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Anno 124 - n. 3
22 gennaio 1988
L. 800
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DEI I F CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
LA POVERTÀ’ IN USA
Senza tetto e senza soldi
Più di 33 milioni di persone costrette a cavarsela sotto il livello minimo vitale di reddito - Una grave situazione
che interessa prevalentemente le donne - L’impegno delle chiese per garantire a tutti un assistenza adeguata
Martedì 5 gennaio, la giornata
più fredda negli Stati Uniti, 45
gradi sotto lo zero a Chicago,
il gelo ne ha uccisi 24 in tutta
la nazione. Con le cifre della colonnina di mercurio arrivano
ogni mattina anche i numeri dei
morti tra gli homeless-, i senzatetto. A quanto ammontino esattamente le unità dell'esercito
dei senza dimora nessuno lo sa.
25.000 a Chicago, 50.000 a New
York, ma la schedatura è difficile perché non tutti accettano
di entrare nello shelter System,
la catena dei luoghi di rifugio
norturni. « D’inverno muore solo
chi si ostina a rimanere fuori
dai dormitori pubblici — sostiene E. S., quarantenne senzatetto — ma molti si vergognano di
dover mettere la propria firma
sul foglio di presenza quando entrano nei dormitori». Anche le
chiese cattoliche e protestanti si
sono impegnate in questo tipo
di assistenza, una catena di 300
rifugi ecclesiastici copre tutta
la nazione e, a turno, volontari
di ogni età preparano cene e
breakfast ; r il popolo dei senzatetto, -ic: rifugi, alle 22 si spegno la r-, , ia sveglia è alle 5..30,
alle 7 ' sogna uscire, ognuno
ha 'im da meta per la giornata. ivi per chi ne fosse momentaneamente sprovvisto è possibile: iiaiieciijare a programmi diurni presso chiese cittadine dove,
oltre a trovare cibo, si può in
contrare gente interessante, partecipare a culti appositi, fare
corsi di varia cultura. I senzatetto rappresentano l'aspetto più
evidente di quella situazione sociologica che gli studiosi definiscono « neopovertà » oppure, per
dirla con Hartmann, « l'altra America ». Ma di quale povertà si
tratta? Se si paragonano a certe
situazioni di miseria economica
dell'Africa, dell'Asia o deU'America Latina molti poveri nordamericani sono in realtà dei poveri ricchi, magari con la televisione e l'automobile. Ma o^i
nazione presenta aspetti specifici di povertà; la povertà nel sistema capitalistico più avanzato
del mondo è definita dalla cifra
del livello minimo vitale (fissato dal governo nel 1981 e non
più rivisto, malgrado l'inflazione
abbia nel frattempo eroso il 25%
del valore del dollaro) che prevede un introito lordo di 10.980
dollari per una famiglia di 4 persone, esclusi i buoni mensa, l’assistenza medica gratuita e altri
benefici. La povertà negli ultimi
15 anni è cresciuta progressivamente passando da un minimo
deiril% della popolazione a un
massimo del 15,2%.
Oggi — secondo il famoso
World Almanac, edizione 1988 —
ci sono più di 33 milioni di poveri negli Stati Uniti d'America,
ovvero un americano su sette vive in povertà, una povertà che
cresce più rapidcimente nelle aree metropolitane che in quelle
rurali e che si sta allargando
nelle zone nord-occidentali e centrali del paese mentre il sud continua a detenere il primato di
povertà con il suo 38%. Due ogni
tre adulti poveri sono donne;
è la cosiddetta « femminilizzazione della povertà », una realtà
economica che spesso si accompagna al fatto sociale della totale dipendenza delle donne dalla
famiglia, vista in molti casi come luogo di ulteriore sfruttamento e di impedimento alla realizzazione di sé nel mondo del lavoro retribuito.
Ma questa non è una novità.
Le vere novità riguardano piuttosto il crollo di molti luoghi comuni sulla povertà, sotto i colpi di
maglio delle ultime inchieste sociologiche. Per esempio; la maggioranza degli americani poveri
— deduco dalla relazione del Centro di studi politici di Washington diretto da W. O'Hare — è
bianca (23 milioni su 34) e la povertà cresce più rapidamente tra
i bianchi che tra i neri. Non è
vero — ecco un altro esempio
— che la maggioranza dei poveri sia sostenuta dall’assistenza pubblica; nel 1984 solo un terzo delle famiglie povere ha ricevuto aiuti dallo Stato. Così come non è vero che i poveri sono poveri perché rifiutano di lavorare; su 7,3 milioni di fami
Quando la povertà significa anche solitudine.
glie in povertà, più di metà ha
un lavoro e il 20% ha due lavori.
Ma una persona che lavora 40
ore alla settimana, ogni settimana dell'anno, al minimo consentito che è di 3,35 dollari all’ora,
non riesce a mantenere una famiglia di tre componenti. Crolla anche il luogo comune della
povertà come condizione permanente e al proposito alcuni citano volentieri — a sproposito —
la parola di Gesù « i poveri li
IL SERVO DELL’ETERNO - ISAIA 49: 1-6
ha luce di Betlemme
m
« Isole, ascoltatemi! Popoli lontani, state attenti! L’Eterno m’ha chiamato fin dal seno materno, ha
mentovato il mio nome fin dalle viscere di mia madre. Egli ha reso la mia bocca come una spada
taiili6nte, m’ha nascosto nell’ombra della sua mano; ha fatto di me una freccia ag^uzza, m ha riposto
nei suo turcasso, e m’ha detto: ”Tu sei il mio servo. Israele, nel quale io manifesterò la mia gloria”.
Natale, con la sua euforia e
la sua atmosfera di festa, è passato. Che cosa rimane di Natale
per la nostra vita quotidiana?
Che cosa rimane della luce di
Natale che v'-'l abbiamo accesa
un po’ artificialmente, un po’
sforzatamente con regali, cibi ancora più abbondanti del solito,
cioè con la nostra decisione che
i giorni di Natale devono distinguersi dalla nostra vita di ogni
giorno? Se la festa era soltanto
una fuga, una piccola evasione,
allora la luce che noi abbiamo
accesa a Natale si spegnerà ben
presto nel grigiore della routine^
del lavoro, delle preoccupazioni
quotidiane, dei piccoli e grandi
fastidi di ogni giorno.
Ma Natale è la nascita del Salvatore a Betlemme, la nascita
di Gesù di Nazaret. La luce che
si è accesa a Natale non è la
luce della festa, ma luce delle
nazioni, luce che illumina la storia, i grandi fatti e la storia
quotidiana di uomini e donne,
la nostra storia piena di conflitti, di tradimenti e sconfitte^
La luce che si è accesa a Betlemme si spegne nelle tenebre
sul Golgota. La gioia per tutto
il popolo, annunziata dall’angelo di Dio, finisce sotto le ruote
della storia dei potenti e sopravvive solo nella disperazione di
pochi fedelissimi. E poi, quando
egli è risorto, quando le tenebre
àncora una volta hanno dovuto
cedere alla luce della risurrezione, i tentativi di quei fedelissimi
di afferrare il Risorto, di conservare la sua presenza nella costruzione della chiesa rischiano
ancora una volta di privare del
suo splendore il Salvatore, che
deve essere luce per i popoli.
La teologa D. Sólle dice nella
sua confessione di fede: « Ogni
giorno temo che egli sia morto
invano, perché lo abbiamo nascosto nelle nostre chiese ed abbiamo tradito la sua rivoluzione
con l'obbedienza e il timore di
fronte alFautorità ». E a noi, dopo la festa — i registratori di
cassa sono pieni e la decorazione natalizia delle strade e delle
vetrine è smontata — viene da
dire: ogni giorno temo che egli
sia nato invano perché noi lo
abbiamo nascosto nel consumo,
nell’allegria artificiale della nostra festa ed abbiamo tradito la
gioia e la pace che egli ha portato con l’indifferenza di perso
ne che, vivendo nel benessere,
non vogliono cambiare niente.
Ma questa paura della fede,
questa autocritica della fede, trova una risposta nella figura del
servo di Jahwe, che incontriamo
nel libro del secondo Isaia. Questo servo di Jahwe, che deve penetrare la realtà umana con la
parola di Dio come una freccia
aguzza, che deve tagliare nella
carne della storia umana come
con una spada tagliente, questo
servo di Jahwe dice: « Invano ho
faticato, inutilmente, per nulla
ho consumato la mia forza ». Il
servo di Jahwe ha vissuto quel
difficile compito, che Dio Jahwe
gli aveva affidato, come un fallimento. Egli doveva essere lo
strumento con cui Dio manifestava la sua gloria. Ma non si
vede niente. Tutto sembra inutile, vano. Ma proprio nella sua
sconfitta, il servo di Jahwe riceve un nuovo compito, un compito ancora più grande: egli deve diventare la luce delle nazioni, strumento della salvezza di
Dio fino alle estremità della terra.
Coloro che ci raccontano di
Gesù negli Evangeli conoscevano molto bene U libro del se
condo Isaia e non per caso hanno usato la figura del servo di
Jahwe per interpretare la storia
di Gesù di Nazaret. Gesù è l’uomo di Dio che proprio nella sua
sconfitta viene riconfermato da
Dio. Quando egli muore sul Golgota, gridando: « Dio mio, Dio
mio, perché mi hai abbandona
to? », il centurione riconosce in
lui il Figlio di Dio. Nella sua
sconfitta, Gesù diventa luce delle nazioni.
Dove la nostra paura che Gesù sia nato e morto invano si
incontra con la paura del servo
di Dio che tutta la sua fatica in
nome di Dio sia stata inutile, R
nasce la gioia di Natale. Dove
la nostra paura di non poter vincere il potere del peccato con la
nostra fede piccola ed imperfetta, si incontra con il grido di
Gesù sulla croce, lì cominciamo
a capire la logica dell’azione di
Dio, lì scopriamo la presenza di
Dio nella nostra vita, nella nostra storia.
Allora la luce che si è accesa
a Betlemme non si spegnerà: non
nelle tenebre sul Golgota, non
nel grigiore della nostra vita quotidiana, ma è luce delle nazioni,
luce che illumina la storia umana fino negli angoli nascosti della nostra vita.
Klaus Langeneck
avrete sempre con voi » (Matteo
26; il) come autorevole supporto ad una precisa condizione sociologica, ignorando per altro che
122 testi biblici, nell’indicare nell’oppressione la causa di povertà, invitano anche a modificare
le situazioni sociali di ingiustizia. In realtà la povertà spesso
è soprattutto a carattere temporaneo.
L’Università del Michigan, pipartimento di studi economici,
che ha condotto nel 1986 un’ana^
lisi su un campione rappresentativo di 500 famiglie, ha dimostrato che solo il 26% vive in
povertà per più di otto anni. La
povertà che nel 1950 era al 30%,
oggi è ridotta ad ima media del
14% su una popolazione globale di 242 milioni e 200 mila persone, ed essa può essere ulteriormente ridotta senza sacrificare
la crescita economica.
L’unico luogo comune che invece resiste alla prova delle cifre è quello secondo cui i ricchi
diventano sempre più ricchi e
i poveri — per quella parte che
non riesce ad uscire dalla propria situazione — diventano sempre più poveri. Forse questa è
l’unica certezza sociologica in
una società in perenne mobilità
e in espansione demografica.
A quest’ultimo proposito ancora un dato: dal 1980 la popolazione è globalmente cresciuta
del 7% e si calcola che per il
2080 — anche senza calcolare rilevanti immigrazioni nei prossimi 100 anni — l’incremento demografico sarà del 19%. L’impennata è dovuta alla componente ispanica della popolazione
nordamericana che si moltiplica
tre volte più in fretta del resto
della popolcizione. Non per nulla lo spagnolo sarà sempre di
più, in Nord America, la seconda lingua, come del resto già
succede in alcuni stati dell'Unione dove le scritte sulla metropolitana o sugli aerei e in mille
altri luoghi pubblici sono in inglese e in spagnolo.
Il « melting-pot », il crogiolo
di etnie che costituiscono l’America, riserva nuove sorprese per
il terzo millennio.
Giuseppe Platone
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commenti e dibattiti
22 gennaio 1988
LA PROPOSTA DI UNA NUOVA LITURGIA
Riconoscimento,
ordinazione, consacrazione
Sacerdoti e pastori in Lutero - Porsi al servizio della Parola di Dio
Mi sono fatto leggere il progetto per una liturgia del riconoscimento della vocazione pastorale che dovrebbe sostituire
la liturgia della consacrazione
attualmente in uso nella Chiesa
valdese.
Ho pensato bene di confrontare questo progetto con le liturgie dell’ordinazione della Chiesa evangelica del Württemberg,
della Chiesa luterana di Baviera e con quella per la consacrazione della nostra chiesa.
Formule liturgiche
La formula del Württemberg;
« Confidando nella promessa che
il Signore Gesù Cristo ha fatto
alla sua chiesa, ti chiamiamo al
servizio della Parola di Dio nella chiesa cristiana (...). Il Signore che ti ha chiamato al Suo
servizio ti illumini, ti fortifichi
e ti governi col Suo Spirito Santo e renda la tua attività feconda per la vita eterna. Amen ».
La formula luterana della Baviera: « Cristo dice: come il Padre mi ha inviato, così io invio
voi. In obbedienza a questo ordine che il Signore ha dato alla
sua chiesa, e confidando nella
sua promessa, noi ti chiamiamo,
ti benediciamo e ti inviamo j>er
il servizio nella chiesa, di predicare il vangelo di Gesù Cristo
e di amministrare i sacramenti.
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo ».
La nostra liturgia recita: « In
nome del Padre, del Figliolo e
dello Spirito Santo, noi imponiamo le mani a te e ti stabiliamo
quale ministro di Gesù Cristo
nella nostra chiesa ».
Il progetto propone: « Riconoscendo in te il dono che hai ricevuto da Dio, ti affidiamo il
mandato di esercitarlo annunziando la Parola di Dio, amministrando i sacramenti, servendo come pastore il Sipiore. Perciò, invocando lo Spirito di Dio,
noi imponiamo le mani a te e
ti riconosciamo ministro della
Parola nella chiesa di Gesù Cristo ».
Una seconda formula simile alla precedente usa sempre l’espressione « ti diamo mandato ».
L’espressione usata nel progetto « ti affidiamo il mandato » è
tipicamente quella della ordinazione, più esplicita anche di quella luterana della chiesa bavarese. E’ quindi una litur^a di ordinazione jjastorale. Noi usiarno
dire consacrazione ed è meglio
così, perché la parola consacrazione dice che i pastori ordinati,
che la chiesa riceve per la vocazione del Signore, vengono anche a Lui consacrati.
venienti da un unico spirito.
Noi che siamo stati battezzati
formiamo un unico corpo con
molte membra, ma nessun membro esercita tutte le funzioni;
piuttosto ogni membro ha la sua
funzione particolare. Poi Paolo
elenca una serie di ministeri:
apostoli; in secondo luogo profeti, cioè predicatori; in terzo
luogo dottori, cioè catechisti e
teologi. Prosegue menzionando
altri ministeri, senza enumerarli.
Evidentemente egli dà maggior
peso ai primi tre. Non pensava
che chiunque potesse essere apostolo, profeta, dottore.
Così è del pastorato. Esso esige ima vociizione e una seria preparazione: lo studio delle Sacre
Scritture nelle lingue originali e
altre discipline teologiche. La
teologia è molto importante per
la retta comprensione del testo
biblico e quindi per la predicazione.
Toga e diaconia
della Parola
Il pastorato non esclude la collaborazione di fratelli e sorelle
della comunità, se hanno qualche dono per la predicazione, la
catechesi, la cura d’anime. Il pastore cercherà sempre questi collaboratori e li preparerà con cura per un servizio locale. Ma
se non c’è un pastore che abbia
fatto seri studi teologici, verrà
meno anche la preparazione dei
predicatori locali. Tutto sarà lasciato all’improvvisazione, con
forte detrimento della vita spirituale della comunità. E’ quindi bene mantenere il pastorato
e dare alla consacrazione tutto
il peso che merita la chiamata
e l’insediamento dei servitori della Parola, che la chiesa riceve
dal suo Signore.
DIBATTITO
Come leggiamo la Bibbia?
Sacerdozio universale
e pastorato
L’intento del progetto è quello
di valorizzare il sacerdozio universale dei credenti, attenuando
la sua differenziazione dal pastorato. II sacerdozio universale era
stato completamente dimenticato durante il Medioevo. Fu il riformatore Lutero a rivalorizzarlo, dando dignità di soggetto responsabile alla comunità dei credenti. Lutero diceva che in virtù del battesimo siamo tutti sacerdoti, ma non siamo tutti pastori. Egli vedeva nel pastorato
un servizio particolare per la
predicazione e l’amministrazione dei sacramenti. Questo servizio presupponeva una preparazione teologica particolare.
L’apostolo Paolo tratta Fargo
mento in I Cor. 12. Egli parla
di molteplici doni spirituali pro
Sul n. dell’8-l-’88 è apparsa la
relazione di un dibattito promosso dal Collettivo teologico ligure
sul tema: « Dalla lettura della
Bibbia all’obbedienza della Parola ».
Leggendo che il relatore principale è stato Marcello Cicchese
(Chiesa dei Fratelli) ho messo in
relazione questo articolo all’altro « La Bibbia e gli esegeti » (n.
43 del 13-ll-’87) nel quale il fratello Cicchese, molto duramente,
critica il metodo di lettura biblica storico-critico dicendo tra l’altro che « dalla maggior parte degli evangelici è visto come una
grave e rovinosa "deviazione” da
quei fondamenti biblici che la
Riforma aveva messo in luce ».
Aggiunge che una lacerazione
profonda è avvenuta nel mondo
evangelico ecc.
Innanzitutto non mi sembra
che abbia modificato i « fondamenti biblici messi in luce dalla
Riforma », perché penso che essi
rimangano validi per ogni protestante: solo Cristo, sola Scrittura, sola Fede (giustificazione per
grazia mediante la fede).
Non rispondo nel modo che
possono fare i teologi, ma posso
solo testimoniare che il metodo
storico-critico mi è stato di grande aiuto nella mia ricerca di fede. Sfatando ciò che è stato detto che questo approccio fa perdere la fede, posso dire che per
me è stato il contrario, perché
vivo la fede in modo più sereno,
meno angosciante, più responsa
A colloquio con I lettori
« DI » CHIESE O
« DELLE » CHIESE?
presentiamo la totalità dellevangelismo italiano » e di trarne le conseguenze filologic'o-eoclesiologiche?
Gino Conte, Genova
L’intento del progetto, volto a
ridurre il più possibile la differenza fra sacerdozio imiversale e
pastorato, appare anche nel fatto piuttosto recente di alcuni
pastori che non indossano più
la toga durante il culto. Ma la
toga non è il distintivo di un
ordine particolare di una qualche forma di clero.
Essa è piuttosto il segno della
diaconia della Parola.
Come predicatore sono chiamato a servire la Parola di Dio.
Faccio accurata esegesi del testo per sapere quello che il profeta o l’apostolo diceva alla sua
generazione. Poi ascolto con il
mio orecchio, con l’orecchio della comunità e con l’orecchio della città, quello che la parola dell’apostolo dice alla mia generazione. Quindi lo annunzio alla
comunità raccolta per ascoltare
la Parola di Dio. Nella predica
non espongo un mio messaggio,
ma il messaggio che mi è stato
affidato affinché io lo porti, nella sua integrità, al popolo che
ascolta.
Non posso dire « a me pare,
io ritengo, io penso... ».
La predica è « Parola di Dio
in bocca d’uomo ». Lutero diceva che quando il pastore ha predicato deve poter affermare:
« Deus dixit, lo ha detto Dio. Altrimenti è meglio che il pastore non predichi affatto ». Ma
io spero che la Facoltà Teologica prepari sempre fedeli e gioiosi predicatori del Vangelo.
Valdo Vinay
Caro direttore,
sul n. dell’8.1 ho letto con interesse e condivisione l'articolo « Quale
ecumenismo - Una proposta mai venuta » in cui Luciano Deodato presenta
criticamente un articolo recente de
« L'Eco del Chisone ». Sono del tutto
d'accordo e bene ha fatto a scrivere
quel che ha scritto. Vorrei solo fare
un'osservazione alla sua prima riflessione.
Deodato nota che « L'Eco del Chisone », riferendo della costituzione in
Francia di un « Consiglio di chiese cristiane », ne parla come del « Consiglio delle chiese cristiane »; e, giustamente, protesta perché — dice —
« il Consiglio esprime anche la consapevolezza di non rappresentare la
totalità della cristianità francese ».
Ottimo. Allora ripeto qui un'osservazione che ho già — inutilmente —
avanzato varie volte. Noi abbiamo —
e ne facciamo parte — una Federazione delle chiese evangeliche in Italia,
e vi sono anche Federazioni regionali
(ad es., abbiamo una Federazione delle
chiese evangeliche della Liguria e del
Sud Piemonte). A me può andare benissimo, ma è evidente che, se ci
stanno a sentire, le non poche chiese
e le molte decine di migliaia di evangelici italiani che non fanno parte né
della FCEI né di federazioni regionali,
possono a pieno diritto reagire come
noi reagiamo alla nota de « L’Eco
del Chisone ». Non sarebbe il caso di
riconoscere anche noi che « non rap
LEGGENDO
ALESSANDRO VINET
Alessandro Rudolf Vinet — nato a
Ouchy, sul lago Lemano, presso Losanna, il 17 giugno 1797 e morto a
Clorens all'età di cinquant'anni — è
stato uno dei grandi maestri della vita
spirituale dei suoi tempi. Ho letto in
questi giorni il suo libro dal titolo La
mente e lo Spirito. Al capitolo tredicesimo, dal titolo La fede, ho trovato
scritto quanto segue.
« Che voi crediate alla religione
perché i vostri padri vi ha.nno creduto, perché vi si crede intorno a voi,
perché essa è lo statuto del paese,
perché il bilancio delio stato vi crede (miserabili prove senza dubbio!),
0 ohe voi vi crediate perché la scienza vi ha sviluppato le prove dell'autenticità delle Scritture, o perché
la chiesa dove siete nato vi sembra
defluire come corrente ininterrotta
dal piede della croce e recarvi continuamente le acque della sorgente stessa, io dico, in tutte queste ipotesi,
che se questa fede è altra cosa che
la semplice preparazione a una fede
più personale, se la vostra convinzione non acquista altre basi, se voi
non finite per credere sulla base
della testimonianza interna quello che
avete cominciato a credere sulla testimonianza altrui, voi siete... fuori
delle condizioni della vera fede ».
Antonio Zatti, Bobbio Pellice
bile, meno problematico, anche
se giustamente la Parola di Dio
continua ad essere inesauribile
fonte di ricchezza e di domande
che cercano una risposta. Da
quando ho capito l’importanza
del cammino storico del popolo
d'Israele e della chiesa cristiana;
da quando ho capito, con l’aiuto
di diversi testi di « Introduzione
alla Bibbia » (Antico-Nuovo-Apocalisse ecc.) e dei « famigerati teologi », le situazioni storiche, gli
avvenimenti in cui i diversi personaggi si sono venuti a trovare
ed hanno affrontato il loro cammino di fede; da quando ho capito che al di là di ogni racconto
o scritto della Bibbia c’è un messaggio teologico, leggo con più
passione, con più attenzione, con
più profitto, con più interesse i
testi biblici, cercando di capire cosa oggi il Signore dice a me
ed alla Chiesa.
Nella Bibbia si paria di vita e
vita non significa certo immobilismo.
Che ci siano dei dissensi tra le
chiese evangeliche o nelle stesse
chiese non è una novità, era già
così nelle chiese primitive; trovo
giusto che sia così, ciò è segno
di vitalità, di riflessione, di riscoperta, sempre tenendo presente che nessuna chiesa, nessun
credente è perfetto, nessuno possiede la Verità perché la Verità
è Cristo e quindi si può continuare a dialogare nel rispetto reciproco.
Alba lazeolla Kovacs
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
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Vicedirettore: Giuseppe iPlatone
Redattori: Aiberto Corsani, Luciano Deodato, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Piervaido Rostan
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Bragaglia, Rosanna Ciappa Nitti, Gino Conte, Piera Egidi, Paolo Fiorio, Claudio Martelli, Roberto Peyrot, Sergio Ribet, Massimo Romeo, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo
Segreteria: Angelo Actis
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Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoli
n. 2/88 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino il 14 gennaio 88
ed agli Uffici postali decentrati delle vaili valdesi il 14 gennaio 88.
Hanno collaborato a questo numero: Lucilla Peyrot, Italo Pons, Teofilo
Pons, Paolo Ribet, Aldo Rutigliano.
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22 gennaio 1988
religione a scuola 3
UNA LETTERA
Cari parlamentari...
Numerosi candidati al Parlamento avevano risposto all’invito del Comitato per la
laicità della scuola circa un impegno concreto sui temi propri del Comitato. Il Comitato
chiede ora agli eletti che l’impegno venga onorato con questa lettera che volentieri
pubblichiamo.
Egregio Onorevole,
dopo gli ultimi avvenimenti
politici e parlamentari, riteniamo che rimangano assolutamente attuali e sostanzialmente insoddisfatti dal Parlamento e dal
Governo i quesiti posti da questo Comitato nel maggio 1987, alla vigilia del rinnovo della Legislatura (...), a tutti i candidati dei
Partiti laici nelle nostre circoscrizioni e collegi per la Camera dei
Deputati e per il Senato della
Repubblica.
In particolare, ciò che si è verificato tra la fine di settembre
e l’inizio di ottobre — con l’esecutivo che ha ritenuto di bloccare, sulla base di istanze esterne, il funzionamento e le delibere di una Commissione parlamentare e con il successivo dibattito confuso e incerto in aula a Montecitorio — ha ulteriormente attestato il grave livello
di subordinazione delle istituzioni statuali italiane, conseguente
in termini generali alla vigenza
di un regime concordatario e in
termini più specifici airinterpretazione restrittiva e scarsamente
autonoma del Concordato stesso. Al tutto si è aggiunta l’iniziativa del ministro Galloni che,
ignorando il C.N.P.I. e scavalcando l’iter parlamentare, ha diramato la C. M. n. 316 del 28-1(11987, mediante la quale al diritto di non avvalersi dell’i.r.c. —
sancito dall’art. 9 della legge 118-1984 n. 449 e ribadito nelle sentenze del TARiLazio, Sezione ITI,
n. 1273 e 1274 pubblicate il 17-71987 — è stato sostituito, con
estremi d- palese illegittimità,
l’obbligo li; avvalersi di altro o
di altri iüsagnamenti. Lo stesso
mini.stio G-.'lloni, sempre nell’ottica pc)”:isa deU’opzione obbligatoria, non ha poi esitato a proporre una regolamentazione delle cosiddette « attività alternative » sulla base di una discutibile ipotesi di « studio dei diritti
dell’uomo ».
Si è dunque aperto un periodo assai delicato, non soltanto
per la scuola, ma per lo Stato,
in cui si richiede al Parlamento
di misurarsi con coraggio e con
chiarezza di idee rispetto ai rapporti fra Stato e Chiesa e fra
Scuola e Chiesa, ricordando —
al di là delle differenti posizioni
ideologiche e politiche — che
solo una forte affermazione della laicità delle istituzioni, e in
particolare della scuola, è garanzia, senza offesa o restrizione alcuna per la libertà religiosa, di
una reale attuazione dei princìpi costituzionali, in primo luogo di quelli espressi dagli artt.
2 e 3. Non sembra davvero che
le recenti, intricate vicende e le
attuali prospettive abbiano attestato una chiara e forte rappresentanza laica nel Parlamento
della Repubblica.
Le chiediamo pertanto una garanzia d'impegno sui seguenti
punti, che riteniamo estremamente importanti ed urgenti:
1) Operare, personalmente e
attraverso il Suo Gruppo parlamentare, sia in commissione sia
in aula, affinché il Parlamento
venga direttamente investito in
merito all’intera politica governativa sulla « questione i.r.c. » ed
al tentativo perpetrato dal ministro di risolvere ogni cosa in
via amministrativa. Va tenuto
ben presente che si è così avuta
una nuova forzatura delle norme
concordatarie, in quanto esclusivamente riguardanti il « diritto
di scegliere se avvalersi o non
avvalersi » deU’i.r.c., con la garanzia per gli utenti scolastici di
non subire « alcuna forma di
discriminazione »: è perciò dovere del Parlamento riappropriarsi dei diritti che gli spettano e
denunziare la C. M. n. 316 del
ministro della Pubblica Istruzione, che ha tanto palesemente
trascurato le prerogative dei vari organi costituzionali ed introdotto surrettiziamente misure
peggiorative rispetto alla già precaria situazione.
2) Operare, personalmente e
attraverso il Suo Gruppo parlamentare, affinché si dia, da parte dello Stato italiano nel rapporto ora contemplato con l’autorità ecclesiastica cattolica, sollecito avvio alla revisione dell'attuale Intesa M.P.I.-C.E.I., che
tenga fermo conto delle seguenti esigenze:
a) pieno riconoscimento del
« carattere meramente facoltativo ed aggiuntivo » dell’i.r.c. e
conseguentemente degli obblighi
cosiddetti « alternativi », collocando quindi entrambe le attività, per coloro che intendano
avvalersene, in orario scolastico
ma fuori del curricolo, ed eliminandone ogni presenza in sede
di valutazione degli alunni — con
l’ovvia esclusione, altresì, di qualunque ipotesi di forzata permanenza nei locali scolastici per gli
allievi , non avvalentisi né dell’i.r.c., nè di altre attività di
gruppo o individuali;
b) eliminazione dell’i.r.c. dalla Scuola materna statale, data
la delicatezza dei problemi e dell’età dei piccoli utenti, essendo
comimque già prevista una forma di educazione religiosa dalla
legge 18-3-1969 n. 444 e dai relativi Orienteimenti educativi (D.
P.R. 10-94969 n. 647);
c) medesima richiesta per la
Scuola elementare statale, dove
è stato introdotto di fatto un
« doppio binario » dell’insegnamento religioso attraverso l’entrata in vigore dei nuovi programmi ministeriali (D.P.R. 122-1985 n. 104).
Il Comitato Torinese per la
Laicità della Scuola è pronto a
fornire collaborazione, consulenza e sostegno ad ogni iniziativa,
anche parlamentare, che si prefigga la realizzazione di una scuola pubblica veramente laica e
culturalmente qualificata. Restiamo pertanto a Sua disposizione
e gradiremo ricevere da Lei cortese risposta in merito alle sollecitazioni e alle questioni sopra
esposte.
Con i migliori saluti.
Il Presidente
Prof, darlo Ottino
Torino, 10 dicembre 1987.
□ Messe per la scolaresca: sì ma nel rispetto
delle scelte
ROMA — Il Ministro della pubblica istruzione Giovanni Galloni, rispondendo ad una interrogazione del gruppo verde, primo
firmatario Ton. Annamaria Procacci, circa la partecipazione di tutte le classi della scuola elementare di via dell’Elettronica di Roma
ad una messa per l’apertura dell’anno scolastico, ha osservato che
« episodi del genere possono trovare giustificazione solo se derivanti da decisioni responsabilmente maturate a livello della comunità scolastica interessata, nella consapevolezza di tutte le implicazioni connesse e sempre che sia garantito il rispetto delle
diverse scelte operate in materia di fede religiosa ».
Quanto alla richiesta del gruppo verde di emanare una circolare che stabilisca le modalità di svolgimento delle cerimonie religiose nella scuola, il Ministro ritiene « sufficienti le circolari sinora emanate » e ricorda che in particolare la circolare 316 del
28.10.87 pone l’accento « sulla necessità di una scrupolosa vigilanza
affinché l’articolazione della classe — per la contestuale presenza
di alimni avvalentisi deH’insegnamento della religione cattolica ed
alunni non avvalentisi — avvenga con la gareinzia del pieno rispetto della personalità di ogni studente e della scelta espressa ».
□ I vescovi cattolici: l’ora deve essere « in
conformità alia dottrina della chiesa »
ROMA — A conclusione dei lavori del Consiglio permanente
della GEI svoltisi la settimana scorsa, è stato diffuso il seguente
comunicato circa l’ora di religione cattolica nella scuola pubblica:
« Il Consiglio permanente è stato informato delTavvio delle trattative per la revisione di alcime clausole dell’Intesa sull’insegnamento
della religione cattolica nelle scuole pubbliche. I primi incontri con
i rappresentanti del ministero della Pubblica Istruzione si sono
svolti in un clima sereno e costruttivo ed è emersa la volontà di
giungere rapidamente a soluzioni positive.
I vescovi del Consiglio si sono inoltre soffermati a considerare la natura di tale insegnamento, sottolineando come esso, secondo gli accordi concordatari, debba essere svolto ”in conformità
alla dottrina della Chiesa” e ’’nel quadro delle finalità della scuola”. E’ dunque pretestuosa ogni contrapposizione tra la sua qualificazione cattolica e il suo carattere culturale, come del resto appare con evidenza da tutto il contributo offerto dalla religione cattolica alla storia della cultura.
In questa prospettiva i vescovi hanno esaminato l’articolazione degli Uffici diocesani e nazionali che si occupano delTinsegnamento della religione, i problemi dei docenti — ai quali attribuiscono importanza prioritaria — e quelli relativi all’applicazione dei
programmi ed ai libri di testo.
E’ stata anche sottolineata l’urgenza di promuovere un’azione
di pastorale scolastica più organica e capillare ».
□ Ora di religione o diritti umani?
TORINO — Lunedì 25 gennaio presso il Circolo della stampa,
organizzato dal Comitato per la laicità della scuola, si terrà un
pubblico dibattito su: « Diritti umani o religione cattolica: non è
una scelta ». Intervengono Ettore Choc, genitore, Giulio Disegni,
avvocato, Gianni Vattimo, docente universitario, coordina Carlo
Ottino.
LE OPINIONI DEGLI ALLIEVI
Ci hanno fatti fessi
quindicinale ecumenico di
fede, politica, vita quotidiana
informazione, riflessione, dibattito su
esperienze di base, chiese, società,
movimenti di liberazione, pace, ecologia,
etica, Bibbia, teologia.
Ahhommcnti ■ Italici: annuale L. 40.000, semestrale L. 20,000. Estero: Europa e Mediterraneo L. 50.000. altri paesi (via aerea) L, 60.000. Da versare '¡ul erp 61288007 intestato a Coop. com-nnovi tempi s rl. via Firenze
18, 00184 Roma (tei. 06/465209-4745619).
È in preparazione la
Agenda com-nuovi tempi 1988
con un indirizzario ragionato delle realtà ecclesiali «alternative» di tutta Italia: comunità di base, chiese evangeliche, comunità di accoglienza, gruppi di volontariato, gruppi
ecumenici, per la pace ecc. Richiedetela alla nostra redazione.
Correva l’anno di grazia 1929
quando, in una sperduta grotta
parlamentare sul picco di un
colle romano, il sempre compianto Benito Mussolini e Sua Santità Papa Pio XI firmarono un
concordato che avrebbe dovuto
garantire pace, amore e tranquillità eterna tra Stato e Chiesa
cattolica, meglio conosciuto come Patti Lateranensi.
Non ancora contento, lo Stato
italiano, rappresentato con universale gaudio daH’integerrimo
Bettino Craxi, pensò, nel 1985,
fosse ormai giunto il tempo di
apportare alcune modifiche all’amletico testo e si accordò con
un rappresentante dello Stato
Vaticano.
Nel 1986 la vicenda assunse più
fosche tinte quando si stagliò sulla scena l’indelebile figura del
Ministro Franca Falcucci, la quale stabilì la facoltatività dell’ora
di religione, ponendo come alternativa, bontà sua, un’ora nella quale gli studenti avrebbero
dovuto dedicarsi a... (altro dubbio amletico)!
Così il 29 ottobre 1986 emette
la sua circolare: come logica
conseguenza, lo scorso anno scolastico è trascorso in un clima
di caos generale presente in quasi tutte le scuole italiane (senza ironia: un particolare ringraziamento alla nostra efficiente
Preside Maria Chiara Acciarini).
Ed ecco che, più pimpante che
mai, si inserisce nella tragicomica rappresentazione di questa
commedia all’italiana il democristiano Giovanni Galloni, dalle
caratteristiche, per altro, ancora
semi-ignote. Sprezzante de] pericolo egli si butta nella mischia,
nel coraggioso intento di rimediare all’opera della sua collega
Franca Falcucci, ma viene travolto da una valanga di critiche,
accusato (giustamente) di parteggiare per la Chiesa cattolica.
Passa cosi la mano all’anch’egli
democristiano Giovanni Goria,
attuale Presidente del Consiglio,
che, dopo una lunga serie di incontri segreti col Cardinal Casaroli, giunge alla soluzione di comodo (più per la Chiesa che per
i laici) che l’appena sufficiente
maggioranza dei parlamentari
approva. Ma già i protestanti
fremono e stanno minacciando
di presentare ricorso, sostenendo che siano state violate le norme dell'Intesa con le chiese vaidesi e metodiste.
Siamo così giunti al verdetto
finale: l’ora di religione è collocata nel normale orario scolastico; gli studenti che scelgono
di non avvalersi non sono obbligati a dedicarsi a un’attività alternativa, ma non potranno (neanche per sogno) allontanarsi
dall’edificio scolastico; spetterà
alla scuola mettere a disposizione degli studenti aule, palestre,
biblioteche...
Ma noi ci chiediamo: è que
sta la soluzione più democratica?
Si impone, a chi è di un’altra
religione, di fare qualcosa in alternativa ad una religione che
non è la sua.
E poi, è al corrente la Chiesa
cattolica che esiste anche il catechismo? Frequentarlo si rivelerebbe quindi molto più semplice per coloro che veramente
credono nella religione cattolica,
ponendo un netto confine tra la
scuola, istituzione pubblica aperta a tutti, ed una scelta ideologica personale come quella della religione.
Il tutto ci porta quindi a dedurre che la Chiesa cattolica è
scettica nei confronti dei suoi fedeli. Una prova di ciò è la netta
opposizione alla ipotesi di inserire l’ora di religione alla prima o
aH’ultima ora, temendo di perdere gran parte dei suoi «seguaci»,
che cadrebbero sicuramente nella tentazione di dormire un’ora
in più o di uscire un’ora prima,
piuttosto che dedicarsi alla lettura del Vangelo.
Ma, in un vero cattolico, l’ipocrisia può avere il sopravvento
sulla fede?
Irene Barberis, Laura Barbotto,
Simona Corsaro, Rosy Putzu
Manuela Rinaldi
(Da Pianeta rosa - Notiziario
dell’Istituto Tecnico Commerciale R. Luxemburg di Torino).
4
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fede e cultura
22 gennaio 1988
FRESCO DI STAMPA
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I valdesi e l'Italia
Qual è il futuro di una chiesa da sempre coinvolta negli appuntamenti
con la storia? - Impegno nel sociale e « catalogo » di problemi aperti
Nell’ultimo decennio valdesi e
metodisti sono passati bruscamente da minoranza emarginata
a « componente sociale » ascoltata, riconosciuta e, talvolta, « corteggiata ». Il cambiamento è stato così rapido da richiedere almeno un momento di sosta e
di riflessione.
Come disse molto bene Giorgio Spini nel 1974 (l’anno del
Centenario di Valdo), la vicenda valdese è tutta una serie di
« appuntamenti con la storia »
raramente mancati. In 800 anni
i valdesi, e poi i metodisti, sono
stati, di solito, all’altezza del momento, aiutati anche da una robusta memoria storica, sempre
attentamente coltivata.
Di qui l’interrogativo: saremo
all’altezza della nuova fase storica che si è aperta in questo
Scorcio di flne del secondo millennio dell’era cristiana? Dove
stiamo andando e quelli « correzioni di tiro » dovremo fare per
arrestare l’emorragià di forze vitali e restare fedeli in questa
nuova situazione? Rinnovarsi, essere attenti alle nuove porte che
si aprono, ai « segni dei tempi »,
è ormai condizione essenziale p»er
restare « sale della terra » e per
annunciare un Ev2mgelo limpido
e « incarnato », l’unico che possa far presa sui nostri concittadini.
Dopo 15 anni trascorsi nell’amministrazione delle Chiese valdesi e metodiste, Giorgio Bouchard
propone al dibattito nelle chiese
una sua « lettura » degli avvenimenti dal « Glorioso Rimpatrio »
ad oggi, concentrandosi in particolare sull’analisi dei fatti di questi ultimi quattro decenni. Si
tratta di saper « leggere » e interpretare un lungo processo storico per cogliere la piosta in gioco nel momento attuale e negli
anni che ci aspettano.
La lunga « carrellata » storica
è vivacizzata da « inflniti ricordi personali, notizie e aneddoti
Incontri
TORINO — Venerdì 22 gennaio, ore
21, presso il Centro Evangelico di
Cultura (via Pio V, 151, serata d’incontro e dibattito ecumenico sul tema:
« Cristo nella nuova teologia africana ».
Intervengono don Carlo Collo, della Facoltà di Teologia di Torino; il prof.
Paolo Ricca, della Facoltà Teologica
Valdese di Roma; padre Gheorghe
Vasilescu, della Chiesa Ortodossa
Romena in Piemonte.
VENEZIA — Sabato 6 febbraio, alle
ore 17, presso i locali della Chiesa
Valdese, a Palazzo Cavagnis, conferenza del past. Alfredo Berlendis sul tema: « Anno 431, Concilio di Efeso, Maria è definita: Madre di Dio. Storia e
legalità del Concilio. Significato e problematicità della definizione "mariana” ».
raccolti per trent’anni nel quadro della ’’cura d’anime’’ o negli incontri di quel singolare ’’intellettuale collettivo” che è il
corpo pastorale valdese ».
Il libro non azzarda profezie
ma si conclude con un capitolo
— scritto in collaborazione con
Franco Becchino — che presenta un « catalogo di problemi »
aperti, da offrire alla libera discussione di tutti:
— problema spirituale: come
si profila per dei protestanti l’essere discepoli di Cristo nell’Italia di oggi?
— problema etico: che cosa
è da salvare (e che cosa è da
buttare) dell’« uomo protestante
tradizionale »?
— problema culturale: dobbiamo continuare a fare della
« cristologia barthiana » la misura di tutte le cose?
Inoltre: dobbiamo dare una prospettiva alla nostra presenza nel
sociale. Dobbiamo trovare un modo i>er « gestire » l’area valdese e
metodista, che è più vasta di
quanto non pensiamo (e ci dicono le statistiche). Dobbiamo reinventare il popolo-chiesa in forme adatte ai tempi.
Insomma, un libro da leggere,
da far leggere, da discutere nelle chiese, nelle varie riunioni,
nei gruppi, come preparazione al
prossimo Centenario e in vista
di decisioni operative da « calare » nella realtà locale, come già
fu fatto — con profitto — negli
anni ’70 con il libro « Una chiesa in analisi » di Giorgio Toum.
Per, ottenere questo risultato
abbiamo bisogno del vostro interessamento e fattiva collaborazione.
Invitiamo perciò tutte le chie
se valdesi e metodiste ad esaminare la possibilità di studiare in
comune questo libretto entro
quest’anno ecclesiastico 1988, discutendolo nelle assemblee, riunioni, gruppi settoriali, consigli
di chiesa, ecc. Si tratta di iniziare una riflessione — in vista del
prossimo Centenario — che potrà rivelarsi particolarmente utile per la nostra testimonianza
evangelica.
L’autore sarà grato per ogni
valutazione, critica, trasmissione
di risultati di dibattiti che dovesse ricevere ed è a sua volta disponibile per ogni chiarimento o
supplemento d’informazione.
GIORGIO BOUCHARD, I Valdesi e l'Italia. Prospettive di una vocazione,
Torino, Claudiana, 1988, p. 160, 1.
12.000.
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 24 GENNAIO
Bai 2 - ore 23 c.a
In questo numero l’attualità è dedicata al lavoro svolto a Roma dalla Comunità
evangelica di azione apostolica nei confronti dei migranti. Segue una scheda filmata
sul servizio che la casa alloggio ”Gould” svolge a Firenze con i ragazzi disadattati.
Franca Long risponde alle
lettere nell’« 1-Fl ». Chiude il
« riflettore » acceso sul libro: « Scusa i mancati giorni » curato da Marina darre.
NOVITÀ’
Micaiah
E’ nato « Micaiah », un mensile evangelico per i giovani e
per chi si sente giovane. Un giornale dalle tante rubriche e dagli
articoli brevi.
Un tentativo di viaggiare con
i giovani attraverso il loro mondo.
Un giornale che vuole accompagnare la vita, le esperienze,
i sentimenti dei giovani evangelici, attraversando tutti gli aspetti e le occasioni della vita quotidiana.
Un esperimento senza troppe
pretese, ma senza ipocrisie, per
scoprire insieme un ruolo e un
cammino di fede attraverso i
grandi e i piccoli problemi, le
gioie e le angosce.
Ciò che i giovani trovano intorno a loro (dalla musica al
mondo della scuola, dall’ecologia al tempo libero, dall’educa
zione alla pace e al .gioco), alla
luce della nostra responsabilità
di credenti.
dSV • MASTRO GEPPETTO piMenlaiKx
BDopoli
Il primo gioco in Italia
sul ferzo mondo
Una proposta originale
per divertirsi e rifleUBie
>1 femigli^ a scuola,
iieignf)pi,oongliamicL
PwsrtW o WanirtOBUaan» OaPPETIO vi» Bologni IM • 1018« Torti»-» 011/861501
CSV-CaoChM 1S1/S» wm Telino •S11/W43S7
MICAIAH, anno I, n. 1, gennaio ’88:
perché Micaiah; intervista ai paninari;
il figlio della foca; amare è saper
ascoltare; I Mormoni; Tolstoj scopre
il Vangelo; Zucchero contro l’Azione
Cattolica; risparmiare energia; riecco
Troiai; mangiare frutta; la pittura a
spruzzo; il master mind.
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PROTESTANTESIMO IN TV
La trasmissione del 10 gennaio, dal titolo La leggenda
del quarto re, è andata in onda a pochi minuti dalla mezzanotte con uno scarto, ormai
abituale e consolidato, di trenta minuti rispetto all’ora già
sfavorevolissima indicata nei
programmi. Le lagnanze circa questa collocazione si ripetono ormai con una monotonia che è pari alla loro inefficacia. Se ne deduce che non
sia possibile ottenere un miglioramento della situazione
doni destinati al divino neonato e a loro dà amore — e
riceve amore — al punto di
sostituire volontariamente un
ragazzo condannato a remare
per trent’anni sulle galere ed
essere di conseguenza assimilato ai ladri e agli assassini.
Quando alla fine giungerà nella città santa, vecchio e privo
di tutto, sarà per incontrare
il re dei re sulla croce ed
offrirgli unicamente il suo
cuore.
La « leggenda » in questione
Il quarto re
ma è indubbio che gli « amatori » (evangelici e non), db
sposti stoicamente ad attendere « Protestantesimo » dopo
10 spettacolo di prima serata,
11 secondo telegiornale, la rubrica Moda e l'abbondante
pubblicità, non ^possono che
essere in numero sensibilmente ridotto.
Tutto ciò non può non vanificare in gran parte l’impegno stesso dei curatori della
rubrica. Ma veniamo alla trasmissione di cui Sopra, consistente essenzialmente nella
trasposizione televisiva di un
racconto dello scrittore tedesco Schaper, in cui si descrivono gli incontri e le esperienze di un immaginario
quarto « piccolo re » proveniente dalla Russia che, guidato dalla stella cometa, va
alla ricerca del divino fanciullo, carico anch’egli di preziosi doni. Lo spunto sarebbe stato offerto all’autore dal
millennio della cristianizzazione della Russia e la narrazione stessa viene ad inserirsi naturalmente nel filone della spiritualità di quel paese.
Il « piccolo re » distribuisce
ai poveri e agli emarginati
che trova nel suo viaggio i
è suggestiva, i disegni animati con cui è stata illustrata
sono apparsi originali nella
loro essenzialità ed il significato teologico del racconto risulta profondo e chiaro al
tempo stesso, come ha rilevato R. Malocchi nel suo commento. Si rimane tuttavia perplessi di fronte alla scelta di
utilizzare in questo modo la
mezz’oretta settimanale a nostra disposizione. Non abbiamo, in quanto protestanti, una parola più incisiva e diretta da dire, un contributo
da portare nel merito dei tanti problemi che travagliano il
nostro paese e il nostro tempo? Penso per esempio alla
violenza nelle sue infinite forme, alla questione morale, ai
modelli imposti dalla pubblicità, al boom deU’astrologia,
ecc. (ed è evidente che l’elenco è appena abbozzato). Forse, percorrendo questa strada
(entrando cioè più decisamente nel vivo dell’attualità), anche con il rischio di dover affrontare qualche spinoso argomento o dire qualche scomoda verità, la presenza protestante in TV diverrebbe
maggiormente significativa.
Mirella Argentieri Bein
SEGNALAZIONE
Più grande
del nostro cuore
Con questo volumetto l’autore
inizia una nuova collana di « Meditazioni per il nostro tempo »
Si tratta di una serie che vuole
rispondere all’esigenza di avere
a portata di mano elaborazioni
bibliche e teologiche stimolanti,
senza dover ricorrere ad opere
voluminose.
L’autore si è proposto di fornire un « cibo nutriente » per
invitare alla meditazione della
Parola di Dio. Questo primo volume rappresenta un itinerario
che accompagna il cristiano da
Natale a Pasqua, ma può essere usato in ogni periodo dell’anno.
Barbero osserva la dilagante
indifferenza che diventa cultura
e prassi vincente nella società
ed anche nelle chiese cristiane.
Essa produce un vuoto di senso,
soprattutto perché al culto di
Dio si è sostituito il culto di
sé; contro Findifferenza egli ci
propone i1 Gesù appassionato,
cioè un itinerario di vita e di
fede vissuto da Gesù di Nazareth. Gesù, lasciandosi guidare
e condurre da Dio, realizza un
coinvolgimento di amore che
conferisce senso alla sua vita e
comunica felicità tutt’intorno.
Il volume rappresenta anche
un intreccio di meditazione e di
preghiera: caratteristica quasi
costante di tutte le opere di
Franco Barbero.
Queste pagine sono anche il
risultato di una lunga e profonda riflessione cristologica. In sostanza si tratta di un libro che
va letto molto lentamente, come
una meditazione, se non si vogliono pierdere le risonanze più
profonde.
FRANCO BARBERO, Più grande del nostro cuore, Edizioni Tempi di Fraternità, Torino 1987, L. 10.000.
Da 16 anni
Ci confrontiamo
su tutto ciò che interessa
la nostra vita e la nostra fede
a «cominciare dagli ultimi».
Anche oggi
un meusllc di
confronlo comunitario
tra cristiani di base.
Abbonamento: normale L. 15.000
Sostenitore L.50.000
Estero L.18.000
Via aerea L.20.000
C.C.P. 29466109 intesteto a
Tempi di Fraternità - Via Garibaldi, 38
10122 Torino - Tel.Ol 1/539852
5
l
22 gennaio 1988
ecumenismo 5
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA LEBBRA
OLANDA
Un antico flagello Chiese e profughi
che colpisce ancora
Il lavoro della « Missione » in Africa e in Asia
i ’'i/>
La lebbra, una malattia che,
come la peste e il colera, ha terrorizzato gli antichi; il lebbroso,
11 malato simbolo della maledizione divina, come per alcuni ambienti è oggi chi è affetto dall’AIDS. Gesù ha incontrato dei
lebbrosi sul suo cammino, isolati, costretti a consumare il loro
terribile dramma nella solitudine
e nel silenzio, o a gruppi, comunità di derelitti senza speranza.
E li ha guariti. Ha tolta la maledizione, ha rotto l'i'solamento, ha
restituito la speranza.
A pochi capita, probabilmente,
di avere oggi contatto con un
lebbroso. L’immagine del lebbroso ci è data quasi soltanto dal
materiale che puntualmente, ogni
mese di gennaio, è proposto alla
attenzione delle chiese dalla
« Missione contro la lebbra ».
Eppure nel mondo si calcola
che esistano circa 15 milioni di
lebbrosi (pari a W della popolazione italiana!). In Europa sono
sui 30 mila; in Italia circa 800.
Esiste l'ospedale di Gioia del Colle, ma anche dei centri a iPalermo, Messina, Napoli.
La lebbra non fa paura come
un tempo, ma non è vinta. Non
è ancora scoperto un vaccino
capace di impedirne la diffusione. « Probabilmente — ci dice il
past. A. Bertolino, segretario per
ritalia della «Missione» — essa sì
trasmette attraverso il muco nasale ». Sarebbero quindi sufficienti elementari misure di igiene per
prevenirla. Ma un’educazione in
tal senso non è facile. La lebbra
colpisce i . .¡ree dove v’è arretratezza c ■) cria. «Ai primi sintomi eh ' , , c, alla comparsa cioè
di ir¡ ' bianche (se la persona ;i arnagione scura), o nere ' ,/ ,/ianca) dietro le spalle o
aH'iiìierno delle cosce, si possono prendere oggi delle pillole a
base di penicilline varie, che
bloccano l'infezione nel giro di
12 ore. Poi si può procedere al
trapianto di tendini su muscoli
ancora vivi, secondo una tecnica
iniziata nel '48 dal medico Paul
Brand. Infine, con l'aiuto di una
adeguata fisioterapia, il malato
ricupera gran parte delle sue funzioni ».
La « Missione » gestisce circa
50 ospedali, la maggior parte dei
quali è in India e in Indonesia,
opera attraverso un centinaio di
centri sparsi in Asia e in Africa,
ha aperto centinaia di piccoli
ambulatori, alcuni dei quali mobili, per raggiungere anche i villaggi più lontani.
Si calcola che sono circa
400.000 gli assistiti dalla « Missione ».
La « Missione » non agisce in
proprio: ovunque è sempre collegata con una chiesa evangelica
nazionale e cerca la collaborazione governativa. Vi sono solo un
paio di casi nei quali i governi
guardano con sospetto la « Missione », temendo in essa dei secondi fini proselitistici. Ma in
genere non s’incontrano difficoltà, anzi gli ospedali si aprono
volentieri agli operatori della
« Missione », riconoscendo in essi alta professionalità e capacità
di dialogo umano.
Tra le novità maggiori di questi anni, la richiesta di collaborazione avanzata dalla Repubblica
Popolare Cinese. « La Cina vuole .sradicare la lebbra entro il
1997 da 12 regioni particolarmente colpite. Il Comitato esecutivo
ha accettato volentieri di collaborare ed ha avviato subito uno studio per individuare tutto ciò che
in loco può essere utilizzato, per
sfruttare così al massimo le risorse locali».
Karawa, Zaire: si prestano cure e medicazioni agli ammalati presso
il Bokpasi Village.
« L’anno scorso — continua
sempre il past. Bertolino — tra le
chiese evangeliche in Italia sono
stati raccolti 91 milioni. Alcuni
giorni fa è partita, dopo un adeguato periodo di preparazione,
Vilma Basano, della chiesa dei
Fratelli di Ivrea. E’ andata in Indonesia, dove presterà la sua opera di fisioterapista ».
Aumenta dunque la sensibilizzazione delle chiese verso questa
opera di profonda solidarietà
verso fratelli e sorelle lontani. La
domenica 31 gennaio è la « Giornata mondiale della lotta contro
la lebbra ». Quale forma d’impegno saranno capaci quest’anno di
esprimere le nostre chiese?
Luciano Deodato
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’
Iniziative in corso
Il progetto della « Settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani » 1988 è stato preparato da
un gruppo di laici, pastori e preti delle valli valdesi e della diocesi di Pinerolo. Successivamente il comitato misto di « Fede e
Costituzione » e del « Segretariato per l’unità dei cristiani » lo ha
perfezionato in una sessione di
lavoro presso la Foresteria valdese di Torre Pedice, ospite del
vescovo di Pinerolo, mons. GiàGhetti.
Questo rende un po’ particolare per i nostri ambienti la celebrazione, quest’anno, della « settimana di preghiera ». Alle Valli
sono previsti tre incontri serali:
il primo giovedì 21 a Torre Pellice, presso il Collegio, con
due meditazioni bibliche, tenute
rispettivamente dal past. G.
Tourn e da don A. Buffa; il secondo si terrà a Pinerolo, venerdì 22, nel Duomo di San Donato: predicheranno mons. Alberto Abiondi, vescovo di Livorno e presidente del segretariato
CEI per l’ecumenismo, e il past.
M. Ayassot; il terzo si terrà a
Perosa Arg. nella sala Lombardini sabato 23. Sul tema « Giustizia, pace, creazione » parleranno il past. S. Ribet e don S.
Tron.
Uscendo dalle Valli, a Torino,
su iniziativa del SAE e con l’adesione di valdesi, battisti, salutisti,
giovani della FUCI, ortodossi rumeni, del movimento « Beati i
costruttori di pace », della commissione diocesana ecumenica e
di molti altri, si terrà un incontri di riflessione e preghiera
domenica 24 gennaio, nel tempio
valdese di c.so Vittorio E. sul tema; L’amore di Dìo scaccia la
paura.
Anche a Firenze avrà luogo,
come già per gli anni passati,
una serie d’incontri. Il primo è
fissato per la sera di lunedì 18,
con un culto nel tempio battista
di via Borgognissanti, presieduto dal past. Mario Marziale e
con la predicazione di padre
Aldinucci; il secondo è per venerdì 22, alle ore 21, nel salone
dei padri Scolopi e consisterà in
una tavola rotonda sul tema: I
laici nella riflessione delle chiese. Parleranno padre Petre Coman (ortodosso). Maria Sbaffi
Girardet, e il teologo cattolico
M. Toschi. A Firenze la settimana dura ancora il 25: alle ore 18,
nella chiesa di Santa Lucia de’
Magnoli, ci sarà un culto con la
predicazione del pastore luterano Ludwig Dunker.
Anche a Roma, tra le varie iniziative, è da segnalare lo scambio
di pulpito tra la chiesa valdese di
Piazza Cavour e la parrocchia
cattolica di Cristo Re. E così pure avviene a Trieste, dove il vescovo, mons. Bellomi, predica il
18 nella chiesa luterana; venerdì
22 avviene poi il cambio: il past.
Fanlo y Cortès predicherà nella
chiesa di San Marco.
Impossibile riportare, sia pure
succintamente, tutte le iniziative
che si svolgono durante questa
settimana.
Il quadro complessivo che
emerge mi pare essere caratterizzato da un interesse abbastanza
diffuso, con una certa tendenza
ad allargarsi ad aree fino a poco
tempo fa piuttosto restìe a fare
qualcosa (sia protestanti che
cattoliche); cresce anche il coinvolgimento di altri evangelici, come per es. i Fratelli; cresce anche la partecipazione degli ortodossi, fino a poco tempo fa quasi ignorati. Tuttavia, accanto a
questa crescita, vengono poste
avanti delle pregiudiziali (penso
a Bari, a Trieste metodista ecc.)
sulla validità di una cerimonia
che stenta a trovare riscontri positivi nella vita quotidiana.
L.D.
L’Olanda è stata, fra i paesi
protestanti, una terra di rifugio
per i perseguitati per motivi religiosi e civili, per dissidenti e
per eterodossi. Ma fu altresì terra di rifugio per comunità che
non vollero perdere la loro identità, il loro carattere particolare.
Fra queste il gruppo delle chiese di lingua francese, presenti ad
Amsterdam, Rotterdam, Leida,
Utrecht, Arnhem ecc. La loro origine risale al tempo delle persecuzioni del duca d’Alba nei Paesi Bassi: mentre nel Nord del
paese la presenza degli Grange
si accentua, la concentrazione
dei Riformati di lingua francese
in gruppi distinti in Belgio, da
Bruges ad Anversa, li porta verso una unione spirituale e confessionale, che si manifesta specialmente nell’esilio.
La loro confessione di fede risale al 1561 e diventerà la confessio belgica, simile a quella
delle chiese di Francia e della
Chiesa Riformata olandese. Il testo precisa ; « fatta di comune
accordo dai fedeli, che vivono nei
Paesi Bassi, i quali desiderano
vivere secondo la purezza dell’Evangelo del nostro Signore
Gesù Cristo ». La giustificazione
biblica si appella a Pietro 3, 15:
« Siate sempre pronti a rispondere a vostra difesa a chixmque
vi domanda ragione della speranza che è in voi, ma con dolcezza e rispetto ». La confessione è l’espressione di un accordo
fra fedeli, senza indicazioni discriminanti a favore dei pastori;
nasce da una meditazione fatta
in comune, da ima decisione di
vivere « secondo la purezza dell’Evangelo », dalla necessità di
non chiudersi in una forma di
ghetto, ma di vivere davanti ed
insieme ad un popolo, che ha il
diritto di chiedere loro conto della loro fede. Vi si presuppone
una vita comunitaria, la formazione di una disciplina ecclesiastica, un ordine di carattere assembleare, culminante in autorità sinodali. E’ l’art. 46 degli Atti del Sinodo tenuto a Dordrecht
nel 1578: la presenza di due lingue implica l’autonomia delle
chiese di lingua francese, la loro
libertà di associazione in sinodi
particolari. Soltanto i problemi
di disciplina comuni ai due gruppi linguistici saranno trattati in
un sinodo comune ai due rami.
Le prime chiese «valloni» furono fondate a Middelburg nel 1574,
ad Amsterdam nel 1578, a Leida,
con l’arrivo di 450 profughi da
Bruges, nel 1584, ad Haarlem nel
1586 col pastore Taffin venuto
da Anversa. L’Aia sarà la sede
della Corte. Rotterdam e Amsterdam, Delft accoglieranno altri gruppi. Si contano 43 chiese
francofone, alcune delle quali
saranno soppresse per il passaggio dei loro membri ad altre comunità. Nel 1685 ne esistono ancora 26.
Ma quelle chiese non erano destinate all’assorbimento. Fondate
sui profughi, vivranno le loro avventure più intense con i profughi che escono dalla Francia della revoca dell’editto di Nantes
nel 1685. Fra l’abiura e l’esilio la
scelta avviene per migliaia di famiglie a favore dell’esilio. E
l’Olanda era la più vicina fra le
potenze europee in grado di accogliere questa nuova « ondata ».
Chi ha conosciuto l’avventura
dei profughi sa quanto sia difficile per loro l’adattamento ad
altre culture e ad altre lingue.
Costituire una nuova chiesa
significava costituire un pastorato, un concistoro ed un’assemblea. I pastori non mancavano. Su 600 pastori, 363 si rifugiano nei Paesi Bassi, 40 ad Amsterdam e altrettanti a Rotterdam.
I profughi si unirono facilmente
alle vecchie 26 parrocchie, che divennero 62. Fra i pastori alcuni
furono fra i migliori predicatori
del secolo. All’Aia, dopo un mi
nistero nella Chiesa Vallone di
Londra, il past. Jacques Saurín, nato a Nîmes, emigrato con
la famiglia a Ginevra, dove termina i suoi studi teologici con
Turrettini, sarà il pastore della
chiesa francofona dell’Aia dal
1705 fino alla sua morte nel 1730.
Egli, che già a Ginevra aveva
avuto tale successo popolare da
dover tenere le sue predicazioni
nella cattedrale anziché alTAuditoire, traccerà nuove linee per
una predicazione più a temi che
ad omelia: non porterà la sua
attenzione al contrasto fra protestantesimo e cattolicesimo, ma
predicherà contro l’indifferenza
religiosa e il deismo. In un suo
sermone, rivolto al popolo di
Francia, contesta a Luigi XIV di
essere riuscito nell’intento dì
distruggere le chiese evangeliche. Il paese è stato invece invaso dall’indifferenza, anzi dalla negazione di Dio, nel clima deU’illuminismo e del razionalismo. Ai
profughi ricordava che una delle
maggiori consolazioni del loro
pellegrinaggio è stata quella di
essere accolti al godimento di
tutti i diritti civili, oltre che all’assistenza sociale e alla estensione della loro pace e della loro
libertà.
Alla fine del 18° e all’inizio del
19° secolo il gruppo francofono
si unisce più strettamente al popolo olandese, pubblica i suoi
scritti in olandese. I matrimoni
« misti » rendono più rapida
l’unione delle famiglie. Anche i
loro nomi sono tradotti; i Leblanc diventano Witt, i Deschampa van de Velde, i Dubois
van den Bosch, i Dumoulin Vermeulen ecc. Le chiese del Rifugio si fondono con le chiese riformate nazionali. Nel 1843 le
sovvenzioni statali sono destinate alle sole comunità (fi Amsterdam, Rotterdam, l’Aia, Leida,
Utrecht e Groningen.
La Chiesa Valdese fu sempre
sostenuta dalle chiese valloni, a
nome di tutti i Riformati olandesi nelle ore più difficili della
sua storia, e delle vicende alluvionali delle Valli. Ed è sempre
un motivo d’intensa commozione
visitare le chiese di Amsterdam
ecc. Indubbiamente il loro significato in terra olandese si pone
in termini concreti. In un opuscolo illustrativo del Comitato
Vallone si rivendica il carattere
« ecumenico » di questa zona
francofona in seno al protestantesimo europeo. La diffusione del
francese in ambienti europei è
un altro argomento per il loro
mantenimento, ma non è un ostacolo alla fusione di tutti gli evangelici riformati nella Hervormde Kerk.
Già la frammentazione «teologica» evangelica porta in sé un
monte di equivoci e di settarismi, ma quella « linguistica »
evoca altre domande più attuali
e vive. La varietà delle tradizioni
linguistiche (in modo speciale il
francese per i Valdesi ed il tedesco per i Luterani) non può giustificare un parallelismo delle
loro chiese dopo la Concordia di
Leuenberg, anziché la loro unione sinodale e la loro piena comunione nel culto e nella liturgia. I Valdesi non vivono in Uruguay e in Argentina per diffondere la lingua dantesca, ma per annunziare in spagnolo TEvangelo
ai fratelli sudamericani con le
altre chiese evangeliche ivi operanti. Gli emigrati negli Stati
Uniti trovano nelle chiese presbiteriane, congregazionaliste, luterane, metodiste, battiate di ogni
grado e varietà, ampio spazio
per la loro presenza e la loro
predicazione, senza ricercare una
discutibile « identità » culturale
e teologica, da ricercare continuamente nel confronto dell’Evangelo e non in contrasto o in
armonia con le loro culture.
Carlo Gay
6
6 prospettive bibliche
22 gennaio 1988
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
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Missione e compito
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riconoscenza permanente
Gesù guarisce cKeci lebbrosi
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« Uno di loro, quando vide che
era guarito, ritornò sui suoi passi
lodando Dio ad alta voce. Si gettò
ai piedi di Gesù, faccia a terra, e lo
ringraziò. Era samaritano... Alzati,
la tua fede ti ha salvato ».
(Luca 17: 11-19)
La salvezza è un dono gratuito o una
proprietà acquisita?
La vita umana è riconoscimento delTamore, o pagamento di ciò che ci è dovuto?
Come convertirsi in uomini
e donne autentici?
Questa eonversione non è possibile se
non a partire dal momento (quotidiano e
contemporaneo) in eui riscopriamo il nocciolo stesso della vita umana e del mondo:
la gratitudine concreta e storica, la riscoperta del fatto fondamentale che esclusivamente Gesù, il Messia, crea e ricrea una
umanità e una società nuove.
Ascoltiamo una volta ancora ciò che afferma: « Alzati, la tua fede ti ha salvato ».
Nella sceneggiatura di Luca, Gesù si rivolge a un uomo che è completamente emarginato (un lebbroso), la cui personalità è
degradata. Nel mettere in atto l’opera di
salvezza, l’azione del Messia ci precede
sempre, e si realizza con noi o nostro malgrado. Come potremo discemere una fede
evangelica che operi una umanizzazione e
una socializzazione? Gesù solo è capace di
discernere nel turbinio delle passioni e dei
sentimenti della nostra collettività umana.
Lui solo si accorge del processo di conversione aH’interno degli uomini e delle donne che popolano il nostro panorama contemporaneo. Siamo dei « testimoni » di questo processo conereto e sconvolgente?
I lebbrosi han gridato tutti
la loro angoscia
Una decina di lebbrosi costituisce la corale che ripete il suo ritornello: « Gesù,
maestro, abbi pietà di noi ». Un clamore
che scaturisce da un inferno ben concreto:
storicamente emarginati, questi « sopravvissuti » condividono la loro disintegrazione disumanizzante. E’ una scena che ci obbliga a scoprire i nostri campi di concentramento moderni che, con l’ausilio della
scienza e della tecnologia, rendono impossibile qualsiasi forma di relazione e di
incontro umani, sociali. 11 « gruppo » sociale che qui si presenta è totalmente sprov
Ancora sulla scia della « giornata della CEVAA » — e non resti un
episodio! — pubblichiamo in nostra versione due studi biblici che il past.
Norberto Berton della Chiesa valdese di Buenos Aires ha presentato, nel
giugno scorso, alla sessione annuale del Consiglio della CEVAA, a Colonia Vaidense. Ecco il primo.
a cura di GINO CONTE
visto di speranza individuale o comunitaria.
Per loro, non esiste avvenire. Ascoltiamo
questo clamore? Dove? Quando?
Credono tutti in Gesù,
il Messia
Possiamo osservare la fede dei lebbrosi nel momento in cui ricevono l’ordine di
mostrarsi ai sacerdoti (pratica necessaria,
richiesta dalla legge sanitaria). Tale ordine
richiede un modo di vivere diverso da quello «normale»: esige un orientamento
nuovo a livello della loro condotta ordinaria, sui due piedi, senza alcuna preparazione. Tutti i lebbrosi fanno la loro scelta e
si decidono in un modo che non ha nulla
in comune con il loro comportamento abituale di emarginati. Nessuno di loro mette
in discussione quest’ordine, domandandosi
se è ragionevole, realistico, vivibile. Soltanto la presenza della loro fede evangeliea dà
loro la libertà e il potere di rompere le condizioni terribili della loro emarginazione.
E’ la loro fede che permette loro di uscire dalla prigione creata da una malattia incurabile (la lebbra). E’ attraverso la loro
fede che riescono a reintegrarsi nel ritmo
della loro vita precedente, a riprendere
contatto con le loro famiglie e i loro mestieri. 11 racconto ci presenta il fatto della
loro guarigione per fede; ci mostra però un
altro fatto essenziale: tutti i lebbrosi sono
guariti, ma non tutti hanno ricevuto o fatto
propria la salvezza. Cioè non condividono
tutti una vita davvero umana (sociale, politica, culturale) in tutte le sue dimensioni
attuali e contemporanee.
E noi, siamo dei « testimoni » della fede
evangelica?
La guarigione
e la salvezza
La salvezza è in relazione con il posto
che occupiamo e con il nostro ruolo nella
vita (ricordiamo che il greco e l’ebraico
hanno un unico termine per indicare sia la
salvezza sia la salute). Comunque il no
stro testo mostra che Gesù non parla di
salvezza che nel caso del Samaritano. Lui
soltanto è guarito e salvato nel pieno senso,
in tutte le dimensioni di questi termini. 11
Samaritano è stato condotto dalla sua fede
— a livello della vita attuale — non solo
verso una guarigione ma anche verso la ricezione della sua salvezza. Non tutti quelli
che sono stati guariti per fede hanno seguito lo stesso ciclo, ricevendo e riconoscendo la salvezza evangelica. (Ci sono casi nei
quali non tutti eoloro che ricevono la salvezza siano guariti?). Come spiegare questo
grande paradosso evangelico? 11 testo ce lo
dice espressamente: il solo, fra i dieci lebbrosi guariti, che « torna » verso Gesù per
dirgli la sua riconoscenza è il Samaritano.
E’ il solo a collegare la sua guarigione per
fede e il dono gratuito che scaturisce dal
perdono e dall’amore di Gesù, il Messia.
A lui solo viene in mente di condividere
(con atteggiamenti e comportamenti conformi) gioiosamente la sua gratitudine verso
Gesù. Luca ci dà un dettaglio parlante: il
Samaritano manifesta la sua riconoscenza
ad alta voce. Con questo « metodo » illustra la sua esperienza vitale di riconoscenza, mostra l’impazienza del Samaritano di
ritrovare Gesù lì dov’era. Non c’impegna,
questo, a riscoprire il nocciolo di una evangelizzazione autentica e totale? L’evangelizzazione è un movimento — attuale, ’’contemporaneo” — irresistibile, possente, estroverso che vuole trasmettere, a chi ha occhi e orecchie, la salvezza in movimento,
in piena azione qui e ora. La Missione è il
fatto di rendere grazie a Gesù stesso, costituendo la grande, straordinaria Notizia.
Qui troviamo l’inizio di ogni vita umana
(anche collettiva, e planetaria?).
Notiamo che hanno obbedito tutti all’ordine di Gesù: sono stati liberati e trasformati. Ma osserviamo come Gesù fa risaltare la condizione di colui che è stato salvato: nota espressamente che quando la fede ha prodotto la guarigione, c’è un ritornare al Messia per esprimere la riconoscenza
per il dono gratuito.
La gratitudine manifestata in atteggiamenti e comportamenti nella vita di tutti i giorni, attuale, acquista un carattere sociale
e pubblico, una motivazione irresistibile e
spontanea. E’ una scelta matura e adulta
che non ha nulla a che fare con un comportamento d’automa.
Qccupiamo il nostro posto, e il nostro
ruolo di essere umano?
La visione cosmica
della salvezza
Il Samaritano ha ricevuto o assunto la
visione evangelica della vita e dell’universo, una visione nuova, del tutto diversa. Si
tratta di scoprire che tutta la vita è un
dono gratuito generato dal perdono e dall’amore attivo di Dio. Il Samaritano riceve
la saggezza evangelica, scoperta attraverso
la sua guarigione. Gesù, il Messia, gli fornisce, per amore, la capacità di demolire una
emarginazione irresistibile, alienante, omicida, Colui che è guarito riceve o assume la
speranza evangelica che dà alla sua persona una mobilitazione senza paura, qui e
ora, su questa terra. Da tale sorgente scaturiscono le occasioni di nuovi incontri, di
una intercomunicazione, di una interdipendenza solidale mai sperimentata prima. In
altri termini: il perdono trasformatore,
l’amore vittorioso e la grazia appassionata
che Gesù ha messo in moto verso l’avvenire promesso. Il Samaritano ha scoperto che
la vita stessa e l’universo sono un dono
gratuito. Finiti il tempo e lo spazio delle
conquiste autonome. Le possibilità di farsi
pagare « crediti » personali son finite. Tutto questo rientra solo in una visione cosmica nata da un’illusione, da un miraggio
di alienazione per tutta l’umanità, per la
società e per il pianeta.
Nella sua guarigione, liberato dalla sua
tragedia e angoscia, frutto del perdono e
dell’amore, il Samaritano è stato portato a
scoprire la chiave essenziale dell’esistenza
umana e comunitaria. Ha scoperto il senso
e la sostanza di ogni vita umana e collettiva: la salvezza evangelica deve essere accettata, assunta e condivisa in tutta la sua
grandezza e in tutte le sue dimensioni. Una sola è la risposta da dare con il
nostro atteggiamento e comportamento: la
riconoscenza gioiosa, da rinnovare senza soste. 11 Samaritano è diventato un testimone
attivo del perdono e dell’amore che già sono
stati messi in movimento — qui e ora —
verso una nuova umanità, una società ricreata.
« Voglio dire grazie al Signore, ringraziare con tutto il cuore l’Iddio
santo. Sì, voglio ringraziare il Signore,
senza dimenticare uno solo dei suoi
benefici » (Salmo 103: 1-3).
Norberto Berton
7
22 gennaio 1988
obiettivo aperto
FRANCIA: IL DIBATTITO SUL DIRITTO DI CITTADINANZA
Società multiculturale o integrazione?
Immigrati e rifugiati: la ricerca di un ordinamento che consenta loro un positivo inserimento nella società di cui
vengono a far parte - La xenofobia della destra - Le preoccupazioni delle associazioni ecclesiastiche di assistenza
Giovedì 7 gennaio la «Commissione dei
saggi » nominata dal governo Chirac per esaminare lo stato della legislazione francese in
materia di diritto di cittadinanza (Code de nationalité) ha presentato il suo rapporto. Essa
era stata nominata dopo che una bozza di progetto di legge del governo, presentata nel novembre 1986, aveva suscitato reazioni molto
critiche da parte della minoranza, delie forze
sociali e delle chiese.
Del risultato dei lavori di questa commissione parliamo con Pierre-Patrick Kaltenbach,
magistrato membro delia Corte dei conti e
membro della commissione stessa, e con alcuni
rappresentanti delle chiese protestanti particolarmente impegnati nell’aiuto agli stranieri e
alle persone più deboli della società.
Quando il governo Chìrac nominò la commissione, nel giugno
scorso, il panorama delle prese
di posizione sul progetto di riforma del diritto di cittadinanza presentava caratteri di scontro aspro, ben sintetizzati dal
sociologo Alain Touraine, membro della commissione stessa, sul
« Nouvel Observateur »: « Se alcuni rivendicavano il diritto alla diversità e una Francia multiculturale, delle masse sempre
più importanti (...) si rinchiudevano in un rifiuto degli immigrati »: a tutti, per motivi opposti, sembrava che qualcosa non
funzionasse nella legislazione vigente, aperta nel consentire l’acquisizione della cittadinanza francese, ma poco pratica per gli
aspetti burocratici.
Le reazioni aH’operato della
commissione, formata da personalità indipendenti dai partiti,
storici, magistrati, professionisti, sono state quasi unanimemente positive, con l’eccezione
de! neofascista Fronte Nazionale, guidato da Jean-Marie Le Pen.
"< E’ un bene che il governo
abbia nominato questa commissione — dicr- il pastore André
Micaleff, se ., lario generale della Missior ir pulaire — ed è positivo r' ,a abbia tenuto delle rin’i,- ubbliche, trasmesse
daliv .. che abbia incontrato ; . esentanti delle varie
corni.. ; enti della società francese. c'jìì una disponibilità molto
ampisj '>,
Pierre-Patrick Kaltenbach è
dello stesso avviso; « Ci sono state diverse novità nel modo di
lavorare di questa commissione;
è stato deciso che il suo rapporto sarebbe stato pubblico; essa
ha potuto avere la massima libertà d’azione, invitando a confrontarsi, in audizioni pubbliche,
anche alti funzionari, e generali
che si sono fatti interrogare davanti alle telecamere. Il confron
to è stato improntato alla correttezza, da parte di tutti, e alcuni di noi hanno mostrato di
saper cambiare opinione. Abbiamo ricevuto giudici, prefetti, economisti, sindaci e consoli
per illustrarci il diritto di cittadinanza come è in altre nazioni.
E abbiamo sentito anche chi lo
richiedeva: tutte le chiese, compresi i musulmani, e poi la "Ligue Internationale contre le racisme et l’antisémitisme", la "Ligue des droits de l’homme",
i partiti, con l’eccezione del Fronte nazionale che ha rifiutato il
confronto politico. Gli "ospiti"
parlavano per 10 minuti, poi ponevamo loro delle domande ».
Una legge liberale?
Sull’esito dei lavori, dal punto di vista di chi vi ha partecipato in prima persona, Kaltenbach è soddisfatto: « Il risultato
a cui siamo giunti, è frutto di
una riconsiderazione storica del
caso francese, e delle sue prospettive future, viste sotto alcune specificità: io contesto chi dice che la Francia ha avuto ed
ha tuttora il "diritto di cittadinanza più generoso”. La Francia ha il codice più "assorbente”: aveva bisogno di soldati, a
Verdun di minatori per il carbone, di altri soldati per l’impero coloniale, e così vennero
fatte leggi molto "aperte”. La
Francia è anche stata la prima
nazione europea a conoscere il
calo demografico, e ha così cominciato ad accogliere gli stranieri, mentre altri stati vedevano gli abitanti costretti ad emigrare. Inoltre, fra i paesi europei,
è quello che ha al suo interno
la più cospicua comunità musulmana. Ora noi diciamo che
non si può più diventare francesi per nascita o perché francesi sono i genitori, ma bisogna
diventarlo per propria, libera,
scelta. Naturalmente, se si prevede questa condizione, bisogna
poi fare di tutto perché questo
diritto sia accordato. Ecco perché non ci dovranno più. essere
ostacoli di tipo giudiziario o regolamentari. NeUa nostra ipotesi, il governo non può più rifiutare di accordare la cittadinanza a un individuo per "indegnità" o per "mancanza di assimilazione”. La cittadinanza può essere rifiutata solo se si accerti
la partecipazione a reati gravi
( terrorismo, prossenetismo, droga), e solo se commessi in età
adulta, tra i 18 e 21 anni. E’ tra
i 16 e i 21 che una persona, nata in Francia da genitori stranieri, può richiedere la cittaciinanza, o, se lo sceglierà, i permessi
temporanei di' soggiorno. Sempre in nome della libera volontà dell'individuo si rifiuterà che
genitori che vogliono rimanere
stranieri dichiarino francese il
figlio, al fine di non essere espulsi. Non sarebbe conforme alla
volontà del figlio. Prevediamo
dei limiti ai "matrimoni di convenienza” e all’ingresso di chi
richiede il diritto d’asilo. Oltre
il 50% non sono rifugiati politici ».
Nuove difficoltà
E’ proprio sulla proposta di
non ammettere più l’acquisizione « automatica » della cittadinanza che le chiese non sono
soddisfatte: « La legge attuale
prevede che può diventare fran-_
cese a 18 anni chi — nato qui
o all’estero — abbia passato in
Francia i 5 anni precedenti —
dice Christian Delorme, addetto
alle comunicazioni presso il ’’Comité intermouvements auprès
des évacués” (CIMADE), che fa
capo al ’’Service Œcuménique
d’entraide”, il quale è anche sta
to ricevuto dalla commissione
dei saggi — ma il progetto del
governo tendeva a eliminare questa possibilità. Varie forze morali, tra cui le chiese, hanno ritenuto che imporre una "dichiarazione" di voler essere francesi
costituisca una discriminazione,
rispetto agli altri cittadini a cui
non la si chiede ».
E Jacques Maury, a nome della Federazione protestante francese: « Le chiese avevano auspicato che le cose restassero come erano, e che la domanda di
cittadinanza fosse automatica ».
Delorme precisa smeora che
« Per i giovani, specialmente in
ambienti molto popolari, qualunque pratica amministrativa è
una complicazione. Inoltre, e
questo vale soprattutto per i maghrebini e per chi viene dalle
ex-colonie francesi, alcune famiglie non capirebbero come i figli possano rifiutare la nazionalità d’origine. Per esempio, i giovani marocchini rischiano di aver l’impressione, facendo richiesta esplicita di essere cittadini
francesi, di tradire la loro famiglia, e la storia del loro paese ».
Nicole Leguy, responsabile del
Centre d’action sociale protestante di Parigi, aggiunge: « Tutto
ciò che attiene al campo sociale per gli stranieri come per gli
SCHEDA
L’ordinamento attuale
Ogni anno sono circa 100
mila le persone di origine
straniera che ottengono la
cittadinanza francese.
Secondo la legislazione attuale, essa può venire ottenuta in base ad una serie di
condizioni:
Per attribuzione:
— se almeno uno dei genitori del richiedente è francese;
— se il richiedente nasce in
Francia e uno dei due genitori è nato in Francia.
Per acquisizione:
— se il richiedente nasce
in Francia e vi risiede per
almeno 5 anni, anche se i genitori sono stranieri. A questa attribuzione il governo
può opporsi per « indegnità »
o « mancanza di assimilazione »;
— il cittadino straniero che
sposi un francese può, facendone dichiarazione, acquisire la cittadinanza francese in 6 mesi. Anche in questo caso il governo può opporsi, per i motivi precedenti o qualora non sussista la
comunanza di vita tra i due
coniugi.
Inoltre la cittadinanza può
essere ottenuta per decisione
dei pubblici poteri con la naturalizzazione (si richiedono:
18 anni di età, la residenza
stabile in Francia da 5 anni, non aver subito espulsioni o condanne penali gravi e
1’« essere assimilato alla comunità francese»).
Il progetto di riforma del
diritto di cittadinanza, presentato dal governo nel 1986, ma
subito rielaborato in seguito
ad un parere negativo espresso dal Consiglio di Stato,
prevedeva il mantenimento di
uno degli articoli in vigore:
chi nasce in Francia, anche
con uno dei genitori stranieri, è francese. Il mantenimento di questo articolo (23) interessa in particolare i cosiddetti « beurs », di origine algerina; costoro, nati in Francia da padre o madre nati
in Algeria (fino al 1963 dipartimento francese) sono ritenuti francesi alla nascita.
1986: proposte per
una riforma
Il progetto di legge prevedeva altresì due importanti
modifiche al codice:
— il figlio di genitori nati
all’estero, benché nato in
Francia, non otterrebbe più
automaticamente la cittadinanza, ma dovrebbe farne
esplicita demanda tra i 16 e
i 23 anni. Inoltre non potrebbero acquistare la cittadinanza francese coloro i quali siano stati condannati a pene
superiori ai sei mesi di carcere o a pene per reati come
maltrattamento volontario,
furto, uso o spaccio di sostanze stupefacenti.
— Per i casi di acquisizione della cittadinanza per matrimonio la giristizia avrebbe
avuto a disposizione un anno
e mezzo di tempo per opporsi nel caso di « matrimonio
bianco », celebrato al fine di
ottenere la .cittadinanza o
di evitare un’espulsione.
altri individui "marginali" diventa più difficile. Le pratiche richiedono tempi molto lunghi prima di avere risposta. Insomma,
c’è un livello legislativo, ma ce
n’è un altro, concreto, in cui
è difficile muoversi, e se non si
hanno i documenti in regola bisogna cercare un lavoro nero:
non tutti possono permettersi un
avvocato che sbrighi le pratiche
amministrative ».
Il problema, effettivamente,
sembra proprio essere nei termini citati da Touraine; da una
parte la tendenza ad auspicare
una società multiculturale, dall’altra (la commissione) la richiesta di una dichiarazione di volontà precisa e responsabile in
vista dell’integrazione nella società francese.
«L’idea del multiculturale è finita — dice ancora Kaltenbach
— è necessaria una politica d’integrazione, ma per far questo
occorre che le pratiche siano più
semplici, che gli uffici funzionino meglio (noi proponiamo 18
mesi per ottenere la riaturalizzazione, contro i 30 attuati), occorre che .91 spieghi bene ai giovani quel che devono fare. Diversamente, di fronte alla burocrazia, hanno paura ».
Che cosa farà
il governo?
Ora, in attesa dei provvedimenti del governo, c’è l’estrema destra, con i suoi rigurgiti razzisti: secondo Christian Delorme,
« Il pericolo maggiore per il governo sarà il Fronte nazionale,
che chiede una riforma radicale,
in modo da rendere praticamente impossibile l’acquisizione della cittadinanza per i non-europei.
Secondo il Fronte l’aver creato
la commissione ha aggirato il
problema; io credo che essa invece abbia costituito un progresso, che abbia lavorato bene. Non
siamo d’accordo .sulla dichiarazione che si chiederà a chi vorrà la cittadinanza, ma questo_è
stato previsto dalla commissione con le migliori intenzioni. Il
governo, nel suo progetto di legge, voleva invece escludere una
parte dei giovani immigrati ».
Probabilmente il governo non
presenterà un nuovo progetto di
legge prima delle prossime elezioni presidenziali; quanto alle
chiese, dicono concordemente
Maury e Delorme, « dovranno
continuare ad essere vigilanti »,
attente a quanto può succedere,
a cosa farà il governo, alla situazione dei più deboli e dei più
esposti alla discriminazione.
Alberto Corsanl
8
8 vita delle chiese
22 gennaio 1988
I
IL 27-28 FEBBRAIO CONVEGNO A ECUMENE
CORRISPONDENZE
Verso un settimanale
Una casa di riposo
delle chiese battiste,
per gli evangelici romani
metodiste e valdesi?
Un tema da affrontare su indicazione dell’ultimo Sinodo - Tre ipotesi su cui occorrerà riflettere - Rilanciare I’« Amico dei fanciulli »
Lavoro tra i migranti, programmi nelle « radio libere »,
« Com-Nuovi Tempi », « Prote
stantesimo »... Non è cosa rara
che da un convegno ad Ecumene esca un chiarimento, una linea nuova, una correzione di rotta. Succederà anche questa volta? E' quanto sperano gli esecutivi battista, metodista e valdese neH’indire un convegno sulle prospettive dell’informazione
periodica giornalistica nel pro
La decisione
del Sinodo
Il Sinodo chiede alla Tavola
e al Comitato Permanente
deirOPCEMI di organizzare,
a livello nazionale e possibilmente in collaborazione con
rUCEBI, un convegno entro
il 1988 sulle prospettive delTinformazione periodica giornalistica nel protestantesimo.
testantesimo, che si terrà, appunto a Ecumene, il 27 e 28 febbraio.
Il tema, quanto mai ambizioso nella sua formulazione, è stato affidato dal Sinodo dell’estate
scorsa agli esecutivi valdese e
metodista. Non si tratta tuttavia di avventurarsi su strade tanto ampie quanto indefinite di
opinabili previsioni. Si tratta —
hanno affermato gli esecutivi
BMV che si sono riuniti a Roma il 6 gennaio — di sciogliere
un nodo. Da anni ormai si discute un progetto di collaborazione e collegamento tra il settimanale valdese-metodista Eco
TÄVOLA VALDESE
COMUNICATO
Si rende noto che con decorrenza 1.1.88 il rimborso
chilometrico per i viaggi di
servizio in auto degli iscritti
a ruolo della Tavola valdese è
stato elevato a L. 250, fermo
restando il contributo al fondo ammortamento di L. 100.
Le chiese e le opere sono
pertanto invitate a uniformarsi al nuovo livello per i
rimborsi locali.
Tavola valdese
CP/OPCEMI
Roma, 11.1.88
gnativo evento comune, il Sinodo-Assemblea del 1990. La via
della collaborazi'One nel settore
dell'informazione periodica giornalistica dovrebbe dunque passare per im'altra strada rispetto al progetto ELT? E’ l’altro
filo del nodo da sciogliere. « Non
proponiamoci di varare im nuovo progetto in tutti i dettagli —
è stato detto nell’incontro BMV
— ma proponiamoci di sciogliere
questo nodo, di indicare alle
chiese un orientamento definito.
Poi il progetto seguirà ».
E’ stato così accolto in modo
unanime il lavoro preparatorio
che era stato richiesto alle due
redazioni Eco-Luce e Testimonio,
che hanno proposto di partecipare al convegno con Fillustrazione di tre possibilità diverse:
il miglioramento dell’attuale situazione, la creazione di un nuovo periodico BMV, una riformulazione del progetto Eco-Luce/
Testimonio.
zioni stesse, gli esecutivi, un numero forzatamente limitato di
invitati delle tre componenti. Ma
anche i lettori avranno la possibilità di far sentire la propria
voce. Una relazione al convegno
sarà dedicata a dare tm’idea delle aspettative dei lettori che avranno accettato di prendere
carta e penna e scrivere in modo breve e chiaro la loro opinione su:
— cosa c’è di buono da valorizzare e potenziare nell’attuale
stampa evangelica;
— cosa non va e deve essere
eliminato o rivisto;
— quali possibilità ci sono di
un’impresa comune tra battisti,
metodisti e valdesi in questo
campo.
Chi accetta di partecipare, in
questa forma, al convegno, scriva al più presto e non oltre il
15 febbraio al past. Valdo Benecchi, via Porro Lambertenghi
28 - 20159 Milano.
ROMA — In occasione del periodo d’Avvento, il concistoro
della chiesa di Via IV Novembre ha lanciato una sottoscrizione in favore dell’erigenda Casa
di riposo per gli evangelici romani, sottoscrizione che ha dato
alcuni buoni frutti.
Avremmo certo voluto che
l’appello lanciato largamente avesse più risposte anche al di
fuori della chiesa di Via IV Novembre, ma è un fatto che, se
questa casa si farà, ciò sarà
dovuto alla determinazione con
cui per anni questo progetto è
stato riportato alla ribalta dai
membri di Via IV Novembre.
C’è bisogno di dire che esso è
nell’interesse di tutti gli evangelici e che sentiamo così spesso il bisogno di questa realizzazione?
to nel periodo più tormentato
del nostro recente passato, Mario aveva saputo serbare un
animo fiducioso nel Signore che
sa. Lui, sempre quello che fa.
Spesso, ad esempio, era solito
sostenere attività od istituti della nostra chiesa che non rispecchiavano la sua visione del lavoro da svolgere. Il contributo
di impegno, di lavoro, di disponibilità, di capacità organizzativa e di amministratore, dato
dal nostro fratello nell’ambito
delle chiese romane ed oltre, è
diffìcilmente sostituibile. Che da
lui possiamo semplicemente ereditare l’indicazione fondamentale: servire il Signore per primo.
Gianni Villa
Mario Bianconi
Non si parlerà tuttavia solo
della stampa evangelica più nota e diffusa. Il Sinodo ha chiesto, già l'anno scorso, un progetto di rinnovamento del periodico dei bambini, « L’Amico dei
Fanciulli », che non è meno importante dei giornali de^i adulti. Un gruppo di lavoro si sta occupando di questo progetto di rilancio e presenterà al convegno
le prospettive connesse a questo
settore che tra l'altro sono, anche qui, di collaborazione BMV.
Franco GìampiccoU
11 convegno dunque si troverà
davanti ad alternative ben delineate e a progetti diversi; non
mancherà materia per il dibattito. Chi lo affronterà? Le reda
COMMISSIONE
PERMANENTE S'TUDI
Esami
Sabato 30 gennaio, alle ore
9, presso la Facoltà valdese
di Teologia a Roma avrà luogo una sessione di esami per
gli iscritti ai corsi della Commissione.
Per iscrizioni rivolgersi telefonicamente (0372/25598) al
past. Antonio Adamo.
La sottoscrizione è stata lanciata in memoria di Mario
Bianconi, dal momento che proprio questo fratello ha dato
fino alle sue ultime forze
per vederlo uscire dalle secche
dì mille difficoltà. Ed è grazie a
lui se alcuni lasciti e doni hanno permesso di raccogliere alcune centinaia di milioni attualmente accantonati a questo scopo. Il nostro fratello se n’è andato l’estate scorsa, senza far
rumore, in un periodo in cui lo
sbandamento delle vacanze si fa
sentire anche nelle nostre comunità. Non ha rivisto le Valli,
dove ogni estate tornava con
gioia e dove aveva vissuto
i momenti forti della sua vita
di credente, da dove viene la
sua compagna. Aveva aderito alla chiesa valdese con una scelta
che coinvolgeva tutte le sue capacità ed energie. Per questo ha
spesso sofferto di fronte a quelli che considerava cedimenti e
debolezze delle nostre chiese, e
che talora erano effettivamente
tali. Era un uomo tutto d’un
pezzo, ma non si può tacere il
fatto che non di rado, soprattut
A1 momento di scrivere queste
righe Gianni Villa ci ha lasciati, bruscamente, proprio mentre si accingeva a tornare a Roma dalle Valli ed a riprendere
il suo posto in seno al Concistoro ed alla comunità. Ci è diffìcile anche soltanto realizzare
che non l’avremo più accanto
in tante occasioni. Pochi, come
lui, conoscevano la storia dello
nostra comimità, pur con indubbio senso della misura, ne
aveva spesso difeso il significato e gli spazi nel quadro del
protestantesimo romano. Come
non aveva mancato di dichiarare apertamente il proprio ini
pegno di riformato negli ambiti
di lavoro e fra gli amici che
aveva in vari ambienti. Ci è
duro di pensare che non potremo più contare su di lui per iì
consiglio e la collaborazione,
per la presenza costante ai cui
ti tanto « partecipata », nell’e
strema naturalezza con cui il
nostro fratello sapeva e voleva
vivere anche i momenti più io
tensi della sua vita di credente. Alla moglie Jeannette, ai figli Stefano e Silvana va il no
stro pensiero e la nostra preghiera fedele, sapendo che il Signore non li abbandona.
Giovanni Conta
FIRENZE
Luce e il mensile battista il Testimonio. Sinodo e Assemblea
generale hanno dibattuto e defiberato, il progetto è stato toccato e ritoccato, un piano finanziario è stato predisposto, eppure il progetto ELT non è decollato. Nessuno sembra disposto
a scommettere su questa via di
collaborazione nella sua attuale
formulazione.
L’Istituto Gould tra passato e futuro
Eppure non è in discussione
la volontà di lavorare insieme,
da parte di tre componenti essenziali dell’evangelismo italiano
dal contorno confessionale ed
ecclesiologico tutto sommato
molto simile, che hanno deciso
di organizzare insieme un impe
In uno degli ultimi numeri del
« Gouldino » si è salutato e ringraziato Marco Jourdan che ha
lasciato la direzione dell’Istituto Gould dopo 20 anni di forte
impegno in quest’opera.
Può essere l’occasione buona
per considerare la vitalità di
un’opera che cerca di rispondere ai problemi reali, che cambiano in relazione ai mutamenti
della nostra società.
Quando Jourdan arrivò al
Gould, l’Istituto era ancora, sostanzialmente, un orfanotrofio
che compiva un servizio a favore delle famiglie delle nostre
chiese evangeliche, soprattutto
del Sud. C’erano anche alcuni
ragazzi che venivano al Gould
per poter continuare gli studi,
non essendoci scuole nel loro
paese.
L’impianto strutturale era
molto semplice, non essendoci
problemi educativi particolari
ed anche dal punto di vista dell'educazione alla fede, la situazione era chiara: si trattava di
ragazzi evangelici e quindi si
inserivano nella vita della chiesa. Questo facilitava anche i
rapporti tra comunità e opera.
Un po’ alla volta sono andati
aumentando i figli di emigranti, per lo più evangelici, che
dalle terre del Sud cercavano
di crearsi ima nuova vita nei
paesi del Nord Europa, affrontando la diffìcile e talvolta dram
matica situazione della separazione dalla famiglia. Per un certo periodo il Gould ha reso un
servizio prezioso a queste famiglie risolvendo problemi altrimenti insolubili.
Poi il fenomeno migratorio si
è esaurito, ma proprio in quel
periodo ha cominciato a manifestarsi una richiesta sempre più
pressante da parte degli enti
pubblici comunali e regionali
perché al Gould si accogliessero minori in difficoltà dovute a
situazioni familiari anomale.
Non era facile rispondere a
questa richiesta, in quanto le
strutture del nostro Istituto
non erano previste per un lavoro con ragazzi più o meno
disturbati, per un lavoro di
questo genere che richiedeva
una équipe di educatori preparati, un aumento di spese per
servizi vari, un rapporto con le
scuole frequentate dai ragazzi
molto più intenso e diffìcile, un
rapporto nuovo per noi con l’ente pubblico, anche di carattere
finanziario. Dopo molta riflessione e titubanze ci si rese conto
che questa era una sfida rivolta al nostro Istituto che doveva
essere accettata.
Così è iniziato un nuovo periodo di vita dell’Istituto e si è
formato un gruppo di educatori
adeguato; i minori ospitati sono tutti provenienti dalla Regione Toscana, nessuno è evangeli
co, ma sono tutti estremamente
bisognosi di una casa e di aiuto.
Tale servizio continuerà nel
prossimo futuro: infatti il fenomeno dei ragazzi disadattati è
in spaventoso aumento, soprattutto nelle città.
■Parallelamente alla storia dell’Istituto, c’è la storia deH’edificio del Gould, un grande palazzo del ’700.
Fu acquistato dalla chiesa valdese nel secolo scorso per farne la sede della Facoltà di Teologia. Nel 1922, quando la Facoltà di Teologia si trasferì a Roma, una parte del palazzo servì ad ospitare l’Istituto Gould.
Col passare degli anni il palazzo è andato deperendo in modo preoccupante: era sempre più
urgente pensare a dei restauri,
certo costosi. L’ing. Costantino
Messina, presidente del Comitato del Gould nei primi anni
della direzione Jourdan, prese
accordi col Comune e approntò un piano di restauro e adattamento del palazzo che potesse essere attuato in fasi successive. Si può dire che i 20 anni di direzione Jourdan sono
trascorsi anche in un costante
lavoro di restauro, fino a riportare il palazzo a una situazione di rinnovata efficienza.
In tutto questo lavoro si è
tenuta presente la prospettiva
di usare molte altre parti del
palazzo per attività parallele a
quelle dell’Istituto. Così è andata precisandosi ed avviandosi
un’attività di foresteria. La foresteria del Gould è ora un
esempio di luogo di accoglienza sia per gruppi che per singole persone. Attraverso questo
strumento si creano nuovi legami tra l’opera e le persone provenienti dal Nord e dal Sud.
Naturalmente si tratta di creare
una vera e propria accoglienza.
C’è poi lo studentato, che in certi periodi dell’anno accoglie
studenti provenienti dagli Stati Uniti, c’è la scuola francese
con la sua specifica attività.
Si tratta, come si vede, di un
complesso di attività non indifferente e che va sviluppandosi
nel tempo.
Marco Jourdan ha lasciato la
direzione del Gould che è stata
assunta da Gianluca Barbanotti, della Chiesa dei Fratelli (il
Gould ha uno statuto che coinvolge « valdesi » e « fratelli »)
che nel passato ha già lavorato
in questa opera come educatore. Il cambio di direzione è stato facilitato anche dalla stabilità del gruppo degli educatori
garantita dalla coordinatrice
Maddalena Sanfelice e dal gruppo operante nella segreteria,
competente e affiatato.
Al nuovo direttore l’augurio
di un lavoro efficace, benedetto
dal Signore.
Franco Sommani
9
22 gennaio 1988
vita delle chiese 9
OSPEDALE EVANGELICO DI NAPOLI
Per una medicina
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Incontro ecumenico
più umana
%
, i
La ricerca di un rapporto diverso con la malattia e la terapia - Aumentano i ricoveri ma calano i tempi di degenza - Prospettive future
L’Ospedale Evangelico di Napoli si è recentemente dotato di
un servizio di endoscopia digestiva, che rappresenta uno dei
sistemi più avanzati nella diagnosi delle malattie deH’apparato digestivo, malattie queste che
rappresentano la prima causa di
ricoveri ospedalieri e la seconda causa di morte, dopo le malattie dell’apparato cardiovascolare.
Il servizio di endoscopia, accanto alla parte diagnostica, of
ADELFIA
Campo
giovanissimi
Nei giorni 31 ottobre e 1° novembre 1987, i gruppi giovanili
di Palermo, Catania, Scicli, Pachino, Riesi e Marsala si sono
ritrovati insieme ad Adelfia per
un convegno regionale sull’essere giovani evangelici in rapporto alla società e alla comunità.
Per varie ragioni il convegno
è stato, con un po’ di timore
iniziale, la prima esperienza di
autogestion; nel contesto di
una serie incontri ecumenici
tra i gio aai siciliani. Convegno
« auto; . iv) » significa che ogni
gruppo, o dle diverse città, si è
occLip& : di un aspetto diverso
dcll'ói.uanizzazione e della strutturazione del lavoro.
Cercando di mettere a fuoco
il problema, essenzialmente di
« comunicazione », tra una società prevalentemente cattolica
e un evangelico di età compresa tra i 13 e i 19 anni, abbiamo
lavorato in gruppi prima, in assemblea poi, su alcune domande preparate in precedenza.
Non sono mancati uno studio
biblico, un nutrito programma
di giochi e canti « tradizionali »
di Adelfia, e altri momenti comunitari.
E’ stato interessante notare
come il ritrovarci tra nei, il responsabilizzarci su ciò che stavamo costruendo, ci facesse sentire maggiormente coinvolti, veramente partecipi. Raccontare ed
ascoltare esperienze diverse ci
ha aiutato anche a focalizzare
con relativa chiarezza i punti essenziali del rapporto con la comunità. Abbiamo sentito l’esigenza di una formazione teologicospirituale più vicina alla « competenza » che ci viene spesso richiesta daH’esterno; scuola, amici, talvolta famiglia non evangelica. Una conclusione per nulla definitiva, anche a causa del
brevissimo tempo a nostra disposizione, può essere in questo
senso la ricerca di un maggiore
interessamento delle comunità
al problema giovanile, affinché
possiamo vedere in una corretta
luce, forti di questo sostegno,
il rapporto con la società.
Clara Panasela
Nuovo indirizzo
Il past. Enos Mannelli comunica il
suo indirizzo: via Garibaldi, 15 66010 PALOMBARO (CH) - Telef. 0871/
895118.
fre molteplici possibilità terapeutiche spesso definitive, che le
fanno assumere oggi un ruolo
di valida metodica terapeutica
alternativa alle classiche terapie
chirurgiche. In gran parte dei
masi essa può essere eseguita in
regime ambulatoriale o comportare al massimo brevi periodi di
degenza: il tasso di Complicazione, inoltre, è mólto basso e di
contro l'accettazione da parte
del paziente è oggi abbastanza
afta. Un altro passo avanti per
una medicina diversa, più umana; per un rapporto con la malattia e la terapia medica sèmpre meno drammatico e sempre
più disteso e sereno. L’umanizzazione e la razionalizzazione, che
da sempre hamro caratterizzato
rOspedale Evangelico, anche in
questa scelta trovano una loro
felice conferma, in questa come
in tutte quelle che ogni reparto
e tutti gli operatori quotidianamente compiono, con profonda
sensibilità e professionalità. Nel
reparto di medicina, per esempio, nel corso del 1987 il numero dei ricoverati è aumentato rispetto allo scorso anno, ma nel
contempo, restando la stessa tipologia di ricoveri e di malattie,
è diminuita la durata media dei
tempi di degenza, pur mantenendosi intatta la qualità delle cure.
Nell’area di utenza dell’Ospedale Evangelico (zona orientale
di Napoli) sono stati individuati 4 gruppi di patologie di primaria importanza: le apatologie
e gastroenterologie; le patologie
neoplastiche (tumori); quelle
cardiache; le malattie del ricambio.
Contro di queste, 'l’intero reparto di medicina è costantemente impegnato, utilizzando
tutti i ritrovati possibili e le
terapie più efFlC^lci offerti daH’attuale scienza medica. Nel reparto è tra Taltro presente un servizio di ecografia intemistica e
si mantengono periodicamente
rapporti di scambio, tecnici e
scientifici, con università e ospedali, italiani e stranieri (come
il centro oncologico Gustave Russy, di Parigi). Per il futuro si
sta studiando la possibilità della costituzione di un servizio di
day hospital, per le terapie antineoplastiche, oltre a ipotizzare
l’acquisizione di letti monitorizzati opportunamente attrezzati
per 'la terapia intensiva, utilizzabile da una vasta utenza di pazienti: dagli infartuati a coloro
che sono colpiti da emorragie gravi o da coma epatico o cerebrale,
e quindi per tutti i malati già
ricoverati per i quali si verificassero delle emergenze.
Anche se non è possibile annullare certe malattie, in questo « piccolo, ma grande » osp^
dale si è certamente sicuri però
di poter ridurre, e spesso annullare, con la professionalità degli
operatori, con Taggiomamento
delie attrezzature e con la sempre nuova sensibilità di tutti, il
travaglio ed i disagi psicofisici
connessi alla condizione del malato, ricoverato in una struttura
sanitaria.
Luciano Cirica
ASILO DI SAN GERMANO
Programma di animazione
AH'inizio di dicembre l’associazione « Amici dell’Asilo dei vecchi
di S. Germano », durante la sua
assemblea annuale, ha eletto a
suo presidente Giorgio Rostan in
sostituzione di suo padre, il compiEinto fondatore dell’associazione Elio Rostan. Al caro Giorgio
i soci tutti dicono « grazie » per
avere accettato l'incarico, mentre
gli augurano di poter compiere
un proficuo lavoro al servizio dei
nostri anziani.
Il nostro Asilo è stato al
centro dell’attenzione di molti
in quest’ultimo periodo, il che è
buona cosa; si è però fatto notare da più parti che sarebbe meglio « diluire » le visite in modo
che gli incontri non avvengano
solo in dicembre, ma anche in altri mesi dell’anno. Giusta osservazione. Si può tuttavia rispondere senza tema di smentita che
ciò è già avvenuto; infatti, riguardando indietro nel tempo, si affaccia alla mente il ricordo di
una quantità di visitatori tutt’altro che indifferente, si sia trattato di singole persone o di gruppi
organizzati. Chi potrà dimenticare ad esempio il gruppo del
« Centro anziani » di S. Germano che in più occasioni ha portato un po’ di allegria con i suoi
canti e la sua musica? Oppure i
vari gruppi di fratelli tedeschi e
svizzeri che tanto hanno a cuore
il nostro istituto, l’Esercito della
Salvezza sempre assiduo nel portare il suo messaggio di speranza
e le visitatrici regolari di S. Secondo? E tanti tanti altri ancora.
Dopo questo sguardo retrospettivo, consideriamo ora con simpatia e riconoscenza il gruppo
« visitatori » di S. Germano, di
recente costituzione, avente lo
scopo di trascorrere alcune ore
alla settimana conversando ed
aiutando in vario modo gli ospiti
dell’Asilo, n gruppo, formato per
ora da un numero esiguo di sorelle (a cui si spera se ne aggiungano molte altre), segue anche con interesse il lavoro del
pastore Noffke che il lunedì pomeriggio dedica ad alcune persone autosufficienti un poco del
suo tempo per leggere loro racconti che servano di spunto per
conversazioni ed eventuali discussioni: sono momenti piacevoli e
veramente preziosi per quelle
nostre sorelle dell’Asilo. Se la gratitudine è rivolta agli « esterni »
dell’istituto, è altresì giusto esprimere riconoscenza a chi ci lavora giorno dopo giorno e a chi
porta il maggior peso dell’andamento dell’opera. A questo punto
viene anche da ricordare i soggiorni estivi organizzati ormai da
due anni per un gruppo di autosufficienti: quello di Vallecrosia
del 1986 e quello di San Fedele
Intelvi del 1987. Sono stati esperimenti positivi, malgrado qualche inevitabile difficoltà per i
programmatori dei viaggi, e soprattutto sono stati soggiorni vivamente apprezzati dai partecipanti che hanno potuto arricchirsi di esperienze belle ed interessanti.
Giorgina Giacone
VILLAR PELLICE — Momenti di intensa gioia cristiana sono
stati vissuti domenica 17 gennaio.
La nostra chiesa ha cortesemente e festosamente accolto nel
suo tempio una numerosa rappresentanza della comunità parrocchiale cattolica pinerolese dello Spirito Santo per un incontro
di preghiera comune.
Uniti nella fede e dall’amore di
un solo Dio Padre: è stato il
senso di questo incontro, vissuto
con cuori aperti e disponibili, e
serena fraternità in un clima di
spiritualità non abituale.
Le due comunità, coordinate
dal pastore Teofilo Pons e dai
laici Giorgio Goria e Enzo Torchio, hanno inteso dimostrare
che, con l’aiuto di Dio e la nostra
umana disponibilità e reciproca
accettazione, si può realizzare
molto in modo spontaneo e genuino.
Le letture bibliche ed evangeliche si sono alternate ai canti
ed alle intenzioni spontanee e
particolari.
Durante la funzione, in una
atmosfera di forte ed umile apertura, i circa 100 presenti haimo
pregato anche perché questo incontro non resti un episodio isolato, ma sia l’inizio di un comune cammino. Su questo punte,
il nuovo parroco della Chiesa
dello Spirito Santo (Pinerolo)
Rino Girotti ha fatto pervenire
la propria piena disponibilità
per proseguire l’iniziativa.
Indubbiamente una buona premessa alla settimana per l’unità dei cristiani, che terminerà
domenica prossima.
'• Si sono uniti in matrimonio
Ezio Fenoglio e Silvia Pascal ;
agli sposi, che si sono stabiliti a
Pinerolo, ancora l’augurio che il
Signore sia sempre l’ospite del
loro focolare.
Serata alTAsilo
S. GERMANO CHISONE —
La serie degli incontri natalizi
ha avuto inizio mercoledì 16 dicembre nell’ambito dell’Unione
femminile, dove il senso del Natale è stato nuovamente evidenziato nella gioiosa atmosfera di
cui hanno goduto molte sorelle,
una parte delle quali ha voluto
partecipare al culto aH’Asilo.
Domenica 20 dicembre i ragazzi della scuola domenicale
hanno dato il loro messaggio
alla comunità presentando un
apprezzatissimo programma a
base di canti ed esposizione di
lavori frutto del loro studio e
delle ricerche compiute nel primo periodo di quest’anno. Un
pensiero riconoscente vada ai
monitori, alla nostra animatrice
giovanile ed ai fanciulli per l’enorme mole di lavoro effettuata in così breve lasso di tempo,
con l’augurio che il messaggio
dato dai giovanissimi rimanga
nella mente di ognuno.
Il 23 sera sono stati gli ospiti
dell’Asilo ad aver vissuto momenti di gioia ascoltando, attorno al loro albero, i cori preparati con cura dai volontari e
da gran parte del personale, i
cui figli hanno dimostrato il loro affetto per gli anziani mimando in modo veramente encomiabile un originale e significativo racconto di Oscar Wilde. Il
24, sempre all’Asilo, si sono avuti altri momenti di comunione
fraterna durante il culto natalizio con Santa Cena.
Al culto di Natale, a cui la corale ha partecipato attivamente
con l’esecuzione di ben due cori, il messaggio, centrato sul
« pace in terra agli uomini di
buona volontà » cantato dagli
angeli a Betlemme, è stato seguito con raccoglimento da un
uditorio abbastanza numeroso.
• Il periodo natalizio è stato
purtroppo rattristato da un lutto: ci ha infatti lasciati, dopo un
lungo periodo di sofferenza, il
nostro fratello Oreste Beux dei
Gianassoni; ai suoi cari un affettuoso pensiero da parte dell’intera comunità.
'• Il 27 dicembre ed il 3 gennaio il messaggio dell’Evangelo
è stato rivolto dai fratelli Aldo
Garrone e Vincenzo Ribet di
Roma: un grazie sincero ad entrambi.
Auguri!
VILLASECCA — Andrea Marchisio è venuto ad allietare la vita di Armando ed Eliana Benech.
Tutta la comunità partecipa a
questa gioia ed augura ai genitori di svolgere il loro ruolo di
credenti nell’educazione del proprio figlio alla fede.
• La seduta del Concistoro è
stata differita a sabato 30 gennaio, ore 20, nella saletta.
I templi delle vaili
PERRERO-MANIGLIA — Nell’ambito delle riunioni quartierali del centro, mercoledì 27 gennaio alle ore 20.30 a Ferrerò, nella sala delle attività, il maestro
Raimondo Genre parlerà sul tema «i templi delle valli, storia,
architettura e aneddoti ». Siete
tutti invitati a partecipare!
Solidarietà
MASSELLO — Ci ha lasciati
recentemente il fratello Enrico
Pons di Grangiadidiero. Da molti anni, con la moglie, trascorreva l’inverno a Marsiglia, ma puntualmente ogni primavera, come
molti massellini, ritornava al suo
paese. Alla moglie, alla sorella e
al suoi familiari la comunità
esprime la sua solidarietà.
Assemblea di chiesa
FRALI — Domenica 24 gennaio, a partire dalle ore 10,
culto e assemblea di chiesa.
All’ordine del giorno l’approvazione della relazione finanziaria
e discussione sul preventivo ’88.
Giovedì 21 gennaio
□ SETTIMANA
DI PREGHIERA PER
L’UNITA’
DEI CRISTIANI
TORRE PELLICE — Presso il Collegio valdese, alle ore 20.45, celebrazione ecumenica della Parola di Dio con
meditazione biblica del past, G. Toum
e di don A. Buffa.
Venerdì 22 gennaio
□ SETTIMANA
DI PREGHIERA PER
L’UNITA’
DEI CRISTIANI
PINEROLO — Alle ore 20.45, presso la chiesa di S. Donato, celebrazione ecumenica della Parola di Dio con
predicazione di mons. Alberto Abiondi (vescovo di Livorno e presidente
del Segretariato GEI per l'ecumenismo) e del past. Marco Ayassot della Chiesa valdese di Pinerolo.
Sabato 23 gennaio
□ SETTIMANA
DI PREGHIERA PER
L’UNITA’
REI CRISTIANI
PEROSA ARGENTINA — Alle ore
20.45. presso 'la sala • Lombardlnl »,
incontro di preghiera e riflessione sul
tema Giustizia, pace e integrità della creazione »; intervengono il past.
S. Ribet e don S. Tron.
10
10 valli valdesi
22 gennaio 1988
TORRE PELLICE
Quale uso per "Casa Bert"?
Caduta l’ipotesi di utilizzo per gli uffici dell’USSL sarà la Galleria d’arte contemporanea
a trovare una sistemazione in questo edificio? - Forse ospitate anche altre attività culturali
Mentre a Torre Pellice molti
lavori di risistemazione di edifici nel centro storico stanno andando a buon fine, restituendo
al paese un certo decoro e contribuendo inoltre a creare comunque anche alcuni spazi abitativi importanti, mentre i locali ad interesse commerciale della zona stanno acquisendo un
valore assai elevato, lo stabile
adiacente al palazzo comunale,
la cosiddetta ex casa Bert, di proprietà comunale, non brilla né
per il suo aspetto né per il suo
utilizzo complessivo. « L’iniziativa dell'acquisto di questo stabile
va ricercata nella precedente amministrazione comunale quando
— esordisce il sindaco Armand
Hugon — prendemmo questa decisione per andare incontro alle
esigenze dell’USSL, ospitata nel
municipio, ma con necessità di
maggiore spazio ».
Successivamente la Comunità
Montana-USSL, nel reperimento
di una sua nuova sede, optò per
altra soluzione ed il Comune si
trovò così proprietario di uno
stabile senza destinazione precisa...
« Bisogna tener conto che di
una struttura adiacente al palazzo municipale potevamo tuttavia avere necessità, tanto che
già una parte degli uffici tecnici
si è trasferita appunto in locali
dell’altra casa, con la semplice
apertura di una porta di collegamento. Comunque l’amministrazione è pervenuta alla decisione di destinare almeno una
parte dell’ex casa Bert alla galleria di arte contemporanea, oggi collocata nello stabile del museo valdese, da cui per altro essa deve traslocare perché tutto
quello stabile è a sua volta coinvolto in altre trasformazioni.
D’altronde la galleria o la si valorizza in una sede adeguata, e
questo stabile lo è, oppure si
accumulano le opere d’arte da
qualche parte ».
La vicenda, se non andiamo
errati, va avanti da un bel po’
di tempo; si possono avanzare
delle ipotesi per il futuro?
« E’ un problema grosso; sono
stati presi contatti con la Regione per sentire la possibilità da
parte di quell’Ente di venire incontro nelle spese: non è escluf
so che un piccolo intervento regionale vi possa essere, ma la
parte più grossa sarà comunque
a carico del Comune. A questo
punto dovremmo esaminare attentamente quali sono le possibilità di contrarre dei mutui,
ammesso che la Cassa Depositi
e Prestiti conceda il finanziamento per un’opera come questa, in
base al tetto che ogni Comune
ha nell’anno 1988 ».
Esistono dei progetti di ristrutturazione dello stabile, o comunque una volontà politica dell’amministrazione di arrivare entro
l’anno in corso a qualcosa di più
dettagliato?
« Appena riusciremo a determinare la possibilità di mutuo in
quest’anno credo che prenderemo
anche le decisioni conseguenti;
teniamo conto che lo stabile è
in buone condizioni e che bisogna farci dei lavori dettati proprio dall’uso a cui si intende destinarlo ».
Che ne è dell’ipotesi di destinare una parte di questo stabile ad attività culturali varie, come sede o luogo di incontro?
« C’era effettivamente questa
intenzione, cioè di lasciare a disposizione del Comune, per queste attività, un piano dell’ex casa
Bert; lo sgombero da parte dell’USSL dei locali fin qui utilizzati come uffici lascia a nostra
disposizione un certo numero di
stanze che sicuramente non saranno completamente utilizzate
dalle attività del Comune e potrebbero invece ospitare appunto alcune attività culturali ».
Un altro stabile, un altro problema: l’ex caserma Ribet; anche in questo caso Taspietto non
è dei migliori, in questo stabile
convivono abitazioni e luoghi di
incontro di attività varie (CAI,
Croce Rossa)...
« Questo stabile è in comproprietà fra Comune e Stato, cioè
non si sa bene quali parti appar
CONVEGNO DEL PRIMO DISTRETTO
La cultura alle valli
Nel periodo che segue Tindustrializzazione del dopoguerra, le valli valdesi non hanno soltanto subito una trasformazione (o involuzione) in campo economico ma, parallelamente a questa, hanno pure vissuto dei cambiamenti in campo
culturale, di cui forse non si è ancora presa pienamente coscienza. Questi cambiamenti incidono sui modelli di vita, e
quindi interessano da vicino anche il modo di vivere e pensare
la fede cristiana oggi. Tre ambiti si prestano particolarmente per analizzare quali sono le linee di tendenza in campo
culturale nella nostra popolazione: quello della scuola, quello dell’utenza delle biblioteche e quello del mercato del lavoro. Vi sono naturalmente altri ambiti non meno importanti, ma di più difficile rilevazione. Proseguendo una riflessione
che è iniziata con un incontro dei Concistori valdesi nell’autunno 1986, invitiamo insegnanti, pastori, catechisti, monitori, membri di concistori a un incontro sul tema
SI-TUAZIONE CULTURALE ALLE VALLI
un primo bilancio
L’incontro avrà luogo presso la
CASA UNIONISTA DI TORRE PELLICE
DOMENICA 31 GENNAIO 1988 aUe ore 14.30
Il dibattito sarà introdotto da cinque brevi comimicazioni:
Marco Armand-Hugon: Situazione della scolarità.
Jean-Louis Sappé: Prospettive delle scuole di montagna.
Nadia Menusan; L’utenza delle biblioteche.
Giorgio Gardiol: Cultura e mercato del lavoro.
Claudio Tron: Le proposte culturali della Chiesa valdese
alle valli.
LA COMMISSIONE ESECUTIVA
DEL 1° DISTRETTO
In primo piano
casa Bert;
sullo sfondo
il municipio.
tengano all’uno o all’altro Ente:
quando ciò sarà chiarito, ed abbiamo sull'argomento chiesto numerosissime volte una definizione della cosa, allora potremo in
tervenire con delle opere significative di ristrutturazione nella
parte di competenza. Lo Stato
finora è stato latitante ».
Piervaldo Rostan
III CIRCUITO
Cosa deve fare
il pastore?
Animazione e cura d’anime fra i settori ritenuti prioritari - I risultati di un incontro
« Che cosa deve fare il pastore? Predicare la domenica in
chiesa e visitare i parrocchiani ».
E’ probabile che alle Valli, ad
una domanda sul ruolo pastorale, una elevata percentuale di
membri di chiesa risponderebbe
come sopra. E’ forse una risposta stereotipata e un f>o’ superficiale? Proprio per ottenere una
riflessione più approfondita sul
tema, il Consiglio del IIP Circuito ha organizzato un incontro che si è svolto a Ferrerò il
17 gennaio.
Daniele Bouchard, giovane pastore in servizio a Pomaretto, ha
elencato, per introdurre la discussione. vari aspetti delle funzioni che ha, o che potrebbe avere, un pastore nella sua comunità, comprendendo ovviamente
anche quelle più sentite come
necessarie dalla massa dei fedeli.
Oltre alle definizioni contenute nella confessione di fede valdese e nel testo delle discipline
generali delle nostre Chiese, l’opinione comune vede il pastore
nei seguenti ruoli:
a) ministro della Parola, compito di predicazione per il quale si è Specificamente preparati
alla Facoltà di Teologia;
b) leader, capo indiscusso e
trascinatore dei membri di chiesa;
c) animatore della comunità,
ruolo più positivo rispetto al precedente, perché valorizza maggiormente i doni delle varie persone;
d) ’’stregone’’, ossia colui che
interviene con una presenza qualificante nei momenti cruciali della vita;
e) consigliere, oppure curatore d’anime, in grado di offrire
conforto e appoggio a chi lo
richiede;
f) profeta, nel senso di chi
sa, al momento opportuno, richiamare la comunità all’ascolto
della volontà di Dio;
g) funzionario ecclesiastico,
amministratore della vita della
chiesa;
h) intellettuale, o meglio teologo, per dare a tutte le attività
un supporto di riflessione ed approfondimento.
I presenti, invitati a scegliere
tra tutti questi compiti quelli
giudicati più necessari, si sono
espressi a favore delTanimazione e della cura d’anime; il tema
delle visite e delle occupazioni
del pastore esterne alla comunità ha avuto la preminenza negli
interventi. Se però si carica —
è stato detto — sulle spalle di
una sola persona una quantità
di compiti diversi, magari senza
una preparazione adeguata, si ha
una cattiva utilizzazione delle
forze esistenti, col risultato di
un generale malcontento. Le comunità, ha concluso Daniele Bouchard, dovrebbero indicare le
priorità alle quali il pastore può
far fronte e cercare altre persone per ulteriori necessità. Il ministero della predicazione può
essere svolto non sempre dal pastore e anche i ruoli di leader
o di profeta non possono essere
istituzionalizzati. La riflessione
teologica, invece, e i contatti personali sono fondamentali e a
questi non si dovrebbe mai rinunciare.
L. V.
Crisi sempre
più ingarbugliata
PINEROLO — Mentre continuano gli incontri tra i partiti
per la soluzione della crisi al comune, una notizia rende più complicata la soluzione della stessa;
il consigliere Giorgio Rivolo,
eletto nel 1985 nelle liste liberali e che aveva lasciato quel gruppo consiliare alcuni mesi fa (subito dopo l’esplodere del « caso
Candellero ») per costituire un
« gruppo indipendente », ha deciso di aderire al gruppo del
PSDI.
Il PSDI nell’85 aveva ottenuto
due consiglieri al comune, ma dopo alcuni mesi erano esplosi i
contrasti per il posto di assessore tra i due consiglieri. Uno,
Antonio Foretti, aveva poi cambiato partito e si era iscritto alla
DC, l’altro, Giuseppe Berti, che
era stato eletto assessore, aveva
poi dovuto lasciare l’incarico perché indiziato del reato di concussione.
Berti era però restato in mag
gioranza ed appoggiava dall’esterno la giunta. Intanto però la
crisi nazionale del partito faceva
sì che una cinquantina di iscritti
socialdemocratici chiedessero la
iscrizione alla Democrazia Cristiana (ed in specifico tramite l8
corrente « andreottiana » che fa
capo localmente all’ex sindaco
Camusso). Questa iscrizione, però, è stata sospesa dalla stessa
DC. La sezione del PSDI, intanto, veniva chiusa, ed al suo posto veniva aperto un « centro
studi » della corrente andreottia
na della DC.
Con il passaggio di Rivolo al
gruppo socialdemocratico, que
st’ultimo conta nuovamente
due persone e — subito — ha
posto una condizione per la partecipazione alla maggioranza: un
posto in giunta!
La situazione è ora la seguen
te: i partiti sembrano intenzionati a riproporre il quadripar
rito (DC, PSI, PRI, PSDI). Sul
la carta questa coalizione contti
26 voti su 40, ma nella DC ci si
interroga sulla realizzabilità di
un progetto concreto di gover
no della città. Infatti si dà per
scontato che almeno 4 consiglieri siano in aperto disaccordo
con la leadership della Coldiretti in giunta, e che almeno altri 4
consiglieri siano possibili franchi tiratori su questioni particolari.
Intanto anche le opposizioni si
stanno muovendo. PCI e DP hanno richiesto la convocazione urgente del Consiglio comunale
per discutere la situazione politica. Ma il numero delle firme,
10 in tutto, non è vincolante
per il sindaco.
Per venerdì 22 gennaio, alle
ore 20.45, il PCI ha convocato
presso il Centro sociale di via
Lequio una assemblea pubblica dal titolo « In comune è peggio che nella selva oscura ».
Circa i problemi che l’eventuale nuova giunta dovrà risolvere,
vi è anche quello della costruzione di un nuovo teatro (il teatro
Sociale è bruciato alcuni anni fa
ed il teatro Primavera è stato dichiarato inagibile) per il quale
FARCI ha già raccolto alcune
migliaia di firme.
TORRE PELLICE
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11
r
22 gennaio 1988
valli valdesi 11
DONARE IL SANGUE
VAL PELLICE
Il dono di Notale
L’USSL trasloca
Clara, mia moglie, scuotendomi leggermente disse: « Svegliati Roberto, è ora ». Aveva nella
voce la gioia dovuta agli eventi
eccezionali; voltandomi nel letto, per risponderle, mi accorsi
che era già uscita. Stiracchiandomi pigramente, pensai che fosse andata a svegliare nostra figlia.
Le voci, i gridolini che riempirono la casa confermarono la
mia supposizione; Alessandra
detta, non so per quale misterioso motivo, Bibi, era già sveglia e confabulava con la madre.
In bagno ripensai alla vacanza che stavamo per intraprendere.
Erano anni che sognavamo
una settimana bianca, che puntualmente, per un motivo od un
altro, sfumava; quest’anno no!
Tra poche ore avremmo realizzato il nostro desiderio. Dopo
colazione e gli ultimi, febbrili
preparativi, finalmente partimmo, ed in capo ad alcune ore
raggiungemmo la stazione sciistica. L’albergo era una costruzione rustica e piena di calore,
accogliente e confortevole. Si
trovava vicinissimo alle piste, al
punto che Bibi affermava, con
tono scherzoso, di poter arrivare in sala da pranzo con gli sci
ai piedi. Appena sistemati decidemmo di fare alcune discese.
La seggiovia ci portò, in pochi
minuti, in uno scenario da favola. Iniziammo la discesa. Di tanto in tanto ci fermavamo a riprendere fiato, e io approfittavo
deila pausa per ammirare il panorama, seppur abbacinato da tutto quel candore, e mi riempivo i
polmoni con quelTaria frizzante,
centellinandone il gusto pulito.
Fantastico, era veramente fantastico!
Quella sera a pranzo, lessi la
mia gioia c il mio entusiasmo
negli occnr di Clara e Bibi.
Il ternii:;, .ome sempre per le
cose piacevoli, volò. Ancora due
giorni e l’incantesimo si sarebbe
spezzato.
Quel mattino Clara aveva un
leggero' malessere, ma proprio
perché eravamo alla fine della
vacanza insistette affinché io e
Bibi andassimo ugualmente a
sciare. Eravamo circa a metà
della discesa, quando mi accorsi che Bibi non era al mio fianco come al solito; la cercai con
lo sguardo, era sulla mia destra
a circa tre-quattrocento metri, e
si stava avvicinando ad una macchia di abeti; la vidi ancora per
pochi attimi saettare tra gli alberi, poi un avvallamento la nascose. Mi fermai, decidendo di
attenderla. Passarono i minuti
nel silenzio più assoluto, quel
silenzio che tanto avevo apprezzato in quei giorni ora mi opprimeva, si ingigantiva fino a
soffocarmi. Prima di formulare
un pensiero preciso, mi scoprii
ad annaspare confusamente per
risalire verso la macchia. Incrociai un paio di persone che scendevano, ebbi l’impulso di fermarle per chiedere aiuto, ma una
sorta di sciocco pudore me I9
impedì, in fondo speravo che Bibi si fosse fermata a riprendere fiato, e con questa muta speranza giunsi, affannato, nel punto in cui lei era sparita dalla
mia vista.
Ho un ricordo confuso di quanto successe dopo, in quegli attimi di angoscia concitata.
Lei riversa nella neve, l’aiuto
di altri sciatori, il toboga, l’affannarsi dei medici del posto di
soccorso. Una sola cosa mi è rimasta chiaramente ed indelebilmente in testa, l’affannosa ricerca di sangue per una trasfusione urgente, urgentissima! Discorsi concitati, telefonate affannate, mentre io, seduto in un angolo, stringevo con disperazione
la mano di Clara e scrutavo n<>
stra figlia che distesa sul letti
LA SIRINGA
Domenica mattina, dopo aver percorso i sentieri circostanti del Valentino, poco lontani da casa nostra, Luca,
il mio nipotino duenne, sceglieva il cocuzzolo più alto di quei giardini, là
dove si trovano due panche. Su una
sedevamo noi due, nella contemplazione di colombi, passeri, nuvolette
bianche. L’altra panca vennero ad occuparla due giovanetti sui 15 anni, che
subito si misero a travasare dentro a
sigarette della polvere contenuta in
fiale. Poi l'uno dei due, bruno, occhi sfuggenti, svelto si scoprì il braccio sinistro e s'iniettò una grossa
fiala.
Queiraltro, che mi pareva succube,
mi guardò sottecchi come se chiedesse comprensione e lentamente si
sfilò la giacca.
Gli dissi dal mio posto:« Sei proprio così infelice? ».
Rispose dapprima con la mano destra in quel segno gestuale significante: tantissimo, e aggiunse: « Se
potesse mai sapere! ».
Il compagno gli diede uno strattone
e, iniettandogli nel braccio l'altra fiala, lo fece gridare. S'avvolse quindi
sino agli occhi in un cravattone e giù
di corsa entrambi verso il motorino
lasciato nel viale in basso.
Chiesi consiglio agli uomini che ivi
passeggiavano su come potessimo aiutarli, mi risposero con sguardi inespressivi.
Non riuscii a toccar cibo in tutto il
giorno.
Penso che quelli ed altri ragazzi siano vittime alla ricerca di piacere,
come altri nell'alcool 0 nel sesso.
Non credo di sbagliare pensando
che la più grossa causa della droga
sia l’ozio che rende facile preda i
giovani nella ricerca di soddisfare la
loro libido.
Nella prima adolescenza non contano tanto le proibizioni quanto il poter impegnare le loro molteplici potenzialità nei campi più vari, contro il
vuoto devastante che alligna nel gioco monotono, nella passività davanti
alla televisione, ai dischi, a letture
che alimentano incipienti nevrosi, ambiguità, narcisismi.
Invece di una continuazione forzata
negli studi, per i ragazzi, dopo la scuola media, si dovrebbero studiare formazioni di lavoro-occupazione che non
li condannino a gesti ripetitivi, ma
che li interessino nell'agraria, nel commercio, nella tecnologia, nell'edilizia,
neH'applicazione dell'industria. Per
gli adolescenti sono pure adatti impieghi, dapprima guidati, in asili per
l'infanzia e per i vecchi, in ospedali, in carceri, come nel campo delle
arti e della grafica, se ne hanno le
dovute disposizioni.
Cosicché le forze più esuberanti
della vita non abbiano ad afflosciarsi
né a rivoltarsi in modo controproducente contro se stesse.
Lucia Gallo Scroppo, Torino
GRAZIE
Ci scusiamo del ritardo. Vogliamo
ringraziare tutte le persone che ci sono
state vicine nel dolore per la scomparsa del compianto Elio Grill. Inoltre ringraziamo gli amici di Agape
per tutto l'aiuto che hanno dato a
Elio e ringraziamo i pastori Sergio
Ribet e Erika Tomassone di Prali.
Le due sorelle Didina e Iolanda
no, immobile, con gli occhi chiusi, era invasa da un pallore che
pareva aumentare di attimo in
attimo.
Con un filo di voce, mi lasciai
sfuggire i miei pensieri: « Stiamo perdendola, la perdiamo... ».
La mano di Clara strinse la mia,
con forza inaudita.
Vidi, con gli occhi velati, alcune persone, uomini e donne,
affacciarsi nella sala, contemporaneamente un medico mi invitò a seguirlo, insieme a Clara,
nello studio accanto. « Le persone — esordì il medico — che avete appena visto, sono donatori di sangue, l’unica speranza per
vostra figlia, poiché non possiamo attendere che arrivi quello
richiesto. Dopo la trasfusione
Alessandra sarà trasportabile, ed
una volta in ospedale non correrà più pericoli. Coraggio, —
aggiunse — andrà tutto bene ».
Uscì dallo studio lasciandoci con
la nostra disperazione. Non so
quanto tempo passò: minuti?
Ore? L’angoscia che provavo mi
stordiva, al punto di farmi entrare in una sorta di trance, come sospeso tra due dimensioni:
la luce ed il buio, la felicità ed
il dolore. Il presente non esisteva. Non ho mai chiesto a Clara
che cosa avesse pensato in quei
momenti e, forse, non avrò mai
il coraggio di chiederlo.
Finalmente la porta dello studio si riaprì: « E’ tutto finito,
trasportiamo vostra figlia a valle; tra qualche settimana sarà
nuovamente a casa ».
Le lacrime di Clara e le mie,
sciogliendosi, si confusero in un
abbraccio liberatore.
Natale è trascorso da alcuni
giorni, Bibi dopo tre settimane
di degenza è tornata a casa, parenti ed amici stanno facendo
a gara per vezzeggiarla. La sua
cameretta è invasa dai doni, a
volte Clara ed io la scopriamo
a divertirsi in mezzo a tutti quei
regali, a tutte quelle attenzioni,
ed immancabilmente il nostro
pensiero corre a quel piccolo posto di soccorso, a tutti gli amici che, con il loro gesto, ci hanno regalato la serenità, la vita!
Daniele Ghigo
Agricoltura
biologica
La sezione pinerolese del WWP
ha deciso di istituire un servizio a favore degli agricoltori
per consulenza nella lotta ai parassiti delle colture, con il ricorso a tecniche biologiche. Si
tratta del primo caso in zona di
un’attività condotta a titolo di
volontariato e vedrà impegnati
alcuni membri della sezione locale che da tempo studiano questo aspetto dell’agricoltura in
confronto con l’uso che comunemente viene fatto di pesticidi
e relative conseguenze. Questa
possibilità per gli agricoltori si
colloca dunque in un’area, il
pinerolese, dove, a fronte di una
notevole produzione di ortaggi
e di frutta, si ha costantemente notizia di aziende interessate
ad abbandonare o almeno a ridurre l’uso di prodotti chimici.
AVVISI ECONOMICI
LAUREATO, impieigato banca, 40 anni, evangelico metodista, conoscerebbe scopo matrimonio donna evangelica 30-40 anni. Telefonare 02/
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91150. Serali.
ANGROGNA affittasi annualmente rustico in borgata con due vani abitabili. 0121/91150. Serali.
Entro la fine di questa settimana dovrebbe essere ultimato
il trasloco degli uffici centrali
della Comunità Montana Val Pellice USSL 43 nei nuovi locali
di corso Lombardini 1, a Torre
Penice. Fin dai primi anni ’80
l’amministrazione presieduta dall’architetto Longo si era accorta deH’insufficienza dei locali siti nel palazzo comunale di Torre; si fecero molte ipotesi di
soluzione, dall’ex casa Bert, al
complesso del S. Martino, ancora nell’area dell’ex cotonificio
Mazzonis. Infine, nel periodo ’83’84, iniziarono le trattative per
l’acquisto del secondo stabile nel
complesso dell’albergo Gilly. Con
una spesa che si aggira sui 1.200
milioni l’edificio ha potuto essere acquistato ed adegi^to alle
esigenze della Comunità Montana; ora col trasloco si conclude
Comitati per la pace
PINEROLO — Lunedì 25 gennaio,
ore 21, presso il Centro sociale di
Vìa Clemente Lequio un incontro con
Beppe Reburdo {responsabile piemontese dei comitati per la pace) per la
fondazione dell'Associazione nazionale della pace.
Cinema
TORRE PELLICE — Presentiamo i
film in programma al cinema Trento
nel prossimo fine settimana: sabato
23 « Opera » di D. Argento; domenica 24, ore 16 « Ugo l’ippopotamo »
(cartoni animati); ore 18, 20, 22 « Opera » di D. Argento.
Manifestazioni
PORTE — Domenica 24 gennaio,
alle ore 20.30, la Badia Corale, in
occasione dei 20 anni dalla fondazione, presenterà una serata di canti ed
immagini, presso la sede della .« Sportiva » in località Malanaggio.
Mostre ~
LUSERNA S. GIOVANNI — Dal 15
gennaio al 7 febbraio, esposizione di
opere di Adriana Sandri presso la
gallerìa « novecento » in via 1° maggio;
la mostra è aperta al pubblico dalle
ore 10.30 alle 12.30 del mattino e nel
pomeriggio fra le ore 15.30 e le
19.30.
Incontri
'PliNEROLO — Prosegue la serie di
incontri neH’ambito del seminario
« Wilderness » sulla natura, organizzato dal WWF di Pinerolo; i prossimi
appuntamenti sono venerdì 22, alle
ore 21, sul tema: « Gestione del territorio; sfruttamento della natura » e
venerdì 29 gennaio, ore 21 su: « Parchi e riserve; gestione, ripopolamenti
e strutture ». Gli incontri si svolgono
presso l'auditorium di corso Piave.
TORRE PELLICE — Il Comitato ambiente Val Pelice, nel corso di una
riunione obesi svolgerà lunedi 25 gennaio! alle ore 21 presso II Convitto
valdese di via Angrogna incontrerà II
Sindaco di Torre sulla situazione del
torrente Pellice.___________________
Programmi di Radio Beckwith
91.200 FM
TORRE PELLICE — Fra i programmi
di Radio Beckwith segnaliamo uno speciale in onda giovedì 21, alle ore 15.30,
sulla « questione meridionale », la rubrica di ecologia « Grünen », in onda
il venerdì alle ore 18 con replica il
lunedì alle ore 15, il programma dedicato alla musica 'popolare il martedì
alle ore 19.05, con replica il venerdì
alle ore 16.30.
una vicenda, come si vede, durata alcimi anni.
« Verranno trasferiti nella nuova sede — precisa il presidente
Longo — tutti gli ufici centrali,
amministrativi e politici della
Comunità Montana - USSL 43;
anche le riunioni del Consiglio,
che per ora si svolgeranno ancora nella sala consiliare di Torre Pellice, avranno a partire dai
prossimi mesi, luogo in questo
stabile. Nella prima settimana di
febbraio troverà collocazione in
corso Lombardini anche l’ufficio
di medicina di base (ex Saubì
di viale XXV aprile; resteranno
invece dove sono gli uffici tecnici di via Caduti per la Libertà
ed il servizio veterinario, di medicina legale, di igiene pubblica,
ecc., che verranno però accorpati in un unico isolato.
RINGRAZIAMENTO
a Ho combattuto U buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbato la fede »
(II Timoteo 4: 7)
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Aldo Francesco Richard
di anai 83
I familiari ringrazdano tutti <5oloro
ohe con la loro ipresenza o scritti hanno preso parte al loro dolore, in partioolar modo il medico dott. S. Meli,
rOspedale Valdese di Pomaretto ed il
pastore Erika Tomassone.
Giordano - Frali, 12 igennaio 1988
RINGRAZIAMENTO
(( Tutto coopera al bene di coloro che amano Dio »
{Romani 8: 28)
I familiari della compianta
Tilde Cavaliere Pisani
riconoscenti, ringraziano di cuore tutti
coloro ohe con scritti, parole di conforto e presenza al funerale hanno
preso parte al loro dolore
Un grazie particolare ai pastori Bernardini Taccia, Tosatti, Vigliano e al
dr. Sgrò.
Torino, 24 dicembre 1987
RINGRAZIAMENTO
« I giorni dell’uomo sono come
l’erba... »
(Salmo 103: 15)
La famiglia ed i parenti di
Gianni Villa
riconoscenti per l’affetto dimostrato,
ringraziano di cuore tutti coloro che
hanno preso parte al loro dolore.
Luserna S. Giovanni, 18 gennaio 1988
Cooperativa
ANGROGNA — L'assemblea ordinaria dei soci della Cooperativa turistica ■ Mount Servln » è convocata
per venerdì 22 gennaio, alle ore 20.30,
nella sala adiacente al municipio.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 24 GENNAIO 1988
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 24 GENNAIO 1988
Bibiana: FARMACIA GARELLA - Via
Pinerolo, 21 - Telef. 55733.
Bobbio Pellice: FARMACIA - Via
Maestra 44 - Tel. 92744.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
12
12 fatti e problemi
22 gennaio 1988
LA RIVOLTA NELLE TERRE OCCUPATE
SMI
K:
Israele:
soluzione militare o politica?
Superare l’identificazione tra critiche al governo israeliano e antisemitismo - Le dichiarazioni dell’ex ministro Abba Eban e i problemi dell’ONU di fronte ai territori occupati
Uno degli aspetti negativi della guerra e delle azioni di forza
in genere (a parte i lutti e le
rovine! che esse provocano) è
dato dal fatto che non sempre
« chi vince ha ragione », ma
« ha ragione chi vince ».
Mi pare questa la situazione
odierna dello Stato di Israele
che, continuando ad occupare
manu militari le terre rivendicate dai palestinesi, suscita ormai generali dissensi, anche a
livello intemazionale.
Prima di fare alcime considerazioni sull’attuale situazione,
vorrei anzitutto i^omberare il
terreno da quell’ostacolo costitinto dal blocco mentale in cui
sovente incappa chi affronta
quest’argomento, tanto più in
un ambiente come il nostro che
ha sempre dimostrato la più
ampia solidarietà (e non solo a
parole) verso gli ebrei ed il
loro secolare calvario, culminato con le stragi dei lager.
Popolo e Stato
Sovente si teme che le critiche
o le dissociazioni da certi atti
o dalla linea politica del governo israeliano vengano automaticamente assimilate all’antisemitismo o, se si preferisce, al
razzismo. Occorre infatti distinguere bene fra il popolo ebraico e l’atteggiamento di Israele
come Stato: uno Stato che ha
a che fare con i diritti di altri popoli, che è ima potenza come
qualsiasi altra nazione, che come ogni nazione non può sottrarsi alla valutazione degli atti che compie, tanto più se questi atti possono incidere pesantemente su una intera regione,
coinvolgendo altre piccole e
grandi nazioni.
Un rapporto
americano
Tralasciando le notizie che
quotidianamente danno conto
della situazione, diamo un’occhiata al « Rapporto 1987 » del
West Bank Data Base Project,
un gruppo di ricerca creato dalla Rockefeller and Ford Foundation. (Per chi non lo sapesse,
l’espressione « West Bank » sta
ad indicare la Cisgiordania, ovvero la sponda occidentale del
Giordano). In questo Rapporto
si parla esplicitamente di « colonialismo interno », intendendosi con questo una società fondata su una rigida gerarchia
etnica. All’apice di questa struttura sociale ci sono gli ebrei di
Israele; al secondo gradino seguono gli arabi abitanti nel suddetto Stato, a cui è attribuita la
cittadinanza ma non la nazio
Cooperazione
internazionale
La società elettrica della Renania e Westfalia (RWE) nel
corso dell’87 ha importato dal
Sud Africa 167 tonnellate di
uranio. Il minerale è stato mandato in Gran Bretagna per la
sua lavorazione; successivamente è andato in Unione Sovietica,
dove è stato arricchito. Quindi
è stato trasferito negli Stati
Uniti, dove è stato trasformato
in pastiglie che sono servite ad
alimentare la centrale atomica di
Emsland in Germania occidentale.
(da PubUk-Fonim 23/87)
Controlli e perquisizioni per la popolazione palestinese.
nalità israeliana; all’ultimo gradino i palestinesi dei territori
occupati (giordani in Cisgiordania e senza nazionalità nella
striscia di Gaza) tutti privati di
diritti politici e neppure tutelati dalle convenzioni internazionali.
Sotto l’aspetto fiscale poi, mentre gli israeliani e gli arabi dei
territori occupati pagano all’mcirca le stesse tasse, questi ultimi non hanno diritto a sussidi
di disoccupazione ed alle pensioni per anzianità od invalidità.
In modo particolare. Gaza è
diventata una riserva di lavoro
a basso costo per Israele, in una
situazione che è stata definita
« sudafricana ». Decine di migliaia di lavoratori escono ogni
mattina dai campi e dai villaggi per andare a lavorare nelle
vicine città israeliane come
spazzini, camerieri, raccoglitori
di frutta e verdura, ecc. con Tobbligo di rientrare a sera a Gaza, pena il carcere.
Un’intervista
significativa
Un altro significativo documento è dato dall’intervista concessa a La Stampa dall’ex ministro degli Esteri israeliano.
il laburista Abba Eban, secondo
cui la rivolta araba appare «spontanea » e tutt’altro che il prodotto degli « agitatori dell’Olp
0 del fondamentalismo islamico ».
Com’è noto, attualmente il governo di Israele è formato da
una coalizione — piuttosto anomala e comunque caratterizzata da forti contreisti — fra il
partito conservatore (Likud) ed
1 laburisti. Mentre questi ultimi
sarebbero favorevoli alla rinuncia del Paese alla sovranità (sia
pure in modo parziale) sui territori occupati mediante un negoziato internazionale, il Likud
è per l’annessione definitiva, all’insegna dell’Eretz Yisrael, la
Terra promessa, di cui le zone
contese fanno parte.
« Secondo me — dice Abba
Eban — l’idea dell’annessione
è la proposta più assurda mai
partorita da una mente ebrea:
Israele sta dominando una nazione straniera, con la quale
non ha alcuna connessione storica, religiosa, di lingua, di esperienza, di memoria ».
Il leader laburista, stigmatizzando Tatteggiamento di Arafat,
che non vuole riconoscere Israele, afferma peraltro che un altro torto del suo Paese è stato
quello di ostracizzare tutti i leader palestinesi. (Successivamen
te a questa intervista, è pervenuta la notizia che il leader delrOlp, nell’auspicare una Conferenza di pace sotto l’egida delTONU, sarebbe disposto ad accettare le sue precedenti risoluzioni, ivi compresa la 242, che
riconosce il diritto all’esistenza
dello Stato di Israele).
La situazione sembra comunque al momento bloccata e
pare certo che le prossime elezioni — particolarmente importanti m quanto assumerebbero
il valore di un referendum sui
territori occupati — saranno
anticipate alla prossima primavera.
Le difficoltà
dell’UNRWA
Nel frattempo, secondo la denuncia deU’ambasciatore italiano Giorgio Giacomelli, alto commissario dell’UNRWA (l’ente delrONU che si occupa dei rifugiati), crescono sempre di più
le difficoltà relative alla distribuzione degli aiuti materiali alle popolazioni coinvolte, a causa del coprifuoco e dello stato
d’assedio. « La situazione dei
territori occupati si aggrava giorno per giorno; — egli dice —
è U segno della disperazione di
un popolo che si rende conto
di non avere un futuro. La soluzione a questo stato di cose
è di natura politica: l’ONU, la
comunità internazionaie l’hanno
già affermato ripetutamente ».
Certamente, le armi devono
far posto alla trattativa, all’intesa. Alla violenza deve seguire
l’accordo, nella comprensione
delle varie realtà e dei rispettivi diritti. E’ ora che Israele si
liberi dal suo complesso di « accerchiamento » e che comprenda che la pacifica convivenza
è una condizione essenziale per
il bene ed il progresso di tutti.
Se questo non avverrà, c’è il
rischio che questo senso di « accerchiamento » si vada fatalmente trasformando per Israele in un drammatico « isolamento », a sua volta foriero di
sempre maggiori violenze ed ingiustizie.
Roberto Peyrot
AMNESTY
INTERNATIONAL
T orture
ai bambini
Amnesty International denuncia, nel suo primo rapporto del 1988, le violazioni dei più
elementari diritti di migliaia di
bambini, vittime della repressione politica, arbitrariamente
imprigionati, picchiati, torturati
e costretti ad assistere alla tortura dei loro genitori, privati
della famiglia e uccisi. La denuncia riguarda 18 paesi in ogni
parte del mondo. Tra gli altri
il Sud Africa dove, in seguito
alla proclamazione dello stato
di emergenza nel 1985, molti
ragazzi e bambini (anche di
solo 7 anni!) sono stati incarcerati, battuti, frustati, presi a
calci per ore, subendo traumi
fisici e psichici gravissimi. Altri casi di sequestri, arresti e
detenzione sono segnalati da
Amnesty ai danni di bambini
in Etiopia, in Israele e territori occupati, in Cile ed Uganda.
In alcuni casi i bambini ven
gono sottoposti a tortura per
indurli a dare informazioni o
convincere i genitori a parlare. In Turchia, nell’aprile 1987,
quattro bambini sono stati sottoposti a scosse elettriche sul
la bocca dalle forze di sicurez
za in risposta ad azioni di guerriglia di Curdi. Bambini seque
strati da forze governative so
no « scomparsi »: è successo ir
Afghanistan dove è scomparsi/
da 8 anni lo scolaro ShamsRahman; l’ultima volta è stato
visto nella sede dei servizi di
sicurezza di Kabul. Amnesty de
nuncia altri casi di bambini desaparecidos in Argentina, Perù
Sri Lanka.
Durante i massacri di civili
operati da forze governative
muoiono con i loro genitori anche molti bambini e questo succede in tante diverse aree geo
grafiche.
In Iraq sono stati arrestati
almeno 300 tra bambini e ragazzi alla fine del 1985 a Sulaimaniya; 29 di essi sono stati
giustiziati segretamente.
Esecuzioni capitali di minorenni vengono denunciate da
Amnesty in USA, Bangladesh,
Barbados, Iraq e Iran, in quanto violano il diritto internazionale.
Amnesty International ci invi
ta a fare pressione sui governi
perché, con misure concrete,
pongano fine alle detenzioni,
torture, sparizioni ed uccisioni
di fanciulli.
a cura di
Anna Marullo Reedtz
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