1
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Si distribuisce oyni Venerdì. — Per cadun Numero ccnlesinii 10. — Per cadnna linea d’inserzione cenlesimi 20.
Condizioni d’AHHOciazlonet
PepTom>o — L'n Anno L. ». — A domicilio L. « • — Provincie L. « tO.
Sei mesi . - . » »• - • » »».
Tre mesi • >. — . * t» — . * im.
Per Franci» e Sfijzera franco a destinazione, e per l'InghUterra franco al confine lirò »
per un anno, e lire S per sei mesi. _
Le AsBociaiioni «i rirerono: in Toriwi, ail CilBalo dpi (;lorn«le, ria Valentino, cau
Bellora,N» 12, *• piano; e dai rratplll Plan«a librai, via I). V. degli Angeli, cana Pumlia.
— A Genova, alla Cappella ValdrHC, mura di S. CUiara.
Nelle provinci«', premo »ulti gli pojfnii per roeiio di Vaglia, chB dovranno ««»ere Inviati
franco al Direttore della Bi o:ia N’ovei.i.a e non aitrìmenti,
All’eslero, ai »eguenii indiriiii: Lo^nat, dai siga. NiiwlieU e C. librai, 21 Remers-itreet ;
Pahigi, dallalibreriaC, Meyrucis. rue Tronche*, i; Ni«»», dal aig. Peyrul-Tin«l libmio; Lui;<ii,
dai sigg. Denis et Petil Pierre librai, rue Neuve, I8; GinsvnA, dal sig. G. Beroud libraio;
Losassa, dal sig. Delafontaine librai«.
RISPOSTA ALLA RAGIONE
II.
Abbiamo conchiuso il precedente articolo in
risposla alla Ragione, provocandone il giudizio
sui fatti, sulle verità della fede. Non si poteva
meglio riconoscere non solo inevitabile, ma proficuo ancora o necessario l’uso della ragione in
materia di religione o di fede. A cho pro contestare il dirilto di esame o di giudizio? Finalmente tutti gli uomini pensanti fanno uso poco
o assai di quel criterio cho hanno, non solò nel
protestantismo e nelle sette filosofiche, ma nello
stesso papismo, avendo gli uni da esaminare
le pretenzioni del Papa e del clero a quell’autorità assoluta cho vogliono avere v)Hc cosciènze,
gli altri a valutare lo prove dell'autorità della
Bibbia, e gli altri a discutere i vari sistemi.
L’uso della ragione è mono sensibile nel papismo, perchè in quel sistema ella è presto confiscata da queU’autorità che immantinente si
afTaccia come necessaria, indispensabile, non
adducendo altra prova che quella pretesa necessità, e lo specioso pretesto d’una supposta
successione apostohca; e siccome i più antepongono la credenza piii comoda a quella che
richiede qualche studio o sacrificio, quell’autorità, benché priva di fondamento, trova presto 0 sempre una massa di soggetti, se non di
credenti, sapendo poi all’uopo sostenersi coll’inquisizione, colla spada, col rogo.
Noi invece conserviamo la nostra libertà;
l’autorità da noi riconosciuta è la legge, non
sono i ministri, e quindi non s’appoggia a forza
materiale. Nello stesso modo che ci è lecito di
esaminarne le basi, co lo deve essero di ricercarne il senso ; e veramente la Bibbia lo acconsente, volendo essere investigata da tutti (Giov.
v. 39). Non colla forza, anzi contro ad essa, per
la virtù e la franchezza dolio spirilo essendosi
stabilita la religione cristiana, non è egli evidente che ella portava seco il principio del libero esame? Quello è per noi un segno del
suo divino carattere; ed essendo da Dio il Vangelo, non fa egli autorità? L’armonia di quei
duo termini « libertà od autorità » sarà ignota
alla Ragione che nel papismo vede autorità
senza libertà, o nella filosofìa invece libertà
senza autorità; ma por noi cho siamo crèdonli
nel cristianesimo dell’Evangelio, quella contraddizione non esiste punto. Liberamente esa’miniamo, liberamente interpretiamo, e liberaraniento ci sottomeltiamo; e quella illuminala
6 libera ubbidienza crediamo cho sia la sola
vera fedo, l’unica vera sottomissione, l’unica
vera libertà. — So iu ciò la Ragiom vede una
mancanza di logica, bisogna cho ella riponga
la logica nel rigettare o neH’accettare ogni cosa
vera o falsa.
Ausonio Franchi ha conservato un’idea esagerata della logica del papismo, e non ha inteso punto quella del protestantismo. Una bella
logica l’hanno i teologi romani! Per convincerci
fanno appello al nostro giudizio privato finché
abbiamo ammesso che il Papa è infallibile, che
la Chiesa romana ò l’unica vera; — e poi si
gettano furibondi contro a questo giudizio privato come se fosse una peste e la cagione di
tulli gli errori, di tutto le eresie. Ovvero cotesti
teologi comincieranno anch’essi a dimostrarci
la realtà della Rivelazione, l’autorità della Sacra Scrittura; io tal caso, ove son dirette quelle
prove, quello argomentazioni? Al nostro giudizio privato, alla nostra ragione. Quando abbiam valutato quelle prove e ci siamo convinti,
col nostro e non coll’altrui giudizio, che la
Sacra Scrittura è la Parola di Dio, è la baso
della fede, il nostro giudizio — che pur ha
acquistato un gran lume, ed ha riconosciuta
la verità men facile ad ammettere— non vale
più nulla, deve essere proscritto sotto pena di
scomunica, d'anatema, di perdizione! Quella
vi pare logica? —
E egli giusto poi di conchiudere dal perchè
la ragione dell’uomo può distinguere l’opera
divina dall’umana, che non credesi piti alcun
domma perchè lo comanda Iddio, ma sol perchè
la ragione lo insegna? — Che forse distinguere
vuole dire insegnare? Crediamo benissimo perchè Dio lo comanda, non credendo se non dopo
aver esaminato se sia insegnamento divino od
umano; a patto solo di usare discernimento
credesi veramente a Dio, poiché senza quell’esame si crede perchè si vuole credere, cioè
senza <ilcun vero ossequio a Dio, o quasi soltanto a piacere e per capriccio, non già per
buona ed illuminata coscienza.
Si contenta la Ragione di quella facoltà d’intendere da sò un libro qualunque! Allora siamo
presto d’accordo, imperocché quella facoltà vi
è data. Ma ove non potremmo convenire, è
nella singolare conclusione cho voi no traete,
t Dateci un libro qualunque da intendere a nostro senno, un libro qualunque, e poi divino od
umano poco c’importa: saremo sempre noi giudici di quello che dobbiamo credere; e quindi
potremo essere scettici, increduli, atei nello
stc.s.so titolo che voi .sarete credenti? »
Con qualo senno intenderemo o crederemo
se non col nostro? Non sapete voi che nella
Chiesa romana soltanto, si ha assolutamente
da guardare cogli occhi altrui?
Ma per certo, non è cosi nella Chiesa di Cri
sto, niente più che nel oiondo in generale.
Gesù Cristo diceva a’suoi discepoli: csiete voi
ancora sonza conoscimento c senza intendimento? Avete voi anoora il vostro cuofp stupido? Avendo occhi non vedete voi? » (Marco,
Vili, 17, 48). Voi vedete dunque,cho Gesù
Cristo richiede assolutamente ,che intendiate il
Vangelo col vostro senno o non con quello dei
teologi del Cattolico o del Papa. Mà permettete che sinceramente vi diciamo che non ci
paro cosa seria so dite, che data facoltà di libera interpretazione, poco importi se divino od
umano si^ il libro. Se è umar^o, qualunq,uo sia
il senso, non fa mai autorità ; se è fjivino invece, dovete pur sempre «eguiro fedelmente la
dottrina cho vi trovate e*prcssa, leggendo con
buona coscienza e con amor di verità. Siale pur
giudice, purché siate giusto: se è verità, se è
parola di Dio, ricevetela con fede : non avete il
diritto di essere scettici, increduli, atei: appunto perchè vi è concesso di accertarvi, è vero
peccato il rimanere nello scetticisn^o, nell’incredulità, nell’ateismo. D’altra parte, se non
fosse Parola di Dio, noi che abbiamo facoltà
d’esaminare la xjuistione, non avremmo alcun
diritto di essere credenti e di adoperarci a condurre altri alla nostra fede, anzi ciò facendo,
peccheremmo d’ipocrisia imperdonabile. Che
forse è soltanto il giudizio del Papa che fa la
Bibbia superiore agli altri libri, al Zend-Avesla,
al Corano? Che forse mancando l’autorità della
Chiesa alla Bibbia ella non si sostiene da sè, per
suo proprio merito, per i suoi intrinsechi pregi, per i suoi caratteri di divina ispirazione,
specialmente per tutto quel tessuto di profezie
che mantenne il popolo d’Israele unito nell’aspettazione di Cristo, e preparò la di lui venuta?
E malvezzo de’teologi romani il pretendere cho
senza la sentenza della Chiesa non v’è piìi
luogo di credere alla Bibbia : se cos\ fosse, allora veramente il razionalismo sarebbe legittimo; e gli Evangelici mancherebbero di logica
e di buon senso, volendo tener ritto il monumento, mentre no abbattono il piedistallo.
Non crediamo cho la Ragione voglia pareggiare il Corano al Vangelo; ma potrebbe pur
farlo quando dico un assurdo eguale l'incarnazione del Verbo e la transustanziazione. Si vede
cho tra ragiono e ragione vi è diversità, quasi
come tra i gusti, de quibu» non est disptUandum; — e ci 6 pertanto lecito dubitare che, ridottasi allo studio del naturale ad esclusione di
ogni sovranaturale, la ragione riesca a produrre
una dottrina di comune consenso, meglio che
non le è riuscito fin qui, deducendo il dogma
da una data rivelazione. All'incarnazione del
Verbo, alla manifastazione di Dio, alla rivela-
2
zione della grazia o della verità, alla sua comunione coU’uomo, v’è una necessità veramente
ed universalmente sentita da tutti quegli animi
cho rendono culto ad un Dio ignoto, da tutto
qu(^ coscienze convinte di peccato (e con varii
sacrifizii alla giustizia suprema, a stento, non
mai del tutto, placato), da tutti quei cuori dotati
di religiosi affetti e anelanti a Dio. — Il Verbo
è la divina risposta all’anima umana che l’aspetta ansiosa; che l’avesse inventata un pescatore di Tiberiade, sarebbe eccessivo vanto, cosa
men credibile a giudizio nostro che il fatto vero
che esso testifica, e che crediamo sì por sua
testimonianza, ma che inoltre è, per altra sua
necessità religiosa, un postulalo dell’anima, cui
ragione vuole che si creda. Può dirsi altrettanto
della transustanzaizione? Basta forse ascoltare
religiosamente la voce della storia, della coscienza, della Bibbia, ondo persuadersi della
necessità, o convenienza della transustanziazione, ed asserire con gravi parole che di necessità il Signore volendo essere in comunione
con noi e farci partecipi della sua natura abbia
da passare corpo, anima e divinità in una sostanza di pasta, alla voce di un uomo, e da
entrare in bocca nostra e scendere nel nostro
corpo? Non bastava il simbolo ricevuto con
fede (mde l’anima nostra si sollevasse nella
sua comunione, e partecipasse virtualmente
del corpo e del sangue del Redentore, del sacrificio ch’egli ha fatto in remissione dei peccati ? —
E bisogna conoscere meglio i commentarii
del seminario e della sacrestia cho non il Vangelo stesso per immaginarsi che si legga chiaro
nella Scrittura il dommà della transustanziazione. Ove i Romani parlano di transustanziazione, negli Atti degli Apostoli è adoperata
l’espressione: «romperei! pane» (II. 42, 46.
XX. 7. 8-1. Cor. X. 16); onde piuttosto risulta
chiarissimo che gli apostoli non pretendevano
di rompere il corpo di Cristo, ma vero pane,
e non avevano idea della transustanziazione.
— Ci scusi la Ragione se ci dilunghiamo tanto
su questo esempio che le sarà indifferente ; è
colpa sua di fare un solo fascio di cose gravi e
sincere, e di cose assurdo e finte, di cose degne di rivelazione e d’altre di fratesca invenzione.
Ausonio Franchi non ammetterà i postulati
morali della cosi detta ragione pratica di Kant,
i quali però fanno il merito pratico del razionalismo, mentro provano l’insufficienza della
ragione pura. Una psicologia pili profonda e
giusta, da Schleiermacher in poi, ha vinto
quella di Kant, rendendo giustizia alla coscienza
religiosa quanto Kant alla morale. Anche il
sentimento religioso ha i suoi postulati, i quali
valgono meglio e degli istinti della carne, e
delle categorie della ragione, ed anche dei volgari postulati della ragione pratica. Di quel
sentimento che ebbe vivo e sincero ma non
• mai soddisfatto nelle pratiche del papismo, è
danno che diffidi Ausonio Fianchi, che ne faccia sacrifizio o perdita, poiché è la virtìi più
bella che dal donatore d’ogni bene egli avesse
ricevuto. La sua Ragione si faccia amica, non
nemica di quel sublime senso, ed egli no avrà
godimento. La verità non sta, dal punto di vista
subiettivo, nell’armonia dello nostre facoltà ?
AL DIRETTORE DELLA RAGIONE (I).
Alcuni lamenti, che il Goffredo Mameli faceva a proposito del protestantismo in Italia,
mi servivano d’occasione a pubblicare nello
scorso autunno parecchi articoli sulla nostra
credenza. Poi quel giornale cessava, e circostanze a me personali e gravissime m’impedirono di proseguirli, e mi fan prendere a malincuore la penna,anche adesso. Quali sieno quelle
circostanze è inutile raccontare ; cennerò solo
che riguardano persone le più care che m’avessi
sulla terra o la cui memoria mi addolciva le
monotonie e le solitudini dell’esilio. Ma basti
di ciò.
Ringrazio il Ch. Direttore della Ragione di
aver voluto mostrare cho aveva rivolto, fra i
suoi moltiplici studi, qualche attenzione a’ miei
articoli, e d’essersene ricordato : il che non attribuisco per fermo a merito del mio povero
ed incompleto scritto, ma all’imporlanza stessa
del subbietto. Si può non esser cristiano, dispregiarne la fede e di tratto in tratto proclamarla agonizzante, ma il critianesimo è talmente inviscerato in lutti gli svolgimeHti della
umanità, e si alto nel suo contenuto stesso, che
chiunque parli di esso (di osso poggiato sui
detti e sui fatti del povero di Nazareth, che or
sono duemila anni moriva fra due ladri o in
croce), attrae facilmente l’attenzione dogli uomini di cuor sincero e di forte ingegno. E lai
pregi assai volentieri riconosco in Ausonio : o
presto o lardi ei sentirà il dovere di volger la
mente ad opere importantissime che in questo
secolo soprattutto si son pubblicate nella Germania, nella Svizzera e in Inghilterra a difesa
del cristianesimo. E allora meglio si persuaderà, che a combatterlo, fuori dell’angusta e
schiava regione de’ Donoso Cortes, de’ Ventura
e de’ Montalembert, è mestieri di maggior corredo di cognizioni e di studi, che non suol farsi
dai non credenti nei paesi cattolici, ove le scomuniche e i divieti del papa tendono sterile o
inutile la Ragione de’ suoi e melton quella degli
avversari nella lusinghiera posizione di diventar
famosi col tirar giù qualche volume. La colpa
non è dei nostri scrittori, l'ho già detto altra
volta; ma dopo il sofferto e ancor perdurante
servaggio, ed essi e gli evangelici eziandio ci
troviamo sprovvisti de’ necessarii studi, e mal
sappiamo divinare a qual punto è giunta la lungamente dibattuta quistione. Nè per dir ciò, nè
per ripeterlo è necessario d’esser maestro di
color che sanno: io mi sprofondo dinnanti ai
facondi e vivaci volumi, ma parmi, se non domando di troppo alla Ragione, che con un po’
di buon senso e di memoria posso paragonare
le opere dei non credenti presso i protestanti
con quelle-dei non credenti presso i cattolici,
e, senza mancar di rispetto alla classe, riconoscere che le prime sifTaltamenle superano le
seconde da renderlo presso che inutili coniro
(1) Oltre la risposta che la Buona Novella ha
stimato di dover fare per proprio conto alla llagione, siamo lietissimi di poter fregiare le nostro
colonne di quella, cui verso lo stesso periodico si
è sentito obbligato, nel suo particolare, il nostro
fratello ed amico, il sig. B. Mazzarella.
La direzione.
la dottrina evangelica. Posso paragonare lo quistioni poste e gli argomenti svolti da’ nostri non
credenti con lo quistioni o gli argomenti degli
apologisti, e, restando imparziale, giudicar solamente che questi non sono stati letti o meditati abbastanza: potrei spiegar diversamento
l’ostinato silenzio cho se ne serba ? Chi stampa
dei volumi per Berlini e Montalembert, potrebbe spendere, penso, qualche pagina per
Pascal, Yinet, Schleiermacher, Neander, Toluch, ecc. Questi paragoni son cosi facili e cos'i
immuni d’orgoglio, che maestri o studenti,
grandi e piccini, possono farli, purché sappiano
leggere; e son poi così veri, che la buona fedo
del signor Franchi non saprebbe negarli, nè
infatti gli ha negati. E intanto scendendo dalle
suo filosofiche altezze si rivolge a me per avvertirmi, che, dopoi miei lagni, non ho saputo
in tre articoli da giornale dare esempio di profondità. A me basta, per dir vero, abbia riconosciuto essero stata la mia polemica seria e
rispettosa, il cho è dovere primo per tutti, maestri o studenti che siano, e spero mantenerlo
sempre, malgrado gli esempi in contrario che
tuttodì se ne veggono. Pure aggiugnerò, che,
quando si citano a compruova autori celeberrimi ed è quistione d’un semplice fatto, il direttore della Ragione si umilia di troppo so seriamente avrebbe desiderato da me esempio di
profondità, o mostra ricordarsi di abitudini ormai passate per lui, se lo fa per sarcasmo. E
a cho si riduce poi il frizzo dell’autore della
religione del secolo XIX? Eccolo in riassunto.
Tu scrittore di tre articoletti hai imitato noi
scrittori di tolumi. Il frizzo è cosi gentile che
pienamente l'ammetto.
Avevo notalo che i non credenti mal combatterebbero l’evangelb col ridicolo e colla leggerezza, di cui son soliti servirsi contro il gesuitismo, e dicevo che non eran quello armi
adatte alla lor bisogna. Ma t fra la religione
« dei gesuiti o quella degli evangelici havvi
« tale identità di principii nello parli più suf stanziali, che la critica può e deve con le
« stesse armi attaccarle ambedue. Non credono
f forse gli uni e gli altri alla divinità della Bib'« bia? Non riconoscono tutti il cos'i detto sim« bolo degli Apostoli per la vera formola delia
* loro professione di fede? » Ei significa in
altri termini, che il giuoco del lotto e l’aritmetica del Lacroix debbono combattersi allo stesso
modo, perchò in entrambi è quistione di numeri, di rapporti e di risultamenti identici nelle
parti più sostanziali: Gorgia e Protagora, eloquenti scettici, non avrebber detto di meglio.
Donoso Cortes e Kant credevano entrambi alla
esistenza di Dio ; combattiamo il primo e gli
argomenti del secondo nella sua Ragion pratica
sono ili in fumo. Si confuti il padre Ventura o
addio per Pascal, per Chalmers, per Vinet. Il
voler mettere nella stessa linea evangelismo e
gesuitismo, perchè v’ha la Bibbia e il Credo, è
mostrare assai chiaro che si è studiata la quistinne in un modo molto ristretto, mentre la
maniera di posare i principii, la loro conterminazione, i legami e gli svolgimenti differenti
rendono i sistemi cosi diversi tra loro, che da
tali varietà dipende l’annoverarsi non una, ma
più epoche nella filosofia stessa. Del resto io
non domandava, se bene mi esprimeva, che i
3
non credenti inventassero nuove teoriche e nuove
iìlosofie per combattere l’evangelismo. Diceva
solamente che contro questo le armi del ridicolo e della leggerezza non giovano. E necessario di provarlo ? si può confutarlo? Svolgete
10 opere de’non credenti presso i protestanti,
paragonatele con quelle di Voltaire e con quelle
pubblicate in Italia, e vedrete che i primi han
già posto in pratica ciò che io non faceva che
ricordar solamente. S'i, v’ha la Bibbia e il Credo
di comune, ma vi son differenze così sostanziali , che quando si parla ad uomini come
Ausonio Franchi non è necessario nemmen cennarle per fargli intendere, cho diverso deve essere il modo di trattare la religione del dominio
sacerdotale e quella della libertà (Jac. I, 93).
Se altro esempio mancasse, osservate l’ira, con
cui i gesuiti si rivolgono contro i non credenti,
e la calma e la rispettosa serietà degli evangelici nel risponder loro ; ciò mostrerà, parmi,
che la causa di questi è di gran lunga differente.
Passa poi il sig. Franchi ad appuntarmi di
aver ricusato a Voltaire il titolo di vittorioso
nella sua lotta contro il cristianesimo. Io non
nego nè l’importanza nè l’influenza di Voltaire,
nè voglio entrare in una quistione di fatto per
ora insolubile. Mi basti il riguardare quel celebre come filosofo, e citerò un autore non sospetto e di fama grandissima incontrovertila ;
parlo di Hegel. Leggete nello suo lezioni sulla
storia della filosofia ciò che dice dell’epoca di
Voltaire, di quella lotta e di que'trionfi; e vedrete
qual concetto ei se ne faceva. Leggete qualunque
storia filosofica e vedrete che Voltaire, spiritoso
e straordinario ingegno, ha tocco appena le quistioni nella loro superficialità. L’incredulità,
per sostenersi, ha dovuto abbandonare affatto
11 metodo, la critica, lo spirito stesso di Voltaire ; Kant, Fichte, Schelling, Hegel e la sua
sinistra, come si addimanda, sono una protesta
inconfutabile coniro la vittoria di Voltaire. I
fatti del cristianesimo ch'egli negava, si son
dovuti accettare per il loro contenuto razionale,
e quel ch’egli irrideva si è dovuto trasformare
in concetto filosofico : Feuerbach e Strauss bastano per tutti a provarlo. Lo stesso Ausonio
(e lo dico con piacere) ha dovuto ne’ suoi volumi darsi a investigazioni, che Voltaire non
aveva mai sognato. Io rispetto Voltaire come
foriero di libertà : ma non questa combatte il
cristianesimo, bensì dee combatterlo, quando
se ne ha voglia, la filosofia la più alta, la più
meditala e la più seria delle filosofie. Or in
questo campo Voltaire è poca cosa; ormai
niuno lo piglierebbe a maestro. Nò ciò dico,
erigendo me povero studente a maestro: i filosofi di tutta Germania lo attestano.
. [Continua). B. Mazzarella.
SEQI ESTRI DI BIBBIE
I\^ iMZZA E XELLA RIVIERA
Il breve annunzio che demmo nel nostro numero antecedente di un tal sequestro, pur
troppo non era erroneo come ci lusingavamo che fosse. Ecco quanto, in proposito, ricaviamo A&\ì’Anenir de Nice :
Son poche settimane che un negoziante di libri e venditore di Bibbie, munito della debita
autorizzazione, fu arrestato a S. Remo, e. sospetto di propaganda, fu gettato in prigione in
compagnia de’ ladri e degli assassini. Il suo processo fu istruito, ed è in conseguenza di cotesta
istruzione che sono stati fatti, a richiesta del
fìsco di S. Remo, le perquisizioni di cui si tratta.
Ma quale relazione può esservi tra l’arresto d'un
venditore di libri a S. Remo e le persone onorevoli di qua inquietate dal fisco? Ecco ; in questo paese cattolicissimo è proibito dalla legge di
stampare la Bibbia, il libro stesso de’ cristiani,
per cui i Valdesi e quanti vogliono rimontare
alla origine del cristianesimo devono far venire
le sante Scritture dall’estero, dalla Francia, dalla
Svizzera, dall’Inghilterra. —• Niente di più naturale adunque che i pastori valdesi ne siano largamente provvisti. Per la qual cosa è presso di
loro che ne fan ricerca i librai di Nizza, quando
ad essi ne vien fatta richiesta; e presso uno di
loro, il sig. Gay, se n’era provveduto quel venditore, per la semplice ragione che non poteva
trovarne altrove ; — ecco il gran delitto del signor Gay!
Ma prima di passare ad altro bisogna notare
che i libri del signor Gay sono passati per tutte
le formalità minuziose della dogana, ed egli ba
conservato con cura le ricevute ed i permessi di
introduzione che gli furono rilasciate all'arrivo
di detti libri.
Il deposito di libri tenuto dal signor Gay non
era ponto clandestino : esso era regolarmente
annunziato nei giornali, affisso negli alberghi e
perfettamente pubblico. Tutto il delitto del signor Gay adunque stava nell'aver dato delle
Bibbie ad un uomo il quale era andato a venderle altrove.
Ecco adunque le conseguenze ch'egli ha sofferte per còdest’atto permesso ed eminentemente
legale.
Avant’ieri, a 10 ore di mattino, egli vide giungere presso di sè una squadra giudiziaria, giudice, cancelliere, carabinieri, «cc. Si entra in
sua casa, si visitano tutti i corpi del suo appartamento; si apre ogni cosa, mobili, armadii, comò,
cassoni, portafogli, ecc. Si stende la mano sulle
sue corrispondenze, si passano ad esame e si
leggono le sue carte più segrete, si trova nella
biblioteca del signor Gay un gran numero di
Bibbie ebraiche, greche, siriache, alemanne, italiane, spagnuole, ecc., di varii libri religiosi
stampati a Torino; vengono dichiarate debitamente sequestrate e si fanno i preparativi per
imballarli. La faccenda non era piccola ; essa
durò dalle dieci del mattino alle sei di sera; e
avvicinandosi la notte, i signori della giustizia
trovansi alla presenza di ventisei o ventotto
casse ben chiuse e suggellate che si preparano
a fare portar via. Facendo riflessione, cangiano
di parere, e domandano al sig. Gay delle camere
per depositarvi durante la notte gli oggetti sequestrati. Il signor Gay risponde di non poterlo
fare ; che queste casse ingombravano il suo
domicilio, c che le portino via ; ma quei signori
non si sgomentano per ciò e gli rispondono:
« Se voi non ci darete le camere, noi ce le prenderemo ». Ed infatti invadono il salone e la biblioteca, vi pongono il loro bottino, chiudono a
chiave, suggellano le porte, ed avendo, a di lui
malgrado, costituito il signor Gay loro guardasequestro, si ritirano annunziando il loro ritorno
per l'indomani.
Nelfora stessa un’altra simile squadra giudiziaria, giudice, cancelliere, carabinieri, ecc. invadeva parimenti il domicilio dell’ altro ministro valdese, signor Leon Pilatte. Quest’ultimo
non era in casa; si chiede della sua signora; e
una serva risponde esser ella ammalata a letto.
Nonpertanto si insiste per vederla, e senza tanto
cerimonie giudice e carabinieri, seguendo senza
essere invitati la serva, penetrano nella camera
da letto della signora, si avvicinano al suo letto
e le fanno conoscere l'oggetto della loro visita.
Essi venivano, disse il giudice, per cercare nella
casa un deposito di Bibbie. Gli si risponde cho
tale deposito non esisto, poi lo si invita a volere unitamente a'suoi compagni passare nel salone ed aspettare il signor Pilatte di cui si andò
in cerca. Quei siguori acconsentono ; rimangono
soli nel salone; ma pochi minuti dopo si sente
che essi frugano ne’mobili e ne’gabinetti. Soli
e senza testimonii, essi rimescolano, aprono,
leggono ciò che cade sotto i loro occhi, poi, ora
soli, ora in presenza d'una serva, passano di camera in camera, entrano nella biblioteca, vi trovano delle carte e delle lettere che scorrono rapidamente, pigliando alcuni volumi di qua.
alcuni opuscoli di là ; stendono un processo
verbale della loro visita e se ne vanno, portando
seco loro per trofeo alcune opere di pietà cd un
pacco di libretti di cantici stampati a Torino.
Ieri, dopo mezzogiorno, il fisco completò
l’opera sua in casa del signor Gay ; e malgrado
le proteste di quest'ultimo, fu portato via dal suo
domicilio un enorme carro di libri.
Sentiamo che, oltre alle case dei Valdesi di
Nizza, è stata visitata dal fisco anche la casa d'una
famiglia inglese, quella del signor French e Wilson. Si è cercato in tutti i più ascosi cantucci, e
persino nella biancheria di lady French un corpo
di delitto introvabile. L’indegnazione de’ nostri
viaggiatori inglesi nel sentire questo fatto è salita al colmo; abituati a considerare il loro domicilio siccome sacro, e le loro camere da letto
come veri santuarii, non sanno rinvenire dalla
sorpresa che loro ha cagionato codesta strana ed
inqualificabile misura.
Una visita domiciliare dello stesso tenore o
per il medesimo motivo, è stata eseguita a
Montone, in casa dei signor Trcnca aiutante
maggiore della Guardia Nazionale di questo
luogo, conosciutissimo per le sue convinzioni
evangeliche; e crediamo anche a Oneglia al
domicilio del signor Bruschi evangelista valdese. L’indegnazione, come facilmente si .suppone, è al colmo infra i forestieri inglesi ed
altri che soggiornano io Nizza, e al pari di ossi
si sdegna, non che per l’atto in so stesso, per
il modo più che incivile con cui fu eseguito, la
parte assennata e ben pensante delia popolazione. Il signor Canis-Wilson, uno degli inglesi
perquisiti, ha mandalo per mezzo del suo console in Nizza, un’energica protesta alle autorità
competenti. Il signor French, altro perquisito
inglese, ha sporto del pari le sue lagnanze all'ambasciatore britannico in Torino; cosiccliè,
come ognun vede, la cosa minaccerebbe di farsi
ancho seria, quando al nostro governo non riuscisse facile il dimostrare che egli anzichò aver
consigliato siffatte misuro, le riprova e io condanna. La nostra ferma speranza si è cho queste
improntitudini del fisco di Nizza e di S. Remo od
il loro troppo zelo ad assecondarele pie vendette
dei clericali, non sortiscano altro effetto fuorché
quello di rendere vieppiù rari nel nostro paese
simili attentati alla libertà delle coscienze, col
far metter a quella libertà santissima sempre
più profonde radici nei sentimenti e nelle abitudini delle nostre popolazioni.
4
Due parole di risposla all’ARMONIA
Hscuwe»—
Le statistiche, o almeno certe fra di esse, non
vanno punto a genio ai signori redattori dell’Armonia. Quella che pubblicammo nel numero 10
sulla moralità [comparativa dei paesi evangelici e
dei paesi romani, rispetto alle nascite illegittime,
gli ha fatti andare sulle furie a tal segno, che
hanno ritrovato, a nostro riguardo, tutto quel
gentile vocabolario, grazie al quale, per molto
tempo e per tema d’infangarci, avevamo cessato
del tutto di occuparci di loro. Ma a che giovano
le declamazioni e le ingiurie a fronte della tremenda inflessibilità delle cifre? Armonia sente
questo, e con quella sua nota abilità a spostar
ie quistioni, lasciando intatte (perchènon poteva
far altrimenti) le cifre da noi addotte, se ne
viene fuori con alcuni brani di Impressioni di
viaggio del rev. A., di un altro rev. B., di un
terzo inglese C., due dei quali esaltano la castità
delle donne irlandesi a scapito delle protestanti,
ed un terzo si lagna che una grande corruzione
regna pur troppo in Inghilterra fra la classe manifatturiera ed anche nelle campagne ! Masignori
dell’Artííonía, questo gioco da bussolotti è egli
degno di giornalisti serii quali voi pretendete di
essere? Come ! noi vi mettiamo sott’occhio dati
statistici desunti dalle fonti più autentiche come
sono ; / resoconti del 1851 presentati dal causidico
dei Parlamento, per l’Inghilterra ; Le Uste della
prefettura della Senna, pubblicate dalf Ufficio delle
Longitudini, per la Francia; I resoconti del Governo nel 1850, pel Belgio ; Il resoconto del Governo per l'anno 1851, per la Baviera; Le tavole
di statistica redatte dalla commissione imperiale,
per gli Stati austriaci ; Le statistiche raccolte da
Mittermaier, per l'Italia; e da questi varii documenti ne risulta che le nascite illegittime sono
in Londra nella prpporzione del 4 0[0, a Parigi
del 36 0[0, a Brusselles del 35 0(0, a Monaco del
48 0[0, a Vienna del 51 0[0, e finalmente a Roma,
s’i a Roma, nella città dalla qualo, secondo voi,
viene la vita al mondo, a Roma, la città del
papa, dei cardinali, dei monsignori c delle innumerevoli fraterie, del sbttant,atrb per cento !
. E voi non vi peritate nemmeno di negar queste
cifre sapendo di non poterlo..., e poi credete di
aver sufficientemente risposto, quando avete ingiuriato, e per soprappiù condito le vostre ingiurie delle impressioni di viaggio di tre touristi
inglesi, probabilmente puseisti, disposti a dar
ragione in tutto al cattolicismo contro al protestantismo che stanno per abbandonare ! ! Davrcro che per far cosi bisogna che una straordinaria
fiducia abbiate, o signori redattori dell’Amonia,
nell’ottima disposizione dei vostri lettori a menarvi buono qualunque sproposito vi piaccia di
St£^mpare odi dire! Intanto speriamo che non
arriverete a questo di vantarvi presso di loro
che non vi abbiamo risposto nemmeno un ette.
NECROLOGIA.
Ieri un modesto cortoggio, movente dall'ospedalctlo valdese, accompagnava al cimitero
degli Evangelici di questa capitale la salma di
ONORATO VERONA, ex frale agostiniano, del
convento di Santo Spirilo di Firenze, passalo
alla Chiesa evangelica fin dal ISof. Cristiano
modesto e sinnero, alieno dal rumore o dalle
gare di parlilo, ONORATO VERONA lascia
grata ricordanza di sò a quanti lo conobbero.
La morte non lo colse aU’irapensata; anzi ei
l’anlevidde, e volentieri no facea argomento al
discorso con quelli cho l’avvicinavano duranle
la sua malattia, esternando in pari tempo la
sua ferma fiducia nei meriti del Redentore.
Appena mezz'ora prima di chiudere gli occhi
alla luco, ad un fratello che gli slava accanto
« Non pavento la morte, egli diceva, lull’aU’in« contro ; solo io chièggo a Dio che gli piaccia
« di risparmiarmi i violenti dolori ». — Avendoli il medesimo dato notizia di un altro fratello anch’egli aggravatissimo, «Lo saluti tanto
« per parici'mia, ripreso il Verona, e gli dica cho
« probabilmente fra non molto noi ci ritrove« remo altrove ». — Chi ricevette l’ambasciata
col sorriso della speranza sulle labbra, mori
infatti dodici ore dopo il Verona. Ed ora, ne
abbiamo ferma fiducia, ambedue quei fratelli
nostri di cui le salme riposano vicine, lavali
nel sangue di quel Gesù in cui avevano riposto
ogni loro confidenza, si riposano dai travagli
della vita in quelle stanze ove il dolore non ha
più accesso, cd ogni lagrima è asciutta dagli
occhi.
BOLLETTINO POUflCO.
La Camera elettiva di Torino si occupa da
parecchi giorni della discussione sul progetto
concernente la classificazione delle strade.
Nel Senato la commissione incaricata di studiare il progetto-Rattazzi continua i suoi lavori.
Pare che essa sia divisa in quattro partiti: il
primo accetta la legge tal quale venne dalla Camera; il secondo vorrebbe modificarla, giusta la
proposta del deputato Arnulfo ; il terzo vorrebbe
ridurla a legge meramente finanziaria; e l’ultimo vorrebbe interamente respingerla.
Tutto accenna alla pace. Il protocollo riguardante il riordinamento de'Principati e le guarentigie de’ cristiani sudditi della Turchia dicesi già
firmato da tutti i membri delle conferenze; il
secondo punto che concerne la navigazione del
Danubio, giusta dispacci di Vienna, è pur esso
stabilito di comune accordo ; rimane dunque il
terzo punto che è il più scabroso e dal quale
dovrà dipendere il risultamento di tutte le conferenze. 11 maggior numero de’fogli anglo-francesi ha mutato linguaggio, e fa di tutto per predisporre gli animi alla pace.
Sul viaggio di Napoleone continuano le solite '
contradditorie dicerie ; — ma un dispaccio elettrico ci annunzia che, dietro invito della regina
Vittoria, l’imperatore e l’imperatrice de’Francesi si recheranno a Londra.
La squadra leggiera del Baltico ha già messo»
alla vela per la sga destinazione.
I giornali di Bruxelles dopo di aver data la
nuova della ricostituzione del gabinetto belgico
con elementi cattolici, il giorno appresso portarono che detta ricostituzione non ebbe più luogo,
per cui la orisi ministeriale in quel paese continua.
La seconda camera danese ha decìso di mettere in istato d'accusa i cessati ministri.
La vertenza austro-svizzera è già composta,
mediante una somma che il canton Ticino pagherà all’Austria a titolo d'indennità pe’,Cappuccini espulsi.
Le Cortes hanno adottato un’altra proposta del
signor Olozaga che ammette un Senato elettivo.
E cominciata la discussione sul progetto di
legge concernente la vendita de’ beni ecclesiastici, non ostante la protesta del nunzio pontificio e del vescovo di Ossuna.
BIBLIOGRAFIA
Klaniinle Intorno alle evidenze del
CriMtiMReMinio di Giovanni Guernet, (voi.
in-ló" di vm e 262 pag.) prezzo J fr.
A coloro c^ sono in istato di apprezzare, da
un lato la somma importanza di questa maniera
di apologetica che consiste a dimostrare la divinità del Cristianesimo, dimostrando la perfetta
corrispondenza delle sue dottrine coi bisogni più
profondi della conscienza, e dall’altro come un
metodo siffatto sia poco diffuso ancora e niente
praticato infra di noi, non sfuggirà l’opportunità
e la convenienza della pubblicazione, nella nostra favella, del volume che annunziamo.
L'argomento che in esso è trattato si divide in
due parti :
lu primo luogo la Bibbia considerata in se
sola, e offerenteci, nella sua propria purità, dignità, armonia e pratica importanza, prove sufficienti della divina sua origine ; in secondo luogo
l’accordo delle verità rivelate nelle Scritture, sia
con quelle che noi stessi riconosciamo, e che
nel mondo, attorno di noi osserviamo, sia coi
bisogni proprii dell’uomo dopo la sua caduta. E
quantunque l’autore, conosciutissimo in InghiW
terra dove il suo libro ha avuto parecchie edizioni, asserisca, ch’egli scrivendo ha avuto specialmente di mira le classi popolari, noi possiamo
assicurare che, del pari che a queste, riescirà alle
classi colte utile e gradito il suo libro, ed agli
uni come agli altri ne raccomandiamo caldamente la lettura.
Brevi introduzioni ni libri »aeri del
Vecchio e ICuovo Te«tamen«o per
G. Diodati, traduttore della Bibbia, precedute
dalla vita dell'autore. fV'ol. in-12« di 102 pag.
prezzo cent. 50;.
Sanno i nostri lettori, come fra i regolamenti
costitutivi della Società Bibblica di Londra vi sia
quello di diffondere le S. Scritture senza commenti di sorta, e ciò allo scopo di allontanare
perfino il sospetto che quest’opera, la più realmente ecumenica che si possa imaginare. si faccia a prò di questa piuttosto che di quell’ altra
setta cristiana.
A supplire in parte alla mancanza di buone
annotazioni, che naturalmente nasce da tale determinazione, per i volonterosi di studii biblici,
è destinato il volumetto che noi annunziamo, in
cui sono raccolte tutte le dotte e sostanziose introduzioni, che a ciascun dei libri della Bibbia,
così del Vecchio come del Nuovo Testamento
premettevà il nostro Diodati nella sua tanto reputata volgarizzazione. Una biografia dell’autore
vergata da elegante penna piemontese, e nella
quale unitamente ad un esame critico delle varie
opere del Diodati, ci vien tessuta la storia di
quanto egli faticò a prò della verità, aggiunge
nuovo pregio a questa pubblicazione di cui speriamo che l'annunzio riesca gradito a moltissimi.
Ij» doltrinn cristiana seeondo la Parola di DÌO; in-16“, di 16 pagine, prezzo 10
cent.
Altra ottima pubblicazione, che la via da Dio
stesso additataci per la nostra salvezza espone in
modo cosi chiaro ad un tempo, e cosi soddisf»cente, che non si potrebbe domandare di più. La
scorrano i nostri lettori e si persuaderanno che
il giudicio che no portiamo non è nè parziale, nè
esagersto.
(•roHMo Uonicnlro gcreatr.
Torillo, — Sumperia delIToioDe Tipograflco-Ediirice.