1
: : ■*
fi;¡cuore aperfo
4ÙÌ'.:
Í»
Era tanto cbo non ¡^tet'aniD- parlare
il: cuore aperto* 'I ' '
, Ekì ora 'Cih’é ^’t^ruita la iibaiazione, i
■ HQH tri penai eri, ic osi a / .un^Ò ■ ieompresaì,
e le nosta'ef parole vot'.'jííJaberfV porgare
tumuituoíamiente, mí3g|iífiC'dj:'e Ü rilievo e la gioia dei cuori
Ma qualisosa ci tri come se
ufiiqendo dflllotìcijriià ojrabliagiliasse unaluce troppo forte. Ed. ¡í nostri 'Pénsieri
sono lui po' come 1’íucifeilp prigione cui
di subito d <licina la liikfertà,.e che doijM
un primo sbattere d.'<^i, si iersna esitante e svolazzali:' intiina tìi ramo in
ramo, come se titn ^tesas. Puedere a
un si gran dofno, . | *■
■Gl: levcnli -han .pt-ec^itatp, in -Giftatto
mcdo che io'spirito n^tro,non faceva,
ih tempo a seguirli. eÌ umderd. 'oontoi.
PÌ.Ù. che un 'Malversi pi situazioini ora-^ ■
no 'Hrhiiiuti dì'dighe |cic.lopich|à' rrhe ai
inabir.sano fragorreinin^-ite* ..pose troppo grundi per noi. |
E .r.0.itano, serrati i]^l nost'ro ricordo,
pYgiiiti nel b spirito inemore le anoora
tui babu, troppi ievveminenti dolorosi c
t'raged’e idvcnti di cui|non àb’oiamo tutt'ora 'tsuurito la portaia e la- sensazione,.
Tanto idi e «.ggi eh'®v muta La-liberazione, lai gr-inde .e ta^to sespirata libo-,
raiiitmc, ci .pare ancori di segneere,
■ V
.Si%hcrmla,. eor^tici "J
Kassuno di. noi avretabei osato, spérate
ohe la fine dcirincubo fosse ebd prossimo. E, la crisi finale si prospettava ad
ognuno come densa minacci^ & lam
peggiante di '.Tieiagure; piar tutti, una
piova del fuoco. Keltz- trepida atlrssa, la
nostra vita era fatta 'di indecurità. di
atiiore limitazioaii, di ' ansietà cetitiniue
per noi ed i nostri cari.
Coma pGa' innanto, ,dópp un ruggito
pili 'fa:midabiile,'-,la' tempeaì-a si acquetò.
I-t'. o-sUlirà ¡resisaróno sul suolo della noerira Patrin amaiìssim|.^ e si spensero intoi-no a noi j rumori? di guerra e - ogni
Visi-one di guieirra. |
Tl noittt'O cuoTe ei's'tniasso al largo e
rhrovava le vie dJtiLlai'iidfeni'tà- ETit ire-,mito di spéi;ania Mceva suissultane i'
cuori delle madri, dèi (amnigliari tutti
nella visione dei figli -o d.egb sposi che
dal l"ungD calvario rimniaiKi dopo ta^xto
al dolce focolare.
« Amimu mia, beni
.di.m.entbare dicano
Tra i benefìci piu
d.'.ipo la. ¡presenza di
suo aiuto mherico:
ixj'idare con ¡parficol
.■iisienza che ici ha o:
tici l'Ete-mo, ■e .'iwjn
pi sdPt benefici i>.
I grandi e preziosi,
b niel -cuori e il
io. dóbbiamo rifo graiitudiné l'asirta la Chiiesa.
E
: Si
Quanto ■er.ano -ediriClanti e cesmmoventi di fei*V'.':-re Le .noeiti'^ agsiembiee di culto nei m.t>fnenti più cfeutialì dd la 'guerra 1 come ai aprivano ì cuori /per nke*
v-ere da .Alto la piuxìla disila consolaziione ir della ‘^paranza fiduciosa ! -com’emno attease e biin:3dei|e, le parole di conforto che I nost-il- .Fasori spandfiivano a
piene mani nei oiolhÌ degli afflitti, dei
gtjmtori e delle i.repddanti'- e dèlie
fami'glb hi lutto l- . f
Nulla han rlsparinaàb quieti -feldelì
servitori di Db, nè ìi^qiultìità nè-:scurezza d! vii a, ipei-'■r-sc^re hìHe anime-doloranti il ioit'o -imesiiiggip odstiano, il
loro aiuto fmterno, Ippr sanaire col .loro
tempestivo intis,rvenip dei Le dii'juazioiii
,estreme, i
Potreimo ^beitv .<&! -m giorno,-quando
tutto sapiemo,'chepl Pstótorato -Valdese ha scritto ìp quiisèt .. di.travaglio
e di lutto una d’elic- guii pifi beile-■ed- èi»iehe .pagine di fsdel^ ipuatoiraile,. .
E qiualc soffcrcn^ piar, ■lor'bj ..quando
nei tèmpli riicolmi sd -pinnmtìsaa''lih!pltl.tudlne, prestedewarto, i. quapto'^d^itte,
' ■iL&uiei'aÌe’deiie:'viitife ddlla;.:gu^rfì
■. .-. ' ■ f:
::-r' ■
.f.i.'
>.ïà.
iVin eb un sea-itimeutto che . in noi domina tul'ilù, una voeeidh'ei-Èempne ritprrui, irhie. talora s'innalia dal cuore-cûnae'
uno âïuiilo di ci^ailtan^a- ■■, ,■. .■ . '
"iñiál
quale pena iindiclbOe di nop pofter e^ppmere tutte '¡il co'i'dqglb e rimméitoo
airoone dieti cuori,- " . '
Pia ai tempo-stesìo, da quale
za profonda restavano CDlpétì* qu?^’
cu:ari sotto Jii iemplici ¡paróle ■deU'E^àflt
gelo eterno f E quale ipemito i^.vs^à-..
.simpatia Eii sprig.bnava dia quelle
imponmti che noi -raocoglimenhi-'spiane e gravé tutte si ptt'tKtendevaino ve#Mi'
le famìglie, in lutto, piene di affetto
dbloi'atD verso lo spìilto dei cari scon^'
.parsi i ì''
E q-uandia la gmvità d.ell'ora non ¡pètmetteva che la iholtitudinfi- ds-glf amici
pote3.se offrire alle cane salme il tilfsu'f.o
delia sua presenza, e che poche |petr3(.P
r-.a -erano a'in.ma?se alla miesta.-;funzli
delle fnoJtitud'i.ni infimi am ènte
grandi, quelle di tutta una val-liaibà’"
tut o b - -noshie Valli sì assiepavanó
ispirilo intorno a quelle bane deseriri,
col ..pianto, in -gola, coti'Itonima'in priógh: :i'a, piane di desolato .indicibile
amore.
tutti noi' attiEaversati
era la vita.
E' più in aito, lìeEs natone dello' spirito, ehie dobbiamo riceorear® e listabb
•Hre l'equiliiyrio, opn la sofxraeievazioae
dieda. nostra vita .vqrBo gli ideali ciistìani.
E-d a -qiDeato -ci gioverà, oltreché la potenza ^lla nostra- tede, la coseì^jaa
delle forze -laitonti che sono in ned e che
ci iàvelaroiio i 'gicimi dièlla paxjva.
Ruchè non tutto fu in allora attiesa
■pavida ed ansietà-& affatmose pasevidenzSi ma pure risoiub attqggiajmenti.di at.tiva difesa, materiale o apiHthtale, preparazione-del r animo 'alle situazioni irf.ù
disperate.
Bisog,!)^' che di tutto questo nc^. facciamo tesoro, che noi capitalizziamo codeste ¡e^periènae in vista del diomanl,
par arnbdhiinie la ncatea vita e nexKlerla.
.forte dinanzi a qualdasì evenienza ed
awmrsità.
n beneficio della Chiesa, .iti teropì dii
divisioni, di lotte, di diqparaià oìteggìà- ■
Ma' anziana e sopmtutto, dotobòamo
.smtirici portati, come su delle aX daEa
grandezza e la potenza della no^a -gratitudine, -nói. tutti che in tale intiimesnaa
. ma-^ioratiza aLamp sta'tì. pr&servati. dalle sGiagrtrc d.eila guerra itì nati - abbiamo
lutti da lamentarEì, meaittì& delle uggiolìi intere ed intere nazbiif sono state
k
, ■ il-'-'-' - •' ^ . - •
Jifiessaggip ài le Chiese
L Et .O LlEiT il jF, VAIjÌjI-8 lieto,, in quest’alba di pnee, di purtare il
.. ' (..un prorfmda gratitudine verso Dio ci troviamo oltre quella eéisi, al
tempo . stesso tanto desiderata, e temuta.'
Melle iiustie Valli jiiolte sono le vitíinie, le rase bruciate; tutti Itaaito
sofferio. Possa la viva simpatia Cristiana di tutta la Chiesa lenire un poco
tanti In tir c tanti dolori.
Ala pensaiido a quello che uviehhe potuto suceedere e a quello che
efl'cttivámente è avvenuto in altre .regioni, non po.ssiamo che hencdire Iddio,
Ora noi guardiaino initatii:i tiel sendraciito della ruostCA. utimenaa responsahilìtà. Umd intorrro alla Chiesa, auimati da vivo aoiorc pOr le anime
doloranti i.‘ dìsoiientate, noi che ahluamu avuto in eredità tlai nostri padri
|iarola d urtUne, i-ipreaderemo il caumimo con la terina
itHbaul la sofà verità che salva, il solo programrlcosiruzioue del [xieac : i'Evangelo di Cristo.
una visione
decisióne di
ma sociale che
e ima
additai-e
valga
agli
tdhi
Li\ TAVOLA VALDESE.
nveiiti. è stoto per noi. per tutti, i fiupi
figli, indisfintámenté, la dtlà di ri'fugiq,
il lifugio ijivioila-bilc di tuiiÉie le gtìirgìp,
df>vi£ nuU’aìtro imperava eh© ramoire X
Db, il santuario che aUmentava iiij|ü'
emiri la fiàmma disila- vtsfs giustiz-la, che i-.',.
indicava e offriva alle anime là via dici- ---""
la verità e della pace, la -via par aocol'knzii che è quella della carità.
Kart potremo 'dimentìiciaiie
^[> gi'andc bcnitaficlü.
E, non dhnfiritàicaro, vorrà dina amarla iicmpi© più la noÉtma cara vécdiià
C-hiiSa, asccàlans la sua vece con rispetto 'le dedderb, affidarle ì nastri figli dòn.
accrescdnta fiducia c 'gratiturtìnje'. ctocóli.darla in ogni tempo di filiale rivcirenza,
darle i mezfei senza contare per 11 ootn-'
pimeoato dfsllbpeini sua.
-mài que
devasitete e martoitiate dalla gueuia^ e
dei milioni di esseri 'Sioinoi. pariti nell’immane flagella.
. E non c'è che uin modo veranieiiifie
efficace dì manif-estairla iqueeta gra'tàtudijiB e -di metterla in atto; con la viaraoe consacMizione (Mia joostira vita, iniiarvlzio di obbedienza -e di asnotre^ a Colui che d. 'h^ salvati e progetti. E. ìnsiiem.é a questo: -con la nostna simipatìa. .vivente, fattiva e idiurevcito per. i nostri
fratelli © ooreilé provati dal lutto e dalla dÌ.5Èretta. © psar cui non c’è gioia <tì
liberazione che possa a^ugar le la^
griime.
E’ cónae se aves^ro sofBerto ai mostro
posto, portato la nostra iptarte di dolore..
Pcis.saiio tìenthie ¡sempre che 11 nostro
affetto li-¡circonda; da vicino, che ruon dimenbehiamo la loro .pena, che noi II
portiamo in preghiera dtnanizi a Dio.
Nulla dltve essere perduto: dolb no^
sfne dure esperienze: nulla delle ncstre
a'nsietà ic.' delle nostre afEi^oni, come
hulla, neppin’È delb .tioíitre eraorioini- e
dsUe nostre.igbie.
Non è -possibite che ci ritroviamo
uguali a quei di prima. Ciò non deve
a-wientre anche se presto doiveseimo ritornare alia vita normale. Peitohé non
vi è benessere materiale nè tràliqulUi"tà di vita càie ,possa cancaUaie .quèitki
ohe è stato e ristabilire TequilibrÌQ nX-j
là , nostra esiafeenza. Ci sano di mseziao -L
nostri mrjrti, ìe-ferite.-pFoicsndie
ri iaii lutto, là noetm Patiia ancora dòlo;,
rante, ^ cì sdnó..L >WMnientì cirn ^
Casi noi vcttnemmo tanto' che pure
sen-hs-iiero i nostri cari :frateUi di tutta
Italia che le vicendie della guerra hanno
aeparalte da -noi per cosi kin^o tempo, ed
ai quali- siamo stati vicini 'tutta^'la come
H'(ni m,ai, con l’aifetto ded -motti© © la
snmjpatia, profonda e le fervidie quoti-,
diane pr-qglhsiare.
Come sarà , bello 11 giorno del nastro
,ritr-,sivo, .e come aarà commoviantei di
£-mtlre dalla loro viva voce il racconto
d.elle pronte safferie c delle benedizioni
ricevute da Dio, e la felice testàmnnianr
za della. ..feri eltà di quelle Chiese sotto
la Croce,
Sa là noéstrà giòia è grande 'e il; nostro aollievo immmgo ¡per l’aiirweimta Ite
berazione, se ancora ci ¡p^-e tm sogno di
potere andaine e vexjina sema pericoflip
nè timt^ di poter riposaiiie tranquilli,
se resplciamo a pieni paJmaid il Vivlflcante ¡soffio dèlia rìprtetinaiba Jihierià,
ancora soffine il npstno ouoiEie iper lò mille . feritie della nos'tna Patria -.amatzissìina,
ài a lungo strazlaita.
In alte i cuori ! triotnfi la noetha.''fèda
nel ruome dell'Italia risorta. —Be fndito ha at^erto, molto avrà impsicato attraverso gli errori e itei piove, e per
r-amore devoto <M suoi figli inlgliioiri,
essa risorgerà gioimn per ^ointo a nuova vìta^
D’ora irmianzi non è più tempo di
quierlmjonfljé e lamenti. Non vi è più luogo che per ropera alaotì© e devota, per
l’opera faSd» e silenziosa, per da fedi©
vdttotriim' dal cuori e per la òntranisigen'^
te dirittura ■dèllle' coscienze.
E nella nrnuna in cui attendereino a
quest'^jeiDà dì ricoiStruzicaie nd ngone '■
dell'Eterno ¡e nìSillo gerito dI'Oristo,,!©
nostre forze verranno modtiplioat© ¡e benedette le nostnef fatiche.
E nella misura in cui ci sfoocriemo
di santiiìcanei la nastra vita ìidlà comunionie del dùrinp Alaestro, ci sarà
dato di concorreiDe alla Bantijfiosddonè
degli aÌM per l'avvente della pace ised
cuori e per il plro@^eato della pàc© fra
gli uomini.
E sairà per o^uno' un^opera si: atta e
biitefiica ¡che non vi avrà dantrariatè nè
sacrifiùio che me pOGsar diminuirle la
grandezt:a nè alterane là beltà.
Li 5 maggio^
. i ' ; 0, Btmntì#. ;
pià farte che la «orti
In'Seguito.a ncstra -viva la instotente
pireghìeirn, la famiglia: dÉè oonipdnnto
RENATO PEYHOT ha cflinseiitìto & lasciarci puhiblicare, per l’ieidiflearioine dei
noBtri lettori, il commcivmtìssimoi meisag.^ che in, punto mcartei ogH riivolgeva alla caira sorella tanto amaia led
ai cari zìi ohe gli funono come genitori.
Questa magi^ca testimonianza erte
stìand dettata nell’ora suprema da d
candida © sicura fede e da si prafondB, e
teneri effetii non manioheirà di accr^qere il nostro oondogMo perT’immatura e
teagica fine di questo purissimo croo.
c’insegnerà coma una lòde viviente- trionfai dalla morte.
E mentre ne beDiedteiajno la teiemorìa, rimìo'via'mio alila sua óana fàrni^Hai
cad duramente provata. Tespcossiatiìe
della nostra simipafia) profonda e ded nostm aifetto feiateimOj e le tívoOgiamo il
nostro più sentito ringraaiamento per il
prezioso © tonto suggestivo fiKtainòiitO
spirituale ohe ri lia peinnetóo di comunicanB. | j
Segue la lottota alla sorella.
Sera dell 5-3-43.
miu
Non avrei voluto mai scrìverti mw.
lettera come questo, ma debbiamo ccosqgTkarci alla vobntà di Dio e Lo rìiigoazk) di darmi ancora 11 ooniorto ^
scriverti in quiesti ultimi ©eritemi istanti.
Eira poche ore non sarò |}lù, o
non sarò ¡più in questa vita tetfrana,
. So di dfijrti un immenso dolóre, Farae
il più grand© dii quaniti ne hai sopportati fino ad ora; ti ehiiedo perdono, Lilly
cara, e ti assicuTO ahe il pànstom che
più mi iuddolona è iqucUo di laarìarti.
Non sàitaì sola, Lilly, chè attamq. a te
restano ¡gli zìi e le zie, nonni dbie ti
vogliono itonto 'bene ccane ne ¡hanno vo*
luto tanto a me, e sono 'icierto..che ìi
avrai sempre vicml to ogni mòmento.:
SU sajggia, Lilly ©ara. ‘èd anoollia «emprie
i loroi ibuond consìgli. pò4cihè esoi
no e vorraiTiino sempt© :«olaa^^ id tuo
bene, eocte àòmpn© hanno vitdrtilóilisàlite.
Ho'appreso qice^to
' V.lM^
.1
'¿Ìi. -BMÌ'
■v.ri
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t 'n;i>
2
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lí:
«.«•
Wlsf.
M.
■^í;'
g''
' ¡morte; l’ho appresa Su completa ilirWi- quillilà di spirito, assolutamente conscio
4el suo significato. Sono calmo e tranquUlo: te lo può provare la mia miano
ÍV' iscrive senza tremairie, e se non segue bene le righe è a causa della poca
- lue© che c’è qtai, ‘
^ Ho pregato! a lungo Dio e gli ho,det■ to con convinzione: « Lk ttua volontà sia
fatta in terra come in cielo ». Se egli
hai deciso ch’io muoia è- beiie sia così, e
noi, Tìiemmeno tu, abbiamo dtotto di lamentarci o iprotestare o chiedleirie: « Perchè? ».
Oredo fermamente che dopo- questa
vita ce n’è un’altra: so 'di aver peccato
talvolta sapendo di peccare, so di laver
trascurato talvolta il mio doviere, ma so
di aver sempre cercato di fare quello
(die ufi dettavano il mio cuore e la mia
coBcienza.
Credo di poter dire sinceramiente che
la mia coscienza è tranquilla; ho chiesto perdono a Dio dei miei peccati e
morrò tranquillo, fiducioso che Egli mi
accoglierà vicino a Sè.
Ih tutta la mia vita passata ho sempre
cercata di agire in modo che la nostra
povera mamma potesse essere contenta
di me. Ho mancato, © lo so, ma criedo
che se mamma avesse vissuto sarebbe
stata filerà di m© e lo sarebbe anche
adesso.
Ti ho dietto iche sono tranquiJlio; sono
qualcosa di più. Non ho pianto ¡e non ho
voglia di piangere; ini rassegno alla volontà di Dio. Un mio compagno piangeva; l’ho consolato. Spero potrò aver© il
conforto del pastore e di e^re Sereno
sino idla fine.
Mi spiaoe di morirle, e non Sarei sinoero s© dioessi ü contrario: speravo di
avere un igiomo il mio lavoro, la mia
casa, la mia famiglia', ed ho fatto molti
sogni. Nulla di questo sarà. Pazienza !
Ho avuto stasi^ra il tuo pacco,ed il
tuo biglietto che mi ha fatto molto piacene. Grazie anlche a Sisì.
Lilly mia carissima, so che il tuo dolore sarà inunenso: abbi fiducia in- Dio
e idiiedì a lui la forza di saper lottare e
ferii corado. Conservati buona e pura
come sei, pensando che tui giamo dovrai esseite una buona sposa ed una
buona madre. La zia Susanna sarà per
te una ottima maestra. A lei chiedo di
assisteirti sempre come se tu fossi la sua
bambina; a te di ascoltarla e confidarti
in lei .senipre.
So che specialmente nei primi giorni
ti sembrerà che tutto è icrollato intorno
a te, che la tua vita è finita: Beagisci,
LiUy cara. Credo che in questo mondo
abbiamo tutti una missione da compiere; io ho terminato la mia, tu no ! Spe. ro tu troverai un bravo ragazzo con cui
ti possa sposare ed lessere felice.
Reagisci al dolore, non voglio che tu
pianga: ricordati che me lo hcà promesso, Se tu ti affliggerai troppo sarebbe
per me il più -grande dolore.
Saluta per me tutti i miei ,parenti, la
signora IV>ja, Norina, i miei amici.
Addio, Lilly carissima, ci rivedremo un giorno in cielo. Non piangere e
.sii forte.
Ti abbr^icio forte forte, tuo
Renato.
Avrei voluto scrivere singoiarmente
a tutti, grandi le piccoli, ma ri-peterei
sempre le stesse cose, Vi ho presenti
tutti e 'Vi penso. Forse solo in questi
giorni di prova mi sono reso conto di
quanto vi volevo bene. Ho scritto che
lascio a Dodo la mia' raccolta di francobolli; credo che a te non dispiaccia.
Mi viene in mente un versetto che
non so bene ove si trova: « L’Eterno ha
dato, rEterno ha tolto, sia benedietto il
nome del Signore ». Pensaci Lilly © non
piangere; ricordati che muoio con la
certezza che saprai vincere il tuo dolore.
Addio, LLly carissima, arrivederci.
Ancora ti abbraccio oon tutto il mio
affetto.
Tuo Renato.
Da una lettera allo zio. Stessa data.
Catrissimo zHo Alberto,
So che la mia morte sarà per te un
grandie dolore ed asnich© a te chiedo perdono. Sei stato per me come un -¡ladre e
tì. ringrazio di quanto hai fatto iper me
e di quanto avevi in mente di fare per
me.
Ti affido Lilly; sii per lei il padre che
eri Pier me e shlé sempre vicino.
...Non mi irr^rta quello che si farà
del mio corpo; non è la materia che
conta.
Non ho bisogno di raccomandarvi
Lilly; so -che non sarà sola, e tanto voi
quanto i miei cari di Coundré le sarete
empire vicini qviando awà bisognq di
•*- C.V v-v .A
^ aiuto. Fatele coraggio le non lasciate che.^ ^ spremo, istante. Anche se non lo ^ avrò
f si abbatta. , /pr&ghlérò da 'solo e non tremerò. Sono
'Non lasicio nea>una flidla-nzata; voi eravate tutto per me e tutti ,vi ho amati
•tanto tanto; per questo mi spiaoe di lasciarvi.
, Ho. fatto il mio esame di coscienza;
credo di poter morire tranquillo, fiducioso nella bontà di Dio.
Spero, come ho' già detto a Lilly, di.
avere il conforto di un pastore al su
•'■'V
i.'S„morti molti uomini illuriri ed infinita‘''•’^^mente più utiH di me, io sono in con
braoeioi. A
braccip.
, fronte un granello di polvere e non vale
I la (pena di 'affliggersi ¡tanto per m,e.
■ Lascio a te di salutare tanto lo zio
Jean, le zie Susanna, i nonni, Dodo,
I Emilio, Cey, GuMo, Ester e la cugina
l’Paolina. Vi penso tutti e tutti vi ab
un forte parltieolare ab-^li
Tuo Renato.
***.- ■ ' ..
Dio foenefeafle lagrime che saranno
versate da ^-oiti ‘nel leggere questo ad- '
dio supreme di un giovane ventenne
'Che era tutfo cuore e virile ardimento,
e la sùa fede ad^anltina e la nobiltà del ser&ìile essere un efficace esempio ¡^ tutti i nostri giovani.
CRONACA V A L D ÈS E
LUSERNA SAN GIOVANNI
Abbiamo appreso, con profonda tinozza rimprowiis« dipartenza del nostro fratello ed amico signor Massimo
Peyrot, 'OO'lpito a morte in una via di
Torino nella tragica giornata del venerdì 27 'aprile, mentre si apprestava a partire alla'volta di Lusema per riunirsi
alla cara famigha.
Nel rivolgere alla signora Emilia Pey- '
roteGay, sua diletta sposa, ed ai teneri
figli, ed a tutti i parenti afflìtti, Tespressione della nostra più calchi simpatia,
chiediamo a Dio', con tutto il cuore, di
volere consolare led, assidbere ì nostri
am'ici nella loro immensa ed angosciosa
prova.
MASSELLO
Favorite da tempo splendido, le rioorrenze del Venerdì Santo e di Pasqua,
sono state celebrate con fervente concorso di fedeli 'che hanno voluto stringersi intorno ai nostri vari catecumeni
nel momento della loro Confermazione
6 intorno alla Mensa diel Signore. L’ora
grave 'che traversiamo ha anche concorso al nos'tro più intimo affrateham'ento con tutti i nostri fraltelli assenti
e a renderci ipiù fiduciosi nella misericordiosa .protezione del Padre Celeste.
— Lutti. Dopo una vita tutta dedita
alla famiglia -ed al lavoro, è deceduta,
il 21 marzo u. s., in età di 74 laami, al
Reynaiid dì Massello; Luigia Tron nata
Micol,
Alla numerosa famiglia, ed in, modo
specialie al marito Palmari Tron, che le
fu compagno per ben 55 anni, va la nostra cordfele simpatia.
__ Jjh Chiesa ri assoda anche al dolore della famiglia di Emilio 'Tron e"
Giulia, delle Alasse, 'per la perdita della loro ipicicola Bianca Angloletta, rapita
loro dopo effimera permanenza qua^ù.
PERRERO-MANIOLIA
POMARETTO
La settimana scojrsa è stata nuovamente per la nostra parrocchia una settimana di lutto. Quattro nostri membri
di Chiesa ci hanno lasciato per la Patria celeste e tutti e quattro in circostanze tragiche. Essi sonò: Riccardo Baimas fu Vincenzo, di anni 21, i cui funerali presìedulti dal pastore Bertrn,
hanno avuto luogo a S. Germano; Gino
e Ugo Gente di Francesco, rispettivamente di anni 20 e 18, i cui funerali,
presieduti dal pastore L. Marauda. hanno avuto luogo a Pinisrolo: e il cav. Carlo Ghiberti, dededuto' a Torino in seguito a tragico incidente stradale, in età di
anni 70, ed i cui funerali hanno avuto
luogo sabato mattina. 17 marzo, in Porosa Argentina. Egli aveva ricoperto durante molti anni la carica di sindaco prima e di podestà poi del oomime di Perosa, era stato concilllatore, e la popolazione ,te ricorda con affetto anche perchè quando ricorreva a liti per conrigli,
disbrigo di pratiche e aiuti, lo trovava
» semipre disposto ad occuparsi degli inte' ressi altri, anche quando ciò poteva
comprometterle i proprii. La sua scom^ parsa pertanto addolorò molta parte
della 'Cittadinanza e i suoi funerali, per
il numero degli intervenuti, fu una commovente dimostrazione di stima e di
. compianto.
"Alle famiglie colpite da questi lutti
rinno'viamo la nositra simpatia eristiana
invocando su loro le consolaziani divine.
PRAROSTINO
Battesimi. Nel corso .di questi ultimi
" mesi è stato amministrata il S. Battesi' mo ai segulenti bimbi: Nella Grill di Be, niamino; Laura Baschetto di Achill© ;
, Lilia e Franca ArmeUino di Michele;
, Elena Bertalot di Ulrioo; Luciano Bex‘ iìoli 'di Luigi; Roberto Rivoiro di Valen! tino; Marca e Bruno Avondiest di Giovanni e Edda Forneron di fu Davide.
— Matrimonio. Remo Gardloì, della
; parrocchia ■di Pinerolo, si è unito in ma" trimonio con Vanda Gardiol, della Ca
n'Cuva, il 24 febbraio. Auguriamo agli
sposi pace e felicità nel Signore.
— Funerali. Gustavo Odino, .di anni
20, rapito Iragicamente alliaffetto dei
' suoi cari, il 7 marzo; Francesco Fome: ron, di anni 83, spientosi serenamente a
i S. Bartolomleo, l’il marzo', circondato
; daH’affetto dèi suoi famigliari.
Nel corso di queste ultime settima, ne sono tragicamente scomparsi alcuni
altri m'cmbri della nostra comrmità fuori del territorio della parrocchia. Desidériamo far giungere a tutti gM afflitti
l’espressione della nostra profonda simpatìa.
Il 18 marzo, un lungo corteo ha accompagnato airiestremo riposo le spoglie mortali di Enrichetta Micol nata
Barai, di 55 anni, del Forengo.
La terribile giornata del 12 agosto
u. s. l’aveva profondamente scossa e da
quel giorno aveva perso il oontroEo delle sue azioni. La .disgrazia che ne è seguita ha avuto una grande ripercussione n.eUa parrocchia' e anche fuori, talché molte persone sono accorse a offrire il loro tributo di simpatia alla famiglia così duramente provata.
— La domenica d'elle Palme, 9 catecumeni sono staiti confermati nelL’alIsanza del loro battesimo. Sono Bertalat Guido (Crosetto), Pom Emanuele
(Bessé), Ferrier Attilio (Perrero). Poèt
Aldo di Beniamino e Poèt Aldo fu Luigi (Grangette). Genre Ermanno (S. Martino), Micol Gdido (Forengo), Pascal Livio (Baissa) e Peyran Guido (Lorlenzo).
~ E’ stata presentata al battesimo
Elsa Ferrerò di Emilio e di lidia Giacomino (Pomaraft). Dio benedi.ca questo
tenero agnello della sua greggia !
I TORRE PELLICE
Dòpo una lunga vita di uTCefa consa'crazione al suo Maestro é Signore, la
nostra sorella Elisa Meynier entrava
nel suo riposo il 27 dello isciorso mese
.di miorzo.
Chiamata giovanissima da una imperiosa e chiara vocazione airopera cristiana fra le giovani, ella svolse per un
cinquantennio e .più la sua attività benefica a favore delle Unioni delle Giovani in Italia ¡e per quaranltatre anni
consècutivi in qualità di Sieigretaria
Nazionale, attendendo senza posa a dirigere, organizzare, fòndare nuovi gruppi e visitare le varie sedi onde promuovere ovunque la vita religiosa e cristiana delle animìe; e la passione della sua
vita, sino alla fine fu di cercar© le anime, prendere contatto con le anime per
condurle a Cristo.
In grazia dlelLa sua fede illuminata e
fervente, della sua' cordialità invitante,
della bo'ntà inesauribile, della sua comprensione fraterna, nanichè in virtù della sua vasta coltura e 'delle numero'Sis
conoscenze, le fu dato di a'wicinare una
vera moltitudine 'di anime © di essere
per tutte entro e fuori i confini i della
Chiesa, in vera benedizione.
* * (<!
Partendo da Villa Elisa, in Torre Pellice, il corteo funebre sostava nel Tempio valdesle, dove in presenza dì una
vera folla di amici e conoscènti, si svolgeva il servizio religioso presieduto dal
pastore G. Tron e dove, insieme a lui,
rendevano le loro testimonianza alla fedele ¡servente del Signore ed alla sua
opera feconda di bene, il Vice-Moderatore signor L. Maràuda, per la Venerabile Tavola Valdese, il pastore G. Bonnet a nome degli amici, il proftessore Attilio dalla 'per le Unioni Cristiane.
Rinnoviamo al fratello dott. Enrico
Meynier, nostro caro collega, ed alla famiglia tutta, riespressione della nostra
viva e profonda simipatda cristiana.
Negli ultimi giorni di travaglio e di
più acc^a lotta che dovevano' preludere alla grande giornata della cessazione ddJe ostilità e quindi all’alba radiosa della pace, è eontinuata 'ancora fra
noi la dolorosa serie delle vittime della.
guerra, con la tragica dipartenza dei 9°guenti fratelli e sorelle in fedie:
G-uido Boa ijcMr, che g)ià era stato provatissmo, Tmiio scorso, dalla tragica
morte' della copsorte, caduto il 26 aprile e 'tumula o ¿il 29 detìo stesso mese.
Jenny Pe jronél-Cardon, ohe nel opr» di una iirdita e generosa missione,
ifhmo'lava li, giovane esistenza neU’infùo'cata gJor la.a del 26 a.prile, soEevoin,dO l’univsrsi ile .cordogllioi e lasciando il
diletto -po3(, ed 1 carissimi fratelli nel
lutto più pipi fondo e doloroBo.
^ L’imp'onei te corteo, in cui la gioventù della vai ata era largamente rappresentata, che ne accompagnava la salma
al luogo de] riposo nel luminoso pomeriggio della ' domenica 29 aprile, e la
'oommovmtii simia cerimonia che si svolgeva nel noi tro Tempio, esprimeva nel
mode p.ù :8|cquen'te il profondo compianto della» popolazione tutta intera e
la immensa éiinpatìa p,'er la famiglia fc'ol,pita da si .g!|ave ed impro'vviso lutto.
Il giov ane;-;Armando Curdo, doli a noistra Chi-sa ^ Orsara di Puigìia, caduto
sulla bre'ccià il 4 'maggio. E'sprimiamQ
alla cara soT'èlla Anna, suora ¡del nostro
Os'pedale Valdèrie,''la nostra particolare
affièttuosa simpatia.
Ed infine il nostro venerato fratello
Michele Peyro.,, ramato nonno o'ttantenne dall’iriidainentioabile Renato Peyrot,
che neUa m'ovimentata azione 'del venerdì. 27 aprile veniva colpito ,a m'orte ne'lla pro'pria sta'nza, fra la coistarnazicMie
dei famigliari, e di cui le onoranze funebri Venivano 'Celebrate il 3 di maggio,
nel nostro Tempio, dinanzi ad uba
folla ■di amici ,e conoscenti, profondamente .rattristati, i
■In .ptresenzo-dl à tremende sciagure,i
sentiamo tutta l’impotenza deil’umano'‘i4 ■
conforto, e nel rivolgere ancora .alle care
famiglie afflitte i sensi deba norina più *
calda sim,patia. le presentiamo fiduciosi, con le noisltrie fervide preghiere, alle
paterne .miserioordiose cure di Colui 'Che
solo può veram-ente consolarte e infondere nei (cuori la speranza .e la pace.
Si prega di indirizzare articoli e corrispondenze oda Redazione « Eco delle
Valli » - Librerìa Claudiarm - Torre
Penice.
Per abbondanza di corrispondenza la
rimanente cronaca è rinviata al prossimo numero.
La vedova e le sorelle di
Ernesto Long
Capitano di marina in pensione
riconosaenti delle attestazioni di stima
ricevute nella dolorosa circostanza della
dipartenza del loro caro, ringraziano
particolarmerìite il signor Luigi Marauda. pastore di Pinerolo, il Pastore della
parrocchia, il signor Alessio Saippè, il
signor Attilio ¡Clot. Inoltre ringraziano
tutti quanti ne accompagnarotto la salma all’ultima dimora.
Pramoilo, 1° maggio 1945.
Le famiglie BALMAS e &ENRE (Pomaretto) ringraziano i pastori Marauda,
Bertin e Mathieu per l’assistenza religiosa ai loro Cari nei momento estremo
della loro dipartenza per la Patria Celeste. Medesim.a riconoscenza esprimono
a quanti presero parte al loro Lutto.
Past. Giovanni Bpnnet, Direttore
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Arti Grafiche « L’Alpina » - Torre Peìlice
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