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ECO
VTot. .
ARUAKD HUGON AIGU3T0
Case NucTe
TORRE PELLICE
DELLE miXI VALDESI delia Chiesa Valdese
Anno Xi'IV - N. 33 34
Una copia Lire liì
ABBONAMEM ■
f Eco: L. 2.000 per l’interno
1 L. 2.800 per l’estero
Spedi/.ione in abbonamento postale . 1 Gruppo
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K, 28 Agosto 1964
\mm"i Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
SOTTO IL SEGNO DEL SERVIZIO CRISTIANO
Aperti i lavori sinodali
Torre Pellice, 24 — Siamo in pieno
nella sessione sinodale, e in attesa di
dare ai lettori più dettagliata e completa informazione sui lavori deU’an
nua assemblea della Chiesa Valdese,
lomiamo loro le prime notizie.
Alle ore 15 di domenica i membri
per trovare i responsabili del lavoro nr e per il valore delle relazioni prepiuttosto gravoso della segreteria — sentate, un po’ meno l^r la discussioit Seggio, che risulta costi composto ; ne. abbastanza disordinata a causa
past. Nari Giampiccoli, pres. ; dott. tìeH’ampiezza stessa del probleim af
Guido Ribet, vicepres.; past. Salvatore frontato. Comunque, sebbene si P|OSBriante, Teodoro Maofrii Alfredo So- sa dire che sull’evangelizzazione si è
nelli, segretari; sigg. "Mario Biancore numercse e troppe volte parlato, è
Alle ore io ai aoiiieiiica i memori neiii, segretari; sigg. Mano uiancon’ numercse e troppe vmiie >.
del Sinodo, unitamente ai delegati, ita- e Paolo Gardiol, assessori. Vengono rallegrante sentire che la Chiesa av
liani e stranieri, di chiese sorelle e di quindi fìssati l’orario e Tordine dei verte qui, anche se spesso in modo
movimenti e opere evangeliche, erano lavori. confuse e incerto, la sua questione di
liaiXl c. V4J. J,
movimenti e opere evangeliche, erano lavori,
riuniti nell’aula sinodale, per presetiziare aU’apposizione della firma alla
confessione di fede deUa Chiesa Valdese, da parte dei due candidati al ministero. Si formava quindi il tradizionale corteo nel quale si rifugia, in modo del resto assai poco ieratico, quel
pochissimo che concediamo alla « forAH’ingresso nel tempio si era,
ma». — -------r— — ------
oltre ohe accolti dal canto della Cora- quamo possioiie ai anroiu/are prooiele valdese di Torre, quasi abbagliati da mi generali che si pongono alla nodecine di riflettori, e ci si preparava stra Chiesa, se non nella misura in
a r’rotestare nei confronti degli ope- cui sono riferibili all’operato della
ratori di una compa^ia televisiva Tavola; un rapporto sobrio ma pre
.___ confuse e incerto, la sua questione di
Stamane, dop» il culto mattutino vita o di morte, il suo «trovare la
(past. Renzo Bertalot), il relatore ha propria vita» nell’atto stesso di «per
dato lettura del rapporto della Com- derla» nell’impegno missionario e
missione d’esame sull’op>erato della della testimonianza. Un ampio inter
Tavola (past. Franco Sommani, dott. vento del prof. Valdo Vinay sarà pubAldo Ribet, avv. Marco Gay, past. blicato e diffuso fra le comunità qua
Aldo Comba relatore): un rapporto le documento sinodale. Ci au^riamo
che, in ottemperanza alla precisa vo- che, nel prosie^o dei lavori, si chiarilontà del Sinodo scorso, ha evitato per scano e si precisino, a vera ediflcazioquanto possibile di affrontare proble- ne delle nostre coiniunità, le hnee m
Jl corteo sinodale esce
dalla Casa Valdese e si avvia al tempio per il culto
inaugurale; in testa al corteo il past. Neri Giampiccolif predicatore d^ufficio,
in mezzo ai candidati al ministero: alla sua destra il
past. Teodoro Magri, alla
sua sinistra il past. Alfredo
Sonelli.
r'Ol'damericana che intendevano at
tuare delle riprese dei cuito: in realtà, sia detto ad onore e soagdonamento dei suddetti, tali riprese sono state
rieorosamente limitate alli’nizio e alla
fine del culto e non.gli nanno conto
rito aioimo sconveniènte carattere pirctecnico.
Il past. Neri Giampiccoli, predicatore d’uffìcdo, presiedeva il culto, intenso e raccolto, ove si può ben dire che
numero di persone e massa di voci
e,sprimevano una realtà spirituale profonda, una comunione viva nelTasoolto e nella risposta dell’adorazione. La
settimana prossima sarà accluso al
r ostro settimanale il testo completo
della predicazione del past. Giampiccoli, sili testo Marco 10: 42-42 (avvertiamo che le chiese e le persone che
ne desiderassero un certo numero di
copie, potranno richiederle . a modico
prezzo allá Olaudiaha: e «modico»
diciamo desiderando facilitare la diffusione più ampia pc^ibile dei testo
di questa ottima predicazione, non certo svalutandolo!): con intensità esegetica e con forte capacità attualizzairice neli’appiicazione alla nostra situazione cristiana particoilare, il past.
Giampiccoli proiettava su noi e sulla
nostre comunità la luce di Colui ohe
« è venuto non per essere servito ma
per servire e per dare la sua vita come
prezzo di riscatto per molti ». Al termine della predicazione, il mornento
sempre ricco di commozione e di gra;
titudine oairticolare al Signore in cui
\'engoino consacrati al ministero della
Parola i candidati: quest’anno Teodoro Magri e Alfredo Sonelli, « venuti a
noi per lungo e faticoso camminoo) —
come ricordava il predicatore : « ma
chi li ha mossi, chi li ha trascinati fin
qui, .se non lo Spirito di Colui che è
venuto per instaurare il Regno e chiamare dei servitori affinchè il mondo
dell’amore fosse testimoniato fra gli
uomini?». A loro rinnoviamo, frater
namente, Taugurio più vivo per il miristero di cui la Chiesa li ha rioonociuti investiti dal Signore
Dopo il culto, di nuovo nell aula sil'odaie, i preliminari: sotto la presidenza p-rovvisoTia del più anziano dei
pastori in servizio presenti, il past.
Elio Eynard, i membri del Smodo nominano - non senza qualche fatica
ciso e ricco di spimti. E subito si è
avviata la discussione — al momento
in cui scriviamo è ancora in corso —
sul problema di fondo dell’evangelizzazione e della « presenza al mondo »,
che aveva già costituito il tema di un
convegno pastorale tenutosi a Pinenjlo il 21 cori*., riuscito per partecipazio
un vero impegno nell’annuncio efficace di quello che è stato chiamato
« l’Evangelo della redenzione totale
dell’uomo ».
Gradita la presenza ^ un buon
giuppo di delegati di chiese sorelle;
segnaliamo in modo particolare^ la
presenza, con voce consultiva, e l’apIjortc effettivo della delegazione della
Chiesa Metodista d’Italia: past. Mario Sbaffi e Sergio Carile, dott. Franco
Becchino e Fulvio Rocco. S- c.
imihiiiiiiliiiimiim
LA RIUNIONE DEL XV AGOSTO AL CIABAS
r eredità dei padri e l’impedeo dei lidii
1-* _ • X n -1 ! I i.ra 1 un
Nel piano non è più rinuisla molta gente
questa -naiilina; tutto è slranamente silenzioso e deserto perobè la inaggior parte
della popolazione del i>aosè è 'andata allá
festa del 15 d’agosto, strila collina, al confine tra S. Giovanni ed .\ngrogna, vicino
al più vecchio tempio della Valle. Sono intere famiglie in cammino, parenti ed ami' i, gli uni dopo gli altri, alcuni in a-utomoIfile, ma la maggior porte a P'edi ; dapprima, forse, un po’ incerti a causa delie nuvole gria-ie che «’attardano minacciose sull¡> montagna, e via via rinfrancati a misura
che, salendo, To-rizzonLe si rivela in uno
spettacolo di particoilare bellezza, ampio sui
monti e nella val'e; ed infine completamente rasserenati alla vista della pliirieentenaria chiesetta, riposante Ira il verde, e del
suggeistiivo bosco, scelto per la riunione.
La festa del 15 d’agosto è molto sentita
qui alle valli, non soltanto perchè si tratta
di una simpatica scampagnata, o perchè si
rivedono le persone non più incontrate dalFanno scorso; ma perchè è im’occasione
unica per la popolazione valdese di ritrovarsi a tu per tu con i suoi pastori venuti
dalle varie chiese deU’evangelizzazioine in
Italia e dalle comunità sorelle d’oltre oceano e con i suoi missionari di ritorno dall’Africa per un periodo di riposo; di ascoltarne i messaggi, di udire le ultime notizie
ed i più recenti propositi nel campo evangelistico; ed infine, perchè rincontro con i
fratelli di tante diverse parrocchie è fonte
(l’incoraiggiamcntc nella fede e di gioia nel
la speranza cristiana.
L’iniconitro della popolazione valdese, anche di coloro che non sempre frequentano
la chiesa, con coloro che invece lavorano
II
Servizio Cristiano „ a Riesi
melila (‘Iiie.sa e T.ella missione nel mondo,
evidentemente una necesisilà ancora fortemente BentUa fra di se l’interesse per
l’opera del Signore è ancora vivo, por grazia di Dio, dairinteresse può sempre scaturire, nuovo e rinnovato, l’impegno.
E’ stata una belila festa, intima raccolla
indisturbata: a centinaia le persone sedeva
r-.o sotto i maestosi castagni, in un silenzio
allento e teso, senza perdere una parola.
11 mattino presiede il Moderatore Ro9lan; il culto ha inizio con la
Salmo 57 e il canto dell’inno « Lode all Altissimo ».
U messaggio dell pastore Roberto Jahier
della comunità di Lusema S. Giovanni,
ispirato all’episodio di Nabot, che non vo
!e vendere la sua vigna al malvagio re
Atah (I Re 21: 1-3), scende nel cuore dei
pieseuti: «Tolga il Signore da me che io
li dia reredità dei miei padri ».
Acab e un personaggio imn!orlale, he
sempre riappare nella storia dei popoli sotto varie forme: oggi sono gli alti principi
della chiesa -he offrono alle comunità dei
« fratelli separati », valori umani, dign-cla
m vndan.a, al posto dell’eredjitlà spiritual e c le
abbiamo ricevuta dai padri. Questa eredita,
infatti, non è soltanto di ordine puramente
terreno, ma essenzialmente di ordine spirituale, e consiste nel meraviglioso dono fatto da Dio a tutti gli uomini in Gesù Cristo:
in tutta ha storia valdese emerge un prò, i
gioso attaccamento a questa rivelazione.
Ì,'eiicicli-a papaie « Beclesiam suam », c e
inizia con alcuni pensieri ai quali possiamo
scttoscrivere, dà, però, della preziosa ero
dilà un’inteirpretazione nè paolina nè *
ca; essa infatti afferma che la chiesa cattolica è Tunica erede di Gesù Cristo, non vi
nulla da riformare, nulla da cambiare. La
chie.sa romana da custode della Parola, e
diventata carceriera ; ma la Parola di Dio,
nella sua sovrana potenza, si è svimcolata
da; legami e dalle costrizioni, ed ha riprela sua libertà. Come dice Calvino, 1 otcdità, il prezioso deipoisitto, jil dono di Dio
fatto a tnitti gli uomini in Gesù Cristo, trasmesso dai profeti e dagli apostoli, Inngimente nascosto ed ignoralo, è s aio, a prezzo di sofferenze inenarrabiili, conservato <■
rtsiituito agli uomini. Non è Pietro Valdo,
o Calvino, o Huss, -che ha liberato la Parola
(Il Dio: è la Parola che ha libato questuo in ini e li liti mandali a prediieare.
L’eredità dei padri, il prezioso tesoro di
cu^ dobbiamo custodire il deposito, comprende ire elementi essenziali: 1) Parola
testiluita agli uomini; tutti hanno diritto ad
accedervi; Pieti-o vivente ci parla direttamente nella Parola, e noi sappiamo, con
lui, che Gesù Cristo è il sol« Salvatore;
suci-essori degli apostoli sono, dunque, umcKinente coloro che rimangono fedeli alla
testimonianza degli apostoli ; 2) la diretto.personal'j comunione cOn Dio e con Cristo non vi è nessun intermediario; Dio solo m
Gesù Cristo insegna tutta k Parola evangelica ; se cosi non fosse, noi dimenticheremmo il sacrificio della Croce; 3; infine,
il prezioso tesoro è l’Evangelo della grazia
di Dio, la noveUa della salvezza per sola
grazia: la dottrina della salvezza per graè stata trasformata neH’assurda dottrina
L’Asilo evangslico, u R.:s' v. articolo in 3" pagimi.
(Foto Sergio Rostagnol
litU’approvazione meritoria, che la chiesa
sola può dispausare. Per noi la grazia è un
dono, la si afferra unicamente per tede, ad
essa dobbiamo rendere testimonianza.
« L’Etarno mi guardi dal cederti 1 eredita
dei miei padri », diceva Nabot all’empic re
.Acab. Lo disse anche Lutero a Worms, nel
1521, di fronte ai principi della ch'.es.i :
« io sono legato alla Parola di Dio, non
posso altrimenti ». Gli inapprezzabili teso.i
che costituiscon-j la grande eredità di Dio a
unti noi, sono oggi minacciaii, non più con
le armi o con la forza, ma con infinita dolcezza dai potenti prini-ipi della chiesa, clic
sanno usare parole soavi: minaccia tanto più
urave, quaiUo più na^iCosta. ^ ^
Tuttavia la più pericolosa minaccia all’
redità deli padri è pur sempre in noi stessi:
" protestanti, con la loro indifferenza, cori
la loro .sete di quieto vivere, con la loro
dimienticanza della Parola di Dio, sono i
più pericolosi nemiici, oggi, del protestantesimo. Che cosa rappresenta nella nostra
vita personale e comunitaria la Parola di
Dio oe.r noi? 1 padri ci hanno restituito la
diretta comunione con Dìo: ohe cosa ne è
ciella preghiera personale, della comuniore
diretta vivente pereonaie con Cristo? i padri ci hanno riconfermata la grazia, dono di
Pio: che cosa ne è oggi, oggi, di questo
ineffabile dono per noi, nella nostra vita
personale e comunitaria? Noi viviamo di
noi stessi, delle nostre capacità, della nostr.i
inteilligenza ; ma i nostri padri erano più
forti di noi, perchè erano legati alla grazia
di Dio. E’ dunque, in primo luogo, al nosiro io egoista e conformista, alla nostra indifferenza e presunzione, ohe dobbiamo opporre il categorico rifiuto di Nabot ad Acab :
« io non ti cederò Teredità dei miei padri ».
Il secondo messaggio ci è dato dalla signorina Laura Niebet, missionaria nel Gabon, (Africa equatoriale), che accogliamo
col un caldo applauso.
La signorina Nishet ci descrive la regione dov’è raisiionaria : un vasto paese, con
una superficie che è circa la metà di quella
iJella Francia., ma con una popolazione di
soli 450.000 abitanti, il . he costituisce .anche
un ostacolo al progresso. Il petrolio e il legname sono le risorse principali del Gabon ;
Tagricolturi è insufficiente, perciò le grandi l ittà devono rifornire l’interno del paese
coti aerei, quindi il prezzo degli alimenti è
elevato, ed i missionari si adattano alTalimentaziane indigena. Le coinuinioazioni si
fanno per mezzo di aerei, jeeps, canoe ed
anche fuori-bordo. La popolazione è divisa
in tribù, gruppi e famiglie; la chiesa è indipendente ed ha a capo un moderatore
africano ; su 15 pastori, 2 soli hanno fatto
studi leoilogici completi: essi sono aiutati
da evangelisti, che vengono formati in una
scuola biblica, direìJa da un missionari i,
la quale sarà aperta Tanno prossimo a tutti
i laici che desiderano servire nella chiesa.
Vi è un’opera nuova, istituita da una
missionaria francese : la casa della madre e
del fanciullo, che svòlge un’azione capilla
re di educazione 3 di evangelizzazione insieme, nej villaggi- Nel Gabon, ^usa della grande ignoranza riguardo all allevaanento dei bambini, la mortalità infantile è as
sa’ elevata: il 50%.
missione protestainite possiede tre col*
legi; la missione cattolica è tenuta da suore
canadesi; i rapporti tra Tuna e Taitra missione variano a seconda delle persone, ma
seno in genere buoni, soprattutto nel nerd
del paese. I collegi sono un’imitazione dei
(■ciliegi francesi, con libri usati in Francia,
li questa è un’incongmenza che dovrà scomparire; i’educazicne umanistica che viene
in.partita, sviluppa il già grande disprezzo
delTafricanio per il lavoro manuale. Vi è
una Inasta fortemente privilegia'.a : quella
dei politici. Un deputato lavora tre mesi
all’anno e guadagna in un mese quanto un
contadino africano in 36 anni di duro laverò! I missionari sono poco numerosi, la
siliiazione religicsa è grave, perchè le credenze della popolazione pagana sono dure
•a morire; vi è un movimento impressionante, mise-aglio di paganesimo e di cristianesimo: k gente si raduna, legge parti delk
Bilibia, balla, mangia radid eccitanti.
Tii'itavia, malgrado tutti i lati negativi,
la speranza viva dei missionari è di riformare, poco alla volta, questo paese dal punto di vista spirituale, c di rivoluzionarne la
tecnica; per arrivare a tante, però, occorre
la collaborazione di tutte le nazioni. La
signorina Nishet termina con un ringraziamento a tutti coloro che Thaiino sostenuta,
con la preghiera ed in vari modi, in questi
due primi anni dì esperienza africana.
Il nrofessor Augusto Arniand-Hugioii sale quindi sul podio, dove gjli animosi giovani di Lusema S. Giovanni hanno trasportalo, ad uso degli oratori, perfino l’antico
pulpito del tempio del Ciabas, per parlare
appunto di questa chiesa delle Valili. Alle
spalle del professore scorre il torrente che
segna il confine tra S. Giovanni ed Angrogna, nroprio quel famoso confine, oltre il
quale era, nei secoli passati, severamente
vietato a: valdesi di costruire i loro templi.
Il Ciabas sorse perciò, per forza di cose,
alTestremo limite della parrocchia di .Angrogna, nell’anno 1555.
Invece di tracciarne punto per punto la
storia, nota ai più e rieordala a tutti recenCeiuente in un articolo di eedesto gioraale,
il professor Armand-Hugon, con feline ispirazione, ne sottoiinca alouni fatti interessanti, e forse, meno conosciuti.
11 fervore religioso che invade le Valli
dal 1530 al 1560 va dii pari pa.sso ccn le rivendicazioni di carattere sociale, per liberarsi dalle costrizioni feudali : e un impasto di motivi religiosi sociali e familiari.
11 Ciabas del 1555 era una modestissima costruzione: quattro mura, tetto di paglia, pavimento di terra, quattro panche ; un semplice luogo di riparo dalie intemperie per
il culto. Ma i valdesi cercano nei templi
soltanto il posto per raccoigliersi ed adorare
Dio in spirito e verità, a'Horqnando non 6
possibile adorarlo nel tempio del a nalur.a.
come nella giornata di oggi.
Gli unici templi che i valdesi si sono costruiti con le loro mani e con il loro denari. sono quelli del Ciabas e dei Co^ieri:
liilli gli altri sono stati soJnipre costruiti con
gli aiuti esiteri, mentire noi c’impegnavamo
ii< modesta misura. (Juesli jK-imi templi di
nessuna apparanza, rappresentano, tuttavia,
una dichiarazione di testimonianza aperta e
nrecisa di fronte .al Piemonte confessionale
CON'nNUA
IN SECONDA PAGINA
2
pai. 2
N. 33-34 — 2B ayojtD 1904
ii^HI DEL X\ jlC0S¥0
La riunione al Colle delle Fontane
Vocazioni al pastorato e verso ii fratello
f
♦ Ut- 1 i
pendici
di Villar
dell’ Inverso
Perosa
La mattina del XV il telefono 87.48
squilla senza imterruzione ; da varie
parti si chiedono notizie e una voce
« da tribuno » risponde : « Non sento
nulla ma immagino che si domandi
informazione sulle decisioni prese; ebbene vi posso dire che la riunione si
terrà ai Boschi (non Baschi) e ohe
noi siamo in procinto di partire...».
Arriviamo sul posto, dopo la simpatica salita rinnovatrice dei globuli rossi- lo stato maggiore del dr. Geymet
è già sul posto ed impegna .giovani ed
anziani in un clima di viva cordialità : altoparlanti trasmettono canti,
musiche in armonia con la natura stupenda che ci circonda: ci sono pure
due banchereUe addossate ad un vetusto castagno, ai margini della stra
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 30 AGOSTO
Pastore Ermanno Rostan
Chiesa Valdese - Roma
DOMENICA 6 SETTEMBRE
Pastore Franco Ronchi
Chiesa Battista - Zurigo
dicciola, dove un colportore e alcune
ocillaboratrioi ricrdìnano la massa di
Mbri caracollati da im prodigioso trattore.
Intanto alla spiccioilata arrivano
gruppi delle comunità vicine ; sono’
volti noti di habitués » del XV, per
i quali la giornata è sempre attesa con
gioia; e volti di fratelli e sorelle vaidesi venuti da lontano, anche dagli
Stati Urnti a ritemprarsi nel clima lieto e spirituale del XV.
Borse e zaini ricolmi accompagnano i pellegrini del XV e consentiranno persino di esercitare rcspitalità
verso gli amici che sono giunti all’ultima ora.
I messaggi si alternano ai canti: al
mattino dirige il oapodistretto Davite; il Pastore Geymet rivolge il mes
ce ggio biblico richiamando l’attenzions dei presenti suirimportanza della
Pitbia, sola capace di orientare la vita d"i’’uomo nella ricerca della Pace
e dell’Amore. Il « olou » del XV, secondo la Commissione distrettuale, è l’ospedale di Pcmaretto, affidato i>er la
giornata alle cure del chirurgo prof.
Operti: re-posiàone è molto interessante e ci mostra quale è stato nel
passato l’impegno di uomini che hanno pagato di perscna quest’opera cosi
preziosa per la valle. Sul vetusto castagno, vicino alla bancherella, sono
esposti i progetti dei restauri dell’ospedale: una parte della colletta è destinata per quello scopo'. Peccato! tutta la coilietta di questa e deU’aitra valle doveva essere concentrata per questo scopo; direi che tutta la giornata
del XV avrebbe dovuto avere come
scopo preminente i no,stri ospedali, soprattutto Pomaretto, in un mome.nto
e-senziale per l’avvenire di quest’opera scoiale. Purtroppo le molte esigenze di tante opere inavvertitarncnie ci
fanno perdere di vista quelle che sono
talvolta fondamentali.
Ascoltiamo con riconoscenza il messaggio d’una missionaria della Nuova
Caledonla ohe ci consente di avere
una visione d’un mondo dove si lotta
e si soffre per la diffusione deU’evange!o di Gesù Cristo.
Nel pomeriggio ascoltiamo alcune
re)azioni: quella dellUng. Roccione sul
recente viaggio in Germania org-anizzatc dal Pastore Geymet; della sig.na
Griset su -un viaggio compiuto in
Russia. L’oratore ufficiale è il Pastore
Paolo Spanu, che espone con chiarezza alcuni aspetti della Chiesa battista
di cui egli è Pastore, consentendo ai
presenti di avere una visione della
chiesa screilla che compie in Italia una
missione importante per l’opera del
Si.gnore. Il Maestro Paschetto parla
a nome della « Pro Valli » e ricorda
l’opera compiuta m questi ultimi anni sotto il profilo sociale.
La giornata volge al suo termine.
Alla spicciola come son venuti rientrano i cinquecento del XV.
Ottima giornata, felicemente organizzata, con la partecipazione dei
trombettieri, svaniti purtroppo nel pomeriggio. minimus
ancora una
Fontane il
Rievocati nella seduta della Società di Studi Valdesi
Tre ritratti di Calvino
Domenica, 23 agosto 1964, Ita avuto luogo la iradizicnale sediuta ainiiuaie della Società di Studii Valdesi. Il] ipresidente prof
Augusto Armand Hugon dà inizio ai lavori
con la commemorazione dei soci defunti
nel corso délll’anno eocialle 1963 64; un riconoscente saluto viene rivolto alla memo
ria del signor Ferdinando Pellegrini che
della Società fu amico e sostenitore.
La relazicknt del Seggio totca i vari punti
deiH’attività svolta dal Seggio stesso. Bollettini, Biblioteca e archivi. Museo, Convegno di atiudio dei movimenti ereticali .e
della Riiorraa in Italia. La relazione termi
ria con una messa a punto della funzione
della Società stess-a in seno alle consorelle
società italiane, dove »volge una insostitiiibil? opera di presenza evangelica nel cam;>o cella cultura.
J1 cassiere signor A- Vola presenta il
rendiconto annuo.
Al pastore Silvio Long che guida una folta rappresentanz.-. di Valdesi del distretto
Rio-Platense in visita ail’e Valli, ed è stato
per lunghi anni -presidenle della Società di
studi Valdesi sud-americani, il presidente
rivolge un caldo saluto, al quale 1 ospite risponde tratteggiando brevemente Tatlività
della società .sudamericana, che si articola
sull’esempio della società madre italiana
(con un particolare riguardo all atlività pratica: quEsl’anno la Società stessa ha organizzato questo 'Secondo pellegrinaggio, ed
h,i curato la consegna del bassorilievo in
bronzo copia di quello che sorge a Colonia in Uruguay, ad esaltazione del colono
valdese).
Il pastore Giorgio Tourn ha quindi la parola per celebrare il quarto cenlenaiio della morte di Giovanni Calvino. La conferenza che è durata oltre un’ora, è stata seguita con orescen'lc i'nteresse dal folto pubblico, di qua,le ha dimostrato di saper apprczvarne j’ori ginaliilà delll’imposlazilone (i’c
ritratti di Calvino), attraverso i quali l’oratore legge e «intelizza 1) l’azione giovanile
dello sconosciuto umanista, che cerca se
stesso fincliè Dio, non sappiamo esattamente
come e quando, lo afferra {conversion subite dice Calvino stes'so); 2) l’azione del Riformatore, a Strasburgo, a Ginevra, teso nella diuturna lotta, non solo spirituale, deila
fedeltà alla sua vocazione nella querelle di
Dio; 2) l'azione dell’uomo giunto alla piena maturità, provato nel fiisico indebolito,
il quale vive la sua teologia pastorale: ntm
formule astratte o trattatelli di edificazione,
ma il pastore che precede il suo gregge nella via dell’impegno totale della querelle
santa.
CaMi aipplausi salutano la vivace, dotta
e limpida esposizione.
Dopo che il pubblico è sfollato, si costituisce l’issemiblea dei soci in seduta rego
lare e si pro'cede airesame dei vari punti
della relazione.
In merito alla diffusione del Bollettino,
il prof. Valdo Vinay osserva come la tiratura di 42r copie sia a'ssclutamente sproporzionata .al valore della pubblicazione che
merita di esser più conosciuta, e quindi pii
diffusa: dà a’cuni isuggerinienti praitici io
merito, e sj domanda se non sarebbe utile,
•a questo fine, un’aggiunta al titolo de] Bollettino: ...di studi Valdesi e della Riforma
in Italia. Il titolo attuale dovrebbe, ad ogni
modo rimanere, ma un’aggiunta potrebbe
mezlio qualificarlo ed attirare maggiormente l’attenzione degli studiosi e degili estranei. La proposta ohe desta l’imteresse desoci, viene demandata alTesame del Seggi.i,
il quale studierà pure la possibilità di attuazione di altri suggerimenti: intensificazione dogli scambi con riviste, prospetti
propiagandiislici.
Nuovi soci. Il Seggio viene invitato a far
meglio conoscere gli scopi e la funzione
dèlia nostra Società in seno anche all’Evangcli=mo italiano, per reclutare nuovi soci.
Museo, .incile quest’anno sj ripresenta lo
slesso problema: come provvedere ad accompagnare i numerosi turisti, che nei mesi estivi visitano il nostro muiseo e s’inte
re.s.sano alla nostra storia. Si tratta di trovare una persona in loco ed j mezzi di finanziamento del Museo stesso. Nessun concbisione, neipipure quest’anno: si danno gli stessi suggerimenti e gli stessi consigli, clic
v( rranno ancora una volta ripresi in esame
in attesa di una soluzione definitiva.
Convegno di .studi ereticali. Il presidente
ilìiarisce i motivi contingenti e pratici che.
non ne hanno permesso la convocazione,
que.st'anno. Tutti concordano sul valore del
suo significato, e sulla necessità di riprendere la sua a'Lluazione regolarmente col prossimo anno.
Soci corrispondenli. Il prof. Giovanni
Gönnet invita il Seggio a studiare ristiluzione della categoria di soci corrispondenti di cui illnslra il significato e rimportanza.
Elezioni. Il Seggio viqrie 'riconfermato
per acclamazione; Prof. A. Armand Hugon
presidente; prof. E. Pascal vicepresidente;
prof. T. Pons, archivista; A. Vola, cas.sicre; prof. G. Costahel, segretario. rep.
NEI PROSSIMI NEMERI
Echi (lei lavori sinodali
Vr L’assemblea s^enerale dell’Alleanza
Riformata Mondiale. Francoforte
ic Una valutazione deirenciclica ”Ecclesiam suam”
ic L’Evangelo e le religioni
Uria bella giornata ^ ha visto
volta riunito sul Colle delle
gruppo di fedeli che ci si ritrova ogni anno.
Sempre gli stessi, come al Culto; ma pervenuti da ogni parte d^Italia. ormai, si può
dire, e, forse, del mondo poiché ogni anno,
anche se un po' meno fedeli, ci sono in
mezzo a noi fratelli che vengono dalVestero
o addirittura dagli altri continenti. Una riunione, dunque, che conserva tutta la sua
ragion d'essere per i contatti che permette,
anche brevi, per quanto ci rammarichiamo
non poco del fatto che non tutti quelli che
potrebbero venire vengono effettivamente ad
approfittarne.
Hanno preso la parola quest'anno tre
bianchi (di ipelle) e due negri. Ha iniziato
la riunione il pastore Coisson, di Rodoretto,
con la lettura di un Salmo e la preghiera.
Il pastore Giorgio Tourn ha tenuto la meditazione sul passo II Timoteo 1: 3-14 e
in particolare sul versetto 5, in cui Paolo
ricorda a Timoteo la fede della madre e della nonna. Timoteo esercita il suo minìste
negro
ro pastorale accompagnato dalla preghiera
0- dall appoggio di Paolo, ma anche dalla
fede della sua famiglia e della sua comiinilà. In questo sla la chiave della crisi attuale di vocazioni pastorali. Se non siamo capaci di accompagnare quelle che ci sono con
la preghiera e con la fede di tutta la Chiesa, è. inutile dire che lo Spirito soffia dove
vuole, che chiama chi vuole a servirLo. Le
comunità e le famiglie della Chiesa devono
essere disposte loro innanzitutto a rispondere
a quella chiamata.
Il pastore Gaston Ngonio, del Congo, ha
pi esentato brevemente la situazione della
sua Chiesa, in cui pure vi e carenza di vocazioni pastorali (40 pastori per 60 comunità), chiedendo alle vecchie Chiese europee,
di essere di sostegno alle giovani Chiese africane come lo era Vapostolo Paolo per il
giovane Timoteo. Lo studente in medicina
Manfred Ebanda. in un vigoroso messaggio,
ha messo in risalto, ricorda-idole, le difficoltà dei negri in varie parti del mondo,
non tralasciando di menzionare le responsa
bilità delle Chiese cristiane in questo stalo
di cose, le quali, spesso, nelle persone di
loro membri, hanno portato, insieme all'Evangelo, i fucili e l’odio. Concludendo Fonitore ha rivolto un caldo appello anche ai
presenti, affinchè non sottovalutino le loro
responsabilità di fronte alla questione razziale.
Infine il prof. Corsani, della Facoltà di
Teologici ha ricordalo alcuni privilegi che
le derivano dall’essere posta in Roma; il
luogo delle catene di Paolo, quando scriveva
l’Epistola che aveva ispirato la meditazione
di poco prima; il luogo delle prime persecuzioni cristiane, del martino di Gian Luigi
Pascale; la seda del Faticano che permette
a professori e studenti dì avvalersi degli
studi cattolici sulle materie di studio delia
Facoltà e di studiare da vicino il cattolice
no nei suoi aspetti conservatori e riformisti.
Una giornata corroborante che era peccalo
perdere.
Raccolti a centinaia attorno
al vecchio tempio del Ciabas
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
cattolico : i valdesi desiderano uscire dal
Pombra, avere un’organizzazione ecclesiastica fissa e un paistore residente in loco.
Tale desiderio vorrà dire 150 anni di lui
te e di guerre religiose, e ailtrì 150 anni di
intoMieranza. 11 Ciabas, infatti, è .s'ato tre
versìe di questo luogo di culto sono come
una figura della storia valídese; la fedellà
c l’infedei’ità, la miscredenza, la dimenticanza, il risveglio.
Vanno ricordati due aspstti particolari
della sitoria del Ciabas: 1) ve! XVI secolo
esso fu un luogo di dispute religiose; allora recumenisnuo era aucora assai lontano.
Famosa rimane quella de] 26 luglio 156'),
ira il pastore valdese Scipione Lenitolo d'
35 anni, ed il gesniiòa Antonio Possevino di
27 anni, alla quale partecipavano 14 aindaci
delle Vallili e tutto il .popolo in mas>sa, perchè .oiWora il -nolivo dominante nei rapipor
ti degli uomini "rii appunto la discussione
religiosa. <, Qui fanno segno di morire, anziché condiscendere ala verità! », esclamò
Possevino dopo 'la ffilsnuta. L’attaccamento
dei valdesi alla loro fede ed alla loro coscienz'i f'D'iega tanite cose della stOTia vai
dese. 2) Per secc-’i il tempio dei Cia'bas è
stato il luogo dove si è predicato con coraggio e fedeltà la Parola di Dio: l’esempio
di Gioffredo Vaniglia, che soffrì il martirio
ne! 15.-)8 a Torino, non è altro ciré una pren.'cnizione di quanto accadrà durante un
secolo e mezzo nelle valli a tanti pastori,
valdesi td originari di altri luoghi — ma
che al’a causa valdese avevano dato il cuore e l’anima , per i quali testimonianza
significò sacrifìcio della vita.
Essi ci hanno lasciato pagine di storia
di bellezza e di eroismo, di debolezze e di
miseria: cioè, una storia fatta da uomini,
con tutte le loro maitcanze, ma vis.suita cou
una misura, che oggi noi ignoriamo, e rb‘
cui abbiamo irerdiitc le proporzicni. Non
solo, ma oggi la storia valdese è oggetto di
polemica da parte di saccenti, che la sanno
molto lunga; e in iin ambiente non lungi
ria U'oi è perfino stata parodiata! Eppure
ques'ta .S''oria di pecorai delle valli è quella
clic permette ancora a net, oggi, di e.s,scre
presenti qui, ed in II alia: è qua'lehe co.sa
che aippartiene a noi cd a'ila storia del cristianesimo in Europa e nel mondo.
Atitraverso pazienti ricerche da parte degli studiosi questa storia si è tra'sforniata
anche in una visione drammatica dei probleiini morali che travagliava'no queir gerierazioni dì valorosi, e che poissono essere
compendiali nelle parole dello scrittore
Piero Jahier: « essi, i paci.fici, più pronti
a morire che ad uccidere ».
Non è Eolamente un privilegio dì parteciipare a « questa nobiltà etica » — secondo
una definizione dei valdesi dàla dai’lo stesso
Jaliier — ma è una re's'ponisabilità grave, un
cinto, un conforto, mi ammenimento.
La matltinata si coniolude con brevi paro
!e del Moderatore, che riprende e comper
di:’ i meissaggii essenziali ascoltati, e con i
saluti del pastore Artus dell’Uruguay. Poi
l’assemblea si scioglie c si dispone a gmp
petti, non molto lontano: alcuni verso ha
fontana, a'tri all buffet. Ed è qui che si rivela, in tutiia la sug efficienza, la sapìenlc
organizzazione dei servizi, fatta dai giovani di Luserna S. Giovanni: ovunque cartelli con scritte e disegni a colori per indicare
1;, strada, il tempio, il parebeggio, le bibite, le sorgenti, i libri della Claudiana, e
perfino le niamìne da non calpestare nèPii
bella priprictà dei signori Malan, gentilmente concessi. Un plauso sentilo, dunque,
u quesr.i giovani per l’ottima sistemazione
di lutto ciò che è desiderabile in una festa
del 15 agosto, e alle signore e sig'norine
pet il grande lavoro svolto nella preparazione del ricco buffet.
II capo d'jslretito, pastore Franco Davite,
piesiede la riunione del pomerìggio, portando il saluto di tutte le chiese del grosso
distretto, che è oggi idealmente raccolto
tutto insieme nelle due feste del 15 agosto,
nella vai PelJice e nella vai Chiaone. La parda viene data al pastore Gioirgio Bou
chard che c’informa sul Congresso evangelico italiano, in programma per la fine
di maggio 1965 a Roma.
Nel 1920, quarantaquattro anni fa, ebbe
luogo, già a Roma, un congresso degli evan
gtlici italiani, duratto quailtro giorni. L’ut
tuale non è la seconda edizione del cong'icsso di allora, perchè i temipi sono mutati : il congresso dtìl 1920, uopo la prim-t
guerra mopidìale, era raipinireiseulalo dia vai
rle.ri, me!odi-'li, ballisti e laici delle ACDG,
od era stailo convocalo inidipenidentemenlc
dalle chieise. Le 'Speiranze di unione e di collaborazicne si spegnevamo ben presto, mentre rilaiia piombava in un periodo eisruro.
Dopo la seconda guerra mondiir’e, negli
anni 1946, 1947, 1948, scpralluUo fra la
gioventù evangelica, si niproposero i temi
non
gt
SU
sii
le:
dell
gel
deve
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allora. Nel 1951 i movimenti
i chiesa, fondali dopo le due
joniravano a Milano ,-on quelalivo: è po,si&ibiJe che il oroitaliano detenga il primaU)
one? oianir. forse 200-00iÒ ovanprimato Iella divisione
uriidiici anni, a Roma,
ia-ii/,a giovanille .dieciiide che
Lunionie dev» avvenire, non solo tra i giovani, ma al livello delle chiese. Si rivolge
qiiin.ai un ruppello al Consiglio federale per
tonvocaire nn Congresso evangelico italiano, onde affro’ilare il proibliema. Il Consiglio fed'-rale ha nominato un coaniiato per
questo primo congresso delle chieise evangeliche italiane, che avrà deleigati uffi-ciaìi
delle comuiiilà.
Come s’è cletlo, il Congreisiso avrà luogo
a Roma, per motivi di caraittere geografico,
e non per fare una parata, o tanto meno,
un altro eoniciiùio in forma minore, opipos-lo
a quelle vaticano: sarà un im,contro dei rapii ìireisenitaniUi delegati ufficiali del.ile chiese
evanigeliche italiane; come uno specchiio iti
cui il protestantesimo italiano riconosca il
suo volto, lì panorama ideile .-hiesie è mutalo da 44 anni la; aulora c’erauo in luniiu
solo la '-Iriesa valdese ed i frutti delle missìioui aingl-o-americane batitiiSie e metodiste;
attualimente e è una realtà più coiniplessa;
la lista dei gruppi evauigeiici è assai lunga:
chiese penteicostali, avventiste, e dlieolne di
altri gruppi e di movimeniti evangelici di
ogni tipo, che noi valdesi non posisiiam-o
conitiiinuare ad ignorare. A Roma, per esempio, la chie.s:a pentecoistale ha 1000 membri,
a I orino vi sono 12 gruppi pentecos'lali più
piccoli. Nel Congresso avremo roccasìoine
di vedere questa nuova realtà evangelica.
I I problemi da esaminare sono: Ij il significalo della nostra vocazicne e della nostra testimonianza in un’Italia che è cambiala socialmente e culturalmente; portatcri
di una Parola polente, l’amibienle mutato
non ci deve far paura; 2, che cos’è che ci divide. 11 cuore del Congresso sarà dedicalo a
e.-aniinare questo punto, J1 diverso modo di
vedere la realtà della chiesa — che può essere simholcgg ato nel diiverso modo di ammiinìstrare il battesimo — darà ampia materia di discussione.
II Congresso vuole essere un’affermazio
ne precisa, anche se pacata, di frorele alresterno: perciò vi saranno due conferei,
ze pubbliche, affidale Luna al professor Vittorio Subilia sul problema del catlollce-t'n.o; l’altra al professor Giorgio Spini sull'opera della chiesa evangelica in Italia. La
proposta è di creare una federazione evangelica italiana; era richiesta un’unione; però è stato detto che i tempi non sono ancora malnri per Funione. Per federazione in■ enidianio; creare una forma dii vita comune, nella quale le nostre chiese evangeliche
lessino di essere divise le une dafle altre;
il regime separato (dii aiparlhei,d) nel quale da de<;e'nni vivono le nostre chiese deve
avere un termine: noi vogliia'.no mettere in
comune i nostri doni, le nostre difficoltà,
le nostre dehdezze. Le attuili denomina/ioni — valdese, metodista, batósta, fratelli, ecc. — vivranno ancora così per molto
leinpu; ma è necessario che troviino un quadro comune: per es. una statnpa comune,
la cura della diaspora in comune, ecc.
Il giudizio sopra queste idee e proposte,
prima di essere dato neU’assentWea dei 3i)0
delegati a Roma, dovrà essere dato nelle
comunità locali, dopo a'ttenlo esame. Vi sono circa dieci mesi prima del Congresso:
de da tutti noi, dato che la chiesa evangelica si e'iri-'me attraverso i suoi laici, i”
nccesisacio che nel mondo evangelico iialiano le comuniità valdeis] siano presenli.
in un modo sempre più chiaro, affiiu iic
« il dono che è lin voi non venga irascuiato ». II prastore Bciuchard infine ci avver:»
che si stanno preparando i documenti necessari perchè le chiese pOiSsaiio esamliiàie
c vagliare qne.slri ipipoirtanti problemi.
Ultimo oratore delfa giornai'.a è il dotlor
Guido Riibet, presideime della Pro Valìi.
che ci illustra ratlìiviità modesta, ma ut il',
di questa ben nota coinmi',sisione : tuIclaTf
li proprietà valdese, dare un’offerta in ?gno dii riiconosoenza agli ìnisegnariti di franlese nelle valli, disiponre la segnaletiica sU'.i
dale per le località »toriche, fondare nn.i
piccoila società immobiiliare, erigere una F resleria, pubblicare opuscoli che facc'in’rinverdire l’interesse per ailcune pagine rii
storia valdese, e cosi via. L’azione più icportamte di quest’anno e stato l’acquisto
della coisidetta « Gianavella superiore ».
cioè di quella parte della proprietà di Gi"
suè G'ianavello che non era ancora stai a
acquistata di modo che ora l’intera proprie
tà del ben noto condottiero, casa e terrcn’
uèlla zona di Luserna (quartiere Vignei a.n
parlienc alla Tavola Valdese. Questa è uin
realizzazione nolevole, non solo dar nimi i
di vista sentì,mentale, ma anche economico,
perchè il to-reno po'rà essere egregiameni»
sfruttato pe,f una ricca piantagioiie di pini
larici c betulle, che la Pro Valli già si affretta ad iniziare; mentre la casa verrà airedatia di tutto punto con i vecchi niobi ii.
che sono stati amoirevo'lmeinte raccolti dai
compian'.o pref. Attidio Jalila, onde npristinare eisatta'mente ran.tìca povera dimoi:’,
dei valdesi di un tempo, ed esporla aH’iiiteresse ed alk .riflessiouie dei lurist.i nostrani ed esteri. La Pro Valli rivolge un appello a tutti i Valide,si p'er poter regolare i'
debito fatto ver l’aequisto : occorrono 1500
persone che diano Lire 1.000.
Int.gnto la gente dà: dà per la collett:'
destinala alla situazione della viabilità intorno al Ciabas, per gli O'P'Usioli storici in
vendita, per le cartoliiue, per i libri della
Claudiana, per i segnalibri ricordo del Ci'Ubas, per la Gianavella. E’ stata una giornata iprofi.cua anche da questo punto di vislaì
A sera, rimangomo soditanto più coloro
che fanno ì conti di cassa; i giovani che
in un baleno rimettono tutto a posto; e d
dd Cl3’Iy3S^ cll0 'S©n*3 ì VC'tTl'Sitli
tenti di fronte alla sua niccola ghirlian.da
di cancellala, ed alla sua grande catena di
montagne. Edina Ribet
rmWIOlE FEMMIItllli miESF.
necessario discutere e decidere alla ba».
i problemi e le proposte, prima che si decida al centro. La chiesa valdese ha in deposito un certo numero di doni piuttosto pre
ziosi da dare, ma anche stimoli da acce.lare; cè una possiihilità di scambio, tant-a
nel dare che nel ricevere, e questo dipen
(]oogi'esso Sazionale
(Firenze: 19-20 settembre 1964)
Sabato 19
Ore 9 — Culto di apertura.
Ore 9,30 — Eiezione dei seggio del
congresso. Appello delegate. Rela
zione morale e finanziaria dei Coniitato Nazionale uscente e sua
diiscussione.
Ore 14,30 — Ripresa e conciusione
discussione. Elezione Comitato.
Ore 17 — Relazione della delegata
della PFV, sig.ra Fernanda Comba
su;] Congresso delle donne presbiteriane unite degli Stati Uniti
Ore 20,30 — Serata ricreativa.
Domenica 20
Culto al mattino ; gita turiistica al
pomeriggio.
Le Presidenti di Unioni Femminili
sono jwegiate di segnalare al più presto
alla vicepresidente sig.ra Ade VareseTheiler (viale Trento 12, Torre Penice - tei. 9250) i nomi e indirizzi delle
loro delegate perchè sia possibile mancare loro la relazione del Comitato
Nazionale e le altre indicazioni pratiche cdroa il viaggio e il sog^omo.
Le Unioni ohe avessero difficoltà a
scstenere le spese delle loro delegate
sono pregate di comunicarlo alla cas
siera sig.ra Ada Palmery, via Fauché
40, Milane.
3
N. 33-34 — 28 agosto 1964
pag. 3
“Servizio Cristiano,,
a Riesi
Il nuovo Asilo infantile sta per iniziare il suo primo
anno di attività ■ l’edificio con le sue linee semplici e
luminose e il volenteroso e qualificato personale non
potranno rispondere a tutte le richieste d’iscrizione!
Ma il Servizio Cristiano sa di non poter dare « soluzioni»: vuole niuttosto essere un se^no indicatore,
un richiamo. (Poto Sergio Rostagno)
NOTERELLE
Delle Opere Sociali
A CHE PUWTO SI/IMO
E’ forse bene, dire, per gli amici, a
che punto siamo con il nostro lavoro
p. Blesi.
Seguendo il bollettino ognuiio ha
avuto un’idea delle nostre difficoltà
come dei sintomi rallegranti che tro
gruppo finirà prima o poi col comprendere. La verità viene fuori sempre.
L’ufficio assistenza (Femancto ed
Irene, più cinque di Riesi) lavora in
--------- -------------^-anu Che tro- tensamente. Sono innumerevoli le sue amministrazione per ascoltare un
viamo. Ha sentito la nostra debolezza attività. La povertà della città pesa esperto in pianificazione che lavora forse contnDmre a questa .om.u.e me
e la nostra speranza in questa lotta guj questo ufficio. Bussa alla porta ogni per la Cass-a del Mezzogiorno ed ab io no
faticosa di ogni giorno per portare momento. Visite, medicine in quanti- biamo avuto colloqui in propoàto, non cne cor
una città ad un senso nuovo <fi vita, tà, vestiario sono diati a chi più ne ha ci resta che aspettare il cambiam^‘^0 ooer
pt/.ino è framimeiiljario. ptiì- Kiorifwr^ rìac rii n^r l*imrnnhìlisin\o
dio e di lavoro per il rinnovamento
della economia di Riesi. servendosi di
pianificatori che ci sono stati offerti
gratuitamente. Purtroppo benché siamo riusciti ad aver due riunioni della
amministrazione per ascoltare un
Noi assistiamo, in questi tempi, a un
singolare, autonomo fiorire, diremmo
a un jnillulare, di Opere sociali in tut
ta la Chiesa e spec^lmente irelle Comunità meridionali. E’ un continuo
sorgere e svilupparsi, talvolta disordinato, tal’altra apparentemente inco
sciente, di Asili, di Scuole professionali, di Centri sanitari e di educazione,
talché qualcimo ha detto che una Comunità che non abbia almeno un Asilo infantile non sarebbe una Comunità vivente.
E’ im fenomeno, per noi, di tale ampiezza e così ■ evidentemente legato alla esigenza di riforma della Chiesa da
rendere necessaria una seria meditazione comune, che permetta di distinguere gli eltìmenti veramente costruì
favi e durevoli da quelli ohe potrebbero esser legati alla moda dei tempi o
a una, forse, inconscia imitazione di
quanto viene fatto da altri. Le Imee
che seguono non hanno la pretesa di
dire nulla di originale, ma potrebbero
Ma il bollettino è frairuneiiiario, episodico, e forse alle volte insuflìoiente
.1 da.re una quadro completo delia situazione.
Dopo un anno d: osservazione dei
fatti e delle persone di Riesi, abbiamo iniziato su vari piunti il nostro
prO'grajmma. Nor.» tutte le attività previste sono iniziate, molle lo debbono
essere ancora, non tutte le iniziate sono ad un punto reale di avviamento.
Alcune invece sono m piena funziorie.
,. asilo é realizzato come costruzio
ne ed in queste é un’opera esemplare
in Sicilia, L’insegnamento (Denise,
Hélène, Béatrice) ha dato i risultati
di cui parliamo già in questo bollettino. Si diceva che la distanza dalla
città sarebbe sitata un’ostacolo ah®
iscrizioni, ma queste sono venute subito. Gli isoritti sono cento, però se ci
fosse posto forse altrettanti o il doppio verrebbero'. Continuamente ci son
genitO'rl che voiglio'no condurre qui i
loro piccoli. La « Terre des Hommes »
ecì altri amici ci aiutano per il pasto
che diamo quotidianamente, altri ami
ci ci han provveduto i migliori materiali didattici che si hanno in Italia
e fuori.
La biblioteca è solo all’inizio. Ci vor
rebbero molti libri che non abbiamo.
Irnigard che la cura ha avuto a che
fare'^con un gran numero di bimbi o
di giO'Vani. Regoilarli non è stato facile E questa attività ha avuto anche
il suo lato comico. La biblioteca potrà meglio espletare la sua funzione
quando potrà portare veramente per
Il numero dei libri il nome di biblioteca e quando unita ad altra attivi a
prevista m questo settore da sala di
riunione) che invoglierà alia lettura
quanti non ne hanno l’abitumne. ^ ^
Prevediamo, se Dio vorrà, 1 apertura della prima classe elementare per
ottobre, di modo che si poss^ seguire i bimbi che usciranno dall asilo.
Il centro agricolo iniziato come attività provvisoria dal novembre lao".
ha avuto il suo espeito (Gotthardj
t ue ha cominciato diverse cultura,.
dui il problema essenziale e di sapere di quanta acqua (molta, poca o ^
cni^toa) si può disporre per Wstare ragricoltura. E necessario mre
che i terreni acquistati sono di Upo
comune che son bene i problemi^
munì che desideriamo risolvere, il che
non sarebbe stato possibile se avessi
i.ao scelto terreni lertiii luon ueuoramario come se uè trovano
nal mente ad una diecina bi chilomtri. Da un mese circa è venuto ancne
Piero, curerà in modo particolare gn
auevamenti. ......
La scuola-officina ha iniziato i suo
corsi con l’arrivo di Klaus, lottob're
scorso in locali provvisori, mentre la
nuova scuola, ove ci saranno pure 1
maochine. sarà terminata, sperilo,
entro l’estate. Le lezioni pratich
Ih dà Klaus, mentre per le altre mate
rie ci sono del gruppo Irene e Paola
più altri due insegnanti volontari dRiesi, L’ing. Wigley ha aiutato Klam
nella traduzione e stesura delle di
spense. Hannalore le ha copiate e ciclostilate. Gli allievi hanno dato risultati molto buoni, ottima premessa
per il futuro.
bisogno. Con l’aiuto della «Terre des
Hommes» magnifica istituzione, e di
altri amici molti bimbi malati sono
stati mandati in ospedali o in famiglie all’estero o in Italia.
Come molti amici sanno l’ambulatorio è costruito, ma provvisoriamente é abitato dal gruppo che non ha
casa. L’inizio della attività medica co
mincerà in novembre con la venu! t
di Françoise, pediatra, e di una infermiera. Occorrerà non perdere tempo
nella costruzione della casa residenziale de), gruppo.
Questa primavera dopo un anno e
mezzo di lavoro, tribolazioni, e spese,
abbiamo perso la battaglia contro il
censo della enfiteusi. ’Vorriémmo fra
breve riprendere questa battaglia sul
piano parlamentare. Anche qui pere
non è facile, perchè troppi interess:
son volti a mantenere il feudo.
Malgrado questa sconfitta abbiamo
piena sensazione che la fiducia del popolo è rimasta intatta verso la nostra
opera dalla quale si attende sempre
niolto.
___________________________ *^0
di amministrazione per rimmobìlismo
di questa.
Il lavoro dell’ufficio è stato molto
forte tanto per i problemi ohe passano
attraverso ad esso, che per la corrispondenza e per il bollettino. 'Vi hanno lavorato Barbara, Hamralore (e
per un periodo più breve Giuseppe ed
Eugenia, ora partiti), e Paola che tie
Che cosa significano, dunque, le nostre opere sodali? Sono esse insieme
atto e parole, oppure un rifugio di fronte al falfimento di una predicazione
ritenuta orinai superata e inefficiente’
Sono la necessaria concretizzazione
diell’Evangelo, oppure un tentativo di
trasformare, come altri fanno, la fede
riell’invisibile Iddio in qualcosa di tav,gibile di cui, come Paolo dice, ci si
possa anche gloriare, di cui in piratica.
—------, ^ „ i , , , questo o quell’uomo possa gloriarst?
ne la ctmtabiliU. ^ ^ ^ . rirra un portare rannuncio evangeli
Pn- «> *^0« bai chiuso dell© Hostre chic
3.5(X) copie ed è facile comprendere come solo questa attività àa pesante. Vi
ha dato collaborazione anche Frau
Lindentann, che per altro aiuta in
molte altre cose.
Abbiamo avuto quest’anno il vantaggio della collaborazione di Jean che
si ò occupato in modo particolare della chiesa valdese locale alla quale diversi membri del gruppo danno la loro attività, come del resto parecchi
della chiesa si sono im^gnati nell’attività del Servizio Cristiano.
Della nostra attiviità han parlato
molti giornali, radio e tedevisiond, italiani e .sitranieri. Dunque molta re
co fuori dal chiuso delle nostre chicsette nel popolo ohe vive e soffre e
spera, oppure una espressione delia
antica tentazione di Adamo di fare da
sè la propria e altrui salvezza, di « possedere » per sé e per gli altri un pezzo
di questa salvezza, nel quadro di un
processo di cattolicdzzazione della Iti
forma?
Io credo che, prima di rispondere a
queste domande, occorrano due chiarimenti. In primo luogo, quando noi
parliamo di opere sociali intendiamo
di solito gli istituti di assistenza culturale e sanitaria; in realtà per opera
sociale si dovrebbe intendere tutta l’a
olto. liani e stranieri. Dunque mmta re- ^lone della Oniesa nella società in cui
Il dialogo col popolo non manca di spousabilita. La responsabilità mag- ^ soltanto,
4 v.^iio on/A.r'nvQiiiÉJTo n cnniri» r*(i viPiTi#» l.iiht’.iLvia nrm tallito da * _____^j^i.
occasioni nella attività giornaliera o
quando siamo chiamati direttamente
in causa in momenti difflcili della mi
niera ed anche deiragricoltura. I miai lori sintomi di qualcosa di nuovo li
si hanno fra' quelli che sono quasi quotidianamente in contatto fra di noi
specdalmente con gli uomini del cantiere ohe Giò dirige. Essi mirano al
sorgere delle loro abitazioni intorno
al fiostro centro.
Abbiamo- cercato di agire anche sul
la amministrazione comunale per spingerla a costituire un comitato di stu
giore ci viene tuttavia non tanto da
quel che i mezzi di comunicazione moderni dicono o fai no, ma dalla solidarietà e dall’amore con cui migliaia
di amici accompagnano la nostra ope
ra e ci sostengono » on mezzi finanziari. cou incoraggiamenti spirituali e
fraterni e con la preghiera.
Solidarietà aperta e viva l’abbiamo
trovata anche fra molti che si dicono
non credenti ma che pure son attira
a dal fondamento spirituale del nostro lavoro, fondamento che cerchiamo sia solo Cristo. Tullio Vinay
vive, una azione che non è soitanxo,
ma ancne, costruire asili ed ospedali,
e ohe, a seconda dei tempi e delle necessita, può esprimersi in questa o in
altra forma. E' dunque Dene che tenfamo presente questo sfonao piu vasto ancne quando parliamo oeme op'?re somali trautzionah.
In secondo luogo è opportuno ricor
dare, con una certa umiltà, cne proprio quelle forme più evidenti dell'opera sociale che sono gU istituti assi
s-enziali, non co.stituiscono affatto una
novità dei nostri tempi. Non sodo la
II’ iiiimiimniimimiiiiiiiiii
(Thiesa cattolica, con mezzi, personale
e capacità amministrative infinitamente più grandi delle nostre, ha istituito e mantiene da secoli opere similari, ma anche la nostra prirrin
evangelizzazione in Italia, quella che
si suole definire pdeitista, ha creato un
gran numero di «opere sociali», che.
in parta, continuano ad esistere e, dovunque, sono ricordate.
Proprio per queste considerazioni, è
necessario che noi iniziamo la nostra
meditazione dall’insegnamento evangelico che, solo, permette di dare ai
problemi una visione universaJe e per
manente, senza dimenticare la esperienza passata nostra e altrui, con tutti i suoi aspetti positivi e negativi.
* * *
Parlare di opere, sociali o meno, significa ricordare subito l’affermazione
di Giacomo; «così è della fede; se
non ha opere, è per se stessa morta »
(Giacomo’ 2-: 17) e quella di Paolo:
« è per grazia che voi siete stati s^vati. mediaiite la fede, e ciò non viene
da voi, è il dono di Dio: non in virtù
di opere affinchè nessuno si glori... essendo creati in Cristo Gesù per le buone opere, le quali Iddio ha innanzi preparate, afflnchè le pratichiamo »
(Efesini 2; 8-10).
Non è qui il caso di esaminare la
differenza di accentuazione tra i due
testi; basti notare che ambed^, in
armonia con tutto l’Evangelo, indicano nella grazia sovrana, indiscutibile,
di Dio Torigine della nostra fede comune e nelle opere la necessaria applicazione parim.enti voluta c prestabilita da Die, di questa fede.
Il caimnino e dunque dalla grazia
alla fede e dalla fede alle opere, non
in successione di importanza perchè
alla fine, nelle opere, si ritrova la stessa volontà di Dio che si esprime nella
grazia e produce la lede, ma come
temoi diversi dell’azione di questa Sua
volontà e quindi della. no.stra necessaria e comunitaria ubbiffienza.
A questo punto io credo, dunque, ohe
possiamo avventurarci a lare alcune
affermazioni su ciò che l’opera sociale evangelica dovrebbe o non dovrebbe
essere.
In primo luogo razione nella socie
tà, qualunque forma essa assuma, non
è facoatetiva, ma obbligatoria per la
Chiesa, in quanto è « praticare ciò ohe
Iddio ha innanzi preparato». Di questo obbligo era ben cosciente la Chiesr-, al tempo della citata prima evangelizzazione e dobbiamo rallegrarci
che essa ritorni, in parte, ad esserne
cosciente adesso. Le opere sociali issate e presenti oi hanno consentito,
nonostante tutto, di non perdere di
vista la realtà concreta dell’Evangelo,
CONTINUA
IN QUINTA PAGINA
ALCUNI SUGGERIMENTI
Per un servizio concreto nella Chiesa
Il nostro discorso sul rinnovamento della Chiesa e sulla ricerca di
nuove vie di servizio cristiano nel
mondo non può rimanere nel vago:
per questo veniamo qui a precisare
alcune linee vocazionali concrete
quali si sono delineate in occasione
del campo della gioventù evangelica italiana ad Agape : anche per rispondere a richieste giunte da molte parti. In questo schizzo ciascuno
dei lettori potrà riconoscere quale
sia la sua via particolare.
1) Anzitutto sul piano della nostra vita ecclesiastica. Questo riguarda indubbiamente ogni membro
di chiesa responsabile, in un tempo in cui le nostre energie sono polarizzate verso il prossimo Congresso. Anche se indubbiamente esistono ostacoli di natura psicologica ed
organizzativa, anche le diflerenze
teologiche ed ecclesiologiche sono
Vi indichiamo queste linee di servizio
1. Radunarsi secondo professionali per rioer
care le vie della fedeltà crtótiana neU’ambito del*
la propria professione-^ . t
2. Ricercare una preparazione teologica accanto agli
studi professionali perchè ogni cristiano deve essere predicatore cosciente e prepara^to dell Evano'elo
3. Cercare un posto di lavoro secondo precise scelte
di presenza cristiana nel mondo. _
4. Rendersi interamente disponibili per un servizio
di diversi anni con una preparazione s-p^iflca
per operare nella società o nei nostri istituti.
5. Si cercano i seguenti collaboratori pronti a met
tersi subito a disposizione sulla via di ricerca di
preseinza cristiana e ricerca comunitaria, nel .quaoro dei gruppi di servizio;
— Operai, esperti sociali e volontari per
KBIFTEL . ,
— Maestra giardiniera e assistente sociale per
PACHINO
— Maestra giardiniera e segretaria per RIESI
— Segretaria, addetto agli impianti ed economa
per AGAPE
--- Infermiere diplomate e aiuti volontari p»er
diversi istituti evangelici in Italia.
Pei informazione ulteriore rivolgersi direttamente
ad Agape. Per Riesi scrivere al « Seirvizio Cristiano » Riesi - Sicilia
più diverse situazioni, nei più diversi ambienti. Dobbiamo imparare
ad essere cristiani coscienti nelle
nostre diverse situazioni, cioè cri, . , . M.iiu stiani consaiievoli dei problemi, del
ri.™- e r.l.Uer di n fedeltà a le difficoltà e anche dell, demoni
carne avviati Cristo Signore della Chiesa che eia
la hanno avuto un amorevole considera assolutamen
SCUllU AIA A*'-'* --- . ,
te essenziale; e tuttavia ci sembra
che dobbiamo anche liberarci da
confusioni e semplificazioni che non
contribuiscono a mettere in chiara
luce la nostra volontà di confessare
la nostra comune fede in (5csu Cristo nel tempo presente. Dobbiamo
eri insegnante in Renée. Le due atuvità vanno bene. Vi sono due dingffi
ti (signora e signorina) di Biesd che
vi lavorano con spirito da vere pioniere. Tanto la scuola ohe Tatehcr
hanno circa 12 partecipanti. Ite domande a partecipare a queste attività
sono continue, ma è impo^bile ingrandirle finché non sia assiemato n ____
mercato. Sarebbe cosa durissinm ^r m-o l^nnerarci con tutte le nonoi non proseguire in queste attività dunque a p „nstro tempo a
perchè oltre al piccolo beneficio eco gtre forze e tutto il nostro temp
romico per le lavoranti danno un con- guperare il muro d isolamento, a i
tributo reale allo sviluppo sociale del- e spesso di diffidenza che
la donna. ® „„,1» nostre chiese, a lavorare
La scuola lingue (Irene) aveva avu- separa anello che può
to un inizio molto buono 1 anno scor- con energia per q „.„„or,
so ed avremmo desiderato oltre ai COT- ppire, preparandoci al Lonoress
si regolari di inglese aprirne di quelli tutte le nostre forze e capacita,
in tedesco e francese (in queste
gue abbiamo a-vuto solo lezioni particolari) ma il boicottaggio dei notabili ha ridotto la scuola lingue quasi
la fine della sua attività. Non ce da
disperare però, perchè anche queste
uomo deve affrontare oggi per
essere e rimanere verainene uomo;
e dobbiamo essere anche consapevoli della realtà della Signoria di
Cristo su tutte le cose. Questo significa che in quanto cristiani abbiamo un preciso dovere di impegno politico, di lavoro sindacale, di
conoscenza esatta dei problemi tecnici ed umani della professione e
dell’ambiente in cui ci troviamo.
Ogni nostro sforzo ecclesiastico. In
questo modo le nostre chiese saranno rinnovate, ritroveranno la loro
piena respons.-ibilità locale ed anche
molti conflitti e problemi organizzativi saranno svuotati della loro attuale drammaticità. "Vi proponiamo
perciò che in ogni chiesa ed in ogni
unione vi r.-idiiniate per esaminare i
problemi posti dalla vostra situazione professionale (operai, studenti, ecc.) tenendovi in contatto con
quelli che in altri luoghi appartengono alla medesima categorìa.
3) (Questa rivoluzione copern "ana
della vita ecclesiastica non si compie però senza preparazione e senza studio; e neppure senza sacrifiSi vede perciò la necessità che
Dobbiamo quindi imparare a disperderci nel mondo e non a radu- ciò _ _ .
narci all’ombra accogliente dei no- un gruppo di laici, di diverse pro
stri campanili, per ricostruire le fessioni, si renda completamente dinostre comunità là, in mezzo alla sponibile per un periodo di studio e
società degli uomini. Le nostre co- di esperimento, mettendo insieme le
UAl
2) Dobbiamo ritrovare concretamente il senso della vocazione dei
cristiani nel mondo. Come « laici»
munità e i nostri pastori dovranno
mettersi al servizio di questa nostra
opera nel mondo, come base e re
loro risorse, il loro tempo, le loro
intelligenze per riscoprire il senso
della missione ilei cristiani nel mondo; uomini nuovi, disponibili, ca
paci di mettersi al servizio completo di nuove situazioni di presenza e
predicazione nel mondo. Inoltre,
proponiamo perciò che tutti quelli
che attualmente studiano, dedichino una parte importante del loro
tempo allo studio teologico, con un
biennio presso la nostra Facoltà o
in altri modi, con.siderando una
precisa formazione teologica importante almeno quanto una specializzazione. A quanti cercano un posto
di lavoro si propone che lo facciano tenendo conto delle possibilità di una testimonianza cristiana
(soprattutto cercando di raggrupparsi con altri cristiani confessanti nel medesimo posto di lavoro).
4) E qui bisogna rivolgere un pre
ciso appello: vi sono infine i gruppi di .servizio di Riesi, Pachino,
Kriftel, Agape che hanno bisogno
di collaboratori a pieno tempo e
spesso per la durata di diversi anni,
in professioni precise. Vi sono gli
CONTINUA
IN QUINTA PAGINA
4
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N. 33-34 — 28 agosto \%i
I LETTORI CI SCRIVONO
Chiesa precostantiniana
0 chiesa pre... paolina?
Torino, 12 agosto 1964
L’anticolo dal titolo: «// '’sistema” ha da crollare, e crollerà » fa
l’impressione d’un grido di angcacia
d’um fratello cihe, per molti e molli
anni, abbia dovuto tragicamente lottare contro una chiesa che, con la
stia inerzia o col suo farisaismo, gli
abbia tarpato le ali: una diiesa che
gili abbia impedito di testimoniare o
che abbia resa vana la sua testimonianza.
Vogliamo credere che questo non
sia il caso, e perciò dissentiamo. Poiclic il "sistema” di cui parla il Be'-i
c evidentemente il sistema politico
sociale dell’occidente, la mia mente
è spontaneamente ricorsa all’aggettivo ”costftruiniane”, c.ggi di moda per
qualificare le ebiese evange'iche italiane, nel linguaggio di taluni accusatori.
Quest’aggettivo, a mio parere, è
molto mal scelto e perciò generatore
di equivoci. Le mie, jur deboli, reminiscenze di storia ini dicono che
il grande fatto costantiniano fu una
collusione fra Chiesa e Stato, il cui
effetto fu un danno per la vita associat.n. nel senso delI’Evangelo. Quella eollusione mise certi interessi materiali — se lo preferiamo, diciamo
pure: econoniici — avanti alla Parola, o a lato della Parola. Pertanto misembra che si possa chiamare costantiniana una chiesa, se e solo se essa
vive in un regime di collusione con
10 State, nel senso detto. Naturalmente esistono molti e svariati tipi,
più o meno gravi (o peccaminoai)
. di siffatte collusioni. Gnaviissimi sono i tipi di chiesa - schiava - dello Stato 01.1 chiesa ortodossa sotto il regime zarista, le attuali chiese del
Sud Africa ecc.), e di chiesa - parassita - dello - Stato (inutile eaplifici.re). Ma certamente grave è anche il
tipo di chiesa - funzionaria - dello Stato, come sono per es. le chiese
delle nazioni olti-e-cortina. Infatti
((uelle chiese, i cui otniniislri sono pagati dallo Stato, godono sì, della libertà di culto, ma non della libertà di testimonianza, cioè della libertà di evangelizzare, nè tanto meno di quella di protestare contro lo
Stato, quando questo violi in modo
evidente l’Evangelo. (Similmente
molti fanno addebito a Pio XII di
non aver protealato, o di non. aver
sufficieintemcnte protestato contro lo
Stato nazista, all’epcca delle persecuzioni razziali : tale adtlebito equivale ad una vera e propria accusa di
costa,ntinianesimo rivolta alla chiesa cattolica).
Se la definizione qui enunciata è
accettabile, allora alla domanda: le
chiese evangeliche d’Italia, oggi, sono costantiniane? ,si può tranquillamente rispondere di no. Infatti mi
sarebbe difficile immaginare delle libere chiese, in libero Stato, più libere delle attuali chiese evangeliiclie
Italiane. Nessuna coMuslaiie con lo
Stato, nessun stipendio di Stato, pie
na libertà di testimonianza. E’ vero
che susri,ste una condizione (in forza
deffl’art. 7 della Costtuzione) di minorità, di fronte allo Stato, delle chiese evangeliche rispetto alla chies.'i
cattolica, ma tale condiziene vale anzi a conferire alle prime un carattere
che può dirsi semmai (uia in ben tenue misura) precostantiniana.
Ma il Ben non auspica una ehieia
precostantiniana, liensi una chiesa
che intende chiamare "confessante"
o, per maglio dire, « avente un nucleo interno "confessante” ». Olicelo termine mj lascia estremamente
perplesso. Tutti sappiamo infatti a
quale evento storico, tragico e grandioso insieme, e.sso sia legato: Tessersi, una piccola frazione della chiesa tedesca, ribellata ad una delle più
barbare oppressioni, l’oppressione
nazista; Tessersi rifiutala di sottoscrivere uno dei più mostruosi patti
oostaintiniani elle sj siano ma! visti.
Francamente, se volessi tentare un
paragone fra la situazione attuale delle chiese evamgeliclie italiane e la
situazione della chies-a luterana fra
11 1933 e il 1945, mi tremerebbe la
terra sotto j piedi. E mi semihrerebbe assai poco serio di fregiarmi del
nome di "confessante”, im condizioni di tanta facilità e comodità. Di 'O
di più: mi sembrerebbe irriverente!
Ma, venendo al «odo, qua'Tc Tac
cusa che il Bert getta sulle nostre
chiese? « Siamo tutti, cattolici e protestanti —, egli dice — dalla stessa
pairte; tutti difendiamo a spada tratta un sistema in cui siamo . e,ie o
male inseriti, contro le forze oscure
della rivolta ’’materialista” », mentre... «la gente non vuole più chele vengano offerti dall’alto di un illuminato paternalismo il loenessere
e la fede », ecc.
Qui la questione diventa soiliie e
non facile a diriniarsi. Mi |icniie!to
però di osservare che un'accusa cos' severa, pur coigiiendo lorse qualche aspetto deficiente della nostra
vita ecclesiastica, va molto al di là
del sogno investendo e colpendo
csorei dire — senza carità un gran
numero di jieirsone alle quali non si
può disco,noscere che fanno tutto
quello che possono per il bene delle comunità. Vorrei perciò pregare
il Ber’ di fermarsi su alcuni punti.
Anzitutto, se al Bert o a chiunque
r:-r condivide le idee, fa antipatia il
carattere « clericale » o « conformi
sta » di una delle nostre chiese,- non
mancano altre chiese in cui trovara!
a proprio agio. Tutti sappiamo che
esìstono, in Italia, delle chiese che
addirittura non hanno pastori, e usile quali quindi non viene « offerta
dall’alto la fede », per la .semiplice
ragione che, in tali chiese, non esiono nè l’alto, nè il basso.
Ancora: a oliiimque faceiano antipatia le cosiddette chiacchiere, o le
accademie, o i « bizantinismi preziosi » ecc., potrà sempre — se lo crederà i>a-rlire per Hiesi, o per le
miissioni, o per altri luoghi del genere, ove — s’intende — se è ingegnere. 0 professore, o avvocato, prohabilmeate rovinerà del tutto la propria camera, mentre se è medico,
riuscirà forse anche g salvarla. Del
resto sono convinto che qualunque
fr.atello che si prasetrirasse alla chiesa
valdese ed offrisse con sincerità e purezza di cuore la propria persona per
una delle dette otpere, ¡sarebbe accolto a braccia aperte ed aiutato.
Il Bert sarebbe forse tentato, a
questo punto, di obiettare die non è
questo il proUema da lui trailtato e
che le soluzioni da me proposte riguardano 1 individuo e non la calletlività; sono cioè risposte alla domanda: che cosa devo o p-osso fare
io, personalmente, indipendentemente. da quello che fanno gli altri?
Questo del « deprecabiile liniìividuiailiismo » è un altro slogan pericoloso, o-ggi assai di moda, sul quale
meriterebbe discorrere a lungo. C’c
individualismo e individualismo, e
non ogni individuaiiistno è da respingere. Direi anzi che Ig vita delTEvangelo cominicia sempre nell’i.ndividuo (« Va e fa tu il simigliante »...).
Ma è inutile divagare: a me pare
ohe, se si volesse parlare d’individualiem.i, si dovrebbe dire che le
idee de! Bert, a! dilà delle apparenze (« Evitare Tatomizzazione in posizioni individualiste... »), sono proprio accentuatamente individualiste,
poiché proprio lui vorrebbe distruggere, o lasciar morire, delle comunità clic già esistono, delle chiese già
costituite, e creare una nuova chiesa, possibilmente piccola, composta
di pochi individui, se ho ben capito.
Forse il Bert vorrebbe una chiesa
precostanriniana per esser certo che
riuscisse almeno precalvinista (mettere di mezzo più d’un iniliennio,
offrirebbe una certa garanzia!). Calvino, si sa, voleva lo Stato teocrauco, quindi fu un costantiniano (?),
incltire fu il padre del capitalismo
(?), quinidi sarebbe meglio tenersene lontani. Ma non sembra che neppur questa sia l’idèa del Ben, perchè egli dice esplicitamente che la
nuova chiesa dovrebbe « seguire le
linee tracciate dai riformatori ». Se
poi fosse questicne di nomi, si rassicuri il Bert: non proporremo
nessuna chiesa evangelica di sostituire ;1 proprio nome con quello di
'( chiesa calvinista »
Al Bert fanno antipatia tutta particolare le assembee, le oonferenze di
sIretÈuali, i sinodi eoe. delle nostre
tíllese. S’intende elle le simpatie e
le antipatie seno atteggiamenti di spi
rito personali e ohe, come tali, non
possoiio essere d!iscus.se. Se ne può
però tentare una spiegazione. Ora- la
mia impressione è che i’antipatia chj
prova il Bert dipenda dal fatto che
egli non vive nelTinterno della chiesa e che ogni attività della chiesa gli
è estranea ed anzi antipatica. Affari
suoi, ovviamente. Ma mi riesce dit
ficilc ad immaginare che cosa di di
verso farà la »ug nuova chiesa. Per
quanto semplificata, magari nriva di
templi, di pastori, di opere d’assistenza, di stampa ecc. essa sig destin.ita ad essere, -sono certo che anche
essa do-irà occuparsi di problemi di
organizzaz;one, di amni-inistraz-ione e
d' qnestioii! di principiio. .Amme'.tiamo pure che queste ultime saranno
trattate « più frequentemente » delie
iillre, perchè darà certamente da fale, alla nuova chiesa, «Telaborare
con chiarezza un’ecclesiologia », il
vigilare che restino esdnsi coloro
clic non accettano jl nuovo « deter
minato modo di vivere, rigidaiiienie
modellai.o sulla Soriittura, seguende
le linee tracciate dai riformatori »,
ecc. Ma è purtroppo da prevedere
<10 altri, con .inimo non molto diverso da quello del Bert, « ritoiiierà
dopo un certo tempo » alle assemblee
della nuova chie.sa, e troverà anche
quale asseinblee noiose ed imitili,
magari anche più noiose ed inutili
delle assemblee delValtra, della nre(cdente chiesa. Ed allora ricomincer.i 1 antico e .triste giuoco dì cercare
il fuscello nel Torchio del nrossimo
Per tcrniin?.re, poiché il Ben si
appaia alla parola di S. Paolo: « I,a
ligura dì questo mondo passa », io,
a mia volta, mi appellerò al cap.
ADI dell Epistola ai Romani. Se e
quando i costumi della società, oltre
^ s intende alla vera e propr'a
azione politica dello Stato (alia quale abbiamo accennato sopra), entratici in conflitto con l’Evangelo, le
Chiese hanno il cliiritto e il dovere
di pro,;es-tare. NelTItalia d’oggi la
libertà dì protestare — lo ripetiamo
non è negata a nessuno: nè alle
i-liiose, nè aj singoli credenti. Se,
troppo spesso, non facciamo buon
uso di tale libertà, come chiese o
come .singoli credenti, la cosa migliole da farsi è quella di richiamare
pubblicamente i prob'èmi, di segnalare le questioni, e lo stesso Bert
che ha visto puibblLcato il suo arliicclo, non può negare che questo si
ficcia. D’alCra parte, il non uso o
il cattivo uso di quella libertà, non
è sempre una vera e propria colpa :
può esser talvolta mancanza di spìrito profetico o addirittura cecità,
talvolta semplicemente man n |
.niLe'ligenza o miopia. Pregh a
slantenitnle che Dio ci apra <»il; (incili. Ma, per carità, non me 1
la polii'.ica alla reiigionc r |
di portare le divisioni fra lihcri'b e;
mar’iisti, fra capitalisti e al i
ere, rivali’interno delle nostre chucse,
o fra chiesa e chiesa. Se cosi facessimo, sarebbe evidente il nostro inlenlj di fondare una chiesa non già
iprecostantirìiana, ma addirittura prepaolina: questo ■— sia ben chiaro —
noi ci rifiuteremmo di fare.
Il « sistema » del tempo di S. Paolo, era Timpero romano. Quel sistema aveva da otoliare, e crollò. Ma
Paolo ignorava quel fatto, o almeno
non ne parlava (La « figura di questo
mondo ,i ha un significato simbolico
che trascende il « sistema » del teiiipo). A ragione Tolstoj, in un altro
tempo in cui un altro « sisttsma »
aveva da crollare, e crollò, raccomandava di « dirigere le forze contro la causa e non contro gli effetti
e, lasciando ¡stare il governo, la rivoluzione, il socialismo, tendere alT.abo!izionc della falsa dottrina religiosa e alla restaurazione di quella
vera ». Tullio Viola
Ha da veni Baffone!
Lettera feda J aperta al signor Giorgio Bert
Progresso e felicifà
Un lettore, da Torre Pellice:
Caro Direttore,
nel N. 155 di Stnmim Sera, in un i
rereusione di films proiettóti a Spoleto recentemente, leggo questa fra
se : (( questo film, « L’Amante », po
Irebbe -servire al ragionamento, dì
coloritura quaiunquiistica, che il progresso non fg la felicità ». Non mi
interes-sano nè il fiilm in sè, nè il
festival dei due mondi di Spoleto;
vorrei soltanto sapere che mai significhi Tespressione di coloritura qualunquistica. Ho sempre creduto che
il progresso sia cosa utile ed apprez
zabile, sempre che non dia àdito ad
l'-i deformati e funesti dei vantaggi
d.; es.so prodotti; ma che tuttavia esse non abbia la possibilità di dare
la felli ità alTuomo. La stessa con
ceziene proilestanite si oppone aM’idcg
di una ricc-rca della felicità nel progresso. Essere protestante significa
dunaiue essere... qualunquiista?
lettera firmata
Dal famigerato "Uomo qualunque"
deli'immedittlo dopoguerra, che —
per sostenere interessi abbastanza equivoci — ce l’avelia con tutto e con
latti, è derivata il termine "qualunquismo che è sémplicemente un
termine "aggiornato” e più o meno
ortodosso per indicare il relativismo,
e in ultima analisi lo scetticismo (di
comodo e non sofferto) che è una
delle costanti della nostra società attuale; certo per chi "crede” nel Progresso e vi ripone tutta la sua
speranza, ogni espressione negativa
a questo riguardo rappresenta un atteggiamento scettico, "di coloritura
fìuuluncjuislica", quindi antisociale,
i'iepi)ure io ho visto il film, e non
.'ifi quindi se fosse effettivamente antisociale. o no. Penso che c’è modo
e modo di affermare che il prosp-esso non dà la felicità: c'è ad esempio
un atteggiamento che, dietro un moralismo quanto mai superficiale, nasconde semplicemente mancanza di
sensibUità per problemi umani dolorosissimi, ignavia di fronte alla responsabilità di affrontarli, fiacco scet.
ticismo di comodo, insomma; e c’è
l'atteggiamento di chi .sa che la storia non ha fine in sè stessa (e quindi non c’è un progresso, in senso assoluto, verso una meta finale e perfetta creala dalTuomo) ma pure è
voluta da Dio, e che in essa si manifesto la sua bontà verso miti gli uomini, e il suo appello, ai cristiani,
affinchè testimonino e .servano. E’
certo comunque che, a costo di sembrare sceltici e qualunquisti ai religiosi del Progresso, come cristiani
non possiamo riconoscere al ¡¡regresso alcun valore assoluto, e quindi
non crediamo che la felicità dell’uomo, il suo "bene-essere" possa venirgli dal progresso, che sarebbe del
resto più giusto chiamare evoluzione,
in quanto progredisce per certi aspetti e regredisce invece in altri. Noi
crediamo che felice — ’’beato” — è
l'uomo che confida in Dio e che al
•SUO Regno consacra tutta la propria
speranza. Dopo tutto, nella prospettiva del Regno, ’’qualunquisti" sono
lutti quelli che non ci credono o non
ne fanno alcun conto: e i colpi dolorosi al loro mito del Progresso, in
ogni campo, non mancano rtuii.
Roma, 2 agosto 1964
Egregio sig. Bert,
Negli anni dell’immediato dopoguerra e, praticamente, fino al 18
aprile l948, era d’obUigo, per i eommnisli romani, lo slogan divenuto
famoso : « Ha da veni Ejaffone ! n
(Stalin), espressione popolaresca estremamente semplice, chiara, efficace e... significativa! Ccii sole qualro
parole si manifestava così l’ansia
acuta, la brama insoddisfatta ed implicitamente... prograiiunatica dei
« compagni » d¡ fare al jiiù presto
un repulisti generale del « sistema »
democratico (a Lei tanto inviso) da
poco restaurato in Italia dopo la parentesi del venlennio fasi-ista e delh;
guerra perduta e siVabilire cos
nalmente, un « noviis ordo», un
tiucvo « sistema » (un « governo popolare dei popolo » : questo significa
«democrazia popolare»!) già felicemente inslaurato in Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, GermaniaEst, BiUÌgaria etc. eie., sotto l’egida
(fel baffuto ed infallibile despos'.a
sovietico, modestamente definito
a Padre dei popoli. Salvatore, I.iiec,
Sole e Aurora del genere umano »!
Apro una parentesi. E’ ben vero
che, dopo la sua ingloriosa morte,
1 Immenso Genio veninc opportuna
mente « ridimensionato » dai suoi
successori, anzi addirìtliira additatoai pubblico ed universale diisprezzo
per le sue accertate ed innumerevoli
infamia e sceJleralezze, ma ciò non
ha minimamienJe scalfito Ig tetragona, graniliea fede dei comunisti nella « bontà » e « validità » del sistema sovietico. Tult’allro! Alcuni mi
Honi (chi mai potrà dire quanti?) dì
morti ammazzati, con o senza processo, dì maesa-ciralii nei « eaiiipi di
riedlucazione soiciailisla », di (leipor'.ati in Siberia in nome della Rivouzione (TOctobre ed a maggior gloria del nuovo « sistema »... non liar-no alcuna Importanza! Bazzecole,
qu iisqui glie, pinzallachere !
Ghius.t la parentesi.
Nel Smo articolo « Il sisitema deve
crollare e crollerà! » (ma non le sembra un titolo iin po’ troppo eiifaliapparso — grazie alla slrabiliaine ospitalità del giornale (n"
3(11, Lei ripropone candidameinte lo
j o tessissimo conceMo del sucI iiaio .( slogan » su Baffone, ne forl'iuita le stesse rivendicazioni, i meiiesimi auspici.
Lo la. siamo giusti, in termini assai meno chiari, puliti ed onesti dei
suoi c( compagni » romani, adoperando termini «difficili» e frasi altisonanti (e — a mio gusto — un tantino riidiicole) ma la soistanza è identica, la « sonata » è la medesima.
Che cosa significa infatti la sua
conclamazione « il sistema deve crollare e crollerà » se non che vuole
abbattere (come Sansone) le colonne
del tempio? Ovvero (mussolinianamente) che vuole « spezzare le reni » alla Chiesa, a tutte le Chiese
deva: « Niente da fare: è propria
tutta una prigione! >i.
brevi osservazione. Al prof. Viola, al
quale sono particolarmente grato per
^ il suo sereno intervento, vorrei far notare che nel dibattito contemporaneo
il termine ' coslantinianesimo”, applicato alle chiese, ha assunto un senso pia ampio, anche se meno preciso, di quello di pura "collusione con
lo Stato": con esso si intende piuttosto — e così facev.'i senz'altro GiorI gto Bert — "collusione con la socie
Bene, vorrei domandarLe se Lei, j tu coslUuUa : in questo senso si può
■signor Bert, è mai stato in prigio- dire che anche le nostre piccole chieni- (come visitatore, s’intende). An I-'è minoritarie sono largamente e piaelle là, neUè larceri, regna la per- cidumente costantiniane, mancano cioè
fetta giustizia, l’assoluta parità cd ''«i insieme del senso teso, vigi
eguaglianza : alloggio, vitto, vestiario, disciplina, « trattamento » economico... tutto avviene sotto ¡1 segno della perfetta equità, cioè della
giustizia, come la intendono i Suoi
amili del «nuovo sistema».
Cerchi di farsi ospitare per qualche tempo in carcere, sig. Bert! E
qrando ne uscirà, rifletta al paragoiip adoperato dal nostro a™i'0o pastore per definire il « clima » d’oltrecontina, che ¡tanto le fa gola!
Se poi (Tostinazione umana è
grande, specie se inquinata dg un
pizzico dì fanatismo) nutrisse anco a
dei dubbi, faccia ima « capatina »
(poche settimane basteranno) in uno
d. quei felici Paesi! Può darsi che
f.' Sue farneticazioni estive di paldngeneisi ¡unìvensale abbiano a subire
quailiche piccola, ma consolante, mitigazione !
Glie lo augura di cuore
AL. LO
Lo strahilianle" redattore (v. lettera di Al. Lo.) ringrazia i due corrispondenti che hanno risposto alTarticolo di Giorgio Beri, che aveva il
dichiarato intento di suscitare iin dibattilo: speriamo vivamente che esso
sia così solo avviato e che altri intervengano, raccomandando per ovvie ragioni la massima concisione.
Una nota preliminare: titolo e sottotitolo dell articolo in questione erano miei: il primo desunto, è vero, un
po ad effetto dal testo stesso del nosltc collaboratore; il secondo apposto
appunto per evitare ogni equivoco di
tissolutizzazione di questo o quel momento storico particolare, ricordando
che nella visione cristiana della storia, tesa al compimento del Regno —
(a nuova creazione di Dio — "la figura di questo mondo passa”, pur non
essendo qui e ora affatto indifferente.
Non voglio rischiare di soffocare
coll un mio iìitcj’UGfitOj il procc.d9.r6
della conversazione, che mi pare assai
imporlanle; desidero solo fare due
laute, che ''lo schema di questo mondo passa ' e che in questo ’’passare"
runum necessarium è ’’cercare il Regno e la giustizia di Dio"; si può
soltanto tener presente che la situazione costantiniana” non può mai
esser totalmente eliminata e sì ripone
de facto — come udivo recentemente dal prof. Subilia in una conversazione — ogni volta che due genitori,
anche cristiani professi, hanno un figlio, al quale possono e devono testimoniare la propria fede, ma non
trasmettergliela come gli hanno geneticamente trasmesso determinati caratteri somatici e psichici.
Al lettore romano devo invece dire che il suo sfogo abbastanza violento mi ha, piò che stupito, rattristato. Non contesto certo non solo il
diritto ma /’esigenza di un costante
richiamo contro ogni acritica politicizzazione della Chiesa, c ne ho dai >
prova. Mi pare però, in tutta serenità, che AL Lo. abbia frainteso il
senso vero deil'arlicolo di G. Beri:
accecato da una reazione di carattere
politico (tale mi pare la sua, mnlgr ido il richiamo all’universalità delVEvangelo) è stalo sordo al richiam>>
sofferto rivolto a una chiesa con fotmista e piatta, quale dobbiamo sinceramente riconoscere di essere. !\on
condivido la speranza marxista (che
del resto non era affatto la noia dominante dell articolo Bert), ma devo
dire, che sono di cuore — se pur
con tutta la lucidità critica di cui
sono capace ■— con coloro che sono
insofferenti verso la "lartufferie" delle nostre parrocchie e la carenza dì
prospettive e di slancia della nostra
chiesa nel suo insieme. Discern'iamo
gli spiriti per vedere se sono da Dio.
d’accordo; ma badiamo a farlo ponendo a misura non la nostra fede
pur sincera bensì LEvangelo in tutta
la sua sempre sconcertante ampiezza
e dialetticità, che mette sempre in
questione noi quanto e prima degli
altri. Gino Conte
Non chiamate in causa
i gendarmi!
I <( martiri » renitenti det Colle della Croce
Coira, 16 agosto 1964.
!vli permetto di scriverVi per esprimervi la stupefazione provata leggendo la conclusione deirarticolo
(in primis queilila Valdese)? E si, Raduno prolcstanle al Colle della
perchè Lei vuole diistruggere il « sis:teima », « tutto il sisfeiiia » (libe
ralicristìano, hoirgliese, reazionario!
e con osiso le (iimimanraibili) stmùtu- I “ Martiri », il Pastore G. Tourn ci
re eotìlesiiastìcbe che in esso si sono, i rammenta la nostra fondamentale siquial più qual meno, incautamente ' tuazione di cc pecore in un branco di
invece di farsi uccidere avrebbero dovuto chiamare i carabinieri e solo poi
predicare! ».
Guareschi è uno scrittore cattolico,
ma in questo caso mi sembra più vicino a Cristo dii coloro che vogilion.i
ricorrere ai genidarmi, ossia al (ano.MProprio accanto, sotto il titolo [ do », per proteggere il raccoglimenlu
di un pio convegno. Non si arrabbi
Croce » nel N. 32 (del 7 corr=) del
Vostro giornale
inserite !
Lei non vuole, sig. Bert, una semplice riforma, anche radicale e profonda, della nostra Chiesa, no ! Lei
vuole che essa crolli a struitturallmente » (perchè marcia e putrefatta)...
come il sistema e con il sistema. E»
euile rovine ancora fumanti di essa,
vuol fame sorgere una nuova, alleata, anzi aUineata perfettamente
nuovo sistema da I^ei vagheggiato
(quello comunista, ovviamente, an
che se Lei, prudenteimente, non lo
dice) definito paladino delila Giustizia, nemico impilacaLbile degili ojv
pressori di ogni risma, vìndice degJi
« sfruttali » etc. etc. e così, salverà
la Chiesa! (Alla larga!)
Lei, «igner Beri, crede forse di es
sere, agire, parlare e scrivere da cr!
stiano autentico, integrale. E non si
accorge che si è posto esatiamenie
agli antipodi delPEvangeio.
Difalti, meiìlre noi, t30veri « J>orghesi » antiquati e perversi, erede
vaino che PEvangelo fosse universi
le, oiferio a lutti gli uomini perchè
il sacrificio di Cristo è avveniiio n';r
la redenzione dell’intera umanità,
Lei non è d’accordo: Lei vuoile una
cliiesa « nuova » (minuscola, sì, ma
« riservata » a Lei ed ai Suoi amici
e compagni di fede^ aperta esidusivan?ente ad una agguerrita élite di folgorati sulla via di una nuova Damasco... marxista! Gli altri (i liberal:,
i borghesi, i non-comunisti in una
parola) fucri... « pussa vìa », come
(ani rognosi!
E poi sì dice male dei Farisei!...
Vorrei c.oncihidere questa mìa « replica » con un aneddoto, autentico
al 100%, che sottopongo aRa Sua
cortese attenzione e particolare meditazione.
Kecenlemeiale un nastro pastore
(inailo (( a sinistra »... pclitìicamente!}, di ritorno da un breve soggiorno in un Paese retto a « democrazia
I)opo‘lare », nel raccontare le sue impressioni ad un collega, così conciu
lupi », Non posso far altro che riprodurre i suoi termini, cui aderisco
pienamente : ic La Chiesa può certo
farsi sentire nel mondo, le basta fare
come i lupi : imporsi con la forza,
il ricatto, la violenza; ii cristiano può
farsi anche lui una posizione di predominio (...), ma in tal caso nè la
Chiesa nè il crisitiano sono più gli
apostoli del Signore, non ne sono più
i martiri, sono lupi travestiti cui il
Signore negherà sempre la sua presenza ».
Il gu.iio è che a due colonne dairoUima meditazione biblica, il sig.
Praesens, lamentando il disturbo cagionato al raduno dai canti sconvenienti (li escursionisti, suggerisce che,
Tanno prossimo, gli organizzatori francesi invitino qualche pattuglia di
gendarmi, che « una notte in guardina o camera di sicurezza che dir si
voglia pei quattro o cinque tra i più
mal educali sarebbe certamente salutare per molli altri ».
Non dubito che cotale « invito »
permetta al raduno 196.), Dio volente,
di godere la pace e il silenzio delle
cime. Daltroiide credo senz’altro che
i canti cd il vociale dei malcapitati
escursionisti abbia disturbato (( una
riunione di carattere così serio ». Vori(*i .sol) rammentare al sig. Praesens,
e, con lui, a tutti coloro che intervennero al raduno 1964, che siamo
appunto « pecore in un branco di lupi ». Potrei citare in merito un mucchio d) parole di Cristo (chi prende
la spada..., nel mondo ma non del
mondo..., vi getteranno in tribolazione e v'uccideranno), riferirmi all'esempio dei testimoni e martiri negli Alti (Stefano, Paolo ad Efeso...),
ma preferisco riprodurre (pressapoco,
non avendo il libro) le parole che
Guareschi nel a Pìccolo mondo » mette in bocca a don Camillo quando 1
suoi fedeli gli chiedono di aspettare
i carabinieri per far la processione
al fiume: «Va bene, ma bisogna
spiegare a Cristo ed ai martiri che
TAutore. Se mai, legga 2 Cor. 7 : 8-9.
La superiorità della Chiesa Valdese
sulle Chiese nazionali dei paesi tradizionalmente protestanti sta appunto nella sua indipendenza di fronte
allo Stato : « Libera Chiesa in libero
Stato » Qui le Chiese si sentono, 0
meglio si credono, forti perchè iiilimamonite legate allo Stalo; ogni battezzato paga con le imposte la tassa
tao(ianle alla sua Chiesa, e le manifestazioni missionarie si limitano a
qualche riunione di carattere serio
cui partecipano persone della stessa
convinzione, li\: di loro, lontane e
protetta dal inondo. La (C discesa » nel
mondo la lasciamo alTEsercito della
Salvezza, che fa ottimo lavoro perche
non teme i « canti sconvenienti », oppure alle sètte i cui missionari picchiano a ogni porta per diffoindere la
loro letteratura. Voi invece, cari Vaidesi — o per ciò provo tanta gioia
ugni volta che il postino mi recapita
« La Luce » - siete liberi. Non sie
te ricchi, non tutti vi vogliono bene,
ma non è questa la sorte di ogni cristiano.'* Mail. 5: 11-12. Valetevi di
questa vostra situazione, come lo fate così bene a Riesi ed altrove, testimoniale e predicale Cristo, unica
salvezza del mondo, nella nostra Europa che ne ha così bisogno... c non
mvjlate i gendarmi!
V i pr(‘go di scusare la mia fuga,
se mai V i ha olTesi, ed aggiungo che
con.scrvo la mia simpatia per il Vostro giornale. (1 Giov 1: 8).
NelTunità della fede in Cristo, i
più cordjali saikiti.
Guido Soubielle
Ringraziamo il cordiale lettore elvetico, ma gii assicuriamo clic nè il
il giornale nè Praesens sognano un ricorso al braccio secolare in funzione
di dìfasa evange'lica; si trattava di
un semplice anche se vigoroso rieliLimo a una elementare educazione civica. Forse non è jacile, per l’amico
confederato, abituato alla cortesia elvetica, sapere fino a che punto put>
giungere Cineducazione italica...
5
A. 33-34 — 28 agosto 1964
pag. 3
LETTERA DALLA RHODESIA
Quel che Lenshina comanda
Livingstone, 5 agosto 1964
Circa 500 mcrti, almeno 400 arresti,
oltre trecento feriti, tutta una vasta
zona divenuta tea,tro di opsTazioni di
un reparto di truppa di duemila uomini con aerei e con tutti i mezzi più
moderni a disposizione del Governo,
questo il tragico bilancio, fino ad og- |
gl, di quella che si può definire la rivolta dei seguaci di Lenshina, colei
che parla con Dio. La setta, conosciuta
sotto il nome di « Lumpa Ohurch»
non priva di qualche elemento dottrinale di ispirazione lontanamente cristiana, venne fondata nel 1952 da Alice Lenshina, una singolare figura di
« profetessa » che afferma di essere
morta, salita al cielo e di aver ricevuto da Dio l’ordine di tornare nel mon
do allo scopo di creare il nuovo movimento. Tale movimento si è subito sviluppato in modo impressionante tanto
che si afferm-a che, subito dopo il suo
«viaggio celeste» (come qualcuno ha
iionicamente definito la sua esperienza ultraterrene) vi tossero ben 75.0(W
membri entusiasti. Lenshina afferma
di avere il potere di bloccare la potenza malefica degli stregoni, proibisce la
poligamia, esige dai suoi seguaci l’aslens’one completa dal bere e dial fu
miare. La cosa non è senza importanza se si pensa che, solo lungo la linea
ferroviaria e nelle zone minerarie, si
consumano annualmente negli spacci
situati in tutti i grandi quartieri africani, ben trentasette milioni di gallo^
ni di birra africana. Il che dimostra
ancora una volta che, come in molte
altre .jette, anche qui troviamo elenicnti, se non « cristiani », certo utili.
Senonohè, forse anche a causa della brutalità con cui in un certo periodo si cercava di forzare la gente n
prendere posizione per questo o quel
l.artito, impirovvisamente Lenshina agfiiunse un altro « doigma » al suo inssgnamento: i suoi seguaci, dovevano rifiutarsi nel modo più assoluto di prender parte in un modo qualsiasi alla vita politica del paese e, praticamente,
erano chiamati a segregarsi in villaggi ben delimitati e sempre più chiusi
airinfluenza e ai rapporti ooirestemo.
Bisogna tener conto del fatto che, se
vi sono numierosd seguaci di Lenshina
anche nel ’Copperbelt’, la zona mineraria (sembra tuttavia siano! meno fanatici dèi loro colleghi della foresta),
il nerbo delle forze di Lenshina si trova soprattutto in una vasta zona della
Provincia Settentrionale, verso il confine col Tanganyka. Zo'na, questa, di
diffìcile accesso e soprattutto nella
quale è diflaoile effettuare rapidi spostamenti li truppe e di materiale. E’
in questa zona ohe, a partire da uri
anno fa, si sono sviluppati continui
disordini, an.che ise in misura relativamente lieve e poco cruenta, fino all’inizio, alcuni giorni fa, di una vera e
propria insurrezione.
Le forze dell’ordine si sono trovate
impacciate e comprensibilmente disorientate davanti a questi strani e tem'bili guerirglieri che balzavano dalla
foresta al grido — inspiegato — di
« Gerico » e coprivano di frecce mortali i loro ben involontari « nemici », incuranti delle pallottole e palesemente
convinti o di giungere più rapidamente là donde la" loro profetessa era tornata o di essere miracolosamente prete'ti centro le armi da fuoco.
Il risultato è quello, triste, di cui parlano le cifre all’inizio di queste righe.
S] parla di villaggi incendiati insieme
ai loro innocenti abitanti, colpevoli
solo di non aver seguito fino in fondo
i ribelli o di non apipartenere alla loro
setta. Della profetessa nessuna traccia, ma il Primo Ministro, Dr. Kaunda — reduce da un viaggio di ispezione nella zona dei torbidi — ha dato
ordine di catturare Lenshina « «viva
0 morta» e (nel primo caso) di sottoporla a proicesso sotto l’accusa di a'ver
incoraggiato atti criminali e sediziosi
dando altresì l’ordine di stroncare ad
ogni costo quanti alimentano in qualsiasi modo questo focolaio di disordi
ne cosi pericoloso per tutto il paese (1).
Difficile sapere se qualcuno ha cercato di sfruttare daU’estemo la situazione, vuoi per far cadere l’attuale g<^verno, vuoi per instaurare un nuovo
regime. « Il mio Governo ed io — ha
detto il Dr. Kaunda — abbiamo assai
a cuore la libertà di culto, ma questa
gente ha fatto rimpossibile per divenire antisociale ed è ora ess^ziale di
prendere misure straordinarie». Oltre
ad ordinare rarresto di Lenshina il
Capo del Governo ha bandito la Lumps Chuch per almeno un mese, fintanto che proseguono i disordini. Egli ha
arche chiesto alla nazione di pregare
per le truppe < sono morti tra Taltro
due poliziotti europei) e per gli sviati
membri della setta,. Purché non sia
necessario troppo .altro .s.mgue prima
che un po’ di pace tomi al più presto
tra quei villaggi bmeiati.
Dal vicino Congo giungono notizie
piuttosto allarmanti. Quantunque
Ishombe abbia fatto dei miracoli e
non sia rifuggito dal mettere ìa sua
vita in pericolo per prendere contatto
con alcuni dei capi rivoltosi onde ten
tare di pacificare al più presto il paese, ormai in condizioni economiche as
sai critiche, roffensiva dei ribelli continua e, una volta ancora, la città di
StanleyviJle (terza in grandezza) si
trova in pericolo; in altre province la
guerriglia prosegue con alterne fortu
ne anche se, sembra, con lieve vantag
gio delle truppe governative.
Se poi ci volgiamo verso il Sud Africa vediamo che la tensione aumenta
in modo impressionante e, direi, ineluttabile. Quantunque non si sia osato condannare a morte Mandela e gli
altri accusati del processo Rjvonia, la
durisrima, sentenza loro inflitta non
soddisfatto nessuno ed è lungi dall’appiMare la quattone. Solo alcun
giorni fa vi è stato un grave attentato
nella «stazione per soli bianchi» di
Johannesburg, in cui una bomba ad
orologeiia ha provocato il ferimento e
l'ustionamento grave di decine di persone. Ad ogni attentato seguono ulteriori aggravamenti del regime poliziee il circolo vizioso sembra farsi
sempre più stretto
Certo non dim.entichdamo le altre
tensioni cosi dolorose che si fanno sentire quasi dovunque nel mondo, specie la sempre più seria questione razziale statunitense. Ma non si può fare
a meno di sentire tutto il peso di una
situazione cerne quella di questo continente africano che non ha ancora finito (e ne è ben lungi) di sussultare
nello sforzo immane di trovare un assetto possibile.- Che la Ohiesa possa
essere, nella sua piccolezza, portatrice
della luce di Cristo.
Ed è alla nosira Cliiesa che ci volgiamo ora per esaminare brevemente
quali sono state le decisioni dell’ultimo Sinodo, tenutosi a Sefuia alla fine
di giugno. Abbiamo avuto il privilegio
di vedere in mezzo a noi il Direttore
della Società delle Missioni di Parigi,
pastore Bonzan, che ha voluto partecipare ai lavori di quello che sarà stato l’ultimo Sinodo « pre-autonomia ».
Alla fine di settembre, imitando l’esempio dei nostri fratelli Bassuto, ci
riuniremo in Sinodo straordinario per
proclamare solennemente la piena responsabilità della Chiesa in tutto ciò
ohe concerne il suo lavoro. Indubbiamente un certo infantilismo; si è ancora fatto strada, si sarebbe voluto
sentire un po’ più di santo «timore e
tremore» di fronte ad im’autonomia
che comporta tali responsabilità, anziché sentire, troppo spesso, una semplice paura delle difficoltà specie finanziarie (anche se, ben inteso, la Società delle Missioni è lungi in questo
mcimsnto dal diminuire il suo aiuto
anche di im solo penny).
Ma nello stesso tempo bisogna riconoscere che s’è fatto un p.asso avanti,
passo ohe forse ap^pianerà anche certe
difficoltà tra corpo missionario e Chiesa.
Se soltanto la Chiesa si svegliasse
veramente e prendesse le redini, apren
dosi ad una visione ben più vasta del
pur vasto Bulozi, ad una visione che
abbracci i rappresentanti delle molte
razze che ci vivono accanto, spesso
senza alcun vero contatto con l’Evan
gelo, sarebbe davvero ima cosa meravigliosa.
Perchè ciò avvenga sarà anche necessario abbandonare a poco a poco
l'uso della scia lingua sllozi, per introdurre con le dovute cautele altre
lingue indigene nel « giro » della no
stra Chiesa e, soprattutto, diffondere
sempre maggiormente l’uso dell’inglese, che diverrà inevitabilmente la lingua semi-ufficiale del paese.
Altra decisione importantissima ed
assai benvenuta presa dal Sinodo : la
cessione di tutte le scuole primarie alle Stato (rimangono certo alcune questioni importanti da mettere a punto,
come quella degli stabili di proprietà
della Ohiesa eOC-, ma fi passo è fatto).
Saremo cosi liberati dal peso dei
molti insegnanti che si venivano a
trovare nell’ambito della Chiesa senza
esserne benché minimamente parte :
sarà sotto molti aspetti il crollo di
roclte facciate bacale da tempo ma
'ì, se il Signore lo vuole, si potrà ricostruire. Non per nulla il past. Borzen ha chiesto a più riprese che cosa
' Intendeva fare nei confronti delle
scuole che, dirette ormai pienamente
dallo Stato, non cessano per questo di
aver bisogno della sollecitudine pastorale della Chiesa.
Si è infine deciso di unirsi in un
prossimo futuro ccn la Chiesa unita
dell’Africa Centrale e con i Metodisti.
Sarà, ai miei occhi, un po’ uno rtraiO minestrone, ma certo per una Chiesa come questa, che se può dirsi evangelica non può ne vuole avere altra
caratteristica se non quella di un certo ordinamento Sinodale in senso lato, la cosa pone assai meno problemi
che per altre chiese più vigorosamente
caratterizzate. Purché non si sia cedu
CONGRESSO
A. I. C. E.
Il congresso annuale della nostra Asosciazione avrà luogo,
Dio volendo, a Torre Pellice, sa
baio 29 c. m. nei locali dell’Asilo Infantile Valdese, con inizio
alle ore^9,30. Tema della giornata : « La scuola e l’educazione
alla pace ». Relatori : past. B.
Costabel e prof. R. Jouvenal.
Tutti i soci sono caldamente
invitati.
Il Comitato Nazionale
tu alla tentazione de «l’unione fa la
forza» e purché il Signore (al quale
apetta in definitiva di approvare o disapprovare) faccia di questa unione
uno strumento per fortificare il nostro
lavoro.
Ed ora permettemi due parole molto personali. Ho dovuto lasciare fi Sinodo a metà, in seguito alla notizia,
giuntami ahimè con i consueti ritardi di questo paese, che la sorellina che
•avevamo premessa a Marina e Daniele ci era stata tolta dopo sei mesi di
gioiosa attesa. Siamo ben costdeniti
che si può trattare di una ripercussione delle ansie di Lukona ma siamo
riconoscenti al Signore che ci ha da
TO di accettare la sua volontà e che
ha permesso a mia moglie di riprendersi abbastanza rapidamente. Anche
il visino di Marina e Daniele, oscura
tosi al momento della triste notizia,
ha ora ripreso il suo aspetto gioioso
di sempre, nella speranza che la ve
nuta del bebé non sia che rimandata.
Ed ora fi lavoro ha ripreso da tem
oo i suoi diritti e, come mi rallegro di
dirvi in una prossima corrispondenza,
sembra svilupparsi, sia pure senza lisultati spettacolosi.
Un saluto affettuoso a quanti ci se
guono cori costanza ed a tutta la nostra Chiesa che seguiamo attraverso i
vari notiziari inviatici fedelmente dai
vari uffici dove pulsa l’attività direttiva del nostro lavoro m Italia e... altrove. Giovanni Conte
!li II 12 agosto il premier KaunJia ha
onnunnìato l’arresto della « profetessa », che
avrebbe tnanifeg ato il desiderio di collaborare con le autorità governative per far cessare le stragi nelle province settentrionali
della Rbodesia del Nord (n. d. r.).
MONITORI PUGLIESI
a convegno a Bori
Nei giorni 28 e 29 giugno ha avuto luogo
a Bari, nei locali della Chiesa Battista, un
Convegno Regionale per le Scuole Domenicali delle Chiese Battiste delle Puglie.
Il tema del Convegno, « Scopi e programmi della Scuola Domenicale », è stato trat
tato in diversi studi presentati dal Dr. Clem
mons, dai Pastori Marzano, Bagheri e Coacci
Il Pastore della Chiesa Valdese di Bari, Dott
Enrico Corsani, ha collaborato con due studi: Vinsegnante'. Vocazione e qualità —
L’insegnante: La sua prepartizione. In questo
secondo studio è stato sottolineato come l'educatore cristiano, per quanto consacrato e
consapevole del fatto che la sua vocazione
è un vero ministero ( = servizio) nella Chiesa e della Chiesa, abbia bisogno di una seria
preparazione e non possa ignorare sia i principi della pedagogia attiva, sia le tecniche
moderne d’insegnamento. Naturalmente, l’educatore cristiano centra tutto il suo insegnamento sulla Parola di Dio, per cui si
deve parlare di pedagogia cristocentrlca. Interessanti i due studi del Pastore Coacci che
si è occupato di problemi di psicologia infantile. Sono stati pre.si in esame i programmi ed il materiale d’insegnamento, anche se
con particolare riferimento ai metodi ed al
materiale in uso nelle Scuole Domenicali
Battiste.
Peccato che questo Convegno così interessante e così ricco di spunti per proficue
meditazioni, non abbia avuto carattere ìnterdenominazionale. Si e tuttavia stati unanimemente d’accordo neU’accettare il suggerimento del Pastore Enrico Corsani che ha
proposto di organizzare dei veri campi di
studio per monitori od aspiranti tali. In questi campi, i cui programmi dovrebbero essere studiati con particolare riferimento al carattere delle Scuole Domenicali del sud, potrebbero trovare ospitalità o presso il Centro Giovanile di S. Severa, o presso Adelfia
in Sicilia. Si ^ concluso invitando il rappresentante Battista nel Comitato Nazionale
per le Scuole Domenicali, a prendere contatti con i rappresentanti Valdese e Metodista nel Comitato onde studiare la possibilità e la realizzazione di codesto progetto.
Pietro Abbattista
Delle Opere Sociali
SEGLE DALLA TERZA PAGINA
Visite gradite
Le Valli Valdesi stanno per ricevere la
visita di due gruppi esteri che desiderano
stebilire dei vincoli di fraterna comnniorie
con esse.
Dal 5 al 20 settembre un gruppo di 3)
trombettieri evangeliei del Baden, gu-idati
dal M. Emilio SJober. Essi risiederanno al
Castagneto di Villar Pellice ed il programma delle loro visite e dei culti di appello
verrà reso noto molto tempestivamente.
Dal 15 al 23 settembre un gruppo di 50
Deutsche Valdensem delle colonie Valdesi
di Germania diretti dai Dr. Eiss, dal j)a®tore Ailinger e da vari altri amici GermaniEssi risiederanno a Villar Perosa e saranno pare felici di visitare le comunità
ihc lo desidereranno.
che non sepporta di diventare teoria
pccademica. ma deve farsi carne, esse
re atto che segue e conferma l’araumàc della Parola, venir portato a uomini e donne concreti, come realtà
letale, per lo spirito e per fi corpo.
Recentemente Tullio Vinay diceva
« è inutile che siamo sul sagrato delle
ncstre chiesette ad aspettare l’undio
Elmo membro di Chiesa, mentre la
piaz2a è piena»: una Ohiesa che opera solo per un ristretto circolo di ini
ziati diventa rapidamente una Chiesa
inutile, la cui esistenza o non esistenza è insignificante e che non può predicare il nuovo mondo perché non conosce l’attuale.
Ma queste andare verso il mondo
non deve significare diventare mondo,
assumerne le oaratteristdehe: l’opera
.-ccciale deve essere allora evangelicaniente qualificata. Il mondo, lo abbiamo visto, ha le sue opere sociali, che
sono, spesso, tecsnicamente, migliori
delle nostre; non si tratta, dunque, di
entrare in concorrenza con esse, ma
di portare ciò che gli altri non hanno, cioè quell’elemento nuovo, specifico e autenticamente rivoluzionario,
che è costituito dall’Evangelo.
Ciò comporta, mi pare, due esigenze. In primo luogo quella della assoluta chiarezza nella creazione e nello
svolgimento di ogni azione sodale. Il
mondo attuale è dominato da una
grandis.sima confusione di valori ed. è
del tutto inutile, anzi nocivo, che poi
aggraviamo questa confusione, dicendo e non dicendo, fingendo di essere
una cosa per ottenerne un’altra, disperdendoci coM nel mondo, sia pure
per un mal compreso amore, da divenire irriconoscibili in esso.
E cos’i, ad esempio, il nostro operare nella società non deve confondersi
con quell’umanesimo generico, ohe è
tanto di moda e che trova nell’uomo
e neH’uoimo soltanto la sua ragione e
i suoi ’imiti. Noi non amiamo gli uomini perché siano amabili in se stessi, ma perchè Dio li ha amati; e, poiché Dio è contrario al male e non solo
alle sue conseguenze, noi, a differenza
di altri, non possiamo limitarci a curare le espressioni della malattia, ma
dobbiamo cercare di eliminarne le cause. E « ciò non viene da voi », dice Pao
ìo, non è espressione delle nostre tendenze sociali, umanitarie o politiche e
non va confuso con esse.
La seconda esigenza, legata alla precedente, è quella della gratuità: il nostro operare nella società non è la causa, ma la conseguenza della grazia e
eh questa grazia gratuita deve portare
con eiàdenza. il segno. Oiò significa
che le opere sociali non solo non debbono aver nulla a che fare con intere s-si particolari, ma neppure con quello della Chiesa. Dico bene la Chiesa,
distinta, almeno nella pratica, dal suo
Signore. L’interesse della Chiesa cattolica per le sue scuole è troppo noto
perchè se ne parli, ma direi che questo pericolo non sia del tutto da scartare neppure per noi : si sente dire, ad
esempio, ohe le opere sociali dovrebbero servire per l’evanigelizzazione. Se
per evangelizzazione si intende aumeiitare materialmente il numero delle
persone che per una qualche ragione
si richiamano alla nostra Chiesa, allora non facriamo nulla di diverso da
quanto fa la Chiesa cattolica nel suo
esclusivo interesse, e quindi siamo del
tu'ito inutili; ma se per evangelizzazione, più concretamente, intendiamo
la conversione aH’Evangelo, allora dobbiamo ricor-darci che essa non è neile
1 vostre mani; noi passiamo e dobbiamo credere nell’Evangelo e manifestale chiaramente e concretamente questa fede con fi nostro operare, unendo
3 dimostrando l’annuncio della Parola con i nostri atti; e tuttavia l’altrui
fede, come la nostra, non dipende da
questi atti, ma dalla libera grazia di
Dio ; essa può seguire alla concreta dimostrazione dell’Evangelo, ma questa
dimostrazione deve avvenire anche se,
a viste umane, non vi sia alcuna speranza di evangelizzazione. E questa assoluta gratuità libererà le nostre opere sociali da preoccupazioni e da sospetti che hanno pesantemente gravato su di esse nel passato.
Inscmma, l’elemento che deve guidare questa attività non è il nostro,
sia pure spirituale, interesse, ma le
necessità degli altri. E, poiché tali necessità sono mutevoli, le nostre opere
sociali non dovrebbero avere alcun carattere di permanenza, di proprietà.
Esse devono poter durare finché dura
la necessità che le ha provocate ad esser oedme o abolite quando questa
necessità viene meno, senza falsi rimpianti, senza il timore di « chiudere
una porta all’Evangelo », perchè le
opere sono siate « innanzi preparate
d-a Dio affinchè le pratichiamo » : le
necessità continueranno e Dio metterà sulla nostra via altre opere da praticare non per gloriarci ma per servire.
Infine vi è un’ultima esigenza, che
mi pare essenziale: Paolo, come tutto
l'Evangelo, parla, in questi casi, al plurale. Ciò significa che le opere sociali
devono essere opera di tutti, cioè una
espressione comunitaria nel più vasto
senso del termine. Espressione comunitaria, intanto, nel loro interno.
E’ probabile che vi debba essere un
singolo iniziatore e che questo iniziatore debba, in principio, addossa.rsi
tutti i compiti e tutte le responsabilità, ma è necessario, anche se è dif
ficdle, che egli ^ppia gradualmente disfarsi di queste' responsabilità a favore di una comuifità. In questo senso i
gruppi di servizio sono essi stessi un
prezioso segno (M comunità e possono
stimolare la formazione di un’azione
comunitaria più vasta con la necessar
ria e attiva partecipazione della Chiesa locale. Ma Comunità significa anche diversità di doni e di compiti:
iw>ichè queste opere agiscono nel mondo, esse non possono, come invece spesco accade, sottovaiutare le leggi sodali e finanziarie che vigono nel mondo; possono cercare di trasformarle,
ma in'Lanto devono conoscerle e questa significa la preseriza nel loro ambito di competenti, come non sono,
salvo rare eccezioni, i pastori.
E poi comunità delle opere tra loro,
cc.munità che sovente ora manca. Ogni
pioposta di coordinazione è infatti sentita come una intrusione in un domindc- privato: ma questo non è solo contrario a ogni senso comunitario, è anche praticamente insensato. Non si
vuol qui proporre, por carità, la creazione di nuove sovrastrutture, ma una
qualche rinuncia a quella visione a-ssclutamente e strettamente autonoma
delle cose, che sembra trovare, per
quanto possa parere strano, proprio in
alcune delle attuali opere soctoli la
sua migliore espressione ; e quindi una
maggiore collaborazione delle opere
tra loro al fine di evitare che appaia,
come accade, una vera e propria concorrenza e che vi siano opere « ricche »
e opere « povere », non tanto in relazione alle necessità locali, il che sa
rebbe giustificato, quanto in relazione
alla maggiore o minore intraprendenza di chi vi è preposto.
E ancora., esigenra comunitaria e
stesa a tutta la Chiesa. Questa non
dovrebbe soltanto sostenere finanziariamente e privatamente le sue opere,
ma dare alla loro situazione, ai loro
programmi, alla loro stessa ragion d’e.ssere una attenzione ben maggiore della attuale, e ciò anche nel quadro di
organi ufficiali, quale il Sinodo. Se,
ancora una volta, non si tratta dell’opera del tale o del tal’aitro, che la conduce come può e vuole, ma deH’opera
comune, è necessario che vi concorrano non solo ì nostri soldi, ma anche
il nostro consiglio, la nostra partecipazione fisica e spirituale.
E infine una esigenza comunitaria
espre!^ anche nei riguardi della popolazione nella quale l’opiera si svolge.
Poiché sono le necessità di questa poixdazione che hanno determinato ~le
opere, essa non le deve sentire come
una istituzione importata da mecenati in vena dì filantropia, ma come
qualcosa che così entra nella vita della città da divenirne im fattore viven
te, è necessario cioè che l’opera sociale non sia pianificata a tavolino, secondo le esigenze o idee forse adatte
altrove, ma sia ima rispiosta a « quel
le » particolari esigenze, a « quella »
particolare situazione e che abbia
quindi il concorso indispensabile di
elementi locali, che soli conoscono a
fende le esigenze e situazioni locali.
Chiarezza della impostazione evangelica, gratuità degli intenti e del procedere, spirito comunitario aU’interno
e aH’esterno dovrebbero dunque essere, e spesso già sono, le caratteristiche delle nostre necessarie, diverse
variabili opere sociali. Così facendo,
esse non sostituiranno, ma confermeranno la predicazione, saranno uno
degli aspetti visibili dell’opera delJ’inyisibile Iddio, ohe non è proprietà delia Ohiesa. ma alila quale la Chiesa deve continuamente cercare dì 'adeguarsi nel mutare dei tempi. Cosi facendo,
e.sse non saranno una inutile imitazione di quanto viene fatto da altri
ma un elemento nuovo e vitale nella
società contemporanea, un elemento
di incoraggiamneto e di fiducia per
la Chiesa stessa. Pierluigi Jalla.
Per UD servizio coDcreto
nella Chiesa
SEGUE DALLA TER/A PAGINA
istituti dell 3 nostre chiese (orfanotrofi. istituii di assistenza, opere sociali, ece.) che hanno bisogno di
collaboratori. In modo particolare
occorrono: operai e persone esperte in problemi del lavoro e dei sindacati per Kriftel (ma anche per
altri luoghi), un’assistente sociale e
una maestra giardiniera per Pachino, una maestra giardiniera ed una
segretaria o contabile per Riesi, una
segret.ari.a, un addetto agli impianti e un’economa per Agape, delle
infermiere diplomate o aiuti volontari per gli istituti. Per ogni informazione, rivolgersi ad Agape.
Delle linee precise di servizio sono qui indicate chiaramente: le
chiese che conoscono la loro vocazione vogliano ora prendere posizione: e se credono alla validità di
questa via, la seguano.
Giorgio Qirardet
6
pag
N- 33-34 — 28 agosto 1961
L’estate della Associazione
«Amici del Collegio Ifaldese»
La commedia drammatica «Lo zio Vania» - li concerto di musica sacra - La «giornata» degli amici
La prescnilazione d«Ua coJiiimedia drammatica « Lo /io Vania » di Anton Pavlovic
Ccchov ha avuto un ottimo concorso di
pubblico od ha suscitato tin lusinghiero e
positivo consenso fra gli intervenuti.
Siamo sinceramente grati agli Amici del
Lollegio Valdese per l’organizzazioue delle
due belle serate deil’8 e del 9 agosto ed ammirati per la serietà, per rimpiegno e per
la collaborazione dimostrate dagli attori,
alcuni più anziani e stperimen/taCi ed altri
più giovani, -che hanno saputo uscire dalk
pastoie del dilettantismo puro e semplice,
per farci realmente vivere queiratmosfera
che permea tutta quanta la commedia. Questa, capolavoro dell’Autore e forse del teatro russo dell’SOO, descrive tutto lo squallore di vite inutili, annegate nel grigiore monotono d’un ambiente provinciale senza speranza. L’interpretazione degli aittori, sottolineata da frequenti applausi a «cena aperta, ha, in tutti i picco'li partico<lari, rispettato il pensiero dell’Autore e ciò è certaraente dovuto, cltre alla perizia ed al senso di fesponisahilità degli attori stessi, alla
capace regia della Signora Elena Corsani.
Tale rispetto non è facile, specie per quanto riguarda la commedia russa; con essa
infatti si può sempre rischiare dd cadere nel
pesante o nel rádicolo, cosa che non è
avvenuta per <c Lo zio Vaui'a », anche 'perchè 'la preparazione inizia.tasi quattro' noesi
prima è stata protratta per ben 36 prove.
Abbiamo notato la felice scelta degli attori,
nonché la coUahorazione e rafifialamento
die sono stati coeiBcienti essenziali ^ la
realizzazio'ne della serata; non si può fare
a meno di osservare con quanto zelo e piacere un gran numero di persone abbia collaborato a questa riuscita iniziativa. Ciò
dimostra da un lato l’affetto pel Collegio,
dall’altro il fattivo consenso, quasi inevitabile, quando ci si rende conto che un’attività è fatta seriamente, e quando 'chi la
organizza sa interessare gli altri e moislrarSI interessato del lavoro altrui.
Chiudendo questa modesta cronaca, formuliamo l’augnrio che questa compagnia
così affiatala possa, in avvenire, interpretare altri lavori e farci gustare ancora alcune
ore di goidimento spirituale. Ciò, oltre a
rompere la monotonia delle cose solite, ha
anche il pregio di essere un aiuto concreto
e pratico per ¡1 nostro Collegio. E. P.
Un vecchio Pastore, all’uscita di un concerto dii musica sacra (odio e organo) diceva commosso: «E’ mejglio di una predica
(di un sermone) » e molti oc ndivideranno
questa sua opinione dettata da una grande
modestia e sensibilità musicale. Anche il
concerto di sabato era una festa spirituale
e musicale. La non facile scelta dei pezzi
che dovevano soddisfare un pubblico di
vario gusto e competenza, l’esecuzione che
richiedeva, per i due artisti, un affiatamento che il tempo limitato non consentiva,
creavano problemi di non facile soluzione.
Ma i corali che abbiamo uditi erano quelli che meglio rispondevano all’attesa dell’amante di musica e del credente: semplici, profondi e vari erano gioia per l’animo,
e lo spirito e il suono e il fraseggio di
«classe» del ceUfeta, han ridato piena vita
a composizioni cosìi diverse quali l’aria sulla quarta corda, la preghiera di S. Saens
e il « Ko] Nidrei ». Vicino a queste constatazioni (e non lodi) sùUa alta qualità di
questo concerto, sia cotisentitio di ripetere,
che se qualche paglia si è infilata neH’oro,
non agli artisti, ohe ringraziamo vivamente,
ma al troppo breve tempo di preparazione
sono da attribuire. Credo che il pubblico
« ad un sol uomo » sarebbe disposto, pur
di ritrovar quell’ <; oro », a notar ben altre « paglie »! Billy
In questi giorni viene spedito agli iscriiti il Bollettino dcU’Agosto 1964 con l’invito a partecipare alla giornata del Collegio
fissato per il 30 c. m.
Il programma inizia con il pranzo presso
la Foresteria in Torre Pellice, alle ore 12,30
(iscriversi per tempo) e con la seduta pomeridiana all’Aula Magna alle ore 15,30. Viene pure inviata contemiijoraneamente a tutti
i soci una monografia sulle società studentesche redatta dall’anziano e solerte Amico
Past. G. Bertinatti.
La «giornata» degli amici
della Scuola Latina
Si terrà, con un'agape fraterna, domenica fi settembre a Pomaretto. Inviare l’adesione entro il 31 agosto.
Un concerto lirico
noH’Aula Sinodale
NeiirAuila della Casa Valdese s’è udito —
come già un anno fa — la sera del 4
agosto ,un bellissimo concerto lìrico.
Bravissimi gli esecutori di brani e duetti
di alto valore: signorine Susanna Ghione
(sopr.), Maria Aggio (mezzo sopr.), Edi Amedeo (sopr.), isigg. Gianni Agneilli (ten.), Umberto Guerrieri (barit.), accompagnati al pianoforte dal Maestro Cassardo.
Fu un vero godimento l’udire scelte rau
siche di Verdi, Gounod, Bizet, Donizettì,
Cilea, Mascagni, Giordano, eseguite brillantemente, suscitando entusiasmi e prolungati applausi.
Arguto e simpatico presentatore era il
Prof. Augusto Borella, il quale volle intermezzare il canto col recitare alcune poesìe
in dialetto piemontese di Nino Costa. Molti
applausi.
Il numero degli uditori era un po’ scarso
Peccato. Perchè il concerto era veramente
di alto valore artistico. Chi l’ha udito esprìme la sua gratitudine agli organizzatori ed
ai valentissimi esecutori. G. Bertinatti
Scuola Latina
Pomaretto
Sono aoeirte le isoriaioinj alla I elasse media. Le domande di i'Serizione in bollo da
I . 200 po®ia>ino essere Inviate per posta alilo
Direzione, possibilmeiHe entro il mese di
Agosto. Gli allitri documenti: Pagella V eie
nienitare; Certificato di nascita; Certificato
di rivaccinazione antivaiolosa e amitiidifter
ca potranno essere inviali in seguino.
Doni pervenuti fino al 31-7-1964 alla Dilezióne che, riconoscente, ringrazia.
Bouic'hard Ehana, Pomaretto 5.fX)0; G'cn'rc
Eririchetta e famiglia, Prali, in mem. Eli e
Rino Genre 2,500; Liliana Viglielmo, Chiotti 3.500; Peyronel Ettore, Chiotti 2.000;
Costantino Elsa, Pomaretto 2.000; Laureinti
Laura, S. Germano CKiisone 5.000; Barai
Claudio, Rodoretto 2.500; Tron Sergio, Rodoretto 2.500; Long Ettore, PramoUo 3.000;
Dovile Lilia, Prali 2.500; Meyitre Silvano.
Fontane 5.000; Bronza Italo, Fontane 5.000;
Bertalot Laur.i, Prainollo 3.000; Long Livio, Pramollo 2.500; Long Carla, Pramollo
5.000; Chiesa Valdese Roma, Via IV iNovembre 50,000; Chiesa Valdese Ivrea 10.000.
Pro Campana; Cav. Ugo e Iolanda Rivoiro Pellegrini,, Torino, in 'mem. dello
zio Fernando Péllegrini 400.000.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
01
— Nel corso dell 'Cullto è stalo amminisMato il Santo Battesimo a: Comba Fiorella di
Bruno e di Soiilier Erica, dii San Germano
Cbisone, il 9 agosto; Fomerone Franco di
Guido e dj Coisson Elda, delle Molere, il
16 agosto ; M.aero Luciana di Cesare e di
Loig Lidia, di Pralarossa, il 26 agosto;
Gay Emma di Eimidio e di Rostagno Biauca, dei Gayot, il 23 agosto. 11 Signore be
iiedica questi agnelli della .Sua greggia ®
dia ai genitori ed ai padrini di essere fedeli alle promesse che hanno fatto nei riguardi delle cacature che ha loro affidato.
— In questi ultimi tempi, abbiamo purtroppo dovuto prendere varie volte la via del
cimitero per deporvi i resti mortali di : Fornerone Emanuele, di S. Bartolomeo, deceduto il 27 luglio dopo lunghe sofferenze alla
età di 69 anni; Rostagno Jenny, di Buia, da
pochi giorni rientrata dalla Svizzera, ove ha
vissuto lunghi anni, per un breve periodo di
riposo, deceduta dopo pochi giorni di malattia il 28 luglio alla età di 75 anni; Besson
Giovanni, della Massera di Rose, deceduto
dopo pochi giorni di malattia il 28 luglio
alla età di 66 anni. Inoltre è tragicamente
morto ai Grill il Sig. Danna Giovanni, originario di Angrogna ma residente a Prarostino da lunghi anni, il 5 u. s., alla età
di 63 anni. A tutte le famiglie in lutto la
nostra vi va simpatia cristiana.
— Il culto di domeniira 16 agosto ò stalo
presieduto dal Pastore Sig. Marco Ayassot,
che ringraziamo per il suo buon messaggio.
— Abbiamo iniziato qua e là nei quartieri una serie di « riunioni all’aperto ». Ci
permettiamo di rivolgere un caldo appello
onde esse siano ben frequentate!
— I villeggianti sono quest’anno particolarmente numerosi a Prarostino. Siamo lieti
di vederli numerosi anche al culto.
POMARETTO
—• Recentem3inte abbiamo celebrato i matrimoni di Pons .Teraiy e Rostan Silvio;
Massel Osvaldo e Griot Anna. I coniugi Rostan si «'tahilis'’oii>o h Pomaretto nella parroerhia della sposa mentre la famiglia di
Massel Osvaldo si stabilisce a Villar Perosa. Le due cerimonie si -sono «volle nel tempio love molti amici e parenti erano inlei venuti per cirooiidare del loro affetto gli
sposi. Desidero fcniiulare d nostri più caldi auguri per questi due focolari
— In queste settimane abbiamo pure celebrato il battesimo d.i Baret Ivana di Emili'j e di Viola Pa-stre; Pugliese Enrico di
Bruno e di Travers Esterina; Peyrot Claudio di iranio e Ricelli Ivonne.
— Desideriamo ringraziare sentitamente
il Prof. Giovanni Gönnet per il messaggio
(die ci ha riv.ilto e che ha la'Sciato una viva
impressione nella nostra ohiesa.
— In queste settimane abbiamo avuto la
visita di una famiglia inglese, rev. Marsden.
che ha rivolto un messaggio in chiesa od
alla riunione tenutasi alla Ruina nel' pomeriggio della domenica 9 agoeto.
Abbiamo pure avuto simpatici incontri
serali con la preziosa collaborazione della
cerale con un gruppo di 'Castres, siistemato
sotto l’a tenda, con una comitiva di 63 studenti inglesi capili della parrocchia per la
cena e la laerata ; pier questo ringraziamo
uiolto i parrocchiani che hanno invitato i
no'Stni amici oppure contribuito per le spe
se 'deHa cena al Convitto per un gruppo.
La serata è stata molto sinipa'lica e ricca
di benedizioni. Abbiamo salutato una comitiva di tedeschi affidati alle cure del Pastore Geymet ed ospiji dèi Convitto. Aspettiamo ancora una comitiva di francesi
La domenici 13 settembre avremo la visita dei nostri fratelli c sorelle Valdesi
uruguayani. .gidati dal Pastore Long.
Essi saranno .pr.osenti al culto con messaggi vari. La parrocchia offrirà loro il
pranzo c la cena Si terminerà la serata al
teatro con canti, messaggi vari. La corale
è caldamente invitata. Poasiamo ispera’te
nella viva ospitalità di tutta la parrocchia
por il pranzo o la cena presiso le famiglie.
Il problema della lingua non c’è, poiché
il ’’patoi's” è la lingua ufficiale. Attendiamo le iscrizioni.
INCONTRO AGLI EICIASSIE
Domenica 30 agoeto alle ore 15 avrà Inogo l’incontro delle comunità di Pomaretto
e Chiotti agli Eiciassie: naturalimenle le altre comunità sono aniche caldamente invitate. Parleranno vari oratori tra cui il past.
Gino Corale, direttore della Claudiana. Ver
ranno esposte le ulti'me novità librarie della Claudiana e di altre Edizioni.
In caso di pioggia rincontro si terrà nel
tempio dei Chiotti.
TORRE PELLICE
Domenica 23 c. m. nel Tempio di Torre
Pellice il pastore Sominarai ha unito in matrimonio il signor Marco Gnone di Luserna San Giovanni e la siginorina Ada Michefin di Torre Pellice. Entrambi gli sposi sono simpaticamente conosciuti nella nostra
Comunità essendo membri attivi dell’Unione dei Coppieri. Alcuni bimbi della Scuola Domenicale d'ell’Asilo, dd cui la sposa è
stala inonit'rice molto apprezzala iper molli
anni, hanno espresso con un inno il loro
affetto e la loro riconoscenza. Ai cari sniosi rinnoviamo i nostri migliori auguri di
ogni bene. l. v.
La nostra stampa
vi interessa 7
SOSTENETELA
DIFFONDETELA
ANGROGNA (Capoluogo)
Con molta gioia abbiamo ospitato nella
nostra valle il ben riuscito incontro giovanile della Vaccera del 19 luglio. Più di duecento giovani sono saliti sul nostro bellissimo colle per trascorrere una buona giornata
di meditazione e di gioia. Ringraziamo il
Pastore Costabel per aver presieduto il culto
al Capoluogo in sostituzione del Past. Taccia impegnato, come Capogruppo, nella direzione del Convegno.
Sempre in sede gic*vanile, da parecchi
mercoledì un gruppetto di giovani nostri, si
riunisce regolarmente per studiare musica
in vista della costituzione di un pìccolo gruppo di trombettieri valdesi. Con molta generosità i fratelli del Baden hanno offerto ai
nostri futuri trombettieri (in occasione della visita fatta recentemente in Germania),
un fiammante doppio quartetto di ottoni. La
consegna ufficiosa degli strumenti ha già
avuto luogo, mentre quella ufficiale avverrà
domenica 13 settembre quando sarà tra noi
il maestro Stober con un gruppo di trombettieri tedeschi. Per Toccasìone la sera dello stesso giorno è previsto un concerto musicale nel Tempio.
Sabato 1 agosto un esiguo gruppo di giova
ni (rappresentanti delle quattro Unioni di
Angrogna!) si è riunito per udire una vi
vacìssima presentazione del Pastore Costa
bel delle sue esperienze di viaggio e di sog
giorno in Cecoslovacchia. La prossima riu
nione in comune è prevista per il 29 agosto
La casa estiva degli Albarin ha final
mente cominciato a funzionare, dopo essere
staifa riinees^ comipleitamenle a nuovo a cura
della Tavola. Diverse famiglie pastorali trascorrono felicemente le vacanze, respirando
Paria salubre della nostra valle. Diamo loro
il più caldo benvenuto, lieti di poterle ospi
tare tra noi sia pur per breve tempo. Dome
nica 23 agosto, dopo il culto (anticipato pei
Loccasione alle 9,30) avrà luogo l’inaugura
zione ufficiale della casa. Non possiamo ta
cere il fatto rallegrante che per merito de)
la nostra Chiesa sì sia fatto un altro passo
avanti nello sviluppo turistico della nostra
valle; ci auguriamo die essa possa continua
re nello stesso senso e. senza escludere
nessuno, favorire tuttavia le famiglie evangeliche delle nostre città che avrebbero così
possibilità di un contatto più reale con le
nostre valli c la nostra gente.
Sabato 8 agosto, è stato celebralo nel nostro Tempio il matrimonio tra Rinaldo
Jourdan, di Torre Pellice e Paola Gaydou
del Barneud ; ai giovani sposi che si stabiliranno ai Giovo di Angrogna, rinnoviamo
l’augurio di una vita serena e illuminata
dalla grazia e dalla presenza di Dio.
Domenica 9 agosto durante il culto pomeridiano al Tempio del Ciabas è stato amministrato il battesimo a Luisa Paimira
Kitchen di William e Ada Geymonat.
Alla piccola l’augurio di ogni benedizione e ai genitori l’assistenza del Signore
per il mantenimento delle promesse fatte.
Convitto Maschile Valdese
TORRE PELLICE
EDUCAZIONE EVANGELICA: il Convitto pur essendo aperto a ragazzi
di ogni confessione religiosa ha per base l’educazione evangelica.
LE ISTALLAZIONI- una piscina coperta (13x6), tennis, campo di football. palla a volo e palla canestro, ottima posizione di mezzo montagna
LE ISCRIZIONI: si accettano ragazzi che frequentino le scuole elementari, medie, professionali, ginnasio-liceo.
RETTE: per le finalità del Convitto che si rivolge ,soprattutto al pubblico evangelico, le rette seno modeste. Le attrezzature sportive sono
a disposizione dei ragaza senza supplementi.
BORESE DI STUDIO: sono messe in palio alcune borse di studio (metà retta) per alunni meritevoli di modeste condizioni economiche.
INFORM.AZIONI : scrivere al Direttore Dott. Franco Glrardet CONVITTO VALDESE Torre Pellice (Torino).
Oiretlore resp.: Gino Contp
Keg. al Tribunale di Pìnerolo
n. 175. 8-7-1960
tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tai
Mjns Emmanuel Pons, ses fils Jean
et Jacques, et leurs familles, sa fille
Hélène, M. et M.nie Charles Mlcal, et
ses sc'eurs, belles-soeurs, neveux, nièces, parents et alliés ont la tristesse
d’annoncer à leurs amis le départ de
César Emmanuel
Pons
rapuelé à Dieu soudainement le 8
août 1964 à l’âge de 70 ans, dans les
Vallées Vaudoises du Piémont.
« Je suis le bon berger. Je connais mes brebis et elles me connaissent » (Jean 10: 14, 15)
— 68, rue Auguste Blanqud, Marseille (6)
— FPM, Ambositra. République malgache
— - Chiotti Inferiori - Riolaretto (To
rino) Italie
A funerali avvenuti in Perrero l’S
agosto corr, del loro caro
Enrico Abele
Peyrot
deceduto nel suo 84» anno, la consorte
Lidia Rostan e figli Alberto e Enrico'
e consorte, il fratello Stefano e suoi
figli Roberto e Paola e loro' rispettivi
coniugi coi ioTo figli, le famiglie dei
cugini Peyrot, Menusan, Ferrerò e
Poet profcndiament'e commossi e nella impossibilità di farlo personalmente ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore.
In moido particolare ringraziano le
famiglie Masse! e Grill, il personale
dell’Ospedale di Pomaretto, il Dott.
Quiattrmi, i medici dell’Ospedale Civile di Pinero'lo ed i Sigg, Pastc.ri Renzo Rivoira, A. Deodato, G. Peyrot, Gustavo Bouchard.
« L’Eterno ha dato, l’Eterno ha
tolto: sia benedetto il nome dell’Eterno» _ (Giobbe 1: 21)
« L’Eterno è il mio Pastore, nul
la mi mancherà » ( Salmo 23: 1 )
AH’eità di 94 anni, mancava all’affetto dei suoi cari
Matilde Davit
ved. Besson
Con l’animo afflitto ne danno l’annuncio ia figlia Malvina, il figlio Arturo e famiglia, nipoti e cugini.
Per desiderio espresso dalla cara de
funta la partecipazione è data a funerale avvenuto.
Luserna S. Giovanni 23-8-1964
Malvina Besson desidera esprimere la sua gratitudine a! Pastore Jahier,
al dott. Pellizzaro, alle famiglie Grill o
Marchiano, alla affezionata Sandrina
che circondarono di cure amorose negli ultimi suoi giorni la cara Madre.
Alessandro Foriero e Paoletta Besscn piangono la cara
Nonnina
I fan.tiliari tutti dei compianto
Emanuele Beux
vivamente ccmmo,sisi per la grande dimostrazione di simpatia tributata in.
occaùone delia dipartita del loro caro Estinto, desiderano ringraziare in
particolar modo i Pastori sigg. Jahier
e Magri, il Dott. Peldzzaro, l’Ing. Turati e Signora, gli ex Colleghi, la Direzione del Partito Liberale, gli amici
Dott. Fattori e Signora, e quanti in
qualsiasi modo hanno preso parte al
loro dolO're.
« Siate allegri nella speranza,
pazienti nell’afflizione, perseveranti nella preghiera »
(Romani 12: 12)
Luserna S. Giovanni 6-8-1964
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