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Anno 112 - N. 14
11 aprile 1975 - L. 100
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1 Gruppo bis/70
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delie valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
A 30 ANNI DALLA RESISTENZA
Richiamarsi alla Resistenza è facile
ma non tutti ne hanno diritto
Il fascismo non si esorcizza con la legge ma si vince con una maturità etica e sociale
Vivere responsabilmente la libertà è difficile
Sta per cominciare il chiasso per il
trentennale della Resistenza. Si ha voglia di starsene in silenzio, per rispetto
di ciò che con tutti i suoi limiti è stata.
Ma non sarebbe giusto, occorre riflettere.
Non si pensava, nell’entusiasmo e nelle speranze di trent’anni fa, che sarebbe
stato così arduo ricostruire — o costruire — la nazione, vivere la libertà. Per essa tanti avevano lottato, patito; la si era
tanto sperata, attesa.
Ma come poteva non capitare al popolo quel che accade anche alla chiesa? Siamo stati tentati di sfruttare la libertà
« come un’occasione alla carne » (Calati
5: 13), al nostro egoismo, alla nostra pigrizia vile, ai nostri particolari interessi
economici, politici; e abbiamo largamente ceduto alla tentazione. I risultati sono
sotto gli occhi di tutti, anche se con ipocrite piroette ci sforziamo di sfuggire alla nostra responsabilità e di scaricarla
su altri.
Mi domando chi abbia diritto di rivendicare l’anima della Resistenza. Nessuno,
penso. Non chi in queste settimane griderà più forte. Il trentennale che stiamo
celebrando è quello di un tradimento, di
un fallimento colposo.
La Costituzione repubblicana avrebbe
potuto e dovuto rappresentare un « patto », ma non è stato rispettato, non è
stato vissuto. Chi di noi P>-iò dire a testa
alta, ripensando alla temperie di allora,
di aver vissuto e di star vivendo la libera
e responsabile accettazione di quel « patto », costi quel che costi? Si era pronti
anche a morire, o almeno ce ne son stati
pronti a morire perché quel patto si costituisse, ma chi è stato pronto a viverlo? Nel nostro esodo dalla servitù totalitaria non c’è stato fra noi alcun Mosè,
da nessun Sinai ci è venuto un vitale'
orientamento unitario; e come fra le tribù israelite durante la rovinosa epoca
semianarchica dei Giudici, ognuno ha
fatto quel che gli pareva meglio (Giudici
21: 15), come individuo e come gruppo.
Divisi per un ventennio dalla corruttrice politica corporativa fascista, sommatasi al secolare costume italico della ricerca del proprio ’particolare’, abbiamo
trascinato avanti lo stesso costume, inquinando la situazione che avrebbe potuto esser nuova, diversa.
Naturalmente, corruttore e corrotto
non sono pari, lo spacciatore e il consumatore di droga non hanno la medesima
gradazione negativa; le responsabilità dei
vari gruppi e dei diversi individui differiscono assai e Colui che giudica giustamente chiederà un conto più alto a coloro ai quali più sarà stato affidato. Ma davanti a lui e davanti al prossimo non c’è
uno solo di noi che possa andare a testa
alta. Non è tempo di proclami e sfilate.
E tempo di riflessione umiliata. In altri
tempi si sarebbe bandito il digiuno.
A mio sommesso avviso ciò resta vero
anche di fronte al positivo soprassalto
che in vari punti del nostro corpo sociale si è fatto sentire, con intensità cre
IN QUESTO NUMERO
■ Commento aH'epistola di
Giacomo 2
■ Intervista ad un reduce
dalle prigioni dei Vietcong 3
9 A 30 anni dalla Resistenza 4
■ Lettura materialistica della Bibbia? 5
■ Intervista col sindaco di
Frali 6
scente, nei confronti del feroce squadrismo rinascente. Non è sufficiente, per risanare la nostra vita nazionale, gettare
fuori dell’accampamento il capro espiatorio, sia pure rognoso qual è l’MSI. Al
riguardo, anzi, ho personalmente forti riserve circa l’iniziativa tendente a porre
fuori legge quel partito. Politicamente,
non mi pare utile rendere immeritatamente ’martiri’ i militanti missini e i tre
milioni di italiani che li hanno votati (in
decrescendo); tanto più che nessuno può
illudersi che svaniscano: non sarebbe
peggio ancora che si mimetizzassero o diluissero in altre formazioni politiche? In
linea di principio, poi, ritengo pericolosa,
da noi come ovunque, ogni limitazione
della libertà di opinione (e di comunicazione). A mio sommesso avviso non è
l’opinione dei neofascisti che si deve punire, ma le loro numerose infrazioni al
diritto: la legge c’è, va applicata. L’opinione dei neofascisti ,può e deve essere
discussa^vè cpmbattuta sul -piano delle,
idee; la minaccia neofascista va respinta
con il voto, neutralizzata con l’applicazione della legge comune. Intendiamoci, sono non solo esterefatto, ma profondamente triste che dopo le esperienze sofferte, ancora tanta gente vaneggi quelV« ordine »: e alligni non solo fra fanatici e in chi ha cinicamente interesse a
servirsi di loro, ma anche in vari strati
della popolazione, in certi settori di organi delicati quali la polizia, la magistratura, la scuola, il parlamento. Il fascismo
non può però essere esorcizzato con una
misura giuridico-burocratica, lo deve essere con una paziente e perseverante opera di convinzione delle menti e dei cuori,
evitando di prestargli alibi e pretesti di
qualsiasi tipo. Altrimenti il veleho totalitario resta negli uomini, resta nel corpo
sociale: e ce ne accorgiamo. Per me, ricordare la lunga battaglia della Resistenza ha anche questo significato, oggi.
Infine, senza sminuire in alcun modo
il coraggio, la sofferenza, in vari casi pure la lucidità dei combattenti della guerra partigiana, penso che dobbiamo aver
chiaro che la Resistenza non è solo quezsta. Forse, anzi, la Resistenza più vera
sta a monte, in coloro, sulle prime tanto
isolati, che seppero subito vedere lucidamente la Bestia totalitaria anche quando
ancora seduceva i più: i pochi resistenti
di un parlamento in dissoluzione, i pochi
resistenti nelle masse operaie, i pochi resistenti sulle cattedre, quelli che subiro■ ■na botte-,e assassinio, proscrizione^;?-confino, carcere, destituzióne, silenzio civile,
per lunghi anni, quando ancora il Regime sembrava trionfante. Accanto a loro,
i pochi credenti che nelle apocalissi di
Daniele e di Giovanni trovarono il coraggio di rifiutare il segno della Bestia ricca
di lusinghe: non il popolo, Dio avrebbe
avuto l’ultima parola. In questi trent’anni abbiamo dimenticato che non c’è rinascita senza conversione? Non conversione al mondo, ma al Signore del mondo.
Gino Conte
VIETNAM
Appello del CEC
per un milione di dollari
La tragedia vietnamita è esplosa nuovamente dopo mesi di silenzio, di "ibernazione”, malgrado le voci che si alzavano qua e là a denunciare una situazione
in disfacimento (e l’opera di Tullio Vinay
in favore dei prigionieri politici è stata
una di quelle) molti si erano illusi, nel
clima di ottimismo kisingeriano della
stampa nostrana che dopo Parigi la penisola indocinese avesse trovato il suo
definitivo equilibrio. La realtà degli ultimi giorni ripropone invece all’attenzione
di tutti gli uomini del mondo la tragedia
di quella popolazione, una tragedia di
proporzioni tali, e così carica di interrogativi da far ritenere che il simbolo della seconda metà del nostro secolo siano i
bambini vietnamiti così come Buchenwald
lo è della prima metà.
L’appello che il Consiglio Ecumenico
delle Chiese lancia in questa occasione è
poco più che un gesto di solidarietà, una
parola di fraternità, un simbolo di presenza. Non risolve le contraddizioni a livello politico, non sistema il mondo, non
cancella il dolore ma dice una parola nel
nome di Cristo. Come tale va recepito e
vissuto nel concreto, a livello di comunità cristiane.
servizio presso i rifugiati del CEC
ha reso noto che la situazione evolve di ora in ora provocando immani tragedie specie con l'evacuazione
degli Altipiani centrali ed il rifluire
delle popolazioni verso il Sud. Il fenomeno concerne non meno di un
milione di persone, a cui si aggiungono i rifugiati Kmer della Cambogia accolti in Tailandia.
Il servizio cristiano d’Asia ha preso provvedimenti per l'invio immediato di viveri, medicamenti, vestiario da distribuire a Tuy Hoa, Nha
Trang, Saigon ed in altri centri. Per
le necessità immediate la somma necessaria ammonta a non meno di
300.000 dolari; 2(M).000 sono stati
messi a disposizione dell’opera presso i rifugiati dal Servizio cristiano
vietnamita.
Il Consiglio Ecumenico ha lanciato un appello urgente alle chiese in
vista di raccogliere la somma di un
milione di dollari da devolvere in
favore dei rifugiati del Vietnam del
Sud. La Commissione di aiuto e di
« La somma di un milione di dollari indicata non è che una misura
iniziale » ha sottolineato il direttore
Fischer, le necessità essendo immense e non essendo possibile allo stato
attuale delle cose impostare piani
programmativi a lunga scadenza.
Dal Servizio Stampa del C.E.C.
Perdono :
per vivere
Uberi
« Neppure io ti condanno; va’ e
non peccar più »; dice Gesù alla
donna adultera in Giovanni 8. La
novità del perdono di Gesù è che
esso è rivolto al futuro, riguarda
l’avvenire di quella donna. Gesù,
comunque, non svaluta la legge
mosaica. I farisei hanno ragione:
per la legge quella donna deve essere punita con la lapidazione.
Gesù non ridimensiona la gravità
della colpa, né esorta alla tolleranza. Egli interviene perché si
interessa al futuro della donna e
con l’annuncio del perdono le dà
una nuova possibilità di vita.
Essere perdonati da Cristo Gesù vuol dire essere di nuovo liberi, avere di nuovo un futuro davanti a noi. ^Nonostante che siamo schiacciati dal peccato e dalle
sue conseguenze, il perdono di
Cristo ci rende liberi di guardare
avanti, di sperare nel futuro. E
questo il perdono che la comunità dei credenti è chiamata ad annunciare. Ma non basta una formula liturgica perché tutto scatti
automaticamente.
Le parole' « Neppure io ti condanno; va’ e non peccar più » sono una realtà, hanno un’autorità,
un’efficacia perché pronunciate da
Gesù che si avvia alla croce. È per
la croce che le sue parole diventano per quella donna un futuro,
una nuova possibilità di vita. Lo
annuncio del perdono non è una
formuletta magica perché non è
separabile dalla croce di Cristo e
quindi non è separabile da azioni
storiche che dobbiamo compiere
perché il riferimento alla croce
sia concretamente evidente. L’annuncio del perdono ha autorità, è
significativo nel momento in cui
ci poniamo nella prospettiva di
coloro cui è diretto incominciando a rimuovere quegli ostacoli
che impediscono a quel futuro di
emergere, ad una alternativa di
vita di delinearsi, lottando magari con essi per realizzare ciò. Questo legame fra perdono di Cristo
e la sua croce, fra il nostro annuncio ed il nostro impegno storico è
fondamentale perché il perdono
non sia un ulteriore esercizio religioso che aliena e che precluda
il futuro invece di suscitarlo.
L’annuncio del perdono così come lo intende l’evangelo è certamente molto più impegnativo di
quello che possiamo pronunciare
con le formule-liturgiche dei nostri culti e che viene interpretato
come un fatto privato che ci mette a posto la coscienza per una
settimana, ma è certamente molto più ricco di speranza e di avvenire per tutti gli uomini.
Valdo Benecchi
2
a colloquio
con i lettori
Alla lettera del sig. Baret dà la sua approvazione il sig. G. Sellari di Torino che
fa. alcune riflessioni sulla gioventù di oggi e sulla condizióne di privilegio in cui
si trova rispetto agli anziani.
« Speriamo che questi‘ giovani-... abbiano il buon senso di riconóscere che questo maggior benessere non è piovuto dal
cielo ma è il risultàto del lavoro prodotto dalle persone anziane che hanno lavorato duramente per procurare ai loro figli una situazione più giusta... ».
Ce lo auguriamo noi pure anche se ogni
generazione crede che le cose siano sempre state come le trova e. non abbiano
costato fatica a nessuno.
La lettera del sig. P. Geymonat da Cavour solleva invece un grosso problema.
Prendendo spunto da una indicazione apparsa sul n. 12, dove si indicavano le località della vai Péllice in cui è possibile
Armare la petizione per la messa al bando del MSI, egli trae una conclusione;
così facendo il nostro giornale (giornale
ufficiale della chiesa) ha dato una indicazione autorevole ad aderire all’iniziativa. Ne derivano tre interrogativi: gli aderenti al MSI saranno messi fuori della
Chiesa? Benediremo i giovani valdesi di
sinistra che preparano fra noi dei Portogallo? Faremo inchieste sulVopinione dei
deputati al Sinodo? Temi già dibattuti ma
vedremo di rispondere con calma:
il direttore
Incontri e convegni
ROMA
Il Servizio stampa-Radio-TV della Federazione organizza una giornata di dibattito sui problemi della presenza e della testimonianza alla Radio e TV.
SABATO 19 APRILE
a Roma presso l’Esercito della Salvezza,
via degli Apuli 41, Albergo del Popolo.
I lavori, aperti alle persone interessate a. questa forma mòderna di predicazione, avranno il seguente orario: ore 913 (problemi di radiofonia); ore 15-18
(televisione).
È possibile pernottare prenotandosi direttamente precisando che si tratta di
questo incontro e con 10-15 giorni di anticipo. .
FIRENZE
2° Convegno del Servizio di azione sociale
della FCEI
FIRENZE, 25-27 aprUe
Sul tema: Diaconia evangelica e Riforma assistenziale.
L’incontro avrà luogo presso l’Istituto
Comandi. Per le iscrizioni rivolgersi al
pastore Franco Sommani, via Manzoni
n. 21, 50121 Firenze.
ECUMENE
Il Segretariato P.L. ha indetto il terzo
Convegno P.L. ad Ecumene per i. giórni
24 e 25 maggio 1975.
Tema del Convegno :
«L’ECUMENISMO OGGI»
Il relatore sarà il Pastore Valdo Benecchi.
Sono invitati al Convegno tutti i P.L.
di ruolo e . non, e j candidati P.L. compresi nei Circuiti,della Toscana, del.Centro, del Sud e della Sicilia. Ahche i provenienti da altre regione saranno i benvenuti.
Come per i passati Convegni, le spese
di soggiorno sono a carico del Segretariato (escluso il viaggio). I partecipanti sono pregati di segnalare la loro partecipazione al segretario non oltre il 10 maggio.
Il Convegno avrà inizio alle ore 15 del
24 e si chiuderà alle 13 del 25. Con lo
stesso programma dei precedenti Convegni.
È in corso di spedizione il libro che il
Segretariato invia come dono ai P.L. e
ai candidati. Quest’anno è stato scelto il
libro del Pastore Benecchi (1 + 1 = 1) utile; tra l’altro, per la conoscenza del tema
scelto per il Convegno.
Ogni richiesta di chiarimenti e informazioni vanno indirizzate al segretario:
Marcello Rizzi - via Galliano 9/6 16153
Genova Sestri.
L’annuale convegno Studi organizzato
dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia avrà luogo quest’anno ad
Ecumene dal 31 maggio al 2 giugno.
Il tema: « Chi dite-^voi che io sia? Una
rassegna degli studi recenti sulla vita di
Gesù». Con questo incontro il Servizio
Studi intende fornire ai partecipanti una
messa a p^unto sugli studi recenti in campo teologico riguardanti la persona di
Cristo.
Per informazioni rivolgersi a Paolo
Spanu, via Bertola 63, 10122 Torino.
RAI-TV
•COMMENTO ALL'EPISTOtA DI GIACOMO p5
Giovedì 24 aprile - I Protestanti e la
Resistenza: Ricorre in questi giorni il
trentennale della Resistenza. « Protestantesimo» rievocherà la partecipazione degli evangelica a questo fondamentale episodio della nostra storia recente.- Il numero odierno della rubrica non intende
però essere «soltanto» una rievocazione
storica della Resistenza, ma vuole essere
un ippmento di riflessione sp alcune domande ancora attuali. In quei giorni, alcuni evangelici parteciparono, come credenti spesso, dunque con motivazioni
specifiche, ad una grande scelta politica.
Altri, senza porsi la motivazione di fede, videro in questa l’unica scelta del
momento: fu, questo, forse uno dei momenti più significativi del discorso che,
in questi anni è stato ripetutamente affrontato, che riguarda*l’impegno «politico» dei credenti. La Resistenza fu dunque un momento particolare, oppure il
cliscorso, fatte le .dovute mediazioni, è lo
stesso eli oggi? i;
IL DISORDINE
Éi dove «hme - conia cofflbattartD
La causa delle discordie
^ Da .dove vengono le lotte e i contrasti che ci sono tra voi? Vengono dalle passioni che con
Ubri - recensioni
tinuamente si agitano e combattono dentro di voi. ^Voi desiderate qualcosa, e se non potete
averlo^ allora siete pronti ad uccidere. Voi avete voglia di qualcosa, e se non riuscite ad ottenerlo allora vi mettete a lottare e a far guerra. In realtà, non ottenete ciò che desiderate perché
non sapete chiederlo a Dio. ^ E se anche chiedete, voi non ricevete niente perché le vostre intenzioni sono cattive: volete sprecare tutto nei vostri piaceri.
^ Siete infedeli come una donna adultera. Ma non sapete che essere amici dii questo mondo
significa essere nemici di Dio? Dunque, chi vuol diventare amico di questo mondo finisce per
diventare nemico di Dio. ^ Certamente la Bibbia non parla invano quando dice: « Dio è geloso
e non vuol perdere lo spirito che ha messo dentro di noi ». ^ Anzi, egli offre una grazia anche
migliore; infatti la Bibbia dice: «Dio si oppone agli orgogliosi, ma tratta con bontà gli umili ».
^ Dunque, soUomettetevi a Dio. Resistete invece contro il diavolo, il quale fuggirà lontatiù da
voii ^Avvicinatevi a Dio, ed egli si avvicinerà a voi. Purificate le vostre mani di peccatori; santificate i vostri cuori di uomini ipocriti. ^ Piangete sulle vostre miserie e semmai lamentatevi di
voi stessi. Le vostre risa diventino lagrime, la vostra allegria diventi tristezza. Abbassatevi davanti al Signore, ed egli vi solleverà.
Nella serie TEOLOGIA/Fonti, la Jaca Book ha
edito di recente il n. 7. 'W volume comprende la
Regola di BENEDETTO ed il Secondo Libro dei
Dialoghi dì GREGORIO MAGNO,' Come per i precedenti testi si tratta di una accurata presentazione del testo originale con traduzione italiana a
fronte, corredata da note e da una introduzione
essenziale.
Della stessa casa il n. 21 della serie « Strumenti per un lavoro teologico » è opera di hÌENRl DE
LUBAC, dal titolo: Per una teologia delle missioni.
M. BENDISClOLI : Dalla Riforma alla Controriforma, Bologna, Il Mulino, 1974, L’ 4.000.
Raccolta di saggi, tra cui « il problema della
giustificazione », « l'agostinianismo dei riformatori
protestanti », « Umanesimo e pensiero protestante ».
GIOVENTÙ' EVANGELICA, anno 35, n. 33, aprile
1975. Il numero è interamente consacrato alle
relazioni del campo invernale di Agape 1974’-75
raccogliendo tutte le relazioni che in quella sede sono state lette.
Non giudicate gli altri
Fratelli, non parlate male gli uni degli altri. Chi parla male di un fratello o lo giudica,
è come se parlasse male della legge di Dio e la giudicasse. Ora, se ti metti a giudicare la legge
di Dio, sei uno che giudica e non sei più uno che obbedisce alla legge. “ C’è uno solo che dà
la legge agli altri e può giudicare: Dio. Egli può salvare e distruggere. Ma chi sei tu che pretendi di giudicare il tuo prossimo?
Questo brano dell’epistola di Giacomo
prende in esame le lotte e i contrasti
(Riv. « le guerre e le contese ») che agitano gli uomini e cerca di individuare la
loro origine. L’argomento è indicato fin
daH’inizio con una domanda retorica: Da
dove vengono...? Anzi, nella Riv. le domande retoriche sono due, la seconda dice: « Non è egli da questo, cioè dalle vostre voluttà che guerreggiano...? ».
La domanda retorica (ne abbiamo già
trovato un esempio nei cc. precedenti)
non è una domanda vera, fatta per avere
un’informazione. È una domanda fittizia,
ARCHEOLOGIA E FEDE
La distruzione di Gerico
• L’archeologia biblica, lungi daU'essere una disciplina secondaria nel
campo degli studi biblici rivela ipteressanti elementi di riflessione. Il
prof. Soggin presenta in sintesi il
contenuto della sua prolusione alla
Facoltà di Teologia sugli scavi di
Gerico. Come leggere un testo biblico difficile e controverso.
Il lettore della Bibbia ha spesso udito
la frase secondo la quale l’archeologia
« conferma » la verità dei testi biblici.
Quasi un ventennio fa tale tesi è stata
presentata in un libro che non pochi lettori ricorderanno: E la Bibbia aveva ra^
gione, del giornalista tedesco Werner Keller, dove la frase in questione serviva da
sottotitolo all’opera.
Il problema si colloca in un dibattito
divenuto veemente verso la fine del secolo passato e aH’inizio del nostro, ma
che è esistito sempre all’interno della
Chiesa e della Sinagoga: quello sui rapporti tra scienza e fede. Per scienza intendiamo infatti non solo le scienze naturali, ma anche le scienze storiche, filosofiche ed umanistiche in geiierale.
In questo dibattito, che ha preso non
poche volte aspetti particolannente radicali (scomuniche, squalifiche) accuse di
sedurre i semplici o di essere relitti del
medioevo etc.), una domanda chiave è
stata, purtroppo, spesso omessa. Qual è
lo scopo che il testo in esame si propone? Per es. Gen. 1,1 - 2,4 desidera dare
al lettore una teoria sull’origine dell’universo che si contrapponga ad altre dei
nostri tempi?
Oppure, quando in Lev. 11,5 ss. leggiamo il divieto di mangiare della lepre e
del coniglio perché ruminano, ma non
hanno l’unghia partita, abbiamo a che fare con una nozione di zoologia? O quando ci viene ripetuto attraverso tutta la
Scrittura che il cielo si trova al disopra
di noi e l’inferno al disotto, sicché al primo si sale, al secondo si scende (cfr. le
affermazioni del « Credo »), abbiamo a
che fare con una tesi da contrapporre all’astronomia di oggi?
La risposta a queste domande è ovviamente un deciso no: abbiamo a che fare
con qualcosa di ben diverso. L’autore biblico, prendendo a prestito nozioni corrispondenti alla situazione delle scienze
ai suoi tempi (oggi altrettanto superate
di quello che saranno le nostre tra 2-3000
anni), proclama le opere di Dio, esortando l’uomo ad accettarne il contenuto e
ad impostare la propria vita in manièra
ad esse coerente.
Nella stessa maniera, però, i testi sto
Alberto Soggin
che serve per proporre un argomento di
discussione o per suggerire una risposta
(nella Riv., la prima domanda propone
l’argomento del brano — come nella N.
Tr. — e la seconda suggerisce la risposta
di Giacomo). La N. Tr. ha preferito suggerire la risposta in forma positiva, non
di domanda. Infatti le domande retoriche, che generalmente si usano per rendere più vivace un insegnamento, qualche volta lasciano interdetto il lettore.
Egli può avere l’impressione di trovarsi
davanti a una domanda mentre invece è
già la soluzione del problema: Vengono
dalle passioni che si agitano e combattono dentro di voi (v. 1).
I vv. 2 e 3 descrivono la condizione di
disordine degli uomini. Qui la N. Tr. sembra molto diver^ dalla Riv.; in realtà è
rici non intendono darci alcuna nozione
di storia che si contrapponga a quelle
che le scienze storiche intendono darci.
Se per es. Gios. 2 e 6 ci parlano delle
mura di Gerico, significa questo che abbiamo a che fare con un’affermazione di
tipo storico-critico? Sì,, qualora il testo si
proponga tali fini; non necessariamente,
se il testo si propone dei fini assolutamente diversi.
Ed infatti nel caso di Gios. 2 e 6 la situazione è effettivamente strana: se le
mura dlj Gerico cadono, cosa diviene della c^Sa di Rahab, la rùeretrice, collocata
proprio sopra le mura, tanto che con una
fune potè far discendere gli. esploratori
al difuori di esse? Notiamo dunque un
contrasto evidènte aH’intérno dèi due testi : ambedue parlano di mura, ma la loro
distruzione, afle'rmata da uno dei due testi, viènè di' fatte esclusa dall’altro.
L’archeologia poi (e si tratta degli scavi condotti durante la prima metà degli
anni ’50, per cui tutte le notizie anteriori
sono superate) ha mostrato che una cinta muraria come quella descritta non è
mai esistita all’epoca della conquista
israelita, anche se alcune tombe ci attestano che la località esisteva ed era abitata.
Ma Tintenzione dei due testi non è né
storica, né archeologica: Gios. 2 glorifica
l’opera divina attraverso una persona assolutamente indegna quale Rahab (un
motivo ben noto nell’Antico e nel Nuovo
Testamento), mentre Gios. 6 è il frammento di una festa liturgia durante la
quale, Israele commemorava l’inizio della conquista, festa che, a leggere Gios.
3-5, si celebrava in relazione con la Pasqua. Possiamo dunque dire che si tratta di testi «storici» nel senso moderno
dell’espressione? Evidentemente no.
Per il credente è importante leggere la
Bibbia secondo quello che vuol dire realmente, senza che le attribuiamo cose che
forse preoccupano noi, ma che non hanno interessato minimamente gli antichi
autori, i quali, almeno in questo caso
particolare, hanno voluto edificare i loro
uditori.
la punteggiatura, del tésip qhp ,è., diverga.
Le edizioni del N. T. greco delle Società
Bibliche e del Nestle indicano le due punteggiature possibili. Quella seguita dalla
N. Tr. è adottata p. es. dalla Revised
Standard Version delle chiese evangeliche americane:
You desire and do not bave, so you kill.
And you covet and canno! obtain, so you
fighi and wage war.
You do not bave because you do not ask.
You ask and do not receive because you
ask wrongly, to spend in your passions.
Anche la Bible de Jérusalem segue la
stessa dNisione delle frasi:
Vous convoitez et ne possédez pas? Alors
vous tuez.
Vous êtes jaloux et ne pouvez obtenir?
Alors vous bataillez et vous faites la
guerre.
La descrizione del disordine che regna
fra gli uomini e dentro il loro intimo è
fatta a tinte molto scure. Parlare di guerre, di guerreggiare ha senso metaforico,
o si tratta di linguaggio iperbolico e comunque generico, non riferito a una comunità particolare. Altrimenti sarebbero
indicati i motivi di discordia e le soluzioni dovrebbero tenerne conto, come fa
Paolo nella I lettera ai Corinzi. Qui invece il discorso si adatta a qualsiasi comunità e situazione.
Lo stesso si può dire per i consigli positivi: essere fedeli a Dio, sottomettersi
a lui. Umiliarsi. Non sparlare dei fratelli e non giudicarli. Sono consigli validi
per ogni situazione. Infatti Giacomo è
una delle « epistole cattoliche » ( = universali).
C’è un ultimo problema interessante in
4: 5. Di che spirito parla l’epistola? E chi
è che «brama fino alla gelosia»?
Il Nuovo Testamento Annotato (voi. IV,
p. 94) osserva che si può anche tradurre
il greco così: « Egli (cioè Dio) brama fino alla gelosia lo spirito che Egli ha fatto abitare in noi ». Questa è certo la soluzione migliore, perché poi il discorso
continua (v. 6) con una frase che ha per
soggetto sottinteso ancora Dio.
.Invidia, ricerca del piacere, egoismo, critica malevola, orgoglio e ipocrisia: chi
coltiva queste male erbe nell’orto del suo
cuore non può certo ricavarne che spine
e tribolazioni: perciò piangete sulle vostre miserie e semmai lamentatevi di voi
stessi (4: 9).
Ma se nell’uomo non c’è scampo, da
Dio può venire il soccorso: Abbassatevi
davanti al Signore, ed egli vi solleverà
(4: 10).
B. Corsani
I
J
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Ex prigioniero dei Vietcong
racconta le sue esperienze
L’ex prigioniero è Tran Van Tien, 22 anni, soldato dell’esercito di Saigon e catturato dal
PRG il 28 gennaio 1973
Lo scorso aprile ho avuto la possibilità di discutere dei prigionieri con M.me Hoa,
Ministro della Sanità del Governo Rivoluzionario Provvisorio del Sud Vietnam, in occasione di un ricevimento in suo onore in un Albergo romano. Le dicevo che il GRP,
dato che non ha nulla da nascondere, conv zrrebbe permettere alla Croce Rossa Internazionale di visitare le prigioni. Questo perché il Segretario di Stato Moersch del
Buntestag Tedesco aveva dichiarato che la CRI non poteva operare nelle zone controllate dal GRP. Mi rispose che stava proprio tornando da Ginevra dove si era accordata in proposito cpn la CRI per la sua libera circolazione*ovunque. Poi aggiunse
«non abbiamo prigioni, ma campi in cui i prigionieri godono di una certa libertà».
Si può sempre pensare che un Ministro di quaisiasi stato sappia maneggiarsi con
una certa diplomazia, perciò son molto lieto di poter fornire una chiara testimonianza, apparsa sull’« American Report » del 25 nov. 75 che conferma quel che il Ministro mi disse. Voglio aggiungere che la te stimonianza ha tanto più valore in quanto
ovviamente essa è stata resa quando Vex-prigioniero era di ritorno a Saigon e che
esso la fece a degli americani, anche se questi erano Quaccheri.
T. V.
_ Cosa ti succederà ora che sei tornaD- to dalla parte del GVN?
Q I militari mi manderanno a Saigon
• per un minimo di 5 mesi per un
trattamento medico.
D.
R.
D.
R.
Qual’è stato il trattamento ricevuto
come prigioniero dei comunisti?
Quando sono stato catturato ero sicuro che mi avrebbero ucciso. Il mio
unico pensiero era di scappare. Mi condussero in un villaggio dove c’erano altri
duecento prigionieri. Io ero recalcitrante
e infuriato e soprattutto pieno di paura
quando vi arrivai. Invece di ucciderci i
soldati del GPR ci portarono tè e cibo. Il
nostro cibo era esattamente lo stesso che
mangiavano i soldati.
I soldati del GRP mi chiesero come mai
ero diventato un soldato dell’ARVN. Mi
chiesero perché non mi ero unito al
Fronte di Liberazione Nazionale. Invece
di torturarmi mi ponevano ogni giorno
delle questioni ed avevo delle sessioni di
ri-educazione, proprio come in una scuola regolare.
D.
Come era questa educazione?
stre famiglie per far veder loro che non
eravamo stati uccisi ed eravamo stati
trattati bene.
Vi dissero cosa avreste potuto raccontare e cosa no?
D.
R.
D.
R.
R Andavamo tutti in un edificio scola■ stico. Noi sedevamo per terra e gli
insegnanti venivano e ci leggevano l’intero
testo degli accordi di pace di Parigi. Poi
noi studiavamo e imparavamo a memoria gli articoli dell’accordo. Gli insegnanti erano molto gentili e pazienti.
Ci domandarono se avevamo letto il testo dell’accordo precedentemente. Pochi
di noi sapevano addirittura della sua esistenza. Poi ci domandavano di guardare
alla società da cui provenivamo e di cercare di vedere i suoi problemi.
Durante la sessione di studio potevamo rispondere francamente e porre noi
stessi delle domande. Era molto interessante.
De se un prigioniero avesse detto
■ che secondo lui gli americani sono
bravi e avevano aiutato il Vietnam, in
questo caso cosa sarebbe successo?
R L’insegnante del GRP gli avrebbe do■ mandato: chi è più simile ad un vietnamese del sud; chi è più parte della nostra cultura e della nostra storia: gli americani o i Nord Vietnamesi? E poiché molti del Sud Vietnamesi sono del Nord e
molti Nord Vietnamesi sono al Sud cominciammo a comprendere che i veri stranieri
erano gli Americani.
D Quanta libertà hai avuto mentre eri
■ prigioniero?
Q Fin dall’inizio ci era stato permesso
ri- di muoverci in un’area di circa un
chilometro quadrato. Non eravamo né legati, né incatenati, .né obbligati a stare in
cella o in camera.
Non c'era una prigione vera e propria,
ma solo una stanza dove dormivamo.
C’era poi la scuola dove studiavamo, alcuni altri edifici del villaggio e poi i campi dove lavoravamo. Fummo avvisati che
se avessimo tentato la fuga ci avrebbero
sparato addosso immediatamente. Ci mostrarono anche i confini da non superare.
Al principio eravamo guardati a vista,
poi in seguito molo meno.
Dai suo ritorno lei è stato arrestato.
■ Se lo aspettava?
RSi, ma non c’era altra possibilità di
• ritornare e di vedere le famiglie.
Ino'ltre sentivamo essere nostro dovere
presentare gli accordi di Parigi che danno la libertà di viaggiare liberamente in
tutte le due le parti. Ma ora sappiamo
che dobbiamo parlare differentemente ai
funzionari del GVN.
Se le piace così tanto il GRP perché
U- non è restato lì?
Q Alcuni sono rimasti. Dieci dei miei
n. amici decisero di non ritornare, di
non rivedere le loro famiglie. Ora sono
agricoltori. Il PRG ci ha incoraggiati a
tornare da questa parte per vedere le no
Affatto. Volevano solo che dicessimo le cose come le avevamo viste.
Che cosa ha notato di diverso fra
le due parti tornando al G.V.N.?
La prima cosa che mi ha colpito è
stato di notare due soldati scendere
da una moto Honda (una motoretta equipaggiata come taxi). Come scesero quei
soldati armati si misero a ridere dicendo
al tassista che non avevano denaro; se
ne andarono così senza pagare la corsa.
Si comportarono esattamente come avevo sempre fatto io.
Il linguaggio che essi usarono quando
il conducente protestò era semplicemente disgustoso. Io stesso usavo parlare esattamente come loro! Ora mi vergogno
molto per com’ero.
Questo appartiene ormai al passato, è
fatto finito.
P- Che cosa pensa dell’America?
R Vorrei sapere perché nel 1954 gli
• Stati Uniti si siano comportati come se fossero stati la polizia del mondo
per interferire in Vietnam esattamente
come prima i francesi. Io sono fiero dei
Vietnamiti che costrinsero i francesi e
poi gli americani ad abbandonare la nostra nazione. A causa della divisione fu
soltanto la metà dei Vietnamiti che li
cacciò via!
Gli americani poi, venendo, arrecarono
solo danno alla loro economia e non aiutarono il Vietnam.
Pensi sia solo un trattamento medico?
Non so quello che può implicare
quando sarò laggiù, eccetto il fatto
che non avrò più libertà.
Tutti noi che siamo stati prigionieri
sotto il GRP abbiamo una medesima opinione su di esso. Il governo non ci lascia
incontrare l’un l’altro. Anche se saremo
nuovamente dei soldati nessuno di noi
sarà più assegnato alla stessa unità. Sappiamo che finché siamo nell’esercito non
possiamo dire la verità e le cose che diciamo saranno distorte, ma quando torneremo a casa naturalmente diremo la
verità com’è.
Se tornerai presso il GRP sarai costretto a fare il soldato là?
No se non lo voglio, potrei fare il
contadino o qualcosa d’altro.
Grazie mille per aver parlato con
noi. Abbiamo apprezzato veramente
D.
R.
D.
le cose che hai dette.
Q Vorrei ancora venirvi a trovare, ma
n. penso che fra qualche giorno non
sarò più in grado di visitare nessuno. È
molto triste. Stanno cercando di vedere
se sono un ex soldato o non un propagandista del GRP. Ma non possono trattarmi
troppo duramente se sono un so'ldato, come sono realmente.
Cosa ti succederà dopo la tua permanenza a Saigon?
Mi aspetto di essere rilasciato come
civile o fare il soldato nuovamente.
Forse sarò nuoi^mente - un soldato; io
sarei in modo diverso, sarei un soldato
diverso di prima nel trattare la gente;
vorrei però essere soldato solo a condizione di non dover combattere.
D.
R.
Cosa farai se dovrai di nuovo combattere?
Tornerò' dalla parte del GRP.
Vorresti eventualmente tornare al
GRP?
La mia casa è realmente qui e voglio restare con i miei familiari ma
se le cose andassero troppo male qui certamente tornerei.
D.
R.
D.
R.
Dopo l’intervista i membri del gruppo
quacquero hanno chiesto al cugino di
Tien se il reporter nella sua intervista
avesse dovuto dare a Tien un nome diverso. Egli rispose di no in quanto era
solo la verità. Ma l’intervistatore sottolineò: « Egli sa bene nell’intervista che
avrebbe potuto essere meno sincero parlando agli ufficiali di Saigon ». « Anche
questo è vero — rispose il cugino di Tien
— andate avanti e usate il mio nome
esatto ».
CHIESTA DAL MOVIMENTO FOCOLARI MISTI
Ospitalità eucaristica
per Pentecoste 1975
1 Focolari misti della Francia, Belgio
e Svizzera francese hanno rivolto un appello alle Chiese perché, in occasione della Pentecoste 1975, « in questo anno di
perdono e di riconciliazione », sia concessa l’ospitalità eucaristica reciproca.
Da anni i Focolari misti si occupano
di questo problema, che per le coppie miste si pone in maniera acuta. Non poter
partecipare insieme alla Santa Cena costituisce, per due coniugi credenti appartenenti a due confessioni diverse, un motivo di vera sofferenza. Per questo il
movimento conduce una battaglia per ottenere dalle rispettive Chiese il riconoscimento di questa possibilità. La via indicata è quella dell’« ospitalità eucaristica », cioè della possibilità per un protestante di prender parte all’eucaristia in
Chiesa cattolica, e viceversa.
Anche negli incontri che i Focolari misti francofoni tengono ogni anno a Torre Penice con il gruppo italiano, il problema è stato ampiamente dibattuto. I
Focolari misti si richiamano al documento del Gruppo di Dombes (un gruppo di preti e pastori francofoni che si
riunisce regolarmente), intitolato « Verso
una stessa fede eucaristica », secondo il
quale un accordo teologico è possibile.
Il Sinodo interdiocesano dei cattolici
svizzeri, riunito a Berna l’I e 2 marzo,
ha approvato un documento che sembra
contenere un’ammissione importante. Il
documento ribadisce la posizione del magistero romano. Ma nello stesso tempo
fa queste precisazioni: per quanto riguarda la partecipazione di un credente di
altra confessione all’eucaristia cattolica,
« questo cristiano, se è animato dalla stessa fede eucaristica della comunità cattolica romana, dev’essere ammesso alla
comunione eucaristica se la domanda
corrisponde a un vero bisogno spirituale
e se si trova nell’impossibilità fìsica o
morale di ricevere l’eucaristia nella propria comunità ».
Per quanto riguarda invece l’ammissione di. un cattolico alla cena protestante,
il Sinodo, con l’approvazione dei vescovi, ha ammesso questa eccezione: «Se
un cattolico in una situazione eccezionale e dopo aver pesato tutti i motivi arriva alla convinzione che la sua coscienza
l’autorizza a ricevere la cena, ciò non deve essere interpretato come implicante
necessariamente una rottura con la propria Chiesa, anche se una partecipazione
comune all’eucaristia rimane problematica, finché durerà la separazione delle
Chiese» (Bip-snop).
dal mondo cristiano
ùL-ica
Liberato il past. Sìttaole.
Rhodesia. — Il pastore N. Sithole,
presidente dello ZANU, è stato improvvisamente liberato dal governo rhodesiano di J. Smith per permettergli di partecipare alla riunione dei ministri degli
Esteri dell’organizzazione dell’unità africana che ha avuto luogo in settimana a
Dar-es-Salaam (Tanzania). La notizia è
stata data alla televisione dal capo del
governo J. Smith.
Nuova rivista teoiogica.
Douaia (Bip) — La Federazione delle
Chiese e Missioni evangeliche camerunesi ha iniziato da alcuni mesi la pubblicazione di una rivista dal titolo « Le Serviteur » che presenta la situazione ed i problemi delle chiese dell’evangelizzazione.
Studenti agricoltori.
Zaire (Bip) — La chiesa kimbanghista
ha sin qui preparato i suoi pastori nel
collegio teologico di Kinshasa. Il collegio
che conta attualmente 90 studenti si sta
trasferendo nel campus di Lutendele, nella campagna. Qui sarà costruito un nuovo campus, per la cui edificazione sono
già stati raccolti 16.000 franchi, in cui gli
studenti potranno proseguire i loro studi consacrando però una parte del loro
tempo al lavoro agricolo. Gli orientamenti governativi infatti insistono perché sia
potenziata la politica agricola ed in questa si intendono inserire anche le comunità kimbanghiste.
Oceanici
Il tifone Alison ha interessato un’area
del Pacifico racchiusa in una zona di 800
km., con centro sulla Nuova Caledonia
che, nella notte dal 7 all’8 marzo, è stata
spazzata dall’est all’ovest da venti di oltre 200 km. orari e da una pioggia torrenziale che hanno spazzato via case raccolti e animali. Per fortima non si lamentano vittime umane ma i danni sono
ingentissimi e toccano i 200^250 milioni di
franchi-pacifico (pari a circa 1.500.000.000
di lire). Numerosi villaggi sono stati distrutti e le colture sono state praticamente cancellate al 100% su tutta la costa orientale. Molti i ponti crollati e le
strade e le linee telefoniche divelte. I soccorsi sono subito scattati sia da parte
dell’amministrazione locale sia da parte
del governo di Parigi, sia da parte delle
varie organizzazioni ecclesiastiche e non.
La Chiesa evangelica ha immediatamente lanciato degli appelli e domandato via radio a tutti i pastori di far conóscere appena possibile le necessità più
urgenti delle tribù in mezzo alle quali lavorano. Una notevole somma è già stata
riunita dalla comunità evangelica totale.
Il Consiglio superiore della Chiesa
Evangelica ritiene urgente di fornire cibo
alle 11 tribù colpite e di aiutare alla ricostruzione delle abitazioni. Bisogna tener conto che le conseguenze, specie alimentari, del ciclone si faranno sentire veramente tra qualche tempo, quando verranno a mancare i sussidi e l’interessamento deH’opinione pubblica e gli abitanti delle zone sinistrate non potranno
contare sui raccolti distrutti. D’altra parte l’aiuto ufiSciale giungerà assai più tardi, almeno in maniera consistente e sarà
volto alla ricostituzione delle strutture di
interesse pubblico. (Inf. CEvAA)
ieU'&fia
Roma (Bip-Snop) — Dal 3 all’8 marzo
ha avuto luogo a Roma il 5” incontro della commissione mista di teologi cattolici
e teologi dell’Alleanza Riformata Mondiale. Il tema della sessione era «il ministero», un rapporto comune ha enunciato i punti comuni di accordo e di disaccordo. Le risultanze di questi lavori
non potranno aversi prima del 1977.
Hanno collaborato: Mirella Bein, Arrigo Bonnes, Giovanni Conte, Franco
Davite, Dario Falbo, Dino Gardiol,
Giorgio Gardiol, Arnaldo Genre, Enrico Geymet, Adriano Longo,' Emanuele
Paschetto, Ermanno Rostan, Liliana
Viglielmo, Tullio Vinay.
4
Resistenza e antifascismo: 1945 -1975
Non basta difendere la Resistenza:
si affermano nuovi valori democratici
Chi oggi vuole riflettere seriamente sull’antifascismo e la resistenza non può
non considerare un dato politico fondamentale: la resistenza non ha sconfltto
deflnitivamente il fascismo.
Un recente studio del Consiglio Regionale Piemontese porta questi dati sulle
attività del neofascismo nella regione:
dal 1969 al 1974 vi sono stati 358 episodi
di eversione fascista, ed il Piemonte non
è certo una delle regioni più colpite dalle attività terroristiche del neofascismo.
Lo studio della Regione Piemonte sottolinea poi i costanti collegamenti tra gli
episodi di violenza fascista e il MSI:
« senza questo legame e senza questa copertura non sarebbe stato possibile il
protrarsi nel tempo, la coordinazione, la
rete di complicità necessarie, i mezzi flnanziari, e gli strumenti tecnici indispensabili a compiere le varie violenze e provocazioni registrate nella regione ».
Secondo la Regione Piemonte esiste
dunque uno stretto collegamento tra il
MSI-DN e le attività del terrorismo fascista. Questo partito, il quarto per voti
e organizzazione, non rappresenta però
da solo il fascismo nella attuale società
italiana. La mentalità fascista, cioè l’ideologia dell’ordine e della gerarchia sociale, è propria di una parte della borghesia, della piccola borghesia, del sottoproletariato e anche di alcune frange dello
stesso proletariato, ed alimenta progetti
più o meno eversivi della destra.
È infatti su questo tipo di mentalità
(con il motivo dell’ordine e della lotta
contro la criminalità) che si basano le
aspirazioni dei vari golpdsti di matrice
non fascista e le prospettive politiche del
PLI e del PSDI e del segretario DC Fanfani.
Occorre dunque chiedersi perché il fascismo, nonostante la resistenza, sia ancora cosi presente nella società italiana.
Alcune spiegazioni vengono dagli studi
fatti su quel periodo. Innanzitutto essi
mettono in rilievo come nella resistenza
siano confluiti due tipi di antifascismo:
quello degli oppositori del fascismo fin
dal suo sorgere e dei giovani che avevavano subito l'esperienza fascista e quello
degli ex-fascisti (grande capitale, apparato statale, chiesa cattolica, ecc.). È stata
quest’alleanza di forze sociali, eterogenee
e a volte con interessi opposti, a condurre avanti la battaglia per la liquidazione del fascismo. All’interno di questa
alleanza la classe operaia ha avuto un
ruolo fondamentale, ma la sua azione politica è stata neutralizzata all’indomani
della liberazione con l’esaltazione della
unità della resistenza, intesa come un
nuovo patriottismo di stampo risorgimentale. A livello politico l’azione della classe operaia fu neutralizzata mediante le
imposizioni del capitalismo internazionale (l’occupazione militare, « aiuti USA »)
e di quello nazionale che poteva contare
su uomini dell’antifascismo quali Einaudi, Corbino, De Gasperi. La divisione e
l’incapacità del movimento operaio a stabilire alleanze significative, coi contadini
ad es., impedirono inoltre un’azione politica efficace che realizzasse la rottura col
passato e la costruzione di una democrazia realmente antifascista.
Già nella Costituente, ma soprattutto
con la caduta del governo Farri, con la
non attuazione dell’epurazione, col 18
aprile 1948, la società italiana vede il for^
marsi di un blocco sociale conservatore,
non dichiaratamente fascista ma in cui
il fascismo rappresenta una possibilità
sempre aperta contro l’azione delle sinistre.
Nella società italiana degli ultimi anni,
che ha subito profonde modificazioni, ed
è passata da una società di tipo agricolocontadino ad una di tipo urbano industriale, la classe operaia ha un peso decisivo; il suo comportamento politico influenza direttamente, o indirettamente
gli atteggiamenti, i modi di agire della
popolazione. Anche le stesse conquiste
della resistenza vengono trasformate in
senso sostanziale. Vediamo ad esempio
l’idea di libfertà. Dopo il 1945 l’ambito democratico ha sempre inteso questo concetto come una garanzia: libertà di pensiero, di stampa, ecc.; libertà oggi, ha un
senso sostanziale e significa diritti sociali, soddisfazione di bisogni, ecc. E queste nuove acquisizioni sul piano ideologico si accompagnano ad un maggior potere della classe operaia a livello della
fabbrica e della società.
In questi ultimi anni è andato in crisi
insieme al sistema di potere democristiano, anche il tentativo di elaborazione di
una ideologia conservatrice diffusa a livello di massa attraverso al pensiero cattolico. La D.C. è stata costretta ad abbandonare sia l’anticomunismo viscerale
sia anche l’americanismo delle sue frange più progressiste per scegliere un nuovo corporativismo.
In questo quadro di crisi sia economica che del sistema politico, rispunta il fascismo.
Una riflessione sull’antifascismo oggi va
riferita alla situazione politica attuale.
Non è perciò accettabile che a celebrare
il trentennale della resistenza ci sia anche la Democrazia Cristiana e che sia legittimata a farlo dal fattò che vi sono
stati antifascisti e partigiani cattolici.
L’azione politica della DC dopo il ’45 non
è stata per nulla coerente cogli ideali dei
partigiani cattolici: basterebbe per questo rileggere il programma per la Costituente presentato da Gonella, che certamente non era un rivoluzionario.
Il regime DC in questo dopoguerra ha
realizzato la continuità delle istituzioni
statali e sociali del periodo fascista nello
stato repubblicano. La DC non può quindi essere uno strumento di lotta contro
le istituzioni fasciste che lei stessa ha
contribuito a mantenere.
Il contenuto dell’odierno antifascismo
non può essere solo la difesa dei valori
della Resistenza: questo va fatto contro
ogni attacco, ma l’antifascismo è anche
affermazione di nuovi valori democratici
a livello di massa.
È un antifascismo di massa perché è
aperto a quanti democraticamente vogliono impegnarsi a costruire, a produrre la
società.
È un antifascismo giovane perché è
quello imparato nelle lotte nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri, nelle caserme, nelle carceri, nelle strutture dello
stato, di questi ultimi anni.
È un antifascismo che dà continuità
alla resistenza perché si salda con quello
dei partigiani che lo hanno imparato nella lotta clandestina e nelle « bande ».
È un antifascismo che costruisce una
nuova società con nuovi istituti di democrazia diretta, nuovi strumenti di partecipazione democratica.
Giorgio Gardiol
Verità e libertà:
una ricerca difficile
Negli anni del Liceo, fatti al Collegio
Valdese di Torre Pellice, ebbi come insegnante il pastore Lo Bue. Flemmatico,
tanto serio in classe quanto capace di
humour in privato, esercitò su di noi una
notevole influenza;
Una volta, ad un gruppo di noi studenti che gli ronzavamo attorno durante
un intervallo, portò uno scritto di Barth
in francese riguardante la chiesa confessante in Germania: « è clandestino... » ci
soffiò quasi nelle orecchie... Tanto bastò
per acuire la curiosità e l’interesse in noi
giovani adolescenti soggiogati a quei tempi dalle imprese africane italiane e dalla
politica « forte » tedesca.
Poco tempo prima il pastore Alberto
Ricca, insegnante di ginnasio al Collegio
Valdese, era stato allontanato dalla scuola per interventi politici, su denunzia di
un allievo, a causa di accostamenti ritenuti offensivi, fatti durante una lezione
di storia romana, tra Mussolini e Nerone. La cosa ci aveva lasciati perplessi,
piuttosto propensi a condannare l’insegnante che aveva osato ridicolizzare il
« maresciallo dell’Impero e Duce del fascismo ». Ma la lettera di Barth sulla
(ffiiesa confessante ci aprì gli, occhi e scoprimmo che esistevano altre verità, o, almeno, che la verità è una cosa difficile,
a più facce che bisogna faticosamente
scoprire. Le lezioni di Lo Bue, i suoi dubbi contrapposti con molta serietà e freddezza alle nostre granitiche ed esuberanti certezze emotive, la lettura del Servo
Arbitrio di Lutero e del Catechismo di
Heidelberg e dei libri della Casa Editrice
Doxa cui fummo avviati da lui, ci trasformarono insensibilmente ma in modo
continuo e decisivo. Personalmente cominciai a chiedermi perché non si trovavano nelle biblioteche certi libri come
Marx e Bakunin e cominciai a chiedermi
se, tra il conformismo d’un allievo ottuso e facile alla denunzia ed i paralleli
sarcastici d’un professore di storia che si
permetteva di ridicolizzare gli uomini idolatrati dalle masse, non fosse più vicino
al vero il secondo che non il primo.
Lasciai il Liceo con molte incertezze e
tante domande senza risposte, anche per
quel che riguardava il mio immediato
futuro. Venne la guerra e mi ritrovai in
montagna con il mitra in mano e Kant
e Lenin nello zaino. Il seme gettato da
Lo Bue in Liceo aveva dato i suoi frutti
e non perché ci avesse detto qual era la
verità, ma perché ci aveva messo in dubbio che ci fosse una verità costituita. Nella battaglia per la libertà e per la giustizia c’era anche e soprattutto una lotta
per la verità, lotta che m’era particolarmente congeniale: perciò mi ritrovai sempre a mio agio più con i commissari po
litici che'"* con i comandanti partigiani,
più con la disputa ideologica che con la
lotta armata; e conservo ancor oggi una
grande ammirazione per il comandante
Favout, non solo per il suo coraggio militare, ma perché, tra un conflitto e l’altro, lui che non aveva fatto studi, ma voleva essere bene informato, leggeva Croce e Gobetti. Ci ritrovammo in molti in
montagna; ex allievi del prof. Lo Bue,
giellisti, comunisti, socialisti, credenti,
atei ed anarchici. Dalla parte della repubblica di Salò finì, invece, l’ottuso allievo
che aveva denunziato Alberto Ricca.
La nostra azione era imposta dalla necessità, ma la nostra ragion d’essere era
la ricerca e la chiarificazione delle idee
in un tumultuare generoso dopo vent’anni di palude ideologica in cui si erano
imputridite tutte le utopie, i sogni di
rinnovamento e le speranze. Si protestava perché si confessava una verità che
era ed andava oltre il presente.
Per noi della « prima resistenza » (quella armata antifascista in cui il prezzo
della rivolta, se si perdeva, era la fucilazione) la verità era sempre « oltre » e non
poteva mai confondersi né con l’esperienza mistica del singolo, né con (’esperienza collettiva del gruppo. Ed è tuttora così: Barth ci ha vaccinati non solo contro
il fascismo, ma anche contro tutte le pretese di identificare la Parola di Dio in
questa o quella parola umana. L’esperienza dei giovani barthiani ruggenti negli anni trentacinque-quarantacinque è stata
quella di diventare « resistenti » ad ogni
forma di deificazione dell’umano o di
umanizzazione del divino, il che è poi la
stessa cosa. Perciò la resistenza continua,
deve continuare ancora come ricerca perenne. Cambiano i miti, i cortei, le adunate, gli slogans e gli stendardi; ma, sul
piano evangelico, si tratta, sostanzialmente, di stare attenti che non si tratti solo
di un cambiamento di colore. La « resistenza » è soprattutto una lotta di liberazione non solo dalle dittature politiche,
ma anche da quelle spirituali (dogmatismo), morali (intolleranza e prevaricazione), psicologiche (razzismo di qualunque etichetta) ed economiche (sfruttamento).
La via della libertà è lunga e lastricata
di tanti peccati ed errori che devono essere perdonati a noi della resistenza di
allora ed a quelli della contestazione di
oggi, perché la libertà e la giustizia non
sono scindibili dalla tolleranza e dalla libertà e queste ultime esigono, innanzi
tutto, umiltà. Nessuno, infatti possiede
la verità, ma è posseduto da quella Verità che non è mai oggetto, bensì sempre
Soggetto.
Roberto Jouvenal
Chiesa
e Resistenza
« La vittoria degli alleati, l’insurrezione
delle forze popolari, l’instaurazione di un
regime democratico in Italia hanno assicurato al protestantesimo i vantaggi di una
atmosfera di libertà. La partecipazione di
numerosi protestanti alla lotta di liberazione ha valso delle simpatie a questa minoranza. E se ufficialmente le chiese non
hanno compiuto dei gesti decisivi quali
sono avvenuti in diverse chiese d’Europa,
l’attitudine dei pastori e della maggior parte dei fedeli è stata in generale ferma e
chiara.
Il silenzio ufficiale delle chiese è stato
rilevato e denunciato al loro interno. In
molte occasioni si è espresso con forza il
rimpianto di non essere stati sempre ciò
che si sarebbe dovuto essere, soprattutto
durante il sinodo valdese del 1943. Tuttavia
questo non è stato oggetto di una dichiarazione ufficiale.
Ma le chiese evangeliche hanno reso la
loro testimonianza in forme diverse, con
atti piuttosto che con parole e questo grazie allo spirito di abnegazione di qualche
capo politico che hanno dato alla Resistenza, grazie alla sottomissione cristiana dei
loro martiri, grazie alla parola e aH’esempio di molti umili credenti che hanno vissuto semplicemente la loro fede nelle ore
tristi e difficili e ne hanno provato il vigore. Il valore della chiesa e del suo messaggio sono stati riconosciuti. I pastori sono
rimasti insieme alla popolazione, sforzandosi di proteggerla contro le rappresaglie,
senza staccarsi per questo, dalla causa dei
partigiani a cui erano favorevoli. Questa
attitudine di solidarietà morale ha avuto
tutto il suo peso.
Nelle valli valdesi, per limitarci a questa
zona, l’unità è stata spontanea e solida.
Notte e giorno la maggior parte dei presbiteri erano aperti ai rifugiati e ai partigiani; gli ospedali e gli asili offrivano rifugio ai feriti ed ai proscritti che le diaconesse riuscivano a salvare dal pericolo usando una diplomazia tipicamente femminile.
Queste valenti donne hanno anche dato
prova di particolare coraggio, recandosi a
curare ì feriti nei loro stessi nascondigli.
Dei pastori hanno organizzato dei culti
per i partigiani ed hanno avuto con loro
numerosi dibattiti religiosi a cui partecipavano anche dei prigionieri inglesi che si
erano uniti alle bande partigiane.
Nel suo insieme la chiesa protestante
ha dunque fatto corpo con la Resistenza ».
(Giovanni Miegge, L’église sous le joug
fasciste, 1946).
La Resistenza
neiie vaiii
« ...La Resistenza nelle valli valdesi ebbe un’impronta protestante?
È indubbio che l’ambiente valdese aveva aiutato i giovani a sottrarsi all’influsso del fascismo ed a mettersi in contatto
con gruppi azionisti di Milano e Torino,
facilitando grandemente la nascita della
Resistenza armata. Come pure è indubbio che i contadini valdesi trovarono nella loro tradizione uno stimolo, anziché
un freno, a prendere parte alla rivolta in
nome della libertà. Questa tradizione e
questo ambiente erano figli del protestantesimo liberale e del pietismo ottocentesco; si basavano quindi su un cristianesimo interiorizzato, che predicava alti valori civili, ma anche una netta separazione tra mondo e chiesa. Nelle generazioni
passate, questa interpretazione del cristianesimo era stata vitalizzata da un aggressivo slancio evangelizzatore; tra le 2
guerre invece, il progressivo esaurirsi del
dinamismo pietista aveva ridotto troppo
spesso il protestantesimo al campo morale e individuale. Né le nuove concezioni
teologiche erano abbastanza diffuse da
sostituirsi a quelle tradizionali.
La Resistenza nelle valli valdesi fu quindi in gran parte opera di protestanti, alcuni dei quali seppero dare luminosa testimonianza della loro fede; ma la Resistenza non ebbe un’impronta protestante, che andasse oltre una sottolineatura
dei valori etici della tradizione puritana.
Ed al campo morale rimasero limitate
una testimonianza ed una predicazione
che non sapevano superare la separazione
tra chiesa e mondo. Solo Lombardini fondeva apertamente predicazione e propaganda, testimonianza e politica; ciò non
era dovuto ad un ripensamento teologico, ma alla sua eccezionale capacità di
ridare vigore a pensieri e metodi ottocenteschi, dal mazzinianesimo al pietismo ».
(Donatella Gay Rochat, La resistenza
nelle valli valdesi, Claudiana, 1969).
5
CONVEGNO DI STUDIO DI CRISTIANI
PER IL SOCIALISMO A SENIGALLIA
Lettura materialistica
delia Bibbia?
Dal 4 al 6 aprile si è svolto a Senigallia
un eònvegnn nazionale di studio organizzato dal movimento Cristiani per il Socialismo, che nélle Marche conta dei
grupni molto vivaci. Scopo del convegno
era di riprendere e approfondire il discorso già iniziato al convegno di Napoli, che aveva sottolineato « la necessità di
una nuova lettura della Bibbia, di tutta
la Bibbia e non soltanto dei passi più facili ad essere interpretati come conferma
delle nostre posizioni. Questa lettura biblica, proprio perché avviene a partire da
una precisa collocazione politica, non potrà situarsi al di fuori deH’analisi materialistica che, come militanti, applichiamo a tutta la realtà ».
Quando si dice « analisi materialistica », non si intende dunque il materialismo di chi pensa di avere il paradiso nel
proprio portafoglio, ma l’uso di un metodo particolare di interpretazione della
vita e della storia, in cui i fattori economici e politici hanno un valore fondamentale. L'analisi materialistica non viene
quindi usata dai cristiani con la pretesa
di spiegare tutta la Bibbia. Il documento
del convegno di Napoli diceva: « Proprio
perché siamo convinti della irriducibilità
della fede alla politica, crediamo che questa analisi marxista non esaurisca il significato del messaggio evangelico e che
la ricerca della libertà dell’evangelo, della sua capacità di mettere in questione le
nostre scelte e le nostre decisioni, debba
rimanere una costante all’interno della
comunità dei fratelli ».
L’analisi materialistica si pone perciò
sul piano degli strumenti per comprendere meglio il messaggio evangelico, ma
non si sostituisce a quel messaggio. Tuttavia può metterne in luce gli aspetti politici, a cominciare dall’azione di Gesù,
che finora sono rimasti troppo trascurati,
sia nella lettura dei credenti, sia nell’esegesi scientifica.
Ortensio da Spinetoli, nella relazione
introduttiva, ha messo in luce i meriti e i
limiti di questa esegesi. Nella discussione
che è seguita, si è constatato che la lettura materialistica non è una semplice
variante dell’esegesi scientifica, ma costituisce un modo per comprendere l’incidenza del messaggio biblico nelle lotte e
nelle esperienze del proletariato.
Lettura materialistica si contrappone
a lettura borghese. Filippo Gentiioni ha
definito molto chiaramente i caratteri dell’ideologia borghese, come si riflettono
nella pastorale e nella catechesi.
La distinzione tra piano superiore e
piano inferiore; tra anima e corpo, teorico e pratico, che permette che si affermino dei principi senza accettare di sottoporli alla verifica pratica. La sacralizzazione della propietà, che fa sì che la vita
venga concepita come possesso, e non
come dono. ^
Giorgio Girardet si è preoccupato di
chiarire come non si tratti di sostituire
l’ideologia marxista all’ideologia borghese nella lettura della Bibbia. Dopo aver
fatto la storia dei tentativi avvenuti nel
campo della teologia evangelica per rispondere ai problemi posti dal movimento operaio, ha ricordato la distinzione,
fatta da Barth e da Bonhoeffer, tra reli
Bruno Rostagno
( continua a pag. 8 )
Ivrea
Padova
Il ritmo della vita ecclesiastica è stato
particolarmente intenso in queste ultime
settimane.
Anzitutto la visita del past. Giorgio
Bouchard, domenica 23 febbraio. Dopo
la predicazione, l’assemblea si è trattenuta una mezz’ora per illustrare l’O.d.G.
sinodale in merito alla integrazione Valdo-Metodista. L’aSsémblea ha votato alla
unanimità un ordine del giorno favorevole alla realizzazione del progetto.
Alcune sorelle hanno apprestato un ottimo pranzo da « 17 Febbraio ! », consumato da 62 persone. Era presente anche
una famiglia valdese deH’Uruguay giunta
nei mesi scorsi nella provincia di Alessandria e entrata in rapporto con la comunità valdese di Ivrea. Il past. Bouchard ci ha parlato del suo recente viaggio nel Sud America e della situazione
politica non priva di difficoltà per i nostri fratelli in fede.
In òccàsione della domenica della gioventù, i culti ad Ivrea e a Carema sono
stati presieduti da un gruppo di giovani
catecumeni ed ex-catecumeni, ai quali la
assemblea ha manifestato affetto ed incoraggiamento.
Domenica 9 marzo, in occasione della
giornata mondiale di preghiera delle donne, alcune rappresentanti della chiesa di
Ivrea si sono recate ad Aosta per partecipare al culto seguendo una liturgia preparata insieme dalle sorelle in fede delle
due comunità.
Infine la visita della Commissione Distrettuale il 22-23 marzo.
Il primo incontro ha avuto luogo il sabato sera con un gruppo di collaboratori
impegnati nelle attività di chiesa; Scuola
domenicale, diffusione libri, contribuzioni finanziarie. Unione femminile. Consiglio di chiesa.
Si è trattato di un incontro aperto verso i problemi della comunità nei suoi
principali settori, in un’atmosfera di fraternità e di reciproca stima. Il past. Gustavo Bouchard, presidente della Commissione distrettuale, ha espresso il suo
vivo compiacimento per il lavoro che i
collaboratori compiono insieme in uno
spirito di solidarietà, nella diversità dei
doni ricevuti.
Mentre il past. locale accompagnava il
past. Bouchard a Carema per il culto, il
past. Franco Giampiccoli aveva un colloquio con un gruppo di giovani e la Signora Armone visitava i gruppi della
Scuola domenicale. Il Culto è stato presieduto dal past. Franco Giampiccoli. Dopo la predicazione, una mezz’ora di tempo per avviare una conversazione su alcuni aspetti della vita comunitaria. È seguito il pranzo comunitario. Alla C. D.
rivolgiamo un caldo ringraziamento per
la venuta in mezzo a noi.
Mercoledì 19 marzo si è riunita, a Padova, nei locali della Chiesa Metodista,
l’assemblea della Federazione delle Comunità Evangeliche del Triveneto.
La relazione del Consiglio partiva da
alcune proposte concrete di lavoro per
le comunità in tema, di evangelizzazione,
tra cui una campagnà di evangelizzazione
simultanea da tenersi nel mese di giugno
nelle principali città.
Soltanto qualche comunità si è dichiarata favorevole a tale azione, la maggior
parte dei presenti ha dimostrato perplessità in quanto non si tiene conto della
realtà e dei problemi della gente a cui si
predica.
Altre comunità sono invece decisamente contrarie perché impegnate in tutt’at
tra direzione (contatti con gruppi di base cattolici, presenza nella scuola, antimilitarismo ecc.).
In alternativa sono stati proposti altri
modi di annunciare l’evangelo che vengono riassunti dalle seguenti mozioni approvate largamente dall’assemblea.
Da « Risveglio petecostale », il bollettino delle Assemblee di Dio in Italia, rileviamo alcune notizie che ci sembrano interessanti. La chiesa di Milano e diaspora (Nova Milanese, Cesano Boscone, Cologno Monzese, Palazzolo), ha inaugurato
nel dicembre scorso una casa di riposo
per anziani a Marchirolo. Il nuovo centro
porta il nome di « Betleem ». Nella stessa comunità viene segnalato che nel corso del 1974 sono avvenuti 62 battesimi
per immersione che corrispondono quindi ad altrettanti nuovi membri di chiesa.
Dall’l al 3 maggio 1975 avrà luogo a
Pescara la XXII Assemblea Generale delle Assemblee di Dio in Italia, alla- quale
ogni chiesa aderente invierà il proprio
pastore ed un delegato. L’Assemblea generale non è soltanto un incontro di vetifica biennale in cui vengono esaminati i
problemi dell’Qpera pentecostale in Italia, ma costituisce contemporaneamente
un convegno fraterno in cui i cqnduttu
ri e i rappresentanti delle varie comunità
possono discutere ed approfondire insieme i temi fondamentali che stanno a
cuore al movimento pentecostale.
Dal numero di febbraio di « Risveglio
pentecostale » riportiamo un comunicato
che ci pare utile per inquadrare la situazione attuale delle A.D.I. anche dal punto
di vista teologico.
« Le Assemblee di Dio in Italia, nell’attuale momento di fioritura di numerosi
movimenti neo^pentecostali, carismatici
e, più genericamente, di natura ecumenica e sincretistica, i quali sostengono di
richiamarsi direttamente o indirettamente al risveglio pentecostale, sorto al principio di questo secolo, formulano il presente comunicato, non allo scopo di sostenere sterili polemiche, ma per precisare ,i termini della loro posizione dottrinale e pratica, come parte del Movimento Cristiano Evangelico Pentecostale
mondiale.
Le ’’Assemblee di Dio in Italia’’
riaffermano la propria fedeltà unicamente e totalmente alla Rivelazione divina, quale espressa nelle Sacre Scritture:
La Bibbia;
ribadiscono la realtà e l’attualita dell’opera dello Spirito Santo, come descritta nel Nuovo Testamento e sperimentata
dalla primitiva Chiesa Cristiana dell’era
apostolica, che include:
1., L’adorazione ”in spirito e verità”,
delTunico vero Dio attraverso il solo Mediatore Gesù Cristo;
2. Il riconoscimento del Signore Gesù
Cristo, nei secoli unico supremo Capo della Chiesa, che governa direttamente, mediante lo Spirito Santo, la vita di ogni
Insegnamento religione nelie scuole:
«L’assemblea... dà mandato al Consi-^
glio della Federazione perché trovi i collegaménti più adatti tra chi per un ruolo
o per altro è impegnato nel mondo della
scuola; questo affinché l’esonero dall’insegnamento della religione diventi un fenomeno generale e sia lasciata a studenti, genitori e professori la libertà di usare come riterranno opportuno queste
ore ».
credente; della Sua nascita verginale, della Sua opera redentrice, della Sua resurrezione e ascensione;
3. L’unità della Chiesa, come corpo
mistico di Gesù Cristo, formata da tutti
i credenti, rigenerati dallo Spirito Santo,
che trascende ogni chiesa o movimento,
comunque organizzati, in quanto nessuna struttura esistente sulla terra rappresenta unicamente ed appieno il corpo
mistico di Cristo;
4. L’esp>erienza del ravvedimento e la
Salvezza per grazia mediante la sola fede in Cristo; . .
5. Il battesimo in acqua, cioè 1 immersione dei credenti, nel nome delle tre
Persone divine: Padre, Figliuolo e Spirito Santo;
6. Il battesimo nello Spirito Santo,
che si manifesta col segno iniziale della
glossolalia (parlare in altre lingue) e, praticamente, con una vita -di • progressiva
santificazione, nelTubbidienza a tutte le
verità delle Sacre Scritture, nella potenza
per l’annuncio di tutto l’Evangelo al
mondo; . .
7. I carismi e le grazie dello Spinto
Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, la
esortazione e la consolazione della comunità cristiana e, conseguentemente, della
società umana;
8. I ministeri del Signore glorificato,
quali strumenti d’insegnamento, di elevazione e di servizio nella comunità cristiana, rifuggendo da qualsiasi forma gerarchica;
9. L’annuncio del ritorno del Signore; la resurrezione dei credenti, la traslazione della Sua Chiesa e l’instaurazione,
con potenza e gloria, del Suo Regno di
Giustizia.
Le ’’Assemblee di Dio in Italia”
riconoscendo la vasta opera dello Spirito Santo che oggi si manifesta nel mondo, certi che lo Spirito di Dio’’guiderà in
tutta la verità” quanti ne consentiranno
l’operà, ritengono di non poter condividere quanto non appare manifestamente
biblico in dottrina, metodi e condotta;
ripongono la prioria fiducia in Dio che
adempirà il Suo piano secondo la Sua sapienza sovrana e
riaffermano la volontà di rimanere fedeli a ’’tutto TEvangelo”, evitando tuttavia gli estremi sia di un esclusivismo settario, sia di una posizione ecumenica che
comprometta i sani e fondamentali principi dottrinali delle Sacre Scritture ».
(per le Assemblee di Dio in Italia
il Consiglio Generale delle Chiese)
Costituita la Federazione
evangelica calabro-sicula
Dibattici pubblici;
« L’assemblea... dà mandato al Consiglio della Fed. di aiutare le comunità
evangeliche interessate ad organizzare 'a
livello locale dibattiti pubblici su problemi di attualità (concordato, insegnamento religione, anno santo, aborto ecc...) da
trattare da un punto di vista protestante ».
Inoltre si è rivelato urgente affrontare
il problema deH’ecumenismo. È risultato
che tutte le comunità della regione hanno contatto con gruppi cattolici, ma il discorso che viene fatto non è lo stesso,
almeno non si muove sulla stessa linea.
Una mozione approvata dimostra comunque la disponibilità a ricercare contatti
di lavoro:
Comunità di base:
« L’assemblea... dopo aver discusso le
prospettive per il futuro della Federazione, dà mandato al Consiglio di prendere
contatto con la segreteria regionale delle
comunità di base del Veneto per esaminare se esistono possibilità di confronto
critico che incida sulla realtà della nostra regione».
Un’assemblea riunente 36 delegati, in
rappresentanza di venti tra chiese ed
opere battiste, metodiste e valdesi ha costituito, il 19 marzo a Catania, la Federazione Regionale delle Chiese Evangeliche
di Sicilia e di Calabria.
La neo federazione regionale si articola, per il momento, in tre servizi essentia'*' . , • j
1 — Servizio formazione teologica ed
evangelizzazione, la cui segreteria è stata
affidata al pastore Rapisarda, dovrebbe
operare sia alTintemo delle chiese che all’esterno di esse. Questo servizio dovrebbe venire in aiuto alle chiese per, quel che
riguarda l’approfondimento della conoscenza della Sacra Scrittura in vista di
una evangelizzazione e di una istruzione
biblica sempre più qualificata coordinando e promuovendo studi biblici.
L’assemblea ha insistito perché questo
servizio operi più verso l’esterno, promuovendo campagne di evangelizzazione,
organizzando conferenze, dibattiti e tavole rotonde su argomenti di attualità a
fianco delle varie forze laiche progressiste ed impegnate esistenti nella regione.
2. — Servizio di azione sociale, segretario il pastore Paschoud; visto come incontro, dialogo e collaborazione nella diaconia delle comunità evangeliche. Tenendo soprattutto presente che, almeno in
Sicilia, ci sono diverse « opere sociali »
gestite o legate a chiese locali, si vuole,
con questo servizio, partire da tre azionibase: 1) riconoscimento dei reciproci doni; 2) approfondimento delle singole esperienze di servizio; 3) tracciare una linea
di collaborazione tra le comunità impegnate nel lavoro diaconale.
3. — Servizio informazione e RAI che
avrà il compito di curare, tramite un
« bollettino di collegamento », la diffusione delle notizie e delle informazioni
utili per una conoscenza reciproca delle
comunità,, allo scopo di favorire la collaborazione tra le chiese.
In un secondo tempo dovrà ricercare
uno spazio nelle trasmissioni radiofoniche regionali, prima con un semplice notiziario e poi, se possibile, con un programma vero e proprio.
Per questa ragione s’è creduto opportuno di istituire due segreterie e affidarle, per la Sicilia al pastore Panasela, per
la Calabria al pastore Spuri.
Nel corso dei suoi lavori l’assemblea
ha soffermato la propria attenzione anche sul problema dei perseguitati politici
ed ha votato un o.d.g. in cui si richiede
l’estensione dei diritti civili ai rifugiati
politici cileni nel nostro Paese.
Alla fine s’è proceduto all’elezione del
presidente nella persóna dell’avv. Ugo
Schirò e quale vice-pres. con funzioni di
cassiere A. Bonnes.
E stato chiaro per tutti che la Federazione Regionale non è un punto d’arrivo,
anche se abbiamo dovuto impiegare un
anno e due convegni preparatori per riconoscere la necessità di un lavoro in comune; essa si situa come una « ipotesi di
lavoro » che si attua e concretizza nella
misura in cui ognuno dà la sua piena
collaborazione nella consapevolezza che
il Signore ci chiama a predicare l’Evangelo della grazia e della riconciliazione
in forme che non possono venire schematizzate una volta per tutte, ma che richiedono di volta in volta la nostra disponibilità ad ascoltare lo Spirito che guida
e dirige il cammino della Chiesa.
I
6
INTERVISTA Al SINDACI DELLE VALLI - 4
cronaca
FRALI : un centro turistico popolare
privo di alcuni servizi essenziali
Oreste Breusa, sindaco da 10 anni - Ha più volte annunciato dimissioni (sempre rientrate) sia come sindaco che come consigliere della C.M. - Si ripresenterà alle elezioni?
Una veduta delle miniere della Gianna.
— Nel Comune di Prati lo spopolamento è stato rilevante come nelle altre
zone di montagna?
—^ Lo sviluppo turistico della zona di
Frali ha frenato temporaneamente l’emigrazione delle famiglie giovani, invece nel
vallone di Rodoretto, negli ultimi venti
anni, lo spopolamento ha inciso per il
90% sulla popolazione residente.
— Che cosa può dire dell'incremento
edilizio che si è avuto in questi ultimi
anni a Frali?
— L’incremento edilizio dovuto quasi
esclusivamente allo sviluppo turistico della zona ha causato seri problemi all’Amministrazione comunale che ha dovuto
provvedere a tutti i servizi in brevissimo
tempo. Ovviamente non abbiamo potuto
soddisfare tutte le richieste e questo ci
ha procurato parecchie 'critiche, soprattutto da parte dei villeggianti.
— Che cosa è stato realizzato negli
ultimi dieci anni? Che cosa invece rimane da fare?
— In primo luogo, tutti i villaggi di
Frali sono stati collegati alla provinciale
Frali-Ferosa con strade carrozzabili asfaltate, grazie al Contributo degli Assessorati alla viabilità e allo sviluppo sociale
della Frovincia. Abbiamo anche avuto
contributi per l’arginatura dei torrenti e
la costruzione di dighe. La diga che attraversa .l’abitato di Ghigo è stata costruita con il contributo deH’Ispettorato
compartimentale delle Foreste i inaugurata in occasione della festa regionale
della Montagna.
Sono stati anche fatti lavori che ci han
____________SCHEDA
Situato nella parte più alta della
Val Germanasca, al confine con la
Francia, comprende il vallone di
Frali e il vallone minore di Rodoretto.
Superficie territoriale: ha. 7.252.
La zona di Frali è ben nota per
il suo sviluppo turistico e per il
Centro ecumenico di Agape.
Nei fondovalle si trovano le miniere di talco della «Soc. Talco &
Grafite Val Ohisone », di importanza nazionale.
Fopolazione attuale: 507 abitanti.
La popolazione è diminuita della
metà negli ultimi 60 anni.
Fopolazione turistica nei periodi
di villeggiatura: oltre 3.000 unità.
Scuole elementari. Frali capoluogo : 2 insegnanti ; Villa : 1 insegnante. Gli alunni di Rodoretto frequentano la scuola statale di Miniera,
che raccoglie anche i bambini di
Fontane (Salza). I Comuni di Frali e Salza hanno organizzato un
servizio di Scuolabus. Vengono anche trasportati giornalmente a Ferrerò gli studenti che frequentano
la Scuola media.
La popolazione attiva è occupata
prevalentemente nell’industria (miniere di talco, officine di Villar Ferosa) e nelle attività connesse al
turismo (negozi, alberghi, seggiovie). L’agricoltura è considerata
soltanto più un’attività complementare.
no costato un bel po’ all’interno del Municipio: ora ogni ufficio è ben sistemato
e abbiamo anche fornito i locali per l’ambulatorio, la farmacia, la biblioteca e la
sede della Fro Loco e dello Sci Club.
Anche la nuova linea elettrica ci permette di sperare in inverni migliori, senza fastidiose interruzioni di corrente, come invece regolarmente avveniva ad ogni
nevicata.
Furtroppo è rimasto da realizzare l’acquedotto progettato otto anni fa, insabbiato dalla lentezza burocratica e da altri inconvenienti, come per esempio il
passaggio di poteri dallo Stato alla Regione. Questo ritardo mette in difficoltà il
complesso di costruzioni nuove, tanto
che il Comune si vedrà costretto a limitare la concessione di licenze edilizie. Attualmente devono ancora essere completati: rimpianto di illuminazione pubbli
ca, le fognature e le strade di accesso
alle recenti costruzioni.
— Quali sono le possibilità di lavoro
della zona di Frali?
— Il turismo è in crisi a Frali come
altrove, per l’aumento vertiginoso dei costi d’esercizio e per gli inconvenienti che
causa in inverno la strada provinciale,
poco protetta dalle slavine. Per questo il
Comune ha dovuto spendere una somma
rilevante per l’acquisto del fresaneve.
Quando poi manca la neve va ancora peggio! Infatti, dopo quest’ultima stagione
invernale, l’albergo Malzat si trova costretto a chiudere.
A Frali l’agricoltura è limitata all’allevamento del bestiame, che si potrebbe
praticare in modo molto più redditizio
ristrutturando gli alpeggi, come prevede
la legge regionale. Una cooperativa inve' ce mi sembra molto difficile da realizzare.
Anche la miniera del gruppo « Fontane » della « Talco e Grafite » dà ancora
lavoro al 40% degli abitanti di Frali. Fer
quanto ne so, l’attuale livello di occupazione dovrebbe rimanere stabile. Fer i
pendolari di Frali, la strada è un grosso
problema; per quelli che lavorano alla
RIV e alla FIAT di Villar Ferosa è stata
molto utile l’istituzione del servizio di
trasporto da Ferrerò.
— Ritiene che la Comunità Montana
possa essere un aiuto per i Comuni di
montagna?
— Io ho molta fiducia nelle possibilità
offerte dalla Comunità Montana, anche
se lo ritengo un organismo ancora in rodaggio che ha bisogno di un po’ di tempo per affermarsi.
CASTAGNETO
Incontro di catecumeni
Martedì 19 marzo scorso si è svolto al
Castagneto di Villar Fellice un incontro
tra i catecumeni del quarto anno di catechismo di Torre Fellice e di Luserna San
Giovanni, accompagnati dai pastori Sonelli e Taccia. Questo incontro è stato
organizzato non solo per far incontrare
questi due gruppi, ma per portare avanti una discussione.
L’argomento generale della discussione
era: la società e la comunità valdese vista dal punto di vista del contrasto esistente o meno fra giovani e' meno giovani. Questo argomento è poi stato diviso in tre punti: fede, politica ed aborto.
Fer l’intera mattinata la discussione
si è svolta in gruppi e nel pomeriggio, in
una riunione generale. Anche per l’esiguità dei partecipanti si sono potuti affrontare solo due temi cioè quello della
fede e dell’aborto. Dalla discussione sul
primo argomento sono usciti diversi
punti: non esiste nessuna differenza tra
un pastore e un semplice membro di chiesa quanto a impegno di fede; se differenza ci può essere questa è solo di compiti che Dio assegna ai vàri credenti in
relazione all’Evangelo.
Fer quanto riguarda il culto ci si è
trovati d’accordo per quanto riguarda la
sua impostazione attuale; specialmente
per quanto riguarda gli esperimenti di
culto comunitario.
Si è ribadito che la fede deve essere
innanzitutto un impegno singolo di ogni
credente, che poi verrà a sfociare in un
insieme che costituirà l’impegno comimitario.
Il tema dell’aborto, forse anche perché
è un tema di attualità, ha riscosso un interesse più vivo. Tutti si sono trovati
d’accordo nell’affermare che la legislazione attualmente vigente in Italia è completamente negativa e quindi da cambiare; si è però detto che prima di arrivare
all’aborto si dovrebbe istruire maggiormente sia le ragazze che i ragazzi, e questo si potrebbe fare attraverso un lavoro di preparazione che dovrebbe partire
dalla scuola e che dovrebbe curare l’educazione sessuale ed inoltre con una vasta propaganda degli anticoncezionali
(propaganda che in Italia è vietata).
Fer quanto riguarda l’aborto si è discusso sulla sua legalizzazione o la sua
liberalizzazione. Considerando la situa
zione sociologica e politica dell’Italia contemporanea si è arrivati alla conclusione
che la liberalizzazione è un’idea utopistica e quindi come alternativa, si potrebbe
avere una legalizzazione che tenga conto
delle esigenze delle classi meno abbienti.
Il problema « aborto » deve essere un
problema personale perché deve essere
la donna a decidere se abortire o meno,
ma è anche un problema sociale in quanto la società ha il dovere di assistere questa donna con tutta una serie di organizzazioni.
Si è poi guardato un altro problema
sempre riguardante l’aborto: quello degli aborti bianchi, cioè di quelle donne
che sono obbligate ad abortire per il
troppo lavoro o perché lavorano in ambienti malsani ed antigienici e con ritmi
di lavoro troppo pesanti; ma questo rientra in quel grave problema sentito da
tutti i lavoratori: quello della ristrutturazione aziendale.
In conclusione si è detto che l’aborto
non è una buona soluzione ma il minor
male in un periodo di transizione che dovrebbe portare ad una maternità veramente libera e responsabile.
A conclusione della giornata si è vista
la volontà unanime di ritrovarsi ancora
per continuare il discorso intrapreso ;
che non deve essere abbandonato, ma ripreso e ampliato.
Un gruppo di partecipanti
Val Pellice
Campagna Nazionale
per il M.S.I. fuorilegge
Nell’ambito della campagna nazionale
per lo scioglimento del Movimento Sociale il comitato promotore della Val Fellice ha programmato altre due iniziative:
Mercoledì 16 aprile (ore 21) nella Sala
del Crai (dopolavoro Vasario) di Luserna S. Giovanni e Venerdì 18 aprile (ore
21) nella Sala Operaia di via Roma a
Torre Pellice verrà proiettato l’audiovisivo « Fino a quando compagni ». Bisso tratta dell’antifascismo militante dai fatti del
luglio ’60 fino alla strage di Brescia.
Al termine della serata i giudici conciliatori raccoglieranno le firme di adesione alla campagna. Occorre firmare nel
proprio comune di residenza. Fossono firmare anche i diciottenni.
Frali: quando ancora non c'era
la speculazione edilizia.
Pomaretto
COMUNICATO
Il personale del Convitto Valdese di
Pomaretto, istituto educativo assistenziale, riunito in assemblea:
— Preso atto che con lo stipendio del
mese di marzo si sono esauriti i fondi attualmente disponibili,
— decide di proseguire nell’attività intrapresa senza garanzia di stipendio,
ritenendo che sia un dovere sociale
nei confronti dei ragazzi almeno non
far loro perdere Tanno scolastico iniziato.
— Rende notp che nessun pagamento è
stato fln’ora effettuato da parte delTONMI e che comunque le rette relative al 2° trimestre 1974 da tempo promesse non sarebbero sufficienti per il
normale funzionamento della casa (stipendi e fornitori) sino a tutto giugno.
— Rende noto che al momento attuale la
Chiesa Valdese, un Comune e singoli
cittadini stanno manifestando concretamente la loro disponibilità verso i
minori in difficoltà con contributi in
denaro.
— Ritiene però che un servizio sociale
per il ricupero morale e materiale di
minori in stato di necessità sia un dovere che la società ha verso se stessa
e pertanto è impensabile che possa
andare avanti basandosi sulla beneficienza dei cittadini incidendo così, ulteriormente sulla loro busta paga.
— Ribadisce ancora una volta che l’assistenza è un diritto di tutti i cittadini
e la coscienza di questo fatto non può
essere solo patrimonio di qualche sparuto gruppo di individui ma deve allargarsi a tutta la collettività.
— Ritiene che sia estremamente urgente che si deliberi il pagamento di quanto è dovuto a saldo di tutto il 1974 e
del primo trimestre 1975.
Fomaretto, 3.4.1975
Scuola Media Statale
di Torre Pellice
Alla Scuola Media Statale di Torre Fellice nei giorni scorsi due dei profughi cileni che temporaneamente si trovano ad
Angrogna sono venuti a dare la loro testimonianza di prima mano alle classi
terze della scuola sulla tragedia che sta
vivendo il loro paese. Lo studio della geografia e della storia è diventato così, in
quelle ore, veramente vita vissuta.
Da questo incontro è nata l’idea di promuovere un’assemblea degli insegnanti
della scuola per dare a tutti l'opportunità
di conoscere questi amici cileni e di porre domande sulla situazione e le prospettive del loro paese. Nel trentennale della
liberazione questa assemblea si è posta
come occasione per un’analisi chiarificatrice delle condizioni e delle connivenze
che possono favorire l’instaurarsi di dittature fasciste.
Nel mese di marzo hanno avuto luogo
le riunioni del Consiglio d’istituto e dei
nuovi Consigli di Classe, gli organi sorti
dalle recenti votazioni.
Segnaliamo la deliberazione presa dal
Consiglio di Istituto di rendere pubbliche, cioè aperte a tutte le persone interessate, le successive riunioni del consiglio stesso (che ha eletto come suo presidente Tavv. Ettore Bert).
I genitori eletti nei vari consigli di
classe hanno deciso di promuovere nel
prossimo mese di aprile delle assemblee
dei genitori delle singole classi alle quali
non parteciperanno gli insegnanti. In tali
riunioni i genitori potranno liberamente
discutere i problemi relativi alla Scuola
ed alla classe frequentata dai loro figli.
Le relazioni su tali discussioni costituiranno l’oggetto delle successive riunioni
dei vari consigli.
7
Pinerolo
Prarostino
Errata corrige
Villar Penice
f
Venerdì 18 aprile alle ore 21 nella Sala
della Biblioteca comunale (via Cesare
Battisti) l’ANPI organizza una serata sul
tema
NEOFASCISMO E GIUSTIZIA
Interverrà un membro di Magistratura
Democratica di Torino.
Villar Perosa
Pasqua. — Il tempio è gremita e parecchi sono in piedi. Il Pastori? parla sul
testo: «Il Signore è veramente risuscitato!»; la Corale caiita due cori e i
Trombettieri Valdesi, insieme a quelli di
Mannheim diretti dar Maestro Elser, accompagnano gli inni e ci fanm udire alcuni pezzi eseguiti con maestria.
Alla S. Cena i nuovi confermati si avvinano per primi alla mensa del Signore
seguiti dalla quasi totalità dei presenti.
Alla fine il Pastore battezza le piccole
Michela Ribet e Tania Massel (la parte
liturgica ha già avuto luogo in sacrestia).
Visita gradita. — Il pomeriggio è caratterizzato dalla visita di 40 membri della
chiesa di Brescia, guidati dal past. Giorgio Bouchard. Essi visitano le nostre attrezzature, cantano il « Giuro » nel tempio e, durante la modesta tazza di té che
è loro offerta, udiamo, oltre ai messaggi dei due Pastori, anche quelli dei fratelli Rossi e Carugati della comunità di
Brescia.
I Catecumeni di Pinache. — Guidati
dal loro Pastore, il sig. Mayer, una quarantina di giovinetti sono nostri ospiti
per una settimana.
II Pastore è portatore, da parte del
Lyon Club di Pinache di un rectoscopio
e di un cistoscopio per l’Ospedale di Pomaretto, apparecchi che il nostro ospedale desiderava acquistare a prezzo di favore e che, geiierosamente, gli sono offerti (valore più di due milioni!).
Il Pastore, reca pure un obiettivo per
microscopio, dono dei valdesi di Germania a mezzo del Pastore Eiss.
Le nostre Valli devono essere grate a
questi fratelli d’oltr’àlpe per il loro affetto ed i loro preziosi doni!
Perosa Argentina
Sabato, seconda riunione del Consiglio
della Scuola Media. Di un nutrito ordine
del giorno solo pochi punti sono giunti
a conclusione: 1) si è eletta la commissione elettorale nelle persone di Riccardo Lussana, Anibaie Reymondo, Sig. Calò, Clara Bouchard, Luigina Berger: commissione che dovrà preparare le elezioni
dei prossimi anni; 2) si è deciso di attuare un corso di nuoto a cui parteciperanno anche alcuni bambini delle elementari
di Perrero, stanziando a questo scopo
una somma di circa 80.000 lire a conguaglio delle quote dei partecipanti; 3) si è
posta ai consigli di classe la soppressione degli esami di riparazione e si è impegnata la presidenza all’attuazione di
corsi di recupero; 4) si sono nominati i
responsabili delle attrezzature scolastiche.
Per il lavoro non condotto a termine il
Consiglio torna a riunirsi giovedì,.
Perrero-Maniglia
I culti di domenica 6 aprile sono stati
presieduti dai fratelli Andrea Ribet e Luigi Marchetti. Li ringraziamo per la loro
visita e per i loro messaggi.
SERVIZIO MEDICO
fostivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLIGE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA - RORA'
Dal 12 al 18 aprile
Doti. AVANZI LUIGI
Via Gramsci, 11 - Tel. 91236 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 13 aprile
FARMACIA MUSTON (Dr. Menassero)
Via deila Repubblica, 25 - Tel. 91.328
LUSERNA SAN GIOVANNI
FARMACIA VASARIO (Dott. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
Martedì 15 aprile
FARMACIA INTERNAZIONALE ( Dr. Imbertì)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice s Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni: Tel. 90.084 - 90.085,
•..I culti, della Settimana Santa sono stati beni frequefitói.'^Da Corale, diretta dal
sig. Gustavo AÌbarin* ha cantato nelle domeniche delle Palme e di Pasqua.
Un gruppo di trombettieri ha accompagnato il canto degli inni alle,Palme, • .
• I tredici nuovi membri di chiesa, dopo
essere stati ricevuti e festeggiati dall’Unione delle Madri e dei Giovani, hanno
partecipato per primi alla S. Cena, il
giorno di Pasqua.
• La nostra Filodrammatica si è recata
ultimamente a Villar Pellice ed a Rorà,
dove ha rappresentato il dramma del pastore Ayassot « La minierà », riscuotendo molti applausi.
• Il 1° aprile ha avuto luogo il servizio
funebre di Pagetto Maria Lea ved. Gay,
di anni 79, deceduta nella sua abitazione
ai Grill. Esprimiamo la nostra simpatia
alla famiglia afflitta.
S. Germano
Nel numero scorso siamo incorsi in im
involonta,jio quanto grosso er^re tipogràfico ; nelPart. « Ospedali valdesi », p. 7,
ultimo capoverso 2» riga, invece che «gli
utili e non più rinnovabili anticipi», leg. gasi : « gli ultimi e non più riimovabili an
ticipi».. Ce ne sciisiafaio- coii i lettori.
San Secondo
• Se il culto liturgico del giovedì santo è
stato forse meno frequentato di altri anni, vi è stata una buona assemblea in occasione del concerto spirituale, di venerdì, santo. Un gruppo di trombettieri di
una delle chiese evangeliche di Mannheim
si è in quell’occasione unito ai trombettieri di Villar Perosa dandoci una bella
serata hiusicale. Ringraziamo questi amici per il contributo che hanno cosìi voluto dare al nostro raccoglimento spirituale nella Settimana Santa. Una parola di
particolare incoraggiamento agli amici
Enzo Avondet e Marco Bounous che rappresentano validamente San Germano in
séno ai trombettieri valdesi.
• I culti della domenica delle Palme e di
Pasqua hanno visto un’affluenza veramente eccezionale senza che ciò avvenisse a
scapito del raccoglimento, anzi. Durante
il culto di confermazione un anziano ha
offerto la Bibbia ai nuovi membri di
Chiesa mentre, secondo una bella consuetudine, una signora deirUnione Femminile ha offerto loro ITnnario Italiano. Ci
siamo rallegrati di pensare chè questi
giovani abbiano manifestato il desiderio
di continuare a ritrovarsi anche dopo la
confermazione, sia pure per un’attività a
^ carattere diverso, in vista di una ricerca
"dei vari impegni da assumere. La Corale
è intervenuta in queste due occasioni.
Giorgio Baret ha approfittato di una licenza per condurre il canto.
• Un gruppo di signore era presente al
culto di Santa Cena che è stato tenuto alla Casa di Riposo. L’anziano Gustavo
Bounous ha coadiuvato il pastore in quest’occasione.
• Ringraziamo quanti hanno già restituito la busta della contribuzione di Pasqua e quanti lo faranno nei prossimi
giorni.
• Il nostro fratello Enrico Breuza, di anni 74, ci ha lasciati dopo un lungo periodo di sofferenza. Molti fratelli si sono
stretti attorno alla famiglia in occasione
di questo lutto. Che il Signore possa darle di dire nella fede : « il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il
nome del Signore ».
• Ringraziamo il pastore T. Pons che in
quell’occasione ha tenuto il culto alla Qasa di Riposo:
• Ecco alcune date che è bene ricordare:
domenica 20 aprile, ore 20, studio biblico ;
domenica 4 maggio, festa di canto delle
Corali a Pràmollo; domenica 11 maggio
Assemblea di Chiesa; domenica 18 maggio: festa di canto delle Scuole domenicali a San Germano ; domenica 25 maggio, Gita Scuola dornèpicàle; domenica 1°
giugno. Bazar.
Luserna S. Giovanni
• Siamo lièti di pòrgere il più affettuoso augurio di una vita benedetta dal Signore agli sposi Bonjour Paolo di Villar
Pellice e Rostagnol Edda della nostra comunità che sabato 5 u. s. si sono uniti in
matrimonio nel Tempio dei Bellonatti.
A questo nuovo focolare che è venuto
a stabilirsi tra noi diamo il più caldo
benvenuto.
• Nel corso del Culto di domenica 6 u. s.
è stata presentata al Battesimo Daniela
Bonnet di Franco e di Nirvana Giordano.
La benedizione e la grazia del Signore
accompagni questa bimba ed i suoi cari.
• La scorsa settimana ben tre lutti hanno colpito la nostra comunità: Gay Waldo di anni 64 della Ciaperassa, Parisa
Giov. Davide di anni 83 dei Saret, Gaydou Guido di anni 68 degli Airali.
Circondiamo con il nostro fraterno affetto le famiglie di questi Scomparsi e
chiediamo al Signore di dare loro il conforto di cui hanno bisogno e la preziosa
certezza della Resurrezione.
• Domenica 6 aprile si è riunita l’Assemblea di chiesa per discutere il problema degli istituti per minori e dopo
numerosi interventi è stato approvato all’unanimità il seguente Ordine del Giorno: «La Chiesa Valdese di S. Secondo,
dopo aver esaminato nelle riunioni quartierali ed in assemblea generale il problema degli istituti per minori alle Valli,
ritiene: a) che il lavoro svolto fra, i ragazzi, anche di origine non valdese, che
si trovano in maggiori difficoltà a causa
dello sbandamento delle famiglie e della
situazione sociale generale è rispondènte
alla nostra vocazione evangelica e pertanto è favorevole che i nòstri istituti siano usati a tale scopo; b) invita i giovani
della comimità a prendere ,in seria considerazione un periodo di servizio in questi istituti; c) invita i mèmbri della chiesa valdese di S. Secondo a sostenere queste opere con una offerta annua non inferiore alle 1.000 lire per membro comunicante ».
Alla fine dell’assemhlea è stato anche
votato un O.d.G. favorevole al trasferimento dell'Ospedale Valdese di Torre
Pellice nella sede del Convitto Maschile.
• Domenica 13 aprile, in assenza del pastore impegnato in un giro di conferenze
per la OBVAA, il culto sarà presieduto
dal fratello Roberto Vicino,
Torre Pellice
Ringraziamo il past. Aldo Comba per
la serata e la presentazione dei filmati a
cura del servizio televisivo della chiesa
svizzera che ci haimo permesso di rivedere gli avvenimenti dell’estate scorso e
di. discutere insieme i problemi della-nostra testimonianza alla televisione.
Il 17 febbraio
a Parigi
Nous nous sommes trouvés réunis traditionnellement les quelques originaires des Vallées,
leurs descendants, leurs amis dans une salle du
Cours Bernard Palissy fraternellement mise à notre disposition par les familles Durrleman et
Dressen.
C’est un rite bien établi, séparément ou par
groupe tous viennent rechercher un souvenir
commun, évoquer un paysage lointain, chercher
des nouvelles, partager gâteaux et sucreries arrosés de thè brûlant ou d’un vin chaleureux.
C’est porquoi il est toujours difficile à notre Président le Pasteur Appia d’obtenir 'un moment de
calme afin de permettre soit à nos invités soit à
l’un d’entre nous d’intéresser l’assemblée par
une mini-conférence; expérience que réussit brillamment Monsieur le Professeur E. Balmas brossant un tableau de la littérature Vaudoise au
XVIème siècle, animée de questions pertinentes
ou d’explications complémentaires qui font toujours regretter le manque de temps- dont nous
disposons pour prolonger les débats.
Un instant de méditation sur un texte biblique, une courte prière et voilà tout un chacun
libre de bavarder à bâtons rompus, vrai plaisir
des retrouvailles.
La large baie vitrée s’obscurcissait et dans le
soir naissant les lumières de la ville créaient une
composition abstraite de couleurs vives, c’est alors
que les premières photographies de ’’Falò” circulèrent peut être que dans lè même instant tes
vôtres la-bas s’embrasaient. Un peu de mélancolie,
ne pas y être et devoir déjà se séparer.
...Et il y avait Monsieur Grill un sympathique
Nimois devenu Parisien, recherchant un peu du
passé de ses ancêtres, timidement il interrogeait
les uns et les autres...
Ici une parenthèse — Le Professeur H. Appia
a rappelé que dans le cadre du Sème centenaire,
le Professeur Arraand-Hugon a tenu conférence
sur le peuple Vaudois le 15 janvier 1975 en la
salle de Société d’Histoire du Protéstantisnte
Français. Ce fut un succès, l’assemblée très nombreuse et attentive.Nous pouvons dire que votre existence et connue de beaucoup de gens, les
efforts de chacun, les plus humbles soient-ils
trouvent ici leur récompense. Restez donc unis
habitants des Vallées car d’opinions, de confessions, d’origines différentes, placés au carrefour
de la langue d’OC, de la langue d’OIL et la
’’lingua del SP’ vous êtes l’exemple vivant que
la diversification peut être créatrice et pacifique.
Merci Monsieur Armand-Hugon, à bientôt
Monsieur Peyrot, à bientôt tous mes amis que
je ne peux nommer, la route vous est ouverte
vers l’ouest.
La collecte a rapporté la somme de 740 Francs
Français à partager entre les refuges de vieillards
de San Germano Chisone et de Luserna San Giovanni.
Feux Vigne'
II premio di fedeltà montanara è giunr
to al suò quindicesimo anno di asseg^
zione. La consegna è avi^ebuta domeniéa
6 aprile presso il municipio di Villar Pellice, al cui sindaco insegnante Pietro
Paolo Frache era stato assegnato imo dei
6 premi del 1974> >
Cerimonia semplice e suggestiva, nella
quale hanno preso la parola il presidente della Comunità Montana a nome della
Valle del Pellice ospitante, l’assessore alla montagna della Provincia di Torino
Cav. Uff. Oreste Giuglar, il Vicepresidente della Giunta Regionale Sen. .Poet, l’assèssor-e prövinciale. Martina per sojtolinéare vari aspetti della vita in montagna
e di, quali sàcrifici essa imponga, ina nello stesso tempo ' quali elementi. ppàitivi
essa possa Offrire. Dopo. la consegna dei
premi fi consigliere comunale. sig. Aldo
Charbonnier ha espresso a' noms. di tutta la popolazione e del Consigliò il suo
vivo compiacimento per qqesto’ .ricpnoscimento, che premia l’attività del Sindaco e la suà volontà di servizio, verso i
suoi concittadini. Parole analoghe sono
state propunciate dal sig- Giuseppe Gönnet, uno degli agricoltori di Villar, a nome di tutta la popolaziqne.
A1 termine della manifestazione il maestro Frache ha espressp pàrple di ringraziamento airAmminìstrazione Provinciale di Torino à nome di tutti i-premiati
ed ha sottolineato che il riconoscimento
non vuole essere inteso come .attribuito
alla persona, ma come dedicato a tutti
coloro che con la montagna vivono e lottano ogni giorno. Ci vogliamo congratulare con il maestro Frache per questo riconoscimento della sua attività e auspichiamo che molti giovani ne vogliano seguire l’esempio, rischiando nell’impegno
quotidiano per il servizio di chi, come gli
abitanti della montagna, è spesso trascurato e dimenticato o è nella quasi Impossibilità di ottenere ciò che gli è dovuto
a causa della complicata legislazione e
della talvolta ancor più, complicata burocrazia.
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi destinazione, preventivi a richiesta. Telefono (Oli)
62.70.463 'Nichelino^ Sala Giulio, Via Belfiore, 85.
LILU^
• ‘.tj .V
ringraziamento
La moglie Pulmira e le famiglie Gaydou e
Grill, profondàmente commosse per la dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro carissimo
Guido
nelTimpossibUità di farlo singolarmente, ringraziano tutti per la parte presa al loro dolore.
Un ringraziamento particolare ai medici ed al
personale deU’Ospedale Civile di Pinerolo e del
Maurizìano di Luserna, ai Pastori Deodato, Taccia e Genre.
Luserna S. Giovanni, 7 aprile 1975.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Martinat e Pacchetto, riconoscenti
per le prove di simpatia ricevute per la dipartita
della compianta
Margherita Pons Vedova Martinat
ringraziano tutte le gentili persone che hanno
partecipato al loro lutto.
Un ringraziamento particolare alle;, signore
Maria jourdan, Antonietta Menm, ai vicini di casa, al Doti. Gardiol ed al Pastore sig. Taccia,.
<c Io ho pazientemente aspettato l’Eterno, ed
Egli si è inclinato a me ed ha ascoltato il
mio grido y> (Salmo 40: 1).
Luserna S. Giovanni, 2 aprile 1975.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Alessio Menusan
di 72 anni
commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro Caro,
sentitamente ringraziano tutti coloro che sono
stati di aiuto e di conforto nella dolorosa circostanza.
Un ringraziamento particolare al medico curante Dott. Bertolino, al Pastore Pons, all’A.N.A.
di San Germano Chisone e di Pràmollo, ai compagni di lavQTO del figlio Valdo ed ai suoi colleghi della Giunta Comunale.
« Dio è per noi un rifugio ed una forza » (Salmo 46: 1).
Pellenchi di PramoUo, 18 marzo 1975.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Giovanni Davide Parisa
riconoscente ringrazia la Direzione del Banco, di
Roma di Torino, i funzionari e colleghi di Pine*
rolo e particolarmente quelli di Torre Pellice, la
rappresentanza della Sezione Combattenti, il Pastore Taccia, gli amici e quanti hanno partecipato al suo lutto.
Luserna S. Giovanni, 7 aprile 1975.
8
8
AZIONE NONVIOLENTA
Esperienze di lotta nonviolenta
in America Latina
Paraguay: 'la dittatura più vecchia del
continente sudamericano (dura da ventun anni); i più vecchi prigionieri politici
(in carcere senza processo dal 1958); un
paese più grande deU'Italia con due milioni e mezzo di abitanti e 800.000 esiliati;
un’economia basata suiragricoltura e lo
allevamento, totalmente in mano al 2%
della popolazione e alle varie società
multinazionali che vi operano.
In questa situazione di fascismo e di
sfruttamento si è venuto lentamente
creando un movimento contadino di opposizione che, partendo da una matrice
cristiana, ha adottato una metodologia di
lotta e un metodo auto-educativo nonviolenti e antiautoritari. Di questa esperienza ci ha parlato durante la sua tournée
in Italia delle scorse settimane Norberto
Bellini, un prete di Livorno che è vissuto
per undici anni in Paraguay, lavorando
come militante del movimento (denominato « Leghe Agrarie »), e che lavora attualmente a Bruxelles al segretariato internazionale di un movimento nonviolento, il M.I.R. *.
Poco più di un mese fa egli è stato
espulso dal Paraguay, per avere svolto la
relazione su questo paese nel corso della
seconda sessione del Tribunale Russell
per l’America Latina.
■Certamente sentir parlare di lotta nonviolenta in America Latina può apparire
a malti a dir poco assurdo. Ma, come ci ha
ammonito Norberto, noi europei abbiamo spesso il vizio di proporre sbrigativamente a ohi non ne ha bisogno la nostra
ricetta prefabbricata per la risoluzione
dei problemi.
La scelta nonviolenta, spiega infatti
Norberto, è Tpnica possibile, da un lato
perché la guerriglia e la violenza darebbero la giustificazione per una repressione sempre più brutale che avrebbe ben
presto ragione delle sparute forze rivoluzionarie; dall’altro perché il lavoro più
urgente e necessario è quello della sensibilizzazione e coscientizzazione della gente. Il 70% dei paraguayani ha meno di 30
anni: dunque la maggioranza della popolazione non conosce altra realtà che la
dittatura e lo sfruttamento a tutti i livelli: economico, politico, culturale, religioso. Il primo passo da fare è perciò
quello di prendere coscienza di questa
realtà, e di mostrare che è possibile una
altra vita.
Così buona parte del lavoro del movimento è concentrata suWeducazione e la
creazione di scuole popolari in alternativa a quelle statali. Il metodo seguito è
all’incirca quello di Paulo Freire, e viene
definito, con la concretezza tipica del movimento, educazione-pozzo: cioè un’educazione che non trova il ragazzo vuoto e
lo imbottisce di nozioni, ma al contrario
lo riconosce pozzo, carico di una cultura
e di una serie di valori che sono da « tirare fuori ».
A livello economico si sta cercando di
costruire alternative a due livelli: creando cooperative di vario genere e, dove
possibile, comunità autogestite sul tipo
dei kolhèz o dei kibbutz; ed in secondo
luogo creando un circuito alternativo di
scambio per eliminare i vari intermediari che speculano pagando poco i prodotti
e rivendendoli a prezzi altissimi.
A livello politico si può dire che la stessa organizzazione del movimento rappresenti l’embrione di una alternativa: essa
Comitato di Redazione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore responsabiie : GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese, 10066 Torre Penice - c.c.p. 2/33094 Intestato a L'Eco
delle Valli - La Luce - Torre Pellice
Abbonamenti: Italia annuo l. 5.000
semestrale l. 2.500
estero annuo l. 6.000
Una copia L. 100, arretrata L. 150
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni : Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.: commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Loop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice
infatti è strutturata in modo antiautoritario, a partire dal basso e con la partecipazione reale di tutti: ogni piccolo gruppo di contadini elegge i propri delegati
alle riunioni generali: delegati temporanei, revocabili e sempre ruotati; tutte le
decisioni prese ad alto livello ritornano
alla base per essere ridiscusse.
Questo sistema tra l’altro impedisce
che, con la repressione e l’arresto dei leaders, il movimento muoia, poiché ogni
militante di base è in grado di presiedere
una riunione, organizzare una manifestazione, mantenere i contatti ecc...
Un cenno particolare merita il problema religioso. Come abbiamo detto all’inizio, il movimento ha una matrice cristiana, e precisamente cattolica: un cattolicesimo in ricerca, che si rifiuta di essere
la religione del potere, la religione-oppio,
che non vuole più predicare il Regno solo
nei cieli a ricompensa del niente sulla terra, ma al contrario vuole concretizzare
sulla terra 'l’amore per i fratelli; una chiesa che sta riscoprendo a poco a poco certi valori come il sacerdozio universale
dei credenti ( « Stiamo cercando di eliminare il paternalismo della figura del prete, sia a livello sociale che, per fare un
esempio, a quello liturgico: le nostre
messe non sono più un monologo del prete, ma vi è un dialogo spontaneo, lina riflessione comunitaria sulla Parola di Dia).
Ciò che deve farci riflettere è che purtroppo in questa situazione il ruolo di re
ligione-oppio è spesso sostenuto dai protestanti: numerose missioni, peraltro non
legate a nessuna delle grandi denominazioni evangeliche, operano in maniera
estremamente ambigua, presentandosi
come coloro che « predicano 'l’evangelo e
non la sovversione », e giungendo nel loro
proselitismo a corrispondere una specie
di salario mensile a chi partecipa ai
culti.
In conclusione, viene spontaneo domandarsi che cosa possiamo fare noi, qui in
Italia per cambiare la situazione. Lo abbiamo chiesto a Norberto, che ci ha risposto così: « Anzitutto, non abbiamo bisogno di benefìcienza, ma di una solidarietà a livello politico. Il puntello delle
dittature sudamericane si trova qui, in
Europa e negli USA, ed è nelle società
multinazionali che rappresentano il vero
’’governo fantasma", e i cui prodotti giungono ogni giorno sulle vostre tavole. Assieme alla CLAT (una grande confederazione sindacale diffusa in tutta l’America
Latina) stiamo studiando la possibilità di
un boicottaggio internazionale delle società multinazionali, e speriamo che i
sindacati, le organizzazioni democratiche
e le chiese vorranno appoggiarci. L’azione
dovrebbe iniziare tra qualche mese ».
Dunque, ne riparleremo. Chi ‘già sin da
ora volesse avere più informazioni, scriva alla sezione italiana del MIR, via delle Alpi 20, 00198 Roma.
Erika Tomassone e Luca Negro
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
' Movimento della Riconciliazione, iniziato più
di cinquant’anni fa da un gruppo di pacifisti
protestanti.
IL MARTIRIO D’UN POPOLO
« Quasi un milione di persone gettate sulle strade del Vietnam del sud, aerei
presi d'assalto, i forti che calpestano i
deboli; donne, bambini, feriti che s’aggrappano disperatamente alle fiancate degli automezzi già sovraccarichi; la folla
che s’accalca su barconi che tentano di
prendere il largo... Lo spettacolo dei profughi sud-vietnamiti risveglia, per il suo
orrore, la coscienza internazionale ».
Questa considerazione apre l’articolo di
testa su « Le Monde » (30-31.3.’75), il quale così continua: « A dire il vero la tragedia dei profughi attira tanto l’attenìione, anche perché essa appare difficilmente comprensibile. Perché questa fuga
massiccia delle popolazioni civili?
Ciascuna delle due parti in conflitto ha
la propria risposta a questa domanda. I
rappresentanti del regime di Saigon non
esitano a rievocare l’esempio dell’esodo
delle popolazioni francesi, nel 1940, davanti all’invasore nazista; per loro, i sudvietnamiti “votano coi propri piedi” contro il comunismo. “Esodo forzato”, replicano i loro avversari del GRP ( = Governo rivoluzionario provvisorio), che accusano le truppe del presidente Thieu di
trascinar via con sé le popolazioni civili
e di servirsene come scudo nella ritirata.
Né l’una né l’altra di queste due risposte è interamente acettabile. Anzitutto è
evidente che i civili sud-vietnamiti fuggono gli orrori della guerra, anche se (paradossalmente) la fuga li conduce verso
nuove disgrazie. In secondo luogo la fuga è un riflesso (magari irragionevole)
del fatto che l’apparato governativo si sta
sfasciando e che i funzionari abbandonano i propri posti, quando vedono passare,
attraverso città e villaggi, un esercito in
rotta i cui soldati non sembrano avere
più alcuna preoccupazione oltre a quella
di salvare la propria vita.
In terzo ed ultimo luogo, è altrettanto
evidente che la popolazione, nella sua
grande maggioranza, non vede nei combattenti comunisti (in pirticolare nei soldati nord-vietnamiti eh" compongono il
grosso dell’esercito) quei “liberatori” di
cui parla una certa propaganda. Certe
estorsioni ripugnanti, come quella che ha
provocato il mitragliamento, presso TuyHoa, d’un convoglio di profughi ad opera
di soldati comunisti, non sono evidentemente tali da migliorare la “reputazione”
di quei soldati ».
E indubbiamente molto difficile farsi
un’opinione esatta, veramente obiettiva,
sulla grande tragedia in corso nel Vietnam (come nella Cambogia). Se però si
cerca di superare i fattori psicologici,
spesso irrazionali e nascosti nelle pieghe
profonde d’una popolazione (oltre tutto
tanto diversa da quelle europee che più
conosciamo) lavorata per tanto tempo da
propagande distorte, se infine si cerca di
guardare al dilà delle barbarie e atrocità
che sono state commesse d’ambo i lati
(ma quali barbarie e atrocità, torture,
persecuzioiii personali possono aver inai
superato quelle commesse dagli aguzzini
al servizio del regime di Saigon?!), rimangono i fattori politici. E su questi, per
concludere, riportiamo dal « Manifesto »
(del 3.4.’75) la seguente valutazione che ci
sembra molto pertinente.
« Questo non è tanto il quadro di una
disfatta militare, ma il quadro del crollo
verticale di un regime politico e della
strategia che aveva tentato di costruirlo.
Ciò che si sta disfacendo è il progetto della “vietnamizzazione" della guerra su cui
Nixon aveva tentato di realizzare il disimpegno della diretta presenza militare
americana; è anche il disfacimento del disegno neocolonialista di costruire un regime militare-fascista vietnarnizzato, capace di reggersi su un flusso indefinito di
dollari e di armi americane ».
RE FEISAL
Strana e sconcertante figura, quella
del re dell’Arabia Saudita recentemente
assassinato da un nipote (che sarebbe, come si dice, uno « squilibrato »). « Per le
sue origini beduine (si legge su « Le Monde » del 27.3.’75), per il suo comportamento quotidiano così come per la sua azione politica, re Feisal era un gran signore
del deserto: ne aveva l’aspetto sia fisico
che morale. Alto, il portamento fiero, lo
sguardo freddo, il suo coraggio, la sua
perspicacia, il suo senso politico ne facevano una personalità che superava di
gran lunga le frontiere del suo regno. I
suoi compatrioti non si erano sbagliati
soprannominandolo “Feisal Al Arab”, il
“Feisal degli Arabi”, per contrapporlo a
Nasser. (...)
Profondamente religioso, seguace dell’islam con gran rigore, il re nutriva verso gli ebrei un odio implacabile. Era persuaso che gli ebrei, attraverso tutta la
storia, fossero stati all’origine del male.
Lo stesso comunismo, ch’egli aveva in orrore, non era per lui che un’invenzione
degli ebrei con lo scopo di estendere la
loro egemonia su tutto il mondo: e l’URSS
non era altro, da questo punto di vista,
che il principale strumento degli ebrei ».
Potremmo continuare a lungo nel racconto delle stranezze e delle storture
mentali di quest’uomo, il quale tuttavia
ebbe molti tratti d’indubbia grandezza.
Essendogli stata riferita l’identità del suo
assassino, egli ha pronunciato le ultime
parole: « Abbiate pietà di lui, io non provo verso di lui alcun sentimento di odio.
Impedite il conflitto, salvate l’unità ».
dalla quinta
gione e fede. La religione è l’espressione
della comprensione che Tuoimo ha di sé.
La Bibbia, invece, ci mette di fronte alla
« traccia che Dio ha lasciato nella nostra
storia », cioè, concretamente, a Gesù Cristo. Quindi Girardet ha preso le distanze
dalla rivalutazione della « religione popolare » che viene tentata neU’ambito di
Cristiani per il socialismo. Il problema,
invece, è di cogliere la novità del messaggio evangelico.
Con la relazione di Rocco Cercato si è
giunti al cuore del problema. Cercato doveva presentare l’opera di Fernando Belo, « Letture matérialiste de l’Evangile de
Marc ». Lo ha fatto con una relazione durata tre ore e mezzo, ricchissima di spunti e di problemi. Il libro di Belo sta avendo una notevole fortuna, perché è uno dei
primi tentativi di portare a fondo una
interpretazione 'scientifica che faccia un
uso coerente del materialismo storico.
Cercato ha centrato l’attenzione sul significato che Belo riconosce all’azione di
Gesù, un’azione veramente « sovversiva »,
quale neanche gli zeloti, che in fondo
guardavano al passato, erano in grado
di comprendere. Neanche la prima comunità cristiana è stata all’altezza di
quelTazione, e Tha trasformata in un fatto concluso, oggetto della sua riflessione
teologica. Per Belo la teologia ha una funzione negativa, è ideologia: ai cristiani
no'n resta quindi che cercare di ripetere
l’azione sovversiva di Gesù. Cercato per
primo ha riconosciuto che questa concezione della teologia è riduttiva, e ha sostenuto che il compito positivo della teologia è di indicare ciò che non è ancora
realizzato e non è ancora acquisito dalla
scienza.
La discussione si è centrata soprattutto sul significato della fede e del suo rapporto con la prassi politica. La lettura
della Bibbia è comunque apparsa più un
compito essenziale a cui ci si deve dedicare, che un’esperienza sufficientemente
generalizzata e approfondita per poter
già indicare le grandi linee di un’interpretazione. Il cammino è soltanto all’inizio.
Sud Vietnom
La sezione italiana del « Comitato internazionale per salvare i prigionieri politici del Sud Vietnam» informa di essere riuscita a mettersi in comunicazione
con ambienti cattolici della « terza forza »
di Saigon, venendo a conoscenza dei seguenti fatti.
«1) Tutti i vescovi cattolici sudvietnamiti delle zone liberate dalle forze del
GRP hanno preferito restare nelle loro
sedi, contrariamente a quanto avveniva
in passato. In un caso, quello dell’arcivevo di Hué Mons. Diem già delegato dell’episcopato sudvietnamita al recente sinodo di Roma, che si trovò a Saigon durante la liberazione della sua città, egli
ha chiesto e ottenuto dalle autorità del
GRP di poter rientrare a Hué. Tutti i vescovi sudvietnamiti come la maggioranza
dei preti, delle suore e dei religiosi, stanno attualmente collaborando con le autorità del GRP dando fra l’altro prova della falsità della campagna propagandistica tendente a ingigantire l’immagine di
un ?sodo di massa della popolazione delle zone liberate.
2) Da Saigon si ha notizia che la popolazione rimasta ad accogliere le forze
di liberazione conta a tutt’oggi 11 milioni di persone cioè più della metà della
popolazione sudvietnamita e che non più
di 30 mila profughi sono giunti negli ultimi giorni nella capitale, in seguito alla
evacuazione forzata operata dalle truppe
di Thieu in conseguenza delle voci diffuse da queste ultime di imminenti rinnovati bombardamenti aerei sulle zone liberate e dalla paura di vedere nuovamente
senarate le famiglie.
3) Da Saigon si ha tresi/ notizia della liberazione negli ultimi giorni di alcuni prigionieri politici civili, mentre decine di migliaia sono tuttora rinchiusi nelle grandi prigioni concentrate soprattutto nella zona della capitale sudvietnamita » (comunicato del 3-7 aprile 1975).
Torino
Firme per il M.S.I. fuorilegge
Come già annunciato in un numero
precedente, è in atto, in tutta Italia, la
raccolta delle firme necessarie per proporre una legge di iniziativa popolare per
mettere fuorilegge il movimento sociale
italiano.
A Torino, la raccolta avviene presso il
Club Turati (via Accademia delle Scienze 5) tutti i pomeriggi dalle 16 alle 19, sabato e domenica esclusi, e in pretura (Via
Corte d’Appello) tutte le mattine dalle 9
alle 12. La raccolta avrà termine col 25
aprile.