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Roma, 3 Aprile 1909
Si pabbllea ogni Sabato
ANNO II N. - 14
LA LUCE
Propugna grinteressì sociali» morali e religiosi in Italia
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Italia: Anno L. 3,00 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — • * 3,00
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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11 prof. O. Bartoli
per desiderio dei suoi superiori, si unì al collegio
degli scrittori del periodico La Civiltà Cattolica, per
la quale scrisse dal 1900 al 1905. Già fin da quando
egli era nell’India, aveva incominciato a collaborare
in quello stesso famosissimo tra i periodici cattolici
romani: il libro Nel paese dei Bramini, apparso nella
Civiltà, fu composto dal Bartoli mentr era ancora là
sotto il sole cocente dei tropici.
Verso la fine del 1905, per le sue opinioni religiose,
fu... sbandito da Roma e confinato all’Università cattolica di Dublino; ma quivi rimase meno d’un anno :
nel 1906, fece ritorno in Italia ; e tutto il resto è noto,
sicché noi l’ometteremo.
Importa notare due cose. Prima : le sue nuove idee
non furono da lui attinte da libri cristiani evangelici,
ma da lo studio coscienzioso dei Padri della chiesa,
della storia dei dommi e specialmente da le Sacre
Scritture. Seconda : il prof. Giorgio Bartoli è ed era
stimatissimo dai suoi stessi avversari.
Sentite infatti la bella testimonianza che il direttore della rugiadosissima Vera Roma gli rende nel
numero di domenica scorsa. In una lettera aperta a
don Romolo Mtirri, a Salvatore Minoeehi e all' ex
padre gesuita Bartoli, Enrico Filiziani, con la solita
fraseologia sdolcinata propria dei clericali, esorta questi tre ribelli a rientrare in grembo a S. Madre Chiesa.
. Io ho diritto, » egli dice ♦ di esortarvi a ritornare
quello che eravate, a riconciliarvi con quelle verità e
con quegli alti ideali che furono la vostra gioia e la
vostra gloria nei giorni sereni delle vostre belle fatiche
sacerdotali, quando ogni vostra virtù, ogni vostra
lotta, ogni vostra abnegazione s'irradiava della luce
di un apostolato di bontà e d’amore ».
Evidentemente dunque accogliendo il prof. Bartoli
(non lo negherà don Filiziani, direttore della Vera
Roma) noi abbiamo fatto un ottimo acquisto !
Siamo lieti di far fare ai lettori la conoscenza in
effige dell’ex gesuita ed ex padre Bartoli, che d’ora
innanzi noi chiameremo come dev’essere chiamato,
cioè professore Giorgio Bartoli.
Vorremmo scrivere un’ampia biografia del nostro |
illustre Amico ; ma, come tutte le anime verainenie |
nobili, egli rifugge dai colpi di gran cassa e profon- ,
damente ama nascondersi nell’ombra soav'e della modestia e soprattutto deirumlltà cristiana. Procureremo
dunque di rispettare ora e sempre il suo sentimento
che approviamo con tutta l'anima; e però di lui diremo solo quel tanto che basti a presentarlo ai Lettori,
i quali sono certamente desiderosi di sapere almeno
qualche cosa intorno alla vita d’una cara persona che
è da poco entrata a far parte della nostra famigLa
evangelica.
Il prof. Giorgio Bartoli, che ha oltrepassatoselo da
tre o quattro primavere la quarantina, apparteneva
da trent’anni alla Compagnia di Gesù.
Fece i suol studi presso parecchie nazioni, e preci
sámente in Francia, in Spagna, in Austria e in Inghilterra: il che certo ha giovato assai a conferirgli
quella varia e vasta coltura, che tutti ammirano in
lui. A Roma non studiò se non un anno solo.
Giovanissimo, fu prima professore a Solitari d Albania (Turchia europea); poi nelle Indie orientali, dove
insegnò a lungo lettere e scienze, fece confeijnze letterarie. scientifiche e religiose ai cristiani ed ai bramini, e apprese tre o quattro alti e lingue, eh egli aggiunse al corredo di quelle sette od otto che già conosceva. . ,
Caduto ammalato per cagion del torrido clima, nel
1900 lasciò l’India, e fu per qualche tempo cappellano
militare inglese ad Alessandria d Egitto, lu ar i.
Conferenze ^arìoìì
Il Prof. G. Bartoli continaa ad attirare numerosissimo pubblico in Via Nazionale.
Ordinatissima, chiara, limpida l’ultima delle conferenze intorno ai Tre gradini del trono papale
(concilio di Firenze, concilio Tridentino, concilio
Vaticano). Nessuno dei tre concilii fu Ubero] nessuno
rappresentativo di tutta la Chiesa. Certo - notiamo noi
— quand’anche in quei concilii la Chiesa fosse stata
equamente rappresentata, non ne risulterebbe che le
loro deliberazioni avessero a ritenersi per lettera
di Vangelo. L’errore pnò benissimo trovarsi da la
parte della maggioranza, a qualunque epoca della
storia. Ma, poiché la Chiesa Eomana crede all’infallibilità dei concilii ecumenici, e poiché in realtà i
detti concilii non furono ecumenici né liberi, ma
cedettero a pressioni superiori, ne risulta che i tre
gradini del trono papale devono dai Papisti stessi di
buon senso e di coscienza essere considerati come
sconnessi e mal sicuri.
Il trono papale o tosto o tardi cadrà.
Forse si sarebbe potuto parlare di più di tre
gradini, poiché anche prima del concilio di Firenze
il Papa affacciava .stravaganti pretese, senza trovar
troppa opposizione.
Ftr (Ili Minhattono i elencali?
Nella lettera aperta che nella sua Vera Roma Enrico Filiziani indirizza ai tre ribelli — Murri, Minoeehi
e Bartoli — c’è un periodo che merita di essere raccolto con cura e raccomandato all’attenzione dei Lettori
nostri. « Chi scrive » dice il Filiziani « è iin umile
combattente per la causa della Chiesa e del Romano
Pontificato; ma grande, immensamente grande ed eccelsa è questa causa perchè voi che l’avete disconosciuta
non sentiate la necessità di riabbracciarla, in un desiderio unico e possente di riabilitazione e di espiazione ».
Avete sentito ? La causa per cui i clericali combattono non è Gesù Cristo, non è 1’ Evangelo, non è la
salvezza del mondo mediante il Cristo di Dio, è invece
la « Chiesa » e il... « Romano Pontificato ».
E si pretende che uomini come il Bartoli « sentano
la necessità di riabbracciare » codesta causa? A voi
essa sembrerà « immensamente grande ed eccelsa »
perchè non ne conoscete un’altra immensamente più
grande e più eccelsa ; ma, se voi siete ciechi, dobbiamo
essere o diventar tali anche noi tutti quanti per farvi
piacere ?
Patti Nuovi
Con questo numero principiamo a pubblicare il promes->
so studio storico psicologico
del Prof. G. Bartoli:
II TrarDonto di Itoma
Con questo numero apriamo
un nuovo abbonamento a tutto
il 31 dicembre p. v. per sole
lire DUE. Chi dunque ci manderà una cartolina vaglia da
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della LUCE dal 1* aprile al 31
dicembre.
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LJV LUCE IH jtmERlCjt
I nostri Lettori americani potranno facilmente farci pervenire il prezzo del loro abbonamento, versandolo al nostro
Amministratore per l’America
Signor
J>rof. pastore yTiberto dot
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Rochester N. Y.
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LA LUCE
RIVISTA CRISTIANA
E’ uscito il N’ di marzo, che contiene gli scritti
seguenti :
Modernità del cristianesimo antico, (G. Grilli) Il prof.
Haeckel colto in flagrante, (G. Banchetti). Le profondità del male, (U. Janni). Gli occhi aperti sull’ universo
stellato, (M. Falchi). Cronaca del movimento religioso,
(U. Janni). Quel che si dice e quel che si scrive, (E.
Giampiccoli).
Abbonamento annuo L. 5. — Eivolgersi aU’Amministratore sig. A Rostan, Via Nazionale 107, Roma;
oppure al Direttore sig. E. Giampiccoli, Via Pio V, 15
Torino.
I RIBELLI SI MOLTIPLICANO
Quanti ribelli ! In Vaticano si deve essere sottosopra. Dopo « nna specie di stasi » il confitto tra il
Vaticano e il professore di teologia romana all’Università di Monaco Schnitzer, pare siasi riacceso.
Curiosa l’osservazione del Giornale d’Italia : « Notate che lo Schnitzer non è, come erroneamente dai
più si erede un modernista : il sno dissidio con la
Santa Sede origina semplicemente da diversità di
vedute in alcune questioni puramente teologiche ».
Non sono forse teologiche le qnistioni da cui è
originato il dissidio tra 1 Modernisti e la S. Sede ? !
Finalmente !
La Voce del 25 corrente contiene nn articolo di
Salvatore Minocchi intitolato : « L’equivoco modernista ». In esso l’egregio scrittore riconosce finalmente che il modernismo è incompatibile colla
Chiesa cattolica romana, e se il modernista rimane
nella Chiesa, il suo atto è dovuto ad un equivoco,
ad nna imperfetta conoscenza del contenuto storico
della fede cattolica, e spesso anche ad una vera e
propria ipocrisia. Mi congratulo col prof. Minocchi
perchè almeno egli sia riuscito a vedere nna cosa
che io vo predicando a quanti conosco da due anni
a questa volta. Lo vide anche il Torre quando scrisse
nel Corriere della Sera le seguenti parole : « 0 con
la fede e la Chiesa, cosi com’ è, cioè, come la sua
logica interna esige, o fuori della Chiesa. Un mezzo
termine è assurdo, e non può essere fondato se non
snll’equivoco o in nna colossale illusione nata da
mancanza di veduta sintetica e profonda della idea
cattolica ». Il Torre ha ragione e il perchè sta in
ciò che il cattolicismo è nn sistema od organismo
di dottrine tali, che non si può essere cattolici senza
accettarle tutte, e senza accettarne la connessione
che il Magistero ordinario ed universale della Chiesa
stabilisce fra loro. Il cattolicismo è nn sistema, e in
quanto tale sta o cade tutto d’un pezzo.
« I modernisti, osserva il chiaro professore, credono e sostengono che è possibile conservare, come
fatto storico, il cattolicismo, pure adeguatamente
riformandolo a norma del pensiero attuale. Noi siamo,
invece, persuasi che se un’adeguata riforma del cattolicismo non si è potuta avere nel secolo XVI,
quando era possibile, nei limiti allora voluti, tanto
meno potrà verificarsi oggi, che la scienza e la filosofia colpiscono in radice la costituzione storicodogmatica della Chiesa cattolica. Noi non crediamo,
per necessità di cose che avverrà del cattolicismo
storico, fuori della crisi presente, nna riforma, ma
bensì una trasformazione che riesca a creare dalle
rovine della Chiesa un nuovo ente sociale purchessia, con altro nome e con altri caratteri ». In questo tratto del chiaro Minocchi c’ è molto vero, ma
anche qualche cosa di falso. Egli, da buon evoluzionista, predice il giorno quando la Chiesa cattolica
sarà trasformata in nn altro ente sociale purchessia.
Quale ? Il Minocchi non lo dice. Glielo dirò io. Guardi
la Francia I La Chiesa cattolica, in quella nazione a
poco a poco sparisce; ma crescono in quella vece l’ateismo e nna babilonia di opinioni religiose individualisti che che è un diletto a vedere. Un cadavere non
si trasforma, no, in un organismo unico, « in un
nuovo ente sociale » ; ma ritorna a’ suoi primi elementi. Cosi avverrà della Chiesa cattolica.
L’ateismo, l’indifferenza, il razionalismo, il buddismo, il teosofismo ed altre religioni antiche ammodernate assorbiranno una parte dei già credenti
nella Chiesa cattolica : gli altri, più sani di anima
e di corpo, più inclinati a religiosità, e viventi piamente nel Cristo, ritorneranno al Vangelo puro,
semplice, schietto, senza commenti, senza glosse e
senza critiche. Faccia il cielo che anche il prof. Minocchi si trovi fra questi ultimi. Glielo auguro proprio di cuore ! Nè tema egli della nozione statica
della religione. Il Vangelo è sempre antico e sempre
nuovo. Perchè aver paura delle cose vecchie ? Dio
è eterno, ma quanto è bello ! Il sole splende da milioni di anni, ma quanto è luminoso ! Il decalogo risonò sul Monte Sinai migliaia di anni fa, ma quanto
è sapiente ! La dottrinacristiana usci dalla bocca di
Gesù or sono due mila anni, ma quanto è fresca !
Di che temete o nomini di poca fede ? Restate giovani eternamente nella eterna giovinezza del Vangelo !
Gioirgio Bastali
Remo e Romolo
Il Corriere della Sera in uno degli scorsi numeri riportava un lungo e bellissimo colloquio del
sig. Ettore Janni con un certo don Remo circa la
elezione di don Romolo Murri a depntato.
Il don Remo del « Corriere della Sera » non pare
fratello di Romolo... non è, probabilmente, che la
personificazione astuta di una certa politica, purtroppo prevalente in Italia, la quale vorrebbe che
il Cristianesimo si stesse rinchiuso nelle sue vecchie
sagrestie a salmodiare le lodi di Dio disinteressandosi della vita reale della società.
Don Remo ragiona molto bene quando dice : « La
religione ha oggi un diverso valore nei rapporti con
i fenomeni sociali. Essa tende a diventar sempre
meno un fenomeno sociale per diventar sempre più
un sentimento individuale privato.
Per dir meglio, il suo carattere sociale si va
sempre più ridncendo a un legame di pura fraternità spirituale per cui ai due estremi del mondo
due uomini ignoti l’uno all’altro e diversi in tutto
il resto, si riconoscono d’una stessa famiglia, per una
stessa fede, per la dolcezza confortante e consolatrice d’nna stessa speranza.
C’è dunque posto, in questa larga famiglia, per
tutti : coloro che hanno un’anima battagliera, ebbra
di contese dialettiche e di contrasti politici e vivono
più pienamente nei comizi che nelle chiese, si diano
alla politica e si procaccino nn loro posto di rappresentante della nazione e coloro che hanno nell’anima un desiderio di vivere in pace e di pacificare le anime fraterne, e sentono che si possono
pronnnciare buone parole e feconde dall’altare non
meno che dal tavolo comiziale... »
Facciano il prete e non il deputato vorrebbe concludere don Remo, e procedendo con un sofisma
pretino definisce che don Romolo deputato potrà
essere un grand’uomo, ma non è più nn prete.
Ora non si capisce come l’Evangelo non possa
entrare nel parlamento di una nazione cattolica,
apostolica romana come è l’Italia; e se l’Evangelo
vi può entrare perchè non potrà entrarvi anche un
buon prete spirituale come... per esempio... don
Remo...
Il Cristianesimo quando è religione individuale
sentita e vissuta è forse una divisa da lasciarsi in
sagrestia, o da deporsi all’attaccapanni del Parlamento ?
Rev. don Remo, nutra meno rancore, o almeno
meno invidia, verso il suo fratello Romolo e piuttosto preghi Iddio che gli dia forza di essere un
cristiano anche in parlamento.
Rptupo IVIingapdi
I cattolici in Inihiltcrra... diminuiscono
I Clericali vantano i progressi cattolici romani nei
paesi evangelici. Sono reali questi progressi? Cento
volte a questa domanda abbiamo risposto con un
no reciso. Ci è grato ora di veder confermato il nostro
no reciso da A. C. del Giornale d’Italia, il quale certamente non è scrittore evangelico. In un articolo intitolato : I cattolici in Inghilterra, A. C. dimostra con
documenti e con cifre che i Cattolici romani in Inghilterra diminuiscono. E il peggio si è che diminuiscono
perfino nellTrlanda, che fin qui noi stessi eravamo
soliti chiamare « cattolica romana ».
L’articolo meriterebbe di esser riprodotto per intero ;
ma, poiché ciò non è possibile, ci accontentiamo di
trascrivere qui l’introduzione e un solo altro paragrafo.
« Ogni anno i giornali cattolici del continente rilevano
i progressi del cattolicismo nella Gran Bretagna e pongono in viva luce le cifre del Catholic Directory che
l’episcopato inglese pubblica a testimoniare della sua
operosa e fortunata impresa di proselitismo. Quest’anno
si è annunciato che il numero dei cattolici nei dominii
inglesi supera la cifra di dodici milioni, cinque e mezzo
dei quali spettano propriamente alla Gran Bretagna e
all’Irlanda.
Vivendo da lungo tempo in Inghilterra, avendo potuto
osservarle da vicino come in questo paese il cattolicismo
è in realtà quasi un assente e come i lunghi secoli
di organizzazione protestante lo abbiamo completamente
disarmato di fronte allo Stato, si che questo può senza
inconvenienti disinteressarsene : io non riesco a spiegarmi i calcoli ottimisti che ho riferito. Ho voluto
consultare e controllare le cifre del Catholic Directory
e i risultati della mia inchiesta mi hanno indotto ad
opposte constatazioni circa la forza di diffusione e di
conquista che il cattolicismo possiede realmente nel
Regno Unito. ...........................................
Poiché il cattolicismo é più strettamente identificato
con rirlanda che con l’Inghilterra e la Scozia, io ho
esaminato questo paese prima degli altri, per rintracciare
il progresso realizzato in esso dalla chiesa dopo il 1841,
intendendo per progresso un reale incremento di fedeli
e non 1’ aumento di edifici ecclesiastici e di membri
della gerarchia. E i risultati sono i seguenti. Secondo
VEnciclopedia Britannica che seguo fedelmente, la popolazione totale deU’Irlanda nel 1841 era di 8.196.597 Di essa, più che l’ottanta per cento, vale a lire sei milioni
e mezzo di abitanti, erano cattolici.
NeU’ultimo censimento (1901) il numero dei cattolici
in Irlanda era esattamente di 3.308.661 : ridotto cioè
quasi alla metà di quel che era sessant’auni fa ».
IL BEN BBNSANTB
Se il sovversivo è di data piuttosto recente, la famiglia dei ben pensanti è invece molto antica e numerosa ; se non temessi peccar d’irriverenza, direi che
appartiene a una specie fossilizzata. Essa ha per sé
l’età e il numero, due coefficenti di grandissimo valore.
Che cos’è il ben pensante ? Anche qui è difficile dare
una definizione esatta, ma si può dire che è precisamente l’opposto del sovversivo. Il ben pensante è sempre dell’opinione dei più ; egli pensa con la maggioranza, tranquillamente, senza scosse e senza fatica,
facendo il chilo, oppure non pensa affatto perchè c’è
chi pensa per lui. La sua qualifica deriva forse da questo. A stare col maggior numero, ci vuole poco coraggio e si corrono minori pericoli.
Il ben pensante è nemico delle novità, dei cambiamenti, delle perturbazioni; è l’uomo dell’ordine, dello
stato quo ante, della tradizione, della routine. Il suo
motto è : « quieta non movere » ; il detto piemontese :
« Pero, Pero, lassa 1’ cose com a lero », gli pare il
sommo della sapienza. « I nostri padri han sempre fatto
cosi: perchè cambiare? » A lui fanno appello, e non
invano, i fautori dell’ordine attuale di cose onde opporsi efficacemente ad ogni innovazione pericolosa : cosi
in politica, come in economia e in religione.
Il ben pensante, infatti, conserva e difende.
Conserva i privilegi ottenuti, le iniquità sancite
dalle leggi e dai costumi... e la pancia pei fichi ; difende le istituzioni e la religione dei padri. In politica, è conservatore e facilmente retrogrado : in economia è pel sistema capitalistico e magari patriarcale ;
in religione è tradizionalista e oscurantista quando occorre.
Tutto ciò che turba la sua quiete e urta il sno modo
3
LA LUCE
di pensare facile e piano e sconvolge l’ordine stabilito
nel campo dei fatti e delle idee e gli guasta in qualche modo la digestione, gli riesce odioso; vi scorge
una oscura minaccia di chi sa quali cataclismi, lo prende
come offesa, insulto e attentato alla sua incolumità
personale, e allora — per quanto mite e buono — egli
si ribella e insorge. « Noi abbiamo trovato costui sovvertendo la nazione ». « Costoro che han mes.so sottosopra il mondo, sono eziandio venuti qua », gridavano
inferociti i ben pensanti di Gerusalemme e di Tessalonica, più di 1800 anni or sono, contro quei terribili
sovversivi che furono Gesù e l’apostolo Paolo.
Scene consimili si sono ripetute sovente nei secoli
e si ripetono ancora, benché meno violenti e feroci, al
giorno d’oggi; ma, me ne rincresce per iben pensanti
di tutti i tempi, sono sempre i sovversivi che hanno
avuto in ultima analisi la vittoria.
Enpieo Ì^ivoipe
fioterelle sismografiche
Voi sapete discerrerel’aspettto del
cielo e della terra, e come non
diseernete voi questo tempo ?
Luca, XII, 56.
« E perchè da voi stessi non giudicate ciò che è
giusto ? », continua il Signor Gesù Cristo dopo le parole che abbiamo citato più sopra. Ma noi ci fermeremo
solo a quelle di sopra.
La potenza dell’Ipnotismo
La Revne del mese di marzo narra un caso di ipnotismo tra i più interessanti.
E’ stato sperimentato dal dott. Mathieu, in un ospedale di tubercolotici, a Parigi. Il detto professore, circondato da studenti di medicina, illustrava nelle corsie
dello ospedale la grande efficacia di un nuovo rimedio
contro la tubercolosi, scoperto in Germania e quivi
largamente usato, con splendidi risultati. Per parecchi
giorni di seguito il professore, davanti ai malati, parlò
agli studenti della grande efficacia del nuovo specifico,
ogni volta narrando qualche nuovo miracolo da esso
compiuto.
Gl’infermi cominciavano a meravigliarsi che, tale
essendo la virtù del nuovo rimedio, il professore non
si decidesse a sperimentarlo su di essi ! Finalmente,
una mattina egli annunziò che il rimedio gli era pervenuto e che l’avrebbe sperimentato, lasciando ai malati stessi la cura di farsi le iniezioni. Cosi si fece, e
quasi subito si videro i risultati ; sparizioni delle febbre, diminuzione e sparizione della tosse, aumento di
peso, l’appetito che ritornava e con esso il buon umore
e la speranza ! ' ’
Se invece si cessavano le iniezioni, ricomparivano
tutti i sintomi della malattia ! Ebbene, il famoso rimedio
non era altro che... dell’ocg'MiZ stereliszata ! I !
Ecco Lourdes spiegata ; e tanti farmaci da ciarlatano
non meno !
£a buca bel grandmi- c affint !
ha. Difesa, giornale cattolico veneziano, anzi giornale
molto ufficio.so, che si pubblica in quella rocca del
clericalismo, che le ultime elezioni hanno alquanto
smantellata, nel N. 18 marzo, cosi ha definito gli italiani che entrarono a Roma il XX Settembre ; « una
mano di rinnegati evangelici o valdesi, entrati per la
breccia di Porta Pia ! ».
Ah ! perchè il tribunale della S.ta Inquisizione, invece di essere costretto a limitare il suo compito a
scomunicare il don Romolo Murri, perchè, perchè non
può desso più funzionare come una volta, e spazzar da
Roma trecentomila valdesi che vi sono entrati per la
famosa breccia ! !
«
Velenoso è il granchio precedente, ma velenosissimo
è quest’altro, amraannito dal clericale Mulo ai suoi
degni lettori ;
— Come non lo sapevate? E’ un pezzo che codesto
« signore tresca maledettamente con la massoneria. E’
« ateo e non vuol sapere di preti. Crediamo che rifiu« terebbe l’assistenza dei sacerdoti anche il giorno in
« cui si trovasse nelle condizioni di Luigi XVI ».
Queste indegne parole, all’indirizzo del Re, mostrano
di qual genere di patriottismo e di ossequio alle istituzioni siano capaci i clericali ! alla larga da simili
amici ! ______________ _______
AVVISO
leccasi un colportore scapolo, o se ainmogliato senza
li di età non inferiore a 25 anni, nè superiore a 45,
e 'conosca il francese e .l’italiano. POBS.biImen e
iglese, disposto a recarsi in una importante citta
Svòlgersi al Presidente del Comitato Valdese, 107
a Nazionale, Roma. .
mutile scrivere senza ottimi precedenti.
Avete veduto, sentito, contato : « L’Estrema Sinistra
arriverà nella nuova Camera con più di cento deputati ». Su noi Evangelici italiani la notizia non ha prodotto un’impressione uniforme; c’è chi se n’è rallegrato
vivamente; c’è chi ne ha provato un certo brivido tutt’altro che piacevole. Io non son qui per giudicare nè
gli uni nè gli altri; tanto più che questo nostro giornale
non intende di occuparsi di politica; volevo solo constatare un fatto, ed Invitare, supplicare i nostri fratelli di volervi fermare un momento, e seriamente, il
loro pensiero.
Che la cosa ci siao non ci sia piaciuta, noi nulla possiamo cambiare alla realtà di essa. Quel che abbiamo a fare
di meglio si è di considerarla con serietà. Ritenete
dunque per primo dato che più di cento deputati di
Estrema Sinistra entreranno nella composizione della
nuova Camera.
Aggiungetevi un secondo dato. Son pochi i collegi
elettorali d’Italia' in cui non si sia presentato alla lotta
un socialista, o almeno un uomo appartenente ai partiti
avanzati. Ed anche laddove costoro non hanno riuscito
a trionfare, hanno però riportato, quando più quando
meno, un certo numero di voti che basta ad indicare
che la semenza è stata già diffusamente gettata e che
quasi dovunque essa comincia a prosperare, e qua e là
è già discretamente rigogliosa. Allorquando i partiti
estremi avranno fatto i conti dei voti, anche infruttuosi per ora, che essi hanno raccolto in tutta Italia,
vedrete che quella cifra sarà tutt’altro che indifferente.
Il Corriere della Sera fa certi computi preventivi
per le future elezioni che certo son tutt altro che atti
a tranquillare i buoni borghesi che si pascono giornalmente di quella lettura. Ahi, ahi, le mie interiora!
avrà gridato più d’uno. Giacché quel magno organo
del conservatorismo predice, triste Cassandra, che nelle
prime future elezioni i partiti estremi possono mandare
alla Camera centocinquanta deputati, e duecento nelle
seguenti. Non sia detto per iseberzo; ma credo che la
segnalazioni sismografiche di Padre Alfani annunzianti
un violento terremoto a diecimila chilometri di distanze,
son lungi dal produrre nei nostri buoni conservatori
italiani il turbamento che in essi producono queste sinistre e pur facili profezie del giornale milanese.
«
Il Corriere della Sera, com’era naturale e logico,
non risparmia però ai suoi lettori i prudentissimi suggerimenti intesi a scongiurare il nembo furioso che
g addensa sull’orizzonte; con quanta speranza di successo io non saprei.
I suggerimenti si riducono a due principali : organizzare come si deve le forze elettorali conservatrici,
precedere i partiti avanzati sulla via delle riforme
girnste e possibili. Sarà! Da bambino m’avevano inse.
guato che si poteva prendere coila mano qualunque uccello purché si riuscisse a mettergli un granellino di
sale sulla coda. I miei tentativi però son rimasti finora
infruttuosi.
Nè il Corriere stesso par fondare nei suoi suggerimenti una soverchia speranza, giacché dichiara melanconicamente che gl’impiegati governativi a cui ultimamente
sono state migliorate d’assai le condizioni, si sono però
mostrati in gran maggioranza i più zelanti fautori dei
partiti estremi. Eh sì, è proprio il cielo che rosseggia
la mattina.
*
Questo giornale non è fatto per la politica, ma per
la consolidazione della Chiesa cristiana in Italia. Noi
non ci fermiaino quindi ad enunciare i nostri apprezzamenti sullo stato delle cose, ma neppure crediamo ci
sia lecito d’astenerci dal dire ai nostri fratelli ; « Osservate i segni dei tempi! ».
La Chiesa cristiana non può disinteressarsi dall’aspetto speciale che prende secondo i tempi e le circostanze lo spirito generale deH’umauità. La Chiesa cristiana è stata suscitata da Dio per essere benedizione
all’umanità; è necessario quindi che essa consideri da
vicino qual’è lo stato delle cose affin di essere capace
f di scegliere i metodi più atti a compiere la sua missione, e poi anche in quello dell'umanità tutta.
I Io non sono competente a dar consigli, a suggerir rimedi, a proporre piani di condotta; ma una cosa almeno
mi pare di poter fare, ed è questa : invitare i fratelli
e più specialmente coloro che sono a capo del movimento evangelico in Italia a considerare i segni dei
tempi. Invitare ad aprire gli occhi; ecco quel poco che
io posso fare; del resto videant consnles...
Capisco; non son molto chiaro nel mio dire. Ma ecco:
la mia ragazzina traduce in latino un po’ d’italiano, e
mi chiede : « Papà, come devo mettere questa parola ?
in che caso quest’altra? ». Ed io le rispondo invariabilmente ; « Fatti l’analisi logica della proposizione ».
Nient’altro. E le basta questa per arrivarvi.
Facciamo l’analisi logica dello stato attuale dello spirito italiano, e arriveremo a saper per bene parecchie
cose che ora ci mettono nell’imbarazzo. Osservate i segni
dei tempi, e regolatevi in conseguenza.
*
« Ha
« P perchè, prosegue Gesù, non giudicate da voi
stessi ciò che è giusto ? ». Ecco lì un suggerimento che
viene da Colui che noi chiamiamo Maestro, e che quindi...
Ma, è vero, avevo promesso di non toccare questo tasto.
Lasciamolo li, e ripetiamo; « Ci son terribili segni dei
tempi; gli strumenti sismografici sono tremendamente
inquieti... « e come non discernete voi questo tempo ? ».
Giuseppe Banchetti.
SOLENNl PAROLE
Egregio Direttore,
Vede in qual conto sono tenuti i suoi consigli I
Eppure, sento proprio il bisogno di mettere un cappelletto a questo articolo che traduco dal « Journal
des Missions ». Quel che voglio dire si è che non
mi parrebbe giusto venisse passato sotto silenzio dai
’ nostri periodici, perchè tratta una qnistione assai
scottante, eppur ne tratta con grande delicatezza.
Non so dunque resistere al desiderio di farne parte
ai suoi lettori.
Questa che traduco e riassumo in certe sue parti
è la lèttera di un pastore indigeno diretta alle giovanette del Lessato. O. d. P.
« Figliuole care, ascoltate queste mie parole; leggete attentamente questa lettera e convincetevi che
il peccato è cosa orrenda e conduce alla tomba colui
che lo commette.
La mia figlia, vostra compagna, è morta la notte
di Domenica, 20 settembre. Essa cresceva in pace
con voi ; si era da un pezzo convertita e faceva
parte della classe dei catecumeni. Noi la tiravamo
su come fanno tutti i genitori cristiani, le additavamo le vie del Signore, la riprendevamo quando
se ne scostava.
Con tutto ciò, si è allontanata dalla retta via, è
caduta in fallo ; il nostro cuore n’è stato spezzato ;
abbiamo pianto, ci siamo umiliati pensando al modo
col quale la nostra diletta aveva contaminata la sua
giovinezza.
L’indomani chiamai mia moglie e le mie figlie,
compresa la colpevole a cui disse : <> Linès, bambina
mia ; non t’ho fatta venire per punirti. Non è più
il momento di rimproverarti il tuo fallo. T’ho spesso
gastigata quando agivi male, come l’ho fatto per
tutti i miei figliuoli ; come agli altri, t’ho dato dei
buoni consigli : ma non mi hai dato retta, quantunque fossi tuo padre e il tuo pastore. Oggi sei caduta in un peccato più grave, hai sprezzate le esortazioni del padre tuo e di tua madre, hai distrutta
la felicità di questa casa, hai creato un nuovo ostacolo al mio ministero, hai dato ragione al paganesimo e, sopratntto, hai peccato contro al tuo Dio.
Eifletti a tutto ciò e ritorna al Signore. Noi, tuoi
genitori, siamo in apprensione per la tua salvezza.
Quant’è a voi, ecco la vostra sorella ; ve l’affido.
Sebbene sia caduta cotanto in basso, è pur sempre
vostra sorella, un membro della vostra famiglia. Non
la lasciate, non le voltate le spalle ; è una malata
di cui dovete aver compassione, è una pecora cieca
e pazza che ha disertato l’ovile. Oggi che la vedete
cosi, curva sotto il peso della sua colpa, aiutatela,
pregate per lei ».
4
LA LUCE
Qualche giorno dopo, un evangelista n’ebbe pietà,
venne a vederla e le diede tre parole del libro di
Dio, appropriate al suo caso. Egli rimase lungamente
con lei che piangeva amaramente nell’ndirlo. Il di
seguente, essa venne a me : chiese perdono a Dio
ed al padre piangendo a calde lagrime sulle sue
trasgressioni. E di nuovo il giorno dopo parlammo
del suo stato. Ella espresse tutto il suo rammarico
ed il suo pentimento, ond’io le dissi ; « Figlia mia,
fai bene a confessare la tua colpa a Dio ; ma pensa
che il seme del peccato che hai commesso germoglierà e crescerà ; e noi, tuoi genitori, continueremo
a vivere nel dolore, tuttoché ti abbiamo perdonato ;
la vergogna del tuo fallo resterà sulla nostra famiglia ch’è una famiglia di cristiani. E tu pure sarai
triste, dopo tanti anni ancora, d’aver spezzato il
cuore dei tuoi cari ; più che mai, sarai triste d’aver
accesa contro di te l'ira del Signore ».
Essa rispose : « Si, padre mio, ho gravemente peccato. Però, oh ! se potessi un giorno essere perdonata e venir riammessa nella classe dei catecumeni ».
Il IO Settembre s’ammalò. Facemmo quanto era
in nostro potere, ma invano. Allora mi fece chiamare e mi disse : « Prega Iddio per me ; lo prego
anch’io del continuo ». * Che cosa debbo chiedergli ? » domandai. « Chiedi che mi guarisca e che
possa rientrare nella classe dei catecumeni ».
L’ultima sera che visse quaggiù, eravamo otto
persone intorno al suo letto ; ed essa disse ; « Babbo,
ho qualche cosa da dirti. Sto per andarmene. Domani, il giorno non sorgerà più per me. Oggi stesso
vedrò Fabia (una sorella morta) e la nonna; ma,
che più è : vedrò Iddio. La sola cosa che rimpiango
é di non poter essere catecumena».
Risposi : « Lo capisco ; ma sarà di te come del
malfattore che mori sulla croce con Gesù. Anch’egli
non potè essere ammesso nella classe dei catecumeni;
eppure, Gesù lo prese con sé ». < Si, padre mio,
riprese ; Dio è qui vicino a me. Non sapevo una
volta che il peccato fosse cosi orribile; la mia colpa
è grande. Ma, ora sono felice perchè vado a vedere
il mio Salvatore ».
Chiese ancora che pregassi per lei. « Ma che cosa
devo domandare ? » Rimase perplessa ed insistette.
Allora, m’inginocchiai e dissi : « 0 Dio, rimetto la
mia figliuola nelle tue mani ; la lascio partire ; prendila in questo momento stesso ». Linès ne fu lieta,
e dopo mezz’ora ci aveva lasciati. Dio ci diede la
consolazione di vederla andarsene in pace.
Care giovanette, se vi scrivo tutto questo, egli
è per mostrarvi quanto danno arrechi il peccato.
La grazia che Dio ha concessa a Linès, tutte non
l’hanno ottenuta. Temete di lasciarvi corteggiare in
modo colpevole ; non correte di qua e di là contro
la volontà dei vostri genitori ; state in guardia contro i piaceri che conducono al fallo. Guardate qual
male chiamate sul vostro capo, imperocché il gastigo peserà sopra di voi........................
Qualcuno ha detto : « Quando Satana ha preso uno
nei suoi lacci, siede e ride dalla contentezza ».
Vedete dunque quanto sia duro e crudele il peccato : esso rovina le famiglie, caccia la gente dalla
Chiesa, fa portare ad una giovine un peso che la
schiaccia, indura il cuore dei pagani, allontana gli
nomini da Dio e li precipita nell’inferno ove sarà
il pianto e lo stridor dei denti.
Domando a voi pure, genitori, che leggiate queste righe eie facciate leggere alle vostre figlinole,
onde la disgrazia che ha uccisa la mia, non uccida
pure la vostra.
Ho scritto in questo modo perchè desidero che
la tristezza che mi ha colpito non debba colpire
anche voi.
E. Segoete »
DEBITO DI RICONOSCE^
Paghiamo pubblicamente uu debito di riconoscenza
al pastore sig. Giovanni Potrai, che ha saputo vendere
0 far vendere tutte le copie della Luce giuntegli iu
questo trimestre, e sono parecchie assai.
Se tutti i nostri Colleghi volessero imitarlo, l’opera
nostra andrebbe a gonfie vele. Se è possibile vendere
tante copie a Siena, graziosissima ma piccola città, che
cosa non si potrebbe ottenere altrove con un po’ di
buon volere e con zelo perseverante ?
Salice piaageatc
Un venerato e caro amico di Cleveland (Ohio) ci
scive :
« La nostra amica signora Flora S Mather è entrata
nel suo riposo il 18 gennaio u. s. nella più perfetta
pace. Fin dagli anni giovanili era stata chiamata a
soffrire a cagione di disturbi nervosi, e quest’inverno
divenne ogni giorno più evidente che i suoi dì erano
contati, e che la sua valevole opera quaggiù stava per
terminare.
Il suo cuore era nell’opera vostra; un’ora prima della
sua dipartenza ricevetti il solito suo dono per l’opera
Valdese. Tutto era sistemato e ordinato in Lei, non
occorreva mai di ricordarle l’epoca del pagamento delle
sue sottoscrizioni.
« Fedele e Verace » sta scritto di rincontro al tuo
nome sul Libro della Vita. Il nostro mondo è stato
impoverito, ma i nostri concittadini dei cieli di tanto
sono stati arricchiti ».
La Dottrina Cristiana spiegata al Popolo
Un’altra nozione erronea
della divinità di Gesù. Cristo.
D. — Di che cosa volete parlare in quest articolo ?
R. — Nell’articolo precedente si parlò di una dottrina erronea che pretende mantenere la divinità del
Cristo pur negando le due nature, sopprimendo cioè la
divinità essenziale del Verbn eterno di Dio pienamente
manifestato in Cristo. Qui parleremo di un’altra dottrina egualmente erronea che mantiene la divinità
del Cristo, ma sopprime la vera natura umana di
Gesù.
D. — Esponete questa erronea dottrina.
R. — Eccone le linee principali :
Il Verbo — dicono essi — 6 divenuto carne. Ora,
la parola : « è divenuto » indica un cambiamento di
stato. Questo cambiamento di stato è l’abbandono che
il Verbo ha fatto di tutti! suoi attributi divini incompatibili con l’esistenza umana, ferma rimanendo la continuazione della personalità di esso Verbo. Di modo che
in Gesù Cristo non vi sono due nature, perchè egli non
ha un’anima umana distinta dal Verbo, h'anima di
Gesù è il Verbo stesso spogliatosi degli attributi divini e passato da uno stato ad un altro. Non trattasi
dunque di due coesistenti stati del Verbo (1).
D. — Dimostrate assurda questa dottrina.
R. — Ricordiamo, prima di tutto, che nella Trinità
non ci sono tre io (che sarebbero tre Dii), ma un unico
io esistente in tre modi distinti ; in quanto esiste come
Potenza fondamentale si chiama Padre, iu quanto esiste
come Sapienza ab eterno generata si chiama Figlio, e in
quanto esiste come Amore procedente dal Padre e dal
Figlio si chiama Spirito Santo. Questi sono i tre termini
misteriosi della per noi misteriosissima vita intima di
Dio: ma non sono tre io : Vio di Dio essendo uno. Or
bene, la erronea dottrina cristologica sopra esposta, af
fermando che Yanima di Gesù non è un’anima umana
distinta dal Verbo, ma è lo stesso io del Verbo, viene
ad affermare che Yio di Gesù è Vio di Dio che è comune al Verbo, al Padre ed allo Spirito Santo. Ora,
ciò è assurdo, poiché in tal caso Gesù che prega è Dio
pregante se stesso, Dio che esaudisce Gesù è Dio
fsaudiente se stesso, Gesù che ringrazia l’Iddio suo è
Dio ringraziante se stesso, e cosi via...
D. — Come mai i sostenitori di questa dottrina erronea hanno potuto non accorgersi di una cosa tanto
insensata ?
R. — Non se ne sono accorti perchè essi avevano
perduta di vista l’unità deU’ib divino. Per l'influenza
di basse scuole teologiche medievali, essi — dimenticando che le tre persone della Trinità sono i tre modi
sostanziali dell’unico io divino, hanno supposta nella
Trinità l’esistenza di tre io distinti. E cosi hanno potuto immaginare che l’anima di Gesù sia uno di questi
tre « io », senza andare incontro ai non sensi che abbiamo rilevati più su.
D. — Ma, evitando Scilla, non cadono essi in Cariddi ?
R. — Altro che ! Essi cadono nel Cariddi del politeismo. Poiché, se l’anima di Gesù (e perciò Yio di Gesù)
è il supposto io del Verbo distinto da quello del Padre,
ne segue che i tre supposti io divini costituiscono tre
individui intelligenti e razionali. E con ciò il monoteismo è bell’e spacciato...
D. — Ma l’espressione biblica « è divenuto uomo »
non implica appunto cessazione del primiero stato ed
assunzione del secondo ?
R. — No. E.ssa implica beusi che il Verbo ha assunto uu nuovo stato, ma non implica affatto che abbia
cessato di essere nei primiero stato. I due stati coesistono. Cosi — per esempio — il mio pensiero irradiandosi
dal mio io, diventa" fuori di me, una cosa distinta dal
mio io, diventa., uu articolo di giornale. Ma con ciò
esso non ha cessato di essere, dentro di me il mio
«io » stesso. Questo imperfettissimo paragone ci dà
un’idea di ciò che accade nel Verbo, e del fatto che l’assumere i! secondo stato, il diventare — fuori dell’/o
divino e come forza viva incarnata — uomo summo
modo in Gesù, non implica il cessar di essere Dio
iu Dio.
D. — Qual’è la fede della Chiesa Valdese circa le
due nature, ecc., che in Gesù, s'incontrano ?
R. — L’art. XIII della « Confessione di Fede » della
Chiesa Evangelica Valdese suona così: « Noi crediamo: che vi sono due nature iu Gesù Cristo, la divina e l’umana, veramente unite iu una stessa persona,
senza confusione, senza separazione, senza divisione,
senza cangiamento, l’una e l’altra natura serbando li
sue distinte proprietà; e che Gesù Cristo è insieme vero
Dio e vero uomo ».
D. — Che cosa è quest'articolo della Confessione
Valdese ?
R. — E’ letteralmente il Simbolo della fede cattolica formulata dal Concilio di Calcedouia (a. D. 451) ed
accettato dall’antica Chiesa ecumenica.
D. — Che prova questo fatto ?
R. — Esso prova che la Chiesa Evangelica Valdese
oltre ad essere ortodossa nella d dtrine, uou è una sètta
cristiana separata dalla Chiesa Cattolica; ma è, invece,
parte organica della Chiesa ecumenica, non già a causa
di un’unione sentimentale, più o meno illusoria, con
l’universo mondo cristiano, ma perchè ritiene il Credo
dell’antica Chiesa Cattolica indivisa, senza assumere,
di fronte alla tradizione ecumenica atteggiamenti di
particolarismo ossia di scisma. u. i.
(1) Godet, De Pressensé ed altri individualisti.
IL RINNOVjUAENTO
(Anno 111, Fascicolo I)
In questo numero del periodico modernista tiene il
primo posto un articolo di A. Galletti su Le idee morali di Manzoni. L’Autore — giovandosi, oltre che delle
« Osservazioni sulla morale cattolica », anche di certe
note e pensieri sparsi raccolti dal Bonghi di su i libri
ed i manoscritti del Poeta — ricostruisce le idee morali di questo in relazione con l’arte sua e con le idee
morali del tempo. A tal fine egli espone il nucleo comune alle teorie razionalista del settecento e le particolarità d’ogni singolo scrittore, e mostra come le
malsicure costruzioni dell’enciclopedismo non potevano a lungo appagare il M., bisognoso com’egli era
di certezza. La sua critica, mostrando l'impotenza in
cui si dibatte la ragione non illuminata dalla fede,
ruppe i vingoli ideali che lo legavano ai filosofi e
agl’ideologi francesi del settecento, inducendolo allo
scetticismo filosofico, e da questo — sulle rovine della
morale dell’utile, del piacere, del sentimento—a quel
pessimismo che è preludio della sua conversione. La
fede del Manzoni cristiano non è — come l’A. giustamente rileva — radice senza sviluppo della pianta, nè
pianta senza radici, ma è (deh ! quanta ragione aveva
don Alessandro...) prima di tutto verità divina rivelata, che trasformasi poscia in fiamma di entusiasmo
e ardore di carità, mettendo capo ad un’armonia profonda della mente e del cuore.
Il secondo articolo è del dott. A. Riviera, ed ha per
tilo : Il problema di San Giovanni nella vita di Gesù.
E’ uno studio tracciato secondo l’esegesi del Loisy.
Le sue conclusioni possono riassumersi così : a) Giovanni predicò il regno di Dio nel deserto, ponendo
condizioni morali di preparazione per parteciparvi, e
unendo alla predicazione un rito sacro. Ne giunse
l’eco a Gesù di Naza«"et che volle ascoltar da vicino
il Battista e ricevere anche lui il battisimo. Giovanni
non affermò mai di essere il Messia, anzi dal carcere
si orientò timido e dubbioso, ma pur fidente, verso
il Nazareno. Cosi Giovanni è di fatto il predecessore
di Gesù. Questi sono i soli dati storici. — b) Che Giovanni sia l’antecessore non solo di iaXto, ma, predetto',
che Giovanni abbia proclamata la gloria messianica
di Gesù; questa non è storia, ma elaborazione teoloj gica ed apologetica degli autori dei Sinottici e del
j quarto Vangelo. — e) Il presentare come storia la loro
I elaborazione teologica non è menzogna da parte degli
[ evangelisti, perchè questa elaborazione era vera nel’ Videa, Giovanni non ha detto a Gesù : « Io ho bisogno
di essere battezzato da te e tu vieni a me ». Ma, se
5
LA LUCE
avesse saputo chi era Gesù, certo l’avrebbe detto
Quella frase ritrae la situazione reale. Uno storico moderno, sollecito dell’esattezza materiale, l’avrebbe detta
lui per proprio conto. Lo storico Matteo — per la cui
psiche l’esattezza materiale è una quisquilia — la
mette in bocca a Giovanni. Non c’è l’esattezza storica,
ma c’è la verità reale.
Questo è il valore di tutto il quarto Vangelo secondo
l'esegesi dell’abate Loisy. Certo, se il valore storico
di tanti racconti fosse realmente distrutto, questa esegesi che pone in evidenza la verità ideale dei racconti
non storici, sarebbe più positiva che negativa, più
ricostruttiva che demolitrice. Ma è veramente distrutto dalla critica il valore storico di quei fatti?
Citiamo, a caso, uno degli argomenti critici adoperati
dal dott. Riviera : I racconti di Matteo e del quarto
Vangelo circa il riconoscimento di Gesù qual Messia
da parte del Battista, si contraddicono, dice l’A. Secondo Matteo avviene prima del battesimo, secondo
il quarto Vangelo dopo. Davvero ? E’ certo che nel
passo del quarto Vangelo trattasi del riconoscimento
come Messia (I, 33, 34). Ma chi ha detto al dott. Riviera che anche in Matt. Ili, 14 si tratti di questa
conoscenza ? Per spiegare le parole « Io ho bisogno
di essere battezzato da te, ecc. », non basta forse
che Giovanni conoscesse Gesù ed avesse un alto concetto della santità di lui, pur ignorando ancora ch’egli
era il Messia ? Egualmente, mi sembra fantasiosa la
contraddizione che l’A. vede tra i discorsi di Giovanni
sul futuro battesimo di S. S. (Marc. I, 8), e l’ignoranza
di certi giovanniti circa lo S. S. (Fatt. XIX, 2), Quest’ignoranza riguardava la reale venuta, la restituzione
dello S. S. che, quand’anche Giovanni non ne avesse
parlato, essi conoscevano dall’A. T. Amiamo la critica
biblica, riconosciamo tutti i diritti ch’essa ha come
scienza, ma non siamo entusiasti del piè veloce con
cui sovente arriva a certe conclusioni...
In questo medesimo numero. Angelo Crespi, rende
conto del libro del barone von Huegel sopra L’elemento mistico della religione, studiato in Santa Caterina da Genova. Crespi considera questo libro —
nel quale l’illustre Autore ha accumulati i risultati di
trent’anni di vita dedicati allo studio dei problemi religiosi, impiegando più di sette anni alla formazione
dei risultati stessi — come la più completa sintesi apologetica della fede cattolica. Il Crespi riassume e
chiarisce nel suo studio i motivi fondamentali della
teoria del von Huegel esposta nei capitoli sulla vita
e la dottrina di Santa Caterina da Genova alla luce
del moderno pensiero scientifico, sulla funzione interpretativa della vita religiosa, dell’atteggiamento dualistico riguardo al corpo, del quietismo e dell’amor
puro, dell’immortalità personale — il quale ultimo e,
secondo il Crespi, quanto di più completo si sia scritto
sull’argomento alla luce del pensiero antico e moderno - e nei capitoli sulle questioni ultime dove,
tra l’altro il von Huegel sostiene : che la morale e il
vero misticismo, lungi dall’escludersi, si arricchiscono
reciprocamente , e soffrono ciascuno dell’ assenza e
della debolezza dell’altro.Notevole anche la tesi sui rapporti tra filosofia e religione : nè, come vorrebbero i ritschliani, la religione può fare ameno di darsi una formulazionefilosofica, nè, come vorrebbero gli hegeliani,
la filosofia può sostitursi alla religione. Notevolissima
la tesi, svolta nel primo volume, sulle tre forze principali della civiltà occidentale e sui i tre elementi della
religione. Quelle tre forze sono : la metafisica, retaggio
dell’Ellade, la rivelazione della Personalità, tesoro
della tradizione cristiana, e il metodo scientifico decoro dell’età moderna. E queste tre debbono armonizzarsi, non eliminarsi a vicenda. I tre elemenji della
religione sono: l’elemento storico-istituzionale o eterno
ed autoritario, proprio della fanciullezza, l’elemento
intellettuale o speculativo proprio dell’adoloscenza, e
l’emozionale o mistico proprio dell’età matura L’aggiugersi del secondo al primo e del terzo agli altri
due cagiona crisi tempestose. Ma ciascuno dei tre richiede, sotto pena d’impoverimento, la fusione cogli
altri due, e ciò eternamente...
. Un pratico della filosofia dell’Azione » e Leone
Tolstoi, secondo Giulio Vitali, di cui il Rinnovamento
pubblica uno studio in tal senso e sotto il titolo citato. . Mostrare in quel genio russo un esperimento
spontaneo di filosofia dell’azione », questa l’idea che
ha guidato il Vitali. Lo studio è bello, ed interessante
anche per chi. come il sottoscritto, non è un seguace
della filosofia dell’azione. Dell'inazione, forse ? Ah ! no.
Respingiamo la filosofia dell’azione nella sua parte negativa, in quanto vuol contrapporsi alla metafisica. Ma
riconosciamo tutta la verità del suo aspetto positivo, e
questa verità frammentaria noi ci studiamo d’integrare in una sintesi superiore. Ecco tutto. Il segreto
che la filosofia doU’azione ha tentato di formulare in
sistema o in metodo è questo: per arrivare alla meta
bisogna camminare risolutamente. Il Tolstoi ha praticato quel metodo. Vivi, cerca Dio; e non vi saravita
senza Dio. Vivi, vivi cercando, operando il bene, e
solo allora sentirai che il bene esiste e che non può pe
rire, e che la tua volontà s’incontra e si unisce con una
Potenza a cui rassomiglia, che spira per l’universo in
cospirazione con una innumerabile moltitudine di altre
volontà finite, nella comunione invisibile dello Spirito.
II metodo — dice l’A. — è ottimo. Ma, quanto all’uso
che ne ha fatto il Tolstoi, sunt bona mixta malis; ed
egli mostra come e perchè. Bellissime le riflessioni dell’A. sui rapporti tra la coscienza e la tradizione. Le
tempeste spirituali e sociali contro il soffocante autoritarismo, che sembrano un sovvertimento ed una catastrofe della tradizione, ne sono spesso la rivendicazione e il riscatto. In quelle ore buie aggrapparsi
alla coscienza è il meglio ehe si possa fare per salvare la tradizione; poiché la coscienza è un prodotto
della tradizione e ne tiene le parti migliori...
11 fascicolo si chiude con uno studio di G. B. Maino
sul Montañismo e le tendenze separatiste delle Chiese
dell'Asia Minore alla fine del II secolo, con una cronaca di studi religiosi, ed una rassegna di libri e
riviste.
Ugo Janni.
11 centenario di Lincoln
Gli Stati Uniti hanno celebrato il mese scorso il
centenario della nascita del loro più grande presidente, dopo Washington. Molti giornali religiosi pubblicarono numeri speciali consacrati alla memoria del
liberatore degli schiavi. In uno di questi, Booker T.
"Washington, il famoso capo dei negri affrancati e
amico di Roosevelt, racconta il seguente aneddoto ;
« Durante la guerra civile, io stavo con mia madre
in un remoto podere nell’angolo sud-ovest dellaVirginia.
Una mattina, mentre giacevo addormentato sopra
un mucchio di stracci in un angolo della capanna,
fui svegliato prima dell’ alba dal vedere mia madre
china sopra di mee nell’udirla pregare affinchè Abramo
Lincoln e i suoi soldati fossero vittoriosi e che essa
ed io fossimo liberi un giorno ».
La preghiera dei negri ribelli fu esaudita a danno
dei cristiani ben pensanti che, forti dell’autorità della
Bibbia, li tenevano schiavi.
L’ex presidente Roosevelt paragona A. Lincoln al
personaggio Gran Cuore nel Pellegrinaggio di Cristiano, (dico : di e non del, perchè nel libro di Bunyan,
Cristiano é nome proprio). Egli dice : « credo che A.
Lincoln sia il Gran Cuore ideale della vita pubblica ».
E molti pensano come lui.
E. 1^.
seminati in Cina, nella Corea, nell’India,nel Giappone,
nella Repubblica Argentina e nel Brasile. Per questo
opere in paese straniero si spendono annualmente lire890 mila.
— Il 15 gennaio, il nuovo presidente degli Stati
Uniti, Taft, ha parlato all’A. C. dei Giovani negri in
Augusta (Georgia).
— Le Unioni di quella potente nazione provvedono
nello stato del Colorado a un sanatorio per tubercolosi ;
ove al pi esente sono ricoverati 33 giovani appartenenti
a 8 nazioni diverse.
India.
A Poona, dove esiste da più di 30 anni un’Unione^
il sig. James Tailor ha tenuto una serie di radunanze
d’evangelizzazione, in cui egli ha potuto condurre al
Salvatore 17 soldati.
Australia.
Una nuova casa unionista a Ballerat. I due maggiori
giornali politici di Vittoria diedero ampi particolari
dell’inaugurazione. Molti nuovi soci sono stati aggiunti.
Rettifica.
Il sig. Furio Lenzi ci prega di rettificare che egli
della A. C. D. G. di Roma non è affatto vice segretario,
ma soltanto socio.
prim;avek.a della vita
Notizie generali.
— Secondo le statistiche redatte dal Comitato Universale, vi sono nel mondo 7823 Unioni, con 821209
membri, 2973 segretari, 1161 edifizi pel valore complessivo di L. 250038200.
— L’opera tra gli emigranti progredisce ogni di più ;
ed ora si è estesa ai maggiori porti del Belgio, dell’Olanda e della Francia. Il sig. Phildius visita questi
porti.
Svizzera.
Grave perdite han fatto le Unioni svizzere con la
morte del vecchio pastore Carlo Cuénod, che fu il primo
presidente dell’Unione di Losanna.
Germania.
li Alleanza dell’Est ha ricevuto un dono anonimo di
50 mila marchi, per lo Home militare, che essa si propone di costruire a Doberitz.
Ungheria.
Ebbe luogo l’il e il 12 marzo a Budapest la
prima conferenza nazionale delle A. C. d. G. ungheresi. Trentadue Unioni vi erano rappresentate da 80
delegati. Assisteva anche il conte Stefano Tisza ex
presidente del Consiglio dei Ministri ; come pure S. E.
Mich. de Zsilenszky ex segretario di Stato.
Inghilterra.
E’ morto il Segretario Generale dell’Unione Centrale
di Londra.
Scozia
Il Comitato Nazionale ha invitato le Unioni a fare
un’annuale dimostrazione di astinenza per influire mag
giormente su l'opinione pubblica.
America del Nord.
__ Nel 1908 furono costruite 84 case uniouiste del
valore complessivo di più di 50 milioni.
— Il numero dei membri nelle 1939 Unioni ha raggiunto la cifra di 446000.
1 — Le Unioni americane immensamente lavorano, oltre
che in patria, all’estero e hanno ben 80 segretari dis
Kdla Penisola c nelle 3sole
Torrepellice.
L’ Echo des Vallées pubblica una lettera di condoglianza che il Padre Giacinto ha diretto al figlio del
compianto nostro Moderatore.
Ivrea
Nel tempio Evangelico Valdese in corso Botta, l’egregio dott. Enrico Meynier tenne la sua annunciata
conferenza sulla questione religiosa ed il clericalismo.
L’oratore fu molto sereno ed espose chiaramente il
proprio pensiero, facendo risaltare essenzialmente la
divisione fra clericalismo militante e contrario alle
istituzioni e alla patria, e spirito religioso.
All’ottimo conferenziere i nostri complimenti.
(Dal Canavesano di Ivrea).
Milano.
Abbiamo ricevuto la seconda relazione del Comitato
promotore di quell’opera eccellente che — sotto la
presidenza onoraria della signora Maria Paira-'Wachs^
e sotto quella effettiva della signora S. Dollfns-Jungck
— procura a fanciulli d’ambo i sessi il modo di fare
una benefica cura di bagni marini.
Livorno.
Il pastore Dr. G. Grilli sta per incominciare una
serie di conferenze sul presente movimento religioso
in Italia. Domenica prossima egli terrà, la mattina,
una conferenza pubblicamente annunziata sul tema ;
« Guerra d’anime in Italia ».
Catania.
Abbiamo ricevuto la relazione annua 1908 della « Società di Cucito 6 di Beneficenza, di cui è presidentessa
la signora A. Sùkey vedova De Rocco. Nella relazione
si rendono « sentiti ringraziamenti ai benefattori » di
essa Società « signori Alfredo Aveline, Marchese F.
H. De Meli e Dott. W. Scaife ».
OLTRE LE ALPI E 1 MARI
Svizzera
Neuchâtel — In quella Facoltà teologica libera è
stato eletto a professore di teologia sistematica A.
Thiébaud; a professore di storia ecclesiastica, il pastore Pétremoud di Lode.
___Si pubblicherà un giornaletto mensile o bimestrale, contenente notizie, avvisi ufficiali e meditazioni edificative ; e sarà dispensato a tutte le famiglie.
Francia
Valenza— Il ben noto pastore e pubblicista Draussin ci partecipa non esser lui il direttore della Fie
Nouvelle, come, per errore, noi abbiamo pubblicato.
Egli tuttavia scrive assai per quel periodico, e, si
compiace di togliere ogni settimana parecchie notizie da la nostra Luce; e noi di questo e della simpatia dimostrataci gli siamo gratissimi e ci sentiamo
assai onorati.
Garde de Toulon — È stato costruito un tempietto
evangelico, capace di 200 persone.
Ussel — Si è inaugurata una sala di culto cristiano
evangelico.
Autenil — Ernesto Legendre, ex direttore del Républicain catholique de Paris, organo della politica
di Leone XIII, va pubblicando in vari giornali questo
6
6
LA LUCE
piccante annunzio : « Il papa nefasto... suggestionato
da Merry del 7al, rovina brutalmente il clero francese ! Cattolici, insorgete contro l’idolatria, contro la tirannia romana! Mandate la vostra adesione al signor... >
(e qui il suo proprio nome)
Blida — Fruttifero contradditorio promosso e sostenuto da un evangelico laico sul tema La scienza e
la fede.
Cénevole d’Anduze — Dal 24 al 28 marzo, radunanze
di risveglio, alle quali parteciparono parecchi pastori.
Laforce — Il pastoi-e Cazalet, in una recente conferenza, ha parlato dell'opera magnifica di abnegazione
cristiana ch’egli va facendo trai deportati della Guiana,
per guidarli alla conversione e alla fede.
A-ustria
— In Transilvania i cristiani evangelici, dal 1904 in
qua, sono aumentati dì 4000.
Spagna
A Benavidos (Léon) l’alcalde (sindaco) ha fatto
arrestare un colportore, quantunque egli fosse in
piena regola.
Un altro bel tipo di pubblico magistrato ha vietato a Las Norias (Almeria) una radunanza di culto
evangelico.
Ibahernado (Càceres) un altro ut supra impedisce l’apertura d’una scuola evangelica.
Inghilterra
— A Swansea s’è adunato il Congresso delle Chiese
libere del Regno Unito. Presenti 1800 delegati.
I guadagni netti del famoso risveglio prodottosi
nel paese di Galles sono rappresentati da 67 mila
nuovi convertiti !
Stati Uniti
Gipsy Smith, di cui uno dei nostri corrispondenti
nordamericani ci ha intrattenuti, ha colto molti frutti
di conversione a San Luigi e a Kansas City. Lo spirito del Signore si è fatto sentire potentemente.
II Dr. Chapman e Carlo Alexander hanno tenuto
a Boston radunanze di risveglio ricche di frutti spirituali, che sono stati paragonati a quelli ottenuti
dai celebri evangelisti Moody e Sankey.
— È morto a Brooklyn Teodoro Cuyler, uno dei
predicatori più rinomati.
Isole Filippine
Cinque anni or sono, un indigeno acquistò una
Bibbia in spagnolo, la lesse, si convertì al Signore.
Adesso egli predica revangelo a San José, e quividi'
recente una cappella evangelica è stata costruita.
Borneo
Questa popolazione, che 50 anni or sono era cannibala, è stata interamente trasfigurato dall'influenza
dell’Evangelo.
Giappone
Nella nuova camera giapponese sono entrati 14 deputati cristiani, quasi tutti zelantissimi; mentre nella
passata legislatura non erano che 7.
là
Federazione Italiana degli Studenti
PCR LA CULTUf^A I^ELIGI05A
III convegno nazionale
(ROMA 1-4 Aprile 1909)
Giovedì, I aprile.
Ore 14.30. — .Accademia Pichetti, Via del Bufalo 131.
Seduta inaugurale del Convegno con la presenza
di S. E. l’ambasciatore degli Stati Uniti di America
— Presidente : prof. dott. Giovanni Luzzi di Firenze.
Brevi parole di benvenuto ai delegati. Risposta del
segretario nazionale. Discorso del sig. John R. Mott
su « Il movimento mondiale della federazione studenti».
Ore 19.— Tempio Valdese, Via Nazionale, 107.
Conferenza: «La libertà di coscienza », prof. Giorgio Bartoli.
Venerdì, 2 aprile.
Ore 8.30. — Via Parma, 3.
Adunanza di preghiera.
Ore 9. — Seduta privata amministrativa—Elezioni
del Seggio — Relazione del segretario nazionale, avv.
Salvatore Mastrogiovanni — Relazione del prof. dott.
Giovanni Luzzi su « La Federazione Italiana dal punto
di vista del suo campo e de’ suoi metodi ». Discussione sulle due relazioni.
Ore 11.30. — Breve indirizzo del sig. John R.Mott:
« Come formare delle persone adatte alla direzione
«dei gruppi locali ».
Ore 14.30. — Via Parma, 3.
Seduta pubblica — !• Relazioue : « Crisi d’anime
nella Chiesa Romana », Ugo Janni, pastore a San
Remo. Discussione. — IP Relazione : « Ideali moderni
della gioventù credente », Aristarco Fasulo, studente
di teologia. Discussione.
Ore 17. - Via Parma, 3.
« Dall’agnosticismo alla fede in Cristo », John R.
Mott.
Ore 20,30. — Via Parma, 3.
Ricevimento dei delegati ed amici esteri e trattenimento offerto ai Congressisti dell’Associazione Cristiana della Gioventù.
Sabato, S aprile.
Ore 8,30. — Via Parma, 3.
Adunanza di Preghiera.
Ore 9. — Seduta privata amministrativa. — 1) Modificazioni allo Statuto federale. — 2) Elezioni del Comitato Direttivo ».
Ore 11,30. — Breve indirizzo del signor John R.
Mott : « La nostra responsabilità verso i compagni di
studio ».
Ore 14,30. — Accademia Pichetti, Via del Bufalo,
N. 131.
Seduta pubblica. — !• Relazione : « Necessità di
un serio studio del Cristianesimo nelle sue fonti »,
prof. Guglielmo Nesi, di Roma. Discussione. — 2' Relazione : « La Chiesa e il suo dovere attuale verso la
gioventù », prof. Mario Falchi, preside del Liceo di
Torre Pellice. Discussione.
Ore 17. — « Atrofia morale e spirituale », John R.
Mott.
Ore 20,30. — Tempio Metodista, Via XX Settembre
— Via Firenze.
Conferenza : « L’ora presente e la vita morale in
Italia », prof. Giovanni Sforzini.
Ore 21,30. — Trattenimento offerto ai Congressisti
dagli Studenti e dalle Studentesse degli Istituti Metodisti.
Domenica, 4 aprile.
Ore 9. — Al Colosseo.
Servizio Commemorativo dei Soci e degli Studenti
periti a Messina. — Parole dei signori Bani, Banchetti
e G. Fasulo.
Ore 16,30. — Chiesa Americana di S. Paolo, Via Nazionale.
Adunanza per Americani ed Inglesi residenti a
Roma, presieduta da S. E. l’Ambasciatore d’Ighilterra,
— Discorso del signor John R. Mott : « La Crisi nell’Estremo Oriente »,
Ore 20,30. — Via Parma, 3.
Chiusura del Convegno. — Indirizzo del Presi
dente. — Parole di due Studenti. — Breve discorso
del signor John R. Mott : « Solo con Dio ».
Lunedì, 5 aprile.
Ore 7. — Piazza Venezia.
Gita sociale ad Ostia, promossa dall’Associazione
Cristiana della Gioventù e guidata dai signori professori Lodovico Paschetto e G. Staderini.
La quota [compreso il pranzo in comune) è diL.5
a penona.
Nelle sedute private amministrative possono votare
soltanto i Delegati ufficiali muniti di tessera.
Dal Chiosco alla Libreria
E’ uscito il numero di Febbraio ioWAvanguardia
ampliata e abbellita. — L. 1 Tanno. Redazione e Amministrazione : G. E- Meille, Via Iacopo Peri 5, Firenze.
M: «
Abbiamo pure ricevuto il N. 3 di Fede e Vita, piccolo
ma elegante periodico della ««Federazione degli Studenti»
• «
I Paciflcisti alla Gioventù italiana. — Opuscolo
contenente brevi scritti di vari autori, da T. Moneta
a Salvatore Farina.
«
* *
Vita, rivista d’azione. — N. 1,1909. — Notevolmente
ingrandita.
« «
Rassegna Numismatica diretta da Furio Lonzi. —
N. 2, 1909. — Assai ingrandita e attraente. — L. 5
Tanno. — Ci si abbona in via Venezia 23, Roma.
*
« «
Coenobium - Anno III, fase. 1' - L. 2,50 per l’Italia
e la Svizzera.
•SFRUAnNI Pastore André-Viollier, — Volume
ULIIIliUllI di 180 pagine. — Prezzo dì favore L. 7,20.
— Dirigere con Cartolina-Vaglia alla Traduttrice: Carmen Silva, 9 Via Rusconi — Como.
11 cantuccio del poeti
Caro signor Direttore,
Ha Ella un posticino, un ritaglio di spazio per r
poeti ? Una nostra, buona sorella, ammalata nelTospedale Evangelico di Torino, ha messo in strofe e rime
la parabola del Seminatore.
Sono strofe piane e semplici che i nostri bimbi possono imparare a memoiia, e non sono senza pregio.
Paolo Longo.
31 Seminatore
, Così parlava un giorno il Salvatore
Alle turbe affollate a Lui d’intorno :
« Uscì di casa un buon seminatore
Per seminare allo spuntar del giorno.
Certo, arato egli avea con gran pazienza,
Per poter seminar la sua semenza.
Il seme ei trae allor dalla cestella
E sul suolo ne getta una manata ;
Ma tosto del mattin l’aria novella
L’agita col suo soffio e dimenata
Porta quella semenza in sulla via,
E la mangian gli uccelli in allegria.
Ma il buon seminator non si sgomenta
Ed un’altra manata ei getta al suolo ;
Ecco in terren pietroso la sementa
Questa volta è caduta, e con suo duolo
Prestamente ei la vede germogliare
E dal cocente sol tosto seccare.
Egli semina ancor pazientemente ;
Ma la semenza viene trasportata
Fra spine e rovi ; ed ecco nuovamente
Ohe, appena è nata, muore soffocata.
Non si scoraggia, e sempre con ardore
Semina ancora il buon seminatore.
Alfin la sua fatica è benedetta
E l’opera sua vien da Dio premiata.
Caduta è in buona terra ed or s’affretta
A crescer la sementa, che, adacquata
Da benefica pioggia, ora diventa
Qual granel cento, qual sessanta e trenta.
Che la parola del buon Salvatore
Germogli e porti frutti benedetti
Di purezza, di fe’, di speme e amore
Purificando i cuor con santi affetti.
Donando a l’alma ciò ch’essa desia :
La Pace del Signore ! E così sia.
A. Rosati
PER LE SKSnORe € SIODORIOE
Sì rende noto alle Signore e Signorine che in Roma,
Via del Tritone 70 p. p., da vario tempo s’è aperta
al pubblico una vendita di modelli in carta e musselÌ7ie, come pure una Scuola di taglio, prova e moulage. — Le alunne che lodevolmente seguono questi
corsi possono ottenere un diploma di tagliatrice, previo
saggio inviato alla Faculté Nationale de Coupe de
Paris.
Lezioni private anche a domicilio. — Prezzi modici.
— On parie français.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografìa dell’Istituto Gould Via Margbera 2, Roma
A-btoonameati pagati:
1908
Santa Cruz Francesco (2- semestre)
1909
Court S. —■ Della Torre Giacomo — Micheloni Gius.
— Zarotti A. — Scalerà Domenico — Ferreri Argia
— Buffa Silvio — Gelmini Andrea — Becchio ved.
Gbelfì — Malan R. — Nilsson Rev. J. M. — Massiglio
Vittorio — Cozzani C. A. — Zimmer Conrad — Dogliotti Carina — Dogliotti Angela — Deraatteis Cesar
— Pasqualetto Giov. — Caruso Sebastiano — Debilio
Gaetano — Di Nunzio Elisa — Stallé Luisa — Di
Domenica A. — Margiunti Pilade — Nardi Greco N. —
Valentini Luisa —- Pons sig.ra A. — Cignoni Egisto—
Matheson sig.ra (2- sem). TrOgleu R. — Cerise Laura
— Billour Alberto — Perfumi L. C. — Rosset Pietro
— Micheli Giovanni — Ornati Giovanna — Gavazzutti
Gaspare — Michele Nardi — Grange Victor — Petrali
Stampa Elena — Falerni Giacomo — Frauer D. —
Costa Francesco — Pons Giovanni — Guidotti Giovanni
— Brnnner Giov. Claudio — Pons B. A. — Antonio Rostan — Casciani Angusto — Cereghino Stefano —
Jabier Eugenio — Borsalino — Cramer Mina — Pollock
J. F. — Culver Agnes G. — D'Ablaing Baronessa —
Tugini slg.na 0. — Comandi sig.ra Cecilia — D’Oyljr
Miss — Buckstuhl Anna.
(Continua).
7
LA LUCE
IL TRAMONTO DI ROMA
Studio di sloria c di psicolo
jia del Prof. G. Bartoli.
I.
Ona rissa in Trastevere.
Era avvenuta una tremenda lite In Trastevere. Una mezza dozzina di giovinastri si erano cacciati, verso le 15, entro un’osteria
d’infimo ordine, e là, dagli a bere e a giuncare fino alle 18.11 vino
dei castelli romani alzò di parecchi gradi la temperatura di quei
cervelli da beceri. Gli occhi non ci videro più giusto, e si gridò
che qualcuno barava al giuoco. Furono accuse, dinieghi, affermazioni, proteste, imprecazioni, bestemmie senza fine. Si venne agli insulti e ai pugni. Volarono per aria carte, bottiglie, bicchieri. Una
dopo l’altra, parecchie sedie caddero al suolo, fatte a pezzi da quei
forsennati. L’oste s’intrommise paciere ; ma, non riuscito nel suo intento, aiutato dai garzoni e dagli amici, spinse i rissanti fuori dell’osteria, e vi si pose a guardia. Al frastuono, al putiferio, accorse,
al solito, un nugolo di curiosi : alcuni per metter pace, altri per vedere dove andava a parare quella zuffa. Questa diventò furiosa, poi
finì nel sangue. Balenai’ono in aria i coltelli: calarono le mani in
cerca deU’avversario : si udirono urli disperati, e tre dei combattenti
caddero a terra in un lago di sangue. Allora, fu un fuggi fuggi universale, mentre da lontano comparivano a passo di corsa due poliziotti e quattro carabinieri. Alcuni minuti dopo, due di quei giovinastri, feriti gravemente, partivano in carrozzella per l’ospedale
di S. Giacomo : il terzo, perchè morto, restava sul terreno, guardato
a vista da due agenti e dai curiosi che erano tornati sul campo di
battaglia a commentar l’accaduto.
In un baleno, tutto Trastevere fu pieno di quel fatto di
sangue.
— Non l’ho sempre detto, io? — gridava gesticolando un donnone, in mezzo ad un gruppo di curiosi. - Al tempo di Pio IX questi
fattacci non accadevano. Allora la gioventù cresceva su col santo
timor di Dio, e, se si beveva un poco...
— Un poco ? — sciamò un vecchietto, che fumava la sua pipa
fra la turba. — Un poco? Ma dove avete messa la memoria, siora
Teresa? In Trastevere si è sempre bevuto, e ci siamo sempre ubriacati
da Papa Sisto in poi...
—______Non volevo dire che non si bevesse —• si corresse il donnone ma solo che, anche ubriachi, non si metteva mano al
coltello.
— Madonna del Carmine ! — pronunciò una vecchia, secca secca
e male in arnese, pure del crocchio. Non si ammazzava al tempo di
Pio IX? E quando è stato ammazzato qifella buon'anima del mio
uomo ? Cani I cani ! me l’hanno bucato con tre colpi di coltello, come
se fosse stato un pezzo di trippa. E tutto questo al tempo di Pio IX.
Andate là, siora Teresa I Tutto il mondo è paese, e tutti i tempi sono
uguali !
Accidempoli ! — sciamò un giovanotto tanto fatto, ammiccando
coll’occhio il donnone — questa volta, siora Teresa, siete stata messa
in sacco; in lingua nobile, vi hanno confutata. Anche al tempo di
Pio IX, in Trastevere, i nostri nonni bevevano, si ubriacavano e si
ammazzavano allegramente. Non dico bene, io ?
— Benissimo ! — gridarono più voci. — Sì, è sempre fatto così.
Ai Romani puro sangue è sempre piaciuto il vino e il coltello.
— Che stai tu a blaterare di Romano puro sangue? — disse il
donnone a un suo vicino — tu che puzzi di buzzurro a cento miglia
di distanza ? Io ho detto e ripeto che, se ci fosse un po’ di santo
timor di Dìo, non si vedrebbero di questi fattacci : ed io domando,
se ho torto o ragione.
___ Avete ragione ! siora Teresa : cento mila ragioni, gridò la
turba.
— Sd io sostengo — ripigliò l’ometto dalla pipa — che per impedire questi ammazzamenti, non basta il solo timor di Dio ; bisogna
mandare i ragazzi a scuola, perchè crescano su civili ; converrebbe
togliere i coltelli di tasca alla gente ; poi ci vorrebbe un Governo
forte che, fatta la legge, la facesse rispettare...
— Ci vuole il boia, insomma — sciamò uno.
_______E perchè no ? — risposero a una voce due o tre altri. — Meglio impiccarne uno solo, che lasciare che costui ne ferisca o ammazzi
una ventina.
— Siora Teresa, state per la forca, voi? — domandò il giovanotto tanto fatto.
— Che forca, che scuole, che poliziotti ? Tutto questo non è che
un cerotto. La piaga rimane. Ci vuole Chiesa, catechismo, rispetto
ai sacerdoti e pratica della nostra santa religione. Non vedete che
si va diventando pagani, noi ? E di che meravigliarci che crescano
i delitti ? Non rispetta l’uomo, chi non rispetta Dio !
— Vero, verissimo! — assentì la turba.
Il donnone, che andava in fama di eloquentissima e di clericale
fino all’osso, girò intorno lo sguardo sullo sue comari e gustò il
dolce sapore del trionfo. I più, alla fin fine, parteggiavano per lei.
___ Ora viene D. Ottavio a sciogliere la questione — osservò uno
dei presenti.
— La questione è già risolta — ripigliò il donnone. — A salvare
il mondo ci vogliono la Chiesa, il catechismo e i preti.
— Di più, la scuola, l’educazione civile, la carcere, i carabinieri
_______ soggiunse il vecchietto dalla pipa.
— Metteteci anche il boia — aggiunsero un paio di altri.
— Sono questi i termini della questione ? — domandò D. Ottavio, quando ebbe udito quella buona gente. Ecco il mio parere.
Avete un po’ ragione tutti quanti. A fare un popolo buono e morale
la religione sola non basta: ci vuole anche l’educazione civile, la
scuola, un Governo illuminato p forte, e, se occorre, anche le pene
più gravi. D’altra parte, tutto questo a poco vale, ove nella coscienza
interna dell’uomo non vi sia la voce di Dio che suoni alto : non ti è
lecito di rubare ! non devi ammazzare ! non commettere adulterio !
non nbrlacarti !
— Dice bene Lei, la scuola — interruppe il donnone — ma che
cosa imparano i nostri ragazzi alla scuola d’oggi?
___ A leggere l’Asino — osservò una voce. — Guardate là quella
processione !
A cento passi di distanza una turba di monelli seguiva, urlandò e schiamazzando, uno dei più grandetti, il quale, inalberato
a mo’ di stendardo il giornale VAsino, cantava, parodiandole, le litanie della Madonna. E i piccoli, dietro a fargli coro, intercalando
di tanto in tanto, un evviva a\VAsino e un abbasso ai preti.
— Ah ! quel mostro di Gigino ! — sciamò una donna del gruppo,
guardando verso i monelli.
— Anche il mio Carletto — gridò un’altra.
— Siora Teresa, vi sono altresì i vostri nipotini — osservò ridendo il giovanotto.
— Madonna Santissima ! — E il donnone si scagilò a spazzare al
vento quella sacrilega parodia.
Una tempesta di scapaccioni, dati da mani paterne o materne,
piovve in un baleno su quella piccola marmaglia, la quale, buttate
le insegne, fuggì piagnucolando a salvamento.
Il giovane prete si trovò solo in mezzo alla strada. Il Parlamento
del donnone era sciolto. I deputati rincorrevano gli amici fuggitivi
dell’Asmo ; per il chè, ridendo anch’egli, continuò la sua via.
II.
Una partita a tarocchi.
Quella stessa sera, in uno dei foschi e melanconici palazzi di Via
Giulia, quattro cardinali di Santa Romana Chiesa giuocavano insieme ad una partita innocente di tarocchi. Il più giovane di essi,
Francesco Sinibaldi, mostrava all’aspetto un cinquantacinque anni ;
gli altri tre oscillavano fra i sessanta e i settanta.
Il cardinale Sinibaldi era un bell’uomo. Alto della persona,
benché leggermente curvo, aveva una testa scultoria, due occhi dove
stintillava una chiarezza pacata, una fronte ampia e pensosa e un
labbro sul quale errava un sorriso, a un tempo dolce e melanconicoL’anima tenera di quell’uomo vibrava sulle linee del volto, come
il fremito musicale di una nota dolce vibra sulle corde di un arpa.
Il suo compagno di giuoco, il cardinale Giacomo Freschi, era, a
guardarlo, una persona insignificante. Forse aveva un’anima; ma il
suo volto, uniformemente pieno e grasso, non la mostrava. Una sola
cosa vi si notava : due palpebre, gonfie, ripiegate e cadenti : sembravano baciate dal dio del sonno.
Non così il cardinale Marciano Turini che gli sedeva allato. Duo
pupille mobili e scintillanti, le mascelle serrate, i pugni stretti, che di
tanto in tanto deponeVano le carte sulla tavola con gran fracasso ;
persino una gobba incipiente che gli danzava vivace sul dorso ad
ogni scossa della persona, piccola e nervosa, suscitavano in chi lo
guardava l’imagine della forza, della energia e della battaglia. Sopra
la fronte di lui pareva scritto : cave canem !
Il compagno del Turini era un asceta, dal calottino rosso, dalle
guancie melliflue, dall’accento cascante. Le sue mascelle avevano un
moto quasi continuo, come di ruminante. Non era malattia, ma un
uso strano, contratto da lui nei lunghi anni di vita monotona e chiusa,
in una delle segreterie papali. Era, del resto, un uomo innocuo,
anzi buono, benché solo negativamente. Si chiamava Rinuccio Sartirani.
La sala dove i quattro cardinali giuocavano, era nobile, ampia,
ma triste assai. Di giorno era semioscura, e di notte non vi erano
lampade all’antica che bastassero ad illuminarla. Vi era sempre qualche
cantoncino oscuro, forse, per favorire il colloquio segreto, la stretta
di mano alla macchia, o anche un innocente appisolarsWf uori di tempo.
Come avviene poi in tutte le case vecchie, quella sala esalava mille
odori esQtici di antichità. Pareva che dieci secoli fossero a volta
a volta passati per essa, e ciascuno vi avesse lasciato un odore
eterno.
In uno degli angoli semioscuri della sala, tre preti del seguito
dei cardinali, si trattenevano discorrendo con due signore, una di
età matura, di quell’età, cioè, intorno alla quale, salva la'gentilezza.
non è più lecito interrogare la donna ; ed una giovane nel fiore degli
anni, quando basta un’occhiata per dire : costei non ha ancora passati i vent’anni. .
Bice Turini era una bella ragazza. Il fusto alto e slanciato della
persona, la carnagione fresca e rosea, la chioma nera e abbondantissima, le pupille vive e profonde, un contorno del viso regolare e
squisitamente ovale, le davano l’aria di una dì quelle Madonne Raffaellesche che il divino pittore immortalò sullo sue tele. La signora
era Maria, madre di Bice ; la casa era quella del cardinale Turini.
Dei tre preti, tutti giovani, uno più degli altri guidava la conversazione, D. Ottavio, il nipote del cardinale Sinibaldi. A lui aveva
fatto appello, poche oro prima, in Trastevere, il donnone : e lui ora
ascoltavano, pendenti dal suo labbro, i compagni sacerdoti, Bice e
la madre di lei.
{Continua).
8
8
LA LUCE
INNI SACRI
SECONDA EDIZIONE
Grandemente migliorata e in veste distinta. UPJfì LITìTì la copia
Ordinazioni al sig. 0. Jalla, = 61 Via del Serragli, = RIRRN^E
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IL COLORE PRIMITIVO
È un preparato speciale indicato per ridonare alla barba ed ai capelli bianchi
ed indeboliti, colore, bellezza e vitalità della prima giovinezza senza macchiare nè
la biancheria nè la pelle Questa impareggiabile c< mposizione pei capelli non è una
tintura, ma un’acqua di soave profumo i-lie tìon macchia hè la biancheria nè la
pelle e che si adopera colla massima facilità e speuitezza E»sa agisco sul bulbo dei
capelli e della i arba f< rnendone il nutrimento necessario e cioè ridonando loro il colore primitivo,
favorendone lo sviluppo e rendendoli flessibili, morbidi ed arrestandone la caduta. Inoltre pulisce prontamente la cotenna e fa sparir • la forfora — Una
snii, hniHztIa OaAa per comegutrne un effeltosurprt/iuance
A.'r *r e: » T A. TT o
Sigftiff'i ^NGKLO illGONE & C. - Milano
Final.i/ente ho potuto trovare una preparazione che mi
riilonasse ai capelli e alla barl>a il colore primitivo, la freschezza e bellejiza della gioventù senza avere il minimo
disturbo nell’ap^licasione.
Una sola bpttigba della vostra Anticanizie mi bastò ed
ora non ho un solo pelo bianco. Sono pienamente convinto che
questa vostra specialttii non è una tintura, ma un’acqua che
non macchia nò la biancheria nè la pelle, ed agisce sulla cute
e sui bulbi dei mIì facendo scomparire totalmente le pellicole e rinfbrzando le radici dei capelli, tanto che ora essi non
cadono più, mentre corsi il pericolo di diventare calvo
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Annotazioni suH’Ecclesiaste ... » 0,10
Babilonia (La), di S. Bonnet. . . > 0,25
Beatitudini (Le).....................» 0,25
Contraddizioni della Bibbia , , » 0,25
Credo (II) o simbolo apostolico . . > 1,—
Cristo e le Scritture, di A. Saphir . » 0,15
Discorsi sinottici, di Fraser . . . 0,75
Dizionario geografico del Nuovo Testamento ...........................» 0,30
Gesù Cristo e il genio, di Oiampor
cari...............................> 0,76
Gloriosa rivelazione della creazione, di
Jervis.................................. 0,25
Lezioni (Cento) sulla vita di Gesù
Cristo, di A. Revel .... » 0,25
Lezioni su alcuni capitoli della Genesi, di Gaussen » 0,50
Note sull’epistola ai Filippesi, di E.
Meille . . . ... . . 1,—
Note sull’epistola agli Ebrei . . • 0,50
Palestina (La), di S. Bonnet. . . » 0,10
Patrimonio (Vero) di S. Pietro (prima
epistola), di Leighton ...» 1,—
Raggi di luce, per 52 Domeniche . » 0,40
Risurrezione di Lazaro, di O. P. Revel. » 0,25
Sermoni, di O. P. Meille ...» 1,—
Spiegazione dei suggelli dell’Apocalisse ...................................» 0,10
Studi sui libri di Mosè, di Burnier . » 0,50
Tavole sinottiche dei Vangeli . . » 0,25
Teologia del Vangelo, di Geymonat. » 2,—
Vasellamenti dell’Arca .... » 0,75
Vita e scritti di S. Pietro ...» 0,10
Scienza della religione, di P. Geymonat, le 3 parti....................» 3,50
Alcuni martiri siciliani. ...» 0,20
Andrea Dunn, parroco irlandese. . » 0,15
Apologetica cristiana, di Paterson . » 0,75
Atto di accusa contro i papi . . » 0,25
Apostolo e martire...................» 0,20
Beneficio di Gesù Cristo crocifisso . » 0,20
Cattolicismo apostolico primitivo . » 0,10
Chiesa Romana giudicata (litografia). » 0,15
Considerazioni sullo spiritismo, di P.
Geymonat...............................» 0,10
Consigli agli evangelisti ...» 0,10
Cristiano (II) emancipato ... » 0,20
Difesa popolare d. Cristian., di Cadot,
voi. I, IC e III, ciascuno ...» 0,25
Dizionario delle reliquie e dèi santi. » 0.40
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