1
Anno 125 - n. 21
26 maggio 1989
L. 900
Sped. abbonamento postale
Gruppo 11/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IMMIGRATI IN ITALIA
BASILEA 15-21 MAGGIO
L'estrema solitudine
Più disperazione che follia nella vicenda della donna tunisina che
si è gettata dalla finestra con i figli - Superare l’incomunicabilità
La pace
■
Ladri, sporchi, terroristi, spacciatori di droga. Dopo queste
qualifiche, ricorrenti sugli organi di stampa quando si deve parlare di immigrati terzomondiali
(•e particolarmente se si deve
« far notizia »), un’altra espressione è stata rivolta, con evidente leggerezza, alla donna tunisina che si è gettata dalla finestra
insieme ai suoi due bambini,
avendo precedentemente buttato
nel vuoto il terzo.
Quasi inevitabilmente i giornali radio hanno titolato « Tragedia della follia a Milano ». Si è
parlato senza mezzi termini di
gesto folle. Si è, altrettanto ovviamente, calcata la mano sui
precedenti penali del marito, effettivamente legati al traffico di
stupefacenti, peraltro fuggito poi
con un’altra donna.
Insomma, in molti modi questa tragedia (perché tragedia di
fatto lo è) è stata incanalata in
quei binari che permettono una
cosa molto semplice: individuare
il latto di cronaca come fatto
essenzialmente personale, im fatto, guarda caso, di devianza. Deviente è nella mentalità di molti
di noi l’immigrato. Deviante lo
diventa egli stesso nei fatti, quando la richiesta pressante di manodopera in nero (si veda la
raccolta del pomodoro nel ca
sertano), non bilanciata da adeguate strutture e normative di
legge, lo sbatte in pasto ai « caporali », ai mediatori di braccia,
alla delinquenza organizzata.
Quando la vita basata sul lavoro di 12-14 ore e sul riposò
nelle baracche, pur di mandare qualche soldo a casa, e l’abbrutimento conseguente lo spinge all’alcool, alla trascuratezza
della propria dignità.
Ormai analisi, studi, inchieste
in questo senso vengono fatte
ogni giorno, e sembra che non
basti mai.
Chi ne ha condotta una seria
è Tahar Ben Jelloun, più noto
come romanziere marocchino
che vive a Parigi e che ha vinto
due anni fa il prestigioso « Goncourt » con uno dei suoi ro
manzi. Ben Jelloun però si è
anche laureato in psicologia sociale e ha pubblicato, da poco
anche in italiano, un importante
saggio dal titolo « L’estrema solitudine ». E’ il racconto angoscioso dei colloqui con i suoi
pazienti: immigrati maghrebini,
quasi tutti afflitti dalla mancanza di relazioni affettive, dalla
disperazione di essere lasciati
TUTTO BASILEA
Un supplemento del prossimo numero datato 2 giugno sarà dedicato
al resoconto del nostro inviato e
di altri collaboratori sulla storica
Assemblea ecumenica di Basilea.
Il supplemento sarà inviato a tutti
gli abbonati (in contrassegno percoloro che non hanno rinnovato
i'abbonamento ’89); chi ne desidera
copie aggiuntive telefoni alla nostra redazione entro il 27 maggio
prossimo (tei. 011/655278). Costo
lire 1.000 ogni copia.
soli con se stessi. Alcuni andavano da lui più per amicizia,
per parlare, che per sottoporsi
alla terapia.
Allora, se è pur esatto, scientificamente, parlare di elementi
patologici nelle storie disperate
di molti di loro (ma anche di
molte altre categorie sociali: i
disoccupati, i cassaintegrati colpiti da depressione, i suicidi...),
non ci possiamo permettere di
tacciare di « follia » un comportamento che è stato sì distruttivo, ma che trova buona parte
delle sue radici e motivazioni in
un problema sociale.
Sociale va inteso in molti sensi: i giornali hanno fatto giustamente notare che a Dalila Ayari
non era mancata la solidarietà
degli inquilini dello stabile in cui
viveva; e i servizi avevano per
un certo tempo seguito la famiglia. (Per inciso: se poi l’assi
stenza pubblica si ritiene ■ non
funzioni, niente di meglio, in que.
sto momento, che sparare a zero
su USSL, assistenti sociali, ecc.
Il caso «Serena» insegna).
Tutto questo non è bastato a
far desistere Dalila Ayari dal
suo gesto. Gesto di distruzione
e di morte, ma gesto dettato am
che dalla consapevolezza di un
ruolo (quello materno) considerato come totalizzante: di fronte all’impossibilità di svolgerlo
come necessario, forse, una dignità si è sentita offesa.
Purtroppo la consapevolezza
di essere pur sempre una persona da assistere (o marginalizzata, nei casi peggiori) rende a volte inutili i gesti di solidarietà
che compiamo. Si tratta forse,
per tutti, di uscire dall’incomunicabilità. Per loro, di uscire dall’estrema solitudine.
Alberto Corsani
non e piu un sogno
E’ stato l’avvio (Ji un processo nuovo - La fragilità della nostra pace ricordata dai profughi
« stanotte ho fatto un sogno
che non avevo fatto mai; sognavo che gli uomini non combattevano più... » : così canta Bob
Dylan in una ceìebre canzone
che in questi anni abbiamo insegnato ai nostri bambini, cercando con loro le vie delia pace.
Oggi, dopo Basilea, questo sogno è più vicino.
A lungo sono durati i canti e
i balli, le musiche e i fuochi di
una serata indimenticabiìe iungo ie rive del Reno, tra i viali e
i ponti, illuminati da migliaia di
fiaccole, la cui luce si rifletteva
nell’acqua scura, dove scivolavano silenziose migliaia di fiammelle trasportate dalla corrente,
fiori luminosi che esprimevano
un messaggio di pace e di gioia.
LA DISCESA DELLO SPIRITO
Il vento impetuoso
(Atti 2: 1-13)
La storia di Babele è la storia di un fallimento:
fallisce per l’umanità il progetto di una città forte e famosa contro il rischio della dispersione, di
una città costruita nell’ottica della difesa e della
conservazione. Il racconto biblico ci dice invece
che la forza, la difesa e la ricerca della fama creano una Babele, cioè l’umanità che non è più in
grado di comunicare.
Oggi vogliamo leggere il racconto della discesa dello Spirito Santo come la replica di Dio alla
torre di Babele, come il racconto che annuncia che
Dio non abbandona l’umanità al suo peccato.
E se la storia di Babele è il grande avvertimento che la chiusura e la forza sono un boomerang,
sono una scelta che ritorna indietro come autodistruzione e dispersione, il racconto della Pentecoste è il potente annunzio che Dio crea, attraverso lo Spirito, la possibilità della riconciliazione e
della comunicazione per eccellenza, cioè la comunicazione delle « grandi cose di Dio »: l’Evangelo
raggiunge tutti i popoli, abbatte ogni frontiera,
diviene accessibile ad ognuno. In che modo?
I) L'azione dello Spirito è presentata come
un vento impetuoso che soffia e riempie tutta la
casa (v. 2) e al V. 4 si dice che tutti furono riempiti dello Spirito Santo. Soltanto dopo c’è la scoperta che si può comunicare in un modo assolutamente imprevedibile.
Questo vento impetuoso renderà possibile la
comunicazione degli uomini e delle donne fra di
loro e consentirà loro in questa comunicazione di
comprendere le « cose grandi di Dio », cioè cosa
Dio compie in mezzo a loro. Appunto perché la
comunicaz.ione e il riconoscimento tornino ad essere possibili, si è reso necessario « un vento impetuoso », un grande scompiglio. Ci chiediamo se
questo vento impetuoso non possa essere per noi
la presenza inarrestabile di centinaia e centinaia
di fratelli e sorelle che da più di un decennio e
per molti anni ancora saranno costretti a lasciare i
loro paesi e dagli stati dell’Africa, dell’Asia, dalle
isole dell’Oceano Indiano vengono a scomporre e
a interpellare il corso della nostra economia, della
nostra cultura, della nostra fede e dunque della
nostra vita.
Un vento impetuoso che spazza via le barriere
e porta con sé nuove urgenze, nuove risorse, nuove priorità. Un vento impetuoso che rimescola le
nostre attese e le nostre aspettative e che conduce ad attese e prospettive comuni, un grande scom
piglio che è in grado di comunicare e di prospettare una vita rinnovata e riconciliata per tutti.
Un vento che riempie tutta la nostra casa e
che è in grado di convocare tutte le genti dei dintorni e che ha, dice il nostro testo, come primo
risultato quello di confondere, di stupire, di meravigliare.
Non potrebbe essere questo scompiglio, questa
migrazione costante, lo strumento, certo contraddittorio, della voce dello Spirito Santo per una
umanità avviata all’autodistruzione?
2) Le folle stupivano perché un gruppo di
gatilei diventa capace di parlare, di farsi capire,
non nelle lingue commerciali dell’est e dell’ovest,
cioè il greco e l'aramaico, che indubbiamente ognuno di loro conosceva per poter essere inserito negli affari, ma nelle loro lingue materne. E la lingua materna è la lingua che tu puoi capire, di cui
afferri sfumature ed accenti, rispetto alla quale
non puoi sfuggire.
Questa è l’azione di Dio nel racconto di Pentecoste: che Dio ti parla nella lingua che tu puoi
capire. « Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della
Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia,
del Ponto e dell’Asia... tanto Giudei che proseliti.
Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle cose grandi di Dio nelle nostre lingue ».
Ma non potremmo noi dire, fratelli e sorelle:
noi romani, siciliani, napoletani, noi italiani, noi
.svizzeri, svizzeri tedeschi e svizzeri di lingua francese, noi tedeschi del sud e tedeschi del nord, noi
francesi, olandesi, canadesi, li udiamo parlare nelle nostre proprie lingue, nei nostri dialetti che non
sono le lingue studiate nei corsi specializzati (l’inglese della British School o l’italiano della scuola
di Perugia), né le lingue dei rapporti internazionali, ma sono le nostre lingue imparate giorno dopo giorno nel luogo di lavoro o per la strada, alla
ricerca di un lavoro e di una casa, nei contatti quotidiani difficili e duri. Certo non ci parlano delle
cose grandi di Dio. Ci parlano della loro storia e
delle loro speranze, delle loro necessità e del loro
dolore, dei soprusi subiti e della voglia di vivere.
Ma... cosa sono le grandi cose di Dio se non
delle parole ed una presenza che ti convocano per
la conversione e per la speranza comune; cosa
sono le grandi cose di Dio se non un discorso che
prima non possedevi e che rimette in gioco la tua
vita in modo che tu la comprenda diversa e le
viva anche diversamente?
Maria Bonafede
Una serata conclusiva di una settimana intensa di lavoro, al termine del quale le chiese cristiane
d’Europa hanno votato un lungo
documento sui tre nodi del nostro secolo: giustizia, pace, salvaguardia del creato.
Torneremo sull’analisi di questo documento che, forse, meglio
di così non avrebbe potuto essere, se solo viene però inteso come punto dì partenza, e non di
arrivo. Come è stato sottolineato da più parti, e da Jean Fischer, il segretario della Conferenza delle chiese europee, questo di Basilea è solo l’inizio di
un cammino. E’ un processo nuovo che si è voluto iniziare; e la
partenza è stata buona.
Come si sa il documento era
stato inviato in una prima bozza
a tutte le chiese, comprese le
conferenze episcopali cattoliche.
Molti sono stati gli emendamenti ricevuti, sulla base dei quali è
stata redatta una seconda bozza.
Anche questa ha ricevuto più di
un centinaio di osservazioni. Nel
corso dell’assemblea di Basilea i
circa 700 delegati hanno ulteriormente rivisto il testo. Infine una
commissione ristretta, dopo aver
vagliato tutte le modifiche richieste, ha predisposto un terzo testo. Questo è stato ancora discusso dall’assemblea ed in parte
modificato. Si è così giunti al voto finale. Prima di procedere con
le operazioni, il presidente ha
chiesto un momento di raccoglimento silenzioso. Poi si è passati
al voto per alzata di mano. Su
504 votanti ci sono stati 480 voti
favorevoli, e una dozzina di contrari e di astenuti.
Qualcuno in sala ha intonato
« Doria nobis pacem ». L’assemblea spontaneamente si è alzata
in piedi, mentre nell’aria fluttuava la dolce melodia di questa antica invocazione : le chiese che
avevano appena fatto la pace,
raggiungendo un consenso mai
verificatosi in passato, si ponevano davanti al Signore, invocando
da Lui la pace. Grandezza e miseria della nostra predicazione.
Non trionfalismo, dunque, ma
consapevolezza della fragilità e
discutibilità delle nostre parole.
Al mattino, nel culto che apriva
la giornata di lavoro, era stato
meditato il testo di Giosuè 24.
Mentre il predicatore parlava, venivano scolpite su un cippo una
colomba e le parole « pietra della pace », a imitazione di quanto
Giosuè aveva fatto nella famosa
assemblea di Sichem. La pietra è
stata poi posta 11 giorno dopo,
domenica 21 maggio, accanto ad
un tiglio piantato di fronte alla
statua del riformatore di Basilea,
Ecolampadio, sul lato destro della cattedrale, il Miinster (vicino
all’ingresso della cappella dove
la nostra comunità di lingua italiana tiene il culto).
Ma quanto la pace sia ancora
Luciano Deodato
(continua a pag. 2)
2
commenti e dibattiti
26 maggio 1989
IL NORD
GEREMIACO
In seguito alla lettura deH’articolo
Intitolato « Quando il Vangelo faceva
scandalo » di Paolo Angeleri sul giornale n. 18 del 5.5.89, vorrei evidenziare quanto ho potuto osservare a proposito del titolo dei primo dei due volumi del Tomizza: « Il male viene dal
Nord ».
Premetto che condivido quanto l'Angeleri esprime circa l'ambiente arroventato da roghi, persecuzioni e torture del sec. XVI prima e dopo la
Controriforma cattolica, e circa la
« sedicente disponibilità ecumenica del
cattolicesimo romano, che maschera
oggi... il vero volto di sempre... ».
In quanto al primo volume il Tomlzza a pag. 96 afferma che la Germania
« è quel Nord da cui per Geremia proveniva ogni male », e in calce cita
Geremia 1: 14: « Omne malum a Septentrione » (ogni male dal nord). Innanzitutto c'è da Osservare che il suddetto testo latino, citato ad orecchio
dal Tomizza, non è esatto. Esso, Infatti, nella Vulgata Clementina si legge
così; • Ab aquilone pandetur malum super habitatores terrae » (dal nord si
diffonderà — o si riverserà — la rovina
sugli abitanti della terra).
Geremia, ispirato da Dio, fa sapere
agli abitanti del piccolo regno di Giuda e in particolare a quelli di Gerusalemme che il Signore, a causa della
infedeltà del popolo prostituitosi con
le divinità straniere, sta « per radunare
tutte le tribù ed i regni del nord » (1:
15), da dove si riverserà • la distruzione sugli abitanti della regione ».
Geremia profetizza nell’anno 626 a.
C., cioè con un anticipo di 29 anni,
le due invasioni del regno di Giuda,
operate da Nabucodonosor, la prima nel
597 a. C., la seconda nel 587 a. C.
Geremia parla del nord. Si domanda;
rispetto a chi e a che cosa? E' chiaro che egli parla dei nord rispetto
agli abitanti della città di Gerusalemme. Egli profetizza che la distruzione
della città sarà fatta da un esercito
che giungerà da una via proveniente
dal nord, in questo caso dalla Mesopotamia, sita a nord-est di Gerusalemme.
Quando in seguito Geremia verso
CASA EVANGELICA
METODISTA
S. MARZANO OLIVETO
Corso di
informatica
pratica
Nei mesi di luglio ed agosto
’89, la Casa offre a tutti, ed in
particolare a pastori e diaconi, la possibilità di imparare
ad usare gli elaboratori elettronici... moderni elettrodomestici che sostituiscono macchine da scrivere, contabili,
ciclostili, ecc. Poiché la Casa
continua ad ospitare persone
anziane in questo periodo (c’è
ancora posto ! prenotate ! ), sono disponibili 8 periodi di 7
giorni per un massimo di sei
persone ogni periodo: L. 133
mila tutto compreso in camera a due letti per 7 giorni;
condizioni particolari per pastori e diaconi iscritti nel ruolo della Tavola valdese (L.
70.000). Prove pratiche con
due (tre) elaboratori diventati attualmente IBM-compatibili, al costo più basso del
mercato attuale. Possibilità
di acquisto a prezzo di mercato (L. 300.000 oggi!) prima
che aumentino (in Inghilterra,
dove li fabbricano, sono immediatamente aumentati di
1,60.000 lire); oltre ad essere
IBM-compatlbili, fanno quello che gli attuali IBM non
fanno ancora. Scrivere o telefonare a:
Ugo Tomassone
reg. davi, 17 - 18100 Imperia
tei. 0183/680019
oppure 0141/856130
I a. 587/86 a. C. predice la distruzione di Babilonia, ed afferma in 50: 3,
9, 41 che « contro Babilonia è venuto
dal nord un popolo che ridurrà la sua
regione in un deserto », egli profetizza la venuta di Ciro II il Grande (550530 a. C.), re della Persia, il quale,
dopo aver vinto il re dei Medi e
Creso, re della Lidia, assoggettata tutta
l'Asia Minore, da questa (cioè dal
nord), scese per conquistare e distruggere Babilonia che rispetto alla
suddetta regione asiatica trovasi a
sud ‘.
Detto ciò, non mi pare, quindi, ormai sostenibile l’interpretazione « simbolica » del Nord geremiaco*.
Il Nord per Geremia è II vero nord
geografico, sia rispetto a Gerusalemme prima, sia rispetto a Babilonia dopo.
A mio avviso sarebbe gratuito ed arbitrario intendere il nord dei surriferiti passi geremiaci in senso assoluto,
come II punto da cui trae origine « ogni male », tanto da poter includere in
esso perfino la Germania... « luterana ».
A questo punto non sarebbe il caso
di chiedere al Tomizza se egli reputi
la riforma luterana « un male » germanico?
Bruno Ciccareili, Catania
‘ Cfr. La Sacra Bibbia, Edizioni Paoiine, nota a Ger. 50: 9.
^ Cfr. La Bibbia T.I.L.C., nota c) a
Ger. 50: 3.
ANCORA SULLA
TOGA DEI PASTORI
Rispondo alla sorella Gianna Zanatta
ed al fratello Marco Gisola sull’argomento della toga dei nostri pastori, a
seguito dei loro interventi apparsi sul
giornale (A colloquio con i lettori)
del 5 maggio u.s.
In sostanza i miei interlocutori si
fanno paladini delTabusato concetto
della nostra malintesa democrazia,
della quale tutti siamo più o meno (a
sproposito) invasati per la puerile paura di essere tacciati di • autoritari »1...
E si fa quindi a gara ad approfittare
del termine « democrazia » (che dovrebbe avere un alto e nobile significato) per scansare l'obbligo del senso
dell’ordine e della necessaria disciplina, che è alla base di un corretto
vivere civile. Per noi (gli italiani, intendo) democrazia è fare il proprio
comodo al di sopra e al di fuori di
ogni buona regola e del rispetto verso i diritti degli altri. Così, ad esempio, si va in bicicletta e in ciclomotore sui marciapiedi; si transita sui passaggi pedonali, col segnale rosso, passando fra un'auto e l’altra; si posteggia
incuranti di chiudere le uscite alle
altre macchine e tanti altri abusi, specie quando si è maliziosamente sicuri
di rimanere impuniti...
Cosi si trasforma volutamente la libertà in piena licenza, senza nessun
riguardo per le semplici buone regole indispensabili al vivere sociale.
Questo è il nostro concetto di democrazia e di libertà che però non deve
o non dovrebbe attecchire nella chiesa,
la quale è ovviamente tenuta a dare
il buon esempio di ordine e di correttezza onde combattere l'uso generale
di una palese « anarchia » (nel senso
etimologico della parola; quello politico non c'entra) della quale si vedono
ogni giorno le sconcertanti conseguenze.
Ma vi sono altre considerazioni da
fare.
lo non conosco la storia della toga
pastorale ma suppongo che sia nata
insieme alla chiesa, con uso certa
mente e solennemente obbligatorio (e
non facoltativo) cosicché, nel lungo
tempo, ha assunto anche un aspetto
ed un valore tradizionale. E le tradizioni meritano, in tutti i casi, un certo rispetto, semplicemente come tali.
Nel passato ho fatto, in periodo di
vacanze, le mie consuete visite alle
« Valli » partecipando ai Sinodi (varie
volte come delegato della mia chiesa)
ed ai culti della consacrazione del
nuovi pastori, i quali uscivano poi in
piccolo corteo indossando la prescritta toga, seguiti dagli altri pastori, pure in toga. Ed era una scena austera
e edificante. Non so se anche oggi è
così.
Con la mentalità cosiddetta « moderna », detti nuovi pastori potrebbero
sfilare nei loro svariati abiti civili
facendo la figura di un gruppo di candidati promossi agli esami per un Impiego alle poste o nelle ferrovie...
Quando si demolisce, si deve farlo per ricostruire qualcosa di migliore
e non per il solo gusto di abolire senza nessun plausibile motivo; la toga è un indumento che non comporta
difficoltà o sacrifici ma è bensì un
elemento di distinzione, come lo è per
i magistrati in relazione agli alti uffici ai quali sono chiamati.
La toga pastorale contiene in sé anche qualcosa del misticismo indispensabile alla solennità del raccoglimento, conferendo concentrazione (e non
distrazione) durante il culto rivolto a
Dio.
La toga è un segno tangibile di rispetto e distinzione per il pastore, che
non è un impiegato della « Tavola »
incaricato della direzione e amministrazione della chiesa e della comunità
affidatagli (come si vorrebbe oggi...),
ma è bensì un « uomo di Dio » (come si diceva una volta) a lui consacrato (e infatti non fa altro!).
Le leggi, i comandamenti e la Parola di Dio sono immutabili ed eterni,
non si possono cioè associare o
adeguare né alle epoche, né ai tempi moderni, né alle ideologie terrene
e debbono pertanto essere contraddistinti anche negli aspetti esteriori:
ecco perché anche il fabbricato chiesa
ed il suo pur sobrio arredamento hanno un particolare aspetto invece di
sembrare comuni saie di riunione per
i più svariati usi, Compiti e motivi.
Se poi si ritiene che tutto sia inutile
e superfluo e ohe deve regnare sovrana la più smaccata libertà individuale anche nella chiesa, vuol dire che
nei periodi di gran caldo il pastore potrà presentarsi sul pulpito... in costume da bagno e la pastoressa con un
bel « bikini » (e... che male c’è?!)...
Scherzi a parte, pensiamo alle cose
più serie, che purtroppo trascuriamo,
ed agli altri problemi della nostra chiesa senza perdere tempo prezioso in as
ERRATA-CORRIGE
Un Involontario errore tipografico ha
completamente stravolto il senso di
una frase deH'articolo . Teologi cattolici: un richiamo al Cristo », comparso
sul n. 20, in prima pagina.
Nella frase « Pare che ora essi abbiano deciso di rompere il prudente e
penoso silenzio che li ha caratterizzati », i'aggettivo « penoso » va cambiato in « pensoso », come d’altra parte si dovrebbe evincere dall'insieme
deH’articolo che esprime solidarietà
sincera e profonda con I teologi cattolici.
Luciano Deodato
Dir, propr.: farri. Caroni
Hôtel
Elite
A 50 metri dalla spiaggia
ambiente familiare
ottimi i servizi
e il trattamento
I - 47045
MIRAMARE DI RIMINI
Via Sarsina, 19 © (0541)
372569 - priv. 372548
surde questioni come quella sulla quale si vuole polemizzare.
Adopriamoci con buona volontà e
spirito di affettuosa fratellanza a riportare la gioiosa compattezza nelle
nostre file valdesi tutti protesi in un
rinnovato ardore operativo e fattivo,
anche per festeggiare più solennemente la ricorrenza del terzo Centenario
del « Glorioso Rimpatrio ».
Sono infine lieto di dichiarare che
di fronte a questi due casi di dissenso
verso il mio pensiero ve ne sono stati tanti di più che mi hanno dato completamente ragione!
E qui, per me, la discussione è
chiusa,
Ferruccio Giovannini. Pisa
UNA COMUNITÀ’
TERAPEUTICA
Ho letto sul n. 17 del 28.4.89 l'intervista del pastore Platone alla madre di
un drogato, nel corso della quale questa madre, evangelica, lamenta la
mancanza di strutture di recupero In
ambiente evangelico.
Anche se, con l'aiuto del Signore, la
drammatica esperienza di questa sorella in fede è stata felicemente superata, desidero segnalare ai lettori
che in Italia è attiva da alcuni anni
l’Arca Teen Challenge, organizzazione
evangelica operante attraverso i centri
« Kades » di Acqui Terme (AL), « Sichem » di Sermide (MN), « Hebron •
di Gibellina (TP), coordinati da Gianfranco Giuni, proveniente dalla chiesa
dei Fratelli.
A differenza delle altre comunità terapeutiche, l'Arca si propone non solo
il recupero dei giovani che vogliono
uscire dalla droga, ma di realizzare la
vera soluzione del loro problema: portarli a conoscere Cristo, il Cristo
che ama proprio quelli che sono stati
ingannati e schiavizzati dal demone
eroina.
Per ohi volesse mettersi in contatto col fratello Giuni presso il centro
di Sermide (MN), ecco il recapito telefonico; 0386/61067.
Un fraterno saluto.
Beniamino Calvi, Pietragavina
La pace
(segue da pag. 1)
fragile, quasi solo una parola,
un’intenzione, una preghiera, una
invocazione, anche se scaturita
sinceramente dai cuori di migliaia di persone, ce l’hanno ricordato tutta una serie di episodi piccoli e grandi. Ce l’harmo
ricordato i profughi Tamil, i Curdi e tanti altri emigrati e profughi del Terzo Mondo, i giovani
di Basilea che hanno portato una
vivace contestazione al momento
in cui parlava C.F. von Weizsäcker, le chiese del « pacifismo
storico », le donne, gli « apocalittici » che hanno tallonato i lavori
deU’assemblea. Ma su tutto questo torneremo ancora a parlare.
Basti per ora dire che a Basilea un passo è stato fatto, il primo, talvolta il più difficile, sulla
via della pace. Altri, se le chiese
vorranno, potranno seguire,
Luciano Deodato
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore; Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Comitato di redazione; Mirella Argentieri Bein, Valdo Benecchi, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Chiarini. Rosanna Ciappa Nitti, Gino
Conte, Piera Egidi, Claudio Martelli, Emmanuele Paschetto, Roberto
Peyrot, Mirella Scorsonelli
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Plervaldo
Rostan
Segreteria: Angelo Actis
Amministrazione: Mitzl Menusan
Revisione editoriale; Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò
Spedizione: Loris Bertot
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arriaud, 23 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/91334
Registrazione; Tribunale di Pinerolo n, 175. Respons. Franco Giampiccoli
FONDO Di SOLIDARIETÀ’: c.c.p. n. 11234101 intestato a La Luce via
Pio V, 15 - 10125 Torino
Amministrazione del fondo: Maria Luisa Barberis, Renato Co'isson, Roberto Peyrot
ABBONAMENTI 1989
Italia Estero
Ordinario annuale L. 38.000 Qrdinario annuale L. 70.000
Qrdinario semestrale L. 20.000 Qrdinario (via aerea) L. 100.000
Costo reale L. 60.000 Sostenitore (via ae-
Sostenitore annuale L,' 75.000 rea) L. 120.000
Da versare sul c.c.p. n. 20936100 intestato a A.I.P. - via Pio V, 15 10125 Torino
INSERZIONI
Pubblicità commerciale: L. 23.000 per modulo mm. 49x53
Economici; L. 450 ogni parola
Partecipazioni personali; L. 500 ogni parola
Mortuari: L. 500 ogni mm. di altezza, larghezza 1 colonna
Ricerche lavoro: gratuite. Se ripetute, dalla seconda L. 400 ogni parola
Finanziari, legali: L. 700 ogni parola
Prezzi non comprensivi dell'IVA
EDITORE: A.I.P. - via Pio V, 15 - 10125 Torino - c.c.p. 20936100
Consiglio di amministrazione: Costante Costantino (presidente), Adriano
Longo (vicepresidente). Paolo Gay, Giorgio GardioI, Franco Rivoira (membri)
Registro nazionale della stampa: n. 00961 voi, 10 foglio 481
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE; via Pio V, 15 - 10125 Torino - telefono
011/655278 — Redazione valli valdesi: via Repubblica, 6 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/932166
!l n. 20/89 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino II 17 maggio
e a quelli delle valli valdesi il 18 maggio 1989.
Hanno collaborato a questo numero: Ivana Costabel, Dino GardioI, Giorgina Giacone, Carmelina Maurizio Marchetti, Gregorio Plescan, Aldo Rutigliano, Alberto Taccia, Franco Taglierò, Fulvio Crivello.
3
26 maggio 1989
commenti e dibattiti
REALISMO MAGICO E RELIGIOSITÀ’ IN LETTERATURA
Salman Rushdie
e i “Versi satanici"
Bellissime falsità poco distanti dal vero - Come può il linguaggio
umano conglobare ciò che Dio vuole significare? - Il ruolo del dubbio
Salman Rushdie con il volume
definito sacrilego.
Salman Rushdie è nato nel
1947, gemello dell’indipendenza
dell’India e nello stesso tempo
figlio della « partizione », in quanto musulmano cresciuto nella
Bombay induista. Nella lotta settaria tra indù e musulmani che
diede origine al separatista Pakistan si calcola che siano morte 4 milioni di persone. Fortuna personale e familiare — Salman proviene da famiglia abbiente — gli concessero di non essere annoverato in quel numero.
A 13 anni Salman viene mandato a Rugby, l’archetipo della
« Public School ». Studia poi storia al King’s College di Cambridge, patria dello scetticismo capzioso mglese. Fu qui che Salman
ed io ci conoscemmo. Di lui ricordo come spesso affermasse di
voler scrivere il grande romanzo.
Dopo Cambridge ha .sempre
vissuto a Londra ed ha assunto
la cittadinanza britannica. Prima di divenire un pluripremiato romanziere di fama internazionale, era un copywriter di
successo. E’ un eloquente sostenitore della sinistra; con Harold
Pinter ha formato il « Gruppo
20 giugno » che si oppone all’incalzante censura del regime Thatcher. E’ in breve un personaggio di rilievo del mondo artistico e il migliore romanziere residente in Gran Bretagna.
Questo preambolo è necessario
per capire sia la forma sia il
contenuto dei suoi romanzi. Per
vincere una borsa di studio al
King’s College di Cambridge occorre esser giudicati uno dei più
brillanti storici della propria generazione e l’acume storico di
Salman è un fattore determinante nel genere del « realismo magico », che è in buona parte sua
creatura. Come dice il personaggio dei Versi satanici, Salman il
persiano: «Il mio dono (consiste) nell'inventare bellissime falsila che implicano solo la minima discrepanza dalla realtà ».
Nel suo capolavoro, i Versi
satanici, svariati elementi si
fondono per affrontare temi trattati da Shakespeare nella Tempesta, da Milton nel Paradiso
perduto (o in questo ca.so disperso), da Swift nei Viaggi di Gulliver. Quel che è moderno nel
libro in questa nostra era postrelativistica è il fatto che lo zero abbia un’aureola. Non è più
il corollario della fede, il simbolo de] nulla; è ovale: un uovo
contenente le infinite possibilità
speculative della creazione. Big
bang, stato solido, buchi neri sono il « realismo magico » degli
astrofisici il cui mestiere richiede di formulare tre pensieri impossibili prima di colazione.
Astrofisica significa anche non
dati ma avvenimenti, non seienza ma storia.
1 Versi satanici sono un’opera
di grande portata, ma vorrei isolarne alcuni temi, con cui per
inciso anch’io mi trovo spesso a
destreggiarmi come poeta.
Cultura e civiltà
in conflitto
Uno dei temi dominanti è i’I
conflitto contemporaneo tra cultura e civiltà. La nostra società,
con l’emigrazione — dal Sud o
dalle montagne? — o anche solo con lo spostamento dalla cultura folk a quella pop, porta la
gente da una certezza spesso povera e brutale ma che è sua ad
una incertezza materialmente più
sicura e forse superiore, ma in
cui è impossibile raggiungere il
controllo culturale. Il consumo
è perù ottenibile ed è pure la
cosa più importante: la gente è
prodotta dalla cultura ma consumala dalla civiltà.
Protagonisti del libro sono dei
diseredati: come immigrati, figli
di immigrati, rifugiati politici,
profughi per motivi razziali, espatriati, e poi c’è un iman in esilio (a Kensington anziché nei
sobborghi di Parigi!) che rifiuta
di farsi toccare da qualsiasi cosa appartenente alla satanica terra che lo ospita.
Se il romanzo è popolato di
« sposseduti », uno dei personaggi, invece, si ritrova « posseduto ». E’ Saladin Chamcha, un indiano che avendo fatto tutto il
possibile, compreso il prendere
in moglie un’aristocratica inglese di sinistra, è divenuto così inglese da essere la voce più ricercata nella pubblicità televisiva.
Mentre rientra dalla sua prima
visita a Bombay dopo trent’anni, il Jumbo 747 di nome Bostan
(Giardino del Paradiso) esplode
per un attentato sikh a 10.000
metri di quota. Saladin sopravvive (?) ed atterra ad Hastings
come Guglielmo il Conquistatore. Dopo esser stato arrestato come immigrato clandestino, si trova swiftianamente trasformato
in Satana, corna e zoccoli compresi. Ovviamente si tratta di
un’ironia superflua poiché in primo luogo Salman cita il premio
Nobel ebreo-americano Isaac Singer: « Perché mai i demoni quando l’uomo stesso è un demone? ».
In secondo luogo « Saladin
Chamcha è una creatura di discontinuità scelte, una reinvenzione volontaria; e la sua rivolta intenzionale lo rende quindi...
’’falso”? E non possiamo neanche dire che è questa falsità dell’io a rendere possibile in Chamcha una falsità più grave e più
profonda che chiamiamo ’’male”
c che è questa la verità, la porta aperta in lui dalla sua caduta’ Mentre Gibrccl... è da considerare ’’buono” perché vuol rimanere, nonostante tutte le sue
vicissitudini, un uomo fondamentalmente non modificato? ».
Gibrccl è un divo dei film induisti di Bombay che è divenuto
una superstar recitando innumerevoli dèi indù in quella che è
ora la più grande industria cinematografica del mondo. Ossessionato dal sogno che lui è l’arcangelo Gabriele, fugge a Lon
dra, dove tra l’altro viene diagnosticato come schizofrenico paranoide. E’ lui che sogna le sequenze con Mahmoud e la sua
« rivoluzione di portatori d’acqua, immigrati e schiavi » che
affronta una serie di problemi
teologici. Prima quando cade a
capofitto dal « Giardino del Paradiso » dell’India Air: come si
può separare, se Dio è uno, il
male dal bene; è solo nei Re e
nelle Cronache che, secondo
Rushdie, Satana ha un’identità
separata.
Il secondo tema è un testo da
cui il cattolicesimo esce fuori
male mentre l’islamismo ne esce
bene: quando una religione è
debole non scende a compromessi e quando è forte è tollerante.
Il terzo problema è fondamentale per l’esperienza religiosa ed
è come possa il linguaggio dell’uomo conglobare ciò che Dio
vuole significare; Gibreel dichiara di aver dettato sia i versi
satanici in cui Mahmoud accetta
temporaneamente degli dèi minori locali — inclusa la dea Allât — sia il Corano che li proibisce. Salman il persiano, 1’« immigrato », che è il letterato, lo
scriba delle rivelazioni di Mahmoud riportate da Gibreel/Ga
/■'•V''-' À.-';’;
; / '■ ; ■ diri Fifm
vììn:
Una recente immagine dell'ayatollah Khomeini.
briel, incomincia a preoccuparsi
perché le parole divine paiono
Sempre corrispondere al vantaggio di Mahmoud. Inizia quindi ad
aggiungere i suoi ritocchi personali e « più vicino sei al congiurato, più facile è scoprire il trucco ». Perde la fede, ma ciò non
significa che la fede di ogni musulmano sia minacciata o che
dovremmo perdere la nostra, dal
momento che tutto viene da Dio
ma l’uomo è mal attrezzato per
riceverlo.
Maynard Keyncs ha detto che
un uomo che neghi di avere una
ideologia è semplicemente dominato da una ormai datata. Salman sostiene di aver scritto un
romanzo sull’ideologia dell’esperienza religiosa dall’esterno. Io
invece ritengo — e glie”ho scritto — che vista la sua insistenza
sulla .superiorità del dubbio, si
tratti di un libro profondamente religioso.
Oggi infatti il dubbio è la chiave essenziale per la rivelazione
moderna, ma fallibile, « magicamente realistica », deH’infinità
dell’attimo.
Richard Newbury
PROTESTANTESIMO IN TV
Due gli argomenti principali della trasmissione di domenica 14 maggio su « Attualità,
cultura e vita evangelica »
condotta da Renato Malocchi: la grande assemblea ecumenica di Basilea apertasi lunedì 15 e il Congresso nazionale delle chiese avventiste.
Sul primo sono intervenuti
il vescovo di Molfetta T. Bello e il prof. P. Ricca. Nella
premessa si è ricordato che
nel primo millennio della storia cristiana i concili erano
i luoghi dove si decideva una
comune presa di posizione di
fronte a visioni contrastanti.
Oggi dopo tanti secoli, que
te all'inizio del secolo scorso,
che praticano il battesimo degli adulti per immersione e
una stretta osservanza del sabato. Apprendiamo dal presidente generale pastore Wilson che esse sono presenti in
191 paesi, comprese le aree
del terzo mondo, e che l'aumento degli adepti è più sensibile dove più conculcata è
la libertà religiosa. Successivamente il presidente dell'« Unione » delle chiese stesse in Italia ci informa che la
presenza avventista è particolarmente rilevante in Emilia e in Sicilia e ci spiega come, nella loro visione, anche
Il Congresso
avventista
sto nuovo incontro, proposto
da parte protestante, sul tema « Pace nella giustizia », può
forse essere considerato una
tappa verso una ripresa del
cammino conciliare. E’ seguita una scheda illustrativa dei
passi compiuti, da Vancouver
ad Assisi fino alla realizzazione del progetto, che ha potuto concretarsi non propriamente in vista di un confronto teologico ma dell'atteggiamento da assumere di fronte a problemi che, come dirà
P. Ricca, sono vitali per il
nostro tempo e vitali per l'Evangelo. Per il vescovo T.
Bello si tratta di un passo
« verso la terra promessa ». Il
concetto di pace si è allargato ed arricchito di altre implicazioni. Così pure l'idea
conciliare si incarna in un
contesto che non riguarda più,
come per il passato, i soli vescovi ma concerne le chiese
e tutta l'umanità. Il prof. P.
Ricca vede nell'assemblea di
Basilea un'evoluzione ed uno
sbocco all'ecumenismo, un
crocicchio dove molte strade
vengono ad incontrarsi. Fra
quindici giorni la trasmissione relazionerà sugli esiti raggiunti nell'assemblea stessa.
Nel secondo servizio ci è
stato ricordato che le chiese
cristiane avventiste sono sor
la ricerca della salute e dell'integrità fìsica appartenga
alla sfera del « religioso ». Di
qui le campagne contro il fumo, la vendita di prodotti naturali, ecc. A portare al Congresso il saluto della FCEI
era presente il prof. G. Girardet.
Ritengo che in occasione della presentazione di chiese o
movimenti non aderenti alla
FCEI si dovrebbero illustrare
le varie posizioni teologiche in
modo più puntuale ed esporre sinteticamente e fraternamente i punti che non ci trovano consenzienti. Questo ad
evitare confusioni ed equivoci
e per offrire sufficienti elementi di giudizio e di riflessione. In proposito è stato positivo sentire dal secondo intervenuto che « deve crescere
l'apertura » verso le altre chiese evangeliche. Infatti è urgente essere disponibili al dialogo e al confronto anziché,
come purtroppo talvolta ancora avviene, ad azioni unilaterali di proselitismo.
In chiusura sono state lette e commentate due lettere.
Ad una terza che poneva in
dubbio la legittimità biblica
del pastore donna verrà risposto una prossima volta.
Mirella Argentieri Bein
NUOVA VESTE
FORANO — Nell'ambito delle iniziative per il centenario della chiesa locale, domenica 11 giugno avrà luogo
una « giornata dei pastori », in compagnia dei pastori che si sono succeduti nella guida spirituale della comunità.
TERRACINA — Domenica 11 giugno,
organizzata dai SAE, avrà luogo una
giornata comunitaria dal titolo « Pace
nella giustizia: prospettive dopo l'assemblea di Basilea »; interverranno il
prof. Paolo Ricca ed il responsabile
del Centro interconfessionale per la
pace, Gianni Novelli.
L'amico dei
fanciuiii
PROTESTANTESIMO
IN TV
Domenica 28 maggio
RAI 2, ore 23,30 circa
Replica lunedì 5 giugno
RAI 2, ore 10,30
Giustizia, pace e integrità
del creato. L’assemblea
ecumenica di Basilea.
In questo numero : notizie dal
mondo evangelico, in studio
alcuni ospiti di ritorno da Basilea. Giorgio Girardet risponde alle lettere dei telespettatori.
L'amico dei fanciulli esce ora
in una veste rinnovata, ed è all'anno di vita n. 117. L'abbonamento annuo costa lire 10.000
(estero lire 15.000) da versare sul
ccp n. 25561002, intestato a Berta Suhilia, via Pietro Cossa, 42 00193 Roma,
4
4 area rìoplatense
26 maggio 1989
ARGENTINA
P di nuovo l'ora del peronismo
Una restaurazione del modo di far politica caratterizza la situazione del « dopo Alfonsin » Il populismo di Carlos Menem, che per prima cosa dovrà migliorare un’economia disastrata
Notizie
dalle chiese
« Negli ultimi tre giorni in Argentina il prezzo del pane è raddoppiato » mi dice al telefono
Ruben Artus, nostro corrispondente dall’area rioplatense. L’ultimo numero del « Servicio de iniormaciones religiosas », il mensile della Facoltà di teologia di
Buenos Aires, pubblica un’analisi della situazione economica argentina dalla quale emerge come « il salario reale industriale,
assunta la base 100 per il 1984
(primo anno del governo di Alfonsin), è passato a 80,3 nel 1985,
82 nel 1986, 77,1 nell’87 e a 73,2
nel 1988 », cioè in cinque anni
i lavoratori occupati hanno perso circa il 30% del jx)tere d’acquisto.
« Oggi Vinflazione viaggia attorno al 40% ogni mese; la scala mobile, che copre V80% dell'inflazione, è negoziata mensilmente. Ma per alcuni prodotti
indispensabili siamo anche sopra
questi livelli », continua Ruben.
Negli ultimi cinque anni la disoccupazione è passata dall’8%
della popolazione attiva al 15%.
« Lu parte del prodotto lordo nazionale dedicata al salario è passata dal 38,31% nel 1984 al 31,66%
nel 1987. Ciò significa — continua l’analisi del periodico della
Facoltà di teologia di Buenos Aires (SIR) — che sono passati dal
settore remunerazione del lavoro a quello del capitale tra i
3.500 e gli 8.000 milioni di dollari ogni anno. Nei cinque anni
30.000 milioni di dollari ».
Il crollo degli
investimenti
Gli investimenti sia pubblici
che privati sono crollati ed ormai l’Argentina è al terzultimo
posto tra i paesi sottosviluppati, nella speciale classifica della
Banca mondiale, per gli investimenti. E’ seguita solo dall’Etiopia e dal Ghana.
Il debito estero è passato in
questi ultimi 5 anni da 45 miliardi di dollari a 58 miliardi di dollari. E’ cresciuto cioè del 5% l’anno, nonostante l’Argentina abbia
pagato in soli interessi p>er il
prestito 12 miliardi di dollari
nello stesso periodo.
« Questa situazione economica
— prosegue la nota del SIR —
fa sì che gli unici investimenti
che vengono fatti dai privati siano nell’industria petrolchimica,
della carta, della trc^ormazione dei prodotti agricoli. Industrie
che vivono una situazione monopolistica per quanto riguarda il
mercato interno e che hanno possibilità di esportare. I frutti dell’esportazione non vengono reinvestiti nel paese, ma all’estero.
In questo modo vengono colpite
le piccole imprese legate al mercato interno e al consumo di
massa e lo stato non ha le risorse per gli investimenti nei settori dell’energia, dei trasporti, delle infrastrutture, della salute,
della casa, dell’educazione ».
In questo contesto economico
si sono svolte domenica 14 maggio le elezioni presidenziali, le
prime alla naturale scadenza da
60 anni a questa parte, che hanno visto la vittoria del candidato peronista Carlos Menem, che
ha condotto una campagna elettorale tutta centrata sull’altemativa del « progetto peronista di
rinascita nazionale »: lavoro ai
disoccupati, aumento di salario
agli occupati, forte redditività
degli investimenti per gli speculatori (creazione di un paradiso
fiscale nei pressi di Buenos Aires), garanzie per i creditori internazionali, riduzione del periodo presidenziale a quattro anni,
pena di morte per i narcotraffi
La demagogia e il populismo peronisti sfruttano vari mezzi per raggiungere il cittadino. Un’immagine di Evita Peròn.
canti, iniziative per il ricupero
delle isole Malvine.
Un programma come si vede
più populista, teso cioè ad ottenere il consenso {»polare (ed
hanno votato peronista sia i lavoratori che gli industriali, sia
i militari che gli esponenti più
in vista della Chiesa cattolica),
che a mettere in atto misure
coerenti, sia pure di parte, per
affrontare i grandi problemi argentini. Più che uno statista, gli
argentini haimo votato un personaggio. Carlos Menem, figlio di
emigrati siriani, avvocato, tra il
'66 e il ’73 aveva garantito la
difesa dei prigionieri politici, era già stato eletto — a 30 anni
— governatore della provincia di
La Rioja, ai piedi della Cordigliera delle Ande. La cosa gli
era nuovamente riuscita nel 1983,
all'epoca della grande vittoria
del partito radicale di Alfonsin.
Personaggio molto noto per le
sue avventure galanti e per la
sua passione per le corse automobilistiche, era riuscito nel
1988 ad essere designato quale
candidato peronista contro il go
vernatore della provincia di Buenos Aires, Antonio Cafiero, della
corrente rinnovatrice del peronismo. Da quel momento il nuovo leader del peronismo si è dato da fare per crearsi una immagine popolare: Seguitemi, non vi
deluderò, diceva il suo slogan
elettorale. I suoi discorsi sono
stati roboanti dichiarazioni di
principio (sull’aumento dei salari, sul ruolo dell’industria nazionale), promesse di pacificazione (che molti interpretano come amnistia per i militari),
condanne del sistema democratico argentino (accusando Alfonsin).
Battere ogni
pluralismo
Nei Suoi discorsi si possono
ritrovare citazioni della Bibbia,
di Peron, di Gheddafi, di Stroessner. Affermazioni che andavano
in una sola direzione: battere
ogni idea di costruire in Argentina uno stato democratico ba
sato sul pluralismo dei poteri e
sulla costruzione di un sistema
politico fondato su una pluralità
di partiti e sulla laicità dello
stato.
Il dato storico dell’Argentina
è infatti rappresentato da una
estrema debolezza delle strutture politiche e da una grande forza dei poteri corporativi: militari, sindacati, industriali.
La soluzione dei problemi è per
Menem nella proposta peronista
e corporativa della « comunità
organizzata », e non nella democrazia parlamentare di stampo
europeo come voleva Alfonsin.
L’Argentina del dopo Alfonsin
si caratterizza dunque per una
specie di restaurazione del modo di far politica. Le regole sono poca cosa, quello che conta
è il richiamo manipolatorio al
popolo, con l’interpretazione delle sue esigenze affidata al leader,
al capo. Le organizzazioni militari, i carapintadas, saranno
blandite e reinserite nel circuito decisionale, crescerà un nazionalismo basato sui valori « occidentali e cristiani », un po’ xenofobo, e lo stato sarà sempre
più burocratico-autoritario.
Ma i credenti, in questa congiuntura, « non devono lasciarsi
prendere dalla disperazione —
scrive il SIR — ma devono impegnarsi nel servizio per testimoniare un Evangelo che ricerca pace, giustizia e libertà. Che
ricerca in definitiva la pienezza
della vita. Per questo per gli argentini vale l’ordine di Dio a Mose: ’’Di’ ai figli di Israele che si
mettano in cammino” ».
La prospettiva democratica sta
appunto in un faticoso cammino che tutti possono ancora fare insieme. Nonostante i segnali
negativi rappresentati dalla richiesta dei carapintadas di nominare il golpista Seineldin come capo di stato maggiore.
Giorgio Gardiol
LA SPECULAZIONE, NUOVO SPORT NAZIONALE
Las mesas de dinero
Le casse d\ cambio, la cui organizzazione ricalca quella (della Borsa, permettono (di far solcdi senza dar luogo a investimenti produttivi
1 prezzi al consumo sono passati dall’indice 100 del 1974 all’indice 2.681.753.141,8 (sì, leggete
bene) dell’aprile ’89. Gli argentini hanno cambiato già quattro
volte il nome della loro moneta, ed oggi si parla nuovamente
di un ennesimo cambio di nome,
di un passaggio dall’« austral »
al « federai ». Ma come sopravvive l’argentino in un contesto
economico del genere? Oltre alle
misure tradizionali del doppio
lavoro, del piccolo commercio,
tra la classe media si è sviluppato un nuovo sport nazionale:
la speculazione sulle valute giocando sui differenziali tra i tassi di interesse interni e quelli intemazionali.
«Nel 1977 — spiega l’economista Alfredo Zaiat, nell’ultimo numero della rivista ”E1 porteño”
— la riforma finanziaria aprì la
strada alle mesas de dinero, casse di cambio, organizzate con
^li stessi criteri della Borsa, con
informazioni reali sui tassi di
cambio, il rendimento dei titoli
di Stato e i tassi di interesse ».
In questo modo anche i prestiti internazionali sono stati utilizzati dalle classi al potere p>er
arricchirsi unicamente con misu
luflazionc alle stelle in Argentina. I prezzi dei generi di prima necessità stanno subendo vertiginosi aumenti.
re di gioco finanziario e non sono stati investiti per migliorare
gli apparati produttivi.
« All’inizio di febbraio di quest’anno — continua Zaiat — piccoli e grandi speculatori hanno
fatto affari vendendo dollari e
mettendo in banca gli austral.
Sfruttando il rapporto tra il tasso di cambio e il tasso di interesse, era possibile realizzare in
soli sei mesi un guadagno del
40% in dollari ».
Ma quando il governo Alfonsin, non potendo più sostenere
il tasso di cambio, è stato costretto a svalutare l’austral, molti hanno sofferto ingenti perdite.
Fatto questo che ha allontanato
industriali e ceto medio dal consenso ad Alfonsin.
G. G.
DECISIONI DELLA
MESA VALDENSE
La nuova Mesa, eletta nel Sinodo rioplatense del febbraio ’89,
nella sua prima riunione ha deciso alcuni trasferimenti pastorali: Nestor Rostan a Ombues de
Lavalle, Hugo Armand Pilon a
Jacinto Arauz, Sergio Bertinal e
Claudia Tron a Reconquista, Benjamin Barolin a Galvez, Daniel
Brandt a Pray Bentos, Julia
Campos a Montevideo, Violeta
G. de Lauri a Buenos Aires, Ana
Maria Barolin de Miguez a Montevideo (chiesa metodista), Gladys B. de Jordan a Vaidense,
Bianca Armand Pilon a Nueva
Helvecia.
Ha inoltre assegnato tre studenti in teologia alle seguenti comunità: Oscar Geymonat a Buenos Aires, Gerardo Sosa a Florida, Slmone B. de Brandt a Pray
Bentos.
• La Mesa ha poi nominato
membri delle commissioni amministrative e di studio ed i corrispondenti per il nostro giornale
(Ruben Artus e Jorge Rodriguez
G.).
• Molta parte della riunione
della Mesa è stata poi dedicata
alla riflessione sui deliberati del
Sinodo e sugli impegni conseguenti per la Mesa. Tra questi
vi è sicuramente quello della diffìcile situazione finanziaria.
Stante l’inflazione, si sono ritoccati gli assegni pastorali che
si attestano ora attorno all’equivalente di 23Ù.QOO lire lorde,
• La Mesa ha poi valutato
molto positivamente la visita del
moderatore Giampiccoli ed ha
deciso di intensificare i contatti
con l’area italiana, chiedendo al
« moderador » dell’area rioplatense di partecipare al Sinodo
italiano e alle manifestazioni previste per il tricentenario del
« glorioso rimpatrio ».
• La Mesa ha poi deciso di inviare come rappresentante delle
chiese valdesi del Sud America
all’Assemblea della Alleanza riformata mondiale, che si terrà
nel mese di agosto a Seul, la signora Noris A. de Barolin ed ha
designato il pastore Nansen quale delegato presso la Missione
della Chiesa presbiteriana degli
USA.
ASSEMBLEA DELLA
FEDERAZIONE
FEMMINILE VALDESE
Il 18 febbraio scorso si è tenuta a Colonia Vaidense l’Assemblea della Federazione femminile
valdese. Vi hanno partecipato 49
persone in rappresentanza di 25
gruppi.
L’Assemblea si è conclusa con
l’indicazione del tema di studio
per quest’anno: la figura di Giona.
Si è poi raccomandato ai gruppi di essere attenti al tricentenario del « glorioso rimpatrio »
e al decennio di solidarietà delle chiese con le donne. Questo il
nuovo comitato: Elsa Rochon de
Costa, Gladys Artus de Dalmas,
Enriqueta Catalin de Tourn, Elisabeth L. de Delmonte, Celia Arduin de Brozia, Nelly Gönnet de
Gregorio. Ema Gilles de Garnier, Ethel F. de Rivoir.
LA MORTE DI
CARLOS GATTINONI
Il 2 aprile è morto il vescovo
metodista Carlos Gattinoni. Particolarmente impegnato nella difesa dei diritti umani, il vescovo Gattinoni aveva diretto la
Chiesa metodista argentina negli anni diffìcili tra il ’69 e il ’77.
E’ stato un testimone dell’Evangelo in un paese lacerato da profondi conflitti.
5
r
ecumenismo 5
26 maggio 1989
PROTESTANTI NEL SUD EUROPA
Minoritari,
non sottomessi
Un’unità economica che,, se non sarà affiancata da quella politica,
rischia di essere soprattutto una barriera contro i paesi più deboli
La Federazione protestante di
Francia ha un gruppo di lavoro
che si chiama « sezione iberica »
il quale si preoccupa di intessere
stretti rapporti con le piccole
chiese evangeliche di Spagna e di
Portogallo. Quest’anno l’incontro
organizzato dalla sezione verteva
sul problema della integrazione
europea prossima ventura. Vista
l’importanza della tematica, « Essere testimoni dell’evangelo nelle
nostre situazioni particolari e nel
nostro avvenire comune », a questo incontro sono stati invitati anche due italiani, così da poter avere una panoramica comune dei
protestanti del Sud Europa.
Va dato atto ai nostri fratelli e
sorelle franco-iberici di aver or
ganizzato questo incontro, tenutosi dal 29 aprile al 1° maggio a
Majadahonda (Madrid), con grande serietà.
Le relazioni erano tese a dare ai
no ad economia più povera.
Nella stessa linea Rogerio Roque Amaro, professore di economia dell’università di Lisbona, ha
sottolineato come non si possa
giungere alla integrazione europea senza introdurre delle eccezioni legislative per i paesi più poveri, altrimenti si aggraverebbero
le disparità e non si otterrebbe
quella coesione che tutti auspicano.
Per il prof. Roque Amaro, l’integrazione del ’93 comporta una
serie di sfide: a) La libera circolazione delle merci come proteggerà
i consumatori dalle grandi multinazionali? b) La libera circolazione dei servizi come impedirà l’invasione dei servizi del Nord Europa, che sono generalmente migliori in molti campi (tecnologia,
finanza ecc.)? c) La libera circolazione dei lavoratori come affronterà il problema delle disparità di
IL DOCUMENTO FINALE
...e se le nostre chiese...
Dopo i tempi delle paure,
delle analisi della situazione è
il tempo di agire e di agire
insieme.
E SE LE NOSTRE CHIESE:
1) Lamentando la mancanza di informazioni circa la
posta in gioco nella costruzione della Comunità europea, utilizzassero meglio la
Commissione «chiesa-società»
di Bruxelles, chiedendo dei
resoconti sul lavoro della
Commissione e la formulazione di un dossier da distrihuire a tutti circa l’Atto unico europeo?
2) Approfittando della scadenza elettorale prossima del
Parlamento europeo, e anche dopo, organizzassero degli echi del presente colloquio
in ogni paese, in ogni regione,
organizzassero dei dibattiti
su questa Europa che noi vogliamo, con un approccio teologico, sociale ed economico,
al fine di meglio comprendere
la nostra responsabilità globale a partire dalle nostre situazioni particolari? E decidessero di seguire regolarmente le persone elette al
Parlamento europeo in modo
critico e solidale?
3) Constatando fra i nostri
paesi, e aU’intcrno dei paesi
stessi, l’aumento di disparità
sociali dovute alla costruzione dell’Europa, decidessero
di rivedere tutta la loro diaconia in direzione di queste
nuove vittime, di riattivare
tutta la loro catechesi e la
loro predicazione in vista di
maggiore solidarietà, condivisione e accoglienza, facendo
riflettere i propri membri
circa i loro consumi e il loro
stile di vita?
4) Volendo partecipare alla
costruzione di ima Comunità
europea che sia una casa
aperta a tutta l’Europa e a
tutto il mondo, rinforzassero
■ancora di più le loro relazioni internazionali, senza esitare a raggrupparsi e a spalleggiarsi per intervenire in modo efficace nei confronti delle
istanze europee affinché vi
sia più giustizia verso il Terzo Mondo (debito ecc.)?
5) Coscienti della loro piccolezza e della loro situazione minoritaria in questo insieme europeo, lavorassero alla costruzione di una Federazione europea delle chiese,
nel rispetto delle disparità e
delle situazioni regionali, ma
una Federazione che sia il
superamento delle nostre
frontiere confessionali e nazionali, e. che sia anche un
mercato unico delle persone,
dei mezzi e delle esperienze?
partecipanti al convegno una idea
precisa della integrazione europea
del ’92 (ma che in realtà sarà operativa dall’1.1.’93); primo a parlare è stato il giurista spagnolo Marcos Araujo, il quale ha precisato
come la libera circolazione europea riguardi essenzialmente i fattori economici (merci, servizi, lavoratori, capitali) e come questa
unità economica possa essere difficilmente immaginata senza una
unità politica. Unità che corre il
rischio di creare una barriera verso l’esterno. impedendo ai poveri
del Terzo Mondo di recarsi in Europa, e delle grosse disparità all’interno dell’Europa, schiacciando i
paesi del Sud c l’Irlanda che so
salario fra le varie regioni europee
e come potrà impedire una nuova
emigrazione massiccia dal Sud al
Nord dell’Europa? d) La libera
circolazione dei capitali non favorirà le grosse concentrazioni? Non
schiaccerà le piccole imprese,
svantaggiatc rispetto a quelle grandi? Non bisogna dimenticare poi
che in Europa continuano ad esistere forti sacche di povertà: ad
esempio, secondo gli standard della comunità europea, il 30% dei
portoghesi risulta vivere al livello
di povertà.
Come impedire poi che la necessità di una sempre più grande
espansione della produttività vada
a discapito della situazione am
bientale, già così compromessa in
Europa?
Secondo Roque Amaro bisogna
lavorare per un modello di sviluppo diverso nel quale la solidarietà fra gli uomini abbia un ruolo
determinante e in questo potrebbero giocare un ruolo fondamentale proprio le chiese cristiane.
Inoltre bisogna far sì che l’integrazione europea sia non una massificazione delle culture, ma un laboratorio dove tutte le differenze,
culturali, etniche e religiose, siano
rispettate. Per essere europei, ha
concluso Roque Amaro, bisogna
esserlo a livello locale e regionale
e bisogna esserlo in tutto il mondo, senza temere i paesi dell’Est, il
Terzo Mondo, e neppure gli USA
e il Giappone.
Georges Sutra, deputato da varie legislature al Parlamento europeo per il Partito socialista francese, ha poi illustrato ai convenuti il funzionamento del Parlamento e del Consiglio d’Europa ed ha
affermato che l’Europa sarà la prima potenza civile della storia dell’umanità creata senza far ricorso
alle guerre e alle armi. Pur essendo consci dei rischi che l’integrazione comporterà, si è iniziato un
progetto irreversibile nel quale
come credenti dobbiamo essere attori e non semplici spettatori; il
fatto che in Europa vi sia una forte dimensione sociale e di assistenza ai più poveri, eccezion fatta per l’Inghilterra thatcheriana,
deve portarci a lottare perché questa dimensione resti e si affermi,
affinché non tutto sia sacrificato
all’altare del profitto e dell’economia.
Sulla base di queste relazioni i
rappresentanti delle chiese iberiche, francesi e valdese hanno discusso a lungo in gruppi e in sessione plenaria. Sotto la guida di
Jean Tarder, francese, ispettore ecclesiastico luterano, e di Gérard
Delteil, professore di teologia pratica alla Facoltà di Montpellier,
sono stati affrontati tutti i temi
suddetti alla luce del lavoro di testimonianza che le chiese possono svolgere. Un punto di accordo
è che sarebbe antistorico lottare
contro l’unificazione europea, unificazione che molte chiese evangeliche vivono di fatto da secoli; ma
sarebbe anche grave accontentarsi
di una Europa che si basi solo su
fattori economici e produttivi, dove la solidarietà dovrebbe essere
dimenticata, una Europa-fortezza
chiusa all’esterno, soprattutto nei
confronti delle popolazioni dei
paesi più deboli. In questo senso
tutto il gruppo presente si è impegnato a chiedere ai delegati presenti all’incontro di Basilea che si
arrivi in quella sede ad una richiesta ufficiale di remissione totale dei debiti dei paesi del Terzo
Mondo.
Molte altre questioni sono sorte
nel corso del dibattito e ci pare
giusto riportare a parte le conclusioni, dal titolo « ... e se le nostre chiese...», che sottolineano come le nostre chiese, piccole ma significative, vogliano essere in questa Europa che si va costruendo
un elemento di partecipazione e di
critica, nella consapevolezza che
siamo minoritari, sì, ma non vogliamo essere sottomessi.
Claudio Pasquet
BOLDERN, ZURIGO
Le chiese
e l’economia
La crescita economica sembra interessare più
della promozione umana: quali sono i rischi?
La Commissione del Consiglio
ecumenico pei' la partecipcizione delle chiese allo sviluppo
(CCPD) ha organizzato dal 24 al
28 aprile 1989 a Boldern, vicino
a Zurigo, un incontro per discutere la questione della responsabilità delle chiese e dei cristiani nella politica economica.
Si è trattato di una iniziativa a
livello europeo, inquadrata nell’ambito di una serie di consultazioni in tutto il mondo su questo argomento.
AlFincontro hanno partecipato rappresentanti di quasi tutti
i paesi dell’Europa occidentale,
in parte impegnati in un lavoro
di solidarietà con gruppi sociali
emarginati (neri, dorme, migranti, anziani, ecc.), in parte in un
lavoro di ricerca sui legami tra
economia ed etica sociale.
l’incontro di Boldern ha analizzato la questione alla luce degli imminenti cambiamenti che
avverranno in Europa con l’abolizione delle frontiere interne e
gli accordi di Trevi e di Schengen, che promuovono una politica che intende difendere e raf
GPSC
Per la
salvaguardia
del creato
forzare l’attuale sistema economico deH'Europa occidentale:
1) creando un mercato europeo in grado di competere con
il mercato americano e giapponese;
2) armonizzando i vari sistemi sociali tra i vari paesi della
Comunità europea per facilitare
la crescita economica.
Sono stati denunciati i gravi
pericoli che si stanno delineando con una politica di armonizzazione che ha come scopo primario la crescita economica in
sé e non la promozione della
società umana: le donne nere
della Gran Bretagna hanno descritto la loro crescente emarginazione come nere e come donne. I paesi del sud, ma anche
la Finlandia e l’Irlanda hanno
denunciato il fatto che la cosiddetta armonizzazione aumenta
la distanza economica tra certe
regioni periferiche e quelle centrali.
Le chiese non potranno restare indifferenti di fronte ad un tale progetto politico ed economico, in particolare quando molte
chiese sono in un modo o nell’altro implicate in questo sistema a causa della loro propria
politica patrimoniale, le loro attività economiche, il loro rapporto con il proprio personale,
la loro politica delle sowenzio
UDINE — La II fase del concorso per ragazzi sul tema « Giustizia, pace, salvaguardia del
creato », organizzato dal Centro
ricerche e attività ecumeniche
(C.R.A.E.) di Udine in occasione
del Convegno ecumenico europeo
di Basilea, vede la solenne premiazione degli elaborati a Pontebba (UD) il 27 maggio alle ore
16.
ni:
— Che effetto avrà una tale politica sulla distanza economica
tra Nord e Sud?
— Come saranno influenzati i
rapporti Est-Ovest?
— Quali rapporti si prevedono
tra potere politico e potere economico?
— Che conseguenze avrà questo sviluppo per la diversità culturale tra le diverse regioni europee?
— Quali saranno gli effetti per
i gruppi più deboli della società?
— Come si pone questa Europa davanti alle questioni della
militarizzazione e della distruzione deH’ambiente?
La cerimonia conclude anche
l’incontro di primavera che tradizionalmente il C.R.A.E. organizza con la comunità metodista di Udine al « Villaggio Elsa
Treu » per anziani terremotati di
Pontebba Alta. Quest'anno, il 25
aprile, è stato ricordato il X
anniversario della realizzazione
di quest’opera ecumenica cui
contribuirono, nella stragrande
maggioranza, gli evangelici svizzeri. All’incontro di preghiera
e di riflessione ecumenica su « La
salvaguardia del creato » hanno
partecipato i pastori Iginio Carera e Arrigo Bonnes, il parroco don Mario Qualizza e il sindaco Gino Taddio, il minicoro
parrocchiale, la prof.sa Anna Maria Melli, presidente del C.R.A.E.,
numerosi esponenti de) C.R.A.E.,
della comunità metodista udinese, della comunità civica di Pontebba: molti i giovani.
Anne-Marie Dupré
L’agape iratema e la festa hanno rallegrato gli ospiti anziani
del « Villaggio ». Il sindaco, ricordando la data significativa dell’opera, ha sottolineato l’importanza del « Villaggio » come segno tangibile di solidarietà e di
partecipazione non solo per la
comunità locale, ma anche la
sua rilevanza come occasione e
stimolo allo sviluppo di una fraternità rispettosa della persona
e della natura affidate da Dio anche alle mani dell’uomo.
Luisa Turello
THE LEPROSY
MISSION
INTERNATIONAL
This International Christian Medical Mission with headquarters In
Brentford, Greater London, requires a full time Director for finance
in the near future.
Applicants should have a lively
Christian commitment, sound financial management and accounting
experience in a responsible position, leadership ability, and Ideally
experience of work In the developing world.
Requires also a full time Director
for Africa as soon as possible.
Applicants should have a lively
Christian commitment, experience of
work in the developing world, preferably Africa, medical, paramedical or administrative qualifications
and leadership ability, and should be
no more than 50 years old.
Details, including job description,
from:
The International Director
The Leprosy Mission International
80 Windmill Road
Brentford
Middlesex, TW8 OOH
United Kingdom
6
6 prospettive bibliche
26 maggio 1998
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Chi sei?
Chi siamo
Giovanni 8: 21-29
Chi sei? Ma chi sei? Chi sei, veramente?
E chi sei, tu? Conosciamo, cara comunità,
le variazioni di una domanda dietro la
quale abbiamo spesso nascosto la nostra indifferenza, il nostro disprezzo o la nostra
curiosità.
Si dice che la chiesa dia risposte a domande che nessuno fa più. Può esserci qualcosa di vero. Ma che dire, quando risposte
vitali non toccano più la mano e il piede,
il cuore e il cervello della gente perché domande decisive si perdono nel crogiolo dell’istupidimento generale? E’ possibile che
una vita avente senso, un cammino diritto,
una fiducia limpida siano ridotti alla mendicità perché certe domande non sono più
poste. Anni fa — lo ricordo bene — Rudolf Augstein, nel corso delle sue indagini
su Gesù, ha dichiarato: i teologi sono stupidi, o furbi ciarlatani. Si riferiva all’unico
legame che ci vincola: Gesù di Nazareth,
il Cristo di Dio, sul quale diffonderemmo
illusioni.
Una domanda stupida?
Va bene. A me non importa, portato in
giro con un anello al naso, come un orso
ammaestrato, di ammettere pubblicamente:
il nuovo Präses è stupido. L’ex Präses è
stupido. Stupidi e arcistupidi sono i predicatori, i membri del Sinodo, gli anziani, la
gente della chiesa missionaria e solidale. La
nostra stupidità non teme le luci della ribalta di questo che è il più illuminato di
tutti i secoli, quando nella nostra stupidità
poniamo la stupida domanda: Tu, chi sei?
Tu, la cui voce giunge a noi come un brontolio di tuono da rive lontane, straniere; tu,
che hai steso l’ombra della tua croce sul
globo terrestre; tu, che indirizzi la via regale verso Gerusalemme.
La domanda — la ritengo vitale — ci
pone al centro di un antico testo, oscuro,
chiuso, che Lutero ha così giudicato: « una
predicazione spaventosa e crudele ». Vi avverto, dunque. Attenzione. Qui ci si trova
di colpo su un disco rotante. Se non si trova
un appiglio, si è proiettati oltre l’orizzonte.
* ♦ «
Chi sei?
La domanda spezza in due un dialogo
che in realtà non è affatto un dialogo. Sono
di fronte gente del popolo di Gesù, ebrei,
e il Cristo giovannico. Un contributo al
dialogo, una terapia di dialogo, una cultura
del dialogo; suvvia, dialogate; dove non si
dialoga, dove non si parla il silenzio gela.
Artisti del dialogo: così noi cristiani vorremmo presentarci al mondo — ah, che
simpatici dialoganti!
Di questo, qui, non c’è nulla. Non c’è
alcun calore prodotto dal fiato di due voci,
c’è piuttosto gelo. E’ uno solo a parlare: reciso, esigente, esclusivo. E noi cristiani siamo lì: niente affatto pii e sicuri e subito
dalla parte di chi conduce il dialogo; no no,
siamo da una parte, ad esempio fra coloro
ai quali è concesso soltanto di fare qualche
domanda, e breve.
Eppure. Eppure siamo così stupidi da
restare lì e da porre, come minimo, anche
noi la domanda; Chi sei? E non c’è stacco
fra la domanda; Ebbene, chi sei? e il giudizio; Chi mai puoi essere?
Attenzione! La risposta non è rimandata
in sala d’attesa, prorompe e brucia sulla
pelle. Due cose ascoltiamo.
La dura verità
1) Cristo dice: Io sono quello che vi dice
che morirete nei vostri peccati, se non credete che sono io. Che sono quello che sono.
Che il Padre, che voi respingete e male
Questa predicazione, di cui diamo qui la nostra traduzione, è stata pronunciata dal nuovo Präses ( = moderatore) della CKiesa evangelica
nella Renania, il pastore Peter Beier, in occasione del suo insediamento insieme alla nuova Kirchenleitung ( =: direttivo della chiesa) eletta dal
Sinodo della Chiesa evangelica nella Renania, lo scorso febbraio. Erano
presenti al culto, tra le numerosissime personalità religiose e civili e una
trentina di « ospiti ecumenici » (tra cui anche un rappresentante della
Chiesa valdese, il prof. Paolo Ricca), il primo ministro del governo regionale Johannes Rau e il cardinale arcivescovo di Colonia J. Meisner.
a cura di GINO CONTE
dite, è uno con me. Che sono testimone
della verità. E sono l’unico che voi abbiate.
In questo tempo di Passione 1989 udiamo, gelati, l’appello al ravvedimento. Giunge del tutto fuori luogo in un giorno solenne come questo. Le cose si fanno serie. La
morte si oppone alla vita. La situazione diventa grave quando lo spietato dice: aut-aut.
Prendi - o lascia. Cammina sull’acqua - o
marcisci a riva. Credi - o muori. L’impegno
ecclesiastico a dare argomenti teologici razionali, penetranti, accettabili risulta ridicolo, al confronto.
Morirete nei vostri peccati, se non credete. Peccato: non è un qualche difetto morale che abbiamo da confessarci reciprocamente con un cenno degli occhi. Il peccato
è separazione, divisione, lacerazione, ostilità. Separazione dall’origine, divisione dalla
mèta, lacerazione nella trama dell’esistenza,
ostilità verso Dio. Siamo quelli che preferiscono dire cento volte lo piuttosto che lasciar venire alle labbra Tu.
L’uomo: un prodotto fallito della natura? No. Molto più precisamente: un essere
separato, per sua colpa e sventura, dalla sua
natura e dal suo fine. Un peccatore. Separato. Un peccatore, che sempre precipitandosi e perdendosi non può far altro che
mettersi al posto di Dio o cuocersi un surrogato di Dio utilizzando il materiale che
ha sottomano.
Se la scelta fosse soltanto fra fede in
Dio e ateismo, non avremmo che da sopravvivere a un gioco dei burattini. Nell’ateismo, infatti, ultimo riflesso di una bella illusione, si vive bene; ci si può preparare
la carrozza in cui si vuole giacere, si può
andare allegri per la città e fischiettare
« Girl of Ipenema ». Se uno dice: Dio non
c’è, Dio non è nulla, noi siamo tutto (in
realtà vuole dire: io sono tutto), tutto resta per lui in equilibrio razionale. L’ateismo è autoillusione, e delle più piatte.
Invece la scelta di fronte alla quale siamo gettati è quella temibile fra Dio e il
nulla, fra fede e disperazione — quella notte il cui vento tagliente ci strappa di dosso
anche l’ultima illusione. Chi vede questo,
vede più in profondità.
Dunque, chi sei?
La risposta è; Sono quello che vi dice
chi siete: peccatori, separati. E allora la
fede può cominciare. Senza la conoscenza
che non possiamo darci da soli ma che ci
dev’essere detta, non c’è fede. Di certo non
la fede cristiana.
Deicidi e omicidi
2) Cristo dice: Quando innalzerete il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che sono
io. e che non faccio nulla da me. Lo « innalzeremo», il Figlio dell’uomo, il Rivelatore. il Figlio di Dio. La scala è già appoggiata al patibolo sanguinoso, ci saliamo su,
piantiamo chiodi innumerevoli nelle sue
palme e aspettiamo che muoia. Due metri
sopra la superficie del suolo. Perché è uno
che dà paura, è un problema, II problema
dev’essere eliminato. Se io voglio essere Io,
Lui deve sparire. Dal mondo. Per sempre.
Non si tratta semplicemente di eliminare
una turbativa pubblica, bensì di liquidare
l’immagine di Dio e di liquidare l’uomo
qual era stato progettato. Siamo assassini
di Dio, e di conseguenza ci comportiamo da
assassini di noi stessi e degli altri uomini.
Per inciso: come la cristianità abbia potuto sviarsi al punto da chiamare perfidamente « deicidi » gli ebrei, mi è incomprensibile. In ogni caso: prigionieri dell’illusione di
liberarci da soli, appendiamo alla forca la
nostra libertà — l’unico che non ha voluto
se stesso, che voleva strapparci al vuoto
vorticoso e inserirci in una relazione liberata, lo abbiamo appeso.
Chi sei? Risponde: Sono quello che è
innalzato. Da voi, a causa vostra, al vostro
posto — per voi. Perdo la vita, e la ottengo. Chi perde è il vincitore. Innalzato sto
davanti al Padre, per il Padre, giudice e salvatore insieme, il crocifisso Vivente.
L’amore semplice
Chi sa questo, sa tutto, sa che cos’è che
alla fin fine regge il mondo: l’amore, appeso
alla croce, si perde nel mondo e per questo
non può più essere eliminato dal mondo.
E’ semplice da capire. Nessuno può dire:
Non lo capisco. L’amore, tanto più se crocifisso, si fa sempre capire.
Per noi non si tratta dunque di cambiare il mondo in base ai nostri piani, di
riprogettare gli uomini a seconda dei nostri
gusti, ma di conoscere l’Innalzato. Nel dubbio, la fede sceglie sempre questo amore.
E tutto cambia. Non siamo noi a cambiarci.
E’ lui a cambiarci a sua immagine, silenziosamente ma costantemente, sì da farci vedere noi stessi, il prossimo, questa società
deicida, il mondo nel suo carattere assurdo e mostruoso, con i suoi occhi: giudicato
e salvato. Infinitamente amato.
E tutto il resto che mettiamo in vendita
nella chiesa e nella società, non conta nulla di fronte a questo amore? No, nulla!
E i condizionamenti, i programmi di miglioramento mondiale, le divisioni, l’alto livello morale, il rendimento, l’arte con cui
ci presentiamo, il successo con cui ci dissimuliamo, e malattie, fortuna, rivolte e tutto l’inferno della sofferenza non contano nulla a fronte di questo amore? No,
nulla!
E la morte? Non conta.
Trasparenza
Chi sei, insomma?
La domanda comporta risposte attuali.
Per oggi. Per il nuovo direttivo della Chiesa
evangelica nella Renania. Che cosa abbiamo il diritto di aspettarci da queste persone? Una cosa sola abbiamo da chieder
loro: che non ostacolino, prepotenti e inutili, l’amore di colui che è stato innalzato
sulla croce. Si può poi sperare che siano
capaci di distinguere fra i nostri giochi, il
gioco della chiesa organizzata, il nostro cristianesimo a volte vissuto per gioco, e la
serietà della Parola di Dio. Perciò il nuovo
Präses ha il sentimento del bambino che di
notte a piedi nudi sul freddo pavimento fischietta per darsi coraggio. Non per il lavoro che lo aspetta. Neppure perché, quando
si deve fare il guidatore di una locomotiva
che tira il treno attraverso un tunnel, se
ne esce neri come un minatore. Un’unica
paura ha diritto d’essere: che confondiamo
i nostri giochi con la volontà del Crocifisso;
che la chiesa si presenti sotto forma e quale espressione di una compagnia di commedianti tardoborghesi, e non se ne accorga;
che diciamo: croce e intendiamo: sicurezza; che affrontiamo le sconfitte piagnucolando anziché con coraggio; che pateticamente ci presentiamo come testimoni della
verità, mentre la chiesa ha un unico credibile testimone della verità, il suo Signore
innalzato.
Persone e fatti, per nome
Chi sei, insomma?
Abbiamo ascoltato la risposta, con timore
e tremore. Ma se Gesù è l’innalzato, che vive fino in fondo l’amore indivisibile di Dio
per l’uomo e per il mondo, allora non possiamo rimanere seduti inattivi e silenziosi
all’ombra della sua croce. Perciò ora, alla
fine, sono necessari alcuni appelli, alcune
cordiali richieste.
Signor Cardinale, caro fratello — deve
pur essere possibile aprire un po’ di più
le porte ben dipinte dei nostri ovili, affinché
cristiani vadano da altri cristiani, dato che
siamo debitori della testimonianza comune
di tutti al mondo intero.
Signor Presidente dei ministri, caro fratello — deve pur essere possibile non
sbattere subito la porta in faccia ai cinquemila minatori di Hùckelhoven, prendendosi il tempo per nuove prospettive e
per un futuro degno di essere vissuto.
Caro fratello Frederick, care sorelle e
fratelli che venite dalla Namibia e dal Sud
Africa, che oggi vi sentite offesi e feriti dalle nostre esitazioni e dalle nostre discussioni — non cesseremo di gridare contro il
peccato ásíVapartheíd, di cui condividiamo
quotidianamente la colpa.
Soldati delle Forze armate federali, che
talvolta pensate che la vostra chiesa vi lasci soli nel vostro servizio. Capite, per favore, che nel nome di Gesù dobbiamo perseverare nello sforzo di eliminare finalmente il potenziale di annientamento nucleare
che minaccia il mondo intero.
Voi disoccupati e assistiti della previdenza sociale: non accetteremo mai la vostra
condizione e la vostra distretta, come sembra scandalosamente accettare una società
che guadagna bene in uno dei paesi più ricchi del mondo.
Cari membri del Sinodo, cari ministri
della nostra chiesa, non lo vedete, forse?
In ogni lotta per la verità e per il cammino
della chiesa siamo già, da tempo, garantiti
e protetti in un consenso che non siamo
noi a dover creare o forzare; nella comunione dei peccatori giustificati, nella quale
nessuno va davanti ad altri.
Voi, membri delle nostre comunità! In
nome dell’Innalzato picchierò alla vostra
porta, voglio rimanere il primo postulante
per il processo conciliare avviato timidamente, per le esigenze, essenziali alla sopravvivenza, della giustizia, della pace, della salvaguardia del creato. Non mandatemi
via.
Questo mondo è infinitamente amato da
Dio. Non Dio è assurdo. Noi viviamo assurdamente, se gettiamo al vento il suo giudizio e la sua grazia e non sappiamo utilizzare il tempo che abbiamo.
O Amore, attiraci nella tua tensione,
ja’ che sia crocifìsso con te ciò che non
può ereditare il tuo Regno, guidaci nel
paradiso. Ma via. tu non tarderai, fa’ che
non siamo indolenti; ci parrà di sognare. quando irromperà la libertà.
Peter Beier
7
w, .
p 26 maggio 1989
obiettivo aperto
UN RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SU UN CONFLITTO ORMAI VENTENNALE
L'Irlanda del Nord e l’Europa
Carenze e imperfezioni neH’amministrazione della giustizia da parte del governo inglese - Le esecuzioni extragiudiziali - Nei processi « supergrass » vengono meno le garanzie che la legge deve invece assicurare agli imputati
Atalgrado il governo britannico — in base all’accordo del novembre 1985 con
quello di Dublino — mantenga da oltre tre anni una
presenza militare di « basso
profilo neirulster », la « questione irlandese », con i suoi
alti e bassi di violenza e di
attentati, permane sempre di
drammatica attualità.
Col suddetto termine, si
intende il conflitto, ormai
ventennale — e con punte
altamente sanguinose — fra
la popolazione cattolica
(31,1%) e quella protestante
(67%) nella provincia inglese deU'Ulster o Irlanda del
Nord. E’ stato appunto nel
1969 (e precisamente il 14
agosto) che il governo inglese mandò colà grossi rinforzi armati dopo che i cattolici si erano ribellati per il
trattamento discriminatorio
che ledeva i loro diritti civili.
Come ricorda in un recente numero il settimanale Avvenimenti C) in un servizio
edito appunto in occasione
di questo tragico anniversario, le vittime della guerriglia ammontano a circa tremila. L’anno più sanguinoso
fu il 1972: vi persero la vita
103 militari e 321 civili. In
una continua escalation di
violenza istituzionale, Londra revocò nel 1976 lo « sta
rno sottolinearne l’aspetto,
diciamo così, « istituzionale ». Il rapporto di A. I. esamina e denuncia quelle che
chiama le « imperfezioni »
nell’amministrazione della
giustizia da parte del governo del Regno Unito di Gran
Bretagna nel rispondere alla
violenta agitazione civile in
corso, nonché le numerose
uccisioni immotivate provocate dalle forze di sicurezza.
Per quanto concerne le uccisioni, A. I. si dice fortemente preoccupata per l’indiscriminato « uso letale della forza » che, oltre alle numerose
uccisioni di persone disarmate nel territorio nord-irlandese, ha provocato anche la
morte, nel marzo 1988 nella
colonia inglese di Gibilterra,
di tre membri disarmati dell’IRA (Esercito repubblicano irlandese). Ma il rapporto va oltre nella sua documentata denuncia: le procedure per investigare sugli incidenti contestati sono insufficienti; esse infatti non spiegano adeguatamente le circostanze secondo le quali si sono svolti detti incidenti, incluso il fatto di verificare se
la forza letale fosse giustificata, ed inoltre non sono stati resi noti i risultati raggiunti.
A. I. usa il termine « ese
Lifford, Irlanda del Nord: grandi e piccoli in una festa popolare.
tus » di detenuti politici per
i prigionieri repubblicani. Ne
conseguirono numerosi scioperi della fame e dell’igiene
nelle carceri, scioperi che ebbero la loro punta nel 1981,
anno in cui morirono 10 detenuti politici, fra cui il deputato Bobby Sands.
Esecuzioni
extragiudiziali
Non vogliamo qui soffermarci sugli aspetti storici o
militari della situazione (il
nostro settimanale lo ha fatto in varie altre occasioni)
ma, sfogliando un recente
l'apporto di Amnesty International (A. I.) (^), desideria
stessi rapporti governativi,
condotti in un primo tempo
dal comandante delle forze
di polizia di Manchester,
Stalker (rimosso in circostanze sospette « per non farlo andare avanti nell’inchiesta »), e poi ripresi dal capo
di polizia Sampson, pur avendo denunciato le gravi responsabilità delle forze di sicurezza, non solo non hemno
scoperto tutti i fatti rilevanti, ma non sono stati pubblicati, mentre gli agenti ritenuti responsabili non sono
stati rinviati a giudizio « per
motivi di sicurezza nazionale » e di • « pubblico interesse ». (Le solite, e comode,
espressioni per coprire — e
non solo certo in Gran Bretagna — le deviazioni o le
colpe dei responsabili. Penso ad esempio ai comportamenti dei servizi segreti italiani nei confronti di certi
attentati terroristici. Penso
al caso dell’aereo passeggeri
precipitato nel mare di Ustica nel 1980 ed alla reazione
dei parenti delle 81 vittime
dopo 9 anni di vana attesa,
reazione sfociata nella recentissima richiesta di incriminare i responsabili militari).
I processi
«c supergrass »
cuzioni extragiudiziali » per
descrivere diverse uccisioni
(di cui risparmiamo ai lettori i dettagli) « deliberate ed
illegittime » in quanto possono ragionevolmente essere
viste come « il risultato di
una politica (...) tesa ad eliminare o a permettere l’eliminazione di dati individui
con un’alternativa all’arresto o all’imprigionamento ».
Queste uccisioni — sottolinea il rapporto — avvengono al di fuori di ogni struttura legale o politica e vengono ancora distinte dalle
uccisioni accidentali o da
quelle provocate da agenti
« in preda al panico » oppure « sotto l’eftetto dell’alcool
e della droga ». Anche gli
Abbiamo anche accennato
all’aspetto giudiziario di questa situazione. In modo particolare, A. I. punta la sua
attenzione sui processi detti
« supergrass » (questa parola deriva dal termine gergale « grass », che in Gran Bretagna è usato per indicare
un informatore). Nella sostanza, sì tratta di procedimenti giudiziari in cui « l’elemento chiave delle prove
d’accusa » è la deposizione,
« spesso non comprovata »,
di un testimone che era stato complice dei delitti sotto
accusa (per analogia, viene
da pensare a certi « pentiti »
della mafia e della camorra).
Questi processi, celebrati
nell’Irlanda del Nord, si riferiscono ai delitti « catalogati » che comprendono l’assassinio, l’omicidio colposo,
il sequestro di persona, la
rapina a mano armata, crimini dinamitardi o commessi con armi varie. Le Corti
giudicanti, che vengono dette « Diplock Courts » dal nome di lord Diplock, autore
del suddetto « catalogo », si
distinguono da quelle ordinarie per l’assenza di una
giuria, la cui funzione è svolta da un solo giudice anziano. I. denuncia questo procedimento come « contrario
aH’obbligo legale internazionale del Regno Unito di garantire a tutte le persone uguali diritti, incluso quello
ad un processo equo, senza
riferimento alle convinzioni
Un gruppo di bambini cattolici a Londonderry.
politiche ». In uno degli ultimi di questi processi contro 65 imputati condannati
e poi giudicati successivamente in Corte d’Appello,
ben 64 condanne sono state
annullate, ma fra le due sentenze e le more del rilascio
degli ex imputati sono passati ben cinque anni! Pur
constatando con soddisfazione che nel passato più recente le accuse agli imputati non
si sono basate su « prove supergrass », A. I. ha espresso
nel contempo la sua preoccupazione perché il governo
inglese continua ad affermare « che la sua politica sulle
testimonianze ’’supergrass”
in Irlanda del Nord non è
Amnesty International per la
sua costante e documentata
opera di denuncia e di sensibilizzazione. Non resta che
esprimere l’augurio che il
paese coinvolto in queste
storture giudiziarie ed in queste violenze gratuite vi ponga termine, in armonia con
le norme fondamentali per
la protezione dei diritti umani. Tanto più ora, quando le
elezioni europee sono una
realtà, ed in vista della prossima scadenza del 1992.
Roberto Peyrot
mutata ».
Situazioni davvero e certo
non molto degne di un paese
democratico: ancora una volta dobbiamo essere grati ad
(Ù Si tratta di un periodico
di recente fondazione che, di
fronte al prepotere delle concentrazioni editoriali, viene finanziato dai lettori mediante l'acquisto
di azioni popolari, ed è pubblicato dalla Libera Informazione
Editrice.
(2) A. I. « Research Papers »:
Irlanda del Nord, uccisioni e processi (die. 1988).
Claudiana editrice
NOVITÀ’
DAVID HASLAM
Nicaragua
Chiese evangeliche
e rivoluzione sandinista
pp. 176, 15 ill.ni f.t., L. 18.000
Edizione italiana aggiornata a cura di A. Comba
In Nicaragua un 15% della popolazione è protestante. Come hanno reagito le chiese evangeliche alla rivoluzione sandinista e qual è stato il loro ruolo nella ricostruzione nazionale
e nella lotta di questi dieci anni? Il Nicaragua si rivela un « laboratorio teologico » di estremo interesse : la « teologia dell’alba », che i cristiani nicaraguesi vivono, si rivela « una fede
nella lotta » ricca di insegnamenti per le chiese del « primo
mondo ».
FONDATA NEL 1855
Via P. Tommaso, 1 - 10125 Torino - Tel. 689804
C.C.I.A. n. 274.482 - C.C.P. 20780102 - cod. fise. 00601900012
8
8 vita delle chiese
26 maggio 1989
XV CIRCUITO
FDEI
CORRISPONDENZE
Animazione biblica
Molto spesso, nel corso degli
studi biblici o dei catechismi che
vengono condotti nelle nostre
chiese, accade che questi importantissimi momenti di studio e
di riflessione si trasformino in
monologhi o in conferenze in cui
uno (il pastore) parla e tutti gli
altri (la comunità) ascoltano.
Nulla togliendo alla figura-guida del pastore, sarebbe certo più
costruttivo per tutti se i vari
momenti di analisi e di riflessione vedessero come protagonisti
attivi tutti i partecipanti, anche
quelli meno preparati teologicamente. Dovremmo, insomma, essere in grado di avere un approccio diverso con la parola del
Signore, un approccio più immediato, più « confidenziale ».
Ma come? Innanzitutto sforzandoci di sup>erare l’abitudine (spesso dovuta alla forte influenza
culturale cattolica) di conferire
alle interpretazioni date dal teologo un carattere assoluto e indiscutibile. Inoltre sarebbe necessario praticare metodi di lettura biblica che siano alla portata di tutti.
L’apprendimento, ma soprattutto la pratica di alcimi di questi metodi « alternativi » sono
stati al centro del seminario di
formazione per animatori che si
è svolto a Bethel, in Calabria,
dal 22 al 25 aprile scorso. Il seminario, condotto dal diacono
vgldese Franco Taglierò che è
anche animatore teologico della
CEVAA, invitato dal Consiglio
del XV Circuito, si prefiggeva di
fornire ai partecipanti alcuni
strumenti di animazione biblica.
Lo scopo era di dare anche a
chi pastore non è la possibilità
di condurre o proporre un tipo
di approccio biblico che, partendo dall’esperienza e dalla sensibilità di ognuno, metta tutti in
condizione di parteciparvi dinamicamente e liberamente, senza
timori reverenziali di alcun genere.
Il gruppo dei campisti si è rivelato omogeneo dal punto di vista geografico (i partecipanti,
tutti del Sud Italia, erano per
lo più calabresi), ma vario per
quanto riguarda l'attività dei
singoli nelle relative comunità
d’appartenenza: responsabili di
gruppi giovanili, monitori, aspiranti animatori, apprendisti predicatori locali.
Il seminario si è concluso con
la realizzazione di un culto, celebrato nell’ambito di una giornata comunitaria indetta dal XV
Circuito, a cui hanno partecipato circa 150 persone. L’esperienza si è rivelata, alla fine, come
un importante momento di crescita, non soltanto in relazione
ai procedimenti sperimentati, ma
anche in relazione alle interessanti riflessioni su alcune dinamiche di gruppo che sono state
sottoposte all’attenzione dei partecipanti.
Ezio Sagripanti
Campo
di studio:
"Seguendo
Miriam'
. Il
Dal 23 al 27 giugno si tiene al
« Villaggio della gioventù » di
Santa Severa (Roma) un campo di studio di animazione biblica, organizzato dalla Federazione
donne evangeliche in Italia, dal
titolo « Seguendo Miriam... Alla
ricerca di un nuovo modo di
esprimere la nostra spiritualità ».
Le iscrizioni debbono pervenire entro il 15 giugno p.v., con una
caparra di L. 40,0(X), alla cassiera Saida Papini, via dei Giordani
n. 20 - 00199 Roma su c.c.p.
n. 82115007.
Il costo totale è di L. 100.000.
Gli arrivi sono previsti per il
pranzo del giorno 23 e le partenze dopo il pranzo del giorno 27.
Santa Severa è una splendida
ed allegra località marina, il soggiorno può essere prolungato o
anticipato ed allargato a parenti
e prole, previo accordo con la
direzione di S. Severa (tei. 0766/
740055).
Maggiori informazioni possono
essere richieste a Saida Papini.
SIENA
Un nuovo pastore
« La Tavola valdese, tenendo
conto della limitata disponibilità del pastore Giovanna Pons per
motivi familiari, le affida un incarico a metà tempo come pastore del gruppo in formazione
di Siena, con residenza a Siena,
a partire dal 1-10-1989 ». Così suona la decisione de] 10 marzo.
Che cosa e chi troverà? « Un
gruppo in formazione ». E' la
qualifica ufficiale. E non è una
frase euforica. Peraltro chi va a
Siena sa di non andare in un
deserto, ma sa che vi è sempre
stata una chiesa, piccola di numero, interessata ad una testimonianza evangelica. Il Comandi, al quale il comune era venuto incontro con generosità, accogliendo la domanda di un terreno, ■ già facente parte del feudo ecclesiastico di S. Domenico,
aveva ceduto tempio e scuola alla Tavola valdese, preferendo egli
seguire la sua vocazione nel campo della scuola. Nella tradizione
evangelica dell’Ottocento, come a
Pisa, Firenze, Napoli, Riesi, Vittoria, ecc., la scuola era un segno di presenza qualificata per
l’annunzio dell’Evangelo alle nuove generazioni: predicazione dell’Evan'gelo in un tempo in cui
la Chiesa romana si rendeva conto delTemergere della responsabilità dello Stato per la cultura
del popolo.
A differenza di molte zone, Giovanna Pons troverà gli « stru
menti materiali », un piccolo tempio fra S. Domenico e Piazza delle Poste, restaurato, con tanto di
apertura per il culto domenicale e settimanale; una sala di studio, Un luogo non chiuso per i
Soli « riti » di una congregazione evangelica, ma aperta alla gente per una ricerca culturale, per
uno slancio ecumenico, per una
preghiera, per un dibattito... Così fu detto nel giorno dell’inaugurazione nel 1987.
Ma, oltre agli « strumenti »,
Giovanna Pons troverà una piccola comunità con diaconi ed anziani, con pochi membri comunicanti ed elettori: impegnati nell’artigianato, neH’agricoltura, nella scuola, nella musica. Alcuni
bambini, qualche catecumeno.
Il nuovo pastore troverà una
diaspora caratteristica: oltre alla città, il contado, Montalcino,
Montepulciano, Chiusi fino al
Trasimeno. A Siena l’Accademia
Chigiana richiama giovani tedeschi, Svizzeri, americani, inglesi,
fra i quali molti protestanti. Negli ultimi anni alcuni anglicani
si sono stabiliti fra Castellina e
il Trasimeno. L’arcidiacono anglicano di Firenze ha gentilmente invitato i « suoi » a partecipare con amici e figli al cullo valdese in Siena. Ogni anno si svolgono nella zona seminari per studenti in teologia della Renania,
dell’Assia e della Svizzera. Come
la città di Siena è gemellata con
Wetzlar e con Avignone, così la
ASILO EVANGELICO DI
MALNATE (Varese)
A causa del pensionamento
della nostra direttrice, cerchiamo, per data da stabilirsi
Direttrice (ev. coppia)
per casa di riposo con 40 ospiti. Retribuzione adeguata. Appartamento spazioso disponibile.
Rivolgersi a: S. Mumenthaler - 20145 Milano - Via L. Mascheroni 17 - Tel. 02/4817377.
LA CASA VALDESE
A GUARDIA PIEMONTESE (CS)
Cerca persone disponibili per l’assistenza ai visitatori.
Offre soggiorno in appartamenti ammobiliati, a prezzi modici.
Versamenti : ccp n. 13103874, intestato a Marco Presta - via Doviziosi, 8 - 87045 Dipignano (CS).
Informazioni e prenotazioni: Cesare Milaneschi - via Doviziosi, 2 - 87045 Dipignano (CS) - Tel. 0984/621490.
La donna nella
chiesa e nella società
comunità evangelica è gemellata
con le chiese protestanti di quelle zone. Essere « europei » non
è una novità nel nostro tempo.
Luigi Santini, Emidio Campi,
Giorgio Spini, Domenico Maselli
hanno predicato e hanno organizzato convegni « storici » sulla
spiritualità di Siena dal Medioevo al Settecento. La città conosce la nostra comunità. Il comune ci ha anche aiutati per i
restauri. La nostra comunità sa
di vivere non solo per sé, ma per
la città di Siena. Esiste come una
« componente » per vivere un
colloquio liberamente ecumenico, per vivere una « testimonianza vivente », fra giovani e non
giovani, artigiani e studiosi, fra
colti e non colti.
Sappiamo che non si tratta
mai di una terra necessariamente fertile, ma TEvangelo è più
forte della nostra fragilità e della nostra durezza. Possano la
perseveranza e la fiducia di Giovanna Pons essere, nella Siena
meravigliosamente segnata da
una vicenda religiosa non comune, un aiuto per un cammino nella fede, in uno spirito aperto e
fraterno, per la comunità e per
quanti saranno favorevoli ad una
presenza protestante, non settaria ma ecumenicamente attenta.
Agli amici di Siena un augurio
molto cordiale per una comunione profonda in Cristo.
Carlo Gay
PISA — Sabato 6 maggio si è
avuto, nei locali accoglienti della Chiesa valdese, un incontro
organizzato dalla FDEI Toscana
e dalle chiese del X Circuito sul
tema: La donna nella società e
nella chiesa.
L’argomento, che si allinea con
le tematiche del « Decennio della donna » ha, nella sua enunciazione, un sapore di banale e
di già ascoltato, ma ha dato invece motivi di riflessione profonda, di attualità e serietà, che sono stati un arricchimento per le
numerose partecipanti, in rappresentanza dei gruppi femminili, e per i membri delle comunità che si sono aggiunti.
La dott.sa Anna Maria Galoppini, deirUniversità di Pisa, e la
dott.sa Carla Topi, sindacalista,
hanno presentato la situazione
della donna nel nostro tempo,
sia in rapporto alle leggi che di
fronte ai problemi del lavoro.
Esposizione chiara, documentata, sostenuta da grande sensibilità.
E’ venuta a mancare la partecipazione di Adriana Zarri (teologa cattolica), per la seconda
parte delTargomento, « la donna
nella chiesa », ma la presentazione del problema dal pxmto di
vista evangelico, che la teologa
Teodora Tosai ti ci ha portato,
ha ampiamente colmato quel vuoto: semplice, profonda, l'esposizione è stata una predicazione
dell’Evangelo, e come tale è stata ascoltata dall’assemblea, forse preparata da un dialogo libero e informale sulTargomento,
animato da Carmen Trobia e
Adriana Gavina.
Sangue valdese
FORANO — Tutto è cominciato
circa quattro anni fa, quando
quello che allora era il gruppo
« giovani » della chiesa valdese
ha messo in scena la sua prima
rappresentazione. Le paure, Te
mozione, l’incertezza erano molte, ma sin da allora c’era anche
tanto entusiasmo; anzi, proprio
durante le prove e Tallestimento di « Sogno », un libero adattamento di « Sogno di una notte
di mezza estate » di W. Shakespeare, i circa quindici componenti del gruppo hanno riscoperto il piacere di stare insieme, il
divertimento che nasce dalla battuta spontanea, da una dimenticanza o un errore di un provetto
attore.
E la rappresentazione, che riscosse successo ed ebbe consensi e approvazione da parte di
tutti, mise ancor più entusiasmo,
tanto è vero che da allora il
gruppo si è allargato a tutti,
senza limiti di età, ed è riuscito a mettere in scena anche fuo
ri Forano altre due opere: « Il
malato immaginario » di Molière
e la fiaba di Perrault « Il gatto
con gli stivali ».
A questo punto, circa cinque
mesi fa, di comune accordo i
ragazzi e le ragazze hanno pensato di rappresentare la loro
quarta pièce e questa volta la
scelta è caduta su un testo caro
un po’ a tutti i valdesi.
Infatti domenica 7 maggio, nei
locali della chiesa di Forano, è
stata allestita la rappresentazione di « Sangue valdese », di Paolo Bosio, di fronte ad un pubblico attento, e in qualche caso
anche commosso.
L’impegno del gruppo teatrale in questa occasione è stato
particolarmente sentito un po’
da tutti: la messa in scena di
« Sangue valdese » si inserisce
infatti tra le manifestazioni che
la chiesa della bassa Sabina ha
messo in programma per ricor
dare i suoi cento anni di vita,
che ricorrono proprio in questo
periodò.
« Sangue valdese », lo ricordiamo, ambientato all’epoca del
« Glorioso Rimpatrio », è stato
rappresentato con molta cura e
attenzione per i particolari scenici, e al tempo stesso tutto è
stato realizzato senza spendere
quasi nulla, grazie al lavoro volontario di amici, anche cattolici — e molti erano i foranesi
non valdesi che assistevano alla rappresentazione —, delle madri e delle nonne, dei mariti e
fidanzati dei vari membri del
gruppo teatrale.
A sipario ormai chiuso si fanno bilanci e progetti: si vorrebbe andare « in tournée » presso
altre comunità e comunque già
qualcuno comincia a immaginare quale sarà la prossima opera
da mettere in scena; nel frattempo intanto si va costituendo una
piccola videoteca che raccoglie
le cassette contenenti la registrazione delle precedenti rappresentazioni.
Confermazioni
TORINO — « ...quanto più il
Signore darà lo Spirito Santo a
coloro che glielo domandano »
(Luca 11; 13): è stato questo il
testo della predicazione del pastore Bernardini, tenuta la domenica di Pentecoste a Torino,
nel tempio di c.so Vittorio. Si
concludeva così un breve ciclo di
predicazioni sulla preghiera, proprio in concomitanza con la domenica del battesimo e della confermazione dei catecumeni.
Per l’occasione la comunità era
concentrata nel tempio di c.so
Vittorio in comune con la comunità di lingua inglese e con la
conseguente sospensione dei culti
nelle altre zone della città (c.so
Oddone, via Nomaglio, Lingotto). La comunità, che ha letteralmente riempito il tempio, ha
cosi circondato, in atmosfera di
ascolto della Parola, di preghiera, di gioia e partecipazione affettuosa i sei battezzandi (Elisabetta Bottazzi, Stefania Ferrone,
Luca Fantin, Alberto Laguzzi,
Rossana Micol, Luca Rolle) e i
diciassette confermandi (P. Valdo Comba, Sonia D’Agostino, Daniele Dormelandi, Cristina Ferrara, Claudio e Renato Genre,
Giampaoio Gindri, Loredana
Giuliani, Marco Graglia, Stefano
Desse, Valerio Luciano, Maurizio Mondo, Federica Nota, Luisella Oddino, Jean Daniel Rostan, Viviana Tedesco, Paolo Velluto). Il culto è stato condotto
dai pastori e dai rappresentanti
delle varie zone. Il past. Hougland della comunità di lingua
inglese ha presieduto la Santa
Cena.
Quindici giorni prima, in un
incontro con i confermandi e le
loro famiglie, il Concistoro aveva
ricevuto e accettato le domande
di ognuno. Sono state cosi udite,
oltre alle domande dei più giovani, le testimonianze e le motivazioni di adulti che sono giunti alla nostra chiesa attraverso diversi percorsi di ricerca, in alcuni casi non senza lotta e sofferenza.
« Il Signore aggiungeva ogni
giorno alla loro comunità quelli
che erano sulla via della salvezza ». Possa essere così anche per
la comunità di Torino che a causa della sua vastità, della sua dispersione e del rilevante impegno
di presenza nella città, ha bisogno di essere arricchita di nuovi
doni per lo svolgimento della sua
opera di testimonianza.
9
26 maggio 1989
vita delle chiese
LA CLAUDIANA AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
I piccoli editori crescono Scuole domenicali
Il contatto con i visitatori permette di verificare la conoscenza di
cui gode all’esterno la nostra editrice - I titoli più « gettonati »
La fine degli anni ottanta lancia chiari segnali di ripresa del
mercato librario. E il successo
del recente Salone torinese del
libro, con i suoi 873 editori e l’esposizione del 97% della produzione italiana, lo dimostra. « La
Stampa » di Torino su questa
mostra libraria spreca le lodi, e
del resto lo può fare. Non è forse lei che ha inventato Tinserto
« Tuttolibri » diventato ormai, da
anni, un classico appuntamento
di lettura nella settimana del travèt subalpino?
Siamo andati anche noi (8.000
lire d’ingresso) a perderci nell’agorà della cultura. Se l’anno
scorso la fiera del libro era una
megavetrma, quest’anno si respirava aria più commerciale. Meno
vetrina e più bancarella. I grandi editori, quelli che non traggono vantaggi particolari dalla fiera, troneggiano nel mezzo del salone tra paratie colorate e giochi di spazio studiati da architetti di grido; la Feltrinelli chiusa in una gabbia, la Mondadori
raffinatissima, TEinaudi con stile neoclassico, la Rizzoli tipo
mercato del pesce... e poi la mi
Calendario
Torino. Lo stand della Claudiana editrice àll’interno del Salone del
libro, seconda edizione.
Venerdì 26 maggio
□ ASSEMBLEE
DI CIRCUITO
PRAL1 — Alle ore 20.30, nei locali
della chiesa valdese si svolge l'assemblea del MI Circuito.
PINEROLO — Alle ore 20.30, nel
locali della chiesa valdese in via
del Mille, si svolge l'assemblea del
Il Circuito; all'o.d.g.: relazione del consiglio, manifestazioni del III centenario, elezioni.
RORA' — Alle ore 20.45 assemblea
del I Circuito. AII'o.d.g.: relazione
delle chiese e del Consiglio, stand,
elezione del Consiglio, varie.
Sabato 27 e domenica 28
□ GIORNATA
DEI GIOVANI
DEL 1° DISTRETTO
BOBBIO PELLICE — Tema: Noi e il
denaro.
Sabato alle ore 21: Recita del gruppo di Pomaretto.
Domenica: Culto alle ore 10.30.
Mostre, animazione, canti. L'incontro
è aperto a tutti i giovani, anche se
non iscritti ai gruppi giovanili.
Sabato 27 maggio
□ ELEZIONE DIVINA
NELLA STORIA
PINEROLO — Organizzato dalla Commissione esecutiva del r Distretto e
dal comitato per il terzo centenario del
rimpatrio, presso la sala valdese di
via dei Mille 1. a partire dalle ore 15
si svolge un seminario dal titolo:
« L'idea del popolo eletto e l'elezione
divina nella storia tra Scrittura e identità ».
riade dei piccoli editori. Attraversare questo labirinto diventa
subito un viaggio infinito. Occorre scegliere.
Tutto non si può vedere. E così abbiamo scelto, prima fra tutte, la nostra Claudiana. Un bello stand, niente da dire, ben organizzato, razionale, dotato anche di impianto video. A turni
di tre ore si alternano nello
stand, due a due (come i barba
medioevali), alcuni membri della
chiesa valdese e di quella battista. Ma chi, tra i centoventimila
visitatori, attracca alla Claudiana?
« Il nostro primo visitatore —
dice Saverio Merlo, del Comitato Claudiana — è stato Armando Verdiglione, più tardi ha fatto un salto anche Luca Ronconi.
Ma a parte alcuni noti personaggi, nello stand sono entrate le
persone più diverse; da un gruppo di domenicani, a scolaresche
con i loro insegnanti, a giovani
studenti e studiosi di storia o
di teologia. Chiacchierando con il
pubblico ci si rende conto di
quanto la Claudiana sia conosciuta e ben radicata nel panorama
culturale italiano ».
E i libri più richiesti?
« Mi pare siano le novità —
continua Merlo — come l’ultimo
libro di Allan Boesak: "Se questo è tradimento sono colpevole”, oppure quello di David Haslam: ’’Nicaragua: Chiese evangeliche e rivoluzione sandinista”,
oppure un classico come il volume di Hasler: ’’Come il papa
divenne infallibile”. In molti hanno richiesto il catalogo completo della produzione Claudiana ed
è decisamente in aumento la gente che intende seguire con regolarità la nostra linea editoriale ».
E cosa dice l’editore?
« L’appoggio concreto che le
chiese hanno dato a questa nostra presenza al secondo Salone
torinese del libro — ammette
Carlo Papini — è stato di vitale
importanza. La mostra mercato
di Torino non raggiunge i livelli
della ’’Buchmesse” di Francofor
te, ma i piccoli editori italiani
hanno avuto un’importante occasione per farsi conoscere e,
spesso, apprezzare. Per i grandi
editori non c’è problema, per loro la fiera del libro dura 365
giorni all’anno».
Quindicimila
presenze in più
Quest’anno al Salone del libro
ci sono state quindicimila presenze in più ed è anche stato
venduto il 20% in più rispetto
allo scorso anno. Ora gli organizzatori del Salone contano di
trasformarsi in Fondazione e sposare così, per sempre, il libro
OTn Fiat-city. L’idea del Salone
è stata di Pezzana della Libreria Luxemburg, il manager che
ha retto tutto lo sforzo organizzativo è Acconterò, che vende
pneumatici in tutt’Italia; adesso
che l’idea ha preso corpo occorre però non lasciarsela sfuggire,
ma farne una 7 giorni di, business per la quale si lavora tutto l’anno. I più felici sono stati
quei piccoli editori, e rappresentano quasi il 10% dell’intero drappello, che hanno sfornato libri
sul^ magia, sui demoni, sulle
arti occulte, sulla pranoterapia;
è un settore che tira e che ha
contribuito al successo del Salone.
« Prima o poi questo Salone
del libro — commenta l’operatore RA.I Luciano Gallian, che ha
intervistato in questi giorni editori ed autori di grido — con il
successo che ha avuto, cercheranno di spostarlo a Milano o a Roma. Torino è grigia, tecnologica,
priva di fantasia e soprattutto
culturalmente è in un angolo... ».
Gallian, valdese di San Germano, è un pessimista protestante.
Per una volta che dal vecchio
Piemonte esce una buona idea
che non sia un cioccolatino o una
utilitaria lasciateci illudere che
nessuno ce la porti via. Sarebbe
un peccato, neh?
Giuseppe Platone
AUTORIPARAZIONI per la stampa di libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
Costantino Marco lavori commerciali in genere
Officina autorizzata FIAT Coop. TIPOGRAFICA
LA PRIMA IN PINEROLO SUBALPINA
Via Montebello, 12 10064 PINEROLO Via Arnaud, 23 - © 91334
Tel. 0121/21682 10066 TORRE PELLICE (To)
FRALI — Oltre 150 bambini
delle scuole domenicali della vai
Penice e di Torino hanno partecipato alla giornata di chiusu
ra di attività con una gita in alta vai Germanasca. Unitamente
a molti genitori essi hanno partecipato al culto domenicale nel
tempio di Frali dove hanno po»
tuto anche assistere al battesimo della piccola Fulvia GriU.
Successivamente i bambini, malgrado una fastidiosa pioggia, sono saliti ad Agape trascorrendo
il pomeriggio tra canti e giochi
nel salone del nostro centro.
• Domenica 28 maggio il culto inizierà alle ore 10; farà seguito un’assemblea di chiesa
che dovrà eleggere i deputati al
Sinodo ed alla Conferenza distrettuale e discutere dell’impegno della chiesa locale rispetto al 1990; verrà inoltre letta la
relazione sull’attività dell’aimo
ecclesiastico che si avvia a conclusione.
Battesimo
PRAMOLLO —- Durante il culto di Pentecoste è stato battezzato Fabio di Laura e Mattia
Trotta. Al bimbo ed ai suoi genitori esprimiamo gli auguri della
comunità e chiediamo a Dio di
guidarli sempre e di benedirli.
Sempre la domenica di Pentecoste hanno partecipato al culto
la corale di Torre Pellice e un
piccolo gruppo di amici tedeschi
che ci hanno portato il saluto
delle loro comunità. Dopo un
pranzo comunitario, la corale ha
eseguito un concerto nel tempio
ed E. Bosio ha parlato del Rifugio Carlo Alberto. E’ stato un pomeriggio molto bello, peccato
che i pramollini presenti al concerto fossero davvero troppo pochi !
• Il culto di domenica 21 maggio è stato presieduto da Attilio
Fornerone che ringraziamo di
cuore per la sua disponibilità e
per la predicazione così viva e
coinvolgente.
• Il 7 maggio la nostra gita ha
avuto come meta Ivrea. Abbiamo
partecipato al culto con la comunità locale, siamo stati suoi ospiti a pranzo e nel pomeriggio
abbiamo visitato una parte del
parco della Burcina e del centro
storico di Ivrea. Siamo stati accolti molto fraternamente, ed è
stata una giornata piacevole e
interessante.
• Domenica 28 maggio ci sarà
il culto di chiusura della Scuola
domenicale. Nel pomeriggio, alle
ore 15, avrà luogo a Ruata il
bazar organizzato dall’Unione
femminile.
Concerto corale
SAN GERMANO — Un concerto particolare è stato quello
offertoci dalla corale di Grylksbo
(Svezia) la sera del 4 maggio;
peccato che il pubblico non sia
stato più numeroso perché valeva veramente la pena di udire i
cori presentati dai nostri fratelli
svedesi, a cui rivolgiamo ancora
un sentito grazie sia per la loro
bravura, sia per la loro dimostrazione di affetto, sia anche per il
loro contributo a favore dell’Asi
lo.
• Il giorno di Pentecoste ab
biamo accolto fra noi due fratell
tedeschi che, dopo il culto, han
no partecipato all’agape prepa
rata da un gruppetto di sorelle
e che ha riunito una ventina di
membri della comunità i quali
hanno trascorso alcune ore in
una atmosfera simpatica e so
prattutto molto fraterna.
• E’ scomparsa la decana del
nostro Asilo : all’età di 97 anni infatti ci ha lasciati la sorella Ida
Coisson; ringraziamo il Signore
per aver concesso alla nostra sorella (la cui mente è stata lucida
quasi fino al termine della sua
esistenza) una vita lunga e ricca
di preziose esperienze che ella
condivideva volentieri con chi
ravvicinava.
Assemblee di chiesa
LUSERNA SAN GIOVANNI —
L’Assemblea di chiesa, con all’ordine del giorno il problema
finanziario, è convocata alle ore
10 di domenica 28 maggio nel
corso del culto che avrà luogo
nella sala Beckwith.
Si dovrà prendere in esame la
proposta di preventivo di spesa
per l’anno in corso predisposta
dal Concistoro e indicare alla Tavola Valdese quale può essere
la nostra contribuzione per il
1990 Si discuterà inoltre sull’iniziativa, avviata alcuni anni or sono e poi lasciata cadere, di chiedere la collaborazione di tutti
i membri di chiesa perché dicano con anticipo quanto pensano di poter offrire alla chiesa
per l’anno successivo.
L’importanza dell’assemblea
richiede pertanto una partecipazione numerosa da parte dei
membri della comunità.
PERRERO-MANIGLIA — L’assemblea di chiesa del 21 maggio
ha eletto quali deputati: al Sinodo Umberto Poét e alla Conferenza distrettuale Patrizia Massei e Milena GrUI.
Confermazioni
PIOSSASCO — Domenica 7
maggio sono stati confermati
due adulti: Maria Modica e suo
marito Bruno Ferrerò; inoltre i
coniugi Ferrerò hanno presentato alla comunità riunita nel culto anche i loro due figli Marco e
Dario che verranno istruiti nella fede evangelica.
Inutile dire la grande gioia
della comunità per questo ingresso nella nostra chiesa.
Bazar
ANGROGNA — Domenica 28
alle 14.30 avremo nella Sala unionista il nostro bazar, organizzato
dall’unione femminile che si sta
attivando per realizzare prossimamente nella scuola Beckwith
del Serre un piccolo museo sui
temi della donna nella storia
valdese.
• In via eccezionale il culto
di domenica 28, anziché a Pradeltorno, si terrà al capoluogo
alle 10.30 con la celebrazione di
tre matrimoni. Parteciperà anche il pastore Marchetti.
Visita a Coazze
VILLASECCA — Domenica 21
maggio un gruppo misto di unione femminile e corale si è recato in visita alla comunità di Coazze. E’ stato un incontro molto
simpatico e fraterno, che ha
certamente contribuito a rafforzare i legami fraterni tra la nostra comunità e quella di Coazze.
• Al culto di domenica 28
maggio parteciperanno alcuni
Provincial Moderators provenienti dall’Inghilterra. Nel pomeriggio, alle ore 15, avrà inizio l’annuale bazar.
Deputazioni
VILLAR PEROSA — L’assemblea di chiesa del 7 maggio ha
approvato la relazione annua e
l’impegno verso la cassa centrale
per il 1990, accettando la proposta della CED. Deputato al Sinodo è stata eletta Fiorine Bleynat,
supplente Paolo Ferrerò; deputati alla Conferenza distrettuale
Ina Bessone, Jolanda Long, Bruno Galliano; supplenti Gino Castagna e Marco Long.
• Il 6 maggio è stato celebrato
il matrimonio di Renzo Avondet
e Graziella Sola.
10
10 valli valdesi
26 maggio 1989
A COLLOQUIO CON ANDRE’ JACQUES PEROSA ARGENTINA
Il tarlo
della
chiesa
Tutte le volte che mi è successo di parlare della nostra chiesa, sia in piccoli gruppi che in
occasioni più ufficiali, riconosco
d’averlo fatto in termini scarsamente obiettivi. Perché quando si
ama una realtà, si tende a vederne soprattutto i lati positivi, le
prospettive. Ci si sente trascinati da una progettualità collettiva
e da un ottimismo di fondo per
il quale anche gli aspetti negativi ne escono fortemente ridimensionati. Ma tra questi ultimi
ce n’è uno che non riesco a digerire e sul quale stendo, in genere, un velo pietoso. Non voglio
fare qui lo sputasentenze dall’alto di una pretesa purezza, però
lasciatemi dire che la dimensione del pettegolezzo ecclesiastico,
inteso come fatua maldicenza, mi
infastidisce ogni volta di più.
Mi rendo conto che gli ambienti piccoli rischiano più degli altri di avvitarsi e ripiegarsi su
loro stessi e di vedere i problemi esclusivamente nel gioco degli equilibri locali.
Ma ciò che uccide non è tanto
il localismo, perché bisogna pur
essere radicati in una precisa
realtà locale, quanto il tarlo del
pettegolume che corrode il tessuto comunitario. Se invitiamo
amici e conoscenti non valdesi
ad unirsi a noi e poi gli stessi
scoprono che anche tra noi ci
sotto invidie, divisioni, giudizi reciproci senz’appello in abbondanza, non rendiamo certo un
gran servizio alla causa della
evangelizzazione.
Lo so che su questi problemi
ci sono illustri precedenti anche
nel Nuovo Testamento, penso per
esempio alle tensioni distruttive
presenti nelle antiche chiese di
Corinto o di Colasse (per citare i primi esempi che mi vengono in mente, ma ce ne sono
molti altri), ma ricordiamo anche con quanta foga l'apostolo
Paolo si scagliasse contro tutto
ciò che tende a fondare la chiesa su personalismi, divisioni,
maldicenze.
Essere chiesa non vuol dire
essere una setta in cui si spara
a vista appena uno mette il piedino fuori dalle righe del conformismo imperante. Non siamo
chiesa per controllarci a vicenda
ma siamo chiesa per costruire
uno spazio di libertà, di sincerità, di riconciliazione: un luogo
insomma che, proprio perché ci
è donato, ci dà di respirare a
pieni polmoni, ogni giorno, la
freschezza dell’Evangelo; un luogo in cui vedere in ogni uomo e
in ogni donna le creature amate da Dio.
Se nemmeno in chiesa non riusciamo a parlarci con grande
franchezza, rispetto e sincerità
ma ne abbiamo fatto il luogo
del sùdice e non-si-dico, del mormorio anziché del parlare chiaro e ad alta voce, del predicare
l’amore senza per questo viverlo, del sorridere ma senza gioia,
se è così allora occorre fare una
seria autocritica e ritornare subito alla fonte originaria del nostro essere chiesa.
Tutto .sommato le parole di
Blaise Pascal sul « paragone dei
cristiani dei primi tempi con
quelli di oggi » conservano una
forte attualità quando affermano: « Oggi i cristiani non si distinguono più dal mondo. Conoscono così poco la salvezza da
far gemere tutti coloro che nutrono sentimenti di tenerezza
verso la chiesa ».
Giuseppe Platone
Per i diritti di tutti i popoii
Lo squilibrio tra Nord e Sud - Non carità individuale ma giustizia
Nei giorni 19-20 maggio si è svolto in diversi momenti, tra i
cornuni di Angrogna, Luserna S. Giovanni e Torre Pellice, un seminano organizzato dall’Associazione per la pace dal titolo « Popoli
senza terra ». L’mtenzione era di studiare i fenomeni di conflitto
e le conseguenti ondate di migrazioni che caratterizzano questi
ultimi anni. André Jacques è stato uno degli esperti intervenuti
alla tavola rotonda conclusiva.
■André Jacques è membro dell’Eglise Réformée de France. Fa
parte del direttivo della Lega internazionale per i diritti dei popoli, ed è l'attuale presidente
dell’Azione dei cristiani per l’abolizione della tortura, un incarico a tempo pieno che si ricollega ai precedenti impegni a favore dei rifugiati. L’ACAT è un’organizzazione ecumenica nella quale protestanti, cattolici e ortodossi possono lavorare e pregare insieme.
Dal '68 all’81 Jacques è stato direttore del Servizio per i rifugiati della CIMADE. E’ autore di alcune pubblicazioni dedicate al
problema dell’immigrazione, tra
cui il libro Lo straniero in mezzo a noi pubblicato dalla Claudiana, e I senzapatria, pubblicato dagli Editori Riuniti.
A proposito di questa sua attività di scrittore ci ha detto:
« Devo giustificare l’audacia di
scrivere su di un argomento così vasto e così complesso quale
è quello dei migranti e dei rifugiati. E’ sostanzialmente il diario delle mie esperienze quotidianamente vissute durante i 14
anni di servizio prestato presso
il Dipartimento per i rifugiati
della CIMADE, e negli anni successivi in cui ho ricoperto la carica di Segretario per le migrazioni in seno al Consiglio ecumenico delle chiese ».
Come è sorta e quali sono gli
scopi della Lega internazionale
per i diritti dei popoli?
« Questa organizzazione è nata tra i movimenti d’indipendenza dei popoli colonizzati. Si è
cominciato ad occuparsi dei diritti dei popoli dopo l’ultima
guerra. Le dichiarazioni di principio su questa materia hanno
riscosso una sempre maggiore attenzione da parte delle nazioni,
anche nel contesto dell’ONU. E’
stato così sancito e ben espresso dalla Carta di Algeri il diritto per ogni popolo alla terra, all’autonomia politica, alla costituzione di uno Stato. In precedenza le convenzioni internazionali
avevano sempre tutelato i diritti
della persona. E’ stato quindi necessario un salto di qualità per
riconoscere uno stato giuridico
ad una collettività di persone,
che noi chiamiamo popolo. Tuttavia, non è sempre così semplice stabilire l'identità di un popolo. Ma la determinazione dimostrata dai palestinesi, dai curdi c da altri nella lotta per la
difesa dei loro diritti e della loro stessa sopravvivenza non lascia adito a dubbi ».
Com’ò strutturata la Lega e come agisce in concreto?
« Im Lega ha tre settori: la Lega per i diritti e la liberazione
dei popoli, che si impegna nella
diffusione delle sue idee fondate sulla Carta di Algeri e tenta
di creare dei canali di comunicazione che consentano ai rappresentanti dei popoli oppressi di
esprimersi e di far valere i loro diritti. In secondo luogo, è
stato creato un Tribunale dei popoli, in alternativa a quello che
si potrebbe configurare come un
Tribunale degli stati, ossia le
Nazioni Unite.
infine, la Fondazione Lelio Basso, che compie studi approfonditi sull’argomento avvalendosi
anche di una ricchissima biblioteca che ha sede a Roma.
Il maggior apporto concreto
che questa organizzazione ha po
tuto finora dare alla causa di
molti popoli oppressi è l’aver
creato delle opportunità per esprimersi, aver dato voce ai movimenti di liberazione ed aver
contribuito alla formazione di
una coscienza, anche sul piano
del diritto internazionale.
.Anche il risultato dello squilibrio economico tra il nord ed il
sud del mondo provoca molto
spasso le condizioni per uno sradicamento dalla propria terra
d’origine. Assistiamo così ad una
rnigrazione sempre più massiccia di cittadini dal Terzo Mondo verso l’Europa ».
Come possiamo intervenire all’interno di questa realtà, tenendo presente il nostro impegno
di cristiani?
<< Per me la risposta è chiara.
Prima i paesi ricchi hanno avu
to bisogno della manodopera per
ricostruire ciò che era stato distrutto dalla guerra, per svilup
pare le industrie. Ma le conseguenze di una presenza umana
costituita da intere famiglie di
immigrati non sono state valutate: ci si è accorti tardi che non
era più possibile rispedire queste persone nei luoghi da dove
erano venute e che i problemi
posti dalla loro presenza erano
infinitamente più complessi di
quanto ci si aspettava.
Non è un problema di carità
individuale, ma è un problema
di giustizia. Ogni uomo, ogni
donna, ogni lavoratore dev’essere rispettato nella stessa maniera, indipendentemente dalla nazionalità. Il rischio di oggi è
quello di accettare lo sviluppo di
un’Europa fondata su un discreto e poco visibile sistema di
apartheid, cioè una società a due
velocità. Riconosco che è difficile far convivere culture diverse,
ma non per questo bisogna rinunciare ad agire per rimuovere le barriere che separano le
une dalle altre ».
Intervista a cura di
Sergio Franzese
LUSERNA SAN GIOVANNI
Si ristruttura
il vecchio borgo
Luserna San Giovanni, al centro recentemente di vicende legate al tipo di produzione industriale della Cartochimica, è comunque in vai Pellice uno dei
pochi, se non l’unico centro ad
aver registrato un significativo
aumento nella popolazione; alla
fine del 1988 i residenti erano esattamente 7.999; c’è stato poi
un momentaneo calo, ma l’aumento negli ultimi anni si può
comunque dire costante.
Fra le cause possibili si fa in
generale riferimento ad una buona disponibilità di alloggi a prezzi accessibili e ad un certo numero di posti di lavoro che si è
creato in quella zona a valle del
centro abitato, che a suo tempo
fu individuata come zona industriale a livello di valle; non trascurabile poi il fenomeno di una
immigrazione lenta ma costante, da anni, dai piccoli comuni
di montagna verso la bassa valle.
Proprio in quell’area però, oltre al problemi di natura ambientale ne sono sempre più evidenti altri: incidenti strcidali, l’imposizione di un limite di velocità che si prolunga fino a Bricherasio, moltissimi ingressi sulla
provinciale da ambo i lati in
quanto sono sorte col tempo non
solo industrie, ma molte piccole
botteghe artigiane, addirittura
negozi; era previsto questo nel
piano regolatore?
« La zona si caratterizza, in base allo strumento urbanistico,
per attività di tipo industriale
o artigianale — ci ha detto il
sindaco Badariotti — e con la
variante al piano regolatore andremo a sanare determinate situazioni createsi negli anni, con
l’impianto di veri e propri negozi ». In pratica, par di capire,
si va dunque ad una sanatoria
dell’esistente...
Ma sempre nel campo urbanistico, seppure a livello diverso,
il comune ha in progetto altri
interventi.
« Sì; — dice il sindaco — si
tratta di intervenire nella zona
del centro storico di Luserna alta per far "rivivere” una parte
di comune che ha registrato un
degrado ed un abbandono notevoli negli ultimi anni e che viceversa ha segnato momenti molto significativi nella storia comunale. La prima operazione in
programma è il riutilizzo dell’ex
cinema Santa Croce: è stato affidato l’incarico ad un architetto
per la redazione di uno studio
di massima delle proposte di intervento possibili. L’obiettivo è
quello di creare una struttura a
livello di valle per spettacoli teatrali, conferenze, ecc., senza però creare una .situazione di concorrenza col cinema di Torre
Pellice.
In seguito si passerà all’intervento sulle case, con la partecipazione dei privati: si interverrà
sull’aspetto dei colori, delle pavimentazioni, sull’illuminazione;
naturalmente il tutto avverrà col
tempo: se riusciremo ad approvare quest’anno i progetti, passeremo alla contrazione di mutui
con intervento anche di differenti organismi dello stato e del
comune stesso ».
E con la costante necessità di
fondi per opere pubbliche, in
chiusura di intervista, il sindaco
in pratica, pur esiprimendo la
sua personale contrarietà a misure impositive quale la tassa
sulle arti e mestieri, finisce per
avallare non soltanto la misura
governativa ma anche per « giustificare » la scelta dell’amministrazione di Luserna di applicarla nella misura dell’80% del ma.ssimo possibile: « Infatti, se per
un piccolo comune di montagna
dove i negozi sono pochissimi
un’imposizione minima o massima non cambia molto sul bilancio finale, per un comune come
il nostro da questa imposizione
sulle attività economiche recupereremo circa 200 milioni; certo questo grava su determinate
classi di cittadini, ma non certo
per una precisa volontà nostra
di colpire .sempre gli stessi ».
P.V.R.
Cantieri
di lavoro
La Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca ha istituito anche per quest’anno un
cantiere di lavoro, della durata
di 73 giorni, per l’esecuzione di
lavori di pubblica utilità, quali:
pulizia di scarpate stradali e
sponde di torrenti, regolazione
del deflusso delle acque lungo
la viabilità minore, ripulitura di
discariche abusive, sistemazione
di aree verdi attrezzate, interventi per il miglioramento del patrimonio boschivo e ripulitura di
sentieri alpini.
L’iniziativa è volta ai lavoratori disoccupati senza tuttavia che
si vada a configurare un vero e
proprio rapporto di lavoro con
l’Ente pubblico: le persone impiegate nei cantieri manterranno
infatti la figura giuridica di disoccupati.
L’attività lavorativa prevede
un impegno di 7 ore al giorno
per 5 giornate alla settimana
per venti persone, con possibilità di partecipare alle chiamate
pubbliche di collocamento.
Ai lavoratori avviati al cantiere verrà corrisposta un’indennità lorda giornaliera di L. 45.000,
maggiorata degli assegni familiari per le persone a carico.
Possono presentare domanda
di partecipazione al cantiere i
lavoratori disoccupati iscritti alrUfflcio di collocamento di Pinerolo, residenti nei comuni compresi nella Comunità Montana
Valli Chisone e Germanasca, che
abbiano compiuto il 18” anno di
età.
Un’apposita commissione redigerà la graduatoria sulla base
di criteri di priorità che tengano conto del reddito familiare,
del numero dei componenti il
nucleo familiare e del punteggio
al collocamento.
Vengono riservati 5 posti a lavoratori disoccupati in possesso
di qualifica, e precisamente:
3 posti per disoccupati in possesso della qualifica di operaio
tecnico specializzato nel settore edile o affine o di diploma
di Istituto tecnico professionale ad indirizzo tecnico o
scientifico;
2 posti per disoccupati in possesso della qualifica di operaio
specializzato nel settore agroforestale o di diploma-laurea
in scienze agro-forestali.
Per presentare domanda di ammissione al cantiere gli interessati dovranno compilare un apposito modulo, in dotazione ai
singoli comuni, da restituire al
comune di residenza entro e non
oltre il 20 giugno 1989, allegando lo stato di famiglia e fotocopia del modello CI (tesserino
di disoccupazione).
SAN SECONDO
Il mercatino
aspetta
I cittadini di San Secondo dovranno ancora attendere prima
di avere il loro mercatino ambulante; fin dallo scorso mese
di marzo i] consiglio comunale
ne aveva approvato l’istituzione
cd il relativo regolamento; proprio rispetto a quest’ultimo il
Co.re.co. ha formulato delle risei-ve rinviando le deliberazioni
al mittente. Il consiglio comunale convocato per il 30 maggio
dovrà dunque riprendere in esame la materia.
II mercato, una volta reso operativo, dovrebbe trovare spazio
sulla piazza Tonello, ogni martedì pomeriggio, prevedendo anche
uno spazio particolare per i produttori e coltivatori diretti della
zona.
11
r
26 maggio 1989
valli valdesi 11
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Senza famiglia
Una cultura dell’infanzia per una crescita equilibrata - li ruolo delie famiglie affidatarie e l’inserimento nella futura vita adulta
Sabato 27 maggio, presso il
cinema Trento di Torre Pellice,
si svolgerà un incontro sul tema « Minori e territorio » organizzato dalla Comunità Montana: inizio al mattino e conclusioni in serata; già oltre 200 le adesioni.
L’argomento d’altra parte è
stimolante, recenti episodi a livello nazionale non fanno che
dimostrare l’importanza di questo momento di verifica.
« Ci è sembrato importante —
ci ha detto la signora Gaietti, responsabile dei servizi socio-assistenziali della Comunità Montana Val Pellice USSL 43 — verificare, leggere l’esperienza per
capire quanto si risparmia oggi
per aver fatto ieri e quanto invece costerebbe poi il non fare oggi, rispetto al minore ed alla sua
salute. Importante è costruire
una cultura dell’infanzia in modo da garantire una crescita equilibrata; naturalmente minore
non è soltanto il neonato, ma anche il bambino e l’adolescente ».
In questo senso come ha operato la Comunità Montana, qual
è la situazione?
« La nostra valle è diventata,
a partire dagli anni ’70, una sorta di "laboratorio" di ricerca e
tutela della salute anche rispetto al hanibino; nella rete di risposte che hanno preso il via in
quegli anni abbiamo percorso una strada non priva di incomprensioni e comunque di difficoltà, ma abbiamo raggiunto importanti risultati: non abbiamo
pili da anni bambini in istituto,
tranne rari casi di portatori di
handicap gravi. Abbiamo raggiunto invece una convenzione con
la comunità alloggio di via Angrogna a Torre Pellice che ospita fino a 9 minori della valle,
convenzione che ha di fatto ratificato una situazione esistente
da anni; abbiamo una ventina di
affidamenti familiari e comunque cerchiamo di supportare, attraverso vari momenti, l’eventuale famiglia in crisi. Purtroppo, a fronte di una individuazione di strumenti, siamo ad una
"sofferenza" quotidiana per quanto riguarda le risorse. Del resto
la restaurazione in atto nel campo sanitario ci dice ogni giorno
che il traguardo è ancora lontano, né sappiamo se l'USSL-azienda, di cui tanto si parla, sarà un mezzo per far più salute
0 piuttosto sarà il contrario ».
Rispetto all’affidamento, qual è
il metodo seguito per l’individuazione di famiglie e qual è il tipo
di supporto che esse ricevono?
« In primis il sostegno deriva
dalle figure presenti nei distretti di base (così come per le famiglie naturali), con attenzioni
particolari a seconda della complessità dei casi; naturalmente
le famiglie affidatarie hanno un
contributo dall’ente pubblico anche in termini economici. Per
quanto riguarda l’individuazione
dei nuclei familiari, disponibilità, adeguatezza e motivazioni
vengono verificaie attraverso incontri con il personale dei distretti ».
Lei prima si riferiva, rispetto
Í--------------------------------1
1 TORRE PELLICE I
■ {Ospedale valdese), In piccolo con-|
* dominio con giardino, appartamento
Ial 1° ultimo piano composto da ; |
grande soggiorno living (eventual
I mente divisibile in salotto più carne- |
retta), camera, cucina, bagno, 2 balI coni, box auto. L. 65 m. |
alla crescita dei minori, anche
agli adolescenti: che cosa è possibile fare per quei giovani che
si trovino, una volta raggiunta
la maggiore età, a doversi confrontare in modo nuovo con Testerno, con la ricerca di un lavoro?
« Si tratta di uno dei momenti su cui maggiormente dobbiamo riflettere: non possiamo pensare che a 18 anni si diventi di
colpo maggiorenni ed autonomi,
tanto più se si hanno avute difficoltà in precedenza. Non è facile offrire risposte ed almeno
cerchiamo di seguire, attraverso
i servizi professionali, in modo
particolare quegli ex minori che
abbiamo conosciuto ».
Quello di sabato è il primo di
un ciclo di incontri; quaU i temi che verranno discussi negli
altri?
« Nel prossimo novembre ci
occuperemo di affidamenti, delle difficoltà e dei problemi che
ci si può trovare a dover affrontare ed il terzo incontro sarà dedicato all’adolescenza ».
Al centro dunque i problemi
del minore, la necessità di offrire a tutti in ugual modo la possibilità di crescere in armonia
con le persone che li circondano; si può dire che esistano, viceversa, dietro ad affidamenti o
adozioni elementi che possono
far pensare all’egoismo di una
coppia che non può aver figli?
« E' difficile, in questo momento, per degli operatori del settore rispondere in modo sereno,
dopo quello che si è visto e sentito nelle ultime settimane...; in
più occorrerebbe una riflessione
molto lunga per poter dire se
oggi in vai Pellice prevale l’amore o l’egoismo rispetto al problema. Mi richiamo perciò ad alcune considerazioni che Alfredo
Carlo Moro attraverso un suo recente libro, "Erode fra noi", ha
proposto quando ha affermato
che "la cupidigia degli adulti è
ancora molto presente" e questo,
credo di poterlo affermare, vale anche per la vai Pellice ».
Piervaldo Rostan
Droga, perché?
Nell’ultimo incontro sulle tossicodipendenze, la psicoioga Marina Dacomo ha trattato il tema
del disagio giovanile cercando di
dare risposta alle domande che
tutti ormai si erano posti, in
modo particolare i genitori, durante questa serie di riflessioni
in comune.
Perché ci si droga? Come si
fa a capire se un adolescente ha
imboccato questa strada pericolosa? Che cosa si può fare per
venirgli in aiuto?
Alla prima domanda la psicoioga ha fornito una delle tante
spiegazioni possibili, non certo
esauriente, che vede nel ricorso
alle sostanze stuj>efacenti una
specie di compensazione a distanza della sofferenza provata
al distacco dal seno materno. Nel
giovane, questa sensazione di
vuoto si può sommare con il desiderio di autonomia dalla famiglia e la ricerca della felicità.
Per il secondo problema, vi sono effettivamente dei sintomi
ciliari che fanno riconoscere il
tossicodipendente, ma questi si
manifestano con più evidenza
nei casi avanzati. All’inizio, cioè
quando si può ancora intervenire con successo, bisogna stare
molto attenti ad individuare con
esattezza le anomalie del comportamento, perché il ragazzo al
primo contatto con la droga tende a negare tutto e a considerare parenti e amici come potenziali nemici.
NeH'ultimo caso, ossia quando
i sospetti sono diventati amara
certezza, la psicoioga ha consigliato la via del colloquio e della comprensione. I servizi sul
territorio possono offrire un aiuto qualificato, mediante program
I
VALPELLICE IMMOBILIARE I
Luserna S. Giovanni
Viale De Amicis 3/1
Tel. (0121I 901.S54
I
IMPRESA ONORANZE
e TRASPORTI FUNEBRI
geom. LORIS BOUNOUS
Espletamento pratiche inerenti trasporti e sepolture,
vestizioni, esumazioni, cremazioni, necrologie
Autofunebre proprio
Sede: Via Trento, 48 ■ 10064 PINEROLO ■ Tel. 0121/794686
Unità locale n. 1 - (abit. e uff.) Via Tiro a Segno, 3 • PINEROLO
Telefono 0121/201524 ■ Servizio contìnuo (notturno e festivo)
TORRE PELLICE
Ciak si gira
Domenica 4 giugno, alle ore 15,
in conclusione del pomeriggio
comunitario per la visita al presbiterio dei Coppieri restaurato, verrà girata la scena finale
del programma che la rubrica
Protestantesimo sta preparando
sul « Glorioso Rimpatrio ».
Parlerà il pastore Giorgio
Toum.
Dato l’obiettivo della realizzazione di una scena di massa,
tutti coloro che possono sono
pregati di partecipare.
Per informazioni: Società studi valdesi, tei. 0121/932179.
Camera del Lavoro (via Demo, 8
PInerolo).
Oggi
e domani
Conferenze
PINEROLO — Venerdì 26 maggio,
presso il Salone della Società storica
pinerolese (v. Archibugieri, 23), alle
ore 21, Albert de Lange parlerà sul
tema « il Glorioso Rimpatrio (16891989 »).
PEROSA ARGENTINA
Dibattiti
mi di riabilitazione. Al contrario di ciò che si pensa comunemente, il ricorso ad una comunità terapeutica non deve essere
il punto di partenza, ma il punto di arrivo, mentre l’ambito familiare rappresenta Io spazio più
qualificato per il ricupero delle
giovani esistenze che rischiano
di perdersi definitivamente.
L.V.
ANGROGNA
Lavori stradali
stanno per iniziare i lavori di
sistemazione e asfaltatura della
strada Baussan-Giovo a cura della comunità montana neU’ambito
del programma ripristino opere
danneggiate da calamità atmosferiche e, a cura delTamministrazione comunale, i lavori di
sistemazione e asfaltatura della
strada del Boschetto (BaussanCiambone), l’asfaltatura delle
strade Prassuit-Carlevà e relativo piazzale e l’ampliamento dei
punti più critici della strada
delle Bruere.
Intanto l’amministrazione lancia un appello in vista della progettazione dell’acquedotto nella
zona est : sono indispensabili sorgenti lungo il percorso CasseBarbotta-Ciava ; chi volesse segnalare sorgenti site nella sua
proprietà meritevoli di essere
prese in considerazione per portata ed accessibilità, è pregato di
mettersi in contatto con gli uffici comunali o con i membri della
giunta.
Concerti
PINEROLO — Sabato 27 e domenica 28 maggio, presso il civico sitituto . Gorelli », verrà presentato un « divertimento teatrale » dal titolo Prima
la musica poi le parole, con la partecipazione dellorchestra del Gorelli
stesso.
Cinema
TORRE PELLICE — Venerdì 26 maggio, presso il cinema Trento è previsto il terzo appuntamento con la rassegna « Alpinismo in celluloide »; la
proiezione riguarda il tema Roccia e
alpinismo. Sempre al cinema Trento è
in programma la visione del film « Rain
man », sia sabato 27 che domenica
28 maggio.
Incontri
PINEROLO — Il Gomitato di Plnerolo dell'Associazione per la pace organizza una serata suH'obiezione fiscale alla spesa per armamenti per
giovedì 25 maggio, alle 21, presso la
I
r
I
I
I gio 120 ca). L. 72 m.
I
I
I
VALPELLICE IMMOBILIARE
Luterna S. Giovanni I
Viale De Amicis 3/1 *
Tel. (0121) 901.554 .
Cantavalli
PERRERO — Sabato 27 maggio, alle
ore 21, presso il centro sportivo comunale, il Gruppo ricerca popolare
presenta uno spettacolo di danze e
canti dell'area ligure dal titolo « U
lunaio: canti pe dozze meixi ».
Manifestazioni
PiNEROLO — Venerdì 26 maggio,
alle 20.45, presso il Gentro sociale di
via Lequi'o, 35, si tiene un incontrodibattito sul tema La biblioteca di Pinerolo: problemi e prospettive.
PiNEROLO — Nell'ambito del ciclo
organizzato dalla parrocchia di San
Lazzaro sul tema « La chiesa oggi ».
lunedì 29 maggio, alle ore 20.45 si discuterà su « La chiesa cattolica in un
mondo in rapida trasformazione » con
la partecipazione del prete operaio don
Carlo Carlevaris. L'incontro si svolge
presso la parrocchia di S. Lazzaro.
TORRE PELLICE — Venerdì 2 giugno, alle ore 20.45, presso la sala
consiliare del municipio, avrà luogo
una serata sul tema « Un'Europa da
costruire, un’Europa per costruire »
con la partecipazione del prof. Grua
del Movimento federalista europeo di
Torino.
SAN SECONDO — Sabato 27 e domenica 28 maggio, presso il castello di
Miradolo si svolgerà il V torneo nazionale di tiro alla balestra antica; questa manifestazione trova le sue origini nella presenza a Roccapiatta (Prarostin'o) di una « compagnia », sorta
nel 1976, cui è stata affidata l'organizzazione dell’incontro.
Programmi di Radio Beckwith
____________91.200 FM______________
TORRE PELLICE — In occasione delle elezioni europee di giugno e più
in generale sulle tematiche legate all'unità europea, Radio Beckwith trasmetterà un ciclo di programmi curati dalla sezione vai Pellice del Movimento federalista europeo, in onda, a partire dal 25 maggio, il giovedì alle ore
17.30 ed il sabato alle ore 11.
RINGRAZIAMENTO
« Noi siamo senza forza e non
sappiamo che fare, ma gli occhi
nostri sono su te, o Dio nostro! »
(II Cronache 20 : 12)
I familiari del caro
Guido Meynter
ringraziano commossi della grande dimostrazione di simpatia e partecipazione al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al
past. Paolo Ribet, al dott. Valter Broue,
agli alpini di S. Germano e Pramollo
e ai suoi amici.
S. Germano Chisone, 22 maggio 1989.
AVVISI ECONOMICI
VOLONTARI offrono gratuitamente
aiuto per corrispondenza a chiunque
desideri superare periodi di crisi in
chiave spirituale. Scrivere « Piccola
Iniziativa Cristiana » - Gas. postale
n. 39 - Vetralla (VT).
VALDESE acquista ogni genere di oggetti antichi, documentazioni storiche. Telefonare 011/9087540.
AFFITTASI alloggio Borghetto. Telefonare 0121/598194.
ALLOGGETTO IN TORINO cerca urgentemente in affitto signora sola
pensionata. Telefonare 0121/932607.
LUSERNAS. GIOVANNI I
grandioso appartamento ristrutturato ^
a nuovo di : ingresso, salone, 2 ca- I
mere, cucina abitabile, bagno, ripostiglio, cantina, box auto (mq. allog-|
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: pres'
so Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 28 MAGGIO 1989
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza ;
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese),
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 28 MAGGIO 1989
Luserna San Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Telef. 900223.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
12
12 chiese e stato
26 maggio 1998
DAL VI CIRCUITO AL CONGRESSO SOCIALISTA
DOPO IL VOTO DELLA CAMERA
Lettera aperta per le Interrogativi urgenti
garanzie costituzionali
Una serie di gravi interrogativi - Allarmante
l’insensibilità per il problema della laicità
La risoluzione votata dalla Camera contraddice la sentenza della
Corte costituzionale: dove è andata a finire la libertà di coscienza?
Cresce l’indignazione delle nostre chiese nei
confronti delle forze politiche che hanno approvato la risoluzione della Camera circa la soluzione
da dare all’ora di religione e all’organizzazione delle « attività alternative ». L’Assemblea del VI Circuito, che raggruppa le chiese di Bergamo, Brescia, Como, Intra, Domodossola, Luino, Milano metodista, Milano valdese, Omegna, Novara, Vercelli,
Vintebbio, ha approvato la seguente « lettera aperta k al Congresso del PSI che si è tenuto a Milano.
Non ci risulta che il Congresso socialista l’abbia
presa in considerazione.
Pubblichiamo qui il testo della lettera aperta.
Le chiese evangeliche valdesi e metodiste della Lombardia e del Piemonte orientale, riunite a Omegna (Novara) sabato 13
maggio 1989, per la loro ordinaria assemblea di Circuito,
presa conoscenza della risoluzione della
Camera dei deputati in data 10.5.1989, con
la quale è stata contraddetta la sentenza
della Corte Costituzionale che sancisce il
pieno diritto di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (IRC) senza
alcun obbligo alternativo,
sono costrette a rilevare come in questa
materia i deputati del P.S.I. e del P.S.D.I. —
tradizionalmente impegnati sul fronte della
laicità e della libertà di coscienza — non
abbiano avuto scrupolo a rinnegare tali
principi.
Le chiese evangeliche, convinte che la
tutela delle minoranze e della libertà di coscienza sia caratteristica distintiva di una
democrazia pluralista, quale è tracciata nella nostra Costituzione,
esprimono la propria indignazione per
il disprezzo manifestato nei confronti della
Costituzione stessa e del suo massimo garante nel Paese.
Le chiese evangeliche ritengono indispensabile proseguire con ogni mezzo possibile e con ogni credibile interlocutore la
lotta per il pieno rispetto dei principi costituzionali.
Milano, maggio 1989
Caro direttore,
non mi ero associato all’entusiastico ottimismo con il quale
nei nostri ambienti era stata
salutata la nota sentenza della
Corte costituzionale statuente la
facoltatività delle « alternative »,
osservando anzi che la lettura
della stessa da parte di più di
un settore avrebbe potuto riservare delle sorprese. Il che si è
puntualmente verificato, al di là
delle più pessimistiche previsioni.
I vescovi, che sanno leggere e
scrivere, all’annunzio del nonobbligo per i non avvalentisi
dell’insegnamento cattolico nella
scuola pubblica, avevano manifestato la loro apprensione, consapevoli delle logiche conseguenze che dalla decisione avrebbero
dovuto discendere, ma si erano
poi rassicurati avendo evidentemente avuto buoni motivi per
esserlo: salvo, ad ogni buon fine, rivolgere per bocca dello
stesso card. Potetti un severo
richiamo alla « coerenza » per i
partiti «concordatari» nell’imminenza della discussione alla Camera dei deputati. Ed il mes
GENNARO ACQUAVIVA
VALDO SPINI
Sollecito la crescita di una Perché sono uscito
cultura concordataria
Alla vigilia del dibattito parlamentare sull'ora di religione il quotidiano
« il Giornale a ha intervistato il sen.
Gennaro Acquaviva, capo della segreteria politica del PSI. Pubblichiamo
qui stralci dell’intervista a cura di Federico Orlando.
(...) Martedì la Camera discuterà le
questioni aperte dalla sentenza della
Corte costituzionale sull’ora di religione: vuol dire forse che metterà in discussione i patti concordatari? L’abbiamo chiesto al senatore Gennaro Acquaviva, capo della segreteria politica
del Psi, a suo tempo uno degli artefici
del nuovo Concordato, firmato da Craxi e da Casaroli.
« Mettere in discussione? Ci mancherebbe altro — risponde Acquaviva —. Noi socialisti non perderemo la
testa e speriamo che dal governo venga qualche parola più saggia di quelle pronunciate finora. Ma tutta questa
diatriba sull'ora di religione nelle scuole è avvilente ».
— Avvilente anche per il comportamento di certe forze politiche?
— Certe forze politiche, come il Pei,
hanno votato o accettato il trasferimento del Concordato del '29 nella
nostra Costituzione (con Roma città
sacra, la religione di Stato, l'insegnamento religioso come coronamento
dell'istruzione) e suscitano, oggi che
tutto questo è sanato, un putiferio per
stabilire la collocazione dell'ora di religione nel quadro orario delle lezioni.
Discriminati per decenni, sono stati
tutti zitti. Ora che nessuno più è discriminato, tutti si agitano e gridano ai diritti calpestati. Non voglio
parlare di mancanza di serietà, ma noto sintomi di un malessere profondo.
— Lei non manifesta dubbi sull’esito del dibattito parlamentare, ma Potetti ha parlato di « rischio di compromissione del patto fra lo Stato e la
Santa Sede ».
— Si vede che ha informazioni peggiori delle mie. Se la baraonda sull'ora di religione non nascondesse altro, ci sarebbe da ridere. Sul tondo,
c'è un conflitto fra un'autorità che si
richiama ai valori spirituaii deila vita
e forze politiche che secondano il processo di secolarizzazione, ritenendo
che questa sia la via giusta per avere
successo. Vaiga l'esempio del Pei,
partito concordatario per eccellenza,
che oggi si schiera a fianco degli abolizionisti.
— Però il Pei non ha mai parlato di
rompere il Concordato.
— Il Pei no, ma i cosiddetti « indipendenti di sinistra », che dicono ciò
che il Pei non può dire, non si sono
comportati ugualmente. La questione
concordataria è emblematica degli equivoci sui quaii oggi galleggia il movimento comunista, così ben visto da
molte forze cattoliche (...).
Il Pei si è posto fra le forze della
secolarizzazione (si guardi al nuovo
sodalizio con il gruppo di "Repubblica") e non tra queile del rinnovamento
morale e civile. E di questo portano
una buona dose di responsabilità forze della De, del mondo cattolico e
della stessa Chiesa.
— Quali responsabilità?
— Se De e cattolici assecondassero
gli sforzi per una vera democratizzazione del Pei, questo non potrebbe nutrirsi di equivoci, dovrebbe assumere
le proprie responsabilità, rivedere la
propria storia, compiere le scelte che
deve compiere. E invece I cattolici
hanno istituito "soccorsi rossi". (...)
— Ma i nuovi patti concordatari sono
destinati a vivacchiare nell'ombra o
peggio di conflitto in conflitto?
— Spero proprio di no. Occorre sollecitare finalmente la crescita di una cultura concordataria, partendo dalla necessità di rinvigorire le forze morali
proprie delle tradizioni cristiane del
Paese, affinché concreti progressi sociali e civili accompagnino lo sviluppo economico. Queste cose le ha dette
Giovanni Paolo II ma sono state quasi
ignorate nel mondo cattolico e nella
De. E' grave per la cattolicità che i
vescovi siano costretti a difendere le
loro posizioni invocando la lettera
degli accordi concordatari. Se la cultura concordataria, che è cultura di
progresso morale e civile, avesse avuto anche da parte cattolica un adeguato sostegno, non saremmo arrivati
a questo punto.
Federico Orlando
Da il Giornale (7 maggio 1989)
« ...avevo chiesto la parola per
dichiarazione di voto sugli effetti della sentenza della Corte Costituzionale sull’ora di religione,
ma questa mi è stata negata (correttamente), in quanto come
membro del Governo sono destinatario dell’indirizzo generale
che scaturirà dal Parlamento
stesso.
Se avessi parlato, avrei voluto esprimere tre concetti.
Il primo è che, pur non avendo
in sé e per sé simpatia per i concordati, ho votato, anzi ho parlato a favore del nuovo concor
dato, proprio per un atto di fiducia nella capacità di adeguare
il rapporto Stato-Chiesa cattolica (ma meglio sarebbe dire il
rapporto Stato-Chiese) ai principi della Costituzione e al pluralismo e alla tolleranza che essa postula.
Il secondo è che, pur non es
sendo in linea di principio favorevole ad un insegnamento religioso di carattere confessionale, bensì ad un insegnamento
ampio ed aperto sull’insieme delle religioni, lasciando alle singole Chiese l’insegnamento strettamente confessionale, nonostante
ciò, per motivi di carattere storico e culturale, ancora di tolleranza e di pluralismo, ho aderito all’idea di assicurare, a chi
vuole avvalersene, l’insegnamento religioso confessionale catto
fico.
Ma quello che non posso ammettere è che, per favorire un
più largo concorso della fruizione dell’insegnamento religioso
cattolico, si obblighi chi non se
ne avvale a determinati comportamenti.
Per comprendersi. Chi scrive,
ha avuto nel suo curriculum scolastico l’insegnamento della religione cattolica talvolta nel mezzo dell’orario scolastico e ha
utilizzato quell’ora per compiere
il suo studio individuale Ma
quando questo insegnamento era
all’ultima ora, previa assunzione
di responsabilità della famiglia,
era consentito tornare a casa.
Questo principio di libertà per
i non avvalentisi non lo vedo
smentito, ma nemmeno affermato con chiarezza nella mozione
Il sottosegretario agli Interni
Valdo Spini.
firmata dal mio partito.
Un partito — lo voglio ribadire — il cui Segretario, quando era alla Presidenza del Consiglio, ha stipulato le uniche
quattro intese con le confessioni
religiose minoritarie che siano
state finora definite.
Ma il documento DC PSI-PSDI,
un documento evidentemente di
compromesso, non fa alcun cenno a queste intese e presenta, al
suo quarto comma, una frase di
grande ambiguità (la disciplina
dei non avvalentisi nell’ambito
della scuola), cui non mi sento
di dare un consenso acritico.
Per questo mi assenterò dalla
votazione sulle mozioni.
Fraterni saluti.
Valdo Spini
PER I VOSTRI ACQUISTI
LIBRERIE
CLAUDIANA
• TORRE PELLICE - Piazza della Libertà, 7 ■ Telef.
(0121) 91.422.
• TORINO ■ Via Principe
Tommaso, 1 - Telef. (Oli)
66.92.458.
• MILANO ■ Via Francesco
Sforza, 12/A - Telefono
(02) 79.1.5.18.
saggio è stato prontamente recepito dalla DC — il che rientra
nella ’’naturalità" delle cose —
ma anche dal PSDI e dal PSI,
che hanno sottoscritto la mozione sulla quale si è votato, trovandosi associato nell’impresa
anche il MSI.
Mi sembra che alcuni aspetti
di particolare gravità emergano
da tale situazione.
1) Non solo questo governo,
ma anche la maggioranza di
questa Camera dei deputati non
tiene in alcun conto le decisioni
della Corte costituzionale, aspetto particolarmente preoccupante
a livello dei rapporti tra le mas
sime istituzioni dello Stato.
2) I deputati che hanno votato la mozione hanno dimostrato
una estesa ed allarmante insensibilità per problemi quali la libertà religiosa e la laicità dello
Stato, principi supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
3) Il PSI, nonostante le bizze tra Craxi e De Mita ed i loro
luogotenenti e le maxiesibizioni congressuali, ha mutato volto,
come già dimostrato dall’avere
a suo tempo sostituito il garofano rosso al vecchio simbolo, ma
anche anima; perso il senso
profondo della laicità, ha preso
atto con disinvoltura di aver
avuto quale alleato nel voto il
MSI.
Che fare? Penso che evangelici e laici debbano continuare, in
tutte le sedi e con tutti i mezzi
posti a disposizione dall’ordina
mento, a contrastare serenamente ma con fermezza queste vere
e proprie emergenze. A cominciare dal voto. Nella imminenza
delle elezioni europee e di quelle, a scadenza non lontana, amministrative e forse polìtiche, è
bene che si manifesti con chiarezza che non possiamo dare il
nostre consenso a quanti, con i
fatti, dimostrano di non avere
ormai più a cuore i problemi di
libertà.
Che dire, poi, sul piano dell’ecumenismo? In tutta sincerità, su quale affidabilità della
parola dei vescovi possiamo contare, dato l’atteggiamento della
CEI nella questione dell’IRC?
Della CEI che, non contenta delTobbligo assunto dallo Stato
italiano di assicurare l’insegnamento della religione cattolica
nella scuola pubblica, non contenta che tale insegnamento sia
svolto da insegnanti di sua scelta (ma pagati con i soldi dei contribuenti che non si avvalgono
di tale « servizio ») e con libri
di testo supercontrollati, pretende di imporre agli studenti non
avvalentisi qualcosa che siano invece obbligati a fare? Del
la CEI che, ribaltando quanto
ad ognuno appare evidente, prospetta timori di discriminazione
per la maggioranza che si avvale e non per quello sparuto
numero dei non avvalentisi nei
confronti dei quali le discriminazioni sono aH’ordine del giorno? Della CEI che vuole imporre la sua interpretazione della
Costituzione della Repubblica e
delle sentenze della Corte costi
tuzionale, trovando purtroppo il
docile consenso di socialisti e
missini? E come assumere come credibili le ripetute asserzioni proclamate con enfasi propagandistica sui diritti umani,
quando la prassi all’interno della chiesa e nei confronti dei più
vicini fratelli, ancorché « separa
ti », ne è la contraddizione palese?
Una serie di interrogativi che
ci turbano, ma che non possiamo non porci.
Aldo Ribet