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ECO
BIBLIOTECA VALDESE
torre pelli ce
DELLE miLT VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVIl - N. 31-32 ABBONAMENTI f Eco: L. 2.500 per Tinterno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis TORRE PELLICE — 11 Agosto 1967
Una copia lire 50 1 L. 3.500 per Testerò Cambio di indirizzo Lire «'>0 \mraiu. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Ancora storici abbracci
Siamo stati una volta ancora saziati (li sorrisi e di abbracci; radio,
televisione e teleseriventi ci hanno
serviti.
Questa volta il viaggio univa non
dico Ihitile al dilettevole, ma il politico allo spirituale, in modo più
esplicito che in altre occasioni. Veramente, mi resta piuttosto oscuro
che cosa il pontefice romano e il
presidente turco avessero da stabilire insieme circa lo statuto dei
(t luoghi santi ». Con molta probabilità, sul tappeto c’era piuttosto la
situazione dei cristiani in Turchia,
quella dei cattolici e soprattutto degli ortodossi — greco-ortodossi, si
noti — che la sede vaticana sembra
prendere sotto la sua protezione,
data l’effusiva fraternità, attestata
dal j>alriarca di Costantinopoli, Atenagora, verso Paolo VI (a questo
proposito, mi domando perchè la
stampa italiana ha taciuto a suo
tempo le proteste presentate dal
Consiglio ecumenico delle Chiese al
governo di Ankara, a causa delle restrizioni cui questo ha sottoposto il
patriarcato di Costantinopoli; e mi
domando pure ehe cosa pensano
gli ortodossi del fatto che cronisti
sui nostri maggiori quotidiani hanno affiancato il pontefice di Roma e
il pontefice di Costantinopoli...).
Che in Turchia non manchino ambienti ostili al cristianesimo, è trapelato chiaramente dalle cronache
di questi giorni e dalle polemiche —
giunte a noi assai attenuate — che
hanno preceduto la visita pontificia.
Ma questo lato c’interessa molto
mediocremente; sappiamo che il
Vaticano è una cc potenza » politica
con cui sempre più i popoli e i governi del mondo devono fare i conti,
ma questo ha poco o nulla a che fare con la Chiesa di Cristo, se non
negatis amente.
C'interessano invece, in modo appassionato, i rapporti fra la Chiesa
di Roma e le Chiese ortodosse. Senza lasciarci impressionare dagli
scambi di teschi e reliquie, che definiscono nn certo tipo di diplomazia
ecclesiastica (ai Turchi è st.ato restituito il vessillo strappato loro secoli or sono a Lepanto, in una delle tante « guerre sante »), ci domandiamo con ansia: in che direzione
va Tortodossia orientale? Sappiamo
che non tutte le Chiese ortodosse —
autocefale, cioè indipendenti
condividono l’atteggiamento del patriarca a ecumenico » Atenagora, e
vi sono stati in passato violenti contrasti al riguardo, che hanno rischiato di compromettere la conferenza pan-ortodossa. Ma più che
nella gelosa autonomia ecclesiasti«i,
che può ridursi a gretto provincialismo, a contrasti di prestigio personale o nazionale, noi speriamo
nelle caratteristiche teologiche dell’ortodossia, sviluppate dai suoi teologi contemporanei con notevole vigore.
L’ortodossia orientale, entrata da
decenni nel movimento ecumenico
— decenni prima che Roma vi si
accostasse, salvo che con sparute
pattuglie di studiosi che lavoravano
quasi in segreto a studiare e assimilare il nuovo fenomeno — si trova
ora di fronte a una scelta; scelta di
immensa portata, se si pensa che
nella quarta assemblea generale del
CEC, a Upsala nell’estate 1968, la
maggioranza sarà costituita per la
prima volta dai delegati ortodossi.
Di fronte all’abilissima diplomazia
vaticana e alla statura che il cattolicesimo contemporaneo sta acquistando di anno in anno sotto i nostri occhi, non crediamo che alla
lunga questioni in fondo esteriori e
superabili di autonomia, di prestigio, tradizioni particolaristiche e
giurisdizionali potranno reggere all’appello pressante dell’unico ovile,
tanto più che la nuova cattolicità
L’ortodossia orientale, come tutta la Chiesa, di fronte alla scelta
È M0RTÜ ALBERT LUTHULI PREMIO NOBEL^ PER LA PACE
no leader africaoo oristiaDO
del cattolicesimo si dimostra capace
di un’elasticità notevole, in probabile progressivo aumento, via via
che il centro si rafforzerà e si affermerà nella società contemporanea.
Gli ortodossi potranno resistere a
quest’appello solo approfondendo
il loro filone teologico, le caratteristiche della loro fede e della loro
riflessione cristiana. Se guardiamo
le parate di prelati, si potrebbe pensare che la differenza sta in forma,
dimensioni e colori dei copricapi
(riconoscendo la superficialità dell’impressione!); non così di sicuro
leggendo molti teologi ortodossi.
E’ vero, infatti, che l’ortodossia
orientale —. con l’anglicanesimo e
il vecchio-cattolicesimo —. è stata
definita il cattolicesimo non-romano. Tuttavia è errore grossolano
pensare che gli ortodossi si distinguano dai cattolici essenzialmente
perchè non riconoscono la supremazia papale (com’è superficialità
grossolana dire che i protestanti si
distinguono dai cattolici perchè rifiutano papa, santi e madonne), riducendo il dissenso a una questione
giurisdizionale, anziché teologica.
Chi legga teologi ortodossi come il
prof. Nissiotis, direttore dell’Istituto ecumenico di Bossey (non si ricorda abbastanza che quasi tutti i
docenti delle facoltà teologiche ortodosse sono laici), sa bene che, pur
non trovandosi affatto di fronte a
un protestante, si ha a che fare con
un cristiano inassimilabile da Roma
nel modo più assoluto.
Per questo dico che l’ortodossia
orientale si trova, come del resto
l’anglicanesimo, di fronte a una
scelta: fra le sue due anime (nel
XVI secolo un patriarca di Costantinopoli ci ha rimesso la vita, per essere apparso troppo ’’luterano”),
fra i due grandi ’tipi’ di cristianesimo, fra la vera e la falsa chiesa (la
terza posizione, non ancora giunta
a maturazione, è quella di tipo ’pen
tecostale’, e dopo la prima affermazione sta cercando la sua via). Ortodossia e anglicanesimo si sono sempre presentati come Chiese-ponte,
hanno offerto la loro capacità mediatrice e sintetizzatrice. Roma sta
prendendo loro questo posto, getta
essa stessa ponti in numero sempre
maggiore, in tutte le direzioni (ma
tutti convergono, se non a Roma, alla ’cattolicità’, alla nuova universalità romana), si presenta sempre più
essa stessa come mediatrice, capace
di sintesi sempre più ampie e comprensive. Ma non tutto può essere
ricondotto a unità, come ben sapevano i Riformatori che respingevano i « moyenneurs ». Ed è qui che
si giocherà per le Chiese ortodosse,
come per quelle della Riforma e anche per quella di Roma, la loro esistenza futura — spiritualmente parlando —, la prova della loro fedeltà o infedeltà, l’ascolto o il rifiuto
dell’appello oggi rivolto alle Chiese,
alla Chiesa. Come vanno rimeditate
le lettere che il veggente di Patmos
ha scritto — a quelle per tutte —^
alle sette chiese della regione che
Paolo VI ha ora visitato! Le ha rilette, il pontefice romano? non lo
hanno bruciato?
Tutto questo pensavo, assistendo
agli storici, reiterati abbracci.
Gino Conte
A differenza di Martin Luther King,
non si è parlato molto di Albert Luthuli, il leader negro sudafricano anch’egli premio Nobel per la pace. Mentre il primo è libero di agire, pur a
suo rischio, il secondo da un paio di
decenni, cioè dal momento in cui si è
affermata la politica di apartheid
del governo sudafricano, è stato estremanente limitato nella sua libertà di
movimento e d’azione, vivendo lunghi periodi di carcere, di isolamento,
di libertà vigilata.
Il 21 luglio è morto a Sprangar,
presso Dunbar, sua residenza, in un
NOTA: tutta l’insistenza mariana in margine alla visita a Efeso fa parte di luoghi
ormai comuni, ma privi di fondamento. Ogni
studioso serio sa che con il « theotokos » attribuito dal Concilio di Efeso a Maria di Na.
zareth i ’padri conciliari’ del 451 non vollero fare un'affermazione mariologica, bensì
cristologìca; non volevano insistere sulla ’divinità’ di Maria (anche se inavvertitamente
aprivano una via allo sviluppo mariologico),
bensi sulla divinità di Cristo; la « theotokos », la « genitrice di Dio » di Efeso rimane la fanciulla di Nazareth cui grazia è stata fatta. Ne! suo ultimo scritto. Ad limina
apostolorum : domande a Roma (di prossima
pubblicazions in italiano presso la Claudiana), Karl Barth ricorda nettamente questo
fatto a un interlocutore cattolico.
« Nella misura in cui cercavo di conquistare i diritti civili per il popolo africano e
l’occasione perchè si sviluppasse senza intralci, chi potrà negare che gli ultimi trenta
anni della mia vita siano stati passati a picchiare invano, con pazienza, moderazione e
modestia a una porta chiusa e sprangata?
« QuaVè stato il frutto di questi numerosi
anni di moderazione? Vi è stato, in contraccambio, un po’ di tolleranza e di mansuetudine da parte del governo nazionalista o del
partito unificato? Noi Al contrario gli ultimi trentanni hanno segnato una recrudescenza di leggi che limitavano i nostri diritti e il nostro progresso, giungendo oggi al
punto che non godiamo quasi più di alcun
diritto: non terre adatte alla nostra attività,
il nostro solo capitale — il bestiame — in
diminuzione, nessuna sicurezza per le nostre
fam glie, nessun impiego decente e remunerativo, in compenso maggiori restrizioni alla
libertà di movimento con l’istituzione di lasciapassare, coprifuoco, misure di controllo
dell’immigrazione. Insamma, nel corso di
questi anni siamo stati testimoni dell’intensificarsi del nostro asservimento allo scopo di
assicurare e garantire la supremazia dei bian.
chi ».
Albert Luthuli
incidente: un convoglio ferroviario lo
ha investito mentre attraversava la
linea ferrata, facendo la sua passeggiata quotidiana. La stampa lo ha
ricordato, in occasione della sua
scomparsa: anche quella italiana. Ma
si è guardata dal dire che è protestante. Vale la pena di ritracciare le tappe di questa bella vita cristiana: egli
stesso ha scritto la propria autobiografìa, pubblicata nel 1963 dall’editore
inglese Collins « Let my peoiple go »,
«Lascia andare il mio popolo», le parole che in nome di Dio Mosè disse al
Faraone.
Albert Luthuli, di famiglia zulù, era
nato nel 1898 in Rhodesia, dove il padre era al servizio delTUflìcio americano delle missioni estere delle Chiese
congregazionaliste, poi Ufficio missionario della Chiesa unita del Cristo; la madre Mtonya era di famiglia
di capi della valorosa tribù dei Qwabe. La famiglia Luthuli tornò nel 1908
nel Sudafrica, impiegandosi presso
un colono bianco: il giovane Albert
frequentò la scuola ^Groutville, distinguendosi e ottenendo una borsa
di studio, che però rifiutò, volendo subito lavorare e aiutare la madre, rimasta vedova. Nel 1928 diventava segretario delTAssociazione insegnanti
africani, e presidente nel 1933.
Nel 1927 aveva sposato Nokhukaya
Benghu — alla quale, insieme alla
madre, è dedicata l’autobiografia: «ad
esse, dopo che a Dio, va il mio debito
più grande » — ed avevano avuto tre
maschi e quattro femmine. Nel 1937
era stato eletto capo della « riserva »
della missione Umvoti. Nel 1938 andò
per la prima volta all’estero, coinè delegato africano alla Conferenza internazionale missionaria di Miadras: segno evidente del suo impegno cristiano e della considerazione che già si
era acquistato. Nel suo atteggiamento, nei suoi discorsi, nei suoi scritti
si sente l’uomo che si è nutrito delTEvangelo, che ha ricevuto la splendida dignità dei figli di Dio ; e, anche,
il senso di responsabilità nei confronti dei « fratelli pagani ». Nel 1948 fu
invitato negli Stati Uniti per una serie di conferenze.
Ma ormai la tensione razziale oscurava l’orizzonte sudafricano. Assumeva la direzione del governo di Pretoria il premier Malan, di triste memoria -La politica dei precedenti capi di
governo (tre generali: Botha, Smuts,,
CONTINUA
IN OTTAVA PAGINA
SI RIUNISCE A HERAKLION, NELL’ISOLA DI CRETA
Il Comitato centrale del C. E. C.
GINEVRA (cec/inf.) — I! critico problema della pace, Taccrescimento demografico e la fame nel mondo, il compito delle
Chiese di fronte alle rapide trasformazioni
sociali e le relazioni interecclssiastiche, ecco
alcuni dei temi principali che verranno discussi nel corso dclTimminente Comitato
centrale del CEC, che ha il compito di elaborare la ’politica’ generale del Consiglio.
Al centro delle preoccupazioni di questo
Comitato — composto dì 100 membri — vi
sarà l’evangelizzazione. Questo tema verrà
AM'ordine del giorno dei lavori : il problema critico della pace, I accrescimento demografico e la fame nel mondo, il compito delle Chiese di fronte alle rapide trasformazioni sociali, le relazioni interecclesiastiche, ma soprattutto la
evangelizzazione.
Il porto di Heraklion
introdotto dal past. Philippe Potter, della
Divisione delle Missioni e deH'Evangelizzazione del CEC, che si sforzerà di definire la
natura della fede cristiana e le possibilità di
proclamarla, oggi, in un mondo secolarizzato.
Nel corso delle sedute i membri del Comitato potranno esaminare i documenti preparatori che dovranno essere discussi alla
quarta Assemblea del CEC ,a Upsala, Svezia, dal 4 al 20 luglio 1968. I problemi che
saranno studiati dai rappresentanti alTAs
semblea sono i seguenti ; « l’unità della
Chiesa in un mondo ehe si va restringendo »,
« la Chiesa in missione », « il compito delle
Chiese negli affari internazionali », « il culto reso a Dio in un mondo secolarizzato » e
« verso un nuovo stile di vita ». La prossima
Assemblea riunirà oltre 2000 partecipanti,
800 dei quali rappresenteranno le 22.3 Chiese membri del CEC viventi in 80 nazioni
A Creta il Comitato centrale studierà le
possibilità di un’azione comune delle Chiese
per favorire una più viva presa di coscienza
delle questioni internazionali e per collaborare alla eliminazione delle cause di conflitti e guerre. Tre ore di discussione saranno
dedicate alla situazione ecumenica attuale e
al lavoro della Commissione delle Chiese per
gli affari internazionali (CCAI), del CEC.
Al Comitato, che deciderà sulla loro applicazione, verranno presentate delle proposte
destinate a intensificare l’azione delle Chiese
negli affari internazionali.
Il Comitato presterà attenzione particolare
alle ripercussioni della Conferenza « Chiesa
e Società » (Ginevra 1966). Infatti tale Conferenza ha lanciato un appello alle Chiese
affinchè esse si impegnino maggiormente nelle varie sfere della società in cui regnano
tensioni e ingiustizie violente.
Inoltre i membri studieranno i rapporti
sulle attività dei vari dipartimenti e divisioni del CEC e sulle relazioni con i cattolicoromani; esamineranno pure i risultati di
uno studio sulle forme di ministero e di formazione teologica.
Il segretario generale del CEC, past. E.
Carson Blake, presenterà una relazione sulle
attività e sui problemi di maggiore importanza posti dalla collaborazione delle Chiese
negli ultimi 12 mesi. La domenica 13 agosto egli predicherà nella cattedrale della
Chiesa ortodossa di Creta, che accoglie il Co.
mitato. I culti quotidiani si svolgeranno nel.
la chiesa di s. Tito.
Le sedute, che si terranno nella St. Mark’s
Hall, saranno presiedute dal past. Franklin
Clark Fry, presidente della Chiesa luterana
degli Stati Uniti e presidente del Comitato
centrale.
La decisione di riunire il Comitato cen
La St. Mark’s Hall, ove si terrano le sessioni
trale a Heraklion è stata presa in seguito
all’invito del patriarca ecumenico di Costantinopoli, Atenagora, trasmessa dalla Chiesa
autonoma di Creta. Re Costantino di Grecia
ha accettato di partecipare alla sessione inaugurale, martedì 15 agosto alle 17,45. Il Comitato centrale chiuderà i suoi lavori sabato 26 con un culto liturgico nella cattedrede.
Convocazione del Sinodo Valdese
Il Sinodo Valdese si aprirà, a Dio piacendo.
Domenica 20 Agosto 1967 - alle ore 15.30
dal pastore Paolo
ministero che sa
con un culto nel tempio di Torre Pellice presieduto
Marauda seguito dalla consacrazione dei candidati al
ranno approvati dal Corpo Pastorale.
I membri del Sinodo sono convocati per le ore 15 nell'Aula Sinodale della Casa Valdese per gli atti preliminari.
Subito dopo il culto i membri del Sinodo si riuniranno nell'aula sinodale per costituirsi in Assemblea, sotto la presidenza del più anziano
di età tra i ministri di culto in attività di servizio e per procedere alla
nomina del Seggio definitivo.
Neri Giampiccoli
Moderatore
Torre Pellice, 29 luglio 1967. della Tavola Valdese
2
Ph,. 2
3 - IL RISf^EGLIO PENTECOSTALE IN ITALIA
N. 31-32
Il agosto 1967
Religione della nerezza dei poveri
Elena Cassin definisce il movimento pentecostale come la religione della fierezza
dei poveri. « 11 successo delle sette di tipo
pentecostale si spiega in gran parte con la
solidarietà reale e ugualitaria che creano
fra gli adepti. In un paese profondamente
inquadrato dalle gerarchie, dove i notabili fanno e disfanno sindaci e deputati,
dove le ideologie quali che siano devono
sempre venire a patti con le personalità di
prestigio, uniche influenti, dove la Chiesa
cattolica non sfugge a questa regola, l’uguaglianza civile è agli occhi del povero un
trabocchetto e anche 1 uguaglianza davanti
a Dio gli sembra illusoria.
Al contrario, gli adepti e i simpatizzanti delle comunità dissidenti, riuniti in una
semplice stanza dai muri imbiancati a calce, grazie alla comunione ugualitaria che
si stabilisce fra loro, hanno rimpressione
di ricevere direttamente il messaggio divino ; e talvolta pensano, come nel caso degli adepti delle Assemblee di Dio, che lo
Spirito Santo, dono supremo del cristiano,
scenderà su di uno qualunque di loro, senza necessità che un essere consacrato, prete o chicchessia, agisca da intermediario fra
la divinità ed il fedele.
Probabilmente perchè mette l’accento più
fortemente che le altre sul suo carattere
ugualitario, il credo pentecostale si è diffuso in Calabria e in tutta l’Italia meridionale più delle altre sette. Esso recluta i_ suoi
adepti unicamente negli ambienti più diseredati; pescatori, operai, braccianti, piccoli impiegati municipali (becchini, spazzini). Sono gli umili, ma umili fieri della
loro umiltà, della loro ignoranza che permette loro di essere più vicini alla verità
evangelica». (51). La storia dei contadini
della Calabria, condannati fino ad ora al
silenzio non è ancora stata scritta. La storia di quel paese conosce numerosi e famosi filosofi e militari, ma la storia del
popolo della Calabria una storia che
si affiancasse degnamente a quella dei più
famosi calabresi — non è ancora stata
scritta (52).
L’inchiesta della signora Cassin si è limitata alla Calabria, ma anche nel rimanente del Meridione si otterrebbero gli
stessi risultati. I pentecostali meridionali
non aspettano l’autorizzazione di un qualche funzionario ecclesiastico : spontaneamente e di propria iniziativa evangelizzano
il villaggio vicino.
« Ora in Italia tutto si può permettere e
tollerare; ma questo fenomeno, che avviene
oggi in mezzo alle campagne meridionali
è cosa che evidentemente i precordi delle
classi dirigenti italiane non possono sopportare. Che un popolano del meridione
aderisca ai rossi, è già grave. Ma transeat.
Voterà pur sempre per l’avvocato e il professore; resterà pur sempre controllato da
elementi provenienti dalla borghesia. Ma
ohe faccia da sè, veramente da sè, infisciandosene dell’avvocato e del professore, ha.
questo è veramente più di quello che in
Italia si possa tollerare » (53).
Partendo da questi fatti si può comprendere da un lato il moto di protesta, e dall’altro il tentativo di nascondere questa sollevazione meridionale sotto un pudibondo
silenzio. Il predicatore Gelsomino di Benevento (Campania), un emigrante di ritorno
dal Brasile, ebbe dal movimento pentecostale la possibilità di imparare a leggere. In
realtà quest'arte egli l’aveva appresa a
stento nei suoi due anni di scuola, ma
l’aveva poi di nuovo dimenticata. La necessità della lettura biblica ottenne lo scopo che la scuola elementare italiana non
era riuscita a raggiungere. La sua posizione
di preposto al culto della comunità lo obbligò anche a condurre un pubblico dibattito con il prete su questioni della fede:
uno sforzo formidabile ed un gigantesco
passo avanti verso l’individualizzazione anche nel caso in cui fosse eventualmente rimasto soccombente nel dibattito. Egli racconta come nel momento in cui il prete
batteva un colpo sul tavolo con un bastone,
tutta l'adunanza fosse precipitata nella cantina; nell’incidenle soltanto il prete rima
neva ferito. Un poliziotto aveva comandato a un Anziano di Benevento (Valentino): «Tremolante, stendi la mano!» e con
gran delusione si era lasciato sfuggire:
« Ma tu non tremi? ». Ancora una volta
poliziotto e prete, rappresentanti dell’ordine gerarchico, si erano dimostrati incapaci
ed insipienti. « M Mondo » aggiunge poi
che alla comunità appartengono anche un
ingegnere ed uno studente, e che i pentecostali di Benevento votano principalmente
per i liberali, ma anche per i socialdemocratici ed i monarchici. « Esiste in essi anche un discernimento critico » (54).
Nello F.inocchiaro aveva visitato la cornunità pentecostale di Raffadali (costa meridionale della Sicilia). Le case del villaggio erano misere e mal costruite, ad eccezione della chiesa che era stata da poco
rimessa a nuovo. Il villaggio ha 12.000
abitanti di cui 4.000 comunisti, 2.000 aderenti di altri partiti e 800 pentecostali.
Densità della popolazione; 555 abitanti
per km. quadrato. In media dormono quattro persone per camera. Delle 4761 case ce
ne sono 1.048 senza acqua e senza gabinetto, 545 senz’acqua, 2.126 senza il cesso.
Il hanno il bagno e 2161 hanno la luce.
Prima che questa popolazione si costituisca
in opposizione politica, la sua protesta
contro le dure condizioni di vita si esprime
in una ribellione religiosa. « In alcuni paesi
i pentecostali hanno raggiunto la cifra di
un migliaio e continuano ad ingrossare le
loro file. Ai propagandisti venuti dalla
Concludiamo, in questo numero, la
pubblicazione del saggio che U pastore
Walter J. Hollenweger, direttore del
Dipartimento per l’Evangelizzazione
del Consiglio ecumenico delle Chiese,
ha dedicato al movimento pentecostale in Italia, e che è comparso su una
edizione italiana della rivista « Concept », edita dal suddetto Dipartimento del C.E.C. Ringraziamo vivamente
l’autore per averci gentilmente concesso di riprodurre il suo studio.
red.
lontana America, vecchi siciliani immigrati. si sono aggiunti ora nell’opera di missione i giovani contadini. Nelle chiese disertate i rappresentanti del clero secolare
inveiscono inutilmente dall’alto dei pulpiti.
Vi è nella semplicità dei nuovi riti, qualcosa che tocca profondamente, e nello stesso tempo educa, l’animo del contadino. Di
regola i pastori protestanti non svolgono
alcuna attività politica, tuttavia molti dei
loro seguaci sono iscritti al sindacato comunista e danno il loro voto politico al
P.C.I. ». Ma non esiste nessun collegamento
organizzativo tra pentecostali e comunisti.
Tuttavia le medesime condizioni di vita
sono responsabili del sorgere dei gruppi
pentecostali e di quelli comunisti. 11 contadino vede « nel prete un capo elettorale
alla cui volontà è legata l’opera degli uomini che lo governano, e perciò lo considera il vero responsabile della sua miseria; se dispone di sensibilità politica, il
contadino reagisce diventando comunista,
se ha invece una maggiore sensibilità religiosa si fa pentecostale. Ma alle elezioni
vota ugualmente comunista » (55).
5. - CONCLUSIONE
Nel movimento pentecostale l’italiano
disprezzato e sfruttato scopre la sua dignità di uomo. Viene preso sul serio come
un figlio di Dio accanto ad altri figli di
Dio. Riceve una missione. Con un cantico
imparato a memoria ed una chitarra si
reca nel vicino villaggio e canta: «Dimmi
la storia di Gesù » ed ecco che il disprezzo
dei potenti per Gesù, gli scherni che gli
furono inflitti, le sue sofferenze, la sua angoscia e solitudine sono descritti in modo
che l’uditore riconosca nelle sofferenze di
Gesù le sue proprie angosce. Nella glorificazione, risurrezione e signoria di Cristo
egli sperimenta il suo proprio giungere alla dignità di uomo e la propria risurrezione
ad una vita. Ma una cosa è necessaria: la
porta del cuore umano si può aprire soltanto daH’interno; di fuori non ha serratura. 0 Se vuoi che Gesù venga a te, apri la
porta di dentro » (56).‘
Questa decisione è di estrema importanza biografica e psicosociologica per il pentecostale : essa è il primo passo verso il
superamento della secolare struttura gerarchica della società e della chiesa. Questo
passo lo condurrà alla libertà dell’Evangelo o alla insicurezza dell’europeo occidentae? È un problema aperto ed è un rischio
che la chiesa cattolica di quelle regioni
non ha fin’ora voluto correre.
A differenza di Falconi ritengo che le
critiche di Lener agli abusi della propaganda pentecostale siano almeno in parte
giustificate. 1 pentecostali non sanno che
la loro critica al cattolicesimo tocca soltanto quelle particolari forme di pietà cattolica con cui essi sono quotidianamente
a contatto, ossia i travisamenti fanatici e
spesso superstiziosi del cattolicesimo. Esiste un cattolicesimo che è ben informato
del risveglio pentecostale (57). Se il movimento pentecostale italiano riconoscesse
che anche in Italia esiste un cattolicesimo
più evangelico, esso dimostrerebbe di aver
ricavato un insegnamento dalla campagna
diffamatoria condotta dalla chiesa cattolica (58) contro i pentecostali, di aver cioè
imparato a giudicare in modo più differenziato i propri avversari. Certo, un atteggiamento ostile e spesso anticostituzionale da
parte della chiesa cattolica non li aiuta a
fare questo passo. Ma in contrasto con Lener. ritengo che « questi settari » siano da
trattare come fratelli in Cristo, poiché credo che il nostro Maestro ci abbia insegnato
a pensare, credere, amare la verità, ma non
a volerla imporre con la forza. Qui veramente viene in evidenza la differenza tra
fede ed incredulità : per il fatto che « le
porte dell’inferno non prevarranno contro
la chiesa ». essa può rinunciare all’uso della forza; se però essa fa ricorso al braccio
secolare, dimostra con quell’atto stesso di
non aver preso sul serio quella parola di
Gesù a Pietro.
Molti problemi rimangono aperti. In che
misura la chiesa cattolica in Italia è pronta
a mettere in pratica i documenti del secondo concilio vaticano e realizzare lo spirito ecumenico anche in Italia andando
concretamente incontro agli altri? Fino a
che punto il movimento pentecostale è
pronto a perdonare alla chiesa cattolica il
suo passato ed a riconoscere che alcune
preoccupazioni essenziali della pietà pentecostale sono prese sul serio ed attentamente studiate nel cattolicesimo mondiale?
Fino a che punto può la chiesa valdese
esercitare in questo rapporto una funzione
di interprete, e come possono tutte le chiese, italiane aiutarsi reciprocamente ad essere davvero «comunità per gli altri», per
quegli altri per i quali l’Evangelo oggi non
significa nulla?
DATI STATISTICI APPROSSIMATIVI
Chiese di Dio. comunità: 13, membri:
217; International Pentecostal Assemblies
217; Assemblee di Dio (International Pentecostal Assemblies), comunità: 550, membr.i 75.000; Chiesa Apostolica (movimento
missionario internazionale), comunità 60,
membri 2.500.
(51) Siena Cassin, La vita religiosa, in
Jean Meyrial (curatore), La Calabria, Milano 1961, pag. 366-67.
(52) Cassin, ibid., pag. 368.
(53) C. Salvemini, Protestanti in Italia,
II Mondo 4-32, 9.8.1952, pag. 3, 4.
(54) Giovanni Russo, La Bibbia a Benevento, Il Mondo 10-465, 14.1.1958, pag. 5.
(55) Nello Finocchiaro, Comunisti e Pro
Dio si arrende alla preghiera
Manasse fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno, e
l’Eterno parlò a Manasse e al suo popolo, ma essi non
ne fecero caso. E quando fu in distretta, Manasse implorò l’Eterno, il suo Dio, e s’umiliò profondamente
davanti all’Iddio dei suoi padri. A lui rivolse le sue
preghiere, ed egli s’arrese ad esse, esaudì le supplicazioni. Allora Manasse riconobbe che l’Eterno è Dio.
Dio non farà giustizia ai suoi eletti che giorno e notte
gridano a lui, e sarà egli tardo per loro? Io vi dico che
farà loro prontamente giustizia.
2 Cronache 33: 1-20; Luca 18; 1-8
Con linguaggio corposo, il passo delle Cronache ci presenta Manasse e la gente di Giuda in una serie di infedeltà, tutte in stretto
rapporto con Fallontanamento da Dio (Manasse adora tutto l’esercito del cielo, lo serve, gli erige altari, soppianta la guida del Signore con quella degli indovini). Non è per disavventura che il re e il
popolo cadono nel peccato. Vi affondano deliberatamente e quasi
con protervia. Tanto che quando l’Eterno gli parla, si ritrovano ormai insensibili alla sua voce, non vi prestano la minima attenzione.
Manasse deve conoscere la sconfitta e lo spoliamento totale prima di
rivolgersi di nuovo all’Eterno e chiamarlo in soccorso. E quando lo
fa, non trova un Dio preparato a ripagarlo con la stessa moneta della sordità e dell’abbandono. Scopre invece un Padre che non resiste
alle supplicazioni e si arrende alle preghiere.
Anche la società cristiana ha eretto altari ai mille idoli della nostra epoca. Profondamente secolarizzati, sono essi che noi adoriamo
e serviamo. Pervicacemente ribelli al Signore, respingiamo con decisione il suo ricbiarno al ravvedimento. Gli uomini di chiesa non
sfuggono ,a questa regola. Più che in Dio, spesso credono nei loro
dèi: la capacità, l’istituzione, eccetera. L’indifferenza o la meccanicità della preghiera è un sintomo di questo atteggiamento. L’Eterno è sempre pronto a farci giustizia, non appena decidiamo di invocarlo nelle nostre distrette di popolo corrotto e lontano da lui o in
ogni caso bisognoso del suo intervento. Ma si tratta di accertare se
siamo disposti, come Manasse, a considerarci in distretta, a implorarlo, a umiliarci profondamente davanti a lui, a riconoscerlo Dio.
Cioè a .credere che egli abbia la volontà e la potenza di agire, di esau dire le nostre supplicazioni, di arrendersi alle nostre preghiere, di
farci prontamente giustizia.
Renzo Turinetto
testanti, Il Mondo 9-412, 8.1.1957, pag. 5, 6.
(56) Disco fonografico a Uomini Nuovi »,
BIEM UN 4501.
(57) H,-Ch. Chéry, 0, P., L’Offensive des
Secites, Parigi, 1954. I. Vergara, S. J., El
protestantismo en Chile, Santiago 1962, Arturo Gaeta, S. J., Un cas d’adaptation: Les
« Pentecostales » au Chili, in : R. P. Abd-elJali, DanieLRops, R. P. Houang, Olivier La.
combe, Pierre-Henri Simon, L’Eglise, l’occident, le monde, Paris 1956, pag. 142-149.
Kilian Me Donnell, O. S. B., The Ecumenical Significance ol the Pepteco^l Movement, Worship, Collegeville, Minn., 40-10,
die. 1966, pag. 608-629. P. v. Dongen, Kroniek, Oekumene (Heeswijk), 5-5, 1966, pag.
26-28.
(58) Di fronte alle opere di autori cattolici menzionate alla nota 51, quelle scritte
da cattolici italiani sul movimento pentecostale si rivelano infinitamente inferiori
dal punto di vista teologico e storico; esempio : Leone Cristiani, Art. Pentecostali, Enciclopedia Cattolica 9, 1952, col. 1153-54.
Domenica 27 agosto, ore 15, riunione agli EICIASSIE, sotto i castagni. Messaggi di evangelizzazione e
di attualità con partecipazione di pastori aH'opera nella diaspora evangelica.
Tutte le Comunità della Val Germanasca sono cordialmente invitate.
In caso dì cattivo tempo la riunione si terrà nel Tempio di Pomaretto.
AMICI DEL COLLEGIO
La sera precedente l’inaugurazione ¡la
sessione sinodale 1967, e cioè il 19
alle ore 21,15, avrà luogo nel tempio «i.
dese di Torre Pellice l’ormai tradi'>^^3< r-je
Concerfo
di musiche organistiche e corali.
Sono in programma opere di Palest; ;a.
Guami, Bach, Mendelssohn, Bossi, KargElert, e alcune « complaintes » bibliche
desi.
L ingresso è libero. Tutti sono cordiai '. -ii.
te invitati.
Offerte alla porta per il Collegio Va: ■■■-e
di Torre Pellice.
* ^ *
— 19 agosto ore 21 : Concerto vocìi!-.' e
strumentare.
— 27 agosto; Giornata degli Aiaici
del Collegio, con pranzo soci.'’-';e e
pomeriggio ricreativo.
Hi 5j! s{;
La domenica 27 agosto a Torre .Pr-jlice
avrà luogo la Giornata del Collegio. Ex iun.
ni ed amici del nostro caro Istituto si ’-troveranno al pranzo in comune presso la seggiovia Vandalino. Nel pomeriggio sogg in
programma la seduta ufficiale nella saia -sinodale, e poi un buffet nel nuovo saloo ■ iella Foresteria; ivi sì preannunciano du; novità: la ricerca del «primo della classe e
l’esecuzione di alcuni canti da parte il;.-! Coro da camera Amici del Collegio. Ci au iriamo di ritrovarci numerosi e in uno -iiirito fraterno in questa giornata dal ]ìfogramma vario, che si spera sarà gradii- a
tutti. ¡1 Comlialti
Una richiesta
ai Sinodo
Una lettrice, da Londra:
Signor Direttore,
A seguito delle varie testimonianze a favore della pace in Vietnam
che hanno avuto luogo sia in Italia
che all’estero, mi domando se non sia
il caso di proporre, ai giovani in particolare, l’idea di una veglia di solidarietà con i Ire punti di U Thant
da tenersi, ad esempio, durante parte
o lutto il periodo dei lavori sinodali.
Visto e considerato che TAmbasciatore Italiano a Washington si è dimesso (accludo copia del bollettino
« Vietnam International ») sarebbe
opportuno chiedere che la Tavola
continui a fare azione dì pressione,
tramite il Governo Italiano, su quello di Washington? (« Eco-Luce » del
12.5.67).
Non so se il gruppo di « Agape »
abbia diretti contatti con alcuni movimenti pecifisti negli Stati Uniti. In
caso negativo si potrebbe tentare di
lavorare per mezzo e a favore di essi.
Ad esempio, vi è il gruppo pacifista
canadese che aiuta 3.000 ragazzi americani che hanno trovato rifugio in
Canada a seguito del proprio rifiuto
di partire per il Vietnam. Anche
Londra e Parigi si sono occupati di
questi casi e non mi meraviglierei se
« Agape » seguisse l’esempio dei gruppi inglesi e francesi. A questo punto
mi vien fatto di pensare all’asilo che
fu dato ai Valdesi molti secoli fa durante il periodo delle persecuzioni. Il
marchese di Pianezza è passato alla
storia, ma i casi di coscienza esistono sempre. Come aiutare i ragazzi
americani che rifiutano di partire per
il Vietnam? Non so cosa ne pensiate
voi, in Italia, ma dal bollettino N. 21
pubblicato a cura del Movimento Resistenti alla guerra a Enfield, nel
Middlesex, si ha un'idea di quanto
altri hanno fatto; ad esempio, « prolungamento di soggiorno per ragioni
di studio, aiuto legale in caso di minacce di deportazione, appoggiare la
richiesta per ottenere rifugio politico, dare lavoro e qualsiasi altro genere di aiuto materiale ». Ce ne devono pur essere di studenti Americani in Italia e mi domando: quanti di
essi hanno bisogno di un prolungamento di soggiorno nel nostro Paese
a conseguenza del Vietnam?
Vi è sempre il Dr. Sobin ed il Dr.
Spock e Topuscolo pubblicato a cura
di un gruppo di avvocati Americani
membri, se non erro, dell’« American
Bar » tramite il quale hanno dichiarato rillegalità, sul piano giuridico
nazionale e intemazionale, della guerra in Vietnam. Non ultima viene la
Società degli Amici, detti Quaccheri.
di Gran Bretagna e degli Stati Uniti
conosciuta per il lavoro umanitario
in varie parti del mondo. A proposito. al Dr. Reynolds, (« Luce » 6 giugno 1967), così come ad altri membri del Gruppo Azione Quacchera, è
stalo ritirato il passaporto, in seguito a un viaggio a Haiphong. Sembra
sia contrario ad una clausola della
Costituzione degli Stati Uniti « avere
rapporti con il nemico ». Così, se vogliamo vedere le cose sotto un altro
punto di vista, il Dr. Reynolds si trova oggi« prigioniero » nel suo stesso
Paese.
Accludo un volantino che dice che
con cinque scellini si può assicurare
una pinta di latte, a 7 bambini vietnamiti. Magari sì potrebbe lanciare
un appello in questo senso e prendere
diretti contatti con la Croce Rossa
ad Hanoi, che è affiliata alla Croce
Rossa Internazionale. Il vice-presidente, se non erro, è il Prof. Dr. Ton
That Tung con il quale il Comitato
di Aiuti Medici per il Vietnam di
Londra è in contatto.
Mi permetto di segnalare, di suggerire. di proporre, di riportare quanto sopra. Le idee non sono nuove,
nomi ed indirizzi sono stampati nei
volantini che vengono distribuiti in
piazza. I pensieri sono messi giù nei
ritagli di tempo, anche a seguito della settimana « Pace in Vietnam » ap
pena terminala a Londra, che ha rag.
gruppale parecchie attività.
Naturalmente, signor Direttore,
penso Lei sia d’accordo con me nel
dire che una semplice lettera, un
semplice volantino o una veglia, o
uno sciopero della fame non risolveranno i grandi problemi intemazionali, ma non sì può negare a queste
azioni dirette il loro valore morale.
Almeno così ho creduto capire stiano le cose attraverso alcune campagne di disubbidienza civile che a volte hanno luogo in Inghilterra, ricordandomi di quanto Gandhi riuscì a '
fare per l’India e per il Sud-Africa.
Inutile aggiungere che sarò lieta di
sapere dell’esito dei lavori sinodali.
Cordiali saluti e auguri.
Liliana Munzi
Aconfessionalità
turistica
Un lettore, da Torino;
Caro diretlore.
li segnalo questa « perla » letta su
« Pinerolo primavera » (22 Aprile 7 Maggio 1967), numero unico redatto a cura del Comitato comunale
« Pinerolo Primavera 1967 » e largamente diffuso. In un lungo articolo
intitolato « Pinerolo e le sue Valli »,
l'autore si diffonde in un’ampia e dettagliata descrizione della Val Germa
nasca. A proposito di Prali è detto:
« L attività edilizia ha dotato il paese di una modernissima chiesa cattolica » (sic!), ecc.
Potrebbe essere un « lapsus », ma
si inquadra in un curioso tentativo —
evidentissimo a prima lettura — di
ignorare completamente il fenomeno
valdese. Così Agape diventa « un villaggio ecumenico che ospita, sia nel
periodo estivo che in quello invernale^ per campi di studio su problemi sociali e morali e per campi di
lavoro, giovani provenienti da ogni
parte del mondo e di diverse confessioni religiose ».
Parlando di Torre Pellice la presenza valde.se si riduce ad un accenno nebuloso e sfuggente: «Torre
Pellice, definita da Edmondo De Amicis « la Ginevra italiana » per il lindorc del suo aspetto c la particolarità
religiosa, ecc. ». Il timore di pronunziare il nome « valdese » qui sfiora
addirittura il grottesco.
Si ritiene forse che la presenza valdese nelle Valli del Pinerolese sia
controproducente per il turismo e lo
sviluppo economico? Sarebbe interessante conoscere il parere dei redattori della rivista (ottima, peraltro, sotto ogni aspetto).
Cordialmente
Carlo Papini
Culto radio
Un lettore, da Milano:
Purtroppo non ho avuto il piauere
di ascoltarg il culto evangelico radiotrasmesso il 16 luglio u. s., ma sono
fermamente convinto che sia stata
un ottima iniziativa quella di dedicare la trasmissione particolarmente ai
fanciulli, -iniziativa che merita senz altro di essere sostenuta e incoraggiata.
Non si potrebbe dedicare ai fanciulli il culto-radio della prima o deJ.
1 ultima domenica di ogni mese?
Fraternamente
Ezio Bonomi
Abbiamo
ricevuto
Per VOrfanotrofio femminile di
Torre Pellice la somma di L. 30.000
dagli « Amici della pallavolo » (Torre Pellice) in memoria del caro Mano Bonnet. Ringraziamo e trasmettiamo.
3
11 agosto 1967 — N. 31-32
pag. 3
Sette candidati al ministero pastorale
Chi
sono
Carmen Ceteroni Trobia
nata a Vittoria il 13 maggio 1930;
studi teologici presso la Facoltà
Valdese di Teologia a Roma e presso
la Facoltà teologica dell'Llniversità di
Edimburgo, conclusi con una tesi di
licenza su « L'escatologia di Paul Althaus »; tre anni di servizio come assistente di chiesa nella comunità di
Cerignola (oltre ad alcuni mesi in
collaborazione con il marito nella comunità di S. Germano Chisone);
membro del C.N. della F.F.V.;
sermone di prova sul testo Giovanni 9: 39-41, il 10 agosto 1967,
nel tempio di Pinerolo.
Giovanna Sciclone
nata a Vittoria il 21 maggio 1942;
studi teologici a Roma e a Bonn,
conclusi nel giugno 1966 con una
tesi di licenza sull'interpretazione del
passo sinottico sulla bestemmia contro lo Spirito Santo;
un anno di prova presso la comunità di Firenze;
sermone di prova sul testo Matteo 16: 13-16, il 10 agosto 1967, nel
tempio dei Coppieri di Torre Pellice.
Silvio Ceteroni
nato a Roma il 12 giugno 1933;
studi teologici a Roma e ad Erlangen, conclusi con una tesi di licenza
su « L'Uroffenbarung di Paul Althaus
nella problematica della teologia contemporanea » ;
due anni di prova a Trapani e diaspora e a S. Germano Chsone ;
sermone di prova sul testo Giovanno 15: 19, il 10 agosto 1967, nel
tempio di Pomaretto.
Ennio Del Priore
nato a Foggia il 27 marzo 1937;
studi teologici a Roma e ad Edimburgo, conclusi con una tesi di licenza su « La vocazione di Levi e la co
munione di Gesù con i peccatori»;
due anni di prova (con l'intervallo
dell' anno all'estero) a Trapani e diaspora ;
sermone di prova sul testo Romani 8: 18-25, il 10 agosto 1967, nel
tempio di Pinerolo.
Paolo Giunco
nato a Villa S. Giovanni l'8 maggio 1916;
per vari anni sacerdote romano,studi teologici riformati a Roma, a
Losanna e a Ginevra, conclusi con
una tesi di licenza su « La preghiera
in Calvino » ;
anno di prova a Palermo, quale
coadiutore ;
sermone di prova sul testo Ebrei
11 : 13-14, il 10 agosto 1967, nel
tempio dei Coppieri di Torre Pellice.
Bruno Rostagno
nato a Torino il 15 settembre 1935;
studi teologici a Roma e a Basilea,
conclusi con una tesi di licenza su
« La 'società cattolica' come motivo
ispiratore del Movimento cattolico in
Italia dal 1874 al 1904 »;
vari anni di prova nella comunità
di Agrigento, AAilano, Sampierdarena, Genova, Rodoretto ;
sermone di prova sul testo Efesini 2: 19-22, il 10 agosto 1967, nel
tempio di Pomaretto.
Pietro Santoro
nato a Messina l'8 dicembre 1933;
studi presso il Collegio Valdese di
Torre Pellice e presso la Faocltà Valdese di Teologia di Roma, conclusi
con una tesi di licenza su « L'evangelizzazione valdese in Sicilia dopo
l'Unità (1861-1880)»;
sermone di prova sul testo 1 Giovanni 3: 13-18, il 10 agosto 1967,
nel tempio di Pinerolo.
La loro fede
Il Corpo Pastorale si è riunito giovedì 3
c. m. nell'aula Sinodale, sotto la presidenza
del Moderatore, pastore Neri Giampiccoli,
per ascoltare gli esami di fede dei sette candidati al ministerio pastorale, che hanno fatto domanda di consacrazione.
Dopo la presentazione dei candidati, questi
sono stati invitati a lasciare l’aula e il corpo
pastorale ha proceduto alla scelta degli argo.
menti da richiedere per l’esame, che sono
risultali i seguenti: 1) La Risurrezione; 2)
La predicazione dell’Evangelo; 3) La Chiesa;
4) La tua vocazione al ministero Pastorale.
Data l‘am|)iezza degli argomenti e il numero insolitamente folto dei candidati, ci
sembra più opportuno esporre gli esami in
base agli argomenti stessi, anziché esaminare
candidalo ]>er candidato,
lo Argomento : La Risurrezione
I punti salienti che i candidati hanno sottolineato sono stali i seguenti. In primo luogo il fatto che la Risurrezione è il centro.
Tatto culminante della storia della salvezza.
La risurrezione di Gesù è il punto fondamentale della fede cristiana (Sciclone, Giunco, Santoro); senza di essa vana sarebbe la
fede e vana la predicazione cristiana. Essa è
Un atto che non dipende assolutamente da
noi, ma è atto dì Dio, atto di potenza (C.
Ceteroni), atto gratuito col quale Dio mette
fine alla morte (C. e S. Ceteroni). La resurrezione è un fatto storico, avvenuto una volta per tutte (C. Ceteroni, Del Priore, Rostagno), che però non rimane staccato e a sè
stante, ma per fede diventa operante in noi
(C. Ceteroni, Del Priore) e lo Spirito Santo
testimonia della sua verità (Santoro). « La
resurrezione è un’opera che vale per tutti i
tempi e per tutti gli uomini; per la resurrezione dì Gesù Cristo noi siamo resi alla vita,
vita in Cristo che ci è trasmessa e data e ci
rende partecipi della sua vittoria » (C. Ceteroni). Gli effetti della fede nella risurrezione
sono la coscienza di vivere in un tempo nuovo, il tempo della grazia di Dio (S. Ceteroni,
Del Priore); la gioia del sapere che la nostra
condanna è stata tolta via: «Vi è una vita
umana senza condanna, nuova, rispondente
alTintenzìone dì Dio » (Rostagno); il sapere
che abbiamo acquistato una nuova figliolanza (Giunco); la validità e Tautorilà della predicazione cristiana, che parla di un Iddio
vivente (S. Ceteroni).
Nella vita ecclesiastica il battesimo è il
segno del morire e risorgere con Cristo (C.
Ceteroni, Santoro). Gli « effetti finali, incontestabili della risurrezione saranno pienamente visibili solo alla fine dei tempi » (C. Ceteroni).
2« Argomento : La predicazione delVEvangelo
La predicazione cristiana ha la sua ragion
d’essere proprio perchè Cristo è morto ed è
risuscitato (Sciclone) e la resurrezione è il
primo oggetto della predicazione (S. Ceteronì). La predicazione « è annuncio di un’ope.
ra, che è l’opera di Dio, annuncio dì ciò che
sempre pronta a lasciarsi riformare da essa
(Rostagno. Giunco, Santoro).
« Vi è anche un peccato della Chiesa; essa
può disseccarsi, può morire nella sua concretezza storica. Eppure il Signore agisce in
essa, perchè le promesse di Dio non cadono
nel vuoto. La Chiesa deve essere pronta a
lasciarsi riformare e vivere nella preghiera
costante c nell attesa dello Spirito Santo »
(Rostagno).
La loro vocazione
Carmen Ceteroni. La vocazione è opera
dello Spirito Santo, ed io sento che sono stata chiamata. Dio si è messo in movimento
per me affinchè io sia messa in movimento.
Dinanzi a Gesù che dice « seguimi », non
possiamo far altro che dire « si », lasciarci
coinvolgere nell’opera di Dio per la salvezza
del mondo. Io so di essere chiamata a servire gli uomini, testimoniando di Colui che
salva me e loro.
Gianna Sciclone. Per me la vocazione è
una sempre più approfondita ricerca nella
Parola di Dio, per tradurla in termini moderni agli uomini moderni. Questo lavoro mi
sembra interessante e ad esso mi sento chiamata in una ricerca comunitaria. Sono cresciuta in un ambiente dove ho imparato a
leggere la Bibbia e desidero continuare la
mia ricerca.
Silvio Ceteroni. Parlare della vocazione è
parlare di quello che noi siamo tutti i giorni. La vocazione è Dio che chiama e la sua
voce non può essere confusa con nessun’altra voce. La vocazione è riconoscere quello
che noi siamo, è riconoscere il proprio peccato. Dio ci chiama alla fede, cioè al servizio
nell’amore. Quando egli chiama, pretende
una risposta. La predicazione della Parola
di Dio, mi chiama a predicarla.
Ennio Del Priore. La vocazione si è fatta
sentire nell’ambito delle comunità in cui ho
vissuto fm da ragazzo e si è venuta man
mano chiarificando negli anni di s,tudio e
nel contatto diretto con la vita nelle comunità. Molto sensibile sempre al problema del
dolore e della miseria, ho sentito, nel contatto con questo problema come la parola di
Dio è parola di liberazione e di vita, di perdono e consolazione. Ho sentito che la mia
strada è quella di annunciare il perdono e
l’amore di Dio nel mondo della sofferenza e
dell’amarezza.
Paolo Giunco. La mia vocazione a servire
il Signore risale alla mia giovinezza, quando
mi preparavo al sacerdozio nella Chiesa Cattolica Romana. Abbracciai il sacerdozio con
gioia. La mia crisi spirituale fu causata da
una serie di cause che mi scandalizzarono.
Ebbi contatti con dei pastori e imparai sempre più e sempre meglio a conoscere l’Evangelo e, particolarmente dall’Epistoia agli
Ebrei, fui illuminato sul sacerdozio universale, in contrasto con quello gerarchico del
Cattolicesimo. Uscito dalla Chiesa di Roma,
ho sempre desiderato di continuare ad essere un predicatore dell’Evangelo e per questo sono qui.
Bruno Rostagno. Io sento la vocazione come inseparabile dalla vocazione della comunità. Esiste oggi Un dovere di predicazione
e io intendo la mia vocazione nel far emergere, predicando, la direzione nella quale
il Signore vuole far camminare oggi la sua
Chiesa. Io credo di dover vivere predicando
l'Evangelo perchè, a mia confusione, riconosco che il Signore mi chiede questo e mi
metto a disposizione della Chiesa, chiedendole di utilizzarmi, se e come essa lo riterrà
opportuno.
Piero Santoro. La mia vocazione è sorta
neH’ambito della comunità in cui sono vissuto e dove ho sentito la predicazione della
Parola. Educato evangelicamente, si è formato in me il desiderio di poter servire il
Signore. Mi ero spesso domandato qual è il
senso della vita; in Cristo ho trovato la risposta. Trovata questa risposta è impossibile
tenerla per sè. Ecco perchè sono qui: per
potermi dedicare a pieno tempo annunzio
deU’amore di Dio che dà senso e valore alla
vita.
Minicronaca
AGGRESSIVI
Mentre un giornale finanziario inglese
definisce la Fiat la « futura maggior industria automobilistica d’Europa », un economista francese scrive che la scarsa
espansione commerciale della sua nazione
è colpa della recessione tedesca e inglese
che si percuote anche in Francia. Ma perchè non altrettanto in Italia?, chiede. Negli ambienti economici francesi si sarebbe infatti convinti che entro il ’70 l’induslria italiana sarà sul piano dii quella transalpina. Per quest’economista la molla
dello sviluppo italiano è l’aggressività delle nostre aziende, inferiore solo a quella
giapponese. Esempi: ora Parigi divide con
Firenze il primato della moda, i nostri frigoriferi costano la metà, oggi la Citroën
deve difendere il mercato interno mentre
alTestero non va più in là della stima degli intenditori, quando la Fiat è ormai il
numero 2 in Europa e contende il primo
posto alla Volkswagen.
li giudizio è lusinghiero. Il bel Paese sa
anche lavorare sul serio (non sono parole
mie, è il titolo deirarticolo). Senonchè una
indisponente conclusione guasta Tentusiasmo. Non si discute ingegno, capacità e tenacia dei nostri dirigenti, tecnici e maestranze, nè la politica aggressiva, dove forse non c’entrano le paghe, almeno quelle
delle maestranze. Pur citata ad esempio,
nella corrispondenza la nostra patria fa
questa fine ; « Delfltalia, del resto, si parla generalmente poco negli ambienti economici e politici francesi. Le iniziative e
le reazioni romane di fronte ai grandi avvenimenti mondiali, come il punto di vista
del governo italiano, sono generalmente
trascurate anche nei commenti dei giornali ». E tale atteggiamento viene spiegato in
questo modo dall’economista : « Troviamo
volentieri ohe l’Italia è il più bel Paese del
mondo — dopo il nostro — ma non ammettiamo che possa fare seriamente cose
serie ».
Inidubbiamente in questa valutazione c’è
della scoperta autocritica. Se tuttavia essa
è capitata presso qualche nostra suscettibile
personalità, avremo « iniziative e reazioni
romane di fronte » alla promozione da navigatori, santi ed eroi, a frigoriferai, sarti
automobilanti e basta?
Marco Ayassot NONNI E NIPOTI
iiiiiiJimimiiimiimmiinmiiiiiiiiHiiimiiiMtmiimiuii
.....................................................
Ili HMiuiiuiuiHiiiiHiiiNinimimiimiimiiuiiiiiiiiiiimiiiimimiiii
immiiiMMiiiiwuini
.iiiimiimiiimiiiitiiiimiiiiimiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiMimiimiiMiiimimiimiiiiiiii
Echi della settimana
Dio ha fatto per noi e per la nostra storia »
(Rostagno), annuncio del Regno di Dio, prò.
clamazione delPintervento decisivo di Dio
nella storia (C. e S. Ceteroni). Essa non è
opera degli uomini, ma opera di Dio: predicare è essere araldi mandati, non spinti
da proprie necessità e esigenze, non iniziativa del credente, ma azione di Dio che coinvolge colui che crede e colui che è chiamato
a compierla; « Dio è autore dell’opera reden.
trice e, nello stesso tempo della predicazione » (S. Ceteroni). La predicazione ha dunque autorità non per l’autorità di colui che
predica, ma per l’autorità di Colui che l’ha
mandato (C. Ceteroni). Il pericolo sempre
presente è quello di predicare se stessi^ le
proprie idee, le situazioni in cui ci si trova
(Giunco), per questo è necessaria una fede
chiara e forte e nello stesso tempo è necessaria molta umiltà. Dio pretende assoluta
obbedienza dal predicatore (Santoro), obbedienza che « ci costa » e che deve costringerci a « pagare di persona » (Rostagno); ai
« testimoni si richiede assoluta fedeltà al
messaggio ricevuto » (Del Priore) e una vita
conforme ad esso (Giunco).
Mentre da un lato la predicazione è rivolta a suscitare la fede e di fatto crea la comunità (Del Priore), che sorge per effetto
del riconoscimento deU’azione di Dio (Rostagno), viene anche sottolineato il fatto che
vi è « una predicazione per la comunità e
nello stesso tempo una predicazione della co.
munità (Rostagno). La predicazione non si
limita cioè a raggiungere e fortificare la fede di un gruppo di credenti, ma essa è essenzialmente per il mondo e deve essere vissuta da tutti i credenti nel mondo, come
presenza dell’amore di Dio fra gli uomini.
3« Argomento : La Chiesa.
La Chiesa nasce dalla predicazione per
opera dello Spirito Santo e vive dello Spirito
Santo (Santoro). « Essa esprime la possibilità
dì una vita nuova : Cristo è morto e risorto
per tutti e la comunità si distingue dagli altri percliè riconosce che vi è una vita nuova
e lo riconosce e lo confessa dinanzi a coloro
che non l’hanno riconosciuto » (Rostagno).
La Chiesa non è un organismo, ma è creazione di Dio, è lo strumento della presenza
di Dio nel mondo (C. e S. Ceteroni). Il carattere fondamentale della Chiesa è di essere
missionaria, non chiamata a vivere per se
stessa ma ad annunziare la salvezza al mondo, a servire il mondo (Del Priore, Rostagno). D’altra parte la Chiesa è « visibile »
(C. e S. Ceteroni), cioè incarna lo Spirito di
Dio (C. Ceteroni), esiste nel tempo e nella
storia, testimonia in un mondo che vive in
un determinato tempo storico (Rostagno).
La Chiesa è dunque la comunità dei « san
ti », che vive deUo Spirito di Dio, che ha
per capo e come unica autorità Gesù Cristo
e tuttavia si compone di uomini peccatori,
per questo essa deve sempre di nuovo confrontarsi alla luce della Parola e deve essere
Il celebre scrittore sovietico Costantino SiMONOV, di rilorno da un viaggio nella Siberia Orientale, ha pubblicato sulla
« Pravda » un articolo in quattro colonne.
Egli dice che « un conflitto non è ancora
scoppiato alla frontèefa cinO’-sovietica, uni’cántente perchè i Sovietici hanno dato pro~
va d'una grande padronanza di sè. Precisa
che da molto tempo i Sovieticif in quella regione, hanno preso Vahitudine di lavorare
con un fucile a tracolla. Se, malgrado le
provocazioni cinesi^ non vi sono stati scontri militari nel vero senso della parola, ciò
è dovuto al sentimento elevato di responsabilità personale dei reparti sovietici che fanno la guardia alla frontiera. L autore riferisce sui recenti incidenti ai quali avrebbero^
partecipato un migliaio di Cinesi, qualificati
per ^'insulsi e stupidV\ Afferma che l URSS
non si lascerà emozionare dalla ’’tregenda
antisoviética” scatenata sulla sua frontiera.
Il sentimento d'insicurezza che regna in
quelle regioni, e un fatto col quale occorrerà purtroppo fare i conti”. L’autore conclude citando un verso celebre: Noi moriremo
su questa terra russa e non l’abbandoneremo a nessuno” ».
Nel notiziario del 28-7 (La Luce n. 30),
riferendo sul timore che serpeggia in Australia per una possibile penetrazione cine
se, ci chiedevamo : « Quale terribile influen
za può esercitare il capitalismo su una na
zione che non è ancora riuscita a liberarsi
da una condizione di mezza-colonia? Pochi
milioni di cittadini possono pretendere di
conservare il possesso d’un territorio ricchissimo ed immenso, circondato da un numero
enorme di esseri umani in miseria? » Orbene noi non ci riteniamo tanto ingenui da
credere che esista una nazione al mondo che
sia ben disposta ad aprire i propri territori
allo straniero. Tuttavia, per uno scrupolo di
obiettività, ci sembra che queste stesse domande debbano, mutatis mutandis, ripetersi
a proposito della Siberia. E’ addirittura ovvio che la prima di queste domande va ritoccata nel senso che in Siberia non esiste
il capitalismo, o meglio non esiste il capita,
lismo privato, bensì quello di stato. Ed è anche da osservare che il carattere di « mezzacolonia » può riconoscersi non solo in uno
stato politicamente indipendente, ma anche
in una parte, depressa, d’uno stesso stato.
Così per es. l’Italia di cent’anni fa era una
mezza-colonia, perchè si reggeva quasi esclusivamente sui capitale straniero; ed oggi lo
è ancora l’Italia meridionale, perchè questa
si regge sui capitale dell’Italia settentrionale.
La Siberia, regione facente parte dell’URSS,
offre analogia con l’Italia meridionale; ma
qui è d’aggiungere che l’URSS è una nazione sorella della Cina, perchè come lei comunista. Come credenti non possiamo esimerci da un giudizio morale su ogni fatto
politico, nè possiamo usare due pesi e due
misure.
Tamaba Ebioni, su « La Sinistra » (del
luglio ’67, p. 2), riferisce su un suo recente
viaggio in Israele, dove ha avuto modo di
visitare diversi kìbbutzin e di entrare in
contatto con numerosi arabi della nuova generazione.
« Si ha la netta impressione che i kibbutzin ’’puri”, quelli rimasti legati alla loro
primitiva configurazione, si trovino in una
situazione d’isolamento, economico e psicolo
gico, nel contesto di una società che ha assunto sempre più nettamente le caratteristiche di una società capitalista. In questo quadro essi rappresentano piccole isole, utopistiche e contraddittorie, di fronte al generale
evolversi della maggioranza dei kibbutzin
(primi tra questi i kìbbutzin del Mapai)
verso, forme di aziende capitalistiche.
I kibbutzin diventano una élite che solo
in minima parte lavora direttamente la propria terra: nella produzione agricola viene
impiegata manod’opera bracciantile, di preferenza araba. Gli stessi kibbutzin gestiscono industrie di trasformazione di prodotti
agricoli con criteri capitalistici.
In questo sviluppo generale s’inserisce la
profonda modificazione della struttura della
popolazione araba, che è passata da un’economia agricola di villaggio ad una condizione prevalentemente di manovalanza, soprattutto a causa dell’espropriazione di gran
parte della terra, condotta da parte delle autorità israeliane con diverse motivazioni. La
industria edilizia e le attività terziarie costituiscono i settori che impiegano la maggior
parte della mano d’opera araba, mentre assai
limitate (se non inesistenti) sono le possibilità d’impiego in altri settori. La situazione è di notevole gravità per grintellettuali
arabi che non solo vedono impediti i loro
rapporti col mondo culturale arabo fuori di
Israele, ma hanno ben poche possibilità d’inserimento nel loro stesso paese, per cui l’immediata via di sbocco viene ricercata all’estero ». Tullio Viola
Il direttore di un conosciuto settimanale
tedesco ha intervistato Johnson dopo il
suo incontro di Glassboro con Kossighin.
Trascrivo ; » I colloqui, avrebbe detto
Johnson, sono stati precisi e concreti nella
sostanza, ma improntati alla semplicità
esteriore e alTargomentazione. I due uomini si sono scambiati le proprie storie,
ciascuno ha raccontato della sua infanzia
e le difficoltà degli anni giovanili (Kossighin rimase orfano di madre a 4 anni,
Johnson lavorò come bracciante alla strada che ora porta al suo ranch), si sono
aperti Tono alTaltro. Hanno parlato. Hanno parlato delle piroiffie famiglie e delle
mogli (quella di Kossighin era morta due
mesi prima), dei figli, dei nipotini (Johnson era diventato nonno proprio in quei
giorni). E qui — racconta il giornalista
tedesco che è stato ospite dei Johnson per
mezza giornata — i due uomini che reggono le sorti del mondo trovarono un minimo denominatone, ohe delineò Tatmosfera del ’’vertice”. ’’Tutto quello che possiamo fare — disse Johnson — è di cercare
che i nostri nipotini vivano in un mondo
migliore del nostro”. ”A chi lo dice
—avrebbe risposto Kossighin —, io sono
nonno da 19 anni, lei da un paio di giorni”Si trovarono d’accordo anche su quello che
intendono per un mondo migliore; un
mondo nel quale sia possibile il compromesso, vi sia comprensione, vi sia possibilità di colloquio ».
Rinunciamo alla perplessità sul compromesso, iperohè non si riesce a capire con
esattezza che cosa intendevano i due dnterlocutori. Sarebbe anche troppo facile e
ingenuo dire che lo spirito di Hollybusch
non era lo Spirito Santo, e lo sapevamo.
Se però i due nonni hanno veramente trovato un’intesa sulla base dei nipotini, non
ci resta ohe ia malinconica speranza ; prole di tutto ii mondo, unisciti.
Memo
È uscita la ristampa
Annuario “Italia Evangelica,,
(1967 - 1968)
delle Chiese, Opere e Movimenti Evangelici in Italia.
Aggiornatissimo e preciso, elenca tutti i dati riguardanti ;
— I PASTORI, ANZIANI EVANGELISTI e ASSISTENTI DI CHIESA all’opera e in emeritazione (con indirizzi completi).
— LE COMUNITÀ di tutte le Chiese membri del Consiglio Federale (Valdese.
Battista, Metodista, A.M.E.I., Luterana, Esercito della Salvezza) con indirizzo
del locale di culto, orario del culto o dei culti domenicali, nome e indirizzo,
tei. del Pastore. Indirizzo e orario dei culti nelle località della « diaspora » e
dei gruppi visitati in case private.
— LA COMUNITÀ delle seguenti Chiese: Assemblee di Dio in Italia, Chiesa dei
Fratelli, Chiesa del Nazareno, Chiesa Mennonita, ecc.
— CHIESE EVANGELICHE DI LINGUA ITALIANA ALL’ESTERO (In Svizzera, Germania, U.S.A., Canadá, ecc.).
CHIESE ESTERE IN ITALIA (Chiese Luterana, Anglicana, Presbiteriana
scozzese, Svizzera, Episcopale americana, ecc.).
ISTITUZIONI E OPERE EVANGELICHE. Distinte per genere di attività,
con particolare riguardo ai Centri per la gioventù, Foresterie, Pensionati, Case
per vacanze, Istituti di assistenza, ecc.
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4
Dag. 4
N. 31-32 — 11 agosto 1967
FÊguÊ^o del pensiero teologico contemporsneo
Oscar Cullmann
I quotidiani di Basilea hanno annunciato, ultimamente, la designazione del prof. Oscar Cullman a vir magnìfìcus almae matris Basilìensìs, cioè
a rettore dell’università nove volte secolare della città sul Reno. È un riconoscimento onorifico, per cui ci rallegriamo cordialmente con lui.
11 prof. Ostar Cullmann, il ben nolo teologo docente di esegesi neolestamentaria e
di storia delia chiesa antica presso la Faccllà teologica deU’Universilà di Basilea e
presso l’Ecole dea Hautes Etudes di Parigi,
ha compiuto recentemente 65 anni.
In questa occasione, un gruppo di suoi
discepoli, a cura di uno di essi, Felix
Clirisl, ha pubblicato, quale segno di riconoscenza, una raccolta di saggi centrati sul
concetto di « Oikonomia - Heilsgesthichte
ali Thema der Theologie » (La storia della
salvezza, tema della teologia). L’opera, pub.
bilicata dall’editore amburghese H. Re'ch,
reca molle delle più note firme di teologi
mano » abbia dedicato non so‘lo qualche no.
ta fuggevole, ma un ampio articolo pieno di
stima. H pubblico italiano può ora leggere
molte sue opere, pubblicate da « Il Mulino » di Bologna: CattoLci e Frotesuinti:
un progetto di soUdarietà cristiana (1962),
Cristo e il tempo (1965), Il primato di Pietro (con altri autori cattolici e ortodossi,
1965), Il mistero della redenzione nella storii; (1966); è in preparazicne: Il Nuovo lestumento.
Se non possiamo che rai'.legranci di questa eco, poisisiamo però ricordare 'he i 'egami del prof. Cullmann con Filali.! risalirono assai oltre gli anni del < disgelo ».
Dal primo dopoguerra, egli è s a'o ospite
della Facoltà Valdese di Teologia in Roma,
e molli studenti hanno fruito anm, dopo
anno, dei suoi corsi; molti romani, evan.
gelici e non, hanno seguito le sue conferenze al Cen ro evangelico di culmra e in
altri centri culturali l iltadini; su « Protestan esilino » sin da metà degli ami <|uaranta numerosi sono stati i suoi contribuii,
e nel 1919 .il C.E.C. di Roma pubblicava
tutta una serie di sue brevi monografie di
alto valore, fra cui segnaliamo sopra'tuiio
Le prime coajesi^ioiii di Jeds cristkiae e II
ritorno di Cristo, speranza della Chiesa,
ma anche II Natale ne la Chiesa antica. Il
culto nella Chiesa primitiva.
Abbiamo in passato espresso qualche dissenso da certe P'osizioni ecumeniche del
ptof. Cu'llmann, ma qiies'o non signiifica
certo che dimeniiehiamo il debito di gratitudine, e non solo passato, ohe abbiamo
verso di lui, esegeta e storico. È quindi
con sincero affetto che gli diciamo, in questo anniversario ; ad multos annos, professore !
g. c.
Una introduzione a Karl Barth
E apparsa di recente presso la nostra
Editrice Claudiana la biografia del grande
pensatore e teologo protestante di Basilea,
scritta da G. Casalis e tradotta da Roberto
Isenburg. Dalla prefazione del volume, dovuta a G. Tourn. stralciamo alcuni passi.
Barth è stato uno dei protagonisti del rinnovamento biblico nella teologia, riconducendo Tattenzione della Chiesa evangelica del
primo dopoguerra alla fondamentale importanza della Sacra Scrittura nella vita e nella
predicazione cristiana; è stato uno degli ispiratori della Chiesa confessante in Germania
sotto il Terzo Reìch : individuando il carattere pagano e anti-cristiano di tanta propaganda del Nazionalsocialismo, ha gettato le
basi, con la confessione di Barman, di una
salda e cosciente resistenza nelle comunità
evangeliche; è stato fautore, lucido ma severo, del movimento ecumenico nelFimmediato dopoguerra, richiamando le Chiese
evangeliche alla necessità di una riforma profonda in vista di una efficace predicazione
nel mondo moderno. Il nome di Barth rimarrà negato alla vita ed alla testimonianza
delle comunità evangeliche del secolo XX,
e rimarrà legato come voce profetica.
Proprio questo carattere profondamente
biblico della sua teologia e la sua costante
ricerca della autenticità del messaggio evangelico ha esteso Tinfluenza di K. Barth molto oltre ì confini della sua confessione riformata. Il pensiero cattolico moderno nella sua
ricerca scritturale e nei suoi fermenti di rinnovamento è profondamente tributario delle
opere di Barth; ne hanno dato pubblica prova i teologi cattolici convenuti a Roma per
proseguire le loro ricerche in un clima post
La fede di un protestante
che non protesta
conleniiporanei, nei vari rami della ricerca
teologica e nelle varie confesa oni crlsliane
(fra i contributi, vi è pure un saggio del
prof. J. A. Sogginl.
E noto come sia sempre più invalso l’uso
di pubblicare questi simipusi ad honoreim
di un maestro della scienza leoloigica contemporanea. Ma il volume in questione è
stalo concepito e preparato non come un
mosaico di contribuii disparati, bensì come « uno scritto programmatico della teologia storico-soteriologica », ail quà'e hanno
cc'liaboralo ex-discepoli pro.estanli, cattolici e ortodossi di O. OulOmann, i quali sono convinti deirimporlanza e del compito
che compete alla teologia della « storia della salvezza » nella si'uazicne teologica contemporanea. Questi teologi, che vengono
dal più svariati paesi di tiulli i conlinen i, e
che hanno seguito l’insegnamento del prof.
Cullmann a Strasburgo, a Basilea, a Parigi,
a Roma o a New York, trattano questo
tema di attualità teologica ed ecumenca nel
loro settore di .specializzazione, tenendo però ben presente il contesto generale della
storia della .salvezza.
Forse ncn c’è leologo protes ante contemporaneo che .sia nolo in I alia come
Oscar Cullmann. Invitalo dal Segreiariato
valicano per l’unione dei cristiani ad assistere quale osservatore privato alle quattro sessioni dell Concilio, è il soilo teologo
protestarne (se si eccettuano quelli della co.
munità di Taizé) cui « L’Osserva ore Ro
Leggendo il recente libro di Jean Rilliet,
libero docente all’Università di Ginevra
e collaboralore del quotidiano « La Tribune de Genève », il laico si sente richiamare alla memoria iper confronto le altre
esposizioni sintetiche della fede cristiana
che può aver letto, delle correnti teologiche
più diverse: La Religione Cristiana di Ernesto Comba; Esquisse d’une dogmatique
di Karl Barth; La fede cristiana evangeliea
di Giorgio Girardet; Che cos’è il Protestantesimo? di Roland de Pury. Il Rilliet ci
dà, al contrario di tutte ques e sintesi, una
visione della fede che non si limita al dogma e alla teologia, ma investe tutti i campi della vita. Un aiccenno a problemi di
etica e di pulitica è contenuto anche nelle
ultime due oj>ere elencate, ma in misura
del lutto secondaria e insulBcienite.
Tuttavia il giudizio genera’e che si può
esprimere sull’opera del Rilliet non può
essere ohe mollo severo. L’indice può far
supporre che l’autore segua lo schema
classico delle piccole dogmatiche, ohe è
quello del simbolo apostolico, ma non appena si leggono alcuni dei isottotitoli l’impressione muta radicalmente: realtà di Dio
natura di Dio, Dio specchio e modello dell’uomo; un orecchio un po’ sospettoso non
manca di individuare immediatamente che
non si deve trattare di teologia biblica. Infatti la fede viene facilmente ridotta ad
un’evoluzione del senso religioso infantile
anziché essere intesa come una rottura con
questo. Rottura, invece, per l’autore, è
quella dell’ateo, che abbandona sempre la
sua fede precedente: singolare ravvedimento davvero! Quando l’autore passa a parlare di Gesù Cristo, «mio Signore e mio
Dio », si limila a metlere in ridicolo le definizioni teologiche e le controversie c~istologiche e a liquidare la Trinità come non
richiedente la nostra fede (pag. 35), senza
peraltro precisare in che senso le definizioni dei primi secoli non sono più valide e
senza proporre un’alternativa a queste, che
rispecchi meglio il messaggio dell’Evangelo,
Lo Spirito Santo diventa soprattutto il
garante della libertà religiosa, o, meglio,
della libertà di coiscienza e il suscitatore di
qua'ohe anima e'etta (|pag- 52).
Manca, insoimima, del tuitto, una teologia
deU’Antico Testamento per quanto riguarda Dio Padre; una teologia del Figlio di
Dio, del Figliuol dell’nomo, del Servo dell’E'erno, del Risorto, per quanto riguanda
il Cristo; una teo'ogia dei doni dello Spirito per quanto riguarda lo Spirito Santo.
Lo stesso carattere ha la parte ipratica del
volumetto : l’etica individuale ha la parte
del leone e per quanto riguarda quella sociale ci si limila a ribadire la liceità della
proprietà privata e l’astensione della Chiesa
dalla politica.
Una breve appendice, l’unica parte in cui
si protesta contro qualcosa, richiama alcuni
punti in cui permane anche dopo il concilio
una frattura insanabile fra protestantesimo
e cattolicesimo.
Una « poslface » rivela al letiore che il
Rilliet è cosciente di rasentare l'eresia e il
conformismo, ma chiede al lettore la stessa
onestà dell’autore. Questa recensione vuole
essere la risposta alla sua richiesia.
M. C. Tron
JEAN RILL.IET: La foi d’un protestant - Labor et Fides, Genève 1%6,
pagg. 136, L. 2.(KX).
Una viva presentazione
del movimento valdese
L’A. premette alla trattazione del tema
principale del suo libro una rapida introduzione, nella quale esamina le condizioni politiche, ecclesiastiche ed economiche della
città e della terra lionese prima di Pietro
Valdo (cap. I) per spiegare come certi celi
sociali rimasti insoddisfatti nel benessere generale favorito dairiiicremenlo del commercio, delfindustria e dell’agricoltura, trovassero nelferesia un motivo di agitazione e dì
insurrezione sia contro le classi dominanti
sia contro il potere ecclesiastico tiranneggiante
Nel II cap. passa in rassegna assai minuta
tutti i principali movimenti ereticali fioriti
in Europa anteriormente a Pietro Valdo,
soffermandosi in modo speciale sui manichei
e sui catari, su Pietro di Bruys e su Enrico
di Losanna, che ebbero più stretti rapporti
coi valdesi. Venendo a trattare di Pietro
Valdo e del movimento valdese, l’A. espone
le varie teorie emesse intorno al nome del
fondatore della setta e intorno al nome di
valdese, nonché la dibattuta questione se il
valdismo nasca con Pietro Valdo o si riallacci a tempi anteriori, come fatti e documenti sembrerebbero provare. E dopo aver
narrato le vicende della vita e della predicazione di Valdo e dei suoi primi discepoli
in Lione, TA. ci fa assistere in una serie di
4 capitoli (Le Vaudois dans le Nord et dans
l’Est — Les Vaudois en Europe centrale —
Les Vaudois en Italie, et dans les Alpes —
Les Vaudois en Languedoc. en Espagne et
en Provence, cap. IV-VII) alla meravigliosa
espansione del movimento valdese, sìa pure
con sfumature e caratteristiche diverse, in
buona parte dellEuropa. specialmente in
Fiandra, nella valle del Reno, in Moravia,
in Polonia, in Lombardia, nel Veneto, in
Toscana, nelle Puglie, in Calabria e sui due
versanti delle Alpi, nel Delfinato francese
come nelle valli del Pellice. del Chisone e
deir Alto Po o Paesana. Traccia assai esattamente le loro dottrine e la loro organizzazione religiosa, i loro riti ed i loro costumi,
purgandoli dalla taccia di immoralità, cosi
spesso scagliata contro di loro dai polemisti
cattolici; e dà parecchi saggi della loro letteratura religiosa, pubblicando estratti di vari
poemi valdesi in traduzione francese. Alla
storia interna del movimento valdese si accompagna la storia esterna dei principali
gruppi : la lunga serie di lotte, di persecuzioni e dì sofferenze, che essi dovettero subire ora per opera della chiesa romana e dei
suoi inquisitori, ora per opera di duchi, re
e signori, fino ai primi decenni del sec. XVI.
La narrazione è interessante, sobria, ma
quasi sempre esauriente ed offre del movimento valdese attraverso ì secoli del medio
evo un panorama assai completo ed esatto,
anche se alcune affermazioni, come quella
che il movimento valdese sia più politico e
sociale che religioso, possano essere contraddette, come per altri movimenti ereticali,
dai più recenti studi di eminenti storici italiani. che l’A. sembra completamente ignorare.
L'ultimo capitolo (La fin des Vaudois) è
dedicato alle vicende dei gruppi valdesi superstiti del Queyras, della Val Louise e delle
valli piemontesi di Luserna. Perosa e S. Martino; ma, pur ammettendo che il movimento
valdese, vero e proprio, sìa terminato col Si.
nodo di Chanforan e con Tadesione dei Vaidesi alla Riforma, ci seinlira che, rispetto alle precedenti, questa parte sia troppo sbrigativa e perciò stesso anche inesatta, come
quando l’A. (p. 230) lascia credv^re che Tesilio dei valdesi fu concesso dal duca come
conseguenza dei « revers » subiti dalle sue
truppe, o come quando sì dice che i Valdesi
del Piemonte ottennero la loro libertà religiosa durante il periodo napoleonico, ignorando la successiva reazione della Santa Alleanza, che protrasse Pinfenorilà dei valdesi
fino airedillo di emancipazione del 17 febbraio 1848.
Al testo sono unite alcune cartine, che
mostrano Pespansione del movimento valdese in Europa e varie tavole sinottiche, che
riepilogano cronologicamente i fatti esposti
nel testo, segnando la loro concomitanza in
varie parti d’Europa. Arturo Pascal
conciliare, accogliendo il teologo protestante
con calorosa simpatia. Si può perciò legittimamente affermare che, proprio per il carattere evangelico della sua teologia, K. Barth è
teologo non solo protestante ma ecumenico,
è un teologo cristiano nella pienezza del termine.
Il volume di G. Casalis rappresenterà per
noi una utilissima introduzione al pensiero
ed aH’opera di K. Barth, in quanto riesce a
sintetizzare in poche pagine le tappe essenziali della biografia c della produzione barthìana collocando ogni opera nel suo contesto storico; e, d’altra parte, espone sinteticamente i pensieri ispiratori e le linee direttrici della vastissima produzione barthiana
guidando con mano sicura il lettore.
La semplicità dello stile e la concisione
dell'esposto non debbono d'altronde trarre in
inganno: non siamo in presenza di un abile
pezzo giornalistico per lettori frettolosi. Casalis conosce a fondo le cose di cui discorre
per la dimestichezza con le opere del maestro e per il legame di amicizia che lo lega
a lui... Egli non si accontenta di esporre, ma
r:/ive il pensiero e la vita di Barth...
Giorgio Tourn
Il volume contiene inoltre in appendice
un elenco delle opere di Barth tradotte in
ilalìano e in francese ed una lista di libri ed
articoli apparsi su di lui nella nostra lingua.
Ciò non soltanto aumenta il pregio del volume. ma € un aiuto positivo per chi voglia conoscere direttamente uno dei mussimi teologi
protestanti del nostro secolo.
GEORGES CASALIS; Ritratto di Karl
Barth. Claudiana, Torino 1966, [>. 132.
L. 900.
Per le
dei
letture
vostri ragazz
10-12 anni
GIUSEPPE
La barca
BUFALARI :
g-ialla ' Einaudi, L. 2.000.
La parte più bella di questo libro si svolge sott'acqua, nel fondo del mare « in un
mondo verde e silenzioso ». Enrico è il figlio
del più bravo corallino deU’Argentario e
siccome i bravi pescatori di corallo si formano all’età di Enrico, possiamo seguirlo nella
sua avventurosa scuola, nelle acque azzurre
e verdi del Giglio, dove si immerge con pinne, cintura, ' respiratore e dove scopre con
Daniela mondi meravigliosi, fra squali, delfini, cernie e vecchi pescatori. E’ un libro
fresco e originale e tutto pervaso di finezza
e di poesia.
MARCELLO VENTURI : L’ultimo veliero - Einaudi, L. 2.500.
A certi bambini piace che i libri abbiano
per protagonisti i loro coetanei, altri sono
contenti invece se incontrano degli uomini di
cui ascoltano volentieri l’esperienza. Uultimo
veliero è per questi ultimi. E’ la storia del
Capitano, un vecchio marinaio, ex comandante di velieri che con i suoi amici non
resiste alla nostalgia del mare, tra le mura
di un ospizio per marinai, fra suore e crocifissi, e riesce con i suoi compagni ad armare un vecchio veliero, dopo moltissime e
ansiose peripezie, e a partire... La storia è
narrata con fine psicologia, con calore umano, ma non so fino a che punto i problemi
di questi vecchietti, possano riguardare anche i più maturi fra i ragazzi.
11-13 anni.
GIOVANNI ARPIÑO : L’assalto al
treno e altre storie - Ed. Einaudi,
L. 2.000.
Sono storie di un genere stravagante che
risponde probabilmente al gusto di o'rc;i.
Non stravaganti nel senso tradizionale di
essere fuori della realtà. Anzi qui è in hallo proprio la realtà, perchè da essa oggi si
usa partire, cioè da una base concreta tU
vita quotidiana, per poi sconfinare nel! impossibile. Una delle storie racconta (uine
dalle mani di un operaio che vuol costr^iìre
una bicicletta per suo figlio, viene fiiuri
una mitragliatrice, per significare che l le
nostre mani sono avvelenate ». Un’altro racconta dì un ragazzo che ha un canarine al
posto del cuore e poiché canta è giud' rUo
un’insidia, un pericolo per la società, fir che
la società riesce ad eliminare il canarìpo e
allora il ragazzo, tornato savio, riacquisl; la
fiducia e vari commendatori gli offrono an
buon posto.
Noi adulti troviamo questo genere di libri un poco cerebrale, forse i più com-:nzionalì fra noi si inalberano. Ma che
no voglia dire queste cose
ai ragazzi, fa pensare. E i ragazzi sono lu-rse quelli che capiscono meglio gli amori
contemporanei. Berta Suhil.'c
Per le vastre ordinazioni: Libreria Editrice Claudiana, Via Prindpe
Tommaso 1, 10125 Torino, c.c.p. 2/21h il
cose nuovo
Senso d’una presenza
una grande metropoli
in
PAUL LEUTRAT: Les Vaudois. « Pages
d’histoire populaire ». Editions sociales.
Paris 1966. p. 252. L. 1.200.
In un suo breve volumetto il pastore
Jean Gastambide fa il punto sulla situazione del Protestantesimo parigino. Dopo una
breve storia della città, un capitolo viene
consacrato alla storia della Riforma a Parigi, città dove ha studiato Calvino, dove
nel 1559 si tiene il primo sinodo nazionale
della chiesa Riformata di Francia, dove diversi edifici pubblici sono opera di artisti
ugonotti, città dove nascono diverse società
religiose come la Società biblica, la Società
delle Scuole domenicali, delle Missioni, ecj.
È a Parigi che soffierà il Risveglio, che si
svilupperanno le Chiese Libere, che verrà
creata la « Fédération Protestante de France ». L'A. nota che se aH'origine la chiesa
riformata parigina aveva un duplice carattere aristocratico e popolare, essa diventa,
col passare dei secoli, sempre più borghese.
Come può, cjuesto carattere borghese, facilitare l’evangelizzazione del parigino, più
proletario che aristocratico, amante della
sua libertà e rispettoso della libertà del vicino (forse fino aU’indifferenza?). « gouailleur » e servizievole? I protestanti parigini,
sia che provengano dalle province di vecchio stampo ugonotto, sia dall'eva.ngelizzazione. si riconoscono (ma solo in Francia?) dalla loro aria « seria » e un pò fredda, «compassée». Formano spesso una società chiusa, un pò fuori della realtà; gli
operai, che sono una minoranza nelle comunità. rimproverano alla chiesa riformata
di « avere una certà difficoltà a capire i
problemi del mondo operaio... Desiderano,
però, che la chiesa rimanga il luogo dove
possono incontrare uomini diversi da loro,
nella comunione della Fede ».
Il protestante parigino ora non deve più
ripiegarsi e vivere in vaso chiuso; ma si
tratta per lui di vivere il messaggio di
Cristo in seno al po'polo ateo e cattolico
che lo circonda. Anche se affaticato dal lavoro, dalle enormi distanze tra casa e lavoro. anche se snervato dalle difficoltà della vita quotidiana (basta pensare all’enorme traffico automobilistico), se vuole lottare contro la decristianizzazione della città, deve mettersi all’opera.
I quattro quinti delia popolazione non
credono a nulla, malgrado gli sforzi della
« Mission de France » (cattolica) e della
Il Mission populaire» (protestante). Il mondo operaio ha una tradizione marxista,
vecchia ormai dii più di cento anni, che gli
impedisce di ricevere il messaggio del Van
gelo, e lo rende poco permeabile alle
realtà spiritaali. I Protestanti, dispersi in
una tale massa, si sentono un’entità traa. tirabile, non sanno più parlare di Crisi o:
Il la Chiesa non vive più col popolo di cui
ha la responsabilità, ha dimenticato il senso
della storia ». (past. Etienne Mathiot). In
mezzo all’agitazione, al rumore della città
la voce di Dio non si fa più sentire perchè
non è più ascoltata. Come rimediare ad un
tale stato di cose?
Il pastore Gastambide, riconoscendo che
non si può lottare soli, auspica che ogni
comunità crei gruppi di studio biblico nei
quali i credenti si preparerebbero insieme,
confrontando i problemi della loro vita e
e la loro fede alla luce della Scrittura, ascolitandosi a vicenda, cercando insieme ia
via migliore per parlare di Cristo e per
trovare insieme la forza di fario. Fede e
speranza dunque, ma anche amore del
prossimo assetato della Parola di Dio.
pronto forse a accettare la personalità di
Cristo, ma pronto a rifiu'are il Cristianesimo sotto tutìte le sue forme ecclesiali.
La chiesa, se vuole essere missionarii.
non si rifugerà nelle sue comunità; formerà un corpo di laici diaconi, diversi dai
membri della diaconia come è intesa oggi.
Quel ministero diaconaile sarebbe « subordinato alla Parola e avrebbe come scopo di
dare alla Parola un’espressione concreta in
tutti i settori della vita ». Questi diaconi servirebbero da intermediari tra il pastore ed
i laici; vivendo in «équipes», disponibili
a tutte le direttive dello Spirito Santo, testimonierebbero nel concreto della loro esistenza. 11 pastore Gastambide conclude;
« Un mondo che rifiuta di credere non percepisce la vera natura del Vangelo che attraverso la qualità deH’amore testimonialo
dai credenti, attraverso la semplicità con
la quale i cristiani esprimono la verità che
regge tutta la loro vita. Si tratta sempre
di rendere manifesto l’amore di Cristo per
gli uomini e la sua Verità. Non c solo su
Gerusalemme che Gesù pianse, ma anche
su Parigi: « Oh! se tu pure avessi conosciuto quel ch’è per la tua pace! ».
Louise Rochat
JEAN GASTAMBIDE: Parisien et protestant... pourquoi? Les Bergers et les
Mages. Paris 1967. s. p.
5
11 agosto 1967 — N. 31-32
pag. 5
NOTIZIARIO EVANGELICO
^ ei prossimo Sinodo si parlerà indubbiamente della Federazione Evange^ lica Italiana, di cui ai primi di novembre si terrà a Milano l'Assemblea
istituente. Si ha notizia, qua e là, di qualche effettivo contatto a livello comunitario e locale ; ma nel complesso dobbiamo dire che vi è ancora una
profonda ignoranza reciproca, e comunque — parlando per noi — delle nostre comunità valdesi nei confronti delle comunità evangeliche italiane di altra denominazione. « Nuovi Tempi » si è accinto a quest'opera di reciproca
informazione, ma poiché i lettori dei due settimanali non si identificano in modo totale, ci proponiamo di offrire ai nostri, mensilmente, un'informazione
in tal senso. Nel numero mensile su cui pubblichiamo le cronache delle comunità valdesi, contiamo affiancare regolarmente notizie delle altre Chiese,
Movimenti e Opere evangeliche in Italia. E' nostro vivo desiderio e fondata
speranza che in tal modo sarà intensificata la reciproca conoscenza fraterna e
si chiarirà ciò che l'evangelismo italiano realmente è. red.
Chiesa Valdese
Uìlf
Al Tempio (li Pradeltorno i lavori di restauro sono ormai quasi giunti al termine.
Completato il rifacimento del tetto e dell’esterno rimane ancora da terminare l’interno del Tempio. I muratori ed i decoratori hanno lavoralo con impegno e speriamo che i lavori possano essere terminati al
più presto. L’aspetto del Tempio è leggermente cambiato in quanto si è cercato di
■eliminare nella decorazione esterna tutti quei
particolari che nc rendevano l’esecuzione
molto più dispendiosa. Sono cosi scomparsi
i finti mattoni e le finte pietre, e l’aspetto
«he ne risulta è improntato ad una maggiore
sobrietà di stile.
Continua intanto la raccolta dei fondi necessari. Grazie alla risposta generosa di molti amici si è fatto un buon passo avanti ver.
so la meta, ma questa rimane ancora lontana. Purtroppo il preventivo di due milioni
sarà superato e la somma raggiunta finora
-è di poco superiore al milione e mezzo. Con.
tiamo con fiducia sulla solidarietà di altri
amici c fratelli in lede per raggiungere la
:Somma necessaria.
Pubblichiamo le offerte giunte fino al 29
luglio: Èva F’rache (Torre Pellice) 5.000;
■Giorgio Odetto (Torino) 5.000; Evelina Pons
■(Torino) 4.000: Buffa Elvino e Mentina
.(Pradeltorno) 15.000; Un’amica svizzera
1.000; Emilio Ganz (Torre Pellice) 1.000;
Giulio Cesarò (Palermo) 10.000; Ada e ItaHa Cairus (Villar Pellice) 5.000; N. N. Angrogna 10.000: Durand Aldo (Pinerolo)
5.000: .4mato Poiit (Torre Pellice) 5.000;
Emma Giordano Civra (Luserna S. Giovanni) 4.000: Ida e Abele Ghigo (Torre Pelli■ ce) 10.000: Filippina Pons (Pradeltorno)
10.000: Laura Avondetto Rostagno (Torino)
10.000: Adolfo Prochet (Torino) 1.000; Coniugi Ghcrardi (Scalenghe) 20.000; Stefano
Gaterina Augusto 5.000; Lidia Cairus Malan
(Torre Pellice) 1.000; Giorgio Peyronel (Milano) 10.000; Ettore Serafino (Pinerolo)
2.000: Roberto Co'isson (Olanda) 2.000; A.
E. (Torino) 50.000; A.E.M. (Torino) 20.000;
Roberto Weber Arnoulet (Milano) 10.000;
Maria Isabella Sabatini (Milano) 10.000; Ro.
berto Sabatini (Milano) 10.000: Un amico
della Corale di Zurigo 1.000; Galp (Luserna
;S. Giovanni) 1.000; Benoni Rivoira (Angrogna) 500: Elda Baridon Valente (Torre Pellice) 2.000: Eugenio .lahier (Torino) 5.000;
Corale Svizzera (li Zurigo 14.450; Mariuccia
Rivoir (Angrogna) 10.000: Roberto e Lisa
Co'isson Missionari (Torre Pellice) 4.000;
Stefano Peyrot (Torre Pellice) 10.000; L.J.E.
Coisson in meni, del loro caro fratello 5.000;
Emma Vidal (Angrogna) 1.000; Enrico e
Murici Pons (New Jersey U.S.A.) .3.000; Lisetta Rivoira Masi (New York U.S.A.)
12.440; dalla cassetta nel Tempio e vendita
cartoline 7.860. A tutti il nostro più vivo
rìngra/.iamciit(j.
Ricordiamo che le offerte possono essere
versale sul c.c.p. n. 2/442 59 intestato alla
Chiesa Valdese di Angrogna Serre.
__ Il culto del 23 luglio a Pradeltorno è
stato presieduto dal pasl. Ivo Bellaccbini
della Chiesa Metodista di Parma, che ringraziamo vivamente per il suo messaggio.
— Pubblichiamo il calendario dei prossimi culti: 6 agosto, ore 10. Pradeltorno; 13
agosto, ore 9, Serre; ore 14.30 Bagnau; 20
agosto, ore 10. Pradeltorno: 27 agosto, ore 9,
Serre: ore 14.30. Bagnau.
— 11 3 luglio è deceduta a Luserna San
Giovanni, dove da alctini anni si era trasferita con la famiglia, la nostra sorella Boginl
Tecla in Besson. 1 funerali hanno avuto luogo il giorno successivo a! Capoluogo e sono
stati una vera dimostrazione della fraterna
simpatia di tutta la Comunità verso la famiglia cosi duramente colpita nei suoi affetti familiari.
BOBBIO PELLI
Il Culto
al Colle della Croce
Il tempo, mantenutosi bello con caldo
afoso per la prima parte della settimana dal
16 al 23 luglio, mutava improvvisamente
nella notte del venerdì e per tutto il sabato e
la domenica, pregiudicando l’affluenza dei
partecipanti all’incontro italo-francese del
Colle della Croce.
Sin dal saliate sera, infatti, al Fra, il numero di coloro che giungevano dal piano risultava ridotto: la domenica mattina poi,
la pioggia dirotta che cadeva a Bobbio e
l’orizzonte ad ovest coperto di nere nubi induceva parecchi a rinunziare alla gita ed all’incontro.
Anche al Fra la mattina della domenica
abbiamo avuto parecchi acquazzoni; poi un
po’ di sereno è apparso e siamo saliti al Col.
15 AGOSTO VALDESE
le. Per via abbiamo incontrato molti giovani
i quali saliti per tempo al Colle dove avevano subito forti scrosci di pioggia, tornavano
al Pra. Quanto a noi, giunti sul colle, abbiamo avuto la ormai solita sorpresa: un
sole magnifico ed un vento discreto che mitigava il caldo. I fratelli Francesi giungevano a frotte; dall’Italia saliva pure un gruppo
di una trentina di « éclaireurs » guidati dal
loro parroco. Verso le 12 il culto aveva inizio. Presiedette il Pastore Perrier di Montelimar, la lettura biblica fu fatta dal Pastore
Aime il quale guidò pure gli inni; il Pastore
Lazier ci dette una vibrante predicazione sul
testo : (( Ed io, quando sarò innalzato dalla
terra, trarrò tutti a me» (Oiov. 12: 32),
nella quale egli ci indusse a meditare seriamente sulla necessità impellente della testimanianza e del servizio da parte di coloro
che sono e sì dicono di Cristo, in un mondo dominato daU’egoismo, dall’orgoglio, dalla violenza. In seguito ebbe luogo la celebrazione della Santa Cena alla quale quasi
tutti i presenti parteciparono. I giovani
esploratori francesi parteciparono al culto
cantando il salmo 122 musicato da Gélineau
ed un inno che furono da tutti molto apprezzati. La colletta, offerta alla Scuola di Economia Domestica di Torre Pellice, ha fruttato la somma di L. 26.000.
Dopo il pranzo al sacco, ci siamo nuovamente riuniti verso le 15. Hanno rivolto
messaggi il Pastore Charles Monod di Beauvoisin, il Pastore Lazier, il parroco guidante
gli (c éclaireurs » ed il Pastore Alme. Ci siamo ripromessi di intensificare i contatti tra
i Protestanti di qua e di là delle Alpi mediante scambio di visite regolari. Poi, tenendoci lutti per mano, abbiamo cantato insieme l’inno « Ce n’est qu’un au revoir, mes
frères... » e la riunione si è sciolta lasciando in tutti coloro che vi hanno partecipato
il ricordo di alcune ore benedette trascorse
in comunione col Signore e con i fratelli e
le sorelle in fede.
Sono rimasto ancora a lungo sui piccolo
pianoro ove s’erge la croce di legno rizzata
dagli iniziatori e poi dai continuatori di
questo incontro, mentre tutt’intorno era silenzio e nel cielo terso dardeggiava il sole.
Poi, a malincuore, ho ripreso la via del ritorno; subito dopo il colle mi aspettava la
nebbia ed arrivando al Pra, quasi a notte,
mi dava il suo bentornato la pioggia!
Gli amici che sono soliti partecipare all’incontro del Colle della Croce tengano presente che gli anni venturi l’incontro avrà
sempre luogo la quarta domenica del mese
di luglio.
* ^ *
Lunedì 3 luglio abbiamo accompagnato
alla sua ultima dimora terrena la spoglia
mortale della nostra sorella Bonjour Maddalena fu Davide nata Michelin, deceduta nella notte del 1 luglio alla età di anni 72 nella sua abitazione di Via Capitano Mondon.
circondata dall’affetto dei suoi cari.
La nostra sorella lascia a tutti noi 1 esempio di una fede umile e salda che si è manifestata in vari campi ed in un vivo e profondo attaccamento alla sua Chiesa.
Al marito. Anziano di Villa superiore e
Vice-Presidente del nostro Concistoro, ai figli, al fratello, alle sorelle, ai familiari e pareiìti tutti la comunità tutta esprime la sua
solidarietà e la sua simpatia cristiana in
quest’ora di lutto, fidente nelle promesse di
Colui che è e rimane « la resurrezione e la
vita »
* Hi *
Ringraziamo il sig. Moderatore ed i Pastori Enrico Tron ed Edoardo Micol che ci
hanno annunzialo il messaggio della Parola
di Dio in queste, ultime settimane nei nostri culti domenicali.
^ ^ ^
Sabato 22 luglio il Pastore Micol di Villar Pellice ha celebrato il matrimonio di
fanavel Enzo (Teynaud) e Michelm Anna
(Laus). Agli sposi, i quali si stabiliscono a
Torre Pellice, la Chiesa porge i suoi auguri
affellnosi domandando ancora per loro la benedizione del Signore .
^ ^ ^
I nostri più vivi rallegramenti ed auguri
ad Augusto e Dina Re, membri della nostra
comunità, residenti di solito a Ginevra per
la nascita del loro secondogenito, CdberL avvenuta il 1 luglio alla maternità dell Ospedale Valde.se di Torre Pellice. Il Signore benedica il bimbo e tutti i suoi cari.
* * *
La festa del XV agosto per la Valle del
Pellice avrà luogo alla località Garneod di
Bobbio Pellice. meglio conosciuta col nome
di «fontana della salute». Vorremmo che
tutti, ed in modo particolare i pov»“/ «
giovani, sì considerassero mobilitati per
quella giornata onde i vari servìzi e o ine
vengano degnamente assicurati. Anche le nostre mamme saranno quel giorno fortemente
impegnate. Per prendere accordi ed organizzazioni a puntino, una riunione e indetta
per sabato 5 agosto alle ore 21 nella vecchia
sala Unionista. Nessuno manchi! c. a.
BOBBIO PELLICE (Fontana della Salute)
Ore 10 - Culto - Past. Edoardo Aime.
Ore 10,45 «Bobbio nella storia Valdese» Professor
Augusto Armand Hugon.
Ore 12,30 - « La Chiesa Valdese in Sicilia » Signora
Carmen Ceteroni Trobia.
Ore 14,00-15,30 - « La Scuola di "Casa Gay” ».
« L’Uliveto ».
Si prevede la partecipazione di un fratello Africano
con un messaggio ed un programma a sorpresa.
La località « Garneud » meglio conosciuta con l’appellativo di « Fontana della salute » è situata a soli 5 minuti
da Bobbio Pellice, nell’inverso. Vi si può accedere a piedi
passando dall’Inverso di Villar Pellice; gli automobilisti
invece seguano la strada provinciale fino a Bobbio, dove
appena giunti sulla piazza del municipio, volteranno a
sinistra percorreranno il viale alberato, attraverseranno
il Pellice sul ponte di legno della Giornà e procederanno,
in linea retta. Dopo una breve salita giungeranno sul posto. Saranno installati appositi cartelli indicatori, funzionerà un servizio d’ordine a cura del Comune e della Chiesa. Sul luogo sarà allestito un ampio parcheggio sorvegliato, vi sarà acqua pura di sorgente e funzionerà un
ricco buffet con caffè, thè, bibite varie fresche, gelati, saranno allestiti banchi di dolci nostrani, di pesca per
bambini ed adulti, di vestiario; sarà organizzata una lot
teria a scopo di beneficenza. La località è ombrellata da
caratteristici, secolari castagni. La colletta — che ringraziamo la Tavola di averci devoluto — sarà adoperata per
urgenti riparazioni necessarie agli immobili della Chiesa
in Bobbio Pellice. La raccomandiamo sin da ora caldamente.
Portate l’Innario.
SAN GERMANO CHISONE (Chiabrandi)
Ore 10 - Culto, Past. Pier Luigi Jalla.
Ore 10,45 - «Evangelo e solidarietà a Palermo», Pa
store Pier Valdo Panasela.
Ore 11,20 - «Evangelo e immigrazione a Torino»,
Past. Ernesto Ayassot.
Ore 14 00-15 30 - La Filodrammatica di San Germano re’ citerà «Lutero» di Giorgio Tourn.
Partecipa anche un fratello Africano con un messaggio ed un programma a sorpresa.
I Chiabrandi si trovano poco oltre S. Germano vicino alla strada dell’inverso fra S. Germano e Ponte S. Martino e si può raggiungere in macchina dalle due località.
Saranno predisposti due parcheggi sorvegliati nelle immediate vicinanze. Acqua e buffet ai Chiabrandi. I giovani di S. Germano cureranno i vari servizi. Collaborate
con loro!
Portate l’Innario.
FRALI
TEMPO DI TESTIMONIANZA
Domeaica 9 luglio sì spegneva serenamente nella sua casa in Ghigo la Sorella Lisa
Alessandrina Ferrerò in Ghigo dopo aver
sopportate con fede le sue sofferenze. Il gior.
no seguente un gran numero di pralini e di
villeggianti hanno preso parte al funerale
testimoniando la loro solidarietà con la famiglia afflitta ed ascoltando il messaggio
della resurrezione e della vita eterna in
Cristo.
Sia pure con ritardo — di cui ci scusiamo
— rinnoviamo ancora il nostro augurio a
Romano Grill e Bruna Leger che si sono
uniti in matrimonio nel corso dei mese di
giugno.
Frali si è letteralmente riempita di turisti e di villeggianti: è il momento in cui
la nostra Comunità affronta nuove responsabilità e nuovi impegni: quelli della testimonianza della fede evangelica di fronte ai
molti che provano simpatia per essa o che
vengono in contatto con i valdesi per la prima volta. Non si tratta di un lavoro proselitistico ma di dimostrare quali sono le conseguenze concrete della nostra fede nella vita quotidiana e nel rapporto con gli altri
uomini.
Una di queste testimonianze è certamente data dalla osservanza della domenica praticata dai contadini di Frali, fatto piuttosto
raro in Italia — ed anche alle Valli — e
quindi tanto più evidente al turista anche
occasionale. Fatti di questo genere costituiscono la base sulla quale poter inserire una
testimonianza più esplicita come quella del
servizio al tempio, delle conversazioni che
nascono in occasione dei contatti stabiliti
con il servizio medicinali attuato in Frali
da oltre mezzo secolo, la biblioteca circolante, il museo che — rinnovato radicalmente
e presentato in veste definitiva sì presenta dignitosamente' ai numerosi visitatori. A
questo proposito ringraziamo Gabriele Sciclone che collabora quotidianamente non solo per il museo, ma per vari servizi estivi.
A questo quadro occorre ancora aggiungere la presenza del campi di Agape ai culti
domenicali che — non solo creano un interesse ed una nota di colore aH’ambiente —ma danno ar molti partecipanti occasionali
del culto un senso della fraternità e della
realtà dell’ecumenismo evangelico. Il visitatore può ora trovare nel tempio nuovo una
guida dei templi di Frali, per ora in italiano e fra breve in traduzione in varie lingue.
Come il sunto della predica in italiano e
l'ordine del culto sono nelle mani degli anziani preposti al servizio domenicale un valido strumento per inserire il visitatore nel
culto della Comunità, cosi queste guidine
potranno orientare il turista in vista di una
maggior comprensione del significato e del
valore di un tempio valdese e della Comunità che vi celebra il culto. E. D.
S. EERMAHO CHISONE
La cappella valdese
dì Perte
Porte è un Comune di circa mille abilanli, situato sulla statale Torino-Sestriere, prcs.so a poco a metà strada tra Pinerolo e San
Germano.
In questo Comune 10 anni or sono risiedeva un solo 'Valdese, cinque anni fa i Vaidesi erano saliti a 15, attualmente sono un
centinaio con 25 bambini. Queste famiglie
vivono in una situazioni, particolare, per le
Valli Valde.si. Mentre infatti negli altri Comuni la popolazione, insediata da lungo
tempo, possiede in generale la casa e una
piccola proprietà, che viene coltivata nelle
ore lasciate libere dalla Fabbrica, gli abitanti di Porte hanno spesso lasciato i loro possessi nelle zone di alta montagna non più
economicamente impiegabili e vivono in pie.
cole case in affitto.
D'altra parte la loro situazione di piccola
minoranza li avvicina più alle Chiese della
evangelizzazione che a quelle \ aldesi tradizionali.
La Comunità di San Germano ha deciso
di dotare il Quartiere di Porte di un suo
luogo di culto, non solo perchè così è stato
fatto per tutti gli altri Quartieri della Comunità, ma in particolare perchè questo
luogo di Culto deve costituire il centro di
evangelizzazione della Chiesa.
La costruzione è stata fatta con 1 criteri
della più rìgida economia. Su un terreno donato dall’Anziano del Quartiere, è stata costruita una comune casa a due piani, in
comproprietà con una famiglia valdese locale. Uno dei due piani ha permesso di ricavare una grande sala completa di servizi
e garage. Qualora, per una ragione qualunque, la Cappella non dovesse più servire, la
sala è rapidamente trasformabile in alloggio
d’abitazione.
D’altra parte, in considerazione delle difficoltà finanziarie della Chiesa Valdese, si è
voluto evitare di dedicare a questo progetto
le somme che normalmente dovevano servire ad altri scopi; quindi esso è realizzato
esclusivamente con i doni che vengono offerti a tale scopo e i Membri del Quartiere
e della Comunità hanno già realizzato la copertura finanziaria di due terzi delle spese.
Noi pensiamo che questa Cappella, posta
su una via di grande comunicazione, debba
servire non soltanto come luogo di riunione
per gli abitanti del Quartiere, ma anche e
soprattutto come il centro di un’azione della Chiesa di San Germano verso il mondo
esterno.
Pierluigi Jalla
luogo un culto in lingua esperanto alle ore 9
nel tempio di Torre. Ha predicato ü past.
J. Adamec, cecoslovacco, sullo stesso tema
del congresso. Durante il consueto culto in
lingua italiana è stata celebrata la Santa
Cena, alla quale hanno partecipato i congressisti insieme alla comunità locale. Un
coro esperantista ha cantato due inni di ringraziamento.
Oltre ai lavori congressuali e aU’assemblea
generale della Lega, sono state effettuate diverse gite. A Angrogna, Pinerolo, S. Secondo. Frali e Agape, Pessione (Martini e Rossi), Torino (Fiat), Cavour. Durante la sera
diversi programmi ricreativi, tra i quali
quello dei giovani, che numerosi e vivaci
hanno cantato, suonato e fatto del teatro.
I 104 partecipanti di 13 nazioni (Austria,
Cecoslovacchia, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Jugoslavia, Gian,
da, Spagna, Svezia, Svizzera, Ungheria) hanno avuto modo di conoscere da vicino la storia dei Valdesi e la loro situazione attuale.
Essi desiderano ringraziare pubbUcamente
la Chiesa Valdese per il grande aiuto che
essa ha dato per la preparazione e lo svolgimento di tutto il congresso specialmente per
mezzo del past. A. Deodato. {E. S.).
CULTI AL CIABAS
Ogni domenica aUe ore 15
fino alla fine di settembre
Questi culti estivi sono stati istituiti per i membri delle Chiese di
Torre Pellice, Angrogna e San Giovanni ahitantì nella zona del Ciabas e per tutti i villeggianti e turisti che amano la pace e il raccoglimento nell’antico storico tempio.
TORRE PELLICE
(oii^resso Esperaotisla
La lega degli esperantisti evangelici ha
deciso di tenere quest’anno il suo XX congresso in Italia e precisamente a Torre Pellice. Esso ha avuto luogo dal 22 al 29 luglio. E’ stato aperto sabato sera dopo la cena alla quale sono state invitate diverse
personalità del luogo. Hanno dato il loro
benvenuto il past. A. Deodato, quale diretto,
re della Foresteria che ha ospitato il congresso; in rappresentanza del sindaco il sig.
T. Contino, che ha porto il benvenuto in
lingua esperanto; il presidente della Pro Loco sig. I. Hugon, che pure ha fatto diffondere il suo benvenuto in lingua esperanto
per mezzo di un giornale locale (della qual
cosa gli esperantisti sono particolarmente
grati); il past. A. Sonelli quale pastore della
comunità locale; il moderatore N. Giampiccoli a nome della Tavola e della Chiesa Valdese (anche a lui sono grati gli esperantisti
per aver concesso l’uso delTaula sinodale nel.
la Casa Valdese per i lavori del congresso);
infine il doti. G. Grattapaglia a nome della
Federazione Esperantista Italiana, pure lui
naturalmente in lingua esperanto. Ha risposto per tutti il presidente della lega degli
esperantisti evangelici, past. A. Burkhardl.
Tema del congresso: « Affinchè d’un solo
animo e d’una stessa bocca glorifichiate Iddio » (Romani 15: 6). E’ stato diviso in tre
parti. Prima parte: «Di un solo animo —
malgrado le diversità ». Hanno riferito un
tedesco e un britannico. Seconda parte.
« Limiti e ostacoli per una glorificazione di
un solo animo ». Hanno riferito una svedese e uno svizzero. La terza parte : « Per mez.
zo di una stessa bocca glorificare l’Eterno —
per una migliore utilizzazione delle nostre
possibilità ». Hanno riferito un tedesco e
uno svedese. Dopo ogni parte vi è stata una
vivace discussione. Domenica 23 ha avuto
SAN SECONDO
L’annuale VENDITA DI BENEFICENZA si svolgerà nel piamale antistante al tempio
DOMENICA 13 AGOSTO
con inizio alle ore 15,30.
Oltre i membri di chiesa, sono cordialmente invitati tutti gli amici della Comunità.
VILLAR PELLICE
Dopo lunghe settimane trascorse in compagnia della sofferenza e dopo molto soffrire
ci ha lasciato, per rispondere alla chiamata
del Padre celeste, Rachele Hugon ved. Picatto, di anni 78, del Centro. Abbiamo accompagnato la sua spoglia mortale al campo delFultimo riposo terreno domenica 23
luglio. Numerosi i conoscenti e gli amici
accorsi a porgere a Lei il loro ultimo saluto
e ad esprimere ai familiari la loro fraterna
simpatia.
A nome di tutta la Comunità rinnoviamo
a tutti i parenti — alle figlie, ai figli, al fra.
tello ed alle sorelle specialmente — l’espressione della più sincera solidarietà cristiana.
Nel tempio di Villar Pellice e di Bobbio
Pellice rispettivamente, sono stati uniti in
matrimonio: Buniva Andrea (S. Secondo) e
Bonjour Anita (Villar Pellice); Janavel Enzo
(Villar Pellice) e Michelin Anna (Bobbio
Pellice).
Il Signore accompagni questi sposi e sparga su di loro e sul loro focolare domestico
numerose le sue benedizioni e le sue grazie.
II S. Battesimo è stato amministrato al
piccolo Danilo, di Bruno e Liliana Paget, del
Centro.
La grazia e la pace del Signore riposino
su di lui e sulla sua famiglia.
Ci hanno ultimamente portato il messaggio della Parola di Dio, presiedendo il nostro cullo, i Pastori Sigg. Enrico Tron e Edoardo Aime.
Li ringraziamo vivamente a nome di tutta
la Comunità.
Viene annunziato che la Festa del XV
Agosto, che si terrà quest’anno nel territorio
della parrocchia di Bobbio Pellice, si svolgerà in località « Fontana della Salute ».
DOMENICA 27 AGOSTO
CuDve^no del Colle delle Footane
ore 15,30
In caso di pioggia, il convegno avrà
luogo nella sala della scuola di Fontane.
6
pag. 6
NOTI ZIARIO EVANGELICO
IVREA
La chiesa di Ivrea è stata rappresentata
alla Conferenza Distrettuale dall’anziano
Adriano Longo. Sarà rappresentata al prossimo Sinodo dal diacono Angelo Arca, designato dalla Conferenza Distrettuale.
La comunità ha partecipato al funerale
della sorella in fede Paolina Bertalot ved.
Balmas, deceduta il 2 giugno, airetà di 80
anni, dopo una vita di intenso servizio e di
testimonianza cristiana. Erano presentì al
funerale i Pastori Enrico Geymet e Renzo
Bertalot, nipoti della defunta, oltre ad un
folto gruppo di parenti ed amici di San Germano Chisone e di altre località delle Valli
Valdesi. Ricordiamo la figura di questa nostra sorella in fede e ringraziamo il Signore
per le Sue promesse.
Il I luglio è stato celebrato il matrimonio di Graglietto Giorgio (Biella) e Leuzinger Helene Luise della chiesa di Ivrea. Parenti ed amici in gran numero hanno circondato gli sposi ai quali auguriamo una
esistenza serena e resa salda in Cristo. Buoni auguri anche per la loro nuova residenza
a Villar Pellice.
E’ stato amministrato il battesimo al piccolo Luca di Alfonso Rossetto e Mirella Bonino domenica 9 luglio.
Due fedeli amici della Chiesa Valdese, il
Prof. Salvatore Guarnaccia e la sua Signora
(da Buffalo negli Stati Uniti) hanno trascorso una settimana ad Ivrea ed -hanno visitato anche le Valli Valdesi. Il prof. Guarnaccia ha rivolto un breve, simpatico messaggio alla comunità riunita per il culto del
9 luglio. Lo abbiamo ascoltato con interesse
e auguriamo ora ai nostri amici un buon
soggiorno a Pachino.
NEW YORK
La comunità valdese di New York ricorda con piacere e rieonoscenza la recente visita del pastore sig. Arnaldo Genre di S. Secondo. Sebbene la visita del pastore Genre
fosse privata, intesa cioè come una vacanza
turistica, fu invece caratterizzata da un
buon programma di attività ecclesiastiche,
quali culti, riunioni e visite pastorali. Ricordiamo infatti con gratitudine gli edificanti messaggi, sia in italiano che in inglese
che il sig. Genre rivolse alla assemblea presiedendo i culti delle domeniche 30 aprile,
7 e 28 maggio.
Ricordiamo la heUa riunione serale nella
casa del sig. Km ilio Pons a Ulster Park che
raccolse insieme i membri di quella bella
colonia valdese ai piedi delle Catskill. Ricordiamo pure il « meeting » della Unione
Valdese di Filadelfia così pieno di pathos
valdese grazie al contributo canoro dei frateUi Canal; ricordiamo le visite ai fratelli
di ComwaR, di HUlbuTn e di diverse altre
località nella vasta diaspora Newyorkese,
visite tutte improntate alla più calda fraternità ed al più vivo interesse perchè il sig.
Genre sembra possedere una conoscenza ec
Partecipate ai culti
in Valle d'Aosta
A tutti i fratelli evangelici e simpatizzanti, che si propongono di
passare la fine settimana o la domenica in Valle d’Aosta, rendiamo
noto che culti regolari hanno luogo ogni domenica
AOSTA
(tempio in via Croce di Città, 11)
ore 10
COURMAYEUR
(cappella in Piazza Petigaz, 1)
ore 17
Per gruppi e comitive, che desiderano avere, in altro orario e per
proprio conto, un breve momento
di raccoglimento e di meditazione
dell’Evangelo, è possibile trovare,
nelle due località, il locale di culto
aperto, su segnalazione tempestiva.
Per informazioni rivolgersi al Pastore G. Peyrot, via Croce di Città, 11 - Aosta (tei. 73.45).
cezionale delle famiglie delle nostre valli e
ne può parlare con quel suo stile vivace e
brioso e soprattutto con quella sua comuni'
estiva piena di simpatia.
In particolare questo fu sentito nelle vi
site agli ammalati, e più ancora nell’ora del
la prova per delle famiglie afflitte, cui fu di
grande conforto il ricevere una calda espressione di simpatia espressa a nome dei pa
renti lontani alle Valli.
Gradita e benefica visita dunque in cui
per una volta tanto il dare fu fine a se stes
so. disinteressato, una testimonianza gratui
la, anche questo è piaciuto. Grazie.
.interiore alla visita del pastore Genre, ri
cordiamo pure con piacere la visita del Dr
Emmanuele Santi di Napoli che fra gli in
termezzi di una bella serata musicale ci ba
vivamente interessati all’opera della Casa
Materna di Napoli.
Nel corso degli ultimi 8 mesi la comunità
ha sofferto 4 lutti : ricordiamo il nome della
Sig.ra Maddalena Breusa nata Bounous di
Pramollo, deceduta in Statenisland lo scorso novembre, ed il nome della Sig.ra Amelia
Besson nata Odin del Serre di Angrogna pure deceduta lo scorso novembre a WoodsideN. Y.
Particolarmente tragica fu la dipartenza
della Sig.ra Flora Kupreef Barbieri, nipote
della compianta Alice Chauvie di Torre Pel
lice, la cui vita dedicata all’insegnamento infermiere fu stroncata per un incidente di
auto lo scorso maggio. Infine ricordiamo il
nome del Sig. Enrico Poet dei Chabriol di
Torre, deceduto all’età di 82 anni nel New
Jersey verso la fine di maggio.
Ai parenti in Italia di questi cari dipartiti giunga la nostra simpatia.
Costituita a Tocino la Società per il traforo del Colle della Croce
LaYal Penice si trasformerà
VILLAR PEROSA
Abbiamo amministrato il battesimo ai seguenti fanciulli: Enrica di Roberto e Nadina Grill (Caserme); Paola di Antonio e Letizia Scagnol (Dubbiane); Alberto di Aldo
e Ida Clot (Fleccia).
Il Signore benedica questi pargoli insieme con i loro cari genitori.
Ringraziamo sentiamente il Pastore Ernesto Ayassot, il candidato in teologia Piero
Santoro, l’anziano Dino Gardiol, Tuffieiale
salutista Longo ed i Pastori Roberto Jahier
e Gustavo Bertin per le loro gradite visite
ed i loro apprezzati messaggi.
I nostri delegati alla Conferenza Distrettuale sono stati gli anziani Emanuele Costantino e Davide Subilia. Quest’ultimo, il
23 luglio, ha informato la comunità sui problemi trattati e lo ringraziamo per la sua
lucida e interessante esposizione.
Durante il viaggio della nostra Corale a
Rohrbach (Assia) per il bicentenario di quella chiesa valdese, il fratello Carlo Venturi
ha girato un magnifico film a colori di cui
ci ha fatto dono.
Questo film è stato proiettato nelle nostre
catacombe il 23 luglio. Ringraziamo il nostro fratello per il suo lavoro e contiamo su
di lui per un prossimo film su Villar Perosa!
Giovedì 27 luglio si è costituita a Torino, nella sede delTAmministrazione provinciale, la società italiana per il traforo del Colle
della Croce, cui aderiscono fra gli altri la Provincia e il Comune di
Torino, il Comune di Pinerolo, il Consiglio della Val Pellice, la
Cassa di Risparmio, l’Istituto San Paolo, Fiat, Ceat, Michelin, Italgas e le società delle autostrade di Ivrea e Piacenza. Decenni di
progetti, di discorsi, di solleciti hanno dunque portato il loro risultato; i felici precedenti degli altri trafori automobilistici transalpini
hanno evidentemente convinto dell’utilità di aprire questa nuova via
di comunicazione, che dovrebbe entrare in funzione nel 1975, determinando una trasformazione profonda nella Val Pellice in particolare. Le previsioni sono, per il primo anno di esercizio, di 840.000
autovetture e 111.000 camion in transito
11 tunnel avrà l’imbocco italiano a quota m. 1.700, nella conca
del Pra, quello francese a quota 1.696, presso la località L’Echalp.
Il costo del tunnel, lungo tre chilometri e mezzo, sarà di circa 5 miliardi. La nuova « direttissima », che unirà Torino e Marsiglia con
un percorso di 350 chilometri (di cui solo 80 in montagna), esigerà
il miglioramento delle strade di accesso al traforo, pure in Francia
— sebbene la situazione sia migliore — ma soprattutto sul versante
italiano dov’è prevista un’arteria larga sette metri che salirà alla
conca del Pra.
La Val Pellice muterà profondamente volto sociale. Ci prepariamo a quel giorno? Sapremo non subirlo, ma viverlo attivamente?
senza arroccarci in una situazione che è passata e che si sfalda, e
senza rinnegare noi stessi e confonderci?
iiiiniiiii)iiimiiiliimiiiiiiiimiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiimiMiiiiiim''iiiiiii'>Hii
.........................................................................................mini.....
VITA EVANGELICA A NAPOLI
........................
La diaspora paciiioose Concluso l’anno alla scuùla evangelica ‘Cappella Vecchi
Se per sapere che cosa si vuole dire quando
si afferma che l’evangelismo italiano non è
che una Diaspora del Protestantesimo europeo, si guardasse alla Diaspora di Pachino,
il giudizio sull’evangelismo italiano non potrebbe essere molto incoraggiante. Due piccoli gruppi, ad Avola ed a Priolo, e alcuni
membri comunicanti isolati ad Ispica e Noto. Un pastore che cura questi fratelli da
Pachino, una Comunità evangelica (quella
di Pachino) che quasi ignora l’esistenza di
questi fratelli, questi fratelli che non riescono a rendere presente la testimonianza ed
il servizio cristiano nella loro città, nonostante i culti celebrati con regolarità.
Ad Avola i culti sono celebrati ogni giovedì sera. La media di partecipazione al
culto è quasi del 100%, ma si tratta solo di
8 membri comunicanti, ai quali si aggiimge una nostra sorella che viene appositamente da Noto. Quest’anno abbiamo avuto anche
la partecipazione di due signorine svizzere
della Chiesa Riformata. Esse abitavano ad
Avola per ragioni di lavoro. Le collette e le
contribuzioni hanno registrato un considerevole aumento rispetto all’anno scorso. Alla
cassa di culto è stata versata la somma di
L. 45.000 (l’anno scorso L. 34.000).
A Priolo sono stati celebrati dei culti ogni
sabato e ogni prima e terza domenica del
mese. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione del pastore Filadelfo Maci della
Chiesa Battista, e della Chiesa Pentecostale
di Siracusa.
I Pentecostali hanno presieduto i culti
del sabato, il pastore battista i culti della
terza domenica del mese e il pastore valdese
quelli della prima domenica del mese.
Sul piano interno, quest’esperimento di
collaborazione ha dato risultati eccellenti.
Sul piano dell’evangelizzazione, il gruppo ri.
mane ancora estraneo alla vita della città,
nonostante lo sforzo considerevole che viene
fatto specialmente dai pentecostali.
E’ stato detto che Priolo è una cittadina
in crisi di sviluppo. Da un’economia che era
agricola fino al 1950, si è ora passati ad una
economia mista agricolo-industriale. Nel
1967, nella zona, risultavano investiti ben
300 miliardi in una trentina d’industrie. I
riflessi di questa colossale operazione, sul
piano sociale, psicologico, morale e religioso
sono ancora da valutare. Anni fa, avevo proposto di fare uno sforzo per studiare da vicino questi problemi al fine di offrire aUa
gente quel servizio cristiano di cui ha bisogno e soprattutto al fine di adattare alla situazione non certo il contenuto, ma almeno
la forma e il linguaggio del messaggio evangelico.
Si è preferito ricalcare le orme della tradizione che prevede la costituzione, ovunque
è possibile, di microseopiche parrocchie. Ed
ora i risultati sono chiarissimi. La parrocchia c’è, sia pure in nuce, ma già nel suo
nascere è come un’isola. Per quanti sforzi
si facciano, dalla parrocchia non si riesce a
parlare alla città e non appare neanche facile
lEare delle sortite per catturare dei prigionie,
ri per Cristo, trascinandoli nella nostra isola
ai piedi del Salvatore.
Dal punto di vista statistico, la situazione
è incoraggiante. I Pentecostali vengono numerosi ogni sabato da Siracusa, per appoggiare la testimonianza evangelica a Priolo.
Anche i culti celebrati dal pastore battista
e dal pastore valdese sono raUegrati dalla
presenza di qualche elemento pentecostale.
Anche le collette e le contribuzioni sono
cresciute rispetto all’anno scorso. Alla cassa
di culto si è potuto versare la somma di lire
55.000. Ciò anche perchè i Pentecostali han.
no deciso di devolvere alla nostra cassa tutte
le collette fatte durante i culti a Priolo. La
stessa decisione è stata presa dai Battisti di
Siracusa. Ma non credo che ci si possa accontentare di questo. Tutta la città attende
il messaggio delTEvangelo; tutta la città attende il servizio di cui siamo debitori nel
nome di Cristo e noi non sappiamo fare altro che celebrare delle funzioni religiose.
S. G.
In un'atmosfera altamente suggestiva,
confortata dalla presenza dell pastore Davide Cielo, del Comitato direttivo, del Corpo insegnante della Scuola Elementare e
della Scuola Materna, nonché di una folta .rajppresentanza delle famiglie degli alunni, si è svolta giovedì 29 giugno, ale
ore 19,30, la cerimonia di chiusura dell’anno ^olastico della Scuola Evangelica «Cappella Vecchia».
Nella più ampia sala della Scuola, addobbata semplicemente, ma efficacemente
per l’occasione, erano schierati, su diverse
file, gli scolari: sul volto di ciascuno di
essi orano dipinti e facHmente leggibili gioia
e commozione. Commozione particolarmente intensa nei ragazzi licenziati dalla
Scuola elementare, il cui sguardo si posava
ora sui banchi, ora sulle pareti di quelle
aule, che li avevano accolti amorevolmente
per tanti anni e sostenuti ed incoraggiati
nelle prime battaglie della loiro vita di fanciulli; ora essi si accingevano a lasciare la
Scuola di Cappella Vecchia e a portare nel
mondo il bagaglio delle cognizioni acquisite e, soprattutto, il messaggio di a^more e
di carità, avuto in retaggio dalle insegnanti
così valorose ed infaticabili. Ad essi si è
rivolto, in particolare, il Presidente del Comitato, Sig. Michele Andreozzi, affermando, tra l’altro ; « NelTesprimervi il mio
vivo compiacimento per i risultati conseguiti quest’anno dalla Scuola elementare e
di cui è attestazione visibile e che ci inorgoglisce la presenza del Commissario governativo agli esami delle cinque classi
elementari, Prof. Dr. Corrado Avoss — al
quale va il nostro pensiero grato e devoto —, vi invito, fanciulli, nel momento in
cui state per lasciare questa Scuola, a non
dimenticare mai le parole del Vangelo, che
tutti portiamo scolpite nelTanimo. Siate
forti e puri di cuore; amate ed aiutate ohi
ne avrà bisogno; illuminate con la fede delle vostre candide anime quanti avranno
rapporti con voi. Nei momenti più difficili
della vostra vita, ripenisate a questa Scuola,
modesta, foitse, nell’aspetto, ma così ricca
di tesori di fede e di amore».
Infine, il sig. Andreozzi ha rivolto una
parola di augurio agli alunni per le vacanze.
Accolto da applausi calorosi, ha preso
poi la parola il Pastore Cielo, che ha indirizzato a tutti parole di fede e di augurio.
Fede nel domani di ciascuno dei licenziati
dalla Scuola elementare, neffl’opera altamente cristiana di tante pure coscienze;
augurio di avvenire felice, sereno, confortato in ogni momento dalla lucè consolatrice deU’Altissimo.
Dopo un breve intervento del Commissario governativo. Prof. Avossa, che ha messo in risalto l’altissima percentuale dei promossi — si è registrato solo il 5% di rimandati — si è passati alla consegna dei
diplomi, accompagnata dal doino di un Vangelo, con scritto sul frontespizio un versetto, da considerare come viatico per la
nuova strada da intraprendere.
A. F.
ROMA-Via 4 Novembre
R0RÁ
li
E’ deceduto a Roma, all’età di 80 anni —
era nato ad Ausonia il 29 agosto 1887 —
s. e. Mario Piacentini. Il figlio Michelangelo
era giunto pochi giorni prima dal Giappone. Il servizio funebre si è tenuto nel tempio dì Via IV Novembre, ove si sono raccolti con i familiari numerosi amici, conoscenti, colleghi della magistratura e membri della nostra comunità. Il past. Guido
Matbieu ha presieduto il servizio, sottolineando i pensieri racchiusi nel versetto biblico che la famiglia aveva scelto per inserirlo nella partecipazione : cc Noi aspettiamo
nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la
giustizia ». Ha poi preso la parola s. e. Tavolato, primo presidente della Corte di Cassazione, il quale ha porto il saluto della magistratura, sottolineando le tappe della carriera del collega e mettendone in rilievo le
doti morali e di carattere. Ha quindi parlato il prof. Giorgio Peyrot, direttore dell’Ufficio legale del Consiglio federale delle
Chiese evangeliche in Italia, il quale ha illustrato il periodo in cui s. e. Piacentini ha
dedicato la sua opera all’affermazione dei
principi della libertà religiosa, opera della
quale tutte le Chiese evangeliche hanno beneficiato. Dopo il canto di un inno e la preghiera i presenti hanno fatto cerchio attorno alla famiglia per salutarla con affetto;
quindi il feretro proseguiva per Torre Pellice, dove si è svolta la seconda parte del
servizio, nel corso del quale ha rivolto un
messaggio memore pure il Moderatore Neri
Giampiccoli.
Il pastore Rutigliano con la sua fs ) ulia
si assenterà dalla propria sede da merc-'iiedì
2 a domenica 20 agosto compreso. D iiuite
tale periodo sarà totalmente sostituito (’ :’ pastore Gustavo Bertin, via Beckwith, t-lef.
90227 - San Giovanni.
Come da calendario prestabilito duran ? il
culto di domenica 6 agosto sarà celebrla
S. Cena.
Ringraziamo nel Signore il pastore ìsertin per avere così prontamente e gentlU' cnte risposto a questa nostra richiesta.
bulli a Rimini
per il periodo es
lesa
Ri
]uo
?nto
rro
rat*
(Luglio ■ Settembre)
Comunico il nuovo indirizzo della Ci
Evangelica Valdese: Viale Trento, 61 .
mini. I Culti in lingua italiana hanno
go ogni domenica alle ore 18. Viale Tìì
si trova a dieci minuti dalla Stazione i '
viaria, e a cinque minuti dal famoso...
tacielo!
Chi viene da Riccione con il filobus, c
da la fermata « Villa Rosa ».
Severino Zoiì
iiiitiiiiiiitimimitii
Mario Piacentini
Ecco copia di una lettera che il Direttore
didattico competente ha inviato, dopo la visita ispettiva, al presidente del Comitato della scuola evangelica di Cappella Vecchia.
Mi permetta, signor Presidente, di congratularmi con Lei a proposito della scuola elementare cui Ella dedica le Sue cure.
Le Insegnanti, affiatate tra loro, lavorano
con zelo, con passione, con competenza. Amano molto gli scolari e molto ne sono riamate. Gli alunni sono ordinati, disciplinati,
ben preparati. Ma ciò che mi ha maggiormente colpito è la Carità con cui le cose sono condotte a « Cappellla Vecchia ». E’
quella Carità che è paziente, benigna, non
ambiziosa; che non cerca il suo interesse;
che tutto crede, tutto spera, tutto perdona.
Gradisca l’espressione della mia stima e
della mia ammirazione.
Il Direttore Didattico
(Doti. Corrado Avossa)
Mario Piacentini è morto a Roma il
25 luglio u. s.
I magistrati italiani ricordano il
collega che, ancor giovane, si impose
per la lucidità di pensiero, la sobrietà
e la perspicacia delle motivazioni delle sue sentenze e, più tardi, nella presidenza della prima sezione eivile della Corte suprema di Cassazione, di tale altissimo incarico si valse, attraverso un lavoro imponente, nel quale la
sempre aggiornata preparazione scientifica non fu mai dispunta dalla consapevolezza delle esigenze concrete
deir amministrazione della giustizia,
per contribuire a decidere, con esemplari probità, indipendenza e sollecitudine, questioni tra le più delicate
ed impegnative portate dinanzi al più
alto organo di giustizia del nostro
paese.
Gli studiosi del diritto rieordano
l’autore di numerose e pregevoli pubblicazioni, non ultima tra le quali il
volume « I culti ammessi nello Stato
italiano », che egli definiva, nella prefazione alla prima edizione, uno studio che si era deciso a pubblicare anche « per far conoscere agli studiosi
l’organizzazione delle congregazioni e
comunità acattoliche, che i più ignorano », non senza far rilevare che « in
dette congregazioni e comunità ferve
una vita spirituale interna e benefica,
sotto ogni punto di vista»; tale pubblicazione, per la chiarezza dell’esposizione e la completezza e precisione
della documentazione, valse a colmare un vuoto nel mondo della cultura
italiana, così poco informato della
stessa esistenza delle confessioni diverse dalla cattolica in Italia.
Noi valdesi ricordiamo Mario Piacentini come l’appassionato, vigile.
operoso credente che si adoprò, con
tenacia pari alla competenza, perchè
la Parola di Dio potesse essere predicata liberamente nel nostro Paese.
Certe incomprensioni, alTinterno, sulla rilevanza della problematica giuridica per la risoluzione dei problemi
della libertà religiosa, le sempre esistenti o risorgenti difficoltà provenienti dall’esterno, non lo scoraggiarono : non solo attraverso suggerimenti, consigli, contatti personali, ma assumendo posizioni ben definite ed ufficiali — dalle quali altri sarebbero
forse rifuggiti per non compromettersi — egli condusse innanzi la difficile battaglia per Taffermazione della
libertà religiosa in Italia. Lo documentano, tra l’altro, la sua partecipazione alla Commissione plenipotenziaria per le trattative con lo Stato sin
dalla sua istituzione, nel Sinodo del
1948; l’insistenza determinante con la
quale egli patrocinò l’istituzione delruliicio legale a servizio del Consiglio
federale delle Chiese evangeliche in
Italia, intuendone e delineandone i
compiti di più urgente e sostanziale
impegno; la sua fattiva collaborazione in seno alla Commissione giuridica
consultiva. Un credente che, senza
dissertare sull’ impegno, seppe realmente e totalmente impegnarsi e che,
nella concretezza del suo operare, ha
contribuito a realizzare una esjierienza ecumenica nell’ evangelismo italiano. Aldo Ribet
7
11 agosto 1967 — N. 31-32
.ag. 7
NOTIZIARIO EVANGELICO
Unione Battista
* Le Chiese battiste italiane sono impegnale nella preparazione di una grande
campagna di evangelizzazione, per il 1968,
che toccherà successivamente le varie regioni della penisola. Abbiamo posto alcune domande al past. Piero Bensi, segretario per
Tevangelizzazione delPUCEBI, e ci rallegriamo di pubblicare prossimamente le sue risposte. Anche il corso estivo, che si tiene
in agosto presso Plstituto Filadelfia di Rivoli, è centrato sul tema delPevangelizzazione.
* A Torino, la comunità battista ha partecipato altivamente alla preparazione e al
■’prolungamento* interdenominazionale della
visita delPevangelista Billy Graham. Gli
adulti maturi hanno cosi seguito, su un’altra linea, 1‘esernpio di un gruppo dei loro
giovani, che da tempo collaborano con altri
giovani evangelici della città e di Rivoli,
nel « Gruppo Giovani Evangelici ». Già si
era avuto la festa interdenominazionale di
canto delle Scuole domenicali, e questo intensificarsi di rapporti fraterni effettivi, di
impegni assunti insieme, è profondamente
rallegrante e fa bene sperare per il futuro.
La Federazione evangelica si costruisce alla
Fase, o non avrà molto senso.
E' ora in progetto, per la fine di ottobre,
una celebrazione comune del 450» anniversario della Riforma, con un programma di
manifestazioni e riunioni nelle varie chiese
e pubbliche. Si tratta per il momento di un
progetto, approvato in linea di massima da
quanti hanno partecipato alle quattro riunioni interdenominazionali tenutesi in luglio a C. Oddone, C. Vittorio, V. Passalacqua e ancora C. Vittorio. Ai primi di set
tembre i responsabili delle varie comunità
evangeliche cittadine, interpellati, decideranno se e in qual misura e forma intraprende,
re insieme la preparazione di questa celebrazione. Si è anche ventilata la possibilità
di un’esposizione della Bibbia in italiano,
editoria, lavoro di colportaggio ecc.), che indubbiamente offrirebbe occasioni molteplici di evangelizzazione. Naturalmente occor
rerà chiarire in che misura tutte le chiese
ricònosoeranno veramente la loro origine nel
messaggio ben preciso e non poco spigoloso
dei Riformatori.
* A Rivoli l'Istituto Linguistico Intemazionale, autorizzato dal Ministero della P.I.,
annuncia il programma del suo secondo anno di attività, nel Corso superiore quinquen.
naie del Liceo linguistico (lingue moderne)
e nel Corso per Periti Aziendali e Corrispon.
denti in lingue estere e Corsi affini.
Le materie d’insegnamento sono : Lingua
e letteratura italiana — storia e educazione
civica — lingue straniere : inglese, francese,
tedesco — matematica — scienze naturali
— fisica — chimica — geografia — educazione fisica e materie professionali.
L’Istituto — cui sono ammessi gli studenti in possesso del diploma della Scuola
Media — è fornito di un laboratorio linguistico elettronico per le esercitazioni. I titoli
rilasciati aprono la possibilità di continuare
gli studi presso Facoltà universitarie. Annesso all’Istituto vi è un Convitto, con possibilità di semiconvitto, a rette modiche. Per
ogni informazione rivolgersi alla Segreteria,
Via Luigi Colla 20, 10098 Rivoli (To), tei
95.208.
Esercito
della Salvezza
A Bobbio dal 6 al 15 agosto ogni sera alle
ore 20,30 « Sotto la Tenda » nel Centro riereali’.'o Salutista.
A Torre dal 6 al 13 agosto ogni pomeriggio a le ore 16 nella Sala Evangelica al Viale Mazzini.
Sarà presieduta dal Col. Wahlstrom assistito dal Col. Bordas e altri Ufficiali. Il 15
agosto grande raduno ai Coppieri.
L’E.sercito della Salvezza invita cordialmente tutti a partecipare a questo avvenimento. certo che sono ore preziose, nelle
quali la religione viene presentata e consi.
derata in una forma gioiosa, pratica e personale. Si assicura il servizio trasporto per
il ritorno.
* Si è concluso il periodo della Colonia di
Bobbio Pellice, mentre alla Colonia di Forio
dTschia, terminato il turno per i ragazzi, si
svolge quello per le bambine.
* Dal lo al 20 agosto a Bobbio Pellice e
dal 26 agosto al 5 settembre a Forio dTschia
hanno luogo dei campi biblici per giovani.
Iscrizioni al Quartier Generale, Via Ariosto
32, Roma.
* La magg. Marie Monbaron, una salutista svizzera da venti anni in servizio in Italia, lascia il nostro paese seguita dalla riconoscenza di molti per la sua opera in questo
lungo periodo.
Chiese dei Fratelli
La zona piemontese è forse quella m cui
le comunità del Fratelli, o almeno diverse
di esse, sono in maggiore contatto con le
altre comunità evangeliche.
Non sono di oggi nè di ieri i rapporti fra
evangelici nellii diaspora canavesana, eporediese e aostana; i convegni di Piverone non
raccolgono soltanto dei Fratelli, mentre in
genere non mancano Fratelli ai raduni di
Viering. Non è raro che in occasione di conferenze — ad esempio a Ivrea — i Fratelli
locali si uniscano agli altri evangelici.
A Torino molti Fratelli, di varie comunità cittadine e viciniori, sono accorsi a udi.
re il messaggio di Billy Graham, e non pochi hanno continuato a partecipare attivamente alle riunioni successive.
Particolarmente aperta ai contatti con altre comunità è la chiesa dei Fratelli di Santhià, presieduta dalPAnziano sig. Fossato.
Quella comunità ha infatti accolto fraternamente la visita e la predicazione di parecchi
pastori evangelici del Piemonte. Si incontra
volentieri con altre chiese e — lieta e grata
al Signore per il suo continuo estendersi
non esita a indirizzare a comunità di altra
denominazione membri o famiglie che si
si trasferiscano per lavoro (com’è avvenuto
ultimamente per la chiesa valdese di Chivasso).
Giornata di gioia è stata la domenica 23
Chiesa Metodista
Assemblee di Dio
* A Firenze il 25 maggio diverse centinaia
di fratelli sono convenuti per l’annuale convegno dello Chiese pentecostali del Nord Italia. La partecipazione è stata molto buona,
anche se la distanza ha limitato l’intervento
delle comunità più a Nord. Gremita la sala
ove si è celebrato il culto al mattino; nel
pomeriggio si è tenuta, nella più grande
piazza delle Cascine, una frequentata riunione d'evangelizzazione; canto di inni da parte dei giovani romani e fiorentini, numerosi
■e edificanti i messaggi, incoraggianti le notìzie portate da pastori e fratelli di parecchie
comunità; larga distribuzione di opuscoli e
di evangeli. Un convegno che ha potuto
sviluppare le due dimensioni; benefica riunione fraterna, sforzo di testimonianza comune airesterno.
* A Riììiini il 25 giugno la comunità ha
avuto la gioia di dedicaTe' al Signórè il nuovo luogo di culto (Via Cesare Clemeutini 2),
con la partecipazione di parecchi fratelli di
comunità vicine. « Voglia Iddio benedire lo.
pera dell? Sue mani, riempiendo questo locale di animo che glorificano il Suo santo
Nome ».
* A Pescara la comunità si è intensamente rallegrata, a fine maggio, perchè nel cor
PERSONALIA
Il proto della Tipografia Subalpina, sinor Enzo Jouve. ha avuto il dodore di perdere improvvisamente la sua compagna.
Gli esprimiamo, con tutti i suoi faimihan,
in particolare la fìgiLia Lilly, la nostra fra
terna simpatia.
A distanza di una settimana, il lutto colpisce nuovamente la famiglia del caro Enzo.
Domenica sera, il padre sig. Luigi Jouve
rispondeva alla chiamata celeste, chiudendo serenamente la sua lunga ed operosa
vita terrena. Partecipando al dolore della
separazione, e confortati dalle promesse divine. rinnoviamo a tutta la famiglia di
« barba Louis » l'espressione della nostra
profonda cristiana simpatia.
3}! * *
Ad doti. Enrico Gardiol, presidente deli’Associazione Amici del Collegio, in lutto
per la dipartenza della sua compagna, pensiamo con simpatia fraterna.
* * jH
Ci congratuliamo vivamente col doti,
prof. Teofilo Pons — il quale è stato benemerito insegnante di materie letterarie nel
Ginnasio-Liceo Valdese di Torre Pellice
dall’anno 1924 al 1961, Preside dello stesso
Istituto dal 1951 ai 1961. integro Giudice
Conciliatore del Comune di Torre Pellice
dal 1945 a tutt'oggi ed ancora Conservatore
de! Museo Storico Valdese in Torre Pellice
dall’anno 1949 — per l'onorificenza di Cavaliere Ufficiale al merito della Repubblica.
Gratitudine
Le centinaia di allievi del Ginnasio Liceo
Valdese di Torre Pellice si compiacciono vivamente per la riconosciuta meritala onorificenza di cavaliere ufficiale al merito della
Repubblica, concessa al dott. prof. Teofilo
G. Pons. loro paterno e zelante insegnante
dal 1924 al 1961; il quale anche copre con
integrità e competenza dal 1945 a tutt’oggi
la carica di giudice conciliatore del comune
di Torre Pellice, ed è direttore deUa Società
di Studi Valdesi dal 1935, nonché conservatore del Museo Storico Valdese di Torre
Pellice dal 1944.
Un ex allievo
.........................
Chiusura estiva
A motivo della chiusura della Tipografia per Ferragosto, la settimana
Ventura il giornale non uscirà. Il prossimo numero sarà quello del 25 agosto.
so del culto sono stati celebrati sei battesimi. « Nel pomeriggio abbiamo celebrato la
S. Cena, e non possiamo esprimere la gioia
provata della presenza del Signore. Ci siamo rallegrati per i diversi fratelli venuti da
fuori e per alcuni inconvertiti che hanno potuto ascoltare la Parola dì Dio predicata sotto la guida dello Spirito Santo ».
* Ad Amantea, nel Cosentino, da un anno
la comunità era rimasta priva di luogo di
culto. Lunghe e infruttuose le ricerche ; <c per
quanto girassimo, non ci riusciva di trovare
un locale di culto, perchè i preti locali avevano intimorito le persone e nessuno osava
affittarci un locale. Abbiamo molto pregato il
Signore ed Egli, ancora una volta, ha fatto
si che noi trionfassimo in Cristo ». E’ stato
così trovato un bel locale, proprio nel centro « il nostro desiderio e. la postra preghie,
ra sono rivolti al Signore perchè riempia
preso questa sala di anime che amano Gesù
e lo lodano con tutto il cuore ». L’inaugurazione si è avuta il 4 giugno, con larga distribuzione di stampa evangelica e forte par.
tecipazione di fratelli di comunità e gruppi
della zona. « Il Signore ha rallegrato i nostri cuori, edificandoli per la Sua Parola e
la Sua dolce presenza in mezzo a noi ».
* A Barcellona, in provincia di Messina,
si è tenuto a fine maggio l’annuo convegno
regionale siciliano che ha radunato la quasi
totalità degli anziani, pastori e conduttori di
chiese dell’isola. Ottima riuscita dei lavori,
ottima Torganizzazione locale. « Al Signore
vada ogni nostro ringraziamento e lode per
tutto quello che nella Sua grazia e misericordia ci ha concesso ».
* A Padova e a Parma si sono avute negli ultimi mesi varie riunioni ecumeniche;
nel primo caso, si è trattato di una riunione
di sacerdoti e pastori presso il Centro Universitario; nel secondo, di un ciclo di conferenze su « L’ecumenismo e la pace », « La
libertà religiosa », « Il matrimonio ». Largo
intervento di cattolici ed evangelici, pure
nella discussione.
* A Bologna il prof. Giorgio Peyrot ha te.
noto una conferenza sul tema « Matrimonio
e divorzio », che ha riscosso il più vivo interesse.
* A Terni, nei locali della comunità metodista, su iniziativa di questa, della Federazione Universitaria cattolica e del Movimento laureati di azione cattolica si è svolto
al principio di giugno un incontro ecumenico con dibattito sulla « Populorum progressio ».
* A S. Marzano Uliveto (Asti), fra i vigneti e i frutteti del Monferrato, sorge la Casa evangelica per vacanze estive; ne è stato
recentemente inaugurato Tampliamento e lo
ammodernamento. La casa, è diretta dall’Evang. Giuseppe Anziani. Cordiale invito
a tutti!
* Ogni estate a Tramonti di Sopra, in
provincia di Udine, ü Centro Evangelico
« Luciano Menegon » ospita gruppi dì giovani e di famiglie delle varie comunità evan.
geliche, e di anno in anno la capacità ricettiva del Centro e le installazioni sono sta.
te migliorate.
Per il 15 agosto è in programma un raduno degli evangelici del Triveneto, con la
partecipazione della corale della comunità
battista di Pordenone. Il culto — tempo
permettendo — sarà celebrato all aperto e si
concluderà con la celebrazione della S. Cena.
Il 29 giugno sono salite a Tramonti 37
sorelle delle Unioni femminili metodiste di
Udine e di Gorizia: gioioso rincontro fra
Chiese di Cristo
* Recentemente si è tenuto a Civitavecchia un convegno delle Chiese di Cristo in
Italia. Attendiamo ulteriori particolari da
« Il seme del Regno », mensile della Chiesa
di Cristo, pubblicato dalla editrice Lanterna,
a Genova.
* A S. Felice di Pietravairaiio, in. provineia di Caserta, quella Chiesa di Cristo sta
costruendo un nuovo locale sulla strada principale, che si conta potrà essere aperto al
cullo al principio del prossimo dicembre.
* Vi è stato un certo movimento fra gli
evangelisti all opera nelle Chiese di Cristo
della penisola. Un nuovo evangelista si è
messo all’opera, nella comunità di Pistoia e
neU'evangelizzazione nella città e nei dintorni; si tratta di Silvio Caddeo, della comunità di Vicenza. A Pisa Gerald Paden, rientralo negli Stati Uniti per un periodo, ma
deciso a tornare in Italia, è stato sostituito
da James Young, trasferito da Milano. Un
programma particolare di evangelizzazione e
curalo in Roma da ICeith Robinson e da
Bill Burton. e nel corso dell’estate si attendono altri evangelisti nordamericani per intensificare quest’azione nella capitale.
* Ricordiamo che alla Chiesa dì Cristo
appartiene il past. Gian Luigi Giudici, della comunità di Civitavecchia, che è stato al
centro di un processo per vilipendio aUa religione dello Stato che ha avuto larga eco
nel paese e sul quale ultimamente anche
sulle nostre colonne ha scritto il prof. Giorgio Peyrot.
* La rivista « Il seme del Regno », cui abbiamo già accennato, si distingue spesso nel
variopinto campicello della stampa evangelica italiana per la accuratezza e solidità di
vari scritti.
Congresso Nazionale AlCE
ASSOCIAZIONE INSEGNANTI CRISTIANI EVANGELICI
26 AGOSTO 1967
Il Congresso, che si svolgerà nell'aula sinodale con inizio alle ore 9 e che è aperto
a tutti gli amici impegnati o interessati neU’opera educativa, si avvale della speciale
collaborazione di
ADA MARCHESINI GOBETTI
direttrice del « Giornale dei Genitori »
che parlerà sul tema: La crisi dei giovani inserita nella crisi della famiglia e nella
crisi ideale della società,
Afia conversazione, seguirà un libero dibattito.
Dopo il pranzo in comune, i partecipanti riprenderanno i lavori, con particolare riferimento ai problemi delTAssociazione e alla futura organizzazione.
Il C. N. dell’A.I.C.E.
terno con il gruppo tramontino. Un po’ meno riuscito (una decina di partecipanti), ma
pur serio ed efficace per i presenti il « ritiro » per pastori e mogli di pastori, nella
prima settimana di luglio : si tratta di un
primo tentativo e si spera che altri seguiranno più numerosi questi ’pionieri .
* La comunità di Gorizia è stata aUietata,
in breve tempo, da 15 giovanissime speranze : ultimo ad essere celebrato, il battesimo
del piccolo Davide Urizio: per una comunità
relativamente piccola, si tratta di un faltfi
estremamente rallegrante.
La Foresteria, aUestita presso la casa comunitaria di Via Rismondo, è compietamente occupata fino a fine agosto.
* A Udine il 17 giugno una ventina di
giovani della FUCI si sono incontrati con
i giovani deUa GEM locale nella cappella
metodista della città. Un sacerdote cattolico
e il pastore M. Tara hanno letto e annunziato la Parola di Dio.
* La Chiesa Metodista d’Italia ha nominato le sue rappresentanze a una serie di
assemblee ecclesiastiche :
— alla conferenza metodista britannica: il
vicepresidente Marcello Rizz) e il past. Valdo Benecchi;
— alla Conferenza cristiana deUa Pace, di
Praga: i past. Aurelio Sbaffi e Sergio Aquilante;
— al Sinodo valdese (questa delegazione
non sarà solo ospite, ma avrà posto in Sinodo
con voce consultiva): il vicepresidente Marcello Rizzi, il past. Aurelio Sbaffi, il sig.
Giovanni Vezzosi; saranno invece membri di
pieno diritto del Sinodo i past. Alfredo Scor.
sonelli e Vezio Incelli, che hanno cura delle comunità valdesi di Sampierdarena e di
Biella (inoltre i past. Giuseppe Anziani e
Massimo Tara hanno cura deUe diaspore
valdesi dell’Astigiano e delTUdinese).
* Nel n» di giugno di « Voce Metodista »,
nella rubrica « English spoken bere » da lui
curata, fi past. Alan Keighley, rappresentante della Conferenza metodista britannica, ha
pubblicato un articolo in cui illustra « Ciò
che il metodismo ha da offrire ». L’articolo
è stato tradotto e riportato da « Nuovi Tempi ». Ci limitiamo quindi semplicemente a
segnalarlo, poiché ci pare di vivo interesse
Il past. Keighley accosta, e in parte distin
gU8 se non contrappone la posizione calvini
sta e barthiana e quella wesleyana e meto
dista: ma lo fa appunto per chiamare gli
uni e gli altri a non contrapporsi esclusiva
mente, ma ad imparare gli uni dagli altri
Resta aperto il problema in che misura si
tratti di correnti veramente « complemen
tari ». Il past. Keighley termina il suo arti
colo — nn tipico e bell esempio della capa
cità anglosassone di condensare ed esprime
re con semplicità ampi panorami e questio
ni complesse : gliela invidiamo! — con un
appello ai Metodisti a conoscere meglio, pro.
prio per l'utile comune oltre che per se stes.
si, il loro metodismo, e si rallegra per ciò
che si fa in tal senso: ad esempio la pubblicazione del pregevole e maneggevole volumetto di Reginald Kissack su John Wesley
(edito dalla Claudiana), e il modesto nucleo
di testi metodisti che si stanno raccogliendo
a Roma nella Biblioteca metodista dedicata
alla memoria di Emanuele Sbaffi.
luglio: due nuovi fratelli e tre sorelle hanno dichiarato la loro fede in Cristo e il loro
battesimo è stato celebrato, nel pomeriggio,
nel torrente Elvo. che scorre a qualche chilometro dalla città. Molti Fratelli, pure da
altre comunità, e alcuni valdesi di Chivasso
hanno partecipato con gioia fraterna a questo culto.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Pietro Malan
ringraziano i Oottori De Bettini e Pellizzaro, la Direttrice ed il personale
tutto deirOspedale Valdese, il Pastore
Sonelli e quanti, in ogni modo, hanno
preso parte al loro lutto.
Torre Pellice, 4 agosto 1967
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Isa Jouve nata Bert
vivamente commossi per le numerose
attestazioni di simpatia, nella impossibilità di farlo individualmente, ringraziano quanti hanno voluto prendere parte al loro immenso dolore.
Un ringraziamento particolare rivolgono al dottoT Ulderico Lanza, ai
medici dell’Ospedale Agnelli di Pinerolo ed a quelli dell’Ospedale delle
Molinette di Torino, al caro amico
Franco Pasquet, alla C.R.I. di Torre
Pellice, alla Croce Verde di Pinerolo,
ai militi della Polizia Stradale che si
prodigarono e fecero tutto quanto
era nelle loro possibilità nella triste
circostanza.
Ringraziano inoltre i pastori Ayassot e Sonelli per le affettuose parole
di conforto ; il gruppo di amici che ha
gentilmente voluto eseguire un inno
di circostanza, la famiglia del Si^or
Amilcare Pasquet, l’Amministrazione
ed il personale della Tipografia Subalpina.
Torre Pellice, 3 agosto 1967
Il Consiglio di Amministrazione ed
i dipendenti tutti della Tipografìa Subalpina profondamente commossi dal
grave lutto che ha colpito il caro Enzo
e la sua famiglia, prendono viva parte
al Loro dolore e rinnovano l’espressione della loro affettuosa simpatia.
RINGRAZIAMENTO
A funerali avvenuti, le famiglie del
Dott. Enrico Gardiol, del Dott. Manfredo Long, del Signor Tommaso Salvadori e del Signor Enrico Villa, ringraziano quanti hanno preso viva
parte al loro dolore per la scomparsa
della loro cara
Jolanda Long
avvenuta il 26 luglio in Torre Pellice.
Libere offerte in memoria, alla Croce Rossa o agli Amici del Collegio o
al Rifugio Re Carlo Alberto.
Torre Pellice, 4 agosto, 1967
A Wallingford (U.S.A.), il 19 luglio,
lasciava questa vita terrena
B. Lamy Marauda
Con infinita tristezza, ma fiduciosi
nella volontà del Signore, lo annunciano la moglie Clementina Odin; le
figlie Louise, Evelyne col marito e figli ; ed in Italia i nipoti . Robba,
Cougn, Fraschia, Broda e Alilo, ed i
cugini Marauda.
« Dio è il
è il nostro rifugio e
nostra forza ».
la
(Salmo 46: 1)
MI iiiiiiimiiimimiiii
mmitiiiiiiii'iiiiiMiiii
avvisi economici
Culti al Cìabas
Ricordiamo le giornate del Ciabas,
indette per il 18 e 19 agosto, sul tema :
« Fede e impegno protestante nel
mondo contemporaneo ». Parleranno ;
Vittorio Subilia, Giorgio Bouchard,
Ermanno Rostan ; Giorgio Tourn,
Pierluigi Jalla, Guido Ribet.
Le relazioni saranno tenute al mattino con inizio alle ore 9. Nel pomeriggio, dalle 15 alle 18 : libera discussione.
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8
pag. 8
N. 31-32
agosto 196T
ANCHE PER L’AFRICA, RICCIA ALRERT LCTHCLI
Un leader africano
cristiano La via della libertà
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Herzog, ancora Smuts) giungeva a maturazione e si affermava l’apartheid,
durante il governo Malan (1948-1954);
durante quelli successivi: Strijdom
(1954-1958), Verwoerd (1958-1966) e
Vorster vennero ulteriormente approfondite le motivazioni « filosofiche » e
l’organizzazione statale e disciplinare.
Uomini come Luthull non ptotevano
che soffrire, sotto governi come questi. In tutti questi anni egli fu il leader riconosciuto e rispettato del movimento integrazionista africano. Nel
1952 si trovò a capo dell’Afrioan National Congress, il partito che conduceva la resistenza antisegregazionista,
ma con metodi nonviolenti, che causarono critiche e distacchi da parte
dell’ala estremista africana. È interessante sottolineare che in questa lotta
Luthuli ebbe l’appoggio non soltanto
della stragrande maggioranza dei negri, ma anche degli indiani numerosi
sulla costa sudorientale, specialmente nella provincia del Capo e nel Natal. La matrice cristiana del suo atteggiamento fu sempre evidente; in
un discorso affermò im giorno : « Sono nel Congresso proprio perchè sono
cristiano ».
Luthuli fu ripetutamente privato
dei diritti civili, imprigionato, relegato
in località remote; dopo i gravi disordini di Sharpeville (1960) fu anche
picchiato dalla polizia e la sua salute,
già compromessa, ne risentì, gravemente. Sharpeville è rimasto nome tristemente famoso, ma non si tratta
che di un anello in una catena dolorosa, anche se meno nota; c’è anzi da
stupirsi che non abbia sinora suscitato reazioni il disastro di questi giorni, nella miniera di Carletonville, la
più profonda e ricca miniera d’oro
sudafricana: la stampa ha osato parlare di «tragica fatalità», riecheggiando i portavoce della Anglo American Corporation, la società mineraria; ma bisogna avere una discreta
sfacciata^ine : che attrezzature sono
quelle di ima miniera (vi lavorano
turni di cinquemila uomini) in cui è
possibile che Taffiusso dei minatori,
spinti come mandria umana, determini cadute a mucchi in cui muoiono
cinquanta persone? Sono solo negri...
In segno di protesta contro l’apartheid, A. Luthuli, nella sua qualità di
presidente dell’AJST.O., nel 1960 brucia
pubblicamente la sua carta dldentità
( che per i negri era in realtà ima specie di lasciapassare limitante il diritto
di circolazione e di abitazione), invitando tutti gli africani a seguire il
suo esempio: furono migliaia a farlo.
Citato in giudizio per questo, fu condannato a soggiorno coatto in libertà
vigilata, in una località remota, dove
gli era precluso il contatto con amici
e seguaci. Eccezionalmente, nel 1961
gli fu concesso di recarsi in Norvegia
a ritirare il premio Nobel per la pace,
conferitogli queU’anno. Poi furono rarissimi coloro che poterono avvicinarlo ; fra gli ultimi, un « ospite illustre »
che la Repubblica sudafricana non
osò scontentare, il sen. Robert Kennedy; l’autunno scorso «L’Espresso»
riferì ampiamente su questa visita
sudafricana di R. Kennedy e sull’incontro che ebbe con Albert Luthuli.
Ora Luthuli è morto, in modo banale. Lo si ricorda in morte, mentre
avremmo dovuto assai più ricordarlo e
sostenerlo in vita. Possa rimanere
profondo il solco e procedere diritto,
come l’ha tracciato coraggiosamente,
nella ferrea determinazione con cui
ha sempre resistito, nel coraggio calmo, nella comprensione, nella sincerità e integrità che l’hanno caratterizzato : possa il suo messaggio essere accettato dai suoi fratelli negri e gialli,
nell’urgere impaziente della loro lotta,
e dai suoi fratelli bianchi: poiché ve
ne sono, dentro e fuori le Chiese, che
hanno ascoltato la sua voce, venga
presto il giorno in cui saranno maggioranza e muteranno il volto del
Sudafrica, dopo tanti odi, violenze,
sofferenze.
Il noto scrittore bianco sudafricano,
Alan Paton, ha scritto, presentando
l’autobiografia di Luthuli : « Con opri
evidenza, questa storia è la verità,
esposta da un uomo per il quale la verità si esprime in modo così naturale
che non è necessario ornarla nè drammatizzarla. C’e da piangere, a pensare
che il nobile scrittore di questo libro
ha speso la sua vita lottando, resistendo, soffrendo coraggiosamente,
mentre avrebbe potuto spenderla in
modo più fecondo e creativo al servizio del Sudafrica». Eppure feconda e
creativa lo è stata, questa vita. Come
egli stesso scrisse in una dichiarazione del 1952, subito dopo che il governo di Pretoria lo aveva deposto
dalla dignità di capo della sua «riserva » zulù : « La strada della libertà
passa per la croce».
g. c.
Culto radio
domenica 13 agosto
Pastore FRANCESCO BARBA
Bolzano
domenica 20 agosto
Pastore IVO BELLACCHIliI
Parma
passa per la croce
Se le amicizie rendono un uomo ricco,
allora sono ricco davvero. Mi dolgo del
bando che fino ad oggi mi imipedisce di
comunicare con i miei molti amici in tutte le parti del Sud Africa. Ma soffro anche
più profoiiidamente per gli uomini e le
donne — jl loro numero è ignoto — che
sono stati messi al bando, internati o imprigionati a causa del loro anelito a una
vita sociale sana nel Sud Africa, affinchè
sia riconosciuta la nostra dignità umana;
intanto le loro famiglie soffrono povertà e
indigenza estrema. Non nutro alcuna illusione : il loro numero crescerà.
Però la lotta procede, anche malgrado
bandi, internamenti, carcere. Noi non lottiamo con le armi, con la violenza, e la
gamma delle armi dei sostenitori della supremazia bianca è senza alcun potere contro lo spirito. La lotta continua, tanto in
carcere come fuori, e ogni volta che uomini crudeli molestano o uccidono altri
uomini senza difesa, perdono terreno. L’rllusione dei partigiani della superiorità bianca è ohe si tratti di una lotta quantitativa,
di una lotta di razze, di armamenti moderni contro armamenti primitivi. Ma non è
così. Si tratta del diritto contro l’ingiustizia, del bene contro il male. Essi si rallegrano di ciò che offende e deforma la mente e il cuore del debole, accolgono con
entusiasmo ciò ohe in fondo offende e deforma proprio la loro anima.
Dal concludersi dello stato di emergenza, nel 1960, la lotta ha avuto fasi ulteriori. La promulgazione dell'Atto di autogoverno bantù ha portato frutti amari nella
Pondoland. Per dei mesi vi è stato imposto
uno stato di emergenza locale. Se ce ne
fosse bisogno, la Pondoland offrirebbe una
chiara dimostrazione che il nostro rifiuto
integrale dell’ethos dell’apartheid non è
Sarà afferrata la /nano che stendia/no? Temo di no... è una /nano
fmtto degli estremisti de! Congresso. Persino il ministro dell’Amministrazione bantù, Mr. de Wet Nel, cercava una spiegazione diversa delle agitazioni : sarebbero
stale il risultato deH’attività di comunisti bianchi in quella zona, sbarcati sulla
costa da sottomarini. Quando in Parlamento gli fu chiesto perchè non li avesse arrestati, replicò che si erano rifugiati sulle
colline all’approssimarsi della polizia.
Pondoland è segregata in base alle leggi d’emergenza là vigenti. È difficile ottenere informazioni precise, però certe cose
sono chiare. Nella Pondoland — il più
grande dei Bantustan (riserve bantù) — vi
sono stati morti (certamente non meno di
trenta) in seguito agli spari della polizia e
non è stato mai pubblicato il numero delle vittime. Perchè? È stata una Sharpeville
a passo ridotto? Inoltre, uomini sono stati deportati in massa dalle forze governative e solo le autorità sanno dove si trovino. Si parla di uomini chiusi in campi di
concentramento senza tetto, mentre aspettano, a volte per giorni, il controllo delle
loro carte. I capi tribali favorevoli al governo svolgono la loro funzione — dice
-il governo — protetti da guardie del corpo
peMntemente armate (Mr. de Wet Nel le
chiama « guardie civiche ») e nel Pondoland l’esercito e le forze di polizia per la
prima volta operano in stretta connessione.
Ecco un aspetto nuovo della vita sudafricana: sin dallo stato d’emergenza del
1960 si è verificata una totale riorganizzazione dei rapporti fra polizia ed esercito.
L’esercito ha un nuovo compito : non la
difesa dei nostri confini, ma la « sicurezza
interna ». È chiaro che, se insisteremo nelle nostre richieste di riconoscimento dei
nostri diritti di cittadinanza e umani, -questa forza riorganizzata sarà rivolta contro
di noi come mezzo estremo. La Pondoland
sta vivendo gli stati sperimentali di questo nuovo abbinamento.
Ma la situazione nella Pondoland non
è una cosa nuova : è il fenomeno più recente di una serie che include Zeerust, Sekhukhuniland. Natal e ora il territorio del
capo supremo degli Zulù. Si elaborano
nuove tecniche ed è stato raggiunto un nuovo stadio. Ora, come non mai, il governo è responsabile dei disordini interni
poiché ha messo al bando l’unica organizzazione politicamente valida nella Pondoland, che si è sempre opposta alla violenza.
Se la Pondoland ci angoscia, vi sono altri
elementi che ci incoraggiano. Il successo
del governo nazionalista nel far fuggire
spezzarsi di barriere tribali, razziali e religiose. Il passato non può vivere a sè. avulso dal tutto. Resta dmanzi a noi la costruzione di un nuovo paese, di una patria per
gli uomini neri, bianchi, gialli, dalle rovine degli antichi gruppi ristretti; una sintesi delle ricche correnti culturali di cui
siamo gli eredi. Resta da effettuarsi la nostra integrazione nel resto del nostro continente. Ci aspetta, nel futuro, una civiltà,
una cultura che prenderà posto nella successione della storia di Dio, accanto ad altre grandi sintesi umane, quella cinese,
quella ebraica, quella europea. Non sarà
necessariamente tutta nera, ma sarà africana.
Il compito è -immenso. Il dr. Verwoerd,
un uomo della mia generazione, non vuole
neppure ammetterlo, non vuole metter mano all’aratiro. Alcuni della mia gente sarebbero pronti a vendere il loro diritto
di nascita per un -piatto di lenticchie, per
cibarsi pai dei rifiuti dei nazionalisti bianchi. Il presen-te e il futuro immediato sono
densi di angoseia e di sofferenza per gli
uomini dj ogni razza nel Sudafrica.
Si sarebbe potuto evitare questa sofferenza. Non avremmo potuto raggiungere la
nuo-va Africa del Sud in un giorno, ma
avremmo potuto cominciare a costruirlo.
Abbiamo sofferto abbastanza. Abbiamo
sofferto ratti, saccheggi, distruzioni, egoismo, avarizia, oppressione. Noi non cerchiamo vendetta. Più di altri continenti,
forse e altrettanto quanto qualsiasi altra
nazione su questo continente, abbiamo bisogno delle vie della pace, dell’industria,
della concordia.
Sarà afferrata la mano che stendiamo?
Temo di no : non dagli ideatori dell’appartheid, è una mano nera. Il dr. Verwoerd
e il suo gruppo pensano già con preoccupazione al loro ultimo bunke-r e alla figura
che faranno quando saranno abbattuti
— martiri per che cosa? Perchè devono
continuare a distruggere quando c’è tanto
da fare, per la mano disposta a costruire?
La lotta deve continuare — la lotta per
rendere possibile l’inizio della costruzione.
La lotta continuerà. Parlo um.ilmente, ma
senza leggerezza quando dico che, se Dio
mi dà abbastanza forza e coraggio, sono
pronto a morire per questa causa, se è necessario. Ma non voglio morire prima di
aver visto iniziarsi l’opera di costruzione.
Mayibuye ¡Afrilut! Vieni, Africa, vieni!
Albert Luthuli
(da Let tny people go, Londra 1963,
p. 229 ss., trad. Enrichetta Conte Jalla).
A
'ì
dal Sudafrica il capitale parla a nostro favore. Non vogliamo che il Sudafrica sia
povero, ma non desideriamo che il nostro
lavoro e il capitale straniero prolunghino
indefinitamente la situazione attuale.
Neppure desideriamo l’isolamento del nostro Paese. Ma l'isolamento progressivo degli uomini che vivono secondo il credo
dell’apartheid è desiderabile, semplicemente perchè soffrono di una malattia ripugnante. 11 risultato della conferenza dei
primi ministri del Commonwealth ci rallegra soprattutto perchè è stato messo in
evidenza ciò in cui crediamo. Se si fosse
tentato un compromesso con il sogno selvaggio del dr. Verwoerd, sarebbe stata la
fine del Commonwealth, poiché sarebbe
stato d;ssolto alla base ciò di cui il Commonwealth vive. Esso, oggi, è forte, in un
mondo scosso dai miti di Hitler, di Mussolini e di altri despoti. Non metto in dubbio che vi rientreremo, quando il Sudafrica sarà diversamente organizzato e retto.
Perfino il ritiro della Chiesa Riformata
Olandese dal Consiglio ecumenico delle
C hiese non mi turba. Deploro le divisioni
della cristianità, ma penso che il ritiro sia
logico, perchè non vedo come qualunque
Chiesa ohe si opponga a-pertamente e non
denunci Tapartheid, possa avere molto in
comune con il resto della cristianità. Tuttavia persino la Chiesa Riformata Olandese potrà un giorno ritrovarsi, senza contraddizioni, nel Consiglio ecumenico. Le
voci che si levano dai suoi ranghi e che
essa oggi deride e mette a tacere, sono le
voci dei suoi profeti.
Il com-pito non è finito. Il Sudaf-r-ica non
è ancora una patria per tutti i suoi figli.
Noi desideriamo assicurarci questa patria.
Sin dal principio la nostra storia è stata
una storia di progressive unificazioni, nello
L’Africa del Sud — il mondo sudafricano
— è un’Africa a parte. Non si può dire che
la sua storia sia conosciuta, e forse per questo le valutazioni della situazione sudafricana rischiano spesso di rimanere piuttosto teoriche, anche se, a lungo ignorata daO’opinione pubblica mondiale, è oggi divenuta un
« problema mondiale », occupando fra gli
Stati moderni una posizione unica.
Segnaliamo perciò, anche se non più recentissimo (è del 1965), un libro avvincente
di Louis C. D. Joos (1(, il quale grazie alla
conoscenza dell’a/ri/caans ha potuto accedere
a tutte le fonti, seguendo con attenzione il
risveglio del continente africano e i suoi riflessi sull’Africa meridionale. Questa « Storia dell’Africa del Sud » trae le fila di tutta
una serie di studi storici e sociali pubblicati
dall’autore in varie lingue. L’opera è come
un grande afifresco, vivido e brutale. Apre,
come una chiave, il mondo sudafricano,
qualunque sia il giudizio che si porta su tale
situazione; si conclude con una condanna
dell apartheid^ sfumandola però appunto in
ragione delle radici storiche dell’attuale ai
teggiamento del governo sudafricano. Qual
cuno troverà forse la condanna non abbastan
za vigorosa, ma è evidente; e l’opera forni
sce comunque una conoscenza di prim’ordi
ne di una storia intricata e appassionante,
esposta nel modo più vivace.
Mentre ne raccomandiamo la lettura, riportiamo la pagina conclusiva, che ci pare
originale e degna di riflessione.
UNA VIA D’USCITA?
La soluzione può venire da una direzione
che nessu/io, al di fuori dell’Africa del Sud,
sembra avere sinora esplorato a fondo. Fra
tre/it a/ini il numero dei meticci supererà
quello dei bianchi puri. Questi meticci non
posso/io essere rinchiusi come i bantù in un
’’foyer nazionale”. Sono dei cittadini. Non
possono essere rinchiusi in una ’’cultura in
digena”: no/i ce l’hanno. Il problema mette
do è quello che finora ha sfidato i nazione
listi. Anche fra i più accaniti difensori del
l'apartheid germina in modo sempre più sen
sibila un’idea che non si osa ancora affermare esplicitamente, come se si trattasse di
qualcosa di vergognoso: "Questi meticci, di
cultura europea, che vivono fra noi... faccia
mone degli alleatil raddoppieremo così il
numero di coloro che difenderanno la nostra
civiltàl”.
Ma se i meticci sono ammessi al tavolo
dell’eguaglianza politica, economica, umana,
tutto il sistema dell’apartheid crollerà dal
punto di vista filosofico. La nozione ’’biologica” che ne costituisce il fondamento sarà
sconvolta dall’accrescimento demografico dei
meticci. Il mito della razza pura sparirà e vi
si sostituirà la nozione infinitamente più elastica di ’’civiltà comune”. E’ vero che oggi l’Africa del Sud tiene lontani con tutti i
mezzi i bantù da questa civiltà. E i meticci,
se sono ammessi alla pari, non rafforzeranno
il fronte dei privilegiati per opporsi anch’essi, in nome della difesa della civiltà, alle
aspirazioni bantù?
Non possiamo fare altro che porre la doìTianda. La risposta la conosceranno i nostri
figli. Louis C. D. Joos
(1) L. C. D. Joos, Histoire de l’Afrique
du Sud. Les Editions du Centurion, Paris
1965, p. 344, L. 2.900.
(2) La situazione dei negri nordamericani
o degli indi sudamericani, veramente, sembra sottolineare questo interrogativo: la prò
mozione sociale di un numero ristretto di uo
mini di colore serve nel complesso a inte
grarli nel sistema sociale attuale e a confer
marie contro la spinta alla parità delle genti
di colore. (N.d.r.).
Positi
vo
Secondo un dispaccio dell’Associated Press
da Johannesburg, il film razzista di Jacopetti
Africa addio, sta suscitando critiche violente
in certi ambienti sudafricani. Un quotidiano,
il « Rand Daily Mail », ha pubblicato con
rilievo un articolo di AUister Sparks, « Fermate questo film pericoloso »; il giornalista
scrive fra l’altro : « Io sono contro la ce/isura dei films, ma in questo caso particolare
si tratta di un veleno in un paese come il
Sud Africa dove esisto/io atteggiamenti ben
lungi dalla normalità sul problema razziale.
Il film sostie/ie che co/i la fine del governo
bianco viene la fine per l'Africa, continente
che punta verso l’oscurità e la morie ».
Campo di lavoro
a Vallecrosia
Si rende noto che il periodo di detto cam.
po decorrerà dal 7 al 25 agosto. I posti disponibili sono limitati ma qualcuno è ancora vacante per cui i giovani che desiderano
parteciparvi sono pregati di porsi in nota al
più presto presso il Sig. Sergio Nisbet - Caso
Valdese di Vallecrosia - Imperia.
L’orario di lavoro sarà dalle ore 7 alle 12
con pomeriggio e serata liberi.
Il Responsabile: Valentino Riccardo
RITAR DO
A causa della installazione di una
nuova linotype presso la nostra tipografía e più ancora a motivo della
stampa del rapporto della Tavola al
Sinodo, che ha avuto la precedenza,
questo numero del giornale esce con
ritardo. Ce ne scusiamo con i lettori.
red.
l
Le parole
Nel suo ultimo libro, pubblicato in questi giorni — Missio/i dans une société dy/iamique (Labor et Fides) — il past. Jacques
Rosse], presidente della Missione di Basilea,
sviluppa qualche considerazione sui nostri
rapporti con gli uomini del Terzo Mondo.
« L’Occidentale — scrive — dà alla parola un valore diverso da quello che le dà il
suo interlocutore africano o asiatico. Per
quest’ultimo, la verità e la non-verilà si situano a un livello meno esteriore e più profondo. Ciò che lo preoccupa non è la corrispondenza delle parole, ma quella in (t rio,
re dei sentimenti. Se vogliamo sapere quello che pensa e costruire su queste premesse,
non dobbiamo mai fermarci alle parole, ma
cercare di sentire ciò che le parole e gli at.
teggianienti suggeriscono ».
Ecco due esempi.
« Un Asiatico domanda a un Europeo di
presiedere una funzione onorifica a una certa data. L’Europeo, sapendo che quei giorno
sarà assente, rifiuta con cortesia. Allora l’Asiatico insiste perchè accetti ugualmente;
potrà sempre disdire più tardi l’impegno.
L’Europeo è urtato nel suo concetto di onestà. Non si accetta di fare una cosa quandosi sa in anticipo che non la si potrà fare.
L’Asiatico è urtato nel suo concetto dcU’onore. Per far comprendere che siete cnsibili all’onore che vi viene fatto, occorre accettare l’invito, anche se si sa in pajlenza
che non potrà aver seguito.
« Un Asiatico si fa rubare l’orologio,
poli. E’ il suo primo contatto con l i;
Un Europeo, in un caso del gen
reazioni violente e le sue parole saipoco gentili. L’Asiatico evita perfino (
re la parola ’rubare’ e dice : ”Ho pe
N
ta
Me
ubero
1
Entusiasmi
da
sinistra
Secondo un’ infoirmazione di « Nuovi’
Tempi » (6-8-’67) il Patirianca Aless--- di
Mosca ha inviato al Patriarca Ateriu torà
di Costantinopoli questo telegramm.?, in
occasione della visita di Paolo 'VI : « Ringrazio frateima-mente la vostra amat;. Santità per averci informato in occasione -ilella
visita di Sua Santità Paolo 'VI alla --anta
Chiesa -di Costantinopoli. Queste vis’:.; dei
capi delle Chiese sono utilissime per e rnsolidare la cooperazione dei cristiani e : servizio per la pace. Abbraccio con ..¡ietto
vostra Santità con bacio fraterno, au-nirandovi l’aiuto di Dio. Firmato: Pai.la.rca
Alessio ».
...e da destra
GINEVRA (soepi). - Il segretario generale del C.E.C., E. C. Blake ha rilri.-'iato
questa dichiarazione, dopo rincontro di
Istanbul ; « La visita che il Papa Paolo VI
ha resa ieri al patriarca Atenagora a l;--tanbul è senza -dubbio un avvenimento importante. Si tratta in.fatti -non solo di un segno
visibile ohe consacra le nuove relazioni fra
Chiese cristiane orientali e occidentali separate da -mille anni, ma pure di uno stimolante per il movimento ecumenicr) nel
suo insieme, che si è prefisso lo scopo delTunità e del rinnovamento di tutte le Chiese. Il nuovo spirito di riconciliazione simboleggiato da questa visita non può che
-rallegraire le Chiese membri del C.E.C. In
questi momenti di gioia i dirigenti di chiesa devono rimanere lucidi, affinchè le speranze -del mondo che nascono da que.sli segni visibili non siano affatto deluse dalI insuccesso di una unità e di una collaborazione ben più profonde, che sino ad
ora non abbiamo potuto vedere. Il mondospera che questa atmosfera ecumenica darà
origine all’-u-nica Chiesa di Gesù Cristo,
rinnovata nella sua potenza, nella sua missione e nel suo servizio al mondo. Questo
è il compito del C.E.C., il quale si rallegre dell iniziativa del papa Paolo e del patriarca ecumenico, l’uno nei confronti deialtro, e entrambi insieme nei confronti di
tutte le Chiese membri ».
Spieghiamo altrove perchè sia/no be/t
lungi dal condividere la gioia fervida,
espressa i/i ///odo così acritico dal segretario generale del C.E.C. Ci chiedia/no anzi
se di fronte a simili affer/nazioni non sarebbe opport/tno che il Sinodo della nostra
Chiesa, che fa parte del Consiglio Ecumenico delle Chiese, prenda posizione e si
pronunci in merito. Già ahbia/no visto
queste dichiarazioni del past. Blake /Iprese con rilievo sitila stampa cattolica: deve'
essere detto esplicitamente se la nostra
Chiesa vi si riconosce o no.
red.
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. .Subalpina s.p.a. - Torre PeUice (Tok