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LA BUONA NOVELLA
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frnncoa] Direttore (fella KrovA Norru.A e non allpimenti.
% All’estero, ai seguenti indiritzi: Londua, dai biga. Nissliett o librai, 2i BerncrA-strect ;
Parigi, dallalibreriaC. Meyrucii, me Tronrhel, dal sìr. Peyrnt-Tinel libraio;
dai sigg. Denis et Pelli Pièi*« lihfai, rutì Neuve, i8t Ginbvua, dal RÌg. E. Heroud liUraio;
Losa.'^na^ dal sig. Delafooulncl|l>riio.
LA PAROLA DI DIO
V.
Non senza valide ragioni, prese specialmente
neU'ordine moralo, credesi alla parola degli
apostoli, come a dottrina cristiana, come a
parola di Dio. A quello aggiungonsi lo provo
storiche, lo quali però non sono, per noi ,.clie
testimonianze umane riguardanti l’autenticità
dei singoli libri o del canone intero; imperocché non altro che testimonii sono i Santi
Padri, i Concilii, tutta la Chiosa cristiana. Ed
il esorbitante presunzione so la Chiesa romana,
invece di testificare, vuole sentenziare, cd
essere in pari tempo testimone del fatto ed interprete della legge; se i papi vogliono che
alla loro parola si creda come a quella degli
apostoli, cui si vantano successori ; come a
quella di Cristo, cui si proclamano vicarii ;
come a quella di Dio, che in sulla terra pretendono di rappresentare!
Ila qualche base neH’EvangcHo qnell’autorità
papale, quel permanente oracolo cho da Roma
pretende illuminare e diriggere la Chiesa?
Nissuna, poiché questa promessa: « Io sarò
€ con voi sino alla fine del mondo >, simile
ed eguale a quest’altra: » Ovunque due o tre
« persone saranno riunite in nome mio, io sarò
« in mezzo a loro »; sono per tutti i cristiani,
per ogni adunanza formata in nome di Cristo;
e garantirebbe l’infallibilità di tutti, se d’infallibilità contenesse qualche idea. Non dicasi che
papi c vescovi continuino l’opera apostolica!
APPENDICE
IL C.\TTOLICISMO I\ SICILIA
LETTEI\.\ III.
Son pochi i paesi dove la Chiesa cattolica ò
così ricca come in Sicilia. Quando Ruggiero il
Normanno tolse quest’isola di mano a’ Saraceni, no diviso il territorio in tre parli ; una
delle quali diede a’ suoi commilitoni, un’altra alla Chiesa, e la terza tenne per sò. Egli è
vero che talvolta il governo hà messo le mani
su’beni ecclesiastici; verissimo che presso noi
è avvenuta gualche riduzione di conventi ; ma
bisogna osservare che qui, oltre al gran dono
di Ruggiero, la Chiesa ha avuto, e talvolta carpito, come altrove, innumerevoli e vistosi lasciti pii; por cui, calcolando questi e le fatte
riduzioni, risulta che la Chiesa possegga tuttavia un terzo del territorio siciliano come aU’o
Bisognorebbe, per lo meno, in prova di tale
assunto, che dimostrassero li stessi doni. Ma
quali doni straordinarii sono poi stati compartiti ai sedicenti successori? Quale facoltà
di profezie o di miracoli ? Or cessata la capacità, l’autorità cessa. Afllnchè questa si perpetuasse, afllnchè quella di Pietro fosso pure da
attribuirsi a Pio IX, bisognerebbe che vedessimo in questo come in quello un tale apostolo
e predicatore dell’evangelio, che ad un paralitico sapesse e potesse ancor dire ; io non ho
nè oro, nè arfjenU); ma quel ch’io ho M dono:
nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, lèvati ^
cammina [Atti III, Ifi). Se saremmo ridicoli
chiedendo colali miracoli, non si rendono piii
ridicoli coloro che fanno l'autorità papale eguale,
anzi superiore a quella degli apostoli, ammettendo che il papa promulghi dommi, comandamenti , dispense, come non avrebbero
osato mai fare gli apostoli, cho di buon grado
sottoponevano la loro predicazione al controllo
della Sacra Scrittura comunemente letta? {Alti,
XVII, n).
Quell’oracolo i romanisti lo vogliono ad ogni
modo, senza saper manco ove ei sia, se nella
Chiesa tutta, o noi Concilii, o nel papa, ovvero
nella tradizione, e questa ancora viene in diversi modi intesa, o ritienesi quale dottrina
divina, senza manco sapere in che finalmente
poi consista____Nò noi assolutamente rigettiamo la tradizione; come filo storico può essere utile; non deve smarrirsi, deve rintracciarsi. Ma se la tradizione è umana, non fa
autorità ; se fosse divina, non potrebbe mai
poca normanna. Non è questo il luogo di dimostrare quanta ingiustizia sia in silTatta distribuzione di beni, e quanto male ne venga alla
prosperità del pae.se.
Il governo rivoluzionario nel 1848 aveva già
dato mano ad una riforma su questo proposito,
pennettendoai particolari enfiteuti, odebitori di
rendite verso le chiese di affrancare i loro beni
da siiTatti gravami, versandone i capitali nelle
pubbliche finanze, le quali si dichiaravano per
questo in debito verso le chiese. Bisogna diro,
ad onore del clero siciliano ed a conferma del
di lui patriottismo, che nessuna voce si levò,
nò in Parlamento nè fuori, contro siiTatta misura; la quale non era che il preludio d’altre
più radicali e più utili, e forse di un completo
incameramento.
Io non potrei darlo una statistica esatta nò
dello chiose, nò dei conventi e monasteri, nò
del numero effettivo de’ preti, de’frati e delle
monache di tutta la Sicilia ; ma le trasmetto
essere in conlrnddiziono colla Scrittura, essendo impossibile che Dio si contraddica in
quanto ha rivelato; se v’è qualche divergenza,
dal lato della tradizione s’arguisce l’errore. Or
pur tròppo tra lo tradizioni romano o la Sacra
Scrittura sono tali e tanto lo discrepanze, chn
per nasconderle nulla può fare di meglio il
papa, cho di mettere all'indicé la Bibbia volgarizzala, di proibirne al popolo la lettura, como
dannosissima per la fede !
Senza fissare a priori il complesso della rivelazione, si giunge coirosome dei fatti alla
conclusione, ciie ricevendo come parola divina
qualche cosa oltre a ciò ch’ò scritto nolla Bibbia,
si apre l'adito ad elementi eterogenei, o non si
riesce che ad intorbidure la ])ura dottrina evangelica.
Dovendo pertanto respingere assolutamente
la dottrina romana, secondo la quale Iddio tuttora parlerebbe per bocca del papa e dei vescovi,
e non potendo d’altronde sotto.scrivere all’opinione che vuole la parola di Dio compresa nella
Scrittura, ma non identica colla medesima, non
ci rimano che la dottrina della nostra Chiesa,
cioè che tutta la Scrittura ò parola di Dio.
E ci godo l’animo il poter aiTermaro e sostenere altamente che tale è la dottrina apostolica,
cristiana. Non possiamo ammettere che Gesù
Cristo, dopo avere dato la sua dottrina como
via di saluto, non avendola scritta, avesse inviato apostoli che non fossero pienamente accertali della medesima, e non abbastanza illuminati per trasmetterla, da fedeli testimonii,
nella sua purezza. Quindi se l’apostolo san Paolo
alcune cifre riguardanti la città di Palermo, e
un piccolo comune, onde sul piede di esse
poter fare un calcolo approssimativo.
Palermo è una città di circa 200,000 abitanti, e malgrado la riduzione dei conventi fatta
da Ferdinando IV, avolo dell’attuale re, abbiamo ancora 69 tra conventi e monasteri.
Prima della rivoluziono, i soli Gesuiti possedevano in questa città sci conventi, ma Ferdinando IV non no lasciò loro che due.
Abbiamo poi 194 chiese, senza contare le
cappelle particolari di alcuno famìglie provvedute di speciali beneficii. Il numero de’ frati, dei
clericali e dello monache ascende presso a poco
a 5,000 e qualche centinaio. — Ciò in Palermo.
A Collesano, com\me di circa 5,000 abitanti,
sono 12 chiese, tre conventi, due monasteri o
non meno di 100 fra preti, frati e monache!
Ciò che dico di Palermo e di Collesano può benissimo applicarsi alle altre città e comuni della
Sicilia.
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dice od insegna cho « tutta la Scrittura ò divi« namente ispirata, ed utile ad insegnare, ad
« arguire, a correggere , ad ammaestrare in
« giustizia »; noi crediamo cho tale dottrina
sia non deirapostolo, ma di Colui che l’ha
inviato e dello Spirito che lo guida (2» Timoteo, III, 16). Dice pur san Pietro che è per lo
Spirito Santo mandato dal cielo, che l’evangelio
è stato annunziato (1® Piet., I, 12). Cristo medesimo, accenna pur sempre alla Scrittura,
como a quella divina testimonianza che ci
procaccia conoscenza di lui, di Dio, di tutta
la verità necessaria alla salute, od all’ignoranza delle Scritture imputa il principio di
pili grandi errori. « Investigate lo Scritturo;
« perciocchò voi pensate per esse aver la vita
« eterna ; e desse son quelle che testimoniano
« di me. — Voi errate perciocché ignorate le
« Scritture » (Giov., V, 39; Mat , XXII, 29).
Nello proprie tentazioni che gli toccò soffrire,
Gesìi s’appoggia di continuo a ciò ch’è scritto,
volendo colla Scrittura confermare la propria
parola, e con questa convalidare quella ch’era
stata data a guisa di lampada rilucente, finchò
egli venisse a meglio illuminare il mondo. Dopo
la sua risurrezione, manifestandosi ai discepoli
non solo colla propria parola li convinco perfettamente ch’egli è risuscitato, ma colla Scrittura, cho egli ha cura di spiegare loro minutamente, dimostra che così doveva avvenire, che
egli risusciterebbe, e prova in pari tempo che
la Scrittura è da Dio, e ch’egli stesso è Dio.
In ultimo però conviene cho confessiamo di
aver dimostrato soltanto che al di là di quanto
è stato scritto nel tempo apostolico, ed in allora
o qualche tempo dopo è stato raccolto nel sacro
canone, nulla v’è che possa dimostrarsi proveniente da Cristo, da Dio, e che possa fare
autorità nella Chiesa. Or rimarrebbe puro da
provare che tutti i libri componenti la Sacra
Scrittura sono autentici, cioè datano dall’epoca
e son doll’autoro cui sono attribuiti. Qui valgono le testimonianze storiche ; e sarà pure
nostra cura di darne ai nostri lettori una qualche
sufficiente cognizione. Ma quando un libro ha
per sè la testimonianza dei secoli, di tanti partili diversi, di tutta la cristianità, sino a prova
certa del contrario, non conviene che ognuno
A fronte di cifre così esorbitanti di preti, frati
e monache, ognuno senza fallo resterà sbalordito, attribuendone forso le cause od a profondo
sentimento religioso, od a fanatismo straordinario. Ma la bisogna procedo altrimenti ; conciossiachò presso di noi, più che altrove, la
professione ecclesiastica è divenuta un vero
mestiere. Le persone si danno alla carriera monastica 0 dericalc colla stessa indifferenza e
collo stesso calcolo come si darebbero alla carriera legalo o medica 0 burocratica ccc. In ogni
famiglia numerosa del ceto medio, è già stabilito che vi debba essere un legale, un medico, un impiegato ed un prete. Fin da quando
i suoi figli sono fanciulli, ogni genitore fa la
distribuzione delle professioni nel modo succennato; e può darsi che non gli importi di
avere un legale o un medico o un impiegato,
ma un prete, se i figli sono più d’uno, ci deve
essere immancabilmente, o per lo mono un
frate. Avere un prete in casa è presso noi una
s’attenfea a quella ch’è comune e già sperimentata credenza 7
LETTERE AD UN AMICO
LETTERA IV.
Come ti scrissi, fra le risposte che mi desti,
sull’argomento religioso, havvi anche questa: —
10 voglio, dici, rimanere nella religione in cui
nacqui; non lij, muterei ancorché dovessi patire
11 martirio.
Dal particolare esame di tale opinione io credo
che ti convincerai delle inconseguenze eh’ ella
contiene, riconoscendo però tutta la buona fede
con cui la esternasti. Primieramente, è in genere un miscuglio di malintesa tenerezza alla
memoria de’ tuoi genitori, d’illusorio indipendentismo e di vana presunzione ; ma di queste
cose ti ho fatto cenno altra volta, dunque lasciamole. Or, dimmi, sai davvero in quale religione
sei nato? Forse mi rispondi — Nella religione
cattolica; — ed io ti domando di nuovo — Credi
che un amico possa darti il consiglio di abbandonare la religione cattolica? — No — replichi,
supponiamo; tuttavia mi soggiungi—Tu mutasti
però di religione e vorresti che io facessi altrettanto. — A questo punto io esclamo come in passato : adagio, amico mio, intendiamoci meglio ;
posso benissimo desiderare che tu segua il mio
esempio, ed appalesarti eziandio talff desiderio
e mostrartene la ragionevolezza e i vantaggi : ma
ciò non equivale di certo al dire ch’io voglio che
tu faccia altrettanto. In ìqcouAo luogo, aggiungo;
t’inganni se pensi ch’io abbia mutato religione :
sono forse divenuto ebreo, turco, ateo, ecc.? La
religione che, indegnamente, professo è la cattolica ; è quella per cui tu stesso dichiari che sapresti soffrire il martirio; laonde io sono indotto
a concludere che in realtà non sai in qual religione sei nato.
Per cattolica religione si deve intendere la
religione di Gesù Cristo, la quale, se ancora affatto non lo è, pur verrà stabilita o predicata in
tutto il mondo ; e a che in sostanza si riduce il
mio cambiamento? A null’altro che a ripudiare
quanto di contrario e di ripugnante alla cattolicità v’è appunto nella cattolica religione in cui
nacqui ; avrò motivo in seguito di offrirtene le
prove.
Ora, per non uscire d’argomento, ripeto che
tu ignori in quale religione sei nato, cioè, puoi
_ _____*
gran cosa, una sorgente di lucro, di lustro e
d’economia. E se la famiglia non si trova in
grado di provvedere al patrimonio ecclesiastico
del chierichino, allora, pazienza ! lo si fa frale,
per disperazione.
Le nobili famiglio poi, per favorire il primogenito 0 lasciarlo ricco, fanno di tutto per costringere i cadetti a vestir l’abito Bcncditlino
ovvero Olivetano, e le figlio adentrare ne’mo
nasteri di Sanla Caterina o della Martorana, o
di Vaiverde e via dicendo.
Dal fin qui detto si vedo chiaro che nolla
scelta dello stato ecclesiastico non ha luogo nè
il sentimento, nò il fanatismo religioso, e nemmeno si consulta la vocazione ; ma unicamente
il calcolo, la convenienza delle famiglie e degli
individui. Quali frutti possano produrre e quali
esempi possano dare i preti, i frati e lo monache create a questo modo, ciascuno può
comprenderlo. Chi abbraccia la vita ecclesiastica per mestiere, ne fa un mestiere ; chi la
credere di trovarti nella religione di Cristo, perchè te lo dissero i genitori e i preti, ma non ne
conosci l’essenza, in che cosa ella consista ; se
consiste in quelle dottrine che ti furono insegnate oppure in altre , imperciocché mai non
ti venne almeno la curiosità d’informartene od
avesti la debolezza fin qui di sacrificare il tuo
indipendentismo alla comodità di lasciarti guidare dairopinioue altrui o, finalmiinte, incredulo
e verso le istruzioni ricevute, e verso gli istruttori, ti mantieni, senza saperlo, in uno stato d
inconseguenza e peggio.
Amico mio, sono tristi i risultamenti delle funeste massime che ti accennai : vivere e morire
nella religione in cui si nasce ! dunque non importa
conoscerla, dunque l’ebreo si mantenga pure nel
giudaismo, il maomettano nell’islamismo, il selvaggio nel feticismo : pensare come si vuole, ma
rispettare il mondo (non Dio)! dunque non importa
esser ateo, basta fingere di non esserlo; ed ecco,
tutta la morale consiste nel conservare una religione qualunque trovata per caso, nascendo; e
meno male che per inerzia e per non darsi pensiero alcuno, si amasse di camminare nelle tenebre, di attenersi ad una guida, anch’essa per caso
trovata, e sdebitarsi cosi di ogni cura c di ogni
responsabilità; ma in tale ipotesi bisogna essere
conseguenti ed obbedire iu tutto a chi vi stende
la mano; il peggio si è che vuoisi rimanere nell’oscurità, si disprezza, in segreto, la guida suddetta, riconoscendola cieca, e si fa, in palese, mostra di accoglierla ; quindi, in sostanza, il più
minimo sentimento morale scomparisce e vi sottentra la menzogna, il sacrilegio, l’ipocrisia.
Di che si tratta in fin dei conti, mio caro amico?
D’essere un po’ logici, di camminare per una via
diritta, non per torti sentieri, di esternare ciò che
dentro di noi sentiamo. In una parola, seguire
un formalismo religioso, senza che ne siamo persuasi, ma unicamente perchè era praticato dai
padri nostri e perchè si conserva nei paesi in
cui dimoriamo, è finzione bella e buona, comecché non sabbia il difetto e l’intenzione di fingere, e ciò non è certo onorare la memoria degli
avi. E poi dimmi; i tuoi ed i miei antenati furono,
senza dubbio pagani, a meno che non siano stati
israeliti; quindi se avessero avuto in mente fissa
la massima che ognuno deve restare nella religione in cui nacque, non l’avrebbero mutata mai
(e nota eh’ essi dovettero mutarla, non è cosi di
noi), e noi stessi oggidì non potremmo chiamarci
cristiani o cattolici. Egli è vero che a questo
grandioso nome di cattolica aggiunto alla reli
abbraccia per disperazione, vive da disperato ;
e chi v’è stato costretto, se ne vendica facendo
¿ina vita tutt’altro cho esemplare.
Per vero, non mancano presso di noi clericali e frati distinti per dottrina sacra e profana;
ma nel maggior numero si osserva una crassa
ignoranza, specialmente nelle provincie. Tutto
il forte sta neH’oltonero gli ordini ; c per giungere a questo, o bene o male i chierici ed i
novizii studiano qualche poco ; ma toccando il
sacerdozio, come se toccassero le colonne d’Èrcole in fatto d’istruzione, fanno posa, danno un
addio a’ libri, o rimangono, come suol dirsi,
padri da bretiario.
Ancho presso di noi le chiese, i conventi o i
monasteri non possono acquistare nè por donazioni, nò per testamenti; quindi non ha più
luogo, come un tempo, la caccia de’ lasciti pii;
ma invece esiste un’altra caccia, quella dello
messe cho si fa nel campo dei confessionali ed
al letto degli ammalati. In questo senso biso-
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gione in cui nascemmo, vi è annesso ancora il
titolo di romana o papale ; ma non ti sembra che
tale qualifica di romana sia in contraddizione
coll’attributo di cattolica, nel significato preso
dai clericali: se col nome di romana si volesse
intendere una delle chiese nazionali anzi locali
e vere di Cristo Gesù, che tutte insieme costituiscono la cattolicità, nulla vi sarebbe da obbiettare, ma non è cosi. Io intendo benissimo quando
mi si annunzia che la sola religione cattolica è
la cristiana, oppure che la cristiana, estendendosi, diventa cattolica, cioè universale, avente
per capo, unificatore, priifbipe, Cristo, mediatore unico il Nazzareno ; viceversa, nulla comprendo allorché mi si dice che la romana, come
esiste, è la sola religione cattolica, avente per
capo, unificatore, principe, Cristo, mediatore un
uomo chiamato papa: si risponderà forse che il
papa non è che il vice-re, il vice-Dio; grazie dell’avviso ! tale asserzione è cosi temeraria, sorprendente ed assurda che nessun gesuita è in
caso di puntellarla con ragioni anche fiacche; io,
al contrario, posso mostrare, con irrefragabili
prove alla mano, che in terra il vicario di Cristo, il vero papa, altri non è che lo Spirito Santo
di Dio.
Tornando al tema di questa lettera, io penso
che i nostri genitori, seguendo pure la religione
cattolico-romana, abbiano venerato in essa non
già il papa, con tutti i suoi cardinali, ma il Cristo e la sua dottrina, benché appunto vestita di
forme romane, delle quali non ebbero la sorte o
la grazia di riconoscerne le sconvenienze e la
bruttura, come avviene di molti eziandio fra i
cattolici-romani d’oggidi; ed ho la certezza di
esprimere la verità e di onorarli, parlando in questa maniera, assai meglio che non adottando i
loro incogniti errori.
Chiuderò il foglio con una preghiera; bada,
amico mio, di non cadere nella ipocrisia, involontariamente, senza addartene, s'intende, imperciocché nessuno cbs ti conosca può chiamarti
ipocrite. Libertà di coscienza, ma dirittura d’animo ; or, vuoi seguir tu il romanesimo (sinonimo di gesuitismo?) Ebbene, allora devi stare
sommesso a’ decreti del Vaticano e devi lasciarti
dirigere dalla tribù sacerdotale: sei tu incredulo?
in questo caso non fingerti credente con atti farisaici esteriori, per viste mondane di credito,
d’interesse od altro; se non che, tu non puoi essere incredulo, hai mente da conoscere che i
misteri, e quindi i miracoli non sono poi cose
gna dire che si fanno buoni affari ; e tanto i
penitenti quanto i moribondi, se posseggono
qualche cosa, specialmente nello provincie ,
non dimenticano nè i loro padri spirituali, nè
i sacerdoti che Ji assistono \in extremis. Dandosi il caso che qualche sacerdote abbondi di
messe oltre il necessario, egli o ne cede una
parte a’ suoi colleghi, facendovi sopra un piccolo guadagno, del quinto, per esempio, del
quarto, ecc., o si riserba di dirle a siw tempo,
e talvolta finisce per non dirle per mancanza
di tempo, o per dimenticanza, o per altri peggiori motivi. Adesso 6 qualche tempo cho non
si parla di scandali in questo genere di speculazioni ecclesiastiche ; ma vi fu un’epoca in
cui si scoprirono delle magagne non so se
più turpi 0 bizzarre. Si seppe, per esempio,
che qualche prete, invece di una, celebrava
duo o tre e talvolta maggior numero di messe
nel giorno stesso e in diverse chiose. Figuratevi che fonte inesausta di guadagni! In Sicilia
che meritino ii riso, le beffe e neppure le meraviglie : tutto nel creato é mistero e miracolo;
si conoscono certi effetti, si conoscono alcuno
cause seconde, ma nessun dotto, in nessuna cosa,
giunge mai a spiegare le cause prime, o le prime
forze così nel cielo, come sulla terra (^in noi
stessi. Io, per esempio, mi stupirei che non vi
fossero nè misteri né miracoli, a lato delle miserie innegabili della vita presente: l’incarnazione di Gesù Cristo e l'influenza del Santo Spirito sulle anime nostre si possono chiamare i
due più grandi misteri, eppure se leggerai la
Bibbia non ti sembreranno più misteri, in certa
guisa, benché rimangano sempre tali; e se credi
alla divinità del Messia, devi necessariamente
credere eziandio all’azione del Santo Spirito, che
è dal Redentore medesimo paragonato al vento
che soffia ove egli vuole, e tu odi il suo suono, ma
non sai onde egli viene, nè dove egli va; cosi è chiunque è nato dello Spirito; cogli influssi ne sente la
sua presenza. Per ultimo, sei,tu credente in Cristo , rigetti il farisaismo degli scribi romani ?
Dunque non protestare soltanto colle idee, protesta in pari tempo cogli atti; non farli paura
del mondo, tanto più che il tuo coraggio ti avvicina più tosto all’apostolo Paolo, anziché al timido Nicodemo (nel principio della sua conversione); segui l’impulso del tuo indipendentismo;
lo Spirito di Dio t’illuminerà la coscienza, e allora l’esclamazione che fai, non muterei di religione, ancorché dovessi patire il martirio, che ora
proviene da orgoglio mondano e da entusiasmo
inconsiderato, diventerà ispirazione vera, magnanima e divina: e che ciò abbia a succedere me
Io provano il tuo animo virtuoso, il tuo carattere
vivo, la tua mente svegliata e quella medesima
esclamazione, la quale mi dice appunto che sei
credente nell’ intimo del cuore, altrimenti sarebbe una menzogna; e credente a che cosa della
religione cattolico-romana t al senso forse rinchiuso nella parola romana, secondo il giudizio
dei clericali? No, perchè anzi protesti contro l’enormezze loro. Dunque credente nel vero cattolicismo ; dunque nel fondo, credente evangelico;
e se ancora non lo dichiari e non li determini a
dissipar le annunziate contraddizioni, é in forza
di quegli inveterati pregiudizi, comuni a buon
numero d’italiani, cho il tempo soltanto, l’esperienza, la riflessione e, più di tutto, la grazia suprema valgono a sradicare. Ti stringo la mano ;
addio.
la messa costa due tari nelle provincio (circa
un fra»co) e tre nella capitale. I preti ed i frati
non si fanno concorrenza col ribassarne il
prezzo; ma spesso volte ricorrono ad intrighi,
a raggiri ed a mille arti poco onesto per togliersele a vicenda. Le rendite delle cbiese sono
amministrate da procuratori, per lo più clericali, scelti da’vescovi ; immaginato con quanta
cupidigia si ambiscano siffatto amministrazioni
per goderne i proventi, e per ottenerlo spesso
si pongono alla pruova tutte le aderenze, si
fanno rogali, promesse, umiliazioni o via discorrendo, peggio che se si lrattas.se d’impieghi profani.
Insomma, quello che vi è di buono nel clero
siciliano si è. il patriottismo; ma il patriottismo,'come ognun sa, non ò che una virtù civile;
se poi si vogliano ricercare ne’ nostri clericali
le virtù veramente ccclesiasticho, allora viene
l’imbarazzo, perchò nella generalità esse non
esistono. Del sacerdozio qui si conoscono a
L’ABATE LABOBDE
E Ili »OGinA »ELli’in.nACOLA^TA
È uscito a Parigi un opuscolo intitolato; Relazioni e memorie dei contraddicenti al nuovo dogma
dell'immacolata Concessione e alla Bolla Ineffahilis, dell'abato Laborde, di cui abbiamo stampato
la lettera a Pio IX (V. JJitona Nov.n. 4). Nel proemio, l’autore spiega la necessità di opporsi allo
novità profane della Dolla. Il primo capitolo si
intertiene sul viaggio a Roma da lui fatto, ove,
appena giunto , ricevette ordine di lasciare la
città, e di comparire innanzi al tribunale dell’Iuquisizione, che lo fece scortare dai gendarmi a
Cività-Vecchia e mettere a bordo d’un vascello
in partenza. L’autore nega esservi stato entusiasmo a Roma il giorno della pubblicazione del
nuovo dogma, siccome si fece correr voce ; non
vide entusiasmo in nessun luogo. Dopo questi
particolari, egli entra nella sostanza della questione. Le sue conclusioni sono che sarebbe
d’uopo di un concilio generale per risolvere lali
difficoltà.
Del resto, l’abate Laborde non «: il solo ec'
clesiastico che abbia protestato contro la decisione papale; molti altri dichiararono di non voler sottomettcrvisi, e sono stati por questo atto
sospesi dalle loro funzioni. Circa ai laici, il più
gran numero respinge il nuovo dogma : le divisioni sono profonde in seno della Chiesa cattolica. Il signor di Montalembert, fra gli altri, ha
testé ripudiato le dottrine difeso dal giornale
VUnivers.
¡VOTIZiE RELIGIOSE.
Dietro i più autentici ragguagli la statistica
generale delle missioni evangeliche in tutto il
mondo comprendeva, non é gran tempo, 2,945
missionarii, 11,807altri agenti stipendiati, 333,60-1
comunicanti, 31 stabilimenti indigeni e 40 stamperie. Le spese elevavansi a più di 16 milioni di
franchi.
Le varie chiese metodiste mantengono elle
sole 900 missionari consacrati, assistiti da 8,226
predicatori locali, catechisti, interpreti e institutori. Hanno nelle loro stazioni 165,972 membri
della chiesa e 101,742 alunni nelle scuole, oltre
7 scuole di teologìa e li stamperie. Le spese
ammontarono l’ultimo anno a 3,422,265 franchi.
fondo i diritli e le prerogative, ma a’ doveri
pensapo pochissimi.
Le monache sono presso a poco l’immagino
de’ clericali e de’ frati ; ciascuna vede cogli occhi del suo padre spirituale, e pensa e credo,
ed opera giusta le norme ch’egli le prescrive;
la monaca ò presso .noi un essero eminentemente passivo, como in generale sono tutto le
nostre donne; il maggior merito delle monache si è quello di saper fare do’dolci squisiti;
e se avessero tanta virtù in fatto di religione
quanta nc hanno in quel ramo d'industria, sarebbero santissime.
Mi resta a parlare dello spirilo religio.so nelle
masso, 0 di questa terrò conto in un’altra mia
che sarà l’ultima.
4
Risulta da tali cifre che le, raric chiese metodiste hanno circa il terzo di tutti i missionari
della cristianità evangelica e la metà dei comunicanti e degli alunni, e che tuttavia le speso
loro non sommano che un quinto del tptale.
Oribntb. — Stato delh scuole evangeliche sul
monte Libano nel maggio del 1854 :
Howara, villaggio maronita ; — 24 [case, —
120 abitanti, — scuola fabbricata, — Suleiman
Saleibey institutore evangelista , — servizio
ogni domenica nella sala della scuola e in altri
due villaggi.
Arramoon. — Trecento case, — 1,200 anime,
Maroniti e Drusi, — scuole di giorno e di sera.
B’ Tatar. — 300 case, —1,500 anime, — scuola
aperta il 26 luglio 1853.
Andarak. —300 case, —1,500 anime, •—scuola
aperta il 28 novembre 1853.
Taloon. — 30 case, — 150 Maroniti, — scuola
aperta in ottobre 1853.
Altre scuole sono chieste da nove villaggi : le
cinque menzionate ricevono più di 300 alunni.
Smime. — Una libreria evangelica fu aperta
in una delle strade le più popolate di detta oitti ;
ella serve pure di sala di riunione; i Turchi sovente, comperano libri.
Cairo, -r* I missionari furono accolti assai cordialmente dal patriarca Copte. Nel 1838 fu in
ispecie l’influenza del clero romano che fece allontanare dall’ Abissinia i missionari Gobat,
Krapf e Tsemberg; ora il capo dei missionari
romani è stato posto in prigione dai principi dei
paese. Fu il missionario Tsemberg che diede agli
alunni di Krischona le prime nozioni della lingua amharica ed al presente Krapf ricomparisce
a reintegrare la missione protestónte.
Francia. Parigi^.-^ Sembra cho il governo
francese voglia rinunziare ai rigori usati coi protestanti in materia religiosa. Un oratorio da gran
tempo chiuso a Tarsie veni^,riaperto ; in tale,circostanza, dicesi che il presidente del çonsigUq
centrale delle chiese riformate, siasi regolato assai onorevolmente; il sig. Gauthier, ch’è altresi,
il sotto-governatore della banca, avea dichiarato
al sig. Fortoul, ministro dei culti, che se non
sanzionava Ja riai>er\ura del suddetto oratorio,
egli avrebbe depositato la rinunzia dalle sue funzioni di presidente nelle mani stesse, dell’imperatore, aggiungendovi per minuto le ragioni^di simile
condotta, imperciocché sappva di certo che
l’imperatore è del tutto favorevole alla piena libertà dei culti. Alla stessa occasione ebbe luogo
la riapertura di molti altri culti nell’Aisne, per
assenso delle autorità.
Loira Inferiore. — Il 25 marzo s’inaugurò il
nuovo tempio riformato di Nantes. Fra le autorità che assistevano a questa cerimoniali rimarcarono il generale Guillabert, il presidente
della Corte d’Assisi, il presidente Janvier de la
Motte, il procuratore imperiale, due aggiunti
municipali, il colonnello di stato-maggiore, il
comandante di piazza, moUi*membri del tribunale,
e varii consoli stranieri, ecc. Cinque pastori
delle città vicine, Angers, La Rochelle, ecc.,
erano eziandio presenti, non che tutti i membri
del concistoro di Nfcntes. La cerimonia fini con
una colletta a sollievo dei poveri cittadini e dei
naufraghi della Seminante.
Ars sulla Motella. — In questo bello e grande
villaggio del dipartimento della Mosella fu pure
inaugurato un tempio di stile gotico, sormontato
da una croce e contenente circa 250 persone. La
sacra funzione venne compiuta dal pastore Cuvier
in presenza del podestà di Ars e del consiglio
presbiteriale di Metz.
Società (f evcmgliz¡azione sparse nei dipartimenti dell’ Est. L’azione di questa società, il di
cui centro è Strasburgo, estendesi oggidì sopra
sei dipartimenti, Alto Ueno, Basso Reno, Mosella,
Vosgi, Meurthe e alta Saona.
Ginevra. — Il giovedì santo ebbe luogo nella
cattedrale di S. Pietrq la quarta accettazione
pubblica, in 18 mesi, di cattolici romani che, illuminati 'sugli errori della chiesa papale, si dichiararono francamente per discepoli del Vangelo, e per la salvezza gratuita mediante il sacrificio del Redentore. [Quarantacinque furono i
ricevuti, e il numero sarebbe stato assai maggiore, senza le severissime garanzie che il concistoro esige dai candidati.
Carouge. — Durante il passato inverno ogni
domenica ebbero luogo servizii serali nella sala
della scuola infantile.
Fort de l'Ecluse. — Anche qui, lungo la stagione invernale si ebbe un corso d’istruzione religiosa, e v’intervenne gran numero di persone
desiderose di conoscere la fede riformata.
Società di canto sacro. — Questa società secondata da numerosa orchestra diede il mereoledì
santo di sera nel tempio della Maddalena, in Ginevra, un concerto che attrasse grande moltitudine di persone. La musica grave ed armoniosa
di Ilaydn nelle sette parole della croce e di Mendeissohn nei cori d’Atalia dilettava le orecchie
non solo, ma elevava e commoveva il' cuore.
Spagna. — Il governo ha proposto testé un
progetto di legge concercente l’autorizzazione di
cimiteri pei culti dissidenti.
Vienna. — Scrivono da questa città il 26 marzo
al Giornale tedesco di Francoforte:
Da circa 14 giorni per la prima volta in quest'anno cominciarono nella nostra capitale le missioni dei Redentoristi. Giàfin dal tempo dell’altro
arcivescovo di Vienna i superiori dei Redentoristi aveano fatto iustanze pel permesso di tenere
simili missioni, ma esse furono sempre respinte
per tema che potessero essere cagione di qualche scandalo. Solo il presente arcivescovo, allo
scopo di rialzare il sentimento religioso di questa popolazione, aderì a che le missioni si tenessero. Ora poi fu comprovato che i timori del defunto arcivescovo, tanto distinto per mitezza di
opinioni, non erano mal fondati, poiché le missioni tenutesi in molti sobborghi di Vienna furono ripetutamente causa di deplorabili avvenimenti ; senza contare che in ogni genere di classi
la popolazione non vedeva di buon occhio che le
prediche non fossero per tutti, ma che si facesse
una differenza fra quelle che si tenevano per le
nubili, per le maritate e per gli '.uomini, per
modo che l’ingresso in chiesa non era permesso
che a norma di questa distinzione di sesso e di
stato ; anche il tenore di alcune prediche g-a tal^
mente eccentricoi che eccitarono già più volte
.non piccolo scandalo.
! Nella predica tenutasi ieri l’altro nel sobborgo
di sant’Ulrico avvenne che non un solo ma molti
uomini chè vi assistevano si adirarono per modo
che, dimenticata la santità del recinto in cui si
trovavano, invitarono ad alla voce l’adunanza a
cacciare il predicatore dal pulpito. In seguito a
ciò sorse un enorme tumulto, così che il missionario dovette scendere dal pergamo a precipizio,
finché il parroco della chiesa pervenne a tranquillare il commosso uditorio. Tutti però evacuarono sull’istante la chiesa per tema <Ji maggiori disordini. In un’altra chiesa, ma in altro
giorno, avvenne che molti uomini volevano recarvisi ad assistere alla predica : vietandosi loro
l’ingresso, ebbe luogo sulla soglia stessa del tempio di Dio una scena vergognosa che non cessò
che per l’intervento delle autorità. Come è ben
naturale, questi fatti hanno messo in orgasmo le
basse classi della popolazione, per cui fu già di
battuto se non si dovessero sospendere del tutto
le missioni nella capitale dell’impero austriaco.
BOLLETTOO POLITICO. <
Torino. — Le lettere per l’Oriente di còrrigpondenze fra i soldati e marinai sardi, appartenenti al corpo di spedizione, e le loro famiglie
andranno soggette alla tassa di centesimi 20 per
lettera semplice affrancata, e a quella di 30 centesimi per lettera semplice non affrancata. Lo
lettere del peso di sette grammi e mezzo sono
considerate come semplici, le pesanti da sette
grammi e mezzo a 15 sopporteranno due volte
il peso della lettera semplice (40 o 60 centesimi):
se ammonteranno da 15 a 100 grammi la tassa
sarà di 80 centesimi, ovvero di 1 franco e 20 centesimi secondo il caso: se da 100 a 200 grammi,
la tassa aiscenderà ad 1 franco e 60 centesimi o
2 franchi e 40 centesimi. La levata delle lettere
pel corpo di spedizione avrà luogo due volte
per settimana come segue : in Torino alle 10 30
antimeridiane del martedì; e alle 4 pomeridiane
del venerdì. In Genova alle 6 30 pomeridiane
del martedì e alle 9 30 antimeridiane del venerdì.
L’impostazione nelle altre città dev’essere regolata secondo la rispettiva posizione, affinchè
le corrispondenze possano giungere a tempo in
Torino od in Genova.
Si è ricevuto il 10 direttamente da Cagliari il
primo dispaccio telegrafico sottomarino.
Cortemiglia. — Scrivesi che i Cistercensi continuano a vendere gli oggetti sacri e profani an
nessi al convento.
Alessandria. — Scrivesi che nel nilovo campo
di Marte si sta preparando un sontuoso padiglione reale per la solenne consegna delle bandiere alle deputazioni dei varii corpi componenti
la spedizione.
Genova. — Continuano ad arrivare nuovi vapori inglesi pel trasporto del corpo di spedizione; il porto rassomiglia-ad una selva. La città
bulica di soldati e di marinai ; si dice che in
breve s’imbarcheranno due battaglioni di bersaglieri, un battaglione del Genio, il Corpo Sanitario e gli Infermieri.
Francia. — Dicesi che l’imperatore Napoleone III verrà incoronato da Pio-IX in persona.
Inghilterra. — Il cardinale Wiseman, condannato per diffamazione, nella sua difesa ha prodotto una lettera apocrifa, commettendo cosi
una falsificazione.
Spagna. — Il turbolento vescovo d’Osma è
stato mandato a Cadice.
Svizzera. — Le linee telegrafiche comunicano
eziandio colle isole di Corsica e di Sardegna mediante la linea sotto-marina sarda.
Vienna. — Sulle conferenze il solito mistero.
Danimarca. — Il Governo ordinò la distribuzione di nove mila franchi ad abili operai affinchè possono visitare l’esposizione di Parigi.
Costantinopoli. — Sono giunti i commissarii
dell’armata sarda ; presentati al gran visir ed ai
ministri degli affari esteri e della guerra, ebbero
un’accoglienza distintissima.
La flotta alleata sta per recarsi davanti a Sebastopoli onde cooperare all’attacco generale.
Russia. — L’entusiasmo religioso è cresciuto
dopo la morto dell’imperatore Nicolò, e non da
lusinghe di pace.
■Prussia. — Sembra che il re stia per conchiudere coll’imperatore di Russia un'alleanza ostile
alle potenze occidentali.
liroiiMO Dvmenlro Kcrente.