1
1997
meo
nato il
ilcuni
:iatori
Il rial>rti di:ria «è
•¡cerca
;ato la
Ile naalizzaino leopratio, con
er cui
ietro».
) della
¡menti
1 sono
itiche
m goticola[grado
rse, la
ipene è di
5giore
le. Ma
□lifere
Ite sui
ze, tra
¡ruppi
nulla,
i ritiemi 30
ìtrolic
irdi di
ta dal
alcim
¡tanti,
[a, tra
diritti
lei gorazioi ed il
rn. itili. La
1 fare
nigentisca
a perinfìne
a e al
la silop.);oni e
lita .e
lo.
:ntato
Con;asioessioimo a
porlo
come alla
iresso
(eniì
Armo V
numero 6
del 14 febbraio 1997
Spedizione in a. p. comma 26
art. 2 legge S49/65 nr, 6/97 - Torino
In ca$o di mancata recapito
si prega restit
presso i'Uftici
L'Fditore si im
corrispondere
iti
simo
ulin,
ciato
il noerato
ionia
) colAnastato
e sia
ca, il
viva:quela ditto il
chan
ito il
. loro
atto
assisen;rna3sa e
liritti
a, mi
tre la
azioilità
I Cedelle
e to>, ha
(eni)
Bibbia e attualità
RICORDATI
«Ricordati dei giorni antichi, considera gli anni delle età passate, interroga tuo padre ed egli te lo farà conoscere, i tuoi vecchi ed essi te lo diranno»
(Deuteronomio 32, 7)
CONTINUAMENTE la storia ci propone anniversari di avvenimenti o
personaggi del passato sollecitando la
nostra riflessione e il nostro «ricordo».
Ci troviamo così davanti al 149° anniversario dell Emancipazione dei valdesi, il prossimo ì 7 febbraio, mentre prepariamo a ricordare il quinto centenario del tempio di Tramonti di Sopra e
quelli di molte opere delle nostre chiese
che si susseguono a ritmo incalzante.
Ma che senso ha fermarsi a «ricordare»
la storia? Per fortuna sono passati i
tempi in cui nella storia si cercavano i
patentini di gloria e di onore per esaltarsi. Siamo oggi molto critici e abituati a valutare le ombre che offuscano avvenimenti o personaggi del passato con i loro limiti, le loro debolezze
e ì loro errori che proprio per questo ce
li fanno sentire molto vicini a noi. E
poi sappiamo bene che la nostra storia
è quella che scriviamo giorno dopo
giorno oggi, con i nostri limiti e i nostri errori. Ma allora perché l'invito a
«ricordare» occupa un pù.-co di primo
piano nella vita e nella fede di Israele
prima e delia Chiesa poi?
L TNNANZITUTTO perché non dobbia' X, ma dimenticare di far parte di una
réalii! che affonda le sue radici nel
passai:} e r,i proietta nel futuro, come
l’albero non può dimenticare di avere
delle radici e dei rami che si protendono verso il cielo per portare frutto. Il
nostro tempo non è finito in se stesso
in modo autonomo e indipendente: ha
un passato che ci ha portato in bene o
in male ad essere quello che siamo, e
ha un futuro al quale lasceremo in eredità quello che saremo riusciti ad essere, e a fare, anche qui in bene o in male. Ma la Bibbia ci ricorda che soprattutto Dio ha un progetto che porta
avanti intrecciandolo alla storia degli
uomini con costanza e con fedeltà. Il
proget'.o del Buon Regno, il progetto
deìla vita plasmata dall’amore che
non può che produrre giustizia, pace,
condii’isione e riconciliazione che permetumn una vita nuova e piena per
tutti, (juesto progetto non proiettato in
un futuro lontano e utopistico ma concreto e reale oggi, nell’oggi della storia
delTiioìiio, scontrandosi con questa
storia e mettendola in discussione. E
allora il «ricordare» a cui ci invita la
Bibbia è il cercare di lasciare emergere
i segni di questo intreccio del progetto
di Dio con la nostra storia: là dove
questo è avvenuto, e là invece dove la
riostra storia è rimasta vuota e banale.
È dunque il ritorno di Dio che ci interessa soprattutto e prima di tutto nella
concretezza della storia di cui gli uomini e le donne che ci hanno preceduto sono testimoni veri.
n ICORDO a cui non può che seguire un rinnovato impegno e una
rinnovata confessione di fede per noi
nel nostro oggi, nella certezza che anche nel nostro oggi Dio vuole intrecciare il suo progetto, nello stesso modo, nella stessa concretezza come nel
passato. Dio non è assente dalla nostra storia e vuole che noi siamo gli
strumenti nelle sue mani perché anche
oggi possano apparire nel nostro mondo alcuni segni del suo grande progetto. E il passato ci dà così una grande
carica di speranza: anche noi, malgrado le nostre debolezze e i nostri limiti,
malgrado i grossi problemi di identità
e di impegno che attraversano le nostre comunità, malgrado la crisi della
società in cui viviamo, siamo chiamati a scrivere una pagina di storia che
riceve nell’intreccio con il progetto di
Dio il suo senso pieno.
Renato Coisson
«8^
SETTIMANALE DELIT: CHIESE E\^NGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Nel campo della bioetica si torna a discutere sulla capacità guridica dell'embrione
Per il pluralismo anche in campo etico
La cultura laica italiana continua a riconoscere come pensiero religioso solo quello cattolico
La comprensione protestante dell'etica non fa prevalere l'ideologia sulla vita delle persone
ANNA MAFFEI
E dura cercare di farsi spazio nel
mondo dell’informazione italiana. Lo è sempre, ma appare ancora più arduo quando si dibattono
nell’opinione pubblica problemi
complessi come quelli attuali connessi con la bioetica. Faccio un esempio. Leggendo la Repubblica di
qualche giorno fa mi sono imbattuta in un editoriale di Umberto Galimberti che constatava l’appiattimento di molti esponenti della cultura laica su tesi cattoliche per
quanto riguarda la capacità giuridica dell’embrione. Nella sua appassionata difesa dell’approccio
laico alla questione sosteneva che
«ragionare è più difficile di credere,
perché la via della ragione deve tener conto di istanze molteplici che
vanno dal diritto del nascituro alla
libertà di coscienza delle madri e
dei padri, dalla fame nel mondo
dei già nati alla frequente riduzione in condizioni di schiavitù dei
sopravvissuti, mentre la fede può
prescindere da tutta questa complessità e attenersi alla parola ritenuta di Dio e trasmessa da quanti
ritengono di rappresentarla». Dunque la fede, a suo dire, abita la
«semplicità» mentre la ragione si
assume l’onere della «complessità»
a cui non può e non si deve abdicare. Questo in sintesi il suo pensiero,
e il pensiero di alcuni fra gli opinionisti più illuminati, di quelli che almeno si accorgono della pericolosa
tendenza a delegare alla Chiesa
cattolica tutto ciò che è riflessione
etica in un mondo che si fa sempre
più complesso e indecifrabile.
Eppure Galimberti, proprio per
poter legittimamente rivendicare
l’indipendenza dell’approccio laico
sulle questioni etiche, deve anche
imparare a fare delle distinzioni
anche rispetto all’etica che lui definisce «religiosa» e che è invece solo
«cattolica romana». Che si rispetti
cioè non solo la sua ma anche la
nostra indipendenza da Roma. Deve imparare lui, e quasi tutti con
lui, che ci sono altri approcci all’etica che non rinunciano né alla
fede, né alla complessità. Sono approcci che proprio in quanto si
fanno carico delle connessioni fra
le problematiche, i soggetti che le
vivono, i contesti sociali, politici ed
economici risultano più difficili da
decifrare, pur nondimeno esistono
e, per chi fa opinione, dovrebbero
essere tenuti in debito conto. La fede, almeno quella di tipo protestante, non è vero che «semplifica»
le questioni anzi a volte, cercando
di coglierne aspetti trascurati, rende le decisioni ancora più ardue. La
fede, almeno quella di tipo protestante, può vivere la decisione,
davanti a Dio senza alcun mediatore, come un vero dilemma, come
drammatica scelta, perché il credente sa che in molti casi non si
pone la semplice scelta fra bene e
male, ma fra due mali, e che un atteggiamento neutrale può in alcuni
casi anch’esso implicare compli
cità con il male. La fede, almeno
quella di tipo protestante, non
«isola» i problemi, non fa prevalere
l’ideologia sulla vita delle persone
coinvolte, ma proprio perché vive
della relazione esistenziale con
Dio, sa l’importanza della vita relazionale in cui tutto è collegato e
che dunque la persona che è dinanzi ad una scelta non va lasciata
sola e tanto meno giudicata, ma va
accompagnata e sostenuta, prima
e dopo, anche e soprattutto quando pare che abbia fatto la scelta
sbagliata. Perché la fede sa di aver
sempre assolutamente bisogno
della grazia e del perdono di Dio.
Certo, si dirà, ma quelle in ballo
non sono solo questioni di etica individuale. Certo, ma il considerare
l’embrione «persona» a tutti gli effetti fin dall’atto del suo concepimento, avrebbe implicazioni enormi sull’etica individuale e limite
rebbe fortemente la libertà personale in particolare delle donne
coinvolte. Se si considera infatti
l’embrione una persona a tutti gli
effetti, è possibile contrapporre i
suoi interessi a quelli della madre.
E in principio, se si dovesse tutelare
il diritto alla salute deH’embrione,
si dovrebbero imporre alla madre
ogni sorta di diagnosi prenatale, o
di limitazioni personali, come fumare, guidare troppo velocemente
o lavorare troppo. Tutto questo regolato per legge e con possibile ricorso al giudice. Ogni maternità assumerebbe carattere poliziesco e
potrebbe diventare un incubo.
Ci sono certamente delle questioni, come quella delle sperimentazioni sugli embrioni che si producono in sovrappiù nei centri di
riproduzione assistita, o quella, di
cui si parla meno, dell’influenza
del «mercato» sullo sviluppo delle
tecniche riproduttive, che almeno
in parte hanno bisogno di regolamentazione ed è giusto che se ne
discuta. Solo un dibattito che investa tutte le istanze coinvolte, e che
tenga conto anche di quello che
accade nelle legislazioni di altri
paesi, può infatti aiutare a giungere ad un certo grado di consenso.
Ma allora che la discussione rifletta
quel pluralismo di vedute che esiste non solo nel resto dell’Europa e
del mondo ma anche in Italia. Ci si
faccia carico di questa ulteriore
complessità che è il pluralismo anche all’interno dello stesso cristianesimo. Si consideri importante
anche la riflessione protestante
che per molti aspetti si presenta
aperta e frammentata, e anche diversificata nelle posizioni, ma che
almeno ha il pregio di venir fuori
da una discussione democraticamente partecipata al proprio interno, come dimostra il documento
sulla bioetica che pubblichiamo a
pagina 6. A volte abbiamo l’impressione che in questo paese e rispetto all’informazione di massa,
dobbiamo ancora chiedere il permesso di esistere e, quel che è peggio, che non avere un papa sia diventato un vero handicap.
Pesante interferenza della Cei sull'ora di religione nelle scuole
La Fcei risponde ai vescovi e scrive al ministro
Nei giorni scorsi l’Ufficio per l’insegnamento
della religione cattolica
(Ire) della Conferenza
episcopale italiana (Gei),
in previsione del nuovo
anno scolastico 1997-98,
ha inviato un promemoria alle varie diocesi in
Italia, che alcune diocesi (in particolare Genova
e Roma) hanno a loro
volta inviato ai direttori
di istituti statali. Il promemoria contiene alcune indicazioni di merito
e di metodo sull’interpretazione della normativa relativa alla scelta
da parte dello studente
di avvalersi o non avvalersi dell’ora di religione. In sostanza, la Cei
raccomanda di distribuire i moduli per la
scelta dell’Irc solo per il
primo anno di ogni ciclo
(elementari, medie e superiori), ritenendo «eccessiva» e «non corretta» la puntuale consegna anno per anno dei
moduli. Inoltre, secondo le indicazioni della
Cei, gli studenti (o chi
esercita il diritto di avvalersi o non avvalersi)
dovrebbero conoscere
le possibilità alternative
all’Irc solo dopo l’inizio
delle lezioni e comunque non al momento di
fare la loro scelta.
Il pastore Domenico
Tomasetto, presidente
della Federazione delle
chiese evangeliche in
Italia (Fcei), ha prontamente risposto al settore
Ire della Cei, a nome
della Commissione delle
chiese evangeliche per i
rapporti con lo stato,
protestando per il fatto
che «tali promemoria
siano inviati direttamente ai capi di istituto
e non, come si do’vrebbe, ai Provveditorato
competente che vigila
sul rispetto della normativa vigente in materia,
oppure allo stesso ministro della Pubblica istruzione». E ancora; «Riteniamo che le vostre indicazioni riflettano una
lettura riduttiva o una
interpretazione di parte
che rende più complessa la scelta fra avvalersi e
non avvalersi».
In una seconda lettera
inviata ai ministro della
Pubblica istruzione, on.
Luigi Berlinguer, è scritto: «La nostra Commissione considera questi
promemoria come una
pesante interferenza
sulla libertà di scelta da
parte degli studenti e
quindi sui diritti di libertà religiosa».
La Commissione delle
chiese evangeliche per i
rapporti con lo stato
chiede espressamente al
ministro Berlinguer che
venga emanata una direttiva chiara e riassuntiva delle varie norme
che regolano questo settore «per evitare incomprensioni e interpretazioni riduttive o di parte,
e rendere cosi effettivo
l’esercizio di un diritto
di libertà costituzionalmente garantito», (nev)
VERSO L'UNIFICAZIONE DEL PROTESTANTESIMO OLANDESE. Dal 22 al
24 gennaio si è svolto a Lunteren
(Olanda) il Trio-Sinodo delle tre principali chiese protestanti olandesi: la
chiesa riformata (Hervormd, con circa
2 milioni 300.000 membri comunicanti), le Chiese riformate (Gereformeerd,
con circa 740.000 membri comunicanti), e la Chiesa luterana (con circa
30.000 membri comunicanti) in vista di
un passo decisivo verso l'unità organica delle tre chiese. (pag. 3)
NATURA E STATUTO DELL'EMBRIONE
UMANO. Il gruppo di lavoro sulla
bioetica della Commissione ecumenica
europea per Chiesa e società (Eeccs)
ha prodotto un importante documento, che pubblichiamo per la prima volta nella sua traduzione italiana, intitolato «Natura e statuto dell'embrione. Punto di vista dell'Eeccs». Il documento è stato presentato al terzo simposio sulla bioetica (Strasburgo, 15-18
dicembre 1996) promosso dal Consiglio d'Europa. (pag. 6)
STUDI FDEI. La Federazione donne evangeliche propone una riflessione sul tema del giubileo. (fascicolo interno)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’As
VENERDÌ 14 FEBBRAIO 19ç
VENE
«Il regno dei cieli
è simile a un padron
di casa, il quale, sul
far del giorno, uscì a
prendere a giornata
degli uomini per
lavorare la sua
vigna. Si accordò
con i lavoratori per
un denaro al giorno
e li mandò nella sua
vigna. Uscì di nuovo
verso l’ora terza, ne
vide altri che se ne
stavano sulla piazza
disoccupati, e disse
loro: “Andate anche
voi nella vigna
e vi darò quello che
sarà giusto”. Ed essi
andarono. Poi,
uscito ancora verso
la sesta e la nona
ora, fece lo stesso.
Uscito verso
l’undicesima, ne
trovò degli altri in
piazza e disse loro:
“Perché ve ne state
qui tutto il giorno
inoperosi?”. Essigli
dissero: “Perché
nessuno ci ha presi a
giornata”. Egli disse
loro: “Andate anche
voi nella vigna”.
Eattosi sera, il
padrone della vigna
disse al suo fattore:
“Chiama i
lavoratori e dà loro
la paga,
cominciando dagli
ultimi fino ai primi”.
Allora vennero
quelli della
undicesima ora
e ricevettero
un denaro ciascuno.
Venuti i primi,
pensavano di
ricevere di più; ma
ebbero anch’essi un
denaro per ciascuno.
Perciò, nel riceverlo,
mormoravano
contro il padrone
di casa dicendo:
“Questi ultimi
hanno fatto un’ora
sola e tu li hai
trattati come noi che
abbiamo sopportato
il peso della
giornata e sojferto
il caldo”. Ma egli,
rispondendo a uno
di loro, disse:
“Amico, non ti faccio
alcun torto; non ti
sei accordato con
me per un denaro?
Prendi il tuo e
vattene; ma io voglio
dare a quest’ultimo
quanto a te. Non mi
è lecito fare del mio
ciò che voglio? O
vedi tu di mal occhio
che io sia buono?”.
Così gli ultimi
saranno primi
e i primi ultimi»
(Matteo 20,1-16)
IL DIO TROPPO BUONO
Chi ha paura del Dio troppo buono non lo ha mai conosciuto. Nella vigna
in cui siamo chiamati c'è lotta e fatica, ma soprattutto gioia, vita e pienezza
FULVIO FERRARIO
Tutti sappiamo che «evangelo» vuol dire «buona notizia». Domanda: questa parabola
è evangelo, oppure no? La risposta non è affatto scontata. Dipende. Dipende da chi la ascolta, se si tratta degli ultimi che diventano primi, o dei primi che
diventano ultimi.
Buona notizia per chi?
IMMAGINIAMOCI un buon
membro di chiesa, che lavora
otto o più ore al giorno, contribuisce (senza esagerare, ma «se
tutti facessero come me, la chiesa sarebbe a posto»), trova il
tempo per la preghiera e per la
famiglia, è fedele al coniuge e,
magari, fa anche un po’ di volontariato. Tutto ciò, a volte, pesa. Questo membro di chiesa si
guarda anche intorno, e vede
come vivono gli altri, per se
stessi, a quanto sembra, e magari fanno anche una bella carriera; in chiesa non ci vanno, ma
non sembrano soffrirne affatto;
persino nella comunità, riflette
costui o costei, c’è parecchia
gente che, quando ne hai bisogno, non la trovi, comunque si
vede poco, spesso e volentieri
«dimentica» la contribuzione.
Disapprova costoro, considera
sbagliata la loro condotta. Sotto
sotto, però, gli pare ogni tanto di
avvertire una certa invidia: fa fatica ad ammetterlo, ma è così.
Gli sembra, non troppo raramente, che la vita di chi non co
Preghiamo
Tu ci hai chiamati. Signore.
Lo testimonia
l’inquietudine che ci afferra
quando ascoltiamo la tua parola.
Tu conosci la nostra debolezza.
Sai quanto presto siamo scoraggiati.
Sai che ci muoviamo ansiosi e incerti.
Eppure ci hai chiamati
e noi fidiamo in te.
Se è tuo volere, agisci in noi.
Fa’ di noi degli strumenti utili.
Non conosciamo l’efficacia
di ciò che facciamo nel tuo nome.
Lo strumento non deve aver timori
sullo scopo finale del lavoro.
Siamo tuoi strumenti.
Tu ci hai presi in mano.
Serviti di noi, Signore.
OòrgZink, Come pregare, Caudiana, p.l61)
nosce una parola di Dio alla
quale obbedire sia più libera,
più ricca e meno faticosa. Credere, è a volte un po’ come correre con piccoli sacchetti di sabbia appesi alla cintura; non sono
pesantissimi, si può procedere,
ma la fatica aumenta sensibilmente. Gli altri, quelli che non
hanno pesi aggiuntivi, paiono
saltellare come grilli. Lui o lei,
però, continua per la sua strada.
Caso mai Dio ci fosse davvero,
sarà meglio mettere le mani
avanti, offrire anche a lui, come
alla chiesa, una contribuzione,
magari non stratosferica ma visibile, in modo che se ne accorga e tenga bene la contabilità; e
somme si tireranno «di là», e allora vedremo. Obbedisce, quindi, magari un po’ a denti stretti,
a quello che, fin dall’infanzia, gli
hanno detto essere il comandamento di Dio, sperando di riscuotere il dovuto, un giorno.
Questo personaggio, ritengo,
non è uno sconosciuto. Nelle linee generali, lasciando da parte
questo 0 quel particolare, ci è
anzi ben noto, è un pezzo di noi.
Ebbene, per cbi ragiona così, la
parabola di Gesù non è una
buona notizia. Altro che evangelo, questo è una truffa, l’annuncio dell’ingiustizia di Dio, del
fatto che i conti non tornano
mai, che i furbi, per dirla in modo un po’ brusco, fanno fesso
anche il Padreterno. Se le cose
stanno così, beato chi non ascolta la parola di Dio e non la
mette in pratica. Chi ha avuto ha
avuto, chi ha dato ha dato, scordiamoci il passato: non è un
passo della Scrittura, ma sembra
essere l’epitaffio sull’esistenza
di chi si è impegnato, si è sacrificato, ha lavorato e magari anche
sofferto e si trova, sul più bello,
sorpassato dagli «altri».
Non è un caso che la liturgia ci
proponga questa lettura all’inizio del tempo in cui la chiesa fa
memoria della passione di Gesù.
Gesù è stato ucciso da coloro
che ragionano come il membro
di chiesa di cui parlavamo all’inizio. Sembra eccessivo, ma è
così. Il padrone della vigna chiede a chi protesta: «Vedi tu di mal
occhio il fatto che io sia buono?». Questo è il punto, in effetti. Chi ha fatto fuori Gesù ha voluto eliminare questo Dio troppo buono, che non perdona solo
quelli del suo giro, ma anche gli
altri. La parola, allora, chiede,
senza troppi riguardi: chiesa di
Gesù, vuoi anche tu rifiutare
questo Dio troppo buono per il
tuo piccolo cuore?
Esiste il rischio che la parabola non solo non sia evangelo, ma
si traduca in giudizio, in condanna. Essa smaschera il Peccato con la P maiuscola, quello
che ha ucciso Gesù: il rifiuto della bontà di Dio, che effettivamente non si lascia catturare
dagli schemi della nostra giustizia, per quanto essi abbiano, al
posto giusto, un loro valore. Chi
rifiuta la bontà di Dio, perché è
più grande della propria, si vede
precluso l’evangelo. Questa è
l’incredulità in senso proprio.
Una triste visione della fede
Tale tragedia ha una radice:
si tratta, per farla breve, del
pensiero che l’erba del vicino sia
sempre più verde, cioè che non
lavorare nella vigna, starsene lì a
ciondolare per i fatti propri, sia
meglio, meno faticoso, più bello, che spaccarsi la schiena fin
dalla prima ora. Fuori dall’immagine: il veleno è l’idea che la
vita lontana da Dio, fondata su
se stessi, sia più ricca e più promettente di quella che, tra mille
contraddizioni, si sforza di mettere insieme un tentativo di obbedienza. È l’idea del fratello del
figliol prodigo: per lui la festa,
grande e inattesa, preparata dal
padre al ritorno del figlio perduto, si trasforma in una profonda
tragedia, nella crisi di ogni criterio, di ogni sicurezza, e anche di
ogni fiducia. «A saperlo, ci sarei
andato anch’io, con le prostitute. Non l’ho fatto, perché è vietato. Non chiedo neanche un riconoscimento particolare, a dire
il vero: ma questa festa, questa
festa maledetta, è veramente
troppo».
È una triste visione della fede,
ma non bisogna liquidarla troppo in fretta. Non solo perché è
più diffusa di quanto crediamo,
ma perché non è fuori, ma dentro di noi, anche se la combattiamo. È un po’ come quando,
in un matrimonio, uno resta fedele al coniuge, ma la cosa gli
pesa, lo fa soffrire, addirittura lo
angoscia; ogni persona interessante dell’altro sesso gli sembra
un’occasione perduta. La respinge, perché non può, non deve, ma vorrebbe, oh se vorrebbe.
E di fronte alla scappatella di
qualche altro, si mescolano rifiuto, paura, e invidia, ma quest’ultimo è il sentimento dominante. Beh, è evidente che que
sta fedeltà, per quanto non debba essere disprezzata (c’è una
tragica grandezza persino in
questo) è però ben malinconica.
Non è, alla fine, fedeltà a una
persona, ma obbedienza a una
legge, in ultima analisi poco utile, perché anziché generare vita,
cioè ricchezza di possibilità e di
prospettive, spinge nella direzione contraria, nel vicolo cieco
del risentimento. Chi invece si
trova bene nel proprio matrimonio, è attratto dal coniuge, vivrà
l’intera faccenda in modo diverso. Non dico che non ci siano
contraddizioni, anche clamorose, ma il quadro è un altro; anziché vivere il matrimonio come
un vincolo e rotolarsi nel risenti
mento, lo considererà, con soddisfazione, una delle grandi occasioni della vita.
Chi ha paura
del Dio troppo buono?
Raccontando questa parabola, Gesù mostra di temere che, anche per i suoi, la fede assomigli a un matrimonio
triste, senza passione, senza
bollicine che lo rendano frizzante. Mostra di temere che la fede,
anche per noi, anziché essere
dono, terno al lotto inatteso e
tale da trasformare la vita, sia
una galera che soffoca le nostre
possibilità e il nostro desiderio
di pienezza. E allora ecco la conclusione: chi ha paura del Dio
troppo buono, non lo ha mal conosciuto. Questo, e non la bontà
di Dio, è la radice dello scandalo. Chi ha questa paura ritiene
Dio un tiranno, che anziché dare, anzitutto chiede: un contabile del peccato, di fronte al quale
io devo far tornare i conti, per
godermi, in santa pace, la condanna degli altri. Solo che un
soggetto del genere non è il Dio
di Gesù. Se proprio assomiglia a
qualcuno, allora al diavolo. Con
chi fa queste confusioni, Gesù
non discute nemmeno: «Prendi
il tuo e vattene». Noi vorremmo
invece restare. Restare, perché
se c’è vita, pienezza e futuro è
nella vigna in cui siamo chiamati. Qui c’è lotta, fatica, ma c’è
gioia. Una gioia che ci permette
anche di godere del fatto che altri, che a noi non piacciono,
piacciano invece a Dio e siano
travolti, come noi, dall’amore
del Dio troppo buono.
Note
omiletiche
iip
m
centro
(nel ce
lavori
tre pri
stanti
format
riform
Chiesa
passo
organi
La c
delle t
Chiesa
lioni 3
nicant
Sin od
740.00
e circa
Chiesi
circa 3
canti e
Neh
nodo(
provai
bozze
ti orga
sa, ar
un’alt]
sta de'
princi
(Prima di una serie
di tre meditazioni)
La lettura di questa p
rabola si ispira anzitutto
un criterio semplice e j
nerale, ma a mio pare
non generico e anzi mol
utile: le parabole di Ge
costituiscono un'interpi
tazione della sua prassi,
viceversa. Egli annunci)
Regno come la grande (
casione: una festa cht
talmente grande da |
saltare gli usuali criteri
tributivi, che pure han
una loro seria logica
non vanno quindi dispn
zati. L'invito raggiun
anche e proprio coloro (
sono tagliati fuori dai (
cuiti della religione e de
sue istituzioni, il che èi
aspetto assolutamente I
ratteristico del ministe
di Gesù. La comunione
mensa di Gesù con peri
ne di cattiva reputazia
esprime l'atteggìarner
«ecumenico» di Dio, las
decisione di entrare in r;
porto con le donne e o
gli uomini sulla base de
grazia, cioè di una red
che non ha altra motii
zione e altro fondameli
che la natura, l'identitì
volto di Dio stesso.
Può accadere e accai
di fatto che coloro ihe,
torto o a ragione, si rite
gono di casa «negli t
dell'Eterno», cioè le p&
ne «di chiesa», o chea
munque ragionano ma
tegorie religiose, si scani
lizzino, nel senso Nblii
del termine, di ffonl
all'annuncio di Gf sù.l
parabola intende nette Stanti i
in guardia la co a unii no ins:
contro questo riscr o mi
diale invitandola, ' i mot
implicito ma mi oare ass
chiaro, a riscopri ; il semi
della propria -ocaziojt^gjsij^
nella gioia p^r la bontl. .
letteralmente inconcepiL ’ . .
le (cioè non i raducibil
nelle nostre categoilc rti Stato
rali, religiose, giuridici: COnvin
di Dio. Il testo, dunqi tetre g
non si limita a criticare
criterio della retribuzion
ma invita la comun tà a i
flettere sui modo in cui e
sa vive la propria fede e
comportamenti che ne d
rivano: se come «chanci
di vita piena, o come pre
zo da pagare pcc piac ere
Dio. In questo secondo c
so, la grande occasi ine
già, ir certo modo, erd
ta. Alcuni autori so ’ rng
no oggi ancora una lett
ra orientata a una ceiitendib
visione della storia de^sare al
salvezza: i lavoratori de»
prima ora simboleggerel.F
bero Israele (o anche IO
stiani di origine ebraici
il quale reagisce negati«
mente a Dio che epreÌ
porte della salvezza!
non ebrei. Se, come riti
go, la parabola ha ie i»
radici nell'insegnama®
di Gesù stesso, egli i#
può averla intesa int
modo, e mi sembra al
poco assai dubbio che
stesso Matteo l'abbia If
ta così. In ogni caso, ui
predicazione cristiana cl
si avventurasse oggh
questa direzione finirei
be inesorabilmente pi
affondare nella palul
dell'antisemitismo, mag
ri inconsapevole, ma vel
nosissimo.
«Ghie
nei Par
Il lai
chiarir
sinoda
visto)
ghissii
per ari
me; ta
da eia
Atmos
ferite
ti di gl
mour ;
zioni
hanno
in tilt.
Per
approfondir!
Ognuno dei commei
all'Evangelo secondo M*
teo contiene anche l'inte
pretazione della nosP
parabola. Esistono and
diverse opere sulle pa(
bole in quanto tali: tra
più note, J. Jeremias,
parabole di Gesù, Brest
Paideia, varie edizioi
Vorrei segnalare due o|i
re che non riguardano!
rettamente il nostro tesi
ma presentano Gesù c
suo messaggio nei terrr
ripresi nel mio articolo:
Lohfink, Gesù come vok
la sua comunità? Cinise
Balsamo, Paoline, 198
Id. Per chi vale il discoi
della montagna?, Bresd
Queriniana, 1990.
1)]
do cc
dend
nuta
2)’
svolg
la Pai
3) 1
confi
fonte
Dio ti
4) I
la COI
stolic
diant
chies
augqi
chies
rana
nevra
Dord
suoli
Sr 5) ]
teoio
Ìnolti
heuei
Interi
* 7) I
nunc
Israel
partii
sione
3
AIO 195 ^ERDÌ 14 1997
Ecumene
PAG. 3 RIFORMA
¡che
questa p
anzitutto
iplice e 5
mio pare
‘ anzi mol
ole di Ge
jn'interpi
ua prassi,
annuncia
grande)
festa chi
nde da |
ili criteri
)ure han
a logica
ndi dispn
raggiun
) coloro)
Jori dai (
ione e de
il che èi
amentei
I ministe
munione
con pen
eputazio
ggiarner
i Dio, las
;rare in r;
onne e o
I base de
una red
:ra motii
ondarne!
l'identità,
sso.
e e acca)
loro che,
ne, si ritf
«negli f
)è le pa
, o chea
lano ma
Í, si scanit
ISO biblii
d i I ronl
li Gcsù.l
Si è svolto a Lunteren, dal 22 al 24 gennaio, il Trio-Sinodo delle tre principali chiese protestanti olandesi
Verso l^unificazione del protestantesimo olandese
Il processo unitario, iniziato negli Anni '60 e denominato «Insieme in cammino», coinvolge la Chiesa riformata, le Chiese
riformate e la Chiesa evangelica luterana. La nuova chiesa si chiamerà «Chiesa protestante unita nei Paesi Bassi»
Gli invitati al Trio-Sinodo olandese
I rappresentanti delle chiese
protestanti del Sud Europa
THOMAS SOGGIN
Hanno avuto luogo dai
22 al 24 gennaio, nel
centro Congressi di Lunteren
(nel centro-est dell’Olanda), 1
lavori del Trio-Sinodo delle
tre principali chiese protestanti olandesi: la Chiesa riformata (Hervormd), le Chiese
riformate (Gereformeerd) e la
Chiesa luterana, in vista di un
passo decisivo verso l’unità
organica delle tre chiese.
Il processo unitario
La consistenza numerica
delle tre chiese è la seguente:
Chiesa riformata, circa 2 milioni 300.000 membri comunicanti e circa 70 deputati al
Sinodo; Chiese riformate,
740.000 membri comunicanti
e circa 65 deputati al Sinodo;
Chiesa evangelica luterana,
circa 30.000 membri comunicanti e 34 deputati al Sinodo.
Nelle decisioni del Trio-Sinodo di Lunteren si sono approvate in seconda lettura le
bozze finali dei Regolamenti organici della nuova chiesa, arrivando così a porre
un’altra pietra miliare in vista dell’unità organica delle
principali tre chiese protede netta Stanti olandesi che porteranco nunii no insieme il nome nuovo di
iscr o mi «Chiesa protestante unita
a, “T mot nei Paesi Bassi».
I ; are ass p lavoro preparatorio e di
' chiarimento fatto dai giuristi,
ai Sinodi generali e regionadalle comunità e da cerni
raducibi Mia di gruppi di lavoro, è
ego,,e m talmente completo e
giurid'ch Convincente che sono basta>, dunqi tette giornate scarse di lavori
sinodali hana meno del previsto) por concludere le lunghissime votazioni, articolo
per articolo e nel loro insieme; talvolta separatamente
da ciascuno dei tre Sinodi.
Atmosfera simpatica, accogliente, gioiosa, con momenti di grande serietà e di humour anche quando le votazioni mediante computer
I so ' ;ng hanno cominciato ad andare
un;; lett in tilt, con risultati poco atuna celi tendibili, dovendo così pas:oria del sare alle votazioni tradizioatori de^
Dleggerel^
ocazioi
la bon
iconcepi
criticare
trib jzion
nuntà a i
o in cui e
ia fede e
che ne d
! «chanci
come prs
. piac ere
econco o
ccasi me
ido, ' ard
Il Sinodo di Dordrecht, convocato nel 1618, può essere considerato come l’assemblea generale delle
chiese riformate europee deil’epoca. i «Canoni di Dordrecht», ai quaii si richiama la Disciplina generale
della futura Chiesa protestante unita nei Paesi Bassi, rappresentano il trionfo dell’ortodossia riformata
nali per alzata di mano, votazioni che non hanno rallentato granché i lavori.
Una scissione vecchia
di oltre un secolo
«Insieme in cammino» è
un processo unitario di grande importanza a livello europeo, dato che con il Sinodo di
Lunteren si sono gettate le
basi non solo dell’unità tra
due grandi chiese riformate,
ma si sono gettate le basi anche dell’unità organica fra le
maggiori chiese riformate
olandesi e la piccola chiesa
luterana di quel paese. Il processo unitario chiamato appunto «Insieme in cammino»
inizia negli anni Sessanta
all’interno delle due maggiori
chiese riformate olandesi che
si erano divise nella seconda
metà del secolo scorso (1886).
anche i C
s ebraici
! negatili
ie aprel
Ivezzai
ome riti
ha ie !>
gnamei*
, egli I#
esa inti
nbra a i
bio che
'abbia l(
caso, ui
stiana et
e oggii
le finirà
lente pi
la palui
no, mai
I, ma vei
)ndiii
commei
andò
:he l'inti
la nosti
ano anct
ulle pafj
tali: tra'
emias,
ù, Bresc
edizioi
I due op
ardano i
stro test
Gesù e
lei term
irticolo:
me voli
? Cinise
ne, 19^
il disco!
?, B resci
).
fazione della chiesa
B della comunità
Paxsi scelti dal testo (non ancora definitivamente
approvato) della nuova Disciplina generale della
Chiesa protestante unita nei Paesi Bassi
Articolo 1
1) La Chiesa protestante unita nei Paesi Bassi è, in accordo con la sua confessione di fede, manifestazione dell’una,
santa chiesa cristiana cattolica o universale che, condividendo la speranza concessa a Israele, è protesa verso la venuta del Regno di Dio.
2) "Vivendo della grazia di Dio in Gesù Cristo, la chiesa
svolge il mandato del suo Signore di ascoltare e annunziare
la Parola.
3) La chiesa, partecipe all’interesse dì Dio per il mondo,
confessa in obbedienza alla Sacra Scrittura, come unica
fonte e norma dell’annùnzio e del servizio della chiesa, il
Dio trinitario. Padre, Figlio e Spirito Santo.
, 4) La confessione della chiesa avviene in comunione con
la confessione degli antenati che è formulata nel Credo apostolico, nel Credo di Nicea e nel Credo di Atanasio - mediante i quali la chiesa è consapevole del suo legame con la
chiesa cristiana universale - nella inalterata Confessione
augustana e nel Catechismo di Lutero - mediante i quali la
chiesa è consapevole del suo legame con la tradizione luterana - nel Catechismo di Heidelberg, nel Catechismo di Ginevra e nella Confessione di fede olandese, con i Canoni di
Dordrecht - mediante i quali la chiesa è consapevole del
suo legame con la tradizione riformata.
5) La chiesa riconosce il significato della dichiarazione
teologica di Barmen per confessare la fede nel presente.
Inoltre la chiesa riconosce il significato della Concordia di
feuenberg per proseguire il dialogo in corso tra tradizioni
luterane e riformate.
7) La chiesa è chiamata a dare forma al suo legame irrinunciabile con il popolo di Israele e cerca il dialogo con
Israele in merito alla comprensione della Sacra Scrittura, in
particolare per quel che riguarda il Regno di Dio e la confessione di Gesù come il Cristo.
Tra le cause di questo «scisma» c’era lo stato olandese
che interferiva nell’organizzazione della chiesa imponendo, al posto del Sinodo,
una sua formulazione del testo di una nuova Disciplina
generale della chiesa e indicando una sua scelta nella
nomina dei professori delle
Facoltà di teologia. Un gruppo di credenti qualificati e
consapevoli si era opposto a
questa grave intromissione
trascinando nella loro opposizione le comunità. Il corpo
della chiesa storica statale
(Hervormd) si era spaccato e
si era venuta a creare una
nuova chiesa intorno alla
quale si erano raccolte un
trenta per cento delle comunità e dei membri comunicanti. La nuova chiesa prendeva subito il nome storico
più antico: quello (al plurale)
di «Chiese riformate» (Gereformeerde Kerken), e sottolineava molto l’autonomia
delle comunità locali e la loro
indipendenza dallo stato.
Nel corso di più di un secolo tuttavia molte cose sono
cambiate. In primo luogo nel
1951 la Chiesa riformata scrive una nuova Disciplina generale imperniata sul ruolo
della chiesa di Gesù Cristo
come chiesa confessante.
Anche le Chiese riformate sono molto cambiate dopo la
resistenza contro il nazismo
e nell’approfondimento dello
studio della «teologia dialettica» di Karl Barth. Intanto
molte comunità locali delle
due chiese, nelle due regioni
del Sud a maggioranza cattolica, vanno federandosi per
fare un lavoro meno frammentario e soprattutto più
efficace nella testimonianza
dell’Evangelo.
Il processo «Insieme in
cammino» procede lento, tra
mille difficoltà e con tempi
piuttosto lunghi, mentre il
processo in sede locale procede più rapido finché si arriva nel 1973 a un Sinodo congiunto delle due chiese; passano tuttavia diversi anni finché non si convoca nel 1986
un nuovo doppio Sinodo dove si crea un importante documento di consenso che
esamina tutte le questioni
controverse e le differenze
teologiche. Questo Sinodo
può finalmente dichiarare, a
un secolo esatto dalla divisione: «Siamo in stato di unificazione». Non solo; il Sinodo
del 1986 accetta anche la richiesta della Chiesa evangelica luterana dei Paesi Bassi a
entrare a far parte del processo di unificazione sulla base
della «Concordia di Leuenberg». Si è così iniziata la preparazione di una nuova Disciplina generale di cui riportiamo qui sotto alcuni interessanti articoli introduttivi.
Verso l'unificazione
In conclusione, il processo
di unificazione delle chiese
protestanti in Olanda procede con rinnovata alacrità nonostante i molti problemi e
le difficoltà. Tuttavia la decisione finale per l’unificazione delle due chiese non è vicinissima: occorreranno alcuni anni prima che le tre
chiese maturino il tempo per
arrivare a una decisione definitiva. E la decisione definitiva è ora legata all’approvazione da parte dei tre Sinodi,
separatamente e poi insieme, della nuova Disciplina
generale. Le difficoltà maggiori sembra che derivino soprattutto dalla Chiesa Riformata (Hervormd), la maggiore e allo stesso tempo la più
complessa dato il suo pluralismo interno. Infatti questa
chiesa, per poter approvare una nuova Disciplina generale deve poter contare
su due terzi dei voti del suo
Sinodo. Ora aH’interno di
questa chiesa esiste un gruppo consistente molto tradizionalista, la «Federazione
riformata» (Gereformeerde
Bond), che si oppone a ogni
forma di processo unitario e
di ripensamento moderno
dei nuovi problemi.
È comunque chiaro che i
documenti e le cartelle non
sono in grado di trasformare
la chiesa in una chiesa vivente, in una chiesa che presenti
la verità e l’Evangelo in unità. Senza fede personale e
una vita fondata sulla Parola
e sullo Spirito, non si realizza
alcuna unità né si presentano proposte benedette. Le
chiese olandesi sono incoraggiate dalle sorelle e fratelli
del Sud Africa nella loro perseveranza in vista dell’unità.
Esse sanno che in questo secolo e nel prossimo necessiteranno solidarietà e continua preghiera dei fratelli e
delle sorelle di tutto il mondo, perché il processo unitario continui su un cammino
spirituale e non tecnico.
Il Trio-Sinodo non ha voluto seguire un cammino insieme solo in vista della propria
unità, ha voluto anche riflettere sulla «casa comune» che
l’Europa si propone di diventare. Il Sinodo ha voluto perciò coinvolgere le chiese protestanti di minoranza del Sud
Europa: Francia, Italia, Portogallo e Spagna e invitare un
delegato fraterno a testa, come ospiti ai lavori sinodali.
Gli ospiti sono stati convocati un giorno prima a Utrecht, presso la locale Chiesa
vallona, una delle quattordici
comunità di lingua francese
che costituiscono in Olanda
un intero Distretto (Classis)
della Chiesa riformata (Hervormd). Queste chiese risalgono al tempo delle sanguinose persecuzioni cattoliche
in Belgio e in Francia quando, durante la formazione
della libera Repubblica delle
Sette Province Unite (1579),
migliaia di profughi protestanti fuggivano al nord e si
rifugiavano in Olanda. I valloni avevano ricevuto dal
nuovo stato le chiese più antiche e centrali nelle varie
città. La chiesa di San Pietro
di Utrecht, da poco restaurata, è un magnifico esempio di
chiesa romanica costruita
nella seconda metà dell’anno
1000, composta di tutta una
serie di splendidi locali.
Lo scopo della giornata
precedente a Sinodo non era
solo quello di introdurre ai
complessi problemi connessi
con il processo unitario de
Trio-Sinodo, ma anche di
creare un legame con e chiese evangeliche più piccole e
più povere di mezzi, per collegarle con una delle grandi
chiese protestanti del Nord
Europa mediante un legame
stabile in vista di un vicendevole dare e ricevere. Infatti
una parte notevole del tempo
dei quattro ospiti e di un
gmppo qualificato di olandesi è stato occupato dalle reci
proche informazioni e dal
desiderio delle chiese olandesi di stabilire un legame
permanente con le chiese
protestanti di minoranza del
Sud Europa le quali, con una
presenza minima nei diversi
paesi e con scarsissimi mezzi
a disposizione, riescono tuttavia a ottenere un ascolto e
un’influenza ben superiore
alle proprie forze.
Prima di concludere i lavori sinodali, che sono terminati un giorno prima del previsto, è stato creato un gruppo
di continuazione del servizio
ed è stato stilato un primo
elenco di punti sui quali si
potrà svolgere un’azione comune di informazione, di
progettazione, di consulenza.
- informazioni dettagliate
ai turisti olandesi sulle chiese
del Sud Europa;
- informazioni in Olanda
dell’evoluzione teologica in
Sud Europa, ricevendo le
principali riviste teologiche
ed ecclesiastiche e il settimanale Riforma;
- stimolare studenti olandesi a frequentare per un anno le facoltà teologiche protestanti di Montpellier, Roma
o Strasburgo; si potrebbe anche pensare allo scambio di
docenti;
- collegare i progetti di formazione teologica con quelli
olandesi che hanno una lunga esperienza in materia;
- collegare gli eventuali
progetti diaconali delle chiese del Sud Europa con i giusti
canali e dare loro un’apposita consulenza in vista di contenuti accettabili e allargare
inoltre ad altre chiese nordeuropee l’interesse per questa azione:
- le chiese olandesi, infine, potrebbero inviare un osservatore alle riunioni della
Cepple (Conferenza delle
chiese protestanti dei paesi
latini d’Europa), per avere ulteriori informazioni e contatti con quelle chiese. (ts)
La Wester Kerk a Amsterdam
(Foto Réforme)
4
PAG. 4 RIFORMA
Cultura
venerdì 14 FEBBRAIO 199i
Le recenti osservazioni di Giovanni fóolo II alle Pontificie Accademie
Un primato papale sulla scienza?
Evoluzionismo e creazionismo coesistono in un rapporto complesso, in cui
sembra non esservi contraddizione; la «conciliazione» è però solo apparente
ALBERTO DONATI
Recentemente ìi papa
si è espresso sulTannoso
problema delTevoluzionismo
(«Messapio alla Pontificia
Accademia delle scienze», 22
ottobre 1996, in Osservatore
romano, 24 ottobre ’96). Come noto, sin dal suo nascere,
tale dottrina è stata posta in
un rapporto di incompatibilità con Tipotesi creazionistica e antievolutiva che si ritiene propria del libro della Genesi. La tematica, per sua natura, si presta ad approfondire il divario tra scienza e teologia, donde la necessità di
trovare delle soluzioni, non
dogmatiche, capaci di attenuarlo convenientemente.
Questa è anche la via seguita
dalla Chiesa cattolica. Si tratta di individuarne le affermazioni portanti.
«Due verità non possono
contraddirsi» è il criterio primario posto dal papa a fondamento della disamina (cfr.
Leone XIII, Enciclica Providentissimus Deus, e Giovanni
Paolo II in Osservatore romano, 29 novembre ’96: «Entrambi gli ambiti di conoscenza sono doni meravigliosi del
Creatore»), Poiché tanto la
natura quanto il testo sacro
promanano da Dio, non è
possibile che in essi siano rinvenibili verità contrastanti.
Peraltro è, questo, il criterio
posto da Galilei a fondamento della propria epistemologia [Lettera a don Benedetto
Castelli e Lettera a Madama
Cristina), il criterio a causa
del quale egli viene processato e irrevocabilmente condannato (A. Donati, In difesa
di Galilei, «Libro aperto» nn.
77-78, 1993), il criterio cbe diviene lo statuto epistemologico della scienza moderna, determinandone la separazione
dalla cultura cattolica.
Lo stesso criterio, con una
inversione di significati nel
realizzare i quali la Chiesa è
maestra, viene invece impiegato per riaffermare il primato pontificio sulla scienza.
Questo risultato è mediato
dall’affermazione secondo
cui l’evoluzionismo non contraddice il testo sacro. La corporeità è tratta dalla materia e segue le leggi, anche
evolutive, che le sono proprie, mentre l’anima è creata
separatamente dalla materia
e infusa in quest’ultima (Messaggio del 22 ottobre).
La diversità dell’origine si
traduce in una diversa ontologia, talché le leggi delTuna
non possono essere le leggi
dell’altra che, infatti, rimane
soggetta alla parola di Dio
contenuta nel testo sacro, alla stregua del magistero papale. La costruzione lascia, in
realtà, impregiudicato il problema mentre l’evoluzionismo biologico disegna un itinerario che, muovendo la
forme primarie, giunge sino
all’uomo e considera quest’
ultimo il risultato di questo
medesimo processo.
Un modo per armonizzare
il testo della Genesi con la
dottrina evoluzionistica può
consistere nel rilevare le affermazioni fondamentali che
sono in esso contenute. Se,
come è compito della vera
interpretazione, si abbandona la lettera, il racconto della
Genesi appare finalizzato a
enunciare tre concetti: Dio è
la causa dell’esistente (la
creazione è ex nihilo, ma ab
aeterno); l’uomo costituisce il
culmine dell’attività creativa
di Dio in quanto è l’unico essere fatto a sua immagine e
somiglianza (1, 28-29); l’evento della creazione deve
formare oggetto di meditazione da parte dell’uomo, talché la metafora del riposo di
Dio (2, 1-3) passa nei precetti
della Prima tavola traducendosi nelTobbligo di santificare il sabato (Esodo 20, 8-11).
Se ci si pone da questo punto
di vista non c’è contraddizione tra la dottrina evoluzionistica e il testo biblico. La Genesi non vuole esporre all’
uomo che Dio ha creato l’universo e le specie animali,
bensì insegnare che egli è il
Creatore e che l’uomo, qualunque sia la sua provenienza
biologica, è fatto a sua immagine e somiglianza.
Non si tratta di seguire due
linee. Luna evolutiva riguardante la corporeità, l’altra
creazionistica relativa alla
spiritualità; non si tratta di
separare l’ordine fisico dall’
ordine ontologico ponendo,
così, dei principi a loro fondamento e delineando, per
tale via, una dottrina che non
solo non ha alcun riscontro
nell’esperienza umana, nei
risultati della ricerca scientifica ma, addirittura, contrasta apertamente con la Genesi; si tratta al contrario di affermare l’origine divina dell’
uomo, irrilevante rimanendo,
dal punto di vista teologico,
la tecnica propria di questa
medesima derivazione.
Il ragionamento seguito dal
I La «Locandiera» di Goldoni, classico fra i classici
Mirandolina, donna moderna e complessa
PAOLO FABBRI
SCRITTA nel 1753, in pieno
secolo dei lumi. La locandiera di Carlo Goldoni è un
classico del teatro di ogni
tempo, fra i più conosciuti e
ricordati per essere tra le poche cose di teatro studiate
frequentemente nelle scuole.
Come sempre la visione di un
classico genera l’attesa del
rinnovarsi di emozioni che la
rappresentazione suscita, ma
difficilmente ci si attende
Temergere di una chiave di
lettura nuova. Questo è invece il caso dello spettacolo
proposto al teatro Carcano di
Milano dal Teatro stabile di
Bolzano con la regia di Marco
Bernardi.
La trama è ben nota. Mirandolina è una bella ragazza, vivace, intelligente, abile, un
poco spregiudicata ma senza
perdere il riferimento alla
propria dignità e all’orgoglio
della propria posizione di libero gestore della prospera
locanda ereditata dal padre.
Presso la locanda alloggiano
due pretendenti entrambi
stregati dalle arti seduttive
della locandiera, che con
straordinaria abilità rifiuta regali, poi li accetta, concede un
sorriso seguito da una battuta
fredda, dà speranza e la toglie.
Il primo, marchese di Forlipopoli, è un nobile spiantato,
non più giovane, ancora pieno della boria che gli viene
dal suo passato di brillante
Regala
un abbonamento a
RIFORMA
dissipatore, che vorrebbe sostenere il suo corteggiamento
con adeguati regali, ma non
se lo può permettere e ricorre
a qualche oggetto di modesto
valore scampato alla dilapidazione, connotando sempre di
più la pateticità della sua figura, rosa dall’invidia per il rivale, un conte pervenuto alla
nobiltà grazie alle sue notevoli ricchezze, che gli permettono regali splendidi alla contesa fanciulla. Contrariamente
al marchese, il conte è uomo
semplice e pratico, per nulla
esaltato dalla propria ricchezza che considera, pur ostentandola, solo un mezzo per
raggiungere lo scopo.
Presso la locanda si trova a
alloggiare anche un terzo personaggio, una sorta di bisbetico misogino che rifugge dalle
donne tenute in gran spregio,
che non perde occasione per
esternare queste convinzioni.
Tutto ciò colpisce profondamente Mirandolina, che finisce per considerarlo una sfida
alle sue arti seduttive e a tutto
il sesso femminile. Si sviluppa
così una sottile trama, con cui
l’intelligente locandiera riesce
a far innamorare il burbero
Cavaliere di Ripafratta, cominciando con il condividere
le sue idee, presentandosi con
tono apparentemente dimesso, ma sottolineando la propria posizione che la rende libera e autonoma.
Ottenuta la soddisfazione di
veder capitolare l’antagonista
e affermato il ruolo superiore
della donna, Mirandolina stupisce tutti decidendo di sposarsi con il cameriere Fabrizio, già raccomandatole dal
padre prima di morire. Il personaggio di Mirandolina è
sempre stato visto come una
sorta di Don Giovanni in gonnella: non a caso il regista fa
accompagnare una delle scene con l’aria «Madamina, il
catalogo è questo», dal Don
Giovanni mozartiano. Non
condivido questo accostamento. Il personaggio è più
complesso.
Don Giovanni è innanzitutto una figura tragica, che cerca se stessa nelle continue avventure amorose, mentre la
locandiera è persona dal solido buon senso e dal grande
equilibrio. Pur togliendosi un
capriccio, inoltre, alla fine
sceglie di sposare un brav’uomo, certo non stupido, ma un
po’ sempliciotto, con cui non
avrà difficoltà a comandare.
La domanda da porre è: perché Mirandolina non sposa il
cavaliere o il conte, che potevano entrambi offrirle un avvenire agiato, più ricco di
quello che lei stessa avrebbe
potuto crearsi?
La risposta la troviamo nelle sue parole: «Finalmente
con questo matrimonio posso mettere al sicuro il mio interesse e la mia reputazione
senza pregiudicare la mia libertà». Ciò che desidera la
donna è di gestire la propria
locanda godendosi la propria
libertà. Certo Mirandolina si
muove entro gli schemi della
sua epoca, ma in fondo la sua
non è forse una scelta da imprenditrice, che va ben oltre
la saggezza popolare? Patrizia
Milani è una Mirandolina
brillante ed equilibrata, senz’
altro buona la prestazione
degli altri attori e di tutta la
compagnia, caratterizzata da
una eccellente professionalità. Buona la regia.
pontefice non ha, dunque, risolto il problema, ovvero lo
ha risolto riproponendo il
consueto autoritarismo fatto
valere tramite il Diritto canonico. Il papa infatti conclude
il Messaggio affermando il
primato della parola divina.
Ma tale primato, nel linguaggio cattolico, si traduce necessariamente nel primato
del magistero pontificio (Codex iuris canonici, can. 749, §
1), nella negazione dell’autonomia della scienza da questo stesso primato. Così sono
riprovate le dottrine evoluzionistiche diverse da quella
accolta dalla Chiesa, non perché prive di scientificità, ma
unicamente a causa di tale
loro diversità.
La conciliazione tra scienza
e cattolicesimo è solo apparente e l’argomentazione teologica ha solo il compito di legittimare una compatibilità
che in realtà è il cavallo di
Troia introdotto nella cittadella della scienza al fine di
determinarne la soggezione
al Diritto canonico, come del
resto è reso palese anche dalla relazione strumentale in
cui vengono poste le Pontificie Accademie rispetto alle
esigenze del primato papale,
in aperto contrasto con il testo neotestamentario (tale
contrasto è dato dal fatto che
il Giubileo è dottrina di uomini e non di Dio): «Anche le
Pontificie Accademie hanno,
in questo scorcio di secolo e
di millennio, il compito di
collaborare (...) alla preparazione del grande giubileo
dell’anno Duemila» (Giovanni Paolo II in Osservatore romano, 29 novembre ’96).
Palermo
Protestantesimo
e cultura
europea
Un seminario di studi dal
titolo «L’Italia in Europa: conoscere il protestantesimo»
prende l’avvio a Palermo per
l’organizzazione del Centro
evangelico di cultura «Giacomo Bonelli», con il patrocinio
delTIrssae Sicilia e si rivolge
in particolare agli insegnanti
delle scuole superiori.
Il programma permette di
superare quella mancanza di
conoscenza di un fenomeno
storico dalle molteplici ricadute culturali. Gli interventi
affrontano «Bibbia e letteratura nel vecchio e nuovo
mondo» (Giorgio Bouchard,
18 febbraio, giornata inaugurale): «Parole e musica»
(da Bach e Haendel al gospel
americano, Gianni Long);
«Riflessi sul grande schermo»
(Goffredo Fofi su registi come
Dreyer e Bergman); «Persona, popolo, nazione» (la dottrina puritana della vocazione e le radici della concezione della società moderna, a
cura di Mario Miegge); «Utopie e rivoluzioni del nostro
tempo» (Giorgio Spini, con
particolare riferimento alla
componente protestante nelle rivoluzioni di ieri, America,
Inghilterra, e di oggi. dall’Est
europeo al Sud Africa): «Ruoli
sociali e emancipazione femminile» (Erika Tomassone);
«Alle radici della solidarietà
sociale» (carità, solidarietà,
stato sociale nelle tradizioni
cattolica e protestante, a cura
di Paolo Ricca); «Il protestantesimo in Sicilia» dal ’500 a
oggi, nella relazione conclusiva di Domenico Maselli.
Galileo Galilei
Seminario di studi a Firenze
Erasmo e Lutero
una dialettica sulla salvezza
PASQUALE lACOBINO
SU iniziativa dell’Istituto
nazionale di studi sul Rinascimento, martedì 28 gennaio presso la prestigiosa sede in Palazzo Strozzi, Fiorella
De Michelis ha tenuto un seminario sul tema II problema
del libero arbitrio: Erasmo e
Lutero. La studiosa è nota ai
lettori delle pubblicazioni
Claudiana per il volume II
servo arbitrio di Lutero, uscito nel 1993.
L’Umanesimo e la Riforma, due movimenti costitutivi della modernità, hanno
condiviso tanti elementi di
interconnessione. L’unico,
profondo, elemento di frattura tra Erasmo e Lutero è
stato un elemento di natura
teologica: la questione della
salvezza. Se per l’erudito
umanista olandese Tannuncio evangelico si risolve in
una grande philosophia Christi, per il monaco sassone è
nella teologia della croce che
il mistero della salvezza ha
da essere compreso. È questa, in estrema sintesi, la tesi
efficacemente illustrata da
luterana. Erasmo auspici
una riforma della Chie.sa(
della società, ma senza cht
questo possa mettere in sat
buglio l’ordine costituito ei
pace politica e sociale. Noi
vorrebbe essere considerato
né luterano né antiluterano,
ma la radicalizzazione dello
scontro fra Lutero e Roma è
tale che ogni spazio di benevola mediazione intelleí male
si chiude: Erasmo finisc così
per cedere alle pressiov ' che
gli vengono anche da i eone
X e decide di opporsi .pertamente al pensiero rii Lutero
pubblicando De libero arbitrio nell’autunno del 1524.
Fallito l’ultimo tentativo epistolare di far desistere Erasmo, Lutero è costretto a ri
spondergli con De servo arbitrio, pubblicato nel dicembre
1525: i due grandi protagonisti dello scontro teologico e
culturale del ’500 si sfidano
sul fondamento dei rispettivi
pensieri.
Al centro della preoccupazione di Erasmo per la salvezza c’è l’uomo con la .ua
razionalità: Tumanità si .salva
atienendosi agli insegna
Erasmo (quarto da destra) con un gruppo di riformatori
Fiorella De Michelis, che ha
ripercorso storiograficamente il rapporto epistolare tra
Erasmo e Lutero: dalla fase
tra il 1516 e il 1520, caratterizzata dalla stima reciproca
e dall’intesa sul terreno comune del desiderio di riformare la cristianità, la cultura
e la società (e quindi la chiesa), le scuole e le università,
della fuoriuscita dalle «paludi» della Scolastica, fino alla
rottura definitiva databile tra
il 1524 e il 1525, quando Erasmo pubblica De libero arbitrio e Lutero gli risponde con
il De servo arbitrio.
Tra il periodo dell’alleanza
intellettuale e quello della
rottura (che non mancherà di
assumere toni accesi e violenti) v’è una fase di estremo
tormento intellettuale e di riflessione appassionata, in
mezzo agli scenari religiosi e
politici dell’Europa sconvolta
dalla rivoluzione teologica
menti di un Cristo maestro di
sapienza universale, capace
di indicare le vie di una giustizia comprensibile alla ragione umana. Il cuore del;
pensiero teologico di Luteroj
circa la salvezza, invece, è occupato da Dio e dalla sua mi-ì
steriosa giustizia, cbe per sotó'
grada et sola fide intervienei
in soccorso di un’umanità
schiava del peccato: se pet
Erasmo la libertà è connaturata all’uomo, per Lutero
quest’ultimo è libero per vocazione, perché chiamato a
servire.
Del dibattito, arricchito dagli interventi di specialisti t
accademici fiorentini, si può
sottolineare il debito intellettuale dichiarato da Fiorella
De Michelis a figure comi
Giovanni Miegge e Roberto
Jouvenal, curatori di impor;
tanti edizioni di passi scelti
del De servo arbitrio, rispettivamente nel 1930 e nel 1969
Spi
art.
In c
al n
L'E(
fé
es
11
la
de
qi
se
al
sì
a
rii
al
sv
m
Pe
su
de
cc
de
m
de
lie
R(
sa
pr
de
Pc
ur
qu
Tc
lo
la
qt
ci
de
de
pr
ca
ve
una
nost
il Si
in c
all’i
sarò
in a
ne a
il gì
anni
perf
Albi
com
te, s
invi;
del :
sugi
dov
«Sig
in Q
nodi
17 f
5
■IO 199?
^za
auspici
Ilhiesae
;nza eh
e in sat
:uito ol
ale. Noi
siderato
uterano,
ne dello
Roma è
di beneilleicuale
isci; così
;ioru che
la Leone
i aperta1 Lutero
•ro urbiel 1524,
uvo epiere Era;tto a ri
rvo wbiicembre
ota^onilogico e
sfidano
■ispettivi
occupar la saln la .uà
, si salva
isec na
giu-,
a ra; dell
Itero
è oc-!
j mi-'
- soU
óenc
inità
: pet
latutero
r vo
hito daialisti 0
, si può
intellet"iorelli
3 comi
ìoberte
imporli scelti
ispetti
11969.
Spedizione in a.p. comma 26
art. 2 iegge 549/95 - nr. 6/97 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere ii diritto di resa.
Fondato nel 1848
XVII Febbraio
Una festa laica
di libertà
«L’Assemblée décide a l’unanimité que désormais le 17
février sera pour tous les Vaudois un jour de fête...» così si
esprimeva il Sinodo che si era tenuto a Torre Pellice nel
1848. E da allora anno dopo anno i valdesi hanno ricordato
la loro emancipazione civile. «I valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici dei nostri sudditi, a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici. Nulla però è innovato quanto
all’esercizio del loro culto ed alle scelte da essi gestite» così era scritto nelle Lettere Patenti del 17 febbraio 1948.
Anno dopo anno il 17 febbraio è stata la festa del ringraàaniento a Dio, ma anche la festa laica delle libertà dei diritti civili e politici che i valdesi avevano raggiunto grazie
aU’aziüne politica e diplomatica che erano stati capaci di
sviluppare intessendo rapporti con Roberto d’Azeglio, Camillo Benso di Cavour, Cesare Balbo, Angelo Brofferio.
Perciò la festa è stata spesso l’occasione per una riflessione
sulla partecipazione alla vita politica, sociale ed economica
della nazione. Così sarà anche quest’anno. Rifletteremo
con un ospite d’eccezione, l’on. Luciano Violante, presidente della Camera dei deputati, sul contributo che i parlamentari evangelici hanno dato alla storia d’Italia. Il presidente Violante ha accolto l’invito dei parlamentari evangelici (Lino De Benetti, Giorgio Gardiol, Domenico Maselli,
Rosario Olivo e Valdo Spini) a partecipare alla «festa» e
sarà a Torre Pellice e a Luserna, domenica 16 febbraio. Il
programma della giornata prevede una visita al Museo valdese e alla Casa valdese, dove si riunisce annualmente «il
Pariamcnio valdese e metodista» e dove alle ore 18 si terrà
un incontro pubblico presso la biblioteca, nel corso del
quale, dopo il saluto del vicemoderatore Franco Becchino,
l’on. ìJuinenico Maselli parlerà appunto sul tema del «ruolo dei paiiamcntari evangelici nella storia d’Italia».
Dopo essere ospite della comunità di San Giovanni per
la cena, il presidente Violante si recherà presso un falò di
quella comunità. All’incontro parteciperanno inoltre tutti e
cinque i parlamentari evangelici, i sindaci e i presidenti
delle Comunità montane, altri parlamentari ed esponenti
della società civile, economica e sociale delle valli. E la
prima volta che una delle massime autorità della Repubblica italiana partecipa alla «Festa del XVII Febbraio». Benvenuto presidente Violante!
D
A A
-A
VENERDÌ 14 EEBBRAIO 1997 ANNO 133 - N. 6 LIRE 2000
Stazioni deserte per una
domenica. È lo sciopero
dei lavoratori delle Fs Spa
preoccupati delle conseguenza della manovra annunciata
da Prodi. Preoccupati della fine di una serie di incredibili
privilegi per cui dipendenti,
ex dipendenti e familiari hanno potuto viaggiare gratis per
anni a spese degli altri contribuenti. Ma anche preoccupati
che il previsto taglio di personale possa incidere negativamente sul futuro del servizio
ferroviario, della sua qualità e
della sua sicurezza.
Dobbiamo pur essere capaci di fermarci un attimo a riflettere. Non tanto (in questa
sede) sulle migliaia di morti e
delle centinaia di migliaia di
feriti che ogni anno funestano
IL FUTURO DELLE FERROVIE
BINARIO MORTO?
PIERVALDO ROSTAN
le giornate degli automobilisti
italiani, quanto sul denaro,
sulle risorse e sull’attenzione
dedicata alle ferrovie italiane.
Si sono investiti centinaia
di miliardi per le tratte di alta
velocità già in funzione e altre centinaia si vorrebbero
utilizzare: i questo modo certo si avvicinerebbero alcune
grandi città e un certo tipo di
clientela guadagnerebbe anche mezz’ora di tempo, ad
esempio fra Torino e Parigi.
Ma non sarebbe il caso di investire di più sul traffico locale? Per un pendolare che
tutti i giorni viaggia da Torino a Torre Pellice o Luserna
per lavoro, il non dover attendere mezz’ora alla stazione di
Pinerolo vorrebbe dire recuperare ogni giorno un’ora
della sua vita... anche questa
è qualità della nostra esistenza. Che dire poi delle vetture
fredde o troppo calde, o delle
porte per giorni e giorni inutilizzabili, costanti delle linee
locali? O della sporcizia cui
naturalmente danno una mano i grafomani e maleducati
viaggiatori? O ancora dei treni che si fermano a metà del
percorso per qualche problema di trazione e del silenzio
nelle stazioni abbandonate a
se stesse circa eventuali ritardi dei convogli che stiamo
aspettando? Problemi piccoli
nei confronti dell’alta velocità; ma problemi collegati
con le ristrutturazioni in atto
nelle Fs e soprattutto dovere
civile per chi cerca di governare un paese che troppo a
lungo ha lasciato da parte il
nodo trasporti puntando tutto
sulle automobili.
Il servizio di cappellania attivato al Sestriere per l'occasione riserva alcune sorprese
Ai Mondiali di sci un ecumenismo concreto
ERIC NOFFKE
ANNE ZELL
Conosci tu Ingmar Stenmark? Eccoci qui a Sestriere, in mezzo ai carabinieri, agli alpini, ai vigili, alla
polizia, ai volontari della protezione civile... Certo ci siamo sentiti sicuri, è vero; ma le
folle prospettate e attese, dove
sono? Se lo sono chiesto un
po’ tutti, qui; in effetti, a parte
qualche eccezione, di gente se
ne è vista poca. Ma queste cose le racconteranno altri, noi
siamo qui per parlare della
prima settimana del servizio
di cappellania ai campionati
mondiali di sci alpino. Com’è
andata? Bene, perché la nostra missione esplorativa procede. Stiamo scoprendo, poco
per volta, i meccanismi che
stanno alla base di manifestazioni come questa; nostro primo scopo, infatti, è indagare
le opportunità, le possibilità,
le necessità, in breve i mille
volti di un servizio di cappellania in grosse manifestazioni
sportive.
Che cosa abbiamo imparato? Prima di tutto, che se si
vogliono passare delle infor
Servizio di sicurezza ai campionati mondiaii 1997
mazioni, se si vuole girare
per i luoghi importanti, è necessario farsi accreditare con
largo anticipo. Forse era immaginabile, ma questa è stata
la prima occasione in cui la
nostra chiesa si è fatta carico
di tale servizio, così abbiamo
un po’ pagato la nostra inesperienza, ma siamo qui apposta per farcela! Abbiamo anche imparato che si può collaborare con i cattolici; loro ci
prestano molto gentilmente la
chiesa e siamo anche riusciti
(per un pelo) a comparire sul
loro volantino di presentazio
L? avvenimento del 17 febbraio 1948
ha costituito senza alcun dubbio
una svolta importante nella storia della
nostra chiesa. Per tramandarne il ricordo,
il Sinodo di quell’anno vota l’atto n. 30
in cui dichiara: «L’Assemblea decide
all’unanimitcì che, ormai, il 17 Febbraio
sarà per tutti i valdesi un giorno di festa
in cui si celebrerà il servizio divino al fine di rendere a Dio azioni di grazie per
il grande benefìcio che, in questo giorno
anniversario, fu accordato ai valdesi e di
perpetuare il ricordo benedetto di Carlo
Alberto, Re emancipatore». La Tavola,
come sempre attenta, vigile e preveggente, sente il bisogno, l’anno successivo,di
inviare a tutti i pastori la circolare n. 45
del 29 gennaio del ’49 in cui, addirittura
suggerisce quello che i pastori avrebbero
dovuto dire nella pubblica preghiera:
«Signori e cari fratelli, la Tavola si sente
in obbligo di ricordarvi che l’ultimo Sinodo ha stabilito, con l’atto n. 30, che il
17 Febbraio sia un giorno di festa. Si ce
ILFILO DEI GIORNI
PREGHIERA
ALBERTO TACCIA
lebri dunque nei nostri Templi un servizio divino per rendere grazie a Dio del
grande benefìcio della nostra emancipazione. Vorrete bene, Signori e cari fratelli, concorrere secondo il vostro zelo e la
vostra ben conosciuta dedizione pastorale a rendere concreti, nella vostra parrocchia, i pensieri espressi nel nostro Sinodo. Per stabilire una certa uniformità
nei nostri culti, ci sembra che nella preghiera della domenica mattina, prima
del sermone si potrebbe dire: “...ma ti
lodiamo in particolare, con tutti i nostri
fratelli di queste Valli, raccolti oggi in
via straordinaria, per avere inviato il tuo
Figliolo nel mondo per salvarci e dopo
averlo dato per i no.stri peccati l’hai risuscitato per la nostra giustificazione. Ti
rendiamo grazie (...) soprattutto in questo giorno, perché hai inclinato il cuore
del Monarca augusto e magnanimo, a
cui hai affidato il governo di questo popolo, a proclamare solennemente, in un
giorno come questo, la nostra emancipazione civile e politica in modo da permetterci il godimento di questi diritti così preziosi. Ma il nostro cuore sente che
essi provengono direttamente dall’autore
di ogni grazia eccellente e di ogni dono
perfetto». Ben persuasi che saprete infinitamente meglio di quanto potremmo
dire, trarre occasione di questa solennità
per l’edificazione del vostro gregge, vi
pregiamo di gradire i nostri saluti fraterni e cordiali in Gesù Cristo. La Tavola
Valdese. P.S. Vi raccomandiamo di ricordare al vostro gregge il giorno in cui
avrà luogo questa solennità, fin dalla domenica precedente» (sic!).
ne. Un po’ di ecumenismo
nei fatti, e non soltanto nelle
parole, anche se a dire il vero
non sempre tutti hanno rispettato i nostri momenti di culto,
comportandosi in chiesa come se non fossimo presenti.
Abbiamo anche imparato
molte cose su questo mondo
che in fondo è molto lontano
da molti di noi. Un mondo
fatto di immagine, prestigio,
forma, ma anche un mondo
multilingue, internazionale
per davvero. Il problema è
che noi «cappellani» siamo
fuori dalla maggior parte delle occasioni di incontro: solo
perché non siamo stati accreditati fin dall’inizio, oppure
perché il discorso di fede non
appartiene a questo mondo
ricco ed esclusivo? In questo
senso anche il parroco, don
Paolo, era piuttosto sconcertato: per quanto la sua chiesa
fosse piena si trattava, come
ci ha detto, della solita gente:
degli addetti ai Mondiali,
nessuno. E questo ci porta al
secondo motivo per cui siamo venuti qui: fornire un servizio di cappellania agli atleti
(e seguito...).
A questo fine abbiamo preparato dei volumetti con le liturgie in quattro lingue (italiano, inglese, francese, tedesco) e una raccolta di inni anch’essi poliglotti, nei limiti
del possibile, che supportassero i nostri culti principali (i
due sabati alle 19,30 e le due
domeniche alle 10) e i brevi
culti serali tutti gli altri giorni
alle 19,30. Un bilancio su
queste iniziative? Difficile dire. La richiesta è nulla e nella
maggior parte delle serate
siamo rimasti soli (a turno,
visto che, tranne il fine settimana, sta solo uno di noi).
In compenso, sia domenica
scorsa che sabato 8, abbiamo
attirato l’interesse di più cattolici che hanno partecipato
ai nostri culti con interesse.
Stiamo facendo anche un certo servizio di informazione
sulla Chiesa valdese, tramite
materiale preparato dalla società di Studi e dalla commissione per l’evangelizzazione.
Nell’insieme seguiamo la linea che si è affermata nel corpo pastorale del primo distretto: essere una fontana a
cui si può accostare chiunque
abbia sete. E così, noi facciamo le fontanelle, a disposizione 24 ore su 24 di chi dovesse avere bisogno, anche
grazie a un telefonino che abbiamo affittato per l’occasione (mamma mia! anche noi ci
stiamo cascando) e che risponde al 0338-7552671.
Forse la metafora della fontana descrive soltanto una parte del nostro ruolo (peraltro non molto chiaro: siamo
stati accreditati come «observer»...). Non siamo qui nella
chiesa ad aspettare chi viene
ma cerchiamo di muoverci fra
la gente, cerchiamo di essere
presenti, pronti a farci coinvolgere in una chiacchierata,
in un discorso, di raccontare
che cosa stiamo facendo (o
meglio che cosa cerchiamo di
fare) qui, ai mondiali. Per
esempio alla domanda di quel
gruppo di giovani svedesi, che
chiedevano: «Do you know
Ingmar Stenmark?» (Conosci
Stenmark?), avremmo potuto
replicare: «Do you know Jesus Christ?»... Non l’abbiamo
fatto, però sarebbe stata
un’occasione per raccontare di
noi. Questo e altri incontri ci
hanno fatto capire la differenza di aspettative e di interesse
che ci sono tra noi e quanti -sono venuti ai Mondiali.
6
PAG. Il
Cronache
PROVINCIA: ODG SUI TAGLI ALLE FERROVIE — La
Provincia di Torino ha approvato un ordine del giorno sui
tagli alle Fs causati dalla legge finanziaria 1997. A rischio
sarebbero delle corse sulle tratte Torino-Susa, Torino-Chivasso, Torino-Torre Pellice e Torino-Chieri; l’ordine del
giorno chiede al ministro dei Trasporti di «intervenire con
forza per evitare dei provvedimenti che penalizzerebbero
fortemente la Provincia di Torino». Il documento chiede
inoltre alla giunta di attivarsi per «addivenire a una razionalizzazione e omogeneizzazione degli orari per rendere un
servizio pubblico realmente efficiente».
MONITORAGGIO DELLE ACQUE — È stato approvato il
27 gennaio dalla giunta regionale il progetto Prismas, che si
propone di eseguire la sorveglianza e il monitoraggi delle
acque sotterranee delle province di Torino e Cuneo. Per la
sua realizzazione sono stati stanziati 680 milioni di lire, destinati all’Arpa e al Dipartimento di Scienze della Terra e a
quello di Valorizzazione e protezione delle risorse agro-forestali dell’Università. Prisma si articola in due fasi: attività
di studio per la ricostruzione litostratografica del sottosuolo
e l’acquisto e l’installazione di manufatti e strumentazioni.
CONCORSO FOTOGRAFICO REGIONALE — La Comunità montana vai Pellice organizza il «1° Concorso fotografico regionale vai Pellice 1997» per fotoamatori residenti in
Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Il concorso prevede tre
sezioni: tema libero, tema «vai Pellice» e tema «16 febbraio
1997 festa in valle». Per la premiazione sono previsti ricchi
premi e una mostra delle opere migliori; il termine di presentazione delle fotografie è previsto per il 14 marzo 1997.
Gli interessati possono trovare il bando di concorso presso il
circolo fotografico di appartenenza e presso l’Ufficio di
informazione turistica lat di Torre Pellice, via Repubblica 3.
ORSELLO ELMO
di ORSELLO & C.
impianti termici
prove combustione
adeguamento» al DPR 421/93
conduzioni
10063 Perosa Argentina (To)
Via P. Chiampo, 16 -Tei./Fax 0121/803703
DUE GIORNI DI RIPRESE: DOMENICA 16 IN ONDA —
Per due giornate intere gli elicotteri con a bordo gli operatori della Rai hanno sorvolato i cieli della vai Pellice onde
consentire le riprese che faranno parte del programma Linea Verde, in onda su Rai 1 domenica 16 febbraio. Sabato
la troupe ha lavorato in quota, al Pra e alle miniere della
Gianna. Domenica il centro dell’azione è stata la collina del
Forte di Torre Pellice (foto) dove il conduttore del programma ha dapprima incontrato i pastori Tourn e Pasquet, che
hanno spiegato la storia del valdismo grazie anche ad un
falò acceso appositamente per la trasmissione. Vari aspetti
della vita agricola, i prodotti tipici, la stalla, il gregge, e finalmente la tavolata con i piatti della zona, il tutto con l’immancabile sottofondo di musica e danze eccitane.
NESSUNA SCHIARITA PER LA CASCAMI — Il «tavolo
regionale» non ha portato nessuna novità circa il ritiro dei
18 licenziamenti (su 35 occupati) chiesti dall’azienda. Un
altro no dell’azienda è venuto alle proposte di cassa integrazione per ricercare una nuova attività produttiva per lo stabilimento di Pomaretto. «Se si vuole fare qualche altra produzione - ha detto in sostanza l’amministratore delegato,
Tarcisio Mizzau - occorre creare un’altra azienda perché la
Cascami non è interessata». Così, mentre passano veloci i
giorni che ci separano dal 28 febbraio, data di partenza delle lettere di licenziamento, i lavoratori si sono nuovamente
rivolti ai sindaci, alla Comunità montana e agli onorevoli
Giorgio Gardiol e Giorgio Merlo, chiedendo loro di attivarsi per un incontro urgente con il ministro del Lavoro, Treu,
per cercare di ottenere almeno la cassa integrazione. Sulle
prospettive della Cascami sarà inoltre interessato il sottosegretario al ministero dell’Industria, on. Salvatore Ladu. Per
difendere i loro posti di lavoro i lavoratori si sono detti disposti anche all’occupazione della fabbrica.
Valli %ldesi
VENERDÌ 14 FEBBRAIO 1997
Frali: i progetti in vista della scadenza della concessione
Come cambierà la seggiovia?
Anziani
La stagione sciistica a Prali
sembra procedere bene. L’attrazione dei campionati mondiali di sci nella vicina Sestriere non sembra aver influito sull’afflusso di pubblico nella stazione turistica della vai Germanasca (che presenta oltretutto un ottimo innevamento grazie alle copiose nevicate di dicembre e
gennaio) dove in questo periodo le presenze sono nettamente al di sopra delle medie
stagionali.
A Prali però in questo periodo si sta pensando anche al
futuro e ci si trova di fronte a
decisioni importanti da prendere in merito alla scadenza,
nel 1999, della concessione
della seggiovia. Rifare un impianto ha dei costi non indifferenti (si parla di diversi miliardi). 11 Comune di Prali,
anche dietro richiesta di fattibilità di un intervento da parte dell’assemblea degli azionisti della società Seggiovie
13 laghi, si è attivato in questo senso ottenendo in linea
di massima un finanziamento
a tasso agevolato dal Credito
sportivo di 2 miliardi e mezzo
per la sostituzione del vecchio impianto; ora si tratta di
cercare le soluzioni migliori.
«Il primo passo ha avuto
esito positivo - dice Pier Giu
Residenze |
assistenziali
L’assessorato aH’Assisten.
za della Regione Piemoj
sta facendo uno sforzo di j
cerca e di indirizzo dei sog.
getti gestori per la realizzazione di residenze assister),
ziali flessibili, che consentano una vivibilità quasi para
Gli impianti sciistici di Prali
seppe Daviero, consigliere
comunale -; ora si tratta di
trovare un accordo con la Società. Servono accordi solidi
anche perché per un Comune
di 360 abitanti è un impegno
gravoso che richiede delle garanzie. Per conto mio comunque la decisione va presa ora
perché adesso ci sono le condizioni per tentare di farlo».
Il Consiglio di amministrazione delle Seggiovie intanto
si è preso un po’ di tempo per
valutare le proposte che vengono dal Comune: «Per noi dice Carlo Raviol, delle Seggiovie 13 Laghi - si tratta di
valutare le relazioni tecniche
e le valutazioni finanziarie
per ottimizzare le condizioni
di fattibilità».
Come dovrebbe essere questa nuova seggiovia a Prali? 11
progetto pare prevederebbe
una seggiovia biposto che seguirebbe il vecchio tracciato
e che terminerebbe a monte
della Capannina, attuale punto di arrivo della seggiovia,
consentendo così una miglior
gestione del traffico sulle piste; la costruzione del nuovo
impianto inoltre garantirebbe
il trasporto più rapido di un
maggior numero di persone
garantendo così meno code e
maggiori introiti.
gonabile a quella della pn |
pria abitazione, e servizi adì.
guati, anche di carattere san
»il
15"
tario, in presenza di patologi!
emergenti. La nuova normati
va regionale prevede tipok
gie abitative divise in nude
di capienza massima pari a 2( '
posti letto, con locali per ser
vizi di assistenza diretta alipersone.
Finora il contributo regie
naie ha consentito la realizzazione e l’adeguamento a norma di oltre 4.000 posti letto
distribuiti su tutto il territorio
nazionale. Inoltre, con i fi-^:
nanziamenti della legge finanziaria 1988, nel primo semestre del '96 sono stati ap Le «Lette
provati 60 progetti di residenze sanitarie assistenziali pei
oltre 3.300 posti letto. L’incentivo più interessante!
però costituito dalla legge n
gionale n. 73 del 4/9/96, ok
consente contributi per la realizzazione di residenze sardtarie assistenziali e residenzi
assistenziali «flessibili».
La
La C
con
una sola
Posta
nuncio (
misura r
verso co
Non solo
a Sestriere
Credo che sia opportuna
l’iniziativa di una «cappellania» ai mondiali di sci del Sestriere e siamo grati a chi se
ne è fatto carico, con dispendio di energie, tempo, denaro.
La mia non vuole quindi essere polemica verso un’iniziativa sostanzialmente lodevole. Tuttavia un interrogativo vorrei porrei in generale ai
lettori de L’eco delle valli e
Riforma. Perché si trovano
forze per iniziative di facciata, come quelle del Sestriere,
certamente utili a farci conoscere, ma non si riesce a curare a fondo cose più semplici e
banali, come una cappellania
sistematica nei nostri ospedali
e istituti?
Non mi accontento di sapere che il Mondiale è al Sestriere una volta ogni dieci
moderatore e per giunta per
soli 15 giorni: di fatto si trovano le forze per un’offerta di
«cura d’anime» e «culti» vantaggiosamente ecumenici e si
mobilitano (giustamente) le
corali. Perché sembra così
improponibile avere un cappellano a tempo pieno nei nostri ospedali e istituti, per lo
meno alle Valli, e la ripresa
del culto all’ospedale di Torre Pellice deve passare attraverso dotti incontri teologici
sul senso del culto in ambito
ospedaliero?
Sia chiaro che per me ha
senso fare il culto al Sestriere
come negli ospedali, ma non
riesco a capire alcune cose.
Perché «passano» iniziative
che ci fanno «belli» agli occhi della gente e riescono forse ad avere qualche minuto o
secondo di attenzione, pardon, di «audience» nell’idolo
del nostro secolo? Perché
parlare di cappellania e culto
negli ospedali interessa pochi, perché così poco si viene
a cantare nei culti agli istituti,
perché sembra impossibile
proporre dei corsi di formazione per volontari e volontarie che contribuiscano a una
cura d’anime efficace nei nostri istituti? Non voglio pensare che ci lasciamo trascinare dalla logica del nostro tempo... i Mondiali sono i Mondiali e gli ospiti degli istituti
comunque sono sempre lì,
con ampia lista d’attesa. Ma
non c’è qualcuno che ci ha rimesso la pelle per dire che gli
abbandonati e i soli sono più
preziosi agli occhi di Dio di
coloro che signoreggiano nell’audience?
Il latte
e l'Europa
Mario Berutti
Luserna San Giovanni
la
Civetta
chiuso al martedì
dal 12 al 17 febbraio
vi ripropone il suo
tipico menù del falò
Piazza Pietro Micca, 4 - TORRE PELLICE
«0121-91.678
Il tentativo di fare chiarezza sulla questione delle «quote latte» proposto dal n. 3 de
L’eco delle valli, deve forse
essere integrato da un dato
che rilevo da un articolo del
giornalista Ugo Bertone sullo
«Specchio» di febbraio, ma
che è già stato evidenziato
anche da altri giornali. La determinazione delle quote stabilita nel 1984 a Bruxelles è
stata basata sui dati Istat
dell’anno precedente, a sua
volta ricavati da denuncio,
per difetto, da un certo numero di produttori che, nel nome della solita prudenza (o
furbizia) tutta italiana, avevano comunicato quantità inferiore al reale. Pare dunque
che l’Italia si sia condannata
da sola, non soltanto a produrre assai meno della sua
capacità effettiva, ma anche a
importare il 40% di latte
(presunto mancante) da altri
paesi! Ancora una volta il
problema acquista una dimensione etica, prima che
economica. Mancanza di
chiarezza, superficialità, furberia che l’Italia condivide
largamente con altri paesi,
dovranno essere sostituiti con
rigore, correttezza, trasparenza e soprattutto assunzione
della propria responsabilità,
se vogliamo che l’Unione europea sorga su basi solide.
L’Europa è anche questo, dice giustamente Piervaldo Rostan, e io aggiungo: per non
dover piangere ancora... sul
latte versato!
Varie forme
di disagio
...i^tà, es:
lele a t:
iflconosc
éiaro ci
taato un
tanto il
totalnien
Alberto Taccia
Luserna San Giovanni
Siamo un piccolo gruppo a Oro nei c
persone, residenti in vai Pelli- RievO)
ce, che svolgono opera di vo- quella é
lontariato nel mondo del disa- ¿tro no
gio giovanile in collaborario- aieora u
ne con il Seri (servizio tossi-della no:
codipendenze) di Torre Pelli-stro popi
ce e con altre associazioni dideltà di
volontariato. Il modo in cuiprospetti
gli organi di informazioni , invalutazio
particolare La Stampa di fo-oggi, che
fino, hanno commentafo ilmerare u
tragico fatto avvenuto a Lu-tioni» o
sema nella notte di domeaicare sempi
2 febbraio, attribuendo gl ossarmi» a<
responsabilità al figlio tc ssHbriciolai
codipendente, ha suscitato inàbile me
noi una serie di forti reaziontdeltà. A
emotive. Poi, guardandoci in-da quelli
tomo, abbiamo sentito sia ricche le Le
flessioni in linea con Fartico-ptesentar
lo della Stampa che dissensi,'piano del
vogliamo allora proporre à ca, non
cune considerazioni, sopri quale api
tutto a chi vive nella nostu e che me
valle. Il disagio giovanile itargomen
vai Pellice è una delle princi solo pere
pali emergenze, è sotto glistidio chi
occhi di chiunque conserviricololei
ancora la capacità di tenerlistri beni,
aperti, ma ben poco viene fatdiscrimir
to per affrontare il problemile, sembr
meglio emarginare e ghettiz'dalle aute
zare questo mondo come s< Troppi
non ci coinvolgesse. tare se Fi
Vorremmo mettere in piediminor nu
delle iniziative perché chi deyeammino
ve fare qualcosa non si limiiiion sia di
ai programmi elettorali, perinor siane
ché si costituiscano comunitizione, all
alloggio per i sofferenti meinlialogo t
tali, e infine perché chi già ft'Coraggios
tica a mettere in fila un giof-la verità
no dopo l’altro, almeno nonalla qu^jg
sia offeso. »coerente ;
Gruppo volontari integrato}^' pa
presso Sert - Torre Pellicíj,®'' suffii
’* Ptobler
IB
rochet
i2y3eille
Assicurazioni
ASSICURAZIONI
GRUPPO UAP ITALIA
AGENZIA GENERALE
Corso Gramsci, 2 - Torre Peffice - Tel. 0121-91820 - Fax 932063
^8*osa Si p
N®Pettiva
Ideila n(
Ìdanto a
'innovate
Suridico
dittava al
dome pur
yd-ostituzi
Pdbblica,
®5>pure a
-^ilttà che
7
JO 199]
---^/HMERDÌ 14 FEBBRAIO 1997
PAG III
ali
'. l- .■■>^l•Jfr,lu^((/‘lpr^. f Si
Pò<a HÌS«v<ifi !>» OifnoxM «et
■'V:
Assistori.}
^iemontep
rzo di n-p
dei sogi
realizza,
assister),
consenti;
tasi para.;
Iella pro.
rvizi ade
tere sant
patologij
. normati
le tipoio.
in nuclei
pari a 2P
i per set
retta alli
:*
*< /a
*«*
/ V- ‘
* ^ * * •/. % |-**t-|H I. I j *
E Eo) Delle Aàlli "\àldesi
Due articoli, di Aldo Ribet e di Mario Piacentini, ci riportano a 30 e a 50 anni fa
XVII Febbraio: 1848,1929,1947,1968
17 febbraio 1997: come spesso capita per le ricorrenze, siamo andati a cercare che cosa si pubblicava sui nostri giornali in
passato in questa occasione e proponiamo due riletture: una a firma di Mario Piacentini, scritta su La luce di cinquant’anni fa,
che a sua volta rievoca i 17 febbraio del 1848, del 1929, del 1947; l’altra di Aldo Ribet, apparsa sul L’eco delle valli per il 17
febbraio 1968. Mario Piacentini è stato magistrato presso l’Ufficio legislativo del ministero di Grazia e Giustizia, fu anziano di
chiesa in via IV Novembre a Roma e personaggio ben noto nei Sinodi; Aldo Ribet è stato giudice e membro della Tavola. Due laici fortemente impegnati nella società e per la libertà religiosa, per un limpido rapporto tra lo stato e le chiese.
Tre date, tre luci, tre ombre
»1
Cy..i,4ly Í ..
* ‘ • y »/x-»Àxìmfy,y, ...................^ ,
Ito regio,
realizza
Ito a noti
osti letti
terri toril
con i fi
legge fi.'
primo se
stati ap Le «Lettere Patenti» di re Carlo Alberto
i resider-__________
iziali pei
Ito. L’ia
ssantei
legge
9/96, ck
ler la rea-,
ze sardta
La Chiesa valdese oggi
ALDO RiBET
le
esidenzfiT a Chiesa valdese oggi,
ili». 11^ come per il passato, ha
__________^una sola ragion d’essere: l’annuncio dell’Evangelo. Nella
misura nella quale, pur attraverso contraddizioni ed ambiIguità, essa riesce ad essere feèle a tale vocazione, ne va
(iconosciuta la validità; ma è
léiaro che tale fedeltà è soitanto un dono di Dio, e soltanto il segno di una fedeltà
totalmente diversa, quella di
gruppo dOioaei confronti della chiesa,
vai Pelli- Rievocale una data, come
;ra di vo-quella del P. febbraio 1848,
del disa-¿tro non è che riconoscere
tborazio- ancora una volta, nella storia
do tossi-delia nostra chiesa e del norre Pelli-stro popolo, l’amore e la feazioni dideltà di Dio, Ma, in questa
lo in euiprospettiva, ogni tentativo di
zioni . invalutazione della nostra opera
a di To-oggi, che pretendesse di enuMitaio ilnierare una serie di «realizzato a Lu-:aoni» o di «conquiste» oppulome.’iicare semplicemente di «punti
lo grosseièrmi» acquisiti, non può che
iio tc'ssi-sbriciolarsi in una confessione
icitato infelle molteplici nostre infereazionideltà. A cominciare proprio
adoci in-da quella religiosa»,
to sia ri-chele Lette'v ralenti, purrapPartico-presentando ìica conquista sul
dissensi;;piano della ■ iia k ivile e politiporre a)-ca, non sam;,\ic>no, ma alla
, sopri quale aprirono la via in Italia
a nostneche molti crmsiderano oggi
/anile itargomento pressoché chiuso,
e princi-solo perché nessun grosso faiotto glistidio che ponga in diretto pe:onserviricolo le nostre persone e i noi tenerlistri beni, in funzione di una
'iene fatdiscriminazione confessionaroblemaile, sembra più poter provenire
ghettiz;dalle autorità civili,
come st Troppi si rifiutano di meditare se rincontrare un sempre
in pieduninor numero di ostacoli sul
" chi uftcaramino della testimonianza,
SI hmittion sia da attribuirsi ad un miali, perinor slancio nell’evangelizzalomunitizione, alla sostituzione di un
nienidialogo talora equivoco alla
ti già fatcoraggiosa proclamazione delun giorda verità, ad una predicazione
eno notalla qua]g corrisponde un
l-oerente atteggiamento di vittegrato, Né pare ci si renda conto
e PellicÌ®® sufficiente chiarezza che
« problema della libertà reli&osa si pone oggi in una pro1^ A*P6ttiva mutata rispetto a
le ISiiella non tanto del 1848,
guanto a quella del 1948, nel
innovato regime politico e
^nridico del nostro paese. Si
m**nva allora (1948), avendo
ntne punto di riferimento la
(istituzione della nata Ree non profilandosi
J^one all’orizzonte la possinà che il tema della libertà
2063
religiosa potesse assurgere a
problema, entro certi limiti
comune anche alla Chiesa cattolica, di eliminare gli ostacoli
che si frapponevano alla libera
predicazione dell’Evangelo
nella legislazione vigente e
nella sua interpretazione; trattasi, oggi, prevalentemente, di
prendere coscienza, indipendentemente dal grado di temperatura segnato dal termometro ecumenico della Chiesa
cattolica, della responsabilità
che a noi incombe nell’esercizio concreto della libertà.
Ci muoviamo oggi, nei rapporti con lo stato, tra atteggiamenti di un separatismo pseudorisorgimentale con venature
anabattistiche, riserve mentali
di un non del tutto scomparso
complesso di inferiorità, e
proclamazioni talora ingenue
di lealismo verso le strutture civili: ma senza un preciso
indirizzo, senza sforzarci di
comprendere in quale misura
dobbiamo e possiamo essere
noi ad assumere concrete iniziative per chiarire la natura, il
contenuto, i limiti di questi
rapporti. Né sfuggiamo ad analoghe, se pur di diverso tipo, incertezze e contraddizioni
in altri settori, da quelli della
revisione del nostro ordinamento ecclesiastico a quelli
delle attività dei nostri istituti
di istruzione e di assistenza, a
quello delle difficoltà finanziarie, sempre gravido di preoccupazioni: contraddistinte,
queste ultime, dal non riuscire
la nostra chiesa a dare all’operaio quella mercede della quale lo riconosce degno, pur
possedendo un patrimonio in
parte inutile e del quale non
riesce a disfarsi [...]. All’interno, sarebbe vano negare che
esiste nella nostra chiesa una
sorta di pluralismo teologico,
non sempre utile a chiarire le
idee, e che esistono situazioni
di reciproci rifiuti psicologici
che rendono difficile lo stesso
dialogo interno [...]. Questa
sensazione di incapacità, di
povertà, di insufficienza può
essere deprimente e indurre ad
atteggiamenti ¡rinunciatari;
può essere vista, invece, come
la debolezza nella quale Dio
vuole tuttavia manifestarsi e
della quale vuole servirsi per
sconfiggere la sapienza del
mondo.
Voglia il Signore che in
questo vaso di terra che è la
nostra chiesa vi sia ancora il
tesoro del suo Evangelo.
(La Chiesa valdese, oggi.
L’eco delle valli valdesi del
16 febbraio 1968).
MARIO PIACENTINI
Tre date, racchiuse negli
ultimi cento anni della
storia della nostra patria, tutte
e tre molto importanti per l’affermazione della libertà religiosa; affermazione che, nel
nostro paese, costituisce un
problema che attende, tuttora,
la sua adeguata soluzione.
Le date quindi del 17 febbraio 1848 e del 17 febbraio
1929 hanno, per tale riflesso,
lasciato, dietro di loro, luci
velate da molte ombre; e la
Costituzione della Repubblica
italiana non è ancora varata:
ma dalle votazioni avvenute
in seno alla Commissione dei
75 già si profila l’ombra che
anch’essa lascerà, dietro si sé,
per quanto concerne il problema della libertà religiosa.
L'ombra del primo articolo
dello Statuto Albertino
L’Editto di emancipazione
dei valdesi, firmato il 17 febbraio 1848, segnò effettivamente l’alba luminosa della
libertà religiosa in Italia. Ma
la gioia che suscitò tale editto
fu, purtroppo, accompagnata
da gravi ombre. L’editto, nella prima parte, ammetteva,
senza restrizioni di sorta, i
valdesi a godere di tutti i diritti civili e politici, a frequentare le scuole dentro e
fuori le università e a conseguire i gradi accademici, ma
già nel capoverso riaffermava: «Nulla, però, è innovato
quanto all’esercizio del loro
culto ed alle scuole da essi
dirette».
L’Editto, inoltre, fu seguito, a breve distanza, dalla
proclamazione dello Statuto
Albertino (4 marzo 1848),
con il quale si affermò che
«la religione cattolica, apostolica, romana, è la sola religione dello Stato. Gli altri
culti, ora esistenti, sono tollerati, conformemente alle leggi» (art. 1). Questa tremenda
offesa alla libertà religiosa,
nel 1848, non fu potuta evitare, non ostante i nobili sforzi
dei grandi liberali del tempo,
capeggiati dal Cavour e dal
D’Azeglio.
Vero è, però, che subito dopo la proclamazione dello
Statuto si iniziò la serie di
quelle leggi degne di tutta la
nostra tradizione giuridica
che, nel periodo che va dal
1848 all’avvento del fasci
smo, portò a questa situazione: 1) eguaglianza di tutti i
cittadini di fronte alla legge,
senza discriminazioni per ragioni del culto professato da
ciascuno; 2) stato tendenzialmente separatista; 3) parità di
trattamento giuridico di tutti i
culti, con tendenza giurisdizionalistica (e cioè, con un
particolare controllo, una particolare tutela e una particolare vigilanza) solo nei riguardi
del culto cattolico [...].
L'ombra della
disuguaglianza
sancita nel 1929
L’il febbraio 1929, qualche giorno prima della festa
dei valdesi del 17 febbraio
1929, furono firmati i Patti
Lateranensi. All’indomani
della firma di quei patti, parve, di un tratto, che ogni libertà religiosa, in Italia, dovesse essere completamente
soppressa e che dovesse richiamarsi in vigore, puramente e semplicemente, il
primo articolo dello statuto
albertino. In tal senso molti
intolleranti fecero, effettivamente, pressione al governo
ma si oppose, energicamente,
un piccolo gruppo di idealisti,
che era a contatto in quell’epoca con gli organi legislativi e riuscì a convincere il
governo, primo fra gli altri il
guardasigilli Rocco, che la libertà religiosa costituiva, ormai, la pietra angolare di ogni
stato moderno che volesse essere degno di questo nome;
che la libertà anziddetta doveva essere rispettata anche
per ovvie ragioni di reciprocità tra le nazioni più civili;
che, anzi, il governo avrebbe
dovuto prendere occasione,
proprio dalla firma dei Patti
Lateranensi e dalla Conciliazione della Chiesa con lo Stato, per modificare l’articolo
primo dello Statuto Albertino. Questa campagna abilmente condotta ebbe per effetto che il governo decise il
varo contemporaneo di due
leggi; la prima in esecuzione
dei Patti Lateranensi (legge
27 maggio 1929 n. 847 e n.
848); e la seconda per garantire, nel contempo, la libertà
religiosa (legge 24 giugno
1929 n. 1159).
E il governo, per dichiarazioni ufficiali, intese espressamente, con l’articolo primo
del Trattato Lateranense, ri
chiamare in vigore solo la
prima parte dell’art. 1 dello
Statuto Albertino; ma intese,
altresì, modificare la seconda
parte, con l’articolo 1 della
Legge sui culti ammessi, nel
senso di sostituire il concetto
di ammissione a quello di tolleranza.
Il legislatore del 1929 volle, ed effettivamente attuò
nella legge del 1929, questi
principi: assoluta eguaglianza
dei cittadini senza discriminazione per motivi religiosi; abbandono del principio della
parità di trattamento giuridico di tutti i culti; e sostituzione ad esso del principio della
preminenza del culto cattolico, con abbandono, nei riguardi del culto stesso, della
tendenza ultragiurisdizionalista; e con l’inizio della tendenza anzidetta, nei riguardi
dei culti diversi dalla religione dello stato. Ma tale edificio era nato con due grandi
ombre: l’articolo 5 e l’articolo 36 del Concordato.
Seguì, nel 1930 (Nuovo
Codice penale), l’altra grande
ombra della disuguale tutela
penale dei vari culti. La situazione, comunque, riuscì, di
fatto, ad assestarsi in modo
abbastanza soddisfacente, finché la «Direzione Generale
dei Culti» rimase alle dipendenze del ministero di Grazia
e Giustizia (1932) ma poi,
specie dal 1934 in poi, il giurisdizionalismo nei riguardi
degli altri culti si inasprì in
modo opprimente fino al punto che si può affermare che la
vera libertà religiosa, in Italia, è stata letteralmente soppressa, nel periodo che va dal
1934 al 25 luglio 1943 [...].
La situazione si aggravò
dopo l’emanazione delle stupide leggi razziali del ’38.
Queste leggi, pur nel loro torbido fine, intesero di fare una
discriminazione dei cittadini
«ai soli fini razziali» e non
religiosi: ed invece si trovò
modo, nella loro applicazione, di aggiungere alle discriminazioni razziali anche
quelle religiose perché, ad
ogni piè sospinto, si doveva
indagare (e, nei certificati rilasciati, accertare) non solo
l’appartenenza alla razza ariana, ma anche la professione
di fede cattolica. E ciò in violazione della stessa legge approvata con il R. D. 17 novembre 1938 n. 1.728, in base alla quale per rendere effi
Villar Penice: Il tempio e il cimitero (da «Viaggiatori britannici alle valli valdesi 1753-1899», Claudiana)
cace la rottura del vincolo
con la razza ebraica, per i nati
da matrimoni misti, occorreva dimostrare l’appartenenza
effettiva alla data del 1° ottobre 1938 o alla religione cattolica 0 a qualsiasi altra religione, anche non cristiana,
purché non fosse stata quella
ebraica.
L'ombra del sacrifìcio
dei diritti delle minoranze
religiose ad opera della
maggioranza nel 1947
È venuta poi la Repubblica
italiana; e questo nostro giovane stato si appresta a varare
la sua nuova Costituzione.
Anche ora si ripetono le pressioni della maggioranza contro la libertà religiosa; ma un
piccolo gruppo di idealisti e il
Consiglio federale delle chiese evangeliche italiane stanno
assillando gli esponenti dei
vari partiti e i più illuminati
dei parlamentari, con questi
moniti: risolvete finalmente,
dopo un secolo, in modo veramente integrale, il problema della libertà religiosa in
Italia; non ci costringete ad
appellarci all’Gnu; ritornate
alle origini del nostro Risorgimento e a quella che era la
situazione, di fatto, prima dell’avvento del fascismo, per le
minoranze religiose italiane;
dimostrate che l’Italia è, veramente, capace di governarsi
democraticamente; sebbene
vinti in molti settori facciamo
in modo di restare vincitori
almeno nel settore della cultura e del nostro pensiero giuridico; fate una Costituzione
che sia veramente degna delle
tradizioni giuridiche del nostro popolo.
Ma il monito, anche questa
volta, rischia di restare una
vox clamans in deserto. Dalle
votazioni già fatte nella Commissione dei 75 si deduce che
anche questa volta il problema sarà risolto in modo da lasciare dietro di sé varie ombre. La nuova Costituzione si
dovrebbe limitare ad affermare in modo rigido i diritti fondamentali dei cittadini in modo da garantire al cittadino il
rispetto dei diritti stessi, da
parte di chicchessia; sia cioè
da parte di privati cittadini,
sia da parte dello stesso potere legislativo dello stato. E
ciò con una duplice arma: il
diritto di resistenza legittima
e il diritto di appello all’autorità giudiziaria.
Tutto il resto, compreso
quello che deve essere il collegamento e coordinamento
dello stato con la Chiesa cattolica e con le altre chiese,
dovrebbe essere lasciato a
leggi particolari. Comprese,
perciò, tra queste, i Patti Lateranensi [...].
La fedeltà ai precetti evangelici è la vera chiave di volta
per la risoluzione di tutti i
problemi, all’interno ed all’esterno di ogni stato. Se i
deputati alla Costituente si lasceranno guidare dai detti
precetti risolveranno tutti nostri piccoli e grandi problemi,
compreso quello della libertà
religiosa.
(17 febbraio 1848 -17 febbraio 1929 - 17 febbraio
1947. Tre date, tre luci, tre
ombre. La luce del 15 febbraio 1947).
8
PAG. IV
-1 Eco Delle ^lli "\àldesi *
VENERDÌ 14 FEBBRAIO 19?
IL XVII FEBBRAIO SUL PALCOSCENICO DELLE CHIESE DELLE VALLI
DAL DRAMMA VALDESE ALLA COMMEDIA BRILLANTE
MASSIMO GNOME
Siamo ormai vicini al 17
febbraio. Insieme alle
commemorazioni più disparate, ai falò, ai culti e ai lauti
banchetti, questo è il momento anche per tutti quelli che,
più o meno capaci, veterani o
debuttanti, protagonisti o
semplici comparse, dovranno
cimentarsi su palcoscenici di
salette, templi o teatri.
La tradizione della «recita»
è presente alle Valli già alla
fine dell’800, strettamente
connessa alle neocostituite
Unioni giovanili e alle attività
della scuola domenicale. Le
filodrammatiche, come afferma Giorgio Tourn nel numero
di gennaio di Fandonie, si sviluppano, soprattutto negli anni
Trenta e in occasione del 17
febbraio, come un «momento
forte di identità», anche in
«difesa antifascista» come i
drammi storici «Sangue valdese» e «La contessina di Luserna», e continuano dopo gli
anni Sessanta con testi che ancora «sanno proporre una riflessione, un messaggio». Nel
periodo tra le due guerre mondiali, scriveva Liliana Viglielmo su L’eco delle valli valdesi nel 1985, l’attività delle filodrammatiche raggiunge il
suo culmine, favorita da un’
elevata scolarizzazione, dall’a
bitudine all’apprendimento
basato sulla memoria, dalla
necessità di raccogliere con
un programma concreto i giovani delle Unioni.
Non è infine da sottovalutare l’aspetto dell’autofinanziamento: le recite servono a trovare il denaro per costruire le
sale, le quali a loro volta serviranno per altre recite. Vi sono filodrammatiche che riescono a mettere su anche tre
spettacoli in un inverno. Si recita qualsiasi cosa, purché
dese. Ancora oggi sono presenti nelle valli gruppi teatrali, anche importanti, che
affondano più o meno profondamente le proprie radici
nella tradizione delle filodrammatiche valdesi, basti
pensare, su tutti, al Gruppo
teatro Angrogna.
Oggi va in scena
la commedia
La filodrammatica di Villasecca
genuità enfatica che può far
sorridere, così come lo stile
quasi western con tutti i buoni
da una parte e i cattivi dall’altra. «In regime concordatario
- aggiunge Liliana Viglielmo
- non era privo di rischi presentare frati e preti buffoni,
inquisitori e duchesse sabaude
assetati di sangue. E se vi erano parroci bonari e comprensivi che arrivavano al punto di
prestare i propri indumenti
per meglio caratterizzare i
personaggi, altri colleghi meno tolleranti stavano bene
all’erta per cogliere gli estremi di una denuncia per vilipendio alla religione di stato».
Il dramma valdese è in
realtà un sermone sceneggiato. Ogni due pagine, anche
nel bel mezzo di un dialogo
sentimentale, i protagonisti
esprimono la loro fede con un
discorso di ampie dimensioni.
L’azione scenica è basata più
sulla parola che sul gesto.
«Nessuno dei drammi storici
La filodrammatica di Luserna a Villar Pellice
moralmente ineccepibile: dai
classici, Molière o Giacosa,
alle commedie divertenti e alle farse (spesso malamente
tradotte dal francese); il francese viene progressivamente
abbandonato. Non a caso,
proprio negli anni del fascismo, emerge un genere teatrale autonomo, il dramma storico. In quegli anni, la Chiesa
valdese vede allentarsi i legami con il protestantesimo europeo e si ripiega su se stessa
ricercando nel proprio passato
le ragioni di un’esistenza che,
dopo gli stretti rapporti tra
stato italiano e Chiesa cattolica, diventa anche resistenza.
Certo, determinate pièce vengono rappresentate con un’in
degli Anni ’30, per la produzione dei quali anche la Società di studi valdesi aveva
indetto un concorso, ha mai
raggiunto un qualche livello
artistico; ancora rappresentati
subito dopo la guerra, sono
ormai caduti in disuso ed è
perfino difficile trovarne i copioni», concludeva Liliana
Viglielmo in quella prima
puntata di un’inchiesta sulle
filodrammatiche valdesi.
E invece, dopo nemmeno
dieci anni ci fu chi, in occasione delle recite del 17 febbraio, proprio quei copioni riscoprì e ripropose, forse proprio per riprendere un dialogo con un passato che non ci
può essere estraneo.
Opuscolo del XVII Febbraio
Il tradizionale opuscolo della Società di
studi valdesi per il XVII Febbraio è dedicato al Rifugio Re Carlo Alberto: Emanuele
Bosio ne ripercorre le vicende dal 1898 al
1998. Sarà in vendita a £. 6000 presso le
chiese, insieme al n. 28 de «La beidana» che contiene, fra
l’altro, un articolo sulle croci e le madonne sistemate sulle
cime delle montagne pinerolesi, uno sul patois parlato nel
Wurtemberg e uno sul valdismo in vai di Susa.
Anni '80, l'ora
del teatro impegnato
Negli Anni ’80, molti sono
i gruppi teatrali che si impegnano nella realizzazione e
nella messa in scena di un testo autoprodotto; ecco il periodo del «teatro impegnato»,
riprende un secondo articolo
de L’eco delle valli valdesi
del maggio 1985. Le filodrammatiche sviluppano «temi di scottante attualità:
aborto, disarmo, droga» oppure affrontano la storia valdese non più con drammi incentrati sulle persecuzioni,
ma realizzando lavori originali, più moderni e talvolta
con rincontro del teatro con
altre forme di comunicazione, quali la musica e quindi i
cantautori. A Luserna San
Giovanni opera un forte
gruppo Egei che propone per
alcuni anni attività teatrale o
musicale nella zona collinare
di Ciò d’mai dove per diversi
anni si ritrovano per alcuni
giorni gruppi più o meno
spontanei. I giovani del gruppo filodrammatico rievocano
la loro esperienza che li ha
condotti dalla Riforma a Bertolt Brecht.
«Pensate a un teatro “alternativo?” - chiede l’intervistatore dell’Eco -. Possiamo essere considerati “alternativi”
se autoproduciamo dei testi
teatrali o ne adattiamo alle nostre esigenze, alle nostre interpretazioni? Siamo alternativi
perché desideriamo portare le
nostre idee e le nostre riflessioni in pubblico? Siamo alternativi perché scegliamo di
lavorare su un linguaggio comune e popolare? Se le risposte a queste domande sono un
sì, allora possiamo considerarci alternativi».
A Torre Pellice il gruppo
giovanile dei primi Anni ’80
produce nel giro di due anni
gli spettacoli: «2003, guardiamoci indietro», è una sorta di
parodia di molte situazioni
ecclesiastiche ma è anche
frutto della riflessione del
gruppo sulla situazione della
propria comunità, con le sue
divisioni e le sue routine;
«Oltre la frontiera» invece è
un lavoro più ampio sulle trasformazioni della vai Pellice
a partire dalla chiusura degli
stabilimenti Mazzonis di Torre Pellice e Luserna. In entrambi i casi il teatro è anche
un modo per «recuperare» alla chiesa giovani che erano
allora del tutto marginali. Nel
giro di pochi anni il gruppo,
con qualche modifica di organico, porta spettacoli al XV
Agosto, alle «Giornate della
pace» nell’estate torrese, in
rassegne popolari a Torino.
Non si tratta più del gruppo
giovanile della comunità, ma
sono persone impegnate in al
tre attività della chiesa. Già
negli anni precedenti erano
andati formandosi gruppi, a
volte con una chiara posizione politica, che si discostavano dalle attività più propriamente «di chiesa» e dalle
Unioni giovanili, costituendo
compagnie autonome, «alternative», spesso in contrasto
aperto con le comunità, con
le «autorità» del mondo val
Dando uno sguardo ai titoli
delle pièces proposte quest’
anno dalle filodrammatiche
delle Valli, una prima considerazione è la mancanza, salvo rare eccezioni, di qualcosa
che non sia la solita commedia brillante, o la farsa; poche
sono le trame che si discostano dallo schema suocera pazza-vedova allegra-amante pedante. La tendenza in questi
ultimi anni per quanto riguarda i gruppi teatrali sembra
quella del «far ridere» con la
voglia, almeno facendo riferimento alla mia esperienza
personale, di proporre lavori
non troppo «difficili», anche
per l’ovvia complessità nella
realizzazione di quei testi che
non hanno nelle battute di
spirito e nei dialoghi vivaci il
loro punto di forza. Allo stesso modo sono scomparsi dalle
scene del 17 febbraio tuj
quei gruppi, numerosi ne¿
anni passati, che con imp¡
gno scrivevano, per poi ra|
presentarli, i propri lavori.
Una seconda considerazj
ne riguarda il numero del]
filodrammatiche. Molte q
munità non avranno una ree
ta per il 17 febbraio di qu
st’anno: questo è un dato ¡
gnificativo, .soprattutto se
si raffronta, citando sempre
periodico Fandonie, con]
presenza, alla fine degli Aji
’50 e solo nel Comune di Ai
gregna, di ben quattro fil¡
drammatiche; la diminuzioi
dei gruppi teatrali è dovui
principalmente alla scompj
sa della maggior parte di
gruppi giovanili nelle nosli
valli, oltre che a probler
strutturali, non ultimo l’inag
bilità delle sale dove realizzi
re lo spettacolo.
L’attività teatrale all’inte
no delle chiese va promoss
come segno di impegno
memoria storica, considerai
do la filodrammatica con,
parte di un patrimonio culirale e un momento di attii
giovanile importante, a pitscindere dal tema propo; to.l
ora, per concludere, un «ii
bocca al lupo» ad attori e col
laboratori è d’obbligo.
Il programma di quest'anno
Oltre cento attori impegnati
Riportiamo i titoli e le date
previste dei lavori proposti
dalle filodrammatiche nelle
valli valdesi. Evidentemente
non è possibile poter assistere
a tutte le serate, tuttavia le
molte repliche o la riproposizione degli spettacoli in comunità diverse da quella di
origine consentono generalmente di apprezzare più di
una recita. Le filodrammatiche, non sempre e necessariamente «giovanili» sono al lavoro da mesi per le prove; in
tutto sono ben più di 100 gli
«attori» impegnati nella rappresentazioni. Abbiamo cercato di individuare storie e
trame; in realtà le storie proposte quest’anno, alcune delle quali in dialetto piemontese (da notare il successo che
negli ultimi anni hanno fatto
registrare le varie rassegne di
teatro dialettale o semplicemente le innumerevoli repliche della compagnia Tassi a
Perosa) sono spesso banali
nella trama e nella costruzione. Mogli tradite, mariti fedifraghi, suocere pedanti, dottori poco professionali sono i
padroni del palcoscenico. Lo
spettacolo finisce in risata;
sembra che il bisogno di sorridere sia la caratteristica delle nostre filodrammatiche.
Certo sono cambiati i tempi
descritti nell’articolo a fianco
sulla storia del teatro valdese
dei decenni precendenti...
Luserna San Giovanni —
La Filodrammatica presenta
Una storia ancora possibile,
dramma in atto unico, tratto
dal racconto «La panne» dello scrittore Friedrich Dürrenmatt. È uno dei testi più «impegnati» delle Valli, portando
ad una riflessione sul ruolo
dello scrittore nella società e
nei rapporti con il pubblico e
sulla sua libertà nei confronti
dei media. Il dramma ruota
intorno al tema della giustizia. Spettacoli'lunedì 17 febbraio, ore 21 alla sala Albarin, con replica a Luserna San
Giovanni sabato 22 e a Villar
Pellice sabato 1° marzo.
Angrogna — Il Gruppo
giovanile presenta Maritiamo
la suocera, commedia brillante. I catecumeni propongono alcune scene tratte dalla
Bibbia e studiate alla scuola
domenicale. Lunedì 17 febbraio, alle ore 21, nella sala
del capoluogo. La replica si
terrà domenica 23 febbraio
alle ore 15.
Torre Pellice — La Filodrammatica dell’Unione giovanile dei Coppieri rappresenta la commedia in tre atti:
Il terzo marito, di Sabatino
Lopez. Spettacoli lunedì 17
febbraio, alle ore 21, nel tempio del centro; replica sabato
22 febbraio.
Villar Pellice — La Filodrammatica presenta una
commedia. Il medico e la
pazza, e una farsa. Otto bicchieri di vino. Spettacoli lunedì 17 febbraio, alle ore
20,45 nella sala. Replica sabato 22 alle ore 20,45.
Bobbio Pellice — La Filodrammatica giovanile presenta lo scherzo comico in tre atti Troppe donne, di Alessandro De Stefani. Seguiranno
due brevi farse. Lunedì 17
febbraio, alle ore 21, nella sala polivalente di via Sibaud.
Prali — 1 giovani propongono un viaggio nella storia
valdese fino al 1848, dal tit
lo Un po ’ di storia in mezzo
canti e racconti: le sccnett
saranno intervallate da mo
menti di letture e canti. Lunedì 17 febbraio, alle ore 21
nel tempio.
Pomaretto — La Filo
drammatica presenta la con
media brillante II tempo noi
è galantuomo. Spettacoli In
nedì 17 febbraio, ali, ori
20,30, nel teatro. Repli .hei
22 e il 23 febbraio.
Villasecca — La Filo.iram,
malica di Villasecca pa sentf'la commedia brillante i
Franco Roberto Onesio Ru
barnai, marito nei guai. Sabs
to 1° marzo, alle ore 20,3(1
nel tempio. Repliche il!
marzo, alle ore 14,30, e Fi
marzo, alle ore 20,30.
San Secondo — La Ffr
drammatica, che opera orfliì
da diversi anni nella locai
comunità, presenta il giall
comico Giallo di sera di ai
tore anonimo. Gli spettacci
avranno luogo nella sala cf
munitaria sabato 22 febbrai
e domenica 23, alle 21.
Villar Perosa — Il Grupp
teatrale propone una comi«
dia di autore noto nel setto»
dialettale. Franco Roberti
Due fomne a sun trope. L»
nedì 17 febbraio, ore 20,45.
(
5
li
CO
La filodrammatica di Torre Pellice
9
AIO 199
TE
Jraio tui
:rosi ne¿
:on impi
¡r poi ra[
lavori.
isiderazii
aero del
Molte ct
3 una rec
io di qu
m dato!
tutto se
1 sempre
ie, conl
legli Al
une di A
attro filt
minuzioi
é dovui
scompj
parte di
;lle nost
problen
no l’inag
e realizzi
1 all’inte
pronioss
apegno
3nsiderai¡
ica coiií
nio cutodi atfii
ite, a pitroposto.i
e, U'i «ii
íori e col
;o.
Q
ü
]dl21
ti
!, dal til
n mezzo
■ sccnett
e da mo
:anti. Luie ore 21
La Filo
i la con
•mpo na
tacoh lual!.: orí
ep)i. he i
"ilodra
pn.sentfi
lante li
lesio Rit
tai. .Sate
re ¿0,30.
che il!'
30, e I’l
).
La FI;
era orn*
la local
il gialt
ra di af
ipettacoi
I sala c(
febbrai
!1.
II Grupp
. comn*
el setto*.
Roberti
ope. L#
20,45.
Ur-l
’o'
oo
(5)
oa
0
JS '
o '
i (D
5 s ^
‘u ^
ty) rc '
O) Q> Ci)
.2
e 8 ®
(/) Q)
Q I ,y
s;
QJ
iC
(/)
91
Í
■5
g>
I
o
■o
V
•o
0>
E
V
iS
0 „
U (0
Q)-a
1 S'S
< .Si Q)
c c
.£ E ro
"ra C13
-4-J
S O "(C
O "O c
<-> c E
^ I °
8 « §
2 y o
£ Q)
“ te ^
•Si JS o
c/) — y
to
P 'TO Q)
K> .ti H
H ^
o
c/) >
^ C
^ o
Ci)
c ^
D
—
^ E
T7S (O
c
(T3
CN-.
v(i)
O —
o
o o _
<->
.2 ^ (i)
.SÓ15 d
^ *G
8 .2"^ Si
^ CO 5
c o
3
-o
o
"c
‘S
C cv.
.2 o
^3
3 ^
*CS C
O
Co
p
I- -Q
.S ci>
(i) “O
- o
P
"K (i)
§ -E t:
^ C 2
03 fo a.
^
o
o
D,
o
u~.
cx ..
ys 8
S ■■§
fO jO
^ -D
o TO
CO
P Ci)
3 =>
Cy o
a -8
0) p
(yn
(O
to
3 P
<D
go
p. >
z
2 c
E °
c
o
u
Ci)
-C
u
o
c
o
o
c
c
> =3
0)
^ -o
C fO ril «
c) > > -2
Q) 'G
o
i-.
o
•& —
2^
o cu
o 2 -o
o
c
(0
"S
O)
o -o g
O
§
A.
o 2
V «J
(0 o
iS 0)
0) X}
c >
(0 (0
Q O
fO
c ^
c .S
ca .«
— c
-a o
^ N 'to
s §
c .•£
O
0)
e
•-n .
a
0)
£
•co
o -9"
0)
-C
U
8. o
D- CO
a n
o .
w to
-E
g e -c
3 ^ f3 j2
2-^
-5 P..J3 a)
2 2
■s §
2-3
g C C O
8 .g 8
CTI'O .
= .2 aa
§22
to CO CO
CO^
0)
T3 -C
CD
.E -CO
CL C
!£2 (i>
CL
C O
I o
’oD'-r
S’ i
.1=3 *-H
CO CL
o
g
CD CD
CD £
2 o
- -C
P 6-^
CL CD CD
C to
'CO
ti
^ '
O
CL
gi
> C
CD —
P -c :9
'CD 'rp
JC T3
u
C ^
CD C
CQ .2
N
> .1=!
2 -K
3 CL.^
03 Q
CJ CL
C
05 ^
p. 0) a
p (3 2 •
S tD
__ CD
O to
y CD
_l2
o
Cl
05
c
3
cr
WZ >_ Q)
w CD ^ >
CC3 fO 0)
CD "3
§ C O
p CD •=; CD
CD___
n O
S, g
CD 2
Q> 8
CO c§!
Ilia
CD
u C
CO 3
o ^
cx
3 1
CO ^
c -9
3 ^
CD §
•4-1 CD
CD C
> .2
_c
o
^3
'u
a
C'3
C
o
o
o
c
0
C3
c
cv.
o
c
c
^0
p
3
O'
o
"O
*§?
Co
o
-4^
c
o
.2 'to O ^ CC3
a O CD CL fC3
r- .. CO ^ Ci)
s
p p
“D
O ra o!
"2
■2--C g;
§
> CD
CL^
■c: -c
^ P ^ fO
•= “O .v^ ^
05
C
3 5^
"O _
a o
—- p
CD to
-eg
O ^•
^ d
g 8
_ o -g
•S c-=6 £ -K oá
CJ p c P E to ^ a
p c
CO §
CL O
y P C ^
3 ^ O
^ "rt: ^
:p <0 ^ ru
<0 v-JS -2 8
t=i <e «
2-g « QJ
“te ig '0)
O ^ DC (O
to
CL
£
p
“O
p
•4.^
p
p
-3
o
p
o
I c I
u CO u to >
p
*0
c
^ CV.
o
3
O'
8
.28^
« '5) a)
§■0 o
B°s
&g.s .
S S'® -g
ra 5)JS 2
g.
•5 o
ra S
^ CÜ •rr
co-g
cc P C
1.0 8
o S! o
S o
05
8 ra O
C- o o
“ § 2
x:
u
(T3
« ’to
2 P
^ -a
■ra^ S
■^.3 C a)
o ^ a)
O)
a)
É ai
2:2
2 -8
’i— ^
■— to
^ its
£ CL
O
5 a
D.
•¿2 .a’
o 'e
¡3 ra
§
'§ ü>
a
p
<D -tí
C c
O ^
to E
to 05
all
2-0^
CtS P
'P
fts
y to oj
O CD fQ. O
O .2 (D
Cl CO cn c
UJ P
E-^
CO
p 3
CO
p
c: p
p u
"O
.0 C
CO c
P CO
- 2 -8 ^ ^ .0
O g
« o
•5^.
■2 ra :
a) o y
c 3 2
.2 .2
fS^.£
.g--ra ""
8-0
t: 0)
<'3 «
a. 5
J2 i
CO
^ -TD <0
^ ^ £
"O to -g
P 'P (t3
— 2 O
O
^ a ^
<r *-*■ (o
^ o tj
E to
.2 p
o
c-2
§!
fO
to p
O -tí _P
C "O
2 o I -2
. 3i to ^ c
■c :o *n <0 3
^^^3 2
2 ra 2
aZ 2
P .J,,
/rt to ¿tí
S ^ ^
4S W
^ p to
P ^ o
cT5 § 8
. O 'v
'§3 2
2 o o
3 '-> c
_C m Q> '5 3-2
o g
05 ^ 05 05 ?) Jf
a:§3
O o c
O A XS
C 2 CO
g CL.^
P P •
CL *55
•tí s— p ^
2 N — p -Si (O
^ .2 P
^ O "cO
go ra
P
-c
3
3
cy
raSoteoE'Oajg'
O Í8 ^‘tfS.rr^a
ra ra
■g— o
-s 2Í a
•E p 3
a § CO
O « o
o O O
.a‘"•5
-a ra_3
a§^
^§:8
§ 8-M
3 (o O
3 aa
p p
.iü p -üi
^ -C to
.-H O CO
o S
O _c
CL O
ir to
^ 2 P H
(O CO H
-C tJ
CO P ^
= a
yate
P
5 y,
CO
X ^ P tD ^ O
3 o a aO y
P
'3 .
P
P
3
P 'C
't/5 C! P
8,^ 3
ra
- -g'o 8
te y 3 o
c> c ^ CO o
C fO -3 O •
O O
>X3
C'^
8 ^
cv.
'p
-c
2
cs;
c\-.
•S
to
O
.a
P jO P CO
•'£ -oj "S
‘".C:ra
p p ^
to J- ^
P ^ —
y D. 2 -a
H y'£
o
■o 2
5) Ká 8 y
Sg.'gS
^ <0
O CO p
(O P
N
o
CL
< E'
P CO
^'o 3 g y.S
E "CS I0 CO
o g 2 -5 y
U- CO >
. C CO .
o ‘C 'p
tí to rCO n -g to
05
g 3
CO
3*.t>2^ p — -c
p
p
CO
'CO
ilil®
Site
00 c
a^
•ra -Q
= 2
o a
^ o
i|o
O' CO '■p
.8 ^2
o ^ O
^ O
C s 5 ^
® y
— p
CO --^01 ^
^ ra -te 2 y ra
CL
O
o i a o g,
-2 y a ra-g
t^ ^ r\^ ^ to to
3 a^
c ^
p CO O
n g c
7= o c ^
g > p c
2=^1
I y ra-a
CO
3
o
p
’C
p
CO
o
a,
3
c
o
p
■y'g 23 ra g
^ c a ra o ^ 2
o -tí CO p
CL X PC.
O *
P
yio
CO O
P ^
s,8 2;2'2^'g:s
^ £ p .2 —
CO P _ > _
N T5 *-í2 cO 3
p CL p H* P
^ -O
y c “
J- P
cO P ^C0 —
CO _ CO
-c
o Q,
p S
o ^
a-^
2-2
a-c„ „
y y O
C "TD ^
3 P 'TC
E .£ o
^ -tl'o
3 — 3 S a
to "O (O ^ O
p a
p '
o
o
3 •=
CO
CO
p’do
5- p
7:3 "O
X _3 -E ’
o
o
*c a-^
p p
p
CO
-a
p
’O
05
p 'CO
g C 3
§ o c
N 'c
3 '55 c
g o lo
ra aS
u-a g
p .• p
■tí p .s
i=^-9 o
CL
CL
2
p CO ^
c X o
a^-g.
o
P p a
3 ^
p
p
-u
p
c
o
O P
a"a
p
8
p
■55 g
p p
S
§
C o
.£ a
^ 2
P o
C
C3 "O
g
8, g
2
CO CO
___ p
P 3
-O ^
O 5
E §
>- P ty . .
y 2 o
> U o tí CL
P C P to
CL CO "O CL P
P
i-,
O
-4—1
CO
^ a
p to
~ a
CO ^ ca
I I
yJü N ai.„ as
y
■55 .X >
c
a
3
'55
^ £
c E ^
^-8:2
T3
3 ~
P
3
O*
C
3
£
o
o
p
p p
n ^
g .2
m "0 cv
^00
P ¿3 .P
2-S o
.2 Síá
(O P
p
TD
>
P ^
P -C ‘3
tí P
£ CL.-;
-boo
to to >
s- P ^
o a g
■:2 ro P
iCO .
o 3 .y
o p 3
O 3 .9
g y P
2-^
u -2
to
— O
I O
<J to
<0
O
3
C
0
O ^
P
o -a
<D ^
-t-i 'CO
CO .b
to
s
tD ^
a.45(^.
o ’P
§ £
I
p
P o
15 £
to X
3 ^
P o
^ O
O ^
— 'CO
’co p
CO tí
c^ R
-tí p
3 o
CO tí
> CL
P
CO
-= CL
o ,
3
O .
CO P
3
CO '
] p
"O
: o
! ^ ^
Í "p .£ 3
CO
^"p .2
S -3 P
2 p o
CL to to
-4=> P
3 5
p
» "2
CO ’o
2-g
gl.s
to o ^
3
y M
.y ra ra
Q 6 o
I '2s
<0 ^
3 2S
P
-o
o
£
15
~a
CO
-•-I
CO
3
3
CO
a
a
2
CO •
•3 S
g P
p
TS
o
£
p o
'c C
.S P
-ri to
tc ^ ra
S 8 ¿ra
:|a^°
o
O CO ^ CO o
CJ
5 S g
a 2-c
3 P 2
/~1 tí
?=r o 3
- 2 -5 ^
(0 CL-g CO
“ p
o
3
cO
-X5
•3
O
P
3
O
= O
O P ^ •
P j3 •rr- •
CO j:
-3 —
a.-. =5 CO
O O
CL 3
,E O
O
0
p
7: CO
IS £ p
CO
(O -Í3
.b 3
y.£
£ E
to ^
■is
Q-a
3
u
to
-2
■p
-D
P
3
O
b .a
c5
>
D
9
P
-a
0
3
3
CO
01
00
— - ^
p p £
^ CO *■£ in ^
s y S y 0 o
cO 33 LJ
^ p -a
-Si g=i O
y O ra
3 e ■= 2 o .y §
(o y 3 § "ra ra E
■tJ ’tí O -7? .±i -O /n
.S cx-c
s
0
n
1
*s
.X 'C.
3 p
«-P
“SiPiira
8.8 3.8 - 5?
a o -5 ra
^ C p -5 CD CO
O P
CL 3
CL O CO
raJS
O p
> 3
B-2
V-.
CO P
^ "O
Q '75
3
— 05
P P
TO P
^ P
■§ ^ ■
CO
-b-2
o ^
0-73
,b CO
P
s
.2
*1«
ffi
3
(J
tf)
CO D
—. U
C .t>2
_
o ■-. x:
.«lo p-p
c .
s a ra y
2 c — o
-y = 2 c'y 2
y § _ra -a .-ra
- ?
P
CO
S' £ ^ & S I
^ to CO 3 -b X5
— P "O *X3 P
— to "O
-E
3 .
P G
3 ^
O ^ T=S
3 'C 2 3 -=3 :§ IS
p .E 2 o 2 "§ ^
fc r- ^ c t)i c
o
o
-a
3
r. P
y-a
T=S P
£ o
=^H
to
y te c Q. § '” ra
9-3 ra-.8 S §
y K c g
g ^ ra y
CO (O
CO
3
cr
'p
s 3 E^~
CL ^ £
CL’C O
CO <0 tí
i- c
E CO
p
‘a to
£ (O
P :
E ^ P ^ ^ 3
-C 'K § _2 3
to
l/l
CO 3 to _
O ^ y y u3 § ra
S -ra ra -2 y '■§ 'te
g 5 E c S -c o
y .2 to o 8 Q. y
.—--C ra .i; Q.‘C ra
y o y ^ o
£ « -a ra ■:=! 7= T3
3 te
o
a
8 y 1
3 ü .2 =i y -a .ra
_uo2I.8fcya
§ y"S.^ o“'5 2
2 2 8 raSyJ O
-2 2!^ y-6-g
3ra.racy^‘"n
a'S 2 -c _ g
yra-Uyratecn^
CL.X - 0-0 P ^
(O O
V _
P -o
O
o p
P 3
to
3
S
O
CM
(0
u
p
e
o
3
o
tf)
cO
'CO
tg 'C p p
CO Pi tí (—■
c o 3 ^
~lss
10
ra 3
a-a -c"
£ -£. y 3 ¿
o £ y
o y .2 a
4—' —- CVJ U
O
a
o
I o
.«Oh
CO is;
P p ^
s £ ‘
o (O
b "O
.-H c
r\ <5
o
CL
jO
"to
P
3
cr
10
T3 TI
to'
o
fi) iJ.
^ n
o
cQ.
Èr
si
li
80
•2. §
(0 «
3 O
S 5
O
O
TD
(5‘
(/)
(fi
§- o
S ?o
fi)
D
2
3°
D
D
O <
Q- D
fri:
F°
fi)
(3*
V 3
C fi)
II
(fi Q
(/)
_.. {/>
?
Dgr
(/)
* D
J— C3^
Q
fi)
in h-à
fi) S
3
(fi
(fi D)
(/> fi)
oT
3
(fi
3
r+
(fi
2. Q
(^ (fi
Q> sr
S pn
3 i:
-a ro
o a
(fi
TJ
O
Q} Q.
^ Q)
P
^ (fi
5
fi) (fi
<3
3 O
On
VsO
i.
fi)
o
£L
(fi“
cr ^
co* *
33
t—* (fi
Oto
cn Q
-I
Sro
K5 H
cnn.
S.3
p È
^§3 ?
fv i::;
— OS
cn
o
o
tO(fi
O^CQ
3.
9 3
(fi
(fi
(cT
fi)
Pi
*3
(fi
I
(fi
3“
"O
o
(fi M
3. ^
5) ifi
S-g
• 3
(fi
3
o
(fi
» W)
fi)
o a*
fi)
o
c
3
3?
3
fi)
§ 2.
(fi
3
C
•o
(fi
3.
O
3.
O
3"
<
O.
(fi
(fi
CO
co
(fi
9L
(fi
(fi
fi)
ÌS 9r
O -Q
On
Ca3
K)
>1
o
•o
o
w
ì:
A
O.
(0
co
a
a
0)
co
I
fi)
o.
fi)
3
3
%
o
>1
o
o*
3
CO
(fi
3
•O
(fi
(fi
O
(fi ^
cu
3
O
3
O
3
(fi
o
c
a
cu
3
£l
cu
cn
§
cu
Q
r
51
5'
P3
3
f
I
(fi
3
§.
3
CO
3
O*
3
■1
(fi
cn
O
3
3
O“
(fi
o
3
(fi
o
3
S.
D
(fi
(fi
03
i
c
3
JQ
C
(fi
O.
§.
(0
o
o
3
(fi
O »-► il
Q
Q O C
t-H o CO
^ 3 C
O »-K ^
Q_ 3 Q
E
o' nr c
3 3
9roc:
• o
5-(T =
S
§-g 3
(0 Q
§ cn
1 Q
3 O
^ »-►
O (^
s </)
2
(0 2
O (0
(3
O
£X !
0).
3
o
o.
(fi
§
o
a.
Ul
O
Q ,0
m =s
Cì.
=■ i
Q 3.
5)§
3
3-°
re CQ
rs
(?
2 o
5
o 3
+1 o
2?;
2,
S- ^
co
^ *T3 6
^’1^2
S ;5 Q
P o
S.t3 <5
(d :3 ~
Q. o' £
— ^ (Cì
^ Ì5
§ '3 ■§
O (d o
(ti
5. f"
Q O
* C/)
Ci
S'g
3 9r
8
3 S
(0 p
•O N ^
C X
3
(C>
(/> 2
o 2
3 (D
o jq:
</> (Tl
3, Q Oi
o
^ nt
C (0 C
sr t3 3
D (fi ^
-.3 0
C/5 X5
0.0*0
(^
(5’=-
Ì2 5?.
5' g
3 9
^s
?
c
3
£. O (n S:
3 3 C g'
a. (fi o
012:,-g
!^2:'§ 3
o S'alar
i: o S -S
P 5. o I
p' cr ^
» 5^0
■§
(fi
o 3 £
o ^
8 5=>
C/5
o 3
?r o
~ Q
8*ì5
c
(\ì
8 |"|
-t O co
SSrS
a.cQ ''
3r CO
§|ò'
-) ex (fi
„ (fi p
(Q- Q =
3
(fi Cn
— ,(fi
o'i
3 Q
Q ^
£-3 § !5
C/) 3.
S 3
8 2
3 C3- O
a. Sr o
o"2^^
. e
o.
o
n
3
“ cj- :-. j
^2 P
O «s
*3
t-K O
a.
8 =ro
o
o S
■a Q
O CQ
(fi CQ
to'o
a.
o
- (^
cT^S ^*
“ e* 3 ^
e
(t)
■ co
___ (D
(^ *o
O
O.
>
p
D
CU
•■O
0)
O
(fi
&
fi)y
cu
—r.
—t-,
(0
Pf
o
(fi
D
(fi
A
o
'* e
e ^
:2- o
e
o
(\i
o
3
2 cv
05 rs
32 Q
(fi CQ
cn £S
ff, 'fin
S- o'
cu
?a
cu
o
cu
(^
ex
(fi
in
O
zr
— 3
§■
I =
CQ ^
S' q
Ì «
SrS
N
9rc3
3 §
(fi 2
3 (fi
o 2.
ex °
(fi cn
Q
3
o £'o
’2 S:! ==
3 P O"
si 2 S
^ =)
8 (fi'"
cn -Q
O' O
rs o
3. Q
co
Cì
3: i3 O
Cì 3 ♦
*o
0)
=5 ~
° 8 °
-£.§
3 “• 3
t- 2" °
(fi £ p
^ 3“ D
?♦-* co* Q.
8 °
K 0) O
t\:) co
cn^ 3:
'* o o
P
co
co*
od
o
co
2' r
o.
Q
C^
O
r-t- CO
e 3
nitg
e
Xs
O O)
§rS
O. O)
- 3
Ci .
3 Q
o =r
Ci —
3- 3
0) e:
Ci
3
05
e a
o
(fi' co
^ 3 P'
Q s ^
§-. £ °
S
o
CI
N ^ Q.
O ^ CTS
o ì:.
P ^
X5 3
m ?
0)
3
O.
O
3
3
^ 3
-w* r-t
2 o
S-§
05
I
Ci
305 CO
■3 S =
2- 2 ^ X3 :
re O ;
$5 ed
5. e*
o o“ re
1:1 §
o
■a
3
p?|i
=- 3 °
o
3
ex
o
■a
cu
CQ
s I
C3
g
re
o
2“
5^
o B
C/d5
o D
3 Q
re
§ g
§i5
o o
(fi 9
g-§
-r‘0
3 2.
s- O
C5
o
q“ CD Q
8 Q
“ C5
CO e
Q 3
cr Q
oo
O.
Q o
O
27 3“
Cì
■ Q
re =5 Q
T-K e*
re
2
P O
Q>
O.
oo
<y\
co
• Q
3“ e
re T-K
co
o
n
o
Q
co
3
re re re*
3 ° °
a-3-8
re «-t»
o.
Q
K*
o
3
3
O
Q (fi. 0_
=rS Q'
O” ^ ^
ì2.
. 3: Q
cr
o
re
-t
t-K
o>
Co
e
- (3 ^
SXO ~
Q 3 O
= a 5
“ Q ^
9^0
(fi o g
Q =S S
r-K —♦ ZI
r~f- ¿3
o re CO
S^Q £
Q 3 (fi
3 XJ
i
3 S Sr
Q 2 a
■g
o 9o. 2
3r co <3.
re
■ 3*
y. 3 ci 3
55. N 3
o !“ §
9-Z9
iL
^ P
O)
0) gO 3 O,
0) Qj_tq
T3 *a 55
P P -o
co’ S* Si
CD rt.
Si -• Ìt
Q) O ^
Q. P Q>’
CD —
CL Q>
« s
(1) CD
3
li
3 cu
o a
-I oCD ri
r\ ^
e
Slt
■'' 5&
e e
^ n
Vfi
f?l
1°
5 ^
<T>
3
Q*
O 0>
3 =
— O)
O)
TD
Q- r. (I.- §■ K o
iH. iL — — D)
ST o-cQ SI ^ §
ss o' i- (D s
9Ìi I
Q) —. —
fD " 3 fD
o ^ o si
O 5 £. 3
CD' Si 3. Ì2.
<. * =i’-o
n < o O
5' e < -o
O 0_ O) o
Q, Q_ m o
Z" Q.
3 <D V» ÌL
° - i -■
0.0 S(Q
” Q-*0 O
Q» CD =: ^
CD r+
;5 o
“• n>'
r\
O —
3.^
n o
E.
fD Q;
Pi
Ufi Qt
0)
Q- 3
0> o
CD 3
3 r>
" e Cf
Si P
O ro
05
P O)
o
w»
P* Q
n> -h
u* 05
r» -»
3; 3
Qj Q.
’ S“ ^
• fD —
Cr
rD
e;
V)
5
■§ “
Cp O)
2L ™ e; (0
?;!-o i
3 o o •■'
(U 3 q
3. -■ §
^ r3 5
tu- e g^
o> Si ^
3-i i;
-0» ? qT
5T°
_ CL
5-ì;
S-- 3
e- p
m —.
— 2 (U <
S t =(5.
r+ et e (D
S. m (1) N
< o a S
O QJ'
5 & “■
(B “ S s
3T ro “ £
S- S ro =
Q, Q» r»
r+ —1 3 0)
o n CD T
° K, 5
■^ § 'S
U) o>
rO é
00 E
Q>
Cì Q.
CD Q>
g
O rt*
ro ^ S
5 Q
0) fl>
E? ^ 1
P P
un
NJ
2- ^
3
■D
O
i± n
o ri r+
ro •■ i
-r'3.-o
e O o
§3 0.
3 O CD
2 Q. VI
m. 5 I
__Si fD
(O
o'
ri
OC
m
O
A
■o
o
ó
m 3
n 3
3“T3
0)
3. 5
N cr
N
o) S.
Z»' —■ < 3
0> _ 3
ri ^ o ®
CQ
O O
3
3
CD
3
r+
o
—------QJ
s- 3
2.-D
sr 2
o 3:
s> o =i
55. Q
CQ 2.
g ro
ro q
S-2
= y.
Qi O
G 2
O; 3
N fl)
o’
3 Q
0) e
3
g 0)
—. vt
0)
3
O)
3
ÌD
3
e
o
fi)
O
e
fi)
a
» m
O
ì-?3 5
r s; CQ s
• Q) *2. O)
— — ÌÌ
0) CD
. 0) 3.'
<^■03
Q> m
d> i/v
. .. m 2 "O ,
' 9 S 0)
■ o = O .
sr ro '9. ro ■
ro =: e n>
(A
rv 3 _____
■ 9: ro S
-g:-o
Q. ir.
o 5
P Q.
CD O
li
° 3
n o
O 3
(U o
=> a
3-' o I
S- a
S 3
ro 5
a- £
o ro
<
ro 3 e
i:
^ - S- ro
' n>
e- ro 5 ro
“ Q_ ’ r\
O) ^ 3
o b; 5 -1
E. 2. 3 w'
-h ÌD
1/1 3 Q)'
e O 3
O r» d-.
• *9
G. o
*—• —
p 9
Q, „
*D 2. S
0> CD
-« .0
O -o 5L
3 -s =r E:
(-% <*)
tt) 3.
3 ^
o fS
9- o
2.CQ
m co
3-^—05 O) O) —
V) /r\
— 55. 3 P'
D 2 5.*
r. 0---9
ql O) o 2.
<D o»---
oili O- J^•X5 O) O- E
P p-*2. i!
5 0) ;5
O CD
Q) ^ .O
e e
Sro I
.. 8-0'
o
3
CD
O
(U
CD Qj
1/» ^
(D Di
3 CD <D
v\ (¿3
° *2.!q
(3 O) CD
o S- Q
(Q 3 O
—. 3 (ffi
CD g"y
CD
O
TD
O
»
CD
d. —• «o
O- D *JÌ =4.
ro o 3 o
ro 3 S T3
?, o. ro ro
e O vi ' G
0) ^ O w»
=^9-0-3'
CD —• 3
■ CD n
I ro
CD
- ^
Vi -* — •
m
0) Q. —
3—0)
- • ^ S’
^ro sr
, 0) d"
O- 5:
cr d,
ro 3
3 °
O o
=” S
fS K
ri
m
s
o
o
Q.
O
O) r-f‘ r>' D) <
CD r\
O
3 -O
■ Q,
i ' ro 8 gS:i 3 3.
^ ^ e ^
9: 2 d. o‘
CD o
n d -• 2
CD O O
- "D
■o
0)
CD T ™
J Irt
— Q_ (/)
— — CD
— 2
g S ro
o
2 "o
CD ^
•>i O
ro ;r.'
5 ' 8
° ro a
CD CD
39
p o o
p p
£ f“ 3
2 2.
rp o 5*
(fi Crt C6
o o £ 3: ? a 3?- “■
= z 3
co c^ 5
^ S ^
--0 G
0^22: i 3
fsg p Ci O O
H 3.
e ^
5« Xì °
'^-50
9r o
^ 3
T3 n
ex. sn
r
?r > p
^ < p
— S 3 o
: 0. M »
^ »3 6S
rt>' n,
o S
a‘ n
ET ■*
^ 2.
• cn ^
■ 0 e
!s
ni
i
13 r:
g-8
n o „
S-g ro
o n —
m ^
• - O ;
■ 0' =
§
i ii
-. £J p O
cr n 0 3
^ e Q
g-^ §• 2
h: ?? 3 p
3 0^3
3 S
o. 2
^ t« 3n‘ O o. 3
3 3 o D5
S-ò*
O)' rn 0)
05'
^ -r5 ‘9
3-S ^
— 0 3
Cfi 3- Jì; Q.
d o> Q) o
21*2
— 2.
g. ^ n
-• n 3
<
!=S
CD
d o
K “O “■
» e (¡«
< Ci n
z s. O
= • i
p s £3
8 -o I
I 8-"
O E
3 3
Q o
1^ Z
2, O 'u
^S-3*^
— e Z
^ 3 fi)
T3
, P => 3"
2= 3.
B "E
. 11
1
s " 3 "
< >2. g g
CU =n a. ^
3 p
sr p £,3 3 3.1
3 p p ->
p < R E*
cn o
S C/5 -1
U) KJ u.
3 S o
O (fi p
n Q.
I. s I -K
i-u (-O p
3 R
i»' g ero
Ci
3
o
d 'S
, 3 3
ero H p
3 —
Ci
3 3 S
È( §■ ro
e =T 3.
§ “ sr
cu ero
p
§ 3 S' 3 o
i' 3 g 2. §
— -r-i ■* R n
S ^ -g S. a
§ ^ & 5 i=
x> o o
e K
s 3 3
|S°
o R 2.
=: e
n p Q
e- 3
5. ^
fi
3‘ cu _
F ^ 5
e 3 S
3 g-^
p d 3
o. P
cu 3
3 cfi „ u<
n 0“ S*
1" n p
cu 1?
g 3
P o
Ci n
3 't.
1 ° I
' I d N
■i' = £'
^ i“ ^
. W 3 Z
•T3 p CU
S = F
Ci O 3
e« R n
Q.
■3-x) 2
= 53
2. 2. 3
« o °
n
ro- ro i
B, g ,
ro'-g I
& 3 '
< s ;
— » I
(L C( :
a. B
§■ g
g g
t- i --P
P o CT*
or, -O W *0
“• n 3 n
g — 2. O'
n'' 3. o
(fi. -fi
!'|i
O e
CL
S p
■ 2 <
3 p
-+1 CD 3 CD>
1 3 U) 0
0)
Q. 3 ■0 U) 0 <■ 0
Q. 0) 0 <Q 0> (Q
s 0 3_ (Q CD (Q
00 qT 3_ G. 1!. 13
O)
I
m
§ S; E. ro
ro ? E" ¡2.
1? P’ S
(fó ■- S "
5' e
^ i
0:
§■1
a-5
jn
a. °
° g' :
ff. ^ '
g,'^ i
-fi n ;
Ci s :
cu _ (
— p ’
fi
R ff
p (fi
J' < cl 3
■§ = 3 ^
w ® n -r
S- - I- ?
(fi i/i o o
^ n p
< 3 n —
p < _
^ S o g*
o o g R'
W'? i. 3
g g S ^
ifi p CL
o n S.
- CL ' rs
irr ' n rs
p .. -1 .‘fi
^ CL p
D n ... co
g ss e e
i|-|i
— • 2 cr
& " S ss;
- ? =
O cr
B B CL
- i O
11§
agro
? a s
p
0>
LO ii.^. ^
cS O i=-ro
S a ro »
CD d 3 CD
-D °l
P O ^•
9, §
O 9: = ^
a • B
£Ì:g
=. ro LL 2
(fi R ^ n
cu (fi
< *a sr -fi
(fi p n, 3.
g 3
1 i;'g 3.
S -r et D.
° ^ C^Z'
... n ^
s ero
O
n 3 3
3 3 P 52
^ E. p P
S
§
B ro
2. Bu
* JD —
CL a> e 3
R 3 S ^
p g
CL S
. R
3
o'
‘ CO Ta
n —•
3 R
o- o.
B B
■■ro a
ro- R
• et 2:
a g
° Z
P ■“•
n
K 2
Ci <
& È
3 ®
2 "S,
t> -g R 2
5 n p pj
o §■
3 3
-K o X) <
2. 3 e ^
S? p 2. §
n 2
^ o
i 2
O- ero
£? 3:
2 ro
a
(U
3
S- 9. ró’ ;» f
m, aro '“ '®
? ;? s ¡5
- 3-S.q. 3
D> o>‘ 2 o a.
Q. ^ 5. 3 ;5
cD 0) cD
« e? 5 - 2 d
u) cfi O O)
^ zr ^ D)
§ s;gro-P
3
s ™ s
“c — 0)
CD —
Cfi O*
^ 3
ni 3
a o
™ 3 -,
O- 3. 3
s" o, a
N> ro ^ ^
s 3 S g g
o 9 a 3 a
3 o
9.(0
I ^ r—
£ S
b: C
—■ N a
N n> =c
3 (Il
(U 3
I a
5- 2:
^ =.
^ o 5i
o !£ 0
Q) "O
i 5
O -o
o
«5 55.
0)
CD
■-• Q.
CD O)
d tQ
s g
p G
<■ cr
O D)
O i
^ 5
3 p O o
CD O tu ^
O n-. d)
o 8 p
8 »8
o 3 8
9: O
O.
o
2’ »
QJ d o
Q- ° 2
e O“ 0)
K Q.
g-- I
S -"2
9* ^■ ifl
i: S -■
(= a =
a
a
(fi
U)
- ■ T3
n
: ?
d 3
9. 2.-D
Orò a
o
Q.
G.
o
o
8
cr
O
7
O) —
3
d
3’
lA
(fi*
o’ 8
p 2
§ °
» 5T
0) 3
o
*0
o
gr
CD
i5 ^ sr
IO
Sl^
0
(LDD
Si
Ì0
CLJti
Ci
0
125 Pf
eii
0
0L
CLXi
Si
0
Ci
e
(0
[?
(i
i
o
oc
2
Of!
(t
151
1*^1
U"
(i
ii
C)
oc;
G
5:
oc
e
m
15C
(0
«
11
IO
o
(O (O íO
m
lC
Q
C^
©>
a
íá
(5^
o
OCT
(5?
fe
ar^
0
Æ?
Cb:^
m
^ (V w S3 Ä
O Irt ^ Q) §
'D3 O
Q) ¿0
II -:S
"’J3 &>
o" ■!=! ^ _SÍ u
•-ël « SS-c
(O Q ^ 'O
:§ CD -p
o Í3
s ^ _s
c/> ”0
<b:S:ao.i^«^!§(a^
az £ 3 >13
o . o ^ ^ ro
o o y Q ?) Ç
D.— “ S
o (O í^ 0) ~
Q —i re 05 P C
2 O 1- O cn.y •«-3 ë c^
o S c re :§ o>
í!^ '-' T5 O (O 05 "í= O
g?El Sä^-^ "' '^
0) Q)
r: O 'Û)
^
a
° c~ £i-èê;i'^=i
en y « •- û) _ .. <i>
P y
ë-|Sjs-gre^g
'55 Æ — -^ CQ C «---S
8 "^<^=2 re^^=i.-3
'g ?i _?i Q) 3 —• c ■?; 1«
•S c IS
& s «
E « -î^
05
(C
op-®l|gsi-|i
en « .», «-S ë .„UJ
Q.Æ c "0 “ = ê s .Otr" /« ‘S /-»
a 05 Ä 5 *~'
-2 -Kx: £ ^
E SS^ O
T3 J2 \« O —
^ "O JS ."ts
2 0) to
fO "O 5? ^
£ § O d.5=
0> COJS---: 0)
</î iO r\
g;^
(C
<Ü iO
0 V
§ §
1 «
O „
iO
Ö)
Û) —,
P Ci) 03
O*^ .S
C S "g
1 O o'i^
^ io cn*^ — ^
S- J-; (tJ —. 03 O
2^ î« ±i 0) ”ü
c fO -Ä /Q ^
= t/> 0) ^ iy O c
O —2 0 2 3
O c O 9- - O^
„, 05 .tí "C re ^
O O O -, .
ü 9 ¿ 2 2 “ -c
“ O 'S •- £ “ 8
w rn r- — fti
"q) "O
•{=i O) 03 vQ) 03 •
i 2-2-c e 0)
-r* 5? (—■ Í Ì « a> 2 _ J
Jrà 3 S
(0 -û -D
ÍO oj CD
.. O 05 - 2 2 r.H
rë « O ö -2 ^ O Ë Ûh •"•
3 1:3 £ IS -SP O O -iS — '^r iE
t! 05.0 O)"05X).2tÎ 05^3
153-0 N-o 2 ro c u-oX.3
(0 Ë '5.43 S
S 05 0-2-0
§ c -O 'S O
re -2 c c H
.2 re g g CLI S 05
5^ ^ -g
— O ■£ re O
e O c cAi
= 2 g'P
re ë
g-^ gc752
O ^
¡o' I 8 O ^2i§
.2 S — c S- c 05
^ u; C </> 55 Ä
Æ-O 5g re re O 2
:S 43 O '5 .S S .2
2 >-. U -t-> S3 OJ
^^^«550..
re "K 'S O ro
c -
eoo
c .23 =
05 N Ü5 05
l'^2"'-ës
s s gzi
^0)
•| J 8:5
i-ëf I
eT ^ s
P 05 P
¿ O y
oC0cOCS._ôi-â'‘°«3^Q5-2 2
c == re ^_g er« g^re o.g g o-g^g §
2 g O ë re g g pQ '^„0-5
- ^ îe „ en > =7-0 G S-y 1: O ^ Tî
c Ä d5'42 “5 - O 3
<° 05 3 ^ -c '-’•S
I D. §
Q) -T5
tr\ '«-'
(Ì)
i\j .. Ä VJ w rv r: w ^ ro , TO 'U»
’-.-c.ioMog-gJôtJfcû
'°y5g'n.2g.'“2pS;'-Sìo
P O 8 S 3g (0 ê
S y — yS^ 4S'S5 g S~3
P O — -c w ^ O 43 y •= -, •*
8 S-re'-B-l-ë
■c :s
O L; Ti'^
■2^-=3 C
O y c S = 2
□."G P y enjo
y
y -43-3
C -g "5
■5 0) O ^ O
.Ë O cr.üî -G y
-----------g O
Q.
3!-ë:g-ag Q.-S
o.|y 2^J.20 J
D. 5 c ex y 5 ex-O
- „ g ^ d
y’S-S^Lë
y § .2à _
e ex re 3 (0 y (0
05 5) c CXXl 05 O
1^
\^
î
J
XI
s
J
)
X
Ci
Í
I)
fe
0^
0
(0^
CJ
oo
fe
oo
0
■ 2 *0 j_iH ps
on«* <u ôJD^ fe
E< 2'a^s g P 2 p-r
O re? O O c wf ç3 cd
”J2ä >■ Píh P"^
2s2ilgêë^!i-oli-2
e 0) Cd ;rj
S ^ ’S ê N
cd 'C • .2 ‘-0
es Ä nvjT3
'2 ¿3'fe •2®’'aiW5«rjc2^*Nto’^
05 ^ § Q.-fe cÍ22S^^HS>(U-C^cd
8 y -S -, .0 8 « ^ O ^ g -ôb-l
rer5=5§2re.~ry>
Eh-H s ® Ë ^ ^ I ^ y ^
=iy — "'--'isgpxsi^u
I “ .2.2 ii ^-d |"| I ‘
y ■ M 3 * 13 -;3 e
g._ — « c3 2P-(u y re ci „
13 33 X-1=5 .s O O y "1 y
— •—oy-^SP.coP
2 ® -S -c 'S •= « O'
c3¡:í''-''dP.g-G2„re.
au'S^'-’ y-S ^p
1- -c
<,■- c-p; y.- L-Ö
«r o ^ <D cd o-’o 2¿
J-Dc; D-|CJ
3e^^,*U’^QQ
■« 0LJÜÍ¿ O N = ct:c*22.^
2 g cdQ n'nJ3 ^ c:
-gyi“s._:2a^(£ ■'"
o-E ci.ä)2.-N
8 re o ä y -a.«
gT3plP-^Uc3’^
_--a = 2 y -2 S .0 ë.r! 42
gg g-g S I ^ f-2 « g, y
O JS .S2 — y .T3 -S -S O B\
— "O
<U tí
^’Eo
reçsyM
_ _ y “ "'
•ëp'^llëre-ÿ
^1lê.l-^.l
«U Cd
X3 '73
"g
O c
P (U
VJ P
O OJ ' c cd
3 t— c- *S5 'W
CT^.ti -D y .2 ex en J5
l-e^ s s"?« “
Q^g's^^yS
g = 5^1'
c --H cd '^'73
V5 CJ 0) r
b ‘-Ö "O O
c P « Ë.
Ë
- -, O
1 eXj2 13
i P 3 /y
. Ë^ ,5
I -C -d .a
! P- y y
“ S-y
< (U
: -73
bû^
w)i3
Qj "O
i E
5 -2
<Ü
B B
— cd
'S B
e O
5 ûi
cd
.b C«
Cl
S'.ü
O .
C
2 e
D P B
3 cr 2
O' G ^
N C O
■Ö SSB ■s;-ocüc:Pc3Wc3'^
O bO W CäC c/J’73cj3’00-D.b CT”7D .3 <D
WH -t --> WH _
Cd VJ P
CJ <D —H ^
C 3 1)
CÖ tí
P 2 O
S-n g
P, 0-42
o> cd
^ Xi
'BS
*73 &û
.— bJO
cd 3 bO
b Ö0 O
B O î?
s ‘o
^ ^ c
O VJ
<u O
tí ‘C
X -f= O.
2^2
’bû_2 Ä
> S)
<u*^ 3
3 T3 tí
^ Cd O
3 "^ £
> O *C
O ex O.
O <u (U ' O cd
-2 Ö 6 -2 ’S X
s ä 8 «£ Ë
3 O- _ ü cd
^-8-1 &2 I
g g I y re «
O 12 ^ ^
>• fli VJ tí tí O
■p “ S S g
- 2 8 Ë-g.3
Ë y y ;- .2 ’-'
ex G =5 -G re
■=î.-g|| I
- 'i.Ëio ^
^ *Ô> ^ G "B O
O- C s 4) .3 C«
■ O cd VJ ^ ^ 4)
^ ‘g « ï ^ Îl;>
P H Ë c M r
re
g U 2 2=3 æ
; O re i 'S -8 “
s Üx 3 P tí ^ D
1 P .-H 13 o> tí
0 > a U
'C tí
“-«ll-aj
<0
12
TJ
Û>
D
. 0^
CO SC
O
D
c
i.3
0)
■ c
2’§
Pt û»
O** t/5
£r.TD
ro <0
° s
O
— rr
> «>
3 o>
3 3
O O
en ^
or
cr —
S £■
D Q-£l
£-sr'= °
— Í5 û) ^
O. (\5
^ D
^ÎLCLq
ro O 2
N n
o' §
D 3
(t>
O T3
SL O
</)
O (0
Í5. — 5
<0
Q> vv _
"O s' cl’S
3'3.2 8
^ O- ûS
^ S“ - c
en ^
en rt r-+- C
û) û> N.» ^
- D ù»
3 O“"
i£. O C> (ti
c
Tî 3
û) s
3
O O
Û) O
-î 3
■ç!
3 <T)
!=^ G.
“■'S O g.
O SL g ü)
•-Í 3
f5Α •-t Œ. 2
Oi ù» ^
rr^
n O
H-, tQ
3 cû
II
r O
0>- D
(0 ==^
"w. vu U* s
3 ^ en ûi
û> 2- n 3
2. g s
Cl ^ ST-P*
■8 |3 I
O ^ 5' <
O SL§.^
5T3 £.
O ^ s
° - 3- 3 >
O
->g-S 3
û)
^ - 3 2.
D- Q
(Ó £^ê=
û> 51 O ^
iû. D
(S"
Û.O ^
O —
O Í0
2
O
, . (0
û) <
fo
Si
CL O
Ç 3
H 3 >w
O ^
Xi ÿ
S °
§ 8
° 3
§¥
O 3
O
0) s.
rt)
2. 3
3
û) >rt
en ÌS.
n c
en
0)
° >3. I
<=^3 m
£-o O
en en ÿ) "2
ag-i i.
§' S" 0) <■
O 5-g ^
O) ° 3
rT G.
2. O
c-§
§ °
s. ^
(D en
û
<
541
§§l^
O
O
3
c
^ 3
O) X}
3 O
2 ûi û)
rt) CL 3 _
cr - O 0)
2 s 2
^ 2 S2 en
O ûi û) ^
< (i> 2
G ^
2 0-^
CL fO
(T>
ûTTJ
bi -ri2
C eu
G. 2L <
P O O
CL
O
S 3g.
Q rt) /-N
g_ g- 2 5' _
5^0 2. 3. .3
(D cg_ ¡^ ■ “
2
s. §.§
'ZT 2
05 5 TJ X
3< c=r O
O O 2
—
Cf)
O
T3
Û>
T3
Í0 O :
CL
O
cr O
O s 2.5
û> ^ O 5
CL^ 2
2
“* O
û) Sr
O g- §■
clÌ K
en O
Û)
<Ti T3 TJ
m O
^ T3 -5
5 £-cl
3 °
ë: O
û> G.
fh
3 £® g'
3 g
O“ ûi (^
"O 01
O cr
O g:
S" =3
<0
Q. ro
ro O"
r>»
i 3
Û)
«a g.
5' ro
a. T! =
_ O D.
3 ET O
ai
SL 5: "O
ûj 2.
ci en
3- 2 CQ
5 CQ
§
ÿ Q
8 i:
(0
S"- O
8-0
g» 8
tn
2 en
, ^ ên O
• û> en
O O
^ (0
P 2
û) T3
^ <0
2 CL
2. û)
N 3
2 5.
9-e.
< O* ^
O C en
^3 R
3 3 g
g- O a
rt
3 °
Ci
•S. 3
C' ro
c/ig
0) 3
G- 3
Si. 5^ 3- c ;
g- <0 g) O
_sr3 3
S
< ro
a
a
g 3" §
N) S (0 ^
- i.
"8 S 3
S-g s:
J CL a CL O 3
g 2 3 £-2. S
— 3----
-i
Û> O
2“ O
G O O
(0
-ta.
o^
^ Q
û) O
I—h 3
r\» ^
O 2
O ûJ
g 5*
5 O
§ 3
3 O
’O
c
CT
râ O g
“■XI ai
9r g ôT
-B-i.
3 O ta
^sraj;
eu It^. 2.
0)
en 3
4^8
CL Û» ^
— CQ ^
CO
3 CO
2 ?
C g
O
T3
rt)
CL i
G- ,
ce 2^
DJ .
CL
eu
O ^
en (D
en N
(D ^
<
eu eu
:3 <D
N ■“
Qî (D
8
Al Oi
3 g S
^o. ^
< 3 §
h-3. 3.
-28 Q<a R
=nW ^
&=?Q3. O- SL
2 CD
^ ^ en
û) O
< O
D) 3
3 en
NJ CD
O ^
< CD
§ 2
2. 3
Çfi 3 5
c 3 ^
È=- ÛJ 3
en 2
C
O
O
CD
^ S
R <
3. O
»
3 O
(0 Í
O ■
CL r
O 3
• c/52°
ce g’ C TJ
en O
2 CO
C
ÛJ CO
^ ro
g â-G-!
2 c«
O O
.^0^2
^ 2“ O“ O
PJ (D eu
2^ —. c?- TJ
O
û>
Û>'3
G. 3^ en A» en O
ai <^ § Q.rç.'O Si. 5T-§
3' 3 2_____3- O -a
^ "S, oT O 3 g -n
CQ “■
“< Q
DJ CD
&•£
. S” O
3 0 3
a -g K
O (a
8 " 'R
û) O 2
^ 3- ai
™ ro 3t
— —
(fl ai
9 "3 ,
R O
3 T! O
3 O
B g-0
Ole
“^»0 3
ro 2-0 "
e^ 2 C TJ
O „ 3- 8
0-8 O 11
2£-cl2:
5“ 2. O
Q.’O
cr 3
— (0
^ O
DJ CD
?a
g* en
5. eu
• cr
cr
Q)
en en w
3- C CD
O ^
3 O H
2.
-“■I
CD '7^
^ O
en
CD
DJ
B-g
eu
en
ro" 5^’S
S O
W
CD
OJ (D O
O CD
en
* en
(D (D
CD 3;
2^0
CD 3
Si- ^ 3
3; eu (D
O r+ n.
CL ^'3
“‘TJ O
G. g CD
ai ^
s; ^ Q.
g g 2.
O “■ O
a^gr?
CL a
2_ 3
° i
3. g
DJ ¡2;
CP
CL TJ en 5‘
&3S8■'“■§.3 3
3 3" O c
- “ cx§
(D Q. “• 3.
5: R 3
g, 3:-^ a
3 ° 3. en
g SL3^
O. g 3 "S.
(D S G. (p
2
CL 2
eu
S C2
DJ O
en
CD
(0 O
2 "a
3 O
= &clS
3
(a 3;
—. O
Ci. 01
(Ji O
§■“
a tg
O 9
ta R
O O
U. P
en O
g § (D^ dT g
CL â 5
^3 «
R«ca <=^DJ O ^ DJ O
* CL ^ r+TJ
ce <t> CD CD O
î=SL:5
— ÛJ
CL''
O 2 CD G
3 a c= 2
Q- Pt 01 3
O O
O
^ -a
n ta
3“
^ O
9r CD
en
eu
en
O DJ
O CD
en
(D DJ
en _
£-0
"■"■g
DJ
CD> g
O û)
S" CD
ey fA
CL O
eu ^
O ^
O TJ
en ^
O
r^TJ
Bi 2. en
2 DJ CD
2
O
U. R
(D (D 2
sr-o §
i ISIS 3
^ CD
— en
O en 2
P CD 2;
CD s.
en
eu C^
CL >-<
CD CD
O Cl. 2
2- ^ CD
==t|
S 8 0
O ni
H-{ DJ
C (D
S=g:
(D
:a CD
s O,' O ta
Il =g.
O i
g en CD CD
O ^8 ta
2l|°-B
en 8 3-1
g O "
-“•w 8 O
g-CT-g s
O CD —
< DJ q -r
- 2 3
O
2
en
2
DJ
CO O
5‘ &*
Q G
2. 2
f/i o' D>
. £U
>^3 §
P9
(D
CD
CL
O
3
n O
< 2
CD
CD
CL
DJ
en ^
DJ
(D
en
-5 ■-'
CD (D
CD B
CL
O
S
G. O
^ r-h C
g CD “■
O
2
O
SSo
DJ
CO
sg.
(a Q O
§ O 3
O ro »
CD
DJ
ûT 2
2
CD Q
H-. 2
O
2“
CD
CD ET CL
a. ?“ <a
§;
■3
O
K'Z-V Z jO^
g- O a =•'>=■' =■
_ 3 ^
5' 01
tn
5' £
!a ÍQ- §
g O 3
3.-3 -R
3 3. Q
“‘2 3
3 O ô
“1 n
a ç.
Pi or
• a ■=
a
- c b ' g) sr
a- fe - O a
-I
.8.«
^ 2 *â
CO en ^
n O CD
g O “
2 O
J2 X. I-L
g: g. 3 3- S g
l“■8i Sr§ g
ri en ÛJ
5‘ cr ^ CD ^ (Q
CL CD CL 3 ^ •
§-■0 £.38^ I
O 2i O ta
T3 (a O PS
— 01 Q- a- (a
(n _ 2- <a at
(a O “■ __“•
8 £ 3 a’5'
3 3 CQ Q, gCL ta S‘ ^
O 2 ^ G 2^
^ g. ^ CD o
^ CL 5*
C c ^ - cr -î
ÛJ CO
c^
3 =
O 2.
Si 8
^ a.
S ^
G. 2.^
O
^ (Ti ^ 5; ro
(0 2- ^ ^ T3
CO û> 2 eu g- CD
CL
c
CD
CD
— ¿su;
— 3 3 CD
=r-g O G
(n g- Al
r* O
3 ^
se G
CD C=
^ CU
I3
§ g
3
2 5¿- DJ
3 ^ rz =1
CD S:à4
o ^
ari
5 2 co
CD
r CD
CD 5‘ CU ;
P |.| Srl
<n S- CD 2 a
•-*■ X 3 CD TD
DJ CD 3 Q
cr 2 g 3- K
T* CD T o V
^ 2“
3 o
a 8
2 3
en
CD Si>
0--2
en o" ÛJ ^ 5 R
O- Cp- 21^ 3 dT 2.
=r Si- oT ^ o" 2“
(D g. r-l- CD
_ o o o CL g
2 û> ^ CD ^
O 3 ÇL CL 2ì-TJ
^ ÛJ CM . .
c^ —
01 3
—■a
CD E2*
-I O 2
o :=2 ^
o'°> I g
0.0 3 8^
o O
O en o
a §
dT §! 3
O "1
2 o
— 3
CL DJ
o
(D CD
2 N
ÇD- O"
o B
'^Xi
s ^
2
CL r-h
e
CD *3
o g
cr 3;
QJ 2.
J“* O
9rg
8CQ 2.
81 o
3- g
(a
en
2
CD
33
O en
CD
' 5. *2
CD TJ
“ O
o
O
•-Î ÛJ
o
2
(D
Ò* §
2 3
Í s
CL
o 2. DJ
(D
DJ
Û. g
o" ÛJ
° 3
9r^
_ 3
L/ Û)
CL 2
(D O
I—^ CL
05' o
- e .
2.1 5
5^3 8
fa’ 3- S
(n Q
3" 5"
CD DJ
CL"^ 2
G.'^r 3STO. (a
0-,R
Û) (D <D
rv O
3 g! "2
|0
8-!;3
31— eu
DJ ^
“ 3-’o
2 DJ
- 2,
r'S
B-’S
I PO 9r
3
CD
ùT o
e
D) co CD
c=: ?r en
(D ^
5 3
o 2- S'
L-' QJ
DJ ^
^ ÜQ TJ 2
DJ
3
Û) 3
2 O
r^
df— ^
8 ^
a. 3 nn
•a "S
£. S
tì 3 to
O) co -ì
2- CD 3
CD
CL
e
CD
(a Z
o" 9
o
a.R
a R
or 2.3 °
CD
^ ^ 8 ^
CD CD 3
CD
8
2
e
± O
9-5 en
e/) 2 ^
D) g G.
tr
Ci> 2* s —^ G
e
2
® o
CL O
- en
O 2
3 ë.
CD 3
„0.0 „,
o (ñ‘ g ol
e ^1- S S
ri- ^ ^ cn *1
DJ O e ^ 3.
fj 2 (D O CU
2 S» ?
PO e
2-Xi
ÛJ e
DJ
£- n
2 ta 2
3 E 3
B R
DJ CU eu
vv
CD cu 2.
5-3 2
a g a
oT-a 3;
a 3. ta
9rO ^
§• 0 2.
3 e ^
EnÌ
2_ (a to
o" o >o
S. o “
o .. -3
DJ ^ QJ
O 2 TJ
Li- —5 Û)
CL lot
a 01 01 ra
ó ^
£. a ^
Si
^8 o
3,^,
(D ^
o 2"2 ^
2. G
o> S
DJ o
C= w J Û)
<ì* G 2
cl5
(D O O
(D
CL
DJ
■ —CO
— CD CD
■8 5'..
: ÒR R P
O g Q. -i
q 8
3 S
CD H-.
G 2
en
^ S
3 Û)
N co
Û) CO
0^3
3 ^5
3 XI o a.
£ Pt
■ « £ £
TI “- Pi
O. (
2. 00
g'..oi <0
a
^ r-t
<a 3 ,
0.3^
CL ì
eu ;
2 en
2
• 0)
o —
o ^
■ 2
I—i-, o *rs
o ^ S: O 2
CD (D '
CD 0)
D>
2 O
o
e¿J 2 en. CL2 2
§ g tq - £.'°
? B:Ì.§t§ ^
CL- ^
G DJ ^
5=2 CL
CD
CU
3 2
NJ
O H
en CD
(D
^ O
2
G
^ CD
n
■O
=. N3
ej 3 t
en 2 2
O S' ^
en
9 ^ 9- —CO
a- e: W
^ ? 3-05
232
2
0)
e
ex
D co DJ
CD
O ^
2
CD
37 CJ
G S
CL 2
(D en
g DJ
CQ O
(D
DJ ÛJ
^3*
(a a" a~ 3
3 _ Ti
“• g 5' Q
a
„. PS. <0 a
<a Sr
O o.
ptQ
a- o
V a
R (0 a
Sì 3 N
ro 9 !5'
P KlO
03'^§
o sr__
3. o-P’
a’g' gG. 3. 2.
O’ 0‘ D)
O ci
m
R iPo^
3 3 P
S o a
n. ^ G.
o3 3 .,
o CD DJ
O QJ CL
w/
D- n KP 3. O
a ñ
<
to n, ■
a e R PO
^ a 3 q
o g.Sì- 3
S- O CQ
^13 R
R 3
ta e
— 3
gita
8.R
e eD
Mr 2.
(D ^
rt 2 H-.
D) CD _
=5^3
o G 2
co CD
CL 2. ^
<‘ 2 e
CD Û) O
D CO CO
5T^. 3T
• cu
CO
§ §
s i
• Û) en
; (f)S
I DJ -*•
:• 2 CL
CD
(D
O
3-02^
-■ cr CL ei>
CD (D
3.2. CD
DJ G rj
f=i- B- o
2: 5^ <D
-- s §■
ÒtS g i="3
CL • - ■—
CD
" en CL
g 3 &
pa » q ro
3 OÍ2-3
a a q-R
ü o
|=g S
ò S- 3
-g: R
O CD
g_ O 3
S" N
CD Q_ ^
(D
3. CU
ClTO
_ 2.
& X
o ^
CD
3^
CL
O ■"<
S 01'
>s
q topi 3
o 3
cn o'
a
a (0
Sr e S. R. a
en
g 3
Z. G- 2.
r. ^ G
Q cn 2
O -CD
sr
C
"2
g O.
2
O G
2'
e/î ^
3“* ^
Al •--I
0.3
3 9
O 8
CD 3
DJ 2
^ O
9- O
DJ CL
^ O
C/J
_ 9_ ^
a. ^ro
2. ^ i-ç
^ CL 2
2 CL O rà
S G- 2 O
^ “ a 3
“< 0J
, 3
CD O- 0;
2
O
(D 2
^ O
CD 3
2 g
G. 2
DJ S)
C
^ G 2
0J 2
DJ
CD
■' CL
2 G
R oT
ta 2. O
G
G. O g.
8 a G
Bo|
§ i
g. 3
P §•
S >-*
3 O
CD
O DJ
^ O
ÛJ
CD
O
G.
CD
X
CD
CD O
9 Bro < 3
a. O
ta
en b- —PO rR “Ì O
a. a. tn O R a
— r-t- 2. ■-? 3
3' 9 R ë. o' £.
°-e S-3
3 9. (5-g
R a, &-tn,3
^•5 3 =-01
ns tn 3
^ 3 X TJ 2
S O 2 CD ^
® ÓSL Pt o
■O a Ò Si- 3
8s-'°'o ■
n
G
CD
X
Ul
o
Q)
= O
J3
Q)
<
0)
O
A
ÿQ
O
i.»
Is
g CL
DJ 2
g* CD
CD 5
G- G
DJ DJ
N X.
O s.
CL
CD
O
C
X
2s
S^
3k o
•M
C^ O
X
CD en
CD O
s. 3
â.-a
?9g'
S en
8 P
£■ o
•o c
o 3
S "■
§.^
9r3
■b ^
c ta
ta ■
- en
§1 G;
O ÛJ
DJ
ET g
'S-a
.. X)
“6 £
— CD
2 en (D
iû CD en
8‘ê R
s g 8
“* N CD
CD 0^
2 CQ Q
G-3 S‘
3
G. 3
ÛJ 2
CD
en
en
P —
X DJ
O
Î=î: O
O CQ
2“<^
CD X2
CO ^ 3
Pt
, 2
DJ ^. —.
G G
o o B.
ÛJ
DJ
ÛJ BL
X. CL
CD
n
O
2
CL
O
O
i2 eu
8 £2.
ÛJ
S^3
CD
2
8 g 3
a a
o" := en
c o -g
Z§
a 3
bi <0
9 3
R- o
PT
X. tn
O ta
_ta R. ^
-.' ta g- Q
CL
CD
2 CL
O ÛJ'
tG.cn
§' S
3 2
CL ÛJ
G5“
n I—
Go
ÛJ ^
eu
2
— n
S“
en CD
ÛJ
=i- 5 »
a. B; a
3-ta <0
.. CD
CD
■ C
TJ O
O 2
n &
X
CD O
en ÛJ ÛJ
CD 2
=1 O
^ O
2 3
2 ÛJ _
ÛJ ^ 2
2 2 0g a
3 q
TJ 5’
CD O
Pt O
en
< ÛJ
ÛJ S
f/i 2
C
. . 2
O
o 3 XJ2
E..R o o
g. c B “
01 —
a a. R
O a_ b-’o
8 g i 8
3 8 R q
<0 a <0 g'
—.— •a
S P R T3
3 o O' a
§igi
Sra -S
3 O 3 "2
en’ XTJ 2
CD X O ^
2. CD ^ C
o r. G ^
o 2- 2
g O 2. CL < o 3
R
CL 5 3
G 2 5 <B
e_j 3
Sr g Ò pts. g-p
(A CO s:* ÛJ ^
23.—
o 2 tO en
CD C
X
a g
■g Sr
3 8
° B
eu
G- c“
G §
CD §
2
CL- c:
o 2
VÍ Pi
r A en en
CD
ÛJ
en
ÛJ
O G.
ÛJ O
H o
ÛJ n
O
eu ''O
g-B
g 8
o X
c o
en 3
CD 5
• W VJ
N. O M
C 5
2 S
2
CD O
t&
Br 2
VJ vv
^ en CQ rj =l ■—• —
P <¿5 CO ^ n“ ûT 2
E-.o g- tO' ° " 9.
ü. a. a 3 P XI
^■•3 o R Pi So
o a gtQ, N. 5. ta
b- P o c S ._, o
a a Q. b ^ _
b t“ -o ñ' -£. ~ &
o o. R ta - o „
g- £. o 01 S. o
li^q §-ê - g
X G CD ÛJ G
G Gt2 X ^
21 CO ^ o
^ ÛJ' 5' CD ^ X
8l§ §
o. b 3 N di'
ta — O- tO 3:
“.o g' o s
CD X X
ago
« s Sì.
a 01 g8-è|
PI®
ûT 0*2 2X2
Si|p|
-TJ J.
CD CQ X
P 2* 2
CD se O
IS.
2 CD
• X2 n
S 0 o
Ò Q. a
t^to.
g- ST —
O
3 „
ta ta
S 3
8 o- Ñ
Q ta
o
ûT o
a; to
o o'
a a
: od 9 a — a
a g K D.- =
3 =f ro' a R o
R O 3. 8 to ■
3. ..-î g. t—]
ta < o. a. ?
Si (0 - Si ro
•St' — G ÛJ
o - X Tl
9 ÛJ C ^ CL ^
a 3 3 G. a o
8 o a gr “•3
CL G
CD 3
3
G 2
57* o
11^
a
& tn Gf£
oTb. ^
|P'3.
T3
?r o X 2
ÛJ
CD
2 c
rl- ^
to 3
3 b Or
O CL —•
Xi
2 2
Q- ■
CD
2. 2
3* ^ OJ^ û) ^
^ 5: ÛJ
- 13 n
- C en
!=f ,G
CD
CD y
CD
3*” CD
e/)
P fD
Q o
ogro
o Q, t
3 9.-0
CD (D
CD
O
G. S- § 3
"" O —
V/ 'JS en eu
o o t^ ;! 5 Ê'
o n
O 5" g.
£r.^ O 1°.
n
o. o. O
ro ta 3
° b 5
3 0-0
■n 0R
2 O 3
O' o 9
cn ^ o
CD CL O
a. 8= 8
— o (0
o en 3
a Tî N
ro 9 R
s b g
§02
a ST'
3 o
b 3
XI ta
tn b c 3 3
B R g- e
a
O N.
3 5
3 ^
en
en
O
2
CD
CD t3
° b.g
QJ 2’
ÛJ
B-il g:
P 9 Ò
o a itr
3 3 o
■g “ tn
SI ta R
o Q.g_
: D. to- o
ë' 01
CQ g. 01
3- Si-O
m a ta
G. TP B'
G- R N.
R Q. o
2 C 3
NJ g- ¿
û) ÛJ ^
o
2
CL
O
CD CO ÛJ
roi. R
tn q o
^ en
en
iJ. ÛJ
CL
CD
S’ § 3"
CL o §
CD CD
^ _ ÍÍJ. ÛJ oL
5 =*T1
0 CD 2 G £^
g Pt a. g q
1 <■ 3 8 o
<0 a 5 3 •
en ^
Ò
b. 3
a c
eu o
il
ÛJ ^
" CD
CL'
G2
—* 3
3 ÛJ
S i §
“ câ “
Src3
-8 sq
==•'3.^
g
c 2 ÛJ
CLXi X CL (—1*3 2
O C. r< G X> 2 CD
a
QJ
r c
3-0 3.
—. 0;
•b b a
o Sr- rn
en
7- CL c;
3 R g
3 G.
g. Srg
: CD
eu ..
2 o a
X 3 CD
CD o 2
CL
O
ÛJ
CL :
(D .
lû
S er
c ? eu
S* S 73
CD
ÛJr
O
2
CD
n Cf)
2 o
C O
CD Ê
CD
< 2
CD ^
2- X
êriga
<0 73 3; ^
en o P
— . a- CO
i-B
Brg 8-.0
çrg-giro
DO =
T eu eu
2 2
CD O
.iTÎ
1 CD
CO
X
o ^
CD
X2
X H-‘
a.ë
O
^ SI 4^
CD
fl'-J
O
X —
o-ro
cd‘ X
CD X
S eu ,
cn
ÛJ
QJ
CO CQ
' CD Û^TJ
. ÛJ
5Í vJ
CD en
00 o' 9 Ò 01
00 b-ê-""
CD O 5’
■y. o
B b.
Cf) CD
ÛJ CO
2 2.^^
B3ë-oc§ g
•3** 1-1
ÛJ
2. 2 G. qT
en
2
r-r CD
eu CD CL
O CL
2“ X
CD CD
en
X O
■ ta a 3.
■O a.
■ QJ CA P
£ Ò £
< 5.
o 3
3 G.
3 a
a. — -t Si
01 a ro^ o < g S
O g. 3 3 — 2 01
3“ 2
g* 2 vu 3
CD P vO CD
û) CD
vX 3
tâ-o
3.^
ej ÛJ
ÛJ o
S
CD
(D
■ CD
= 3 TS
O Gg
CL
o
2 3
2 g
-1 CQ 2 w
eu (D S.J5
2 2 o 5. ê**5
CD P 2,â g:
O “‘ "•
O ^
CD
CD Al
CD _
^ Z
2 CD
CD Bi
P ÛJ eu
ÛJ
ÛJ
C^' DJ G.
P 3
CL
O
ÛJ CD o
2 o 2“ CD
3-1'° b
ro O -ro
vn
g" S
£.
OG.
S'B
8 B
QJ
X
CD
Pt
ÛJ
^ Pt
S-G
X o‘
CD
(D
C
2
Û) cn
a B"!
E.ÓÍ
<
O
o 3
Q. “ P
g i- O
g O a
3 9^. ta
SL g" fl
O CL
P CD
rts. O
C ÛJ
3 3- “1
a a ro
9 o tn g c
a t-o ^
3 a a
SrO o
O ûi
3.
-- T
3’ G. g
!=k g ÛJ
O
ÛJ
<• 3
en eu
(D O
9" o
2 ^
CD <
o
2 3* eu
CD
N)
Tî X
ÍS G
S s:
^cë
ÛJ o
eu
2
T) S.
eu 2.
O.C
a a
!. go 5 ji, ig
v; C3 “ •“»
O en ^
(D 2
c« 2
o cn
ÛJ G
s-'
.__. ■-.< eW. (A M 5ST"
C/lXi
3 3b 3
OSr
O- Q
g ts.
b 2
o a
o 3
ÛJ -G
2 5
CD 2
2 2
O G
(D
PT 2
ÛJ V
S °
0“ 3
P CO
G5’
8-G
cT
O
— 2
2 G
: ÛJ
gçxg
2. O
§“ Q- :
G ÛJ X ^1
G. 3"
c
2 CD
QJ
;8 B
(D
o o
2 X
(D CD
l.|8 g
° a 9 STBLrô
X o
2 O
O O
ÛJ CD
Û> ^
^ cv
CO 2
o'I
• 7 CD
CD CD 3
2- 5'i
O X CD
2 Go
GCQ
û> CD CD
CD eu ^
2 CD 2
B. g Br
a-g-to
b. zrô
g ta. b
° SS. I—‘ o
o CO 3
cr “O GO
§1 S
R bi ^
c b"
D- a. to
RrS^a.
“ g tn
- o a
IsS
&gi8rD P CD
L-» en (D
-i. en stren (D CD.
Ò -R^
— a
ro Rô
"0 3 0
O l'B
o o g'
PP ÛJ 2*
<p wg
2
CO G 2
■X 2 Q
r* CD
3 ÛJ
-. 2
X 2
2 r
3 *2 G
CD CD 5=
O
ÛJ 3 CO
33c
o N *T3J5 cl o 3
C DJ c “Q CD o 2
ÛJ
^ P ^
b (Q a’
ta ar 3
01 R S
^ -¿.a-a G a
Br < a [g
< ÛJ en ey 3
“1 en CD '* en C 3
iû. CD 2 — G ÛJ
^ - ÛJ 2
^ N =
2 c6
§ — a
8"g b
tS 8 -a
:=! a ta
O R
lOt
■§. 8 <
“• G G
■q. ^ q 3 i a
C'T3 ta a q pi
o. w c o R =- g
CD X 2 (£j 3 X
■G. sr R ° o o
tn O. S o- “■ tn
Si "3 Sb a g
------------• a gr o g
Q.
ro
g -o
b R
«n Q
<£> 3
b 8
b- 9
td en. tn
a
a§
c
c Pi
■-Ç
O
CD
2 i-t 3 O
b i ^ g ° â-o.
SL S S -R Sr o
— 3 =. 2. <
g “' 2
3 C *0 r3 H-.
^ 2 O (0 G 3 Q“20
£=§3 —Q.
(û -Il »-fr
3 — VJ
Q. a.a g .g
to b. S:, c.
— • o GR- fA
G CD
CL 2
r
^R
a ta
$ b
—
Br ro
3 “■
q f>
3 o
§•'3.
01 rô'
b g
g g
g 8
o g
CD CD
X ^
CD eu
CD
B§
?
ÛJ Q_
ÛJ
ÛJ
2
O ^
2’“ è*
CD O
R ro
ÛJ en
2 2
CL Pt
O O
CL4L n r*
O 2 XS
O 2 CD ^
C
— a
R- tO' G.
* R ^ o
O S b 3
5Ï /T\
ÛJ o
a a
G.3
ro 3
sr 5'
H — 3 a
ro O o G.
— o
ro
S-b
B o
ro g
ro
R. ■
tr Q.,
ro “• I
q. c
3
q 3
a.g
2- ^
CD CD*
2 O
O.R
' X
o
^ G
^ 2 g 2
2 — 2 CD
2
cn
CD
N
3 5=L
O
2 Ò
ÛJ g. <
• c ‘
D3
CD g
ûi o
g-^
^2
X ^
ÛJ ^
ûJ-^
33 g
2 ôj
o -X
2 ÛJ
O
‘ CD
en
2
O
S
yr CD
iü- (D
S"Sr
o.g
ÛJ en (Q
2 O _
o
JA O
S. ûj'
|-5‘.8 G.^ i-b.
a o tq 5TR3 q b' R „ g -o
13- 3.1' R B. 0 B
O 3 ^ ÛJ ÛJ S
"a P 5Tb _3 8
- QgaO'^
eu
s.
•o ^-S’IaB-R S b-b.R b R g
r| — Ri-Pi Ig ro-g BTcq g g g. g"
. R 3 01 tn. a S. a. b .. a R Q R;
CD o
2 T5
CD X
"-5 P
CU' G o
CD ÛJ ÛJ
. O
G3
O O
o 2«
__ O
CD C
^ 2
G. eu O
CD c
2 S
G 2
CL
2
O
r-O O ^
^00-0
VJ -- CD 2
o 3 G.-B
X Al fA X ■
CD
g ÛJ'CD
g 2 ^
s.
.. CD
CD
en H-,
eu ü3
— 2 CL
G3^
2? c
o ^
û» eu
4 3 8,8
■. O fA
CO.
ÛJ 5
2 G
CDHO^* Cx-oJ^
—v o cr: CD o 2 ^
CD P ÛJ CO 9 ¿ ^ o
-,^cn 2 2 5 ^
T3 FêriT.^ BBB
VJ
S R
O
'°'a Rb
5T3 o
>. CQ
B §
CL N
O w
2.
ÛJ en
ÛJ en
O*
2 C
(D en
X 2
X- eu
a 3
c 3
^ CD
=lZ 2
O 3 2
ÌA CD
I 3
GT3
(D O
ÛJ w
2 2
NI 2
5‘ 2
^ QJ
Tl 3
C 83 =r
CO
en
CD
Irf^l 8. B B ■2- |.b B
a"3gbg-garoos,
3. T3S^_.en GSen
~o2.|^am
=i CL
O o‘
O'
3
o
CO
^ 9. SP
q ro a'
9'8;R 3
-i CD "A o
^ 2
^ 2.
Î.S
“ g
ro- ro" oT
§ o
ÛJ N. ^ eu
tn b 0.3.3"'^ §
ÛJ CD DJ
en -:0
O
CD
O CD
TJ 2.
en
en
X’ CD
G rt) G ^ O*
ÛJ' 3' N G. o X
CD o
2 o
X en
CD —'
< eu
G-* ^
eu G
ÛJ O
CD
G G 3
G P CD
to 8 ■ 9
Q. 9
CD
en
^ O
2 2
3 5,
S CD
2 CO
7* ÛJ
» O
n Br n
ro n o
"8 g
a
.b à , ^
c- CQ R S
3 5; P ro
n
3 B B
s R 3 td
pi a
n
ta ro
2
CL
CD
R-oR
e^ CD P
2 cr 2
.— ÛJ ^
• ÛJ
Ci?
(EL
CiJP
SS
(EL
(E
CZID
Ci
D
é)
15I5Î
(EL
(EL
SS
(EL
CE
es
(2^
c
CEE
UI
VEN
A^
marte
cornu
relie
Dipii
na; cl
gli Sf
dei P
Wilffl
tempi
• L
poluc
10 ini
per i
10,3C
past.
destir
Amer
i bigi
anzi£
(lO.Ot
da gl
prese
lefbn
nella
catec
tecipa
dra»,
menic
BO
16fel
pio, a
piazzi
falòp
• L
tempi
zione
cipazi
dicata
Piata.
nella
gliettc
di lire
cimo i
di lire
ghetti
tabacc
sabato
dal pa
a dare
serviz
signoi
21, ne
ca, gu
tanno
tolo «‘
se: ing
LU!
Dome
sono li
zale di
lata or
ti, l’ac
• Lu
con la
predio
Bened
de «L:
tore li
Franci
rio nel
re 25.1
effettu
nali
dese;
detto ]
testani
• L’
della
20,45
nitaria
vani p
possib:
Durrer
MA
braio
pastor
güito e
famigl
13
venerdì 14 FEBBRAIO 1997
1L'Eco Delle Yaui "^àldesi
PAG.
IL XVII FEBBRAIO ALLE VALLI
m
B
s
C3
D
m
Bz
s
t3
£)
D
S)
S3
ANGROGNA — Da venerdì 14 a
martedì 18 febbraio sono ospiti della
comunità una ventina di fratelli e sorelle delle chiese valdesi di Cosenza,
Dipignano, Reggio Calabria e Messina; chi è disponibile a collaborare per
gli spostamenti e per la preparazione
dei pasti può mettersi in contato con
Wilma Taglierò.
• Domenica 16 alle 10 culto nel
tempio; alle 20 si accendono i falò.
• Lunedì 17 alle 9,30 ritrovo al capoluogo e al Serre per il corteo; alle
10 incontro al Vengìe e pro.secuzione
per il tempio del capoluogo. Alle
10,30 culto con la predicazione del
past. Alberto Taccia; la colletta sarà
destinata alle chiese valdesi del Sud
America. Alle 12,30 pranzo nella sala;
i biglietti sono in vendita presso gli
anziani e il pastore a lire 20.000
(10.000 per i bambini fino a 8 anni),
da giovedì 13 le prenotazioni sono
pre.se unicamente da Oda Chiavia (telefbno 932332 e 944302). Alle 21,
nella sala, serata con filodrammatica,
catecumeni e corale e con la partecipazione del duo «Anna e Alessandra», il programma sarà replicato domenica 23 febbraio alle 15.
BOBBIO PELLICE — Domenica
16 febbraio alle 10,30 culto nel tempio, alle 19,15 fiaccolata (partenza da
piazza Caduti), alle 20 accensione dei
falò presso il monumento di Sibaud.
• Lunedì 17, alle 10,30, culto nel
tempio con Santa Cena, con predicazione del past. Giorgio Toum e partecipazione della corale; la colletta è dedicata alle chiese valdesi del Rio della
Piata. Alle 12,30 pranzo comunitario
nella sala polivalente; il costo del biglietto è di lire 25.000 per gli adulti e
di lire 18.000 per i bambini fino al decimo anno di età; i! costo della cena è
di lire 18.000 senza limiti di età. I biglietti possono essere acquistati alla
tabaccheria Pontet e dai pastore fino a
sabato 15 febbraio, dopo tale data solo
dal pastore; chiunque fosse interessato
a dare la propria disponibilità per il
servizio .ù tavoli può comunicarlo alla
signora tiiovanna Charbonnier. Alle
21, nella ucssa sala, la filodrammatica, guidata da Luca Bandiera, presenta uno scherzo comico in tre atti dal titolo «Troppe donne» e due brevi farse: ingresso libero.
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Domenica 16 febbraio alle 19,15 tutti
sono invitati a ritrovarsi presso il piazzale del tempio, da lì partirà la fiaccolata organizzata dal gmppo dei cadetti, l’accensione dei falò è alle 20.
• Lunedì 17 alle 10 culto al Ciabas,
con la partecipazione della corale; la
predicazione sarà tenuta da Enrico
Benedeuc, ssornalista corrispondente
de «La S-,.u.!|',a» da Parigi e predicatore laico della Chiesa riformata di
Francia, ‘-’ji: ì 2,30 pranzo comunitario nella in Albarin: il prezzo è di lire 25.000 c ;e prenotazioni possono
effettuarsi presso la rivendita di giornali Malaimi .Meynet o all’Asilo valdese; dur.'Uic il pranzo Enrico Benedetto parlerà della situazione del protestantesimo francese.
• L’Unione femminile si occuperà
della sottoscrizione a premi. Alle
20,45 nella sala Albarin serata comunitaria durante la quale il gruppo giovani presenterà «Una storia ancora
possibile», tratto da «La panne» di F.
Durrenmatt.
MASSELLO — Lunedì 17 febbraio il culto sarà presieduto dalla
pastora Daniela Di Carlo e sarà seguito dal consueto aperitivo presso la
famiglia Tron.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 16 alle 20 la corale invita tutti
i fratelli e le sorelle piccoli e grandi a
cantare intorno al falò; l’appuntamento è davanti al Centro culturale.
• Lunedì 17, alle 10,30, il pastore
Sergio Ribet terrà il culto a Maniglia;
è prevista la partecipazione della corale. Nel pomeriggio appuntamento con
Toti Rochat, del Centro culturale valdese, che parlerà dell’accoglienza a
gruppi e scuole interessati a visitare e
conoscere le nostre valli.
PINEROLO — Domenica 16 alle
10 culto, alle 12,30 agape fraterna; per
prenotarsi rivolgersi a Vera Long (tei.
71597) entro il 13 febbraio. Alle 20 accensione dei falò al Besucco presso la
cavato della loro vendita sarà devoluto
ad Amnesty International.
La sera del 17 febbraio, con repliche
sabato 22 e domenica 23, la filodrammatica presenta nel teatro di Pomaretto
«Il tempo non è galantuomo».
PRALI — Domenica 16 i falò alle
19,30: chi ha la possibilità può trovarsi
alle 19 di fronte alla chiesa per una lettura biblica e per una preghiera, per
poi raggiungere ciascuno i falò della
propria borgata.
• Lunedì 17 febbraio il culto si svolgerà alle 10,30 al tempio. Sarà ospite
della comunità Emanuele Fiume che
nel pomeriggio parlerà sul tema «Scipione Lentulo, storico valdese e pastore di Frali». Dopo il culto ci sarà l’aga
famiglia Long e alla Gioietta presso la
famiglia Geymonat D’Amore.
• Lunedì 17, alle ore 10, culto con
Santa Cena.
POMARETTO — Domenica 16:
durante il culto insediamento dei nuovi anziani; alle 20 accensione dei falò.
• Lunedì 17: alle 8,30 partenza dei
cortei da Pomaretto (Eicolo grando) e
da Inverso Rinasca (Fleccia) con le
bande musicali. I cortei si ricongiungeranno a Perosa e da lì procederanno
verso il tempio. Alle 10 culto presieduto da Francesca Spano, del Centro
culturale valdese; la colletta sarà a favore delle chiese valdesi del Rio della
Piata. Alle 12,30 pranzo comunitario
nei locali della Pro Loco di Inverso
Rinasca: il costo è di lire 20.000 per
gli adulti e di lire 14.000 per i bambini; i biglietti sono in vendita nei negozi di Silva e Ugo Beux e di Daniela
Bert, a Perosa presso Elio Giaiero, a
Inverso Rinasca presso gli anziani, la
vendita inizierà sabato 8 febbraio fino
ad esaurimento posti e non oltre comunque il 14 febbraio. Chi è disponibile a servire il pranzo può informare
il pastore o Dario Tron. L’Unione
femminile preparerà dei dolci e il ri
Ul
croci ugonotte in oro e argento
tesi & delmastro
(già Borno)
via trieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
pe fraterna; prenotarsi presso il pastore
o la signora Use Genre. Alle 21, nel
tempio, i giovani presenteranno lo
spettacolo «Un pizzico di storia tra
canti e racconti», con la collaborazione dei bimbi del coretto.
PRAMOLLO — Domenica 16
febbraio alla seraaccensione dei falò
nelle varie borgate.
• Lunedì 17 alle 10 culto nel tempio
con Santa Cena e partecipazione della
corale. Alle 12 pranzo comunitario
con lotteria; il prezzo è di lire 26.000
e le prenotazioni possono effettuarsi
presso Elvina (telefono 012- 582946).
PRAROSTINO — Domenica 16
febbraio alle 20 circa è prevista l’accensione dei falò accompagnata dalla
fiaccolata dei giovani dalla Rocca a
San Bartolomeo.
• Lunedì 17 febbraio alle 10,30 culto con Santa Cena e partecipazione
della corale; la predicazione sarà a cura di Bruno Tron, che si intratterrà con
la comunità anche durante l’agape per
parlare delle sue esperienze di lavoro
in Africa e della Cevaa. Alle 12,30
pranzo comunitario, al prezzo di lire
25.000: prenotazioni entro giovedì 14
presso il pastore o gli anziani.
RORA — Domenica 16 febbraio,
alle 20, accensione dei falò.
• Lunedì 17 alle 10 culto con Cena
del Signore, parteciperà la corale. Dopo il culto nella sala del teatro pranzo
comunitario (prenotazioni entro giovedì 13 presso Luciana Morel Pozzi,
tei. 93118), durante il quale ci sarà un
momento di riflessione su qualche pagina della nostra storia, a cui seguirà
la consegna delle borse di studio che
l’Amministrazione comunale ha assegnato ad un certo numero di studenti e
studentesse rorenghi che frequentano
le scuole medie.
SAN GERMANO — La sera di
domenica 16, alle ore 20, accensione
dei falò nelle varie borgate.
• La mattina di lunedì 17, alle 8,45
si formerà il tradizionale corteo che
compirà il percorso dal tempio
all’Asilo dei vecchi, dove verrà cantato il «Il Giuro», e ritorno al tempio per
il culto fissato per le 10,30. Alle 12,30
sarà servito il pranzo nella sala; il
prezzo è di lire 25.000 a persona, le
prenotazioni vanno fatte presso la farmacia Tron o la salumeria Bounous.
SAN SECONDO — Domenica 16
alla sera la comunità si ritroverà al
falò preparato in località Lombarda
(fam. Griglio).
• Lunedì 17 alle 10 culto con Santa
Cena, con la partecipazione della corale e dei bambini della scuola domenicale; seguirà il pranzo comunitario
per il quale è necessario prenotarsi
entro e non oltre venerdì 14 febbraio
presso le signore Elvina Gardiol (tei.
500875) oppure Rosanna Revel (tei.
500407), il costo del pranzo è fissato
a lire 25.000. Al termine del pranzo
avrà luogo Rincontro con Ernesto Olivero sul tema «La riconciliazione attraverso l’esperienza del Serming».
TORRE PELLICE — Domenica
16 alle 20 falò nelle varie borgate, alle
21 falò dietro la Casa unionista.
• Lunedì 17 alle 10 culto nel tempio
del centro con i ragazzi della scuola
domenicale e del precatechismo, con
la partecipazione della corale e del
coretto. Alle 12,30 pranzo all’Hótel
Gilly, le prenotazioni si ricevono fino
al 13 febbraio presso la foresteria valdese dalle 10 alle 12, dalle 15 alle
16,30 e venerdì 14 dalle 10 alle 12.
Alle 21 nel tempio del centro la filodrammatica dell’Unione giovanile dei
Coppieri presenta la commedia in tre
atti «Il terzo marito».
VILLAR PELLICE — Domenica
16 febbraio alle 20,30 accensione del
falò al Ponte delle Ruine dove convergeranno le fiaccolate organizzate dai
giovani provenienti dai falò delle altre
borgate; le persone disposte a dare una
mano per la preparazione del falò possono prendere accordi con Luciano
Geymonat. Dopo i falò, insieme alla
pastora Maria Bonafede e agli amici
di Roma, ci ritroveremo tutti alla
scuola della Piantà per un momento di
incontro e fraternità. Chi vuole e può
porti con sé una fetta di torta o di pane
e salame e un bicchiere di vino da offrire agli ospiti.
• Lunedì 17 febbraio alle 10 culto
con partecipazione della scuola domenicale e della corale; la predicazione
sarà a cura della pastora Maria Bonafede della chiesa di piazza Cavour di
Roma insieme ad un gruppetto di romani. Alle 12,30, nella sala di piazza
Jervis, avrà luogo la tradizionale agape fraterna; il costo del pranzo è di lire
22.000 e le prenotazioni si possono effettuare nei negozi e l’edicola del paese. Alle 20,45 nella sala delle attività
la filodrammatica presenterà la commedia «Il medico e la pazza» e l’atto
comico «8 bicchieri di vino».
VILLAR PEROSA — Domenica
16 febbraio si accendono i falò alle
20; il gruppo giovani ha organizzato
per il «dopo falò», al tempio, uno
spettacolo di canti con un rinfresco
per concludere la serata.
• Lunedì 17 febbraio, alle ore 10,
culto con la celebrazione della Santa
Cena, con la partecipazione della corale e della scuola domenicale. Durante il culto Ring. Enzo Rinaldi, direttore dello stabilimento Skf di Villar Perosa, parlerà della situazione occupazionale della nostra zona. Il pranzo si
svolgerà al convitto alle 12,30, il costo
è di lire 23.000. Il gruppo teatrale ha
preparato per la serata una commedia
in due atti di Franco Roberto intitolata
«Due fomne a sun trope », inizio alle
20,45, parteciperà la banda musicale
di Rinasca; vi sarà anche una sottoscrizione a premi, con biglietti in vendita
a lire 1.000, primo premio un forno a
micro onde.
VILLASECCA — Domenica 16
febbraio accensione dei falò alle 20.
• Lunedì 17 febbraio: alle ore 10
partenza dai Chiotti per Villasecca dove si terrà il culto con Cena del Signore; alle 12,30 tradizionale agape fraterna ai Chiotti, con la partecipazione del
dottor Tullio Marco Fiorio, predicatore
locale, medico che ha lavorato a lungo
in Africa. Il costo del pranzo è di lire
20.000 per gli adulti e di lire 12.000
per i bambini; chi si fosse prenotato e
non può andare è pregato di cercare
qualcuno che partecipi al suo posto.
Nelle
ti# Chiese
Valdesi
CORETTO E CORALI — Sabato 15 febbraio
alle 20,45, a Villar Pellice,
le corali di Angrogna,
Rorà, Bobbio-Villar, San
Secondo e il coretto si esibiranno in un concerto a
favore della ristrutturazione del tempio della comunità di Dipignano.
PROPOSTE DI LETTURA — Venerdì 21 febbraio alle 20,30 nel teatro
di Pomaretto, alla presenza
dell’autrice, presentazione
del libro «Le galline non
hanno confini» di Paola
Geymonat D’Amore.
BOBBIO PELLICE —
Il prossimo incontro dell’
Unione femminile è fissato
per domenica 23 febbraio
alle 14,30.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Studio biblico
a cura del pastore Pasquet
mercoledì 19 alle 20,45 al
presbiterio, il tema di questo incontro sarà «Ma servono ancora dei testimoni»
sui capitoli 10 e 11 del Libro dell’Apocalisse.
MASSELLO — Riunione quartierale mercoledì 19 febbraio alle 15 al
Roberso.
PERRERO-MANIGLIA — Riunioni quartierali: giovedì 13 alle
Grangette alle 15, martedì
18 a Ferrerò, alle 20,30.
POMARETTO -- L’Unione femminile si incontra venerdì 21 febbraio
all’Inverso Clot. Riunioni
quartierali; mercoledì 12
febbraio alla Lausa alle
20.30, giovedì 13 all’Inverso Paiola alle 15, venerdì 14 alle 15 all’Inverso
Clot, mercoledì 19 alle
20,30 a Pomaretto, venerdì
21 alle 20,30 a Perosa.
PRALI — Riunione
quartierale venerdì 14, alle
19.30, a Villa. Mercoledì
19 febbraio studio biblico
sull’Apocalisse, alle 20,30
al presbiterio.
PRAMOLLO — L’assemblea di chiesa è fissata
per domenica 16 febbraio:
all’odg l’esame della relazione finanziaria.
RORÀ — Giovedì 13
febbraio riunione quartierale alle Fucine. Giovedì
20 febbraio alle 20,30 incontro di studio biblico alla sala Morel.
SAN SECONDO — Riunione quartierale giovedì
20 ai Prima alle20,30.
TORRE PELLICE —
Riunioni quartierali: venerdì 14 febbraio agli Appiotti, martedì 18 febbraio
all’Inverso, mercoledì 19
febbraio ai Bouissa. Culto
serale: venerdì 21 febbraio
alle 18 presso la Casa
unionista.
VILLAR PELLICE —
Riunioni quartierali: venerdì 14 febbraio, alle
20,30, al Ciarmis.
VILLASECCA — Riunioni quartierali: venerdì
14 alle 20 a Trussan, mercoledì 19 alle 20 a Villasecca, giovedì 20 alle 14,
30 alla Roccia. L’Unione
femminile si riunisce giovedì 13 febbraio alle 14,30.
RADIO
BECKWITH
EVANGELICA
FM 96.500 e 91.200
tei. 0121-954194
14
PAG. VI
La nuova Agenzia di valle è già al lavoro
Il turismo cerca
linee di sviluppo
t Eco Delle mLLi^LDESi
Importanti novità dal mese di febbraio
Più «dirette» per
Radio Beckwith
VENERDÌ 14 FEBBRAIO 1997
VENEI
MARCO BELLORA
La data del 20 novembre
’96 segna il momento in
cui, su invito della Comunità
montana, le diverse realtà
della vai Pellice operanti nei
settori culturale, agricolo e
turistico-ricettivo si sono incontrate in un seminario che
aveva come scopo di lanciare
il progetto per la creazione di
una Agenzia di Valle. Questa
iniziativa trova le sue radici
e le idee guida nel piano di
ecosviluppo della vai Pellice
(’94), e parte dall’idea che
per promuovere uno sviluppo territoriale integrato che
preveda il coinvolgimento di
più comparti economici e
delle numerose risorse disponibili sul territorio sia necessario individuare un soggetto
«animatore» dello sviluppo a
livello locale.
Da allora sono stati fatti alcuni passi e il progetto è entrato in una prima fase costruttiva, consistente nella
creazione di un «Gruppo di
azione locale» (Gal) che ha
come scopo prioritario di tradurre le diverse indicazioni
emerse dal seminario di novembre in un documento
operativo che indichi le linee
di lavoro, la struttura e gli
obiettivi della futura Agenzia. Questo percorso, che non
si è ancora concluso, dovrà
portare entro la fine di febbraio alla stesura del progetto
da presentare in Regione, per
potere avere accesso a un finanziamento comunitario, e
allo stesso tempo permette di
mettere meglio a fuoco i nodi
più delicati e verificare la
percorribilità delle varie ipotesi emerse. Il Gal, che si è
costituito subito dopo il seminario tramite libera adesione dei soggetti interessati
al progetto, è composto da
circa 25 persone ed è rappresentativo dei settori dell’industria, del commercio, dell’associazionismo e della cooperazione, del settore turistico (accoglienza, ristorazione ecc.) e culturale: lo è
purtroppo un po’ meno per
quanto riguarda i settori dell’agricoltura e dell’artigianato. Probabilmente questa
lacuna sarà colmata nel momento in cui si sarà in grado
di proporre iniziative «intersettoriali» convincenti per gli
operatori del settore.
Il dibattito all’interno del
Gal verte attualmente sul
rapporto tra capitale pubblico
e privato e sulla forma societaria di cui si doterà l’Agenzia che si muoverà su tre ambiti di intervento: coordinamento delle attività e informazione da una parte, formazione degli operatori e accoglienza dall’altra che costituiscono l’anima «leggera»
della Agenzia, quella relativa
alla produzione di servizi e
alla promozione della Valle;
la gestione di progetti di sviluppo costituisce la parte
«pesante» dell’Agenzia, e su
questa parte del progetto il
dibattito è ancora aperto, e le
ipotesi di lavoro molteplici.
A partire dal mese di febbraio 1997 Radio Beckwith
propone alcune importanti
novità; il tentativo è quello di
rendere la radio più «viva»
con più notizie, più musica,
più informazioni e soprattutto
in diretta.
«Ogni mattina - spiega
Giorgio Boaglio, uno dei conduttori - abbiamo due ore
continuate in diretta con musica e informazione, dalle 10
alle 12; con la sigla “Shaker”
stiamo ad indicare un contenitore che ogni giorno propone i fatti e gli appuntamenti del giorno, ma anche approfondimenti o dibattiti registrati in zona». Ma i programmi non si fermano lì: la radio
trasmette 24 ore su 24 e dalle
7 del mattino iniziano le varie
rubriche giornaliere; alcune
sono realizzate da altre radio
o centri di produzione.
La radio è uno strumento
che consente di dare spazio
alla fantasia, permettendo di
immaginare ciò che accade in
un preciso momento; grazie a
ciò si è registrato un gran
successo del programma
sportivo legato all’hockey su
ghiaccio, sport principe della
vai Pellice, ma anche interviste, rassegne stampa e naturalmente i culti evangelici
hanno un buon seguito. A
confermare queste indicazioni ci sono i primi dati derivanti dalla distribuzione, con
le circolari di Natale delle
chiese delle valli, di un vero e
proprio sondaggio sull’ascolto: ascoltano Radio Beckwith
sia i giovani che i meno giovani; i primi essenzialmente
ne prediligono i programmi
musicali, i secondi quelli di
informazione e religiosi. C’è
anche un pluralismo religioso: se alcuni programmi vengono prodotti da centri di
chiara matrice «evangelical»,
anche la locale Chiesa dei
Fratelli cura una rubrica settimanale; in prospettiva anche
i pentecostali delle Adi dovrebbero iniziare un loro programma. Ci sono poi i programmi mensili di Amnesty e
della Cevaa. Certo la maggiore responsabilità della radio
tocca alla redazione, a cui
collabora la «commissione
programmi» costituita dalla
Ced a seguito dell’aumentato
impegno delle chiese delle
Valli rispetto alla radio.
Un impegno economico
che risulta determinante pur
se, malgrado immense economie di gestione, la radio costa
oggi circa 200.000 lire al
giorno e necessiterebbe di un
intervento non indifferente
per il rinnovo di buona parte
delle attrezzature. Per questo,
mentre i responsabili hanno
deciso di aumentare le collaborazioni in qualche modo
retribuite dell’emittente, viene riproposta per il secondo
anno la formula dell’abbonamento simbolico a Radio
Beckwith per l’importo di
50.000 lire; è possibile effettuare il versamento sul conto
corrente bancario Crt Torre
Pellice n. 1703875/70 o su
quello postale n. 25246109.
Queyras: pareri e commenti sulla stampa
I francesi e il progetto
della cremagliera
(
k
«Il primo tunnel alpino appartiene al Queyras. A 2.850
metri di altitudine, il “Buco di
Viso” è stato, nel 1478, il primo tunnel che ha unito Italia e
Francia. Da allora l’oblìo.
Tranne che per alcuni abitanti
dei due versanti delle Alpi
che in modo ricorrente reclamano un nuovo collegamento
fra i loro due paesi. Sono vicini ma per incontrarsi devono
afrontare cinque ore di viaggio». Il Dauphiné libéré, periodico della regione francese
del Queyras confinante con la
vai Pellice, ha dedicato nei
giorni scorsi una pagina al
progetto di collegamento, con
treno a cremagliera, con l’Italia. Alcuni albergatori fautori del collegamento stradale,
e tra loro Charles Prieto di
Abriès, ritengono «utopico» il
progetto di cremagliera e dicono dei politici: «Siccome
non hanno nulla di speciale da
proporre, mentre si parla del
treno non si parla d’altro».
Per molti anni si è parlato
del possibile collegamento
stradale sotto il Colle della
Croce ma, prosegue il giornale francese «l’impatto ambientale che peserebbe sul
parco regionale del Queyras
ha avuto ragione della maggior parte dei sostenitori del
tunnel». A proposito del progetto di treno elettrico a cremagliera il consigliere generale del Cantone, Pierre Eyméoud, dice: «E la soluzione
più pertinente. L’impatto è
debole, il funzionamento è
elettrico. Non c’è dunque in
quinamento». E l’inquinamento viene definito dal giornale un terreno minato: «La
“carta del Parco” è stata approvata dal Comitato nazionale per la protezione della
natura dopo la sua revisione;
manca l’approvazione del ministero dell’Ambiente ma
ogni intervento viene discusso in funzione della compatibilità con la “Carta”». Il progetto di treno a cremagliera è
soltanto un’idea, mentre «il
progetto di un grande parco
naturale europeo fra le due
vallate si è da tempo fatto
strada nelle teste pensanti del
parco, anche senza il treno».
Secondo il consigliere generale del Queyras «gli italiani
hanno già delle soluzioni tecniche per i 3/4 del tracciato».
Il giornale del Queyras annuncia poi che il presidente
della Comunità montana vai
Pellice «ha già trovato raccordo sul progetto della maggior parte dei Comuni della
valle, della Provincia e delli
Regione». Sul versante francese ci sono ancora forti perplessità «per il traffico stradale indotto e per il timore di
speculazioni immobiliari; saprà il parco essere lo s-rumento per evitare quesi; rischi?». Così, mentre il sindaco di Ristolas è preoccu pato
Eyméoud, che è anche -indaco di Vars, rilancia ipoiizzando «un trasporto collettivo
per lo spostamento dei passeggeri». L’articolo . ? conclude ricordando difficolià
tecniche ed economiche.
Il palinsesto di Radio Beckwith
LUNEDI’ MARTEDÌ’ MERCOLEDÌ’ GIOVEDÌ’ VENERDÌ’ SABATO DOMENICA
7.00 Voci in città Voci in città Voci in città Voci in città Voci in città Voci in città Voci in città 7.00
7.45 Da Lutero a M.L. Kina A tu per tu con la Bibbia Vita nuova fRl Punto radio 7.45
8.30 Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario 8.30
9.00 Selvaggio West [RI Selvaqqio West Anteprima Riforma-Eco Regione Piemonte inf. 9.00
9.45 Per l’ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa Per l’ora che passa 9.45
10.00 SHAKER SHAKER SHAKER SHAKER SHAKER 10.00
10.15 Internazionale La Grande • Fra le righe Programmi mensili [RI Fra le righe Viaggio dentro la Bibbia [RI 10.15
11.30 L’arqomento L’argomento L’arqomento L’arqomenlo L’arqomento Voce delle chiese Culto evangelico 11.30
12.00 Leggere quel libro Leggere quel libro Leggere quel libro Leggere quel libro Leggere quel libro 12.00
12.30 Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario 12 30
12.45 Un giorno, una parola Un giorno, una parola Un giorno, una parola Un giorno, una parola Un giorno, una parola Un giorno, una parola 12.45
13.00 Nuovi orizzonti Nuovi orizzonti Nuovi orizzonti Nuovi orizzonti Nuovi orizzonti Nuovi orizzonti Nuovi orizzonti 13.00
13.45 Punto radio [RI Da Lutero a M.L. King fRl A tu per tu con la Bibbia fRl 13.45
14.45 Voci in città [RI Voci in città [RI Voci in città [RI Voci in città [RI Voci in città [RI Voci in città IRl Voci in città [Ri 14.45
15.30 On thè air Planet of music 15.30
16.00 Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario 16.00
17.00 Leggere quel libro IRl Leggere quel libro [RI Leggere quel libro FRI Leggere quel libro fRl Leggere quel libro [RI 17.00
17.30 Selvaggio West La Grande fRl Fra le righe fRl Selvaqqio West [RI Fra le righe [RI 17.30
18.00 La storia della Bibbia Viaggio dentro la Bibbia 18.00
18.30 Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario Notiziario 18.30
19.00 L’arqomento [RI L’argomento fRl L’argomento [RI L’arqomento [RI L’argomento [RI 19.00
19.30 Programmi mensili Vita nuova Culto evangelico [RI Anteprima Riforma-Eco [RI Regione Piemonte inf. fRl 19.30
20.30 Nuovi orizzonti [RI Nuovi orizzonti fRl Nuovi orizzonti FRI Nuovi orizzonti [Rf Nuovi orizzonti [RI Nuovi orizzonti fRl Nuovi orizzonti [RI 20.30
21.00 Libero emblema 21.00
23.15 Voci in città [RI Voci in città fRl Voci in città [RI Voci in città ÌR1 Voci in città IRl Voci in città [RI Voci in città IRl 23.15
Programmi mensili: U e 2- sett. Amnesty International; 3® sett. Handicap & Società; ultima settimana Cristiani all’opera nel mondo
N™
del ves
segnarr
co (Ire
scussio
ne, che
ospita
con un
torio N
flettere
re posit
Comi
questo
frainte:
disinfoi
menti r
ca a m(
viamen
anticatt
il suo ]
mandai
dioces
Tire ai
stava p
sione c
zioni s(
lega la
di idea
non Ère
vita i p
alternai
vede, fi
la, tace
scolasti
Da n
la disin
dice chi
la relis
scuola
valdest
della ni
mando
^eesso a
•Ignare It
tre è nc
teria, k
solo e c
le è fru
lolica,
corché
chiese e
delle Vi
sono le
hanno i
Azienda agrituristica
CARDON - LONG
Ristoro e Vendita
Prodotti dell’Azienda
Per il ristoro
si prega di prenotare
telefonicamente
Via Vecchia
di San Giovanni, 99
tei. (0121) 90.761
10062 Luserna S. Giovanni (TO)
Ylf US
Ottica
Lenti a contatto
Laboratorio in sede
con il montaggio lenti computerizzato
Fotografia
LUSERNA S. GIOVANNI
Via Roma, 42
TORRE PELLICE
Via Arnaud, 5
GLARE
in occasione dell’uscita del
numero di febbraio, presenta
Cultura e storia delle valli valdesi ^ i n C 0 n 110
Fede e montagna
Croci, madonne e altro
sulle cime del Pinerolese
Sabato 15 febbraio 1997
ore 17
CORSO TORINO 44 (PORTICI NUOVI)
PINEROLO TEL / FAX 0121- 393960
15
\/ENERDÌ 14 FEBBRAIO 1997
3 1997 Ä--------------------------
LLE "^LLI ^LDESI
PAG VII
DIBATTITO
mpa
tto Scuola e religione
iquinaial giorto: «La
tata ap) naziole della
visione;
del minte ma
discusompati. Il progliera è
ntre «il
e parco
le due
<0 fatto
anti del
treno»,
e geneitaliani
oni tecciato».
/ras ansidente
ana vai
to racla magri della
e dell)
te fratiirti perstra ianore di
ari; sa
0 s‘ruesii ri
1 sinda:ci.pato
; ’ inda'ìizzanlettivo
ei pas
con
'ficolià
le.
7.00
746
a45
tO.iW
10.15
12.00
12 30
1145
13.00
13.45
14.45
15.30
16.00
17.00
17.30
18.00
18.30
19.00
19.30
20.30
21.00
23.15
del
mta
MARCO ROSTAN________
Non era scontato che la
mia risposta alla lettera
del vescovo Giachetti sull’insegnamento religioso cattolico (Ire) suscitasse tanta discussione su L’eco del Chisofie, che da alcune settimane
ospita vari interventi e che,
con un editoriale di don Vittorio Morero, propone di riflettere ampiamente sul valorepositivo della laicità.
Come era da aspettarsi, in
questo dibattito ci sono molti
fraintendimenti e parecchia
disinformazione; i fraintendimenti riguardano la mia critica a mons. Giachetti, che ovviamente non aveva nulla di
anticattolico e non riguardava
il suo pieno diritto di raccomandare alle famiglie della
diocesi di far frequentare
Tire ai propri figli, ma protestava per rinaccettabile pressione che esercita sulle direzioni scolastiche quando collega la mancanza di valori e
di ideali fra i giovani con la
non frequenza dell’Irc, e invita i presidi a scoraggiare le
alternative che la legge prevede, fra cui l'uscita da scuola, tacciata di «disimpegno
scolastico».
Da molti interventi trapela
la disinformazione: qualcuno
dice che io sarei contrario alla religione cattolica nella
scuola perché non c’è quella
valdese; c’è chi si stupisce
della nostra posizione affermando che «lo stato ha concesso a tutte le chiese di insegnare la loro religione», men
tre è noto che, in questa materia, lo stato non legifera da
solo e che la situazione attuale è frutto, per la Chiesa catVolka, del Concordato (ancorché revisionato) e per le
chiese evangeliche o gli ebrei
delle varie ) atcse, nelle quali
sono le stesse chiese che non
hanno preteso di avere nella
scuola il proprio insegnamento confessionale, a differenza
(questo è vero) di come si
comportano molte chiese
protestanti in Europa.
Ma al di là delle tante risposte che si dovrebbero date, occorre positivamente rilevare che la proposta di fornire nella scuola pubblica,
obbligaioriarnente per tutti,
un’infornv.ì/iune migliore e
adeguali! latti religiosi,
sulla plu--.,a:ì delle fedi, sul
loro intn . con la storia
dei popoli d. ;. li stati, delle
diverse cuimve. c stata raccolta e gene-a ! niente apprezzata. Così .ximc la proposta,
che rivolgevo in primo luogo
ai capi d’istituto e ai collegi
dei docenti, di cominciare a
sperimentare, proprio nel Pinerolese, dei progetti didattici in questa direzione, senza
attendere improbabili direttive dal ministero che, per albo, proprio nel quadro della
riforma scolastica presentata
al dibattito del paese dal ministro Berlinguer, sarebbero
fortemente auspicabili.
Non possiamo infatti ignorare che i nostri alunni del
2000 saranno cittadini di
nn’Europa nella quale sempre più dovranno convivere
ntentalità, culture, etnie, reliSioni diverse, le quali si devono innanzitutto conoscere
P2r potersi eventualmente
comprendere e comunque per
coesistere senza riprodurre i
drammatici conflitti a cui assistiamo, dal Medio Oriente
alla Bosnia e all’lrlanda.
Ma proprio perché non si
tratta di polemiche confessionali. mi auguro a questo punto che dicano la loro anche i
capi d’istituto e i docenti; e
che la riflessione entri assai
di più nelle famiglie e nelle
chiese valdesi delle 'Valli. Ho
infatti l’impressione che, forse per i diversi rapporti numerici rispetto all’Italia, qui
si sia vissuta poco la grande
discussione che coinvolse
molti evangelici in centinaia
di dibattiti sull’ora di religione aH’indomani della revisione del Concordato. Forse si
conosce poco di tutta la battaglia scolastica e giuridica
sostenuta dalla Tavola, dalla
Fcei, dagli ebrei per ottenere
il pieno riconoscimento di
quanto era per altro sancito
dalla legge, cioè l’assoluta
facoltatività dell’Ire e il rispetto dei diritti di libertà di
coscienza per tutti. Forse alcune famiglie valdesi hanno
finito per assorbire quanto si
diceva in giro, cioè che in
fondo un po’ di religione non
fa male, che comunque ci sono dei bravi insegnanti che
fanno religione e che in
quell’ora si parla dei problemi dei ragazzi e non solo di
cattolicesimo. Non c’è dubbio che questo avvenga e, anzi, l’obiettivo è proprio quello di presentare l’Irc come
un’ora di etica valida per tutti; ma qui sta appunto l’equivoco da smascherare. Se è
un’ora di insegnamento confessionale, si deve insegnare
il cattolicesimo ed è giusto
che lo faccia la Chiesa cattolica; ma se si vuole proporre
una riflessione più generale
(che certo interessa di più) allora non può essere un’ora
confessionale su cui la Chiesa cattolica mantiene il monopolio nei testi e nella scelta
dei docenti.
Dunque è necessario che
anche i pastori informino di
più, diano consigli, sostengano decisioni non facili; è necessario allo stesso tempo vigilare perché, nei meccanismi burocratici delle iscrizioni, le famiglie non vengano
indotte a scelte di conformismo e possano tranquillamente fare ciò che desiderano. Ma il mondo valdese deve anche essere pronto a sostenere ciò che di nuovo e
positivo potrebbe nascere in
tema di religione e di scuola.
Le chiese evangeliche, tramite il Consiglio della Fcei, intendono comunque presentare delle proposte nel quadro
della riforma scolastica. Poiché ovviamente l’Irc non
sarà toccato (e nessun governo, tanto meno quello di Prodi, oserebbe rimettere in discussione il Concordato), deve essere ben chiaro un punto: eventuali progetti tesi ad
ampliare e rendere più «plurale» l’informazione sui fatti
religiosi dovranno realizzarsi
nel normale orario delle attuali materie, anche per periodi nel corso dell’anno, o
con lezioni apposite, che ovviamente non dovranno coincidere con l’ora di religione
cattolica.
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - ® 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
L'esperienza dì una giovane coltivatrice a Massello
«La burocrazia mi soffoca!»
Recentemente è comparso, sul
mensile della Confederazione
italiana agricoltori «Nuova
Agricoltura Piemonte» un intervento di una giovane di Massello. Carmen Moiani, che ha scelto
di vivere in montagna esercitando l'attività agricola. Le esperienze che qui riprendiamo in
parte, ci raccontano di una agricoltura «soffocata» da .storie di
ordinaria burocrazia.
Sono una giovane di 22 anni che ha scelto l’attività agricola in zona marginale e
montana a Massello; vivere la
montagna è una scelta di vita
per chi crede, come me,
nell’attività agricola. Nel volere regolarizzare dal punto di
vista fiscale e previdenziale il
proprio stato di fatto come
«agricoltore» ho constatato
che ci si scontra con una burocrazia troppo teorica, ben
lontana dalla realtà quotidiana aziendale. Dopo tre anni la
mia domanda di iscrizione
all’ex Scau (Contributi agricoli unificati) giace in chissà
quale ufficio senza al momento alcuna risposta.
All’agricoltore, essendo
quasi obbligato a sottostare a
tutta una serie di pratiche burocratiche e normative, viene
a mancare la possibilità di autogestire le proprie scelte produttive ed economiche. Ad
esempio troppi sono i limiti
imposti per poter attrezzare
una piccola azienda montana
di un laboratorio di trasformazione dei propri prodotti
(latte o frutta) in quanto la capacità economica e strutturale
di tali aziende non permette
un investimento razionale
delle risorse a disposizione, al
contrario delle grosse aziende
site in zone non svantaggiate.
Il dover sottostare a vincoli
produttivi sanitari troppo rigidi, pur considerando basilari i
requisiti igienico-sanitari che
devono garantire il consumatore, può essere in antitesi al
fine di ottenere prodotti «tipici» che con lavorazioni troppo precise e asettiche corrono
il rischio di alterare le caratteristiche organolettiche che distinguono le produzioni montane da quelle industriali.
Io ritengo opportuno che,
affinché si migliorino le condizioni di vita in agricoltura
e non solo e si incentivi chi
vuole per scelta vivere in
montagna, si realizzi un coordinamento fra tutte le attività
produttive di zona, cercando
scambi economici e un’interazione tra tutti i soggetti che
operano nell’area della montagna; dunque occorre spirito
di collaborazione fra turismo
e artigianato in modo da far
nascere iniziative culturali ed
economiche che valorizzino il
territorio.
Sarebbe utile creare anche
una rete informativa che permetta a tutti gli agricoltori del
territorio uno scambio di
esperienze lavorative e che
tramite tale rete si possa giungere a una commercializzazione dei propri prodotti (ad
esempio un’azienda che in zona vanta un esubero di fieno
possa avere un canale preferenziale per la collocazione
del proprio prodotto in ambito
locale ad una azienda specializzata nell’allevamento, ra
zionalizzando così i costi senza disperdere risorseal di fuori
del territorio).
Lo stesso acquisto collettivo di mezzi e attrezzature e la
loro gestione in comune tra
più produttori potrebbe giovare all’economia di ogni singola azienda. So bene che queste
idee sono già state espresse in
più occasione con convegni e
incontri; vorrei però ribadirle
con l’augurio che a tante parole si riesca a far seguire
qualcosa di concreto. Non
vorrei che, presi dalla frenesia
di rincorrere una realtà europea, si dimenticassero le piccole realtà locali che sono comunque tasselli indispensabili
e fonte di economia e di tutela
dell’ambiente.
Piemonte
Fondi
europei
Due importanti passi in
avanti sono stati compiuti nella definizione del Documento
unico di programmazione
(Docup), che attiva in Piemonte i fondi strutturali stanziati dall’Unione europea per
il periodo 1997-99 a favore
delle aree a declino indu.striale (parte della città e l’intera
provincia di Torino, il Verbano-Cusio e la Valle Scrivia).
Al Piemonte sarà consentito
di limitare a 20 miliardi di lire
la riduzione delle risorse di
cofinanziamento, inizialmente
formulata dal ministero del
Bilancio in 120 miliardi di lire. Il Docup 1997-99 prevede
l’istituzione di nuovi assi di
intervento nei settori delle reti
telematiche, della società dell’informazione e delle politiche attive del lavoro, unitamente alla riconferma di quelli riguardanti lo sviluppo e il
rafforzamento del tessuto delle piccole e medie imprese, la
valorizzazione del patrimonio
turistico e culturale, la promozione e diffusione dell’innovazione tecnologica, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, il riequilibrio mirato del
territorio, la valorizzazione
delle risorse umane. Il complesso degli investimenti ammonta a circa 3.100 miliardi,
dei quali 1.190 di contributo
pubblico, suddiviso in 478 di
fondi comunitari, 587 dello
Stato, 125 della Regione.
Iniziative (della Comunità montana parallele ai Monidiali
La vai Pellìce scende in piazza
In occasione dei Mondiali
di sci alpino, la Comunità
montana promuove una grande festa in piazza per far conoscere le valli valdesi. Le
nostre valli sono anche e soprattutto terra occitana;
l’aspetto più vitale di questa
cultura è oggi quello musicale, per questo domenica 16
febbraio è in programma a
Bobbio Pellice un concerto in
piazza de «Lou Magnaut»,
gruppo che si propone di armonizzare musiche tradizionali con strumenti moderni,
inventando anche nuovi arrangiamenti nell’ottica di una
musica viva e vivace, legata a
sentimenti e quotidianità degli occitani d’oggi. È dato
assistance
soccorso sl:radale
SERVIZIO
24 ORE SU 24
GEYMONAT VALDO
OFF. TEL; (0121 ) 73868/321160 - NOT. E FESTIVO TEL. (0121 ) 71984
OFFICINA AUTORIPARAZIONI - ELETTRAUTO
ASSETTO RUOTE - TESTER MOTORI
Via S. Pietro Val Lemina, 44 Tel. 73868/321 160 PINEROLO (TO)
BOI UNI)
VKkDI'
spazio anche alla tradizione
classica, così si potranno imparare i passi di alcune danze
con l’aiuto degli istruttori e
dei musicisti di «Mouzico e
dansa d’Oc». Un altro aspetto
della cultura occitana e della
vita di un tempo nelle "Valli
sarà messo in luce con lo
spettacolo dell’Uomo magico: giochi e giocattoli di un
tempo.
Uno dei tesori più ignorati
della zona è costituto dal gran
numero di incisioni rupestri
che costellano queste montagne: questo patrimonio verrà
per la prima volta documentato in una mostra di calchi e
fotografie. Inoltre una seconda mostra documenta con
ASSICUFt Aziorvil
Gruppo di Assicurazioni
la Basilese
^Basiles&uihumihm
Società collegata con gruppo
Banca Carige
Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzia generale
via Raviolo, 10/A - Pinerolo
tei. 0121-794596-7Ó4Ó4
PER AFFRONTARE
IL DISAGIO
Associazione Arcobaleno
via Roma 41 (secondo piano)
LUSERNA S. GIOVANNI
Tutti i giorni dalle 17 alle 19
Tel. 953017-909528-954158
pieghevoli, cartoline e locandine illustrate come le nostre
Valli siano meta turistica da
oltre un secolo. A Villar Pellice sarà anche presentata la
ricca rete di sentieri escursionistici con esposizione di cartine e fotografìe e distribuzione di dépliant degli itinerari. I
mille aspetti della nostra zona
verranno poi illustrati attraverso una proiezione di diapositive di fauna, flora, architettura tipica, luoghi storici,
possibilità di attività sportive
e ricreative.
Per tutti questi spettacoli e
mostre, distribuiti tra i paesi
dell’alta valle, l’entrata è libera; in più ci sarà un mercatino di prodotti tipici e locali,
caldarrostai e goffristi i ristoranti appronteranno per l’occasione menu tipici a prezzo
fisso. Alla sera del 16 febbraio, poi, il momento più caratteristico, l’accensione dei
tradizionali falò che celebrano la libertà dei valdesi.
Per qualsiasi informazione,
rivolgersi all’Ufficio turistico
della Comunità montana, tei.
0121-953131.
GISELLA E WALTER EYNARD
CORSO GRAMSCI, 17
10066 TORRE PELLICE (TO) - ITALY
TEL. (0121)91236
]TiP(5r
16
PAG Vili
—— E Eco Delle "älli äldesi —:
venerdì 14 FEBRAIO 1997
VENEI
HOCKEY GHIACCIO
LA VALPE CHIUDE VINCENDO — Ultimo incontro per
l’HC Valpellice nel campionato di
serie B di hockey su ghiaccio
girone occidentale per la stagione ’96-97; a Torre Peli ice
domenica scorsa è arrivato
uno Zanica ormai senza velleità di classifica. Nell’ultimo
turno infatti i bergamaschi
avevano perso a Chiavenna le
ultime chance di agguantare i
play off e questo ha indubbiamente favorito la squadra di
Torre Pellice vogliosa di
chiudere il campionato davanti ai propri tifosi con una
vittoria. Dopo la partita di
Chiavenna, con le penalità di
partita a Malan e Giordan, il
giudice sportivo ha avuto il
suo daffare e così il referto
arrivato in settimana segnalava tre giornate di squalifica
per Malan e cinque per Giordan. Entrambi dunque dovranno scontare le squalifiche
il prossimo anno dopo il turno saltato con lo Zanica.
La partita si mette presto
male con gli ospiti in vantaggio addirittura in inferiorità
numerica con Suardi dopo
pochi minuti dall’inizio; il
pareggio di Orsina a 6’ dalla
fine del tempo riporta il punteggio in parità. Il secondo
tempo trascorre senza marcature ma il terzo tempo si apre
nuovamente con lo Zanica in
vantaggio. Come nella prima
frazione la Valpe pareggia,
questa volta quasi subito con
Marauda e trova la forza di
andare in vantaggio con Bottecchia, più volte a tu per tu
col portiere ospite. Sale il
nervosismo, soprattutto sul
versante bergamasco, ma il
punteggio non cambia più.
Per la Valpe è il quinto successo; 10 punti, 50 reti realizzate e 107 subite. Il penultimo posto in un campionato
dove bastano pochi giocatori
a fare la differenza dice di
ampie possibilità di miglioramento. Ai play off accedono
invece la favorita e capolista
Varese, il Torino, vera sorpresa che dovrà vedersela nei
quarti con l’Appiano ed il
Chiavenna.
CALCIO
IL PINEROLO VINCE 2-0
— Partita tranquilla sotto un
sole primaverile per il Pinerolo domenica impegnato in casa con r Imperia. Il 2-0 è frutto di un dominio costante e
senza grossi rischi per Graziani. A metà primo tempo i
biancoblù vanno in vantaggio
con Pia; su calcio da fermo e
deviazione al volo di Schina,
arriva la seconda rete dopo
pochi minuti della ripresa. La
partita a quel punto è praticamente finita. Domenica prossima trasferta insidiosa a Castelnuovo con la terza in classifica; sarà l’occasione per dimostrare la bontà delle aspettative circa l’accesso ai play
off. Proprio il Castelnuovo ha
imposto un brusco stop (3-0)
alle speranze di rimonta della
Fossanese sempre ultima in
classifica. Sempre più solo il
Cuneo al comando del girone
B di Eccellenza dopo la vittoria per 4-0 sul Savigliano; a
inseguire resta la Novese
mentre il Saluzzo pareggia in
casa per 1-1 col Venaria. In
prima categoria pareggio del
Luserna (1-1 con Ferriera)
mentre il San Secondo espugna Perosa vincendo per 2-1.
PALLAMANO
LA CAPOLISTA TREMA
A PINEROLO — Bella prestazione del 3S Pinerolo nel
campionato di serie B femminile di pallamano; contro il
Coccaglio, capolista indiscusso, le pinerolesi hanno giocato un ottimo primo tempo,
chiudendo sul 9-9. In apertura
di ripresa le ospiti hanno preso il largo amministrando
successivamente l’incontro.
Nell’insieme il 3S ha comunque ben figurato mettendo in
mostra una Cavallaro molto
efficace (7 reti) oltre ad un
gioco di insieme assai valido.
Domenica 16 il 3S sarà impegnato alle 17 nella difficile
trasferta di Mortara.
CORSA CAMPESTRE
BRAVI I GIOVANI DEL
POMARETTO — Ottimi risultati per i giovani del gruppo sportivo Pomaretto ’80 al
campionato italiano Uisp di
corsa campestre disputatosi a
Marina di Massa domenica 9
febbraio. Le gare si sono
svolte in una assolata giornata primaverile, sulla pista erbosa dell’aeroporto turistico
di Cinquale, con le Alpi
Apuane sullo sfondo e a due
passi dal carnevale di Viareggio. Tra gli Esordienti vittoria
di forza, con ampio distacco
sulla seconda in classifica,
per la grintosa Francesca Ferrerò; 5“ la compagna di squadra Monica Ghigo. Tra le Ragazze 2“ Dalila Carlin e 3“ Patrizia Bounous; fra i Ragazzi
2° posto per David Ghigo. In
Il Tribunale di Pinerolo
ha pubblicato, mediante deposito in Cancelleria in data
2.1.97, la sentenza nella procedura promossa da POET Rosa Susanna, elettivamente domiciliata in Pinerolo C.so Piave
n. 36 presso lo studio dell’Aw. Massimo Fossati, accogliendone la domanda e pronunciando il seguente dispositivo:
Il Tribunale, visti gli art. 726 - 731 c.p.c.
a) dichiara la morte presunta di POET Giuseppe Giacomo
(nato a Faetto - ora Ferrerò - il 5.1.1885) alle ore 24 del
30.11.1915;
b) dispone che la presente sentenza sua pubblicata per
estratto sulle Gazzetta Ufficiale della Rupubblica e sui
settimanali L’Eco del Chisone e L’Eco delle Valli Valdesi;
c) manda al Cancelliere di comunicare la presente sentenza
- una volta divenuta eseguibile - all’Uffciale dello Stato
Civile del Comune di Ferrerò per la trascrizione e l’annotazione previste dagli artt. 137 ed 88 R.D. 9.7.1939 n. 1238.
Così deciso in Pinerolo nella camera di consiglio il 2.1.1997.
una prova molto «tirata» Valentina Richard ha ottenuto il
3“ posto fra le Cadette. Nelle
categorie junior e senior i risultati sono stati meno brillanti: Cristiano Micol è giunto T fra gli Júniores, Roberto
Cascone T fra TSeniores; fra
le donne di rilievo il 2° posto
di Elena Breusa che si conferma in assoluto di valore nazionale.
PALLAVOLO
FERME B E C, SPAZIO
AGLI ALLIEVI — Doppio
successo per gli allievi del
3S; nel girone di Eccellenza il
gruppo di Marco Gardiol si
conferma al primo posto vincendo sull’Alti e Mestieri Torino in meno di un’ora. Nei
Ragazzi, girone A nell’ultima
partita della prima fase successo sul S. Anna Pescatori;
la prossima settimana inizieranno i play off; avversari dei
pinerolesi sarà l’Erbaluce di
Caluso. I Ragazzi di Luserna
sono invece stati sconfitti dal
Trisfera Rivalta per 3-1. In
campo femminile, terminato
il girone di qualificazione Juniores, la squadra di Picotto
dovrà incontrare il Tonengo;
le Ragazze invece hanno superato il Perosa per 3-1 in un
derby molto combattuto. Nel
torneo amatoriale maschile
Storello al comando troviamo
sempre il «Morgan punto e».
Piemonte
Contributi
alle Comunità
montane
Nel ’96 le Comunità montane del Piemonte hanno ricevuto dalla Regione circa 25
miliardi di contributi sulla base del fondo per la montagna.
Nel Pinerolese è stata la vai
Pellice a fare la parte del leone. Ecco il prospetto dei contributi regionali: vai Pellice:
fondo regionale per la montagna: £ 966 milioni 318.000;
progetti speciali integrati: £ 1
miliardo 442.000.000; contributi per viabilità, invernale: £
38 milioni 901.000; totale £ 2
miliardi 447.219.000. Valli
Chisone e Germanasca: fondo
regionale per la montagna: £
1.352.407.500; progetti speciali integrati: £ 241.000.000;
contributo per viabilità invernale: £ 57.949.000, totale £
1.651.356.500. Pinerolese pedemontano: fondo regionale
per la montagna: £ 484 milioni 61.500, contributo per viabilità invernale: £ 16 milioni
753.000; totale £ 500 milioni
814.500 di lire.
TENNIS TAVOLO
BENE LA VALPELLICE
— Ancora una buona prestazione per le formazioni della
Polisportiva Valpellice nei
tornei di tennis tavolo. La
squadra A della D2 con il
Carmagnola, dopo essere stata in svantaggio sull’1-3 ha
trovato il modo grazie ad Alberto Picchi e Maurino di
portarsi prima sul 4-4 e poi di
ottenere il punto della vittoria
che consente ai valligiani di
raggiungere la vetta della
classifica.
La squadra B della D2, con
Cesano all’esordio, ottiene a
sua volta una preziosa vittoria
per 5-1 sul Moncalieri. La DI
continua la sua marcia superando l’Enel Torino per 5-1
con Sergio Chiri autore di tre
punti. Ancora una sconfitta
invece per la CI nazionale
che ha perso 1-5 a Verres pur
impensierendo gli avversari.
Nel Gran Prix giovanile domenica 9 febbraio a Moncalieri i valligiani Picchi, Maurino e Cesano si sono fermati
ai sedicesimi.
Nei prossimi turni la squadra B di D2 gioca in settimana a Torino; le altre formazioni saranno tutte impegnate
sabato 15 a Torre Pellice: la
D2 contro il Villar Perosa, la
DI con le Poste B e la CI con
il Crdc di Davide Gay.
Torre Pellice
Musica
da camera
all'Unitrè
L’Unitrè ha assistito, giovedì 30 gennaio alla Casa
valdese di Torre Pellice,
all’esibizione del trio Glinka,
il cui organico è composto da
clarinetto, violoncello e pianoforte; formazione inconsueta per le sonorità timbriche dei diversi strumenti. Il
trio, di recente formazione, è
composto da Elena Bossina al
pianoforte, Antonio Dattellis
al clarinetto e da Marco Fella
al violoncello. Con perfetto
affiatamento e grande musicalità i tre giovani esecutori
hanno suonato il Trio in si
bemolle di Beethoven, il Trio
in la opera 114 di Brahms e il
Trio in mi bemolle op. 43 di
Kreutzer. In un precedente
appuntamento sempre alla
Casa valdese, l’Unitrè aveva
presentato un incontro con il
duo flauto e pianoforte di Michele Mo e Elena Giannuzzo,
nell’interpretazione di musiche classiche europee e caratteristiche del Sud America.
14 febbraio, venerdì —
TORRE PELLICE: Nella
sala consiliare della Comunità montana, alle 20,45, Antonella Comba, orientalista,
per il gruppo di studi Val Lucerna, parlerà su «Introduzione alla meditazione di consapevolezza (vipassana)».
14 febbraio, venerdì —
PEROSA ARGENTINA:
Alle 21, al Centro aperto per
anziani, via Roma 26c, per la
rassegna Cinefórum, proiezione del film «Il palloncino
bianco» di Jafar Panahi, con
cortometraggio di Nanni Moretti. E necessario avere la
tessera di socio dell’associazione culturale Alidada dal
costo di lire 10.000.
14 febbraio, venerdì —
PINEROLO: Al Teatro-incontro, alle 21, va in scena
«Mussolini» di Mario Prosperi, per la regia di Gian Marco
Montesano. Lire 28.000.
15 febbraio, sabato —
PEROSA ARGENTINA; C
Maccari e P. Pugliese presentano alle 21 un concerto per
chitarra; sala Centro anziani.
15 febbraio, sabato — BIBIANA: Alle 21,15 al teatro
parrocchiale, per la I rassegna
di teatro dialettale, va in scena la commedia brillante in
tre atti «Preuva d’amor» testo
e regia di Secondino Tri vero.
Ingressi: interi lire 10.000, ridotto lire 4.000.
15 febbraio, sabato —
TORINO: Il Comune di Luserna San Giovanni invita allo
spettacolo «Il conte di Lussemburgo» con Corrado Abbati per il 42“ Festival dell’operetta, alle 20,45 al teatro
Alfieri. Prenotazioni presso
l’ufficio cultura, tei. 0121954431. Costo, escluso il trasporto, lire 41.000.
18 febbraio, martedì —
TORRE PELLICE: Alle
15,30 alla biblioteca della Casa valdese, per l’Unitrè, concerto di chitarra e pianoforte
con Davide Grasso e Elena
Polizie, che eseguiranno musiche di Rossini, Diabelli,
Beethoven.
19 febbraio, mercoledì —
PINEROLO; Alle 20,45, al
cinema Ritz, per il cinefórum
avrà luogo la proiezione di
«Il manuale del giovane avvelenatore» di B. Ross.
19 febbraio, mercoledì —
TORINO: Il Coordinamento
attività musicali del Pinerolese propone per «Torino in
musica, note in viaggio»
all’auditorium Rai il concerto
del Quartetto Takacs, con
musiche di Schubert. Partenze da Perosa (18,45), Pinasca
(18,50), Villar Perosa (18,
55), Pinerolo (19,10). Per
informazioni rivolgersi alla
biblioteca comunale di Villar
Perosa oppure al signor
Ughetto (tei. 0121-397801).
19 febbraio, mercoledì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
al cinema Trento, l’Associazione pace vai Pellice organizza la proiezione del film
«Berlin-Jerusalem» di Amos
Citai. La serata fa parte di
una rassegna culturale (film,
dibattiti, mostre, video) per
conoscere la situazione palestinese e contribuire ad un
progetto di solidarietà.
20 febbraio, giovedì —
TORRE PELLICE; Alle
15,30 nella biblioteca della
Casa valdese, per l’Unitrè,
conferenza della dottoressa
Franca Debenedetti Loewenthal sul tema «Gli ebrei in
Piemonte. Storia di ieri, realtà
di oggi».
21 febbraio, venerdì —
ANGROGNA: Alla biblioteca comunale, alle 21, proiezione di diapositive e conferenza di Giovanni Peyrot su
«Meraviglie dell’Universo».
)ERVIZI
VALLI
CHISONE < germanasca
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 16 FEBBRAIO
San Germano Chisone: Farmacia Tron , tei. 58787.
Fenestrelle: Farmacia Grippo
- Via Umberto I 1, tei. 83904.
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 16 FEBBRAIO
Bibiana: Farmacia Garella Via Pinerolo 21, tei. 55733.
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Cspedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 13 e venerdì
14, ore 21,15, e domenica 16,
ore 15, Microcosmos, il popolo dell’erba.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma,
giovedì 13, Sono pazzo di
Iris Blond; venerdì 14, ore
21, Palookaville, sabato 15,
ore 21, L’albatross, oltre la
tempesta; da domenica 16
(15, 17, 19, 21) a giovedì 20
Il ciclone; feriali spettacoli
inizio ore 21.
PINEROLO — La muliisala Italia propone alle sala
«2cento», fino al 12 febbraio,
Dragon Heart; feriali 20,20
e 22,20, prefestivi 20,20 e
22.30, festivi 14,30, spettacoli continuati. Alla sala «5cento» è in visione II ciclone; feriali 20 e 22,20, prefestivi 20
e 22,30, festivi 14,30, 16,30,
18.30, 20,20 e 22,20. A seguire Nirvana con Diego
Abatantuono.
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti vari;
tei 0121-40181.
Per la
pubblicità
su
tei. 0121-323422
fax 0121-323831
L'Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Mille, 1 - 10064 Pinerolo
tei. 0121-323422; fax 323831
redazione Torre Pellice
tei, 0121-933290; fax 932409
Sped, in abb, post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa; La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
Ql
prov
La ci
fest
tovagli
addob
gennaii
spira è
tro bai
Emani
Mártir
Gaelle
dalle lo
famigli
me dici
necchi
dal Sigi
«Rallt
nomi s
(Luca L
ra di cu
rievoca
davanti
nuovi c
Dio, è i
e di ver
il Signo
telli, co
sere tei
Dio noi
cammii
di Aron
pensam
si. «Il b
importe
de è un
sei cosi
ancora
ridendi
Elodie,
d’Avorir
cevuto i
La m
lattolic
sfa, ha I
sto far (
scienza,
ero picc
sa, mi Í
partee
nitori,
Cor
TRAì
26 g
sei occa
te impc
comuni
il paste
nuncio
d’Aosta.
messa v
cattolic
ancora i
mente 5
il pastoi
Dome
munità
cevere
dell’Ég
Vallée d
Jérôme
to dalla
ch’ella f
e dai fi
predica
dente di
ha svolt
sia, mei
ha predi
contro fi
no parte
e don V
Parroccl
^ proseg
curatam
cune so
JJrati pe
che ha p
npprofo]
Err
SAN S
dspondi
{*; 5 COI
h esatta
nità si
pianni 1
ha) peri
17
1997 VENERDÌ 14 FEBBRAIO 1997
Vita»Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
SCA
iti va:
81154
AIO
: Far
irippo
904.
1000
1454
itiva:
AIO
ella (3.
Î55
38790
ti va:
TICO
ISO le
NZA
lobili
vari;
11
rolo
31
e
>409
mte
50
I Chiesa metodista di Roma
Il battesimo
Quattro bambini di diverse culture e
provenienze condividono la stessa fede
— Il
proinerdì
:a 16,
1 prs
i Conma,
IO di
, ore
0 15,
re la
:a 16
dì 20
acoli
uiliisaia
jraio,
>0,20
,20 e
taco5cene; fevi 20
6,30,
\ seiego
MIRELLA MANOCCHIO
La chiesa non è vestita a
festa: non ci sono fiori, né
tovaglie ricamate né fastosi
addobbi, ma domenica 19
gennaio l’atmosfera che si respira è di gioia: ci sono quattro bambini (Aron Chiesa,
Emanuele Nadir Varcasia,
Martina Briante e Elodie
Gaelle Grah), accompagnati
dalle loro felici e emozionate
famiglie, che aspettano, come dice il pastore Valdo Benecchi, di essere «schedati
dal Signore».
«Rallegratevi perché i vostri
nomi sono scritti nei cieli»
(Luca 10, 20), ma la schedatura di cui parla il Vangelo non
rievoca tempi cupi. Essa apre
davanti a noi e ai nostri figli i
nuovi orizzonti del Regno di
Dio, è un cammino di amore
e di verità, di comunione con
il Signore, con le sorelle, i fratelli, con tutta l’umanità. Essere testimoni del Regno di
Dio non è cosa facile ma è un
cammino verso cui i genitori
di Aron, Emanuele e Martina
pensano sia giusti addentrarsi. «Il battesimo è una scelta
importante, ma farlo da grande è una decisione solo tua,
sei cosciente e così ti senti
ancora più grande», dice sorridendo l’emozionatissima
Elodie, 14 anni, della Costa
d’Avorio, subito dopo aver ricevuto il battesimo.
La madre Anty, di perire
cattolico e di madre niiS . d
sta, ha pensato che fos «r giu
sto far decidere a lei, con coscienza, la sua fede: «Quando
ero piccola ero molto confusa,mi sentivo tirata da una
parte e deJi'altra dai miei genitori, co::), ilo pensato che
Elodie doveva essere libera di
scegliere». Questa comunque
non è stata l’unica particolarità del culto del 19 gennaio.
Luci e telecamere erano
strategicamente posizionate
per riprendere la nostra «funzione» che è stata trasmessa
in coda all’Angelus del papa
nell’ambito delle manifestazioni promosse per la Settimana di preghiera per l’unità
dei cristiani. Essere presenti
all’interno di un appuntamento religioso di tale portata è certamente importante,
ma può anche ridursi a un
mero esercizio di forma. Vivere le diverse espressioni di fede in comunione è ben altra
cosa, e non basta certamente
l’apparizione una tantum
delle nostre chiese su Raiuno
per rendere reale e concreto
l’ecumenismo. L’accostamento del nostro culto all’Angelus in realtà potrebbe anche essere visto come cornice, rispettosa e ossequiente,
alla grandezza del papato.
È singolare come invece nel
loro «piccolo» i genitori dei
bimbi battezzati siano riusciti
a rendere visibile il significato
della parola ecumenismo.
Ognuno di loro, con la sua
personale storia di evangelico
0 cattolico, di italiano o di
straniero, ci ha resi partecipi
della molteplicità di fedi e di
culture che, più o meno pacificamente, convivono nel nostro paese. Quei bambini restano, così, per noi testimonianza vivente di come sia
possibile e necessaria, nel rispetto reciproco delle persone, la comunanza di differenti espressioni di fede e di cultura in quella che noi speriamo sarà l’umanità futura.
- Ecumenismo in Valle d'Aosta
Conoscenza fraterna
LILIA DURAND
Tra sabato 18 e domenica
26 gennaio ci sono state
■sei occasioni particolarmente import,!uti per la nostra
comunità i. inqicgnative per
il pastore, iii vista dell’annuncio dona Parola in Valle
d’Aosta. Sabato 18, durante la
messa vesf'.crìiii.'i nella chiesa
cattolica di Santo Stefano,
ancora una volta eccezionalmente greti li la, ha predicato
il pastore Ruggero Marchetti.
Domenica 19 la nostra comunità ha avuto la gioia di ricevere la visita dei fratelli
dell’Église Reformée della
Vallée de l’Arve con il pastore
léròme Göttin, accompagnato dalla moglie Bettina, anch’ella pastore a Annemasse,
c dai figli. Vanda Monaja,
predicatore locale e presidente del Consiglio di chiesa,
ha svolto in francese la litur8>a, mentre il pastore Göttin
ha predicato in italiano. L’incontro fraterno, al quale hanto partecipato don Ferruccio
® don Vittorio della vicina
parrocchia di Santo Stefano,
h proseguito con il pranzo ac'^riratamente preparato da alcune sorelle della comunità,
^rati per la bella occasione
*^he ha permesso di iniziare o
approfondire la reciproca co
Errata
. SAN SECONDO — La cort'spondenza dalle chiese del
!',■ 5 conteneva un errore,
t-esatta notizia è: «La comusi rallegra con Sara e
J^ianni Rostan (e non Cornai per la nascita di Fabio.
noscenza, accogliamo con
gioia l’invito a visitare la
chiesa della Vallèe de l’Arve il
9 marzo prossimo.
Gli incontri ecumenici di
lunedì 20 nella chiesa dei frati
cappuccini di Chàtillon e di
mercoledì 22 nella chiesa cattolica di Villeneuve si sono
svolti seguendo la guida della
Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani. Entrambe
le parrocchie ospitavano per
la prima volta la predicazione
di un pastore valdese. Nelle
conversazioni scaturite dagli
incontri è apparso evidente
l’interesse e l'apprezzamento
per la profondità e la chiarezza con la quale è stata resa testimonianza all’attualità della
parola di Cristo.
Venerdì 24, nella predicazione in cattedrale, alla presenza del vescovo, durante la
«veglia di preghiera ecumenica», come è stato definito 1’
incontro nel volantino preparato per l’occasione, è stata
ancora una volta indicata con
vigore la possibilità continuamente valida di riconciliazione con Dio, la necessità della
scelta e dell’impegno personale, la certezza del dono della grazia. Anche domenica 26
è stata una giornata speciale:
mentre a Aosta presiedeva il
culto Vanda Monaja, che con
un messaggio vibrante e intensamente vissuto ci portava a riflettere sulla presenza
dello Spirito Santo nella nostra vita e sul suo intervento
nelle nostre giornate, il pastore Marchetti si recava a
Zurigo dove presiedeva il culto e nel pomeriggio teneva un
corso per i predicatori locali
di quel circuito.
Chiesa valdese di Torino
Musica e preghiera
C’era un po’ di trepidazione tra gli organizzatori del
pomeriggio nel grande tempio di corso Vittorio Emanuele per la nuova iniziativa:
«Musica e preghiera». Non
solo, ma si pensava che la domenica pomeriggio non sarebbe stato il momento migliore. C’è chi va a sciare, chi
va alle valli valdesi per il fine
settimana. E poi i giovani sarebbero venuti? E poi c’è il
problema del parcheggio in
centro, che diventa sempre
più difficile.
Molti se, ma anche per la
formula proposta. Non è un
Johann Sebastian Bach
culto, non è un concerto. Si
trattava di alcune sonate di
Bach, tre letture bibliche, un
commento flash e una preghiera tratta dal bellissimo libro Claudiana Come pregare
di Joerg Zink. Risultato: cento
persone si sono presentate a
questo appuntamento fissato
domenica 26 gennaio. Durata: un ora esatta. Tutto soddisfatti, in coro: è da ripetere. E
lo ripeteremo ogni quarta domenica del mese alle cinque
del pomeriggio. È ovvio che
l’organista deve essere un
professionista: in questo caso
era Massimo De Grandis, titolare del nuovo organo bachiano del tempio (è tra l’al
Perosa
Incontro
ecumenico
LILIANA VIGLIELMO
Nella chiesa dell’Oratorio di Perosa Argentina si
è svolto rincontro ecumenico di preghiera per l’unità dei
cristiani che ha radunato un
buon numero di membri di
chiesa cattolici e valdesi.
La riflessione, su un testo
dia Isaia, è stata presentatao
dal pastore Eric Noffke, con
la grandiosa immagine del
popolo di Dio che si raduna
da ogni parte della terra
quando il Signore lo chiama.
Un popolo senza grandi meriti ma scelto per testimoniare di fronte al resto del mondo che vi è un solo Dio, l’unico che porta la salvezza. Concreto e pratico, invece, il
messaggio di don Gustavo
Bertea, missionario in Brasile, che ha parlato della collaborazione con le chiese protestanti nella regione.
Alla missione di don Bertea
è stata destinata la colletta,
che ha raggiunto le 700.000
lire. Una posizione critica è
stata invece espressa al termine dell’incontro da Danilo
Galliano, cattolico di Perosa,
che ha chiesto che non si facessero soltanto riunioni già
previste dal calendario ma
che si spendesse un po’ di
tempo a esaminare le rispettive posizioni in materia di
fede, che a volte sono causa
di incomprensioni e di attriti.
Si sono infatti avuti in vai
Germanasca dei contrasti dovuti all’usanza di pregare per
i defunti, cattolici o valdesi
che fossero, in occasione della messa di suffragio.
tro organista alla cattedrale
metropolitana di Torino): per
le letture è intervenuto il
«Gruppo liturgia» della comunità, coordinato dal pastore
Platone: suo il commento biblico, che forse era un po’
lungo; la prossima volta sarà
più breve (così ha promesso)
perché non non si tratta di un
culto con molta musica ma di
avere molta musica con alcune essenziali letture bibliche.
È un incontro con te stesso,
con Dio, per ricaricarsi spiritualmente prima di ritornare
nella giungla urbana. E anche
per scoprire Bach, Buxtehude
(il grande ispiratore di Bach)
e per ascoltare in traduzione
dal tedesco i testi di alcune
famose cantate.
Il prossimo incontro si terrà
il 23 febbraio, e sarà presente
anche il soprano Grazia Abbà,
e verranno eseguite musiche
di Bach, Monteverdi, Campra, Couperin e Clérambault.
Un programma un po’ troppo
cattolico? Non importa, siamo ecumenici. La colletta?
Ovviamente per finire di pagare il nuovo organo. Siamo
riusciti a entusiasmare anche
il professor Ferruccio Corsani, ottimo organista, venuto
appositamente da Torre Pellice per ascoltare il nuovo organo Pinchi. Tutto bene?
Neanche per sogno. Siamo
soltanto ai primi passi, nel ritrovare il gusto per la musica
organistica e nel capire la spiritualità musicale della Riforma di grandisssima profondità. Suonando si prega e chi
canta prega due volte, parola
di Agostino. Speriamo che il
virus dell’organo positivo
contagi molti altri e speriamo
di rilanciare così, anche tra le
nostre chiese, una grande primavera musicale, come era
una volta ma questa volta
sarà meglio ancora, perché
almeno gli errori del passato
possiamo non ripeterli.
San Secondo
Esperienze
di dialogo
MONICA FOGLIAME
Venerdì 24 gennaio, nella sala valdese di San Secondo, si è tenuto un incontro ecumenico sui matrimoni
interconfessionali presieduto
dal pastore Vito Gardiol e dal
parroco don Mainerò che, di
fronte a un numeroso pubblico, hanno presentato insieme il «Testo comune per
un indirizzo pastorale dei
matrimoni interconfessionali», approvato dalla Conferenza episcopale italiana e
dal Sinodo valdese.
Successivamente coloro
che assistevano sono stati invitati dal pastore e dal parroco a intervenire per esporre
pareri o rivolgere domande
di chiarimento. Particolarmente sentito è stato l’intervento di una coppia che sta
preparandosi a vivere l’esperienza di un matrimonio interconfessionale. Durante la
discussione è emerso come
soprattutto l’educazione religiosa dei figli che potranno
nascere rappresenti uno scoglio non facilmente superabile: occorre fare una scelta sicuramente difficile per entrambi i coniugi.
È stata senza dubbio un’
occasione di incontro molto
significativa soprattutto perché è stata la prima volta che
a San Secondo membri delle
due comunità, valdese e cattolica, si sono incontrati per
discutere fraternamente, per
mettersi a confronto su un
problema ecumenico quale è
appunto il matrimonio interconfessionale.
Agenda
FIRENZE — «La riconciliazione tra le nazioni e la promozione di forme non violente di
risoluzione dei conflitti» è il tema della conferenza che l’on. Valdo Spini tiene alle ore
18 nella sala Est-Ovest in via dei Ginori 12.
L’incontro è promosso dalle chiese evangeliche fiorentine membri della Fcei in occasione della «Settimana della libertà». Per informazioni tei. 055-2477800.
PALERMO — In occasione del seminario di
studi proposto dal Centro evangelico di cultura Giacomo Bonelli, con il patrocinio delTIrssae Sicilia, «L’Italia in Europa: conoscere il
protestantesimo», il past. Giorgio Bouchard
parla su: «Bibbia e letteratura nel vecchio e
nel nuovo mondo». Gli incontri si tengono alle 17,30 nel
tempio di via Spezio 43. Informazioni al 091-580153.
NAPOLI — Si chiude, nella chiesa luterana
(via Carlo Poerio 5), la mostra sul tema: «Avventura matrimonio. Migranti nuziali di ieri
e oggi», dedicata a donne che hanno lasciato
il loro paese per sposare un uomo di un altro
paese. Per informazioni tei. 081-663207.
GENOVA — Alle ore 17,30, presso la sala
Quadrivium, per il ciclo di incontri organizzato dal Sae sull’Esodo, il pastore Teodoro
Fanlo y Cortés parla sul tema: «L’Esodo nella cultura afroamericana: gli Spiritual». Per
informazioni tei. 010-566694.
CARRARA — Alle ore 17, nella sala di rappresentanza del
Comune, si tiene un incontro sul tema: «Riconciliazione:
dono di Dio e sorgente di vita nuova. Cattolici e protestanti in cammino verso Graz». Partecipano il prof. Paolo Ricca e don Elio Bromuri, docente di Ecumenismo a Assisi.
FIRENZE — In occasione dei tre incontri sul tema «Lo
Spirito Santo», il Centro culturale protestante Pietro Martire Vermigli propone alle ore 17, presso i locali di via
Manzoni 21, la conferenza «Spirito Santo nell’Antico e
Nuovo Testamento». Interviene il pastore Gino Conte.
GENOVA — «Dall’invocazione alla benedizione: la gestualità nel culto» è il titolo
dell’incontro che il Coordinamento ligure
delle chiese battiste e il 5° circuito delle
chiese valdesi e metodiste propongono alle
ore 15,30 nella chiesa battista di via Vernazza 14. Anna Maffei analizzerà la mancanza di partecipazione del nostro corpo, dei movimenti, dei gesti al culto.
Per ulteriori informazioni tei. 010-6451312.
OMEGNA — Con inizio alle 10 (culto) e conclusioni dalle
17, si tiene presso la chiesa metodista una lezione di formazione con relatore il candidato Sergio Manna sul tema:
«Comunione fraterna e impegno sociale». Previsti mo
menti di approfondimento con tecniche di animazione.
SUSA — Il Centro culturale Piero Jahier e il Centro di ri
cerche di cultura alpina (Cerca) propongono alle ore 15
nella chiesa valdese in via Mazzini 21 la presentazione del
volume di Walter Odiardi «Le alte valli di Susa e del Chisone: sulle tracce di un mito storiografico», edito dalla Società generale dell’immagine, Torino, 1997. Presenteranno
il volume il pastore Giorgio Bouchard e il presidente del
Cerca, Luca Patria; sarà presente l’autore.
TRIESTE — «La Riconciliazione di Dio e
dell’uomo nella tradizione islamica» è il titolo
della lezione che Paolo Urizzi tiene, alle
18.30, in via Tigor 24. L’incontro fa parte di
un ciclo di riflessioni sulla riconciliazione in
vista dell’Assemblea di Graz organizzato dal
Gruppo ecumenico di Trieste. Informazioni al 040-303715.
VENEZIA — « I valdesi in Italia e nel mondo e il progetto di
ristrutturazione di Palazzo Cavagnis» è il tema della mostra
che si terrà a Palazzo Cavagnis, Castello 5170, tutti i giorni
ore 14-19 fino al 3 marzo. Informazioni al 041-5286797.
BERGAMO — Per il ciclo di incontri sul tema
«La figura dell’altro nelle religioni non cristiane» proposto dal Centro culturale protestante, alle ore 18 presso il Centro La Porta
in viale Papa Giovanni XXIII, 30 Giampiero
Comolli parlerà su «Il buddismo (e introduzione generale al tema)». Per informazioni tei. 035-238410.
ROMA — «Nel mercato globale navigando verso la terra
promessa» è il titolo dell’incontro per i giovani che si terrà
alle ore 17,45 nell’aula magna della Facoltà valdese di teologia, via Pietro Cossa 40. Partecipano Paolo Naso, Tana
de Zulueta, Domenico Maselli, Ermete Realacci e Michele
Liberato. Alle ore 20 è prevista un’agape fraterna. L’incontro fa parte di un progetto di orientamento promosso dalle chiese battiste, metodiste, valdesi e luterana di Roma.
Per ulteriori informazioni tei. a Lucilla Tron, 06-3204868.
TORINO — «Le confessioni di fede dell’Antico Testamento» è il titolo del seminario che
si terrà nei locali della chiesa valdese in corso Vittorio Emanuele 23, con inizio alle ore
9.30. Introduzione del pastore Michele Senigaglia. Per informazioni al 011-6692838.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal
mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì
della settimana seguente alle ore 8,15 circa.
Domenica 23 febbraio (replica lunedì 3 marzo): «Incontro a Torre Pellice con il presidente della Camera, Luciano Violante, in occasione del 17 febbraio».
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni
prima del venerdì di uscita del settimanale.
18
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 14 FEBBRAIO 199;
ven:
Riforma
Il finanziamento dei partiti
Stefano Sicardi
Come considerare la recente legge n. 2/1997 in tema di
finanziamento dei partiti? Come legittimo esercizio del
potere legislativo o invece come atto contrastante con la
volontà popolare espressa nel referendum del 1993?
Bisogna chiedersi prima di tutto in che rapporto stiano
referendum e potere legislativo delle Camere. In particolare negli ultimi anni si è sostenuto che la volontà referendaria debba prevalere non solo sulla precedente ma anche
(in quanto direttamente proveniente dal popolo) sulla
successiva volontà parlamentare. Ma allora si dovrebbe ricavarne che l’abrogazione referendaria ha valore maggiore dell’abrogazione legislativa, o addirittura sostenere che
quanto abrogato per referendum mai più potrebbe essere
in futuro disciplinato con legge. La Costituzione sceglie
tutt’altra prospettiva, ponendo il referendum sullo stesso
piano della legge. E non dimentichiamoci che la nostra è
una democrazia rappresentativa integrata dalla democrazia diretta e non viceversa.
Bisogna allora concludere, all’opposto, che i risultati del
referendum non vincolano per nulla il legislatore e che, al
limite, dal giorno successivo aH’abrogazione referendaria il
Parlamento potrebbe riapprovare una legge «fotocopia» di
quella abrogata? Anche questo sarebbe troppo, non potendo l’organo rappresentativo del popolo non tenere in alcun
conto l’orientamento appena manifestato dal corpo elettorale. E la stessa Corte Costituzionale sembra pensarlo
quando, proprio nella recentissima ordinanza n. 9/1997
(che ha negato ai comitati promotori la natura di organi
permanenti di garanzia della volontà referendaria, come
già affermato nel 1988), afferma che a essa rimane comunque il controllo suU’«osservanza, da parte del legislatore
stesso, dei limiti relativi al (...) divieto di (...) ripristino della
normativa abrogata dalla volontà popolare» (vedi già in
precedenza le sentenze. 32/1993 e 468/1990). Anche se il
comitato promotore di un tempo ormai non c’è più, anche
se non si può dimenticare la forza di legge propria del referendum, nemmeno qualsiasi successiva mossa del Parlamento può essere ritenuta incondizionatamente legittima.
È stato in proposito sostenuto (Paladin, Giorgis) che, dal
punto di vista temporale, il rispetto della pronuncia referendaria debba comimque essere riferito solo al legislatore in carica al momento in cui si svolge la consultazione. Il
Parlamento nuovamente eletto ben potrebbe ridisciplinare come crede, essendo fornito di una nuova legittimazione elettorale. D’altronde sarebbe inconcepibile vincolare
indefìnitamente lo stesso corpo elettorale (che ben può
cambiare opinione) a una sua passata deliberazione.
Quali conseguenze possiamo trarre da tutto ciò rispetto
alla recente «querelle» sulla reintroduzione del ñnanziamento pubblico dei partiti? Dal punto di vista costituzionale ritengo che l’attuale Parlamento (ben due legislature
si sono succedute dal referendum del 1993) potesse introdurre tale normativa, oltretutto congegnata diversamente
da quella a suo tempo abrogata. Il che non esclude, su un
diverso piano, di nutrire anche forti perplessità sui meccanismi previsti dalla nuova disciplina: dal criterio, in generale, del cosiddetto «quattro per mille», all’assegnazione
«d’autorità», per il 1997, a prescindere cioè da ogni scelta
dei contribuenti, di 160 miliardi da distribuire tra i partiti.
Non si creda peraltro che la politica (non quella dei
corrotti, ma quella che è indispensabile al governo del
paese) costi poco o niente, potendo fondarsi sul volontariato gratuito e sulle offerte dei simpatizzanti. Chi cerca
di convincerci di ciò intende carpire la nostra buona fede. Bisogna in ogni modo frenare la degenerazione partitocratica; ma senza forze politiche in grado di operare
decentemente si consegna la politica ai poteri forti, ai
gruppi di pressione, alle sponsorizzazioni spettacolari e,
più che mai, ai finanziamento occulti. Finanziare responsabilmente e oculatamente la politica (prevedendo
reali controlli, rendiconti e responsabilità) è insomma
una cosa seria e non è un rubar soldi al popolo.
E-Mail: Riforma @ Alpcom.it
Uri: http://www.aipcom.it/riforma
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Fona, 93 - 80137 Napoli-tei. 081/291185-fax 081/291175
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo-tel.0121/323422-fax0121/323831
DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Coreani, Marta D’Auria, Emmanuele Paschetto, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia. Avernino
Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE.'Sfelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
non può essere vtmMa separatamente
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000. Partecipazioni: millimetro/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
il n. 176 del 1 ' gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 5 del 7 febbraio 1997 è stato consegnato per l’inoltro postale all'Ufficio
CMP Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 5 febbraio 1997.
Il testo di un documento presentato a un simposio del Consiglio europeo
Natura e statuto dellembrione umano
Il punto di vista del gruppo di lavoro sulla bioetica della Commissione ecumenici
europea per Chiesa e società che rappresenta protestanti, anglicani e ortodossi
L’a:
zia» d
Lo scopo di questo testo è
di esprimere un punto di vista che possa essere condiviso dalla maggioranza delle
nostre chiese. E la ragione per
cui è necessario iniziare con
alcune osservazioni preliminari sullo statuto di questo
documento.
La pratica abituale da parte
delle nostre chiese consiste
nel permettere e incoraggiare
un dialogo aperto sulle questioni di fede e di morale,
orientato dalla Bibbia e dallo
Spirito Santo. Si tratta di un
approccio diverso da quello
del Magistero nella Chiesa
cattolica romana. La coscienza e la responsabilità individuali sono prese molto sul serio. 11 ruolo delle chiese in
quanto istituzioni è quello di
aiutare i credenti a prendere
le proprie responsabilità nella
vita quotidiana. Il dibattito
morale nelle nostre chiese è
caratterizzato in generale da
una fiducia minore nella «legge naturale» come fondamento certo dell’etica.
Per questo è difficile parlare di una posizione delle
chiese membro dell’Eeccs.
Esiste piuttosto una varietà di
posizioni. Per quanto concerne lo statuto dell’embrione
umano, si trovano generalmente almeno tre tipi di posizioni:
1) un primo tipo è vicino alla posizione del Vaticano. L’
embrione umano, a partire
daH’inizio del suo sviluppo, è
considerato come persona, al
punto da richiedere una protezione assoluta:
2) all’opposto si trova la posizione che assimila l’embrione umano a del tessuto umano, ciò che implica che esso
possa essere utilizzato per la
ricerca (in condizioni più o
meno rigide):
3) fra queste due posizioni
estreme, ce ne sono altre che
cercano di prendere in considerazione lo sviluppo dell’
embrione. In condizioni adatte - mentre la maggior
parte degli embrioni vengono
eliminati in modo naturale a
uno stadio precoce - un embrione può svilupparsi per diventare progressivamente un
essere umano. È questo il
motivo per cui molti richiedono una protezione dell’embrione che aumenti progressivamente nel corso della gravidanza.
Alla luce di quanto detto,
non è di competenza della
Eeccs scegliere l’una o l’altra
di queste posizioni e ancor
meno dire una parola definitiva sul problema. Per questo
la posizione espressa in questo documento non è la posizione ufficiale dell’Eeccs, anche se riteniamo che la maggioranza delle chiese membro possano approvarla. Speriamo che essa possa alimentare il dibattito in corso su
questi problemi delicati e essere d’aiuto per le persone
che lavorano nel campo biomedico.
Per prima cosa affermiamo
che non è possibile praticare
la politica dello struzzo di
fronte allo sviluppo della
scienza e della tecnologia applicate alla procreazione medicalmente assistita. Dei problemi delicati si pongono già
(e continueranno a porsi) per
quanto riguarda ciò che è lecito fare con gli embrioni
umani, come gli embrioni
«soprannumerari» al termine
del periodo di «stoccaggio».
D’altro canto, non bisogna
nemmeno cedere al fatalismo. Il superamento di nuove
frontiere da parte della scienza e della tecnologia è una
delle caratteristiche dell’umanità. Ma questa non è una
La Commissione ecumenica europea per Chiesa e società
(Eeccs) è l’organismo che permette a chiese protestanti, anglicane e ortodosse negli stati membro dell'Unione europea e in altri
paesi europei di intrattenere relazioni con le istituzioni
dell’Unione europea stessa e del Consiglio d’Europa. Il suo
gruppo di lavoro sulla bioetica è composto di specialisti (scienziati, teologi e un purista), in rappresentanza di chiese protestanti europee e di associazioni ecumeniche. L’Italia è rappresentata dalla Eederazione delle chiese evangeliche, nella persona di Anna Rollier, docente di Genetica all’Università di Milano
e membro del Gruppo di lavoro sulla bioetica nominato dalla
Tavola valdese. Il documento che pubblichiamo, «Natura e statuto dell’embrione. Punto di vista dell’Eeccs», è stato presentato
al terzo simposio sulla bioetica (Strasburgo, 15-18 dicembre
1996) promosso dal Consiglio d’Europa sul tema «L’assistenza
medica alla procreazione e la protezione dell’embrione umano»
ragione per dire che siamo
incapaci di fermare il corso
della scienza. Al contrario, la
scienza e la tecnologia fanno
parte di un contesto culturale, sociale e ambientale. Dobbiamo prenderci la responsabilità di decidere in quale direzione l’Europa vuole orientare il proprio sviluppo e ciò
che essa rifiuta. Le motivazioni soggiacenti devono anch’esse essere rese esplicite.
Ogni sviluppo tecnologico,
compresa l’assistenza medica
alla procreazione, deve permettere «di rendere e mantenere umana la vita umana»,
per riprendere un’espressione di P. Lehmann. Questo implica che dobbiamo essere
coscienti che esistono dei limiti morali (nozione di «coscienza del limite») e che occorre farsi carico di determinarli, non solo sul piano individuale, ma anche nelle scelte
politiche. «Si può fare» non
significa «Si deve fare».
Per quanto attiene all’embrione umano e al feto, vogliamo sottolineare che un
essere umano non può essere ridotto al proprio Dna (o
«composizione» genetica).
L’antropologia cristiana non
consente di separare l’aspetto biologico da quello relazionale. Non si può attribuire
un significato ontologico assoluto alla vita biologica in
sé, isolata dalla rete di rela
ziom m CUI essa appare e si
sviluppa. Per questo, se si
parla dell’embrione umano
come di un futuro bambino o
di una persona, bisogna farlo
in un contesto relazionale e
più specificamente un contesto parentale o maritale.
Dal momento che la procreazione assistita può contribuire al benessere e alla felicità di un certo numero di
esseri umani non vi è ragione
di opporsi a priori al suo sviluppo e applicazione. D’altra
parte, un’estrema prudenza è
giustificata dal fatto che questa tecnologia tocca l’origine
stessa della vita umana e la
manipolazione di embrioni
umani. Prima o poi, la ricerca in questo ambito implicherà la ricerca sugli embrioni umani. E questa ricerca è
in relazione con altre sfere
della biomedicina (per esempio la ricerca sul morbo di
Parkinson). Insistiamo sul
fatto che quanto è stato messo a punto per venire in aiuto
alle coppie senza figli non
dovrebbe essere utilizzato
per aprire altri campi di ricerca. In breve, esiste un rischio
di slittamento, il che rende
molto importante la nozione
di «coscienza (politica) del limite» già menzionata.
In questo contesto può essere importante insistere: 1)
sulla responsabilità parentale
che ci si assume creando una
famiglia. La pianificazione familiare, ivi compreso l’utilizzo di contraccettivi, fa parte
di questa responsabilità, tenendo presente anche il problema della crescita della popolazione nel mondo; 2) senza negare la sofferenza dovuta alla mancanza di figli, vorremmo sottolineare che la vita umana può avere un senso
e portare dei frutti anche in
assenza di figli. Questa non è
una posizione meramente
teorica, ma si fonda sull’esperienza pastorale delle nostre chiese. Di più, non esiste
un diritto al figlio oppure un
obbligo ad avere dei figli. Sosteniamo la concezione cristiana secondo la quale i
bambini sono un dono e una
responsabilità. L’accento dovrebbe essere messo sui diritti dei bambini.
D’altra parte con la fecondazione in vitro ci troviamo
di fronte a un nuovo problema, molto complesso dal
punto di vista morale. Gli embrioni detti «soprannumerari» che, per una ragione o per
l’altra, non sono stati impiantati, si trovano in una situazione particolare. Essi vengono posti in maniera artificiale
al di fuori di un contesto parentale. In quanto tali, essi
sono sempre degli embrioni
umani ma, almeno a livello
pratico, non sono né un futuro bambino né una persona
in divenire.
Come detto in precedenza,
considerando il delicato problema morale degli embrioni
soprannumerari, nelle nostre
chiese le opinioni divergono.
Molti chiedono (a se stessi e
agli scienziati) se dobbiamo
lasciarci mettere in una situazione in cui occorra decidere
sull’utilizzo degli embrioni
«soprannumerari». Altri replicano che l’accettazione della
fecondazione in vitro e i rela
tivi sforzi per aumentare j
tasso di successo implicano!
necessità di doversi preoccu
pare del difficile problenj
morale del destino degli enj
brioni «soprannumerari». Co
loro che difendono questo se
condo punto di vista conci«
dono che, nel rispetto di co«
dizioni molto rigide, la ricerc
su questi embrioni potrebh
essere autorizzata (magari so
lamente se collegata alla tera
pia della sterilità).
Considerando la comples
sità della questione e il peri
colo di «slittamento», noi (i
quanto gruppo di lavoro del
l’Eeccs) ci troviamo molto vi
cini al vecchio adagio «in du
biis abstine» (nel dubbio
astieniti). Per alcuni di noi ci
significa che la ricerca sul
l’embrione per ragioni noi
terapeutiche deve essere pro
ibita, mentre altri preferisco
no una posizione di rigidi
«no, salvo che», ciò che signi
fica che la ricerca non è auto
rizzata salvo nel caso che, ei
meno che, il ricercatore po®
fornire ragioni sufficientimente valide per giustificaà
Ciò implica un approccio caso per caso e la conseguenti
necessità di creare un organismo pluridisciplinare che autorizzi e controlli la rice- ca si
base molto larga, e un uuadn
legislativo che indichi chiara possii
mente i limiti in cui tale ricei- hascu
ca può essere compiuta. : desti
Siamo coscienti che le teclt
niche di procreazione assisti^
ta possono condurre allí.
«diagnosi prenatale preinj
pianto» e a possibili modif
cazioni genetiche. Si tratta i
una questione molto delicat
a causa del collegamento coi
l’eugenismo, concetto carico
di implicazioni negative nella
storia occidentale.
D’altra parte occorre di
stinguere qui fra eugenisrni
terapeutico e non terapeuti
co. La possibilità di evita«
malattie gravi e anom ilii
congenite è benvenuta, benché esista una «zona d’om
1 del
chep
te COI
evanj
nostr
conte
nunz
della :
attesa
dei cr
«relig
dicev;
ad ale
raltro
Chiesi
QU£
sabili
quoti!
sciani
consi
(non !
naie c
ria ca
poter
mente
delle 1
non c
rande
lunqu
rizzat
tualei
è oltre
inutile
una ve
cercar
Epp
sì. Qu
locali
Preg
re gl
ghe
L'ei
Da p
bonatc
naie di
bra» fra le due forme di euge>
nismo. La nostra propostai ^
che, almeno agli inizi, fincM
tale «zona d’ombra» non sari
chiarita e non saranno stabi)
lite delle distinzioni nette, k
ricerca e la pratica clinica dovrebbero concentrarsi sui ca?
si terapeutici più evidenti
sulle malattie congenite gravi
che possono mettere in pericolo la vita.
Dobbiamo anche distinguere chiaramente fra desiderare un bambino e deside
rare un bambino «perfetto»
Non solo, ma occorre esseri
coscienti della «tirannia delli
normalità». Esiste il pericoli
che, con le nuove conosce»
ze, le nostre società si metta
no a stabilire diversi gradi 4
salute e, in particolare, a tra
sformare l’assenza di ceti
no mo
ni ecu
che rip
tercot
tutto !
che h;>
e prore
loro sei
Ho s
smo di
ché ho
regioni
iniziati
paria i
i nostr
sa catt
scandi
dei sei
Dio i t
Da poc
grande
cerchi
«difetti» genetici presunti
norma. Di fronte a tale noi *
ma, ogni persona o ogni feti
che presentasse un «difetW g ‘
sarebbe considerato «anol
male», e in un certo sensj
non riconosciuto conti gingf’'
tio pres
lo men
primo J
dal 147
äccrebt
membro a pieno titolo dell*
società umana. Le chiese a»
spicano di rendere il Consiglio d’Europa attento a ta4
rischio, ritenendo che ogri
essere umano possegga u>
valore e una dignità senzt '
eguali in quanto figlio di Dio ^
indipendentemente dalle srf '
capacità o handicap, di nati)' ®
ra genetica o meno.
Speriamo che la nostra pO'
sizione possa contribuire pò
sitivamente aH’elaborazion'
io. che
di Briar
Birre vai
, Da al
Il ^^ssimì
piu rapida possibile di u” questi
protocollo aggiuntivo all' abbiair
Convenzione che riguardi contj-Q
protezione deH’embrioit* glija},-*
umano. Francia
19
úO 199;
ropeo
venerdì 14 FEBBRAIO 1997
PAG. 7 RIFORMA
len/ca
¡ossi
lentarei
plicanol
preoccu
iroblenii
degli en
irari». Co
juesto s(
a concili
to di COI]
la licere
potrebbi
aagari so
alia tera
comples
e il peri
», noi (il
voro del
molto ri
0 «in dii
dubbio
di noi di
e re a sul
ioni noi
isere prò
referisco
di rigidi
;he sìgni
n è auto
D che, ei
□re po®
ficienlistificià
occit! caseguenti
n organis che au
■ice ;ca SI
n cuadril
li chiara
aie ricei;ta.
le le tecit
e assisti^!
irre allf
: preiin
1 modif
tratta <
I delical
ento COI
to carico
tive neEa
orre di
genisrni
irapeuti
i evita«
lom ilif
Ita, bena d omdi eugespostai
li, finch|
non sari
IO stabP
nette, li
nica dosi sui cavidenti
lite gravi
in pen
B Bisogna aprirsi
alla stampa
L’articolo «La buona notizia» di Valdo Benecchi, a pag.
1 del numero 3 del giornale,
che prende spunto dal recente convegno di Ecumene sull
evangelizzazione in questa
nostra Italia cattolica e, nel
contempo, insensibile all’annunzio della Buona novella
della grazia di Dio, oppure in
attesa di un «ritorno all’ovile»
dei cristiani non allineati alla
«religione di stato» (come si
diceva una volta), mi spinge
ad alcune considerazioni, peraltro già espresse a voce alla
Chiesa di Mestre.
Quasi tutti, anche i responsabili di chiese, leggono un
quotidiano nazionale, tralasciando il quotidiano locale
considerato generalmente
(non sempre a torto) il «giornale della servetta» della curia cattolica, sempre ligio al
potere dominante del momento; quindi inaccessibile a
delle minoranze religiose che
non contano, ecc. Considerando poi che la zona, qualunque essa sia, sarà caratterizzata da una religiosità rituale imperante, e che quindi
è oltre che impossibile anche
inutile far giungere per lettera
una voce diversa, si preferisce
cercare notizie altrove.
Eppure, oggi, non è più così. Quotidiani e settimanali
locali si aprono, a volte con
difficoltà, alle diversità presenti nella zona, ed è quindi
possibile, e doveroso, non
trascurare anche questi modesti mezzi di comunica
Preghiamo I lettori cii h';-'
re gli interventi a i.5-20
ghe dattiloscritte. Gra
zione, sia per annunziare le
attività delle chiese o dei
gruppi di lavoro a esse collegati, sia intervenendo con lettere e precisazioni sui vari argomenti religiosi o etici che
vengono affrontati, perseguendo «verità in carità», documentando con la Bibbia o
con altri documenti autorevoli (decisioni sinodali, testi
editi dalle Facoltà di teologia,
ecc.) il proprio punto di vista
o l’esatta informazione.
Come hanno ben sottolineato i giovani della comunità il 2 febbraio, durante il
culto da loro presieduto nella
chiesa valdese a Mestre, se
questa società vuole appiattire le diversità, «aiutiamola a
valorizzarle». Così loro parlavano di evangelizzazione ai
numerosi presenti. Diaconia
e evangelizzazione: oso rispondere all’interrogativo del
past. Benecchi «Come annunziare l’Evangelo a un malato terminale di Aids?». Accogliendolo.
Giovanni L. Giudici
Mestre
L'apostolo
Paolo: ebreo
o cristiano?
Ho letto con attenzione le
meditazioni di Pasquale Castelluccio sulla seconda pagina di Riforma del 17 e del 24
gennaio e troverei strano se
esse non suscitassero alcun
interrogativo o reazione nei
lettori del giornale. Riferendomi qui in particolare a
quella del 24, non mi sembrano del tutto scontate le affermazioni riguardanti l’apostolo Paolo.
Leggo infatti: «Paolo è alla
ricerca della verità come qualunque ebreo (...), è difficile
definirlo cristiano». Più avanti
l’autore considera quasi irrilevante la differenza fra Paolo
e i rabbini del suo tempo, differenza consistente naturalmente nell’identificare o meno il Messia in Gesù. Anzi, a
proposito della cristologia e
della dottrina della salvezza,
accusa la chiesa di «accanimento» della predicazione su
tali argomenti e sostiene
quindi che la causa delle persecuzioni contro gli ebrei sta
nel contenuto del messaggio
evangelico (mentre io sono
convinta che, al contrario, le
persecuzioni sono la conseguenza del tradimento e del
travisamento del messaggio
stesso, a opera di «cosiddetti»
cristiani). Verso la conclusione dell’articolo così vengono
definiti Paolo e Gesù. Paolo:
«Un rabbi riformatore (...) che
discuteva essenzialmente
sull’etica dei profeti di Israele». Gesù: «Un grande ebreo,
anche se rimane discutibile il
suo essere Messia».
Vorrei a questo punto chiarire il mio pensiero: non contesto certamente a nessuno il
diritto di avere e esprimere
sul giornale qualunque opinione (anzi è bene che esse
emergano e sianodiscusse).
Ciò che però non mi sembra
corretto è il fatto che enunciazioni così arditamente
difformi rispetto ai contenuti
delle confessioni di fede che
regolarmente ascoltiamo e
pronunciamo nelle chiese
battiste, metodiste e valdesi,
trovino il loro spazio all’interno della meditazione settimanale (che ritengo assimilabile
al sermone domenicale).
Sono invece perfettamente
d’accordo (si vedano le note
omiletiche nella stessa pagina) che è evidente il legame
tra la fede cristiana e l’ebraismo e che «la nostra salvezza
non può essere separata
dall’elezione di Israele», né
vedo come si potrebbe sostenere il contrario.
Mirella Argentieri Bein
Torre Pellice
»1 Ci hcrive un lettore francese, cattolico praticante
L'ecumenismo non è una parola vana
distili'
Fra desi
I desideerfettoi
e esseri
nia delli
pericoli
noseeJ'
li metti
gradi d
■e, a tra
di ceri
isunti ¡H
ale not
)gni felt
<difetto|
) «anotj
0 sensi
coirli
ilo dell*
liese all'
1 Consi'
IO a tali
he ogi*
3gga U«
à senz*
3 di Dio
lalle sul
di natu
istra pO'
uire po
irazioU*
e di ul
ivo all*
nardi l>
ibrioU*
Da parecchi mesi sono abbonato al vostro bel settimanale di cui stimo molto il contenuto. Benché io sia un
buon cattolico praticante, sono molto aperto alle questioni ecumeniche e a tutto ciò
che riguarda le relazioni interconìeRRionali. Sono del
tutto le agli scambi
che har.'i’.-.: ;.;-.jgo tra cattolici
e prote-y ■ -F qualunque sia la
loro sen,y
Ho sto •' un po’ il valdismo da y s he tempo, poiché ho pr le ferie nella
regione di i ' Léron, Ho così
iniziato a guai dare con simpatia i «poveri di Lione» che
i nostri re e la nostra Chiesa cattolica perseguitarono
scandalosamente nel corso
dei secoli passati. Grazie a
Dio i tempi sono cambiati.
Da poco ho scoperto con mia
grande sorpresa, facendo ricerche genealogiche, che
molte persone, avendo lo
stesso cognome mio, risiedono nelle valli valdesi del Piemonte.
Entrato in contatto con loro
ho saputo che queste famiglie
I^ier, come molti altri di origine francese o savoiarda erano presenti in queste valli per
io meno da cinque secoli: il
primo Jahier censito ci viveva
hai 1471. Il mio interesse si
accrebbe ancora quando seppi che queste famiglie erano
protestanti e valdesi. Pertanto
® probabile, senza che io lo
possa affermare in modo cerio- che mia moglie, di origine
hi Briançon, sia anche di origme valdese.
Da allora dei contatti strettissimi sono stati avviati con
Onesti simpatici «cugini» e
Abbiamo deciso che un incontro internazionale di tutti
|i> Jahier (che sono di più in
tancia, naturalmente) avrà
luogo nel mio piccolo paese
bretone il 2-3 maggio 1997,1
nostri amici italiani hanno
promesso di venire e contiamo su una loro numerosa
partecipazione. Allo scopo di
concretizzare di più e contraddistinguere spiritualmente l’incontro, abbiamo progettato un’assemblea interconfessionale nella nostra
chiesa parrocchiale, con la
partecipazione congiunta di
un prete e di un pastore. Purtroppo non sarà disponibile
un pastore per presiedere la
cerimonia, e sarà dunque un
laico a assumersi questa responsabilità, nella ripartizione equilibrata degli interventi
e delle preghiere.
Ci tenevo a informare di
questo i vostri lettori per dimostrare che l’ecumenismo
non è una parola vana e che
degli atti puntuali di interconfessionalità possono essere organizzati, come avviene
in altri paesi (per esempio in
Germania) tra credenti di diverse confessioni, anche se
questi scambi sono più rari
tra cattolici e protestanti. In
questi stessi giorni però, alla
televisione francese, veniva
trasmessa una messa «ecumenica» con partecipazione
di una pastora. Ma è stato un
po’ frustrante constatare che
il ruolo di questa pastora si
sia ridotto al minimo indispensabile, che lasciasse il
primato al prete cattolico.
Certo rimangono delle questioni di natura teologica. Ma
lasciamo da parte, per il momento, le controversie relative alle rappresentazioni con
immagini di Dio, della Vergine e dei santi, le questioni sul
primato di Roma (del papa),
sull’ordinazione delle donne
e sul celibato dei preti: tutte
cose, secondo me, che non
sono di grande importanza e
non sono tali da impedire
sincere relazioni di amicizia e
l’unità che dovrebbero stabilirsi tra i cristiani, amati discepoli dello stesso Cristo.
Sono questioni di ordine dogmatico e teologico, o anche di
disciplina ecclesiastica, che
un giorno sarà necessario
riformare. Ho recentemente
letto sul vostro giornale (numero del 6 dicembre scorso)
che sono stati raccolti milioni
di firme in parecchi paesi del
mondo per iniziativa del movimento «Noi siamo chiesa»,
che sostiene tra l’altro «le richieste come il celibato opzionale dei sacerdoti, la piena
uguaglianza di uomini e donne nei ministeri nella Chiesa
cattolica».
Dobbiamo fare di tutto perché relazioni di amicizia, di
affetto, di fratellanza, che non
si limitino a semplici dialoghi
ufficiali, si instaurino realmente tra noi. Questo è il
senso, del resto, del documento sui matrimoni interconfessionali che ho visto sul
numero del 31 maggio 1996
confermato da mons. Abiondi, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana e
poi dal Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste. Questa
decisione comune va nel senso di quel vero ecumenismo
tanto sperato dal papa Giovanni )ÓiIII, grande iniziatore
di questo movimento. Si deve
però andare più avanti di
questo argomento. Spero di
vedere personalmente il giorno in cui si realizzerà la vera
intercomunlone tra cattolici e
protestanti, questa unità che
Cristo ci ha ordinato di realizzare: che siano tutti uno.
Bernard Jahier
L’Hermitage (Francia)
it Schierati
con Cristo
Non condivido affatto, non
mi pare giusta la reazione di
chi, poiché non è schierato
sulla stessa «linea» di Riforma,
non lo legge più, smette di abbonarsi. Io sono un fedele lettore e collaboratore del giornale. Non nascondo affatto,
anzi rivelo con compiaciuta
allegrezza di non essere schierato sulla linea di sinistra del
giornale, non ho certezze in
politica, sono protestante e liberale. Ma non posso dire che
Riforma e Eco delle valli abbiano mai censurato, tagliato
un mio articolo; quasi tutto
quello che scrivo mi viene
pubblicato, spesse volte le cose che ho scritto «fuori dal coro» hanno avuto visibile collocazione e rimarcata evidenza.
Perché il nostro è un libero
giornale, di liberi credenti che
hanno un solo Signore. Del
resto, nessuno mi può contestare che quello che scrivo
non sia in linea con la Bibbia,
con la critica teologica protestante, con il rispetto e la tolleranza di chi ha opinioni diverse dalle mie.
Detto questo, poiché si è
aperta una discussione, chiedo che cosa significa per un
evangelico essere schierato.
Non dovremmo noi schierarci
solo con Cristo, con la sua
croce, scandalo e follia? Conciliarci, aprirci agli altri per
amore di Cristo, venire in aiuto di quanti chiedono Sos come singoli e non, velleitariamente, come folla? È pericoloso, a me sembra, che le
chiese si schierino (in politica): questo le fa scivolare talora nell’integralismo. Ottunde,
mi sembra evidente, la testimonianza evangelica, la profezia protestante e anche la
nostra informazione giornalistica. Non siamo più in grado
di informare serenamente, liberamente sui nessi tra la fede e la politica, la società,
l’economia, la giustizia, l’etica
pubblica, i commerci delle indulgenze.
Allorché il 15 maggio 1525,
la giornata più tragica della
Riforma, si schierarono armati in campo a Frankenhausen i principi di Lutero
contro i contadini di Müntzer, da che parte stava la verità delTEvangelo?
Sergio N. Turtulici - Pinerolo
Il moderatore scrive a «La Repubblica»
Le minoranze religiose
in Italia non sono «eresie»
La seguente lettera è stata
inviata alla direzione del
quotidiano «La Repubblica».
Egregio Signor Direttore,
sarà mai possibile, un giorno, che «Repubblica», uno
dei maggiori giornali che
vuole essere anche proposta di nuova e moderna
cultura nel nostro paese,
dia informazioni corrette e
non devienti sulle minoranze religiose in Italia?
Leggo solo oggi un articolo
del vostro Geminello Alvi
su Adriano Olivetti (n. 23
del 28 gennaio), in cui si afferma che Adriano Olivetti
avrebbe succhiato «fin dall’infanzia mistiche, sociali e
no,'e stravaganti eresie» con
riferimento alle «eresie vaidesi» citate poche righe prima. Adriano Olivetti era figlio di Elena Revel, sposata
con Camillo Olivetti. Elena
era valdese, apparteneva alla Chiesa evangelica valdese
e non a una «stravagante
eresia». Elena Revel ha certo influito sull’educazione
del figlio, forse più di altri,
come era suo compito e dovere di madre.
Nel momento in cui l’Italia si appresta a entrare in
Europa (almeno così si spera) non sarebbe male se il
Suo giornale si facesse migliore interprete della cultura europea che è in buona
parte anche cultura protestante. E della cultura protestante fa parte anche la
piccola ma antica Chiesa
evangelica valdese. Oggi
non siamo «eretici» neppure più per la Chiesa cattolica, che ci considera «fratelli
ritrovati»... Coraggio, un po’
di aggiornamento anche in
questo settore non meno
importante delle dispute
sui parametri di Maastricht.
Gianni Rostan
moderatore
della Tavola valdese
XVII Febbraio 1997
Festa della libertà
Riconciliazione: dono di Dio, sorgente di vita
nuova. Una sfida per le chiese e la società
tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II 23, Torino
Sabato 15 febbraio - ore 15,30-18
Intervengono:
Domenico Maselli: pastore, storico e parlamentare
Lidia Maggi: pastora battista
Franco Barbero: comunità di base, Pinerolo
Elena Vigliano: diacono, presidente dell'associazione
«Genti e città»
Saluto del sindaco Valentino Castellani
introduce il past. Giuseppe Platone
Partecipano la corale evangelica diretta da Flavio Gatti,
l'organista Massimo De Grandis, «Le marionette» di Paolo
e Ionia Casanova.
7- Convegno delle opere
Firenze 15-16 marzo 1997
Istituto Gouid - via de' Serragli 49
«Diaconia e stato sociale
un rapporto complesso»
Programma:
Sabato 15 marzo
ore 9:
ore 9,30:
ore 1 1
ore
ore 1 2
11,15:
ore 1 2,30:
ore 15 :
ore 1 5,30
ore 16,30
ore 16,45
ore 1 8,30:
ore 19,30:
studio biblico a cura del post. Eugenio Bernardini
«La strategia del governo italiano rispetto allo stato sociale e il significato delle Onius» o cura di Valdo Spini
pausa
ripresa relazione precedente, domande di chiarimento
«L'esperienza francese» a cura di un inviato della Entraide Protestante
pausa per il pranzo
«La nostra posizione di fronte alle scelte governative:
Onius sì, Onius no - i prò e i contro». Introduzione al
dibattito a cura del dott. Andrea Ribet
gruppi di discussione per settore di attività
pausa
ripresa lavori con sintesi lavoro gruppi e dibattito generale
presentazione del progetto di riordino della diaconia
pausa per la cena. Serata libera
Domenica 16 marzo
ore 9: dibattito sul progetto di riordino
ore 10,45: pausa
ore 1 1 : culto conclusivo a cura del past. Franco Becchino
Fisioterapista diplomato C.T.O.
Esegue
Terapia riabilitativa ortopedica e neurologica
Linfodrenaggio, massaggi rilassanti. Specializzato
in problemi vertebrali (scoliosi, lombalgie, cervicalgie)
Partita IVA. Sedute a domicilio nelle zone di Roma:
S. Paolo, Ostiense, Carbatella, P.zza Navigatori, Poggio Ameno, Fiera di
Roma, Montagnola, Piramide
Renzo Spanu: tei. 0338/7392585, dalle 14 alle 21
RINGRAZIAMENTO
I familiari della cara
Lisa Clot ved. Bertin
di anni 97
commossi e riconoscenti ringraziano tutte le persone che con la
loro presenza hanno voluto essere loro vicino in questo momento
di dolore.
Un ringraziamento particolare
alla dott.ssa Mascagni, alla Croce
Verde di Pinerolo, al personale
medico e paramedico del reparto
Medicina dell’Ospedale Agnelli di
Pinerolo e al pastore Ribet.
Osaco, 30 gennaio 1997
RINGRAZIAMENTO
«La mia grazia ti basta»
Il Corinzi 12, 9
I parenti di
Acaccia Clelia
ved. Pellenco
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al loro
grande dolore.
Un grazie particolare al sacerdote don Armando Girardi, al pastore Enrico Long, alla direzione
e personale tutto della Casa di riposo S. Giuseppe di Torre Pellice
e a tutte le persone che hanno
assistito con dedizione amorevole la cara Clelia.
La Santa Messa di settima sarà celebrata nella chiesa parrocchiale di San Martino, a Torre
Pellice, il giorno 23 febbraio 1997
alle ore 8,30.
Torre Pellice, 6 febbraio 1997
20
PAG. 8 RIFORMA
Villaggio Globale
venerdì 14 FEBBRAIO 1997
Alla scoperta della religiosità del paese del Sol levante
Culto della natura e vitalità della religione
nel paese simbolo della tecnologia avanzata
WILLIAM BONAPACE
UN altro elemento della
realtà religiosa del paese
del Sol levante che balza agli
occhi ad un osservatore occidentale è la localizzazione
dei templi e dei santuari scintoisti e buddisti: sono tutti
immersi in una fitta e rigogliosa area verde. Anche a
Tokyo, città che raggiunge
con la sua periferia 30 milioni
di abitanti, le aree dedicate al
tempio scintoista sono immerse nella natura tra alberi
secolari in cui vivono uccelli
di differenti specie. Questa
situazione non è casuale, così
come il fatto che i centri buddisti più significativi sono caratterizzati da giardini accuratamente tenuti.
Il ruolo della natura
La natura ha infatti un ruolo fondamentale nella religiosità giapponese: lo scintoismo vede nel mondo naturale l’ambito primario della divinità, con la sua energia e la
sua forza, mentre il buddismo, attraverso il giardino e
la sua cura, intende esprimere l’universo tutto, grazie al
quale è possibile concentrarsi nella meditazione.
Ad un osservatore esterno
il culto della natura così radicato può sembrare in contraddizione rispetto allo sviluppo tecnologico e industriale del paese dei giorni
nostri così come al suo passato militarista e imperialista. Eppure non vi è conflitto. Per capire questo punto è
necessario comprendere la
differente concezione della
natura e del compito che
spetta all’uomo nella prospettiva nipponica rispetto a
quella occidentale: lo scintoismo non ha un’etica come
la intendiamo noi, né il senso del peccato, per cui quando parla di natura intende la
dinamicità che essa sprigiona e indica qualunque forza
che sia «superiore» e dotata
di una carica particolarmente rilevante. In questo senso
anche l’imperatore è stato
divinizzato, sia perché ritenuto discendente diretto della ancestrale dea Amatarasu
che per le sue presunte doti
di onnipotenza e forza, e di
conseguenza anche la sua
politica militarista ed espansionistica, con i drammatici
risultati che conosciamo.
Allo stesso modo la società
tecnologica e industriale che
si è venuta formando nel secondo dopoguerra, spesso in
modo scandalosamente in
quinante, non è automaticamente in contraddizione con
il culto naturalistico scintoista, poiché anch’essa esprime la forza e la dinamicità
dell’uomo e del Giappone in
Un tempio shinto in Giappone
particolare. A questo proposito non è raro incontrare un
sacerdote scinto che benedice le nuove auto prodotte
dalla fabbrica della sua città.
La pace interiore
Un discorso diverso è quello sul buddismo che attraverso il rapporto con la natura,
curata e lavorata secondo criteri rigorosi nei giardini, offre
l’occasione per la meditazione. Anche in questo caso
però quella ricerca di purezza
e di pace interiore non ha
sempre corrisposto ad una
armonia con l’universo, ma è
servita come forza interiore
per Tequilibrio psicologico
dei samurai e della loro cultura militare. Tuttora la città
di Kyoto, centro indiscusso
della religiosità giapponese,
ospita intellettuali e formazioni tradizionaliste di estrema destra (anche se attualmente in ribasso). Non si deve comunque pensare che la
religiosità di questo paese sia
una semplice legittimazione
del divenire storico con le sue
contraddizioni, né che la religione sia stata un semplice
strumento nelle mani delle
forze dominanti. Infatti l’attuale sensibilità verso l’ambiente così come la profonda
democratizzazione della società ha modificato molti di
questi aspetti in precedenza ricordati, favorendo una
nuova sensibilità che ha ritrovato proprio nelle radici
religiose del paese la sua vitalità e le forme espressive.
Nei templi scintoisti e buddisti è facile trovare materiale
divulgativo sull’importanza
della difesa della natura e
sulla centralità del mondo
naturale e di un armonioso
rapporto con esso, così come
iniziative per la pace e a favore deH’amblente sono promosse dalle comunità religiose, segno di una preoccupazione e di una riflessione interna vivace e sentita.
Vorremmo in conclusione
soffermarci su di un ultimo
aspetto di estremo interesse
per noi occidentali: la dimensione divinatoria-oracolare.
Questa forma di religiosità è
così lontana dalla nostra al
punto che l’abbiamo relegata
neU’ambito della superstizione o del mondo pagano, eppure è ancora così presente
tra la gente che fruga tra gli
oroscopi alla ricerca di una
risposta alle loro inquietudini
e interpella ambigui maghi di
provincia.
Vitalità della religione
Quando in Giappone si
raggiunge un luogo sacro la
prima cosa che colpisce sono
gli innumerevoli foglietti
bianchi appesi agli alberi o
dove si può. Questi sono brevi sentenze oracolari sul proprio futuro che vengono raccolte a caso dal «fedele» da
grossi contenitori all’ingresso del tempio, e se sono negative nel loro contenuto
possono essere lasciate sul
luogo, appese appunto ad un
albero, per poter essere purificate.
I giapponesi credono molto a questa usanza e sono
sinceramente convinti della
veridicità di ciò che vi è scritto, vivendo con apprensione
il momento della lettura. Anche questi aspetti sembrano
così stridente con la società
tecnologica nella quale vivono, e in parte lo sono, ma sono il segno della vitalità ancora molto forte della religione, del suo peso nella vita dei cittadini di questo affascinante paese per molti versi per noi tutto da scoprire.
Probabilmente a questo punto il discorso rischia di diventare estremamente complesso e richiederebbe il supporto di analisi di spessore diverso; noi abbiamo voluto
solo dare un piccolo assaggio
di un mondo in piena dinamicità, ricco e stimolante,
che sarebbe importante conoscere meglio e, perché no,
...anche un po’ amare.
(2 - fine)
Problemi climatici e problemi politici nel Madagascar
La Grande isola sconvolta da due catastrofi
DARIO TRON
Due catastrofi si sono abbattute sul Madagascar
nell’ultima settimana di gennaio: imprevedibile la prima,
il ciclone Gretelle, evitabile la
seconda, la vittoria dell’ex
presidente-dittatore, Didier
Ratsiraka, nelle elezioni presidenziali.
11 ciclone ha devastato la
zona sud-est del paese, distruggendo campi, case e vie
di comunicazione. Decine di
migliaia le persone senza tetto, alcune decine di morti e
di feriti ed alcune centinaia
di persone disperse: questo il
primo bilancio assolutamente provvisorio del disastro. In
cinque regioni le acque hanno invaso tutte le zone basse
e distrutto il 100% delle coltivazioni. In una situazione del
genere i problemi maggiori
sono: la mancanza di generi
alimentari e di medicinali,
una grave epidemia di dissenterie e le acque infette un
po’ dovunque. Anche i templi della Chiesa di Gesù Cristo in Madagascar (Fjkm) sono totalmente o parzialmente distrutti. Alcune autorità
della Fjkm si sono recate sul
posto per rendersi conto della situazione e per portare alcuni quintali di riso alle famiglie più colpite.
Quanto al presidente Ratsiraka, dopo aver «regnato» per
ben 17 anni (1975-1992) come presidente-dittatore del
Madagascar, si era rifugiato
in Francia ed era rientrato
per il primo turno delle elezioni dello scorso 3 novembre. Il 31 gennaio è stata resa
ufficiale la sua vittoria nel
ballottaggio con Albert Zafy,
ex presidente anche lui, dopo
Ratsiraka e fino al settembre
1996. Per i malgasci si trattava di scegliere il male minore,
ma pare che la storia recente
non abbia loro insegnato
molto; gli effetti disastrosi
della nuova presidenza Ratsiraka non tarderanno a farsi
sentire, anche se più di tanto
l’attuale drammatica situazione non potrà peggiorare.
Francia: la battaglia delle elezioni comunali a Vitrolles
«Non posso credere che la mia città sarà
governata dai fascisti dell'estrema destra^
I»
La campagna per le elezioni
comunali di Vitrolles, vicino a
Marsiglia, è stata surriscaldata.
Presentando la moglie di Bruno
Mégret, braccio destro di JeanMarie Le Pen, alla carica di sindaco, il Fronte Nazionale ha
lanciato una sfida sia alla destra che alla sinistra. L’articolo
di Michèle Girard, della Chiesa
riformata di Francia, scritto
aU’indomani del primo turno, ci
illustra i termini di questa sfida.
MICHELE GIRARD
VITROLLES, 40.000 abitanti, «città nuova» del Sud
della Francia, la mia città.
Con il 35% di giovani, oltre
3.000 disoccupati, il 5,6% di
stranieri, Vitrolles non è né
un inferno né un paradiso,
ma piuttosto una città in cui
ognuno, nonostante le diverse origini, è in cammino per
trovare il proprio posto, attraverso la militanza in associazioni culturali, cultuali, umanitarie, sportive...
In questo momento, si parla di Vitrolles su tutti i giornali, su tutti gli schermi, ovunque. La mia città è invasa,
braccata, denigrata, criticata
ma desiderata. Desiderata da
chi? Il Fronte Nazionale, dopo aver già vinto le elezioni
comunali in tre città vicine
(Tolone, Orange e Marignane) ha fatto a Vitrolles un’a
vanzata in occasione delle ultime elezioni amministrative
di giugno 1995, presentando
Bruno Mégret. Ma le elezioni
sono state annullate per varie
irregolarità e i vitrollesi sono
stati nuovamente chiamati
alle urne i 2 e 9 febbraio scorso. Quest’anno le cose sono
cambiate: Bruno Mégret è
stato dichiarato non eleggibile per aver superato il tetto
delle spese elettorali nel 1995.
Ma che cosa importa! II Fronte Nazionale non si lascia fermare da così poco e presenta
Catherine, la moglie di Mégret, contro il sindaco socialista uscente, Jean-Jacques Anglade, che guida una lista di
unione di sinistra, e contro il
candidato Rpr (neogollista),
Roger Guichard.
Io che sono donna, avrei
tanto voluto votare per una
donna! Ahimè! la Signora Mégret non è la candidata ideale,
candidata di un partito di
estrema destra, moglie del vice di Le Pen. E come se tutto
ciò non bastasse, la signora
Mégret presenta un’immagine femminile molto lontana
dal mio punto di vista: i manifesti elettorali la mostrano
in secondo piano dietro al
suo piccolo marito (nel suo
partito lo chiamano il «piccolo Goebbels», ponendo owiamento l’accento su «picco
lo»), parla solo in sua presenza e, al mercato, cammina
sempre a due passi da lui...
dietro. È proprio penoso. Inoltre, ha rifiutato qualsiasi
dibattito pubblico con i suoi
avversari politici, il che è per
lo meno significativo.
Il 21 gennaio scorso, i rappresentanti delle quattro
principali comunità religiose
di Vitrolles hanno organizzato un incontro di parola e di
preghiera per «risvegliare le
coscienze addormentate»,
denunciando la xenofobia, il
razzismo e l’odio. La serata è
stata introdotta dal pastore
riformato Dollfus con queste
parole: «Arricchiti dalle nostre differenze, che la fede in
Dio ci dia la forza di far fronte
all’intollerabile intolleranza».
Ogni comunità ha poi pregato; eravamo davvero in comunione nell’amore e nella
libertà. Il 9 febbraio non posso credere che i vitrollesi sceglieranno l’estrema destra.
Non posso credere che essi rinunceranno alle numerose
associazioni esistenti nella
mia città, non posso credere
che essi rinunceranno alla loro libertà d’azione e alle loro
diversità. Siamo diventati
senza memoria? È possibile
che, per noi, nazismo e fascismo siano solo parole svuotate della loro storia?
V
E iniziato in Tanzania il processo per il genocidio
Una giornalista inglese davanti al Tribunale
internazionale per i crimini in Ruanda
FLORENCE VINTI
Accade spesso che ci
sfuggano notizie importanti che sono invece riportate dai giornali stranieri. Per
esempio, quanti di noi si sono accorti che il 9 gennaio
scorso è iniziato in un’aula
giudiziaria di Arusha (Nord
Tanzania) il primo processo
di fronte al Tribunale internazionale per i crimini commessi in Ruanda istituito dalle Nazioni Unite?
Una teste importante per
l’accusa è Lindsey Hilsum,
corrispondente diplomatica
per Channel 4 News, servizio
giornalistico del canale indipendente britannico. La Hilsum e una collega erano infatti le uniche corrispondenti
straniere presente a Kigali,
capitale del Ruanda, quando
ebbe inizio il tragico massacro di circa un milione di persone nell’aprile 1994. In un
articolo per The Observer del
19 gennaio la giornalista inglese racconta di come, ancora una volta, ha dovuto rivivere l’orrore di cui fu testimone
quasi tre anni fa, e di cui ha
più volte raccontato e scritto
e aggiunge di non sapere se
«testimoniare» fa parte del
ruolo della reporter ma che
ha voluto, in ogni caso, accettare l’invito dell’Onu a parlare di quello che ha visto perché «è la cosa giusta da fare»
essendo la sua testimonianza
un tassello del mosaico che,
unito agli altri, confermerà
che ciò che avvenne in Ruanda fu un crimine contro l’umanità, con sistematiche ed
estesi attacchi contro civili
inermi per motivi religiosi,
razziali, etnici e politici.
L’imputato di questo primo
processo si chiama Jean-Paul
Akayesu ed è membro del governo locale: l’accusa sostiene che fu lui ad ordinare le
uccisioni della popolazione
tutsi nell’area da lui amministrata. Lindsey Hilsum dice;
«Non so se lui sia colpevole o
no, ma so, senza alcun dubbio, che quello che ho visto fu
un genocidio e che alcune
delle persone che sono chiamate a presentarsi di fronte a
questo tribunale presero parte all’organizzazione di tutto
ciò che è accaduto». Non è
convinta che il processo potrà fare giustizia malgrado il
coraggio di molte persone fra
cui contadini che identificano Akayesu con l’uomo che
diede l’ordine di uccidere.
Questi contadini non sono
mai usciti dal loro paese fino
ad oggi e l’accusa ha provveduto a comprargli vestiti e
scarpe nuove per aiutarli a
sentirsi meno intimiditi in
aula. La loro identità viene tenuta segreta ma nonostante
ciò, secondo la Hilsum, sono
in grave pericolo perché non
sarebbe difficile rintracciar! i
se qualcuno volesse vendicarsi delle loro accuse.
L’Onu inoltre è gravemen
te insoddisfatta del lavoro di
questo tribunale e pare che
stia per pubblicare un rapporto che lo accusa di inefficienza, corruzione e nepotismo. È importante inoltre
non solo ricercare giustizia
per i crimini ma perseguire i
capi del genocidio in Ruanda, che non solo negano di
avervi preso parte ma addirittura che questo sia mai avvenuto. Il minimo che il Tribunale internazionale in
Tanzania deve fare è punire
queste persone colpevoli di
crimini così tremendi.
I
n
ti
n
A
g
P
il
Vi
Zi
il
n
a
si
z,
et
g
ri
n
di
1
Zi
Zi
SI
n
«j
di
ti
ni
si
d.
P>
T.
A
ir,
P>
e
st
di
P>
dt
Vi
m
zi
ni
in
m
se
Io
cc
cc
dt
cì
«1
m
ci
gi
si
qi
se
la
pi
pi
co
la
re
zìi
ve
ui
sii
rii
sa
ca
m
la
de
in
de
11
le
rii
sa
ar
ar
Ruanda; all’indomani del genocidio