1
f V V •
•*é*
*1*
Bibliotscà Yalisss
’Í ■: r .
(Torlao) _ TonSa fELLIOS
Quindicina!c
delia Chiesa Valdese
DELLE VALLI VALDESI
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
•i:
Anno LXXXm — Num. 2 tina copia L. 20 ( JEco: L. 600 per l’interno Eco e La Luce; L. ;1000 per l’interno | Spediz. ahh. postale II Grappo ABBONAMENTI \ 1000 per resterò j 1600 per Testerò j Cambio d'indirizzo Lire 30, TORRE RELUCE, 16 Gennaio 1953 Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-175-47
Crescere spirìtualménte
“...seguitando verità in carità, noi cresciamo in ogni cosa...i, .•»
L’Apostolo scrive a dei Cristiani
che lianno ricevuto le grandi e preziose promesse del Vangelo; e, dopo
aver loro ricordato quanto hanno ricevuto ed averli esortati a camminare in maniera degna della loro vocazione, egli ricorda loro quello che
Cristo ha fatto per tutti, « affinchè
Il non siamo più dei bambini..., ma
Il che, seguitando verità in carità,
a noi cresciamo in ogni cosa verso
« Colui che è il capo cioè Cristo ».
L'esortazione apostolica ci ricorda che il crescere è legge universale.
Come per la vita del corpo e dell’iatelletto, così per la vita dello spirito, lo sviluppo è condizione di vita;
per il credente, come per il bambino, il crescere è tutto; e, siccome il
credente non raggiunge quaggiù l’età matura, il crescere rimane fino
alla fine il suo grande compito, s’egli non vuole spiritualmente morire.
★
La norma della crescenza spirituale è, secondo San Paolo, la verità quale trovasi nelle Sacre Scritture, la verità quale sola regola di fede e di condotta. Senza la verità infatti la pietà anziché progredire e
perfezionarsi, si corrojnpe e cade
* negli'errori püuT fimesti. Questo vale
tanto per gli individui quanto per
le collettività, quali sarebbero, per
esempio, le chiese. Ci sono tante
tentazioni anche dal punto di vista
dottrinale, tanti punti interrogativi
ai quali l’uomo non può rispondere
se si affida soltanto alle luci del suo
intelletto ! Ci sono tante cose che
uno crede di sapere e che invece ignora, tante verità d’ordine morale
e religioso che sembrano facili, comprensive, e che, una volta che le abbiamo studiate a fondo, approfondite, ci si presentano sotto un nuovo
aspetto! La via che pareva dapprima luminosamente tracciata, eccola
invece cosparsa di punti oscuri, piena di incertezze e di difficoltà. Di
qui la necessità di « seguitare verità
in carità-», non limitandoci ad una
conoscenza teorica, nè perdendoci
nello studio di futilità vane ed oziose; ma ricercando la sapienza che
proviene da Dio e che si acquista
con la meditazione, paragonando
gli esempi che la Scrittura ci offre
con le nostre proprie esperienze ed
ubbidendo alla volontà del Signore.
★
Ma perchè la verità rechi crescenza vera nella vita spirituale è necessario che il movente di essa ed il
clima in cui si svolge sia, come lo
afferma il nostro testo, la carità;
quella carità che è fiamma che tutto
riscalda, che è vapore che tutto muove, che è virtù che tutto anima.
Senza la carità a che serve la conoscenza? « Quand’io parlassi le
« lingue degli uomini e degli angeli,
; se non ho cariti’ divento un rame
'( risonante o uno squillante cemba« lo. E quando avessi il dono di pro■I fezia e conoscessi tutti i misteri
•t della scienza... se non ho canta
« non sono nulla ».
La carità è più che l’amor fraterno che si limita alla cerchia dei famigliari, degli amici e dei fratelli in
fede; essa non è un vacuo sentimentalismo umanitario, ma una simpatia, un affetto sincero e sentito per
tutti coloro che, come noi, sono fatti ad immagine del Creatore e specialmente per chiunque sospira e
geme perchè soffre materialmente o
moralmente. La carità che, seguendo l’esempio del Maestro il quale
andava di luogo in luogo facendo del
bene, recando conforto ai travagliati
ed aggravati, va in cerca di tutto ciò
che è perduto senza distinzione di
classe, di nazionalità o di razza, per
rintracciare ogni anima e trarla a
salvamento, la carità che, spezzando, come il Cristo, le catene del legalismo farisaico, va incóntro al
peccatore od alla peccatrice che tut. ti condannano ed, aliena dalle umane consuetudini, non disdegna di
abbassarsi per curare le piaghe del
prossimo, caduto in mano di briganti, cotesta carità costituisce l’atmosfera nella quale soltanto la vita
dello spirito si può veramente e
completamente sviluppare, rinnovata dallo Spirito di Dio. Come per le
piante e per gli animali quello che
spesso più conta è il clima, così è
per l’anima; il clima necessario al
suo sviluppo è la carità, quella carità che « non cerca il proprio interesse, non sHnasprisce, non sospetta
il male, non gode dell’ingiustizia,
ma gioisce della verità »; quella carità che « soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta
ogni cosa ».
Colui che « segue verità in carità » crésce « in ogiB-«èMis^ sale cioè
l’uno dopo l’altro i gradini di quella scala dei valori spirituali cui allude l’apostolo Pietro con queste
parole: « ...aggiungete alla fede vostra la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza la continenza;
alla continenza la pazienza;- alla pazienza la pietà; alla pietà l’amor
fraterno e all’amor fraterno la carità ». Ogni gradino di questa aurea
scala che il credente deve salire è la
preparazione adeguata a quello che
viene dopo, e cot<^ta scala ci dà la
misura della graduale crescenza del
credente, il quale i^eve crescere nella fede che e fon.ì.l^ento e movente
delie azioni, nella ^rtù che dà valore e forza nella lol^ contro il male,
nella conoscenza che rischiara il
cammino che dobbiamo percorrere,
nella continenza cte ci mantiene
sulla buona via, nolla pietà che vivifica ed alimenta l’anima, nell’amor
fraterno che tra di loro tiene uniti i
credenti, nella carità che splende là
dove si posano le hesnedizioni attinte alla sorgente di Colui che personifica la carità. f
Purtroppo vi delle anime
che non sanno che c^a sia CRESCERE SPIRITUALMÉfiTE; anime che
rimangono stazionarie, sempre al
medesimo posto; Séno state battezzate, confermate, immesse alla Mensa del Signore ; hanno forse delle conoscenze bibliche. *tìei doni intellettuali brillanti per-cui il mondo le
ammira; ma non nanno tatto un solo passo innanzi nella via della crescenza spirituale. Coteste anime dimenticano che VI tó nel dominio morale come in queljiq fisico la legge
Membri dei Concistori deiie Chiese delle Valli al convegno di Pomarcfto
Sabato o Domenica ?
della
crescenza:
che
chi non si sviluppa intristisce e muore; dimenticano quello che .San Pietro dice: « Gettando lungi da voi
ogni malizia e ogni frode e le ipocrisie e le invidie, ed ogni sorta di
maldicenze, come bambini pur ora
nati, appetite il auro latte spirituale, onde per esso CRESCIATE PER
LA SALVEZZA!».
Davide Pons
Dal culto Radio Trieste del 7 dicembre
u. s. in risposta ad alcune domande degli ascoltatori, stralciamo la seguente risposta che ci pare di attualità e che è dovuta alla penna del Post. G. Girardet.
Anche questa trasmissione sarà dedicata
alle risposte; le- domande giunte da molti
ascoltatori offrono l’occasione per parlare
fra noi di questioni sulle quali non avviene
di soffermarsi nel corso delle normali meditazioni e spiegazioni delUEvangelo.
Anzitutto, vorrei rispondere a un caro
fratello di Trieste che mi chiede qualche
chiarimento sulla osservanza del sabato. E
cioè, perchè la chiesa cristiana non osserva
il sabato^ dato che il quarto comandamento, tradotto letteralmente, suona così; «ricordati del giorno del sabato per santificarlo?»
Potrei rispondere semplicemente che xa
chiesa cristiana non osserva il sabato perchè fin dai tempi apostolici essa non ha
osservato nessuna delle festività ebraiche,
e neppure le distinzioni dei cibi e la circoncisione, benché tutte queste cose siano
FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
Alla fine di ottobre la Facoltà ha
riaperto le sue porte per la sessione
autunnale di esami che ha avuto
luogo nei giorni 30 e 31 ottobre.
Il 1 novembre nell’Aula Magna
si è aperto il 98° anno accademico;
la seduta inaugurale ba avuto inizio con un breve culto presieduto
dal Moderatore della Chiesa Valdese, pastore A. Deodato, a cui hanno
fatto seguito i messaggi del Presi
dente della Chiesa Metodista, pasto
re E. Sbaffi e del Segretario dell’O
pera Battista, Pastore M. Ronchi
Prendeva quindi la parola il Prof
V, Vinay, incaricato della prolusio
ne, che aveva come tema; Ernesto
Buonaiuti e la riforma lutercma.
Con acuta indagine il Prof. Vinay
ha esposto le ragioni per cui Buonaiuti, nonostante il suo onesto sforzo di obbiettività, non riuscì ad intendere il messaggio di Lutero. L’oratore ba individuato tali ragioni
essenzialmente nel concetto di rivelazione evoluzionistico - immanentista (tipico del modernismo) connesso con un profondo dualismo ritualista. Questo punto di vista dava
al Buonauiti una visione deformata delle dottrine luterane fondamentali, per cui anche la sua critica
colpiva il riformatore tedesco soltanto di striscio.
Presente alla seduta inaugurale,
sulla pedana dei docenti, era pure
il Prof. Cari Stange, notissima figura del corpo accademico germanico
che in occasione della sua visita ha
rivolto alla Facoltà un saluto molto
cordiale e ha tenuto agli studenti
una lezione sull’influenza del Vangelo di Giovanni sul pensiero teologico di Lutero, argomento molto dibattuto nell’attuale indagine luterana.
Altri docenti esteri sono annunciati per il presente anno accademico: molto attesi il Prof. 0. Cullmann
di Basilea per il Nuovo Testamento
e il Prof. G. Pidoux, di Losanna,
per l’Antico Testamento.
11 Prof. E. Eynàrd manda buone
notizie della sua attività presso la
Faco'tà di Decatur negli Stati Uniti,
donde conta di tornare al principio
di febbraio. Anche negli Stati Leniti per il suo anno di perfezionamento è il Cand. in teol. Renzo Bertalot, mentre il Cand. Alberto Taccia è ad Edimburgo, il Cand. Bruno
Tron a Gottingen, il Cand. Alberto
Soggin a Basilea.
Anche quest’anno la Facoltà ha
ha una buona e simpatica accolta di
studenti; a quelli degli anni precedenti si è aggiunto un nutrito gruppo di I anno: 7 nuovi studenti (di
cui una studentessa, un metodista,
un « esterno » ma residente in Facoltà) a cui si deve aggiungere una
studentessa « esterna ». Nei due primi mesi di attività questi otto giovani, nel seguire le lezioni e nelle esercitazioni a contatto vivo con i docenti, hanno manifestato senso di
impegno e di serietà.
Fra gli esteri vi è il Dr. A. Voretzsch, assistente di Storia del Cristianesimo all’Università di Tiibingen, che dirige una esercitazione sugli Atti dei Martiri; tre svizzeri pro
venienti dalla Facoltà di Zurigo, ma
originari del Canton Grigioni, che
rinnovano il contatto tra le Valli
Svizzere di lingua italiana e la chiesa Valdese; uno studente tedesco,
della Facoltà di Berlino. Si attende
per il II semestre un Cand. in Teol.
proveniente dalla Facoltà di Buenos
Aires, delle nostre chiese valdesi
sud-americane.
La Facoltà continua a mantenere
il suo carattere interdenominazionale oltreché per la costante presenza
di studenti di chiese di altri paesi,
perchè seguita da giovani che studiano per conto della chiesa Metodista
(due interni e diversi esterni) e della chiesa Battista (una interno e tre
esterni).
La Facoltà ha quest’anno la gran
de gioia di accogliere fra le sue mu
ra il Prof. G. Miegge, il cui appor
to prezioso e sereno non ha manca
to di farsi vivamente sentire sin dai
primi giorni del suo arrivo. La Fa
coltà, con i suoi professori e con i
suoi studenti, gli rivolge il più caldo benvenuto.
Ci sono degli increduli che agiscono da
veri cristiani. Ma come può Dio aprir loro
le sue porte, se non vogliono credere in
Lui? Può un re invitare nel suo palazz e
alla sua, mensa chi dice che non siste o
chi si burla della sua regalità?
L’autore del male è Satana. Perchè, dunque, tanti fanno di Dio un Dio • ttivo attribuendo a Lui il male che Satana spande
sulla terra, ben coadiuvato e ottimamente
aiutato dagli uomini? F. Mauri i
solennemente comandate nell’Antico Te?
stamento. Difatti, per mezzo di Cristo, i
credenti sono liberati dalla osservanza
della legge che .aveva solo un valore preparatorio e profetico. Questo S. Paolo
mostra nell’epistola ai Calati, che è dedicata proprio a questo argomento; « l’uomo non è giustificato per le opere della
legge, ma lo è soltanto per mezzo della
fede in Cristo Gesù... per le opere della
legge nessuno sarà giustificato » (Gal.
2: 16); l’apostolo difende appassionatamente la libertà del cristiano nei confronti della legge giudaica e conclude: « Voi ososservate giorni e mesi e stagioni e anni, lo
temo, quanto a voi, di essermi affaticato mvano per voi» (Gal. 4: 11); e in modo anche più aperto, nella lettera ai Colossesi
(2: 16-17): «.Nessuno vi giudichi quanto
al mangiare o al bere o rispetto a feste e
a noviluni o a sabati, che sono l’ombra
di cose che dovevano avvenire; ma il corpo (cioè la realtà contrapposta aU’ombra)
è di Cristo ». E il sabato è compreso fra
tutte quéste osservanze che Cristo ha abolito; anzi egli ha abolito l’idea stessa dì
una osservanza religiosa.
E tuttavia, vi è nel sabato qualche cosa
di più; tanto è vero che lo troviamo stabilito in uno dei dieci comandamenti, dove
viene riferito al racconto della creazione
(cfr. Gen. 2: 1-3); come Dio, dopo aver
compiuto la sua opera, così anche l’uomo
si deve riposare. « Sabato » significa « riposo » e in questo significato esso conserva il suo valore anche quando l’osservanza sabbatica sìa stata abolita: anche il cristiano deve saper cessare dalla fatica e dall’affanno dei sei giorni di lavoro, per rallegrarsi davanti a Dio e ricordarsi che ogni
suo bene non dipende dal suo lavoro ma
soltanto dalla grazia di Dio. In questo senso la Bibbia intende il riposo settimanale
come una promessa e un pegno della salvezza futura; e così pure l’epistola agli Ebrei quando dice: «Resta dunque un riposo di .sabato per il popolo di Dio, poiché
chi entra nel riposo di lui si riposa anche
egli dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue: studiamoci dunque di entrare in quel riposo » (4: 9-11). Il riposo di
sabato è qui un’immagine del paradiso;
con altre parole ì profeti avevano chiamato questa salvezza futura: il giorno del Signore.
Ora « domenica » in latino significa proprio: giorno del Signore. E poiché la risurrezione di Cristo, inizio della nuova
creazione, era avvenuta il primo giorni
' della settimana, già la più antica chiesa
cristiana cominciò a radunarsi in quel
giorno, che fu chiamato in onore di Cristo:
giorno del Signore. La risurrezione di Cristo viene cosi a rispondere alle promesse
profetiche del giorno del Signore e del
sabato eterno; la domenica sostituisce il
sabato, non nella servile imitazione di alcune osservanze esteriori ma nella gioia e
nella cessazione da ogni affanno, perchè
il Signore è risotto.
2
2 —
L’ECO DELLE VALU VALDESI
LÀZZARO E LA CENSURA
Vi sono degli argomenti dei quali, in questa nostra cristianissima
Italia non si parla volentieri, per un
cerio pudore, indubbiamente: della
censura, per esempio. Che ci sia, ognun io dice, come funzioni, quali
siano i suoi scopi, nessuno lo sa; o
meglio lo sanno solo gii iniziati.
Perciò siamo grati a Vitaliano Brancati che, nelia collana « Libri del
tempo », ha pubblicato im saggio
interessante: hitomo alla censura.
In realtà il titolo è forse inesatto,
perchè non di un ritorno si tratta,
ma di ima permanenza, di una continuità; infatti, come risulta dal saggio stesso, se si fa eccezione del breve periodo del C. L. N., l’ufficio
della Censura è rimasto quello che
era: dapprima con una camicia nera, ora con una sottana nera; cambia l’indumento, ma il colore è sempre io stesso: sempre più nero.
Sé~cì soffermiamo oggi su questo
argomento non è per sottolineare
quei vari motivi, ora ridicoli, ora
burleschi, che si possono ripetere
in un salotto, al posto delle solite
facezie insipide, ma perchè abbiamo l’impressione di trovarci di fronte ad alcuni interrogativi di una
gravità estrema, in riferimento al
diritto primordiale dell’individuo
di esprimere liberamente il suo pensiero nei limiti dei diritti che una
Costituzione liberainente approvata
gli concede.
Rinimziamo cioè ai facili successi
di una candida ironia sui curiosi
metodi per cui i nostri censori rivedendo il copione di una commedia trovano questa didascalia: « la
bacia appassionatamente ». Orrore!
Si depenna quello « appassionatamente »;■ ma si lascia il bacio! Ad
una rivista : « Cintura di castità » è
stato imposto di modificare il titolo; ne è venuto « Custodia di castità! »; la censura non ha più trovato
nuja da ridire!
Rinunziamo a seguire il Francali
in questa pietosa storia di tagli, di
rifiuti, di consigli; storia che costituisce uno dei più dolorosi capitoli di quella Decadenza delia dignità
umana che bisognerà pur scrivere un
giorno o l’altro!
Vogliamo solo sottolineare un episodio di questa storia: la proibizione del dramma di Pirandello :
Lazzaro. Essa non è ancora definitiva, par lo scandalo che ha suscitato; ma la cosa si trascina; la gente
si stancherà e dimenticherà. E una vecchia tattica.
sa non ci persuade, perchè, in ultima analisi, la catarsi finale ci dà il
miracolo nella sua totale interiore
purità; il Monsignore può benedire
tutti, chè tutti oc sbalorditi di gioia
accennano^ con le labbra la parolai
miracolo ». Perfino Cico, il miscredente, che si è promosso oc esattore
di Dio » ed ha trovato modo di spe-’'
culare sulla carità, piega i ginocchi
e grida; « Ecco il miracolo! »
Eppure tutto ciò non è bastato.
La realtà, è evidentemente un’altra.
Non la teologia, ma la gerairchia ecclesiastica romana è qui in contrasto: una discussione, un dialogo tra
ragione e lede, tra rivelazione ed esperieuza, comimque si svolga può
sempre suscitare diversi pareri tra
gli uditori, inevitabilmente spinti a
riflettere, a meditare, specialmente
in tempi come questi, in cui la medicina fa conquiste sorprendenti ed
i miracoli sono in ribasso. Perciò
certi argomenti è meglio non toccarli' sulla scena; in sede di riviste
scientifiche, di congressi filosofici,
si, ma l’uomo della strada è meglio
che non si ponga certi problemi;
gù possono bastare i films di Totò.
E’ un tipico ragionamento che noi
conosciamo. C’è la Chiesa « docens »
la chiesa che insegna; non c’è bisogno che un Pirandello venga a tur
bare le acque stagnanti con la sua
dialettica sottile.
Un interrogativo
Dove si fermeranno questi signori
nel loro zelo della santa ignoranza?
E’ lecito farsi questo interrogativo quando si ha davanti agli occhi
il testo che istituisce la censura preventiva per quanto si riferisce alle
pubblicazioni « destinate all’infanzia o alla gioventù ». L’attuale ufficiò non è più sembrato sufficiente;
meglio prevenire che reprimere, si
sono detti i nostri moderni farisei.
Pertanto, presso ogni sede di tribunale verrà costituita una commissione che dovrà vagliare le suddette
pubblicazioni e denunciare quelle
incriminabi'i ai sensi delle vigenti
leggi. Dunque, ragiona l’ingenuo,
dunque le leggi già ci sono; si tratta solo di farle osservare. Ma l’ingenuità non la testo! E i nostri severi tutori hanno trovato il modo di
introdurre la censura preventiva.
Dove comincerà la « gioventù » e
dove finirà? Su quale letteratura
dovrà estendersi qpiesto controllo?
Finora la censura preventiva colpiva solo il cinema ed il teatro; il
libro era considerato meno pericoloso; gli Italiani per fortuna leggo
no poco! Ma non si sa mai! Certe
edizioni popolari cominciano a diffondersi e non sono sempre di color
nero! Perciò è bene metter le mani avanti, con queste Commissioni
di pie persone: un magistrato, un
funzionario della Questura, un padre, ima madre di famiglia, un medico, un rappresentante dell’Ente
protezione morale del fanciullo,
quattro insegnanti di cui due della
scuola privata.
Non siamo competenti ad emettere supposizioni sui criteri di pietà che ispirano questa scelta di elementi; ma il ricorso a quei due rappresentanti della scuola privata
(media ed elementare) ci ricorda
in modo curioso il proverbiale « cousu avec du fil blanc ». Non bastavano i due insegnanti della Scuola statale? A viste umane avrebbero dovuto e potuto bastare! Ma a viste
(demo) cristiane no! Perchè la scuola statale, qualche velleità d’indipendenza la può ancora avere; la
scuola privata, quella almeno è sicura, poiché è tutta praticamente
d’ispirazione clericale.
E così il gioco è fatto. Si potrà
quanto prima fare un altro passo
contro la stampa e il libro.
E’ bensì vero che il Senato deve
ancora pronunziarsi, ma., malora
premunt! Le elezioni sono in vista:
chi vuole opporsi o dar noie al partito onnipotente?
CI.
Libertà di stampa
Da una relazione svolta dall'on Piero
Calamandrei sulla libertà di stampa al
Congresso della Stampa Femminile. La
chiarezza di pensiero del grande giurisla
fiorentino ci aiuta a comprendere tutta la
serietà di un problema che molti vogliono affrontare oggi con mentalità clericale,
cioè soffocatrice della libertà, a proprio
uso e consumo.
...La libertà è un po’ come l’aria
o come la salute. Ci se ne ricorda
quando ci viene a mancare, quando
ci si ammala. Della libertà ci si accorge quando qualcuno comincia a
contrastarla. Ora, perchè il problema della libertà di stampa sorga, occorre che una stampa ci sia, che ci
sia il bisogno, la richiesta, l’esigenza, la sete di quella stampa. Allora
se accade che qualcuno voglia limitare quella stampa e contrastare
questa esigenza di chi vuol servirsene, si sente, proprio come se mancasse il respiro, il problema della
libertà di stampa.
...Che cosa vuol dire stampa libera?
Oggi la libertà di stampa, sia pur
con qualche attentato, c’è.
..Oggi la libea;^ di stampa c’è,
ma è in pericolo.
Perchè è in pericolo?
L’art. 21 della nostra Costituzione pone questo principio assiomatico : « La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure ».
Cosa vuol dire questo? Questo vuol
dire che chi vuole può stampare
quello che vuole senza avere il pre
II dramma Una nuova condanna
Si tratta comunque, nel caso del
dramma di Pirandello, di un opera
di alto significato morale: un dramma che fa vivere plasticamente, appassionatamente il contrasto religione - scienza, fede - medicina, miracolo - esperimento! I protagonisti
del a umana vicenda non agiscono
e non parlano come dilettanti; si
sente un tormento interiore, una ricerca che fa sanguinare i cuori.
Diego Spina per mezz’ora è morto; così morto che gli eredi hanno
potuto redigere l’atto di morte, con
regolare certificato medico. Poi, il
miracolo : una iniezione di adrenalina; il cuore riprende a battere;
Spina risuscita! Come Lazzaro? Spina ne è convinto; crede al miracolo;
ma qualcuno gli apre gli occhi: è
la scienza che ha vinto, non la fede;
le preghiere non c’entrano, c entra
l’esperienza di un medico progressista. E Spina perde la fede, perchè,
in questa mezz’ora della sua morte
egli non ha visto nulla; non ricofda
nulla dell’al di là.
E Spina bestemmia la sua fede,
quando un miracolo interviene. La
figlia guarisce: un vero miracolo
questo; il padre può credere ancora; il figlio che ha gettato la tonaca
può riprendere la via del seminario
per espiare.
Se questo dramma non è profondamente morale nella sua viva umanità, non so quanti drammi si possano salvare! Eppure Lazzaro, che
perfino il fascismo aveva lasciato
indisturbato, è stato fermato, quando già stava per andare in scena,
dalla censura dei nostri tempi (demo) cristiani.
Brancati accenna a « contrasto
con la teologia cattolica », ma la co
Ci è stata inviata copia del giornale « Avanti! » del 10 gennaio u. s. con la notizia'
della condanna inflitta ad un predicatore evangelico dalla Pretura di Alessandria, in
continua violazione delle precise norme della Costituzione: a Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla
legge )) {art. 8). « Per le riunioni, anche in
luogo aperto al pubblico, non è richiesta
preavviso » {art. 17). « Tutti hanno diritto
di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché
non si tratti di riti contrari al buon costume >ì {art. 19).
Ecco la notizia:
Una sconcertante sentenza è stata emessa
ieri dalla Pretura di Alessandria; il dispositivo che viola apertamente la lettera e lo
spirito della Costituzione della Repubblica
e che indubbiamente verrà ampiamente commentato negli ambienti forensi piemontesi,
porta la firma del primo pretore dottor Lastrucci.
La vicenda ha in sè scarsa importanza, ma
in linea di principio riveste un valore enorme e indubbiamente sarà oggetto di attento
esame da parte degli illustri cultori del diritto che conta la nostra città e la nostra regione.
L’imputato nel processo svoltosi nel Palazzo di Giustizia di Alessandria era il signor Lido Petrini di 31 anni attualmente
militare presso il reggimento di fanteria di
stanza ad Alessandria. Egli risultava reo di
aver affisso in luogo pubblico un cartello
non autorizzato dalla Questura. Sul cartello
vi erano le innocenti frasi: «Predicazione
del Vangelo - Orario delle riunioni... ecc. ».
Inoltre il Petrini era imputato di aver tenuto la sera del 4 settembre 1952 una pubblica conferenza religiosa senza prima notificare tale riunione al Questore di Alessandria.
Per evitare manifestazione di stupore ai
nostri lettori dobbiamo aggiungere che non
si trattava di una manifestazione cattolica
bensì di una comunità protestante denominata « Chiesa di -Cristo » e di cui il Petrini
è Pastore, Scopo di. questa setta è appunto
di riportare il Cristianesimo all’origine purissima della predicazione di Cristo.
In omaggio alla libertà di espressione e
di religione sancite solennemente dalla Costituzione la Questura di Alessandria « in
base a precise disposizioni impartite dal ministero degli : Interni » ( come ingenuamente
hanno ammesso i funzionari di polizia in udienza) era intervenuta denunciando il povero Petrini.
In apertura di udienza l’avv. Massimo
Punzo in rappresentanza della pubblica accusa al termine della sua precisa rigorosa
requisitoria era costretto a concludere chiedendo l’assoluzione dell’imputato poiché in
base all’art. 18 della Costituzione il fatto
non costituiva reato. Medesime argomentazioni venivano fatte dalla difesa, rappresentata dall’avv. Rosapepe di Roma e già appariva certa 1’ assoluzione dell’ imputato
quando anacrostica giungeva la sentenza.
Il Petrini era condannato a 15 giorni di
arresto per la riunione svoltasi senza autorizzazione, assolvendolo per insufficienza di
prove dell’affissione del cartello. Un senso
di doloroso stupore per la brutale negazione
d’ogni valore della Costituzione si è diffuso
nell’aula dove erano presenti numerose personalità politiche e giuridiche.
Altre volte su questo giornale abbiamo
parlato delle ingiustizie commesse a danno
delle minoranze evangeliche in Italia, elevando la nostra protesta contro i responsabili di tale trattamento. Non ci rimane, purtroppo, che prender nota di questa ennesima
violazione delle norme costituzionali in regime di democrazia e di libertà.
ventivo permesso dell’autorità. Ma
con la stampa si possono commettere reati puniti dalle leggi penali.
Pensate, la diffamazione: attribuire con la stampa dei fatti' non veri
a una persona, la minaccia, l’istigazione al delitto: sono tutti reati che
il codice penale punisce. Quando
sono commessi a mezzo della stampa, sono più gravi, sono più diffu
sibili. In -questi casi l’autorità giu
diziaria procederà contro gli autor
ed in certi casi può essere utile d
togliere dalla circolazione la stam
pa in cui questi reati sono documen
tati, per mezzo della quale questi
reati sono stati commessi. Allora
ecco che- viene fuori il concetto di
sequestro. L’autorità giudiziaria,
cioè i giudici incaricati di giudicare
su questo reato, può ordinare il sequestro della stampa in caso di delitti più gravi. Quali siano questi
delitti più gravi... la nostra Costituzione nell’art. 21 non lo dice.
* * #
..Ci deve dunque essere una legge sulla stampa. Non è detto che la
legge sulla stampa debba autorizzare il sequestro in certi casi. E’ detto
che può autorizzare. E’ essa, la legge sulla stampa, che stabilisce questi casi. Finora la legge sulla' stampa che stabiliva i casi eccezionali di
sequestro, era il decreto legislativo
31 marzo 1946 che ammetteva il sequestro solamente in due casi; pubblicazioni oscene od offensive della
pubblica decenza, oppure scritti divulgatori di mezzi rivolti ad impedire la procreazione o procurare aborti. Questi erano i soli due casi
in cui l’autorità giudiziaria poteva
ordinare il sequestro di pubblicazioni. Se invece diventasse legge, il disegno di legge 27 giugno 1952 presentato dal Governo e intorno al
quale in questi ultimi mesi in tanti
consessi, in tante riunioni si è discusso soprattutto per condannarlo,
i casi di sequestro sarebbero assai
più numerosi. A questi casi di sequestro per reati contro la morale
se ne aggiungerebbero un’altra decina per reati essenzialmente politici, previsti da vari articoli del codice penale, tra i quali per es. la
rivelazione di segreti di Stato o di
notizie di cui sia vietata la divulgazione, 1 istigazione ai militari a disobbedire alla legge, le offese al presidente della Repubblica o al Sommo Pontefice, il vilipendio della religione dello Stato, il vilipendio del
Governo. Vi è dunque una fortissima tendenza ad estendere il sequestro aal campo dei buoni costumi
al campo politico e confessionale.
...Noi in Italia non abbiamo ancora la censura preventiva di poli
zia sulla stampa periodica. La avremo se questo disegno di legge diventerà legge, ma l'abbiamo già attraverso i poteri che all’autorità di
polizia dà la legge di pubblica sicurezza tuttora in vigore, a proposito
deUe affissioni; e l'abbiamo già nella censura teatrale e cinematografica. Ora, le, esperienze di questa
censura preventiva in materia di affissione, in materia di teatro e di cinematografo, più che dimostrazione di ratfinata cattiveria liberticida,
sono prove di sconfinata stupidaggine,
... Annullata o limitala la libertà
di stampa, sono annullate due libertà fondamentali su cui si regge la
democrazia e la civi.tà; cioè la libertà di opinione, che poi vuol dire
lioertà di opposizione politica: la
libertà d’iniormazione e di cultura
che poi vuol dire ricerca libera della verità e libera espressione dell’arte. Contro tutte le opjiressioni,
contro tutti i privilegi, contro tutie
le corruzioni dei ceti dirigenti la libertà di stampa è l’arma più potente degli oppressi, che propongono
all’opinione pubblica la loro esigenza, la loro rivendicazione.
10 concepisco la democrazia sopralutto come libertà di opposizione.
Dove l’opposizione è soffocata, si
marcia verso il totalitarismo. Sopprimere la libertà di stampa, vuol
dire sopprimere l’opposizione ed asfissiare la democrazia.
Ma la libertà di stampa è anclie
1 arma più potente di chi cerca la
verità: dello scienziato, del filosofo,
dell’artista. Sopprimere la libertà
di stampa per colpire l’eresia vuol
dire sopprimere la scienza e l’arte
e il progresso della cultura, che è
progresso della civiltà.
11 diritto di opposizione è in pericolo in un paese dove la polemica politica, ossigeno della democrazia , può essere fatta tacere soUo il
pretesto del vilipendio del Governo.
La libertà di cultura è in pericolo
dove la ricerca filosofica, la storia
delle religioni, può essere fatta tacere sotto il pretesto dell’offesa aila
religione dello Stato.
La vita della niente
« Cingete i fianchi della 'rostra mente »
{1 Pietro 1: 1.3): come fa un lavorutore che
si lira su, ai fianchi, la lunga tunica, per
potere muoversi liberamente, così Pietro esorta i credenti ad una vita decisa, auiva,
laboriosa della loro mente. Paolo dice:
« Non dormiamo, come fanno tutti, ma vegliamo e restiamo sobri » (i Tes^alonicesi
5: 6).
La disciplina della mente è essenziale per
il discepolo di Cristo. Il significai) originale della parola che noi oggi traduciamo
’’discepolo” era ’’scolaro”, studente”, e
Cristo invitava a sè gli uomini con queste
parole: « Venite a me... ed imparate da
me » {Matteo 11: 28-29), Il legame fra le
parole « discepolo » e « disciplina » è evidente; ed è significativo che le materie di
insegiuimento in una scuola erano chiamate « le discipline ». Noi dobbiamo andare a
Cristo e imparare da Lui, prendendo sopra
di noi la disciplina del Suo ’giogo” — secondo il Suo invito in Matteo 11 —■ affinchè la nostra mente riceva la sapienza divina, sia sensibile alla verità e sempre vigilante contro ogni cosa che-è male.
La disciplina della nostra mente è essenziale per la vita cristiana. E’ impossibile
lasciare che la mente accolga pensieri cattivi, e poi fare il bene; è impos.y'bile vivere con la mente nelle cose che a Dio non
piacciono, e poi vivere secondo la Sua volontà. Gesù, quando ci dà una terribile lista dei peccati che rovinano le vite degli
uomini, aggiunge: « Tutte queste cose cattive vengono dal di dentro dell’uomo »
{Marco 7: 21).
Il credente, che ha ricevuto dal Salvatore — mediante la fede — un nuovo cuore e
una nuova natura, deve appr ipriarsi di questo dono ed entrare nel pieno godimento
di esso volgendo la sua mente alle cose di
Cristo e distogliendola dalle cose del peccato. « Quelli che sono secondo la carne
han la mente rivolta alle cose della carne;
ma quelli che .sono secondo lo Spirito l’hanno rivolta alle cose dello Spirito» (Romani 8: 5). Il credente deve «cercare le cose
di sopra »: e questo egli può tare attraverso la lettura della Bibbia, d': libri veramente utili per la vita cristiana, attraverso la
preghiera, e la pratica della presenza di
Cristo durante le sue giornate, la comunione con altri credenti, il lavoro per Cristo.
(Da « Alleluia »).
3
■y'
L’ECO DELLE VALI! VALDESI
\
7
Un petit-fils de H. Arnaud
pasteur en Hollande
200 ans passés, à la date du 22
octobre. Jaques Arnaud, petit-fils
du chef de la Glorieuse Rentrée, était installé comme pasteur de la
communauLé wallonne de Kämpen.
Il y resta 40 ans consécutifs et fut
émérité Je mois de mai 1792. Il
mourut le 11 mai de l’année suivante, âgé de 68 ans, puisqu’il était né
en li25, dans le Württemberg, où
son père, Scipion Cyprien, était alors pasteur des Eglises vaudoises
de Piuaclie et de Serres, après avoir
desservi les Eglises de Gros Villar
(liOÿ-16) et de Durmentz-Schônenberg: comme aide de son père Henri Arnaud, entre 1716 et 1721, comme son successeur, de 1721 à 1724.
Sa mere était Marthe Dumas, tille aînée du pasteur jean, natif d’Orange, en f'rance, mais qui avait été pasteur aux Pays-Bas, en France,
en Suisse, en Allemagne, aux Vallées vaudoises après la Rentrée et
dans les colonies vaudoises du Württemberg, après l’exil de 1698.
Comme son grand père. Jaques
avait éiudié théologie en Suisse d’abord, à l’Académie de Leyde ensuite, où il était inscrit en 1751. Il fut
aussi pendant quelque temps, étudiant ou proposant, cela n’est pas
très clair, à Stuttgardt; probablemeiu avant de recevoir la vocation
de l’Eglise de Kämpen, qu’il desservit ensuite jusqu’à la fin de ses
jours, il y mourut le 11 mai 1793 et
fut etiterré dans l’Eglise où il avait
été si longtemps ministre. Cette Eglise existe toujours. D’abord chapelle des Soeurs cellulaires de l’ordre de S.t Augustin du Couvent de
S.te Anne, (nommées les Soeurs noires à cause de leur costume), elle
devint Eglise wallonne depuis 1595
et resta telle jusqu’en 1818. Cinq
ans p.us tard, le bâtiment, qui avait
reçu plusieurs transformations, fut
Joué par les Mennonites qui l’achetèrent en 1847 et qui l’ont gardé jusqu’à aujourd’hui. L’Eglise est considérée ec monument historique ».
Précepteur
Pendant ses années d’études théologiques, Jaques Arnaud fut précepteur dans la famille des BentincJt
Seigneurs de Schoonhecten et DéepenJicim, dont le château est encore
aujourd’Jiui habité par les descendants de ces Seigneurs qui, à l’époque de Jaques Arnaud, étaient apparentés aux plus nobles familles
des Huguenots réfugiés en Hollande,
puisque la mère des enfants Bentinclc, auprès desquels notre étudiant fut pendant quelques années
précepteur, était Bona Elisabeth
Jurniane du Tertre, fille d’Ambroise du Tertre, Seigneur d’Evenfuan.
Rien d’étonnaiit donc si une famille
qui avait du sang huguenot dans les
veines désirait que ses enfants n’oubliassent pas complètement la langue maternelle, et choisissait un
précepteur parmi les descendants
d’autres réfugiés évangéliques, qui
eux aussi avaient été chassés de leur
pays natal par l’intransigeance et la
haine religieuse.
Son testament
Le 13 octobre 1789, Jaques Arnaud, « sain de corps et disposant
entièrement de son intelligence et
de sa mémoire... par réflexion sur
la certitude de la mort et de l’heure incertaine de celle-ci », résolut
de faire son testament. Par lequel il
léguaii aux Eglises Supérieures et
Extérieures de la ville deux florins
d’or. De plus, il léguait à l’Eglise
wallonne de Kämpen la somme de
cinquante florins carolingiens, en
une fois. Il nommait ensuite, comme son unique légataire universelle
Catharine Berck, sa servante, « par
considération pour les fidèles services » qui lui avaient été rendus pendant plusieurs années.
La Berck en fait autant avec Jaques Arnaud, de sorte qu’ils se nomment mutuellement légataires universels et se font donation réciproque, après la mort, « de tous leurs
biens, meubles et immeubles, actions et crédits ».
Après la mort du dernier des testateurs, « tout ce qui restera de l’hé
ritage commun ira aux enfants et
petits enfants de feu les deux soeurs
du testateur »: une moitié aux trois
enfants de Elisabeth, qui avait épousé un M. Pages, et l’autre moitié aux deux enfants et trois petits
enfants de l’autre des soeurs, Eva
Maria, qui avait épousé un M. Maurel.
L’intérêt de ce testament est pour
nous remarquable, car il nous apprend deux choses particulièrement:
a) que Jaques Arnaud n’eut pas de
famille puisqu’il nomma sa servante son légataire imiversel; b) qu’ii
eut, non seulement un frère David
Scipion, mais encore deux soeurs
qui se marièrent avec des réfugiés
français en Hollande et qui laissèrent des descendants. Deux des Maurel furent pasteurs; un, nommé
Jean, à Ecluse, en Flandre; l’autre,
Kilian, à Heydelberg.
De quelques objets
de Henri Arnaud
Le pasteur de Kämpen mourut
en 1793, âgé de 68 ans; sa servante
lui survécut pendant six ans et mourut le 22 du mois de mars 1799, en
laissant aux neveux et petits neveux
de Jaques Arnaud tous les biens meubles et immeubles du pasteur vaudois.
Parmi les biens meubles qui passèrent alors en héritage aux enfants
de la deuxième soeur de Jaques, se
trouvaient, comme nous pouvons le
lire dans une lettre publiée par le
prof. N. Kist, dans l’édition de la
« Relation de ce qui se passa de plus
remarquable dans les Vallées de Luzerne en l’année 1689 et 1690 », les
objets suivants: le portrait et l’écharpe du renommé Henri Arnaud,
sa montre et son épée. Ces trois derniers objets auraient été donnés au
chef de la Rentrée par le duc de Savoie, Victor Amédée II, ce très satisfait des preuves d’amour et de fidélité » du capitaine vaudois, pendant
la période de la Ligue d’Augsbourg.
De tous ces objets, le portrait de
Henri Arnaud, qui se trouvait en
Zélande, au Musée de Middlebourg
(ainsi que l’écharpe), fut acheté, après la guerre de 1940-45, par la Société d’Histoire Wallonne et se trouve actuellement à Leyde, dans la Bibliothèque Wallonne, à 1’ endroit
même qu’habita Henri Arnaud lors
de son premier séjour en Hollande.
L’écharpe doit être actuellement
au Musée de Schönenbarg, dans le
Württemberg. La montre paraît aussi avoir passé des Pays Bas en Allemagne. Il resterait à connaître le
sort de Vépée et nous ne doutons pas
du tout que M.lle Mm* van Oostveen,
qui a eu jusqu’ici la main si heureuse (puisque c’est à ses recherches
minutieuses que nous devons tous
les détails du présent article) finira
par trouver les indications qui lui
permettront d’éclaircir aussi le sort
de l’épée de Henri Arnaud.
En attendant, nous la remercions
sincèrement de l’intérêt qu’elle continue, depuis bon nombre d’années,
à témoigner à notre Eglise et à son
histoire non seulement, mais encore à son oeuvre actuelle, qu’eUe sait
admirablement illustrer et présenter à ses compatriotes, pour chercher à renouveler Tmtérêt que les
Eglises des Pays Bas ont toujours
manifesté envers les Eglises soeurs
des Vallées vaudoises du Piémont.
Le pasteur
Et voici, pour conclure, le portrait moral du pasteur Jaques Arnaud, tel qu’il résulte d’une lettre
écrite le 31 mai de 1820, à la Société des Sciences de Middlebourg, par
M. J. J. Schansnan, et publiée en
1846 à Leyde par le prof. Kist, dans
la « Relation... » citée plus haut.
« __Après avoir fait ses études a
cadémiques à Neufchâtel ou Lausanne (J. A.) vint en Hollande, fut accepté après un examen, avec louange et ampleur, comme Proponent
(candidat), figura quelque temps
comme Précepteur auprès des enfants du Seigneur Bentinck de Schoonbeeten, et devint ensuite (le 2
août 1752) au lieu du pasteur tant
aimé par sa communauté J. J. Ramhonnet, qui partit pour Utrecht, à
sa place et par unanimité de voix.
Pasteur de la Communauté Wallonne de Karapen. Il fut installé le 22
octobre suivant par Daniel Loois,
pasteur de Z wolle.
Après avoir conduit péndant 41
ans le petit troupeau wallon à Kämpen, son éminence reçut l’éméritat
et suivit le 11 mai 1793, à l’âge de
68 ans, le chemin de toute chair, afin de recevoir dans l’Éternité la récompense que le Grand Berger promet à ses serviteurs fidèles. Jaques,
sans être d’une fort profonde sagesse, comprenait son système théologique à fond, était uU’^historien versé, prêch.aït parfois ttllêz bien,"était
un homme de bonne conduite, vertueux et religieux, mais il ne fallait
pas chercher auprès de lui beaucoup
de souplesse vis-à-vis d’autres convinctions; il était surtout amer envers les sympathisans catholiques,
et ceci n’était pas étonnant puisque
ses braves ancêtres avaient été, sans
le mériter, si vivement combattus et
persécutés par les confesseurs de cette foi ».
Nous avons voulu, en traçant cet
article, rendre hommage à sa mémoire et en même temps le rappeler au souvenir de nos Eglises, qui
ont plus d’un suJet de gratitude envers la famille de Henri Arnaud.
A M N E.-S IA
La notte scorsa — sul far del mattino — ho fatto un sogno. Lo racconto pari pari, senza fronzoli e senza esagertaioni; così come mi è
venuto. : Al
Mi preparavo a salire in pulpito e stavo indossando la toga. Pensavo al mio testo, al mio sermone. Non l’avevo scritto. L’avevo tuttavia lungamente meditato, nel raccoglimento spirituale. Avevo in mente ben formulato l’assunto e ben chiara la divisione. Ed avevo nel cuore la perorazione.
Ad un tratto passò sul mio volto come un soffio e si stese come un
velo sul mio pensiero. Non senza raccapriccio constatai che il testo mi
sfuggiva, che quanto mi preparavo a dire a poco a poco svaniva........
stavo dimenticando il mio discorso. Una sensazione molto spiacevole,
una vera angoscia dolorosa. Dopo un momento non rimaneva più nulla. Amnesia totale. La mia ” preparazione ” era finita nel vuoto!
Che cosa fare? Pregare un collega di sostituirmi? Utilizzare qualche vecchio sermone? Domandare a un anziano di leggere qualche
porzione della Bibbia?
— Intanto — pensai nel sogno — conviene incominciare il culto,
non foss’altro per annunziare all’uditorio il guaio che mi è successo.
Sempre addormentato, sono salito lentamente i gradini del pulpito: un pulpito che non avevo mai visto; non molto alto, con iuta scala in pietra che faceva un gomito; mi ricordava quello della Chiesa di
Saint François a Losanna.
Durante la liturgia, il mio tormento aumentava. Sudavo freddo.
— Che cosa farò? Che cosa dirò? Racconterò la mia disgrazia; ma
poi?...
Ecco giunto il momento del sermone. Mi alzo, guardo l’uditorio
e comincio; « Voi siete una lettera di Cristo ».
Un testo che non mi aveva mai particolarmente colpito. Mi era venuto così, all’improvviso: giaceva forse da tempo nel mio subcosciente; certo m’era stato suggerito dallo Spirito.
# * 4:
E su questo testo — continuando a dormire — ho predicato, non
molto a lungo, ma con entusiasmo, con fervore. Le idee fluivano da
sé; la trama si svolgeva, ben concatenata, ma come se mi fosse suggerita, come se ripetessi via via dei pensieri e delle parole dette da un
altro. Le idee principali mi sono rimaste in mente. Posso riassumere
il discorso adesso, cioè dopo averlo — in sogno — pronunziato.
Voi siete una lettera di Cristo, redatta da noi suoi ministri, scritta
non con inchiostro, ma con lo Spirito dell’Iddio vivente; non su tavole
di pietra, ma su tavole che son cuori di carne.
(San Paolo, nella 11 Epistola ai Corinzi III, 3)
1. Che cosa è una lettera? E’ un messaggio, un mezzo per comunicare a distanza: un modo di esprimere i propri sentimenti, i propri pensieri.
2. Qual è il contenuto di una lettera? Può variare all’infinito.
Vi sono lettere di affari, lettere che dònno notizie, che riferiscono un
colloquio, che descrivono un viaggio. E vi sono anche lettere di amore.
3. — Che cosa contiene una lettera di Cristo? Qual’è il messaggio
che noi debbiar^ recare da parte di Cristo? Non le nostre parole, ma
le nostre azioni. Noi stessi. La nostra volontà di ubbidienza alla Sua
parola, la nostra decisione di servizio. Voi siete — dice l’Apostolo _
voi siete una lettera di Cristo. I Cristiani sono oggi, nel mondo, una,
lettera di amore!
---.4. — Per merito nostre? Per capacità nostra? Per forza nostra?
Per la grazia, invece, che ci è stata fatta d’essere — tra i corUemf
poraimi nostri, nelln generazione nostra — delle lettere mandate al
mondo da Gesù Cristo. La Fede senza le Opere è morta. Ma la Fede
stessa e un dono di Dio.
^ t ❖
CHb cosa mi ha insegnato il ntio sogno?
Certamente questo: nel preparare le nostre predicazioni dobbiamo fare del nostro meglio: mettere a frutto i doni ricevuti.
Ma occorre, altresì, non fare troppo affidamento sopra noi stessi.
Fm ^e ogni altra cosa, dobbiamo ricercare ed accogliere l’ispirazione
Il motivo non sarebbe forse che quello che volevo dire non doveva~ o non valeva la pena — d’essere detto?
me seguito, ho avuto un bel pensarci; non
me ne sono mai piu ricordato. ^
E allora è stato un bene che mi sia uscito di mente
Una lezione di umiltà. Giovanni È. Meille.
La voce delle Coeineità
Angrogna ( Capoluogo )
Il Cullo di Natale ha trovalo raccolto nel
nostro tempio un folto uditorio che ha ascoltato con attenzione la proclamazione
dell’Evangelo. Numerosi i partecipanti alla
Santa Cena,
La domenica 28 dicembre si è svolta nel
Tempio la tradizionale festa dell’albero con
grande concorso di fratelli e sorelle, di bambini, i quali, preparati con cura, hanno svolto un ricco programma di recite e canti,
ricevendo, alla fine, il dono fatto loro dalla
Comunità,
Il culto di Capodanno avrebbe potuto essere molto più frequentato, pur comprendendo le ragioni che hanno impedito ad un
certo numero di membri di Chiesa di parteciparvi. Buona la partecipazione alla Santa Cena. Ringraziamo di cuore la nostra Corale che ha contribuito alla edificazione dei
culti di Natale e di Capodanno.
Da gran tempo ci preparavamo alla serata
di inaugurazione della nostra nuova sala '
di attività, inaugurazione che avrebbe dovuto aver luogo la sera di domenica 4 gennaio; ma quella sera, il buon metro di neve che rendeva assolutamente impossibile la
viabilità, ha del tutto sconvolto i nostri piani. La serata inaugurativa è stata perciò rin
viata a sabato 10 geiinaio. Foltissimo il pubbUco davanti al quale gli Unionisti delle tre
Unioni Giovanili di Angrogna, un Unionista Angrognino proveniente da Ginevra e
la Corale hanno svolto un ricco programma
rendendo particolarmente simpatico questo
nostro trattenimento familiare. La serata è
stata ripetuta pure la domenica 11 gennaio
davanti ad un folto pubblico. Ringtaziamo
tutti coloro che hanno contribuiio in qual
siasi modo alla riuscita di questa nostra festa, coloro che sono venuti da vii ino e da
lontano ad incoraggiarci con la loro presenza e col loro aiuto. Possa questa sala essere
per la Chiesa e per la gioventù di Angrogna uno strumento inteso a celebrare la gloria di Dio e la fraternità tra gli uomini. E
grazie ai giovani ed alla Corale Jic si sono
prodigati senza risparmio per la buona riuscita di questa manifestazione.
1 nostri fratelli Mario ed Eddy Bertot dei
Malans inferiori hanno avuto if dolore di
perdere il loro figlioletto Luciano, richiamato da questa vita terrena poche ore dopo
la sua nascita, il giorno 24 dicembre. Il Signore li sostenga e li consoli in questa dura
prova e li renda ognora certi che nulla li
può nè li potrà mai separare dal suo amore.
e. a.
TEMPIO DEL CIABAS
Domenica 18 corr. alle ore 15 culto in lingua italiana.
Pinerolo
I Culti delle festività natalizie e di Capodanno hanno avuto il loro normale svolgimento, favoriti anche dal bel tempo. Sia
a Pinerolo che a San Secondo la Parola di
Dio è stata proclamata e la S. Cena è stata
celebrata con larga partecipazione dei membri della comunità. Il Past. cmer. L. Marauda, gli anziani dott. I. Mathieu e rag.
C. Costantino hanno dato il contributo del
loro apprezzato messaggio. La Corale ha
cantato al culto di Natale un coro di Pa
lestrina ed alcuni brani musicali sono stati
eseguiti con la gentile collaborazione della
Signorina Ada Bessone e del dott. Riccardo Turin.
Pubblico numeroso, come al solito, alle
feste natalizie per i bambini delle Scuole
domenicali: atmosfera di gioia e di speranza cristiana. Al termine di un’attività particolarmente intensa come quella di fine
d’anno, non ci rimane che da formulare
l’augurio dell’antico salmista; « La grazia
del Signore' Iddio nostro sia sopra noi e
rendi stabile l’opera delle nostre mani; sì,
l’opera delle nostre mani rendila stabile ».
— E’ stato amministrato il battesimo a:
Lageard Aurelia, di Guido e di Tirelli Mercedes Gardiol Clelia di Remo e di Gardiol Vanda — Codino Enrica e Enzo di Ermellino e di Comba Clementina.
— Il 19 dicembre è stata deposta nel cimitero di San Secondo la salma di Elena
Jalla n. Pons, di Miradolo, deceduta dopo
vari mesi di infermità sopportata con l’aiuto di una sincera fede cristiana. Il 30 dicembre, un lungo corteo ha accompagnato
®1 cimitero la salma di Lidia Bosio n. Long,
originaria di Pramollo, costretta a letto per
varie settimane da un doloroso incidente,
spentasi subitamente all’alba del giorno 29.
Due sorelle in fede che hanno concluso
il Ioro_ terrestre pellegrinaggio, dopo aver
conosciuto il Signore e aver creduto in Lui.
Rimane di loro un buon ricordo nella
Chiesa. Alle famiglie colpite dal lutto Dio
conceda di essere confortate e guidate dal
messaggio deU’Evangelo.
Bobbio Pollice
* Anche l’ultimo Natale è stato celebrato
senza neve. Tale fatto, se ha potuto, da un
lato, dispiacere ai bimbi ha permesso, d’altra parte, ad una numerosa folla di recarsi
al culto del mattino ed alla festa deU’Albero nel pomeriggio. In queste due occasioni
la corale ha contribuito all’edificazione con
il canto di diversi inni di circostanza. Attorno ad un abete più maestoso e piu ricco
del solito, abbiamo ascoltato i canti e le
dai risnet'i- preparati
dai rispettivi insegnanti, ai quali rinnoviamo ancora la nostra riconoscenza.
* Il culto deU’ultima domenica dell’anno e stato presieduto dal pastore R. Nisbet.
Fgli ha pure rivolto un messaggio alle
mamme ed alle giovani nel pomeriggio.
Gl. diciamo ancora il nostro grazie sentito
per Ja sua gradita visita.
* Il giorno di Capodanno, dopo la predicazione, sono stati letti i nomi dei nostri
cari dipartiti durante l’anno trascorso ed è
stato cantato l’inno della speranza cristia
* Il culto dcll’n gennaio è stato presieduto dal pittore F. Scroppo. Anche a lui
vada la nostra riconoscenza.
* Il 26 dicembre è stata tumulata la saliiia di Bandon Giuseppe dei Carboneri, di
anni 87. Ai figli, stabiliti negli Stati Uniti,
esprimiamo la nostra simpatia cristiana.
SOCIETÀ’ DI STODIVAIDESI
Ricordiamo a tutti gl’interessati l’opuscolo
commemorativo per il prossimo 17 Febbraio: La parrocchia valdese dì Villasecca ed
li suo Tempio, attraverso i secoli, del pastore Luigi Marauda. Ai signori Pastori e agli Enti che intendono prenotarsi per almeno
20 copie, l’opuscolo è ceduto al prezzo di
L. 28 la copia, se ritirato alla Tipografia, o
di L. 32, se inviato per posta. Le prenotazioni si ricevono al più tardi entro ij 22
gennaio, direttamente alla Tipografia, o al
cassiere sig. Luigi Jouve (C. C. P. n. 2-844).
L’opuscolo sarà spedito ai prenotatoci nei
primi giorni di febbraio.
X
4
4 —
L’EGO DELLE VALLI VALDESI
Gli otto miliardi
Non abbianj^parlato prima degli otto
miliardi di lire italiane che il Governo italiano e cattolico, con l’approvazione dellaf'
maggioranza clericale alla Camera dei Deputati, si dispone a graziosamente elargire in favore della costruzione di 360 chiese e canoniche in Italia.
E non intendiamo parlar»» a lungo adesso. Ne prendiamo semplicemente atto,
come di un segno dei tempi, e lasciamo
che i vari parroci d’Italia si freghino le
mani, soddisfatti di averla spuntata ancora
questa volta.
In regime concordatario e sul piano dei
rapporti che intercorrono fra religione dello Slato e politica def Governo, la cosa
in fondo è semplicemente naturale, anche
se ingiusta .nei confronti di migliaia di cittadini e tenuto conto della condizione di
molti strati sociali in Italia.
I»
Ciò che conta, nell’ora attuale, non è
tanto il senso della giustizia sociale quanto il necessario accordo in funzione degli
interessi religiosi e politici; in questo momento, anzi, più politici che religiosi. Otto miliardi dati 'alla chiesa cattolica, con
il denaro pubblico italiano, sono una som '
ma rispettabile, una cifra che fa effetto.
Sopratulto fa effetto alla vigilia di una
campagna elettorale. La legge del « do ut
des » ha forse qualcosa da fare in questa
generosa gratifica natalizia. Non siamo abbastanza convinti della profonda sensibilità dei signori deputati di fronte ai bisogni spirituali della patria per porre quegli otto miliardi in una luce di idealità e
di cristiana purezza di intenti.
Comunque, c’è chi non guarda tanto
alla idealità e intanto praticamente incassa il denaro. Nelle prediche, estranee naturalmente a tutto ciò che sa .di politica,
si avrà modo di additare ancora una volta le benemerenze del Governo agli elettori. Contenti gli uni e contenti anche gli
altri.
Non tatti, è vero, hanno approvato la
proposta del Governo. Molte voci si sono
alzate per additare ai membri della Camera molte opere assai più urgenti della costruzione di alcune centinaia di chiese.
Basta pensare alla condizione sociale di
certe popolazioni italiane del Polesine o
dell’Italia Meridionale prive di casa, di
luce, d’acqua, di igiene e di strade, per
sapere in che modo disporre più uti.mente degli otto miliardi,
E vari giornali ne hanno anche parlato,
alcuni con più coraggio, altri con la dovuta pruden.za dettata dalia tattica dei « non
compromettersi ». Lasciamo da parte gli
arlicoà dei grandi giornali e riproduciamo una parte di quanto abbiamo letto nel
N. 12 de c( La Città dell’Uomo », senza
firma. (Red.)
« il Governo dispone di ben otto miliardi per la costruzione di nuove chiese parrocchiali: nulla da dire o da eccepire riguardo alla necessità o meno di queste
chiese; ma i patti lateranensi di mussoliniana memoria, non avevano nella storica
conciliazione deU’ll febbraio 1929 già predisposto e stabilito fissandolo definitivamente il contributo dello Stato Italiano allo Stato Valicano?
E questo contributo non era tale da soddisfare in' modo ampio e definitivo il sentimento religioso del Popolo Italiano?
Il più bello è che questi otto miliardi
vengono disposti come gentile elargizione
dello Stato, senza che dall’altra parte vi
sia, non una corrispondenza, che sarebbe
tioppo, ma neppure una richiesta, una petizione, un qualcosa insomma che l’abbia
sollecitata.
Ad onor del vero, la Chiesa provvede
da sola e con l’aiuto spontaneo e volontario dei fedeli, alle sue necessità, e non
usa piatire alle porte dei Parlamenti, In
questo la Chiesa ha quella seria dignitosa
coscienza di se, che purtroppo manca a
troppe organizzazioni,
E allora che cosa hanno visto i signori
parlamentari? Han proprio otto miliardi
da buttar via? D’accordo che una Chiesa
vai meglio di un cinematografo o di una
di quelle case deprecate dalla Signora
.Merlin, ma in Italia ove famiglie di setteotto persone si accalcano in una camera
e cucina, quando l’hanno, in cui si prova
10 strano bisogno di fare uno strano censimento ove grotte e cantine vengono definite ” vani abitabili ” e ove alle porte
delle città sorgono pittoreschi baraccamenti tanto perchè la gente abbia un tetto, ci
vien fatto di domandarci seriamente se il
buon Dio vedrà proprio con compiacenza
sorgere quelle trecentosessanta Chiese che
dovrebbero onorarlo, ma che invece saranno causa di nuove bestemmie dagli innumeri senza tetto.
In Italia — tanto per rimanere in tema
religioso — c’era Un prete matto; un prete
che voleva cambiare U mondo! Sopra questo prete si può discutere, si può approvare e disapprovare, però la piana di Fossoli sotto il suo impulso era diventata un
bel borgo abitato da gente serena.
Milleduecento creature randagie avevano trovato non la fredda filantropia di un
ricovero, ma la calda atmosfera della famiglia e della casa.
Tutto ciò si è disperso td soffio -gelato
dei debiti. Quegli otto miliardi di cui l’Italia non sa che farsene, non potevano in
piccola parte provvedere a che questa cosa buona non avesse a morire?
Ogni tanto un pensionato lascia aperto
11 rubinetto del gas, oppure inghiotte qualcosa, perchè la pensione ogni volta diventa più ridicola; quegli otto miliardi non
sarebbero stati distribuiti meglio in unsensibile sussidio invernale ai pensionati
della Previdenza sociale, anziché detrarre
l’anticipo fatto l’anno passato?
I tubercolosari non possono per mancanza di mezzi (in alcuni è mancato per
sino il carbone) ricoverare''tutti coloro
che ne avrebbero bisogno.
In molti paesi ed anche in talune città
mancano le scuole, o esse sono relegate in
stalle, in cortili, in cantine, con qual vantaggio per le generazioni future ve lo lasciamo pensare, q il Parlamento trova la
necessità di sperperare questi otto miliardi di lirette dei contribuenti, in costruzioni che se son necessarie al sentimento religioso del popolo, il popolo stesso erigerà sempre come sempre ha eretto le sue
chiese,,, ».
Per il XVII Febbraio
Al line di agevolare la preparazione del
programma tradizionale del XVII Febbraio,
in modo speciale nelle parrocchie delle Valli Valdesi, è stato pubblicato un volumetto
di poesie e dialoghi, la maggior parte dei
quali in lingua francese, dovuti alla peana
della Sig.na Pauline Bert, di Pomaretto. Il
titolo del volumetto è: POESIES, DIALOGUES ET PIECES en un acte pour le XPII
février, In vendita alla Claudiana o presso
l’autrice ai Masselli di Pomaretto (Perosa
Argentina) - Prezzo L. 200.
Ali e Rita
invidioso, la servile e dispettosa ammirazione per la ricchezza del 'icchissimo personaggio, In secondo, e più recondito "-a
piu intimo luogo, ha operato la libidine
dei milioni di maschi a cui il cinema ografo lasciò tanto paco ignorare dei vezzi
della di lui arrapante consorte cinematografica. Cotesti milioni, pur invidiando, si
sono sentiti, in fantasia, in qualche modo
partecipi di quel talamo. In terzo e più
sciocco luogo, le donne, e mi dispiace per
loro, si sono succiata e si succiano, in coteste cronache scipite, la favola dolciastra
delle nozze col ’’principe azzurro”, anzi,
più prosaica, quella ’’dall’ago al milione”.
Se volessimo prender la cosa sul serio,
sarebbe da Uarre pessimi augurii per una
società nella quale un fatto istrionico, come le nozze e il divorzio di Alì con Rita, .
piende tanto spicco e rilievo. Ma questo
condurrebbe a notare e rilevare, nella nostra società, unc tale abbondanza, anzi lussuria, d’influssi e fascini ed entusiasmi
istrioneschi, da far disperare delle sorti di
essa, chi sappia e ricordi che consimili faicinazioni malamente teatralistiche sono fra
i sintomi più perniciosi delle civiltà in disfacimento i delle società in sfacelo.
Se infatti la cronaca mondiale smettesse
di occuparsi dei flirts, dei fidanzamenti,
dei matrimoni e dei divorzi di Alì, è probabile che a lui passerebbe la voglia dì
sposarsi, o chi farebbe un matrimonio di
quelli buoni, di quelli di cui non parla
nessuno. Magari, per quel tanto ch’è lecito di conseguirne in terra, vi troverebbe
niente di meno che la felicità coniugale
Scusate se dico poco ».
Smettiamola veramente sia con l’nno che
con l’altra. Hanno poco di buono da insegnarci, mentre la saldezza del vincolo coniugale e la solidità delle famiglie necessitano altri esempi ed altre ispirazioni.
e. .
All’alba del 29 dicembre, dopo lunghe
sofferenze si è addormentata nella pace
del Signore
Lidia Bosio nata Long
Le famiglie profondamente commosse
per le dimostrazioni di affetto e di simpatia ricevute, esprimono il loro ringraziamento a tutte le persone che con la loro
presenza e sdritti hanno voluto esser loro vicino nel loro grave lutto.
Un particolare ringraziamento rivolgono
al pastore Sig, Rostan per l’assistenza spirituale durante la malattia e per le parole di fede e di conforto che tanto sollievo
hanno dato al loro grande dolore; al Comandante del Big. Susa, ufficiale e sottufficiali; al Direttore e dipendenti SAPAV
per le loro prestazioni ed ai sottufficiali
del reggimento Nizza Cavalleria.
Pinerolo 31 dicembre 1952
« Certa è questa parola : che se
muoiamo con Cristo, con Lui anche
vivremo ».
(2 Ep. a Timoteo 2: 11).
La famiglia Roman profondamente angosciata per la dolorosa perdita della cara
Mamma
Forse mi sbaglio, ma mi pare d’aver lette in questi giorni in uno dei nostri quotidiani che Ali Khan e Rita Hayworth si
erano dennitivaniente separati. E tanto meglio; speriamo non se ne parli piu, perchè
e assurdo che l’opinione puoiiiica dei monde intero debba continuare a conoscere le
vicende più o meno pulite di questi due
personaggi. E’ mai possibile che debbano
destare tanta attenzione soio perchè uno è
miliardario, Taitra attrice cinematogratica?
Che si possa avere una vera e propria torma di idolatria davanti a due molto umane e carnali hgure d'uomo e di donna?
Riccardo Bacciielli, in un articolo pubblicato su « La iNuova Stampa » il 20 giugno u. s. e intitolato: « Smettiamola coll'Ali KlianI », diceva delle cose modo opportune. Ci limitiamo a riferirne alcune:
ringrazia tutti coloro che circondarono con
la loro simpatia la famiglia afflitta.
In particolar modo ringrazia: il Signor
Pastore Bertinatti, per la premurosa assistenza prestata durante la lunga malattia;
il Dottor Solerà; le Autorità Comunali; i
vicini di casa che sono stati di grande aiuto.
Bricherasio, 17 Dicembre 1952.
Personalia
Il 5 gennaio, nella chiesa valdese di Torino, il Past. Paolo Bosio ha unito in matrimonio la signorina Renata Pascal e il
Doti. Emanuele Bosio.
Sinceramente ci rallegriamo con gli sposi
e auguriamo loro una vita di famiglia felice, edificata sull’affetto di cuori cristiani
e sulla costante fede nel Signore.
Il giorno di Natale, ai Carbonieri, è deceduto
Giuseppe Barìdon
di anni 87
« Bisogna pur dire che il mondo patisca
dì una singolare inedia del cerebro, per
trovar gusto tanto alle avventure sentimentali e matrimoniali di cotesto stagionato e
facoltoso figdo di famiglia. Però, il mondo e ognuno pascano e pasturino il cerebro del cibo che loro riesce confacente,
piacevole, e, se nop proprio nutriente, per
U meno repletivo;f
Fatto sto ha preso dimensio
ni stupefacenti ; le,' dato il men che minimo
rilievo della persona dell’erede dell’opulento califfato di non so qual setta di maomettani dell’India, il fenomeno desta una
intrigata curiosità. Non mi riferisco al fatto
che un buontempone figlio di buontempone, spassandosela" con donne notorie e cavalli celebri fra Ip Costa Azzurra e le p'ste da corsa, fra t cabarets di lusso e i to
talizzalori di questo emisfero europeo, serbi
nel mondo della mezzaluna indiana uu’a.itcrità e un ascendente politico, anzi religioso. Questo sarebbe il lato grave, e pr i
priamente storico,’ della questione...
Il vasto, indefettibile interesse mondiale
per lo scialbo scioperato e per i suoi insulsi matrimoni e più insulsi divorzi, ha
altre radici ne- cérebri e negli animi. Piima di tutto, operg nelle fantasie il fascino
ABBONAMENTI A « L’ECO DELLE
VALLI VALDESI »: Annuo L. 600 —
Semestrale L. 400 — Estero L. 1.000 —
Abbonamento cumulativo con « La Luce » L. 1.000 — Estero L. 1.600. Cambio
indirizzi L. 30.
Amministrazione: Libreria Editrice
Claudiana - Torre Pellice Torino) C. C. P. Claudiana 2-17557 dell’Ufficio dei Conti di Torino. '
Durante gli ultimi anni di vita Egli venne amorevolmente curalo da Charbonnier
Giovanni al quale va tutta la riconoscenza
dei familiari.
« Io son la risurrezione e la vita »
Giov. 11: 25.
Bobbio Pellice, 25-12-1952.
DA VENDERE, vicino Pomaretto, piccola
proprietà con caseggiati in ottime condizioni. Rivolgersi Negozio Ugo Trazzi —
Pomaretto.
Direzione e Redazione: Past. Ermanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)
ORECCHI
NASO - GOLA
Dott.
DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice viale
Fuhrman 1 (presso L)r, Gardìol.)
il VENERDF
dalle ore IO alle 12,
a Torino riceve gli alcrigiorni,
dalle ore 14^30 alle 16 in ria
Berthollet, 36 {OspedaleEvan/
gc/rco).
DA UN CONTINENTE ALL'ALTRO [.iluc lalmino
Borneo
Una nuova Cattedrale — Contribuzione
alia buona armonia tra l’Est e l’Ovest.
Il 15 ottobre 1952 la duchessa di Ke.it
ha posto la prima pietra di una nuova cattedrale angiicaua a Kuching, neUa diocesi
di Romeo. Questa catteclrale sostituirà la
antica chiesa di S. Tommaso, costruita nel
1349. La nuova costruzione sarà consacrata
nel 19j5, anno che segnerà il centenario
della londaz.one della diocesi. Essa potrà
contenere un migliaio di persone.
eli vescovo di Romeo cosi scrive: « Nella
sua concezione Tarchitetto ha vomto unire
in queiTcditìcio un piano interiore occidentale ad una forma esteriorn ispirata dalTEstremo Oriente. I fedeli che prendono
parte ai servizi religiosi tenuti nella cattedrale sono di razze diverse: Dayaks, Malesi, Cinesi, Europei, La Chiesa cerca di creare un’armonia tra l’Est e l’Ovest e la nuova cattedrale dovrà manifestare qualche cosa di quello spirito ». (S. OE. P. L).
Kenya
I Mau Mau e i Cristiani.
Il Pastore Marcel Pradervand, segretario
generale dell’Alleanza Riformata Mondiale, che sta compiendo attua.mente un giro
di visite alle chiese riformate dclTAfrica,
descrive in una sua lettera dal Kcnia i lisordini che infieriscono attualmente nel
paese e deplora che le preoccupazioni che
tali disordini provocano facciano passare in
seconda linea i problemi specificatamente
ecclesiastici.
Dopo numerosi colloqui con parecchi Pastori del luogo, il Sig. Pradervand ci ha
fatto parte di ciò che egli ha appreso:
« La crisi attuale non è prima di tutto un
problema razziale. La tensione non è causata da un mOvitìSento generale dei Neri
cont.D i Biatióhi/'.lma da una società segreta estrenùsta, eli» da alcuni mesi terrorizza i N^”àie“]^utano di fare il giuramento
MirtÌMaiP, -^oTamento che impegna a lott*«ipai>JWoi»!«tat» dei Bianchi. QueUi che
hanno più sofferto sono i cristiani neri,
poiché essi si oppongono con tutte le loro
forze al terrorismo Mau Mau.
Sono diversi mesi che i cristiani hanno
deciso di lottare contro questa forma di nazionalismo che non indietreggia neppure
davanti aU’assassinio, ed essi hanno domandato al Governo di prendere misure ner
proteggere gli Africani desiderosi di vivere in pace. Da parte del Governo, ci sono
state lentezze deprecabili; sono stati fatti
degli errori; quando è intervenuta la polizia non sempre ha saputo distinguere tra i
responsabili dei torbidi e gli Africani onesti. I dirigenti delle Chiese hanno parlato
con coraggio e con fermezza al Governo, e
c!é da sperare che la loro voce sarà ascoltata. La posta è di grande importanza. Poiché, come lo diceva nella sua predicazione
domenicale il Pastore Steel, della parrocchia scozzese di Nairobi, « se qua, in questo piccolo mondo in miniatura, con le sue
diverse razze, noi non arriviamo a vivere
insieme, lo scoraggiamento verrà in tutti
quelli che aspettano il giorno in cui gli
uomini saranno veramente fratelli e lavorano per affrettare la venuta di tale giórno ».
Quanto a quelli che « sono propensi a
lasciarsi guidare dalla paura o dallo spirito di vendetta e domandano che si prendano severe misure contro tutti gli Africani »,
conclude Pradervand, « essi dovrebbero ispirarsi alTesempio di uno dei nostri Pastori indigeni. Egli sa che la sua vita è in
pericolo; ha appreso clic, sulla lista di coloro che debbono essere eliminati, il suo
nome segue immediatamente quello di un
capo che è stato appena assassinato. In conversazione con un Pastore bianco egli, con
un sorriso sulle labbra, dice semplicemente: « Noi dobbiamo essere fedeli a Gesù
Cristo fino alla morte stessa ». Il primo capo africano massacrato dai Man Mau, era
un fedele membro della Chiesa Presbiteriana che credeva con tutte le sue forze alla possibilità di una collaborazione tra le
due razze. Non dimentichiamo mai questo
quando la stampa ci porta l’eco degli attuali disordini nel Kenya... » (S. OE. P. I.;.
India
Quinto anniversario della Chiesa dell’India del Sud.
Il 27 sett. 1952 la Chiesa dell’India del
Sud ha festeggiato il quinto anno della sua
esistenza. « Ee tre Chiese — metodista, prebiteriana e anglicàna — che si sono unite
allora, sono ancora insieme quest’oggi »,
scrive il Rev. Michael Ilollis, vescovo di
Madras e Moderatore della Chiesa dell’India del Sud, nel giornale « The Guardian »
di Madras.
« Inoltre, continua il vescovo, la Chiesa
del Nord, ,chc noti si era unita alla nostra
Chiesa nel 1947, dopo di averci osservato da
vicino, si è decisa nel 1950 ad entrare a far
parte della nostra Comunità... Nemmeno
uno dei gruppi che cinque anni fa si unirono alla Chiesa dell’India del Sud, pensa
ora a far risorgere le divisioni del passato ».
Se molti problemi rimangono ancora insoluti, « quelli che hanno voluto questa
collaborazione sono più che mai convinti
che la decisione presa in uno spirito di fede or son cinque anni, è stata secondo la
volontà di Dio, il quale l’ha abbondantemente benedetta. Il fatto che la Chiesa deìTlndia del Sud esista c che essa manifesti
chiaramente la sua vitalità, è un fatto di
immènsa importanza dal punto di vista dell’unità cristiana. Questo fatto ha spostato
tutta la quistione delle relazioni tra le Chic,
se Episcopali e non episcopali, trasportandola dal campo della teoria nella realtà.
Quelli che si domandavano che cosa sarebbe
successo in caso d’unione tra chiese di tradizioni cosi diverse e apparentemente contrarie le une alle altre, non hanno che da
aprire gli occhi per avere una risposta. Noi
siamo uno, le nostre tradizioni sono state
arricchite da tanti nuovi contributi e ci troviamo a nostro agio nel possesso di quii
patrimoni che cinque anni or sono, visti
dall’esteriore, sembravano essere in opposizione gli unì agli altri » (S. OE. P. L).
Concess. RADIO MINERVA
PEROSA ARGENTINA
Via Roma, 8
S. GERMANO CHISONE
Via Fri grò, 6
Apparecchi radio delle migliori marche
Pagamento rateale - Cambi - Riparazioni
Prezzi convenienti !
|Se volete acquistare
\Un oggetto in oro,
jt//i orologio di fiducia
\L o t r o V crete da
BORNO EMANUELE
Via Trieste num. 6 - PINEROLO
Esclusiv. orologi Landy 21 rubis e Altus
Depositario B6rnci © Aureole