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ECO
DELLE min VALDESI
Seltimanale
della Chiesa Valdese
Aono 98 - N/16-17
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TORRE PELLICE — f6 Aprile 1968
Amrain. Claudiana Torre Pellice - C-CJ*. 2-17557
Un predicatore dell’ Evangelo di Cristo
La sua voce, (quindi, uon é soffocata dall assassinio, la sua causa non è condanna“
ta alla violenza.. Un testimone, dopo tanti altri, -è caduto, Dio sapra suscitarse“
rie altri, secondo il suo beneplacito, e la sua parola inciderà ancora nel mondo
Chilometri di colonne tipbgrafiche hanno cercato di definirlo, di
descrìvere e interpretare la sua
figura, la sua opera. Di lui sono
state date decine di definizioni.
« Il Gandhi negro », ha scritto Enzo Biagi SI' « La Stampa »; « Il
Gandhi ' ’ Cìsissipi », ha riecheggialo 1 OS iresso ». « L’ultimo priìiv! j del a nonviolenza »,
10 ha salutato Fioyd McKissick,
direttore le dell’organiz
zazione militante iiegra CORE. « Il
capo incontestato del movimento
integrazionista e pacifista della
popolazione d: colore », ha scritto
11 corrisp.‘Valente da New York
dell’« Avanti! » e lo stesso quotidiano io ha definito nei titoli « un
combattente della pace e della giustizia », « l’apostolo della non violenza ». « Apostolo di una ’’altra”
America », lo ha chiamato Alberto
Jacoviello. in un fondo de « L’Unità » e sul medesimo quotidiano il
corrispondente da Mosca riporta
le reazioni aìl’assassinio del «grande combattente per i diritti civili
del suo popolo »; il giorno dopo
ancora « L'Unità » intitola un ampio servizio « Un martire della protesta negra ». Il direttore dell’Istituto norvegese per il premio Nobel ha dichiarato che l’assassinio
di King « dinjoslra chiaramente
quanto peu <’gri essere un
alfiere d' • , v.i-ìì/ì-^ e della pace.
La mor" . : K, '.j va ad aggiungere a cju-'ilvi di persone come Gandhi, il come Bcrnadotte, Hammarskjoeld e John Kennedy ». François Dupuis su « L’Exprèss » l’ha
chiamato « eroe dei diritti civili e
profeta della non violenza ». Nell’omelia della domenica delle Palme, nella basilica vaticana, Paolo
VI ha accennato a « questo predicatore cristiano della promozione
umana e civile ». Si potrebbe continuare aH’infinito, e certo i redattori di quotidiani e periodici hanno avuto da sbizzarrirsi, e da faticare, per dare varietà a questi titoli.
Tutte queste definizioni, tutti
questi apprezzamenti (anche quello pontificio, in fondo) trascurano
0 sorvolano tuttavia la sola vera
realtà: Martin Luther King è stato
un pastore, un predicatore delTEvangelo, verbi divini minister. Fino a ieri e spesso fino a tutt’oggi è
così inconcepibile un predicatore
delTEvangelo che assuma un impegno civile e politico così preciso
1 susciti un’eco siffatta, restando
uueiìo che fondamentalmente è,
!i ’sa gente finisce per pensare che
il Lìtio che sia pastore è in fondo
puramente accidentale; M. L. King
ha fatto quel che ha fatto « pur
essendo pastore ». E certo anche
non poche delle comunità evangeliche sarebbero state non poco scomodate e sconcertate da quest’uonao timido e appassionato.
Eppure, ed è questo che in tutta
..vmplicità teniamo a sottolineare,
ascuitare e leggere Martin Luther
King ha signiheato e continua a
significare, per chiunque abbia
orecchio per il linguaggio della
fede, ascoltare un araldo della parola di Dio, un predicatore e, non
di rado, un profeta. Non è morto
martire di una causa umana, per
alta e nobile che essa sia, ma come testimone — e di rado come
in questo caso testimonianza è veramente martirio — di Cristo il
Signore. Dietro l’immensa sofferenza negra che permea di sè ogni
espressione di quest’uomo e dietro il grande sogno che lo anima.
malgrado le lentezze e gli insuccessi, si profila sempre, netto, il dramma biblico dell'ingiustizia umana
e il trasalimento di giubilo nell’attesa impaziente del giorno di, Dio,
del suo venire a regnare visibilmente sulla terra.
Forse non si può troppo rimproverare ai non cristiani — per principio o di fatto — di non avere
sensibilità per questo aspetto essenziale della figura di quest’uomo che per alcuni giorni ha campeggiato nei nostri mezzi d’informazione. Ma sicuramente noi comunità cristiane, e noi predicatori
in particolare, dovremmo chiederci come mai il mondo stenti tanto ad associare testimonianza cristiana e incidenza nei problemi
umani dell’ora. E come mai sono
così pochi i Bonhòffer e i King,
come mai sono così pochi i cristiani che soffrono e talvolta
muoiono per l’Evangelo, perchè
esso sia annunciato e vissuto.
Tuttavia, poiché è in gioco non
una semplice causa umana, per
quanto nobile e grande, ma la
causa di Dio e della sua giustizia,
di cui il nostro fratello e pastore
è stato testimone e martire, noi
ci rifiutiamo fermamente di accondiscendere al senso di scacco,
di scetticismo che dilaga nei commenti e nelle riflessioni odierne,
relativamente alla tensione razziale negli U.S.A.: non resterebbe altra via che quella della violenza
negra, anch’essa senza uscita, però.
Noi speriamo e attendiamo, con
speranza di fede, .che il Signore
riprenda in mano la sua causa e
mandi altri servitori e profeti come Martin Luther King: come la
moglie Coretta, noi rifiutiamo di
vedere in lui un fallito, un vinto.
È andato dietro a Gesù. Sapeva di
rischiare ogni giorno di perdere la
vita, ha accettalo disperderla per
amore di Cristo e dell’Evangelo e
— noi confidi a no nella parola di
Cristo — cosi ha salvata. Ed è
ie (non sostituto o
oliti che ci ha det. soltanto: « Se il
iito, caduto in terimane solo, ma se
Ito frutto » (Gio
È MEZZANOTTE. DOTTOR MARTIN LUTHER RING!
MA L’/\LBA DI DIO È IM CAMMINO
Violenza e odio hanno travolto
l’nomo che chiantava ad amare
“ L'importante non è quanto si vive, ma come si vive „
Quanti di noi potrebbero ripetere queste parole senza arrossire?
per noi testimi ,
equivalente) di
to, non a pari!
chicco di frullìi
ra, non muore
muore porta n
vanni 12, 24). .
senza di Cristi
la mistica dell
no operato ati
tello. Cristo no
dalla croce, no
parola e la prenon l’ideologia o
lon violenza, han, verso questo fraì è stato fermato
io sarà da questo
assassinio. A noi, piuttosto, spetta
di vivere in modo che queste parole non siano facile e insulsa retorica religiosa: perchè non si può
parlare in astrà^f e per gli altri,
della via della croce.
Gino Conte
Una chiesa di mattoni rossi, con i
riquadri delle finestre e delle porte in
legno bianco, povera, squallida. Come
povere e squallide sono attorno, alla
periferia di Montgomery, nell’Alabama, le case dei negri. Il pastore battista ha 26 anni, si chiama Martin Luther King; piccolo, tozzo, goffo e timido. Si è laureato in fìilosofia aH’Università di Boston, conosce Hegel, Kant,
le teorie di Gandhi e l’umiliazione profonda di avere la pelle nera : « Ricordo
che una volta accompagnai mio padre, anche lui pastore battista, in città, ad Atlanta. Entrammo in un negozio di calzature e prendemmo posto
nella prima fila di poltrone riservate
ai clienti. Un giovane commesso bianco ci si avvicinò e disse cortesemente,
a bassa voce : ’’Sarò lieto di servirvi se
avrete la gentilezza di sedervi nelle
poltrone dell’ultima fila!” Mio padre
rispose: ’’Per noi vanno benissimo anche queste”. ”Mi dispiace di insistere
— rispose il commesso — dovete spostarvi all’ultima fila”. Mio padre replicò: ’’Noi compreremo le nostre scarpe
restando seduti qui o rinunceremo all’acquisto”. Poi mi prese per mano e
uscimmo dal negozio. Non avevo mai
visto mio padre cosi; arrabbiato ».
Martin Luther King è diventato pastore, come il padre, perchè la chiesa
è l’unico sbocco per un intellettuale
negro : la sola istituzione autonoma
che qui, nel profondo Sud, i bianchi
hanno permesso ai negri di crearsi. È
un sottile calcolo politico: la religione
miiiiimiiiiiimii
iiimiiiiiiiimiiiiiiii
Tuo fratello risusciterà
Credi tu l’Evangelo pasquale in tutta la sua stupenda portata ?
Caro amico, che oggi hai varcato
la soglia (li questo tempio per celebrare la vittoria ili Cristo sulla morte, creili tu che il tuo fratello risusciterà ?
Risusciterà Martin Luther King
ilalTabisso, dove la violenta
mano omicida lo ha prostrato? Risusciterà dalla sconfitta nella quale,
sul jiiano della storia visibile, è
piombata la fiducia dei non violenti, dei mansueti, dei puri di cuore?
Risusciteranno quei tanti tuoi fratelli, che nelle ore tragiche delle
scelte fra incredulità e fede, fra tirannia e libertà, giustizia ed iniquità, odio ed amore, potenza e verità
hanno scelto la verità e sono stati
per questo irrisi, tiattati da illusi
sognatori, cancellati come pericolosi facinorosi? Risusciteranno i perseguitati per cagion di giustizia, i
confessori della fede, il tuo fratello
Carlo Lupo e Jacopo Lombardini
che a Mathausen fino all’ultimo annunziò l’Evangelo ai suoi compagni
di dolore?
Possiamo noi tenere lontano queste domande dal mattino di Pasqua,
trasformando Pasqua nella vittoria
della primavera sull’inverno, nella
fiduciosa trasformazione di tutte le
cose, facendo di Pasqua la festa della fiducia umana, che finisce per
trionfare sulle tante cose negative e
distruttrici della terra? Io credo di
no, anzi credo che è proprio il sepolcro aperto di Giuseppe di Ariraatea che ci pone davanti agl’interrogativi ultimi, che non dobbiamo nè possiamo evitare. Là davanti,
noi siamo interrogati e là davanti
dobbiamo imparare a contare il valore del tempo, che ci è dato per
confessare o per rinnegare, per credere o non più credere, per illu
Questa predicazione di Giovanni 11, 23 è stata tenuta dal pastore Carlo Gay neJla chiesa valdese tìi Piazza Cavour a Roma
la Domenica di Pasqua.
derci o farla finita con ogni illusione.
Un giorno Paolo capitò ad Atene
fra gente che credeva solo alla casualità delle cose o al valore del fugace piacere o alla forza della virtù,
che resiste anche se non risolve; e
là, in quella città, cosi simile alle
nostre metropoli moderne, fece un
discorso su Gesù e sulla risurrezione. Il discorso non dispiacque, perchè gli dei fanno' sempre parte di
un utile pantheon, che con la sua
cupola copre la varietà degli idiomi
e dei riti e una dea di più o di meno dal nome arcano di risurrezione,
Anastasi, può essere aggiunta con
facilità e con comodo alla vasta serie delle entità benedicenti. Poi
Paolo parlò ai religiosi, ai troppo
religiosi di Atene, che non poterono
più chiudere gli orecchi nè tanto
meno lasciarsi lusingare da una melodiosa musica celestiale, perchè
Gesù era venuto nella loro storia ed
era stato distrutto, fino alla sua risurrezione. « Ma, dice la Scrittura,
quando udirono mentovare la risurrezione dai morti, alcuni se ne facevano beffe ed altri dicevano; Su
questo noi ti sentiremo un'altra volta ». Gli Ateniesi di ieri e di oggi
preferiscono sempre rimandare ad
un lontano domani l’incontro con
quella dea: con la risurrezione.
Ma il Nuovo Testamento è davanti a noi perchè Lazzaro è morto, perchè i primi credenti di Tessalonica erano morti e i Corinzi
continuavano a vedere il trionfo
della morte anche dopo l’annunzio
della risurrezione... Il Nuovo Testamento è lì per chiederci con S. Paolo: se’ i morti non risuscitano, neppure Cristo è risuscitato... Il Nuovo Testamento è lì per chiederci che
cosa voglia dire: « eravamo morti
nei nostri falli e nei nostri peccati... ». E’ questa l’unica realtà, che
dobbiamo accettare per essere sinceri, per non riderci in faccia a vicenda come gli auguri antichi, che
finivano per beffarsi degli ingenui,
che venivano a chiedere loro dei vaticini! È questa morte l’ultima grande vittoriosa, che stende il suo manto pietoso sulle battaglie umane,
sulle violenze compiute, per accogliere con i grandi monumenti delle Termopili, dell’Arc de Triomphe,
o del soldato sovietico a Berlino
Est chi morendo per un’idea, anche se giovane, visse assai?
T^/o fratello risusciterà. E’ gratui• ta questa affermazione di Cristo? Se è gratuita, allora è vero il
contrario: il tuo fratello non risusciterà e tu, se vuoi essere nel vero,
dovrai calcolare con quella realtà
della non risurrezione. Che cosa lignifica la non risurrezione del tuo
fratello Martin Luther King? Vuole dire che resteranno vere le lagrime della sua compagna, che tanto
sapeva che doveva finire così, resterà vero l’omaggio al profeta morto,
purché non continui a parlare. Ma
resteranno ancora più vere le devastazioni della furia della vendetta
abbattuta sui negozi eleganti, sui
ristoranti di lusso, sulle case signorili di Detroit, di Filadelfia, di Washington, la tremenda vendetta dei
poveri, che seppelliscono la loro
{continua a pag. 8)
serve per mantenere la disciplina, la
rassegnazione, la sottomissione : «Troppo spesso — scriverà Luther King —
è servita a cristallizzare e conserva^
re ». Anche la segregazione razziale.
Che cosa significa essere negri negli
Stati del Sud? Significa essere considerati « una schiena robusta e un cervello debole ». Significa, dice Luther
King, « che ovunque ci sono muri tappezzati di divieti, fontane a cui non si
può bere, ristoranti dove non si può
tli Giorgio Martlnat
entrare, giardini in cui non si può
passeggiare, chiese dove non si può
pregare: una continua degradazione
di una parte dell’umanità». Significa
— ha scritto Gunnar Myrdal nel
1944 — « che ciascun bianco può colpire o percuotere un negro, rubare o
addirittura togliergli la vita senza
molto timore di essere punito dalla
legge ».
Anche sugli autobus di Montgomery
i negri viaggiano in piedi, lasciando
vuoti i sedili che sono riservati ai bianchi. Qui, il primo dicembre 1955, una
lavandaia negra. Rosa Parks, che rincasa sfinita dal lavoro, osa sedersi. Le
impongono di alzarsi, rifiuta e viene
arrestata. Nella chiesa di mattoni rossi, dove dopo il culto ci si’ riunisce hel
seminterrato e grosse donne materne
servono caffè e pasticcini con il nero
volto sorridente sotto gli ampi cappelli a fiori, si leva la voce del piccolo
pastore. « Dovunque — dirà più tardi — esista una situazione di disparità
sociale, il compito di un pastore non
può limitarsi alla cura d’anime: ma
deve necessariamente comportare una
funzione di guida e responsabilità in
ordine a questi problemi».
Dal pulpito, si appella ai negri:
« Non salite più sugli autobus, boicottate i mezzi di trasporto pubblici, organizzatevi, chiedete un passaggio ai
conoscenti, andate a piedi ». Egli per
primo dubita dell’efficacia di questo
(continua a pag. 2)
in margine all’attentato a Rudi
Dutschke e ai disordini in Germania
Non attestare il falso
contro II tuo prossimo
Pur non essendo del tutto fuori pericolo
al momento in cui scriviamo, Rudi
Dutschke, il leader dell’opposizione siudentesca tedesca migliora nella clinica berlinese, dopo l'attentato. Siamo ben lieti che
questa causa non abbia dovuto avere essa
pure il suo martire, anche se nei disordini
sorti per contraccolpo in varie città tedesche
si son dovute regisirare due vittime — un
fotografo e uno studente deceduti in seguito
al lancio di pietre, pare da parte di dimostranti — e malgrado le centinaia di feriti
che si sono avuti fra gli studenti e la polizia.
Da tempo i! moto s>iudentesco è stato fra
i più vivaci e intensi; era evidente che l’attentato a « Rudi il rosso » avrebbe scatenato reazioni in tutte le grandi città universitarie, e così è staio, al di là delle stesse
aspettative. Identificando acutamente il « nemico ». le manifestazioni si sono polarizzate contro l'editore Axel Springer, proprietario di una catena di giornali e a capo di un
gruppo che controlla una tiratura quoiidiana di quasi nove milioni di copie nella
Germania Federale : questa stampa da mesi e anni, abbandonandosi a un anticomunismo viscerale, ha messo in cattiva luce di
fronte alle masse tedesche (che parevano
non chiedere di meglio che di esserne convinte) il movimento studentesco nella sua
protesta contro la società tedesca occidentale. che sta patentemente ricostruendo
una Germania « come se nulla fosse successo ». Patita per mesi e anni la violenza
morale della diffamazione sistematica, tanto peggiore quanto più subdola e penetrante come può essere un'informazione truccata e « orientata », decine di migliaia di giovani sono scattati a Berlino, a Amburgo, a
Francoforte, a Monaco, reagendo all'attentato che in un primo tempo era apparso
quasi riuscito.
(continua a pag. 8)
2
pag. 2
N. 16-17 — 26 aprile 1968
Tutto è [iiissibile in ijiiosto piicso violento c Viol0nza 0
|t'iiu(liuso; oiii'liB die la predieaziuiie ili M. L. King l'uomO ch0
non cada nel vuiitii
li Moderatore Giampiccnli riferisce da New York le prime reazioni
dell’opinione pubblica ed ecclesiastica americana sull’ assassinio
odio hanno travolto
chiamava ad amaro
Stavamo terminando l’annuale
riunione della Waldensian Aid Society di New York, il 4 aprile, in
una atmosfera serena e amichevole,
quando qualcuno irrompe nella sala
per annunciare l’assassinio di Martin Luther King. E’ seguito un momento di silenzio impressionante,
come per l’annuncio di una catastrofe nazionale. La morte di King è
veramente una catastrofe; gli amici
presenti erano costernati e la loro
profonda simpatia per il movimento non violento era evidente. La
riunione si è sciolta, dopo la preghiera che mi è stato chiesto di dire, con grande tristezza.
Sembrava che la guida del movimento per i diritti civili fosse ormai
sfuggita dalle mani di Martin Luther King: ma la sua morte violenta sta dimostrando invece di quale
statura fosse quest’uomo e quale
peso abbia avuto il suo pensiero e
la sua azione nella controversa questione razziale. Oggi i commenti, le
notizie, le previsioni si incrociano
con la rapidità di informazione che
è tipica di questo paese. Tutti hanno la loro parola da dire, il pio o il
disperato commento ; nè mancano
le espressioni piuttosto ipocrite, come quelle dell’ex governatore delTAlabama e noto campione del razzismo, che ha definito 1 assassinio
« un atto senza senso e rincresce vele ». Da molte parti si invoca l’unità di tutti gli americani, come ha
fatto il presidente Johnson, e il rifiuto della vendetta per continuare
la linea d’azione di King: anche
molti negri sono su queste posizioni. Ma altri con profonda amarezza
affermano che il movimento non
violento è morto con King. « E’ stato il popolo bianco che ha ucciso la
non violenza ». « E’ inevitabile ormai abbandonare il concetto della
non violenza e adottare una posizione per cui per ogni Martin Luther King che cade, 10 razzisti bianchi cadano con lui. Non vi è altra
via. L’America bianca non capisce
altro linguaggio ». Affermazioni di
questo genere non vengono da gente qualsiasi, irritata e offesa^ ma da
leaders del movimento, come Lincoln 0. Lymet, presidente deH’United Black Front.
Ma l’America non è tutta razzista.
« L’uccisione del dr. King, scrive il
New York Times, è un disastro nazionale e priva negri e bianchi insieme di un leader di grande integrità e chiare visioni. Il disastro
della sua perdita richiederà molto
self-control e fermezza di nervi da
parte di tutto il popolo americano.
Ma la causa per la quale egli è morto riceverà nuova forza, ispirandosi
alla sua memoria, e trionferà sicuramente perchè è una causa giusta ».
Che cosa potrà accadere ora è
molto difficile prevedere; da tempo
si sa che durante l’estate ci saranno
violenti disordini, ma potrebbe anche darsi che la voce del dr. King
fosse ascoltata: egli scriveva recentemente; « la non violenza, la risposta ai bisogni dei negri, deve diventare la risposta ai più disperati
bisogni di tutta l’umanità ». Pochi
giorni fa, dopo i disordini di Memphis in seguito ad uno sciopero,
King aveva chiesto ai suoi seguaci
di metter via le armi; ma ieri sera
Carmichael, il leader del Black
Power, avrebbe detto ai suoi amici : « andate a casa e prendete i vostri fucili ».
L’atteggiamento delle Chiese, salvo ben poche eccezioni, è da tempo
favorevole all’azione di King. Ho
assistito oggi a un culto di gratitudine e di pentimento in memoria
di King, all’Union Theological Seminary di New York. Autentica solidarietà e profondo senso di responsabilità animavano la riunione; una
confessione severa : « Noi ti chiamiamo Signore, ma non ci siamo
sollevati per domandare giustizia nè
abbiamo operato coerentemente per
modificare la lunga ingiustizia. Consentiamo all’evidente violenza della
nostra politica nazionale e sembriamo dimentichi della nascosta violen
za delia nazione verso i suoi cittadini ». Una proposta sta circolando
per invitare la nazione e il suo popolo a « un giorno di preghiera e
di meditazione come appropriata
espressione del nostro profondo dolore per la morte violenta del dr.
Marlin Luther King ». E gli studenti di Union, sotto l’insegna « l’America resiste » e appoggiando ‘ la
candidatura alla presidenza di Eugene Me Carthy, proiettano films sulla guerriglia e lavorano nei bassifondi di Harlein; poi studiano anche teologia.
Tutto è possibile in questo paese
violento e grandioso : anche che la
predicazione di Martin Luther King
non cada nel vuoto, per grazia di
Dio. Gli uomini che riflettono e reagiscono, che vivono l’Evangelo nella coerenza di una lotta durissima,
sono sempre più numerosi; la loro
lotta è anche la nostra.
Nfri Giampiccoli
(s3gue da pag. 1)
appello. Ma il giorno dopo gli autobus
viaggiano semivuoti, colonne di negri
marciano a piedi verso i nosti di lavoro. Ccs, per 381 giorni, più di un anno.
I negri ritmano il loro passo cantando : « Se non posso sedere tra gli altri
secondo la legge della mia terra —
camminerò sotto la pioggia e sotto il
sole — finché la legge non sarà cambiata nella mia terra».
Camminare: sarà questa, e soltanto
questa, la protesta di Luther King. O
sedere dove è vietato, nei ristoranti e
nei bar. Senza violenza. La violenza,
bestiale, viene dai bianchi razzisti : incursioni nei quartieri negri, negozi devastati. bastonate, insulti, sputi. Luther King risponde con le parole del
Vangelo, predica la pace e l’amore tra
gli uomini. Viene arrestato diciotto
volte, otto volte si attenterà alla sua
vita o la sua casa sarà distrutta con
le bombe, bruciata, crivellata di proiettili. Risponde : « L’arma più potente
degli oppressi è la protesta non violenta ».
Dice ai negri, dialogando con loro;
« Vi picchiano, vi insultano. Vi sembrano cose buone, giuste?». Urlano;
« No, no ». E allora risponde : « E io
vi dico: non dovete essere barbari e
malvagi come quelli che vi picchiano
e vi insultano. Sono loro che devono
diventare civili e gentili come voi ». Lo
chiamano il profeta disarmato, la sua
unica arma è il Vangelo. Lo sorregge
una fede nrofonda, un alto senso della
Nelle patrie galere
Cronologia degli arresti di Martin L. King
26 genna o 1956 : arrestato a Montgomery,, Alabama, sotto accusa di aver guidato a
50 km,/h in una zona in cui la velocità era
limitata a 40. Liberato dietro cauzione.
28 gennaio 1956 : condannato a una multa di 10 dollari dal tribunale di polizia di
Montgomery, dopo essersi dichiarato innocente dall’accusa di eccesso di velocità.
21 febbraio 1956 : incriminato, con altre
personalità di Montgomery che avevano par.
tecipato al boicottaggio degli autobus, sotto
accusa di aver partecipato a una cospirazione
per ostacolare il buon funzionamento di una
impresa senza « causa giusta o legale ».
23 febbraio 1956 ; immatricolato nel carcere di Montgomery e liberato dietro cauzione di 300 dollari.
22 marzo 1956: condannato dopo un processo di quattro giorni dalla corte di Montgomery. in seguito all’incriminazione del 21
febbraio. Multa di 500 dollari con la condizionale. in attesa della decisione della corte
d'appello. Ma gli avvocati di King non interposero appello nei termini di legge e King
Il prigioniero 7.089
a Birmingham
pagò la multa dopo complicati negoziati, al
termine dei quali fu pronunciata un’assoluzione a favore degli altri leaders del boicottaggio e di un gruppo di partigiani bianchi
della segregazione.
3 settembre 1958: arrestato per vagabondaggio (accusa poi mutata in rifiuto di ubbidienza a un agente delle forza pubblica)
nei pressi del tribunale di Montgomery. Liberato dietro cauzione di 100 dollari.
4 settembre 1958: condannato, dopo essersi dichiaralo innocente dall’accusa di rifiuto d obbedienza a un agente. Multa di 14
dollari, pagala quasi immediatamente —
malgrado le proteste di King — dal capo
della polizìa di Montgomery, Clyde C. Seilers.
17 febbraio 1960: arrestato ad Atlanta su
mandato dello Stato deU’Alabama, in seguito a una duplice incriminazione da parte
della Camera di Montgomery di frode fisca
le circa la dichiarazione delle imposte di
King per il 1956 e il 1958. Liberato dietro
cauzione di 2.000 dollari.
Maggio i960 : arrotato nella .contea di
DeKalb, in Georgia, per aver guidato senza
permesso valido nella Georgia. Liberato dietro cauzione.
28 maggio 1960 : assolto da una giuria
di dodici bianchi di Montgomery daH’accusa di frode fiscale (il secondo capo d’accusa
fu poi abbandonato).
23 settembre 1960: versamento di una
multa di 25 dollari, condanna a dodici mesi
di reclusione con la condizionale, dopo essersi riconosciuto colpevole davanti alla corte della contea di ÓeKalb, per rinfrazione
al codice della stJbidiK commessa nel maggio 1960.
19 ottobre 1960: arrestato ad Atlanta, in
Georgia, nel corso di una manifestazione seduta: incarcerato sotto accusa dì intralcio
alla circolazione.
22 ottobre 1960 : annullamento deirincriminazions di intralcio alla circolazione. Tutti i manifestanti sono rilasciati, salvo King,
il quale fu trattenuto sotto accusa di violazione della condizionale accordata nella questione d’infrazione al codice dlela strada.
25 ottobre 1960: trasferimento dalla prig'one della contea di Fulton a quella della
contea di DeKalb, a Decatur, presso Atlanta. Condannato a quattro mesi di carcere
dal giudice della contea di DeKalb, che decise che la partecipazione da parte dì King
a una manifestazione seduta sopprimeva il
beneficio della condizionale.
26 ottobre 1960: trasferito al carcere di
Stato a Reidsville.
27 ottobre 1960: liberato dalla prigione
di Reidsville dietro cauzione di 2.000 dollari, in attesa della decisione della corte di
appello.
7 marzo 1961: la corte d’appello della
Georgia rinvia la causa davanti al tribunale
di DeKalb; la prima condanna non avrebbe, infatti, dovuto superare i sei mesi.
8 aprile 1961 : condannato a 25 dollari di
multa e sei mesi di carcere con la condizionale per infrazione al codice della strada
(v. 23 sett. 1960) dal tribunale della contea
di DeKalb.
16 dicembre 1961 : arrestato durante una
manifestazione a Albany. in Georgia, .sotto
accusa di ostruzione alla circolazione e di
partecipazione a manifestazione non autorizzata.
18 dicembre 1961 : liberalo dietro cauziono. nel corso di una tregua ohe non avrebbe
durato.
10 luglio 1962: processato ad Albany, in
Georgia, per le accuse contestategli il 16 dicembre 1961; condannato a 178 dollari di
multa o a 45 giorni di carcere; incarcerato
per purgare la pena.
12 luglio 1962: liberato contro la sua volontà. dopo che uno sconosciuto aveva pagalo la multa di 178 dollari.
27 luglio 1962: arrestato nel corso dì una
« veglia di p/reghiera » alla casa del comune
di Albany e incarcerato sotto accusa di rifiuto d’obbedienza, di ostruzione alla circolazione e di turbamento dell’ordine pubblico.
10 agosto 1962: condannato a Albany,
con una condizionale di 60 giorni, per l’incriminazione del 27 luglio: scarcerato.
12 aprile 1963: arrestato nel corso di una
manifestazione seduta a St. Augustine, in
Florida, sotto accusa di partecipazione a un
corteo non autorizzato e di insulto alla corte.
20 aprile 1963: liberato dal carcere di
Birmingham, dietro cauzione di 300 dollari
(dal carcere di Birmingham aveva scritto la
famosa ’lettera’ : « Perchè non possiamo
aspettare »).
11 giugno 1964: arrestato nel corso di
una manifestazione seduta a St. Augustine,
in Florida, sotto accusa di intralcio alla circolazione.
13 giugno 1964: liberato dietro cauzione
di 300 dollari.
giustizia, una cieca fiducia nella forza
deiramore.
Da lui, i negri imparano a tenere alta la testa. I cani scatenati contro di
loro, idranti che li fanno ruzzolare
come birilli sotto la violenza del getto
non riescono a spegnere la coscienza
di una dignità nuova. Si rialzano e riprendono a marciare; nel luglio del
1963, seno piu di duecentomila (oltre
a sessantarnila bianchi) attorno alla
statua di Lincoln a Washington e Luther King parla alla folla sterminata :
« No. non saremo soddisfatti finché li
negro sarà vittima degli indescrivibili
orrori della brutalità poliziesca. Non
saremo soddisfatti finché il nostro
corpo spezzato dalla fatica di un viaggio non potrà trovare riposo nei motels e negli alberghi. Non saremo soddisfatti finché i nostri figli saranno
spogliati della loro identità e privati
della loro dignità dalla scritta” Riservato ai bianchi”. Non saremo soddisfatti finché i negri del Mississipi non
potranno votare e quelli di New York
penseranno di non aver nessuna ragione di votare. No, non saremo soddisfatti finché la giustizia non fluirà come acqua chiara e la virtù come un
fiume maestoso ».
Vive per un sogno : « Ecco il mio sogno, un sogno profondamente radicato nel sogno americano. Sogno che un
giorno, sulle rosse colline della Georgia, i figli degli antichi schiavi e le figlie degli antichi schiavisti prenderanno posto tutti insieme alla tavola della fraternità. Sogno che un giorno i
miei quattro bambini vivranno in una
nazione che non li giudicherà secondo
il colore della pelle, ma secondo i loro
meriti. È la convinzione che mi perrnette di mescolare a questo oceano
d: disperazione una goccia di speranza ».
Lo ascoltano i negri che vivono negli
« slums » e nei ghetti delle metropoli
del nord, e nelle città meridionali dove i quartieri negri sono separati da
quelli bianchi con barricate di acciaio.
M. Luther King vuole mantenere la
« black revolution », la rivoluzione nera, nel « mainstream », nella grande
corrente del pensiero americano : « I
negri debbono vedere nell’America la
loro patria e non possono risolvere i
loro problemi con la fuga, ripudiando
un’eredità che é qui, in America. Per
cattiva che sia questa eredità, la soluzione va cercata qui, dove siamo nati
e cresciuti, dove i nostri padri hanno
lavorato per due secoli ». È la risposta
a chi, come Marcus Garvey, si rivolge
ai negri perché abbandonino l’inutile
lotta per l’eguaglianza « e piantino invece la bandiera della libertà nel grande continente africano ».
« La libertà — dice King — la vogliamo qui, tutta ed ora ». Nel 1964 gli
viene concesso il premio Nobel per la
pace. È il secondo negro a cui tocca; il
primo é stato Albert Luthuli, ucciso
l’anno scorso in Sudafrica. King lascia
i 33 milioni al suo movimento e dichiara: « Non considero il premio come un
onore personale, ma come un omaggio
alla disciplina, all’accorto senso di misura, al coraggio di milioni di negri e
bianchi di buona volontà che hanno
cercato di instaurare senza violenza
un regno di giustizia e una legge d’amore in tutto il paese ».
L’unica violenza che esercita é su sé
stesso. La sua natura schiva, timida,
sensibile lo porterebbe al silenzio degli
studi e delle biblioteche, al mondo
tranquillo del pensiero. Ora che é diventato uno, dei « leader più famosi »
della « biadi revolution », molte università gli offrono una cattedra : potrebbe ritirarsi, seguire le proprie inclinazioni. Ma torna a fare il pastore
nel profondo Sud, dove la frontiera
della pelle attraversa i bianchi campi
di cotone sulle rive del Mississipi.
È una frontiera di sangue. Qui, dal
1963, la lotta per i diritti civili dei negri é costata 9 morti e due feriti gravi.
Giugno 1963: Medgar Evers, leader
della National Association for thè
Advancement of Colored People é ucciso a Jackson. Agosto ’64: due bianchi e un negro, scomparsi da due settimane, sono trovati crivellati di pallottole presso Meridian. 1965 : mentre
Malcolm X e un altro militante negro
vengono uccisi ad Harlem, a Selma il
pastore protestante bianco James L.
Reed é percosso a morte per strada e
una bianca. Viola Gregg Liuzzo, è uccisa a fucilate. Poco dopo due bianchi,
Jonathan Myrick Danials e il prete
cattolico Richard F. Morrisroe sono
l’uno ucciso, l’altro gravemente ferito.
Nell’estate 1966 James Meredith, il primo studente negro che è entrato nell’Università di Stato del Mississipi, é
gravemente ferito presso Remando e
nell’estate del 1967 un negro del
NAACP, Wharlest Jackson, é ucciso a
Natchez, nel Mississipi.
Luther King torna nel Sud e continua a organizzare manifestazioni e
marce di protesta. Gli rimproverano
di portare i bambini nelle colonne, contro i mastini addestrati alla caccia al
negro, i bastoni e gli idranti. Risponde : « I bambini sono i più colpiti dalla segregazione, conoscono fin dalla
prima infanzia le umiliazioni che i loro padri hanno sopportato per anni.
Le dimostrazioni a cui partecipano
costituiscono l’occasione perché si sbarazzino subito di ogni fardello di odio ». Ha l’alto, fermo coraggio di dire
queste parole dopo che a Birmingham
i razzisti hanno fatto esplodere una
bomba in un teatro affollato di negri
e quattro bambini sono rimasti uccisi.
Luther King sa che il problema negro
è un immenso serbatoio di rabbia che
può sconvolgere l’America; pensa che
violenta possa, almeno m parte, scaricare il furore repres
hn’-mhTTÌf rf ^ ; per questo i
sbarazzarsi subito del
fardello di odio.
Sa di essere anch’egli destinato al
sacrifìcio. Fin dal 1963, a Cleveland
10 ha implorato « come prezzo del riscatto per la sua gente ». Continua la
sua lotta nel paese dove di notte si
agitano minacciose le ombre degli incappucciati del Ku Klux Klan e i fanatici indossano la divisa kaki del
nazionale del diritto degli
btati » e sono simili ai nazisti. Uno di
Jimmy George Robinson, lo
gennifo fqRs ® P|^?°S30 a sangue il 18
fn ^ perché ha osa
to chiedere una camera in un albereo
^ MempSfs°
Luther King appoggia lo sciopero degli spazzini negri che chiedono di potersi unire in sindacato. Da molto
tempo ha capito che il problema negro non é solo di pelle, ma di classe. La
popolazione di colore costituisce il
margine di disoccupati, di sotto-occupati, di affamati e malnutriti che é necessario per il buon funzionamento
dell economia di mercatoi : la riserva
di mano d’opera disponibile che mantiene 1 equilibrio tra prezzi é salari, la
garanzia della società opulenta e del
benessere dei bianchi. Per questo benessere, nelle scuole negre bambini
macilenti si addormentano con la testa sul banco, sfiniti dalla denutrizione.
Qui, a Memphis, pochi giorni prima
di Pasqua la pallottola sparata da un
fucile a cannocchiale spegne la vita del
profeta disarmato. Si sa che l’assassino é un bianco, ed é certo che viene
protetto da misteriose organizzazioni,,
forse dalla stessa polizia. Ci sono anailogie impressionanti con l’assassinfo
di John Kennedy: lo stesso, Johnson
proclama che « L’America non avrà il
governo della pallottola ». È chiaro che
sono in molti a volerlo instaurare.. Ora
11 corpo di Martin Luther King riposa
sotto una lapide, con la scritta:: «Libero, finalmente libero ».
Riapriamo il libro dei suoi sermoni :
quasi in ogni pagina risuona i’àppello
a ciascuno di noi perchè si batta coraggiosarnente in nome della Hbertà e
della civiltà. È scritto che in nessun
luogo la tendenza al conformismo, « un
male tragico », è più evidente che nella Chiesa : « Se essa non ritroverà la
forza del Vangelo, diventerà un club
insignificante ». Soltanto ss parteciperà alla grande lotta ’per la giustizia
« gli uomini potranno riconoscerla come la grande comunità di amore che
provvede luce e pane per i viaggiatori
solitari della mezzanotte ».
Poco prima di morire, aveva detto :
« L’importante non è quanto si vive,
ma come si vive ». Chi, tra noi, può
ripetere quesita frase senza arrossire?
Giorgio Martinat
Il sepolcro
dei profeti
« Guai a voi, scribi e Farisei ipocriti, perchè edificate i sepolcri ai
profeti, e adornate le tombe dei
giusti... » (Matteo 23: 29).
Guai non solo a chi uccide i profeti, ma anche a chi edifica loro
dei sepolcri.
Sepolcri di marmo, ma anche
sépolcri di carta stampata, anche
sepolcri fatti di discorsi.
Sepolcri di ogni genere, purché
i profeti siano ben sotterrati, e per
sempre. Purché tacciano.
Guai a voi perché edificate i sepolcri ai profeti quando sono morti invece di ascoltarli quando sono
vivi.
L’unico modo di onorare i prò
feti ò di non onorarne la persona,
quando sono vivi, o la memoria,
quando sono morti, ma di ascoltarne il messaggio.
L’unico modo di onorare i profeti è di ascoltarli.
Guai a voi perchè prima non li
avete ascoltati e ora sotterrate il
loro messaggio con i vostri discorsi.
Non dovreste parlare, ma solo
ascoltare.
I vostri discorsi sono il sepolcro
dei profeti.
Guai a voi perchè invece di ascoltare, parlate.
È più facile parlare che ascoltare.
E più facile parlare che ascoltare i profeti. Le nostre parole ci
piacciono più delle loro.
« Nessun profeta è ben accetto
nella sua patria » (Luca 4; 24):
la patria di Martin Luther King
era la Chiesa. P- R-
3
26 aprile 1968 — N. 16-17
pag. 3
Nel inolio 1963. al Lincoln Memoria! di Washington. M. L. King paria a una folla di
oltre 250 mila persone e le trascina con il suo « sogno » americano.
Il problema del razzismo
e la “rivoluzione di Dio,, predicata e
vissuta dal pastore negro americano
Il sogno di Martin Lntlier King
Oggi io vi dico, amici, che malgrado le difficoltà e le frustrazioni
del momento, ancora ho un sogno. È un sogno profondamente radicato nel sogno americano...
Ho un sogno: che un giorno sulle rosse colline della Georgia i figli
di chi fu schiavo e i figli di chi fu schiavista potranno sedersi insieme
al tavolo della fratellanza.
Ho un sogno: che un giorno perfino lo Stato del Mississipi, uno
Stato deserto, oppresso dalFafa deH’ingiustizia e del sopruso, sarà
trasformato in un’oasi di libertà e di giustizia.
Ho un sogno: che i miei quattro bimbi vivranno un giorno in una
nazione in cui non saranno giu-dicati dal colore della loro pelle, ma
dal valore della loro persona.
Ho un sogno, oggi.
Ho un sogno: che un giorno lo Stato dell’Alabama, il cui gover
natore non h
trasfor: \ o
tenere
He
te le cc 11
no appn u
le
Ile sue labbra sprezzanti se non parole di divieto, sarà
na regione in cui i bimbi e le bimbe negri potranno
i bimbi e le bimhie bianchi, come fratelli e sorelle.
: che il fondo di tutte le valli sarà innalzato, che tutmontagne saianno abbassate, i lurfghi scoscesi sàranlinee tortuose diverranno linee diritte, che la gloria
del Signore sara rivelata e ogni carne la vedrà.
Questa è la nostra speranza. Con questa fede ritorno nel Sud. Con
questa fede sapremo tagliare dalla montagna della disperazione una
pietra di speranza. Con questa fede potremo trasformare le discordie
chiassose del nostro paese in una Ivella sinfonia di fraternità. Con questa fede potremo lavorare insieme, pregare insieme, lottare insieme,
andare in carcere insieme, sostenere insieme la libertà, sapendo che
un giorno saremo liberi...
Quando faremo suonare la campana della libertà, quando la faremo suonare in ogni villaggio e in ogni casolare, in ogni Stato e in
ogni città, allora potremo affrettare l’avvento del giorno in cui tutti
i figli di Dio, i Neri e i Bianchi, gli Ebrei e i Gentili, i protestanti e i
cattolici potranno tenersi per mano e cantare le parole del vecchio
inno negro: « Liberi infine! Liberi infine! Grazie siano rese all’Iddio
onnipotente, siamo finalmente liberi! ».
Al ili là (lell’orrore e della indignazione che ispirano i gesti criminosi di tipo razzista, come la recente uccisione di Martin Luther King,
si deve pur cercare di denunciare
quelle che la psicologia chiama le
« motivazioni w, cioè le ragioni profonde, inconscie, che producono lo
atteggiamento razzista.
Una analisi psicologica condotta
in questo senso finisce per coincidere colla psicologia stessa deU’odio.
Ecco, in sintesi, quanto si può affermare. L’individuo, o il gruppo
che aderisce ad un movimento razzista, ossia accetta di odiare un certo gruppo di persone in base al criterio della razza, lo fa con uno scopo (inconscio) hen preciso. Egli trova nella possibilità di odiare un altro o degli altri uno sfogo potente
alla aggressività distruttiva che cova dentro di lui. Trova cioè un ottimo capro espiatorio.
Ma come può accadere che la carica di aggressività sia così forte in
certi individui o gruppi da dover diventare incontrollabile ed insostenibile, sì da dover essere sfogata all’esterno, su altti, ai quali la si fa
pagare cara? Perchè si tratta di individui che fir. iìall’infanzia hanno
subito privazior' dolorose e rinuncie (soprattutto carenza di affetto e
incomprensione) ed hanno accumulato potenti car ' he interiori di ribellione « di li truttivo. A que
sto punto SI d( V; osservare che non
soltanto 1 genie o gli educatori,
o gli adulti 115 mere, ma l’intera
società in cui j ti ono vissuti può
aver determina: > in loro l’accumulo
di aggressività c -¡n pericoloso, in base alle contimi umiliazioni (frustrazioni) loro miiftte. Con ciò si deve anche ricorn- < ‘re che gli individui razzisti o a: stiranti razzisti sono
sempre, sotto tuiti i cieli e in qualsiasi continente, degli immaturi.
Ne deriva che nella misura in cui
la famiglia, la Chiesa, le istituzioni
e le strutture di una società non riescono a forgiare delle personalità
Loco deh'assassinio
noti'ecumene cristiana
L'assassinio di Maiiin Luther King continua a provocare in milioni di persone lo
sdegno e l'addolorata reazione che può appunto suscitare un cosi vile atto rivolto
verso un apostolo dell'amore cristiano. E
tanto più questo dolore si ingrandisce nell'apprendere proprio oggi che pare non si
tratti del gesto di un « malaito » ma di un
complotto vero e proprio, da tempo organizzalo.
Dall'ultimo bollettino del soepi apprendiamo che il pastore C. Blake, segretario
gene! aio del C.E.C., ha detto:
« Noi avemmo invitato li pastore King
ad Upsaiu non come negro, nè come premio Nobei per la pace, e neppure come difensore dei diritti civili, ma come ministro
deli'Evangelo: egli avrebbe dovuto assicurare la predicazione del culto d'apertura
delia prossima assemblea di Upsala sul tema: Ecco, io faccio ogni cosa nuova.
«lo penso che soltanto i cristiani possono
accettare una cosa così irrazionale come la
•nane di quest'uomo grande e buono, in
avanto la croce è al centro della vita cri
tUht •>.
1 tic segretari generali delle organizzazioni crisliane internazionali del C.E.C., in
un testo comune, hanno fra l'altro detto ;
« Secondo il parere di tutti, il pastore King
era il primo cittadino del mondo. Negli
Stati Uniti, costituiva la grande speranza
di lina nazione divisa. Per la chiesa, era il
più eminente servo di Cristo nel suo paese.
Per tutte le vittime dell’ingiustizia nel mondo era l'animatore della campagna non
■ '’lenta per la giustizia e per la pace».
in occasione di un culto di intercessione
tn oilosi a Ginevra, nella cattedrale, al quale ¡¡anno partecipato anche vari rappresentanti della chiesa cattolica, il pastore Potter. direttore della Divisione delle Missioni
e dell'Evangelizzazione del C.E.C. ha ricordato la vita e l'azione di colui che « ha
voluto essere fino alla fine un discepolo di
Cristo ». Egli ha saputo comprender qual’è
il vero amore fraterno, è vissuto per il compimento della giustizia di Dio sulla terra
cd ha usato l'audacia, sovente Fimprudenza, perchè le sue convinzioni potessero essere realizzate.
Con un altro intervento, un dirigente negro ha fra l'altro detto ; « li disappunto, la
lirstezza e la disperazione sono nati nel cuore della notte, ma vi è un mattino. La fede
respinge le suggestioni della disperazione e
fa hrillare una luce nuova ».
Per ricordare adeguatamente la persona
e l'opera di Martin Luther King, il C.E.C.
ha inviiato i consigli regionali e nazionali
delie chiese di tutti i continenti a partecipare ad un progetto di « Mississipi Delta
Ministry », per la riconciliazione, la ricostruzione e l'aiuto reciproco.
La decisione è stata presa quando il comitato di Aiu'ii reciproci delle chiese danesi
ha inviato di sua iniziativa un dono di 5
mila dollari (oltre 3 milioni di lire) a Ginevra.
Le sedi del C.E.C. in Europa occidentale
ed orientale, in Nord e Sud America, in
Asia, in Africa, in Australia ed in Medio
Oriente sono state avvisate della suddetta
donazione, ed invitate a seguirne l’esempio:
già parecchie organizzazioni di aiuto hanno
risposto affermativamente.
infine, sempre dal soepi, apprendiamo che
il vescovo luterano di Copenaghen (Danimarca) ha lanciato per radio un appello a
tutti i pastori danesi chiedendo loro di organizzare una colletta speciale, la cui somma verrà utilizzata per proseguire il lavoro
del pastore King e della sua organizzazione.
<c Sono convinto — egli ha detto che le
chiese cristiane debbono, nel suo ricordo,
iiuiiiim/isiWMiiw
ALLA MEMORIA DI MARTIN L. KING
Un centro sociale nel Mississipi
Anche la Federazione Evangelica d'Halia aderisce all’appello del C.E.C.
La Divisione Inter Church Aid, del
Consiglio ecumenico delle Chiese, ha
inviato a tutte le Chiese membri, e in
Italia alla presidenza della Federazione delle Chiese Evangeliche, un telegramma nel quale, nell’esprimere commossi sentimenti di dolore per l’uccisione del pastore Martin Luther King,
viene chiesto alle Chiese di aderire a
una proposta delle Chiese di Danimarca, di edificare nell’area del Delta del
Mississipi un’opera di rilevamento sociale, permanente, in memoria del
martire integrazionista.
L’area del Delta del Mississipi è
l’unica zona degli Stati Uniti nella
quale è in atto un programma di rilevamento sociale e di ministerio di riconciliazione con il contributo del
C.E.C. Lo Stato del Mississipi ha una
percentuale di oltre il 40% di gente di
colore e queste popolazioni di colore
prestano la loro attività soprattutto
nella zona del Delta, ma in condizioni
di avvilimento umano e sociale e in
un’atmosfera di discriminazione razziale. „ ,
La Giunta del Consiglio della Federazione, pur sapendo che già la colletta raccolta al culto della Domenica
di Pasqua è stata chiesta per aiutare
— sempre tramite il C.E.C. le popolazioni sofferenti del 'Vietnam, a sud
come a nord, ha chiesto alle comunità
di fare tutto quanto era loro possibile a questo scopo, sia abbinando la
raccolta di offerte per i due scopi, nel
partecipare attivamente a quella che è stata
la sua opera ».
* * ».
Anche da questa nostra modesta rubrica
desideriamo portare la nostra testimonianza
di affetto e di profonda solidarietà verso
l'opera e la persona di Martin Luther King,
che si aggiunge così al numero di coloro
che vennero (e purtroppo verranno) stroncati da quelle stesse forze che. sia pur con
altri pretesti, già duemila anni fa stroncarono un Uomo, fattosi urie per salvare, col
suo irripetibile sacrificio, questa nostra
umanità.
Desideriamo — concludendo — offrire al-'
la meditazione di chi ci legge, una frase dello stesso pastore King, tolta dal suo libro
Il La forza d’amare » : « ...La suprema di
tutte le virtù è l'amore. Qui noi troviamo
il vero significato della fede cristiana e della croce... In un mondo che dipende dalla
forza, dalla tirannide coercitiva e dalla violenza sanguinaria, voi siete chiamati a seguire la forza dell'amore. Allora voi scoprirete che l'amore disarmato è la forza
più potente in tutto il mondo ».
Roberto Peyrot
mature e equilibrate, esse sono esposte al pericolo della esplosione di
odio razzista, se non risultano sufficientemente omogenee.
D’altra parte questa teoria dello
slogo e del capro espiatorio, vera e
verificabile sempre, non è tuttavia
sufficiente a spiegare tutto.
Infatti si deve osservare che il
razzismo, per lo meno nella sua parte essenziale, di odio attivo, distruttore — poiché esiste anche una risposta al razzismo che il più delle
volte diventa essa pure razzista, giustificata dalla persecuzione e dalla
ingiustizia subita —- è sempre indirizzato contro una minoranza. Ciò
accade anche quando il razzista perseguita un gruppo etnico magari numericamente più numeroso del
gruppo cui egli appartiene — come
per esempio sta accadendo in SudAfrica: in ogni caso il termine « minoranza » deve essere inteso nel senso che si tratta di gente indifesa e
priva di potere. Quindi anche un
piccolo gruppo di potere, inserito
in una moltitudine, può esercitare
una attivissima guerra razzista. Tut
tavia sempre l’oggetto dell’odio di
razza è inferiore, debole, indifeso
Solo cosi i pericoli che possa sot
trarsi al suo ruolo di capro espiato
rio sono pochi, o praticamente nul
li, e il meccanismo di sfogo può fun
zionare a meraviglia, senza impedi
menti !
Ma vi è ancora un elemento dal
quale il razzismo attinge la sua forza: ogni società organizzata possiede le sue « convenzioni sociali ». Sotto questo punto di vista il
problema del razzismo si fa appunto problema sociale, e non più individuale. E’ necessario, perchè il
razzismo possa esplicarsi in tutta la
sua virulenza, che un certo tipo di
società giustifichi, cioè renda plausibile — quando addirittura non
bandisca uno spirito di crociata —
l’odio di razza. Ecco dunque la necessità di muovere e informare convenientemente Vopinione pubblica,
di alimentare campagne denigratorie. L’esempio dell’antisemitismo
nazista è ancora vivo e bruciante, ma
non mancano infiniti esempi dall’antichità (si pensi anche all’Antico Testamento!) attraverso le crocia’te cristiane, le guerre di religione,
la schiavitù, il colonialismo, ecc.
ecc. fino a recentissimi esempi !
Ma oggi, soprattutto nei paesi civilizzati, l’opinione pubblica può
essere abilmente manovrata per alimentare una campagna razzista. E
dietro a questa pubblica opinione si
intravvedono finalmente le manovre occulte dei vari gruppi di potere che sfruttando l’odio razzista
traggono reali vantaggi e possono
portare a buon fine i loro calcoli
economici e politici. Ecco dunque
come il problema si sposta dal singolo, più o meno nevrotico ed immaturo, alla struttura stessa della
società che lo forgia, e che non lo
educa.
Se questi, brevemente delineati,
sono i meccanismi principali del fenomeno razzista, quali potranno essere i rimedi?
Certo, in sintesi, una migliore
maturazione individuale e sociale
che consenta di accettare meglio le
diversità di razza (così come ogni
altra diversità di cultura, di religione, ecc.). Ma anche una migliore
integrazione sociale, e la necessaria
abolizione o per lo meno attenuazione delle brucianti differenze di
classe e di ceto sociale e di censo,
ed una equilibrata distribuzione di
potere politico.
Tuttavia, in una prospettiva cristiana, si deve dire che tutte le suddette affermazioni di carattere psicologico e sociale e politico, indubbiamente vere, possono suonare generiche e quasi utopistiche, se si
prescinde da quella « rivoluzione
corso del culto di Pasqua, sia facendo
un’altra raccolta di offerte per questo
nuovo scopo. « Ci aiuti Iddio — conclude il suo appello il presidente della
Federazione, past. Mario Sbaffi — ad
essere strumenti di pace e di riconciliazione e ad essere coscientemente solidali con le sofferenze dell’umanità».
di Dio » che prima di ogni altra rivoluzione individuale, psicologica e
sociale e politica, deve sconvolgere
l’uomo alle radici della sua esistenza, per investirlo di quella carica
profetica che è la collera di Dio,
(( che non vuole la morte del peccatore, ma che egli si converta e viva ».
Questa « rivoluzione » Luther
King aveva sperimentato. Perciò la
sua « non violenza » è risultata più
violenta di qualsiasi rivolta armata;
perciò anche il suo martirio ha scosso l’America e il mondo più che
non i molti morti dei tumulti e delle rivolte dei ghetti, anche se questi
appaiono umanamente giustificati
nella loro ribellione. I negri d’America, e noi con loro, non piangono
solo la morte del loro capo « moderato », ma del loro « profeta ».
E come non ricordare che Gesù
Cristo, che ha fatto saltare le barriere e le divisioni tra gli uomini,
è morto ucciso dall’odio suscitato
da questa « incredibile » profanazione ed è stato fatto vittima espiatoria, per ognuno?
Enrico Pascal
Nigii m
qiipsto è il problroi» negro
Vi sono negli USA 22 milioni di cittadini
negri, pari aU’11% della popolazione. Sebbene vi siano naturalmente cittadini ’colored’, e in particolare negri in tutte le regioni degli USA, la loref percentuale è particolarnìente alta negli undici Stati del Sud (il
cc profondo Sud » ; cpialche esempio : Mississipi 42%. Carolina del Sud 35%, Louisiana 32%, Georgia 29%) e dall’ultimo dapcJguerra sono andati continuamente crescendo
i ghetti negri nelle grandi città industriali
delia California e del Nord: dal 1960 al ’65
un milione di negri sono emigrati dalle campagne alle città e dal Sud al Nord; a Washington i negri rappresentano il 63% della
popolazione, a Detroit il 40% triplicandosi in
pochi anni, a New York il 15%, ossia un
milione e dueoentomila persone, a Los Angeles sono mezzo milione; ancora, pure a Cleveland sono il 40% (e l’anno scorso un negro vi è stato eletto sindaco). Oggi 15 dei
22 milioni di negri si trovano ammassati nei
ghetti delle metropoli e si prevede che saranno 21 nel 1985.
In molte grandi città, stanno diventando
negri i vecchi quartieri centrali, mentre la
popolazione bianca si va sempre più stabilendo nei nuovi e bei quartieri residenziali
periferici.
Giuridicamente la lotta contro la segregazione procede. Negli anni ’50 la Giustizia
federale ha gradatamente soppresso la legalità della segregazione negli edifici e nei tra.
sporti pubblici, nelle scuole, nel diritto di
voto nei vari Stati del Sud (non senza lotte
anche violente). Tuttavia la segregazione
sussiste ancora largamente de facto, poiché
i pregiudizi razziali sono tutt’altro che scomparsi ed è tult'altro che spezzato il circolo
vizioso deH’inferiorità di formazione e quindi di incidenza politica e sociale dei negri.
Anche nel Nord, si sono fatti passi avanti
nell’abrogazione teorica della segregazione, in
specie per quanto riguarda le abitazioni, ma
la pratica è lungi dal raggiungere questo livello. Soprattutto, la massa della mano d’opera negra è stata nettamente ostacolata fino
ad oggi dagli stessi potenti sindacati dei
bianchi, espressione dei lavoratori bianchi
che si sentono minacciati da questa massa
che costituisce un’evidente e imponente forza concorrenziale. In altra forma, dunque, si
ripropone O'ggi anche nel Nord, ieri antischiavista. la stessa tensione razziale carica
di una possente componente socio-economica.
I seguenti dati possono illuminare meglio la
situazione :
— pur costituendo solo 111% della forza
di lavoro statunitense, un quinto della disoccupazione e Un quarto della sottoccupazione sono dati dai negri; in altre parole
il 33% della popolazione negra soffre di disoccupazione totale o parziale (superiore cioè
di otto volte alla media nazionale); il 40%
delle famiglie negre hanno un reddito interiore a quello che negli USA viene conside.
rato il livello di povertà (3300 dollari, 2 milioni di lire Tanno par quattro persone), e
fra questi diseredali sono in altissima percentuale i giovani;
— due terzi degli appartamenti e delle
case del centro delle città, dove vivono i negri, sono praticamente inabitabili. Per dare
una soluzione, nei prossimi cinque anni dovrebbero essere messi a disposizione dei meno abbienti cinque milioni di abitazioni; ma
in trent'anni di finanziamenti governativi
per l’edilizia sono state costruite solo 800
mila abitazioni a carattere popolare, mentre
gran parte dei prestiti e degli aiuti governativi sono stali utilizzati per costruire dieci
milioni di case e appartamenti signorili. Comunque anche le case popolari costruite sono state precluse ai negri;
— malgrado i miglioramenti degli ultimi
anni, solo il 22% degli adulti ha superato
la scuola primaria. Nel 1960 nei circa cin
(continua a pag. 4)
4
pag. 4
N. 16-17 — 26 aprile 1968
Il pulpito della cattedrale di St. Pierre, a Ginevra, dove il
17 luglio 1966 il past. King avreUre dovuto predicare, alla
Conferenza «Chiesa e Società». Trattenuto a Chicago da disordini razziali, il suo sermone fu letto. Anche ad Upsala,
dove doveva predicare nel luglio prossimo, all’Assemblea del ■
CEC, il pulpito resterà vuoto? Ma l’Evangelo non tace.
Il pulpito è vuoto
ma la Parola di Dio uon è soffocata
Mártir, Luther King è stato ano di quei cristiani che hanno
il dono della predicazione. Non è qui il caso di discutere la sua
teologia, di cui già abbiamo qualche volta parlato in passato: si
può solo dire che non è una teologia originale, la sua, non c'è da
aspettarsi da lui nuove illuminazioni su un testo biblico, ed è
un rappresentante tipico, forse, di quella teologia e predicazione
americana media che, venendo da un rigoroso fondamentalismo
(o letteralismo biblico), è tuttavia passata attraverso l'esperienza
liberale (teologica) ed esistenzialista, acquistandone una notevole
capacità di aderenza alle questioni aperte dell'oggi e una sensibilità
culturale e- sociale non comune. Non dunque un teologo di punta,
ma un predicatore efficace e vivacissimo. / suoi sermoni sembrano
a volte dei discorsi o conferenze, e i suoi discorsi dei sermoni; il
testo biblico sembra talvolta preso persino a pretesto, in realtà la
forza del messaggio biblico è sempre dietro le parole di questo
verbi divini minister. che nel più vivo di lotte umane anche accese
non dimentica mai dovè la fonte della vita e della speranza. Una
discreta vena di ottimismo, nei confronti dell'uomo, e la convinzione della sua responsabilità di cooperare alla propria salvezza
affiorano qua e là nella sua predicazione e spiegano in parte come
la sua raccolta di sermoni, « La forza di amare », sia stata edita
in italiano da una casa cattolica non di punta come la SEI, e abbia conosciuto in meno di un anno, ben cinque edizioni: solo « in
parte », però, perchè indubbiamente il vigore di questa predicazione
prende spesso di petto l'uditore e il lettore ed « edifica » nel senso
più intenso del termine.
Abbiamo spigolato alcuni brani di qusti sermoni, su alcuni
temi fondamentali — anche se non certo esclusivi — nella predicazione di King.
Predicando l'amore di Cristo
in nn concrelo qnadro nmano
n problema razziale
L'ottusità della mente è una delle cause
fondameniali dei pregiudizi di razza, basati
su timori, incomprensioni e sospetti privi di
fondamento. Vi sono uomini di mente angusta che sostengono che la segregazione
razziale dovrebbe essere perpetuata perchè
i negri sono indietro nei titoli accademici,
nell’igiene e nel livel'.o morale ; non sono
abbastanza acuti da rendersi conto che i livelli inferiori sono invece il risultato della
segregazione e della discriminazione; non
riconoscono che è razionalmente insano e
sociologicamente insostenibile usare i tragici
effetti della segregazione come argomento
per continuarla... (sermone su Mt. 10; 16
« Una mente virile e un cuore tenero »).
I dollari possiedono potenzialmente la capacità di aiutare i figli di Dio feriti sulla
strada di Gerico della vita, ma se quei dollari non sono distribuiti da dita compassionevoli. essi non arricchiranno nè chi li dà
nè chi li riceve. Milioni di dollari missionari
sono andati all’Africa attraverso le mani
di gente di chiesa, che morirebbe milioni
di volte piuttosto di concedere a un solo
africano il privilegio di partecipare al culto
nella loro congregazione, (.sermone sulla parabola del samaritano).
II cristianesimo ripudia il razzismo. Il
pregiudizio razziale è un clamoroso rifiuto
dell'unità che noi abbiamo in Cristo, perchè
nel Cristo non vi è giudeo nè gentile, schiavo nè libero, negro nè bianco... L’onestà ci
spinge ad ammettere che la Chiesa non è
stata fedele alla sua missione sociale nella
questione delia giustizia razz ale. In questo
campo è veruta meno al Cristo miseramente. Noi dobbiamo riconoscere il fatto vergognoso che la Chiesa è la più segregata
fra le maggiori istituzioni delia società americana e che l'ora più « segregata » della
settimana sono .le undici della domenica
mattina. Quanto spesso la Chesa è stata
un'eco, piu'i'-losto che una voce, un fanale di
coda dietro alla Suprema Corte e ad altre
istituzioni secolari, piuttosto che un fanale
di testa... (sermone su Amos 5: 24).
La segregazione è stata il pesante fardello
del negro e la vergogna deH'America. Ma.
come su scala mondiale, così, nella nostra
nazione, il vento della 'trasformazione ha
cominciato a soffiare. Oggi noi sappiamo
con certezza che la segregazione è morta : la
sola questione che rimane è quanto costerà
il funerale (sermone su Giuda 24 « Il nostro
Dio è capace »j.
La non violenza
Noi, in quanto negri, dobbiamo congiungere prudenza e semplicità... Individui di
mente pusilla, fra noi. credono che la sola
maniera per trattare con l'oppressione sia
quella di adattarvisi... E vi sono fra noi individui duri di cuore e amari, che vorrebbero comba'ltere gli oppositori con la violenza fisica e con l'odio corrosivo. La violenza apporta solo vittorie temporanee;
creando molti più problemi di quanti ne
risolve, essa non porta mai una pace permanente. Una Voce, echeggiando attraverso i corridoi del tempo, dice ad ogni intemperante Pietro; «Riponi la spada». La
siìoria è tutta risonante della rovina delle nazioni che non hanno seguito il comandamento del Cristo. Una terza via si apre alla nostra ricerca della libertà, cioè la resistenza non violenta, che unisce l’acutezza
di mente e la tenerezza di cuore... Noi dobbiamo lavorare con passione, incessantemente. per raggiungere una statura piena come
ciMadini. ma non sia mai detto, amici miei,
che per ottenerla noi usiamo i metodi inferiori della falsità, malizia, odio, violenza.
Non potrei concludere senza applicare il
significato del testo alla natura di Dio. La
grandezza del nostro Dio sta nel fatto che
egli è insieme acuto di mente e tenero di
cuore... ha due braccia distese; uno abbastanza forte da circondarci con la giustizia,
l’altro abbastanza soave da abbracciarci con
la grazia (sermone citato su Mt. 10; 16).
Una parola a quelli di voi che sono vitti
me c'el funesto sistema della segregazione.
Voi dovete continuare a lavorare appassionatamente e vigorosamente per i vostri diritti. sarebbe vile e insieme immorale accettare paz'entem.ente l’ingiustizia. Voi non
potete, in buona coscienza, vendere la vostra primogenitura di libertà per un piatto
di mi-e 'Ta segregata. Ma, continuando la
vostra protesta, siate sempre sicuri che i
mezzi che impiegate siano così puri come
il fine che perseguite. Siate sicuri di muovervi con dignità e disciplina, usando l’amore come arma principale. Non permettete
che nessuno vi trascini cosi in basso da
spingervi a odiarlo. Evitate sempre la violenza ; se spargete semi di violenza nella
vostra loKa, le generazioni future raccoglieranno la tempesta della disintegrazione soc'aie. Se lottate per la giustizia, fate che il
vostro oppressore sappia che voi non avete
nè il desiderio di sconfiggerlo nè quello di
rendergli la pariglia; fate che egli sappia
che la piaga suppurata della segregazione
debilita ii bianco non meno del negro. Con
un tale aKeggiamento voi manterrete la vostra battaglia ad alti livelli cristiani. L’onestà mi costringe ad ammettere che una tale
posizione esige la disposizione a soffrire e a
sacr'flcarsi. Non vi preoccupate della persecuzione. cristiani americani... ne parlo con
una certa autorità perchè la mia via fu un
continuo assaltò di persecuzioni... imprigionato a Filippi, battuto a Tessalonica. percosso ad Efeso, avvilito ad Atene. Uscii da
ciascuna di queste esperienze più convinto
che mai che « nè la morte nè la vita, nè
gii angeli nè i principati, nè le cose presenti
nè ie cose fu'ure potranno separarci dali'amore di Dio che è in Cristo Gesù ». 11
fine delia vita non è essere felici, nè conquistare il piacere e fuggire il dolore, ma fare
la volontà di Dio. avvenga che può. « Beati
voi. quando gii uomini vi ingiurieranno e
vi perseguiteranno e diranno, falsamente,
ogni sorta di male contro di voi, per causa
mia. Rallegratevi e siate immensamente lieti. perchè grande è la vostra ricompensa nei
c eii; cos'; infatti hanno perseguita'to i profeti che furono prima di voi ». (dalla « Lettera di Paolo ai cristiani d'America »).
L’Hmore dei nRoiici
Questo motivo è strettamente intrecciato
a quello precedente.
La na'tura non perdona... La società è ancora meno incline a perdonare... Questa è
l'invariabiie storia della vita mortale... Gesù affermò eloquentemente dalla croce una
leage più aita. Egli sapeva che l'antica legge' dell’occhio per occhio avrebbe reso tutti
ciechi e non cercò di vincere il male col
ma e; vinse il male col bene. Crocifisso dall'od o. rispose con un amore aggressivo
(dal sermone su Mt. 23; 34. «Amore in
alto »).
Non vi sarà soluzione permanente al
problema razziale finché gli oppressi non
sviluppino la capacità di amare i loro nemici... Ai nostri più accanici oppositori noi
die amo; « Faremo fronte alla vostra capacità di infliggere sofferenze con la nostra capacità di sopportare sofferenze; andremo incontro alla vostra forza fisica con la nostra forza d'animo. Noi non possiamo, in
buona coscienza, obbedire alle vostre leggi
ingiuste. Metteteci in prigione, e noi vi
ameremo ancora. Lanciate bombe sulle nostre case e minaccia'te i nostri figli, e noi vi
ameremo ancora. Mandate i vostri incappucciati sicari nelle nostre case, all'ora di
mezzanotte, batteteci e lasciateci mezzi
morti, e noi vi ameremo ancora. Ma siate
sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno, noi conquisteremo
la libeu.à; ma non solo per noi stessi. Faremo talmente appello al vostro cuore ed alla vostra coscienza che alla lunga conquisteremo voi, e la nostra vittoria sarà una duplice vittoria. L’amore è il potere più duraturo che vi sia al mondo, (dal sermonte su
Mt. .5; 43-45, «Amate i vostri nemici»),
Visioni
Vi è poi tutta una serie di spunti che non
sapremmo definire altrimenti che come « vi
sioni », visioni tese al futuro, che è al tempo stesso storia di ( oncrete conquiste e contemplazione del Regno. Queste « visioni »
sono frequenti nella sua predicazione ma
forse ancor più nei discorsi pubblici, e
classico è il « sogno » che trascinò al canto
i duecentocinquantamija pellegrini di fronte
al Lincoln Memorial di Washington, il
28 agosto 1963 (lo riportiamo in parte in
altro punto di queste pagine).
E' m.ezzanotte nell’ordine sociale... E'
mezzanotte nell’ordine psicologico... E’ mezzanotte nell’ordine morale... Mezzanotte è
un’ora di turbamerXo, in cui è difficile conservare la fede. La parola più animatrice
che la Chiesa può offrire è che nessuna
mezzanotte dura a lungo. Lo stanco viandante di mezzanotte che chiede pane è. in
realtà, in cerca dell’alba ; il nostro eterno
messaggio di speranza è che l'alba verrà. I
nostri progenitori schiavi se ne rendevano
conto. Essi non dimenticavano mai la realtà della mezzano'.'Sé, perchè vi era sempre
la cruda sferza del soprintendente e il ceppo
della vendita all'aèta, dove le famiglie erano lacerate, a ricordare loro la sua realtà.
Quando pensavano all’angosciosa tenebra
cella mezzanotte essi cantavano ; « Oh. nessuno conosce l'afflizione che io ho visto /
Gloria, Alleluia! / A volte io sono in alto,
a volte sono in basso. / Oh, sì. Signore. /
A volte io sono quasi a ierra. / Oh, sì. Signore. / Oh. nessuno conosce l’affliz'.one
che io ho visto. / Gloria, Alleluia! » Avvolti in una sconvolgente mezzanotte, ma
fiduciosi che il mattino sarebbe venuto,
cantavano ; « Sono cosi contento che la
pena non durerà sempre / O mio Signore,
o .mio Signore, che devo fare? ». La loro
fede assoluta neU'aiba era la punta della
speranza che conservava gli schiavi pieni di
fede in mezzo alle più aspre e tragiche circostanze. (dal sermone su Le. 11 ; 3-6 « Un
colpo alla porta nel mezzo della notte »;
questo, piedicato nel '63, doveva essere ripronunciato, con i debiti adattamenti, alla
Conferenza « Chiesa e Società », a Ginevra,
nel luglio 1966: all'ultimo momento, data
l'alta tensione a Chicago nella lotta per
l'integrazione nelle abitazioni, M. L. King
non potè venire in Europa, e la sua predicazione fu letta, mentre^ il pulpito restava simbolicamente vuoto, ma non muto).
Cominciò con un piccolo gruppo di uomini convinti che. ispirati dal loro Signore,
furono capaci di scuotere le fondamenta
dell’irnpero romano e di portare 1 Evangeio
in tut'i;o il mondo. Oggi Fimmenso regno
terreno del Cristo conta più di novecento
milioni di uomini e si estende a ogni paese
e ad ogni nazione. Oggi noi udiamo di nuovo la prom.essa della vittoria; «Gesù regnerà dovunque il sole / Si volge nei suoi
viaggi regolari; / Il suo regno si stende da
sponda a sponda / Finché la luna crescerà
per non scemare più». E un altro coro
gioiosam.ente risponde; «In Cristo non vi
è nè Est nè Ovest, / In Lui non vi è nè Sud
nè Nord. / Ma una grande comunione
d'amore / Attraverso Vin'lero orbe terrestre ». Gesù ha eternamente ragione. La storia è piena delle ossa imbiancate dei popoli che rifiutarono di ascoltarlo (dal .sermone citato su Mt. 5; 43-45).
QUALCHE LIBRO
M. L. King - La forza di amare. SEI. Torino 1968*, p. 27.5, L. 1.150.
Roberto Giam manco - Black Power ■ Il
potere negro. Late.rza. Bari 1968, p. 463,
L. 3.500.
Stokelt Carmichaei. ■ Charles V. Hamilton . Strategia del potere negro. Laterza. Bari 1968, p. 245, L. 1.000.
Malcolm X. - Autobiografia. Einaudi, Torino 1967.
Antonio M. Calderazzi - La rivoluzione ne.
gra negli Stati Uniti. DaU’Oglio, Milano
1968, p. 355, L. 1.200.
Philip Mason - Razza e razssmo. Bompiani. Milano 1963. p. 213, L. 1.000.
L'ultimo messaggio
Questo è I appello che Luther King aveva diffuso poco prima di essere
ucciso, e nel quale spiegava al pubblico americano gli obiettivi e il significato della « grande marcia di emancipazione attraverso l'America », da
lui organizzata per la prossima estate.
La politica del governo federale è di giocare alla roulette russa con le
sommosse pronta a rischiare un’altra estate di disastri. Nonostante due stapom consecutive eli violenze nulla è stato fatto per correggere minimamente
. hanno provocate. L’infinita miseria che ha scatenato rabbia e
ribelhone, e rimasta immutata. Io sono d’accordo con la President’s National
Advisoty Commission on Civil Disorders, che la nostra nazione si sta spaccando in due società ostili e che la principale barriera distruttiva è il razzismo
bianco. E arnvato il momento per un ritorno alla protesta non violenta di
mass^ Noi stiamo pianificando una serie di dimostrazioni per la primavera e
1 estate che avranno _inizio_ a 'Washington e si estenderanno in tutta l’America.
Vi parteciperanno bianchi e negri, in nome dei poveri di entrambe le razze.
Chiederemo al governo di adottare le misure raccomandate dalla sua stessa
commissiore, di evitare, come dice il rapporto Kerner, «la tragedia della continua polarizzatone della coinunità americana, e la completa distruzione dei
vaiori democratici fondamentali ».
Gli americani negri sono stati molto pazienti, e forse potranno continuare
ad esserlo, ma se date loro un minimo di speranza. Dopo decenni di crescente
prosperità nazionale la miseria negra è rimasta uguale.anzi è aumentata. Il
lavoro diminuisce e l’assistenza medica è irraggiungibile per milioni di poveri
delle due razze. Essi sono al corrente degli immensi progressi della scienza medica, trapianti, medicine miracolose, ma intanto i loro figli muoiono ancora
di banalissime malattie e soffrono di deficienza mentale per scarsità di proteine. In Mississipi i bambini muoiono letteralmente di fame, mentre i proprietari terrieri hanno « messo in banca » le loro terre e incassano milioni di
dollari all’anno per_ non coltivare cotone e grano. Nessuno dà un dollaro per
la vita e la sopravvivenza di centinaia di migliaia di contadini che non hanno
lavoro ne cibo.
L^America bianca si è permessa di essere indifferente ai pregiudizi razziali
e aU’ingiustizia sociale. Li ha considerati incidenti superficiali ma ora si accorge dell’orribile realtà che pesa su tutti noi. ’
Gli americani sono infettati dal virus del razzismo, questo è il pericolo.
Paradossalmente, sono anche contagiati da ideali democratici, e questa è la
speranza. Ma non hanno un millennio per cambiare le cose. Nè hanno la possibilità di continuare così. Porre fine alla povertà, estirpare i pregiudizi, liberare le coscienze tormentate, creare un domani di giustizia, onesta e libertà,
tutto ciò corrisponde all’ideale americano.
Compiamo, attraverso l’azione di massa, un ultimo tentativo per evitare
un disastro nazionale e creare un nuovo spirito di classe e di armonia razziale.
Possiamo scrivere un altro capitolo luminoso nella storia americana. In questa travagliata ora mentre tutto il mondo ci giudica, la nostra fede ci permette ancora di andare incontro al futuro con la coscienza pulita.
Aldilà doirodio
di James Baldwin
Non ho assolutamente alcuna ragione di supporre che i Bianchi siano più adatti di me a fissare le leggi secondo le quali devo essere governato. E’ del tutto inaccettabile
che io non abbia alcuna voce nella
direzione degli affari del mio paese,
perchè non sono un ultimo venuto
in Americ.a; sono uno dei primi
americani sbarcati sulle rive di questo continente.
Il passato del Negro, fatto di cappio, di fuoco, di tortura, di castrazione, d’infanticidio, di stupro, di
morte e di umiliazione; di paura la
notte, di paura il giorno, di paura
penetrata fino al midollo delle ossa;
di dubbio sul valore della sua vita,
che tutti intorno a lui consideravano
nulla; di pena per le mogli, i genitori, i figli, che avevano bisogno della sua protezione e che egli non poteva proteggere; di rabbia, di odio,
di delitto, di un odio per i Bianchi
così profondo che esso, sovente, si
ripercuoteva contro lui stesso e i
suoi, rendendo impossibile qualsiasi amore, qualsiasi fiducia, qualsiasi
gioia — questo passato, questa lotta
continua per ottenere, rivelare, confermare la sua identità, la sua autorità di uomo, questo passato contiene, malgrado tutto il suo orrore,
qualcosa di molto bello. Non voglio
fare del sentimentalismo sulla sofferenza, ma le persone che non soffrono non possono mai crescere nè scoprire quello che esse sono.
Se sopravvive a questo sforzo, e
anche se non vi sopravvive, l’uomo
che ogni giorno è costretto a strappare la sua identità e la sua dignità
di uomo all’incendio della crudeltà
umana che imperversa intorno a lui,
impara su se stesso e dalla vita qualcosa che nessuna scuola al mondo
—e soprattutto non la Chiesa — gli
insegnerà mai. Perchè l’ha egli stesso conquistata, la sua autorità è incrollabile. A forza di sopravvivere
a ciò che la vita può recarvi di peggio, si finisce per non aver più paura della vita. A questo punto, l’amarezza comincia ad acquistare un sapore gradevole e l’odio diventa un
fardello troppo pesante da portare.
Questa visione della vita che ho
appena tracciato in modo cosi sommario e imperfetto è stata 1 esperienza quotidiana dei Negri per generazioni ed aiuta a comprendere
come essi hanno potuto resistere e
come hanno potuto creare dei figli
capaci di camminare attraverso l’urlo ostile della folla per andare alla
scuola materna. Ci vuole una grande forza e una grande astuzia per
dare continuamente l’assalto alla
potente e indifferente fortezza della
supremazia bianca, come i Negri di
questo paese han fatto da così lungo tempo. Ci vuole una grande serenità per non odiare colui che vi
odia e vi tiene sotto il suo piede, e
ci vuole un miracolo di comprensione e di amore ancora più grande
per non insegnare a vostro figlio ad
odiarlo.
I fanciulli negri, ragazzi e ragazze, che oggi affrontano le folle ostili
dei Bianchi, sono i discendenti di
una stirpe di aristocratici non previsti — i soli veri aristocratici che
questo paese abbia prodotto.
Una voce dal ghetto
R,portiamo parte di un'intervista fa'.ta a
un influente negro di Harlem. fautore del
Potè;e Negro, proprietario di una importante libreria frequentata da tutti i leaders
del movimento negro. Essa esprime efficacemente lo scetticismo che l’azione di
M. L. King incontra fra i seguaci del Potere Negro.
Domanda. - Quai’è l’effetto psicologico che ha sugli abitanti del ghetto
una mossa come quella che M. L. King
ha deciso di fare a Chicago, e cioè di
prendere prima una posizione decisa e
poi, una volta che si è scatenata la
reazione dei bianchi, ritornare sui propri passi esortando i negri alla rassegnazione e alla pratica della non-violenza? Si può dire che gli abitanti del
ghetto lo disprezzano, lo criticano o
che ancora credono in lui?
Risposta. - Tra venti milioni di persone di trovano tutte le opinioni possibili. C’è chi vuole andare in paradiso
e chi invece preferisce andare all’inferno. Quelli che vogliono andare in paradiso stanno dalla parte di King, ma
la maggioranza non ha nessuna voglia
di andare con loro. Il paradiso lo vogliono qui, e non nell’aldilà.
II limite di Martin Luther King è
nel suo modo di affrontare psicologicamente i problemi e la sua è una filosofia che non funzionai Sembra eh;
tutto quello che fa sia rivolto a dimostrare che l’uomo bianco ha una coscienza. Ora può darsi che c’e l’abbia
per altre cose, ma quando si tratta di
liberare il popolo schiavo non ce l’ha
davvero.
Neanche i seguaci di King ci credono, ma cercano di assicurarsi se ciò è
possibile.
Come ha sempre detto Malcolm, non
c’è rivoluz one senza spargimento di
sangue, ccs. come non si può fare una
frittata senza rompere le uova.
megli U.S.A. il problema negro
(segue da pag. 3)
quemiJa colleges i negri erano presenti in
una percentuale sette volte inferiore al lasso
nazionale. In compenso negli arruolamenti
per la campagna vietnamita i negri sono oltre il 20%, cioè in misura doppia del tasso
nazionale.
Questi sono alcuni dei dati tratti, dalla
stampa internazionale, dal rapporto KernerLindsay che una commissione di studio ha
preparato su incarico del governo americano
e che è stata resa di pubblica ragione al
principio di marzo.
5
26 aprile 1968 — N. 16-17
pag. 8
Che cos’è il Potere negro
“Nessunn ha mai parlato di Potere Bianco perchè il potere in questo paese è bianco,, - “La
pantera nera, un animale bello e coraggioso cbe rappresenta la Forza e la dignità delle richieste negre di oggi,, - “/ negri non vogliono impadronirsi di questo paese e catturare i
bianchi, vogliono solo scrollarseli di dosso,, (Stokely Cnrmichaei)
tua
Non è possibile, nel quadro di questo sommario (e assai lacunoso) dossier sulla siono dei neari americani, dare un'informazione esauriente sul programma del « Potere
. che è'quello più radicale fra quanti vengono oggi proposti alla popolazione
' I ieali Stati Uniti. È però doveroso cercare almeno di darne un'idea, pubblicando i
i M'i' salienti di un documento redatto da Stokely Ciìrmichael e considerato come il Manifesto del Peftere Negro. Martin Luther King ha assunto, nei confronti del Potere.
Neuro. un atteggiamento moderatamente (anche se chiaramente) crhico. come risulta da
un suo articolo sull'argomento che qui in parte riproduciamo.
5. Carmicluiel, leader del S.N.C.C. (Comitato non-violento di coordinazione degli
studenti) e teorico del Potere Negro, è nato a Trinidad, nelle Indie Occideniali. nel 1941
Emigrato con i genitori (il padre è carpentiere) negli Stati Uniti nel 1952, ha vissuto a
New York fino al 1961. anno in cui entrò a far parte del S.N.C.C. Ha studiato filosofia
oKenendo ii Vlaster's Degree alla Howard University (un’università negra) di Washington
Fummo costretti a cominciare dalla
politica, perchè i negri americani rappro.sentano un popolo senza proprietà
m un paese dove la proprietà conta
più di OjUalsiasi altra cosa. Fummo costretti a lavorare per il potere, perchè
questo paese non funziona in base alla moralità, all’amore o alla non-violenza, ma al potere. Così, decidemmo
di conquistare un potere politico, con
l’idea di partire da quello per sviluppare un’attività capace di produrre degli effetti economici. Con il potere, le
masse possono prendere le decisioni, o
partecipare alle decisioni che governano i loro destini e in tal modo creare un cambiamento reale nella loro
vita di tutti i giorni. Il potere politico
ci apparve come la chiave dell’autodeterminazione.
Il loro 1 dei partiti locali negri che si
ispirano al Potere Negro] simbolo di
lista è la pantera nera; un animale
bello e coraggioso che rappresenta la
forza e la dignità delle richieste negre di o?a',. F' ha bisogno di una pantera lu’i.i , .u.'prio fianco quando,
come e ■'i'.' ~ . a centinaia di abitan
ti delj'A: i.c- 1 è costretti a subire
a causa oeu-! ,j.ropria attività politica,
lo sfratto, la lame e talvolta la morte,
ci può anche esser bisogno di un’arma.
Lo S.N.C.C. riafferma il diritto dei negri, in qualunque luogo, a difendere
se stessi, quando sono minacciati o attaccati, Quanto a dare l'avvio all’uso
della violenza, noi speriamo che un
programma come il nostro renderà la
violenza non necessaria, ma non spetta a noi dire alle comunità negre se
possono 0 non possono usare una forma particolare di azione per risolvere
i loro problemi. La responsabilità per
l’uso delia violenza da parte dei negri,
sia essa autodifesa o iniziativa personale. spetta sempre alla comunità
bianca.
t ...Da un punto di vista politico, il
'Potere Nep":i i...poresenta quello che
ha ° ’n*dto per lo SNCC :
un 1 1 < he nomina i suoi
ruppi ti che li costringe a oc
cuparsi Gl:] bisogni della loro gente. La
m.aggior parte degli uomini politici
negri che vediamo oggi in giro per il
paese non hanno nulla a che fare con
quello che lo SJSi.C.C. intende per potere negro. Il potere deve appartenere
ad una comunità ed emanare direttamente da essa.
NO AIJ,'ÌNTEGKAZìONE
L’integrazione, soprattutto, si rivolge al problema del nostro colore con
un linguaggio sprezzante. Come fine,
essa è basata sulla completa accettazione del fatto che per ottenere una
! precursori
sono coloro che hanno ini/.¡oln, fin dairinizio del secolo scorso,
hi lolla per i diritti civili della popolazione negra negli Stati Uniti:
Frederick Douglass (1817-1895),
schiavo fuggitivo dal Maryland rifugiatosi nel nord degli Stati Uniti, fondatore del giornale ’’The North Star”,
che fu uno dei primi a lottare per
l’abolizione della schiavitù.
Booker T. Washington (1856-1915),
nulo da padre bianco e da madre neura. (autore di una evoluzione lenta.
IO l occiqiato di non far nulla che potesse indisporre i bianchi, si adoperò
per la pi'omozione politica dei suoi
fratelli di razza per mezzo di una
ascesa .sociale progre.ssiva.
William E. Burghardt Da Bois
(1868-196,5). contemporaneo di Booker T. Washington, combattè le tesi
sostenute da questi. Rifiutando la sua
politica di compromesso, rivendicò
energicamente il riconoscimento dei
diritti civili dei negri. Quando fu
fondata l’Associazione per il progres•1 della gente di colore (NAACP) fu
l'unico negro membro del comitato
direttivo. Considerato « il padre del
panafricanismo ». DuBois si stabili
nel Ghana dopo la seconda guerra
mondiale e mori ad Accra.
Marcus A. Garvey (1885-1940)
considerò prive di senso sia le tesi
che i metodi d’azione di William E.
DuBois. Intorno al 1920 Garvey predicò il nazionalismo negro e il ritorno in Africa dei negri. Con questa
jiredicazione riuscì ad attirare diversi milioni di fedeli. Accusato di frode fiscale, fu imprigionato poi mandato in esilio a Londra, dove mori,
mentre il suo movimento si dissolse.
(Da Le Monde, del 6.4.’68)
casa o un’educazione decenti i negri
devono spostarsi in un quartiere bianco o mandare i figli in una scuola di
bianchi. Ciò rafforza, sia tra gli uni
che tra gli altri, l’idea che « bianco »
sia automaticamente migliore e « nero » per definizione inferiore. Ecco perchè l’integrazione è un sotterfugio per
la conservazione della supremazia
bianca. Essa fa si, che il paese concentri l’attenzione su un pugno di bambini del Sud che vengono ammessi alle
scuole bianche, a caro prezzo, e di
ignorare il 94% che rimangono indietro nelle scuole negre, senza nessun miglioramento. Tale situazione non cambierà, in questo caso, finché i negri
non avranno potere — per controllare
i loro consigli scolastici. Solo cos'i essi
diventeranno uguali in una maniera
che significherà qualcosa e l’integrazione cesserà d’essere una strada a
senso unico.
L’IMPORTANZA DEL COLORE
L’America bianca non vuole guaría sua realtà. I benintenzionati dicono : « Siamo tutti esseri umani, siamo
tutti rispettabili, in fondo, dobbiamo
dimenticare la faccenda del colore ».
Ma il colore non può essere « dimenticato » finché ha un peso e un’importanza con cui bisogna fare i conti.
L'America bianca non vuole ammettere che la visione che il paese ha di se
stesso è contraddetta dalla presenza
dei negri — e lo è sempre stata. Mentre molti di coloro che fondarono questa nazione vennero in cerca di libertà
o di fortuna, i negri vi furono portati
per essere schiavi. Quando la Freedom
Organisation della Contea di Lowndes
scelse il simbolo della pantera nera,
esso fu battezzato dalla stampa « il
, Partito della Pantera Nera » — ma il
Partito Democratico delTAlabama, il
cui simbolo è un gallo, non è mai stato chiamato il Partito del Gallo Bianco. Nessuno ha mai parlato di Potere
Bianco, perchè il potere in questo paese è bianco.
Fin dalla nascita i negri sono costretti a stare a sentire una sfilza di
menzogne sul loro conto. Ci dicono
che siamo pigri — eppure quando attraverso il delta del Mississipi vedo i
negri'Che raccolgono il cotone sotto il
sole cocente per 14 ore. Ci dicono : « Se
lavorate forte, riuscirete a sfondare »,
ma se questo fosse vero, il nostro popolo sarebbe il proprietario del paese.
Ci maltrattano perchè siamo neri;
non perchè siamo ignoranti, non perchè .siamo pigri, non perchè siamo stupidi (e abbiamo il senso del ritmo),
ma perchè siamo neri,
dare in faccia il problema del colore,
CHE COSA VOivLIAMO
Per la maggio' parte dei bianchi Potere Negro vuol dire che i Mau Mau
si preparano a - rompere di notte nei
loro quartieri n .ùdenziali. I Mau Màu
arrivano e i bia: 'hi li devono fermare.
Sono apparsi ; icoli su congiure per
« catturare i bianchi », che creano
un'atmo:fera di emergenza: « La legge
e l’ordine devono essere mantenuti ».
Una volta di più la responsabilità viene spostata dall’ oppressore all’ oppresso.
I negri non vogliono « impadronirsi » di questo paese. Non vogliono « catturare i bianchi », vogliono solo scrollarseli di dosso, come si usa dire. L’uomo bianco non significa null’altro per
il negro che una forza d’oppressione. I
negri vogliono mettersi al suo posto.
si, ma non allo scopo di terrorizzarlo,
di linciarlo e di affamarlo. Desiderano
trovarsi al suo posto perchè è li. che si
può vivere una vita decente.
Un lavoro vitale aspetta di essere
compiuto tra i bianchi poveri. Noi speriamo di assistere, un giorno, ad una
coalizione tra la classe povera negra
e quella bianca. Questa è Tunica coalizione che ci appaia accettabile e la consideriamo il maggiore strumento di
rinnovamento interno della società
americana.
La società che cercheremo di costruire tra i negri non è capitalista. È una
società nella quale lo spirito comunitario e l’amore per i valori umani prevarranno. La parola amore è sospetta:
le aspettative negre al riguardo sono
state troppo spesso tradite. Ma quelle
aspettative dipendevano dalla comunità bianca, che ci ha ingannato. L’amore che adesso incoraggiamo è dentro la
comunità negra. Tunica in America
dove gli uomini si chiamano l’un l’altro « fratello » quando si incontrano.
Possiamo costruire una società basata
sull’amore sojo dove avremo il potere
e la capacità'per farlo : tra i negri.
Martin l. liintf sul Potere nedro
Due domande a Ma colm X
I O », avendone posto le
:e è stato privato non
estituirgliela ridandogli
-oatria di tutti i negri,
dal piano nazionale a
la « integrazione » che
Malcolm X può essere considerato il padre del « Potere N.
premesse ideologiche. Secondo Malcolm X il negro dell’Occ
solo di potere ma di personalità e la prima cosa da fare è '
coscienza di sè e stabilendo stretti legami con FAfrica, mac
Egli volle inoltre trasferire il problema negro negli Stati Un
quello internazionale (con conseguente rifiuto del programma .
sarebbe sempre —■ secondo Ma’colm — una integrazione nelle struttura del « Potere
Bianco »), in modo che di esso s; occupasse TO.N.U. insieme a .tuffi gli altri movimenti
che si oppongono al razzismo e ai colonialismo in tutte le parti/dèl mondo. Malcolm X
fondò due organizzazione; la Mas :n Masque Ine. (fortemente caratterizzata in senso religioso mussulmano, di tendenza conservatrice) e la Organizzazione ner l'Unità afro-americana (O.A.A.U. ; senza nessuna impronta religiosa, di tendenza radicale). Malcolm era
mussulmano. Egli insistè molto sulla fratellanza tra tutti i negri, anche quando si manifestarono tra loro tendenze diverse.
Domanda,, - Fratello Malcolm, chi è
il negro? Come lo definiresti?
Malcolm. - In Occidente il negro non
è più tale, non per la sua volontà ma
perchè è stato privato della sua identità di negro. È stato privato della
lingua, del nome, della sua cultura e
della sua storia e nello stesso modo in
cui quando seccano le radici l’albero
muore, un popolo privato della sua
storia, delle sue radici storiche è un
popolo morto. Quando in Occidente il
negro fu privato della sua lingua, venne costretto a parlare una lingua straniera che parla anche oggi, mentre
ignora la lingua che parlava il suo popolo prima di esser portato nell’emisfero occidentale.
Gli è stato tolto il nome ed ora è
chiamato con un nome che non ha
nulla a che vedere con la sua storia
passata. È stato privato della sua cultura ed è per questo che la condizione
del negro nell’emisfero occidentale è
stata quella di un morto.
Questa cosa morta è stata anche disumanizzata perchè i padroni di schiavi, i negrieri, ci derubarono di tutto
quello che avrebbe potuto servire a diimostrare che anche noi facevamo parte della famiglia umana, della famiglia negra. Questa è la condizione della nostra gente nell’emisfero occidentale, oggi.
Domanda. - Fratello Malcolm, qual’è
il futuro del negro?
Malcolm. - Fino ad ora, nell’emisfero
occidentale, il negro è stato un uomo
senza patria, senza bandiera, perchè
è stato un uomo senza radici, e non
ha avuto radici perchè si è rifiutato di
voltarsi indietro e guardare alla sua
patria. Oggi per la prima volta, i negri dell’emisfero occidentale cominciano a guardare verso la loro terra d’origine, alla terra madre dell’Africa e da
queste radici traggono una grande forza spirituale. Infatti, vediamo che il
continente africano, la nostra madre
ptria, sta risorgendo e questo dà a tutti noi negri dell’emisfero occidentale
forza e speranza per il futuro. Per la
prima volta non è soltanto il negro del
continente africano che combatte per
il suo posto al sole, ma questa battaglia è condivisa con lo stesso spirito
da tutti i negri delTomisfero occidentale che si battono per gli stessi obiettivi. La lotta non cesserà finché non
saranno raggiunti.
In un articolo intitolato Non basta condannare il Potere Negro, apparso (a pagamento) sul « New York Times » del 26 luglio 1966, e qui in parte riprodotto, M. L.
King esprimeva Sul Potere Negro i seguenti
pensieri :
Lo slogan [« Poter« Negro »] ha rappresentato fin dalTinizio una scel^
poco felice. Con le connotazioni violente che si sono poi sovrapposte alle
sue parole, è divenuto pericoloso e ingiurioso. Io ho già messo in chiaro che,
per quanto concerne la S.C.L.S. e me
stesso, l’adesione ai principi della nonviolenza e dell’unità tra bianchi e negri rappresenta un imperativo. La supremazia o la violenza aggressiva dei
negri sono altrettanto intrise di male
quanto lo sono la supremazia o la violenza dei bianchi.
Tuttavia non è sufficiente condannare un nuovo concetto o rallegrarsi
perchè Tampiezza del suo appello è limitata. Il nuovo stato d’animo è nato
da una frustrazione rabbiosa che non
riguarda solo quei pochi che ne fanno
uso per giustificare la violenza. Milioni di negri sono frustrati e in collera perchè le promesse stravaganti fatte meno di un anno fa sono adesso oggetto di derisione.
- Nei ghetti del Nord, la disoccupazione e la discriminazione negli alloggi
e nelle scuole degli slums si sono erette intorno ai negri come una gigantesca camera di tortura per schernire
quelli tra loro che continuano a nutrire qualche speranza. La incoerenza,
la riluttanza, la pusillanimità degli
uomini al potere comunicano al negro
disperato l’impressione che una soluzione reale sia fontana, irraggiungibile.' Molti negri hanno abbandonato
la loro fiducia nella maggioranza bianca, avendo constatato che il « potere
bianco », con il suo controllo totale, li
ha lasciati a mani vuote.
Per quanto mi riguarda, non posso
mettere in dubbio l’esistenza di questi
fatti brutali nella vita dei negri. Ma
dissento dalla soluzione che gli estremisti hanno scelto. La S.C.L.C. fu la
prima organizzazione negra ad offrire
il metodo dell’azione di massa diretta
e non-violenta quale efficace alternativa alla violenza. Le dimostrazioni, i
boicottaggi, la disubbidienza civile e le
azioni politiche in collaborazione con
i bianchi da noi compiute, hanno ottenuto vittorie significative. A nostro
giudizio, questo rimane il metodo che
può portarci al successo.
La S.C.L.C. ha offerto una lezione
costruttiva con le sue recenti iniziative. Noi abbiamo avuto l’audacia di
marciare attraverso il Mississipi per
dare disciplinata espressione alla nostra bruciante indignazione. In contrapposizione alle grida inneggianti al
Potere Negro, abbiamo chiamato a raccolta 60.000 negri dagli slums soffocanti di Chicago p^ radunarli in una
protesta non violenta, ed essi hanno
risposto magnificamente. La responsabilità si sposta adesso sulle spalle delle
autorità municipali, statali e federali,
e di tutti gli uomini che occupano posti
di comando. Se essi continuano ad
usare la nostra non-violenza come un
comodo cuscino su cui riposare tranquillamente, il furore di coloro che soffrono per un numero incalcolabile di
soprusi esploderà.
I negri proseguiranno lungo il sentiero della non-violenza e dell’amicizia interrazziale se l’America bianca
verrà loro incontro, con l’onesta decisione di liberare la società dalle sue
forme di ineguaglianza e di inumanità.
I negri devono ottenere una porzione
di potere, affinchè possano agire nei
propri interessi, come forza sociale
indipendente, affinchè possano sviluppare il senso della responsabilità imparando il giusto uso del potere. La
maggioranza dei negri desidera spartire il potere per costruire una comunità nella quale nè il potere, nè la dignità avranno un colore, bianco o
nero.
Chi lotta in America per i diritti civili
Queste sono le maggiori organizzazioni che negli Stati
Uniti lottano per il conseguimento dei diritti civili dei
negri ;
L’Associazione nazionale per il progresso della
gente di colore (N.A.A.C.P. = The I^tional
Association for thè Advancement of Colored
People). E la più antica organizzazione di questo genere ; fu fondata nel 1909 da un gruppo
di bianchi liberali. È birazziale, cioè vi lavorano sia negri
che bianchi. Il suo obiettivo è Tiiitegràzione dei negri
americani in tutti i settori della vita americana. Segue
una linea moderata, anzi è il più moderato dei rno'vimenti
per i diritti civili. La sua azione si svolge soprattutto nei
campo giudiziario e legislativo. Di
Ghetti di protesta e di manifestazioni pubbliche. Il direttore esecutivo è Roy Wilkins.
(D
La Lega nazionale urbana (National Urban
League). è un’organizzazione di servizio sociale, birazziale, appoggiata da fondazioni, industrie, sindacati, gruppi sociali, organismi negri
affini, dal Dipartimento del Lavoro del governo
degli Stati Uniti e da altri enti governativi e privati. La
sua politica è di inserire i negri nella
della vita americana, attraverso una varietà di programmi di addestramento al lavoro e di piani di assistenza,
educazione, sistemazione residenziale. Anche questa organizzazione è di tipo moderato. Il direttore esecutivo è
Whitney M. Young.
Il Congresso per l’uguaglianza razziale (CORE
= Congress for Racial Equality). Fondato nel
1943, è l’organizzazione negra più numerosa e
organizzativamente compatta. Opera quasi
esclusivamente nei ghetti del Nord e conduce
la sua lotta attraverso l’organizzazione comunitaria. Tiene schedari aggiornati riguardanti la discriminazione residenziale, scolastica, lavorativa. Interviene per organizzare i negri alla protesta attiva, attraverso marce, dimostrazioni, boicottaggi, ecc. Dopo aver aderito al programma del « Potere Negro » è stato escluso dal programma di
finanziamento delle fondazioni.. Il
— — nn'R.v. Hi nreanizzare i negri del ghetto come unita
------ politica.’ L’obiettivo finale non è l’interruzione, m quanto
— come sostiene il direttore del C.O.R.E., Floyd B.
Il materiale ehe pubblichiamo in McKissick - «l’integrazione è un
queste pagine, relativamente al Po- 10% della popolazione negra degli Stati U^^^
tere negro, è stato tratto dalTaccu- per l’integrazione inirava soit^to a ^^^ie^negrl » ìnte
rata antologia raccolta da Roberto media negra, ma non ha toccato ^ ^
Giammanco, «Black Power», pub- grazione significa in sostanza 'nqu^rarnento n^ sistema
bucata dall’editore Laterza. capitalistico, mentre lo scopo ultimo del C.O.R.E. è di
« introdurre dei mutamenti fondamentali nel sistema capitalistico » americano.
L’Unione dei leader cristiani del Sud (S.C.L.C.
= Southern Christian Leadership Conference).
È, questo, il movimento di Martin Luther King,
di flessibile organizzazione, con base ad Atlanta (Georgia). Fu originariamente creato per
l’azione nel Sud, ma è ora attivo anche nel Nord attraverso una campagna condotta a Chicago. La base dell’organizzazione è costituita da membri della Chiesa battista
del Sud. L’obiettivo che si prefigge di raggiungere è Tintegrazione e la piena uguaglianza. Come metodo di lotta
fa uso di dimostrazioni di massa, di marce, di boicottaggi pacifici, sempre attuando il metodo non-violento. Negli ultimi tempi l’azione del movimento non si limitava
strettamente alla questione razziale ma trattava quest’ultima in rapporto ad altre questioni sociali e politiche.
Così, ad esempio M. L. King aveva preso apertamente
posizione contro l’intervento americano nel 'Vietnam e
per questo fu criticato, fra gli altri, dai dirigenti della
Associazione nazionale per il progresso della gente di
colore (N.A.A.C.P.).
Il Comitato non-violento di coordinazione degli
studenti (SNCC = Student Non-violent Coordinating Committee). È l’organizzazione di punta
del movimento dei diritti civili. Come il CORE
rifiuta il programma dell’integrazione e sostiene quello del « Potere Negro ». Il presidente del S.N.C.C.
è Stokely Carmichael, che si ispira in gran parte all’opera e al pensiero di Malcolm X (assassinato da un dissidente del suo movimento, il 21 febbraio 1965). Obiettivo
del S.N.C.C. è di costituire una forza negra autonoma, capace di assicurarsi un potere di contestazione sia alla società bianca sia alla'classe media negra. Ciò vieiie attuato mediante l’organizzazione capillare di piccoli partiti
negri, al livello di ristrette circoscrizioni elettorali e nelle
zone densamente popolate da negri, e mediante l’attiva-,
zione dei legami di fraternità interna nei ghetti e nelle
comunità negre. Il sistema di vita americano viene contestato non più soltanto sul piano della contraddizione
morale rappresentata dal razzismo e dal segregazionismo,
ma sul piano della struttura economica capitalistica. Come metodo di lotta, lo S.N.C.C. aveva adottato, alTinlzio,
il metodo non-violento e lo applicò in varie occasioni.
Ultimamente si è venuto distanziando da questo metodo
che sempre più viene considerato come una « camicia di
forza ».
« * «
N. B. Da un calcolo effettuato recentemente risulterebbe che solo un sedicesimo delTlVo dei bianchi appoggia
attivamente una organizzazione dei diritti civili.
6
pag. 6
N. 16-17 — 26 aprile 1968
Soffi d'aria fresca
Le attività che si svolgono in margine al lavoro scolastico
del Collegio Valdese aprono fresche '^^ijpspettive culturali
Nel corso di quest’anno la presenza culturale del Collegio Valdese nell’ambito della
locale collettività si è resa evidente con l’apporto determinante dato ad alcune fra le più
importanti manifestazioni del Centro culturale <c Sergio Toia », presso il Circolo Operaio di via Roma.
Un affiatato gruppo di insegnanti, studenti ed ex-studenti del nostro isiituto si è infatti preparato con serio impegno per offrire
alla nostra popolazione una visione sia pure
parziale, ma nondimeno efficace e soprattutto lucida, sul difficile ma appassionante tema
« La tragedia greca »; l’aspetto più notevole
di questa presentazione fu l’accostamento dei
valori morali e psicologici espressi dalla tragedia di alcune eroine del dramma greco, a
quelli messi in risalto dal drammaturgo con.
temporaneo francese Anouilh, che con nuova
e più moderna sensibilità riprende gli stessi
argomenti già trattati da Sofocle ed Euripide. La parte informativa sul dramma greco,
la sua organizzazione e il suo inquadramento nella civiltà classica, nonché l’accostamento estetico-psicologico ai drammi di
Anouilh furono curati dal Prof. Corsani, insegnante di latino e greco presso il Liceo
Valdese; eseguirono letture di varie scene
salienti, tratte dai drammi antichi e moderni, vari professori ed alunni, in un simpatico spirito di collaborazione, scelti e diretti
dalla Prof. Elena Ravazzini e dal Prof. Alberto Gabella, già studente e insegnante del
Collegio, il quale presentò in una breve sintesi le indicazioni e le risposte date da
Anouilh in merito a certi aspetti della moderna problematica sociale. Questa serata,
svoltasi nel mese di dicembre, suscitò vivo
entusiasmo nel pubblico, pur assai vario come livello culturale, tanto da indurre il Seggio del Centro S. Toia a chiedere ancora la
collaborazione del gruppo del Collegio per
la commemorazione di Pirandello, nel centenario deUa naseita. L’oratore, il Prof. Marziano Guglielminetti deU’Università di Torino, autore di studi pirandelliani, entrò in
contatto con il nostro gruppo fin dal dicembre 1967. Alla fine di marzo, un pubblico
ancor più numeroso ascoltò l’interessante e
dotta conferenza su a La orisi spirituale di
Pirandello », intramezzata da letture di scene tratte da « Lazzaro » e « I giganti deUa
montagna », le ultime opere del Maestro, delle quali era stato piuttosto difficile sinora
cogliere il senso profondo.
11 pubblico apprezzò fortemente il rigore
logico e la precisione con cui l’oratore svolse il non lieve argomento evitando quasi
sempre un frasario che non fosse alla portata
di tutti; i « lettori » opportunamente si pre
sentarono, pur senza azione mimica, con
adatti travestimenti, si da rendere più evidente Tambientazione di queste opere quasi
surrealiste, colpendo l’immaginazione.
Concludendo notiamo quanto siano utili
queste attività in Torre Pellice, cioè in un
centro che è bene continui come per U passato ad essere su un livello culturale superiore a quello di comuni di pari consistenza
economica e popolazione. E’ poi sommamente indicativo notare l’affiatamento esistente
fra professori ed alunni di un istituto medio, coi tempi che corrono; la cosa ha un
che di paradigmatico che sarebbe stolto sottovalutare. Infine rileviamo l’importanza del
lavoro in comune fra discenti e docenti, in
particolare nel campo drammatico, per l’affinamento delle sensibilità, per l’acquisizione
di un metodo di lavoro rigoroso, in cui si
veda concretamente l’esempio che parte dal
professore, per abituarsi, da ambo le parti,
a meglio cogliere il nesso fra l’insegnamen-.
to teorico e scolastico e la realtà della vita.
Festa di canto
a Prali
La festa di canto delle Corali
e Scuole domenicali dell’alta Valle Germanasca avrà luogo domenica28 aprile alle ore 15 nel Tempio_ di Prali. I membri delle Corali e gli alunni delle S.D. sono
convocati per la prova d’insieme
alle ore 14.
Feste di cento delle Fiireli
Le teste di Canto delle Corali avranno
luo,go alle date e nelle località seguenti:
Domenica 5 maggio, ore 15: Festa di Canto per le Corali della Val Pellice nel tempio
di Angrogna-Capoluogo.
Domenica 12 maggio, ore 15 : Festa di
Canto per le Corali della Val Chisone nel
tempio di San Secondo,
Le prove d’insieme avranno luogo alle ore
14,15 nei locali che saranno indicati.
Il pubblico è cordialmente invitato.
La Commissione del Canto Sacro
miiimiiiiiiimiiiinitllDiii
uimiiiiiiiumiimlimiMiiiii
A BORDIGHERA
L’uomo
e domani
oggi
Una «tavola rotonda» con l’inteiventu di G ungió Bouchard
A Bordighera ha avuto luogo un’altra
« tavola rotonda » a cui gli evangelici hanno attivamente partecipato. Per l’occasione è
venuto da Milano il Pastore Giorgio Bouchard, al quale esprimiamo il nostro più vivo ringraziamento. Tema della discussione:
« L’uomo oggi e domani ». Ha diretto il Vice Sindaco, Dr. Giorgio Laura, e hanno presentato delle relazioni, oltre al Pastore Bouchard, il Prof. Balletto del seminario di Albenga, e il crìtico d’arte Biamonti.
II tono della discussione si è svolto su un
piano culturale piuttosto elevato, e davanti
all’attenzione di molti non particolarmente
approfonditi, sono sfilati i nomi di illustri
filosofi e sociologi. Con particolare compiacimento i numerosi evangelici presentì hanno
seguito il Pastore Bouchard, che con grande
competenza ha sempre risposto alle varie
contestazioni che gli venivano presentate,
rendendo testimonianza all’Evangelo.
La vasta sala non era gremita, tuttavia riteniamo che i presentì fossero circa 250,
molti dei quali erano ancora presenti dopo
tre ore di dibattiti, qualche volta assai vivaci.
E’ questa la quarta volta che i Valdesi sono presenti in « tavole rotonde » a Bordighera. La popolazione non vuole entrare nel
nostro tempio, ma se noi andiamo verso di
lei, se ci muoviamo fuori delle nostre mura,
molti sono disposti ad a^^ltarci. L’affluenza
del pubblico è chiara dimostrazione che i
problemi della fede sono presenti, e interessano ancora il pubblico.
SAMPIEKDABEN^
himiiiiinimimiimiimmimiiiimimi
IN VAL PELLICE
Corsi di a^iornameuto e preparazione teolo|iea
I Concistori delle Comunità di Angrogna, San Giovanni e Torre Pellice,
in occasione di un loro incontro, esaminando la possibilità di una maggior
integrazione dell’opera delle singole
Chiese e quindi di una più intensa reciproca collaborazione, hanno sottolineato la necessità di valorizzare maggiormente i doni che lo Spirito ha dato a molti fratelli, affinchè questi doni
possano essere messi con più efficacia
al servizio dell’opera del Signore.
A questo fine si è proposto la costituzione di brevi corsi di preparazione
e aggiornamento teologico. Questi
corsi sono aperti :
1) ai predicatori laici già in servizio nella Chiesa, che sentono il bisogno di una miglior preparazione di
base;
2) a coloro che si sentono chiamati o comunque desiderino entrare nel
gruppo dei predicatori laici;
3) a tutti coloro che, pur non desiderando esercitare questo ministero
vogliono nondimeno aggiornare e arricchire le loro conoscenze teologiche.
sia per un più efficace servizio nella
Chiesa (come monitori, catechisti, insegnanti di religione, responsabili giovanili, ecc.) sia per un particolare interesse personale.
Invitiamo tutti gU interessati a troversi per una seduta preliminare: venerdì, 26 aprile alle ore 20,30 nella sala
a pian terreno del presbiterio di Luserna San Giovanni. L’o.d.g. di questa
riunione sarà:
a) la durata dei corsi, le ore e i
giorni in cui potranno aver luogo secondo le disponibilità di tempo di ciascuno.
b) i programmi stessi. I Pastori
che si occuperanno di questo lavoro
presenteranno alcune proposte concrete che saranno vagliate, eventualmente modificate e approvate.
Ci auguriamo vivamente che questa
iniziativa possa ottenere l’adesione del
maggior numero possibile di fratelli
per i quali l’impegno nella vita della
Chiesa ha un significato vero e desiderano precisarlo con una preparazione più approfondita.
La celebrazione della Festa Valdese del 17
Febbraio è stata anche quest’anno per la
Comunità occasione di riconsacrazione. Domenica 18 Febbraio i fratelli si sono ritrovati numerosi al Colio con S. Cena. La sera
si sono riuniti per TAg^ nel Stdone sociale
dove hanno iratemizàtiOt durante la ben riuscita serata preparata dalle sorelle deU’Unione Femminile.
Il 1® Marzo si è svolta la Giornata Mondiale di Preghiera delle donne. Quest’anno
le sorelle delie Chiese Evangeliche di Genova si sono raccolte nel nostro Tempio. A
questo Culto interdenominazionale le partecipanti sono state molto numerose.
L’ordine del Culto si è svolto secondo la
liturgia preparata dal Comitato Mondiale.
Signore Battiste, Valdesi e Metodiste hanno condotto il culto nella parte liturgica, la
assemblea hà pregato con raccoglimento e
fervore. Il tema mondiale di preghiera « Portate i pesi gli uni degli altri » è stato meditato dal Pastore A. Scorsonelli, il quale dopo aver parlato sul testo biblico indicato, ha
ministrato la S. Cena a tutte le intervenute,
assistito dalle signore S. Corsani e R. Marauda.
Domenica 17 Marzo il Pastore ha ministrato il Battesimo alla piccola Ilaria Quartino. La Comunità gioisce assieme ai suoi
genitori ed ai fratsUini. Il Signore benedica
questa bambina e la sua famiglia. E. R.
Offerte prò Missioni
Fiori in memoria della Missionaria Lily
Co'sson: Goffreda Nisbet (Ginevra) L. 5.000;
Sig, e Sig.ra Armand-Bosc 1.000; Sig.ra Ida
Albarin 500: Sig.ra Lina Tamietti 5.000.
Totale 11.500 — Liste precedenti 168.600 —
Totale generale L. 179.600.
Al Circolo ffS. Toja» a Torre Pellice
Dibattito su Martin L. King
Dopo essere stato vittima di un ripugnante attentato. M. L. King è stato vittima di
commemorazioni, ipocrite, che son già riuscite a travisarne completamente l'opera e
la figu:a facendone un campione del moderat.smo, un santo protettore a cui d'ora
innanzi si appelleranno tutti coloro che son
pronti a volere il benessere universale, purché non si tocchi il loro sistema di vita.
Il Circolo Sergio Toja ha avuto il grande
merito di evitare questo tipo di commemorazione, e di invitare a parlare di M. L.
King due oratori che vivono intensamente
la crisi della nostra epoca e le sue drammatiche contraddizioni.
Alberto Gabella e Paolo Ricca hanno tolto
M. L. King dal catafalco di melense recriminaz'oni e riconoscimenti scontati, e hanno presentato con efficacia i termini in cui
si pone il problema negro negli U.S.A., mettendo in piena luce la portata e i limiti della azione di King.
Cabella mostra come yi sia stata un’evoluzione nel pensiero politico del predicatore
negro. L'ultimo King non è più così fiducioso nella potenza delle leggi e nella coscienza dei liberali bianchi. Dopo dieci anni di
lotta non violenta, la gravità del problema
negro permane: l’iscrizione dei negri nelle
liste elettorali incontra incredibili ostacoli,
continua la segregazione nei quartieri e nelle scuole, la disoccupazione aumenta, mentre
i negri continuano a essere tagliati fuori
dai settori industriali più avanzati. E tutto
questo, mentre la guerra nel Vietnam infierisce sempre di più contro un popolo povero,
consumando fondi colossali che dovrebbero
essere impiegati a favore dei negri.
In questa situazione si spiega come negli ultimi anni King non fosse molto lontano dalle posizioni del Potere Negro, da cui
tuttavia lo divideva la fiducia nel metodo
non-violento.
Per Ricca il nostro interesse per King deriva dal fatto che egli è stato in maniera
esemiplare un cristiano che fa politica; una
ammirazione per King che prescinda da
questo fatto è assolutamente infedele alla sua
opera, come pure una presentazione ohe tenda a fame un tipico esponente della Chiesa :
Martin Luther King si rivolge alla Chiesa
in termini estremamente critici, ed è chiaro
che la sua testimonianza ci mette in crisi, in
quanto ci fa capire di essere ben lontani dal.
la Chiesa che King desiderava.
Proprio per questo, afferma Alfredo Sonelli nella discussione, dovremmo chiederci
se Dio non abbia voluto togliere un profeta
come King a una Chiesa che non l’aveva saputo ascoltare: se l’assassinio di King non
sia in fondo un giudizio sulla Chiesa, e in
naiizitutlo sulla Chiesa dei bianchi, cioè
sulla nostra Chiesa, per la sua sordità, la
sua acquiescenza di fronte alle divisioni e
alle ingiustìzie.
La discussione è nutrita e intensa, come
Lnleusi sono stati gli interventi dei due oratori. Alcuni, pur riconoscendo la funzione
di M. L. King aH'inizio del movimento negro. son convinti che lo sbocco necessario di
questo movimento sia la lotta di classe; la
non-vìolenza non rischia di lasciare le cose
come stanno? Alla testimonianza di M. L.
King non è da preferirsi quella di Camillo
Torres, il prete colombiano morto durante
un’azione di guerriglia? Paolo Ricca risponde che TEvangelo non ìndica altra via se
non quella della croce; non si devono inseguire i risultati, ma tener fede ai mezzi, che
noir sono indifferenti per lo scopo che si
vuol raggiungere.
Tuttavia, replica Cabella, la non-violenza
rischia fortemente di diventare una posizione di comodo, quando se ne fa una regola
generale; dobbiamo renderci conto che noi
siamo dei violenti, che il nostro benessere è
pagato da coloro che sono continuamente impoveriti dal nostro sistema economico. Perciò la non-vìolenza deve passare attraverso il
rifiuto cosciente di questa complicità col sistema; non può quindi che essere una decisione personale, che costa e si paga di persona.
Ma la non-violenza di King era senza
dubbio di questo secondo tipo, e qui sta il
suo carattere di testimonianza, che ne fa un
punto di riferimento per la nostra predicazione e il nostro impegno politico.
b. r.
A PINEROLO
Cori e canzoni
delle Valli Valdesi
E il programma di un concerto organizzato da « Pinerolo Primavera 1968 », al quale parteciperanno con canti eseguiti sia singoli che collettivi le due corali valdesi di
S. Germano e di Torre Pellice. Completeranno il programma alcuni canti di un solista e di un piccolo gruppo, nonché dizione
di versi.
Il concerto avrà luogo a Pinerolo nel salone di Pinerolo Primavera (di fronte alla
stazione) il 25 aprile p. v. alle ore 21.
Cordiale invito a tutti. Biglietti e programmi alla porta.
iiimimiiiiimiiiMiiii
FRALI
Come già gli anni passati, Pasqua è cominciata a Frali la sera del giovedì santo.
Infatti il culto pasquale con Santa Cena per
i Fratelli e Sorelle impegnati nel lavoro turistico e stato celebrato in. questa occasione
concludendo il ciclo invernale dei culti del
giovedì.
La celebrazione di Pasqua a metà della
settimana santa non si è dimostrata anacronistica perchè permette di mettere in luce
l’unità di quanto è avvenuto in tutta la pas.
sione del Signore.
Venerdì Santo: giorno di confermazione
Marco Grill (Ghigo), Giovanna Rostan (Or
gere), Lilia Davite (Ghigo) hanno chiesto di
essere ammessi quali membri comunicanti
della Chiesa Valdese sulla base di una di
chiarazione di fede da essi elaborata comuni
lariamente negli ultimi mesi. La dichiara
zione di quest'anno, assolutamente cristocen
trica. ha posto fortemente l’accento sulla te
stimonianza del credente. La predicazione ha
posto raccento sulla necessità della scelta di
fede fra Cristo ed il mondo di fronte alla
tentazione del compromesso che si ripresenla quotidianamente sotto i più vari aspetti.
La domenica di Pasqua (a dire il vero
sembrava di più il giorno di Natale a causa
della fitta nevicata che durava da due giorni) il tempio è stato gremito oltre che dai
pralini, anche da Fratelli in fede di altre
Comunità, dai partecipanti ai campi di Agape oltre che da numerosi estranei.
Numerosi i partecipanti alla Santa Cena.
La Corale ha partecipato ai due culti dando un apprezzato contributo.
La colletta del Venerdì Santo è stata devoluta per il centro sociale nel Mississipi in
memoria di M. L. King e quella di Pasqua
per la solidarietà con le popolazioni dei due
Vietnam.
Il 3 Aprile i catecumeni di Ouchy Losanna, in (( retraite d ad Agape, hanno tenuto
nel temipo di Prali un culto da loro preparato ed al quale è stata invitata anche la
Comunità locale.
La Filodrammatica di Prarostino ha recitato il 17 Marzo con ottimo successo il
dramma « La barca senza pescatore ». La serata 'si è conclusa con un incontro fraterno
con un gruppo delLUnione Giovanile di
Prali.
Un vivo ringraziamento a Renato Maiocchi di Agape che ha presieduto il culto del
7 aprile.
Si è svolto il convegno di valle delle
Unioni Giovanili, sul problema studentioperai. Ottimo risultato: buona partecipazione e dibattiti vivaci fino ad ora avanzata.
PERRERO - MANIGLIA
Domenica 5 maggio alle ore 14,30
avrà luogo a Ferrerò l’annuale Bazar
di beneficenza. Tutti sono cordialmente invitati a parteciparvi.
A proposito
di redditi
Un lettore, da Bergamo:
Caro direttore,
mi riferiseo al commento alla lettera del Sig. Domenico Di Toro pubblicata sul n. 12 del 22 marzo e mi
dispiace di rilevare la faciloneria con
cui dalle cifre degli incrementi dei
salari e dei profitti in un quinquennio negli Stati Uniti si vogliono trarre delle conclusioni sulla evoluzione
della società americana.
Mi pare che, se si vuole esaminare
questo complesso problema per cercare di capirlo e non per trame delle
generalizzazioni di comodo, sia necessario disporre di una informazione
più ampia di quella che sembra possedere l’estensore della nota.
Per esempio mi pare che sia utile
tenere presente almeno i seguenti due
punti :
1) La società americana non è
quella dell’epoca di Carlo Marx, come forse può essere sfuggito a chi
fonda la sua cultura politica-economica sul manuale dell’Agit-prop.
La proprietà delle azioni delle società è largamente distribuita e una
parte sempre crescente è in mano di
istituti assicurativi e previdenziali,
delle Unioni sindacali e di altre collettività. Per cui gli utili distribuiti
a questi settori non possono contribuire ad aumentare il divario tra le
classi sociali.
2) La forte progressività del prelievo fiscale è tale da appiattire drasticamente le punte più alte di reddito, per cui se si potesse effettuare una
indagine sull’influenza finale sui redditi personali avuta dall’incremento
dei salari e dall’incremento dei profitti, una volta che gli uni e gli altri
siano stati depurati dalla relativa incidenza fiscale, molto probabilmente
la situazione si presenterebbe radicalmente capovolta. Dico molto probabilmente, perchè le cifre citate nella nota in questione sono definite in maniera troppo indeterminata per servire non per propaganda politica, ma
per una critica più approfondita.
Sta il fatto che dal libro « La sfida
americana » di Jean-J. Servan Schrei.
ber, che in questo momento ho a portata di mano, rilevo le seguenti indicazioni circa la distribuzione dei red
Anni
— Famiglie con reddito inferiore a
3 mila dollari, rispettivamente...
— Famiglie con reddito fra 3 e 5
mila dollari rispettivamente...
— Famiglie con reddito fra 5 e 7
mila dollari rispettivamente...
— Famiglie con reddito fra 7 e 10
mila dollari rispettivamente...
— Famiglie con reddito superiore a
10 mila dollari rispettivamente...
che sembrano contraddire le affrettate conclusioni della nota.
Non intendo con ciò trarre a mia
volta delle conclusioni sulla superiorità di un sistema su di un altro, per
la qual cosa occorrono ben altri elementi di giudizio; del resto ritengo
che ognuno abbia il diritto di fare la
sua scelta purché la faccia « con animo puro, obbedendo al comando interiore », tanto per citare l’esecrato
Croce.
Quello che depreco è la constatazione che una spregiudicata e deterio
diti negli Stati Uniti per famiglia e
per anno negli anni 1950, 1960 e
1965:
1950
30%
30%
20%
.13%
7%
1960
20%
19%
22%
21%
18%
1965
17%
16%
18%
24%
25%
re tecnica da comizio diviene strumento abituale di una cerchia sempre più ampia di persone che si professano cristiane e pretendono di es.sere rappresentative del protestantesimo italiano.
Grato per l’ospitalità. La saluto
cordialmente.
Umberto Beltrami
Le sono grato per la Sua nota e riconosco che molto spesso i nostri giudizi hanno da essere più sfumati di
quel che sono, più comprensivi di
una realtà che va facendosi sempre
più complessa.
Tuttavia, se è vero che non siamo
più ai tempi di Marx, mi pare un
fatto inoppugnabile che nel nostro
tempo i trusts si fanno sempre più
massicci e colossali, stritolando gradatamente le piccole. aziende; ed è altrettanto inoppugnabile che di questi
trusts sono poi pochi, relativamente,
a tenere le leve in mano e a ottenere
i vantaggi maggiori: non intendo in
primo luogo vantaggi finanziari, ma
politici, poiché il denaro più che agio
e divertimento, é potere.
Vi è un parallelismo — non una
equazione, certo — fra la situazione
interna dei paesi capitalisti (crescente divario fra potenze economiche e
salariato; e guardi che, personalmente, penso anche ai paesi in cui v’è
capitalismo di Stato, cioè di Partito,
e dove al trust di tipo occidentale si
sostituisce il gruppo politico o burocratico di tipo orientale) e il crescente divario fra paesi sviluppati e paesi
’in fase di sviluppo’. Non un marxista, ma un economista protestante per
nulla marxista come André Biéler —
colui che ha lanciato in Svizzera e
oltre la famosa 'proposta Biéler’ di
aiuto al Terzo Mondo — è stato colai che più fortemente ha richiamato
i nostri popoli occidentali al rischio,
oltre che alla colpa, di questo crescente divario, per cui nella corsa allo sviluppo chi ha gambe più deboli,
pur procedendo, resta sempre più distanziato. Che questo si verifichi anche all’interno della società americana. malgrado la ’grande sfida’ all’Europa, mi pare dimostrato (e non da
quello soltanto) dalla cond'zione della maggior parte dei 22 milioni di
negri cittadini statunitensi di secondo grado: dietro la componente razziale vi sono pesanti fattori economici e sociali, come anche la stampa meno a sinistra riconosce.
La ringrazio per il Suo apporto e
per il Suo avvertimento. Non credo
però sia giusto accusare nessuno di
voler essere ’rappresentativo’ — nel
senso da Lei inteso — del protestantesimo italiano ( sarebbe oggettivamente quanto mai difficile, del resto!!!). Semplicemente, ci sono anche
loro.
Cordialmente
Gino Conte
7
26 aprile 1968 — N. 16-17
pag. 1
28 /\P8¡LE, DOMENICA DEI.I.A FACOLTÀ
UN’OPERA DI HELMUT GOrtWITZER EDÌTA DALLA CLAUDIANA
per
centro di studi
il protestantesimo
teologici Lo sfeccato
italiano della cafHva coscienza
Novità di quest’anno: un riuscito corso per laici - Ih ediziodel corso di aggiornamento pastornln -,,/lfo le nuove leve?
ne
\nche quest'anno la Facoltà viene a portare il suo saluto e le sue notizie agli amici,
ai sostenitori, a tutti i fratelli delle chiese
evangeliche che hanno a cuore la sua mis
sione' L'anno in corso è stato, come spesso
succede, pieno di cose liete e di cose preoccuparci, di motivi di umiliazione, di motivi
di riconoscenza. Per tutte queste cose dobbiamo essere pronti a rende're grazie a Dio
che ci chiama costantemente al ravvedimento. alla riconsacrazione, al servizio migliore,
e dobbiamo rendere lode al suo nome per
quanto ci consente di fare per la causa dell'Evangelo.
Dobbiamo dire che al principio dellanno
lo iscrizioni di studenti italiani sono state
superiori alle nostre previsioni ; tre si iscrivevano in primo anno, due dei quali non
avevano sino a quel momento manifestato
quell’intenzione; un altro passava dalla categoria degli esterni, a quella degli studenti
regolari; altri iniziavano un rapporto di studio con noi nella categoria « esterni ». Anche se di poi uno dei nuovi studenti chiedeva di allontanarsi per qualche mese di
meditazione personale, abbiamo visto in
queste iscrizioni un segno che il servizio
della nostra scuola, in questo campo, non è
ancora terminato. È stato invece più modesto del solito il numero degli studenti dall'estero. limitato alla Svizzera e alla Romania, Siamo perì) in possesso di interessanti
richieste per il prossimo anno, dalla Germania. il Madagascar, la Francia; questo
settore del nostro lavoro promette di tornare ai livelli degli anni scorsi.
Una no\
zione del
trat'i
zo d
che
rette (per
in parte pe
quest’anno è stata l’istitu50 biennale per laici » : si
■liamo fatto sapere per mezdella Chiesa, di un corso
parte mediante lezioni diritti di Roma e dintorni) e
■rispondenza (per quelli più
lont.ani). L ampiezza del corso è condizionata dalla disponibilità di tempo sia dei do-;
centi che degli iscritti. Un ciclo di lezioni
è stato dato finora dai proff. Subilia. Corsani
e Soggin. Concluderanno il programma di
quest’anno i proff. 'Vinay e Peyrot. Gli
iscritti sono 27, tutti forniti di un titolo di
studio di scuola media superiore, o laureati. Infatti il corso mira non a sostituire quelli che tutte le comunità usano (o dovrebbero) organizzare per i loro membri, anche
di più modesta preparazione, bensì a svolgere un lavoro a suo specifico livello, che
non potrebbe essere fatto facilmente in ogni
singola località per maneanza-di-strumenti
e sovente anche per mancanza di un numero sufficiemc di ¡senni.
si terrà il Terzo Cor■ori, secondo la formula degli anri:: una Ss“,t'iiniana di lavoro con
iiie.sison, secondo il programma
nel Rapporto al Sinodo. Le iscripaston valdesi sono già numerose:
si attendono quelle delle chiese sorelle. Il
corso avra inizio il z maggio.
Lo svolgimento dell' anno accademico
in corso ha risentiio in parte di diversi fattori che non hanno favorito la concentrazione e io studio; così il Congresso
Evangelico di .Milano ai primi di novembre. il terremoto in Sicilia in gennaio (per
CUI gli studenti hanno chiesto di affrettare
al massimo la sessione d'esami di febbraio
e quattro di loro sono partiti per la Sicilia
e vi hanno trascorso alcune settimane impegnati nel servizio civile), le agitazioni del
mondo universitario. E nel prossimo futuro
avremo anche le elezioni politiche. D'altra
parte la vita della chiesa si svolge sempre
in mezzo a fatti estremamente concreti e
impegnathi come questi, ed anche la teologia deve da una parte rifiutare di vivere
isolata in una torre d'avorio che ignori le
coso di cui è fatta la vita dei credenti e
degiii uomini in generale, d'altra parte deve
imparare a non lasciarsi assorbire da queste cose al punto di perdere la capacità di
meditare e di concentrarsi sulla parola di
Dio per intendere e poi annunziare il messaggio che essa reca su questi avvenimenti.
Una parte non indifferente dell attività
dei professori è stata dedicata alle pubblica-zioni. una porta aperta che è posta dinanzi
al protestantesimo italiano in questo momento (non si sa per quanto tempo ancora).
Alcuni scritti hanno visto la luce presso la
casa editrice Claudiana, altri presso editrici
estranee al mondo evangelico, nella speranza di una più vasta penetrazione. Fra poco
dovrebbe uscire la seconda edizione del nostro Dizionario Biblico, che, interamente
riveduta, viene pubblicata daH'editore Feltrinelli. Raccomandiamo ai nostri amici non
solo la lettura, ma anche la diffusione di
queste opere per far conoscere il pensiero
protestante intorno a noi!
Terminiamo queste note ringraziando tutti coloro che hanno dimostrato o dimostreranno il loro interesse per la Facoltà in
modo tangibile. Le quote di « Amico della
Facoltà » possono essere inviate al Generale
Ing. Giorgio Girardet (Via Carlo Poma 2,
00195 Roma). Il suo c.c.p. ha il n. 1/5074.
Le offerte ordinarie e straordinarie, al cassiere, past. Roberto Comba. Via IV Novembre 107 (c.c.p. n. 1/27855) o al Decano
(c.c.p. n. 2/12886). In modo speciale ricordiamo alle chiese la data del 28 aprile, che
la Tavola ha indicato come « Domenica
della Facoltà » : ci auguriamo che anche le
chiese sorelle si uniscano in questa celebrazione! Tu Facoltà
Un giornalista italiano, inviato speciale ad Acapulco — la « Saint Tropez » messicana, che si è trovata mesi
fa al centro di un clamoroso episodio
di cronaca nera — riferisce che la vasta zona delle sontuose ville ove si dà
appuntamento l’aristocrazia internazionale del denaro è separata, mediante un vero e proprio steccato, dalle miserevoli abitazioni della Acapulco dei
comuni mortali e che, dietro a tale
steccato, monta la guardia in permanenza un piccolo esercito privato in
armi, stipendiato dai ricchi proprietari del luogo.
A ijensarci bene, Acapulco riproduce alla perfezione, in miniatura, la situazione in cui si trova il nostro mondo. Da un lato dello steccato i popoli
poveri del terzo Mondo, i negri americani e sudafricani, ecc., dall’altro i
paesi privilegiati d’Occidente (e di
Oriente) che diventano ogni giorno
più ricchi e che si difendono con le armi dalla fame di pane e dalla sete di
giustizia dei popoli sottosviluppati.
La paura e la cattiva coscienza dell’Occidente si coalizzano per tener fuori dalla sala del banchetto — anche
mediante la violenza fìsica — questi
•postulanti fastidiosi e importuni. Cuba, Honduras, Bolivia, Indonesia, Congo, Grecia, Vietnam; gli Stati Uniti
sembrano aver assunto il ruolo di «gendarme mondiale » che fu già delTImpero romano (pax anaericana!) ; come i
ricchi di Acapulco, l’America mantiene
una formidabile forza armata ed uno
spregiudicato servizio segreto (la C. I.
A.) di smisurata potenza, dei quali si
serve per bloccare ogni tentativo di rivoluzione sociale in ogni parte del
mondo nell’area di sua influenza, am
Helmut GollwitZER . Vietnam, Israele e la coscienzu cristiana. « Nostro tempo ». Claudiana, Torino 1968,
3», pp. 144, sovraccoperta piasi., Lire
1.300.
mantandosi ingenuamente — e forse
talora perfino in buona fede! — nelle
vesti di paladino della libertà (quella
del generale Ky o dei colonnelli greci I )
contro il pericolo comunista.
L’Italia, che è paese membro della
N.A.T.O. e la cui economia è strettamente collegata all’area del dollaro,
partecipa a questa politica, nonostante
gli elevati discorsi di pace dei nostri
uomini di governo. Ma noi pure, volenti o nolenti, vi siamo implicati, non
foss’altro perchè approfittiamo giorno
dopo giorno del benessere artificiale
che tale politica ci garantisce al momento presente.
È una politica lungimirante o di corte vedute? La risposta sarà data dallo
storico del futuro, che vi individuerà
facilmente la causa principale della
terza guerra mondiale. Ammesso che
uno storico (almeno uno!) sopravviva
ad una guerra mondiale!
È questo il problema di fondo al qua
La Chiesa è ascoltata quando compie la sua missione profetica di annunziare la Parola
Vita valdese ad Orsara di Pediie
11
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zioni di
a Se qui ad Orsara possiamo pensare, agire, parlare liberi da paura, pregiudizio, imposizione da qualsiasi parte, lo dobbiamo
alla presenza della Chiesa Valdese ». E’ ciò
che affermava un non Valdese, operaio di
questo piccolo comune del sub-Appennino
Dauno, ricco di molta miseria, ma estremamente geloso di questa libertà alla quale è
educa'to- da 68—annh, da quando i vaMnsi sono tornati in Orsara. Potreste giudicarlo rozzo, chiuso solo nei suoi problemi agricoli irrisolvibili, succube di qualsiasi paura superstiziosa medioevale e religiosa, in realtà que.
sto paese è di una apertura sorprendente che
decisamente lo distingue da tutti i paesi vicini. Qui è possibile il. dialogo, anzi è impossibile sfuggire ad esso. Il contadino vuol
sapere, discutere, conoscere, liberarsi da millenarie pastoie, sentirsi libero e signore anche se insuperabili difficoltà rendono le sue
condizioni economiche quanto mai precarie.
Già lo scorso anno sono state organizzate varie conferenze e dibattiti in sedi meno adatte per il loro carattere e contenuto. Si è par.
lato di evoluzionismo e di Marx nelle AGLI,
di Lutero nella Democrazia Cristiana, di nuove direttive sociali cattoliche nel PCI. Il
pubblico numeroso e la serietà degli interventi sono stati la migliore misura della ma.
turità di questo popolo.
Quest'anno il dialogo ha avuto un carattere più specificatamente nostro.
Il 450» anniversario della Riforma è stata roccasions più opportuna per far conoscere la nostra Chiesa al di fuori dì ogni polemica ma in un dibattito serio, costruttivo,
qualiiìcalo.
Dal 27 al 30 fdel cinema la poj
scusso ben quatt
orientamento sull )
Marino Francesco
embre scorso, nella sala
'azione ha ascoltato e diconferenze dì diverso
liiforana. Il 27 il Prof.
d\ Orsara, agnostico, in
TORRE PELLICE
Nel pomeriggio del 3 marzo bell ISO rappresentanti delle Unioni Femminili di Pinerolo. S. Giovanni. Angrogna, Rorà. Villar
Pelliee e Torre Pellice (Esercito della Sai'(■zza. Cliiesa Avventista, Società di Cuoito
r l mone Femminile) si sono riunite nella
j: l'Ua sala della Foresteria per la giornata
I , di preghiera delle donne sotto la
pi-i'sidcnza della signora Ade Varese Theiler.
11 jii-ogramma si è svolto in un’alniosfe.ra
di grande raccoglimento e amore fraterno.
La capitana Longo deU'E. d. S. ha presentato una cllicace meditazione sul testo : Gelati 6: 2 « Portate il peso gli uni degli altri », ed alle opere assistenziali delFEsercito
della Salvezza sono state devolute le offerte
raccolte in questa giornata. A Torre Pellice
è stata raggiunta la somma di L. 62.000. La
liturgia della Giornata Mondiale di preghiera Iter il 1968 è stala preparata dalla presidente del Loiisiglio delle Chiese dell’Asia,
Sig.ra Raliiio Saivaratnam di Ceylon, che ha
preso parte a riunioni femminili in Africa,
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presso Hôtel Elite
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negli Stati Uniti ed in varie altre parti del
mondo. Per questa liturgia la signora Saivaratnam si è attenuta alle forme consuete
nelle Chiese Cristiane del mondo ed in un
modo particolare a quelle deU’Asia ed a quella della Chiesa Anglicana a cui appartiene.
Letture bibliche: L’amore divino dona (Giovanni 3; 16-17): L'amore divino intercede
(Michea 6; 3-.5); L'amore divino serve (Gio.
vanni 13; 4. .5. 10): L’amore divino esorta
(Calali 6; 2-.Ó. 10).
I catecumeni del 4» anno hanno partecipato ad un interessante convegno pre-conjermaziione ad Agape, martedì 19 marzo.
li missionario francese Michel Bernard ha
ritolto tre messaggi molto interessanti alla
nostra Comunità: venerdì 22 marzo nella
riunione serale degli Appiotti, domenica 23
marzo, nel conso del culto e la sera slessa
nella riunione della Società « E. Arnaud ».
Gli esprimiamo la nostra viva riconoscenza.
Battesimi: Giuseippina Palmieri di Filippo e di Brunetta Berton (Villa 2), Gualtiero Pascal di Ezio e dì Silvana Clot. La
Chiesa ha accolto con gioia questi due cari
bimbi.
Dipartenze : Luigia Oudry ved. Rostan
(Villa 2). Giovanni Pietro Bein (S. Margherita) e Roberto Meynet. AUe famiglie afflìtte esprimiamo la nostra profonda simpatia.
Lina Varese
ESERCITO DELLA SALVEZZA
II lo Maggio nei locali dell’Asilo Infantile di Torre Pellice, gentilmente concesso,
avrà luogo il Bazar delPEsercito della Salvezza con buffet e pesca a favore dell’opera
sociale svolta nella nostra valle. Apertura,
ore 14,30.
uno studio su « G nesi e cause della Riforma » ha fatto rilevare come le condizioni
politiche, religiose e sciali del tempo ne
abbiano favorito lo svSnppo e l’affermarsi.
■ %•
Il 28 il Prof. Normannò di Foggia, cattolico. parlando su «Lutero visto dai cattolici di oggi », ha tratteggiato in una nuova
luce il pensiero del Riformatore, quasi precursore 8 preparatore del Concilio Vaticano II, mettendo in risalto l’ortodossia della
« Gìustifiicazione per fede ».
Il 29 il Pastore Corsani Enrico, di Bari,
parlava su « Riforma Protestante e Democrazia Moderna», seguilo attentamente e
ben compreso in quello che deve essere Tini,
pegno ¡politico oiggi del eredente.
II 30 mfìne il pastore Magri concludeva
tratteggiando a grandi IHee il pensiero teologico della Riforma.
Il- prete, il laureato. .Io studente, il contadino con buoni e pertinenti interventi hanno dimostrato che il problema ha suscitato
in essi profondo interes,«;'.
Il 27 gennaio il nostro asilo è stato gremito da un folto pubblico di Or.saresi e Foggiani per un dibattito c4)e la nostra Unione
Giovanile ha organizzato sul « Divorzio come è prospettato dal progetto Fortuna ». Ha
tenuto lo studio l’avv, Oimretrio Rossetti di
Lecce. Numerosi gli inierventi che hanno
dimostrato la più grande apertura e'sensibilità umana e sociale per questo angoscioso problema. Lo stesso relatore é le personalità di Foggia intervenute sono rimasti
lietamente sorpresi di questo. Questa gente
piagala ed abbrutita da un duro ed infruttuoso lavoro sa pensare e ragionare con la
propria testa al di fuori di ogni schema ideologico preconcetto.
Marzo infine ci ha visi] impegnati nella
campagna evangelistica promossa dalla Commissione Distrettuale.
I pastori Corsani, Cielo. Magri e Naso si
sono succeduti nelle serate dal 12 al 15 in
una serie di conferenze che hanno sviluppato il tema: « Cr.sto soia speranza del mondo ». Partendo dalla disperazione dell’uomo,
problema trattato dal past. Corsani, nel loro
svilupiK) logico le conferenze sono culminate in quella del past. Na.so « Cristo nostra
speranza ». Molta nostra stampa è stata diffusa per l'occasione, mentre un altoparlante
permetteva la diffusione esterna anche delle
conferenze. La neve ed il gelo intenso è stato un ostacolo per ì primi due giorni, mentre per le altre serate la sala di culto è stata particolarmente gremita.
Anche l’opera del colporiore non ha subito opposizioni, ma è stato ovunque e da
tutti ben accolto. Se si pensa alle lotte che
ha dovuto sostenere la comunità dì Orsara
nel suo sorgere, ed al largo respiro di libertà che oggi tutti godono possiamo ben gridare col Salmista : « T nostri Padri confidarono in Te e Tu li liberasti » (Salmo 22: 4).
Possiamo dire che in questa campagna è stata detta la parola giusta nel tempo giusto
al popolo di Orsara. Proprio in questi giorni
stava per realizzarsi qualcosa di grandioso
per lo sviluppo di Orsara. La FIAT si era
orientata nel nostro territorio per installare
una fabbrica di Motori Agricoli. Ma Tinterferenza di uomini politici ne hanno ostacolato il piano facendo si che Orsara restasse
fuori dall’area di sviluppo industriale. Con
tinuiamo però a confidare nel Signore e nella buona volontà degli uomini perchè possano venire superate le difficoltà e che un
nuovo tempo sorga per questa povera gente.
Anche a Foggia il 16 dicembre scorso è
stata tenuta la Conferenza del Past. Corsani
su « Riforma protestante e Democrazia moderna ». La sala Rosa del palazzetto dell’arte,
gentilmente concessa, ha accolto numeroso
pubblico. Per la prima volta, al di fuori di
ogni schema ufficiale di ecumenismo, Vaidesi, pentecostali e membri della Chiesa dei
Fratelli hanno collaborato insieme perchè la
manifestazione possa essere una valida testimonianza della presenza evangelica in Foggia. E così è stato. Il Vescovo di Foggia ha
mandato un suo rappresentante. Le varie voci che ci sollecitano altre manifestazioni del
genere dimostrano l’interesse in ogni ambiente e categoria per il messaggio evangelico.
E’ un fatto che la Chiesa è ascoltata quan.
do compie la sua missione profetica di annunziare la Parola, ma deve essere l’unica
Parola che deve far giungere a tutti inconfusa e distinta da tutte le. altre, anzi in con.
trasto con queste che cercano in ogni modo di soppiantarla. T. M.
SAN SECONDO
Mercoledì 20 marzo, alla presenza di una
folla profondamente commossa è stato celebrato il funerale della nostra sorella Gay
Luigina in Odino, deceduta dopo una lunga
ed inesorabile malattia, nella sua abitazione
ai Bernardi, all’età di anni 39. In noi rimane il ricordo della sua bontà, del suo sorriso e della sua fede.
In quest'ora così angosciosa il Signore
non abbandoni il marito, il figlio anepra in
giovane età, la mamma e gli altri ' familiari
ai quali rinnoviamo l’espressione della nostra profonda simpatia.
— Nel corso del culto dì domenica 31
marzo è stato posto il segno del battesimo
sui piccoli: Antonella Pons di Aldo e di
Poèt Anita (Centro) e Dario Gardiol di Sergio e dii Long Enelida (Cavoretto). Il Signore benedica e protegga queste tenere creature ed aiuti i genitori ad allevarle cristianamente.
— Nel pomeriggio dì domenica 31 marzo
un gruppo di sorelle deH'Unione femminile
sì è recato a Prarostino in visita alle consorelle di quella comunità. Le ore trascorse
insieme sono state particolarmente liete.
Rinnoviamo a queste nostre sorelle i più
sinceri ringraziamenti per Laffettnosa e generosa accoglienza.
— Infine, domenica sera 31 marzo, abbiamo avuto lia gradita visita del Coro Alpino
Val Pellice, diretto dal maestro Edgardo
Paschetto. Gli intervenuti hanno trascorso
una magnifica serata nell’ascolto di cori e
canzoni, eseguiti con grande competenza e
sensibilità artìstica. Desideriamo ancora dire
un grazie sincero ai nostri amici della Val
Pellice.
Pro Collegio Valdese
Sono giunte le seguenti offerte, in
memoria del gen. Davide Jalla; Lalla,
Gino, Giovanni e Clairette Conte lire
30.000; Graziella Jalla L. 5.000; un
gruppo di fratelli di 'Via Nomaglio
(Torino) L. 7.000.
le introduce, da teologo, Helmut Goll■witzer in questo suo libro onesto, ammirevole per lo scrunolo assoluto ed il
rispetto verso la verità. È una voce libera che vuol condurre il lettore a formarsi liberamente una sua opinione
attraverso i semplici fatti accertati.
Siamo persuasi che queste pagine
possono essere di grande aiuto alla
Chiesa cristiana sulla via del ravvedimento e della testimonianza. Pensiamo
sia giunto il tempo che le nostre Comunità evangeliche affrontino nello
studio e nella discussione comune questi problemi fondamentali alla luce
deiravangelo di Cristo. Il biblico « guai
ai ricchi I » si rivolge solo a singoli indivìdui, agli « Arpagoni » di ogni latitudine o si estende anche ai governi,
alle nazioni intere che hanno assunto
la mentalità del Ricco epulone? Sapremo un giorno riscoprire la dimensione
della parola biblica, che non è mai
una parola individualista?
Ci auguriamo vivamente che questa
opera (li Helmut Gollwitzer — una
delle rarissime voci profetiche del nostro tempo — sia letta, discussa e studiata collettivamente nelle nostre Comunità per la ricerca di una linea di
testimonianza veramente fedele all’Evangelo del Regno. *
A Londra è deceduto improvvisamente il 7 aprile
Giacomo Bertin
di Luserna. San Giovanni.
La moglie Albertina Goss e i figli
Elena, Alberto e Serenella ne danno
il triste annuncio. Il servizio funebre
è stato celebrato a casa dal Pastore A.
Nicod della Chiesa Svizzera e al cimitero dal Past. presbiteriano P. Figgis.
RINGRAZIAMENTO
La moglie ed i familiari del compianto
Enrico Luigi Beux
profondamente commossi per la manifestazione di simpatia ricevuta in occasione della dipartenza del loro caro,
ringraziano sentitamente tutte le persone che con la presenza e con scritti
sono state loro vicine nella dolorosa
circostanza. In particolare ringraziano il Dott. Y. Bertolino, il Past. Pons
ed i vicini di casa per l’aiuto prestato.
Sapiatti di Pramollo, 4 aprile 1968
Il 6 aprile 1968
Jone Corion
ha lasciato il suo corpo frale per vivere nella Patria celeste.
Nel dolore della separazione. Augusto e Adolfo Comba, ch’Ella ebbe come figli, rivolgono il pensiero, insieme
con le loro famiglie, al messaggio di
fede che diede la sua vita terrena; la
ricordano a quanti la conobbero; ringraziano le Sig.ne Luisa ed Èva Frache, la Sig.ra Mariani e le altre persone amiche che con grande affetto le
furono vicine negli ultimi anni; ringraziano la direzione e il personale del
Rifugio Re Carlo Alberto ove visse gli
ultimi giorni sereni.
RINGRAZIAMENTO
La figlia ed il genero della compianta
Gay Lidia ved. Avondetto
commossi e riconoscenti, ringraziano
tutte le gentili persone che hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare ai pastori Sigg. Genre e Ayassot, al dottor
Ros ed ai vicini di casa.
« Il mondo non mi vedrà più ;
ma voi mi vedrete, perchè io
■vivo e voi -vivrete »
(Giovanni 14: 19)
Prarostino, 30 marzo 1968
avvisi economici
A VITTORIA cercansì coniugi evangelici,
marito per manutenzione Gasa, moglie per
direzione interna; segretarìo-s-egretaria per
lavoro fra profughi terremotati ospiti. Scrivere: Direzione Casa di Riposo. Via Garibaldi 60. Vittoria (Ragusa).
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pag. 8
N. 16-17 — 26 aprile 1968
ISotiziario
ecumpji ico
a cura dì Roberto Peyrot
APPELLO COMUNE
DELLA CHIESA CATTOLICA E DEL CEC
PER LA PACE IN NIGERIA
Roma/Ginevra (soepi) — Con una dichiarazione comune pubblicata contemporaneamente a Roma ed a Ginevra, la chiesa cattolica ed il CEC hanno lanciato un appello
urgente alle parti antagoniste per la cessazione immediata delle ostilità in Nigeria.
E’ la prima volta che la chiesa cattolica
ed il CEC si uniscono per fare assieme appello a tutti gli uomini di buona volontà
affinché uniscano le loro voci nella preghiera a Dio per la pace.
Ecco alcuni punti della diduarazione 5
« ...Angosciati dalla spaventosa perdita di
vite umane per via della guerra, ricordiamo
solennemente alle due parti ed al mondo in
generale la natura sacra della vita umana,
di cui il solo arbitro e Dio ed esortiamo ad
evitare tutte le atrocità, i massacri^ Vodio e
10 spirito di vendetta.
In più, affermiamo che la guerra è un
mezzo inumano e vano per cercare di regolare le dispute. In questo disgraziato con^
flitto si rischia di giungere, con uno spaventoso crescendo, a delle perdite ancora più
grandi in vite umane, alla fame, alla sofferenza ed alla distruzione... Più le ostilità
dureranno, ed un maggior numero di vite
innocenti verrà sacrificato e sempre più questo paese, destinato a diventare una terra
promessa, conoscerà la desolazione e le rovine.
Lanciamo un appello ai popoli impUcati
nel conflitto affinchè agiscano con dei sentimenti di perdono e di pietà. Esortiamo in
modo particolare coloro che da ambo le parti
ascoltano la voce di Cristo e si ispirano al
suo amore redentore,, a rispondere alVattuale
crisi con la pratica eroica della carità cristiana che esige il perdono e Vamore verso
tutti quelli coi quali siamo in lotta... Guardiamo a CnsiOj che è la via, la verità e la
vita, il cui esemplo ci deve incitare verso
11 ristabilimento della pace...
Rivolgiamo un particolare appello ai capi
di Stato africani affinchè, colla saggezza dei
loro consigli, e con la loro mediazione
in caso di bisogno — essi contribuiscano oZla soluzione di questo disgraziato conflitto.
...Chiediamo particolarmente ai governi e
alle istituzioni internazionali di fare in modo che ogni assistenza militare esterna venga
rifiutata alle due parti, che avvenga una cessazione immediata delle ostilità e che vengano date le necessarie garanzie affinchè le due
parti possano deporre le armi ed iniziare dei
negoziati di pace... ».
PRAGA ; ìli Assemblea della Conferenza Cristiana della Pace
Bimane, grazie a Din, an movimento
Dopo dieci anni di vita i cristiani si differenziano maggiormente all'interno dei vari settori ecclesiastici e politici del movimento - La C.C.P.
in ascesa rispetto all’attività del C.E.C.? - Fattiva e pacata presenza
dei giovani: più sono presi sul serio, meno urlano.
iiiiiiimiiiiimimiiiiuiimiiiimmuui
iiimiiimmiMiiiiiimii
niiiMimmimm
imiimimimmii
Non attestare il falso
contro il tno prossimo
(segue da -gag. 1)
Lo stesso M. L. King ha fatto l’esperienza di come sia difBcile, spesso, mantenere
una manifestazione di massa in posizione
nonviolenta. Noi non vogliamo certamente
fare l’apologia della violenza. Ma ci sembra che più colpevoli di gruppi di « giovani
arrabbiati » (sono sempre deile minoranze,
nelle manifestazioni studentesche ovunque
nel mondo) siano i manipolatori dell’opinione pubblica che ricorrono alla denigrazione sistematica. Accanto al « non uccidere » risuona il « non attestare il falso contro il tuo prossimo ». Ora anche fra la gente amante dell’Ordine la falsa testimonianza
abbonda. Il dopoguerra occidentale ne è
stato avvelenato quanto e più di quello
orientale; e ci sono molti modi di liquidare
lina persona, un movimento, un’idea. Si insorge virtuosamente contro le purghe orientali, assai meno coniro i lavaggi di cervello
occidentali (ne stiamo ricevendo uno coi
fiocchi, queste settimane, in Italia).
È questo che ha voluto dire il past. Kurt
Scharf, con un coraggio e una francherà
che ci hanno aperto il cuore in un « dignitario » ecclesiastico — è infatti il presidente
dell’EKD, la Chiesa evangelica in Germania, l’organismo che raccoglie Chiese luterane, riformate e unite del paese — solidarizzando con gli studenti e dichiarando che
« la manipolazione dell’opinione pubblica
attraverso i mezzi di comunicazione di massa deve finire ». Ci dispiace di non avere al
momento maggiori dettagli su questa dichiarazione; abbiamo desunto questa affermazione dai quotidiani, che notavano di
passata come pure vari professori, fra cui
il noto teologo Helmut Gollwitzer docente
presso la Università libera di Berlino Ovest,
avevano espresso il loro appoggio al moto
studentesco e la loro deplorazione nei confronti della diffamazione di cui era sistematicamente vittima. ■ ,
A un certo punto, M.L.King non si e^ piu
limitato a predicare contro la segregazione
razziale: ha guidato il boicottaggio di mezzi pubblici segregati. Forse viene il giorno
in cui le chiese, le nostre in particolare,
sono chiamate a riflettere in comunità e a
proclamare ad es. il boicottaggio di un
mezzo d’informazione, qualunque sia la sua
tendenza, quando sia appurato che esso, su
una data questione, falsifica sistematicamente la verità, in modo 'lanto più col^vole quanto più subdolo e ammantato d’indipendenza, con qualche punta e qualche firma e voce « libera » che dan la vernice al
resto? Ecco un problema serio, e reale, per
le nostre chiese. Non è anche di queste cose,
talvolta di queste cose anzitutto che il predicatore dell’Evangelo deve parlare? non è
anche su queste cose, talvolta su queste co^
anzitutto che un consiglio, un’assemblea di
chiesa devono fraternamente riflettere e
prendere posizione?
Poiché il Signore veritiero ha pure detto ;
« Non attestare il falso contro il tuo pros« G. C.
Dieci anni fa — diceva un pastore
ceco in una conversazione di corridoio
durante la 3“^ Assemblea della Conferenza Cristiana della Pace — il lavoro
della C.C.P. sembrava quasi impossibile. I russi arrivavano con i loro interminabili interventi scritti nelle borse, li leggevano pesantemente a proposito o a sproposito e non si muovevano di 111. Negli anni successivi, e soprattutto in occasione della riunione del
Comitato Centrale di Sofìa (1966), si
è assistito ad una evoluzione interessante : i rappresentanti delle chiese
nei paesi orientali non votavano più
in blocco e cominciavano a votare prò
0 contro una mozione differenziandosi
all’interno del loro settore ecclesiastico
e politico. Oggi è evidente che in qualsiasi discussione i russi, pur sostenendo con forza il loro punto di vista, accettano di essere posti eventualmente
in minoranza senza ventilare il proprio
ritiro e lo sfasciarsi della C.C.P.
Questo giudizio positivo sui passi
avanti che la C.C.P. ha fatto nei suoi
10 anni di vita, pur essendo limitato
ad una valutazione dei rapporti tra
est ed ovest e aH’ìnterno dei paesi socialisti, è indicativo di un’atmosfera
di moderata soddisfazione che si respirava a Praga al termine della 3“ As- ■
semblea dopo i timori di spaccature,
di crisi, di esaurimento adirittura del
lavoro della C.C.P., timori che del resto hanno sempre caratterizzato questo diffìcile luogo d’incontro.
Certo chi non ha seguito i primi passi della C.C.P., ma si è inserito solo
nell’ultimo, non può avere l’impressione di un gran passo, forse a causa
della mancanza del tenhine di paragone di un tempo più diffìcile. L’impressione dominante è di una pesante macchina messa lentamente in moto per
sfornare nel giro di pochi giorni un
notevole numero di documenti, dichiarazioni e mozioni, che man mano che
acquista velocità nella sua corsa, tende col tempo a schiacciare la spontaneità e l’imprevisto (senza tuttavia saper eliminare un certo disordine procedurale pur nel quadro di una perfetta organizzazione). A questa impressione si accompagna la sensazione fastidiosa di essere spesso di fronte a
posizioni scontate e ufficiali (gran parte delle voci dell’est), la frustrazione
di fronte alla lenta elaborazione del
compromesso, la rabbia di fronte alle
manifestazioni di un prestigio personale o nazionale ricercato o ricevuto
come dovuto, e ancor più la delusione
di fronte ad una scarsa chiarezza teologica spesso dominata da un dilagante umanismo più o meno ottimistico.
Ma sono evitabili queste impressioni
nell’anno di grazia 1968 e nel quadro
di queste grandi assemblee cristiane
del nostro tempo? Forse è assurdo sperare che qualcosa di più vivo emerga
dallo sfondo uniforme delle chiese
cristiane del nostro tempo. Anzi, a voler ragionare su ciò che è e non su ciò
che si pensa dovrebbe essere, si possono notare parecchi punti a vantaggio
della C.C.P. paragondando questa Assemblea ad altre consimili — e più ufficiali — come le Assemblee del Consiglio ecumenico o quelle della Conferenza delle Chiese Europee (Nyborg). Se
per ciò che riguarda l’oriente le delegazioni alla C.C.P. sono delegazioiii ufficiali, per ciò che riguarda l’occidente le delegazioni sono ancora molto
mobili, contengono delegati ufficiali di
chiesa, ma anche personalità direttamente interessate al movimento, rappresentanti di associazioni, movimenti
che portano nel contesto della Assemblea quella articolazione mobile che
mitiga le posizioni ufficiali e preordinate. In altre parole, la C.C.P. conserva ancora, in parte, quel carattere di
movimento composto da singoli, da
salvo disertare sensibilmente, dopo alcuni tentativi inutili, queste assemblee, come è avvenuto per la Conferenza delle Chiese Europee. A Praga,
direi, i giovani hanno urlato meno e
avuto più peso. Non hanno rinunciato
in nulla alle loro posizioni spesso fortemente critiche, ma hanno in gran
parte evitato il pericolo dell’opposizione per l’opposizione verso cui «sono
oggi spinti come ad un margine turbolento ma inoffensivo per la grande
macchina ecclesiastica.
Infine a Praga non si è ossessionati
come neH’ambito del Consiglio Ecuine
nico da oramai diversi anni, dal dialogo con il cattoiiceàmo. Il fatto che
le discussioni della C.C.P. raramente
siano centrate su temi strettamente
ecclesiastici ed il fatto che l’impostazione del lavoro consenta ma non richieda delegazioni ufficiali di chiese,
insieme ad un interesse secondario dato a questo problema, consentono la
presenza di cattolici, in gran parte osservatori, che parlano a livello personale senza mettere in primo piano
questioni di carattere istituzionale e
di diplomazia ecclesiastica. Certo non
appena si affrontano problemi sociali
vengono reverentemente citate le encicliche papali come esempi di posizioni avanzate, ma quale grande assemblea cristiana è esente da questo
flagello? L’unica avance verso il dia
logo è stata costituita, a Praga, da
una mozione firmata da una decina di
delegazioni che chiedevano un allargamento del Contatto con i cattolici in
senso piuttosto istituzionale e che è
stata fatta circolare ciclostilata verso
la fine dell’assemblea. Ma non è stata
neppure discussa ed è passata praticamente inosservata.
Questi punti a vantaggio della CCP
nei confronti di altre grandi Assemblee cristiane fanno si che la C.C.P.
fornisca un quadro adeguato, nei limiti che sono propri di questo' genere^di attività, per i contatti personali, le
conoscenze con i movimenti e persone,
i confronti con le posizioni altrui, che
costituiscono la parte meno ufficiale
ma più interessante di questa Assemblea. Ci avvieremo verso un decrescere delle Assemblee ufficiali (C.E.C.,
C.C.E.) ed un crescere delle assemblee
che ancora conservano alcuni caratteri del movimento, come la C.C.P.? È
difficile dirlo ed è forse inutile porsi di
queste domande. Quello che mi sembra certo è che, nella misura limitata
in cui queste assemblee devono occupare il nostro tempo e la nostra attenzione, dovremo prestare alla C.C.P.
almeno altrettanta attenzione (se non
di più ! ) quanto quella che abbiamo
prestato e prestiamo alle Assemblee
del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Franco Giampiccoli
Echi della settimana
Culto radio
domenica 28 aprile
Pastora
ALFREDO SCORSONELLI
Genova-Sestri
domenica 5 maggio
Past. LIBERANTE MATTA
Catania
tendenze, che il Consiglio Ecumenico
aveva fino ad Amsterdam (1948) e che
a poco a poco si è perso sotto il peso
delle delegazioni ufficiali e diplomatiche delle chiese.
In questo quadro la presenza giovanile ha un suo peso non indifferente
ed un suo spazio che non viene di fatto svuotato dalla mancanza del diritto
di voto. Alle Assemblee della Conferenza delle Chiese Europee non lo hanno
mai avuto. Ho l’impressione che i giovani in queste grandi assemblee urlino — a ragione — in misura indirettamente proporzionale alla voce che
hanno in capitolo. Meno hanno possibilità di influire (e qui il diritto di
voto è determinante anche se non è il
solo fattore) e più radicalizzano — forzatamente a vuoto — la loro protesta;
DAL PROGRAMMA POLITICO
DI MARTIN LUTHER KING
« Io credo che il Black Power, a dispetto
del suo contenuto positivo (...), presenti anche un contenuto negativo che lo priva
dei concetti e del programma necessari per
diventare l’elemento strategico di base del
movimento dei diritti civili. Sotto lo slogan
seducente e soddi.sfacente per lo spirito, il
Black Power è una filosofia nichilista nata^
dalla convinzione che il Nero non potrà
mai vincere. Ciò eqaivfile a pensare che la
società americana -è fosi definitivamente
corrotta e cosi immersa nel male, che non
si possa più sperare di i ovarvi salvezza.
« Il Black Power racco nanda, senza posa,
di non imitare la socieia bianca. Ma, predicando la violenza, esso scimmiotta uno
del peggiori aspetti deth vita americana, il
più brutale ed il più primitivo.
« Infine la debolezza del Black Power deriva dal fatto di non aver capito che i
Bianchi e i Neri hanno bisogno gli uni degli altri. Noi siamo vicendevolrhente legati
dallo stesso ed unico destino.
« Noi abbiamo dietro di noi un passato
di delitti, di fuoco e di sangue. Per parte
mia, non mi vergogno di questo passato.
Ma noi siamo anche americani. Qualunque
siano gli abusi e i disprezzi che ci rendono
vittime, il nostro destino è strettamente solidale a quello dell’America.
« A me importa che i Neri ottengano qui,
negli U.S.A., i loro pieni diritti di cittadini
e di esseri umani. Ma m'imporla anche di
preservare la nostra integrità morale e la
salute delle nostre anime. Per questo io
sento il dovere di essere contro tutto quello
che vuol ottenere la nostra libertà coi mezzi che caratterizzano i nostri oppressori: la
disonestà, l’odio, la violenza. L’odio fa altrettanto male a colui che lo prova, che a
colui che nè l'oggetto ».
« Le Monde » de) 6-4. da cui sono
tral'.e queste notizie, contiene lunghi e interessa:iti articoli sul grande apostolo e
martire negro. La sua opera degli ultimi
anni, negli Stati del Nord il cui ambiente
non gli era congeniale e dove egli ebbe ad
affrontare difficoltà molto più grandi, vien
ivi profondamenie analizzata.
La critica che ora, con maggiore insistenza. gii veniva fatta, era quella di essere, da
un punto di vista sociologico, un borghese.
« infatti egli apparteneva a quella piccola
borghesia del Neri del Sud, che conta soprattutto del pastori e dei professori e che
non ha niente a vedere coi disperati di
Watts e di Harlem. Questi ultimi, d altra
parte, non sono disposti ad ascoltarlo. Più
volte egli verrà fischiato. I nazioriallsti si
pifiutano, da principio, di collaborare con
lui. Deve affrontare l'urto d’incredibili lotte d’influenza fra le diverse chiese negre
d’una stessa città, l’urto del sospetto generale. In breve, egli deve affrontare un ambiente completamente nuovo per lui, nel
quale egli non arriverà mai a farsi completamente accettare. Egli parla di speranza
e di forza di vita a della gente che non
spera più in nulla. Mentre nel Sud egli era
il pastore e le masse erano il suo gregge,
egli appare nel Nord, ben presto, come un
moralista: ”lo zio Tom (diranno taluni
nazionalisti), l’uomo del potere bianco, manipolato e teleguidato dal potere bianco.
« Orbene in tutto questo c'è un grave
errore! Dal giorno in cui egli aveva deciso
di combattere il razzismo nel Nord, non lasciandosi sfuggire occasione alcuna per reclamare l’applicazione d’un vasto programma d’aiuti economici alla comunità negra,
allargando la sua contestazione della società
americana a quella della politica estera degli USA, criticando senza tregua la guerra
del Vietnam, il pastore King era devenuto
a cura di Tullio Viola
persona non grata alla Casa Bianca. La
sua visione del mondo e dell’uomo aveva
senza dubbio poco a vedere con quella del
presidente Johnson. Lo si trattava volentieri, da parte dei Bianchi rispettabili e degl’integrazionisti tradizionali, come un apprendista stregone che vuol giuocare col fuoco.
Ma i primi scacchi subiti nel Nord non
l’avevano affatto scoraggiato. Egli aveva ricominciato ad agire, in pieno, su un’altra
base, molto più modesta: non potendo creare in pochi mesi un vasto movimento, egli
aveva cominciato a promuovere un organizzazione sistematica dei quartieri neri, accettando di collaborare con alcuni nazionalisti
neri, perchè era cosciente della loro rappresentatività. Tale impegno avrebbe dovuto
concretizzarsi il 22.4 p. v. con la grande
"marcia dei poveri" su Washington. Gli assassini di Memphis e la società di cui questi sono la schiuma, hanno deciso altrimenti. Ma col pastore King non scompare soltanto un uomo coraggioso, generoso ed
estremamente semplice. Svanisce anche il
suo sogno, un sogno che non è forse quello
dell’America ».
« Torse », dice il giornale. Noi, chiedendo che la volontà di Dio sia fatta, ripetiamo questa parola ma preghiamo anche che
nuove e più terribili prove siano risparmiate alTAmerica ed al mondo.
■y^ 11 giornale citato così conclude il
suo ai'ticoio di fondo: « M. Luther King conosceva d’altra parte molto bene i limiti
del suo programma e la fragilità delle sue
speranze pacifiche. Egli vedeva tutti i giorni l’odio e la passione sfigurare il volto
d'un'America bianca, che pretende di essere
rispettabile mentre non riesce ad impedire
a sè stessa d’esser razzista. Vedeva anche
dei giovani Neri, attivati dal suo prestigio e
dal suo coraggio, esposti come lui alle umiliazioni ed alle brutalità ma non dotati della pazienza di sopportare degli oltraggi e
delle bastonature che li gettavano, nuovamente e molto presto, nell'estremismo della disperazione. Quanti giovani Neri, come
Carmichael, hanno scoperto la loro vocazione nella scia dell’apostolo della non violenza, e si sono poi ritrovati, con amaro
entusiasmo, nei ranghi del Black Powei!...
Il pastore assassinato sapeva anche che la
violenza scatena la violenza, e non si stancava di dire che l’impiego massiccio della
forza nel Vietnam avrebbe ovunque incoraggiato il ricorso a metodi che non saranno mai quelli della ragione. Per aver seminato pace, egli ha raccolto tempesta!
«Con la morte di M. Luther King una
speranza ancora vacillante rischia di spegnersi ».
iiiMimiiiimmiiiiiiiiiiMiiuiumiiMimmmMMmiHimiiiiiiiimiiuiiiuiim» iiiiiiiiiuiiiiiimni .niiiuiiiiHiiMiicuiimuiiMi
Tuo fratello
rìsusnìterà
(segue da pag. 1)
speranza nella distruzione delle colonne dei Filistei, Se il tuo fratello
Kay Munk, pastore danese, non risusciterà, resterà vero il suo no alla
potenza dei grandi, ma resterà ancora più vero l’arbitrio della sua
protesta, l’assurdità della sua predicazione disarmata, la pazzia di
una fede, che ha creduto di spezzare il velo e la nebbia dei miti nazionalistici e cruenti. Se il tuo fratello Dietrich BonhoeiFer non risusciterà, vorrà dire che sola resta vera la pallida alba, che lo vide portato al supplizio. Se il tuo fratello
.Iacopo Lombardini non risusciterà,
vorrà dire che le beatitudini, che
contemplò e annunziò ai suoi co npagni, resteranno un inganno. Se il
tuo fratello non risusciterà, vorrà
dire che resteranno le commemorazioni menzognere, i riti funebri, il
lamento delle sorelle, che non dimenticheranno fra l’oblio dei più,
ma resterà altresì distrutta la sperahza di un mondo nuovo, resterà
più potente l’attaccamento al mondo vecchio, la passione per là carne
solo segno di vita palpitante, la
smorfia della sete di vivere, che vive di morte e la nasconde per non
soffrire, l’accecamento della materia: mangiamo e beviamo, perchè
domani morremo, come dice San
Paolo. Ricordo la madre coraggiosa
di un giovane caduto per un’idea;
con la morte del giovane cadde nella madre anche la visione dell’idea
e le si palesò come unica realtà quella del corpo straziato del figlio che
si disfaceva nella tomba. E ci vollero anni, perchè la fede vincesse nel
cuore della madre. Il tuo fratello
non risusciterà, ma sorgeranno le
follie distruttrici della vendetta e
del male, la smorfia della vinta giustizia, la truce rivendicazione della
ingiustizia e del potere violento. 11
tuo fratello non risusciterà e i Pil: ii
i sacerdoti Anna e Caiafa, gli Elio
di, i Cresi di tutti i tempi bivaccheranno sulla terra e i loro palazzi
risTioneranno dei loro inni di vittoria e di baldoria, perchè tanto i
morti non risorgono!
M
a Gesù ha detto; Il tuo fratello risusciterà. Se Cristo ha rafie cosa vuole dire questo
Il nostro appello
per le vìttime vietnamite
In risposta al nostro appello per le vittime del conflitto vietnam:ta abbiamo ancora ricevuto queste offerte. un amica (Torre Pellice) L. 5.000; dono di riconoscenza
(Torre P.) L. 5.000; i Cadetti della Chiesa
valdese di Torre P. (3° versam.) L. 1.450;
gh alunni del 4° corso di catechismo (Torre
Pellice) L. 5.350; fam. Cornelio (Lucca) L.
20.000. Totale L. 36.800. Totale precedente
L. 413.460. Totale generale L. 450.260. Ringraziamo e trasmettiamo al Comitato aiuti
medici al Vietnam, a Londra.
gione,
per te, che oggi celebri il Cristo risorto? Dove ne troverai la certezza, dove manifesterai la tua fede?
Che cosa vuole dire Pasqua per te,
per i tuoi, per la tua chiesa, per il
tuo paese, per la tua fede, per la
tua azione? Vorrà dire che è vero
oggi quel mondo, che attendi jjer
domani, quel mondo di Dio, dove la
morte e la ingiustizia non saranno
più, dove Dio sarà il compagno dell’uomo! Vorrà dire che vivi oggi
nel travaglio di un mondo nuovo,
che sta per nascere! Vorrà dire che
tu dovrai essere attento ad avvertire i vagiti, i gemiti della creazione,
che tu dovrai confessarne nel tempo
la certezza, che tu dovrai vivere la
comunione della sofferenza per vivere la comunione della risurrezione!
Ma come sperare, come accettare
la speranza della risurrezione? « Io,
dice Gesù, sono la risurrezione e la
vita; chi crede in me anche se muoia
vivrà. E chiunque vive e crede in
me non morrà giammai in eterno.
CREDI TU QUESTO? » Credi tu
che Cristo è la fonte della nuova vita, che l’alba di Pasqua ha prodotta alla luce? Credi tu che, se
Cristo è risorto, allora Satana, tl
principe di questo mondo è giudicato e che tu puoi e devi accettare
il Signore della vita, per vivere con
tutti i tuoi compagni di viaggio il
rinnovamento della speranza, la costanza nella prova, la vigilanza nell’attesa, la lotta della speranza?
Ma ora CRISTO E’ RISORTO e
tu non potrai rotolare la pietra per
richiudere Gesù nell» morte, non
potrai più riseppellire 1 amore che
salva, la grazia che rinnova, la verità che ci farà liberi! Cristo e il
Vivente e non potrà più morire.
Per questo il tuo fratello risuscitet E di te che sarà nella luce di
ra!
Pasqua?
Carlo Gay
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175. 8-'7-1^0_______________
Torre Pellice (To)
Tip. Subalpina s.p.a.