1
T
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
S e 11 i m a n a 1 e
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 49 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.300 per l’intemo ^ La Luce: L. 2.000 per l’interno Spedii, abb. postale . 1 Groppo 1 TORRE PELLICF, 16 Dicembre 1961
Uni copia lira 3 0 [ I.. 1.RWÏ piar L. 2.800 per l’estero Cambio d’indirisio tiro SO 1 Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17SS?
Ultime notizie da Nuova Delhi
#1 Moderatore interviene nei dibattito suiia iibertà reiigiosa
Messaggi uffioiaii aiie Chiese ed ** ai Governi ed ai popoii
La nostra partecipazione aH’Assemblea di New Delhi di cui ho già parlato ai lettori non è una « sine cura ».
I e riunioni hanno inizio alle nove
del mattino e vanno fino alle tredici;
riprendono alle sedici e terminano alle venti. Se a quest’orario abbastanza
impegnativo si aggiungono per molti
di noi circa due ore di viaggio in autobus cgni giorno, è chiaro che il tempo per la distensione e per le visite
alla città è piuttosto limitato.
All’Assemblea si lavora in un’atmosfera di buona cooperazione, con un
programma ben definito, fatto rispettare dai vari presidenti. Alcune intere giornate sono state dedicate al lavoro nelle sezioni e sottosezioni, poi
nei Concistori che fanno capo ai vari Dipartimenti del Consiglio Ecumenico. Non bisogna pensare che l’Assemblea di New Delhi si stia occupando soltanto del problema dell’unità
della Chiesa e di quanto può favorire
il riavvicinamento dei cristiani. Il
Consiglio Ecumenico ha un vasto rag
gio d’azione che, dalla Commissione
teologica di « Faith and Order» (Fede e Costituzione) e passando attra
ver.so la Divisione degli Studi e della
Ferm-i/ione Ecumenica, raggiunge
.seti tiri molti importanti dell’attività
iimiina mediante il Dipartimento dei
laici, deH’Evangelizzazione, della Chiesa e (Iella Società, -deirinformazione,
dell’ aiuto alle Chiese e del servizio
per i rifugiati, degli Affari internazionali.
Il Consiglio Ecumenico non è una
superchiesa e neppure un’assemblea
totalitaria dove le decisioni si accettano perchè imposte dall’alto. Tanto
nelle sezioni quanto nelle riunioni
plenarie c’è stata piena libertà di parola : ti.itte le decisioni sono state prese per alzata di mano, consensi e dissensi seno stati ampiamente espressi
dai delegati di ogni continente. E’
chiaro che per molti punti di dottrina
e di impostazione di lavoro esistono
notevoli divergenze; ma è certamente
uno dei grandi risultati del Consiglio
Ecumenico aver potuto riunire una
tal massa di rappresentanti di Chiese e riuscire a creare fra loro un’atmosfera di fraternità nella certezza di
u)ia comunione solidale con la perso
na di Gesù Cristo, luce del mondo.
La settimana scorsa l’Assemblea ha
proceduto alla nomina dei sei nuovi
Presidenti del Consiglio Ecumenico i
quali rimarranno in carica nel periodo
di 6-7anni che intercorre tra un’Assemblea e raltra. Per la prima volta,
in tredici anni di vita, il Consiglio
avrà tra i suoi Presidenti due laici"
Mr. Charles C. Parlin, avvocato, membro attivamente impegnato della Chiesa Metodista degli Stati Uniti e Sir
Francis Ibiam, Governatore della provincia orientale della Nigeria, membro della Chiesa Presbiteriana. Gli ecclesiastici sono; il Past. Dr. Martin
Niemöller, Presidente della Chiesa
Evangelica di Hesse-Nassau in Germania; il Dr. David G. Moses, Presidente dell’Hislop College di Neypur,
India, nella Chif-a Unita deH’India
Settentrionale e Pakistan; il Dr. Arthur Michael Ramsey, Arcivescovo di
Canterbury e Primate della Chiesa
Anglicana; l’Arcivescovo Jakovos, del
l’arcidiocesi greco-ortodossa del Nord
e Sud America, riconfermato in carica in quanto che per due anni soltanto aveva sostituito il suo predecessore, deceduto nel 1958. Nella stessa occasione sono stati nominati i cento
membri del Comitato Centrale e quelli della Commissione Fede e Costitu
zione. Il Comitato Centrale sceglierà
il suo Presidente; nel periodo intercorso tra l’Assemblea di Evanston e
quella di New Delhi è stato diretto
dal Dr. Franklin Clark Fry, che è anche Presidente della Federazbne Luterana Mondiale. I! Dr. Clark Fry è
stato al centro dell’Assemblea Ecumenica le cui riunioni plenarie sono stato spesso dirette da lui con particolare autorità e competenza.
Non è possibile in un articolo di
cronaca riferire sui rapporti successivamente presentati alla discussione
dell’Assemblea; dirò soltanto che essi sono il risultato di un lavoro collettivo compiuto nelle sezioni e più
volte riesaminato. I rapporti sulla
«Testimonianza» sul «Servizio» e sulr«Unità» saranno pubblicati nei prossimi mesi in un volume di grande diffusione ; mentre tutti i rapporti e tutti i messaggi della Terza Assemblea
Ecumenica saranno contenuti in un
volume di circa 380 pagine che verrà
pubblicato anche in francese e uscirà più avanti nel 1962. Sarà opportuno che le nostre Chiese siano bene informate a questo riguardo e che sappiano trarre il più gran profitto dallo
studio dei rapporti pubblicati. La relazione conclusiva sulla « Testimonianza » si articola nei seguenti punti; Gesù Cristo, il Salvatore del mondo - La comunicazione dell’Evangelo
- Le nuove strutture della Chiesa che
testimonia. Il rapporto sul «Servizio»
è ampio e sostanzioso ; tiene conto
della rapida evoluzione tecnica e sociale in cui la comunità cristiana è
chiamata a servire, del conflitto delle
culture, della vocazione dei cristiani
in quanto cittadini, dei quadri della
parrocchia, del servizio della Chiesa
in un mondo diviso e di molti altri
aspetti della vocazione del cristiano
nella società. La relazione finale sul
problema della « Unità » è il risultato
del lavoro collettivo di una sezione
particolarmente numerosa e teologicamente preparata. E’ diviso in due
parti; l’unità della Chiesa e l’esame
di alcune conseguenze di quella unità. Qui non facciamo che accennare
ai rapporti senza poterli illustrare;
ma essi dovranno poi essere oggetto
di seria considerazione nelle Chiese.
All’inizio del rapporto sull’unità si
leggono queste parole : « Noi crediamo che l’unità, che è al tempo stesso
il dono di Dio e la Sua volontà per la
Sua Chiesa, è resa manifesta quando
tutti quelli che, in uno stesso luogo,
sono battezzati in Gesù Cristo e lo
confessano come Signore e Salvatore,
sono condotti dallo Spirito ad una
comunione totale, confessano la stessa fede apostolica, predicano lo stesso Evangelo, partecipano allo stesso
pane, si uniscono in una preghiera comune, in vista di una vita comunitaria che irradi nella testimonianza c
nel servizio di tutti... e al tempo stes
so si trovano in comunione con l’insieme della comunità cristiana, in tutti i luoghi e in ogni tempo, talché il
ministero e la qualità di membri sono
riconosciuti da tutti e tutti possono
operare e parlare insieme, secondo le
circostanze, affinchè i compiti ai quali Dio_ chiama il suo popolo siano
adempiuti. Crediamo di dover pregare e lavorare per una tale unità ».
E il rapporto termina con queste parole : « in questa ricerca dell’unità su
tutti i piani della vita della Chiesa,
ricordiamoci che non la cerchiamo
per se stessa o per noi medesimi ; ma
per l’amore del nostro Signore e per
quello del mondo per cui Egli è morto. L’unità è inseparabile dal rinnovamento nella santità e nella verità,
alla gloria di Dio ».
(cominun in t" ¡lOiiina)
La delegazione della Chiesa Ortodossa russa alTAssemblea Ecumenica dì I\ew Delhi
CONFLITTI E SPERANZE DEL NOSTRO TEMPO
Dove va rAfHcaŸ
I 6 nuovi Presidenti del Consiglio Ecumenico delle Chiese. - Da sinistra a destra: Sir
Francis Ibiam {Nigeria), Past. Martin Niembller (Germania), .ircivescovo lakovos (Stati
Uniti), Arcivescovo A. M. Ramsey di Canterbury (Inghilterra], Dr. David Moses [India).
Rev. Charles Parlin (Stati Uniti)
Qual’è la situazione attuale nelle
zone più incandescenti del territorio
africano? Vediamo innanzitutto il Katanga. Le violenze sono all’ordine de!
giorno e sempre più precaria si fa la
situazione dei civili bianchi che svolgevano qualche attività ad Elisabethville o nella zona katanghese. Ciombe ha lanciato alle sue truppe il proclama « delle frecce avvelenate » ed è
riuscito a farlo pervenire ai suoi se
guaci sulle ali della radio, prima che
questa fosse fatta tacere dalle forze
dell’ONU ; sembra che si tratterà di
lotta senza quartiere.
Sull’azione delle forze indo - svedesi - irlandesi agli ordini del generale
Raia sappiamo che i pareri sono molto discordi. Bruxelles si indigna perchè alcuni civili belgi sono stati uccisi nel corso degli scontri, Londra insiste nella sua tesi secondo ia quale
gli uomini deirONU devono soltanto
difendersi. L’Union Minière, organizzazione strettamente legata ad interessi belgi, sembra aver favorito Ciombe, fornendogli armi e mercenari, gli
Stati Uniti appoggiano le forze internazionali. E molti sembrano indecisi
sulla direzione da prendere. Certo, se
si trattasse veramente soltanto di una
faccenda locale sarebbe ingiustificato
un intervento così massiccio e deciso
(ma solo negli ultimi giorni) dei caschi blu. Ma è veramente soltanto
questo? Ciombe sembra aver giocato
la sua ultima carta : l’odio anti-bianco, per difendere gli interessi suoi e
di quanti seguono le sue orme e non è
escluso che l’abbia già perduta, i^e
sue forze, più o meno raccogliticce
anche se assai più numerose di quelle
intemazionali (ottomila gendarmi e
duecento mercenari bianchi, contro i
circa tremila armati dell’ONU), non
gli perdonerebbero certamente una
sconfìtta.
Ma dietro di lui sta non soltanto
la sorda omertà dei coloni bianchi, ma
la aperta « collaborazione » di questi
ultimi. Giovanni Giovannini, in una
corrispondenza a La Stampa (12 dicembre) — la prima che ha potuto inviare dall’inizio delle ultime ostilità
— lascia chiaramente capire che sono riapparsi laggiù i cecchini che noi
ricordiamo bene per averli visti in
azione sui tetti delle città italiane.
Sono questi ultimi i veri responsabili dello sconvolgimento katanghese e
non è detto che siano unicamente belgi (anche se è probabile che siano in
grande maggioranza tali). Essi provocano più vittime di quanto facciano
molti scontri ravvicinati. E’ contro di
essi, essenzialmente, che agiscono le
forze intemazionali. Finché ci sarà
qualcuno che soffierà nel fuoco dell’odio sotto la spinta di interessi tutt’altro che raccomandabili il Katanga (e
il Congo) non conosceranno la pace.
Soltanto quando ci si troverà veramente di fronte a lotte tribali o di
singoli capi sarà relativament* facile
esercitare una fimzione puramente
moderatrice, non prima. Questo alcuni non capiscono o non vogliono capire.
Di fronte a questo sfacelo stanno
due valige di indumenti e scarpe per
dei bimbi neri; quelle che Nicola Stigliani, sergente pilota, ha recato con
se nell’ultimo volo verso il Congo, dal
quale non doveva tornare. Chissà se
avrà potuto distribuire i doni ai suoi
piccoli amici? Rimane comunque, il
suo gesto, come il simbolo di quello
che, da sempre, il « bianco » avrebbe
potuto fare, e non sèmpre ha fatto.
L’Angola? Il quadro è davvero desolante. Le scuole sono ancora meno
numerose che nel Congo (è tutto dire) e quelle poche praticamente dovute ad opere missionarie. La situazione dei lavoratori è impressionante.
Enrico Galvao cadde in disgrazia proprio per aver rivelato, tra l’altro, che
affermarlo con la volontà di dare al
suo paese dignità di stato democratico.
Questo è il nostro mondo, ma non
dobbiamo esserne soddisfatti. Sir
Francis Ibiam, governatore della Nigeria Orientale, ha scritto ai delegati
ecumenici dì Nuova Delhi « sembra
che lo stesso uomo bianco che ha
piantato il cristianesimo sul suolo
africano stia ora sradicando vigorosamente ciò che aveva piantato con
tanto eroismo e coltivato con tanto
amore e cura ». Il missionario, egli afferma, vive « in un cerchio ed in un
IVIel Katanga «controllo elastico» dei caschi bln - Ciombe
e i cecchini europei ' Angola: qnel che diventa un «territnrio portoghese d’oltremare» - Albert Luthuii premio Aiobel : « accetto questo premio a nome dell’intera Africa »
certi padroni bianchi hanno, nelle loro piantagioni, una mortalità del 30
per cento dei loro operai. « Soltanto
i morti non vengono assoggettati al
lavoro forzato» egli affermava. La
differenza tra « i territori portoghesi
d’oltremare » come Salazar ama chiamarli ed il Portogallo è sensibilissima,
anche se su suolo portoghese vero e
proprio la vita è tutt’altro che ad un
livello eccezionale! Cosi si è giunti,
anche qui, alla lotta violenta. La guerra nell’Angola sta costaiido al popolo
portoghese cinque miliardi di lire al
mese e presto assorbirà due terzi dell’intero bilancio dello Stato. Tutto
questo per domare un incendio che
non si arresta di fronte alle rappre.saglie ed ai metodi polizieschi e che
persino la Chiesa Romana pur cosi
spesso rispettosa del potere costituit;i (purché ’’cristiano”), sembra favorire. Il giornale «Resistenza» (nov.
1961) dal quale abbiamo tratto i dati
sulla situazione angolese, ci informa
che la parte più viva della Chiesa Romana e varie organizzazioni evangeliche hanno preso nettamente posizione per i diritti degli indigeni tanto
che Monsignor Mendes das Neves, vicario generale delTAngola e il dottor
Cecil W. Scott capo della Liga Evangelica Missionaria del Portogallo sono
stati arrestati, assieme a molti altri,
sotto l’accusa di ’’attività politica ed
aiuto ai ribelli”. Possiamo sperare che,
presto, Salazar si trovi senza benevoli amici in grado e desiderosi di spalleggiare il suo paternalismo dittatoriale dai tragici risultati.
Questo è il nostro mondo, lo stesso
che è capace di riconoscere, in un Albert Luthuii, premio Nobel per la pace 1961, colui che «con la sua mano
disarmata sta indicando ad un nuovo mondo la via per un avvenire mi
gliore... l’uomo che vuole trasformare
un continente, ove imperano le lotte
di razza, in un campo dì lavoro aperto a tutti nel solo interesse del progresso e della pace». Lo stesso mondo che ascolta con commozione o con
timore il primo ministro del nuovo
stato indipendente del Tanganica, Jiulius Nyerere, affermare con dignità e
con senso della realtà al suo popolo
« ci aspettano sacrifici durissimi », ed
mondo a parte (...) dà degli ordini;
è lui il capo, quali che siano la sua
ignoranza dell’ambiente e la sua inesperienza per ciò che concerne il suo
lavoro (...) Le chiese africane hanno
ancora bisogne di missionari e continueranno ad accoglierli cordialmente
per molti anni. Ma devono essere degli uomini e delle donne pronti a lavorare a fianco degli africani, su di
un piede di uguaglianza e nel mutuo
rispetto ». Egli ha chiesto al Consiglio Eciunenico di costituire « immediatamente un fondo assai cospicuo
per aiutare a formare degli africani
capaci e permettere loro di entrare
nel ministero della Chiesa». Questo
senza dimenticare di riconoscere certe debolezze delle chiese indigene.
Su di im altro piano Gunnar Jhan,
presidente del Comitato per il premio
Nobel, con.segnando il premio a Luthuii. ha affermato : « sarà la razza di
colore nel sud-Africa, che attraverso
le sue sofferenze, le sue umiliazioni e
la sua pazienza, dimostrerà alle altre
nazioni che i diritti umani possono
essere conquistati senza violenza, una
concezione picr la quale noi europiei ci
siamo battuti a parole (...) ma nei cui
confronti abbiamo spesso peccato »
(nostra è io sottolineatura n. d. r.).
Ecco due voci che vai la pena di
ascoltare e delle parole che noi, noi
tutti siamo chiamati a mettere in
pjratica. L’Africa, e noi con lei, si aprirà a Cristo c rimarrà in balia di tutte
le forze che vi si stanno scatenando.
Giovarmi Conte
;kvviso
Come già è stato annunziato, il Pastore Liborio Naso è stato incaricato
dalla Tavola Valdese di compiere un
giro di visite ad Italiani emigrati in
Germania p>er ragioni di lavoro. Tutti
coloro che hanno amici e conoscenti
in quel paese, e più precisamente nel
Badén, gli comunichino al più presto
gli indirizzi relati"vi scrivendo a VENEZIA, Castello 5170.
2
pas- 2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
15 dicembre 1961 — N. 49
AVVENTO - III
' a vf ’ r T ’ * T ^
/tiamo non serve
ne! gronde evento di Dio
(I Maria disse aH’angelo: come avverrà questo? »
(dal racconto deH’annunciazione, Luca 1 ; 28-38)
11 moderno turista che percorre la
Galilea, nella parte settentrionale
dello Stato d’Israele, può visitare la
cittadina di En-Nizarah, borgo di poche migliaia di abitanti, situato in alto, sul costone di una collina.
Come il nome lascia facilmente immaginare, questo borgo è l’antica Nazareth, di cui conserva ancora molte
caratteristiche. Circa 1960 anni or
sono, in quel borgo di contadini e artigiani viveva una ragazza che si preparava al matrimonio. Aveva un nome molto comune: Maria; era fidanzata con un carpentiere del luogo, che
si chiamava Giuseppe. Era intenta alle normali occupazioni di una sposa:
faceva il corredo, lavorava in casa,
pensava alla futura famiglia. Non pare che avesse particolari doti religiose.
Ed ecco che improvvisamente questa ragazza ha una visione, un’estasi.
Molti a quel tempo cercavano le vie
della mistica e deH’estasi: uomini colti, filosofi anche. Ma l’estasi, la visione non toccò a loro: toccò a questa
modesta ragazza che non la cercava.
E nella visione essa udì una voce da
parte di Dio che le preannunciava
una cosa inaudita: prima e senza l’unione coniugale con Giuseppe, si sarebbe formato in lei il Messia di
Israele, il nuovo ed autentico Re del
Popolo di Dio, un uomo dotato di un
personale e reale rapporto con Dio,
il Figliolo eterno di Dio.
A questo annuncio inconcepibile.
Maria reagisce con due domande :
« Che cosa vuol dire questo? » (v. 29)
e: «come è possibile?». Se ci pensiamo bene, sono le domande che
sorgono spontanee in noi quando
ascoltiamo l’annuncio della nascita
verginale, o nascita miracolosa di Gesù Cristo.
Apparentemente il problema più
importante è il secondo : « come è
pdssrbile » una tale nascita? In realtà,
la domanda più importante è quella
che nel Vangelo è formulata per prima: <iChe cosa significa? y. Se noi
capiremo qual è il significato di questo annuncio, allora potremo comprendere che quel fatto poteva avvenire, ed è avvenuto. Ma se non comprendiamo il significato, questo racconto non è che una pietra d’inciampo che ci allontana dalla fede.
Dobbiamo dunque ascoltare attentamente quello che questo passo
del Vangelo di S. Luca vuol dire:
anzitutto, dice che Gesù discende da
Giacobbe e da Davide, e che adempirà l’opera religiosa che essi hanno
iniziato: questo è comprensibile, ed
è vero: Gesù riassume in sè tutto il
passato di Israele, e gli dà nuova vita
Certo è grande fioritura spirituale dopo secoli di decadenza, quando ormai
Israele era diventata un’area depressa e periferica del mondo civile. Capiremmo meglio se fosse toccato alla
Grecia, questo compito di rinnovare
la spiritualità e la civiltà antica : la
Grecia era più importante, aveva un
fascino indistruttibile, aveva ispirato
Alessandro Magno, e seduceva i Romani. Ma la Grecia non risorse a
nuova vita, mentre Israele potè con
Gesù dire al mondo una parola di
millenaria risonanza. Questo è ben
strano, è sorprendente, incredibile:
tuttavia è un fatto documentato dalla
Storia, e bisogna accettarlo perchè si
impone con tutta l’evidenza di cui
sono capaci i fatti storici.
Il nostro testo dice anche che Gesù
« sarà Grande » : infatti Gesù ha fondato la più grande di tutte le religioni: non solo essa è la più numerosa
(vi è un miliardo di Cristiani, almeno di nome al giorno d’oggi: tutte le
altre religioni sono molto meno numerose), è anche quella che ha dato
il maggior contributo alla civiltà umana, malgrado tutti i suoi errori. Anche questo è un fallo che è ditticile
contestare.
lA REVUE RBFORMEE (sepi.-act. 1951)
E. PifH/'X: Le Proleslantisme cn Bclgique — J. Calvin: L’éolielle de Jaeob —
./. Cruvem.ier: L’Exégèse de Romains 7
.iusqni’à John Wessley — P. CouRTHiAi.:
Cambridge 1961.
L’abbonamenlo alla rivista, irdimeslralc,
è di L. 1.200; pastori e studenti L. 750,
presso la Libreria di Cultura Religiosa,
Piazza Cavour 32, Roma, cep 1/26922.
Ma il passo dice qualcosa di più:
dice che con l’opera religiosa di Gesù
comincia qualcosa di definitivo, di
eterno. Qui sta il punto: questo racconto è stato scritto per affermare
proprio questo; e questa affermazione non può essere dimostrata: può
solo essere accettata o rifiutata. Se accettiamo siamo dei cristiani, dei credenti : allora (ma solo in questo caso)
tutti i particolari di questo racconto
assumono un valore e un senso: essi
ci aiutano a chiarire e ad approfondire questa nostra intuizione di fede:
cioè a capire come e perchè quel
« qualcosa di definitivo » è cominciato nel mezzo della Storia degli uomini.
A questo punto, noi possiamo dunque chiederci: che cosa ci aiuta
a capire il particolare più importante
di tutto il racconto, quello cioè che ci
dice che Gesù è « nato da Maria Vergine » « per opera dello Spirito Santo »
(cioè: ha cominciato ad esistere senza
un normale incontro coniugale tra
Giuseppe e Maria ma per opera della
sovrana Volontà di Dio)?
Anzitutto occorre notare che questa affermazione non concerne Maria :
essa non è altro che lo strumento attraverso il quale Cristo ha iniziato
la sua vita di uomo. L’affermazione
della « nascita verginale » concerne
soltanto lui. Ma perchè era necessario
che dalla sua nascita fosse assente
l’intervento maschile? E’ molto diffusa l’opinione secondo la quale Gesù
è nato in modo miracoloso perchè
Egli doveva essere senza peccato, e la
vita sessuale porta con sè una incancellabile macchia di peccato. In realtà è diffìcile sostenere una tale opinione in base alla Bibbia : nella Scrittura, una vita coniugale vissuta nel
rispetto delle leggi di Dio è una vita
buon;i e santa, degna di essere usata
come simbolo dell’unione fra Cristo
e la Chiesa.
Il senso della nascita verginale è
un altro: il maschio è sempre stato
il simbolo della capacità creatrice
dell’umanità: maschi sono i conquistatori, i legislatori, e anche i creatori nel campo del pensiero, della
poesia, delle sciereze. L’attività maschile in tutti i campi, dalla generazione dei figlioli alla creazione (o distruzione) di una civiltà è attività orgogliosa, consapevole delle proprie
forze e delle proprie capacità : basti
pensare al fremito di orgoglio che percorre ogni uomo quando gli si annuncia che gli è nato un figlio. Per
questo l’attività maschile è esclusa
dalla nascita di Cristo: perchè in
queU’avvenimento di Dio non c’è posto per l’orgoglio creatore deH’uomo.
non c’è posto per quell’unico effettivo peccato che è la superbia, l’egocentrismo. l’illusione di essere creatore.
L* uomo non serve, quando Dio comincia qualcosa di nuovo nella
Sua storia : come il « soffio » di Dio
in Genesi 2 trasforma un ammasso
di elementi materiali (cellule, atomi)
in un uomo capace di credere e di
pensare, così il Soffio del Signore
;« Spirito » significa « soffio ») fa cominciare la vita di Cristo da un modesto processo biologico nel corpo di
.Maria. La differenza che passa tra
gli elementi materiali del nostro corpo e la nostra personalità vivente è
molta : ancora maggiore è la distanza che v’è fra la Persona di Cristo e
il materialismo umano (sentimenti,
pensieri, sofferenze) di cui Egli era
[atto.
Con la nascita verginale, siamo sul
limitare della vita di Cristo: l’altro
limite è la Risurrezione. E’ difficile
riuscire a capire l’opera di Gesù se
non si comprendono questi due limiti
della Sua vita: come è impossibile
concepire il triangolo senza i lati che
lo delimitano. Ma i « lati » della figura di Gesù non sono geometrici:
sono religiosi.
E dopo avere a lungo pensato e
meditato su questo episodio, noi possiamo percepire una voce che invita i
non-credenti a riflettere, e i credenti
a fermarsi e adorare.
Giorgio Bouchard
{Sermtme ¡ìiediciiln nella 3“ (Ionienica (li Arvenlo)
FRALI
Centro
di preparazione
per laici
Il Centro di preparazione per laici, recentemente costituito ad Agape,
annuncia che è stato istituito un Corso di preparazione e orientamento per
il servizio nella Chiesa e nel mondo.
Il Corso sarà diretto da G. Girardet
e P. Giampiccoli e si terrà ad Agape
per la durata di 4 settimane, dal 21
gennaio al 18 febbraio. Il programma
che è in via di elaborazione comprende i seguenti argomenti di studio:
a) Introduzione biblica; b) Lettura
comunitaria del testo biblico (gruppo del Vangelo); c) Vita e struttura
della Chiesa - Missione ed evangelizzazione; d) Problemi e idee della so
cietà contemporanea.
Sarà comunicato in un secondo
tempo il programma definitivo del
corso.
Il corso è aperto a tutti i credenti,
di qualsiasi denominazione, desiderosi di chiarire la loro vocazione cristiana nell’ambito della loro professione
e della loro vita di laici inseriti nella
Chiesa e nel mondo contemporaneo.
Per la partecipazione al Corso è richiesta una quota di L. 500 giornaliere. Le iscrizioni e richieste di informazioni vanno indirizzate al Centro
d> preparazione per laici, Agape, Prali
(Torino).
Hi
Segnaliamo pure l’apparizione del
primo opuscolo divulgativo edito dalla Claudiana a cura della Commissione Permanente per i Ministeri della
Chiesa Valdese, dal titolo Complesso
di inferiorità dei laici? contenente
due studi dai seguenti titoli: Organizzazioni diverse nella Chiesa primitiva; Ad ognuno il suo ministero. L’opuscolo di 34 pagine è a disposizione
del pubblico a partire dal 15 dicembre al prezzo di copertina di L. 100.
Un ami des Vaudois
LE RÉV. THOMAS SIMS
Thomas Sims, pasteur à Clifton, près de
Bristol, fut un gfRad ami et bienfaiteur
des Vaudois. Voici comment il entra en
relation avec eux.
Dans un de ses voyages à Turin pour y
retirer le premier semestre du Subside National .ànglaig pour Tannée 1814, le pasteùr de Pramol Mr. Ferdinand Peyran, en
montant en voiture pour retourner à Pignerol, le l.S septembre, vers l’heure de
midi, rencontra le fils de Mr. Long, banquier, qui lui présenta un « aimable anglais, que son extérieur seul prévenait en
sa faveur ». C’était Mr. Sims, avec lequel
il fit ainsi le voyage jusqu’à Pignerol, où
ils arrivèrent vers les 4 heures du soir et
se logèrent à l’Auberge de la Poste.
Aux Vallées
Le soir après souper, raconte Mr. Peyran clans ses « Memorabilia », (( outre ce
que nous avions dit en route sur les Vaudois, de la situation desquels il désirait
être instrui'i, nous avons discouru plus particulièrement de leur étal politique et religieux, des écoles grandes et petites, des
Eglises vaudoises, du subside du Synode
Wallon, tiercé pour les grandes écoles et
pour les petites annullé. Je lui ai aussi
représenté que nous avions perdu toutes
les places de nos étudiants à Lausanne et
Bâle, et qu’il n’en restait qu’une des deux
de Genève. Comme il m’a fait entendre
qu'il avait des amis et qu’il était membre
d une société qui faisait de grandes charités annuelles pour la propagation de la
Doctrine Evangélique, j’ai pris la liberté
de lui recommander nos dites Ecoles et
nos Etudiants pour le St. Ministère ».
Le vendredi suivant, Mr. Sims se rendit
à St. Jean et le lendemain, tandis que Mr.
Bert, qui était Président de la Consistoriale de La Tour, se préparait à partir
pour aller prêcher à Maneille et Masse!, il
témoigna l’intention de l’accompagner. Il
SC rendit ainsi jusqu’à Massel* mais le
temps s’étant mis au brouillard, les deux
voyageurs ne se rendirent pas à Prali, suivant leur projet, mais descendirent le lundi 19 au Pomaret et retournèrent ensuite
,ui val Luserne, sans avoir le courage de
monter à Pramol,
« (>e dont j’ai été très morlifié et affligé », noie le bon Peyran, qui s’élail donné de peine, quelques jours auparavant,
pour lui donner les plus disparates informations. Il termine toutefois sa page avec
res mots qui n’ont plus l’ombre du res.seniitncnl: «que le Seigneur l’accompagne el
donne un heureux succès aux bonnes intentions qu’il paraît avoir pour nous ».
Une amitié active
TendanI les quelques jours de son séjour
en val Luserne, le pasteur anglais accepla
l’hospitalité qui lui fut offerte par Mr.
Ben, qui s’exprime ainsi à son égard : « il
recueillait de tous côtés des notes propres
à l’instruire sur notre histoire et notre situation sons tons les rapports, témoignant
une piété éclairée et un désir ardent de
nous être utile. Tl lui tardait de retourner
dans son pays pour travailler à nos intérêts. Nous avons appris depuis qu’eft'ertivemcnl il avait d’abord écrit un ouvrage
sur nos Vallées avec une espèce d'enthousiasmé, el qu’il destinait le produit pécuniaire de son ouvrage au soulagement de
nos écoles ».
Et depuis l’année suivante il s’établit
une correspondance entre Mr. Bert et Mr.
Sims sur la pos.sibilitê et Futilité de créer
et de maintenir un contact permanent entre les Vaudois et la « British and Foreign
Bible Society » de Londres, dont le pasteur anglais était membre. On créa en effet, aux Vallées vers la fin de 1815, une
« Société Biblique Vaudoise » et l’année
suivante un « Conlité des Traités », présidé ce dernier par Mr. Ferdinand Peyran,
tandis que la Société biblique était présidée par le pasteur P. Geymet et dont Mr.
P. Bert était le secrétaire. C’est depuis lors
que commencèrent à être distribuées, grâce aux dons généreux des sociétés bibliques anglaises, suisses et françaises des Bibles, des Catéchismes, des Psaumes et différents traités religieux aux ressiortissants
pauvres des treize Eglises vaudoises des
Vallées.
Mr. Sims s’était mis immédiatement au
travail, à peine rentré en Angleterre. Le
15 février de l’année successive à son voyage, il avait déjà fait imprimer son « petit
livre n au sujet des Vaudois, qui avait suscité l’intérêt de ses compatriotes évangéliques et dont le profit éventuel était desti
né à rétablissement des écoles dans les
Vallées.
Pour ne pas oublier ceux qui nous ont aidés
U abbonamento
alVECO
o alla LUCE
è uri regalo
che dura
52 settimane !
Contacts avec les Uandois
d’Âllemagne
El coranie en parcourant le pays et l’Iiis
loire des Vaudois Mr. Sims avait appris
l’existence des colonies vaudoises du Würtlemberg et des autres régions de l’Allemagne, ou s’étaient jadis dirigés les trois
mille émigrés vaudois du Pragela, à la
date du 15 février 1815, il éirivit au pasteur Paul Appia, originaire des Vallées,
alors ministre à Hanau, près de Francfort
s/M., pour lui poser les questions suivantes ;
Combien d’Eglises vaudoises se trouvaient en Allemagne el où se trouvaientelles: quel était le nombre des fidèles de
ces Eglises et quelles étaient leurs conditions économiques; dans quelles Académies
étudiaient les ministres de res différentes
Egli.ses et quelle était la lyturgie adoptée;
quelles les moeurs actuelles, quelles les
doctrines enseignées, les dogmes reçus, les
livres de dévotion préférés; si les personnes savaient lire, s’ils avaient des prières
de famille, combien de fois par semaine se
célébrait le culte, s’il y avait des manuscrits anciens ou mtnlernes concernant les
Vaudois.
Les demandes que le ministre anglais
posait n’étaient pas l’indice d’une simple
curiosité: c’était la sympathie fraternelle
qu’il avait pour les Vaudois qui le poussait à s’informer avec tant de détails sur
leurs conditions ecclésiastiques et sociales. 11 prévoyait même la possibilité d’un
voyage en Allemagne pour y visiter les
communautés vaudoises el présageait de la
part de ses compatriotes un intérêt réel
pour les Vaudois qui, après la Restauration, se trouvaient replongés dans les conditions misérables du XVlll siècle.
Nous ne pouvons dire si le révérend pasleur anglais se rendît en Allemagne à la
recherche des Eglises vaudoises: mais nous
sommes informés qu’il fit une seconde visite aux Vallées en 1823, accompagné de
deux de ses amis: Messieurs William Pleiiderleath et Durbin Brice.
Il se confirma dans l’opinion qu’il s’éîait
déjà faite, lors de sa première visite, sur
l’extrême pauvreté des Vaudois et sur la
fatigue exténuante à laquelle la population
agricole était obligée, pour retirer d’une
terre avare le strict indispensable à la vie,
après un travail très lourd et qui, en Angleterre, était réservé aux animaux domestiques.
Une enquête
Suc l’instruction
Le pasteur anglais s’intéressa particulièrement à l’instruction élémentaire et dans
une enquête qu’il entreprit lui-même cu
se rendant dans chaque Eglise, il prit les
décisions suivantes: a) augmenter de 5i'
francs le salaire des quinze régents des
paroisses et faire un don de 20 francs pour
un élève destiné à faire le répétiteur dans
(hacune des 15 écoles; b) prolonger les
cours d’hiver de 3, 4, 5 mois à respectivement 4, 5, 6 mois dans les 90 écoles de
quartier; et créer une douzaine d’autres
petites écoles; d) établir aussi dans chaque commune des écoles pour jeunes filles; e) utilité de l’institution de deux éioles pour former des régents et des maîtresses, en visant à donner des éléments utiles
aux industries et manifacLures.
Programme qui ne pourra être réalisé
que plus lard, à la suite de l’ai'livité icdassable d’un autre philanthrope anglais lùcn
connu: le général Charles Beckwith.
Ce fut encore Mr. Sims qui prit l’initialive d’honorer la mémoire du Modérateur
Peyran, mort en avril 1823, soit avec une
inscription latine qu’il fit placer sur la façade de l’Eglise vaudoise du Pomaret, soit
en faisant publier à ses frais en Angleterre
difïérents écrits de Mr. Rodolphe Peyran,
qui sans celte initiative auraient été vraisemblablement perdus, comme Font été
tant d’autres ouvrages de ce savant homme.
El pour la seconde fois, les profils éventuels du volume « An hisiorical defense.. »
devaient être dévolus pour aider la famille du pasteur Peyran qui, après la mort
de son chef septuagénaire, versait dans de
mi.sérables conditions économiques.
Mais ce que nous aimons souligner en
rappelant les visites de Thomas Sims aux
Vallées, c’est surtout l’intérêt qu’il s’efforc.a de susciter parmi ses compatriotes aux
Eglises vaudoises et à la population des
Vallées. C’est ainsi qu’à sa requête, le philanthrope Villiam Wilberforce fit, toujours en vain il est vrai, plusieurs tentatives pour obtenir le rétablissement du Subside Royal Anglais, en faveur des 13 pasteurs vaudois et de leurs veuves, subside
qui avait été versé depuis l’année 1690
jusqu’à Tannée 1797 et avait été ensuite
supprimé lorsque le Piémoiu fut oc( iipc
par la France.
Créateurs d’œuvres sociales
Seulement quelques années plus lanl le
subside sera rétabli, grâce au vif iniérêl
démontré pour la cause des Vaudois cl aux
efforts soutenus à cet effet par cei autre
illustre ami des Vaudois que fut le chanoine de Durham, le Rév. William Gilly,
dont le nom devrait être gravé dans le
coeur de tous les habitants des Vallées.
Car grâce à Ténergie déployée de la part
de ces deux amis, on constitua à Londres,
lo 28 mai 1825, un Comité dont faisaient
partie des personnages très distingués et
liaut-placés, hommes d’Eglise et liomines
politiques. Et le 26 janvier 1826, une somme avait déjà été recuellie et destinée à
trois buts principaux: la construction d’u/i
hôpital aux Vallées, une aide aux étudiants et un subside pour les écoles.
L’institution d’un hôpital avait été par
liculièrement soutenue par un des amis de
Mr. Sims, William Plenderlealb, (|iiî
s’était convaincu de la nécessité d’un tel
édifice lors d’une visite aux Vallées, pendant l’été de l’année 1821, et pour la érection duquel il recueillit en 1822 dans la
congrégation anglicane de Rome la soniine de 270 francs, qui constituèrent comme
la première pierre pour la construction de
l’édifice qui put être inauguré en 1821.
Le pionnier
Le Rév. Sims fut un peu Tavanl-coureur,
le pionnier des nombreux voyageurs anglais qui s’intére.ssèrent aux Vaudois après
Tl Révolution française et Napoléon. El
c’est à la suite de son intérêt à la cause
vaudoise que de nombreux compalriotes
prirent k ebemin des Vallées. Enlr’autrcs
M. Georges Lowtber qui les visita eu 1829
et qui publia ensuite une relation (le son
voyage, immédiatement suivie d’une ira'h'clion itaTenne et une française, qni ronIribuèrent à faire connaître à un vaste pubùc étranger les misérables conditions sociales des luibitanls des Vallées et à .susciter, outre Manche surtout, un vif inté1(1 à leur égard.
C’est ainsi qu’en 1820 les Vallées furent
égalemenl visitées par le Rev. Francis Cunningham, un apôtre des écoles pour jeunes
hiles et qui offrit à M. Bert la somme de
300 francs, pour Taider à publier son « Livre de famille » qu’il espérait aurait été
utile à la cause des Vaudois. Et plus lard
ce sera la visite du Rév Gilly, qui en altirtra qu.mlilé d’autres; parmi lesquelles
ceile du général Beckwith, et qui suscita
! intérêt de plusieurs des membres du Gouvernemenl anglais.
Mais ce fut surtout par le moyen de la
0 ’ jciélé des Traités » qui avait été crée
par la suggestion du Rév. Sims, que les
Eglises vaudoises furent très efficacement
aidées à pourvoir leurs fidèles, appauvri.s
par les longues guerres de la fin du XVIII
el du commencement du XIX siècles et par
dés tracasseries de tout genre, de Bibles.
(¡C catéchismes, de psautiers et livres de
prières.
Son nom mérite donc d’être tiré de Toulili et signalé à la reconnaissance des Vaudois de nos jours. T. G. Pons
3
15 dicembre 1961 — N. 49
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag. 3
La responsabilità delle Chiese
dì fronte ai problemi internazionali
O. Prederik Nolde, direttore della
Commissione delle Chiese per gli affari intemazionali (CCAI) ha presentato il suo rapporto in una seduta plenaria della III Assemblea generale
de! C.E.C. Al termine del suo esposto,
egli ha definito «un certo numero di
correnti profonde che devono essere
messe in moto se si vuole risolvere
i problemi attuai’ » I cristiani, soprattutto quelli che vivono nella realtà
ecumenica, devono dunque impegnarsi a :
1) facilitare l’identificarsi di ciascuno con la famiglia umana tutta intera ;
i) dare uno slancio e un contenuto
allo sviluppo di un’etica internazionale ;
3) formulare una testimonianza fra
le nazioni che non sia compromesso
con una forza politica o nazionale,
ma che s’impegni nell’avanzamento
della pace, della giustizia e della libertà ;
4) favorire l’edificazione di una società aperta, in ogni paese;
5) contribuire a definire le occasioni di concorrenza pacifica come mezzi di vivere insieme in un mondo diviso :
6) dare un posto preponderante alla giustizia sociale per tutti gli uomini e dovunque;
7) dare un valore maggiore all’opinione pubblica mondiale per lottare
contro il cinismo e la dispierazione e
favorire un’azione internazionale efficace.
Prima il Dr. Nolde aveva esposto
gli obiettivi e i mezzi d’azione della
Commissione ecumenica da lui diretta « Per la sua costituzione, essa ha
la responsabilità di mantenere il con
tatto con le Nazioni Unite e altri organismi internazionali, e di prestare
i! suo aiuto per lo sviluppo e la progressiva codificazione della legge initrnazionale e di istituzioni sopra-nazionali; di favorire il rispetto dei diri! ti umani e delle libertà fondamentali e la loro messa in pratica, accorciando una speciale attenzione al problema della libertà religiosa; di preconizzare una regolamentazione internazionale in fatto d’armamenti; di
spingere alla cooperazione economica
internazionale ; di insistere perchè
tul te le nazioni assumano il dovere
di jiromuovere al massimo il benessere dei popoli protetti, il progresso nella direzione di un governo autonomo
e lo sviluppo delle loro istituzioni politiche libere; di sostenere la marcia
in avanti di iniziative internazionali
d’ordine sociale, culturale, educativo,
umanitario ».
Ecco tre esempi precisi dell’attivitii
della C.C.A.I.:
Indipendenza di popoli africani
prima dipendenti. Evocando varie situazioni, Nolde ha parlato più precisamente dell’Angola. « Al principio
del giugno scorso i responsabili (iella
Commissione hanno espresso ropinione che il popolo dell’Angola doveva
esser libero di determinare il proprio
avvenire politico, e che il governo portoghese doveva assumere impegni ragionevoli» in tal senso; hanno pure
rivolto un appello al governo portoghese « perchè si astenesse da deliberati atti di terrorismo ». E’ pure stato
dato un aiuto pratico a gran numero
di rifugiati angolesi nel Congo e altrove.
— Relazioni razziali. Il C.E.C. ha
chiaramente affermato, da tempo, che
la segregazione razziale è contraria
all’Evangelo. Al riguardo si ricorda
che nel dicembre 1960 ha riunito una
grande conferenza nell’Africa del Sud
a cui hanno partecipato otto Chiese
membri del Consiglio ecuinenico. Alcune dì esse si sono poi ritirate dal
Consiglio, non potendo sottoscrivere
1? conclusioni di questa conferenza.
— Cessazione degli esperimenti nucleari. A diverse riprese il C.E.C. e la
sua Commissione specializzata hanno
preso posizione contro gli esperimenti d’armi nucleari. Ancora ultimamente « hanno espresso la loro profonda
preoccupazione e la loro costernazione quando l’URSS fece conoscere la
sua decisione unilaterale di riprendere le esplosioni ». « Non c’è giustificazione, nè davanti a Dio nè davanti
agli uomini, per im’esplosione atmosferica di una bomba nucleare di 50
megaton e più ».
« Il futuro è già cominciato — ha
detto F. Nolde — Una guerra preventiva o, come si dice, ’’giusta”, è un invito alla distruzione reciproca. Non si
è ancora completamento cessato di
evocarla. Dovunque scoppi e sotto
qualsiasi pretesto si voglia scatenarla,
bisogna opporvisi con ogni energia ».
La fede cristiana non può cedere al
disfattismo se non rinnegandosi. Spetta alla comunità ecumenica di lottare per gettare dei ponti al disopra di
tutte le differenze e divergenze uma
ne, nazionali o ideologiche, da cui
hanno origine i conflitti intemazio
nali.
Il bilancio del CEC
Qual’è il bilancio del Consiglio ecumeiìi(‘o delle Chiese? — ci si chiederà. Esso
è stalo presentato ai delegati riuniti in sessione plenaria a Nuova Delhi da E. Carsoii
Blake, sotto questo tema, significativo nelraccosiamento : « Programma e Finanze ».
Anzitutto, TAssebblea generale è stala
invitata ad aumentare di circa 150 milioni
di lire il bilancio annuo generale, il che
lo porterebbe a quasi 500 milioni.
Accanto a questo bilancio generale, il
C.E.(.. ne ha uno di assistenza di circa 700
milioni annui, per coprire le necessità del
Dipartimento di Assistenza delle Chiese e
di Servizio ilei rifugiati. Inoltre PAsseiuhlea ha poi dovuto pronunciarsi su di un
terzo bilancio preventivo di circa 130 milioni di lire per il nuovo Dipartimento
delle Missioni e delPEvangelizzazione
(creato dopo la fusione del Consiglio internazionale delle Missioni con il C.E.C.i,
e di un quarto di circa 70 milioni di lire
per rallivilà della Commissione delle Cliies.‘ per gli affari internazionali.
I/aiimento del bilancio generale porterà
sui cinque punti seguenti:
D 18 milioni destinali a completare il
lavoro del Dipartimento di Studi sulle relazioni inier-razziali e sulla questione della lilierlà religiosa;
Una Chiesa chiusa in se stessa si suicida
I Nuova Delhi) — Il 28 novembre, in
una seduta jjilenaria, il profesisor E. de
Vries, rettore deiristiluto internazionale
di studi sociali dell’Aia, ed il professor
Madalliilparampil Thomas, direttore aggiunto deiristitulo cristiano di Studi religiosi e sociali di Bangalore, hanno parlalo ai membri dell’Assemblea ecumenica
sul « problema posto dalle rapide trasformazioni delle società ». Il primo ha sottolineato che è assolutamente impossibile,
per la Chiesa di oggi, dì tenersi in disparte di fronte ai profondi rivolgimenti sociali del nostro tempo. « Qualsiasi Chiesa
che rimane statica o chiusa su se stessa, in
una società dinamica e superorganizzala,
si suix^ida ». Certe chiese occidentali corrono un pericolo di questo genere. Per
ovviare a questo pericolo — lia affermato
tra Faltro l’eralore — esse devono prendere sul serio il moiudo coimprendeitdo di
trovarsi implicate neM’attività delle scienze, dell’economìa, della politica e delle
organizzazioni mondiali per la pa^*e. Le
(‘hiese occidentali devono inoltre porsi
dinanzi degli obiettivi ben preciisi e defi
FRA I DELEGATI DI NDOEA DELDI
il Moderatore e il Posi. M. Sbaffi in mezzo al íiru¡ii>o dei giai>iwnesi
Sii
'(■
I
Sir Kenneth Gmbb e O. P. Nolde,
presidente e direttore della Commissione delle Chiese per gli affari internazionali hanno inviato da Nuova
Delhi il seguente telegramma al Dr
U Thant, segretario generale delle
Nazioni Unite:
« La Commissione delle Chiese per
gli affari internazionali, riimita in India, ha deciso all’unanimità che il suo
presidente e il suo direttore dovevano
parteciparLe l’assicurazione del loro
appoggio e delle loro preghiere in occasione del Suo accedere alle alte responsabilità conferiteLe dalla Carta.
Al suo ritorno dall’Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese a Nuova
Delhi, il Direttore spera vederLa e
metterLa al corrente delle attività relative agli affari intemazionali ».
2) 1.250.000 lire per eventuali nuove attività regionali;
3| un aumento di oltre 600.000 lire del
(-ontributo annuo per il fondo di riserva
per la prossima Assemblea; tale oontributo sarà rosi portato a quasi 20 milioni annui ;
i) un versamento supplementare al fondo per la «ostruzione della nuova .sede cenIrale a Ginevra (Grand-Saconnex) ;
5i una certa somma sarà utilizzata per
pfrmcttere ad alcuni Dipartimenti di meglio adempiere alle proprie responsabilità.
11 Pasl. Blake ha ripetutamente posto i
delegati di fronte alle loro responsabilità,
notando che ogni decisione doveva essere
profond unente pensala e poi attuata l'Oil
fervore. Da due periioli deve guardarsi il
Consiglio ecumenico: accrescere le spese
al di là delle sue possibilità finanziarie,
spirituali cd umane - non rispondere alle
necessità reali dei cristiani nel mondo e
non prendere sul serio il carattere decisivo del nostro tempo. In mezzo alla confusione ilei mondo, esso deve manifestare la
loesione di un popolo di Dio cosciente
della sini unità e pronto a illuminare con
l'Evangelo ogni siuia;iione umana.
Le trasformazioni sociali
Ttili per far partecipare le chiese ed i paesi d’oltremare ad almni dei loro privilegi tecnici e materiali, questo in modo
che runilà della Chiesa, malgrado la diversità dei coiKiponenti deirecumenismo,
risponda airunieità delle necessità umane
fondamentali in una società dinamica.
Il Prof. Thomas ha evocato in modo
speciale il dramima di numeroise Chiese
afro-asialicilie, troppo preoccupale dei loro
interessi locali. Ciò viene dal fatto che
non abbiamo saputo riconoscere Cristo
nelle rivoluzioni e nell’umanesimo del nostro lemipo. Infatti atiiche le forme anticristiane non sono mai rultima parola
della istoria; sono sempre il segno della
venula dì Cristo.
Doipo aver rilevato che, ise si può deilurre dalUEvanigelo un programma di
azione politica, non si può tuttavia architettare un programma politico cristiano
universale e elle è pericoloso formare un
partilo cristiano, il Thoniais ha affermato
( he i credenti devono impegnarsi neil lavoro dei partiti. Quanto ai rapporti tra
Chiesa e Stato l’oratore considera la proclamazione di una religione di Stato <N)ntraria al principio di uguaglianza dei citladini. D’altra parte egli riconosce die
uno stato laico equivale spesso a Stato antireligioso. Pensando ai paesi afro-a’sialici
il Thomas si è detto convinto della necessità di dar loro una struttura statale
tale che stabilisca la giustizia sociale e
che, pur rispettando le libertà individuali
conservi Puniià della nazione integrandovi i differenti gruppi tribali, linguistici,
religiosi, nel rispetto delle minoranze.
Nello stalo moderno la religione non
deve intervenire come mezzo istituzionale
di disciplina, ma come ispirazione emanante da persone o da gruppi die hanno
liberamente scelto le loro convinzioni.
(S.OE.P.l.)
Nuove aperture
ecumeniche
Haarlem. — Il 18« congres<so intemazionale dei Vecchio-cattolici (ramo separatosi dalla comunione romana dopo il Concilio Valicano I, rifiutando rinfallibilità
papalel si è dichiarato pronto ad entrare
in piena comunione con la Chiesa Ortodo'ssa, essendo s(‘omparso ogni ostacolo
dogmatico. Erano presenti al congresso
numerosi delegali di Chiese e dd Consiglio ei'Uinenìco; il Patriarcato ecumenico
di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca avevano rivolto al congresso messaggi
amichevoli. Si calcola a circa 150.000 il
numero dei Vecdììo-callolìci in Europa.
VI CONSIGLIAMO
E’ ormai alle porte il periodo dei regali. Per quanto limitate
siano le nostre possibilità, troverete molti libri presso le Librerie della Claudiana, sia a Torre Penice che a Torino: esse possono comunque procurarvi, in un temp)0 ragionevole, qualsiasi
opera, purché richiesta tempestivamente. Ricordate che con
l’appoggio che potrete dare a queste librerie, sosterrete indirettamente l’opera della nostra Casa Editrice. Contiamo su voi
fratelli ed amici!
Per i più piccoli
ANNE DE VRIES - La Bible racontée aux enfants. L. 1.600.
A. FINET - La plus belle histoire. L. 1.500.
D. HOURTICQ - Au commencement... L. 1.400.
G. WALDER-S. SUCKER - L’histoire de Noël. L. 580.
A. BRAILLARD - Dandinet. L. 700.
W. DISNEY - La natura e le sue meraviglie. Ampia serie d'
volumi riccamente illustrati, caduno L. 500.
— Ricche serie di volumetti « Piccoli », da L. 150, 250, 500.
— Ampia serie di volumetti di fiabe (Malipiero), caduno L. 350
W. R. ANDERSON - Con il Nautlius sotto U Polo. L. 1..500.
J. DE HARTOG - La piccola arca. L. 650.
A. FINET - Dits et aventures de François Bouillot. L. 650.
A. FINET - Voyages et combats du Sire d’Esquilas. L. 650.
S. GOTTA - Piccolo alpino. L. 800.
R. ROMBEAU - Contes de lumière et de joie. L. 825.
A. ROTA - Buffalo Bill. L. 500.
Per i ragazzi
A. RUGGIERI - Una meravigliosa liberazione, e altri racconti
L. 400.
F. TOMBARI - Il Ubro di Tonino (Premio Collodi). L. 1.200.
O. VISENTINI - Ragazzi del Risorgimento. L. 500.
— Animali dei ghiacci. L. 500.
— Il segreto di Polyanna. L. 1.200.
— La storia della nostra amica luna. L. 3.000.
Per gli adulti
A. ARPIÑO - Un delitto d’onore. L. 1.200.
R. BAINTON - La Riforma protestante. L. 800.
L. 800.
R. BAINTON - Lutero. L. 3.000.
P. BAMM - Sulle vie del Signore. L. 6.000.
K. BARTH - La proclamation de l’Evangile. L. 800.
K. BARTH - Aux captifs la liberté. L. 1.440.
D. BONHOEFFER - Tentation. L. 575.
J. BUNYAN - Il pellegrinaggio del cristiano. L. 500.
A. BURGESS - La locanda della sesta feUcità. L. 300.
G. CASALIS - Karl Barth. L. 1.150.
H. DE BOER - Aux carrefours du monde. L. 1.850.
H. DE BOER - Chemin d’Est et d’Ouest. L. 2.160.
R. DE PURY - La joie du Père - Les fiançailles de Joseph et
Marie. L. 600.
A. PINET - Cinq contes pour Noël. L. 450.
A. FINET - Le chemin de toute la terre. L. 850.
H. GOLLWITZER La joie de Dieu. L 1950.
R. JUNGK - Gli apprendisti stregoni. L. 2.500.
R. JUNGK - Hiroshima, il giorno dopa. L. 1.500.
W. KELLER - La Bibbia aveva ragione. L. 3.200.
E. KUBY - Germania provvisoria. L. 1.500.
E. KUBY - Quattro verità sulla Germania. L. 1.000.
E. LEONARD - Histoire générale du Protestantisme. I - La Ré
formation. L. 6.000.
R. MEHL - Société et amour.
S. MOSCATI - Le antiche civiltà semitiche. L. 500.
P. MUSINI - Katanga, pelli di fuoco. L. 2.00C.
V. PRATOLINI - Cronaca famigliare. L. 1.200.
A. PAYOT - L'offrande du berger. Contes pour Noël. L. 500.
A. SCHWARTZ-BART - L’ultimo dei giusti. L. 1.500.
P. TOURNIER - Les saisons de la vie. L. 530.
L. URIS - Exodus. L. 3.000.
★
O Astado Novo
L’avvenliira del cap. Galvao e dal « Santa Maria » aveva messo in evidenza il profondo anche se mascherato dissidio della
vita polìtica portoghese. Da allora, l’asees80 angoilese <a quando lo scoppiare di
quello del Mozainhico?) ha prodotto marciume e sangue, sofferenza e dkstruzione.
Abbiamo spesso dato notizia della violenta repressione abbaltuiasì sull’Angola,
specialmente nelle regioni seUentrìonali,
con la conseguente ondala di ('entinaia dì
migliaia di rifugiati affluenti nel pur così
inquieto Congo; dietro di loro, intere regioni desolale da coloro che difendono i
« valori ('ristiaiìi » della « civiltà europea » contro le (« mene comuniste ».
Certo, è facile cadere nella tentazione
della demagogia. E tuttavia, è ben documentata la ferocia di questa repressione,
nonehè il sopravvìvere di un colonialismo
portoghese della peggiore qualità. Numerosi giornali e periodici hanno dato varie
volte notizie relative a questa situazione.
Non abbiamo però letto ancora pagine
che, pur nella loro concisione, offr! sero
tanta ricca — e dolorosa, purtroppo —
messe di informazioni e tanto serie e appassionale prese di posizione, quanto quelle deirultimo numero (novembre 19611
del mensile « Residenza ». Negli ultimi
mesi, esso ha dedii^alo diversi numeri alla
analisi de‘lla situazione pcditica e sociale
di alcuni paesi (esemplare quella sulla
Spagna): e questa volta è passato all’esame della situazione interna del Portogallo
di Salazar (ma c’è un altro Portogallo,
che fatieosamenle organizza la sua resistenza, dopo una dittatura che dura da 33
anni, se pur esteriormente meno violenta
di altre), e dello sfacelo dì un impero coloniale che dura da 450 anni.
Un ottimo numero, documentato e caldo di umana paissione, che porta le firme
di Garosci, Rosso, Casalegno, e che non
trascura di ricordare la situazione delle
Chiese evangeliche nel Portogallo.
Ebrei e cristiani
L'ultiiiio numero della rivista Foi et Vie
(sept.-ori. 1961i eosliluisce il «Dixième
cahier d’étudex juives ». Come noia nell’ediiloriale Cli. Weslplial, presidente della Fédération protestante de France, si
tratta di una sorta di bilancio, tratto dallo
studio e dalle pubblicazioni degli ultimi
dodici anni. Il fascicolo è tutto ocicsipato
da uno studio del prof. F. Lovsky che si
è da tempo specializzato nelle questioni
ebraiche. Esso tratta di « Les chrétiens
dernnt Israël ». ed il lavoro è articolato
nei seguenti capitoli, arriiM-hiti da diffuse
note e da un’aggiornata e vasta bibliografia; I. A la rencontre des Juifs — II. Le
Peuple de la Bible — Iti. Les Juifs et Jesus — IV. Les Juifs dans rHistoire —
V. L’Antisémitisme — VI. Les Juifs d’aujourd’hui parmi les Nations — VII. Le
Sionisme et l’Etat d’Israël — VIH Le Mystère d’Israël — IX. La Prière de l’espérance pour la plénitude et l’unité du
peuple de Dieu.
Il faseicolo, di pag. 124, può essere richiesto alla Claudiana, al prezz.o di L. 7.S0.
4
p*í- 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
15 dicembre 1961 — N. 49
NiemSller tiene la predicazione finale
alla Ili Conferenza del C.E.C.
(segue dalla 1» pagina)
La Terza Assemblea ha compiuto
alcuni atti di particolare risonanza
all'interno ed aH’esterno delle Chiese.
Prima di tutto ha approvato con ima
votazione quasi totalitaria (383 si 36 no - 7 astenuti) la nuova base dottrinale del Consiglio Ecumenico, che
la Cldesa Valdese avefva precedentemente esaminato insieme con tutte
le altre Chiese membri. Non sono
mancate alcune espressioni di critica
e di dissenso, da parte di alcuni espo.lenti della teologia liberale o di gruppi particolarmente preoccupati di una
azione sociale nel mondo. Si è accennato al pericolo di un eccessivo dogmaticismo che potrebbe chiudere Ìa
porta a certe Chiese anziché aprirle
e si è fatto notare, forse con una certa ragione, che nel testo proposto
mancava un chiaro accenno alla umanità di Gesù Cristo. Comunque la
nuova base è stata approvata come
segue:
« Il Consiglio Ecumenico delle Chiese è un’associazione fraterna di Chiese che, secondo le Sacre Scritture,
confessano il Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore e si sforzano di
rispondere insieme alla loro comune
vocazione, alla gloria del solo Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo».
Il problema della libertà religiosa è
stato dibattuto in seduta plenaria ed
è stata udita anche la voce del delegato Valdese in difesa della piena libertà di testimoniare la propria fede
e di propagandarla, senza restrizioni
o interpretazioni di questo diritto. «La
libertà religiosa ha innanzi tutto un
fondamento teologico; ¿ La consiguenza dell’opera creatrice di Dio, del
ìa redenzione di Cristo e della voca
zione da lui rivolta agli uomini afhn
chè lo servano. I tentativi umani d
limitare o di eliminare la libertà della fede con pressioni legali o sociali
sono una violazione deUe vie fondamentali di Dio nei riguardi degli uomini... Pur affermando che la libertà
religiosa ha una sua base cristiana
caratteristica, la consideriamo come
un diritto fondamentale di tutti gli
uomini, in tutti i paesi ».
* * *
Alcuni interventi ufficiali in campo
politico hanno dato luogo ad una discussione chiaramente impegnata. E’
stato rivolto un appello al Governo
Portoghese « a nome dell’umanità e
di tutto ciò che è caro alla coscienza
cristiana» per esprimere un senso di
profonda sofferenza « di fronte agli
atti di oppressione compiuti dalle autorità portoghesi nell’Angola» e pei
« deplorare la violenza generale che
regna in quel paese ».
E’ stata votata una risoluzione contro l’antisemitismo, considerato come
« peccato contro Dio e contro gli uomini ». Qui non si è mancato di fare
alcuni riferimenti al problema religioso del popolo ebraico ed una raccomandazione è stata fatta affinchè,
« neirinsegnamento cristiano dei fatti relativi alla crocifissione di Cristo,
non si addossino agli Ebrei con grande superficialità responsabilità che
appartengono aU’umanltà intera, non
ad una razza soltanto o ad una comunità. I Giudei sono stati i primi ad
accettare Gesù e non sono i soli che
ancora non lo riconoscono ».
Un messaggio deH’Assemblea a tutti i Governi ed ai popoli è stato lungamente discusso e poi approvato non
senza notevoli dissensi. Non che l’Assemblea ncn intendesse rivolgersi anche ai Governi dei popoli sul problema della pace, ma molti (tra i quali
i due italiani) avrebbero voluto che
un Consiglio di Chiese parlasse più
efficacemente il proprio linguaggio,
con una voce autorevolmente profetica, non con dei ragionamenti in sé
1 laici alla ricerca
di una più viva
immaginazione etica
A Nuova Delhi, in occasione della sessione generale del 22 novembre scorso. Ire
lai-ei hanno parlato ded posto e del coimpito dei laici cristiani nel mondo.
Essi hanno sottolineato -che si rivolgevano non soltanto ai laici ma anclie ai
teologi ed ai dirigenti reaponisabili delle
chiese. Infatti, hanno affermato, ci completiamo gli uni gli altri onde formare il
popolo di Dio, noi ohe portiamo tutti il
segno del battesimo. Pur riconoscendo il
posto inisoistitnibile di pa-stori e « autorità » ecclesiastiche gli oratori hanno dello, rivolti agli ecclesiastici, « non potete
mai, dall’alto del pulpito, comprendere
chiaramente la nostra situazione e parlarne esattamente. La penetrazione del mondo fa parte del nostro ministero. Avete
bisogno di ascoltare noi e non soilanlo
quelle copie di voi stessi che sono divenla-ti i vostri aiuti, i ’laici addomesticati e
clericalizzali’. Diventale i nostri compagni
e permetteteci di diventare i vostri compagni ».
Rilevando come il bilancio delle sin-gole chiese non prevede una voce destinala
alla formazione dei laici, che pure raippresentano il 99% della Ghie.sa, mentre forti
spese sono sempre previste per la formazione di pastori e simili, gli oralori hanno chiesto che le cose cambino. « Abbiamo un immenso bisogno di studi biblici
che non siano dei ’secondi sermoni’ ma
l’ascolto della Parola nella situazione concreta della nostra vita e del nostro lavoro.
Abbiamo bisogno di addestrare ed esercitare la nostra immaginazione etica per
commettere nella vita quotidiana il minor
numero possibile di errori e di disobbe
Dio
%
e
per noi
un rifugio
ed una forza
(Nuova Delliì) ^— Domenica 26 novembrCy è stato ¡»-esentato uno spettacolo audio-visivo mi lavoro del Consiglio Ecumenico, delle Chiese a favore dei rifugiati.
Una serie di proiezioni di film e di interviste ha permesso <n presenti di rendersi conto di quesCopera che si esplica
anche a favore delle tdttime di inorulozioni, terremoti^ siccità^ guerra. Dei testi
biblici illustrati da proiezioni luminose^
da film e da opere notevoli di artisti indianif luinno ricordato la vocazione imperiosa rivolta al credente affinchè serva il
suo prossimo e lo soccorra.
Il Servizio Rifu-giati del CEC ha reso
possibile Vemigrazione di circa 250.000
persone verso nuove terre e nuove case.
Con un intervento imprevisto il vescovo
anglicano delVAfrica Orientale, Beecher,
ha informato VAssemblea della drammatica situazione delle vittimo della siccità
ned suo paese, dando così un sapore tragicamente attuale alla manifestazione.
E' inutile dire che tutto il tono della
manifestazione ha voluto sottolineare che
questo lavoro di soccorso del CEC è svolto senza far distinzione di razza o reli
gione, ottemperando semplicemente alla
volontà di Cristo. (S.OE.P.l.)
dieiize a Dio. (La no.slra Cliiesa cerca di
far qualcosa in qiiesio senso col cetilro di
formazione per laici, ad ,\gàpe; n.d.r.).
Siamo profondameiUe convìnti che Cristo non è imprigionato nelle nostre chiese, che è già presente, in incognito, nelle
strutture e nei sistemi in eui si inserisce
la nostra vita crisllana. Cristo si trova tra
noi ed i nostri colleghì che non sono
membri di Chiesa, ed offre il suo insegnamento a noi ed a loro. Siamo interamente
solidali con i nostri vicini, e questo nella
rivolta come nella riconciliazione. Abbiamo l’ìmipressione che non abbiate molla
comprensione per questa nostra solidarietà, perchè vi preoccupate prevalentemente
della Chiesa riunita per il culto ed il servizio comune ».
Uno dei tre oratori, M. Matthew, avvocato alla corte suiprema di Bangalore (India) Ila specifi'calo in che senso egli vede
la possibilità di un più chiaro impegno
laico nel lavoro quotidiano e nella socielà
contemporanea.
Egli ha dichiaralo che Vavvocato cristiano ha bisogno di essere assistito dalla
Chiesa quando deve difendere delle cause
'ipparentemente disperate e quando è obbligato a sporcarsi le mani in questioni
compromettenti. In questi casi non può
più preoccuparsi della propria .salvezza
personale seguendo i criteri normali eli
bene e di male. Al contrario deve avere
coscienza di essere preso, lui ed il suo
cliente, nelVingranaggio del male nel quitte il perdono è una cosa necessaria, una
cosa che si riceve da Gesù Cristo.
Quianio all’o//it;i/à politica il Matthew
ha fortemente criticato quanti, fra ì cristiani indiani, fondandosi sulla constatazione della corruzione e dei compromessi
dei parlili politici, «i sono rifugiati in attivilà che eludono molli problemi, sfuggen*
ilo così alla propria resiponsabllità. La
Chiesa deve ricordare renorme importanza di una presenza cristiana nei partiti.
Mi m E. M. Ballen, decano di mi collegio inglese, ha ricordalo che i laici ai>purtengono xpesso a diverse conmnilà: la
Chiesa, il paese, il sindacalo, ec-c. e che
i problemi die devono affronlare sono, per
questo »lesso fatto, resi -spesso a-ssai complessi. /.« Chiesa non può preiulcre delle
decisioni al loro posto, deve tullavio ricordar loro (he la mini-ma decisione, se è
veramente presa secondo la volonlà di
Dio, fa ¡Mino della Sua opera crealrice e
redenlrice.
D’allra -parte i credenli non dovn'hbero
cercalo di fuggire le situazioni difficili ed
inipegnalivc, -rifugiandosi in allivilà come
quelle meramente ecclesiastiche, che possono coslilnire una -specie di alibi per la
mancala leslinionianza neiramhienle nel
(piale Dio ci aveva posto.
Ge.sù slesio è venuto in un mondo di
pensone che tendevano lune a lavarsi le
mani delle proprie re-.spoiisabilità ed ha
reso la sua insoslilnihile teslimonianza, ricordiainocene.
Il terzo oratore, direttore dei servizi di
radiodiffusione della Gernunla Occidentale (Cologna), ha sottolinealo dal canto
.suo quanto la ricerca di una più adeguata
coniplcrnentarilà tra ’clero’ e ’biicalo’ sia
aU’ordinc del giorno oggi e quanto questo paziente lavoro sia co-mpiulo specialmente .sotto la »pinta poderosa del dialogo (‘cn'niciii«'o.
buoni ma non diversi da tanti discorsi umani che si c>dono ogni giorno
dentro e fuori delle Nazioni Unite.
Infine è stato approvato un «Messaggio » della Ter2ta Assemblea Ecumenica alle Chiese ed alle loro comunità. Lo pubblicheremo sul prossimo
numero del giornale.
La nostra presenza a New Delhi ci
ha dato modo di fare alcune conoscenze di personalità cristiane o residenti nell’India. In una seduta di par
ticolare rilievo TAssemblea ha salutato ed ascoltato la voce del Presidente
del Consiglio Pandi! Nehru, una delle figure politiche più eminenti nei
mondo politico contemporaneo. « Sono grato — egli ha detto davanti ad
un’Assemblea che lo applaudiva _ —
per il vostro invito che ho volentieri
accettato... Vedo dai vostri rapporti
che vi interessate anche di problemi
fondamentali della vita (foggi e, difatti. non vedo come potreste ignorarli perchè sono presenti dovunque
guardiamo ». La sua figura estremamente semplice, aliena da ogni esteriorità. spiccava sul grande palco in
mezzo ai Presidenti del Consiglio Ecumenico; il suo messaggio di uomo politico in un’assemblea religiosa è stato chiaro, umano, amichevole ed ha
lasciato in tutti un buon ricordo.
Il collega Mario Sbafifl ed io siamo
stati gentilmente invitati a cena dall’Ambasciatore d’Italia in India, S. E.
iì Dr. Giusti Del Giardino. Abbiamo
trascorso una serata molto gradevole
in compagnia anche di alcune altre
persone. L’Ambasciatore italiano era
stato a Pinerolo da giovane allievo
ufficiale e conosceva i Valdesi; non
abbiamo potuto fare a meno di ricordare luoghi e persone di Pinerolo o
delle Valli; salutandomi, a conclusione della serata, l’Ambasciatore mi ri
peteva alcune parole in perfetto piemontese, con chiara allusione ai portici di Pinerolo !
Infine, ecco anche un accenno ad
una visita serale in casa di due giovani coniugi italiani, i signori Guzzo,
della Chiesa Valdese di Trieste. A
New Delhi, all’infuori del personale
dell’Ambasciata, ci sono meno di die
ci italiani; è stato piacevole per me
trovarne due che provenivano da una
nostra comunità e che, se non erro,
erano stati confermati in Chiesa dal
Pastore Giorgio Girardet.
Nel momento in cui scrivo l’Ass(-mbica Ecumenica ha terminato i suoi
lavori. Nell’ora della conclusione, la
grande sala delle riunioni plenane
era al completo; si erano fatti entrare anche molti cristiani indiani ed
una Corale di giovinette e di giovani
La predicazione finale è stata fatta
dal Pastore Niemoller, uno dei nuovi
Presidenti del Consiglio Ecumenico,
sul testo del giorno nel volumetto dei
« Testi Moravi » : « Distogli i miei occhi dal contemplare la vanità e vivificami nelle Tue vie» (Salmo 119.
v. 37).
Il suo messaggio è stato un serio appello a trarre le conseguenze pratiche
per la nostra vita quotidiana dal fatto che « Gesù Cristo è la luce del mondo ». Noi cristiani « non siamo chiamati ad avere soltanto la convinzione che Cristo possiede un’assoluta ed
universale superiorità; siamo chiamamati ad esser suoi discepoli, suoi seguaci, non solo i suoi esperti propagandisti ed i suoi partigiani... Rinneghiamo noi veramente noi stessi o
continuiamo a conservare le nostre
aspirazioni ed i nostri egoistici diritti? Prendiamo noi la nostra croce o
siamo soltanto ansiosi di trovare un
posto o una opportunità per liberarcene?... Questo è il momento in cui
possiamo riconsacrare noi stessi al
suo servizio e pregare così il nostro
Maestro, Salvatore e Signore: Distogli gli occhi miei dal contemplare la
vanità e vivificami nelle Tue vie ».
Tra due giorni ripartirò per l’Italia
dove spero di giungere, D. v., il 10 Dicembre. Può darsi che possa ancora
riparlar-3 dell’Assemblea di New Delhi
che ho cercato di far conoscere da vicino mediante il nostro giornale. Intanto l’avvenire ci sta dinanzi con i
suoi compiti e con le sue responsabilità. Nel tempo che ci attende ed in
cui avremo modo di ripensare ai problemi della testimonianza, del servizio e dell’unità, ci conceda Iddio di
far risplendere nella nostra vita la
luce di Gesù Cristo, « affinchè gli uomini veggano le nostre buone opere
e glorifichino il Padre nostro che è
nei cieli ». Ermanno Rostan
LETTOR!
aiutateci...
Amici lettori, ci faciliterete molto il
lavoro, che non è poco, specie in questo periodo dell’anno, se avrete cura :
— di indicare, facendo il vostro versamento, se si tratta di un nuovo
abbonamento, o del rinnovo.
— di indicare se desiderate ricevere
l’ECO o la LUCE.
— di indicare la causa, quando respingete un giornale.
— di tener conto che NON VI SONO
PIÙ* ABBONAMENTI CUMULA
TIVI.
— di passare a regolare l’abbonamen
to alla Claudiana di Torre P., se
state in Val PelUce.
— di sostenerci riabbonandovi subito.
Grazie! La Claudiana
Dalle Comunità
BORA
— Ricordiamo il culto mensile alle Fucine, domenica prossima 17 dicembre, ore
14,30.
— Riportiamo qui ancora il programma
delle prossime riunioni quartierali e Feste
di Natale. Martedì 19: Rose; Mercoledì 20:
Mouiassa; Giovedì 21, ore 19,30: Festa di
Natale ai Rumer; Sabato 23, ore 20: Festa di Natale alle Fucine; Domenica 21,
ore 20: Festa di Natale al Centro.
— Ricordiamo che alle tre feste di Natale
si farà una colletta per le spese soslenu.e
per dette feste.
— Accogliete con comprensione gli anziani e ì diaconi che vi consegneranno o vi
hanno consegnai ) la busta di Natale. Se*
gnate ben chiaramente la cifra che versetele per il deficit. Grazie!
— 11 nostro conterraneo Umberto Morel
ha recentemente subito un furto di denaro.
Abbiamo la ferina speranza che non sì trai
ti di qualcuno del nostro ambiente. Clilunque egli sia ci auguriamo che sia presto
smascherato.
— La nostra Baita del Camoscio, così la
abbiamo ribattezzata, ha da qualche tempo un nuovo camoscio die campeggia sopra
la porla, dovuto all’agile pennello del past.
Jaliier che ha voluto gentilmente curare
questo importante restauro dato che il
vecchio camoscio, invero un po’ grassottelle, cadeva ormai in pezzi, insieme all’intonaco. Un grazie di cuore al past. Jahìer.
— Siamo indignati per le notizie che ci
sono giunte a proposito della povera strada Liiserna-Rorà. La Provincia accortasi
(troppo tardi!) ohe una strada di 8 metri
era un lusso ed una spesa eccessiva per Rorà sta ora procedendo a nuove misurazioni
per ridurre il progetto della strada a 5 metri. Di questo passo nel diiemiLi... torneremo ai muli! Complimenti.
ARRIVI
in
A. Goes: Incontri con Bach. Claudiana.
Torino 1961, pn. 48, L. 2f)0.
Li YTEN - PoRTMANN - JASPERS - BaRTH :
Immortalità. Claudiana, Torino 1961,
.p:p. 48, L. 250.
E. Tuoeitsch: Le dottrine sociali delle
Chiese e dei gruppi cristimi. La Nuova
Italia Editrice, Firenze. Voi. I: Cattoii
(■esimo jn-imilivo e callolicesinio nie(lioevale, nip. 561, L. 4.000. Voi. Il; Il
l)r()l.i5sianteisiino, p-p. 736, L. 5.000.
— Un Seul Seigneur, un seul baptême.
Presses de Taizé 1961, pin. 70, L. 510.
A (lira della Coiiunissionc ecumieiiica di
Eede e Co-silitiizione. In due parti: La
Trinità divina e runilà della Cliiesa —
Il signiifirato del battesimo.
M. Tieche: Alla ricerca di un’arte che si
perde: l icere tt. L’.‘lraldo del Vangelo.
Firenze, pp. 195, L. 800.
— Il Giornale Illustrato della Chiesa.
A. Mondadori, Milano 1961, L. 1.500.
— 100 Cun'i popolati. Ricordi, Milano,
L. 800.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al 'Iribunale di Pinerolo
_____________m 175, 8-7-1960 _____
Tip. Subalpina s.p.a. ■ Torre Pellioe (Tot
AHGROCNA (SàiTà)
E’ divenuto ormai un luogo comune il
dire che oggi i villaggi di montagna, a caii8j delle distanze e soprattutto delle vie qua■si sempre impraticabili (almeno ai mezzi
motorizzati), sono abbandonali o poro visi
tali, anche per quel che concerne la possibilità di scambi di pulpito o di visite ecclesiastiche da parte di chi abita in città!
E’ forse vero per molte località ma al
meno per questi tempi non per Pradellor110. Ogni mese sale infatti da Torino, per
•a seconda domenica, il Dottor Guido Ribei per presiedere il culto. Così lo abbiamo avuto Ira noi le domeniche 19 novembre c lo dicembre. Mentre lo aspettiamo
per il 7 gennaio lo ringraziamo ancora una
volta per questo servizio che volontariamente presta alla nostra Chiesa e die, lo
assicuriamo, è assai apprezzato da tulli c
molto utile.
I! 26 novembre tanto a Pradellorno qnan.
io al Serre il cullo è stalo presieduto dal
Pastore Giorgio Girardet, di Agape, presidente della nostra commissione dislrcuiiaIc La sua visita è stata molto gradita da
tulli i membri di Chiesa.
Sabato 9 corr. nel cimitero del Capoliiogo è stata tumulala la salma di Arnoul
Maddalena vedova Chiaviti, deceduta agli
Odin dopo una lunga e penosa agonia. Rinnoviaino l’espressione della nostra simpatia cristiana a lutti i numerosi famili.iri col.
¡liti da questo lutto.
Le famiglie Gioietti e Cardon commosso per la grande dimostrazione di
stima e di affetto tributata al loro caro
Giovanni Cardon
sentitamente ringraziano i sigg. Pastori Deodato e Bertinatti per le loro
parole di conforto, i vicini di casa che
tanto si prestarono nella luttuosa circostanza, il Veloce Club, amici e conoscenti che onorarono la memoria
con la presenza e con opere di bene.
Pinerolo, 12 dicembre 1961
On. funebri Garzelle - Tel. 21.84
PRATICHE AUTO-MOTO
CERTIFICATI
UFFICIO AUTORIZZATO
★
Delegazione F.M.I.
«Valle del Penice»
★
ASSICURAZIONI AUTO-MOTO
INCENDI — VARIE
Consulenze
Informazioni gratuite
Dr. Malanot ferraccio
Abit. :
V. Matteotti 18/7 ■ Telef. 9690
TORRE PELLICE
Ufficio :
C. De Amicis lll/b - Telef. 9429
LUSERNA S. GIOVANNI
Per i più bei regali scegliete
materiale CINE-FOTO-OTTICO da
PELLEGRIN
Via Cavour - (Fronte Munieipio)
TORRE PELLICE
Novità assolute aparecchi .AGFA - SAMOCA - GROWN - CANON KODAK - ZEISS - FERRANIA - CIRSE con il più completo assortimento
di album e cornici
PREZZI RIBASSATI
Visitateci e vi accerterete di poter fare
i vostri acquisti alle migliori condizioni
OROLOGERIA - - OREFICERIA
BORNO EMANUELE
Via Trieite, 6 PINEROLO Telef. 3117
Concessionario GIRARD-PERREGAUX
ENICAR
BERNA
•k Attrezzato laboratorio oreficeria per riparazioni e lavori
lu ordinazioni
■k Si accetta anche l’oro dai clienti
k Massima garanzia
Sì FABBRICANO CROCI UGONOTTE E STEMMA VALDESI
MOBILI
a a w M * ARTIGIANA
(fkiòcppp Qfiiua
Strada (flt %. Seconde n. 4 • Tolofono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI