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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45^ - art 2 comma 20/B legge 66^96 ■ Filiale di Torino. Contiene I.P.
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso IVffìdo PT Torino CMP Nord
Anno Vili - numero 23 - 9 giugno 2000
Lire 2000-Euro 1,03
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Consultazione delle chiese metodiste 50 anni del Villaggio della gioventù
di L. PALtAGROSI, M. PADDA E L. SPURI
di L. Nini, S.PICONI E P. GIACCIO
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
PENTECOSTE
ECUMENICA
«La moltitudine fu confusa... perché
ciascuno li udiva parlare nel suo proprio linguaggio»
Atti 2,6
IL racconto di Pentecoste è noto; i
discepoli di Gesù sono raccolti in
attesa dello Spirito Santo. Cinquanta
giorni dopo Pasqua lo Spirito scende
sui discepoli e questi cominciano a
predicare alla gente di Gerusalemme,
formata per l’occasione da popoli di
nazionalità, lingua e cultura molto
diverse. Il miracolo della Pentecoste è
che ciascuno ode parlare i discepoli
nella propria lingua. Soffermiamoci
su questo aspetto. Da una parte abbiamo la varietà delle lingue e delle
culture, un richiamo alle conseguenze della storia della torre di Babele
(Genesi 11), dall’altra la comprensione di un medesimo messaggio, il superamento di Babele. Diversità delle
lingue, unità della comprensione.
A razionalità non ci aiuta, il fatto
rimane incomprensibile e al li
;L
\ mite del mistero. 1 tentativi di dele
. gittimazione sono iniziati subito
! («sono pieni di vin dolce», v. 13).
D’altronde nessuno si preoccupa di
delegittimare un avvenimento o le
persone coinvolte se non nella misu-'
I rain cui questo avvenimento è capace di far intravedere una prospettiva
che super.i (¡nella esistente. Nel nostro presente: le chiese vivono la divisione, spesso la diversità non riconciliata e conflittuale. Non possiamo dire che le nostre famiglie confessionali siano riconciliate, né che la
famiglia cristiana costituisca un’unità. In questa grande famiglia cristiana le di\ersità sono diventate
motivo di divisione e di separazione,
spesso anche di incomprensioni fatali. Diversamente dal fatto biblico,
0^ una stessa parola nella medesima lingua genera incomprensione
fra i due interlocutori, facendoli apparire estranei rune) all’altro. Questo
siche è.razionalmente incomprensibileeal limite del mistero.
OGGI DENTE cristiano ha un
‘ debito teologico: la mancata riflessione sullo Spirito nel corso di
<)Uesti due millenni. Abbiamo riflet! sulla dottrina di Dio, su quella
mCristo, sulla chiesa, sui ministeri e
sai sacramenti; ma, salvo poche ec*^oni, abbiamo lasciato nel dimenfrtàtoio lo Spirito. Eppure, nel Credo
apostolico, chiesa, ministeri e sacra®enti sono una esplicitazione della
|onfessione dello Spirito. È probabi® ohe la nostra incomunicabilità inf^cristiana su questi ultimi punti
™bia la sua origine remota e la sua
oatea prima proprio nella mancata
'■flessione sulla pneumatologia. 11
l'Ostro si configura, allora, come un
b'to d’onore, un debito che non si
Poo tion onorare. Con una speranza
I P'ù a motivare la riflessione: che
spirito, in una nuova Penteco.ste,
^^nta a tutti quelli che si impein questa impresa, ben diversi
'Oro per percorso spirituale, espeoristiana, radice confe.ssionale
P^rtenenza ecclesiastica, di com^ofsi come se ciascuno parlasse
dell’altro. Si configurerebbe
_ Pentecoste ecumenica o un
S^®i}ismo pentecostale», in cui'le
L^®'iisi trasformano in diversità e
"Arsita conflittuali in diversità ri
I»;
tna
Domenico Tomasetto
Il rapporto del Centro di ricerche ambientali Worldwatch Institute di Washington
Lo Stato del pianeta
Povertà, incremento demografico, sprechi e sviluppo non sostenibile esercitano una
forte pressione sulle risorse naturali come l'aria e l'acqua. Bisogna cambiare rotta
TERESA ISENBURG
La pubblicazione in edizione italiana del rapporto del Centro di
ricerche ambientali Worldwatch Institute di Washington ci offre l’occasione per soffermarci un momento a
informarci e a riflettere sullo stato
attuale del pianeta.
In primo luogo la nostra Terra è
sempre più carica di popolazione.
Sebbene il ritmo di crescita stia lentamente diminuendo, ogni anno 78 milioni di nuovi nati si aggiungono ai
6,1 miliardi di persone e nella maggior parte del mondo ben pochi dei
loro bisogni potranno essere soddisfatti in modo adeguato. L’incremento demografico è a sua volta conseguenza della povertà e della scarsa
istruzione in un circolo vizioso che
«Gay Pride» a Roma
Gli evangelici
per la libertà
«Quali rappresentanti di una minoranza religiosa, in frequente dialettica con la gerarchia cattolica, siamo fortemente preoccupati dalla
presenza di governanti che anziché
tutelare la laicità dello stato e reagire
con fermezza alla pretese confessionali, qualificano i diritti di libertà
conquistati dal popolo italiano come un impedimento sul cammino
della totale acquiescenza alle pretese della Conferenza episcopale», ha
dichiarato il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia, pastore Domenico Tomasetto,
in merito alla polemica sul «Gay Pride», previsto per l’8 luglio a Roma.
«Gli evangelici italiani - ha aggiunto
il pastore Domenico Tomasetto - si
sentono ancora una volta impegnati
nella difesa della libertà». (nev)
tende a riprodursi. Le necessità di politiche sociali, soprattutto nel campo
igienico e scolastico, si scontrano con
le ristrettezze economiche di stati nei
quali il pagamento del debito estero e
delle spese militari assorbe spesso la
maggior parte delle disponibilità.
In realtà l’investimento nelTistruzione di base porterebbe rapidi benefici, se si pensa che con una scolarizzazione di cinque anni della componente femminile si ottengono risultati immediati per una procreazione più cosciente e responsabile.
Vi è, peraltro, un continente nel quale sembra che già il degrado abbia
preso il sopravvento sullo sviluppo:
nella parte subsahariana dell’Africa,
infatti, dove vivono 800 milioni di
persone, l’aspettativa di vita sta precipitando, con la probabilità di scen
’ i Libano del Sud
Solidarietà di
Raiser e Cassidy
Il 30 maggio scorso una delegazione della Ghiesa cattolica romana e del
Gonsiglio ecumenico delle chiese
(Gec) ha incontrato il presidente del
Libano, Emile Lahoud. La delegazione, composta tra l’altro dal cardinale
Edward Gassidy, presidente del Gonsiglio pontificio per l’unità dei cristiani, e dal pastore Konrad Raiser, segretario generale del Gec, ha espresso la
propria gioia per il ripristino dell’integrità territoriale del Libano. Il presidente libanese ha fatto notare che,
in base alla risoluzione 425 dell’Onu,
l’esercito libanese non potrà assumere il pieno controllo dell’area finché le forze dell’Onu non avranno
verificato l’effettivo ritiro delle truppe israeliane. Ha tuttavia assicurato
che tutte le comunità dell’area sarebbero state protette. (Cec info)
dere, in alcuni paesi, da 65 a 44 anni
nell’arco di un paio di decenni. È soprattutto il diffondersi dell’Aids (che
in alcune regioni subsahariane può
contaminare anche il 20% delle persone) che miete troppe vite, mentre
guerre, migrazioni forzate di massa e
difficoltà economiche impediscono
ai governi di fare fronte alle pratiche
amministrative elementari.
Garico demografico, povertà e
sprechi esercitano una pressione
fortissima sulle risorse naturali; l’acqua e l’aria ne sono un buon esempio. Le attività produttive insieme alla deforestazione stanno cambiando
la composizione chimica dell’atmosfera: infatti sono entrati a fare parte
di essa alcuni gas che dovrebbero es
Segue a pag. 7
‘ Valli valdesi
Cooperazione
nel settore latte
Acque agitate per il settore lattiero-caseario nel Pinerolese. Se da un
lato si punta sempre più sulla valorizzazione dei formaggi tipici, come
il seiras, e il loro riconoscimento attraverso i marchi di qualità, dall’altra
i produttori vivono un periodo particolarmente difficile per la situazione
di mancato pagamento del latte da
parte dei centri di raccolta; uno su
tutti il caso del caseificio di Bobbio
Penice. Sono già quasi una decina i
produttori della vai Pellice che fanno
formaggi per conto loro, ma la strada
delle cooperative sembra l’unica
praticabile per mantenere il prezzo
dei prodotti a livelli accettabili. Una
soluzione possibile è la costituzione
di una nuova cooperativa.
A pag. Il
:CO DELLE VALLIHHH
Combattere l'Alzehhimer
di DAVIDE ROSSO
L'OPINIONE
IL SIGNIFICATO
DEL 2 GIUGNO
Il 2 giugno del 1946, cinquantaquattro anni fa, i nostri genitori, o i nostri
nonni, si recarono a votare. Per le donne era la prima volta in assoluto: in
Italia non avevano mai goduto del diritto di voto. Per gli uomini si trattava
della prima votazione democratica dopo il ventennio fascista (il diritto di
voto per, tutti i maschi, indipendentemente dalla ricchezza e dall’istruzione
e che avessero compiuto i trent’anni
oppure fatto il servizio militare, era
stato introdotto nel 1912). Qual era il
significato di questo voto? Il cammino
da affrontare era tutto in salita. Alle
spalle c’era il fascismo, la seconda
guerra mondiale, la Resistenza. Di
quest’ultima si parla oggi come di una
guerra civile, cercando di sminuirne il
significato, quasi che partigiani e antifascisti avrebbero fatto meglio a lasciare alle truppe alleate il compito di
«liberarci». Ma così avremmo fatto la
fine dell’Austria (occupata fino al
1955), della Germania (addirittura divisa fino al 1989), del Giappone (che
visse il primo dopoguerra sotto il proconsolato di Me Arthur). Che cosa sarebbe successo deiritalia se non vi fossero stati i partigiani e i partiti antifascisti o le forze armate ricostituite
nell’Italia liberata a combattere contro
i nazifascisti? Quella fu una grande
battaglia condotta dagli italiani per la
loro libertà e democrazia, e ciononostante il trattato di pace fu duro con
l’Italia e dovemmo aspettare il 1955
per essere ammessi all’Onu (che era
nata dieci anni prima). Se vogliamo
capire fino in fondo il significato del 2
giugno dobbiamo rispettare tutto il
patrimonio di quei caduti, resistenti e
militari, civili innocenti, internati nei
campi in Germania che rischiarono e
donarono la vita per restituire libertà
e dignità al nostro paese.
Il 2 giugno 1946 si dettero due voti.
Uno per il referendum istituzionale: la
scelta tra monarchia e repubblica. Fu
repubblica, si voleva così voltare pagina con la compromessa monarchia sabauda. L’altro voto fu per l’Assemblea
costituente che ci diede quella Costituzione che ci regge da più di cinquant’
anni, che ha permesso al nostro paese
di passare in piedi, non senza qualche
ammaccatura, tra il conflitto Est-Ovest,
la guerra fredda, il terrorismo di destra
e di sinistra, la caduta del muro di Berlino, l’ingresso nella moneta unica europea, l’impegno nel federalismo. Nella
nostra Costituzione'ci sono diritti di libertà inviolabili la cui osservanza siamo tutti responsabilizzati a garantire
con fedeltà e fiducia, chiunque li invochi e chiunque concernano.
Certo, non possiamo rallegrarci solo
delle cose compiute. Le sfide che ab'
biamo davanti sono molte, l’intera società italiana deve sentirsi mobilitata,
lo dobbiamo fare soprattutto per responsabilità verso i più giovani. Ma
l’innovazione va perseguita rispettando e garantendo i diritti sociali fondamentali e lo spirito stesso della Costituzione. La necessità delle riforme vale anche per le istituzioni della nostra
Repubblica, e in particolare per il governo nazionale. Dopo il livello comunale e regionale è ora che anche a livello nazionale si faccia una riforma coerente e non pasticciata, secondo un sistema logico e organico. La promozione delle autonomie locali e del federalismo non sminuisce affatto il valore
dell’unità nazionale. Il 2 giugno ci ricorda anche questo.
Valdo Spini
2
PAG. 2 RIFORMA
All’A:
Della Parola
venerdì 9
«^Passato
il sabato, Maria
Maddalena,
Maria, madre
di Giacomo,
e Salome
comprarono degli
aromi per andare
a ungere Gesù.
^La mattina
del primo giorno
della settimana,
molto presto,
vennero al
sepolcro al levar
del sole.
dicevano tra
di loro: “Chi ci
rotolerà la pietra
dalVapertura del
sepolcro?"
*Ma, alzati gli
occhi, videro che
la pietra era stata
rotolata; ed era
pure molto
grande. ^Entrate
nel sepolcro...»
(Marco 16,l-5a)
«Io sono la porta;
se uno entra per
me, sarà salvato,
entrerà e uscirà, e
troverà pastura»
(Giovanni 10,9)
«^^Ogni potere mi
è stato dato in
cielo e sulla terra.
Andate dunque
e fate miei
discepoli tutti
ipopoli...
^°Ed ecco, io sono
con voi tutti
i giorni, sino
alla fine
dell’età presente»
(Matteo 28,18.20)
<^Poi
attraversarono la
Frigia e la regione
della Galazia,
perché lo Spirito
Santo vietò loro
di annunziare
la parola in Asia;
^e, giunti ai
confini della
Misia, cercavano
di andare in
Bitinia;
ma lo Spirito
di Gesù non lo
permise loro;
^e, oltrepassata
la Misia,
discesero a Troas»
•(Atti 16, 6-8)
Paolo ebbe '■ 7l
durante la
vide un | i |
ntucedone c/jg '
gu stava dovati miOVOtO
e lo pregava iff:
dicendo: u6// UUI
in Macedonia
e soccorrici”.
Appena ebbe
avuta quella
visione.
DA PASQUA A PENTECOSTE
Come Paolo e il suo gruppo, vogliamo imparare a riconoscere I segni de! Signore
Ma dobbiamo prima di tutto avere un progetto, pensato e costruito insieme
THOMAS SOCCIN
* quattro a
Afondazion
nia» scornine
I nerale della
per la MacedoÀ^ e svolta gii
convinti c/iel),faggio a Zui
cWS»“”“™
la, ad annun:ici4m immers
(Att: lecito giungo prc
s j. ne tra la vece!
«^Losi dice
il Signore che,
quando egli
apre, nessuno
può chiudere,
e quando egli
chiude, nessuìii avanti, partee
ne europea d
che raggruppa
dell’Europa (
trionale e la j
diaconia» che
nizzazioni diai
membri dell’
pea, si tratta (
mente al delie
Le donne, discepole di Gesù, si chiedevano in quella
mattina di Pasqua: «Chi ci rotolerà la pietra dall’apertura
del sepolcro? Ma, alzati gli occhi, esse videro che la pietra
era già stata rotolata; eppure
era molto grande!». Infatti, con
la risurrezione di Gesù, anche
la porta della morte è stata
scardinata, perché egli ha detto: «lo sono la porta!» e ha aggiunto «chi entra attraverso
me, sarà salvato». Poi, dopo la
sua risurrezione, Gesù ha detto ai discepoli: «Ogni potere
mi è stato dato in cielo e sulla
terra. Andate dunque e fate
miei discepoli tutti i popoli...
Ed ecco, io sono con voi tutti i
giorni, sino alla fine dell’età
presente» (Matteo 28,18-20).
La tomba aperta
CHE cosa significa per noi
la tomba aperta nella
la tomba aperta nella prospettiva di Pentecoste? E che
rappòrto ha con le porte sante,
più o meno aperte o chiuse, di
cui si è parlato tanto in questi
ultimi mesi a proposito del
Giubileo cattolico-romano?
Tutta la storia delle porte era
cominciata poco più di sei mesi fa in Israele, quando a fine
novembre le chiese cattolica e
ortodosse, greca e armena avevano deciso, per protesta contro la costruzione di una moschea a Nazaret, vicino alla Basilica dell’Annunciazione, l’astensione di due giorni dalle
preghiere pubbliche, chiudendo ermeticamente le porte dei
rispettivi templi. A tutto ciò si
aggiunse l’apertura a Roma da
parte del papa delle due porte
sante: dopo Natale quella di S.
Pietro e, il 18 gennaio, quella di
San Paolo fuori le Mura, collegata con la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.
Le-chiese evangeliche italiane e
quelle riformate estere, non vi
parteciparono. Perché?
Maria Sbaffi ce lo spiegò (in
una trasmissione tv di gennaio
di Protestantesimo) dicendo:
«Per gli evangelici, la chiesa
non è mediatrice, ma è serva
della parola di Dio, è serva di
Gesù Cristo, l’unico mediatore tra Dio e gli uomini. Com’è
stato detto la porta santa è Cristo. Ma se la porta santa è Cristo, cioè la via alla salvezza,
per quale ragione dovrebbe
poi venire richiusa alla fine del
Giubileo?».
base del discorso cattolico sulle porte? E quale progetto sta
alla base del rifiuto di questo
discorso cattolico romano da
parte evangelica?».
Quale progetto abbiamo?
SPIEGO meglio la domanda:
qual è il grande progetto
il discorso sulle «porte»
Preghiamo
Signore e Padre nostro, in questo giorno di Pentecoste invochiamo il tuo Spirito Santo. Tu conosci le nostre chiese, la nostra vita e i nostri cuori. Tu conosci
l’impegno, le fatiche e anche i sacrifici di molti di noi.
Ma conosci anche le nostre sconfitte, gli errori, le nostre crisi, la nostra debolezza e i peccati che ci allontanano da te e dal prossimo. Conosci soprattutto la nostra incapacità di leggere e riconoscere nel presente il
tuo progetto per noi.
Ridonaci Signore, da oggi, i segni del tuo Spirito
Santo. Donaci di capire quando ci apri le porte al tuo
progetto e quando ce le chiudi. Donaci anche di vedere quando è il momento di lanciarci al tuo seguito,
con tutti i rischi che questo comporta e quando invece
tu ci chiudi le porte e ci blocchi, mettendoci in crisi.
Donaci soprattutto di capire perché oggi ci poni di
fronte a delle porte chiuse, affinché d ravvediamo dei
gravi e imperdonabili peccati che tu conosci. Te lo
chiediamo nel nome benedetto di Gesù Cristo il nostro salvatore! Amen!
IN altre parole: che relazione
c’è fra queste porte sante da
una parte, e la porta aperta
della tomba di Gesù Cristo
dall’altra? E ancora: oggi, chi è
qui il vero padrone, il vero Signore? Oggi, chi è qui, secondo
il brano dell’Apocalisse, «colui
che apre e nessuno chiude,
che chiude e nessuno apre»?
(3, 7). Dunque che cosa c’entrano queste aperture e chiusure di porte con il messaggio
della Pasqua cristiana e della
Pentecoste?
Eppure il problema è più
complesso di quanto possa
apparire a prima vista: perché
qui non c’è solo contrapposizione fra le diverse chiese cristiane o solo polemica fra cristiani sui modi diversi di gestire le chiese e le loro le porte.
La vera domanda che la porta
aperta della tomba di Cristo rivolge a tutti i cristiani è un’altra: «Quale progetto sta alla
della chiesa di Roma, anche
considerando per esempio la
Giornata del perdono, celebrata dal papa con una solenne liturgia in San Pietro, due mesi
fa? Non potrebbe esse- re questo il seme per una svolta positiva, come è stato scritto, che
potrebbe portare una messe
abbondante di riconciliazione? Infatti con l’ammissione
implicita da parte del papa degli errori e della fallibilità della
chiesa di Roma, non potrebbe
aprirsi qui la porta a una chiesa dove le diversità sono state
finalmente riconciliate? Oppure Roma resta sempre la chiesa che decide di aprire le sue
porte sante e che poi ritiene di
doverle chiudere alla fine dei
suoi Giubilei?
E noi chiese evangeliche in
Italia: quale grande progetto
lanciamo, quando proclamiamo che Tunica porta è Gesù
Cristo e quella della sua tomba
aperta? E qual è il nostro progetto, quando precisiamo che
il perdono dei peccati lo possiamo chiedere soltanto per i
nostri peccati attuali, del presente? In altri termini, qual è il
nostro progetto quando chiediamo, come è stato scritto:
«Perché questo papa non ha
chiesto perdono per i suoi
peccati, per i suoi metodi autoritari, tuttora in vigore alTinterno della sua chiesa? per le
sue parole che precludono,
anche nel futuro, il ministero
alle donne?». E se tutti noi cristiani, cattolici ed evangelici,
non abbiamo un progetto
concreto, non corriamo forse
il rischio che, ciascuno a modo
suo, si scelga la porta che ci fa
più comodo, la porta più larga
e meno rischiosa, la porta che
ci coinvolga il meno possibile?
Qual è dunque oggi, di fronte
alla tomba aperta di Gesù Cristo, il nostro progetto?
Atti 16, 6-10 ce ne presenta
uno. È la storia dell’apostolo
Paolo e del suo gruppo. Essi
avevano un grande progetto:
quello di portare TEvangelo in
tutta l’Asia minore (l’attuale
Turchia), secondo le parole di
Gesù risorto in Matteo 28, 1820. Ma ci sono grossi ostacoli e
il gruppo è in crisi. Tutte le loro iniziative sono bloccate:
ben due volte (w. 6-7) il nostro testo ripete una strana dichiarazione: «Lo Spirito Santo
vietò a Paolo, Sila e Timòteo di
annunziare la parola di Dio
nella provincia dell’Asia». Tentano allora di andare in direzione diversa, ma «lo Spirito di
Gesù non glielo permise».
Che cosa vogliono dire questi divieti? Non abbiamo la minima indicazione di che cosa
sia accaduto: che sia stato il rifiuto di quella gente, o la loro
indifferenza al messaggio delTEvangelo? o addirittura una
persecuzione contro il gruppo,
se non una malattia di qualcuno del gruppo? Sappiamo solo
una cosa: essi ritengono che il
Signore stesso ha loro chiuso
le porte! E sappiamo anche
che il gruppo di Paolo e molte
chiese cristiane oggi, anche se
hanno un progetto, sono in
crisi: tutti si danno parecchio
da fare, ci si muove, si prova,
si cerca... ma, anche da noi, si
è bloccati...
può aprire...
^Adesso ho flpeCento to c
davanti a V0Ìml5 ri prepara
porta che neisiàP“”’
può chiudereJ^^SSn
Ascoltate: ' . .
„ I Federazione
IO sto alla
e busso. Se une^ rappresenta 4
mi sente e mi | rane, riforma
apre, io entree oftodossa ms;
^ . noni diacona]
e cene! emo gate, presenti
insieme, io co/iìopei. in quai
e lui con me» I P^^uropea r
' versila, e talvc
(Apocalisse 3,7-8lf militudini, di
----------------( stenti nella gr
vasto mondi
I segni del Signore
Eppure ì1 signore risorto
non abbandona la sua
chiesa. Il Signore offre alla sua
comunità, ai suoi credenti dei
segni dello Spirito per guidarli e salvarli dalla disperazione. Infatti, proprio una notte
(quando più forte è l’angoscia
della crisi) l’apostolo Paolo ha
una visione: fa un sogno angoscioso e drammatico. Forse è
addirittura un vero e proprio
incubo. Paolo vede un uomo,
vestito all’europea, che grida,
che urla: «Aiuto, soccorrici!»
«Vieni da noi, in Macedonia,
vieni ad aiutarci!». È il grido
d’aiuto dello stesso Gesù Cristo
risorto, in vesti europee.
E Paolo, col suo gruppo? Subito, Paolo e il suo gruppo, ri
conoscono m questa visi Igentro-Nord
in questo grido d’aiuto, la ¡i picco
stessa del Signore. 0ra,i feato del Cen
non hanno più soltanti g ortoi
progetto, così alia cieca, I ftuso perolt:
stoni, ma adesso hanno|^^]-Q qqj
visione chiarissima: «SuRe da dieci
dopo questa visione» dillfgjj^Q yj^j g,
nostro testo, «decidemm iccidentale. li
partire e di andare in Mac ¡g varie
nia: eravamo convinti che cembro han
ci chiamava ad annunzia ¡onoscersi, a
messaggio della salvezz ;hiarirsi reci
Europa, agli abitanti di qi agjoni della
regione» (v. 10). avorare in re
Magnifico, ma stiamo al te ragioni è
ti. Qui c’è anche un gross lanecipare a
schio. La decisione del gru lell’Europa se
di Paolo non è soltanto co g L’Europa d
giosa, ma esprime anchei pgj. ^
schio della fede, il rischio di realizz
guire solo una visione, un paziente cos
gno, non il Cristo risorto, struzlone e ri
colui che apre e chiude le cigt^ civile
porte quando vuole. Essi co membro. Ess
no un grande rischio, non ¡¡¡jg gygj-g pj
pendo quale sarà il loro pi iinneiare, a li\
successivo, non sapendoci situazioni di
andrà a finire la loro storia. Binarginazion
corrono il rischio di illud® Qg gjjg pyunq
di sbagliare. Eppure sonol ario di un’ec
suasi che quello strano so( prjya
quelTincubo, non è la co* *on quelle de
guenza di una cattiva diga* tpeculazione
ne ma è invece il segno oc ruol dire an
gnore, un’indicazione cono possibilità di
da parte di Dio stesso. , rari programi
Oggi anche noi voglia turali prgdisp
imparare a riconoscere is® iuropea e otti
del Signore. Ma per imp3*‘ finanziari pei
dobbiamo prima di tutto 2 «-—•
re un progetto, un ptof
pensato e costruito in®*®
di anno in anno, con (
responsabilità, conosce
anche i rischi che si cori
Allora, e soltanto allora, i
stro problema, il vero pe'j -
lo, sarà quello di non nc Che ci spingo
scere quando il Signo J Hia.All’Assem
apre la sua porta, e Ntata e di:
invece il Signore ce la eh Wzza di una
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avvenimenti della nostra
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piccoli che siano
un sogno, i segni e *a Una versi
dello Spirito del Cristo
Ci dia il Signore, col suo
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Zurigo: Assemblea generale di Eurodiaconia, Federazione europea della diaconia
Costruire la società civile in Europa
'^^^adavoili^vato il nuovo orientamento strategico della Federazione. Verso un deciso potenziamento
Piegava l un IfCym Àal ranrai-nrin /nartar/nla n Dri ¡vallar II aar+ara lilrnan i'.nhrio ni in\/n nrocirinnfo
pregava
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(jell'Ufficio del segretario generale a Bruxelles. Il pastore Jürgen Gohde nuovo presidente
^m-iacquespeyronel
tn ni,all A quattro anni dalla sua
la quella A fondazione, «Eurodiaco
nia» scommette sul futuro,
la decisione unanime
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ßftlpponente centro per an■ immerso nel verde di
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nrfira dei delegati all Assemblea geurure ¿glia Federazione, che
Zfl Macedoni gl è svolta gli scorsi 19 e 20
vinti che^
veva ci’’-
idi
' il residenziale di
o 2oUikerberg. Ormai compiu(Atti 16,fi (g il lungo processo di fusione tra la vecchia «Federazione europea della diaconia»
die raggruppava alcuni paesi
dell’Europa centro-settentrionale e la giovane «Eurodiaconia» che riuniva le organizzazioni diaconali dei paesi
membri deH’Unione euro- rpea, si tratta ora di guardare
ide, nessurii avanti, partecipando attivaanvive Iwente al delicato pi ocesso di
7 ^ h ’ [integrazione europea, nel
JS50 WO flpeijl^giuento in cui l’Europa dei
anti a voims si prepara, non senza tiche nessm^°^^' allargare i paletti
w A [dellapropria tenda ad altri 13
cniuaere.J paesi dell’Europa dell’Est.
voltate: ' , .
„ I Federazione paneuropea
0 a a porlSj "¿j-ujajjjiente Eurodiaconia
SSO. Se UM\ rappresenta 44 chiese (luteenteemi | rane, riformate, anglicana e
? io entreÈ ortodossa russa) e organizza
_ j zloni diaconali ad esse colle
perento ' gate, presenti in 25 paesi euente, io CO/lifopei. in quanto federazione
tQQfi ffie» 'paneuropea rispecchia le diI versità, e talvolta anche le siocalisse 3,7-8| milìtudini, di situazioni esi
------------1 stenti nella grande Europa: il
. vasto mondo luterano del
lentro-Nord e della Scandiido d aiuto, la |avja, il piccolo mondo rifordgiiore. Ora, I ¡nato del Centro-Sud, quello
1 più soltant' misto e ortodosso dell’Est,
’SÌ alla cieca, ftiuso per oltre mezzo secolo
desso hannoiwgtj-o la Cortina di ferro e
irissima: «Sul |)g ¿g dieci anni sta scoa visione» di [rendo vizi e virtù del mondo
), «decidemrr icddentale. In questi quattro
indare in Mac ^ni, le varie organizzazioni
0 convinti che nembro hanno imparato a
1 ad annunzia ¡onoscersi, a confrontarsi e a
della salvezz ¡hiarirsi reciprocamente le
i abitanti diqi agioni della loro volontà di
10)- . avorare in rete. Una di que
, ma stiamo al te ragioni è il desiderio di
nche un gross lartecipare alla costruzione
cisione delgw lell’Europa sociale e cultura1 è soltanto co e. L’Europa dei cittadini, che
iprinie ancliei perora è ancora latente, si
jde, il rischioit pgtr^ realizzare solo con la
na visione, un paziente costruzione, ricoCristo riso^rto,! struzione e rilancio della soiree chiude le cietà civile in ogni paese
0 vuole. Essico itiembro. Essere in rete vuol
le rischio, non ¿¡jg gygj.g pj^, pg^Q nel de! sarà il loroP‘ ìiunciare, a livello europeo, le
lon sapendot Situazioni di ingiustizia, di
e la loro storia^ ®arglnazione e di esclusioschio di illu Ile che ovunque sono il corol
Eppure sono 1 jrio un’economia di merlello strano s ¡atg priva di ogni regola se
D, non e la e lon quelle del profitto e della
ra cattiva dig ^ Ipeculazione. Essere in rete
3ce il segno oe ,ugj
e avere più
dicazione co possibilità di partecipare ai
•io stesso. vari programmi sociali e culhe noi vog tarali predisposti dall’Unione
■iconoscere 1 s europea e ottenere contributi
Ma per ’rtip ifflaMiari per realizzare prorima di tu getti in collaborazione con
etto, un prò,8“ 9ltripaesi
ostruito insit
mno, con grt” Diaconia perché?
lità, Ki^rtttavia essere in rete vuol
hi che SI co tate anche confrontarsi sulle
tanto allora, taotivazioni teologiche, ecna, il vero P esiologiche, etiche o sociali
Ilo di non he ci spingono a fare diacoido il Sigrt ^ All’Assemblea è stata preporta, e q , rttata e discussa la sesta
nore ce la co uzza ¿i una «Carta della Felci di 1^88® y europea della dia
1 della nos j.rtla»s. Ci vorranno forse aliiano ancne ^ Sei bozze prima di giunge
segni e s ® ? Una versione definitiva in
del Cristo s,,si riconoscano, segno
lore, col s | e siamo ancora agli inizi di
icchieore rii riflessione
;r riconoscer teologica
uo progetto’ '|ha hi
do e
rei oggi
sulla diaconia che
4vnW*°^rto del confronto, a
di coiTir’ volte serratn „n
La lotta contro la povertà e l'esclusione sociale in Europa è uno
dei compiti primari della Federazione europea della diaconia
propria identità di organizzazione diaconale a livello nazionale e su quella federativa
a livello europeo. È stato discusso anche un documento
su «Diaconia e liturgia» che
invita a studiare e approfondire i rapporti che intercorrono tra l’azione diaconale e la
vita delle chiese, tra la cena
del Signore e il servizio reso a
chi è nel bisogno, tra l’annuncio del Regno e la lotta per
una società più giusta, più
umana, più conviviale.
Nuova strategia
Il documento più impegnativo sottoposto all’attenzione dell’Assemblea, riguardava r«orientamento strategico di Eurodiaconia» nel
prossimo futuro. Il documento, preparato dal pastore
liirgen Gohde, vicepresidente della Federazione e presi
dente del Diakonische Werk
della Chiesa evangelica in
Germania (Ekd), era stato
preventivamente discusso e
fatto proprio dal Comitato
direttivo della Federazione,
nella sua riunione di marzo a
Praga. Operando a livello europeo e in particolare nell’ambito dell’Unione europea, è necessario che una federazione come Eurodiaconia si dia una struttura organizzativa sufficientemente
robusta e qualificata per poter svolgere efficacemente
uno dei suoi compiti principali: quello di farsi portavoce, presso le istituzioni europee, di chi non ha né voce né
potere, non solo per ottenere
fondi che diversamente vanno alle organizzazioni meglio
organizzate (come la cattolica Caritas Europa, ad esempio) ma anche per avere più
peso nella definizione delle
politiche sociali europee. Per
questo però, occorre avviare
una ristrutturazione radicale
dell’ufficio del Segretario generale di Eurodiaconia a
Bruxelles: non più un piccolo
ufficio di due o tre persone a
tempo parziale, ma uno staff
di 7 persone qualificate e motivate, capaci di garantire la
«visibilità» e l’autorevolezza
della Federazione sia nei confronti delle istituzioni nazionali ed europee sia nei confronti delle chiese o federazioni di chiese. Insomma, con
l’adozione di questo documento, Eurodiaconia intende
rappresentare la coscienza
diaconale delle chiese protestanti, anglicane e ortodosse
nello spazio pubblico europeo. In questo senso, la decisione presa a Zurigo è una
scommessa sul futuro che richiederà un grosso impegno
da parte di tutte le organizzazioni membro, soprattutto nei
prossimi due o tre anni.
Il nuovo Comitato
Al termine dei lavori è stato
eletto il nuovo comitato direttivo che rimarrà in carica
per i prossimi quattro anni:
sono stati rieletti il tedesco
Jùrgen Gohde che subentra
alla pastora Silvia Michel al
posto di presidente, l’olandese Bert Boer, confermato vicepresidente, il francese Bernard Rodenstein, la ceca Eva
Grollova, tesoriera, e chi scrive queste note. Entrano quattro nuovi membri: il finlandese Kimmo Saares, la slovacca Maria Gasparovà, lo
scozzese Jan Baillie, e la svedese Ninni Smedberg, seconda vicepresidente.
EURODIACONIA!
Eurnpciii Federuliur l'ur Diuainia!
EiiropllÌH;hei' Verbund für Dialamie;
Fédéraiiun Euivpéennc de la Oiuuiinie ;
Il logo di Eurodiaconia
Consiglio ecumenico delle chiese
Messaggio di Pentecoste
A voi tutti, grazia e pace nel nome del nostro Signore Gesù Cristo!
Fin dall’alba del mattino di Pasqua, i cristiani di tutto il
mondo celebrano la gloriosa resurrezione del Cristo, il suo
amore e la sua misericordia eterni. Insieme, rendiamo grazie per questi potenti doni di redenzione che tessono stretti
legami tra noi, sorelle e fratelli in Cristo. Ci rallegriamo nel
vedere la chiesa continuare a modellare e a rinnovare la
propria vita in Cristo, e ad annunciare il Cristo risorto a un
mondo in pericolo.
Stiamo andando nuovamente verso l’antica festa della
Pentecoste, forti della promessa pasquale della resurrezione e dell’appello lanciatoci dallo Spirito Santo a essere il
corpo del Cristo. Riconosciamo che i doni di Dio in Cristo ci
portano irresistibilmente verso la comunità e ci insegnano
ad avere cura dei nostri rapporti. A Pentecoste, lo Spirito
Santo ci ricorda che non possiamo vivere per il Cristo indipendentemente gli uni dagli altri, così come non possiamo
essergli fedeli senza amarci gli uni gli altri.
Nel secondo capitolo degli Atti, ascoltiamo ancora una
volta il racconto fondamentale della Pentecoste. Lo Spirito
Santo, sempre all’opera nel creato, ha fatto conoscere il Cristo risorto alla folla, portandola a formare una comunità. Le
persone là riunite erano al contempo sconcertate e perplesse. Lo Spirito le ha portate al di là di quello che era abituale
e atteso, verso relazioni più profonde. In quel giorno, lo
Spirito ha unito persone al di là delle culture, delle razze e
delle lingue, tanto che il Cristo ha riempito tutti i cuòri. La
testimonianza degli apostoli suscitata dalla Pentecoste continuerà ad abbattere i muri e a manifestare che l’amore del
Cristo abbraccia tutto senza esclusione. Questa visione della Pentecoste ci interpella e ci impegna ancora oggi in
quanto discepoli del Cristo.
Ma anche questa visione della Pentecoste ci è sfuggita. In
quest’anno di millennio, continuiamo ad essere confrontati
con questa realtà: abbiamo trascurato il dono di unità fattoci dallo Spirito, sia nella Chiesa del Cristo sia nel mondo di
Dio. Dobbiamo ancora confessare come abbiamo permesso che la nostra fede cristiana e il nostro silenzio venissero
utilizzati per servire la morte anziché la vita in abbondanza.
Dobbiamo ammettere che spesso viviamo come se fosse
possibile negare la grazia e l’amore del Cristo alle persone
che consideriamo diverse da noi. Continuiamo ad erigere
muri anziché costruire il regno di Dio.
Eppure alla Pentecoste la chiesa, animata dallo Spirito
Santos può concepire un futuro diverso per il bene del
mondo. Insieme, possiamo opporci alle forze che sono
all’opera per dividere la famiglia umana in nome della cupidigia e del potere. Infatti quando ascoltiamo e seguiamo
le indicazioni dello Spirito, diventiamo un segno del regno
eterno di Dio, una comunità che offre la grazia, la speranza,
l’amore e la giustizia di Cristo. Quando pratichiamo la nostra unità nello Spirito aH’interno della Chiesa, suscitiamo
un dono di pace da offrire al mondo. Non c’è dubbio che viviamo in una comunità mondiale sempre più complessa.
Dobbiamo essere più consapevoli del fatto che il tessuto
delle relazioni umane va ben al di là della nostra cerchia
immediata, verso vicini di altre culture e di altre convinzioni religiose e verso coloro che seguono vie diverse dalle nostre. Non siamo fedeli al Cristo quando ignoriamo il dovere
di pace che tali rapporti esigono da noi e quando ci dimostriamo incapaci di rispondervi nell’amore di Dio.
A Pentecoste, lo Spirito Santo scende come un colpo di
vento violento. Come ognuno sa, il vento può provocare
danni terribili. Ma il vento è anche una forza naturale, fonte
di vita nuova. Preghiamo perché in questo tempo di Pentecoste, lo Spirito Santo abbatta i muri che devono cadere e ci
riempia di una speranza, di un’audacia e di una fede nuove.
I presidenti e le presidenti del Cec
le idee più chiare sulla
Si è svolto a Santa Severa (Roma) dal 19 al 23 maggio il terzo seminario internazionale sulEargomento
Per r«armonizzazione» del diritto d'asilo nell'Europa dei Quindici
WOLFGANG WEBER*
Le chiese protestanti rafforzano la loro collaborazione neH’ambito dell’applicazione del Trattato di Amsterdam. L’«armonizzazione
del diritto d’asilo» nel contesto del Trattato di Amsterdam è stata al centro del convegno svoltosi dal 19 al 23
maggio scorsi a Santa Severa
(Roma) e indetto dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia, dalla Chiesa
riformata di Francia e dalle
chiese evangeliche regionali
della Renania e del Baden e
30 rappresentanti ed esperti
di diritto d’asilo delle suddette chiese e dei loro organismi
umanitari più alcuni partecipanti dalla Polonia e dalla
Svezia insieme all’organizzazione francese per i rifugiati
Cimade hanno scambiato le
proprie esperienze e discusso
sugli standard politici, giuridici e sociali del diritto d’asilo nei loro paesi. Come nelle
precedenti sessioni (Parigi
1998, Strasburgo-Karlsruhe
1999) l’interesse si è rivolto
dapprima àlla concreta situazione del paese ospitante, in
questo caso l’Italia. Si sono
perciò visitati a Roma i centri
di accoglienza rifugiati dei
Gesuiti e dell’Esercito della
Salvezza e il centro per studenti provenienti dai paesi in
via di sviluppo.
Gli interventi di Jùrgen
Humburg, esponente in Italia dell’Acnur (Alto commissariato delle Nazioni Unite
per i rifugiati), di Padre Bruno Mioli, della Fondazione
Migrantes della Gei (Conferenza episcopale italiana) e
di Christopher Hein, direttore del Óir (Consiglio italiano
per i rifugiati) hanno sottolineato le grandi differenze nei
vari paesi europei sia a livello
di discussione politica, prassi
e attuazione della Convezione internazionale per i rifugiati, che di norme procedurali e standard sociali volti a
ima «armonizzazione» del
diritto di asilo in Europa.
Questa, secondo i partecipanti al convegno, non può
ridursi a un’unificazione secondo il «minimo común denominatore». Le chiese auspicano invece il serio adempimento degli impegni presi
dal Consiglio europeo al vertice di Tampere, e cioè che
«sicurezza, giustizia e libertà» in Europa non siano
un privilegio esclusivo dei
cittadini dell’Unione, ma riguardino invece tutti gli uomini e le donne che si trovano nei paesi dell’Unione europea, compresi richiedenti
asilo e i rifugiati, unitamente
alla piena applicazione degli
impegni previsti dalla Convenzione di Ginevra per i rifugiati. La «armonizzazione»
dovrebbe offrire un’opportunità per il progresso e la tutela dei diritti umani e non per
l’edificazione di una «fortezza Europa».
Le chiese riconoscono 1
movimenti migratori e quello dei rifugiati come due sfere correlate, che tuttavia
vanno tenute nettamente distinte. Perciò le chiese vedono con preoccupazione i
tentativi attuati da alcuni governi per subordinare gli
obiettivi di Tampere a una
restrittiva politica di immigrazione, che hanno la conseguenza di indebolire ulteriormente gli obblighi imposti dal diritto internazionale
attraverso la Convenzione di
Ginevra. Tutto ciò è inconciliabile con la concezione cristiana di umanità.
Perciò le chieste, con le loro
esperienze concrete e con la
competenza acquisita nel la
voro con i rifugiati, rafforzeranno ad ogni livello il loro
coinvolgimento, e faranno
pressione sul rispettivi governi nazionali e sull’Unione europea affinché anche in futuro non sia reso impossibile ai
rifugiati varcare i confini
dell’Europa per chiedervi asilo. Le chiese auspicano l’attuazione completa e omogenea del piano d’azione del
Trattato di Amsterdam, secondo la definizione di rifugiato all’art. 1 della Convenzione di Ginevra, in particolare per quanto riguarda l’inclusione della cosiddetta
«persecuzione non proveniente dallo stato».
Il principio del «non-refoulment» (art. 33 della Convenzione di Ginevra) non deve portare, attraverso la definizione del cosiddetto «terzo
stato sicuro», a che in futuro
il nucleo ricco dell’Europa
non adempì ai propri doveri
di accoglienza o li scarichi
sulla propria parte economicamente e socialmente più
povera. «Burden sharing»,
secondo le chiese, dovrebbe
significare una reale condivisione di responsabilità. La
procedura di asilo deve orientarsi a favore dei rifugiati
ed essere equa, nonché garantire la possibilità di ricorso presso il giudice. Le decisioni sulle domande di asilo
hanno delle conseguenze
immediate sulla vita dei richiedenti e questo impone
una particolare scrupolosità
nelle procedure.
I partecipanti al convegno
riconoscono che gli standard
sociali di vita, le strutture statali e le possibilità delle società civili sono molto diversi
nei vari paesi europei, tuttavia respingono ogni tentativo
di abbassare al «minimum
standard» le condizioni sociali per richiedenti asilo e
per i rifugiati. L’obiettivo deve essere quello di dare sostegno ai richiedenti asilo per
l’intera durata della procedura di riconoscimento e apprendimento della lingua,
condizioni di vita accettabili
e consulenza legale. Gli standard riservati ai propri cittadini, compreso quello del diritto al lavoro, devono dunque essere garantiti anche ai
richiedenti asilo e ai rifugiati
al fine di tutelare la dignità di
tutte le persone.
* rappresentante della
CMesa evangelica del
Baden-Karlsruhe
4
PAG. 4 RIFORMA
Si è svolta a Torino, dall'll al 15 maggio, la 13^ edizione della Fiera del libro
La lettura come pratica di frontiera
Giovani autori e lettori, rappresentanti di culture e tradizioni lontane si sono confrontati nella
rassegna che dialoga anche con le nuove tecnologie. L'intervento del ministro De Mauro
DAVIDE ROSSO
.. Ç ONO solamente un ne«O i
I grò rosso che ama il
mare/ ho avuto una buona
istruzione coloniale/ ho in me
dell’olandese, del negro e
dell’inglese/ sono nessuno, o
sono una nazione». Estratti
dal loro contesto questi versi
del poeta Premio Nobel per la
poesia nel ’92, Derek Walcott,
scritti in inglese da un autore
caraibico e tradotti in italiano
sono in qualche modo una
piccola summa della Fiera del
libro che si è tenuta a Torino
dal 11 al 15 maggio.
Il Lingotto, sede della manifestazione, nei quattro giorni di Fiera, ha visto protagonista la globalizzazione come
luogo dove le culture si incontrano, si trasformano, si
scontrano e spesso si esprimono in una lingua ospite
che però non funge solo da
canale di trasmissione di idee
ma cambia, si contamina e
contamina stili e movimenti
di altre lingue come l’arabo o
l’ebraico o il caraibico. La
multiculturalità e le nuove
tecnologie interattive erano i
temi base scelti dagli organizzatori per la Fiera del libro di
quest’anno e così mondi, cul
ture e religioni differenti rappresentati da scrittori e ricercatori di paesi di tutto il mondo si sono avvicendati e incontrati nei convegni e nei dibattiti che sempre più si sono
dimostrati essere il nodo
principale della Fiera. Più degli stand colorati e affollati e
più delle polemiche pre fiera,
quest’anno incentrate sulla
decisione della Mondadori di
essere la grande assente: «Al
suo posto - hanno detto forse
neanche troppo malignamente gli organizzatori - abbiamo
fatto crescere una grande
aiuola verde».
Ritornando alla Fiera vissuta, è da notare la presenza
con toni quasi entusiastici
all’inaugurazione del ministro all’Istruzione, Tullio De
Mauro, che era accompagnato dal sindaco di Torino, Valentino Castellani, e dalla presidente della Provincia di Torino, Mercedes Bresso, e soprattutto il suo sottolineare
l’apertura della manifestazione a nuovi linguaggi tenendo
presenti i contenuti in una
città, Torino, che è sempre
stata di «frontiera», come ha
ricordato Castellani, e che
può porsi come ponte fra le
culture mediterranea e conti
Da sinistra l’assessore regionale Leo, il ministro De Mauro, il sindaco Castellani, la presidente della Provincia, Mercedes Bresso
Fedi e fondamentalismi
a confronto
Se anche alla Fiera Dio è di
moda, e lo testimonia la folla
che assedia la sala in cui i filosofi Vattimo e Cacciari discutono su «Dio esiste?» ed esaurisce l’omonimo numero di
Micromega quasi fosse un raro Dylan Dog, quale clima migliore di questo neodevozionalismo diffuso per presentare, il 14 maggio al Lingotto, Il
libro e la spada. La sfida dei
fondamentalismi*, l’ultimo lavoro di Stefano Allievi, David
Bidussa e Paolo Naso? Se di
«rivincita di Dio» si deve parlare però, chiarisce subito Naso, giornalista e direttore di
Confronti, si tratta di una religiosità articolata e ambigua,
che va dalla fascinazione per
la New Age alla globalizzazione delle fedi in un mondo
sempre più pluralista.
È in questo contesto che si
inseriscono i fondamentalismi, capaci di intercettare la
domanda religiosa che viene
dalla società meglio di quanto
abbiano saputo fare il pensie
ro laico e in genere le comunità religiose non fondamentaliste. 11 libro si propone appunto di analizzare lo sviluppo e il successo dei fondamentalismi nel cristianesimo,
nell’ebraismo e nell’islamismo per inquadrarli storicamente e per cercare di sgombrare il campo dai luoghi comuni. Innanzitutto quelli che
riguardano i musulmani e che
possono connotarli negativamente: «Si fa spesso confusione fra l’Islam in generale e i
gruppi fondamentalisti, rinfocolando inutilmente l’allarmismo sociale», ha ammonito
l’islamista Stefano Allievi, docente di Sociologia all’Università di Padova.
E se il fondamentalismo
ebraico è legato a un rifiuto
della modernità, quello islamico è un movimento progressista che si oppone al tradizionalismo e vuole coniugare religione e politica, anche se questo può sorprenderci, visto che per noi modernità è sinonimo di separazione fra stato e chiesa. 1 fondamentalismi sono molti e
non tutti pericolosi: i problemi sorgono quando al «libro»
si vuole appunto aggiungere
la spada, pretendendo di applicare codici di fede particolari a tutta la comunità civile.
Dove andrà il fondamentalismo? Risponde Naso: «Dove
il pensiero laico e plurale saprà indirizzarlo», (f.t.)
Lo stand Claudiana
(*) Stefano Au.if.vi, Davio BinussA, Paoi.o Naso: Il libro e la
spada. La sfida dei fondamentalismi. Claudiana, Torino, 2000.
nentale. Insomma in un mondo multiculturale non basta
dirsi siamo tutti cittadini ma
occorre imparare ad ascoltarci e a parlare usando magari
nuovi linguaggi o le lingue degli altri ma continuando a
esprimere i propri contenuti.
Un movimento di quest’ultimo tipo sta accadendo ora
per alcuni autori di origine
straniera come Yuonis Tawfik
o Jarmila Ockajovà che hanno
pubblicato recentemente libri
in italiano, o è capitato in
passato ad autori come Derek
Walcott o altri che hanno
scelto, o sono stati obbligati a
scegliere, l’inglese per esprimere i loro contenuti.
Ma la Fiera è stata anche
uno sguardo al futuro, un
confrontarsi con le nuov tecnologie: da Internet (la x en
registrata da Rai-sat e stat i trasmessa «via Iternet» sul ^ ito della Fiera) alla riproduzione virtuale dei suoni alla multimedialità dell’Area interattiva. Ha voluto insomma essere
occasione per navigare o per
imparare a districarsi in questo nuovo «mare» che ci offrono le nascenti tecnologie ma
ancora una volta occasione di
confronto fra due culture,
quella del libro e quella della
nuova comunicazione, che
non si sono dimostrate poi
così alternative ma anzi possono, alleate, procedere unite
in un nuovo modo di intendere la lettura utilizzando più
piani e più dimensioni.
Infine i ragazzi, i lettori più
giovani, sempre più protagonisti della Fiera ma soprattutto della lettura, coccolati dagli
editori, hanno avuto quest’
anno ben due spazi appositamente dedicati. De Mauro nel
suo intervento in apertura
della manifestazione ha voluto sottolineare come la catena
del libro non abbia solo' bisogno di lettori ma anche di autori, di persone che si formino
alla lettura, alla conoscenza
dei linguaggi nuovi e vecchi
che le nostre culture ci offrono e che imparino a trasformare i contenuti in comunicazione. Forse su questa linea
la Fiera del libro e soprattutto
i movimenti culturali possono
giocare un ruolo importante
facendosi carico della capacità e possibilità di comunicazione delle future generazioni
in un mondo dove i linguaggi
nascono ed evolvono in fretta
così come le disparità economiche e le necessità di relazionarsi all’altro.
La politica interpella
la letteratura
Migrazioni di popoli, intrecci e scontri di culture e
religioni: le città si riempiono
di nuove lingue e la nostra
letteratura ancora una volta
va in direzione del cambiamento e ne è trasformata.
Era inevitabile che anche la
Fiera del libro ne parlasse
provando ad accostare, in
numerosi incontri, identità e
differenza, antagonismi e
prospettive per un futuro comune, convivenza sociale e
ruolo della letteratura in
questa inarrestabile commistione di generi e persone.
Senza facili idealismi, nella
convinzione che «assumere
la diversità come motore della società postmoderna», come ha detto la portavoce dei
Verdi, Grazia Francescato, è
un obiettivo tutt’altro che facile da raggiungere.
Fra i problemi, soprattutto
per Francia e Italia, secondo
l’antropologo Jean-Loup Amselle c’è «la definizione dei
gruppi e della loro delimitazione nello spazio politico» o,
per dirla in un altro modo,
nelle nostre repubbliche non
c’è posto che per la rappresentazione degli individui:
dopo rilluminismo in Europa
non esistono corpi intermedi
fra cittadini e stato, mentre
gli immigrati dall’area mediterraneo-orientale hanno le
radici in una cultura che si
basa sull’ordine comunitario.
Che ruolo può avere la letteratura in questo processo?
Ottimisti gli scrittori italiani,
come Raffaele Nigro che, riprendendo la fiducia di Günter Grass in una letteratura
dell’impegno, ha sostenuto
che si tornerà presto a «fare
la guerra delle parole e dei
concetti»; e Vincenzo Consolo, che ha visto negli scrittori
arabi che utilizzano la lingua
italiana nelle loro opere la
nostra unica possibilità di recuperare una delle funzioni
principali della letteratura, la
conservazione della memoria: «Sono loro ormai gli unici
capaci di custodire il passato», ha detto. Più prudenti gli
autori stranieri presenti:
«Chiediamo troppo alla letteratura, non è un cammello
che può caricarsi tutto il
mondo - ha detto il nigeriano
Ben Okri la riconciliazione
deve essere ricercata sul piano della storia».
In prpspettiva c’è sempre
l’Europa unita. Ma quale Europa? «Dobbiamo essere capaci di creare simboli in cui
riconoscerci», ha detto Dacia
Maraini. E il dibattito si è interrotto proprio su questa
domanda: l’«altro» sarà compartecipe del mito fondatore
della stessa Europa? (f.t.)
I più piccoli negli spazi espositivi
Alla fine della Fiera...
vincono i ragazzi
wroNftu
W;:.
illA nota
' uno scriba
¡jdù iniportan
i^enti, if test
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sfittando i pri
J^ello Sheme
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I#ele, il Signi
il Signore
Kl^oi accos
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cóme te stesse
18), Questo del
imperativo a r:
Signore è Uno
del ricordo a c
dopo il 70 d.C
I
FEDERICA TOURN
l- Un I
ORMAI è chiaro, il succes
!
SO della Fiera del libro
sono i ragazzi. Fra la diserzione della Mondadori, grande
assente di quest’anno, e di
qualche scrittore torinese
alTimprowiso reticente come Baricco, incontri più o
meno riusciti ed esperimenti
multimediali, l’edizione 2000
della Fiera che si è conclusa
lunedì 15 maggio ha di sicuro
al suo attivo la partecipazione dei più piccoli.
Anche quest’anno infatti lo
«Spazio ragazzi», allestito
aH’interno del padiglione 5
del Lingotto, ha registrato
una grandissima affluenza di
bambini da 0 a 13 anni: sono
stati circa 8.000 {il doppio
dell’anno scorso, anche se
concentrati in soli 4 giorni) a
usufruire delle attrezzature,
partecipare ai laboratori
creativi e, naturalmente, a
curiosare fra i libri esposti.
Gli organizzatori non si sono
risparmiati e hanno costruito
una «città» di 1.200 metri
quadri, con strade, una piazza e 12 casette a torre che
ospitavano i laboratori a tema, peraltro andati subito
esauriti nelle scuole. 11 programma era ricco e differenziato a seconda delle fasce di
età e prevedeva fra l’altro laboratori di lettura animati,
esperimenti con i suoni e i
colori, esplorazioni con il
computer.
Protagonista sempre il libro, che dai bambini è stato
apprezzato pienamente, e si
è visto anche dal volume delle vendite: si calcola un numero di 15.000 libri venduti,
per una media di circa 4.000
al giorno. «È bellissimo vederli arrivare con una pila di
libri, si capisce davvero 1
more per la lettura», raccon-l.» ______■ ■
ta Marco Vola della libretiail 2I|11ICI
Volare di Pinerolo, che insie-| ***
me alle altre 12 librerie dell’associazione «Librinmen- Iti un libro
te», dedicata ai più giovani/qualche volta i
ha gestito il punto consulta- ' na, se non sul
zione e vendita dello «Spazio ™ quanto me
ragazzi». Ma che cosa coni- romanzato o
prano i ragazzi? «Vanno mol- Qui siamo nel
to i personaggi della teleitì- 1600, con darr
sione, naturalmente - spieji^ ziosi e relative
Vola - e anche tutti i testi sii-' futili, il gossip
la natura, gli animali, lari-'leccio delTepe
cerca scientifica. AbbiamoUatempi dei
venduto anche molti Mari]' mai nobili pa
Potter, e i libri di narrativi! un istituto del
delle collane per ragazzi deli arcigno strina
le grandi case editrici, comn Sebastiano c<
Einaudi e Feltrinelli». .franca e Enrici
L’editoria per ragazzi è injCostui non si
fatti in piena crescita: non fseendenze vai
un caso che molte case edi-' inaspettatami
trici in questi ultimi anni ab-jle vuole rinvei
biamo investito in collane dl________________
libri per bambini e adole-i
scenti. D’altra parte sono
proprio i ragazzi, quelli chi
leggono di più: «11 70% dei
bambini legge - conferini
Vola - e solo dopo si perde
per mancanza di stimoli, opportunità diverse e altri moti- vi. In generale è falso direchej
Uni
ieffi
ENRICO
Pavese e la ricerca moderna del mito
DAVIDE DALMAS
IL filologo Cesare Segre legge nelrultima pagina del
Mestiere di vivere, il diario di
Cesare Pavese, parole simili a
quelle di Vladimir Majakovskij. Parole estreme di due
poeti che si sono uccisi. Il linguista Gian Luigi Beccaria
analizza il ritmo della prosa e
l’unità di sublime e familiare
nel capolavoro La luna e i
falò. Non sembrano temi di
facile richiamo per un ampio
pubblico, eppure la «Sala
Gialla» della Fiera del libro,
domenica 14 maggio, era piena e molte persoae aspettavano alle porte, per cercare di
entrare durante l’intero pomeriggio dedicato allo scrittore piemontese in occasione
del cinquantenario della sua
morte. Si tratta di quello che
chiamerei T«effetto Pavese»,
quello che qualche anno fa
riempì la sala grande del cinema Massimo per la presentazione di una nuova edizione economica delle Poesie.
E quest’anno al Lingotto solo
Dio (chiamato in causa da
Micromega) e Daniel Pennac
hanno avuto un successo di
pubblico paragonabile.
Come è possibile spiegare
questo effetto? Alcuni tentativi di risposta vengono dagli
stessi interventi alla Fiera.
Tra gli altri hanno parlato
Sergio Givone, curatore di
un’edizione dei Dialoghi con
Leucò, che ha sostenuto che
Pavese è riuscito come nessun altro a tenere insieme i
due aspetti dell’approccio
moderno al mito, il desiderio
di reincantamento e l’esigenza del disincanto: non si può
prescindere dal mito, pena la
perdita dell’identità, del riconoscimento delle radici, ma
al tempo stesso, si deve usci
si legge poco. Piuttosto man-| P HE cos’è il
ca spesso la possibilità di far- Lj è il peccai
lo, se si pensa che 1’80% dei’cristiani si
Comuni italiani non ha nem l Porre teologie
meno una libreria». Siamo|®ferrogativi.
quindi ancora lontani dalla|®chedelle for
morte del libro stampat0i|®0-^l3 prima
tanto sbandierata ancheia ®®oz altro la gi
questa edizione della Fiera! Soerra non è
«Ne sono convinto - sostieni sferico, ma
Vola - Internet non riuscirà a |®'^crse a seco
uccidere il libro, così come la |™ sociale in
televisione non ha ammazza-|P®’'oI^rno alle
to il cinema. Ci saranno gran-,indiale, che
di cambiamenti nella distri-^“® sappiamo,
buzione e altre forme di coti-teologi (ti
sultazione, questo sì, ma H|®1 Barth) a i
piacere della lettura resterà»-1 ® jnente la s
vediamo che (
Iprattutto mili
I drammatico, :
j avvenne invec
I da guerra, che
re dal mito, perché esso rap-,tatto civili. Il
presenta la natura come or- proponendo h
rore e violenta ripetizioni Menta, tramite
dell’identico. Marziano G“'
glielminetti, invece, direttoti
(lei «Centro studi per lo studio della letteratura italiani
in Piemonte» (intitolato oltri
che a Guido Gozzano propn®
a Pavese) dove sono custodi
i manoscritti originali sta
quali si sono approntateli
recenti edizioni critiche chi
usciranno quest’anno, m
sottolinea la grande autotta"
mia dai possibili modelli nji
anche dai possibili discepoP'
così che Pavese rimane'P
quell’autonomia di creazioni
che è propria dei classici.
Insomma, per leggere
pagine della grande letterata
ra europea del Novecen
non basta guardare nella M*
teleuropa, bisogna anche da
fondate, (
PPndotte dalla
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re un’occhiata in Piemonti' ( ®quifere, i
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5
PAG. 5 RIFORMA
Un libro collettivo di divulgazione pubblicato dalle edizioni Cnt
Gesti e simboli deirebraismo
quotidiana, alimentazione, pratiche liturgiche: nella precettistica si manifestano gli
\^à0 più profondi e significativi di una tradizione religiosa che è anche una grande cultura
yniraWElAAVISINTIN
illA^nota domanda di
,uno scriba su quale fosse
importante dei comanMarco 12,
^ ricorda che Gesù rispoidtando i primi due versetf deUo Shema, la preghiera
ebreo o ebrea recita
^^tino, tratta da DeuteSnomio 6, 4ss.: «Ascolta
ifele, il Signore è il nostro
« il Signore è uno...». Gesù
Ippoi accostato un’altra
l^fe; ama il tuo prossimo
• te stesso (Levitino 19,
18). Questo dello Shema è un
imperativo a ricordare che il
Si^ore è Uno. L’imperativo
Idei ricordo a cui si aggiunge
|dopo il 70 d.C. l’esigenza di
-----------------------------
tramandare l’identità di un
gruppo, il popolo, frantumato in diaspora senza un centro, ha trovato nella ritualità
gestuale una sua forma efficace. A questo tema è stata
dedicata un’agile opera di divulgazione*, scritta quasi tutta da donne.
Alcuni di questi gesti sono
legati alla vita quotidiana,
dall’alimentazione all’abitare, a ricordare la consacrazione della propria vita. Essi sono la kasherut e la mezuzah.
Scrive Giacoma Limentani:
«Il termine kasher è legato al
concetto di idoneità (...) non
nutrirsi a casaccio (...) perché
il corpo umano assimila le
caratteristiche del cibo che
assume, (...) né bisogna unire
la vita alla morte (mangiare
la carne nel latte o la carne
non dissanguata)». Per capire, possiamo fare un parallelo con la tradizione macrobiotica 0 altre filosofie alimentari secondo cui il nutrimento è insieme materiale e
spirituale. La mezuzah, invece, è una scatoletta contenente versetti della Torah
che viene posta sugli stipiti
delle porte di casa, a metà fra
l’amuleto e il promemoria,
richiesta di benedizione e
impegno al monoteismo.
Una nota sulla kasherut.
Questa presentata nel libro è
una delle motivazioni, un’altra essendo legata al desiderio di separarsi dai «gentili»
rimasti di fatto politeisti. A
H „ !i- Un romanzo ambientato nella Francia di inizio '600
e davvero la-i’’
3f”lli?L'amicizia al di là delle persecuzioni
2 librerie del-,
: «Librinmen. In un libro o in un film,
li pi ù giovani, ' psiche volta 0 valdese ritormto consulta- ' ss, se non sul versante storii dello «Spazio co quanto meno su quello
he cosa eoa-romanzato o romanzesco*.
? «Vanno mol- Qui siamo nella Francia del
¡i della televi-, 1600, con dame e signori lenente - spiega nosi e relative conversazioni
tutti i testi sul-' futili, il gossip ovvero il cicaanimali, lari-' leccio dell’epoca, più i pasica. AbbiamiUatempi dei nobili (quasi
e molti Hanj'niai nobili passatempi). In
i di narratici un istituto del cattolicesimo
er ragazzi deli arcigno stringono amicizia
editrici, com(|Sebastiano conte di Villainelli». ¡franca e Enrico di Montaldo.
r ragazzi è iniCostui non sa delle sue aTescita; non ascendenze valdesi e quando
lolte case edi-ltaaspettatamente le scopre
iltimi anni ab-He vuole rinverdire sposando
D in collane di l,_________________________________________________________________________________
bini e adole-i
rzi^queiifclP^^ Un libro denuncia sulle nuove armi tecnologiche
j: «Il 70% dei
e - confermf
lopo si perde
di stimoli, opse e altri moti; falso dire che I
Muttosto man-li
ssibilità di farche
Denise, figlia di un pastore
di La Tour.
Nel 1598 Enrico IV promulgava l’Editto di Nantes
che metteva fine alle guerre
di religione e concedeva limitata libertà di culto ai calvinisti francesi, ma nel 1685
Luigi XIV lo revoca con il
contro-editto di Fontainebleau. Le strade dei due amici si dividono, i protestanti di
Francia e Piemonte si trovano su quelle che sappiamo:
abiura o emigrazione, o serrarsi nelle case (e nella resistenza della fede) diventando oggetti di violenza e di
massacro, come altri prima e
dopo. Enrico non lascia la
sua gente, ne salva un gruppo prima di venire arrestato.
Sebastiano appartiene alla
maggioranza che della propria forza ha fatto una ragione, come infinite altre volte
nel mondo, ma lo fa liberare:
in nome dell’amicizia o dell’umanitarismo (o forse di
una resipiscente fraternità?),
un dono che però Denise
rendevano.
Si tratta di tracce di vita (e
di morte), quando non sai
più che cosa credere e ti
chiedi dove stanno il bene e
il male, perché si mischiano,
o così ti sembra, (r.t.)
(*) Davide Pinardi: II valdese.
Tranchida, pp 178, £ 13.000.
Gli effetti permanenti della guerra
ENRICO CERASI
CHE cos’è il male, che cosa
è il peccato umano? Co80% dei' cristiani siamo abituati a
i non ha nem-IPotre teologicamente questi
reria». Siamo|®terrogativi. Ma il male ha
lontani dalla|®t:he delle forme concretissiro stampato,,®«: la prima delle quali è
rata anche io ®nz’ahro la guerra. Eppure la
e della Fiera! non è un fatto in sé,
nto - sostienel*?torico, ma assume forme
non riusciràaInverse a seconda del conte), così comelii*’® sociale in cui accade. Se
ha ammazza-y^'sianio alla prima guerra
saranno gran- ®™diale, che provocò la crisi
ti nella distrH ^«.sappiamo, e che portò alforme di con-teologi (tra cui il giovane
esto sì, ma il I ^®tl Barth) a ripensare radi:tura resterà», lealmente la stessa teologia,
_____________vediamo che essa uccise so
'Ptattutto militari. Il vero, e
tol drammatico, salto di qualità
Ideane invece con la seconI da guerra, che uccise sopratché esso rap’i tutto civili. II libro di cui sto
tura come or- Proponendo la lettura* docua ripetizioni ®enta, tramite testimonianze
a«n fondate, come le guerre
condotte dalla Nato nell’ultidecennio siano «guerre
aucleari a bassa intensità»,
tj|e hanno provocato danni
' ' popolazioni e all’ambien
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;i classici,
er leggere 1«
inde letteratuil Novecento
lare nella Md'
ina anche da'
in Piemonti'
forino.
aüe, ^
i curatori dell’edizione
'dtrana non esitano a definire
Si tratta infatti dell’uranio
^Poverito, usato per la pri5? volta nel 1991, nei proiet®isparati dalla Nato in Iraq, e
.„Flessivamente in Bosnia,
* 1995: e in Serbia, e in Kojo, fino all’ anno scorso; con
juesto è stato perpetrato un
? proprio genocidio e
^cidio». Un genocidio che
Perà i suoi effetti per gelazioni; e un ecocidio che
ttu^erà l’ambiente, le fali^^acquifere, il suolo, la vegeti«. per secoli! È un’accu
sa gravissima, che purtroppo
trova nel libro un fondamento
incontrovertibile in una serie
di documentazioni di scienziati e di commissioni ufficiali, anche se poi insabbiate. Ma
che cos’è «l’uranio impoverito»? «È un sottoprodotto derivante dal processo di arricchimento dell’uranio 235, impoverito di due terzi del contenuto originale di uranio naturale (...) ma le proprietà chimiche e metalliche di Du,
uranio impoverito, sono in
gran parte le stesse dell’uranio naturale, con un’analoga
configurazione della tossicità
chimica e radiologica» (pag.
25, testimonianza del dottor
Asaf Durakovic).
Per questo le armi costruite
con questo materiale sono
state dichiarate armi non convenzionali. Eppure sono state
usate. Il mensile Le monde diplomatique, citando W. Arkin,
presidente dell’/nsii'twfe of
Science and International Security di Washington, nel 1995
affermava che sull’Iraq e sul
Kuwait «sono piovute complessivamente 300 tonnellate
di Du» (pag. 208). Questo ha
provocato un drammatico aumento di tumori, di leucemie,
di bambini focomelici ecc.
non solo tra la popolazione
colpita ma anche tra gli stessi
militari americani. Stesso fenomeno nei Balcani, con il serio rischio che le «particelle di
polvere di uranio in sospensione prodotte nella fase di
impatto e di successiva esplosione dei proiettili», cioè le
«microparticelle che, essendo
facilmente ingeribili, risultano particolarmente tossiche
per reni e polmoni» (pag. 208,
«Nota della missione permanente in Iraq presentata al
Centro per i diritti umani
dell’Onu»), siano state sospinte anche in Italia.
Al di là dei particolari che
sono abbondantemente riportati nel volume (per informazioni rivolgersi al Centro
di documentazione W. Wolff,
tei. e fax 041-930490, e-mail
wilhelm-wolff@yahoo.com),
la domanda che non può non
sorgere è: perché sono state
usate queste armi in guerre
che, oltretutto, dichiaravano
scopi umanitari? La prima risposta è, al solito, di carattere
economico: l’uranio impoverito è un prodotto di scarto
del processo di fusione nucleare e dunque costa poco.
In più, avendo un elevato peso specifico, occupa meno
volume e dunque è facilmente trasportabile. Ma questo
non basta a spiegare una strategia così disumana, così orrenda. Qualsiasi siano stati i
motivi delle guerre menzionate i loro effetti, che pagheranno soltanto degli innocenti, dureranno per secoli. Eppure non ci ricordiamo di cosa si dice del Signore, nel Salmo 30, 6-7: «Perché la sua
collera dura un istante, la sua
bontà per tutta la vita». Che
cosa sia l’uomo, lo si vede nel
contrasto con il Signore.
(*) Il metallo del disonore a cura dell’Inlernational Action Center, trad. it. a cura del Centro di
documentazione sul Movimento
operaio «W. Wolff», Venezia-Marghera, 2000, pp 225, £ 15.000.
questo scopo sono servite nei
secoli le leggi alimentari e di
purità introdotte dal Levitico
e successivamente articolate
nel Talmud. Mentre la condizione dei gentili è di impurità
costituzionale, per gli ebrei
essa va rimossa in corrispondenza delle grandi feste di
Capodanno e di Yom Kippur
e dell’arrivo del Sabato, e per
le donne dopo ogni ciclo mestruale. L’idea di «richiesta
di protezione e di benedizione» spiega invece l’uso della
kippà, di origine postbiblica:
una papalina, a ricordare che
Dio è sopra di noi, letteralmente sulla nostra testa. In
casa, ancora, ritroviamo un
elemento che originariamente era nel luogo di culto: la
menorah, il candelabro a sette braccia commissionato da
Dio a Mosè fra gli arredi del
tabernacolo.
Se fin qui abbiamo sostenuto che la vita quotidiana
nel suo svolgersi è segnata
dal ricordo della signoria di
Dio, vi sono però dei tempi
particolarmente dedicati. Essi sono la preghiera e il Sabato. Gesti e simboli (dunque
ancora un «fare» stilizzato)
sono rispettivamente lo
scialle di preghiera, il Taled
(Tehreo osservante prega
molte volte al giorno) e le
candele e il pane del Sabato.
Nessuno di questi gesti,
così pieni e densi di rimandi,
spesso anche esoterici, è
però stato eletto a riassumere gli altri quando Israele ha
ritrovato un’identità nazionale. Ciò che è diventata invece la stella di Davide, simbolo cabalistico ed esoterico,
una sorta di Tao che compendia i contrari, spirito e
materia, unità nella diversità.
La varietà e la ricchezza di
questi simboli ci parlano da
un lato della fragilità umana
e dall’altro di una tenace volontà di mantenere un impegno a ogni costo. E alcuni
millenni sono una bella credenziale.
(*) Pupa Garribba (a cura di): I
simboli ebraici. Roma, edizioni
Cnt, 2000.
Scena familiare in un film yiddish
Storia
LIBRI
Torino
tra le due guerre
Se serve a fare discutere e approfondire gli studi, ben venga: il libro di Angelo d’Orsi sulla Torino del fascismo e
dell’antifascismo {La cultura a Torino fra le due guerre, Einaudi, 2000, pp. XV-377, £ 38.000) va oltre
le rievocazioni schematiche dell’ambiente
antifascista (quello legato a Gl e all’azionismo, il più vicino anche al mondo valdese)
e, lungi dalTabbattere dei miti, esamina
con serietà le appartenenze, il dialogo con
il regime da parte di alcuni intellettuali, le
presunte «compromissioni». Esaltato (e
probabilmente «forzato» nell’interpretazione) da parte degli ambienti revisionisti.
; tra '
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico
italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE iMUWBH
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica 11 giugno, alle ore 23,50, andrà in onda: «Le chiese nella russia di
Putin»; «Chiaroscuro: un fatto, un commento». La replica sarà
trasmessa il 12 giugno alle ore 24 e il 19 giugno alle 9,30 circa.
Il compositore tedesco a confronto con Vivaldi
L'influenza del concerto italiano su Bach
PAOLO FABBRI
IL barocco italiano, così
ricco di fantasia, di invenzioni, di coloriture, di originalità nella conduzione dei
temi, di varietà nelle modulazioni non poteva non incuriosire e non influenzare
Johan Sebastian Bach. La
pubblicazione a Amsterdam
nel 1711 della raccolta di
concerti L'Estro armonico
op. 3 di Vivaldi provocava infatti tanto interesse da indurre il musicista tedesco a
trascrivere alcuni concerti a
cui ne seguiranno poi altri.
Complessivamente Bach trascrisse 10 concerti (di cui sei
daWEstro armonico), sei per
clavicembalo, tre per organo, uno per quattro clavicembali e archi. Questa opera diede subito al musicista
italiano una fama europea,
che si consolidò nel 1725
con la pubblicazione del Cimento dell’armonia e dell'invenzione op. 8, che circolarono per le corti europee.
Per la pubblicità su
tei. 011-655278
fax 011-657542
La sorte volle però che i
due grandi compositori non
si incontrassero mai e addirittura che il «prete rosso»
non sapesse nemmeno dell’esistenza del tedesco, relegato in una piccola corte,
ben lontana dal trono intellettualmente e mondanamente sfarzoso della Venezia
a cavallo tra Sei e Settecento.
I due furono accomunati
nella morte, a nove anni di
distanza uno dall’altro, e
dall’oblio in cui cadde la loro
poderosa opera. Oblio non
totale per Bach, in quanto il
figlio Cari Philip Emanuel si
prese cura dell’opera del padre. Da qui prese avvio la riscoperta che produrrà poi la
prima edizione delle sue
opere. L’idea del maestro
Riccardo Chailly di proporre
con l’Orchestra sinfonica di
Milano «G. Verdi» l’accostamento, in due concerti, delle
Quattro stagioni vivaldiane,
a fronte delle suites per Orchestra di Bach è stata quindi quanto mai intrigante.
Si può dire che da questa
esecuzione risulta con evidenza molto maggiore quanto fosse straordinariamente
multiforme il genio di Bach:
l’interpretazione di Chailly,
fortemente sonora, è andata
oltre il clima cameristico
usuale, per avvicinarsi ad atmosfere di più grande organico. L’interpretazione ha
una sua giustificazione nella
destinazione gioiosa e «ludica» dei brani eseguiti, ma richiede un certo sforzo di
comprensione. Nel complesso è stata eccellente e la proposta stimolante.
La prossima stagione di
questa orchestra, che sta
bruciando le tappe a un anno dalla costituzione, proporrà un programma basato
su quattro filoni: 1) Bach,
con esecuzione dei Concerti
brandeburghesi affiancati a
un autore del Novecento come Paul Hindemith (18951963). 2) Giuseppe Verdi, per
la ricorrenza dell’anno verdiano, che si concluderà con
l’esecuzione del Requiem. 3)
Musica del Novecento, soprattutto di Luciano Berio,
che dirigerà personalmente
un concerto. 4) Musiche di
grandi classici, fra cui Mozart e Schumann. Saranno
con l’orchestra, oltre a Chailly, Carlo Maria Giulini, il
maestro del coro Romano
Gandolfi, il principale direttore ospite Yutaka Sado e il
direttore assistente Roberto
Polastri, nella proposta di
una «struttura aperta» ai giovani direttori.
6
PAC. 6 RIFORMA
La Consultazione a Ecumene delle chiese metodiste
Missione e testimonianza oggi
Come e che cosa comunicare alle persone che, nella complessità
dell'attuale società italiana, bussano olle porte delle nostre chiese?
LUISA Nim
ISSIONE oggi» è la cornice tematica
" iVX che è stata scelta per la Consultazione
delle chiese metodiste, che si è tenuta
quest’anno dal 26 al 28 maggio al Centro di
Ecumene e ha visto la partecipazione di circa
100 persone fra delegati delle comunità, pastori, ospiti. Una Consultazione molto partecipata e con una presenza significativa di persone giovani, che ha messo in luce tanto la ricchezza di esperienze e le potenzialità delle
chiese metodiste italiane, quanto una realtà di
lavoro oggettivamente frammentata, fatta di
esperienze di testimonianza importanti ma allo stesso tempo innegabilmente fragili.
Due buoni esempi di questa ambivalenza
sono da un lato il riassestarsi della situazione
finanziaria dell’ente patrimoniale Opcemi
(fatto importantissimo e incoraggiante, che
pone le basi per un lavoro sereno), dall’altro
la presenza di grosse questioni aperte, come
il futuro del Centro di Ecumene, che necessita di radicali ristrutturazioni materiali, di un
forte risanamento della situazione economica, ma anche e soprattutto di energie e idee
per ritrovare il senso della propria vocazione.
Alla Consultazione è stato presentato un
complesso progetto di ristrutturazione del
Centro che comporterebbe, se approvato,
una trasformazione radicale di Ecumene. A
fronte di un progetto articolato e coerente dal
punto di vista tecnico, la discussione sulla
vocazione e la missione del Centro è stata oggettivamente debole.
alle persone che oggi bussano alle porte delle
nostre chiese? Questa sembra essere una
preoccupazione frequente delle chiese evangeliche, e le risposte che la Consultazione ha
dato sono senz’altro parziali, ma indicano dei
percorsi possibili, tanto più preziosi in quanto nascono spesso da esperienze concrete
delle comunità; pensarsi come chiese che vivono in un preciso contesto sociale (le città, i
piccoli centri, i paesi) e con esso entrano in
relazione; vivere la pratica dell’accoglienza
ma allo stesso tempo non perdere la passione
per le domande; «essere chiese di arcobaleno», in cui possano vivere insieme tradizioni
e lingue diverse; andare incontro ai bisogni
delle persone, ma non rinunciare a porre le
domande sulle cose ultime, cosa che costituisce il centro della nostra fede.
Missione
e testimonianza oggi
Una buona intuizione del Comitato permanente Opcemi è stata la scelta di dare respiro
alla discussione plenaria della Consultazione
attraverso tematiche impegnative quali la
globalizzazione, la giustizia economica, la
bioetica. La stessa relazione del Comitato
permanente proponeva alcuni nodi per la discussione, sottolineando come il discorso
sulla missione trovi espressione oggi anche
in questioni quali il sistema economico, la
costruzione di una società multiculturale, il
tema della giustizia in una società «globale».
Così anche la tradizionale discussione sul tema «vita delle chiese» ha toccato temi di ampio respiro, nella consapevolezza che il discorso sulla vita quotidiana delle comunità,
con i suoi successi e insuccessi, non può
astrarsi dalla riflessione teologica.
Le chiese metodiste italiane riunite nella
Consultazione si sono interrogate in modo
radicale sul senso della evangelizzazione e
della missione, assumendo con onestà il fatto
che di fronte alle trasformazioni enormi a cui
assistiamo quasi nessuna delle «nostre» parole sia più adatta a esprimere la nostra testimonianza. Se «complessità» è la stima del
reale, è stato detto, dovremo fare i conti con
l’inadeguatezza delle nostre stesse parole, rivisitarle e inventarne di nuove, e dedicarci a
un paziente e costante lavoro di lettura teologica della realtà. Come e che cosa comunicare
intra: un progetto
per gli immigrati
Un progetto impegnativo, quello elaborato
dalla comunità di Intra a favore degli immigrati. Durante la Consultazione la pastora
Francesca Cozzi ne ha esposto le linee guida.
11 progetto prevede la ristrutturazione degli
stabili della chiesa e la creazione di una piccola struttura di accoglienza per gli immigrati,
che include anche una sala polivalente per
l’organizzazione di incontri e attività sociali.
La pastora Cozzi ha sottolineato l’importanza
della collaborazione con il Comune di Verbania: in effetti, ha precisato, non si tratta di un
progetto della sola Chiesa metodista, ma di
una collaborazione fruttuosa con il Comune,
gli enti locali, alcune associazioni. In questo
senso sarà un progetto «della città». «La chiesa di Intra - ha detto fra l’altro la pastora - ha
una forte tradizione di presenza nella città,
c’è una certa attenzione nei nostri riguardi
che ci aiuta a interpretare e ridefinire la nostra vocazione oggi». Circa il 50% della somma necessaria per la realizzazione del progetto (900 milioni su 1,7 miliardi) è già stato
stanziato dalla Regione Piemonte.
Finanze
Il quadro della situazione finanziaria
deU’Opcemi presentato quest’anno dal Comitato permanente è sostanzialmente incoraggiante. Il dato di maggior rilievo è una forte riduzione dell’indebitamento: il bilancio ’99
chiude infatti con un deficit di gestione molto
esiguo (2,6 milioni; 160 milioni nel ’98, 134
nel ’97). Un risultato positivo (ottenuto attraverso la riorganizzazione di mutui e fidi, la valorizzazione del patrimonio immobiliare) che
mostra l’inversione di una tendenza che si era
consolidata ormai da anni. Altro elemento
importante, la creazione di un accantonamento di 22 milioni destinato aH'ammortamento di crediti inesigibili. 11 Comitato permanente. pur esprimendo soddisfazione per i
risultati raggiunti, ha rivolto un appello allò
chiese a non allentare l’impegno per la contribuzione economica raccomandando che.
come in passato, il tema della contribuzione
continui ad es.sere oggetto di attenzione e di
predicazione nelle comunità.
In alto; un momento della Consultazione. Qui sopra; il Comitato permanente Opcemi con ia nuova
coppia di missionari per la Comunità inglese di Miiano
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Alla Consultazione metodista si parla di globalizzazione
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UN dato sicuramente rilevante della Consultazione metodista di quest’anno è
stata la scelta del porre all’attenzione dei presenti il
tema della globalizzazione.
La relazione del Comitato
permanente parla di questa
esigenza di riflessione sulla
globalizzazione à partire da
una considerazione del presente come tempo di crisi, di
smarrimento e confusione,
quali conseguenze della globalizzazione che sta «man
mano soffocando le differenze, le specificità, la libertà di
scelta, la nostra intelligenza»
procedendo a un’omologazione di orientamenti e «pilotandoci verso una sorta di
monocoltura» governata da
«nuovi imperi», le scelte unilaterali dei quali determinano «fossati sempre più profondi e incolmabili fra paesi
ricchi e paesi poveri».
La discussione si è sviluppata in due momenti, una
plenaria di discussione e una
relazione di contenuto. Durante la plenaria si è chiesto
di riflettere sulla vita delle
chiese e sul significato' della
missione metodista contestualmente ai processi di trasformazione economica e
politica del presente. La discussione in plenaria è stata
più apertura di discorso, posizione di domande, che dibattito analitico sui meccanismi specifici di quel processo
economico-politico che da
molti, e non a torto, è definito come «terza guerra mondiale». Questa lentezza nell’accedere a un livello maggiormente critico e analitico
dipende sicuramente dal ritardo con cui le nostre chiese
si stanno rendendo sensibili
al problema e dalla conseguente mancanza di categorie condivise a partire dalle
quali analizzare e affrontare
politicamente il processo
detto di globalizzazione.
Nonostante ciò alcuni interventi hanno saputo avvicinare alcuni nodi centrali. In
particolare si è messo a tema
come conseguenza della globalizzazione sia la polarizzazione della società tra l’economia sempre più centralizzata e l’individuo sempre più
frammentato. Questo crea un
«vuoto politico» che è crisi
della socialità visibile anche
nella progressiva desertificazione delle chiese e dei luoghi
ecclesiastici deputati alla partecipazione democratica e alle responsabilità politiche.
Non solo questo crea anche lo
sviluppo di percorsi di ricerca
individuali pericolosamente
attratti da un vero e proprio
mercato delle «risposte» religiose e di senso. Se le chiese
metodiste pensano se stesse
come una «alternati- va culturale teologicamente fondata»
(vedi la Relazione del Comitato permanente) esse devono
necessariamente confrontarsi
con questi fenomeni, forse, è
stato detto, «ponendo domande» che inquietino la
gente, più che concorrendo
sul mercato delle risposte.
Una sola è forse oggi la risposta, non competitiva e impopolare, che abbiamo da
dare: l’accoglienza, come forma di resistenza nei confronti
di un presente spietato che
sospinge lentamente masse
di persone «che non ce la fanno» ai margini, dove il proprio nome è dimenticato e si
è solo «senza»; senza lavoro,
senza casa, senza diritti, senza relazioni. Attenzione alla
marginalità dunque, e tensione alla multiculturalità, come
alternativa concreta, come
resistenza alla globalizzazione. Il secondo momento dedicato al tema della globalizzazione è stato l’intervento di
contenuto di Piero Pagliani,
della comunità metodista di
Roma, che ha introdotto, con
radicalità e precisione, il tema delle biotecnologie come
strumento di profitto economico. Il presupposto da cui
Pagliani si è mosso è stata
una radicale demistificazione
di ciò che comunemente si
pensa sia naturale «progresso
scientifico» dell’iimanità: le
attuali ricerche nel campo
delle biotecnologie sono direttamente collegate alla brevettabilità planetaria degli organismi viventi, e tale brevet
tabilità è collegata aH’appto.|
priazione nelle mani delij
multinazionali del patrino.i
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globalizzazione che ci mettono radicalmente in difficolti
è possibile una bioetica citi
limiti e controlli un processi
scientifico (ma in realtà economico) di per se stessetesi
al superamento di qualsia!
limite? Non è forse troppi
tardi? Siamo di fronte ad
domanda sicuramente capace di inquietare le risposti
del presente.
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Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
La discussione sulla vita delle chiese alla Consultazione metodista di Ecumene
Essere «Chiesa d'arcobaleno»
Jle grandi aree urbane si vivono esperienze crescenti di frammentazione sociale e diversità
¡ etnica, cuturale e religiosa. Le comunità devono cercare una maggiore coesione fraterna
PtTtRCIACCIO
azione
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legata airappro,|
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Sud dii
Ó^BATO mattina si è diN scusso sul tema «Vita delle Chiese». Subito è intervenuI " tol^phen Plant, responsabiI He iter l’Europa della Conferènza metodista britannica,
presenterò un discorso
tnico, ma quattro quadri
esperienza metodista nel
5iio paese: 1) i metodisti sono
tea 380.000, ma diminuijono con un tasso costante
fSel3% annuo dal 1905; 2) c’è
Stato un raduno di giovani
laetodisti, una festa gioiosa,
con 12.000 presenze, dove
tanti e tante hanno rinnovato
U loro impegno a Cristo; 3) ho
visitato una chiesa che, dai
500 membri di 20 anni fa, oggi ne conta a malapena 50:
deprìmente; 4) ho visitato
una chiesa che in 5 anni è aumentata del 30%: grandioso.
Cosa potete fare voi, metodisti italiani, per aiutarci? Non è
una domanda retorica. Se siamo in una vera partnership,
dovete chiedervelo». Questo
intervento ha spiazzato l’assemblea, abituata all’idea che
i problemi esistono solo in
casa nostra. E questo ha avuto una buona influenza sul
seguito del dibattito.
Luca Baratto ha esortato a
vivere la frammentazione di
cui facciamo esperienza nelle
aree urbane in maniera positiva. Dunque bisogna potenziare le attività decentrate per
poi portare nell’unico culto
domenicale le riflessioni teologiche dei singoli gruppi. In
tal modo il culto non risulta
nuovo né vecchio, ma attuale.
L’accento sull’importanza di
riscoprire il valore dei gruppi,
già evidenziato nella testimonianza di Wesley come com
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progressiva sui PRAMOLLO — La comunità ringrazia di cuore Daniel Noffke
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Unafase dei lavori della Consultazione a Ecumene
¡CRONACHE DELLE CHIESEI
per il vivo messaggio rivoltoci nel corso del culto da lui preftsieduto domenica 21 maggio.
• Domenica 28 maggio si è svolto l’annuale bazar organizzato dairUnione femminile. Grazie a quanti hanno collaborato, in particolare alla panetteria Blanc che ha messo a disposizione l’attrezzatura per la preparazione e cottura dei dolci.
• Sabato 27 maggio si sono sposati nel tempio di Ruata Ro^ berta Long e Sandro Fossat. La comunità augura loro una
vita felice, benedetta dal Signore.
• Ci ha lasciati, a soli 62 anni, la sorella Alma Beux Menusan, lasciando un grande vuoto nella comunità, che si
stringe intorno alla famiglia in lutto per esprimerle tutta la
propria solidarietà cristiana.
RIO MARINA — Nel corso del culto di Pentecoste, domenica
11 giugno, vi sarà la confermazione di Cristina Bastianelli,
a cui seguirà un’agape fraterna alla Casa valdese.
ALESSANDRIA — Il 27 maggio scorso, nella chiesa metodista,
I? ' si è tenuto un incontro sul tema «Valdesi e massoneria» orf ganizzato dall’Istituto per la storia del Risorgimento, con
partecipazione di Augusto Comba (autore del libro Claudiana sullo stesso tema) e del prof, Aldo G. Mola dell’Istituto stesso. Molto interessanti le esposizioni dei due oratori.
Su un argomento su cui non esistono ampie conoscenze, e
meritati gli applausi finali.
Torre PELLICE — II 28 maggio ha avuto luogo l’assemblea
dì chiesa che ha provveduto alla nomina di una nuovo anziano nella persona di Jolanda Davit che sostituisce Stefano Rostan al quale va la riconoscenza della comunità per il
lavoro svolto in questi anni.
• Si sono svolti i funerali di Ferruccio Bonjour alla cui famiglia la comunità esprima la propria partecipazione.
Ptl FANCIUyj
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pimento del sacerdozio universale, è stato posto da varie
persone. Le chiese metodiste
esprimono varie testimonianze a riguardo. Per esempio, a
Portici, un gruppo visita i detenuti di Secondigliano, non
lasciando solo il pastore o la
pastora a compiere questo
servizio.
Interessanti punti di vista
sono stati espressi da due
africani: l’angolano Francisco Cimentes della chiesa di
Vicenza, che ha vissuto l’evangelizzazione come esperienza continua di crescita,
in famiglia, a scuola e da
adulto, e il pastore Charles,
inviato dal vescovo del Ghana per aiutare una maggiore
integrazione tra i metodisti
ganaensi immigrati in Italia e
le chiese autoctone. Sulla evangelizzazione hanno insistito alcuni delegati: Fulvio
Rocco la vede come annuncio di una parola alternativa
attuale in un mondo che sottostà inerme allo spettacolo
giubilare; altri hanno posto
la riflessione teologica come
primo punto all’ordine del
giorno nelle comunità e nei
gruppi. Giovanni Anziani ha
invitato ad «essere chiesa
d’arcobaleno». Bisogna mantenere tradizioni e lingue diverse, non solo nel culto.
Una volta rispettate le diversità, si sarà più pronti anche
al dialogo interreligioso.
Sulla complessità della
realtà è intervenuta Franca
Long, che ha proposto di riflettere su due concetti, spesso dati per scontato: il mercato, che non è Ineluttabile
ma che deve fare i conti con
l’etica cristiana del dono, e il
rapporto gruppo-individuo,
che deve essere rivisto dal
punto di vista di chi vive al
margine. Maria Bonafede,
per sopravvivere alla complessità, invita a mantenere
aperta la discussione e a essere sempre pronti a esprimere l’accoglienza a cui siamo chiamati. Ricorda all’assemblea che in questi giorni
a Roma si sta svolgendo una
battaglia per la libertà, con
l’attacco della Chiesa cattolica e degli amministratori locali al corteo mondiale «Gay
Pride» che si svolgerà l’8 luglio. Invita a dimostrare subito accoglienza appoggiando
l’iniziativa, che vedrà tra l’altro lo svolgimento di un culto
ecumenico. A questo proposito si è espressa la Refo (Rete
evangelica fede e omosessualità), presente alla Consultazione, che ha ricordato che
una copia del suo bollettino è
stata spedita a tutti i Consigli
di chiesa valdesi e metodisti.
Oltre alle chiese, la Fgei è intervenuta nella persona di
Barbara Grill per mettere in
evidenza alcune iniziative,
tra cui campo studi e pulmino Teshuvà.
Forse quella domanda di
Stephen Plant non ha trovato
una risposta. Forse non voleva una risposta. Voleva solo
che ci si ponesse la domanda. Cosa possiamo fare per
aiutare la chiesa? Forse ripensare a se stessa, alle sue
forze e alla sua vocazione. Alla Consultazione si è tentato
anche questo.
Chiese del Nord-Est a Marghera
Culto di fine anno
perle scuole domenicali
ROBERTO CAMILOT
SE lo scopo dei monitori e
delle monitrici che hanno
predisposto il culto tenuto da
bambini, bambine, ragazzi e
ragazze il 28 maggio per la
VII Festa delle scuole domenicali, organizzata dalla
Commissione formazione e
istruzione della Federazione
delle chiese evangeliche del
Nord-Est, era quello di rendere reali ed evidenti le parole di Gesù «Dalla bocca dei
fanciulli e dei bambini ti sei
procurata una lode» (Matteo
21, 16), ci sono riusciti pienamente. Tutta la giornata è
trascorsa in questo gioioso
spirito di lode al Signore che
ha coinvolto non soltanto i
circa 70 ragazzi e ragazze
presenti, in un caleidoscopio
di colori e lingue (Europa,
Africa e Sud America) ma anche gli altrettanti adulti che li
hanno accompagnati.
Il tema della riflessione
partiva dal «rimprovero» che
Gesù fa ai discepoli: «Lasciate
i fanciulli venire a me e non
glielo vietate, perché di loro è
il regno dei cieli» (Matteo 19,
14), concludendo con l’esortazione ai ragazzi e ragazze a
comportarsi e considerarsi a
pieno titolo partecipi del culto, e agli adulti di dare loro
più spazio, partecipazione e
visibilità.
L’incontro si è svolto nella
chiesa battista di Marghera e,
come accade da diversi anni,
vi partecipano anche chiese
non federate secondo un indirizzo «ecumenico evangelico» che la Federazione persegue. La colletta è stata inviata
per il 50% al Sie, come lo
stesso organismo sollecitava
in un appello su Riforma. Dopo la condivislone del pranzo
al sacco, nel pomeriggio, oltre a giocare nel giardino della chiesa, i ragazzi e le ragazze (ma anche gli altri presenti) sono stati coinvolti in giochi organizzati e da quest’anno è stato indetto anche un
«premio» costituito da una
chiesetta in cartapesta attribuita alla scuola domenicale
che avesse raggiunto il punteggio più alto secondo alcuni parametri di valutazione:
quella più numerosa, più
lontana, con il partecipante
più piccolo o più anziano,
ecc. Il premio è andato alla
scuola domenicale di Pordenone, che Io conserverà tutto
l’anno come «trofeo da esibire»: l’anno prossimo verrà rimesso in palio.
L’augurio è che sempre più
i ragazzi e le ragazze sentano
proprie queste iniziative e,
mossi dalla lode e dal ringraziamento al Signore condividano le loro, se pur brevi,
esperienze di vita.
Lo stato del pianeta
sere presenti solo in tracce o
addirittura non esserci. Questa trasformazione è la causa
principale delle piogge acide
che danneggiano direttamente il fogliame della vegetazione e alterano il terreno
inibendo lo sviluppo radicare delle piante. Inoltre le diverse caratteristiche dell’aria
determinano una modificazione dell’effetto serra e innescano un innalzamento
della temperatura media. Ed
è proprio questo surriscaldamento della Terra rispetto al
passato che è alTorigine dei
disordini meteorologici che
si manifestano attraverso siccità o improvvisi eccessi di
piovosità che investono regioni abituate a andamenti
stagionali più regolari. Tutto
ciò ha anche conseguenze
sull’organizzazione dell’agricoltura e quindi su possibili
diminuzioni delle disponibilità alimentari già in equilibrio precario in molti paesi.
Oggi la maggior parte dell’acqua viene utilizzata per
l’irrigazione e la coltivazione
di derrate alimentari e materie prime. Il prelievo è molto
elevato e questo determina
l’appesantimento costante
del cosiddetto debito idrico:
si estrae cioè dalle falde e dai
fiumi una quantità superiore
a quella che viene nuovamente depositata dalle piogge e dal ciclo idrico. Il risultato è che, praticamente in tutte le regioni del mondo, e soprattutto in quelle a clima
più secco, le falde freatiche si
abbassano molto rapidamente, indicando una riduzione delle scorte e imponendo maggiori spese per
l’estrazione. Si prevede anche che il forte inurbamento
in atto porterà i governi a destinare minore quantità di
acqua all’agricoltura per dirottarne una parte verso i
consumi urbani.
Minore irrigazione significa contrazione della produzione, in primo luogo di cereali, con pericoli per la bilancia alimentare mondiale.
Ma l’acqua, l’accesso a essa e
la sua spartizione, sono alTorigine di veri e propri conflitti fra paesi che controllanó
i corsi superiori dei fiumi e
paesi che si trovano a valle:
per esempio fra Turchia e
Iraq per TEufrate. Del resto la
questione acqua si profila come uno dei nodi del XXI secolo e il rischio della sua
scarsità ha già spinto alcune
organizzazioni a proporre di
considerare questo elemento
un bene comune dell’umanità, da gestire in base al
principio di solidarietà, per
assicurarne il diritto a tutti gli
abitanti del pianeta.
Di fronte a questi scenari
preoccupanti vi sono tuttavia
motivi di speranza: sempre
più persone prendono coscienza della profondità del
conflitto fra ambiente ed
economia e dell’importanza
insostituibile del primo. Esse
possono influenzare i governi
del proprio paese e incalzare
affinché si compiano, attraverso accordi sovranazionali,
scelte che assicurino la sostenibilità. Inoltre i progressi
importanti nel campo scientifico e tecnico aprono nuove
strade da percorrere: per
esempio i micro impianti per
produrre energia consentono
di immaginare di sostituire le
fonti fossili, responsabili di
buona parte della modificazione dell’atmosfera.
Naturalmente ci sono anche elementi che agiscono
contro il cambiamento di
rotta: l’aumento degli scambi
commerciali e la tendenza a
ridurre ogni bene a elemento
commerciabile va nella direzione di considerare la natura stessa come una merce alla pari di tutte le altre con
danni ambientali gravissimi.
E soprattutto gioca un ruolo
centrale il fattore tempo: Tinglobamento della natura nei
processi produttivi procede
velocemente. Si rischia di superare delle soglie al di là delle quali il riequilibrlo si fa
particolarmente difficile. Bisogna agire con celerità per
rafforzare la cultura e Tagire
che considerano la terra un
patrimonio che ci è dato solo
in consegna per consegnarlo
a nostra volta, integro, a chi
verrà dopo di noi, un creato
splendido da non sprecare.
Teresa Isenburg
8
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Ghie:
I il
I
Celebrato a Santa Severa l'anniversario del Centro d'incontri delle chiese battiste
Cinquanf anni del Villaggio della gioventù
Il 6 maggio, in una bella giornata di sole, le varie generazioni che hanno primo costruito
e poi vissuto il Centro si sono incontrate per festeggiare e per riflettere su vita, fede e società
LUANA PALLACROSI
IL dibattito che ha avuto
luogo in occasione dei festeggiamenti dei 50 anni del
Villaggio della gioventù è stato talmente ricco di spunti da
suscitare in molti il desiderio
di intervenire, frustrato purtroppo dalle esigenze di tempo. Gli spunti che più hanno
attirato il mio interesse sono
quelli relativi da un lato alla
memoria e dall’altro allo stimolante «gioco teologico»
(come ha voluto chiamarlo)
di Pawel Gajewski, soprattutto nella parte relativa all’ecumene.
varie occasioni, hanno voluto
richiamare quella storia. La
cultura della partecipazione a
un progetto, quella del rispetto delle strutture comunitarie,
quella del vivere la comunità
passano anche attraverso il
racconto delle belle storie come quella del Villaggio della
gioventù. Ricordarla non ci
serve a glorificare i morti, ma
a fortificare i vivi.
La memoria
Non mi soffermerò sull’importanza della memoria, che
è cosa nota. Preferisco raccontare l’esperienza che ho
avuto al riguardo durante
l’estate 1999. Lo staff che ha
organizzato il campo per i ragazzi dagli 11 ai 13 anni ha ritenuto importante per questa
fascia d’età contestualizzare il
soggiorno al Villaggio nel
tempo e nello spazio. Il risultato è andato oltre ogni aspettativa. Il racconto della
bellissima storia del Villaggio,
in cui si susseguono le immagini di giovani di 50 anni fa
che mettono i mattoni, altri
che via via negli anni hanno
offerto il loro servizio volontario per costruire muri, pulire, cucinare, organizzare
campi, ha colpito profondamente i campisti. L’aver iniziato il campo in questo modo ha implicato per i ragazzi
la coscienza di far parte della
storia del Villaggio. Spesso, in
Il gioco teologico
Il gioco teologico proposto
da Gajewski individuava la
vocazione dei centri come il
Villaggio della gioventù in tre
direttrici: koinonia, diaconia,
ecumene. Le riflessioni scaturite da questa ripartizione
sono state molto interessanti. Dal dibattito è emerso che
per chi non frequenta il Villaggio l’aspetto meno noto è
quello relativo alla terza direttrice: l’ecumene.
Il Villaggio della gioventù è
un centro che per posizione
geografica, per il fatto che è
situato sul mare e in un centro abitato, per la sua stessa
struttura e per la sua storia,
ospita persone che presentano una grande eterogeneità
sul piano della provenienza
religiosa, politica, sociale,
economica e così via. Qui si
incontrano la studentessa di
filosofia e il ragazzo di borgata, chi ha fatto un certo percorso di coscienza sociale e la
massaia che si scandalizza
perché viene chiesto al marito
di aiutare nei turni di pulizia,
personaggi storici delle nostre
chiese e persone che chiedono perché siamo «evangelisti», e chi più ne ha più ne
* Una giornata di festa
Generazioni riunite
nel comune ricordo
MARIANGELA FADDA
SOTTO una bella giornata
di sole il Villaggio della
gioventù di Santa Severa ha
festeggiato il suo cinquantesimo anniversario. Ha raccolto
intorno a sé le generazioni
che l’hanno costruita, ristrut
turata e soprattutto vissuta.
Ha raccolto intorno a sé nonni e nonne, padri e madri, figlie e figli e tanti nipoti che
hanno condiviso insieme un
culto per ricordarsi la «follia»
che muove lo spirito e che
guidò chi ha sognato un luogo per la riflessione e la condivisione dove c’erano solo
terre paludose. E ci siamo ritrovati una generazione accanto all’altra nelle foto sul
muro, divise per decenni, e la
storia personale e le esperienze personali vissute al Villaggio si sono intrecciate con la
storia del Villaggio, che è storia comune, storia condivisa.
Abbiamo iniziato a ricordare
e a raccontarci le nostre storie vissute con altri e con altre
che abbiamo riconosciuto come parte del nostro percorso
di esperienze, fede e vita.
L’animazione presentata da
Emanuele Triani, direttore
del Centro, ci chiedeva di dare nome, età e contesto alle
persone in foto molto vecchie
a cui lui era riuscito a dare
una data molto approssimativa: ma anche, dove questo era
più facile perché le foto erano
più recenti, a raccontargli se
oltre a riconoscerci, riconoscevamo qualcuno o l’evento
significativo vissuto al Villaggio, anche per ripeterlo.
Ne è scaturito un racconto
collettivo fatto a piccoli grup
pi di quello che poi nell’intervento di Pawel Gajewski sarà
individuato come le tre direttrici della vocazione del Villaggio: koinonia (intesa come
vita comunitaria), diaconia
(come servizio) ed ecumene
(come apertura verso l’esterno, confronto con l’altro).
Peccato che il tempo tiranno
non ci abbia permesso di
condividere le nostre riflessioni in merito tutti insieme
in un’assemblea.
Ai nostri racconti in piccoli
gruppi si sono aggiunti i racconti dei direttori del Villaggio e del segretario della Egei
che hanno ricordato nomi e
volti più o meno noti legati al
Villaggio e alla sua storia e ci
hanno raccontato come in
questo luogo ci possiamo permettere di vivere la nostra vocazione, qualsiasi essa sia, nel
confronto aperto fra di noi e
con un’umanità più ampia di
cui noi facciamo parte anche
quando non ci riconosciamo
in essa perché è in un luogo
come questo che la gioia di rivederci e di spendere del tempo insieme diventa tanto
grande da non poter fare a
meno di comunicarci quanto
sia importante avere uno spazio per parlarsi, confrontarsi,
raccontare e raccontarsi, imparare e insegnare.
Al calare del sole sul 50°
anniversario del Villaggio
della gioventù di Santa Severa torno a casa convinta che
tutti hanno vissuto il Villaggio, soprattutto in questa
giornata, come un dono che
ci passiamo di generazione in
generazione, che ogni generazione arricchisce per poi
donarlo alla prossima.
metta. Il popolo che frequenta il Villaggio della gioventù è
molto particolare ed è difficile
che in altri Centri si presenti
negli stessi termini. La scelta
del Villaggio è di vivere l’ecumene sfruttando questa sua
peculiarità, senza pensare di
dover ricalcare un modello
precostituito. 11 confronto su
vita, fede, società qui diventa
forte confronto di vite, fedi e
realtà sociali.
Giustamente nella sua lettera, in qualità di segretario della Egei, Sandro Spanu ricordava come qui abbia avuto
anche esperienze dure, proprio perché qui ha incontrato
«pezzi di mondo che altrimenti non avrei mai conosciuto». Ringrazio Sandro perché è una di quelle persone
che hanno saputo cogliere lo
spirito del Villaggio, e hanno
saputo farlo perché vi si sono
spese con sensibilità e rispetto. Non tentando di rendere il
Villaggio un po’ più simile a
un altro Centro ma ascoltando e riuscendo a coglierne le
peculiarità. Da questo percorso sono usciti arricchiti.
Anche tra gli interventi del
6 maggio c’è stato chi ha parlato dell’ecumene al Villaggio
come se non esistesse ancora, in quanto ancora a metà
di un percorso che porterà il
nostro Centro a raggiungere
il livello di altri come Agape,
a esempio, lo credo che il 'Villaggio e Agape, così come gli
altri Centri, non siano su livelli diversi ma siano semplicemente diversi nel loro stato
attuale e nei loro percorsi.
Questo i direttori dei centri lo
sanno bene, tanto è vero che
. Tre parole fonidamentali
Diaconia, koinonia
ecumene
Proponiamo qui una sintesi della relazione del pastore
Pawel Gajewski per il cinquantenario del Villaggio della gioventù
Diaconia, koinonia, ecumene, tre parole tratte dall’
immenso vocabolario biblico
e teologico. Non di rado, le
parole greche servono a
complicare ulteriormente discorsi già di per sé abbastanza complicati, molte altre
volte rendono oscura la forma delle cose che in sostanza
sono semplici e trasparenti.
Si può descrivere la realtà e
la vocazione di un Centro
evangelico come il Villaggio
della gioventù usando le parole tratte dall’ermetico gergo dei teologi? Il compito è
possibile se le parole sono
trattate con il dovuto rigore
metodologico, diventando,
tuttavia, oggetto di un gioco.
Perché è proprio il gioco con
le sue componenti essenziali,
quali l’intuito e il divertimento, a farci scoprire significati e campi semantici finora sconosciuti.
parola koinonia, per fare
un esempio, è spesso interpretata come «comunione
fraterna». Ma la stessa parola
può significare anche «avere
parte in qualcosa» «partecipare». Nel libro degli Atti degli Apostoli c’è un racconto a
questo proposito: «...ed erano perseveranti nell’ascoltare
l’insegnamento degli apostoli
e nella comunione fraterna,
nel rompere il pane e nelle
preghiere» (2, 42). Molti esegeti interpretano questo versetto come una delle più antiche definizioni descrittive
della chiesa, vale però la pena
VENERDÌ 9 GIUGNO 20nn' VENERDÌ 9 G
Agape e il Villaggio della gioventù stanno collaborando
felicemente, e se fossero due
Centri identici ritengo che
sarebbe un impoverimento
per entrambi.
Il percorso di formazione
che si sta svolgendo nel Villaggio, così come la chiarificazione degli spazi di incidenza
di ognuno sulla linea del Villaggio stesso, la scelta delle
tematiche con cui misurarsi
così come tutti gli altri importanti aspetti della vita del nostro centro, vengono elaborati
partendo dalla realtà di base
del Villaggio e non sulla base
di un ideale astratto, legato a
qualche altro contesto, per
quanto possa essere di nostro
gradimento.
Il rispetto della realtà del
Villaggio costringe a un grosso sforzo di fantasia ed elaborazione di nuove idee, che
credo debba coinvolgere non
solo cbi lavora per i campi al
Villaggio, ma anche tutti coloro che vi sono in qualche
modo legati, come ad esempio la Egei, che insieme al
Villaggio dovrà elaborare una
modalità relazionale originale. Attualmente il lavoro di
elaborazione del Villaggio è
coinvolgente ed efficace e sta
già dando buoni risultati. Sono certa che la formazione al
rispetto delle diversità, al
dialogo fra diversi e diverse,
alla convivenza nel confronto, sia un lavoro dal quale
nessun centro possa esimersi, è l’unica direzione possibile, comunque la si persegua. E senz’altro la stessa diversità dei nostri centri continuerà a dare buoni frutti.
Si lavora alla costruzione del Villaggio
■ Una testimonianza dell'epoca
Il «Villaggio»
cinquanta anni fa
notare che qui lo stare insieme, così come descritto dal
narratore, diventa anche liturgia ovvero culto, senza
creare alcuna separazione tra
l’ambito liturgico e quello comunitario e quotidiano.
La sorte della parola diaconia è ancora più complessa:
basta pronunciarla per aprire
immediatamente il gran dibattito sulle opere diaconali
delle nostre chiese, sul loro
ruolo e sulle loro dimensioni.
Paolo usa abbastanza spesso
questo vocabolo nella sua seconda lettera alla comunità
di Corinto (3, 7-9; 6, 3; 9, 12).
Il significato è sempre quello
di «servizio» che nel vocabolario greco classico includeva
anche il servizio a tavola e i
più umili lavori domestici.
Questa dimensione della diaconia è ben conosciuta a chi
ha fatto parte dei gruppi residenti, e/o ha coperto incarichi di responsabilità in un
Centro evangelico.
Infine il termine ecumene,
che in origine significava
semplicemente il mondo abitato. Il Vangelo secondo Matteo contiene un’affermazione
di straordinaria importanza:
«E questo Vangelo del Regno
sarà predicato in tutto il
mondo, affinché ne sia resa
testimonianza a tutte le genti; allora verrà la fine» (24,
12). L’ecumene sta qui a indicare tutto il mondo e tutte le
genti, senza frontiere e senza
recinti, la frase stessa dà un
senso di espansione: la predicazione è identificata con la
testimonianza. Eorse quest’
aspetto della vocazione dei
nostri Centri è in parte ancora da scoprire e da rivalutare.
LUIGI SPURI
PER mia moglie Anna e
per me partecipare con
un folto gruppo della comunità di Civitavecchia al cinquantenario del lavoro svolto nel centro giovanile di
Santa Severa è stato motivo
di grande gioia: nei luoghi
dove abbiamo trascorso la
nostra giovinezza abbiamo
rivisto tante persone che da
tempo non vedevamo e tanti
giovani unirsi alla festa. Sì, è
stata la festa di tutti, la festa
mia che ho messo i pali per le
tende, e la festa dei giovani
che faranno più bello questo
centro per rendere testimonianza al mandato che il Signore ci ha affidato. Il pastore Dario Saccomani ha scelto
per la predicazione un testo
dalla I Pietro: «Abbiate nei
vostri cuori un santo timore
di Cristo, il Signore, pronti
sempre a rispondere a vostra
difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che
è in voi, ma con dolcezza e rispetto». Nel momento del ricordo della nascita del villaggio di Santa Severa voglio accennare ai fatti e agli eventi
che determinarono Ravviarsi
di questo lavoro.
Nel 1947 ci fu a Roma il
congresso che diede vita al
Movimento giovanile battista del quale fu eletto presidente il pastore Carmelo Inguanti. Nelle Unioni giovanili del Lazio c’era molto fermento: si era in un dopoguerra molto difficile e non si
avevano molti mezzi per ricostruire tutto, ma non ci
perdemmo d’animo. L’Unione giovanile di Civitavecchia
era numerosa con tanta voglia di fare. In quel momento
la chiesa era senza pastore e
il pastore Piero Bensi, che
aveva fatto tappa a Civitavecchia in attesa di partire per
Cagliari, sede a cui era stato
destinato, divenne presidente della nostra Unione giovanile. Eu in quel periodo che
si concretizzò l’idea di realizzare un nostro Centro sul
mare, possibilmente non solo balneare, idea che piacque
molto anche al giovani di Roma guidati da Guido Saccomani con l’appoggio del pastore Manfredi Ronchi.
Nella tarda primavera del
1950 ci fu un incontro a casa
mia fra Ronchi, Inguanti e
Guido Saccomani. Mi chiesero di organizzare un campeggio marino per la prossima
estate. La località era la spiaggia di Sant’Agostino, posto vicino a Civitavecchia, bello per
natura e ricco di pesce e frutti
di mare.- Eu il primo campo
organizzato dal movimento
giovanile. Ne organizzammo
un altro nel 1951. Poi venne la
«duna promessa»: il pastore
Ronchi ci disse che aveva acquistato del terreno a Santa
Severa proprio sul mare.
Quando lo vedemmo pensammo che le tende non sa
rebbero bastate. Per il materiale per il primo campo Pietro Grani, Luigi Biferali e Ermanno Spuri furono indirla;
zati all’Istituto G. B. Taylor. U
c’era ad attenderli il pastore
Vincenzo Veneziano che aveva ricevuto per loro un gipp®‘
ne dell’esercito americano,
del materiale di legno e grandi tende. Ci mettemmo al lavoro, donne, uomini, giovani:
di Civitavecchia e di Roma,
ma anche di altre parti della
penisola. A Santa Severa
prima nostra iniziativa fu o>
stampare dei biglietti con
scritta «mattoni per il Villaggio di Santa Severa».
Prima di chiudere voglio
aprire una finestra sulla iiostra vita di campeggio di allora. Un giorno venne al campo
il pastore Ronchi e signora.
Era una bella giornata, il mO',
re era calmo e limpido, L
pranzo e la cena ottimi pet'
ché il cuoco, il fratello Cafflponeschi di Roma ci sapev
fare. Poi a notte, tutti a letWr
ma io e il fratello Otello G®']
gliani di Civitavecchia ci era
vamo bardati per la
notturna. Il pastore Ronc ,
mi chiese: «Luigi, dove
«Vado a pescare». «Allora
mi disse - tutto il pesce p scato lo pulisco io». »j
la mattina si alzarono
tanto pesce sul t^voloiie do |
si mangiava, i polpi si do
vano tenere a bada per n
farli cadere a terra. Mia n» ,
glie si offrì di fare la zuPP®
pesce e i fratelli romani il
to con i molluschi. Roncn
r
sua moglie passarono
rinata a pulire il pesce
la mah
9
ì
imavera del |
ontro a casa
Inguanti e
i. Mi chieseun campegla prossima
era la spiagno, posto villa, bello per
pesce e frutti
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movimento
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Poi venne la
»: il pastore
he aveva aceno a Santa
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tra sulla noeggio di allome al campa
li e signora,
rnata, il tua'
limpido, n
i ottimi petratello Cainla ci sapeva;
tutti a letto,
o Otello Gacchia ci eraler la pesca
tore Roncl"
i, dove vai?»'
1». «Alloca
il pesce pe*'
io». Quando
irono videro
ivolone dove
alpi si doveada per non
ra. Mia nio
e la zuppa ®
umani ilm‘'
hi. Ronchi e
rnno la mal
10
Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese valdesi e metodiste) — (joNE D
RENDICONTO SULL'ASSEGNAZIONE DELL'OTTO PER MILLE
Somma disponibile: 8.328 milioni \
recupero spese pubblicitarie e di gestione anni '95 e '96: 423 milioni !
somma netta disponibile: 7.905 milioni I
così impiegata: per pastori e diaconi = 0%; per edifici di culto = 0%. I
PER PROGETTI IN ITALIA E NEL RIO DE LA PLATA — 5.510 milioni corrispondenti ai 69,7%
Regione Ente
ANZIANI: CASE DI RIPOSO
Località e tipo di ente
Importo
Piemonte
Piemonte
Piemonte
Sicilia
Rifugio “Re Carlo Alberto” Casa per anziani in Luserna S.G.
Casa delle Diaconesse Casa per anziani in Torre Pellice
Casa Miramonti Casa per anziani in Villar Pellice
Asilo per anziani Casa per anziani in Vittoria
Sicilia
Piemonte
Piemonte
Piemonte
Asilo per anziani Casa per anziani in Vittoria
Asilo Valdese Casa per anziani in Luserna S.G.
Rifugio “Re Carlo Alberto” Casa per anziani in Luserna S.G.
Asilo Valdese
Casa per anziani in Luserna S.G.
SANITÀ: CURA E PREVENZIONE
Piemonte
Piemonte
Ospedali Valdesi
Istituto "Uliveto"
Piemonte RAFAEL
Sicilia
Campania
Campania
Toscana
Rio Piata
Rio Piata
Servizio Cristiano
Ospedale “VUla Betania
Istituto per la famiglia
Istituto “Ferretti”
Mesa Vaidense
Mesa Vaidense
Rio Piata JUM- Mesa Vaidense
Ospedali di Torre Pellice e Torino
Istituto per assistenza a portatori
di handicap in Luserna S.G.
Associazione per assistenza
domiciliare in Pinerolo
Attività educative e sociali in Riesi
’ Ospedale di Napoli
Ass. di volontariato in Cicciano
Istituto per giovani in Firenze
E1 Pastoreo: centro sociale
E1 Sarandi-Hogar;
ist. portatori handicap
JUM; Area del Chaco
BAMBINI E GIOVANI: ISTRUZIONE E ACCOGLIENZA
SicUia
Piemonte
Piemonte
Lazio
Piemonte
Sicilia
Sicilia
Piemonte
Sicilia
Sicilia
Veneto
Lazio
Lazio
Toscana
Calabria
Rio Piata
Rio Piata
Rio Piata
Centro Diac. “La Noce”
Agape
Agape
YWCA
Collegio Valdese
Servizio Cristiano
Asilo Valdese
Centro Cultur. Valdese
Centro Diac. La Noce
Centro Diac. La Noce
Centro Menegon
Attività educat. e sociali in Palermo
Centro ecumenico in Frali
Centro ecumenico in Frali
Casa per giovani in Roma
Liceo in Torre Pellice
Attività educative e sociali in Riesi
Scuola materna in Scicli
Centro culturale in Torre Pellice
Attività educative e sociali in Palermo
Attività educative e sociali in Palermo
Centro di formazione in Tramonti
Comunità di lingua francese Roma
Ecumene Centro di incontro in Velletri
Centro di incontro in Reggello
Centro di incontro in Taverna
Parque XVII de Febrero: centro sociale
Hogar Nimmo: istituto per giovani
Parque XVII de Febrero: centro sociale
Casa Cares
Bethel
Mesa Vaidense
Mesa Vaidense
Mesa Vaidense
CULTURA
Toscana
Piemonte
Piemonte
Piemonte
Piemonte
Veneto
Piemonte
Lazio
Lazio
Veneto
Lazio
Rio Piata
Claudiana
Claudiana
Radio Bechwith
Casa Editrice in Firenze
Casa Editrice
Radio evangelica
Centro culturale valdese Centro in Torre Pellice
SEP Casa editrice
Palazzo Cavagnis Centro culturale in Venezia
Com. luoghi storici valdesi Associazione culturale
NEV
ADISTA
Palazzo Cavagnis
Ass. Giordano Bruno
Mesa Vaidense
Agenzia Stampa
Cooperativa editrice
Centro culturale in Venezia
Associazione culturale
Biblioteca, Archivio, Museo: centro cult.
OCCUPAZIONE
Sicilia
Sicilia
L'Uliva
Meccanica Riesi
Centro agricoltura biologica
Meccanica
RIFUGIATI, MIGRANTI, NOMADI
Lombardia
Lombardia
Lazio
Associazione di volontariato in Milano
Associazione di volontariato in Milano
Fondazione in Roma
Sicilia
Lazio
Lazio
Lazio
Veneto
Diaconia
NACA
Fondazione Internaz.
Lelio Basso
11 Pellegrino della Terra Ass. di volontariato in Palermo
Ass. di volontariato in Roma
Servizio Rifugiati e Migranti
Federazione donne evangeliche
Casa dei diritti sociali
FCEI
FDEl
Missione evang. battista ROM Località da definire
Sicilia
Sicilia
Puglia
CE.MI.
CE.ML
Centro La casetta
Centro migranti in Palermo
Centro migranti in Palermo
Centro accoglienza in Bari
PACE: INCONTRO TRA I POPOLI
Lazio Confronti Rivista
LOTTA AL CRIMINE E ALL’USURA
Lazio Lega it. diritti dei popoli Processi in Roma
Lazio Fondazione Adventum Roma
CARCERATI
Lazio FCEI
SRM
I.P.
114
200
45
30
80
71
350
410
605
90
20
100
250
35
50
60
50
20
243
78
58
50
139
170
50
20,5
54
350
75
10,4
15
40
25
50
27
32
50
45
30
84,5
15
20
20
20
5
41,3
7,5
58
100
200
5,5
35
40
20
20
173
5
40
30
111,5
10
113
74,5
25
14,5
Progetto
sostegno alle attività
ristrutturazione edifìcio
sostegno alle attività
acquisto mezzo di trasporto
per portatori di handicap
ristrutturazione edifìcio
sostegno alle attività
ristrutturazione e ampliamento
costruzione nuovo residence per
ospiti ailtosufficienti
totale anno 1999 1300
1998 402
ristrutturazione servizi diagnostici
ristrutturazione edilizia
progetto: due infermieri al giorno
consultorio familiare
nuovo pronto soccorso
recupero disagiati
ristrutturazione edificio
assistenza alle attività
assistenza alle attività
promotrice sociale e infermiera
totale anno 1999 1280
1998 1240
nuovo centro di accoglienza
sostegno alle attività culturali
ristrutturazione servizi igienici
ristrutturazione servizi igienici
sostegno alle attività
borse di studio a famiglie disagiate
ristrutturazione edifìcio
sostegno alle attività culturali
inserimento bambini immigrati
sostegno alle attività
ristrutturazione edificio
borse di studio a studenti stranieri
adeguamento impianto elettrico
ristrutturazione edificio
ristrutturazione impianti
sostegno alle attività
sostegno alle attività
ristrutturazione edificio
totale anno 1999 1486,9
1998 884
apertura nuova libreria
fornitura a biblioteche pubbliche
ampliamento impianti e formazione
sostegno alle attività culturali
diffusione periodici
strumentazione informatica
manutenzione straordinaria
diffusione notiziario
diffusione bollettino
organizzazione convegni
pubblicazione documenti
sostegno alla gestione
totale anno 1999 396,3
1998248
acquisto impianti di sterilizzazione
sostegno all’attività
totale anno 1999 300
1998 220
sostegno alle attività
sostegno alle attività
organizzazione convegno
sulla schiavitù
liberazione delle prostitute
liberazione delle prostitute
sostegno alla gestione
convegno: donne mediterranee
centro prima accoglienza
e formazione ROM
sportello immigrati
ristrutturazione stabile
accoglienza rifugiati
totale anno 1999 490
1998 148
progetti interculturali
totale anno 1999 113
1998 103
sostegno ai processi desaparecidos
italo-argentini
sostegno alla lotta contro l'usura
totale anno 1999 99,5
1998 45
sportello carceri in Roma
FONDI DA ASSEGNARE 29,8
totale 5.510
PARTNiteONALI
1 partner intemazionali che assicurano la progettazioMMOrie dei prò
sulla destinazione dei fondi sono i seguenti. HEKSÌP®Ì^one di a
Gaw: Gustav Adolf Werk, organiz. diaconale della Chiea#Catedesca (s
di azione apostolica (sede a Parigi); Agra: Organizzazioiif(;tlongoverni
na con progetti di sviluppo rurale; Aiorom: Organizzasgjaleecume
Romaniaj Ceas: Ass. civil centro ecumenico di Accionstteios Aires (s
ne nel mondo): Organizzazione della Chiesa evangefckÉ-K. Wesfat.!
tedesca della Wesfalia; Wwf: organizzazione internazioiWiìalvaguardi
INDICI DlÌlDElL'OPM
Indici di efficacia: 1997: 89,5; 1998; 89,3; 1999: 95%.P«fPassegnate d
più di 95 lire sono andate alle destinazioni finali, al nettolfedipubblicit
Indice di realizzazione: nel 1998 per i progetti italiani,iHSletano stati s|
getti all’estero, al 31 agosto 1999 erano stati spesi il 93*4Negnati.
lÑFORM$Écmi
Sito Internet Chiesa valdese: http://www.chiesavaldese#
Ufficio OPM: Via Firenze 38, 00184 Roma. Tel. 06-4815911^^7885308 — et
ORGAtoNTI
I II Sinodo delle chiese valdesi e metodiste definiscelepicrlteri di ges
I gano preposto alla decisione finale sulle assegnazioni^®-vari progett
; analizzare tutti i progetti pervenuti e di formulare raccon™! alla Tavola
POLITICHE E CRITERI
L’Opm non può essere utilizzato per: finanziare le attiv
re o mantenere locali di culto, finanziare attività di evai
contribuzioni dei membri di chiesa.
Inoltre i fondi devono essere assegnati a progetti soj
30%. deve e.ssere assegnata a progetti per “combattere®
fondi non devono superare il 5% dei fondi ottenuti per®'
^Ìiiefinitidal
pagare il
tutte ques
iali e cultu
Infir
I FONDI RICEVUTI NEL 1999 si riferisci
Il ministero delle Finanze ha comunicato l’importo®]
pari a 210.423.
La Chiesa valdese partecipa all’assegnazione dei fo” j
assegnazioni diretta in qtianto ritiene che senza una e*”
•'55, dichiari
Agnato alla
to e non da una chiesa. Sulla base di qtiesto criterio
ni. Nel mese di agosto 1999 sono stati incassati 6.000lO
IL PROCESSO DI VALUTAZIONE E ASÍ
1 fondi sono assegnati solo in base a progetti, anno
delle indicazioni di priorità e di congruenza alle
te del 17-19 agosto 1999.11 Sinodo ha approvato le assa^
* * avvenut
!*tttiissione
11
e) -GJONE DELL'OTTO PER MILLE (Opm) ANNO 1999 (dichiarazioni del 1996)
^'LLE Dp5 — importo TOTALE INCASSATO NEL 1999: £ 8.328 milioni
PARTNliilONALI
a progettazioinfeone dei programmi di intei-vento e i! controllo in loco
lenti. HEKsiprffeiZione di assistenza della Chiesa riformata svizzera;
lale della Chiesificatedesca (sede a Lipsia); Cevaa: Comunità evangelica
; Organizzaziopnon governativa che opera in Africa e in America Latirivi: OrganizzaÄftale ecumenica ortodossa e protestante che opera in
ico di AccionsfcnosAires (sede Buenos Aires); Brot für die Welt (Paliesa evangeli*i.K. Wesfaua: organizzazione della Chiesa evangelica
one internaziowialvaguardia del creato.
indici DlfllOElL'OPM
1999: 95%.Per«feassegnate dai cittadini all’OPM della Chiesa valdese
li finali, al nettoUSÈdi pubblicità e di gestione amministrativa.
Igeiti italiani, Aerano stati spesi il 99% dei fondi assegnati; per i prorti spesi il 93%ilWegnati.
infÓrm$S^
chiesavaldesei^
Tel. 06-48159®P^7885308 — email; 8xmille@chiesavaldese.org i
ORGiteENTl
te definiscelepCtiteri di gestione dell’Opm. La Tavola valdese è l'or- j
assegnazioni^^ progetti. La Commissione Opm è incaricata di i
rmulareraccoB«allaTavola ^
definiti dal Sinodo
pagare il compenso ai pastori e ai diaconi, costruitutte queste attività devono essere finanziate dalle
e culturali: una congrua porzione, valutata nel
Infine le spese di pubblicità e di gestione dei
HE E CRITERI E
anziare le atri**
attività di eva»
a progetti soj
“combattere^
i ottenuti peri
1999 si dichiarazioni presentate nel '96
no l'importo<*ì*®segnaio chiesa valdese
e il numero delle firme, Í
izione dei fon
e senza una e
assali
6.000
li altre confessioni religiose, solo per la quota di
i fondi dovrebbero essere gestiti dallo sta
no criterio soi,^um alla Chiesa valdese, per il 1995, lire 8.328 milio
verrà incassato nel mese di ottobre.
TAZIONE ^ secondo questi passi
Igeiti, ha valutato tutti i progetti e ha espresso
:a alle fina * °l^ha espresso e approvato i progetti nelle sedu
ovato le settimana del 22-27 agosto 1999.
PER PROGETTI ALL'ESTERO — 2.395 milioni corrispondenti al 30,3%
Località e progetto Importo Progetto
Paese Partner
SVILUPPO AGRICOLO
Bolivia
Romania
Romania
Serbia
Etiopia
Etiopia
Bolivia
Madagascar
Guinea eq.
Mozambico
Heks
Heks
Heks- Aidrom
Heks
Brot fur die welt
Brot fur die welt
AGRA
Chiesa di Gesù Cristo
Josafrica
CEVAA
ASSISTENZA E SVILUPPO SOCIALE
Albania
Zambia
Argentina
Brasile
Brasile
Brasile
Zaire
Brasile
Mondo
Mondo
Senegai
Nicaragua
Heks
CEVAA
GAW
GAW
GAW
GAW
CPRF
CEDAPP
EK-Wesfalia
Ek-Essen
CEVAA
ACRA
Argentina CEAS
Madagascar Chiesa di Gesù Cristo
Area di Cochabamba
Area di Covasna
Area di Bucarest
Regione di Sanski Most
Area diWabera
Area diWàt
Area di ITOC
’ ì
Villaggio di B
Cooperativa a
Cooperativa (fónne di I iraiia
Sostegno a cooperativa donne
Periferia di Buenos Aires
Regione di Paràna
Comunità di Sal^o Do
Stato di Spirito^^anto
Regione rur.-ile di Kapanga
Regione del Nord-Est
Vari progetti sociali
Nassau Vari progetti sociali
Città di Dakar
Municipio di Wiwili
Periferia di Buenos Aires
Vari centri in diverse regioni
BAMBINI E GIOVANI: FORMAZIONE E ACCOGLIENZA
Albania
Romania
Ungheria
Renio
Camerún
Bielorussia
Bielorussia
Bielorussia
Bielorussia
Sud Africa
Camerún
Bosnia
Brasile
LAVORO
Salvador
Algeria
Brasile
SANITÀ
Ungheria
Zambia
Zàmbia
Argentina
Mozambico
Camerún
Cekia
Somalia
Ungheria
Ungheria
Pakistan
ANZIANI
Argentina
Bosnia
Argentina
AMBIENTE
Perù
Argentina
Heks-Chiesa ortodossa
Heks- AIDrom
Heks
CEVAA
CEVAA
Il sassolino bianco
Il sassolino bianco
Il sassolino bianco
II sassolino bianco
United Church Trust
CEVAA
Chiesa valdese Ivrea
Gruppo PéNoChao
Diaconato Agapes
Città di Bucarest: casa di accoglienza
Città di Berekfurdo
Borse di studio
Centro Cafrad
Campo scuola a Rio Marina
Campo scuola a Bobbio Pellice
Campo scuola a Reggello
Aiuti alle famiglie ospitanti
Merryland Playcentre
Centro sociale di N'Tolo
Gruppo giovanile
Stato di Recife
48
150
45
80
30
5
15
22
24
21
26
53
15
5
30
sviluppo agricolo
sviluppo agricolo
sviluppo agricolo
dono bestiame
sviluppo integrato
sviluppo integrato
ampliamento caseificio
centro di produzione del pane
allevamento bestiame
acquisto bestiame
totale anno 1999 491
1998 401
-assistenza sanitaria e sociale
sviluppo attività commerciale
edifìcio multiuso ,
cèntro comunitario
assistenza sociale
formazione assistenti sociali
sostegno alle donne
sostegno campesinos
assistenza sociale
assistenza sociale
centro libertè
ricostruzione case e scuole colpite.
dall'uragano Mitch
assistenza ragazze madri Indios
vari progetti sanitari e sociali
totale anno 1999 675,8
1998 329
gioventù ortodossa
recupero bambini di strada
Casa della gioventù
borse di studio
centro d'educazione
ospitalità bambini
ospitalità bambini
ospitalità bambini
ospitalità bambini
sostegno attività scolastica
acquisto mezzo di trasporto
progetto interculturale
recupero bambini di strada
totale anno 1999 371
1998 171
FUNDAES Regione di llsiilutan 205 40 riforestazione area devastata dall’uragano Mitch
COSPE Comune di Algeri sviluppo attività artiganale
ASPROMA Regione di Caruarù i 19 raccolta di materiale riciclabile totale anno 1999 264
1998 0
Heks Città di Debrécen e Mizro “■*' 25 centri di assistenza sociale
CEVAA Area di Kalabò 36 progetto di prevenzione sanitaria
CEVAA Area di Kalabò 42 acquisto di land cruiser per ospedale
CEVAA Periferia di Buenos Aires 25 aiuto a donne malate di AIDS
The Leprosy mission Provincia di Cabo Delgado 72,1 cura della lebbra
Ospedale evangelico Centro di N’Dounguè 80 acquisto strumenti medicinali
Diakonie Centro di Rolnicka 50 centro portatori di handicap
COOPl Città di Berbera 28 supporto all’ospedale
Heks Missione Kimm 15 recupero tossicodipendenti
Lleks Centro Betania 20 recupero alcolisti
The Redeemer Society Città di Karachi 10 recupero disagiati totale anno 1999 403,1 1998 316
GAW MIGRANTI Periferia di Buenos Aires 13 case per pensionati totale anno 1999 13 1998 0
1 leks Centro di Novi Sad ; 44 centro assistenza rifugiati
CAREF Periferia di Buenos Aires 15 sostegno donne migranti totale anno 1999 59 1998 0
WWF Provincia di Manu 60 inquinamento fiumi da mercurio
Centro Emmanuel Periferia di Buenos Aires 28 podere ecologico totale anno 1999 88
INI 1998 80
Peace Brigade Intern. Osservatorio diritti umani T 20 sostegno alle attività
totale anno 1999 20
• ' 1998 69
FONDI DA ASSEGNARE 10,1
totale 2.395
Istruzioni per la assegnazione dell'8 per mille
(dichiaranti che presentano i modelli ex 101 e 201)
Tutti coloro che intendono assegnare l’otto per mille alla Chiesa valdese e che sono esonerati dal presentare i modelli 740
o 730, debbono:
1 ) utilizzare i modelli ex 101 e 201 esprimendo la scelta ogni anno;
2) firmare la copia del modulo entro la casella Chiesa evangelica valdese, Unione delle chiese valdesi e metodiste, senza
superarne i bordi;
3) firmare la copia del modulo dove è scritto «Firma» (sono 2 le firme da apporre);
4) inserire la copia in una busta su cui deve essere scritto «Scelta per la destin^ione delTotto per mille dell’Irpef relativa
all’anno fiscale di dichiarazione» oppure munirsi della busta di trasmissione acquistabile presto i tabaccai e i negozi tipo Buffetti; ■
5) scrivere sulla busta il proprio codice fiscale e il proprio cognome e nome;
6) consegnare la busta chiusa allo sportello di una banca 0 di un ufficio postale.
SI ricorda che la scelta non comporta nessuna maggiore imposta da pagare.
12
Ch
Organi;
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13
GIUGNO ¡OD, .itMaal 9 giugno iOOO
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
A Cosenza si è tenuto il 13 nnaggio il primo incontro ecumenico calabrese
Chiamati all'annuncio deH'incamazione
Metodisti e valdesi, Chiesa della riconciliazione e Commissione ecumenica cattolica
hanno preso un'iniziativa coraggiosa che proseguirà in un'atmosfera fraterna
BANCESCAMEIETRIPEPI
I
I
bRGANIZZATO dalla Commissione ecumenica region¿e della Chiesa cattolica,
dalla chiesa della Riconciliaaone in Calabria, dal 15° circuito delle chiese metodiste e
valdesi e dal Vicariato delle
Calabrie e Sicilia della Sacra
Arcidiocesi ortodossa d’Italia, sabato 13 maggio si è
svolto a Cosenza, nel salone
del Seminario, il primo incontro ecumenico calabrese.
Un avvenimento che, proprio quest’anno, che ha visto
risorgere vecchie barriere,
pone la Calabria all’avanguardia, tra le regioni italiane, nel cammino dell’ecumenismo: è infatti la prima in
cui si svolge un convegno
ecumenico regionale. La
grande partecipazione di cristiani delle diverse confessioni, provenienti da tutta la Calabria, dimostra quanti progressi si sono già fatti sul
cammino della riconciliazione e quanto è grande la volontà di continuare ad avanzare gli uni incontro agli altri
e, tutti insieme, verso il Regno. Significativa, nel richiamo ai duemila anni dalla nascita del Salvatore, la scelta
della tematica; «L’annuncio
dell’incarnazione riconvoca le
chiese di Calabria», incentrata
sul versetto di Giovanni 1, 14
«LaParola divenne carne».
L’incontro si è aperto col
saluto ai partecipanti del presidente del 15 ° circuito delle
chiese valdesi e metodiste,
Francesco Viapiana, e del segretario della Commissione
ecumenica regionale. Salvatore Santoro. Quattro le meditazioni, intervallate dai
canti della tradizione cattolica ed evangelica che hanno
accomunato i presenti nella
lode al Signore, da inni d’intonazione pentecostale eseguiti dalla corale della chiesa
della Riconciliazione di Ca;aro, da canti in lingua allanese del coro della Parroc;hia arbèreshe di Cosenza, e
lingua greca, tratti dalla liirgia bizantina, del gruppo
^Moti i Pare» di Lungro.
‘i Nella prima meditazione il
vicario della Arcidiocesi ortoíjlossa. Padre Nilo Vatopedi, ha messo in evidenza la
ntralità che nella Chiesa or|dossa ha l’incarnazione del
figlio di Dio, espressa in maniera visibile anche nell’artótettura, dal simbolismo del
La pastora Silvia Rapisarda
Pantocratore all’iconografia
di Maria e dei santi: con la discesa di Dio tra gli uomini ha
avuto inizio la santificazione
dell’umanità e la luce del Risorto è via per l’unità.
La pastora Silvia Rapisarda,
attualmente alla guida della
Chiesa valdese, di una chiesa
filippina interdenominazionale e della Chiesa battista di
Reggio Calabria, ha voluto
esprimere soprattutto una
confessione di fede: il rapporto con Cristo nasce da un
incontro personale con lui.
Nell’annuncio dell’incarnazione è contenuta la modalità della rivelazione, l’annuncio della salvezza: la parola di Dio è una Persona che
abbraccia passato, presente e
futuro. Nel messaggio di Cristo l’umanità è chiamata a vivere secondo le scelte di Cristo e rifiutare, come dice l’apostolo Paolo, significa seguire la legge della carne. Lo
Spirito Santo ci darà la forza
di sperare che l’intero creato
non va verso la morte eterna.
La voce cattolica è stata
quella di padre Pino Stancari,
della Compagnia di Gesù, che
ha messo l’accento sull’intonazione orante dell’introduzione al Vangelo di Giovanni:
il Padre si compiace della parentela umana del Figlio. Nella luce del Figlio fatto carne si
inserisce la nostra quotidianità di figli peccatori redenti;
una luce che, nonostante le
divagazioni e le incertezze
della storia, conferisce a noi
una parentela realizzante per
la gloria del Padre e la salvezza della famiglia umana.
L’ultima meditazione è
stata proposta dal pastore
Reinier Van Gent, della Chiesa della riconciliazione di
Catanzaro, che ha sottolineato in modo particolare il carattere ecumenico della rivelazione: Gesù Cristo, con la
sua incarnazione, ha portato
la vita eterna a tutta l'umanità. Noi siamo la chiesa di
Gesù Cristo, non siamo tante
chiese, siamo un unico popolo, il popolo di Dio. Siamo
chiesa in cammino per vivere
la comunione di Cristo in
Dio. Dio stabilisce la storia e
non può mentire quando
promette l’unità della chiesa:
dobbiamo sperare nell’aiuto
del suo Spirito che ci guida
alla riconciliazione. L’incontro si è concluso con la recita
del Padre Nostro, che ha ribadito il legame fraterno che,
per volontà di Cristo, unisce
tutti coloro che si riconoscono suoi discepoli.
Unioni femminili del I distretto valdese
A Intra per riscoprire Marta
■metodista
e Maria
Come è ormai tradizione,
anche quest’anno le Unioni
femminili del I distretto hanno visitato una piccola comunità fuori dalle Valli. L’invito è giunto da Intra, dove
svolge il suo ministero la pastora Anne Zeli che tutti conoscono con grande simpatia
essendo stata a Pinerolo fino
al settembre scorso e che ora
cura i gruppi di Intra, Verbania, Luino, Domodossola.
L’accoglienza è stata calorosa
e ancora una volta abbiamo
capito che i piccoli nuclei
traggono forza nel sapere che
sono inseriti in una grande
famiglia di sorelle e fratelli
che vanno a incoraggiarli per
dare più forza alla loro testimonianza.
I partecipanti al culto erano
più di 150 e veramente stavamo un po’ stretti nella chiesa
metodista: la predicazione
verteva su Marco 7, 24-30, la
donna siriana che convertì
Gesù, preparato da sorelle di
diverse comunità del 1 distretto; la Santa Cena è stata
distribuita da sorelle di Intra,
Omegna e Verbania. Al termi
I giardini di Villa Taranto
ne del culto il presidente del
Consiglio di chiesa ha dato alcune notizie sulla comunità
che annunzia la parola del Signore da più di 150 anni. Nel
passato vi aveva prosperato
un istituto Pestalozzi e da al
Per godersi i privilegi della terza età
W Vivere bene la vita fa
stare meglio 99
Quando i miei pazienti mi chiedono consigli per
vivere la loro terza età in modo indipendente, io
suggerisco sempre una soluzione residenziale.
Una villa in una località tranquilla con un ampio
parco dove fare belle passeggiate.
Una residenza dove si mantengono le proprie
37^nn? ^ abitudini ma, si può contare su assistenza e servizi;
medico dove ci sono spazi per la vita in comune, dove si
possono ricevere visite, con la massima libertà.
Quando i miei pazienti mi chiedono un indirizzo,
io non ho dubbi: La Residenza di Malnate perchè
so per esperienza che è la scelta giusta.
lora sempre la porta è rimasta
aperta pur fra molte difficoltà. Adesso si sta realizzando un progetto di ristrutturazione con fondi provenienti
dalla Regione per una casa di
accoglienza di secondo livello, e questo servirà a dare più
forza alla presenza della chiesa metodista in città.
Sono seguite le notizie da
parte della rappresentante
dell’attività femminile locale,
a partire da una sottolineatura del lavoro di Marta e
Maria nella chiesa; di Marta
per quel che riguarda le opere e di Maria con lo studio
approfondito di figure femminili nella Bibbia, una lezione ogni anno all’Unitrè
sul protestantesimo e con un
buon accordo con un gruppo
cattolico nello studiare insieme la Parola. Tutti insieme abbiamo partecipato al
pranzo preparato in un circolo vicino alla chiesa, a cui
è seguita una visita ai giardini di Villa Taranto; poi il ritorno a casa sperando di rivederci presto alle Valli, (v.l.)
laPesiaenza
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AGENDA
9 giugno
FIRENZE — Alle ore 17, al Centro culturale protestante
«Pier Martire Vermigli» (via Manzoni 19/A-21), il prof. Paolo
Ricca parla sul tema: «Gesù per me, perché?».
TORINO — Alle 17, a Torinoincontra (via Costa 8-piazzale
Valdo Fusi), presentazione del libro di Ausilia Riggi Pignata
«Da donna a donne» (ed. Il segno dei Gabrielli) con un dibattito sul tema: «È possibile sognare una chiesa diversa?». Intervengono Luigi Berzano, Franco Barbero, Lidia Maggi, Wilma Gozzini, Cristina Beffa, Ines Damilano e l’autrice.
CATANIA —Alle 18, al Centro protestante di cultura (via
Cantarella 6), si tiene una tavola rotonda sul tema; «Cattolicesimo e protestantesimo: questioni non risolte».
10 giugno
TORINO — Alle 18,30, in piazza Carignano, si tiene una festa ecumenica di Pentecoste dal titolo «Dalle schiavitù alla liberazione», canti e testimonianze con il coro «Goin’ Gospel»,
a cura del Coordinamento ecumenico Insieme per Graz.
TORINO — Alle 21, nel tempio valdese di corso Vittorio, si
tiene un concerto di spiritualità pentecostale con il coro Adi.
11 giugno
PORTICI (Na) —A Casa materna, a partire dalle 17, si tiene una festa dal titolo «Magnanno e cantanno»: cucina,
stand, lavori realizzati dai bambini. Proventi della vendita
per il progetto umanitario «I bambini del Sudan».
TORINO — Alle ore 17,30, nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II 23, per la IV stagione organistica «In organo pieno», l’organista Luca Antoniotti esegue musiche di
Buxtehude, Sweelinck, Frescobaldi, Bach.
12 giugno
MILANO —Alle 18, al Foyer sala soggiorno dell’Università
Bocconi (via Sarfatti 25) si inaugura una mostra del fotografo
Andrea Sabbadini sul tema: «La Chiesa evangelica valdese»,
che resterà aperta fino al 7 settembre.
MILANO — Alle ore 18, nella sala della libreria Claudiana
(v. Sforza 12/a), Paolo De Benedetti e Giuseppe Laras discutono con l’autore il libro di Amos Luzzatto «Leggere U Midrash.
Le interpretazioni ebraiche della Bibbia» (ed. Morcelliana).
TRIESTE —Alle ore 18, nel tempio serbo-ortodosso di S.
Spiridione, si tiene la celebrazione ecumenica di Pentecoste.
16 giugno
VITERBO —Alle 21, al teatro S. Leonardo, il coro «Jubalheirs» (Georgia, Usa) tiene un concerto di canti evangelici.
BOLOGNA — Alle 17,30, nella chiesa metodista (v. Venezian 3), Simonetta Venturini interpreta lo spettacolo teatrale
«Voci di donne nella Bibbia; Èva, Regina di Saba, Maddalena». Musiche di Jolando Scarpa, regia di Ali Zarei.
18 giugno
ROMA — Alle 10,30 nella Rome Baptist Church (piazza
San Lorenzo in Lucina 35) e alle 20,30 nella chiesa battista di
via Teatro Valle 27, il coro «Jubalheirs» (Georgia, Usa) tiene
un concerto di canti evangelici.
19 giugno
TRAMONTI DI SOPRA (Pn) — Al Centro ecumenico «L.
Menegon» inizia il campo cadetti diretto da Andreas Kohn.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i programmi, per lettera ofax, quindici giorni prima
del venerdì di uscita del settimanaÌe.
n 1 m jmmedhrice Claudiana VIA PRINCIPE TOMMASO, 1-10125 TORINO TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102 http://www.arpnet.it/~valdese/claudian.htm
onfiro. i
GIUGNO 2000
Carcere
Un progetto fallito. Amnistia?
Società
«Matrimoni misti», alcune storie
Giubileo
I martiri del 900. Ma solo quelli cristiani
Immigrazione
La città a colori nasce a San Salvario
Cultura
Silone, un cristiano senza Chiesa
Confronti: una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop, Com Nuovi Tempi, via Firenze 38,00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio
teiefonaado alio (Ì6«i82#503, fax 4827901,
14
PAC. 10 RIFORMA
Commenti
r
venerdì 9 GIUGNO 20oo VENERDÌ 9
IL «NUOVO»
CHE AVANZA
FULVIO FERRARIO
Se tutte le apparenze non ingannano, la «Seconda Repubblica», nata dal cataclisma di Tangentopoli, sembra avviarsi a un
precoce tramonto, accelerato
dall’esito delle elezioni e dal fallimento dei referendum. I contorni generali del «nuovo-cheavanza» sono indicati da numerosi segnali. Ne ricordiamo alcuni: in Lombardia un presidente
della Regione cattolico, eletto
plebiscitariamente, polemizza
con il cardinale di Milano, Carlo
Maria Martini, accusandolo di
non essere abbastanza clericale
sulla questione dei fìnanziamenti pubblici alle scuole private; lo
stesso presidente, pochi giorni
dopo, giura fedeità al popolo
lombardo e, non
contento, bac
chetta i critici xenofobio, Idcità: tre
sostenendo -
in
sostanza che, dato che tutti dicono che la Costituzione è vecchia, tanto vale cominciare a
ignorarla nei fat- ■""******"
ti. A Roma il presidente del Consiglio si dispiace che la Costituzione (ancora lei...) gli impedisca di ubbidire subito e fino in
fondo alle direttive vaticane,
vietando la manifestazione del
«Gay Pride»; dichiara però che il
progetto è inopportuno e sembra intenzionato a fare quanto
può per trasferirlo; il sindaco di
Roma, Francesco Rutelli, si allinea all’istante, ritirando il patrocinio del Comune all’evento.
In ambito diverso, il nuovo presidente di Confindustria si insedia con un discorso in cui chiede che la si faccia finita una
buona volta con stupidaggini
come la concertazione, la tutela
di diritti diversi da quelli delle
imprese e simili. Notiamo per
inciso che, in questo caso, l’esito
dei referendum sembra non
contare. La chiesa di Gesù non è
tenuta a prendere posizione su
questi e sui mille altri episodi
che riflettono il nuovo clima.
Anzi, molte ragioni depongono
a favore di un atteggiamento
parco di parole; le stesse ragioni, tuttavia, invitano anche alla
vigilanza, perché se l’aria che tira è questa, alcuni temi per noi
centrali acquisteranno un’urgenza (o una drammaticità)
nuova. Ne menziono tre.
Primo; la questione sociale.
Non è difficile immaginare che
tagli alle pensioni, privatizzazione della sanità e della scuola,
minori garanzie per chi lavora
(e nessuna per chi è disoccupato), renderanno più acuti i pro
blemi sociali anche nei paesi
ricchi. Se la competizione è
l’unica legge, perché ci siano
vincenti bisognerà pure che
qualcuno perda. La chiesa sa
che Dio si schiera dalla parte dei
perdenti, anche se questo, oggi,
suona male; la nostra diaconia
vuole essere segno, modesto e
contraddittorio ma reale, della
passione di Dio per i perdenti.
Si profilano nuove sfide.
Secondo: gli stranieri. Un
giornalista della Lega osservava
recentemente che se ci fosse stato il referendum contro gli immigrati, la gente sarebbe andata
a votare e avrebbe votato come i
promotori suggerivano. È spaventoso, ma temo
sia vero. I partiti
che cavalcano la
xenofobia lo fanno certo per intima convinzione e
questioni che devono fedina alia prò
pria tradizione
essere affrontate con
grande urgenza
razzista (non proprio tutto cambia...), ma anche
perché tale linea
paga elettoralmente. La testimonianza evangelica si rivolge oggi a un’opinione pubblica più intofierante
di quella del recente passato,
un’opinione pubblica impulsiva
e sensibile a messaggi violenti e
ipersemplificati. Il nostro annuncio è chiaro ma non strillato,
semplice ma non stupido, forte
ma non violento: aspettiamoci,
anche qui, tempi impegnativa
Terzo: la laicità dello stato, naturalmente. I settori più clericali
del cattolicesimo italiano (che
sono la maggioranza) si preparano a vivere il loro grande momento, che agli occhi di alcuni
sembra presentarsi come la trasformazione dello stato in una
agenzia per la gestione di una
sorta di giubileo permanente.
Oggi si vuole vietare ai gay di
manifestare, domani toccherà
alle donne che non vogliono
abortire clandestinamente, poi a
chi si chiede come umanizzare la
morte, eccetera. Mi chiedo se un
simile scenario non debba essere
oggetto di una riflessone ecumenica: i nostri fratelli e le nostre
sorelle cattolici con i quali da decenni riflettiamo e preghiamo
sono disposti a dire insieme a
noi che questo modello di società clericale e liberticida tradisce l’Evangelo, ostacola la testimonianza cristiana e alla lunga
compromette la convivenza civile in una società pluralista? Sono
disposti a dirlo forte e chiaro,
non solo a Formigoni, ma anche
al cardinale Ruini? Se sì, pare
che il momento sia arrivato.
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, lei. 011/655278 - lax
011/657542 e-mail: redaz@ri1orma.it;
REDAZIONE NAPOLI:
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lax 081/291175, e-mail: rilorma.na@mbox.ne1way.it;
REDAZIONEPINEROLO;
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo, tei. 0121/371238
lax 0121/323831, e-mail: edipro@tpeilice.it
DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Mattai. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
Nitti, Nicola Pantaleo. Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Ratlaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
ABBONAMENTI sul c.c.p. n. 14548101 - intestato: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
ordinario: L. 105.000: ridotto: L. 85.000; semestrale: L. 55,000:
liam tv sostenitore: L. 200.000.
Fstarn i ' ordinario: L. 170.000: V. aerea: L. 195.000; semestrale: L.
^ sostenitore: L. 250.000.
80.000;
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a moduto (42,5x38 mm, Rifomna - 37x45 mm, L'Eco delle
valli valdesi) £ 30.000, Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrale il 6 dicembre1999)
Il numero 22 del 2 giugno 2000 è stato spedito daH'Ufficio CMP
Nord di Torino, via fibrosa 5, mercoledì 31 maggio 2000.
1998
Associato alla
Unione stampa
periodica itaiiana
Cultura greco-umanistica e tradizione ebraico-cristiana
La «marcia in più» dei cristiani
Lo cultura dialogica del popolo della Bibbio e la fiducia nella ragione
del pensiero greco rappresentano le migliori radici dell'Occidente
ALBERTO CORSANI
PUÒ darsi che, come ha sostenuto il presidente del
Consiglio, Giuliano Amato, il
15 maggio discutendo il libro
di Arrigo Levi Dialoghi sulla
fede, i credenti si distinguano
per una «marcia in più» che li
spinge a una tensione etica
più forte di quella delle altre
persone pur socialmente impegnate. Se era scontato, e
giusto, il risentimento di queste ultime, che in mille campi
del volontariato più o meno
informale (o anche formalizzato) si dedicano agli altri del
tutto laicamente, è la seconda
parte delle riflessioni di Amato, peraltro trascurata dai
commenti, a interpellarci più
da vicino. Nel sostenere la
propria adesione morale all’impegno etico dei cristiani,
infatti, il presidente Amato ha
aggiunto che questa forza dei
credenti deriva loro da una
lunga e ricca tradizione, prima di tutto culturale, e cioè
quella ebraica prima ancora
che cristiana, tesa a individuare la verità in un approcpio dialogico: «La verità - ha
detto - è per definizione dialogica, altrimenti è negazione
degli altri».
Questa impostazione è sicuramente interessante e,
credo, condivisa da molti;
pensatori, poeti e scrittori
ebrei (per esempio l’egiziano,
pur non credente, Edmond
Jabès, morto pochi anni fa)
hanno scritto libri tutti basati
sull’interrogazione, sull’atto
di interpellare l’altro; un eterno confronto, innanzitutto
con la Scrittura, è familiare alla Riforma e alle chiese che ne
sono scaturite; una concezione non verticistica ma il più
possibile democratica dell’ecclesiologia è altrettanto consona alla maniera protestante
di intendere la vita cristiana
(sul confronto con l’altro si
basano molte riflessioni del filosofo protestante Paul Ricoeur, e che cos’è la filosofia
ermeneutica modellata dall’
altro pensatore protestante
Hans G. Gadamer se non un
continuo scambio dialogico
con il testo, al fine della sua
interpretazione?); ma ancora,
nel confronto con le altre fedi
si giocano molte delle opportunità di costruire una società
integrata con uomini e donne
che vengono da altri paesi.
Non per questo tuttavia i
cristiani, tutti, indipendentemente dalla confessione,
debbono rinunciare a esprimere i fondamenti della propria fede; e li esprimono, generalmente, in maniera convinta. Essere aperti al confronto con altre confessioni
e altre fedi non deve significare annacquamento dei fon
TROPPO si è detto e scritto
sulla dolorosa vicenda
delle due gemelline peruviane, operate e decedute a Palermo la settimana scorsa.
Non sono mancati (e come
potevano) gli interventi petulanti dei soliti moralisti che
applicano sempre agli altri le
loro verità prefabbricate, come se la morale fosse una rigida griglia d’acciaio sempre
identica a se stessa, fatta per
imprigionare l’uomo anziché
dargli la serena libertà di coscienza dell’Evangelo.
C’è stata però un’altra realtà tragicamente posta in luce da questo avvenimento: il
rapporto fra la natura e la creatura umana. Da qualche decennio è in corso nel mondo
una mobilitazione, religiosa e
laica, per la salvaguardia del
creato, per la difesa cioè della
natura, quotidianamente vio
damenti della propria fede.
Ma poi c’è un ulteriore e
più inquietante problema.
Amato ha sostenuto che gli
occidentali avrebbero considerato come barbara ogni
cultura diversa dalla loro, secondo un atteggiamento ereditato dalla cultura greca. Il
presidente addirittura, sempre prendendo a riferimento
la cultura ebraica, ha lamentato che la civiltà cristiana si
sia chiusa «in una radice culturale che non ha a che fare
con le radici del cristianesimo», vale a dire la cultura ellenica. Ora, è certamente vero che l’Occidente ha colonizzato mezzo mondo; che
ha imposto la propria religione distruggendo molte culture native, in Centro e Sud
America o fra i pellirosse o in
Sud Africa; ed è vero, ancora,
che noi europei siamo in ritardo nel confrontarci con atteggiamenti etici e costumi
che provengono, con i cittadini immigrati, da altre tradizioni; ma è altrettanto vero
che è difficile svincolarsi dalla matrice del pensiero greco,
che ci influenza al pari di
quello della linea giudaicocristiana. Siamo pronipoti di
Abramo, ma anche di Ulisse.
Una linea di continuità ci
conduce dal mondo classico
all’Umanesimo, anzi proprio
con l’Umanesimo si sono intrecciate molte riflessioni dei
riformatori, a volte in dissenso a volte rafforzando le idee
di modernità che, a partire
dal libero esame e dalla coscienza della propria reponsabilità, andavano sedimentando in quelle stagioni.
Naturalmente questa impostazione (a cui francamente non mi sento di rinunciare) ha prodotto anche effetti
nefasti; tradotta in assoluto
ideologico, la celebrazione
della ragione ha prodotto
morte e sofferenze, e soprattutto ha sacralizzato un’antropologia oggi non più proponibile. I membri della spe
cie umana di oggi e di domani dovranno infatti imparare
alcuni corollari alla loro maniera di rappresentare se
stessi: in primo luogo devono
imparare che non sono solo
uomini, ma 'vivono la propria
avventura in questo mondo
con le donne; che non sono
solo bianchi (o meglio rosa),
ma sono su questa terra insieme a persone di altro colore; che ■vivono in compagnia
di altre forme di vita, non tutte addomesticabili come un
cane da salotto o un delfino;
e infine che ciò che chiamiamo vita non si esaurisce con
loro, ma è stato voluto da un
Dio che pensava anche alle
generazioni future (Deuteronomio 30,19).
A uomini e donne sono state date capacità particolari,
che altri esseri viventi non
possiedono: sono uomini e
donne, infatti a interrogarsi e
discutere angosciati sulle loro
origini e il loro futuro, e lo
fanno con quella ragione che
è un bene prezioso; se pensano se stessi al centro dell’universo non è per arroganza.
Devono però avere la consapevolezza che se conducono
questa vita, con questi talenti
e queste speranze, non è per
merito loro ma a causa del
progetto che Dio ha pensato
per loro. In questo Amato,
che l’ha chiamata «promessa
del domani», ha certo ragione
a vedere la famosa «marcia in
più». Ma senza rinunciare alla
ragione. Anche perché, se
fosse lecito svalutare la nostra
discendenza dal mondo greco, i credenti avrebbero la
speranza che hanno già, ma i
non credenti rischierebbero
di piombare nelle più pericolose tendenze all’irrazionalismo, oggi fin troppo seguite a
molti livelli: nei comportamenti sociali, neH’autodistruttività, nella banalizzazione di maghi, santoni, guaritori ed esoterismi vari che imperversano con un seguito
sempre maggiore.
PIERO bensì
lentata dalla stoltezza e dalla
rapacità umana. Una mobilitazione più che giustificata se
vogliamo consegnare una terra ancora vivibile alle future
generazioni. Sfruttamento intensivo, inquinamento inarrestabile, sterminio indiscriminato di animali e altre cose simili sono strumenti nelle mani dell’uomo per devastare la
natura, sua primaria fonte di
sussistenza.
È giusto, quindi, difendere
ils
çmmsf mujsu
d.i .a..t:,T .p
Documenti personali
La Grecia recepisce le indicazioni del Consiglio dell’Europa e, nonostante l’ortodossia sia religione di
stato, il governo decide di
fare sparire dalle carte di
identità l’indicazione della
religione di appartenenza
del titolare del documento.
Il primo passo è stato di
Constantine Dafermos,
presidente dell’Authority
per la protezione dei dati
personali, organismo che
ha preso la prima decisione, vincolante per il governo. «Con lui - scrive il settimanale del 26 maggio-l»
giugno - si è subito schiera
to il ministro della Giusti
zia, Michalis Stathopoulos,
ex rettore dell’Università di
Atene ed esponente dell’in
tellighenzia laica del pae
se». Naturalmente «Il ve
scovo Anthimos di Alexan
dropolis si è spinto a defi
nire il ministro della Giusti
zia un “nemico della Chiesa’’». Il caso della Grecia è
unico in Europa.
Otto per mille di stima
Un ampio servizio di
Sandro Magister (25 maggio), che prende le mosse
dall’elevato numero di opzioni relative all’otto per
mille a favore della Chiesa
valdese illustra, a partire
dai luoghi delle Valli, la storia e le vicende dei «calvinisti d’Italia». Chiave di volta,
nell’ultimo cinquantennio,
è Agape: «Questa svoltascrive l’autore - (...) non è
stata solo politica, ma teologica. E ha contribuito parecchio a disegnare in positivo l’immagine pubblica
dei valdesi d’Italia, quella
trasmessa dai media. Per il
passato remoto valeva la
storia di questo popolo,
tutta all’insegna di una libertà mai domata da secoli
di persecuzioni antieretiche. Per il passato prossimo c’erano i partigiani delle valli, con il loro martire
Guglielmo Jervis, la Bibbia
e il fucile. Ma poi è l'irrompere della teologia di Karl
Barth a dare l’impronta decisiva». Secondo Giorgio
Tourn, presidente del Centro culturale valdese, inoltre, per fronteggiare la capacità mediática cattolica
«non ci bastava più la nuda
proclamazione della nostra
fede protestante. La parola
esige un corpo: e questo
corpo sono le Valli; luoghi,
gente, identità culturale,
opere diaconali».
la natura e proteggerla. Proteggerla, ma non adorarla,
come molti fanno. Perché se
è vero che spesso la natura ci
è madre provvidenziale, è
altrettanto vero che altre volte ci è matrigna crudele e
spietata, come appunto ha
dimostrato la nascita delle
due gemelline peruviane e
milioni di altri casi analoghi
(di cui, meglio di me, potrebbero parlare i nostri medici).
Talvolta è la mano dell’uomo
che provoca le catastrofi, P®'
esempio tramite le deforesta- i
zioni sconsiderate. Ma altra (
volte è la natura stessa che j
scatena le sue forze del malCi j
come nelle lunghe implacabili carestie africane, nei tet.remoti disastrosi e via di se- |
güito fino, appunto, alle na- |
scite drammatiche. L’apostO' |
10 Paolo, con la solita chia- .
rezza, dice: «Tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio (...) non senza speran- j
za, però, che la creazioni |
stessa sarà anch’essa liberata
dalla servitù della corruzione». Cristo Gesù, morto sull
croce, ma risorto dai morti
11 pegno e la garanzia di fittesta liberazione per noi e per
tutto il creato.
(Rubrica «Un fatto, “” 00^
mento» della trasmissione di t'
diouno «Culto evangelico» cur
dalla Fcei del 4 giugno)
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L'archivio di Torre Pellice in un libro
Un po' della nostra storia
L’archivio storico del Comune di Torre Pellice è ora contenuto in un bel volume di Hapax editore e curato da Daniela Fantino, Marco Baltieri, Davide Dalmas, Marco Fratini e Augusto
Cherchi. Un lungo lavoro di riordino e alcune mostre su settori
specifici dell’archivio hanno preceduto questo passo. L’edizione si colloca in una apposita collana voluta dall’editore per «ritrovare i momenti della nostra storia, i fatti, le idee e le parole».
11 libro verrà presentato sabato 10 giugno alle 17 nella sala consiliare del municipio di Torre Pellice con la presenza del sindaco, Armand Hugon, del presidente della Comunità montana vai
Pellice, Claudio Bertalot, e di Marco Carassi e Daniela Caffaratto
della Soprintendenza archivistica per Piemonte e Valle d’Aosta.
M Riunione del centro-sinistra di Pinerolo
Barbero candidato 2001?
Sarà ancora Alberto Barbero il candidato sindaco di Pinerolo
per le elezioni del 2001? In una riunione tenutasi il 31 maggio la
maggioranza di centro-sinistra di Pinerolo ha affrontato l’argomento unitamente a un eventuale allargamento della coalizione
attuale anche al gruppo dei Popolari e a quello di Progetto Pinerolo, ora in minoranza in Consiglio. Nell’incontro è stata espressa da parte di tutti i gruppi sia la volontà di allargare la coalizione, anche per «recuperare una frattura creatasi nel 1996», sia
l’intenzione di rinnovare la fiducia a Barbero. «La fiducia manifestatami mi fa piacere - dice Barbero - perché dimostra che
questa giunta e questa maggioranza hanno lavorato bene. Lavorare per il presente è il miglior modo per pensare al futuro».
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A 1, m. A 1
Fondato nel 1848
gir;' Nonostante la qualità, continuano le difficoltà del settore lattiero-caseario del Pinerolese
È necessaria una nuova cooperazione
L'ipotesi di una nuova cooperativa per le tre valli è forse l'unica soluzione dopo avere praticamente
scartato quella di un consorzio di produttori Oggi sono presenti sul territorio quattro cooperative
MASSIMO CNONE
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Acque agitate per il
settore lattiero-ca, séario nel Pinerolese. Se
■da un lato si punta sempre più sulla valorizzazione dei formaggi tipici, come il seiras, e il loro riconoscimento attraverso i
marchi di qualità, dall’altra i produttori vivono
un periodo particolarmente difficile per la situazione di mancato pagamento del latte da parte dei centri raccolta. Uno
su tutti il caso del caseificio di Bobbio Pellice.
«È come se un operaio
non ricevesse il salario
mensile», commenta Enzo Negrin, tecnico responsabile del settore
agricoltura per la Comunità montana vai Pellice.
La situazione di non pagamento del prodotto si
protrae da oltre un anno.
«Il settore è in crisi per
quanto riguarda la cooperazione - spiega Negrin - e così il contadino
si aggiusta producendo i
formaggi per conto suo:
bisogna dargli torto?».
Sono già quasi una decina i produttori delia vai
Pellice che fanno formaggi per conto loro, ma «la
strada delle cooperative è
l’unica praticabile per
mantenere il prezzo a livelli accettabili». Anche
nel documento approvato 11 20 maggio scorso a
Carmagnola dall’Associazione produttori latte
Piemonte, si legge che
«tra i fattori di debolezza
del comparto vi è sicuramente la frammentazio. ne della produzione».
Nel Pinerolese sono
presenti 4 cooperative: la
latteria sociale «Alta vai
Pòllice» di Bobbio, la
cooperativa produttori
agricoli di Prarostino, la
cooperativa valli Chisone
c Germanasca e il «MaCòllo cooperativo» di PiPòrolo, ormai non più at
tivo. «Adesso si tratta di
riorganizzare il tutto - dice Claudio Rivoira, assessore all’agricoltura della
Comunità montana Pinerolese pedemontano
Bobbio ha il caseificio e
l’annesso centro di vendita, Perosa ha il camion
per la raccolta, i centri di
vendita di Prarostino e
Pinerolo sono chiusi».
Eppure i soldi ci sono:
170 milioni della Provincia sono già stati utilizzati per pagare il direttore
della latteria bobbiese e
mettere a norma l’attrezzatura, mentre il finanziamento regionale di
500 milioni per tutto il Pinerolese è disponibile
dall’inizio del 2000 e
aspetta di essere speso.
«Bisogna incentivare la
distribuzione - commenta Rivoira -: non possiamo perdere questa occasione perché non credo ne avremo altre in futuro, ma la condizione
fondamentale e che i
produttori ci credano».
La crisi del caseificio di
Bobbio si concretizza
nella mancanza di liquidità e i soldi delle vendite
vengono subito utilizzati
per pagare le spese. Alcune scelte fatte dal vecchio
direttore sono da più parti giudicate come opinabili. «Siamo in una fase di
transizione - spiegaNegrin -: al momento si vive
un periodo esplorativo e
il direttore è stato sostituito da 2 persone». La
notizia che ha indicato
l’ex direttore generale
dell’Unione coltivatori
torinese, Bartolomeo
Viotto, come incaricato di
questa operazione di ristrutturazione, «rende
più difficile questo lavoro
di verifica, in cui la priorità è mantenere in piedi
la struttura». Ma il problema nel Pinerolese non
è soltanto a Bobbio, se
anche il caseificio Darò di
Macello è chiuso ed è insolvente per parecchie
decine di milioni.
Le soluzioni sul campo
rimangono complesse.
«L’ipotesi di un consorzio di produttori è stata
praticamente scartata dice Claudio Rivoira - rimane aperta la possibilità di costituzione di una
nuova cooperativa che
metta da parte il passato
e si concentri sull’azione
futura». È d’accordo Enzo Negrin: «Una nuova
cooperativa per le 3 valli
non è l’ultima spiaggia».
Provincia e Comunità montana
La gestione dei
trasporti pubblici
Continuano gli incontri
tra Provincia e Comunità
montane per programmare e pianificare la nuova gestione dei trasporti
pubblici ora di loro competenza. «Abbiamo chiesto una proroga alla presentazione della programmazione - dice Paolo Foietta, presidente della Comunità montana Pinerolese pedemontano perché alcune cose sono
ancora da chiarire. Certamente le Comunità si dovranno prendere in carico le linee a “trasporto
debole" come quella che
collega Prarostino a San
Secondo. 11 nostro intento, in accordo con le altre
Comunità, quella della
vai Pellice e della vai Chisone, e quello di puntare
molto sull’interscambio
tra i mezzi che viaggiano
su gomma e la ferrovia».
Proprio in quest’ottica
le proposte che arrivano
dalle Comunità sono
quelle di servire meglio le
stazioni ferroviarie rendendo così più agevole
alla popolazione l’utilizzo
del treno, e addirittura di
aprire nuovamente una
stazione a San Secondo,
all’incirca all’altezza degli
Aitali, creando così una
fermata intermedia sulla
tratta Pinerolo Bricherasio. Ma per riorganizzazione appieno il servizio
di trasporti le Comunità
montane devono anche
fare i conti con la carenza
di tecnici ed è per questo
che fra le proposte avanzate dalle Comunità vi è
anche quella di un supporto economico maggiore da parte della Provincia e non è escluso per
il futuro che non si pensi
a un tecnico unico per le
tre Comunità valligiano. .
«In ogni caso - conclude
Foietta - i contratti di
esercizio delle nuove linee che emergeranno
dalla riorganizzazione
non saranno attivabili
prima del 2001 tenendo
conto dell’intera trafila richiesta che prevede dopo
che sarà definito il progetto da parte nostra che
questo venga vagliato
dalla Regione e solo successivamente presentato
ai vari soggetti attuatoti
per arrivare quindi ai
contratti veri e propri».
ICONTRAPPUNTOI
TESTIMONIANZA
E DIACONIA
CLAUDIO TRON
VaUi 2000 o 2006? Temevamo che ci fosse scontro
tra chi vede nelle olimpiadi del 2006 un evento dall’interesse del tutto effimero e quelli che cominciano
a elettrizzarsi pensando
che sia un’occasione importante per non si sa bene che cosa. Ma saggiamente la Conferenza del I
distretto della
Chiesa valdese
ha solo sfiorato questo argomento: non
ha dato rilievo
a iniziative e
progetti che
sembrano già
partiti, quasi a
dire che chi si
avventura in
questa direzione Io fa a titolo personale non certo per mandato
della chiesa.
Il meglio, di una Conferenza tutta buona, ci sembra essere stato il dibattito
del primo giorno sul rapporto tra testimonianza e
diaconia. Il meglio di un
tutto buono; eppure non il
meglio possibile. Resta
l’impressione di un’incomprensione reciproca non
sempre del tutto involontaria. Dal lato dei gestori
della diaconia c’è un atteggiamento difensivo che
emerge dall’accusa agli altri di fare il ragionamento:
«Le chiese vanno male; la
diaconia va bene; quindi
chiudiamo la diaconia».
Solo l’abilità autorevole di
Giorgio Tourn ha evitato
che una battuta così infelice, per di più ripetuta, sfociasse in uno scontro. La
diaconia oggi, dice Tourn,
non può essere gestita che
in forma aziendale. In particolare gli ospedali sono
aziende, e quindi è comprensibile che, ad esempio,
all’ospedale di Pomaretto
il culto settimanale sia del
tutto ignorato se non addirittura sopportato con
malcelato fastidio da una
arte del personale. La gestione ospedaliera dipende
da norme pubbliche per le
quali la predicazione dell’Evangelo è del tutto irrilevante.
D’altra parte chi lavora
nella diaconia «pesante» si
ritrova poco nella definizione di azienda: basti ricordare gli stipendi assai
più bassi di quelli delle
aziende vere e i debiti dei
nostri istituti per anziani.
Effettivamente la qualifica
di aziende si presta a qualche critica, ma mi sembra
che alcune considerazioni
siano rimaste più tra le ri
ghe che espresse esplicitamente.
1) Nessuno vuol chiudere la diaconia né alcuno
degli istituti della nostra
diaconia pesante. Tutti
sappiamo che se non li gestiamo noi, chiudono. Nessuno svaluta il servizio che
vi si svolge.
2) È necessario tuttavia
fare chiarez
za Conferenza
distrettuale delle
chiese valdesi ne
ha discusso in
modo costruttivo
za sui limiti
dell’evangelicità delle nostre opere e
riconoscere
che vi lavorano anche persone non vocazionalmente motivate
rnmmmmmam ù' qualsiasi altro
ambiente; che il trattamento riservato agli ospiti è in
genere buono, ma che vi
sono altre strutture non
evangeliche che fanno altrettanto; che una parte notevole degli operatori, soprattutto degli ospedali,
non ritiene che ci sia differenza tra il servizio nei nostri istituti e quello in ospedali pubblici: infatti i trasferimenti degli uni agli altri avvengono sulla base
delle scelte personali e non
sulla base di considerazioni vocazionali.
3) Il successo ottenuto
nell’attribuzione all’Unio
ne delle chiese valdesi e
metodiste dell’8 per mille
dell’Irpef da parte di un
grano numero di firmatari
non è solo il risultato delle
nostre virtù, ma anche del
fatto che i nostri scheletri
nell’armadio sono rimasti
nascosti; dobbiamo essere
un po’ più umili nello
sbandierare quanti soldi
abbiamo ricevuto e soprattutto non possiamo tra
sformare i nostri rendiconti da atto dovuto a carta di
credito. Ci sono scheletri
nelle nostre chiese e anche
nei nostri istituti.
4) Infine è stupido farci
la guerra tra poveri per ru
barci reciprocamente le
energie: queste mancano
sia nel campo della diaco
nia sia in quello della predicazione: vediamo come
utilizzare al meglio quelle
che abbiamo in una distribuzione oculata.
L’argomento successivo
è stato quello della cura pa
sturale della diaspora. Conclusione: siamo sempre più
diaspora dappertutto, an
che nelle grosse chiese. Lo
stesso può dirsi della diaconia: è dispersa nei nostri
istituti ma non ne riempirà
mai tutto Io spazio.
16
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle ^lli moEsi
VENERDÌ 9 GIUGNO 2000
venerdì 9 C
PINEROLO: LAVORI DI TINTEGGIATURA DEL
MUNICIPIO — Proseguono i lavori di tinteggiatura esterna al municipio di Pinerolo. Iniziati lo
scorso mese sulla facciata che si affaccia su
piazza Vittorio Veneto i lavori di tinteggiatura
hanno ora raggiunto via Trieste (nella foto) dove
la scorsa settimana per alcuni giorni è stata anche vietata la circolazione al traffico veicolare
per permettere il montaggio delle impalcature.
ASL: CAREN2^ DI PERSONALE — La situazione dei
medici anestesisti e degli infermieri nel settore
emergenza 118 vede una cronica carenza di personale. Con due progetti «pilota» l’Asl 10 dovrebbe ora riuscire a coprire il fabbisogno di Anestesia e Rianimazione grazie a 5.000 ore di servizio
fuori orario e retribuite a parte che vanno a sommarsi alle 12.000 ore del.normale servizio.
Un’analoga scelta è stata fatta per gli infermieri
(alle postazioni 118 ne mancano 11 su 24 previsti): qualunque dei 472 infermieri in forza all’Asl,
che abbia superato il corso di specializzazione
per il 118, potrà effettuare ore di straordinario
che verranno pagate in aggiunta allo stipendio.
VILLAR PEROSA: SOGGIORNO PER ANZIANI — Il
Comune di Villar Perosa organizza dal 2 al 16
settembre il 21° soggiorno per anziani a Pesaro,
all’Hotel Excelsior (tre stelle), a 20 metri dalla
spiaggia. Il costo per persona è di 750.000 lire,
inclusa la sistemazione in camera doppia (il
supplemento per la singola è di 238.000) il viaggio andata e ritorno in autobus, la pensione
completa, il servizio spiaggia e l’assistenza medica. Gli interessati possono iscrivetsi entro il 30
giugno presso l’ufficio dei messi comunali, portando la ricevuta del versamento di un acconto
di 300.000 da effettuare alla Banca Brignone, ccp
n. 15743, intestato al Comune di Villar Perosa. Il
resto della quota dovrà essere comunque versato sullo stesso conto entro il 30 giugno.
CAMPI DI LAVORO DEL WWF — Fino alla prossima metà di settembre sono aperti al pubblico
dei campi di lavoro nel Parco dei Tre Denti e del
Monte Freidour di Cumiana con scopi scientifico-didattici e di ripristino ambientale. I recenti
violenti nubifragi hanno infatti causato notevoli
danni, stimati intorno al miliardo e 300 milioni,
tanto da indurre il Comune di Cumiana a chiedere alla Regione la calamità naturale. Per
informazioni tei. alla sede pinerolese del Wwf,
ip via Brignone 1, tei. 0121-377007.
NASCE IL DECALOGO DEL CACCIATORE — Da oggi il cacciatore dovrà attenersi a un decalogo di
regole per il rispetto dell’ambiente e dell’attività
agricola. È stato deciso dal presidente della Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Avolio, e da quello dell’Arci-caccia, Osvaldo Veneziano, che hanno firmato un’intesa comune sui
diritti-doveri fra l’agricoltura e la caccia. La Cia e
l’Arci-caccia si sono impegnate a diffondere il
«decalogo» fra i loro associati e confidano che
sia un punto di partenza per nuove forme di collaborazione, anche nella comune gestione degli
«Ambiti territoriali di caccia».
FURTI IN PIANURA— II1° giugno a Bricherasio sono stati rubati in un magazzino strumenti di lavoro per un valore di 40 milioni. Il 4 giugno è la
volta della «Video Games» di Cavour, dove vengono sottratte 50 Playstation e altri articoli per
un valore di circa 6 milioni; i carabinieri di Cavour hanno denunciato a piede libero Alessandro Carpino di Pinerolo e Fabio Martin di Villafranca per furto aggravato. A Piscina invece, il 30
maggio scorso, Domenico Condemi di 21 anni,
di Volverá, è stato arrestato per tentato furto aggravato: il Condemi è stato bloccato dal sindaco
di Piscina mentre, a bordo del suo ciclomotore,
tentava di rapinare una signora.
COMUNITÀ MONTANA VAL PELLICE: CLAUDIO
REVEL LASCIA — Dimissioni «per motivi di lavoro ma anche politici» di Claudio Revel, consigliere di maggioranza nel Consiglio della Comunità montana vai Pellice. Sarà sostituito da
Valter Mensa, anch’egli consigliere del Comune
di Luserna San Giovanni.
MOBILITAZIONE SUL GAY PRIDE — Alcuni amministratori del Pinerolese hanno aderito all’appello promosso dal quotidiano II Manifesto in merito alla questione «Gay pride». Il testo dell’appello. «L’attacco del Vaticano contro la giornata
dell’orgoglio gay del 2000 riguarda tutti noi. I
vertici della Chiesa cattolica chiedono a uno stato democratico di limitare o cancellare sul proprio territorio diritti e libertà. È una richiesta
inaccettabile. Chiediamo che Roma apra le porte. le piazze e le strade del centro l’8 luglio alla
manifestazione gay; che il governo della città e
quello del paese rispondano "No” alle richieste
delle gerarchie ecclesiastiche (fortunatamente
abbiamo una Costituzione); che alle ingerenze
del Vaticano si oppongano con i gay tutti coloro
che hanno ancora a cuore un’idea di libertà».
Un nuovo impegno del Rifugio Re Carlo Alberto
Combattere l'Alzebimer
Il Centro diurno, in collaborazione con l'AsI 10, è stato
realizzato con i fondi dell'otto per mille e con donazioni
DAVIDE ROSSO
T A diaconia deve
essere pronta a rispondere alle domande
reali che vengono dalla
società e il morbo di Alzehimer è una di queste». A dirlo è il pastore
Paolo Ribet, presidente
della Commissione sinodale per la diaconia della
Chiesa valdese, che insieme al direttore generale
dell’Asl 10 di Pinerolo,
Ferruccio Massa, e alla vicepresidente del Rifugio
Re Carlo Alberto, Elena
Ravazzini Corsani, sabato
10 giugno tra gli altri alla
cerimonia di inaugurazione ufficiale del Centro
diurno per persone affette dal morbo di Alzheimer del Rifugio Re Carlo
Alberto, primo di questo
tipo nel Pinerolese.
Nel corso della giornata
sarà tra l’altro possibile
visitare la nuova struttura
ed è prevista una presentazione del Centro. «L’Alzheimer è un disagio emergente, non sempre riconosciuto e capito - dice
ancora il pastore Ribet -.
È una realtà che crea problemi a chi ne è colpito e
angoscia in chi gli sta vicino e nei famigliari». Ed
è partendo proprio da
questo assunto che il Rifugio, in collaborazione
con l’Asl 10 del Pinerolese, ha pensato di attivare
il Centro che è stato realizzato materialmente attraverso i fondi dell’otto
per mille della Chiesa
valdese e con le donazioni agli «Amici del Rifugio» di molti sottoscrittori tra cui anche la rubrica
della Stampa «Specchio
dei tempi».
In che cosa consiste il
servizio offerto dal Centro diurno del Rifugio che
è in realtà attivo da febbraio? Al Carlo Alberto
spiegano innanzitutto
che gli utenti vengono seguiti da uno staff composto da un coordinatore,
un infermiere professionale un medico geriatra,
anche se le persone rimangono comunque in
carico ai rispettivi medici
di base, uno psicologo,
che ha il ruolo di sostegno alle famiglie e da alcuni assistenti. «L’obbiettivo che ci si pone - dice
Marcello Gaietti, coordinatore del Centro - è
quello di mantenere e rallentare la patologia e nello stesso tempo dare sollievo alla famiglia».
Tutto questo si cercherà di farlo, dicono ancora al Carlo Alberto, anche attraverso la creazione di scansioni del tempo
fisse nel corso la giornata
costruite basandosi sulla
persona e alle sue caratteristiche. Le attività saranno svolte in piccoli
gruppi che verranno seguiti dal personale. Guardando al futuro intanto il
Rifugio ha allo studio la
realizzazione all’interno
della ristrutturazione globale che sta avvenendo
dell’intera struttura una
sezione residenziale per il
malato affetto dal morbo
di Alzehimer, una sezione
che non di emarginazione ma di aiuto a queste
persone a integrarsi nella
comunità del Rifugio.
Fra Bobbio Pellice e la confinante Pistolas
Un gemellaggio d'alta quota
Un gemellaggio d’alta
quota, quello fra Bobbio
Pellice e la confinante Ristolas; la cerimonia ufficiale si è svolta domenica
scorsa alla presenza di
una quarantina di «queyrassins» guidati dal sindaco, Christian Laurens,
a cui si è unito per l’occasione anche il primo
cittadino di Guillestre,
Comune del Queyras gemellato da 45 anni con
Torre Pellice. La cerimonia, a cui ha partecipato
anche Fon. Giorgio Merlo, ha visto la messa a dimora nei giardini comunali di un pino cembro,
dono dell’amministrazione francese, lo scoprimento di una targa in legno e successivamente
l’inaugurazione di una
via, vicino al Pellice, intitolata a Ristolas. Nel dopo pranzo i saluti con gli
ospiti francesi in partenza, alcuni non sul bus ma
a piedi verso il Colle della
Croce. Sarà un gemellaggio da «consumarsi» in
alta quota, dunque. Già
alcuni progetti sono stati
abbozzati; «Pensiamo a
ripristinare la vecchia via
reale - ha detto il sindaco
di Ristolas nel suo intervento - in modo da renderla praticabile non solo a piedi ma anche per il
turismo equestre». E già
si parla di ristrutturare il
vecchio rifugio Napoleone, su al Colle in territorio francese; intanto è
stata consegnato al sindaco Charbonnier un
prototipo della coperta,
con colori delle due nazioni, che dovrà essere
utilizzata per i cavalli che
passeranno da un Comune all’altro attraverso
questi sentieri. E si tratta,
va ricordato, di sentieri
battuti da persone di qua
e di là del versante (termine più appropriato in
questo caso di «confine»)
nel corso dei secoli, per il
commercio, per la pastorizia, ma anche in cerca
di lavoro; e, a volte, sono
nate anche nuove famiglie. Il gemellaggio dunque non fa che riscoprire
una storia secolare; ed è
quello che ha proposto
all’amministrazione italiana il sindaco Laurens
appena insediato lo scorso autunno. Potrà essere.
naturalmente, un punto
di partenza o meglio un
tassello in più di quella
collaborazione e di quella ricerca di uno sviluppo
comune che valorizzi
l’ambiente con iniziative
di basso impatto.
Il gemellaggio ha visto
molti momenti legati al
canto, ufficiale con i concerti ma anche più conviviali (dopo il pranzo), e
gli inviti per il prossimo
appuntamento che, senza aspettare il tradizionale incontro italo-francese
al Colle della Croce avrà
un secondo momento ufficiale il 1° e il 2 luglio a
Ristolas: «Porteremo una
pianta di maggiociondolo in contraccambio al
pino offertoci dai francesi» ha preannunciato il
sindaco di Bobbio, Aldo
Charbonnier; e sarà l’occasione per fare conoscenza diretta con questa
cittadina di 79 abitanti, la
più alta della regione del
distretto del Queyras che,
come gli altri otto paesi,
vive essenzialmente di
turismo e di un’agricoltura che sembra mostrare
qualche cenno di ripresa.
Gioco
d'azzardo
I carabinieri di Pinerolo hanno denunciato due
titolari di pubblici esercizi per utilizzo non consentito di macchinette videopoker; l’accusa è di
gioco d’azzardo e riguarda Giorgio Guergio di
San Pietro vai Lemina e
Anna Maria Lageard di
Pomaretto, titolare della
Trattoria dei fiori.
Da sin. il sindaco di Bobbio Pellice, Aldo Charbonnier, e
quello di Ristolas, Christian Laurens
La strada statale 23 a Porte
«Variante» incerta
■ Continuano le incertezze sulla reale possibilità di
realizzare una «variante» alla strada statale 23, come
richiesto da più parti, che alleggerirebbe il traffico ora
in transito nell’abitato di Porte in vai Chisone. La progettata circonvallazione, che nel progetto inizialmente presentato doveva costare 85 miliardi e i cui prezzi
oggi sono lievitati intorno ai 100 miliardi, è stata oggetto di un incontro in maggio fra i rappresentanti
della Regione, della Provincia e dell’Anas e lo sarà
nuovamente a inizio giugno quando i tre enti si confronteranno, questa volta anche con i funzionari del
ministero del Lavoro. La variante è stata inserita nella
bozza di legge statale che delimita le priorità per i
giochi olimpici di Torino 2006 ora all’esame del Parlamento che per ora però non prevede finanziamenti
all’intervento. «La motivazione è da ricercarsi nel fatto - dice il sindaco di Porte, Laura Zoggia - che al momento della stesura della bozza di legge si pensava
ancora a un finanziamento Anas dei lavori. Probabilmente a questo punto la variante di Porte verrà inserita negli interventi indispensabili per le olimpiadi,
quelli di “fascia A”, e si spera in questo modo di riuscire anche a trovare i soldi per la realizzazione
dell’opera». Almeno questo è quanto si augurano innanzitutto gli abitanti di Porte visti anche i risultati
delle ultime analisi sulla qualità dell’aria condotte in
aprile dall’agenzia regionale per l’Ambiente che confermano i dati già riscontrati in autunno di un livello
di polveri causate da inquinamento veicolare pari a
quello della prima periferia urbana di Torino.
Festa a Pomaretto
Il vecchio borgo
PAOLA REVEL
Chiesa valdese di Pinerolo
Festa di primavera
Veglia ecumenica di Pentecoste
IL vecchio borgo di Pomaretto, con i tetti di lose addossati gli uni agli altri, i vicoli bui che sfociano in
piccole ma assolate piazzette, gli antichi balconi fioriti: quasi un palcoscenico ideale per rappresentare
una storia, che nasce dalle memorie di storie vissute e
dal desiderio di rivivere antiche tradizioni. Storia non
scritta, ma vita vissuta: è la microstoria che non troveremo sui libri ma che vogliamo conoscere meglio,
alla ricerca delle nostre radici.
Nella festa del vecchio borgo di Pomaretto, che si
terrà sabato Ile domenica 12 giugno, vi racconteremo alcune storie: quella della sposa che lascia la casa
paterna, o la meirando, la transumanza di tarda primavera dalla borgata ai pascoli montani, che consente di sfruttare l’abbondante erba dell’alpeggio, di proprietà comunale o consorziale, mentre 1 terreni a valle vengono utilizzati per la produzione del fieno. Sono anche momenti di festa, che coinvolgono tutte le
famiglie delle nostre piccole comunità di montagna.
Inoltre, la manifestazione del vecchio borgo è anche
un’occasione per assaggiare le specialità gastronomiche del luogo, come la calhètta, fatta con gnocchi di
patate crude, uova e salame, o la tourtei, grande frittella di farina di frumento cotto nella padella di talco,
e naturalmente la souppo barbetta.
Ecco il programma: sabato alle 15, la manifestazione
viene inaugurata con l’apertura della Scuola Latina; alle 19, cena con prodotti tipici locali; alle 22 si terrà una
rappresentazione del matrimonio di un tempo. Domenica alle 14,30 viene riaperta la manifestazione; alle 17
rappresentazione de «La meirando» e alle 19 cena tipica con souppo barbetta, bulbi (bollito) e triffa salà (patate lesse). Canti e musiche accompagneranno anche
questa edizione della festa del vecchio borgo.
Per un mese nella chiesa di Pinerolo siamo stati
con il naso all’insù perché il tempo, sempre piovoso,
rischiava di rovinarci la festa di primavera che, come
accade da alcuni anni, volevamo tenere nel bel giardino che circonda il tempio. Ha funzionato. Al mattino del 4 giugno circa duecento persone hanno seguito il culto, nel corso del quale è stato battezzato il piccolo Matteo Pontet; un culto dalla liturgia molto varia, incentrato sul commento della parabola del figliol
prodigo e sulla celebrazione della cena del Signore a
cui tutti, grandi e piccoli, membri di chiesa e ospiti,
sono stati invitati a partecipare. Chi non voleva prendere pane e vino poteva accontentarsi del solo pane,
dato e ricevuto come segno di ospitalità, come partecipazione alla festa che il padre della parabola fa preparare per festeggiare il ritorno del figlio.
Dopo il pranzo, siamo tornati nel giardino per una
serie di giochi che hanno coinvolto tutti. Siamo felici
per questa giornata, perché è così che noi pensiarno
la vita di una comunità che in tutta semplicità si gode
il piacere di stare insieme, nell’ascolto della parola di
Dio. È di lì che nasce tutto il resto. Inoltre, attraverso
varie iniziative abbiamo anche raccolto un paio di
milioni che serviranno per il restauro del tempio
Sabato 10 giugno, alle ore 20,45, in Duomo a Pinerolo si terrà la veglia ecumenica di Pentecoste con la
partecipazione di padre Vasilescu, della Chiesa ortodossa rumena, di mons. Pier Giorgio Debernardi, vescovo cattolico di Pinerolo, e della pastora della Chiesa valdese di Pinerolo, Ursel Koenigsmann.
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PAG. 13 RIFORMA
Gli «Amici della Scuola Latina» di Pomaretto
L'identità storica e culturale
della vai Germanasca
marco ROSTAN
Nel quadro della festa del vecchio bor
j di Pomaretto, sabato
fo alle 15 ci sarà un incontro pubblico con il
Consiglio direttivo dell’Associazione «Amici
della Scuola Latina», recentemente costituita
per rivalorizzare la Scuola e per promuovere la
tutela e la salvaguardia
deU’identità storica valdese e della cultura locale, in collaborazione con
il Coordinamento musei
e luoghi storici valdesi,
con la Società di studi
valdesi e il Centro culturale di Torre Pellice.
La riapertura della
Scuola Latina dovrebbe
consentire di usare, in un
primo momento, il piano
rialzato, dove saranno
esposti i modellini della
«collezione Ferrerò», poi
il seminterrato, per il lavoro didattico delle classi
in visita, e infine il primo
piano, per conferenze e
per la biblioteca, ricostituita e arricchita dai testi
di Teofilo G. Pons e Arturo Gente, che dedicherà
particolare attenzione al
patuà. Questo progetto,
insieme alla storia della
Scuola Latina, dalTarrivo
a Pomaretto .del Gilly
(1823) fino alla chiusura
del 1986, è ampiamente
descritto da Paola Revel
nel numero 38 de La beidana, che sarà in vendita
a Pomaretto e che, opportunamente, è interamente dedicato alle valli
Germanasca e Chisone.
La storia delle miniere
di talco, che oggi i più conoscono solo attraverso
lo Scopriminiera, è raccontata da Luca e Raimondo Genre, mentre
Piero Barai ricostruisce le
vicende sindacali e operaie degli Anni 90, con il
passaggio alla Luzenac e
le difficili prospettive occupazionali di oggi. Nell’ambito dei «luoghi storici», Sergio Griglio ed Ettore Peyronel ripercorrono i vari momenti del
campo trincerato al colle
Laz Ara; un esperienza di
«manutenzione» del territorio, realizzata a Mani
La Scuola Latina di Pomaretto
glia, viene descritta da
Silvana Marchetti e Silvano Galfione. Claudio
Tron ci parla delTassociazione «Vallescura» e del
«Sentiero Arturo Genre»
che in passato collegava
Massello e Maniglia. Infine Carlo Baret e Moreno
Soster ci fanno conoscere
l’associazione culturale
(disegno di Marco Rostan)
«Cineforum Alidada» di
Pomaretto-Perosa, mentre Mauro Durando ci
trasporta nella musica e
nelle danze di Cantavalli.
Idee, ricordi, iniziative
che, con la riapertura
della Scuola Latina, possono concorrere a creare
un necessario polo culturale in vai Germanasca.
Crumière di Villar Pellice
Ancora attesa per
le nomine Agess
MASSIMO GNONE
CI sono nuovi sviluppi
P'
per la bufera che in
questi mesi sembra travolgere TAgess, la società
a capitale misto pubblico
e privato a cui è stata affidata, fra l’altro, la gestione del progetto Crumière
per la valorizzazione del
vecchio feltrificio di Villar
Pellice. Dopo le dimissioni della presidente Bruna
Peyrot, nessuna decisione operativa nella riunione del 30 maggio. «A questo punto - dice Claudio
Bertalot, presidente della
Comunità montana vai
Pellice - si dovranno
aspettare i Consigli di Comunità montana del 27 e
del Comune di Luserna
del 19 giugno». Tre membri del Consiglio di amministrazione su 7 vanno
sostituiti, perché dimissionari: «Luserna e Comunità montana, che è
socio di maggioranza della società - continua Ber
talot -, devono indicare i
loro consiglieri; secondo
lo statuto il Consiglio di
amministrazione potrebbe già nominare i suoi
membri per la surroga,
ma è parso più corretto
adottare questa procedura». Bertalot non si sbilancia sulle nomine, che
comprendono anche la
carica di presidente; «Abbiamo già dei candidati
possibili, ma i loro nomi
verranno fatti non prima
dell’assemblea dei soci
del 28 maggio». Nell’ultima assemblea dei soci si
è ribadita la volontà da
parte dell’Agess di continuare nella conduzione
del progetto Crumière.
«La priorità - conclude
Bertalot - rimane quella
di trovare dei finanziamenti e delle risorse; al
momento non ci sono soci insolventi ma i costi rimangono molto alti: la ricerca di fondi comporta
tempi lunghi, almeno
qualche anno».
NELLE CHIESE VALDESI
AGAPE — Dal 18 al 25 giugno, campo bambini dei
primi tre anni di elementare. «Bisogna sempre spiegargliele le cose ai grandi!» è il tema dell’incontro.
INCONTRI TEOLOGICI MIEGGE — Alle 17,30 di
domenica 11 giugno, nell’abitazione di Marco e Roberta Rostan a Luserna San Giovanni, giornata conclusiva degli incontri teologici «Giovanni Miegge».
ANGROGNA — Domenica 11 giugno, alle 10, culto
al Serre. Dalle ore 15 presso la Scuola del Martel
avrà luogo un pomeriggio comunitario a cui tutti sono calorosamente invitati. Dopo un breve momento
cultuale, il pastore Giorgio Tourn racconterà alcuni
aneddoti relativi alla vita della chiesa di Angrogna.
Seguirà un programma ricreativo e mangereccio! La
commissione ricevimenti, aiutata dai membri del
quartiere, preparerà una merenda «sinoira» e
l’Unione femminile curerà i banchi vendita.
BOBBIO PELLICE — Domenica 11 giugno, culto
con Santa Cena e partecipazione della corale.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 11 giugno, in occasione della Pentecoste, pomeriggio comunitario a Bricherasio.
PINEROLO — Domenica 11 giugno, Pentecoste,
culto con ammissione in chiesa dei giovani Daniela
Berger, Marco Geymonat, Patrick Long e Ronny Ribet e celebrazione della Cena del Signore.
PRAROSTINO — A Pentecoste, alle 10, culto a
Roccapiatta, con Santa Cena e partecipazione della
corale e della scuola domenicale, nel pomeriggio visita della corale alla Casa delle diaconesse. Giovedì
15 giugno, alle 16, riunione estiva ai Cardonatti.
SAN SECONDO —A Pentecoste culto alle 10,30.
TORRE PELLICE — A Pentecoste, alle 10, culto
con Santa Cena, nel tempio del centro.
VILLAR PELLICE— A Pentecoste culto alle 10,30.
Tavola rotonda al parco della Tesoriera di Torino
Cultura occitana e mass media
DANIELA GRILL
Da una parte il desi
ri ■
derio di promuovere
in modo decisivo lo sviluppo della lingua e della
cultura occitana, attraverso un migliore utilizzo
dei mass media, intesi
come testate locali e istituzioni radiotelevisive;
dall’altra parte la sensazione e la consapevolezza che il termine «Occitania» e le relative variazioni, sono ancora poco
chiari a un buon numero
di persone e creano confusione con altre realtà:
serve da esempio la domanda in cui si chiedeva
di spiegare quali fossero i
nessi tra la cultura occitana e il movimento religioso dei valdesi; di questo e di altro si è parlato
durante la tavola rotonda
di sabato 3 giugno, tenutasi presso il parco della
Tesoriera di Torino.
Erano presenti i rap
presentanti dell’associazione «Espaci Occitan»,
nata da un progetto europeo che riunisce più Comunità montane della
provincia di Torino, che
hanno sottolineato la loro
intenzione di portare avanti un progetto di valorizzazione non solo della
musica, ma anche della
lingua e della cultura occitana, che inizia adesso a
farsi sentire in Italia, grazie anche all’approvazione della legge 482 con la
quale lo stato italiano riconosce e tutela le minoranze linguistiche e storiche del paese; in Francia,
al contrario, esistono da
tempo realtà istituzionali
come giornali, radio e tv,
che propongono al pubblico informazioni sulle
valli occitane e trasmettono notiziari e trasmissioni in lingua. «Da noi
c’è poco dialogo tra rappresentanti e giornalisti
delle reti locali della pro
vincia di Torino e i vertici
direttivi che stabiliscono
le programmazioni televisive - spiega Franco
Bronzât, della Rai le varie associazioni che si occupano di cultura locale
dovrebbero diventare più
propositive e fare presente in modo continuo le
loro realtà alle redazioni
giornalistiche locali».
La manifestazione «Occitanica», organizzata dal
Folkclub e dalla Circoscrizione IV torinese, in
cui rientrava anche il dibattito del sabato, comprendeva quattro giornate dense di concerti, balli
ed esposizioni di strumenti tradizionali occitani; è stata volutamente
organizzata a Torino e
non nelle vallate circostanti, con l’intenzione di
far conoscere alla città le
minoranze storiche e linguistiche che esistono e
ruotano attorno al capoluogo piemontese.
Una «tre giorni» promossa a Cantalupa
L'iniziativa «Canta-Libri»
PIERVALDO ROSTAN
S'
della lettura camminando in mezzo alla natura: sarà possibile a Cantalupa il 24 e 25 giugno
prossimi nell’ambito dell’iniziativa «Canta-Libri»,
una proposta del Comune e del Centro culturale.
Sarà in realtà una «tre
giorni» con il prologo del
venerdì sera con un
omaggio a Dante Alighieri da parte dell’attore Arnoldo Foà che reciterà
quattro canti della Divina
Commedia. Il sabato e la
domenica una trentina di
case editrici e librerie,
lungo un percorso nel
verde del paese di circa 2
km, con la presenza di
numerosi autori, verranno presentati libri sui due
temi: l'evoluzione del
pensiero religioso con la
presenza di rappresentanti delle librerie evangeliche (ci sarà anche la
KT Precatecumeni del 1° circuito
Gita a Vallecrosia
MARCO FRARNI
SABATO e domenica
27 e 28 maggio i pre
catecumeni delle chiese
vaidesi del 1° circuito
hanno concluso il loro
®àno di attività con un’
escursione a Vallecrosia
e soggiorno alla Casa valhese. Al fine di utilizzare
'Occasione a scopo didattico, è stato scelto un
tenta che potesse fornire
spunti di riflessione legan al programma di inseSuamento affrontato nel
oorso dell’anno. E dun•lue, quale miglior argoteento su cui discutere,
avorare, giocare durante
'‘i'Y'oggio, se non il viagstesso?
corso del tragitto
he li ha portati sulla Ripeta di Ponente, ragazze
., ^®gazzi hanno avuto
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ella presenza valdese in
Le difficoltà affronte dai riformati della vai
"oja nel XVI secolo e
quelle della nascita di
una comunità protestante tra fine Ottocento e inizio Novecento, ci hanno
fatto prendere coscienza
della tortuosità dei sentieri della storia. Dal viaggio vero al viaggio immaginato, i precatecumeni
hanno svolto un gioco di
animazione durante il
quale hanno tentato di
costruire cinque differenti percorsi all’interno della storia valdese; dai barba itineranti alle prese
con inquisitori e delatori
fra Angrogna e Pinerolo, a
un immaginario sedicenne che arriva in ritardo a
Prangins per l’appuntamento con la Rentrée ed è
costretto a tornare da solo nelle sue Valli.
Differenti i percorsi, le
storie, l’esito del viaggio,
ma una la speranza che li
guidava. La medesima
che spinse Abramo, Mosè. Paolo, rievocati nei
testi biblici letti durante
il culto a Bordighera presieduto dalla pastora Dorothea Müller.
Ristrutturato con i fondi del «Progetto borgate»
Rivive a Torre Pellice
il mulino di Santa Margherita
Se l’industrializzazione
delle valli alpine si è estesa nel corso dei secoli
lungo i torrenti facili produttori di energia idroelettrica, analogamente, e
ancor più a buon diritto,
lungo i corsi d’acqua sono stati installate decine
di mulini ad acqua. Uno
di essi, ma a un certo
punto sul solo territorio
comunale ve ne erano
ben quattro, era il mulino di Santa Margherita a
Torre Pellice.
C’erano quattro mulini
solo a Torre, ma altri a
Bobbio, Angrogna, Villar
e nei vari comuni della
valle: segno di vitalità
nella coltivazione dei
campi, a grano, a mais, a
grano saraceno, a segale.
Il mulino di Santa Margherita rivive ora grazie
ai fondi del «Progetto
borgate» che hanno permesso la sua ristrutturazione; poi, grazie a molto
lavoro di un autentico
appassionato del settore,
Riccardo Messa, una famiglia di mugnai alle
spalle, anche T’interno
dello stabile ha iniziato a
riprendere la forma dell’antico mulino. La forza
non arriva più dalla
grande ruota ad acqua
ma dall’energia elettrica
e tuttavia le vecchie macine in pietra funzionano. «Speriamo che il mulino possa essere visitato
soprattutto dai giovani
spiega il sindaco di Torre
Pellice, Marco Armand
Hugon -: in questo modo
sì potrà riscoprire questa
plurisecolare attività». La
ristrutturazione del mulino, domenica prossima
11 giugno sarà ufficializzata con un momento di
festa, alle 10, nel quadro
delle manifestazioni legate alla corsa in montagna del Castelluzzo, organizzata dal Gasm e
giunta alla 30® edizione.
Il municipio di Cantalupa
Claudiana), del mondo
ebraico, cattolico e musulmano; l’altro tema
sarà «nostra terra, storia,
leggende e tradizioni»
con forte presenza di autori e case editrici relative
al territorio piemontese e
in particolare pinerolese.
Saranno poi presenti autori legati al mondo della
gastronomia (non lontano ci sarà anche un ampio anfiteatro col «mercato» dei prodotti tipici del
Pinerolese), e altri noti
nella letteratura per bambini. Gli incontri con gli
autori avverranno ad ore
prestabilite; lungo il percorso ci saranno anche
gruppi musicali.
Una rassegna nuova,
sperimentale e alquanto
suggestiva; Cantalupa è
un paese di 2.000 abitanti, sulla collina pinerolese, in vai Noce. Terra di
accoglienza (l’iniziativa
Canta-Libri coinvolge direttamente molti abitanti
che hanno messo a disposizione i propri cortili) e anche di libertà.
«Ogni anno - spiega Giustino Bello, sindaco da 30
anni - al 17 febbraio facciamo un falò “laico”
presso la chiesa parrocchiale con la partecipazione di valdesi e di
cattolici: è il nostro modo per celebrare i valori
della comprensione, della tolleranza e della libertà». Anche questo è
Cantalupa, paese che il
sindaco è solito definire
«con le toppe ai pantaloni» ma che, con un po’ di
fantasia ha saputo realizzare con il Comune protagonista diretto, una
Casa per anziani, un teatro e recentemente anche un albergo e, da 20
anni, un servizio di taxi
gratuito per gli anziani.
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via Savoia 12 a Pinerolo
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18
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle ^lli Aàldesi
Pinerolo, tempi diversi per ultimare i due impianti
Palaghiaccio e piscina
Il primo è quasi pronto mentre il secondo è in ritardo di
almeno sei mesi. Da definire chi gestirà i nuovi impianti
DAVIDE ROSSO
L> AMMINISTRAZIONE
I comunale di Pinerolo vuole fare il punto sulla situazione dei lavori,
iniziati ormai anni fa, di
costruzione dei due impianti comunali del palazzetto del ghiaccio e
della piscina. Mercoledì
31 maggio ha così convocato le imprese appaltatrici e l’estensore del progetto generale, l’architetto Plankestainer, in una
riunione a cui hanno
partecipato anche l’assessore ai Lavori Pubblici, Giulio Blanc, e quello
allo Sport, Gianpiero
Clement, oltre ai tecnici
comunali direttamente
interessati dalle opere.
I partecipanti hanno
visitato i cantieri e hanno
constatato che i lavori di
completamento del palazzetto sono praticamente finiti, la società
appaltatrice ha dato l’assicurazione che entro un
mese dovrebbe essere
conclusa anche la tinteggiatura esterna, mentre
più lentamente procedono le opere relative alla
piscina. «Oggettivamente
qui le difficoltà di gestione delle opere erano più
difficili - dice Blanc -. Sono state diverse le aziende che si sono avvicendate o che hanno operato
contemporaneamente
Il cantiere della piscina a Pinerolo
nel cantiere agendo in
subappalto e l’organizzazione non sempre è stata
perfetta non essendoci
stato un buon coordinamento da parte della
principale ditta appaltatrice che ha subappaltato
alcuni lavori».
Risultato: sei mesi di
ritardo sui tempi inizialmente previsti per i lavori. Nella riunione di mercoledì comunque Tamministrazione pinerolese
ha voluto stringere i tempi chiedendo garanzie alla ditta appaltatrice sulla
celerità dei lavori da adesso in avanti. «Ci hanno dato rassicurazioni
Da «L'eco delle valli valdesi»
Cínquanfanní fa
Dopo il sasso lanciato nello stagno con l’articolo
sul femminismo, si fa vivace il dibattito sul giornale.
Tra le prime reazioni quelle di Delia Bert, che scrive
«non si tratterà soltanto di riconoscere “de iure" alla
donna la possibilità di assolvere un compito che essa
compie già “de facto" (nella persona delle mogli di
pastore e di tutte le anonime collaboratrici che sono
già all’opera con fedeltà e con amore), ma di aprire
decisamente le porte al servizio femminile nella chiesa». Arturo Vinay, dopo aver citato numerosi esempi
biblici (da Priscilla a Febe, a Maria, a Miriam) si
schiera decisamente contro il dogma della donna ridotta a madre o sposa. E seguono altre firme, da Evelina Pons a E. Bonnet a Edina Ribet e Silvio Pons. Poi
la redazione dell’Eco pubblica ampi stralci della Relazione sui ministeri femminili nella chiesa, redatta da
una commissione nominata dalla Tavola, di cui fanno
parte i pastori Giovanni Miegge, Gustavo Bertin e
Achille Deodato.
Il grosso nodo è; le donne possono svolgere nella
chiesa soltanto i cosiddetti ministeri ausiliari oppure
essere pastore a pieno titolo e partecipare agli organi
dirigenti? Nessun problema per i ministeri ausiliari,
per i quali si chiede però maggiore preparazione: il
pastorato viene discusso dal punto di vista dei testi
biblici, individuando soltanto in Timoteo 2-11,12 un
preciso divieto, per altro contraddetto da I Corinzi
11-5, da quello storico e da quello psicologico. La
conclusione è che non si può rispondere in astratto,
ma bisogna passare al vaglio dell’esperienza: «Riteniamo che non vi siano ragioni sufficienti per escludere le donne di fede evangelica dal ministerio pastorale. Quali che possano essere gli inconvenienti pratici e le difficoltà che si presentino caso per caso, ci
sembra che assumere una posizione decisamente
esclusiva sarebbe responsabilità ben più grave che
aprire alle vocazioni femminili la possibilità del pastorato nella sua pienezza».
Significativamente anche la Conferenza di quello
che allora era il Distretto rioplatense, riunita a Dolores il 6-10 marzo discute degli stessi problemi: il Distretto assume provvisoriamente una giovane che ha
completato i suoi studi di teologia, ma precisa di essere a favore dei ministeri ausiliari più che del pastorato femminile. Del resto anche la Conferenza italiana del 1" distretto, che ha discusso la Relazione che
abbiamo citato, si muove con prudenza: non ci sono
obiezioni di principio al pastorato femminile ma
«non se ne sente l’urgenza»!
Lapidaria l’affermazione che compare in una intervista sulla situazione nelle chiese riformate in
Francia: «Trop rares sont les pasteurs qui ont compris que Tauxiliaire de paroisse n'est pas là uniquement pour les décharger ou pour faire ce qu’ils n’ont
pas le temp de faire, ce qui est déjà beacoup, mais
pour faire ce qu’ils ne feront jamais parce qu’ils sont
des hommes»!
(a cura di Marco Rostan)
aggiunge Blanc - che entro la fine di agosto, massimo settembre, i lavori
sulla piscina dovrebbero
essere conclusi speriamo
che questa volta i tempi
siano rispettati per poter
finalmente aprire l’impianto al pubblico». Intanto rimane aperta la
questione del chi gestirà
i due impianti: per ora
dall’amministrazione
non arrivano notizie su
una eventuale decisione
anche se è chiaro che,
soprattutto per quel che
riguarda il palazzetto,
tutto è rimandato all’autunno quando si penserà
alla stagione invernale.
Pinerolo
La «Fête de
la musique»
Dal 12 al 18 giugno ritorna a Pinerolo un appuntamento musicale di
tradizione francese nato
negli Anni 70, la «Fête de
la musique», che in questi ultimi anni si sta diffondendo in tutta Europa. Anche a Pinerolo, come l’anno scorso nel
centro storico, sono tutti
invitati a partecipare: è
infatti una festa aperta a
tutti i musicisti, professionisti e in erba. New
age, popolare, ròck, classica, etnica e molto altro:
tutti i generi saranno infatti ben accetti.
Il programma di massima prevede: musica nei
cortili (fra gli altri: lunedì
12 alle ore 22 in via Archibugeri angolo via San
Giuseppe, «Omaggio a
Stratos», del gruppo Tragala teatro: sempre lunedì alle 21 in via Trento
39 concerto del quintetto
ottoni del Gorelli: martedì
alle 21 in via Assietta 19 i
clarinetti del Gorelli).
Musica nei locali e nei
bar, per portare la musica
là dove le persone passano la maggior parte della
serata. Musica e festa finale nel centro storico
domenica 18 giugno. Musica gioco, per coinvolgere i bambini: domenica
mattina alcuni maestri e
insegnanti di musica faranno interventi nelle zone antistanti e a fianco
del duomo, in via Principi
D’Acaia e in via Trento.
Infine, il ballo pubblico.
Raduno Ferrari a San Secondo
Domenica «rossa»
La ventina di auto Ferrari, tutte rigorosamente
di colore rosso, esposte
domenica 4 giugno nella
piazza nuova di San Secondo, in occasione del
primo autoraduno locale,
ha richiamato una gran
folla di curiosi e amanti
della Rossa di Maranello:
completavano la scena
alcuni stand e tre ragazze
abbigliate «in tema», vale
a dire in abito nero e con
rigorosa giacca e cappello
rossi. L’autoraduno, organizzato dall’associazione commercianti e artigiani, è proseguito con la
sfilata per le vie del paese
e lungo la provinciale della vai Pellice: nel pomeriggio, una non piccola
nota dolente è arrivata
dal Gran Premio di Montecarlo, dove la Ferrari
non è riuscita a fare \'enplein raggiungendo solo il
secondo posto: la manifestazione si è infine conclusa con la consegna
delle targhe ricordo ai
ferraristi partecipanti.
APPUNTAMENTI
8 giugno, giovedì
TORRE PELLICE: Fino al 29 luglio, nella sede del
Centro culturale valdese, mostra «Una finestra su cavatori di pietra. Le cave di Luserna nelle immagini di
Giovanni Turin».
VILLAR PEROSA: Alle 20,45, nella sala della biblioteca comunale, serata su « Serpenti, da Adamo ad Èva
in poi»: diapositive di Angelo Morisi.
PINEROLO: Alle 20,45, a Palazzo Benevello, via Archibugieri 27, presentazione del volume di Nicola
Rossetto su «Chiesa e istruzione popolare nel Risorgimento. L’opera di mons. Andrea Charvaz, precettore
di Vittorio Emanuele II»: sarà presente l’editore.
TORRE PELLICE: Alle 21, nella biblioteca della Casa
valdese, concerto di musica da camera. Ingresso libero, offerte a favore dall’associazione «Senza confini».
SAN PIETRO VAL LEMINA: Fino a oggi, dal 30 maggio, mostra «Narrare in genere», nella biblioteca comunale.
10 giugno, sabato
POMARETTO: Si svolge sabato e domenica la festa
del Vecchio borgo.
PINEROLO: Alle 21, al teatro Incontro, musical degli studenti della scuola media «Brignone».
TORINO: Alle 21, nel tempio valdese di c.so Vittorio
Emanuele II, 23, concerto del coro Adi di Torino.
TORRE PELLICE: Per le vie del centro mercatino di
prodotti naturali, dalle 8,30 alle 19.
PINEROLO: A partire dalle 9,30, nell’aula magna
della Scuola universitaria in via Cesare Battisti 6, convégno su «Il sistema degli illeciti penali in materia tributaria dopo il decreto legislativo n. 74/2000».
11 giugno, domenica
FENESTRELLE: Alle 7,30, alla sede del parco Pracatinat, partenza per un’escursione naturalistica guidata dai guardaparco, per conoscere gli ungulati.
TORRE PELLICE: Corsa al Castelluzzo e polentata.
Gara a bocce al circolo Mûris.
BOBBIO PELLICE: Nella conca del Pra «Concerto tra
le vette», su organizzazione dell’Associazione alpini.
PRAGELATO: Festa alla borgata Pian.
SAN PIETRO VAL LEMINA: Alle 14, festa campagnola con gara a bocce a baraonda aperta a tutti, segue merenda sinoira alle 19.
12 giugno, lunedì
ROURE: Festa primaverile a Villaretto.
TORRE PELLICE: Alle 20,45, alla biblioteca del
Centro culturale valdese. Laura Micheletti propone la
lettura di «La figura di Gesù ne “Il maestro e Margherita”» di Bulgakov.
PEROSA ARGENTINA: Dalle 7,30, per tutta la settimana fino al 18, al padiglione Pian de la Tour, torneo
di pallavolo Memorial.
15 giugno, giovedì
SAN GERMANO CHISONE: Alle 21, agli impianti
sportivi, cori alpini in concerto: fino al 19 festa patronale con corsa a piedi per il paese, gare di bocce e
balli tradizionali.
USSEAUX: Festa patronale a Pourrieres.
■ i Concerto a Luserna S. Giovanni
Africa Unite
Africa Unite in concerto: a ospitare l’evento sarà il
campo sportivo di Luserna San Giovanni domenica
18 giugno. Prevendita presso Rogirò a Pinerolo, Hollywoodstore a Luserna, Cinemastore a Saluzzo, Videovalli a Porosa Argentina, Hoolywoodvideo a Frossasco, Video2000 a Vigono, TopVideo a Villafranca e
Celid a Torino, via Sant’Ottavio.
Il concerto degli Africa Unite è organizzato
nell’ambito del progetto «Stazione 0» della Comunità montana vai Pellice e prevede musica dalle 12
alle 2: prima della nota band pinerolese si alterneranno infatti sul palco Wot, Plastik Flowers, Eucalictus, SudEuropa, Minerva, Fishband, Tbf (Croazia),
Ailatiditalia. Ingresso lire 16.000; saranno in funzione servizio bar e ristoro.
^ Bobbio Pellice
Giovani
bielorussi
Un gruppo di giovani
bielorussi dai 12 ai 16 anni sarà a Bobbio Pellice
per il terzo anno consecutivo; un’iniziativa che
si coniuga con l’attività
di accoglienza dei bambini e delle bambine provenienti dall’area colpita
dall’incidente nucleare
di Cernobil. Il soggiorno,
organizzato dall’associazione «Il sassolino bianco» di Firenze, si terrà
nel centro vacanze dell’Esercito della Salvezza
dai primi di settembre e
per 5 settimane. L’appuntamento per tutti coloro che vogliono collaborare è per sabato 10
giugno alle 15,30 nella
saletta della chiesa valdese di Bobbio Pellice.
Luserna San Giovanni
L'arte a scuoia
Lavorare insieme attraverso un percorso nell’arte contemporanea è quel
che hanno cercato di fare
bambini, ragazzi e insegnanti a Luserna San Giovanni. A cominciare da
ottobre, per concludere a
giugno, studenti piccoli e
grandi dei tre ordini di
scuole si sono ritrovati
per imparare a osservare
un’opera d’arte, per andare insieme in galleria,
per visitare delle mostre e
infine per realizzare loro
stessi piccole opere d’arte, che nei giorni scorsi
sono state esposte alla
Galleria d’Arte «Filippo
Scroppo» di Torre Pellice. Piccoli di tre anni, fino
ad adolescenti di dodici,
hanno imparato con le
loro insegnanti ad accostarsi a Chagall, Kandin
skji. Boterò, Scroppo,
Klee; successivamente
hanno approfondito attraverso testi, racconti,
cenni geografici e linguistici la conoscenza della
cultura e dell’epoca in cui
questi artisti hanno vissuto e prodotto le loro opere. Come verifica dell’intero progetto bambini e
ragazzi hanno loro stessi
realizzato delle opere,
fingendo di essere il pittore, superando il preconcetto di «bello-brutto
sono capace anch’io»,
con tecniche varie e multimediali per produrre un
testo collettivo, cimentandosi con materiali vari
e di recupero, ispirandosi
ai grandi artisti ai quali si
sono accostati nel corso
dell’anno, divenuti ora
un po’ più familiari.
Cantavalli
Musica
irlandese
È giunto l’ultimo appuntamento con il Cantavalli di quest’anno: sabato 10 giugno alle ore 21,15
a Roure, in frazione Castel del Bosco, negli impianti sportivi, gli irlandesi Ron Kavana, Gino
Lupari e Andy Martin
tengono un concerto di
Irish music. Oltre all’organettista Andy Martin, il
gruppo comprende Ron
Kavana alla voce, chitarra
e bouzouki, una delle figure più note del panorama folk dell’isola, e Gino
Lupari, percussionista di
origine italiana, conosciuto per la sua attività
nei «Four men & a dog»,
una delle formazioni più
innovative anni in Irlanda. Ingresso 10.000 lire.
VENERDÌ 9 GIUGNO 2000
I
ife
SERVIZI
VALU
CHISONE ■ GERMANASCA’
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 11 GIUGNO
Ferrerò: Valletti - Via Montenero 27, tei. 848827
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festivatelefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 11 GIUGNO
Luserna San Giovanni: Gribaudo - Via Roma 19 (Airali),
tei. 909031
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
7' Torre Pellice
Concerto
per l'Unitrè
La giovane pianista Sarah Ferrando si è esibita
il 18 maggio nella biblioteca della Casa valdese
per l’Unitrè di Torre Pellice. Il concerto è iniziato
con due dei 24 preludi di
Chopin, composti presumibilmente a Majorca
nell’Abbazia di Valdemosa, dove il musicista si
era ritirato per curare la
sua malferma salute, che
invece di migliorare peggiorava sempre di più,
sia per il clima umido sia
per il distacco con cui veniva trattato dai monaci,
che ne temevano il contagio. Una struggente tristezza è il tema dominante di questi preludi.
Di Franck un «Preludio e
fuga», la cui notevole sonorità è più adatta per le
grandi cattedrali, ma che
la Ferrando ha interpretato in modo mirabile.
Sono pagine di grande
difficoltà dove si riscontrano le fantasie romantiche di Chopin, ma anche le note barocche del
primo ’900. Ancora di
Chopin un «Notlurno», il
cui motivo trainante sono la delusione e la gelosia: narra la leggenda di
un pastore innamorato
di una ninfa che viene
travolto dalle acque del
lago. Di Brahms una «Rapsodia drammatica» e
infine un breve bis tratto
dalla Sonata op. 13 «Patetica» di Beethoven.
CINEMA
TORRE PELLICE —1>
cinema Trento ha in programma, giovedì 8 e venerdì 9, ore 21,15, Il talento di Mr. Ripley; sabato 10, ore 20,10 e 22,20,
domenica, ore 20,10 e
22,20, lunedì, ore 21,15'
Mission to Mars.
BARGE — 11 cinema
Comunale ha in programma, venerdì 9, ore
21,15 L’inglese: sabato
10, ore 21,15 Man on the
moon; domenica, ore
L5,15, 17,15, lunedì, martedì e giovedì, ore 19.30,
T come tigro; domenica
ore 19,15, 21,15, lunedi,
martedì e giovedì, ore
21,15, Stigmate.
ECONOMICI
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Pagina Dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
POSTA
m La rubrica
a mezzanotte
È mezzanotte dottor Protestantesimo! Questo potrebbe
essere il titolo della nostra rubrica «Protestantesimo», che
domenica 14 maggio è andata
in onda alle ore 0,10. Il presidente della Rai e il suo direttore sono riusciti a relegare la
rubrica di cultura ebraica e
quella protestante alla mezzanotte della domenica, alla
stessa ora dei film erotici e
violenti. Questa non è l’osservazione di un protestante
noioso, e poco conformista,
ma è il rilievo di un consigliere della Rai, il dott. Emiliani,
che in un’intervista al «Corriere della sera» di alcuni giorni fa rilevava che la Rai fosse
diventata «papista», dimenticando gli altri aspetti del
mondo cattolico e relegando
alla mezzanotte la rubrica
delle minoranze religiose.
Voglio sperare che il prossimo Sinodo delle chiese vaidesi e metodiste, assieme ai
fratelli battisti, voti un ordine
del giorno per chiedere il rispetto della Costituzione e
l’eliminazione di questo atteggiamento irriguardoso
verso le minoranze religiose
nel nostro paese.
Salvatore Caponetto
Firenze
P Evangelici
e massoneria
Non condivido il giudizio
largamente positivo espresso
da Giorgio Bouchard {Riforma del 19 maggio) sul volume di Augusto Comba, Vaidesi e massoneria. Due minoranze a confronto. Sintetizzando al massimo:
1) Comba ci dà molte preziose informazioni sulla presenza degli evangelici nella
massoneria italiana nei tempi
passati. Soltanto nomi di defunti, naturalmente, il segreto
che tutela il potere della massoneria pone limiti precisi alla
sua libertà di ricerca.
2) Le notizie storiche non
i Fiocco azzurro
L’il maggio è nato Davide
Forapani. Lo annunciano con
gioia nonna Angela e nonno
Enzo e augurano tanta felicità
a Maria Pia e Matteo.
sono sorrette da analisi critica. Comba si limita a registrare l’affiliazione massonica di
molti evangelici senza dire
quali conseguenze ciò avesse
sulla loro attività e la loro predicazione, non approfondisce
le differenze tra massoni progressisti e conservatori, non
spiega perché fossero massoni quasi tutti i pastori e dirigenti metodisti e battisti, ma
soltanto una minoranza di
quelli valdesi. Per esempio
Comba non spiega perché
negli anni 1930-40 fossero
antimassoni sia i pastori vaidesi anziani raccolti intorno a
Ernesto Comba, sia i giovani
capeggiati da Paolo Bosio, sia
il gruppo barthiano (di cui
Giorgio Bouchard, non Comba, illustra la radicale incompatibilità con la massoneria).
3) Comba ci dice che la Loggia Excelsior di Torre Pellice
ha retto per vent’anni l’amministrazione cittadina, anticipando nelle sue riunioni
segrete le decisioni che il sindaco Armand-Hugon faceva
passare come scelte democratiche del Consiglio comunale.
Sarà vero? Una ricostruzione
storica non può basarsi soltanto sui verbali segreti della
loggia... Se fosse vero, ne risulterebbe un quadro ben triste della comunità valdese di
Torre Peliice, del suo pastore,
dei professori del Collegio valdese, di altri notabili uniti in
combutta per esautorare la
democrazia di base che proclamavano a parole. Comba ci
assicura che le logge di Torre
Pellice e Pinerolo continuano
oggi a lavorare con intenti «filantropici», ossia difendendo
valori e interessi di alcuni
possidenti e notabili, naturalmente protetti dal segreto. Bisogna credergli sulla parola,
perché non è libero di documentare il suo discorso.
4) Secondo Comba, essere
massoni nell’Italia del centrismo era una cosa molto scomoda. A Torre Pellice non era
affatto scomodo; in realtà in
tutta Italia la massoneria si
adattò molto bene ai nuovi
tempi, rinunciando agli ottocenteschi valori di laicismo e
progressismo per reclutare
democristiani e neofascisti,
socialisti rampanti, affaristi di
pochi scrupoli e golpisti dei
servizi segreti deviati. Come
Comba spiega, la massoneria
non è una struttura unitaria e
centralizzata, le singole logge
hanno larga autonomia, sotto
la copertura del segreto pos
Un episodio esemplare di lotta contro il confessionalismo cattolico
Per una democrazia autentica anche nella scuola
Ho aiutato una mia amica a risolvere
il problema (ormai diventato annoso
per i tentativi più o meno espliciti e attuati in buona e/o cattiva fede) di vedere «sabotare» la nostra Costituzione, in
quegli articoli che sanciscono diritti di
cittadinanza a tutti, compresi i non cattolici. I fatti qui di seguito riportati si
sono svolti a Passignano sul Trasimeno
(Pg). In occasione della Pasqua i bambini e le bambine della scuola media di
Passignano hanno scritto sul diario,
sotto dettatura, il seguente testo: «Si
comunica che in occasione delle festività pasquali, il parroco, don Gaetano,
ha espresso il desiderio di benedire l’edificio [intendi «scolastico», ndr] il giorno
19 aprile 2000. Si chiede alle famiglie di
comunicare il loro assenso o dissenso.
Firma SI NO».
L’avviso è stato portato a casa anche
da Costanza P. (figlia di amici miei), la
cui mamma mi ha chiesto spiegazioni
su come andavano «queste cose in Italia», dal momento che in Francia, suo
paese d’origine, semplicemente non
esistono. Il mio primo consiglio è stato
quello di tentare di risolvere il problema, dialogando con la scuola, informandola che la legge è dalla sua parte
e fornendole tutti i dati di riferimento.
La mamma ha così motivato il proprio
dissenso; «In quanto atea, non ho
niente contro la benedizione da parte
di qualsiasi prete di qualsiasi religione.
La scuola, però, non è frequentata
esclusivamente da atei o acattohci ma
è una scuola laica per tutti. Mi risulta
che la legge italiana vjeta questo tipo
di manifestazionè».
Il vicepreside, professore di matematica, ha così risposto alla figlia: «La
mamma è male informata. La legge né
vieta, né autorizza. Comunque, quando
la benedizione avrà luogo, non hai che
da andare nell’aula computer. Per me
può venire qualsiasi prete, un rabbino,
un muezzin [?] a fare allalla [?]. Non
vedo qual è il problema».
Ovviamente, il giorno dopo, la mamma insieme a Costanza è andata a
scuola per parlare con questo signore
che, insieme ai suoi eolleghi e colleghe,
riceveva i genitori. Si è trovata di fronte
a tre insegnanti che hanno chiesto di
fare uscire la bambina. Apparentemente erano tutti e tre concordi nel difendere questo punto di vista: «La benedizione non è illegale. Ha un valore formativo e fa parte dell’insegnamento
della religione cattolica. La scuola italiana non è esattamente laica [quanta
verità, ahimè, in queste parole...]. Lo
stato italiano è fondato sulla religione
cattolica [altra verità quasi mai ammessa]. La benedizione dell’edificio scolastico è una consuemdine. La minoranza non può condizionare. Le minoranze sono, anche fin troppo, tutelate in
Italia. L’essere allontanata nell’aula di
informatica non è discriminazione. La
cosa [leggi benedizione] è stata decisa
dal Consiglio d’istituto».
Pazientemente la mamma ha continuato a difendere il proprio punto di
vista, informando gli insegnanti delle
varie sentenze che sanciscono, con
chiarezza, l’esatto contrario; ha fatto
notare la legalità della propria posizione e che il.prbblema, se mai ce ne fosse
uno, era il loro. Esigeva che la figlia non
fosse né mandata nell’aula d’informatica né allontanata da scuola. In seguito
a tale incontro, ha chiesto un appuntamento con la preside. Immediatamente abbiamo preparato upà lettera circo
stanziata e supportata da riferimenti
giuridici (artt. Costituzione 2,3,7,8,19,
20, 33; sentenza Corte Costituzionale
12-4-1989 n. 203; sentenza Tar Emilia
Romagna n. 250 del 17-6-1993; sentenza Tar Veneto marzo 1995; Dpr n. 417
del 31-5-1974) da consegnare e far protocollare presso la segreteria. Alla consegna della lettera la segretaria ha provato a opporre resistenza; non voleva
protocollarla, volendo aspettare la preside alla quale, quando è arrivata, è stata esposta la materia del contendere,
nonché consegnata la lettera stessa.
La preside, come ha affermato, non
era a conoscenza deH’iniziativa religiosa. Ha dimostrato di accogliere le istanze proposte, vietando lo svolgimento
della funzione di benedizione dell’edificio scolastico da parte del prete, durante l’orario delle lezioni. La benedizione è stata «elargita» il 19 aprile alle
ore 8, in assenza degli alunni e delle
alunne della scuola: come tutti i giorni,
alle ore 8,20, Costanza è entrata in classe, dove alcune compagne l’aspettavano, dimostrandole simpatia e solidarietà. È importante sottolineare che
molti genitori, che hanno saputo dell’episodio, hanno espresso ammirazione nei confronti di Costanza e della sua
mamma... e qualche insegnante, estraneo ai fatti, è rimasto costernato di
fronte all’atteggiamento di colleghi
tanto poco informati. Voglio pensare
che in futuro Costanza respirerà aria di
democrazia autentica nella sua scuola,
che ha imparato ad accoglierla pienamente solo dopo questa piccola battaglia, ma che ha il Compito istituzionale
di formare cittadini e cittadine e non di
formare cattolici e cattoliche.
Antonella Violi-Perugia
sono proporsi ideali «filantropici» oppure darsi al sottogoverno, allearsi con la mafia o
ordire complotti come la famigerata loggia P2, stroncata
dalla magistratura e da un’inchiesta del Parlamento.
5) Comba è una persona
per bene, come altri massoni,
ma la sua presentazione della
massoneria non è onesta. La
massoneria si definisce come
un'élite, non una minoranza,
e rifiuta ogni confronto in
nome di una segretezza che
copre tutto. Comba non fa la
storia della massoneria, non
spiega cosa sia oggi, non propone un confronto autentico,
lancia soltanto un bando di
armolamento per i buoni vaidesi. Avrà successo con chi
cerca non ideali, ma posizioni di potere.
Giorgio Rochat - Milano
Sulla «Charta
oecumenica»
l’articolo del pastore Platone sulla «Charta oecumenica»
(n. 17 del 28 aprile) mi trova
completamente d’accordo.
Permettimi comunque di sottolineare l’importanza del
fatto che le chiese non devono ingerirsi negli affari dello
stato né permettere il contrario, ricordandoci comunque
che abbiamo la forza di denunciarne le storture. Noi
riformati dovremmo sempre
avere come esempio la forza
dirompente che ha avuto il
Sinodo di Barmen che, con
una dichiarazione di fede, ha
duramente contrastato, se
non bloccato, la Chiesa nazionale tedesca.
Secondo me poi deve esse
re modificata la frase «le differenze possono invece essere reciprocamente tollerate»,
perché questa espressione
cozza con quanto scritto in
Giovanni 15, 34-35; se l’ecumenismo è un’espressione
d’amore reciproco e ritrovato, non si può e non si deve
parlare di tolleranza (quasi
sinonimo di sopportazione)
ma di rispetto, quel rispetto
reciproco che è la base dell’amore. Per quanto riguarda
la decisione di stabilire chi è
chiesa e chi è setta, questo
non rappresenta un problema; le sette si definiscono da
sole nel momento in-cui dichiarano di essere la sola vera
chiesa di Cristo.
Gianfranco Martra
Sant’Antonino di Saluggia
(Vercelli)
Passatempo
(D. Mazzarella)
Orizzontali
1- Aspro, pungente
5- Sigla di circoli ricreativi
7. Il messia
8. Inizio di ictus
10. Soprabito inglese
11. L’apostolo Paolo è stato
prigioniero in questa
città
14. Assemblea di Circuito
15. Auto... incubo degli au
tomobilisti
16. Lo erano Isacco, Davide
e Malachia
19. Iniziali del poeta Saba
20. Provincia del Piemonte
22. Patriarca biblico
26. Chi sa parlare possiede
quella... dicendi
27. Verbo... diabolico
29. Mezzo olmo
30. Vocale greca
31. Antico popolo di stirpe
iranica che abitò la regione della Russia meridionale
32. Pari in moda
33. Un figlio di Isacco
34. Onde Medie
Verticali
1. Consonante muta
2. Simbolo del cristianesimo
3. Perversa, cattiva
4. Libro dell’Antico Testamento che ha per protagonista una donna
5. Della stessa epoca, contemporanei
6. Il luogo dal quale Pilato
condannò Gesù alla crocifissione
9. Riccardo riformatore e
cancelliere dell’università di Oxford
12. Santa... in Argentina
13. Evitata o ingannata
17. Vi predicò la Riforma
Bertoldo Haller
18. Nome di donna
21. Una grande religione
monoteista
22. Miscredente
23. Consonante greca
24. Iniziali di Tassoni
25. C’è quella Minore e anche quella Maggiore
28. La prima moneta comune europea
CULTO DI PENTECOSTE
Eurovisione - Raidue - 11 giugno 2000 ore 10,05
Il culto sarà trasmesso dalla chiesa evangelica valdese di
Genova-via Assarotti. Presiede il pastore Teodoro Fanlo y
Cortés. Regia di Giovanni Ribet. Commento a cura di Gianna Urizio per la rubrica Protestantesimo.
Partecipano tutte le altre chiese evangeliche della città. Il
culto sarà allietato da canti eseguiti dalla corale della Chiesa
valdese, diretta dal maestro Ezio Alfieri e dalla corale ispanica diretta dal maestro Abel Jamoca.
FONDO DI SOLIDARIETÀ
conto corrente postale n. 11234101
intestato a La Luce, via San Pio 15.10125 Torino
Fornai in Eritrea
Nel momento in cui scriviamo queste note (31 maggio), le informazioni dall’Eritrea sono contrastanti: mentre ad Algeri si tratta per la
pace, sul fronte continuano i
combattimenti sebbene taluni comunicati parlino di ritiro unilaterale di truppe
etiopiche. Intanto continua
la fuga della popolazione. Le
notizie che ci giungono direttamente dall’Eritrea lasciano comunque sperare
una fine reale del conflitto.
La catastrofe umana è di
proporzioni gigantesche e il
nostro contributo non sarebbe significativo in questo
campo. Invece l’iniziativa
per aiutare la cooperativa dei
mutilati-fornai continua a
essere concretamente utile,
sia perché il nostro contribu
to è proporzionato ai bisogni
(macchine impastatrici ecc.)
sia perché il numero dei mutilati non ha fatto che aumentare in tutto questo tempo. Contiamo di raggiungere
presto i primi 5.000.000 di lire che invieremo direttamente e continueremo a raccogliere le vostre offerte in
vista di un secondo invio per
lo stesso scopo, (f.d.)
OFFERTE PERVENUTE
IN MARZO-APRILE
£ 200.000: Ester La Scala;
Odette Eynard Balmas.
£ 100.000: Mirella Argentieri
Bein.
£ 10.000: nn Mestre; xx Mestre.
Totale: £ 520.000
Totale precedente:
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Imposta bollo: £ 18.000
Incassa: £3.548.255
■ PARTECIPAZIONI ■
RINGRAZIAMENTO
«Il suo sole è
tramontato quando
era ancora giorno»
Geremia 15, 9
Le sorelle, il fratello e i familiari tutti del caro
Ferruccio Bonjour
(Uccio)
commossi e riconoscenti per la
dimostrazione di affetto e di stima tributata al loro caro, ringraziano tutte le gentili persone
che con presenza, scritti, fiori e
parole di conforto hanno partecipato al loro dolore.
Si ringraziano in modo particolare il personale medico e
paramedico dell’Ospedale valdese di Torre Pellice, il dott.
Soligo, Dany e Emma e il pastore Kamba.
Torre Pellice, 8 giugno 2000
Un compact
disc e un
libretto Fcei
In allegato al numero
della rivista Avvenimenti
in edicola da giovedì 8 giugno sono dispoiiibili due
pubblicazioni della Fcei;
un libro e un disco Cd. Il
primo è una nuova edizione del volumetto L’utopia
di Dio sul Giubileo biblico
e sulla cancellazione dei
debiti internazionali, realizzato insieme all’unione
delle chiese awentiste in
occasione della Settimana
della libertà 1999. Il secondo è un Cd dedicato alla
Musica protestante, che
contiene 23 brani, testimonianza di cinque secoli
di innologia evangelica.
^jndlo
abbonamenti
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estero
sostenitore
L. 10.000
L. 20.000
L. 20.000
Ccp n. 46611000 intestato a:
«CULTO RADIO», via Firenze
38, 001 84 Roma.
20
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 9 GIUGNO 2000
i Viaggio in Colombia, uno dei paesi latinoamericani più controllati dagli Usa - 1
La Colombia non è solo narcotraffico
Le violenze sono molte. Le armi in circolazione sarebbero oltre sei milioni Le usano
l'esercito, i paramilitari, i guerriglieri e la delinquenza comune che colpisce soprattutto le città
BRUNA PEYROT
POCO si parla oggi dell' America Latina, come se i
suoi equilibri si fossero stabilizzati nella precarietà di un
continente sotto controllo dei
grandi States. Questi ultimi,
invece, vigilano con molta attenzione soprattutto la geopolitica dei Grandi Caraibi.
Satellite degli Usa
Ciò accade per due fenomeni in particolare: la fine
della guerra fredda e del
blocco comunista (il caso del
piccolo Eliàn Gonzàles è la
spia emblematica di uria ricollocazione della lobby cubana antìcastrista, in crisi dopo il crollo del muro di Berlino) da una lato e dall’altro la
crescita della componente
ispanica degli Usa stessi, che
fra cinque anni sarà la minoranza più numerosa (13% del
paese contro il 12% dei neri
con una crescita del 38%
contro il 9% del resto degli
americani). Gli americani di
origine ispanica comprendono sempre meno perché i loro paesi d’origine devono essere ancora considerati satelliti statunitensi e i paesi centro e sud americani, a loro
volta non tollerano più di essere considerati zona di gioco
dei gringos. In questo contesto, la Colombia presenta
tutte le turbolenze del nuovo
gioco strategico dei Caraibi,
ma è conosciuta ormai sulla
stampa europea soltanto come il paese del narcotraffico.
Non che non ci sia, però la
Colombia è anche qualcos’altro: è vita e morte, è violenza
di ogni tipo e ricerca di democrazia vera e profonda.
Le molte violenze
È un insieme di contraddizioni a fior di pelle, evidenti
nella loro irrimediabile radicalità. Le violenze sono molte. Le armi circolano, si dice,
per più di 6 milioni e poche
sono legali. Le usano l’esercito, i paramilitari, i guerriglieri
e la delinquenza comune.
L’esercito, formato da giovani che sovente scelgono la via
militare come soluzione di
lavoro, controlla la vita sociale. Sulle carreteras che si irradiano da Bogotá si possono
trovare fino a venti posti di
blocco di seguito, soprattutto
i fine settimana. Pochi però
ormai si muovono. Le «pesche miracolose», come dicono i colombiani, invitano alla
vita casalinga. Si rischia infatti il sequestro da parte dei
guerriglieri fra gli spostamenti da una città e l’altra, verso
Cali e Medellin: chi può viaggia in aereo e non sempre lo
si evita anche così. L’esercito
e la polizia tuttavia non rappresentano la sicurezza per il
cittadino che può solo sperare nella buena suerte se riesce
a rincasare la sera senza arresti o furti. I paramilitari,
all’inizio corpi speciali privati
al soldo dei possidenti poi
corpi sempre più militarizzati
autonomi in lotta contro i
guerriglieri con il benestare
dell’esercito, intervengono
duramente, nelle campagne
a punire chi collabora con la
guerriglia, in città per azioni
punitive contro i leader sindacali o chi si impegna politicamente o socialmente per il
rispetto dei diritti umani. La
delinquenza comune colpisce soprattutto le città.
A Bogotá (che conta 6 milioni di abitanti) non si può
passare dopo le quattro di sera sulle sopraelevate pedonali, né in alcuni barrios, neppure più alla Candelaria, il
suggestivo centro storico fino
a qualche anno fa animato fino a notte tarda da danze e
spettacoli di strada. Al tramonto del sole scatta automatico il coprifuoco. E tutta
la vita collettiva rimasta si
svolge prima di quell’ora.
Nella settimana pasquale del
mese di aprile si svolgeva il
festival del teatro. Gruppi da
tutta l’America Latina si susseguivano sulla placa de Bolivar in un brulichio ininterrotto di gente. Soprattutto i giovani seguivano con passione
il Teatro Carretero, quel teatro di strada al quale sembra
essere oramai affidata l’unica
denuncia politica possibile in
modo aperto.
Le formazioni guerrigliero
principali, infine, sono le
Fare (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) con
più di 20.000 arruolati di cui
quasi la metà donne e l’Eln
(Ejército de Liberation national) con 10.000 combattenti,
le prime nate dall’unificazio
ne delle formazioni guerrlgliere principali del fronte
sud nel 1965, il secondo filocastrista. In realtà la guerra e
la guerriglia in Colombia durano da più di cinquant’anni.
È una vera e propria dimensione della società. Essere in
guerra è una dimensione
quotidiana in cui sono cresciute ormai almeno tre generazioni, almeno sin dal
1948 quando i conservatori
vinsero le elezioni e assassinarono l’avversario Jorge
Eliecer Gaytàn e decimarono
nel decennio successivo i
quadri del suo partito.
500.000 morti
La repressione del periodo
noto come La violencia fece
500.000 morti soprattutto fra
i quadri sindacali contadini
che reclamavano terre incolte, strade, scuole, associazioni legali che li tutelassero.
Non furono estranei, come
sempre, gli aiuti americani,
interessati a liquidare una
turbolenza scomoda nei
pressi del canale di Panama,
controllato per contratto
d’affitto fino al 1999. Sia le
Fare che l’Eln hanno aperto
una tavola di trattativa con il
governo Pastrana. Le Fare soprattutto, all’interno delle
quali molti gruppi stanno faticosamente elaborando un
passaggio alla lotta nonviolenta, molto difficile in un
paese come la Colombia dove per ora non esiste un diritto comune a cui riferirsi davvero nonostante il paese sia
una Repubblica, con una Costitucigio alla lo (1991) che ribadisce i principi democratici a tutela della libertà e dello
sviluppo individuale.
Il ruolo delle guerriglie
Sempre le Fare (composte
da 66 fronti) hanno organizzato uno stato nello stato in
un territorio al centro della
Colombia, di 45 mila kmq,
grande come la Svizzera, ottenuto per successive concessioni governative in cambio del rilascio di rapiti eccellenti. Qui, nella zona smilitarizzata vicino alla foresta
del Caguán (di cui la città
più grande è San Vicente di
45.000 abitanti), il governo
non esiste più e le Fare gestiscono dai servizi pubblici alla
giustizia. Periodicamente si
tengono sessioni di dibattito,
spesso riprese anche dalla televisione in cui vengono discussi i problemi del paese.
L’8 aprile scorso, per esempio, per la prima volta in diretta (tre ore) la tv ha trasmesso l’incontro fra governo, guerriglieri e sindacati.
«Può essere pericoloso farci
conoscere in tv - mi dice Maria Luisa, già sindacalista e
ora maestra di biodanza perché i guerriglieri hanno le
armi, i sindacalisti no e ci
prendono più facilmente».
Non che le armi i sindacalisti
non possano averle, ma si limitano alla scorta: gli uomini, perché le donne se la fanno reciprocamente a turno!
In ogni caso hanno scelto, sapendo i rischi che correvano
di rinunciare all’arma di difesa. E in migliaia hanno già
pagato questa decisione.
In questo contesto, assume
grande rilevanza la nascita
del Frente social y politico,
che si è presentato pubblicamente il 12 aprile a Bogotá,
davanti a più di 5.000 persone, con delegazioni da tutta
la Colombia. Peccato che ìa
stampa europea, compresa
quella italiana, non ne abbia
dato notizia e l’unico messaggio italiano giunto per
l’occasione sia stato quello di
Bertinotti. Ne parleremo la
prossima volta.
(1 - continua)
Perché forma donne e uomini
responsabili, capaci di contribuire
allo sviluppo del proprio paese e di
affermare i valori della democrazia
e della persona umana.
Ma in Italia e nel mondo ci sono
oltre 130 milioni di bambini che non
hanno mai frequentato una scuola
o la devono abbandonare prima del
previsto. Così sviluppo,
democrazia, diritti
saranno per loro parole
prive di significato.
Per questo le chiese valdesi e
metodiste hanno deciso di investire
una quota dell’otto per mille, a loro
esplicitamente destinato dai
contribuenti,
per sostenere progetti di
cooperazione allo sviluppo, di
educazione di base, di promozione
della cultura della pace da
realizzarsi in Italia e nei paesi
del Sud del mondo.
Lo faranno in collaborazione con
organismi ecumenici, istituzioni
locali, associazioni di volontariato
che hanno maturato significative
esperienze in questo campo.
n'
■
1
*
9 m
Un dettagliato rapporto deH’utilizzo
dei fondi ricevuti è stato pubbiicato
sui maggiori organi di stampa
e su Riforma del 14 maggio 1999
Tutti i fondi
dell’8 per mille
destinati alle
chiese valdesi e
metodiste sono
stati investiti
esclusivamente
in progetti
sociali e
umanitari in
Italia e
all’estero.
E sarà così
anche in futuro
Chiesa
via Firenze 38 ■
evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it
sito Web: http://chiesavaldese.org
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