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Torre Pellice, 6 Ófug^o 1Ô41-XIX
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..^t,cia onde fosfe iagliati!
(Isaia LI, 1)
S^ttiataaanal« agliai" Chi«««a V«iae
ABBONAMENTI
Italia e Impero . . . . Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » . 12 — » » 7
Estero » . 25 - • . 15
Nulla sia più forte della vostra fede!
^ Gianavello)
DIrallor«; Prol. QINO (OSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torbe Peixice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peuice
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
O
M
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IjiL.-
Doi»o Penfecosf«
Riceveste voi lo Spirito
5. Santo quando credeste ?
f . Atti 19 ; 2.
- Può sembrare una domanda fuori
- posto e contradittoria nei suoi termini,
poiché, come è mai possibile credere, se
non è lo Spirito Santo stesso che ci dà
di credere ? Non è forse lo Spirito
, Santo l’agente di tutte le speranze specificamente cristiane, a partire dal ravvedimento fino alla santificazione? In
verità, nessuno può affermare di essersi
pentito, ravveduto, convertito, di aver
creduto, senza essersi sentito spinto,
sollecitato, guidato ed aiutato da ana
energia che non era connaturata in lui,
ma che egli sentiva nondimeno come
attiva ed operante nella sua m,ente e
nel suo cuore.
Se noi crediamo, sappiamo che è per
virtù dello Spirito Santo, e non semplicemente per determinazione della nostra volontà.
Eppure la domanda dell’apostolo non è
fuori luogo. Quegli Efesini ai quali egli
si rivolgeva si erano bensì ravveduti ed
avevano creduto, quando erano stati
battezzati da Giovanni, il che era awe^
nuto evidentemente per lo Spirito Santo, e nondimeno qualche cosa rivelava
- all’apostolo che essi non avevano ancora ricevuto il « dono dello Spirito Santo ».
Dobbiamo infatti distinguere tra
« l’attività dello Spirito » che è continuamente all’opera per condurre gli
uomini alla fede, e il «dono dello Spiririto» che prende dimora nel cuore del
credente.
Sono due cose che non vanno confuse: se l’attività dello Spirito ci conduce
alla fede, è soltanto il dono dello spirito che dà alla nostra la sua consistenza
e ne permette lo sviluppo e la vita, ren
dendone palesi le manifestazioni, cioè i
frutti.
La ricorrenza della Pentecoste Cristiana, verso la quale dirigemmo il
nostro sguardo, ce lo ricorda ancora
una volta.
Senza il dono dello Spirito, la fede
del credente continuerà ad essere scialba ed incolore, come una vemicie suI perficiale che non ha intaccato la sostanza del suo essere e del suo carattere,
che non dà il tono alla sua vita. Questo
spiega la tiepidezza, la mancanza di
slancio, di consacrazione, la incapacità
di testimonianza e di carità di tanti
membri delle nostre Chiese. Sono credenti, sì, ma non avendo iicevuto il dono dello Spirito Santo, la loro fede non
è operante, sopratutto non è «operante per mezzo dell’amore » (Gal. 5: 7).
Hanno «le forme della pietà, ma ne
hanno rinnegata al potenza». (2 Tim. 3:
5). E allora non illudono forse se stessi?
Ora, grazie a Dio, il miracolo che a
Pentecoste di un gruppo di gente timorosa e pavida fece degli audaci testimoni del Cristo, dei credenti ardenti di
_ fede, di consacrsaione, di_ carità, questo mmacolo può rinnovarsi ànchè' per '
la nostra comunità, e la condizione per
cui esso può rinnovarsi è così seplice !
Dice Gesù : « Se voi che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figlioli, quanto più il vostro Padre Celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che
lo domandano ! » (Luca 11: 13).
E’ chiaro: se ancora non abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo,
questo non è dipeso dalla volontà di
Dio, bensì dalla nostra. Dio offre, siamo
noi che dobbiamo ricevere.
(Dalla lettera-circolare ai membri ed
amici della Chiesa Valdese di Napoli).
IL
1 pericoli
I pericoli morali ai quali vanno incontro giovanotte inesperte senza cono- seenza della vita sono purtroppo reali,
f Non sempre le famiglie che assumono
: in servizio domestiche offrono un ambiente morale sereno e serio. L’esempio di disordini familiari, ahim.è frequenti, non può non turbarle pericolo. sámente e non è escluso che esse pos. sano cadere vittima delle attenzioni del
, padrone o dei figli del padrone, come
purtroppo potremmo dimostrare. E poi
i le tentazioni delle città, gli incontri con
;• persone che possono abusare della loro
" ingenuità, gli incontri che possono anche concludersi col matrimonio in ambienti religiosi diversi dai nostri. Con
ì la conseguenza che non di rado le nor stre, giovani disambientate, finiscono
■ col cedere alle pressioni intese a farle
' rinunziare alla loro fede. Sono fortus patamente poche quelle che soccombo; no a questi pericoli di estrema gravità.
ma esistono. I pericoli sono sempre presenti e qualche vittima la fanno sempre.
Si potrebbe accennare anche a pericoli meno gravi, come la perdita di
. semplicità nel parlare e nel vestire, ma
la semplicità la si riacquista presto
tornando ai campi.
Taluno ha anche sostenuto che il servizio domestico non fosse... dignitoso
per le nostre giovani. Questa obbiezione di natura romantico-sentimentale
non tiene conto del fatto che ogni lavoro onesto è degno di essere compiuto.
La mancanza di dignità sta non nel lavoro in sé, semmai nel modo e nello
spirito con cui il lavoro viene eseguito.
I vantaggi
Se i pericoli sono reali, i vantaggi
sono evidenti. Abbiamo già alluso al
desiderio naturale dei giovani di uscire dal loro villaggio per « vedere
qualcosa ». Per la maggior parte delle
nostre montanare quei pochi anni tra
scorsi in servizio in città sono Tunica
opportunità che hanno di vedere un po’
il mondo. E il contatto con ambienti
nuovi, mentalità nuove, nuovi generi
di vita, oltreché interessanti, è istrutti-vo. Quante cose utili per il buon andamento della casa, per la pulizia, per
l’ordine, per la cucina, ecc., possono
iimparare le nostre giovani stando in
servizio
E possono imparare anche ad apprezzare meglio la loro casa, la loro indipendenza, la libertà del lavoro dei campi! A una certa età si diventa un po’ ribelli, un po’ insofferenti del giogo familiare; è bene fare altrove le proprie
•esperienze e convincersi che guadagnarsi, onestamente il pane costa sempre feitiéa !
' I vantaggi possono anche essere di
ordine più elevato quando la giovane
con la sua rettitudine e la sua laboriosità ren^a una buona testimonianza al
nome valdese.
- Conclusione
Non cediamo sia possibile, come
qualcunp ha suggerito, di istituire nelle
nostre Valli dei corsi di preparazione al
servizio ^ooiestico. cosa, in sé eccellente, non è di facile attuazione.
'PUello che invece le giovani possono e
debbono lare è di non recarsi mai in
città senza avere già prima il posto fissato, senza sapere dove vanno. Non
sono certo i posti che mancano. La richiesta di domestiche valdesi è molto
superiore all’offerta e quando queste
partono da casa devono già conoscere la
famiglia presso la quale serviranno ed
avere su di essa tutte le informazioni
possibili. In questo lavoro il pastore le
potrà sempre consigliare utilmente e le
potrà anche orientare verso quelle famiglie evangeliche numerose nelle nostre città che potrebbero assorbire quasi tutta la prestazione d’opera delle nostre giovani. Se questo avvenisse sarebbero eliminati molti inconvenienti di
natura morale e religiosa che ogni anno
si devono lamentare.
E sopratutto le giovani si mantengano in contatto con la Chiesa. Nelle
nostre principali città c’è una chiesa
valdese, ci sono Unioni delle Giov.tni
dove le nostre domestiche troveranno
sempre un’accoglienza fraterna, un
consiglio, un aiuto, un incoraggiamento.
Esse devono esigere dai loro padroni
la libertà di partecipare ad uno dei
culti domenicali e di mantenersi in
contatto con la loro chiesa. Questo diritto non verrà loro negato quando ne
facciano sempre un buon uso. E nella
Chiesa troveranno l’ispirazione dì cui
hanno bisogno per compiere il loro lavoro sempre difficile, spesso ingrato ma
pur utile e non privo di soddisfazioni
per chi non serva soltanto « per piacere
agli uomini, ma con semplicità di cuore, temendo il Signore » (Col. 3: 22).
Alb. H.
F. U. V.
Giofiislü
Domenica 15 giugno - in VcH d’An~
grogna - Ore 10: Culto per la Gioventù
nel} tempio di S. Lorenzo, presieduto
dal pastore Gustavo Bertin.
Ore 15:
CONVEGNO ALLE BARRIOLE
(non ai Martel).
Argomento: IL CARATTERE VALDESE. - Oratori Pastori Luigi Marauda, Vice-Moderatore - Umberto Bert G. Bertin.
In caso di cattivo tempo il Convegno, anziché alle Barrióle, avrà luogo
nel tempio del Serre.
Tutti i giovani Valdesi sono invitati
a questo grande raduno primaverile,
muniti dell’Innario Cristiano e dei
Canti Giovanili.
Il Capo Gruppo.
Spunti sut/a innologia nostra
Ha detto Michelet, a proposito del
canto di Lutero:
« Fu lui ad incominciare ed allora
tutta la terra cantò... Non fu il canto
monotono del Medio Evo che ü gregge
umano,, sotto la bacchetta del maestro
cantore ufficiale, ripeteva eternamente
in un preteso unissono ch’era un caos
di dissonanze. Non fu la farsa oscena e
,, pedantesca delle messe galanti in cui
Tintroito era un appello a Venere e di
cui il Te Deum rendeva grazie a Cupido. Fu un canto vero, libero, puro, un
canto dal fondo del cuore, il canto di
coloro che piangono e sono consolati,
la gioia divina tra le lacrime della terra, uno scorcio di cielo... Ecco il vero
Rinascimento. La rinascita del cuore ».
E fu canto cosciente di masse individualmente convertite, per cui con perfetta giustezza Calvino poteva ripetere:
« Ora, il proprio dell’uomo è di cantare, sapendo ciò che dice ». Non più litanie incomprese, in lingua ignorata ai
più, ma canto nelle varie lingue della
fratellanza evangelica universale, o, se
volete, della cattolicità protestante.
Canto cosciente che è preghiera; preghiera ardente che s’innalza a Dio sulTali della musica, poiché, come diceva
Calvino, «il canto ha grande forza e vigore per commuovere ed infiammare il
cuore degli uomini, per invocare e lodare Iddio con zelo più veemente e più
ardente ».
Calvino, nè il protestantesimo, non
sono nè furono nemici, mai, dell’arte
quando questa non sfocia in patteggiamenti con tutti i paganesimi del mondo.
Per cui è tempo dì gridare alto e forte, col Dubuis, che « U tesoro musicale
del protestantesimo è immenso ».
U’arte musicale, pel protestantesimo,
non è artificiale mezzo d’adoraziope,
ma è cosciente comunione spirituale
con Dio, è slancio del cuore che adora,
che prega, che aspira e che grida a Lui.
Per questo la riforma non tollerò musiche profane nelle cerimonie religiose
e sentì profondo il bisogno d’una musica propria del culto ed appropriata ad
esso e ad esso soltanto. Per questo anche il cantq fu elevato al livello, quasi,
della Parola, anzi inserito, spesso, neUe
edizioni stesse della Parola. Così ad
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L’EéO VALLI VALDESI ’T^
esempio, nelle varie voluminose edizioni delle Bibbie curate dal Martin, nel
secolo XVIII, e molto diffuse tra i Vaidesi, trovansi, dopo i libri sacri (compresi gli apocrifi) i. Salmi ‘di Davide,
messi in versi ed in musica, poi I co' mandamenti di Dio, anch'essi musicati,
‘poi una raccolta di diciannove (talora di
quindici) canti perda Santa Cena, per ie
varie solennità dell’anno e per varie circostanze della vita cristiana.
Nè più abbondante fu la raccolta di
canti pubblicati a Ginevra nel 1823, poi
a Losanna nel 1842, sotto il nome di Saimi di Davide e molto, anzd universalmente adoperata nelle Valli Valdesi.
Quei salmi, riveduti dal Conradt, e quei
canti sacri per le solennità, di Benedetto Pictet, costituirono, quasi per tutta la prima età del secolo, il patrimonio
innologico evangelico nostrano. Nel
1845 a cura della Legazione Reale di
Prussia a Torino usciva una scelta di
sessantuno Canti spirituali con un vetusto stemma Valdese.
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Assai più ricchi erano però gli innari delle chiese luterane.
Del resto fin dagli ultimissimi anni del secolo XVIII era uscita a
Basilea la traduzione della Salmodia morava, arricchita poi dalla Salmodia tedesca. Del resto tanto i Canti spirituali della. Legazione di Prussia a Torino, quanto la Raccolta di canti spirituali, pubblicate nel 1817 a Ginevra dal
■ pastore Empaytaj, «erano una selezione
di canti di sette Salmodie.
Ma il più meraviglioso impulso, più
che mai nostrano, all’innologia evangelica veniva dato da quel vero musico e
musicologo sacro che fu Cesare Malan.
Nel 1823 uscivano, a Ginevra, i suoi
Canti Cristiani per le divozioni domesche, seguiti nel 1842 dalla 1® edizione dei suoi Canti di Sion. Arricchitasi
piano piano, l’edizione del 1840 conteneva non meno di 300 inni. Verso quell’epoca i coniugi Lutteroth pubblicavano, a Parigi, la prinpa edizione dei loro
Canti cristiani. Poi vennero gli anni del
Risveglio e pullularono le raccolte. Furono I canti del Risveglio, i Canti Evangelici, gl’inni del credente, i Cantici popolari, i Salmi e Cantici, ecc., tanto che
l’ultima bella raccolta di Salmi e Cantici, edita dalla Chiesa Valdese, ne comprende 283. Se pensiamo che le undici
parrocchie delle Valli avevano proposta
allora la pubblicazione di ben 413 inni,
si vede quale ampiezza avesse raggiunta l’innologia nostra (e parlo soltanto, di
quella di lingua francese) nel solo e
di
circa
centocinquan
breve spazio
t’anni.'
Quanto a quella di lingua italiana fu
anch’essa , rapidamente rigogliosa, sebbene più ristretta nel tempo e dibattentesi in ancor più dure e molteplici difficoltà ambientali'. Ma per parlarne adeguatamente, o per lo-sneno non indegnamente, occorrerebbe avere, almeno
almeno un po’ di bibliografia descrittiva
sugli innari evangelici di lingua italiana. E questa, ch’io mi sappia, manca,
come manca anche una completa bibliografia di quelli stessi di lingua francese.
Ma questo è un «appunto» più che uno
«spunto» e di appunti all’innologia religiosa nostrana si costituirà .il prossimo articoletto mio al riguardo.
S. P.
difendersi e per attaccare. Efesini 6
lO-lS."
»
F. W. V.
Jkm vrailiÉ^FÌ
La vita è lotta e voi, particolarmente
voi, cari soldati, lo sapete; quante difficoltà bisogna continuamente superare,
quanti nemici bisogna continuamente
respingerei
‘ . E come per gli antichi Valdesi così
per Tanima nostra può essere questione
di vita o di morte, occorre quindi difendersi, resistere ad ogni costo; guai
||■'‘•■a chi fa perdita deH’anima sua!
A « la Brua » ecco il fatidico grido
che ancora una volta risuona come un
j richiamo: soldato Valdese la resistenza
vittoriosa è alla « Brua ». Sai tu qual’è
questo baluardo/ Esso è la fede; la fede alimentata dalla Parola di Dio e vivificata dalla preghiera. E per Giosuè
Gianavello stesso più delle rupi dei
nostri monti, quella era e doveva es
4’
Ho visto spiccare sulla divisa degli '
Alpini del Battaglione Val Pellice un -y
distintivo dì smalto con questo motto:
«A la Brua». Questa espessione che nel lì'
nostro dialetto significa: alla rupe, lu y
il grido di richiamo lanciato dal capi- j
tano Giosuè Gianavello nel momento
'.A
più critico della sua eroica difesa sulle ‘
alture di Rorà nella primavera del 1655.
L’esiguo gruppo dei montanari valdesi
dopo aver respinto i reiterati assalti del
nemico 50 volte più numeroso stava per
essere circondato e sopraffatto, quando
improvvisamente risuonò-" il richiamo
del Capitano: A la Brua cioè alla nostra rupe, al nostro baluardo, e fu dalla
« Brua » che una volta ancora fu possibile respìngere vittoriosamente- l’assalto.
Il grido di richiamo del prode capitano ^divenne grido di guerra per i Vaidesi chiamati a difendere in una lotta
ad oltranza una causa sacra.
I -tempi grazie a Dio sono mutati, eppure io vedo nelle attuali circostanze^
delle analogie che voglio menzionare.
Anche voi, cari soldati, siete stati chiamati a difendere in una lotta ad oltranza la causa della Patria e siamo sicuri che compirete tutto il vostro dover? con la stessa fedeltà, con la stessa
tenacia che furono la caratteristica dei
Valdesi in ogni tempo. Ma è sopratutto
nel campo spirituale ch’io voglio richiamare la vostra attenzione. S. Paolo
parla spesso della vita cristiana come
di una lotta ad oltranza, il cristiano è
un combattente che deve lottare per
JACOPO LOiBARDINI SETTIMA PUNTATA
11 forzato per la fede ■ /
Racconto Storico
Egli fu tentato di non rispondere
neppure all’accusa calunniosa, poi brevemente narrò al presidente del tribunale come si erano svolti i fatti, dicendo
di aver obbedito solo ad un sentimento
generoso dì umanità: il sentimento che
spinge ogni uomo alla difesa di un debole e di un oppresso.
Il Presidente ascoltava, attento: egli
era un cattolico convinto, quasi fanatico, ma il fanatismo non era riuscito
a spegnere del tutto il suo sentimento
di giustizia. Guardava quei poveri
montanari, ognuno dei quali era un
eroe, e sentiva confusamente che essi,
se avessero fissato i loro occhi sereni
nei suoi, l’avrebbero costretto ad abbassarli. Ognuno infatti nel contegno
dignitoso pur nei cenci di cui era coperto, nelle risposte a volta a volta
calme, sicure, energiche, era una coscienza: meglio, era un giudice.
Provava un vago bisogno di essere
indulgente, il presidente; ma vi si sarebbe opposto il vescovo, di cui un rappresentante, gesuita, assisteva al pro
cesso, pronto ad intervenire se le domande o l’azione dei giudici, avessero,
sia pure lontanamente, mostrato che
essi intendevano essere li veramente
per giudicare, e non solo per essere
supini esecutori degli ordini di Versailles, carnefici cioè in veste di giudici.
Carnefici: infatti in Francia, dopo la
revoca dell’Editto di Nantes, per i protestanti non vi erano più giudici, ma
uomini che, in parrucca e roboni da
giudice, mandavano alla forca e alla
galera chi fosse deciso ad adorare Dio
secondo la sua coscienza e non secondo
quella dei Gesuiti. confessori delle
amanti di Luigi XIV, al quale avevano
fatto credere di poter ottenere il perdono delle sue scostumatezze e dei suoi
scandali, pur continuandoli, col mostrarsi implacabile verso i Riformati.
Forca o galera: questi gli ordini ai
quali i giùdici obbedivano.
...E Giovanni Genre, coi suoi compagni, fu condannato alle galere, in perpetuità.
sere il vero balua^o la vera «Brua»,
.f " talché egli chiede ai suoi quest’altra
parola d’ordine e fece sentire quest’altro richiamo : ^
Nulla sia più forte della vostra fede!
Mi scriveva ultimamente un soldato
dal fronte: « Ogni sera prima di riposare mi apparto per innalzare al Padre
Celeste la mia preghiera e da Lui invocare forza ed aiuto. »
Quella è la « Brua » ; nella preghiera
è la resistenza vittoriosa. Cari soldati
ovunque vi troviate sui monti o nelle
pianure, sulle dune del deserto o sul
mare, ponete mente alla parola di richiamo, al motto vittorioso che non vogliamo scritto soltanto sui distintivi
di smalto o sui muri dei nostri musei,
ma' nel nostro cuore di Valdesi oggi e
sempre: « a la Brua ». A. Janavel.
Brevi considerazioni sulla preghiera
L.INTERCESSIONE DELLA CHIESA.
Siamo convinti che la Chiesa, veramente cristiana, è una Chiesa che intercede. Essa, infatti, è formata di cre^
denti che, per l’adozione ricevuta e
per lo Spirito Santo dimorante in loro,
possono e sanno intercedere. Il nostro
Signore Gesù Cristo ce ne diede l’esempio e Tordine. Gli Apostoli e tutti i veri
cristiani pregavano gli uni per gli altri
e per quelli «ch’erano sulla via della
salvezza».
Ma quest’ufficio dell’intercessione
dev’essere compiuto, oggi ancora, dalla
Chiesa nel suo insieme - oltre che dai
singoli credenti, separatamente - dalla
Chiesa riunita nel nome di Cristo, se è
vero che è animata da sincero amore
per il suo Signore e da profonda pietà
per le anime che si perdono. Ogni Chiesa evangelizzatrice poi - come vuole
essei;e anche la nostra - non può non
praticare continuamente l’intercessione.
Essa deve intercedere sia per l’evangelizzazione interna (Missione interna
e opera evangelistica nazionale) sia per
quella esterna (Opera missionaria nel
mondo).
Ogni opera evangelica ha le sue difficoltà, ma nessuno può negare che ne
incontrano di più quelle che stanno agii '
avamposti, sia in patria che fuori, nei
campi missionari.. Perciò la richiesta
di preghiere fatta da pastori che lavorano isolati, o da operai del Signore in
lontane Missioni, dovrebbe essere
accolta con reale simpatia da tutte ie
anime che hanno a cuore l’Opera di
Dio e che conoscono la forza della preghiera.
S. Paolo stesso, l’Apostolo delle genti, non si peritò di chiedere per sè, più
d’una vòlta, l’intercessione dei fratelli.
La Chiesa di Gerusalemme pregava
per S. Pietro che si trovava in carcere.
— lin missionario evangelico diceva,
ai membri della Chiesa da cui si partiva per recarsi nel campo delle Missioni, ch’egli andava a lavorar nelle
Missioni con la fiducia dei minatori che
scendono nella miniera. Come questi
si calano nelle profondità tenebrose
della terra, sorretti dalle corde dei
compagni che restano fuori; così egli si
recava negli avamposti missionari, sorretto - oltre che dalla fede nel soccorso
divino - dalle preghiere d’intercessione
di coloro che restavano in patria, dai
componenti della Chiesa. Come, spezzandosi quelle corde, i minatori potevano soffrire gravi danni o anche restar in fondo al pozzo vittime della trascuratezza dei compagni; così se cessasse per un momento la -preghiera
d’intercessione della Chiesa, le Missioni
- uomini e opere - ne riceverebbero
grave danno. - Quel missionario conosceva la potenza della preghiera - d’intercessione della Chiesa.
Se Lutero a ragione poteva dire che
le preghiere della Chiesa reggono il
mondo, a maggior ragione possiamo affermare ch’esse sostengono l’opera evangelizzatrice interna ed estera. Nel
mondo spirituale, invero, tutto è retto
e spinto avanti dalla preghiera della
VI.
La catena, l’orribile mezzo di far
viaggiare i condannati, percorreva lentamente le vie della Francia, diretto a
Tolone. La nostra mente può, ora, appena concepire tanta crudeltà, insieme
bestiale e raffinata di tormento e di degradazione per creature umane.
I Valdesi, qualche tempo dopo la
condanna, tempo passato in prigioni
tanto orribili da far desiderare di uscirne al più presto, sia pure per andare
alla catena, furono legati nel modo
seguente:
Un collare di ferro, alto e tagliente,
fu stretto e chiuso intorno al loro colio;
da un lato esso aveva un anello al quale
era saldata una Catena di poco più di
un braccio di lunghezza, che, dall’altro
capo era saldata ad un altro collare:
due condannati erano cosi legati gomito
a gomito; a metà di questa catena ne
passava un’altra, più pesante, che scorreva perpendicolarm,ente alla prima e
univa tutte le copie che formavano la
catena.
Questa veniva cosi ad assumere l’aspetto di un’enorme scolopendra che
avanzava lentamente sotto le intemperie, mentre i colpi degli aguzzini piovevano sulle spalle seminude dei disgraziati. Ogni movimento doveva essere
fatto in perfetto accordo da tutta la
catena, perchè altrimenti i collari, bruscamente scossi dal movimento anche
di un solo condannato, davano un tal
colpo al collo ed alla nuca da causare
persino ferite. Quelle brusche scosse
erano numerose, perchè era quasi im
possibile ottenere sincronia perfetta di
movimenti da gente tanto diversa per
età e per forze: giovani, quasi ragazzi
ancora ed uomini sul confine della vecchiaia; ammalati che si trascinavano a
stento, e altri relativamente sani che
senza accorgersene allungavano un pò
il passo lentissimo.
Peggio era quando qualcuno, per debolezza o sotto i colpi di frusta degli aguzzini, cadevano di schianto : allora i
collari ricevevano un tal colpo che
sembrava che la testa dovesse staccarsi;
tutta la catena era costretta a curvarsi
sin quasi a toccare terra con le fronti,
finché il caduto, sotto i colpi di frusta
non avesse trovato la forza di rialzarsi.
Ma qualche volta non si rialzava più:
era morto.
, Allora il suo collare veniva spezzato
a colpi dì martello ed il cadavere veniva trascinato da un lato della strada,
in attesa che qualcuno lo seppellisse o
lo gettasse in un fosso, come una carogna, e la catena riprendeva la marcia.
La sera, in qualche villaggio, veniva
fatta entrare in una stalla, dove, come
al solitp, nessuno si curava di far stendere un po* di paglia pulita sulla lettiera ùmida ed immonda delle bestie;
ad un comando ognuno doveva lasciarsi
cadere giù, dove capitava, e restava immobile per tutta la notte, perchè ogni
movimento avrebbe causato al compagno gravi tormenti e avrebbe fatto sanguinare le piaghe che intorno al collo
aveva causato l’orribile anello.
(Continua).
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3
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L’ECO DELLE VALU VALDESI
fede; se questa venisse a mancare la •
Chiesa perderebbe la sua energia propulsoria e quindi la sua forza evangelizzatrice. ■ i ■
E nói, fratelli e sorelle, cosa abbiamo
fatto sinora, pur avendo diverse esortazioni a questo riguardo? (1 Tessal. 5:
17 e 25; Efes. 6; 18-19; ecc.). Qual è
stata la nostra collaborazione nella intercessione della Chiesa? Quante volte
non abbiamo abbandonato le corde
che avevamo afferrato con entusiasmo
(preghiera per questa o per quell’opera) ? E poi ci meravigliano gli scarsi
risultati! - La guerra contro l’empietà
degli uomini e contro le tenebre del
mondo richiede la collaborazione di
tutti i credenti. Tutta la Chiesa dev’esser mobilitata: gli uni lotteranno a
corpo a corpo nelle trincee e negli avamposti, e gli altri nelle retrovie in
ginocchio, in preghiera d’intercessione.
L. N.
J1 Corriere detta piaconessa
Mercoledì 21 maggio la Commissione
della Casa Valdese delle Diaconesse si
è riunita nella sede della Casa Madre
per la consacrazione, in forma privata,
di Suor Italia Rostan, ciirettrice dell’Asilo dei vecchi di Luserna S. Giovanni.
Erano presenti, il Moderatore, Prof.
Comba, e gli altri membri della Commissione, il Vice Moderatore Sig. Luigi
Marauda, i Pastori Giulio Tron, Lorenzo Rivoira e alcuni altri pochi invitati.
Il Direttore della Casa ha presieduto
la commovente cerimonia, nel corso
' della quale ha ricordato, e brevemente
commentato, le parole del Salmista,
che cosi bene illustrano il ministero
della diaconessa fedele: « Beati quelli
che hanno in te la loro forza, che hanno il cuore alle vie del Santuario!
Quando attraversano la valle di Bacca,
essi la trasformarono in luogo di fonti,
e la pioggia d’autunno la copre di benedizione» (Salmo 84: 5-6).
In seguito la Commissione ha svolto il
preanunziato ordine del giorno, e tra le
importanti decisioni prese, ricordiamo fin d’ora quella di aver, a»Dio piacendo, a Torre Pellice nel pomeriggio
di Domenica 24 Agosto, un culto solenne per- la consacrazione di tre suore.
Si è pure discusso a lungo della necessità in cui l’opera si trova di avere
una sede adeguata, sia come luogo di
riposo per le suore che per la preparazione delle novizie. Ma per la difficoltà dei tempi non si vede ancora nessuna chiara soluzione di un problema
quattro volte decennale.
Offerte ricevute con riconoscenza a
favore della Casa Valdese delle Diaconesse. Signore e Signori: In memoria del Pastore Arturo Muston, i figli,
L. 500 - Id., Cabella cav. Antonio e Signora, 25 - Id., Rostan Ermanno e Si-,
gnora, 50 - Id. Bertolè Lodovica, 25 Hilficker Tecla, Torino, 100 - Augusta
Malan Peyrot, Id., 100 - Fuhrmann
Giuseppe, Id., 250 - Hubacher Ida, Id.,
5 - Coniugi Boldrini, Id., 50 - Bessone
Mariuccia, Id., 20 - Cicchino Vittoria,
Id., 30 - Gay Letizia, Id., 15 - Miani
Casilde vedova Vola, Id., 15 - Del Podio Giuseppina, Id., 5 - Otto L’Eplattenier„ Id., 20 - Prof. Arnaldo Malan,
Id., 200 - Gasparini Luisa, Id., in riconoscenza per Suor Lidia Pasquet, 10 Mario Vay, Id., 50 - Costabel Giuditta,
Torre Pellice, 10 - Maggiore C., Id., 20
- N. N., Id., in memoria di Aldo Belotti, 100 - Rostan Berta, Id., 50 - Comba
Adolfo, Id., 50 - dalla Ida, id., in memoria della sig.na Peyrot Zurcker, 20
- Comm. Federico Margaria e Signora,
Id., 25 - Coisson Nisbet, Id., 20 - Coisson Emilia, Id., 10 - Gay Durando Carolina, Id., 15 - Prof. Edoardo Longo,
Id., 15 - In memoria di “Vittorina Costabel, i nipoti, Id., 50 - Schindler Clotilde, Id., 25 - In memoria della sig.na
Ethel dalla, il fratello Ettore, Id., 50 Id., la cugina Maddalena Revel, 5 Buffa Cesarina, Angrogna, 20 - Unione delle Madri, Id., 30 - Rivoire Luisa,
Id., in memoria di suo marito, 50 , Coisson Stefano, Id., 5 - Comba Arnaldo, Id., 10 - M. L. P., Torre Pellice,
20 - Clara Gardiol Frache, Id., 25 Bounous Susanna, ■ Id., 5 - Unione delle Madri, Luserna S. G„ 50 - Susanna
Fenouil, Id., 10 - Caterina Bastie, Td.,
20 -. Clementina Fenouil, Id., 50 - Adele Rosati, Id., 15 - Marta Bounous,
Id., 10 - Tron Enrico, Id., 50 - Una
vecchia Sangianina, amica delle Suore, 1000 - Coisson Guido, Angrogna, 6
- Prof. Bruno Revel, Milano, 15
dervis Laura, Id., 20 - Andreae Giovanni, Id., 20 - Mariangiola Marzio
Coucourde, Id., 25 - Barzaghi Alina,
Id., 20 - Parboni Goffredo, Roma, 10
- Chiesa Valdese, Piazza Cavour, Id.,
200 - Mancini Giorgina, Id., in memoria del padre, 10 - Favellini Angelo,
Firenze, 10 - Cavazzuti Gaspare, Id.,
5 - Ribet Maria, Id., 10 - Comm. C. A.
Corredini, in memoria della madre N.
D. Carolina Tobler vedova Corredini,
Id., 100 - Santacroce ing. Renato, Roma, 50 - Vicentini cav. Ercole, Id.,, 5 Lidia Baer, Verona, 10 - De Ruepprecht Amalia, Id., 30 - Bouchard Davide,
S. Germano Chisone, 5 - Società di Cucito, Id., 50 - Chiesa Valdese, Id., 100 Anna Maria Platania Volpe, Catania,
25 - Chiesa Valdese, Id., 120,30 - S.
A., Id., 2 - Cav. Salvatore Impalà, Acireale, 10 - Salvarani Maddalena, Rorà,
10 - Geymonat Elena, Bobbio Pellice,
10 - Bertalot Enrichetta e Maria, Pomaretto, 20 - Pastre Augusto e Regina,
Id., 20 - Rostaing Cesare, Id., 10 - Pons
Adele, Id., 10 - Bianca Pavoni, Pomigliano idi’Arco, in memoria della sorella Clelia, 20 - Servettaz Sofia, Savona, 1000 - Schaeffer Rodolfo, Pìossasco, 30 - Pontet Attilia, Lecco, lo Pons Giovanni, Apuania, 10 - Ing.
Massimiliano Eynard, Spoleto, 10 - Ayassot Ester vedova Revel, Grottaferrata, 20 - Gardiol Emm.a, Genova ]Mervi, 100 - Giuni Ernesto, Voghera, 20 Dott. Stanislao Rocchi, Como, 20 - Col.
Roberto Allio, A. O. I., 25 - Baldoni
Sofia, Falconara Marittima, 20 - Adamo Abbèna, Terrazza Piemonte, 20 Cavazzani Erica Gardiol, Asiago, 10 Matilde Gay, Villar Pellice, in memoria di Paolo Gay,'20 - Id., in memoria
di un’amica, 5 - Id., in memoria della
sig.ra P. Romano, 5 - Elisa Fehr, Livorno, in memoria della cara sorella
Sofia Parodi Fehr, 100 - Déborah Rutelli, Palermo, 50 - N. N., Forano Sabino, 200 - Travers Elsa e Vittorio,
Bolzano, 25 - Bonino, Sofia, . Messina,
50 - Angela E. Dreher, Malnate, 100 Alberto Fuhrmann, Zurigo, 45 - Malan Ercone Rina, Pomaro Monferrato,
5 - Lageard Lida vedova Coisson, Inverso Pinasca, 10 - Maria Cardon, insegnante, S. Secondo, riconoscente e ricordando, 20 - Avv. Ernesto Errerà,
Bologna, 20 ,-i Prof. Alberto Rostan,
Bergamo, 10 - Chiesa Valdese, Id., 100
- Rostain Enrico, Genova, 10 - Coisson
Alice, S. Secondo di Pinerolo, 10.
I doni sono ricevuti con riconoscenza dal direttore della Casa: Pastore
Roberto Nishet - Torre Pellice (Torino)
- Conto corrente postale N. 2-19254.
SROÌWCfl V/1LDE5E
LUSERNA SAN GIOVANNI. Col
concorso di numerosi parenti e conoscenti, ha avuto luogo Venerdì 29 maggio il funerale del nostro fratello Sig.
Alessandro Albarin, deceduto agli Albarin, in età di 69 anni.
Ai figli provati da questo doloroso
lutto ed ai parenti tutti l’espressione
della nostra profonda simpatia cristiana.
MASSELLO. Sabato, 31 Maggio, si sono uniti in matrimonio Tron Aldo, della
Villa di Rodoretto con Pons Yvonne,
del Chabers.
il .cwil#€» «li faiani^liai
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedì Lettura: Salmo LSTi l-6„
9 Giugno 138-Ezech.9.
Umiliatevi dunque sotto la. potente
mano di Dio, affinchè Egli v’innalzi a
• suo tempo. 1 Pia 5: 6
O voi tutti che passate per la prova,
sappiate ch’essa non vi avviene senza
la volontà di Dio. - Sapere, che anche
le prove ci vengono da Dia è un gran
conforto: allora sappiamo di non essere
in balia di un destino cièco. S’Egli ci
manda la prova, vuol dire ch’Egli ha
qualche lezione da insegnarci, per , il
nostro vero bene, per il nostro progresso spirituale. Egli infatti ha cura sia
della nostra vita fisica che di quella
spirituale.
Perciò umiliamoci sotto^ quella mano
che s’aggrava su di noi, forse, per insegnarci a piegare le ginocchia, a pregare.
Poi, a suo tempo, quando Egli avrà
visto i frutti della prova in noi,
con .quella stessa potente mano poi.
Egli ci rialzerà e ci condurrà, con amore, senza mai abbandonarci, verso la
metà sicura, e alla fine ci innalzerà sino
alla soglia del Suo Regno eterno.
1-6-
Martedì Lettura: Rom. 15:
10 Giugno Ezech. 10: 1-8.
grazie siano rese a Dio che semPtèì'ci conduce in trionfo in Cristo, e
che per mezzo nostro spande da per
tutto il profumo della Sua conoscenza ».
2 Cor. 2: 14.
Dio ci conduce sempre in trionfo,
concedendoci vittorie su vittorie. Egli ci
dà la vittoria sul peccato mediante il
sangue della croce di Cristo; ci dà la
vittoria sul mondo mediante la fede che
ci unisce al Cristo trionfante sul mondo; ci dà la vittoria sulla morte mediante la risurrezione di Cristo.
Dio così per nostro mezzo spande da
per tutto il profumo della Sua conoscenza. Non tanto per mezzo dei nostri
discorsi, quanto per mezzo del profumo
della santità di coloro che si chiamano
Suoi: coloro che credono di cuore al Signor Gesù Cristo, e che confessano, con
la parola e con la vita. Colui che li ha
am.ati.
Sei tu di quelli che emanano un profumo di santità che fa conoscere - anzi
fa sentire - la pòtenza della grazia di
Dio rivelata in Cristo ?
Mercoledì Lettura: Rom. 15: 7-13 11 Giugno Ezech. 9: 22.
Fratelli miei, considerate come argomento di completa allegrezza le pròve
svariate in cui venite a trovarvi, sapendo che la prova della vostra fede
produce costanza. S. Giac. 1: 2-3.
Le prove svariate son da noi spesso
considerate con dolore, quasi fossero un
castigo di Dio. Ci sembra dunque sconvolgente il consiglio di S. Giacomo,
ch’esse devono essere per noi argomento di allegrezza. - Come e perchè ?
- Per i loro frutti.
Ogni prova che ci sopraggiunge è - in
ultima analisi - una prova della nostra
fede. Ma essa fede nella prova può diventare più forte. Esponete un buon
pugno di erba secca accesa fuori, al
vento, essa arderà di più. La prova della nostra fede produrrà in noi la costanza, la perseveranza, la pazienza, quello
spirito calmo e sereno che fa tanto bene
con la sua muta testimonianza.
Giovedì Lettura: Rom. 15: 14-21 12 Giugno Ezech. 11: 1-13.
Che se alcuno di voi manca di sapienza, la chieggo a Dio che dona a tutti
liberamente senza rinfacciare, e gli sarà donata. S. Giac. 1: 5.
E chi non manca di sapienza? Quante
volte rendiamo cattiva testimonianza
della nostra fede, perchè ci manca
appunto la vera sapienza, quella celes
Agli sposi felici, che si stabiliscono a
Rodoretto, i numerosi amici augurano
una vita coniugale lunga e benedetta,
al servizio di Dio.
— Per tramite del Segretario Federale, è pervenuta alla famiglia di Pons
Benoni, del Sarei, dal Com,andante il
6° Settore di Copertura Artiglieria G.
A. F., notizia che il figlio Giosuè s^ è
meritato un «encomio solenne» durante
le operazioni del giugno scorso, sul fronte occidentale.
Ci compiacciamo col nostro fratello e
con tutta la sua famiglia per la notizia
ottenuta, sensibili come siamo sempre
innanzi al leale riconoscimento delle
virtù m,orali dei nostri soldati.
te, descritta in questa stessa epistola
(cap. 3: vers. 17). ,
Ma consoliamoci, noi possiamo averla. Ciò non d:ipende dal nostro studio o
dal nostro sforzo. Occorre solo che
umilmente, doè riconoscendocene interamente privi, noi chiediamo al Padre
celeste di concedercela.
Ed Egli, sempre pronto a raccogliere
gli aneliti e i gridi sinceri dei Suoi figli,
ci ascolterà e ci esaudirà. Egli, infatti,
dona liberamente a tutti - quindi anche
a te ed a me - senza rinfacciare quel che
dà, com,e spesso fanno gli uomini.
Venerdì Lettura: Rom. 15: 22-3^: 13 G ugno Ezech. 11: 14-25.
Del resto, fratelli, rallegratevi, urocacciate la perfezione, siate consolati,
abbiate un medesimo sentimento, vivete in pace;.e l’Iddio dell’amore e della
pace sarà con voi. 2 Cor. 13:-11..
Ecco un programma tracciato in un
solo versetto.
1) « Rallegratevi ». L’Apostolo scriveva altrove (Filipp. 4: 4): «Rallegratevi
del continuo nel Signore». Per colui
che crede in Cristo la gioia è un privilegio e un dovere.
2) « Procacciate la perfezione » Cioè
santificatevi, andando verso la perfezione che è in Gesù Cristo. Anche se non
. potete raggiungerla, camminate sempre verso di essa.
3) «Siate consolati», nutrendovi delle
divine promesse e mantenendo viva in
voi la speranza cristiana. Solo chi crede
in Cristo e ha in sè lo Spirito Santo sarà
consolato. , ,|
4) «Abbiate un medesimo sentimento». Dobbiamo aver lo stesso sentimento nelle cose fondamentali della fede,
anche se ci sia diversità nelle cose secondarie.
5) «Vivete in pace». Un regno diviso
non può durare. La Chiesa di Cristo
non dev' essere divisa da guerre interne.
Senza la pace interna potrebbe essa predicare ancora il Principe della Pace ?
Sabato Lettura: Rom. 16: 1-16 14 Giugno Deut. 6: 4-13.
Affinchè la prova della vostra fede,
molto più preziosa dell’oro che perisce,
e che pure è provato col fuoco, risulti
a vostra lode, gloria ed onore alla rivelazione di Gesù Cristo; il Quale, benché non_ l’abbiate veduto, voi amate;
nel Quale credendo, benché ora non Lo
vediate, voi gioite d’un allegrezza ineffabile e gloriosa.
1 Pie. 1: 7-8.
- Che cos’è questa «rivelazione di Gesù Cristo?» - E’ la beata speranza della
Parusia, cioè del reale ritorno di Gesù
Cristo in questo mondo peccatore e perduto. Egli verrà - solo il Padre sa quando - circondato dai Suoi angeli, con potenza e gloria, a rapire la sua Chiesa fedele.
La Chiesa ora - date le attuali contingenze -torna volentieri ad ascoltare il
messaggio divino contenuto nell’Apocalisse e sta imparando di nuovo la sua
antica preghiera: «Amen! Vieni, Signor
Gesù!» (Apocal. 22: 20).
Noi che. L’amiamo e aspettiamo la
Sua venuta Lo vedremo, e per poter
star con Lui saremo trasformati, saremo fatti simili a Lui. In questa speranza, intanto, noi gioiamo di un’allegrezza
ineffabile e gloriosa, anche se siamo
nella prova del fuoco, prova però che
- superata - ci ridonderà a gloria e onore in quel giorno. Questa speranza, o
fratello è anche la tua? L. N.
Domenica 16 Giugno
Leggere la meditazione in prima pagina.
PRAROSTINO. ir vecchio Tempio di
Roccapiatta ha riaperto i suoi battenti,
il 18 Maggio, per il primo culto della
stagione estiva, culto reso particolarmente solenne dalla celebrazione della
S. Cena e dalla partecipazione della corale.
— Abbiamo avuto, in questi ultimi
tempi, alcune visite molto gradite: l’Unione Giovanile del Cairus di Bobbio
Pellice, la gioventù di Torre Pellice e
S. Giovanni, l’Unione delle Madri di S,
Secondo ed, infine a Pentecoste, hanno
trascorso con noi la giornata le bimbe
deirOrfanotrofio di Torre Pellice che
hanno cantato un inno al culto ed hanno notevolmente' arricchito il nostro
4
i.’Qco ziauja suuu váldisi
sr?
fe':
progranuna della riunione di chiusura
dell’Unione delle Madri. Felicitiamo ì
nostri parrocchiani per le copiose offerte in natura e in denaro a favore di
quella nostra benefica istituzione.
gita dei bimbi della Scuola domenicale si è effettuata, il 23 maggio,
alla Vaccera.= Buona giornata di svago,
non ostante condizioni metereologiche
avverse.
— La nostra tradizionale vendita del
giorno dell’Ascensione, favorita da un
tempo magnifico, ha richiamato molti
visitatori, e, quel che più conta, l’incasso è stato superiore ad ogni nostra
aspettativa.
— Nella sua riunione del 1° giugno,
l’Assemblea di. Chiesa ha nominato
quale deputato al Sinodo l’anziano sig.
Emanuele Fomeron, e quali deputati
alla Conferenza Distrettuale i sigg.
Forneron Emanuele, Paschetto Luigi e
Rivoire Luigi.
— Battesimi: Bert Oriana di Umberto e di Revel Delia (S. Bartolomeo);
Fomeron Chiara di Emanuele e Bertalot Cecilia (S. Bartolomeo).
— Mafrimom: GardioI Guido Ferruccio (Gay) e Oliva Adele (Gay); Paschetto Giulio Filippo (Ciabot) e Fornerone
Irene Lidia (Molere). Formuliamo i migliori auguri per queste nuove famiglie.
— Funerale: Il 22 maggio è deceduta
alla Liudera, Apondet Cesarina nata
Fomeron. Alla numerosa famiglia afflitta esprimiamo la nostra simpatia.
TORRE PELLICE. Iddio ha richiamato da questo mondo il sig. Enrico
Giovanni Armand-Hugon, degli Hugon. Questa chiamata fu quasi repentina come ne abbiamo avute parecchie
in queste ultime settimane. Egli aveva
77 anni. Esprimiamo alla vedova ed ai
figli la nostra viva simpatia cristiana.
— Collegio Valdese. Elenco dei candidati ammessi nella sessione estiva di
esami dell’anno scolastico 1940-41 alla
Prima classe della Scuola Media.
Avondet Eric; Bertin Umberto; Bonifetto Carla; Cairus Ada; Cantamessa Rosina; Chauvie Franco; Comba Terenzio; Costabel Bruno; Croce ¡Anna
Maria; Decanale Andrea; Dotta Bruno;
Duhcchio Piergiorgio; Eynard Sergio;
Ferregutti Francesco; Filjppone Giuliana; GaUia Maria;' Gay LUliana;
Germano Samuele; Getterò Fanny;
Hugon Germana; Long Alda; Merlo
Luigia; Michialino Marco; Monti Giorgio; Nisbet Giorgio; Pasqualetti Giuliana; Pellegrini Elio; Penna Luciano;
Peyrot Alberto; Pons Franco; Pontet
Nella; Revello Elvira; Rostan Liliana;
Sannini Adriana; Tornassi Ermanno;
Toum Alder; Trossarelli Lidia; Viglielmo Elda; Viglielmo Liliana.
VILLAR PELLICE. Dipartenza. Giovedì 29 maggio, in casa della propria figiluola sig.ra Ida Dalmas,. al Teynaud, è
deceduto, dopo pochi giorni di malattia, in età di 71 anno, il nostro fratello
Giuseppe Gönnet fu Giuseppe, del Bessè.
A coloro che rimangono e particolarmente ai 7 figli del nostro amico ed alle
loro famiglie rinnoviamo repressione
della nostra simpatia cristiana.
— Celebrazione di Pentecoste. —
Siamo stati lieti di avere con
noi, in questa occasione, insieme ad altri cari nostri soldati, alcuni valorosi reduci dal fronte greco.
Il culto è stato rallegrato pure dall’esecuzione di un bel coro da parte della nostra Corale
— L’Assemblea dì Chiesa è convocata
per domenica prossima 8 corr., dopo
il culto, per procedere alla nomina dei
delegati della Chiesa alla conferenza di
Distretto e al Sinodo. j.
PERSONAUA
Un ex alunno del nostro Liceo-Ginnasio, Leo Bellion, ha brillantemente terminato i suoi studi, in Medicina e Chirurgia, presso la Regia Università di Torino conseguendo la laurea a pieni voti
assoluti con lode e dignità di stampa.
Al giovane studioso le nostre felicitazioni ed i nostri migliori auguri di successo e intime soddisfazioni.
RINGRAZIAMENTO
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Le operaie valdesi di S. Germano
Chisone ringraziano il loro principale,
sig. Widemànn per la gentile offerta in
denaro fatta ad ogni operaia.
31 Maggio 1941-XIX.
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Indirizzi di ChinM Vaidnsi
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Cand. TheoL
Edoardo Aime.
Bobbio Penice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico ’Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Proli — Pastore : Arnaldo Genre (incaricato).
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.Rord — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore ; Giulio Tron.
vaiar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer.
Abbazia — « Ciùesa di Cristo » - Culto
ore 16 — Pastore : Carlo Gay, da
Fiume.
Aosta — Chiesa; Via XXIII Marzo, 1
— Pastore : Vittorio Subilia.
Barga — Chiesa Valdese (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese — Pastore : A.
Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vittorio
Emanuele, 4 — Pastore : Mariano^
Moreschini - Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella —i Chiesa : Piazza Funicolare Culto la 1®, 3®, 5® Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chiesa ai Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide Pons Piani di Vallecrosia (Imperia).
Borrello — Chiesa Valdese (da Carunchio).
Brescia — Chiesa : Vìa dei Mille, 4 —
Pastore : Davide Forneron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdese : Via Congregàéionè (da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa : Via B. Gaetani, 50 (da Riesi).
Campobassò — Chiesa Valdese - Pastore: P. V. Panasela - Via Gianleonardo Palombo, 8.
Carema — (da Ivrea) - 2® Domenica.
Carunchio — Chiesa Valdese — Pastore:
Liborio Naso.
Castelevenere — Chiesa Valdese (da.
Napoli).
Catania — Chiesa : Via Naumachìa, 20’
— Pastore,: Teodoro Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa Valdese (da Or
sara).
Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 — Pastore : Carlo Lupo - Via T. Grossi, 17.
Coazze — Chiesa Valdese — Pastore :
Francesco Lo Bue!
Corato — Chiesa Valdese : Corso Mazzini, 27 (da Bari).
Cormaiore — Chiesa Valdese — Pastore ; Vittorio Subilia.
Felonica Po — Chiesa Valdese — Pastore : Lami Coi'sson.
Firenze — Chiesa : Via dei Serragli, 49
— Pastore ; Emilio Corsani, ivi —
Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore:
Tullio Vinay, ivi.
Fiume — Chiesa: Via Pascoli, 6 e 8
(Culto ore 10) — Pastore : Carlo Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Forano Sabino (Rieti) — Chiesa Valdese — Pastore : Enrico Pascal.
Genoua — Chiesa : Via Assarotti —
— Pastore : Francesco Peyronel Via Curtatone, 2.
Grottaglie — Chiesa Valdese (da 'Barante).
Grotte (Agrigento) — Chiesa Valdese-r
(da Riesi).