1
T
ECO
DELLE mill YáLDESI
BIBLIOTECA VALDESE
10066 TOHHB BEIL ICS
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 111 - Num. ?(>
Una copia Lire 100
ABBONAMENTI ! ^ ^ P®" Tinterno
■ L. 5.000 per l’estero
Sped. in abb. postale - 1 Gruppo bis/70
Cambio di indirizzo Lire 100
TOKRE PELLICK 17 Majigio 1^74
Arrioi.r Vìa Cavour, 1 bis - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33004
Una scelta
di libertà
L’abrogazione della legge sul divorzio non è dunque passata, e con notevole margine. Fra le molte cattive notizie, fra i molti motivi di inquietudine, di scoraggiamento e di tristezza,
ecco una buona notizia, un motivo di
gioia. Ci dispiace sinceramente che
per due quinti degli italiani non sia
tale; eppure essi non sono stati privati di alcun diritto, di alcuna libertà;
è stato soltanto impedito loro di privare altri di un diritto, di una libertà.
Non riusciamo a comprendere come
non Io si sia capito, tanto meno come
non lo abbiano capito tanti cristiani.
Si trattava di una prepotenza, ed è per
onesto che c’è da domandarsi se si è
davvero trattato di una ’battaglia ideale’, com’è stato detto, o almeno se tale
è stata da entrambe le parti. Sostenere una prepotenza, pur con le ’migliori intenzioni’, non può mai diventare
una battaglia ideale.
I risultati saranno analizzati e commentati, anche sulle nostre colonne.
Desideriamo semplicemente fare alcune considerazioni, quali liete, quali
meno.
Anz,itutto si è trattato di una battaglia e di una vittoria che hanno raccolto tutto un vasto fronte libertario.
Dalla Resistenza in lotta, dal plebiscito repubblicano non si era più avuto
uno schieramento che raccogliesse per
una battaglia di libertà, per un modesto ma serio impegno civile comune
uomini e gruppi di formazione, d’impostazione e di programmi tanto vari
e diversi. Al di là di calcoli, resistenze,
argomentazioni di opportunità, attendismi e allineamenti, che a livello di
certi apparati politici non sono mancati, almeno in passato, si è avvertito
in una parte cospicua del corpo elettorale uno slancio non-condizionato,
un’impennata di libertà, una maturità
democratica.
La Democrazia Cristiana ha registrato una netta sconfìtta, sia in assoluto,
sia perché manifestamente una parte
pur modesta dei suoi elettori questa
volta han detto no. Ogni incrinatura
di questo organismo politico dalle molte facce e dalle molte clientele è sempre un fatto positivo per la chiarificazione delle posizioni sulla scena politica italiana. Anche la Chiesa Romana
ha registrato una netta sconfitta: l’italico ’’popolo cattolico” ha mostrato in
buona percentuale di non essere disposto ad accettare ordini di scuderia
della Conferenza Episcopale e del Magistero pontificio. Quali conseguenze
sapranno trarne Tuna e l’altro? In ogni
caso, con rapporto di molti cattolici,
militanti o no nel ’’dissenso”, la pretesa integrista clericale della DC e del
Magistero è stata respinta, e c’è da augurarsi che tale ripulsa rimanga come
una pietra miliare nella nostra storia
nazionale, anche al profilarsi di eventuali compromessi storici.
L’Italia ha fatto una scelta civile,
lina scelta europea: è stata questa la
lieta, quasi stupita constatazione della
stampa internazionale; e se può farci
oiuttosto vergogna il titolo apparso su
un quotidiano francese, « L’Italia sposa il suo secolo» (a metà degli anni
’70!), è pur vero che questa conferma
oopolare di una legge seria e combattuta ci adegua, su questo punto, alla
coscienza europea.
Infine sia permesso dire che è stata
rallegrante la risposta dell’elettorato
valde.se delle Valli, che riteniamo rap
presentativo di quello valdese ed evangelico sparso nella diaspora italiana.
Presentiamo e commentiamo questa
risposta a pag. 6. È buona cosa che,
malgrado le nostre divergenze e lacerazioni interne, sia stata una battaglia
di libertà ad accomunarci.
Tuttavia non possiamo tacere gli
aspetti negativi di questo referendum
Anzitutto, come abbiamo ripetutamente detto, esso non andava richiesto né
fatto, era nella sostanza anticostituzionale, anche se non nella forma. È stato un tentativo di prepotenza civile e,
quel che è peggio, di prepotenza ’’cristiana”.
Questo atteggiamento di prepotenza, voluta o inconscia, è, nonostante
la netta vittoria del « no », tristemente
diffuso. Intere regioni hanno rivelato
una maggioranza antidivorzista, antilibertaria; il Veneto, il Trentino, e tutto il Meridione (con le eccezioni, di misura, della Sicilia e della Sardegna),
Qui la presa clericale è ancora manifestamente pesante.
Nell’insieme del paese, comunque,
due italiani su cinque, due concittadini
su cinque fra quelli che incontriamo e
con i quali viviamo e lavoriamo, hanno votato contro un diritto di libertà.
O per ignoranza, o per superficialità,
o per egoismo, o per indifferenza, o
ner saccente convinzione di conoscere
e pretesa di imporre la via del ’’bene
comune”, o per prepotenza politica,
due italiani su cinque hanno fatto una
sceita antilibertaria. Non c’è da stare
poi tanto allegri e da essere eccessivamente soddisfatti.
L’aspetto che però riteniamo evangelicamente più negativo è che questa
scelta antilibertaria sia stata largamente coperta da motivazioni cristiane. A
prescindere dal fatto che è molto discutibile un legalismo scritturale antidivorzista e che quindi non è corretto
istituire l’equazione Evangelo = rifiutodel-divorzio, in ogni caso chiunque
conosce l’Evangelo della croce sa che
di esso si testimonia e si vive, non lo
si impone, a meno di snaturarlo in un
nuovo farisaismo. Occorre, al di là
delle argomentazioni politiche, guardare alla radice spirituale, teologica
dell’atteggiamento cattolico ufficiale, e
in questo senso ci interessano particolarmente, fra le prese di posizione del
dissenso cattolico, quelle che risultano in qualche modo sensibili a questa
dimensione profonda della questione;
non è sempre il caso.
Grazie a Dio, però, senza o contro
il preteso Magistero, molti cristiani
hanno saputo cogliere, oltre che la loro responsabilità civile, un’occasione
di testimonianza, pur nella diversità
confessionale della loro lettura dello
Evangelo. Sicché dell’Evangelo non si
è solo abusato facendone strumento di
oppressione e dirigismo sulle coscienze, al limite occasione e causa di bestemmia; esso è stato pure indicazione di libertà, perché richiamo alla sola
sovranità di Dio sulle coscienze.
G. C.
Il Ntnillcciiliio In Europa: avanti in retminarcia
Riunito a Vienna il gruppo di lavoro evangelico internazionale sulle questioni interconfessionali, ha
esaminato la situazione del cattolicesimo e del protestantesimo, e i loro rapporti, nei vari paesi europei - Una presa di contatto con il protestantesimo austriaco, forte minoranza che reca le cicatrici
della reazione controriformista
Su invito delle Chiese Evangeliche
d’Austria, ha avuto luogo a Vienna, dal
6 al 9 maggio, l’annuale convegno (l’undicesimo) del gruppo di lavoro evangelico internazionale della « Lega evangelica » (Evangelischer Bund), organismo della chiesa tedesca fondato nel
1886, che si occupa in modo particolare dei rapporti protestantesimo-cattolicesimo, in vista di una più incisiva
presenza evangelica nella società moderna. A questo incontro in cui si dovevano esaminare le situazioni dei diversi paesi rappresentati sulla questione interconfessionale, erano presenti
24 delegati di 11 nazioni europee, accolti nell’ospitale « Casa svizzera » alla periferia viennese.
Le relazioni dei singoli paesi hanno
orientato la discussione per una reciproca migliore conoscenza delle situazioni locali e soltanto verso la fine dell’incontro si è potuto avere una visione globale dei rapporti interconfessionali, soprattutto nel confronto col cattolicesimo. Una buona relazione del
prof. W. Dantine (docente universitario luterano per la dogmatica presso
la facoltà teologica di Vienna) sul
compito riformatore del protestantesimo nel dialogo ecumenico ha evitato
che la discussione venisse assorbita
dall’analisi dei singoli paesi senza che
venisse posto con chiarezza il problema protestantesimo-riforma all’inter
iiiiiiiiiiiiiiiiMiimiiiiiiiiiiimiimiiiiiiiiiiimiiiiiiiiimiMiiiimiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiimiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiMMiiiMiiMiiiiii
TACCUINO AFRICANO
Dlflicglti i\ iKisire la
la uaa liagaa siraalara
lede
Continuo a raccogliere alcune impressioni di un recente soggiorno africano, breve ma intenso, per un incontro di confronto e ricerca convocato
nel Dahomey dal segretariato teologico della Comunità Evangelica di Azione Apostolica (CEVAA).
Nelle otto giornate di lavoro i rappresentanti di quindici Chiese-membro
si sono sforzati di rendere gli altri
partecipi di ciò che in ciascuna di esse si fa, a vari livelli, per l’animazione
o formazione teologica. L’intera vita
delle Chiese è così affiorata, nelle sue
componenti più tormentate e in ricerca, ma anche più dinamiche: si tratta
sempre, infatti, di teologia in diretta
funzione della vita della chiesa e del
suo mandato, si tratta cioè di formazione e aggiornamento di pastori, evangelisti, catechisti, insegnanti, anziani,
responsabili femminili e giovanili, di
membri di chiesa, affinché siano aiutati ad assumere le loro responsabilità
nella chiesa e la loro testimonianza
nella comunità civile.
Come già accennavo, si pone in modo quasi ossessivo il problema della
'identità'. Anche noi cristiani occidentali ce lo poniamo, di fronte ai molti
elementi spuri di cui i secoli hanno incrostato e con cui hanno deformato la
nostra fede e la nostra vita cristiana.
Ma per i cristiani viventi in popoli che
emergono dal periodo coloniale, partecipi della giusta affermazione ’indigena’ ricercata appassionatamente da
questi popoli, diventa lancinante l’interrogativo: come essere pienamente
cristiani (nutriti di un Evangelo che
reca tratti culturali occidentali marcati) e pienamente africani, o malgasci,
o polinesiani, o melanesiani? Naturalmente, alcuni di noi hanno cercato di
ricordare che vocazione e l’identità cristiana implica sempre un estraniamento dall’ambiente, così è stato sempre fin da Abramo e l’essere stranieri
in patria è secondo il Nuovo Testamento la situazione normale del cristiano. L’abbiamo tuttavia fatto a voce sommessa, notando di essere noi
bianchi i primi ad aver bisogno di
questo richiamo. Resta comunque il
problema generale, e quindi anche interno alla chiesa, di popoli che hanno
come lingua di cultura e unitaria una
lingua straniera. Cerchiamo di irnmaginare quale sarebbe la nostra situazione se dovessimo fare i nostri studi.
esprimerci, elaborare una nostra cultura non solo in una lingua straniera,
ma in una lingua totalmente estranea,
espressione di una struttura concettuale, di una mentalità e di una sensibilità profondamente diverse, come ad
esempio quella india nordamericana,
quella zulù, quella cinese. È ben noto
a chiunque si è trovato alle prese con
problemi di traduzione, che non basta
sostituire una parola di una lingua
con un’altra di altra lingua, per “tradurre” il pensiero, la mentalità e la
sensibilità di una gente; e se questo è
già vero anche all’interno di famiglie
etniche e linguistiche, come quelle latine, germaniche, slave etc., quanto più
fra gruppi etnici e linguistici che non
hanno avuto in comune altro che la
coesistenza forzata della colonizzazione.
Naturalmente, non tutto è stato negativo nell’apporto culturale del periodo coloniale. Sono stati dischiusi
orizzonti culturali là dove regnava lo
analfabetismo, in molti casi sono stati
bianchi, sono stati missionari a fissare
per iscritto le lingue indigene; e in
particolare la missione, cosciente della
necessità di radicare l’Evangelo nel popolo, ha curato traduzioni ed edizioni
delle Scritture, e l’evangelizzazione e
la catechesi in lingue indigene L Tuttavia nel complesso la cultura, e anche
la conoscenza biblicai e teologica, è
stata trasmessa in inglese, in francese, in tedesco (quest’ultimo, in buona
parte spazzato e soppiantato dopo la
prima guerra mondiale, con la scomparsa delle colonie tedesche). Pensiamo a che significherebbe per noi esser
costretti a pensare e a pregare in cinese, almeno nel culto pubblico, nella vi
no del protestantesimo stesso, soprattutto in riferimento alle non mai superate divergenze fra luterani e riformati.
La situazione del protestantesimo
austriaco, dei suoi rapporti con la chiesa cattolica, è stata delineata con particolare cura dal vescovo delle Chiese
evangeliche austriache Sakrausky e
dall’Oberk. Fischer; una breve visita
in alcune comunità del Burgenland
(sud-est di, Vienna, ai confini con l’Ungheria) ha lasciato altre impressioni
sulla situazione assai complessa del
protestantesimo austriaco.
Protestatiti in Austria
Vi sono oggi in Austria circa 430 mila evangelici, la maggior parte luterani, 15 mila Riformati, 14 mila Metodisti, 2 mila Battisti, pari al 6% della
popolazione globale.
La storia di queste minoranze è per
certi versi molto simile alla nostra (né
va dimenticato che l’Austria fu uno
dei centri più importanti del valdismo
medievale); la Controriforma ha cancellato in molte regioni la presenza
protestante e soltanto nel 1861 è stato sancito l’editto di tolleranza. Durante il nazismo, nel 1933 in seguito al
concordato del regime autoritario austriaco con la santa sede, i protestanti austriaci passarono dei brutti momenti. La massiccia repressione della
Controriforma ha lasciato dei segni
che ancora oggi è possibile percepire
nelle comunità evangeliche d’Austria.
Non è esagerato parlare di un « complesso di inferiorità » del protestantesimo verso il cattolicesimo, sia sul piano dell’organizzazione ecclesiastica, sia
a livello teologico. I rapporti col cattolicesimo si pongono su di un piano di
estrema prudenza, talvolta di diffidenza (il 50% dei matrimoni sono misti).
Sostanzialmente, diceva il vescovo
Sakrausky, il cattolicesimo ufficiale resta quello della Controriforma: il popolo austriaco è cattolico nell’esteriorità delle manifestazioni (la frequenza
alla messa è dell’l%): pellegrinaggi,
processioni, ecc.
La situazione interna delle chiese
evangeliche è critica, sia per la mancanza di pastori (molte comunità sono senza pastore), sia per la situazione
finanziaria non rosea (notevoli aiuti
da parte del Gustav Adolf Werk e dell’HEKS).
Cattolicesimo
io retromarcia
' La prima evangelizzazione protestante, nel
Dahomey, oltre un secolo fa, fu opera di
evangelisti africani, provenienti dalla Liberia.
Si trattava di antichi schiavi lirerati, ed erano stati i soli che, a quell’epoca, i capi indigeni avevano accettato di accogliere nei loro
territori. Il lavoro di evangelizzazione, svolto
nella lingua gnu, era poi andato perduto,
perché non era stato proseguito salvo in pochi villaggi. Un lavoro analogo, in buona
parte con personale indigeno, è ora condotto
nella regione fon dall’équipe dell’Azione Apostolica Comune; ne parlerò in una prossima
nota.
Gino Conte
(continua a pag. 5)
Dalle relazioni è emerso un fattore
comune: il cattolicesimo europeo è
impegnato in una massiccia manovra
di retromarcia rispetto alle linee tracciate dal Vaticano IL Anche là ove
una collaborazione è possibile e in atto, come in Olanda, è stato notato che
l’episcopato olandese è sempre più
compresso da Roma. Mentre si constata da una parte il crescente numero di preti e professori di teologia che
si sposano e continuano il loro ministero con la massima serietà e competenza, dall’altra la voce di Roma
che li invita ad abbandonare il loro
lavoro cresce di intensità. Se Paolo
VI continuerà a nominare vescovi e
cardinali conservatori nei punti chiave (vedi caso Rotterdam), il braccio di
ferro con Roma sarà sempre più duro.
Un grosso problema è quello della successione del cardinale Alfrink, ormai
divenuto « figura nazionale che si
avvia all’emeritazione, e che potrà determinare gli sviluppi del cattolicesimo olandese e quindi il rapporto costruttivo col protestantesimo oggi ben
avviato.
Ma le note più dolenti nei rapporti
col cattolicesimo arrivano dall’est, soprattutto dalla Polonia, iiì. cui l’ecumenismo è ancora nella fase « pionieristica » e dove questa fase tende ad essere superata il passaggio è a livello
direzionale della chiesa. Le difficoltà
non sono soltanto per i protestanti ma
anche per la chiesa ortodossa che, pur
essendo d’importanza subito dopo
quella cattolica, o forse per questo, ha
avuto duri scontri con il cattolicesimo.
E questo nonostante l’apertura di Paolo VI verso l’est, nonostante le tendenze di apertura del cardinale Bea.
I Polacchi (ed Ungheresi) sono convin
ti che si tratti di una logica conseguenza.
Cattolicesimo in retromarcia quindi, a livello europeo, non solo in Italia. Siamo di fronte ad una nuova fase di restaurazione proprio in un momento in cui i sintomi di sfasamento
sembrano intaccare il blocco cattolico.
L’invito alla compattezza del cattolicesimo e la sua necessità di successo
è un tentativo quasi disperato, ma c’è
pur sempre e ben saldo, il potere, per
riuscire ad imporlo. L’Italia non è
che la prima ed ormai tradizionale
vittima, ma non l’unica.
La breve ma ricca relazione del prof.
Dantine ha confermato pienamente il
contenuto delle esposizioni dei vari
paesi impegnati nel dialogo ecumenico
con il cattolicesimo e, oltre a questo,
messo in luce non poche contraddizioni in seno al protestantesimo stesso.
In Europa si nota una recessione di
posizioni della chiesa cattolica (vedi
casi Kueng, Pfuertner, Franzoni, ecc.),
dal nord al sud, dall’est all’ovest; gruppi fanatici di stampo preconciliare sono sempre più attivi ed ottengono sempre maggior spazio. Questa situazione
generale fa avanzare delle riserve nei
contatti ecumenici: come ci si deve
comportare?
Ritorno alla religione
Nel cattolicesimo odierno c’è una
parola che ricorre sempre più frequentemente: nostalgia. Il richiamo alla
stabilità, all’uomo forte, non è soltanto di stampo economico, anche il cattolicesimo lo vuole, di fronte all’instabilità dell’oggi, alla paura del futuro,
allo shock ecologico. La conseguenza è
un forte ritorno alla religione, e in
questo contesto il discorso morale di
Paolo VI trova nuovo spazio e nuovo
ascolto. Solo una chiesa di ghetto può
essere garante della stabilità, e questo
è il disegno del cattolicesimo odierno.
Il dilemma della politica vaticana è il
dilemma del papa stesso. Mentre da
una parte, verso l'esterno, verso le zone più lontane del globo terrestre è
in gioco l’esistenza del cristianesimo e
si cercano nuove aperture, all’interno i
freni non sembrano più tenere. Mentre
il processo di maturità di molte nazioni sembra inserirsi in un processo
irriversibile (vedi ultimamente il Portogallo), il freno di Roma verso l’interno sembra saltare o comunque logorarsi sempre più. Decisamente la nostalgia non serve per la soluzione dei
problemi.
AH’intemo del protestantesimo occorre pure registrare un « assalto » del
fondamentalismo teologico. Lo si nota in Scandinavia, soprattutto in Svezia, in Germania, particolarmente nel
Wuerttemberg, a livello di grosse personalità teologiche ed ecclesiastiche dirigenziali (Oberkirchenrat); lo si è notato nell’isolamento e nella minimizzazione del Kirchentag tedesco, lo si
vede nelle continue reazioni all’operato
del Consiglio Ecumenico delle (Chiese.
Ma il fatto nuovo è che questa ondata
di fondamentalismo confluisca nel patto con il clericalismo; questo è il « novum » nella storia del protestantesimo.
A livello dogmatico questo fenomeno
è verificabile nel modo con cui viene
affrontato il problema di Dio, il rapporto legge-evangelo, la giustificazione
per fede, l’escatologia, il confronto
chiesa-società, la teologia dei due regni, ecc.
Questo ritorno al fondamentalismo
all’interno del dialogo ecumenico evidenzia una tendenza ecumenica all'interno di un processo antiecumenico:
ecumenismo neH’antiecumenismo!
Dinahzi a questa situazione è chiaro
che la sostanza riformatrice del protestantesimo è duramente intaccata, sia
nel dialogo ecumenico con il cattolicesimo, sia all’interno stesso del protestantesimo.
L’unica possibilità di uscita da questa situazione è quella di ridare contenuto alla riforma della chiesa all’interno del protestantesimo e di portare
questa istanza riformatrice nel dialogo ecumenico. Il « proprium » del protestantesimo resta quello di non avere
una « soluzione globale » da proporre:
ciascuno cerca la sua soluzione, localmente, mentre il cattolicesimo tenta
ancora una volta una prova di forza
imponendo una soluzione globale per
tutti. Ermanno Genre
2
pag. 2
N. 20 — 17 maggio 1974
Leggendo '
il. se^Pi^He '
■“ • -■' . .=*•■*• *»t .:r
Come tutti sanno, il Sermone sul monte (Matt. 5-7) incomincia con la serie delle Beatitudini: nove versetti' la cÀli prinla pa^'^
rola in ciascuno è: beati. ,
Qui soprattutto l’opinione comune è stata ed è ^cora, che
ciascuno s'ingegni per essere quello che iliseguito d’ogni versetto
esprime: poveri in ispirito, piangenti, maiisueii e,hosj via, per ottenere ciò che è promesso poi. w.f' - - ■■■■ '
Invece bisogna intendere il testo come un buon annunzio e
non come un ordine: se sarete, per grazia, poveri in ispirito, entrerete nel Regno dei cieli, e cosi via.
Sul significato delle condizioni indicàtè, le idee hón ¿orio
sempre molto chiare. Incominciamo dal « poveri in, ispirito »,
Molti dicono: «poveri di spirito » ed interpretano: gli scemi,
quelli che non hanno Tintelletto pronto per seguite e mettere in
pratica a loro profitto le regole di questo mondo: ,saràìinò ricònipensati in un altro mondo dei beni che non,hanno saputo godere
in questo, invece, i « poveri in' ispirito » sono semplicemente i
poveri (anzi Luca, nella sua redazione parallela, dice soltanto
così : i poveri).
Nel testo di Matteo, più completo, s'intendono coloro che
pongono il loro interesse molto di là da quello che il mondo, specialmente quello di oggi, mette al vertice delle sue aspirazioni:
il denaro, le ricchezze varie.
Sono oggetto della prima beatitudine quelli che, ricchi o poveri, abbienti o^ non abbienti, si considerano pòveri di quello che
più occorre all uomo: la grazia di Dio; quelli che sanno di non
avere nulla, di non poter conquistare nulla, di dover vivere solo
dell elemosina di Dio.
Lino De Nicola
PAOLO, NERBO DELLA TEOLOGIA CRISTIANA
Professione di paoiinismo
Su «Le Christianisme au XX‘ siède » (2.5.74), in un articolo di Alphonse Maillot, ubiamo letto questa vivace
« professione di paoiinismo » che ci pare interessante riprodurre per i nostri
lettori.
Non possiamo dimenticare che se la
Chiesa antica non ha ritenuto di doversi accontentare degli Evangeli, ma
ha considerato necessario completarli,
inquadrarli con le epistole di Paolo, in
particolare, è stato perché ha intuito
che da soli gli Evangeli erano suscettibili d’interpretazioni errate, al limite
deliranti; che con i soli Evangeli ci si
poteva ritagliare un Cristo su misura.
Erano necessarie le epistole come
sponde che impedissero alla fede cristiana di degenerare in mistica o in
religione. '
Paolo — mi perdoni! — è la sponda
per eccellenza. E chi rifiuta Paolo sa
quel che lo minaccia: la follia o l’annegamento!
Del resto la storia l’ha mostrato:
ogni periodo vivo, ogni ’risveglio’, ogni
volta che l’originalità cristiana è scaturita dalla ganga di religiosità che
costantemente la seppellisce, lo si deve a Paolo, al Nuovo Testamento letto
attraverso Paolo.
Nel IV secolo. Paolo; nel XVI secolo.
Paolo, e dimentico i Jan Hus e John
Wicliff; nel XX secolo. Paolo.
Inversamente, ogni volta che l’apostolo è stato disprezzato o trascurato,
si è avuta una degenerazione della fede, surrogata dal sentimentalismo, dal
pietismo, dall’attivismo, dalle mistiche,
dall’intellettualismo e dalla ’politicità’; in una parola: dalla religiosità.
Ogni volta che si è abbandonato l’apostolo, come nel secolo scorso, per
ritrovare la coscienza universale o lo
Spirito universale, ci è ritrovati fra le
braccia degli dei cananei.
Ma c’è di peggio. A ogni abbandono
di Paolo è ritornata in forza la Legge,
spesso adorna del nome di Morale,
questa Matrona schiacciante quanto
spietata, soffocatrice di ogni libertà,
per imporre a tutti le vere vie del Bene e del Male.
Ecco la vera, perenne attualità di
Paolo: ogni gepérazione, infatti, secerne la propria Legge, genera la propria
Morale, cova IgL propria Religione.
E Paolo ogni volta le denuncia e le
abbatte. Ad esèmpio ha fatto scricchiolare la morale borghese del 1920. Ma,
rassicuriamoci, farà scricchiolare le
nuove morali, il nuovo bene, il nuovo
rnale, gettandovi la Bomba della libertà e della giustificazione per fede soltanto.
Certo, questo ci fa sempre soffrire.
E Paolo farà sempre soffrire! Quando
i nostri codici s’incrinano, quando le
nostre idee vacillano, siamo feriti!
Quando ci accorgiamo che ciò a cui
tenevamo maggiormente, ciò per cui
avremmo dato la vita, si decompone,
ne -diventiamo malati.
Quando scopriamo che i nostri atti,
soprattutto quelli ai quali teniamo
rnaggiormente, non sono in sé giusti,
ci prende la vertigine.
Paolo ci fa scoprire che in fin dei
conti non facciamo mai altro che scegliere, senza criteri esterni e assoluti;
e che quindi potremmo aver torto, ecco qualcosa che fa male. Ma quel male rende liberi. Il Figlio dell’uomo, allora, ci affranca... da noi stessi.
Ed è a causa di Paolo che non potremo mai trasformare il Cristo in
professore di religione, in maestro di
giustizia, in Idea e in Idolo.
Non a caso, del resto, i nostri fratelli israeliti, se sono pronti ad adottare Gesù come Rabbi, se non come
profeta, rimproverano all'apostolo di
avere trasformato questo Rabbi in
Messia e Figlio di Dio. Gli rimproverano di avere inventato « Gesù Cristo
Signore ».
Ma come l’apostolo stesso dice nell’Epistola ai Galati: quand’anche un
angelo venisse ad annunciare un altro
Cristo (Evangelo), sarebbe anatema.
Alphonse Maillot
Fermarsi o proseguire?
«Nell’ultimo giorno, il gran giorno della festa, Gesù, stando in piedi
esclamo: se alcuno ha sete, venga a me e beva... Chi crede in me, come
ha detto la Scrittura, fiumi d acqua viva sgorgheranno dal suo seno ».
(Giovanni 7: 37-38)
Il richiamo: « chi ha sete venga a me e beva » e la promessa: « fiumi d’acqua Viva sgorgheranno dal suo seno » hanno come punto d’appoggio la festa
delle capanne celebrata ogni anno con una gioia particolare e una grande speranza. Questa festa delle capanne è sempre rimasta una festa popolare. Aveva
luogo in autunno, al momento del raccolto. Qgnuno lasciava la sua casa e se
ne andava a vivere qualche giorno in mezzo ai suoi vigneti in piccole capanne
fatte di ramoscelli. Nella città si viveva sotto le tende. Cioè questa era aU’inizio
una festa agraria di gioia, di riconoscenza e di speranza... poi più tardi ha preso
il carattere di una commemorazione della vita nomade, idealizzata e resa attuale. Come segno di gioia, si sventolavano mazzetti di fiori; e soprattutto si
andava ad attingere acqua alla fonte di Siloe per portarla nei calici d’oro sino
al tempio e versarla sull’altare degli olocausti. Perciò, poco a poco, la festa è
divenuta qualche cosa di più di una commemorazione dei fatti del passato resi
attuali, è divenuta un annunzio delle benedizioni promesse per la venuta del
regno, simboleggiate dal fiume dell’acqua della vita. Sono qui anticipate la
gioia e la speranza che Gesù ha compiuto, e, in questa prospettiva, un senso
nuovo è dato a questa festa e all’acqua della fonte di Siloe: Gesù è l’acqua viva.
Lui solo può saziare la sete degli uomini: « chi crede in me non avrà mai sete ».
Altrove la Scrittura dice che Gesù è la roccia alla quale Israele beveva nel deserto (1 Cor. 10: 4), e aggiunge: «mi mistrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che procedeva dal trono di Dio e dell’Agnello » (Apoc. 22: 1).
Gesù è la « roccia dell’ottavo centenario ». Gesù ci invita ad una grande festa di gioia e di speranza. Che ne faremo di quest’invito: una commemorazione
soltanto o qualche cosa di più: un annunzio volto verso l’indomani? Fermarsi
o proseguire? Tocca ad ognuna delle nostre chiese fare una scelta, cioè fermarsi al passato: « Gesù è stato la roccia della chiesa valdese » o fare del passato
il trampolino di lancio per l’avvenire. « Gesù rimane la roccia della chiesa per
l’avvenire ». Fermarsi o proseguire?
G. Paschoud
>prp,
Un numeroso gruppo di persone in
maggioranza giovani,(due suore impegnate néf locale asilé infantile, il parrocò di Coàzze si sonq'imiti, àncora una
volta, alla nostra c^unìtà per lo studio biblico mensile’ sul libro degli At
i ti degli Apostoli.
I Lo studio di Atti 2 e 4, là dove si
parla della nascita e lo sviluppo della
prima comunità cristiana della storia,
ha posto tutti noi'di fronte al tentativo di questa comunità di tradurre nella realtà della vita quei prinncipi di
uguaglianza che, traendo origine dagli
insegnamenti di Gesù, Coinvolgevano
tutte le' relazioni umane; « Non vi era
alcun bisognoso tra loro » — ci è detto —. Cioè, ciascun membro della nuova comunità faceva tutto quanto era
nelle proprie possibilità perché l’altro,
il fratello non venisse a trovarsi in stato di necessità; a ciascuno era garantito il necessario all’esistenza.
In tutto questo processo rivoluzionario di radicale trasformazione di quei
principi socio-economici che ancora
oggi reggono qualsiasi società, vi è un
elementq che ci ha fatto molto riflettere:^ nella misura in cui si scopre la
realtà di Cristo è la validità della sua
parola, si scopre la realtà del prossimo. Quando si scppre l’amore di Dio
per l’uomo, ruoiùp- non. può non amare l’altro, il prossimo.
Come valdesi a Coazze siamo poco
o nulla conosciuti-per quanto concernè i punti fondamentali della nostra
fede. (Juesto stato di fatto, emerso durante i nostri inccHitri, ha aperto un
processo: di chiarificazione della nostra
posinone di fede,,evangelica: questo
costituisce un punto positivo dei nostri incontri. Un altro punto significante — che ci pare però anche il più imDortante — è che anche a noi valdesi
e cattolici, come gruppo di studio biblico, è accaduto che la realtà di Cristo e la validità della sua parola ci
stanno portando verso una conoscenza
reciproca sempre .più profonda non
solo sul piano dellie relazioni umane,
ma anche sul piano della fede e nella
comunione della speranza cristiana.
Ed ancora. Come in quel giorno lontano la scoperta della realtà dell’altro
portò nello stesso tempo alla scoperta
del bisognoso, così oggi ci siamo resi
consapevoli del’esistenza in Coazze di
chi manca di qualcosa, cioè dell’anziano. .
L'anziano — si sa ^ in molti casi
è considerato un emarginato, della società perché ormaitiinutile ed improduttivQi. Le relaàoai': tra .anziani e familiari, da una parte e quelle tra anziani e società dall’altra stanno subendo delle alterazioni profonde ma quasi sempre a danno dei più deboli, gli
anziani. Questo stato di fatto ci ha
portati ad intraprendere. un’azione comune intesa ad appoggiare quanto più
possibile l’iniziativa presa da parte dei
responsabili comunali di avere un istituto cittadino per anziani. Abbiamo
sentito come nostro preciso impegno
prendere posizione in favore di questi
nostri fratelli anziani.
Vorremmo però che questo istituto
avesse, tra le molte altre, due caratteristiche essenziali: laico ed aperto.
Laico, perché deve essere sentito da
parte della popolazione tutta come
un’opera sociale propria, di cui porterà
pienamente la responsabilità morale
e finanziaria; aperto, perché in esso
gli ospiti possano sentirsi ancora parte integrante di quelle famiglie e di
quella società di cui essi stessi sono
stati in qualche maniera gli artefici.
E evidente che queste due caratteristiche mirano ad eliminare, fra gli
altri, il gravissimo male di cui soffrono
quasi tutti gli istituti tradizionali esistenti in Italia. Questi istituti infatti —
malgrado il profondo amore fraterno
che anima il personale direttivo e
quello di servizio di cui abbiamo la
più alta stima — possono essere considerati come le « soffitte » della nostra società, il « deposito » di tutti quegli anziani che non hanno più la possibilità di vivere in famiglia o per mancanza di buona volontà da parte dei
familiari, o per iinp.ossibilità oggettive.
Così «depositati» gli anziani subiscono un profondo trauma psichico che
viene ulteriormenfé aggravato dal fatto che nella stragrande maggioranza
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIiIMIIlllllllllllllllillilllllllllllllllli
IN BREVE
9 Dal Movimento cristiano per la pace si
apprende che nel corso del 1973 una dozzina di pastori della Chiesa evangelica dei
Fratelli Cechi si son visti ritirare l’autorizzazione a esercitare il loro ministero Tre di
loro sono stati accusati di « attività sovversive » (in seguito a perquisizioni sono state
trovate a casa loro pubblicazioni teologiche
straniere); gli altri nove ignorano i motivi
delle sanzioni che li colpiscono. Appartengono tutti al gruppo « Nuovo orientamento »
costituito nel 1960 per sostenere l’impegno
socio-politico del cristiano. La maggior parte
di questi pastori si sono ’’riqualificati” nell’industria o nell'agricoltura (e la loro paga
supera il magro stipendio versato dallo Stato ai pastori).
% Per la prima volta dalla sua fondazione
(1954) la Facoltà di teologia protestante
di Amburgo avrà nel suo corpo docente un
dogmatico cattolico, il domenicano Otto Hermann Presch, che sostituirà il luterano Helmut Thielicke.
di Coazze in ricerca
• 4 . ..
nella città^ il problema di un cèntro per anziani
dei casi ricevono soltanto di tanto in
tanto (leggi: ad intervalli di vari mesi!) uqà semplice visita dei familiari
che vanno a «vedere come stanno»
senza considerare minimamente tutto
il drariima che essi vivono in silenzio.
Sorge prepotente a questo punto la
domanda: come si è giunti a tanto a
Coazze?
I primi contatti che hanno segnato
un nuovo modo di vivere i rapporti
tra valdesi e cattolici risalgono al 1971
quando chiedemmo alla comunità cattolica di avere un libero e fraterno
scambio di pensiero sul probabile ingresso della Chiesa cattolica nel C.E.C.
Negli anni successivi, con alterne vicende, abbiamo continuato a riunirci
in occasione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani nel mese di gennaio di ogni anno. Ma da ottobre dello scorso anno ci riuniamo
una volta al mese per uno scopo ben
preciso ed immediato: lo studio del
libro degli Atti. Il motivo di questa
scelta è chiaro: soltanto alla luce della Parola, attraverso lo studio delle
esperienze della comunità primitiva e
aperti all’azione dello Spirito Santo ci
è possibile fare una riflessione serena
ed evangelica su noi stessi e sulla nostra fede. Certo, non è stato facile per
tutti noi valdesi superare il diffìcile
ostacolo dell’inqualificabile persecuzione subita fino ad alcuni anni fa non
tanto da parte della popolazione quanto piuttosto da parte dei responsabili
della comunità cattolica. Ci pare molto significativo segnalare il fatto che
fu a motivo della esigenza dell’obbedienza all’Evangelo che condusse i primi valdesi di Coazze a rompere con il
passato e con una certa tradizione ecclesiastica, ed è a motivo della stessa
esigenza di obbedienza all’E,vangelo ad
indurli a considerare oggi di nuovo la
propria vocazione nelle relazioni con
quelli della nuova generazione cattolica che hanno accettato il nostro invito
al dialogo e lo sostengono. Si tratta di
porgere la mano fraterna dell’amicizia
cristiana e del rispetto reciproco in
nome dell’Evangelo di Gesù Cristo. E
questo è il segno evidente della nostra
disponibilità per cercare di riflettere
in qualche maniera, nella nostra vita,
l’amore di Cristo che unisce.
A. R.
/ lettori ci scrivono
Cuneo: realtà
di una comunità
che tende a essere
soprattutto evangelica
Cuneo, 28 aprile ’74
Caro Gino Conte,
nel numero 15 de « L’Eco/Luce » è apparso un articolo riguardante la comunità di Cuneo che, a nostro avviso, richiede una precosazione in quanto potrebbe nuocere a quello spirito di amore fraterno che noi sentiamo
di dover vivere con tutti colóro che riconoscono ilei Signor Gesù Cristo, la loro unica
fonte di Salvezza.
Nell’articolo infatti, noi ravvisiamo una
forma di trionfalismo denominazionale che
non è ricercato e che, se ainmesso, sarebbe
una mancanza di amore cristiano nei confronti degli altri nostri fratelli di chiesa.
È nostra impressione che chi ha scritto
quel trafiletto abbia raccolto delle notizie
qua e là, alcune reali altre meno, imbastendo
così liti insieme non del tutto corrispondente.
Riteniamo quindi utile chiarire alcuni
punti : ^
1) Sécondo l’atto costitutivo del 7/1/73
la nostra comunità, formata attualmente da
membri appartenenti a quattro denominazioni più un gruppo di iscritti quali a Evangelici » rimane membro della U.C.E.B.I.
2) Tutti i membri di chiesa sono iscritti, secondo la propria denominazione, quali
eifettìvi alla chiesa evangelica di Cuneo, e
non più quali aderenti alla chiesa Battista
di Cuneo.
3) Il consiglio di chiesa è formato da
membri delle varie denominazioni.
4) Dal gennaio ’73 non abbiamo più un
Pastore incaricato che fa da corrispondente
jastore incaricato che fa da corrispondente
fra rUnione Battista e la nostra comunità, il
consiglio di chiesa quale espressione dell’assemblea, ha accettato l’incarico di coordinamento di tutte le attività riguardanti la vita
della nostra comunità.
5) La comunità si è impegnata, di fronte alle altre chiese a garantire la predicazione, la cura d’anime e quant’altro concerna
l’opera di testimonianza nella nostra città.
In questa nostra impostazione abbiamo
finora trovato appoggio e comprensione presso l’UCEBI innanzitutto e presso le altre
chiese, per cui saltuariamente abbiamo la
presenza di pastori battisti, valdesi, delle Assemblee di Dio, della chiesa dei Fratelli ed
inoltre, membri della nostra comunità sono
anch’essi chiamati alla predicazione.
Questa nostra impostazione di vita comunitaria accresce le nostre responsabilità ma
è anche di stimolo per un impegno cristiano
più solerte. Noi riteniamo che l’eventuale
pensiero, da parte delle chiese ufficiali di etichettarci secondo una sola denominazione sarebbe un grossolano errore, in contrasto con
i tempi, con l’esperienza fin qui vissuta dalla
nostra comunità e forse anche in contrasto
con la parola di Dio.
Daltraparte la nostra scelta non è stata
quella di costruire un sincretismo denominazionale cuneese, cioè un’altra chiesa frà le
chiese evangeliche, ma di essere riconosciuti
quali elementi esìstenti, come in effetti siamo, perché viviamo nella nostra totale integrità, e solo in questo senso va intesa la richiesta di Vierìng.
La vera unione della nostra chiesa, fra i
vari gruppi che la compongono, ha il suo
fondamento nel confessare a Dio i nostri peccati, poiché quelli ci accomunano di fronte
alla vita, alla morte ed alla Risurrezione del
Suo Figliuolo : ed allora le valli e le città
del cuneese, svuotate della presenza evangelica, non saranno più oggetto di pena ma di
incitamento per un’opera da riprendere insieme. Che Dio ci aiuti.
Fraternamente
Roberto Romu.*??!
Trento cattolica
Roma, 3 maggio ’74
Caro direttore,
ho letto con interesse il resoconto critico,
né polemico né anlipolemìco, che Florestana
Sfredda Piccoli ha fatto (Eco-Luce 19. IV) ad
integrazione e correzione dei commenti, invero lacunosi ed improvvisati che, sull’evento
(( ecumenico » nella cattedrale di Trento, erano precedentemente apparsi sul nostro periodico. La ringrazio quindi e per le notizie e
per il modo con cui ce le ha riferite essendo stata presente al fatto.
Ma, proprio valutando tutto quello che
lei ha voluto giustamente farci conoscere su
questo incontro in cattedrale, debbo dichiarare apertamente che queste cose non mi
piacciono. Riprovo infatti l’ecumenismo della
confusione e della facciata, mentre approvo
e promuovo quello della chiarezza dove al
pane si dice pane e companatico al resto; e
quel companatico che non sia la Parola del
Signore, io, come resto lo lascio a chi vuole
raccoglierlo. Se l’uomo invero non vive di
solo pane, la Parola del Signore colma ogni
lacuna, ma tale compito non può mai e poi
mai essere assolto dalle presunte immagini o
rappresentazioni del Signore idolatriche per
non dir blasfeme. Mentre è appunto a queste
immagini che, volere o no, a Trento si è
resa testimonianza con quella cerimonia, non
solo « momento » discutibile assai del cosidetto (( pellegrinaggio al crocifìsso della cattedrale ». Cerimonia questa con la quale anche chi non ha voluto che cosi fosse, per il
sol fatto di avervi partecipato, ha resa una
testimonianza di inganno per la massa popolare incolta e presente. In quanto non solo
il (( crocifisso della cattedrale » non ha visto nulla dì quanto accadde tanti secoli fa
ed avveniva in quel momento, perché le statue non vedono; ma il popolo non ha ricevuto dai protestanti presenti l’annuncio che il
Signore vede e sa; e giudica e perdona. Né
ha udito che Egli vuole quindi essere adorato in spirito e verità e non per l’intermediario di un simulacro per rinomato che sia.
Quanto allo Spirito, per certo egli soffia
dove vuole, per cui nessuno può legittimamente anche solo pensare di ritenersi in possesso dello scontrino del suo avvenuto ingresso nella cattedrale di Trento in quella
circostanza. Se c’era o non c’era lo sa solo
Lui. Ma la descrizione di quanto avvenuto
mi lascia però l’impressione che sotto questo profilo la culla della Controriforma sia
ancora una terra irredenta.
Giorgio Peyrot
Attribuzioni
dei consigli di chiesa
Ferrerò, 14 maggio 1974
Sono debitore di alcune precisazioni dopo
la lettera « Bandiere » di Nino Rostagno pubblicata sull’Eco-Luce del 10 maggio u. s. in
risposta a un mio articolo sull’esclusione dei
gagliardetti in occasione dei funerali. Non
entro più nel merito del fatto accaduto a Maniglia per non prolungare le polemiche dopo
le recenti infelici esperienze sulla lunghezza
di certe botte e risposte.
Non si può lasciare senza chiarimenti, invece, la questione di principio contestata da
Nino Rostagno che si riduce in sostanza a
questo : un concistoro può deliberare per la
sua comunità nelle ' materie stabilite dall’art.
47 dei nostri Regolamenti, ma più concistori riuniti non possono farlo per le rispettive
comunità, perché né questo né altro articolo
del regolamento prevedono riunioni di concistori. Questo secondo Nino Rostagno.
In realtà l’articolo 47 non prevede, ma
neanche e.sclude questa possibilità di riunioni.
Certamente occorrerà che nelle deliberazioni
si abbia la maggioranza di ogni concistoro e
non solo dei membri della 'riunione presa nel
suo insieme. Ma in questo caso nulla vieta
che per questioni comuni più concistori si
riuniscano insieme e la prassi si va sempre
più estendendo. Questo è inevitabile là dove
un solo pastore ha la cura di più comunità e
è risultato produttivo ed utile anche in molti
altri casi. Fin dal 1963 il Sinodo, col suo atto n. 12 invitava le Commissioni Distrettuali
a promuovere « riunioni di più Consigli di
Chiesa » nei centri di pianura e delle grandi
città per far meglio fronte agli « impegni di
predicazione, di cura d’anime e di evangelizzazione » e vari sinodi successivi hanno ipotizzato variamente la realtà del « presbiterio » che è praticamente la stessa cosa (V. Sinodo del 1966, Atti, art. 38; Sinodo 1969,
Atti, art. 21). Mai si è considerata questa
ipotesi come una deroga ai regolamenti. Il
miglior interprete di questi è il sinodo che
li ha approvati.
Claudio Tron
3
pag. 3
UN DOCUMENTO CATTOLICO SULLA SOSPENSIONE
« A DIVINIS » DI DON FRANZONI
Sacrificato solo sull’altare della politica?
FESTE DI CANTO DELLE SCUOLE DOMENICALI
A Praiiioilo anche f ble cantava
Un folto gruppo di preti e laici cattolici, appartenenti a diverse comunità
ecclesiali piemontesi, riuniti a Torino
il 28 aprile scorso nella sede de « Il
Foglio », hanno ampiamente discusso
il noto.^^ovvedimento di sospensione
"a divinis” preso dal superiore dell’ordine benedettino a carico di don Giovanni Franzoni, reo di aver preso pubblicamente posizione a favore del «no»
nel referendum sul divorzio. Al termine del dibattito è stato votato un documento. ora pubblicato sul n. 31 de
« Il Foglio » uscito in questi giorni.
Il documento deplora anzitutto che
l’emarginazione di Franzoni sia avvenuta quando la campagna per il referendum stava entrando nella sua fase
cruciale. « Questa scelta di tempo —
si legge nella dichiarazione — ripropone una immagine preconcilhre della chiesa, che pone al servizio u’1 potere e della politica discutibili strumenti di disciplina ecclesiastica ». Il
provvedimento contro don Franzoni è
dichiarato « ingiusto » non solo per il
momento in cui è avvenuto ma per la
sua natura stessa. Esso infatti costituisce « una rovinosa controtestimonianza nei confronti degli stessi valori
di comunione che si vorrebbero salvare » in quanto « colpisce alla radice il
principio fondamentale della libertà
di coscienza »; inoltre, se si pensa alle
scelte comniute personalmente e nei
suoi scritti da don Franzoni, la sua
sospensione non può che « allargare
maggiormente la spaccatura tra la
'chiesa del potere e il mondo dei poveri ». Il documento rivolge poi un invito a tutti « a continuare a sostenere il
movimento di liberazione nella chiesa
italiana nonostante la reazione antù
conciliare in atto », prosegue con un
appello all’episcopato («ci appelliamo
ai nostri vescovi... ») tra l’altro a « rilanciare concretamente nella chiesa la
libertà di coscienza ed espressione » e
termina con una dichiarazione di impegno da parte dei firmatari « a portare avanti, nell’azione e nella riflessione^
i valori emersi nella chiesa particolarmente in questi ultimi episodi, già largamente sentiti ed operanti in un'ampia area del cattolicesimo italiano, ma
ora nuovamente negati nei fatti ».
Si tratta, come si vede, di un bel documento, che ancora una volta attesta
l’emergere di una nuova coscienza cristiana in settori più o meno consistenti ma comunque significativi del cattolicesimo italiano. E un fatto nuovo,
importante sotto ogni profilo, evangelico ed ecumenico. In particolare non
può sfuggire — e non può non rallegrare — l'insistenza sulla libertà di
coscienza, dichiarata « indispensabile
per un'autentica comunione ecclesiale».
Si sa che la libertà di coscienza è stato
uno dei grandi temi del protestantesimo liberale e resta un valore irrinunciabile anche nel nostro tempo. E consolante vederlo difeso con tanta decisione da un gruppo ragguardevole di
cattolici. Il cattolicesimo gerarchico
ha sempre avversato la libertà di coscienza (e di culto), che ancora Gregorio XVI considerava « un delirio ». Il
Vaticano II, invece, ha affermato che
« in materia religiosa nessuno dev'essere forzato ad agire contro la sua
coscienza né dev’essere impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità
ad essa »; questo però vale per la società civile: è lo Stato che, secondo il
Concilio, non ha il diritto di forzare
la coscienza di un credente, con imposizioni o divieti di sorta. La chiesa
(cattolica) invece questo diritto ce l’ha
o meglio se lo prende. Il Concilio, in
effetti, non ha detto che la libertà di
coscienza, rivendicata nell’ambito della società civile, abbia diritto di cittadinanza anche nella chiesa cattolica.
Qui semmai ci sarà posto, secondo la
irerarchia, per la libertà della retta coscienza. Che è cosa un po’ diversa dalla libertà di coscienza.
Nella Germania occidentale
e nella Svizzera
Alcoolismo, droga
e fumo in aumento
($epd) Almeno seicentomila abitanti della
Bepubblica federale di Germania, circa l’l%
della popolazione, .sono alcoolizzati. Fra il
1961 e il 1972 le spese annuali per bevande
alcooliche sono raddoppiate, salendo da 14 a
28 miliardi di marchi (circa settemila miliardi di lire): le spese a testa sono salite da 250
a 460 marchi.
Analoga la situazione svizzera. Circa il 2%
della popolazione, 130.000 persone, sono gravemente alcoolizzate. Lo 0,2% .sono drogate.
Negli ultimi vent’anni il consumo alcoolico è
salito del 31%. Nel 1972 ogni svizzero, dal
neonato alla nonna, ha inghiottito 10,83 litri
di alcool puro. Non meno del 43,5% del
totale dei ritiri di patente di guida hanno .avuto come motivazione l’ubriachezza.
Il consumo di sigarette della popolazione
elvetica è stato nel 1966 di 2.330 sigarette a
lesta, nel 1971 era salito a 4.375. Negli ultimi
quarant’anni i decessi per cancro ai polmoni
sono più che decuplicati per gli uomini, quintuplicati per le donne. Il massiccio aumento
è anzitutto dovuto all’aumento del fumo, perché nel medesimo periodo l’aumento totale di
decessi per cancro è stato ’’solo” del 96% per
gli uomini e del 62% per le donne.
Ma torniamo al documento. Esso ci
sembra contenga una sola lacuna, e
cioè la mancata segnalazione del ruolo
decisivo del fattore gerarchico in tutta
la vicenda. « Franzoni sacrificato sull’altare della politica » è il titolo dato
al documento. Ci chiediamo: sacrificato solo sull’altare della politica? E indubbio che Franzoni sia stato vittima
della politica filodemocristiana, conservatrice e reazionaria, promossa e sostenuta (tranne qualche eccezione) dalla gerarchia cattolica, in occasione del
referendum e in molte altre. Ma oltre
che di una certa politica, Franzoni è
stato vittima dell’apparato gerarchico
cattolico. Il grande nemico della libertà di coscienza, più ancora che la politica reazionaria dell’episcopato, è il
principio gerarchico stesso. E questo
principio che si deve scalzare se si
vuole assicurare l'esercizio effettivo
della libertà di coscienza nella chiesa.
E la struttura gerarchica che si deve
smantellare e sostituire con una struttura assembleare e fraterna se si vuol
fare della chiesa un vero spazio di libertà umana e cristiana
Perciò, a nostro avviso, il documento non doveva appellarsi ai vescovi
ma ai laici, non alla gerarchia ma alla
comunità. E ai laici, alla comunità, e
non ai vescovi, che ci si deve appellare
se si vuole realmente « rilanciare concretamente nella chiesa la libertà di
coscienza e di espressione ».
Pramollo ci ha accolli con una magnifica
giornata di sole in occasione della Festa di
canto delle Scuole Domenicali della Val Chisone.
Erano presenti le Scuole Domenicali di S.
Secondo, Villar Perosa, Pramollo e San Germano. Assenti inveee i ragazzi di Pomaretto
e di Prarostino. Ci siamo rallegrati, d’altra
parte, di vedere un bel gruppo di ragazzi della Val Germanasca, che hanno portato un
buon contributo alla giornata di canto. In
tutto erano presenti circa 230 bambini e 150
adulti, genitori, monitori, pastori ecc. Era
bello vedere il tempio di Pramollo pieno
di questa folla festosa, alla quale il pastore
Teofilo Pons ha dato il benvenuto a nome
della comunità ospitante.
La Signora Rivoira ha diretto i canti d’insieme ed ha ricordato che la Commissione del
Canto Sacro desidera vivamente che tutti
coUaborino alla ricerca di inni adatti ai nostri ragazzi, sottolineando tuttavia molto giu
Paolo Ricca
nilll!IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMII|l|IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIi;illlllllllllllllllllllllllllllllllllllll|llll!IIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIillllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll!IIIIIMIIIi;illlllllllllllllllllllll
SABATO 4 MAGGIO, A VISP,
SINODO DELLA CHIESA RIFORMATA DEL VALLESE
Una Piccola minoranza protestante alle prese
con il problema del rapporti Stato-Chiesa
È ormai consuetudine stabilita che
11 Pastore di Aosta partecipi ai Sinodi
della Chiesa Riformata del vicino Cantone Svizzero del Vailese, perché, oltre diverse altre ragioni di comurdone
di fede, la Comunità di Aosta la parte con Martigny (Svizzera) e Chamonix (Francia) del « triangle de l’amitié évangélique », tre comunità che
gravitano attorno alla catena del Monte Bianco.
È con piacere che ho partecipato,
sabato 4 maggio, al Sinodo della Chiesa di questo cantone, tenutosi a Visp
e che ha riunito una cinquantina di
Pastori e delegati, rappresentanti le
12 parrocchie che compongono quella
Chiesa minoritaria nel cantone a maggioranza cattolico. Ho recato il saluto
della Chiesa Valdese e letto il messasfgio che il nostro Sinodo ha indirizzato alle Chiese della Riforma in occasione dell’S” centenario del movimento valdese. Ricorre quest’anno il
23° anniversario della costituzione
della Chiesa Riformata del Valiese; è
stato perciò significativo che la nostra
Chiesa (che può considerarsi la più
antica comunità orotestante) e quella
del Valiese (che è forse la più giovane chiesa evangelica in Europa) si siano ritrovate riunite idealmente per ricordare l’inizio del rispettivo cammino.
Il Cantón Valiese è stato, per secoli, a grande maggioranza, cattolico.
Dal principio del secolo, a causa della lenta ma progressiva, industrializzazione della zona e dell’incremento del
fiusso turistico, molte famiglie, provenienti dai cantoni protestanti (Ginevra, Vaud, Berna, Zurigo, ecc.) si sono stabilite in questa regione costituendo cospicui gruppi sino a formare vere e proprie comunità. Ad un certo momento, questa « diaspora » protestante decise di costituirsi in chiesa
cantonale autonoma.
* * *
I lavori sinodali si sono svolti presso la bella chiesetta di Visp, aperti con
un culto bilingue (tedesco e francese),
l’appello dei membri del sinodo e la
lettura della breve « confessione di fede » ascoltata in piedi con grande rispetto.
II « rapporto » presentato dal Consiglio Sinodale (corrispondente alla nostra Tavola Valdese) consisteva in
una ventina di pagine ciclostilate. Abbiamo notato la grande sobrietà con
cui i fratelli svizzeri redigono i loro
« rapporti ». Oltre tutto realizzano un
notevole risparmio finanziario. Mi domandavo se il « rapporto al Venerabile Sinodo Valdese sedente in Torre
Penice » (divenuto ormai un grosso
volume stampato) non potrebbe essere radicalmente ridimensionato anche
e soprattutto nella sua veste editoriale ! ! ! Da noi tutti vogliono dire la loro
(dalla Tavola, alle varie commissioni
e sottocommissioni)... dire tutto... quello che si è fatto, quello che non si è
fatto, quello che si sarebbe potuto fare. quello che non si è voluto fare. E
ciò, spesso, con una prolissità discorsiva impressionante. Perché non prendere esempio dalla piccola Chiesa del
Valiese. Si parla molto, oggi da noi,
di « povertà della Chiesa ». Perché non
si comincerebbe ad esserlo un po’ anche sul piano della sobrietà nelle parole e nei discorsi?
Infatti, anche nelle discussioni, ho
notato una grande sobrietà al Sinodo
vailese: brevissimi interventi, sempre
pertinenti all’argomento in discussione. Il Presidente era sempre molto
conciso e sbrigativo. Non concedeva a
nessuno di divagare. Con poche parole, riportava la discussione nella giusta linea e invitava chiunque a concludere. Non si è mai perso un minuto in lungaggini procedurali. , ,
I): «
Vari argomenti hanno avuto maggiore udienza. Ne citerò alcuni : rapporti con le autorità civUi cantonali,
soprattutto per quanto riguarda la
eventuale (ma ormai quasi sicura)
« tassa ecclesiastica » da estendere al
culto protestante. Siccome da parte
cattolica questa tassa è sempre stata
percepita (essendo il cantone — come
si è detto — a grande maggioranza
cattolico) e siccome la Costituzione
Federale dice che nessuno è obbligato
a pagare una tassa per un culto non
suo, si è pensato che la soluzione fosse nell’estendere la tassa ecclesiastica
a beneficio anche del culto protestante. Non ho mancato, a questo proposito, di far notare ai fratelli svizzeri
che questa soluzione non mi pareva
« evangelicamente » fondata. Non solo
ma, mentre per es. in Germania la
Chiesa Evangelica Luterana si va sempre più orientando verso la rinuncia
alla «tassa ecclesiastica» (percepita
dallo Stato e poi versata alle Chiese),
mi sembrava un controsenso che gli
amici svizzeri si orientassero verso la
direzione opposta. Ho domandato loro perché non avessero cercato — magari anche con l’appoggio di elementi
cattolici aperti alla problematica del
rinnovamento delia Chiesa e della sua
indipendenza dai compromessi costantiniani — di arrivare ad una completa
separazione tra chiesa e stato non
estendendo ma sopprimendo la «tassa ecclesiastica » (percepita ora dalla
Chiesa Cattolica). Pare che questa soluzione non sarebbe stata accettata,
almeno per ora, dalla maggioranza
cattolica. La cosa non meraviglia, conoscendo bene quale sia la sua posizione in Italia a questo proposito.
Un altro argomento è stato quello
dell’insegnamento religioso nelle scuole statali. Siccome la maggioranza degli alunni è di religione cattolica, nelle scuole cantonali statali l’insegnamento religioso è quello cattolico. Questo insegnamento non è però concepito in senso largo, cioè non consiste
solo in un insegnamento biblico, è anche insegnamento del catechismo e
delle pratiche della pietà cattolica
(preghiere, messa ecc.). I protestanti
sono stati obbligati a istituire delle
scuole private per i loro figli (scuole
per altro riconosciute e in certo modo
sovvenzionate). Capita però che, talvolta, per lo spostamento di famiglie
evangeliche, alcune di queste scuole
debbano essere chiuse per mancanza
di alunni. Ed i pochi rimasti sono perciò costretti a frequentare le scuole
cantonali con insegnamento religioso
cattolico.
Per risoivere in parte la questione
era stata prospettata la possibilità di
un insegnamento biblico comune tra
le due confessioni. Ma fin’ora la parte
cattolica si è dimostrata poco propensa a questa soluzione non volendo
rinunziare al carattere dogmatico e
confessionale del suo insegnamento.
Anche a questo proposito, ho fatto
notare che, da noi in Italia, ci si orienta sempre più verso l’abolizione dell’insegnamento della Religione nelle
scuole statali (anche da parte di non
pochi insegnanti cattolici), non perché
tale insegnamento non sia, o .non possa essere, anche positivo ma per una
ragione di principio: non spetta allo
Stato impartire lezioni di Religione;
tale compito spetta alla Chiesa (cattolica o evangelica); ma appunto per
questo, tale insegnamento deve essere
fatto nella sua sede propria, nei locali
ecclesiastici e non in quelli statali.
Si comprende molto bene perché in
Itaiia come nei cantoni svizzeri cattolici, la Chiesa Romana permanga, a
questo proposito, su posizioni di intransigenza integralista e non voglia
mollare quello che essa ritiene un suo
inalienabile diritto. In queste condizioni, le minoranze sono umiliate, lo
Stato è soggetto alla Chiesa che si vale del potere, gli alunni crescono separati come futuri cittadini di prima
e di seconda classe.
Purtroppo la situazione, in Italia come in tante altre parti del mondo, è
quella che è. Mentre l’Ecumenismo dei
«vertici», delle cerimonie, delle cosi
dette « settimane di preghiera per l’unità» sembra prosperare e fiorire (in
Svizzera come in talune città d’Italia,
vedi Trento), esso Ecumenismo segna
il passo, anzi dei passi non ne ha fatti
nessuno quando, dal piano idealistico
e cerimoniale, si passa al piano concreto delle realtà (vedi insegnamento
religioso nelle scuole, tassa ecclesiastica, congrua, matrimoni misti, religione dello Stato, ecc. ecc.).
Attenzione particolare è stata dedicata alla Gioventù, soprattutto ai catecumeni, cadetti, scuole domenicali.
Notevole, ci sembra, è lo sforzo della Chiesa del Valiese per venire incontro alle esigenze ed ai problemi della
gioventù sia per quanto riguarda l’insegnamento religioso, la formazione
biblica come l’impegno a vivere nella
comunità credente e nella società l’Evangelo di Cristo. Nella Chiesa del
Vailese è la chiesa stessa che si occupa dei suoi giovani; questi sono pienamente inseriti nella vita comunitaria, anche se hanno, come è naturale
e giusto, la loro autonomia di studio
e organizzazione. La gioventù fa parte
della Chiesa, non è un organismo extraecclesiastico o paraecclesiastico... E
sullo stesso piano delle scuole domenicali, dei porsi di catechismo, delle
varie unioni di uomini o di donne : l’unione giovanile è un membro costitutivo del corpo ecclesiastico, partecipa
attivamente, positivamente e, se necessario perché no, criticamente alla vita
della comunità.
Abbiamo ancora notata la cura che
è data alla predicazione nei luoghi di
viileggiatura di montarla con l’organizzazione di culti e visite ai numerosissimi turisti, anche stranieri.
Tutto sommato, un Sinodo interessante per i temi trattati e snello nei
suoi lavori.
Giovanni Peyrot
stamente che è necessario che anch’essi sì
abituino a cantare gli inni del nostro Innario.
Nell’intervallo tra le due parti del programma il pastore Pons ha ricordato la storia della comunità di Pramollo, iniziata nel
1573. Egli ha anche tracciato la storia dei
vari templi che hanno visto riunirsi i pramollini per il culto, molti dei quali sono
stati distrutti in tempo di persecuzioni. Quello attuale risale all’anno 1888 e racchiude
il pulpito artisticamente lavorato appartenente al più famoso dei templi di Pramollo, quello noto sotto il nome de « La rotonda », per
la sua forma circolare, il solo che non sia stato distrutto dalla mano dell’uomo ma da uno
smottamento di terreno.
Abbiamo chiesto alla Signora Rivoira le
sue impressioni sulla giornata : ha espresso la
sua soddisfazione per l’accurata preparazione
degli inni preparati dalle singole Scuole Domenicali. Si è detta un po’ meno soddisfatta
per gli inni d’insieme, eccezion fatta per il
« Padre nostro » e per la complainte dei Dieci comandamenti.
Da notare che quasi tutte le Scuole Domenicali avevano preparato almeno un inno
tratto da raccolte extra Innario (Scuole Domenicali, Canzoniere di Agàpe e così via).
I ragazzi della vai Germanasca hanno presentato parecchi canti apprezzati da tutti e
Marco e Dario hanno concluso la riunione
con alcuni canti che ci hanno proposto accompagnandosi con le chitarre. Auguriamo
loro di poter sviluppare questa attività perché
ne vale la pena.
Dopo la preghiera ed il saluto finale del
pastore Pons i ragazzi si sono precipitati
verso gli attesissimi gelati che erano stati preventivamente preparati. Un grazie di cuore
ai pramollini che hanno permesso la realizzazione di questo incontro, ed in particolare
alle signore dell’Unione femminile che hanno
dissetato parecchi dei presenti con un ottimo
tè... con contorno. La festa di canto non è
evidentemente un’istituzione in via di estinzione e ce ne rallegriamo assai. Grazie ai
membri della Commissione del Canto Sacro
per la loro bella fatica, che chiediamo loro di
proseguire senza scoraggiarsi per le immancabili difficoltà.
Giovanni Conte
Folla a Rorà
Domenica pomeriggio 12 corr., il Pastore Alme, presidente della Commissione del Canto sacro, ha diretto la
festa di canto delle Scuole domenicali
di Torre Pellice (Coppieri, Appiotti,
Asilo), di Bobbio, Villar Pellice e di
Rorà, le quali hanno cantato insieme i
cinque Inni proposti dalla Commissione del Canto. I pastori Aime e Bellion,
il Maestro Frache e i signori Negrin,
E. e V. Coisson hanno diretto gli Inni
delle rispettive Scuole domenicali
mentre alla sig.ra L. Bert-Varese è stato mandato un saluto augurale.
Bambini, monitori e monitrici, pubblico hanno gremito il tempio di Rorà,
le gallerie comprese. E stata una gioia
per questa Chiesa di ospitare sia pure
soltan^ per qualche ora tanti fratelli
piccoli e grandi in una splendida giornata di sole, grazie a Dio, con attorno
un panorama meraviglioso: verde,
brullo e il candore della neve che ricopre ancora le montagne.
Al Pastore Aime, a tutti grazie.
L. C.
Fraternità musicale germanico - valdese
Dal 27 aprile alVll maggio si è svolto un corso musicale germanicovaldese per trombettieri evangelici, con vari contatti con chiese e con
la popolazione delle Valli Valdesi.
Guidati dal nuovo Landesposaunenwart, direttore regionale delle Fanfare
Evangeliche del Baden, Ludwig Pfetteicher e dal suo vice sig. Bischof, un
gruppo di Trombettieri Evangelici del
Baden hanno presieduto alle Valli Vaidesi un corso di musica sacra frequentato da un numero uguale di Vaidesi e Germanici, durato dieci giorni,
con risultati lusinghieri.
Giunti su alcune macchine giovanili,
hanno preso alloggio al Castagneto di
Villar Pellice e son venuti ogni sera a
Villar Perosa ove li raggiungevano i
colleghi Valdesi di Pomaretto, Prarostino, Villar Pellice, San Germano e
Villar Perosa stessa.
Attorno a questa attività centrale,
non sono mancate le altre consacrate
ormai da una lunga tradizione:
Anzitutto l’apprezzata collaborazione
alla festa di Canto delle Corali a San
Secondo di Pinerolo, quindi, per due
venerdì consecutivi al mercato di Torre Pellice; la visita consueta agli Ospedali ed Asili dei Vecchi; la partecipazione al culto domenicale dei Chiotti e,
soprattutto, una corsa notturna fino a
Sant’Antonino di Susa per partecipare
ad un culto serale di quella Chiesa
Battista e fraternizzare con i suoi
membri molto amanti della musica e
del canto. Molto gentile il loro Pastore
sig. .Mattone!
Ammirevole lo spirito di zelo e di
sacrificio delle due parti; i giovani
Valdesi Si erano studiati, in precedenza, di sistemare i loro turni di lavoro
in modo favorevole, ma alcuni che non
lo avevano potuto erano quotidianamente costretti a ridurre il loro sonno
a poche ore. Commovente l’esempio
di alcune sposine di Pomaretto e Prarostino che accompagnavano i loro
mariti alle prove e solo alle 23 ed oltre potevano riprendere la strada di
casa per rialzarsi alle 4 del mattino e
recarsi in fabbrica come anche i loro
mariti... Nobile esempio di vero impegno per il servizio del Signore.
Era questo il degno coronamento di
un anno di studio intenso e di prestazioni continue in varie Chiese...
(Coronamento per modo di dire perché entro una settimana riprenderemo quasi tutti la strada verso la (ìerrnania per partecipare con i Trombettieri locali al centenario della Comunità Valdese di Neureut e, il giorno
seguente ad un raduno di 6.000 Trombettieri ad Ulm/Württemberg.
Il commiato, venerdì sera 10 u. s. è
stato cordiale quanto mai. La diversità della lingua non costituisce più un
ostacolo: si capiscono, si scrivono, si
vogliono bene, le amate trombe li hanno aiutati a capire che sono « Uno in
Cristo ».
Per concludere, ci si permetta ancora di esprimere la nostra riconoscenza
ai Trombettieri del Baden per la loro
visita, al caro Ludwig, ed in modo
speciale al Dr. Sick Hansjòrg, Oberkirchenrat del Baden e sopraintendente ili questo importante ramo di attività.
La Commissione Trombettieri
4
pag. 4
Notiziario Evangelico Italiano
N. 20 — 17 maggio 1974^
Riunita a Rimini la 23^ Assemblea generale dell’UCEBI
passerà alla storia come 1« assemblea della ristrutturazione »
Il Battismo italiano non vuol diventare
un pezzo da museo
Si è svolta a Rimini dal 25 al 28 aprile la 23“ Assemblea Generale deH’Unione Battista d’Italia, con una presen2a
di circa 200 persone, fra pastori, delegati, osservatori delle Chiese Battiste
italiane, oltre ad alcuni osservatori di
denominazioni diverse e stranieri. Per
la prima volta ai rappresentanti della
Federazione e delle altre denominazioni presenti è stata concessa piena libertà di parola durante tutto il corso
dell’Assemblea.
L’Assemblea era stata preparata da
un nutrito fascicolo di documenti, inviati per tempo alle Chiese per lo studio. Faceva spicco su tutti gli altri
l’ampia e dettagliata relazione del Segretario della Evangelizzazione (Past.
Michele Foligno), dedicata per la sua
massima parte al grosso problema del
L’Assemblea
in breve
L’assemblea è stata presieduta da
Mario Marziale, coadiuvato da
Paolo Laudi; segretari; Paolo Spanu,
Paolo Marziale, Gioele Puligno, Alba
Campagni.
Il nuovo gruppo di Milano è presentato e accettato quale chiesa
membro dell’Unione.
L’Assemblea ha espresso il rincrescimento per la mancata rappresentanza della chiesa di Cuneo.
ELEZIONI
Alla presidenza dell’UCEBI è stato
chiamato il pastore Piero Bensì, alla
vicepresidenza il pastore Paolo Marziale, alla segreteria il pastore Nando
Camellini.
Il Comitato Esecutivo risulta cosi
composto: pastori Paolo Spanu e Michele Sinigaglia, signora Mannucci, signor Paolo Landi, pastori Saverio
Guarna, Angelo Chiarelli, Rosario
Bagheri, sig. Antonio Di Fierro.
Il pastore Paolo Marziale è eletto
direttore del Villaggio di S. Severa ; membri del Comitato : Giuseppe
Mollica, Franco Campagni, Ugo Masini, Bruno Colombu.
II pastore Piero Bensi e il signor
Ezio Saccomani sono stati riconfermati quali direttori rispettivamente
de « Il Testimonio » e «Il Seminatore».
Sono stati eletti revisori S. Casonato, presidente, Chiarenzi, C. lafrate (Tuccito, supplente).
ORDINI DEL GIORNO
Fra le molte decisioni, oltre a quelle
ricordate dal nostro corrispondente,
segnaliamo due ordini del giorno relativi ai rapporti fra Chiesa e Stato:
« L’Assemblea... rifiutando di vedere
ancora una volta sancita l’imposizione del clericalismo cattolico sulle libertà civili e costituzionali e il rafforzamento delle norme del concordato,
sulla base degli insegnamenti evangelici, esprime nei confronti del referendum sul divorzio del 12 maggio il suo
dissenso all’abrogazione della legge
Fortuna-Baslini ».
« L’Assemblea... riconoscendo la necessità di abrogare la legislazione sui
culti ammessi (Legge 24.6.1929 n. 1159
e R.D. 28.2.1930 n. 289), dà mandato
al Comitato Esecutivo dell’UCEBI di
affiancare le chiese evangeliche che
hanno già espresso la medesima intenzione, nel prendere le opportune
iniziative nelle sedi competenti per la
abrogazione della suddetta legislazione secondo le procedure previste dall’art. 8 della Costituzione della Repubblica italiana e di stipulare contemporaneamente e concordemente altre
eventuali intese su quei punti che necessiterebbero di una nuova disciplina ».
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
da
Organizzato
: La Voce del Vangelo »
Un’interessante proposta
di viaggio in Israele
Il paese d’Israele è ogni anno la mèta preferita di migliaia di evangelici di tutto il
mondo, come luogo di turismo e di studio
biblico.
Le profezie bibliche e gli avvenimenti nel
Medio oriente, di cui parlano giornalmente
i quotidiani, attirano sempre più l’attenzione
del credente evangelico e gli suscitano il desiderio di vedere con i propri occhi le città
e i luoghi menzionati nella Bibbia.
Per il terzo anno di seguito, « La VOCE
del VANGELO » organizza un tour di studio
biblico, aperto a tutti, evangelici e non, per
visitare i luoghi più importanti d’Israele. Il
tour di quest’anno, per la prima volta, avrà
luogo in autunno, dal 21 al 30 settembre.
Chi desiderasse informazioni sull’itinerario,
o volesse prenotarsi, dovrebbe rivolgersi al
più presto a « La VOCE del VANGELO »,
’(^ia Pozzuoli, 9 - 00182 Roma. Tel. (06)
779.144.
la ristrutturazione dell’Unione Battista, come pure a tale problema era dedicata buona parte della controrelazione dei revisori. Questo terrhine:
« ristrutturazione », più e più volte è
risuonato nella sala, risultando un po’
il pernio di tutto il lavoro di questa
Assemblea, che passerà certamente alla storia come « FAssemblea della ristrutturazione ». In realtà l'opera di ristrutturazione e l'azionalizzazione deilavoro battista in Italia ha avuto inizio già due anni fa, pochi mesi dopo
la precedente Assemblea Generale,
quando i fratelli americani facevano
sapere con una lettera dell’agosto 1972,
la loro ferma deliberazione di ridurre progressivamente gli aiuti finanziari all’Unione Battista, fino a portarli a
zero entro un certo numero di anni.
Decisione estremamente importante
che poneva l’Unione Battista di fronte
a problemi, vecchi e nuovi, di non facile soluzione. Il Comitato Esecutivo
si poneva subito al lavoro, sia per cercare di risolvere i problemi più impellenti, sia — soprattutto — per formulare piani operativi che offrissero
soluzioni non soltanto immediate, ma
a lungo respiro, in vista di una vera
autonomia finanziaria dell’Unione Battista in un futuro non troppo lontano.
L'Assemblea di Rimini, in fondo, è stata chiamata da un lato a esaminare i
passi compiuti in questa direzione
(esprimendo i propri pareri sia positivi che negativi), dall’altro a presentare suggerimenti e proposte concrete
per gli anni a venire. E quanto l’Assemblea sia stata sensibile al problema di fondo, lo dimostra il numero
notevolissimo (senza paragoni con nessuna Assemblea precedente) di proposte, mandati, scadenze operative approvati per il nuovo Comitato Esecutivo.
Di fronte alle diminuite possibilità
finanziarie, la scelta di fondo che s’impone è questa: o ridurre drasticamente le attività (e quindi anche certe
chiese e centri di predicazione) lasciando in piedi solo ciò che può « mantenersi da sé » e correre il rischio che il
Battismo in Italia rimanga solo un
« pezzo da museo », il ricordo di una
« stagione di vacche grasse »; oppure
stringere i denti e chiedere al Signore
la forza per mantenere viva la testimonianza che si è stata affidata dovunque è possibile e con le peculiarità che
ci sono congenite. Avendo chiaramente scelto la seconda strada, è evidente
che FAssemblea ha dato al termine di
« ristrutturazione » un valore tutto
particolare: non smantellamento o
rinunzia, ma migliore distribuzione
delle forze al lavoro, maggiore aderenza delle strutture dell’Unione alle reali necessità, più accurata ricerca dei
mezzi per portare avanti il lavoro iniziato dai nostri predecessori. È abbastanza evidente che tutto ciò implica
un rinnovato impegno di evangelizzazione e testimonianza. Questa nota è
risuonata molto spesso nei vari interventi, pur con sfumature e accentuazioni assai diverse, ma sempre con
l’unico traguardo di perseverare nell’annunzio del Regno di Dio che viene
(tanto con la predicazione nel senso
tradizionale, quanto con il servizio
concreto reso agli uomini di oggi).
Coerentemente a tutto ciò è stata
ribadita la necessità di valorizzare al
massimo i predicatori locali, facendo
in modo che i fratelli che hanno realmente dei doni siano posti in grado
(teologicamente e biblicamente) di essere utilizzati per la predicazione e la
cura pastorale. Inoltre, in linea con un
principio fondamentale battista, è stato riconfermato il concetto che anche
in questa riorganizzazione del nostro
lavoro, l'attenzione deve essere posta
sulle comunità locali, sulla loro opera
e il loro inserimento nella vita del popolo, e non sull’Unione come organismo centrale e centralizzato!
Non solo, ma non si può oggi parlare di ristrutturazione, senza tener conto del lavoro che compie la Federazione. Vi sono molte cose che possiamo
fare, con minore spesa e migliore riuscita, insieme con i fratelli Valdesi,
Metodisti e Luterani ed è veramente
assurdo che ci ostiniamo a farle da
soli. Questa apertura verso la realtà
federativa, in relazione con il problema centrale dell’Assemblea, è stata
chiaramente espressa da più parti e la
presenza e le parole del Presidente
della Federazione, Aldo Comba, l’hanno simpaticamente sottolineata.
Questa la linea fondamentale lungo
la quale ha camminato l’Assemblea:
accanto ad essa sono stati discussi
molti altri problemi, di minore portata pratica, forse, ma non di minore
importanza. Il materiale di studio posto nelle mani dei delegati era sovrabbondante e gli argomenti tanto numerosi che in qualche momento l’Assemblea ne sembrava sommersa. Merito
non piccolo del seggio è stato quello
di riportare sempre l’Assemblea all’essenziale, ai problemi più importanti e
urgenti. Fra l’altro è stata riconfermata la commissione teologica con l’incarico — per ora — di formare un
centro studi rivolto particolarmente ai
nostri fratelli non-pastòri che desiderano approfondire la loro preparazione teologica; è stata accettata all’unanimità la proposta presentata dalla
commissione per la Scuola Domenicale di lavorare d'ora innanzi in totale
comunione con le commissioni parallele valdese e metodista. Pur nella ristrettezza del tempo non sono stati
trascurati i problemi inerenti ai rapinarti fra stato e chiesa ed è stato incaricato il Comitato. Esecutivo di portare avanti nel niiglior modo possibile
l’azione per Fabolizione del concordato del ’29.
La divisione, presente in tutte le comunità o quasi, fra la linea tradizionale d’interpretazione dell’Evangelo ed
una linea più attuale, è apparsa anche
in questa Assemblea, ma senza le tensioni di due anni fa. Con molta maturità e serietà l’Assemblea ha rifiutato
di nascondere queste divergenze dietro ad un (più o meno) fraterno abbraccio, ma le ha accettate come segno da un lato del nostro essere umani e peccatori, dall’altro lato come
una possibilità di dialogo continuo e
di reciproco aiuto. In questo spirito è
stata approvata alla quasi unanimità
la mozione finale.
In complesso una buona Assemblea,
che ha lavorato molto e soprattutto
che ha preparato molto lavoro per i
responsabili dell’Unione.
Piero Bensì
La mozione finale
L’Assemblea... desidera sottoporre all'attenzione delle chiese e di tutti i fratelli battisti quanto segue:
Dal dibattito che ha animato questa Assemblea emergono due nodi che le
chiese e l’Unione battista sono chiamate a sciogliere: quello dell’evangelizzazione
e quello della situazione finanziaria.
Circa l'evangelizzazione si rileva che si confrontano due tendenze, di cui la
prima fonda la sua azione su una ripetizione fedele del dato biblico così com'è e
sbocca in un appello fatto ad ogni individuo, perché sia liberato dal peccato, che
è la realtà indiscriminata che accomuna tutti; la seconda tendenza invece fonda
la sua azione sulla ripetizione fedele del dato biblico, compreso nel suo quadro
storico e teologico, e sbocca in un appello fatto all’uomo peccatore, come viene
incontrato nella sua realtà storica e sociale.
Si riconosce che una composizione di queste due tendenze o la scoperta di
una terza alternativa non sono soluzioni che per il momento ci sono date, mentre
si è tutti d’accordo che sia necessario più che mai rinsaldare i legami fraterni
fra le chiese e nelle chiese.
Per questo l’assemblea vuole sottolineare che, lungi dal proporre compromessi equivoci o semplicemente irenici, si debba tener conto che queste due
tendenze ineriscono ai metodi di leggere la scrittura e la realtà umana, ma si
fondano ambedue sulla croce e la risurrezione di Cristo. Pertanto esorta tutti i
fratelli e le chiese a caricarsi della croce, che la proclamazione oggi rappresenta,
nella libertà, nel rispetto reciproco e nell'amore per la salvezza dell’uomo, confidando che il Signore Iddio ci aprirà la strada nella misura che la percorriamo.
Circa la situazione finanziaria, l’assemblea sottolinea che la ristrutturazione
del lavoro dell’Unione si muove in una direzione che è così caratterizzata:
a) essa rifiuta che le restrizioni economiche costringano il movimento
battista a poche chiese solide con pochi pastori dignitosi ed onorati;
b) essa imbocca la strada della povertà per cui si cerca di ridistribuire
le forze pastorali esistenti e parallelamente di far leva sulla consacrazione dei
fratelli e sui doni che lo Spirito sparge nelle nostre chiese.
Questa scelta va fatta risolutamente e con speranza (a) perché è una strada
ispirata dall’Evangelo, (b) perché risponde al principio che ogni battista è un
missionario, (c) perché questa è la strada che da tanti anni abbiamo deciso di
imboccare al fine di raggiungere la nostra autonomia finanziaria.
In considerazione di tutto questo l’Assemblea fa appello alle chiese, ai fratelli e alle sorelle a stringere le file in un ulteriore sforzo di consacrazione all’Evangelo e di dedizione generosa, affinché il lavoro che essa ha svolto e quello
che è stato demandato al CE/UCEBI possa essere svolto nella comprensione fraterna e quindi contribuire ad un effettivo rilancio del ruolo che le nostre chiese
hanno nel quadro della testimonianza evangelica in Italia.
Il periodico Avventista « Segni dei
Tempi » annuncia la nascita dei « Quaderni di Segni dei Tempi ». Si tratta
di una serie di trattati religiosi. I
« Quaderni » devono servire a chi voglia approfondire lo studio della Bibbia e tratteranno argomenti di studio
biblico puntualizzati e chiariti per i
credenti del XX secolo.
Il primo quaderno tratterà della giustificazione per fede.
Voce della Bibbia (Gas. Post. 580,
Modena) ha pubblicato il p volume
del Commentario biblico, di vari autori, a cura di D. Guthrie e A. Motyer.
L’opera (in tre volumi) è frutto di cinquanta collaboratori; la traduzione è
di E. Labanchi. Il volume pubblicato
(da Genesi a Ester) costa L. 7.000.
* * *
L’anno santo 1975 sarà per le Assemblee dei Fratelli un’occasione di
testimonianza. I credenti di Roma si
dedicano a questo scopo con riunioni
speciali e preparano un opuscolo da
distribuire. Ci si propone di essere
presenti nelle quattro basiliche per distribuire tra i pellegrini dei trattati e
testimonianze dell’Evangelo.
Inda Ade
iiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
ESERCITO DELLA SALVEZZA
Torino - Via P.pe Tommaso, 8/C
Sarà una dimostrazione d’amore fraterno la visita della Fanfara Svizzera
dell’Esercito della Salvezza di Ginevra (circa 50 strum.)
DOMENICA 2 GIUGNO
con il seguente programma:
1. Riunione Concerto ore 10,30, nella
sede torinese dell’Esercito della Salvezza.
2. Riunione Concerto ore 17, nel Tempio Valdese, gentilmente concesso,
c.so Vittorio Emanuele, 23.
Nota: Ambedue le manifestazioni
musicali saranno completate dal messaggio evangelico.
La casa evangelica di Viering
LA CASA DI VIERING, situata nella bassa valle d’Aosta, non lontano da
Verrès, a 85 km. da Torino (km. 148
da Milano), nel passato fu sede di una
scuola elementare evangelica e centro
di un’opera di evangelizzazione della
Chiesa Valdese.
Lo stabile è stato recentemente restaurato per iniziativa della comunità
di. Aosta e con la collaborazione di altre comunità e amici, con l’intento di
farne un centro di incontri a vari livelli: scuole domenicali, gruppi di giovani e credenti evangelici.
La Casa è aperta a gruppi appartenenti a chiese evangeliche su di un
piano di fraternità interdenominazionale.
La Casa comprende: una grande sala per riunioni, tre camere con trenta
posti letto con coperte, servizi igienici, cucina completa di: fornelli, stoviglie, pentole.
In caso di bisogno, nella stagione
estiva, possono essere sistemate delle
tende nell’ampio prato antistante.
Normalmente l’uso della Casa è ceduto per una, massimo due settimane;
ma per chi non risiede troppo lontano è possibile venire anche per un
week-end. La Casa non fornisce né
biancheria (lenzuola e asciugamani)
né vitto (ma vi è l’uso cucina, e sul
posto o nel vicino paese di Verrès vi
sono negozi di ogni genere); il Consìglio di Chiesa di Aosta (Via Croce di
Città 11, 11100 Aosta, tei. 0165/44.345),
al quale va rivolta ogni domanda, chiede il versamento di una quota giornaliera prò capite come offerta per la
copertura di spese (luce, gas, acqua,
manutenzione ordinaria). I gruppi devono essere guidati da un capo-gruppo, al quale spetta l’organizzazione e
la responsabilità nello svolgimento del
campo, e che è responsabile della Casa nei confronti del Consiglio.
Qltre ad essere un tranquillo luogo
di incontro e di riposo, la Casa si presta pure come centro per escursioni
nella Valle, specie per chi è motorizzato.
Convegno a Viering
GIOVEDÌ’ 23 MAGGIO
Le comunità di Aosta e di Ivrea organizzano il tradizionale convegno dell’Ascensione, che avrà luogo a VIERING (Valle d’Aosta) Giovedì
23 maggio, ed al quale sono invitati anche i fratelli, i gruppi, le comunità
evangeliche delle varie denominazioni del Piemonte (comprese le Valli
Valdesi).
Viering sì trova sulla riva destra della Dora Baltea. Vi si accede (da
Torino e Ivrea) per l’autostrada sino allo svincolo di Verrès; indi, percorrendo per 2 km. circa la SS. N. 26 fino al ponte per Champdepraz ; attraversato il ponte, prendere la strada a destra (segnata Viering).
PROGRAMMA
Ore 10.30 Culto presieduto dal fratello Castellani di Ivrea.
Ore 12 Pranzo al sacco.
Ore 14 Riunione pomeridiana; un gruppo della comunità di Aosta introdurrà un tema di riflessione e discussione.
Ore 16 The offerto dai fratelli di Viering.
Le ragioni di un no
La Federazione giovanile evangelica lombarda ha steso, in vista del referendum, questa dichiarazione; del volantino, tirato a 10.000 copie, è stata fatta larga
distribuzione davanti a numerose chiese cattoliche della Lombardia.
daH'evangelo di Marco cap. 10 v. 4, 5
(( ... ed essi dissero: Mose permise di scrivere un atto di divorzio e di mandarla via. E
Gesù disse loro: è per la durezza del vostro
cuore ch’egli scrisse per voi quei precetti... »
l'Evangelo non è un codice morale
ma l'appello al ravvedimento
I credenti non ¡tossono pensare di usare la
Bibbia come un codice di morale da cui tirare fuori i precetti generali che regolano i
rapporti tra gli uomini e imporli a tutta la
società. Noi siamo convinti che essi debbano
essere il sale e il lievito della società laica,
rna non i fondatori e i costruttori di una società cristiana; la società, ossia i rapporti fra
gli uomini, è regolata da leggi e convenzioni
che si maturano negli anni e che sono la conseguenza del grado culturale, del progresso
tecnologico, della storia del popolo; la società
non può essere regolata da leggi tirate fuori
da pensieri, idee, libri di altri tempi, e altre
situazioni.
l'Evangelo
non si lascia strumentalizzare
Nel caso attuale del referendum ci sembra
di poter dire che non si può strumentalizzare
la parola di Gesù per imporre l’indissolubilità del matrimonio; la vita coniugale è costruita giorno per giorno ma i suoi sbocchi
sono imprevisti; è compito dei coniugi sforzarsi perché essa riesca nel migliore dei modi, ma nessun uomo può garantire in partenza la sua riuscita. Gesù dice in sostanza che i
credenti sono « chiamati » a percorrere una
strada ma constala che la strada può anche
non essere interamente percorsa tant’è vero
che Mose permise il divorzio dei coniugi. Noi
siamo quindi d’accordo già in linea di partenza che esista una legge che regolamenti
tutle quelle situazioni in cui la strada da
percorrere non si è stati in grado di percorrerla.
Lo stato deve prevedere questi casi; non si
può chiudere gli occhi alla realtà e in nome
della Bibbia, ignorare le centinaia dì migliaia
di casi reali in cui la vita coniugale è finita.
non è il divorzio che rompe la famiglia
ma la sviluppo capitalistico
A questo punto è però necessario risalire
più a monte il problema e capire come mai
ci siano tante famiglie di fatto divise. L’Italia è uno dei Paesi in cui maggiormente il
prezzo del lusso e il potere dei pochi vien
fatto pagare esclusivamente ai lavoratori, ai
proletari : 4 milioni e mezzo sono gli emigrati alFestero; altrettanti se non di più gli
emigrati interni dal sud alle zone industriali;
in quasi tutte le famiglie sono costretti a lavorare sia il marito che la moglie spesso con
orari diversi e con grossi problemi di sistemazione dei figli; dove il mercato del lavoro
non assorbe la manodopera femminile fiorisce il lavoro a domicilio; quando gli stipendi
non bastano ancora subentra il doppio lavoro; ci sono cioè milioni e milioni di famiglie che sono oggettivamente messe nell’impossibilità di costruirsi, di curare i figli,
di vivere quella vita serena che è il presupposto fondamentale per poter percorrere insieme la strada che conduce alla « indissolubilità )) del vincolo matrimoniale.
la D.C. è la principale responsabile
delle molte situazioni familiari diffìcili
Noi perciò se siamo d'accordo perché venga mantenuta una legge che tenta di mettere
una pezza a molle situazioni di fatto difficili
da vivere, denunciamo altresì coloro che
hanno causato queste situazioni: i datori di
lavoro che sfruttano i lavoratori esclusivamente per accrescere il loro potere e la Democrazia Cristiana che da 25 anni è il veicolo politico attraverso cui i padroni hanno
potuto realizzare i loro grossi profitti.
Siamo altresì solidali con tutte le forze,
cattoliche e laiche che da anni e non solo
nell’ occasione del referendum combattono
contro i polenti per ridare libertà agli sfruttati.
per questi motivi risponderemo NO
al referendum
Federazione Giovanile Evangelica
5
17 maggio 1974 — N. 20
pag. 5
I congregazionalístí sudafricani
criticano ii progetto di iegge
suiie “restrizioni aiia iibertà”
Johannesburg (spr) - Ritenendo che
rEmendamento alla Legge sulle riunioni sediziose, attualmente deposto
davanti al Parlamento sudafricano,
non farà che intensificare il potere tcn
talitario dello Stato e ridurre ulterioril campo d'azione delle libertà
individuali, il comitato esecutivo della
Chiesa congregazionalista unita in
Africa australe ha pubblicato una dichiarazione che attacca violentemente
tale progetto di legge.
Gli autori di questa dichiarazione
hanno cominciato l’esposizione delle
loro critiche dichiarando che « siccome i diritti dell’uomo derivano dalla
libertà che Dio ha concessa all’uomo
fin dalla creazione, tutto ciò che minaccia o limita questa libertà, attenta
alla dignità dell’uomo e alle sue possibilità quale essere creato a immatzine
di Dio ».
Questo emendamento, secondo la dichiarazione, « aumenta le occasioni,
per le autorità, di privare una persona della sua libertà d’espressione, di
movimento e di associazione senza ac
cusarla di reati specifici, il che vuol
dire che quella persona sarà dichiarata colpevole prima che possa provare
la propria innocenza ».
Il Comitato esecutivo della Chiesa
congregazionalista unita neH’Africa
australe avanza due altre critiche: « Il
fatto di restringere le attività di gruppi
e di organizzazioni che lavorano per
una trasformazione pacifica, sopprimendo talune riunioni pubbliche e private e
intercettando fondi provenienti dall'estero, geriera odio e risentimento, il
che costituisce una minaccia assai piu
grave per la sicurezza dello Stato, di
quella rappresentata dalle riunioni
pubbliche e private, che possono essere disperse dalla polizia e dall'azione
giudiziaria; questo progetto di legge
costituisce una minaccia potenziale
per la Chiesa e le sue organizzazioni
affiliate,nel senso che la libertà di associazione e la libertà di culto sono
diritti dell'uomo che vanno di pari
passo, e che la restrizione dell'una può
implicare gravi conseguenze per l’altra ».
Le Chiese riformate oiandesi
per ii programma antirazzista
Il sinodo delle chiese riformate in
Olanda, che occupano il secondo posto fra le chiese protestanti del paese (contano oltre 400 mila aderenti),
ha approvato con 49 voti contro 22 una
risoluzione che esprime il suo appoggio al Fondo speciale del programma
di lotta al razzismo del CEC.
Il secondo punto della risoluzione
mira a scoraggiare i membri di chiesa all’emigrazione nell’Africa del sud.
Il terzo punto prega le società olandesi che lavorano in Sudafrica di fare
tutto il possibile per migliorare i sa
lari, le condizioni di lavoro e la formazione dei dipendenti neri.
In un’altra risoluzione il sinodo ha
chiesto, con 66 voti favorevoli contro 5
l’immediato riconoscimento da parte
del governo olandese della nuova repubblica indipendente della GuineaBissau.
J. D. Vorster, moderatore della Chiesa riformata olandese in Sudafrica ha
dichiarato che la sua chiesa potrebbe
prevedere di rompere i suoi rapporti
colla Chiesa olandese a causa del sostegno da essa dato al Fondo del CEC.
Noticias dalla Spagna
Madrid. Il tribunale ecclesiastico di
Huelva ha riconosciuto giusta, e quindi confermata, la sentenza di separazione matrimoniale di una coppia, prima cattolica, la cui moglie ha aderito
ad una confessione religiosa non cattolica, che pure è legalmente riconosciuta nel paese.
Per contro a Palma di Maiorca il
tribunale di Stato ha autorizzato i
« Testimoni di Geova » ad esporre nella città un loro manifesto, che il Municipio aveva vietato.
Madrid. La nuova legge spagnola intorno al rifiuto del servizio militare,
di cui abbiamo già parlato in questa
rubrica, ha permesso di restituire la
libertà, il 6 febbraio scorso, a 31 obiettori di coscienza che avevano sofferto
•condanne a catena, fino a undici anni
di prigione. La nuova legge, infatti, pone in libertà coloro che hanno già fatto 3 anni e 1 giorno di prigione. Altri
150 obiettori di coscienza hanno potuto beneficiare della nuova legge nei
giorni seguenti. Quando la legge è stata promulgata in dicembre, vi erano
in Spagna 264 obiettori di coscienza
« Testimoni di Geova » in prigione, e
4 cattolici.
Le stazioni missionarie evangeliche
di Segovia e di Bilbao si sviluppano, e
l'opera di evangelizzazione raggiunge
Cadice, Ciudad Real e i villaggi circonvicini. Sono stati proiettati films di
evangelizzazione che hanno radunato
oltre 50.000 persone; l’opera viene pure svolta attraverso la stampa e la
radio e si propone di arrivare, entro
il corrente anno, anche in Andalusia e
in Estremadura, per fondare una stazione evangelica a S. Sebastiano. Durante la campagna di evangelizzazione
sono anche stati diffusi circa 5000 dischi e nastri con messaggi evangelici.
Madrid. La nuova edizione del Nuovo Testamento, elaborata da tre traduttori cattolici e due protestanti, per
la Bibbia interconfessionale spagnola
è attesa per la fine del 1974. Intanto è
stata ammessa in circolazione anche
negli ambienti cattolici la versione popolare del Nuovo Testamento edita
dalla Società Biblica spagnola, con il
titolo: « Dio s’avvicina all’uomo ». Anche la diffusione della stampa evangelica si è molto accresciuta in Spagna,
autorizzata dalla censura: attualmente circolano nel paese più di 3 milioni
di volumi di letteratura evangelica, sia
pubblicati in Spagna, sia importati dall’estero.
* * *
La Chiesa dei Fratelli di Barcellona
non ha ricevuto l’autorizzazione dal
Governo per un culto in una sala cinematografica di Bilbao; e la gioventù
evangelica di Valencia non ha avuto
l’autorizzazione per un concerto evangelico in un cinema della città l’8 dicembre, festa dell’Immacolata. Pare
tuttavia che, forse, avrà il permesso di
fare il concerto in altra data.
A Coin, presso Malaga, è stato aperto in novembre un nuovo locale di
culto delle « Ciese di Cristo »; molti
pastori delle Chiese Evangeliche spagnole hanno preso parte all’inaugurazione.
I Testimoni di Geova sono molto attivi a Saragozza e ad Avila: quattro
testimoni di Geova sono stati condannati a Saragozza a parecchi anni di
prigione per obiezione di coscienza; il
presidente del tribunale ha dovuto intervenire più volte per richiamare all’ordine il procuratore che, nei suoi
ragionamenti, si scagliava contro la
fede dei testimoni di Geova, invece di
limitarsi all’accusa contro di essi per
il rifiuto del servizio militare. Ad Avila
il vescovo si è espresso con carità verso i testimoni di Geova, dicendo che
bisogna combattere le loro idee, ma
non in maniera scorretta.
A Hong Kong
il programma
di una chiesa
Hong Kong (spr) - Il past. Peter
Wong, segretario generale del Consiglio di Hong Kong della Chiesa di Cristo in Cina, ha lanciato un appello ai
partecipanti all’annua assemblea generale del Consiglio, invitandoli a consacrare il 1974 e il 1975 agli sforzi per « il
progresso e l’evangelizzazione » della
Chiesa, in tutti i settori d’attività: nella chiesa, quando non si avanza, si arretra. Uno degli scopi sarà la costruzione di sei scuole secondarie e di tre
centri comunitari. Inoltre il Consiglio
ha deciso di stanziare i due terzi del
suo capitale investito, per finanziare
vari progetti di sviluppo della Chiesa:
un centro d’accoglienza, cinque scuole
pre-professionali e un lavoro d’evangelizzazione: « Abbiamo coscienza che
non è bene per la Chiesa avere risorse
nascoste e inutilizzate, è una contradizione in fatto di gestione ». Circa il
programma biennale per « il progresso e l’evangelizzazione », il past. Wong
ha sottolineato questi punti:
— durante il prossimo semestre 1974
studio intensivo, da parte dei membri
di chiesa, della vita e deH’insegnamento di Cristo come riferiti nell’Evangelo
secondo Luca;
— lo sforzo si concentrerà sull’evangelizzazione a tu per tu, accanto alle
tradizionali riunioni d’evangelizzazione; il Consiglio dovrebbe pregare e operare perché 3000 membri siano guadagnati ogni anno all’Evangelo;
_ — si dovrebbe intensificare l’evangelizzazione attraverso le scuole; il Consiglio di Hong Kong ha la responsabilità di 62 scuole, situate soprattutto
nelle zone di risistemazione di rifugiati;
— si prevede una campagna per reclutare volontari che lavorino in organizzazione della Chiesa e partecipino
a programmi d’evangelizzazione, e per
interessare giovani al ministero pastorale;
— si sta realizzando un programma
di formazione superiore di collaboralori ,della Chiesa — ’’laici” e ’’consacrati” — comprendente corsi a tempo
parziale all’università Chung Chi di
Hong Kong e corsi a tempo pieno alla
facoltà teologica della Trinità, a Singapore e al seminario teologico di Tainan, a Taiwan.
Il Consiglio di .Hong Kong della
Chiesa di Cristo ha dichiarato la propria autonomia dopo l’avvento della
Repubblica popolare cinese. La Chiesa
di Cristo risale al 1927, quando fu fondata nella Cina continentale in seguito
alla fusione di 15 Chiese, oltre la metà
delle quali erano presbiteriane.
Taccuino africano
(segue da pag. lì
ta ecclesiastica, o a cantare in arabo...
È questa la situazione nella quale vivono milioni e milioni di fratelli del 'Terzo Mondo, e lo avvertivo quasi come
una colpa, mentre nella cappella di
Porto-Novo o nella riunione all’aperto
nella boscaglia ascoltavo questi fratelli
cantare con noi gli inni di Clément
Marot o del Risveglio.
Si può ancora giustamente notare
che la lingua ex-coloniale, divenuta ora
lingua nazionale delle giovani nazioni,
è un fattore unificante, talvolta il solo’
di nazioni eterogenee. È vero, anche se
non si può dimenticare che queste giovani nazioni, spesso, non sono affatto
sorte in modo naturale, ma sono la
traduzione ’indipendente’ di regioni le
cui frontiere erano state tracciate in
modo del tutto arbitrario dalle occupazioni coloniali. E quali strascichi
sanguinosi abbiano lasciato questi arbitri, lo ricordano le tragedie del Congo, del Nigeria/Biafra, del Sudan, del
Camerún, per citare solo gli esempi
più gravi; il fatto che fattori esterni
abbiano pure giocato, non toglie che
si sia trattato di feroci scontri etnici
di popolazioni antagoniste costrette
sotto lo stesso tetto ’nazionale’. Nonostante questo, è vero che l’inglese o il
francese costituiscono oggi la sola lingua nazionale in nazioni nelle quali si
parlano molte lingue, talvolta diecine
di lingue, anche assai diverse, incomunicabili. Ma pure qui il fatto coloniale
ha introdotto forzatamente un elemento estraneo in un processo che avrebbe dovuto essere ’naturale’. Tutte le
nazioni, tanto più le maggiori, hanno
conosciuto nell’evoluzione storica la
prevalenza di un gruppo etnico, di una
lingua. Piemontesi, veneti o siciliani,
parliamo oggi toscano in bocca romana, e cosi è avvenuto un po’ ovunque.
Non certo in modo indolore, e le spinte autonomiste lo indicano mentre la
cura per lingue e dialetti calpestati o
trascurati sono fenomeni sani e profondi. Comunque lentamente, anche
dolorosamente è maturata o sta maturando una coscienza nazionale. Ma,
di nuovo, pensiamo a quale sarebbe
la nostra situazione se anziché imporsi il toscano, come lingua unitaria, vincolo e veicolo di cultura e di comunione, ci fosse stato imposto lo slavo o
l’esquimese o il maori. Per far l’esempio del Dahomey, certamente la situazmne vi sarebbe oggi diversa se, anziché il francese, si fosse gradatamente
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiimiii
# Daini al 24 maggio si tiene a Lusaka
(Zambia) la terza Assemblea della Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa (CCTA);
i partecipanti sono oltre 600, provenienti da
32 nazioni; tema dell’assemblea : « Non più
vivere per noi stessi, ma per il Cristo ». Le
discussioni nelle sezioni verteranno soprattutto sull’ evangelizzazione, sull’ identità delle
Chiese africane, su « la Chiesa e il rinnovamento culturale », a la Chiesa profetica e serva » e (c unione di Chiese o cooperazione? ».
Il programma deiristituto di Bossev
Ginevra (soepi) — Il programma per
il 1974 dell’Istituto ecumenico, meglio
conosciuto sotto il nome di « Bossey »
sarà particolarmente dedicato allo studio dei temi e sotto temi relativi alla
quinta assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese, che avrà luogo a
Giakarta nel luglio 1975.
Peraltro anche altri temi — di carattere teologico o meno — verranno
Nela famiglia dah GEVAA
IN LESOTHO
La situazione politica è preoccupante in quel paese. Le notizie giunte fin
qui indicano che il clima rimane assai
teso. I membri del partito d’opposizione (BPC) sono sottoposti a vessazioni
e ricercati. Le abitazioni di circa 70
persone) hanno avuto degli incontri
BPC, sono state incendiate dopo esser
state saccheggiate. I raccolti di grano
sono stati dati alle fiamme.
D’altra parte, una ricompensa di 500
Rands viene offerta ad ogni persona
che faciliterà l’arresto dei leaders del
BPC. Basta pensare che questa somma
rappresenta circa venti volte il salario
mensile di un minatore per capire
quanto simile taglia possa costituire
una reale tentazione per i delatori.
Dei sacerdoti cattolici indigeni hanno rivolto una protesta in seguito alle
battiture inflitte ad un missionario canadese. I responsabili delle Chiese
Evangelica, Anglicana e Cattolica (i
cui membri assommano a circa 650.000
persone), hanno avuto degli incontri
con membri del governo. Nessuna dichiarazione è stata emessa in proposito fino a questo momento.
Si tratta di costruire la pace e la riconciliazione : un programma di lavoro, di preghiera e di speranza.
Il Sinodo nazionale della Chiesa
Evangelica si è riunito dal 16 al 20
aprile scorsi.
A TAHITI
Il 2 marzo scorso, la comunità di lingua cinese della Chiesa Evangelica di
Polinesia Francese ha potuto inaugurare il suo nuovo tempio di Papeete,
accanto alla sala ed all’alloggio pastorale che già esistevano. Questa comunità conta circa 150 membri comunicanti. Essa può contare sul ministero
del pastore Lee, proveniente da Formosa ed all’opera in Polinesia da alcuni anni.
DALL’ASIA DI SUD EST
Ecco una parte di una lettera del
pastore J. Clavaud, attualmente all’opera a PHNOM-PENH : « Dire cosa
sono la fede e la speranza in Cristo,
come siamo invitati a farlo, è la ragione stessa della continuazione del mio
la,voro a Phnom-Eenh in questi tempi
difficili. A che cosa servirebbe fronteggiare i razzi distruttori se non si trattasse di testimoniare ai nostri fratelli
della Chiesa Khmer e a tutti gli altri la mia completa fiducia? il mio attuale tema di predicazione è quello di
Gterusalemme assediata (Isaia 36 e 37).
Avrei preferito che fosse una testimonianza familiare, ma la salute di mia
moglie, già provata da tre anni di guerra, non ha resistito ai recenti avvenimenti e non è la sola alla quale sia capitato. Piuttosto di ritornare in Francia ha preferito trasferirsi nel Laos, a
Vientiane, dove è stata calorosamente
accolta dagli amici del Servizio Cristiano in Asia. Qui la vita prosegue, quando non è brutalmente interrotta da un
razzo ».
Da queste poche righe traspare tutto il dramma del popolo khmer e di
quanti si sentono solidali con le sue
sofferenze. Un motivo di intercessione
di più per noi. (DEPAP)
trattati nel corso di seminari e colloqui dedicati in modo particolare ai pastori, ai preti, ai missionari, a giovani
laici e a studenti in teologia.
Il « Centro universitario di studi
ecumenici », che funziona per quattro
mesi all’anno e che tratta in modo
particolare i temi a carattere ecumenico, rappresenta << colonna vertebrale » dell’Istituto.
Il 23“ semestre, che inizierà col 15
ottobre 1974, sarà incentrato sullo studio del tema dell’Assemblea di Giakarta: « Gesù Cristo libera e unisce ». Il
programma non seguirà supinamente
la linea del CEC, ma si sforzerà di dare una risposta a questioni fondamentali colle quali i cristiani si trovano a
confronto dappertutto nel mondo: la
alienazione, l’egoismo, l’apatia, l’ingiustizia, l’impotenza di fronte all’oppressione e allo sfruttamento del debole e
del povero, al fine di vedere come il
Cristo liberatore parla di questi problemi.
Altri temi dell’Assemblea verranno
trattati nei seminari che hanno come
tema: « Confessare il Cristo oggi », destinato in modo particolare agli studenti in teologia, e « la Chiesa alla ricerca di una vita comunitaria » che
tratta dei vari tipi di vita comunitaria
che costituiscono un antidoto all’anonimato della burocrazia e della tecnologia di oggi. Queste tendenze e le loro
implicazioni per la Chiesa avranno un
interesse del tutto particolare.
Sotto una forma totalmente diversa
questo problema viene trattato nel
corso « Vivere umanamente in un
mondo moderno ». Partendo dall’interesse che la teologia suscita nei laici,
questo corso porrà la questione « che
cosa è essere uomo e che cos’è essere
umani » in una prospettiva cristiana.
Inoltre, l’Istituto organizza un colloquio per economisti, ecologi e teologi
sul « Ruolo del potere e della proprietà nella gestione delle risorse mondiali ». La partecipazione a questo colloquio è solo dietro invito.
L’Istituto ecumenico, che costituisce
lo strumento « educativo » del CEC,
sarà diretto a partire dal prossimo giugno 1974, dal prof. John Mbiti, pastore
anglicano del Kenya, che ha insegnato
all’Università di Makerere, in Uganda.
imposta una delle quattro grandi lingue indigene (una popolazione 4i appena 4 milioni di abitanti parla ben 4
lingue, molto diverse, reciprocamente
incomprensibili, ciascuna suddivisa in
vari dialetti: e questa è la situazione
che si ripresenta in molte nazioni!).
Forse queste coonsiderazioni sembreranno un poco lunghe e ovvie. Ma
la questione mi ha colpito profondamente, e per quanto la conoscessi, il
toccarne con mano i termini ha determinato un’impressione ben altrimenti
viva e sconcertante. Né si tratta solo
del problema di altri, perché la questione si ribalta immediatamente sù
di noi: in qual misura la trascrizione
occidentale dell’Evangelo, essenzialmente semitico, è riuscita o lo ha falsato su tanti punti? Eccoci tutti impegnati nel grandioso, incessante sforzo
che è di tutti i cristiani di tutti i tempi e di tutti i luoghi: ascoltare e far
ascoltare nel nostro linguaggio quello
— tutto e solo quello — che Gesù, i
profeti e gli apostoli hanno detto nel
loro, normativo quanto al contenuto,
traducibile quanto alla espressione. Ne
va della realtà dell’incarnazione: che
sia veramente quella di Dio in Gesù
Cristo, ma che lo sia per noi, qui e ora.
Qualcosa si fa. Nel Dahomey, ad
esempio, il governo sta attuando un
piano per sviluppare l’insegnamento
nelle lingue indigene, per il momento
a livello di scuole materne, e misure
analoghe si attuano qua e là, sebbene
resti per il momento unico lo sforzo
di totale ’malgachisation’ condotto dal
nuovo governo del Madagascar, dopo
l’abbattimento del regime di Tsiranana. E anche nell’ambito delle chiese la
« animazione teologica », salvo che ai
livelli superiori, nelle scuole'^teologiche, avviene per quanto possibile in
lingue indigene, soprattutto nel lavoro locale e regionale. Ma è tutto un
immenso sforzo, del quale ci è difficile renderci conto.
Fra l’altro perché mancano o scarseggiano il materiale di lavoro e i mezzi per produrlo: una volta ancora, i
pur modesti ^lezzi — editoriali, ad
esempio — di cui dispone una piccola
chiesa minoritaria come la nostra, assumono là, in molti casi, un carattere
quasi opulento, inimmaginabile. Sicché come per l’insegnamento così per
il materiale biblico-teologico le chiese
sono totalmente dipendenti dai paesi
francofoni o anglofoni. In tutta l’Africa francofona (ma, di nuovo, ci rendiamo conto che l’espressione stona come stonerebbe se dovessimo dire
«l’Europa di lingua papua»?!) vi è
una sola casa editrice protestante, il
Centre de Littérature Evangélique di
Yaoundé, nel Camerún, che per altro,
partito da dimensioni modeste, sta
prendendo piede e ha iniziato pure la
pubblicazione di opere di scrittori e
teologi africani. Comunque, una sola,
modesta casa editrice solo parzialmente indigena per vari milioni di protestanti africani di espressione francese.
Per concludere questa puntata di appunti con una nota diversa, in questo
tempo di feste di canto: il canto cristiano è profondamente sentito nelle
chiese del cosidetto Terzo Mondo; ma
10 scudetto va senz’altro alla Chiesa
presbiteriana del Camerún. Questa
Chiesa, che conta 150.000 membri comunicanti, ha circa 40.000 persone, di
ogni età, impegnate nelle corali, che sono numerosissime! Il pastore Ejengelé, che era fra noi a Porto-Novo, ci diceva che nella sua chiesa, a Bafoussan,
vi sono ben 10 corali che fanno a gara
per alternarsi nel guidare e trascinare
11 canto nel culto domenicale. Si comnrende che, in una simile situazione, la
Chiesa abbia una Commissione innologica permanente, che lavora fra l’altro alla composizione di inni in lingue
e melodie indigene.
Gino Conte
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiii
Missionarie scozzesi
espulse dai Malawi
Blantyre (spr) - Due missionarie della Chiesa di Scozia, al lavoro come insegnanti nella Chiesa presbiteriana
dell’Africa centrale, sono state espulse
dal Malawi. M. Millar e M. Ritchie facevano parte del corpo docente di una
scuola per la formazione di maestri, a
Blantyre, rispettivamente dal 1967 e
dal 1968. Sono state costrette a lasciare il paese nel giro di tre giorni, senza
che le autorità motivassero l’espulsione.
La Chiesa presbiteriana dell’Africa
centrale, nata dal lavoro missionario
di due Chiese scozzesi Ha Chiesa di
Scozia e la Chiesa libera di Scozia) e
della Chiesa riformata olandese dell’Africa del sud, conta quasi 250.000
membri comunicanti.
Un portavoce del Consiglio d’oltremare della Chiesa di Scozia ha detto
di sapere di altri casi di analoghe
espulsioni dal Malawi senza motivazioni ufficiali. Circa un anno fa, due
missionari della Chiesa riformata
olandese, al lavoro per il Sinodo Nkhoma della Chiesa presbiteriana nell’Africa centrale,. si son visti ritirare
in circostanze analoghe i permessi di
residenza.
lillllllllllllilllllllllllllllllllllllllilliillllllllllllllllllllllllllillllll
0 A soli otto mesi dalla pubblicazione del
nuovo innario ecumenico olandese, è stata stampata la milionesima copia, che è stata
ufficialmente offerta alla Biblioteca reale dell’Aja. L’innario è utilizzato dalle cinque principali Chiese protestanti d'Olanda.
6
pag. 6
CRONACA DELLE yALLi
N. 20 — 17 maggio 1974
Alle Valli oggi
Referendum
un NO da
valorizzare
subito
Riportiamo a -fianco i risultati del
Referendum nei Comuni del Pinerolese. E utile dare uno sguardo a sé ai
Comuni delle valli in cui la presenza
delle comunità valdesi ha portato a
delle punte del 94,8% dei NO, percentuale più alta d’Italia. Il riquadro a
parte non è già per voler dimostrare
una volta di più che i Valdesi non sono democristiani né fascisti, ma per
riflettere sul risultato del lavoro che
ha impegnato le nostre comunità a livello distrettuale. La compattezza con
cui le nostre comunità hanno risposto
al Referendum è esemplare; e questo
fatto decisamente positivo dovrà farci
riflettere sulle possibilità concrete per
una maggiore incisività della nostra
presenza nel pinerolese, accanto a quelle forze che con noi hanno detto No
alla manovra della DC. Detto questo
possiamo fare alcune brevi considerazioni di fondo nel contesto della situazione pinerolese.
Un primo punto è questo: i risultati
del Referendum hanno dimostrato che
si è spezzata l’identificazione religiosapolitica della DC. Nonostante la forte
pressione dei Vescovi e della gerarchia
cattolica, è dilagata in Italia la disobbedienza all’autorità dogmatica della
chiesa, si è verificato uno smembramento fra dogmatismo cattolico e confessione di fede. Certo questo non è
avvenuto improvvisamente: sarebbe ingiusto non ricordare tutti i preti che
da anni sono impegnati in questa battaglia. Sarebbe ingiusto soprattutto,
uà parte dei valdesi del pinerolese non
prendere atto della coraggiosa fermezza con cui molti preti e gruppi di credenti cattolici hanno condotto fino in
fondo la battaglia per il NO.
La perdita secca della DC pinerolese è un duro colpo che non mancherà
di conseguenze. Ed è a queste conseguenze che ci si deve preparare. Ma
questo non deve significare in nessun
caso una rinuncia e partire come sempre da una posizione di difesa. Sarebbe sottovalutare i risultati della consultazione popolare. E veniamo al secondo punto.
Preso atto dello smembramento del
cattolicesimo fra questione religiosa e
questione politica, preso atto che i cattolici non hanno riconosciuto Fanfani
loro crociato, è bene non farsi troppe
illusioni. Anche i francesi qualche anno fa bocciarono De Gaulle al Referendum per poi votare, due mesi dopo,
Pompidou, cioè sposare un’altra volta
lo stesso regime! È innegabile però che
l’opera di ricucitura che sta davanti
alla DC è ardua e le possibilità di riuscita saranno direttamente proporzionali al tipo di comportamento dei partiti che hanno vinto la campagna del
Referendum: socialisti e comunisti in
primo luogo. Dal loro comportamento,
dalle loro scelte, dipenderà l’orientamento di buona parte dei voti persi
dalla DC. Nel prossimo futuro assisteremo ad un tiro alla fune fra le forze
di sinistra che cercheranno di mantenere le posizioni ottenute col Referendum e la DC che cercherà di strappare questo consenso a sinistra.
Il terzo punto, che ritengo quello di
fondo, nella situazione del pinerolese,
è la funzione che l’Eco del Chisone assumerà in quest’opera di ricucitura.
Mentre noi siamo andati a votare NO
i nostri amici approfittando anche del
bel tempo se ne sono andati a spasso
sulle montagne del Sestrières, introducendo nella campagna del Referendum la propaganda all’astensionismo.
Ma anche questa manovra è stata battuta. E non vorremmo che l’Eco del
Chisone osasse far sua la vittoria del
NO dopo l’ambiguità del discorso che
ha portato avanti fino all’ultimo: un
continuo tergiversare su questioni secondarie per lasciare la parola decisiva al Vescovo che si è dato da fare
per il sì, visitando anche caserme ed
ospedali.
Il compito che sta di fronte alle forze che hanno battuto la DC nel pinerolese e l’hanno battuta seccamente
sarà proprio quello di impedire la manovra dell’Eco del Chisone che non
mancherà di precipitarsi alla caccia di
un nuovo consenso democristiano (di
sinistra naturalmente) nella politica
pinerolese. E per raggiungere questo
obiettivo la DC pinerolese è sicuramente disposta a far ’’saltare” anche
qualche cadreghino. Forse non solo
nella politica. D’altra parte la politica
clte}itelare che viene dal sottogoverno
é pur sempre nelle mani della DC e
Sàppiamo quanto sia efficace l’arma
del clientelismo politico.
Se l’elettorato pinerolese nel suo insieme ha bocciato il tentativo politico
della Lanterna, saprà accorgersi dell’altro disegno politico tutt’altro che
chiaro della DC di sinistra patrocinato dall'Eco del Chisone?
Ermanno Genre
Come si è votato
nel Pinerolese
SI NO
VOTI % VOTI %
Airasca 470 43,3 605 563
Angrogna 80 16,7 399 83,3
Bibiana 622 43 875 57
Bobbio Pellice 24 5,2 434 94,8
Bricherasio 777 38,7 1.213 61,3
Buriasco 491 68,1 229 31,9
Campiglione Penile 378 56,1 295 43,9
Candiólo 524 28,7 1.301 71,3
Cantalupa 359 42,3 488 57,7
Castagnole Piemonte 556 60 370 40
Cavour 1.667 54 1.420 46
Cercenasco 482 47,8 525 52,2
Cesana 136 25,1 405 74,9
Clavière 25 26,3 70 73,7
Cumiana 1.253 35,3 2.287 64,7
Fenestrelle 206 29,1 501 70,9
Frossasco 438 42,1 601 57,9
Garzigliana 178 53,2 156 46,8
Grugliasco 3.332 18,4 14.675 81,6
Inverso Pinasca 22 5,3 392 94,7
Luserna San Giovanni 1.179 25,3 3.475 74,7
Lusernetta 202 53 169 47
Macello 438 63,2 255 36,8
Massello 9 8,2 100 91,8
None 1.034 34 1.999 66
Orbassano 2.482 23 8.307 77
Osasco 211 49,2 218 50,8
Perosa Argentina 690 233 2.199 76,2
Perrero 212 25 636 75
Pinasca 557 30 1.307 70
Pinerolo 6.475 26,6 17.867 73,4
Piossasco 1.607 22,5 5.530 77,5
Piscina 749 51,6 700 48,4
Pomaretto 85 9,4 818 90,6
Porte 180 27,3 479 72,7
Pragelato 132 35,8 236 64,2
Prali 49 14,7 284 85,3
Pramollo 29 8,7 301 91,3
Prarostino 37 6,4 535 93,6
Rivai ta 1.532 23,6 4.957 76,4
Roletto 292 50,5 286 49,5
Rorà 10 5,9 159 94,1
Roreto Chisone 119 14,4 703 85,6
Salza di Pinerolo 26 24,7 79 75,3
San Germano Chisone 154 12,7 1.062 87,3
San Pietro Val Lemina 164 30,2 378 69,8
San Secondo di Pinerolo 434 28,4 1.091 71,6
Scalenghe 827 54,6 685 45,4
Sestriere 103 27,1 276 72,9
Torre Pellice 411 13,1 2.706 86,9
Usseaux 62 32,2 130 67,8
Vigone 1.477 483 1.539 51,1
Villafranca Piemonte 1.580 53,5 1.368 46,5
Villar Pellice 68 9 685 91
Villar Perosa 398 10,9 2.240 89,1
Volverá . 747 36 1.326 64
Virle 336 62,3 203 37,7
I ISO nelle comunità delle valli:
la più alta percentuale d'Italia
Come salta subito alVocchio, le comunità valdesi del distretto hanno risposto NO in blocco
al Referendum; questo risulta tanto più evidente nei piccoli comuni dove la presenza valdese
è di larga maggioranza: Bobbio Pellice, Rorà, Inverso Rinasca, Massello, Prarostino, ecc. Non
va dimenticato però che in altri comuni in
cui la maggioranza è cattolica, i NO hanno
prevalso in modo netto, dimostrando che buona parte degli elettori cattolici ha fatto una
scelta diversa da quella consigliata dalla loro
chiesa. Nel pinerolese i cattolici del NO non
sono stati meno attivi dei valdesi anzi, la loro
azione è penetrata in ambienti e zone molto
più vaste con un risultato positivo. La battaglia del referendum è stata in diverse occasione un terreno di comune impegno; dovremo sapere adesso continuare questo lavoro sui molti problemi che ci stanno davanti,
a livello locale, nel contesto delle Comunità
Montane, a livello pinerolese.
Un’occhiata alle percentuali generali delle
tre Comunità Montane che interessano la nostra zona vede il più alto numero di NO nelle valli Chisone-Germanasca col 79,4%, seguito dalla Val Pellice col 74,8 e dalla Pedemontana Pinerolese col 72,9. Il grosso serbatoio dei SI è invece quello della pianura
pinerolese (Cavour, Garzigliana, Macello, Buriasco. Piscina, ecc.) dove i SI hanno avuto
il 50,9%. La media generale del pinerolese
per il NO è del 68,3%.
SI % NO %
Angrogna 16,7 833
Bobbio Pellice 53 94,8
Inverso Pinasca 5,3 94,7
Luserna S. G. 25,3 74,7
Massello 8,2 91,8
Perosa Arg.na 23,8 76,2
Perrero 25 75
Pinasca 30 70
Pinerolo 26,6 73,4
Pomaretto 9,4 90,6
Prali 14,7 85,3
Pramollo 8,7 913
Prarostino 6,4 93,6
Rorà 5,9 94,1
S. Germano Ch. 12,7 87,3
S. Secondo P. 28,4 71,6
Torre Pellice 13,1 86,9
Villar Pellice 9 91
Villar Perosa 10,9 89,1
Ferrerò
(Grangette)
Campo ecumenico
Si aprirà in estate, dal 28 luglio al 18
agosto, il campo ecumenico di lavoro
a Grangette (Ferrerò), che dovrà completare i muri di sostegno della strada tracciata l’anno scorso. Il campo
di lavoro dell’agosto ’73, frequentato
da una dozzina di giovani di varia nazionalità, aveva costruito, proprio sotto il villaggio un alto muraglione, indispensabile per evitare il cedimento del
terreno.
Anche dopo le piogge torrenziali di
fine inverno la strada, costruita in
economia dagli abitanti di Grangette,
con un contributo del Comune di Ferrerò, è rimasta in buone condizioni e
sempre transitabile.
Esprimiamo la nostra fraterna simpatia alle famiglie Ghio (Eirassa) e Costabel (Ferrerò) per la scomparsa del
loro congiunto Serafino Tessore.
Il Sig. Tessore era ben conosciuto
nella Valle per aver ricoperto durante
sette anni la carica di Sindaco del Comune di Ferrerò.
L. V.
A TORINO
Primo convegno regionale Cristiani per il socialismo - domenica 19 maggio ore 9, presso
Unione culturale, Via Cesare
Battisti, 4 (Palazzo Carignano Zona P. Castello)
Azione politica
e fede
Programma :
Ore 9: Relazione introduttiva
di don Girardi su « Fede cristiana e materialismo storico». Dibattito.
Ore 11 : Lavoro a gruppi su temi emersi durante il dibattito in
assemblea.
Ore 14,30-16,30: Lavoro a gruppi.
Ore 17: Conclusione.
N. B. - Alla sera si terrà, nella stessa sede, una Tavola Rotonda su: Quale spazio può avere il pluralismo nella Chiesa di
oggi? - Interverranno : Franco
Giampiccoli, Don Gramaglia,
Don Girardi.
Clinwp FGQ a Prarosflno
Un importante convegno della FGEI valli si è svolto domenica S
maggio a Prarostino.
Nel culto pubblico con la comunità
ha preso la parola il pastore Sergio
Rostagno per tenere la relazione introduttiva del convegno, sul tema: « La
testimonianza dell’Evangelo nel Finerolese ».
La stimolante relazione prendeva le
mosse da tm’àhalisi della “'sittiazione
sociale delle valli valdesi, con delle
considerazioni sulle scelte effettuate
dalla chiesa valdese, nella sua « politica » delle opere, deH’informazione e
delle finanze.
Il termine valli valdesi possiamo dire che ormai è valido solo in termini
di tradizione, storica e vocazionale. In
senso storico perché è nelle valli vaidesi che la comunità valdese ha avuto
una sua vita significante, per cui possiamo dire che la chiesa valdese è stata per un buon numero di secoli l’asse
portante di queste valli. D’altra parte,
quello che possiamo notare adesso in
un'analisi della struttura sociale sia
delle comunità valdesi che in generale
delle valli, possiamo notare che il tessuto che componeva insieme la vita
delle valli, col procedere dello sviluppo capitalistico, è in una fase di sempre maggiore disgregazione. I giovani
ormai non lavorano più sulle montagne, ma scendono giù a valle; la cintura di Torino è l’ambito in cui adesso
chi emigra dalle valli si trova a lavorare; il rapporto col paese di origine è
quello saltuario del fine settimana, il
resto della settimana è trascorsa nell’anonimato.
Allo stesso modo ci si rende conto
come ormai abbiano perso di importanza i comuni, e come le decisioni
importanti vengano invece prese a livello di Regione.
Ma allora se la situazione è cambiata, anche le proposte che la chiesa valdese fa, come testimonianza dell’Evangelo, devono prendere una nuova direzione. L’ambito non sarà più quello
« rurale », ma sarà quello cittadino. La
nostra testimonianza dovrà raggiungere il pinerolese, dove i valdesi costituiscono il 10% della popolazione.
Questo vuol dire che se vogliamo rispondere alla nostra vocazione, dob
biamo essere capaci di rinunciare alle
scelte « liberal-borghesi » fatte nel passato. Dobbiamo essere capaci di rinunciare ad avere scuole pareggiate « nostre », e dobbiamo piuttosto lottare
perché la scuola sia pubblica e libera
da ogni tipo di restrizione politica, ad
avere degli ospedali nostri, perché la
giusta lotta è che gli ospedali siano
pubblici, dobbiamo piuttosto lottare
perché la gente sappia che gli ospedali sono un loro diritto, una loro proprietà, un servizio sociale che va gestito dal basso; dobbiamo anche saper
rinnovare profondamente gli oi'gani
Giovedì 23 maggio ■ Ascensione
Convegno giovanile FGEI
a Pradeltorno
L’informazione
nel Pinerolese
— L’inizio dell’incontro è previsto per le 14,30 nella chiesa di
Pradeltorno con una breve
relazione di Giorgio Gardiol.
— L’esame di alcuni settimanali
di informazione verrà fatta
nel lavoro di gruppo.
— Si dovrà anche provvedere
all’elezione di un delegato alla Conferenza Distrettuale.
— La comunità di Pradeltorno
è cordialmente invitata.
di informazione che abbiamo: quello
che è importante è che la gente abbia
un’informazione reale, sulle sue esigenze e sui suoi problemi.
Se la scelta in passato è stata quella
delle opere valdesi come segno della
presenza attiva valdese nelle valli,
può quindi essere che adesso, per la
disgregazione sociale che colpisce le
stesse comunità si debbano cercare
nuove forme di presenza.
Paolo Corsani
DAL PINEROLESE
CONTESTATA LA DEDICAZIONE
DI UNA CHIESA CATTOLICA
A PINEROLO
Pinerolo. Mentre tre vescovi si accingevano a dedicare solennemente
una nuova chiesa alla Madonna di Fatima, un gruppo cospicuo di parrocchiani ha diffuso un volantino in cui
si pongono 4- interrogativi alla curia
pinerolese :
— se sia un segno evangelico fare una
festa solenne o piuttosto non il culto della persona (allusione al vescovo Quadri che aveva voluto la
chiesa) ;
— se ha senso costruire una chiesa
ricca e solenne quando a Pinerolo
mancano le case popolari;
— se è evangelico che la chiesa sia
stata pagata coi soldi ricavati dalla vendita di terreni che hanno permesso una grossa speculazione edilizia ;
— se in luogo di celebrazioni non fosse meglio ascoltare il giudizio di
Dio sui templi (cfr. Geremia 7 e
Marco 13).
Il volantino conclude chiedendo una
assemblea diocesana per discutere dei
beni materiali della chiesa.
SCIOPERO NELLA SCUOLA
Pinerolo. Maestri e professori hanno scioperato martedì 7 e mercoledì 8
c. m. per manifestare la propria opposizione ai decreti delegati. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati
CGIL e CISL, mentre la UIL ha preferito spostare lo sciopero al 17 maggio.
I motivi dello sciopero sono noti e
riguardano i decreti delegati. Lo scorso anno il personale della scuola dopo una serie di agitazioni era riuscito
ad arrivare ad un accordo col governo per una legge delega sulla scuola i
cui decreti avrebbero dovuto essere
emanati entro il 30 maggio prossimo.
È appunto la bozza di questi decreti
che non piace agli Insegnanti. Essi si
sentono presi in giro sui principali
punti che erano stati alla base degli
accordi col governo. Infatti i decreti
aumentano di molto il potere dei presidi e dei direttori: questi — secondo
la bozza dei decreti — potranno allontanare un insegnante se quest’ultimo
crea « grave turbamento » alla vita
della scuola. Questa affermazione di
« grave turbamento » è troppo generica e alla fine attacca il principio della
libertà dell’insegnamento. Inoltre i
consigli di gestione della scuola (insegnanti e genitori e — nelle scuole superiori — anche gli studenti) hanno
solo carattere consultivo e non decisionale come era stato richiesto dagli
insegnanti. L’elezione dei rappresentanti in questi consigli è fatta su scheda unica e non su più schede a impostazione politica. Non è chiara la situazione del personale non insegnante
(bidelli, tecnici, ecc.).
A questo sciopero hanno manifestato la loro adesione gli studenti delle
scuole superiori di Pinerolo.
DIRITTI COSTITUZIONALI
Pinerolo. La nostra costituzione afferma la libertà di espressione del pensiero. Ma questo fondamentale diritto, da un po’ di tempo, è difficile da
esercitare nella nostra città. Soprattutto quando si vogliono diffondere
idee antimilitariste. L’ultimo episodio
riguarda un manifesto di Avanguardia
Operaia che portato aU’ufficio comunale delle affissioni è stato sequestrato dai carabinieri prima ancora della
affissione.
SCUOLE POPOLARI
Facendo seguito alle richieste dei
sindacati e delle scuole popolari del
Piemonte, il Provveditorato ha istituito le commissioni speciali per l’esame
di licenza media.
L’esame avrà quindi un carattere
più collettivo, corrispondente così,
maggiormente al lavoro di ricerca
svolto nei corsi delle scuole popolari
o nei corsi delle 150 ore che nella nostra zona sono ancora poco numerosi.
INDUSTRIE TESSILI
Grave preoccupazione desta la situazione dell’occupazione nelle industrie tessili della nostra zona. È noto
come il processo di ristrutturazione
che è in corso alla Güterman di Porosa produrrà una riduzione dell’occupazione in cinque anni di 200 occupati.
L’azienda non procederà infatti alla
sostituzione dei lavoratori che andranno in pensione.
I sindacati di categoria, nel corso
delle prossime vertenze aziendali, chiederanno alle imprese precise garanzie
in questo senso.
RINGRAZIAMENTO
I congiunti di
Regina Colombero
ved. Pastre
ringraziano tutti coloro che la circondarono d’affetto e di cure: il medico
signor Gardiol, la Direttrice ed il personale dell’Ospedale di Torre Pellice,
i Pastori Sonelli e Sergio Rostagno.
Pomaretto, 11 maggio 1974.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Bein e Mourglia, non
potendolo fare singolarmente, ringraziano gli Enti, le Associazioni e tutte
le persone che hanno voluto partecipare al loro dolore in occasione della
dipartita della loro cara
Una Bein-Roland
Un grazie particolare al medico curante dr. Gardiol, a tutto il personale
dell’Ospedale Valdese, al Pastore Sonelli ed alla famiglia Negro.
Torre Pellice, 13 maggio 1974.
7
17 maggio 1974 — N. 20
, ir»
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. 7
V DÎSÏRETTO :
i - Molise
Da una relazione preparata a fine
aprile dalla Commissione del V Distretto riportiamo queste notizie sulla vita di quasi tutte le chiese di quella zona.
SAN GIOVANNI LIPIONI
L’impressione che si ricava dalla
circolare di Pasqua, che tiene luogo
della relazione trimestrale, è che una
buona parte della comunità lavora ancora con speranza a mettere a fuoco
la necessità di uscire dalla pesante situazione di abbandono del paese attraverso un intervento cooperativistico in carnpo agricolo: grazie a Dio, la
rassegnazione e l’indifferenza non hanno ancora definitivamente vinto.
Alcuni gruppi (San Giovanni, Carunchio e Vasto) hanno condotto uno studio sui « sacramenti » nel quadro delle ricerche sul centenario. L’inserto
speciale de « La Luce » che lo pubblicherà sarà inviato ai fratelli emigrati
per rinsaldare i contatti con la comunità da cui sono stati costretti per necessità a partire. Si sta cercando di
stimolare l’apporto contributivo, anche se modesto, di tutti.
CAMPOBASSO
Si tenta di incrementare l’attività
evangelistica in due paesi vicini: Terrazzano e Gildone, dove ci si reca in
gruppo: alle riunioni presso famiglie
evangeliche partecipano vari vicini di
casa. In città i contatti iniziatisi l’anno scorso con il movimento cattolico
7 Novembre si sono, per il momento,
arenati.
Sul piano interno continua l’ascolto
comunitario della trasmissione televisiva Protestantesimo, continuano le
riunioni settimanali presso famiglie,
prosegue la rilettura della storia valdese da parte dei giovani.
In diaspora « l’arresto del fiusso migratorio può costituire una svolta importante in vista del futuro dei gruppi » : ci si rallegra per l’apertura del
nuovo locale di culto a Guglionesi, in
buona posizione centrale.
OR SARA DI PUGLIA E FOGGIA
A Orsara: svolgimento normale dei
culti e della scuola domenicale. Nella
settimana del 17 febbraio ci sono state alcune buone riunioni per lo studio
del libro di G. Tourn : « Una Chiesa
in analisi ». L’asilo Betania continua
ad avere un andamento sereno e rallegrante.
A Foggia: lo spostamento del culto
al sabato sera fa registrare una maggiore frequenza, anche con qualche
simpatizzante in più. Si è esaminato
mensilmente il libro di G. Tourn. Come ad Orsara ben pochi questionari,
abbondantemente distribuiti, sono tornati indietro compilati.
CERIGNOLA
Il Consiglio di Chiesa ha attentamente vagliato le risposte al questionario, che è risultato stimolante al lavoro nella Comunità.
Si è potuto finalmente ottenere che
la capogruppo del Centro Sociale fosse iscritta come artigiana presso la
Camera del Lavoro di Poggia e sono
in corso le pratiche per l’assunzione
di « un congruo numero di apprendiste ». Vari indumenti confezionati nel
Centro saranno inviati ai bazar per il
Centenario che saranno organizzati a
Torre Pellice in tempo di Sinodo. Si
stanno effettuando dei restauri sia al
locale di culto sia a quelli dell’Asilo
con doni pervenuti dagli amici di Solingen.
A Trani le due famiglie sono state
visitate una volta al mese. Questo
gruppo andrebbe aggregato alla Chiesa di Corato, che dista 11 km. da
Trani.
CORATO
Oltre alle normali riunioni (culto,
S. D., lavoro giovanile, studio del mercoledì, sera) la comunità ha sentito
«la necessità di un ulteriore incontro
settimanale », di studio biblico, che avviene senza la partecipazione del pastore che è impossibilitato a intervenirvi.
Gli studi sul Movimento Valdese
hanno teso, ed il tentativo è riuscito,
a far meditare sull’attuale impegno
della chiesa nella società e hanno
grandemente interessato i partecipanti. Questi hanno fatto anche un attento esame dei questionari, ritornati in
buon numero, da cui, tra l’altro, «si
ricava l’impressione di una comunità
che sente viva l’esigenza di essere veramente comunità, cioè di rafforzare
i legami fraterni e nel tempo stesso
una comunità che avverte una chiara
responsabilità evangelistica, strettamente collegata ad un approfondimento della Parola di Dio».
Per quanto riguarda il Centro Sociale, continua l’attività del Doposcuola, la Foresteria si rivela utile, la Bi
La Chiesa di Corato
blioteca continua ad arricchirsi di nuovi volumi. Per contro il Cèntro di Cucito vede diminuire le partecipanti e
« forse, non risponde più all’esigenza
che anni fà l’aveva determinata ».
BARI
Buona, come sempre, la partecipazione ai culti e alla scuola domenicale.
L’istruzione religiosa è seguita con interesse dai giovani che hanno esaminato anche alcuni temi caratteristici
della predicazione del Movimento Valdese. Questi temi sono stati trattati
anche in Una serie di meditazioni domenicali. Questo lavoro di riflessione
in vista dell’obbedienza attuale, continua affinché divenga operante nel dopo-centenario. Del centenario si è parlato in una conferenza pubblica in locale esterno (assenti altri evangelici
tranne un buon gruppo di battisti) e
in una tavola rotonda ùn ambiente cattolico. Si sta tentando un lavoro di
collaborazione fra evangelici in varie
iniziative per il referendum : i valdobattisti stanno cercando di coinvolgere la Chiesa Avventista, la Chiesa di
Cristo e i Pentecostali.
TARANTO, BRINDISI E DIASPORE
La riflessione sul Centenario e sulla situazione della chiesa a partire dal
libro di G. Tourn, condotta per oltre
tre mesi nello studio comunitario del
giovedìi, ha portato alla seguente decisione operativa, decisa in assemblea
di chiesa : i vari membri di chiesa sono stati invitati ad assumere un preciso impegno di lavoro. Questi impegni di lavoro diversificato hanno portato alla costituzione di 4 gruppi principali: 1) Servizio istruzione e predicazione; 2) Servizio presenza nella città ed evangelizzazione; 3) Servizio di
azione sociale; 4) Servizio amministrativo interno. Questi gruppi avranno, a partire dal prossimo anno ecclesiastico, riunioni periodiche di programmazione, preparazione, divisione
ed analisi del lavoro.
RORA’
Dei giovani locali hanno dato una
serata riuscita e per la parte recitativa
e per il concorso di pubblico, per coilcorrere ai lavori di restauro della Sala
delle attività ecclesiastiche. Ringraziamo il Pastore Aime e l’Anziano Aldo
Tourn di aver presieduto culto domenicali.
L. C.
Villar Penosa
Domenica 19 maggio - ore 15
BAZAR DELLA CHIESA
Tutti gli amici e i villaresi lontani sono cordiaimente invitati
C’è da segnalare il buon lavoro di
ricerca condotto dai' giovani che si è
concretato àn due speftacoli (F contro il consumismo delía mostra società, 2" cóntro'l’abrogazione della legge
sul divorzio) ed in due culti domenicali (il movimento .ihedictei^je e noi;
la predicazione dell’Evangelo nella lotta per il socialismo )^. Buono anche il
lavoro del gruppo femminile, che ha
discusso vari problèmi: divorzio, aborto, liberazione della; donna, ecc... Il
Consiglio di Chiesa ha proceduto all’aggiornamento della lista dei membri comunicanti opei^ando un notevole
taglio al totale: si è, passati da 122 a
79 membri comunicanti. Questa revisione era stata differità da troppo tempo falsando l’effettiya consistenza numerica della comunità.
Buono l’andamento delle attività interne a Brindisi, Lattano e Grottaglie
col costante impegpp locale da parte
di alcuni fratelli e sorelle. Culti quindicinali a Bernalda e Leporano-Pulsano, visite a Oria ed a Lecce. A Grottaglie l’apertura del nuovo, abbastanza centrale, locale di culto preso in
fitto vede la partecipazione di parecchi estranei avvicinati precedentemente sulla piazza da un fratello-evangelista.
NAPOLI VOMERO
È ben continuato il lavoro di collaborazione fra i pastori Ricciardi, Sbaffi e Carcò e le comunità da essi curate. All’interno è stato presentato il libro di G. Tourn : « Una Chiesa in analisi»; all’esterno c’è stata ima manifestazione pubblica per l’VIII Centenario di Valdo organizzata in collaborazione con gruppi cattolci di base.
L’assemblea della comunità, che era
finora un’assemblea derivante dalle
somme delle assemblee valdese e metodista, si è unificata eleggendo un
unico Consiglio di chiesa. Le due comunità restano pertanto divise solo
dal punto di vista finanziario e nei registri d’archivio. I criteri che hanno
informato questo ulteriore passo avanti verso la completa, unificazione delle
comunità sono stati inviati sia alla Tavola sia al Comitato permanente perché esprimano i lora pareri in merito.
La C. D. ha espresso il suo parere favorevole.
Ennio Del Priore
TORINOl "
Il fyturo dfll'Ospedale - le naiifestazlonl
pubbllGhe pei l'8° centenario valdese
Negli ultimi mesi la chiesa valdese
di Torino è stata investita in modo
particolare del problema dell’avvenire
dei nostri ospedali: da essa infatti,
tramite l’operato del suo Concistoro]
che si vale per l’amministrazione dell’opera di una Commissione direttiva,
dipende l’Ospedale Evangelico Valdese della città. La chiesa valdese torinese è quindi coinvolta in responsabiiità
diretta nel problema dell’awenire degli ospedali evangelici, com’è stato delineato da Franco Giampiccoli in una
serie di articoli qui pubblicati. Tali
articoli riprendevano e sviluppano una
accurata relazione che egli aveva presentata a una prima assemblea di chiesa, tenutasi nella seconda metà dì gennaio, per porre la chiesa dì fronte alla questione. In seguito, su mandato
dell’assemblea, la Commissione direttiva deirOspedale aveva cercato dì saggiare il parere dei membri di chiesa,
con un questionario-inchiesta. La risposta è stata assai scarsa, anche se
quasi unanime (per il mantenimento
del nostro Ospedale quale opera della
Chiesa e contro una sua ’pubblicizzazione’). A fine aprile sì è avuta, a Roma, una riunione fra rappresentanti
degli Ospedali evangelici e la ’Tavola
Valdese. E l’assemblea della chiesa
valdese di Torino, convocata allo scopo, ha nuovamente affrontato la questione, la sera del 6 riiaggio. La partecipazione — a differenza di quella dell’assemblea di fine gennaio — è stata
piuttosto scarsa, e non è certo un segno positivo. La Commissione direttiva, per bocca del suo presidente Antonino Pizzo, ha riferito sui risultati
dell’inchiesta e sul recente incontro
con la Tavola. È semita una discussione, molti interventi, e al termine è
stato presentato xm ordine del giorno,
che è stato approvato con 60 voti favoli e 3 astensioni; eccone il testo:
L’assemblea della chiesa valdese di Torino, riunita il 6 maggio 1974,
non ravvisando nell’attuale situazione giuridica ed economica
dell’Ospedale Evangelico Valdese motivi di innovazione,
decide di mantenere l’attuale
Ospedale nell’ambito della legge 132;
SUSÄ:
Nel giorno di Pasqua, tempio gremito, tre catecumeni'; hanno segnato il
loro inserimento più pieno nella nostra comunità. Hanno fatto pubblica
confessione della loro fede Letizia Tomassone che è stata anche battezzata,
Ezio e Davide Bianco Dolina.
La dimostrazione dell’amore fraterno è stata piena da parte dei membri
della comunità quasi tutti presenti al
culto.
È stato un giorno di allegrezza piena
di speranza e di promessa perché, nonostante le nostre manchevolezze e le
infinite tentazioni che il mondo oppone alle affermazioni di fede e alla vita
che il credente cerca di vivere nella
fede, vi è ancora là possibilità della
testimonianza cristiana nel mondo, e
di promessa perché i doni dello Spirito sono ancora possibili in un mondo fatto di egoismò e di odio.
^ Il 15 marzo è stato presentato a PISA (S.
Zeno), a cura di un gruppo cattolico culturale di Pontedera, il libro di Arnaldo Nesti,
«Gesù Socialista ». edito dalla Claudiana, è stata colta l'occasione per inserirsi nella serata con
una mostra della Claudiana ; vi è stata una notevole diffusione di libri, con la collaborazione
di parecchi, fra i qualtul , pastore Franco Sommani venuto da^ Firenze per allestire la mostra.
'tV Alla redazione ^i questo numero
hanno collaborato Lamy Caisson,
i Giovanni Contei Ermanno Geme,
Enrico Geymet, Gustavo Malan,
Giovanni Peyrot, Roberto Peyrot,
' Edind Ribet, Aldo Rutigliano, Elsa
e Speranza Troi}, Liliana Viglielmo, Giorgio Gardiol.
Pensione ‘*IA LUCCIOLA”
F.IIi Frache
17027 PIETRA LIGURE - Viale della Repubblica, 131 - Telefono 67507
• Offre ai suoi ospiti ogni confort
® Posizione tranquilla a soli 50 metri dal mare
• Aperta tutto l’anno
AVVISI ECONOMICI
CER(IASI Signora pensionata, buona salute,
seria, come governante casa per anziano
solo, sano, residente campagna. Scrivere:
Redazione Eco-Luce, Torre Pellice.
CERCASI signorina per aiuto Bar e custodia
bambini ad Alassio. Rivolgersi Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice.
DISTINTA famiglia in Torino cerca coniugi
oppure due donne capaci lavori domestici.
Alloggio, vitto, buona retribuzione. Rivolgersi a: Conte Zenone - Via Bengasi, 6
Biella, telef. (015) 26074.
DI FEDE
Il nostro augurio fraterno più pieno
. è che questi nostri tre ragazzi conse’ guano ogni giorno di nuovo la loro
vocazione di credenti in qualsiasi circostanza o momento in cui verranno
a trovarsi.
Sul referendum
Venerdì 5 aprile ha avuto luogo nel
tempio un’assemblea-dibattito aperta
a tutti sul Referendum. La discussione è stata ampia, scorrevole e partecipata. Sono emerse le diverse interpretazioni da dare al Referendum, ma tutti siamo stati concordi sulla decisione
di rispondere « NO » alla abrogazione
della legge sul divorzio.
Questa unanime decisione — pur con
motivazioni e finalità diverse — è scaturita dalla posizione di Gesù il quale, a proposito del matrimonio-divorzio ha posto i suoi discepoli di fronte
al fatto che il modo cristiano di vivere il matrimonio è una libera scelta
vocazionale. Sul piano della obbedienza non vi è differenza alcuna tra le varie risposte che il credente può essere
chiamato a dare anche se le circostanze ed i momenti appaiono compietamente diversi. Gesù, chiamando gli
uomini a prendere una decisione che
può riguardare uno o più degli innumerevoli aspetti della vita, li pone tutti ugualmente di fronte ad una mèta
da raggiungere e ad un fine da realizzare. Infatti le proposte di Gesù: « Chi
vuol venire dietro a me, rinunci a se
stesso, prenda la sua croce... venda i
suoi beni... lasci tutti i suoi familiari...
abbandoni il banco della gabella »
ecc. hanno lo stesso significato di quella che riguarda la cosiddetta indissolubilità del matrimonio: « Ciò che Dio
ha congiunto, l’uomo non lo separi ».
Gesù chiama l’uomo a realizzare nella
propria vita matrimoniale l’unità della
creatura voluta da Dio all’atto della
creazione, cioè, Gesù pone l’uomo di
fronte alla vocazione di non separare
ciò che Dio ha congiunto. Il fine di
questa vocazione non è l’indissolubilità del matrimonio inteso come istituzione, ma chiaramente è l’unità della
creatura espressa mirabilmente dalla
unità matrimoniale.
È evidente che una tale proposta
può essere accettata solo dal credente
perché è una scelta di fede che non
può essere imposta a chi credente
non è.
01tre_ ai fratelli delle comunità battiste di Bussoleno e Susa, accompagnati dal past. Morlacchetti, era presente un gruppo di giovani non appartenenti a comunità evangeliche.
A. R.
autorizza la Tavola Valdese ad
avviare intese, ex art. 8 della Costituzione, con ,^lo Stato circa
l'awenire deli’Ospedale di Torino sulla seguente base: « salvaguardia dell'autonomia del Consiglio di amministrazione dell’Ospedale Evangelico Valdese, anche in caso di entificazione ».
Se .nella vita interna della chiesa di
Torino, articolata nelle quattro zone
cittadine, varie attività hanno già segnato l’8° centenario del movimento
valdese, finora non vi erano state manifestazioni pubbliche: nei prossimi
giorni si svolgerà il programma di
queste ultime. Mercoledì 15 maggio,
nella grande sala della Galleria d’arte
moderna, si avrà una tavola rotonda
sul tema « Significato e prospettive
della presenza protestante in Italia »
alla quale parteciperanno Franco Antonicelli, Giorgio Bouchard, Raniero
La Valle e Marco Rostan. La seconda
nianifestazione, nel pomeriggio della
giornata dell’Ascensione, sarà costituita da un culto nel tempio valdese di
Corso Vittorio, durante il quale parleranno Germano Giuliani (pentecostale,
delle Assemblee di Dio), Domenico Maselli (della Comunione delle Chiese Libere), Paolo Ricca e Paolo Spanu (delle Chiese Valdese e Battista); parteciperà la Corale valdese di Torino diretta dal M° Giuseppe Beiforte. Infine,
martedì 28 maggio, nuovamente presso la Galleria d’arte moderna, il prof.
Raul Manselli, dell’Università di Roma, terrà una conferenza su « Valdo
nel mondo religioso del XII secolo ».
Queste manifestazioni, alle quali è invitata la cittadinanza, sono state concepite come un momento di raccolta
di tutti gli evangelici cittadini: ricordando la bella esperienza di comunione fatta in occasione del 450° anniversario della Riforma (1517-1967), ci auguriamo che si rinnovi in questo sforzo di testimonianza.
San Germano
Chisone
— Nella sua ultima riunione il Concistoro
ha deciso di convocare l’Assemblea dì Chiesa
per domenica 9 giugno. Tale assemblea si terrà nel corso del culto ed avrà I come argomenti principali : relazione annua, elezione
di tre delegati alla Conferenza distrettuale dei
giorni 29 e 30 giugno a Ferrerò, elezione di
due delegati al Sinodo, rendiconto finanziario
e votazione del preventivo di spesa per l’anno
’74-’75, proposta di una modifica nella celebrazione della Santa Cena, varie.
— I culti domenicali inizieranno alle
ore 10 anziché alle 10,30 a partire da domenica 2 giugno (Pentecoste). Anche il culto
con assemblea del 9 avrà dunque inizio alle
ore 10.
— Le riunioni estive all’aperto sono state
cosi fissate: domenica 23 giugno, ore 15,
Balmas; domenica 21 luglio, ore 15, Chiabrandi; domenica 4 agosto, ore 15, Prapunsun; domenica 11 agosto, ore 10,30, culto a
Pragiassaut. In tale domenica il culto sarà
sospeso al centro.
,—: Venerdì 10 maggio le sorelle deU’i/raione Femminile hanno visitato gli ospiti dell’Asilo.
— Domenica 12 maggio i bambini della Scuola Domenicale hanno partecipato al culto e
cantato due inni in occasione della domenica
della famiglia cristiana.
Nel pomeriggio i ragazzi e molti dei loro
genitori hanno partecipato alla Festa di Canto delle Scuole ^ Domenicali della Val Chisone. Ringraziamo di tutto cuore le monitrici
che hanno' assicurato il buon andamento della giornata e in particolare Bruna Salvai che
ha curato la preparazione dei canti. Un grazie sincero anche alla Signora Rivoira che
ha diretto i canti d’insieme a Pramollo ed al
pastore ed ai membri di quella comunità per
la fraterna accoglienza cbe ci ha fatto apprezzare aneora di più questa giornata di comunione fraterna e di bel tempo!
— Le votazioni per il referendum hanno
avuto un andamento assai rallegrante, nel
Comune di San Germano. I risultati sono stati i seguenti: NO 1.062 - SI 154. Questi risultati vanno cosi ripartiti per sezioni elettorali: Turina: NO 166 - SI 48; San Germano 1: NO 501 - SI 40; San Germano II: NO
395 - SI 66. Anche i risultati di Pramollo *5no stati rallegranti; NO 301 - SI 29. Da notare che nella sezione di Ruata sono stati
scrutinati soltanto tre SI. Peccato che, invece, a Porte, i NO siano stati soltanto’TSO
mentre i SI sonò risultati 180.
— Ricordiamo ancora il bazar di Prtunollo il 26 maggio, quello di San Germano il 2
giugno, il saggio della Scuola Materna il 9
giugno. Saremo riconoscenti a tutti coloro
che contribuiranno nei modi più vari alla
buona riuscita di questi incontri.
— La gita della Scuola Domenicale avrà
luogo il giorno 23 maggio. Ascensione. Daremo i particolari al più presto.
Il culto a Porte avrà luogo sabato 25
maggio.
— Abbiamo appreso con tristezza la notizia
deU’improvvisa malattia che ha colpito il pastore Pierluigi falla. Gli esprimiamo da queste colonne la nostra sincera simpatia e l’augurio che il Signore sostenga lui e la sua famiglia in questa prova. Pensiamo anche con
affetto alla comunità di Montana che viene
cosi bruscamente privata del ministero del
suo pastore. Giovanni Conte
8
pag. 8
I NOSTRI GIORNI
N. 20 — 17 maggio 1974
DEMOGRAFIA E EDUCAZIONE
INIZIATIVE NELLE SCUOLE ASIATICHE
La malattia del secolo ;
demografia galoppante
« La crescita della popolazione è come un peso enorme lanciato a una velocità fontastica. La nostra sola speranza di salvezza è fermarlo prima
che ci arrivi addosso e trasformi il nostro mondo in un universo formicolante nel quale l’uomo, sottoposto a
terribili privazioni, riuscirebbe a stento a sopravvivere » — questa la terribile predizione di un demografo, pochi anni fa; e il procedere degli avvenimenti sta trasformandola in penosa
realtà.
Per frenare la crescita della popolazione alcuni paesi del Terzo Mondo —
l’India in prima fila — hanno lanciato
vasti programmi di pianificazione familiare, i cui risultati sono stati spesso piuttosto deludenti. Tali sforzi hanno urtato contro le tradizioni che valorizzano le famiglie numerose. Altro
fattore d’insuccesso: queste campagne
si sono rivolte soprattutto agli adulti
in età di poter avere figli, lasciando
da parte gli adolescenti (nella sola India 2 milioni ogni anno) che raggiungono o stanno per raggiungere l’età
nuziale c che devono essere educati
prima che si sposino e creino una famiglia.
Traendo la lezione dai fatti, i paesi
dell’Asia, in cui vive oltre la metà della popolazione del globo (essa ammonta attualmente a 3 miliardi e 800 milioni), hanno impegnato i loro sistemi
educativi nella lotta contro la demografìa galoppante, volta a neutralizzare con l’informazione la forza della
tradizione, mostrando agli alunni, a
ogni livello scolare, la ripercussione
che l’entità delle famiglie può avere
sul loro benessere personale e su quello dell’intero paese.
Fine di questa educazione è informare, non costringere. Si deve persuadere? Su questo i pareri divergono.
Occorre riuscire a far si che le coppie
decidano con conoscenza di causa il
momento in cui avranno il loro primogenito, il numero di figli che desiderano avere e l’intervallo fra le nascite.
L’educazione in fatto di popolaineiito è una scienza nuova e gli specialisti mancano smcora. Anche gli insegnanti devono esservi iniziati e occorrerà elaborare metodi d’informazione
adatti ai ragazzi di ogni età. La cosa
migliore, per i più giovani, è inserire
i dati relativi alla famiglia e alla popolazione nelle discipline tradizionali:
matematica, istruzione civica, biologia,
geografìa, economia e igiene.
Per il prof. Sloan Wayland, che insegna soGioIogia e pedagogia al Teachers College di New York, « sono alcuni paesi asiatici ad aver conseguito finora i migliori risultati al riguardo.
Più che in qualunque altra zona, vi sì
elaborano programmi di effettiva portata pratica. Penso che un giorno gli
Asiatici diverranno i maggiori esperti
mondiali in questo settore ». Il prof.
Wayland, che per primo parlò di educazione democratica, una diecina d’anni fa, ha evocato questi problemi nel
corso di una riunione di specialisti organizzata a Bangkok lo scorso gennaio, dairUNESCO con il concorso del
Fondo delle Nazioni Unite per le attività relative alla popolazione (FNUAP).
Venuti da nove paesi della regione,
Bangladesh, Corea (Sud), Filippiiie,
Giappone, India, Indonesia, Malesia,
Sri Lanka e Thailandia, questi educa
tori hanno presentato ai loro colleghi
i metodi adottati dai rispettivi paesi
per introdurre nei programmi scolastici vari temi relativi alla popolazione.
Tutto ciò che è stato detto in questa riunione ha confermato le constatazioni del prof. Wayland. In due anni,
grazie a forti somme stanziate, fra l’altro dal FNUAP, i programmi avviati
da questi nove paesi, con l’assistenza
di esperti dell’UNESCO, hanno fatto
considerevoli progressi, salvo rare eccezioni. L’insegnamento demografico è
stato inserito nei programmi delle
scuole primarie e secondarie, o stai
per esserlo. Sono pure in corso la formazione di insegnanti e l’elaborazione
di metodi appropriati.
Diversa è la situazione in Giappone,
dove lo studio dei problemi della popolazione rientra ^à da due anni nei
programmi scolastici e ha come risultato la stabilizzazione, o quasi, delle
famiglie su una media di due figli.
Questo successo mostra la vastità
del compito che si pone ai paesi asiatici. Infatti, come si può leggere nel
rapporto conclusivo della Conferenza
di Bangkok, nessuno Stato è mai riuscito a ridurre il suo tasso di nascite
finché la popolazione non aveva avuto
accesso all’istruzione e non aveva raggiunto un livello di vita relativamente
alto. Ora, ciò che ci si attende dalla
educazione demografica è che questa
eserciti un’influenza su società caratterizzate da un livello generale d’istruzione e di benessere materiale estremamente basso.
Bruno Friedman
(« Informations UNESCO»)
iiiiiiiiiiiiinimiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiii
RE FEISAL VUOL COMPRARE
LE RELIQUIE DI MAOMETTO
Istanbul (Relazioni Religiose) - Re Feisal
dell’Arabia Saudita ha chiesto al governo turco di fornirgli, in cambio del petrolio, le reliquie di Maometto custodite nel Museo di
Topkapi di Istanbul. Tali reliquie comprendono un mantello, una spada, una lettera autografa, un dente ed alcuni peli della barba.
Secondo la tradizione musulmana, chi è in
possesso di tali reliquie acquista automaticampente il titolo di califfo, uno dei titoli
aboliti in Turchia dopo la rivoluzione di
Ataturk.
I II Senato statunitense ha approvato un
emendamento del senatore repubblicano
Schweiker, che impone al presidente, per
ogni nuovo credito concesso alTURSS dall’Import-Export Bank americana, di giustificare davanti al Congresso l’opportunità di ulteriori crediti alFURSS; remendamenlo dovrà essere ratificato dalla Camera. Già una
precedente, analoga iniziativa era stata bloccata da un intervento del Ministero della giustizia, ma il Congresso non rinuncia.
■ Il Parlamento dello Stato di New York
ha approvato con 94 voti contro 51 il ripristino della pena capitklé per gli omicidi
di agenti di polizia e guardie carcerarie; la
decisione sarà sottoposta alla ratìfica del Senato. Sono già 24 gli Stati della Confederazione nordamericana che, per certi casi di particolare gravità, hanno ristabilito la pena di
morte, contro il parere della Corte Costituzionale.
nord-sud-estovest
I Nei pressi di Accra, capitale del Ghana,
è stata posta la prima pietra della diga
dì Weija, sulla Volta, la cui costruzione è
affidata a un’impresa italiana. L’opera, finanziata dalla Banca Mondiale, prevede oltre
alla diga un impianto di depurazione e risolverà il problema dell’acqua per la città, che
conta oggi 600.000 abitanti.
H In un discorso in occasione del 1° maggio il presidente algerino Boumédienne
ha annunciato la costruzione nell’Algeria occidentale di un’acciaieria capace di produrre
fra i 10 e i 12 milioni di tonnellate di metallo all’anno. Un’altra acciaieria, assai più modesta, è già in attività ad Annaba, nell’est del
paese.
H A causa della carenza di carta, il governo romeno ha annunciato drastiche riduzioni nella stampa : a Scintela », quotidiano del partito comunista romeno, uscirà in
sei edizioni settimanali con un numero ridotto di pagine, altri quotidiani saranno trasformati in settimanali, altri ancora pubblicati in formato ridotto e con numero minore
di pagine.
H Victor Fainberg, uno dei dissidenti che
nell’estate 1968 avevano manifestato sulla Piazza Rossa di Mosca contro l’invasione
della Cecoslovacchia, e che da allora ha già
trascorso oltre tre anni in manicomi giudiziari, è stato nuovamente arrestato e internato in un ospedale psichiatrico.
■ L’agenzia stampa indiana PTI ha comunicato che la polizia indiana ha scoperto
e smantellato una rete di contrabbando di
uranio fra lo Stato indiano del Bihar, il Pakistan e la Cina.
I Batteri ibernati nel sottosuolo ghiacciato dell’Antartide, dove sono rimasti in
condizione di vita sospesa forse per un milione di anni, portati in superficie con speciali
sonde sterili, hanno ripreso a vivere e a riprodursi in una coltura di laboratorio.
LA DENUNCIA DI AMNESTY INTERNATIONAL
Casi di tortura neiia NATO
Nel numero del 10 maggio scorso .abbiamo pubblicato una notizia secondo
cui l’organizzazione Amnesty International ha preparato un esplosivo dossier sulla tortura in Europa, sia in vari paesi, e sia in sejjo alla stessa NATO.
Tramite la cortesia di un amico, abbiamo richiesto ad A. I. una copia di
questo dossier, che speriamo possa
pervenirci. Intanto — secondo quanto
ci viene precisato da detta persona —
si può pensare che la preparazione del
rapporto in oggetto abbia preso le
mosse da un « incidente » occorso durante le esercitazioni NATO del 1971.
Infatti, già nel dicembre 1972 il segretario generale di A.I., Martin Eunals,
inviò una lettera al generale Andrew
Goodpaster — comandante supremo
NATO in Europa — su tale argomento.
In detto documento veniva ricordato come, in occasione delle manovre
militari svoltesi in Belgio (ed a cui
presero parte truppe americane, inglesi, belghe e olandesi) parecchi « nemici » vennero fatti « prigionieri » da sei
commandos belgi e torturati. Un anno
dopo i responsabili furono processati
e condannati a pene notevolmente lievi malgrado la gravità del reato, in dispregio alle convenzioni internazionali
dei diritti dell’uomo.
Ma ecco alcuni punti salienti della
lettera:
« ...In qualsiasi occasione una simile
ma durante delle manovre. Durante il
condotta causerebbe gravi apprensioni, m^ è ancor più allarmante il fatto
che la cosa sia successa non sotto la
tensione di un vero combattimento,
processo, dei testimoni hanno dichiato che alla NATO si insegna la tecnica
della tortura, in contrasto colla Convenzione di Ginevra del 1949. Inoltre le
tre nazioni europee che hanno preso
parte alle suddette manovre hanno ratificato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e hanno anche firmato l’Accordo delle Nazioni unite sui diritti
politici e civili del 1966. Ambedue i
trattati proibiscono la tortura in qualsiasi circostanza ».
« Siamo profondamente allarmati
dal fatto che se le truppe della NATO
dovessero combattere, il loro addestramento alle tecniche di tortura porterebbe a usare metodi contrari sia
alle leggi nazionali che a quelle internazionali... È necessario che vengano
date assolute garanzie all’ opinione
pubblica sul rispetto dei trattati e delle convenzioni da parte delle truppe
della NATO sia in tempo di guerra
che in tempo di pace ». r. p.
Dove firmare per gli otto referendom
Il 12 maggio è passato. Non c’è molto
tempo per firmare le schede per la richiesta
degli otto referendum con cui abrogare nel
1975 — e questa volta votando SI — leggi
o parti di leggi relative al Concordato, ai codici militari, alla libertà di stampa e alle
norme peggiori del Codice penale.
Riservandosi di dare un’altra volta indicazioni di dove andare a firmare nelle Valli, a
Torino e a Pinerolo, diamo qui di seguito un
elenco di recapiti in varie città d’Italia, tratto da Liberazione:
PIEMONTE: Torino tei. 877975; Cuneo
tei. 63066; Saluzzo tei. 43464; Alessandria
tei. 31527; Vercelli tei. 64484.
LOMBARDIA: Milano tei. 581203; Mantova tei. 364619; Cremona tei. 22445; Pavia tei. 27364; Sondrio tei. 601141; Brescia
tei. 40139; Bergamo tei. 220487; Como tei.
264283; Varese tei. 284704.
VENETO: Venezia-Mestre tei. 964065,
Vicenza tei. 24926; Verona tei. 42232; Treviso tei. 47315; Padova presso Associazione
Radicale, Via Emanuele Filiberto 2/A.
FINE DEL
GOLLISMO
Petrolio
H La società petrolifera britannica Burmah
ha annunciato la scoperta di un’importante riserva di petrolio nel Mar del Nord, a
est delle isole Shetland. Si tratta di una parte del vasto giacimento, chiamato « Ninian
Field », al quale in altre località già altre società hanno attinto ’’saggi” positivi. La nuova riserva dovrebbe dare, verso la fine del
1977, da 150.000 a 330.000 barili di greggio
al giorno. Le riserve totali del « Ninian
Field » sarebbero fra 1 e 2 miliardi di barili;
la produzione giornaliera globale, a pieno ritmo, potrebbe superare il fabbisogno britannico.
B L’Albania ha attuato a ritmi accelerati
lo sviluppo della sua industria petrolifera : la produzione di 2,7 milioni di tonnellate
di greggio, prevista per il 1975, sarà già ottenuta quest’anno, specie grazie ai nuovi ritrovamenti e al grande complesso produttivo,
comprendente pure una raffineria, presso la
città di Fieri, nel sud del paese. L’impianto,
costruito con l’aiuto cinese, sarà completato
entro il 1974 e consentirà esso solo la raffinazione di 1,5 milioni di tonnellate annue di
greggio. Il fabbisogno nazionale di derivati di
petrolio sarà assicurato.
■ L’India ha raggiunto un accordo con
l’Irak per la concessione di un prestito
di 110 milioni di dollari USA per finanziare
gli acquisti indiani di greggio irakeno per il
1974 a un prezzo concordato (ma non rivelato). L’anno scorso l’India si era assicurata la
fornitura di 112 milioni di tonnellate di greggio per dieci anni.
B In Australia la produzione di petrolio
greggio è aumentata del 19%. durante
il 1973, rispetto al 1972 : è stata di 142 milioni 277.000 barili, per quasi il 90% tratti
dai giacimenti sottomarini dello Stretto di Bass.
ir II primo turno delle elezioni
francesi al seggio
di Presidente della ____________
Repubblica reso
vacante dalla morte di Pompidou, si è
concluso giorni fa col ballottaggio fra
Giscard d'Estaing e Mitterrand. Il secondo turno, il 19 c., sarà decisivo, darà cioè la vittoria ad uno di questi due
candidati. « ’’Giscard sta risuscitando
la destra, l’eterna destra, spietata per
i deboli, che De Gaulle era riuscito a
neutralizzare. Come una fortezza essa
si erge di fronte all’altra metà della
Francia: attenti al rischio del loro antagonismo assoluto!”
Sono parole di Chaban Delmas, dette il 26 aprile ». Chaban Delmas è il
candidato sconfitto, insieme ad altri
assai minori, colui « che avrebbe voluto rappresentare la terza via, quella
del ’’Gollismo riformista” » e che, come tale, « si diceva sicuro di poter
vincere ».
È questo « il sintomo di un fenomeno di rigetto del gollismo storico, la
cui ampiezza supera l’aspettativa. Certo Chaban, nella sua campagna, ha
commesso un certo numero di errori.
È apparso più come un boy-scout della
politica, eterno dilettante di sorriso e
retorica facile, che non come il difensore di un programma concreto. A forza di spacciarsi per il conciliatore di
tutte le forze antagoniste, ha reso poco credibile, perché eccessivamente
fluido, il suo progetto di ’’nuova società". Ma soprattutto, col porre l’accento sulla continuità del gollismo, ha suscitato una reazione allergica da parte
di moltissimi francesi per i quali 16
anni di regime sono anche troppi. Infine è stato vittima di una manovra
che, in seno al suo stesso partito, ha
lavorato fin dal primo giorno ad affossare la sua candidatura ». (Da un
articolo di Elena Guicciardi, su «L’Espresso » del 5.5.’74).
E dunque, in ogni caso, la fine del
gollismo, perché né Giscard, né tanto
meno Mitterrand ne sono in alcun
modo i rappresentanti: un periodo certamente del tutto nuovo nella politica
francese sta per iniziarsi. « In questo
scrutinio (scrive Robert Escarpit, su
« Le Monde » del 7 c.) una sola cosa è
certa: il generale De Gaulle è morto,
per la terza volta in cinque anni. Ed è
inolio probabile che questa morte sia
definitiva. Anche quelli che non hanno votato per Chaban Delmas, sentono
che, con la sconfitta di questo, una pagina della Storia è stata voltata. Ed
avendo vissuto tale Storia, essi debbono potersi render ragione di quanto è
accaduto: nulla è eterno in questo bas
Echi della settimana
LE DIMISSIONI
DI
WILLY BRANDT
a cura di Tullio Viola
so mondo, neppure gli avversari politici lo sono. Ciò che aveva avuto inizio
un certo giorno del giugno 1940, giunge a conclusione in questo mese di
maggio 1974, ricoprendo un arco di
tempo pari ad una generazione umana.
Ora, nuovi combattimenti stanno per
cominciare, cui nuove generazioni
prenderanno parte: fra una sinistra
che si costruisce, e una destra che si
ritrova. Ma, per il resto, i gollisti .sono
smobilitati e la guerra è finita ».
Chi sarà il prescelto? Pierre Mendès
France, l’ex presidente del consiglio, il
vecchio e illustre socialista che riscuote tutta la nostra stima e simpatia, ha
dichiarato lunedì 6 c.: « Mitterrand ha
raccolto un numero di voti che conferma l’inquietudine del paese e la sua
impazienza di veder adottare un’altra
politica, aprire un dialogo leale con
tutte le classi e con tutti i gruppi, assicurare una nuova distribuzione dei
frutti dello sforzo collettivo. In una
parola: maggior giustizia in una società fino ad oggi indifferente alle miserie, al destino dei lavoratori, delle .classi medie, dei risparmiatori, degli umili. di tutti coloro che la maggioranza,
che ora scompare, ha sempre dimenticati, perché essa ha sempre protetto i
privilegi. (...)
In un mese di campagna elettorale,
Giscard d’Estaing non ha saputo trovare una sola parola d’umanità e di
sensibilità per quelli ch’egli chiama i
’’dimenticati dalla società del benessere”, persino quando egli promette loro
tutto quello ch’era stato oggetto dei
suoi rifiuti ostinati, da anni, nel suo
ufficio di ministro delle finanze. Come
si può seriamente fare appello a lui,
per por fine alle ingiustizie che egli
scopre solo ora?
Messmer e Giscard vogliono improvvisamente difendere le libertà e l’indipendenza: era necessaria la campagna
elettorale, perché essi infine se ne accorgessero! Ma che si mettano il cuore in pace: né Mitterrand né io c’impegneremmo in una lotta che metterebbe
in pericolo tutto ciò per cui da molto
tempo abbiamo combattuto. Proprio
per rinforzare, per ristabilire le libertà e l’indipendenza, dopo 16 anni di
regno egoistico della finanza e dei
grandi affari, occorre dare il potere alla sinistra, perché questa ha sempre
difeso la dignità e i diritti dell’uomo
e i diritti della nazione ». (Da « Le
Monde » dell’8.5.’74).
Su «Panorama»
del 9.5.’74, Alvaro
_________________Panzoni ha pubblicato un articolo
dal titolo: « Con la spia nel fianco ».
Ne riportiamo quanto segue.
« Quando lo hanno arrestato per
spionaggio a favore della Germania
Est, Giinter Guillaume, il principale
consigliere politico del cancelliere della Germania Federale, Willy Brandt,
era appena tornato da una delle sue
vacanze in Francia. A Tolosa o a Marsiglia non andava solo per distendere
i nervi, ma perché era quello il modo
in cui avvenivano i contatti con il .suo
« controllo », cioè con un importante
agente del servizio segreto della Repubblica Democratica Tedesca al quale raccontava tutto quello che avveniva nella Cancelleria di Brandt.
Ma questa volta i camerieri dell’albergo di Lione dove aveva soggiornato
con la moglie Christel, anch’essa arrestata, erano tutti agenti dei servizi di
controspionaggio francese e tedesco
pronti a entrare in azione nel momento in cui ce ne fosse stato bisogno.
Le fonti ufficiali della Germania federale non nascondono il loro imbarazzo: una spia tra i più fidati collaboratori del capo del governo è un fatto
incredibile perfino nei romanzi di fantapolitica (”È stato per me un grave
shock personale”, ha ammesso a testa
china in parlamento Willy Brandt).
Tentano però di attenuarne la gravità.
Dicono che Guillaume, per il posto che
ricopriva (curava i rapporti tra Brandt
e il partito socialdemocratico, Sdp, di
cui il cancelliere è presidente), non poteva conoscere i segreti più gelosamente custoditi dello Stato. Eppure, nei
14 mesi che Guillaume ha vissuto accanto a Brandt (il delicato incarico gli
era stato dato nel febbraio del 1973)
sono passati nella Cancelleria documenti che tutti considerano importantissimi. Per esempio, i carteggi sulle
trattative per la normalizzazione dei
rapporti con vari Paesi dell’Europa
Orientale, frutto della Ostpolitik, la
politica di Brandt di apertura verso
l’Est. (...)
Giinter Guillaume non è stato colto
completamente di sorpresa. .Appena
tornato dalla ’’vacanza” francese si
preparava alla fuga: quando la polizia
lo ha arrestato, aveva venduto i mobili di casa da qualche ora ».
Questa stupefacente storia di spionaggio è stata fatale a Brandt, il quale ha dovuto dimettersi dal già traballante cancellierato (V. l’art. « Willy
Brandt alle corde? », nel n. 17 di questo settimanale, del 26.4.’74).
FRIULI VENEZIA GIULIA: Trieste tei.
415677; Pordenone tei. 208337; Udine presso
P. R., Via Mantica 16,; Buttrio tei. 674031.
TRENTINO ALTO ADIGE: Trento presso UIL, Piazza Lodron 27; Bolzano telefono
24444; Merano tei. 32374; Silandro telef.
70196; Rovereto tei. 23322.
LIGURIA: Genova tei. 280214; La Spezia
tei. 31760; Bordighera presso Aurelio Barbaro, Viale Regina Margherita 50; Imperia
presso Manifesto, via B. Bonfante 23.
EMILIA ROMAGNA : Bologna telef.
430147; Ferrara tei. 33615; Reggio Emilia
presso UIL, Vicolo Bizzocchi 3; Empoli
dena tei. 363271; Parma presso F.G.R.. Via
Ospedali Civili 3 e presso UIL, Borgo XX
marzo 15; Ravenna tei. 23608; Cesena tei.
27022,; Faenza tei. 27400; Piacenza presso
UlL, Via Roma 48.
TOSCANA: Firenze tei. 282882; Prato
tei. 72242; Arezzo tei. 25878; Siena i. 44308:
Pisa tei. 42439; Pontedera tei. 53402; Lucca
Pisa tei. 42439; Pontedera tei. 53102; Lucca
tei. 56274; Pistoia presso F.G.R., Via S. Andrea 14; Forte dei Marmi presso F.G.S.I..
Via Veneto 16; Viareggio tei. 66024; .Massa
tei. 41071; Carrara tei. 71911; Livorno tei.
25146; Cecina tei. 60656; Grosseto telefono
20080; Follonica presso P.S.I., Via Marconi 27.
UMBRIA: Perugia tei. 30471; Terni tei.
403238.
MARCHE: Ancona tei. 57290; Chiaravaile tei. 94412; Senigallia tei. 61561; Pesaro
tei. 68568; Fano tei. 82085; Urbino telefono
4005; Civitanova Marche presso Renato Vierati, Via Garibaldi 224; Ascoli Piceno telef.
53864.
LAZIO: Roma tei. 653371-651732; Orte
tei. 49225; Patrica tei. 32104; Anzio telef,
985720; Tivoli tei. 21216.
ABRUZZO MOLISE: Pescara tei. 22959:
Sulmona tei. 20252; L’Aquila tei. 22308;
Campobasso tei. 64897; Chieti tei. 2721;
Vasto tei. 2108; Teramo presso UIL, Via Gabriele D’Annunzio 25.
CAMPANIA: Napoli tei. 442176; Salerno
tei. 325502; Benevento tei. 25866; Caserta
tei. 21716.
BASILICATA: Lavello tei. 8389; Matera
presso UIL, Via XX Settembre 79; Potenza
presso UIL, Via Del Popolo 2.
PUGLIA: Bari tei. 214568: Gioia del Colle tei. 832501; Putignano tei. 732668; .Altamura presso Nicola Cicirelli, Via Modena 61;
Barletta tei. 31501; Taranto tei. 22114; Foggia tei: 29676; Lesina tei. 9489; San Severo
tei. 21146-21684; Lecce tei. 761741; Brindisi
tei. .24483.
CALABRIA: Cosenza tei. 35271; Frascineto tei. 87010; Catanzaro presso UIL, Piazza
Vecchia 4; Polistena presso Giuseppe Jerace.
Via dei Fiori 73.
SICILIA: Catania tei. 267071; Palermo
tei. 215124; Siracusa tei. 25840; Caltanissetta tei. 22164; Trapani tei. 24808; Enna tei.
251-47.
Per altre informazioni e per farsi promotori di raccolta di firme rivolgersi al Comitato
Nazionale dei Referendum contro il Regime.
Via Torre Argentina, 00186 Roma - Telefoni
653371-651732.
Per la Regione Piemonte rivolgersi presso
Partito Radicale, Via Bonafus 2, Torino tei. 877975.
Personalia
La nostra sorella Eliana Jahier Micol di
Massello (ora di Pomaretto) si è brillantemente laureata in Pedagogia presso l’Università di Torino con una tesi su a L'iniziativa
della Comunità Valdese delle Valli in campo
sanitario dagli inizi delVSOO ai giorni nostri ». Ci rallegriamo vivamente con lei e riteniamo molto positivo il fatto che un numero
sempre maggiore di studenti evangelici studi
in profondità alcuni aspetti del mondo evangelico, italiano ed estero. È un’occasione di
testimonianza anche questa.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpina - Torre Pellice (Torino)