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DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anne LXXXVIII - N. 35
Una copia La 30
ABBONAMENTI
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TORRE PELLICE — 5 Settembre 1958
Ammin. Claudiana Torre Pdlice - C.C.P. 2-17557
SI E’ INIZIATO
il Sinodo Valdese
Ecco tornata anche quest'anno la
Settimana Sinodale che dà a Torre
Pellice una vivacità e un tocco di
cosmopolitismo assai simpatici.
Il Sinodo Valdese si è infatti aperto domenica 31 agosto, con il solenne culto d'inaugurazione presieduto
dal pastore Enrico Tron, di Losanna,
che entra in emeritazione per aver
raggiunto i limiti di età. Questo
culto, che ogni anno vede raccogliersi, e forse aumentare, un'imponente
assemblea, è un momento particolarmente solenne della nostra vita ecclesiastica : lontani come siamo dall'apprezzare, e dall'imitare, la coreografia di certe funzioni cattoliche, non
ci si può però sottrarre del tutto alla
suggestione di questa imponente assemblea, di questo canto compatto,
dei cori, del corteo sinodale, della
presenza dei candidati. Ma vuota forma, buona soltanto ad impressionare
qualche cronista di passaggio o qualche sensibilità superficiale, sarebbe
tutto questo, se non fosse sostenuto,
informato dalla predicazione della
parola di Colui che è il solo centro
di questo come di ogni culto. E questa Parola, predicata dal past. E. Tron,
è la parola della grande missione,
della grande vocazione di Dio a tutti
i Suoi figlioli, vocazione al sacerdozio universale e vocazione particolare al ministero della Parolai Qui la
predicazione si è rivolta in modo particolarmente diretto ai Candidati Aldo Rutigliano e Giorgio Bouchard,
che hanno pronunciato la loro promessa di servizio, promessa che è al
tempo stesso un impegno solenne ed
un'infinita speranza in Colui che manda ; « Come il Padre mi ha mandato,
così io mando voi ». .
La Corale di Torre Pellice ha degnamente accompagnato lo svolgersi della liturgia con i suoi bei cori. Al
termine del culto, riformatosi il corteo sinodale, i membri del Sinodo
sono tornati alla Casa Valdese — dove si erano riuniti prima per presenziare all'apposizione della firma alla
Confessione di fede della Chiesa Valdese da parte dei Candidati — per
costituirsi in Assemblea sinodale.
Il Seggio di questa sessione sinodale è risultato composto dal Past.
E. Tron (presidente), Ing. G. Girardet (vice presidente), Past. A. Comba, A. Rutigliano, G. Bouchard (segretari), Sigg. A. Bensi e M. Bianconi (assessori). Presenteremo nel prossimo numero dell'Eco una diffusa cronaca dei lavori sinodali, anche quest'anno intensi (si son già avute due
sedute serali, oltre quella del Corpo
Pastorale) e relativi a temi assai vivi
ed importanti. Diremo solo che essi,
interrotti la mattina di lunedì per partecipare al servizio funebre del Past.
Peyronel, si sono iniziati con la lettura della Controrelazione presentata
dalla Commissione d'esame (Past. G.
Bertin e M. Musacchio, Dott. O. Coisson e L. Bertolè), controrelazione accurata anche se di mpderata lunghezza, ricca di spunti di discussione, che
contempera — com'è giusto — le lodi veramente doverose per l'operato
della Tavola con inevitabili appunti.
Oltre al Rapporto al Sinodo della
Tavola, delle Commissioni e Conferenze distrettuali, delle Comunità,
della Facoltà di Teologia, degli Istituti Ospitalieri e della FUV, il Sinodo
di quest'anno è chiamato ad esaminare e discutere le relazioni di varie
Commissioni di studio su temi particolari. Il tempo a disposizione del
nostro Sinodo, che ha già una durata
notevole, troppo estesa forse, sembra
non bastare mai.
Anche quest'anno numerosi sono
^ í¡
gli ospiti amici, nuovi o di vecchia
data, che recano al nostro Sinodo la
espressione della solidarietà e l'augurio delle Chiese sorelle: oltre al
Past. M. Sbaffi, presidente della Chiesa Metodista d'Italia, e al Past. M.
Koncni, presidente dell'Unione delle
Chiese Battiste d'Italia, abbiamo udito
o salutato il Rev. Bellhouse, Moderatore della Chiesa Presbiteriana d'Inghilterra ; il Dott. Bendar, Landesbischof della Chiesa Evangelica del Badén; il Past. J. Babut, segretario dell'Église R'formée de Franca ; il Rev.
J. Bean, rappresentante del Consiglio
Ecumenico; il Past. H. Capò, rappresentante della Chiesa Evangelica spagnola ; il Dott. Emmen, segretario
della Chiesa Riformata d'Olanda; la
Sig.a M. Frampton e il Sig. Stephens,
rispettivamente della Società di aiuto
ai Valdesi in America e in Inghilterra;
l'arguto Past. Ch. Freundler, segretario dell'EPER (Entraide Protestante
des Eglises aux Réfugies) che ci ha
nuovamente dato un valido aiuto per
l'opera di Villa Olanda; il Past. J.
Marchand di Marsiglia dov'è una fiorente Unione Valdese rappresentata
fra noi dal Sig. H. Poét; il Past. G.
Miegge, della Società Biblica; il Sig.
E. Pasquet, presidente della Société
Vaudoise di Ginevra ; il Past. Zeugin
di Basilea Campagna ; il Prof., Bruppacher di Zurigo; il Past. M. Ray.
Mentre andiamo in macchina, il Sinodo continua le sue sedute, che culmineranno venerdì pomeriggio con le
elezioni, quest'anno particolarmente
importanti ed attese dato il « cambio
della guardia » al posto di maggiore
responsabilità della nostra Chiesa: il
Pastore Achille Deodato, compiuto un
felice settennio di moderatura, passerà l'incarico al successore nominato
dal Sinodo: questo gli ha già espresso, a più riprese, la propria stima e
la propria viva riconoscenza.
t/n’
occasione
anzi^ un
dovere di testimonianza
La Chiesa ed i disoccupati
Sono due milioni, in Italia I - Ce ne preoccupiamo ? - Basta “fare la carità,, ?
Vi sono in Italia due milioni di
disoccupati e iorsi'i un numero maggiore di « sotto occupati », di persone elle non possono in alcun modo guardare con serenità al loro futuro anche immediato, che non possono sposarsi e metter su casa, che
non sanno se domani non andranno ad ingrossare il numero dei disoccupati totali. Quanti sono gli Evangeiici tra essi'' forse non molti, perchè buona parte dei nostri
memori di G diesa appartiene alle
classi medie, ma comunque abbastanza perchè ci si debba porre la
domanua « che cosa deve o può fare la Chiesa per loro? ».
11 problema è più acuto nelle cot
munita dell’Italia centro meridionale dove la disoccupazione endemica è complicata dalle clientele,
risalenti a un passato pontilicio-borbonico, e dalla impreparazione tee
nica delFauibiente. Che cosa deve
fare la Chiesa? Limitarsi ad annun
ciare il Regno di Dio escatologicc
dove cc non ci sarà più alcuna cosa
maledetta? ». Ma allora si dà ragione al comuniSmo che dice « voi
interpretate il mondo, noi lo cambiamo », o più semplicemente « voi
parlate, nòr'ùgìaÀtr'sL' O deve la
Chiesa limitarsi ad annunciare che
« il principe di questo mondo è stato giudicato » a coloro che non
hanno da mangiare per loro e per
i loro figli, a coloro che sono costantemente cacciati e umiliati perchè
appartengono a un partito o a una
Chiesa? Q ancora deve «. fare la carità » dando a costoro poco o molto,
100 lire o un vestito, o anche tutti i
propri averi? Deve la Chiesa attuare la comunità dei beni? Ma la storia e la vita di tutti i giorni ei insegnano che queste cose non risolvono
il problema della miseria e della disoccupazione; è evidente che a colui
che non ha di che mangiare si dara
cibo, agli ignudi un vestito, a coloro
che non sanno dove dormire, un letto, ma dopo? Dopo le cose saranno
peggio di prima, perchè colui che sa
i»i poter provvedere a sè e alla lamigiia sarà ancora una volta senza
mezzi di sussistenza e umiliato, irritato da mia società che gli impedisce
di lavorare come vuole e può (non
jìensiamo infatti ai cosidetti « disoccupati di prolessioiie », che d’altronde sono una minoranza).
Può la Chiesa limitarsi a dire che
questi sono compiti del governo, dei
partiti, dei sindacati? Ma la Chiesa
non è Corpo incarnato? non ha detto
Cesù « siano perfetti nell’unità aflincliè il mondo conosca che tu mi
iiai mandato » e come possiamo disinteressarci del pane quotiuiano
dei nostri fratelli'i o allora i disoccupati sono troppi e non potendo
lar molto, non si fa nulla?
Abbiamo visto che gli evangelici
disoccupati o sotto occupati sono una
jiiinoraiiza rispetto al totale e al
cc censo » della popolazione evangelica, e non occorre fcirse provvedere
per prima cosa alle cc necessità dei
C'è stato uno stile di vita medioevale; c’è stato uno stile di vita riformato, nel XVI sec., ed è molto interessante considerarlo nella sua opposizione allo stile di vita del Rinascimento, C’è stato uno stile di vita
borghese, che non ha più alcuna
qualità spirituale. C’è uno stile di
vita comunista, ]\on c’è più uno stile
dì. vita cristiana,
Jacques Ellul
NELLA FERMA SPERANZA DELLA RISURREZIONE
Una grave perdita del Corpo Pastorale
e<‘detla ' Chiesa Valdese
L’atmosfera festosa di queste giornate sinodali, l’allegrezza per aver visto due giovani candidati entrare a
far parte del Corpo Pastorale della
nostra Chiesa è stata offuscata dalla
notizia delTimprovvisa scomparsa di
; uno dei nostri pastori, ancora nella
pienezza dell’età e delle forze, il Pastore Oreste Peyronel.
E’ stato d’altra parte bello che il
Sinodo tutto, come espressione della
Chiesa "Valdese, abbia potuto essere
particolarmente vicino alla famiglia
improvvisamente, duramente colpita,
con una presenza ed una partecipazione che non è stata formale.
Lunedì mattina, dopo un’ora di sessione sinodale, questa è stata sospesa
per dar modo ai membri del Sinodo
di partecipare al servizio fimebre, che
si è svolto a Pomaretto, nel tempio
valdese gremito da un’assemblea che
non potè neppure tutta trovarvi posto. La liturgia, introdotta dal Cand.
Giovanni Conte, portò il Past. Ermanno Rostan ad annunciare la Parola di Dio, il messaggio di un’immensa consolazione e di un’incrollabile speranza che, in modo del tutto
immeritato, abbiamo ricevuto dall’Iddio che ci ama e vuole la nostra
vita. Quel messaggio, tante volte certo annunciato dal nostro Fratello, con
serenità pur partecipando all’angoscia
dei provati, risuonava ora sulla sua
salma; non però come desolante, triste esempio di un circolo chiuso di
« naturale » avvicendamento, bensì
come testimonianza viva che questo
annuncio, ricevuto e portato, è cosa
nostra, la più personale che abbiamo,
è il vero, saldo, per Grazia eterno fondamento della nostra vita, « nascosta
con Cristo in Dio », in attesa della sua
piena manifestazione.
Questo messaggio di speranza certa e salda è stato il conforto che Dio
ha dato alla famiglia così gravemente
provata; umile testimonianza di questa comune speranza ha voluto essere
la nostra presenza silenziosa ma profondamente partecipe, la nostra stretta di mano; fervida intercessione per
questa speranza viva è stata la nostra
comune preghiera.
A nome della Chiesa tutta e del
Corpo Pastorale in particolare, il Moderatore Achille Deodato ha rievocato, fra la commozione dei presenti, la
figura del Compagno d’opera e di fede scomparso, e quello che egli ha definito il suo dono particolare: una
profonda facilità di contatto umano
cordiale e fraterno, che si manifestava in particolare nel modo con cui
sapeva essere vicino ai bambini ed ai
giovani, aprendo lóro la propria casa
ospitale, sempre pronto ad immede
simarsi nei loro problemi. Infine, il
Past. Edoardo Micol portò a nome
della comunità di Pramollo, di cui il
Past. Peyronel era originario, un ricordo e un saluto affettuoso.
U lungo corteo accompagnò quindi
la salma all’ultima dimora terrena,
nel cimitero di Perosa, stringendosi
ancora una volta, nel momento dell’estremo distacco, nell’intercessione e
nella confessione di fede nella potenza di risurrezione e di vita che è in
Cristo Gesù, nostro Signore.
La settimana prossima ricorderemo
più diffusamente la figura del nostro
Fratello; ma vogliamo esprimere, anche a nome di tutta la famiglia dei
lettori dell’Eco, la nostra più viva,
fraterna simpatia cristiana ai familiari del Pastore Oreste Peyronel. La
loro famiglia era un lieto modello di
unione intima ed affettuosa; e se tanto più dura è stata, ora, la separazione, tanto più vivo e gioioso rimarrà
il ricordo, anzi la realtà sempre viva
di questo inestimabile dono del Signore, segno e promessa della grande,
perfetta, universale comunione nella
Casa del Padre nostro. Anche di questo al Pastore Peyronel è stato dato
di essere, con la sua famiglia, testimone. E noi lo ricordiamo con affettuosa riconoscenza.
g. c.
santi », affinchè questa solidarietà
sia un esempio per gli altri e una attuazione almeno parziale del cornali'
d amento?
Mi dicono che questo probleiiia e
già stato cc trattato e risolto ». Risolto come? Quando un Pastore ha nella sua Comunità dei giovani che non
possono sposarsi per mancanza di
lavoro, dei capi famiglia che non
sanno come mantenere i figli, delle
madri che stanno tutto il giorno lontano da casa per raggranellare poclii
soldi come domestiche a ore e -iebboiio lasciare la famiglia per la strada, dove ragazzi e ragazze inevitabilmente si corrompono, come è stato risolto il problema degli evangeli
ci disoccupati? E se il Pastore, dopo lunghe ricerche, bussa alia jiorla
di un Evangelico « che può », accade talvofl.i che ne riceva un cortese
rifiuto o una risposta dilatoria e allora torna alla sua comunità con nn
senso di fallimento che non è il suo
fallimento, ma queUo deUa Chiesa,
come Corpo operante nella fede e
nella carità.
Per la verità, talvolta torna confortato da un aiuto morale o pratico, che lo conferma nella fede che
la Chiesa sìa vivente e operante, ma
questo aiuto è spesso insufficiente, richiede un enorme impiego di tempo
per trovarlo e concretarlo (il tempo
li. elastico » dei Pastori!) e in fondo
è una eccezione, preziosa eccezione,
che però conferma la regola. E allora
che fare?
Certamente la Chiesa non deve sostituirsi ai sindacati, ai partiti, agli
uffici del lavoro. Ma altrettanto certamente la Chiesa non può lasciare
senza aiuto chi è nel bisogno. La
Chiesa pregherà per loro e la preghiera, la vera preghiera, è azione
di slr.-jordinaria potenza e di straordinaria efficacia. E sarà proprio questa preghiera in comune che spingerà chi può a dare quello che può,
die spingerà gli industriali e i dirigenti evangelici a tener presente il
problema dei loro fratelli in fede,
di coloro che oltre alle qualifiche
tecniche, ne hanno una, che potrebbe essere preponderante, quella « di
essere membra deUo stesso Corpo ».
E non si potrebbero concentrare
tutte le domande e le offerte di lavoro, all’interno e all’estero, presso
una sola persona, o presso la Tavola?
E non si potrebbe parlarne alle Unioni Giovanili affinchè coloro che sono
abituati a trovar pronti i pasti e il
letto, ed eventualmente si lamentano, sappiano che ci sono altri che
non hanno che saltuariamente e a
prezzo di dure fatiche, gli uni e l’altro? Non potrebbero proprio i gio\ ani (c benestanti » essere gli «scouts»
che ricercano le possibilità di lavoro,
venendo così a conoscere più da vicino la realtà evangelica della carità
e quella umana della coraggiosa povertà ?
Non so quanto valgano queste proposte, ma so per certo quanto vale
la mano fraterna tesa verso chi è in
difficoltà.
E penso che forse sulle colonne di
questo giornale si potrebbe pratica
mente discutere il problema, per
chiarirlo agli occhi nostri e a quelli
degli altri.
Pierluigi Jalla
Nel prossimo numero la
cronaca dei lavori sinodali
e delle altre attività di questa settimana particolare.
2
2 —
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
Consiglio Ecumenico delle Chiese: anno decimo
Fermi in uno stesso spirito
Predicazione pronunciata in occasione del X anniversario del Consiglio Ecumenico alla
radio britannica, a Londra, dal Pastore W. A. Visser’t Hooft, segretario generale del Consiglio
Nella sua lettera alla giovane Chiesa che
ha fondata a Filippi l’apostolo Paolo scrive:
Sohanto, conducetevi in modo degno del Vangelo di Cristo, affinchè, o
che io venga a vedervi, o che sia assente, oda di voi che state fermi in uno
stesso spirito, combattendo insieme di
un medesimo animo per la fede del
Vangelo (FU. 1: 27).
1 FUippesi hanno appreso dì recente
la notizia della grande opera di Dio che
ha mandato Gesù Cristo e l’ha risuscitato dai morti. E hanno creduto. Ora,
tutta la loro vita sta per essere trasformata: impossibUe continuare a vivere
come prima! Se questo Evangelo è vero,
il rapporto e l’equilihrio di ogni cosa è
sconvolto. La vita ha un nuovo centro.
Ecco ciò che Paolo vuol dire, impegnando i FUippesi a vivere in un modo degno deU’Evangelo di Cristo. Devono mostrare che prendono sul serio la cosa.
Come lo mostreranno? In due modi.
Testimoniando fermamente e senza ambi
Nella seconda metà di agosto si
sono avute a Nyborg (Danimarca) le sedute annuali del
Comitato Esecutivo e del Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico, ha terminato il 31 agosto
con culti solenni, ecumenici, a Copenhagen e in altre città danesi.
Daremo prossimamente notizia
dei risultati di queste riunioni.
guità che sono partigiani deU’Evangelo ;
e manifestando la nuova unità che hanno
trovata in Cristo gli nni con gU altri.
Qnesto secondo punto è sottolineato dalie
parole « uno stesso spirito », « un medesimo animo »; in altri termini, dei cristiani che vivono nna vita degna deU”Evangelo sono strettamente uniti. F’ proprio deU’essenza stessa dell’Evangelo U
creare un rapporto personale diretto fra
tutti coloro che lo accettano e lo credono.
Ed è assolutamente indegno deU’Evangelo
-- di 1'a.tto è un segno che esso n’è veramente preso sul serio — che dei cristiani
vivano isolati gli nni dagli altri, seguendo
vie divergenti. Secondo U Nuovo Testamento, l’unità non è soltanto un obiettivo
desiderabile, è nna deUe caratteristiche
essenziali del popolo di Dio: Cristo non
pnò essere diviso.
Nel corso della sua storia, la Chiesa non
ha mai completamente dimenticato questa
verità. In ogni epoca, vi sono stati nomini
e donne che hanno ricordato alla cristia
nità che la mancanza d’unità non è sol
tanto fonte di debolezza, bensì tradimen
to deUa missione che le è afiSdata. Tutta
via, non è che nel nostro tempo che que
sta verità ha colpito le Chiese con tanta
forza che hanno cominciato a vergognarsi
deUe loro divisioni, e hanno cercato di
agire praticamente per manifestare la loro
solidarietà e rendere visibile la loro fondamentale unità. E’ per qnesto che è stato
costituito U Consiglio ecumenico delle
Chiese, nell’agosto 1948, ad Amsterdam.
Ciò che è snccesso in qneUa memorabile
mattina, in cui i rappresentanti di 152 corpi ecclesiastici, venuti dai quattro angoli
della terra, hanno votato aUa unanimità la
formazione del Consiglio delle Chiese, non
era prima di tutto un fatto d’organizzazione — era piuttosto un evento spirituale.
Come l’ha detto il Messaggio di quella
Assemblea : « Cristo ha fatto di noi U suo
popolo, ed Egli non è diviso. E’ cercando
lui che ci troviamo gli nni gli altri. Così,
ad Amsterdam, costituendo il Consiglio
ecumenico delle Chiese, abbiamo contratto verso di lui un nuovo impegno e ci siamo legati gli uni agli altri. Siamo decisi a
rimanere insieme ».
In questo decimo anniversario ci si può
chiedere se l’esistenza del Consiglio ha
avuto o no una portata reale.
Ha aiutato le Chiese a diventare più degne dell’Evangelo di Cristo, in modo da
rimanere ferme in uno stesso spirito, combattendo d’un medesimo animo per la fede dell’Evangelo?.
Possiamo rispondere con riconoscenza
che grazie al Consiglio ecumenico le (.hiese hanno potuto fare molte cose che sarebbero state loro impossibili separatamente.
L’aiuto in grande stile dato ai rifugiati;
il vasto programma di mutuo soccorso delle Chiese; la testimonianza resa in comune a proposito della pace e della giustizia
tra le nazioni e tra le razze; il mantenimento di rapporti fraterni fra Chiese viventi sotto regimi ostili fra loro; la difesa
della libertà religiosa e l’appoggio morale
dato alle minoranze cristiane in difficoltà;
l’attivo interesse manifestato verso le re'
gioni sottosviluppate in cui la rapida evo
lozione della società crea dei problemi
umani intollerabili; l’importanza crescen
te riconosciuta ai cristiani laici nella Chie
sa e nel mondo; i campi di lavoro per
giovani; e, al di sopra di tutto, il risve
glio del senso d’interdipendenza e di so
lidarietà dei cristiani — tutto questo, e
molto altro ancora non avrebbe probabilmente potuto esser compiuto se il Consiglio ecumenico non fosse esistito.
Tutto questo non vuol però dire che in
questo decimo anniversario possiamo essere soddisfatti, poiché se ascoltiamo con
attenzione il Nuovo Testamento, comprendiamo che queste realizzazioni, per quanto utili siano, non possono confrontarsi
con ciò che esige da noi l’Evangelo.
a In uno stesso spirito, combattendo d’un
medesimo animo », dice il nostro testo.
Non abbiamo fatto che un primo passo in
questa direzione. La collaborazione e le
conversazioni fra le Chiese sono un’ottima
cosa; ma non basta. E’ vero che in dieci
anni si sono fatti dei progressi incoraggianti nel senso della piena unità. Ma se
consideriamo la situazione della Chiesa
nel suo insieme, siamo ancora ben lungi
dal presentare al mondo l’unità di cui
parla Paolo e che si esprime in una profonda amicizia spirituale, in una piena
comunione sacramentale, in un’azione comune nel campo della missione e dell’evangelizzazione, in una piena messa in comune di tutte le risorse di uomini e di denaro. L’unità ohe abbiamo non è che parziale. Perciò la nostra riconoscenza per
ciò che è stato compiuto è condizionata
dalla coscienza che abbiamo di non aver
fatto tutto ciò che avremmo dovuto per
essere veramente degni deU’Evamgelo.
Questo anniversario è dunque meno una
occasione di congratularci a vicenda che
di lasciarci di nuovo afferrare dall’ispirazione originaria di questo movimento per
l’unità. Dobbiamo evitare a qualunque
prezzo che il Consiglio ecumenico divenga per le Chiese che Faccettano, semplicemente un pezzo di più dell’utile macchinario che permette loro di compiere i loro inevitabili doveri. Dobbiamo porre la
domanda: le nostre Chiese hanno camminato verso l’unità reale? Lasciano che il
Sommo Pastore le raccolga in un unico
gregge?
L’apostolo Paolo si rivolgeva ad nna
sola comunità locale. Questo ci ricorda
che la battaglia per l’unità della Chiesa
di Cristo sarà persa o vinta nella vita del
la Chiesa locale di Little Rock, di Beyrut,
di Budapest, di Johannesburg, di Mosca,
di Londra e di migliaia d’altri luoghi. Infine, che il Consiglio ecumenico proceda
e raggiunga un giorno il suo fine, dipende in ultima analisi dalla certezza che vive nel cuore di ogni singolo cristiano e
della sete che ha di nna Chiesa più veramente degna dell’Evangelo di Cristo.
Non procederemo mai in direzione della vera unità finché i fedeli delle nostre
Chiese rimarranno tiepidi o vagamente interessati ad una questione che abbandonano prudentemente ai vescovi ed ai moderatori. Bisogna che la convinzione appassionata che le Chiese sono chiamate a dare dinanzi al mondo straziato, la dimostrazione che Cristo trascende tutte le divisioni umane e che Egli raccoglie la sua
Chiesa dalle estremità della terra, si levi
come una grande ondata dal fondo del
popolo cristiano. 11 Consiglio ecumenico
non é presente che come strumento di
questa convinzione.
Voglia l’Iddio Onnipotente veramente
servirsene per costruire la Chiesa una e
santa.
Questa pagina è stata
curata da Giovanni Conte
che
Alcune date
bene ricordare...
la necessità di
1910 Conferenza Missionaria di Edimburgo: si constata
un'opera unitaria in campo missionario.
1925 Conferenza Mondiale di Stoccolma (Movimento « Vita e Azione ») :
si cerca l'unità nell'azione comune...
1927 Conferenza Mondiale di Losanna (Movimento « Fede e Costituzione »)... ma anche in una comune dottrina.
1937 Conferenza Mondiale di Edimburgo (« Fede e Costituzione ») : si
decide la formazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Conferenza Mondiale di Oxford ( « Vita e Azione » ).
h Assemblèa del Coñsiglio Ecumenico ad Amsterdam : non più individui ma interi organismi ecclesiastici sono impegnati nella ricerca
ecumenica.
Conferenza Mondiale di Lund (« Fede e Costituzione»): l'unità è
data in Cristo e può essere manifestata in Lui soltanto.
11° Assemblea del Consiglio Ecumenico ad Evanston : l'ecumenismo
in vivo contatto col cristianesimo americano e con i problemi sociali
e politici dell'ora (razzismo, vita professionale, affari internazionali), alla luce della speranza cristiana.
1957 Conferenza del Consiglio Internazionale delle Missioni ad Accra
(Ghana): si decide di incoraggiare gli sforzi di integrazione del
Consiglio delle Missioni col (Consiglio Ecumenico.
111° Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese a Peradeniya
(Ceylon). Decisa già per l'inverno I960, si è proposto di ritardarla al fine di permettere alle Chiese membri del Consiglio Internazionale delle Missioni e del Consiglio Ecumenico di esaminare
attentamente il piano di integrazione dei due organismi.
1948
1952
1954
1961
La Super-Chiesa
e il Movimento Ecumenico
Un articolo dello stesso titolo, dovuto alla penna del Visser’t Hcofc, e
apparso nell’ultimo numero della « licumenical Keview» (luglio ’58). in esso ci si rifa all’abitudine di un notevole nmnero di persone di considerare Il Movimento Ecumenico come una
tendenza che si sforzi di instaurare
in qualche inoao una Super-Chiesa.
Per combattere questa impressione
bisogna innanzitutto chiarire cosa vada inteso con il‘*termine Super-Chiesa. L'Autore ne dà una detìnizione
preliminare : « La Super-Chiesa è una
istituzione ecclesiastica centralizzata
di carattere mondiale, che cerca di
imporre l’unità e l’uniiormità per mezzo di pressioni esterne e di influenze
politiche, in opposizione con la concezione nectestamentaria della Chiesa
di Cristo».
Il timore che una Super-Chiesa di
questo genere desta a buon diritto è
aovuto al fatto che alcune de de più
grandi crisi del mondo occidentale
come il conflitto tra Imperatori e Pa
pi, la Riforma nei suoi aspetti politici, la Guerra dei trent’anni, sono sorte in parte o del tutto per la volontà
di liberarsi dal potere di una simiie
Chiesa. Del resto, anche se ci limitiamo alla storia della Chiesa, le stragi
della notte di San Bartolomeo, la Revoca dell’Editto di Nantes, la persecuzione dei Valdesi rimangono come
un tragico monito per tutti coloro che
accarezzassero ancora la speranza di
veder risorgere una Super-Chiesa. Anche gli uomini di lettere non hanno
mancato di condannare aspramente
Ecumenismo e Missione
ACCRA (Stato di Ghana), die. 1957,
Conferenza del Consiglio Internazionale delle Missioni.
In occasione di questa Conferenza
si è presa un’importante decisione.
Nella convinzione che « il movimento missionario ha dato origine
ad una nuova comunità cristiana
mondiale » — è stato detto — « la
Conferenza del Consiglio Intemazionale delle Missioni accetta in linea di principio l’integrazione dei
due Consigli (quello delle Missioni
e quello Ecumenico) e desidera che
si prosegua l’azione per raggiungere questo risultato ». Questo perchè
« Il Consiglio Internazionale delle
Missioni, patrocinando come fa,
l’ohhedienza alla semplice vocazione del nostro Signore a predicare
l’Evangelo a tutte le nazioni, ha
qualcosa di inestiraahilmente valevole da portare a tutto il Movimento Ecumenico, qualcosa senza di che
quel movimento non potrebbe vivere ». Alcuni, certo fraintendono
in parte la natura del Consiglio Ecumenico, sono ancora perplessi circa
l’integrazione in parola. Si teme in
particolare di compromettere, in
campo missionario, la collaborazione con chiese che non fanno parte
del Movimento Ecumenico. E’ sperabile comunque che questo timore
sarà presto dissipato dalla recipro-s
ca comprensione e collaborazione.
l’opera missionaria viene più nel
tamente inquadrata nello sfor
del
zo ecumenico.
Il piano per l’integrazione
Consiglio Internazionale delle Missioni con il Consiglio Ecumenico
prevede la creazione, in seno a quest’ultimo, di una speciale Commissione per la Missione Mondiale e
l’Evangelizzazione. Vi saranno dei
rappresentanti dell’opera missiona-,
ria in tutti gli organi direttivi del
Consiglio Ecumenico, i dirigenti del
quale si preoccuperanno di adattare
tutto il lavoro ecumenico, riferendolo in modo più preciso e costante al
compito missionario delle chiese. Si
spera così di favorire ed estendere
l’efifettiva proclamazione dell Evangelo a tutti gli uomini, incoraggiando nello stesso tempo un ripensamento del fondamento biblico e del
significato teologico della missione
mondiale della Chiesa.
la mentalità imperialistica della Super-Chiesa: da Dante a Milton, a Voltaire, a Goethe, a Dostoyevsky è tutto un coro in questo senso.
Ma in seno al Consiglio Ecumenico
questo pericolo è piuttosto remoto;
nessuna chiesa che ad esso partecipa
è pronta ad abbandonare la propria
inoipendenza ed autonomia spirituale. Si rifiuta una Supei>Chiesa che reclami una posizione monopolistica,
che tenda ad accentuare il proprio istituzionalismo di granae e potente
organismo religioso, sempre in pericolo di cadere in mano a burocrati ecclesiastici; si resiste al naturale processa di ogni istituzione umana, per
il quale si diventa sempre più preoccupati di mantenersi in vita e sempre più dimentichi dello scopo per il
quale l’organismo è sorto; non si vuol
un'uniformità, ottenuta sopprimenao
la libera espressione dei carismi nei
Corpo di Cristo. La Chiesa Romana,
con la sua capacità di canalizzare nei
suoi ordini religiosi i movimenti spirituali più vari, è d’altra parte così
spesso incapace di accettare vitali e
spressioni di nuove visioni spirituali,
cedendo in questo caso alla tentazio
ne di abbracciare la mentalità di Super-Chiesa. Attualmente assistiamo a
una lotta che, negli ambienti cattolici
romani, si sta svolgendo tra le forze
centralizzatrici e quelle che ricercane,
un rinnovamento della vita ecclesia
stica.
In ogni caso la Super-Chiesa è introversa, chiusa in se stessa, e si preoccupa di raggiungere l’unità a qualsiasi prezzo e come fine a se stante,
senza sentire questo sforzo come la
risposta ad un preciso comandamento dèi Signor«.
Da sempre si è identificata la SuperChiesa con l’apocalittica Babilonia.
Molte sette del 19« secolo hanno senz’altro assegnato il poco onorifico titolo alla Chiesa Romana. Esse hanno interpretato l’espressione «madre
delle meretrici», contenuta nel cap,
17 dell’Apocalisse,, nel senso che Roma ha delle figlie, cioè gli altri organismi ecclesiàstici apostati. La loro
opinione è che la visione del veggente dell’Apocalisse si realizzerà sempre
più compiutamente e che si formerà
un’organizzazione ecclesiastica mondiale comprendente la Chiesa Roma
na o dominata da essa, diretta a ma'
nifestare appieno l’apostasia della
massa dei credenti. Da queste affer
mazioni al dire che il Consiglio Ecu,
menico è la grande Babilonia, il passo è breve, per costoro.
E’ giustificato il timore che le infelici e tragidie esperienze i>assate suscitano non appena si accenna alla
Super-Chiesa. Ma questo timore è del
tutto ingiustificato per quel che riguarda il Movimento Ecumenico in
quanto i presupposti, lo spirito informatore, la struttura di questo, sono
fondamentalmente diversi da quelli d'
una Super-Chiesa. Infatti : « Il Movi
mento Ecumenico non è motivato dp
alcun concetto politico, sociologico r
istituzionale dell’unità, ma dall’affer
mazione biblica che la Chiesa di Cri
sto è una ». Perciò è « il più dementa
re dei doveri di ogni Chiesa di fare
tutto il possibile per manifestare la
Chiesa nella sua unità e di agire e
pregare perchè la volontà di Cristo
per la sua Chiesa sia compiuta (Dichiarazione di Toronto, 1950; VI) )>.
L’unità che il Movimento promuove è un’unità « spirituale e manif; sta» che le chiese cercano insieme,
senza preoccuparsi di dar vita un’e,tra volta ad un Corpus Christianum,
fonte di molteplici compromessi sociali e politici col mondo.
« Il movimento ecumenico è promotore della libertà religiosa... dovunque ». Esso « non crede in im’unità ottenuta con pressioni di vario genere
ma ricerca quella che si esprime
nella libera risposta delle chiese alia
alvina chiamata all’unità». Per questo si cerca costantemente di evitare
Il pericolo di una concentrazione di
poteri da parte del Consiglio Ecumenico, la tendenza a centralizzare e a«
istituzionalizzare quello che è appun
to soltanto un movimento. Tant’e ve
IO che il Consiglio non si preoccupa
in alcun modo di «negoziare unioni
di chiese, cosa che soltanto le interessate possono fare di propria iniziativa ».
Con simili caratteristiche il Consìglio Ecumenico non può avere molto
in comune con la Babilonia di cui
parla l’Apocalisse. Del resto si noti che
lo scrittore evangelico non si riferisce in quel passo ad una qualsiasi
potenza religiosa, ma piuttosto ad
una potenza politica, e precisamente
all’Impero Romano. In esso il culto
dell’Imperatore aveva man mano spinto il potere politico a reclamare per
10 stato anche un’autorità religiosa
Però « tutti 1 tiranni, tutti i conquistatori mondiali, tutti gli imperialismi
ed i nazionalismi, sono un’incamazi'ne della Bestia», e certo è sempre
possibile un imperialismo ecclesiastico. La Bibbia ci ricorda che la Chie
sa deve sempre servire, così come
11 suo Signore è venuto per servire, e
che essa non deve essere centrata in
se stessa, dimenticando il piano di Dio
per attuare il quale è stata chiamata
all’esistenza. Rimane però il pericolo
di un’infezione da virus di Super-Chi e
sa, e soprattutto di lasciarsi scivolare
in una mentalità da Supei>Chiesa.
Per sfuggire a questo pericolo biso
gna evitare una terminologia errata
come quella che si usa a volte parlando di azioni ed asserzioni del Con
sigilo Ecumenico, come di atti e detti
della Chiesa Mondiale in persona. Bi
sogna anche preservare tutta Fattivi
tà ecumenica da un istituzionalismo
sordo alle voci profetiche. Infine si
deve tener conto del fatto che la parola del massimo organismo ecumenico non è mai l’ultima parola, o meglio, lo è soltanto quando in essa possiamo riconoscere la volontà di Dio
stesso.
In conclusione, non si può i^nsare
che l’accusa mossa al Consiglio Ecumenico di essere la Super-Chiesa scompaia mai del tutto. Non è però questo
che ci deve preoccupare; piuttosto
dobbiamo tendere come un sol uomo
a mostrare « attraverso un rinnovamento profondo della vita delle chiesa
ed attraverso il compimento dell’intera vocazione della Chiesa nella sua
unità, che nei nostri giorni lo Spirito
Santo si serve delle chiese per il fine
eterno della salvezza » : allora tutti dovranno riconoscere che il movimento
ecumenico è « da Dio ».
3
L'ECO DELLE VALU VALDESI
— 3
V Evangelo in Giappone
Quest’oggi vorrei idealmente condurre i lettori al culto in una chiesa
del Giappone: una ciiiesa qualsiasi,
elle ho scelto apposta per non avere
una falsa impressione. Lina chiesa
elle non è nella eapitale, che non è
centrale (è alla periferia di Kohe),
che non é grande nè monumentale:
una specie di chalet di legno, che di
massiccio ha soltanto le travature
del tetto, i pilastri lignei, il pavimento. he pareti sono di sottilissimo
graticcio ligneo, con vetrate nella
parte superiore. La mia prima impressione è che aev essere molto freuUo d’inverno. Ma a questa stagione,
tutte le hnestre sono aperte e quasi
tutta la facciata è sparita: i pannelli
scivolano sul loro incavo e si sovrappongono l’un l’altro in cima e in
tondo alla « parete ». Di banco alla
chiesa, una entratina-corridoio con
alti scartali. Forse contengono gli innari... Ma no! sono per ueporre le
scarpe, come in ogni casa giapponese! Gli « hahitués » della comunità
iianiio li un paio di piccole faahbacce che li attende, ma molti entrano
camminando con le calze sul pavimento, o a piedi nudi.
Entriamo, un gruppo di congressisti, durante lo svolgimento neila
Scuola llomenicale. Il tempio è gremito di bimbi, dagli otto anni in sa:
sono in piedi e cantano un inno che
ila la melodia del vecchio cantico
irancese: « Jésus m’aime, moi petit
^ oui, la Dible me le dit... ». Segue
ìa preghiera, la spiegazione (fatta
da una monitrice, non dal pastore
nè dai due candidati), la colletta passando ira i banchi, offerta in sileniio e con riverenza e seguita da uaa
preghiera di consacrazione. Arrivano i piccoli, che erano nei locali di
attività, cantano un inno per noi, vogliono che ci presentiamo (Australia,
t iiippine, Madagascar, Malesia, U.
b. A., Olanda, Svizzera, Italia, forse
alcuni altri: non hanno mai visto
tanta a gente strana » contemporaneamente!).
D culto comincia, non puntualmente. Diversi arrivano in ritardo,
anche alla fine del sermone. Ma tut
ti sono attenti, non si lasciano distrarre nè dagli stranieri nè dal rumore della strada. Quasi tutte le
chiese del Giappone fanno parte della chiesa unita, e la loro liturgia è
semplice e eclettica. C’è una lettura
biblica alternata (non vi è analfabetismo in Giappone), alcuni inni sono
anche sul nostro innario. 11 pastore
presiede, un candidato predica sul
testo Kom. 1: 14-17 applicandolo (ci
dice brevissimamente in inglese) ai
cristiani giapponesi in una cultura
pagana.
Apprendiamo che l’opera ebbe ini’
zio dal nulla nel 1934. 11 pastore
Koike aveva per sola parrocchiana
sua moglie. A poco a poco la chiesa
crebbe, specialmente col lavoro fra
i bambini e l’evangelizzazione di ca
sa in casa. Ma la guerra rovinò tut
to : molti membri morti, altri disper
si, il pastore allontanato per molti
anni; al suo ritorno, solo sei membri
erano rimasti in vita e fedeli!
Oggi, a 12 anni di distanza, egli
ha 186 membri adulti, 150 membri
« cadetti », 250 allumi della S. D.
con 25 monitori, e un asilo infantile
con Ififi bambini e 6 maestre.
Dei membri adulti, un terzo circa
è presente al culto. Mi ricordo che
siamo d’estate e che sarebbe ingiusto giudicare una comunità da un culto solo e nella stagione delle ferie!
Ma se la S. D. darà un giorno il suo
frutto, sarà im giorno di grande progresso, perchè i bambini erano una
vera folla.
Vorrei avere assistito alla riunione dei cadetti, sabato pomeriggio:
chiamo « cadetti » una organizzazione intermedia fra la comunità degli
adulti e la scuola domenicale. Il nostro interprete la chiama « Junior
Church », con 150 membri e 6 dirigenti. Forse più che ai nostri cadetti
corrisponde anche in parte alla nostra unione giovanile. Ogni sabato
hanno il loro culto che dura 50 minuti, tutti insieme, seguito da 40 minuti di studio biblico in sei gruppi
graduati. Dopo 10 minuti di « parte
amministrativa » dedicano ancora
un’ora ad attività ricreative e sociali, canto, uso della biblioteca ecc. Mi
dico che questa è forse una buona
soluzione di transizione fra la Scuola Domenicale e il culto dei « granai B. C.
Consiglio della Val Pellice
Asse|uazionc borse di studio
Il Presidente rende noto che, con
bando in data odierna, viene indetto
un pubblico concor» per l’assegnazione di borse di studio annuali istituite
da questo Consiglio ,di Valle, e precisamente:
L. 30.000 per gli alunni licenziati
dalla 5» elementare e che si iscrivano
alla prima classe di una scuola secondaria inferiore;
L. 40.000 per alunni che si iscrivano
alia 2a e 3» classe di una scuola secondaria inferiore;
L. 60.000 per alunni iscritti a qualsiasi classe di una scuola secondaria
superiore.
Gli aspiranti debbono risiedere in
uno dei Comuni facenti parte del Consiglio di Valle (da Bricherasio a Bob
bio Pellice), appartenere a famiglia
particolarmente bisognosa (con riguardo al numero delle persone a carico del capofamiglia e della residenza disagiata) ed avere riportato una
media di voti pari a 8/10 per i licenziati della scuola elementare ed il
7/10 per gli altri.
Le domande debbono essere presen
tate entro il 20 settembre p. v. alla
Direzione Didattica od ai Capi Istitu
to competenti.
Per informazioni rivolgersi alle sud
dette Autorità Scolastiche od alla Se
greteria del Consiglio di Valle ( Segre
teria Comunale di Tarre Pellice). Il
bando è pubblicato presso i Cornimi
della Valle e le Scuole ed Istituti interessati.
Doni per l’Eco delle Mi Valdesi
Ringraziamo vivamente: Tron Giovanni Pietro 100 ; Benech Matilde 100 ;
Falchi Franco 350; Bemouilli Giorgio
600; Bounous Jermy 1167.
JOHANNES HAMET.: Le combai de l’Eglise dans VAllemagne de l’Est. E^itions
Labor et Fides • Genève.
Nella serie dei « Cahiers dn renouveau »
questo volume di una sessantina di pagine è una chiara esposizione della situazione religiosa nella Germania Orientale,
fatta da un Pastore il quale, dopo aver
predicato l’Evangelo nella Chiesa confessante e dopo aver sofferto tanto nel regime nazista quanto durante la guerra, vive
ora in tutta la sua intensità il combattimento della Chiesa là dove la confessione
della fede in Cristo è veramente un impegno con la verità.
Le notizie che giungono dalla Germania
Orientale indicano chiaramente che vi è
una situazione seria e drammatica in cui
la Chiesa ed i cristiani sono chiamati a
testimoniare di Cristo nella fedeltà alla
Sua parola. Lo Stato totalitario limita le
libertà e vigila su di esse; le scuole insegnano il materialismo; la gioventù è sottratta all’azione della Chiesa; la confermazione e talvolta anche il battesimo sono
sostituiti da cerimonie a carattere civile
e politico per l’inserimento dei giovani
nella cosidetta « Gioventù Tedesca libera ».
Di fronte a questa situazione che bisognerebbe conoscere dall’interno per realizzarne la gravità, sorgono problemi e domande inquietanti: Qual’è l’atteggiamento
delle autorità della Chiesa Evangelica?
Quale la nozione del popolo della chiesa?
Fraternità iÉaÈo ~ svtÆxera
Una visita di Viiiar Pellice a Le Sentier
Nessuno dei partecipanti alla gita
Villar - Le Sentier dimenticherà facilmente le esperienze fatte, perchè esse sono state realmente un dono dell’amore fraterno e della grazia di Dio.
La cosa ebbe inizio con un cordiale
invito del « Conseil de Paroisse » del
Sentier alla Chiesa del Villar inteffo
a rinnovare i rapporti di amicizia stabiliti fin , dai tempi luttuosi del dopoguerra. Ùn gruppo di fratelli e sorelle Villaresi avrebbe trascorso due o
tre giorni al Sentier, ospite di varie
iamiglie, celebrando insieme culti riunioni ed agapi fraterne.
L'invito venne accettato con gioia
e iorgamzzazione pratica del viaggio
affidare ad una commissione preste
tìnta dal fratello Geraldo Mathieu.
La partenza ebbe luogo all alba del
15 agosto dopo un breve culto celebrato nella Sala delle attività. Quindi i
45 gitanti si diressero verso la Valle
d’Aosta ed il valico del Gran San Bernardo. Molto cortesi le guardie di
frontiera dai due lati e punto pedanti. Accogliente fin dal primo istante
il clima svizzero con un bel sole splendente nel cielo azzurro. Alle 19, in orario perfetto, il pullmarm giunge al
Sentier nella Vallèe de Joux, circondato da alcrme macchine che, piene
di amici festanti, gli sono venute incontro nella direzione di Losanna.
Molti altri amici attendono all’arrivo
e sono coloro che dovranno ospitarci
nelle proprie case. Tutti insieme pero
si entra anzitutto all’Hotel de ville
dove lunghi tavoli sono preparati e
dove in mezzo ad una grande abbondanza di fiori e nella ptiù schietta al
Nel Tempio di Torre Peiiioe
Concerto di musica sacra
Nel Tempio Valdese di Torre Pellice sabato sera ha avuto luogo un
riuscitissimo concerto di musiche organistiche e corali.
L’organista Ferruccio Corsani ha
dato una nuova dimostrazione di
tecnica sicura e di elevata arte interpretativa eseguendo impeccabilmente
e con stile classico e raffinato vari brani della letteratura organistica che va
da Zipoli a Bach e da Mendelssohn
a Franck e a Bassi... Ci è particolarmente piaciuto nelle poco note ma
splendide variazioni di Bach sul corale « Sei gegrixsset Jesu giitig », dove
ha saputo ricavare dal notevole ma
non più moderno organo del Tempio
Valdese una bella, ricca ed espressiva
varietà di timbri.
Alle musiche d’organo si sono alternate ottime esecuzioni di cori da
parte della Corale Valdese di Torre
Pellice. Sotto I’infaticabile guida del
M.o Corsani questo complesso ha fatto ulteriori buoni progressi raggiungendo ormai un alto grado di prepa
razione. Ottima fusione, chiara dizione e fraseggio espressivo sono le caratteristiche messe in luce sabato sera
nell’esecuzione di brani di Bach, Rameau, Isaak e Barblau. Abbiamo anche avuto modo di apprezzare l’arte
del M.o Corsani nella sua nuova veste di compositore. La Corale Valdese ha infatti eseguito il suo « Salmo
29 », nel quale si alternavano, in un
interessante contrasto, parti di solida
tessitura ed armonia puramente classica con più moderne forme espressive e, infine, col noto corale « Che Dio
si levi... ».
Fra la prima e la seconda parte del
concerto il Presidente e il C;Assiere
della Società Missionaria Studentesca
« Pra del Torno » Bruno Bellion e Luciano Deodato hanno presentato la relazione morale e finanziaria dell’anno 1957-58. Da esse è risultato evidente il buon lavoro svolto dagli studenti i quali hanno potuto toccare una
cifra « record » di introiti a favore delle Missioni. m. g.
legrezza ha avuto luogo la prima agape del nostro soggiorno svizzero. Ivi
il pastore domini del Sentier rivolge
agli ospiti fervide parole di benvenuto.
Il sabato mattina è dedicato ad un
più intimo incontro con le famiglie
ospitanti ed alla visita del paese. Per
il pomeriggio è organizzata una visita
a St. Loup, la benemerita antica casa svizzera di diaconesse. L’imponenza degli stabilimenti disposti in cerchio in una conca circondata dai dirupi e dalla foresta ci riempie di ammirazione.
Gentili ed affettuose come ne hanno la fama sono le diaconesse ohe ei
accolgono e pienamente cordiali le parole di benvenuto del loro Direttore,
commovente rincontro con una Valdese che risiede a St. Loup, Suor Emilia Bertinatti, sorella del pastore
emerito Giovanni Bertinatti.
Poco appresso è visitato l’antico
santuario di Romain Moutier, illustrato con valentia ed acume dal suo
giovane pastore.
La sera, nel salone amico, ha luogo una nuova riunione attorno ai ta
voli ove è servito un tè signorile. E'
una presa di contatto più ufficiale,
dei discorsi vengono scambiati da ambo le parti, il complesso corale del
i( chant sacré » esegue magnifici canti folcloristici ed assoli maschili e
femminili arricchiscono ancora la bella serata. E’ in questa occasione che
Il sig. G. Mathieu capo della comitiva
villarese consegna al presidente del
« Conseil de paroisse » del Sentier sig.
Pignet, il dono modesto che i villare
si haimo recato con sè: un piatto di
rame finemente cesellato e rappresentante il tempio di Villar Pellice non
ciiè lo stemma valdese dipinto su seta dal iicstro Aldo Frache.
DOMENICA
I primi a giungere sul piazzale della chiesa osservano il gruppo numeroso degli alunni che entra nel tempio
per la scuola domenicale. Sono 400 gli
alunni del Sentier sopra una popola/
zione di 3000 abitanti. Proporzionai
mente sono quanto i nostri ma i « presenti » ci sembrano molti.
Un culto ha già avuto luogo alle 7
del mattino per coloro che non potranno venire a quello principale, ma
alle ore 10 il tempio è ugualmente
gremito attorno agli ospiti villaresi.
II pulpito è stato gentilmente offerte
al loro pastore e le sue parole ohe illustrano i pericoli 0 le benedizioni insiti nella parola « fratello », sono ascoltate con attenzione intensa. Il culto termina con la celebrazione della
Santa Cena ed è questo il momento
culminante del nostro incontro. Nulla esprime così fortemente i vincoli
di amore che ci uniscono come il fatto di avvicinarsi insieme alla sacra
mensa.
Nel pomeriggio è organizzata una
adunata sotto i pini e sono presenti
almeno 500 persone. Dopo il pranzo al
sacco consumato in un benefico spirito di allegrezza, una fanfara, la
'i Jurassienne » inizia il programma
ricreativo con alcune marce. Quindi
SI svolge tutta una serie di concorsi
e di giuochi tra alunni della scuola
domenicale, giovani e non più giovani, organizzati in gruppi qua e là sul
vasto prato circondato dai pini. Nel
parco vicino, ed è bello vederle, alcune diaconesse punto impacciate dalla
loro divisa, giuocano al tennis.
Le ore belle passano di volo e presto, la fanfara suona radunata per
(’ultimo atto deU’incontro. La parola
è ancora una volta al pastore italiano che parla ai presenti dell’opera
di evangelizzazione della sua chiesa;
seguono le parole di commiato. Gli
italiani hanno molta gratitudine da
esprimere ma anche gli svizzeri ringraziano e la parola conclusiva per
tutti è quella dell’« Arrivederci ! ».
LUNEDI*
E’ il giorno del ritorno.
Ail aloa il tempio si gremisce una
altra volta e in un breve culto vien
leso grazie a Dio per la benedizione
ueil'amore fraterno e vengono implorate le sue grazie per quelli che restano e per quelli che partono.
Il viaggio segue — via Francia —
con una regolarità perfetta e nella
atmosfera cu gente contenta e grata,
tóui lar della sera, mentre riaific/ra
il clima delle Valli, anche i partecipanti aH’impresa si accingono a
prendere commiato gli uni rta-git altri. Dopo un discorso del Capo gita
fratello Geraldo Mathieu, varie voci risuonano per esprimergli la viva
riconoscenza di tutti i presenti per
quanto egli ha fatto per organizzare
ii felice incontro con i fratelli del
fcientier. Seguono lunghi e fervidi applausi e si conclude cosi una pagina
di vita Villarese che non dovrebbe
tramontare, come altre già, senza
la,sciare una traccia benefica nella
vita della comunità.
Scuola Latina
di Pomaretto
Doni ricevuti con riconoscenza dalla direzione dal 30 Giugno al 30 agosto 1958.
Tron Rolando (Gianna-Prali) 2.(»0
— Ida Pons-Balma (Torre Pellice) in
mem. babbo, 1.000 — Elsa Balma (Pomaretto) in mem. babbo, 1.000 — Famiglia Marauda (Pinerolo) ricordando il caro maestro E. Balma nel 1» anniversario della sua dipartenza, 5.000
—Sig.na Emilia Lantaret e mamma
(Pomaretto) in memoria di Enrico
Balma, 1.000 — In memoria di Enrico
Balma, ex aluimi ed amici di Massello: Tron Vitale, 1.000; Micol Giovanni. 1.000; Tron Mical, 1.000 — Tron
Ulisse, 1.000; prof. Samuele Tron,
1.000; Gaydou Enrico, 1.000; Tron Silvio, 1.000; Meytre Oreste, 1.000; Tron
Guido, 1.000; Pons Enrico ed Amelia,
1.000; Tron Adolfo, 1.000; Breusa Enrico, 1.000; Micol Luigi, 1.000; Galliano Germaine, 500; Tron Giulio e Ida,
500; Peyran Maria, 500; Tron Clémentine, 500; Pons Guido, 500; Micol
Emanuele, 500; Tron Giulio, 500; Micol Enrico, 500; Pons Teofilo, 500;
Toum Giorgio, 500; Prof. Giovanni
Miegge, 2.000; Micol Ernesto, 5.000;
Parrocchia di Massello, 5.000.
£ qual’è U dovere urgente dei cristiani i
quali non s’adattano ai conformismo e non
vogliono combattere con le armi del mondo, bensì con quelle dello Spirito?
Il proolema delta testimonianza cristiana in uno btato totalitario coinvolge tutto
il promema dei rapporti con lo Stato. 11
cristianesimo non e una setta e neppure
può assimilarsi ad un partito politico. L’autore dicuiara ebe il credente ba il dovere
ai accettare e di riconoscere le autorità costituite come volute da ilio, anebe se le
autorità stesse lo ignorano deliberatamente
e per questa ragione diventano strumenti
ui sofferenza; esse rimangono però sempre
sotto la signoria di Cristo. Dovunque sia,
e perciò anche in regime totalitario, il credente è cbiamato a dire la verità, a riconoscersi peccatore dinanzi a Dio e a diventare, costì quello ebe costi, messaggero
di Gesù Cristo : « un messager peut arriver tout sanglant et meurtri à destination pourvu que le message soit transmis! ».
ftaccomandiamo vivamente la lettura di
questo volume.
WILHELM VlSCHf/R: Valeur de l’Ancien
Testament : Jobh - Esther - L’Ecclesiaste
- Esaie II. — Editions Labor et Fides
— Genève.
Non si tratta di un vero e proprio commentario ai alcuni libri dell’Antico 'lestamento, ma piuttosto di una loro ampia e
documentata presentazione. Il volume si
apre con un capitolo sul « significato dell’Antico Testamento per la vita cristiana »:
Gesù è il Cristo d’Israele promesso ed atteso in tutta l’antica rivelazione biblica.
L’autore passa quindi alla esposizione dei
contenuto dei quattro libri da lui scelti,
mettendone in evidenza i concetti fondamentali per una utile veduta d’insieme. Gli
scritti raccolti nel volume e che affidiamo
alla meditazione dei lettori provengono da
varie conferenze e da corsi tenuti dall’autore in Germania e altrove; sono stati tradotti in francese, salvo quello sull’Ecclesiaste già in quella lingua, per l’utilità degli studiosi della Sacra Scrittura e di un
più vasto pubblico al quale l’autore, pur
con certe sue interpretazioni personali, reca un valido aiuto alla conoscenza della
Parola di Dio.
LES8L1E NEWBIGIN; L’EGLISE - Peuple
de croyants - Corps du Christ - Temple
de l’Esprit. — Editions Delachaux et
Niestlé — Neuchâtel — fr. sv. 6.
L’autore, vescovo anglicano di Madura,
ha trascorso questi ultimi anni nell’India
del Sud, dedicando tempo ed energie alla
vita di quella Chiesa. In questo volume di
circa 200 pagine egli ha racchiuso il testo
delle conferenze da lui tenute a Glasgow
nel 1552 e nelle quali ha affrontato il problema centrale del dialogo ecumenico, cioè
quello della natura stessa della Chiesa.
La domanda alla quale egli vuol rispondere è questa : o Che cos’è che forma la
chiesa? ». In un capitolo introduttivo l’autore esamina il significato biblico della
parola « chiesa »; nei tre capitoli successivi esamina le risposte che possono essere
date alla domanda iniziale e che, secondo
lui, possono risentire il carattere di una
definizione protestante, cattolica e pentecostale, nella misura in cui si sottolinea
la realtà del « popolo dei credenti », del
« corpo di Cristo » o del « tempio dello
Spirito ». Gli ultimi due capitoli vogliono
dimostrare che la natura della Chiesa non
può essere compresa se non in una prospettiva al tempo stesso escatologica e missionaria: cioè la fine del mondo e la predicazione dell’Evangelo fino alle estremi
tà della terra.
Tutto il volume è una preziosa guida
allo studio della nozione della Chiesa sulla base del Nuovo Testamento, ma nella
attualità e nel calore della discussione ecumenica che tiene conto della unità dei credenti « in Cristo unico Signore ». La meditazione sulla « Chiesa » è anche una meditazione sul Cristo che ne è il Capo; una
meditazione ed una riflessione permeate
dall’amore fraterno; scrive, infatti, l’autore: « J’ai écrit ce qui suit en priant Dieu
que ce travail soit utile pour aider ceux qui
le liront à ’’comprendre, avec tous les
saints, quelle est la largeur, la longueur,
la profondeur et la hauteur” de l’amour
de Dieu et pour promouvoir, parmi le
peuple chrétien, cette paix et cette unité
qui sont agréables à sa volonté ».
E ci auguriamo che questo libro possa
raggiungere, lo scopo prefisso in un vasto
numero di lettori non estranei, però, alla
cultura bìblica e teologica.
e. r.
4
Il ricco e il povero s'incontra- no; l'Eterno li ha fatti tutti e due. Dai Proverbi L'Eco delle Valli Valdesi Come nell'acqua il viso ri- sponde al viso, così il cuor del- l'uomo risponde al cuore del- l'uomo.
Dai Proverbi
celebrato a Prangìns
Da molti anni i Valdesi emigrati
nella Svizzera Romanda, fra Ginevra
e Losanna, si riuniscono, in x>coasione
del 15 Agosto, sulla spiaggia di Prangins, sul Lago Lemano, nel luogo stesso ove i padri si riunirono, nella notte
fra il 26 e il 27 agosto 1689, per iniziare insieme, sotto la guida di Enrico
Arnaud, la celebre spedizione, nota
col norne di Glorioso Rimpatrio, per
riconquistare le Valli natie; nel luogo
stesso ove ora sorge un semplice e pur
eloquente monumento commemorativo dell’evento storico. Per ragioni locali l’adunata avviene ogni anno nella domenica più vicina alla storica
data.
Così quest’anno si sono ritrovati la
domenica 17 corr. Dopo un culto commemorativo, nel Tempio Protestante
di Prangins, presieduto dal pastore
Dott. Enrico Tron, che dirige le comimità valdesi di Losanna e di Ginevra, i convelluti, oltre un centinaio,
si sono raccolti intorno al monumento per l’a,dunata celebrativa, presieduta dal signor Emilio Pasquet, presidente dell’Unione Valdese di Ginevra. Il moniunento stesso era tutto
adorno di fiori, omaggio del Comune
di Prangins. L’assessore sig. Rossier
in rappresentanza deH’amministrar
zione comimale, ha portato il cordiale saluto della popolazione locale;
indi il sig. Giacomo Picot ha rievocato le epiche gesta della gloriosa spedizione. A mezzogiorno, i convenuti
sono stati ospitati nel vicino magnifico parco Liechti, ove, consumato lietamente il pranzo al sacco, hanno ancora udito messaggi interessanti e
cordiali del pastore protestante locar
le sig. Heller e del pastore valdese sig
Bruno Costabel
MOTIZIt VARIE
AmCrROGmà (Capoluogo)
Domenica, 31 agosto, nel corso del
nostro culto nel Tempio è stato posto
il segno del Patto sul bambino Bertot
Renato di Giulio e Monnet Giovanna.
La ^azia e la benedizione del Signore circondino ed accompagnino sempre il bambino ed i suoi genitori.
Nel corso del medesimo culto è stata celebrata la Santa Cena che ha visto la partecipazione totalitaria dei
presenti. e. a.
MÂSSËL
Les réunions de la Balsille et des
Portes ont eu lieu comme d’habitude
dans le courant du mois d’août, elles
ont été assez bien fréquentées l’une
et l’autre. A’ la Balsille nous avons
mentionné (aux Portes nous n’avons
pas pu le faire à cause de la pluie qui
semblait devoir arriver d’un moment
à l’autre) le problème qui sera l’objet
de discussions au Synode; Quel est
actuellement notre point de vue vis à
vis de l’église catholique. Et nous répétons à ce propos, ce qui ne serait
pas nécessaire! que notre Eglise n’a
aucunne intention de faire ime sorte
d’alliance avec le Vatican ou selon
une expression courante se mettre
d’accord avec le Pape. Pour le moment
et tant que Dieu voudra nous resterons protestants comme nous l’avons
toujours été et le Pape restera pape
et nous continuerons de prêcher ce
que nous avons toujours prêché. Mais
on semble voir, surtout, des protestant à l’étranger semblent le voir que
sur certains points l’attitude de l’église romaine change; il faut donc de
notre part être Dien au clair. C’est
Lettere al Direttore
Una lettera per voi
Caro direttore,
« Non mollare », titolo di un foglio della resistenza se non erro, ma anche motto
di cui abbiam spesso bisogno nella vita.
iVon mollare di fronte a, difficouà, indifferenza, opposizioni se la causa che difendiamo è giusta.
Vorrei fosse il motto di chi si preoccupa
dell’avvenire economico delle Valli. Incoraggiamenti non ve ne sono stati molli, discorsi sì, in quantità e tutti sanno quello
(he si dovrebbe fare ma agire è un altro
paio di maniche, fatte le debite eccezioni,
i Valdesi son troppo abituati a ricevere e
lo considerano oramai un diritto, un dovere degli altri, è tempo che imparino a
far qualcosa loro. Non è da stupire quindi
che la mia proposta di fondare al prossimo
5inodo una società per azioni avente come
scopo rincremento economico delle Valli
abbia avuto scarsissime adesioni. Vi è un
senso di sfiducia e riconosciamolo pure vi
son stati troppi abusi in opere che parevano disinteressate. E’ quindi comprensibile
che vi siano esitazioni. Ma non bisogna
mollare. Aver la lesta dura può anche essere una virtù se la causa che si dil'ende è
buona. Eccomi quindi a ripresentare alcune semplici tesi.
1) E’ interesse dei Valdesi e della Chiesa che alle Valli vi sia un forte gruppo
evangelico, direi che è anche interesse della nazione italiana,
2) La Chiesa e le sue istituzioni non devono occuparsi direttamente di questioni
economiche che non siano beneficenza. Per
quanto la Chiesa abbia il dovere di occuparsi anche di questioni sociali ed ispirare
azioni di solidarietà e fratellanza.
3) Alle Valli la Pro Valli risponde a
questo dovere della Chiesa ma non ha i
mezzi per agire meglio. Fa il possibile e
l’impossibile, è dovere nostro di fornirle
dei capitali.
4) Vista la difficoltà di avere degli azionisti che portino un notevole capitale,
dobbiamo rivolgerci a tutti, accettare grandi e piccole donazioni, e forse questo è un
bene iH;rchè la nostra azione diventi più
popolare. Dobbiamo poco a poco formare
un fondo prò valli, amministrato da persone elette da chi contribuirà al fondo.
5) Bisogna incominciare anche con poco,
ma incominciare a fare qualcosa. Se si agisce secondo la volontà di Dio, si riuscirà
e prospererà.
6) Sia quindi convocata a fine del corrente anno una riunione di persone che
approvino i regolamenti della nostra associazione.
7) Soprattutto non mollare.
Le adesioni alla Pro Valli od al sottoscritto. Guido Rivoir
Viale Franscini, 11 - Lugano
A proposito de “Il gallo,,
Genova, 27 agosto 1958
Egregio Direttore,
solo ora vedo che il Suo settimanale
ha pubblicato in data 22 corr. una parte
della mia nota dedicata a ”Il gallo” di
Genova, ripresa dal N. 3 di ’’Protestantesimo”.
Nella Sua presentazione vengo considerato un cattolico del ’’Gallo” anziché un
modesto collaboratore di jede protestante.
Non so se valgd la spesa precisare che
faccio parte della Chiesa Valdese della
quale condivido la professione di Fede, e
che ai ’’galli” sono legato da vincoli di
fraterna amicizia senza che questo fatto
implichi la minima rinunzia alle posizioni rispettive: anzi, la collaborazione e l’amicizia sono possibili proprio perchè il
rispetto reciproco è regola quotidiana negli ambienti de ”Il Gallo”.
Personalmente, lascerei passare la cosa
in silenzio, anche perchè la designazione
di cattolico mi viene attribuita senza la
minima intenzione malevola; potrebbe invece essere interessante la precisazione nel
caso che si voglia sottolineare che fra cattolici e protestanti è possibile fare qualche
cosa insieme quando uno stesso spirito cristiano unisce coloro che le convinzioni personali e le Chiese storiche separano sotto
molti aspetti. Ci accade spesso di recitare
insieme il ” Padre Nostro ”, e posso dire
che in quei momenti sento che apparteniamo tutti alla stessa Chiesa di Cristo, anche
se poi discutiamo — e talvolta dissentiamo —■ intorno ai problemi più diversi. E
non è poco, per il momento l
Mi creda. Suo nel Signore,
Vincenzo Mazzetti
Ci scusiamo per l’involontario errore,
grati al nostro fratello per la rettifica che
è perfettamente consona alle intenzioni
della nostra nota. Lo salutiamo esprimendogli la nostra solidarietà nella fraternità
che egli mantiene con il gruppo de « Il
gallo ». red.
è uscito
LEONCE FABRE
Alpes Cottiennes - Vallées Vaudoises
L. 1.200
GIOVANNI GÖNNET
Enchiridion Fontium Valdensium
Recueil critique des sources
concernant les Vaudois
L. 1.800
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice
tout ; mais dire que maintenant il n’v
a plus de différence entre protestants
et catholiques et que l’on peut se mettre ensemble, c’est faire dire aux gens
ce qu’ils ne veulent pas dire.
Notre concitoyen Mr. Th, Pons vient
de faire paraître à la Claudiana une
^tite brochure sur Massel. Fort bien
Illustrée avec de nouveaux clichés elfe resume en quelques pages toutes
les données géographiques et historiques qui concernent Massel. Elle contient une carte et l’indication de 16
Itinéraires d’excursions, pour les touristes ça va sans dire. Sauf les intineraires que nous connaissons déjà
assez bien (les chasseurs surtout) ces
quelques pages sont fort instructives
et on les lira avec profit.
Nous remercior^s Mr. A. Taccia qui
a remplacé le pasteur le dimanche 17
Nous avions choisi cette date pour eflectuer la traditionnelle course de l’Union. Le but de l'excursion était cette
année le lac de Laus, dans la vallée
du Pragela. Une sorte de pèlerinage
de famille au lieu où les Vaudois décicierent en 1526 d’entrer en contact avec les réformateurs. Une journée magnifique qui nous montrait le Pragela dans toute sa beauté sauvage et
un peu dépouillée. Les plus jeunes
n ont pas manqué d’être déçus : ils
s atténuaient à découvrir un lac ; nous
n awns trouvé qu’une flaque d’eau sale . On ne pouvait manquer de ressentir une certaine émotion en relisant
le texte du jour; Corinthiens 11;
«Jai été dans le travail et dans la
peine, exposé à de nombreuses veilles,
a la faim et à la soif, à des jeûnes
multipliés, au froid et à la nudité.... »
et la lecture de ce texte face à Usseaux
et aux autres villages oû la Réforme
s était si profondément enracinée et
oû les Vaudois avaient eux aussi souffert comme l’apôtre ces épreuves pour
I évangile, était quelque peu émouvante. Nous avons encore évoqué les
souvenirs historiques de ces lieux qui
restent si proches de nous, malgré la
différence actuelle des confessions religieuses. La rentrée s’est très bien effectuée, grâce à notre guide O. Barai
l’ancien qui demeure toujours jeune
et que nous souhaitons avoir encore
avec nous pour les courses futures.
Nous avons eu dimanche 24 la visite du candidat Mi. Nestor Tourn qui
venait de nos paroisses de i’Amérique
du Sud, plus précisément du Chaco
dans l’Argentine. Descendant da Vaudois, comme son nom l’indique clairement, il nous a adressé, au col des
Fontaines, son message l’après midi.
PRAROSTIKa
Domenica 24 agosto, con un culto
di lode e di ringraziamento al Signore, a,bbiamo riconsacrato al culto in
ispirito e verità la cappella del Roc,
restaurata e rinnovata a cura del
quartiere con la collaborazione del
Concistoro. La cappella si presenta
ora dignitosa, sia esternamente che
internamente. Per l’occasione abbiar
mo visto numerosi amici, ex prarostinesi ed altri, dai quali abbiamo anche riceimto offerte generose per coprire le spese sostenute. Vogliamo ringraziare loro e tanti altri, nel quartiere e fuori, per l’aiuto dimostrato,
e quanti ancora vorranno aiutarci nel
raggiungimento della mèta. Un ringraziamento anche al comitato locale
composto dagli Anziani del quartiere
Paolo Parisa e Gay Virgilio, i fratelli
Godine Aldo e Cardon Ernesto, che
ha pre.sieduto ai lavori e alla raccolta dei fondi.
Domenica 24 agosto è stato benedetto, nella Cappella di S. Secondo,
II matrimonio di Bourne Dino (Strada della Lombarda) e Stefani Maria
(Treviso). La loro unione sia anche
una alleanza col Signore.
Martedì 26 agosto, abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena il nostro fratello Alessandro Gardiol, degli Alliaud, deceduto dopo breve malattia alla età di 61 anni. Alla
vedova, alla figlia, al genero, alla nipotina, al fratello ed ai parenti tutti
la nostra viva Empatia cristiana.
Il culto di domenica prossima 7 settembre sarà presieduto dall’evangelista Francesco Mellone, conduttore
della comunità di Brindisi. La nostra
comunità intervenga numerosa.
Il Concistoro è convocato in seduta
ordinaria per le ore 16 di domenica
prossima 7 settembre.
COMUNICATO
Domenica 7 Settembre alle ore 15
avrà luogo agli EICIASSIE la tradizionale riunione fra le comunità di
Pomaretto e Villasecca. Parleranno il
Pastore Guido Mathieu ed il Dr Giorgio Peyrot.
Consiglio della Val Pellice
Assefiiaziooe premio per mio studio
(li carattere ecoDomico, sociale o statistico
Il Presidente rende noto che, con
bando in data odierna, viene indetto
un pubblico concorso per la prima assegnazione (anno 1958) del premio annuale di L. 80.000 istituito da questo
Consiglio e destinato ad autori di studi di argomento economico o sociale
o statistico riguardanti l’intero territorio della Val Pellice o parte di esso.
Al concorso può partecipare chiunque faccia pervenire a questa Presiaenza (presso il Comune di Torre Peilice) uno studio di tal genere, ancora
inedito, dattiloscritto ed in duplice
copia, entro il 31 dicembre p. v.
il premio verrà assegnato, da appo
sita Commissione esaminatrice, entro
Il 30 giugno 1959.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria del Consiglio di Valle (Segreteria Comunale di Torre Pellice).
Libri che raccomandiamo
Cento anni dì Storia Valdese
L. 1.000
ARMANO HUGON - RIBET - NISBET
Cento anni di stampa evangelica
L. 450
ERNESTO COMBA
Storia dei Valdesi
L. 800
ERNESTO COMBA
Breve Storia dei Valdesi
L. 300
MAX EYNARD
Pietro e France.sco
L. 500
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino)
Direttore; Prof. Gino Costabei
Pubblicaz autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955
\ A VVISI ECONOMICI \
CASA 4 vani con terreni da affittare.
Rivolgersi; Costabel, Marchisa, San
Germano Chisone.
CERCASI per 1 ottobre capace giovane per aiuto casa e due bambini
presso famiglia residente in Inghilterra. Buon salario e viaggio pagato. Rivolgersi ; Graziella Morris - Jones. Viale Marconi 21, Luserna San
Giovanni.
CERCASI per fine settembre circa,
per famiglia delle Valli composta di
due persone, un domestico finito,
possibilmente anche autista — una
cuoca finita e una guardarobiera finita, tutti di media età. Si prendono in considerazione anche una
coppia di coniugi senza figli, di cui
lui domestico finito e possibilmente
autista e lei, cuoca o guardarobie
ra, finita. Trattamento morale e
materiale ottimo.
Prof. Dr. A. Bonìscontro
Libero docente
in Clinica Odontoiatrica aH'Università
MALATTIE
DELLA BOCCA E DEI DENTI
Pinerolo - Via Palestro, 7 - Tel. 24-98
Tutta la settimana tranne domenica
e lunedì
La famiglia del compianto
Costabel Filippo Amedeo
profondamente commossa dalle manifestazioni di simpatia e di affetto
ricevute in occasione della dipartenza
del suo caro scomparso, ringrazia tutti coloro che hanno preso parte al suo
dolore e che sono stati di aiuto nella
dolorosa circostanza.
Un ringraziamento speciale rivolge
al Pastore E. Micci per le sue parole
di conforto e al Dott. Bertolino per le
cure prestate.
Pramollo - (Micialetti Superiori),
26 agosto 1958
Le famiglie Gardiol e Roman, profondamente commosse per la dimo
strazione d’affetto ricevuta in occasione della dipartita del loro caro
Gardiol Alessandro
ringraziano quanti hanno preso par
te al loro dolore. Un grazie particola
re al Pastore sig. G. Peyrot e al Dott
Ros, per l’assidua ed affettuosa assi
stenza, ai vicini di casa ed a quanti
in qualsiasi modo, si sono prodigati
nella luttuosa circostanza.
PiNsiONE BERTini
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Redattore ; Ermanno Rostan
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