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ECO
DELLE VAUI VALDESI
Pastora
TACCIA ALLERTO
angrogna
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anuo 98- N. 1
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Ammin. Claudiana Torre PeUice . C.CJ*. 2-17557
La roccia dei secoii tesa
Alle soglie dell anno nuovo confidiamo in Colui che é l’eterno fondamento della nostra vita
Una volta tanto, almeno all’inizio
(li un nuovo anno ili vita, si può ben
«lire che nel mondo non ci sono soltanto l’ecumenismo, la rivoluzione
russa, la guerra e le discriminazioni
razziali, la Federazione delle Chiese, il mon.lo operaio e la lotta di
classe, i! ca|)italismo e tanti altri avvenimeiiD ■'tni della nostra attenzione; «’« 1 la comunità dei
credenti p grande che sia,
chiamati il i iO p «amminare per
fede, lieta di noie» ;irirnere la
propria fede < t, 'iiesi,- .. .■ ,.],p parole de|li S( nttui . , '’i¡ rho
è fermo nei suoi seiu!, oli i:i ^ riservi la pace, la pace /u < ■ ■ . .
confida. Confidate in per pelar- ut:VEterno, poiché l’Eterno, sì l’Eterno è la roccia dei secoli » (Is. 26:
3-4),
La pace di cui parlavano i profeti d’Israele aveva generalmente una
portata storica e si riferiva ad avvenimenti della storia; ma era anche
resistenza piena e prosperosa che
Dio dona al Suo popolo come una
delle più squisite espressioni della
Sua bontà. Quella pace è necessaria tanto ai popoli (juanto alla Chiesa e, in questo senso, Dio ci chiama
tutti ad essere facitori di pace.
Tuttavia i conflitti e le guerre non
avvengono soltanto sulla scena del
mondo, più o meno lontano da noi;
si manifestane anche in noi e,.7, questo riguardo, la pace di cui parla il
profeta Isaia ha un chiaro riferimento personale : « A colui che è
fermo nei suoi sentimenti, tu conservi la pace, la pace perchè in te
confida ». Qui non è il caso di fare
appello a esperienze mistiche o sentimentali; la vita stessa ci mostra
quanto sia preziosa e necessaria la
¡■ace che Dio dona al credente: non
ima tranquillità d’animo egoistica e
superficiale, non una comoda protezione dai male, ma un senso profondo di forza, di equilibrio e di
giudizio in mezzo alle agitazioni ed
ai-contrasti. Più si va avanti e più
I I, 'si rende conto che, malgrado un
accresciuto benessere materiale, l’animo umano non cessa d’essere inquieto, insoddisfatto, irritato. Si fa
presto a formulare un augurio per
l’anno nuovo, ma l’accettazione di
ogni giorno che appare, specialmente quando esso appare con un carico di affanni e di preoccupazioni
so rsoiiali o familiari, è ben altra cosa, piti diffìcile, più impegnativa.
Molte volte la vita diventa una lotta vera e propria, essa minaccia la
nostra fede e ci chiede uno sforzo
particolare per rimanere in piedi in
mezzo a molti cedimenti. Non è facile essere cristiani nelle alterne vicende della vita; se non fossimo sorretti dalla grazia di Dio, saremmo
tentati di conformarci al mondo o
di perderci d’animo. E non parliamo delle prove, dei dolori e dei lutti in cui la parola del profeta acquista un significato ben chiaro per
ognuno di noi: « A coliti che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi
la pace, la pace perchè in te confida ».
Quella pace è un dono prezioso
di Dio; tuttavia, per riceverla, Dio
l i cliicilc fermezza c fiducia.
La fermezza con cui ci atteniamo
alla J^arola di Dio in un mondo che
cambia o che passa è indispensabile
alla nostra pace. Nessuno pensi di
poter evadere in un mondo ideale;
: I mondo di oggi è quello che è, ma
nella misura in cui Dio « ci rende
fermi in Cristo » possiamo resistere
e non essere travolti dagli scoraggiamenti o dalla durezza dei tempi. Se,
come dice l’apostolo Paolo, « il combattimento nostro non è contro carne e sangue, ma contro le forze spi
rituali della malvagità », allora la
fermezza cristiana è condizione di
lotta e di vittoria. Oggi è necessario
essere fermi nella fede, per non subire scosse fatali o semplicemente
per non essere sballottati qua e là
« da ogni vento di dottrina ».
Quanto alla fiducia, essa è fiducia
in Dio o non è altro che una delle
varie forme di fiducia in noi stessi e
nelle nostre forze. La Parola di Dio
è chiara a quel riguardo : il credente vive nel mondo, ma ripone la sua
fiducia nell’Eterno. Anche l’animo
del credente conosce e lotte e conflitti, a tal punto che ne esce spesso
ferito e umiliato. Eppure la sua fiducia in EHo gli consente di conser’ -.ire o di ritrovare la pace in fondo
ad animo, malgrado ogni apparenza contraria. L’esortazione del profeta : <( Confidate nell’Eterno in perpetuo, poiché l’Eterno, sì l’Eterno
è la roccia dei secoli » è significativa
all’inizio di un nuovo anno. L’ac
cento è posto no i tanto sulla nostra
fiducia quanto ?-u Colui nel quale
dobbiamo confidare.
Ogni nuovo anno è un tempo di
incognite e di attese. Possiamo essere turbati da molte cose, in noi e attorno a noi. Il inondo non ci dà la
pace di cui abbiamo bisogno per
non cadere in balìa degli eventi. Al
di là delle nostre umane speranze e
dei nostri timori, Dio rimane « la
roccia dei secoli.,». Ognuno di noi
lo sappia per sè iiltre che per gli altri. Ognuno edifichi o riedifichi la
propria vita su quel fondamento.
Nella precarietà di tutte le cose
terrene, guardiamoci dalla superficialità. Siamo invece fermi e fiduciosi nel Signore, per la nostra pace.
Così dice l’Eterno : « Io sono il primo e sono l’ultimo e fuori di me
non v’è Dio. V’ha egli un Dio fuori
di me? Non v’è pltra Rocca: io non
ne conosco alcuna'» (Is. 44: 6-8).
Ermanno Rostan
L’anno nuovo che ci si apre dinanzi, come già i precedenti, va anch’esso considerato come un segno della
pazienza di Dio verso di noi e verso
tutti gli uomini, secondo che è scritto :
« Egli è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che
tutti giungano a ravvedimento »
(II Pietro 3: 9). In questo senso il
1968 sarà uguale per tutti: un anno,
un tempo che ci è offerto affinchè nelle nostre diverse situazioni tutti giungiamo a ravvedimento. Per il resto, il
1968 non sarà probabilmente uguale
per tutti (come non lo sono stati gli
anni fin qui trascorsi): per alcuni sarà il primo anno di vita, per altri sarà
l’ultimo; per alcuni sarà un anno di
buona salute, per altri di malattia ; per
alcuni sarà un anno di successo, per
altri di crisi; per alcuni sarà un anno
di fede, per altri di inquietudine e
dubbio; e cosi via. In realtà, i nostri
auguri di « buon Anno » non bastano
a rendere buono per tutti Tanno che
inizia-Eppure c’è una bontà dell’anno
nuovo che vale per tutti, c’è un senso
in cui il 1968 è buono per tutti: è buono per ascoltare TEvangelo e credere,
è buono per ravvedersi, buono per portare i frutti del ravvedimento, nel
senso della parabola del fico sterile
narrata da Gesù (Luca 13: 6-9) in cui
il fico, sterile da tre anni, dovrebbe
essere tagliato, ma il vignaiuolo prega
il padrone di aver pazienza dicendogli :
KMiiiimiiiiiiiiiiiiimiiii
III imi II mimii mini umilili mi iiimii
Gesù è vissuto un giorno
Natale ha portato in dono a migliaia di bambini vietnamiti un
bel pacchetto avvolto nella carta
celeste. I bambini vietnamiti non
'i,c3-::o:>cuHo qucl colore. Quando sono nati il colore celeste non esisteva più da tanti anni, perchè il celeste è il colore del cielo in tempo
di pace ed essi non sanno che cos’è
la pace. Il cielo sopra di loro è
sempre -stato rosso, livido, nero,
avvelenato dai gas, dalle vampate
e dalle esplosioni.
Così, quando ogni bambino ha
aperto il suo pacchetto nell’angolo più nascosto del rifugio sotterraneo o sopra il sudicio giaciglio
dell’ospedale improvvisato nella
jungla, vi ha trovato dentro una
sorpresa: ventiquattro ore di vita.
Ventiquattro ore di silenzio, di pace, senza terrore nè sangue. La tregua di un giorno e di una notte,
durante la quale tutti, laggiù,
avrebbero potuto camminare, dormire, spingersi fino ai bordi della
risaia o al limitare della boscaglia,
mangiare tranquillamente il quotidiano pugno di riso. Nessuno
avrebbe sparato. Niente bombe, nè
assalti, nè villaggi incendiati. Non
sarebbe caduto dal cielo l’artiglio
rovente del napalm a sbranare le
loro carni, carbonizzare gli occhi,
i volti, i ventri enfiati dalla fame,
le piccole gambe stanche per il
continuo correre tra un allarme e
l’altro. Niente di tutto ciò; soltanto la pace.
Natale è il giorno in cui è nato
Gesù. Per tutti i bambini del mondo, più o meno, è anche un giorno
di doni. Ma i piccoli del Vietnam
non hanno capito molto bene il significato del Natale. Non ne hanno avuto il tempo. E le loro mamme erano troppo occupate a portare armi e lavorare in risaia.
L intenzione di Gesù era di regalare a quei bambini non ventiquattro ore, ma milioni e milioni di
ore tutte piene di pace, di serenità
e, non soltanto nel Vietnam, ma
in tutto il mondo e a tutti gli esseri umani. Lo cantarono anche
gli angeli, in quella santa, lontanissima notte: « Pace in terra agli
uomini che Dio gradisce ». Ma la
buona volontà degli uomini, tutta
quella che si è potuta racimolare
nella notte del Natale 1967 è appena bastata per un regalo di ventiquattro ore. Il minimo indispensabile per far presente che Gesù è
nato anche quest’anno. E che non
è nato soltanto per giustificare la
tredicesima, le lampade a cento
candele, i ceri, il discorso del papa,
gli auguri dei capocchioni, i presepi movibili, l^mbecillità dei rotocalchi femmìMli spasmodicamente impegnati a suggerire doni
cretini ma originalissimi nonché
cento maniere idiote di vestirsi,
ma che è nato « anche » per annunciare la pace. Al Suo annuncio
-sono state concesse: ventiquattro
ore. Non si poteva concedere di
più, a un bambino, anche se figlio
di Dio. Johnson non l’avrebbe permesso; la civiltà occidentale nemmeno.
Ora, mentre scriviamo queste righe, le ventiquattro ore sono scadute. Il tempo della pace è finito,
si è spento nell’acqua delle risaie
vietnamite dove la tregua non è
bastata a cancellare pozze di sangue. Si è spento al nord e al sud,
nelle città e nella jungla, dentro
l’ultima bottiglia, di whisky fracassata dal pilota americano prima
di risalire sul bombardiere. E Gesù è morto. L’hanno ucciso gli uomini, dopo un giorno e una notte.
È morto al primo colpo di fucile,
alla prima scheggia di bomba caduta dal cielo, ridiventato un inferno di fuoco e di esplosioni. Nel
primo uomo caduto dopo la tre
gua, americano, vietnamita del
sud o del nord, Gesù è morto. E
per ogni uomo che muore allo
scattare dell’odio e della violenzu
Gesù torna a morire e noi tùtti
moriamo con lui; noi tutti, disertori infedeli del buon combattimento, servi squallidi dell’egoismo
e dell’avidità che nella malafede di
una presunta difesa di valori mo^rali e religiosi, di civiltà cadenti e
istituzioni marcite come scheletri
di barche fradicie, innalziamo altari pavesati di bandiere e di uniformi per immolare al dio pagano
della menzogna e della violenza le
vittime innocenti di ogni conflitto.
•k
Inni, invocazioni, preghiere, si
sono levati nella notte di Natale
verso il cielo, ritornato calmo nel
tempo della tregua, ma non sono
arrivati fin lassù. Lassù c’è arrivato soltanto, allo scadere della ventiquattresima ora, quando gli americani si sono precipitati a riguadagnare il tempo perduto, il corpo
di un bambino vietnamita straziato dalle prime raffiche del bombardamento al napalm. Era Gesù.
E in tutto il mondo, milioni di uomini ciechi non se ne sono accorti.
Marco
.......................................... >
AL CAMPO IISVERISALE DI AGAPE
Il problema arabo-israeliano
Una novantina di partecipanti, giovani la
maggior parte, sta seguendo in questi giorni il campo invernale di Agape: «Israele
1967 )).
Il campo si è aperto la mattina del 27 dicembre, con la prima conferenza, del past.
Giorgio Bouchard : « Storia del popolo d'Israele »; rapidi cenni sulla storia biblica, sulla fede nel Patto, sulla dialettica fra re e
profeti, sulPesilio, rinizio della diaspora, il
ritorno parziale, la catastrofe politica ma non
religiosa del 70 d. C.; quindi qualche cenno
sulla storia secolare della dispersione ebraica, nei vari periodi e nelle varie regioni del
mondo, soffermandosi in particolare sulle vi.
cende delle varie correnti spirituali.
Nel pomeriggio il dott. Giuseppe Tedesco
ha tracciato una « Storia del sionismo sino ni
1948 »: brevi cenni storici, dalla caduta di
Gerusalemme (70 d. C.), l’opera di T. Herzl
a partire dal Congresso ebraico di Basilea
(1897), 1 azione filantropica del barone Roth.
schild, I immigrazione di studenti (fra cui
Ben Gurion) dopo la /ivoluzione russa del
1905, le prime colonie ebraiche in Palestina, il cosiddetto « sionismo sintetico » di
Weizmann, la dichiarazione Balfour (1917)
e il contemporaneo accordo segreto Gran Bre
tagna-Francia; formazione dello Stato israeliano e ruolo delle grandi potenze.
Mentre questa conferenza è stata tendenzialmente filo-ebraica, più oggettiva, ma con
leggera tendenza filo-araba è stata la presentazione che Tindomani il dott. Giampaolo
Calchi Novali ha dato delle « Scelte di fondo dello Stato d'Israele dal 1948 a oggi »;
egli ha tracciato alcuni lineamenti storici a
partire dal crollo dell’impero ottomano, soffermandosi soprattutto sul periodo posteriore
al 1948, sul problema dei profughi palestinesi, sulla situazione della minoranza araba
in Israele e in genere sulla situazione sociale
nel giovane Stato, dando quindi una valutazione della politica attuale e delle prospettive future.
Un pomeriggio e un’intera giornata sono
quindi stati dedicati a tre seminari: il primo sui rapporti fra Israele e gli Stati arabi,
il secondo sulla situazione dei profughi palestinesi, il terzo sulla situazione degli arabi
in Israele. Il 30, mentre il giornale va in
macchina, si svolge una tavola rotonda su
« Israele e gli Arabi », cui partecipano il
giornalista Giorgio Bocca, la signora Miriam
Novic e il signor Rafik Murey, un arabo.
« Signore, lasciamolo ancora quest’anno... forse darà frutto... ». Ancora quest’anno, ancora per il 1968.
* * Ut
Da questa prospettiva generale, possiamo scendere a considerazioni più
particolari e indicare almeno qualcuno degli impegni segnati in una immaginaria «Agenda 1968» delle nostre
chiese.
Il primo impegno è di carattere finanziario. Non è una questione molto
attraente, nè per chi scrive nè per chi
legge, ma bisogna pur parlarne. I lettori sanno che è in corso, per iniziativa della Tavola e grazie (ancora una
di Paolo Ricco
volta!) al generoso interessamento di
fratelli dell’estero, una vasta operazione destinata a sanare il pauroso
deficit accumulatosi negli anni scorsi
e a portare in pareggio il bilancio della Chiesa. Questa operazione durerà
tre anni, a partire appunto da quest’anno. L’impegno che le nostre chiese hanno preso attraverso i loro delegati all’ultimo Sinodo è duplice: 1) pareggiare il bilancio ordinario di quest’anno e dell’anno scorso; 2) raccogliere la somma di 15 milioni all’anno
(45 milioni in tre anni per la copertura dei deficit arretrati: il resto del
deficit (cioè almeno i due terzi di esso ! ) sarà coperto dagli amici dell’estero, a condizione che noi facciamo la
nostra parte. Si tratta dunque, a partire da quest’anno, di fare la nostra
parte. Ci è richiesto uno sforzo, superiore a quello degli anni scorsi, ma non
superiore alle nostre forze e disponibilità economiche. I Valdesi, in generale, non sono più come nel Medioevo,
i «poveri di Lombardia». In generale
non siamo più poveri di altri, sul plano finanziario (anche se certo ci sono
dei poveri e numerose famiglie con un
reddito molto modesto: pensiamo in
iJarticolare alle chiese d’alta montagna alle Valli, alle chiese rurali del
Centro e Sud d’Italia, a tante famiglie di manovali, di operai non delle
prime categorie o anche di artigiani).
Per tutti, comunque, vale il principio
della Scrittura secondo cui l’offerta « è
gradita in ragione di quello che uno
ha, non di quello che non ha»
(II Corinzi 8, 12). Se tutti attueranno
questo principio, si raggiungerà facilmente l’obiettivo proposto dal Sinodo
alle chiese. L’importante è che non ci
si fermi solo all’aspetto finanziario
della questione: qui non è in gioco
solo il nostro danaro, poco o molto
che sia, ma anche la nostra fede.
* <¥ *
Un secondo impegno che le nostre
chiese sono chiamate ad adempiere
nell’anno che ci sta dinanzi è quello
che potremmo chiamare federativo^ Il
1968 è Tanno in cui la Federazione delle Chiese Evangeliche italiane comincerà a funzionare. Proprio in questi
giorni, a Roma, si è sciolto il Consiglio Federale, ormai sostituito dal Consiglio della Federazione. Le Chiese che
han dato vita alla Federazione devono
ora esprimerla concretamente, in primo luogo a livello locale. Là dove è
possibile, ciò là dove esistono e operano diverse chiese evangeliche, occorre
che esse sLavvicinino le une alle altre,
si cerchino, si incontrino, si conoscano, attuino forme comuni di testimonianza, collaborino al massimo e fraternamente. C’è molto da fare in questo settore, più di quel che si potrebbe
pensare. Occorrerà anche, a livello locale, allargare l’arco della collaborazione fraterna, associandovi — se possibile — Chiese e Opere che non aderiscono alla Federazione. Nello stesso
tempo sarebbe molto utile avviare fra
le diverse Chiese evangeliche italiane,
federate o no, quel dialogo dottrinale
che finora non è avvenuto, ma che dovrà pure, prima o poi, aver luogo.
Quanto prima avrà luogo, tanto meglio sarà.
» » »
Un altro avvenimento Importante
che nel corso di quest’anno richiamerà l’attenzione delle nostre chiese sarà
la quarta Assemblea generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, convocata a Upsala (Finlandia) per Testate
prossima. La Chiesa Valdese vi sarà
rappresentata dal Moderatore, mentre
il prof. Vittorio Subilla è stato invitato personalmente come consulente teologico. L’Assemblea di Upsala avviene
(continua a p. 6)
Gli interessi e le discussioni, in questa
prima parte del campo, sono stati essenzialmente di carattere storico, politico e sociale,
in misura eccessiva, secondo alcuni. Ma indubbiamente la seconda parte, che sarà diret.
ta dal past. Giorgio Tourn e che affronterà
il problema biblico-teologico di Israele, ristabilirà l'equilibrio, e contiamo darne ulteriore notizia. Tullio Viola
2
pag. 2
N. 1 — 5 gennaio 1968
1967; la vita delle Chiese nel mondo
"Presenti,, in molti modi e in molte situazioni, la loro azione è stata
autentica testimonianza resa a Cristo, Evangelo per l'uomo d’oggi ?
Quello che si conclude è un anno in
cui le Chiese, nel mondo, hanno fatto
parecchio parlare di sè, sono state
— come si dice — « presenti » in molti
luoghi e in molte situazioni. Resta tuttavia l’interrogativo : in che misura
questa loro azione è stata autentica
testimonianza a Cristo, Evangelo per
l’uomo d’oggi?
Luci e ombre della presenza al mondo da parte delle Chiese. Il 1966 si
chiudeva con il canto guerresco del
card. Spellman inneggiante ai marines
del governo Johnson, difensori della
civiltà occidentale e cristiana ; quest’anno si chiude con l’invio a Hanoi
di una delegazione vaticana, ■ dopo il
colloquio fra il pontefice romano e il
presidente americano.
L’aggravarsi continuo dell’escalation
statunitense nel Vietnam è stata oggetto, un poco in tutte le Chiese ( nordamericane in primo luogo) di dibattiti e critiche e opposizioni, che abbiamo sovente documentato su queste colonne. Si sono moltiplicate le dichiarazioni di gruppi cristiani, di organizzazioni, di sinodi e conferenze ; meno appariscente, tutta un’opera diplomatica
si è esercitata sia nei confronti di singoli governi, sia nei confronti dell’O.N.U. Le Chiese hanno cercato di
compiere opera « crocerossina » a favore delle vittime, e si sono distinti
gruppi quaccheri anglosassoni, per altro osteggiati dal governo di Washington per l’imparzialità con cui operano
a nord e a sud del Vietnam, e con
cui documentano le atrocità, condannate — in altro quadro — dal « tribunale Russell», che ha dovuto cercare in Svezia una sede disposta a
ospitarlo.
Lo stesso discorso può farsi a proposito del conflitto arabo-israeliano, i
cui riflessi nell’ambito delle Chiese
cristiane sono stati tanto più accesi
per la passione particolare suscitata
dall’aspetto religioso, determinante
ieri
loggi
Ogni inizio d’anno, si rinnovano gli auguri. È un’antica consuetudine. Ecco quel
che augurava ai suoi lettori, nel primo numero di gennaio dell’anno 1889 il settimanale Kalia Evangelica. Sono auguri di ieri, rria
valgono oggi ancora. Quasi potremmo considerarli come gli auguri degli evangelici italiani del secolo scorso agli evangelici italiani di oggi.
I nosfri auguri
Auguriamo a tutti i fratelli nel Signore;
1. Più attività nell’opera di Dio,
più franchezza nel rendere testimonianza al Signore. Chi è stato chiamato alla conoscenza della verità ed è
passato dalla morte alla vita, chi ha
creduto di cuore in Cristo Gesù, deve
farsi agli altri banditore dell’Evangelo.
2. Più carità nelle relazioni fraterne. È sempre dall’amore che il mondo
conoscerà i veri seguaci di Cristo. Non
incominci, non trascorra l’anno senza
sincera riconciliazione di coloro che
possono essersi offesi (Matt. 18: 21 ss.).
3. Più fedeltà nel servire il Signore
in famiglia. Che in ogni famiglia cristiana ci sia un culto in comune, con
lettura della Parola di Dio e con preghiera; che in ogni casa ci sia una
4. Più assiduità ai culti. Che ognuno si ricordi delle promesse fatte e
senta il bisogno di adorare il Signore
unitamente ai fratelli nella fede e di
rendere pubblica testimonianza, e non
una sola volta la settimana, ma ogni
volta che la Chiesa è riunita. Ricordinsi i cristiani che il culto pubblico, a
cui il Signore ha fatto speciali promesse, è sempre il mezzo più efficace per
nutrir la fede e chiamare il mondo alla conoscenza dell’Evangelo.
5. Più regolarità nelle contribuzioni, per i bisogni locali della Chiesa e
per l’opera del Signore in Italia.
Che l’anno nuovo sia per tutti un
principio di vita nuova. Vi sia in quest’anno accrescimento di fede, di fedeltà, di consacrazione al Signore. Possa l’anno nuovo segnare per tutti un
vero progresso nella vita cristiana, ed
apportare ad ognuno benedizioni spirituali e temporali.
(Da Italia Evangelica del 5 gennaio 1889).
PERSONALIA
A Wettingen (Svizzera) il 10 dicembre è
aio il piccolo Marco, di Maurice Bodmer
Marcella Tron. Un augurio fraterno al
imbo e ai suoi genitori.
A Colonia Vaidense si sono sposati il
ott. Arnaldo Eynard e la signorina Nilia
\aridon. Agli sposi, che proseguiranno la
vTO opera sanitaria a Torino, auguriamo di
uore una felice vita insieme.
Apprendiamo che Davide Allio, ufficiale
egli Alpini, residente a Bressanone, termiata la preparazione all accademia militare
i Civitavecchia è stato promosso maggioGli auguriamo cordialmente di poter es:re, nel suo nuovo posto di resposabilità,
1 servizio della pace.
per i cristiani, del complesso problema
ebraismo-stato d’Israele. Pesanti ipoteche politiche hanno gravato sulle
prese di posizione dei cristiani e delle
Chiese, mentre è apparso che la questione teologica rappresentata dall’ebraismo, oggi, è lungi dall’essere stata affrontata a fondo, dopo gli orrori
nazisti e i contraccolpi psicologici della cattiva coscienza.
Le incertezze delle Chiese sono risultate ancora di fronte al problema
greco, che pure è assai meno complesso dei precedenti. È appena il caso di
ricordare le proteste suscitate fra cristiani di tutto il mondo per l’indiretto avallo che il Consiglio ecumenico
delle Chiese ha dato al regime ellenico, riunendosi come nulla fosse il suo
Comitato centrale, per l’annua sessione, a Heraklion (Creta), con benigno
intervento di re Costantino. Certo, la
collaborazione con la gerarchia dell’ortodossia orientale era in parte in
gioco ,ma c’è da chiedersi quale fraternità possa unire il C.E.C. a leronymos, nuovo arcivescovo di Atene, che
continua imperterrito a far giurare
nelle sue mani i governi che sappiamo.
È evidente che cosa il popolo greco
possa pensare di questa Chiesa e dei
suoi amici, (una Chiesa che, fra l’altro,
non esita a ostacolare duramente ogni
predicazione evangelica nel paese).
In vari paesi, ma con tutti gli agganci che ogni questione ha ormai a
livello mondiale, si sono presentati
problemi particolari ;
— il continente latinoamericano.
Scarse le notizie dal paese più «caldo », la Bolivia ; tuttavia si sono avute
notevoli prese di posizione cattoliche,
anche da parte dell’episcopato, in particolare nel Brasile e nel Cile, relative alle più urgenti questioni sociali
dell’area latinoamericana, fame e sottosviluppo; anche più decisa, almeno
a livello di organizzazioni, l’azione di
Chiese e gruppi evangelici, che sembrano aver ricevuto un impulso particolare dalla Conferenza « Chiesa e Società» (Ginevra, luglio 1966), cui del
resto avevano dato un apporto cospicuo: qui la contestazione politica e
sociale si fa spesso radicale, come documento «Cristianismo y Sociedad»,
la « Carta latino-americana » e, nel suo
ambito, anche il mensile giovanile delle Chiese evangeliche rioplatensi, « Renacimiento».
— in Spagna, giunti alla vigilia della
promulgazione dello Statuto delle
Chiese evangeliche, gli evangelici spagnoli si sono accorti che quella che
stava per venir loro accordata unilateralmente era una « libertà vigilata
e condizionata », per cui hanno rifiutato il progetto, che, forse anche a
causa della pressione dell’ opinione
pubblica mondiale, è rimasto in sospeso; i fratelU spagnoli rischiano di
dovere, domani, mettersi deliberatamente fuori legge. . .
__ in Francia i rapporti ecumenici
con il Cattolicesimo romano sembrano
dominare la scena; il Sinodo nazionale di Vabre, dopo quelli regionali, si è
occupato a fondo del problema nucleare odierno. ,
— in Germania la EKD ( Chiesa
evangelica in Germania), che finora
è riuscita a rimanere unita al di sopra
della cortina di ferro, pur radunandosi in sinodi separati, ha sub’ito quest’anno pressioni particolari, essenzialmente esterne, e c’è da chiedersi se la
unità non è giunta al punto di rottura (che si sta già verificando a livello
di organizzazioni giovanili)- La stessa
grande ora del protestantesimo tedesco, il 450« anniversario della Riforma,
è stata occasione di grave divisione,
per le drastiche limitazioni dei visti
da parte del governo di Pankow, in
occasione delle celebraziorii giubilan in
Turingia (dove la pressione politica
non è tuttavia riuscita a snaturare la
riflessione e la gioia della Chiesa). Nella Germania occidentale si delineano
forti tensioni teologiche, si lamenta
un distacco fra il lavoro teologico delle facoltà e le comunità; soprattutto,
un’ala del protestantesimo tedesco (m
particolare il movimento « Nessun altro Evangelo») respinge come eretica
tutta una larga parte della «nuova
teologia». Buona riuscita ha avuto ii
13“ Kirchentag evangelico, a Hannover
che tuttavia ha riflesso le incertezze
e le tensioni cui abbiamo accennato.
— in Ungheria la Chiesa riformata
ha celebrato il suo quarto centenario,
in Cecoslovacchia la Chiesa dei Frolli cèchi (richiamandosi all’Unitas Fratrum) il suo quinto centenario ; nelrURSS i battisti hanno celebrato il
primo centenario della loro vita in
Russia, ma divisi da uno scisrna doloroso. mentre soffre persecuzione la
parte che rifiuta ingerenze del regime
nella propria vita e predicazione.
__ a Torre Pellice si è riunita 1 a^
semblea della regione europea dell’Alleanza Riformata Mondiale, sotto u
tema «Risveglio e rinnovamento»; a
Pörtschach (Austria) si è tenuta la
sessione annua della Conferenza delle
Chiese Europee (Nyborg V).
— negli USA il problema vietnamita
e ancor più la lotta per la parità e 1 integrazione razziale è proseguita; testate, per la seconda volta, è stata particolarmente calda; ci si chiede se il
movimento integrazionista non stm
per sfuggire almeno in parte all influenza di leaders non-violenti come
Martin Luther King, il quale del resto
ha subito un’iniqua condanna da parte dell’Alta Corte per una manifestazione antisegregazionista a Birmingham (Alabama). Per la prima volta,
M. L. King ha pubblicamente giudicato la politica johnsoniana nel Vitnam;
altrettanto nette le dichiarazioni, in
ambienti statunitensi, del segretario
generale del CEC, E. Carson Blake.
Abbiamo già accennato alla riunione del Comitato del CJE.C., a Heraklion, in agosto. A parte la questione
politica ellenica, partecipanti e osservatori sono stati concordi nel giudicare con una certa severità la stanchezza, gli impacci « diplomatici », la
carenza di visioni a lunga scadenza
che caratterizzano parte dell’attività
ecumenica ufficiale, accanto ad altri
lati certo più rallegranti, in particolare quello assistenziale. Il C.E.C. ha imboccato decisamente la via di una
stretta collaborazioBe con la Chiesa di
Roma, e sarà questo uno dei temi
« caldi » deH’assemblea generale di
Upsula, l’estate prossima.
Abbiamo pure già parlato delle celebrazioni del 450« anniversario della
Riforma. Sono state, in tutto il mondo, occasione per le Chiese di riflettere sul fatto della Riforma e sulla sua
portata attuale. In molti paesi si sono
avute celebrazioni congiunte fra protestanti e cattolici.
4; ^ 4:
Accanto ai problemi e agli eventi che
la Chiesa di Roma ha condiviso con le
altre Chiese, secondo la sua ottica
particolare, menzioniamo ancora alcuni fatti di rilievo.
Fra le prese di posizione pontificie o
vaticane, ricordiamo: è stato rivedu
to ma non intimamente mutato il sistema penitenziale e indulgenziale cat
tolico; Paolo VI ha promulgato due
encicliche, l’una che riconferma il celibato obbligatorio dei sacerdoti e l’altra, la « Populorum progressio », che
presenta una piuttosto ampollosa e
generica, anche se aggiornata, dottrina sociale cattolica : alcuni punti vivi
e coraggiosi non bastano a salvare un
documento di cui si è potuto dire che
la Chiesa giunge una volta ancora
buona ultima presentando conquiste
altrui come messaggio proprio. In fatto di problemi etici, quello del controllo delle nascite rappresenta un punctum dolens delicatissimo su cui il
Magistero non si è ancora sentito di
pronunciarsi; la sua urgenza è stata
massicciamente riproposta dal recente
Congresso mondiale dei laici.
Attivissima come sempre, la diplomazia vaticana — in una Curia profondamente innovata — ha intensificato i rapporti con vari paesi d’oltrecortina, giungendo a un favorevole
concordato con la Jugoslavia e ponendo buone basi per migliori relazioni
con il Cremlino (Podgorni in Vaticano! e mons. Casaroli a Mosca). Qualcuno ha visto in questi contatti bilaterali uno dei fatti di maggior rilievo
di questi anni, capace di improntare
la storia dei prossimi decenni; Roma
si sente abbastanza sicura e forte da
affrontare — e assimilare — anche
Mosca. Scacco in Germania, per la denuncia del Concordato da parte di
alcuni governi regionali della Repubblica Federale Tedesca, in particoiare
per ciò che concerne la politica scolastica.
Il viaggio a Fatima di Paolo VI ha
fatto versare molte lacrime ai progres
sisti, ma s’inquadra perfettamente nella multiforme politica vaticana, da un
lato (evidentemente dalla barca portoghese i sorci non scappano ancora), e
nel dogma cattolico, dall’altro. Resta
il fatto che è stata una doccia fredda,
come lo è stato il ribadimento del principio del celibato sacerdotale o il blocco del nuovo catechismo olandese. Intensa tuttavia è proseguita l’attività
« ecumenica », culminata sia, nella cospicua partecipazione attiva di noncattolici al III Congresso mondiale
dei laici, a Roma (grandiosa riunione
di cui è troppo presto dire se si è trattato di una parata, o se certi fermenti
lieviteranno, insofferenti di limitazioni), sia neH’affiancamento e in certi
casi nella concelebrazione del 450« anniversario della Riforma, nei paesi a
minoranza cattolica. Continua intensa
l’attività del gruppo misto del Segre
tariate vaticano per l’unità e del CEO.
Fra le attività « ecumeniche » romane,
il viaggio di Paolo VI a Istambul e
Efeso e la restituzione di visita del patriarca Atenagora, in Vaticano; tuttavia l’ortodossia orientale effettivamente rappresentata da Atenagora è
un’esigua minoranza.
Pur avendo carattere puramente
consultivo, la prima sessione del Sinodo episcopale ha permesso di sentire
il polso (invero non del tutto uniforme) dell’episcopato cattolico mondiale e si è mostrato strumento utilissimo
per attuare armonicamente la sintesi
fra rigoroso principio gerarchico e collegialità episcopale, che è uno dei frutti più appariscenti del Vaticano II.
Vita evangelica in Italia
Un anno tormeniato: ricche di vitalità, ma anche di incertezze e di contrasti, le
nostre Chiese cercano la loro via nell Italia del centro - sinistra post-conciliare
Prospettive di azione comune, nell ambito della neo-costituita Federazione e oltre
Anche in Italia la ’presa’ delle
questioni politiche e sociali sulle
Chiese è stata notevole, specialmente —^ ma non unicamente — in campo giovanile. A parte l’attività di.
studio e di ricerca di Agape (in
questi giorni vi si tiene un campo
su « Israele 1967 »), in molte città
e in molte comunità si sono avute
prese di posizione sul Vietnam, su
Israele (volantini,; tavole rotonde,
discussioni in assemblea). Se talvolta le tensioni sonc| state forti, nel
complesso si tratta di un processo in
cui la fede di cia^uno si saggia, è
costretta a chiarirsi a sè stessa e agli
altri, riconosce le [proprie carenze,
intravede linee di impegno, di confessione di fede, si precisano i « si »
e i « no ». In certi casi le prese di
posizione sono avvenute anche a livello ufficiale; costi in aprile la Tavola Valdese ha inviato al Ministro
degli esteri italiano un messaggio
che lo incoraggiava a far pressioni
sul governo di Washington per la
cessazione dei bombardamenti sul
Vietnam (messaggio appoggiato, ma
non senza contrasti, dal Sinodo), e la
Conferenza Metodista, anch’essa non
unanime, votava un o.d.g. di deplorazione della campagna statunitense.
Più restie sembrano le comunità
evangeliche italiane a offrire, in favore delle vittime di questi conflitti; gli appelli del C.E.C. restano in
genere senza eco fra noi, fin troppo
convinti che siamo dalla parte di
quelli che devono sempre essere
aiutati, non di quelli che devono
aiutare. Vero è che la fine del ’66
aveva visto uno sforzo particolare in
favore degli alluvionati nostrani, e
che le nostre (chiese hanno tutta una
serie di opere sociali proprie, in
qualche modo sproporzionate alle
nostre modeste forze (ma anche qfui,
se non ci fosse l’aiuto fraterno dall’estero...). In alcune comunità è
stata fatta una raccolta di offerte in
occasione di uno sciopero minerario prolungalo, in Val Germanasca,
mentre le strutture ecclesiastiche
delle Valli prendevano a cuore questo problema, come altri, d itulustria, prima e poi.
E’ opportuno segnalare, in quest’ordine di problemi, la parteci]>azione evangelica a due manifestazioni che è auspicabile abbiano un
seguito e cooperino alla soluzione
di due questioni dolorosamente
aperte nel nostro paese: il conve
gno di studio sui problemi dell’Alto Adige, indetto a Bolzano a cura
del Movimento Internazionale della
Riconciliazione nello scorso autunno; e la prima riunione dei promotori delle Libere Assemblee, a Riesi, per un rilancio spirituale, in un
nuovo clima d’impegno e di fiducia,
della stagnante e corrotta vita politica siciliana. In occasione del suo
discutibile processo — che si è concluso con una dura condanna —
molti evangelici siciliani hanno
espresso il loro caldo appoggio a
Danilo Dolci.
Qualche consenso è venuto da
parte evangelica al rilancio laico
che da taluni si tenta nel nostro
paese. Mentre è apparsa scandalosa
la condanna per vilipendio alla religione dello Stato inflitta dalla Cassazione al pastore della Chiesa ili
Cristo G. L. Giudici, gli evangelici
italiani hanno ovviamente dato il loro appoggio al progetto di revisione del Concordato fra lo Stato italiano e il Vaticano, progetto che
non sembra però aver trovato molta
eco, in definitiva. Divisi sono poi
gli evangelici sulla questione del <livorzio. O piuttosto, non pare che
nessuno abbia da opporsi all’istituto
giuridico del divorzio per la società
italiana, anzi, ma le Chiese sono incerte di fronte al problema teologico; da parte valdese è stato presentato un progetto ’aperto’, che tuttavia ha incontrato perplessità e anche opposizioni in Sinodo, e dovrà
essere ulteriormente affrontato dalle comunità, in vista della prossima
sessione sinodale.
Le assemblee generali delle Chiese non sembrano essere state, quest’anno, dominate da questioni particolari, a parte l’assemblea dell’Enione battista, alla vigilia di un anno in cui le comunità battiste fanno
uno sforzo evangelistico particolare,
in tutto il nostro paese; è augurabile che quest’azione sia svolta in
stretto contatto con le altre comunità evangeliche, nello spirito dell’impegno federativo che è stato sancito, ai primi di novembre, dalla
Costituente federale evangelica di
Milano. La preparazione di questa
Assemblea ha impegnato molte forze, nel corso dell’anno che si conclude, e sono ora offerti agli evangelici italiani degli strumenti per
predicare e agire più insieme di
quanto non sia avvenuto finora.
In tal senso — a parte l’impegno
comune dei giovani, che data già
da vari anni — qualcosa comincia
a muoversi, qua e là, e indicare le
possibilità e la volontà di una più
stretta collaborazione. A Torino, ad
esempio, paradossalmente è stato
proprio un fatto accesamente discusso, come la venuta di Billy Graham,
a riproporre l’esigenza e la possibilità di un’azione comune, concretatasi in una celebrazione comune del
450° anniversario della Riforma, da
parte di battisti, ’fratelli’, pentecostali, metodisti, salutisti, valdesi.
Manifestazioni similmente comuni
si sono del resto avute in molte città
italiane.
Su un piano più limitato, Tintcgrazione fra la Chiesa metodista e la
Chiesa valdese ha fatto un altro passo innanzi, con l’approvazione, anche da parte del Sinodo valdese,
della convocazione di sinodi congiunti, nel 1968.
Una delle manifestazioni ’unitarie’ più evidenti è stato il lancio,
nella scorsa primavera, di « Nuovi
Tempi », il nuovo settimanale comune dell’evangelismo italiano. Non
ancora di tutto Tevangelismo, come
non tutto è entrato per ora a far
parte della Federazione. Il periodico si sta vivacemente conquistando
un suo pubblico.
Fra le novità più tangibili, segn iliamo la ripresa della costruzione
del nuovo ospedale evangelico di
Napoli (tuttavia, tutti i nostri istituti ospedalieri si troveranno di
fronte a grossi problemi, al momento dell’entrata in vigore della legge
Mariotti sulla riforma ospedaliera
italiana); l’apertura dei nuovi locali della comunità valdese di Taranto, di una cappella metodista a Modena e di una cappella valdese a
Porte di S. Germano; l’inaugurazione del Centro evangelico « P. Andreetti » di S. Fedele Intelvi. L’insufficienza della nostra informazione
non ci permette di documentare
quanto stanno facendo, in tal senso, ’fratelli’, pentecostali. Chiesa di
Cristo, e altri ancora. La comunità
valdese di Ivrea attende ancora l’avvio della costruzione del suo nuovo
tempio e centro comunitario, e scalpita, giustamente. A Torino sta ])er
iniziare la ricostruzione del grande
stabile di Via Pio V, capace di os|>i
{conlinua In 3” ;»<)!■)
3
5 gennaio 1968 — N. 1
pag. 3
1967: anno di guerre e di sommosse
Ma la scienza ha aperto una porta alla speranza
Addio al 1967; nel campo delle più
consuete esperienze quotidiane, resterà
l’anno delle minigonne, di « Blow up »
e del « Dottor Zivago », di Nino Benvenuti che conquista il titolo dei pesi
medi in aprile e lo riperde a settemore,
della ripresa economica in Italia. Ma,
al di là del cerchio ristretto della nogf0gi^g^gj52a, quali cose meritano dì
essere ricordate?
Abbiamo detto addio a Walt Disney,
creatore di fiabe incantate per i bimbi,
e quelli tra noi che lo ricordavano, ad
Alberth Luthuli, premio Nobel per la
pace nel I960. Un treno lo ha ucciso
nel Sud Africa, dove viveva come un
vigilato speciale, segregato e perseguitato dalle autorità per la sua lotta an
ISRAELE. - Fin dall’aprile, nubi minacciose si addensano nel Medio Oriente : incidenti di frontiera, incursioni, aerei abbattuti. Il 19 maggio l’ONU
ritira i « caschi blu », obbedendo a una
perentoria richiesta di Nasser, che il
22 chiude il golfo di Akaba: un atto
che equivale a strozzare economicamente Israele. Il 26 proclama : « Il nostro obiettivo è la distruzione totale
di Israele: abbiamo cominciato a prepararci fin dal 1956, dopo Suez. Questa volta non sarà come 11 anni fa ».
Uno stato più piccolo del Piemonte,
con due milioni e mezzo di abitanti e
900 chilometri di frontiera senza difese naturali, è circondato da 40 milioni di arabi che una propaganda mar
/ resti di una colonna di veicoli militari egiziani, distrutta al passo di Mitla, nel Sinai: la
via di Suez è sgombra.
(■irazzista. Sono scomparsi il regista
Georg. W. Pabst e Gregory Pincus,
l’inventore della pillola che potrà avere enormi conseguenze nella storia
dell’umanità. È caduto in combattimento sui monti della Bolivia, dopo
essere stato torturato, Ernesto Che
Guevara, il medico cubano che aveva
dedicato la sua vita alla lotta per gli
umili e gli oppressi. Ma la lista dei
paesi travagliati da guerre, guerriglie,
rivoluzioni e sommosse è lunga : pochi
poesi ne restano esclusi.
VIETNAM. - In febbraio sembra
aprirsi uno spiraglio di luce. Kossighin annuncia da Mosca ; « Hanoi è
disposta a trattare se cesseranno i
bombardamenti ». Ma Dean Rusk replica da Washington : « Tratteremo
solo se cessano le infiltrazioni verso il
Sud ». Un dialogo tra sordi. Pochi giorni dopo Johnson ordina la ripre.sa degli attacchi contro il Nord: delusione
nel mondo, tanto più che il premier
inglese Wilson proclama : « Il divario
è minimo, basta poco per arrivare a
un’intesa ».
Ai primi di aprile il piano di
U Thant per la pace viene respinto,
l’America attacca a fondo. Non è più
« escalation », ma vera guerra senza
quartiere. Affluiscono nuove truppe
americane, a metà giugno ci sono nel
Vietnam 525 mila uomini. La guerra è
costata agli Stati Uniti 15 mila uomini, e costa 42 miliardi al giorno. In
agosto Johnson impone una sovratassa del 10 per cento sui redditi personali per sostenere le spese e intensifica
i bombardamenti: città e villaggi vengono distrutti, non si distingue più tra
obiettivi rnilitari e civili, nel Vietnam
del Nord si vive e si lavora sottoterra.
TI presidente americano vuole giungere presto a una decisione, ma non
riuscirà a fiaccare la resistenza degli
avversari. La guerra continua.
tellante, ossessiva, incita al massacro
e al genocidio. Il 31 maggio patto militare tra Nasser e l’imperialista Hussein di Giordania; il 5 giugno è la
guerra. Durerà sei giorni, si concluderà con una cocente disfatta degli arabi
che perderanno 20 mila uomini contro
i 679 di Israele. Ma il Medio Oriente
continua ad essere un focolaio inquieto e pericoloso.
CINA. - L’anno si apre con fermenti
di guerra civile. Gli eccessi della « rivoluzione culturale » provocano reazioni violente : scontri sanguinosi tra operai e guardie rosse sfociano in feroci
combattimenti e nella paralisi totale
del paese. Si dice che l’ex sindaco di
Pechino sia a capo di una congiura
per deporre Mao, ma che il ministro
della Difesa Lin Piao abbia smascherato i ribelli. Mao interrompe le vacanze nella Cina meridionale, torna
a Pechino per stroncare la rivolta.
Breznev da Mosca incita i cinesi « a
scuotere il gioco di Mao»: incidenti e
rappresaglie reciproche contro le rappresentanze diplomatiche. Mao è costretto ad attenuare la « rivoluzione
culturale », sciogliendo reparti di guardie rosse e frenando le violenze dei
suoi pretoriani. Il 17 giugno la Cina fa
scoppiare la sua prima bomba all’idrogeno, ma in settembre scoppiano altri
tumulti e sommosse, il paese torna sull’orlo della guerra civile. Devono intervenire le truppe, la pace è ristabilita.
STATI UNITI. - Il problema razziale
diventa ogni giorno più acuto. Il 24
luglio Detroit è sconvolta da una sommossa di negri: incendi, devastazioni,
saccheggi, morti. I disordini dilagano,
il 1“ agosto raggiungono la soglia della
Casa Bianca, a ’Washington: per la
prima volta la capitale ne è toccata. Il
22 settembre la figlia del ministro
Dean Rusk, Margaret, sposa un negro,
tecnico elettronico.
RUSSIA. - Il 10 marzo fuga in occidente di Svetlana Stalin; in ottobre,
per le celebrazioni del cinquantenario
della Rivoluzione, passa nella piazza
Rossa la nuova arma; l’atomica orbitale.
FRANCIA. - Il 13 marzo elezioni e
stentata conferma dei gollisti ; 244 seggi su 485. Inizia comunque 1’« anno nono Caroli primi ». In giugno, nel Canada, De Gaulle pronuncia un provocatorio discorso gridando ai separatisti canadesi « Itiva il Quebec libero »,
poi torna in Francia alla chetichella,
senza salutare il governo. Si affanna
per far cadere il dollaro e la sterlina,
promette 50 aerei a Israele e dopo essere stato pagato non li consegna.
Carlo I è in bilico tra il sublime e il
ridicolo che, com.e si sa, soltanto un
passo separa.
■VATICANO. - In marzo, enciclica
« Populorum progressio », in maggio
pellegrinaggio a Fatima di Paolo VI,
« la cui anima — si dirà alla conferenza europea delle Chiese riformate —
sembra incerta tra Tàntica vocazione
dogmatica e autoritaria della Chiesa
cattolica e i nuovi fermenti ecumenici ».
GRECIA. - In aprile i colonnelli
prendono il potere e instaurano una
brutale dittatura: proscrizioni, deportazioni, condanne, torture. A dicembre
Re Costantino tenterà di ribellarsi con
un maldestro tentativo di colpo di stato, che si conclude con la fuga in Italia. Ora sta trattando per tornare sul
trono e avallare cosi di fronte all’opinione pubblica mondiale le nefandezze della dittatura, abbandonandole
anche i pochi che lo avevano seguito.
M.E.C. - In gennaio, Londra bussa
alle porte, in maggio De Gaulle la respinge brutalmente : « Se ne riparlerà
tra qualche anno, prima deve risolvere i problemi del regolamento agricolo,
della debolezza della sterlina, delle sue
particolari relazioni con l’America ».
A novembre l’Inghiltérra svaluta la
sterlina del 14,3 per cento e torna a
bussare, la Francia risponde di nuovo
con un netto rifiuto. L’anno si chiude
con pessimistiche prospettive sull’avvenire della « Piccola Europa ».
ITALIA. - L’anno si apre con una
passeggera ma grave crisi del centro
sinistra e con la visita di Kossighin a
Roma e in Vaticano. In febbraio il
parlamento rifiuta la proroga alla cedolare secca e la classe industriale italiana risponde subito che non vuol pagare le tasse: la borsa registra il 20
una perdita del 4,45 per cento, il più
grave ribasso degli ultimi cinque anni.
Due giovani vietnamite catturate da
marines USA in un
centro di addestramento vietcong.
Profughi giordani in fuga.
.............
Al ponte di Allanhy, sul Giordano, distrutto
e riattivato, alcuni profughi palestinesi tornano in Cisgiordania; quante centinaia di
migliaia restano nei campi?
Si approva il bilancio: 1165 miliardi di
disavanzo. Un record, commentano i
giornali.
In aprile culmina lo scandalo del
Sifar, che si trascina da mesi. Si apprende che il servizio segreto delle
forze armate schedava tutti, dal presidente della Repubblica ai ministri, registrando perfino la imprese amorose
di alti personaggi della vita pubblica.
Uno zelo eccessivo. Il generale De Lorenzo, a capo del servizio, viene destituito: chiuderà l’anno come protagonista di un clamoroso processo, che
prova come nel luglio 1964 abbia tentato un colpo di Stato, ingannando il
presidente della Repubblica sulle reali
condizioni del paese.
In ottobre, il presidente del consiglio Moro assicura l’impegno del Governo per una revisione delle nonne
del Concordato, ma gli esperti spiegano che si tratterà di modifiche marginali. Continua la lotta per il divorzio : in gennaio la commissione affari
costituzionali della Camera ha affermato ohe può essere approvato senza
necessità di modifiche costituzionali,
ma gli ambienti vaticani hanno subito
reagito. Il papa ha manifestato « sorpresa e dispiacere ». ’Verso la fine dell’anno, la commissione parlamentare
discute l’ammissibilità del divorzio per
i matrimoni civili.
Tra i problemi più gravi, restano
senza soluzione quello dell’Alto Adige
e del banditismo sardo. In Alto Adige
durante l’anno è stato uno stillicidio
di attentati sventati, di pacchi di donarite scoperti su treni e corriere. Non
sempre in tempo : a Trento due agenti
di . polizia muoiono per la deflagrazione di un pacco che portano correndo
lontano dai treno dove era stato deposto. A Cima Vallona, in Cadore, due
mine antiuomo seppellite dai terroristi uccidono quattro soldati. In Sardegna, omicidi, rapimenti e richieste di
ricatto si infittiscono : vengono rinforzate le forze di polizia, ma non è un
problema di polizia. Tanto più che a
Sassari due funzionari e un brigadiere della Questura vengono incriminati
dal magistrato perchè hanno accollato
gravi reati a un innocente.
SCIENZA. - Prime vittime della conquista spaziale: il 26 gennaio, mentre
a Mosca America, Russia e Inghilterra sottoscrivono il patto che vieta le
basi militari nel cosmo, tre astronauti
americani muoiono bruciati in una
prova della capsula Apollo. In aprile,
un’astronave russa si schianta rientrando sulla Terra e muore il colonnello Komarov. Ancora in aprile, atterraggio dolce di un Surveyor americano sulla Luna; in ottobre sonda russa
su Venere; trasmette che non c’è vita.
Sono stati scoperti nuovi farmaci
contro la leucemia e l’influenza (ancora allo stadio sperimentale) e un nuovo elemento: il Mendelevico. Per il
cancro, la soluzione è ancora lontana.
In Italia un medico, Vieri, voleva curarlo con aceto e zafferano : uno scandalo che ha coinvolto anche il Ministero della Sanità. Una parola di speranza, ancora remota, viene dall’America; i medici Arthur Kornberg e
Mehran Goulian hanno « costruito »
dalla materia inerte un virus vivo, che
si riproduce e continuerà a riprodursi.
È l’essenza della vita, il DNA, l’acido
deossiribonucleinico. Non è stato scoperto il mistero della vita, ma si è
compiuto un passo avanti nella conoscenza del meccanismo intimo della
vita cellulare: quindi anche verso la
risposta al perchè alcune impazziscono rompendo lo stampo loro impresso
originariamente, appunto, dal DNA.
A Città del Capo un uomo, Luis
Washkansky, è vissuto diciotto giorni
con il cuore di una ragazza morta in
un incidente d’auto. Il cuore ha continuato a battere fino all’ultimo. Washkansky è morto di polmonite: per
la temuta « crisi di rigetto » dell’organo trapiantato (che non si è verificata) le sue difese naturali contro i virus e i batteri erano state abbassate,
favorendo cos'i anche una nuova virulenza dei germi polmonari. Un insuccesso che apre però la strada a una
grande speranza.
Giorgio Martinat
Louis Washkansky,
nella clinica di Città del Capo: uno
scacco, eppure un
passo avanti della
scienza.
Vita evangelica
In Italia
SEGUE DALLA SECONDA PAGINA
tare un efficiente centro comunitario.
Novità da sottolineare sono stati
da un lato la consacrazione al ministero pastorale di due donne, per la
prima volta nella storia della Chiesa valdese e deH’evangelismo italiano : Carmen Ceteroni Trobia e Gianna Sciclone; e dall’altro il rilancio
delle « giornate del Ciabas y>: centrate sul tema « Fede e impegno
protestante nel mondo contemporaneo », hanno raccolto un buon numero di partecipanti, anche se non
hanno portato a quel dialogo aperto, decisivo, chiarificatore fra varie
correnti presenti fra noi, che molti
si erano ripromesso; un dibattito
tuttavia avviato, che prosegue anche sulla nostra stampa periodica e
che andrà ripreso, allargando il più
possibile la partecipazione non solo
valdese, ma evangelica.
Mentre alla Facoltà Valdese di
teologia di Roma si è tenuto il secondo corso di aggiornamento teologico per pastori, la primavera scorsa (si fa sentire una carenza pesante di vocazioni pastorali, in particolare nella Chiesa Valdese), pare
risvegliarsi in molti membri di chiesa un desiderio intenso di qualificazione teologica: in varie città si riuniscono gruppi di studio; successo
particolare ha avuto quest’anno il
corso di formazione per predicatori
laici metodisti (da sempre, cura
particolare di questa Chiesa, ben
degna di essere imitata); a Torre
Pollice, alla vigilia della ripresa
scolastica, si è avuto il primo corso di formazione teologica e pedagogica per monitori e insegnanti di
religione, con forte partecipazione
impegnata; infine il primo corso di
formazione teologica per laici, che
la nostra Facoltà di teologia di Roma ha istituito quest’anno rispondendo a reiterati voti sinodali, ha
avuto un ottimo avvio, con un numero singolarmente alto di iscritti
attivi e interessati.
E su questa nota positiva e di speranza vogliamo chiudere la nostra
modesta panoramica e aprire l’anno nuovo, tenendo presenti le linee
tracciate da Paolo Ricca nella sua
Agenda 1968. Gino Conte
4
pag. 4
N. 1 — 5 gennaio 1968
PROFILO DEL CATTOLICESIMO AMERICANO
Che cosa uscirà dalla crisi di crescenza che agita il clero e il laicato?
LETTERA DAL CANADA
Concludiamo con questo terzo articolo il
« profilo » del cattolicesimo americano dato dal prof. Hans Martin Barth, un teologo tedesco attualmente docente a Cambridge, Massachusetts (U.S.A.) sul fascicolo di settembre-ottobre 1967 del « Materialdienst des konfessionskundlichen Instituts »
1. «The Emerging Layman », il laico
alla ribalta e la Crisi dell'autorità.
Mentre nei decenni passati il laico
ha aderito alle organizzazioni di massa della sua Chiesa e vi ha operato in
base a un certo « Middle-class dogoodism » ( approssimativamente : « morale borghese»), egli comincia ora, specie a partire dal Concilio, a scoprire in
mondo sempre più marcato la propria
« missione ». Uno dei punti di cristallizzazione del movimento laico è costituito dall’arcidiocesi di Chicago, che
ha « attivizzato » i propri laici in tutti
i campi del lavoro ecclesiastico, si tratti del problema razziale, dell’attività
editoriale-libraria, dell’industria o del
matrimonio di giovanissimi. Mentre
tali attività sono ancora largamente
controllate dal clero, sono sempre più
numerose le prese di posizione di intellettuali insoddisfatti. « La nostra
obbedienza non è più quella di bambini, ma di adulti» — scrive l’oriundo
irlandese Gary MacEoin, che considera possibile l’accrescersi di un certo
anticlericalismo; e il p. Greeley, che
pure è così; lieto di ogni riforma, dichiara che un grupim di « laici cattoliti professionisti » potrebbe risolversi
in un gruppo di « anticlericali professionisti ». Molti Colleges, finora condotti dal clero, hanno iniziato il semestre invernale 1967 sotto la direzione
di laici. Con riserva del benestare
pontificio, ai laici della diocesi di Cleveland, Ohio, è stato addirittura concesso di nominarsi il nuovo vescovo
ausiliare.
Quest’affermarsi del laicato ha portato a tensioni pure aH’interno del clero; i giovani preti e curati s’intendono meglio con i coetanei laici delle
loro comunità che con i loro colleghi
più anziani. Viene soprattutto avvertita come insopportabile l’assenza di
un limite d’età per i sacerdoti e per i
vescovi. Membri degli ordini religiosi,
i quali devono sfruttare al massimo i
loro talenti personali al loro posto di
lavoro nel mondo secolare, non si trovano più a loro agio in un ordine che
esige da loro silenziosa sottomissione;
l’esigenza di mutare gli abiti religiosi
non è che un segno superficiale di tale
situazione.
In California si è verificato un caso
particolare che ha dato molto da fare
ai cattolici americani. P. William H.
Dubay ha ch esto telegraficamente al
Papa, da Los Angeles, la destituzione
del proprio vescovo per abuso d’autorità e per rinnegamento nella questione razziale. Alla presenza di 200 colleghi il sacerdote ribelle ha dovuto rinnovare in ginocchio davanti al suo vescovo il suo voto d’ubbidienza e confermarlo baciando l’anello episcopale.
Ma il trionfo del vescovo era troppo
affrettato. Il Dubay si diede da fare a
costituire una sorta di « sindacato sacerdotale », e ci riusci nell’ottobre 1966,
pur essendo stato nel frattempo sospeso a divinis (quota d’associazione: 25
dollari, con garanzia di rigorosa discrezione). Colpisce il fatto che nel
medesimo mese si è costitu-ta a Chicago una assemblea analoga di 1.100
sacerdoti, approvata in un secondo
tempo dallo stesso arcivescovo.
2. « Ecumenism » e successi in fatto
di conversioni.
Dal 1944 il cattolicesimo americano
dispone di un’organizzazione che con
lodevole chiarezza esprime nel proprio
nome il proprio scopo : i « (jonvert
Makers of America » (« facitori di conversioni americani »), che hanno come motto : « Convert Making Our Apostolate» (convertire, ecco il nostro
apostolato); nella stessa linea lavorano sottogruppi dei « K of C » e, nelle
università, membri dei cosiddetti
« Newman Clubs ». Colui che sta al di
fuori non può farsi un’imma^ne esatta di questa attività; tuttavia il cattolico americano si distanzia in genere decisamente da simili pratiche. È
singolare che i matrimoni misti non
costituiscano qui, come in Europa, il
campo principale della lotta fra le
confessioni. Essi rappresentano il
25,75% dei matrimoni celebrati cattolicamente (parallelamente alla percentuale della popolazione), ma vengono
considerati più come « background »
(sfondo) che come problema religioso:
se un italiano sposa un’americana di
origine tedesca, il fatto etnico può presentare d fficoltà maggiori del fatto
secondario che l’italiano è cattolico e
l’americana protestante. Inoltre la vasta « terra di nessuno » costituita da
cittadini senza confessione allenta le
pressioni di un’eventuale guerra di
posizioni fra le Chiese; ogni denominazione può ottenere nuovi membri
anche al di fuori dell’ambito dei matrimoni m sti. Tuttavia la stampa cattolica ha naturalmente registrato con
orgoglio il fatto che la figlia del presidente Johnson si è sposata cattolicamente (agosto 1966).
Nell’insieme il cattolicesimo americano è orientato ecumenicamente, in
modo cos'i marcato che più d’un cattolico sembra pretendere che l’atteggiamento ecumenico è un’invenzione cat
tolica. Poiché, nel brulichio delle denominazioni cristiane, esso costituisce
la grande costante, potrebbe giungere
rapidamente al pimto di cristallizzazione del pensiero e dell’attività ecumenica. Per il prafco americano è
chiaro che si lavora meglio uniti che
divisi. È assai più efficace dimostrare
insieme a favore de: negri e protestare
insieme contro la guerra nel Vietnam,
così, come sono superiori i risultati
quando si lotta contro la povertà e
contro la mancanza di abitazioni per
mezzo d attività e di organizzazioni finanziate in comune. Da questo punto
di vista, anzi, la stessa ecumene cristiana pare troppo limitata e anche i
massoni e gli ebrei sono i benvenuti su
questo fronte comune.
Uno degli elementi più ricchi di prospettive è forse lo scambio culturale
che ora ha inizio fra le facoltà teologiche. Noli soltanto in facoltà «interdenominazionali », come Harvard e Yale,
ma anche in quelle cattoliche cominciano a insegnare, gli uni accanto agli
altri, docenti delle due confessioni. Un
battista negro insegna all’università
cattolica di S. Francisco e un luterano del Sinodo del Missouri alTun'versità « Loyola » di Chicago, entrambi
dall’autunno 1966. L’università Fordham, cattolica, e TUnion Theological
Seminary, protestante, di New York
lavorano in tandem; nell’Yowa si è
costituita un’associazione di facoltà
teologiche luterane, presbiteriane e
cattoliche: difficile dire se le denominaz oni protestanti siano sempre preparate a uno scambio culturale di
questo genere.
3. « De-Romanisation » e americanizzazione.
L’espressione « de-romanisation » è
stata forgiata da Wakin e Scheuer:
per loro l’aggettivo « romano » è una
camicia di forza culturale, dalla quale
il cattolicesimo americano si sarà presto liberato. Un commento singolarmente contradditorio al riguardo è
dato dall’ultima inchiesta di « Newsweek» sull’abolizione del digiuno del
venerdì e sul mantenimento delle prescrizioni écclesiastiche circa il controllo delle nascite. Soltanto il 41% degli
intervistati auspicavano l’abolizione
del precetto di digiuno, mentre il 55%
dichiarava che l’avrebbe comunque
continuato ad osservare volontariamente. Invece il 70% auspicava un mutamento nelle prescrizioni ecclesiastiche in fatto di pianificazione familiare.
Il 60% degli intervistati al di sotto dei
35 anni ammettevano di usare anticoncezionali vietati dalla Chiesa. L’autorità dei sacerdoti è limitata anche in
altri campi: lo dimostra la constatazione che soltanto il 21% degli intervistati si dichiaravano disposti a migliorare i propri rapporti con il vicinato
in seguito all’ordine del proprio parroco. Se cerchiamo di valutare questi
dati, risulta che il cattolico americano non ha difficoltà a riconoscere il
proprio stato particolare di pio « romano », quando questo non presenta
grandi difficoltà e rinunce ; quando invece egl, su questioni di fondo è di
parere diverso dalla sua Chiesa, le nega, in cerei casi, il diritto d’intervenire.
In Europa si guarderà forse con un
certo scetticismo a queste percentuali.
È tuttavia ind scutibile che il cattolico americano sta in un rapporto con
la sua Chiesa diverso da quello dello
spagnolo 0 anche del tedesco; egli si
trova sulla via di una generale (e generica) « religion of ' Airerìcanism »,
come già anni fa ha profet zzato il filosofo ebreo Will Herberg. Fin dal 1935
Peter Viereck ha avanzato la domanda, poi largamente citata, se l’epiteto
venerabile « cattolico-romano » si attagli bene a l’:: America’s middleclassJansenist Catholicism, puritan'zed, calvinized, dehydrated... » (cattolicesimo
borghese e giansenista d’America, puritanizzato, calvinistizzato, dis'dratato...). Il cattolicesimo americano attraversa una fase di intima trasformazione, che gli può dare impulsi nuovi e
che il Greeley ha decisamente qualificato « crisi di crescenza ». Tuttavia
non sfuggirà all’osservatore che tale
crisi comporta pure elementi rischiosi.
La reazione del protestantesimo può
difficilmente essere condensata in poche righe. Il suo passato è altamente
ant■ cristiano : nel secolo scorso chiese
cattoliche americane sono state incendiate e distrutte e ancora nel nostro
secolo il Ku-Klux-Klan affermava di
agire, fra l’altro, in difesa del protestantesimo. Ancora durante lo svolgersi del Vaticano II polemisti protestanti si occupavano d ffusamente degli orrori del passato spagnolo e del presente colombiano. In queste voci non alita il respiro delTEvangelo : sono espressione di concorrenza panica.
Tre sono le difficoltà principali che il
protestantes'mo incontra nel suo confronto con il cattolicesimo: anch’esso
non ha ben chiaro il retto rapporto
fra Chiesa e Stato, lo sfondo civile e
spirituale della Costituzione americana non esiste più. In secondo luogo,
il protestante americano non comprende, in linea generale, che vi possa essere un’autorità assoluta, un’autorità
alla quale ci si sottometta a ogni costo, si tratti, ad esempio, della Parola
di Dio o del dogma di una Chiesa. E
Infine alcune delle Chiese protestanti
— i luterani e gli anglicani — nella loro teologia e nella loro prassi liturgica
si avvicinano al cattolicesimo più che
a molte delle stesse denominazioni
protestanti. Da questo punto di vista,
vi è una discriminante che corre non
fra cattolicesimo e protestantesimo,
bensì fra Chiese « integrate » e Chiese
« Libere ». Lo slogan della « morte di
D o » non è una semplice espressione
teologica. Per quanto si possa essere
colpiti dall’attività delle Chiese americane, altrettanto si sarà delusi dalla
predicazione delTEvangelo, come qui
viene data. Perciò malgrado molte riserve, vien fatto di augurare successo
alle « Chiese integrate », che per lo
meno conservano le antiche formule.
Hans Martin Barth
iìl padiglione ccistiano
dell’EXPO ’B7 di Montreal
AlVExpo-67, numerosi padiglioni
divertono, insegnano fatti oggettivi
e fanno opera di propaganda, legittima d’altronde, per farci meglio ripassare l’immagine favorevole di
un paese o di una impresa commerciale. Due Padiglioni ci fanno vedere la verità, la verità tutta nuda: il
Padiglione Cristiano e quello degli
Indiani del Canadá. Questa verità
ci fa fremere. Occorre visitarli più
di una volta, per capire bene il loro
messaggio.
Il Padiglione Cristiano è situato
sull’isola Notre-Dame, molto vicino
a quello degli Indiani del Canadá.
Rappresenta otto Chiese. Non è dunque solo un Padiglione cattolico o
battista: per questo sorprende molti visitatori.
E’ logico, è chiaro che il pubblico che partecipa a un servizio liturgico e quello che visita un Padiglione cristiano in una esposizione
universale e internazionale non è intieramente lo stesso. In tutti i casi
quelli che si immaginano il Padiglione cristiano mesto, noioso subiscono uno choc. Ci sono immagihi
drammatiche, fotografie piene di miseria, di sofferenza, di ingiustizia, di
amore futile, di desolazione, di guerra e di morte. Questo Padiglione dice: voi siete degli assassini. Molte
buone anime, che si farebbero dire
tutto questo senza battere ciglio al
Padiglione delle Nazioni Unite, per
esempio, hanno l’impressione di es
sere qui traditi perchè non sentono
più la sicurezza che la religione ha
sempre procurato loro. Nel Padiglione cristiano non dobbiamo impietosirci sulla miseria umana o sulle grandi infamie ’’degl’ altri” dicendoci che noi siamo privilegiati e
che il benessere è alla nostra porta.
Ci sono crimini causati dalla nostra
indifferenza e noi dobbiamo essere
solidali. Non cercate, in questo Padiglione che mette la vostra anima
in piazza, soluzioni già pronte. Guardate queste immagini, osservate il
volto del dolore, della gioia... sospiri, trionfi, guerre, paci, fame,
abbondanza. Il suono scaturisce da
40 piste sonore e viene diffuso da 60
altoparlanti. Quando il rumore diventa quasi insopportabile, di colpo
si stende il silenzio: questo è il momento di riflettere sul senso della
vita...
Sandra Ribet
Domenica 28 gennaio
Giornata missionaria
Per il I Distretto la data della « giornata missionaria » rimane fissata, come di
consueto, per Tultima domenica di gennaio.
28 c. m.
La Commissione missionaria
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miiiiiMmitiiiiiiiiim
UNA TAVOLA ROTONDA A TORRE PELLICE
Un laicista, un cattolico e un valdese
discutono sulla Riforma di Lutero
La Riforma è l’avventura della fede - Come i cattolici vedono
la Riforma - La libertà del cristiano e la società del benessere
Nel quadro delle celebrazioni del 450“
Anniversario della Riforma, il Circolo Culturale S. Toja di Torre Pellice ha organizzato un dibattito sul tema « Il significato
della Riforma Protestante ». Giovedi 14 dicembre alle ore 21 nella Sala della Società
Operaia un buon pubblico in larga parte costituito da giovani prestò la sua viva attenzione ai tre oratori ebe presentarono i loro
diversi punti di vista sulla Riforma di Lutero.
Parla il Pastore Taccia
Il Past. Alberto Taccia, per la parte protestante,. dopo aver rievocata la crisi spirituale del Riformatore e illustrate le linee di
sviluppo del suo pensiero fino alla formulazione della dottrina della giustificazione per
fede, precisò che il punto critico della posizione luterana, quello che segnò la rottura
con la chiesa di Roma, non va posto tanto
nelTaspetto individuale della giustificazione
per fede, ma nella sua applicazione ecclesiologica. Fu al momento della disputa di Lipsia
col teologo Eck che Lutero intuì la piena
portata delTEvangelo, Tautorità della Parola
di Dio al di sopra della Chiesa. « La Ch'esa
non può considerare Dio come un elemento,
sia pure importantissimo, della sua dottrina
e della sua struttura ». La Chiesa si scopre
povera e peccatrice, nella sua infedeltà, nel
suo essere essa tsessa « giustificata per sola
grazia mediante la fede ». La dichiarazione
di Lutero a Worms può essere considerata
come un atto di orgoglio supremo o di individualismo supremo; in realtà è stato un atto
di totale obbedienza a Cristo come unico Signore e Salvatore.
La Riforma, proseguiva il Past. Taccia,
non offre una certezza umana opposta a quella offerta dalla gerarchia romana; essa è
piuttosto una ’’avventura della fede”, la piena accettazione della rivelazione di quel Dio,
che anche rivelato, rimane un ’’Dio nascosto”
all’intelligenza e alla potenza dell’uomo. Dal
punto di vista umano la Chiesa della Riforma non è una Chiesa migliore; è soltanto
una Chiesa in sofferenza e in marcia verso
il Regno, conscia del suo peccato, ma fermamente certa della sua salvezza. Richiamarsi
ai Riformatori non significa esaltare degli
uomini per le loro virtù; essi stessi non
hanno posto la loro persona come centro del
movimento che ha preso il via da loro, ma
hanno indicato con voce profetica al di là di
loro stessi, a Cristo. Fermarsi a loro, sarebbe tradirli, ma il principio profetico da essi
testimoniato è .“empre valido e ad esso la
Chiesa si deve sempre riferire per la.sciarsi
sempre riformare.
Il punto di vista cattolico
Il Prof. Don Vittorio Morero di Pinerolo,
nella linea del più illuminato ecumenismo
cattolico attuale, ha precisato che la Riforma Protestante rappresenta qualcosa che interessa in profondità anche la Chiesa cattoli.
ca. Essa non va vista come un movimento
estraneo alla dinamica della Storia della Sai.
vezza, perchè lo Spirito Santo opera nella
Chiesa ed Egli « soffia dove vuole ». La forza contestativa del Protestantesimo rimane
anche oggi nei confronti del Cattolicesimo;
tuttavia, affermava Don Morero, anche il
Cattolicesimo deve contestare il Protestantesimo. Le linee di un autentico ecumenismo
non stanno nelTopporre schematismi a schematismi, ma nel sottomettersi al giudizio
della Parola di Dio. D’altra parte il Protestantesimo non può essere visto soltanto come una teologia, perchè la teologia stessa è
strumento per la vita della Comunità e spesso la Comunità precede la teologia. Lutero
stesso aveva agito nel quadro della vita religiosa della Chiesa del suo tempo. Perciò la
Riforma non doveva essere considerata come
ripetizione del passato, ma nel suo essere « in
movimento » e — d’altra parte — anche il
Cattolicesimo doveva essere considerato dai
di All'rudo Soiwlli
protestanti nel suo essere in movimento, come risulta dalla svolta stessa iniziata col
Concilio.
La Riforma della Chiesa, affermava Don
Morero, doveva porre in questione le forme
tradizionali e il linguaggio della Chiesa dinanzi ai problemi del mondo moderno e alla riscoperta del vero volto dell’uomo in Cristo. La Chiesa cattolica aveva ora il senso
vivo della sua provvisorietà, benché mantenesse salda la perennità dei valori fondamentali che sono : Cristo al centro della vita del.
l’uomo; il riferimento a Cristo come essenziale per l’uomo e per la Chiesa; il sacerdozio della Comunità, Tautorità della Sacra
Scrittura e la testimonianza di verità e di
amore della Chiesa nei confronti del mondo.
« La carità cristiana — concludeva Don Morero — non parte dalla Chie.sa, ma da Cristo ».
La Riforma vista dal di fuori
Come gli studiosi laicisti vedono la Riforma lo ha indicato il Prof. Francesco Bertlno di Torino. Il punto di vista laico è essenzialmente storico e vede la Riforma nel
suo contesto sociologico e politico. Il Prof.
Bcrtino tracciava il quadro della situazione
sociale e politica della Germania del secolo
XVI e il problema delle indulgenze nei suoi
riflessi politico-sociali. Lutero partecipava ai
problemi del suo tempo come uomo di classe e come religioso. Il Movimento luterano
sorge dall’incontro della crisi religiosa di
Lutero con la crisi sociale e politica del popolo germanico; la scoperta della grazia che
salva era anche l’annuncio della liberazione
dalle oppressioni delle autorità dominanti
nel tempo: l’imperatore e il papa. Lutero
presenta due fasi nella sua vita. All’inizio
egli è un riformatore anche sociale (vedi il
suo « Discorso alla ÌSobiltà cristiana di nazòne tedesca »); in seguito egli ebbe dei ripiegamenti e passò la mano a coloro che avevano preso in mano il suo movimento, i prmc'pi tedeschi; e la sua posizione divento^ reazionaria durante la guerra dei contadini. In
realtà i veri continuatori del pensiero lute
CONTINUA
IN SESTA PAGINA
5
5 genna’o 1968 — N. 1
pag. 5
A TORINO
, , VITA VALDESE A CERIGNOLA
Serata natalizia leinniinile Alcune voci impegnate
Le donne evangeliche della r.ittà in Favore dei «prigionieri di coscienza» appoggiano «Amnesty International»
ogni
comitato della Lega Femminile di Toin occasione della serata natalizia che
anno raccoglie numerose partecipanti
di varie denominazioni presenti in città, ha
ritenuto opportuno richiamare 1 attenzione
delle intervenute sul problema dei prigionieri di coscienza, affinchè ci rendiamo
eoncretamente conto che la pace di Natale
ci richiama ad una più sentita e vissuta
partecipazione e solidarietà alla sofferenza
degli uomini. Certo, il campo è molto vasto”. ma per non rimanere nel vago si sono
presentati due documenti. Il primo è l’appello delle donne antifasciste greche (pubblicato su «Nuovi Tempi» del 12 novembre scorso), scelto proprio perchè è rivolto
in particolare alle donne; in esso le detenute politiche greche chiedono a tutte le
organizzazioni femminili, e per loro tramite a tutte le donne, di adoperarsi per la
loro liberazione dai campi di concentramento — quello dell'isola di Yaros in particolare — dove sono state rinchiuse senza nessuna accusa concreta. Per questa azione, di
cui si stanno occupando i comitati delle attività femminili che aderiscono alla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, stiamo cercando per quali canali sia possibile
far sentire una voce di protesta al governo.
L’altro documento è il seguente testo poetico di Salvador de Madariaga, intitolato
« Lamento per il giorno dei diritti umani » ;
LAMENTO PER IL GIORNO DEI DIRITTI UMANI
Per coloro che si aggrappano invano alle sbarre della prigione
perchè noi si possa camminare liberi
un pensiero
Per coloro che marciscono nel buio
perchè noi si possa andare liberi nel sole
un pensiero
Per coloro il cui cuore è stato spezzato
perchè noi si possa respirare liberamente
un pensiero
Per coloro la cui schiena è stata spezzata
perchè noi si possa camminare eretti
un pensiero
Per coloro il cui viso è stato schiaffeggiato
perchè noi si possa camminare senza timore di colpi
un pensiero
Per coloro la cui bocca è stata chiusa
perchè noi si possa parlare a voce alta
un pensiero
Per coloro la cui fierezza giace a brandelli sul lastrico della prigione
perchè noi si possa camminare a testa alta
un pensiero
Per coloro le cui spose vivono in angoscia
perchè le nostre possano vivere felici
un pensiero
Per coloro la cui terra è in catene
perchè la nostra possa essere libera
un pensiero
e per i carcerieri e i torturatori
il pensiero più triste di tutti
perchè essi sono i più mutilati
ed il giorno del giudizio deve venire.
Salvador de Madariaga
È stato pubblicato dalla associazione
« Amnesty international » per richiamare
l'attenzione su quei dirkti di libertà di coscienza. di pensiero, di opinione, sanciti dalFasscmblea dell’O.N.U. vent’anni fa, sottoscritti dalle nazioni membri, ma che continuano' ad essere de'i'.cijlamente ignorati
da molle di loro, le qu i; mandano tuKora
in galera i cittadl-m e;'., ne reclamano l’applicazione.
Ceivamente i leiioi; ricordano la presentazione de". ! .-ociazìcne « Amnesty international ». del cui comitato esecutivo fa
parte il Dr. Gustavo Ccniba, fatta sul1’« Ero-!m.-e >. ie' ..oobre scorso. Essa
si propone LÌ; ; ■ ’r collaborazione
di molti per portar soiilevo a coloro che
sono IPiP i.gl'.iCih perchè le loro convinzioni
sono sci.iditc ai rispectivi governi. Si è diffusa già in 19 paesi e ne esiste una sezione
italiana che coordina il lavoro di vari gruppi sorti, su scala locale, un po' dovunque.
Ognuno di questi gruppi adotta tre prigionieri iscritti nello schedario dell’associazione (di solito uno per ciascuno dei tre blocchi
mondiali), e mantiene con loro i contatti,
esercita varie forme di appello e cerca, se
occorre, di sostenerne le famiglie.
Il pur.'to centrale della serata natalizia
organizzata dalla « Lega » è stato un appello a costituire in Torino un gruppo che collabori concretamente con questa associazione. L’appello è rivolto a tutti, dentro e fuori le nostre comunità, e chi è interessato si
potrà meitere in contatto con la Lega femminile. Avremo in seguito un incontro col
Dr. Comba che ci preciserà meglio i compiti richiesti. Per chi volesse documentarsi
maggiormente, segnaliamo il libro di Peter
Benenson. Prigionieri di coscienza (ed. Comunità), che presenta, a titolo di informazione, la storia di nove persone perseguitate per le loro idee, oggi, nel nostro mon
do « civile ».
Oriana Bert
presentano l’attività
vivace e multiforme
della comunità
pugliese
Scuola di preparazione alla Scuola Domenicale. — Il mio gruppo comprende i bambini più piccoli, dai tre ai cinque anni; sono
inoltre custoditi da Rosaria Scarano i piccolissimi (dai lattanti ai più grandicelli sui due
anni). Questo porta, naturalmente, un enorme sollievo alle madri che alla fine del Culto riprendono i projiri bambini il che ci ricompensa della fatica, che è veramente grande di badare ad una ventina di bambini.
E’ anche piuttosto difficile parlare ai bambini della Bibbia ed esporre loro dei concetti
il più delle volte astratti e lontani dalla loro
mentalità. Perciò bisogna trasformare ogni
cosa in favole attraenti e un po’ fantastiche:
forse questo metodo è poco ortodosso e non
pedagogico, ma è 1 unico modo di farsi capire. Poi ripetiamo, tutti insieme, sceneggiando le parti più importanti delle storie
raccontate. I dialoghi naturalmente l’inventano loro ed a volte sono improntati ad un
estremo realismo...
Penso che, comunque, il modo più opportuno di far apprendere loro qualcosa sia questo : una continua aderenza alla loro vita ed
al loro linguaggio ed un infinito affetto ed
interesse per le loro piccole avventure (quando raccontano qualcosa che è capitato loro,
non li interrompo mai, anche g scapito della
lezione) sono, secondo me, gli elementi essenziali per costruire una salda base per la successiva istruzione religiosa che riceveranno.
Miriam Castiglione
Scuola Domenicale. — Il mio gruppo comprende dieci tra bambini e bambine. Buona
la frequenza, penso vi collaborino i genitori.
Un’ora è troppo breve, perciò ritengo più
idoneo il metodo attivo. Esigo che ciascuno
abbia la sua Bibbia, ho diviso il gruppo in
due squadre e li stimolo con delle gare di
bravura. La spiegazione mi sforzo che sia viva, breve e chiara. E’ risaputo che i bambini
imparano ciò che essi stessi vivono; la Parola di Dio è per eccellenza vita, e mi adopero a trasfonderla in essi come meglio mi
è possibile. Qualche volta ricorro alle sceneggiature. Durante la settimana hanno soltanto da ricordare quello che si è fatto nella
lezione precedente. Mi rallegro di vedere che
c’è un entusiasmo quasi totale.
Evangelina Scivales in Russo
Scuola Cadetti. — Gli iscritti per l’anno in
corso formano un gruppo composto di quindici ragazzi circa. Si aggiungono agli « effettivi » di volta in volta membri dell’U.G. e
catecumeni, semplici osservatori talvolta. Il
numero dei partecipanti alla riunione della
domenica pomeriggio si aggira sui venti in
media. Le statistiche ¡ci offrono il primo incoraggiante dato riguardante la scuola in oggetto: in tre anni ,i componenti la stessa
sono passati da sette a quindici e più. Etero.
genea la sua composizione : studenti di scuola media, tre; studenti ai primi anni delle
scuole medie superiori, tre; operai ed artigiani, nove, detta preponderanza è dovuta
alla partecipazione delle apprendista del nostro Laboratorio.
Ispirata al più intrepido eclettismo la natura dei corsi presentati e svolti dai ragazzi.
Ogni cosa, comunque, viene fatta in modo
da invogliare il ragazzo ad un esame critico
dei problemi. La formula degli studi a gruppi, già sperimentata con successo in sede di
lUHIIIHIIINIIMUHIIMIIIIIIMIIIIIUlHIIII
Notiziario Rioplatense
La Tavola (Mesa) Valdese Sudamericana,
nella seduta del IO novembre 1967, ha trattalo i .seguenti temi principali:
Si prende nota del risultato delle elezioni pastorali nelle Assemblee di Chiesa di
Alférez e Montevideo, è eletto il pastore
Mario Bertinat. Fin dal 1953 il pastore Bertinat curava la comunità di Cosmopolita e
diaspora.
Le Chiese di Colonia Belgrano e di
San Carlos (Prov. di S. Fe, R. Argentina)
non hanno potuto eleggere il loro Pastore
per ragioni di forza maggiore, comunicate
alla Tavola Sud., e chiedono ua proroga
della vacanza. La richiesta è approvata e
quelle Chiese sono invitate a indire le Assemblee per la domenica 10 dicembre, alle
quali interverrà il Moderatore (sudam.), pastore Delmo Ros'tan.
La Chiesa di Bahia Bianca manda un
rapporto in cui è esposta con franchezza la
sua situazione, facendo notare inoltre che
lo stato finanziario è grave. La Tavola risponderà approvando le decisioni prese dal
('onsiglio di Chiesa e incoraggiando la comunità.
Il Candidato In teol. Beniamino Barolin,
che attualmente cura la Chiesa di E1 Sombrerito (estremo Nord della provincia di
Santa Fe , R. Argentina) informa che è necessario procedere a restauri al presbiterio
della città di Reconquista (capitale del Dipartimento omonimo), ceduto dalla Chiesa
Metodista, per la futura sede del Pastore
valdese della diaspora nel Nord di quella
provincia.
Prossima visita al Rio de la Piata del
Dr. Jungbluth, rappresentante del «Gustav
Adolph Werk » di Germania che diede importanti aiuti finanziari per la costruzione
del « centro comunitario » di Fray Bentos
(Dip. Rio Negro - Uruguay). Si spera possa recarsi in quella città per rendersi conto dei lavori effettuati.
Viene letto un rapporto della Sig.ra Luisa Rostan, sul « Seminario Regional » del
Consiglio Latino-americano di Educazione
Cristiana, tenutosi in Buenos Aires
Durante il prossimo anno amministrativo
1968, si farà una Colletta Generale in tutto
il Distretto per tre grandi opere nel Dipartimenti di Rio Negro e di Paysandù. 11 Pastore Gerald Nansen ha fissato la meta: un
milione di pesos uruguayani ( al cambio attuale cinque mila dollari U.S.A., circa).
Vengono assegnate le sostituzioni pastorali estive. Dal 15 dicembre prossimo gli
studenti in Teologia soo così occupati: Ugo
Gönnet a Tarariras, Dante Geymont nelle Chiese di Montevideo e di Alférez, Ugo
Malan a Colonia Vaidense.
Si procede alla lettura delle risposte di
15 Chiese al « Questionario » presentato dal
Comitato per la costituzione del Sinodo
(riopl.) 1968. O;to Chiese sono favorevoli alla proposta a) di una rappresentanza per
mezzo dei Presbiteri, tre alla proposta h)
di una rappresentanza diretta delle Chiese
locali, quattro appoggiano una terza posizione, (tre coincidono per una rappresentanza di un delegato per Chiesa costituita).
È nominato un Comitato per studiare il
problema ; Uso personale del denaro e
Bilancio ecclesiastico, in vista del Bilancio
preventivo per l’anno ecclesiastico 1968. Il
rapporto dovrà essere pronto per la fine del
prossimo gennaio. Il Sinodo (Riopl.) si terrà, come sempre, a principio del mese di
marzo.
La Tavola (sudam.) approva e fa suo il
contenuto di una nota inviata dal Presbiterio di Colonia, alla Commissione del Bilancio del Senato della Repubblica del Uruguay, a proposito della situazione in cui
vengono a trovarsi gli agricoltori del Dipartimento di Colonia, di cui una forte proporzione è composta di Valdesi, per difficoltà
sorte tra il Governo Nazionale e l’Istituto
Fitotecnico « La Estanzule », per cui stanno in gioco le strutture stesse e le finalità di
quell importante Centro di fama internazionale. La nota chiede il mantenimento
delle strutture
bilite.
e delle finalità finora sta
I Valdesi sudamericani che visitarono le
Valli nelle escursioni 1956 e 1964, hanno
preso la lodevole abitudine di ritrovarsi una
volta all’anno in primavera. Al mattino celebrano un culto, alle 12 pranzano con « assado con cuero ». il famoso piatto sudamericano. buon vino, ecc. Ricordano quindi il
« maravilloso viaje », le esperienze fatte, le
amicizie contratte alle Valli e nei vari paesi visitati in Europa, e non manca chi vorrebbe tornare fra noi...
Quest’anno la riunione si fece nella bella
cittadina di Dolores, il culto fu presieduto
dal pastore V«. Artus.
Per mezzo dell’« Eco-Luce », i « pellegrini » valdesi sudamericani desiderano salutare gli amici Valdesi d’Italia, e dire loro
che li aspettano nelle colonie come questi
avevano promesso...
Alcuni « pellegrini » ormai mancano all’appello; Dio li richiamò a sè. Tra gli altri va ricordata la Signorina Bianca Pons,
maestra apprezzatissima, e per molti anni
grande collaboratrice in svariate opere della Chiesa. Aveva a suo carico la redazione
di una pagina per bambini sul periodico
« Mensajero Valdese », fu direttrice di campeggi di Scuole Domenicali, di Corsi per
istruttori delle Scuole Domenicali, collaborò nelle Unioni Giovanili, e come membro
del Concistoro di Colonia Vaidense (fu la
prima donna nominata Anziana in un Consiglio di Chiesa Valdese!). La sua dipartenza lasciò un grande vuoto nella Comunità
valdese rioplatense. Il suo ricordo rimarrà
in benedizione.
Gli ex-pellegrini inviano un saluto particolare alla Società Enrico Arnaud di Torre
Pellice e ricordano la bella serata per loro
organizzata, le caldarroste (sconosciute) ed
i bei canti di un gruppo di infaticabili coralisti di Torre Pellice.
U. Giov., sta dando anche qui ottimi risultati.
Ogni riunione inizia eon una breve meditazione presentata di volta in volta dai ragazzi che spontaneamente si offrono di farla, e si chiude con la preghiera spontanea al.
la cui preparazione partecipano a turno, e
ciascuno con un suo pensiero, tutti i presenti.
Giuochi, canti e un bel tavolo di ping-pong
fanno da corollario alle riunioni contribuendo in maniera determinante alla formazione
di quello spirito comunitario, elemento essenziale per quello che sarà la nostra Comunità di domani. Giacomo Campanelli
Opere Sociali: Asilo e Laboratorio in maglieria. Scuola Materna. — Quest'anno la
Chiesa mi ha rinnovato Tincarico così col
1® ottobre il nostro Asilo ha riaperto i battenti. Mi fece piacere di vedere che tutte le
madri che Tanno scorso ci avevano affidato
i loro bambini si sono affrettate ad iscriverli.
Inoltre una madre mi ha commossa perchè
è venuta a consegnarmi un gruzzoletto di
denaro (L. 8.000) scusandosi di non aver potuto, Tanno scorso, fare il proprio dovere.
Poiché la quota, assai modesta, che noi chiediamo è volontaria, nessuno pensava che lei
ci dovesse qualche cosa.
All’inizio abbiamo delle difficoltà di adattamento perchè i bambini, in massima parte, provengono dalla strada, dove trovano tante cose interessanti, così hanno uno spirito
di anarchia.
L’altra difficoltà è che parlano solo il dialetto ed è difficile farsi capire. Ma da quando il Pastore ci ha portato un mangia dischi
e tanti bei dischi, a forza dì ascoltarli stanno facendo dei progressi.
L’orario è dalle 9 alle 15 e dopo la minestra i più pìccoli cedono al sonno e li mettiamo in comode brandìne mentre cerchiamo
di distrarre gli altri con giocattoli.
E’ ben poco quanto facciamo se si pensa
a quanto hanno i figli dei ricchi, ma il nostro è un piccolo segno dell’amore di Cristo
e siamo riconoscenti agli Amici che mediante offerte o madrinati ci consentono di continuare questo lavoro. I bambini iscritti sono
trenta, solo cinque provengono da famiglie
evangeliche, Arcangelo Russo
Laboratorio in Maglieria. — Con l’ammissione delle nuove quattro apprendiste e in
seguito alTallontanamento di due magliaie,
Mattea Errico che si sposa e Saverina Zaccaro che si è trasferita a Torino, il nostro
numero è ora di quindici di cui undici evangeliche. Le cattoliche dicono di sentirsi come in una grande famiglia.
Le cose sono andate cosi : Ripalta Giannatempo, che è una brava ragazza, ci chiese
se non avesse potuto anche lei tenere il Culto
che di solito io tengo leggendo una pagina
delle Meditazioni, cui fa seguito una preghiera spontanea e il canto di un inno.
La cosa ci sorprese, ma Ripalta ci spiegò
di aver fatto la grande scoperta che a Dio
sì può parlare direttamente senza intermediari. Da tempo aveva acquistato una Bibbia
e seguiva le riunioni giovanili. Da allora ci
si alterna nel dirigere* il breve Culto.
Di prospettive, quanto al futuro, ne vediamo tante ma tutte sono bloccate dal fatto
che il locale è piccolo. Ci occorrerebbe una
macchina di cui ignoro il nome che fa le
asole ed attacca i bottoni, quanto ad una taglia-e-cuce il datore di lavoro ce la metterà a disposizione non appena qualcuna dì
noi farà un corso di taglio. Ci manca infine la stiratrice elettrica ma il Pastore ci ha
detto che il Moderatore ce la farà avere a
mezzo di un Comitato di Ginevra.
Siamo molto grate alla Chiesa ed a quanti
ci hanno messo in grado di poter lavorare
per conto nostro. Teresa Locante
* ♦ ♦
Visita gradita. — Ce la fecero in setlem
bre due nostri cari Amici di Solìngen. il
dolt. Karl Ackermann e Ting. Erard Her
mes. Il loro apprezzamento sui progressi
raggiunti nel Laboratorio, il primo è da an
ni che ci segue con vivo amore, ci lusinga
A Giacomo Campanelli, eletto nel Conve
gno Responsabili F.U.V. tenutosi a Ceri
gnola il 21 e 22 ottobre c. a., a Capo Grup
po delle Unioni Giovanili del Distretto, au
guriamo buon lavoro. Lo stesso a Miriam
Castiglione che fa parte del Comitato di
Gruppo.
A Mattea Errico, la brava ed attiva magliaia che lascia il Laboratorio per andare
sposa a 'Giorgio Bellapianla. il 24 dicembre,
gli auguri più cari dì un focolare benedetto
dal Signore!
Sussidio una tantum a favore del nostro
Asilo (L. 100.000) ci è pervenuto dalla Prefettura di Foggia. Ci fa piacere questa offerta come indice di apprezzamento per il nostro modesto lavoro per i bambini più diseredati.
Il quadro che vi abbiamo tracciato vi con.
sentirà di seguirci meglio. Il nostro lavoro
è ricco di possibilità e noi puntiamo a sfrut
tarle tutte dedicandovi le nostre non più
giovanili forze. Forse il domani giustificherà
gli sforzi di oggi.
Abbiamo bisogno delle vostre intercessioni
come pure del vostro aiuto. Come ne potremmo fare a meno per il proseguimento
dì due opere così impegnative? Sappiate che
tutta la Comunità che ne benefica ve ne è
grata. Emma e G. E. Castiglione
« Il Signore è il mio Pastore,
nulla mi mancherà ».
(Salmo 23: 1)
Il Signore ha chiamato a sè il 29 novembre u. s.
Sabino de Filippis
Lo annunciano la famiglia ed i parenti tutti addolorati ma con la serena certezza di rivederlo nel giorno della resurrezione secondo le promesse
del Signore.
Milano, 13 dicembre 1967
RINGRAZIAMENTO
La sorella e familiari della compianta
Adelaide Ribet
nell’ impossibilità di farlo personalmente ringraziano quanti hanno preso
parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare esprimono ai pastori I>eodato e Bouchard,
per le parole di conforto, alla signora
Chentre Assely, alle amiche e a tutti
i vicini di casa.
« Beati i morti che muoiono
nei Signore ^rchè si riposano
delle loro fatiche e le loro opere li seguono ».
(Apocalisse 14: 19)
Inverso Pinasca, 10 dicembre 1967
RINGRAZIAMENTO
La vedova Bianca Bertalot, i bimbi,
i genitori e parenti tutti del compianto
Sergio Peyrot
profondamente commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di
affetto e simpatia tributata al loro
caro estinto, ringraziano sentitamente
tutti coloro che, con fiori, offerte, scritti, parole di conforto e di presenza ai
funerali hanno preso parte al loro dolore. Un ringraziamento particolare
alla Direzione RIV-SKF ed ai pastori
Sigg. Deodato e Bouchard.
« Il Signore è il mio Pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
Abbadia Alpina, 16 dicembre 1967
RINGRAZIAMENTO
La figlia di
Enrico lachia
commossa e riconoscente, ringrazia
tutte le gentili persone che hanno preso parte al suo dolore.
Un ringraziamento particolare al
C.A.I. Val Pellice, al suo presidente
geom. Mantelli e al Consiglio direttivo.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Enrico Rol
riconoscenti per le dimostrazioni di
affetto e di cordoglio tributate al
caro estinto, ringraziano sentitamente
quanti parteciparono al loro dolore.
Trossieri di Perrero, 28 dicembre 1967
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6
pag. 6
N. 1 — 5 gennaio 196S
Bilancio
di fine anno
Signore Iddio mio,
un altro anno è passato e di nuovo confr-onto la mia vita con la tua
legge:
— ho avuto altri dei nel tuo cospetto; ho idoleggiato me stessa, i
miei problemi, mi sono prostrata a
parecchi idoli, ho sacrificato a loro
e li ho serviti: il giudizio della gente che mi circonda, un sicuro e piacevole avvenire accuratamente vagheggiato;
— temo di aver usato il tuo nome invano, ogni volta che mi sono
dichiarata cristiana;
— il giorno del riposo, spesso ho
lavorato, perchè non sono stata capace di fare nei sei giorni ogni opera mia; le altre volte, tranne forse
roretta del culto, non l’ho certo
santificato: ho ciondolato a letto o
in giro per la casa, oppure ho costretto altri a lavorare per me, autisti e fattorini dei pullman, impiegati delle funivie, bcnzinari, agenti
della Stradale;
—^ non ho onorato mio padre e
mia madre: papà è vecchio e fa tanti pasticci, mamma è una povera
donnetta sempre in ansia per la paura che ci capiti qualcosa. E poi io
mi credo tanto più in gamba di
loro;
— ho ucciso;
— non ho commesso adulterio (o
almeno non me ne ricordo);
— ho rubato, e continuo a rubare, in vari modi, a cominciare probabilmente dallo stipendio, che oggi mi pare di aver così poco meritato: che cosa ho dato, in cambio di
quei soldi?
— ho detto tante volte il falso,
per far bella figura o per scusarmi,
per pigrizia, per conformismo, per
malignità o per paura;
— ho desiderato una quantità di
cose che altri hanno, e io no.
E di fronte ai due grandi comandamenti, in cui è riassunta tutta la
legge ed i profeti, le cose vanno ancora peggio.
Non solo non ti ho amato e non ti
amo con tutto il mio cuore e con
tutta l’anima mia, e con tutta la
mente mia e con tutta la mia forza,
non solo infinite cose senza importanza occupano la mia vita molto
più di te, ma spesso non so neanche più se tu esisti, mi domando se
la mia fede non sia semplicemente
un’abitudine, qualcosa che continuo
a creder di avere, solo perchè non
ho mai più pensato di controllare se
c’era, e penso che tu sia solo un invenzione umana, per avere qualcuno a cui appoggiarci quando ci sentiamo troppo deboli e soli e contradditorii.
E il mio prossimo, non lo amo
certo come me stessa. Ho, ogni tanto, uno slancio d’affetto per chi mi
vuol bene, per i piccoli, fiduciosi e
indifesi, per- alcune persone simpatiche di cui mi piace la compagnia
e che hanno per me stima ed amicizia. Ho un superficiale amore per
l’umanità in genere, specie quella
molto lontana e infelice, i Vietnamiti, i negri del Sud Africa, i soldati che morivano di sete nel deserto del Sinai, le vittime di un alluvione, di una carestia in qualche
paese remoto (non sarà anche più
facile amarli perchè la gente lontana, perseguitata, in galera, moribonda o morta, non rischia di interferire nella mia esistenza?). L’unica cosa che mi interessi veramente
è, non la mia felicità, perchè quella è una cosa a cui si crede solo a
vent’anni, ma il mio benessere, la
mia salute, una certa sicurezza per
l’avvenire e nello stesso tempo qualcosa che lo renda interessante.
Sono una ben povera cosa, e so
già, nonostante i pentimenti e le
buone intenzioni, che cóntinuerò
più o meno così anche nel 1968.
Con tutto ciò. Signore, se non hai
ancora perso la pazienza, eccomi,
con la mia debole buona volontà
M. G.
Direttore responsabile: Gino Conte
Echi della settimana Agenda 1968 Notiziario
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
LA TRAGEDIA POLITICA
DELLA GRECIA
Lunedì 18-12-'67 una manifestazione cittadina di solidarietà con la Grecia libera. si è svolta a Genova nel teatro Duse,
con un marcato carattere unitario ed una
partecipazione di massa che ha profondamente commosso gli antifascisti greci presenti. La fase culminante della manifestazione è stato il discorso del senatore Ferruccio Parri, presidente del Comitato Nazionale per la libertà della Grecia.
« Parri senza perifrasi stigmatizzava il colpo di stato italiano del 1964, denunciando
le liste del Sifar e tracciando un realistico
parallelo tra i propositi attuati dalla monarchia e dai colonnelli in Grecia e quello,
sempre latente, della parte più reazionaria
della borghesia italiana. "La Grecia, permettetemi di dirlo — ha sottolineato Ferruccio — ci è più vicina della Cina. Cos’hanno fatto in Grecia i colonnelli in accordo
con la monarchia, anzi anticipando re Costantino tanto'-da esautorarlo sCSvàlcdhdolo
a destra? Hanno arrestato circa 20 mila democratici per attuare il loro colpo di stato.
Hanno realizzato quanto si proponevano di
fare in Italia gli uomini del Sifar”.
« Parri, dichiarandosi apertamente favorevole all'uscita dell'Italia dalla NATO ha
aggiunto: "La storia del Sifar e la vicenda
greca sono storia americana, questa discende dall'impostazione militare della NATO.
Trova la sua genesi nella C.I.A., è tipica
di un potere occupato che trama, sotto la
facciata della democrazia formale, in tutti
i paesi legati al patto militare NATO. Ciò
impone una lotta di stretta e vigilante solidarietà con il popolo greco il cui destino è
legato a quello del popolo italiano".
« Con pacato realismo Parri ha pure sottolineato, al di là delle forme, il legame economico dei gruppi dirigenti italiani con
quelli greci. Ha citato, in proposito, la crociera compiuta dal presidente della Confindustria Costa presso la Grecia dei colonnelli e del suo collega grande armatore greco Niarcos ».
Quanto sopra è tratto da « La Voce della Grecia » (n. 68 del 20-12-’67), bollettino
plurisettimanale pubblicato a Roma (Via
Monterone, 4) che raccomandiamo vivamente ai nostri lettori, per la serietà, l’obbiettività, l’accuratezza delle informazioni
che contiene. È quanto di meglio si può desiderare sull’argomento. Bisognerebbe non
stancarsi mai di documefttarsi,-di T-ifleKere,
di scambiare le nostre opinioni con gli altri, perchè ciascuno è soggetto a distrarsi,
ad accomodarsi, a diventare un «ben pensante ». Proprio cosìl Lo prova l’articolo
pubblicato da A. C. Jemolo su « La Stampa » del 24-12, sotto il titolo appunto : « La
falsa saggezza del "benpensanti” ». Ma ecco
come comincia quest’articolo (Eppure l’autore è ben noto per il suo passato antifascista, lontano e vicino!);
« Non sappiamo come finirà la commedia greca (tragedia per chi ha già su di sè
la condanna a lunghi anni di carcere), ma
una cosa appare certa: che non verrà mutato il sistema delle alleanze, e che nessuno
interverrà dal di fuori nella vicenda ellenica ».
Questa distinzione fra chi è in carcere e
chi non lo è non ci piace. Commedia? Tragedia soltanto per chi « ha già su di sè la
condanna, ecc. »? Se così Jemolo veramente crede, gli consigliamo di leggere nel suddetto bollettino, per es. nel n. 62 del 12-12
dove è scritto che B. Valli, inviato speciale
del « Giorno » in Grecia, riporta (sul « Giorno » dell’8-12) alcuni aspetti caratteristici
delle mostruosità del regime militare. Ec
« / capelli lucidi, quasi metallici, folti.
Uno sguardo che sfugge, a volte persino
dolce. Una faccia spesso stravolta da smorfie improvvise, nevrotiche. È l’ispettore Lamhru. Un uomo ben tagliato, robusto. Sempre vestito di scuro. I suoi collaboratori (poliziotti, carcerieri, aguzzini) dicono che è
un uomo colto. Ha studiato psicologia. Parla molte lingue straniere. È cortese, educato.
Insamma è una persona perbene.
In una casa della periferia di Atene ho
incontrato una donna di 50 anni che è stata
ospite di Lambru in via Bubulinas. tra
gentilissimo", mi ha raccontato. "Ogni volta che entravo nel suo ufficio si alzava e
mi offriva una sedia. Mi interrogava con
dolcezza e, quando un poliziotto mi schiaffeggiava in pieno viso, sfregiandomi la
faccia con un anello appuntito, lui interveniva: 'Ma non fatele male, povera donna .
Poi nuove domande, nuove sberle, nuovi
interventi in mia difesa. E andata avanti
cosi per venti giorni . , , ,
« Neppure con C. H.. Lambru si e sporcato le mani. C. H., 24 anni, studentessa, e
stata torturata nei sotterranei di via Bubulinas. / poliziotti l'hanno spogliata, legata
su una tavolaccio e picchiata per ore e ore
sulla pianta dei piedi con socchi di sabbia,
per non lasciar tracce. Poi le hanno messo
davanti sei prigionieri, pure loro nudi, e
l'hanno obbligata ad assistere con sadismo a un pestaggio bestiale. Lambru era
presente. Guardava soltanto. Un giorno ha
avuto una crisi di nervi. Durante una seduta di torture, si è messo a gettar bava
dalla bocca e a battere i denti, come se
avesse la febbre a 40. È un uomo che non
sopporta la violenza ».
Ma basta! Di descrizioni simili potremmo ripeterne centinaia, migliaia. Non crediamo che questa possa chiamarsi una
commedia, neppure per gli spettatori che
stanno all’estero. Ma ripetiamo che il di
Àbbiamo ricevuto
In risposta all appello pubblicato sul n.
scorso abbiamo ricevuto queste offerte per
le vittime della guerra e della fame: una
mamma (Torre Pellice) L. 30.000; Margherita Ricca ved. Gönnet (Torre P.) 1 000;
N. N. (Torino) 5.000. Totale L. 36.000.
Poiché fiensiamo che altri risponderanno. trasmetteremo in un secondo tempo
il totale, indicando ai lettori la destinazione.
E grazie.
a cura di Tullio Viola
ventare dei « benpensanti » è il pericolo più
grapde per tutti. La maggioranza delle persone sono o diventano dei benpensanti : lo
dimostra T. Vinay nel suo ultimo splendido articolo (« Essere inseriti nel travaglio
del mondo », su « L'Eco-Luce » del 22-12).
Ma che anche lo stesso Jemolo sia diventato un benpensante? Ad ogni modo, fino a
prova contraria, a Jemolo che dà per certo (?!) che 0 nessuno interverrà dal difuori
nella vicenda ellenica », noi preferiamo Ferruccio Parri.
L'EMBARGO SULLE ARMI
PER L'AFRICA DEL SUD
NON E' A TUTTI GRADITO
Abbiamo citato sopra la denuncia,
fatta da! sen. Parri, di certe collusioni di
grandi capitalisti col governo dei colonnelli
greci. I grandi capijalisti non hanno certo
scrupoli politici. EocÒ ùn altro fatterello
grazioso :
« Il consiglio della Confederazione delle
industrie inglesi si è, mercoledì 20-12, schierato contro la decisione del governo laburista di mantenere l'embargo sulla vendita
di armi al Sud-Africa.
« Sir Stephen Brown, presidente di detto
consiglio, ha dichiarato che la Confederazione ritiene che la decisione del governo
costituisce "l'esempio cinico e scoraggiante d’un compromesso politico del genere più
spicevole". Ed ha aggiunto: "Noi non accettiamo il pretesto secondo il quale esistono delle serie ragioni morali per mantenere
l'interdizione (...). L'idea secondo cui le armi sarebbero utilizzate contro le popolazioni indigene, è del tutto illogica e niente
affatto provata. Il Consiglio ritiene che la
decisione del governo danneggia gravemente non soltanto gl'interessi dell'industria, ma
anche l’economia nazionale nel suo in
(Da « Le Monde » del 22-12).
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
in un momento delicato, perchè critico, della storia del Consiglio ecumenico e deirecumenismo in genere. Nella
attuale situazione ecumenica, estremamente complessa e anche parecchio
confusa, sono molti i problemi che devono es'ere chiariti. Due almeno dovrebbero esserlo al più presto: il primo, fondamentale, è quello dei rapporti tra le Chiese aderenti al Consiglio
ecumenico e la Chiesa cattolico-romana; esso può essere formulato in questi termini : la Chiesa cattolica nel suo
insieme è diventata o sta diventando,
dopo il Concilio — come alcuni pensano —, una Chiesa sorella, che accetta
di mettersi sullo stesso piano delle
altre, oppure continua a considerarsi
— come pensiamo — la Chiesa madre,
il centro spirituale, dottrinale e istituzionale della cristianità? Il secondo
problema che si pone alla coscienza
delle Chiese impegnate nel movimento
ecumenico _ è — strano a dir^ — il
■problèma stesso deH’ecumenisinb. Dovrebbe trattarsi di una questione superata da tempo; purtroppo non è così..
Appare anzi sempre più evidente che
bisogna in qualche modo riprendere
l’intera questione da capo e riproporre le domande elementari : che cos’è
l’ecumenismo? Quali sono i suoi criteri? Quali le sue finalità? Quali i suoi
metodi? Cosa significa « essere ecumenici »?
4: >H ^
Ecco tracciate alcune linee di riflessione e di azione per Tanno che inizia. Ma accanto ad esse, vi è la nostra
vita di tutti i giorni, la nostra piccola
vicenda quotidiana, i pensieri, le azioni e le parole con cui riempiremo le
nostre giornate, le decisioni che prenderemo. Questo è per tutti il terreno
concreto dell’ubbidienza a Dio, il principale banco di prova della fede, poiché « chi è fèdele nelle cose minime è fedele anche nelle grandi »
(Luca 16: 10). Paolo Ricca
ecuménico
Il iniiiiiiiiiiimiimimimiuumiiiiiuiiiiiiiimii
TORRE PELLICE
Dibattito sulla Riforma
SEGUE DALLA QUARTA PAGINA
rano dovrebbero essere considerati gli anabattisti e i movimenti affini; essi, pur non
trovandosi al giusto posto in quelle condizioni della società, furono coloro che mirarono al futuro.
Il Cattolicesimo accetta
il « solo Cristo
La discussione successiva — a dire il vero
non molto animata — mirava a chiarire il
significato attuale della Riforma dei confronti dei suoi interlocutori: cattolici e laicisti. , ,
L’esposizione di Don Morero, molto acuta
ed aperta, lasciava però adito a interrogativi.
Da una parte la sí¿ presa di posizione nei
confronti della Riforma sembrava toccare ü
nocciolo della questione nelle affermazioni
che Protestantesimo e Cattolicesimo si devono reciprocamente contestare alla luce della
Parola di Dio in vista di una più fedele testimonianza delTEvangelo dinanzi al mondo
moderno. Don Morero aveva anche ben puntualizzato gli aspetti ,c ^rmanenti » della
predicazione cristiana, riferendoli esclusivamente al Cristo, alla Scrittura, al sacerdozio
universale dei credenti e alla loro testimonianza nella verità e nella canta. Questa
presentazione, tuttavia, avrebbe dovuto portare aUa conclusione che gli altri
che costituiscono Tasqietto negativo della Riforma (cioè le cose che la scoperta dell Evangelo toglieva di mezzo considerandole estranee e di nessun conto, come la struttura gerarchica della chiesa e tutto l’apparato sacramentale, in senso cattolico) erano considera i
anche dal « cattolicesimo in movimento » se.
Tonivi e passibili di profonda revisione.
Appàre iiifàtti del lutto estraneo alla comprensione della Riforma la polarizzazione
del « dialogo ecumenico » su temi che la Riforma stessa ha definitivamente risolti e che,
al contrario, sono stati riproposti come essenziali anche dal Concilio Vaticano IL La
reciproca contestazione del protestantesimo e
del cattolicesimo appare valida, nella misura, però, che essa va oltre alla Riforma e non
rimane al di qua, fermandosi sugli stessi temi. Sarebbe lo stesso che ridiscutere oggi la
validità dei diritti feudali; sono cose del tut.
to chiuse e superate.
Ciò che è valido nella Riforma
La Riforma non dogmatizza una particola,
re teologia, ma indica che nessuna teologia
è valida se non è fondata sulTEvangelo della
Signoria unica ed esclusiva di Cristo e sul
riconoscimento della assoluta libertà e trascendenza della sua opera nei confronti degli strumenti che di volta in volta Egli liberamente chiama ad un particolare ministero.
Non si nega uno dei termini della realtà
della Chie.sa, enunciati da Don Morero (la
comunione in Cristo e il servizio nel nome
di Cristo), ma si afferma che nessun « earisma » può diventare una « funzione » organica, la quale pretenda di essere eontinuativa e valere di per sè. Sia la comunione in
Cristo, sia il servizio nel nome di Cristo sono « doni » che il Signore, mediante l’azione
del suo Spirito, dà al di fuori di ogni schematismo.
La Riforma e il mondo moderno
La critica laica alla Riforma, se rimane
estranea a temi di fondo che acquistano la
a cura di Roberto Peyrot
loro essenziale rilevanza soltanto nella fede,
pone tuttavia un problema che è vivamente
sentito daUe comunità protestanti e che suscita reazioni non sempre chiare, ma certamente interessanti. Il Prof. Berlino aveva
affermato che gli autentici eredi della Riforma di Lutero avrebbero dovuto essere considerati gli anabattisti. E’ interessante notare che alTinterno stesso deUe nostre Chiese il riferimento agli anabattisti tìiventa
sempre più intenso. Certamente non si tratta di una rivalutazione storica di un movimento del passato, interessante in se stessa,
ma secondaria nei confronti della testimonianza odierna delTEvangelo. Si tratta di an.
dare oltre nella comprensione delTEvangelo.
Le Chiese sòrte dalla Riforma pur nella riscoperta delTEvangelo, ne hanno accettata
la validità entro i limiti storicamente accettabili. L’anabattismo, pur negli errori nei
quali era caduto — non senza responsabilità
delle stesse Chiese della Riforma presentava una valida problematica di fedeltà alTEvangelo. La comunione in Cristo non poteva essere affermata soltanto entro uno schema ecclesiastico, senza diventare fattore di
crisi e di contestazione di tutta la vita del
credente e delle Comunità: se era arbitraria
la pretesa dei principi ecclesiastici di monopolizzare la grazia di Cristo, non meno arbitraria doveva apparire la pretesa dei potenti
del mondo di considerarsi cristiani e di monopolizzare la Signoria effettiva di Cristo
Servizio cristiano
e società dei profitti
Il servizio stesso nel nome di Cristo, non
poteva ridursi al quadro ecclesiastico, ma doveva porre in crisi tutti gli aspetti della vita
consociata. Anche ai il0.§tri tempi si discute
sul « servizio », si studiano i « ministeri »
nella Chiesa spesso soltanto da un ottica ecclesiastica, per non dire clericale. Non si dovrebbe piuttosto proclamare che ogni attività sociale svolta dal credente è « servizio »
e non può .essere svolta con i criteri dominanti nel mondo, senza cessare di essere cristiana? Servizio non significa entrare in
quadri ecclesiastici, forse anche accettando
le rinuncie economiche che ciò comporta,
lasciando così quieta coscienza alla grande
massa dei membri di Chiesa di esercitare le
proprie funàoni secondo i criteri del profitto.
Al contrario « servizio » significa che in un
quadro « cristiano » tutte le professioni —
da queUa dell’organizzatore della industria
c del eommercio a quella del politico, del
magistrato, del medico, dell’operaio e del
contadino non vanno misurate sul principio
del profitto, ma su quello della "comunione
in Cristo". Che cosa rimane aUora della attuale struttura della nostra società occidentale, spesso cosi debolmente e accademicamente contestata delle Chiese?
E’ veramente strano e paradossale che 1 indirizzo ecumenico ufficiale di oggi, piuttosto
che tendere ad una comprensione evangelica
totale della vita del credente e delle Chiese,
si ripieghi nelle discussioni sulle « strutture
essenziali della Chiesa » o cerchi vie di mez7X1 tra la concezione sacramentaria del Concilio di Trento e quella dei Riformatori. Non
ci meraviglia, allora, che Lutero e Calvino
possano essere visti, anche da protestanti, come bravi accademici che avrebbero potuto
benissimo essere invitati come « periti » al
Concilio Vaticano II!
Alfredo Sonet.i.i
ANNULLATE LE FESTE NATALIZIE
UFFICIALI IN GIORDANIA
crLtLne“" delle comunità
crist ane m Giordania hanno pubblicato una
dichiarazione colla quale chiedono ai fedeli
di annuUare tutte le feste ufficiali natalizie.
La dichiarazione si riferisce alla situazione
provocata dal conflitto arabo-israeliano e
chiede particolarmente ai cristiani di non
recarsi nei luoghi santi occupati da Israele.
hi ritiene generalmente che si tratti di
una risposta implicita alTinvHo dei dirigenti
israeliani agli arabi cristiani d’i andare a
oetlemme per Natale.
difficile situazione che attualmenteattraversa lanostra cara'^ patria, la Giordania, e l’attuale precaria ùondizione dei nostri fratelli profughi ci paiono giustificare
l annullamento delle cerimonie ufficiali di
Natale, Capo d’Anno ed Epifania, mantenen^
do solamente i servizi religiosi nelle chiese. Noi raccomandiamo a tutti i nostri figli
di non recarsi, durante il periodo natalizio,
nei luoghi santi attualmente occupati
La dichiarazione è stata sottoscritta da
rappresentanti delle confessioni greco-ortodosse, siro-ortodosse, apostolica armena, cattolica, cattolica armena ed evangelica araba.
€< A LODE DELLA SUA GLORIA »
Il bollettino n, 42 del Soepi allega la brochure edita in occasione della Settimana di
preghiera universale per Punita dei cristiani
(18-25 gennaio). Dalla suddetta brochure riportiamo qui appresos la preghiera per rimità:
Signor Gesù, Tu che, alla vigilia di mu
nre per noi, hai pregato affinchè tutti i Tuoi
discepoli siano perfettamente uniti, sianoUNO come Te in Tuo Padre e Tuo Padre inTe, facci dolorosamente sentire V infedeltà
della nostra disunione.
’Dacci la lealtà di riconoscere ed il coraggio di respingere la nostra indifferenza, la
nostra diffidenza e persino la reciproca osti-lità.
’’Accordaci di incontrarci tutti in Te^ affinchè, dalle nostre anime e dalle nostre labbra, salga incessantemente la Tua preghiera
per l’Unità dei cristiani, come la vuoi Tu,
col mezzi che Tu vuoi.
In Te, che sei la Carità perfetta, facci
trovare la via che conduce alTUnità nelVobbedienza al Tuo Amore ed alla Tua Verità.
Amen”,
Com'è noto, la settimana di preghiera per
Punita dei cristiani, basata sul tema « a lode della Sua gloria » (Ef. 1: 14, è stata or^
garizzata da) segretariato « Fede e Costituzione » del CEC e dai rappresentanti dei
centri ecumenici cattolici.
iiiiiiiimiiimiiii <j
DONI JlICEVUTl
PER ECO-LUCE
Da San Germano Chisone: Maria Vinçon
100; Luigia BcHalot 500; Davide Jahier
200; Edoardo Rostan 500; llda Long Meynier 200; Olga Long. v. Dati 300; Edvicn
Bouchard 400; Olga llounous 200; N. N.
500; .Aldo Vinçcn 500; Orlina Balmas 500;
L.arlu Alberto Bouchard 500; Adolfo Satpipè100; Eli Boui'liard 200; Elena iLanlelme
500; Battisla 1 iicilie ta 200; Luigi Comib»
300.
Da Roma: Giorgina Mancini 200; Beniamino Viglielmo 500; Sofia Balidoni 1.000;
Luigi Ceochiisleilii 1.000.
Carmelo Venlrici (Catania) 500; Damiano Scianna (Monreale) 500; Tabea Bongardo (Como) 1 000; Renato Liverani (Pisa) 500; Pielro Varvelli (Verona) 500; Umberto Agoslinelli (Sarzana) 500; A. E. Dreber (Cortina d’.Ampezzo) 500; Otto Walcknei (Zurigo) 500; Louis Gonin (France)
265; Enrico Griglio (Svizzera) 300; Valdo
Giaiero (Rivoli) 500; Ginseppina, Frifco Vitello (Palermo) 500; Savmo Paradiso (Foggia) 500; .Alberto Priore (Terranova Braco.)
1.000, Samuele Vezzosi (Verona) 500; Emma Meister (Brescia) 500; Paolo Fritz Grill
(Messina) 500; Carlo Roncaglione (Pont
Can.) 500; Lidia Giacinto (Catania) 500;
Lino Costabello (Novara) 500; Eco Giorgio (Pisa) 500; Giusto .De "Waildòristein (Ciniella) 1.000; Teresa Pranido (Livorno) 450;
Isaia Arvat (iCarema) .500; Armando Durand (Aosta) 500; Erica Kesselrinig (S. Giovanni Lupatoto) 1.000; Addle Mattone Rnf.
fino (Coazze) 500; Siila Alhertazzi (Ba’ma
BieMese) l.OOO; Santo Carrise (Reggio Cai.)
500; N.N. (Prali) 200; Germano Grill
(Prali) 1.000.
Grazie!
{continua)
Provate il GENUINO OLIO DI OLIVA di ONEGLIA che ha un’antica tradizione e che la nostra Casa desidera
conservare fornendole! dkettamente ai
consumatori dai luoghi di produzione.
Siamo al fianco di ogni massaia per
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me ai sapori da vitamine e minerali
nella forma più sana, naturale e più
adatta al corpo umano.
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