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LA urna .^OiELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PRUXSO n’AN!^OCI.4XI4>.>'E
Torino, per un armo ... L. 0 »
» per sei mesi ...» 4 »
Per le provincie e l’estero franco sino
ai conlìni, un anno . . L. 7 20
per sei mesi , » 5 20
La direzione della liUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, via del Valentino, n” 12, piano 3'.
Le assuciazioni si ricevono da Caiilotti
Bazzarini e Comp. Editori Librai in
Torino, via Nuova, casa Melano.
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla ditta sopradelta.
1 vescovi Sabalpini e la nuova Legge sul Matrimonio. La fazione clericnle perde
terreno. — Ancora dei coniugi Madiai. — Storia di alcune dottrine. — Al Cattolico. — Notizie religiose: — Guinea inferiore. — Lugano. — Francia. — Firenzj'. —
Cronachetta politica.
M VESCOVI SWJBAIjPIXI
E LA NUOVA LEGGE SUL MATRIMONIO.
Il CoRSTiTUTiONfiEL, giornale dell’ordine, e però non sospetto a quegli
iioniiui del clero che sogliono scandalezzarsi d’ogui riforma benché salutare, sul timore che scardini da’
suoi perni il mondo, ha pubblicato
ultimamente a Parigi alcune savie
riflessioni sulla nuova legge del matrimonio civile, che noi riportiamo in
parte, perchè sempre meglio apparisca il torto che hanno avuto i vescovi
di combatterla in nome della religione
e di Uio ». 1 reclami che certi ve
scovi del Piemoute hanno sollevato
non ebbero nessun eco in Europa.
L’opinione universajp ha ratificati i
provvedimenti governativi, e fatta
ragione al rispetto invariabile alla religione dal quale il Governo non si è
mai dipartito, nemmen quando avea
da combattere le pretese di alcuni fra
suoi ministri.... Il matrimonio dàalla
moglie e al marito certi diritti che
sono reciproci. Dal matrimonio nascono diritti e obbligazioni come la
nazionalità dei figli, ia parentela, i
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doveri della tutela, deiramministrazioue, e la eredità. Spetta alla y^l
legge di guarentire questi diritti, procìamarli e farli rispettare. È dunque necessario che il matrimonio da
cui derivano simili conseguenze, venga con atto autentico manifestato alla
legge, alBnchè abbiano i magistrati
un punto fermo da cui partire nel
sentenziare sui fatti successivi. Stabilendo ii matrimonio civile come in
Francia e nel Belgio, e facendo con
pubblico atto autenticare 1’ unione
degli sposi, la legge piemontese dà
ai ciltadini una guarentigia di più, e
al matrimonio e alla famiglia una
consistenza e stabilità maggiore.
« Ecco la legge contro cui insorgono 1 vescovi con una violenza da
non sapersi abbastanza deplorare. In
Francia dove la stessa legislazione è
in vigore da cinquant’armi senza avere
mai dato luogo a veruna opposizione,
si durerà fatica a comprendere gli
eccessi ai quali» si lasciano andare
prelati che saranno irreprensibili per
carattere, ma sono certamente acciecati da poco ragionevole devozione a
vecchie abitudini.
« Noi abbiam pubblicato, quasi non
credendo agli occhi nostri, la protesta
da loro inoltrata al Senato Subalpino,
che è una viva chiamata all’insurrezione.
« Se tale protesta non rimanesse
che una vana minaccia, si vedrebbero i vescovi sconmnicare e privare
delle preghiere della Chiesa in vita e
in morte il cristiano, che docile alle
leggi del paese, non si contentasse di
far benedire il suo matrimonio in
Chiesa, ma si presentasse al Magistrato civile per fare legalmente autenticare Tatto della sua unione. Questa obbedienza alle leggi, questo solo
atto di buon cittadino basterebbe a
rendere nullo il matrimonio, a fare
della sposa la più cristiana una semplice concubina, e a convertire figli
legittimi in altrettanti bastare^ Non
crederemmo cosi enormi esigenze,
ove non le avessimo lette. Il clero
francese, lo diciamo francamente a
suo onore, nou ha mai dato simili
esempi.... Noi deploriamo il contegno rivoluzionario dell’episcopato subalpino, perchè ai nemici della religione fornisce un arma pericolosa, e
perchè intralcia un governo liberale,
di cui desideriam vivamente il rassodamento.
(I II Governo piemontese ha dato
in questa occasione una nuova prova
della sua saviezza e moderazione. Se
l’agitazione, di cui 1’ episcopato ha
dato le mosse, diventa causa di disordini e di turbolenze nello Stalo,
affé la colpa non sarà del Governo.
« La legge sul matrimonio civile fu
vinta a grande pltu'alitè nella Caraera
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elettiva e sarà sicuranente adottata
in Senato.... La condotta imprudente
de’ vescovi ha avuto per elTetto immediato di provocare uua reazione
in seno ai corpi elettorali, e assicurare una maggioranza formidabile ai
candidati liberali nelle elezioni dei
Municipii ».
liA FAZIOaiE CliEKlCAliE
PERDE TERRENO.
11 molto llevercudo Dctìnitorio
della Madonoa degli Angeli
rosseggia alquanto non ostante le serafiche lane.
Ah.tios:ia N. 90.
La discordia agita le sue fiaccole
pel campo della fazion clericale. La
corrispondenza di Roma combatteva
e fulminava a man salva dai sette
colli dcH’eterna citlà la parte più alta
e più dotta del clero francese, e dopo
una lotta disperata è caduta vittima
del proprio fanatismo; lo stesso pontefice ha dovuto dannarla alla morte
del silenzio. La parte illuminata del
clero di Francia fa festa, ma la turba
degl’incorreggibili freme e medita vendette.
VUnivers da Parigi intima guerra
sconsigliata e ignorante a que’ vescovi
che osano ribellarsi al consiglio da lui
Buggerilo di bruciar tutti gli antichi
Classici pagani, e surrogarli nelle scuole
col leggendario de’ santi e le prediche
di frà Giunipero. Alcuni ecclesiastici,
anche rispettabili, ingannati dalle apparenze di pietà con cui si riveste
quel mentecatto giornale, accolgono la
stramba dottrina. 1 più sapienti la respingono, e si schierano in ordine di
battaglia solto la direzione dell’ animoso vesvovo d’Orleans. Benché gli
scriltori e aderenti del giornale sieno
muniti di benedizioni e indulgenze
apostoliche, non valgono a resistere
alla voce della ragione e della scienza,
e, come tempo fa dovettero scampar
colia fuga dalla terribile sferza della
Presse che nella causa della Inquisizione li ruppe e li sbaragliò con una
logica più pesante della clava d’Ercole, oggi sono costretti di prostrarsi
nella polvere e battersi il petto da penitenti, e implorare per pietà dal vittorioso Epi.scopato di Francia ancora
qualche tempo di vita.
I Gesuiti a Verona faranno trionfale
ritorno in forza del sulfragio lor dato
dalle baionette straniere, ma il suffragio de’ cittadini lor nega la direzione
. delle scuole. I frali hanpreso il partito
d’intentare un processo alla citlà per
convincerla che essa li ama e ad ogni,
costo li vuole a capo della istruzion
pubblica, benché si ostini a protestare
che non li vuole. II generale dell’ordine è risoluto d’interpellare l’oracolo
infallibile del Papa, perchè quando
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questi avrà parlato, sarà terminata la
lite.
In Piemonte la rottura nella fazione
è pili manifesta. Dopo le leggi Siccardi ammesse per buone da una gran
parte del clero, e condannate per empie da un’altra parte, non più istruita
ma meglio alloggiata e vestita, perchè
il ministero di sempre infausta memoria del sig. Solaro della Margherita
li nominò ne’ benefizi più pingui del
regno, è venuta a crescere le stizze e
le zuffe quella sul matrimonio civile.
Gl’interessi della fazione son lesi, ma
più degli interessi è minacciala quella
esteriore importanza che le veniva dal
presiedere sola al destini delle famiglie
in Piemonte. 11 matrimonio teneva i
ciltadini solto la teocrazia dei preti,
che soli ne giudicavan le cause. Il
matrimonio regolato dai preti chiudeva ogni adito alla libertà di coscienza obbligando a ricorrere alla
Chiesa coloro che non volevano, e
facendo così violenza a quella facoltà
che sola ci deve diriggere nei doveri
di religione, e che Iddio ha lasciala
libera, e niun uomo potrà incatenare
giammai, voglio dir la coscienza.
È assioma incontrastabile che la
legge civile deve egualmente proteggere la libertà di tutti e di ciascuno,
quella del prete come quella del cittadino. Il prete debb’essere libero di
ricusare la benedizione nuziale agli
’ sposi che non si mettono in condizione
di riceverla, adempiendo tutle le prescrizioni della Chiesa. E il cittadino
deve poter liberamente far senza la
benedizion del prete, quando questa
non corrisponda ai convincimenti dell’animo suo, e sia in contrasto co’ suoi
principii. Noi non diremo giammai
che sia cosa saperflua l’intervento del
religioso ministero nel matrimonio:
noi diremo ancora che farebbe assai
male una legge cbe eccitasse i cittadini
a prescindere da un atto di religione
in momento di tanta importanza come
è quello in cui si abbraccia lo stato
coniugale: ma diciamo nel tempo
stesso che non sarebbe nè giusta, nè
civile una legge che menomamente si
ingerisse di dirigere gli sposi nella
parte religiosa, che è di diritto esclusivo della chiesa a cui essi appartengono. In Francia e nel Belgio la legge
non s’immischia nelle credenze religiose degli sposi, e li lascia liberi di
fare o non far benedire il matrimonio.
Ebbene, a conti fatti e colle dovute
proporzioni si vede che, confrontando
Roma (unico paese che non ricono sce che il matrimonio esclusivamente
canonico) colla Francia e col Belgio;
i delitti sono 20 volte almeno più frequenti e più atroci nel piccolo Stato
ove si conserva il matrimonio strettamente canonico che non nel regno del
Belgio e nella Francia, ove non si ri-
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conosce per legge che il matrimonio
civile.
>< Ciò non ostante l’Episcopato Sabaudo non resta di agitare il paese, e
minacciare Governo, socielà, e famiglie se non ostano al matrimonio civile, denunziandolo per eingio_e^^
Irario al buon costume.
Sia però lode alla verilà, che d’in
mezzo al duro istesso finalmente si
leva una voce di ragione e di giustizia. Sono gli stessi frali della Madonna
degli Angeli, che adunato il consiglio
della provincia che es.si chiamano Definitorio hanno emanato due decreti
che scottano orribrlmente alla fazione,
e fanno strillare ì'Armonia. L’ uno è
contro il parroco della. Madonna degli
Angeli, prediletto a\\'Armonia perchè
andava carpendo firme per le case
dei parrocchiani solto falsi pretesti,
e poi le consegnava da pubblicare a
lei come proteste contro la nuova
Legge del Matrimonio. L’altro avvisa
i frali lutti dell’ordine a guardarsi dal
mescolarsi in politiche questioni nè
per mezzo della stampa, nè predi,
cando dal i)ulpit(i. ^
L’uno e l’altro uoi qui riportiamo
àa\['Armonia che li considera come
opera di frati demagoghi e rossi, quasi
fossero i voraci di Francia, o i membri del direttorio Robespierre. La
guerra è dunque uel campo della fazion clericale,,e \'Armonia per soprassello ci racconta che il generale del
l’ordine, che risiede in Roma, approvò
la condotta del parroco dannato oggi
dal Definitorio. Novella prova della
unità di spirito che regna fra i crisliani divoti alla chiesa del Papa, e
prova evidente che ogni Governo deve
sorvegliare, come fa l’Austria, la Spagna, e la Francia, la corrispondenza,
che certe corporazioni mantengono
con superiori che vivono sul territorio, e sotto l’imperó d’ una potenza
straniera. Se amica vi domina, se
nemica v’insidia.
1“ DECRETO
del Molto Reverendo Definitorio.
Il molto Rev. Definitorio solto la
presidenza del M. R. P. Bernardo,
considerando essere sconveniente ai
religiosi suoi sudditi il dare o prestare il nome a consorterie od associazioni pubbliche o privale, il compilare articoli per gazzette, il fare
collaboratori di giornali, od il sommi.nistrare materie da scriversi sui medesimi, od al pubblicare per le stampe
operette o libri; e molto peggio ancora il servir.^i di denaro per impiegarlo iu tali od altre simili sconvenienze, che sono già tutte altamente
proibite dalla nostra santa regola c
dalle costituzioni doU’Ordiue, ha stabilito di proibire, in virtù di sanla
ol)bedienza, a tutti e singoli religiosi
di (|uesla custodia , di qualunque
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grado e titolo essi siano, di commettere alcuna delle sopra accennate
sconvenienze sotto le pene fulminale
dalle nostre leggi conlro i disubbidienti e contumaci, ed ove constasse
che vi avessero impiegalo danaro,
loro si infliggessero di più le pene
dei proprietari.
Si manda a pubblicarsi giusta il
costume, in tutli i conventi della custodia, e se ne ordhia la perfetta osservanza.
Dal. in Torino, dal nostro convento
della Madonna degli Angeli, il 5 agosto 1852.
2° DECRETO
Essendo azione indegna non che
di ogni religioso, ma di ogui uomo
onorato il girare attorno con o senza
appositi moduli a mendicare nomi di
persone per inserirli, o per farli inserire su’pubblici fogli, e peggio ancora
sui medesimi fare stampare nomi di
persone assenti, o di ragazzi, il Definitorio solto la presidenza del M. R.
P. Bernardo da Poirino, per chiudere
l’adito ad uno sì sconcio disordine, ha
decretato di comandare, come comanda in virtù di sanla ubbidienza ;ù
singoli religiosi di questa custodia di
non immischiarsi in simili imprese, o
di prendervi pai-te direllametile o indirettamente senza la licenza in iscritto dei rispettivi superiori. *
Chi contravverrà a questa determinazione, incorrerà issofatto nelle pene
dei disubbidienti e dei contumaci.
Siccome poi è del pari cosa indegna
l’entrare in materie politiche sermoneggiando al popolo in chiesa; cosi
il medesimo Definitorio comanda
eziandio in virtù di santa ubbidienza,
e sotto le pene stesse a tutti i predicatori di questa custodia di non intromettersi insiflàtte materie, estranee
al loro ministero.
Il presente decreto si manda, giusta
il costume, a pubblicarsi in tutti i conventi, e se ne prescrive l’esatta osservanza.
Dat. in Torino, nel noslro convento
della Madonna degli Angeli, il 6 agosto 1852.
F. Massimo, da Carmagnola, ilef.
e segr. della Custodia.
F. Egidio, da Valdieri, def.
F. Felice, da Piana dei Monti, def
F. Remigio, da Chieri, def.
F. Anastasio, da S. Damiano d’Asti, custode immediato di governo.
F. Andrea, da Poirino, cusl. prov,
lo F. Bernardo, da Poirino, preside, cont'i^no.
.......- . -----..=a
ANCORA
DEI CONIVCil IT1AD1.41I.
(V. Buona Novella N'' 3ij.
La feroce sentenza onde furono
colpiti i coniugi Madiai a Firenze è
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degna del ¡^ant’utfizio, ma non mai di
un tribunale civile, e juollo meno
dei tempi nostri. Ha duutjue fatto un’
impressione sinislra iu tutta la cristianità di Europa, e i giornali cristianamente religiosi di Francia e
d’Inghilterra, che noi riceviamo, sono
pieni a queslo riguardo di rillcssioni
savie, e profonde, e piissime, le quali
ci riempiono per una parte di amarezza pel duro destino che j)esa ancora in Italia su ciuauti s'attentano a
fare uso della libertà religiosa per
meglio unirsi al noslro Divin Salvatore Gesù Crislo, ma ci consolano
dall’allra per la santa indignazione che
svegliano in chiunque simili atti brutali strapiKiti di mano a un Governo
debole dalla fazione reazionaria e clericale. «Noi dichiariamo che in questa
sentenza dei coniugi Madiai (condannati ai lavori forzati in galera perchè
leggevan la Bibbia, e, valendosi del
dritto inalienabile della liberlà di coscienza,, erano passati dal culto della
Chiesa di Roma a quello della religione Evangelica)». Noi dichiariarito,
dice V Evangelical Christendom di
riconoscervi una violazione flagrante
delle leggi di Dio e della umanità, e
non esitiamo a (}ualificar di barbaro
un giudizio che condanna un uomo
in galera per (¡uattro anni ed otto mesi
sopra una accusa di queslo genere,
ed osa anche condannarvi una donna!
Come potò il giudice sopportare lo
, sguardo di quesla donna allorché le
notificò il reo decreto che la colpiva!
..... Pensi che im’allro giudice in
(¡nel momento era a lui presente, e lo
chiamerà fra poco innanzi al suo tribunale supremo jierchè rendagli ragione di cosi rea sentenza! Innanzi
a lui accusati e accusatori saranno
in condizione ben differente; ¡)erché
egli è il difensore dell’oppresso, ed
egh confonderà l’oppressore. Non si
calpesta impunemente la legge di Dio,
e la condizione de’ tiranni e de’ persecutori è terribile quando arriva il
giorno che rij)igliano il sovrano vigore
che lor compete le leggi di Dio, e pronunciano r inna]<peilabile sentenza.
Noi sos[(irando quel giorno facciamo
invilo a tulli i Cristiani perchè prendano parte alle tribolazioni di questi
servi di Dio perseguitati a Firenze,
interrogato il Madiai in pieno tribunale se egli era nato uel seno della
santa madre la Chiesa cattolica romana «—Si, ri.spose con ferma voce
e con sereno aspetto, ma ora io souo
cristiano evangelico.—E chi v’ha reso
tale ? soggiunse il giudice : avete voi
consegnato nessun atto di abiura
nelle mani di coloro ai quali vi siete
aggregato?—È già molti anni che io
mi son convertito, e la lettura della
parola di Dio mi ha sempre più confermalo nella mia conversione. Questo
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affare è passato tutto tra Dio e me;
solo accostandomi alla sacra Cena
uella Chiesa degli Svizzeri mi sono
come sentito internamente confortato
da Dio a perseverare. Dopo lui interrogata la moglie, disse che uon avea
cangiato di religione con leggerezza,
nè colla speranza di piacere agli uomini; perchè in tal caso ella si sarebbe convertilii, quando si trovava
essere iu Inghilterra dove era vissuta
16 anni incirca; chi la persuase a
cambiare religione fu la parola di
Dio, perchè avendola essa paragonata
al Catechismo insegnatole da fanciulla, trovò che uon concordavano, e venuto il tempo che le leggi proteggevano la libertà religiosa, ella non dubitò di fare una pubblica professione
della vera fede evangelica, partecipando alla sacra Cena del Signore.
Non ostante così cristiane risposte,
i Madiai furono atrocemente condannati , e noi nell’atlo che faremo di
tutlo per interporre la diplomazia in
aiuto di quelle imiocenti vittime, non
possiamo non rivolgerci a tulli i cristiani, perchè a noi si congiungano a
fare rùnostranze e sforzi per ottenere
giustizia, e finché altro nou si possa
(li meglio, noi intendiamo protestare,
come protestiamo, contro l'oltraggio
die è stato fatto a questi due confessori della fede; noi dobbiam far conoscere al popolo e alla cristianità
tutta quanta quali sieno i sentimenti
da questo iniquo giudizio suscitati in
coloro che sanno apprezzare il dritto
della libertà religiosa, e riconoscono
l’inestimabil valore della parola di
Dio. Noi domandiamo alla stampa
cristiana di esporre francamente i suoi
sentimenti, noi domandiamo alle società cristiane di prendere e pubblicare in proposito risoluzioni energiche. L’alleanza protestante presieduta
dal conte di Shaftesbury, amico sincero della libertà religiosa, ne ha dato
il primo esempio. Il comitato dell’Alleanza Evangelica ha pur esso [ireso
a cuore lafTare, e coH’aitito della
Provvidenza divina cercherà di conduj'lo a buon termine. Si stanno preparando inviti e proclami per un’assemblea (meeting) in cui ordinare
provvedimenti speciali al caso. Noi
dobbiam lutto tentare per giungere a
liberare dalle mani del dispotismo le
due vittime innocenti «.
lìisoluzioni della Società ’protestante
prese nell'Assemblea del 22 ginrjno 1852 in Londra. ■
I. Essendo stato informato del
processo di Francesco e Rosa Madiai
di Firenze, e della sentenza contro
loro pronunciata, la quale condanna
il primo a 56 mesi di galera, con lavori forzati, e sua moglie a 44 mesi
d’erarastolo con lavori forzati, e al fi-
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nir della pena ordina che sieno sottomessi a tre anni di sorveglianza politira, mettendo intanto a lor carico
tutte le spese del processo, e ciò tutto
, in pena di aver posseduto una Bibbia ed essersi separali dalla Chiesa
cattolica Romana;
11 Comitato esprime il profondo
dolore che^gli fa provare l'iniijuità e
rmumanità di tale sentenza, pronunciata contro due persone hmocenti,
nella punizione delle quali viene
violata la giustizia e l’umanità, si
calpesta ogni dritto di natura e ogni
libertà deU’uomo , e si oltraggia il
cristianesimo stesso, prostituendo il
SU.0 sacro nome per compiere questa
così iniqua e crudele persecuzione.
II. Il Comitato ha considerato
con vera soddisfazione dell'animo, e
con pia ricon(jscenza verso Dio la fede
inconcussa e la tranquillità dignitosa
di queste due anime cristiane durante
le crudeli j)rove a cui erano sottoposte, e la confessione sincera di fede
per loro fatta in presenza del tribunale iiuiauzi a cui comparivano, e
non dubita d'asserire che ie ha forti-'
ficaie e sostenute la grazia onnipotente dello Spirito Santo.
Il Comitato esprijne loro solennemente la sua più cordiale simpalia, e
promette loro il soccorso delle sue
più ferventi preghiere inlino a tanto
che soffriranno per amore della giustizia e della parola di Dio.
III. 11 Comitato decide di far
pubblicare le presenli risoluzioni nel
Times.
Risoluzioni dell' .Alleanza Et^angelica prese nell'Assemblea del 25
giugno 1852 in Londra.
• I. Il caso di Francesco Madiai e
di Ro.sa sua moglfe , di recente giudicali a Firenze e condannali in galera ai lavori forzati, non perchè fossero colpevoli di delitto politico o altro qualunque, ina perchè semplicemente accusati d'avere posseduto la
parola di Dio che condanna gli errori
della Chiesa di Roma, e di avere accollo le divine verità che essa racchiude, ha risvegliato simpatie profonde e affettuose in tutti i membri
del Comitato, che ne faranno soggetto di loro umili e fervorose preghiere al Irono di grazia, e sou certi
che quesla parte che vi prendono
come cristiani, e quesla sollecitudine
che si danno sarà comune a tutti i
membri dell’Alleanza Evangelica.
II. Il Comitato, esprime a queste innocenti vittime la sua più tenera affezione e la sua viva ammirazione come a testimoni fedeli
della verità, e lor dichiara a un tempo
che la condotta di coloro che hanno
ad e.ssi inflitto la pena che soffrono.
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solleva la sua giusta indignazione, e
che il sistema , in forza del quale
hanno dato colesla decisione, uon
può che irritare gli animi e farglieli
ostili. Il Comilato è appieno giustificato dai fatti, quando attribuisce queste persecuzioni e la sentenza che fu
pronunciala al maligjio influsso del
sistema di Roma, e crederebbe mancare a’ suoi doveri se trascurasse di
chiamare faltenzione su<iuesta novella prova dello spirito d’antagonismo
inveterato, che spinge il papismo a
guerreggiare le liberlà dell’uomo ed
il Vangelo di Cristo, e non mostrasse
a tulli in questo avvenimento solenne e di sinistro augurio la sorte
che è riservala all’highilterra nel caso
che questo sistema vi potesse ancora
una volta divenire dominante.
III. I sentimenti di dolore che
prova il Comilato quand’egli esamina
le molle circostanze che si riferiscono
a queslo processo, e in ispecialità alla
sua conclusione colpevole e abbonjinanda, sono in parie addolciti dai
fatti seguenti ■.
I voti de’ giudici si sono divisi nel l’atto di decidere la questione di condanna 0 di assoluzione;
La voce del presidente tremava
pronunciando questa atroce sentenza;
E il pubblico fiorentino ha manifestato , all’udirla, i sensi della sua
indignazione.
Il Comitato si compiace di sperare
che vi abbia in quesli fatti qualche
indizio del prossimo periodo, in cui
venendo la mistica B<abilonia distrutta,
e sulle sue rovine alzandosi il regno
di Crislo, il dritto e la giustizia riprenderanno il loro inipero e trionferanno del dispotismo e della superstizione; allora i principii de! cristianesimo secondo le sante'Scritture,
assicureranno a lulti il godimento
e la conservazione dei loro giusti e
inalienabili diritti, e i giudici e i dominanti della temi non formidabili ad
altri che ai nemici della società,si renderamjo i protettori benedetti di tutti
che fanno il bene.
IV. Il Comitato decide che queste risoluzioni si debt>ano immediatamente fiu- pubblicare nel Times.
STORIA DI ALCUNE DOTTRINE
La tioiiriuu della grafia
e «lei meritu delle opere.
{Contili. — V. il mini. 58).
SOMMiRlO. — 8. I mistici. Gli entusiasti. 9.
Dionisio l’aieopagita. Solitari. MonachiSmo.
. Come nato e propagato. Sue varie forme.
II.
8. Le idee di Origene furono accolte
generalnicnte come buona mi'l’canzia, e
fecero nascere una nuova specie di teologia che poscia si chiamò mistica. La
storia ha sdegnato di trasmetterci i nomi
dei primitivi autori del misticismo: ma
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ce ne ha conservati gelosamente i principii. I mistici del terzo secolo, aiTettando una pietà esagerata, dilTerivano
poco 0 nulla dai panteisti. Innamorati
delle nuove dottrine di Origene si diedero sempre più a platonizzare il cristianesimo. Essi insegnavano che la natura è
diffusa nelle anime umane, ovvero, per
parlare nei loro termini, che la ragione
che forma l’essenza deiranima umana è
una emanazione di Dio. Insegnavano che
onde sviluppare questa emaoazione della
divinitìi bisognava darsi alla solitudine,
e al silenzio, mortilìcare il corpo, e sottometterlo allo spirito per mezzo delle
macerazioni. Ecco il loro ragionamento.
« Coloro che riguardano le cose delia
terra con un nobile disprezzo ; che si allontanano dalle Vanità terrestri, e chiudono i loro sensi alle impressioni contagiose del mondo, devono necessariamente
essere in communione con Dio, appena
il loro spirito e liberato dagli ostacoli che
gl’impcdiscono questa beata commnnione.
Allora non solamente essi provano una
gioia inesprimibile, che nasce dalla communionc con Dio; ma hanno ancora il
prezioso vanlaggio di contemplare la verità nella sua naturale purezza : mentre i
volgari non la veggono che a traverso di
un velo che la sfigura ».
Codesto seducente modo di ragionare
produsse gli eWetti i più strani. Una folla
di entusiasti abbandonarono la società
per andare a vivere colle fiere nei deserti
della Tebaide; e ciò affine di sviluppare
nella loro anima ii verbo (logos), e gioire
delie promesse dolcezze della unione con
Dio.
9. .Ma nel quarto secolo la dottrina
delle opere acquistò una più grande con
sistenza. Ammonio Sacca capo della scuola
alessandrina pubblicò un’opera sull’accordo fra Mosè e Gesù Cristo, onde stabilire contro la dottrina di s. Paolo la necessità delle opere per essere giustificato.
Egli ammetteva la doppia regola di morale-, e la distinzione fra i precetti e i
consigli. Allora la doppia morale una per
il volgo, e l’altra per gli adepti prese una
forma sistematica. Allora si pubblicarono
le opere di uu famoso entusiasta greco
che nascondendosi solto il nome venerabile di Dionisio l’areopagita, sotto il mentito nome, e nella qualifica di discepolo
dell’apostolo l'aolo, insegnava a guadagnarsi la salvezza per mezzo delle opere
di penitenza.
Non appena la dottrina del supposto
Dionisio venne a corroborare quella di
Ammonio, che un numero incredibile di
entusiasti l’abbracciarono; cercavano di
guadagnarsi il cielo separandosi dal mondo, e gastigando il loro corpo perla fame
e la penitenza. Ed ecco che in breve ora
le vaste solitudini di Egitto e della Siria
furono popolale di monaci e si eressero
monasteri per l’uno e per l’altro sesso :
e quando la pace fu data alla chiesa le
turbe monacali inondarono il mondo con
una rapidità meravigliosa. Antonio fu il
primo che ridusse il monachiSmo a sistema: è da lui che codesto figlio primogenito della propria giustizia ricevè regole
fisse. Poco dopo llarione, discepolo di
Antonio regalò la Palestina di codesta
istituzione egiziana. Aonès e i suoi compagni Gaddana e Azizo ne regalarono la
Mesopotamia. L’esempio di tali persone
che dicevano guadagnarsi sicuramente il
cielo ebbe tanta influenza sul popolo che
in breve tempo tutto l’Oriente fu ripieno
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(li quei santi vagabondi, i quali ricusandosi ad ogni obbligazione sociale, e ad
ogni interesse che non sia egoismo, si
condannavano ad una vita oziosa e selvaggia. Dall’Orienle codesta istituzione
passò in Occidente e precisamente in Dalia per opera di Benedetto il Norcino :
Martino, il famoso vescovo diToiirs, ia introdusse nelle Gallie ; e via via si sparse
siccome un torrente ad inondare la terra.
E poiché siamo ad indicare l’origine
dei monaci non crediamo far cosa discara
ai nostri lellori dando in poche parole una
qualche nozione sulle varie specie di monachiSmo primitivo.
Il corpo intero del monachiSmo era distriI)UÌto in varie classi. La più antica
divisione era quella degli eremiti e dei
cenobiti : quelli vivevano isolati, dispersi
qua e fà, nelle grotte, o in piccole celle
isolate. Es.si vi'getavano miseramente
ignorati dal resto del mondo, che a loro
volla si sforzavano dimenlicare per così
guadagnarsi il cielo. I cenobiii vivevano
in comuiunità in vasti edifici che da principio chiamarono cenobi, poscia monasteri. Vivevano sotto l’obbedienza di uno
di loro che chiamarono Abba, ovvero padre, e che poscia chiamarono per corruzione Abate.
Un terzo genere di monaci erano gli
anacoreti, che alcuni confondevano cogli
eremiti. Essi dilTerivano in quanto che
non avevano luogo alcuno di dimora fissa:
si cibavano di frutta e di radici selvagge;
erravano continuamente e si coricavano
ove la notte li sorprendeva; e con questa
vita a modo di belva credevano meritare
il cielo. Sulpizio Severo nella vita di
s. Martino al cap. X di dei curiosi dettagli intorno al genere di vita degli anacoreti.
Un’altra specie di monaci erano i Sarahaiti. Costoro erano monaci erranti siccome gli anacoreti; ma in luogo di errare
nelle solitudini erravano nelle più popolate città ; in luogo di. cibarsi di radici si
cibavano di quanto vi era di più delicato,
ed alloggiavano nelle case dei devoti benefattori. Essi percorrevano it mondo
spacciando miracoli e reliquie, e raccogliendo tesori per i loro parenti.
Vi erano finalmente coloro che i greci
chiamavano stilili ed i latini sancii coluinnares. Questo genere di monachiSmo dimostra fino a quale eccesso possa condurre la dottrina antievangelica del merito delle opere, e della propria giustizia.
Codesti stiliti si tenevan ritti in piè su di
una colonna inalzata espressamente ; e
passavan cosi degli anni che avrebbero
meglio passati nel lavoro. Il popolo sempre credulo, e sempre ingannato dai fanatici accorreva in folla ad ammirare: i
Vescovi, e gl’imperatori stessi andavano
in per.sona a consultare l’oracolo di uno
stilila. Autore di così ridicola disciplina
si fu Simeone Siro, il quale abbandonata
la pastorizia a cui era addetto, montò su
di una colonna. Teodoreto autore contemporaneo narra di codesto Simeone, che
per far vedere come una tale penitenza
lo avvicinasse a Dio, alzava ogni giorno
un poco la sua colonna ; poscia fece fabbricarne un’altra più alfa, quiudi un’altra,
e un’altra della più grande possibile altezza ; e cosi passò 37 anni di vita in un
così utile esercizio. La superstizione dei
stiliti non fu interamente abolita che nel
secolo XII.
Chi avesse volontà di conoscere le
stravaganze monastiche non ha che a leggere le vite dei santi padri, che pure sono
13
Usto di lingua, il pralo spirituale di Mosco, i’isloria di Sulpizio Severo, Simeone
Metafraste, ed i leggendari; e troverà
quesli uomini a propria giusliiia ohe si
dicevano santi, correre per le campagne
nudi, e familiarizzali colle belve; fuggire
la vista dei loro simili; mettersi immobili
i giorni, i mesi, e gli anni in luoghi incomodi, esposti ai rigori delle stagioni; e
dopo aver menala una vita così anlicristiana e cosi irragionevole morire fra tulle
le angoscie di una coscienza lacerata.
Il monachiSmo appianò la via ad un
altro errore più fatale ancora che stabilì
poscia ofTicialmente in alcune chiese corrotte la dottrina della propria giustizia.
(continua)
Ali CATTOIilCU.
La Buona Novella accettando di.scusstoni <la un giornale qualunque, intende
sempre di farle io modi e lermiiii cristiani.
Il Cattolico non c affatto di questo avviso. Per uno di quei casi non difficili ad
accadere in un »rficio di giornalista, ci è
venuto sott’occhio da .<;oli pochi giorni
ii suo numero 877 del 29 luglio Che
possiamo noi dirne ? Rifugge la penna dal
solo accennare i titoli d'improperio che
egli non ebbe ribrezzo d’indirizzare —
AI SIGNORI V.^^DE.SI. — Basti far .sapere
che It chiama ìmaecondi, irreligiosi, haratlieri, spu'lorali, bugiardi, son'erchialori,
e convenuti tli calunnia.
E tutto questo fracasso per certe citazioni di Ss. Padri, nella interpretaziono
delle quali non ci Icova d’accordo con lui.
Per quanto sia,sig.Cnl/oiiC(), il rispetto
che noi attiiamo dimostrarvi, ci pcrmet
turete che vi diciam francamente nun
potere affatto seguire in queslo calumino
d improperii, che non c cristiano. Se voi
nelle vostre scuole teologiche siete avvezzi a scambiarvi complimenti di qnesto
genere, buon pro’ \i facciano; noi siam
usi a spendere il tempo in disputazioni
che ci possano illuminare lò spirito e tenere editicalo il cuore; e per parlo nostra
vi rispondiamo ciò che la fíuona IVofella ha dichiaralo ben più d’una volta e
di due, che cioè le ingiurie e le conlumelie non fanno e non faranno giammai per
noi. In questo ci troverete inflessibili.
E ne avete già più d’una prova, perché
voi ve la uscite sempre in provocazioni
con millanterie e iattanze, alle quali non
ris|(ondiamo giammai. Voi a cagion d’esempio ci schernite assai volontieri, stampandoci in viso ché ci avete confusi, che
la nostra Buona Novella avete stretta da
tulle le parli, che più essa non osa affrontarvi, che batte la ritirala, chenon
sa più che rispondervi. >'oi frattanto (e
ce ne ponno far fede i lellori) abbiamo
benissimo esposto qual sia la vera Chiesa
di Cristo ove si trova salute. >'oi abbiamo benissimo spiegato in qual guisa crediamo che la sola fede in «Yisto ci .salvi:
noi vi abbiamo spezzato tra mani quell’antico sofisma (eppur voi l’adoperate
ancora) con cui i vostri teologi solevano
screditare la religione evangelica, quasi
ammettesse che un malvagio,anche disonestamente vivendo,può salvarsi mediante una fede puramente speculativa : calunnia manifesta, perchè noi leniamo, e
più volte abbiamo nella Buona Novella
osservato che la fede unica, la quale ci
salva, èia fede viva ossia operosa, perche
la fede senza te opere, come dice s. Giacomo, è fede morta; noi abbiam sempre
senza calor di polemica e senza veruna
14
arte reltoiica avvisato i fedeli che la remission de’ peccali non ci viene e non ci
può venir che da Cristo, unico noslro salvatore, i cui soli meriti infiniti ci ollengono il perdono de’ peccali e la vila
eterna: noi, a proposito del sacramento
eucaristico, abbiamo nudamente esposte
le dottrine evangeliche quali le leggiamo
nelle divine Scrillure, e quali ce le tramandarono mollissimi Ss. Padri che ne
scrissero nel medesimo nostro senso.
Cile piii poleia il Caltolico da noi pretendere? Cbe noi ci chiamassimo \inti da
lui, percliè qualche testo de’Padri per noi
citalo veniva da lui inteso diversainenle?
Ma egli sa clic la nostra fede non è appoggiala ai Padri, c li.citiamo solamente
per lui, e per quanti come lui ci chieggono testimonianze di Padri; perchè quanto a uoi ci basta di ascoltare il Verbo di
Dio, sapendo dal santo Evangelo che Egli
è la luce vera che illumina ogni uomo
che viene al mondo, ed Egli solo ci dà
potere di diventare figliuoli di Dio non
per via di sangue, nc per volontà della
carne, nè per volontà d’uomo, sia vescovo
o papa, sia dottore o Padre della Chiesa.
La testimonianza degli uomini, quando
non sieno ispirati da Dio come gli scrittori delia sacra Bibbia,non possono avere mai allro valore che quello d’una semplice testimonianza umana e storica, e
dove simili leslimonianze abbondano, come accade ne’ Padri, c follia ostinarsi a
tenere per veridica e decisi\ a una deposizione che può essere ed è interpretala
in più sensi. Ecco perchè la fíuona Novella non insta sulle spiegazioni più o
meno oscure de’ Padri.
Del resto ove i lettori della fíuona
Novella amino conoscere che essa pensi
intorno i’antorità rispettabile de’ Ss. Padt'i, non hanno che a recarsi all« mani il
volumetto già per noi annunziato che ha
il titolo Ialino — Regula Fidei — ma è
scritto in huon italiano. Ivi potranno apprendere che ogni cristiano dabbene che
sia desideroso di conservnr puro il tesoro
delle dottrine rivelate da Dio, e necessarie all’eler^a salute, è inutile cbe vada
studiarlo nelle opere voluminose e guaste .
dei Ss. Padri. Povero lui se dovesse divorarsi intere biblioteche di volumi in
foglio per impararsi il ratecliismo! I
grandi Riformatori hanno spolveralo lutto
queslo ammas.«!o di umana sapienza nei
primi tempi della Riforma, lo hanno diligentemente rovistato da capo a fondo!
vi hanno discoperto tutte le interpolazioni c le varianti e le aggiunte e le sottrazioni fattevi dai Papisti in tempi che
erano soli a regolare il mondo, e come
obbligavano coi supplizi della inquisizione a stare zitti i vivi, costringevano a
parlare a modo loro i morii, guastandone
i manoscritli, e si sono convinti sempre
meglio che la dottrina della salule il cristiano la deve unicamente cercare nelle
divine Scrillure, perchè sono esso la sola
Regola ih fede che ci è stata data da
Dio. E siccome ciò che fa Dio è sempre
ben fallo, non occorre cbe noi ci andiamo fantasticando di far meglio. Moi dobbiamo fidarci di Dio. Quand’egli ci avesse
voluto fornire una regola diversa dalje
sacre Scrillure, l’avrebbe certamente fatto. Noi fece? Dunque evolto colui che
no giudica gii arcani ed eterni consigli, e
può solo aver parte con Satana e co’ suoi
angeli perversi chiunque si ardisce cliiamare o insufficiente o pericolosa una regola che unica e soia ci fe stata data da
Dio.
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IVOTIZIE BEIiieiOSi:
Guinea Inferiori;. — Nel porto Africano di Loanda, piccola ciltà di SUOO
abitanti, è succeduto un fallo che sarà
(dicono i giornalisti) sempremai memorando np.i fasti della Chiesa dell’ antico
regno d’Angola uella Nigrizia Meridionale, oggi soggetto ai portoghesi. .Monsignor Gioacchino Monoira , monaco benedettino, nominatovi per vescovo da
Pio IX, vi è sbarcato.il 27 marzo, e a
memoria d’ uomo le spiaggie di Loanda
non si sono mai vedute così gremite di
popolo. Alle ore 9 del mattino il governatore generalo ed il presidente si trovarono alla gradinata per ricevere Monsignore all'atlo che scendeva col suo numeroso seguito di cappellani e livree dalla
galeotta ; lo accompagnarono fin dove
stavano otto cavalieri col baldacchino,
che fra le ali della truppa e del popolo
il condussero dalla spiaggia di Loanda alla
cattedrale. Ivi si vestì degli abiti ponlificali, e con mitra in lesta e baston pastorale in mano salì sul trono, dove ammise
al bacio del sacro anello il governatore,
le autorità militari, i cavalieri, i magnati,
e data un’indulgenza di 40 giorni a tutti,
compartì la l)enedizione. Compiuta questa
cerimonia passò corteggiato sempre dagli
stessi onori nel palazzo del governo, si
pose nuovamente in trono e permise gli
fossero presentate le persone principali
del iBogo e i capitani delle navi ancorate
nel porlo. Venne poscia introdotto in altra magnifica sala ov’ era apparecchiato
un lauto rinfresco. Terminate che furono
queste accoglienze festevoli il buon prelato, seguito sempre e circondato dai medesimi personaggi, entrò a prender possesso del suo episcopio.
Noi confessiamo candidamente di non
comprendere dove sia la parie memoranda
>er una Chiesa cristiana in tutla questa
unga relazione di feste profane, che leggiamo con tanla pompa di parole narrala
nei fogli della Chiesa di Roma.
Llc.ino. — I PP. Somaschi ubbidienti
con raro esempio all’ordine deH’autorità
suprema del Cantone, che ha con pubblico decreto soppresso le corporazioni
religiose e secolarizzato pienamente la istruzione, SODO stati puatualissimi a par^
tire consegnando prima sostanze, arredi
e titoli di eredità nelle mani del governo.
Francia. — Il ministro dei culti ha con
sua circolare ordinato ai vescovi tutti del
regno di mettersi d’accordo coi rispettivi
Prefetti dei dipartimenti per la ce ebrazione della festa del ,Io agosto, che è
l’unica riconosciuta per nazionale dalla
presente costituzione.
Firenze. — I Madiai , sull’ avviso dei
loro avvocati cd amici, si erano appellati
in Cassazione. Ora ci viene scritto che la
Cassazione ha confermato la condanna.
CR0XACI1ET1\ POLITICA
Torino. Ieri (12 corr.) i Giurati hanno
condannato il sig. conte Costa della Torre,
consigliere di cassazione, a due mesi di
carcere, due mila franchi di multa, e alle
spese del processo, come autore di uno
scritto sedizioso.
— La Patria , ^ornale che si professa devoto allo Statuto, è in guerra
coW’Armonia per aver detto che il clero
generalmenie è ignorante.
-- Il Risorgimento ha colto in flagrante
¡'Armonia che dava al pubblico lunghe
noie di nomi come persone cristiane e intelligenti che protestavano contro la nuova
legge del matrimonio civile, e quei nomi
erano per la massima parte donnicciuole
e ragazzi, porlo più impuberi, chesi erano
lasciali inscrivere dui Parroco senza sapere di che si trattasse, ma unicamente
fidandosi alla parola del medesimo , ehe
dicea loro di doverlo fare per salvarsi
l’anima. La Gazzetta del popolo ha riportato vari documenti soltoscrilti da Capi
di casa che alle.5tano essere state le loro
mogli indotte con frode dal Parroco a dare
i loro nomi e quelli dei bambini e degli
stessi mariti assenti, alle note pubblicale
dall’^lrmoni'a come di altrettanti ricorrenti contro la legge sul matrimonio civile.
— L’ullimo fascicolo del Cimento contiene un grave e trionfante articolo del
sig. Gustavo Cavour in confutazione del
discorso pel sig. maresciallo La Tour inviato ai senatori. E nolo che li eccitava a
condannare la condotta dell’attual mini«
gtero come quello che distruggeva il cat'
16
fioH —
tolicismo in religione, la ricchezza in falto
di lìuanze, e il buon costume nella pubblica Istruzione, e niinaeclava I’ esistenza
della società colla sfrenata liberlà cbe
concedeva alla stampa. Il sig. Gustavo lo
balte sopra ogni punto, e fa le giuste difese del proprio paese crujelmente oltraggialo da uomini che adorando il passalo, dove raccolsero tesori, non sanno
tollerare il presente ove non possono più
goder privilegi.
Gesova,. — L'Osservalore Ligure ci fa
sapere che la scorsa domenica in un locale sulla piazza Embriaci vi fu grande
adunanza di cittadini cbe si sottoscrissero
pel protestantismo.
Savoia. Non ostante gl’iutrighi della
fazion clericale, le elezioni municipali di
Chambery, di Annecy e Mieussy sono riuscite favorevoli al gran parlilo liberale,
che, eccettuali i pochi e turboleuli gesuitici in abito lungo 0 corto, è omai l’unico
partito della nazione Sabauda.
Roma, — Scrivono al Risorgimento:
Nella scorsa seltiipana una banda d’assassini, armali fino ai denti, venne a battaglia con un corpo di carabinieri e molti
ausiliari sullo stradale di Lugo, e dopo
una lunga fucilata, nella quale caddero
morti soi carabinieri, fu posto in fuga tutto
il resto della trup|)a, che malconcia e battuta su tutti i punti, non trovò altro
scampo che fuggendo.
Francia. — Il Presidente sotto il più
stretto incognito ha fallo una gita a Sologna.
— Sono autorizzati a tornare in Francia
il generale Leydet, Il sig. Thiers e quattordici altri dei molti che sono stati allontanati 0 espulsi dopo il 2 dicembre.
— A Parigi non si parla più che delle
feste del 15 e del nuovo libro di Proudhon che rappresenta Luigi Napoleone
pel vero continuatore della rivoluzione
democratica sociale che sicuramente dovrà dopo lui Irioufare.
Belgio — Il ministero ha definitivamente deciso di continuare come desidera
S. M. il Re. Esce il solo Frére Orbans,
ministro delle Finanze.
Danzica. — 1 fogli prussiani sono concordi neirinformarci che in codesta dllà
si è manifestato con orribile fierezza il
cholera asiatico. Ogni b, ammalati ne
muoiono i ; e vengono indistintamente
assalile dal morbo tutte le classi, i vecchi conile i giovani, gli uomini come le
Jonue, i gracili come i forti, gli opeisi
come i ricchi.
Inchiltekiva. — Per la prima volta,
dopo il 2 dicembre, il Tims loda la politica di Napoleone , e si rallegra della
nomina del signor Drouin de Lhuys a
ministro degli alTari esteri, di cui loda
l’ingegno e lo spirilo <;onciliativo,
Portogallo. — Dopo il voto di sfiducia avuto dalle Cortes il minislero avea
date le sue dimissioni, ma la regina non
voUe accettarle, e sciolse le Cortes che
sono convocate pel 1“ dicembre. Si spera
che le nuove elezioni sieno per riuscire
favorevoli al minislero.
Spagna. — Sono chiamati dal Governo
a Madrid lutti i gesuiti spagnuoli che si
trovano nel Belgio e in Italia. L'ambasciatore spagnuolo a Roma ebbe ordine
¿’intendersela col Generale della Compagnia. Sembra però che la nazione tema
il ritorno di questi frati intriganti, e sono
.sfati nel,medesimo giorno incendiali i
conventi di Valladulidl Hesca, Barbastro,
Saragozza e Valenza. A Valladolid arsero
nella stessa ora tre conventi. Questi fatti
sono manifestazioni terribili dello spirito
pubblico, ma il governo di Spagna dopo
il concordalo con Roma è ciecamente entrato nella via della reazione, e si affida
ai gesuiti che sono i suoi capitali nemici
e saranno la sua ultima rovina. Il partito
dei Carlisli ha già innalzato il capo, e
non teme di palesare la speranza di tornar quanto prima a regnare sulle Spagne.
Diretlore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
DISCORSO
•dell' .Ivvocato
ODOARDO MAGGIORANI
IN DIFESA
dei Coniugi Madiai
Un volume ¿w-8” gr. di 182 pagim
Prezzo Ln. 2.
Torino, — Tip, 8oc. di A, Poni e C.