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Anno 125 - n. 37
22 settembre 1989
L. 900
Sped. abbonamento postale
Gruppo 11/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
UN IMPEGNO CONTRO IL RAZZISMO
DIBATTITO A TORRE PELLICE
Né
né nero Storia della fede
L appuntamento è per la manifestazione nazionale del 7 ottobre - L’adesione della FCEI
Nel 1983 il popolo evangelico in
Italia aveva partecipato numeroso alle marce per la pace. Oggi
siamo chiamati ad un altro appuntamento che è collegato strettamente con il precedente: il 7
ottobre prossimo ci sarà a Roma
una grande manifestazione contro il razzismo.
La peste del razzismo, in varie
forme, sta avvelenando la convivenza civile e democratica nel nostro paese. Eppure ci si ostina
ad affermare che la malattia non
ci tocca ; e quando qualcuno
dice che l’uccisione di un nero
sudafricano o l’ignobile gazzarra
aUo stadio di Verona sono manifestazioni di razzismo, un coro di
voci anche ufficiali si leva offeso
per spiegare che quegli episodi
non hanno niente a che fare con
il razzismo, perché gli italiani
delle rispettive località sono affabili, tolleranti, ospitali, civili...
E’ un meccanismo di difesa psicologica che scatta per isolare i
responsabili degli episodi violenti e incivili e li qualifica come
teppisti, criminali, ignoranti o
che altro so io, pur di non pronunciare le parole razzista e razzismo; forse perché in fin dei
conti si sa che i razzisti e gli episodi di razzismo affondano le loro radici nella mentalità, nel costume, nella cultura, nelle ideologie di tutta la società. Stessa
funzione tendono ad assolvere le
eondanne ( giuste, intendiamoci ! )
dei razzismi lontani, con le quali
pensiamo contemporaneamente
di autoassolverci.
E’ ora invece di cominciare la
lunga marcia della liberazione
dal razzismo e noi credenti sappiamo che questa mareia deve
essere segnata prima di tutto da
una confessione di peccato rigo
Cari fratelli e sorelle, molti
sono d’accordo nel rilevare
segni crescenti di razzismo
nella nostra società: e i fatti
di Villa Literno hanno indubbiamente costituito un campanello d’allarme.
La FCEI ha perciò deciso
di aderire alla manifestazione nazionale contro il razzismo indetta da varie forze
sociali, culturali e religiose,
che si terrà a Roma sabato
7 ottobre. Il corteo partirà
da Piazza Esedra alle ore 15
e si dirigerà verso Piazza del
Popolo dove avrà luogo la
manifestazione vera e propria.
E’ prevista la partecipazione di personalità africane impegnate nella lotta contro il
razzismo.
Saranno organizzati treni e
pullman speciali da varie parti d’Italia: ci auguriamo che
possiate partecipare numerosi a questo incontro che costituisce un appuntamento non
meno importante delle marce
della pace, dove pure ci fu
dato di rendere una testimonianza significativa.
Per ogni eventuale informazione telefonate al nostro Servizio Migranti (06/4755120 o
06/483768 o 06/483188).
Giorgio Bouchard
rosa ed autentica, strettamente
intrecciata con la fiducia nel perdono di Dio, che è perciò anche
apertura alla sua novità che in
Cristo abbatte i muri di separazione e rende possibili nuovi rapporti umani.
Non ha senso fare questo cammino soltanto fra le mura delle
nostre chiese ed è per questo che
la partecipazione alla manifestazione del 7 ottobre assume prO'
prio il significato di ima testi
monianza da rendere al mondo
usando si gli strumenti e i meto
di propri di una pubblica mani
festazione (cartelli, striscioni, in^
terventi : la FCEI ha invitato
degli evangelici sudafricani neri
come oratori), ma con i caratte
ri distintivi di una testimonianza
evangelica esplicita rivolta a noi
stessi e al nostro paese.
Se alla marcia per la pace del
1983 il messaggio evangelico fu:
«Cristo è la nostra pace», a questa
prossima manifestazione contro
il razzismo il messaggio potrebbe
essere: «In Cristo non c’è più né
bianco né nero (parafrasi di Calati 3: 28).
Ma la lunga marcia non si
esaurirà con la manifestazione di
Roma, anzi questa non avrà alcun valore se non la continueremo ail’interno delle nostre chiese, delle nostre città, grandi o
piccole che siano, se non ci lasceremo interpellare dalla domanda inquietante di Dio: che
ne è del tuo fratello, anche quello
dalla pelle nera?
Bruno Tron
o fede nella storia?
Il cammino del protestantesimo francese - Un interrogativo provocatorio - La fede cristiana non si esaurisce nella nostre concezioni
Conclusa la serie di manifestazioni sul « Glorioso Rimpatrio »,
occorre dire che esse hanno saputo egualmente dividersi tra
incontri di carattere popolare e
di approfondimento storico e
teologico. L’ultimo di questi, in
ordine di tempo, si è svolto sabato 9 settembre nell’aula sinodale di Torre Pellice, ancora una
volta gremita in questa intensa
estate di incontri e dibattiti, per
ascoltare il sociologo protestante francese Jean Bauberot e il
filosofo della storia Mario Miegge. L'incontro, introdotto da suggestivi inni della tradizione ugonotta intei-pretati dalla Corale
valdese di Torino, è stato un’occasione per misurarsi con interrogativi non facili sul rapporto
fede e storia.
Bauberot, autore del recente
volume «Le protestantisme doit’il
mourir? » che ancora fa discutere, ha ripercorso dall’età della
Rivoluzione francese il cammino del protestantesimo d’oltralpe così simile e, allo stesso tempo, così diverso dal nostro. La
diversità sta non tanto nella sostanza teologica, che è la stessa,
ma nel quadro sociale e culturale. Se nel XIX secolo i protestanti speravano ancora di convertire la Francia al calvinismo,
nel XX secolo sperano che il cattolicesimo sia capace di riformarsi al suo interno.
Tempio di Torre Pellice, 9 settembre. Jean Bauberot, sociologo
Mario Miegge, filosofo della storia, nel corso del dibattito.
1! protestantesimo ha saputo
gettare un ponte tra le due France che cordialmente si odiavano,
quella laica e quella cattolica,
ma non ha saputo « sfondare »
a livello di massa. Forse perché
è un po’ aristocratico (non pochi protestanti nutrono la sensazione di sentirsi membri di
un popolo eletto che ha una missione precisa da compiere per
DAI CULTI MATTUTINI AL SINODO
Responsabilità e
riposo
Il suocero d,i Mosè gli disse: « Questo che tu
fai non va bene. Tu ti esaurirai certamente; tu
e questo popolo ch’è teco... » (Esodo 18: 17 s.).
Mosè regola tutto da solo.- è guida, profeta, giudice; non fa mai una sosta. Ed è proprio questo
atteggiamento che d suocero, Jethro, gli rimprovera. Rinunciando al riposo, al ristoro dell’anima,
Mosè non rovina solo se stesso, ma anche il suo
popolo; concentrando tutto il lavoro .sulla sua persona non responsabilizza gli altri. Quando le sue
forze saranno esaurite, il popolo non avrà nessuno
con cui sostituirlo.
Il meccanismo che Jethro critica, è ben presente nella nostra .società e nelle nostre chiese. Nella
società chi lavora deve lavorare sempre di più,
a scapito della domenica, della famiglia, e anche
di altri impegni. Ed è anche per questo motivo
che la generazione dei trentenni e quarantenni è
assente dalle chiese. Queste ultime, poi, si reggono in genere su alcuni pensionati attivi. Sempre
più marcato è il distacco tra coloro che possono
e vogliono dedicare tempo alla chiesa e coloro
che non lo possono.
Ma il non saper distribuire incarichi e lavoro
non è l’unica colpa di Mosè: anche l’affanno, la
fatica ininterrotta, sono un peccato contro Dio.
Questi ha appena liberato il suo popolo dalla
Schiavitù, ed ecco che Mosè si fa di nuovo schiavo del lavoro! Mose non celebra Dio per la grande liberazione. Trasgredisce, in un certo senso, il
quarto comandamento, quello del riposo; cambia
una schiavitù con un’altra: il lavoro imposto con
un .servizio ed un impegno senza soste.
Nel Nuovo Testamento Gesù invita varie volte
i suoi discepoli a fermarsi e à riposare. « Venitevene ora in disparte, in luogo solitario, e riposatevi Un po’ » dice loro, prima dell’episodio della
moltiplicazione dei pani (Marco 6: 31). Egli sa
che questi momenti di riposo, di ritiro dalla folla,
di preghiera e riflessione sono importanti per risiorctre l’anima, e poter poi di nuovo testimoniare
l’evangelo. Giovanni Calvino scriveva: « Dobbiamo
riposare, affinché Dio lavori in noi...».
Voi direte: ma com’è possibile per una persona impegnata, per una chiesa che vuole manifestare e testimoniare la propria fede, riposare e
andare in vacanza?
Jethro dà un consiglio a suo genero: delega il
tuo lavoro, rendi gli altri partecipi dei tuoi doveri ed impegni, condividi le tue responsabilità,
insegna agli altri gli ordini e le leggi e mostra
loro per quale via hanno da camminare.
Gesù stesso comanda ai suoi discepoli di far
accomodare la folla affamata sulTerba verde e di
dividere i pani e i pesci che ci sono. Gesù cioè
fa_ condividere, sotto gli occhi increduli dei suoi
discepoli, il ristoro e il riposo.
Anche questa è sequela di Gesù; anche questo
appartiene alla sua comunità: la capacità di condividere le responsabilità e i doveri, per sgravare
coloro che più sono legati nella conduzione delle
comunità, delle chiese, della diaconia...
Il riposo, il ristoro, la ricreazione ci sono offerti da Dio e da Gesù; sono una parte della nuova umanità che Iddio vuole creare nelle sue comunità.
Susanne Labsch
volere di Dio). O forse perché il
protestantesimo non sa più vivere con sufficiente dinamismo
la Sua vera ragion d'essere: la
giustificazione per grazia mediante la fede (che ricorda, ogni
giorno, al credente che la sua
salvezza non dipende dall’azione umana ma unicamente da
Dio). O forse perché il protestantesimo, in questi ultimi tempi, è un po’ troppo affondato
nelle sabbie mobili dell’ecumenismo. O forse ancora pei'ché il
protestantesimo non ha mai avuto il coraggio di accettare se stesso per quello che veramente è:
una minoranza.
« Si tratta — dice in sostanza
Bauberot — di una minoranza
che, attraverso i secoli, ha saputo integrarsi nella società dalla quale, peraltro, non è mai stata completamente assimilata.
Sicché il protestantesimo attuale può oggi aiutare, come un fratello maggiore, le nuove minoranze che si affacciano sulla scena sociale ». E tra queste c’è ormai anche il cattolicesimo. Nominalmente esso è ancora maggioritario, ma il cattolico che frequenta e vive la vita ecclesiale
è ridotto al 14% e le regole di
comportamento morale oggi, in
Francia, non sono più dettate
da Roma.
Miegge ha riletto alcuni passaggi di una lettera di Henri Arnaud in cui sostiene che nell’impresa coronata da successo dei
valdesi che rientrarono nelle loro valli « senza soldi e senza capi » si riflette la gloria di Dio.
Quello di Arnaud è un esempio
di fede neH'azione di Dio che
compie cose grandi nella storia
umana usando strumenti minimi. Se c’c Dio c’è anche il capovolgimento dei valori normali: coloro che non contano, ottengono la vittoria. La lunga tradizione, presente nella cultura
europea, che vede la manifestaGiuseppe Platone
(continua a pag. 2)
2
commenti e dibattiti
22 settembre 1989
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
L’ESATTA
TRASCRIZIONE
Signor Direttore,
l’amico Guido Baret solleva, sull'Eco
del 25 agosto, dei quesiti garbatamente provocatori in relazione ai diversi
modi usati dal settimanale per indicare
ciò che in grafia fonetica potremmo
scrivere [pa’twa]. Essi sollecitano infatti il lettore a fare qualche riflessione, sempre salutare, sul mezzo di
comunicazione orale più diffuso nelle
Valli, che non è né l'italiano né il
francese né tanto meno un miscuglio di
questi, come si potrebbe evincere dal
recente li ponte di Salbertrand, di
Giorgio Bouchard, dove l’area in oggetto è detta (p. 10) « di cultura occitanica (cioè mezza italiana e mezza francese) ».
Tornando alla nostra parola, va detto che essa è sì francese, ma è anche occitana: chi dice « eisì noQ pàrlèn patouà » non ha affatto l'impressione 0 l'intenzione di usare una parola francese. Senza addentrarci comunque nella complessa e irrisolta
questione dell’origine e del significato
primo del termine, si potrebbe rispondere, in modo ugualmente un po' provocatorio: chi scrive in francese, usi
patois; chi scrive in occitano, usi
patouà (seguendo le regole ortografiche stabilite da qualche lustro e largamente usate); e chi scrive in italiano usi dialetto, parlata o anche lingua
se crede (è una questione di punti
di vista), aggiungendovi, se occorre,
l’aggettivo occitano, -a (o occitanico,
-a), o usi solo questo con valore sostantivato (o ancora, se preferisce,
provenzale o provenzale alpino): « nelle Valli si parla occitano ».
E' forse superfluo aggiungere che,
fuor di contesto, patois (comunque lo
si scriva) è in ogni caso generico,
non indicando Toccitano più del franco-provenzale 0 delle diverse varietà
di francese regionale. Ad ogni buon
conto, va tenuto presente che dire
(come Si usa fare) che nelle Valli . si
parla patois » (o • patouà ») è come
dire (cosa che non si fa) che nella
pianura adiacente • si parla piémontais » (o • piemontèis »), o che in
Germania • si parla allemand » (o
« deutsch »).
Patuà infine è una sorta di traslitterazione, che lì per lì risolve il problema a chi, non volendo ricorrere
al francese e ignorando d'altra parte
l'ortografia occitana, desidera però conservare il suono delTorigirtale, che
forse considera maggiormente evocatore, Si tratta tuttavia di un uso non
generalizzabile senza inconvenienti, poiché si dovrebbe allora scrivere che
a Parigi si parla « fransé », a Madrid « espagnol » e a Bonn « doic »:
cosa che nessuno, neppure chi scrive
« patuà », penserebbe di suggerire.
Ognuno farà naturalmente propria la
soluzione che gli parrà più idonea, né
10 intendo interferire in questa scelta.
11 mio iauspicio è piuttosto un altro
e cioè che i valligiani che lo parlano
comincino anche a scriverlo il loro
patouà, ora che è possibile; non fosse
altro che nella corrispondenza con amici e parenti, con i quali parlano quotidianamente ed esclusivamente occitano, per poi passare assurdamente
all'italiano (si provi ad immaginare
un comportamento siffatto in un altoatesino) quando prendono la penna.
Arturo Genre, Serre di Maniglia
PRECISAZIONI
SUL BATTESIMO
Caro Direttore,
ho letto con molto piacere i risultati dell'inchiesta di G. Platone sul
significato del battesimo secondo i pareri dei pastori e catecumeni delle
valli (n. 33 del 25 agosto). Non ho
potuto che rallegrarmi, da buon battista ecumenico, nel leggere che il
70% dei pastori ed il 90% dei catecumeni sono decisamente favorevoli al
battesimo dei credenti. Giusta la conclusione di Platone: se queste persone
rimarranno coerenti al loro modo di
pensare attuale, fra qualche lustro le
chiese valdesi delle valli saranno... battiate!
Ma sono letteralmente caduto dalle
nuvole leggendo la frase finale dell'articolo, che riporta le parole di un pastore ohe si autodefinisce barthiano
(sic!): « Sui battesimo occorre avviare
un confronto ecumenico sia verso il
fronte cattolico che verso il fronte
battista, entrambi viziati di sacramentai ismo ».
Si suppone che i barthiani siano
persone teologicamente serie e immagino pertanto che l'innominato pastore
abbia ampia documentazione di quanto
afferma. Per quel che mi concerne, pur
avendo conosciuto, nel mio lungo peregrinare, battisti di ogni genere, dall'Europa all'America, daH'Africa all'Estremo Oriente, non mi è mai stato
dato d'incontrare battisti che dessero
un valore sacramentale (nel senso cattolico) al battesimo. Se mai, il contrario è vero: presso molti battisti c'è
la tendenza a riconoscere nel battesimo unicamente una confessione di fede, resa con un segno visibile, anziché con voci udibili. Fra i battisti
italiani, poi, il rifiuto di ogni sacramentalismo di tipo cattolico è sempre
Tre iniziative
Storia della fede
(segue da pag. 1)
zione della giustizia di Dio nella
vittoria dei deboli sui forti affonda le proprie radici nella teologia degli antichi greci. La storia umana diventa così il faticoso emergere della libertà contro
il dispotismo. Ma, su questo punto, nel messaggio biblico troviamo qualcosa di più; Dio libera
in vista di qualcosa di nuovo,
in vista di una missione universale. La fede cristiana non può
esaurirsi nella concezione romantica che vede la storia come storia di libertà.
La fede è sì impegno di liberazione ma è anche confrontarsi, discutere, saper prendere le
distanze dal come questa fede,
ieri, è stata capita e vissuta.
« La fede — dice Miegge — può
essere soltanto storia della fede e la Scrittura è la storia dei
mutamenti di Dio nei confronti
de! suo popolo ».
Certo né Bauberot né Miegge
possono rispondere alle domande: « Qual è oggi il futuro del
prf'testantesimo in Europa? »,
oppure « Nella storia della fede
dov’è possibile riconoscere, con
certezza, l’azione di Dio? ». Ma
non abbiamo bisogno di risposte preconfezionate né di sem
plifìcazioni. Bauberot e Miegge
ci hanno ricordato che la fede
è una ricerca il cui motore è la
speranza. E ci hanno anche indirettamente ricordato che c’è
un protestantesimo latino che
ha molto da dire e ancor più da
fare per mettere a confronto le
proprie diversità, pur su una base teologica comune. In comune c'è anche un altro dato: il
desiderio di percorrere individualmente, pensando con la propria testa, il cammino di fede.
Diciamocelo chiaramente: il
protestantesimo è anche individualismo. E’ volontà dichiarata
di vivere personalmente in presa diretta (senza mediazioni terrestri o celesti) il rapporto con
Dio. insieme alle sfide che scaturiscono dalla sua Parola.
E la coerenza raggiunta tra il
credere e l’agire non può mai
diventare una carta di credito
nei confronti di Dio. Tnsomma
la fede dei « beati possidentes »
conduce in un vicolo cicco. La
fede come ricerca e confronto
apre al dialogo e alle novità che
Dio pone sul nostro cammino al
di là dei nostri calcoli personali. Protestantesimo è essere disponibili all’avventura della fede in Cristo.
Giuseppe Platone
stato netto e categorico. Mi stupisco
che a dieci anni dall'inizio felice del
BMV esistano ancora equivoci di questo genere fra noi.
Approfitto di avere la penna in mano
per demoiire un’aittia » leggenda » che
ancora sussiste e che traspare dalle
risposte dei primi due pastori interpellati e cioè che il battesimo dei credenti accentuerebbe troppo ia realtà
della risposta deH'uomo a scapito dell'annunzio della grazia di Dio. Nessun
battista pensa così. Chiedo scusa se
mi cito: « Il battesimo dei credenti —
pur esigendo la fede dell'uomo — non
mette in secondo piano la grazia di
Dio, che precede sempre ogni decisione umana, li battesimo è sempre
l’effetto dell'azione rivelatrice di Dio,
ma neiio stesso tempo è l'atto della
libera decisione deli’uomo, resa possibile dall'azione di Dio in Cristo e nelia vita del credente » (P.B.: « Perché
siamo evangelici e battisti », pag. 36).
Ringrazio per i'ospitalità e saluto
fraternamente.
Piero Bensi, Firenze
L’INFORMAZIONE
SUL CENTENARIO
Caro Direttore,
le affermazioni inverosimili sul significato della visita dei presidente
Cossiga alle valli sono cominciate con
un articolo su « La Stampa » del 12 o 13
agosto che, pur prendendo notizie dalla intervista che ii nostro giornale mi
ha fatto prima del Sinodo (11,8), faceva
dire all'intervistatore G. Platone cose
mai dette, debitamente virgolettate, sul
riconoscimento che ci avrebbe tributato Cossiga con la sua venuta alle valli. Questo cliché si è ripetuto con gli
esempi citati da Gustavo Malan (n. 36
del 15.9) e in altri. Evidentemente per
i giornalisti che hanno seguito con
simpatia, ma spesso provenendo da
grandissima distanza culturaie, il centenario del Rimpatrio, il riconoscimento — 0 addirittura la « legittimazione »! — conferito dal presidente
Cossiga ai valdesi era, in buona
fede, ii massimo significato positivo
pensabile della visita del presidente
della Repubblica. In realtà, che io
sappia, l'unico accenno ad un « riconoscimento » da parte di Cossiga l'ha
fatto G. Tourn il 3 settembre, ma si
riferiva non già all’esistenza dei vaidesi bensì al Convegno storico internazionale organizzato dalla Società
di studi valdesi, a cui il presidente
Cossiga aveva accettato di dare il
proprio alto patronato.
Il senso dell’invito rivolto a Cossiga
emerge dali'intervista citata e dai discorsi rivolti al presidente da G. Tourn,
P. Ribet e da me, riportati integralmente nel numero dell'8.9. E’ ovvio
che affermazioni, virgolettate fin che
si vuole, riportate dai giornalisti che
dicono altro o contraddicono la linea
chiaramente espressa, costituiscono
tentativi di interpretazione talvolta fuorvianti dei giornalisti.
Per chiunque è parte dell'ambiente
valdese è tuttavia certamente chiara
(spero!) l'impossibilità che un moderatore valdese faccia derivare la legittimità della presenza nel paese di una
Chiesa ii cui ordinamento è più antico
di quello dello Stato italiano da una
visita presidenziale che poteva aver
luogo, ma poteva anche esser rifiutata!
Per chi è all'esterno del nostro ambiente, le imprecisioni e interpretazioni errate sono invece un dettaglio negativo, che tuttavia non compromette,
secondo me, il dato positivo di una
larga informazione sulla nostra realtà,
particolarmente ampia in quest’anno
del centenario. Tutto questo è immagine e non contenuto di annuncio
evangelico (salvo il culto in eurovisione del 3.9, che basterebbe da solo
a giustificare il grande sforzo compiuto per il centenario). Ma è poten.ziale aggancio per .andare al di là di
questo livello negli incontri che facciamo ogni giorno e in cui notiamo
curiosità e interesse.
Cordialmente.
Franco Giampiccoli, Roma
Nuovo indirizzo
Il past. Agostino Garufi comunica il
suo nuovo indirizzo: via dei Mille 4,
tei. 030/55109, 25122 Brescia.
Pubblicliiamo qui di seguito l’elenco dei doni pervenuti nei mesi
di luglio e agosto. Ricordiamo ai
lettori che attualmente le destinazioni del Pondo sono tre :
— Per il centro agricolo e socio-sanitario di Nyengo, Zambia
(Africa). Si tratta, come già illustrato, di un centro articolato in
più settori comprendente, oltre
all’assistenza spirituale, una presenza medica ed aiuti tecnici sia
per quanto riguarda le coltivazioni per un’adeguata autosufficienza alimentare, sia per scavo di
pozzi e di un canale percorribile
con un’imbarcazione. Attualmente in cassa vi sono L. 3 milioni
circa.
— A favore dell’appello delle
chiese evangeliche della Giamaica che hanno riportato gravi
danni a seguito di un tifone: in
modo particolare, ci è giunta la
pressante richiesta d’aiuto (a suo
tempo pubblicata) per i danni
che ha subito la Facoltà di teologia, che prepara tutti i pastori
evangelici della Giamaica. Attualmente disponiamo di poco
più di due milioni di lire. Precisiamo che questa raccolta terminerà a fine ottobre ed invitiamo pertanto le persone interessate a far pervenire con urgenza e
generosità le loro offerte in modo da poter dare a questi fratelli una prova tangibile — ed anche
di una certa consistenza — di solidarietà e di compartecipazione.
— Infine, il nostro Fondo è anche aperto alla raccolta di doni
per aiutare la Chiesa presbiteriana del Mozambico ( ricordiamo per inciso che si tratta di
uno dei sette paesi più poveri
del mondo) nel suo lavoro sia
presso i rifugiati che fuggono
dalla guerra finanziata dal Sud
Africa, sia per l’apertura di un
centro di assistenza per ragazze
madri. Al momento abbiamo ricevuto L. 1 milione 700 mila circa.
Come si noterà dal conteggio,
è stato disposto un accredito di
L. 3 milioni 50 mila a favore della missione evangelica svedese
contro la carestia in Eritrea,
somma che ci era stata specificatamente inviata a questo scopo.
Concludendo queste informazioni precisiamo che, fra le offerte pervenuteci, ve n’è una di
L. 500 mila per Villa Olanda,
avente come mittente la sigla
E.M.A.G. di Torre Pellice. Questa
somma, che abbiamo provveduto
a reinoltrare al conto corr. postale di detta Casa, non viene qui
contabilizzata. Con l’occasione,
preghiamo vivamente coloro che
desiderano inviare offerte al di
fuori delle destinazioni del Fondo di farlo utilizzando direttamente i c.c.p. delle opere o delle
iniziative destinatarie. Si semplificherà così il nostro lavoro e si
eviteranno soprattutto ritardi e
perdite di valuta. Grazie.
Roberto Peyrot
Elenco offerte pervenute in luglio-agosto 1989;
L. 1.000.000: Sara e Sauro Gottardi.
L. 100.000: Gabriella Grillo; Olindo
Bufalo; Delia Fontana; Stefano Buffa e
Agrippina Carcò; Febe Mollica; Mirella e Ernesto Bein; Renata Pons.
L. 60.000: Stefano Costa.
L. 50.000: Sauro Gottardi; Ruggero
Henking; Luigia Vicenzini, Catterina
Poèt Passarelli.
L. 40.000: Eugenia Melchiori Peyronel.
L. 30.000: Alessangela Vicenzini; Daniele Busetto: Stefano Alberto Rostan;
Erma Giolitto Barberis.
Totale L. 2.120.000; Totale precedente L. 7.899.359; In cassa L. 10.019.359.
Inviate L. 3.050.000 ancora pervenute
« Contro la carestia in Eritrea ».
Restano in cassa L. 6.969.359.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore; Giorgio Gardioi
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Plervaldo
Rostan
Comitato di redazione: Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Chiarini, Rosanna Ciappa Nitti, Gino
Conte, Piera Egidi, Claudio Martelli. Emmanuele Paschetto, Roberto
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Consiglio di amministrazione; Costante Costantino (presidente), Adriano
Longo (vicepresidente). Paolo Gay, Giorgio Gardioi, Franco Rivolra (membri)
Registro nazionale della stampa; n. 00961 voi. 10 foglio 481
Il n. 36/89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino e a quelli delle
valli valdesi il 14 settembre 1989.
Hanno ccllaborato a questo numero: Maria Luisa Barberis, Carla Beux,
Archimede Bertolino, Aldo Comba, Ivana Costabel, Giorgina Giacone,
Luigi Marchetti, Aldo Rutigllano, Renzo Turinetto, Liliana Viglielmo.
3
22 settembre 1989
vita delle cliìese
UNA TESTIMONIANZA CORAGGIOSA
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Suor Mélanie Cardon Cambio pastorale
Il lavoro di assistenza a San Germano, Torre Pellice e San Giovanni
- Accolse e nascose feriti, malati e quanti si trovavano in pericolo
Suor Mélanie Cardón è mancata la sera del 10 settembre
presso la Casa delle diaconesse
di Torre Pellice, dopo un lungo
periodo di infermità. Era nata
92 anni fa a Prarostino e fin da
giovane aveva sentito la vocazione per un totale servizio al Si
gnore e lo spirito di dedizione
e di consacrazione che ne derivò contraddistinse tutta la sua
viia fino alla fine.
Consacrata diaconessa valdese
nel 1923 (dopo un periodo di noviziato di tre anni a Milano e
a Torino) fu inviata all’Asilo dei
vpcchi di San Germano e infine
all’ospedale di Torre Pellice, che
servì per ben 24 anni (dal 1928
al 1952). Specie negli anni difficili della guerra suor Mélanie
seppe esprimere doti di grande
coraggio e di grande energia,
avendo come obiettivo non tanto
la salvaguardia della propria incolumità (più volte messa in gioco in situazioni gravi e pericolose), ma la tutela degli ammalati o dei feriti, di cui aveva la responsabilità, e di tutti coloro che
avevano bisogno di aiuto e di
soccorso.
L’ospedale di Torre Pellice diventò un punto di riferimento
importante. I partigiani, con linguaggio cifrato, lo avevano soprannominato « la lampa » (il
buco, il nascondiglio). Vi trovarono infatti rifugio ebrei, partigiani, ricercati politici, evasi dalle prigioni nazifasciste. Partigiani feriti e controllati dai tedeschi prolungavano oltre ogni limite il periodo della loro degenza (con corretta documentazione sanitaria!) fino al momento in cui erano in grado di mettersi in salvo. Ed erano questi
i momenti di maggior rischio per
la coraggiosa direttrice, che non
temeva di assumersi queste e
altre responsabilità pur di salvare coloro che erano in pericolo e i feriti e i malati che le
erano affidati, anche soldati tedeschi.
Terminata la guerra e dopo
aver ancora diretto Tospedale
per alcuni anni, fu destinata a
Milano come suora visitante (i
servizi domiciliari non sono l’invenzione della nostra generazione!) dal '52 al ’56. E infine dal
’56 al ’67 diresse l’Asilo valdese
di San Giovanni.
Una grave infermità la indusse a ritirarsi presso la Casa delle diaconesse. Essa però non accettò mai di essere « in emeritazione » e presso la Casa lavorò
con quella energia che aveva contraddistinto la sua vita finché
le forze glielo permisero. Rivolgiamo alla sua memoria un saluto riconoscente. Ma siamo grati soprattutto al Signore di aver
dato per tanti anni suor Mélanie alla nostra Chiesa e alle nostre opere. Essa lascia una testimonianza di fedeltà, di coraggio, di dedizione piena al servizio dei fratelli che attende di
essere raccolta e continuata, sia
pur in modi e forme diverse,
ma con lo stes.so spirito di servizio e consacrazione.
Alberto Taccia
PRAMOLLO — La nostra chiesa sta vivendo il momento del
cambio di pastore. Il past. Thomas Noflke ha tenuto il suo ultimo culto, come conduttore della
chiesa, il 17 settembre, mentre il
nuovo pastore, Ruben Vinti, proveniente dalla chiesa di Villa San
Sebastiano, sarà insediato domenica 1° ottobre.
Il past. Noflke dal 1° ottobre
avrà la cura pastorale della chiesa di Villar Perosa, rimanendo
così nel circuito e nel distretto.
• Il culto di domenica 24 settembre sarà presieduto da Eric
Noflke.
Auguri
SAN SECONDO — Renzo
Chialvo, membro e organista della nostra comunità, ha brillantemente conseguito il diploma in
pianoforte alla Sezione staccata
di Cuneo del Conservatorio statale di Torino.
Ci rallegriamo vivamente con
lui e augurandogli un buon successo contiamo sempre sulla sua
buona collaborazione e non solo
a livello locale.
Ripresa
PERRERO-MANIGLIA — Si
sono sposati a Perrero Laura
Ghigo e Renzo Tron. Alla giovane coppia che si è stabilita a S.
Martino i nostri fraterni auguri.
Il «jeûne genevois»
GINEVRA — L’antico « jeûne
genevois» (ossia «digiuno ginevrino») si celebra tutti gli anni
nel cantone di Ginevra il secondo giovedì di settembre. La tradizione vuole che sia una giornata
non lavorativa «d’umiliazione e
di ringraziamento ».
Da un paio d’anni in quel giorno si tiene il Raduno protestante, con un culto nella cattedrale
di Saint-Pierre. Quest’anno il raduno voleva ricollegarsi da un lato all’assemblea dell’Alleanza riformata mondiale tenutasi in
agosto a Seoul, e d’altro lato al
300' anniversario del Glorioso
Rimpatrio dei valdesi. Per questo motivo è stato chioso al pastore Edmond Perret, Segretario
generale delTAlleanza riformata mondiale, di presiedere la liturgia, e al pastore Aldo Comba
di tenere la predicazione. Alla
parte liturgica e alla distribuzione della Santa Cena hanno partecipato diverse persone, tra cui
Giovedì 21 settembre
□ SETTIMANA
ECUMENICA
PER LA PACE
PINEROLO — Presso ¡I Convento dei
P.p. Cappuccini (v. de Amicis, 1) alle
ore 20.30, si tiene un incontro preparatorio per iniziative nel pinerolese leagte alta 5” edizione delia SEP (16-24
ottobre prossimi).
Sabato 30 settembre
□ CONVEGNO
DEI MONITORI
del 1° CIRCUITO
torre pellice — Alle ore 16,30
presso la Casa Unionista sono convocati i monitori delie Scuole domenicali del I Circuito. Partecipa il past.
C. Pasquet presentando il programma
dell'anno ’89-’90.
la signora Jeanine Palaia per la
comunità valdese di Ginevra.
Il sermone ha ripreso in certa
misura il parallelo, istituito da
Alexis Muston 150 anni fa, tra
l’Israele biblico e i valdesi. In
questo caso il predicatore ha paragonato il Glorioso Rimpatrio
all’esodo di Israele dall’Egitto.
Due imprese disperate, quasi suicide e tuttavia, per grazia di Dio,
riuscite.
L’Antico Testamento spiega
abbondantemente che Israele è
stato liberato dall’Egitto con uno
scopo preciso : quello di « servire l’Eterno ». Anche i valdesi si
chiedono per quale motivo sia
stato loro concesso di sopravvivere in Italia. Nell’800 e fino alla
seconda guerra mondiale la risposta era chiara: siamo qui per
evangelizzare l’Italia.
E oggi?
Oggi, dice il predicatore, la domanda non riguarda solo i valdesi, ma tutti i protestanti europei.
Da che parte stiamo? Dalla parte dei potenti (politici, economici
e religiosi) che vogliono un’Europa alla misura dei loro interessi?
O dalla parte dei poveri, dei poveri d’Europa e dei poveri del
mondo intero?
Il sermone fa riferimento al
fatto che i valdesi sono sopravvissuti soltanto perché quando
erano poveri e quasi distrutti ci
fu chi ebbe solidarietà con loro,
e termina citando le parole che
Edmond Perret aveva detto pochi minuti prima, nella confessione dei peccati, e che aerivano
dalla liturgia di Seoul.
« Per il nostro tacito consenso alla politica di potere e di
dominio; per la nostra complicità con le strutture economiche
che perpetuano o creano l’ingiustìzia... abbi pietà di noi. Signore ! ».
Il culto è terminato con la
Santa Cena a cui hanno partecipato le centinaia di persone
che gremivano la vasta cattedrale ginevrina.
80 anni fa si
ricostruiva
il tempio metodista
BASSIGNANA — Bassignana,
20 km. da Alessandria e 6 dalla
nota e opulenta Valenza degli
orafi e dei preziosi. Era un villaggio squisitamente agricolo, i
pioppi alzavano più numerosi di
ora i tronchi affusolati, correvano i filari della vite, si stendevano i campi di grano e di mais,
ci si alzava di buon’ora per mungere e foraggiare le bestie, le galline aspettavano il pastone, i conigli l’erba. Il panorama del
mondo rurale. Il Tanaro incontrava il Po.
Oggi Bassignana non è quella
di un tempo, così come non sono
quelli di un tempo tanti villaggi
simili a questo. La gente si è trasformata: commercianti, operai,
impiegati, artigiani, solo in pochi
coltivano le vecchie fatiche di
polvere e sudore, la mietitura,
la vendemmia, qualcuno ammazza ancora il maiale. Si gravita su
Milano e Genova più che su Torino. I ragazzi studiano. Si volta
le spalle alla terra.
Ma il Tanaro continua a incontrare il Po, 2 km. fuori paese.
Certo ci sono confluenze di fiumi più celebri, a Koblenz per
esempio, ma bellezza oppure
grandiosità sono spesso vinte da
ricordi e nostalgia, dall’attaccamento, le esperienze e i rimpianti, dalle radici e dall’amore. Sono andato alcune volte sulla pietraia che porta alla confluenza
dei due fiumi attraverso una
strada sterrata e viottoli e sentieri fra gli sterpi; un Capodanno gelido e brumoso; un pomeriggio di vento che tagliava la
pelle ; un mattino già affocato
con l’aria immobile nella calura;
un crepuscolo che illanguidiva
nella sera veloce. Ricordavo le
estati contadine dai nonni, le
esplorazioni della campagna e
dei rigagnoli, il ritorno per merenda, le cascine e l’immancabile
chiesa.
CORRISPONDENZE
L’immancabile chiesa c’è anche
a Bassignana, anzi ce ne sono
due. Perché una è l’ampio e alto
tempio metodista, che chiude il
cortile con casa pastorale ora in
disfacimento, l’antico alloggio del
maestro di scuola e la sottostante sala delle adunanze dalla vecchia scritta un po’ sbiadita. Qui
non si farà la storia della Chiesa metodista di Bassignana. Altri
la potranno scrivere, se interessa
a qualcuno, o meglio se non si
vuol perdere la memoria non
tanto di un edificio ma di una
fede evangelica. Qui si darà qualche semplice cenno di un modesto anniversario: ottanta anni fa
il tempio metodista di Bassignana veniva ricostruito e la comunità ha dedicato all’avvenimento
uno dei suoi culti domenicali, tenuto all’aperto con la Cena del
Signore. L’intento era di incuriosire eventuali passanti, ma già in
altre occasioni la popolazione è
sembrata tetramente refrattaria
a iniziative che non siano la mascherata di Carnevale o la festa
del paese col ballo a palchetto.
Tuttavia siamo stati molto lieti
che il sindaco abbia accettato di
venire al culto con due assessori
e alla fine ci abbia brevemente
salutati.
Oggi la comunità di Bassignana è come tante altre : meno
membri che nel passato, età medio-alta e cosi via. Però ha una
forte presenza ai culti, oltre 30 su
47 iscritti, e negli ultimi due anni ha quasi raddoppiato le contribuzioni. Ma è pur sempre una
delle nostre piccole chiese che a
volte si sentono deluse o dimenticate 0 deboli. Anche per questo
nell’occasione di un 80’ anniversario le parole della Bibbia sono
state il Salmo 124 e 2 Corinzi 12:
« Se il Signore non fosse stato
per noi — diciamolo, gente di
Israele — ci avrebbero inghiottiti... Ringraziamo il Signore che
non ci ha lasciati... La potenza di
Dio manifesta la sua forza proprio quando uno è debole ».
Se a Bassignana il Tanaro incontra sempre il Po, l’augurio e
la speranza sono che la comunità
incontri sempre il suo Dio.
• La corale riprende la sua attività lunedì 25 settembre a Perrero, alle ore 20,30.
• Domenica 1“ ottobre, alle ore
10, culto d’inizio delle attività nql
tempio di Perrero.
Note liete e tristi
POMARETTO — Due nascite
sono venute a portare gioia: Susanna Serre di Silvano e di Norma Rostagno di Inverso Rinasca;
Stefania Peyronel di Claudio e di
Cristina Genre di Pomaretto. Alle neonate un cordiale benvenuto
ed ai rispettivi genitori gli auguri
sinceri della comunità tutta.
• Si sono uniti in matrimonio
Roberto Ribet e Silvia Laydetto,
Dario Tron e Elena Martin. Che
lo Spirito del Signore sia guida
e protezione costante a queste
due coppie e le protegga durante tutta la loro vita. Agli sposi
gli auguri della comunità.
• E’ deceduta presso l’Ospedale valdese di Pomaretto la sorella Enrichetta Peyronel ved. Rossi. Ai familiari nel dolore la simpatia cristiana della comunità.
Assemblea di chiesa
VILLASECCA — Entro dicembre dell’anno in corso la nostra
comunità dovrà procedere all’elezione del nuovo pastore per scaduto quattordicennio di servizio
dell’attuale pastore titolare.
• Domenica 15 ottobre, ore 10,
vi sarà una assemblea di chiesa
non elettiva. All’o.d.g. : relazione
del Concistoro sul cambio pastorale; relazioni sulla Conferenza
distrettuale e Sinodo; varie. E’
fatta vivissima raccomandazione
a tutti di partecipare a questa
assemblea che dovrà prendere
decisioni molto importanti.
• Durante il culto di domenica 17 corr. è stata battezzata
Agnese di Luciana Massel. Sentendosi partecipe della educazione dei figli alla lede, la nostra
comunità rinnova la propria
gioia in Cristo a Luciana ed ai
familiari tutti.
• La comunità rinnova ai familiari la propria simpatia fraterna per la perdita improvvisa
del loro congiunto past. prof.
Jacques Pons.
Culto al Bagnòou
ANGROGNA — Domenica 24
alle 15 si terrà l’ultimo culto della stagione estiva alla Cà d’ia
pais al Bagnòou. Esso sarà presieduto dal pastore Teofilo Pons
di Villar Pellice.
Grazie!
SAN GERMANO — I predicatori che hanno sostituito il pastore durante la sua assenza sono
stati la sorella Ileana Borrel Lanfranco, il fratello Andrea Garrone ed il pastore di Pramollo,
Thom Noffke; ad ognuno di essi
la comunità esprime la sua viva
riconoscenza per la disponibilità
dimostrata e soprattutto per i
messaggi veramente efficaci e
ricchi di spunti per una seria riflessione sul senso della nostra
esistenza.
• Purtroppo dobbiamo registrare una nota triste; un altro
fratello molto stimato e benvoluto dai sangermanesi ci ha lasciato : Roberto Richiardone, per
parecchi anni direttore della
Banda musicale, non è più fra
noi. Alla moglie, ai figli ed ai parenti tutti esprimiamo anche da
queste colonne la nostra più viva
e fraterna simpatia ricordando a
loro ed a noi stessi che « il dono
di Dio è la vita eterna in Cristo
Gesù ».
4
4 prospettive bibliche
22 settembre 1989
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
FEDE E PAZIENZA
Ebrei 6-9-12
Dio non è ingiusto tanto da dimenticare l’amore che avete dimostrato verso di lui con i servizi —
letteralmente: con la diaconia —
che avete messo e mettete in opera
per i credenti.
Ebbene, meno male! Possiamo
pensare guardando a questo gigante diaconale che oggi inauguriamo.
Meno male che Dio non se ne dimentica. dopo la fatica, il lavoro, le
corse, le ansie, che quest'opera ha
comportato e comporta. Già sentiamo una grande gioia e soddisfazione in questo giorno per quanto ci
è stato dato di realizzare; ancora
maggior gioia e soddisfazione sentiamo nel ricevere dal testo biblico
di questo giorno l’assicurazione che
Dio non dimentica questo servizio
per i fratelli, che Dio non dimentica che questa diaconia è messa in
opera come dimostrazione dell’amore che abbiamo per lui e che è espresso nell’amore per i fratelli e
le sorelle che abitano e abiteranno
questa casa. Meno male che Dio non
dimenticai Ma...
Vi sarà pur venuto il sospetto che
non siamo qui oggi soltanto per
congratularci a vicenda per questa
realizzazione, che Dio non dimentica! Dice l’autore di Ebrei: Dio non
è ingiusto da dimenticare... ma desideriamo che ciascuno di voi dimostri lo stesso zelo fino alla fine per
giungere alla pienezza della speranza.
L’attuazione quotidiana
dell’opera diaconale
Fino alla hne. Il problema non è
il passato, è il presente delle realiz
zazioni diaconali. Il problema non
è neppure il grande futuro del Regno, delle promesse, dell’aldilà. Il
problema è il nostro piccolo futuro,
il futuro che ciascuno di noi ha da
qui alla fine. E noi sappiamo come
è temibile il nostro futuro. Sappiamo che è il regno dell’incertezza,
minacciato da ostacoli che possono
diventare insormontabili, dalla malattia, dalla morte. Cosa succederà,
come reagiremo quando ci troveremo davanti a una strada sbarrata,
quando saremo piegati da una malattia, o dovremo affrontare un lutto? Più ci allontaniamo dalla baldanza della gioventù, più sentiamo
che non è per niente scontato che
lo stesso zelo per il Signore che abbiamo finora messo nelle nostre realizzazioni noi lo dimostriamo fino
alla fine.
Ebbene, per stimolare il nostro
Presentiamo il testo della predicazione che il moderatore della Tavola
Valdese past. Franco Giampiccoli ha tenuto domenica 3 settembre a San
Germémo Chisone in occasione delPinaugurazione della Casa dell’anziano. Una giornata importante per tutta la nostra chiesa si è aperta così
nello spirito di quest’antica parola della lettera agli Ebrei riattualizzata
nella riflessione che volentieri proponiamo ai nostri lettori. (red.)
zelo, la nostra dedizione, nel tempo
temibile che ciascuno di noi ha da
qui alla fine, l’autore di Ebrei ci
presenta un alternativa in bianco e
nero, il bene e il male, la vita e la
morte, con l’appello appassionato
a scegliere la vita.
La prima possibilità che sta davanti a noi nel nostro piccolo futuro personale è l'indolenza. Desideriamo che dimostriate lo stesso zelo... affinché non diventiate indolenti.
A prima vista non sembra un gran
male. Ma a pensarci bene è come
una paralisi progressiva che comincia quando uno inizia a porsi la domanda « ma chi me lo fa fare ». L’indolenza è la rinuncia, la dimissione,
è il deterioramento progressivo dell’azione che si accompagna in genere all’indifTerenza, come deterioramento del credere e all’insensibilità,
come deterioramento del sentire.
Non a caso l’autore di Ebrei lancia questo avvertimento. Leggendo
la lettera ci rendiamo conto che i
destinatari erano una generazione
di credenti tra cui comparivano le
avvisaglie di un tempo di rilassamento spirituale. Dopo un tempo di
grande fermezza nella prova — « ricordatevi dei giorni di prima quando, dopo aver creduto, voi sosteneste una così gran lotta di patimenti », (10: 32) — è subentrato un tempo in cui è necessario esortare « a
non abbandonare la nostra comune
adunanza » (10: 25), affermare che
« non siamo di quelli che si tirano
indietro a loro perdizione » (10: 39),
avvertire che quelli che hanno gustato la buona parola di Dio « se cadono, è impossibile rinnovarli da
capo a ravvedimento » (6: 6)-.
Il tempo della fedeltà
nei patimenti
Anche noi abbiamo nel nostro passato il tempo della fedeltà nei patimenti, sia che risaliamo indietro di
molto fino a scomodare il Rimpatrio, sia che più modestamente risaliamo di qualche decennio. E anche
noi già da un po’ riconosciamo le
avvisaglie di un tempo di rilassatezza spirituale e sentiamo come acutamente attuali gli avvertimenti del
l’epistola agli Ebrei. L’indolenza non
sembra un gran pericolo. E invece
per chi la sottovaluta, non la riconosce come pericolo, è la paralisi
progressiva, è l’appiattimento dell’encefalogramma spirituale.
E qual è Valternativa al diventare
indolenti? Non è certo l’attivismo,
il fare frenetico del nostro tempo
che spesso è solo uno schermo che
nasconde il diventare indolenti.
L’alternativa è essere tra quelli « che
per fede e pazienza ereditano le promesse ». Fede e pazienza. Che bel
binomio, che bel motto! In questa
parte del Nuovo Testamento pazienza sta per perseveranza, costanza;
e l’espressione « fede e pazienza »
indica un appello ad una fede perseverante che altrove, in Ebrei, è
espressa anche con altre espressioni,
come « riteniamo fermamente la
professione della nostra fede » (5:
14).
Il significato più profondo
della pazienza
Fede perseverante, certo. Ma non
posso non pensare che la pazienza
nel Nuovo Testamento ha anche un
altro significato.
Ricordate il servitore della parabola? Non può pagare il suo debito
al suo signore e lo implora dicendo:
Ahhi pazienza e ti pagherò. Si appella alla longanimità, alla benevolenza, alla pazienza del signore. Ma
questi, dice la parabola, va ben al
di là della tolleranza, della sopportazione: il signore si commuove e
rimette il debito al servitore. Altrettanto, dice la parabola, non possiamo non fare nei confronti del nostro prossimo, avendo pazienza con
i nostri consimili. Fede e pazienza.
Ecco la grande medicina per il tempo temibile della rilassatezza spirituale' Ricevere personalmente la notizia certa che siamo stati accolti
incondizionatamente dal Signore,
malgrado quello che siamo, e non
con sopportazione e condiscendenza, ma con passione, con commozione, con amore che supera ogni distanza e annulla ogni barriera. Sapere questo nella fede. E vivere qualcosa della stessa accoglienza incondizionata nei rapporti con i nostri
simili, malgrado siano poco amabili,
indisponenti, ingrati, insofferenti, e
non con semplice tolleranza e sopportazione ma con commozione e
cuore grande perché cosi siamo stati accolti. Vivere questo nella pazienza.
Fede e pazienza, vissute con perseveranza. Possiamo sperare di poter vivere questo binomio?
Il nostro testo è pieno di speranza, malgrado il tempo temibile della rilassatezza spirituale. Ci invita
a dimostrare lo stesso zelo fino alla
fine affinché giungiamo alla pienezza della speranza; ci invita a vivere fede e pazienza affinché ereditiamo le promesse.
La nostra speranza,
fondata in Cristo
Non è speranza nelle capacità nostre e altrui di produrre zelo, di
vivere fede e pazienza.
Conosciamo l’incoerenza degli esseri umani, dei credenti, nostra:
sappiamo che cosi spesso il ser\'o
che è stato accolto con pazienza è
spietato verso il suo conservo. Eppure la speranza resta piantata nella nostra vita. Proprio perché non si
basa su di noi, sulle virtù e la buona volontà degli uomini ma su colui che era, che è e che viene, sul
Cristo che è il capostipite di una
nuova umanità, su colui che ha promesso nuovi cieli e nuova terra.
E allora all’opera, fratelli e sorelle, perché la speranza anticipa ciò
che crede. Abbiamo costruito un’opera, anche se ben sappiamo che non
è finita e richiederà ancora molto
sforzo. E allora? Ci siederemo forse nel momento in cui ha da continuare, rinnovata, la diaconia verso
i nostri fratelli e sorelle? Abbiamo
concluso un altro anno di servizio
nella chiesa, nei più diversi ministeri, con nuovi problemi che si aggiungono ai vecchi. Scivoleremo forse poco alla volta nell’indolenza?
All’opera, fratelli e sorelle, per
mostrare al Signore il nostro amore perché egli ci ha amati per primo
e ci ha dato la possibilità di mettere in piedi le opere della nostra diaconia. Fede e pazienza"! Ecco una
divisa, un programma da vivere in
questa casa, così come nella propria
casa, nel luogo di lavoro come nelle attività della chiesa. E ci aiuti il
Signore a dimostrare così lo stesso
zelo di prima, fino alla fine, per giungere al compimento della speranza.
Franco Giampiccoli
5
22 settembre 1989
ecumenismo
SCIENZA E FEDE
Una sfida alla chiesa
Il Comitato centrale del CEC ha stilato un documento sulle biotecnologie e sulle manipolazioni genetiche: una riflessione necessaria
REPUBBLICA DEMOCRATICA TEDESCA
La casa vuota
Le chiese evangeliche di fronte ad una fuga di
massa di cui occorre saper cogliere le ragioni
Come riferito nel n. del 25 agosto, ha avuto luogo a Mosca nel
luglio scorso la seduta del Comitato centrale (C.C.) del Consiglio
ecumenico delle chiese che, fra le varie questioni dibattute, ha anche affrontato i vasti (e continuamente aggiornati) problemi relativi ai temi della biotecnologia e delle manipolazioni genetiche.
C.C., dopo aver esaminato e dibattuto il rapporto preparatorio,
ha redatto un documento che riportiamo qui sotto, come contributo alla riflessione dei singoli e delle Chiese, data l'importanza sempre più determinante che questi argomenti hanno nella vita dell'umanità. Basti infatti pensare alle implicazioni nella situazione alimentare, all inquinamento derivante ed alla massimalizzazione dei
profitti; alle teorie eugenetiche ed ai relativi strumenti di intimidazione e di manipolazione; alle tecniche di procreazione; alle estensioni in campo militare con l'accrescimento dell’efficacia delle armi
biologiche e chimiche contro persone, animali, vegetali...
in un prossimo numero pubblicheremo un altro documento del
CEC, sempre di estrema attualità, relativo ai problemi della salute,
della guarigione e dell'integrità della persona.
Il Consiglio ecumenico delle
chiese, conscio sia dei benefici
e sia dei pericoli dati da numerosi aspetti della biotecnologia,
incoraggia le chiese membro a
prendere le misure più opportune nei loro 'rispettivi paesi per
sensibilizzare la pubblica opinione a questi problemi, e per aiutare governi, scienziati ed imprese ad elaborare adeguati sistemi di controllo e di garanzia.
In particolare:
1) Sollecita la proibizione del
ricorso a tecniche genetiche miranti alla selezione dei sessi e
mette in guardia contro l’uso
che si potrebbe fare sia pure
involontariamente di queste tecniche a scopi sociali.
2Ì Attira Tattenzione su] modo in cui si potrebbero sfruttare — c si sfruttano talora —
le conoscenze che si hanno sul
patrimonio genetico dell’individuo, conoscenze che possono diventare fonte di discriminazione
e di ingiustizia, ad esempio sul
luogo di lavoro, nell’organizzazione sanitaria, nella stipula di
un'assicurazione o nel campo
del l’educazione.
2) Insiste sulla necessità di
svolgere un ministero pastorale
presso le persone che sono poste di fronte a scelte difficili in
materia di procreazione e a decisioni personali e familiari a
motivo delle loro conoscenze genetiche che riguardino sia loro,
sia altre persone.
4) Propone di proibire tutti
gli esperimenti che comportino
la manipolazione genetica della
stirpe umana, e di incoraggiare
la riflessione che si impone sul
piano etico se si vogliono definire per l’avvenire delle linee
direttrici in questo settore; inoltre insiste perché si seguano da
vicino tutti gli esperimenti che
vengono effettuati su cellule somatiche prodotte dalla scienza
genetica, attirando l’attenzione
sull'abuso che si può commettere con le suddette tecniche, e
sulla discriminazione che può
derivarne nei confronti di persone giudicate « imperfette ».
5) Richiede l’interdizione della maternità commercializzata
(parziale o totale) e quella della
vendita di ovuli, di embrioni, di
feti o di parti fetali, di sperma.
Claudiana editrice
RISTAMPE
AMEDEO MOLNAR
STORIA DEI VALDESI (1° volume)
Dalle origini aH’adesione alla Riforma
(con aggiornamento bibliografico)
pp. 370 -I- 56 pagine di ill.ni f.t., L. 38.000
AUGUSTO ARMANO HUGON
STORIA DEI VALDESI (2° volume)
Dal Sinodo di Chanforan al 1848
pp. 238 -I- 36 pagine di ill.ni f.t., L. 32.
.000
BRUNO CORSANI
ESEGESI
Come interpretare un testo biblico
pp. 142, L. 8.500
2“ edizione riveduta e corretta
ENRICO BOSIO
LE EPISTOLE DI PAOLO Al ROMANI I E II CORINZI
Commentario esegetico pratico
del Nuovo Testamento
(Reprint dell’edizione 1930-32)
pp. 550, L. 38.000
Della serie di commentari Stewart/Bosio/Luzzi sono già
usciti L’Evangelo secondo Giovanni, L’Evangelo secondo Luca,
L’Evangelo secondo Matteo e Marco, Fatti degli Apostoli.
FONDATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689804
C.CI.A. n. 274.482 - C.C.P. 20780102 - cod. fìsc. 00601900012
6) Consiglia i governi di proibire la ricerca sugli embrioni e
di fissare rigorosamente le condizioni di quelle eccezioni che
siano state stabilite.
7) Incoraggia le chiese membro ed altri gruppi a seguire da
vicino gli effetti che i nuovi progressi realizzati nel campo della
precreazione possono avere sulle famiglie e sulle donne in particolare, ed a creare un ministero pastorale che consigli le persone poste dinnanzi ai suddetti
problemi ed in modo particolare coloro che ricorrono a queste tecniche liberamente o dietro qualche pressione.
8) Ritiene che nuove specie
animali non dovrebbero essere
brevettate e chiede che si studino dettagliatamente le profonde ripercussioni che la protezione mediante brevetti, di nuove
forme di vita potrebbe avere sul
piano morale e sociale.
9) Chiede fermamente che si
adottino rapidamente delle rigide regole a avello internazionale destinate a controllare la messa in circolazione, ai fini ecologici. di organismi creati dalla
scienza genetica.
10) Lancia un appello alle nazioni di tutto il mondo a rinunciare totalmente all’utilizzazione
di tecniche genetiche nel quadro di qualsiasi programma di
ricerca sulle armi biologiche e
chimiche, ed a indire nuove riunioni su queste armi allo scopo
di stabilire nuovi ed efficaci protocolli che interdicano la loro
messa a punto, la loro produzione ed il loro impiego.
11) Decide di organizzare delle consultazioni con organizzazioni intemazionali, organizzazioni non governative, con scienziati e rappresentanti dei paesi
del Terzo Mondo affinché studino, con le chiese e con altri,
l’evoluzione politica della biotecnologia e le sue ripercussioni
sulla giustizia nel mondo e che
elaborino delle proposte miranti
a trarne il massimo beneficio
verso i più bisognosi.
(a cura di Roberto Peyrot)
Le chiese evangeliche della Repubblica Democratica Tedesca
sono fortemente preoccupate per
le proporzioni che ha assunto la
fuga in massa, soprattutto di giovani, verso i paesi occidentali e
s’interrogano sulle cause di quello che, impropriamente, viene
chiamato esodo, e sulle conseguenze che esso comporterà sul
piano interno ed esterno. Le autorità ecclesiastiche, come per
esempio il sovrintendente generale di Berlino Est, Giinter Krusche, o il presidente del concistoro di Berlino - Brandeburgo,
Manfred Stolpe, si sono attivamente adoperate perché i profughi avessero a soffrire il meno
possibile e si giungesse ad una
soluzione umanitaria dell’intera
vicenda.
Ma rimane difficile, per loro
come per gli altri, capire appieno
le cause di questo vasto fenomeno che ha caratteristiche di una
psicosi di massa. Sulla stampa
sono stati espressi giudizi duri:
si è accusato l’occidente di aver
contrabbandato un’immagine del
proprio benessere non corrispondente alla realtà, ma sufficiente a
sedurre la gioventù; si è accusato quest’ultima di essere priva
di qualsiasi ideale, non riuscendo
a capire come sia possibile rompere tutti i legami sociali e familiari per inseguire la chimera
di un ipotetico benessere materiale. C’è chi, come lo scrittore
Stefan Heym, ha qualificato i profughi come « piccolo borghesi,
con una idea assai primitiva della democrazia».
Contributo critico
ma costruttivo
Bisogna riconoscere che la chiesa evangelica nella RDT, pur avendo all’interno della società un
peso specifico simile a quello della chiesa cattolica in Polonia, ha
cercato di dare un contributo critico, ma costruttivo, per Tediflcazione della società socialista; un
po’ nella linea, tanto per inten
MOVIMENTO CRISTIANO STUDENTI
Buon compleanno!
L’organismo giovanile internazionale ha festeggiato, presso Birmingham, i suoi cent'anni
Il «Movimento cristiano studenti » compie 100 anni. A spegnere le simboliche candeline
dall’Italia siamo partiti in sei:
Alessandro e Valerio Scalora della Chiesa battista, Sara Medicina,
cattolica, Francesca Quartino ed
Ezio Sagripanti, valdesi e Barbara Grill, metodista.
Il convegno, tenutosi dal 1“ al
9 agosto nel college della Facoltà
di teologia della Chiesa episcopale a Sally-Oak - Birmingham, è
stato particolarmente interessante, caratterizzato da vari momenti di riflessione biblica e di
attualità.
Abbiamo preferito seguire i
gruppi di lavoro improntati sui
problemi del razzismo, neonazismo e sulla situazione dell’America Latina e della Palestina.
Le giornate ben scandite dalle
varie meditazioni e dalle pause
per il tè sono state organizzate
con efficenza sorprendente per
noi italiani : le relazioni condotte
da teologi, giornalisti e sacerdoti sono sempre state discusse ed
analizzate nei gruppi di lavoro
nonostante lo spessore dei problemi e le difficoltà di comunicazione dovute alla molteciplità
delle nazioni rappresentate.
La domenica le confessioni
presenti all’incontro hanno tenuto i rispettivi culti in sedi diverse
dando ai campisti l’opportunità
di seguire la predicazione della
Parola con modalità diverse dalla propria.
Momento estremamente pregnante è stato il culto ecumenico durante il quale la lingua inglese è stata per un momento
messa da parte ed ogni nazione
ha potuto elevare una preghiera
nella propria lingua rendendo testimonianza al comune Signore.
Sempre coinvolgente rincontro
di più culture e diverse razze ma
la sede geografica del convegno
aveva un’unico neo : la cucina inglese ! Ad un pranzo « semiclandestino » a base di spaghetti erano infatti presenti, oltre a noi
italiani, inglesi, francesi, portoricani e spagnoli.
Barbara Grill
Ezio Sagripanti
derci, di Geremia 29, rifiutandosi di demonizzare lo stato, come
avviene per esempio in Apocalisse 13. In questo senso era stata
sensibile al disagio crescente dei
più giovani. Nell’aprile scorso a
Dresda, al termine di un grande
incontro ecumenico preparatorio per Basilea, le 19 chiese cristiane della RDT avevano votato
un documento nel quale, fra l’altro, rivolgendosi alle autorità politiche, chiedevano « un dialogo
globale sulla nostra società, nel
quale si affrontino in modo aperto i principali nodi per poter insieme assumere le decisioni necessarie e compiere i passi dovuti... ». Non sappiamo quale accoglienza abbia effettivamente avuto questa richiesta, di cui tutti
possono oggi valutare l’urgenza
e drammaticità.
Un miglioramento
materiale
E’ Stato anche notato che in
questi ultimi anni la situazione
materiale è notevolmente migliorata: nel paese non esiste disoccupazione, le giovani coppie riescono ad avere quasi subito una
casa dignitosa per la quale pagano un affitto irrisorio (15-20 mila lire al mese ! ), i trasporti pubblici sono quasi gratuiti (10 lire
per corsa ! ) e funzionano ; per
contro thè, caffè, cioccolato sono molto cari perché considerati
generi di lusso. Insomma, l’essenziale c’è. Perché dunque fuggire?
Forse perché, come ha osservato
Stolpe, « l’appartenere ad una
società non consiste solo nella
liberazione dai bisogni materiali,
ma anche neH’esperienza concreta di essere un pezzo di una comunità e nel sentirsi pienamente
accolto in essa ».
Cosa succederà ora? Chi può
dirlo? L’augurio è che questa crisi sfoci in qualcosa di nuovo e
positivo per la RDT e per l’Europa intera, la casa comune nella
quale, come è stato detto, non
vi debbono essere fili spinati. Ma
questo sarà a lunga scadenza ;
nell’immediato è probabile che le
cose nella RDT diventino più difficili.
Più che azzardare delle ipotesi
preferirei comunicare una sensazione attraverso un’immagine.
Un paio di anni fa trascorsi alcuni giorni in una cittadina della
RDT, ospite di un collega pastore. Abitava in periferia e per andarci prendevo un autobus. Scendevo al capolinea, una piazzetta
molto graziosa: un’aiuola con alcuni ippocastani, un’osteria, alcune case, come può essere in alcuni villaggi delle Valli. Nell’autobus l’autista discuteva spesso
di calcio con i passeggeri (sapeva tutto sulla Juventus!). Vicino
alla piazza c’era una villetta a
due piani in uno stato desolante
di abbandono. Un giorno chiesi
come mai. I miei ospiti abbassando gli occhi, come vergognandosi, mi risposero che era appartenuta ad uno, scappato anni prima in occidente. Ora era dello
stato. Mi colse una sensazione
penosa; qualcuno aveva finito di
lottare, di credere, di sperare. Altri, invece, avevano aeciso di restare, accettando di confrontarsi
ogni giorno con questo segno di
sconfitta.
Penso alle case ora vuote delle
migliaia di profughi di questi
giorni: segno di accusa nei confronti di un regime che non ha
saputo o voluto rinnovarsi, ascoltare, segno dell’abbandono della
speranza di chi non ce l’ha più
fatta. La tragedia del popolo tedesco continua ancora oggi.
Luciano Deodato
6
valli valdesi
22 settembre 1989
LUSERNA SAN GIOVANNI
Lo
straniero
Ufflcialmente gli stranieri in
provincia di Torino sono 19.812,
ma gli irregolari sono molti di
più. Nelle nostre vallate gli stranieri saranno qualche centinaio.
Ma cosa si fa per loro? A porre il problema è stata la Comunità di base di Pinerolo, che —
insieme con l’ARCI e il comune
— ha organizzato, la settimana
scorsa, una « festa dello straniero ». Vi hanno preso parte numerosissimi giovani e qualche
politico locale.
Tutti hanno potuto prendere
visione del razzismo esistente
nella città e documentato in un
<■ libro verde » predisposto dalla
Comunità di base e pubblicato
dal Comune, ed hanno appreso
dalla viva voce dei rappresentanti degli stranieri le difficili condizioni in cui sono costretti a
vivere.
L'obiettivo politico della manifestazione era quello di costruire una città accogliente, multirazziale e multiculturale, ma ci
sono molte difficoltà per realizzare l’obiettivo. Nella stessa
giunta comunale — ha detto l’assessore alla cultura Drago — ci
sono resistenze ed incomprensioni del fenomeno, ma l'iniziativa
proseguirà.
Le rivendicazioni degli stranieri sono quelle di poter avere
una casa, poter accedere ai servizi sociali e sanitari, alle mense, avere corsi di lingua, avere
diritto alla formazione professionale.
Tutte queste cose sono fatte
oggi, a Pinerolo, da volontari. Ci
sono volontari per l'alfabetizzazione in italiano, per la mensa
due volte la settimana, per le
cure mediche.
Qualche notizia positiva è stata data. Dal prossimo ottobre
gli stranieri potranno partecipare ai corsi delle 150 ore. Ma,
per ora, niente ufficio stranieri
in comune, niente assistenza sanitaria — se non quella urgente
— nelle strutture pubbliche della USSL per gli stranieri irregolari.
Si dice che questo non è possibile un po' per ristrettezze finanziarie, un po’ per una legislazione inadeguata. Niente vieta però che il comune, per questi servizi, si avvalga di convenzioni con associazioni e cooperative sensibili a questo problema, come è già successo a Torino con la convenzione tra quel
comune e il SERMIG. Basta un
po’ di coraggio politico e le cose si possono fare.
Il Consiglio comunale ha anche protestato contro l’atteggiamento dei carabinieri che in pieno centro città avevano perquisito, quasi spogliandolo, un ambulante nero. Una delegazione di
consilieri, ass. Drago (FRI), consilieri Covato (PCI) e Griso (DP),
ha ricordato al comandante C.C.
la necessità di rispettare in ogni
caso la dignità umana.
E’, quello di Pinerolo, un piccolo segnale di ripresa di una
solidarietà che questa città ha
sempre avuto nei confronti di
chi lotta per la propria indipendenza nazionale e che ora si trova ad affroritarc lo stesso problema all’interno della vita sociale delle città. Nel frattempo
l’ARCI invita i cittadini a firmare la proposta di legge di iniziativa [popolare per i diritti degli
stranieri. Lo si può fare in comune, presso la Segreteria generale.
Giorgio Gardiol
La Costituzione? Rosario
di buone intenzioni
Viabilità, spettacoli viaggianti, istruzione e attività per i minori
nel lungo ordine del giorno - Asili nido e problemi delie convenzioni
In breve
Consiglio comunale senza fine
quello svoltosi giovedì scorso a
Luserna, né poteva essere diversamente visti i 52 argomenti posti all’ordine del giorno...
R sul metodo di convocare raramente gli amministratori, salvo impegnarli in discussioni che
di fronte ad un numero così elevato di argomenti non possono
che essere superficiali, i rappresentanti dell’opnosizione comunisla hanno riuetutamente sollevato riserve. Oltretutto, complice il periodo ancora semifestivo, la maggioranza non è stata
in grado di garantire il numero
legale dei consiglieri presenti, fidando in questo nella presenza
del PCI e degli indipendenti.
Nelle Sue repliche il sindaco
ha precisato non esserci nessun
intento prevaricatore da parte
della maggioranza; sta di fatto
che la stessa collocazione in apertura di una lista di 30 delibere di giunta da ratificare (operazione su cui, al di là di una
opposizione formale, non è possibile intervenire nel merito) non
è parsa un incentivo alla discussione.
Ma vediamo alcuni degli argomenti su cui invece gli amministratori si sono confrontati.
Sono state assunte decisioni
importanti rispetto alla viabilità
(entro poche settimane dovrebbe essere asfaltata la strada degli Stalliat) ed ai parcheggi (si
creerà un’area adatta sia alla
sosta dei veicoli, sia ad ospitare
gli spettacoli viaggianti, liberando così la piazza principale del
paese).
Diversi punti in esame riguardavano poi l’istruzione scolastica o attività per minori.
Mentre da anni si parla della
possibilità di dar vita ad un asilo nido intercomunale, viene di
anno in anno rinnovata l’esperienza di quello intercomunale
di Torre Pellice, a cui si possono iscrivere anche quelli di
Luserna. Cambierà quest’anno il
regime tariffario, nel senso che
le famiglie pagheranno una quota fissa per l’iscrizione ed una
seconda rata in base alle effettive presenze.
I consiglieri sono stati poi chiamati ad approvare l’attività del1’« estate ragazzi », un’attività
che nello scorso anno aveva fatto discutere non poco. « La presenza di alcuni ragazzi "turbolenti" », ha detto l’assessore Maurino, « aveva impedito il buon esito dell’iniziativa. Quest’anno tutto è andato per il meglio, le famiglie sono risultate soddisfatte, anche se gli episodi dell’anno Scorso hanno prodotto delle
delezioni fra i partecipanti, risultati così di numero inferiore
ai 40. rispetto ad un potenziale
molto più elevato ». Cinque operatori hanno seguito l’iniziativa
guidando i ragazzi in gite sia
in loco che fuori, riuscendo anche ad inserire alcuni giovani
portatori di handicap.
Detto di un aumento contenuto delle tariffe per il trasporto
degli studenti nella misura del
10%, non resta che segnalare il
rinnovo delle convenzioni fra Comune e Asilo Sacro Cuore e Asilo infantile della frazione di Lu
serna, due convenzioni che storic.amente (e logicamente) dividono la maggioranza a prevalenza democristiana e l’opposizione
comunista. Curioso per certi versi il voto favorevole del liberale
Sp’altini, che non pare trovare
nella laicità più volte proclamata dal suo partito elemento valido ad esprimere un voto contrario, pur sedendo sui banchi
dell’opposizione.
Come ha voluto ribadire il consigliere Bertot del PCI, si conoscono ormai da tempo le rispettive posizioni; la scelta di continuare sulla strada dei contributi agli istituti cattolici, invece
di impostare una politica dell’istruzione basata su principi di
laicità, « risulta anche in contrasto con la Costituzione italiana
che, consentendo ad enti privati
di dar vita a scuole, prevede però che esse non causino oneri
per lo Stato »; grave o triste che,
intervenendo sulla vicenda, il segretario comunale abbia concluso affermando che la Costituzione non è altro che un rosario di
buone intenzioni.
Piervaldo Rostan
SAN SECONDO
Nuovo segretario
Consiglio di « ripresa autunnale » a S. Secondo martedì 12 scorso. Ricordiamo che il tempo passato dall’ultima convocazione del
consiglio stesso è dovuto principalmente ai problemi che l’amministrazione ha avuto per il reperimento di un segretario comunale, dopo alcune defezioni avute. Infatti tra le ratifiche di delibere di giunta troviamo quella di richiesta alla prefettura di trasferimento del dr. Tur
SALZA
Riapre la scuola
elementare
Se tutto procede senza intoppi l’anno scolastico che si inizia
vedrà la riapertura della scuola
elementare di Salza Didiero. Cinque bambini per tre classi, il minimo garantito per ottenere l’autorizzazione.
Il sindaco, Corrado Sanmartino, che cura personalmente l’allestimento di una piccola aula nel
municipio di Salza, si dichiara
soddisfatto che la domanda sia
stata accolta, è cautamente ottimista sul futuro del paese. Le
casette ristrutturate e con i balconi pieni di fiori non saranno
più soltanto abitate durante Testate, alcune di queste lo saranno tutto Tanno e le famiglie giovani che sono ritornate al paese
avranno anche la scuola per i loro bambini.
Purtroppo, però, quello che si
guadagna da una parte si perde
dall’altra e a far le spese delTope
razione di decentramento è la
scuola di Ferrerò; perdendo gli
alunni di Salza, sparisce anche
una classe a tempo pieno e di
conseguenza un posto di lavoro.
Ma questa constatazione e l’altra
parallela sulle maggiori complicazioni di un insegnamento adeguato a pochi bambini in molte
classi, non hanno pesato molto
sulla bilancia al momento di
prendere la decisione di risuscitare la scuola.
Una scuola aperta in una borgata è sempre stata considerata
un punto di aggregazione e di vita per tutta la popolazione; c’è
chi si batte strenuamente per
non lasciarle chiudere e c’è chi
fa il diavolo a quattro (con l’appoggio ben calcolato delle famiglie) per farle riaprire. E può capitare che ci riesca.
L.V.
tulici da Villafranca P.te. Tra i
14 punti all’ordine del giorno sono state ratificate diverse delibere di giunta, tra cui segnaliamo
la stipula di un mutuo con Cassa
depositi e prestiti per 230 milioni di lire per lavori di viabilità interna, i provvedimenti presi per l’organizzazione di « Estate ragazzi », che quest’anno ha
coinvolto una cinquantina di ragazzi sansecondesi, l’indizione
della gara di appalto per i lavori
di potenziamento della rete irrigua, lavori che, attesi da tempo,
prevedono una spesa di oltre 400
milioni. Il consiglio ha poi discusso, ed approvato, alcune delibere di ordinaria amministrazione: l’acquisto dei contenitori
per rifiuti voluminosi; opere di
viabilità minore con l’impiego
dei fondi da introiti delle tessere
raccolta funghi; l’accensione di
un mutuo con la cassa DD.PP.
per L. 46 milioni circa per l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici di proprietà
comunale, cifra questa pari alT8% di quanto a suo tempo richiesto ; l’erogazione di un contributo di L. 2,5 milioni al comitato organizzatore del Palio dei
borghi, che si è concluso domenica scorsa con un buon successo.
Claudio Rivoira
Rifiuti: raccolta
differenziata
VAL PELLICE — La raccolta
differenziata, avviata da oltre un
anno, ha registrato nel corso dell’estate alcuni problemi, in particolare per quanto riguarda il
vetro. Partita per prima la raccolta delle bottiglie grazie ad oltre 700 bidoni installati nei vari
comuni della valle, è presto entrata nella mentalità della gente; è stato poi previsto un incentivo, da parte della Comunità
Montana, ai singoli Comuni per
l’acquisto di altre campane da
aggiungere alle 9 attualmente
collocate a Torre Pellice, Bricherasio e Bibiana.
Sembra però che la remunerativi tà della raccolta stia in parte
venendo meno, sicché la ditta
privata che fino ad alcuni mesi
or sono ha svolto tale servizio
si è defilata nel mese di agosto,
rimettendo l’incarico. Alcuni Comuni hanno adottato soluzioni
in proprio, altri hanno atteso,
cercando di avere una nuova soluzione a livello di valle; l’accordo sta per essere sottoscritto
con una nuova ditta e così gli
inconvenienti registrati negli ultimi tempi, con molti bidoni pieni oltre il limite, dovrebbero
scomparire; la soluzione di valle riguarderà soltanto più, in
realtà, i comuni di Torre Pellice, Lusemetta, Angrogna e Rorà.
Festa del Chiot
ANGROGNA — A mangiare
polenta e salsiccia erano più di
250. La partecipazione alla festa
del Chiot, in alta Val d’Angrogna,
è in continua ascesa. Nato con la
discrezione tipica della gente di
queste montagne, quello che era
poco più che un simpatico raduno di famiglia è diventato un incontro popolare di successo. Ancora una volta l’organizzazione
non ha fatto una grinza sotto la
spinta delle famiglie Gaydou
(che quassù hanno il loro quartier generale, oltreché la ’’base”
patriarcale) e dei responsabili
della Società sportiva d’Angrogna. Così fino a sera molti hanno
sfruttato l’occasione per stare insieme in questo luogo suggestivo
e isolato in una valle sempre più
spopolata dei suoi originari abitanti, eppure tanto ricca d’iniziative capaci di coinvolgere anche
gente generalmente lontana dalla realtà angrognina.
Falso allarme
TORRE PELLICE — Ennesi
ma chiamata a vuoto per i vigili del fuoco di Pinerolo e Torre
Pellice per un presunto incidente automobilistico. Due squadre
escono dalle rispettive postazioni inutilmente per la bravata di
qualcuno; è un’abitudine che va
avanti da tempo e coinvolge anche altri servizi di soccorso.
Da anni non ci si trovava di
fronte ad un periodo di siccità
come quest’anno e, se non ci saranno mutamenti climatici, il
rischio di incendi boschivi sarà
elevato : perché aggiungere a
problemi reali assurde tensioni?
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7
22 settembre 1989
valli valdesi
BOBBIO PELLiCE
Estate ricca di attività
Buoni risultati con il pagamento dell’IClAP - Collaborazione tra la
Pro Loco e la Chiesa valdese per il tricentenario - E ora la rollonga
Oggi
e domani
Un piccolo intoppo ha rischiato di mandare deserto il primo
consiglio comunale dopo la pausa estiva; non essendosi infatti
tenuto conto, al momento della
convocazione, degli impegni negli alpeggi di molti consiglieri, a
lungo, nella serata di venerdì 15
settembre scorso, si è temuto il
rinvio per mancanza del numero legale dei presenti; un veloce
giro fra gli assenti ha infine consentito il « recupero » di almeno
un consigliere, potendo così iniziare i lavori. Lavori che sono
poi risultati estremamente rapidi nel loro svolgersi, anche perché il leader della minoranza,
l’avvocato Cresto, risulta assente ormai da tempo alle sedute.
Una buona notizia, in apertura, ed una tendenza confermata
anche in altri comuni: i cittadini hanno pagato l’ICIAP (la tassa sulle attività produttive di
recente istituita dal governo a
favore dei comuni) in misura
superiore alle previsioni, dimostrandosi più corretti di quanto
in generale i loro amministratori immaginassero. Dopo di che,
nel caso di Bobbio, le cifre non
sono certo elevate, anche perché
a suo tempo il consiglio comunale aveva deciso per la tariffa
minima onde non gravare troppo sulle attività locali. Comunque il risultato ha visto una cifra di circa il 40% in più del
previsto (14 milioni rispetto a
10); non c’è stata ancora la destinazione di questi fondi, « ma
— ha detto il sindaco — mi sembra giusto che essi vengano utilizzati per interventi a sostegno
del settore che in buona sostanza ha pagato la tassa, e cioè il
settore dell’artigianato e del commercio ».
E' poi stata esaminata l’attività estiva ed autunnale organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con altri enti, ed in particolare la locale Chiesa valdese
per quanto riguarda le manifestazioni per il tricentenario. A
fronte degli impegni sostenuti il
Comune ha deliberato un contributo di 3 milioni, ricordando
il notevole successo, in particolare, della serata di domenica 10
settembre che ha visto il tempio gremito al limite della sua
capienza in occasione del concerto del coro « La Grangia ».
Ma altri appuntamenti incombono: il 1« ottobre verrà presentato un nuovo disco di musica
occitana eseguita da un gruppo
della vai Pellice; interverranno
gli esecutori ed altri suonatori.
Domenica 8 ottobre, in concomitanza con l’ormai tradizionale « rollonga » si avrà anche una
fiera di prodotti tipici locali ed
il lunedì successivo la tradizionale fiera d’autunno.
Infine il consiglio ha approvato lo studio e la relazione effettuata da un geologo in risposta
ad ulteriori precisazioni richieste dalla Regione per la costruzione della centrale idroelettrica di Malbec. I lavori così prò
UN LIBRO PER RAGAZZI
«Alice nelle Valli»
Storia e fantasia a tu per tu con la natura
Alcuni alpini valdesi, che la
guerra portò lontano dalle loro
valli, giù giù fino in Grecia e in
Albania, conservano ancora —
tra vecchie e ormai sgualcite fotografie — l’immagine di una
bambola in costume. Era stata
regalata al loro tenente prima di
partire per il fronte, lo scialle
trapuntato, la gonna violetta con
su il grembiulino dai bordi ricamati, la cuffietta di pizzo bianco.
Segno di speranza, per un ritorno non lontano ai villaggi sperduti tra i monti, avrebbe accompagnato quella trentina di ragazzi per anni, attraverso gli orrori
della guerra.
La bambola c’è ancora, ed è
ora diventata protagonista di una
splendida raccolta di novelle
uscite dalla penna di Ettore Serafino, il comandante di quel
gruppo di alpini valdesi (1).
Serafino, avvocato di Pinerolo
e membro attivo di quella comunità, non è nuovo a iniziative del
genere: lo scorso anno, per l’editore Meynier di Torino, ha pubblicato « Favole per Alice ».
Ora Alice, la nipotina ma anche tutti i bambini tra i 7 e i 12
ANGROGNA
I
(Panoramica Luserna ) chalet adatto |
anche prima casa, composto da : p.t.
cantina, deposito, tavernetta, lavan- I
deria ; p. abitazione, soggiorno, 2
camere, cucina, doppi servizi, bel |
terrazzo coperto. Terreno mq, 800 ca.
L. 88,5 m. I
seguiranno e coinvolgeranno, a
valle della borgata Ressia, anche
la sede stradale sotto la quale
correranno i tubi, con un conseguente allargamento della strada a sei metri.
P.V.R.
PIEMONTE
Caccia al via
E’ arrivato dunque anche quest’anno il momento dell’apertura
della caccia in Piemonte, unificata (montagna e pianura) al 20
settembre « per non creare —
dice l’assessore regionale Ripa —
scompensi col rischio di concentrare un peso eccessivo di cacciatori in pianura », dove si sarebbe potuto aprire già dal terzo
lunedì del mese. Immancabili le
polemiche, viste anche le proposte di modifica alla legge, avanzate da parte delle forze politiche
di maggioranza.
In realtà però, in alcune zone
non si potrà ancora cacciare il
camoscio; è il caso della vai Pellice che avendo scelto la caccia
di selezione relativamente a camoscio e muflone (28 e 35 capi
rispettivamente), deve ancora attendere l’esito di un referendum
fra cacciatori sulle loro scelte
oltre a successivi corsi di aggiornamento e preparazione. Ipotizzare un rinvio a metà ottobre, a
questo punto, è nella logica delle
cose.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 21 settembre, ore 16.45, avrà luogo al Centro d'incontro una riunione con il seguente o.d.g,: a) proseguimento della
campagna per l’abolizione della pena
di morte: stati in cui avviene il maggior numero di esecuzioni capitali: Cina, Sud Africa, Urss, Usa, iran, Nigeria, Iraq; b) Audizione della « testimonianza dalla Cina » registrata al se.minarlo di Villa Guastavillanì, Bologna, 7-13/9); c) Resoconto della partecipazione con « tavolino » alla manifestazione contro il razzismo organizzata da « Spazio giovani » - Concerto rock al Parco Montano, Rorà, 16-17
settembre; d) Sistemazione della sede, via della Repubblica, 3 - Torre
Pellice.
Caccia al tesoro____________
SAN SECONDO — Domenica 24 settembre 1989 a San Secondo la Pro
Loco organizza una caccia al tesoro
in bicicletta con partenza dall’ex campo sportivo (viale Rimembranza - di
fianco al cimitero capoluogo) alle ore
9.30 ed arrivo previsto attorno alle ore
13.30 (seguirà spuntino). Le premiazioni avverranno nel primo pomeriggio.
La quota di partecipazione è di lire
5.000 a testa, le squadre dovranno
essere formate da 2 o 3 persone.
Informazioni ed iscrizioni presso: Primo Fiore, San Secondo; tabaccheria Pairone, Pinerolo, via Savoia angolo via
del Pino.
Concerti ~
TORRE PELLICE — Organizzato dall'Associazione F. Lo Bue, in collaborazione con la Pro Loco, si svolgerà
venerdì 22 settembre alle ore 21
presso il tempio valdese un concerto
per pianoforte a quattro mani dedicato
alla memoria di Enzo Rovara. Le pianiste Luisita Buffa e Cristina Scarpa
VALPELUCE IMMOBILIARE ■
Luserna S. Giovanni I
Viale De Amicis 3/1 ,
\ TeL (0121) 901.5S4 |
anni cui questo nuovo libro è rivolto, è diventata grande e le
« avventure birichine di tanti
animaletti » — come scrive Fran.
co Calvetti nella pregevole introduzione — hanno lasciato il posto a racconti storico-fantastici
ambientati nei boschi, nelle grotte e lungo i torrenti delle valli
che « fan quasi un girotondo attorno al Monviso.., con la loro
splendida natura e la loro storia
travagliata »,
Ed ecco quindi, accanto ad una
rilettura poetica delle vicende
della Balziglia (con la pentola di
Tron Poulat che diventerà un
nido praticissimo per una famiglia di aquilotti), di Giana vello e
della sua « svirota », della Ghieisa dia Tana,,,, la storia quasi vera di Zerbino, il ragazzo di Angrogna che scivola nel tumpi —
dove troverà la morte — per aver
voluto acchiappare la luna riflessa nello specchio d’acqua, o
quella di Carlotta, la marmotta
dei Tredici Laghi che si interroga
curiosa e riconoscente sulla natura ancora quasi intatta che la
circonda.,.
Un libro dolcissimo, arricchito
dalle belle illustrazioni di Ezio
Giaj, e che non a caso esce nell’anno del tricentenario del Glorioso Rimpatrio, quasi a ricordare che il nutrito programma di
celebrazioni e di iniziative che
hanno coinvolto uomini e donne
delle nostre comunità, corali in
costume ed escursionisti in divisa, giornalisti e studiosi di mezzo
mondo, hanno forse finito col dimenticare soltanto loro, i bambini.
Jean-Louis Sappè
CHIUSURA DELLE CELEBRAZIONI
Un servizio prezioso
(1) Ettore Serafino. Alice nelle
valli. Alzarli, 1989, pp. 48, L. 18.000.
« A noi? Perché proprio a
noi? ». La stupefatta domanda,
peraltro non formulata, era stampata sul volto di Ilda e Guido
Simond la sera di martedì 12
settembre nel salone della Foresteria.
« Proprio a voi » — riprendeva il pastore Giorgio Tourn —
« e per almeno due motivi: il
primo, perché avete silenziosamente lavorato, giorno dopo
giorno, e dato la vostra testimonianza, a modo vostro, alle innumerevoli persone che hanno
visitato in questi anni il museo
valdese di Toire Pellice; il secondo, è per il senso del lavoro
c del servizio che voi proponete
costantemente a tutti noi, ma
soprattutto ai giovani che numerosi avete conosciuto in questi anni ».
Lo stupore genuino dei coniugi Simond, custodi da 14 anni
del museo valdese di Torre Pellice, nel ricevere queste parole
di ricono-scenza e la medaglia
commemorativa del terzo centenario del rimpatrio, ha dato il
tono alla serata di chiusura delle manifestazioni.
Si è voluto infatti riunire in
quella sera tutti coloro che hanno dato volontariamente tempo
e lavoro per l’allestimento del
museo ne] nuovo Centro culturale e più in generale per l’impresa della celebrazione del terzo centenario del rimpatrio.
Per tutti i presenti, assai numerosi, la serata è stata occasione di gioia e di ripensamento
sull’impegno futuro di ciascuno,
dopo una intensa estate tutta
proiettata all’esterno, piena di
stimoli e di voglia di fare. Ora
si riprende da capo, più arric
esegulranno brani di Debussy, Mozart,
Stravinskij e Brahms. Libere offerte
prò Radio Beckwith.
Segnalazioni
TORRE PELLICE — Come già preannunciato, sabato 23 settembre una delegazione del PCI visiterà la realtà
valdese alle valli ed in particolare il
centro ecumenico di Agape, l'ospedale
di Pomaretto e la Casa per l’anziano di
San Germano Chisone. Nel pomeriggio
la delegazione si sposterà in vai Pellice dove, alle ore 17.30, presso la
sala consiliare di Torre Pellice, si
svolgerà una conferenza stampa-dibattito pubblico.
Iniziative
PINEROLO — L'ARCI si è fatto promotore di una serie di iniziative a
sostegno dell’impegno per il riconoscimento dei diritti civili e politici
agli stranieri; su questo tema si svolgerà una riunione presso la sede
dell’ARCI in corso Torino 224, martedì 3 ottobre alle ore 20.30.
<c Nel giorno che ho gridato a te,
tu m’hai risposto, mi hai riempito di coraggio, dando forza all’animo mio »
(Salmo 138)
E’ mancata aU’affetto dei suoi cari
Giovanna Balmas ved. Callian
ne danno il triste annuncio i figli :
Franco e Maria, Luciano, Claude e figlia; Romana, François e figli; Italo,
Liliana e figli; il fratello Gustavo e
la sorella Clelia.
Margency, 23 agosto 1989.
AVVISI ECONOMICI
PRIVATO acquista mobili vecchi e antichi, oggetti vari. Tel. 0121/40181
(dopo le ore 18).
CERCASI persona di servizio fissa per
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comunità agricola o montana in
qualsiasi zona. Scrivere a Giuseppe
Levi, via Cocconalo, 9 - 10132 Torino. Tel. 011/8395706.
I coniugi Simond nel corso della serata.
chili e forse più consapevoli della nostra responsabilità.
Nel corso della serata sono
state ringraziate altre persone
per la loro disponibilità ed il
loro lavoro. Fra questi menzioniamo i coniugi Gisella e Walter
Eynard del Ristorante Flipot, per
l’idea che hanno avuto di riproporre, con la collaborazione di
amici, il pranzo storico del 2
settembre al Forte Santa Maria
con lo stesso menu di cento anni
fa e di devolverne poi l’introifb
a favore del nuovo Centro culturale.
C. B.
USSL 42 - VALLI
CHISONE • GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 24 SETTEMBRE 1989
Rinasca: FARMACIA BERTORELLO Via Nazionale, 22 - Tel. 800707
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 • PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza ;
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22864.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 24 SETTEMBRE 1989
Brìclierasio: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
ViMar Pellice: FARMACIA GAY Piazza Jervis - Tel. 930705.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
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I
8
8 fatti e problemi
22 settembre 1989
LA CONFERENZA DEI PAESI NON ALLINEATI
TRA SUD AFRICA E MOZAMBICO
Dal neutralismo
al debito estero
Il problema internazionale più pressante è ora quello del divario di
sviluppo tra Nord e Sud del mondo: le indicazioni dell’ultimo Sinodo
Vita da profughi
Il neutralismo, successivo all’afTrancamento del regime coloniale subito da molti paesi dell’Asia, deH’Africa e deH'America
Latina, era il principale motivo
di aggregazione allorché nacque
e mosse i primi passi l’organizzazione dei paesi non allineati,
che tennero la loro prima conferenza a Belgrado nel 1961.
I leader ispiratori del movimento erano lo iugoslavo Tito, l’egiziano Nasser e soprattutto l’indiano Nehru, che da alcuni anni aveva dato alla politica del
suo paese rm carattere di superamento della logica dei blocchi.
I principi costitutivi restarono
al centro dell’attenzione delle varie assise e ancora confermati,
nelle linee essenziali, dall’ultima
conferenza prima di quella dell’inizio del mese (Harare, Zimbabwe, 1986): « Operare per eliminare i focolai di tensione, di
aggressione e di conflitto, promuovere il regolamento giusto
e pacifico delle differenze internazionali, pervenire al disarmo
generale completo, mantenere
te, nelle risoluzioni e nel linguaggio dei non allineati, il riferimento (proprio della « linea dura »)
alla necessità di sgravarsi dai
pesi deH’imperialismo: il discorso, fortemente ideologizzato, era
ristretto in contrapposizioni a
volte troppo meccaniche, che finivano per essere a loro volta
una sorta di « schieramento ».
Ma già nel 1973, al vertice dei
ministri degli esteri, tenutosi ad
Algeri, l’allora presidente algerino Boumedienne spiegò che la
distensione USA-URSS, senza
una seria considerazione per il
Terzo Mondo, avrebbe spostato
Tasse del problema.
Boumedienne appare ai nostri
occhi di oggi come un capo di
stato che sapeva vedere lontano.
Nel nuovo clima di distensione,
favorito dal riaprirsi del dialogo Est-Ovest, dai trattati su una
parziale riduzione delTarmamento nucleare, dall’esito positivo di
alcune azioni di negoziato tramite le Nazioni Unite, è sempre
più chiaro come Tasse su cui
si giocano equilibri e tensioni
Il divario Nord/Sud impone di riconsiderare il nostro benessere.
una pace fondata .mila giustizia
(...) ».
Ma nel documento già prendeva corpo con evidenza quella
che ora è giustamente considerata come la minaccia principale alTequilibrio internazionale;
il divario economico tra Nord
e Sud del mondo, che si concretizza in maniera estrema nella
drammatica questione del debito estero dei paesi del Terzo
Mondo. Il documento di Harare faceva notare come una delle
cause di minaccia per l’indipendenza dei popoli fosse anche « la
persistenza di un ordine economico ingiusto che si traduce in
pressioni militari, politiche ed
economiche ».
Era una completa novità? Non
Io era; piuttosto era prevalen
intemazionali sia quello NordSud.
La questione alimentare, quella ambientale, il perdurare (più
alla « periferia » che fra i diretti interessati) della logica dei
blocchi, si ritorcono contro i
paesi poveri in termini di mancanza di democrazia e di fame.
Di qui anche le grandi e recenti
ondate migratorie, che in alcuni
casi assumono i connotati di veri e propri esodi.
Non stupisce, quindi, che anche alTultima conferenza dei non
allineati, anche questa tenutasi
a Belgrado, i dissidi interni fra
oltranzisti e paesi più disposti
e disponibili al dialogo, le incomprensioni e le ambiguità espresse su varie questioni « locali »
(su tutte quella di Panama), sia
no state in qualche modo superate, o velate, quando oggetto
della discussione è stato il debito estero.
Il documento finale è anch'esso frutto di mediazioni, di sfor
zi per conciliare linguaggi e aspettative diverse, come è stato
tipico di questo movimento in
varie occasioni, e come a più
riprese è stato evidente, quando
gli stati membro (in origine 25,
ora più di 100) affrontavano il
tema dei diritti umani (questione molte volte affrontata,
sulla quale però in pochi avevano ed hanno le carte in regola,
visto che buona parte degli stati
compaiono nei rapporti periodici di Amnesty International). Ma
ha il merito di porre come inderogabile la riduzione, ed in
alcuni casi l’annullamento, di
questa spada di Damocle, che
costringe i paesi poveri a uno
sforzo ampiamente al di là delle loro possibilità per il solo
provvedere a pagare gli interessi dovuti alle banche e ai paesi
avanzati.
Su tutte queste questioni, in
maniera diversa, si è pronunciato anche il nostro Sinodo. Un
Ordine del giorno, richiamandosi
all’iter del « processo conciliare » su Giustizia, pace e integrità del creato, invita il delegato
italiano alla prossima assemblea
mondiale del marzo ’90 a Seoul
ad appoggiare le iniziative delle chiese impegnate contro il
debito.
E, soprattutto, un esteso documento fa il punto sulla povertà a livello mondiale, sulle responsabilità del nostro mondo,
sulla necessità di impegnarsi
concretamente, come singoli credenti e come chiese locali.
Occorre invertire la tendenza
nel nostro modo di concepire i
consumi (fatti in buona parte
a spese dei più poveri); occorre
rendersi consapevoli dei meccanismi che regolano l’economia,
l’importazione e TespOrtazione.
l.,a « Carta di Algeri », che nel
1976 sancì i diritti dei popoli,
prevedeva un’apposita sezione
sui diritti economici: « Ogni popolo ha il diritto esclusivo sulle
proprie ricchezze e risorse naturali. Ogni popolo ha diritto
a che il proprio lavoro sia valutato giustamente e che gli
scambi internazionali avvengano
a condiz.ioni paritarie ed eque ».
Basta un’occhiata per rendersi conto di quanto disattesi, dove non contraddetti esplicitamente, siano questi principi. Se i
leader dei non allineati, per la
loro posizione, hanno dovuto fare i conti con le scelte strategiche e gli equilibrismi della diplomazia, a noi non è consentito nasconderci dietro i giri di
parole; delle proposte il Sinodo
le ha fornite; ora tocca a tutti
di studiarle e di impegnarvicisi,
perché tutti i giorni qualcuno
muore per il nostro benessere.
Alberto Corsani
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TORRE PELLICE
Profughi mozambicani in un campo del Commissariato ONU.
Il pastore Coisson, di ritorno
dal Consiglio della CEvAA riunitosi a Maputo alla fine di giugno, ci ha raccontato sul giornale
del 28 luglio la tragica situazione
del Mozambico « paese martoriato da una guerra assurda. (...) La
sua disgrazia è la sua vicinanza
con il Sud Africa con cui confina, che vede con sospetto la sua
scelta per il marxismo. (...) I villaggi vengono attaccati e distrutti, la maggioranza degli uomini
uccisi, i raccolti saccheggiati e
non si possono raccontare le violenze contro donne, vecchi e bambini. La maggioranza della popolazione abbandona i villaggi per
ammassarsi in campi di profughi
al di là del confine. (...) Rimane
un mistero come questa massa
di profughi possa sopravvivere ».
L’articolo non nomina, fra i
paesi confinanti che giorno dopo
giorno ricevono questo flusso di
centinaia di migliaia di diseredati, il Sud Africa. Ma è così; il
Sud Africa che, con cifre ufficiali nel bilancio dello stato e con i
propri quadri militari fino ai
massimi gradi, usa la RENAMO
per combattere questa guerra
dentro il Mozambico, non riesce
ad evitare che parte della massa
di straccioni, invalidi, appestati,
malnutriti, vecchi, donne, bambini senza più genitori entri nel
suo territorio che è, in numero
di chilometri da percorrere a piedi, il luogo più vicino. E’ vero
che ha dotato la linea di confine
di filo spinato percorso dalTalta tensione, ma la gente — con
qualche morto in più — passa lo
stesso; più malconci di prima,
per le orribili ustioni che, soprattutto i bambini, si procurano.
Non è un mistero come questa
massa di profughi possa sopravvivere. E’ tutto scritto e documentato dagli operatori delle
chiese che se ne prendono cura
in Sud Africa come negli altri
paesi confinanti, in stretto collegamento con il Dipartimento rifugiati delTONU.
Attualmente il SACC (South
African Council of Churches)
provvede a oltre 250.000 rifugiati
mozambicani ; dà loro da mangiare, da vestire, cura le piaghe, la
malnutrizione, la disidratazione,
la malaria, dissenteria, tifo, quando ci riesce fornisce una tenda,
piccoli utensili come qualche posata e un secchio, e poi cerca
anche di dare un po’ di istruzione a bambini e adulti analfabeti,
oltre all’assistenza legale contro
gli abusi di potere.
Quando entrano nel paese subito si avviano verso le riserve
nere e lì si mimetizzano con il
resto della gente, che li accoglie,
li difende e divide con loro il proprio spazio vitale. Se qualcuno ha
una idea di quali siano le condizioni di vita del popolo nero nei
Bantustan, troverà questo fatto
misterioso: come chi è già cac
ciato ai margini della sopravvivenza sappia spartire il proprio
niente con chi ha meno di niente.
Ci sono profughi nel Transvaal
orientale, Phalaborwa, Melspruit,
Gazankulu, Lebowa, Kwa Zulu,
Kangwane. In quest’ultima zona
il SACC si occupa di circa 150.000
rifugiati, di cui 16.449 bambini
due terzi dei quali sono senza genitori. Non si può dare da mangiare a tutti contemporaneamente; si dividono a gruppi di settemila persone a cui si dà da mangiare a rotazione.
I bambini nel nord Transvaal
sono 8808, e nel Kwa Zulu sono
7250: in questi luoghi la polizia
è attenta che non ci siano rifugiati, per cui la popolazione locale fa di tutto per tenerli nascosti nelle proprie baracche. La
polizia fissa posti di blocco e spaventa la popolazione per catturare i rifugiati e deportarli oltre
confine; quando questo avviene,
buona parte dei catturati muore
per strada.
Riprendo ora le parole del Consiglio della CEvAA : « Che cosa
facciamo affinché le nostre strutture non servano a perpetuare
e consolidare tutto ciò? ». Questo
è il punto; la piaga putrefatta
deve essere sanata, altrimenti 120
milioni moltiplicati per molte
volte non saranno che una goccia. La piaga è l’apartheid. Questa guerra assurda non nasce dai
sospetti di marxismo ; come si
spiegherebbe allora il medesimo
trattamento per lo Zimbabwe?
Nasce, come tutti sanno, dalla
necessità di mantenere il potere
assoluto ed il controllo totale
della regione australe nelle mani
del Sud Africa bianco dell’apartheid .
E le chiese della CEvAA cosa
c’entrano? C’entrano molto, perché tutte le consorelle presbiteriane del Sud Africa praticano
l’apartheid al loro interno, cioè
sono ben separate per razza, non
si mescolano certo, e tanto meno i soldi di quelle bianche vanno
a sollevare le miserie di quelle
nere. E poi: le varie denominazioni, in Europa e negli Stati Uniti, riescono a parlarsi di questo
terribile problema e tentano di
arginare la massiccia azione dei
missionari delle Assemblee di
Dio o dei « Campus crusade for
Christ », che sono rigidamente
razzisti e appoggiano pesantemente Pretoria e gli assassini
della RENAMO e della UNITA?
Nessuno crede più che Taparteid abbia ancora lunga vita :
quando sarà morto è pensabile
che anche le chiese preoccupate
di non mescolare le razze metteranno l’abito nuovo e rispettabile
del non razzismo. Non potremmc)
noi trovare dei modi seri perché
i tempi si accorcino e tanta orri;
bile sofferenza e miseria cessi di
gridare al cielo?
Febe Cavazzutti Rossi