1
ECO
BIBLIOTECA VALDESB
looea TORRE PEIL ICE
DELLE mu VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 111 - Num. 25
Una copia Lire 100
ABBONAMENTI
/ L. 4.000 per l’interno
1 L. 5.000 per l’estero
Sped. in abb. postale - I Gruppo bis/70
Cambio di indirizzo Lire 100
TORRK PELLICE n Giugno 1974
Amm.: Via Cavour, 1 bis • 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Metodisti e Valdesi uniti
La lettera che pubblichiamo qui di
fianco è un documento importante; è
l’annunoio che l’unione della chiesa
metodista e della chiesa valdese in Italia, attesa da tanto tempo e mai realizzata, è ormai prossima, se — s’intende — le comunità locali si pronunceranno in questo senso. Al Sinodo
valdese e alla Conferenza metodista
del prossimo mese di agosto verrà
presentato un progetto di « Integrazione globale » valdo-metodista articolato, nella bozza attuale, in 68 punti;
le due assemblee esprimeranno sul documento un parere preliminare e lo
inoltreranno alle chiese locali per raccoglierne l’avviso; infine il Sinodo e
la Conferenza del 1975 daranno il voto
definitivo.
Sembra così avviata a felice conclusione 1’« annosa trattativa » — come è
detto nella lettera qui accanto — avviata nientemeno che nel giugno del
1942 e proseguita per ben 32 anni attraverso alterne vicende e non pochi
ostacoli di varia entità e di varia natura. Ora finalmente si è trovata una
soluzione che a noi pare ottimale, non
solo per le questioni un tempo controverse ma anche per una serie di
problemi tutt’altro che secondari inevitabilmente posti dairunificazione delle due chiese; le quali possono, in base
al progetto che verrà loro proposto,
realizzare un’unità che non dissolve le
loro identità rispettive ma le coordina in una comunione nuova e più ampia.
Quasi non ci par vero! Ci eravamo
talmente abituati a pensare all’unione
valdo-metodista come a uno di quei
progetti di cui si parla sempre perché
non li si attua mai, che la notizia dell’intesa raggiunta è stata una sorpresa, tanto più lieta quanto più, in fondo, inattesa. Questa unione ufficialmente la si auspicava ogni anno; ma ogni
anno la si rinviava. Così valdesi e me-,
todisti nei loro rapporti reciproci somigliavano a quegli « eterni fidanzati »
che parlano continuamente di matrimonio ma non si sposano mai. Qra invece l’unione è alle porte.
È la prima volta, a nostra conoscenp, che nella storia deH’evangelismo
italiano, due chiese confessionalmente
differenziate attuano tra loro una integrazione globale. Ci sono state, in
passato, unioni di chiese aventi la
stessa matrice confessionale. Così pure ci sono stati casi di puro e semplice
assorbimento di una chiesa o di una
opera da parte di un’altra chiesa o di
un’altra opera. Di solito questi casi
erano lo sbocco di una crisi della chiesa o dell’opera che veniva assorbita.
L’unione valdo-metodista non nasce da
una crisi dell’una o dell’altra chiesa
ma da una antica e tenace volontà unitaria che ha trovato infine la sua
espressione adeguata.
Tra chiesa valdese e chiesa metodista, quindi, non avviene un assorbiHipto, cioè la dissoluzione di una
chiesa nell’altra, ma avviene una
« integrazione globale » — come viene
chiamata — cioè un reciproco innesto
di doni e di strutture, nel quadro istituzionale offerto, più che dalla chiesa,
dal sinodo valdese. Così non si inventa una nuova chiesa creandola artifi
ciosamente mediante la fusione delle
due; ma neppure si annulla una chiesa neH’altra. Qgni singola comunità locale, metodista e valdese, conserva la
propria identità e l’attuale sua disciplina, mentre il sinodo costituisce
« l’assemblea nella quale le singole
chiese Igeali metodiste e valdesi nella
conseguita integrazione manifestano
la loro unità di fede e di discipline ».
Si tratta dunque, in sostanza, di
un’unità non in un nome, o in una storia, e neppure — a guardar bene — in
una chiesa; si tratta di un’unità nel
sinodo, cioè nell’incontro reale e diretto delle comunità metodiste e valdesi
d’Iplia, su un piano di parità e fraternità. È questo il concetto evangelico
di unità della chiesa: un’unità nel Signore che si manifesta storicamente
in strutture comunitarie e assembleari
rette non dal principio gerarchico ma
dal principio della fraternità.
Noi salutiamo perciò il progetto di
integrazione globale tra la chiesa metodista e la chiesa valdese come un
fatto evangelico ed ecumenico certo
modesto se si pensa alla nostra esiguità numerica ma tutt’altro che irrilevante se si considera la sua qualità.
Quello che accade nel mondo protestante italiano è necessariamente piccolo, date le nostre proporzioni; ma il
valore delle cose non sta nella loro
mole. Esprimiamo la nostra più viva
gratitudine a quanti hanno lavorato in
tempi e modi diversi, sempre « sperando contro speranza », per dar vita a
un progetto che sembra effettivamente « risolutivo », in grado cioè di propiziare nelle condizioni migliori l’atteso incontro valdo-metodista. Il cammino, senza dubbio, è stato lungo e faticoso; troppo, secondo alcuni. Ma non
è detto che per altre vie, apparentemente più sbrigative, si sarebbero
conseguiti risultati altrettanto positivi. Il fatto poi che l’unione tra valdesi e metodisti si profili proprio nell’anno dell’8° centenario della conversione
di Valdo suggerisce, insieme a molte
altre, questa considerazione: non è
neH’immobilismo ma nel rinnovamento che dobbiamo cercare la continuità
storica della chiesa.
Un’ultima osservazione, forse superflua, ma che è meglio fare. L’incontro valdo-metodista non avviene fuori
ma dentro il quadro della più ampia
famiglia evangelica italiana. Non è
dunque un atto di parte che ci isoli
dalle altre chiese e opere evangeliche
in Italia e incrini anche solo parzialmente la solidarietà reale e profonda
che, pur nelle diverse sensibilità e
comprensioni del messaggio, ad esse
ci lega. Siamo intimamente convinti
che l’unione valdo-metodista avviene
non a detrimento ma a incremento di
quella comunione evangelica che il
protestantesimo italiano in parte già
vive e che non deve stancarsi di ricercare, promuovere e allargare.
Metodisti e valdesi uniti: per che
cosa? « Uniti per l’Evangelo » fu il
motto del 2° Congresso evangelico italiano (Roma 1965). Vorremmo che fosse il motto e il programma anche dell’unione tra valdesi e metodisti e, in
prospettiva, di tutti gli evangelici italiani. Paolo Ricca
Un rappresentante del CEC per un mese
fra i movimenti di liberazione nell’Africa ’portoghese’
Lavagne per la libertà
Quale sarà la futura evoluzione politica del Portogallo e come si svilupperanno
i suoi rapporti con un impero coloniale che si sta finalmente sfaldando? I contrasti che già si manifestano fra le forze che hanno abbattuto il regime, pongono
molti interrogativi. Così pure i colloqui avviati a Londra e a Lusaka da rappresentanti del nuovo governo di Lisbona con rappresentanti di movimenti di liberazione africani, dopo un momento di grandi speranze, sono stati sospesi, certo
in attesa di un chiarimento in Portogallo. Pare comunque chiaro che, anche per
i territori 'portoghesi' in Africa, «la libertà è questione di tempo». Riprendiamo,
dall'ultimo bollettino del soepi, un reportage di un inviato della CESSAR — la
Commissione di aiuto recìproco e di servizio delle Chiese e dì assistenza ai rifugiati, organo del CEC il quale ha trascorso un mese fra i movimenti di liberazione africani : nella Guinea-Bissao ( e nel Senegai ), nell'Angela ( e nel
Con^o-Brazzà ), nel Mozambico (e nella Tanzania).
Ginevra (soepi) - Si domanda spesso
al Consiglio ecumenico delle Chiese se
sa effettivamente dove vanno a finire
il denaro e l’aiuto offerti ai movimenti
di liberazione africani. Il CEC risponde sempre che ha fiducia in questi movimenti, che gli hanno assicurato di
dedicare queste offerte a scopi umanitari e sociali. Nel corso di un giro di
quattro settimane presso vari movimenti di liberazione dell’Angola, del
Mozambico e della Guinea Bissao ho
avuto la chiara prova che i movimenti
attuano programmi sanitari, educativi
Sarà presentato alla Conferenza Metodista, al Sinodo Valdese e alle chiese
un circostanziato progetto di « integrazione globale »
Una unità che nnn'dissolve l’identità
rispettiva di ognuna deile due Chiese
A conclusione di un lungo periodo di studio e di lavoro, che è stato quest’anno particolarmente intenso
da parte di una commissione paritetica valdo-metodista (Sergio Aquilante, Franco Becchino, Giorgio
Bouchard, Giorgio Peyrot), è stato redatto un ampio documento che propone alle assemblee generali
e locali della Chiesa Metodista e della Chiesa Valdese un progetto d’integrazione globale. Il presidente del Comitato permanente metodista e il moderatore della Tavola valdese hanno inviato insieme questa lettera di presentazione alle chiese.
Cari fratelli nel Signore,
e agricoli nei paesi vicini come pure
nella nuova Repubblica della Guinea
Bissao; e posso affermare che la fiducia del CEC è stata ben riposta.
Nello Zambia occidentale era la stagione delle piogge. Sono rientrato a
Lusaka dopo un viaggio estenuante di
20 ore in landrover su un percorso di
900 km. per lo più non asfaltati attraverso savana, fango e sabbia. Avevo
visitato alcuni villaggi creati dal Movimento popolare di liberazione dell’Angola (MPLA) su terreni messi a disposizione dal governo zambiano. Sono molti, nello Zambia, i rifugiati che
hanno dovuto fuggire per sottrarsi
alla guerra d’usura condotta dal Portogallo con attrezzatura bellica perfezionata, fornita in gran parte in seguito ad accordi nel quadro della
NATQ, per lottare contro semplici villaggi. Aerei bombardano i villaggi, talvolta al napalm; la vegetazione delle
zone ritenute controllate dal MPLA
sono irrorate di erbicidi e defolianti;
gli abitanti fuggono o muoiono di fame, ma preferiscono soffrire che continuare a essere schiavi.
È lo stesso tipo di guerra in tutti i
territori portoghesi. Il caso di Wiriya-,
mu, dii cui i giornali hanno molto parlato l’anno scorso, non è un caso isolato. In Tanzania ho visto un domurnentario raccolto da una coppia di
giornalisti, che lo scorso harmo hanno
percorso durante cinque settimane il
Mozambico libero, raccogliendo testi
desideriamo informarvi che il Comitato permanente metodista e la Tavola
valdese nella loro seduta congiunta del
27 aprile 1974 hanno avuto un incontro
con la commissione mista a suo tempo nominata a seguito e per l’attuazione di quanto deciso con l’art. M degli
atti della Sessione congiunta del sinodo valdese e della conferenza metodista tenuta a Torre Pellice nell’agosto
1972. In tale riunione è stata esaminata in via preliminare la bozza del progetto globale di integrazione tra le
chiese metodiste e le valdesi che la
suddetta commissione andrà a perfezionare e concludere entro il prossimo
mese di luglio. Tale progetto verrà
LA CHIESA PRESBITERIANA NEL PORTOGALLO
SPERA NELL’AVVENIRE
Dal
alla
silenzio
parola
succube
entusiastica
Lisbona (spr) - In una dichiarazione
che saluta i recenti mutamenti politici
verificatisi nel Portogallo, la Chiesa
evangelica di questo paese confessa
apertamente di avere mancato, restando silenziosa durante quasi mezzo secolo: « ...non ne usciamo a mani pulite ».
La dichiarazione, pubblicata dalla
Commissione esecutiva della Chiesa
evangelica presbiteriana del Portogallo, sottolinea che la voce della Chiesa
dev’essere profetica: « La Chiesa infimamente minoritaria che rappresentiamo, auspica vedere tutti i cristiani
portoghesi impegnati nel movimento
di liberazione del popolo portoghese,
che e la nostra liberazione. Crediamo
che l’epoca della libertà dischiusa dal
Movimento delle Forze armate è una
apertura in accordo con le esigenze
dell’Evangelo. Un tempo di speranza
si apre davanti a noi ».
La Commissione esecutiva nota che
la Chiesa è chiamata non tanto a di
chiarazioni profetiche quanto a « una
riflessione su una partecipazione politica a fondo, che non dovrà portare
alcuna etichetta ecclesiastica o cristiana ».
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim
Centenario della nascita
di Albert Schweitzer
Strasburgo (hip) - Per ricordare il centenario della nascita del dr. Albert Schweitzer
la Facoltà di teologia protestante dell’Università di scienze umanistiche di Strasburgo, dove il celebre medico della foresta ha fatto i
suoi studi e ha insegnato per alcuni anni, ha
organizzato un colloquio interdisciplinare,
interuniversitario e internazionale, che ha affrontato l’opera di Schweitzer in campo teologico-esegetico, etico, filosofico e musicologico. Apertura delle manifestazioni: inaugurazione dell’Esposizione Albert Schweitzer,
realizzata dalla Biblioteca nazionale e universitaria di Strasburgo.
quindi presentato al sinodo valdese ed
alla conferenza metodista nel prossimo agosto accompagnato rispettivamente con il parere della Tavola e del
Comitato permanente.
Il sinodo valdese sarà chiamato ad
esprimere con il voto sul detto progetto un suo parere preliminare ai sensi
dell’art. 36, quarto comma, del RG/
1972; e ad inoltrarlo alle chiese per raccoglierne l’avviso ed alla sessione sinodale rioplatense perché questa lo approvi nel prossimo febbraio in prima
votazione a norma degli artt. 29, 36 del
RG/1972 e 29/DV/1974, primo comma.
La conferenza metodista sarà chiamata dal canto suo ad esaminare ed
approvare il progetto in prima votazione a norma dell’art. 3.b del Capo II
dell’atto per il conferimento della piena autonomia; e ad inviarlo ai circuiti
ner il loro assenso.
Di conseguenza, nelle sessioni del sinodo valdese e della conferenza metodista dell’agosto 1975, sarà possibile, a
Dio piacendo, approi'are in seconda votazione il progetto globale e definitivo
dell’integrazione valdo-metodista e porne in applicazione il contenuto secondo le gradualità di tempi che il progetto stesso dispone.
In tal modo l’annosa trattativa, iniziatasi nel giugno del 1942 e che, attrat'erso varie fasi successive, superando
v'a via difficoltà ed incomprensioni reciproche è giunta sino a noi, dopo 32
anni di alterne vicende, di delusioni e
sneranze arriva finalmente alla conclusione. È con animo riconoscente al
Signore della Chiesa che desideriamo
anticipare per vostra conoscenza le linee direttrici del progetto che la commissione sta portando avanti secondo
le direttive tracciate dalle sessioni sinodali congiunte di questi ultimi anni
e delle decisioni precedentemente prese da ciascuna delle nostre assemblee
sinodali: e con l’appoggio della Tavola
e del Comitato permanente, i quali,
pur non avendo ancora manifestato un
loro giudizio sulle singole parti e sull’insieme del progetto, tuttavia ne hanno in linea di massima approvata oltre che la finalità anche l’impostazione, incoraggiando la commissione a
portarlo a compimento nei tempi prestabiliti.
* * *
Il progetto nella sua impostazione
segue lo schema dei vari capitoli della
Disciplina generale delle chiese evangeliche valdesi recentemente entrata in
vigore con il voto della sessione sinodale rioplatense dello scorso febbraio;
e per ciascun argomento in essa considerato precisa i termini dell’integrazione delle chiese evangeliche valdesi e
metodiste in Italia per cui quell’unico
corpo che vive nella sola Grazia del Signore formato dalle chiese che da secoli remoti e attraverso numerose persecuzioni Dio, nella sua grande misericordia, ha conservato nella fede alla
sua Parola in alcune valli delle Alpi
occidentali che dal movimento valdese
hanno preso il loro nome; da quelle
sorte di poi per la predicazione evangelica in vari paesi dove Dio ha condotto la popolazione valdese; da quelle che professando la stessa fede evangelica sono venute e vengono unendosi
ad esse; e di cui ora fan parte le chiese metodiste che sono in Italia, testimonianza della volontà del Signore che
si è servito di loro da oltre un secolo
per l’annuncio del suo Evangelo tra le
nopolazioni italiane, viene indicato con
il nome di « Chiesa evangelica valdese », specificandosi che tale nome esprime la « unione delle chiese metodiste
e valdesi ».
Dopo aver affermato come confessione di fede delle nostre chiese il testo
risalente al 1655, e riconosciuto che la
integrazione nella zona italiana delle
chiese valdesi e metodiste si attua nella normativa contenuta nella surricordata Disciplina generale delle chiese
evangeliche valdesi, vien data conferma. per l’attuazione integrale, di tutte
le normative relative all’integrazione
aià precisate nelle sessioni congiunte
del 1969 e del 1972 nonché dai nostri
sinodi e conferenze separatamente prese a far tempo dal 1957 in avanti, concernenti i trasferimenti, l’identità confessionale e lo stato giuridico dei mèmbri di chiesa; il ministero pastorale; il
corpo dei pastori nel suo insieme; la
stampa; la Facoltà di teologia.
In conseguenza sono previsti: l’istituzione di un unico ruolo pastorale e
diaconale da tenersi dalla Tavola; un
trattamento unificato per j dipendenti
sia in attività di servizio che in emerizione: una sola disciplina concernente
tutti i ministeri, la preparazione e l’ac(continua a pag. 4)
Nella scuola della foresta, chi ha imparato
insegna a chi ancora non sa (foto CEC).
monianze su fatti orribili che un semplice contadino avrebbe difficilmente
potuto immaginare, se non li avesse
veramente vissuti.
LA SCUOLA NGANGULA
La guerra crea i suoi eroi. Nello
Zambia ho visitato la scuola Ngangula,
dal nome dii un ragazzo angolano dodicenne, Augusto Ngangula, caduto in
mano a una pattuglia portoghese mentre andava à scuola. Lo si è torturato
per estorcergli informazioni su una
base del MPLA. Di fronte al suo ostinato rifiuto, lo isi è abbattuto con un
colpo d’ascia. La scuola che porta il
suo nome — capanne ap>erte dal tetto
di frasche — si trasferisce ora in edifici in muratura che possono accogliere 250-300 allievi.
Con aiuti da oltremare il MPLA insegna a leggere, scrivere, far di conto,
ma anche l’insegnamento agricolo è
parte importante del programma. In
(continua a pag. 8)
2
pag. 2
N. 25 — 21 giugno 1974
IN iUNiTEMIia DJ Afi^RMAZIONE DEI NÒSTRI DIRITTI
'' IJII'i idiii.O'i OÒOOJ
Portare fa “nostra” croce, dietro a Gkù
Lo squilibrio esistente oggi in ogni sfera delVattwità umana perché tutti vogliono far prevalere i propri diritti senza riguardo né ai mezzi usati né ai diritti altrui^ può essere superato solo creantfolun
altro squilibrio, quello indicato dall’Evangelo di Cristo: la rinuncia a mettete al centro del thoTido
'Notiziario Evangelico ítaBántí
Nella traduzione italiana della Riveduta, in Giovanni 12: 25. invece della
parola "sé stesso” c’è l’espressione "la
sua vita”. Ho usato l’espressione sé
stesso, seguendo in ciò la nuova versione inglese del Nuovo Testamento, perché mi sembra più idonea e più efficace, per due ragioni. , >■
Nel contesto di Giovanni, questo insegnamento di Gesù segue immediatamente l’annuncio della crocifissione,
cioè della sua morte .fisica sulla croce,
il che ci induce facilmente a considerare che il suo invito a seguirlo e a portare la nostra croce significhi dare la
nostra vita nel senso di morire per la
il nòstro io
diritto alla protezione di Dio, anche
se ti butti giù dal tetto del tempio; e
ancora, se sei figlio di Dio tu hai il diritto di regnare sugli uomini, e poco
importa il metodqi usato per importi
a loro ». Gesù non contesta questi diritti, ma vi oppc^ie la sua volontà di
annichilire sé stesso, come dice Paolo,
per fare la volontà di Colui che l’ha
, mandato. 4 ’ ‘
Più tardi quando Pietro non vuole
ammettere l’idea che il Cristo , possa
essere ucciso dai suoi nemici, Gesù lo
rimprovera come se si fosse fatto, inconsciamente, il portavoce del tentatore: « Vattene via da me Satana » (Mat
« Chi ama sé stesso è perduto, e chi odia sé stesso in questo mondo,
sarà salvato in vita eterna » (Giovanni 12; 25).
« Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua
croce e mi segua » (Matteo 16: 25).
propria fede. L'espressione sé stesso
va ben al di là di questo, poiché presuppone la rinuncia totale ad essere sé
stesso, una morte che renda possibile
una huova nascita. (Giovanni 3: 3).
La seconda ragione per preferire la
espressione “sé stesso” appare considerando il nostro testo in relazione
con il Sommario della Legge, che regola le nostre relazioni con Dio e con
il nostro prossimo. Come nel Sermone
sul monte, Gesù sembra dire: « Voi
avete udito che fu detto agli antichi:
"Ama Dio con tutta l’anima tua, con
tutta la tua forza, con tutta la tua
mente (in una parola con tutto quello
che costituisce il tuo ’essere’), e il tuo
prossimo come te stesso”; ma io vi dico: chi ama sé stesso è perduto, perché si trova nella impossibilità di amare Dio e il prossimo; soltanto se giunge al punto di odiare sé stesso, fino ad
accettare di "prendere la propria”
croce e seguirmi potrà essere salvato ».
Così le parole « la sua croce » acquistano il loro vero significato: non una
croce imposta dalle dure circostanze
della vita in un mondo spesso crudele,
neppure una croce eretta da un mondo
incredulo in opposizione ad una testimonianza fedele al Vangelo, non una
croce che deve essere portata, poi deposta col mutare delle circostanze, ma
veramente « la mia croce » sulla quale
io stesso devo morire.
Gesù esprime qui la necessità della
morte del nostro “IO”egoista, di quell’idolo che così facilmente noi amiamo
invece di amare Dio e il nostro prossimo. Però Gesù non ci invita a percorrere questa « via crucis » da soli. Egli
dice espressamente di seguirlo. Seguirlo: ma come?
Mi sembra che una indicazione la
possiamo trovare nella epistola di Paolo ai Filippesi, capitolo 2, dove siamo
esortati ad avere lo stesso sentimento
che è stato in Cristo Gesù, il quale
« annichilì sé stesso », pur essendo Dio,
rinunciando totalmente alla sua divinità, con tutti i suoi attributi e i suoi
diritti di figlio di Dio, compresa l’immortalità. Il racconto della tentazione
di Gesù sembra indicare concrètamente ciò che questo doveva significare per
lui. Non per niente il tentatore fa leva
sulle prerogative del figlio di Dio. « Se
tu sei figlio di Dio hai il diritto di usare il tuo potere sulla natura e cambiare queste pietre in pane; se lo sei hai
teo 16: 23). Come se ancora una volta
il tentatore avesse cercato di ricordargli che il figlio di D(o ha diritto all’immortalità.
Se quésta rinuncia ai suoi diritti in
quanto Figlio di Dio, è uno dei fattori
che caratterizzano quell’annichilimento
di Gesù, di cui parla l’apostolo Paolo,
quanto più deve esserlo per noi che
così facilmente e costantemente affermiamo i nostri diritti, fin dai primi
giorni della nostra vita, quando colle
nostre grida abbiamo cominciato a rivendicare il diritto a ricevere il latte
dal seno materno.
E qui devo dire che alle volte mi lascia perplesso il fatto che mentre ai
tempi della mia gioventù nell’insegnamento della chiesa e nella predicazione
l’accento era posto, anche pesantemen
te, sui nostri doveri verso Dio e il nostro prossimo, oggi molto spesso si insiste sul diritto di ógni individuo ad
essere sé stesso, a realizzare pienamente sé stesso.
Parlare dei diritti degli altri, impegnarsi perché ve'pgano rispettati, è
chiaramente un Elemento essenziale
delTamore per il prossimo, ma è necessario realizzare che questo implica
un riconoscimentó dei nostri doveri
verso di loro, e una rinunzia ai nostri
diritti, anche se piènamente giustificati. Sarebbe facile moltiplicare gli
esernpi, tratti sia dal quadro ' della vita familiare sia dà altre forme della
vita associata.
In una società che è costantemente
alla ricerca di un più equo riconoscimento dei diritti ogni uomo, il messaggio evangelico ^domanda invece ad
ogni credente di .rinunciare ai suoi diritti, per poter meglio compiere i propri doveri, affinché gli altri possano
avere ciò a cui hanno diritto. ‘
Lo squilibrio che. esiste oggi in tutte
le sfere dell’attività ùmana perché tutti vogliono far prevalere i pròpri diritti
senza riguardo ai mezzi usati né ai diritti altrui, non puÒ essere superato se
non creando un al'ffo squilibrio, quello
indicato dal Vangelo di Cristo. Cioè
quello creato da piloro che rinunciando a sé stessi accèttano, al seguito di
Gesù, di vivere al' servizio degli altri,
cercando di assicurare il trionfo del
diritto di ognuno. ’
E questo va detto chiaramente anche a coloro che giustamente lottano
per la propria liberazione da ogni oppressione e per i propri diritti, affinché, una volta liberati, non abbiano a
diventare automaticamente, a loro volta, degli oppressori.
' Roberto Coisson
Un "Lutero giovane" die protesta ancora
Cronaca di una rubrica televisiva ignota:
« Protestantesimo »
Giovedì 13 giugno, ore .18.30: sul secondo canale della 'TV parte un robusto Lutero giovane. Prima c’è Uña
voce che, fuori campo, disegna la situazione concreta della chiesa romana
e dèlia società al principio del ’500,
quando scoppiò la rivoluzione protestante; poi c’è il past. Aldo Comba che
spiega quali furono le. motivazioni della protesta di Lutero, come la riscoperta del Vangelo rese necessaria una
santa disobbedienza alle autorità. Sul
video si alternano foto di documenti,
di immagini deH’epoca a spezzoni tratti dal celebre dramma di Osborne sul
Lutero.
La parte narrativa ha alcuni pregi
evidenti: è facile, scorrevole, e mette
sotto gli occhi di tutti il rapporto tra
teologia penitenziale (le indulgenze) ed
economia (vaticana); la parte propriamente teologica dichiara il concetto
evangelico di obbedienza (a Dio ed al
suo messaggio) e di disobbedienza (a
chi quel messaggio violenta e contraddice), e rende in termini semplici il
concetto di giustificazione per grazia
mediante la fede. Viene da pensare
che anche oggi per tanti cattolici-roma
ni la condizione per realizzare pienezIIIIIIIMnillllMIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIilllllllllllllllllllllllllllllMllllllllllllllllllllllliHillÌllilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllini
Leggendo
il sermone
sul monte
Vedere Dio
« Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio » (Mt. 5; 8) canta la sesta beatitudine del vangelo di Matteo. Vedere Iddio è la
più alta funzione umana, quella che mette in relazione diretta
con la fonte prima della vita: in realtà si vive solo in quanto si
vede Iddio, e nella misura in cui si riesce a vederlo.
La vita degli uomini è in genere infelice, o almeno assai ridotta e limitata; e la ragione prima e vera di questo triste fatto
è che difficilmente gli uomini riescono a vedere Iddio; anzi si
può dire che non ci pensano nemmeno più, che non lo ritengono
possibile — chissà poi se Dio esiste, sono abituati a dire; ed anche se esiste come e dove possiamo vederlo?
Eppure, se non vogliamo togliere credibilità all’evangelo,
noi leggiamo che non solo Dio esiste, non solo possiamo vederlo, ma il vederlo è per noi l'unico mezzo per ottenere la vita.
Da secoli, anzi da millenni, la Scrittura ci dice che possiamo
vedere Iddio nella realtà del Cristo uomo, che è venuto in carne
umana a mostrare Dio nelle sue varie forme di attività.
Da millenni la Parola di Dio ci parla della possibilità e della necessità di vedere Iddio: basta udire, e credere.
Ma credere vuol dire ricevere l’annunzio nel nostro cuore,
nel centro del nostro essere; vuol dire riempire il nostro cuore
con la verità che salva. Ma se il nostro cuore è già pieno di qualche altra cosa, di molte altre cose che prendono in noi il posto
di Dio, allora non c’è più posto per la parola che salva, non c’è
più posto per Dio.
Ecco perché possono vedere Iddio solo quelli che hanno
il cuore puro, cioè pulito, libero dai sedimenti e dagl’ingombri
che la vita ogni giorno vi deposita. Dobbiamo purificare il nostro
cuore col sangue del Cristo. E URGENTE.
Lino De Nicola
DUE ANNIVERSARI
•?
Casa Materna di Portici h$ festeggiato in questo mese il suo 69° anno
di vita, invitando gli amici a condividere la sua gioia.
.Anche l'Istituto Battista di Roma
Centocelle ha ricordato quest'anno il
suo 50° anniversario, con la partecipazione di ex alunni, ex istitutori, ex
dirigenti, amici e rappresentanti delle
comunità evangeliche romane. L'Istituto è in fase di riprganizzazione : importanti lavori sono stati fatti e sono
in corso.
A tutte e due queste case di ragazzi auguri per un nuovo anno felice.
UN lIBRO D^LI APOSTOLICI
Chiesa Apostolica in Italia è un volume pubblicato per far conoscere la
Chiesa Apostolica : contiene la confessione di fède, i principi fondamentali, i documenti organici, costa lire
2.500 e si richiede a : Via Generale
Cantore 7, Grosseto.
Gli Apostolici hanno tenuto il 16
giugno la giornata della stampa apostolica, una giornata nella quale essi
ripensano ai senso delle loro pubblicazioni. « L'Araldo Apostolico » e
« Ricchezza di Grazia » e fanno offerta per l'opera della stampa.
Inda Ade
La gioia della salvezza
A Torre Pellice e a Torino due concerti di una fanfara
e di un coro salutisti ginevrini
za di vita nella fè^ sia la stessa: disobbedire alle auforità; tnettere in discussione il sistetria e contrapporgli la
vivente parola di Dìo, rifiutare la fiscalità ecclesiastica teologizzatar' ' ’ ' :
Forse c’è stato un passaggio inavvertito, nella redazione del testo, da una
immagine corale — della situazione
del popolo, delle reazioni alla predica
delle indulgenze, ecc. — al disegno di
un giovane torello, d’un Lutero che da
solo fa tutto: proclama, accusa, affigge tesi, brucia bolle, ecc. Fra i videospettatori molti si saranno chiesti come fu che successe quel cataclisma
in mezza Europa... per tanto poco, e
qualcuno si sarà chiesto se non sarebbe stato necessario annunziare un Lutero in due puntate almeno, per dare
onestamente anche l’altro, un po’ meno giovane.
Pensate, mentre sul secondo canale
si dava « Protestantesimo », sul primo
c’era la partita Brasile-Jugoslavia: una
finezza della TV, che non solo ci garantisce la più pacifica e indisturbata
ora del giorno per ascoltarci in famiglia, ma ci mette come alternativa ai
mondiali di calcio. Meglio così, visto
che giorni fa giocavano i chierichetti
nazionali cresciuti all’oratorio e non ci
fu Cristo: la rubrica « Protestantesimo » fu inghiottita dalle litanìe degli
undici «azzurri», (oh, poesia dei miei
verdi anni!). Signore, liberaci dai moschettieri azzurri, da fanfan la TV e
dacci un po’ di Lutero giovane!
L. Camporesi
Sabato 1 giugno è arrivata a Torre
Pellice una fanfara di giovani salutisti
da Ginevra per una breve visita, prolungatasi anche a Torino, al fine di testimoniare della loro fede e lodare il
Signore con la musica ed il canto. In
totale erano una trentina: 21 per la
fanfara e 10 coralisti. Il maggiore
' Booth, segretario generale dell’Esercito della Salvezza per ritalia, abitualmente residente a Roma, ha presieduto il concerto, che ha avuto luogo nel
tempio di Torre Pellice. Alla presenza
di un pubblico abbastanza numeroso
il gruppo salutista ginevrino ha suonato e cantato numerosi brani e cori
con la gioia e Tentusiasmo che caratterizzano rEsercito della. Salvezza e
che sono il suo dono particolare nel
campo della testimonianza evangelica.
Il direttore d’orchestra era molto giovane, e dirigeva esprimendo con tutta
la persona la sua viva partecipazione
alla musica, scritta apposta da salutisti per scuotere la gente e trascinarla
ad ascoltare il messaggio cristiano.
È Stato notato un tocco di ringiovanimento nella divisa delle donne, indossanti un nuovo cappellino di feltro,
che le rendeva simili alle hostess degli
aerei, ed una concessione alle attuali
fogge moderne nei lunghi capelli e barbe a collare dei giovani.
La corale disponeva di voci molto
belle, ed ha cantato inni che sono stati : caldamente apprezzati. Il • mag^ore
Booth ha annunciato che sette giovani salutisti di Ginevra (di cui tre erano
presenti nel gruppo) sarebbero partiti
la settimana dopo per la Spagna, dove
r Esercito della Salvezza ha aperto
un’opera da un paio di anni, allo scopo di aiutare durante qualche mese
runico ufficiale colà residente adibito
a quest’opera. I giovani salutisti provengono dai più diversi ceti sociali,
provvedono essi stessi alla loro divisa
ed al loro strumento musicale, e hanno tutti un’occupazione civile a pieno
tempo: i sette giovani in partenza per
la Spagna avevano ottenuto, da datori
di lavoro molto comprensivi, il congedo necessario per adempiere alla loro
vocazione in quel paese.
Dopo avere ascoltato una semplice
e commovente testimonianza di fede
vissuta da parte di una salutista del
gruppo ginevrino, mentre la musica riprendeva piena di slancio e di letizia,
noi cristiani a volte tanto freddi e
compassati, così di frequente tristi e
perplessi, quasi sempre complicati e
cerebrali nella nostra fede, e dispersivi, vagando qua e là per ogni dove, al
di fuori deiressenziale che è Cristo e
Lui crocifisso, ci sentivamo rinnovati
rinfrescati contagiati da questa semplicità, da questo entusiasmo, dalla
gioia dei veri credenti che scaturiva
da tutto il gruppo salutista che suonava e cantava per noi.
Desideriamo dire loro un grazie di
cuore per questo soffio di freschezza
spirituale che ci hanno portato, per
cui, uscendo dal concerto quella sera,
•<ci sentivamo di fare nostra l’invocazione dell’antico salmista: « rendimi, o
Dio, rendimi la gioia della tua salvezza ». Edina Ribet
Verso la Federazione Evangelica della
Liguria e del Sud - Piemonte
Adelfia, 15-30 luglio
Il Gruppo di Ricerca Taranto ha organizzato per il suddetto periodo, ad Adelfia, un
campo studi aperto ai giovani di ogni estrazione religiosa e non, dai 14 ai 18 anni.
II campo si propone di trattare Targomento del rapporto operai-studenti con approfondimento del tema in relazioni e tavole rotonde tenute da : Sergio Ribet (attuale segretario nazionale della FGEI), Pino Papadia
(FGCI), esponenti del PSI, Lotta Continua.
Nei primi giorni il campo seguirà il lavoro del campo politico diretto da Ennio Del
Priore. I partecipanti, in assemblea e in
gruppi, discuteranno del problema ed ascolteranno varie interviste registrate di operai
dell’Italsider di Taranto e di altre fabbriche.
Gli ultimi giorni sono dedicati alla discussione sulla validità di portare questo discorso
nelle varie sedi dei singoli con rappresentazioni teatrali, le cui tracce saranno decise
nella assemblea.
Quota del campo L. 27.000 (caparra da
versare al momento della iscrizione L. 1.500).
Per le iscrizioni rivolgersi al GdRT c/o Sergio Velluto, via Madre Grazie, 12 - 74100
Taranto - Tel. (099) 27187.
Si consiglia di non venire impreparati al
campo ed a questo proposito appena ricevute
le prenotazióni provvederemo ad inviare il
programma dettagliato del campo ed una
breve bibliografia. Si raccomanda la massima urgenza data la prossimità del Campo.
La Commissione di Intesa Fraterna
delle Chiese Evangeliche della Liguria
e del Sud Piemonte, riunita il 13 giugno 1974 a Celle Ligure (Savona), presenti le Chiese di: Carrara (M); La
Spezia (M); La Spezia (B); Genova (B);
Genova (V); Genova-Sampierdarena
(V); Sestri Ponente (M); Savona (M);
Albenga (M); Alessandria (M) e S. Marzano (M)
delibera
la trasformazione della Commissione in Federazione Regionale collegata
alla Federazione Nazionale, sia pure
nell’autonomia che lo statuto della Federazione Regionale andrà a stabilire;
aifida
al Centro di Servizio, di cui proroga le funzioni fino al 30 novembre 1974,
il compito di convocare un’Assemblea
Costituente cui saranno invitate tutte
le Chiese evangeliche della zona senza
discriminazioni; affida altresì al Centro di provvedere alla redazione di una
bozza di statuto da inviare almeno un
mese prima della convocazione della
Assemblea Costituente a tutte le Chiese locali invitate; affida ancora al Centro di predisporre un regolamento
provvisorio dell’Assemblea;
stabilisce
che il Centro tenga conto del dibattito avutosi nella presente riunione
della Commissione, specie per quel che
riguarda i contenuti programmatici e
l’apertura incondizionata alle Chiese
che non ritengano di aderire alla costituenda Federazione Regionale;
demanda
agli organi della costituenda Federazione di studiare la possibilità di allargare la Federazione medesima a Federazione Ligure - Toscana - Sud Piemontese.
sibile grazie alle pesanti coperture e complicità della DC e di organi dello Stalo, si riconosce pienamente nella ferma risposta antifascista che è stata data dai lavoratori e ritiene che solo all’interno di questa risposta
di lotta abbia un senso pieno la solidarietà
con gli uomini di questo mondo che ci è richiesta nelTEvangelo.
Ritiene che debba trovare uno sbocco politico concreto la richiesta, gridata nelle piazze da milioni di lavoratori, perché il MSI
venga sciolto e messo fuori legge, e pertanto
prende pubblica posizione in questo senso,
chiedendo ai partiti dell’arco costituzionale e
in particolare a quelli di sinistra (PCI, PSI,
sinistra indipendente) di farsi promotori, nel
parlamento, di un’iniziativa che porti all’applicazione, nei confronti del MSI-DN, di
quanto previsto nella Costituzione a proposito del divieto di ricostituzione del PNF,
quindi al suo scioglimento.
Chiede inoltre a questi partiti di prendere
iniziative per un immediato blocco dei 4
miliardi già stanziati, come finanziamento
pubblico, a favore del MSI-DN; che si imponga alla magistratura di individuare fino itt
fondo le responsabilità dei mandanti negli
attentali fascisti; ebe si giudichino rapidamente gli esponenti del MSI-DN per i quali
il parlamento ha già dato l’autorizzazione a
procedere.
La FGEI
contro il MSI-DN
Roma (Nev): 10 giugno 1974. Il Consiglio
della Federazione giovanile evangelica italiana, riunito a Napoli nei giorni 8-9 giugno
1974, di fronte al vile attentato fascista di
Brescia, ultimo atto di quella strategia della
tensione iniziata con le bombe di piazza
Fontana nel 1969, la cui responsabilità è del
MSI nel suo complesso, ma che è stala pos
Anche a Cremona
L'esecrando gesto fratricida della follia fascista perpetrato a Brescia ci ha inorriditi,
ma non intimoriti nella nostra testimanianza
cristiana antifascista.
Mentre siamo vicini col nostro pensiero
fraterno alle vittime innocenti della violenza
bruta, esprimiamo la nostra severa condanna contro ogni criminoso rigurgito fascista e
rinnoviamo il nostro inflessìbile impegno ad
adoprarci per Tannuncio del Vangelo della
pace e per la costruzione dì una società cicìvile fondata sulla concordia, la democrazìa e la libertà.
La Comunità Evangelica
Via Milazzo. 25 - Cremona.
Cremona, 29 maggio 1974
Alla redazione di questo numero hanno
collaborato Ferruccio Corsani- Giorgio
Gardiol, Ermanno Genre, Eros Mannelli. Guido Mathieu, Sergio Rostagno, Elsa. e Speranza Tron. Liliana Viglielmo.
3
21 giugno 1974 — N. 25
.î
TACCUINO DI VIACGldUN SARDEGNA
Nella terra dei nuraghi,
si iavora per Fevangeiizzazione
La Sardegna è al centro dell’attenzione italiana, in questi giorni. Gustavo Bouchard, che nel mese di maggio
ha partecipato a un seminario promosso dal Comitato italiano di « Evangeiizzazione in atto », a Oristano, ci
parla dell’isola, dei suoi problemi, della presenza evangelica. red.
Dal finestrino del treno che mi porta ad Oristano osservo le macchie di
cisto ed a seconda delle zone le piante
di lentischio, corbezzolo, erica, mirto,
ginepro e bellissimi sughereti che allignano specialmente in Gallura.
Di quando in quando si notano i
nuraghi piccoli e grandi, il cui numero s’aggira sui settemila. Il nome vuol
dire mucchio ed anche cavità: si tratta infatti di colossali mucchi di grosse
pietre, disposte in forma di torre tronco-conica intorno ad un angusto vano
con falsa cupola. La funzione delle torri era prevalentemente militare per la
difesa di fronte alle innumerevoli invasioni operaie nel corso della storia. Le
varie fasi dell'evoluzione dell’architettura dei nuraghi spaziano dal 1500
a. C. al 238 a. C. e sono collegate con
le più complesse influenze delle civiltà
antiche, fra cui quella greca.
La rabbia
del contadino
Nello scompartimento mi è compagno di viaggio un contadino del nuorese: bassotto, tarchiato, occhi di fuoco che lampeggiano non appena si parla della sua terra, del banditismo. L’uomo rivela una buona cultura da autodidatta e una profonda conoscenza dei
problemi della sua terra; con stile ricco di immagini fa un’analisi spietata e
veritiera della situazione sarda; ricorda i miliardi assegnati alla regione e lo
sperpero inconsulto, con relativa dispersione nei mille rivoletti della burocrazia e degli uomini politici, senza
che i problemi più cocenti siano mai
stati risolti. Di quando in quando il
mio interlocutore s’infervora aumenta il tono di voce e rovescia irei
suo discorso infuocato tutta la rabbia,
l’odio, il disprezzo verso uno Stato che
l’ha nutrito di promesse...
« Eccole un esempio — sbotta l’uc>
mo — del modo di aiutare i contadini.
Per sbarcare il lunario devo ingegnarmi in molte cose: ho un piccolo negozio per vendere i mangimi, i fertilizzanti. Siccome i prezzi sono molto alti mi
sono ingegnato di crearne io stesso e
ad un prezzo minore e di qualità migliore. Purtroppo il permesso non mi è
stato dato perché altrimenti si fa concorrenza a quelli che hanno il monopolio e dettano legge sui prezzi...».
La conversazione col contadino sardo mi ha fatto pensare a quello che è
scritto nel libro di Alberto Ledda, Civiltà fuori legge, pubblicato di recen
tuosa in provincia di Nuoro, che coincide con l’area sarda nota come « area
d’isolamento » per via dello scarso peso demografico e delle grandi distanze
tra villaggio e villaggio. Il senatore
Lussa così la descrive: « Si tratta di
zona realmente deserta, in montagna
ed in collina nonché in pianura: roccia e magri pascoli dove il pastore conduce in solitudine la sua vita privata;
splendide terre, gloriosi paesaggi di
rocce dolomitiche e granitiche, illuminate dal sole, conche aspre, bellissimi
colori per i turisti, per i poeti e gli artisti ma soltanto per loro! ».
Quivi si è conservata attraverso i
secoli la civiltà pastorale e si sono
conservati sentimenti ed un ambiente
di un’epoca storica scomparsa.
Un passato
che illumina le cause
Si è scritto e parlato — dichiara
l’autore del libro — d’una sfida della
Barbagia allo Stato e si è scritto in
regime sabaudo e italiano che bisognava « aggredire i superbi monti con i
lanciafiamme » e « ridurre in cenere i
villaggi ». Orbene, prosegue l’autore,
« la sfida della Barbagia allo Stato è
proposizione sbagliata e dev’essere ribaltata: nei rapporti secolari tra la
Barbagia e Stato il ruolo dello sfidante è stato sempre sostenuto dallo Stato ».
Ed eccone la spiegazione: l’origine
dei pastori della Barbagia risale al VI
secolo a. C. e precisamente quando gli
antichi abitanti Iliesi, di origine greca,
che vivevano nella pianura, furono
costretti a fuggire sui monti per sfuggire alla barbarie cartaginese. Difatti
la maggior parte furono passati a fil
di spada ed i superstiti da agricoltori
furono costretti al nomadismo pastorale: nacque così la civiltà pastorale
della Barbàgia a seguito dell’invasione
colonialista. Nel popolo della montagna rimase sempre viva la nostalgia
del loro paradiso perduto.
Dopo i Cartaginesi fu il turno dei
Romani: questi secondo il loro costume usarono spietata crudeltà coi nomadi pastori, i quali furono costretti
a rifugiarsi nelle zone più impervie,
dopo essere stati decimati.
Ai Romani succedono i Vandali — di
bene in meglio — i quali spediscono
nella zona nuclei di famiglie provenienti daH’Africa e precisamente dalla
Mauritania. Gregorio Magno tenta di
convertire quel popolo, ma l’operazione fallisce per comprensibili motivi.
Dopo i Vandali, i Bizantini: in quel
periodo il controllo statale è limitato
e l’isola conosce un periodo di relativa
indipendenza; il potere civile e militare si concentra nelle mani di « giudici » nelle città principali, dando origine all’eià giudicale. Successivamente
ra la condizione precaria del pastore.
Inoltre c’è l’ordine di recingere le proprietà e la recinzione è effettuata soltanto dai ricchi, in modo che le terre
dei poveri sono esposte ed indifese.
La « riserva indiana » protesta con
furti, grassazioni per sopravvivere e il
viceré sabaudo risponde cori la forca
accrescendo la carica d’odio e di vendetta verso un governo sopraffattore!
Le cose non mutano col passaggio
dell’isola allo Stato italiano, anzi peggiorano a tal punto che all’inchiesta
effettuata dall’on. Pais, che denuncia le
piaghe purulente dell’amministrazione
italiana, si risponde con l’invio d’un
corpo di spedizione voluto da Crispí
gli «-«erptsmi » di quell’impresa sono
riportati da un ufficiale nel suo libro
Caccia grossa, e non sono molto dissimili dalle imprese del'marchese di Pianezza a Rorà nel 1655, quando la popolazione subì le più orrende torture e
uccisioni! Certe costanti non scompaiono!
L'inchiesta parlamentare del 1968 ha
nuovamente riproposto le cause del
banditismo sardo, ma si continua con
la mano forte anziché affrontare concretamente il problema sociale. Con il
processo di sviluppo dell'industrializzazione nei territori di Cagliari, di
Sassari e nelle fascie costiere c’è stato
un conseguente aumento dei salari e
del costo della vita questo fatto ha
ulteriormente emarginato i pastori costringendoli a risolvere per vie diverse
il loro dramma con i metodi noti: abigeato, sequestri di persona ecc.
Ruderi di un nuraghe, edificio ftn lunato, ricordo di una remota cività; l'oi II'
ondate delle iinav"
ìli hanno continualo
a rovesciarsi '-all l'-ola.
te in seconda edizione, dove le vere
cause del dramma del popolo sardo ed
in particolare della Barbagia sono chiaramente indicate. A questo testo vorrei richiamarmi per spiegare al lettore un po’ di verità sull’isola dimenticata.
La Barbagia
Parlare della Sardegna vuol dire parlare della Barbagia: anticamente era
denominata dai Romani « barbaria ».
Si tratta d’una vasta regione mon
OULX: giornata di studio
sulle Alpi occidentali
Domenica 23 giugno si terrà nella
sala del Consiglio Comunale di Oulx
una giornata di studi su « Les Alpes
Occidentales: étude prospective» organizzata dall’Istituto Universitario di
Studi Europei di Torino. Ai lavori, che
avranno inizio alle ore 10, parteciperanno studiosi provenienti da diversi
Paesi e dalle Università di Parigi-Sorbona, Ginevra, Grenoble, Aix-Marseille, Nizza e Torino. Questa giornata di
studio fa seguito al seminario e alle
giornate di studio di Torre Pellice del
1972 e del 1973 dedicati rispettivamente a : « Comment entreprendre une recherche sur les Alpes Occidentales? »
e a : « Les rapports entre la ville et la
montagne ».
Pisa, Genova, gli Aragonesi, gli Spagnoli si alternano nel comando dell’isola ed il regime feudale s’instaura
con conseguenze accettabili per la gente di montagna.
Coi Savoia
e lo Stato italiano
Purtroppo col passaggio dell’isola allo Stato sabaudo nel 1720 la situazione
dei pastori della Barbagia diventa
drammatica: senza tener conto del
clima sociale e psicologico, i governanti sabaudi si preoccupano di « ridurre alla ragione la riottosità barbaricina
senza minimamente pensare alle cause. Hanno la pretesa — afferma l’autore del libro — di tenere incatenati quei
nomadi, in condizione di sempre maggiore inferiorità e di soffocare con violenza sistematica lo stato di ebollizione provocato dalla tragica condizione
economica. Ne scaturisce e prorompe
l'ira del pastore, il quale per sfuggire
alle leggi che lo riducono alla fame se
ne va dai villaggi, ripara nelle foreste;
da quella vita randagia al banditismo
il passo è breve».
Ed ecco alcuni esempi del comportamento politico dei governanti: i beni comuni, adibiti a pascoli, sono messi in vendita neH’illusoria prospettiva
di fare della Sardegna un granaio. Invece gli acquirenti affittano ai pastori
gli antichi beni comuni, e dietro versamento in denaro contante, che esaspe
La Maddalena: sulla piazzetta dava la cappella valdese che è stata recentemente venduta perché
Vemigrazione ha annullato la chiesa.
I rimedi
Alberto Ledda nel suo libro citato
indica alcuni rimedi:
1) Rimuovere i vecchi e riuovi squilibri economico-sociali con una radicale, profonda trasformazione dell’arretrato assetto agro-silvó-pastorale, affrontando il banditismo non come semplice problema di repressione ma come uno dei drammatici aspetti della
« questione sarda » che può essere risolta col rapido sviluppo equilibrato
dell’agricoltura e dell’industria.
2) Instaurare un rapporto nuovo
tra poteri pubblici ^entrali e regionali
ed il popolo, atto 4 rimuovere i complessi d’inferiorità e di sfiducia che
hanno caratterizzato tutto il corso della storia dell’isola.
Vorrei aggiungere a mo’ di conclusione di questa prima parte del mio
taccuino questo pensiero: credere che
la vendetta e la violenza rientri fatalisticamente in un, costume inspiegabile
del popolo pastore è un comodo alibi
di chi non vuole dare una risposta alle proposte indicate e tanto meno crede alla potenza dell’Evangelo, capace
di restituire il vero volto umano, illuminato da Dio e ,a mezzo della testimonianza dagli uóhiini, nel segno dell'arhore e delia giustizia.
L’evangelo in Sardegna
Pensiamo ai primi Cristiani inviati
per punizione nelle miniere della Sardegna e a quanti nel corso dei secoli
hanno Cercato di recare la Luce di
Cristo. In data non troppo lontana ricordiamo la presenza degli evangelisti
valdesi a Marganai Foresi presso Iglesias: nella miniera di proprietà inglese un certo Benech con la sua famiai ia fece parte d’una comunità che nel
1881 e nel 1883 era curata dal maestro
evangelista P. Gay; si formò poi un
gruppo alla Maddalena curato successivamente dagli evangelisti Enrico Corsani, Giovanni Pons, Melani, Clerico e
Robutti; anche a Sassari si tennero dei
culti col prof. P. Rivoire, insegnante
in quella città ed a Tempio Pausania
ci fu stabile un colportore.
I BATTISTI
Quasi contemporaneamente all’opera valdese sorse la missione battista a
Cagliari nel 1885 e successivamente a
Carbonia, San Vito. La vivente comunità cagliaritana con 150 battezzati,
una trentina di bambini è curata da
ormai un decennio dal pastore Marziale, vicepresidente dell’opera battista, che è succeduto a Cagliari all’attuale presidente dell’opera Piero Bensì. A Carbonia e San Vito due gruppi
guidati dal pastore d’Isanto con l’incarico di sindaco del comune di San
Vito. Fratelli isolati si trovano a Cortoghiana, Iglesias e Muravera.
I PENTECOSTALI
Ho avuto la gioia di predicare nella
comunità di Quarta, vicino a Cagliari,
in un ambiente popolare con un gruppo di giovani ospite del pastore Leo
Favasuli, che ha avuto sinora anche
la cura d’un gruppo a Macomer, distante 150 km. Pare che ora dei laici si
sono assunti una parte della responsabilità del ministero a Macomer. nella
linea del più vivo sacerdozio universale. Il clima della spontaneità e della
gioia che caratterizza queste chiese
reca al visitatore una impressione che
non si dimentica.
COMUNITÀ’ DEI FRATELLI
Ho avuto notizia di due comunità: a
Sassari e Siniscola.
A Siniscola il gruppo è sorto grazie
alla testimonianza di emigranti che
hanno conosciuto TEvangelo in Germania e lo hanno poi recato al loro
paese nello spirito della più bella tradizione dell’evangelizzazione tra gli
emigranti.
MISSIONE DALL’ESTERO
La crociata mondiale per l'evangelizzazione ha lo scopo essenziale di inviare dei Pastori nelle zone vergini dove non esistono comunità e dove lo
Evangelo non è stato predicato. Essa
ha ramificazioni in tutto il mondo ed i
suoi inviati hanno uno spirito di coraggio, di fede e di zelo per l’annunzio
dell’Evangelo.
Ad Oristano ci hanno accolto il pastore Mario Zanardo e la sua compagna: da dieci anni sono all’opera in
un terreno difficile, tendenzialmente
chiuso, ma dove ogni tanto qualche
fiore sboccia nel deserto; ricordo la
sorella Letizia Piras di Oristano; Maria
Corongiu parente dell’amico Domenico
Corongi: essa è la sola evangelica di
Domus Novas ed ha conosciuto la Parola di Dio nella chiesa dei Fratelli di
Torino. Daniele Mattana, di recente
convertito, è la sola luce che brilla nel
naese di TTerralba; Elio che lavora coi
giovani ''>er condurli alla conoscenza
del Salvatore.
Ad Oristano, dopo ,vari anni di lavoro nelle case e di incontri neH’alloggio
pastorale, è stata aperta da due anni
una sala che consente rincontro coi
fratelli della diaspora e della città. Alcune campagne di evangelizzazione
sotto la tenda hanno suscitato un maggiore interesse per la Parola del Signore.
NEL NUORESE
La missione ha inviato dapprima
Don Teal e successivamente Maddalena
Rohner, svizzere e Linda Turk, australiana; queste ultime hanno lavorato
per nove anni ed attualmente sono sostituite da. Hans e Ninfa Lorenzsonn.
Nel breve colloquio con Maddalena avverto le enormi difficoltà incontrate in
una terra dove la gente è chiusa per
atavica avversione verso il forestiero,
tanto più se straniero e di religione
diversa. Chiusura e ostilità motivata
da quanto è stato detto sopra ed alimentata dal clero che denunzia la pericolosità dell'eresia; le case restarono
chiuse per vari anni, a tal punto che
un giorno — racconta Maddalena —
abbiamo pregato il Signore ed abbiamo detto: « Signore se non ci dai qualche segno della tua potenza noi faremo
le valigie, presto ». Ed ecco il miracolo: la conversione di Loris Bellodi di
Oliena nei pressi di Orgosolo.
IL MARXISTA
CONVERTITO
Loris Bellodi, maestro elementare è
convertito da pochi mesi: ateo marxista, impegnato nel partito e nei sindacati ha speso molti anni per la rinascita del suo paese e per la terra della
Barbagia. Loris mi confessa: « Ero
convinto che il maxismo avesse risolto
tutto e perciò Tavevo accettato come
purissimo evangelo; eppure nel mio
cuore C’era un vuoto ed una inquietudine profonda; non riuscivo a trovare
requie nel mio spirito. Mi fu detto da
parte degli inviati del Signore: leggi
la Bibbia e scoprirai una persona. Ho
discusso con Dio mentre scrutavo le
parole delTEvangelo e dicevo: Ma questa Persona non la trovo! Poi la folgorazione dello Spirito di Dio che mi ha
toccato la profondità del cuore. Il mio
orgoglio è stato abbattuto ed ho scoperto che qualcuno mi guidava. Quando sono ritornato dai miei compagni
di partito ed ho parlato della mia scoperta — dichiara Loris — mi hanno
guardato male e si son domandati se
non ero uscito di senno. Infatti ero
fuori di senno perché Cristo mi aveva
dato un altro intendimento, un’altra
visione, un altro senno! ».
L’amico Loris sa di avere una missione da compiere per il suo popolo.
Proseguirà il suo impegno per la rinascita economica e culturale della sua
gente, ma inserirà nella sua missione
nn elemento nuovo, fondamentale: la
persona di Cristo che ha rifatto il volto dell’uomo, che ha guarito e risanato
ed ha nel contempo liberato l’uomo
dal potere di Satana facendogli conoscere il Regno di amore, giustizia, pace ed allegrezza.
Nella zona del nuorese le case si
stanno aprendo all’annunzio dell’Evangelo, segno che Dio ha risposto alle
preghiere più che all’azione, più che
ai programmi.
IN MISSIONE
TRA I CAPELLONI
A Nuoro è capitato Leopoldo Dirubba: giovanissimo ha lasciato Salerno,
carico di odio per la società: « Odiavo
la religione e gli uomini — dichiara il
neofita — avrei voluto far saltare qualunque cosa ». Leopoldo è andato in
Belgio dove ha incontrato i « Bambini
di Dio e ha scoperto la Bibbia. S’è aggregato a loro per un tempo e poi è finito in mezzo ad ex-carcerati, capelloni, drogati. Per vari mesi ha trovato
alloggio con im gruppo in un vecchio
vagone ferroviario abbandonato. Lì ha
sperimentato le cause della reazione
di certi giovani e ha cercato di annunziare Gesù. Una sera, trovandosi a Porto Torres, ha incontrato un ex-ca.rcerato in preda ai fumi del vino. Gli ha
parlato di Gesù Cristo e come risposta ha ricevuto una coltellata che gli
ha trapassato il fegato... Lunga degenza all’ospedale e poi l’incontro col
gruppo di Nuoro e di recente ha partecipato al seminario di Oristano.
Ricordo ancora gli amici incontrati:
Gonario di Orosei, la sorella Eulalia
Ovodda di Nuoro ed altri i cui nomi
non ricordo.
IL SEMINARIO DI
« evangelizzazione in atto »
Il titolo in inglese è forse più dinamico: uomini in azione. Difatti alcuni
anni fa un gruppo di laici impegnati
nel mondo degli affari: Terry Gyger e
David S., teologicamente preparati,
hanno deciso di consacrare del tempo
per aiutare le chiese nella loro preparazione specifica per l’opera di evangelizzazione. Lo scopo essenziale consiste nel preparare dei laici, nel responsabilizzare le comunità sia come
studio della Bibbia, sia come impegno
per far conoscere Cristo con metodi
nuovi. Si tratta cioè di mettere a frutto dell’opera i doni che Iddio ha largito ai credenti, ai laici delle nostre
comunità. L’organizzazione collabora
con tutte le denominazioni che sono
animate dallo Spirito della testimonianza.
In Italia l’attività di questi amici è
ammirevole per avviare un’azione, per
il rilancio evangelistico con metodi
nuovi, con seminari, incontri vari. La
loro missione è stata avviata e organizzata a mezzo del prof. Domenico
Maselli e di Franco Bono; essi hanno
promosso la creazione di un comitato, al quale hanno aderito singole persone, membri delle chiese più diverse
e orientate verso lo scopo principe:
l’annunzio di Gesù Cristo. L’esperienza
dei due seminari di Firenze prima e
della Sardegna poi sono stati preziosi
sia per rincontro di fratelli diversi sia
per lo spirito che li ha animati, sia per
l’approfondimento della Parola e le linee nuove di strategia evangelistica.
Ad Oristano si sono tenuti studi e
conferenze pubbliche in una vecchia
chiesa gentilmente concessa; hanno
collaborato il prof. Maselli, dr. Gyger,
David G., il dr. Piero Bensì, il maggiore Longo, il sottoscritto e si sono udite varie testimonianze dei fratelli presenti. Benediciamo il Signore per la
esperienza fatta con fratelli e sorelle
della diaspora. Ringraziamo Franco
Bono e Domenico Maselli per quanto
hanno fatto per l’incontro di Oristano,
ed inviamo un affettuoso saluto nel Signore a tutti i fratelli e sorelle della
Sardegna.
Gustavo Bouchard
4
Pagvfi
N. 25 — 21 giugno 1974
VITA METODISTA a cura di Valdo Benecchi
Rinnovamento della chiesa; culto,
ministeri, testimonianza nella società agape
1 campi estivi
nei Centri evangelici
La IX Conferenza che si è svolta a
Roma nei giorni 6-10 maggio 1970, ha
cercato soprattutto di cogliere e di interpretare il proseguimento nelle comunità e nei circuiti del dibattito sui
problemi della vita della chiesa avviato « ufficialmente » dal documento della Conferenza del ’68 ed illustrato nell’articolo precedente.
Il rapporto del Comitato Permanente, sia pure in maniera sintetica,
fotografa il momento che la Chiesa
Metodista sta vivendo: « Le nostre comunità, indubbiamente, stanno vivendo un momento di ricerca che comporta, di fatto, tensioni, incertezze e
difficoltà ».
Lo stesso rapporto rileva che quella ricerca, nonostante le resistenze
che incontra e che « talvolta sono senz’altro l'espressione di un’autentica
sofferenza » sta avviando « un processo di benefico rinnovamento della vita
della chiesa di cui si vedono i frutti,
sia pure modesti ». Cogliere il lato positivo del processo di rinnovamento in
atto nella vita della chiesa: è questo,
credo, il senso ed il valore della Conferenza del 1970.
Il dibattito ampio che si è svolto, è
stato, a giudizio degli articoli apparsi
sulla nostra stampa, « sincero » e costruttivo e appunto per questo ha permesso la elaborazione e la stesura di
un documento conclusivo indubbiamente molto responsabile ed interessante per i molti spunti che ancora
oggi offre alla nostra meditazione.
Di quel processo di rinnovamento
della chiesa sono stati esaminati in
particolare due momenti che sono da
considerarsi « due aspetti della predicazione della signoria di Gesù Cristo
sul mondo in vista del Regno che viene: il culto e le attività tradizionali ».
Il culto ha da essere, nel contesto
del rinnovamento della chiesa, « espressione più piena dei doni individuali e
consapevole partecipazione di tutta la
chiesa all’annunzio dell'Evangelo ».
Per quanto concerne il secondo momento, la Conferenza vede nella costituzione di gruppi di servizio nelle
comunità la più valida via verso la ristrutturazione delle attività ecclesiastiche in quanto essi possono oggi essere strumenti validi ed idonei per
esprimere nelle situazioni concrete la
vocazione della chiesa.
Dai rapporti delle comunità e dei
circuiti risulta che in varie parti si
stanno conducendo tentativi di rinnovamento del culto e di costituzione di
gruppi di sevizio. Questi ultimi, a vari livelli e di dimensioni diverse, hanno, in fondo, un tratto comune e cioè
tentano di superare un’impostazione
puramente assistenziale per proporsi
come un contributo alla creazione di
una nuova società più giusta e libera.
Il documento della Conferenza esorta le comunità ad esaminare le indicazioni che possono emergere da quella ricerca sia per quanto riguarda il
culto che le iniziative sociali, ed incoraggia coloro che la conducono a proseguire. Ma poiché questa possa essere un’esperienza veramente positiva
per la chiesa, per il documento è necessario che vi sia da parte di tutti
sincera disponibilità a cogliere, appunto, ogni possibile indicazione e che
le eventuali tensioni siano affrontate
in uno spirito di fraternità.
C’è da aggiungere che il dibattito su
questi temi oltre che dai rapporti delle comunità, ha tratto spunti dal messaggio inviato nel settembre alle comunità dal convegno pastorale metodista. In questo messaggio, fra l’altro,
si sostiene esplicitamente ia necessità
di una trasformazione delle attuali
forme organizzative qualora « non si
rivelino più, nel nostro tempo, degli
strumenti idonei alla edificazione della chiesa ed alla sua testimonianza ».
Il culto vi è visto come il momento in
cui i credenti confessano la signoria
di Dio in tutta la loro vita nell’ascolto della Parola « che crea un nuovo
rapporto fraterno ed una nuova relazione con tutti gli uomini ».
Va rilevato, a questo punto, il discorso che si è sviluppato sui ministeri. La commissione per lo studio dei
ministeri ha presentato una relazione
che così si chiude: « Se la chiesa del
I secolo non designa dei ministri dei
sacramenti, è perché essa non ne conosce altri al di fuori di quelli che sono anche ministri della Parola. In altri termini nella chiesa primitiva va
da sé che colui che è qualificato per
predicare ed insegnare... è nello stesso
tempo autorizzato a celebrare i sacramenti ». La Conferenza ritiene questo
documento, fa suo l’orientamento di
fondo, ed invia alle comunità un o.d.g.
in cui chiede un approfondito dibattito
sui ministeri ed in particolare chiede
che si pronuncino sulla « possibilità di
estendere ai predicatori laici ed agli
evangelisti la facoltà di celebrare la
S. Cena senza necessità di specifica e
particolare autorizzazione ». Indubbiamente siamo di fronte ad un notevole
passo in avanti, in coerenza con il documento della Conferenza del 1968 che
ha rilanciato il tema del sacerdozio
universale dei credenti.
Per quanto riguarda i rapporti con
i cattolici, il pensiero della Conferenza 1970 è chiaro. Alcune comunità han
no orartim degli scambi con dei gruppi del dièSenso cattolico. La Conferenza invita anche le altre comunità a
porsi in questa direzione. I motivi che
si adducono sono seri è possono essere sintetizzati nella constatazione che
quei gruppi stanno conducendo una
interessante ricerca nel senso della autenticità evangelica, che il documento
così interpreta: « Costante riferimento alla Scrittura come unica norma
da cui traggono i principi della salvezza per grazia, del sacerdozio universale e della comunità quali elementi
primari in opposizione al concetto gerarchico e sacerdotale ». Un rapporto
con questi gruppi potrà rivelarsi fecondo per gli uni e per gli altri.
Infine, la Conferenza 1970 è caratterizzata anche da alcune importanti
prese di posizione su scottanti problemi di attualità. Non si tratta di generici appelli alla pace, ma di denuncia
precisa delle situazioni e delle responsabilità:
1) Sulla prevista assemblea mondiale luterana in Brasile il cui svolgimento a Porto Aiegre significherebbe
« di fatto una complicità con tale regime », « considerato che la chiesa luterana brasiliana per bocca del suo Presidente, ha mostrato in varie occasioni di giustificare la politica del governo militare e poliziesco del Brasile ».
La Conferenza chiede al CEC di trasmettere « appello ai fratelli luterani
per la sospensione della suddetta assemblea in Brasile ».
2) Sull’estensione del conflitto nella penisola indocinese la Conferenza,
dopo aver espresso la sua sofferenza
per il fatto che sia un governo di un
paese dell’occidente cristiano a rendersi colpevole di sofferenze e spargimento di sangue, dopo aver rinnovato
la propria solidarietà alle vittime della guerra, « ritiene che tali azioni siano, ancora una volta, la conseguenza
di una logica politica alla cui formazione partecipa spesso anche chi si
professa cristiano, fondata esclusivamente sull’uso della forza per affermare e per mantenere il potere; giudica
indispensabile e urgente impegnarsi in
una pressante azione che promuova
soluzioni di pace e di giustizia in tutta
la penisola indocinese ».
INCONTRO PER INSEGNANTI
DELLA SCUOLA DELL’OBBLIGO
Data: 10-19 luglio 1974
Lingua: italiano
Quota: 24.000 lire (caparra 4.000)
Direzione: gruppo residente di Agape
TEMA
In questi ultimi anni abbiamo assistito al
erescere dell’attenzione sui problemi della
scuola : ad interessarsi non sono solo insegnanti e pedagogisti, ma anche operai, contadini, militanti politici. Non è un caso che
questa nuova sensibilità per i problemi della
scuola avvenga dopo la riforma della scuola
media inferiore che ha innalzato gli anni
dell’obbligo scolastico, dopo cioè che si sono
sviluppate le possibilità di scolarizzazione inferiore dei figli degli operai e eontadini e
dopo la contestazione studentesca del ’68-69.
I termini della discussione sui problemi
della scuola riguardano innanzitutto i problemi della selezione che viene attuata, il rapporto tra istituzione scolastica e sue funzioni sociali, la caratterizzazione ed il ruolo
sociale degli insegnanti, i contenuti culturali
e disciplinari della scuola, la didattica.
Questa discussione, che si è sviluppata attraverso momenti diversi e assai ricchi di
implicazioni (dalla « lettera ad una profes
Una unità che non dissolve l’identità
rispettiva di ognuna delle due Chiese
(segue da pag. I)
cesso all’esercizio dei medesimi, la
consacrazione e l’assunzione in servizio; materie queste su cui la sessione
sinodale congiunta sarà chiamata a
precisare le direttive per la regolamentazione.
Quanto alle strutture organizzative,
il progetto prevede che le chiese metodiste e valdesi conservino la loro
identità e l’attuale loro disciplina in
sede locale. La regolamentazione metodista al riguardo verrà a costituire
un regolamento autonomo nel quadro
delle discipline comuni. Viene mantenuta la struttura intermedia dei circuiti e la relativa regolamentazione metodista, per il disimpegno del lavoro
di collegamento tra le chiese locali sotto il profilo della cura pastorale e dell’iniziativa evangelistica, disponendo
secondo un piano organico Tinserimento in tali strutture anche delle chiese
valdesi locali in sostituzione e perfezionamento degli esperimenti di fatto
sin qui condotti attraverso i presbiteri.
È anche mantenuta la struttura distrettuale secondo la regolamentazione
valdese. Nei distretti, opportunamente
ridotti di numero, vengono inserite anche le chiese locali metodiste. Alle
conferenze distrettuali vengono assegnate tutte le questioni di carattere
amministrativo ed organizzativo in sede locale, in particolare circa l’esame
dell’operato delle chiese e delle opere,
assicurando in esse la rappresentanza
diretta di tutte le chiese e i gruppi locali anche in minor entità.
Al livello centrale è previsto che il
sinodo così come attualmente configurato dalle norme della Disciplina generale valdese testé entrata in vigore e
dai regolamenti sinodali appositi (RG
e RZ), costituisca l’assemblea nella
quale le singole chiese locali metodiste
e valdesi nella conseguita integrazione
manifestano la loro unità di fede e di
discipline. Secondo criteri di proporzionalità viene assiéurata, in un’opportuna riduzione numerica dei membri
dell’assemblea, la rappresentanza sinodale delle chiese valdesi secondo i vigenti regolamenti sinodali, e quella
delle chiese metodiste secondo le norme regolamentari che attualmente ne
assicurano la partecipazione alla conferenza.
Circa gli organi esecutivi centrali, è
prevista runificazione di tutte le diverse commissioni Operative e dei servizi di ogni tipo; e ^he la Tavola, così
come essa è oggi configurata dalle norme della Disciplina generale valdese e
dal suo proprio statuto, adempia verso le chiese locali metodiste le funzioni attualmente svolte dal Comitato
permanente, escluse quelle di carattere ecumenico e di rappresentanza verso il metodismo mondiale che verranno invece, per ovvie ed evidenti ragioni, affidate, unitamente alla gestione
della proprietà dei beni immobiliari e
mobiliari metodisti in Italia, ad un apposito ente morale da denominarsi
« Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia », da erigere in sostituzione dell’ente morale CEMI che rappresenta attualmente le chiese metodiste ad ogni effetto e ne possiede il patrimonio. La suddetta « Opera » risponderà del suo operato al sinodo, quale
commissione sinodale amministrativa,
ed a tal fine è prevista l’istituzione di
un’apposita commissione di esame.
Mentre viene assicurata la rappresentanza metodista nella Tavola, nella
commissione che presiederà all’Opera
Un anno di attività assistenziaii
(segue da pag. 6)
gravoso. I primi sono rimasti per oltre
3 mesi solamente in tre ed i secondi
sono stati appena sufficienti, come numero, alle più strette necessità assistenziali.
L’approvazione della nuova pianta
organica, pur mutilata nella sua estensione originaria dall’autorità tutoria,
ha consentito, nell’arco dell’anno, l’assunzione di sette persone in più rispetto al 1972. Queste nuove assunzioni ed una migliore organizzazione dei
servizi hanno portato ad una drastica
riduzione delle ore di « straordinario ».
Durante l’anno abbiamo avuto alcune partenze ed alcuni arrivi.
Il Prof. Claudio Cagna, Primario e
Direttore Sanitario, ha vinto l’incarico
di Primario presso l’Ospedale di Zona
di Racconigi: al Prof. Cagna l’Ospedale deve gran parte della sua attuale
impostazione e qualificazione, raggiunta mediante un grande lavoro svolto
con criterio culturale ricco di umanità. Il Dr. Leonardo Favro, assistente
incaricato, ha optato per l’attività mutualistica: lo ringraziamo per il suo
contributo.
L'Amministrazione ha demandato la
supplenza Primariale e la Direzione
Sanitaria al Prof. Valerio Gay, Aiuto
deirOspedale, il quale ha validamente
sostituito il Prof. Cagna. Un augurio
ai nuovi sanitari, giunti da poco a rafforzare l’organico: Dott.ssa Claudia
Grindatto e Dott.ssa Maria Teresa
Tosi.
Hanno vinto, per concorso od avviso pubblico, i seguenti nuovi ruoli:
Angela Chambon, già Capo Sala, Capo
Servizi Sanitari; Marilena Marcoz, do
po due anni di studio e lavoro, tecnica
di Laboratorio; Adele Villani, tecnica di
Laboratorio; Iva Pastre, Cuoca; Genre
Jolanda, Cuoca; Silvana Pascoli, Guardarobiera; Liliana Berrà, Infermiera
Generica; Maria Stocco è stata nominata Capo Sala, Gaydou Franco, Telefonista.
Diamo il benvenuto ai nuovi arrivati: Gastaldi Giuseppe, Coutadin Vittoria, Vinçon Marisa, Pascal Silvia,
Bertalot Renata, Wenzel Lidia, Gaydou
Paola, Purpura Paola.
Un ringraziamento per la loro particolare collaborazione a Brunner Ester,
Backmann Elisabet, Portugal Irma,
Vidarte Irene, Minder Ruth. Un particolare pensiero a Kilchsperger Cristina e a Schaubliin Ruth che sono tornate per la seconda volta a Pomaretto.
Accanto al lavoro sanitario, quello
Amministrativo è stato di notevole impegno, particolarmente per superare
le comuni difficoltà in cui si dibattono
tutti gli Ospedali. Siamo in credito
dalle Mutue e dai Comuni di 380 milioni!
L’Ospedale ha chiuso in pareggio
stanziando le somme previste per i
miglioramenti, le attrezzature scientifiche e la normale manutenzione ed
ha potuto corrispondere il premio in
deroga a tutto il personale.
Sei anni fa, proprio in questi giorni,
l’Infermiera Alice Genre, che durante
tutto l’inverno aveva innumerevoli volte pulito e ripulito l’Ospedale in attesa
dei primi malati, era serena: noi eravamo invece preoccupati per l’esiguità
dei nostri mezzi, per le difficoltà che
prevedevamo nell’avviare l’Ospedale.
La serenità di Alice ci è stata di
grande lezione. Grazie Alice!
metodista è prevista la partecipazione
della Tavola come avviene attualmente per le altre commissioni sinodali
amministrative (CIOV e Consiglio della Facoltà). Nel progetto viene previsto che i suddetti enti morali: Tavola
e Opera avranno la loro sede legale in
Torre Pellice nella Casa valdese e gli
uffici centrali in Roma nello stabile di
via Firenze 38.
Sono inoltre regolati i rispettivi rapporti economici; la posizione delle opere sociali metodiste parificate nella
condizione giuridica interna a quelle
valdesi; la posizione degli organismi
settoriali e tra gli altri quella dell’Unione dei predicatori laici; e varie altre questioni di dettaglio sulle quali
non è possibile ora soffermarsi.
Il progetto viene articolato come un
complesso di norme di base e di altre
transitorie per regolare di intesa le varie situazioni che andranno via via sistemandosi nel corso di un certo giro
di anni (probabilmente cinque, ma forse anche meno) entro il quale è previsto che tutto il progetto, se approvato definitivamente nel 1975, debba essere attuato ed applicato in ogni sua
narte per concretare l’integrazione globale valdo-metodista ad ogni livello. Le
sessioni sinodali congiunte avranno di
conseguenza in ciascuno dei prossimi
anni un pacchetto di questioni da
studiare e su cui saranno chiamate via
via a pronunciarsi per dettare le direttive e varare così le regolamentazioni relative alle varie questioni che ne
necessitano.
* * *
È con gioia che possiamo pertanto
anticipare che quei problemi che nel
tempo a più riprese si erano presentati davanti agli operatori come ostacoli
che sembravano insormontabili per
concludere le trattative avviate tra vaidesi e metodisti, hanno potuto ora essere impostati in un modo che ci appare risolutivo; per cui sentiamo di dover rivolgere un pensiero riconoscente
anche a coloro che in tutti questi anni, senza perdere speranza, si adoperarono con reciproca pazienza a mantenere aperta la trattativa anche nei momenti in cui essa poteva sembrare pesantemente compromessa; e verso i
nostri Sinodi e Conferenze per gli instancabili voti con cui hanno spronato gli organi ecclesiastici e le chiese ad
adoperarsi in una collaborazione ed allo sviluppo della reciproca conoscenza
nello svolgimento della comune testimonianza alla Parola del Signore. Questa Parola ha operato anche tra noi in
modo che oggi siamo in grado di fissare, con la certezza della speranza cristiana, financo la data conclusiva del
nostro comune lavoro inerente questo
tanto auspicato piano di integrazione
ecclesiastica.
Noi pensiamo che, nel ricordare quest’anno l’ottavo centenario della conversione di Valdo e l’inizio del movimento valdese nelle cui caratteristiche
tutte le nostre chiese si riconoscono e
nello sviluppo storico del quale — così
come è venuto svolgendosi dalla Riforma sino ad oggi— esse si collocano, il
sinodo valdese e la conferenza metodista possano celebrare tale evento inserendovi come segno del loro apporto
la realtà del felice esito del loro compiuto incontro.
A voi tutti il nostro fraterno saluto.
// presidente della
Conferenza Metodista
past. Mario Sbaffi
Il moderatore della
Tavola Valdese
past. Aldo Sbaffi
soressa » di Don Milani, alla conquista delle
150 ore nel contratto dei metalmeccanici,
dalla contestazione studentesca nelle università del ’68 allo sviluppo della Cgil-scuola,
ecc.) ha dimostrato che i problemi della scuola, compreso quello della didattica, possono
essere affrontati e risolti solo sul terreno
politico.
La scuola non è più una specie di « corpo
separato » nel quale alcuni a tecnici » sperimentano tecniche innovative e moderne, ma
è diventata un luogo tra i tanti ove si gioca
la lotta per il potere tra capitalismo e movimento operaio, uno dei terreni dove si misurano i rapporti di potere tra padroni e lavoratori, dove si svolge lo stesso scontro di
classe che viene vissuto in fabbrica e nella
società.
Per ehi è impegnato nella lotta del movimento operaio, la scuola (e la scuola dell’obhligo in particolare in quanto rappresenta il
fenomeno formativo di base per tutti) è un
problema di costruzione di un processo edu
^tivo alternativo, anticapitalistico e operaio
E allo stesso tempo trasmissione di cono
scenze e costruzione di un nuovo sapere di
verso da quello dominante non solo per ,
contenuti ma anche per il metodo, per il rapporto con la realtà.
PARTECIPAZIONE
L incontro fa parte dell’insieme di attività
di un centro giovanile evangelico che accetta
e ricerca il confronto con il significato attuale del messaggio biblico e che si pone il problema di una testimonianza di fede al proletariato. Questo campo è dedicato alle problematiche della scuola dell’obbligo e della scuola elementare in particolare. Abbiamo scelto
di limitare il nostro esame a questi aspetti
del problema perché ci sembra che oggi sia
più che urgente affrontarli per la funzione
centrale che la scuola dell’obbligo ha nella
formazione ideologica e professionale della
classe operaia. Due sono gli aspetti principali che affronteremo nel corso dell’incontro :
uno politico generale su scuola, movimento
degli insegnanti, rapporti con la classe operaia; l’altro, quello dell’insegnamento, del lavoro didattico quotidiano.
A questo incontro sono invitati in particolar modo gli insegnanti della scuola dell’obbligo, ma anche quanti hanno interesse a
discutere i problemi della formazione del lavoro educativo. Agape, pur situando la propria prospettiva politica in una linea marxista, non aderisce a nessun gruppo o partito politico organizzato, ed accetta quindi i
partecipanti senza distinzioni. Il gruppo residente che si occupa della conduzione del
centro si riunisce per il culto comunitario la
domenica. I partecipanti che lo desiderano
potranno unirsi a loro. (Inf/Agape)
PROGRAMMA
mercoledì 10 luglio : arrivo dei partecipanti per cena;
— giovedì 11 luglio: ìì Forinazione di base,
processi produttivi e scuola delVobbligo »
a cura di Agape;
venerdì 12 luglio: <.c Le lotte degli insegnanti: valutazioni e prospettive » a cura
di IVETTE Fuhrmann;
— sabato 13 luglio : « Il significato politico
della conquista delle 150 ore » a cura di
Paola Fiorentini;
— domenica 14 luglio : giornata libera per
gite o altro;
— lunedì 15 luglio: «.Esperienze di ricerca
d ambiente in una scuola elementare » a
cura di Gianni Giardiello;
— martedì 16 luglio: «Esperienze di didattica delle scienze e della matematica nella
scuola elementare » a cura di Fiorenzo
Alfieri;
— mercoledì 17 luglio: «Esperienze di animazione e di drammatizzazione nella scuola elementare ».
— giovedì 18 luglio : « I servizi psicologici
e la medicina nella scuola delVobbligo »;
— venerdì 19 luglio: partenza dopo colazione.
ECUMENE
Campo Lavoro: 25 giugno - 20 settembre
Organizzato da Ecumene. Ai partecipanti
si chiederà un modesto contributo per le spese del loro mantenimento.
Campo Cadetti: 1° luglio - 22 luglio
Per ragazzi dagli 8 ai 14 anni.
Organizzato in collaborazione eon il segretariato delle Scuole Domenicali della Chiesa
Evangelica Metodista.
Tema: «Il problema dell’informazione».
I ragazzi saranno divisi in due gruppi : dagli
8 agli 11 anni e dai 12 ai 14. Lo studio sarà
diretto non solo all’analisi del materiale informativo (fumetti, fotoromanzi, giornali, eccetera) che i giovani hanno più spesso tra le
mani, ma anche all’osservazione critiea di alcuni programmi televisivi o pellicole cinematografiche a loro destinate.
Contributo: L: 28.000.
Quota di iscrizione L. 2.000 - le iserizioni
vanno inviate a Giovanni Anziani, via Garibaldi 15 - 66010 Palombaro (Chieti).
Il programma prevede, oltre agli studi, diverse gite al mare, ai monti, ai laghi; giochi
Direttore: Giovanni Anziani e collaboratori
Incontro Giovani: 26 luglio - 2 agosto
Dai 15 ai 17 anni.
Organizzato in collaborazione con il gruppo EGEI di Villa San Sebastiano, per ragazzi
che partecipano ad esperienze di eontroscuole, scuole serali, ecc. Vuole essere un primo
tentativo di verifica a livello di base del lavoro che viene svolto.
Contributo: L. 15.000.
Per informazioni ecc. rivolgersi al direttore di Ecumene: Sergio Aquilante:
— fino al 30 giugno: 67060 Villa San Sebastiano (L’Aquila) - Tel. (0863) 67137;
— dal 1 luglio : Ecumene - Loealità CiglioIo - 00049 Velletri (Roma) - Tel. (06)
9631310.
5
21 giugno 1974 — N. 25
pag.
Nelle Chiese scandinave
Continuando la panoramica che diamo periodicamente della vita di
Chiese in determinate regioni del mondo, ecco una serie di notizie su
Chiese scandinave, tratte dal sepd, il Servizio stampa protestante
della Svizzera tedesca.
Un istituto nordico per la ricerca sulla missione
È stato fondato un Istituto nordico per la ricerca missionaria ed ecumenica (NIME), quale organo di collegamento e di collaborazione fra i vari Istituti
che vi sono rappresentati. La sua attività è volta all’elaborazione di programmi. Il primo di questi è la stesura di un inventario degli archivi missionari e
di quelli ecumenici nel Nord europeo, già in atto. Presidente dell’Istituto è il
prof. Bengt Sundkler, di Upsala, segretario il prof. Cari F. Hallencreutz.
SVEZIA
Un pastore luterano, che si è fatto battezzare da un predicatore battista
nella chiesa battista di Sodertalje, senza per questo avere affatto intenzione di
abbandonare il suo precedente lavoro pastorale, ha scatenato un dibattito battesimale nella Chiesa di Svezia, che è Chiesa di Stato.
È però probabile che egli debba abbandonare il suo servizio. La Conferenza dei vescovi luterani si è espressa su questo caso, constatando che per quanto
possa essere soggetto a critica il battesimo dei fanciulli, un atteggiamento simile è inaccettabile in un ministro della chiesa. Questo secondo battesimo svaluta il battesimo dei fanciulli e pone quindi in discussione un punto essenziale
della dottrina ecclesiastica. Il capitolo del duomo, sotto la cui giurisdizione
rientra il pastore, è stato invitato a trattare la questione in conformità con
gli ordinamenti ecclesiastici, e se necessario ad allontanare il pastore.
La frequenza ai culti cresce, si constata nella Chiesa di Svezia. I culti domenicali sono meglio frequentati che negli scorsi decenni; secondo una statistica relativa al 1972, i partecipanti alla santa cena sono raddoppiati, negli ultimi 25 anni. L’80% circa dei bambini sono battezzati, e il 76% dei catecumeni
chiedono la confermazione; diminuiscono, invece, le celebrazioni religiose del
matrimonio. Nel 1971 sono usciti dalla Chiesa 6.400 membri e ve ne sono entrati 1.600.
Una settimana ecumenica con i paesi in fase di sviluppo, organizzata dal
Consiglio ecumenico svedese e dal Consiglio missionario svedese, si terrà nuovamente nel novembre prossimo. La « Settimana ecumenica 1973 » ha avuto
ottimi risultati e si sono potuti costituire oltre duecento gruppi locali. Ma queste « settimane » fanno presente anche a coloro che non s’interessano alla Chiesa, che i problemi dei paesi in sviluppo toccano tutti, e non solo qualche gruppo specifico. Proprio perché attualmente il lavoro ecumenico è fortemente criticato in Svezia, la realizzazione di tali « settimane » è più necessaria che mai.
Una «bomba cerealicola» svedese in Etiopia; un’azione condotta dalla Croce Rossa e dall’Assistenza luterana provvede i villaggi affamati, nelle regioni
etiopiche colpite dalla siccità, di cereali paracadutati. Aerei leggeri possono in
tal modo aiutare quotidianamente circa 12.000 persone, distribuendo alimentari
e semenze. A capo dell’azione è il noto capitano pilota, il conte Gustav von
Rosen, che a suo tempo aveva provveduto alle popolazioni affamate del Biafra, trasportando con un ponte aereo medicinali e alimentari. A partire dal
1“ aprile scorso egli ha a disposizione tre di questi aerei. Egli ritiene che con
quattrocento aerei del genere si potrebbe risolvere il problema della fame in
un paese dalle dimensioni dell’Etiopia. Quest’opera assistenziale dovrebbe essere estesa alle zone inaridite dell’Africa occidentale e centrale.
La missione svedese fra i pagani ha un secolo: a differenza di ciò che è avvenuto in altri paesi, la Chiesa di Svezia non ha demandato l’opera missionaria alle Società missionarie. Già nel 1874 la Chiesa di Stato aveva fondato una
Missione svedese; nel 1876 i primi missionari svedesi partirono per l’Africa
orientale, l’India meridionale, il Sudafrica e la Rhodesia. Attualmente 150 missionari operano in Africa e in India (N.d.r. : ricordiamo che al servizio della
Missione svedese hanno lavorato il past. Alessandro Tron e la signora e poi il
past. Bruno e Paola Tron, i quali sono attualmente all’Asmara al servizio della Chiesa evangelica, sorta da quella missione). Il bilancio della Missione della Chiesa di Svezia è di 21 milioni di corone (circa 3 miliardi di lire). È assai
frequente l’uso di dare offerte per la missione in occasione di funerali; tali offerte ammontano annualmente a circa un milione di corone.
Nel corso di questi cento anni il lavoro missionario è profondamente mutato. Negli antichi campi di missione operano ora giovani Chiese autonome,
che assumono a loro volta la responsabilità missionaria. I rapporti con queste giovani Chiese sono buoni. Esse richiedono alla Svezia questo o quell’aiuto
specifico, ma già vedono fra le loro responsabilità quella di andare in missione, ad esempio, nella Svezia secolarizzata.
Il capo del movimento pentecpstale svedese, Lewi Pethrus, ha 90 anni ed è
vitalissimo. In questa ricorrenza è stata lanciata una raccolta di fondi per una
Fondazione filantropica intestata al suo nome, raccolta alla quale hanno contribuito personalmente, appoggiandola, l’arcivescovo luterano e il premier Palme. La personalità di Lewi Pethrus irraggia ben oltre la comunità cristiana
che guida.
Il movimento pentecostale svedese conta oggi circa centomila membri che
hanno ricevuto il ’battesimo della fede’. Colpisce l’impostazione sociale impressa dal Pethrus. Il movimento pubblica un periodico che tira 40.000 copie,
collabora a un’emittente internazionale, sostiene un quotidiano politico-religioso, «Dagen» (27.000 copie) e l’Unione cristiano-democratica (KDS), che ha pochi seggi ma costituisce un importante canale dichiaratamente cristiano nella
Svezia secolarizzata. Il festeggiato ha scritto oltre 50 opere, ha vaste conoscente e partecipa a conferenze internazionali del movimento pentecostale.
NORVEGIA
Continua accesa la discussione sul pastorato femminile. La Conferenza dei
vescovi luterani ha constatato che sono presenti due schieramenti d’opinione
circa la liceità del pastorato femminile, ognuno dei quali afferma di interpretare rettamente la Scrittura e le Confessioni di fede. La Conferenza consiglia
di « rispettare entrambe le opinioni e di accettare di vivere nel contrasto ». Dal
1956 sono state consacrate 15 donne che avevano compiuto gli studi teologici;
esse lavorano però, quasi tutte, non in una chiesa ma in un istituto.
Accesamente discussa continua pure ad essere l’appartenenza della Chiesa
di Norvegia al CEC. Il quotidiano « Vart Land » ne ha già ripetutamente chiesto il distacco. In tutte le cerehie ecclesiastiche norvegesi è forte la critica
nei confronti del CEC : esso non sarebbe uno strumento di Dio ; si mostrerebbe molto tollerante nei confronti delle persecuzioni che si verificano negli Stati
dell’est, estremamente attivo, invece, nel condannare quelle che si verificano in
altre parti del mondo. Mentre alcuni Norvegesi chiedono l’uscita dal CEC quale
atto dimostrativo, altri vogliono invece una collaborazione critica, capace di infiuire sulla politica del CEC.
Un progetto di legge sull’aborto si propone di lasciare alle sole donne la
decisione al riguardo. I Norvegesi dovranno pronunciarsi con referendum popolare. La Conferenza norvegese dei vescovi (luterani) si era già espressa alcuni anni fa contro l’aborto, e recentemente ha di nuovo rivolto al governo un
appello, mettendo in guardia contro il progetto di legge che sarà presto sottoposto a referendum. Lasciare la decisione al singolo, su una questione di tale
importanza, significa — dicono i vescovi — rimmeia alla responsabilità sociale.
Ed è difficile pensare che il partito socialdemocratico, che per il resto sottolinea anzitutto la responsabilità sociale, prenda questa via e si proponga cosi
di « seppellire la posizione delle Chiese ».
DANIMARCA
La minaccia di una seria carenza di pastori scuote la situazione della chiesa di popolo. Secondo informazioni dell’aprile 1974, fin dal 1972 mancavano, in
Danimarca, candidati adatti a ben cento pastorali. Se continua il processo in
atto, fra pochi anni un posto pastorale su quattro sarà vacante. Il numero degli studenti in teologia cala di anno in anno; inoltre alcuni al termine degli
studi si decidono per professioni meglio retribuite. Là dóve manca un pastore
a pieno tempo, si nota un accentuato estraniamento alla chiesa. Il ministero
dei culti sta esaminando progetti di « formazione teologica d’emergenza » per
laici. Vari di questi progetti si contrappongono: una commissione speciale consiglia un corso triennale per uomini e donne al di sopra dei 35 anni che abbiano
un diploma d’insegnante o qualificazione analoga. L’associazione pastorale diffonde un controprogetto, che prevede una formazione di base di un anno e
mezzo, la quale qualifica al posto di assistente di chiesa; segue un’ulteriore
formazione di quattro anni. Le condizioni richieste per seguire questa seconda
via sono le stesse che per la prima. Da parte sua l’Università di Aarhus ha
avviato un ’’corso d’emergenza” triennale, « Teologia per laici » : in esso, accanto alle materie tradizionali, si dà particolare attenzione alla storia contemporanea della Chiesa, alla ’’terapia comunitaria” e alla pedagogia. Il corso che si svolge attualmente è frequentato da 30 studenti; per il prossimo se
ne sono già prenotati 120, più di quanti posti-studente siano disponibili a
Aarhus.
9 La Chiesa riformata uràta in Inghilterra
e nel Galles, formata nel 1972 in seguito alla fusione fra presbiteriani e congregazionalisti, e le Chiese di Cristo hanno deciso di sottoporre allo studio delle loro chiese e dei loro consigli un rapporto ufficiale
contenente proposte concrete in vista dell’unione delle due denominazioni. Esso tratta due temi importanti sui quali le opinioni
divergono: il battesimo e il ministero. Un
rappresentante delle Chiese di Cristo all’Assemblea della Chiesa riformata unita, tenutasi a Nottingham il mese scorso, ha detto di soerare che i colloqui in vista dell’unione abbiano risultato positivo. La fusione
riunirebbe rispettivamente 200.000 e 5.000
cristiani.
0 II traduttore in francese della « Dogmatica » di Karl Barth, il past. Fernand
Ryser, che ha concluso recentemente la sua
fatica di oltre vent’anni, ha ricevuto dall’Università di Ginevra il dottorato honoris causa
in teologia.
9 La Conferenza dei sacerdoti del Canada
occidentale, a Ottawa, ha approvato un
documento nel quale si chiede il celibato facoltativo dei preti e la consacrazione sacerdotale alle donne.
H caro dello Stato ronieno
e II ruolo della refigione
Bucarest (spr) — Nicolae Ceausescu,
presidente della Repubblica socialista
di Romania, ha salutato la nomina di
un certo numero di responsabili ecclesiastici fra i membri del presidium
del « Fronte per l’Unità socialista ».
Fra gli eletti al primo Congresso del
Fronte si notano i nomi di Laszlò Papp,
vescovo della Chiesa riformata romena, di Albert Klein, vescovo della Chiesa luterana e del patriarca Justinian
Marina, della Chiesa ortodossa. Nel
suo discorso al Congresso, N. Ceausescu ha garantito a ogni cittadino il
diritto di adempiere ai suoi doveri religiosi, ma ha sottolineato che « tutti
i cittadini, qualunque siano le loro opinioni filosofiche o le loro convinzioni
religiose, devono osservare strettamente le leggi del paese ». 11 presidente romeno ha espresso la sua recisa convinzione che non vi dev’essere « alcuna discriminazione fra le persone a
Limuru fspr) — Il Kenya non si è
ancora rimesso dagli eventi di cinque
anni fa, quando il movimento per l’unità nazionale è stato seriamente ritardato dal risveglio di conflitti tribali — ritiene il pastore John Gatu, segretario generale della Chiesa presbiteriana nell’Africa orientale.
In un discorso in occasione di una
distribuzione di diplomi, tenutasi recentemente nel Collegio teologico unito S. Paolo a Limuru, il past. Gatu ha
incoraggiato i futuri pastori « a non
parteggiare in questo conflitto ma a
sforzarsi di avere un ruolo conciliatore e a lottare per la giustizia aiutando
i membri di chiesa a liberarsi da tali
tendenze ». Il past. Gatu pensa che oggi i Kenyani sospettano tutti gli uni
. ife
Mosca {Relazioni Religiose) - Si sta lavorando a Mosca per erigere un nuovo centro
sperimentale dedicato a ricerche sulla religione e sull’ateismo scientifico, nel quale dovrebbero trovare un largo impiego i metodi
di studio sociologiei. Scopo dell’istituto è
quello di portare avanti la lotta, intrapresa
fin dai primi anni del regime sovietico, contro la Chiesa e il sentimento religioso.
Il nuovo piano di propaganda antireligiosa prevede l’accurata preparazione di funzionari specializzati nei problemi di diffusione
deH’ateismo e la dislocazione di almeno uno
di essi in ogni grande centro. Questa nuova
offensiva contro la Chiesa parrebbe provocata dal fatto che tra la popolazione russa il
sentimento religioso è risultato più tenace e
diffuso di quanto non sia gradito ai dirigenti
sovietici. Tale situazione preoccuperebbe non
poco gli ideologi del partito, che hanno optato di conseguenza per l’adozione di metodi di
lotta più sottili e capillari. I sistemi adottati
in passato, infatti, non hanno dato i risultati
sperati e rattaccamento dei credenti sovietici
alla loro fede ha messo a dura prova l’inventiva di quanti erano preposti al compito di
sradicare le credenze religiose. Dalla fondazione dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche in poi i tentativi in questo
senso si sono reiteratanlente susseguiti, da
un’azione di forza svolta da gruppi di giovani comunisti, che irrompevano nelle case e
strappavano le icone dagli altari, alla celebrazione ideologica, con la commemorazione degli scritti di Lenin sul ruolo e l’importanza
dell’ateismo del 1963. Commemorazione che
giustificò una nutrita serie di pubblicazioni
sull’argomento.
Ma se il ricorso alla violenza ebbe per effetto un rafforzamento della fede, ancora più
gelosamente e tenacemente coltivata all’interno delle case e delle famiglie, neppure la
propaganda a livello culturale ed ideologico
ebbe tuttavia un successo determinante, a
giudicare dai risultati di un’inchiesta sociologica, sulla fede dei cittadini sovietici, condotta dall’Istituto per l’ateismo scientifico della
Accademia delle scienze sociali presso il Comitato Centrale del PCUS. I risultati di tale
inchiesta, pubblicati nel 1967, indicavano
infatti come credenti il 15% della popolazione urbana e il 30% di quella rurale. E la
percentuale dei fedeli era probabilmente anche più alta, a quanto ammise il prof. Baltanov, docente del citato Istituto per l’ateismo
scientifico. Sembra, inoltre, che il matrimonio religioso sia ben visto da una larga percentuale di giovani, che lo riterrebbero una
solida base per una famiglia unita e duratura.
Contro tale resistenza del sentimento religioso nella popolazione il governo sovietico
non ha risparmiato i metodi propagandistici.
Ogni anno vengono edite 300 nuove opere
per la diffusione dell’ateismo, oltre alle ristampe di titoli già noti. Un vero e proprio
bombardamento di idee, se si pensa che, in
base a una statistica compilata da « Nauka i
Religija » {Scienza e Religione), si è calcolato che le case editrici sovietiche hanno pubblicato complessivamente 6 milioni di libri
ateisti all’anno. Libri che, tuttavia, per ammissione dello stesso giornale, giacciono spesso invenduti in notevole quantità nei depositi dei grandi magazzini.
causa della loro appartenenza nazionale o etnica, della loro lingua o delle
loro convinzioni religiose, ma che tutti
devono godere degli stessi diritti ed
essere soggetti agli stessi doveri ».
UN PASTORE DEL KENYA LANCIA UNA SFIDA
Al SUOI COLLEGHI PIU’ GIOVANI
Lottare contro il tribalismo
degli altri, che il nepotismo è divenuto moneta corrente e che molti sono
vittime di misure discriminatorie a
causa della loro appartenenza a una
data tribù o a una data comunità.
« Pronostico — aggiunge il past. Gatu
— un probabile deterioramento della
situazione, piuttosto che un miglioramento, sopratutto perché andiamo
verso le elezioni ».
Il past. Gatu ha incoraggiato gli studenti che terminano i loro studi a diventare delle guide per i membri delle loro comunità, affinché questi contribuiscano a promuovere un solo Kenya unito, nel quale le tradizioni di
ogni tribù siano ugualmente rispettate, senza favoritismi né pregiudizi.
Nuovi programmi
per ia propaganda atea neii’URSS
I libri non sono, comunque, l’unico veicolo delle idee ateiste; altri sistemi, forse più
graditi alla grande massa della popolazione,
sono stati adottati dagli specialisti della propaganda antireligiosa. Così si sono indette
gare fotografiche, aventi come tema l’ateismo;
sono stati prodotti films e organizzate conferenze nei musei e nei centri di chiarificazione, ai quali facevano capo servizi di vagoni
ferroviari, trasformati e adattati alla circostanza. E naturalmente non sono sfuggiti ad
un sapiente e ben dosato impiego i massmedia, canali sovrani per raggiungere il cuore della pubblica opinione.
La propaganda antireligiosa ha anche sfiorato l’impegno psicologico, quando un gruppo di dirìgenti, pochi anni fa, ha proposto di
operare soprattutto sulle donne con una
campagna condotta a livello emozionale. Lo
interesse per la componente femminile defla
popolazione è dato non solo da una considerazione dì ordine quantitativo (le donne costituiscono infatti il 75% dei fedeli esistenti
nell’intero paese), ma anche dal ruolo di educatrici svolto abitualmente dalle madri. Si
vorrebbe tentare, cioè, di influire sùUe scelte e gli atteggiamenti futuri dei giovani sovietici fin daU’infanzia, tramite i primi insegnamenti impartiti neU’ambito della famiglia.
Comunque, non sembra che a così massìcci interventi propagandistici corrisponda un
risultato adeguato. In un’indagine, compiuta
nel 1971 da « Nauka i Religija » si è avuta,
infatti, la sorpresa di apprendere che molti
scolari di Leningrado nei loro componimenti
avevano celebrato la religione, attribuendole,
per il passato, un ruolo di ispiratrice dell’arte e di impulso alla ricerca e al progresso
della scienza.
Il segretario generale
deirARM
visita la Romania
Cluj {spr) — « Se dovessi riassumere le mie impressioni, direi anzitutto
che sono stato colpito dall'attaccamento dei cristiani riformati alla loro
Chiesa; essi partecipano numerosi ai
culti » — afferma il past. Edmond Perret, segretario generale dell’Alleanza
Riformata Mondiale, di ritorno da una
visita ufficiale di due settimane alla
Chiesa riformata di Romania.
« I contatti ecumenici mi son parsi
assai fruttuosi e la collaborazione fra
pastori di varie Chiese — soprattutto
ortodossa, cattolico-romana, luterana
e riformata — è assai amichevole a
livello locale. Uno dei problemi essenziali, in una Romania in trasformazione profonda e in rapida industrializzazione, mi pare essere questo: le
Chiese sapranno trasfondere quel che
costituisce il valore delle loro tradizioni nelle nuove forme di vita emergenti? ».
Il past. Perret era uno dei quattro
dirigenti ecclesiastici riformati che
hanno ricevuto un dottorato honoris
causa in teologia alT’Istituto unito di
teologia protestante di Cluj, il quale
festeggiava i 25 anni dalla sua fondazione. Il past. Perret ha pure visitato
numerose chiese in Transilvania, la regione della Romania in cui la Chiesa
riformata, di lingua ungherese, è soprattutto presente.
Prima di lasciare il paese, il past.
Perret ha avuto, a Bucarest, colloqui
con il prof. Dumitru Dogarti, presidente della Divisione culti della Repubblica socialista di Romania, e con il patriarca Justinian della Chiesa ortodossa. Il past. Perret ha espresso la propria soddisfazione perché il governo
romeno ha concesso recentemente alla
Chiesa riformata l’autorizzazione a costituire una seconda chiesa riformata
nella capitale.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiniitiiiiiiiiiiniiiiiimiiiimiimiiiiiiiiiiiiiiin
(N Fra le lingue ufficiali del Congresso dell’evangelizzazione mondiale, che si terrà
a Losanna in luglio, vi sarà anche il cinese,
accanto aH’inglese, al francese, al tedesco, all’indonesiano, al giapponese e allo spagnolo.
Saranno infatti numerosi i partecipanti da
Taiwan e da altri paesi asiatici, che non
comprendono alcuna delle altre lingue ufficiafl previste.
Il decimo generale
dell’Esercito
della Salvezza
Londra {bip) — Quaranta capi dell’Esercito della Salvezza, venuti da tutto il mondo e riuniti vicino a Londra,
si costituiranno in Alto Consiglio, il
cui unico compito è eleggere un generale chiamato a succedere al capo
mondiale attuale quando egli, raggiunti i limiti d’età di 70 anni, lascerà le
sue funzioni. Il generale eletto sarà il
decimo, dopo William Booth, il fondatore, Bramwell Booth, Edward Higgins, Evangeline Booth, George Carpenter, Albert Osborn, Wilfred Kitching, Frederick Coutts, Erik Vickberg.
Il prossimo Alto Consiglio riunirà i 28
commissari e il luogotenente commissario attualmente in servizio, nonché
11 colonnelli, tutti capi territoriali: in
tutto 40 membri. I capi dei territori
nei quali l’E. d. S. svolge la sua attività sono nominati dal generale, dal
quale ricevono istruzioni e direttive e
al quale rispondono regolarmente della loro azione.
Una Chiesa indonesiana seriamente ceipita
dalle conseguenze di eruzioni vulcaniche
Giakarta {spr) — Trentamila persone sono fuggite dall’isola di Siau, nell’Indonesia settentrionale. All’inizio
dell’anno quell’isola era stata vittima
di eruzioni vulcaniche provenienti dal
vulcano Awu, e di ripetute scosse di
terremoto. La valutazione è di O. E.
Engelen, tesoriere del Consiglio delle
Chiese indonesiane (DGI), dopo una visita fatta a Siau il mese scorso.
Siau fa parte dell’arcipelago di Sangir e Talaud, tra Salawesi (Celebes)
settentrionale e le Filippine meridionali. Quasi tutta la popolazione dell’isola, 50.000 abitanti, appartiene alla
Chiesa evangelica di Sangir e Talaud.
Le prime scosse si avvertirono TU
febbraio, altre seguirono il 23, con
eruzione di lava e smottamento di
rocce in fusione; il 25 marzo si erano
già registrate 99 scosse. Si ritiene che
la minaccia di altre scosse ed eruzioni
continuerà a incombere fino alla stagione delle piogge, in novembre.
Secondo il past. Samuel Kanalung,
presidente della Chiesa evangelica di
Sangir e Talaud, il 60% delle chiese,
delle scuole e delle abitazioni private
sono state distrutte o danneggiate dalle scosse sismiche o dalle colate di lava. La maggior parte delle persone che
hanno abbandonato l’isola si sono recate nel nord di Sulawesi o nelle isole
maggiori dell'arcipelago, Sangir e Talaud.
Fra le prime organizzazioni a recar
soccorsi ai sinistrati, il « Church World
Service » statunitense e il Consiglio
delle Chiese in Indonesia; è stato pure lanciato un appello al Consiglio
ecumenico delle (jhiese e all’Alleanza
riformata mondiale. Il direttore del
Centro di sviluppo della DGI, a Giakarta, sta svolgendo uno studio sulle
necessità a lungo termine a Siau.
La Chiesa evangelica di Sangir e Talaud conta circa 185.000 membri, cioè
il 90% della popolazione dell’arcipelago. Delle 312 comunità di questa Chiesa— una di quelle accolte più recem
temente nelTARM — 73 si trovano a
Siau.
6
1
pag.r6':
GRQMAOM VALLI
N. 25 — 21 giugno 1974
Wle Valli ogg i
€yOJ|lNAT4 diagonali - torre PELLICE, 13 GIUGNO 1974
Utilizzare AutuMiiria SÌ, ma per qualé 1^^
SCUOLE MATERNE
AsséiiTbtèrdr ^«Htori
a Pomaretto discute
la “gestione sociale”
Una trentina di genitori ha preso
gli
Strumenti
Fra pochi giorni ci ritroveremo alla
Conferenza Distrettuale, pastori e deputati delle chiese del Distretto, per
valutare insieme la vita e la testimonianza che come credenti abbiamo vissuto alle Valli nel corso dell’anno passato.
In genere la convocazione della Conferenza non suscita grandi entusiasmi
nelle chiese; c’è, lo si sa e lo si accetta,
come si sa ed accetta che al mese di
giugno ci siano i primi caldi. E tutto
sommato i lavori di quella giornata
passano via come un temporale: il
brontolio di qualche tuono, a volte dei
lampi, un bel rovescio di pioggia e poi
torna il sole, ed è come prima.
La Conferenza non è un momento
sentito come importante nella vita della chiesa per tutta una serie di motivi,
che sarebbe utile discutere un giorno.
Lo si vede già nella elezione dei deputati (i fratelli che continuano a chiamarsi ’’delegati”) dell’assemblea. Trovarli è sempre impresa difficile: chi
non ha tempo, chi non se la sente, chi
è troppo giovane, chi troppo anziano,
chi non ha macchina, chi ha il fierio..
Tutti gli anni si ripete lo stesso faticoso dialogo fra i pastori e la sparuta assemblea e spesso si nominano degli assenti nella speranza che finiscano col
dire di sì non potendo dire di no.
Lo stesso disinteresse si constata
poi nel ritorno del deputato alla sua
comunità. In quasi tutte le chiese si fa
una relazione del Sinodo ma in nessuna si fa una relazione della Conferenza, forse anche perché cade in estate e
le assemblee sono scarsamente frequentate. In fondo il deputato non ha
avuto mandato e non ha riscontro nella vita della sua comunità, più che un
deputato è un privato cittadino che va
a sentire le ultime novità e qualche
dibattito interessante.
Il lavoro stesso della Conferenza
non è però dei più favorevoli alla responsabilità dei suoi membri; generalmente hanno luogo, queste assemblee,
in grandi templi in cui si sta seduti a
disagio, dispersi e tutti in fila come al
sermone, non si sente mai molto bene
quello che si dice, non si è liberi di
muoversi ecc. Ma soprattutto quello
che frena il lavoro, il ritmo e soprattutto l’efficienza della seduta è il fatto
che non si sa mai molto bene quello
che si va a discutere e decidere; è
sempre andare un pò all’avventura.
Quello infine che non è del tutto convincente è il fatto che in conferenza
Distrettuale si possono prendere delle
decisioni, anzi devono essere prese delle decisioni, ma in ultima analisi quelli che sono Ti e votano spesso non sono i primi responsabili della loro applicazione, che sarà poi compito dei
Concistori. *
Per tutto questo insieme di cose le
Conferenze Distrettuali (ed in fondo
anche il Sinodo stesso) non sono utilizzate come dovrebbero e potrebbero,
sono strumenti che non vengono sfruttati, occasioni in parte sprecate. Che
serve dire "noi valdesi non abbiamo il
papa, la gerarchia, le direttive dall'alto” se poi non si sperimentano forme
di vita comune diverse ed alternative?
Cosa vale avere una occasione di esprimere la propria responsabilità cristiana, la propria scelta di partecipare alla costruzione di qualcosa in comune
se poi questa occasione la si spreca?
Mentre altre comunità cristiane,
pensiamo a quella cattolica che ci sta
attorno, stanno cercando espressioni
nuove della vita comunitaria, creano
consigli parrocchiali e diocesani, si
sforzano di superare l'idea che la chiesa sia il prete noi, da parte nostra, trascuriamo di vivere sino in fondo quelle realtà che non abbiamo da scoprire
ina solo da vivere. Gli strumenti ci sono basta volerli usare.
È probabile che il sistema della conferenza non sia adeguato, che non risponda alle nostre esigenze attuali, occorrerà rivederlo; ma proprio questo
possiamo e dobbiamo fare negli anni
che vengono. Giorgio Tourn
SERVIZIO MEDICO
Comuni di; Angrogna - Torre
Penice - Luserna S. Giovanni Lusernetta • Rorà
Dal 22 al 27 giugno
Dott. PRAVATA’ SALVATORE
Via Bellonatti, 2 - Tel. 90182
Luserna San Giovanni
FARMACIE DI TURNO
Da giovedì 13 a domenica 23 giugno: ferie Farmacia Intemazionale. Fa servizio la Farmacia
Muston.
Domenica 23 giugno
FARMACIA MUSTON
(Dott. Mattassero)
Via della Repubblica, 25
Torre Pellice - Tel. 91.328
FARMACIA VASARIO
(Dott. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
Luserna San Giovanni
AUTOAMBULANZA
Tel. 90.118 e 91.273 Torre Pellice
Un dibattito organizzato dal Centro Diaconale
« L’opera diaconale della Chiesa Valdese nel quadro della programmazione
locale »; questo il tema dell’incontro
che, come era stato ultimamente annunciato sulTEco/Luce, si è svolto a
Torre Pellice il 13 giugno, ed al quale
ha preso parte un’ottantina di persone,
per lo più impegnate in opere sociali.
Il dibattito è stato aperto da una relazione introduttiva del prof. Mario
Miegge, che ha collocato il problema
delle nostre opere nel più vasto quadro dell’attuale situazione sociale e
politica. A questa relazione ha fatto seguito un intervento delTArch. Longo,
Presidente della comunità montana
della Val Pellice, il quale ha presentato alcune realizzazioni dn campo assistenziale da parte della comunità montana, ed ha esposto le linee di fondo
sulle quali essa intende muoversi.
L’Avv. Marco Gay e il Prof. D. Varese
hanno brevemente esposto il punto di
vista della CIOV, ed infine il Past. A.
Taccia ha messo in evidenza come il
concetto tradizionale di diaconia, entrato ormai in crisi per tutta una serie di motivazioni diverse, necessiti
oggi di una sua revisione.
Quali sono gli elementi essenziali
emersi sia dalle relazioni, che dal dibattito che ha occupato buona parte
del pomeriggio? Anzitutto una valutazione positiva del momento politico
che stiamo vivendo, sia perché col referendum isì è visto che oggi la gente
comune ha deciso di ragionare con la
propria testa, sia perché le forze sindacali conoscono un nuovo, originale
sviluppo non solo per il numero rilevante di rappresentanti dei consigli di
fabbrica, ma anche perché con la costituzione dei Consigli intercategoriali
di zona, la popolazione stessa è chiamata a partecipare airorganizzazione
ed alla gestione dell’assistenza. Certo
vanno tenuti in debito conto in secondo luogo alcuni elementi negativi, pericolosi; il fatto che le sospirate riforme non si faranno fintantoché perduri
la grave crisi economica, e il fatto che
i grandi gruppi economici (IRI, Monte
dison. Fiat) stanno invadendo il settore della assistenza, introducendo in esso dei criteri di efficienza, razionalizzazione, massimo rendimento e minimo
di spesa che, evidentemente, rispettano il capitale, ma pon l’uomo!
In questa situazione per noi il problema non deve essere tanto se vogliamo o no passare allo Stato le nostre
opiere sociali, ed in particolare i nostri
ospedali, quanto piqttosto se vogliamo
che le nostre opere; si inseriscano nel
processo di rinnovamento sociale, per
una gestione che sia veramente democratica. Cioè condurre le nostre opere
cercando il dialogo e la collaborazione
con i consigli di fabbrica, coi sindacati, i consigli intercategoriali di zona,
gli enti locali ecc.
È stato giustamente notato che qualcosa in questo senso è già stato fatto:
basti pensare alle iniziative prese dall’Ospedale di Pomaretto che ha già
cominoiato a fare della medicina preventiva e che è beh disposto ad una
collaborazione con gli enti locali ecc.
Si tratta tuttavia di fare in modo che
questa collaborazione avvenga in modo più ampio; tanto più che l’attuale
legislazione, pur con tutte le sue carenze, concede tuttavia per es. ai comuni di prendere proprie iniziative in
campo assistenziale e, come è stato
detto, si possono fàre molte cose anche senza poter disporre di larghi
mezzi finanziari. '
Si deve inoltre notare che in questi
ultimi anni è in córso un processo di
lenta maturazione del concetto di assistenza da parte degli organi statali.
Il concetto di beseficenza (dando a
questa parola un senso paternalista)
sta tramontando e si parla sempre più
di sicurezza sociale, il che significa
concretamente cercare di dare ad ognuno la possibilità di vivere nel proprio ambiente se lo desidera, agendo
su di esso, fornendolo di quelle strutture essenziali e basilari che garantiscano la reale posèibilità di vivere in
esso senza essere emarginati dalla società. Per le nostre òpere questo signi
fica un allargamento del campo della
loro azione sociale. Pensiamo per es.
agli istituti per anziani, che dovranno
assumere sempre più il carattere appunto di « centri aperti »; e quando si
dice « aperti » si vuole affermare che
essi devono servire a tutta la popolazione, senza fare discriminazioni di carattere religioso (cose che forse non
sono mai avvenute con una intenzione
precisa). Ma bisogna che essi siano
inseriti non solo in un quadro religioso, come è stato necessariamente all’inizio, quando sono stati fondati
(opere della chiesa valdese per i vaidesi), ma sappiano collocarsi in un
certo contesto sociale. La diaconia della chiesa non deve appunto essere vista come qualcosa di limitato al proprio ambiente ecclesiastico, ma per
quanto riguarda le Valli in particolare,
essa deve riuscire ad esprimersi nelcontesto delle comunità montane. In
sostanza quindi autonomia delle nostre opere, a condizione però che esse
sappiano inserirsi nelle strutture sociali della zona per una gestione democratica dei servizi.
Questo grosso modo le idee emerse
nel corso della giornata e che hanno
suscitato un largo consenso di massima tra i partecipanti. Si è avuta l’impressione di essere riusciti a condurre
un dibattito sereno e costruttivo, fatto
tra persone coinvolte, chi più chi meno, chi con una chiara coscienza vocazionale e chi con una carica di solidarietà umana, con responsabilità diverse, ma comunque precise, in qualche opera. Naturalmente non è stato
possibile esaurire la serie di problemi
che si pongono; l’attenzione si è concentrata di più sugli ospedali, mentre
è stato affrontato solo di sfuggita il
problema delTassistenza agli anziani e
pochissimo quello ai minori. Perciò si
è proposto di avere in settembre un
altro incontro analogo, per esaminare
questi ed eventualmente ancora altri
aspetti della questione.
parte all’incontro di fine d’anno sabato 15 giugno scorso.
Dopo una parte dedicata ai giochi
(igi .bambiiii ed al rinfresco è cominciata l’assemiSlea con un rapporto del
comitato. Ancora una volta sono state
poste di fronte ai Genitori le vie da
scegliere per una coerente continuazione della scuola materna in futuro. Si
è insistito sul fatto che un puro passaggio allo Stato rappresenterebbe
una vera dimissione. Ma che cos’è
d’altra parte la gestione sociale? Tutti
si sono espressi nel senso di una richiesta di maggiori informazioni su
questa famosa gestione sociale. È risultato che queste informazioni ci sono, basta studiarle. Si è poi anche proposto di prender contatto con le scuole materne statali di Roreto e Porte
per vederne il funzionamento. La discussione, che come si vede è stata
molto positiva, si è conclusa dando
l’incarico ad un gruppo di una decina
di genitori di prendere queste informazioni e contatti. Il gruppo ha già tenuto due riunioni e riferirà all’assemblea dei genitori nel corso dell’estate,
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiimif
Prali
¡ili
Luciano Deodato
OSPEDALE DI POMARETTO
Sintesi di un nnnn di atdiiitñ nssisteniinii
A conclusione di una serie di articoli del Direttore Sanitario, Prof. V. Gay,
desideriamo portare a conoscenza della popolazione delle Valli alcuni dati
estratti dalla Relazione che la CIQV
presenterà alla Conferenza del 1° Distretto di prossima convocazione.
Quattrocentonovantatré valligiani
provenienti dal triangolo FTali, Sestriere, Pinerolo, e settantanove pazienti
provenienti dalla Provincia di Torino,
per un totale di seicentoquarantanove
ricoverati: ecco, in sintesi l’opera assistenziale di ricovero svolta nel 1973.
' I pazienti locali sono aumentati dèi
Ì5% rispetto a due anni fa e-numero' ---di
se. richieste provenienti "dà parte
non valligiani, non hanno potuto essere esaudite: alWIRciò giacciono in
media 30 richieste 'di ricovero; e sé l’Ospedale disponesse di 40 posti letto in
più, esso sarebbe appena in grado di
soddisfare le domande.
Tra le cause di ricovero le malattie
di cuore rappresentano la maggioranza: 43,6%. Esse sono seguite dalle
broncopneumopatie 26,2%, dalle malattie dell’apparato digerente 21,5%,
dalle malattie del fegato 19,4%, dal
diabete mellito 16,5%, dalle malattie
renali 16%, seguite dalle vascolopatie
e dall’ipertensione. I tumori sono risultati il 7,4% delTintera casistica.
I pazienti deceduti sono stati sessantasei: 20 per tumori, 18 per broncopneumopatie, 14 per malattie di cuore,
8 per vasculopatie.
Nell’ambito di una casistica di 576
malati, a completezza di diagnosi, sono
stati evidenziati 1366 stati morbosi.
L’impegno diagnostico e del controllo del primi presidi terapeutici ospedalieri, ha comportato l’esecuzione di
21.331 esami biochimici (media 32,8
prò capite), 2196 prestazioni cardiologiche (media 3,2), e di 1562 esami
radiologici (media 2,4). Una estesa indagine di routine, indirizzata alla diagnosi di stato prediabetico o di condizione predisponente, ha consentito
su 119 pazienti di riconoscere in 54 di
essi tali situazioni: salgono a 126 i
casi riconosciuti in questi ultimi 3(1
mesi di ricerca svolta su un gruppo di
323 esaminati. Il riconoscimento relativo ai casi studiati nel 1973 ha comportato oltre 1.000 ore lavorative tra
sanitari, infermieri e tecnici di labora
torio. .
L’importanza della malattia diabetica nella Valle, per la prima volta segnalata su base scientifica dal nostro
ospedale, rappresenta un argomento
di malattia sociale: e comporterà il
cointeressamento e la corresponsabilità
degli enti che hanno come compito
istituzionale la sanità sociale valligiana, in un organico programma di impegno che contempli la diagnosi precoce, la prevenzione e l’assistenza dei
pazienti in prestazioni esterne ambulatoriali. , ,
L’Ospedale di Pomaretto, che ha
svolto in questo campo una attività
promozionale e di stimolo, pòtrà dare
una efficace collaborazione ad ulteriori iniziative.
L’opera riabilitazionale si è concretata in 2.240 sedute di fisiokinesiterapia eseguite da personale specializzato
e sarà possibile, non appena l’organico verrà completato, iniziare questo
servizio per le esigenze ambulatoriali.
Da tempo ci si è posti il problerna di
quanto comporti per il paziente dimesso, il ritorno nelle condizioni ambientali, nelle quali, taluni, ricadono dopo
il miglioramento della malattia. Il discorso è qui molto ampio e potrebbe
rappresehtare un discorso a sé che investe la società, vLambiente, Teducaziòne igienico-sanitaria dei .pazienti.
Per quanto ci concerne e per quanto
si è potuto fare in questo campo, ci
dobbiamo rallegrare pp l’ottima collaborazione con i medici locali, con i
quali si è frequentemente in contatto
per problemi connessi ai pazienti già
dimessi. Da quest’anno si sono incaricate due infermiere per la preparazione igienico-sanitaria di taluni ricoverati particolarmente predisposti alla
ricaduta dello stato morboso. In questo particolare campo il ruolo di una
assistente sanitaria vigilatrice, con funzioni di tratto di unione tra pazienti
ed ospedale, rappresenterebbe un’importante contributo alla soluzione di
particolari settori dell’intero problema. Non manca la volontà di concretare questa iniziativa, che non è stato
possibile realizzare l’anno scorso.
Dai dati presentati risulta quindi
che l’opera assistenziale del nostro
Ospedale si diversifica da quella di un
cronicario. Essa affronta, già a livello
del solo ricovero ospedaliero, ampie
tematiche di assistenza sanitaria e si
comprende quindi come dinnanzi alla
esigenza di un’as,sistenza qualificata le
difficoltà organizzative ed i costi gestionali siano problemi da risolvere di
continuo, anche solo nel mantenimento della situazione attuale e nel suo
indispensabile aggiornamento; e qui U
discorso non è solo economico, ma è
anche sopratutto legato alla difficoltà
di ritrovare personale qualificato per
poter ampliare il discorso e la prassi.
Come per il passato si è proseguito
nella linea di offrire alla popolazione,
mediante convenzioni ambulatoriali
mutualistiche, i servizi diagnostici di
base evitando in tal modo le lunghe
prenotazioni presso ospedali più decentrati.
Nel 1973 sono state eseguite 7.361
prestazioni ambulatoriali: 6.046 esami
di laboratorio, 816 esami radiologici.
419 indagini cardiologiche, ed alcuni
altri accertamenti, di cui hanno usufruito i valligiani (contadini, operai,
minatori, pensionati) per un totale di
3.252 presenze ambulatoriali pari ad
una media giornaliera di 13 presenze.
Infine alcune valide iniziative per la
preparazione di operatori sociali non
hanno potuto essere condotte nella
realizzazione pratica, avendo i promotori di dette iniziative lasciato cadere,
per ora, ogni discorso concreto. L’ospedale dichiara oggi la sua disponibilità
al programma precedentemente concordato.
In meno di 15 giorni due lutti improvvisi hanno colpito alcune famiglie
di Prali e tutta la comunità. Il 5 giugno è improvvisamente deceduto Enrico Ferro di Cugno all’età di 47 anni;
era l’ultimo di quattro fratelli e lascia
la vecchia mamma quasi ottantenne
che ha cosi visto sparire tutta la famiglia. Il funerale è stato celebrato, in
assenza del pastore di Prali, dal pastore Luciano Deodato che ringraziamo.
Il 14 è deceduto dopo brevissima
malattia, dalla quale un intervento chirurgico non è valso a salvarlo, il fratello Emanuele Rostan di Pomieri all’età di 63 anni. Fino a pochi giorni prima aveva normalmente lavorato i suoi
campi. Anch’egli lascia una vecchia
madre, la più anziana di tutta la comunità. Il nostro affetto solidale giunga ancora alle famiglie così duramente
colpite.
Una nota di speranza ci è invece stata portata dal battesimo di Riccardo
Rostan di Guido e Nida Grill di Orgiere amministrato nel culto del 9 cori*.
Domenica 16 rassemblea di chiesa si
è riunita per ascoltare la relazione del
Concistoro, lo sviluppo delle conversazioni con la Tavola in vista della sostituzione del Pastore e per eleggere i
delegati alla Conferenza Distrettuale
ed al Sinodo. Per la prima sono stati
eletti Osvaldo Richard di Villa e Riccardo Ghigo di Giordano. Al Sinodo la
chiesa di Prali sarà rappresentata dall’anziano Amedeo Barus. F. Davite
Le cifre che vi abbiamo portato a
conoscenza riassumono il lavoro di 42
persone: senza togliere a nessuno il
proprio indispensabile apporto specifico bisogna riconoscere che è sui medici e sul personale infermieristico e
tecnico che è ricaduto l’impegno più
p. la CIOV, prof. Dario Varese
Prali (I.V.). Il Comune ha richiesto
alla STIPEL 3 cabine telefoniche a
gettoni da sistemare a Ghigo, Villa e
alla seggiovia. A Frali i telefoni privati nei condomini sono pochi e per alcuni non è ancora stato eseguito l’all’acciamento, perciò nel perido di maggiore affluenza turistica non restano
che i telefoni pubblici dei bar.
Le cabine telefoniche che ormai si
trovano in tutti i centri importanti sarebbero molto funzionali ed eliminerebbero tutti gli inconvenienti verificatisi fino ad oggi.
(continua a pag. 4)
nsz5ijuiríniíszsi5is2SíSZ.íi5ín5iszjzsuzszjmsiízszszsunszFísinu;zsiszsisziZJinjiízíiszíiri5mnszsi
DAL PINEROLESE
^52JZSZ¡niSZS?5í5ZnjES15ZSZ5ZSZSZSZJE51Li*ilSZSZ51SZSZSZSZSZSU15ZSZSZSZSZSZFijrESZSZSlLSZjrZ5íSÍLSZSZSZrajrZ5ZSl!íU’
MSI FUORILEGGE!
Prarostino (gg). « lo MSI deve essere messo fuori legge » questa frase
del discorso del sen. Arialdo Banfi è
stata sottolineata da un gran numero
di applausi degli ex partigiani e della
popolazione pinerolese convenuta a
Prarostino in occasione della manifestazione antifascista indetta dall’ANPI
per commemorare i caduti della guerra partigiana.
La messa fuorilegge dello MSI non
obbedisce ad un sentimento di vendetta, che è estraneo alla tradizione democratica dei partigiani, ma ad una
indicazione di volontà politica, di realizzazione del dettato costituzionale.
Certo il partito fascista può rinascere
sotto altre forme, e il pericolo fascista
10 si combatte realmente eliminando
le cause socio economiche che gli permettono di crescere, ma è importante
che dopo la strage fascista di Brescia
11 governo dimostri questa volontà politica colpendo non solo i giovani neofascisti dei gruppi paramilitari ma anche i loro sostenitori dello MSI.
democristiana del comune; il quartiere di Portici Nuovi organizzerà una
pubblica assemblea sul problema dell’area verde nel quartiere.
LA CONDIZIONE
DEGLI ANZIANI A PINEROLO
FORSE IN AUTUNNO
I CONSIGLI DI QUARTIERE
A PINEROLO
Pinerolo (gg). Il prossimo anno vi
saranno le elezioni amministrative. In
vista di questa scadenza si nota una
certa qual attività della DC preoccupata di ricuperare i voti persi in occasione del referendum. Per questo si
comincia a parlare di decentramento
e di organizzazione di quartiere. Naturalmente l’attività della DC è maggio
re in quei quartieri del tradizionale
elettorato DC; Baudenasca, Abbadia,
ecc.
Nel frattempo sono sorti spontaneamente alcune organizzazioni di quartiere che danno fastidio alla gestione
Pinerolo (r.p.). In quest giorni è
stata predisposta una mostra sulla
condizione dell’anziano nel comune di
pinerolo. La mostra che è stata preparata dal comitato di base per gli
anziani, dal gruppo anziani del centro
storico, della federazione dei pensionati, attraverso fotografie, documenti, inchieste nelle case di riposo, testimonia
la triste condizione di esistenza di migliaia di anziani nel comune di Pineroìo. Comune di Pinerolo, la cui amministrazione democristiana, a parole si
vanta di essere all’avanguardia nel
campo dell’assistenza agli anziani, ma
nei fatti nega i più elementari diritti
di questi anziani.
Tra le richieste degli anziani al Comune ricordiamo;
— estensione a tutta la città e miglioramento del servizio di assistenza
domiciliare ;
— apertura di un reparto geriatrico
con ser\izi extramurali dell’ospedale civile;
— convenzione tra Comune e INAM
per l’inizio di una assistenza sanitaria domiciliare e riabilitativa degli anziani ammalati;
— servizio di recapito a domicilio delle pensioni per gli anziani che ne
fanno richiesta;
— riduzione del costo dell’acqua e del
metano ;
— abolizione della tassa per le immondizie agli anziani con pensione inferiore alle 150.000 lire mensili;
— apertura immediata dei locali ex
UPIM per i servizi sociali di base.
7
R
21 giugno 1974 — N. 25
Vita, problemi, < chiese valdesi
pag. 7
. .Bordighec^a,. .
La Goiriunità valdese di BprdigheraVallecrosia ha preso viva parte ai dolore delle famiglie Jalla per l’inaspettata dipartenza avvenuta in Torino del
loro diletto congiunto Guglielmo Jalla
dal 1921 iscritto fra i membri di chiesa e dal 1932 membro del Consiglio di
chiesa in qualità di Diacono. Nel corso del culto di domenica 9 giugno
corr. nel tempio di Bordighera è stata
ricordata la sua figura di uomo e di
credente la cui costante serenità d’animo rimane per noi un esempio di
quello che può la grazia del Signore
quando essa è accolta in un cuore umile e sincero. La Comunità gli è grata
per l’amore e l’interesse che egli ha
sempre dimostrato nei suoi confronti
e, ricordandolo con affetto, porge alla
Signora Lelia ed a tutti i congiqnti la
espressione della più viva simpatia augurando loro di trovare conforto nelle
certezze che dà l’Evangelo.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiifiiiiiimiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiMiii
LA SEDE DELLA TAVOLA VALDESE, a Roma, a partire dal prossimo luglio è trasferita in Via Marianna
Dionigi 57, 00193 Roma. Là deve essere inviata ogni corrispondenza.
Uora è gravé^
L’assemblea della chiesa di TóririK rivolge ai ttiembri della comunità un-richiamo
a valutare la serietà dell’ora, nella situazione italiana
La sera del 17 giugno si è riunita l’assemblea della chiesa valdese di Torino. Purtroppo i partecipanti non arrivavano alla cinquantina, e si trattava
della riunione in cui ascoltare e discutere la relazione annua del Concistoro.
Senza commento. La relazione di un
Concistoro come quello di Torino, con
tutta un’ampia rosa di opere e di commissioni, è sempre un documento ponderoso e non tutto ha potuto essere
’smaltito’ nella serata, tanto più che
la ’commissione d’esame’ non aveva
ancora potuto concludere il suo lavoro e riferire. Esame e dibattito si concluderanno dunque alla ripresa autunnale, quando anche tutti i membri di
chiesa avranno avuto il testo stampato
della relazione.
L’assemblea ha proceduto all’elezione dei suoi deZegati alla Conferenza
Distrettuale: Elio Pizzo, Odette Bai
Attività dei gruppo
dei Servizio Cristieno a Riesi
L’asilo
Il giorno delle iscrizioni alla Scuola
materna, diversi genitori aspettavano,
sotto la pioggia, dalle 6 del mattino.
Ben presto i posti disponibili sono
stati occupati, ed abbiamo dovuto rinunciare a prendere altri bambini,
spiegandone le ragioni ai genitori. Questi sono rimasti delusi ed hanno cercato di impietosirci e di dimostrarci
l’importanza e la particolarità del loro
caso: famiglia numerosa, difficoltà di
tipo psicologico o familiare, rifiuto dei
metodi di educazione adottati nelle
scuole statali.
È stato difficile rifiutare tanti bambini ed alcuni genitori ce ne serbano
rancore. Abbiamo spesso riflettuto su
questa situazione e cercato i mezzi
per migliorarla. Difatti, se non è inutile offrire a 75 bambini un posto nel
nostro asilo (che cerca di essere un segno, una testimonianza) quant’è derisorio questo numero in confronto ai
15.000 abitanti di Riesi!
Si potrebbe forse aprire una nuova
sezione, ma sarebbe solo un ripiego.
Bisognerebbe anche cercare di ottenere una maggior collaborazione con le
cinque scuole materne della città (3
dipendenti da organizzazioni religiose
e due statali) affinché si incoraggino
l’attività spontanea, Tiniziativa, la libertà di espressione e la fantasia dei
bambini più che la, disciplina e l’obbedienza. Purtroppo finora, nostro mal■ grado, questi contatti sono rimasti superficiali e sporadici.
Cosa possiamo fare? Per ora poniamo la nostra speranza nelle giovani diplomate che fanno tirocinio da noi. Saranno certamente piu aperte e sapranno lottare meglio a favore di una scuola attiva. Ma avranno bisogno di molta pazienza per aspettare 6 anni o più,
prima di ottenere un eventuale posto
d’insegnamento statale! Perché lì, si
tratta della burocrazia non solo nelle
scuole materne, ma in tutte le scuole
italiane, comprese le univerità. Questa
burocrazia va spesso contro il buon
senso, lasciando, per esempio, delle
maestre giardiniere disoccupate, mentre delle maestre elementari (che non
hanno il punteggio necessario per ottenere un posto di ruolo nella scuola
elementare) lavorano negli asili!
Bisognerebbe anche ottenere una
migliore preparazione pratica e teorica delle educatrici e anche una scelta
migliore.
Infine, al di là di queste perspettive,
sentiamo la necessità di promuovere
un'azione politica. Occorrerebbe incoraggiare ed aiutare i genitori ad unir
mas, Eugenio Tron (supplenti Roberto
Giavara, Enza Calabrese, Mario Desana); e al Sinodo: Tullio Viola, Bruno
Mathieu, Evelina Pons (supplenti: Itala Beux, Oriana Bert, Maresa Bleynat).
Quindi l’assemblea ha udito la lettura di un documento sulla situazione
politica italiana attuale: su questa il
Concistoro aveva discusso in una recente seduta, affidando a uno dei suoi
membri, Tullio Viola, la stesura di un
documento da presentare all’assemblea, sotto forma di messaggio ai membri della comunità. Dopo breve discussione il documento è stato approvato
a forte maggioranza. Eccone il testo:
La Chiesa Valdese di Torino, nella
Assemblea del 17.6.’74, dopo ampia discussione sulla grave situazione politica italiana determinatasi nelle, ultime settimane, ha deciso di rivolgere
ai fratelli in fede il seguente messaggio.
« I segni dei tempi indicano concordemente l’avvicinarsi ài grandi pericoli per il popolo italiano. La classe politica che, ormai da un quarto di secolo, tiene ininterrottamente il potere,
ha dimostrato di non essere in grado
d’impedire il progressivo aggravarsi di
mali profondi: l’intrallazzo, l’omertà,
la corruzione a tutti i livelli, l’incompetenza, lo spirito d’improvvisazione.
I governi si succedono con improvvise
cadute e successive, frenetiche . ricerche di soluzioni impossibili. Il partito
dominante, cercando affannosamente in
altri partiti alleanze dLcopertura, non
collaborazione autenticamente democratica, non sa più trovare uomini all’altezza di compiti divenuti difficilissimi. Un distacco angoscioso fra potere politico e paese, diviene sempre
più profondo.
« Le riforme di struttura, da quella
edilizia a quella agraria, dalla scolastica all’ospedaliera,, vengono rimandate
aà un avvenire, certo lontano e che
nessuno sa prevedere.
«La magistratura è profondamente
divisa, in gran parte non più autonoma, non più capace di assolvere in
tempo utile ai propri compiti. Le forze
di Pubblica Sicurezza sono strumentalizzate dal potere politico. E, al dilà di
tutto questo, si moltiplicano i delitti
tenebrasi delle squadracce e trame nere,, strumenti di qà£l neofascismo che
iastioo cammato cne e venuTO a cornei- troppi, anni è Mato tollerato e, tal
dere col nostro. Ma si è^orraai formato yoltà, persino ìhc^aggiato ed alimentato, nella perversa illusione di poter
in cui “la scure sarà posta alla radice
degli alberi". Perciò esortiamo caldamente la comunità a stringersi insieme nella meditazione della Parola di
Dio e nella preghiera, nell’esame attento e intelligente dei segni dei tempi,
sotto tutti i loro aspetti, anche sociali e politici, nella ricerca umile e sincera delle nostre corresponsabilità e
dei nostri nuovi doveri di cittadini e
di cristiani ».
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiHiimiii
Lavagne per la libertà
che considerano un’assurda guerra
straniera? Y-A ^
Nelle conversazioni che ho avute
con membri dei movimento di liberazione, mi è apparso chiaro che nulla
spezzerà la loro volontà di libertà né
fermerà la loro lotta per otteherla.
Sono pronti a pagarne il prezzo, perché ritengono giusta la loro causa. La
liberazione, per loro, è questione di
tempo.
Il PAIGC è in pieno Bilancio. Nel settembre 1973 ha proclamato l’indipendenza della Repubblica di Guinea-Bissao, e 80 governi hanno già riconosciuto il nuovo Stato. Ha Sonora liberato
almeno 40% della popolazione che vive nel 70% del paese sotto suo controllo. Ho camminato accanto a questi uomini dal Senegai alla Guinea
Bissao, fino alla scuola di Campada.
Come tutte le scuole della savana, è
frequentemente spostata per sottrarla
agli attacchi aerei portoghesi. Tutto vi
è pulito e ben tenuto e l’entusiasmo di
ragazzi e ragazze si manifesta nelle loro danze tribali. Danzando nella polvere e nella calura della foresta tropicale, mimando la vittoria sul colonialismo.
Helmut Reuschle
(segue da pag. 8)
normalmente nei ’’territori oltremare”.
Ma allora perché sempre più numerosi sono i giovani portoghesi che disertano e rifiutano di battersi in quella
VALDESI DI GERMANIA
Nauraut compie 275 aiml
si e a fare di tutto per ottenere un miglior funzionamento delle scuole esistenti e l’apertura di nuove sezioni.
Tutto questo è certo un programma
molto ampio ma ne sentiamo tanto
rimportanza che ci sembra il prolungamento logico deH’azione perseguita
fin dall’inizio.
Hélène
Un piccolo
ricreatorio
Da più mesi un gruppetto di ex-allievi della nostra scuola elementare si ritrova insieme una volta la settimana,
per alcune ore del pomeriggio, e questo del tutto liberamente. È un tentativo di raggruppare una parte di ragazzi e ragazze che ora frequentano la
scuola media statale, di mantenere il
contatto ed il dialogo con loro e di dar
loro una possibilità di qualche attività
pratica.
Attualmente siamo pochini perché
"^a parte di loro ha avuto l’orario scolàstico cambiato che è venuto a coinci
un piccolo gruppo stabile di 4-5 che
vengono molto regolarmente. A loro
si aggiungono diversi altri che cambiano di volta in volta. Le ragazzine amano molto ricamare o lavorare a maglia. Sono molto entusiaste e, per la
loro età, lavorano con notevole costanza. Fanno lavoretti che poi portano
con gioia a casa.
Parte del tempo che abbiamo a disposizione per stare insieme deve anche servire ai ragazzi per fare giochi,
per cantare, per esporre i loro problemi. Chi ha difficoltà a scuola per qualche materia porta il libro ed è seguito
individualmente affin di poter ricuperare il ritardo. È chiaro che così il
tempo ci passa sempre troppo presto
ed è lungo di aspettare da una settimana all’altra. Verrebbero più volte,
ma purtroppo non mi è possibile, per
il momento, di dedicare più ore a questi incontri. E anche se il locale che
abbiamo a disposizione è ancora freddo e poco accogliente (poco a poco lo
vogliamo trasformare insieme), alcuni
non mancano mai e questo è un segno
di speranza che il gruppetto potrà crescere.
Chi partecipa a questo piccolo ricreatorio viene molto volentieri e certamente altri si uniranno a noi; questo ci permetterà pure di elaborare
nuove prospettive per quanto ci siamo, in parte, già proposti di fare insieme.
Elisabeth
sene valere a •^rii inconfessati.
«Le assurdità diserte leggi, non solo
di quelle di eredità fascista ed anticostituzionali, ma anche di talune di formulazione recente, sono evidenti: si
pensi .ad es. che Ip recente legge sul
finanziamento ai partiti richiede che
dalle esauste casse dello Stato vengano versati molti miliardi al Movimento Sociale Italiano!
« Noi sappiamo che “non ci si può
beffare di Dio" e che s’avvicina il tempo
Neureut (Karlsruhe) ha celebrato questo
suo anniversario con appassionato fervore. In
varie sedi e durante una settimana ha celebrato il ricordo ispiratore deU’espatrio per
causa di fede e -della scoperta di una nuova
patria ospitale per grazia di Dio.
Il momento centrale, e ufficiale della settimana ebbe luogo nella manifestazione di sabato sera 19 maggio con la presenza di numerose autorità religiose e civili germaniche,
del Presidente dei Valdesi di Germania past.
Schofer , del Past. Dr. Eiss segretario e redattore del giornale « Deutsche Waldenser » e
di tutti i Pastori delle colonie valdesi del vicinato, e di una folla di convenuti.
Dairitalia, rappresentavano la Chiesa Valdese dieci trombettieri giunti la sera prima in
macchina dalle Valli, la signora Ruth Tourn
Wacker incaricata di una relazione storica
sulla chiesa valdese e il Pastore Geymet particolarmente a di casa » nella comunità.
Nelle riunioni precedenti era stata ricordata in tutti i suoi dettagli la storia della costituzione della comunità. Qui risuonarono da
ogni parte parole di stima e di affetto per la
Chiesa Valdese.
Una gradita sorpresa attendeva i Trombettieri Italiani : dopo una breve prova poineridiana con l’ex Direttore generale deHe fanfare Evangeliche del Baden, M° Stober vennero
incaricati di sostenere essi tutta la parte della serata destinata agli ottoni ed assolsero bene il proprio compito, sia negli interludi che
neU’accompagnamento degli inni della Assèmbleat il tutto sotto la direzione del nostro
Renato Ribet.
Era la prima volta che una cosa simile si
verificava! Ma non fu che un dettaglio nel
contesto. Gli ospiti d’Italia furono colmati
di gentilezze in ogni "modo possibile. Applauditi assai quando parlarono, ospitati tutti senza bisogno di alberghi. La colletta effettuata
venne destinata per metà alla gioventù locale
e per metà alle scuole Valdesi.
I lettori ci scrivono
musica
La Corale Valdese di Torre Pellice
prepara il secondo disco di
Cori e canzoni delle Valli Valdesi
È imminente la pubblicazione del secondo
disco da 30 cm. (33 giri) della Corale Valdese di Torre Pellice, intitolato « Cori e
canzoni delle Valli Valdesi » seconda serie:
con questo secondo disco, la Corale di Torre
intende dare il suo contributo alle celebrazioni dcH’ottavo centenario del movimento
valdese: essa fiancheggia cosi, su un piano
pratico, la pubblicazione di antiche canzoni
valdesi da parte della Società di Studi Vaidesi : anche quelli che non conoscono la musica possono attraverso il disco riascoltare
canti tradizionali come O moti Pays, o imparare a conoscere canzoni del passato che
soltanto più alcuni anziani, per lo più delle
parrocchie « alte », conoscevano : la maggior
parte dei canti incisi sono giunti a noi attraverso l’opera di « rilevamento », trascrizione
e classificazione Critica dei Professori Emilio
Tron e Federico Ghisi, opera iniziata molti anni fa. Qualcuno è stato anche « rilevato » recentemente dal Direttore della Corale,
il quale ha anche atteso a parecchie armonizzazioni. Gli argomenti sono i più vari:
religioso, e storico; ricordo di uomini illu
La F.F.V. e la Chiesa
,1
La presidente della Federazione Femminile Valdese ci scrive:
Caro direttore,
desidero ringraziarla per le sue note sull’attività femminile in alcune Chiese della
CEVAA e su come i gruppi femminili siano
quanto mai apprezzati laggiù. Mi è caro
stralciare da una lettera del nostro Moderatore, che inviando uh saluto e un augurio al
nostro Congresso, scriveva « ...non tanto quale Moderatore, ma eome uno dei tanti Pastori che per anni, in diverse comunità, ha
considerato l’attività delle Unioni femminili
come un ’’dono di Dio" alla nostra Chiesa ».
Queste parole son state di vero incoraggiamento nel nostro non sempre facile lavoro.
La ringrazio pure per aver notato sul nostro giornale l’apporto che le nostre U.F.
danno alla nostra Chièsa e ai suoi Istituti: i
circa 40 milioni di lire sono il frutto del lavoro di tante mani, che non avendo sempre
altro da offrire, sono liete di poter dare questo contributo.
La ringrazio inoltre a nome di tutta la
F.F.V. per la sua sèmpre pronta ospitalità
alle nostre « Pagine » e la saluto molto cordialmente.
Ade Gardiol Theilek
stri e episodi concernenti singoli individui;
scenette di vita campagnola, in patois del1’« altra valle », di carattere allegro e burlesco, sia come musica, sia come parole;
canti d’amore a dialogo fra un lui e una lei
non sempre ben assortiti...! non manca un
canto d’intonazione sociale, il canto del Minatore di Talco, perito in un pauroso crollo.
Il disco apparirà in un’artistica fodera, ornata di due splendide « fotocolor » di Guido
Odin; la busta può ospitare due dischi : in tal
modo chi lo desidera potrà acquistare insieme
al secondo anche il primo disco, apparso nel
1969, che è ormai giunto alla sua seconda
ristampa, dopo il vivo successo incontrato.
Spiegazioni di natura non soltanto musicale,
ma anche religiosa (cenno di storia valdese,
breve trattazione sulla posizione di fede della Chiesa Valdese), oltre naturalmente ai testi
completi del primo come del secondo disco,
troveranno posto in un semplice ma elegante
opuscolo contenuto nella busta. Non ci sono è come mai il Sig. Beux si sia messo nei pa
ancora anticipazioni sul prezzo, data l’attua- sticci, mentre .potevn • evitarlo senza alcuna
le eccezionale instabilità della valuta e. con- difficoltà, soltanto se avesse conosciuto quelli
seguentemente, dei costi di produzione. che erano in realtà i suoi doveri.
Libertà
anche nell’Esercito
Torino, 18 giugno 1974
L’articolo <c Dopo il referendum » del Sig.
Armando Beux su « L’Eco-Luce » n. 22 del
31.5.1974 (che io non ho ancora ricevuto) è
dedicato per circa due terzi ad episodi di vita
militare avvenuti nel 1.930. Ero anch’io militare in tale epoca, per cui so un poco come
era la situazione. Quello che mi meraviglia
Primo fatto. All’ordine del Sergente di
partecipare alla Messa doveva replicare :
« Rifiuto di obbedire al suo ordine se ella
non mi dimostra — regolamento di disciplina alla mano — che è autorizzato ad impartirmelo. Se non può darmi questa dimostrazione (e non la poteva dare) mi metta a
rapporto col mio comandante di plotone ».
Quasi sicuramente la cosa sarebbe finita lì.
Lo dimostra il fatto che, più tardi, il Capitano fu « molto comprensivo » per una mancanza... mai commessa.
Secondo fatto. Premetto che il Regolamento di disciplina deU’Esercito (la cui redazione fu curata, se la memoria non mi gioca un
brutto tiro, da Massimo D’Azeglio, in tempi
in cui la libertà del singolo individuo era
ancora considerata una cosa seria) in vigore
nel 1930 prevedeva le persone a cui doveva
il saluto: 1°) un reparto inquadrato — e qui
tutto un elenco, in cui era compreso il SS.
Sacramento. 2°) un militare isolato, o comunque non in un reparto inquadrato — e
qui la ripetizione dell’elenco di cui sopra, più
0 meno uguale, in cui, però, non era compreso il SS. Sacramento. Se il Sig. Beux, interrogato dal Colonnello, avesse elencato le
persone a cui il militare isolato doveva il saluto, senza citare — naturalmente — il SS.
Sacramento, ci scommetto che il Colonnello,
invece del sorrisetto e del « per questa volta.... », si sarebbe alzato e, stringendogli la
mano, gli avrebbe detto: «Bravo! Vedo che
lei (o voi, o tu, come si usava allora) conosce
1 suoi doveri, ma sa anche che questi doveri
hanno un lìmite e qual’è questo limite! ».
Questi fatti dimostrano che i nostri giovani si presentano alle armi senza conoscere i
limiti entro cui lo Stato, con religione di
Stato, può imporsi al singolo cittadino. E poiché spero che la Repubblica Italiana non abbia peggiorato, in questo campo, la situazione
esistente nel Regno d’Italia, ritengo che sarebbe utile che i nostri giovani ricevessero
dalla Chiesa delle chiare informazioni in merito, magari attraverso un opuscoletto, che i
Pastori potrebbero consegnare al momento
opportuno, onde evitare loro i piccoli drammi
sofferti dal Sig. Beux.
Fraternamente.
Nino Rostacno
Oltremodo cordiali le parole del pastore locale sig. Baschang.
ULM (Münster)
Il giorno seguente, mentre i Trombettieri
di Neureut suonano daU’alto del loro campanile, quelli d’Italia partono di gran carriera
verso la lontana città di Ulm dove si celebra
il grande Landesposaunentag del Württemberg. È la prima volta che ci vanno, fino ad
ora hanno frequentato quelli pur grandiosi e
belli del Baden (2500-3000 Trombettieri presenti), ma quelli del Württemberg ne contano
7000 e rappresentano un po’ per nei come la
scoperta di un mondo nuovo.
Grazie alla bontà del Pastore Elsa slamo
attesi. Malgrado la foUa il pastore Krusè della cattedrale di Ulm (Münster) fa presto a
scoprirci e come se ci conoscesse da sempre ci
porta al ristorante più vicino per un pranzo
frugale. Facciamo poi appena a tempo a raggiungere i posti che ci sono stati assegnati,
che la festa incomincia. Si ha quasi l’impressione di trovarsi come in un duomo di Milano
gremito di trombe. Qui, però, le arcate sono
più fitte e non v’è alcun posto centrale visibile da tutta la chiesa. Perciò i Maestri sono
sette; si vedono a vicenda e riescono a dare
una sincronia del suono perfetta. Non mancano la lettura della Parola di Dio, la predicazione, il canto, i messaggi... Ma questo non
è che la prima parte deUa manifestazione. Per
la seconda ci si riversa tutti sul piazzale antistante e qui i Trombettieri sonò ancora più
numerosi. Non avevamo mai visto qualcosa
di così imponente e bello... Ad un eerto punto le trombe tacciono e cominciano a suonare
le campane dell’immenso cariUon del Duomo: poche battute eppoi, la folla deRe trombe si unisce a quel suono con intonazione e
sincronia perfetta... Il tutto fu meraviglioso,
ma passò troppo presto e quasi senza rendercene conto ci ritrovammo sul rullio del treno e in mezzo alle sirene deUe macchine per
tornare in patria, col sentimento però di
aver visto una nuova porta aprirsi sull’avvenire dei nostri troinbettieri.
Immensamente riconoscenti a Dio come ai
cari Amici di Neureut come a queUi di
Ulm che pure ci offrirono il vitto ed il pernottamento nella loro casa della gioventù...
— Grazie a voi cari Pastori Eiss e' Kruse!
— Ma anche con un « Perché? » angoscioso
nei nostri cuori : Perché le nostre care Valli
non hanno ancora profittato maggiormente dì
questa risorsa meravigliosa che Dio pone a
loro disposizione? Perché non risuonan le
trombe in tutte le nostre parrocchie, dai templi fin nei più remoti villaggi?
Esse recan vita e gioia e proprio di questo
han bisogno i nostri montanari ed i nostri
operai.
Stimiamo al loro giusto valore la valentia
tecnica ed artistica deUe fanfare civili sempre esistite ed anzi le invitiamo ad unirsi a
noi perché altra cosa è suonare o cantare per
il presente secolo e altra per il servizio di
Dio.: come in ogni cosa i credenti son chiamati ad impegnarsi con ogni poter loro per
il servizio di Dio, così anche chi suona la
tromba è chiamato a farlo.
È tempo ancora per farlo! Crediamo che
le trombe possano rendere alla nostra Chiesa Valdese un servizio prezioso.
Per i Trombettieri Valdesi:
E. Geymet
llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
Collegio Voldese
Scuola Media
Le iscrizioni alla I Media e alle classi successive si apriranno il 1° luglio
(orario di segreteria: 10-12).
Documenti richiesti: 1) Domanda su
modulo fornito dalla scuola stessa; 2)
Certificato di nascita; 3) Certificato di
vaccinazione e rivaccinazione; 4) Diploma di licenza elementare; 5) Pagella di
V elementare.
N.P. Decorre indicare nella domanda la scelta della lingua straniera (inglese o francese).
Illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllilllllllllllllllllilllilll
AVVISI ECONOMICI
CERCO donna per governo casa in Torre
Pellice con due bimbe età scolare - Telef.
22095 ore ufficio.
8
pag. 8
I NOSTRI GIORNI
N. 25 — 21 giugno 1974
VITA ITALIANA a cura di Emilio Nitti
Scuola e fascismo
Forte selettività e scarsa politicizzazione sono eredità
del fascismo. Le prospettive dei nuovi organi collegiali
Molte famiglie italiane sono state
prese in questi giorni dal problema
della chiusura dell’anno scolastico.
— Pasquale, Raifaele e Luisa saranno promossi? — Gennaro, che zoppica
in Italiano, dovrà prepararsi per settembre? — Per Ciro c'è poco da fare,
ripeterà l’anno...
Benché in questi giorni gravi avvenimenti politici abbiano dato un bel
da fare ai governanti, in realtà molti
nostri concittadini hanno considerato
preminente la questione dei voti e delle pagelle dei loro figli. Eppure si trattava di cose gravi: si è scoperta una
trama eversiva neofascista che .si estende a tutta la penisola e che punta all’abbattimento della democrazia, ma
non si è ancora fatta luce sufficiente
su mandanti e finanziatori, indubbiamente i più pericolosi; si sono avuti
dei colloqui tra Sindacati e Governo
sul problema della ripresa economica
e gli impegni del Governo sono stati
giudicati dai sindacati insoddisfacenti
e deludenti, per cui hanno ripreso la
iniziativa di lotta, attraverso scioperi
articolati che investono vasti settori;
il Governatore della Banca d’Italia ha
presentato una relazione che contiene
pericolosi suggerimenti deflazionistici,
che, se attuati, accrescerebbero enormemente la disoccupazione e comporterebbero penosi sacrifici ai lavoratori... ma ogni buon padre e ancor più
ogni madre non può levarsi dalla testa un pensiero dominante: « Ce la farà mio figlio ad essere promosso? »
Bisogna subito dire che fa bene a
pensare allo studio di suo figlio e a
vedere nella promozione una condizione indispensabile per il raggiungimento deH’agognato titolo di studio, passaporto per una condizione di vita e
di lavoro « dignitosa ». Peccato però
che ci pensi solo alla fine dell’anno e
si preoccupi che sia comunque promosso, invece di domandarsi: « Che
cosa ha imparato quest’anno mio figlio? In che cosa è stata utile la scuola a mio figlio? » Peccato che non comprenda che la promozione del suo Pasquale e il suo futuro di studio e di
lavoro sono strettamente collegati al
successo o allo stroncamento della
trama neofascista, alle scelte di politica econcanica .del Governo, al superamento della .deflazione con una politica di nuovo sviluppo produttivo del
Paese!
« Come i pesci che vivono nel mare
e non sanno cosa sia il mare », molti
non sanno ancora quale limitazione al
diritto allo studio garantito dalla Costituzione Italiana sia in atto nelle nostre scuole al livello della scuola dell’obbligo. Si Darla di scolarità di massa, ma si ignora che un’alta percentuale di ragazzi è ancora esclusa dalla
scuola per carenze di strutture materiali e per l’inadeguatezza dell’edilizia
scolastica, ma anche perché in essa si
oratica ancora un tipo di cultura fortemente selettiva nei contenuti e nei
metodi didattici. E come non rendersi
conto, poi, del fatto che la condizione
economica di molte famiglie, che tende ad aggravarsi con l’attuale crisi, incide in modo determinante sulla possibilità di fruire realmente del diritto
allo studio?
Se questi di giugno^ devono essere
tempi di giudizi e di esami, lo siano
innanzitutto nei confronti dell’istituzione scolastica e del suo contesto socio-economico. È indispensabile che i
genitori non vadano a piatire un sei
dal professore severo e che non stiano in angoscia in attesa della pagella,
ma contrappongano al giudizio scolastico sui loro figli un giudizio politico
sulla scuola. Un giudizio di tal genere
è stato già proposto dal movimento
studentesco in molte scuole superiori
d’avanguardia e da molti insegnanti democratici. Del resto, che la valutazione dello studente non potesse trascurare « di tener conto dei fattori anche
non scolastici, ambientali e socio-culturali, che influiscono sul comportamento intellettuale » era affermato perfino nella C. M. 001 (la famosa maxicircolare di Misasi) del 20.9.1971.
Ora la nostra scuola si è rivelata ancora una volta carente di aule e attrezzature: nelle zone colpite dal colera
addirittura è iniziata con un mese di
ritardo e solo a febbraio la commissione incarichi e supplenze ha provvisto tutte le classi dei docenti necessari. Con quale coscienza potranno essere accusati gli allievi di scarso amore per lo studio e di avere raggiunto
una maturazione insoddisfacente? Ma
si badi bene, i difetti della scuola non
sono solo le carenze più vistose di efficienza e la mancanza di un piano di
sviluppo che garantisca un collegamento tra diritto allo studio e diritto al
lavoro. Ben più grave è la mancanza
di democrazia che ne ha regolato fino
Direttore responsabile; Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpina - Torre Pellice (Torino)
ad oggi il funzionamento, per cui, a
parte i momenti di mobilitazione politica conquistati dagli studenti attraverso le assemblee e i collettivi, l’istruzione resta in sostanza un fatto autoritario nei metodi, quando non lo è anche nei contenuti. Ancora sono in adozione libri di testo filo-fascisti e ancora sono in cattedra docenti sicuramente non democratici. I recenti episodi
di violenza neofascista, in cui sono implicati anche giovani, devono farci riflettere sulle responsabilità della scuola in questi trenta anni di vita democratica. Quale contributo ha dato la
scuola ad una seria politicizzazione degli studenti, unica difesa dal ritorno
di forme di governo autoritarie ed oppressive? Non vi sono forse ancora dei
docenti che si dicono educatori e rifiutano di fare politica a scuola?
Cade a proposito in questi giorni la
citazione di una lettera di un giovane
di 19 anni, combattente della Resistenza e condannato a morte nel 1944. Riguardo alla tendenza ad « allontanarsi il più possibile da ogni manifestazione politica » egli scriveva: « È il tremendo, il più terribile, credetemi, ri
sultato di un’opera di diseducazione
ventennale, di diseducazione o di educazione negativa, che martellando per
vent’anni da ogni lato, è riuscita ad
inchiodare in molti di noi dei pregiudizi. Fondamentale quello della “sporcizia” della politica che mi sembra sia
stato inspirato per due vie. Tutti i
giorni ci hanno detto che la politica è
lavoro di "specialisti” ».
In questo anno scolastico, ha saputo la scuola insegnare almeno questo
principio essenziale di democrazia che
la politica è per tutti gli uomini che
vogliono essere liberi? È credibile che
in molte scuole ciò non sia avvenuto
e ancora una volta saranno condannati i ragazzi e non questa scuola. A'a
c’è uno spiraglio di speranza per l’avvenire. A partire dal prossimo anno
scolastico entreranno in funzione nuovi organismi collegiali scolastici, che,
anche se valutati in modo diverso dalle varie forze politiche e sindacali, offrono certamente la possibilità di spezzare l’isolamento tradizionale della
scuola rispetto alla società e ne affidano la gestione a docenti, a genitori e,
nelle scuole superiori, anche a studenti. Si tratta solo di una possibilità che
dovrà essere sfruttata in modo adeguato e che porterà i suoi frutti proprio nella misura in cui i genitori inizieranno fin da ora ad esprimere quel
giudizio politico sulla scuola, di cui si
parlava più sopra, e che non mira a
distruggere un’istituzione difettosa eppure necessaria, ma mira a rilevarne
i difetti in vista di una sua trasformazione.
Non illudiamoci, i nuovi organi collegiali non ci danno da soli una nuova
scuola, ma possono essere utilizzati
nella prospettiva della riforma: si tratta di mettersi al più presto al lavoro.
Piccoli rifugiati angolani nella scuola
del Centro- di Dolisie, nel Congo-Brazzà. gestito dal MPLA
(foto CEC).
Lavagne
perla
libertà
(segue da pag. 1)
questa regione dello Zambia vi sono 8
scuole con oltre 1.000 allievi. Dato lo
stato delle strade, i trasporti sono un
rompicapo; il materiale dev’essere trasportato per distanze enormi: oltre
3.000 km. dalla Tanzania alla frontiera
angolana e i camion sono spesso in
panne, col guaio che mancano meccanici specializzati e pezzi di ricambio.
Scopo del mio viaggio era determinare, con- i rappresentanti dei movimenti di liberazione, le necessità prioritarie dei loro servizi sociali. Da tre
anni la Commissione di mutua assistenza e di servizio delle Chiese e di
aiuto ai rifugiati (CESEAR, organo
del CEC) assicura un aiuto materiale
a questa popolazione, tramite i movimenti di liberazione, analogamente a
quanto è avvenuto e avviene nel Bangla Desh, in Indocina e nel Sahel. Nel
corso del 1974 la CESEAR spera fornire un aiuto del valore di 640.000 dollari agli abitanti delle zone liberate e ai
rifugiati accolti da altri paesi africani.
La Zambia, ed esempio, accoglie 17.000
rifugiati angolani, la Tanzania 69.000
mozambicani, il Senegai 82.000 della
Guinea Bissao.
EDIFICAZIONE DELLE NAZIONI
La lotta militare non è che una parte della ragion d’essere dei movimenti
di liberazione, impegnati neli’edificazione di nazioni e società nuove. La liberazione nazionale non avrebbe senso se non offrisse una vita più umana,
libera dalla fame e daH’ignoranza. Occorre quindi attuare programmi di alfabetizzazione, costruire scuole e ospedali, formare personale qualificato,
sviluppare la produzione agricola e il
commercio. Il compito è arduo. Capi
del FRELIMO, il Fronte di liberazione
del Mozambico, mi han detto che nelle
regioni liberate meno delTl% della popolazione sa leggere e scrivere. Cioè
bisogna partire da zero, e accade che
giovani aventi alle spalle un paio d’anni di studio istruiscono a loro volta
quelli che non hanno mai studiato.
iiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.mimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin
nord - sud - est - ovest
■ Secondo informazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, una violenta
epidemia di vaiolo si è abbattuta sull’India
ed è proseguita malgrado severe e drastiche
misure sanitarie. Dall’inizio dell’anno sono
morte circa 30.000 persone. L’epidemia è
stata particolarmente violenta (il 57% dei
casi) nei villaggi poveri dello Stato di Bihar.
I La Camera statunitense ha approvato il
progetto di costruzione di una serie di
porti per superpetroliere, da realizzarsi a
25-30 km. dalle coste americane : si tratterà
di attrezzature d’ormeggio e di pompaggio,
collegate a terra con mini-oleodotti subacquei.
I II governo di Budapest ha inasprito le
pene contro i reati valutari perpetrati ai
danni della Repubblica popolare ungherese.
■ Nel settembre 1973, 4 milioni di stranieri vivevano nella Repubblica federa
le tedesca. Secondo il Servizio federale di statistica, di Wiesbaden, c’erano 2 milioni e
mezzo di uomini e un milione e mezzo di
donne. Il 30% viveva nel Land di RenaniaWestfalia; il 45% in città di oltre centomila
abitanti: a Monaco costituiscono il 17% della popolazione, a Francoforte sul Meno e a
Stoccarda il 16%. Per nazionalità, sono in
testa i Turchi (900.000, cioè il 23%), seguiti dagli Jugoslavi (650.000, il 18%) e dagli
Italiani (620.000, il 16%). Il 75% di tutti
questi stranieri sono al di sotto dei 40 anni.
■ Nel Mozambico decine di detenuti liberati rendono testimonianze agghiaccianti
sulle condizioni orribili di detenzione nei numerosi campi portoghesi e sulle atrocità commesse dagli agenti della FIDE, la dissolta polizia pcditiea. I morùf sopratutto dal 1960,
sono molte migliaia.
LA NUOVA
POLITICA
AMERICANA
NEL
MEDIO ORIENTE
Nel n. 12 (del
22.3.’74) di questo
settimanale, al termine dell’articolo
« Nel ginepraio del M. Oriente », scrivevamo: « Israele e gli Stati Arabi sono, oggi come ieri, se non proprio delle marionette manovrate da due grossi burattinai (gli USA e l’URSS), certo
delle “quantités négligeables”. Ma uno
dei due burattinai starebbe per abbandonare la scena (o l’avrebbe già abbandonata). Resterebbe dunque in teatro,
unico e solo, l’altro burattinaio, e questo manovrerebbe ormai le marionette
a suo piacimento. La levata dell”‘embargo” agli USA, decisa or ora dagli
Stati Arabi, sembra avvalorare questo
discorso ».
Gli avvenimenti dei mesi successivi
hanno (ci sembra) resa sempre più verosimile quella nostra valutazione, talché anche Antonio Cambino, moderando alquanto la sua valutazione originaria (v. art. « Confusione e sbandamento in Israele », nel n. 11 del 15.3.74)
e mettendo in rilievo un fatto nuovo
(o forse non del tutto nuovo, ma a
quel tempo non ancora chiaramente
riconoscibile), quello della grande abilità politica del presidente egiziano
Sadat, arriva ora a scrivere quanto
segue («L’Espresso» del 16.6.’74).
« Per valutare il significato del viaggio che Richard Nixon ha appena iniziato in M. Oriente, è bene paragonarlo con quello che Andrei Gromiko ha
effettuato, un paio di settimane fa, a
Damasco. In quel momento (si era alla
fine di maggio), i colloqui di Kissinger
avevano superato la loro fase più burrascosa e il successo della sua missione era ormai assicurato. Nessuno sentiva il bisogno della presenza, sul luogo, del ministro degli Esteri sovietico.
Invece Gromiko apparve improvvisamente all’aeroporto di Damasco. Il
suo scopo evidente era di sottolineare
il ruolo svolto dall’VRSS nei negoziati: ed in effetti, nei giorni successivi, i
giornali di Mosca presentarono l’accordo per la separazione delle truppe sul
Golan come il frutto della collaborazione siriano-sovietica. Questi gesti affrettati e queste parole altisonanti non
riuscirono però a nascondere a nessuno la sostanza delle cose. La quale era
che ITIRSS non solo non aveva avuto
nelle trattative una posizione di primo piano, ma ne era rimasta emarginata.
Il viaggio di Nixon ci presenta la
faccia opposta della medaglia. La sua
visita nelle varie capitali mediorienta
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
li, comprese quelle che hanno mantenuto per anni un atteggiamento ostile
nei confronti di Washington, non è infatti una semplice iniziativa protocollare ma quasi il simbolo dell’eccezionale influenza raggiunta dagli USA in
questo scacchiere. Un risultato che appare tanto più singolare se si tiene
presente che esso rappresenta il rapido capovolgimento della situazione
creatasi quasi venti anni fa, quando
la rottura tra Washington e II Cairo
portò prima l’Egitto e poi quasi tutti
gli altri paesi arabi a stabilire rapporti, di collaborazione economica e militare, sempre più intensi con Mosca.
In realtà, i primi sintomi di cambiamento risalgono a quasi tre anni fa,
ed appaiono come la conseguenza diretta di alcuni precisi elementi obiettivi. Già nell’autunno del 1971 Sadat dimostra infatti, per chiari segni, di cominciare a rendersi conto che l’alleanza con rURSS, divenuta strettissima
nei cinque anni precedenti, non è solo
costosa ed ingombrante, ma anche,
per II Cairo, sostanzialmente inutile,
essendo a tutti evidente che Breznev
non ha alcuna intenzione di aiutare lo
Egitto (e gli altri paesi arabi) a riconanistare con la forza i territori perduta nella primavera del 1967. Stando così le cose, è una ripresa del dialogo col
proprio nemico, o p&r meglio dire con
il protettore del proprio nemico (cioè
gli USA), che si presenta, al leader
egiziano, come l’unica politica logica.
L’abilità di Kissinger è stata di cogliere immediatamente il senso di questa mossa e le possibilità positive che
essa conteneva: si era infatti creata
una convergenza obiettiva degl’interessi egizio-siriani ed americani. Per II
Cairo e Damasco si trattava di rimettere in moto un equilibrio ormai solidificatosi in maniera negativa; per gli
ttSA la posta era ancor più alta. Come
il segretario di Stato americano ha
spiegato, poche settimane fa a Damasco, ad alcuni suoi collaboratori, il
conflitto di ottobre aveva posto le basì per l’estromissione dell’URSS dal
M. Oriente. La presenza sovietica in
auesto scacchiere poteva infatti continuare solo fino a quando la guerra era
una ipotesi mai verificata. Una volta
che Mosca aveva invece commesso lo
“errore storico’’ di farla scatenare, o
meglio dire di non riuscire ad imnp.dire che si scatenasse, ogni sua possibilità d’esercitare un ruolo influente
era finita, perché
chiunque aveva potuto constatare il
suo ruolo secondario nello sviluppo
degli avvenimenti.
_________ Questi ragionamenti sono stati
fatti non solo al Cairo ma anche a Damasco. Il consenso dato da Assad (già
nella primavera scorsa) al progetto di
Sadat di una guerra “limitata e diplomatica", contiene infatti implicitamente l’accordo siriano con il proposito
egiziano di giocare in pieno la carta
del riavvicinamento agli USA. Fallita
la politica di forza (in realtà sempre
impossibile) e scoperta l’inutilità di
una politica di pseudoforza (derivante
dall’alleanza con l’URSS), per egiziani
e siriani si trattava di rafforzare i propri legami con l’America per convincerla (anche con l’arma del petrolio)
ad usare il proprio rapporto particolare con Israele per arrivare ad una soluzione di compromesso, più favorevole del mantenimento dello status quo ».
LA RIAPERTURA
DEL CANALE DI SUEZ
Quanto precede ci sembra molto
logico; ma solo in avvenire potremo
arrischiarci a valutare nei dettagli la
nuova politica americana nel M. Oriente. La quale, a parer nostro, presenta,
nel suo improvviso dispiegarsi, troppe
e troppo complicate incognite al confronto delle nostre molto limitate informazioni.
Intanto che peso avrà mai, nei rapporti americano-sovietici, la prossima
riapertura (da considerarsi praticamente assicurata) del canale di Suez?
Leggiamo in proposito, sul « Journal
de Genève » del 14.6.’74, la seguente informazione.
« L'ammiraglio Thomas Moorer, presidente del comitato dei capi di statomaggiore americano, ha dichiarato (il
13 c.) che la riapertura del canale faciliterebbe le attività della ntarina sovietica nell’Oceano Indiano.
Nel corso d’una conferenza-stampa,
tenutasi la vigilia della riunione dei
ministri della difesa della NATO, l’ammiraglio ha spiegato che la flotta sovietica dell’Oceano Indiano, attualmente appoggiata alla base di Vladivostock,
potrebbe operare più facilmente, una
volta riaperto il canale, appoggiandosi
ai porti del mar Nero.
L’ammiraglio Moorer ritiene che le
forze armate sovietiche hanno realizzato progressi qualitativi nei vari settori: terrestre, aereo e navale, e che hanno accelerato la messa a punto dei loro missili nucleari strategici a testate
multiple ».
Oggi circa 20.000 ragazzi frequentano le elementari nelle zone liberate
del Mozambico, su una popolazione
totale di 1,2 milioni di abitanti. Sono
evidenti le necessità di attrezzatura,
dalle matite ai mappamondi, alle coperte, agli attrezzi agricoli, agli alimenti.
Il processo educativo è volto a dare
un orientamento politico approfondito, per rendere le persone coscienti
della loro situazione. Ho constatato
che non si istilla l’odio per il bianco,
ma si rigetta piuttosto il colonialismo
e si promuove l’indipendenza. Ho avuto modo di condividere la vita degli
Angolani e degli abitanti della Guinea
Bissao, nelle loro semplici capanne,
mangiando cibi cotti airaperto e famigliarizzandomi con la loro vita quotidiana. Vi sono fra loro molti cristiani che ritengono giusta la loro lotta
per la libertà e i diritti dell’uomo. Pur
apprezzando l’aiuto del CEC, ci hanno
chiesto se riteniamo di fare abbastanza per coloro che in Africa sono oppressi per motivi razziali.
A Lupa un villaggio di 500 abitanti,,
il MPLA ha creato un centro per mutilati di guerra, donne e bambini: essi
sono reintegrati nella vita normale
grazie a una formazione tecnica che
li prepara a un mestiere, quale fale' gname, sarto etc. Macchine, attrezzi,
trattori sono attesi dall’estero, nonché
fondi per costituire una cooperativa
di pesca, sul fiume vicino. Anche l’Organizzazione delle donne angolane ha
un centro che insegna alle donne principi di igiene, alimentazione, cucito,
e una scuola materna che accoglie 44
bambini. Ovunque animazione e allegria. Mi ha però colpito l’assenza di
giocattoli, sapone, macchine da cucire,
tessuti, filo, come pure di alimenti
proteinici.
Non lontano da Cabinda — che è in
mano portoghese — il MPLA dirige
una grande impresa agricola e educativa a Dolisie, nella Repubblica popolare del Congo. Con l’aiuto di due
ingegneri danesi l’Istituto di Dolisie si
sviluppa rapidamente: solidi edifici, un
generatore d’elettricità, l’acqua corrente proveniente da un pozzo vicino: un
vero lusso, se si considera la vita primitiva della savana. Una volta terminato, il centro formerà 300 giovani,
molti dei quali già vivono lì sotto
tenda.
PROGRAMMI SANITARI
E AGRICOLI
Il piccolo ambulatorio è nettamente
insufficiente. Si fanno operazioni, in
condizioni primitive, ma si curano sopratutto il paludismo (malaria), le malattie intestinali da parassiti, le infezioni e Tinvalidità conseguente a ferite o a malnutrizione. Il Servizio di
assistenza sanitaria del MPLA mantiene tre medici e sette assistenti sanitari
in regioni la cui popolazione non aveva mai visto un medico, una pillola,
un’iniezione. Mancano naturalmente
fondi e personale specializzato.
Uno dei compiti principali dei movimenti di liberazione è l’aumento della produzione alimentare, sia nelle regioni già liberate isia nei paesi che
ospitano i profughi. Non solo c’è scarsità e i prezzi salgono, ma i cibi di cui
si dispone sono poveri di proteine. Gli
aiuti del CEC hanno servito in molti
villaggi a distribuire attrezzi, concimi
e sementi e a formare a metodi di
coltura più efficaci: mais, fagioli, manioca, miglio, legumi.
Vicino a Dolisie ho visto il dissodamento di una vasta regione, in un’altra allevamento e avicoltura forniran.
no le proteine animali così necessarie.
Il FRELIMO inizia i contadini a metodi agricoli nuovi o perfezionati, dimostrando l’utilità dello sforzo collettivo,
cooperativo e della meccanizzazione.
Mulini a braccio per contadini isolati,
mulini a diesel per cooperative riducono il tempo della macinazione del mais
o della brillatura del riso, lasciando
così più tempo per il dissodamento, la
cultura e l’artigianato.
LA LIBERTA’:
UNA QUESTIONE DI TEMPO
È inevitabile che in una guerra coloniale come questa le due parti diano
versioni diverse dei fatti. Amilcar Cabrai, d primo dirigente del Partito africano d’indipendenza della Guinea e del
Capo Verde (PAIGC), mi diceva, alcune settimane prima di essere assassinato, che durante anni aveva inviato
petizioni ai capi portoghesi chiedendo
migliori condizioni di vita per il suo
popolo. Unica risposta: rafforzamento della repressione; e lo stesso vale
per l’Angola e il Mozambico. Così la
guerra ha infuriato da dieci anni.
I Portoghesi affermano di essere costretti a lottare contro i ’’terroristi”
che non trovano alcun appoggio nel
popolo; la vita — dicono — continua
(continua a pag. 7)