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Roma, 26 Settembre 1908
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ANNO 1-N. 39
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Propugna grinteressi sociali,, morali e religiosi in Italia
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Italia : Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
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SOMMARIO
Guardando attorno, JV. N. — Il Congresso e l’Inghilterra ; — Oh che bella festa ! Enrico Rivmre —
Dio converta l’Inghilterra! R. P. — Perché! protestanti inglesi non hanno permesso la processione col Sacramento ? Miles Christi. — L’evoluzione a ritroso del Corriere della Sera, Damiano
Borgia. — Nobile eccezione. — Lo spettro di
Roma, Enrico Meynier. — Una lettera di Tancredi
Canonico. — Una poesia di T. Canonico. —■ La
religioJie nel futuro (secondo il Padre Giacinto)
— Lotta nel campo femminile, II, Damiano Borgia
— Uno dei soliti sgarbi, Nemo. — S. E. Pacta al
Perrero, Paolo Calvino. — La » Luce * a Siena.
— La storia sacra e la storia^rofana, a proposito
di Abramo in Ur de’ Caldei, Y. — La piu urgente
preghiera, X. — Nuovi echi del Sinodo, Pdola
Calvino. — Salice piangente, T. f. — Oltre le Alpi
e i Mari. — Los von Bom. — Echi delle Missioni.
— Casa internazionale per le Signorine. — Era i
piccini (Bozzetto), Celeste Dir. — Buca delle Lettere.
PRE5IDEN29\ DEL C^MIT^TO
L’indirizzo del Presidente, signor Arturo Muston, è d’ora in poi: Via Nazionale, n. 107, Roma,
Quivi dirigere la corrispondenza.
Ouardaodo attorno
(Noterelle e Spigolature)
le importanti missioni a lui affidate, ma lo fu soprattutto per l’apostolato del Cristianesimo vivente,
evoluto, applicato a tutta la vita privata e pubblica
dell’uomo, apostolato che egli esercitò costantemente
e in tutti i modi, quale amico e discepolo il più devoto di Andrea Towianski ».
Notevoli assai le seguenti parole che appartengono
a una lettera di Tancredi Canonico, in data del 4
agosto 1887 e che il Giornale d’Italia ha pubblicata
per intero :
€ ... Quando un Papa dice di non poter esercitare
i doveri di capo della Chiesa senza essere sovrano
temporale, si ha diritto di dire che, nel fatto, egli
non. crede alla potenza di Gesù Cristo : che non il
regno di Gesù Cristo, ma il regno suo proprio vuole
stabilire sulla terra, nel seno della patria da lui la
cerata. A che gli gioverebbe, d’altronde, dal suo punto
di vista, essere sovrano soltanto di pochi milioni di
Italiani ? La logica del suo principio lo porterebbe
alla monarchia universale, e questo difatti è il fondo
Tobbiettivo intimo del papato politico; governare tutte,
le nazioni, o direttamente, o per mezzo di Principi
'investiti o ispirati dal Papa.
* La coscienza italiana- ha contro il Papa due reclami : che egli osteggia l’unità della patria; che non
dà alle anime l’alimento più succoso e più largo di
cui Fuomo ha bisogno in questi tempi ».
Dopò parole come queste, la faccenda della lampada — quando pure fosse storica — perde ogni
valore.
Tancredi Canonico, come il marchese di Rudini, era
dunque un cristiano !
N. N,
Il ^opóresso e 1’.
Ob che bella fe^ta!
Per oggi solamente un pensiero alla memoria d’un
Illustre italiano che ci ha lasciati : Tancredi Canonico, fino a poco fa presidente del Senato.
Non parlerò della sua gloriosa vita d’uomo politico
nè della sua nobile vita d’uomo di scienza e di magistrato. Mi restringerò ad un cenno intorno all’uomo
religioso.
Su tal punto l’opinione dei fogli quotidiani è alquanto discorde. Per esempio, il Giornale d Italia
scriveva :
« Fu religioso senza bigotterie, e profondamente rispettoso della pratica del culto. Un amico che lo accompagnava un giorno in una gita campestre, mi racconta che Tancredi Canonico, entrando nella piccola
chiesa di un villaggiosi accorse che la lampada dinanzi all’altare del Sacramento era spenta. Sali allora
sopra una sedia, e cavati di tasca i cerini, volle lui
stesso riaccendere quella lampada. Uscendo di chiesa,
disse sorridendo all’amico :
€ Se certi messeri sapessero quel che ho fatto, non
potrei sfuggire alla taccia di clericale ».
Così il Giornale d’Italia. Del resto l’episodietto ha
ben poca importanza e sa più di scherzo che altro.
Assai più vicino al vero nei suoi apprezzamenti mi
sembra II Messaggero, che, parlando dell’insigne
uomo, dice:
« Credente convìnto, professò il cristianesimo secondo il sistema di Andrea Towianski, che consiste
nel continuare la tradizione apostolica, nel far convergere tutti gli sforzi al risveglio neH’uomo della
coscienza cristiana, e nel diffonderla su tutti i campi
della vita pubblica e privata, sociale e domestica ».
Queste parole del Messaggero concordano con quelle
della Gazzetta di Torino, che così si esprime :
. Di lui rimarrà soprattutto una dolce e cara memoria, perchè Tancredi Canonico non fu solo un’alta
personalità per le molte cariche da lui rivestite e per
Con un lirismo cretinescamente e.<^agerato e tronfio il corrispondente del Corriere della Sera descrive il recente congresso eucaristico tenutosi in
Londra.
Con certa gente e quando si tratta di certe quistioni, come per le ricchezze e la santità, compresa
quella di Pio IX, bisogna credere « la metà della
metà ». Cosi quando ci si viene a raccontare, come
fece il Rev. Doyle di New York, che in America
« sono state registrate fino a 25.056 conversioni in
un solo anno, grazie al potere irresistibile del SS.
Sacramento », cioè di un pezzetto di pasta ; o quando si pretende mettere in evidenza (?) il rapido estendersi del cattolicismo fra i popoli di lingua inglese, quasi che fossero in procinto di ritornare
tutti alla fede papista ; oppure quando ci si presenta
la folla che assisteva alla processione finale del congresso « animata dal più schietto entusiasmo e dal
più vivo fervore religioso, tanto che si sarebbe detto
non esservi in quella folla che cattolici », e tutta
l’Inghilterra poco meno che in rivoluzione pel tardivo divieto del ministro Asqnith di far prendere
aria al sacramento e alle « sacre insegne » dei sacerdoti, sorge naturate la domanda: « ma a chi la
volete dare ad intendere?
Che ci sia della gente, anche fra i protestanti e
segnatamente fra gl’ inglesi, la quale va in brodo
di giuggiole davanti agli spettacoli coreografici, alle
cerimonie imponenti e ai snntnosi paludamenti del
culto romano, nissuno lo nega. Il numero degli sciocchi è più grande di quanto si pensi, e 1’ uomo ha
sempre in fondo qualcosa del bambino, il quale non
sa distinguere la forma dalla sostanza e si enta
siasma per tutto ciò che colpisce i suoi sensi, ma
da codesta ammirazione estetica, diciamo pare da
codesto engouement al « fervore religioso » e alla
conversione ci corre. I cattolici romani conoscono
codesta debolezza umana e sono maestri nell’inscenare spettacoli che parlano all’ immaginazione e ai
sensi ; può darsi che qualche allodola si prenda con
tali specchi ; ma che nna semplice processione abbia avuto un * successo duraturo », dal punto di ■
vista schiettamente religioso, è lecito per lo meno
il dubitarne.
Tolti alcuni lavori snU’Eucaristia presentati nelle
sezioni, a che si riduce codesto tanto strombazzato
congresso ? A funzioni che persino il corrispondente
del Corriere trova di uno « splendore forse un po’
teatrale », a processioni in chiesa e per le strade,
a shandieramenti e sfoggio di un lusso inandito in
addobbi e paramenti sacerdotali. Per descrivere tali
cerimonie, il suddetto corrispondente adopera tutti
i colori della sua tavolozza e gli aggettivi del suo
vocabolario. « Splendido, imponente, magnifico, abbagliante, solenne », sono parole che ricorrono ad
ogni periodo ; e chi più ne ha, più ne metta.
Ma il clou dello spettacolo è stato, malgrado il
parziale divieto di quel miscredente di Asqnith, la
processione di chiusura ; e il centro della processione stessa era il cardinale legato Vannntelli, € personificazione ideale della solennità del rito cattolico »,
dice il nostro giornalista. Mentre egli incedeva gravemente benedicente, in palndamento purpureo, la
folla si curvava riverente e per ogni dove si udiva
mormorare, soprattutto dalle donne estatiche (il proto
non mi faccia dire isteriche) : « quanto è bello 1 ! »
Sbaglierò, ma da tutta codesta teatralità, da tuttocodesto miscuglio di spirituale e di sensuale, disacro e di profano, di emozione estetica e di sman
! ■
2
LA LUCE
cerie paerili, a me pare che il senso religioso vero
intimo e profondo sia completamente esulato. E’ esnlata, ad ogni modo, la semplicità e la spiritualità
del culto evangelico istituito dal Cristo, e siamo ripiombati in pieno paganesimo, con le sue mitrie
dorate, i suoi paramenti preziosi, persino co’ suoi
ventagli agitati da preti (forse per cacciare le mosche) e i suoi flabelli.
Non s’ ha dunque ragione di esclamare, concludendo ; * oh che bella festa ! oh che bella festa ! ? »
Hnpieo Ì^ii/oipe
Chi avrebbe supposto mai che alla perfìdia di Albione si aggiungesse tanta diabolica
ipocrisia ?
Avevan dunque ragione i nostri bravi
papalini, non escluso il buon vescovo di
Cremona, quando avvertivano di non fidarsi
delle apparenti virtù degli eretici anglo-sassoni. Ah no : essi non si sono lasciati ingannare dalle statistiche della delinquenza,
dallo strombazzato progresso di quei popoli
e dalla loro sollecitudine cristiana.
E dire che noi avremmo giurato essere
in quei popoli il presidio della pura fede
cristiana e le più specchiate virtù civili !
Andate a fidarvi delle, apparenze !
Ma ora tutto si è scoperto. La maggior
parte di quel popolo è falsa come i cappotti ritinti. Quando sembra che t’accarezzi
sta pronta col pugnale per ferirti ! Ciò che
dlpono le labbra non lo suggerisce il c\j£re
e la doppiezza è in ogni rapporto sociale.
Senza Dio, senza ideali, superstizioso,
analfabeta, diffidente, esso non vede nella
vita che il solo interesse individuale e per
questo è litigioso, senza amor proprio, ribelle, ingannatore per eccellenza. 11 teppista, il
barabba, il camorrista, il mafioso vengono
da quel popolo. E’ una cosa orribile I Ah
si, Dio converta 1’ Inghilterra ! Guardate
invece presso di noi. Che santità di vita !
Quali conquiste civili ! Ma si capisce ! Noi
non siamo eretici, noi non ci abbandoniamo
a quel tremendo strumento di Satana che
si chiama la libertà di coscienza. Noi abbiamo il papa, il vicario di Cristo, la luce
del mondo, la gloria della sua Chiesa che
è altresì gloria italiana, ed è quindi, qui,
fra noi, la fonte di ogni bene morale e
spirituale.
E non è egli vero ? Man mano che voi
vi avvicinate a questo fulcro del Regno di
Dio, non respirate voi un’aria di paradiso?
Roma è la città santa dove il più infimo
carrettiere è un cherubino con le aluzze
d’oro.
Ah sì, Dio converta l’Inghilterra I
E la convertirà. Ciò che non fece Cesare
con le sue legioni, lo farà il suo successore
con l esercito dei suoi preii e l’Inghilterra
tosto o tardi sarà sotto il giogo di Roma.
Roma imponeva con le armi il beneficio
delle sue leggi, il papato imporrà con una
processione il suo diritto all’impero uni
versale. Roma si serviva della tirannia per
la libertà, il papato si servirà della libertà
per la tirannia. Ma quale dolce tirannia !
Vi par poco? Guardate i popoli aggiogati.
Sentono essi il peso di quella tirannia?
Non godono essi della più sconfinata libertà
in fatto di moralità? Tutto è loro lecito,
tutto, purché non rinneghino la divina
cittadinanza romana.
Perchè indugi dunque, o Inghilterra ? Tu
credi di essere libera e sei schiava : fatti
schiava e sarai libera ; libera in ogni cosa
che ti piacerà: dalla crapula al furto, poiché nessuno verrà a turbare le tue imprese
e i tuoi piaceri.
Basterà aprire la borsa e avvicinarsi al
confessionario.
n. p.
Protestanti inglesi non
permesso la processione col Sacramento?
Perchè quei signori sono intolleranti, gridano, in Italia, i giornali clericali. Perchè mancano di logica,
osservano a fior di labbra i giornali moderati. Perchè
hanno paura, che per mezzo di questi spettacoli teatrali per le vie affollate di Londra il cattolicismo si
risvegli sempre più, commentano certi giornali radicali. Perchè il diavolo tiene ancora strette nelle.
spire infernali la povera Inghilterra, lamentano le anime pie del cattolicismo romano. Perchè, forse, non
si usò tutta la prudenza necessaria ad impedire il divieto del signor Asquith, dicono i diplomatici del Vaticano. Perchè, perché, sentenzia, finalmente. Pio X,
non è giunta ancor l’ora quando Noi potremo trionfare
di bel nuovo nella potente Inghilterra. Ma quell’ ora
verrà, ot ! si, verrà !
Dòwcsta il torto e il diritto, il vero e il falso in tutto questo giiazzabuglio di discordi opinioni? I clericali gridano
all’intolleranza : ma, miei cari, e che fareste voi, se vi
trovaste mai nel caso dei protestanti inglesi ? Avrebbe
mai il Papa prima del settanta permessa una processione protestante per le vie di una città dei suoi
Stati ? La pernietterebbe ora in Poma se questa città
tornasse ad esser sua ? Dunque, e di che vi lamentate ? Cominciate prima ad essere tolleranti voi, e poi,
se vi piace, accusate d’intolleranza gli altri! Togliete
prima dal Diritto Canonico tutte le vostre leggi sanguinarie contro gli eretici, e poi uscite fuori a fare i
paladini della tolleranza. Ma finché insegnate nelle vostre pubbliche scuole di teologia che « haeretici comburendi sunt » non avete il diritto di lamentarvi, se
il signor Asquith, ascoltando i giusti lamenti della
maggioranza della Nazione, ha proibito di portare per
le vie pubbliche di Londra ciò che la legge inglese
proibisce, e la coscienza della maggior parte degli inglesi giudica per una vera idolatria.
I giornali moderati vorrebbero libertà assoluta, libertà estrema, libertà senza limiti. Ma sapete perchè ?
Per due ragioni. Primo perchè essi non credono più a
nulla. In secondo luogo perchè una processione grandiosa per le vie di una grande città come Londra dà
loro occasione di scrivere un magnifico articolo, una
descrizione dannunziana, di fare, in breve, un carnevale
di letteratura. A questa stregua, se un gruppo di musulmani a Roma o altrove portassero divotamente in
processione una scarpa di Maometto, avrebbero i loro
applausi e la loro approvazione. E ben a ragione. Sarebbe una cosa nuova, insolita, meravigliosa : e di che
vanno a caccia i giornalisti, se non di cose nuove, insolite e meravigliose ? Tanto più che essi, non credendo proprio più a nulla, se ne infischiano compietamente del rito e della sua significazione simbolica. La
verità, per quei signori, è cosa relativa, mutevole, temporanea: non vale, dunque, la spesa di protestare, di
vivere o di morire per essa.
Certi giornali radicali hanno sospettato che il protestantesimo inglese abbia avuto paura della manifestazione cattolica. Oh ! smettano questo pensiero ! Il
protestantesimo inglese non ha nulla a temere da queste teatralità cattoliche. Ma il protestantesimo inglese
conosce assai bene tre cose : sa che la maggioranza
della nazione non vuol sapere di cotali processioni :
che la legge le vieta espressamente, e crede fermamente, che il portar in giro per le vie di Londra T ostia consacrata sia una vera e propria idolatria. Io
non discuto qui se abbiano ragione o no di così pensare e credere. Secondo me, hanno tutte le ragioni del
mondo : ma anche un cattolico fervente, ove si metta
dal loro punto di vista, dovrà confessare che essi
hanno operato logicamente e conforme ai dettati della
loro fede. Come i cattolici proibirebbero in casa propria una processione protestante, perchè offensiva della
propria fede, (quantunque in realtà una processione
protestante non potrebbe offendere la fede dei cattolici) cosi i protestanti proibiscono la processione col
Sacramento, perchè offensiva delle proprie credenze.
Qni sta il male 1 gemono le anime pie del cattolicismo romano 1 Povera Inghilterra 1 Perchè povera Inghilterra ? Sapete che c’è, o anime pie del cattolicismo
romano ? Prima di far processioni col Sacramento, a
Londra, in mezzo ai protestanti, procurate che vi si
creda un po’ più e che lo si bestemmi un po’ meno
nella nostra Italia. Avete un grande incendio in casa
vostra, e correte a spegnere un piccolo focherello in
casa altrui ? La maggioranza degli italiani non crede
più al Sacramento, in patria, e voi passate i mari per
attestare la vostra fede in mezzo ad una nazione che
vi è ostile ? Ho detto, e non senza ragione, che la maggioranza degli italiani non crede più al Sacramento :
perchè, non appena si spiega loro il dogma della transustanziazione, se hanno fior di senno, scuotono il capo, e
tanno segni d’incredulità. Alla presenza di Gesù nella Comunione si può credere, perchè sta garante di ciò la sacra
scrittura ed è fede divina ; ma alla transustanziazione non si può credere, perchè invenzione umana e speculazione di teologi medioevali. Del resto, anime pie,
volete mostrare il vostro attaccamento al dogma eucaristico ? Impedite la bestemmia contro il Sacramento,
e ne avrete davantaggio !
Ai diplomatici del Vaticano ì quali credono che con
un po’ di savoir fair e si poteva ridurre il signor Asquith a più miti consigli, rispondo col proverbio toscano che € non tutte le ciambelle riescono col buco ».
E’ passato il tempo quando la diplomazia pontificia
colle belle belline otteneva dai Re e dai Principi assoluti
tutto quello che voleva ! Ha da fare ora colla democrazia, e questa, a parole e a fatti, si allontana sempre più dal Papato. No ! Si tolgano d’illusione, e con
esso loro se la tolgano anche Pio X e tanti altri, i
quali sperano in un possibile ritorno dell’ Inghilterra
al cattolicismo. No ! no ! L’Inghilterra diventerà sempre più evangelica, intensamente evangelica, ma non
diventerà certo cattolica romana, e quando i giornali
clericali parlano di numerose conversioni di protestanti
alla fede di Roma, essi o dicono il falso od esagerano
il vero 0 addirittura sopprimono l’opposta verità. Alcuni anni or sono, un mio amico interrogò a Londra
il Cardinale Vaughan, intorno alle molte conversioni
di protestanti inglesi alla sua Chiesa; il venerando
Prelato scosse tristemente il capo e rispose colle seguenti testuali parole: «Vorrei che tutta l’Inghilterra
si facesse cattolica ; ma purtroppo non è cosi. Per
cento protestanti che si fanno cattolici, centocinquanta
cattolici, specie fra gli operai e nel basso ceto, passano dalla nostra Chiesa al protestantesimo.
Il fatto è che noi non possiamo competere col protestantesimo. Molti si fanno cattolici ; ma le perdite
della nostra Chiesa sono più grandi ; our leakage is
greater ». Questa stessa cosa venne confessata apertamente da Monsignor R. J. Campbell nell’ Young
Man del gennaio 1905. Richiesto se l’influenza del cattolicismo romano cresceva in Inghilterra, rispose : « vorrei che essa crescesse ; ma rispetto al numero, noi di
certo non progrediamo. Le nostre perdite sono su per
giù uguali ai nostri guadagni. The leakage from thè
Church is abolii eqnal to our gains ». La differenza,
numerica quanto alle perdite del cattolicismo inglese,
che risulta dalle dichiarazioni dei due Prelati, si spiega
con ciò che è facile in Inghilterra registrare le conversioni alla Chiesa Romana, ma è quasi impossibile
tener conto esatto di tutte le perdite: di qui la divergenza nelle due sopraddette opinioni.
Quello poi che i due prelati inglesi attestano dell’Inghilterra, il Rev. Padre Shinnors 0. M. attesta per
gli Stati Uniti di America. Cosi infatti egli scriveva
neU’/r/sA Ecclesiastical Review del Febbraio 1902
« Crescono », egli domanda, « i cattolici negli Stati
Uniti nella proporzione che sarebbe richiesta dall’aumento della popolazione ? No ■! Vi sono molte conversioni alla Chiesa cattolica, ma le apostasie sono molte
3
LA LUCE
di più. Un gran numero poi di cattolici cade nell’ indifferentismo e anche nella irreligione. Vi dovrebbero
essere ora agli Stati Uniti venti milioni di cattolici;
invece, ve ne sono appena dieci milioni. Vi sono buone
ragioni per credere che i più, di coloro che abiurano,
sono di stirpe irlandese, e non pochi fra essi nati nelrirlauda stessa ».
E basti cosi, in risposta a quei giornali clericali che
predicano il ritorno dell’Inghilterra alla Chiesa romana
Il fatto é che il protestantesimo inglese non ha niente
a temere da Eoma ; quindi, sotto questo rispetto, esso
ben poteva permettere la processione col Sacramento
anche per le vie di Londra. Se non l’ha permesso, ciò
è perchè le leggi e la coscienza nazionale dell’Inghilterra protestante non lo permettono. E stando così le
cose, chi potrà gridare, all’ intolleranza e .alla bigotteria? Chi vive sotto un tetto di vetro non scagli pietre
sopra il tetto altrui !
miles Ghfisti
L EVOLUZIONE ^ RITROSO
DEL
Corriere della Sera
Nell’agosto dell’anno 1897, monsignor Geremia Bonomelli, vescovo di Cremona, diramò una circolare protestando contro la teatralità che da parecchio tempo
si era introdotta nei frequenti congressi eucaristici o
d’aitro genere neile chiese cattoiiche. Quella circolare
— che rimarrà sempre uno dei principali documenti
del prelato cremonese — fu comunicata dai Corriere
della Sera, in data 20 agosto 1897, per mezzo di un
articolo intitolato ; Le chiese mutate in teatro. L articolo diceva cosi :
« Sono frequenfì, da gualche anno, in Italia i congressi i quali^i cH'iamiutl’buòaristici, o niariani, o cattolici, sono pur sempre animati, óltre che dallo spirito religioso, anche dallo spirito politico. Clii'potè assistere a tali congressi avrà potuto vedere, non senza"
meraviglia, che si fanno, con drappi e bandiere, sparire ^
le imagini di Dio {sic), della Madonna, dei Santi; il
coro è trasformato in palco d’onore per i prelati, ed
il pergamo è lasciato a qualche avvocato, che di lassù
parla magari di casse rurali, di coltura intensiva, di concimi artificiali.
« Dei vescovi presenti, uno fa una predichetta al
principio dell’adunanza, uno ne fa un’altra alla fine;
ma mentre l’adunanza dura, essi sono muti spettatori,
e non rappresentano che una parte decorativa, mentre
quelli che presiedono, che discutono, che urlano, sono
laici, 0 preti giornalisti. Davanti a tale spettacolo lo
scettico sorride, il miscredente ride vedendo questa palese decadenza del puro sentimento religioso; il vero
credente si duole e si avvilisce.
« Ma a queste profanazioni chi doveva pensare a
porre un riparo? Chi doveva ricordare che le chiese,
fatte per pregare, appartengono a rutti i credenti, sieno
essi temporalisti o antitemporalisti? Chi doveva ricordare che gli avvocati hanno già troppe tribune, perchè ci sia bisogno che ad essi s’aprano anche i pergami? ».
Dopo aver riprodotta la circolare del Bonomelli, dopo
aver accennato ad alcune polemiche coll Osservatore
Cattolico particolarmente, e aver ricordato che l’imminente congresso^cattolico doveva aver luogo nella chiesa
di Sant’Angelo in Milano, e che il Cardinal Ferrari
avrebbe diramata una circolare ai parroci per regolare
le modalità intorno all’uso delle chiese, ecc., il sullodato giornale concludeva cosi ; « Se qualche cosa si
farà, le chièse torneranno ad essere chiese, e cesseranno d’essere teatri, dove si parla, si recita, si grida,
sì applaude...’, ed anche si zittisce e si protesta, sino
a far tacere gli oratori, come avvenne, or non è molto,
in una chiesa di Milano ».
« *
Cosi scriveva il Corriere undici anni or sono contro
la politica e la teatralità portate nelle chiese cattoliche,
quando esso non era ancora legato a doppio filo coi clericali; ma oggi le cose sono mutate, e per l’opportunità recripoca, conservatori e clericali, volteriani e cattolici, avendo iutéres’^i comuni, hanno costituita una
Società di mutua ammirazione e di scambievole difesa.
Non può|dunque sorprendere nessuno l’aspra censura
del foglio t conservatore contro il Governo inglese e
«ontro i protestanti perchè Si sono posti alla difesa
della legge contro le cattoliche teatralità congressiste
e il baccano per le vie di Londra. Ben altro ancora
vorrebbe fare per affermare ciò che non è, vale a dire,
che riughilterra sia conformista e fedele ai capricci
del Vaticano!! li quale Vaticano, avuta la grande sconfitta iu Francia e perduta la figlia primogenita, tenta
di riabilitarsi nei paesi protestanti, abusando della libertà, della bonarietà e della larga' tolleranza che in
quei paesi si esercita verso tutti : ed eccolo escogitare
il famoso congresso eucaristico a Londra, che è finito
con una ben meritata mortificazione, quella di non aver
potuto portar su e giù per le vie di Londra il SS. Sacramento e di essere stati costretti, cardinali, vescovi,
e tutto un esèrcito di preti, frati e monache, a girare
in processione senza stole e senza paludamenti pontificali ! !
L’Inghilterra non è l’Italia. Da noi si fanno le leggi
e si violano colla massima indifferenza, a cominciare
dalla legge di soppressione degli ordini religiosi per
finire a quella del riposo settimanale; leggi spoglie di
ogni autorità e vestite da Pulcinelli, leggi e regolamenti lacerati e ridotti a brandelli.
In Inghilterra vige tuttora la legge del 1829; e
poiché l’articolo 26 stabilisce una multa di 12.50 lire
contro chiunque compia riti o cerimonie religiose fuori
di chiesa o di casa, l’Alleanza Evangelica e tutti i protestanti della Gran Bretagna, che sono la grande maggioranza della popolazione, han fatto molto bene a rivolgere la loro preghiera al Governo perchè fosse rispettata la legge tuttora vigente, e a mettere cosi un
freno alle prepotenze ed alle provocazioni partite dal
Vaticano.
E’ inutile dunque e fuor di luogo fare il chiasso
come ha fatto il Corriere della Sera nei suoi numeri
del 12 al 15 di settembre, e scagliare insolenze contro
un popolo che fu sempre il più liberale, il più tollerante, affezionatissimo, per giunta, alla patria nostra.
Ah, '< dimmi con chi pratichi, e ti dirò chi sei ! ».
E il Corriere, facendo causa comune con certi amici,
ha imparato ad accomodare le cose più gravi, come se
fossero cose da nulla, anche quando il Vaticano respinge ed insulta i tricolori nazionali! Via! a Milano
è morto V Osservatore Cattolico,nulla ha perdutoli
parlilo clericale, poiché il Corriere ha assunto le veci
dell’organo del per. ero defiuit®, don Albertario.
Sofgia.
Nobile eccezione
Di tra il coro dei giornali ... liberali che hanno
condannato la prudente attitudine degli Evangelici
inglesi, i quali non avevano voluto che per le vie
di Londra, coi prelati romani, passeggiasse anche
l’idolo romano, l’ostia, qualche voce ragionevole, equa,
simpatica si è fatta udire, e noi l’abbiamo ascoltata
con piacere : quella di Mario Borsa nel Secolo di
Milano, per esempio.
Speravate, o Cattolici papisti, di convertir l’Inghilterra ?
Lasciate ogni speranza.
< L’arcivescovo di Monreal ha espresso all’Albert
€ Hall la speranza che l’Inghilterra abbia un giorno
s a ritornare in seno della Chiesa Cattolica Apo« stolica Eomana.
. « Questo è forse sperare un po’ troppo^ dacché
« qui il protestantesimo non è mai sembrato cosi
« saldo e sicuro di sé come ora >.
* *
« Se anche il Santissimo dovesse essere portato"
< in giro per le vie di Londra non credo che ne
« verrebbero seri pericoli per la coscienza prote« stante del paese.
« Il cattolicismo può ancor fare delle reclute in
« Inghilterra colla... musica, coll’incenso, coi fiori e
t colla pompa pittoresca delle sue funzioni ma non
< può sperare — checché ne pensi l’arcivescovo di
. Montreal — di scalzare la religione nazionale così
« viva, così rinsanguata, così consapevole della realtà.
« in mezzo a cui si muove ».
« Il protestantesimo in Inghilterra é troppo pro« vato, é troppo aperto a tutte le tendenze pro« gressiste... é troppo intimamente identificato col
« carattere, colle aspirazioni, coi bisogni del paese,
« per temere la reazione di una Chiesa che ideal« mente e moralmente si é fermata al Concilio di
« Trento ».
Non si potrebbe dire più esatto né meglio di cosi
e noi sottoscriviamo con tutto il cuore.
L© SPETTRO DI ROMH
Così il brillante scrittore Enrico Thovez intitola
un suo articolo pubblicato nella Stampa, a proposito delle apprensioni inglesi per il congresso eucaristico; articolo il quale, se contiene qualche assennata
osservazione sul protestantesimo, non é meno giusto
nel considerarlo rispetto all’indagine scientifica sulle
cose della fede, indagine che il protestantesimo non
teme di coltivare ed approfondire, per riaffermarle
su basi nuove e sicure, dal punto di vista della
conoscenza umana.
Ma il Thovez non ci pare abbia un giusto concetto di quel che é la fede quando scrive che non
c’é nulla che più faccia a pugni con essa della discussione : nulla che le sia più esiziale, che la renda
più incerta, ondeggiante, inquieta. Questo può esser
vero, anzi lo é, se s’intende per fede la credulità,
oppure la sottomissione completa e, senza riserva, ai
dommi della Chiesa, qualunque essi siano. Ma non
10 é più, quando per fede intendiamo, come si deve,
11 rationahile obseqmim di San Paolo, e quando la
definiamo con le parole apostoliche : una sassistensa delle cose che si sperano, ed una dimostrazione delle cose che non si vedono.
Tale non è certo la fede nell’ambito del cattolicismo romano, ove le più assurde dottrine e più ripugnanti al buon senso, sono imposte alla mente e
alla coscienza dei fedeli. Ma tale é bensì nel protestantesimo; ed essa comporta la discussione e l’indagine scientifica, che non conducono al dubbio né
all’incredulità se non eccezionalmente; laddove nella
maggior parte dei casi la discussione e l’indagine
scientifica ottengono per risultato una più sicura e
profonda affermazione della fede. E, perciò, protestiamo contro le osservazioni contrarie del Thovez,
allorché dice : « E (del dubbio, dell’affanno, dell’inqnietndine, cui la fede protestante ha aperto la
porta) se ne son visti gli effetti. Il cattolicismo prosegue trionfale la sua marcia, fisso (1) sulle basi
incrollabili della sua verità assoluta; il protestantesimo incespica nei sassi e si punge ai rovi della
sua verità relativa, e perde terreno. Le statistiche
provano che, nei paesi di religione mista, il cattolicismo guadagna sul protestantesimo... ».
Ora la verità é precisamente l’opposto. Dal punto
di vista numerico, il protestantesimo, nel corso degli
ultimi cinquant’anni, ha fatto dei progressi enormi.
E non sono lungi dal vero quelli che lo fanno ammontare a circa duecento milioni di aderenti, mentre
il cattolicismo, nello stesso spazio di tempo, ha
fatto delle perdite <;onsiderevoli, soprattutto in quei
paesi di lingua inglese che i giornali, per niente
bene informati, descrivono quasi come conquistati
da Eoma. Invero, negli Stati Uniti, avuto riguardo
alla continua immigrazione dei cattolici provenienti
dai paesi cattolici di Europa, la Chiesa romana dovrebbe
annoverare parecchi milioni di fedeli più che non
vanti in realtà. Vi è chi calcola a venti milioni di
aderenti le perdite subite dal cattolicismo romano
nei soli Stati Uniti durante il secolo scorso. Se poi
poniamo mente alle continue conquiste del protestantesimo nei paesi cattolici (ad esempio nell’Austria)
ci pare davvero insostenibile Taffermazione che il
cattolicismo guadagni terreno sul protestantesimo.
A ciò si aggiunga l’influenza grande che, sotto tanti
aspetti diversi, il protestantesimo esercita sulla civiltà contemporanea, e si veda quindi se non sia più
conforme al vero raffermare che la Eiforma continua
i suoi progressi ascendenti, poiché ogni manifesta
ti) Ma se è fisso come fa a proseguire la sua marcia ?
(N. d. D.).
4
LA LUCE
zione della vita sociale odierna ripete le sue origini
e la sua forza dal grande movimento religioso del
secolo XVI,
E questo è si vero che il Thovez medesimo è costretto a riconoscere che Tlnghilterra deve al protestantesimo la sua forza morale, la sua disciplina
interiore, la sua coesione nazionale. Egli afferma
che quella nazione ha una fede dalla quale zampilla
una forza morale che può far invidia persino a un
miscredente.
E noi volentieri prendiamo atto della felice contraddizione che su questo punto della fede protestante manifesta l’articolista della Stampa, e con
lui concludiamo : « In verità, l’Inghilterra ha ragione di difendere l’austerità della sua fede ».
Hnvieo ^Weyniet»
Dna lettera di Tancredi Canonico
L’illustre padre Giacinto gentilmente c’invia una lettera del senatore Canonico a
lui diretta e teste pubblicata nel Journal
de Genève.
Noi la troduciamo, in attesa che uno
dei nostri egregi Collaboratori ci favorisca
un articolo attraente e completo intorno
al compianto ex presidente del senato.
La lettera (che porta la recente data
del 23 agosto 1908) è così concepita.
« Non sono in grado di passeggiare nè
di attendere alle cousuete occupazioni, ed
anche un’inezia mi affatica assai... La fine
s’avvicina. Ho compiti gli 80 anni. Non so
se toccherò gli 81.
Certo, l’orizzonte spirituale non è splendido. Tuttavia, poiché tanti elementi diversi si agitano, qualche cosa ne verrà
fuori. La vita è si breve che non si può
pretendere di veder molte cose ; ma, se a
noi non è dato d’entrar nella terra promessa, ci consola, nelle presenti tristezze,
la fede che i nostri pronipoti entreranno
e che noi da oltre la tomba potremo concorrere ad agevolar loro l’entrata.
I miei ossequi alla signora Loyson, ed
a Lei, caro Padre, una cordiale stretta di
mano dal suo invalido amico
Tancredi Canonico ».
Una poesia di T. Canonico
Il giudice istruttore capo del tribunale di Milano,
avv. Luigi Anfosso, ha mandato al Corriere della
Sera la seguente poesia di Tancredi Canonico.
Ad una rosa trovata in terra per via:
Perchè, rosa gentile, al suol si mesta
La bella inchini moribonda testa.
Tu, che si lieta, sul natioo stelo
L’ergevi al cielo ?
/\hl, che una legge di dolor tremenda.
Da cui non v’ha quaggiù chi ci difenda,
Stringe a morir tutte create cose:
Uomini, e rosei
Tu almen, vivendo semplicetta e pura.
La via seguisti della tua natura :
Ed or, troncato di tua vita il corso.
Non hai rimorso.
Ma quando, al par di te giacente in terra.
Avrò finito questa cruda guerra.
Qual sarà mal sull’lmmorfal cammino
Il mio destino 7
So che sei giusto, o mio Signore, e tremo :
Ma sei pur padre; ed In quel giorno estremo
A chi ti cerca con pietà sincera
Zu dici : „ Spera ”, ^
Tancredi Canonico |
Ca religione nel futuro
(Seconcio 11 Giacinto)
Leggiamo nel Journal de Genève (numero del 18
settembre 1908) il resoconto di una conferenza tenuta la sera prima dal Padre Giacinto nella chiesa
di Notre-Dame in Ginevra.
L’illustre oratore vecchio-cattolico, preso per testo
Isaia, 21 : « Sentinella dov’è la notte ? La mattina
viene, ma la notte ancor dura » svolse il seguente
assunto ; « Il problema religioso sarà discusso per
tutti i secoli. Che avverrà ? » Divise il discorso in
tre punti, che il Journal de Genève sunteggia cosi :
< Noi ci ritroviamo in cospetto di tre soluzioni :
1) Sarà soppressa la religione?
Impossibile ; sarebbe la soppressione dell’uomo, il
quale è un essere essenzialmente religioso. La religione è eterna. Ella palesa un’ enorme vitalità
presso i Maomettani, i Giapponesi, i Buddisti; nel
mondo cristiano si presenta sotto forme nuove (mormonismo, teosofia, Esercito della salvezza, teorie
tolstoiane e comtiane, socialismo idealista). Le religioni non muoiono ; periscono soltanto le forme antiquate e sciupate, lo spirito esausto è morto.
2) La religione rimarrà allo stata quo .?
Neppur questo è possibile. La religione più autocratica di tutte — il cattolicismo romano — è
travagliato dal modernismo liberale e scientifico che
mira a rimondarlo, e dal modernismo papista che
acuisce lo spirito dominatore di esso cattolicismo
romano facendo del papa « il solo nomo che abbia
sale in zucca » per dirla con le parole del Veuillot
3) La religione si trasformerà ?
Oh si. Si trasforma infatti anche sotto i nostri
occhi. Starabnl oggidì dà dei punti a Roma. Il sultano ha inteso i segni dei tempi e s’è messo a capo
del moto rivoluzionario.
Sorgerà un papa che sgombri la Chiesa dal modernismo clericale, dalla fabbrica di miracoli spiccioli, dall’ostilità verso la scienza ?
Il padre Giacinto lo spaia, e .si congratula con
la chiesa nazionale ginevrina, la quale nella recente
costituzione ha saputo distinguere fra teologia e religione; e l’illnstre Padre indica, come parola d’ordine della Chiesa cristiana. Cristo nella sua unione
con Dio e nel suo amore verso gli uomini.
Lotte nel campo femminile
II.
In verità ci riescono sempre antipatiche e ridicole le donne quando son prese dalla voluttà d’immascolinarsi dimenticando la nobiltà della propria
missione nella famiglia e nella società. Anche quelle
donne che fan pompa d’essere libere pensatrici,
che in presenza dei loro fanciulletti dicono che
Dio non esiste ; e le signorine professoresse, che
nelle Università popolari tengono conferenze per
dimostrare come fatto scientifico — ciò che tuttora spazia nel campo nebuloso delle ipotesi, a
detta dei savi medesimi — e cercano di persuadere i loro uditori plaudenti che non sono altro che
bestie perfezionate ; anche queste, diciamo, ci riescono sommamente antipatiche.
Certo che delle libere pensatrici, furono presenti
ai due congressi di Roma e di Milano ; ma è pur
cosa certa che vi furono presenti delle signore e
delle signorine che, ad una squisita coltura uniscono
un nobile sentimento di fede religiosa cattolica od
evangelica. Ed è questo il gran fenomeno che ha destato la sorpresa e l'attenzione dei savi e colti osservatori, che donne aventi opinioni politiche, sociali
e religiose diverse ed opposte, come avvenne specialmente al Congresso di attività pratica femminile
di Milano, abbiano potuto intendersi sopra un programma cosi complesso e risolvere molti e delicati
problemi, sia nell’interesse generale come in difesa
dei diritti particolari riflettenti il benessere e il
miglioramento della condizione sociale, civile e domestica della donna, della giovinetta e del fanciullo.
Ma le signore della federazione cattolica scandalizzate dall’ordine del giorno Malnati non vollero
vedere alcun bene, neppure là dov’è evidentemente
per tutti coloro che non sono affetti da alcun pregiudizio. Dicono bensì che sono pronte a ricevere il
bene da qualunque parte venga; viceversa poi, contro
•1 bene che si é proposto l’Unione Nazionale femminile, la Federazione cattolica chiama a raccolta
le donne italiane a firmare un ordine del giorno
opposto ed una sottoscrizione di protesta, che affermi la necessità dell’insegnamento religioso nelle
scuole. È cosi che la lotta è impegnata nel gran
campo del gentil sesso italiano ; e a qual parte arriderà la vittoria? Conosciamo i mezzi co’ quali intendono raggiungere il fine le signore dell’Unione Nazionale femminile ; ma con qual programma e con
quali mezzi si presenteranno alla lotta le signore
della Federazione cattolica ?..
Ecco qua. — Nella seconda circolare, le pie signore di Via Dogana, N. 2, si presentano con un
piano strategico, in apparenza inspirato da menti e
cuori animati da buona volontà e savia disposizione
pel bene delle donne italiane. Esse sì slanciano nel
campo della coltura religiosa, sociale, economica,
domestica e ciò mediante l’istituzione di associazioni
femminili, circoli di coltura, ritrovi di lettura e di
educazione, ricreatori, segretariati, uffici di collocamento e di assistenza, scuole professionali, ritrovi
per le maestre, corsi d’igiene e di coltura generale,
istituti di cooperazione, mutualità e previdenza, organizzazione professionale, stampa, ecc. Si occuperanno eziandio di beneficenza, di educazione, di preparazione della donna perchè nella vita sappia coscientemente educare, delle coudizioni fatte alla
donna e ai minorenni dalle attuali disposizioni legislative, ecc. ecc.
Questo programma di ?i^ività femminile gareggia
con quello deU’Unione Nazionale, la quale co’ suoi
due Co'&gressr ha provocato come si vede, uno spi rito di emulazione nel seno della Federazione Femminile cattolica ; ma questa però intende far convergere la somma di tanto lavoro ed ogni suo sacrificio ad una sola finalità, cioè alla difesa del
principio religioso, o meglio — per uscire dall’equivoco — alla difesa della Chiesa Cattolica romana,
colle sue tradizioni, col « suo spirito animatore e la
sua grandezza passata e presente », come si rileva
dal loro programma :
« La difesa del principio religioso »
Questo programma è < l’affermazione costante e vitale » di tutto il movimento e di tutta l’azione della Federazione e merita di essere conosciuto nei suoi
punti principali. — Anzitutto le pie signore intendono consacrarsi « allo studio della verità, affermazione che porta alla difesa del principio religioso,
nell’edncazione individuale e nel movimento sociale
alla fede del Vangelo e della Chiesa, » anzi « alla
dimostrazione della loro potenza e bontà »..........
« Nella Chiesa aiutata dal suo potente spirito di
grandezza e di verità (?), come credenti e perchè
credenti noi veniamo partecipando alla vita, a tutta la
vita »... sorgente di « grandezza del nostro passato,
sintetizzato in modo ammirabile in tanti animi liberi e
forti che la Chiesa ha inalzato all’onore degli altari, e
che noi chiamiamo Santi (!), scorgendo in essi i
geni della bontà spesso divinatori dei tempi, sempre
armonizzanti coi geni dell’arte e della scienza nella
vita, fra coloro che vivono nella Chiesa Ja perenne
fonte di verità !... » e « senza venir meno a nulla
del magnifico programma che Cristo ha segnato,
e la Chiesa tra i fedeli col ministero del suo sacerdote va diffondendo ; e questo programma vogliamo difendere e questo programma esigiamo
rispettato perchè egli (sic) diventi ancora come un
tempo il grande ispiratore / » E qui punto.
Non si poteva dar fuori un programma migliore
di questo, per richiamare alla mente nostra tutti
gli abusi, le vendette e le violenze commesse durante tanti secoli passati ; ed è con questo zibaldone
di programma vecchio, decrepito, che la Federazione
Femminile cattolica intende riformare il mondo ?
Strano in verità ! Le signorine della Federazione
5
LA LUCE
Femminile parlano di Vangelo, del programma di
Cristo — e non conoscono nè Cristo, nè il sno Vangelo
nel senso vero della parola conoscere (Giov. VI,
63 ; XVII, 3); e poi danno la patente d’ignoranza alle
altre donne cattoliche italiane !. Pretendono farla
da maestre e non sanno neppure quel che si dicono !
Un esempio basterà per giustificare quesfò grave
affermazione. Poco dopo aver esposto il famoso programma, la circolare accenna alla Coltura religiosa,
e fra altro dice : — « Tante donne cattoliche non
sanno difendere i loro principi perchè non istruite,
perchè s’accontentano di vivere la nota del sentimento 0 tutt’al più si fermano al Vangelo ! » —
Ma le donne cattoliche italiane dovrebbero rispondere:
— « Che colpa abbiamo noi se non siamo state
istruite, se siamo ignoranti, poiché ci hanno fin qui
nascosta la Parola d Dio, e hanno sempre gridato
e lanciate scomuniche contro quelli che leggono il
Vangelo e lo diffondono nel nostro paese ? Altro
che fermarsi al Vangelo ! In verità non abbiamo
mai mosso un passo per quella via ! * — E potrebbero aggiungere, senza tema di essere contraddette,
che le stesse signore della Federazione Femminile
cattolica, neppnr esse hanno mai mosso un piede per quella via veramente cristiana ed evangelica ; e malgrado ciò parlano di coltura religiosa.
Danalano Botigia
P. S. — Sopra questa materia sappiamo che sono
in corso trattative fra il Circolo Missionario di Milano. Foro Bonaparte, 7 — e la Claudiana di Firenze, per
la pubblicazione di un interessante opuscolo intitolato:
Pacifica discussione fra un evangelico e una signora
cattolica della Federazione Femminile.
Uno dei soliti sgarbi
giovani cattolici, e che deve sentire quella
gente lì? Lo sanno costoro che non devono
bastare quattro svizzeri (di Frascati) a farla
ripiegare e che, se mai, si dispone d’un’asta di durissimo frassino ? E se non lo
sanno, perchè 1’ hanno esposta a quell’ umiliazione ?
Son poco tenero di provvedinienti legali;
vorrei, se stesse in me, che a certe cose
bastasse l’educazione civile; ma siccome si
palesa insufficiente all’uopo, credo sarebbe
il caso se ne occupasse un tantino l’autorità competente con opportune disposizioni.
Cari giovani cattolici, si che ve lo sapremmo inculcare noi il rispetto al tricolore
glorioso della Nazione Italiana !
flemo
Intendo quello usato alle quattro bandiere tricolori respinte dagli svizzeri all’ingresso del Vaticano. Il Corriere della Sera
se la piglia con i cattolici stranieri famosi
per la loro intransigenza e pei loro dirizzoni, la Stampa con i Comitati ordinatori
che non seppero prevedere nè prevenire.
Senza avere la pretesa di sedere terzo fra
cotanto senno, un’altra diversa considerazione mi permetterei di esporre.
. Si abusa un po’ troppo della bandiera
nazionale, e si sa : la soverchia confidenza
toglie la riverenza dice un proverbio volgare, chiedetene ai sagrestani. Valga il
vero : scorgo dalla mia finestra su di un’antenna il vessillo tricolore ; gli è un ballo
campestre ove domani quattro villanelli verranno a sgranchire le ^ gambe e scambiare
quattro pugni. Vidi non è tanto una banda
di coscritti avvinazzati: in testa vi era
tanto di bandiera nazionale. Alla domenica
sventola ad ogni cantina ; l’inalberano i rivenditori di cocomeri, i saltimbanchi, i casotti da fiera e così via.
Ora tutto questo assolutamente non ya.
Si discorre sempre del culto delle patrie
memorie, della religione che le deve santificare ; e pur facendo le mie riserve intorno alle parole, per conto mio ci sto. Rispettiamo dunque la bandiera nazionale !
Se m’è lecito parlare di me stesso, quando
la vedo, mentre sfila un reggimento, passarmi dinanzi, istintivamente m’inchino, in
atto riverente e quant’essa sarà più sbiadita e tanto più s’accrescerà la mia venerazione.
Ma già andatele a dire queste cose ai
5. E. Facta al Ferrerò
Perrero (Valli Valdesi), 14 sett. 1908.
quali sempre farà quanto sarà in suo potere, come
per una sacra e diletta famiglia.
Agli operai che l'hanno eletto presidente onorario
del loro Sodalizio, ei risponde dicendosi felice di accettare qneU’attestato dell’affetto di coloro ch’ei considera quali suoi fratelli nelle lotte e nelle vittorie
della vita, pel maggior bene della diletta patria italiana. Ai ministri del culto egli esprime la sua soddisfazione nel vedere come unanimi lavorino al raggiungimento di un comune e santo ideale di giustizia, di fratellanza, di uguaglianza di diritti e di
doveri in seno alla comune patria grande, benedetta,
santa.
Dopo aver ricordato ancora e con vero encomio
l’opej-a di altri, che hanno prestato il loro valido
aiuto nella dolorosa circostanza del tremendo disastro di giugno, fon. Facta fece un brindisi all'unione,
alla pace, al bene di queste vallate e al bene della
patria.
Le sue parole furono accolte da vivissimi applausi
e la festa terminò fra la gioia più schietta.
Noi auguriamo a tutti i collegi elettorali d’Italia
un rappresentante di gran mente e di gran cuore
qual’è S. E. Luigi Facta.
Paolo Calvino.
La festa celebratasi in questo alpestre centro della
Valle di San Martino riuscì benissimo.
Un modesto banchetto raccoglieva in un gran cortile dell’Albergo Regina ben 220 valligiani ed anche
altri amici, venuti da comuni lontani, per festeggiare S. E. il sottosegretario di Stato Luigi Facta,
deputato al Parlamento nazionale.
Il banchetto doveva aver luogo nel più bel salone
dell’Albergo; a cagione del gran numero di intervenuti, si dovettero apparecchiare le mense in cortile.
Presiedeva il D.r Rostan, direttore e anima della
festa. Con quella eloquenza senza fronzoli e senza rettorica, che procede dal cuore, egli diede il benvenuto
anzitutto a S. E. Facta e quindi al sottoprefetto di
Pinerolo e a tutti gli altri cospicui personaggi che
dai paesi limitrofi erano venuti per associarsi alle
espressioni di gratitudine di tutta la popolazione di
queste valli tanto beneficala dall’onorevole Facta nella
triste occasione della catastrofe prodotta dal nubifragio, e inoltre quando ottenne dal Governo la costruzione della strada provinciale dal Ferrerò a Massello e Frali. « Il nome di S. E. (disse l’oratore)
è oramai scritto in modo imperituro nei cuori nostri e sui sassi dei nostri monti. Iddio vi renda ad
usura il bene che ci avete fatto ». {Vivissimi applausi).
Troppo lungo sarebbe il ripetere, sia pure in riassunto, i molti discorsi che furono poi pronunziati da
altri oratori : sindaci dei vari comuni, pastori vaidesi, parroci cattolici romani, maestri, ecc., ecc.
Tutti si trovarono d’accordo nell’elogiare S. E.
il Sottosegretario, che il pastore Soulier definì il
* deputato ideale ».
Anche al sottoprefetto di Pinerolo furono rivolti
ringraziamenti vivissimi per esser egli accorso subito sul luogo del disastro appena ebbe notizia della
tremenda catastrofe del 19 giugno, esponendo al pericolo anche la propria persona, pnr di portare pronto
soccorso materiale e conforto morale.
Alle lodi a lui tributate l’egregio funzionario rispose con spartana modestia : « Un antico proverbio dice : la buona moglie fa il buon marito, io
dico: le buone popolazioni fanno ibuoni funzionari;
10 altro non ho fatto se non il mio dovere nella misura delle mie forze ».
Commovente pure fu la cordialità fra i vari ministri rappresentanti dei due culti.
Splendido per la forma e per la sostanza fu il
discorso di S. E. Facta che seppe con mirabil potenza di sintesi e con brevità, tener conto di quanto
{l’importante era stato detto dai vari oratori.
Non possiamo che riassumerne le idee principali.
11 miglior compenso alle sue fatiche è per lui l'affetto di quelle franche e leali popolazioni eh’ egli
si onora di rappresentare in Parlamento e per le
« LA LUCE » a Siena
A quanto pare La Luce comincia a dar ...ombra
ai Clericali di Siena ; i quali hanno gittate un grido
di spavento. Leggiamo infatti nel clericale II Popolo di Siena N‘ 38 del 19 settembre corrente un
paragrafetto intitolato In guardia, e che qui riproduciamo testualmente :
« In guardia. — Da alcuni giorni si va facendo
€ nella nostra città una larga diffusione di un perio« dico protestante. La Luce che si pubblica in Roma.
« Sappiamo che anche molti cattolici sono rimasti
« ingannati ed hanno cooperato alla diffusione di que« sto libello, che sa ben mascherare i loschi fini
« della setta che provvede a tanta diffusione.
♦ I cattolici sono avvisati poiché sanno come rie» sca facile ai protestanti di nascondere sotto belle
» apparenze merce di contrabbando ».
Buon segno evidentemente ! Se quei signori sapessero di esser nel vero, parlerebbero in senso
non solo diverso ma opposto, e direbbero alle pecorelle : « Leggete, leggete la Luce : vi avvedrete
che è zeppa d’errori, e cosi vi confermerete meglio
nella vostra credenza ». Ma no ! Si teme che un
po' di... luce veramente cristiana, veramente evangelica penetri nei cuori, e si vorrebbe impedirlo.
Debbono essere ben poco saldi sul fondamento
della loro fede i cattolici papisti di Siena, se qualche articolo di un periodico come il nostro è atto
a scuoterneli e ad allontanameli !
La Storia Sacra t la Storia profaoa
A proposito di Àbramo in Ur de’ Caldei
Da un discorso deU’illastre egittologo, sig. Eduardo
Naville, su La Bibbia e iArcheologia, stralciamo i periodi seguenti che si leggeranno con profitto :
« Più si legge la Scrittura, più la si riscontra con
le opere storiche profane, e più si riman colpiti dal
contrasto profondo che scatta fra il testo sacro e le
scritture umane. Nel far un tal confronto, si arriva a
comprendere alcune delle particolarità più sublimi della
Sacra Scrittura, e se ne travede la ragion d’ essere.
« Noi ci solleviamo per tal modo a quell’altezza dalla
quale la Parola di Dio domina gli scritti umani più
perfetti. E ciò si scorge di primo acchito : il punto
di vista dal quale hanno scritto gli Autori del Sacro
testo è diverso affatto da quello degli uomini ; pertanto
anche le proporzioni sono diverse.
« Tal fatto della vita quotidiana, che uno storico avrebbe trascurato, è diventato nella Scrittura uno di
quei gioielli che le generazioni conservano come oggetto di sommo pregio ; — mentre, non di rado, essa
Scrittura, con tre o quattro parole solamente, accenna
a migrazioni di popolo, a conquiste, a lotte più volte
secolari, la cui narrazione cuopre le tavolette di Ninive
6
6
LA LUCE
0 le pareti dei tempi di Tebe. C’è qui una differenza
di natura che è causa del contatto (più raro di quel
che si crede) tra la Bibbia e l’archeologia.
« Un esempio farà comprendere la differenza essenziale che intercede fra il testo sacro e la storia propriamente detta.
« Ecco Abramo, il padre dei credenti. — Voi converrete meco che tutta la di lui vita si compendia in
questa sentenza : Abramo credette a Dìo e ció gli fa
imputato a giustizia. A leggere il racconto della genesi, si direbbe che la vocazione del patriarca sia stata
un mero fatto individuale, senz’ alcun rapporto con
qualsivoglia avvenimento storico ; ma in realtà la
cosa non è così. Noi conosciamo ora meglio di quel
che già non si conoscesse la storia dell’antica monarchia dei Caldei, di cui la città di Ur fu una delle capitali. Gli scavi intrappresi da un coraggioso esploratore francese hanno tratto alla luce gli avanzi di una
civiltà assai progredita, in mezzo alla quale Abramo
visse i suoi primi anni. Noi conosciamo il nome di
molti re di quell’epoca lontana; noi conosciamo assai
bene ii culto degli abitanti, che avevano conservata una tradizione del diluvio assai simile al racconto della
Genesi. In questo regno, antico quasi quanto il regno
d’Egitto, si fiancheggiavano popoli di razze diverse, e
vi predominava l’elemento Cushita (cioè Camita), indigeno e Semita, forestiero.
« Ora, sia per influenza di cause mal note ; sia per
antipatìa di razze e religioni ; sia per la conquista
del paese fatta dal vicino regno di Elam in un’epoca
anteriore ad Abramo — i Semiti ebbero tendenze separatiste e'migratorie. Di que’ popoli diversi, gli uni
avevano invaso 1’ Egitto, fondandovi la dinastia degli
Hyksos 0 Re-Pastori ; i Fenici erano andati a stanziarsi in Canaan ; altri si erano diretti più a nord,
nella valle del Tigri, dove più tardi doveva sorgere
l’impero Semitico di Assur.
« Abramo non fu che uno in questa serie di popoli
migranti — ma, se ne scuoprano pure delle tavolette
a Ur od^a Charran ! si può star sicuri che il nome
di Abramo non vi si troverà ! La sua famiglia o la
sua tribù, fra i Caldei, passò inavvertita fra la moltitudine delle famiglie o tribù congeneri : gli annalisti non ne fecero menzione. Ma nella Scrittura, nel
libro che ci fa conoscere i rapporti di Dio con gli
nomini, tutto questo quadro immenso è coperto di un
velo ; tenebre sono sparse sopra questa trafila di avvenimenti, di cui deciferiamo la narrazione sopra le
tavolette della Caldea. Altro non rimane, altro non
emerge se non l’uomo che credette in Dio ; — onde
si deduce luminosamente che la Sacra Scrittura ci fu
largita per ^istruire, correggere, arguire e formare
alla giustizia. E dunque rarissimo che, nelle iscrizioni
egiziane od assire si trovi un racconto parallelo a
quello degli autori sacri...
« Qnal’è adunque, mi si dirà, l’utilità delle scoperte
archeologiche ¡[per la conoscenza della Bibbia e per
l'apologetica ? — Questa utilità, a parer mio, è sopratutto
indiretta, e consiste nel farci scoprire non tanto quel
che la Bibbia quanto quel che essa non dice ...»
V.
La più urgente preghiera
O Dio, crea in me un cuor
puro (Salmo 51, 12).
Un bambino chiedeva alla sna maestra di Scuola
domenicale, che aveva parlato della preghiera : « Posso io dire al Signore che desidero una bicicletta ? »
E perehè no, se la bicicletta fosse necessaria ?
Dio è un padre e come tale si dà cura anche del
benessere materiale dei suoi figlinoli : è lecito dunque chiedere qualunque grazia sia pur materialissima.
Tuttavia certo è che le grazie più preziose sono
le grazie spirituali.
Se è vero che le grazie spirituali siano le più preziose, io non conosco richiesta più urgente di questa : « 0 Dio, crea in me un cuor puro».
Perchè c’è tanto male nella nostra vita ? Perchè
« 1’ imaginazione del nostro cuore è malvagia » ;
perchè « U nostro cuore divisa pensieri d’iniquità »;
perchè « dal cuore procedono pensieri malvagi ».
Perchè sono le nostre labbra imput tì ? Perchè il
nostro cuore è impuro. « Le cose che escono dalle
labbra procedono dal cuore. La bocca parla di ciò
che sovrabbonda nel cnore ! »
Le nostre parole e le nostre opere sarebbero pure,
se il cnore fosse puro ; come l’acqua del ruscello è
limpida se la sorgente dalla quale deriva è limpida.
Dal lato pratico, morale e spirituale, nulla più desiderabile di un cuor puro. Quindi la più bella promessa profetica è questa : « Vi darò un cuor nuovo;
rimoverò il cuor di pietra, e vi darò un cuor di
carne » e la, nostra più intensa preghiera dovrebb’essere quella del Salmista : * 0 Dio crea in me
un cuor puro ».
I
La preghiera del Salmista mi dice anzitutto che
chi la proferisce non è un uomo superficiale.
Egli ha commesso un grave peccato, ne ha chiesto il perdono ; ma sente che il perdono non gli
basterà. Quando Dio nella sua misericordia avrà
cancellate le sue trasgressioni, il Salmista peccherà
ancora. Gli abbisogna una purificazione interna, radicale. Il cuore deve essere mutato.
Gli uomini, in generale, sono molto più superficiali del re Davide. Son passati tremila anni, ed
essi non hanno ancora capito che il male proviene
dal cuore, che la cosa essenziale consiste nel sanare
il cuore. Il Signore ci grida per bocca d’ un profeta : < Fatevi un cuor nuovo ! Perchè morreste voi,
0 Casa d’Israele ? »
II
La preghiera del Salmista mi dice inoltre che il
suo cuore gli è insopportabile.
Una gentile illustre scrittrice inglese, la Browning, ha una soavissima poesia intitolata: Il mio
cuore ed io. * Basta I » ella esclama « noi siamo
stanchi il mio cuore ed io. Seggo presso questa lapide sepolcrale e vorrei che quel nome fosse inciso
per me... Si sono scritti dei libri, abbiam fidato negli uomini e intinta la penna nel nostro sangue
come se un tal colore non potesse morire... Camminammo troppo diritti per arrivare alla fortuna,
amammo troppo sinceramente per serbare un amico...
Alla fine slamo stanchi il mio cuore ed io I Come
ci sentiamo stanchi il mio cuore ed io ! »
Commoventi, mestissime parole ! Anche noi, talora, abbiam parlato, piangendo, cómele Browning.
Ma se il mondo, se gli nomini, se le circostanze
sono malvage, non è altrettanto malvagio il nostro
cuore? Perdoniamo alla povera donna, malata di
petto, lo sfogo pieno di amaritudine e di malcelato
risentimento ; ma, per carità, non accarezziamo troppo il nostro cuore. Davide non direbbe : « Come
siamo stanchi il mio cuore ed io ! . Direbbe : « Come
sono stanco del mio cuore / » E chi è più profondo
la poetessa inglese o il poeta d’Israele ? Oh certo
il poeta d’Israele, che intona tristemente il suo mi
serere !
Ili
La breve stupenda preghiera del Salmista mi dice
infine che la purificazione, secondo lui, per essere
radicale e completa, deve consistere non in una
semplice riforma, ma in una creazione : « Crea
in me un cuor puro ».
Il cuore non è un po’ guasto, è tutto guasto.
Non è un po’ malato, è tutto malato. Bisogna cambiarlo... « Se alcuno non è nato di nuovo non può
vedere il regno dei cieli » ha detto Gesù. Compiuta
la creazione del cielo e della terra, Dio si riposa;
non crea più nulla che appartenga al mondo della
materia, alla vita vegetale od animale. In questo
immenso sabato Egli si riposa occupandosi del regno dello spirito. Per entro ai confini di questo regno l’opera creatrice non è cessata e consiste nelr esaudimento costante di tutte le sincere preghiere
che da questa terra di peccato si levano a Lui e
che si estrinsecano nel grido di angosciosa stanchezza e di ardente desiderio : « 0 Dio, crea in
me un cuor puro ! »
Quest’opera nessuno può farla fuori che Lui.
L’uomo con niente non può far niente ; l’nomo non
sa creare. E qui si deve creare, poiché nel cnore
di Davide non v’è nulla di puro. Il creare appartiene a Dio.
Davide riconosce la sua completa impurità, e,
d’altro lato, la sna impotenza. Anela la purità ; la
compagnia del suo cuore gli è odiosa. Non tenta di
riformarlo : una riforma non gli basterebbe. Ne
vuol un altro ! Chi glielo darà ? Egli non può farselo. « Fatevi un cuor nuovo » dice il Signore. —
■> Non posso ! » risponde angosciato il Salmista.
« Vi darò un cuor nuovo » soggiunge il Signore.
E il Salmista si attiene a questa soave promessa,
e crede ed esclama : « 0 Dio crea in me un cuor
puro ! »
Poiché non siamo migliori del re Salmista, uniamoci a lui in una piena comunione di sentimento e
di fede, e facciam nostra la sua preghiera.
yt.
Nuovi ecM^el Sinodo
Durante il Sinodo ebbe luogo una frequentatissima fiera di beneficenza a favore dell’Orfanotrofio
Valdese, che quest’anno celebra il suo cinquantenario.
Una delle sere della settimana sinodale gli egregi
signori G. Rochat di Firenze e dottor Padellettidi
Montalcino tennero una interessantissima conferenza
sui pericoli dell’alcoolismo e del mangiar carne, recando dati preziosi di esperienza personale.
Gli onorandi Fratelli che indirizzarono la parola
ai membri del Sinodo e a moltissime altre persone convenute nel vasto tempio furono il dott. Gray pastore in Roma della Chiesa Libera Unita di Scozia,
il pastore Phimister moderatore della Chiesa Presbiteriana d’Inghilterra, il signor Roberto White
segretario del moderatore e anziano di una chiesa
londinese, il venerando G. Appia vice presidente del
Comitato missionario di Parigi, il pastore Seguin
delle Alpi francesi e il signor Gaydou della Chiesa
Valdese di Belgrano (Sud America).
Ciascun di loro disse all’assemblea cordiali parole
a nome delle rispettive Chiese che il avevano delegati, e la incoraggiò a proseguire con fiducia incrollabile l’opera che il Salvatore le ha affidato. Applausi accolsero ogni singola allocuzione.
A ciascuno di quei signori bellamente rispose il
presidente dott. C. A. Tron.
Specialmente commovente fu la brevissima risposta al rappresentante della Chiesa Valdese di
Belgrano, risposta sintetizzata in un affettuoso bacio
quale espressione dell’incrollabile affetto della Chiesa
delle Valli per la figliola sudamericana. Vivi applausi accolsero questo cordiale atto simbolico.
Paolo Calvino.
Salice piangente
La Chiesa di Riomarina (Isola dell’Elba) fu, a distanza di pochi giorni, anzi di poche ore, colpita da
due gravissimi lutti.
Elisabetta Martorella Regini, di anni 43, dopo lunga
malattia che fu una continuata testimonianza di fede
nel Salvatore, rese la sua anima a Dio il giorno 8 di
questo mese.
Accorso da Livorno per il funerale (poiché il pastore
di qui, sig, P. Chauvie, trovavasi al Sinodo) il Dr. G.
Grilli ebbe la sgradita sorpresa di dover condurre
all’ultima dimora terrena, non n a, ma due salme.....
... Poche ore infatti dopo l’arrivo di lui, cessava di
vivere un’altra delle nostre dilette sorelle, valorosa
vedova, antesignana dell’Evangelo nell’isola, Maria
Giordani Cignoni. Ell’aveva raggiunta la bell’età di
84 anni.
Il duplice funerale riesci affollato e commovente. E
il Dr. (irilli la sera dipoi tenne una conferenza nel
tempio quasi pieno, trattando questo tema : Chi è il
nostro Capo ?
Iddio consoli i cuori afflitti e renda feconda la Parola sua replicatamente annunziata.
_______________________________________________T. P.
Cercasi tatro ed esperimentato per Scàtola Elementare mista per i figli degFItaliani lavoranti al
Lotschberg. Richiedesi ohe possa insegnar anto. Per
informazioni rivolgergi al Sig. Stefano Revel a Kandersteg (Berna) Svizzera ».
MRflÌr.fl RnanriRlÌrn provetto, in grandi strettezze
IlICmbU bVOIiyEllbU accetterebbe qualsiasi impiego.
Pretese modeste. Si rivolge a tutti i fratelli nella fede
per ottenere il loro appoggio morale. Scrivere all’amministrazione del giornale « La Luce » Via Magenta
18 Roma, — alle iniziali Dr E. B.
7
LA LUCE
OLTRE LE ALPI E I HflRI
(Notizie delle Chiese Evangeliche estere)
Stati Uniti.
L’altiraa statistica delle chiese luterane del Sud America fa ammontare a oltre 2,000,000 i membri comunicanti con 8000 pastori e circa 13,000 comunità. Esse
mantengono 4700 scuole con 3000 maestri e 264,000
alunni.
Le somme raccolte dalle varie congregazioni a beneficio delle Missioni estere ed interne ammontavano nel
1907 a 11,000,000 di franchi.
e. r.
^__________________^^
LOS T{OM
Questo movimento, religioso in Austria la cui origine
risale a nove anni or sono, continua benché adesso se
ne parli poco. Si calcola che 40,000 cattolici romani
sieno passati all’Evangelo e 18,000 al vecchio cattolicismo. Ma sono anche molti più coloro i quali seguono
i culti evangelici senza vera e propria conversione.
Le ragioni che li spingono a staccarsi da Roma sono
su per giù le stesse dappertutto. Ci sono quelli che
non hanno nessuna fede e si accostano agli evangelici
perchè li credono digiuni di ogni fede religiosa ; ed
essi rimangono altamente meravigliati quando si avvedono del contrario.
Altri lasciano Roma non tanto pensando a sé quanto
ai loro figliuoli. Altri si distaccano per motivi nazionalisti : non vogliono essi, tedeschi di spirito e di
lingua, avere una fede romana; nè tampoco vogliono
la signoria di Roma, danùosa ai popoli che le si abbandonano.
Altri adducono ragioni confessionali. Noi vogliamo
— essi dicono — una chiesa senza preti, senza celibi,
senza la confessione che avvilisce; vogliamo un culto
nella lingua materna, pastori che non s’impiccino di
politica e non dividano le famìglie, un culto che non
somigli ad una rappresentazione scenica, ma che sia
un culto in ispirito e verità. Altri infine si scostano,
come Lutero, perchè sentono il bisogno del perdono ed
della pace dell’anima.
Su quest’ultimi, naturalmente, si può far assegnamento, per un’opera veramente soda e durevole.
e. r.
ECHI DELLE MISSIONI
Affrica.
Quando, 50 anni or sono, il missionario Kroff sognava
una catena non interrotta di stazioni missionarie che
allacciasse da un capo all’altro l’Affrica, dall’Atlantico
all’Oceano Indiano, lo si metteva in canzone ! Oggi il
sogno è realtà.
L’Uganda era, 30 anni or sono, una regione selvaggia
dove spadroneggiava il paganesimo più crudele.
Oggi vi sono 360,000 cristiani, cioè oltre la metà
della popolazione valutata a 700,000 anime.
La Colonia del Capo, ove i Moravi erano trattati
come delinquenti, un paio di secoli addietro perchè si
occupavano dei Negri, conta oggigiorno 200,000 Negri
cristiani evangelici su 700,000.
e. r.
CASA INTERNAZIONALE
PER LE SIGNORINE
Col !■ ottobre p. v. si riaprirà in Roma, Via Balbo,
N. 4, la
CASA INTERNAZIONALE PER LE SIGNORINE
(ramo dell’ Unione Cristiana delle Giovani).
A quelle Giovani specialmente che vengono alla Capitale per attendere agli studi, questa istituzione è riescila anche in passato di grandissima utilità. Ma col
prossimo mese, essa entrerà nello stabile proprio, che
il Comitato locale ha potuto acquistare mercè la generosità di Miss Helen Gould, destinandolo ai bisogni
deirU. C. D. G. e al tempo stesso ai bisogni della suddetta Casa Internazionale, che per tal modo sarà in
grado d’accogliere un maggior numero di signorine,
desiderose di proseguir gli studi o all’Universilà o
all’Istituto Superiore di Magistero Femminile o alle
Scuole Normali o alle Accademie di musica e di
pittura.
Si accetteranno del pari signorine straniere, le quali
intendessero di trascorrere a Roma i mesi invernali
pei loro particolari studi d’archeologia, di lingua e
di letteratura italiana, eoe.
Per chi rimarrà tutto l’anno scolastico, la dozzina è
fissata cosi : L. 75 il mese per vitto e alloggio in camere con tre o quattro letti; L. 90 per vitto e alloggio in camere con due letti; e L. 120 per vitto e
camera separata.
, Condizioni da convenirsi per le signorine che si
trattenessero meno tempo e per quelle straniere, alle
quali sono riservate due camere.
I cibi sono ottimi e abbondanti. La Direttrice, signora Carolina Petrali-Cicognara, ha per tutte le signorine cure veramente materne.
La Casa sarà diretta, come per lo passato, con ispirito veramente cristiano, offrendo così alle Giovani
di qualsiasi nazionalità e di qualsiasi confessione religiosa, una sana vita di famiglia.
II Comitato che sopraintende alla Casa ha per presidentessa Miss Morgan; la quale è coadiuvata da una
bella corona di gentili signore.
Per conoscere i Regolamenti interni o per assumere informazioni più particolareggiate, è necessario
rivolgersi alla Segretaria della Casa Internazionale,
Signora Lucy Fransa, Via Quattro Fontane, N. li,
Roma.
A tutti i genitori ansiosi di affidare in buone mani
le loro figliuole, obbligate a venire a Roma per i loro
studi, raccomandiamo vivamente la Casa Internazionale per le Signorine.
Fra i piccioi
BOZZETTO
— Buon giorno, Signorina !
E’ un piccolino dalla maglia rossa che entra nella
classe e che mi porta un gran mazzo di bellissime
rose.
— Buon giorno, carino ! Oh, che belle rose ! Vedi
quante ne ho già questa màttina ? Non so proprio
più dove metterle.
E il piccolino dalla maglia rossa se ne va al suo
posto tutto contento d’avermi fatto piacere.
Quante rose, quante fiori, oggi ! E che bel mese,
il mese di maggio ! Dalle finestre spalancate entra
nella classe un venticello tiepido, che mi porta il
delizioso profumo delle acace in fiore.
Come si lavora volentieri in questi giorni ! Anche
i miei bambini sono meno irrequieti, stanno più attenti, imparano di più.
Certe mattine vengono dei genitori a lamentarsi
0 perchè i loro figlioli non hanno ancora imparato
a leggere e a scrivere (figuratevi che il più vecchio di tutti non ha compiuto i cinque anni), o perchè
un compagno li ha picchiati nell’ora di ricreazione...
E bisogna stare a sentirli e vedere da che parte
è il torto e cercare il rimedio e promettere di punire i colpevoli.
Ma per fortuna stamane non è venuto nessuno a
darmi noia ed io posso cominciare tranquillamente
le lezioni.
Ecco i miei trenta figliolini presenti, tutti in
piedi, pronti per cantare e per ringraziare il Signore
della Sua bontà infinita.
Dopo la preghiera, io racconto loro un bel fatto
della Storia Sacra o della Vita di Gesù, e bisogna
vedere come stanno ad ascoltarmi attenti e come
rispondono pronti alle mie domande I
Verso le dieci incominciano i lavori veri e propri
del Giardino Froebeliano : sono giuochi coi cubetti,
coi mattoncini, colle palline colorate, sono disegni di
figure geometriche, lavorini di tessitura, di piegatura, d’intreccio, di traforo, di ricamo, di plastica
ecc. ecc.
Queste lezioncine non durano mai più di un quarto
dora e fra l’nna e l’altra si gioca, si canta, si va a
visitare il giardinetto, si fanno marcio ed esercizi
ginnastici.
Cosi, - quasi senza avvedércene, si arriva all’ora
della ricreazione che è la più bella e la più piace;;
vole della giornata.
I bambini vanno in punta di piedi a prendere i
loro panierini ; poi tutti insieme domandano la benedizione del Signore e cominciano a mangiare allegramente.
Quando suona la campana escono in giardino a
baloccarsi.
Ci sono di quelli però che si divertono di più a
stare con me, e quante belle storielle mi raccontano !
Storielle di uccellini, di topi lunghi lunghi, di
bestioline quasi invisibili, di sassolini lucenti o di
belle foglie verdi, che hanno attirata la loro attenzione e che servono d’argomento a discorsi interminabili. Ma anche quante cose tristi mi raccontano
qualche volta nella loro cara ingenuità ! Una bimba
di cinque anni mi raccontava oggi che la sua mamma
la picchia sempre e le* tira gli zoccoli nella schiena
e che suo padre torna a casa ubbriaco quasi tutte
le sere !
Povera piccina infelice !
Oh ! se i suoi genitori conoscessero il Salvatore ! Se lei almeno si ricordasse un giorno che
non è sola a soffrire, che ha un buon amico, un
protettore lassù il quale piange con lei nel dolore
e vuole asciugare le sue lacrime !
Air una si rientra nelle classi. La ricreazione è
finita.
I miei piccini sono un po’ stanchi e bisogna ch’io
dia loro facili e piacevoli occupazioni, che li faccia
giocare e cantare, che racconti loro qualche bella
storia e li conduca spesso fuori.
Dalle 9 alle 3 non posso star seduta un istante ;
devo parlare, devo cantare continuamente e poi anche inquietarmi con quelli che non vogliono ubbidire.
All’uscita i miei bambini e quelli di tutte le altre
classi mi passano davanti e mi salutano affettuosamente, sorridendo.
Sono più di cento, ma io li conosco ad uno ad uno
e li amo tutti. Anch’essi mi conoscono e mi vogliono
bene, perchè sanno che soffro se li vedo tristi, che
mi rallegro con loro se li vedo contenti ; e quei sa luti e quei sorrisi pieni d’affetto mi fanno dimenticare le fatiche della giornata.
Come mi sento felice !
Oh, se alla fine della mia vita io potessi esclamare, come oggi, colla gioia nel cuore :
— Ebenezer ! Il Signore mi ha aiutata fin qui.
La mia giornata è finita troppo presto. Troppo presto è giunta la sera — Ma pure è stata una bellissima giornata di Maggio ! Lungo la via non ho se minato che amore, non ho raccolto che rose magnifiche dal delicato profumo. Erano rose... eppure non
avevano spine !
Anima mia benedici il Signore !
Celeste Dìp
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Prof. E. R. Torrepellice. — Ricevuto ogni cosa.
Grazie. — Past. O. P. Siena. Del suo stesso parere.
Grazie.
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LA LUCE
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AD USO DEI CRISTIANI EVANGELICI
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La prima edizione di 5000 copie essendo stata smaltita in meno di dieci mesi,
gli Editori hanno preparata una seconda edizione di altre 5000 copie. Essa sarà pronta
per il mese di Novembre 1908.
Oltre alle correzioni ed ai vari ritocchi in tutta la raccolta, gli inni per la Scuola
Domenioale cioè i numeri 286 a 318 sono stati completamente rifatti, essendosi aggiunto
ad ognuno le parti del tenore e del basso pel canto a coro e per l’accompagnamento
istrumentale.
La nuova edizione verrà stampata su carta assai migliore e meno trasparente.
Le legature in tela saranno di stile nuovo, accoppiando serietà ed eleganza.
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