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Spétt.
BroUo^*2ca Valiosa
Torini)
TtíSBS PELLXCe
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Quindicina! e
deiia Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno L^^pÌXI —- Num 20
Una «opia L
um 20 I abbonamenti i Tinterno Meo e La Luce: L. 40DO per rinterno | Spedìz. abb. postale II Gruppo I TORRE PELLICE, 28 Settembre 1951
■ ^ ^ I_______' _______ l 1000 per l'estero | Li-1600 per l'estero | Cambio ¿'indirizzo Lire 30,™ | Ammin, Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
m Benie ci bump
Da ({(iàlche tempo la stampa quotidiana li occupa dei Valdesi e si
possono leggere sui nostri magni fogli giudizi ed impressioni in generale improntati a simpatia e forse
alquanto... ottimisti. Così nel Corriere della Sera, che continua ad essere uno dei più autorevoli giornali
italiani, sono apparsi alcuni articoli di Alberto Savinio su Torre Pellice. Più brillanti che profondi, a
dire il vero, e nei quali si sentiva
forse eccessivamente l’influsso del
De Amicis ed il ricordo di una recente lettura. In uno di questi articoli era detto e figurava come sottotitolo « Difficile mentire nella Ginevra itUama ».
Confesso di essermi sentito arrossire a queste parole. Insonima, secondo l’articolista, la veridicità e
-l’orrore della menzogna si respirano perfino nell’aria, da noi. Certo
c’è da sentirsi lusingati nell’udire espriroere da altri un’opinione che
forse noi stessi non osiamo più nutrire sul nostro conto. Indipendentemente dal valore che essa può avere
e dalla sua maggiore o minore fondatezza, mi rivolgo specialmente ai
nostri giovani'^ invitandoli a far tesoro di queste effimere impressioni
di un frettoloso corrispondente; ben
lungi dalPinorgoglirsene, sentano
tutta la responsabilità che ad essi
ne deriva ed apprezzino l’inestimabile valore che ha per il nostro popolo il perdurare di un’opinione che
non possiamo dire in coscienza di
aver fatto sempre quanto era in nostro potere per meritare.
Non voglio insinuare che i giovani di oggi siano meno veridici dei
loro maggiori, che anche essi sono
spesso, come la generalità dei giovani di oggi, di una sincerità sconcertante. Ma si ha talora il sospetto
che questa sincerità non sia frutto
di amore alla Verità, bensì di un
certo cinismo benevolmente detto
scanzonatura (o altra parola che non
può stamparsi sull’Eco). So bene che
una parte non esigua dei nostri
giovani dimostra un nuovo fervore
nel rispetto di quei valori che, ispirarono la condotta dei nostri padri,
e forse la coscienza di questi valori
non è mai stata così intensa come
lo è oggi in essi; molti altri, però,
troppi altri guardano a quei valori
con lo scetticismo che probabilmente non è una novità del nostro secolo, ma che è oggi particolarmente
ostentato.
Cerchiamo di conoscerci
sinceramente
In altro articolo, contenente una
pittoresca descrizione di un nostro
dinamico pastore, si afferma chè
« è impossibile per i non valdesi acquistare anche un metro quadrato
di terreno, a Torre Pellice e nelle
Valli ». Qui lo scrittore da un lato
ci lusinga e dall’altro ci calunnia,
senza fondamento. Ci lusinga supponendo che il nostro amore per il
patrio suòlo sia tanto da farci affrontare qualunque sacrificio per
conservarlo e che esìsta tra noi una
solidarietà molto ipotetica ; ci calunnia attribuendoci una intolleranza ed una mancanza di ospitalità in
realtà inesistenti (e lasciamo stare
se la tolleranza e la ospitalità siano
frutto più che altro d’indifferenza);
egli ignorava senza dubbio di toccare un tasto per noi doloroso, . non
poteva conoscere la dolorosa storia
dell’espropriazione progressiva di
tante nostre terre e della troppo facile rinuncia ad esse. Senzà volere
ha mentito pure neH’atmosfera della « Ginevra italiana ».
Siamo d’altra parte riconoscenti
al corrispondente per aver segnalato che un’organizzazione turistica
locale distribuisce opuscoli in cui
si spiega che Torre Pellice è detta
« Ginevra Italiana » per la sua attrezzatura alberghiera e la sua nettezza o qualcosa di simile. E’ questa una informazione che non fa
troppo piacere a noi Valdesi « in
esilio » e ci induce a consigliare
quelli che presiedono a tale organizzazione di sfogliare il libro di De
Amicis. E’ vecchiotto, ma è sempre
attuale.
Infine il nostro, in una corrispondenza dalla Riviera Ligure sul « Corriere » del 16-17 Agosto scrive: « Mi
son lasciato dietro le spalle la valle
del P.elUce. Il mio addio a quelValpestre ASILO DELLA PUREZZA
E DELLA forza D’ANIMO me lo
sono sentito sul cuore, me lo sono
sentito in bocca... » Amici, non vi
pare che sia nostro dovere non deludere r opinione di un signore che
in mezza giornata ha appreso di noi
tanto da suscitare una sconfinata ammirazione, e di non correre il rischio
che debba ricredersi trattenendosi
più a lun^o una prossin^ volta?
A compenso di tanti elogi, il Savinio ci appioppa un difetto, un di
fetto del quale ci gloriamo e che
vorremmo più svifnppato: il nostro
proselitismo. Con che dimostra quanto sia difficile con^rendere, da parte di chi fa professione di scetti• cismo, cos e 1 esigenza missionaria
per un’anima ardente di fede.
Ma si sa : non nono pochi i nostri
amici che ci trovano molto interessanti come pezzi di museo e vedrebbero volentieri le Valli Valdesi
ridotte a una specie di Parco Nazionale in CUI 1 osservare gli esemplari superstiti della fauna ereticale, e questi amici non sono tutti dalValtra parte. ForsO non tutti ci rendiamo conto a sufficienza che la nostra ragione d’essmre e di sopravvivenza è appunto il proselitismo, o,
come lo chiamiamo noi con maggiore proprietà « l’Evangelizzazione ».
Sullo stesso giornale, il 14 Agosto, Cesco Tomaselii parla simpaticamente di Agape.
A parte ogni inesattezza di impressioni ed ogni errore di giudizio
sia favorevole che contrario, fa un
gran bene a chi vive lontano dalla
comunità valdese di constatare che
c’è chi ha ancora fiducia in noi. Ne
viene confortata la mostra persuasione che il vecchio tronco è ancora
capace di verdeggiate e che hanno
torto le Cassandre amiche o nemiche, che già ci piicngono defunti. E
ne esce rinvigoriti quella che fu in
ogni tempo la vera e sola forza valdese: la fiducia in Dio.
M. Eynard
Sul Colle delle Fontane
Nella suggestiva cornice di larici
del Colle delle Fontane, ha avuto
luogo anche quest’anno la tradizionale riunione del XV agosto; il pubblico, in cui erano rappresentate le
parrocchie di Ferrerò, Maniglia, Rodoretto e Massello, — pubblico che
di anno in anno, purtroppo, si fa
sempre più esiguo, — ha seguito attento e raccolto i messaggi degli oratori. La riunione presieduta dal
pastore Sig. L. Coisson, ha inizio con
la lettura biblica.
Quindi, prendendo lo spunto da
una delle parabole sul Regno di Dio,
la parabola della rete„revang. Sig.
A. Nicod di Rodoretto, ricorda agli uditori che anche sulla Chiesa
cadrà il giudizio divino e che allora
gli angeli separeranno i buoni dai
malvagi, cosi come i pescatori, tirate a riva le reti, separano il pesce
buono dal cattivo.
Di fronte alla giustizia di Dio, chi
può non sentirsi colpevole e condannato? Ma Cristo è stato giudicato al
nostro posto; in vece nostra. Cristo,
come scorie, è stato rimosso daUa
rete e crocifisso; in Lui, nella sua
croce, è la nostra salvezza.
Il sig. Enrico Pascal, pastore a
Forano Sabino, rievocando, con accento accorato, immagini e figure ormai lontane nel tempo,^per la maggior parte dei convenufi, ricorda la
vita dei nostri nonni e bisnonni: vita
Messaggio da Londra
Col permesso, del nostro Direttore,
vorrei far partecipi i lettori dell'Eco
di alcune riflessioni suggeritemi da
questa vita inglese, tanto dissimile dalla nostra. Vorrei dir loro, oggi, di una
mia visita a Hydè Park, Timmenao
giardino, pubblico che sorge, oasi di
verde e di tranquillità, nel centro stesso di Londra. Chi non l’ha visto, può
dire di non conoscere gli Inglesi ed è,
a un dipresso, come un medico che,
per fare una diagnosi dimentica di tastare il polso del paziente. Perchè
Hyde Park è uno dei polsi di Londra
(l’altro À.. la Borsa, il Rovai Exchange 1) ed un po’ quel che era il Poro
per gli antichi Romani, luogo dove,
oltre gli affari, si dibattevano le idee
più disparate. E’ infatti ad Hyde Park
che ogni giorno, specialmente di domenica, si danno ritrovo tutti quelli
che hanno un ideale da prospettare
all’umanità, una panacea da proporre,
un lamento da formulare contro chiunque, compreso il Governo. Non è
necessario il permesso della Questura per improvvisare un’adunanza pubblica; tutti possono portare i loro problemi particolari come quelli della nazione e discuterli liberamente. Basta
che Eimprovvisato oratore si fermi in
mezzo ai viali, munito per lo più di
unó sgabello portatile, vi salga sopra,
si sbracci un istante, perchè la gente
accorra a lui, più o meno numerosa,
secondo il potere di attrazione di chi
parla. La polizia è sempre presente,
indulgente e paterna*. Seomn^etto che
abituata come è a simili ritrovi, deve
dirsi spesso : Lasciamoli fare, lasciamoli dire; quei poverini hanno bisogno di sfogo.
Hyde Park è, difatti, una valvola
di sicurezza per il popolo inglese, tanto rigido 6 compassato. E’ anche un
frutto bello e buono della tolleranza
dettata dal Vangelo.
Sono stata anch’io una domenica
mattina ad Hyde Park e ne sono tor
nata alquanto pensosa; ammirata, si,
per la libertà di parola degli Inglesi,
ma alquanto perplessa per l’abuso che
evidentemente, se ne fa.
Seguitemi, perciò, un istante.
Ecco là, in mezzo a quello spiazzo
un gruppo di persone dal quale emerge la faccia rubiconda di un monaco
francescano. Egli getta ai quattro venti le sue affermazioni : « Tutta la verità è nella Chiesa cattolica... Molte
cose sono difficili nella Bibbia ed è
perciò che noi cattolici, abbiamo i nostri preti che la interpretano e poi ce
ne fanno parte ». Uno del gruppo chiede la parola, mettendo in campo Lutero. « No, non ve la do », urla l'oratore. « So quel ohe volete dire. Voi
siete come il cane che ritorna continuamente al suo vomito».
Evidentemente siamo già lontani da
S. Francesco, nel tono e nell’atteggiamento. Approfittano, e largamente,
della libertà altrui, salvo poi a strillare quando gli altri ne pretendono un
po’ per loro.
Me ne vado disgustata, pensando a
tutte le difficoltà che incontra l’opera
della Chiesa Valdese in Italia per la
intolleranza della Chiesa romana.
Più oltre, un altro gruppo intorno
ad un predicatore della Church of En*
gland. Qui è manifesta l’ostilità di alcune persone che non indietreggiano
dinanzi allo scherno pii'i volgare.
Me ne vado presto, anche da quel
posto, stupita che in un paese come
l’Inghilterra si scenda a diatribe simili.
Più oltre ancora un ebreo, sorta di
profeta a barba bianca, ohe sostiene
a gran rinforzo di citazioni che il sabato è il solo giorno del riposo. Parla
anche con nostalgia della terra palestinese. Il suo commosso ricordo della
terra dei suoi padri riscuote subito la
mia simpatia.
Non lungi di lì, c’è un focoso oratore
che scaglia fulmini contro l’umanità
ribelle. Credo sia un « testimone di
Geova » intento a mettere in guardia
i suoi uditori contro l’ira di Dio che
viene e l’imminenza dell’Armagheddon.
I negri hanno una parte cospicua
nell’oratoria di Hyde Park. Come potenza coloniale, l’Inghilterra ha con
loro molti problemi da trattare. E ne
approfittano. Eccone uno che è per la
cooperazione tra le colonie e la madre patria. « Mandateci le stoffe di
cui abbiamo bisogno e noi vi manderemo le banane ».
Altri sono più intransigenti e gridano contro l’imperialismo britannico di cui non sanno dire abbastanza
male. « Come possiamo amarvi, gridano essi,* se voi Inglesi vi unite all’America e se ogni giorno uccidete i nostri
figli e le nostre donne? ».
Ed ecco, finalmente, un negro della Giamaica che, più assennato di tutti, sa entrare nel vivo della questione
e riassumerla tutta.
Dopo ayer narrato come egli era venuto alla conoscenza di Dio, così conclude : « Pensate, amici miei, alla vostra salvezza e pensateci ora, e non
all’ultimo momento che può essere
troppQ tardi ».
E ’ davvero il caso di dire : Gli ultimi saranno i. primi !
A questo punto, il cielo, clemente
fino allora, si oscura ad un tratto e
rovescia sulle minuscole assemblee di
Hyde Park un mezzo diluvio.
Tutti i dissenzienti di poco fa ora
sono unanimi nella ricerca ansiosa di
un rifugio contro l’imperversare del
maltempo.
La misericordia di Dio e il suo perdono, ecco il rifugio nel quale avrei
desiderato di vederli tutti riuniti, al
riparo delle infedeltà e delle aspre bestemmie 1
Speranza Tron
materialmente dura e difficile, ma
serena ed illuminata dalla fede. La
domenica era il giorno consacrato al
Signore ed « una lunga fila di gente
saliva alla Chiesa » per rendere a
Dio, nella comunione fraterna, il
culto dovuto. Le nostre chiese delle
Valli sono oggi ben lungi dall’essere
gremite e non si può dire che U progresso spirituale abbia accompagnato di pari passo il progresso materiale. E' perciò valido per esse l’ammonimento che diciannove secoli or
sono veniva rivolto alla comunità
degli Efesini, i quali, dopo aver accolto con zelo il primo annuncio dell’Evangelo, si erano illanguiditi lasciando il loro « primo amore ». Dio,
è vero, susciterà sempre dei testimoni suoi sulla terra; ma guai al popolo valdèse, se esso verrà meno alla
sua vocazione e se il suo candelabro
sarà rimosso dal suo seno.
Infine, il pastore sig. Guido Ma*thieu, porta la voce viva, palpitante
del campo di evangelizzazione. A
Palermo, dove egli risiede da alcuni
anni, non mancano, come dovunque,
le ombre accanto alle luci, ma la
comunità è complessivamente vivente; l’ora del culto chiama a raccolta
ogni domenica un folto gruppo di
credenti; l’unione giovanile lavora
con amore e con zelo.
Particolarmente interessante la
attività che ha per scopo l’assistenza
ai carcerati. A poco a poco, uno dopo
l’altro, spinti dallo stesso bisogno di
aiuto e di rigenerazione morale, circa novanta carcerati, estranei alla
nostra chiesa, hanno richiesto al pastore Nuovi Testamenti e scritti religiosi. Si è così stabilito tra i carcerati e vari membri della chiesa di
Palermo, mediante una assidua corrispondenza epistolare, una viva e
reale comunione spirituale che ha
già dato benefici risultati.
(c Passa e soccorrici » è il grido
che risuona dovunqfue; sarà in grado
la nostra chiesa di udirlo e rispondervi?
Anche a Trapani sta sorgendo ana nuova comunità evangelica; il
culto radio è stato lo spunto che ha
indotto un gruppo di abitanti della
città a richiedere l’intervento del pastore di Palermo. Ad un primo incontro, ne sono seguiti altri e oggi
già'si è costituito Un piccolo nucleo
saldo e vivente, che desidera essere
istruito nella fede evangelica.
Sono, questi, fatti rallegranti ed
indizi di nuovo fervore, che fanno,
doloroso contrasto con il rilassamento e l’indifferenza che stagnano in
troppe chiese delle Valli. Il momento è solenne per il popolo valdese;
se verrà meno alla sua missione di
popolo evangelizzatore, anche per
lui varrà il monito di Cristo: « i primi saranno gli ultimi... ».
Termina la riunione il j)astore di
Massello, sig. R. Debely, con una
fervente preghiera.
Riunione serena, benefica, questa
del XV agosto, ma di cui forse oggi
non si comprende più tutto il significato morale e che ci pone di fronte a questo interrogativo: simo coscienti ancora i Valdesi del valore
del messaggio evangelico? Sentono
essi ancora la gioia ed il privilegio
di consacrare sè stessi al àervizio di
Dio e dei fratelli? Lo spirito di Dio
ravvivi le nostre chiese e rigeneri i
nostri cuori! p.
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ff""IÏÎÏÔ‘^
La maggior parte delle notizie Sono tratte dgllo studio di F. Lovskyi "L'Etal d'Isiaël
au début de 1951,, pubblicato sul numero di maggio-giugno della rivista protestante
ironcese! Foi et Vie — Ringrozianio A. Taccia che ha preparato il notiziario <red.)
Uno degli awenimenri più importanti e più interessanti, non solo
' dal punto di vista sociale e politico, ma anche religioso, di questo
dopoguerra, è senza dubbio là costituzione del nuovo Stato di Israele.*
Come sappiamo, gli ebrei, dopo
lunghi mesi di dura lotta contro avversari numericamente superiori riuscirono verso la fine del 1948 a stabilire i confini del loro Stato su una
superficie di circa 17.000 Km. quadrati. Non possiamo ancora dire fino a che punto questa cifra rimarrà
inalterata, poiché Israele si trova
attualmente soltanto in stato di armistizio con gli Stati della ex Lega
Araba, e questi ultimi che considerano gli Ebrei come intrusi illegali
e pericolosi, minacciano ad ogni
momento di riprendere le ostilità.
La popolazione israeliana contava alla fine di febbraio di quest’anno 1.400.000 abitanti di cui 1.230.000
ebrei, circa 170.000 arabi, 40.000cristiani e il resto drusi. La capitale
dal die. del ’49 è Gerusalemme (la
città nuova, poiché l’antica é rimasta in mano araba), ma la città più
importante continua ad essere TelAviv.
Dal maggio ’48 al nov. ’50 circa
700.000 ebrei sono giunti in Israele
provenienti da vari Stati dell’Asia
e dell’Europa. Il Ministero per l’immigrazione ha avuto il compito non
lieve di sistemare ogni mese una
media di 1.500 immigrati. Sono stati organizzati villaggi provvisori, alcune volte organizzati in campi di
lavoro per non gravare eccessivamente per il loro mantenimento sul
bilancio dello Stato, in attesa di a^l,
sorbire gradualmente i numerosi immigrati nella vita sociale ed economica del Paese. Non sempre poi le
capacità di lavoro e le attitudini professionali degli immigrati si adeguano alle esigenze dell’economia nazionale, per cui nel processo di integrazione nella vita sociale, non é
sempre possibile tener conto della
loro professione primitiva. E’ così
frequente il caso di intellettuali che
si danno a lavori agricoli, e in genere di gran numero di immigrati
che si adatta a imparare un nuovo
mestiere.
L’organizzazione sociale
deli’agricoltura
L’immigrazione in Israele mantiene però sempre un carattere urbanistico: sui 300.000 primi ebrei
assorbiti nella vita del Paese soltanto il 20 per cento si è diretto verso
le campagne, mentre il resto é andato ad aumentare la popolazione
cittadina. Ciò non toglie che il governo stia facendo notevoli sforzi
per aumentare e intensificare al
massimo lo sfruttamento del terreno
nelle sue risorse agricole. La difficoltà iniziale da superare era data,
oltre che dalla scarsità di mezzi,
dalla popolazione rurale disponibile ignara di tecnica agricola, o almeno ignara delle possibilità dì lavorazione «n terreni così diversi dai
loro di origine. Ma la difficoltà fu
superata instaurando ima interessante organizzazione sociale su base
collettivista, mediante la formazione di colonie agricole (ora circa
575) guidate dal punto di vista tecnico da esperti. Esse sono di tre tipi diversi. La « Kvoutsa », impresa
collettiva e cooperativa di vita agri^cola dove la proprietà del suolo come la vita dei suoi membri è comune. Vi è un refettorio e un dormitorio comune per i celibi. I salari sono soppressi. L’organizzazione ouò
avere scuole proprie. La « Kvoutsa »
può essere retta su basi diverse: alcune hanno carattere strettamente
religioso, con la severa osservanza
della legge, altre politico, raccogliendo soltanto i membri di uno
stesso partito, ecc.
Un secondo tipo è dato dal a Kibboutz » con carattere misto. Oltre a
raccogliere comunità aj^cole già
formate, comprende anche cittadini, con professione retribuita, i quali però versano i loro profitti alla
comunità al fine di' favorirne lo svi»
luppo e c<hÌ lo scopo di parteciparvi direttamente non appena le condizioni di questa lo permetteranno.
La « Moshav Ovedim » é l’organizzazione per gli anticomimitari.
Ad essi é concesso di vivere in fattorie separate, con lavoro autonomo,
restando però sempre collettivo lo
sfruttamento del terreno.
Un particolare sistema cooperativo'di collegamento tra le varie comunità agricole e fra queste e le
città impedisce lo stabilirsi di eventuali e sempre possibili antagonismi
•economici. Il proprietario del suolo
rimane lo Stato (reminiscenza della
legge mosaica che lascia a Dio la
proprietà del suolo?). Le terre già
appartenenti agli arabi sono gestite da un Ufficio di Gerenza delle
terre abbandonate. Alla firma del
trattato di pace con gli stati Arabi
questo Ufficio indennizzerà gli antichi proprietari. Intanto le terre passano al Fondo Nazionale Giudaico
che provvede a cederle per lo’ sfruttamento a comunità agricole o anche a privati in grado di lavorarle
con mezzi propri (il sistema collettivista non é infatti l’unica organizzazione sociale in Israele).
QuaTè Tattàggiamento
degli arabi? ^
Dall’oriente e
dall’occidente
Una delle difficoltà maggiori per
la costituzione unitaria dello Stato
di Israele é data dalla eterogeneità
delie popolazioni giudaiche che lo
costituiscono. Sono affluiti in Palestina ebrei tedeschi, austriaci, francesi, ciprioti, bulgari, cecoslovacchi,
iugoslavi, cirenaici, iracheni, iemeniti, curdi, (anche l’Italia ha dato
il suo contributo con le comunità
calabresi convertitesi al giudaesimo
nel 1930). Tutti con tradizioni, lingua, usi, costumi notevolmente differenti: qixsto crea dei problemi
psicologici e sociali estremamente
delicati. Pensate soltanto alla situazione delle donne provenienti dallo
Yemen di pretta educazione àraba
che vengono a trovarsi in un paese
in cui alla donna è concesso parità
di diritti e indipendenza totale.
La fusione delle diverse popolazioni non potrà avvenire che coi
{lassare delle generazioni. Per il
momento si cerca di evitare con una
savia distribuzione sociale i contrasti troppo forti tra i diversi gruppi
etnici. Una delle prime mète da raggiungere è l’unità della lingua che
non può essere altra che l’ebraico.
Per il momento sono largamente
praticate l’inglese, l’arabo e il francese considerate lingue ufficiali, oltre all’ebraico.
Il grande mezzo per attuare l’unificazione nazionale rimane ancora la
scuola. Anche qui non è possibile,
però, sfuggire alle diverse tradizioni scolastiche già instaurate iu Palestina da gruppi indipendenti prima della fine del Mandato. Britannico. Si trovano così: scuole, confessionali religiose, scuole neutre
a sioniste » e scuole con base politica « socialista ». Il conflitto di
principi, alla base di queste diverse
tendenze, particolarmente acuto nell’insegnamento primario, tende invece ad attenuarsi e a scomparire
nell’insegnamento secondario c alla
Università (di Gerusalemme). Il libro di testo comune nelle scuole di
tutte le tendenze, richiesto dai programmi come prova obbligatoria in
tutti i rami della scuòla, rimane, però, l’Antico Testamento. Ed é interessante il modo con cui viene insegnato: non é tanto l’aspetto filologico, storico o folcloristico che è
messo in rilievo, quanto piuttosto
considerazioni di insieme sul profetismo, il peccato, il perdono, il sentimento nazionale ecc. L’Antico Testamento è dunque profondamente
studiato e conosciuto tra gli ebrei di
Israele. In tante differenze di civiltà, tradizioni, costumi, lingua, è ancxira sulla base della « Torà » che
gli ebrei ritrovano la loro vera unità.
E’ chiaro intanto che la nuova nazione israeliana assumerà nel futuro
un carattere a sé, diverso da quello
dei gruppi che hanno concorso a
formarla, anche se attualmente città come Tel-Aviv hanno un carattere prettamente occidentale, anzi addirittura americanizzante, o se all’opposto le popolazioni di provenienza orientale sembrano prendere
il sopravvento su quelle occidentali
per il numero degli immigrati e la
maggior prolificità di cui sono dotate.
Ma che cosa pensano le popolazioni arabe, in un certo senso legittime abitatrici del paese, di tutto
questo? Esse non fanno naturalmente questioni ideologiche e religiose
che giustificano una terra di Canaan
abitata »dal popolo eletto, considerano gli ebrei intrusi, violatori del
loro territorio, e hanno agito e agiscono di conseguenza. Gli ebrei, forti del loro diritto di avere una patria che non poteva essere altra che
la Palestina, non hanno esitato a
conquistarsela a caro prezzo. I terreni sui quali attualmente si svilup*pano pacifiche colonie agricole, appartengono loro ormai per diritto
di guerra. Le popolazioni arabe rimaste in Israele non sono però considerate nemiclie, quindi niente
campi di concentramenlo, ma piena
libertà e parità di diritti. Pur beneficiando di tutti i diritti politici e
sociali delle popolazioni ebraiche,
non sono però tenuti a prestare servizio militare. 25.000 alunni arabi
sono accolti nelle scuole dello Stato.
Importanti riforme sociali sono state fatte da Israele a favore delle popolazioni beduine del Neghev socialmente molto sfavorite, togliendo
le terre ai ricchi sceicchi per affidarle al loro lavoro. Dieci consigli municipali in Israele sono arabi. Malgrado ciò gli arabi in Israele mantengono un atteggiamento di assoluta indilTerenza non collaborando
per nulla con il nuovo Stato.
(continua).
Comunione Ecumenica
Lo Domenica 7 ottobre sarà considerata, su invito del ConsisUo Ecumenico, come Domenica delia Comunione Universale.
Anche la nostra Chiesa è esortata
ad unirsi spiritualmentfi alle altre
Chiese cristiane nella celebrazione
della S. Cena durante il culto domenicale.
Monsieur le Rédacteur, / Vi . ^
Je vous écria aujourd’hui, poussée par un besoin irrésistible de
partager avec d’autres Vaudois une aventure merveilleuse qui m’est
arrivée dernièrement. ' î : ^ î
Je me trouvais, au mois de mars denûerCdans un des plus grands
hôpitaux de. luiville de Neyf York.^Malgré les meilleurs soins possibles,
je souffrais péniblement. Les piqûres, lès infusions, les tranfusions
et lès opérations chirurgiques sont des choses bien utiles, indispensables même, mais en général ce ne sont pas dés sources de joie et de
repos, ‘Et les-tns0%tments "des médecins et des infirmières me semblaient
fort souvent de vrais instruments de torture.
e Mon. Dieu je murmurais tout bas, «mon bon Père céleste,
je t’en supplie, ne me fais pas souffrir ainsi. Je ne peux plus le supporter. Eloigne de moi toutes ces tortures. Mon Dieu, ne les laisse pas
me faire tant de mal ».
Mais Dieu ne répondit pas.
Après quelques instants de ces prières inexaucées, je restais seule
avec mefi douleurs. Pourtant le désir de survivre me poussa à une autre
tentative. J’avats toujours eu de la joie à chanter, et je connaissais
plusieurs de nos cantiques par cœur dès mon enfance.
'■ «Voyons», je me dis, <« essayons de nous rappeler les mots de
« Il est un roc séculaire, que Dieu pour mon coeur lassé ». Lentement
les paroles se suivaient dans ma pauvre tête, et leur sens se montrait
plus clair que jamais. J’atteins Ut troisième strophe: « En vain l’ou
Un témoignage chrétien
ragan fait rage, et nulle clarté ne luit; paisible au sein de l’orage,
j’attends l’aube après la nuit ». Paisible au sein de l’orage.
Et soudain je compris. Je vis Ut paix non ¡ms loin de l’orage,
sans l’orage, mais la paix au V*'“- de l’orage. Et en moi-même une fervente prière s’éleva à Dieu: « Mon Seigneur, je Te supplie, puisque
je suis mdlade, donne-moi la force, donne-moi le courage de supporter
tout ».
Et Dieu, mes chers amis. Dieu était là pour m’exaucer, car im- «
médiatement je me sentis plus, forte, et j’éprouvais une paix douce
et profonde.
Plus tard les médecins et les infirmières m’ont exprimé leur étonnement en me voyant si calme aux moments des gramles souffrances.
Cela leur avait énormément facilité la tâche, me dirent-ils.
C’est qu’alors je ne me suis plus perdue en de vaines plaintes, »|||
je n’ai plus demandé d’être épargnée, mais je priais .sincèrement
que Dieu me donnât les forces nécessaires à .supporter tout.
Dès mon enfance j’avais souvent entendu ces cris:
« Je Te prie. Seigneur, n’envoie pas la grêle sur nos vignobles;
donne-nous une bonne moisson... Garde-nous des voleur», des inondations, des tempêtes, des maladies et des guerres... üh, je Te prie,
éloigne de nos chers enfants la misère, les maladies et la mort... ». 3
Et la grêle et les voleurs et les inondations et les tempêtes et les
maladies et les guerres et la misèfe et la mort sont venus. ;M
Et il y en avait qui murmurtdent, blasphémaient même, criant
vengeance, abandonnant les cultes, se refusant à ¡wurvoir aux besoins
de leur Eglise. « Dieu », disaient-ils très haut, « Dieu n’existe pas. S
Je L’ai appelé: Il n’a pas répondu. Il n’existé pas. S’il existait, com- Œ
ment permettrait-Il toutes ces guerres? ».
D’autres se rmdissaient, se refroidissaient même, devant un refus
qu’il ne comprenaient pas. Ils devenaient cyniques, méprisants.
« A quoi bon », disaient-ils, « A quoi bon jirier? C’est bon i»our les
niais, les pauvres d’esprit, les vieilles femmes et les petits enfants,
pour les faibles. Il faut nous débrouiller sans Lui ».
Et ceux qui se révoltaient avec fureur et ceu.x qui se décourageaient, les. rebelles et les cyniqm's, ils poursuivaient aveuglément leurs
plaintes. Ils ignondent, hélas, comment prier.
C’est au cours de ma dure épreuve que j’ai fait à plusieurs reprises cette expérience, je le répète, merveilleuse. Lorsque j'ai voulu
prier Dieu de m’épargner les douleurs. Il n’a pas répondu, mais chaque ,
fois que je Le priais sincèrement de m’akler à sup¡)orter àvec courage
toute .souffrance, de me donner les forces nécessaires, de rester auprès 1
de moi, de me fortifier, chaque fois II m’à aidée, toujours, immédia
lement.
DA UN CONTINENTE ALL’ALTRO
Stati Uniti
I itiornali parlano molto dei progre.ssi
del Cattolicesimo negli Siati Uniti, specialmente come influenza politica; ma tengono nascosti i progressi veri e propri del
Protestantesimo.
II Consiglio Nazionale delle Chiese Protestanti ha pubblicato recentemente delle
statistiche interessanti sui progressi delle
Chiese dal 1926 al 1949. Durante quel periodo di tempo, la popolazione degli Stati
Uniti è aumentata del 30% ; durante lo
stesso periodo le Chiese hanno visto crescere il numero dei loro membri nella misura del 51,5%. In quest’nltima cifra, l’aumento è stato del 56% per le Chiese Protestanti, del 48,4% per la Chiesa Cattolica e
del 22,5% per il giudaismo. Se si vogliono
delle cifre, si può dire che le Chiese Protestanti hanno acquistato 16.954.322 membri
dal 1926 al 1949; la Chiesa Cattolica ne ha
acquistati 9.005.305. E bisogna tener conto
del fatto che le Chiese Protestanti calcolano -soltanto i membri comunicanti, ad esclusionc dei bambini.
Ne consegue che in un quarto di secolo
le Chiese cristiane hanno visto aumentare
sensibilmente il numero dei loro membri.
Mai come ora la proporzione della popolazione degli Stati Uniti unita alla Chiesa c
stata cosi alta. E’ un fatto che ineritu di
estere rilevato.
La maggior parte delle Chiese Evangeli
che .imcricane hanno dei magnifici campi
di missione; fra queste, la Chiesa Presbiteriana occupa un pqsto eminente. E’ una
Chiesa di meno di 2.500.000 membri adulti, ma che nel 1949 aveva più di 1100 missionari in attività di servizio in 24 paesi
del mondo. Più di 4 miliardi di lire sono
stali offerti dalla Chiesa Presbiteriana all’opera della sua missione nel 1949. In quello stesso anno 70 missionari sono partili
per i campi di missione, alle Filippine,
in Corea, nel Brasile, nel Camerum francese ecc. ecc. Se ci sono delle porte che si
chiudono, ve ne sono altre che si aprono
largamente alla predicazione del V angelo.
Una Chiesa che evangelizza è una chiesa che progredisce sulle vie de! Regno di
Dio.
Società Biblica Britannica e Forestiera, la ^
traduzione della Genesi venne affidata alla,^
Chiesa Riformala che costituì una Commissione dejla Bibbia, composta di rappresentanti di tutto il Protestantesimo unghere-*^
se. Dopo vari mesi di lavoro, la versione.^
fu letta ad alta voce per giudicare del suo
effetto ncH’uso liturgico. La Commissione
ungherese della Bibbia si propone di pubblicare tutti i libri dell'Antico Tealamento-I
in opuscoli separali affinchè tulli possano ^
seguire il lavoro compiuto e formulare le
loro critiche. Il lavoro di revisione non'
sarà dunque dovuto ad una commissione ■
di studiosi, ma a tutta la cristianità evangelica ungherese. C’è anche una comunità di credenti che prega per il successo diquella iniziativa.
Ungheria
Una versione riveduta della Genesi è stata ultimamente pubblicata in Ungheria.
L’iniziativa era stata presa dalle ^hiese Riformata e Luterana. Esse considerano quella pubblicazione come « un segno della
misericordia di Dio. E’ Lui che, dopo aver pronunziato sulla sua Chiesa un giudizio meritato, le ha aperto una via nuova.
E’ Lui che, in un paese in piena trasformazione sociale, permette che la Sua parola eterna sia pubblicata in una nuova versione in lingua magiara ».
Venuta a cessare nel 1948 l’attiviti della
Nel suo sforzo di rinnovamento della vita interiore delle Chiese, il Proteslanlesimo magiaro non perde di vista l'importanza della conoscenza della Bibbia c della,
sua azione nella Chiesa e nella Società.
II Bollettino d’informazione delle f-liiev
se Ungheresi (1-5-1951) rende noto che, su s
585 chiese o cappelle evangeliche disiruUte ^
o danneggiate durante la guerra, 546 sono ^
già state rimesse in efficienza, I lavori sono«
suti condotti a termine prima li lutto gtazie ai doni delle parrocchie ungheresi (4S
mìlieni di fiorini) e all’aiuto delle chiesa ,
estere (3 milioni di fiorini). (e. r.)*,
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PROBLEMI
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L'EOO DELLE VALLI VALDB8I
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La Scuola praticò di Agricoltura
della Valle d'Aosta /..
COMUNICATO
Leggiamo nei giornali della regione au-'' -caldo/'wrdiale, insiatente
tonoma della . Valle d’Aosta la iiotizia che
il Consiglio della Valle ha deliberato la
fondazione d’una Scuola pratica d’Agrieoi
che la Scuola
d’Aosta ha rivolto ai campagnards di quella Valle. Tutti conoscono il suo intendimento, di preparare praticamente buoni
tura, esattamente sul tipo di quella nostra giovani agricoltori e migliorare così le con'
Scuola Valdese d’Agricoltura dei Monnet,
che da oltre, un anno, e mezzo funziona ottimamente a beneficio della popolazione
agricola delle Valli. La Scuola sarà costi
dizioni di vita della popolazione agrìcola
delle Valli. 11 funzionamento del suo primo anno d’attività è stato buono; i risultati sono- ' stati soddisfacenti. Perchè la
tuita nella regione di Mont Fleury. nei Scuola possa continuare a svilupparsi per
dintorni di Aosta, e s’inizierà il 5 novem^ il bene di tutti, le è necessario non sol
bre prossimo. La Direzione della nuova
Scuola ha rivolto alla popolazione della
Valle d’Aosta un eloquente appello, di cui
pubblichiamo la parte essenziale, come
conferma efficace degli intendimenti e
del carattere, della necessità ed opportunità della analoga Scuola nostra:
Foilà une grande création, qui honore
hautement notre Administration Régionale,
et qui est et restera parmi les plus belles
réalisations de notre Autonomie. Nos campagnards, qui désirent donner à leurs fils
une formation solide, une éducation et instruction convenable, surtout dans Vagriadture, sauront désormais où les placer- Nos
campagnards qui de tout temps ont compris l'importance de l’instruction, qui aiment de tout leur coeur leur terre, qui ai
ment le progrès et veulent que leur terre
devienne toujours plus féconde, grâce à un
travail toujours plus rationnel et toujours
plus productif; nos campagnards, disons
nous, sauront profiter de cette merveilleu
tanto 4a I simpatica adesione, ma la pratica
comprensione e collaborazione della popolazione agricola.
Í i 'dorsi che si inizieranno nel prossimo
mese consisteranno in lezioni teoriche per
la formazione del buon agricoltore ed in
esercitazioni e lavori pratici nei campi, nei
prati, nella vigna, qel frutteto, nell’orto,
nella stalla, per gli animali da cortile, per
la lavorazione del latte. Dopo il mese d
aprile diverranno prevalentemente pratici
l giovani che da aprile a settembre doves
sero attendere ai lavori agricoli delle prò
prie famiglie, potranno recarsi a casa loro
e ritornare alla Scuola nell’ottobre succes
nvo. La Scuola, com’è noto, è gratuita
una retta modesta è richiesta per il mante
nimento. Per informazioni ed iscrizioni, ri
volgersi alla Direzione.
se nouvelle institution,,,.
...e quella dei Monnet
La ScDOla d EeoDomia Domestica
La Scuola d’Agrìcoltura dei Monnet aprirà in ottobre i corsi del suo secondo
anno di vita. Perciò essa rivolge agli agricoltori delle Valli Valdesi lo stesso invito
11 nuovo Corso d’Economia Domestica
s’inizierà in ottobre, con la durata d’un
anno. 11 Corso è gratuito. Una modesta retta è richiesta per il mantenimento. Informazioni ed iscrizioni devono richiedersi al
245
Frumento Mont-Calme
per le nostre vallate
Due anni fa potemmo avere qualv
che kilo di frumento Mont Calme
245 dalla Station Federale de Contrôle Semences Losanna che fu seminato dall’agricoltore Castelli a Chiavula (m. 900 s. m.) con un raccolto
di Kg. 20. Questi 20 Kg. di seme
furono successivamente seminati dal
medesimo Castelli a Chiavula nel
1950 e quest’anno la resa è stata di
q.li 4.S per ettaro; pari a q.li 16,2
per giornata; risultato magnifico se
si tiene presente che questo frumento non è stato in alcuna maniera forzato con concimazioni esagerate.
Da queste prime prove risulta
chiaramente che il Mont-Calme 245
è il frumento da estendere nelle no*
stre vallate. Si può seminarlo nelle
buone esposizioni fino a 1300 metri
sul livello del mare, seminando con
una buona settimana di anticipo sulle altre varietà, concimando con Kg.
200-150 di perfosfato minerale 1820 per giornata piemontese alla semina e Kg. 40 di nitrato di calcio in
copertura a primavera sempre per
giornata. Preghiamo tutti gli agricoltori valdesi di seminare un po’ e
di cercare di riprodurre in purezza
questo grano di cui è difficile il rifornimento attraverso la Svizzera.
Alla Cooperativa Agricola di Torre Pellice ne abbiamo qualche disponibilità.
Da queste colonne dobbiamo ringraziare il Dr. Zweifel creatore del
Mont-Calme 245 che ci procurò due
anni fa il primo seme e quest’anno
si è adoperato per farcene avere ancora Kg. 20 tramite la Scuola di Agricoltura di Marcelin e che sarà seminato in purezza alla nostra Scuola di Agricoltura di Luserna S. Giovanni, per essere distribuito l’anno
prossimo ai nostri agricoltori. Lo
ringraziamo anche per una nuova
varietà che ci ha dato quest’anno in
prova. Il dr. Zweifel è svizzero, ha
vissuto e studiato in Italia, è evangelico ed ama il popolo valdese, speriamo di averlo fra noi l’anno prossimo. Cosi saranno gli stessi agricoltori valdesi a ringraziarlo per il suo
grano e il suo interessamento per noi.
Ed ora una franca parola ai nostri
amici agricoltori: se volete migliorare la vostra tecnica, il vostro bestiame e quindi il vostro livello di
vita dovete procurare d’istruirvi e
di fare istruire i vostri figli e le vostre figlie. Un agricoltore valdese,
che ha avuto la grazia d’avere illuminata la mente, il cuore e l’anima
dall’Evangelo non può non amare e
tràseurare la propria terra per la
quale i padri hanno, combattuto e
sofferto, non può e non di.ve alienarla, ha Vobbligo morale di resistere,
d’istruirsi e di fare in maniera che
la sua terra dia possibilità di vita.
La Scuola Valdese di Agricoltura
è sorta per aiutarvi in questa direzione.
' M. Gherardi
la Direziono della Scuola d’Agricoltura ai
Monnet, Luserna S. Giovanni.
Questa Scuola ha chiuso il 15 corr^ il
suo primo anno con gli'esami finali, che
hanno avuto un esito soddisfacente. Le giovani allieve hanno dimostrato il buon risultato dei loro studi non soltanto in teoria, ma nel lavoro pratico in cucina, preparando un ottimo pranzo, nello stiro, nel
cucito, nei lavori di casa. II* Consiglio direttivo, compiacendosi di questi rallegranti risaltati, ha consegnato ad ogni allieva
un certificato finale di stadio, ed ha inoltre deciso, come premio, d’inviare le due
migliori. Sibille Clara e Meynier Franca,
al corso semestrale gratuito della Scuola
d’Economia Domestica di Marcelin (Svizzera).
Per la Tavola Valdese
ACHILLE DEODATO, Moderatore
Il Campo di Praly
Indimenticabile in ciascuno di noi è
l’impressione che abbiamo riportata dal
Campo 1951.
Giorni or sono ho ricevuto una lettera
dà parte di un giovane che per la prima
volta veniva ai cami>i. Desidero trascriverne una parte, perchè l’impressione riportata dal nostro fratello è identica a quella di ciascuno di noi: «Credo che non po. trò mai dimenticare la commozione che ha
destato in me la viva comunione fraterna
che legava i campisti e i lavoratori, la vera
Agape spirituale che la fede e l’energìa di
un uomo, con l’aiuto indispensabile del
Signore, ha saputo creare tra giovani di
diversa origine sociale e'nazionale nel nome
supremo dell’amore di Cristo ».
Il Campo Unionisti, quest’anno, si è rivelato fin dai primi istanti intimamente legato a quello dei lavoratori. Alle loro abbiamo unito le nostre forze, insieme abbiamo collaborato alla realizzazione della
inaugurazione, insieme abbiamo goduto i
benefici di quel giorno che rimarrà per
sempre nei nostri cuori.
Il campo più del solito ha avuto un carattere internazionale, per la presenza di
numerosi Italiani, Svizzeri, Olandesi, Francesi, Spagnoli. Molto significativo è stato
un incontro con un gruppo di giovani Francesi che hanno valicato a piedi le Alpi e
con i quali la sera, intorno al falò, abbiamo
avuto un’interessante conversazione e un
proficuo scambio di idee. Numerosi erano
pure i nostri fratelli Battisti e Metodisti
guidati dal Pastore Scorsonelli: il Congresso
di Milano rivela sempre più i suoi benefici effetti.
Il tema comune agli studi verteva su:
« Denionicità delle nazioni ». In questo periodo della storia particolarmente duro per
tutte le nazioni, sorge impellente in ognuno
di noi il problema di studiare a fondo le
cause dì turbamento e di disordine, quella
« demonìcità delle nazioni », cioè quella
forza demoniaca che sì oppone alla signoria di Dio. Ciascuno dei sci oratori, pur
per v^e diverse e pur proponendoci problemi diversi, ha concentrato la nostra attenzione sn questo problema:
« Le nazioni e il popolo di Dio nell’Antico
Testamento ».
« Significato e valore del concetto di nazione ».
« La demonìcità delle nazioni ».
« Contributo Ecumenico all’europeìsmo ».
« La guarigione delle nazioni ».
Gli studi sono stati svolti rispettivamente
dal Pastore Girardet, dal Dott. Gustavo
Comba, dal Past. Giampiccoli, dal Dott.
Cabella e dal Prof. Miegge.
Dopo siffatti studi e dopo tante discussioni, una conclusione quanto mai serena
ci si presentò con lo studio del Prof. Vinay
sullo a Sviluppo dell’idea Nazionale in Europa »; uno studio veramente completo
che, non solo secondo la mia, ma secondo
l’opinione di molti, non avrebbe dovuto
essere posto in discussione affinchè l’impressione suscitata dalle ultime parole del prof.
V. Vinay rimanesse in noi e ci accompagnasse dopo la vita di campo nelle nostre
diverse attività. Quelle parole esprimevano
perfettamente il significalo di Agape, della comunione fraterna tra genti di diverse
nazioni poiché si rifacevano alle parole che
Paolo rivolse nel suo discorso ai Galati:
« Non c’è qui nè Greco nè Giudeo, nè schiavo nè libero, nè maschio nè femmina;
poiché voi tutti siete uno in Cristo Gesù ».
La meravigliosa realtà di Agape costruita ha già fatto molto in questo senso: spetta
a noi giovani il compito e il dovere di continuare l’opera cui ci siamo votati nel nome e con l’aiuto di Dio. f. v.
Il congresso
Per la prima volta il salone di Agape lui
ospitato il congresso della FUV che si è
aperto la sera del 13 Agosto con il culto
presieduto dal Pastore Castiglione.
I lavori si sono iniziati la mattina del
14 sotto la presidenza del Past. C. Gay.
Le Unioni delle Valli erano scarsamente
rappresentate. E’ questo un doloroso problema che il Congresso ha affrontato con
serietà studiandone le più intime cause e
cercando di venire ad una soluzione positiva.
Buona è stata la proposta di una riunione
ad Agape di tutti i responsabili delle Unioni delle Valli.
Dopo la lettura della relazione del C.N.
da parte del suo Segretario Past. Vinay,
il Congresso ne ha passato in rassegna tutti
i punti fondamentali riguardanti le varie attività, Le innovazioni più considerevoli sono state effettuate intorno al giornale « Gioventù Evangelica » che potrà avere maggiore
¡viluppo poiché in semita al Congresso
di Milano sarà il giornale unico di tutta la
Gioventù Evangelica Italiana.
E’ stato pure proposto, per ciò che riguarda le recito, di istituire un campo di
preparazione teatrale al quale parteciperanno rappresentanti di tutte le Unioni; in
questo modo l’opera di evangelizzazione
si potrà avvalere pure della recitazione di
drammi sacri.
In seguito alle votazioni è stato eletto il
Comitato Nazionale nelle seguenti persone :
Pastore Tullio Vinay, Segretario Generale;
Pastori N. Giampiccoli, F. Sommani, li.
Comba e Signor G. Bouchard. f. v.
Scuola Latina di Pomaretto
. Sono aperte le iscrizioni alla I",
II" e IID classe.
Le domande, in bollo da L. 24 per
I iscrizione alla I", in carta semplice per l’iscrizione alla II" e alla III",
devono essere consegnate, al più
presto, alla presidenza.
PERSONALIA
Presso l’Università di Milano nella sessione estiva si è laureata in lettere la Sig.na
Florestana Piccoli, della Chiesa Valdese di
Milano. Felicitazioni alla neo dottoressa.
Goliegio. Valdes«
La Parrocchia di LUSERNA SAN
GIOVANNI è dichiarala vacanle.
La Domina del suo fuluro paslore^
dovrà farsi a norma degli arlicoli
14, 15 e 24 dei Regolamenli Organici.
Torre Pellice, 17 settembre 1951.
La scorsa settimana hanno avuto luogo
nel nostro Istituto i vari esami della Sgssipne' autunnale, coi seguenti risultati:
Alunni ammessi alla'Scuola Media: Agli
Silvia’; Caffaro Rosemma, Cavagnero Gianfranco, Ceresole Carlo, Charbonnier Aldo,
Davit Paolo, Geymet Amalia, Tonetti Bruno, Bellion Bruno.
Promossi alla II classe: Cupi Gabrio,
Rollier Roberto. , ^ '
Promossi alla III classe: Baridon Silvana, Bouissa Dario, Cougn Franca, Eynard
Giovanni, Maroagiu Franco, Princivalle
Riccardo, Seidita Ettore, Targetti Gianpaolo.
Licenziali dalla Scuola Media: Mantelli
Isa Miranda, Pbntet Elena, Rostan Lucilla, Rollier Giammarco.
Promossi alla V Ginnasio: Mathìeu Luciana, Peyrot Fernando, Santoro Roberto,
Toja Cesare.
Ammessi al Liceo: Calorio Mirella, Coisson Renato, Gaydou Franco, Peano Angelica, Pons Franco, Santoro Piero.
Promossi e Idonei alla II Liceo: Bazzanò Franco, Geymonat Nello, Merlo Francesco, Peyrot Mirca, Ricci Ranjeri, Moreco Edoardo.
Promossi e Idonei alla HI Liceo: Montalcini Franco, Princivalle Renato, Alilo
Davide.
Le iscrizioni alle varie classi sono aperte fino al 10 ottobre p. v- La Segreterìa è
aperta i giorni feriali, dalle 10 alle 12.
TEMPIO DEL CIABAS
Il Culto già annunziato per Domenica
»corsa avrà luogo invece Domenica prossima, 30 Settembre, alle 17 (5 pom.) in italiano.
PRO COLLEGIO VALDESE
Le due adunate di ex studenti e studentesse del Collegio Valdese e dell’antica
Scuola Normale, il 19 agosto ed il 9. settembre hanno avuto un risultato veramente lusinghiero: circa duecento giovani presenti nell’una e nell’altra riunione, gioiosi incontri, rievocazione d’antichi ricordi,
scambi d’idee sulla formazione di un’Associazione di ex studenti, sulle sue finalità, sui suoi programmi. La riunione del
9 settembre si è conclusa con un i:jloroso
incontro di calcio fra due squadre di ex
studenti, una di anziani, l’allra dì giovani.
L’esito delle due riunioni e di una serata
familiare che le ha seguite è stato promet'
lente. E’ stata decisa la costituzione della
Associazione di ex studenti, .col nome di
Associazione Amici del Collegio Valdese.
Essa conta già 220 soci regolarmente iscrìtti. Ne è stato approvato il regolamento.
Un primo Bollettino dell’Associazione sarà pubblicato nella Seconda metà d’ottobre; esso conterrà, oltre al regolamento ed
all’elenco dei soci con le somme versale,
articoli, informazioni, notizie, rievocazioni studentesche ecc. Alcuni altri Boliellini saranno successivamente pubblicati. Si
svolgerà un programma di raduni e manifestazioni, che interessi tutti i soci. E’
stata prevista la costituzione di sezioni dell’Associazione in varie città.
Tulli gli ex studenti e studentesse sono
cordialmente invitati ad iscriversi alla nuova Associazione. La quota minima è di
L. 500, oltre ad un contributo prò Collegio,
da inviarsi al Cassiere, il preside prof.
Teofilo Pons (c. c. p. n. 2-9034).
OVI
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
9
O
TORRE PELLICE (Torino)
Franco Davile
Sesso e Fede
Erneslo Comba
CRISTiAHESIHO
e Çattolicesimo Romano
pagine 440
Lire 1000
pagine 32
Lire 60 i Un'opera polemica seriamente
Breve, moderna, interessante
trattazione del problema dell'amore e del matrimonio, da
un punto di vista tìpicamente
cristiano e protestante
pensata e fortemente documentata
- Prezioso strumento di studio e
di lavoro per chi vuol considerare,
alla luce della Sacra Scrittura, le
dottrine ed i riti della Chiese
Romana
4
L’ECO DELLE TALLI ' TALDHfl
REO E :S I O K' I
CARLO LUPO - Efà deHa crisi e vocazione cristiana
Claudiana Editrice ■ pp. 32 - L. 30,
Il tema affrontato dal Pastore Lupo in
uno studio presentato ad un gruppo di
Pastori ed ora al vasto pubblico è uno dei
jiiù urgenti e dei più seri per la nostra
generazione. Se ^’autore si rivolge a dei
Pastori, prima di tutto, è perchè essi hanno una speciale responsabilità nel proclamare agli uomini d’oggi il vivente messaggio del Cristo; ma se si rivolge anche
al pubblico, è perchè i cristiani tutti, di
fronte alla crisi, cioè al giudizio di Dio,
sono chiamati tutti a rientrare in sé stessi
ed a tornare al Padre, sulla via del ravvedimento, qui ed ora, non in un futuro
più o meno lontano. Il peccato profondo
e radicale dell’uomo è la sua pretesa autonomia da Dio; conseguenza tremenda di
questo fallo: l’uomo è senza Dio e senza
fratelli. Il solo mezzo di uscire dalla attuale caotica situazione non è una riforma
della teologia, ma innanzi tutto una rinascita, una risurrezione, una ricreazione del
senso profondo di Dio manifestato in Cri
controversia, la nostra Ik voluto essere una
testimonianza resa alla verità », E noi rendiamo omaggio a questo suo sforzo ed a
questi suoi intendimenti che si sono concretati in un lavoro degno di molto apprezzamento, come quello che presentiamo ai lettori del giornale, affinchè lo conoscano e lo facciano conoscere.
In ogni opera umana ci sono delle imperfezioni, è naturale. Anche in quest’opera avremmo desiderato che certi paragrafi fossero più completi, più esaurienti. Ma
il volume è già di 440 pagine e non era
forse possibile ampliarlo maggiormente.
Quanto ci è dato di avere costituisce già
un utile strumento di lavoro e di conoscenza che raccomandiamo all’attenzionedei Pastori e dei laici, « forniti di una
buona cultura generale », dei centri di studio, delle Unioni giovanili, e di quanti,
come dice l’apostolo, sono chiamati a « rispondere a chiunque domanda loro ragione della speranza che è in loro, ma con
dolcezza e rispetto, avendo una buona coscienza e. r.
Sono aperte le iscrizioni per l’anno ac- '
cademico 1951-52. Per essere ammesso in
I Anno come studente regolare occorre
farne domanda per iscritto al Consiglio,
presentando :
a) la fede di nascita
b) il diploma di maturità classica o un titolo di studio giudicato equipollente dal
Consiglio
c) un attestato di moralità ed una formale
raccomandazione fornita dall’Autorità ecclesiastica da cui lo Studente dipende
d) un certificato di sana costituzione fisica.
La sessione autunnale di esami avrà luogo dal 16 al 20 ottobre.
11 Convitto si aprirà a Dio piacendo il
16 ottobre e le lezioni inizieranno il 23
ottobre. Gli Studenti sono pregati di preannunziare il giorno e l’ora del loro arrivo alla Direzione del Convitto.
Il Segretario: Prof. V. Subilia
Via Pietro Cessa 42, Roma
sto di fronte al no di ogni negazione o di
ogni autonomia umana.
In un piccolo libro c’è un messaggio
profetico di cui molti potranno apprezzare
il valore ed il significato per l’ora che volge. Faranno perciò bene ad ascoltarlo c a
meditarlo seriamente. e. r.
Voce delle Comunità
Gli studi di indole polemica non sono
mancati in questi ultimi anni nel nostro
piccolo mondo Valdese. C’è stato un desiderio sincero di ristudiare il Cristianesimo
alla luce dei testi scritturali, confrontandolo poi con la dottrina cattolica romana,
professata dalla grande maggioranza dei
cittadini in mezzo ai quali vive e deve farsi conoscere una piccola minoranza evangelica.
11 volume del Prof. E. Comba, per la
sua mole come per la ricchezza del suo
contenuto, costituisce il degno coronamento di tutta una serie di studi mollo utili a
noi stessi ed a quanti desiderano riflettere
sulle ragioni e sul fondamento della loro
fede cristiana.
Bisogna perciò rallegrarci con l’Autore
il quale, in un tempo che per lui dovrebbe essere di riposo, ha saputo offrire ad
un vasto pubblico un libro di_ fondamentale
importanza sul complesso problema dei
rapporti tra il Cristianesimo di Cristo e
il Cattolicesimo Romano, e io ha fatto
con quella chiarezza di esposizione c con
quella serietà di pensiero che ben caratterizzano i suoi scritti.
Abbiamo letto attentamente il libro e
siamo in grado di raccomandarlo a quanti
hanno a cuore la loro cultura religiosa.
Questi dovrebbero essere numerosi attorno
a noi, poiché i problemi teologici e storici
COSI come sono affrontati ed esposti dal
Prof. Comba sono facilmente accessibili
ad un vasto pubblico e non sono riservati
agli specialisti in materia. L'autore stesso
considera la sua come un’opera di « volgarizzazione »: il che non significa affatto
semplicismo o -superficialità, ma lodevole
sforzo per scendere dall’alto della pura ed
astratta riflessione filosofica sul terreno di
una esposizione chiara, documentata, dove
la materia ,è accuratamente distribuita dopo
essere- stata seriamente pensala.
1 capitoli del libro sono generalmente
divisi in tre parti: prima di tutto vi si
espone la dottrina cattolica, poi la si mette
a confronto con le prove scritturali, infine
si documenta il punto di vista evangelico.
Diciamo subito che la prima e la seconda
parte sono le più svilnppate di tutto il libro; anzi, uno dei grandi vantaggi dì questo indispensabile volume, consiste appunto nella possibilità di rettamente conoscerc
le posizioni del cattolicesimo Romano attraverso le abbondanti decisioni dei Concili! e le dichiarazioni dei Padri della
Chiesa. In questo senso i! libro è una «niniera di testi e di documenti ufficiali che
non si debbono ignorare nelle discussioni,
se non si vuol trasformare la polemica in
una controversia spicciola e forse anche
astiosa. Ed è proprio questo antipatico carattere della polemica che il Prof. Comba
è riuscito ad evitare, pur denunziando apertamente le deviazioni e le deformazioni
di una dottrina, comunemente presentata
come la « sola religione rivelata da Dio »,
ma in realtà compenetrata da molti elementi umani e terreni. Dice l’autore:
« Abbiamo cercato di fare il confronto con
serietà scrupolosa, con mente larga e con
animo sereno. Piutlo.to che un’opera di
Angrogna (Cap. e Serre)
ERNESTO COMBA - CrisHanesimo
e Callolicesimo Romano
Claudiana Editrice - Torre Pellice, 1951,
pp. 440 - Prezzo L. 1000.
Domenica 7 ottobre alle ore 15 al Capoluogo Convegno Unionista per tutta la gioventù di Angrogna. Niente grandi discorsi,
ma occasioni dì parlare dei nostri problemi e dei nostri rapporti con la F. U. V. col
segretario nazionale T. Vinay.
Tutti i giovani presenti, dai Pons a Pradeltorno !
e dopo molti mesi trascorsi nel letto. Ambedue lasciano un vivo ricordo di loro ed
un esempio di lavoro e di consacrazione
alla famiglia.
Ai congiunti in lutto rinnoviamo l’e*spressione della nostra sincera e sentita
simpatia cristiana.
Bobbio Pellice
Sono stati battezzati: Bonjour Giovanni
di Davide e di Negrin Caterina; Catalin
Delia dì Giov. Pietro e di Gönnet Marianna; Cairus Clelia dì Paolo e di Bertinat
Elena; Meli! Silvano di Giovanni e di Berlinat Maria; Rostagnol Giov. Giacomo di
Davide e di Reynaudin Giovanna.
11 Signore spanda le sue benedizioni su
quei bimbi e sui loro genitori.
Sono stati presentati al S. Battesimo:
Laura Berlalot di Remigio e di Ilda degli
Alieri, Paolo Emanuele Micol di Edoardo
e di Ester della Rnata, Giorgina Bounous
di Ercole e Denise di Pomeano, Tiziana
Pons di Aldo e Gilda di Firenze e Elvina
Peyronel di Eli e di Irma delle Case
Nuove.
La grazia del Signore accompagni sempre questi bimbi che Gli sono stati presentati nel battesimo.
Si è addormentato nella pace del Signore, il 3 agosto, Rostagnol Giovanni, dei
Rostagnol, di anni 60. Durante i lunghi
mesi di malattia egli seppe trovare forza
ed incoraggiamento nella fede che l’ha
sorretto fina alla fine.
Rinnoviamo le nostre condoglianze alla
vedova ed ai figli.
Il 26 agosto sono stati uniti in matrimonio Aldo Rochon dell’Inverso Rinasca c
Elsa Beux dei Pellenchi.
A questi sposi, stabilitisi nel territorio
della Chiesa di S. Germano Chisonc, porgiamo l’augurio di ogni benedizione e di
ogni gioia nel Signore.
Nel corso dell’estate il pulpito è stato
occupato dai Sigg. Pastori: Tito Signorelli dì Sestri, Davide Cielo di Taranto, Liborio Naso di Vittoria ed Emilio Corsani
di Sanremo. In due riunioni della Domenica pomeriggio ci hanno rivolto i loro
messaggi i Past. Negrin, Ricca e Corsani,
nonché la Sig.na Bonjour, studentessa missionaria a Parigi.
Ancora grazie a tutti.
PramoUo
/ nostri scomparsi.
Nel corso del mese dì luglio abbiamo
accompagnato al campo dell’estremo riposo terreno le spoglie mortali di due nostre vecchie sorelle che il Signore ha richiamato a Se. Esse sono: Long Luigia dei
Tournin e Bounous Susanna di Pomeano,
rispettivamente di 89 e 85 anni. La prima
CI ha lasciato quasi improvvisamente, la
seconda invece dopo una lunga malattia
Come in passato, ancne quest’anno abbiamo avuto la gioia di salutare e di avere per qualche tempo in mezzo a noi parecchi dei nostri praiuollini assenti durante l’anno, venuti a rivedere le proprie
famiglie, e diversi conoscenti ed amici,
salili quassù per le loro vacanze estive. Il
tempo è stato loro poco propizio perchè
abbiamo avuto e pioggia e nebbia come
non mai. .Speriamo però che essi abbiano
lo stesso goduto delle loro vacanze.
Ora quasi tutti sono di già riparliti ed
hanno ripreso le loro consuete attività nelle residenze abituali.
Nel ringraziarli per la gioia che ci hanno portato, porgiamo a tutti l’augurio di
un buon inverno e di un buon lavoro sotto lo sguardo del Signore.
Dorante l’estate il culto della domenica
mattina è stato presieduto a diverse riprese da fratelli venuti da fuori. Abbiamo
sentito il messaggio portatoci dal Prof. Silvio Pons e dai Pastori Alfonso Peyronel,
Ermanno Rostan, Paolo Bosio e Oreste
Peyronel.
A tutti il nostro grazie riconoscente c
sincero.
CONVITTO MASCHILE VALDESE
TORRE PELLICE
Sono aperte le iscrizioni presso il Ginnasio-Liceo pareggiato e la
^uola Media pareggiata valdese e il Convitto Maschile Valdese di
Torre Pellice per Tanno scolastico 1951-52.
II « COLLEGIO VALDESE » (Scuole Medie inferiori e superiori)
e il CONVITTO MASCHILE VALDESE si propongono di istruire ed
educare secondo i principi delTEvangelo, giovani di qualsiasi confessione religiosa.
Il CONVITTO arricchito nelle sue attrezzature, offre le migliori
possibilità di studio attraverso l’assistenza scolastica pomeridiana, e
una sana vita di famiglia.
Per informazioni sul Ginnasio Liceo e Scuola Media rivolgersi al
PresKÌe del « Collegio Valdese » Torre Pellice (Torino) e sul Convitto
al Direttore del Convitto Maschile Valdese - Torre Pellice (Torino).
La famiglia ¿Iella compianta f'
Malai» M. Maddalena
ved- Peranzoni
Avvisi economici
VENDESI collina S- Maurizio fabbricato
rurale, 4 giornate terreno. Rivolgersi
Notaio Occelli, Via Trieste 9, Pìnerolo,
commossa per la dimostrazione di simpatia ricevuta in occasione della repentina
dipartenza della sua cara congiunta, ringrazia quanti hanno preso parte ni .suo dolore.
Lusema S. Giovanni, 19 settembre 1951
URGE àbilissima tuttofare volonterosa, sa- j
Iute ottima, referenze ineccepìbili; dio- ^
cimila mensili. Indirizzare Decarli, Lanzo Torinese.
La famiglia della compianta
Elvira Rostaing
sentitamente ringrazia tutti coloro che le
furono larghi di aiuto e di contorto nella
luttuosa circostanza, sia con fiori che con
scrìtti, e quanti sono intervenuti alla commossa dimostrazione di affetto tributata all'Estinta nell’accompagnamento all'estrema
dimora terrena.
Prarostino, settembre 1951
VILLA ELISA mette a disposizione delle
giovani operaie letti a L. 50 per notte.
Pasti L. 150, minestra L. 35; colazione
L. 25 (facoltativi). Per informazioni rivolgersi a Villa Elisa, Via Angrogna.
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Tipografia Subalpina.
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in Torrt Pellice, viale
riceve . .
Fuhrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il venerdì
dalle ore IO alle 12.
a Torino riceve gli alirigiorni,
dalle ore 14,30 alle 10 in via
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nitori e due signorine, cerca giovane evangelica, educata e di fiducia, con un
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figlio. Rivolgersi Past. Rostan, Pinerolo.
Doti. Badalamenti
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