: così scriveva, un anno
fa, dalla giungla, il mitico
'$ubcomandante Marcos, lea'. der della guerriglia zapatista
. -.tfcl Chiapas. A un anno di di, -stanza questa frase ci dà il
senso di quello che sta avve'.flendo nella lontana periferia
; meridionale di un paese latinoamericano che vorrebbe
-competere col suo grande vicino del Nord.
D r gennaio 1994, la prima
rivolta dell’Esercito zapatista
. ^di liberazione nazionale
'-(Ezln) scoppiò, simbolicamente, lo stesso giorno dell’
entrata in vigore del trattato
Nafta, l’accordo di libero
scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico. Per il presidente qiessicano, Carlos Salinas,
quell’accordo rappresentava
, u trionfo della nuova politica
economica neoliberista, fortemente suggerita dal Fondo
; monetario internazionale
(Fmi). Spalancando le porte
del suo paese ai grandi investitori internazionali, Salinas
era riuscito a ridurre finflazione dal 160% a meno del
10%; non era riuscito però a
ridurre la miseria di 40 milionijii Messicani (quasi metà
della popolazione) né a ridare
dignità e giustizia agli indios
discendenti dai Maya e ai
eampesinos bianchi, sottopo*^
,sti allo spietato sfruttamento
dei latifondisti nelle grandi
piantagioni di caffè, canna da
zucchero e cacao dello stato
del Ghiapas, confinante col
Guatemala, di cui faceva par. te fino al 1842.
.Un anno più tardi la rottura
della tregua da parte degli zàpatisti è coincisa col crollo
della moneta messicana. Per
venire in aiuto al suo «allievo
prediletto», il Fmi ha concesso al Messico il più grande
prestito della sua storia (circa
- 8 miliardi di dollari). Gli Usa
hanno concesso 20 miliardi di
dollari, imponendo rigidissi
r me contropartite.
Sta cadendo la maschera
del tìuovo Messico neoliberi'®ta, come voleva Marcos?
Eàtto sta che tra il gennaio
’94 e il gennaio ’93, il «miracolo economico» ha cominciato a mostrare seri segni di
affanno: già prima delle eleitioni presidenziali dell'ago
- Sto scorso i capitali stranieri
' avevano inizialo a cercare lidi
;più sicuri (Brasile, Argentina,
•Gilè). Nel marzo ’94 l’assassinio di Luis Donaldo Colo: sio. candidato ufficiale del
^ Patito rivoluzionario istituJ^zionale (Pri). era stato inter'Ipretato come l'inizio di una
grave crisi del partito-regime
i al potere da 63 anni. Fu poi
elètto Ernesto Zedillo che
iholti, a cominciare dagli
, lisa, ritengono non all’altezza
■■ della sua funzione. In questa
situazione, il recente appello
del subcomandante Marcos a
formare un movimento politico di tutta l’opposizione di sinistra per precipitare la fine
del Pri, sembra indicare una
strategia che prende le mosse
dal Chiapas per estendersi
all’intero paese.
Questo spiega l’accanimento del nuovo presidente
nel cercare di colpire la testa
della rivolta zapatista e la
mobilitazione degli agrari per
opporsi alla ventilata confisca di parte delle loro terre.
Non potendo colpire l’inafferrabile Marcos se la prendono col vescovo cattolico
Samuel Ruiz, da oltre 30 anni a capo della diocesi di San
Cristobai de las Casas, che
presiede la Commissione nazionale di mediazione tra il
governo e i guerriglieri. Ein
dall’inizio del conflitto, il vescovo Ruiz ha avviato un
dialogo con le chiese protestanti del Chiapas, in maggioranza presbiteriane, che
rappresentano il 40% della
popolazione locale e che, negli ultimi 20 anni, sono state
vittime di una cruenta persecuzione religiosa. In una recente dichiarazione 16 chiese
protestanti del Messico hanno criticato la politica economica e sociale degli ultimi
governi, e hanno chiesto di
far parte della Commissione
di mediazione.
Il Vangelo di Marco ribalta la tradizionale divisione dei sessi
Gesù... le donne, \ maschi e la buona notizia
PAOLO T. ANGELERI
«Im febbre la lasciò ed ella si mise a
servirli»
«Ed esse, uscite, fuggirono via dal sepolcro... e non dissero nulla ad alcuno,
perché avevano paura»
(Marco 1,31; 16, 8)
Ognuno ha le sue preferenze: Lutero
per Paolo; a me piace Marco, perché è l’Evangelo più antico, più vicino a
Gesù e contiene la primitiva storia della
passione (Pesch); ma anche perché mostra entusiasmo per una scoperta: il «segreto» di Gesù, malamente compreso dai
dodici (9, 33): «Chi vuol essere il primo,
sarà l’ultimo». Lo dice il Battista, «venuto prima»: «Chi viene dopo di, me è più
forte di me» (I, 7). Ma occorre prestare
attenzione alla struttura narrativa di questo Evangelo, profondamente diversa da
quella degli altri tre.
Marco prende in considerazione due
livelli: maschile e femminile. Primi gli
uomini: Pietro, primo chiamato; l’indemoniato di Capernaum (un uomo) primo
miracolato. E ciò in accordo alla tradizione: ma non per confermarla, anzi per
contestarla, riprendendo e allargando la
linea della Genesi dove Giacobbe benedice i due nipoti (figli di Giuseppe)
Efraim e Manasse, incrociando le mani e
invertendo così la priorità. Al rimprovero di Giuseppe, risponde: «Lo so, lo so;
però il suo fratello più giovane sarà più
grande di lui» (Genesi 48, 19). Genesi o
dell’inversione, si potrebbe dire: Ismaele/Isacco; Esaù/Giacobbe; Giuseppe/i
fratelli; Peres/Zerach; Efraim/Manasse.
Ma Marco va oltre: in questo processo
vuole includere le donne.
Se il primo miracolato è un uomo
(Marco 1,21 ), la seconda è una donna, la
suocera di Pietro. «Guarita, si mi.se a servirli» (Marco 1,31). Perché questo particolare? Probabilmente l’evangelista vuole far notare la condizione servile come
punto di partenza dell’inversione: dal
basso verso l'alto. Ultime, le tre donne al
sepolcro, incaricate di annunciare il risorto. Ecco il punto di arrivo: il servizio
apostolico (Marco 16, 7).
Contiamole, queste donne. La suocera
di Pietro (Marco 1,31); le due impure (la
dodicenne e l’emorroissa), (Marco 3, 21 );
la sirofenicia e la figlia (Marco 7, 24); la
povera vedova generosa (Marco 12, 41);
la donna munifica (Marco 14, 3); la servetta pettegola (Marco 14. 66); le tre
donne al sepolcro: tutte alla ricerca non
di primato, ma solo di inclusione. E come
un crescendo, una strada all'insù: un'anabasi. Chiedono solo di essere ammesse,
non escluse, e riescono a scoprire il disvalore del denaro, il plusvalore di Gesù,
Unione europea
Diplomazia
ortodossa
a Bruxelles
la fragilità di Pietro, la gloria del risorto.
Le avete contaté? Undici, contro undici
apostoli («i maschi apostoli» sono ormai,
senza Giuda, solo undici). Ma gli apostoli (maschi) che hanno fatto? Un disastro,
una catabasi, una via all’ingiù. Si sono
preoccupati del primato senza capire il
«segreto» di Cristo (ultimo in terra primo
nei cieli). Pietro finge di capire (Marco 8,
29) ma in realtà non capisce (Marco 8,
3). Sul monte della trasfigurazione, sempre Pietro chiede il privilegio di restare là
con Giacomo, Giovanni, Mosè, Elia e
Gesù (Marco 9, 6). Tutti e dodici poco
dopo litigano: «Chi di noi sarà il maggiore? (Marco 9, 34). Infine, il solito Pietro
è costretto a confessare la sua viltà a una
servetta (a una donna!). Sul Golgota, tutti
assenti: presenti invece le donne (così in
Marco e Matteo: Luca e Giovanni - maschilisti? - aggiungono i maschi). Attenzione: un gruppo: i latitanti; un traditore:
Giuda: un rinnegato: Pietro. Tre: come le
donne al sepolcro. Un caso? Undici contro undici, tre contro tre; e Maddalena, la
prima delle tre, incaricata insieme alle altre al posto di Pietro (il primo) e degli altri: «Andate, dite ai suoi discepoli e a
Pietro che Gesù è risorto e vi attende in
Galilea». Primi, ultimi; ultimi, primi: un
ribaltamento, una rivoluzione! Questa la
mia lettura «al femminile» di Marco.
Avrò letto male?
Si è svolta nel gennaio scorso a Bruxelles, per cura del
metropolita Panteleiomn del
Belgio (patriarcato ecumenico), che è anche rappresentante ufficiale ortodosso in quel
paese, l’inaugurazione dell’
Ufficio della Chiesa ortodossa
presso- l’Unione europea.
L’idea di installare una rappresentanza ortodossa presso
la Commissione europea risale all’incontro tra Jacques Delors e il patriarca Bartolomeo
I a Bruxelles nel maggio’93.
Dietro richiesta di Delors il
patriarcato ecumenico, a nome dell’intera Chiesa ortodossa, ha proceduto alla creazione di tale ufficio.
L’Ufficio della Chiesa ortodossa presso l’Unione europea non assume- un carattere
politico, economico o nazionale, secondo quanto hanno
precisato i suoi responsabili,
ma intende funzionare sul
modello dei rapporti già consolidati tra la Commissione
europea e le diverse istanze
religiose. In un messaggio rivolto in occasione dell’inaugurazione dell’Ufficio, Jacques Delors si è rallegrato di
vedere così la presenza ortodossa diyentare «più continua
e più regolare» nei confronti
delle istituzioni europee.
L’Europa ha bisogno, dice il
messaggio, «del contributo
della Chiesa ortodossa che
rappresenta, con i suoi 200
milioni di fedeli (...) un attore
di primo piano nel futuro del
continente».
Nella sua risposta padre
Emmanuel Adamakis, nominato alla direzione dell’Ufficio, ha sottolineato che la
Chiesa ortodossa ha elaborato
delle risposte costruttive rispetto ai problemi contemporanei come le questioni della
giustizia sociale o dell’ambiente, «collegando la teologia della persona alla teologia
della società come comunione
(koinonia) di popoli».
ECUMEN.E
Evangelici tedeschi
per l’Europa dell’Est
pagina 2
I)EIJ.,,A PAR01.A
Il Signore ci conosce
e ci chiama
pagina 6
Cui:ruRA
Per un dialogo fra
ebrei e cristiani
pagina 8
2
PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 3 MARZO 1995
Si è svolta a Rheinfelden la seduta distrettuale del Gustav-Adolf Werk del Baden
Priorità agli aiuti a favore delPEuropa delPEst
STEFANO MERCURIO
Dal 30 gennaio al 1° febbraio si è svolta a Rheinfelden, vicino a Basilea, la seduta distrettuale del GustavAdolf Werk (Gaw) del Baden. Durante i lavori è stato
presentato il nuovo catalogo
di finanziamenti per l’anno
1995. 11 Gaw è un’organizzazione che dipende direttamente dalla Chiesa evangelica tedesca (Ekd) e che si impegna ad aiutare finanziariamente alcune chiese evangeliche di minoranza (chiese
partner) in Sud America e nel
Sud-Est dell’Europa, tra cui
anche la Chiesa valdese.
Le sovvenzioni che questa
organizzazione stanzia alle
chiese partner consistono essenzialmente nel coprire una
parte delle spese per la motorizzazione dei pastori, per la
ristrutturazione o la costruzione di locali di culto e comunitari, iq borse di studio,
in doni vari. Quest’anno per
esempio il Gaw del Baden si
è impegnato a contribuire finanziariamente per coprire le
spese di ristrutturazione delle
abitazioni pastorali di Ferentino e Siena. Alla seduta erano invitati anche rappresentanti di chiese dell’Ucraina,
della Repubblica ceca, della
Polonia, della Grecia e del
Brasile, che haimo presentato
la situazione attuale e l’opera
di testimonianza in cui sono
impegnati. Il vescovo della
Chiesa riformata dell’Ucraina, Lajos Gulàcsy, ha ricordato come nel suo paese la
fede evangelica abbia continuato a esistere nonostante le
restrizioni e la repressione.
Egli stesso dovette vivere 7
anni in esilio. La libertà religiosa ottenuta oggi dai nuovi
governi dà la possibilità di intraprendere un grande lavoro
di ricostruzione e di missione
interna. L’ostacolo più grande, ha ricordato il segretario
della Chiesa dei Fratelli boe
Una famiglia povera in un villaggio dell’ex Germania dell’Est
mi, Jan Potocek, è la diffusa
povertà sociale, che impedisce a queste chiese di raccogliere da sole i fondi necessari alla ricostruzione.
I 70 rappresentanti del Gaw
hanno espresso solidarietà e
ribadito disponibilità a sostenere finanziariamente queste
chiese. Solidarietà e amicizia
sono state confermate anche
alla Chiesa valdese, a cui è
stato ricordato che sia essa sia
le chiese evangeliche di Francia, Spagna e Portogallo non
saranno penalizzate rispetto
alle nuove richieste provenienti dall’Est.
Durante il dibattito si è sentito tuttavia l’esigenza, da più
parti, di invitare tutte le chiese
partner a risparmiare: se questo vale per le chiese dell’Est,
c’è da domandarsi quanto più
debba valere per le nostre comunità! L’appello credo vada
preso molto sul serio: l’Ekd
La Kek e il Ccee si incontreranno ad Assisi
Verso la II Assemblea
ecumenica europea
La Conferenza delle chiese
europee (Kek) e il Consiglio
delle conferenze episcopali
cattoliche d’Europa (Ccee) si
incontreranno ad Assisi dal
12 al 14 maggio per lanciare
ufficialmente l’invito alla seconda Assemblea ecumenica
europea (Aee), dopo quella
svoltasi a Basilea a Pentecoste del 1989. La seconda Aee
avrà come tema «La riconciliazione: dono di Dio e fonte
di vita nuova»; la data previ-'
sta è il maggio 1997, e per
quanto concerne la sede si
parla della città austriaca di
Graz. Data e luogo dell’incontro saranno comunque definiti nel corso dell’incontro
di Assisi, a cui parteciperanno i membri dell’Assemblea
del Ccee (in pratica i presidenti di tutte le Conferenze
episcopali europee) e i membri del Comitato centrale della Kek (fra cui la vicemoderatore della Tavola valdese, pastora Gianna Sciclone).
In vista dell’incontro di Assisi il presidente del Ccee, il
cardinale Miloslav Vlk (arcivescovo di Praga), e il presidente della Kek, il decano anglicano John Arnold, hanno
scritto una lettera comune alle chiese membro della Kek,
alle Conferenze episcopali e
ai Consigli nazionali di chiese cristiane, rinnovando l’invito ad attivarsi in vista della
seconda Aee. «Nel corso degli ultimi anni - si legge nrfla
lettera - in molti luoghi i rapporti fra le chiese non sono
stati caratterizzati da uno spirito fraterno... Specialmente
laddove i rapporti fra chiese
sorelle sono segnati o influenzati da equivoci, riserve
e pregiudizi, occorre fare passi in avanti verso un autentico
ecumenismo». La seconda
Assemblea ecumenica, affermano i due presidenti, «si
fonderà sulla speranza che i
popoli d’Europa possano sperimentare una più profonda
riconciliazione che abbracci
sia la vita di fede che i rapporti sociali». In questo contesto, si legge nella lettera,
particolare attenzione dovrà
essere data alla testimonianza
comune nei processi di integrazione europea e di riforma
delle istituzioni, alla protezione delle minoranze, alla comune testimonianza di fede e
a un rinnovato dialogo: «Possiamo stabilire un nuovo modello di dialogo anziché rinchiuderci in una prigione di
pregiudizi?».
destinerà quest’anno buona
parte dei suoi fondi al progetto «Speranza per l’Europa
dell’Est»,, sostanzioso aiuto
finanziario rivolto alle numerose organizzazioni umanitarie, sanitarie e religiose presenti nei paesi dell’Est colpiti
da guerre, come l’ex Jugoslavia, o attive nella costruzione
di ospedali e centri diaconali,
nonché nell’opera di educazione alla pace, alla solidarietà e alla giustizia. L’operazione si affiancherà all’altro
progetto dell’Ekd, «Pane per
il mondo», nato alla fine degli anni ’70 in favore del Terzo Mondo. Riuscirà il Gaw in
futuro a raccogliere il denaro
necessario per sovvenzionare
i progetti che si è impegnato
a sostenere? La domanda rimane aperta anche se regnava un certo ottimismo. I lavori si sono conclusi con la rielezione della presidente
uscente Gabriele Mannich.
Esiste oggi una urgente e reale richiesta di aiuto finanziario da parte dell’Europa ex
socialista; nonostante questo
la chiesa tedesca farà il possibile per continuare a aiutare
la Chiesa valdese.
Personalmente però mi domando se non sia arrivato il
momento per le nostre comunità di una maggiore responsabilizzazione in materia di
contribuzioni. Una maggiore
contribuzione per aiutare la
Tavola valdese a chiudere in
pareggio i propri conti non
sarebbe forse un segno di responsabilizzazione verso la
chiesa tedesca e anche di «solidarietà indiretta» verso questi fratelli e sorelle dell’Est,
che certo più di noi hanno oggi urgente bisogno dei finanziamenti tedeschi per la loro
opera di evangelizzazione e
testimonianza?
Echi dall'Assemblea del Clai in Cile
«Non dobbiamo
demonizzare gli altri»
Occorre «abbandonare l’idea dei principi di base» per
giungere a un’intesa reciproca
con i credenti di altre religioni
sul continente latinoamericano: questa la proposta lanciata
dalla teologa metodista brasiliana Nancy Cardoso durante
la 111 Assemblea del Consiglio latinoamericano delle
chiese (Clai), svoltasi a Concepción (Cile) alla fine di
gennaio. Cardoso ha dichiarato che i cristiani non dovrebbero accettare, in nome del
cristianesimo, la demonizzazione di altre religioni.
L'intervento della Cardoso
è stato salutato da fragorosi
applausi: molte donne e autoctoni presenti all’Assemblea
intendono infatti svolgere un
ruolo più attivo nell’ambito
del Clai. Solo di recente i cristiani latinoamericani hanno
imparato a «coesistere con
una pluralità di esperienze religiose», come ha ricordato la
teologa, che ha criticato «le
cristologie arroganti e manipolatrici nonché le ecclesiologie fatte per la religiosità dei
sedicenti cristiani», che considerano i riti e le pratiche di
altre religioni come «bersagli
da abbattere».
«Non dobbiamo .smettere di
amare le nostre particolari
esperienze confessionali - ha
aggiunto Cardoso - ma riconoscere che le strutture teologiche cristiane possono generare una società chiusa. Dobbiamo reinventare il nostro
discorso, anche su Dio, affinché le nostre orecchie e le nostre sensibilità non siano offese ogni volta che parliamo di
divinità celebrate sul continente» ha sottolineato.
Molti delegati hanno approvato le critiche espresse dalla
Cardoso sulle strutture ecclesiastiche che hanno escluso le
donne dalle alte responsabilità. «Abbiamo in mezzo a noi
chiese che continuano a proibire l'accesso delle donne al
.sacerdozio e ai posti di potere. Esistono tuttora strutture
di insegnamento e di organizzazione che perpetuano i rapporti gerarchici tra le donne
e gli uomini» ha ancora precisato Cardoso che, riferendosi
alle critiche rivolte dall’Assemblea alla Chiesa cattolica
romana, ha detto di essere rimasta stupita dal fatto che
«nessuno dei nostri fratelli ha
ricordato che i cattolici romani continuano a rifiutare
l’accesso delle donne a! sacerdozio». (Eni)
»
Dal Mondo Cristiano
Evangelici dell'Ecuador: no
all'ora di religione cattolica
QUITO — Le chiese evangeliche dell’Ecuador, in collaborazione con altri organismi, hanno lanciato una campagna nazionale per raccogliere un milione di firme contro una legge, approvata alla fine dell’anno scorso, che rende obbligatoria l’ora
di religione cattolica per tutti gli studenti. Il «Fronte per la dife,sa della laicità», a cui aderiscono sindacati, movimenti indigenisti, partiti, organizzazioni per i diritti umani, movimenti studenteschi e la Federazione delle chiese evangeliche dell’Ecuador, ha chiesto al Parlamento di abrogare la legge, la cui attuazione dovrebbe iniziare l’anno prossimo, e che prevede due ore
settimanali obbligatorie di insegnamento religioso cattolico per
le scuole di ogni ordine e grado. In gennaio, nel corso di manifestazioni studentesche contro la legge, due studenti sono stati
uccisi dalla polizia; l’arcivescovo anglicano dell’Ecuador,
Walter Crespo, ha celebrato il funerale di uno di essi, Juan
Carlos Luna, di 17 anni, e ha effettuato uno sciopero della fame di una settimana per protestare contro la legge. Secondo
Cesar Parra, responsabile per l’educazione del Consiglio latinoamericano delle chiese (Clai), la legge è incostituzionale
perché discrimina le minoranze religiose e viola la tradizione
liberale di laicità che vige da oltre un secolo in Ecuador. «11 ca-'
so dell’Ecuador - ha detto Parra - purtroppo non è isolato. Fa
parte di una strategia nata all’assemblea dell’episcopato latinoamericano di Santo Domingo nel 1992, e tendente a lanciare
una nuova evangelizzazione cattolica del continente e a porre
un freno alla crescita delle chiese evangeliche e dei gruppi che
la Chiesa cattolica definisce come sette». (Nev)
Luterani e cattolici d'accordo
sulla «giustificazione
GINEVRA — Il pastore Ishmael Noko, segretario generale
della Federazione luterana mondiale (Firn), ha dichiarato il 9
febbraio all’agenzia ecumenica Eni che i luterani stanno preparando una dichiarazione comune con la Chiesa cattolica per
superare le divisioni dottrinali e per togliere le reciproche condanne sul tema teologico fondamentale della «giustificazione».
Noko spera che il documento possa essere approvato dalla
prossima assemblea generale della Firn, che si svolgerà a
Hong Kong nel 1997. La dottrina della giustificazione è stato
il nodo sul quale si è consumata la divisione della cristianità
occidentale nel 1517. Lutero infatti, fondandosi sulle Lettere
dell’apostolo Paolo, affermava che il credente non è giustificato attraverso la propria «forza, meriti o opere», ma solo «per
grazia, mediante la fede» in Cristo. La dottrina luterana sulla
giustificazione fu condannata dal Concilio di Trento nel 1547.
Il 1997 sarebbe dunque una data propizia per dichiarare superate le controversie dottrinali vecchie di 450 anni. Sulla questione della giustificazione, ha detto Noko, rimangono ancora
alcune differenze fra le due confessioni, ma si tratta di differenze di interpretazione «che non dividono e non devono dividere le chiese». La Firn ha inviato a tutte le sue chiese membro
una bozza della dichiarazione comune, chiedendo loro di valutare se essa è «consona all’Evangelo apostolico proclamato
nelle Scritture, di cui i credi ecumenici e le confessioni di fede
luterane danno testimonianza». (Nev)
Polonia: incontro di giovani
leader battisti europei
RADOSC — Ogni anno, in gennaio, si tiene un Convegno
per responsabili dei movimenti giovanili nazionali organizzato
dalla Federazione battista europea (Ebf). Quest’anno rincontro
si è svolto a Radosc in Polonia, dal 20 al 25 gennaio. Vi hanno
preso parte oltre 40 leader giovanili. 11 tema del Convegno era:
«Libertà e responsabilità». L’argomento più discusso è stato il
programma di astinenza sessuale prima del matrimonio promosso dall’Alleanza mondiale battista Con il motto «True love
waits» (Tlw) e cioè «11 vero amore aspetta». L’olandese Nico
Wever, .segretario del Comitato giovanile dell’Ebf, ha detto che,
a meno che non vengano apportate alcune modifiche culturali al
programma, sarà difficile proporre il Tlw in Europa. Molto criticata è stata l’idea di far firmare ai giovani degli appelli pubblici per invitare le persone ad astenersi dai rapporti prematrimoniali, in quanto si tratta di questioni private che ognuno deve affrontare con la propria coscienza. «In diversi paesi europei, i dipartimenti che si occupano della gioventù hanno già sviluppato
un loro modo di affrontare questo problema» ha detto Wever. 1
giovani leader hanno poi firmato un appello, in occasione dei 50
anni dalla fine della seconda guerra mondiale, in cui si invitano
«tutti i giovani a combattere ogni manifestazione di razzismo,
violenza e ingiustizia nella loro società e ad essere attivi costrut
tori di pace nel nome di Gesù*
(Ebps)
145 giovani ieader che hanno partecipato aii'incontro di Radosc
3
rii;-, '
•• ./ .
venerdì 3 MARZO 1995
Vita
Ghie:
PAG. 3 RIFORMA
Inaugurato a Modena il nuovo locale di culto metodista
Un nuovo centro dì testimonianza
In Puglia si studia il problema della religione a scuola
Un opuscolo per ì diritti dì libertà
ROBERTO BOTTAZZI
Domenica 12 febbraio, alle 10,30, il piccolo ma
delizioso locale di via Gherardi 25 a Modena traboccava
di ospiti provenienti da diverge parti della città, deH’Einilia Romagna e deH’Italia: almeno 70-80 persone che hanno festeggiato insieme al
gruppo modenese (che fa capo alla Chiesa metodista di
Bologna) la riapertura del locak di culto, in una nuova e
confortevole sede.
11 culto di inaugurazione ha
visto la gradita presenza del
moderatore Gianni Rostan,
che ha portato il saluto della
Tavola valdese; del pastore
.Valdo Benecchi, che ha parliate come ex pastore di Bologna e da parte della Ced; del
pastore Paolo Sbaffi, sotto la
cui cura il gruppo di Modena
ha in questi ultimi anni assunto consistenza e motivazione,
fino appunto al progetto del
f. Centro culturale e della ria. pertura di un locale di culto.
4 .L’incontro è stato condotto
Adán*attuale pastore di Bologna, Giovanni Anziani, impegnato in questi mesi alla forinazione sia del gruppo di
Modena sia al coordinamento
delle attività di appoggio da
parte dei fratelli della «chiesa
madre» di Bologna. La predicazione è stata invece tenuta
da un altro gradito ospite, il
pastore Claudio H. Martelli,
presidente dell’Opcemi.
H messaggio è stato ascoltato con viva attenzione, e ha
. trovato un’eco in molti degli
interventi e dei saluti che poi
■i sì sono susseguiti. Con riferimento all’episodio della tra
VIRGINIA MARIANI
I pastori Benecchi, Anziani e Sbaffi
sfigurazione (Luca 9,28 ss.),
nel quale i discepoli, a causa
di un fraintendimento, manifestano il desiderio di costruire delle tende, mentre la
voce dall’alto dice: «questi è
mio Figlio... ascoltatelo».
Martelli ha sottolineato come
di fronte a noi vi sia da una
parte la soluzione della sicurezza che ci può provenire
dalle organizzazioni e dalle
strutture (costruzione delle
«tende») e dall’altra invece la
via dell’ascolto, della comunicazione, nel capire autenticamente quello che ci viene
detto e nel farlo realmente
capire agli altri.
Se intraprendiamo questa
via, come già molti nella storia passata dell’evangelismo
italiano hanno fatto con grande coinvolgimento e passione, il segnale che giunge da
questo fatto nuovo di Modena
verrà seguito da una realtà di
frutti e di sviluppo, per una
chiesa, come quelle valdesi e
metodiste, che di frutti e di
sviluppo ha così bisogno.
Tra i saluti e le comunicazioni che si sono succeduti ricordiamo poi quelli da parte
della Comunità di base del
Villaggio Giardino (Modena),
del Sae locale, della chiesa
battista di Ferrara, del circuito, del gruppo luterano di
Modena che frequenterà da
ora in poi assiduamente il nostro locale non avendo un altro punto d’appoggio in città.
Erano anche presenti alcuni
rappresentanti della Chiesa
dei Fratelli di Modena, un altro segnale di una possibile
nuova stagione di fraternità e
collaborazione.
Infine bisogna citare un fratello che a Modena è stato fra
gli artefici preziosi di questa
bella novità. Massimo Mozzetti: per lui e per il volonteroso gruppo di Modena il nostro grazie, un appoggio fraterno e un impegno anche
nella preghiera.
Nei vari commenti sugli
incontri ecumenici della
«Settimana per l’unità dei cristiani» tra le pizzicate note
positive spiccavano, fdrse
perché più sonore, quelle negative.
Anche a Mottola la settimana è stata celebrata e il numero dei presenti era di gran
lunga superiore a quello degli
anni scorsi: sabato 21 gennaio, infatti, la chiesa battista
era stracolma di gente che
prima di allora non aveva
avuto mai il coraggio di entrarvi, perché cattolica, e si è
pregato e cantato sentitamente per più di due ore.
Si sono avuti anche altri incontri «di conoscenza» perché
abbiamo esperienza quotidiana di quanto poco sappia di
noi il mondo cattolico: si è
sottolineato, per esempio, come proprio alla luce della parabola della vite e dei tralci
noi credenti siamo uniti al Padre attraverso solo e unicamente Gesù Cristo, senza alcun altro tipo di intermediazione, e per questo personalmente ed egualmente impegnati nelle attività delle chiese; avranno compreso pienamente? Ancora molto ci sarebbe stato da dire, ma bisogna anche essere pronti e aver
maturato una necessaria coscienza critica per affrontare,
senza false apparenze accomodanti, gli altri non numerosi ma certamente profondi
motivi di diversità. Come lo è
l’insegnamento della religione
cattolica nelle scuole.
Sulla questione, venerdì 10
febbraio, nei locali della chie
sa valdese di Taranto, è stato
invitato a parlarne il prof.
Pantaleo in una conferenza
dal titolo «Religione ed educazione nella scuola italiana».
Nel darci il benvenuto il pastore Lupi ha evidenziato come ultimamente si stia vivendo un nuovo clericalismo nel
tentativo di dominare le coscienze e, regalandoci un pezzo di storia, ha dato lettura di
un documento del 1870 (l’anno della breccia di Porta Pia)
in cui si dichiarava che quanti
avessero voluto fare religione
avrebbero dovuto presentare
la domanda: vero segno di libertà. Non dissimile è la situazione attuale, ha continuato il prof. Pantaleo, in cui 1’
esonero è stato finalmente sostituito dalla scelta di seguire
o no tale ora, senza che si
possa dar luogo ad alcuna
forma di discriminazione.
Jn numerose realtà quest’
ora costituisce ancora motivo
di disagi quando in alternativa
non vi sono altre attività didattiche e l’orario scolastico
non è stato comunque pensato
per consentire l’uscita da
scuola, così come previsto
dalla legge. E cosa dire dell’uso di celebrare messe o
d’impartire benedizioni, così
clamorosamente illegale?
Davvero un’aria irrespirabile
soprattutto per i più giovani
che, anche più fragili, non
comprendono la ragione che
spinge i genitori in questa dura lotta e in quanto minoranza
si sentono additati e scherniti.
Ma spesso proprio i genitori,
per timore che i figli crescano
frustrati dalla propria diversità, che vissuta legalmente
non sarebbe così problemati
ca, nascondono la propria
identità e subiscono.un’ora
che d’altronde è così poco
confessionale se non addirittura utile nel suo affrontare
argomenti di interesse sociale,
quali la droga o la violenza...
Per questi genitori, che probabilmente sono poco informati, la commissione per i
rapporti stato-chiesa della Federazione delle chiese evangeliche di Puglia e Lucania
(Fcepl) ha redatto un vademecum illustrato dal prof.
Pantaleo, che ne è il responsabile: l’opuscolo costituisce
un valido strumento per esercitare semplicemente quelli
che ora sono i propri diritti,
tutelati da leggi che sarebbero
violate dallo stesso atteggiamento rinuciatario di quanti
si sentono sconfitti da un irragionevole atteggiamento di
massa.
Il «sogno» è una scuola laica e democratica nella quale
si respiri tolleranza, o meglio
rispetto delle libertà.
INIZIATIVA PER I LETTORI DI «RIFORMA»
DELLA RIFORMA IN ITALIA
Il 17 febbraio di ogni anno si ricorda la concessione dei
diritti civili ai valdesi (17 febbraio 1848) che apri una
grande stagione di libertà per tutte le chiese evangeliche
poi presenti sul territorio italiano.
In questa occasione la redazione di Riforma offre ai suoi
lettori la possibilità di approfondire la conoscenza di alcuni importanti avvenimenti storici, acquistando a prezzo
fortemente scontato i seguenti volumi della Claudiana;
Giovanni Jalla - Storia delia
Riforma in Piemonte fino alla morte di Emanuele Filiberto (1517-80)
[2- ediz.), pp. 420
L. 39.000, scontato L. 19.500
Una ricerca esemplare su un
aspetto ignorato della vita politico-religiosa del Piemonte del
'500. Ristampa anastatica dell’edizione Claudiana, 1914.
Giorgio Bouchard - Il ponte
di Salbertrand. Il ritorno dei
valdesi in Italia (1689)
PP- 80, 47 disegni e 33 grandi foto in b/n
L. 22.000, scontato L. 11.000
L’autore fa rivivere vivacemente
la più famosa pagina della storia valdese. I magnifici disegni
di U. Stagnaio e le incisive foto
di A. Merlo immergono visivamente il lettore nei luoghi storici e tra i personaggi dell epoca.
B<iurhard
IL PONTE DI
SALBERTRAND
Il ritorno dei valdesi in Italia
Gerolamo Miolo - Historia breve e vera de gl’affari de
i valdesi delle Valli (1587)
a cura di Enea Balmas
(2“ ediz.), pp. 160
L. 20.000, scontato L. 10.000
Anonimo - Histoire memorable de la guerre faite par le
due de Savope Emanuel Philebert contre ses subjects
des Vallées [...¡(1561)
a cura di Enea Balmas e Vittorio Diena
testo originale con versione italiana a fronte, pp. 180
L 20 000, scontato L. 10.000
Denys Bouteroue - Discorso breve delle persecuzioni
occorse in questo tempo alle chiese del Marchesato di
Saluzzo. (1620)
Introduzione, note e appendice di Enea Balmas, testo originale
francese e versione italiana di G. Zardini Lana, pp. 280
L. 30.000, scontato L. 15.000
Tre testi del 1500 e 1600 che offrono una testimonianza
preziosa della resistenza valdese e delle chiese riformate
del Piemonte alla repressione cruenta del sovrano feudale.
Grado Merlo - Vaidesi e valdismi medievali
I voi., pp. 160
L, 20.000
scontato L. 10.000
II voi., pp. 184
L. 27.000
scontato L. 13.500
Da numerosi frammenti del complesso fenomeno dell’eresia medievale in Italia e Francia nei secoli XII-XVl,
appare un insieme di
viva spiritualità che torna a interrogare la cultura del nostro tempo.
valdesi
e valdismi
medievali
v-.l ..
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L’offerta è valida solo fino al 31 marzo 1995 e per invii in Italia.
I volumi devono essere ordinati
esclusivamente alla nostra redazione
con lettera (via Pio V, 15 - 10125
Torino - fax 011-657542) o per telefono 011-655278.
4
nr
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
La «Settimana della libertà» dei battisti di Mottola
Creare lavoro per tutti e tutte
DOMENICO D’ELIA
Si è svolta a Mottola, prèsso la chiesa battista, lo
scorso 19 febbraio, una conferenza con il titolo della
«Settimana della libertà»: Lavoro e dignità umana. Sono
intervenuti in qualità di relatori Giovanni Arcidiacono,
presidente della commissione
«Cultura e teologia» della Federazione delle chiese evangeliche di Puglia e Lucania, e
il dottor Diego Ludovico, sindaco di Mottola. La serata è
stata introdotta da Rocco Lamanna, responsabile focale
della Fgei, che ha presentato
il tema e i relatori.
Arcidiacono ha focalizzato
l’attenzione sulle leggi e le
teorie che regofano e indirizzano l’economia, inquadrando il tutto anche dal punto di
vista teologico. Partendo dal
presupposto che nei paesi
deirOcse vi sono 35 milioni
di disoccupati, si è .chiesto
quale economia sia in grado
di risolvere il problema. Certamente non l’economia di
mercato, che si può definire
come «economia formale»,
che finora ha retto le sorti dei
nostri paesi industrializzati
portandoli vèrso l’illusione
«eeonomicistica» dello sviluppo incontrollato, del liberismo, tutti termini ancora
prepotentemente sbandierati
che tuttavia hanno sostanzialmente ridotto l’uomo, la natura, la società umana a pedine della società di mercato.
Quello che conta, in definitiva, è il mercato che regola
tutto e in funzione del quale
tutti devono cooperare e sacrificarsi. A tutto questo il relatore ha contrapposto l’economia sostitutiva, o «sostanziale», nel cui centro vengono posti il dono, la recipro
cità, il rispetto. Una tale economia sposta il baricentro dal
mercato aU’umanità e ai suoi
bisogni.
In seguito Arcidiacono ha
presentato le diverse teorie
macroeconomiche che nel nostro secolo hanno indirizzato
le politiche dei governi, soffermandosi anche sull’analisi
keynesiana e sul concetto di
disoccupazione fisiologica
del sistema; si è detto contrario alla ricetta americana e
deU’Ocse per risolvere il problema della disoccupazione
centrata sui concetti di maggiore flessibilità, riduzione o
abolizione degli ammortizzatori sociali, diminuzione generalizzata dell’intervento
pubblico. A queste ricette il
relatore ha contrapposto il
«libro bianco» di Jacques Delors e quindi la via europea,
basata sulla realizzazione delle grandi infrastrutture, sul
Welfare, sulla solidarietà sociale, sullo sviluppo non tradizionale e quindi sulle nuove
tecnologie.
Arcidiacono ha concluso
con una riflessione del prof.
Zagrebelsky a proposito del
CHIESA EVANGELICA VALDESE
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
am
COMMISSIONE DI STUDIO
PER LA DIACONIA
La commissione di studio per la diaconia, in accordo con la Tavola valdese, organizza un convegno, nei giorni 18 e 19 marzo, a
Firenze presso l’Istituto Gouid, sul tema:
«Scuola statale e scuola privata scuola di tutti»
Programma:
sabato 18 marzo
ore 9:
ore 13:
ore 15:
ore 17:
Segue:
Saluto e apertura dei lavori.
Franca Long: relazione introduttiva;
Filippo Gentiioni: «Il mondo cattolico di fronte a una nuova idea
per la scuola»;
Emanuele Barbieri: «Il sindacato nel dibattito sulla scuola»;
Giorgio Bouchard: «Gli evangelici, la scuola, la laicità, il pluralismo»;
inizio del dibattito.
Pranzo
Introduzione al lavoro di tre gruppi sui temi:
1, autonomia scolastica - conduce Elio Canale;
2, risorse- conduce Beniamino Lami;
3, pluralismo e laicità - conduce Francesca Spano.
È stato invitato il Ministro della Pubblica Istruzione Giancarlo
Lombardi per un intervento sul tema: «La risorsa scuola».
Tavola rotonda sul tema del convegno.
Presiede Paolo Sbaffi.
Intervengono: -Giulia Rodano
- Franco Calvetti
- Domenico Maselli
- Paolo Naso
domenica 19 marzo
ore 9: Relazione sul lavoro del gruppi.
Presentazione della bozza del documento finale.
Dibattito generale.
Approvazione documento.
Conclusione dei lavori.
Pranzo e partenze.
ore 13:
Le iscrizioni vanno inviate, per lettera o fax, appena possibile alla segreteria de! convegno presso:
«CONFRONTI», via Firenze 38 - 00184 ROMA (fax 06 4827901)
Quota di partecipazione £. 130.000.
La Tavola valdese è disposta a concorrere, con l'aiuto delle opere interessate, alla copertura dei costi sostenuti dai diaconi e dai pastori In quésto
caso essi devono effettuare gli adempimenti previsti per la padecipazione ai
corsi di aggiornamento.
Per informazioni rivolgersi a:
- CONFRONTI (segreteria), tei. n. 06-4820503, fax n. 06-4827901
- Marco Jourdan (C.e diakonia), tei. n. 091-6827941, fax. n. 6820118
racconto della condanna e
crocifissione di Gesù, fondata
sul volere pilotato di una «democrazia del l’accelerazione»
(«crocifiggilo!») e emozionale piuttosto che su una solida
democrazia rappresentativa
che sola può , condurre alla risoluzione di grandi problemi
come quello del lavoro e infine proponendo la cosiddetta
«teoria economica della giustizia» avanzata dal «gruppo
di Lisbona», basata sul controllo democratico e sul rispetto dell’ambiente.
Dopo l’intervento di Franco
Gentile,, coordinatore cittadino della Rete, il dottor Ludovico si è soffermato sulla situazione locale. Il sindaco ha
anzitutto puntualizzato quali
siano i compiti e le delibere
che l’amministrazione deve
attuare affinché si creino le
condizioni per una ripresa occupazionale locale: predisposizione di aree adibite a industria e artigianato, sblocco dei
piani di lottizzazione, interventi mirati sul territorio
nell’ambito del piano regolatore generale.
Da questo punto di vista
Ludovico si è detto contrario
sia ai cosiddetti lavori comunali a breve periodo (assunzioni bi o trimestrali in vari
ambiti pubblici) che non migliorano la situazione, sia allo sfruttamento incontrollato
del territorio (vedi le cave di
tufo e pietra) che, pur assicurando lavoro e reddito a qualche decina di famiglie, deturpano il paesaggio impedendo
lo sviluppo di attività importanti quali il turismo, l’agriturismo e in generale tutte le
attività collegate alla valorizzazione dei beni culturali e
ambientali. Ludovico ha concluso notando come nel Sud
d’Italia persino le leggi economiche valide a livello
mondiale (come il concetto
di disoccupazione fisiologica) spesso cozzino contro
una realtà del tutto particolare e contraddittoria. La serata
è proseguita con gli interventi dei numerosi presenti:
all’incontro infatti erano state
invitate tutte le realtà religiose, sociali, sindacali e politiche presenti a Mottola.
Venezia
Il lavoro
è un diritto
FRANCO MACCHI
Domenica 19 febbraio la
comunità valdese e metodista di Venezia ha celebrato con gioia l’annuale «Festa
della libertà». Per l’occasione
il locale di Mestre è rimasto
chiuso, per permettere a tutti
di ritrovarsi insieme nel tempio di Venezia. La giornata è
stata centrata, come suggerito
dalla Fcei, sul problema della
giustizia sociale e in particolare su quello spinoso della
disoccupazione.
A rendere più vivo e coinvolgente l’argomento era stato invitato il pastore Giuseppe Platone, direttore del Servizio cristiano di Riesi. Al
culto erano presenti molti fratelli e, molto gradito, anche
un discreto numero di cattolici che seguono le nostre attività e che in parte sono poi rimasti anche all’agape svoltasi
nei locali sociali di palazzo
Cavagnis.
Nel sermone, incentrato su
Matteo 20, 1-16 (parabola dei
lavoratori delle diverse ore),
il pastore Platone ha invitato
a riflettere sulla diversa concezione che della giustizia
hanno Dio e gli uomini. Da
questa diversità scaturisce il
continuo conflitto che ogni
cristiano dovrebbe avvertire
per il suo modo apatico e indolente di partecipare alla vita sociale, molto lontano da
quanto esigerebbe una fede
vissuta con coerenza.
Nel pomeriggio, dopo l’agape, il pastore Platone ha illustrato, utilizzando anche
bellissime diapositive, il Ser-.
vizio cristiano di Riesi, le sue
finalità, la sua articolazione e
la relativa organizzazione, i
suoi problemi e le sue prospettive. I presenti hanno seguito con interesse e hanno
approfittato della sua presenza per chiedere delucidazioni
e per conoscere meglio un’
opera dellà chiesa che si propone di realizzare, in un contesto sociale particolarmente
difficile, una testimonianza
cristiana, importante per il
luogo dove essa è nata ed è
presente, ma anche per tutti i
cristiani sensibili alle esigenze di una fede vissuta con im
pegno e coerenza.
«Una minoranza
significativa» '
NAPOLI — Alle ore 18
di sabato 4 marzo, presso
il Centro culturale Galeazzo Caracciolo, verrà presentato il volume di Giorgio Bouchard «Una minoranza significativa», edito
da Cnt, Roma. Introduranno, alla presenza dell’autore, Rosanna Ciappa e Alfredo Guarino. Per informazioni tei. 081-264510.
c
amare
are le dmrsità iàt>/<^ i
ogni mese su Confronti
immagini, testimonianze
e servizi sui piuraiismo
deiie etnie, deiie cuiture,
deiie fedi.
Confronti; alfaoiuaa«8ti»«a»«o lira 65.000; t
Un« copia lira ÉLOQQ. Versamento sul <
intestato alla coop. Comi«am4 Tempi, <i4a Pirénsìe 86,00184’Roma.'
Telèfimo fa* 4827901
) lira 65.000; semestrale lira 35.000.
1 ccp n. 61288007,
VENERDÌ 3 MARZO 1995
^■1
«
DECENNIO DI SOLIDARIETÀ DELLE CHIESE
DA DONNA
A DONNA
VERA VELLUTO
Nel 1988 il Consiglio ecumenico delle chiese
proclamava il «Decennio
delle chiese in solidarietà
con le donne». Nel documento diffuso dal Cec sono
posti all’attenzione della
chiese i problemi relativi alla condizione femminile nella chiesa e nella società. Ai
punti evidenziati nel documento, oggi bisogna aggiungere tutti quegli interrogativi
che la nuova tecnica della
fecondazione artificiale suscita nella coscienza degli
individui, in particolare delle donne. Da millenni il
comportamento delle donne
è stato modellato su posizioni etiche scaturite da credenze antiche fondate sui bisogni del maschio. In ogni società gli individui hanno lottato con il problema della
sterilità e le donne sono state colpevolizzate, disprezzate, ripudiate se infertili.
Oggi la tecnologia medica
ha reso possibile l’impossibile. Dal 1990, come è noto,
si susseguono le scoperte
scientifiche tese a sconfiggere la sterilità. L’ultima
scoperta arriva dal Giappone, dove sembra abbiano
messo a punto il «succedaneo degli spermatozoi», come titola un giornale. Le
nuove tecniche hanno dimostrato che la potenzialità riproduttiva della donna non
si arresta, come si era creduto, con la perdita della
fertilità, ma continua ad essere vitale anche dopo la
menopausa e si può essere
madri a 50 o a 60 anni.
L’opinione pubblica dubita
che una donna a 50 o 60 anni possa essere una buona
madre. Nessun dubbio, invece, è stato mai avanzato
nei riguardi di quegli uomini che naturalmente generano figli a 50 anni e oltre.
Nelle nazioni industrializzate il periodo vitale della
donna si è allungato e può
raggiungere gli 80 anni.
L’età cronologica non è un
buon metro per valutare il
buon genitore, se le stati.stiche sono piene di esempi di’
genitori giovani che sono
cattivi genitori.
La questione è un’altra: la
nuova tecnica della fertilizzazione artificiale cambia la
mentalità della società patriarcale o non rafforza piuttosto l’identificazione della
donna con la funzione materna? Filosofia, religione,
letteratura hanno sempre sostenuto che la donna è finalizzata alla procreazione. Secondo la biologia aristotelica, ripresa da Tommaso
d'Aquino, la madre fornisce
la materia informe del corpo
per assicurare la discendenza paterna. Negli antichi codici della città di Nuzi si
legge che in caso di sterilità
della moglie l’uomo ha il
diritto di generare figli legittimi con la schiava. Alla
stessa cultura e alla stessa
giurisprudenza si ispira il
racconto biblico della serva
Agar che genera un figlio ad
Abramo, per assicurarne la
discendenza. Con la tecnica
della donazione degli ovuli
e dell’utero in affitto, la società patriarcale ha fatto salvi i suoi principi. Le donne
usate per riprodurre il gene
paterno, questa volta, sono
due: la donatrice dell'ovulo
e la gestante.
Un altro aspetto poco noto riguarda l’alto costo richiesto dalla pratica della
fecondazione artificiale, alla
quale potranno ricorrere solo le donne che hanno notevoli possibilità economiche.
1 governi delle nazioni si interrogano sul problema delle risorse della Terra, ritenute insufficienti per una popolazione mondiale in vertiginosa crescita. Sono sempre più ridotti i fondi che i
governi .stanziano per l’assistenza e le cure sanitarie e il
diritto alla vita dei bambini
già nati e privi di genitori è
seriamente minacciato. E
nell’interesse di questi bambini sviluppare programmi
di gestazione di donne in
menopausa?
Questi sono solo alcuni
dei problemi intrinsechi alla
nuova tecnica della fertilizzazione artificiale, messi
però in secondo piano dalla
novità della scoperta. Purtroppo le donne tardano a
confrontarsi con le possibilità offerte dalle recenti scoperte e le chiese sembrano
incapaci di ascoltare l'esperienza e la voce delle donne.
Il decennio doveva essere
un’occasione per dare visibilità alle donne, per denunciare la società cristiana che
ha usato la Bibbia per legittimare la sottomissione della donna e la supremazia del
ma.schio, per giustificare la
violenza e il razzismo. Nello spirito del decennio la
Bibbia non può più essere
usata né in funzione repressiva, né come giustificazione di nuovi comportamenti
nel momento in cui la società umana affronterà i
problemi morali connes.si
con la fertilizzazione artificiale. È necessario che le
donne esprimano le loro posizioni etiche altrimenti, anehe questa volta, a dettare le
regole saranno gli uomini!
5
w.
venerdì 3 MARZO 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Sella crisi finanziaria degli enti pubblici i soli aiuti ai bimbi «Down»
La Noce dì Palermo: primo i servizi
—■ FRANCO GIAMPICCOLI
Abbiamo assistito nelle
ultime settimane a un inttóessante dibattito sul «Giornaie di Sicilia» che ha coinvolto indirettamente il Centro
diaconale La Noce, noto in
città come F «istituto valdese»- Il gennaio la presidehte dell’Associazione famiglie bambini Down di Palermo scriveva al giornale per
lamentare il fatto che diverse
scuole private cattoliche non
ammettono tra i loro allievi
persone portatrici di handicap
per la mancanza, a detta dei
responsabili, di aiuti statali
. che permettano di fornire le
scuole delle opportune strutture e dei necessari insegnanti di sostegno. Sarebbe davvero impossibile provvedere,
obiettava la corrispondente,
màgari con un aumento della
retta da parte delle famiglie
«come avviene regolarmente,
ad esempio, nella scuola valdese di piazza Noce?».
Alcuni presidi e direttori di
{ : scuole cattoliche, interpellati
' dal giornale, rispondevano
che l’inserimento di disabili
. con handicap non gravi viene
praticato senza insegnanti di
sostegno; che per gli handicap più gravi l’inserimento
senza il sostegno non è possibile e che un appesantimento
della retta per assicurare la
presenza dell’insegnante di
sostegno non è pensabile.
Interviene qualche giorno
- dopo la madre di un bambino
Down che espone la sua scelanziché iscrivere il figlio
in una scuola pubblica dove
non si paga ma perlopiù non
; c’è maestro di sostegno, ha
A preferito iscriverlo all'istituto
valdese dove paga, per l’insegnante di sostegno, un extra
di 100.000 lire mensili. Ma
per le famiglie che non superano! 20 milioni di reddito il
Comune paga una retta che
copre il costo del servizio,
informa la madre del bambi
II Centro La Noce a Palermo
no, per cui i loro genitori
«possono portare in questo
istituto i bambini i quali hanno la possibilità di ricevere
un buon servizio, superiore a
quello delle scuole statali, e
non pagano una lira».
Ancora un intervento dopo
una settimana. La madre di un
altro bambino Down affronta
l’argomento delle strutture: in
una scuola cattolica le avevano rifiutato l’iscrizione per
mancanza di strutture; anche
all’istituto valdese, dove poi
10 ha iscritto, mancano le
strutture, ma si sopperisce
con «amore e buona volontà»;
non essendoci l’ascensore, i
volontari portano di peso i
piccoli in classe.
Sobbarcarsi un costo
In effetti l’inserimento dei
disabili nelle scuole del Centro diaconale è un’eccezione
e ha un costo molto rilevante.
11 Centro diaconale è l’unica
scuola privata in Sicilia ad
avere un programma comple
Nella «Piccola collana moderna» è uscito il n. 75
Christian Demur
Denis Müller
L’omosessualità
Dn dialogo teologico
Prefazione di Ermanno Genre
pp, 164, L. 19.000
Un numero crescente di omosessuali praticanti, che si
dichiarano credenti in Cristo, bussano alle porte delle
chiese e chiedono di essere accolti
come fratelli e sorelle in fede a pieno diritto. Un pastore di una comunità urbana, omosessuale, e un docente di etica, eterosessuale, iniziano un dialogo rispettoso e comprensivo. La prefazione di Ermanno
Genre fa con grande chiarezza il
punto della situazione con un'am'pia
documentazione delle decisioni prese da varie chiese cristiane nel
mondo.
m mmedHrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/668.98,04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
to di inserimento e cura dei
disabili che prevede insegnanti di sostegno e l’appoggio di una équipe comprendente logopedista, fisioterapeuta, neurofisiochinesiterapista, psicomòtricista e psicologo. Il Centro diaconale lo
ha potuto attuare, da molti
anni, avendo accettato di caricare sull’insieme del proprio bilancio un pesante passivo: 145 milioni (1993)‘pari
a circa il 12% del bilancio
dell’opera. Inoltre, su iniziativa della direzione, è stato varato un piano di allargamento
del servizio dell’équipe terapeutica: nell’ultimo anno i
servizi dell’équipe sono stati
forniti, a pagamento, a disabili esterni nei locali della
scuola al di fuori dell’orario
scolastico e le quote ^percepite hanno consentito di abbassare del 35% il deficit connesso al programma disabili.
Per il futuro, dichiara il direttore, Marco Jourdan, si spera
che questa riduzione possa
arrivare al 70%.
Va notato che la quota pagata dal Comune per bambini
disabili non abbienti è di £
16.000 al giorno, per Finserimento e non per la cura. Con
trariamente a quanto affermato ottimisticamente dalla lettera citata, questo contributo è
ben lungi dal coprire il costo
del servizio offerto. E vero
tuttavia che le famiglie assistite godono gratuitamente del
servizio stesso. Non tutti i
bambini disabili bisognosi di
aiuto economico sono tuttavia
assistiti dal Comune. Per
quanti non sono in grado di
pagare la quota, una volta che
le assistenti sociali del Centro
diaconale abbiano accertato lo
stato di bisogno, intervengono
le borse di studio istituite
dall’istituto e di cui è stata da-,
ta informazione in una recente
circolare agli amici e sostenitori del Centro diaconale.
Il margine passivo del programma disabili è ancora
molto alto. L’aver privilegiato i servizi che si manifestano
necessari, assumendo la funzione di stimolo per la scuola
pubblica e privata in Sicilia,
come testimoniano le lettere
citate, ha un costo che esorbita le possibilità di pareggio
locale. Un costo che possiamo suddividerci in moki, nella gioia della condiyisione e
nella riconoscenza per la diaconia che ci è affidata.
Week-end teologico in Toscana
Gesù e la samaritana
CLAUDIA ANGELETTI
Gì
I
iunti al terzo incontro di
preparazione alla predicazione, la formula del weekend teologico pare aver superato il rodaggio iniziale: a Livorno, infatti, nei nuovi locali
di via del Vecchio Lazzaretto,
si sono ritrovate intorno al relatore, pastore Mario Marziale. circa 15 fra sorelle e fratelli toscani interessati a un
approfondimento critico della
parola di Dio.
Per la prima volta ò stato
affrontato un testo del Nuovo
Testamento, l'episodio dell'
incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Sichar, narrato nel capitolo 4 di Giovanni. La ricchezza di spunti offerta dal brano ha reso vivace
c mollo partecipata la ricerca
dei contenuti di cui rivestire
lo schema omiletico fornito
dal relatore: anche se ciascuno dei partecipanti ha sottolineato un aspetto diverso del
testo, la conclusione unanime
è stata che il significato più
lato della storia è riassumibile
nell'assunto che Gesù vuole
incontrare tutti gli esseri umani nella loro realtà esistenziale
AOSTA — Domenica 15 gennaio ha avuto luogo l’annuale festa comunitaria alla quale ha partecipato la scuola domenicale di Ivrea. 11 culto è stato presieduto dal pastore Gregorio
Plescan, e i bambini sono intervenuti con il canto. Siamp
grati ai fratelli di Ivrea per la loro presenza e ci auguriamo
che altri incontri si possano realizzare in futuro con maggiore frequenza. Dopo l’agape in comune nella saletta delle
attività, ci siamo spostati in chiesa per assistere a scenette e
canti presentati con simpatica allegria dai piccoli; un grazie
speciale vada a tutti i «grandi» che hanno tanto attivamente
contribuito alla riuscita dell’incontro.
• A 147 anni dalla concessione dei diritti civili ai valdesi da
parte di re. Carlo Alberto, la Chiesa valdese di Aosta ha organizzato giovedì 16 febbraio, in sostituzione dello studio
biblico, una conferenza-dibattito dal titolo «Valdo di Lione:
un santo mancato?». A partire dalle parole di Gesù al giovane ricco: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi cjò che hai e
dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi», il pastore Ruggero Marchetti ha messo a confronto
l’avventura di un «povero cristiano» del Medioevo con
quella tanto simile e tanto diversa di Francesco d’Assisi. Il
pubblico numeroso e attentissimo ha manifestato senza riserve il proprio apprezzamento. {LiDu)
TORINO — La Chiesa evangelica di via Crissolo esprime il
cordoglio e la simpatia alla famiglia Orecchia per la dipartita della figlia Maria Rosa in Facchinetti. Il funerale, nel
tempio valdese di corso Vittorio e al cimitero di Castiglione
Monferrato, è stato presieduto dal pastore Alberto Taccia.
• Il 15 gennaio è nato Tommaso, di Paola Zampillo e Saverio Pappagallo. I genitori, ambedue medici, lavorano con un
team medico delle Nazioni Unite in Giordania. Ai felici
nonni Gemma e Vincenzo Zampillo e a Paola e Saverio
congratulazioni e auguri da tutta la comunità.
TORRE PELLICE — L’assemblea di chiesa riunita domenica 26 febbraio ha eletto quali deputati al Sinodo Claudia
Armand Hugon e Maria Tamietti (suppl. Sergio Pasetto)
e come deputati alla Conferenza distrettuale Sandra Rostan, Monique Jourdan e Anna Ribet (suppl. Luca Ricca
e Sergio Pasetto).
PINEROLO — Per la prima volta nel territorio della comunità
sono stati preparati, in occasione del 17 febbraio, ben 4 falò
a cui hanno partecipato 20 fratelli e sorelle grandi e piccoli.
Al culto del 17, con Santa Cena e partecipazione della corale, erano presenti i coniugi Rostan Telmon provenienti dalla
chiesa di Bahia Bianca in Argentina, rappresentanti della
Chiesa valdese del Sud America. Il signor Telmon si è detto
contento di trovarsi a Pinerolo, città di suo nonno.
• Quella del 26 febbraio è stata, per i^^resenti al culto, una
giornata di festa per l’ammissione del nuovo membro di
chiesa Guido Castiglia, che ha detto la sua vibrante e sentita confessione di fede.
• Rinnoviamo la nostra simpatia cristiana alla famiglia di
Olga Pons ved. Romano, deceduta nei giorni scorsi.
BOBBIO PELLICE — Il forte vento e la mancanza assoluta
di neve non hanno consentito la consueta accensione del
falò la sera del 16 febbraio, presso il monumento di Sibaud.
Le avverse condizioni atmosferiche non hanno però impedito il regolare svolgimento della fiaccolata che, partendo
dalla piazza di Bobbio, ha raggiunto la località Sibaud. Dopo alcuni canti popolari, il breve incontro si è conclu.so col
canto del Giuro.
• Il culto del 17 con celebrazione della Cena del Signore è
stato caratterizzato dalla partecipazione del moderatore
Gianni Rostan, in qualità di lettore e coadiutore nella distribuzione degli elementi della Cena del Signore; la sua presenza ha positivamente impressionato l’assemblea, che ha
molto gradito il suo saluto alla chiesa. È stata anche molto
apprezzata la partecipazione del gruppo flauti e quella della
corale Bobbio-Villar. La predicazione del pastore è stata incentrata sulla necessità di avere una seconda Chantoran,.
che indichi alla chiesa tutta alcune urgenze vocazionali che
rimettano nel dovuto risalto l’identità valdese, il senso della
nostra presenza alla Valli, la ricostruzione di una co.scienza
responsabile personale e collettiva, in relazione ai radicali e
frequenti mutamenti culturali del nostro tempo.
per rivelarsi a ognuno quale
elargitore dei doni di Dio.
La realizzazione di questa
sua volontà lo spinge inevitabilmente a infrangere tutte le
barriere, da quella tra i sessi a
quella del moralismo a quella, ancor più robusta, delle diversità religiose. In un mondo
che discriminava la donna
Gesù scelse una donna per
autorivelarsi come il Messia,
una donna per di più di dubbia moralità c appartenente a
un gruppo considerato «bastardo» e impuro come i samaritani.
L’esegesi profonda del testo, uno sguardo al problema
della formazione del Nuovo
Testamento, una carrellata
sui manoscritti, le traduzioni
e la loro classificazione hanno riempito il tempo disponibile il sabato pomeriggio del
28 gennaio, dilatandolo poi
fino a un’ora piuttosto tarda
della serata. Così la domenica mattina è stata dedicata interamente al culto e alla preparazione di un'agape fraterna, seguita da canti corali di
inni della Riforma. La valutazione del sermone ha concluso la serata.
Nella «Piccola collana moderna» è uscito il n. 74
Krister Stendahl
Paolo tra ebrei e pagani
e altri saggi
a cura di Paolo Ribet
pp. 165, L. 19.000
Questo saggio è ormai un «classico», giunto in Usa alla
sua 11® edizione (1994). Come e perché Paolo giunge a
definire il centro della sua dottrina: la
giustificazione per grazia mediante
ia fede? Paolo non lotta contro l’interpretazione giudaica della legge di
Mosè ma rivendica il diritto dei pagani convertiti al cristianesimo di essere membri a pieno diritto del popolo
di Dio senza doversi sottoporre alla
circoncisione e alle norme sui cibi.
Una contestazione della tradizione
che ha aperto la via alla moderna rivalutazione dell’eredità ebraica in
Paolo e nel cristianesimo primitivo.
m mmeditriC0
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL, 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
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• J
PAG. 6 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 3 MARZO 1995
IL SIGNORE CI CONOSCE
E CI CHIAMA
MAURIZIO ABBÀ
Gesù si rivolge a Pietro
chiamandolo con il suo
nome proprio: Simone. Gesù
di Nazareth, il maestro che i
discepoli chiamano Signore,
si rivolge dunque a Simone in
forma diretta, immediata, senza ricorrere a titoli onorifici o
soprannomi «ecclesiastici»
dietro cui sovente ci ripariamo, assumendo un ruolo che
diventa una maschera ingannevole; Gesù si rivolge a noi
così come siamo, nella nostra
nuda individualità. Il pastore
conosce le sue pecorelle ad
una ad una, e le cerca; ognuna
è preziosa nella sua singolarità, ciascuna proveniente da
ovili diversi ma formanti un
unico gregge. Gesù ne ha già
persa una (per sempre?). Giuda Iscariota, e si premura di
non avere altre defezioni che
paiono invece profilarsi all’
orizzonte. Che fa Gesù allora?
Gesù Cristo
prega per noi
Gesù Cristo ha pregato per
i suoi, egli infatti è Túnico intercessore presso il'Padre, si occupa di loro, non in
maniera indistinta ma appunto cogliendo l’identità specifica e irripetibile di ognuno. E
tono è comprensivo della debolezza di cui è impastata T
umanità; Gesù ammonisce
l’apostolo e, con lui, gli altri
undici vengono passati al vaglio. Che significa? Come il
grano è setacciato per essere
nettato, così i dodici vengono
passati al setaccio onde valutare se la fede che li anima sa
resistere all’impatto con prove improvvise e di particolare
durezza (si veda il libro biblico di Giobbe, esemplificativo
sotto molti aspetti).
tossicodipendente, un genitore alcolista.
Drammi con gradazioni diverse di tragicità, a cui la fede non era attrezzata a rispondere, una fede che non
era corazzata rispetto al dolore. Infatti era una fede allevata in una campana di vetro,
che sembrava reggere finché
si riteneva, erroneamente,
che la strada fosse sgombra
da ostacoli, ma ora ci sentiamo smarriti e al limite ci sentiamo in dovere di imprecare: dalla giustificazione per
sola fede alla giustificazione
della negazione di Dio; e tutto questo perché la nostra
piccola fede superficiale e di
facciata non era equipaggiata
a fronteggiare in maniera cristianamente adulta le lacerazioni esistenziali che il lato
sofferente della vita ci ha
procurato e quindi siamo
completamente sprovveduti
al riguardo...
A Gesù, consapevole della
debolezza umana, non è difficile prevedere il senso di
smarrimento che si propagherà tra i discepoli, scaturito da una sconfitta terrena
quale sarà in effetti il suo arresto a cui seguiranno la condanna e la morte per crocifissione per ordine del prefetto
romano.
Proprio Gesù, intravedendo come rapidamente gli accadimenti prendevano una
piega che con parametri
umani non poteva certo essere considerata come particolarmente brillante, ha pregato
per Simone, e lo esorta in
maniera diretta, calda ma decisa, preannunciandogli che
quando sarà convertito... (sì,
convertito!) avrà il compito,
lui, di fortificare i fratelli.
«**Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma
io ho pregato per te, affinché la tua fede
non .venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli**. Pietro gli
disse: “Signore, sono pronto ad andare con
te in prigione e alla morte**. E Gesù: “Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà,
prima che tu abbia negato tre volte di co
noscermi**»
(Luca 22,31-34)
Una fede assopita
La fede di ogni credente si
trova normalmente a vivacchiare. anzi a sonnecchiare; ogni tanto c’è (o c’era)
for.se qualche sussulto: al culto domenicale o per qualche
colletta speciale e poi si toma
alla solita vita di fede scialba
e incolore. Tutto questo ci
suona nuovo? Finché le cose
procedono senza imprevisti,
pensiamo che nell’ambito del
solito tran tran giornaliero,
re.s.sere, anzi precisiamo .solo
Tosare dirsi credenti in Gesù
Cri.sto sia la ciliegina festiva
sulla torta dal solito scontato
sapore quotidiano.
Se poi però ci imbattiamo
in difficolta, in eventi doloro-,
si che scuotono dalle fondamenta la nostra organizzazione di vita, impreparati vacilliamo tremendamente: una
persona cara è malata grave,
un lutto ha lasciato un vuoto
incolmabile, un matrimonio è
fallito, scopriamo un figlio
La conversione
non riguarda solo gli altri
Come evangelici, nei nostri orticelli denominazionali più o meno di antica
data, intellettualmente impegnati o carismaticamente
spinti all’azione evangelizzatrice, pensiamo: «Ah, sì, certo, gli altri si devono ancora
convertire», sicuri come siamo che la conversione sia
l’attestato di cittadinanza
evangelica, una .sorta di patente che siamo noi nell’eventualità a rila.sciare con molta
ritrosia, riluttanza che del resto ci viene ordinariamente ricambiata nei nostri confronti;
ovvio, dato l’atteggiamento di
partenza. Convertirsi semmai
vuol dire, fra l’altro, non fare
l'esame con tanto di pagella a
chi ci sta di fronte o addirittura è al nostro fianco; semmai
il compito è di fortificarlo, essere fortificati a nostra volta,
e rifortificarlo nuovamente e
così via; se staremo bene nel
la nostra pelle, sapremo e potremo essere d’aiuto concretamente ed efficacemente. Fortificare dunque: già, è una parola! Abbiamo visto che la
nostra fede smarrisce facilmente la bussola nelle situazioni difficili, ma proprio per
questo occorre irrobustire la
nostra fede, alimentarla con
prodotti sani. Sarà sempre una
fede terrestre, una fede fragile
ma non una fragile fede!
Ci è più facile indebolire
La fragile fede è un dato
negativo che riguarda le
chiese, gli individui, le famiglie. Le situazioni difficili su
cui intervenire per tentare, almeno, di fare qualcosa non
mancano di certo, il compito
però non è facile, consci che a
noi è infinitamente più facile
indebolire, altre che fortificare! Ma quando indeboliamo?
Quando riduciamo TEvangelo
ad appendice ideologica e a
supporto partitico, indeboliamo. Quando riteniamo la speranza evangelica proiettata in
un indefinito al di là che non
tocca le nostre esistenze, e
che lascia tutto com’è in mano ai prepotenti, indeboliamo.
Quando pensiamo che l’ecumenismo sia un gioco diplomatico e una specie di passerella espositiva senza effetti
concreti e sorprendentemente
duraturi, indeboliamo. Quando pensiamo di essere più
ecumenici di altri, di aver fatto passi in avanti, di essere
delle avanguardie incomprese
e senz’altro per l’appunto profetiche, indeboliamo. Quando
non ci rendiamo conto che
molti steccati sono stati frantumati, ma li riteniamo ancora
innalzati e continuiamo a
muoverci secondo logore categorie: «noi» da una parte e
«loro» dall’altra e sarà sempre
così e non c’è niente da fare,
ecco che indeboliamo.
Quando tra moglie e marito
vi è ormai soltanto una «tranquilla (leggi: piatta) stima reciproca» e non c’è più innamoramento, indeboliamo.
Quando i genitori investono
molto di quello che hanno per
dare un giorno ai loro figli
una posizione di spicco ma
nel frattempo dimenticano di
investire tempo per loro, facendo loro mancare oggi le
ore di gioco, di vacanza, di
a.scoIto, insieme, per un periodo che volerà via troppo in
fretta, indeboliamo.
Quando i figli pensano: «I
genitori tanto non ci capiscono, non devono interferire
con i loro suggerimenti e non
vogliamo essere orientati da
loro in nessun modo» e non
sanno che questi consigli un
giorno li vorrebbero avere e
non li potranno più ascoltare
perché lo scorrere inesorabile
del tempo avrà scavato dei
solchi e creato dei vuoti e intanto, senza rendersi conto
forse, sono in balia di qualcun’altro o di'qualcos’altro
che li sta indirizzando chissà
dove, indeboliamo. E tanti altri esempi, cara lettrice, caro
lettore, puoi senz’altro aggiungere in base al tuo vissuto. Indebolire, abbiamo visto,
è facile, ci viene quasi maledettamente spontaneo!
E per fortificare dove si comincia? Ascoltando il fratello, la sorella, che sono accanto a noi, lasciandoli sfogare
se necessario (questo è già terapeutico) e poi porgendo parole sincere di condivisione e
di aiuto. Fortificare vuol dire
aiutarci a vicenda nel buttar
fuori quell’anidride carbonica che è l’aggressività che
abbiamo dentro e che ci rode
dal mattino come scendiamo
dal letto, e riuscire invece reciprocamente ad ossigenare
la fede.
Una fede
apparentemente zelante
Quando si manifesta una
fede che sembra sicura e
totale? L’evangelista Luca ha
elaborato i vv. 31-32, mentre
i vv. 33-34 sono presenti in
tutt’e quattro i Vangeli. Simone detto Pietro dichiara
una fede che parrebbe a tutta
prova, infatti è disposto con
molta abnegazione ad affrontare il carcere e persino la
morte per il suo maestro. Che
cosa si può dire di una fede
che è desiderosa di esprimere
la devozione più estrema fino
al sacrificio di sé? Nulla, se
non restare sbalorditi da tanto
eroismo, da una vocazione
che si vuole forgiare nel martirio se necessario, ma ha un
difetto: è una fede che pensa
di es.sere autosufficiente, convinta che non ha bisogno
dell’intercessione del Signore, si basa sulle proprie forze.
È l'altra faccia della medaglia: da un lato la fede a intermittenza, sonnacchiosa, dall’altra questa fede che pretende di essere senza smagliature, che si esalta propugnando,
se necessario, l’estremo sacrificio. due tipi diversi di fede
ma entrambe risultano non
essere a prova di croce.
La dichiarazione di Simone
non è una confessione di fede
autentica, bensì un impulsivo
atto di tentata supremazia, che
rientra nel quadro della disputa fra di.scepoli di Gesù su chi
sia il più grande (si veda Luca
22, 24-29). Le energie della
fede, se non provengono da
Dio, sono vacue, e il rinnegamento sarà lo sbocco inevitabile. Pietro, Gesù lo chiama
ora con il soprannome di ruolo. passa dall’abnegazione alla negazione, un rinnegamento che risuonerà ben tre volte
(vv. 54-61). Il rinnegamento
di Pietro ne fa venire in mente
altri, anch’essi di portata de
vastante. Ne cito solo due,
completamente diversi fra loro: il rinnegamento dei parenti
di un pentito di fatti mafiosi,
ossia nei confronti di un familiare che collabora con la giustizia e ora prendono le distanze da lui e lo marchiano
come infame. Il rinnegamento
della realtà circostante da parte di un tossicodipendente che
scivola nella schiavitù della
droga che gli negherà a sua
volta la dignità e ne farà prima o poi vittima designata,
ancora negandogli definitivamente il diritto di vivere i suoi
anni di scuola, lavoro, amore,
amicizia.
Il nuovo giorno
è nuovo davvero
Il rinnegamento non ha però
l’ultima parola, questo è la
gioiosa notizia evangelica! Il
gallo annuncia il nuovo giorno, un giorno che non ci risparmia l’indicazione dei nostri errori, delle nostre sopravvalutazioni che ci fru.strano, ma Gesù ha già pregato
per noi, e ora possiamo fortificare i fratelli perché Gesù
Cristo ci ha rafforzati per primo. Il gallo non ha cantato
invano, il nuovo giorno è il
giorno del Signore che viene.
Da lì si riparte. Fino ad ora
avevamo frainteso il fortificare: facendo vite blindate, ermeticamente chiuse, divenen
do come impermeabili a tutto
e tutti ma quel tempo ora, se
vogliamo, è finito! Dal canto
del gallo in poi il giorno del
giudizio diviene giorno di
chiamata per edificare, c tempo infatti di costruire con parole e gesti che sappiano rinfrancare. Ne abbiamo tutti bisogno, sì, tutti: donne e uomini, bambini e anziani, ¡lersino
gli animali a noi vicini, sì. anche loro!; sì, bisogno: ogni
creatura del Signore avverte
l'esigenza di essere ascoltata,
compresa, coccolata, accarezzata, abbracciata, con una tenerezza di cui non c'c da vergognarsi; ne abbiamo bisogno
come del pane che richiediamo ogni giorno in preghiera.
Ogni giorno siamo chiamati
a vivere pienamente e con
gratitudine per il nostro prossimo, ricercando più equilibrio e più serenità, perché abbiamo imparato che nei «setaccio» della vita qualcosa è
da gettare via in quanto nocivo e deleterio, qualcos'altro
invece è da trattenere in
quanto teneramente prez.ioso,
e questo non andrà perduto,
no davvero! In ciò resi consapevoli dallo Spirito Santo a
cui rendiamo lode, che ci pone adesso al cospetto del nostro Signore. Ora non rinneghiamo più la sua croce ma
l’apprezziamo sinceramente,
per fede, come pegno di risurrezione.
Preghiera
Signore Gesù Cristo,
quante volte sono stato impaziente.
Scoraggiato, volevo rinunziare a tutto,
o trovare un facile ripiego:
la disperazione.
Ma tu non hai perso la pazienza.
Hai resistito e sofferto per la vita intera
per salvare anche me.
Soren Kierkegaard
(Tratto da Jorg Zink, Come pregare, editrice Claudiana,
Torino, 1988, p. 190)
7
Spedizione in abb. postaie/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
. 1,'Editore si impegna a corrispondere
Il diritto di resa.
Fondato nel 1848
La viabilità e i collegamenti sono da sempre motivo di
accese discussioni e confronto fra le amministrazioni loi cali e quelle regionali o nazionali, o addirittura motivo di
Sfolti differenziazioni fra amministratori locali. La strada è
vista come necessità di collegamento, dunque come elemento essenziale per lo sviluppo ma la stessa strada crea
problema quando contribuisce ad intasare un centro abitato
fendendolo invivibile. Tuttavia la viabilità costa e così,
'•spesso, invece di interventi strutturali si risolvono i proi’blemi di traffico con palliativi per cercare di ridurre la ve' locità con limiti mai rispettati, o con bande sonore. Legata
al progetto di ampliamento della strada statale della vai
Chisone, arriva da Pomaretto la richiesta di un intervento
risolutore per il ponte dei Masselli, stretto punto di collegamento per tutta la vai Germanasca.
LLI lÀLDESI
VENERDÌ 3 MARZO 1995 ANNO 131 - N. 9 LIRE 2000
Gli anni ’80 sono stati, nel
Pinerolese come altrove,
gli anni dei rampanti. Sono
stati gli anni in cui si è teorizzato il denaro facile, la possibilità di «aggiustare» qualsiasi cosa conoscendo la persona
giusta, il fatto che le regole
non contassero e che l’unica
cosa importante era il potere,
il comando.
Attorno a queste idee sono
nate iniziative economiche e
politiche, si è fatta amministrazione locale, si sono create fortune, si sono rovinate
famiglie intere. Basti ricordare il caso dei «container che
lavorano per te» e dell’imprenditore nuovo Nuccio
Candellero, legato al Pii, alla
squadra di calcio, e persino al
«quotidiano» locale. Peccato
CORRUZIONE NEL PINEROLESE
ANNI OHANTA
GIORGIO GARDIOL
che i container non ci fossero
e che tutto fosse una truffa.
Ricordiamo poi i «potenti»
della politica che avevano legato al loro «carro» i fedeli
vassalli di ogni campagna
elettorale e sindaci e amministratori che credevano che i
diritti dei loro Comuni fossero «favori» dei potenti. Quanti telegrammi «...per mio interessamento la cassa depositi e
prestiti ha concesso il mu
tuo...». Peccato che la «potenza» derivasse dalla tangente.
Poi c’erano gli yuppies, quelli
degli affari immobiliari, quelli
delle finanziarie, aiutati da un
sistema di consulenti capaci
di muoversi a loro agio negli
ambienti giudiziari e dell’amministrazione dello stato.
Adesso si sa che la loro abilità
non era tecnica, ma era di altro tipo corruttivo.
Così, mentre prosperava
l’economia di carta e truffaldina, l’economia produttiva
declinava. Si è invocato il decentramento istituzionale (del
tribunale, degli uffici finanziari) più per difendere posizioni di potere che per dare
servizi all’economia, ma la
gente ha aumentato il suo
pendolarismo Con l’area metropolitana torinese. Oggi tutto sembra più chiaro. Ma negli anni ’80, quelli dell’arroganza, perché non abbiamo
reagito a quanto si svolgeya
sotto i nostri occhi?
Certamente non siamo colpevoli di quanto è avvenuto,
ma responsabili sì. Abbiamo
visto e sentito, ma per quieto
vivere e per «amor di pace»
abbiamo fatto finta di non vedere e non sentire.
;;Val Troncea
Ghi non vuole
ampliare
il parco?
Sono scesi fino davanti alla
sede del Consiglio regionale
del Piemonte per dire no
all’ampliamento del parco
della vai Troncea; c’erano
amministratori dei Comuni
delle alte vai Chisone e Ger-.
manasca, agricoltori, cacciatori. È successo giovedì scorso per protestare contro il
possibile ampliamento del
parco, richiesto con una petizione sottoscrilla da oltre
2,000 cittadini che in buona
parte però non sono residenti
sul territorio.
D parco naturale si estende
in vai Chisone su un territorio
di 3.280 ettari e, se passasse
la proposta di ampliamento,
potrebbe unirsi al parco regionale francese del Queyras
, Coinvolgendo anche territori
ttì Cesano e Sauze. Ma i no a
livello locale sono tanti, da
chi teme di dover limitare la
propria attività agricola a chi
teme venga bloccato qualunque intervento sul bosco a
quanti temono venga bloccata
la caccia o l’espansione delle
piste di sci.
Eppure, ricordano i sostenitori del parco, in Comuni
vicini la caccia è stata consentita, benché solo ai cacciatori residenti. C'è poi la
questione del lavoro; un
ampliamento porterebbe inevitabilmente alla creazione di
nuovi posti per guardaparco
6'sarebbe quasi sicuramente
personale del posto. «Bisogna un po’ smitizzare i famosi vincoli delle zone a parco;
con le modifiche alla legge
non è più così - aggiungono
gli Amici del parco - anzi,
grazie al collegamento con il
Queyras si potrebbero anche
ottenere fondi Cce su progetti Interreg». Tuttavia, con
tutta probabilità, non succederà nulla di quanto chiesto o
temuto; le imminenti elezioni
rimanderanno infatti tutta la
questione alla prossima legislatura.
Il futuro nazionale e locale della «Rete» nelle parole di Franco Algostino
La solidarietà può coesistere con il liberismo
DAVIDE ROSSO
La Rete a livello nazionale, dopo i risultati delle
ultime elezioni, sta cercando
di riorganizzarsi e di capire
quale sarà il suo futuro. Siamo andati a sentire su questi
temi, anche in vista delle
prossime elezioni di primavera, Franco Algostino della
Rete di Pinerolo e gli abbiamo chiesto in quale direzione,
secondo lui, si debba muovere la Rete in questo momento.
«La Rete deve portare
avanti, aH'interno del gruppo
progressista, delle istanze di
tipo pacifista e ambientalista;
oggi intanto la Rete si sta dando un organizzazione a livello
nazionale e poi organizzazioni a livello regionale molto
indipendenti fra di loro: è in
corso un processo di regionalizzazione e quindi tante decisioni vengono oggi prese a livello locale. Nelle prossime
politiche spero che la Rete si
presenti unitamente ad altri
gruppi e anche a livello locale
si deve seguire questa strada,
lavorare cioè con altri cercando ovviamente di non perdere
le sue caratteristiche».
Franco Algostino
- Qual è la consistenza della Rete nel Pinerolese?
«Quest’anno la campagna
di tesseramento non l’abbiamo ancora fatta e dobbiamo
ancora vedere come muoverci: direi comunque che qui a
Pinerolo ci saranno un 10 o
15 tesserati anche se non abbiamo mai fatto una vera e
propria campagna per raccogliere adesioni. Ci interessa
avere un gruppo di persone
che abbiano un certo modo di
vedere le cose, che vedano la
situazione politica in modo simile. Per quel che riguarda
l’aspetto locale, a Pinerolo il
lavoro è quello che svolgiamo
nel gruppo dell’Alternativa;
sul versante Rete in senso
stretto invece ci preoccupiamo di mantenere i collegamenti a livello nazionale (per
non rimanere isolati, chiusi) e
ad impegnarci nelle campagne
a livello nazionale, come
quella che ci sarà per referendum, legge Mammì ecc.».
- Come vede lei la situazione politica a livello locale in
vista delle elezioni?
«Bisognerà vedere come si
riuscirà a coalizzarsi, anche se
la mia paura è che in politica
andremo sempre più verso
due schieramenti che tenderanno ad essere sempre più simili fra di loro per cercare di
prendere i voti dall’altro. Con
un sistema maggioritario capita che la destra e la sinistra
si spostino sempre al centro e
questo può temperare gli eccessi ed è positivo, però può
far .sì che non succeda nulla di
nuovo, che semplicemente si
rimanga così come si è».
- La Rete cosa sceglierà ?
«A livello locale ognuno
sceglierà come crede; a livello nazionale mi auguro che
come Rete ci si presenti insieme ad altri gruppi politici.
Direi comunque che le istanze che deve portare avanti la
Rete, come cose da mettere
al primo posto nell’ambito di
un liberismo temperato, sono
la pace, la solidarietà e l’ambiente».
In Questo
Numero
L9 anno prossimo il tempio di Rorà
celebrerà 150 anni di vita. Fu infatti inaugurato nel 1846, dopo che la sua
costruzione era stata resa possibile
dall’impegno di tutta la popolazione e dal
consistente aiuto fornito dal generale
Beckwith. Chi ha partecipato nel 1994 alla festa del XV agosto ha potuto vedere
l’ampio progetto di restauro che sarà realizzato per l’occasione; per concorrere alle spese è stato da tempo pubblicato anche un bell’opuscolo storico, a cura della
Società di studi rorenghi, che ripercorre
le vicende del paese, della gente, del lavoro alle fornaci e alle cave di pietra, della comunità valdese dal Medioevo a oggi.
Da Rorà, il paese dei brusapere, questo il titolo dell’opuscolo che si può richiedere anche al Centro culturale valdese, apprendiamo che in occasione della
raccolta dei fondi per costruire il nuovo
tempio, Beckwith ricorda un episodio significativo: trovandosi in Inghilterra per
illustrare il suo progetto a un gruppo di
IL FILO DEI GIORNI
IL PENNY
______________MARCO ROSTAN________________
amici, venne avvicinato da una bambina
che gli disse: «Signore io vorrei dare la
mia offerta per la sua chiesa ma ho solo
un penny [che equivaleva a poche migliaia di lire attuali], se crede che le possa servire, eccolo». Pieno di intelligenza,
quale era, il generale le rispose: «Cara
bambina, non solo il tuo penny è utile ma
è es.senziale al progetto: proviene infatti
dal cuore e perciò sarà nelle fondamenta
dell'edificio». E così fu: il penny, insieme alle pergamene di prammatica, fu
murato nella pietra angolare.
Collocato a levante del paese, l’edificio rappresenta da quel momento, insie
me alla scuola, il punto di riferimento
della comunità e corrisponde perfettamente alla nuova situazione che si verrà
a creare con l’editto di Carlo Alberto che
nel 1848 concedè finalmente ai valdesi i
diritti civili e politici. Tempio e scuola: il
sistema scolastico messo in opera in quei
primi decenni sarà perfezionato nella seconda metà del secolo. Si costruiscono
nei quartieri dei piccoli edifici, spesso
con un primo piano per l’alloggio del
maestro, in cui si tengono lezioni per tutta la stagione invernale.
A Rorà si ebbero tre scuole di questo
tipo: alla Rounc, alle Fucine, a Rumer.
Quest’ultima, affittata come alloggio, si
può vedere ancora oggi nella sua struttura originaria. Al capoluogo stava invece
la scuola grande per i ragazzi e le ragazze in grado di spostarsi dalle frazioni e
già in grado di leggere e scrivere. In tutte
le scuole l’in.segnamento aveva naturalmente e comprensibilmente un carattere
fortemente confessionale.
Acque
La risorsa acqua è un bene prezioso, ma è un bene
che deve essere tutelato a
ogni livello; l’acqua inoltre deve essere messa nella
condizione di far prosperare una comunità locale e
di non esporla ai rischi che
là recente alluvione ha ricordato. Se ne è parlato in
un convegno organizzato
dalla Comunità montana
vai Pellice.
Pagina II
Torre Pellice
Il Consiglio comunale
ha approvato alcune misure che introdurranno delle
variazioni in alcuni ambiti; si va dall’inquadramento del «mercatino biologico» nel novero dei mercati
generalmente intesi alla
suddivisione del territorio
comunale per quanto riguarda le licenze per pub
blici esercizi.
Pagina II
Val Chisone
Potrebbe essere la strada
della discordia: il rinnovamento della statale ha prò
vocato una netta presa di
posizione da parte del Comune di San Secondo, in
quanto alcune famiglie ri
salterebbero danneggiate
dalla variante al traffico
proposta nel progetto. Gli
altri amministratori invitano a usare un metro più
ampio di valutazione.
pagina III
La nuova Usl
Un buon pubblico ha
preso parte all’incontro
svoltosi a San Germano
con il direttore della Usi
10, Giovanni Bissone, nel
quale è stato presentato il
nuovo assetto della struttura locale e si è riaffermata
la validità dei servizi ormai consolidati.
Pagina III
8
PAG. Il
E E03 Delle Vai.i.i ^ldesi
VENERDÌ 3 MARZO 1995
La comunità alloggio per anziani di Inverso Rinasca
INVERSO: UN PARCHEGGIO PER LA COMUNITÀ
ALLOGGIO — Durante l’ultima riunione del Consiglio
comunale di Inverso Rinasca sono stati decisi alcuni lavori
di miglioramento e sistemazione di strade e muri; in particolare si prevede la costruzione di muri di sostegno alle
borgate Vivian e Palazzotto, nonché la sistemazione di
un’area di parcheggio in localitàvPiano Maurin al servizio
della zona e in specifico della Comunità alloggio per anziani gestita dalla cooperativa «La dua valaddo», una casa che
ospita circa 15 anziani. È stata l’ultima seduta di questo
Consiglio prima delle elezioni amministrative di fine aprile,
elezioni che porteraimo sicuramente delle novità visto che il
sindaco Erminio Ribet ha più volte ribadito la propria
indisponibilità a rinnovare la candidatura alla poltrona di
primo cittadino.
TUTTI LIBERI I COMMERCIALISTI — Al termine di
una settimana di interrogatori nelle varie carceri del Piemonte in cui erano stati trasferiti dopo l’arresto di lunedì 20
febbraio, tutti i commercialisti coinvolti nella vicenda di
tangenti all’ex comandante della Finanza di Pinerolo Antonio Rinaldi, rinchiuso nel carcere militare di Peschiera, sono stati rimessi in libertà; le indagini per altro sono proseguite evidenziando anchè altri possibili coinvolgimenti e
nuove forme di corruzione.
CONSULTA PER LA SICUREZZA SOCIALE — Si è insediata la Consulta per la sicurezza sociale della Comunità
montana vai Pellice; ne fanno parte i rappresentanti di enti,
società, categorie sociali, associazioni, che saranno così
coinvolti nelle scelte fondamentali per lo sviluppo sociale
ed economico della valle fornendo pareri e proposte, vigilando sul buon funzionamento dei servizi pubblici. La consulta svolgerà il suo lavoro mediante commissioni su temi
specifici; adesioni di enti o associazioni sono ancora ammissibili rivolgendosi al dott. Mario Sandretto, presso la
Comunità montana.
DA BOBBIO A LEGAMBIENTE: SI MA... — In relazione
alla lettera fatta pervenire da Legambiente a tutti i sindaci
della vai Pellice sul problema della rotonda al ponte di Bibiana in cui si evidenziava l’opportunità dell’opera a vantaggio della sicurezza e dell’incolumità dell’individuo, il
sindaco di Bobbio Pellice, Aldo Charbonnier, ha risposto
affermando di «condividere pienamente» le opinioni di Legambiente, lamentando nel contempo una scarsa attenzione
alla tratta Torre Pellice-Villanova «per cui è doveroso chiedere alla Provincia di Torino gli interventi necessari».
ACI: CAMPAGNA DI SICUREZZA STRADALE — L’Automobile Club italiano, in collaborazione con il Comune di
Torre Pellice, nell’ambito della campagna per la sicurezza
stradale, offrirà a tutti i cittadini automobilisti la possibilità
di sottoftorre le proprie autovetture a diagnosi tecnica; verranno verificate le condizioni di pneumatici, impianto frenante ed elettrico, controllati i gas di scarico. Si tratta di un
controllo gratuito che avrà luogo nel piazzale antistante la
caserma dei Vigili del fuoco in via Silvio Pellico dai 6 al 10
marzo fra le 8,30 e le 12,30 e le 14,30 e le 18.
COMMEMORAZIONE DI CADUTI A PINEROLO —
Nell’ambito delle manifestazioni per la celebrazione del
cinquantesimo anniversario della lotta di liberazione il 7
marzo si svolgerà a Pinerolo la cerimonia di commemorazione di Sebastiano Speranza, Renato Peyrot, Riccardo Gatto, Guido Ricca e Pietro Comba; il programma prevede la
deposizione di fiori presso le rispettive lapidi. Saranno inoltre ricordati altri sedici partigiani pinerolesi.
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LUSERNA SAN GIOVANNI
Un convegno promosso dalla Comunità montana vai Pellice
Tutelare e usare la risorsa acqua
PIERVALDO ROSTAN
LJ USO delle acque montane, un bene che può essere visto come una risorsa
ma anche come elemento da
controllare rispetto ai rischi
alluvionali, è stato al centro
di un convegno organizzato
dalla Comunità montana vai
Pellice sabato 25 febbraio alla Foresteria valdese di Torre
Pellice.
Negli ultimi anni si è via
via accentuata una forte polemica fra pescatori e più in
generale associazioni ambientaliste e i Comuni delle
alte valli accusati di concedere con troppa facilità le
concessioni edilizie per la costruzione di nuove centraline
idroelettriche. I sindaci del
resto hanno a loro volta ripetutamente ribadito che in assenza di una normativa chiara
risulta difficile opporre dei rifiuti a legittime richieste dei
privati che vogliono investire
per produrre energia «pulita».
Ma è altrettanto vero che se
in determinati casi venissero
autorizzate tutte le centraline
richieste, i prelievi di acqua
risulterebbero addirittura superiori alla stessa portata dei
corsi d’acqua (è il caso in alta
vai Pellice della Comba dei
Carbonieri). Il ricco tavolo
degli oratori ha permesso di
riaffermare a tutti le rispettive
posizioni, con qualche prospettiva in più data dalla presenza degli assessori regionale Mercedes Bresso e
provinciale Corrado Scapino,
che hanno illustrato gli ultimi
provvedimenti presi e la linea
su cui intendono muoversi le
amministrazioni.
La presa d’acqua della centrale Malbec in alta vai Pellice
Gli esponenti del mondo
universitario, i professori
Aiassa e Perosino, hanno sottolineato il difficile stato di
salute in cui versano i fiumi e
l’ambiente montano: «Se prima dell’avvento dell’era industriale - ha detto Perosino
- i torrenti scorrevano impetuosi e l’unico inquinamento
possibile era legato alla natura, alla presenza di enormi
quantitativi di materiale vegetale e animale che finiva
nell’acqua, ora siamo di fronte a due fenomeni che concorrono a debilitare la salute
del torrente: le aumentate
fonti di inquinamento e la
contemporanea diminuzione
di acqua legata ai molti prelievi concorrono a ridurre fortemente la possibilità del corso d’acqua di autodepurarsi
arrivando al collasso».
I prelievi non sono certo
soltanto quelli delle centrali
idroelettriche; i grandi canali
irrigui riescono d’estate a far
sparire letteralmente molti
torrenti (anche il Pellice a Cavour) ma l’alternativa, hanno
Ricordando
Giancarlo
Chi ha cono.sciuto il musico
tra i «Cantambanchi»; chi
l’inventore di strumenti musicali fatti con zucche, canne,
barattoli; chi il conferenziere
per insegnanti con sete ludica;
chi l’artefice dei Centri per la
cultura ludica; chi il matto
che insiste un anno con un anziano montanaro per farsi fare
una gerla... ma proprio in quel
modo lì; chi l’organizzatore di
mostre sui chiodi, sulle zucche, .sui mattoni, sui giocattoli
senza né pile né plastica.
È sempre Giancarlo Perenpriiner, cuneese col cognome
austriaco, geniale e imprevedibile, che travolge ogni convenzione: ad oggi è l’unico
paziente che, tra un ciclo di
chemioterapia e l’altro, abbia
trasformato la stanza d’ospedale in laboratorio per la costruzione di giocattoli.
La partita con la signora
leucemia l’ha giocata in modo
magistrale, da par suo: l’ha
respinta, beffardamente sfidata, sconfitta in molte manches; al ritorno possente dell’avversaria, Giancarlo si è
trovato in grosse difficoltà,
ma il gioco non gli è mai
sfuggito di mano; lei lo ha ri
conosciuto come il «miglior
avversario» che avesse mai
incontrato; lui ha glissato su
alcune mosse scorrette nell’ultima fase della partita.
Giancarlo non giocherà più
di persona, ma conta su tutti
quelli che vogliono continuare a divertirsi, imparare, insegnare, affermando - senza retorica - le ragioni insopprimibili della cultura popolare.
Tra le tremilioni.seicentoventicinquemiladiciotto cose
da fare - per le quali diceva
che non gli sarebbero bastate
due vite - c’è la summa sulla
«cuneesità», lavoro di cui
Giancarlo ha posto le basi:
per questa idea, per tutte quelle già abbozzate, per quelle
che matureranno, la mano
passa a noi compagni di gioco, vecchi e nuovi; dalle valli
occitane e francoprovenzali,
dalla pianura e dalle Lunghe,
stringiamo le file.
Per firmare la collaborazione con la pubblicazione «homo ludens», Giancarlo mi
aveva affibbiato il ruolo e lo
pseudonimo di un ufficiale di
cavalleria a riposo, burbero e
giovanile, iperattivo e quasi
centenario: mi firmerò così,
perché il gioco continui.
Ciao, caro Priiner, anche
quest’anno che viene seminerò le zucche.
Il Colonnello - Torino
MOBILIFICIO
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - ® 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
chiarito esponenti delle associazioni degli agricoltori, «sarebbe il ricorso ancora più negativo alle falde sotterranee
utilizzabili a scopi idropotabili». Di qui la necessità di porre vincoli precisi quanto elastici e verificabili di volta in
volta; è infatti vero che sarebbe opportuno un blocco totale
delle nuove concessioni prima di uno studio globale sulle
potenzialità idriche di una zona e di una verifica attenta di
tutte le richieste di prelievo, a
qualunque titolo siano state
presentate; è altrettanto vero
che ipotesi di disalveo dei
fiumi per controllarne meglio
le piene dovrebbero essere
verificati di volta in volta pur
tenendo conto che il corso
d’acqua non è un elemento
stabile ma è anzi soggetto a
forti spostamenti nel corso
degli anni e dunque da controllare ma non chiudere fra
argini troppo stretti.
La nutrita schiera dei produttori di energia elettrica si è
naturalmente fatta sentire, sia
con le parole del dott. Raineri
Fontana della Sinerga di Milano che si occupa proprio di
progetti di centraline, sia attraverso gli interventi. Molti
hanno lamentato che dopo le
decisioni della Regione Piemonte sono di fatto bloccate
tutte le nuove concessioni ed
è stato espresso il timore che
questo blocco risulti «sine
die» e non sia finalizzato ai
tanto attesi piani di bacino.
L’assessore regionale Mercedes Bresso ha invece ricordato che il blocco riguarda solo
le zone oltre i 1.600 metri di
altezza o aree particolarmente
a rischio, ma in generale è
parso di cogliere una diffusa
volontà di normare seriamente il settore, senza impedire a
nessuno di lavorare ma con
attenzione ad una risorsa comunque limitata.
Torre Pellice
Attività
commerciali e
rifiuti urbani
Penultima riunione per il
Consiglio comunale di Torre
Pellice nella serata di martedì
21 febbraio; è stata una seduta con molti assenti e quasi
tutte le delibere assunte all’
unanimità. Il Consiglio doveva procedere all’elezione del
nuovo revisore dei conti al
posto del revisore uscente,
Giuseppe Ceruzzi, scaduto il
15 febbraio e arrestato il 20
per la vicenda delle tangenti
alla Finanza di Pinerolo: è
stato nominato il dott. Antonino Pratola con studi a None
e Pinerolo. Alcune delibere
avranno un certo impatto sulle attività commerciali e sui
cittadini in genere: con l’introduzione di alcune modifiche al regolamento esistente
il mercatino biologico mensile sarà ora inserito a pieno titolo nel novero dei mercati,
questo sia per quanto riguarda l’assegnazione dei posti
che per il pagamento del relativo plateatico. Inoltre è stata
approvata una suddivisione
del territorio comunale in
aree ai fini del rilascio di licenze per pubblici esercizi:
tre sostanzialmente le zone
individuate, una centrale, una
di media periferia e una montana; non sarà possibile spostare le licenze da una zona
all’altra e solo in quella montana sarà possibile l’apertura
di nuovi esercizi.
Il Consiglio ha infine approvato il nuovo regolamento
per lo smaltimento dei rifiuti
solidi urbani; molte delle novità sono state introdotte direttamente dalla legge: al Comune restavano poche discrezionalità, ad esempio alcune
possibili riduzioni. Su richie.sta, pagheranno di meno (in
ragione del 30% di riduzione)
i cittadini residenti che vivono
.soli e gli agricoltori relativamente alla propria civile abitazione; sarà invece del 10%
lo sconto per quanti abitano
uno stabile a titolo di seconda
casa: una riduzione non troppo consistente per non gravare ulteriormente sui cittadini
residenti a Torre Pellice.
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San Secondo boccia il progetto di ampliamento della statale 23
Una «strada della discordia»
PIERVALDO ROSTAN
Fa discutere il progetto di
ampliamento della strada
v' Statale della vai Chisone con
, le soluzioni di circonvalla^’’ziòni, nuovi ponti, gallerie e
, rotatorie; nè hanno parlato un
/po’ tutti i Consigli comunali
della valle nel corso della set■ timana fornendo alla Provin‘, eia e alla «Conferenza dei
^servizi» le proprie indicazio.,fjii e disponibilità,
w.. Nella vicenda c’è anche un
.'¿«giallo», quello legato alla
¿".deliberazione del Comune di
¿ San Secondo, toccato margiEttalmente dal passaggio della
i circonvallazione di Porte
>^’altezza del ponte di San
¿ Martino. Il Consiglio comu' naie, mercoledì 22 febbraio,
votato all’unanimità no al
¿¿progetto proposto; tre abitaivzioni, tre famiglie si trove, ¿¿rebbero a sopportare i pesan■ ti disagi derivanti dal pas■’ saggio della strada e dunque
■ '.1 consiglieri hanno espresso
•¿ un voto a tutela dei propri
.¿ cittadini ma questo rischia di
'. mandare in fumo tutte le speranze degli altri Comuni del.Ma valle e in particolare di
: Porte, oggi praticamente non
. attraversabile nei giorni di
«
INFORMAGIOVANI
VAL PELLICE
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festa: «Assurdo, incomprensibile - hanno detto idiversi
amministratori della vai Chisone - che l’interesse, seppur
legittimo e comprensibile, di
tre famiglie vada a discapito
del futuro della valle».
Lunedì pomeriggio si è
svolto un ulteriore incontro
fra i sindaci di Porte e San
Secondo, con la partecipazione del presidente della Comunità montana, Erminio Ribet,
di numerosi amministratori
locali, dei tecnici della Provincia e dell’Ativa, delle famiglie interessate direttamente al nuovo tracciato della
strada di San Secondo. Ci sono stati alcubi chiarimenti e
un ripensamento, comunque
non facile, dell’amministrazione sansecondese; si tratterebbe di assumere una nuova
delibera, entro pochi giorni,
che dica esattamente il contrario di quanto affermato la
scorsa settimana.
Intanto la Conferenza dei
servizi che si è riunita venerdì 24 febbraio non ha esaminato il progetto; lo farà l’8
marzo e allora si vedrà anche
se i soldi ci sono e per fare
cosa. Nel fine settimana è
previsto anche un incontro di
amministratori locali con
l’europarlamentare Rinaldo
Bontempi e altri deputati nazionali. E gli altri Comuni?
Da tutti è arrivato l’ok, anche
se talvolta con riserve. Così a
RT
ACCORDO SPORTIVO 3S CARIPARMA VOLLEY — Im^portante accordo di collaborazione tra il 3S Luserna e il Cariparma
Volleyball, formazione emiliana storicamente ai vertici della pallavolo nazionale. Le due associazioni si sono impegnate a cooperare
per sviluppare i modo organico i rispettivi settori tecnici e organiz■ .zelivi. La formazione emiliana fornirà al 3S materiale tecnico ma è
• previsto anche un interscambio di atleti e allenatori; inoltre i piccoli
atleti valligiani potranno partecipare ai campi estivi organizzati dalla squadra parmigiana. Ultimo importante aspetto dell’accordo è
Torganizzazionc di una giornata «Cariparma» e di un torneo di mi,■ nivolley all’interno della tradizionale Festa dello sport di Luserna la
„ prossima primavera.
i; PALLAMANO CADETTI: UN DIVERTENTE PAREGGIO
— Nel campionato cadetti di pallamano maschile il 3S ha otlenuto
. un importante e appassionante pareggio casalingo con il Città Giardino. Sul 4 a 12 è cominciata la rimonta incoraggiata dall'allenatore
Enrico Comoglio. F così, prendendo coraggio e voglia di giocare, i
giovanissimi valligiani hanno agguantato la squadra di Torino fino
al 20-20 finale fra il disappunto della squadra ospite.
. Due sconfitte nei campionati di serie D maschile e C femminile: i
fagazzi hanno dato vita a un bell'incontro con il Città Giardino Torino, perdendo per 28 a 33 dopo aver chiuso in vantaggio il primo
tempo per \ 5 a 12. Nella seconda frazione gli ospiti hanno fatto valere la loro capacità rimontando e vincendo rincontro malgrado le
buone prestazioni dei valligiani.
La partita 3S-Bordighera. in programma domenica 26, non si è
invece disputata poiché la squadra ligure non si è presentata: probabile a questo punto la vittoria a tavolino al 3S. Le ragazze invece
hanno subito una pesante sconfitta esterna con le seconde in classifica, il Praese Genova: una grande imprecisione sia davanti che in
difesa ha consentito spesso alle attaccanti liguri di trovarsi sole di
fronte al portiere Corveglio mentre raramente le valligiane hanno
portato serie minacce alla porta di casa; inequivocabile il punteggio
_ finale: 47 a 3 a favore del Praese.
VOLLEY: DUE SUCCESSI PER PINEROLO — Doppio
successo per le squadre di Pinerolo in CI. I ragazzi dell'Arredacasa
hanno superato per 3 a 2 figo Genova; le ragazze proseguono la loro marcia al secondo posto con un netto 3 a 0 a Sanremo.
In seconda divisione il 3S Luserna è stato superato per 3 a I dal
Chieri pur avendo vinto nettamente la prima frazione; netto il cedi' tnento nei set successivi.
Nel campionato under 14 maschile bel successo per il 3S che con
on 3 a 0 ha lasciato agli ospiti del Bardonecchia solo due punti sulle tre frazioni: si torna a respirare aria di alta classifica.
- buona giornata per il CALCIO — Turno favorevole
‘ per le squadre pinerolesi di calcio. Nel campionato dilettanti il Pioerolo è riuscito a strappare, seppur in extremis e in dieci uomini
per l’espulsione di Bcnccchio, un importante pareggio a Pietrasanfä, L’i a 1 finale è maturato attraverso le reti, su rigore, di Forieri
peri liguri e nel finale di Raimondi, per i biancoblù. Il Pinerolo
sarà impegnato sabato al Barbieri con la Torrclaghcse. Per il Luserna in Promozione successo in trasferta con rultima in classifica
Centallo. 11 3 a 2 finale ha visto aprire e chiudere le marcature
Chiavassa del Centallo. in mezzo le tre reti valligiane di Scalerandi,
Virdò e Di Chiaro; domenica incontro casalingo col Busca.
tennis TAVOLO — L'influenza di queste settimane ha colpito anche gli atleti della Valpcllice e così nel recupero di C2 i valli. giani Piras. Chili e Belloni hanno dovuto soccombere per 5 a 3 con
'1 Moncalieri. Anche Gay è stato bloccato nei campionati provinciali proprio mentre si trovava al terzo posto neH'ambito regionale
6 al 12® in quello nazionale. I prossimi turni vedranno la CI sabato
alle 16 a Torre Pellice con la capolista Possano c la C2, sempre in
casa con la capolista Poste Torino.
Perosa hanno votato a favore
del nuovo tracciato ma tre
consiglieri della maggioranza
si sono opposti, perché la zona si troverebbe ancora una
volta a raccogliere le briciole.
Le perplessità maggiori riguardano il collegamento con
la vai Germanasca: «Se è vero - spiega il sindaco, Renzo
Furlan - che sarebbe meglio
servita la zona industriale è
anche vero che la rotonda
verso Pomaretto rischia di
rendere assai avventuroso avvicinarsi alla vai Germanasca, soprattutto a piedi. Del
resto nel dare il suo parere
favorevole l’amministrazione
di Pomaretto ha chiesto con
forza il miglioramento della
viabilità sul ponte dei Masselli che potrebbe rappresentare un polmone di collegamento perla zona».
Anche da Inverso viene il
nullaosta alla strada: «Le osservazioni circa gli accessi ad
alcune borgate - spiega il
sindaco, - sono state accolte
dai tecnici; la piccola galleria
artificiale dietro Fleccia non
dovrebbe comportare grossi
problemi». Ancora una volta
saranno le disponibilità finanziarie a determinare il tipo di interventi, con l’augurio che dietro ad ogni chilomentro di asfalto ci possa essere un progetto proiettato oltre la semplice occasione dei
mondiali del ’97.
Incontro con il direttore, Giovanni Rissone
La nuova Uss110
Circa 70 persone hanno
partecipato venerdì 24 febbraio, nel tempio di San Germano, a un dibattito pubblico
nel corso del quale il relatore
dott. Giovanni Rissone, direttore generale dell’Usl 10, ha
illustrato, affiancato da due
stretti collaboratori, i problemi e le prospettive della
neonata struttura sanitaria,
sorta a seguito dell’accorpamento dejle ex Usi 42, 43 e
44 (valli Chisone e Germanasca, vai Pellice e Pinerolo). Si
è trattato soprattutto, come è
stato sottolineato dal moderatore, il pastore Paolo Ribet,
di incontrare il nuovo responsabile della sanità locale.
Nel corso del suo intervento
introduttivo Giovanni Rissone, oltre a ribadire il suo personale «attaccamento affettivo» a queste valli, ha voluto
rassicurare i presenti circa il
futuro della sanità locale e in
particolare rispetto agli ospedali e all’assistenza di base.
Sul primo punto è stato riaffermato come nel progetto
dell’azienda Usi 10 rivestirà
sempre maggiore importanza
l’Ospedale civile di Pinerolo
nel quale, tra le altre iniziative, sono in opera ampliamenti
delle strutture e l’acquisizione
di un modernissimo centro di
rianimazione, oltreché una razionalizzazione delle risorse
esistenti. Per quel che riguarda gli ospedali valdesi di Po
maretto e Torre Pellice, pubblicamente elogiati dal relatore per gli standard qualitativi
delle prestazioni offerte sul
territorio, dovranno nelle intenzioni oltre che proseguire
il proprio servizio sul territorio divenire anche centri pilota nella zona montana per alcune branche specialistiche.
In merito all’assistenza di
base e alle prestazioni ambulatoriali Rissone ha rassicurato i presenti che nessun servizio ambulatoriale e poliambulatoriale attualmente operativo sarà abolito. Alcune variazioni si potrebbero verificare senza che questo significhi però l’interruzione
della continuità del servizio
specialistico ambulatoriale. Ci
si è poi avvicinati alla seconda parte della serata lasciando
spazio alle domande degli interventi del pubblico, tra cui
molti operatori e responsabili
degli istituti ospedalieri e assistenziali valdesi. Dopo un
discreto dibattito Rissone, pur
conscio delle difficoltà economiche che il nostro paese attraversa e attraverserà, ha voluto salutare gli intervenuti
con un deciso e tenace invito
all’ottimismo per la realizzazione, in questa parte d’Italia,
di un progetto sanitario equo,
efficiente e di qualità elevata,
avente al centro di tutti gli interventi la dignità della persona malata.
3 marzo, venerdì — TORRE
PELLICE; Alle 20,45, presso la
sede della Comunità montana in
corso Lombardini 2, su organizzazione del Gruppo di studi Val
Lucerna, Gianni Oliva parlerà su:
«L’attualità della Resistenza».
3 marzo, venerdì — VILLAR PEROSA: Alle 21, preso
il Grande albergo, si esibiranno
«La chimera» (gruppo artistico)
e «Architorti» (quintetto).
3 marzo, venerdì — TORRE
PELLICE: Alle 21 presso la Foresteria valdese l’associazione
Arcobaleno, contro il disagio e
l'indifferenza, organizza una serata di canti e balli occitani con il
gruppo Canto vivo.
3 marzo, venerdì — POMARETTO: Alle 21, nel teatro, è
convocata l’assemblea dell’associazione dei Progressisti; verranno nominati i coordinatori e si
discuterà delle iniziative future.
3 marzo, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Per il ciclo
«I mestieri del cinema», alle 21,
nella sala ex UssI 42. incontro
con il critico cinematografico
Stefano Della Casa.
4 marzo, sabato — SAN
GERMANO: Alle 21, nella
chiesa S. Carlo Borromeo di
borgata Turina. si svolgerà un
concerto della Corale polifonica
Val Chiusella diretta dal maestro
S trito.
5 marzo, domenica — VILLAR PEROSA; Per la rassegna
Piemonte in musica, alle 21, nel
tempio, il Trio Debussy composto da Antonio Valentino (pianoforte), Piergiorgio Rosso (violino), Francesca Gosio (violoncello) eseguiranno brani di
Dvoràk e Schubert.
6 marzo, lunedì — TORRE
PELLICE: Presso il Liceo europeo in via Beckwith 2, alle 17,30
gli insegnanti di lingue straniere
di Pinerolo, della vai Pellice e
delle valli Germanasca e Chisone
sono invitati a partecipare a un
incontro durante il quale si vuole
fare il punto della situazione sulla didattica, suH’aggiornamento e
sulle esigenze dei docenti di seconda lingua nei vari ordini e
gradi di scuola, anche alla luce
della continuità.
4 marzo, .sabato — VILLAR
PELLICE: Alle 21, per la rassegna Piemonte in musica, concerto jazz nel tempio col duo Andrea Ayassot (sassofono) e Andrea Rapaggi (chitarra).
4 marzo, sabato — PINEROLO: Alle 17 presso l'Associazione culturale .Stranamore.
in via Pignone 89. sarà inaugurata la mostra fotografica «Gli
alberi di Lina Gavina», che rimarrà aperta per quindici giorni
il giovedì, venerdì c sabato dalle
21 alle 24.
5 marzo, domenica — TORRE PELLICE; Alle 15, presso
la Casa unionista di Torre Pellice, si svolgerà l'assemblea degli
amici dell'Ospedale valdese.
5 marzo, domenica — LUSERNA SAN GIOVANNI;
Dalle 14,30, per le vie del paese,
sfilata di carri allegorici e gruppi
mascherali per la giornata conclusiva del carnevale.
6 marzo, lunedì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Si conclude, alle 20,30, nell'auditorium comunale, il ciclo di incontri per rileggere la Costituzione
promosso dal Centro culturale
valdese; don Vittorio Morero
(giornalista) e Maurizio Girolami (insegnante) parleranno su:
«Diritto alFifitruzione e sistema
scolastico».
il via il secondo corso di astronomia teorico e pratico; suddiviso il otto serate, il corso si concluderà giovedì 27 aprile: iscrizioni e presentazione saranno
giovedì 2 marzo, alle 20,45, al
museo di scienze naturali a Palazzo Vittone.
Cinema
TORRE PELLICE — Il ci
nema Trento propone, giovedì e
venerdì, ore 21,15, Senza pelle;
sabato, ore 20 e 22,10, domenica
ore 15,30. 17.50, 20 e 22,10 e lunedì, ore 21,15, Star gate.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì.
Assassini nati (Naturai born
killers); sabato. La teta y la luna; da domenica (ore 14,30,
16,40, 18,50 e 21 ) a mercoledì.
Rivelazioni. Nei giorni feriali
l’inizio è alle ore 21.
7 marzo, martedì — PINEROLO: Alle 15,30, presso il
municipio, si terrà un convegno
organizzato dal Comune su
«Donne nella Resistenza»; parteciperanno la presidente del consiglio regionale. Carla Spagnuolo, le partigiane Frida Malan.
Marisa Diena, Lucia Testori; introdurrà la ricercatrice storica
Graziella Bonansea,
9 marzo, giovedì — SAN
GERMANO; Alle 20,45. nel
tempio valdese. Gustavo Zagrebelsky, professore di Diritto costituzionale. parlerà sul tema:
«Riflessioni sulla democrazia a
partire dal processo di Gesù».
9 marzo, giovedì — TORRE
PELLICE: Il gruppo Italia 90 di
Amnesty International e l'Associazione per la pace, in occasione
delia festa della donna, invitano
alla proiezione del film «Donne
senza trucco» presso il cinema
Trento alle 21,15.
9 marzo, giovedì — PINEROLO: Alle 20,30, presso l'osservatorio astronomico «Vignolo» di Abbadia Alpina, prenderà
PINEROLO — La multisala
Italia propone alla sala «5cento»
Uomini, uomini, uomini; feriali
20,20 e 22,20; sabato 20,20 e
22.30, domenica 14,30, .16,30,
18.30, 20.20 e 22,20. Alla sala
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Resp. Franco Giampiccoii
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
Nelle
Chiese
Valdesi
GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA — In
occasione della Giornata
mondiale di preghiera che si
svolgerà il 5 marzo a Genova organizzata dalle sorelle
del Ghana sul tema «La
Terra, una casa per tutti»,
dalle Valli verranno organizzati dei pullman; per
iscrizioni e informazioni telefonare allo 0121-500407.
VILLASECCA — La filodrammatica presenterà,
nel tempio, sabato 4 marzo
alle 20,30, uno spettacolo
teatrale con la partecipazione del coro Eiminal.
VILLAR PELLICE —
Domenica 5 marzo, alle 21,
nella sala, la Filodrammatica replicherà il dramma
«Sangue valdese» e l’atto
comico «Sganarello».
• Le prossime riunioni
quartierali saranno il 6 marzo al Teynaud e il 7 ai Garin.
SAN SECONDO — Sa
baio 4 marzo, alle 21, nella
sala, la Filodrammatica di
Villar Pellice presenterà il
dramma «Sangue valdese».
• Sabato 12 marzo, alle
20,30, nella sala valdese la
filodrammatica presenterà la
commedia brillante in tre atti «Pesci rossi»; prenotazio
ne posti presso Mónica Fo
gliame (500435).
)ERVIZI
VALLI V " l*
CHISONE • GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 5 MARZO
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58787
Ferrerò: Farmacia Valfetti Via Monte Nero 27, tei.
848827
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 5 MARZO
Bibiana: Farmacia Garella Via Pinerolo 21, tei. 55733
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei.
598790
PifteROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Cspedale civile, Pinerolo, tei.
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
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dalle ore 8 alle 17, presso i distretti.
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PAG. IV
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Assicurarsi? sì, ma come?
Che cos’è rassicurazione?
E uno strumento conosciuto e
utilizzato fin dai tempi antichi per garantirsi maggior sicurezza e tranquillità contro i
rischi della vita quotidiana.
Infatti, con lassicurazione, si
trasferisce il rischio della persona (assicurato) a una impresa specializzata e autorizzata (compagnia di assicurazione) che, accomunando
questo rischio a tanti altri della stessa natura,.lo disperde
nella massa dei rischi omogenei assicurati.
Ovviamente, liberarsi del
rischio, all’Assicurato costa;
egli deve infatti pagare all’assicuratore un somma (premio)
che viene determinata sia sulla base della probabilità più o
meno elevata che il rischio si
trasformi in un effettivo evento dannoso, sia in relazione al
numero di rischi della stessa
specie assicurati. I premi pagati da tutti gli assicurati costituiscono un patrimonio che
l’assicuratore gestisce e dal
quale trae le risorse per eliminare le conseguenze economiche di quei rischi che da ipotetici sono diventati realtà (a
seguito di un incendio, ad
esempio, l’assicuratore provvederà a indennizzare rassicurato del valore dei beni andati distrutti; nel caso di incidente stradale, indennizzerà il
danneggiato, ecc.).
Perché assicurarsi?
Assicurarsi vuol dire soddisfare un bisogno di sicurezza
contro gli imprevisti e le loro
conseguenze. Tale bisogno è
maggiore quanto più frenetica, movimentata e convulsa è
la vita che si conduce.
Un piccolo esempio: quando il bucato si faceva a mano
e le massaie stavano a casa,
non esisteva il rischio che la
lavatrice difettosa allagasse il
proprio appartamento e quello
sottostante. Ogni anno, poi, in
Italia, più di un milione di cittadini riceve la sgradita visita
dei «topi di appartamento»
mentre altri due milioni incappano in infortuni domestici
anche particolarmente gravi.
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Che cosa si può
assicurare?
Praticamente, non esiste alcun evento della vita che non
sia assicurabile (anche se
questo non vuol dire che ci si
debba assicurare contro tutto,
come accade negli Usa); dal
furto o incendio della casa o
dell’auto, agli infortuni professionali ed extraprofessionali, alle malattie e conseguenti ricoveri, spese mediche, invalidità, responsabilità
civile per danni a terzi, previdenza, ecc.
Il contratto
di assicurazione
I soggetti di un rapporto assicurativo sono:
- l’assicuratore: colui che si
assume il rischio, cioè l’impresa appositamente autorizzata a svolgere tale attività;
- rassicurato: persona che,
in forza del contratto, è «tenuta indenne» dagli effetti del
«sinistro»;
- il beneficiario: colui che
riscuote la somma assicurata
(può essere lo stesso assicurato o una persona da lui designata). 11 contratto as.sicurativo rappresenta sempre, per
rassicurato, un atto di previdenza e per l’assicuratore lo
svolgimento della sua specifica attività economica, esso
cioè, è un contratto «aleatorio» (dal latino alea=rischio),
nel senso che mentre rassicurato versa sempre il premio,
l’assicuratore non ha effettivamente degli esborsi se non
avviene il sinistro o l’evento
per il quale il contratto è stato
stipulato.
D’altra parte può accadere
che l’assicuratore, in forza
del contratto, debba pagare
somme molto superiori all’
importo dei premi riscossi,
prelevandole dal fondo realizzato con i premi versati da
tutti gli assicurati.
Rapporti
utenti-compagnie
Le fasi attraverso le quali
l’utente dovrebbe maturare
una decisione assicurativa
possono essere così sintetizzate:
- analisi dei bisogni assicurativi;
- fissazione di priorità;
- ricerca di informazioni sui
prodotti;
- esame accurato dei prodotti.
L’analisi dei bisogni assicurativi consiste nel valutare,
con riferimento a se stessi, alla propria attività, alla propria
famiglia, quali sono i rischi
più temuti e frequenti.
Quindi occorre fissare delle
priorità: non è economicamente possibile assicurarsi
per tutto, quindi bisogna scegliere le coperture di cui si ritiene di non poter fare a meno. In tale fase si potranno
prendere in considerazione,
ad esempio, le polizze globali
(multirischio) o quelle per
l’intero nucleo familiare (per
esempio le polizze malattia o
infortuni per tutta la famiglia,
persone anziane comprese).
A questo punto il consumatore è pronto per iniziare la
ricerca di informazioni sui
prodotti. Le Compagnie operanti in Italia sono 268, e la
concorrenza è forte: il consumatore deve trarre vantaggio
da questa situazione, esplorando quanto di nuovo, di innovativo o di più accessibile
esiste sul mercato.
Contemporaneo all’acquisizione di informazioni, è l’esame dei prodotti (da soli o con
l’aiuto dell’agente assicurativo 0 di un’associazione di
consumatori), badando a tutti
gli aspetti: premi, sconti, durata del contratto, garanzie aggiuntive e loro costi, esclusioni, limiti al risarcimento, vantaggi fiscali, ecc. da eseguire
con la massima attenzione.
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Tipi di assicurazione
Esistono due grandi categorie di assicurazione:
- contro i danni (esempio;
furto e responsabilità civile
verso terzi);
- sulla vita.
Nelle assicurazioni contro i
danni l’assicuratore si impegna a risarcire all’assicurato
il danno economico per la
perdita o il deterioramento di
un bene. Alla base di tale tipo
di prestazione assicurativa si
pone il principio indennitario
per cui l’indennizzo dovuto
dall’assicuratore non può mai
essere superiore al danno reale subito dall’assicurato (non
deve essere un arricchimento), ma servire a ricostituire
la situazione antecedente il
sinistro.
Da ciò scaturiscono alcune
importanti conseguenze;
- il risarcimento riguarda
solo il danno effettivamente
subito e non l’eventuale
mancato guadagno del danneggiato;
- l’indennizzo si limita al
valore effettivo delle cose assicurate al momento in cui si
è verificato il sinistro (l’auto
usata, ad esempio, non potrà
essere risarcita come nuova);
- quando lo stesso rischio è
assicurato presso più compagnie, ciascuna pagherà in base al suo contratto, tuttavia la
somma dei risarcimenti non
potrà eccedere l'importo effettivo del danno (rassicurato ha l'obbligo di informare
la compagnia dell'esistenza
di più polizze sullo stesso ri.schio);
- non è valida l'assicurazione stipulata per una somma supcriore al valore reale
del bene assicurato: se ciò accadesse il risarcimento si limita al solo valore effettivo
del bene (aggiornare ogni anno il valore deH'autcmiobile
che, come per la maggior parte delle cose, più invecchia e
più si deprezza).
■Viceversa, si attiva la regola proporzionale, nel caso m
cui l'assicurazione venga stipulata per un valore inieriore
a quello reale del bene (una
macchina del valore di IO
milioni assicurata per 5. m
caso di sinistro, anche parziale, verrà indennizzata m
proporzione ai 5 milioni assicurati. In questo caso al
-30%);
- la compagnia ha lacolta
di intraprendere, contro i terzi
responsabili del danno, tutte
le azioni legali che sarcbbcio
spettate aH’assicurato: diritto
di rivalsa e surrogazione (sostituzione) legale.
Estratto dalla Guida ai sei vizi
assicurativi, a cura della ,
la regionale per la tutela de
consumatore.
ri
a
11
11
PAG. 7 RIFORMA
La «Settimana per la libertà» a Roma
Le chiese impegnate
per il lavoro
IniSBntomila, e forse più, hanno sfilato sabato 25 febbraio per le vie di Roma, chiedendo la fine del razzismo contro gli immigrati e il rispetto
dei diritti civili per i nostri ospiti, la sanatoria per quanti hanno un lavoro ma non-il permesso di soggiorno. Sul palco degli organizzatori vi
era ánche la Federazione delle chiese evangeliche in Italia
;^d-Est asiatico: la demografia dopo il viaggio papale
pppe madri a 14 anni sono la
realtà delle Filippine
Iniziativa pacifista
Appello per
la Cecenia
TAVO BURAT
ANNA MAFFEI
rlettori puntati sull’uomo
di bianco, folle
is^rminate di pellegrini che
acetoano l'ospite inviato da
Dioion grida festose, canti e
daiiK, interviste rilasciale a
. ^fdo'di jet ri.servati, una figura che anche se appesantita
dalla fatica e dagli anni si invecchia per baciare la terra
dd paese o.spitante, tutte questeiono immagini a cui la televisione ci ha abituati nei
liBJghi anni del pontificato di
papa Wojtyla. Eppure ci sono
aspetti delle sue peregrinazioni che rimangono nascosti
dietro i clamori degli eventi e
che invece costituiscono uno
strascico doloroso alle apparizioni trionfali del papa sullo
scenario internazionale. Questi strascichi dolorosi hanno a
che fare con l’insegnamento
sempre più ossessivo da parte
del papa contro ogni uso di
Sfiticoncezionali artificiali e
. dunque contro qualsiasi serio
tentativo da parte dei governi
di attuare nel proprio paese
una qualche forma di pianifif^one familiare.
E accaduto puntualmente
ttóU’ultima visita papale nelle
filippine. Lì, con tutta la cotcografia di paramenti colorah> 'Bori, candele e sacri oma®cnti il papa ha raccolto intorno a sé milioni di persone
PtoVenienti con ogni mezzo
da Ogni angolo del paese.
Moltissimi, come accade in
d|ni raduno di massa, hanno
Vissuto l’esperienza della visita del «santo uomo» con un
indissimo trasporto emotivt>i hanno accolto le sue paroto Come parole di un uomo
««fallibile» ispirato da Dio.
“dnque il peso di'quel fortisLì' richiamo contro l'tiso di
aatìconcezionali c stato enorma le parole del papa
erano state precedute e poi
®®ho state accompagnate da
toia vera e propria campagna
, ?*®tro l’uso di spirali e pillo' e Anticoncezionali condotta
da
ihccoli gruppi di militanti,
|tor« aporta, capillarmente in
etti i quartieri delle città e
villaggi cercando di con
Crocifissioni volontarie nelle Filippine: una forma di religione popolare
vincere le donne, a volte già
madri di 10-14 bambini, di
non ricorrere ad alcuna forma
di prevenzione di ulteriori
gravidanze perché contrarie
alla volontà di Dio.
Nel contempo operatori sociali precedentemente addestrati a svolgere compiti di
educazione alla gravidanza
responsabile presso la popolazione sono man mano stati
richiamati dalle autorità religiose a fare obiezione di coscienza circa il compito che
avevano ricevuto dalle istituzioni sanitarie del paese. Sì,
perché la predicazione papale
ostacola gli sforzi recentemente avviati nelle Filippine
di promuovere Fuso di anticoncezionali, allo scopo di
frenare non solo la diffusione
di malattie gravissime come
l’Aids ma anche l’incremento
demografico per il quale ci
sono quattro bambini che nascono in quel paese ogni mi
nuto, un’altissima percentuale
dei quali vive e vivrà sotto il
livello di assoluta povertà.
La campagna promossa lo
scorso agosto dal presidente,
Fidel Ramos, e dal ministro
per la sanità, Juan Flavier, è
giudicata da ufficiali delle
organizzazioni internazionali
per la tutela della salute e
deH'ambiente corretta e rispettosa di tutti i soggetti;
evitano ogni coercizione,
pongono al centro la salute
della famiglia, offrono alle
donne una corretta e completa informazione sulla moderna contraccezione e ne mettono a disposizione gli strumenti. Fonti riservate dell’
Organizzazione mondiale
della sanità calcolano che
dopo la precedente visita papale nelle Filippine avvenuta
nel 1981 la popolazione è aumentata di ben 17 milioni di
persone, un incremento di
circa un terzo.
La guerra che continua in
Cecenia nell’indifferenza
occidentale riguarda invece
anche noi, perché, lungi dall’essere una «questione interna russa», come amano dire i
diplomatici occidentali (con
la notevole eccezione della
Danimarca), si tratta di una
guerra coloniale. Ne presenta
tutte le caratteristiche; le stesse «tirate» ufficiali suH’«unità
e indivisibilità» dello stato, la
stessa denuncia dei «banditi
criminali»,- le stesse pratiche
terroristiche contro le popolazioni civili per un preteso
«isolamento dei ribelli».
Dalla fine del secolo XVlll
il popolo ceceno ha subito a
più riprese l’invasione delle
armate russe ma non si è mai
ras.segnato. La sua eccezionale capacità di resistenza gli ha
consentita di sopravvivere alle sistematiche deportazioni
del 1944. Oggi, con o senza
Dudaiev, è indubitabile che la
Cecenia intenda liberarsi dal
giogo russo. L’intervento militare iniziato ni dicembre
1994, dopo che le truppe russe erano ammassate ai confini
della Cecenia da mesi, non ha
altro scopo che quello di punire un intero popolo che pretende di far valere il suo diritto all’autodeterminazione.
Questa guerra ci riguarda,
perché se non si raggiunge
presto una soluzione pacifica,
è destinata a durare degli anni.
E allora questo conflitto, lungi
dal calmare gli ardori secessionisti delle altre minoranze
nazionali dell’impero russo,
non potrà che convincerle definitivamente dell’impossibilità d’instaurare un autentico
federalismo, invece e al posto
della secolare dominazione
dei russi. Non può esserci in
Europa politica di sicurezza,
se le parole hanno un senso,
senza coinvolgervi la Russia.
Se non vogliamo ricominciare con l’equilibrio del terrore, il nostro interesse e la
nostra coscienza ci portano ad
appoggiare la lotta dei democratici russi. Per questo è nato
in Francia un comitato, «Liberté pour la Tchétchénie»,
Boite postale 203, F-56102 an
OrienÒLorient Cedex. '
Nell’ambito delle iniziative
per la «Settimana della libertà» sul tema «Lavoro e dignità umana», il 18 febbraio
si è svolta a Roma, presso
l’Aula magna della Facoltà
valdese di teologia, una tavola rotónda con Giuseppe De
Rita, presidente del Consiglio
nazionale per l’economia e il
lavoro (Cnel); Gianni Rostan,
moderatore della Tavola valdese; Daniele Garrone, docente di Antico Testamento
alla Facoltà.
L’incontro è stato promosso dalla Federazione delle
chiese evangeliche in Italia in
collaborazione con le chiese
evangeliche di Roma. «Negli
ultimi anni - ha detto De Rita
- il lavoro è completamente
cambiato; basti pensare che
ormai il 65% della popolazione lavorativa è impegnata nel
settore terziario che produce
beni, per definizione, “immateriali”. In questo nuovo quadro diventano decisivi fattori
come l’ideazione, la creatività, l’innovazione, e cambiano l’organizzazione e l’etica
del lavoro».
Daniele Garrone ha rilevato
come la Bibbia consideri il
lavoro come un dono e quindi
una benedizione. E dopo la
«caduta» che una certa orga
nizzazione del lavoro diventa
una condanna e quindi una
maledizione.
Il moderatore Gianni Rostan'ha ricordato come il tema del lavoro appartenga alla
Riforma che gli ha restituito
dignità e significato sul piano
etico. Richiamandosi ad alcu^
ne indicazioni elaborate dalla
Federazione protestante di
Francia, Rostan ha illustrato
alcune ipotesi di lavoro; tra le
altre quella dell’apertura di
sportelli di orientamento al
lavoro o della possibilitàj per
strutture sostenute dalle chiese, di garantire presso terzi il
sostegno finanziario a iniziative economiche che producano occupazione. «Insomma le
chiese possono essere un laboratorio importante», ha affermato Rostan ricordando
l’esperienza della Meceanica
Riesi, una piccola azienda
metalmeccanica nel cuore
della Sicilia, sostenuta dalle
chiese evangeliche. «In quel
difficile contesto siamo riusciti -a superare la crisi - ha
concluso -, aprendo un tavolo
di confronto tra le varie parti;
la proprietà, gli operai, i sindacati, la città. E la crisi è stata superata applicando criteri
di responsabilità e di solidarietà». (Nev)
Iniziativa umanitaria avventista
La «Reach Italia»
compie sette anni
IGNAZIO BARBUSCIA
La Reach Italia ha compiuto 7 anni di attività. Il 7
febbraio 4988 veniva fondata
a Milano la Reach per offrire
un aiuto concreto ai bambini
bisognosi dei paesi sottosviluppati, attraverso la partecipazione diretta di tutori italiani. L’associazione è stata
fondata da membri laici della
Chiesa avventista del 7° giorno, ma è aperta a laici di altre
confessioni religiose.
. Attualmente gli aiuti vengono indirizzati allo Zaire dove
operano 17 scuole con 4.500
bambini tutelati. Di questi
bambini che attualmente vengono aiutati dalla Reach, 800
circa non hanno ancora un tutore in Italia. Da due anni la
Reach ha iniziato la sua attività in Niger nell’unica scuola
di Niamey. Attualmente sono
tutelati dalla 259 bambini.
Scopo della Reach è dare
una preparazione scolastica,
educativa e sanitaria ai bambini che vivono nei paesi in
via di sviluppo. Ogni bambino tutelato vive nel villaggio
con i suoi genitori natali e riceve dalla Reach Italia, indipendentemente dall’età, dal
sesso, dalla religione o dalla
tribù di appartenenza, integrazioni alimentari, abbigliamento scolastico, cure mediche, educazione cristiana e
istruzione primaria fino al secondo grado in strutture locali
con l’ausilio di in.segnanti zairesi, sia per un contenimento
dei costi, sia per conservare la
cultura originaria. Succes.sivamenteviene indirizzato ad apprendere un’arte o un mestiere per un inserimento nella
vita sociale del suo paese.
Ogni bambino viene sostenuto economicamente con un
contributo mensile di 30.000
lire. Tutte le 30.000 lire, ad
esclusione di 2.000 (un quindicesimo) che restano in Italia
per spese amministrative,
vengono inviate sul posto. Ulteriori contributi e regali, inviati tramite canali della Reach Italia, per evitare problemi
e smarrimenti, vengono raccolti in un fondo comune e distribuiti equamente ai bambini durante le feste di compleanno e di Natale, per evitare invidie e rancori e abituarli
alla vita comunitaria.
Il tutore riceve la carta personale del bambino con la foto e i dati anagrafici e ha la
possibilità di corrispondere
con lui, sviluppando così un
reciproco rapporto d’amore. Il
bambino tutelato rimarrà a carico della Reach fino al termine del progetto educativo.
Quando da parte del tutore ci
fosse l’eventuale impossibilità
di continuare questo rapporto,
è sufficiente rispedire la sua
carta personale perché il bambino possa essere affidato a
un nuovo benefattore.
Chi non volesse tutelare un
bambino può anche contribuire, secondo le sue possibilità, per sostenere un programma di sviluppo in favore
dell’infanzia. Grazie ai circa
4.000 tutori e ai tanti amici
che prestano volontariamente
la loro attività, circa 5.000
bambini vengono aiutati nello
Zaire e nel Niger e grazie alla
convenzione firmata con 1’
Adra (Adventist development
and relief agency), che in questi paesi penserà a costruire
scuole e a fornire tutta la sua
esperienza in paesi in via di
sviluppo, la Reach International inizia l’ottavx) anno di lavoro con serenità, ma anche
facendo diversi piani per dare
un servizio migliore a più
bambini.
12
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 3 MARZO 1995
f
«Geremia», 1931, di Marc Chagaii
Napoli e la «Galassia Gutenberg)
La città rinasce
intorno ai libro
ALESSANDRO PAGANO
Da Napoli ancora buone
notìzie. Anche quest’anno infatti Galassia Gutenberg,
la mostra mercato del libro,
ha non solo superato le previsioni di affluenza, di vendite
e di partecipazione, ma ha
confermato di aver assunto
un ruolo determinante nel
lento ma ineluttabile processo
di «risveglio» di questa città;
ed è proprio dalla crescita
culturale che giungono le più
interessanti novità, dal rilancio deH’immagine e della tradizione di capitale illuministica di una metropoli che riacquista splendore, riaffacciandosi alla cronaca internazionale non più per il dedalo di
vicoli e le attese di miracolo
tradite ma con il fasto e la
magnificenza dei suoi monumenti, degli itinerari storici e
architettonici, con l’insorgere, insomma, di una potente
smania di riappropriazione
della città e dei suoi luoghi da
parte dei suoi abitanti.
La «Galassia» si inserisce
in questo contesto a pieno titolo, pur tra qualche incertezza e qualche ritardo, in bilico
com'è tra la doppia natura di
grande evento culturale e fiera
attenta soprattutto alle esigenze settoriali del mercato editoriale. Non si può non sottolineare, infatti, che, pur avendo
attirato 60.000 visitatori con
un risultato di 55.000 libri
venduti in cinque giorni, qualche inconveniente organizzativo ha un po’ tradito le aspettative dei cittadini napoletani.
Non era peregrina, dunque,
l’idea di spostare la manifestazione all’aperto, a partire
da piazza Plebiscito fino al
Maschio Angioino, da piazza
del Gesù a Castel Capuano,
da Chiaia fino alla Villa Comunale, per evitare la calca
negli stands angusti e rendere
un ulteriore omaggio al ritro
vato orgoglio della città di
mostrarsi, di apparire nella
sua magnifica natura di capitale di bellezza; ma anche per
imitare un modello riuscitò
come «Monumenti porte
aperte», quando tutta la città
potè celebrare in piazza i propri musei e il proprio desiderio di cultura, e per rendere
tematica la mostra dei libri
con l’individuazione di itinerari diversificati, ognuno dei
quali avrebbe potuto avere un
collegamento con una parte
delle città, a seconda degli accadimenti storici e della propensione dei monumenti e dei
palazzi a spiegare, a raccontare, soprattutto ai più giovani,
la storia e gli eventi da non
dimenticare.
Proprio in relazione a quest’ultima finalità varrebbe la
pena provare, il prossimo anno, a realizzare questa nuova
dimensione dell’evento per
spiegare, magari, la rivoluzione del ’99, la fine del Regno,
la nascita del pensiero meridionalista, la Resistenza a
quegli studenti, così numerosi
anche quest’anno, che non
hanno o non riescono ad avere, dalla scuola o dal personale rapporto con il libro, la necessaria consapevolezza di
questo patrimonio.
Anche in questo modo Galassia Gutenberg potrebbe
svincolarsi da quella ambigua
collocazione, di cui si diceva
all’inizio, e assurgere a vera e
propria istituzione culturale
con una forte vocazione sociale come dimostra, anche
quest’anno, la ricca agenda
dei dibattiti e di ospiti prestigiosi o l’iniziativa di donare
una piccola biblioteca al carcere di Poggioreale, al fine di
aprire un doveroso circuito
tra la società civile e quelle
realtà di sofferenza, come gli
istituti di detenzione, alle soglie dei quali, solitamente,
anche la cultura si arresta.
Una lettera e una conferenza del rabbino capo di Milano, Giuseppe Laras
Ebrei e cristiani^ un dialogo indispensabile
GIOACHINO PISTONE
LO scorso novembre il
rabbino capo della Comunità ebraica di Milano, rav
prof. Giuseppe Laras, ha inviato un messaggio alle comunità delle chiese cristiane
di Milano. Successivamente,
il 15 gennaio, ha commentato
questa sua lettera in una conferenza presso la «Comunità
di via Sambuco», una comunità cattolica molto attiva a
Milano nel campo del dialogo
fra le confessioni cristiane. Si
tratta di un evento importante
e di un fatjo assolutamente
nuovo, visto che l’occasione
per inviare questo messaggio
è stato ravvicinarsi della
conclusione dei lavori del 47°
Sinodo diocesano della Chiesa ambrosiana a cui, per la
prima volta, hanno partecipato evangelici milanesi.
Rav Laras ha accolto un invito rivoltogli da un gruppo
interconfessionale che si occupa da alcuni anni di come
si possa far conoscere maggiormente e meglio i vari
aspetti dell’ebraismo nelle
chiese cristiane. Questo gruppo, che si è recentemente denominato Teshuvà (cioè pentimento/conversione) è nato
da una commissione di lavoro della Chiesa cattolica milanese integrato dalla presenza di alcuni protestanti di diverse confessioni.
La lettera ha come destinatarie le comunità delle chiese
cristiane di Milano, vale a dire tutte quelle comunità che
sono interessate al dialogo
con il mondo e la cultura
ebraici e che in tale dialogo
vedono non solo un’occasione di amicizia e di rimozione
di stereotipi e pregiudizi che
durano da troppo tempo, ma
anche un’occasione per riflettere su se stesse e per rinnovare, insieme, una parte della
propria identità.
11 messaggio di rav Laras è
appunto volto alla rimozione
di alcuni di questi pregiudizi
che, talvolta inconsciamente
e talvolta no, i cristiani hanno
nei confronti del popolo
ebraico. E dunque necessario
ricordare che l’ebraismo non
è principalmente teologico
come il cristianesimo. «Israele (inteso sia come popolo
che comò ideologia) è, ad un
tempo, una realtà teologica e
storica, poiché la sua stessa
storia è, come si suol dire
teofora (portatrice di Dio)».
Nonostante gli sforzi di
approfondimento da parte
cristiana c’è, sottolinea rav
Laras, un aspetto importante
della complessa realtà di
Israele su cui «grava una
marcata e sostanziale non conoscenza». Laras si riferisce
«al tratto o alla categoria di
spiritualità che informa e permea la dimensione esistenziale di Israele (...) e che continua a venire misconosciuta
e contrapposta e una presunta
carnalità, legata alla letteralità, in cui si esaurirebbe il
suo modo di essere». Durante
la conferenza rav Laras si è
soffermato ampiamente su
questo punto, su quella che
potremmo chiamare ortoprassia di Israele, e ha spiegato
alle molte persone convenute
ad ascoltarlo il valore di altissima spiritualità delle mitzvoth, i precetti che regolano
la vita quotidiana, che mettono gli appartenenti al popolo
di Israele dinanzi a Dio anche
nei momenti e negli atti più
banali della vita di tutti i
giorni.
Questa spiritualizzazione
del quotidiano, questo rispondere di tutti i credenti, in ogni
momento alla vocazione di
Dio, alla sua chiamata di salvezza è tutt’altro che «sterile
rigorismo», anzi è una dimensione forte, profonda e essenziale della fede. E siamo sicuri che, ovviamente in modi
diversi e con altri accenti,
non fosse una suggestione
presente nell’ispirazione originaria della Riforma e che
forse noi abbiamo perduto?
La lettera si conclude con
una prospettiva di questa
apertura e porta sotto i nostri
occhi la comune dimensione,
ebraica e cristiana, della speranza messianica. «Se Dio è
amore e pace, possiamo presagire che il momento dello
scioglimento del mistero potrà essere tanto più prossimo
quanto più intenso e testimoniato sarà stato il nostro impegno verso l’amore e la pace»; è un invito a operare con
serietà di intenti e profondità
di cuore affinché la conoscenza, base autentica di ogni
dialogo, migliori e si approfondisca.
Occorre forse ricordare che
lo sviluppo di questo dialogo
richiede il rispetto dell’altro,
dei suoi modi di essere e dei
suoi tempi. Occorre che que
sto rispetto cresca sino a diventare stima per ciò che l’altro è, senza volerlo forzare ai
nostri schemi, ai nostri tempi.
Credo infatti che oggi esista
una certa asimmetria nell’incontro ebraico-cristiano: è
soprattutto da parte cristiana
che si sente la necessità di
modificare atteggiamento, di
liberarsi dei pregiudizi, di capire meglio l’altro per capire
meglio se stessi depurando
l’autocoscienza da lutti quegli elementi di ambiguità,
quando non di vero e proprio
antisemitismo, che hanno accompagnato la storia bimillenaria delle chiese. Non è casuale che il mondo cristiano
abbia iniziato a interrogarsi
con una certa radicalità su
questi temi nel corso della riflessione sulle responsabilità,
connivenze e silenzi verso gli
orrori della Shoà.
La lettera è indirizzata alle
chiese; sapranno esse rispondere in modo non formale
all’invito che è stato loro rivolto? Il lavoro da fare per
una migliore comprensione
dell’ebraismo, ma anche alla
ricerca delle radici profonde
della fede cristiana e dell’
ebraicità di Gesù, potrà essere occasione e stimolo anche
per un mutamento dei rapporti e della comprensione
che le chiese cristiane hanno
le une delle altre? Come non
ricordare le parole pronunciate da Karl Barth nel 1964,
durante la sua visita a Roma;
«La grande, vera questione
ecumenica del nostro secolo
è il rapporto delle chiese cristiane con l’ebraismo»?
Un libro ripercorre le vicende della comunità di base di San Paolo in Roma
Cristiani in ricerca anche «fuori le mura»
LUCIANO DEODATO
Fuori le mura è un bel titolo dalle molte valenze.
Allude ovviamente alla basilica di San Paolo fuori le mura a Roma, ma anche alla vicenda della «comunità di San
Paolo» che sul finire degli anni ’60 nacque appunto in
quella basilica e che ebbe il
suo punto di riferimento
nell'abate benedettino Giovanni Franzoni che allora
reggeva la locale comunità
monastica.
Ma il titolo di questo libro*
allude anche alle note e tristi
vicende che portarono alla
rottura tra il movimento di
riforma della Chiesa cattolica
proposta, sull’onda del Concilio Vaticano II, dalla comunità di San Paolo e il vescovo
di Roma. «Fuori le mura» indica quindi la cacciata, al di
fuori della città, in uno spazio
insicuro, in una terra di nes
Scorcio di monumenti nascosti
suno: una punizione, una maledizione; e qui viene l’allusione (non so se casuale o voluta) al noto passo di Ebrei
13, dove viene detto che il
Cristo soffrì fuori «della porta». Il Golgota era infatti
«fuori le mura».
11 libro non è un’opera di
teologia, ma di storia; non si
pone il problema di trovare
una giustificazione teologica
a un dissenso, non vuole essere un’apologià, quantunque
la figura di Franzoni e le vicende della comunità siano
viste con simpatia. Davide
Palumbo, Fautore, ha fatto
una ricostruzione storica della
vicenda prendendo in esame
il periodo dal 1968 al 1985. Il
volume a stampa è in realtà
una riduzione e una rielaborazione della sua tesi di laurea.
Un gruppo di studio deiie comunità di base (Napoii, 1989)
discussa presso l'Università
Federico II di Napoli, relatore
il prof. Boris Ulianich.
Bene ha fatto, secondo me,
la casa’editrice Boria a pubblicarla e a impreziosirla con
un’introduzione di mons.
Luigi Bettazzi. Perché? Perché non possiamo, ci piaccia
o no, dimenticare la storia
delle comunità del dissenso,
delle comunità di base, non
solo in quanto fanno parte
della nostra storia passata, ma
forse anche del nostro futuro.
11 rinnovamento della liturgia
della Chiesa cattolica, la collocazione dei laici, la questione della democrazia, il sacramento e, sopra tutte le cose, il
problema deH’autorità nella
chiesa, la Scrittura e il magistero, insomma, questi e molti altri problemi, risolti dal
post Concilio in modo autoritario, rimangono tutti di bruciante attualità.
L'ondata conservatrice registrata soprattutto con questo
ultimo pontificato denuncia
in realtà la profonda crisi che
il cattolicesimo sta vivendo.
È inevitabile che il prossimo
pontefice dovrà sciogliere tutta una serie di nodi; e allora
potrebbe tornare utile il patrimonio di esperienze, il cammino di fede compiuto dalle
comunità di base, uscendo
«fuori le mura», per incontrare l'uomo nella sua realtà
quotidiana.
Due sono le coordinate
principali che hanno dato origine a questa avventura: una
è la rottura dell’unità politica
del mondo cattolico, rintracciabile già negli anni ’60. e la
seconda è il contemporanco
svolgersi del Concilio Vaticano 11. Quasi un terzo del libro
è occupato dal «contesto in
cui nacque la comunità» e bene ha fatto Palumbo a ricor
dare tutta una serie di avvenimenti. Le comunità di base
non nascono dal nulla; sono
un tentativo di risposta a situazioni ben precise, preparale da una serie di circostanze.
11 libro poi prosegue parlando
di Franzoni, del suo tentativo
di realizzare il Concilio, degli
ostacoli incontrati e quindi
della rottura inevitabile, per
arrivare al contributo della
comunità al pensiero delle
comunità di base.
Per noi evangelici la nascita del cattolicesimo del dissenso fu un grande avvenimento: pensammo allora che
stava per finire il cattolicesimo «romano» e tiascere il
cattolicesimo «evangelico».
Di certo ci siamo riconosciuti
in molte delle battaglie di allora e, per la prima volta, trovammo dei cotnpagni di strada. 1 nostri vari Girardet. Corsani, Peyrot. Ricca. Vinay turono ascoltati con interesse. I
nostri Sinodi appoggiarono il
movimento: in una parola le
nostre strade si incrociarono.
Non fu un caso: uti anelito di
fondo animava noi e loro, la
riforma della chiesa, Fautenticità della vita cristiana, l’autorità della Parola, la liberta
della predicazione.
Questo libro perciò, nella
scientificità della ricostruzione storica, può essere inteso
come testimonianza doverosa
a un momento di grande respiro e speranza che ha pervaso noi tutti pochi anni or
sono.
(*) Davidi; Pai.umuo. Fuori le
mura. Fatti c documenti per la
storia della comunità di base di
San Paolo in Roma (19681985). Prefazione di Luigi Bettazzi. Roma. Boria. 1994. PP
,177, £ 3.S.000.
13
'-^NERDÌ 3 MARZO 1995
PAG. 9 RIFORMA
I classici letterari alleggeriti di alcune parti: si può fare con la Bibbia?
L'importante è che Cristo venga annunciato
àndie senza la lettura integrale dei testi
BRUNO CORSANI_______
Sulla scelta deH’editore parigino non ho nulla da
obiettare, fintanto che i testi
sono comunque pubblicati per
-^tero: forse che i professori
liceo non suggeriscono ai
loro studenti le parti da leggere e quelle da tralasciare nelle
opere di Dante, Ariosto, Tasso, Manzoni e altri? Anche
l’iesigente professor France,sCo Lo Bue, che alla fine della terza liteo non aveva dato a
nessuno più del sette «perché
• non si era potuto svolgere tutto il programma», ci faceva
leggere così i classici che ho
citato. Dalle parti lette può
■nascere la voglia di leggere
anche quelle tralasciate, in un
sfondo momento.
^ Applicare questo metodo
alla Bibbia? Onestamente,
non è forse quello che fanno
tutti i pastori? Li sfido tutti a
sostenere che ai loro catecumeni fanno leggere la Bibbia
per intero! C’è un filo rosso
che percorre tutta la Bibbia: è
la testimonianza della volontà
e delle gesta di salvezza di
Dio a favore degli umani. E
un altro filo rosso è la risposta
di fede all’iniziativa di Dio:
dai «dieci comandamenti» come risposta a Esodo 20, 2, per
passare a Michea 6,8 e a Romani 12, 1-2 (e il resto del capitolo). Non è già positivo che
i catecumeni conoscano e sappiano ritrovare questi due fili
rossi nella Bibbia? Si racconta
che un tale si presentò a Hillel, famoso rabbino del I .secolo, chiedendogli di insegnargli
tutta la Legge mentre stava su
romanzi «ristretti»
Come largamente prevedibile ha acceso un fuoco di pole-mche l’iniziativa della casa editrice parigina Marabout di
pubblicare una collana di romanzi classici (da Stendhal a
¿IRaubert, a Balzac) nelle cui pagine un sistema di frecce e
•simboli consente di «saltare» la parti ritenute non indispenfSabilLÈ da presumere che vengano colpite dal provvediiHiento soprattutto digressioni (pensiamo a quelle dei Misetabili) o lunghe e approfondite descrizioni (come ortaggi,
Sfonnaggi e carni nel mercato del Ventre dì Parigi di Zola) o
¡’episodi che appaiono secondari.
Le reazioni degli scrittori e degli accademici sono diversi' ficaie: a chi, anche in Italia (Placido, Segre) fa rilevare che
*rautore di un romanzo ha intenzionalmente inserito le dii^igressioni-per preparare un «clima» e coinvolgere in esso il
^ettore, si oppone (Tournier) che se l’operazione serve a av,yicinare nuovi lettori al romanzo è comunque valida. Si può
poi ricfedare un romanziere di grande successo anche nel
i^oslfo paese, Daniel Pennac, che ha sostenuto in Come un
ffprmnzo (Feltrinelli, 1973) che il lettore deve essere libero
à non terminare il libro che annoia, di saltare, di leggere
trasversalmente ciò che più gli si addice, magari di rileggere
ciò che più ama: insomma, di costruirsi un percorso persoiMizzato all’interno dell’universo libro. La nostra domanda
#tìittavia un’altra: e se qualcuno facesse lo stesso ragionamento per la Bibbia? Qui a fianco pubblichiamo l’opinione
.di Bruno Corsani, che fino all’anno scorso ha insegnato
Innovo Testamento alla Facoltà valdese di teologia.
un piede solo. Hillel rispose: I
«Ciò che ti è odioso, non farlo
al tuo prossimo [si veda, in
positivo. Luca 6,3 IJ. Questa è
tutta la Legge: il resto è commento».
Sarei dunque favorevole,
senza arrivare all’estremo di
Hillel, a segnalare in margine
al testo, o in un apposito indice, le parti da leggere in una
prima lettura per seguire i fili
rossi indicati sopra; sarei più
perplesso a produrre Bibbie
che omettano le parti giudicate «secondarie» (nel senso di:
riservate a una seconda lettura meno frettolosa). Ci sono
tuttavia dei precedenti.
Ho davanti a me un libriccino di 536 pagine formato
tascabile, opera del pastore
Charles Cadier, pubblicato
nel 1936 dalle edizioni «Jesers» (Parigi) e Labor et Fides (Ginevra) con il titolo
Les trésors de VAncien Testament. Si tratta appunto di
una selezione di passi nata in
terra missionaria, per ovviare
all’assenza di una traduzione
biblica in una delle lingue
parlate nel Gabon. L’opera
concepita in quella lingua fu
poi rifatta anche in francese
perché servisse a lettori di altre regioni che conoscevano
anche il francese.
60 pagine sono dedicate alla Genesi, 60 a Mosè e alla
formazione del popolo nel
deserto, 45 a Giosuè e Giudici, 90 a Samuele, Saul, Davide, Salomone, 40 a Elia, Eliseo, Amos e Osea, 65 ai profeti preesilici, 20 a Ezechiele
e alla seconda parte di Isaia,
30 agli avvenimenti postesilici, 90 alla vita religiosa e alla
saggezza dello stesso periodo. Il Nuovo Testamento non
era incluso perché già tradotto nella lingua che interessava il pastore Cadier.
Un’altra opera, molto più
concisa (ma sono passati 57
anni dalla precedente) è La
Bibbia blu. Sguardo panoramico sulla Sacra Scrittura,
delle edizioni «Messaggero»
di Padova (1993, pp 154).
Qui solo 75 pagine sono dedicate alle scritture d’Israele e
circa 150 a quelle apostoliche. La presentazione dichiara che La Bibbia blu ripropone la Parola di Dio nella sua
essenzialità, facendo emergere i temi portanti: è solo un
primo approccio alla Scrittura, che però vuole suscitare la
voglia di un accostamento più
prolungato, più meditato e
completo. Ai testi è intercalato un breve commento che
cerca di stabilire i collegamenti fra un brano e l’altro.
L’edizione italiana riprende
un lavoro analogo fatto in
Germania dall’editore Parzeller di Fulda.
Le Società bibliche unite,
pur essendo per principio favorevoli a pubblicare sempre
il testo completo della Bibbia
(o del Nuovo Testamento),
qualche anno fa avevano prodotto un documento con suggerimenti per chi, in situazione di particolare urgenza e
necessità, volesse fare una
pubblicazione del genere: lo
schema era più vicino a quello del pastore Cadier che a
quello di Padova.
In conclusione, ricordo che
in Filippesi 1, 18, dopo aver
menzionato alcuni che predicavano Cristo «con spirito di
parte» o per cagionargli afflizione nelle sue catene, Paolo
conclude: «Comunque sia,
Cristo è annunziato». Nel nostro caso si potrebbe dire: comunque sia, qualche lettore si
avvicina al messaggio biblico. Si può solo sperare che ne
sia toccato e senta il bisogno
di saperne di più: ma è il «di
più» che salva, o l’essenziale
(come diceva Paolo: «Mi proposi di non sapere altro fra
voi, fuorché Gesù Cristo e lui
crocifisso», I Corinzi 2,2)?
Sud Africa
Un premio
a Febe Rossi
La sorella Febe Rossi Ca'■' vazzuti, membro della Chiesa
% metodista di Padova c nota
^per il suo impegno a favore
della popolazione del Sud
./^ca, ha visto questa sua attività riconosciuta da un premio, Il Comune di Pisa, insieme alla Consulta Camf
della stessa città, ha deciso
infatti di attribuirle il premio
«Pisa donna», riconoscimento che da una decina d’anni
viene assegnato a personalità
femminili che si distinguono
nel campo culturale, scientifico, letterario e sociale.
Il prernio, che reca la motivazione «per la sua attività
sociale e didattica nel Sud
Africa dell’apartheid» sarà
consegnato a Febe Rossi il
prossimo 8 marzo, in occasione della giornata della donna.
CENTRO CULTURALE VALDESE
Il sistema museale
MARCO ROSTAN
A cura di Paolo Gardiol,
Jean-Louis Sappé,
Giorgio Tourn e Gian Luca
Banchio è stata pubblicata nelle scorse settimane
una nuova edizione della
Guida del rnu.seo delle valli
valdesi. Questo opuscolo è
il secondo di una nuova serie che riguarderà tutti i musei valdesi: il primo era dedicato al Museo .scuola degli
Oditi Bertot (Angrogna) e il
prossimo riguarderà quello
della Balsiglia.
1 vari opuscoli contengono numerosi disegni, utili in
particolare alle scolaresche
in vi,sita; hanno una parte
comune, il rapido sunto della storia valdese dalle origini a oggi, e una variabile di
museo in museo, che appunto ne descrive le caratteristiche e la visita. Sono infine completati da alcuni itinerari a piedi facilmente
percorribili uscendo dai mu.sei, che ben completano gli
incontri con la storia e la
cultura valdese.
Come è noto, alla scadenza del secondo centenario
del Glorioso Rimpatrio del
1889 fu allestito a Torre
Pellice il primo museo, nei
locali della Casa valdese,
insieme agli archivi e alla
biblioteca pastorale. Dal
1989 è il Centro culturale a
ospitare il museo, che oggi
è organizzato in due sezioni: il museo storico, suddiviso nei vari periodi tipici
della storia protestante (Medioevo, Riforma, Controriforma, guerre di religione,
«ghetto» settecentesco...) e
il museo delle Valli, cioè la
sezione etnografica, che ricostruisce tipici ambienti di
vita quotidiana (la cucina, la
camera, la stalla, la cantina,
il lavoro agricolo).
Per qualificare sempre
meglio la visita ai musei,
meta di numerose scuole e
di turisti e studiosi, il Centro
ha programmato una serie di
miglioramenti che, nella sezione etnografica, saranno
soprattutto di ordine didattico; nella parte storica si dovrà invece rivedere la sezione dedicata al Rimpatrio
(perché nel 1989 era stata
utilizzata una mostra apposita) e impostare la sezione
dell’Ottocento dato che numerosi arredi, un tempo ad
essa collegati (come la ricostruzione di un’aula scolastica), sono oggi collocati
nel museo delle Valli.
Oltre ai due musei di Torre Pellice è di particolare interesse la rete museale che si
è venuta costituendo intorno, dalla vai d’Angrogna a
Rorà, a San Germano,' a Pramollo, Pomaretto, Massello,
Prali, Rodoretto. Grazie a
questa rete, che è naturalmente da migliorare e rendere più utilizzabile, il visitatore può entrare in contatto con la storia valdese partendo dalle specificità locali: le cave di pietra, le miniere di talco e grafite, il cotonificio, gli antichi mestieri, una scuola Beckwith, la
realtà delle donne, ecc.
Proprio per rendere più
esplicita questa idea della
rete museale, che assieme
alla gestione caratterizza le
valli valdesi rispetto a altre
aree di montagna, è in preparazione un dépliant che
offra una visione d’insieme
della localizzazione dei musei, delle informazioni per
la visita e delle specificità
di ciascuno.
Stato e chiese in Italia
Al «potere clericale in Italia dopo il “nuovo Concordato"
del 1984 tra Craxi e Wojtyla» è dedicato uno di quei volumetti
delle edizioni Millelire-Stampa alternativa* che spaziano dai
classici della filosofia ai problemi sociali, dalla poesia d’avanguardia ai comici. La pubblicazione di Stato e chiese è dovuta
all’iniziativa del movimento «Carta 89», che raggruppa intellettuali di diversa provenienza nello scopo di far conoscere «gli
effetti del “nuovo Concordato” sulla vita politica del paese e
sulla vita privata dei cittadini». Il fascicolo, la cui tesi è che il
nuovo Concordato rispetto alla laicità dello Stato sia peggiorativo rispetto a quello del 1929 e attribuisca alla Chiesa cattolica
privilegi maggiori di allora, si articola in due parti: una prima
(curata da Mario Alighiero Manacorda e Marcello Vigli) che
introduce al concetto di Concordato e esamina i punti maggiormente qualificanti il testo del 1984 e a cui segue il testo
dell’Accordo con il relativo Protocollo addizionale (quello che
contiene alcune disposizioni relative all’insegnamento della religione cattolica con insegnanti «che siano riconosciuti idonei
dall’autorità ecclesiastica, nominati, d’intesa con essa,
dall’autorità scolastica») e due schede («L’Intesa concordataria sui beni ecclesiastici e impegni finanziari» e «L’Intesa concordataria sull’insegnamento della religione cattolica»). La seconda parte, per cura di Gianni Long, affronta invece le intese
stipulate dallo stato con le altre confessioni. A partire dall’art. 8
della Costituzione si esaminano i testi che coinvolgono chiese
rappresentate dalla Tavola valdese. Unione delle comunità
ebraiche e altre chiese evangeliche.
(*) Stato e chiese. Roma, Millelire-Stampa alternativa, 1995, pp 62,
£ 1.000.
IVISTE
I modi di dire «Credo»
Non capita spesso di leggere fra le riviste che si occupano di
Bibbia e di teologia studi e riflessioni sulle forme in cui i credenti affermano e esplicitano il contenuto della propria fede.
Lo fa l’ultimo numero di Foyers mixtes*, la rivista che da 26
anni tiene in collegamento le coppie interconfessionali e più in
generale quanti si interessano al dialogo fra le varie confessioni
cristiane. «Nous croyon.s» è il titolo di questo numero (il 106)
come al solito monografico, che affronta, proprio dal punto di
vista ecumenico e del dialogo, i contenuti del «Credo» secondo
la formula niceno-costantinopolitapa. Essa, dice l'introduzione,
«fa parte del tesoro liturgico delle principali chiese; ha pertanto autorità per quasi tutta la cristianità».
Il testo, così come lo conosciamo, pone tuttavia dei problemi:
è difficile nella propria formulazione e si teme che esso aspiri a
essere consideralo «esclusivo». Ovviamente (e il primo articolo
non se lo nasconde, pur sembrando non considerare questa difficoltà come irrisolvibile), fa problema per i protestanti soprattutto il riferire alla chiesa l'aggettivo «cattolica», poiché è inevitabile il rimando alla sua accezione «romana». La rivista presenta poi alcune traduzioni del testo greco originale del «Simbolo» (una ortodossa del 1981, quella cattolica tratta dal Messale del 1978, una versione riformata dalla liturgia del 1963 e
una recente versione delle chiese luterane). Dai testi presenti
nella rivi.sta viene fatto proprio l’auspicio contenuto nel Direttorio ecumenico cattolico del 1993, che le chiese cristiane possano arrivare a «redigere insieme una raccolta dei testi cristiani più importanti (il Padre Nostro, il Simbolo apostolico, il
Credo niceno-costantinopolitano, una dossologia della Trinità...)» ed eventualmente anche un salterio. Come esempio di
passi concreti che si possono fare viene riportato quello di un
testo del Credo redatto dal Consiglio di chiese cristiane in
Francia (f992) in lingua «agibile» a tutti.
(*) Foyers mixtes n. 106. 2, place Gailleton - 69002 Lyon.
14
PAG. 10 RIFORMA
Vita Quotitidiana
VENERDÌ 3 MARZO 1995
INTRA — A Palazzo Flaim, alle ore
20,45, Paolo Ricca, docente di «Storia della chiesa» presso la Facoltà valdese di teologia di Roma, guiderà un incontro su «Un
testimone della fede e martire nella Germania nazista; Dietrich Bonhoeffer, nel cinquantenario della morte».
TORINO — Il Centro evangelico di cultura, le Comunità
di base, la redazione de «Il foglio», il Sae e l’Ywca-Ucdg
organizzano un dibattito sul tema «Affermarsi, realizzarsi,
avere successo: i percorsi della libertà femminile». Intervengono Clara Cappella, Lidia Maggi, Giuliana Martirani,
Ausilia Riggi; presiede Antonella Visiritin; ore 15,30, nel
salone di corso Vittorio Emanuele II, 23: per informazioni
tei. 011-6692838.
FIRENZE — Nel quadro di un ciclo di incontri sul tema «Evangelici a Firenze» Cola
Mannucci parla sul tema «Firenze agli inizi
del XX secolo» (1“ parte): ore 16, presso il
Gignoro in via del Gignoro 40.
MODENA — Il Centro culturale protestante «Leroy M. Vernon» e l’Associazione culturale
dell’Istituto Gramsci organizzano un ciclo di incontri sul
tema «La forza del debole. 1945-1995: Dietrich Bonhoeffer, le ragioni di un’attualità che si rinnova». Gli incontri
sono introdotti dal prof. Francesco Maria Feltri. Alle ore
21, presso la libreria Feltrinelli in via C. Battisti 15, si tiene il terzo e ultimo incontro sul tema «Bonhoeffer e la
cultura del XX secolo».
PAVIA — Nel quadro del corso «I valdesi
da movimento pauperistico medioevale a
chiesa riformata di frontiera» organizzato
dall’Unitré il past. Antonio Adamo tiene la
lezione su «I valdesi dalla Resistenza ai
giorni nostri»: ore 17,30, presso la Camera
di commercio in via Mentana 27.
ASTI — Nel quadro della «scuola biblica
ecumenica» il pastore Alberto Taccia tiene
la lezione su «Geremia»: ore 21, aH’Auditorium del Centro giovani in via Goltieri 3a.
MILANO — Il Centro culturale protestante e l’Irsae-Lombardia organizzano un ciclo
di lezioni sulla storia del protestantesimo. Il corso è strutturato in una lezione settimanale e discussione di due ore.
Per la prima lezione Emidio Campi parla sul tema «Il pensiero politico calvinista tra 500 e 600»: ore 15,30, presso
la sala attigua alla Libreria Claudiana in via San Francesco Sforza 12a; per informazioni tei. 02-76021518. —
TORINO — Il Centro evangelico di cultura
«A. Pascal» e il Comitato torinese per la laicità della scuola organizzano un dibattito sul
tema «È possibile oggi in Europa una società laica in cui convivano civilmente culture e religioni diverse?». Intervengono Jean
Bauberot e Franco Garelli; ore 15, nel salone di corso Vittorio Emanuele II23; per informazioni tei. 011-6692838.
FIRENZE — Nel quadro di un ciclo di incontri sul tema «Evangelici a Firenze» Cola
Mannucci parla sul tema «Firenze agli inizi
del XX secolo» (2 parte); ore 16, presso il
Gignoro in via del Gignoro 40.
ROMA — La Società biblica organizza
aH’intemo del Salone del libro religioso una conferenza
del prof. Bruno Corsani sul tema «Il greco in libreria»: ore
16, nella sala Camperio, padiglione 42 (ingresso porta Spinola, via Spinola).
ROMA — Nel quadro di un ciclo di conferenze sul tema «Il cristianesimo antico nel
quadro dell’Impero romano» il dr. Giancarlo Rinaldi dell’Istituto orientale di Napoli
parla sul tema «Il contributo dell’archeologia alla conoscenza del cristianesimo antico». Organizzano la Facoltà valdese di teologia, il Centro
evangelico di cultura, la Società biblica, il Centro studi
sulle civiltà e le religioni nel Mediterraneo: ore 18,
nell’Aula magna della Facoltà valdese di teologia, via Pietro Cossa 40: informazioni tei. 06-9486486.
CONVEGNO DIACONALE — Nei giorni 4 e 5 marzo
si tiene presso l’Istituto Gould, via de’ Serragli 49, l’annuale convegno dei diaconi, del personale e dei comitati
delle opere valdesi e metodiste. Il tema è «Comitato, presidente, direttore: ruoli e competenze». Interventi di Paolo
Ribet, Gino Conte, Bruno Bellion, Valdo Foitierone, Gabriele De Cecco, Andrea Ribet, Gisella Costabel. Costo
dell’intero incontro lire 114.(XK); iscrizioni entro il 19 febbraio al Gould tei. 055-212576, fax 055-280274. Per
informazioni Commissione sinodale per la diaconia tei.
0121-953122, fax 0121-953125.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai. Domenica 5, 12, 19, 26
marzo predicazione del pastore Salvatore
Ricciardi: inoltre saranno trasmesse notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero,
appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliehe in Italia, trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,30 circa e, in
replica, il lunedì della settimana seguente
alle 8,30 circa.
STORIE DI LIBERAZIONE
L'Evangelo
libera dalla schiavitù della droga
FRAWCA COSSA BOBRONI
Er^o storie di liberazione
quelle ehe abbiamo avuto modo di ascoltare venerdì
sera, 17 febbraio, a Montespertoli, nel giorno che per i
valdesi è la festa della libertà,
e si parlava di liberazione
dalla droga, un padrone spietato per tantissime persone.
L’idea per questo incontro
era nata per caso, come succede spesso. In dicembre
un’ospite della Casa comunitaria di Tresanti, un’assistente
sociale, ci aveva parlato del
suo lavoro tra i tossicodipendenti alla Chrischtehüsli di
Zurigo; di come lei e gli altri
operatori tutti cristiani andassero a cercare i tossicodipendenti nelle piazze, in careere,
e oltre ad aiutarli e ad ascoltarli testimoniassero loro
l’amore di Cristo e la liberazione che nasce dall’Evangelo. E allora perché non raccontare alcune di queste storie, di questi miracoli della
fede che succedono anche oggi quando ciò che fa notizia
sono soprattutto eventi negativi e disperanti?
«Ero in carcere e avevo ormai raggiunto il fondo quando una sconosciuta mi chiede
se può pregare per me - racconta Roberto - e poiché so
di non avere più niente da
perdere, accetto di essere oggetto di questa attenzione
strana e imbarazzante. Eppure, dopo, per me cambia tutto
e il vuoto profondo che da
tanto avvertivo in me viene
interamente colmato da Gesù». Da lì comincia il suo
viaggio di risalita; dopo
l’uscita dal carcere, entra in
terapia in una comunità cristiana dove impara a liberarsi
dalla droga.
Anche Giuseppe era stato
debole nell’affrontare i problemi della vita ed era stato
portato a stordirsi con la droga dal vuoto dentro di sé, dalla solitudine e dall’insoddisfazione. Dopo parecchi anni
di questa vita, accolto in una
famiglia cristiana, rimane
profondamente colpito da come è accettato e amato e impara dall’esempio a riconoscere l’amore che Dio ha per
ogni uomo e per lui. Anche
Giuseppe accetta la terapia e
esce dalla droga. Sono ormai
trascorsi diversi anni da
quando essi si sono liberati.
Queste testimonianze insolite hanno colpito il pubblico
raccolto nella saletta offertaci
dal Comune e hanno dato il
via a un dibattito che ha toccato vari temi. Esistono anche
da noi famiglie disposte ad
accogliere persone tossicodipendenti per aiutarle a disin
tossicarsi? Sì, ma molto poche. Quali sono le cause più
frequenti che portano alla
droga? Il vuoto d’amore, .le
delusioni, la solitudine, ma
anche (è un po’ una sorpresa), ci dicono, un certo tipo di
musica, non solo per gli ambienti che porta a frequentare,
ma di per se stessa e per i
suoi testi, che può indurre a
riferirsi alla droga.
Che pensare della liberalizzazione? Potrebbe essere utile
per ridurre la microcriminalità ma renderebbe molto più
difficile trovare il desiderio di
uscire dalla droga: una soluzione egoistica, la definiscono. Solo l’ora tarda ha interrotto il dibattito, mentre rimangono ancora molte cose
da chiedere; c’è la prospettiva
comunque che il discorso con
queste persone non finisca
qui ma prosegua anche in altri ambienti.
Un'esperienza con i ragazzi alla scoperta del pianeta Aids
Il Centro diurno del Gould
SIVIA JOURDAN
Uno dei compiti che si
prefigge il «Centro diurno» dell’Istituto Gould è
quello di educare i ragazzi ai
problemi che la nostra società incontra ogni giorno. L’anno scorso abbiamo affrontato
il problema degli, anziani,
creando momenti di incontro
e attività fra gli ospiti del Gignoro e i nostri ragazzi. Abbiamo passato due bei pomeriggi al Gignoro, dove i ragazzi hanno proposto due recito e dei giochi dove hanno
partecipato tutti. Fra il primo
e il secondo incontro i ragazzi
hanno fatto dei disegni al riguardo. Durante il secondo
incontro abbiamo allestito
una mostra con tutti gli elaborati ed è stato bello guardarla
con gli ospiti e notare che si
riconoscevano nei disegni. E
stata un’esperienza positiva
(che non credo sia conclusa
con questi due incontri) sia
per gli ospiti del Gignoro che
pèr i ragazzi del Centro diurno, sensibilizzati aH'anziano,
che non deve essere emarginato ma che, come tutti noi,
ha bi.sogno e voglia di compagnia; e poi ha tante co.se da
raccontarci e insegnarci.
Quest’anno l’attenzione è
stata dedicata a un problema
I molto attuale, che colpisce
i soprattutto una fascia di età
giovane ma che deve riguardarci tutti, grandi e piccoli.
l’Aids. Come équipe di educatori abbiamo notato che su
questo argomento c’era molta
disinformazione e che aleggiavano tante «leggende».
Per affrontare tale argomento
ci siamo rivolti a un’associazione che opera in questo
campo, l’Assa (As.sociazione
speranza e solidarietà Aids) e
abbiamo organizzato tre incontri con i ragazzi e gli operatori volontari dell’A.ssa,
suddivisi in aspetti medici e
prevenzione, aspetti sociali,
solidarietà.
Fra un incontro e l’altro i
ragazzi ci hanno rivolto tante
domande, per togliersi dei
dubbi, per avere maggiori
informazioni. Questo ci ha
fatto focalizzare il loro interesse: il problema li aveva
colpiti e coinvolti. Per non lasciare nel vuoto questi incontri abbiamo chiesto ai ragazzi
di fare degli elaborati sullo
argomento. C’è chi si è espresso con un disegno, chi
con una poesia; c’è stata da
parte di tutti una gran partecipazione (basti pensare che
molti di loro, dopo i compiti,
invece di andare a giocare, si
fermavano con uno degli educatori per portare avanti gli
elaborati).
Come conclu.sione a questo
lavoro si era deciso di fare
un incontro aperto all’esterno, con la finalità di far vedere tutti gli elaborati dei ragazzi per raggiungere gli al
tri con la sensibilizzazione e
r informazione da loro elaborata. L’organizzazione di
questo incontro ha coinvolto
tutti, chi si è impegnato ad
allestire la mostra, chi ha fatto leccornie dolci e salate per
un rinfresco, chi ha fatto lavori per il bazar (il cui ricavato è stato donato all’Assa).
L’incontro e stato suddiviso
in un intervento del direttore
Locchi che ha parlato del lavoro svolto; poi c’è stata un
medico di malattie infettive,
dott.ssa Ambu, che brevemente ha parlato dell’Aids e
ha risposto a tutte le domande che le venivano fatte, dando maggiore spazio ai ragazzi; e infine un’operatrice
dell’Assa ha parlato del lavoro che quest'associazione si
propone. Il tutto si è concluso con l’allestimento della
mostra (gli elaborati erano
veramente belli), il rinfresco
e il bazar.
La fatica di tutto questo lavoro e stata ripagata dalla partecipazione attiva dei ragazzi
che hanno dimostrato, una
volta di più, che se vengono
adeguatamente sensibilizzati
e informati su un argomento
non sono indifferenti ma ne
rimangono coinvolti e cercano di migliorare il proprio
comportamento nei confronti
delle persone colpite dal problema in questione (che questo sia l’anziano o il ragazzo
sieropositivo o maialo).
Il lavoro degli immigrati
Lo scorso numero abbiamo
iniziato la pubblicazione sul
diritto al lavoro degli stranieri non cittadini di un paese
dell’Unione europea. Concludiamo in questo numero le
informazioni per l'avviamento al lavoro degli .stranieri.
Vi sono alcune categorie di
cittadini exttacomunitari presenti in Italia per i quali l’avviamento al lavoro è di competenza deirUplmo, che rilascia l’autorizzazione al lavoro
prevista dalla legge 943/86
art. 8. Le categorie previste
sono:
-cittadini svizzeri (in Italia
da almeno 24 mesi);
- studenti, che vengono autorizzati solo per la durata del
permesso di soggiorno per
rnotivo di studio;
- cittadini italiani naturalizzati stranieri da meno di 5
anni.
L’Uplmo rilascia inoltre
l’autorizzazione al lavoro di
cui alla legge 943/76 art. 8
per i casi di assunzione di cittadini extracomunitari ancora
residenti all’estero, appartenenti alle seguenti categorie:
- cittadini giapponesi da
assumere in qualità di executives (telex ministeriale 2747IR-A51 del 26-5-’86);
- lavoratori richiesti da enti
o istituzioni pubbliche italiane
(art. 36 legge 20-3-’75 n. 70);
-.lavoratori in sostituzione
di altri lavoratori più regolarmente autorizzati e retribuiti;
- lavoratori dipendenti da
aziende con sede all'estero,
destinati a svolgere attività
lavorativa subordinata presso
filiali delle stesse o altre imprese operanti in Italia, anche
nel caso di lavoratori dipendenti da imprese aventi sede
all’estero e da queste direttamente retribuiti (circolare ministeriale 78/90) che vengono
quindi subordinati alle disposizioni dell’articolo 8. legge
943/86;
- cittadini stranieri destinati
a svolgere mansioni di altissima qualificazione o a livello
dirigenziale o di particolare
natura, non eseguibili da lavoratori nazionali, comunitari
o extracomunitari iscritti nelle liste di collocamento;
- infermieri professionali
richiesti da Ussl, o enti e case
di cura private convenzionate
ai sensi del dm. l7-4-'9l.
L’ingresso in Italia dei collaboratori domestici extracomunitari, invece, è regolamentato dalle circolari ministeriali n. G6/87 e I.Ò6/91.
La circolare ministeriale
6G/87 ha per oggetto i rapporti di lavoro domestico instaurati all’estero: si applica
nel caso di datori di lavoro,
italiani o stranieri, che abbiano alle loro dipendenze, in un
paese extra Cee. un collaboratore domestico e. dovendo
trasferirsi in Italia, intendano
far proseguire il rapporto di
lavoro.
La seconda possibilità per
ingressi dall'estero di collaboratori domestici extracomunitari è data dalla circolare
ministeriale 156/91. ai sensi
della quale le famiglie possono rivolgere istanza all’Uplmo per richiedere raulorizzazione ad occupare lavoratori
extracomunitari all'estero da
adibirsi ai servizi domestici.
(Noiizic tratte dal
Notizittrio (IplmoMigranti)
Hai rinnovato
Tabbonamento
a
RIFORMA?
15
ATENERDÌ 3 MARZO 1995
Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
Il metodo
ecumenico
Caro direttore,
ñon sempre la sintesi giornalistica riesce a chiarire interamente i risvolti di un fatto.
Faccio riferimento alla lettera della signora Florestana
Sfredda pubblicata nel n. 6
del 10 febbraio di Riforma, e
vorrei precisare i termini esatti della posizione dei «rappre,'tentanti» {leader è parola
neutra e soprattutto inclusiva)
di fchiese evangeliche nel de"clinare l’invito a chiusura del' la Settimana di preghiera per
' l’unità dei cristiani.
■ 1.) Ogni singolo responsabile ha ricevuto lo stesso invito;
' è sembrato bene non rispon: ¡dere in ordine sparso come
nel passato ma, dopo aver
.. eòiicordato con tutti, predi: sporre una risposta comune.
-vi'2) Era.chiaro nell'invito
che si trattava di essere spetaj..- tatori di una messa cattolica
con eucaristia: il testo dell’invito non lasciava alcun dubJfUò in materia. Non abbiamo
l'quindi rifiutato la nostra pre''senza a un incontro di pre^ghiera comune, ma abbiamo
rifiutato di fare atto di mera
presenza (questo tipo di risposta ha trovato tutti i resppñsabiíT di chiese evangeli“'Cheépncordi nel rifiuto).
‘*'-3) Nella risposta all’abate
■ di San Paolo fuori le mura
/ abbiamo fatto notare due cose
■ ^ a) l’eucaristia
^ -Cattolica è per noi evangelici
'“ un segno di divisione; la nostra presenza dissonante e
tbssenziente in quell’occasione sarebbe stata certamente
■ “^nn segno poco adatto alla Settimana per l’unità dei cristiani (questa sensibilità teologi' ca e spirituale è stata accolta
, dall’abate di San Paolo nella
sua replica); b) il metodo ecumenico prevede la collaboraàone paritaria nella preparazione e nello svolgimento di
un incontro ecumenico, salvo
l’onore riservato all’ospitante. In San Paolo non era e non
sarebbe stato così.
^ Quindi per motivi soslan'*■' ziali di sensibilità teologica e
RELAZIONE ANNUA
Il 1994 a Casa Cares
ANTOINETTE E PAUL KRIEC
L? andamento complessivo di Casa
Cares per l’anno 1994 può essere
giudicato soddisfacente, anche se ha registrato meno presenze di quanto fosse
previsto. Dopo i mesi molto impegnativi dell’anno precedente abbiamo avuto
il tempo di riprendere fiato e contemporaneamente di apportare alla casa alcune migliorie che avevamo sperato e
previsto di realizzare.
Il problema sta nel fatto che abbiamo
avuto anche troppo tempo: infatti, mentre l’uso della Casa fra le chiese italiane
è aumentato, c’è stato un calo notevole
di presenze fra i gruppi di chiese straniere, proprio quei gruppi che formano
la maggior parte delle nostre entrate e
che ci permettono di portare avanti il
lavoro. Vogliamo sottolineare subito
questo fatto e mandare un appello a ST
tutti voi, amici di Casa Cares, perché
abbiamo bisogno del vostro aiuto per
farci conoscere sempre di più; in particolare la vostra collaborazione potrebbe
essere indirizzata a presentare la nostra
realtà a più persone e gruppi possibili
che potrebbero usufruire così delle nostre strutture.
Certamente, questa fase di rallentamento del nostro lavoro non è stato del
tutto negativo. Infatti a Casa Cares gli
ospiti apprezzano il ritmo meno frenetico di quello che lasciano in città o nella
loro vita di tutti i giorni. Fra l’altro,
questa fase ci ha permesso di trascurare
meno i pur doverosi lavori, sia nell’ufficio, sia nella manutenzione, sia nei
campi che servono per il buon andamento complessivo della Casa. Durante
il 1994 non ci sono state sorprese particolari. Anche se purtroppo i pernottamenti sono diminuiti, il profilo del nostro ospite tipico rimane lo stesso: un
membro di un gruppo giovani di una
chiesa tedesca o un membro di una
chiesa evangelica italiana. Da questa
analisi, che qui schematizziamo, abbiamo capito che dobbiamo estendere il
nostro invito ad altre chiese straniere e
ad altri gruppi italiani come per esempio associazioni di volontariato. Insomma, se crediamo nel Gesù che incontra
tutti gli uomini e ha una parola per
ognuno, non possiamo essere noi coloro che non tengono le porte aperte anche a chi è diverso da noi e sta ancora
cercando il Signore.
Il lavoro volontario rimane il fattore
trainante di Casa Cares. Nel 1994 abbiamo avuto oltre 1.300 giorni lavorativi dai volontari. Il numero uno, Gioele,
ha festeggiato il suo 78° compleanno a
novembre e continua a benedirci con i
prodotti del suo orto e con il suo spirito.
Durante questi mesi poi sono arrivati
quattro tedesche, due ungheresi, due
giovani americani (uno figlio di Sandy
e Carol Anderson, direttori di Casa Cares negli anni ’67-68), un obiettore italiano e, per la prima volta, volontari
dalla Norvegia (uno) e dalla Svezia
(due). Poi, un mano importante è stata
offerta da dei «vecchi», cioè ex volontari che rispuntano periodicamente.
Grazie all’intervento di Michael Kaus e
Mirjam Hank, la famiglia Krieg ha potuto fare una vacanza fra amici e parenti in America senza preoccuparsi troppo
dell’andamento della casa.
Un cambiamento notevole per noi è
avvenuto con il traslocp dei volontari
dal loro vecchio alloggio nella colonica
ristrutturata, dove la famiglia Krieg ha
già traslocato in un appartamento dal
maggio 1993, quando il personale è stato liberato dalle «celle» nel seminterrato e nella cappella, anche se alcuni le ricorderanno con nostalgia come una parte importante della loro esperienza caresina. Abbiamo dovuto usare tutti questi mesi per adattarci alle nuove circostanze, ma il bilancio è certamente positivo. La ristrutturazione della casa colonica ci ha messo a disposizione anche
un terzo alloggio, pensato nel futuro per
altri eventuali collaboratori, ma per il
1994 e di nuovo nel 1995 offerto in affitto ai nostri ospiti. Fatevi sotto con le
richieste, speriamo di recuperare qualche soldo per iniziare a pagare i tanti
debiti che questo lavoro splendido e necessario ci ha lasciato.
Il lavoro della terra ci ha dato grande
soddisfazione durante l’anno, inclusa la
più grande raccolta di olive dal tempo
della gelata del gennaio 1985. Il frutteto
ha prodotto con abbondanza, come anche l’orto di Gioele. Per il lavoro della
vendemmia abbiamo avuto la collaborazione di altre tre ex volontarie («semprevolontarie»?), che hanno imbottigliato oltre 300 litri della nostra rinomata specialità, il succo d’uva. Un passo avanti nell’ufficio si può notare anche dalla stampa della circolare. Finalmente siamo entrati nel «mondo» di
questo nuovo computer, donatoci mesi
fa. La vita in ufficio diventa, ci sembra,
sempre più complicata, ma ci sono alternative?
Riguardando l’anno passato, dobbiamo anche essere riconoscenti a Iris
Amico, che è con noi già da quattro anni, per il lavoro in cucina. L’impegno
della nostra cucina è aumentato negli
ultimi anni perché ci sono sempre più
gruppi che optano per le soluzioni con
la mezza pensione o pensione completa
invece che per l’uso autogestitcf'della
cucina. Iris è stata anche spesso un punto di riferimento per i giovani volontari,
in particolare tedeschi, per la sua conoscenza della lingua, visto che le suoi radici sono a Bolzano. Cerchiamo ancora
volontari per la prossima stagióne. I
due giovani americani rimarranno fino
all’estate ed un altro verrà nell’estate e
forse lo stato italiano si ricorderà di
mandarci un altro obiettore. Ci manca
una mano per i tanti lavori in casa, chissà se i nostri amici conoscono delle giovane volonterose? Dal mese di marzo
fino a novembre in particolare ne
avremmo un gran bisogno.
Nella zona di Trieste e Monfalcone, sede di numerosi
cantieri navali dove si è fatto
un uso selvaggio di questo
minerale, i morti per tumori
provocati dall’amianto sono
stati centinaia e centinaia.
Il problema dell’esposizione a campi elettromagnetici è
venuto alla ribalta in tempi
più recenti, almeno per quanto riguarda i tumori. Nel 1979
è stato pubblicato negli Stati
Uniti il primo studio, che ha
suggerito un rapporto tra
campi elettromagnetici e tumori nei bambini. Altre ricerche sono venute negli anni
seguenti con risultati discordanti. Intanto, mentre stiamo
a studiare e a discutere, i valori di fondo di alcune onde
elettromagnetiche sono aumentati nei paesi industriali,
come riporta Riforma, fino a
un miliardo di volte. Chiuderemo la stalla solo dopo che i
buoi saranno scappati. Come,
abbiamo fatto con l’amiantó.
Claudio Bianchi
Serv. di Anatomia patologica
Ospedale di Monfalcone
formali (ma non troppo) di
metodo ecumenico abbiamo
deciso congiuntamente di non
accogliere un invito ad assistere a una messa cattolica
con celebrazione dell’eucaristia presieduta, in assenza del
papa, dal card. Cassidy. Questo non ha escluso che ciascuno di noi partecipasse attivamente a riunioni e incontri.
Riforma
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Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo
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Sforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
Ilei 1* gennaio 1951. responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
wn ortinanza in data 5 marzo 1993.
U numero 8 del 24 febbraio 1995 è stato consegnato per l'inoltro postale aH'Ufficio..pMP
Nord, via Reiss Remoli 44/11 di Torino mercoledì 22 febbraio 1995.
che si sono svolti in varie
parti del paese, che erano più
rispettosi delle sensibilità teologiche e spirituali dei vari
partecipanti e dello stesso
metodo ecumenico.
Domenico Tomasetto
presidente Fcei
Adorare
il vitello d'oro
Caro direttore,
l’ecumenismo e le chiese di
Roma per un giubileo pongono il problema delle frontiere
dell’ecumenismo e dei rapporti con chi non sta in una o
neU’altra parte istituzionalizzata. Si tratta di principi non
di dogmi o di forme. Il principio è di non costringermi ad
adorare il vitello d’oro o a
partecipare a un culto che non
condivido, a una comunione
forzata. E sempre stato difficile separare o distinguere
nella polis le manifestazioni
della religione di alcuni da
quelle della laicità di tutti. Se
fossimo in una navicella spaziale quattro adulti e due
bambini probabilmente non si
poiTcbbe o con un po’ di buo
na volontà sarebbe facile risolvere il problema dell’ora
di religione o del luogo di
culto. Ma siamo su un pianeta
con qualche miliardo di abitanti e ci vogliono altre procedure nel rispetto di questa
molteplicità. In attesa di essere tutti insieme in cielo. E che
significa «così in terra come
in cielo»? La volontà del Signore 0 quella del vicario?
Gustavo Malan
Torre Pellice
Modelli di vita
dei giovani
Ho letto e riletto l’articolo
apparso nella «pagina dei lettori» del n. 7 di Riforma,
scritto da Rina Lydia Caponetto sul problema della parità
uomo-donna. Ho sottolineato
vari passaggi inerenti la vita,
il tempo, la gratuità, la tolleranza; ho condiviso le sue
espressioni e le sue idee. E un
tema appassionante sul quale
si potrebbero scrivere pagine
e pagine ma quanto esposto
credo sia sufficiente per farci
meditare e spingerci a agire di
conseguenza, per quanto nelle
nostre possibilità. Potessero
leggerlo tutti quei «figli che
non ascoltano» e che devono
imparare l’altruismo, la generosità, la solidarietà, l’importanza dell’altro quanto la propria, la tolleranza, la disponibilità verso l’altro, il rispetto
per la natura... ma soprattutto
potessero leggerlo tutti coloro
(i mass media) che propongono a quegli stessi figli i vuoti
modelli di vita che spingono
all’arrivismo, all’egoismo,
all’assenza di ogni sentimento
di carità e rispetto verso i propri simili e verso ogni forma
di vita del creato, che è stato,
con noi, oggetto dell’opera redentrice di Cristo.
Renata Pampuro Busani
Genova
Il diedi prima pagina
Le due facce del Messico
In Messico la metà circa degli abitanti è al disotto della soglia della povertà. Eppure la modernizzazione
della società e dell’economia va
avanti. Il presidente Solinas ha ridotto l’inflazione al 10% e gli Usa hanno fatto un prestito allo stato. Per i
poveri non c’è speranza apparente
per il futuro. Eppure le chiese cattoliche e presbiteriane hanno scelto di
stare con i poveri.
Il pastore Enrico Reato comunica che l’indirizzo della
chiesa evangelica di Rapallo,
pubblicato sul calendario «Valli
nostre» è errato. L’indirizzo
corretto è: Chiesa cristiana
evangelica, via Gorizia 6,
16035 Rapallo. Il telefono del
pastore è 0185-54969.
Il pastore Salvatore Rapisarda comunica il suo nuovo
indirizzo a Catania: via Etnea
652,95128 Catania.
Attenzione
alle basse
radiazioni
Riforma del 17 febbraio, 9
pag. 10, pubblica un articolo
sul problema amianto (firmato da Giorgio GardioI) e nella
colonna accanto un comunicato sui campi elettromagnetici. L’accostamento dei due
argomenti è quanto mai opportuno; in effetti i due problemi vanno proprio considerati in parallelo.
Da un lato l’amianto; il Parlamento italiano ne ha vietato
l’uso e il commercio con una
legge del marzo 1992 ma il
potere cancerogeno dell’amianto era già ben dimostrato
da almeno 15-20 anni. Ora
siamo inondati da amianto; la
riduzione del materiale è diventata un’impresa ciclopica
(anche economicamente parlando) e i danni sono già fatti.
Alcune aree del no.stro paese
sono particolarmente colpite.
RINGRAZIAMENTO
«Il salario del peccato
è la morte: ma il dono di Dio
è la vita eterna»
Romani 6, 23
La moglie e i familiari di
Roberto Pellenco
riconoscenti ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al loro
grande dolore.
Un grazie particolare ai pastori
Bruno Rostagno e Enrico Long, ai
sacerdote don Armando Girardi,
alle cugine Malvina e Liliana, agli
affezionati Cariuccio e Zelia, agli
amici Werner e Lydia Frei, a Paolo Arbarello e agli amici di Prarostino; alla direzione e a tutto il
personale dell’Ospedale valdese
di Torre Pellice e della Casa di riposo San Giuseppe per le affettuòse e assidue attenzioni prestate al caro Roberto.
Torre Pellice, 21 febbraio 1995
RINGRAZIAMENTO
«Poiché io ristorerò
l'anima stanca, e sazierò
ogni anima languente»
Geremia 31,25
I familiari di
Stefano Negrìn (Nucciu)
di anni 78
riconoscenti, ringraziano di cuore
tutti coloro che con presenza,
scritti, fiori e parole di conforto
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al medico curante dott. Ghirardi e
ai pastore Rutigliano.
Bobbio Pellice, U marzo 1995
RINGRAZIAMENTO
«Il Signore è il mio pastore
nuiia mi mancherà»
Salmo 23, 1
I familiari di
Davide Long
riconoscenti ringraziano quanti
hanno partecipato al loro dolore.
Un grazie particolare al personale medico e paramedico dell’Ospedale valdese di Torre Peliice,
al pastore Claudio Pasquet e a
quanti sono stati loro vicino durante la degenza'in ospedaie.
Angrogna, 2 marzo 1995
16
PAG. 1 2 RIFORMA
VENERDÌ 3 MARZO 1995
j0m
Col discorso sullo stato deH'Unione ha cercato di rilanciare una leadership controversa
Bill Clinton propone un «nuovo Patto» e
fa appello alla responsabilità dei cittadini
JEAN^ACQUES PEYRONEL
Ce la farà Bill Clinton a
risalire la china prima
delle primarie per le elezioni
presidenziali del ’96? Nulla è
meno incerto; anzi, gli ultimi
sondaggi indicano che la
maggioranza degli americani
gli consigliano di non ricandidarsi. Eppure il presidente
americano sembra intenzionato a tentare di rovesciare la
situazione a suo favore, dopo
la cocente sconfitta alle elezioni di «medio termine» dello scorso novembre. Il 24
gennaio, nel tradizionale discorso sullo stato dell’Unione, di fronte alle Camere riunite, Clinton ha cercato di venire incontro alle aspettative
della nuova maggioranza repubblicana che, per la prima
volta in 40 anni, domina il
Congresso. Lo ha fatto con
un lungo discorso (un’ora e
mezzo), sapientemente elaborato e abilmente presentato,
che ha riscosso un indubbio
successo.
Un «nuovo Patto»
Clinton, che è un protestante battista, sa bene che dietro
alla vittoria dei repubblicani
c’è la grande affermazione
della destra religiosa, e in
particolare della «Christian
Coalition», fondata dal televangelista Pat Robertson, che
oggi conta 1,5 milioni di aderenti e che sta per diventare,
secondo il suo fondatore, la
più forte organizzazione politico-religiosa di tutti gli Stati
Uniti. E sa bene che questi
nuovi cristiani «evangelicali»* che crescono come funghi da un capo all’altro degli
States gli rimproverano tra
l’altro il suo scarso fonda
Newt Gingrich
mentalismo biblico. Non c’è
da stupirsi quindi che Clinton
abbia risposto con un discorso degno della migliore tradizione puritana e democratica
americana. Come già aveva
fatto nella sua campagna elettorale del ’92, rivolta prevalentemente alle classi medie
che ora sono passate in maggioranza nel campo repubblicano, ha proposto un «nuovo
Patto» («New Covenant»),
fondato su tre parole chiave:
responsabilità, cittadinanza,
opportunità. Così facendo, ha
fatto deliberatamente il contrappunto al «Contratto con
rAmerica», il programma in
dieci punti col quale Newt
Gingrich, nuovo presidente
repubblicano della Camera, è
diventato l’uomo più popolare degli Stati Uniti.
Clinton si è richiamato ai
padri pellegrini («lo chiamo
il Nuovo Patto ma è fondato
su un’idea molto vecchia...»),
a Lincoln, a Theodore Roosevelt, a Woodrow Wilson, a
Franklin Roosevelt, a Harry
Truman, e perfino a Ronald
Bill Clinton
Reagan («che ci ha esortati a
portare avanti la lotta contro
il comunismo finché fosse
vinta»). Proprio sul New Deal
rooseveltiano Clinton ha osservato: «Questa proposta ha
funzionato in quel tempo ma
oggi viviamo in un tempo e in
condizioni molto diversi.
Stiamo passando da un’era
industriale costruita sugli ingranaggi e sul sudore della
fronte a un’era deH’informazione che richiede capacità
professionali, conoscenze e
flessibilità».
Clinton a poi menzionato
Alexis de Tocqueville, dicendo che per lui «la grande forza dell 'America è .sempre stata la nostra capacità di associarci con persone diverse da
noi e di lavorare insieme per
trovare un terreno comune».
Si è quindi rivolto apertamente ai ceti medi dicendo: «Siamo diventati un grande paese
di ceto medio; i valori de! ceto medio ci sorreggono. Dobbiamo allargare questo ceto
medio e ridurre il ceto meno
abbiente». E qui ha ritrovato
il tono e gli accenti cari al
partito democratico (troppa
gente viene tagliata fuori,
troppa gente lavora di più per
meno, troppa gente ha meno
sicurezza sociale e sanitaria,
meno redditi, meno opportunità). Ha quindi proposto di
aumentare il salario minimo e
si è opposto ad una riduzione
delle tasse che vada a scapito
del programma socio-sanita
no.
Un appello alla
responsabilità dei cittadini
Facendo prova di «umiltà»,
Clinton ha riconosciuto pubblicamente i propri «errori» e
ha ammes.so che alcune delle
critiche mosse dai repubblicani sono fondate, in particolare
l'eccessivo accentramento del
potere federale rispetto agli
stati e alle comunità locali e
la necessità di fermare il flusso dell’immigrazione clandestina («Siamo una nazione di
immigrati, ma siamo anche
uno .stato di diritto» ha sottolineato). Ha però esortato gli
americani a ritrovare il senso
della cittadinanza e della responsabilità personale e co
munitaria che ne deriva («Per
anni abbiamo trattato i cittadini come se fossero prevalentemente dei consumatori o
degli spettatori... La verità è
che dobbiamo smetterla di
guardarci l’un l’altro come
nemici solo perché abbiamo
opinioni differenti»).
Tuttavia la nuova maggioranza repubblicana, eletta sull’onda deir«antipolitica» e
della difesa a oltranza dei tradizionali «valori della famiglia», non è sembrata molto
disposta ad accogliere il richiamo clintoniano. Forte
della sua prorompente vittoria, sembra invece fortemente
decisa a fare tabula rasa di
ogni traccia dell’odiato «liberalismo» del partito democratico. Nel corso delle ultime
settimane, il leader della «rivoluzione» repubblicana,
Newt Gingrich, ha accusato
Clinton di essere un «seguace della controcultura alla
McGovern». In un articolo
sull’edizione settimanale del
Washington Post del 2 gennaio scorso lo stesso George
McGovern, ex candidato democratico alle presidenziali
del 1972, replica: «È mia
convinzione che il partito democratico ha perso la fiducia
del popolo americano non
perché sia troppo liberale ma
perché non ha mantenuto fede ai valori storici del liberalismo e non ha difeso questi
valori nei confronti del gran
pubblico».
Ricordando di essere figlio
di un pastore metodista fondamentalista, politicamente
conservatore, McGovern afferma che «la tensione creativa tra conservatismo e liberalismo è il genio della democrazia americana» e che «la
nazione soffre quando una di
queste tradizioni viene denigrata o indifesa, come sta
succedendo ora al liberalismo». Da parte sua Clinton,
in un incontro alla Casa Bianca con otto giornalisti religiosi, il 2 febbraio scorso, citando la Lettera di Paolo ai Romani (12, 17), ha deplorato
l’uso sistematico del linguaggio volgare e offensivo nel
dibattito politico, tipico della
nuova destra.
La rabbia di Jesse Jackson
Pat Robertson
Nulla sembra poter fermare
ormai V «arroganza» della
«cricca di Gingrich», come la
definisce lesse Jackson in un
articolo sul Los Angeles Times, ripreso da L’Unità del
20 febbraio. Clinton, nel suo
discorso al Congresso, si era
soffermato sul problema delle
ragazze madri minorenni e
aveva chiesto di «non punirle
perché hanno la sventura di
essere povere». Ebbene, il
Congresso ha recentemente
approvato l’emendamento
peggiore, quello che toglie
ogni tipo di sussidio alle ragazze madri: e i figli malcapitati? Devono essere affidati ai
brefotrofi, dicono Gingrich e
tutti i suoi seguaci. Stesso discorso per gli anziani, i poveri, gli emarginati, gli handicappati: basta con i sussidi
del Welfare State che gravano sulle tasse dei cittadini,
torniamo a ghettizzare tutti
quei pesi improduttivi nelle
istituzioni sociali a ciò preposte. E il timore di moìti democratici del Congresso è
che ciò porti a un rafforzamento del ruolo delle istituzioni religiose conservatrici.
Del resto tutti i leader della
nuova destra religiosa non
fanno mistero della loro volontà di abrogare uno dei
principi basilari della Costituzione americana, quello della
separazione tra chiesa e stato.
11 leader della «Christian
Coalition», Pat Robertson,
non esita ad affermare che
«non c’è nulla nella Costituzione americana che santifichi la separazione tra chiesa
e stato».
L’associazione «Americani
uniti per la separazione tra
chiesa e stato», che riporta la
suddetja citazione insieme ad
altre dello stesso tono di altri
leader religio.si fondamentalisti e conservatori, ha recentemente lanciato un grido di allarme per fermare l’ondata di
intolleranza e di ultramoralismo di questa nuova destra
religiosa, ormai pronta a lutto. Le ultime notizie che
giungono da Washington
sembrano indicare però che
su molte questioni cruciali di
politica interna ed estera
Clinton stia perdendo la sua
battaglia contro questa nuova
destra, malgrado il suo evidente spostamento verso il
centro che rischia di alienargli il voto dei neri alle prossime elezioni presidenziali.
* Secondo statistiche pubblicate dalla rivista Time del
6 febbraio scorso i protestanti
«evangelicali» rappresentano
il 25,9% della popolazione
americana, le chiese protestanti storiche (bianche) il
18%, le chiese protestanti nere il 7,8%, la Chiesa cattolica
romana il 23,4%, altri cristiani il 3,3%, gli ebrei il 2%. altre religioni r LI %; i senza
religione sono il 18.5%.
Trieste: conferenza di Anne-Marie Dupré
Le donne del Sud
MARIE-FRANCE MAURIN COÏSSON
Il «nuovo ruolo delle donne
del Sud del mondo»: questo il tema sviluppato da Anne-Marie Dupré, del Servizio
migranti della Federazione
delle chiese evangeliche in
Italia (Fcei), in una conferenza al Centro protestante A.
Schweitzer di Trieste, organizzata in collaborazione con
le Adi e col Centro migranti
del Comune. Come si ricorderà, Anne-Marie Dupré è
stata delegata al Forum delle
Organizzazioni non governative (Ong) svoltosi al Cairo
contemporaneamente alla
Conferenza dell’Onu su popolazione e sviluppo.
Quando si parla di donne
del Sud non si tratta, come si
pensa di solito, di madri povere con molti figli, che vengono a chiedere aiuto. Sta
emergendo un fatto nuovo: la
donna migrante come risorsa
importante. AI Cairo la Conferenza dell’Onu è stata soprattutto maschile, anche se
vi erano più donne che in
passato, mentre quella delle
Ong è stata soprattutto femminile. Anche se provenienti
da paesi poco democratici, il
fatto di partecipare al lavoro
delle Ong può permettere alle
donne di introdurre più democrazia in quei paesi. In
quell’occasione gli interventi
più significativi sono stati fatti da donne del Sud: molte di
loro si sono presentate sicure
di sé, competenti e realiste;
sono sostenute da una rete di
collegamento che coinvolge
molte persone: sociologhe,
feologhe, insegnanti, psicologhe... anche se queste non
erano presenti al Cairo.
Anni fa le donne dell’Africa, dell’ Asia, del Sud America, del Pacifico, dei Paesi arabi, vestivano come noi. Ora,
non più, e non si tratta di
folklore: esse si presentano
da protagoniste. Le pressioni
sulla Conferenza dell'Onu sono avvenute grazie alle manifestazioni delle donne; il fatto
che le donne del Sud si inseriscono nella politica del
mondo rappresenta una novità che suscita molta speranza. La presenza dell’Europa,
sia a livello governativo sia a
livello delle Ong e delle donne, è sembrata mancare di
creatività in quanto le delegazioni erano di basso profilo, e
per lo più favorevoli al mantenimento dello status quo.
La rappresentanza dell'Italia
è .stata formata all'ultimo momento.
Per quanto riguarda le chiese, il fatto che quella cattolica
romana sia stata l’unica comunità di fede ad avere rappresentanti alla Conferenza
dell’Onu, mentre tutte le altre
erano presenti solo alla conferenza delle Ong, ha avuto
come conseguenza di imporre
certi criteri a .società o paesi
che non condividono la stessa
fede (ad esempio i lavori sono stati bloccati per cinque
giorni su una sola questione,
quella dell’interruzione della
gravidanza).
Le donne del Sud presenti
nei nostri paesi non hanno ancora avuto molte possibilità
di contribuire alla vita del
paese, e non ci rendiamo conto che se non ci fossero, 1’
economia sarebbe in pericolo.
Attualmente emergono due
caratteristiche: le donne attive, quelle che hanno deciso
di partecipare, sono motivate
ed emancipate, hanno fantasia per prendere in mano il
proprio destino; non vogliono
che altri decidano per loro,
anche se spesso sono obbligate a fare le colf, portano
avanti il loro progetto; altre
sono venute per motivi di famiglia o mandate da altri.
Anne-Marie Dupré ha detto:
«Non sprechiamo queste risorse». Nei nostri paesi la si-,
Carezza sociale, l’ambiente,
le risorse, ecc. si stanno esaurendo, queste donne invece ci
portano una grande ricchezza
che non sappiamo utilizzare.
Negli anni ’70 sono state le
donne ad arrivare per prime
in Italia: esse però non contano nelle prese di decisioni
della nostra società, è come
se fossero invisibili. Altre sono in situazioni di grave isolamento, avendo rapporti solo
con una persona anziana o
una famiglia. I problemi sanitari che colpiscono le donne
italiane, per loro vengono
moltiplicati per tre: se vengono licenziate, la maternità
può diventare una catastrofe;
non possono tenere i figli con
sé; questi vengono messi in
orfanotrofi, e la seconda generazione rischia di vedere
accumularsi i problemi.
Alla Conferenza del Cairo,
il diritto al ricongiungimento
familiare, per donne e uomini, ha suscitatr) scandalo e ha
portato a un \ ero e proprio
scontro Ira Nord e .Sud del
mondo. Attualmente, le risorse che ci portano le migranti
sono di due tipi: rassunzione
di responsabilità, che è una
qualità che noi abbiamo perso
nei nostri sistemi sociali e assistenziali. c la creatività e la
capacità di adattamento. Nel
prossimo settembre, a Pechino, si svolgerà una Conferenza dell’Onu delle donne del
mondo: quelle del Sud hanno
già pronte le loro proposte,
tutte le donne del mondo sono sollecitate a manifestare la
loro solidarietà c ad entrare in
un processo di cambiamento.
Dopo l’esposizione di Anne
Marie Dupré una specialista
in medicina, proveniente dal
Sud del mondo, ha detto che,
per la prima volta da quando
è in Italia, avcvii ascoltato
una conferenza che si riferiva
alle donne del Terzo Mondo
senza cadere nella commiserazione ma facendo emergere
aspetti positivi.
Un gruppo di donne del Ghana