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telone in abb,.postale/50
IO di mancato recapito
,ja restituire ai mittente presso
Ilo PT Torino CMP Nord.
jltore si impegna a
ipondere il diritto di resa.
'lERDI 21 OTTOBRE 1994
tinaia pe¡
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fraternizi
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introdurci^
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I Urbana. I
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ìtto toccm-p jg pensioni sono la
I del suofj^geeeig gj,g
f, ^'Toccare in tutte le piazze il
IO della sl^Q ¿gjje sofferenze e della
loi iratellipjjja degli italiani per l’ini, tità che contraddistingue la
bana ci li ^jjtica del governo. Davvetelli 1 11 come ha detto Berlusconi,
e ringrazi! i niilioni di non scioperanti
mo luogo provano la sua politica?
amici chi Ripercorriamone alcune
loscere e ^pg Cambiando la legge
auto cond ^gno soppressi alcu
pro «Gti vincoli agli scarichi inquile che ci industriali e non, nei
oro case, |j.gj d’acqua. Modificando
pei il rea legge Merloni si è abolita
lercanzia, delusione dalle gare d’apagnati ne Rq pubbliche, delle ditte
uamo VISI no inchiesta. Meno proteignati eoa j^g^ pgj. l’incolumità
azie a tl ¡jjblica e per l’imprenditoJtti». t onesta; più libertà all’utile
■ollahoraà [vato, anche disonesto. Con
'Urna Artm igli alle pensioni di anziana Catalù’Mà, si apre uh vasto campo
.ijiio alle compagnie di
piìcurazione, incluse quélcapo del governo. Con
mano si sottrae il salario
jà versato dal lavoratore,
l’altra si offre (a pagato) la polizza a chi può
ettersela. L’assicurazioa chi può pagare, al posto
sicurezza sanitaria per
è il concetto che regge
iche i tagli alla sanità.
'ontro l’abusivismo edilispeculativo, che ha contriito a dare allTtalia un indidi cementificazione triplo
ito alla Germania, un bel
[dono, condito di commoper il piccolo abusivo,
sce la regola italiana:
;i la legge e attendi fiìb il condono,
allineamento della Rai
posizioni del governo
igura una situazione di
lopolio di un gruppo prisuir informazione che ria più l’Eiar fascista che
ttizzazione degli anni
E se la giustizia dovesse
lierli con le mani nel saccome i loro ex protettori
i anni Ottanta, attualmenotto processo? Sette inste pendono su alti espoti del gruppo Fininvest.
Qui l’attivismo govematiè intenso. Si va dal «deto salva ladri» all’iniziaticontro il giudice Borrelli e
ntro il pool «mani pulite»,
disegno, di craxiana meiria, di subordinare il pubco ministero al governo, al
Ilativo di adeguare la comsizione del Consiglio supere ire della magistratura alla
|Ì ggioranza governativa.
)ubito<che 17 milioni di
[si liani siano d’accordo a far
gare il costo del risanamendel deficit dello stato a chi
sempre pagato: lavoratori
li i contratti scaduti, operai
£ lui si sfila di mano la pen|;5 ne dopo 35 anni di fabbripensionati (sono i due ter
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
ANNO 2 - NUMERO 40
LO SCIOPERO GENERALE
DA QUALI
PULPITI?
MAURIZIO GIROLAMI
’m-4
000
000
000
000
ise, giovani disoccupati,
studenti alle prese con i costi
della scuola, anziani bisognosi di assistenza. Gli italiani
approvano, oggi, un governo
che abolisce le regole che tutelano gli interessi collettivi e
protegge ristretti e potenti interessi privati? Il senso comune suggerirebbe che a
questi ultimi venisse imposta
la loro quota di sacrifici; soprattutto da chi, come il ministro delle Finanze, ha affermato che l’evasione e l’elusione fiscale sfiorano in Italia
i 150.000 miliardi, quanto basta a risanare il deficit dello
stato. Sapete cosa prevede il
ministro per gli evasori
(Chiaro & Tondo del 14 settembre)? Non sistemi che li
obblighino a pagare il dovuto,
come gli altri, ma una giubata
esortazione a non fare dichiarazioni esageratamente basse
con r implicita contropartita
che il fisco accetterà dichiarazioni ragionevoli. '
C’è anche, oggi, che si è
chiamati a «guardare all’uomo», una questione etica.
Berlusconi, che controlla il
90% dell’informazione televisiva, dice che gli scioperanti non sono stati bene informati; chi li ha disinformati? E
il ministro del Tesoro che fustiga, a buon diritto, i falsi invalidi e le «pensioni baby»,
non prova disagio quando dopo soli 16 anni di contributi
riscuote ogni mese una pensione di 7.728.216 lire nette?
Se non vogliamo scomodare
l’etica, parliamo di stile, di
credibilità.
Ascoltiamo le voci che ci concJucono alla pienezza della vita cristiana
La vocazione del Signore ci dà la fede
GIUSEPPE MORLACCHETTI
E Dio disse: «Abramo, prendi ora il
tuo figliuolo, il tuo unico, colui che ami,
Isacco... e offrilo in olocausto, sopra
uno dei monti che ti dirò»
(Genesi 22, 2)
La voce degli indifesi: i figli (racconti di bambine traumatizzate anche
dai genitori). «A me questa storia sembra terribile e ingiusta. Dio è stato crudele a chiedere una cosa simile al padre
ma anche Abramo è crudele perché pur
di ubbidire a Dio avrebbe sacrificato suo
figlio, senza ribellarsi. Nelle storie religiose i genitori sacrificano sempre i figli
facendo finta di sacrificarsi per loro...
Anche il Padreterno, per far pace con gli
uomini ha sacrificato suo figlio Gesù
Cristo. I figli soffrono e i genitori si
mettono quieti e si rappacificano grazie
al loro sacrificio». Un sogno: «Ho sognato che io stavo con Abramo e Isacco
in un casa; c’era pure la madre di Isacco
che però non lo voleva in casa ed era
d’accordo con Dio e diceva: “Bisogna
obbedire a Dio perché altrimenti si arrabbia moltissimo”. Allora io e Isacco
per sfuggire alla morte ci siamo messi
d’accordo e siamo scappati e però abbiamo incontrato dei soldati che ci hanno
messi in prigione e ci hanno torturati».
Tra la promessa e l’adempimento c’è la
prova più dura: lasciar vivere i figli.
La voce della vita: il buon senso. Il costume culturale del sacrifici umani era
frequente nelle religioni dell’antico
Oriente e non era estraneo in Israele ogni
volta che i culti idolatrici ne contaminavano la religione. A diverse riprese i profeti hanno energicamente combattuto
questa usanza. In Deuteronomio 12, 3031 si dice: «Queste nazioni come servivano i loro dei?... Nel modo che il signore detesta, davano perfino alle fiamme i loro figlioli in onore dei loro dei.
Tu non farai così».
Il racconto, se visto alla luce dei sacrifici umani, segna il superamento dell’offerta del primogenito. Àbramo vive il
coinvolgimento fino a mettere in discussione il figlio della promessa, ma poi
prevale la volontà di Dio che non vuole
i morti, ma i vivi. Abramo contesta 1’
usanza generalmente in vigore nel suo
tempo, testimoniando che il rapporto
con il vero Dio non è intristito di terrore.
ma di amore e di vita. La voce della
chiesa: la fede. Ebrei 11, 18-19: «Àbramo ritenne Dio potente anche da far risuscitare i morti, riebbe Isacco per una specie di risurrezione ». Tra la promessa e il
dono c’è la prova: dove gli altri non ti
possono accompagnare, lì Dio ti chiede
di rinunziare a tutto. Che cosa deve dunque credere Abramo se gli viene sottratta
la promessa? Deve credere l’impossibile,
l’assurdo: la resurrezione. La fede deve
divenire speranza nella resurrezione dai
morti. Abramo crede in Dio più di quanto
possa credere in se stesso; non imprigiona la promessa che ha ricevuto nei limiti
della propria storia, ma accetta di convivere con la «follia» di Dio.
«Il Signore sembra contraddirsi, come
se volesse strappare di nuovo alla storia
quella salvezza a cui egli stesso ha dato
l’avvio: è in questo modo che Dio prova
la fede e l’ubbidienza». (Von Rad). E una
prova nella quale si chiede ad Abramo se
egli è capace di restituire il dono della
promessa ricevuta. Genesi 22 è il cuore
dell’Antico Testamento, ma non vuole
dirci quanto sia stato bravo Abramo, ma
vuole dire: voi dovete vivere con questa
fiducia il rapporto con Dio.
Germania
Sindrome
italiana?
Il cancelliere deH’unificazione ce l’ha fatta per un pelo.
Helmut Kohl ha ricevuto dalle
urne il suo quarto mandato di
cancelliere della Repubblica
di Germania. Ma la Germania
del dopo unificazione è cambiata profondamente. Per la
prima volta entrano nel Bundestag gli ex comunisti del
Pds che nella Germania orientale e a Berlino conquistano il
consenso tra gli strati sociali
più sfavoriti dall’unificazione
del 3 ottobre 1990. I Verdi,
che hanno condotto una campagna elettorale all’insegna
dei diritti civili delle minoranze e della costruzione della
«società sostenibile» ritornano in forza nel Parlamento. I
Socialdemocratici della Spd
ottengono il terzo miglior risultato nella loro storia e risalgono al 37%. I neonazisti
non ottengono seggi.
La coalizione di governo
(democristiani [Cdu e Csu] e
liberali [Fdp]), pur perdendo
complessivamente una settantina di seggi, mantiene la
maggioranza sia pure di pochissimo e continuerà a governare. Certo Kóhl dovrà tener conto del massiccio voto
all’opposizione di sinistra.
La Germania si trova perciò
dopo il voto di domenica 16
ottobre in una condizione politica difficile. Alcuni l’hanno
subito definita una «sindrome
italiana», cioè la scoperta
deU’instabilità politica dovuta
ai mutamenti socio-economici
imposti dalla crisi e dall’aver
dovuto affrontare i problemi
dell’unificazione in termini
troppo rapidi. Le «due .velocità», ipotizzate da Kohl per
l’Europa, sono interne alla
stessa Germania e hanno diversa rappresentanza politica.
Non conta solo più il marco e
i profitti in economia, ci sono
altre preoccupazioni: i disoccupati, i diritti, l’energia nucleare, l’ambiente, la politica
estera e gli armamenti. La sfida è tra due culture politiche,
tra destra e sinistra.
Gli ortodossi
e il governo russo
pagina 2
Verso l’assemblea
della Fcei
pagina 3
Il viaggio della fede
pagina 6
2
PAG. 2 RIFORMA
.
«EBDi:
Nel corso di un colloquio internazionale su «Economia, valori e società in Russia»
La Chiesa ortodossa russa critica la politica
economica del governo di Boris Eltsin
L’arciprete Vladimir Venga, rappresentante della
Chiesa ortodossa russa, ha
criticato la politica economica del governo russo durante
un colloquio internazionale
su «Economia, valori e società in Russia» che si è
svolto dal 15 al 17 settembre
scorso. Nel corso del colloquio, organizzato dal gruppo
di lavoro su economia, ambiente e società vivibile del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), Veriga ha lamentato la politica economica seguita dal governo, che
ha portato alla distruzione
della «produzione materiale»
della Russia. Secondo Veriga
gli sforzi delle autorità russe
miranti a «frenare il declino», a stabilizzare l’economia e a promuovere una crescita durevole, hanno avuto
un esito fallimentare.
Veriga ha aggiunto che
«questa situazione disastrosa» non ha provocato agitazione sociale perché gli avvenimenti dell’autunno 1993
hanno «considerevolmente
indebolito la capacità dei lavoratori di organizzare manifestazioni e di fare domande
in campo economico e politico». Inoltre, l’aumento delle
importazioni di alcol, tabacco, gioielli e prodotti di consumo, nonché la «corruzione
crescente e la moltiplicazione
dei delitti» hanno permesso a
molti cittadini di sopravvivere dedicandosi ad «attività
molto lucrative, semi-legali o
Contadine in Siberia
illegali». I cambiamenti economici dell’inizio degli anni
’90 sono coincisi con il travolgimento deirUrss e dei
«fondamenti strutturali dell’economia nazionale, la disintegrazione dell’ordine giuridico e la dissoluzione dei
legami economici».
Da parte sua Mikhaïl Gelanovskij, economista dell’Istituto di economia mondiale e
di rapporti internazionali
dell’Accademia russa delle
scienze, ha sottolineato che
«la priorità della riforma economica è il ripristino del sistema dei valori morali nella
società» e che la Chiesa ortodossa rassa ha un molo «decisivo», essendo la principale
chiesa in Russia.
L’idea di un’economia cristiana potrebbe portare una
«soluzione di ricambio realistica e costmttiva» alle «teorie razionalistiche e astratte»
e servire da base alla «costruzione di un’economia
fondata sull’amore» ha dichiarato Veriga che ha chiesto alla Chiesa ortodossa mssa di mettere in cantiere uno
stage di formazione economica cristiana sui problemi
etici della vita economica.
dando consigli pratici per
una gestione fondata su principi cristiani, nonché «misure concrete» affinché la chiesa, i cittadini e le strutture
dello stato collaborino alla
promozione dell’etica negli
affari.
E necessario un consenso
sociale per sviluppare un sistema economico efficace in
Russia, ha precisato Gelanovskij, e questo sarà possibile
solo «se le stmtture dello stato promuoveranno i principi
morali che corrispondono alle
idee più profonde di giustizia,
del bene e del male». (Eni)
Ä.'.'i
In molte chiese territoriali tedesche vige tuttora un singolare divieto
Quando la moglie del pastore è un'ebrea...
MANFRED LAUBE
Miriam Rediger si sente
perfettamente a suo
agio nel ruolo di moglie di
pastore, nella cittadina di
Schliestedt, in Germania;
«Dopo quattro anni posso dire che la mia esperienza è
senz’altro positiva», afferma.
Miriam Rödiger ha 44 anni e,
secondo quanto lei stessa afferma, è l’unica ebrea in Germania sposata con un pastore
evangelico luterano. Con sicurezza dice: «La mia religione è una religione completa,
non c’è bisogno di compietamenti o di ribattesimi».
Il marito, Friedhelm, di 47
anni, ha la cura di quattro piccole comunità nella provincia
di Wolfenbüttel, nella Bassa
Sassonia e vede nel suo matrimonio «un esempio vivente
del dialogo ebraico-cristiano»
e si richiama alle radici giudaiche del cristianesimo.
Miriam Rödiger è cresciuta
in un kibbuz israeliano sulle
alture del Golan e dal 1989
vive in Germania, il paese da
cui i genitori erano fuggiti al
tempo del nazismo. E attiva
sia nella comunità evangelica
dove tiene incontri di confronto fra ebraismo e cristianesimo, sia nella comunità
ebraica di Braunschweig, alle
cui manifestazioni spesso il
marito l’accompagna. Rispetta naturalmente il sabato, come giorno di riposo, e anche
la domenica.
Nella maggior parte delle
chiese territoriali tedesche
tuttavia gli ordinamenti interni vietano ancora il matrimonio fra un pastore o una pastora con una donna o un uomo di religione ebraica. Nella
chiesa del Baden è stato possibile nominare pastore il
teologo Klaus Müller, sposato con un’ebrea, solo dopo
una modifica del regolamento. Ciò è avvenuto nell’autunno del 1992 e d’altra parte
a Müller non era stata affidata
una comunità, ma solo l’insegnamento della religione.
Il Consiglio generale della
Chiesa evangelica della Baviera ha ribadito nel luglio
del 1993 che il coniuge di un
pastore o di una pastora deve
appartenere a una chiesa cristiana. E questa dichiarazione
veniva fatta in occasione del
preannunciato matrimonio di
un candidato pastore con un’
ebrea americana. In seguito a
questa presa di posizione Maria Jepsen, vescovo evangelico di Amburgo, aveva tacciato la Chiesa evangelica bavarese di antigiudaismo.
La Chiesa bavarese, nell’esplicitare la sua dichiarazione, si richiamava alle norme giuridiche e alla prassi
della Chiesa unita evangelica
luterana di Germania (Velkd)
affermando che ogni pastore è
tenuto «nella sua vita e nel
suo ministero a uniformarsi a
quanto è richiesto dall’incarico che gli viene affidato».
Una «famiglia pastorale
multireligiosa» potrebbe
creare dei «conflitti» nocivi
all’esercizio del ministero
pastorale; inoltre, dal punto
di vista teologico, peserebbe
l’inconciliabilità delle posizioni di cristiani ed ebrei
rispetto alla persona di Gesù
Cristo. Le norme della Velkd
valgono anche per la chiesa
del Braunschweig, dove Friedhelm Rödiger è pastore.
Miriam ci racconta che loro si
sono sposati civilmente e poi
ne hanno informato il vescovo territoriale. C’è stato un
dibattito di circa sei mesi, finché il responsabile per il personale degli uffici ecclesiastici territoriali è riuscito ad ottenere sulla questione il parere favorevole del Consiglio di
chiesa di zona. Molti dei circa
90 membri della comunità
ebraica di Braunschweig vivono in matrimonio «misto»
con dei cristiani. Nell’ottobre
dell’anno scorso Miriam Rò
diger era candidata alla presidenza della comunità, ma ebbe qualche problema con il
suo doppio ruolo di ebrea e
moglie di pastore. Pare che il
rabbino capo della regione.
Henry G. Brandt, abbia sconsigliato la comunità ad eleggerla come presidente, per timore che ciò potesse ostacolare il dialogo ebraico-cristiano. Miriam Rediger è stata
eletta vicepresidente il che,
come lei stessa dice, non
comporta meno lavoro. (Epd)
La protesta di 31 teologi germanofoni
Non isolare la Chiesa
ortodossa serba
31 teologi germanofoni,
protestanti e cattolici romani,
hanno protestato contro gli
appelli di coloro che vorrebbero che la Chiesa ortodossa
serba venga esclusa dal Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec). AH’origine di tale eventualità vi è l’appoggio
della Chiesa ai serbi della Bosnia. L’appello dei teologi è
stato lanciato alla vigilia della
riunione del Comitato esecutivo del Cec in Romania, che
doveva dibattere il ruolo politico di alcune delle chiese
membro, fra cui la Chiesa ortodossa serba. Nell’agosto
scorso Rolf Koppe, incaricato
degli affari ecumenici della
Chiesa evangelica in Germania (Ekd), aveva dichiarato
che il sostegno della Chiesa
ortodossa serba ai serbi bosniaci e alle conquiste territoriali serbe avrebbe allontanato la Chiesa dalla comunità
ecumenica.
I teologi, che hanno riconosciuto di avere opinioni
differenti sulle cause della
guerra e sulla posizione della
Chiesa ortodossa serba, hanno precisato che «non è solo
una necessità politica ma anche un dovere cristiano impedire ogni ostilità supplementare, in particolare nella situazione attuale tra le nostre
chiese e la Chiesa ortodossa
serba, in quanto questo isolerebbe ancora di più i gruppi
della Chiesa ortodossa serba
che sono pronti a dialogare».
erso I '
Irlanda; le chiese sperano n|
miracolo» della pace
«
BELFAST — Un «miracolo» paragonabile a quello
transizione in Sud Africa potrebbe verificarsi neH’Irlan;^
Nord. Lo ha affermato David Stevens, segretario generai
Consiglio delle chiese d’Irlanda, dopo aver ricevuto un me."
gio di solidarietà inviato da Frank Chikane, segretario i
uscente del Consiglio delle chiese del Sud Africa; «Quest’]
abbiamo assistito a un miracolo in Africa del Sud, e se potn
verificare un altro in Irlanda» ha detto. Malgrado l’attentatB
venuto a Dublino ad opera della Forza dei volontari deU’ljl,
(Uvf) il 12 settembre scorso, i politici e i dirigenti ecclesy
ritengono che vi siano buoni motivi di sperare che il cessÉ
fuoco annunciato dall’Ira durerà. Molti cristiani evangeliciI
landa del Nord hanno detto di conservare «speranza e fidj
di fronte al «difficile compito di costruire una società i
sa». «Di per sé, il cessate il fuoco non è sinonimo di pace»j
no sottolineato, ma «...noi cristiani dobbiamo rispondere al
pello di Dio e diventare artigiani di pace e di guarigione».
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Associazione francofona
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ecumenica di missiologia
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Sfonda ^
PARIGI — Il 23 aprile scorso è nata a Parigi la «Asi
tion francophone œcuménique de missiologie» (Afom). L'j
ciazione, che raggruppa persone impegnate nello studio oj
pratica della missione della chiesa in vari continenti, ini
essere aperta alle differenti sensibilità cristiane sulla ques
della missione, nonché alle culture del Nord e del Sud. È
da un comitato di dieci persone (fra cui due donne), presie
dal pastore francese Jean-François Zom e vi sono rapprese;
la Francia, la Svizzera, il Belgio, lo Zaire e il Benin. 11
gramma di studio prevede rapporti tra Evangelo e culture
dentali, posto del cristianesimo nelle società multireligic
pluriculturali, radicamento dell’Evangelo in ogni culturale
limiti da porre a tale «inculturazione» (nazionalismi e co!
etnici). L’associazione si propone di verificare l’importanza'^
ta alla missiologia nei programmi di formazione e di ricicf
gio dei pastori e dei diaconi. Inoltre farà in modo di mettei
contatto ricercatori, operatori, centri di documentazione e|
blioteche sulla missione e la sua storia.
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America Latina: congresso
dei giovani battisti
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lln Statuti
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li ¿hi pne
ASUNCION— Oltre un migliaio di giovani battisti e caèiteidel
leader dei movimenti giovanili provenienti da ottopw màneiinav
dell’America centro-meridionale si sono incontrati adAs I® We nc
cion, la capitale del Paraguay, dall’11 al 15 agosto, perii PsU’etàne
Congresso della gioventù battista deH’America Latina. L'atf ch(
mento centrale dell’incontro è stato la ricerca di una rispostajPpnvano.
una «America in crisi». I giovani hanno riaffermato chel’iil
risposta alla crisi, anche a livello mondiale, è Gesù Cristo. S
stati cinque giorni di rinnovamento del proprio impegno £
consacrazione: circa 90 persone hanno confessato pubblicai
te la loro fede in Gesù Cristo. Erano presenti per la prima vi
anche due delegati da Cuba; ha partecipato al congresso Ì|
gretario dell’Alleanza mondiale battista, Denton Lotz.
La Bibbia fra gli indiani Navajl
ato, per
àdi resta
l^ome ev;
«amo in
ie a quel
Ih di Naj
lira certa
tóle, ma
COLORADO SPRINGS (USA) — Gli indiani usa««
Bibbia per imparare a leggere la loro madrelingua, e mcj!
convertono così al cristianesimo. Il programma di alfabetif
zione dei Navajo organizzato dalla All Nations Literature((
a Colorado Springs è una risposta all’analfabetismo W
molto diffuso nella riserva dell’Arizona del Nord. Circa il'
dei 250.000 indiani Navajo parla solo la lingua materna ej
ha mai frequentato alcuna scuola: il programma della ‘
serve del testo biblico su videocassette per aiutare gli stu(^
leggere la propria lingua il cui alfabeto comprende 56 le).
ho dopo
"“ìttabili;
e
I tuia cult
^Wassa. L
plia e in
Mongolia; è nata la prima
comunità cattolica
MONGOLIA — In Mongolia è stata registrata ufficiai!
la prima comunità cattolica del paese, composta da tre sad
ti e alcune decine di laici. Attualmente essa si raduna f
messa in un’abitazione privata, ma spera di poter costo
più presto una chiesa. Dal 1991 in Mongolia è garantita^
berta religiosa e nel 1992 sono state allacciate relazioni“
maliche con il Vaticano.
Israele: aperto zoo biblico
GERUSALEMME — È stato aperto recentemente a 1
salemme, su un’area di 300.000 metri quadrati, uno zoo al
co, che raccoglie e presenta gli animali dei quali si parla ®
Bibbia. Lungo il percorso indicato si possono ammirare, n
sistemazione ariosa e a loro congeniale oltre 600 animali.
presi quelli che in passato vivevano allo stato selvagg'®!
paesi citati nel testo biblico. La Società biblica tedesca haf
blicato, a margine, un bel volume riccamente illustrato dal ^
lo Tiene der Bibel (Gli animali della Bibbia); i testi che acc
pagnano le illustrazioni offrono ai visitatori informazion)
animali e riportano pure di volta in volta la citazione bibhd
lativa. Ricordiamo che in un recente convegno annuale 1 ■
ciazione «Biblia» aveva appunto studiato questo tema.
del convegno, a cura di Piero Stefani, sono stati pubbli
Biblia e dal Wwf: Gli animali e la Bibbia. I nostri fratelli i
ri. Ed. Garamont.
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3
^BRE]
)i 21 OTTOBRE 1994
Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
erso
l'Assemblea della Fcei, a Santa Severa dal 29 ottobre al 1“ novembre
•ond
I quello (
ìllT
’ generale]
to un mes
tarlo ^
• «Questi
e se pot(
l’attentai
ari dell’]
ti ecclesia
te il cessi
‘'angelici (j
iza e
:ietà I
di pace»|
ondere i
gione».
Ipopolo evangelico: una grande palestra
lì discepolato cristiano
luca m. wecbo
29 ottobre al 1° novembre avrà luogo a
i Severa, presso il Vil) della gioventii battista,
cima Assemblea della
frazione delle chiese
geliche in Italia (Fcei).
I chiesto al presiden®ente della Fcei, pastore
gio Bouchard, di illuiitemi e i problemi che
nsiglio della FederazioItende proporre all’atten; dei delegati all’Assem
Ig^uesta Assemblea si
\^lge in un momento di
Rorida crisi del nostro
it e, più in generale, di
0ropa in cui, nonostante
Muta dei «muri», tomaggitarsi i fantasmi della
fobia e dell ’odio etnico,
listo quadro, qual è la
•sione che il Consiglio
alle chiese evangéliitaliane?
iella sua relazione il Con■propbne di prendere
sul serio l’attuale fase
iutiva della società italiai, in parte, intemazionale.
riteniamo che si tratuna fase congiunturale,
li una “onda lunga”. Così
le vent’anni fa c’è stata la
ddetta “onda lunga” del
che ha prodotto riforme
i importanti (pensiamo al
codice di famiglia o
Ilo Statuto dei lavoratori),
Isìdggi c’è un’onda lunga
opposto, in Italia e
i i4(ci paesi. La cosiddetta
ttistiedivei cadatedel muro” nell’89 rii(i mane un avvenimento epocama non ha prodotto
neoliberale e neosoalista che molti di noi a“ttavano. Ha invece inau
______ fato, per il momento, un’
I Cristo.Sa 6tì|i restaurazione,
pegno e
"amo in una situazione si
a quella che seguì la ca
la «Asi
fom). L'
studio 0
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1 Sud. È
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pubblio^
fratelli "
s era certamente molto critiibile, ma i regimi che venModopo di lui non erano
ibili; tuttavia durarono
Ingo, e furono appoggiati
ìffla cultura e da una base
Waasa. Lo stesso accade in
Wia e in alcuni altri paesi
andò; è interessante noche per il momento i paeptótestanti sembrano fare
neezione. Mentre l’Italia
Nbva a destra il Sud Afripfcva infatti il più grande
pinòlo etico-politico” del
colo; è l’esempio più
ma non è l’unico.
Pila sensazione che, ancona volta, la storia della litorni a coincidere, in
®. con la storia delle soche sono state segnate
n Riforma. E questo •maino le tragedie e anche le
“è di alcuni popoli prote® nel nostro secolo».
leniamo all’Italia, che
? ^ stata molto segnata
^^Worma...
si vede. Sembrerebbe
in Italia un’altra onda
'sa sia terminata, quella del
tctlio Vaticano II. L’Italia
parte secolarizzata, e in
®to momento, quando ritilorì elementi della tfadi
tASLOCHI
Pfoventlvl a richiesta
trasporti per
ttualslasl destinazione
i^^iozzatura con autoscala
''fante all'esterno fino a 43 mt
GIULIO
timore 83 - Nichelino (TO)
Telefono 011/62.70.463
Il pastore Giorgio Bouchard, presidente uscente delia Fcei
zione cattolica ritira fuori i
peggiori; né la tradizione
francescana'né le aperture del
Concilio, ma la cultura della
Controriforma o della Restaurazione. In Italia, per esempio, si ripubblica Léon Bloy,
senza dire che è uno dei grandi esponenti dell’antigiudaismo cristiano. D’altra parte la
svolta conservatrice in Italia
viene dal basso, non è imposta dall’alto. È l’anima del
popolo italiano che, almeno
in questo momento, è sedotta
dalla destra.
Il difetto non sta nel video,
ma nello sguardo che viene rivolto verso il video. In questa
prospettiva i protestanti sappiano che rischiano di nuovo
l’isolamento, come al tempo
della Restaurazione, del fascismo, dei primi governi democristiani, e che si devono attrezzare per un periodo di relativa impopolarità. Inoltre,
quale che sia la nostra opinione sui problemi civili del paese, il nostro non può essere
semplicemente un messaggio
di progresso, un messaggio
puramente etico, ma deve essere un appello alla conversione. Non dobbiamo essere
solo gli alfieri dei valori della
Riforma, ma anche essere i
predicatori di un avvenimento
,che siamo i primi a dover incarnare: il ravvedimento».
- La relazione del Consiglio Fcei all’Assemblea si
apre con una parola chiave:
«resistenza». Come va inteso
questo termine?
«In due significati, uno
maggiore e uno minore.
Quello minore: noi siamo
convinti che, dopo la lunga
stagnazione della Controriforma, l’Italia sia nata come
nazione moderna in due momenti, il Risorgimento e la
Resistenza. Noi non vogliamo idealizzare la Resistenza
del ’45 (così come non idealizziamo Camillo Benso conte di Cavour): tuttavia essa è
per noi un secondo Risorgimento. Noi rivendichiamo
questa storia italiana, il fatto
che molte nostre chiese sono
nate o rinate durante il Risorgimento, rivendichiamo i nostri morti nella Resistenza
(nelle Lettere dei condannati
a morte appena ripubblicate
da Einaudi, su un totale di
103, cinque sono di evangelici). Alla marcia su Roma non
c’eravamo, al 25 aprile sì.
Nel suo significato più alto,
il termine “resistenza” va
compreso alla luce del verset-'
to che abbiamo scelto come
motto dell’Assemblea: “Forestieri e pellegrini sulla terra”
(Ebrei 11, 13). Non possiamo
cioè condividere l’attuale o
rientamento verso il materialismo dell’obbedienza, verso
il conformismo dei più. L’intera umanità di questo scorcio
di secolo diventa serva di un
edonismo stolto. Ci sono dei
valori ben più alti che noi
dobbiamo affermare, andando
contro corrento^
- La resistenza non si fa da
soli. Quali saranno i compagni di strada delle chiese federate?
«Senza rinnegare il nostro
più ampio impegno ecumenico, il nostro primo dovere è
di costituire quello che un, po’
pomposamente abbiamo chiamato un “fronte protestante”:
ricostruire una convergenza
fra le varie forze evangeliche
che operano in Italia, in vista
di un messaggio da dare in
profondità. Vi sono sicuramente alcuni punti di attrito:
il metodo di lettura biblica e
alcune questioni etiche, tuttavia resta il fatto che l’insieme
del mondo evangelico italiano su alcuni problemi si ritrova unito e può e deve svolgere un compito comune in questo paese. Esiste in Italia un
“popolo evangelico” che deve
prendere coscienza di sé, dialogare al suo interno e testimoniare all’esterno.
Detto questo, rimane l’impegno ecumenico ai vari livelli; quel che resta dell’onda
lunga del Concilio ci interessa profondamente. L’importante è che questo impegno
sia condotto con chiarezza
senza cedere da una parte alla
tentazione secolarizzante e
d’altra parte alla tentazione di
fare dell’ecumenismo un rapporto tra istituzioni. In ultimo, mi pare che abbiamo il
dovere di compiere un lavoro
interreligioso, anzitutto su base biblica (il grande dialogo
con gli ebrei) e poi con i musulmani e con altre formazioni religiose, come per esempio i buddisti».
- L’Assemblea dovrà valutare l’operato del Consiglio e
dei servizi della Federazióne
nello scorso triennio. Con
quale bilancio vi presentate a
questo appuntamento? Il «paniere» del Consiglio è pieno
o vuoto?
«Direi che il paniere è pieno, con qualche “mela marcia” dentro. Qualche indicazione: in Europa ormai la
Fcei rappresenta il protestantesimo italiano; i culti in televisione sono stati un grande
successo; il Servizio rifugiati
e migranti costituisce una nostra presenza viva sulla frontiera più calda della società
italiana di oggi, e così via. Le
uniche sconfitte sono state il
mancato raduno evangelico
di Pentecoste ’94 e la polemica seguita alle firme di molti
di noi al documento sulle leggi relative agli omosessuali.
Due sconfitte che riaprono e
a mio avviso approfondiscono l’intero discorso con gli
“evangelicali”. Il fatto però
che in questo periodo sia
giunto a maturazione un dialogo preliminare con la Chiesa avventista, che ormai è una
delle chiese più importanti
del mondo, e la constatazione
del crescente uso che i pentecostali fanno del nostro centro di Monteforte (con inviti a
nostri teologi e intellettuali),
sono il segno che le sconfitte
fanno parte del nostro peccato ma possono essere superate. La Federazione, insomma,
gode di buona salute».
- Lei è stato presidente della Fcei dal 1988 al 1994; in
precedenza è stato membro
del Consiglio, della Tavola
valdese e moderatore dal
1979 al 1986. Ora lascia la
presidenza della Federazione, avendo all’attivo oltre
vent’anni di esperienza di
«governo» nelle chiese evangeliche. Come valuta questa
esperienza, e quale augurio
può fare al suo successore?
«Devo confessare che mi
sono divertito di più a fare il
presidente della Fcei che il
moderatore. Il moderatore in
qualche misura porta la responsabilità di un popolo, anche se piccolo, e di una intera
coorte di opere sociali. Invece
la Federazione è una specie di
“ministero degli esteri”, con,
minori responsabilità e maggiore libertà. Il lavoro è interessante, e vai la pena di dirlo
ai futuri candidati.
Che cosa si vede da questo
punto di osservazione? Delle
strutture ecclesiastiche che
hanno più bisogno di essere
riformate di quanto noi dirigenti siamo disposti ad ammettere. La logica della macchina spesso prevale; realizzare dei mutamenti comporta
conflitti e una disponibilità interiore che non sempre abbiamo. La gestione del potere ecclesiastico è un problema spirituale di prim’ordine, anche
in strutture piccole come le
nostre. Del tutto alla rovescia,
in questo mondo protestante
un po’ sclerotizzato accadono
storie di fede molto più interessanti di quanto non sembri.
Nelle nostre chiese “storiche” i “convertiti” sono di
nuovo importanti come nell’Ottocento; le chiese evangeliche vivono sempre di meno
per tradizione e sempre di più
per una somma di decisioni
individuali dietro le quali sta
una chiamata. C’è un versetto
di san Paolo che io amo moltissimo: “I doni e la vocazione di Dio sono senza pentimento” (Romani 11, 29). È
un versetto attualissimo: la
Fcei ha avviato un’inchiesta
sulle donne credenti delle nostre chiese per il “decennio
ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne”. Ho
avuto il privilegio di leggere
alcune delle interviste realizzate, che sarannp pubblicate
l’anno prossimo: la vitalità
spirituale che da esse promana è grande. Insomma: le nostre chiese vanno così così,
ma il popolo evangelico in
Italia è una grande palestra di
discepolato cristiano.
Auguro al mio successore,
che spero si divertirà in questo lavoro, di non trascurare
mai questo carattere di “palestra del discepolato” che è più
attuale di quanto un tempo io
non pensassi».
SCHEDA
La Federazione delle
chiese evangeliche
All’origine della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) vi è la
spinta unitaria di larghi settori del protestantesimo italiano, che si è espressa nel
II Congresso evangelico
(Ronia, 26-30 maggio ’65)
attorno al tema «Uniti per
l’Evangelo». I documenti
preparatori del congresso
sottolineavano nettamente
l’esigenza unitaria, e.vedevano nella costituenda Federazione «una fase transitoria nel cammino dalla divisione all’unità». Il clima
del congresso fu positivo e
realistico; i documenti finali affermavano la volontà di costituire una federazione come «luogo di
incontro permanente» con
lo scopo di «provvedere a
servizi comuni nella misura in cui sono ricevuti e desiderati».
La Federazione fu costituita ufficialmente a Milano il 5 novembre 1967, avendo come membri effettivi battisti, luterani, metodisti e valdesi. Attualmente
le chiese membro della Federazione sono, oltre a
quelle citate, l’Esercito della Salvezza, le Chiese cristiane libere, la Chiesa
apostolica d’Italia e la Comunità ecumenica di IspraVarese. Si può quindi dire
che fanno parte della Federazione quasi tutte le chiese
«storiche» del protestantesimo italiano, più alcune
denominazioni «evangelicali» di origine più recente.
Complessivamente, le chiese federate abbracciano una
popolazione evangelica di
circa 50.000 persone.
La Fcei vuole essere una
struttura aperta, al servizio
di tutto l’evangelismo italiano. Quasi tutte le denominazioni evangeliche italiane fanno parte della
«Commissione delle chiese
evangeliche per i rapporti
con lo stato» (Ccers), creata nel 1985 e promossa dalla Fcei. La Ccers ha incentrato la sua attività intorno
alla battaglia per la libertà
religiosa, in particolare per
quanto riguarda l’insegnamento religioso nella scuola e la realizzazione delle
Intese con lo stato.
> .
Autonomia
delle singole chiese
La Federazione delle
chiese evangeliche è una
struttura che assicura al
tempo stesso un certo grado di unità fra cristiani appartenenti a diverse denominazioni evangeliche, e la
piena autonomia di decisione delle singole chiese.
Nel preambolo dello statuto della Fcei, dopo una breve enunciàzione della fede
comune, le chiese federate
riconoscono la «fondamentale convergenza delle loro
posizioni ecclesiologiche,
con particolare riferimento:
alla natura missionaria della chiesa; al sacerdozio
universale dei credenti; alla
molteplicità dei doni e dei
ministeri; alla chiesa locale
intesa come elemento ecclesiologico primario». Gli
scopi della Federazione,
sempre secondo lo statuto,
sono quelli di «manifestare
l’unità della fede e ricercare una comune linea di testimonianza nel nostro paese, fondata sullo studio del
la parola di Dio», di «coordinare e potenziare la testimonianza e il servizio delle
chiese... nel riconoscimento reciproco dei loro doni
particolari», di «vigilare
sul rispetto dell’esercizio
dei diritti di libertà in tema
di religione», di curare i
contatti con altri organismi
ecumenici e infine di offrire i propri servizi anche a
chiese e opere che non facciano parte della Federazione stessa.
I tre «servizi»
operativi
La Fcei opera attraverso
una serie di «servizi» (attualmente tre: Servizio
stampa, radio e televisione.
Servizio istruzione e educazione, Servizio rifugiati e
migranti). Gli organi della
Fcei sono l’Assemblea
triennale e il Consiglio, formato da 15 membri. Le assemblee della Fcei, dopo
quella costitutiva del 1967
a Milano, si sono svolte a
Firenze nel 1970, a Bologna nel 1973, a Bari nel
1976, a Torre Pellice nel
1979, a Vico Equense (Napoli) nel 1982, a Palermo
nel 1985, a Firenze nel
1988, a Santa Severa (Roma) nel 1991. La prossima
assemblea è convocata a
Santa Severa dal 29 ottobre
al 1° novembre 1994.
Gli organi
della Federazione
Gli organi della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) sono
l’Assemblea generale e il
Consiglio. L’Assemblea
generale, che si riunisce
ogni tre anni, è composta
dai delegati delle chiese,
unioni di chiese o opere
che sono membro effettivo,
dai componenti il Consiglio e dai cinque revisori
che, eletti dall’Assemblea
precedente, hanno l’incarico di esaminare l’operato
del Consiglio.
Partecipano inoltre all’
Assemblea con voce consultiva i delegati delle chiese o opere che fanno parte
della Fcei come «aderenti»,
delle «federazioni regionali» (che sono attualmente
tre: Triveneto, Liguria e
Piemonte meridionale, Puglia e Lucania) e di due organismi collegati alla Fcei:
la Federazione giovanile
evangelica italiana (Fgei) e
la Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei).
L’Assemblea elegge il presidente e i restanti 14 membri del Consiglio; due di essi vengono eletti su indicazione di Fgei e Fdei.
Al suo interno, il Consiglio nomina una giunta con
compiti esecutivi, formata
dal presidente, da due vicepresidenti, dal segretario
e dal cassiere. Il presidente
ha la rappresentanza legale
della Federazione. Finora,
la Fcei è stata presieduta
dai pastori Mario Sbaffi
(metodista, 1967-73), Aldo
Comba (valdese, 1973-76),
Piero Bensi (battista, 197682), Aurelio Sbaffi (metodista, 1982-88) e Giorgio
Bouchard (valdese, dal’88
al 1994).
Un’altra area del lavoro
della Fcei è quella dei contatti ecumenici, soprattutto
a livello intemazionale.
4
PAG. 4 RIFORMA
ÍI¿.
Vita Delle Chiese
msm ^ V . * . _ ,
venerdì 21 OTTORrp
Incontro ecumenico delle chiese gemellate a Bourgoin-Jallieu
Le possibilità dei protestanti
che vivono nella dispersione
GIUSEPPE PLATONE
Il viaggio (di sola andata) è
durato trenta ore ma per il
piccolo gruppo di valdesi riesini la sfacchinata meritava la
pena. L’idea risale al 1991
quando un gruppo di francesi
di Bourgoin-Jallieu, di tedeschi di Bergischt-Gladbach e
di italiani di Riesi ha deciso di
dar vita ad un incontro di protestanti europei. Per incontrarsi la scelta cadde su un piccolo paese dell’ex Germania
orientale, Lugau, nel Brandenburgo, la cui comunità
riformata si lasciò pienamente
coinvolgere in questa iniziativa il cui tema era: «Cristiani
in marcia verso una nuova
Europa». Ora, a tre anni di distanza, toccava ai francesi organizzare il secondo incohtro
europeo. Il pastore Pascal
Vernier con i membri della
sua comunità si è attivato per
accogliere una cinquantina di
partecipanti in maggioranza
tedeschi provenienti da Bergisch-Gladbach (in Renania) e
Lugau, oltre a sei italiani della
Chiesa valdese di Riesi e due
della chiesa di San Germano
nelle valli valdesi. Tema prescelto: «Protestanti nella dispersione: handicap o nuove
possibilità?».
L’incontro, che si è svolto
dal 5 al 9 ottobre, ha richiesto
a tutti i partecipanti un grosso
impegno linguistico perché
dialogare in tre lingue diverse, malgrado lo sforzo degli
interpreti, non è facile. I vari
gruppi di studio sono comunque riusciti a socializzare le
loro esperienze di protestanti
in diaspora. Per l’occasione il
presidente della Federazione
protestante, pastore Jacques
Stewart, ha tenuto ai partecipanti due lunghe comunicazioni su realtà e prospettive
del protestantesimo francese.
L’accento è soprattutto caduto sul ruolo che le chiese locali possono avere nel costruire la nuova Europa: occorre, ha detto in sostanza
Stewart, anche come protestanti esercitare una vigilanza
etica che valorizzi la democrazia contro ogni forma di
discriminazione o nazionalismo. Esce, tra l’altro, in questi giorni in Francia, accompagnato da una forte eco della
stampa, un dossier della Federazione protestante sul tema del lavoro, della condivisione e dell’esclusione, indirizzato alle comunità perché
lo discutano in vista di una
consultazione nazionale prevista per l’ottobre del prossimo anno.
Altro invitato d’eccezione
all’incontro di Bourgoin-Jallieu, il deputato europeo Pierre Bernard-Reymond, sindaco
di Gap, che ha accettato di fare il punto sulla disoccupazione in Europa che sfiora ormai gli 11 milioni di persone.
Formule risolutive nessuno
ne ha trovate ma nel dibattito
con Reymond sono emerse
alcune priorità: umanizzare la
competizione economica; ritornare a uno stile di vita personale più sobrio e non consumistico; rilanciare la ricerca scientifica; riqualificare il
lavoro professionale; risocializzare i disoccupati...
Si tratta insomma di non
frenare le rapide mutazioni
del nostro tempo ma di creare
nuove condizioni di cooperazione e di condivisione mantenendo, in ogni caso, una situazione di apertura e di dialogo con tutte le realtà. L’Europa fortezza sarebbe la fine
di ogni progresso economico
e sociale. Nel documento
conclusivo dell’incontro europeo, anche alla luce del dibattito politico con Reymond,
si è voluto sottolineare il
principio che prima del profitto c’è la persona umana e
che la disoccupazione è una
vergogna della nostra società
occidentale.
A Bourgoin-Jallieu, tuttavia, non si è solo discusso:
c’è stato anche il tempo di visitare la vecchia Lione, quella
L’interno della chiesa riformata di Bourgoin-Jallieu
Giuristi evangelici
Gli enti ecclesiastici
Ecumene 18-20 novembre 1994
Relazioni di: Marco Bomo, Gianni Long,
Piero Trotta, Sergio Rostagno
Per informazioni:
Monica Becchino tei n. 019-806467
Paolo Gay tei. n. 0121-90795
Costo dell’incontro L. 70.000
medioevale di Pietro Valdo e
del tempo della Riforma; la
delegazione italiana ha presieduto il culto nel «tempie
du change», austero edificio
con il pulpito nel mezzo come si usava nel XVI secolo.
Importante è stato anche l’incontro alla Chartreuse de
Saint-Hughe con l’artista Cabanas che, nell’arco di 35 anni, ha decorato un’intera chiesa cattolica con infinite scene
bibliche. Non sono mancate,
inoltre, serate conviviali; ogni
sera piatti diversi dal Brandenburgo alla regione del Rodano sino alla Sicilia con
un’apprezzata pasta alle sarde
per ottanta persone.
Infine nel culto conclusivo,
a più voci, la riflessione sulla
disseminazione «voi siete il
sale della terra» si è intrecciata al bisogno di rompere
l’isolamento e mettersi in comunicazione per condividere
e verificare il cammino del
discepolato cristiano. Così in
effetti è avvenuto per la cinquantina di partecipanti a
questo secondo incontro protestante europeo. Il terzo e
prossimo appuntamento europeo si terrà, per espressa richiesta dei partecipanti, a
Riesi, in Sicilia, fra due anni:
nel frattempo le comunità si
Dichiarazione
finale
«.;.il passato di resistenza di tanta parte del protestantesimo europeo ci
spinge a guardare con fiducia al tempo presente
che è comunque nelle mani di Dio e che possiamo
contribuire a modificare
nell’impegno intemazionale per la pace, la giustizia,
la libertà e la salvaguardia
della creazione.
Disseminati ma non scoraggiati, ritorniamo nei nostri paesi con il vivo desiderio di essere discepoli di
Cristo, portatori di dialogo, di confronto, di nonviolenza, di riconciliazione
e di agape.
Disseminati ma non divisi, desideriamo crescere
e camminare insieme nella
comune responsabilità di
cosfruire i segni del nuovo
mondo di Cristo».
terranno in contatto tra loro
scambiando informazioni sul
proprio lavoro che, nel frattempo, gli uni e gli altri hanno imparato a conoscere. Per
esempio la chiesa riformata
di Lugau, numerosa e attiva,
è da tempo senza pastore; i
laici fanno tutto ma dopo
quattro anni di assenza pastorale sentono la necessità di
avere un teologo a tempo pieno. «In genere - ha commentato il pastore Roland Knuth
al momento di rientrare a
Bergisch-Gladbach - gli incontri europei sono faccende
per esperti. Noi vogliamo invece che si incontri soprattutto la base delle chiese. La
gente che si impegna nella
propria chiesa locale ma poi
non ha mai la possibilità di
confrontarsi con altri su scala
intemazionale è il tipo di persone che noi cerchiamo».
Lo sforzo organizzativo è
stato notevole ma la riuscita
dell’iniziativa ha largamente
compensato i partecipanti
che, questo é certo, oggi si
sentono meno isolati di prima
nel loro essere protestanti.
Intensa attività della Chiesa battista di Casorate Primo
Matrimoni e «Gospel Singers
»
' i:
■/
€ ■c--
La comunità battista di Casorate Primo all’uscita dal tempio
La corale interdenominazionale milanese «Gospel
Singers» ha tenuto la sera del
26 giugno un concerto nel nostro tempio. Diretta dalla dinamica pianista Omelia Pisano, la corale ha cantato in modo delizioso quindici canti
spfrituali in inglese, esprimenti gioia, dolore, speranza.
L’uditorio, tanti i convenuti
anche dalle chiese di Milano,
fra cui il pastore Paolo Spanu
e la consorte Christine, ha tributato ovazioni a non finire.
Vogliamo ricordare la domenica della gioventù, in
marzo, con il messaggio rivolto da Grazia Rondinone e
la colletta raccolta per l’occasione in aiuto dei bambini e
delle popolazioni del Ruanda,
che ha fruttato 900.000 lire.
La schiera dei piccolissimi
aumenta: due famiglie sono
state rallegrate dalla nascita
di due bambine, presentate al
Signore: Sara di Berenice e
Piero e Maria di Natalina e
Gianni. La benedizione del
Signore le accompagni e le
protegga.
La comunità è stata rallegrata dalla celebrazione di
due matrimoni: quello fra Nicola Jacobellis ed Elisabetta
Abo (del Benin) i quali, dopo
aver contratto matrimonio nel
Comune di Casorate, sono
venuti nel tempio perché venisse invocata la benedizione
di Dio sulla loro unione. La
domenica 29 maggio il pastore ha unito in matrimonio
Aurora Bortolan (mila
residente in Inghilterr|
Terry Dutton (inglese))
articoli del Codice civili
guardanti il matrimonio,)
dal pastore, sono stati
contemporaneamente ii|
glese. Tra i numerosi prea
la madre dello sposo e i
invitati venuti dairingl
e da Milano. Ad entramlj
coppie la chiesa ha do®
una copia della Sacra Scdli
ra e fiori alle spose.
Catanzaro: ricordo di una monitrice
Appello peri
Chiangmà
Patrìzia Ranieri
BRUNO GABRIELLI
LO scorso 15 settembre
un grave lutto ha colpito
la Chiesa valdese di Catanzaro. A soli 34 anni è morta
all’ospedale del capoluogo
calabrese, dove si trovava da
una quindicina di giorni sottoposta a terapia intensiva in
vista di un’operazione, Patrizia Ranieri, già monitrice della scuola domenicale. Di salute cagionevole sin dall’adolescenza, una dozzina di anni
fa era stata colpita dall’ edema di Quick, e soprattutto da
allora era cominciato il suo
lungo combattimento con la
sofferenza, con Dio e spesso
anche con il prossimo per difendere il suo diritto a rimanere se stessa, a vivere nonostante tutto la propria vita.
Sorretta da una forza d’animo e da una serenità straordinarie, contro il parere di tutti,
anche di coloro che le volevano bene, aveva voluto avere
un figlio suo, una famiglia
sua, per mantenere la quale si
sottoponeva talvolta a lavori
fra i più umili e pesanti. Poco
prima del suo ultimo ricovero, alla fine di agosto, aveva
vinto la sua ennesima battaglia, una causa contro l’amministrazione comunale che
anni prima l’aveva assunta in
un’équipe socio-pedagogica e
subito licenziata, e aveva ripreso il suo posto.
A chi le chiedeva il segreto
della sua forza ha risposto fino all’ultimo con predicazione dell’Evangelo, di quella
parola di Dio che nemmeno
durante i lunghi periodi di degenza negli ospedali di mezza
Italia (Catanzaro, Roma, Mi
lano...) cessava di meditare e
di offrire a chi le stava vicino.
L’autunno dello scorso anno,
quando alla vecchia malattia
con cui aveva faticosamente
imparato a convivere si era
già aggiunta una grave forma
di colite ulcerosa, si faceva
ancora promotrice degli incontri infrasettimanali fra i
membri dell’ex gruppo Fgei
degli anni ’70 e ’80.
Ai familiari, già duramente
colpiti da altri lutti gravi e recenti (da ultimo la morte di
Saverio, il papà di Patrizia,
proprio due mesi e mezzo
prima), ai parenti, ai numerosi amici, sorelle e fratelli delle diverse chiese evangeliche
di Catanzaro accorsi il 16 settembre a renderle l’estremo
saluto, è stata predicata la
speranza in colui che solo ha
parole di vita eterna (Giovanni 6, 66-69).
(Thailandia), che soi|éS!
un isolotto del fiume c
attraversa la città, a ì
di una fortissima inon|
zione ha subito gravisi
danni. Alcuni padigH^
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CONTABILE
a metà tempo da impiegare nell’ufficio affi
ministrativo del settimanale Riforma.
Requisiti:
-* diploma di ragioneria o equivalenti
- iscrizione a comunità evangelica
- sede di lavoro: Torino
Le domande dovranno pervenire entro il 7 novembre (tEdizioni protestanti s.r.l, via S. Pio V, 15 bis - 0125 (W\
-faxn. 011/657542
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21 OTTOBRE 1994
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Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
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IjfOspedale evangelico di Torino
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^ponenti. Ha lasciato la
^lissione, per scadenza
^mentare, Antonino PizRhe ne è stato membro per
^’;a25, anni, con alcune in¡yoni e per due volte con
^co di presidenza. Lacche Franco Ramella,
immissione dal 1977
» lincarico di presidenza
|si tutto il periodo,
^esti due fratelli va un
mio di particolare rico¡^a per l’impegno prestanti anni nella non
^((ÌOnduzione della geJfoe e amministrazione
plj^pedale, in tempi di
di cambiamenti. In partiate essi hanno promosso il
progetto di ampliatoenW e modernizzazione,
“ rafurtroppo bloccato per
mi non dipendenti dalla
volontà; anche il noicspedale è stato coinvolga crisi generale che ha
Stilo tutto il settore della
¿tà nel nostro paese. Ne
,ano uscendo «con le mani
lite» e anche sul fronte del
Mamento del nostro pro^ sembra che qualcosa si
iainuovendo. Grazie dunfeà questi fratelli che contilo a essere disponìbili per
^gli e collaborazione,
anno anche lasciato la
emissione Primo Violo,
I ringraziamo per il suo
wizio, e il past. Alberto
Icia, rappresentante del
festoro in seno alla ComWe dal 1980. Il Conci
CIO
Antonino Pizzo '
storo ha provveduto alla sua
sostituzione nominando il past. Giorgio Bouchard, che
sarà a Torino da novembre.
La Commissione sinodale
per la diaconia che da quest’
anno ha sostituito la Tavola
nella funzione di coordinamento e di controllo di tutte
le opere socio-sanitarie della
chiesa, ha completato l’organico della Commissione nominando Paolo Gay, Giorgio
Crespi e Gianfranco Baldi a
fianco di G. Ghelli, A. Peyrot e A. Forapane che sono
stati riconfermati. Nella prima riunione della Commissione il pastore Giorgio Bouchard è stato nominato presidente e Gianfranco Baldi vicepresidente. A loro e a tutta
la Commissione va l’augurio
di un lavoro‘efficace connotato da competenza, umanità
e dedizione.
Una testimone fedele dell'Evangelo
Leda Cappello Rocca
GIULIO MAlSANO
LO scorso 20 settembre è
deceduta la sorella Leda
Cappello Rocca, membro della Chiesa evangelica metodista di Roma, nota nell’ambiente evangelico che l’ha conosciuta e apprezzata per il
suo servizio reso con entusiasmo e fedeltà al Signore.
Leda ha ricoperto numerose
cariche di alta responsabilità
in seno alla Chiesa evangelica: fra queste ricordiamo
quella di membro del Consiglio della Facoltà valdese di
teologia, membro del Consiglio dell’Unione cristiana delle giovani, e più volte quella
di vicepresidente del Sinodo.
Nella comunità di Roma
Leda Cappello è stata elemento trainante in tutte le attività per vari decenni. Certamente!’attività a cui lei teneva maggiormente era la scuola domenicale, a cui si è dedicata per tutta la vita e che ha
diretto per molti anni. I fanciulli sono stati al centro della
sua attenzione e del suo intenso lavoro sia nella comunità che nella vita professionale. Occupandosi della scuola domenicale in qualità di responsabile, Leda si era assùnta il compito forse più gravoso e più importante, quello
dell’istruzione ai fanciulli che
è un settore determinante nella vita di ogni comunità ed è
anche il più difficile soprattutto in tempi in cui la dispersione e gli interessi o disihteressi di vario genere speso
tendono a allontanare le famiglie dalla chiesa.
Chi ha collaborato con Leda sa come anche i problemi
organizzativi più difficili venivano affrontati con serenità, quasi con allegria, e divenivano semplici da risolvere. L’insegnamento ai fanciulli era per lei un’attività
seria, solenne, ma nello stesso tempo allegra proprio per
essere adeguata alla gioia che
deve caratterizzare la vita di
tutti gli autentici cristiani ma
soprattutto dei fanciulli, e
l’affetto che i bambini hanno
sempre avuto per lei ne è la
più autorevole testimonianza.
L’entusiasmo, la competenza, la serietà, l’allegria di Leda ci è servita anche in tutte
le altre attività della nostra
chiesa, e ci servirà ancora in
futuro perché ad esse non
possiamo e non dobbiamo rinunciare.
Chi ha avuto occasione di
stare vicino alla nostra sorella
nei-suoi ultimi giorni di vita
ha potuto constatare come,
anche quando le forze si stavano definitivamente spegnendo, lei trovasse l’energia
e Tentusiasmo per richiamare
l’attenzione alle attività della
chiesa e soprattutto ai bambini della scuola domenicale di
cui non poteva più occuparsi
direttamente.
Di fronte a questo bell’
esempio di fedeltà viene alla
memoria la parola della Scrittura; «Sii fedele fino alla
morte e io ti darò la corona
della vita» (Apocalisse 2, 10).
Proprio la fedeltà di Leda fino alla morte ci assicura che
lei è dunque passata dalla
morte alla vita.
[) per»
INIZIATIVA PER I LETTORI DI RIFORMA
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LUTERO
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',11 31 ottobre di ogni anno le chiese protestanti di tut^0 il mondo ricordano l’anniversario della Riforma inisiata nel 1517.
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per telefono 011-655278.
PIEDICAVALLO — Diversi bambini delle scuole domenicali
di Biella e Ivrea con i loro monitori hanno trascorso insieme il fine settimana del 17 e 18 settembre. E stata un esperienza molto bella di vita comunitaria nella quale c’è stato
spazio per giocare, passeggiare, mangiare, cantare, dormire
insieme, ma anche per riflettere con animazioni, pitture e
giochi sui diversi momenti del culto: la chiama e il saluto,
la Parola come momento centrale e l’invio nel mondo. Il bilancio dell’incontro è stato molto positivo: si cercherà di organizzarne altri; si tratta infatti di occasioni importanti per
imparare a conoscersi e riuscire a stabilire un rapporto di
amicizia e di fiducia in modo da lavorare meglio insieme
durante l’anno.
IVREA — La comunità ha dato un primo benvenuto al pastore Gregorio Plescan domenica 11 settembre, in occasione
della sua prima predicazione, con un momento di fraterna
convivialità, subito dopo il culto. Domenica 9 ottobre, poi,
il sovrintendente del circuito, pastore Milaneschi, ha «ufficialmente» insediato Plescan nella chiesa di Ivrea e la comunità, insieme ad alcuni amici cattolici, ha rinnovato al
pastore e alla sua famiglia il più cordiale benvenuto e l’augurio di un periodo di permanenza a Ivrea benedetto dal Signore.
• Domenica 25 settembre la comunità, insieme a un folto
gruppo di sorelle e fratelli cattolici, ha partecipato al culto
presieduto dal pastore Gianni Genre con commozione e
con riconoscenza al Signore per quanto ricevuto nei sette
anni trascorsi insieme. Dopo il culto, durante il momento
conviviale, c’è stato tempo per i saluti, per qualche lacrima,
ma soprattutto per un affettuoso arrivederci a Gianni, Franca, Marco e Jean-Luc e per l’augurio di ogni bene nella loro
nuova sede.
• Giovedì 27 ottobre, dalle 9 alle 17 presso il centro congressi «La Serra», avrà luogo un convegno commemorativo
di studi sull’ing. Guglielmo Jervis, medaglia d’oro della
Resistenza nel cinquantenario della sua morte, avvenuta a
Villar Pellice il 5 agosto 1944 per mano dei nazifascisti.
Questa giornata, che è organizzata dall’Istituto commerciale
«Jervis» di Ivrea, vedrà tra i relatori il prof. Giorgio Rochat
dell’Università di Torino, (c.c.v.)
TERNI — Assegnato alla nostra chiesa metodista, è arrivato,
nella seconda metà di settembre, il pastore Archimede Bertolino. Al culto di insediamento, tenutosi il 25 settembre alla presenza del sovrintendente dell’XI circuito, pastore
Franco Sommani, non ha voluto mancare l’intera comunità
che ha testimoniato la sua gioia. La partecipazione di un così alto numero di fratelli è stata dettata dalla volontà di rinnovare l’impegno di collaborazione anphe al nuovo arrivato, nella consapevolezza che l’opera del Signore Gesù nella
nostra città non può prescindere dal coinvolgimento di tutta
la comunità. Il pastore Bertolino, coadiuvato dalla sua gentile signora, ha già iniziato la sua attività prendendo subito
contatto con la realtà ternana e, insieme ai fratelh di chiesa,
si accinge a trasformare in programma di lavoro le sue proposte e i suggerimenti scaturiti dagli incontri con il Consiglio e con l’assemblea di chiesa. NeH’esprimere la gioia dei
metodisti di Terni, la comunità non può non rivolgere il
proprio pensiero affettuoso a Arcangelo e Emola Pino, pastore emerito e signora che, trasferitisi ora in Sicilia, hanno
guidato la nostra chiesa per un lungo periodo. Il loro lavoro
nella chiesa e nel campo sociale cittadino ha lasciato un segno di grande valore cristiano che sarà certamente ricordato
con riconoscenza, (f.r.)
BOBBIO PELLICE — All’età di 86 anni è deceduta Susanna
Bonjour ved. Geymonat. Nel silenzio e nella solitudine della sua abitazione Davide Lausarot, di 82 anni, vedovo da
un anno circa, ha cessato di vivere mentre curava le proprie
faccende domestiche, nella piccola borgata Bossolea. Per
molti anni il nostro fratello era stato membro del Concistoro.
A poco più di un giorno è deceduta in ospedale Maria
Mondon ved. Charbonnier, all’età di 61 anni; si sono dimostrati inefficaci tutti i tentativi della medicina e della chirur- '
già messi in atto. Ai familiari tutti rinnoviamo l’espressione
della solidarietà umana e della comunione di fede nella resurrezione dei morti in Cristo, Signore della vita.
PRAROSTINO — Domenica 16 ottobre, nel corso del culto, è
stata presentata la piccola Sophie di Erika e Klaus Langeneck, che intendono così condividere con la comunità la
gioia e la responsabilità del loro compito di genitori, nonché la fiducia e la speranza in Dio per la vita di Sophie.
• La comunità si è stretta con affetto e commozione attorno
alle famiglie della sorella Ida Avondet, di 60 anni, del fratello Giacomo Davide Costantino, di 104 anni, e della sorella Celestina Benech ved. Pons, di 97 anni, in occasione
dei rispettivi funerali.
SAN MARZANO OLIVETO — Con un culto di Santa Cena
e con l’ammissione di cinque nuovi membri di chiesa, domenica 16 ottobre la pastora Dorotea Müller, sovrintendente del V circuito, ha insediato il pastore Bruno Giaccone
alla guida della nostra comunità. A una folta e attenta assemblea, raccolta come di consueto nel tempio di San Marzano, il pastore ha predicato su due testi (Is. 65, 17-22 e I
Cor. 7, 29-31) annunciando la salvezza che Dio in Gesù
Cristo offre a tutte le creature. A donne e uomini spesso sfiduciati e incapaci di sperare, a una storia solcata dal male e
dal dolore, il Signore in Cristo non si stanca di manifestare
la sua grazia affinché «chiunque crede in lui non perisca ma
abbia vita eterna» (Giov. 3, 16). In questa prospettiva e con
l’intenzione di voler testimoniare quotidianamente l’Evangelo, i cinque nuovi ammessi hanno espresso con brevi preghiere personali la volontà di seguire Gesù e di partecipare
con impegno alla vita comunitaria. Un’agape fraterna ha
concluso la giornata.
PERRERO-MANIGLIA — Le comunità hanno rivolto un
caloroso e fraterno benvenuto alla pastora Daniela Di Carlo, che è da poco giunta in valle con il marito Daniele Bouchard, pastore a San Germano, e la piccola Sofia, dopo gli
anni trascorsi a Vasto e nella diaspora abruzzese. Daniela
Di Carlo prende il posto della pastora Lucilla Peyrot, ora in
servizio a Pomaretto.
6
PAG. 6 RIFORMA
All’Ascolto
VENERDÌ 21 OTTQBRf
IL VIAGGIO
DELLA FEDE
GIUSEPPE PLATONE
Leggendo questo testo mi
è venuta in mente una
leggenda ebraica che racconta di Terah, padre di Abramo,
il quale un giorno lasciò il
suo giovane figlio a controllare il laboratorio in cui costruiva gli idoli. Mentre il ragazzo era solo arrivò una
donna portando un piatto di
farro (una varietà di frumento
poco conosciuta in Europa)
che depose ai piedi di un idolo. Dopo una lunga preghiera
ai piedi dell’idolo la donna
uscì. Appena fuori. Abramo
prese un’ascia e cominciò a
sfasciare tutti gli idoli salvo il
più grande, che era a dimensione umana; quindi ripose
l’ascia sulle braccia dello
stesso idolo.
Dopo poco tornò il padre
che cominciò ad infuriarsi;
chiese: «Chi ha distrutto tutto
il mio lavoro?». Il giovane
Abramo rispose: «L’idolo più
grosso, non vedi che ha ancora in mano l’ascia?». «Ma non
dire stupidaggini - gli rispose
il padre - gli idoli non vedono, non si muovono, non pensano...». «E allora come puoi
adorare delle divinità che non
possono fare nulla - replicò
Abramo - statue che la mano
dell’uomo può creare o di
Dopo Babele
inizia una nuova storia
«Or l’Eterno disse ad Abramo: ^‘Vattene dal tuo paese e dal tuo parentado e
dalla casa di tuo padre, nel paese che io
ti mostrerò; e io farò di te una grande
nazione e ti benedirò e renderò grande il
tuo nome e tu sarai fonte di benedizione;
e benedirò quelli che ti benediranno e
maledirò chi ti maledirà e in te saranno
benedette tutte le famiglie della terra”. E
Abramo se ne andò, come l’Eterno gli
aveva detto, e Lot andò con lui. Abramo
aveva settantacinque anni quando partì
da Charan. E Abramo prese Sarai sua
moglie e Lot, figliuolo del suo fratello, e
tutti i beni che possedevano e le persone
che avevano acquistate in Charan, e partirono per andarsene nel paese di Canaan; e giunsero nel paese di Canaan»
(Genesi 12, 1-5)
struggere? Non sai che c’è un
unico Dio al quale la terra, il
sole, gli uomini e le donne devono la loro esistenza?».
La lotta contro gli idoli
In questo antico midrash
(racconto ispirato alla Bibbia) si riflette un’interpretazione di Abramo visto come
colui che lotta contro gli idoli, contro il politeismo: Àbramo è interpretato come un
grande riformatore religioso
che introduce l’umanità al
monoteismo. Se guardiamo a
tempi più recenti, all’inizio
del secolo l’esegesi di tradizione anglosassone considerava il patriarca Abramo come la personificazione del
popolo di Israele. Abramo è
un individuo in cui si riassumono i caratteri collettivi di
tutta una nazione.
Dio sceglie in modo inatteso: non è Abramo che si rivolge a Dio ma è Dio che si
rivolge a lui. La risposta è
immediata, concreta: «Àbramo se ne andò». La richiesta
che gli è stata rivolta è enorme. Per l’uomo antico rompere con il proprio ambiente, i
propri legami è incomprensibile, assurdo, significa perdere ogni sicurezza, tanto più
che anche la meta non è chiara: «Il paese che io ti mostrerò...».
La promessa di Dio
Se sconvolgente è la richiesta tanto di più lo è la
promessa : «Farò di te una
grande nazione... tu sarai
fonte di benedizione... e in te
saranno benedette tutte le famiglie della terra».
«Renderò grande il tuo no
Interessanti sono anche alcune interpretazioni psicoanalitiche su Abramo: il patriarca segue la propria voce
interiore che lo porta a rompere con il passato e cercare
nuovi spazi (Canaan) per
esprimere una nuova religiosità... ma qui non vorrei tenere conto delle varie interpretazioni su Abramo, considerato in ogni caso da ebrei,
musulmani e cristiani «padre
dei credenti». Mi interessa invece incontrarlo nella sua singolare semplicità.
Intanto il luogo biblico: è
interessante notare come la
vicenda di Abramo si collochi come uno spartiacque nel
racconto delle origini. Dopo
la caduta nell’Eden, dopo
Caino, dopo il diluvio, dopo
Babele inizia una nuova storia: dopo i grandi fallimenti la
rinascita: dopo l’avversione,
la conversione a Dio. Se la
grande sinfonia del genere
umano si era amaramente
conclusa nell’avventura della
torre di Babele, ora tutto riparte di nuovo e questa volta
da un individuo.
me» dice Dio ad Abramo. Gli
uomini ci avevano provato
con la torre di Babele ma fu
la rovina: al trionfalismo di
Babele si contrappone la
semplicità di un credente; si
fronteggiano qui anche due
modi diversi e opposti di essere chiesa, di vivere la propria fede in Dio. Evidentemente la strada giusta non è
conquistare Dio ma lasciarsi
conquistare: non è catturarlo
ma lasciarsi catturare; non è
cambiare Dio ma lasciarsi
cambiare da lui.
Dio parla e l’uomo risponde con un’azione: tra Dio e
Abramo nasce così un amicizia destinata a rifiorire, nel
corso dei secoli, tante altre
volte quando un uomo o una
donna accettano di seguire
pienamente la volontà di Dio.
Gli amici di Abramo sono anche gli amici di Dio; un’amicizia che non tocca solo Israele ma ha un carattere universale. «In te - dice Dio ad
Abramo - saranno benedette
tutte le rmzioni della terra».
Quasi un augurio, come a voler dire: «Dio ti benedica come ha benedetto Abramo».
Oppure: «Dio benedica tutto
il mondo abitato». In altre parole: il mondo in cui viviamo
e lavoriamo, il mondo attraversato dall’odio, dalla libido
del potere, dalla violenza, dalle guerre, si liberi della sua
maledizione e accetti la benedizione di Abramo e inizi così
un nuovo cammino. Non ci
sono confini alla benedizione
di Dio, ce lo ricorda anche il
profeta Isaia : «Volgetevi a
me - dice l’Eterno - e siate
salvati, voi tutte le estremità
della terra!» (Is. 45,22).
Abramo e Sara
esempi di fede
Che cosa c’è di così misteriosamente affascinante
in Abramo la cui figura fonda
la storia dell’elezione di
Israele, rimbalza attraverso i
libri profetici e sapienziali
per approdare al Nuovo Testamento? E qui per tutti valga quel grandioso e solenne
affresco di personaggi che ci
presenta la lettera agli Ebrei
(cap. 11) in cui Abramo e Sara vengono consegnati alla
memoria dei credenti come
esempi di fede. Nell’esplosione del cristianesimo primitivo, tra mille entusiasmi e cadute di tono, il richiamo ad
Abramo e Sara serve sia a
comprendere la continuità tra
Scrittura ebraica ed Evangelo
sia a capire la fede come una
realtà che cammina con le
gambe e la testa di uomini e
donne in un preciso contesto
storico: la fede, insomma,
non è teoria ma è vita vissuta.
Lo dimostra Abramo che
compie un gesto concreto,
rompe con il passato e si avventura in nuove realtà. Il
programma del viaggio si
svilupperà cammin facendo,
e non si tratta solo di un viaggio esteriore, attraverso luoghi e popoli sconosciuti: è
anche un viaggio interiore, è
il viaggio della trasformazione, del cambiamento, della
conversione.
È il viaggio della scoperta
di sé, di cosa c’è dentro ciascuno di noi. Questo viaggio
alla scoperta di se stesso
Abramo vuole farlo in compagnia di Dio. In tutto questo
non c’è nulla di eroico, Àbramo non è il superuomo anzi
ha spesso paura, di fronte al
faraone mentirà pur di salvare
la pelle. Abramo, con tutti i
suoi limiti, è uno come noi
ma ogni volta che incontra
Dio la sua debolezza diventa
la sua forza.
Dio ci accompagna
Nel corso del viaggio Abramo scopre che Dio
gli cammina accanto: Dio
non lascia solo chi risponde
con prontezza alla sua chiamata e più le cose si complicano durante questo andare
verso la terra promessa e più,
Abramo ha bisogno di sentire
la voce e di cogliere la presenza di Dio. Questa vicinanza di Dio noi la cogliamo in
Gesù Cristo, anche lui come
Abramo aveva una fede pratica, fattiva, concreta. Non
solo parole ma scelte di vita:
«Non chiunque mi dice Signore, Signore entrerà nel
Regno dei cieli ma chi fa la
volontà del Padre mio che é
nei cieli» (Mt. 7, 21).
Noi credenti in Cristo, amici di Abramo, siamo invitati a
prendere sul serio la fede che
Dio ci rivolge e lo possiamo
fare non solo con i sentimenti
ma con fatti concreti, semplici, coerenti, quotidiani.
Il lungo viaggio
della fede
La fede quattro volte millenaria di Abramo continua a nutrire e interrogare le
grandi tradizioni religiose
ebraiche, cristiane e islamiche. Mi'chiedevo prima, e me
lo chiedo ora anche a proposito di Gesù Cristo: che cosa
c’è di così fortemente attraente e attuale in Abramo? Io
credo che Abramo prima, e
Cristo poi, ci donano la speranza che sia possibile, anche
per noi, diventare veramente
amici e amiche di Dio. Che si
possa parlare, discutere, piangere, ridere (non dimentichiamo il sorriso di Sara!) lavorare, costruire, cadere e rialzarsi, morire e risorgere con lui,
nostro unico vero amico.
Non è un caso che Gesù, rivolgendosi ai suoi, dica : «Io
non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quel che
fa il suo Signore, ma voi vi
ho chiamati amici, perché vi
ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre
mio» (Giov. 15, 15). Durante
il viaggio della fede l’amicizia con Dio si approfondirà,
si irrobustirà: il viaggio è
verso la libertà. Io credo che
il protestantesimo, pur con
tutti i suoi limiti, ha intrapreso da secoli questo viaggio
attraverso la storia liberandoci dalle catene della servitù
religiosa, ideologica per arrivare a un nuovo rapporto di
fede in Dio fondato in Cristo.
Questo viaggio verso una
piena libertà, se vogliamo
compierlo mantenendo viva e
Preghiera
Dovunque io vada
tu sei il mio compagno,
che mi tiene per mano e mi conduce.
In questa strada su cui arranco,
tu sei il mio solo sostegno:
al mio fianco
ti carichi del mio fardello.
Se durante il viaggio
mi perdo a ciondolare,
tu mi rimetti in marcia:
tu hai spezzato la mia svogliatezza.
Dio mio tu mi rilanci in avanti.
Tutti gli esseri viventi,
tutti gli uomini
sono diventati miei fratelli preziosi.
Adesso la tua gioia irrompe in me,
mi circonda, mi accompagna,
sono come un bambino felice
in una bella festa.
dizion
Imcasod
»imitteni
f l^gditofs !
Î il diritto di
propositiva l’amicizia
Dio, deve avere come bussi
la sua Parola. La rotta bod|
risparmierà di certo ten
e bonacce ma se tutto l’d
paggio collabora secoatoj
compiti assegnati, se verif
cheremo periodicamente^
struttura della nostra imbat
zione, è possibile arrivaie|
porto. La forza per compi
questo viaggio di liberazinj
verso la piena libertà deif
di Dio la dobbiamo chiet'
ogni giorno, in preghi«^
Dio, non so se lo sapete, èig
amico esigente ma l’impeÿ’^
che investiremo in ques|
rapporto diventerà il set^
stesso della nostra esisten:
mistico indiano del 17° secoli
(Tratto da In attesa del mattino della Cevaa, 1991)
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F^go di mancato recapito si prega restituire
Jj 2 finente presso i'Ufficio PT Torino CMP Nord.
si impeQna a corrispondere
T ¡¿iiittodlresa.
Fondato nel 1848
I •
K'
ÉBasta guardare gli appuntamenti e le feste di questi giorP ovunque, nelle Valli, da Pomaretto a Villar Pellice a San
condo o Torre Pellice, incontriamo una festa della castapa.o una castagnata. Il tradizionale, frutto autunnale viene
ìlsumato in vari modi ma quello più classico, nelle Valli,
trasformazione in caldarroste. Nella foto vediamo la
ieparazione sul fuoco delle castagne a Rorà domenica
orsa; piatti che un tempo erano la base dell’alimentazione
lotidiana e «povera», oggi sono ricercatissimi e venduti in
sficceria. Gran parte della produzione oggi viene comfercializzata su Torino; spesso i prezzi delTingrosso sono
linitamente più bassi di quelli al dettaglio eppure la vai
^llice potrebbe incassare in una stagione oltre un miliardo,
psapesse riscoprire la sua vocazione verso la castagna.
D:
V <
À
VENERDÌ 21 OTTOBRE 1994 ANNO 130 - N. 40 LIRE 1300
Fra pochi mesi si voterà in
quasi tutti i Comuni del
Pinerolese; nelle valli solo
Massello e Fenestrelle hanno
scadenze diverse. Cambierà
probabilmente molto la mappa
del «potere locale», alcuni
sindaci sulla breccia da anni
non si, ricandideranno più, con
la nuova legge diminuirà in
assoluto il numero dei consiglieri, ci saranno in alcuni municipi i ribaltoni con l’avvento
di nuovi schieramenti; c’è
tempo, da qui alla primavera,
per registrare queste novità.
Resteranno invece i funzionari, dal segretario comunale
all’addetto all’anagrafe e il
messo; in molti casi il segretario, come il responsàbile
dell’ufficio tecnico, è in condominio con altri Comuni; le
AMMINISTRAZIONI LOCALI
IL FUNZIONARIO
PIERVALDO ROSTAN
dimensioni straordinariamente piccole di molti paesi
non giustificherebbe una persona a tempo pieno.
Un tempo (alla politica arrivavano persone dotate di
autentico spirito di servizio,
ma spesso in difficoltà a districarsi con le leggi) si diceva che il segretario comunale
contava più del sindaco e in
molti casi effettivamente il
tecnico si sostituiva all’uomo
politico. Oggi non è più così;
malgrado recenti leggi aumentino di fatto il «potere»
del funzionario rispetto al politico, valorizzando quello
che viene chiamato management, oggi il segretario è più
che altro l’uomo (o la donna)
del no; questo non si può fare, questo va contro quella
norma. Sembra quasi che
mentre il politico non si possa
più assumere certe responsa
bilità il funzionario abbia
paura di assumersele anche
perché rischia di suo.
C’è poi un altro problema;
quasi mai (e questa è anche
responsabilità di tutti noi) abbiamo saputo costruire non
solo una classe politica dirigente proveniente dal territorio, ma nemmeno ci siamo
impegnati affinché i nostri
giovani si avviassero a una
professione che in qualche
modo li facesse responsabili
della gestione del territorio
che è loro. Così i cittadini
sentono sempre più lontano il
potere locale come la macchina burocratica; anche per
questo l’autonomia delle zone
montane si limita alle parole;
è necessaria una presa di coscienza e un po’ di autocritica.
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^Tsindacati parlano di un
ide successo della mobilinone nel Pinerolese per lo
ìopero di venerdì scorso;
rerse centinaia i lavoratori
ghe si sono ritrovati per partetare con striscioni e bandie!ie alla manifestazione di
piazza Castello a Torino,
ll’ambito dello sciopero na^nale indetto dalle organizjEioni sindacali confederali.
L’appuntamento per quanti
operai, studenti, insetti e impiegati hanno volto partecipare in prima perona alla protesta nazionale
l^rà a Pinerolo, da dove otto
pUman sono partiti alla volta
Torino, ma molti hanno
Paltò anche il treno, alcuni
l’feo. La tensione emotiva
molto forte e per la prima
fólta dopo tanti anni, così cotte è avvenuto nel resto d’Italia, era altrettanto forte l’unità
le varie categorie di lavoratori presenti. In generale
“H; oltre a quanti hanno par, .ripato alla manifestazione
¿'Torino, l’astensione dal lapero è stata molto alta ovunpae: hanno scioperato in mas^gli insegnanti, compresi
^eUi de]]g scuole private cole il Collegio o le Maurizia||e di Torre Pellice.
“er il ritorno i pullman sodiventati 13 e non si è riuetti a trovarne altri disponila . Nelle fabbriche l’aesione è stata molto alta,
^atprese quelle situazioni
Mo Manfredi),
volte ci si muoveva
fc^eo, «Berlusconi ha ottenuto
I. *'°’^Pattare la protesta - diliffpna sindacato - coinvolt^nche le aree più diffi9’'^ però la gente si
Ivph ^ ' risultati; bisognerà
Idiay volontà di me
^Rrimenti dovremo
iTottf^r momenti di
i do T t»' pensan
P'fia’p,^ ,'"erolo, a una grande
per la sera di ve‘^Piossimo.
Anche a Pinerolo e dintorni il fenomeno ha raggiunto dimensioni allarmanti
Le leggi non riescono a contenere l'usura
CARMELINA MAURIZIO
Anche nel Pinerolese, come ovunque in Italia,
uno dei fenomeni dai vari risvolti che si va imponendo
all’attenzione pubblica è
quello dell’usura, che coinvolge in maniera sempre più
massiccia diversi strati sociali
e che mette in circolazione
somme assai ingenti. «Da
qualche tempo - dice Piercarlo Pazè, pretore di Pinerolo l’usura a Pinerolo e dintorni
è diventata uno dei problemi
più grossi che ci troviamo ad
affrontare quasi quotidianamente nel nostro lavoro; oltretutto in molti casi si tratta
ancora di un fenomeno som-,
merso e al tempo stesso abbiamo delle leggi inadeguate
che non ci consentono di stabilire con facilità quando si
tratta di usura o di altre forme minori di reato, mentre
contemporaneamente il fenomeno assume forme nuove,
per cui agli usurai vecchio
stampo si vanno affiancando
in questa zona come in molte
altre parti di Italia le nuove
modalità di usura, spesso camuffate da società finanziarie
o anche attraverso alcune
forme di prestito bancario».
Ad essere coinvolti e a cadere nella trappola angosciosa
dell’usura a Pinerolo sono soprattutto i commercianti e gli
artigiani, che nella maggioranza dei casi non hanno alcuna possibilità di accesso al
prestito bancario e ricorrono
per necessità all’usuraio.
«Oggi - dice l’avvocato Marco Bomo - ci troviamo molto
spesso di fronte a diversi tipi
di usurai; infatti a fianco di
gruppi organizzati, noti alle
cronache giudiziarie e fra chi
cerca il prestito facile e immediato, ci sono i piccoli usurai, persone che si lasciano a
loro volta ingannare da prospettive di guadagni facili.
Attualmente i tassi di interesse del prestito illegale vanno dall’80 al 400% e questo
spinge spesso chi ha dei soldi
da investire a tuffarsi in modo
sprovveduto nel mondo sommerso dell’usura senza rendersi Conto in diversi casi dei
rischi a cui va incontro». Se è
vero dunque che si tratta di un
fenomeno sommerso ma in
pericolosa crescita è al tempo
stesso vero che al momento
non ci sono molti margini per
arginarlo, né è facile per chi
vi è coinvolto uscirne. «Assistiamo a tanti casi disperati spiega Piercarlo Pazè - e
spesso dietro a piccole e
grandi imprese che sono fallite qui nel Pinerolese, anche se
inchieste ufficiali non ci sono,
c’è dietro l’usura e qualche
volta, anche se per ora più raramente, anche l’estorsione.
Attualmente i processi di usura sono di competenza del
Tribunale e le pene vanno da
uno a cinque anni ma siamo
in attesa di norme più severe,
che potrebbero di certo contribuire ad arginare l’usura
nei piccoli come nei grandi
centri urbani».
Certo, da un lato, per chi
vuole avviare un’attività
spesso le banche sono inaccessibili se non si è in grado
di fornire solide garanzie,
dall’altro le vittime sono
spesso in forte soggezione
verso chi è stato l’unico ad
«aiutarli» nel momento della
difficoltà economica, e ciò
non agevola certo la giustizia.
Su un lontano numero del Bollettino
della Società di studi valdesi, precisamente il n. 18 del 1900 nel quale, fra
l’altro, è pubblicato un interessante articolo di Ferdinando Gabetto su Valdesi,
catari e streghe in Piemonte dal secolo
XIV al XVI, ho trovato il racconto di un
episodio curioso e simpatico, che forse
non rappresentò, a quéi tempi e in tempi
più recenti, un caso isolato.
Si tratta della descrizione, a firma di
G. Ribet, professore, di un documento riguardante il censimento della popolazione e del bestiame in vai S. M^ino nel
1698, dunque otto anni dopo il Rimpatrio. Il censimento, fra l’altro, era stato
fatto per stabilire la quantità di sale necessàrio per persone e bestie. Scrive il
prof. Ribet;
«Dal bestiame posseduto si desume la
disuguaglianza tra le famiglie, ad otto
anni soltanto di distanza dal rimpatóo,
riguardo alla prosperità materiale. Una
famiglia invero possiede 20 vacche, 50
IL FILO DEI GIORNI
UNO STRANO
«RGARDÜM»
MARCO ROSTAN
pecore, 26 capre, due altre hanno 12
mucche, parecchie ne hanno 9 o 8; méntre molti ne hanno una sola o non ne
hanno affatto.
Vuol dire che dove vi erano, al Ritorno, rappresentanti delle famiglie che occupavano il paese prima del 1686, essi
assunsero a nuovo le terre già possedute
prima dell’esiglio...».
E aggiunge, in nota, questa curiosità, a
proposito della famiglia che possedeva
20 vacche; «È la famiglia di F. Rosta
gno, che la tradizione colloca ai Pomieri,
con alpe a Bo-del-Col. In relazione ad
essa ho raccolto di questi giorni una singolare storiella.
Un giovane dei Pomieri aveva una sola vacca che in estate egli ricoverava in
una medesima stalla con le 20 del Rostagno. Fidanzatosi con una ragazza estranea al Comune, ei la condusse all’alpe
pel così detto “rgardiim”, cioè per la visita al paese ed alla casa dello sposo.
Menatala alla stalla ei le disse; qui stà il
nostro bestiame. Credendo essa che tutte
quelle mucche fossero di proprietà del fidanzato, se ne partì accontentata.
Fattosi il matrimonio e stando essa ai
Pomieri, è voce dicesse al marito; “che
non si va a custodire il bestiame all’alpe?’’. Ed egli di rimando; “non te ne dar
pensiero, c’è là chi lo custodisce”.
La tradizione non dice per altro come
la giovane sposa abbia scoperto la pia
frode, e come ne abbia accolto la rivelazione».
In Questo
Numero
Castagne
La vai Pellice è tradizionalmente ricca di piante di
castagno, e la produzione
dei loro frutti è consistente. Esistono tuttavia dei
problemi, legati essenzialmente alle malattie che
colpiscono tali alberi. È
pertanto utile che gli operatori e gli esperti possano
incontrarsi per prendere
iniziative di rilancio nel
settore.
Pagina II
Centro storico
H futuro del centro storico di Pinerolo sarà un futuro pedonale? È quello
che si sta discutendo in
città. Il Comune sta elaborando un piano tecnico, ma
un altro studio è stato consegnato all’amministrazione da parte dell’associazione commercianti; questi
ultimi sono in prevalenza
favorevoli all’ipotesi di
chiusura al traffico. 11 probletha principde è tuttavia
rappresentato dalla necessità di creare parcheggi.
Pagina II
Scuola sicura
Le scuole medie di Luserna San Giovanni e di
Bricherasio sono coinvolte
in un progetto varato dal
Provveditorato agli studi
di Torino attraverso i suoi
organi competenti in materia di protezione civile. Alcuni incontri con esperti
proporranno nelle sedi
scolastiche i temi della sicurezza, dell’igiene, della
prevenzione degli incendi.
Pagina III
Musei
La rivista dell’assessorato ai Beni culturali e ambientali della Regione dedica un servizio, fra l’altro,
ai musei valdesi come luogo della memoria.
pagina ni
8
PAG. Il
]L Eco Delle
;i
VENERDÌ 21 OTTORrp ,
Lavoratori del Pinerolese allo sciopero di venerdì 14 a Torino
LUSERNA SI AFFIDA ALL’ACEA — Dopo la gestione
dell’acquedotto, e in attesa del depuratore, il Consiglio comunale ha deliberato di affidare la gestione del riscaldamento nel municipio all’Acca. «Il Comune risparmia nettamente e noi ci guadagniamo - dice il direttore tecnico, ing.
Carcioffo questo è quanto appare da altre analoghe situazioni». Il Consiglio della scorsa settimana è stato ancora
una xolta (da quando i «progressisti» sostengono la giunta
Ppi-Socialisti vai Pellice accade regolarmente) breve e senza grosse opposizioni: non è servita la presenza della Lega
né il Ccd Colomba. Per il resto diverse nomine, dalla commissione cave al Consiglio di biblioteca; la convenzione per
l’asilo nido con il Comune di Torre Pellice è stata rinnovata, pur nella consapevolezza che oggi la struttura di Torre è
insufficiente. Approvato anche il regolamento per i parrucchieri e i barbieri: eventuali nuove aperture di tali attività dovranno collocarsi ad almeno un km e mezzo da ciascun esercizio esistente.
VENDITA CORPI DEL REATO — Presso la cancelleria del
tribunale si svolgerà, sabato 22 ottobre una vendita di corpi
di reato. Si potrà trovare tra l’altro un anello d’oro con brillantini da un prezzo di 200.000 lire a un televisore da
70.000 lire o ancora un’autoradio da 25.000 lire; seguono
autovetture, cacciaviti, lance termiche, vespe e motorini.
SENZ’ACQUA LA FABBRICA È FERMA — È polemica a
Pinasca fra Comune e dirigenza della Scot, la fabbrica che
lavora nel settore della componentistica per auto. Sono stati
fatti investimenti per oltre 3 miliardi e ora si scopre che l’acqua che l’acquedotto può erogare è insufficiente alle esigenze della produzione. Così la fabbrica è ferma con le ovvie
proteste della proprietà, mentre l’Acea sta già valutando
quali possibili interventi effettuare per ridurre i problemi.
PENSIONI E PARLAMENTARI — Il deputato della Lega
Nord Lucio Malan è intervenuto a proposito dei tagli sulle
pensioni, affermando che la manovra è dettata dall’altissimo deficit pensionistico, causato da pensioni non proporzionate ai contributi versati ma elargite fino ad oggi con
enormi disparità, e che oggi è di 86.000 miliardi e tra dieci
anni sarebbe praticamente raddoppiato. Le pensioni sono
anche la principale spesa dello stato, ha detto Malan, pari a
300.000 miliardi l’anno, il 34% della spesa complessiva,
senza dimenticare che nel 1994 la differenza tra le pensioni
erogate e i contributi versati è stata di 86.000 miliardi. Per
arginare il deficit pensionistico bisognerebbe aumentare le
tasse, con la conseguenza dell’aumento dei prezzi dei prodotti italiani e una minore occupazione. Malan ha anche
sottolineato che la legge finanziaria non si è limitata a tagliare le pensioni, ma ha toccato altri capitoli di spesa, riducendo per esempio l’indennità del presidente della Repubblica e dei parlamentari. Il parlamentare leghista è anche tra
i firmatari di una proposta di legge che prevede una riduzione del numero dei deputati e senatori, che dovrebbero essere ridotti, secondo la proposta, rispettivamente a 475 e 236
mentre il numero attuale è di 630 deputati e 315 senatori.
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La vai Pellice offre una ricca produzione destinata perlopiù all'area torinese
Serve un piano di intervento per valorizzar!
la tradizionale coltura della castagna
____piebvalpo rostan_ mercato vista la bassa qua- 2 quintali di frutti!) si può di- dante. S
lità. In zona abbiamo diverse re di una nrnduzinne annua munnue
»ne o(
Con l’autunno si torna a
parlare di castagne, coltivazione tradizionale delle
vallate alpine; la vai Pellice è
sicuramente fra queste. La
Comunità montana da alcuni
mesi si è impegnata in questo
settore della frutticoltura.
Spiega Franco Cairus, del
Servizio agricoltura: «L’agricoltura non è solo alpeggi e
zootecnia; abbiamo deciso di
occuparci della castagna che
ha storicamente rivestito un
ruolo importante come elemento di scambio col grano o
il granoturco o nell’alimentazione per verificare la possibilità di rivalorizzare questo
tipo di coltivazione. All’inizio
degli anni ’80 si era intervenuti in alcuni casi con delle
potature di risanamento e.
con l’acquisto di astoni innestati, poi abbiamo avuto un
periodo in cui non ci siamo
potuti occupare del settore.
Ora, sollecitati anche dai
produttori e stimolati dal fatto che il dott. Davide Baridon
si è laureato proprio con una
tesi sul castagno, siamo riusciti a realizzare un progetto
per verificare qual è l’esatta
situazione del castagno da
frutto in vai Pellice. Ciò alfine di individuare quali interventi effettuare per migliorare le produzioni».
- Dopo che negli anni scorsi si erano introdotte varietà
eurogiapponesi, di notevole
pezzatura ma di scarsa qualità, si stanno riscoprendo
ora le varietà locali?
«Effettivamente le grosse
castagne giapponesi non riuscivano a trovare un valido
mercato vista la bassa qualità. In zona abbiamo diverse
cultivar, alcune decisamente
eccellenti e proprio ad esse ci
siamo rivolti reinnestando su
piantine giovani e costituendo
un piccolo vivaio in valle».
- La maggior parte della
produzione valligiana va a finire sul mercato torinese, con
prezzi all’agricoltore tra le
1.000 e le 2.000 lire al kg,
salvo poi vedere la vendita al
dettaglio o più ancora dopo
una lavorazione, salire a cifre
elevatissime; non è possibile
pensare a una trasformazione
sul posto?
«Il discorso della trasformazione è interessante, ma la
costruzione di un centro apposito sarebbe molto onerosa. Sicuramente il valore aggiunto di un prodotto come la
castagna sarebbe elevato ma
occorre prima vedere quali
sono i risultati dell’indagine
di Baridon e successivamente
vagliare la disponibilità di
agricoltori abbastanza giovani, a lavorare sul prodotto».
- Allora vediamo cosa ha
trovato Davide Baridon nella
sua ricerca...
«Le cifre parlano di circa
10.000 esemplari di castagno
da frutto innestati; si tratta di
un patrimonio ragguardevole: nel 1929 si erano rilevati circa 15.000 alberi ma
erano altri tempi in cui il castagno era veramente la base
dell’alimentazione del montanaro. Considerando i 10.000
alberi, ipotizzando una produzione, invero piuttosto bassa, di circa 50-80 kg per esemplare (si pensi che alcune
qualità, se in buone condizioni arrivano a produrre anche
Pinerolo: il futuro del centro storico
A piedi è bello^ ma
servono i parcheggi
DAVIDE ROSSO
LJ ufficio tecnico del Comune di Pinerolo sta
elaborando un progetto per la
chiusura del centro storico
cittadino: «pedonalizzare» 0
no il centro storico di Pinerolo? Tra i commercianti molti
sono i favorevoli ma c’è chi
si oppone all’idea.
Tra i commercianti della
zona infatti pare ci sia una
maggioranza (circa il 70%)
che si dichiara favorevole alla
chiusura del centro contro
circa il 30% che vede in questo divieto alle auto un potenziale pericolo per la propria
attività. Intanto l’associazione
commercianti di Pinerolo ha
consegnato in Comune uno
studio di rinnovo urbano che
riguarda la parte di centro che
è già stata chiusa al traffico.
Lo studio, dicono all’Associazione commercianti, potrebbe servire come progetto
base per una discussione in
vista «dell’altro» progetto che
l’Ufficio tecnico sta preparando. Il progetto presentato
dall’Ascom, che è sostanzialmente una proposta di riqualificazione ambientale di tre
vie del centro, è stato realizzato dell'architetto Nunzia
Palumbieri e prevede archi
(che farebbero da appoggio a
piante rampicanti) come
«porte di accesso» al centro
storico (da via del Duomo, da
piazza Facta, da piazza Verdi) fioriere e dissuasori asportabili uniti fra loro da catenelle che bloccherebbero l’accesso alla zona agli automezzi e inoltre cartelli che funzionerebbero da guida, per i
visitatori, agli esercizi della
zona. Il progetto, che all’Ascom è stato offerto gratuitamente dall’architetto Palumbieri, verrebbe finanziato dai
commercianti. Tuttavia la
chiusura del centro storico
pone un altro problema, quello dei parcheggi. La chiusura
delle vie del centro infatti
provocherebbe un’ulteriore
diminuzione dei posti auto a
Pinerolo. All’Ascom dicono
che bisognerebbe localizzare
dei parcheggi satellite anche
per non scoraggiare quei visitatori che all’auto non sanno
proprio rinunciare. Se la riqualificazione urbana del centro cittadino sembra essere
una delle preoccupazioni dei
commercianti della zona uno
dei nodi da risolvere per la
«chiusura» (ma non solo per
questa) sembra essere quello
dei parcheggi.
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2 quintali di frutti!) si può dire di una produzione annua
che .sfiora i 10.000. quintali il
che costituirebbe un sesto
della produzione di tutto il
Piemonte. Dunque la vai Pellice potrebbe decisamente
giovarsi di tale produzione,
senza dimenticare anche /’
aspetto paesistico offerto dall’imponente chioma delle
piante secolari».
- La castagna come risorsa
economica; ecco quanto
emerge da questi dati. Quest’anno il prezzo all’ingrosso
si è aggirato sulle 2.000 lire;
con prezzi un po’ più bassi la
vendita dei frutti porterebbe
in valle circa 1 miliardo e
mezzo. Ma, al di là dei numeri, qual è la situazione fitosanitaria delle piante?
«La presenza del cancro è
massiccia, soprattutto dove le
piante sono state trascurate;
si notano vistosi disseccamenti degli apici, stati di sofferenza della pianta che portano a ridotte produzioni.
Fortunatamente il cancro non
è più causa di morte certa come accadeva negli anni ’50 e
’60; il danno è comunque alto. Un’altra malattia, più
grave anche se meno diffusa
è il “mal dell ’inchiostro ” e in
questo caso l’albero muore
nel giro di tre o quattro anni.
Le possibilità di intervento
per recuperare gli alberi, nel
caso del cancro, consistono
essenzialmente nella potatura
eseguita da personale .specializzato. Purtroppo i costi sono elevati (alcune centinaia
di mila lire in certi casi) ma
se non si interviene si perde
l’albero, così lo si rigenera e
la produzione torna abbon
conm
dante. Sarebbe opportuno
munque trovare dei contri
pubblici per coprire in I
le .spese». ^
- Dove sono i migliori
stagni della valle?
«Il maggior numero è]
dubbiamente a Bobbio
Villar Pellice, ma onci
Lusernetta ci sono ottime
tivazioni, decisamente i,
cessanti per il reddito. U
rietà sono una decina di
sei molto diffuse e di
qualità».
- L’annata non sembra,
le migliori, almeno per la
antità; è stata la siccità
colgono i frutti di una di
denza delle coltivazioni?
«C’è stato il secco
stato un fatto molto
trato in luglio e agosto,
stessa pezzatura più che ii
cessante ci dice che
problema. Potrebbe piuttoi
esserci una questione dì .
pollinazione sempre più dii
Cile a causa delle mala,
non dimentichiamo poi.,
spesso le cure colturalisa
assai ridotte e che nasca
infezioni fungine dei fri
delle piante».
Dunque un piano di i
vento nel settore si impoi
anche per non rinunciare
una produzione che se mi|
rata potrebbe portare all’
nomia agricole della vaDe
di un miliardo e mezzo di
Che cosa fare, come in
nire, come coinvolgere
vani per utilizzare al mej
una risorsa locale, sari
temi di un incontro pu
organizzato dal Comu...
Torre Pellice per veneri
ottobre alle 21, nella salaci
siliare del municipio.
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Chiese Valdesi
123 ota
PINEROLO — Presso i locali della chiesa valdese, sabato 22 ottobre, riprendono gli incontri del collettivo teo;
logico «Giovanni Miegge», organizzati con il Centro culturale valdese. Introduzione di Claudio Pasquet e Bruni
Rostagno su Dietrich Bonhoeffer e la sua Etica. Il p
gramma di quest’anno prevede una prima parte
sull’Etica e una seconda, da concordare, sulla Teologia’
stematica di Tillich. L’inizio è alle 17,30; a seguire ci
comune e successiva discussione.
ASSEMBLEA DELLE CORALI — Domenica
tobre, alle 17, presso i locali della chiesa valdese di Si
Secondo, si svolgerà l’assemblea delle corali; tutti i u
presentanti delle corali sono caldamente invitati.
PINEROLO — Venerdì, 21, alle 20,45, si svolgerà il
culto serale. Lo studio biblico inizierà lunedì 31 ottobi
alle 15.
LUSERNA SAN GIOVANNI — L’attività di studio]
biblico riprenderà mercoledì 26 ottobre al presbiterio pof
discutere degli argomenti da affrontare.
bricherasio — La prossima riunione, ore 20,3di
si svolgerà lunedì 24 ottobre.
TORRE PELLICE — Domenica 23, alle 15,30,
prendono le riunioni di preghiera fra le chiese evatig
che. Il primo incontro si svolgerà presso la sala delle i
semblee di Dio in via Guardia Piemontese.
• Domenica 23, alle 20,30, alla casa unionista, il cored
invita ad un incontro con il pastore Paolo Ribet che
lerà di schiavitù e musica tra i neri d’America.
PRAROSTINO — Domenica 30 ottobre si
consueta festa del raccolto presso il presbiterio; aperti
esposizione e vendita dei prodotti locali alle 14,30.
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BRe ig^RDÌ 21 OTTOBRE 1994
PAG. Ili
,fie occupa la rivista del l'assessorato regionale ai Beni culturali e ambientali
arjluoghì della memoria nelle valli valdesi
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^ghi della memoria: una
^¿pressione per descri“ i tanti musei etnografici
Lnti in ®
Ltra regione. Sono circa
Cinquantina in Piemonte,
Lo un articolo della ria «Opere» (n. 3-4/1994),
llicata dall’assessorato
Jnale ai Beni culturali e
lentali, dal quale ricavia■Hé osservazioni che se0.
Iteresse per le particolatnografiche delle popoL piemontesi si delinea
la fine del 1700; sono
atto i dialetti e i costu¡lopolari ad attrarre l’atÉione. In pieno secolo
M nel corso dell’esposi|àè nazionale di Milano,
Itera sessione è dedicata
bfestume popolare e alle
idnstrie rurali». Nel 1911,
crìa prefazione dell’esposilone di etnografia italiana a
jaa, si realizza la prima
iolta organica di materiapla è soprattutto negli ulifquarant’anni che, con
Ipulso della scienza etnofeca, si definisce sempre
^un interesse per i beni
¿turali delle classi subalterpi’tion sempre i risultati di
^sto interesse e di queste
jérche di documentazione
no soddisfacenti: le operabni «sentimental-nostalgile» si affiancano a operaini scientificamente valide.
Piemonte tuttavia, se|do l’autore dell’articolo,
erto Livraghi, c’è un sita di piccoli musei veraite vitale, nonostante i soIproblemi di risorse e di
c’è una valida tradizio
L’ingresso della «Ghieisa d’Ia tana»
ne (la sezione etnografica del
museo di Cuneo è infatti una
delle più antiche d’Italia).
Vengono poi descritte tre
aree significative dei musei
della montagna: quella provenzale, quella valdese, quella dei «walser» (vai Sesia,
Gressoney, Macugnaga).
È interessante per noi riportare la descrizione del sistema museale valdese, sia
per le cose positive dette, sia
per ricevere impulso a migliorare la nostra organizzazione, rendendola sempre più
fruibile ai vari gruppi che visitano i nostri musei, e a
esplicitare anche nel presente
quel rapporto fra cultura e fede che è la ragione fondante
Foto Marco Gnone
del nostro interesse per il
passato.
«Di circuito [dei musei
valdesi, ndr] si parla perché
siamo di fronte ad un vero
“sistema” distribuito sul territorio. Esso comprende i
centri di Rorà (con il Museo,
ospitato nell’antico “Hotel
du chamois” che conserva
testimonianze di vita rorenga
e delle persecuzioni note come “Pasque piemontesi”); di
Odin-Bertot, frazione di Angrogna (con la scuola promossa nel 1827 dal colonnello Beckwith e attiva fino al
dopoguerra, non lontana dalla famosa grotta-rifugio denominata “ghieisa d’ie tane”) [sic]; di Frali (ospitato
nel Tempio valdese del 1566,
custodisce i verbali del Consiglio delle “Magnifiche Comunità della valle di San
Martino ” che vanno dalla fine del Cinquecento alla metà
dell’Ottocento; da segnalare
anche la perfetta ricostruzione di una miniera di talco,
ricchezza tradizionale della
Val Germanasca); di Rodoretto (agricoltura di montagna e arredi tipici della casa); di San Germano Chisone
e di Pramollo (il primo con il
fondo Widemann, sull’industria cotoniera in Valle, e il
settore dedicato al lavoro domestico; il secondo ancora
mirato alla lotta all’analfabetismo condotta nelle scuole
Beckwith).
Al centro del sistema è comunque il Museo storico valdese di Torre Pellice gestito
dalla Società di studi valdesi,
una delle più antiche società
storiche del Piemonte (fondata nel 1881). Inaugurato nel
1889, in occasione del bicentenario della “Glorieuse rentrée», è stato ristrutturato su
due sezioni, una storica e
una etnografica, nel 1970-74.
La visita è ricca di fascino e
consigliabile a chi non si può
concedere il piacere del “giro ” delle singole località. La
parte storica propone i temi
delle origini valdesi, dell’ambiente e delle valli, delle
guerre di religione, delle libertà civili riconquistate,
nonché la ricostruzione di un
tempio. La parte etnografica
presenta gli interni di abitazioni, di una scuola, mobili,
oggetti di artigianato e attrezzi agricoli».
Incidenti aerei nel Pinerolese
Un velivolo militare
cade a Pradeltorno
ERICA BQNANSEA
Proseguiamo la rievocazione degli incidenti aerei nel
Pinerolese sulla scorta delle
ricerche compiute da Ferruccio Malanot. Il primo episodio era avvenuto nel 1925. Il
caso più noto è stato ricordato con una cerimonia presso
il monte Freidour in ricordo
dell’incidente del 1944.
Passano dieci anni prima
che la vai Pellice venga
nuovamente funestata da un
altro incidente aereo, questo
più grave: il pilota perderà la
vita. È il 1° febbraio 1935:
verso le tre e mezza del pomeriggio un velivolo si
schianta a Pradeltorno, che i
documenti dell’aeronautica
militare riportano però come
Pra del Forno. È un aereo militare monoposto dell’83“
squadriglia stanziata all’aeroporto di Mirafiori. Il giovane
aviatore. Guido Benevolo,
muore sul colpo.
Il Pellice dell’8 febbraio riporterà la notizia dell’incidente scrivendo che le cause
della sciagura sono incerte e
che il fatto è accaduto mentre
il pilota stava compiendo un
volo di addestramento. Pettegolezzi circolati allora suggeriscono però che il giovane
volasse dalle parti di Pradeltomo con l’intenzione di farsi vedere dalla sua fidanzata,
maestrina a Angrogna, ma
queste sono solo supposizioni. Anche le cause della scia
gura vengono descritte con
più precisione da alcuni testimoni: sembra che l’aereo abbia toccato un filo della teleferica, si sia avvitato su se
stesso e sia precipitato al
suolo. Forse è stato il vento a
sospingerlo verso il cavo o
forse una distrazione del pilota. Il corpo dell’aviatore
viene composto nella chiesa
cattolica del Sacro Cuore di
Luserna. Il padre del giovane
verrà a prendere la salma per
poter celebrare il funerale ad
Acqui e tumularla nella tomba di famiglia del cimitero
cittadino. Il Pellice della settimana seguente si dilunga
ancora sulla sciagura aerea e
riporta alcune lettere di condoglianze e di ringraziamento. Descrive la cerimonia funebre resa con molto onore a
questo servitore della patria,
sottolinea che la Giovinezza
dell’Italia fascista ricorda
Guido Benevolo come uno
dei suoi migliori figli.
La notizia dell’incidente
viene riportata brevemente
anche da giornali nazionali
come La Stampa e La Gazzetta del Popolo. Il giornale
di Acqui, eco della retorica
patriottica del tempo, ricorda
così il giovane militare: «...il
bieco destino rappresentato
da una raffica di vento lo
ghermì e lo travolse (...)
mentre fisso l’occhio aquilino verso lontane mete nell’
infinito orizzonte della patria».
(2 - continua)
M'origine dell'azienda un forno aperto nel 1915 a Valdese (Usa)
lohn Rostan chiude la panetteria
li studi
terio p®ii|
vangei'
1 core«
che p^'l
terrà '4
apertuf*!
).
Ì^^cclata della «Waldeslan Bakeries»
lyjLDESE (Usa) — Era il
' quando John Rostan seun forno a Valdese,
®se fondato ai piedi delle
fot/ Mountains dai
I ®esi emigrati nella Caroliun secolo fa. Rostan
giorno e notte per
di pane e dolciumi i
mi e i ristoranti della Cali*®' «Metteva il pane su un
jg e lo portava fino al
k ° ^Morganton» ricorda
S" ^i’.igou, 88 anni, che
iinw lavorava al for
t Rostan trasformò a poco a
«Waldensian BakeIj,** w un’impresa multimiifQ conosciuta in quatfamoso il
Si Q yaldese, riempiendo
bari p • * *ooi correligio
di una storia plu^Nel persecuzioni.
Iiuith scorso la Cooper
r**" Ino. di Atlanta ha L
quistato per una somma imprecisata l’azienda che ancora
funzionava a conduzione familiare. Nonostante ciò possa
significare un aumento dei
posti di lavoro per la cittadina
di 4.400 abitanti, molti hanno
espresso il loro rammarico per
la fine di un pèzzo di storia.
«È stata la soluzione migliore - dice James Rostan,
nipote del fondatore - l’azienda non avrebbe potuto reggere
più a lungo in un’epoca di
concentrazioni, di irnprese
sempre più vaste, di costi
sempre crescenti».
La «Waldensian Bakeries»
che ha avuto l’anno scorso un
fatturato di oltre 16 milioni di
dollari,-entra a far parte di una
compagnia che fattura annualmente oltre 300 milioni di
dollari e ha un mercato assai
più ampio. Valdese ha ancora
il sapore della vecchia Europa, con i marciapiedi in mat
toni rossi, le piantagioni di rose e i campi da bocce e la panetteria era un legame con il
passato. Proprio l’anno scorso
la città ha festeggiato il centenario dell’arrivo dei primi 29
coloni giunti sin là dalle Alpi
del Piemonte occidentale.
La famiglia Rostan non appartiene a questi primi coloni,
giunse a Valdese da New
York: fondata nel 1915 la panetteria si trasferì nel 1929
nella sede attuale, caratterizzata dal porticato in stile europeo. Alla morte di John Rostan senior nel 1972 l’azienda
passò al figlio John junior che
l’ha diretta, fino al momento
della vendita, con i figli James e John. Solo due anni fa
le «Waldensian Bakeries» si
erano espanse ulteriormente,
incorporando alcune piccole
aziende del settore e allargando la vendita al Tennessee e
alla Georgia.
Un progetto regionale relativo alla protezione civile
Studiare in una scuola sicura
Il Reparto edilizia sicurezza protezione civile del Provveditorato agli studi di Torino, in adempimento alla circolare 221 del ministero della
Pubblica istruzione, promuove per l’anno scolastico in
corso il progetto «Scuola sicura» che coinvolgerà in particolare per la provincia di
Torino le scuole medie «De
Amicis» di Luserna San Giovanni (scuola capofila) e
«Caffaro» di Bricherasio e il
distretto scolastico 43. In rappresentanza delle diverse
scuole medie prenderanno
parte alle varie attività inserite nel progetto circa 120
alunni. In particolare gli
esperti dell’ufficio della Protezione civile del Provveditorato di Torino hanno previsto
tre giornate nel mese di marzo, ciascuna delle quali seguendo il principio pedagogico che basa le problematiche
riguardanti il rapporto educativo sul momento conoscitivo, quello della verifica e
quello operativo, promuove
numerose attività sostenute
da esperti. La prima giornata
sarà dedicata alla conoscenza
dei problemi della sicurezza
e alla loro soluziohe, con le
relazioni di esperti della Protezione civile e della Croce
Rossa che parleranno di situazioni di emergenza nei diversi ambienti e nei vari
aspetti della vita e di servizio
permanente di soccorso e di
aiuto; al termine di ciascuna
giornata, a cura dei capi di
istituto, verrà proposto un
questionario. La seconda
giornata sarà dedicata invece
a «Scuola, famiglia e ambiente sociale» in relazione
agli aspetti igienico-sanitari e
relativamente alla sicurezza
degli impianti tecnologici; si
parlerà inoltre di fonti di
energia e del loro corretto
utilizzo, soprattutto tenendo
conto della salvaguardia
dell’incolumità dei cittadini.
Infine è prevista una terza
giornata dedicata alla prevenzione contro gli incendi con
l’intervento del comando dei
vigili del fuoco.e con la prova guidata di sfollamento.
Il Provveditorato dà poi facoltà alle scuole coinvolte nel
progetto di promuovere attività pomeridiane come approfondimento dei temi trat
tati a livello generale durante
le giornate collettive, e al
tempo stesso la Regione Piemonte, l’Amministrazione
provinciale e il Comune di
Torino metteranno a disposizione sussidi didattici, testi e
materiale di consultazione,
filmati, relazioni e pubblicazioni apposite; inoltre gli
esperti della Protezione civile
del Provveditorato invitano
tutti i docenti che saranno
coinvolti nel progetto a promuovere almeno dieci ore di
lezione da svolgersi nelle
classi a sostegno delle attività
teoriche e pratiche.
Casa delle diaconesse
Torre Pellice
La “Casa valdese delle diaconesse» - casa di riposo per
anziani con 25 ospiti, sita in Torre Pellice, viale Gilly 9
cerca
RESPONSABILE DI ISTITUTO
a partire dal 1- gennaio 1995.
Si richiede: e.sperienza di assistenza a persone anziane,
capacità gestionali in campo amministrativo e di direzione del personale, appartenenza a una chiesa evangelica.
Le domande, corredate dal curriculum degli studi e attività precedenti, devono essere inviate alla Commissione
sinodale per la Diaconia, via Angrogna 18, 10066 Tcrrre
Pellice (To) entro il 20 novembre 1994.
Per la pubblicità su L’Eco delle valli valdesi;
Servizi Editoriali s.a.s.
tei. 0121-32.36.38
10
PAG. IV
1945: la testimonianza di un pralino
Sale dì contrabbando
Il contrabbando del sale lo
facevamo nel ’45 dopo la fine
della guerra. Mi ricordo che
siamo andati in Francia in una
lunga colonna: c’era gente di
Crosetto, di,Salza, e altri ancora. Siamo arrivati là all’imbrunire, attraversando il colle
d’Abries e siamo andati da
quello che ci scambiava di più
il sale e abbiamo trovato già
un po’ di commercio; c’erano
dei rodorini, non so quanti, e
tra gli altri una donna già anziana, magno Genio.
Portavano vino perché laggiù volevano del «pinard»,
del vino, ma non so quanto
sale davano per il vino in fiaschi, un giorno sono arrivati i
«gendarmes» e noi l’abbiamo
saputo e siamo scappati su per
la montagna. A un certo punto
sentiamo un gran fracasso e io
dico: «Saranno loro».
Eravamo ben sopra al
Roux, ma ero già stanco perché dovevo portare un carico
di 35 chili tra pasta e riso, allora mi sono buttato là nei cespugli in un piano. Quando
sono arrivati i «gendarmes»,
ero così stanco che non mi sono più mosso; loro ci sparavano quasi addosso, e non solo
per spaventarci. Allora siamo
scesi tutti con la nostra roba e
poi giù fino ad Abries, alla
caserma. Ci hanno fatti stare
fuori, all’ingresso della caserma e poi uno alla volta ci facevano entrare a consegnare
la roba che avevamo. Però volevano che dichiarassimo
molto di meno: evidentemente dovevano consegnare la roba requisita ai superiori, ma
se dichiaravano di meno il resto se lo tenevano lorò. Così,
quando mi hanno chiesto
quanto avevo, io ho detto soltanto 15 chili invece di 35 e
loro sono stati soddisfatti.
Poi siamo usciti e abbiamo
trovato magno Genio di Rodoretto che aveva dei fiaschi
di vino e le abbiamo detto:
«Portate dentro solo un fiasco e tenetevi gli altri. Dite
che siete vecchia e che non
potete caricarvi di più». Lei è
andata deptro col suo fiasco,
glielo hanno preso ed è rimasta con gli altri tre. Poi, dopo
aver preso tutto e segnato
quèllo che volevano, ci hanno condotti in prigione: gli
uomini nella caserma dèi
«gendarmes» e le donne in
quella dei doganieri. Abbiamo avuto molto freddo in
quella caserma e al mattino
dopo la moglie di uno dei doganieri è venuta a portarci il
caffè e ci diceva: «Siete voi
che avete incendiato il nostro
villaggio, italiani: dovremmo
prendere le mitragliatrici e
uccidervi tutti».
Più tardi ci hanno condotti
dove tenevano i prigionieri tedeschi che facevano lavorare
e uno dei brigadieri è partito
in moto per Aiguilles a prendere ordini. Quando è tornato
ci hanno incolonnati e ci hanno fatto salire sopra al Roux,
sempre più in su, poi ci hanno
ordinato: «Marchez!» e noi
abbiamo continuato a camminare e i «gendarmes» non ci
hanno più accompagnati.
Non avevamo niente, soltanto magno Genio aveva ancora i suoi tre fiaschi di vino.
Più in alto c’era un mandriano
con mucche e pecore e abbiamo incontrato lì vicino un
cacciatore che conoscevamo
bene e che ci ha detto di ritornare la domenica seguente,
ma di rimanere sul colle e loro sarebbero saliti a portarci il
sale. Ma c’era ancora quella
donna di Rodoretto con il suo
vino e il mandriano le ha dato
in cambio 15 chili di sale; così lei è tornata col sale e noi a
mani vuote.
C’era poi un famoso cacciatore, barbo Jacob, uno di
quelli che partivano con una
pallottola e tornavano col camoscio, che andava anche lui
a cercare sale in Francia. Siccome aveva una bella voce,
gli chiedevano sovente di cantare. Una volta, però, in una
delle due osterie del Roux ha
avuto l’infelice idea di cantare
«La chanson de l’Assiette» e
così si e preso un sacco di
botte dai francesi. Noi l’abbiamo incontrato mentre tornava indietro e gli abbiamo
chiesto perché era cosi malconcio ma lui non ha voluto
raccontare la sua disavventura
e ci ha detto soltanto che era
caduto andando a caccia.
E Eco Delle %lli Valdesi
Più di 100 giocatori nelle varie categorie
Perosa calcio: 70 anni
dì attività sportiva
VENERDÌ 21 01T0RI^.,j
Appuntamenti
La formazione del Perosa calcio
Il campionato è ricominciato anche per il Perosa calcio,
che quest’anno festeggia il
70° anno dalla fondazione. Le
squadre iscritte ai vari campionati sono sei, per un organico totale di 106 giocatori:
22 nella 1° categoria e gli altri
suddivisi nei settori giovanili:
juniores, allievi, giovanissimi,
-esordienti, pulcini. Lo sforzo
finanziario di questa partecipazione non è indifferente: un
budget di circa 70 milioni a
stagione. I fmanziamenti provengono dalla convenzione
con il Comune di Perosa Argentina, dagli aiuti di alcune
imprese della zona e dalla
vendita dei biglietti: questi ultimi saranno venduti quest’
anno a £ 8.000, con la consueta possibilità di abbonamenti.
Soltanto facendo ricorso a un
forte volontariato, impegno
che coinvolge anche i giocatori che non ricevono alcun
compenso, i fondi raccolti risultano sufficienti per la gestione ordinaria.
Le strutture utilizzate dalle
diverse squadre, nelle partite
del sabato o della domenica e
nei due allenamenti infrasettimanali, oltre al campo di
gioco, sono un campetto di
allenamento, gli spogliatoi e
gli altri locali di servizio.
Manca attualmente uno spazio coperto per continuare gli
allenamenti e mantenere la
preparazione durante la sosta
invernale: le soluzioni possibili riguardano l’utilizzo di
una palestra o, compatibilmente con le disponibilità finanziarie, la copertura del
campetto.
La «prima squadra» ormai
da tre anni si mantiene in 1°
categoria e, pur avendo nel
frattempo affrontato un sensibile ricambio generazionale,
ha portato l’età media a circa
25 armi. È la formazione che
attira maggiormente il pubblico, una media di 200 spettatori per le partite in casa, ma
è anche quella che comporta i
maggiori oneri economici, a
partire dalla quota di iscrizione al campionato. Le trasferte
vanno dal Pinerolese fino ai
Comuni della cintura di Torino e, soprattutto se i risultati
sono positivi, sono seguite
anche dai sostenitori.
La validità del settore giovanile, che ha conseguito anche dei buoni esiti di classifica e da due anni a questa parte copre tutte le fasce d’età fino a 9 anni, si manifesta anche nella capacità di coinvolgere nella pratica sportiva
non solo ragazzi di Perosa ma
anche dei centri vicini e delle
valli fino a Prali e a Fenestrelle. Si tratta sicuramente
di una risorsa da mantenere e
da valorizzare. Dunque, buon
campionato.
Sport
IL PINEROLO TORNA A
VINCERE — Nel campionato
nazionale dilettanti il Pinerolo è
tornato a vincere dopo la batosta
. di Savona. Con il Pietrasanta è
stata una vittoria alquanto sofferta. basti pensare che a un
quarto d’ora dalla fine i biancoblù stavano perdendo per 1 a 0.
Nel primo tempo infatti gli ospiti
erano andati in vantaggio con
Gabrielli e avevano buttato al
vento l’occasione di un rigore
parato da Mulato. Solo al 37’ del
secondo tempo i ragazzi di Bortolas raggiungevano il pareggio
su un batti ,e ribatti grazie a Rosa. Tutto finito? Nemmeno per
sogno; a un minuto dal termine
su punizione Pallitto pescava la
testa di Salvai che superava il
portiere ospite dando al Pinerolo
il successo. I pinerolesi salgono
a 8 punti in classifica, sesti a
quattro lunghezze dall’imbattuta
capolista Camaiore. Sabato prossimo trasferta con la Torrelaghe.se, attualmente a cinque punti.
PER IL LUSERNA ALTRO
PAREGGIO — Nel campionato piemontese di promozione il
Lusema mantiene i contatti con
la vetta grazie al pareggio di Busca. Uno 0 a 0 che consente ai
valligiani di restare imbattuti in
attesa del «derby» casalingo di
domenica prossima con il Barge.
VOLLEY DI COPPA ITALIA — Il Magic Pinerolo nella
coppa di lega femminile ha otte
nuto la seconda vittoria consecutiva; sabato prossimo a Cuneo
incontro decisivo per il passaggio di tumo.
TENNIS TAVOLO: ROSSO
SUL PODIO — Risultati positivi per la polisportiva Valpellice
nel torneo nazionale di Novara a
cui hanno partecipato Davide
Gay e Paolo Rosso. Nel doppio i
due atleti sono usciti al terzo turno ad opera di Marani e Perietti
di Bordighera poi giunti in finale.
Nel singolo ottima prestazione in
particolare di Rosso, secondo su
180 atleti; Gay è giunto 9°.
Sabato 15 ottobre, in un torneo a Rinasca, su 15 atleti di cui
sette della Valpellice, ha vinto
Malano davanti a Velo (Villar
Perosa) Ghiri e Piras.
Sabato 22, a Torre Pel lice, con
inizio alle 16, quarta giornata di
campionato; la serie CI nazionale affronterà il Dopolavoro comunale di Torino e la C2 regionale il Don Bosco di Asti.
PODISMO IN FRANCIA —
Un secondo posto e due terzi posti sono i migliori risultati degli
atleti pinerolesi al 12° «Grand
prix pedestre du Guillestrois»
disputatosi domenica a Guillestre, Francia, paese gemellato
con Torre Pellice.
Nella categoria r^azze Valetina Richard (G. S. F^maretto) ha
concluso al secondo posto con di
un’ottima prova, mentre negli allievi il tórrese Fabrizio Cogno
(3S Lusema) si è piazzato al terza posto, davanti a Manuel Griot,
Cristiano Micol, entrambi del Pomaretto e Roger Martina (3S).
Nelle allieve ancora un terzo posto per merito di Manuela Bonnet
(3S). Nella gara riservata alla categoria senior, con ben duecento
atleti partecipanti, successo del
parigino Aiz Nih davanti ai kenioti Nicholas Andiema e Joseph
Kosgei; tra i pinerolesi ottimi
ril° posto di Livio Barus (Pomaretto) e il 23° di Claudio Garnier (Gasm, Torre Pellice).
ANGROGNA VINCE LA
COPPA ALPI OCCIDENTALI DI SKIROLL — La stagione
dello skiroll si è chiusa domenica
16 ottobre a Ventimiglia con una
splendida giornata di sole e un
bellissimo risultato per lo Sport
club Angrogna. Nell’ultima prova a cronometro, vittoria per Antonella Chiavia fra le cadette e
Manuel Monnet nei giovani maschili. Fra le giovani, secondo
posto per Federica Breuza e terzo per Elena Volpe; fra i giovani
2° Andrea Montanari, 4° il fratello Luca. 5° Marco Bertalot, 6°
Simone Pastre. Fra gli esordienti
seconda Elisa Codino e sesta Miriam Monnet fra le ragazze, settimo Stefano Volpe fra i ragazzi;
2° Luca Gay fra i cadetti, 3° Andrea Bouquet fra gli allievi mentre fra le allieve 3“ Helen Coucourde e 4’ Elena Codino.
Buoni piazzamenti per Davide
niiMiuniLU!»wEe
Coucourde 5°, Miriam Avondet
6“, Danilo Negrin 4° nelle rispettive categorie, nei Master 1 maschile Enrico Coucourde è giunto secondo, nei Master 1 femminile ha vinto Erica Revel; nei
Master 2, 9° posto per Sergio
Cerini e 12° per Ferdinando Girardon.
Nella classifica finale per società, su otto gare, lo Sport club
Angrogna si è aggiudicato ancora una volta la coppa Alpi occidentali, mentre nei singoli sono
saliti sul podio finale Federica
Breuza, U e Elena Volpe 3‘ fra
le giovani; Luca Montanari 1°,
Andrea Montanari 2° e Manuei
Monnet 3° fra i giovani. Elisa
Codino seconda fra le esordienti,
Antonella Chiavia prima fra le
cadette. Luca Gay 1° fra i cadetti, Davide Coucourde 3° fra gli
juniores e Silvia Della Mea 2*
fra le juniores.
TRIATHLON DELLA VAL
D’ANGROGNA — Si disputerà
domenica 23 ottobre la 13" edizione del triathlon della vai
d’Angrogna; la gara si articola
sulle tradizionali tre frazioni:
skiroll, da Torre Pellice a Pradeltomo, mountain bike da Pradeltorno alla Vaccera e a piedi
dal colle a San Lorenzo. La gara
è sia a squadre che individuale:
le iscrizioni si ricevono sabato
22 pomeriggio e domenica mattina fino a un’ora prima della
partenza, ore 9,30.
20,21,22,23 ottobre — PINEROLO: Presso il Teatro-incom^
via Caprini, alle 20,30, si svolgeranno i concerti dei vincitori del rstivai musicale d’autunno.
21 ottobre, venerdì — PINEROLO: La storia medievale di h
rolo e le attività museali della città sono due argomenti che verrà
affrontati dalle 16,45 nel salone dei cavalieri in via Giolitti.
21 ottobre, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 21, nella salac
siliare si svolgerà un incontro su «Prospettive della castanicoltur
vai Pellice»; interverrat)no l’assessore all’agricoltura Piervaldo Rosi*
Enzo Negrin e Franco Cairus della Comunità montana, l’agrono^
Davide Baridon e l’agronomo americano James Hill Craddock. ™
22 ottobre, sabato — PINEROLO: Alle 21,15, presso l’audifc
rium del liceo scientifico, la compagnia teatrale La trebisonda di Ca*
diolo presenterà «Mare granda», tre atti di Elisabetta Schiavo.
22 e 23 ottobre — ANGROGNA: A San Lorenzo si svolge lamok
stra mercato di prodotti dell’artigianato e dell’agricoltura; presso*
municipio mostra del pittore Roberto Brarda; sabato alle 15, allasaK
unionista, il sindaco di Freissinières (Hautes Alpes) René Dorr, iiy
strerà le iniziative di valorizzazione turistica in quel Comune francei
22 ottobre, sabato — TORRE PELLICE: Presso il cinema t3
to, con inizio alle ore 9, si svolge una giornata per la promozione delii
domiciliarità organizzata dall’associazione «La bottega del possibile!
Interverranno il prof. Francesco Antonini (Università di Firenze!
mons. Giovanni Nervo (presidente fondazione Zancan), dott. Ctól
Trevisan (esperto in programmazione sociale). j
22 ottobre, sabato — PINEROLO: Alle 16, presso rauditoriumÌ
corso Piave, verrà inaugurato l’anno accademico ’94-95 dell’Univei
sita della terza età; terranno la prolusione la professoressa Luoiai
Luisa Papeschi, psicoioga, docente di Antropologia e psicologia eli®
ca, sul tema: «Rapporto genitori-figli: due mondi a confronto» e
prof. Michele Trimarchi, neuropsicofisiologo, sul tema: «Il futuro dell
la famiglia».
22 ottobre, sabato — TORRE PELLICE; Alle 21, presso il !
ne Opera gioventù, serata di musiche e danze del Ghana.
23 ottobre, domenica — SAN SECONDO: Presso l’ala comunale!
alle 15, distribuzione di caldarroste e vino di produzione locale.
23 ottobre, domenica — POMARETTO: A partire dalle 14 M
presso gli impianti sportivi, la Pro Loco provvede alla distribuzione di
caldarroste e gofri. ■*
23 ottobre domenica — TORRE PELLICE: Dalle 8 alle 111
neH’isola pedonale, esposizione e vendita di prodotti autunnali, espi
sizione di macchine agricole d’epoca; tornei di calcio e pallavolo, aUil
11 inaugurazione della nuova sede della squadra antincendio. Nel pi
meriggio castagnata, spettacolo musicale di un gruppo del Ghana pres«'
so i giardini di piazza Muston. *
24 ottobre, lunedì — PINEROLO; Gli sviluppi urbanistici diKl
nerolo saranno al centro della serata che vedrà, a partire dalle 16,45|
presso il salone dei Cavalieri in via Giolitti, la partecipazione deU’mij
Davide Terracini responsabile del settore urbanistica.
24 ottobre, lunedì — TORRE PELLICE: Alle 20,45, pressoi
sede del Centro d incontro in via Repubblica, Amnesty Intemationals
l’Associazione pace propongono diapositive sugli Indios del Brasile..
M ottobre, mercoledì — ANGROGNA; Alle 21, nelle scuole il
Chiot dl’aiga, presentazione del progetto di Ecosviluppo della vai PeiT
lice redatto su iniziativa della Comunità montana; interverranno il fcepresidente Marco Bellion, Enzo Negrin del servizio agricoltura,^,
alcuni coredattori del progetto; Giovanni Borgarello, Bruna Peyrof]
Mauro Busa, Claudio Caffarena, Mariella Peiracchia. J
26 ottobre, venerdì — PINEROLO: L’ambiente e la sua tuteli
saranno il tema dell’incontro con Michele Ottino direttore del pareoj
Val Troncea; si inizia alle 16,45, in via Giolitti. ::if
28 ottobre, venerdì — LUSERNA SAN GIOVANNI; Alle 2ì|
nella sala Albarin, Radio Beckwith e l’associazione La cantarana piti
sentano un concerto di musiche tradizionali del Galles con il duo Ca|
lenning (Mick Tems & Patty Smith).
Servizi
USSU 42
CHISONE » GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei. 81154
Guardia farmaceutica:
POMENiCA 23 OTTOBRE
Perosa Argentina: Farmacia
Bagliani - Piazza Marconi 6,
tei. 81261
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde. Porte : tei. 201454
iSiS 43 - VALPELLICE.
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENìCA 23 OTTOBRE
Viilar Peilice: Farmacia GayPiazza Jervis, tei. 930705
Ambuianze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio, tei.
598790
^^^j^J^|NEHOLESE ,
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo tei.
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
22664
SERVI29Ó INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso i distretti.
Cinema
TORRE PELLICE —1
cinema Trento propone, gio-1
vedi e venerdì, ore 21,15,1
Ladybird - Ladybird; saba'i
to, ore 20 e 22,20, domenica,l
ore 16, 18, 20 e 22, 10, lu^l
nedì, ore 21,15, Amarsi.
BARGE — Il cinema
munale ha in programma, vé-l
nerdì, II sogno delle farfalle;|
sabato, domenica (ore 15, W'f
19, 21,) lunedì, martedì, mer-l
coledì e giovedì, L’amant<l.|
della tua amante e la mUf
amante. Inizio spettacoli nd]
giorni feriali, ore 21.
PINEROLO — Il cinerami
Italia, propone, alla salai
«5cento», The flintstoneaij
feriali 20,20 e 22,20; sabato!
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13
5121 OTTOBRE 1994
—ü.
Cultura
PAG. 9 RIFORMA
Pellice ha ospitato il «Colloque» delle università di Torino e Grenoble
|:cademìe, salotti e circoli dell'Arco alpino
lo studio di esperti italiani e francesi
4
aiiBUSTO COMBA
..dall’inizio degli anni
lettanta alcuni docenti
ifacoltà di Scienze politici Torino e di Grenoble
Lo la consuetudine di riuy annualmente in un Colche si tiene altemativaué da questo e dall’altro
0 delle Alpi, in cui vengotattati temi comuni di sto
tj-^iale e culturale riferiti
irativamente al territo,„_-j.ino italiano e a
Jlo"francese. Fervido fau^dell’iniziativa è stato per
liltianni Ettore Passerin
^trêves, figura indimentii di cattolico liberale,
Levito del quale chi scrive
Ebe a portare alcuni contrilati specificamente riferiti
U'ambito valdese. In tale
Jtesto, fra l’altro, Jeanine Viallet diede notizia
ile sue ricerche diventate
a noi ben note grazie al suo
3ime sulle vicende valdesi
P periodo fascista.
Attualmente i «colloques»
Ino gestiti istituzionalmente
1 «Centre de recherche d’hifce de l’Italie et des Pays
feins» di Grenoble, presieduta Daniel Grange, e dal
ptro di studi sull’arco alpihoccidentale, presieduto da
|a Marucco. Quest’anno
jcontro si è tenuto a Torre
lice, dove ha certamente
liuto di un’atmosfera di
pizio raccoglimento. Il ri
) della circostanza è stato
Il più antico quartiere di Grenoble, tagliato in due daiia pittoresca
rue Saint-Laurent •
sottolineato dall’intervento
conclusivo del rettore dell’
Università di Torino, prof.
Dianzani, e l’attenzione per il
retaggio storico dell’ambiente
si è espressa in chiusura dei
lavori con una visita guidata
al museo e ai «luoghi della
memoria» valdesi.
«Accademie, salotti, circoli
nell’Arco alpino occidentale.
Il loro contributo alla formazione di una nuova cultura tra
Ottocento e Novecento»: questo il tema delle circa 30 fra
relazioni e comunicazioni,
per due terzi di studiosi italiani e per un terzo di studiosi
francesi, svolte fra il pomeriggio di giovedì 6 ottobre e il
mattino di sabato 8, nelle sessioni intitolate «Scienza e
tecnica», «Studi e arti»,
«Identità locali» e nella tavola rotonda finale su «Le aceademie oggi: problemi e prospettive», sotto la presidenza
di Daniel Grange, Giorgio
Lombardi, Renata Allio e
Lionello Sozzi.
Di una parte del gran numero di accademie e associazioni intese alla ricerca, alla
formazione e allo sviluppo
culturale, di cui si è parlato,
• in qualche misura ciascuno
poteva aver notizia, ma certamente ciascuno aveva anche
occasione di scoprire realtà
finora ignote e talvolta abbastanza sorprendenti.
Fra i temi più vicini ai nostri interessi ricordiamo alcune relazioni: Maria Teresa Pi
chetto ha parlato della «Pro
cultura femminile» di Torino;
Giorgio Lombardi dell’Accademia filarmonica e del Circolo del Whist; Daniel Grange dell’Académie Salésienne
di Annecy; Gian Savino Pene
Vidari della Deputazione di
storia patria e della Società
storica subalpina; Gianni
Rondolino di Giovanni Pastrone e degli altri protagonisti della stagione torinese del
cinema italiano; Angelo D’
Orsi dell’ambiente culturale
che si raccolse attorno al salotto di casa Lombroso; P.
Thiébat dell’Académie SaintAnselme e della sua importanza per la formazione dell’identità culturale valdostana; A. Corsetti della Società
storica cuneese; J.-C. Duclos
del Musée Dauphinois di
Grenoble e del suo fondatore
Hyppolite Miiller; Bmna Peyrot delle forme associative
nelle valli valdesi nell’800;
R. Devos delle accademie savoiarde nel ’900; Gianni Oliva della Scuola di cavalleria
di Pinerolo.
Le conclusioni concrete
della tavola rotonda, nella
quale sono intervenuti i professori Luciani, Castellani,
Reboul e Devos, sono state
indicate dal prof. Sozzi nella
direzione di un’attività coordinata e pubblicizzata con cui
le accademie possono dare un
contributo alla ricerca e supplire alle attuali deficienze
dell’Università.
kmila chilometri in Romania: i leggendari castelli della Transilvania
vampiro che colleziona vasi di porcellana
FEDERICA TOURN
(4
asciata Bucarest in direazione dei Carpazi meritali si attraversa la Muntea, la regione dei grandi giacenti di petrolio, che non a
so è Tunica del paese in cui
Sstributori di benzina non
®o distanti 50 chilometri
ino dall’altro; nel breve trat’ohe separa Bucarest da
Oiesti si concentrano tutte le
n^ioni di servizio americane
pi europee, oltre ai consueti
toibutori nazionali Peco.
inanche a dirlo, l’industria
tttiva romena è in crisi, le
,. e di greggio quasi esaula produzione è crollata,
andò solo pochi anni fa la
’mania era al primo posto in
^^padopo TUrss.
iùei contadini vendono uva
a automobilisti, le strade si
■gano nella campagna fino
palazzi screpolati della pe^tia di Ploiesti, ricostruiti
’Po il terremoto del 1977.
"a *’anga colonna di auto sa, ^rso Sinaia, la «perla dei
■^azi», chiusa tra folte piy e il monte Bucegi. La lola deve il suo nome al mostero di Sinaia, costruito
pellegrinaggio sul Sizin„ ■ ^^ntacuzino, un fundella corte di CostanPoli. Un po’ per il clima
' Un po’ per le sue fonti
ai' ® la relativa vicinanza
h,i/aP'lule, fu scelta come
enza estiva dal re Carol I.
; _ Lasfe/y/ Peles, costruito
Dm* frotte di turisti
per duecento lire
visitare questo
Se ‘^*’alet, pieno di logEbm ° rinascimentali,
d’ohhv^’ condizionale è
li cns^®°’ '’'alo che i militari
”a«ingono a fare delle file
Uno scorcio della cittadina di Brasov
tortuose grazie alle quali gli
ultimi sono «evangelicamente» primi. Noi invece ci intrufoliamo insieme a dei brianzoli in un gruppo guidato
di tedeschi e entriamo nel
museo di 160 stanze arredate
negli stili più disparati, dalle
sale turche al Rinascimento
fiorentino, dall’ispano-moresco al Luigi XVI; c è anche
una biblioteca con libri finti
sugli scaffali, a celare un passaggio segreto, naturalmente
invisibile.
Sono perlopiù italiani e
francesi, invece, i visitatori
del Castelul Bran, fantornatica dimora di Dracula, attirati
dalla storia romanzata di questo principe, voivoda di Valacchia intorno alla metà del
XV secolo. Il suo vero nome
era Vlad Dracul, perché aveva
ricevuto le insegne del Dragone come difensore della cristianità dei turchi, e dovevano
essersene accorti i messaggeri
del sultano e i prigionieri turchi impalati durante la guerra
scatenata contro Maometto IL
Per questa impresa si era guadagnato l’appellativo di Vlad
Tepes, l’«impalatore». Da
impalatore a vampiro: il salto
ulteriore viene compiuto dalla fantasia del romanziere irlandese Bram Stoker (18471912), ed è sotto queste sembianze che lo cercano i visitatori fra le mura imbiancate di
fresco del Castelul. In verità
di tenebroso ha ben poco questo castello dalle stanze piccole e basse, in cui sono sistemate delle stufe di ceramica
colorata e una scarna collezione di vasi in porcellana del
XVIIl secolo.
In questa zona il turismo
stimola la fantasia dei romeni
più industriosi, che davanti
agli alberghi allestiscono dei
banchetti per vendere scarpe
da ginnastica e coni gelato e
alToccorrenza fanno da parcheggiatoti. Nei ristoranti
bambini di cinque o sei anni
vendono cucchiai di legno e
attaccapanni fatti a mano; al
Cabirìa, il più celebre film muto italiano realizzato da Giovanni Pastrone nel 1914, con testi di D’Annunzio
Iniziative
tri bambini, anche più piccoli,
si avvicinano ai tavoli con la
mano aperta e vengono scacciati in malo modo dalle cameriere: restano a ciondolare
sull’ingresso, senza decidersi
a andare via.
Ormai ci siamo addentrati
in Transilvania, regione per
lungo tempo contesa all’Ungheria, ancora oggi disseminata di piccoli centri che hanno conservato intatta la cittadella medievale. A Brasov, se
la Piata Sfatului, la piazza del
Consiglio, teatro della proclamazione dei tre voivodati romeni nel 1600 e della chiamata alla rivoluzione contro
l’Austria nel 1848, non fosse
oggi sepolta da una specie di
mercato coperto in ferro, si
potrebbero ancora vedere le
tracce del maggior centro eulturale transilvano, quale era
nel XVI secolo. Fino agli anni ’70 Brasov era anche abitata da una consistente minoranza di lingua tedesca, drasticamente ridotta da Ceausescu, che costrinse molti membri della comunità a emigrare. A testimoniare questa presenza sono anche i culti celebrati nella famosa Biserica
Neagra, la più ampia chiesa
gotica romena, evangelica.
Dietro la chiesa e intorno
alla piazza principale, solo le
vie strette tra file di case appoggiate una all’altra, così
frequenti nelle città transilvane, con i portoni bui che portano verso cortili interni, i negozi poveri con in vetrina
qualche pomodoro cotto dal
sole, cavoli, peperoni e scatole di conserva con l’etichetta
consumata, come quelle che
noi dimentichiamo per anni
in cantina.
(5- continua)
gimmsmsfsmmm
Difendiamo la filosofia
L’Istituto italiano per gli studi filosofici con sede a Napoli è
il promotore, nel nostro paese, di un appello sottoscritto dal
presidente del Parlamento europeo (in data 22 giugno 19"v ®
dal presidente dell’Assemblea delTOnu (in data 24 settembre
’93) a difesa della filosofia. Il testo muove da una denuncia:
«... rincontro tra le diverse civiltà è stato ed è segnato ™
appiattimento dei costumi e delle forme espressive, oppure dalla perdita di memoria storica», nonostante in teoria si riconosca
al confronto razionale tra le culture un’importane centrale in
un mondo interdipendente. Si lamenta poi che l’insegnamento
della filosofia venga da più parti svalutato («Noi educhiamo talenti tecnico-pratici e atrofizziamo il genio dell’invenzione filosofica»), mentre oggi più che mai il mondo avrebbe bisogno
di una creatività in questo settore. L’appello si rivolge ai governi e ai Parlamenti perché tengano presente l’esigenza di reinserire l’insegnamento e la pratica filosofica «nel suo corso storico
e nella sua connessione con la storia delle indagini scientifiche
(...) come indispensabile premessa a un autentico incontro tra i
popoli e le culture» ^ - a ■
L’Istituto napoletano organizza fra l’altro, nell’ambito dei
suoi prestigiosi seminari di filosofia, storia, storia dell arte, due
cicli di lezioni di argomento biblico: Xavier Tillette (Institut
catholique, Parigi) tratterà il rapporto tra Bibbia e filosofia (512 febbraio ’95); François Laplanche (Parigi) parlerà della
«Bibbia come oggetto culturale e/o parola ispirata nel XVII secolo» (20-24 marzo).
Libri
Il «Camus svedese»
Stig Dagerman (1923-1954) è stato definito il «Camus svedese»; fu figura emblematica della sua generazione, anche per la
morte suicida avvenuta all’età di 31 anni. Come negli altri suoi
libri, anche in questo che è il più famoso’’" protagonista è un ragazzo, il ventenne Bengt, chiuso nel suo mondo «in crescita»,
intransigente nei confronti degli altri e di se stesso, alla ricerca
di un’impossibile purezza. La scoperta che il padre aveva una
relazione con un’altra donna (e la sposerà, in seguito alla morte
della prima moglie) lo induce a sentimenti contrastanti, dal disprezzo per la vita meschina del genitore alla messa in discussione dei propri rapporti con la fidanzata. Bengt è un ragazzo
«bmciato», che arriverà alla consapevolezza dolorosa che «solo
i bambini braciati possono scaldare gli altri». Il lettore segue
questa ricerca interiore nella traccia delle lettere che il protagonista scrive a se stesso, alla fidanzata e al padre, alternate ai capitoli narrativi. L’unico legame che sembra mantenere il ragazzo è proprio quello con la «matrigna» ma, dopo una svolta
drammatica, il giovane si sposerà con la fidanzata e resterà per
sempre «braciato».
(’") Stic Dagerman: Bambino bruciato. Milano, Iperborea, 1994,
pp 292, £ 24.000.
Le religioni prepotenti
Fra Ortensio* parte dalla distinzione barthiana fra fede e religione, e alla religione aggiunge anche la teologia: la fede è rapporto personale con Dio, la religione ne è l’espressione verbale
esteriore, la teologia è la sua elaborazione culturale. È in queste
due ultime dimensioni che si annida il pericolo dell’integrismo
religioso, che Ortensio rintraccia anche nell’esperienza cristiana
primitiva, dagli apostoli in poi perché Gesù, invece, aveva liberato gli umani dal dogmatismo, dal terrore di Dio, dalla schiavitù dei riti e della legge (cfr. Giovanni 4, 21-24). L’impostazione è interessante e anche condivisibile, ma quando lo sviluppo
«prepotente» è esemplificato sulla cristologia ci domandiamo se
non porti vicino al liberalismo e al romanticismo religioso del
secolo scorso. La riprova potrebbe essere fornita dalTaffeimazione che le varie religioni si equivalgono nella misura in cui
hanno un comune punto di «riferimento», una comune esperienza di Dio e del mistero (p. 55). Il volumetto è arricchito da una
prefazione di Marcello Vigli (pp 7-20) sull’esperienza cristiana
{«Né padri né maestri) delle comunità di base.
(*) Ortensio da Spinetoli: La prepotenza delle religioni. Roma,
Datanews, 1994, pp 58, £ 5.000.
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 21 OTTORp;.
PROTESTANTI E CULTURA ITALIANA
FEDE E LIBERTA
ALFONSO MANOCCHIO
Il nostro ruolo è alto, ma è
ineliminabile: può essere il
succo di una riflessione che
parte da lontano; ha preso vigore, forza e passione, incontrando con interesse la storia
dei secoli XVII e XVIII. Ho
ricevuto una frastata leggendo
l’articolo dello scrittore siciliano Vincenzo Consolo
(L’Unità 2 del 25 settembre
’94) intorno aU’«etemo fascismo italiano» e all’esilio
dell’intellettuale «in questo
paese, dove più nessuno ascolta le parole di ragione e di
civiltà». Sarebbe venata di parecchia superficialità un’analisi della situazione politica
attuale che si fermasse alla
storia degli ultimi quarant’anni e alla caratterizzazione delle sue componenti. L’eterno
fascismo di cui parla Carlo
Levi in «Cristo si è fermato a
Eboli» e ripreso da Consolo,
ha radici molto lontane:
affondano in una cultura che
non è stata mai debellata, e il
cui spirito è impastato di autoritarismo, integralismo e discriminazioni.
Il compattamento in Italia
di questa cultura avviene con
^adualità inesorabile, quando
in Europa il nascente capitalismo cerca di superare il sistema feudale; la lotta non ha lo
stesso successo dappertutto. Il
problema allora è di capire le
ragioni del successo in alcune
zone e della sconfitta in altre:
per quanto riguarda l’Italia ci
imbattiamo nella rifeudalizzazione e nello spirito della
Controriforma, che camminano insieme e invadono la penisola da Milano a Palermo;
con maggiore forza di penetrazione, il Mezzogiorno. Anzi qui prende corpo un vero
processo di moralizzazione e
di riorganizzazione della società, che pone fine a gruppi
eretici e a tendenze riformistiche cattoliche e laiche. C’è
un’affermazione molto illuminante dello storico Rosario
Villari: «La partita decisiva
della collocazione “periferica” del Mezzogiorno d’Italia
nel mondo moderno si è giocata nel secolo XVII» {Ribelli
e riformatori Editori riuniti,
Roma, 1979). Con qualche
aggiustamento la stessa affermazione può essere fatta valere per la storia intera del nostro paese e offrirci qualche
idea di comprensione dei suoi
sviluppi e passaggi fino ai nostri giorni.
Prendere coscienza di questo retroterra potrebbe operare
lo svelamento della realtà appena trascorsa, dove la cultura
fascista è rimasta intelligentemente acquattata, ma operante. Oggi è trasparente, ma la
cultura della borghesia feudalizzata e della Controriforma
non è mai scomparsa dalle
pieghe più profonde della nostra società. Quello che accade sotto i nostri occhi (Rai, finanziaria, pensioni ecc.) è la
conseguenza diretta di questa
cultura e porta il marchio di
un ceto politico lungamente
addestrato. Non è difficile
rendersi conto che in Italia le
forze riformiste sono state
sempre perdenti e quasi sempre minoritarie, mentre la destra e il centro non hanno il
senso dello stato: questo è il
problema.
Bocca dice: «Ricostmire lo
stato è un’impresa enorme, di
generazioni» (la Repubblica,
venerdì 30 settembre, in «La
finanziaria e la demagogia»).
Il senso dello stato in Italia
non c’è mai stato, come cultura vincente. La radice di questo «peccato» sta in quei secoli di consolidamento e di
complicità di interessi ideologici ed economici, quando baroni, la borghesia feudale e aristocrazie ecclesiastiche contrastano duramente le spinte
di modernizzazione dello stato presenti nelle monarchie
italiane e in zone della società. Credo che il problema
sul tappeto e i suoi connotati
siano di tale mole e importanza da porci, come protestanti,
l’esigenza di un progetto.
Al momento non saprei
parlare del come e degli strumenti, ma sono convinto che
bisogna porre in essere un nostro specifico contributo, che
si collochi nell’alveo della
nostra migliore tradizione.
Sono anche convinto che il
nostro discorso, per una serie
di opportunità politiche, non
può essere fatto proprio dal
ceto politico riformatore. La
nostra esperienza di fede deve essere posta al servizio
della libertà e responsabilità,
in nome anche delle nostre
generazioni passate massacrate in Calabria e nelle valli
valdesi. Non sto parlando né
di una lotta religiosa né di un
fronte protestante, ma certamente di un «luogo visibile e
operante» che annodi, raccolga e canalizzi impulsi, riflessioni e persone.
Nella consapevolezza di far
fronte a una stagione miserevole e buia, in cui potrebbe
essere spinta l’Italia dal blocco veteroborghese e controriformista che si sta impossessando del nostro paese.
«L'Indice dei libri del mese» compie dieci anni in questi giorni
La competenza non opprime il lettore ma
scopre il libro come strumento di riflessioiia«
eia
ALBERTO CORSANI
Valorizzare le competenze,
cioè chiedere a uno storico o a un letterato di riflettere
sulla realtà a partire dai propri rispettivi terreni di lavoro.
Sembra ovvio, ma nella cultura italiana avviene invece
che i più quotati opinionisti,
pur competenti in questo o
quel settore, compiano vere e
proprie scorribande in altri
territori, dando l’impressione
di giocare un po’ al tuttologo.
Valorizzare le competenze
è invece la linea seguita
dall'Indice dei libri del mese,
la rivista di recensioni, sobria
e fedele a una grafica non aggressiva, nata da un gruppo di
docenti dell’Università di Torino e che festeggia in queste
settimane i suoi primi dieci
anni contrassegnati da 2.110
collaboratori che hanno scritto almeno una vòlta, 1.331
case editrici recensite e oltre
18.000 lettori.
«All’epoca in cui è nato
“L’Indice” - dice Eliana
Bouchard, redattore capo c’erano due illustri modelli:
la , “New York Rewiev of
Books”, che propone dibattiti
e rassegne attorno a tèmi di
grande spessore, e il “Times
Literary Suplement”, che lavora essenzialmente sui testi e
si limita alle sole recensioni.
Noi avremmo voluto dar vita
a qualcosa di intermedio, ma
di fatto nei primi anni la rivista è stata più avvicinabile al
secondo modello. Un’altra
caratteristica che pensavamo
potesse assumere “L’Indice"
era un 'attenzione privilegiata
alla letteratura rispetto ad al
tre produzioni librarie; in
realtà questo fenomeno è stato più contenuto, vuoi perché
la narrativa di questi ultimi
anni non gode di ottima salute, vuoi perché si sta arrivando, anche in Italia, ad avere
una produzione di divulgazione scientifica di buon livello:
al romanzo si affianca quindi
tutta un’altra letteratura, di
tipo saggistico».
La rivista in effetti si articola per sezioni, e al «libro
del mese», che può godere di
almeno due articoli basati su
punti di vista diversi, seguono
in un ordine non rigido recensioni di letteratura, materie
umanistiche, società, politica,
scienze. Il corpo centrale di
ogni fascicolo è invece dedicato a schede più agili, che riprendono le medesime aree e
contemplano spazi fissi per i
libri dedicati allo spettacolo- e
per i tascabili. Pagine specifiche sono state dedicate, negli
anni, ai libri non ancora disponibili in italiano ma che
varrebbe la pena tradurre, e ai
libri per la scuola. In vista del
processo che avrebbe portato
all’Unione europea venne
ideato il supplemento Liber
(dapprima staccato e allegato
nel cellophane ogni due mesi), redatto in sinergia con illustri testate europee e incentrato su problematiche culturali di respiro intemazionale.
«Nel primo periodo della
nostra direzione — spiega
Giuseppe Sergi, docente di
Storia medievale, che affianca dal 1990 il direttore Cesare
Cases (germanista che fu tra
gli ideatori dell’Indice insieme a Gian^Giacomo Migone,
Appuntamenti
Sabato 22 ottobre — FIRENZE: Alle ore 17,30, nei locali di via
Manzoni 21, il prof. Paolo Ricca parla sul tema: «Fede e vitia» e presenta il libro «Un giorno, una parola».
Sabato 22 ottobre - TORINO: Alle ore 15,30, presso il salone
valdese di corso Vittorio Emanuele II, 23, il teologo valdese Fulvio
Ferrano, Claudia Peirone, ricercatrice in italianistica presso l’Università di Torino, e il filosofo Ugo Perone, assessore alla Cultura del
Comune di Torino, parlano sul tema: «Il linguaggio della felicità esiste
nel mondo moderno? Il bello: una riscoperta». Presiede Piera Egidi
Domenica 23 ottobre — TORINO: Dalle 9,30 alle 17, in via Magenta 29, il teologo Armido Rizzi parla sul tema: «Violenza e pace
nelle religioni» per l’organizzazione dei «Beati i costruttori di pace»
Venerdì 28 ottobre — UDINE: Alle ore 18,30, presso la Chiesa
metodista (piazzale d’Annunzio 9), l’ing. Paolo Grillo parla sul tema:
«Cenni storici della presenza evangelica a Udine dal 1866 al 1917»
Venerdì 28 ottobre - TORINO: Alle ore 15, presso palazzo Lascans (via Alfieri 15), l’Ywca-Ucdg (la più antica associazione femmimle d’halia) organizza un dibattito sul tema: «Il femminismo ha
cento anni: Ywca-Ucdg 1894-1944». Intervengono Dina Eroli Frida
Malan, Piera Egidi, Luisa La Malfa e Fiorenza Taricone.
Venerdì 28 ottobre — LECCO: Alle ore 2Ó,30, presso il Centro
sociale di Germanedo (zona 4, via dell’Eremo), il past. Ennio Del
Priore parla sul tema: «La Riforma protestante».
Concorso
La Federazione delle chiese evangeliche in Italia indice un concorso per un nuovo logo della rubrica «Protestantesimo».
Il logo deve includere anche la parola «Protestantesimo».
11 concorso è aperto a chiunque abbia idee, proposte,
suggerimenti. 11 logo verrà utilizzato per la sigla e la scenografia della rabricà.
Una commissione, nominata dalla Giunta della Federazione, vaglierà le proposte e sceglierà il logo vincitore,
facendone realizzare l’esecutivo.
Al vincitore verrà offerto, come riconoscimento simbolico, un viaggio e soggiorno a un campo studi presso
un Centro evangelico o l’equivalente in libri presso le librerie evangeliche.
Scadenza: 15 novembre 1994.
Per ulteriori informazioni: «Protestantesimo», via Firenze 38
00184 Roma. Tel. 06-4825120 - 483768. Fax: 06-4828728.
primo o «firmare» la rivista)
- abbiamo cercato di curare
maggiormente rimpaginazione, cercando di affiancare
recensioni di argomento affine, trattando maggiormente
con gli autori per avere un
prodotto più giornalistico.
Negli ultimi due anni, invece,
pur restando abbastanza fedeli alla linea originaria, abbiamo cercato, con “L’Indice
puntato” [un articolo che
apre il giornale, in forma di
editoriale, ndr] di creare uno
spazio in cui i redattori esprimano in che modo una
buona competenza libraria
può annacquare certi errori:
per esempio, uno storico
dell’arte potrebbe con autorevolezza far presenti gli errori a cui si va incontro in un
certo modo di gestire i musei.
Questo significa rispettare e
valorizzare le competenze.
Un’ulteriore modifica consiste nel presentare articoli che
si riferiscono a più libri o che
si interrogano su un tema ben
preciso, e stiamo anche aprendo ai libri stranieri, non
solo quelli da tradurre».
Nata nel segno della sobrietà, la rivista torinese si è
distinta per molti anni per la
tendenza a recensire i libri
«che piacciono». «Ora può
capitare di introdurre la
stroncatura, ma con estrema
cautela - prosegue Sergi -, e
solo di fronte a casi in cui si
assiste a una cattiva azione.
Per esempio quando di un libro tutti parlano incensandolo, mettendolo sull’altare; in
quel caso cerchiamo di smontare l’operazione e di toglierlo dal piedistallo».
Se il bacino di utenza!
consolidato e affeziona^
in un paese in cui si y
pochi libri e pochi gii
(figuriamoci un giornee!
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CENTRO CULTURALE VALDESE
L'etica di
Bonhoeffer
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11 per noi
CLAUDIO PASQUET
Riprendiamo anche per
il 1994-95 gli incontri
del «Collettivo teologico
Giovanni Miegge», sempre
con la stessa formula adottata due anni fa, quando abbiamo iniziato quest’avventura. Ci si ritrova una
volta al mese nel tardo pomeriggio del sabato e, dopo
l’ascolto di un passo biblico e una preghiera, leggiamo alcuni capitoli di un libro che abbiamo scelto a
inizio anno, ascoltiamo alcune brevi precisazioni o
introduzioni al tema, fatte a
turmo dai pastori presenti,
poi cena «al sacco» in cornune e, dopo cena, discussione su argomenti che sono scaturiti dalla lettura e
che interrogano il nostro
essere credenti oggi.
L idea di questi incontri
è scaturita da una riflessione fatta all’interno del
Centro culturale valdese,
con lo scopo di riprendere
una formula simile a quella
del «mitico» Collettivo
Bonhoeffer di vent’anni or
sono. Il primo anno abbiamo letto Per una fede di
Giovanni Miegge, l’anno
scorso alcuni capitoli della
Istituzione cristiana di
Giovanni Calvino. Quest’
anno iniziamo leggendo, e
per alcuni è una rilettura, l’Etica di Bonhoeffer,
■
mentre per il futuro
mo in vista la teologia si
stematica di Paul Tillich.
Agli incontri partecipano:
sempre dalle venti alte
trenta persone, quasi tutti
impegnate a vari livell)
nèlla nostra chiesa: d^j
gruppi giovanili ai Con®
stori, dai comitati
opere ai gruppi femmi
Lo studiare insieme dei
sti teologici che sono
fondamentali per la
sione e la costruzione de®'
nostra chiesa ci porta a
battere, scontrarci e inti
rogarci sul nostro modo
vivere la fede oggi, sui n<
stri dubbi e sulle nostt*
certezze.
Perché lo facciamo?
prattutto perché alcuni nH‘
litanti delle nostre chiedi
avvertono l’esigenza®
una «formazione
nente», sentono che fa b®
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allo spirito il ritrovarsi P
discutere, pregare, studiàt*
senza finalità immediata
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proprie individualità. ,
credenti lasciando suU
sfondo i mille impegni ne
la chiesa e nel mondo.
Il primo appuntamento
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quest anno è alle ore 16' ;
di sabato 22 ottobre P*®* ;
la chiesa valdese di
la chiesa valdese ai r«Hinenn'
Io (via dei Mille 1), n® ¡
sala al primo piano
Venite tutti !
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15
obre 1 JpRpì 21 OTTOBRE 1994
PAG. 1 1 RIFORMA
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lettera di Anna Maffei
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ióflo definite le riflessioni
j del termine «pastoni ha sfavorevolmente
I ma, nei primi giorni,
netuto a me stessa che
jebbe stato di alcuna
i riprendere il dibattito,
dopo qualche settimana,
kdero questo mio attegpnto «snobistico», e in; un mio preciso dovere
Beare. Ovviamente non
aquestione «pastora» già
'ito di interessanti rifleslegittime e utili)
Ivece sul tono, sullo spiiquel «fondo» (tra l’alI voi messo in risalto e
Idi, reputo, in qualche
¡do ¿nsiderato meritevole
siderazioni e stimoli),
bene, se questo è lo spile comincia a penetrare
ia'yita delle nostre comu|%ol dire che il «berlufflismo» cresce anche fra
bro che, storicamente,
no fatto del «protestare
Ito» un simbolo positivo,
àttera infatti ci invitava a
(te voti (solo se sono voti
itivi!); a non lamentarci
erlusconismo dice giustabte: «lasciateci lavoraa considerarci sulla
i barca (anche il presi! della Repubblica ci inieosì a pazientare e a staMa davvero se
liamo opinioni diffe1 da quelle dominanti tra
Iddetti ai lavori siamo
iibini cattivi»?, cioè non
filiamo, ma facciamo solacchiere... mentre altri
n’
SE
no non solo un portato speleo della battaglia ideale
‘ ladri del protestantesimo
per nostra fortuna, un va
ia-i
mente sono esterretppure, a ben vedere,
si toccavano argomenti
taK per la nostra fede, così
ere in crisi coscienze e
insabilità. Il dibattito, il
onto delle idee, anzi di
la libertà di esprimere
!Cùno il proprio pensiero
A PROPOSITO DELLA BOZZA SINODALE SULL'ECUMENISMO
L'IDENTITÀ PROTESTANTE E LE ALTRE
GIOVANNI GÖNNET
Il Testo di studio per le chiese (v.
Riforma n. 33 del 2 settembre) evi
denzia bene le problematiche attuali
della nostra testimonianza cristiana rispetto alle 76 aree di incontro e di dialogo prospettate: 1) tra gli evangelici
italiani; 2) tra le varie confessioni protestanti in Europa e nel mondo; 3) con
l’anglicanesimo; 4) con l’ortodossia,
specialmente del ramo orientale; 5 con
la Chiesa romana; 6) con Tebraismo;
7) con altre «fedi viventi» (buddismo,
ecc.). Come si vede, non si tratta solo
di confessioni cristiane, a livello istituzionale e di base, ma anche di altre religioni: dunque, insieme, un ecumenismo confessionale e un ecumenismo
interreligioso, le cui rispettive caratteristiche devono essere ben distinte.
Ora, la prima esigenza che si presenta all’esame delle chiese è di ordine sia
spirituale che intellettuale: percepire
con esattezza le proprie e altrui identità; poi, forti della convinzione dei
più, che il movimento ecumenico preso
nel suo insieme «non caldeggia né la
rinuncia a queste identità né la loro
perdita, ma ne promuove l’incontro»
(punto 4), esse dovrebbero prima di
tutto verificare se e fino a che punto
quel dialogo e quell’incontro tanto vagheggiati sono bene avviati, oppure se
subiscono ritardi e incomprensioni.
Vediamo un po’ quel che succede qui e
ora, a partire da casa nostra.
1) Per gli evangelici italiani il fallimento di «Pentecoste ’94» è stato un
brusco risveglio: il letteralismo biblico.
di stampo fondamentalista, che caratterizza talune comunità o chiese definite
«non storiche», rischia di diventare fine a se stesso. Resta tuttavia la fiducia
che, come si esprimeva Domenico Maselli in Fedeltà (n. 198, ott. ’93),
«Vevangelismo italiano possa trovare
uno sviluppo unitario in cui ciascuno è
sé stesso ed è in dialogo fraterno con
gli altri».
2) Più positivi i contatti fra riformati,
metodisti, luterani, ecc. a livello europeo e mondiale, ma si desidererebbe
essere meglio informati.
3) La spaccatura tra gli anglicani, tra
fautori e oppositori dell’ordinazione
delle donne, se fa indubbiamente problema non rischia però di vanificare il
dialogo ecumenico se non con la Chiesa romana e gli ortodossi.
4) Più grave lo scontro fra questi ultimi (l’ortodossia) e la Chiesa romana,
non solo a proposito degli uniati ma
anche sullo spinoso problema
dell’evangelizzazione: perché attribuirne l’esclusività soltanto all’una o
all’altra delle due parti in causa?
5) Circa la Chiesa romana, fa bene il
Testo a affermare che l’identità cattolica, quella almeno che si esprime a livello ufficiale, sembra «sostanzialmente ricalcata sulla figura del papa,
di cui colpiste Tinstancabile protagonismo (...) a dispetto della dottrina
della collegiabilità episcopale» (punto
4). Tra le due fonti di riferimento indicato, mi fermerei un momento sul Catechismo della Chiesa cattolica (ed.
italiana 1992), nel quale non mancano
articoli su argomenti tuttora nevralgici
nel dialogo ecumenico, quali per
esempio: il dogma dell’assunzione di
Maria al cielo (art. 969), il reiterato sacrificio di Cristo nella messa (art.
1367), la pratica delle indulgenze (art.
1471), resistenza del Purgatorio (art.
1030-32), il rifiuto dell’ordinazione
femminile (art. 1577), ma soprattutto
le formulazioni dogmatiche sulla
Chiesa romana e sul papa.
La prima, quella in cui sussiste
«l’unica Chiesa di Cristo, una, santa,
cattolica e apostolica» (art. 811) e per
mezzo della quale soltanto «si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di
salvezza» (art. 816); il secondo, proclamato ancora «vicario di Cristo» e pastore di tutta la Chiesa sulla quale egli
ha «la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente» (art. 882), il tutto con rimandi quasi letterali a definizioni del
Concilio di Trento e del Vaticano II
(Lumen gentium), o a encicliche del
papa attuale (Mulieris dignitatem).
6) Se Israele «è la radice che ci porta» (punto 7), come la mettiamo con
una retta esegesi di Romani 11? La
promessa di salvezza, come pure la minaccia di distruzione, riguardano tanto
i rami dell’olivo selvatico quanto quelli dell’olivo domestico.
7) Infine, circa le altre «fedi viventi», la sfida é indubbiamente tra il costante pericolo dell’acculturazione e
del compromesso e l’invito dell’apostolo Pietro «a rendere conto della
speranza che è in noi a tutti quelli che
ci chiedono spiegazioni» (I Pietro 3,
15). Il resto è nelle mani del Signore.
lore oggi garantito anche dalla nostra Costituzione democratica.
Infine permettetemi di
esprimere tutta la mia simpatia per le «chiacchiere» (cosa
differente dal pettegolezzo,
dalla malignità, dalla calunnia, dalla falsità, ecc.); anzi,
confesso, senza vergognarmene, che la mia crescita
umana e politica è dipesa, almeno per il 50%, dalle chiacchiere. A questo lieve e non
impegnativo scambio di idee
che «si» o «vi» scrivono a
Riforma-, o che si incrociano,
magari una volta nella vita
(sul treno, al mercato, sul
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SO-M^AMpa;
Via Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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'NITORE; Giorgio GardioI
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■PAITORI: Stelio Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragagiia, Daniele
Busetto, Luciano Cirica, Alberto Coreani, Piera Egidi, Fulvio Ferrarlo, Maulizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Ne; 9*1), Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo Rinaidi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Pien/aldo Rostan, Mar•*•) Schellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe
'BANTI: Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Brudo Rostagno
IINISTRAZIONE: Mitzi Menusan
®NAMENTI: Daniela Actis
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ORE: Edizioni protestanti s.r.i. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino
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» presse)
Pinero-*
‘“"'uiativo Riforma + Confronti £ 135.000 (so\o itaiia)
¿ebdonars/. versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni pros.r.l., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
py^*iloazf(»je aatummal» unttatki con L’Eco delle veni valdesi:
non iMià essen vendute eepM^miide
l^elpazloni: millimetro/colonna £ 1.800
^ ornici: a parola E 1.000
Piner;" : C“0 eolia testata U Luce registrata dal Tribunale di Plnetoto ¡1
), nell* I ioi, 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state regist a e
/ nza in data 5 marzo 1993.
39 d^ 14 ottobre 1994 è stato consegnato per l'inoltro postale all Ufficio CMP
t di Torino mercoledi 12 ottobre 1994.
l’autobus, nel negozio) io devo la conoscenza di esperienze, ambienti, riflessioni, stati
d’animo, diversi dal mio e
che comunque mi arricchiscono, sempre (vorreste fare
un’indagine su qual è la pagina più letta del giornale? Io
scommetto la pagina dei lettori).
Gli amici, i compagni di
studio 0 di lavoro, i fratelli di
chiesa spesso ti sono affini;
con loro non chiacchieri ma
discuti, litighi, concordi o
dissenti ma le chiacchiere,
quelle, se bene usate, ti permettono di introdurti (anche
se in punta di piedi e per poco) in altri mondi, in altre
personalità, in altre storie
umane. Bisogna essere curiosi dell’umanità per amare e
servire Dio. L’importante, come in tutte le cose, è usare
bene, direi con amore, anche
le chiacchiere.
Quindi, anche se sulla pagina dei lettori si facessero
chiacchiere, non rifiutatele,
non bollatele; sono sempre
una porta aperta su una realtà
diversa e, soprattutto, sono
sempre il riflesso di un desiderio di riflettere insieme,
oserei dire in comunione con
altri. L’umanità è così diversa, così ricca di sfaccettature
e così contraddittoria... chi tra
noi può arrogarsi il diritto di
dire: «Taci tu, che fai solo
chiacchiere» o peggio «parla
solo se devi consentire»?
Doriana Giudici - Roma
Una scuola
biblica al Sud
Su Riforma del 23 settembre è stato pubblicato un articolo di Emmanuele Paschetto
relativo a un contributo del
pastore Wilhelm Druhe di
Dùsseldord apparso sulla rivista mensile tedesca Reformierte Kirchenzeitung. Il pastore Druhe si interroga
sull’attuale crisi della Chiesa
evangelica luterana in Germania, che ha visto diminuire
in pochi anni il numero dei
suoi membri del 10%. Paschetto conclude il suo articolo rilevando che dai giudizi
del pastore Druhe potremmo
ricavare qualche spunto per
un’analisi della situazione
delle chiese evangeliche storiche in Italia.
È vero che da noi l’assegno
pastorale non è più di tale
consistenza da costituire un
miraggio allettante per i nostri
giovani in cerca di lavoro: resta il fatto che il numero complessivo dei nostri membri di
chiesa non è cresciuto negli
ultimi 30 anni. Senza gettare
la croce addosso a nessuno,
non sarebbe il caso di cominciare a chiedersi perché? Secondo me uno dei motivi sta
nel fatto che la borghesia intellettuale, in genere, ascolta
ma non si impegna mentre per
le masse popolari formate da
contadini, operai, impiegati,
artigiani, commessi, ecc. il
nostro messaggio elaborato da
pastori «dottori» non è molto
accessibile. Coloro che comprendono non si impegnano,
coloro che potrebbero e vorrebbero impegnarsi non comprendono.
Che fare? Ravviso la necessità che oltre alla Facoltà di
teologia di Roma dovrebbe
essere creata, per iniziativa
delle chiese evangeliche storiche, una scuola biblica, con
sede a Riesi o in un’altra località dell’Italia meridionale,
per preparare evangelisti, colportori, ecc.
Raffaele Balenci - Firenze
La scuola
clericale
Il diedi prima pagina
Lavori in corso
La foto non è dell’inizio del secolo
ma del 1994 ed è stata scattata in Cina. Il lavoro e la tecnologia impiegati
per la costruzione dei piloni di un
ponte sono quelli dell’inizio del secolo, nell’epoca dei grandi lavori stradali in Europa. Si apre perciò, dicono gli
economisti, un grande mercato per
l’occidente: la tecnologia però è anche
potere. Risciremo a collaborare allo
sviluppo della Cina senza imporre il
nostro sistema occidentale?
L’argomento scuola in questo momento è di attualità
nella stampa: si esaminano i
vari aspetti del tema, tra i
quali le differenze tra scuola
pubblica statale e quella privata, per lo più clericale.
Ignazio Silone in Severina,
(ed. Mondadori, pag. 64 e
150), sulle scuole private, dà
un’indicazione della quale assicurò la veridicità. In un esame di maturità un commissario statale chiede a un’allieva,
esaminandola, che cosa sapesse di Giuseppe Mazzini. L’interrogata rispose di non aver
mai sentito parlare di questa
persona. La suora, insegnante
di storia dell’istituto, dichiarò
di ignorare anche lei chi fosse
il signor Mazzini.
Paolo Sanfdippo - Chiavari
L'integralismo
protestante?
quando viene trasformato in
reato, allora si ha la Firenze
di* Savonarola, la Ginevra di
Calvino-, che sono come la
Mosca di Breznev e la Parigi
di Robespierre» e ancora «un
cristiano la tolleranza dovrebbe averla nei cromosomi. Se
si violenta la libertà di credere o non credere, per la fede
non c’è più spazio».
A parte la seconda affermazione, che mi trova sostanzialmente d’accordo, mi pare
che il primo contenga una
forzatura. Mi piacerebbe che
su Riforma si potesse aprire
un dibattito con interventi di
storici e teologi evangelici
per approfondire questo argomento che penso interesserebbe i lettori. Spero che
qualcuno raccolga l’invito.
Enrico Fratini
Luserna San Giovanni
RINGRAZIAMENTO
«lo sono con voi tutti i giorni,
fino alia fine del mondo»
Matteo 28, 20
I familiari di
Arturo Bouchard
sentitamente ringraziano tutti
coloro che, in svariati modi, hanno manifestato affetto, stima e solidarietà sia nei momento delia
malattia che nel momento della
separazione.
Rivolgono un particolare ringraziamento al personale medico e
paramedico dell'Ospedale valdese di Torre Pellice e dell'ospedale
Molinette di Torino, ai pastori Bruno Rostagno, Alberto Taccia,
Giorgio Bouchard e al dott. Roberto Peyrot.
Torre Pellice, 11 ottobre 1994
RINGRAZIAMENTO
«Noi sappiamo infatti che
la tènda nella quale
noi abitiamo, cioè
ii nostro corpo terreno,
viene distrutta.
Sappiamo però
di avere in cielo un’altra
abitazione costruita da Dio,
che dura per sempre»
Il Corinzi 5,1
I familiari di
Davide Lausarot
ringraziano di cuore tutti coloro,
parenti amici e conoscenti, che
hanno espresso la loro simpatia
in questo doloroso momento.
Un grazie particolare ai vicini di
casa e al pastore Rutigliano.
Bobbio Pellice, 14 ottobre 1994
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi verso i monti...
Da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dall’Eterno
che ha fatto il cielo e la terra»
Salmo 121, 1-2
Le famiglie Saccomani, Paschetto e Marzioli ringraziano
quanti hanno espresso loro affetto e simpatia per la dipartita di
Nicla Menghetti Saccomani
La Spezia, 21 ottobre 1994
I redattori e i collaboratori di
«Riforma» e gli amministratori
delle Edizioni protestanti partecipano al dolore di Didi Saccomani,
di Emmanuele Paschetto e della
sua famiglia nella certezza delle
promesse del Signore.
Torino, 21 ottobre 1994
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
In un’intervista apparsa il
30 agosto su Repubblica , lo
scrittore cattolico Vittorio
Messori, prendendo posizione
contro le affermazioni integraliste dell’on. Pivetti alle
giornate di Comunione e liberazione, a Rimini, dice:
«Quando il peccato cessa di
essere un’offesa fatta a Dio,
Maria Mondon
ved. Charbonnier
(Marietta)
Nell'impossibilità di farlo singolarmente ringraziano tutti coloro
che con presenza, parole e scritti
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
all'Ospedale valdese di Torre Pellice e al reparto di chirurgia dell'Ospedale civile di Pinerolo.
Bobbio Pellice, 21 ottobre 1994
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedì.
Telefonare al numero
011-655278 - fax 011657542.
!
16
■11
PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
■ "=■ .
VENERDÌ 21 OTTOBRf
Duecento anni dopo l'ultima sollevazione armata degli indios dell'isola di Chiloe, nel Cile meridionale
Gli indios del Cile si oppongono alla distruzione della foresta vergini
THOMAS NACHTIGALL
Circa 100 persone sono
radunate su una radura,
nel mezzo di ciò che resta
della foresta vergine sull’isola di Chiloe, nel Cile meridionale; sono inginocchiate
intorno a un fuoco e formano
un ampio cerchio. Carlos
Lincoman sta bruciando
un’offerta per «Mapu Nuke»,
la madre terra. «Parlano di
progresso e distruggono la
vita. La vita degli alberi e
con essa la nostra vita. Ma
faremo di tutto per impedirlo» grida il capo degli indios
Huilliche, che appartiene al
popolo dei Mapuche. A diverse ore di distanza l’accesso al campo dei boscaioli della «Golden Spring Company» è bloccato.
L’azione ha carattere simbolico. 200 anni dopo l’ultima
sollevazione armata degli indios di questa regione, gli
Huilliche vogliono mostrare
che non intendono tollerare
più a lungo la distruzione
quasi incontrollata del territorio dove hanno sempre vissuto. GU indios del Cile si rendono Conto che lo spazio vitale esterno alle loro riserve è in
gravissimo pericolo per la politica economica neoliberista.
La dittatura militare di Pinochet diede il via allo sfruttamento economico del mare
e dei boschi. Il presidente democratico Patricio Aylwin,
che di recente ha lasciato la
sua carica, continuò la stessa
politica che prevedeva una
forte crescita del paese sudamericano, proponendo il
«modello Cile» come un
esempio per tutta l’America
Latina. Ma questo sviluppo
Indios dell’Amazzonia ecuadoriana neiie ioro capanne neila foresta
ha i suoi lati negativi che sono principalmente la distruzione della natura e il perdurare della miseria. Il nuovo
presidente, il democristiano
Eduardo Frei, ha indicato come uno dei principali obiettivi l’eliminazione della povertà totale in cui vivono un
milione e 200.000 cileni.
I Mapuche del Sud guardano con preoccupazione al
progetto di costruzione di sei
dighe per la produzione di
elettricità nella parte superiore del Bio-Bio, il più grande
fiume del Cile. La creazione
di stazioni per la pesca e la
lavorazione del salmone nelle
baie e nei fiordi del Pacifico
ha già provocato l’aumento
dei concimi chimici e la morr
te di molte specie di pesci e
molluschi che costituiscono
una fonte di nutrimento per
gli indios.
Tuttavia le più pericolose
sono le aziende che si occupano di legname e che divorano ciò che rimane della foresta vergine, quella che il
poeta cileno Fabio Neruda
chiamava con entusiasmo «la
foresta cilena, profumata, silenziosa, selvaggia».
Come succede per le foreste tropicali di altre zone si
rischia di andare verso la perdita della pluralità deUe specie e l’isterilimento del suolo: non solo, ai Mapuche viene anche tolta la possibilità di
sfruttare questi boschi in modo «leggero». La raccolta
delle noci o l’abbattimento limitato di qualche albero per
costruirsi la casa o farne
commercio costituisce la base della loro economia autosufficiente, che d’altronde è
regolata attraverso leggi ma
le cose vanno in modo divèrso. Poiché la tradizione dei
Mapuche non conosce la prò
Ritorma
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0
VOi
Ogni settimana vi abbiamo informato sullo sviluppo
del dialogo ecumenico fra le diverse chiese del mondo.
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Protestanti s.r.l. - via San Pio V, 15 bis - 10125 Torino.
prietà individuale della terra,
non esistono praticamente titoli di proprietà: quando si
tratta di scegliere tra il dichiarare territorio indiano
una zona popolata fittamente
da indios o concederla ad una
impresa che promette il pagamento di tasse e la creazione
di posti di lavoro, le autorità
in genere decidono a svantaggio degli indios.
Il noto caso della «Golden
Spring Company» sull’isola
di Chiloe è emblematico. Si
tratta della filiale di un’impresa che ha sede a Hong
Kong e rifornisce soprattutto
le fabbriche di carta dell’intera Asia. Circa un anno fa la
«Golden» acquistò 23.000 ettari di foresta vergine, promettendo di fame uno «sfruttamento selettivo». Dovevano essere tagliati alberi qua e
là per permettere alla foresta
di riformarsi ma l’organizzazione cilena che si occupa
della protezione della natura,
il Codeff (Comitato per la difesa della Flora e della Fauna) è scettico: «Troppo spesso, nonostante le assicurazioni che venivano rilasciate,
abbiamo assistito ad un diboscamento massiccio, per far
posto a piantagioni di pini,
che crescono molto più in
fretta».
Senza aver ancora ottenuto
l’autorizzazione la «Golden
Spring Company» cominciò
nel dicembre del ’93 a entrare nella zona tracciando un
sentiero di circa 20 km e ad
iniziare i preparativi per la
costmzione di un porto, con
investimenti di 15 milioni di
dollari. Gli Huilliche sono
particolarmente minacciati da
questa iniziativa: il sentiero
aperto nella foresta passa nelle zone dei loro insediamenti
senza che ci sia stato alcun
accordo con loro. All’inizio
di febbraio si è arrivati quasi
allo scontro armato.
Su mediazione della Chiesa cattolica si è ora costituita
una commissione, formata da
rappresentanti degli Huilliche, del governo provinciale
e delle autorità forestali che
devono pronunciarsi sui pro
Elezioni in Mozambico
«Monitori» della pao
Durante questo mese di ottobre si svolgeranno in Mozambico le elezioni politiche
previste dall’accordo di pace
firmato a Roma il 4 ottobre
1992 dal presidente Joachim
Chissano e da Alfonso Dhlakama, capo della guerriglia
Renamo.
Fin dal 1984, il Consiglio
cristiano del Mozambico ha
giocato un ruolo di pacificatore, suggerendo all’allora
presidente Samora Machel di
aprire un dialogo con la Renamo, per porre fine a una
guerra civile che ha provocato oltre un milione di morti.
Le chiese, consapevoli dell’importanza di queste elezioni per il processo di pacificazione e di sviluppo del paese,
hanno deciso di adottare un
programma simile a quello
dell’Empsa (Programma ecumenico di monitoraggio in
Sud Africa), lanciato dalle
chiese del Sud Africa in vista
delle elezioni storiche dell
aprile scorso. 1 due assipnà
cipali di questo prograipn
sono la conciliazione ti
gruppi in conflitto e I’ossl
vazione dei preparativi dell
elezioni e del loro regolai
svolgimento.
L’obiettivo dei «monitorij
della pace, che in Sud Afnei
ha avuto un notevole suo
so, è di garantire una gestioi|
pacifica delle situazioni coni
flittuali. Il loro ruolo in Stif
Africa è stato più attivo (
quello degli osservatori del
rOnu che si limitavano!
guardare e a prendere
ti. Certo, non possono porr
fine alla violenza né ristabii
re la pace ma possono mcitf
re, favorire il dialogo, limi!
re la violenza, disinnescarci
conflitti, insomma rendei
possibile un’altra soluziotf
che non sia quella deireliini|
nazione fisica di chi la peni
diversamente.
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accettare compromessi. *
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- ordinario £ 95.000 - ordinario £ 140.000
-ridotto £ 80.000 -viaaerea £ 170.000
- sostenitore £ 150.000 - sostenitore £ 200.000
-semestraie £ 48.000 -semestraie £ 75.000
- cumuiativo Riforma + Confronti £ 135.000 (so\o Italia)
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