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Anno 121 - n. 3
18 gennaio 1985
L. 500
Sped, abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedirt
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE
Punti
di vista
DALLA CHIESA RIVERSIDE DI NEW YORK
Piove, governo ladro! Una volta il gergo semplice della saggezza popolare esprimeva con
questa lapidaria sentenza la protesta contro l’avversità atmosferica che veniva a complicare la
dura lotta per la vita dei contadini e di chi lavora all’aperto.
Oggi si potrebbe parafrasare
questo antico detto esclamando:
nevica, governo ladro! E’ ovvio
che allora come oggi i governi
non hanno rapporto alcuno con
le condizioni metereologiche ma
viene da chiedersi: cosa avranno
pensato le centinaia di migliaia
di persone costrette da dieci
centimetri di neve, e dal precipitare della colonnina di mercurio del termometro verso valori
decisamente più bassi della media stagionale, rimaste bloccate
per dieci ore e più sui treni fermi nelle stazioncine di campagna, negli aeroporti divenuti
inagibili, senza autobus e mezzi
di trasporto pubblico all’interno
delle città? Cinque gradi di meno, e la vanificazione della statistica hanno messo il paese in
ginocchio per una settimana e
hanno causato non solo disagi e
sofferenza ma anche un enorme
danno materiale che si ripercuoterà in maniera diretta e indi
retta sui cittadini che dovranno
sborsare fior di decine di mi
gliaia di lire ciascuno per paga
re il costo di questa non prò
grammata e non gradita setti
mana bianca.
Alcune considerazioni si impongono. Le notizie di questi
giorni hanno dimostrato al di
là di ogni ragionevole dubbio
che bastano pochi centimetri di
neve per mettere in luce tutta
rineflìcienza di questo stato che
non riesce mai ad uscire dal
provvisorio e dall’emergenza. E
si è dovuto ricorrere a mister
terremoto, al ministro Zamberletti, per far fronte alla situazione. Vien da chiedersi (e qui
sì ehe è il caso di tirare in ballo il governo): come mai per
quasi due giorni nodi di vitale
importanza per le comunicazioni
(ancor più importanti quando il
trasporto su strada diventa impossibile) come le stazioni ferroviarie di Bologna e Firenze
non sono state in grado di funzionare? Come mai un aeroporto internazionale come quello di
Fiumicino ha dovuto esser chiuso al traffico per mancanza di
sostanze anticongelanti e di spazzaneve? E’ dunque possibile che
in questo paese non si impari
mai niente da nulla e da nessuno, che non ci sia un minimo
di previdenza così che ogni cosa
debba sempre coglierci alla
sprovvista? Vien da domandarsi
come faranno mai i russi, i finlandesi e i canadesi a far camminare le loro ferrovie e a rendere sempre agibili i loro aeroporti.
L’imprecazione che la saggezza popolare ha coniato per sintetizzare certe situazioni è assai
più vicina dunque alla realtà di
quanto possa sembrare a prima
vista. Poiché anche questa volta
il cattivo funzionamento di molti servizi essenziali e i gravi danni che ne sono derivati ai singoli e alla collettività non sono
da imputare alla pioggia o alla
neve ma agli uomini pubbiici —
politici e amministrativi — che
continuano a non capire come
il loro ruolo sia di responsabilità e non di privilegio.
Claudio H. Martelli
Dalla chiesa-santuario
una sfida al governo USA
A un mese dalla settimana della libertà che dedicheremo a « lo straniero che è dentro le tue
porte » guardiamo l’esempio che ci viene dal movimento per i rifugiati centroamericani in USA
Un lunedì dello scorso autunno durante un culto serale la comunità della Riverside Church
di New York ha ricevuto, in modo solenne e insieme cordiale,
degli ospiti particolari.
Proviamo ad immaginare. Un
grande tempio con arcate neogotiche, moquette per terra, temperatura confortevole. Il salmo
di introito dice: « Questa è la
porta dell’Eterno; i giusti entreranno per essa. Benedetto chi entra nel nome dell’Eterno. Noi vi
benediciamo dalla casa deH’Eterno... » (118: 20, 26). Poi la comunità segue attenta nella confessione di peccato la preghiera
della liturgia in inglese e spagnolo che è stata distribuita:
«...noi abbiamo rifiutato di prestare ascolto quando i nostri vicini
hanno gridato a noi dall’oppressione, vedendo dei nemici in chi
cercava solo di fuggire dal terrore che va attorno nelle tenebre... ».
Ed ecco, dopo un inno cantato
dal coro, nel silenzio si ode bussare; la porta del tempio viene
aperta e accompagnati dal pastore e da membri del concistoro
entrano Frederico e Ana — una
giovane coppia di guatemaltechi
col loro bimbo Carlo di sei mesi — e percorrono la navata centrale accolti da un lungo apnlauso. Dopo il discorso di accoglienza del pastore racconteranno la
loro storia alla comunità, prima
di cominciare a conoscerla in
una successione di rapidi e intensi incontri durante il ricevimento che segue il culto.
Cos’è in gioco?
Cos’è in gioco dietro questa liturgia un po’ teatrale, come piace agli americani, ma d’altra parte efficace nel suo trasmettere il
messaggio non con le sole parole? Qualcosa di non poco peso.
I pastori della Riverside Church
e i membri elettori rischiano fino a 2.000 dollari di multa e 5
anni di prigione per il fatto di
ospitare la coppia guatemalteca
e il loro bimbo (i cui veri nomi
non vengon detti) che sono a
New York illegalmente, sprovvisti del permesso di soggiorno
dell’Ufficio Immigrazione e Naturalizzazione degli USA.
Ma il rischio può essere corso.
La Riverside Church non solo ha
dato grande pubblicità e risonanza all’evento (è la prima chiesa di New York a compiere questo passo) ma si è inserita in un
vasto movimento che si è sviluppato negli ultimi 3 anni: 160
chiese-santuario e più di 60.000
gruppi e chiese che le sostengono, pronunciamenti di personalità e corpi ecclesiastici forniscono ai rifugiati e a chi li ospita una certa garanzia. Anche se
recentemente c’è stato qualche
arresto, il governo americano
infatti, per ora, di fronte alla
pubblicità e all’ampiezza del movimento, lascia fare.
Il movimento delle chiese-santuario è nato nell’estate del 1981
quando un quacchero e un presbiteriano in Arizona cominciarono a ospitare e nutrire rifugiati
provenienti dal Salvador e dal
Guatemala quando vennero a sapere che molti di loro, fuggiti sotto minaccia di morte, venivano
bloccati dall’Ufficio Immigrazione, processati e rispediti nei loro
paesi per essere certamente perseguitati e forse uccisi. Nel marzo dell’anno seguente la Southside Presbyterian Church e alcune
altre chiese dell’Arizona presentarono in una conferenza stampa
una lettera all’Avvocato di Stato
con cui annunciavano che da
quel momento si sarebbero costituite come chiese-asilo per i
rifugiati centro-americani non solo per motivi umanitari ma anche
come segno di protesta e di disaccordo nei confronti della politica statunitense nei confronti
delle popolazioni centro-americane.
Il movimento si allargò a macchia d’olio costruendo rapidamente una rete organizzativa —
che ha a Chicago uno dei suoi
maggiori centri — e una « ferrovia sotterranea » attraverso cui
i rifugiati vengono assegnati alle
diverse chiese. Al movimento una
chiesa comincia a partecipare in
primo luogo entrando a far parte della vasta cerchia delle chiese
APOCALISSE 2: 10
Fedeltà evangelica
Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita.
La parola fedeltà — come altre ad essa simili: conversione,
santificazione... — è messa oggi qua.si da parie, sia in campo
coniugale che in campo religioso.
Quando ci sposammo, nella
gioia — per nostra libera scelta
o meglio per volontà di Dio —
promettemmo amore perpetuo
alla persona amata. Lo facemmo dinanzi all’autorità umana,
dinanzi ai testimoni, dinanzi agli
amici o alla Comunità e soprattutto dinanzi a Dio. Ma dopo diversi fo pochi) anni, ecco gli occhi concupiscenti posarsi su un
altro partner più giovane o più
interessante^ ecco la separazione o il divorzio, con abbandono
del coniuge e dei figli, con grave danno psicologico di questi
ultimi che mancheranno di metà di affetto e di guida.
Mi diceva un credente neoconvertito che prima del suo
nascere di nuovo aveva la moglie e nascostamente l'arnante.
Ma quando il Signore lo illuminò e lo convertì, ebbe da Lui la
forza di tornare fedelmente alla
sua compagna e madre dei suoi
figli, e così tornò la pace in famiglia.
C’è poi la fedeltà alla verità
evangelica. Dio ce l’ha fatta conoscere mediante la lettura della sua Parola o con altri mezzi;
l’abbiamo recepita per ¡ede e
abbiamo un giorno — da adolescenti o da adulti — fatta la
confermazione o siamo stati
pubblicamente ricevuti quali
membri di Chiesa. Sono venuti
poi contrasti ideologici o contatti con gruppi religiosi diversi: ma non deve attrarci una liturgia più viva o la parola suasiva della filosofia o della scienza per distrarci dalla fede nel
puro e integrale Evangelo: dobbiamo con l’aiuto divino —
restare fedeli alla verità dell’Evangelo com’è contenuto nella
sacra Scrittura.
J primi cristiani, i valdesi, gli
bussiti, gli ugonotti e i confessori di ogni tempo e di ogni luogo ci dicono che bisogna resi
stere alle tentazioni varie e restare sempre fedeli.
Dobbiamo — se vogliamo essere ancora cristiani — esser fedeli ai dettami della coscienza
illuminata dallo Spirito Santo.
Se siamo ispirati dallo Spirito
— tramite la Parola — a compiere un qualcosa che ridotidi
alla gloria di Dio e all’avanzamento del suo regno, nessuna
potenza e nessuna difficoltà devono fermarci, e per fedeltà ubbidiremo agli impulsi dello Spirito di Dio, ad ogni costo.
L’atteggiamento di Lutero dinanzi alle maggiori potenze del
suo tempo, quando affermava
che non poteva scostarsi dalla
sua posizione di doverosa ubbidienza alla coscienza, deve ispirare ogni credente. Non possiamo accettare le deviazioni dal
Vangelo, non possiamo vivere
paganamente o come si diceva
un tempo “secondo il mondo’’.
Non possiamo essere degli epuloni, dimenticando tutti i poveri
“Lazzari” che stanno vicino o
lontano da noi!
Liborio Naso
(continua a pag. 12)
che sostengono il movimento
stesso. In seguito può diventare
un santuario con una dichiarazione pubblica. Ciò comporta in primo luogo non tanto essere un
luogo di rifugio in senso stretto
— nella tradizione millenaria dei
luoghi di culto come asilo per i
perseguitati — quanto prendere
l’impegno di provvedere alloggio,
vitto, lavoro, assistenza medica e
legale ai rifugiati che vengono
accolti. La Riverside Church ha
studiato e discusso il problema
per tre mesi; in giugno un’assemblea di chiesa con la stragrande
maggioranza dei voti ha approvato la decisione di costituirsi
come chiesa-santuario (riconoscendo ai propri membri oppositori il diritto a dissentire e assicurando di mantenere loro
l’amore e il rispetto); noi attraverso i canali del movimento sono stati trovati i rifugiati (che
hanno speso tre mesi di « ferrovia sotterranea » per raggiungere New York) e in ottobre la Riverside Church ha reso pubblica
ed effettiva la sua decisione accogliendo Frederico, Ana e Carlo.
Nel suo discorso di accoglienza
il pastore William Sloan Coffin
Jr. ripercorrendo la storia del
« diritto di asilo », in varie circostanze riconosciuto o negato, ha
rivolto un appello a chiese e sinagoghe perché comprendano
« quello che le chiese tedesche
hanno imparato troppo tardi: e
cioè che non è sufficiente resistere con la confessione, dobbiamo confessare con la resistenza ».
Con questo slogan che ricorda
la differenza e l’opposizione tra
l’essere una chiesa confessionale
e una chiesa confessante, viene
indicata una precisa e concreta
linea di resistenza.
E’ una resistenza disperata,
senza vie d’uscita? Non sembra.
I) punto di forza di questa resistenza, che si svolge in un contesto democratico, sta nel sostenere che non è il movimento ad esser fuori legge ben,sì il governo a
non attuare le proprie norme.
La legge sui rifugiati del 1980,
in accordo col protocollo dell’QNU sui rifugiati, definisce il rifugiato come una persona che è
fuori del proprio paese a causa
di « persecuzioni o fondati timori di persecuzione per motivi di
razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato
gruppo sociale o per opinioni politiche... ». E’ preci.samente Questa la situazione dei guatemaltechi e dei salvadoregni che fuggono dai loro paesi, afferma il movimento delle chiese-rifugio. Per
l’Ufficio Immigrazione invece si
tratta di « rifugiati economici »,
di « semplici contadini che vengono negli Stati Uniti per la prospettiva di una carta di credito
e di una Cadillac », come ha detto un funzionario californiano.
Ma il movimento non è solo nel
contrastare questa tesi: nel 1982
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
18 gennaio 1985
UN INCONTRO AD AGAPE
L’uomo e il calcolatore
L’informatica è socialmente utile se facilita il lavoro dell’uomo, ma
diventa dannosa se è strumento per la massimizzazione dei profitti
Per merito di un piccolissimo
componente elettronico (il transistor) entrato in commercio negli anni ’60, in grado di racchiudere in sé Un intero circuito integrato oggi la tecnologia ha
trasformato l’intero mondo del
lavoro e dell’informazione. E’
avvenuta, quasi senza che ce ne
accorgessimo, una nuova rivoluzione post-industriale.
I robot, frutto di una tecnica
avanzatissima, sono presenti in
quasi tutti gli innumerevoli settori dell’industria, la loro installazione è dovuta ad un mercato
che esige velocità e precisione;
queste macchine infatti, hanno
dato in questo campo risultati
oltre l’immaginazione. Si pensi
alle catene di montaggio che producono centinaia di auto al giorno. Ma limitare l’informatica alla
sola attività del robot sarebbe
un affronto alla scienza; infatti
la pur vasta applicazione dei robot appare minima se confrontata all’uso del computer che si
estende dalla stampa alla didattica, daU’agricoltura aH’informazione, sconfinando in nuovi settori come la telematica e la telemedicina, che solo pochi anni fa
nessxma intelligenza umana avrebbe immaginato. Nonostante
ciò solo pochi si sono accorti
di queste innovazioni tecnologiche, ma tutti, essendone coinvolti, viviamo i problemi che le
nuove trasformazioni pongono.
L’ingresso dell’informatica in alcuni settori dell’industria, ha determinato l’espulsione di manodopera e quindi ci viene spontaneo domandarci se la gestione
di queste nuove tecnologie sia
positiva e quale sia il rapporto
fra uomo e calcolatore. Se una
nuova scienza, qual è l’informatica, come del resto molte tecnologie, è messa a disposizione
dell’uomo per aiutarlo e per facilitare il suo lavoro, le sue applicazioni daranno un beneficio
e un contributo rilevante ad una
società protesa verso un futuro
migliore; ma nel momento in cui
questa scienza diventa lo stru
mento dei soli industriali con lo
scopo di trarne il massimo profitto, la misura del danno che la
società subirà sarà davvero imprevedibile.
Di questi problemi e delle possibili innovazioni tecnologiche
che l’informatica è in grado di
portare, si è discusso nel convegno tenuto ad Agape nei giorni 30.11 e 1.12.84, organizzato
dalla CGIL di Pinerolo. Il sindacato, ponendosi di fronte alle
nuove prospettive tecnologiche
aperte dall’informatica, ha cercato di esaminare attentamente
le realtà della nuova scienza proponendo alcune strategie per una sua corretta e positiva applicazione. Un tema di rilevante
importanza è stato la didattica
col computer. L’informatica nella scuola sarebbe un mezzo di
efficiente innovazione; infatti la
sua velocità di espressione e la
chiara comprensibilità comporterebbe un minor tempo per lo
apprendimento, permettendo lo
inserimento di nuove attività e
dando la possibilità allo studente di una formazione più completa. Oggetto di dibattito è stato il rapporto dell’utente con lo
strumento (il computer), che in
alcuni casi può diventare negativo a causa della mancanza di
confronto con gli altri; è risaputo, infatti, che parte della formazione deU’individuo viene acquisita dal confronto delle idee
e della propria creatività con
quella degli altri; confronto che
dinanzi al computer è irrealizzabile perché questo è privo di
creatività. Le « ambiguità », ad
esempio, sono una ricchezza di
significato delle comunicazioni,
ha spiegato il rei. Foti, psicoanalista, che vengono formulate da
noi quotidianamente. « Spolvera
la scrivania », oppure: « chiama
l’ascensore »: a nessuno verrà
mai in mente di buttar giù libri
e altri oggetti per spolverare
esclusivamente la scrivania, e
tanto meno di gridare: « Ascensore » (ciò che invece farebbe
un computer), ma capiremo ciò
che s’intende e si puliranno con
cura anche gli oggetti della scrivania o si premerà il pulsante
per « chiamare l’ascensore ». I
messaggi ambigui e contraddittori non vengono ricevuti da un
computer per un sistema di autocontrollo che impedisce la possibilità di intelligenza creativa.
« Non ho mai visto una macchina più stupida del computer »,
ha affermato il prof. Meo (Dir.
Progetto CNR del Politecnico di
Torino) a proposito deH’intelligenza del computer. Infatti esso lavora esclusivamente con i
dati messi a sua disposizione
senza la possibilità di ampliarli
autonomamente.
La relatrice De Cinghio (ricercatrice Ist. Cibernetica Univ.
Milano) ha ribadito la superiorità dell’uomo rispetto alla macchina affermando che davanti
alla rottura di una situazione
consolidata, al contrario dell’uomo, il computer non reagisce, ed
è messo in crisi da casi non programmati.
L’applicazione della nuova
scienza ha dato già risultati alquanto lusinghieri, anche se i
crimini deH’informatica (come
quello compiuto da quel ragazzo
americano che è riuscito a trasportare sul conto del padre un
milione di dollari) hanno mostrato la sua vulnerabilità. L’informatica può diventare uno
strumento per migliorare le
strutture organizzative, per rendere il lavoro meno faticoso offrendo un maggior rendimento
in quantità e qualità, ma può
anche diventare un mezzo per
sconvolgere l’equilibrio dell’uomo e della natura. Già oggi vi
sono sistemi orbitanti di controllo e armamenti, frutto di un
rapido progresso della scienza
alleata con la tecnologia. Resta,
quindi, sempre irresoluta la domanda, come ha detto Beniamino Lami concludendo il convegno: l’uomo è in grado di gestire e controllare il precesso
scientifico?
Giuseppe Ficara
Dalla chiesa - santuario
(segue da pag. 1)
l’Alto Commissariato ner i Rifugiati deirONU ha denunciato gli
Stati Uniti come inadempienti
nei confronti del protocollo dell’ONU sui rifugiati, avvertendo
che la linea seguita dall’amministrazione Reagan nel considerare
salvadoregni e guatemaltechi come immigrati economici illegali
da rinviare a casa loro metteva
in pericolo la vita di migliaia di
persone. L’Alto Commissariato
aveva dichiarato già nel 1981 che
tutti i salvadoregni che avevano
lasciato il loro paese dall’inizio
della guerra civile dovevano essere considerati perciò stesso come
rifugiati politici aventi il diritto
di asilo.
Se gli Stati Uniti lo rifiutano è
per evidenti ragioni politiche:
l’amministrazione non può sostenere i governi del Salvador e del
Guatemala come rispettosi dei
diritti civili e nello stes.so tempo
considerare vittime di violazioni
degli stessi diritti i cittadini costretti a uscire da quei paesi. Ma
c’è una via d’uscita realistica e
raggiungibile verso cui tende il
movimento delle chiese-santuario
che è assistito da una agguerrita
consulenza legale. Gli Stati Uniti
prevedono di riconoscere uno
« stato di partenza volontaria differita » a quei cittadini stranieri
che si trovano ad essere all’estero in un periodo di disordini e pe
ricoli del loro paese. Ad essi è
concesso una specie di « asilo
temporaneo », il diritto di rimandare la partenza fino alla normalizzazione della situazione nel
loro paese. E’ lo stato che in USA
viene riconosciuto ai polacchi,
agli afghani, agli iraniani; e ora
il movimento delle chiese-santuario lo chiede con insistenza per
salvadoregni, guatemaltechi e haitiani.
Paure nascoste
Il movimento è forte e si
espande rapidamente, ma questo
non vuol certo dire che l’opinione pubblica sia sensibilizzata e,
conoscendolo, appoggi il movimento. L’85% degli americani ha
approvato « l’operazione Grenada » ed è anzi possibile che si
stia sviluppando negli Stati Uniti una forma particolare di xenofobia.
Se è vera l’interpretazione dell’ultimo film di Spielberg « Gremlins » che Alberoni riprende su
Repubblica (3.1), dietro ai piccoli mostri sguaiati e violenti che
invadono una cittadina di provincia americana e alla fine vengono
eliminati con spietata crudeltà,
c’è una crescente paura inconscia del grande afflusso ispanoamericano che gli USA non riescono ad assimilare.
PROTESTANTESIMO IN TV
Dopo un’interruzione di ben
30 giorni che la nostra TV non
si è certo preoccupata di giustificare (evidentemente considera i protestanti italiani
come «quantité négligeable...»)
la rubrica è tornata sul video
lunedì 1 gennaio con un numero dedicato al significato
che malattia e guarigione —
riferite in particolare al cancro — possono rivestire nell’ottica della fede.
E’ stato individuato, come
luogo significativo per raccogliere preziose testimonianze,
un ospedale di Montpellier. Il
— Il malato reagisce meglio
alle cure se viene informato
sulla natura e le finalità delle
stesse; se si sente interlocutore e non soggetto passivo
nelle mani di « chi sa »; se
non è spaesato e impaurito
dall’ambiente ospedaliero.
Particolarmente incisive le
parole di Gisèle, malata di
cancro da dieci anni, che ha
espresso la gioia di aver potuto ridare un senso alla propria vita inizialmente sconvolta dalla scoperta della malattia, aggiungendo: «...Ora mi interessa la qualità e non la
Il male incurahile
pastore e gli operatori intervistati (medici ed infermiere)
hanno espresso una visione
concorde dei problemi connessi all’esperienza sconvolgente
della cosiddetta « malattia incurabile ».
« Voi avrete tribolazione nel
mondo, ma fatevi animo, io
ho vinto il mondo ». Da queste parole di Gesù ha preso
l’avvio quella che può essere
definita una riflessione collettiva sul tema in oggetto.
Di tale riflessione tento di
sintetizzare i concetti basilari:
— La sofferenza non è certo
un bene in sé — e tanto meno
la morte — ma nella fede esse possono essere considerate
come già vinte, come già « alle
nostre spalle ».
— Quando la guarigione
completa è improbabile occorre imparare a « convivere »
con la malattia, disporsi a
« ricucire » la propria esistenza su basi diverse.
— Il rapporto personale del
medico con il paziente è al
trettanto importante quanto i
mezzi tecnici da lui impiegati
(se così non fosse basterebbe
impostare la cura sulla cartella clinica).
quantità del tempo a mia disposizione » ... « Ho capito che
si può essere malati e felici e
— al contrario — sani ed infelici » ... « E’ importante per
me vivere bene il tempo che
mi resta ».
E’ indubbio che un così alto
esempio di maturazione raggiunta nella sofferenza non si
sarebbe potuto realizzare fuori da un contesto come quello
che ci é stato presentato.
Vi ha certamente contribuito in modo determinante
« l’attenzione » rivolta dai medici e dal personale alla versona del malato vista nella
sua globalità e non solo in
rapporto alle sue menomazioni fìsiche.
La trasmissione ha doverosamente e — mi sembra —
efficacemente, affrontato un
argomento che non possiamo
eludere in quanto ammalarsi
è un’eventualità che riguarda
tutti. Riflettiamoci (ovvian-ien
te a maggior ragione se operanti nel settore) tenendo presente l’atteggiamento di Gesù
che non disgiungeva mai la
guarigione del corpo dal rinnovamento interiore.
Mirella Beiti Argentieri
PROTESTANTESIMO
Fede e scienza
Ma se una paura è inconscia,
nulla di meglio che portarla a livello di coscienza. Ed anche a
questo dà un grosso contributo il
movimento delle chiese-santuario, con la serie crescente di attestati e dichiarazioni di appoggio
e di solidarietà.
Tra le quali c’è anche la nostra.
Fa piacere leggere nella lunga
serie di messagsi di approvazione per la decisione della Riverside Church accanto alle dichiarazioni del rabbino Balfour Breckner, del vescovo ausiliario cattolico di New York Emerson J.
Moore, del pastore battista lesse
Jackson, anche un brano della
lettera ohe il nostro Sinodo ha
inviato, tramite il suo presidente,
alla Chiesa di Riverside, sul tema della pace e dell’impegno per
il Centro America. Ma scrivere
una lettera in cui si spera che
venga percorso il « difficile cammino di trasformazione della società, per un mondo in cui la solidarietà prenda il posto della difesa dei propri interessi ed in cui
l’amore per l’uomo e il rispetto
dei suoi bisogni fondamentali
spezzi la forza di leggi inique »
è tutto sommato abbastanza facile. Più difficile è tradurre questa linea nella nostra situazione,
nei confronti dei « rifugiati » di
casa nostra.
Franco Giampiccoli
L’annata 1984 di Protestantesimo si è chiusa con un numero
dedicato ad una riflessione, tra
fede e scienza, sulle prospettive
dell’umanità nei prossimi anni.
Un approfondimento del problema gnostico, inoltre, evidenzia
l’attualità di questa antica visione del mondo presente, e non
solo ieri, nel mondo cristiano.
Nello stesso numero, gli appassionati di storia ritrovano Molnár con una sua originale riflessione sull’hussitismo medioevale.
Nella sezione « Rassegne » sono
interessanti gli appunti su « Lutero e l’educazione ». L’articolo
vivacissimo su « Femminismo e
linguaggio » esamina soluzioni
apportate al preteso maschilismo del linguaggio biblico. Approfondite recensioni di letteratura teologica e storica chiudono
l’annata che, in quattro numeri,
ha toccato (solo di recensioni)
pressoché cento titoli. Con il
1985 la rivista pubblicata dalla
Facoltà Valdese compie quarant’anni. Auguriamo alla redazione di Protestantesimo di saper mantenere l’attuale livello
di approfondimento e leggibilità,
contribuendo così ad incrementare e stimolare — e Dio solo
sa quanto ve ne sia bisogno —
la ricerca teologica e biblica nel
nostre Paese.
Protestantesimo, Trimestrale
della Facoltà Valdese di Teologia,
via Pietro Cossa 42, 00193 Roma. Abb. 1985: Ordinario 17.000,
Sostenitore 30.000. I versamenti
vanno fatti sul C.C.P. 14013007
intestato a Libreria di cultura
religiosa, P.zza Cavour 32, 00193
Roma,
G. P.
Giornata
contro
la lebbra
Nelle chiese evangeliche italiane domenica 27 gennaio 1985
sarà dedicata alla lotta contro
la lebbra come momento di informazione e di impegno. L’iniziativa è indetta dal Comitato
italiano della « Missione evangelica contro la lebbra », presieduto da Archimede Bertolino, pastore a S. Secondo di Pinerolo,
su chiamata della Tavola valdese.
La Missione contro la lebbra
è un organismo internazionale
nato nel 1874, cioè proprio nell’anno in cui si scoprì il bacillo
che causa la malattia. Oggi la
Missione è sostenuta da 25 comitati nazionali; quello italiano
è formato da valdesi, metodisti,
battisti, apostolici e assemblea
dei Fratelli. La sede della Missione è a Londra, (nev)
3
18 gennaio 1985
PER UN APPORTO DELLA NOSTRA TEOLOGIA
Per una teologia
in difesa
dell’individuo
Lo scenario mondiale sembra
evolvere sempre meno verso il
nuovo ordine economico, di cui
le Nazioni Unite si occuparono
in storiche sedute nel 1974 con
l’approvazione alla fine della
« Carta dei diritti e dei doveri
economici degli Stati » (il cui
assunto principale era il rispetto della sovranità degli stati, la
uguaglianza tra stati, la soluzione pacifica dei contrasti e la
cooperazione internazionale per
10 sviluppo), ed accettare invece
« una ristrutturazione selvaggia
del lavoro accompagnata dal
consolidarsi di modelli autoritari nei rapporti tra Stati e all’interno degli Stati » (C. Guelfi,
Metropoli e Terzo Mondo - Editori Riuniti 1979).
Questa chiave di lettura della
società proposta qualche anno
fa ha trovato e trova conferme
sia a livello internazionale (vedi rapporto Nord-Sud) sia nella
nostra realtà italiana. L’esempio più palese e più importante
di questa evoluzione è la politica rcaganiana, che mostra i
segni indiscutibili dell’assenza
di dialogo e di cooperazione. In
questo quadro va analizzata e
ricompresa l’espressione della
Chiesa cattolica romana nella
sua massima autorità (papa e
curia romana), che si manifesta
sempre più irriducibilmente
chiusa e gelosamente custode
della verità (vedi la vicenda della teologia della liberazione).
Credo che di questo scenario
11 nostro Mezzogiorno potrebbe
essere la spia rivelatrice del collegamento tra diversi centri di
poteri sottratti alla democrazia.
Se tutto questo discorso lo traduciamo in termini quotidiani,
potremo avvertire la presenza di
una tendenza a ridurre in maniera insopportabile « il circuito vitale » dell’individuo, il terreno cioè entro cui egli possa vivere e crescere liberamente. Tutto quello che sta maturando nei
processi sociali si rivela nella
vita dell’individuo. In altri termini: in una società internazionale e nazionale così strutturata,
la piccola e la grande politica, la
piccola e la grande economia
coincidono e trovano d loro nuoto di congiunzione neU’individuo,
nel bene e nel male.
Nel tentativo di tracciare ancora qualche coordinata e di fare riferimenti meno generali ecco altre due analisi;
1. - L’Europa, secondo recenti
studi, o trova nell’autonomia la
sua ragione di unità politica ed
economica o è destinata a scendere al livello di Terzo Mondo.
La sfida a cui dovrà rispondere
viene dall’America e dal Giappone. Infatti all’autonomia è legata una nolitica internazionale
capace di favorire la distensione
e il superamento di due tipi di
società bloccate (USA e URSS\
che sono paghe e sicure di quello che hanno realizzato.
In questo quadro il movimento pacifi.sta si configura coinè
una forza dinamica di cambiamento, perché non accetta l'equilibrio tra i blocchi fondato
sulla deterrenza atomica e mira invece ad un rapporto tra i
ponoli che abbia il suo nerbo
nell’uguaglianza e nella giustizia. Questi brevi cenni sono sufficienti a far arguire che l’Eurona è sottoposta a due tensioni formidabili: una economica
(organizzazione del lavoro e predominio del dollaro con il risultalo di oltre 13 milioni di disoccupati) e l’altra politico-militare, che tende a ridurre il benessere e alla corsa al riarmo.
La conseguenza è Virrigidimento della società, cioè la difficol
tà a poter e voler seguire da
parte delle istituzioni (Governo Parlamento) le novità che fervono e maturano nel seno della società. Riesce infatti sempre più
problematico e poco fattibile
l’accoglimento dei bisogni dell’individuo.
2. - Per l’Italia, oltre a quanto
detto per l’Europa, bisogna aggiungere alcune specificità, che
rendono la nostra società più
marcatamente segnata da tendenze e fatti autoritari. L’Italia
infatti fin dall’immediato dopoguerra si è sviluppata come democrazia controllata e sotto tutela sia a livello nazionale che
internazionale. Tutti conoscono
le interferenze dell’America nella
politica italiana. La specificità
italiana si chiarisce ulteriormente attraverso la considerazione
del fenomeno terrorista, dell’organico consolidarsi di poteri occulti (P2) e del rinverdirsi esteso dell’organizzazione maliosa.
La conseguenza è una forte riduzione del terreno di controllo
democratico e il restringersi degli « angoli visuali », cioè degli
orizzonti, di ciascun uomo. L’Italia sta diventando la società del
più forte, il più debole nel migliore dei casi viene assistito.
Qualche indicazione
Personalmente penso che da
queste coordinate appena tratteggiate può discendere per il
credente come per la comunità
dei credenti una qualche indicazione. Provo a darne un accenno,
che ha solo la pretesa di suscitare in chi legge una qualche riflessione. Sono propenso a credere che la nostra attuale teologia debba essere di supporto e
offrire un contributo alla difesa
della dimensione individuale della società. Chiarisco subito che
ciò non significa dimenticare la
dimensione sociale o collettiva.
Anzi, la difesa dell’individuo ci
pone in migliori condizioni per
la partecipazione alla lotta di
risanamento sociale per tenere
aperti « gli angoli visuali » dell’individuo.
Questa ipotesi di lavoro, come
altre, è valida se accettiamo che
non possiamo estraniarci dal
mondo, dalla storia, poiché in
essi vivono e operano gli uomini,
oggetto dell’amore gratuito e portatore di riscatto di Dio. Bisogna convenire che non è facile
delineare una teologia per l’impresa di cui si sta parlando. Tuttavia la breve analisi, che ho
cercato di tracciare, può indurci a pensare che sia necessaria
una cultura che prorompa da
una predicàzione carica di speranza e di aneliti di libertà reale e totale. Sneranza contro l’angoscia della catastrofe e libertà
contro forze oppressive e onnipresenti.
A questo lavoro teologico, contemporaneamente e contestualmente, si deve affiancare una
qualche struttura snella ed agevole, che sappia prendere iniziative e affrontare problemi emergenti in difesa dell’individuo, di
ogni uomo. Non è necessario rimarcare che simili « opere » devono essere aperte al dialogo,
al confronto e alla collaborazione, senza pregiudizi e senza idolatria dello specifico cristiano o
evangelico, pur consapevoli dello specifico apporto derivante
dal nostro patrimonio protestante.
Alfonso Manocchio
fede e cultura 3
FEDE E INDUSTRIA BELLICA
Scelgo le dimissioni
Collegando fede evangelica e antimilitarismo un fratello di Torino
ha preso una non facile decisione. Gli abbiamo chiesto di illustrarcela.
La base dell’insegnamento di
Cristo, da Lui stesso portato fino
all’estrema conseguenza della
Sua morte sulla Croce, è l’amore per il nostro prossimo; ora,
come si può testimoniare di ciò
quando si lavora in una fabbrica il cui fatturato maggiore e in
continua espansione è ricavato,
per precise scelte di mercato,
dalla produzione militare?
Questo è stato il più grosso
problema che ho dovuto affrontare nella mia vita a partire dal
momento in cui, dopo anni di
ateismo e di rifiessione, mia moglie ed io decidemmo, con l’aiuto di Dio, di entrare a far parte
della Chiesa Valdese di Torino.
Tale problema ha implicato
fattori generali e personali. Quelli generali sono:
1 ) il rapporto politico-sindacale all’interno dell’azienda;
2) la consapevolezza di essere
produttore di merce inutile e
dannosa per tutti;
3) il fatto di vivere nell’azienda rapporti contrastanti con i
propri colleghi: buoni con la minoranza che sente questi stessi
problemi, pessimi con coloro
(pochi per fortuna) che sono
attestati su posizioni decisamente filo-aziendali, di incomunicabilità con la maggioranza che si
« lascia vivere » e finge di non
vedere le responsabilità su ciò
che sta producendo.
Quelli personali riguardano:
1) la necessità di mantenere
la famiglia con il proprio lavoro;
2) la volontà di mantenere
un livello professionale decente
affinché le tante ore passate in
fabbrica non cessino di esprimere un minimo del proprio essere umano;
3) l’interesse per il tipo di
lavoro che svolgevo (lavoravo nei
computers come tecnico software).
Tutto ciò fino al momento
della mia scelta di fede: dapprima ho continuato a tirare avanti come ho sempre fatto, lavorando e lottando sul piano sindacale per la presa di coscienza
delle nostre responsabilità per
il tipo di produzione da noi svolta. Ma ad un certo punto non
ce l’ho più fatta; sentivo troppo
la contraddizione tra il mio essere cristiano (e quindi sapermi testimone della pace e dell’amore di Cristo) e il vivere in
un’azienda produttrice di automatismi per siluri, puntamenti
di artiglieria, ecc., cioè di morte.
He scelto così di far parte del
nuovo gruppo residente del «Servizio Cristiano » di Riesi.
Interessante è stata la reazione dell’azienda alla presentazione delle mie dimissioni, espressamente motivate come obiezione di coscienza alla produzione
militare: il periodo di preavviso
(che avrebbe dovuto essere di
quattro mesi) mi è stato ridotto
ad un mese e mezzo, pur continuando io ad essere retribuito
regolarmente a termini contrattuali fino allo scadere dei quattro' mesi.
Al di là del mio caso personale, ho voluto pubblicizzare questa decisione della mia azienda
perché mi sembra molto significativa: la testimonianza per la
pace, la nonviolenza è estremamente scomoda al sistema, soprattutto quando vuol mettere
in risalto il paradosso insito nel
concetto dato troppo per scontato del « si vis pacem para bellum », se vuoi la pace prepara
la guerra. Tullio Braga
UN CONVEGNO DI STUDI SU ERNST BLOCH A FERRARA
Teologia, utopia, coscienza anticipante
La cornice è stata quella suggestiva del Castello Estense, che
a noi evangelici richiama alla
memoria eventi della Riforma
nei primi decenni del ’500, poiché racchiude tra le sue mura
una piccola cappella, costruita
espressamente per offrire a Dio
il culto « in spirito e verità », la
prima edificata e l’unica ancora
conservata in Italia. Evoca in
noi il ricordo di presenze illustri, quali quelle della duchessa
ugonotta Renata di Francia, di
Giovanni Calvino, di Vittoria
Colonna, di Pietro Robert (Qlivetano).
La « Sala dell’imbarcadero »,
detta così perché situata nei sotterranei del castello, poco al di
sopra del livello dell’acqua del
fossato che lo cinge, ha ospitato nei giorni 15 e 16 novernbre, un seminario di studi dedicato al filosofo tedesco Ernst
Bloch.
Gli enti organizzatori sono
stati l’Istituto di discipline filosofiche della Facoltà di Magistero di Ferrara e l’Istituto « Gramsci » dell’Emilia Romagna, che
già agli inizi dell’anno avevano
assieme patrocinato un fortunato seminario di studi su Lutero.
Un breve flash biografico potrà meglio farci comnrendere
perché teologi e filosofi si siano riuniti per dissertare sul pensiero di Ernst Bloch.
Nato l’8 luglio 1885 a Ludwigshafen. da famiglia ebrea, si laureò all’università di Wiirzburg
nel 1908. Durante la prima guerra mondiale, nel 1915, per le sue
idee pacifiste fu costretto a rifugiarsi in Svizzera. Nel 1918
rimpatriò a Berlino dove fu pubblicista e saggista. In un- -suo
scritto nel 1921 inquadrerà la
figura di Thomas Miintzer, come
il teologo della rivoluzione, quasi quale precursore della rivoluzione russa. Le origini ebree
della sua famiglia e la sua fama
di filosofo marxista attirarono
ben presto su di lui la persecuzione nazista. Zurigo, Parigi,
Vienna, Praga e poi Filadelfia
negli Stati Uniti furono le tappe delle sue peregrinazioni dal
1933 al 1949.
Dopo la costituzione della Repubblica Democratica tedesca
rientrò ancora in Germania dove divenne direttore dell'Istituto di filosofia dell’Università di
Lipsia.
Ma nel 1956 gli ambienti governativi, forse per sospetto deviazionismo, iniziarono contro
di lui ed i suoi collaborato ti una
azione ostruzionistica, ed egli decise nel 1961 di trasferirsi definitivamente nella Germania Federale, dove per diversi anni insegnò all’università di Tubinga,
città in cui si spense nel 1977.
Ciò che ha caratterizzato la
sua opera in particolare, è l’evoluzione del suo pensiero filosofico, da una iniziale posizione di
stretta ortodossia marxista ed
atea, ad una espressione in termini biblico-religiosi, pur sempre analizzati da un punto di
vista materialista.
« Teologia, utopia e coscienza
anticipante » era il titolo che
tendeva a riassumere in sé la sostanza dei temi trattati dai quattro relatori.
Ha iniziato il Prof. Giuseppe
Pirola S.J., dell’« Aloisianum » di
Gallarate, parlando sulla « riflessione teologica di Bloch ».
Apprezzata nella sua chiarezza l’esposizione del prof. Sergio
Rostagno, della Facoltà Valdese
di Teologia, su « Utopia e Regno
di Dio », tenuta nel pomeriggio
di giovedì 15.
L’apertura del secondo giorno
di studi, è stata fatta dal prof.
Stefano Zecchi dell’Università
di Verona (autore di uno scritto
su Bloch) svolgendo il tema
« L’esodo del ribelle » ed il prof.
Remo Bodei, della Scuola Normale Superiore di Pisa, ha concluso con la relazione su; « Principio speranza e principio di responsabilità » (dimensione utopica e dimensione laica).
I vari interventi, anche nei dibattiti che hanno seguito le relazioni. si sono sempre mantenuti a livello accademico.
Segnaliamo Quelli del prof.
Mario Miegge e del pastore Emidio Campi, che ha puntualizzato
alcune divergenze fra teologia e
la filosofia di Bloch, riguardo alla posizione dell’uomo net confronti di Dio.
Nonostante che, trattandosi
di argomento altamente specializzato, il seminario fosse stato
annunciato solo in determinati
ambienti culturali, possiamo dire che l’uditorio è stato nella
media sempre numeroso ed attento. La presenza del pastore
Carmine Bianchi e di alcuni
membri della locale Chiesa Battista, stava a significare l’interesse con cui la comunità evangelica ferrarese ha seguito questa manifestazione.
Martino Barazzuoli
Materiali di iavoro
Le Edizioni II Seminatore proseguono l’attività di pubblicazione di agili scritti di divulgazione sia su alcuni aspetti dottrinali e teologici sia su personaggi e asnetti storici del protestantesimo nazionale ed internazionale.
La serie su « I protagonisti
della Riforma » si è arricchita
di una breve biografia su Giovanni Calvino. Quest’ultima, dopo quelle su Martin Lutero ed
Ulrich Zwingli, viene a completare la presentazione delle figure più significative che si collocano all’origine del movimento
riformatore.
La serie « I battisti, pensiero
e prassi », vede apparire, dopo
l’opuscolo sulla presentazione
dei bambini e quello riguardante il battesimo dei credenti, una
sintetica e chiara spiegazione
dell’interpretazione e comprensione evangelica della cena del
Signore.
Le pubblicazioni costano lire
700 cadauna, ma per le chiese
ed i gruppi che le richiederanno
in gran quantità esse verranno
offerte ad un prezzo speciale.
Infatti ogni pacco di 50 copie
costerà L. 30.000 per Giovanni
Calvino e L. 25.000 per La cena
del Signore. Le richieste potranno essere fatte pervenire a
Edizioni 11 Seminatore, piazza
in Lucina 35, 00196 Roma.
4
4 Vita delle chiese
18 gennaio 1985
COLLETTIVO TEOLOGICO
Psicanalisi della ritualità
Dopo due incontri di preparazione, il Collettivo teologico del
primo Distretto ha avuto domenica 6 gennaio la sua prima riunione di lavoro sul tema scelto a
S. Secondo a fine novembre: la
ritualità (*).
Nei locali del Convitto di Villar
Perosa si sono ritrovate una quarantina di persone per ascoltare
la relazione del dott. Claudio Poti
su « I bisogni psicologici del rito». Il programma generale prevedeva che vi dovesse essere una
relazione di carattere antropologico, ma problemi organizzativi
hanno portato ad una inversione
dell’ordine dei lavori.
Il Collettivo teologico ha scelto di lavorare secondo un programma che prevede due momenti distinti, articolati ciascuno in più incontri.
Il primo momento è costituito
da tre « lezioni » (quella del dott.
Poti è stata la prima) di introduzione al problema.
Si tratta, in questi primi incontri, di acquisire strumenti e dati
utili per affrontare, nel secondo
momento del lavoro del Collettivo, l’esame dei diversi riti che segnano la vita delle Chiese Valde
si delle Valli nel tempo presente,
con una analisi dei loro più diversi aspetti (antropologico, psicologico, sociologico, teologico)
per giungere ad inserire il mornento del rituale nel discorso
più ampio della riforma della
chiesa.
Claudio Poti ha esaminato il
bisogno del rito da parte dell’uomo secondo la prospettiva psicoanalitica, facendo un discorso
assolutamente « laico », ossia prescindendo dalle situazioni-tipo
che si vivono nella chiesa, e guardando invece il rito come fenomeno sociale.
Il rito si rivela come un modo
per scaricare le tensioni, le angosce che caratterizzano i momenti
di crescita nello sviluppo dell’uomo, legati a momenti di separazione.
Il rito si rivela allora nelle sue
due dimensioni, statica, di conservazione della situazione precedente, e dinamica, di ricerca di
novità, di informazioni, proiettato verso una situazione nuova.
Nella analisi psicoanalitica ciò
appare nell’osservare, e nello studiare, i rapporti tra madre e
bambino, presi come paradigma
di comportamento umano.
In una dimensione comunitaria, collettiva, il rito ha tre caratteristiche: è « sociale », con una
funzione rafforzativa della comunità; è «protettivo» della comunità di fronte all’angoscia del futuro; è « partecipativo », ossia
coinvolge ogni singolo soggetto
della comunità.
Quando un rito, in una comunità di persone, assomma in sé
questi tre caratteri, può dirsi un
rito « forte »; oggi, si diceva a
Villar Perosa, la società moderna
non riesce più a vivere al suo interno dei riti « forti », per cui le
angosce che la pervadono non
trovano uno sfogo nella dimensione del rituale, e vengono scaricate sul presente: sarà solo nel
futuro però che faranno sentire
il loro peso. Orrori il rito ha una
caratterizzazione molto individualistica.
Nel prossimo incontro, il 10
febbraio a Torre Pellice, il Collettivo teologico guarderà il problema del rituale sotto un altro
angolo di visuale: quello antropologico.
Paolo Gay
(*) Ved. M. Pons: «Un laboratorio di teologia » in Eco/Luce n. 47 del
7.12.1984.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Terrorismo: sfida alla democrazia
SAN GERMANO — Come anmmciato, l’Assemblea di Chiesa
del 13 germaio ha avuto come
tema II terrorismo e la dlssociazione. Il dibattito era stato preceduto da una serie di riunioni di
quartiere ed una commissione di
lavoro aveva preparato un documento in cui si raccoglievano gli
spunti e le osservazioni quivi
emerse. Il documento dice:
Ci sembra importante riflettere su un fenomeno ormai tristemente famoso e ritornato alla ribalta: la ripresa dell’offensiva terroristica.
La bomba omicida del treno
904 e l’ultimissimo assassinio
di un agente dei NOCS, rappresentano, crediamo, le punte più emergenti di un discorso armato che tutti ritenevano stroncato. La preoccupazione per questa riapparizione della lotta armata, è
enorme e come Chiesa riteniamo di dover riflettere su
questo disorientamento e pregare per il dolore, la paura e
l’angoscia di tutti coloro che
hanno avuto delle vittime tra
i loro cari.
La ietterà dei due dissociati, inviata alla scorsa sessione del Sinodo, può essere letta come un primo passo verso la sconfessione della lotta armata e come una richiesta alla nostra Chiesa di interrogarsi e di interrogare la
società che non poche complicità sembra aver avuto in
questa ormai lunghissima
escalation del terrore. Ricercare i perché ed i motivi che
stanno alla radice del terro
COLLEGIO VALDESE
Torre Pellice
Sono aperte le iscrizioni
per l'anno scolastico '85-86
al
Liceo Pareggiato
indirizzo
classico e linguistico
• Miniconvitto per
studenti
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in scuolabus riservato
Un certo numero di borse di
studio è messo a disposizione
ogni anno da amici del Collegio italiani ed esteri.
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rivolgersi a:
COLLEGIO VALDESE
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orario segreteria: 9.00-12.00
rismo è sempre molto complesso ; cercheremo di illustrare qui alcune ipotesi.
1. - La situazione di ingovernabilità che spesso ha contraddistinto la nostra vita politica ed economica non ha
certo impedito il sorgere di
un profondo malessere, sfociato in una deplorevole risposta armata.
2. - Il perdurare di questa
situazione di caos determina
il perdurare delle tensioni; si
potrebbe dire che il terrorismo non si combatte con le
supercarceri, ma attraverso
una democratizzazione della
società, nelle sue componenti principali : politica, giustizia, cultura.
3. - Il panorama terroristico è in continua evoluzione
e questo confonde le idee rendendo più diffìcile l’analisi e
la risposta democratica; siamo di fronte a precise componenti ideologiche, in cui si
mischiano tentativi di sovversione e precisi progetti rivoluzionari: il terrorismo dunque non è solo violento, ma
è un movimento con un suo
progetto politico.
4. - La matrice nera e i cosiddetti corpi separati rappresentano un’altra faccia del
terrorismo ; i suoi attentati
non colpiscono obiettivi famosi ; ma colpiscono nel mucchio, cercano la strage, il colpo che disorienta e immobilizza.
Di fronte a tutto questo la
nostra risposta è: NO a qualsiasi violenza di eversione e
di potere.
La lettera dei due dissociati pone anche il problema del
perdono. Giustamente la risposta del Presidente del Sìnodo ricorda che noi viviamo del perdono di Dio e che
non lo possiamo gestire. Riteniamo tuttavia che ogni discorso sul perdono non possa prescindere dalla chiara
affermazione della volontà dì
iniziare una nuova fase per
la democrazia italiana, che
conduca ad una società diversa.
Questo è il senso della riparazione che viene offerta
dai due dissociati : partecipare al nuovo che dobbiamo
pensare e costruire. La Bibbia in questo campo ci offre
diversi motivi di riflessione;
Genesi 4 : Dio solo ha il
potere sulla vita e sulla morte. Anche la vita di colui che
ha ucciso è sottoposta alla
Grazia di Dio. Non ha senso
dunque invocare la pena di
morte.
Ecclesiaste 3 : Il pessimismo delTEcclesiaste ci ricorda che l’uomo è un peccatore, ma il credente deve saper
leggere il tempo in cui vive.
Matteo 5: Le beatitudini ci
trasmettono la certezza che
con Cristo è iniziato ii mondo nuovo del Regno. Il Regno è capovolgimento della
nostra realtà.
Matteo 25: Ci impone l’attenzione a quanto succede
attorno a noi, per impegnarci nella solidarietà.
Dopo una discussione vissuta
con intensità da tutti i partecipanti, l’Assemblea ha votato il
seguente ordine del giorno : « La
Chiesa valdese di San Germano
Chisone... esprime la sua simpatia ai familiari di tutte le vittime del terrorismo ed ai familiari dei terroristi;
— si impegna a predicare, a
tempo e fuor di tempo, l’Evangelo della croce che è giudizio
sul mondo e promessa del nuovo di Dio;
— invita tutti a vigilare e pregare perché il nostro Paese possa uscire più maturo e più saldo
da questa triste esperienza ».
• Nuovamente la comunità si
è raccolta per salutare un fratello ed una sorella che ci hanno lasciato a breve distanza uno
dall’altro. Martedì 8 gennaio si
è avuto infatti il funerale di
Virginia Baret ved. Soulier, di
65 anni, e venerdì 11 quello dì
Paolo Bertalot, di 86 anni. Alle
famiglie nel dolore noi vogliamo esprimere tutta la nostra
simpatia.
Noterelle comunitarie
S. SECONDO — I culti di domenica 16 e 30 dicembre sono
stati presieduti rispettivamente
dal past. Alberto Taccia (pres.
della Ciov) e dal past. Arnaldo
Genre. Ringraziamo sentitamente questi fratelli per averci spezzato il pane della Parola.
• Domenica 23 dicembre ci siamo rallegrati per la ammissione del fratello Ruggero Chialvo
che da molti anni frequenta la
nostra comunità.
• Festa dell’albero : i ragazzi
del precatechismo hanno presentato con molta spontaneità
quattro brevi scenette sul tema:
« disobbedienza e riconciliazione », tema che ha preparato eccellentemente la seconda parte
presentata dai ragazzi della scuola domenicale che aveva come
tema : « La storia della salvezza », una scelta di testi biblici
presi dall’Antico e Nuovo Testamento (intercalati da inni di
lode cantati da tutti i ragazzi).
Questo programma semplice ma
incisivo ha colpito molto i presenti.
• Il 6 gennaio il Signore ha
chiamato a Sé la credente in Cristo Irma Gardiol, di 76 anni.
Ammessa in chiesa nel 1924 è
stata sempre una fedele credente che seguiva con amore i pro
blemi della chiesa e dava una
serena testimonianza anche sul
posto di lavoro.
Sempre serena e fiduciosa,
qualche giorno prima, al pastore che era andato a trovarla,
aveva detto di essere stata im
po’ indisposta e perciò non era
andata al culto e chiese di ricevere il segno della presenza
del Signore con la Santa Cena
per sentirsi in comunione con
Lui.
Una gran folla gremiva il tempio per il suo funerale — segno
della stima che si aveva per lei
— e ai familiari e a tutti i presenti è stato annunziato l’Evangelo della Risurrezione in Cristo il Signore.
Asilo di
S. Germano
VILLASECCA — La comunità esprime la propria simpatia
cristiana e la propria comunione di fede nella resurrezione dei
morti a Letizia Peyronel per la
morte improvvisa di suo marito
Guido Viglielmo.
• Venerdì 18 corr., ore 20:
riunione quartierale a Villasecca che avrà come punto centrale una serie di informazioni sul
progetto di ristrutturazione dell’Asilo di S. Germano.
Culto e comunità
FRALI — Tema delle riunioni quartierali del mese di gennaio è il rapporto tra culto e
comunità.
Cerchiamo di riflettere non
solo sul perché delle non numerose presenze al culto (fatto del
resto generalizzato nelle chiese)
ma anche sul senso del culto domenicale in un mondo che cambia, in cui il lavoro ed il riposo
non sembrano più articolati correttamente ; ci interessa anche
capire come il momento cultuale della domenica si rapporta
alla nostra vita quotidiana.
m Ci rallegriamo con Elvio e
Liliana Baud e con Haría per
l’arrivo tra noi di Alessia.
Benvenuta!
POMARETTO — La piccola
Fulvia è venuta a rallegrare la
casa di Renzo Gaydou e Giai
Luciana. Un cordiale benvenuto alla bimba e rallegramenti ai
genitori ed al fratellino.
Riunioni quartierali
VILLAR PEROSA — Riunioni quartierali; 24.1 - Vivian;
29.1 - Grange (Fam. Chambon);
30.1 - Chenevières.
Le riunioni avranno inizio alle ore 20.30.
Giovedì 17 gennaio
n INCONTRO
COLLABORATORI
ECO VALLI
PINEROLO — Tra le 17 e le 19 si
tiene presso la Chiesa Valdese l'incontro dei collaboratori dell'Eco delle Val
Venerdì 18 gennaio
Sabato 19 gennaio
□ CORSO DI
AGGIORNAMENTO
OPERATORI CASE PER
ANZIANI
LUSERNA S. GIOVANNI — Presso
l'Asilo Valdese, dalle ore 9 alle ore
16 si tiene il corso di aggiornamento
sul tema: ■■ Salvaguardia della dignità
umana di ogni ospite delle case di riposo ». Il primo turno si terrà venerdì,
il secondo sabato.
Sabato 19 gennaio
Domenica 20 gennaio
□ CONVEGNO
FCEI-VALLI
TORRE PELLICE — Sabato alle ore
14.30 inizia presso la Foresteria valdese il convegno su ■■ Fgei e chiesa
alle valli ». Proseguirà per tutta la domenica. Per ulteriori informazioni rivolgersi a Anna Bosio. numero del telef.
91829.
Domenica 20 gennaio
n INCONTRO MATRIMONI
INTERCONFESSIONALI
PINEROLO — Alle ore 15 presso la
Chiesa valdese [via dei Mille) si tiene l'incontro dei matrimoni interconfessionali.
Argomento: « Casi di confermazione
in forma ecumenica: provocazioni per
la riflessione teologica e per la pastorale ». Introducono: Myriam e Gianni
Marcheselli, di Milano.
□ DOMENICA DELLA TEV
VILLAR PELLICE — Alle ore 10.30
col culto presieduto dal pastore Ernesto Avassot inizia nel tempio la « Domenica della Tev » che riprende una
tradizione. Dopo II pranzo al sacco
si terrà alle 14.30 l'Assemblea che è
dedicata all'esame del tema « Ciò che
è essenziale nella chiesa ».
□ CONVEGNO
CATECUMENI
TORRE PELLICE — Convegno dei catecumeni del r Circuito di terzo e
quarto anno. L'incontro inizierà alle
ore 10. con la partecipazione al culto
e prosequirà nel pomeriggio. Il tema
in discusàionc sarà la nostra chiesa.
Hanno collaborato a questo
numero; Archimede Bertolino, Arrigo Bonnes, Achille
Deodato, Paolo Gay. Ungi
Marchetti, Edi Morini, Paolo
Rihet, Bruno Rostagno, Aldo
Rutigliano, Erika Tomassone.
5
i
18 gennaio 1985
vita delle chiese 5
CENTRO DIACONALE LA NOCE DI PALERMO
Vecchio e nuovo nel Sud
Analizzata la situazione del Meridione e presentato il lavoro dei
vari settori di attività nell’ultimo numero del bollettino del Centro
In questo- ultimo periodo la
discussione sulla questione meridionale si è concentrata sui processi di modernizzazione delle
regioni meridionali.
Su Una Voce da Palermo, circolare del Centro Diaconale "La
Noce”, il pastore Sergio Aquilante rileva come l’avvio di questi
processi di modernizzazione nel
sud « hanno sicuramente aperto
problemi enormi, anche nel modo di vivere delle popolazioni
meridionali. In particolare è aumentato il fenomeno del consumismo, con le relative conseguenze; si sono allargati quegli interessi che si muovono al confine tra legalità ed illegalità e
conseguentemente si è diffusa
anche una cultura propria dell’illegalità ».
E’ pur sempre vero, aggiunge
Aquilante, che « a guardar bene,
dentro la ’’modernità” del Mezzogiorno, si incontrano ancora
tante cose vecchie. Sarebbe errato negare i notevoli passi in avanti che la società meridionale
ha compiuto, le trasformazioni
profonde che in essa si sono
prodotte. Ma sarebbe altrettanto
errato non tener conto delle tante questioni rimaste aperte ».
Così aspettano ancora proposte di soluzione alcune grandi
questioni: quella della riconversione dell’apparato produttivo;
quella dell’assetto urbano e territoriale, appropriato allo sviluppo delle attività economiche;
quella delle profonde differenziazioni nello stesso Mezzogiorno; quella della ’’illegalità” dentro lo Stato e la società civile
ed in ultimo la questione stessa
della democrazia.
La conclusione, che Aquilante
trae da queste considerazioni, è
che se alcuni bisogni di ieri non
hanno ancora trovato una risposta soddisfacente nel processo di
modernizzazione avviato, i motivi sono da ricercare nei nodi
strutturali che costituiscono e
caratterizzano la questione meridionale, e che non sono ancora
stati sciolti completamente. « La
modernizzazione non va ’’mitizzata”, nel senso che per essa
tutto è ormai risolto, e non resta che percorrere vie nuove,
anche nella diaconia della chiesa ».
Ma se la « modernità » non va
« mitizzata », conclude Aquilante, non va neanche « demonizzata ». « A me non pare proprio
che la modernità sia di per sé
’’demoniaca”: va certamente analizzata, letta criticamente, ma
non rifiutata aprioristicamente.
Pertanto (...) non è corretto dire
che certi mali che si incontrano nell’oggi sono esclusivamente
frutto suo ».
Il lavoro
del Centro
A»
«
Il Centro Diaconale
prende nome dal
quartiere di Palermo
« la Noce » in cui sorge
e opera. Il suo
bollettino « Una voce
da Palermo » può
essere richiesto al
Centro stesso,
via G. Ev. Di Blasi 8
90135 Palermo.
dell’attenzione il bambino nella
sua integrità psico-fisica, con i
suoi problemi di relazione, di
adattamento e di contatto, che
spesso sono più gravi dell’handicap stesso ».
L’organizzazione e la realizzazione del tempo pieno per almeno 150 ragazzi e di una società
polisportiva si pongono lo scopo di integrare ed arricchire le
attività proposte dal Centro tramite le sue scuole ed aumentare
considerevolmente le occasioni
in cui proseguire ed ampliare il
momento educativo.
Un discorso a parte merita il
Consultorio che è andato elaborando una serie di nuovi obiettivi e relative attività da affiancare alle tradizionali.
Si è avviata una collaborazione con il tribunale dei minori e
con i servizi comunali preposti,
per quanto riguarda in particolare gli affidamenti pre-adottivi
e le adozioni di minori, e relativi interventi presso la coppia o
la famiglia che voglia intraprendere questa esperienza.
Si è avviata in collaborazione
con i circoli didattici del quartiere l’attuazione di un programma di educazione sanitaria attraverso momenti di incontro
tari di sviluppo secondo le diverse esigenze educative e formative. In particolare il tentativo di organizzare interventi
educativi e formativi individualizzati si rivela molto importante per bambini che hanno difficoltà nel comportamento e nell’apprendimento, difficoltà che
derivano dalle grosse carenze di
tipo affettivo e culturale che hanno segnato le tappe più importanti del loro processo di crescita.
I bambini ’’disadattati” che
frequentano le scuole del Centro diaconale sono numerosi:
mediamente 5/6 per classe. Essi
hanno difficoltà a vivere ’’emotivamente” il bisogno delle conoscenze che la scuola suscita, cioè
non riescono a provare il ’’piacere” della scuola. L’unica risposta che sanno dare è quella
esibizionistica-aggressiva, di ri
fiuto di un ambiente, quello scolastico, che sentono come estraneo e persecutore. In questo senso è importante invece « costruire un clima didattico in cui tutti
possano sentirsi contenuti : la
possibilità di sperimentare rapporti interpersonali positivi in
cui apprendere non è per coercizione ma per partecipazione,
così da consentire al bambino
’’disadattato” di ritagliarsi liberamente un suo proprio spazio di
esperienze all’interno della classe ».
CORRISPONDENZE
Cultura protestante
Il Centro Diaconale « La Noce » si trova quindi a vivere la
dimensione del servizio nei confronti della popolazione del proprio quartiere e della città di
Palermo in una realtà che è contemporaneamente terribilmente
"vecchia” e adeguatamente moderna. Il servizio è costituito da
una struttura scolastica, un Convitto ed un consultorio familiare.
La struttura scolastica organizza una scuola materna, una
scuola elementare, una scuola
media inferiore, chs aggregano
complessivamente, circa 400 bambini, fornendo loro, oltre agli
strumenti per la loro formazione, ivi compresa una discreta
biblioteca, anche un pasto comunitario.
Lo sforzo nel settore delle
scuole si è concentrato nella
elaborazione di un progetto di
programmazione didattica che
sappia proporre dei criteri uni
MILANO — Con il 1985 il Centro Culturale Protestante entra
nell’ottavo anno della sua esistenza. Il 20 gennaio p.v. l’Assemblea del Centro si riunirà
per discutere il lavoro svolto fino a questo momento ed individuare le prospettive che si pongono all’impegno futuro. Ma, al
di là di quelle che saranno le
valutazioni espresse nell’Assemblea, si può affermare che rispetto all’immagine esterna, il Centro non si è limitato ad essere
la vetrina della cultura protestante, ma ha saputo svolgere
un ruolo ed una funzione del tutto particolari all’interno di un
dibattito culturale che da sempre anima la vita milanese.
Rispetto all’altra fondamentale finalità del Centro, cioè la
capacità di essere uno strumento di cultura al servizio delle comunità, non si può non sottolineare il contributo che esso ha
saputo dare all’interno delle nostre chiese, offrendo al singolo
credente strumenti per la riflessione critica sulla fede nel contesto della società moderna. Anche per il credente che non produce cultura, ma la vive spesso
in modo problematico e consapevole.
Militanti evangelici
PACHINO — A novembre ci
siamo raccolti attorno alla salma del fratello Salvatore Gian
sia con gli insegnanti, sia con
genitori.
Per una nuova
dimensione spirituale
Nello stesso s.enso si è proceduto rispetto ai sette bambini
che presentano difficoltà motorie e/o relazionali. « Questa attività mira alla crescita globale
dei bambino, e pertanto pur
preoccupandosi della possibilità
di recupero per le singole aree
disturbate (linguaggio, schema
corporeo, ecc.), pone ai centro
Sergio Aquilante conclude sottolineando la consapevolezza, di
chi è impegnato nel lavoro del
Centro Diaconale, che ci si muove tenendo insieme iniziative tradizionali e iniziando esperienze
nuove, « in vista, peraltro, di
una rideflnizione della diaconia
cristiana in società industriali,
in cui già operano elementi che
le spingono a trasformazioni
profonde, a mutare ’’faccia” (...)».
Ma in questi processi di modernizzazione e trasformazione, che
riguardano certamente gli aspetti ’’materiali” della vita, non si
può trascurare la condizione spirituale della gente tra la quale
e con la q.uale si lavora. « Trasformare significa anche portare
ad una nuova comprensione del
rapporto con Dio, e quindi ad
una nuova comprensione di sé:
ad una nuova dimensione spirituale in cui il nostro ’’Mezzogiorno” possa ripensarsi, e ripensarsi nel profondo: ravvedersi ».
M. P.
8-10 FEBBRAIO: ASSEMBLEA A FIRENZE
Il punto
sul volontariato
L’Associazione Evangelica di Volontariato ha un anno di vita.
Incontriamoci per fare il punto e verificare le prospettive.
ASSEMBLEA - Firenze 8-9-10 febbraio
presso Istituto Gould
Programma :
Venerdì 8 febbraio;
— Arrivo dei partecipanti.
— In serata incontro informale per fare la conoscenza reciproca e scambio di esperienze.
Sabato 9 febbraio;
— Ore 9: Presentazione di alcune realtà di Servizio Volontario Internazionale.
— Riflessione teologica sul tema del servizio.
— Ore 14.30: Relazione del Consiglio.
— Formazione di gruppi di lavoro sulle relazioni e sulle proposte del Consiglio.
Domenica 10 febbraio:
— Ore 9: Assemblea plenaria con relazione dei gruppi di lavoro.
— Adempimenti degli atti formali e rinnovo cariche sociali.
— Culto di chiusura.
— Ore 13: Pranzo e partenze.
Costo dell’incontro (dal pernottamento di venerdì al pranzo di
domenica); Lire 30.000.
Prenotazioni entro il 31 gennaio 1985 ed informazioni logistiche presso la Foresteria del Centro Giovanile Protestante (Istituto
Gould), via dei Serragli 49, 50124 Firenze, tei. 055/212576.
none. Si era convertito all’evangelo nel 1934 e nel 1936, durante
il ministero del pastore Alfonso
Alessio, chiedeva di entrare a
pieno titolo nella comunione
fraterna. La sua personale testimonianza portava anche la
moglie, una ventina d’anni dono, a chiedere l’ammissione nella nostra chiesa. Colpito, negli
ultimi anni, da cecità, sofferente di vari mali aveva diradato
la sua attiva partecipazione alla
vita della chiesa, ma cuore e
mente non si erano staccati dall’evangelo di Gesù Cristo.
I) 17 dicembre ci ha invece lasciati Corradina Valva Filingeri.
Era stata, negli anni della prima guerra mondiale, assistente
volontaria nell’asilo « Il Redentore » ; il papà, convertitosi nel
1905, aveva indirizzato sette dei
suoi otto figlioli nella fede evangelica e Corradina, il 1" gennaio
1924 insieme al compagno della
sua vita, aveva fatto la sua professione di fede davanti aila comunità affidata al pastore Seiffredo Colucci. Per sessant’anni
è stata una militante. Anche lei,
negli ultimi anni, per le malferme condizioni di salute s’è dovuta privare della gioia dello
stare insieme alla comunità per
celebrare il culto de^Sigipre.
Con questi due fratelli se ne
va anche un brandello della storia della nostra chiesa locale ;
a noi rimane il ricordo della fedeltà del Signore che li ha accompagnati in tutti i loro anni.
L’Associazione Evangelica di
Volontariato ha un anno di vita;
piccolo traguardo ma denso comunque di avvenimenti: l’avvio, i contatti, i primi cento soci.
In questa situazione cogliere l’occasione deH'Assemblea generale
ordinaria per analizzare ciò che
è stato, le esperienze fatte, i problemi sorti, le prospettive che si
aprono, è di grande importanza.
Il Consiglio dell’Associazione
riunitosi recentemente ha colto
alcuni suggerimenti della Federazione Giovanile: avere, ohre ai
momenti di dibattito interno, anche uno spazio ner ascoltare
esperienze diverse, anzitutto quelle di Associazioni che operano da
tempo nell’ambito della solidarietà internazionale verso il terzo
mondo, di ispirazione sia religiosa che laica.
E’ un’occasione quindi per l’Associazione di allargare i suoi
orizzonti di conoscenza e di contatti, di tener delle porte aperte
per possibili collaborazioni e impegni.
Altra scelta operata, quella di
invitare al dibattito operatori
delle strutture impegnate nei settori più diversi: dai centri giovanili a quelli a carattere educativo; dai centri operanti in differenti situazioni socio - culturali
agli istituti assistenziali affinché,
durante il lavoro a grunni, illustrino quali spazi al loro interno
prevedono possano essere occupati da volontari. Sono queste
occasioni di servizio, dai cento
volti diversi, che devono essere
presentate per essere conosciute.
Fra questi due momenti dell’incontro inseriremo uno spazio
per riflettere insieme sul significato del servizio dei credenti.
Questa riflessione dovrà all’interno dell’Associazione procedere
di pari passo con l’attività pratica. Vogliamo ancora rammentare che rincontro è aperto a tutti, sonrattutto ai giovani, anche
se nell’adempimento degli atti
formali dell’Associazione avranno diritto al voto solo coloro che
sono in regola con il pagamento
delle quote sociali per il 1984.
Atti
di matrimonio
L’AIP (Associazione informazione protestante) che ha stampato i nuovi moduli per gli atti
di matrimonio sta ora predisponendo la rilegatura dei moduli
per mettere a disposizione delle chiese registri di matrimoni
da 30 e da 50 moduli.
Il costo previsto è, rispettivamente, di L. 12.000 e 17.000 più
L. 2.500 di spese di spedizione
( escluse per chi ritira in tipografia a Torre Pellice).
Le ordinazioni vanno fatte
pervenire entro il mese di febbraio all’AIP, via Pio V 15,
10125 Torino.
6
6 obiettivo aperto
18 gennaio 1985 ^ 6®^^^
L’incontro sui matrimoni misti o interconfessionali,
tenutosi ad Agape (Frali) il 14-15 marzo 1982,
ha segnato l’inizio di una nuova fase nei
rapporti tra le comunità valdesi e le comunità
cattoliche del Pinerolese su questa materia
(Quaderni di Agape, n. 9 - « Matrimoni
interconfessionali »).
Si è costituito in quella circostanza un piccolo
gruppo misto per la prosecuzione dei lavori.
Il materiale degli incontri dell’anno 1982-83
si può trovare nel n. 12 dei Quaderni di Agape
(« Matrimoni interconfessionali - 2 »).
Nel 1983-84 la ricerca e il confronto sono
proseguiti sul tema della « doppia appartenenza ».
Per far conoscere alle comunità e ai membri
di chiesa queste problematiche, si è pensato di
pubblicare sull’Eco delle valli valdesi e
sull’Eco del Chisone (settimanale della
diocesi di Pinerolo) tre contributi
rispettivamente di Gianni Marcheselli (che
vive l’esperienza della coppia interconfessionale
ed è un esperto in materia), di
Bruno Rostagno (pastore della comunità
valdese di Villar Perosa) e di
Mario Polastro (prete della comunità cattolica
di San Lazzaro in Pinerolo).
Il gruppo di prosecuzione
MATRIMONI INTIC
Doppio impegno ecclesiale
— Che cosa significa « doppia appartenenza »?
— Il nostro linguaggio è formato su esperienze esterne e le
sue espressioni sono di rado
soddisfacenti per comunicare
le nostre esperienze interiori,
che vengono cosi descritte con
metafore approssimative. Ne
abbiamo qui un'altra dimostrazione. La dizione « doppia appartenenza » è discutibile, anche se è quella che si è diffusa
in Europa all’inizio del fenomeno. E’ preferibile parlare di
« doppio impegno ecclesiale »
(o, come P. René Beaupère, di
« ospitalità ecclesiale reciproca »). In sostanza si cerca di definire la situazione del credente che è nato in una precisa
confessione cristiana, le è fedele e vi si riconosce; ma nello
— Come si può vivere questa
situazione di « doppio impegno ecclesiale » quando le nostre chiese sono ancora divise?
stesso tempo, per vari motivi,
è arrivato a conoscere, frequentare ed amare anche un'altra
confessione cristiana, finendo
col partecipare anche alla vita
di quest’altra e con l’assumere
un doppio impegno ecclesiale.
Scelta ecumenica e
circostanze particolari
E' una situazione che può
nascere da una precisa scelta
di stile ecumenico, ma è spesso influenzata da circostanze
particolari. Si pensi alle esperienze missionarie vissute insieme da cristiani di diverse denominazioni. Oppure ad alcune
comunità religiose interconfessionali in cui dei cristiani vivono insieme un’esperienza comune, ciascuno restando in comunione con la chiesa che lo ha
generato a Cristo. E ancora si
pensi alle coppie interconfessionali che partecipano alla vita concreta e spirituale di due
comunità cristiane, ciascuno
restando fedele alla propria
chiesa d’origine. Ed ai figli di
queste coppie, cresciuti in questa doppia partecipazione alla
vita di due comunità e non disposti a dividersi dall’una o
dall’altra, perché le amano entrambe.
— Questo è il contrasto di
fondo che comporta una continua tensione. La strada ecumenica non è la strada facile.
Da quando per grazia del Signore si è avviato il movimento ecumenico, le nostre chiese
hanno cambiato alcune cose:
molti soprammobili, anclie alcuni mobili, ma gli immobili
sono rimasti sempre gli stessi.
Le nostre istituzioni subiscono
la costante tentazione di costruire sul passato, mentre il
cristiano è chiamato a vivere
nel futuro. « Io non penso davvero di avere già conquistato
il premio. Faccio una cosa sola: dimentico ciò che sta alle
mie spalle e mi slancio verso
ciò che mi sta davanti » (Fil.
3: 13). Il cristiano è sempre in
cammino: quando si incontra
con i fratelli della propria confessione e con quelli dell'altra,
vive insieme a loro, ma non
erige tende: si sente sempre in
cammino verso la Chiesa Una
di Gesù Cristo. E’ un atteggiamento nuovo, ma fondato sulla Parola. Non si cerca di dribblare le diversità, ma le si considera, le si affronta, le si supera, cercando di imporre una
visione nuova di tutto il problema ed una realtà più grande: la comunione di tutti nella
identità di ognuno.
ranno mai di significato. Occorre però una visione chiara delle cose, nella logica del tempo.
Va quindi riconosciuto che è
grazia del Signore per il nostro
tempo poter tentare di superare inutili polemiche che non
testimoniano l’Evangelo, anzi
lo contraddicono. Ricordiamo
Geremia 31: 29: « In quei giorni non si potrà dire più: I padri hanno mangiato l’agresto
e i denti si sono allegati ai figli ». Quello che conta è non
aver paura o perplessità nell’operazione che cerca di mettere uno spirito di amore al
posto dello spirito di polemica. Se c’è amore, non c’è compromesso. Sarà certo un cammino difficile, duro, come tutte
le strade dell’amore. Ma l’amo
creto con Gesù Cristo e come
annunciare Gesù Cristo con le
nostre parole e la nostra vita,
nonostante le chiese cristiane
siano tuttora divise. Si prega,
si cerca, si bussa, perché ci
venga aperto: per trovare, per
ricevere, per rendersi strumenti dell’Evangelo.
— Non è utopico o difficik^ostro
tutto questo? pà? Qu
iobbian
— Dirò di più: sembra im-fe, pjù.
possibile. Basta però pensarqjajla te
che siamo chiamati a farlo: di-Jj cond
venta così necessità. Non sarete e no:
mo certo noi capaci di lealiz- p cri;
zazioni. Noi siamo chiamati ajo il Re
lavorare. Al frutto provvcderànolte d
lo Spirito. jere le
Che parola vuole dirci il Si-iàanch(
gnore attraverso questi fattiitro ti
concreti di doppio impegno ec-poi » (
desiale che sono possibili neliante è
Gomune appartertiz
re e servizio, e comprensione,
è rispetto reciproco, è « gioia
nella verità » (I Cor. 13: 6).
Trionfi Cristo, non noi
o le nostre istituzioni
— Quale contributo positivo può dare un credente nel
partecipare alla vita delle due
chiese?
In tal modo non è più una
situazione circoscritta ai casi
citati, ma può diventare una
dimensione di vita di tutti i
credenti desiderosi di lavorare
ner l’unità dei cristiani, nelle
loro diversità.
— Tutti i cristiani hanno conosciuto o vissuto situazioni di
lotta religiosa e di polemica.
Come è possibile conciliare tutto ora? Si tratta forse di un
compromesso?
— Le testimonianze del passato sono preziose, non perde
— Credo che una delle testimonianze più importanti sia
quella di provare la legittimità dell’esistenza di due tradizioni teologiche nella professione della stessa fede, dimostrando che ci si può accettare
ed amare diversi. Non penso
che sia mai esistita una mitica
età dell’oro in cui i cristiani
erano tutti uniti e concordi. Il
Nuovo Testamento ci presenta
delle tensioni certo non inferiori a quelle esistenti oggi fra
le varie confessioni cristiane.
Tuttavia le diverse incarnazioni della teologia neo testamentaria non hanno prodotto divisioni, al contrario hanno testimoniato l’unità nella diversità.
Un altro contributo importante di un doppio impegno
ecclesiale è il superamento della tentazione di misurare le distanze fra le varie confessioni
cristiane, per porsi il problema
di come vivere il rapporto con
Esistono coppie in cui un coniuge è credente e membro di
una chiesa e l’altro coniuge è
ateo e iscritto a un partito; si
vogliono bene, ma non per questo si sognano di chiedere che
la rispettiva chiesa e il rispettivo partito si mettano d’accordo e si fondano in una sola
organizzazione. Sempre più
spesso invece accade che le
coppie interconfessionali chiedano un avvicinamento delle
chiese e aspirino profondamente all’unità. Perché? La richiesta di unità non si può basare
sul solo fatto di essere marito
e moglie, altrimenti non soltanto le chiese, ma anche altre organizzazioni si sentirebbero sollecitate a unirsi. L’esigenza di
unità si manifesta soltanto in
seno alle coppie interconfessionali credenti, mentre in altre
situazioni non soltanto non si
manifesta, ma si direbbe che
i coniugi ritengano possibilissimo conciliare il matrimonio
con la militanza in organizzazioni o movimenti di diverso
segno ideologico.
Se l’esigenza di unità è sentita in modo acuto dalle famiglie interconfessionali, ciò non
è dovuto al legame familiare,
per quanto profondo sia, ma a
un legame più profondo ancora: la fede in Gesù Cristo. Dalla fede nasce la spinta alla
unità.
Questo fatto va chiarito, perché non è così automatico e
non è esente da equivoci. La
fede in Cristo non è separata
dalla vita in una comunità cristiana: se credi, vivi la tua fe
de in una comunità, la condivi-:: come
di con fratelli e sorelle, la ma-iei coni
nifesti nel servizio cristiano;oniugi
nella partecipazione alle re-iderare
sponsabilità comuni. La vitauale s
della fede non è un sentimen-onfessi
to indefinito: si esprime nel ri-ion mi
conoscimento (confessione) disento
ciò che Dio fa per noi, si esprlssumoi
me in un particolare impegnohiese.
che ha la sua origine nel batiiese
tesimo, in una comunione cheome se
ha la sua origine nella cena del'fe e se
Signore, in una azione di pre-^ttiva
ghiera che ha la sua origine nel®t dirij
Padre Nostro. Essere membri'on si
della chiesa di Gesù Cristo si-hé la c
gnifica questo, significa testi^®ntro,
moniare con le parole e con itembn
fatti, lasciandoci orientare dalo di u
credo, dal battesimo, dalla ce-ipn la
na, dal Padre Nostro, che appone pi
parteniamo a Gesù Cristo. E alle
Non c’è da stupirsi se coniu-®Pport
gi di diversa confessione cheonflitti
vivono la loro fede secondodla fe
questo orientamento, trovanO^r evi:
sempre più intollerabile la dl'^ per
visione clelle chiese. La divisiO" ques
ne infatti è una realtà che si facente)
sentire ogni giorno, quando stei all
prende sul serio la fede (il cre-®> elui
do) e la sua trasmissione ai fi^^'^di, e
gli, quando ci si trova davanti mai
alla decisione del battesimo ddS^fe,
figli, quando si constata di nol>^ via,
poter partecipare insieme all^*®_mal
cena del Signore, quando si* via c
constata invece (e questo è raH*do|
legnante) di poter pregare il>'“® io ]
sieme, ma anche qui non seiB* ^Ppc
pre, perché il protestante (s^*3 sij
è tale) non potrà certo unirsi^**ne?
a tutte le parti della liturgia?; mo
cattolica. 1 ® oos
Il problema a questo punto'tee j
7
1985 I*
oUitttvD aperto 7
TBCONFESSIONALI
fficik^ostro tempo, anzi esistono
jià? Questa è la domanda che
dobbiamo porci continuamen^ ™te, più che lasciarci trascinare
nsarejaiia tentazione di giudicare e
di-ii condannare ciò che è inedisareto e non collaudato,
ealiz- Il cristiano è pellegrino verlati aio il Regno: nel suo cammino
cderàjiolte debbono e dovranno essere le trasformazioni. Àrriveil Si4 anche il momento in cui « un
fattilftro ti porterà dove tu non
no ec-fuoi » (Giov. 21: 18). L’imporli nellante è che Cristo trionfi, non
noi o le nostre istituzioni. Il
movimento ecumenico si esprime in modi diversi: a fianco
dei dialoghi teologici e degli incontri a vari livelli, c’è anche
il doppio impegno ecclesiale
già vissuto nelle comunità di
preghiera, in missione, nelle famiglie interconfessionali; ma
che può essere vissuto da molti altri, giorno dopo giorno, nel
segno della speranza cristiana.
Sogno impossibile? Forse.
Ma perché no?
Gianni Marcheselli
artiza a Gesù Cristo
indivi-:: come si devono comportare,
a ma-iei confronti delle comunità, i
;tiano,:oniugi che non vogliono conio re-iderare come definitiva l’at1 vitauale situazione di divisione
timent)nfessionale? Devo dire che
nel ri-ion mi piace molto l’atteggiale) divento moralistico che alcuni
espri'SSumono nei confronti delle
pegnohiese. E' facile scaricare sulle
;1 batiiese tutta la responsabilità,
le cheome se la divisione fosse semna del'te e soltanto una questione di
ii pre-attiva volontà dei teologi o
ne nel-fii dirigenti; ma per questa via
embri'on si va molto lontano, perito si-hé la divisione ce la portiamo
testfentro, se il fatto di essere
con itternbro di una chiesa è fruire dalo di una decisione matura e
ila ce-'pn la conseguenza di un’adele appone passiva a una tradizione,
to. E allora? Dobbiamo vivere il
coniU'®Pporto familiare in termini
le cheonflittuali quando si tratta
condolila fede, con il rischio che,
ovanC^r evitare il conflitto, si finila di'^ per non parlare più di fede
livisio“ questo è un caso molto free si fa*iente)? Tra la scelta di limindo sfei alle cose comuni della fe'il ere-®» eludendo i problemi sco; ai fì-^odi, e la scelta di non parlaavantf mai di fede per paura di lino dei'S^re, vorrei indicare una tordi not^ che mi sembra tutto
Le all2“*®mato più responsabile. E’
do si* via che alcuni chiamano delI è raH* doppia appartenenza », ma
ire ili'"® io preferisco chiamare del1 seifl'* (Appartenenza comune. Che
ite (se^^s significa appartenenza counirsi***ne? Significa in primo luoiturgh?’ molto semplicemente, che
1 ^ coscienti di appartenere inpuntO*®®*e a Gesù Cristo. Significa
in secondo luogo che uno non
è indifferente alla confessione,
alla chiesa del coniuge: si
preoccuperà di come in questa
chiesa si vive l’appartenenza a
Gesù Cristo, si rallegrerà di
tutto quello che potrà riconoscere come autentica testimonianza a Gesù Cristo, si unirà
(quando ne ha la possibilità)
alle attività che ritiene di potere accettare, e lo farà non
con distacco, per condiscendenza, ma con lo stesso impegno e gratitudine con cui ha
imparato, nella propria chiesa,
a svolgere il servizio che il Signore gli ha affidato.
Resta il fatto che, per un
protestante, la chiesa è una comunità di testimonianza e non
un mezzo di salvezza. Gesù Cristo non si identifica con la chiesa, ma ne è il Capo, il Signore,
e la governa con la sua parola.
Il protestante non aspetta dalla chiesa l’interpretazione autentica della parola del Signore, ma per lui la chiesa è la comunità che si forma e si riforma nell’ascolto comune di quella parola. Questa concezione
della chiesa non ha bisogno di
esprimersi in modo aggressivo
e polemico; semplicemente, il
protestante non potrà fare a
meno di proporre, anche nella famiglia interconfessionale,
quel suo modo di vivere la comunità: anche la famiglia è
chiamata a essere una comunità aperta al Signore, che vive
dell’ascolto comune della sua
parola. Ma per il cattolico non
è pericoloso?
Bruno Rostagno
Nella dimensione
deiia provvisorietà
Non si poteva certo parlare
di « doppia appartenenza » 2030 anni fa, quando le posizioni
teologiche e pastorali erano così rigide e pietrificate. « La
Chiesa Cattolica romana è una
radicale deviazione dalfevangelo », si sentiva dire da parte
valdese. Mentre i cattolici, dal
canto loro, definivano la chiesa come « società perfetta » con
tutte le conseguenze antiecumeniche che conosciamo: solo
la Chiesa Cattolica è la vera
chiesa di Cristo, le « altre » sono « chiese separate » quindi
« non-chiese », i membri di queste chiese sono « eretici » e
« scismatici »; non c’è altra
prospettiva per l’ecumenismo
che il ritorno in seno all’ovile
cattolico.
Il lungo cammino del movimento ecumenico e il Concilio
Vaticano II (1962-65) hanno introdotto progressivamente nelle chiese dei fermenti evangelici, capaci di rivoluzionare
questi schemi sclerotizzati. Abbiamo incominciato a vedere
la chiesa come « comunione di
vita con il Padre, per mezzo di
Gesù Cristo, nello Spirito Santo ». Questa è la realtà profonda della « chiesa una e indivisa » (U.R., 2), che il peccato
della divisione ha oscurato e
continua ad oscurare ma che
non ha potuto distruggere.
Questa « comunione pi'ofonda » però noi la viviamo hi maniera imperfetta, perché ci troviamo ancora di fatto ad esprimerla in comunità e in chiese
visibilmente diverse e separate. Viviamo nella contraddizione: diciamo tutti « Padre nostro ». ma ci sediamo a « mense » diverse; battezziamo « nel
nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo », ma nretendiamo di fare di questo credente battezzato un membro
della « nostra » chiesa.
Alcune cose si sono chiarite
e si stanno chiarendo da parte
cattolica.
I membri di altre chiese o
confessioni cristiane non sono
i rami secchi caduti « fuori della chiesa », ma « sono incorporati a Cristo » e vivono nella
comunione della chiesa, anche
se la Chiesa Cattolica riconosce
di non essere in piena comunione con loro per tutta una
serie di differenze teologiche
ed ecclesiastiche ancora esistenti. Intanto però è semnre
più chiaro che questi credenti
sono uniti a Cristo e partecipano della comunione ecclesiale non « nonostante le loro
chiese separate », ma proprio
« grazie a queste chiese », che
vengono riconosciute come segno e strumento dello Spirito
(U.R., 3).
Cristo è il centro
La fonte e il centro della
« comunione » non è la Chiesa
Cattolica, ma è il Cristo vivente. Il decreto conciliare sull’ecumenismo (citato U.R. = Unitatis Redintegratio), dopo aver
sottolineato con franchezza le
discordanze che esistono, prosegue: « Ci rallegriamo tuttavia
vedendo i fratelli separati tendere a Cristo come a fonte e
centro della comunione ecclesiastica » (U.R., 20).
ecumenismo allora è vivere già questa « comunione profonda » che ci è donata, nella
consapevolezza che a causa del
nostro peccato non riusciamo
ancora ad esprimerla in una
comunità visibilmente una; e
nella consapevolezza ugualmente necessaria che comunque questa « comunione col
Padre, per mezzo di Gesù Cristo, nello Spirito Santo » sarà
perfetta soltanto alla fine,
quando « Dio sarà tutto in tutti » (I Cor._ 15: 28).
In quest’ottica io capisco anche l’espressione, per altro ambigua, di « doppia appartenenza » o « doppia fedeltà » o
« doppio impegno ecclesiale ».
La capisco nella dinamica del
« provvisorio », che è la dinamica di tutto il movimento
ecumenico.
Nel procedere degli anni mi
sento sempre più « in comunione » con i fratelli valdesi e nello stesso tempo misuro l’incapacità delle nostre chiese
(strutture, teologia, discipline
ecclesiastiche, culto, sacramenti, ministeri, testimonianza,
ecc.) di esprimere quella comunione che c’è già e di mettersi al servizio della comunione che deve crescere.
Forse non è giusto parlare
di « doppia appartenenza » in
quanto io sono membro di una
chiesa concreta e in questa
chiesa esercito un ministero
ordinato; eppure dopo un po’
di anni di cammino ecumenico
sento che la Chiesa Valdese
non mi è più estranea e in qualche modo « appartiene » alla
mia vita di credente e alla vita
della mia comunità. Posso anche dire che in qualche modo
« anpartengo » ad essa?
Certamente la condizione
della coppia interconfessionale
è diversa, perché si tratta di
un « uno » radicato nella « comunione della chiesa indivisa »
e radicato contemporaneamente in due comunità ancora divise e separate.
Di qui dovrebbe partire ogni
discorso serio per una « pastorale comune » e per una « catechesi ecumenica ».
Mario Polastro
ALLE VALLI VALDESI
Attività
di studio
Il gruppo di studio che opera alle
Valli valdesi ha ancora due incontri
in programma nel periodo invernale
sul tema « catechesi ecumenica ». Il
20 gennaio i coniugi Marcheselli presentano un’esperienza di confermazione che a Milano ha fatto discutere. Il 17 marzo il pastore Sergio
Carile parlerà di quanto si sta facendo in ambito ecumenico in Europa.
Un altro appuntamento importante è l’incontro tra i gruppi francesi,
italiani e svizzeri in programma dal
14 al 16 luglio p.v. alle Valli.
8
8 ecumenismo
18 gennaio 1985
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE CHIESE IN USA
Verso una nuova visione
Il Comitato centrale ha nominato Arie R. Brouwer nuovo Segretario
generale del Consiglio e ha impostato un progetto di rinnovamento
CHIESA RIFORMATA UNITA
« Per rispettare la nostra comune umanità e per agire in
coerenza col nostro battesimo è
stato talvolta necessario — e certo lo sarà ancora — prendere
una posizione contraria all'opinione pubblica, all'autorità del
governo e alla pressione finanziaria. Ma questo non significa
essere contro l'America; significa essere per l'America. Saremmo contro l'America se rimanessimo in silenzio, o peggio ancora se sostenessimo linee politiche ingiuste. Siamo contro l’ingiustizia perché desideriamo che
l’America sia uno stato giusto
che realizza la propria finalità
al servizio di Dio e dell’umanità ».
Sono parole del Dr. Arie R.
Brouwer, nuovo Segretario Generale del Consiglio Nazionale
delle Chiese (NCCC) negli Stati
Uniti dallo scorso novembre.
Arie Brouwer, fino a poco tempo fa Segretario aggiunto al
Consiglio Ecumenico delle chiese a Ginevra, e in precedenza
Segretario Generale della Chiesa riformata in USA, succede a
Claire Randall che per 11 anni
ha portato la massima responsabilità esecutiva del NCCC.
E' stata una sessione importante e di notevoli mutamenti,
quella che il Comitato Centrale
del NCCC ha tenuto a New
Brunswick (N.J.) dal 7 al 10 novembre. Oltre all’elezione del
nuovo Segretario, effettuata all’unanimità dai 260 membri, il
Comitato Centrale ha eletto, tra
gli altri, anche il suo 13“ presidente nella persona del vescovo
Philip R. Cousin della Chiesa
Metodista Episcopale Africana
in USA (per la prima volta il
rappresentante di una chiesa
nera); ma soprattutto ha preso
alcune decisioni che avranno importanti riflessi nelle 31 chiese
che fanno parte del NCCC e che
rappresentano 40 milioni di
americani protestanti, ortodossi
e anglicani.
Una nuova linea
Un comitato di 36 membri era
stato incaricato di studiare una
« nuova visione » per il futuro
del NCCC in vista di un Consiglio più « integrato » grazie a
cambiamenti rilevanti nella struttura, nel governo e nel finanziamento del Consiglio stesso. Il
rapporto del Comitato, che è
stato accolto dopo 10 ore di intenso dibattito, « non si occupa
solamente di una semplice
riorganizzazione delle strutture
del Consiglio: esso rivolge un
appello alle chiese-membro per
un impegno a raggiungere una
reciprocità nella missione e nella testimonianza visibile all’unità della chiesa al di là dei risultati raggiunti finora ».
Le indicazioni del documento
includono tra l'altro:
— Un « raduno di cristiani »
ogni 4 anni con Io scopo di riunire protestanti, ortodossi, anglicani e cattolici e mettere in comune « adorazione, educazione,
ispirazione ». Il raduno deve essere uno dei mezzi con cui il
NCCC è chiamato a far crescere
i contatti con chiese che non
fanno parte del Consiglio, come
cattolici e conservatori evongelicols.
— Costituzione di un « Fondo
per il programma ecumenico »
per sostenere i programmi e le
priorità indicate dal Comitato
Centrale.
— Meccanismi per rafforzare
il ruolo del Comitato Centrale
nello stabilire « linee politiche,
priorità, programmi generali e
schemi di finanziamento per il
Consiglio ».
Prese di posizione
Il Comitato Centrale del NCCC
ha accolto una « Dichiarazione
sulla giustizia razziale » che dovrà costituire per le Chiese che
fanno capo al NCCC « l’inizio di
Un deciso sforzo per sradicare
il razzismo tanto nella comunità religiosa quanto nella società ». Per quanto già in passato
il Consiglio si sia occupato di
questo problema, il documento
adottato per la sua ampiezza
e impostazione costituisce, secondo un rappresentante delle
chiese battiste, la prima presa
di posizione a carattere globale
sull’argomento.
Dopo aver approvato il documento il Comitato Centrale ha
rivolto alle chiese-membro un
appello ad impegnarsi per « un
decennio di lotta contro il razzismo » esortandole a dedicare
a questo scopo « risorse atte ad
assicurare Ì’attuazione di un
programma globale in vista della giustizia razziale e ad eliminare, all’interno delle loro strutture, il razzismo ».
Un’altra presa di posizione
del Comitato Centrale riguarda
una « Dichiarazione sulla cura
dell’infanzia » che suggerisce uno
sviluppo dell’azione che le chiese già svolgono nel campo delle
scuole materne per circa 2 milioni di bambini in età prescolare. La risoluzione afferma che
le chiese, che negli Stati Uniti
costituiscono numericamente la
più importante istituzione che
si occupa della cura dell’infanzia, dovrebbero farsi promotrici
di Un miglioramento nella qualità di questa cura. Nella dichiarazione del Comitato Centrale,
tra le altre cose, si fa riferimento anche al problema della violenza sessuale sui bambini.
Infine il Comitato Centrale ha
preso posizione con alcune risoluzioni sul problema della politica statunitense in America
Centrale. Preoccupato per l’aumento di tensione tra gli USA
e il Nicaragua ha rivolto al Presidente Reagan e alla sua amministrazione un appello a bloccare ogni azione diretta a rovesciare il governo nicaraguense,
a non appoggiare l’azione di forze militari di alcuna nazionalità ed usare mezzi pacifici senza
interventi militari per risolvere
le tensioni nella zona.
Il Comitato Centrale ha anche
rivolto al governo la richiesta
che venga concesso un limitato
permesso di soggiorno ai profughi guatemaltechi e salvadoregni negli Stati Uniti e ha chiesto
che il governo smetta di perseguitare con accanimento coloro
che sono impegnati nel « movimento dei santuari » che ha per
scopo la protezione dei rifugiati
politici dell’America Centrale.
Verso il proprio interno il Comitato Centrale ha esortato le
chiese-membro a « dare sostegno e comprensione a tutti i
membri di chiesa che, seguendo
la propria coscienza in obbedienza alla Parola, si impegnano nella disobbedienza civile
nonviolenta ».
F. G.
Per una visita
di valdesi
in Inghilterra
Da qualche anno a questa parte alcuni membri della chiesa
valdese hanno avuto il privilegio di stringere rapporti personali diretti con membri della
chiesa riformata unita di Inghilterra. La chiesa riformata unita
(U.R.C.) è Torganismo ecclesiastico che dal 1972 raggruppa in
Inghilterra la Chiesa congregazionalista e la Chiesa presbiteriana, le quali, a loro volta, nel
1981 si sono imite con l’Associazicne Riformata delle chiese di
Cristo. Un grande organismo
dunque di chiese protestanti, con
1.936 comunità, 147.337 membri
di chiesa, 1.761 pastori all’opera
nelle varie attività sociali ed ecclesiastiche.
L’iniziativa di un contatto diretto con membri della chiesa
valdese fu presa alcuni anni fa
dalla Dr. Ruth Cowhig. Essa venne di proposito a Torre Pellice
con l’incarico ufficiale di scoprire
la nostra realtà ecclesiastica.
Visitò le nostre chiese, i nostri
istituti, partecipò a Pentecoste
80, a sedute dei nostri Concistori e ad alcune delle nostre attività regolari ecclesiastiche. Di
ritorno in Inghilterra, riferendo
dei suoi incontri e delle sue esperienze, entusiasmò conoscenti ed amici a tal punto da far
loro desiderare di prendere contatto essi pure con la realtà valdese di cui udivano parlare, alcuni per la prima volta.
Fu così che un primo gruppo
di cinquanta membri della U.R.C.
venne in pellegrinaggio alle Val
li Valdesi, visitando chiese ed
opere e località storiche.
L’anno successivo quella \isita
fu restituita, a grande richiesta
degli amici inglesi, da un gruppo di membri delle chiese del 1
distretto, in numero di trentatre.
Per una diecina di giorni fu
loro dato di visitare chiese, centri sociali, la famosa Università
di Cambridge, le belle locaiità
della regione dei laghi, nonché
famose cattedrali, ecc.
I partecipanti ricorderanno
sempre tuttavia che la loro esperienza più bella fu l’accoglie.nza
ricevuta nelle chiese visitate e
soprattutto l’ospitalità nelle famiglie di Sale e Kenilworth. La
difficoltà della lingua non risultò
essere di impedimento alle manifestazioni di cordialità, di simpatia e di affetto.
Un secondo gruppo inglese,
sempre di cinquanta persone, visitò di nuovo le Valli, stringendo
i rapporti personali già iniziati e
spingendosi poi fino in Toscana.
L’estate scorsa, sempre per iniziativa dei coniugi Cowhig. fu
offerta ospitalità nelle famiglie
ad un gruppo di 17 studenti vaidesi, ragazzi e ragazze, con -due
accompagnatori, la sig.ra Cristi
"4- Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
Chiese svizzere
e tortura
(SPP) — «Nessun argomento
giuridico, nessuna legge possono giustificare l’uso della tortura. I motivi che vengono avanzati per giustificarla non reggono, in quanto riducono l’uomo
ad uno strumento che serve al
funzionamento dello stato o di
una istituzione. Le misure penali
che la legge a volte esige hanno
per scopo il miglioramento dell’uomo e non il suo avvilimento ».
Queste parole si possono leggere
nel documento preparatorio pubblicato a cura delle chiese cattolica romana, cattolica cristiana e riformata svizzere, in occasione della 36“ giornata universale dei diritti dell’uomo, celebrata il 10 dicembre.
Luterani francesi:
riprendere coraggio
(BIP) — Durante il Sinodo
della commissione esecutiva della chiesa evangelica luterana di
Francia, tenutosi a fine novembre a Béthoncourt, l’ispettore
ecclesiastico Jean Tartier ha
chiamato tutti i delegati a riprendere coraggio e lottare contro il clima disfattista attuale.
Tra l’altro ha detto: « ...minacciate dalla contaminazione delle
mode attuali, le nostre chiese
come le nostre società conoscono la crisi, crisi di senso, ma
il nostro messaggio deve renderci più forti, più intraprendenti... Dobbiamo ad ogni costo
ritrovare il senso di alcune semplici verità, ripensare la nostra
visione per il bene di tutti nella
nostra società e riprendere coraggio nella nostra vita di chiese, malgrado le nostre fatiche
o il nostro lassismo che non devono però sommergerci... Darsi
una priorità: i giovani, non per
moda o per demagogia. No, si
tratta di ridar loro un posto
nella chiesa, senza perdere il nostro ma in un ascolto e in un
rispetto ritrovati: si tratta del
problema della trasmissione della fede, anche in modi e forme
che non sono i nostri ».
Banche norvegesi e
lingotti sudafricani
(SOEPI) — In seguito alle
pressioni esercitate anche dalle
chiese locali, dug banche norvegesi hanno cessato di vendere i
« Krùgerrand », piccoli lingotti
d’oro di fabbricazione sudafricana. La questione è nata cosi:
alcuni anni fa alcuni oppositori
norvegesi del regime dell’apartheid criticarono le chiese che
intrattenevano affari con banche
che avevano rapporti col Sud
Africa. Le chiese decisero cosi,
in quanto Consiglio delle Chiese
di Norvegia, di iniziare una campagna contro i rapporti commerciali col regime razzista sudafricano. Due banche hanno aderito
a questa iniziativa: sono la Sunnmorsbanken e la Kreditkassen.
Sempre in Norvegia va poi registrato un altro fatto: la società
missionaria norvegese ha . deciso
di non mettere più pastori a di
sposizione della parrocchia luterana di St. Olav a Durban (Sud
Africa) che è costituita da una
maggioranza di persone norvegesi, questo a causa del fatto che
questa comunità ha rifiutato di
integrarsi nella chiesa luterana
d’Africa australe, che è un organismo multirazziale. La parrocchia di St. Olav considera il vescovo di Oslo come suo capo
spirituale, ma nonostante questo
non ha mai aderito alla richiesta del vescovo stesso di celebrare un culto con dei pastori
di colore.
Preghiera dei giovani
(Facets) — Le chiese della
Gran Bretagna hanno iniziato a
pensare all’anno internazionale
dei giovani (1985). Nel culto di
domenica 6 gennaio in molte
chiese è stata letta questa preghiera: Signore Dio / Grazie per
il dono di Tuo Figlio / che venne
in questo mondo non per /
qualcuno / ma per tutti. / Grazie
per questo giorno e per quest’anno / centrato in modo speciale
sulla gioventù / e per l’energia
visione ed / entusiasmo di così
tanti giovani. / Noi ricordiamo
Tuo Figlio / che era povero
ma pieno di gioia / umile ma
saggio / disprez :,'.)o ma glorioso.
E noi preghiamo, mediante Lui, /
affinché anche noi possiamo donare le nostre vite / con tutta
la nostra gioia e debolezza, /
vigore e caducità / come un’offerta di ringraziamento / a Te.
Noi chiediamo il tuo aiuto cosicché tutti / in tutta la Tua famiglia, giovani e vecchi, / possano usare i loro doni al servizio gli uni / degli altri / cosicché possiamo sperimentare la /
gioia di essere / un corpo / un
popolo / uniti dal Tuo amore.
Domandiamo la tua guida /
in questo anno internazionale dei
giovani / affinché giovani e vecchi insieme / possano ricercare
verità e giustizia / e, ricercando,
possano trovare / la Tua Pace.
LUNEDI’ 21 GENNAIO 19S5
ore 23 circa - RAI 2
Protestantesimo
IN TV
La trasmissione è dedicata
al libro dei Salmi e comprenderà letture da parte di due
attori e commento del past.
Daniele Garrone.
na Cericela e il past. Claudio
Pasquet. Non dimenticheranno
l’ospitalità ricevuta.
I nostri amici inglesi che intanto hanno formato una URC Waldensian Fellowship premono
ora perché si realizzi di nuovo
una visita valdese in Inghilterra.
Accordi sono stati presi per la
data: 28 giugno • 8 luglio 1.985.
Viaggio in treno con prenotazione cuccette fino a Dover. Pullman da Dover a Sevenoaks
(Kent). Prima tappa in Inghilterra e ospitalità nelle famiglie
per il weekend. Proseguimento in
pullman per le tappe successive
fino a Manchester e dintorni. Ultimo weekend a Sale, da dove
il pullman ci riporterà all’imbarco per il ritorno.
I dettagli del programma saranno precisati successiva’.nente. Gli interessati sono pregati di
far conoscere la loro ade.sione
di massima al Pastore A. Deodato. Via Vecchia S. G,, 2 - 10062
Luserna S. Giovanni (To) - Tel.
0121/90.691 entro il 31 gennaio
1985 tenendo presente che i posti sono limitati a 32-33 persone.
Coloro che avranno manifestato in tempo utile il loro proponimento di partecipare sono convocati a Pinerolo, nei locali di
Via dei Mille 1 per il giorno 9
febbraio 1985, alle ore 15 per
notizie concernenti il costo del
viaggio in treno e in pullman, la
pensione ove non saremo ospitati nelle famiglie, le località da
visitare, gli incontri che faremo. Possiamo anticipare che abbiamo fatto un preventivo del
costo del viaggio che non dovrebbe superare una quota personale di lire seicentomila. Siate puntuali nel rispondere.
A. D.
9
r
gennaio 1985
cronaca delleValli 9
PROBLEMI DELL’AGRICOLTURA
La strage delle vacche
Allarme
Se sono bene informato, la raccolta degli impegni per la ristrutturazione dell’Asilo dei Vecchi di
San Germano va piuttosto a rilento. La cosa mi sembra piuttosto grave, perché né in Sinodo né
in Conferenza del I Distretto dove sono state presentate le linee
di massima del progetto si sono
sentite obiezioni sulla sua validità né sull'opportunità di portarlo avanti. Spero, pertanto, vivamente che quando queste brevi riflessioni saranno pubblicate
risultino già superate per la parte espressa fin qui.
Ho, però, avuto l’impressione,
sia in occasione di un certo numero di astensioni al momento
del voto in Conferenza Distrettuale, sia, soprattutto, negli interventi in riunioni quartierali e in
colloqui personali, che ci sia un
timore abbastanza diffuso tra la
nostra gente che ci imbarchiamo
per San Germano in un progetto
faraonico, al di sopra delle nostre forze, che non siamo, poi, in
grado di portare avanti. Questo
timore è un freno alla generosità.
Non vogliamo minimamente giustificare questo atteggiamento in
questa circostanza, ma riteniamo
che debba suonare come un campanello d’allarme, perché come
chiesa, non solo a livello di qualche individuo isolato, ma anche a
livello di assemblee decisionali,
abbiamo portato avanti con leggerezza progetti faraonici in rapporto alle nostre possibilità, confidando di poter sempre spillare
ricchezze (ingiuste?) ai nostri
amici esteri anziché farci amici
con le ricchezze nostre, secondo
l’indicazione del nostro Fondatore.
L’esempio più lampante — è
pur necessario anche se spiacevole ricominciare a dirlo •— è
quello delle scuole, alle quali nessuna chiesa ha versato le percentuali rispetto alle contribuzioni
alla cassa culto a cui il Sinodo le
aveva invitate.
Nonostante questo il Siriodo
stesso è andato avanti per anni
imperterrito, prima di autorizzare a denti stretti la chiusura delle Scuole Medie di Torre Pellice
e di Pomaretto. Ci domandiamo
quanto altro denaro vogliamo
sprecare prima di autorizzare
analoga chiusura del Liceo classico, che ha esattamente la stessa validità delle Scuole Medie: è,
cioè, un doppione di una scuola
di Stato, poco richiesta, per di
più. con pochi vantaggi su questa, e contunque di un costo sproporzionato rispetto alla sua utilità. Noi ci riempiremo la bocca
le settimane prossime sull’aiuto
agli stranieri, e ci permettiamo
di chiedere per un lusso nostro
del denaro che potrebbe assai
meglio essere dato per l’istruzione nel Terzo Mondo. Altre iniziative minori per costo non .sono
da meno per la loro inopportunità rispetto alle nostre forze: il
pullulare selvaggio dei bollettini,
dei giornaletti, delle rivistucole;
la febbre dell’edilizia (due esempi per farmi un po’ di nemici: il
Convitto di Villar Perosa e la Foresteria del Bagnali) ed altre ancora. Tutto in barba agli inviti
di vari sinodi alla sobrietà, al rigore, al ridimen.sionamento delle
iniziative non strettamente funzionali alla testimonianza. Sarebbe gravissimo se il prezzo di tutto questo dovesse essere pagato
dal progetto di San Germano.
Ma se il suono del campanello
d'allarme sarà ascoltato sarà meglio per tutti.
Claudio Tron
« Bevete più latte. Il latte fa
bene ». Era uno slogan di qualche anno fa per incrementare la
produzione di latte nel nostro
paese. La campagna era proseguita nelle scuole col bicchiere di
latte distribuito come merenda
agli scolari delle elementari.
Questa campagna si accompagnava a sussidi agli allevatori per la
nascita dei vitelli, per il miglioramento delle stalle. Poi all’improvviso, il 31 marzo del 1984, è
venuta dalla CBE la decisione di
introdurre le quote di produzione del latte in ogni paese. Anche
se la nostra bilancia lattiera è
altamente deficitaria (importiamo circa il 40% del fabbisogno),
anche all’Italia si è imposta una
limitazione di produzione.
Il ministero dell’ agricoltura
per rendere operante la limitazione ha emesso un decreto che
prevede un premio di 1.100.0,00
lire per la macellazione delle
vacche da latte (maggiorato di
500.000 lire per le giovenche). Si
prevede l’abbattimento di almeno 80.000 capi. La misura è volta
all’abbattimento di capi in piccole imprese a conduzione familiare ma le domande pervenute
alle Regioni indicano chiaramente che non sono i piccoli allevatori che distruggeranno il loro patrimonio, ma sono i grandi allevamenti che procederanno alla macellazione quasi totale delle loro bestie. Le richieste di contributo superano
già, a venti giorni dalla chiusura
dei termini delle domande che
scade il 31 gennaio prossimo, il
numero di 118.000 in solo quattro regioni (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna). Insomma il rischio concreto di una
vera e propria strage che tocca
almeno il 25% dell’intero patrimonio zootecnico italiano che
conta 467.000 capi.
La zootecnia italiana uscirà ridimensionata a tal punto che la
nostra dipendenza dall’estero sarà sempre più irreversibile, con
conseguenze anche sul piano della nostra bilancia dei pagamenti.
Le misure volte all’abbattimento delle vacche sono anche segno
di un grande spreco di denaro
pubblico.
Basti pensare che almeno
metà dei sussidi, per centinaia di
miliardi, che lo stato ha erogato
in quest’ultimo decennio alle
aziende agricole, sono andati all’incremento della zootecnia ed
in particolare nel settore lattiero.
Le ragioni ’ ohe hanno spinto
le grandi aziende a programmare
questa strage risiedono in una
(presunta) scarsa remunerazione
del latte. Secondo gli allevatori
ogni capo costa 8.000 lire al giorno per la sola alimentazione, il
che comporta una produzione
media di 15 litri. Ora, nei migliori allevamenti di pianura si arriva a una nroduzione media di
20/21 litri al giorno e questo
margine non è più sufficiente a
far fronte alle altre snese dell’allevamento. Il rischio poi di dover
pagare una supertassa per il latte prodotto in eccedenza (400 lire il litro) ha convinto gli alleva
tori a questa drastica decisione.
I piccoli allevatori invece, accontentandosi di margini di guadagno minori e forse con costi
di stoccaggio inferiori, sono più
legati al « mestiere » di agricoltore e rinunciano alla distruzione
dei capi produttivi.
Le conseguenze per l’agricoltura non si fermano oui. Vanno
esaminati anche gli aspetti occupazionali. La riconversione dalla zootecnia alla coltivazione estensiva porterà una riduzione di circa il 60% dei salariati,
con gravi ripercussioni sul piano generale dell’economia di intere zone.
Contro l’atteggiamento della
CEE e del ministro dell’agricoltura, la Confcoltivatori ha preso
una dura posizione chiedendo che
vengano prese misure alternative
alla macellazione dei capi.
Misure alternative sono già
state prese in altri naesi ouali
un sussidio per il latte prodotto
che non viene consegnato alla
latteria, come ha deciso recentemente la Germania Federale.
Giorgio Gardiol
Obiezione fiscale
PINEROLO — Venerdì 18 gennaio alle ore 20.30, presso il salone del Centro Sociale di San
Lazzaro (via dei Rochis 3) Pier
Carlo Racca parlerà sul tema:
« Obiezione fiscale alle spese militari ».
L’INDUSTRIA METALMECCANICA NEL COMPRENSORIO
Occupazione: - 37% in tre anni
Il settore metalmeccanico nel
Comprensorio di Pinerolo presenta un aggravamento della crisi occupazionale.
Nello stesso tempo le aziende
ohe l’hanno superata e sono in regimi di orario di lavoro normali,
danno segni di ripresa e questo
avviene con forti richieste di
straordinario giornaliero e di sabato.
Ciò evidenzia come, in assenza
di contrattazione sui processi di
ristrutturazione, degli orari, della
condizione di lavoro, convivono
evidenti contraddizioni tra disoccupazione, cassa integrazione e
straordinario.
La crisi della INDESIT e la richiesta fatta al Sindacato di mettere in CIGS a zero ore 2.300 lavoratori sugli attuali 3.400 dell’area di None, è un grave attacco all’occupazione nel nostro
Comprensorio; si tratta di una
espulsione di fatto dalla fabbrica
di 2.300 lavoratori senza nessuna
soluzione di reintegro nel ciclo
produttivo INDESI'T né a breve
termine e né in futuro.
RIV-SKF: La crisi degli anni
passati è stata usata per diminuire gli organici con prepensionamenti e incentivazioni, ed oggi
la RIV si presenta a « crisi superata » con forte richiesta di
straordinario.
FIAT di Villar Perosa: La chiusura è in fase di completamento;
nel capannone dovrebbe ricollocarsi la CORTE-COSSO ex Gilardini, che passa sotto il Gruppo
tedesco BOGE, per formare il
Gruppo BOGE ITALIA con 180
addetti, con lavoratori CORTECOSSO, lavoratori ex FIAT-Villar
e 20 nuove assunzioni.
BELOIT: Questa azienda ha superato Io stato di crisi che l’aveva investita negli anni passati.
MEC-IND di Campiglione: Tra
il 1983-84 è stata riconvertita; da
una produzione di filtri olio ed
aria per auto è passata a produrre ruote in lega leggera e passa
sotto il controllo della CROMODORA. La nuova lavorazione è in
fase di completamento con tutto
il ciclo produttivo, dalla fusione
al prodotto finito.
SIPE.A di Bricherasio: Questa
azienda ha subito una fase di crisi cui ha fatto seguito la riconversione e la ripresa produttiva.
Dal settore componenti elettromeccanici per auto si è passati a
componenti elettronici, sempre
per l’auto, e all’assemblaggio di
parti per conto della IBM sui
personal computer.
MICROTECNICA di Luserna:
E’ una di quelle poche aziende
che, in questi anni, non hanno
conosciuto la CIG, anzi proprio
per la sua collocazione nel mercato (armamenti) ha visto la stabilità dei livelli occupazionali. Altre aziende che erano importanti
per il Comprensorio come la
BIGLIA e la THOR FIAP, hanno
cessato nell’ultimo anno l’attività produttiva, con il licenziamento dei lavoratori.
Oggi il settore si presenta in
questi termini: occupati 1980;
12.680; occupati 1984: 9.000.
Operai e impiegati in CIGS: n.
2.800, la stragrande maggioranza
di questi lavoratori, ha, come
prospettiva, l’espulsione dal ciclo
produttivo.
(5
Nucleare contrastato
Il Comitato Pace e Disarmo
della Val Pellice, riunito a Torre Pellice il 7.1.’85, venuto a conoscenza, tramite i mezzi di comunicazione, dei gravi fatti avvenuti il 4.1.’85 a Torino, davanti alla sede della Regione, deplora ;
— il fatto che sulla decisione
relativa all’installazione delle
centrali nucleari in Piemonte
non siano state consultate le popolazioni interessate;
— il fatto che le delegazioni di
queste popolazioni non siano
state ricevute dal Consiglio Regionale nel momento in cui si
deliberava su questo argomento;
— il fatto che le forze dell’ordine siano intervenute, con manganellate e ripetute cariche, per
impedire la più elementare rnanifestazione di libertà d’opinio
« Mount Servin »
ANGROGNA — L’Assemblea
generale ordinaria della Cooperativa Turistica « Mount Servin »
è convocata per il giorno 17 gennaio p.v., presso la sala adiacente il Municipio in piazza Roma, 1.
Pro Loco
TORRE PELLICE — L’assemblea generale annuale ordinaria
dell’Associazione Pro Loco è convocata giovedì 31 gennaio p.v.,
nei locali del Centro d’incontro,
presso il Palazzo comunale.
Concerto
TORRE PELLICE — Nel quadro degli scambi culturali tra la
Repubblica Democratica Tedesca
ed il Piemonte, domenica 20 gennaio p.v., alle ore 20.30, si terrà
un concerto presso il Tempio
Valdese.
« Ninna nanna
della guerra »
TORRE PELLICE — Sabato
19 gennaio alle ore 20.45 nel Tempio valdese il Gruppo Teatro
Angrogna presenta « Ninna nanna della guerra ».
BOBBIO PELLICE — Sabato 26 gennaio alle ore 21 nel
Tempio valdese il Gruppo Teatro Angrogna presenta lo spettacolo « Ninna nanna della guer
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18 gennaio 1985
MARIA VINGIANI DEL SAE A PINEROLO
Diventare uomini
ecumenici
« Diventare uomini ecumenici »: questo è il tema della conversazione tenuta da Maria Vingiani, di fronte ad un pubblico
abbastanza numeroso, a Pinerolo, venerdì 11 gennaio. La Vingiani è ormai un personaggio
noto ; fondatrice ed animatrice
del Segretariato Attività Ecumeniche, da molti anni si batte per
favorire un incontro tra le confessioni in Italia. Questa sua
lunga esperienza e la sua attenzione vigile e costante in questo settore della vita della chiesa la rendono certamente una
delle persone più indicate per
tracciare l’identikit dell’« uomo
ecumenico » e per indicare le
tappe di un possibile cammino
ecumenico.
Prendendo le mosse dall’ormai prossima settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
la Vingiani ha invitato i presenti a vivere quest’esperienza
non come un atto liturgico o un
rito fine a se stesso, ma come
un « momento forte » che implica un ripensamento sulla realtà in primo luogo della propria
Chiesa. Per troppo tempo, in
fatti, ha aggiunto la Vingiani,
le varie Chiese hanno considerato gli altri — quando andava
bene — come dei fratelli separati, come se la separazione fosse imputabile all’altro. La divisione è reciproca, come reciproco deve essere l’avvicinamento.
Tale avvicinamento non può
prescindere dalla riforma della
Chiesa. La celebre massima che
la Chiesa deve sempre riformarsi, ha detto ancora la Vingiani,
è entrata a far parte del bagaglio anche della Chiesa romana,
a partire dal Concilio Vaticano II. Ciò che noi dobbiamo imparare, è però la capacità di
coniugare riforma con unità.
Del breve dibattito che ha seguito l’esposizione della prof.
Vingiani, vogliamo segnalare un
invito di don Polastro: chiede,
e con ragione, che le Chiese cattolica e valdese, nella programmazione delle loro attività dedichino il dovuto spazio agli incontri ecumenici, che altrimenti finiscono soffocati da mille altri incontri settoriali.
Paolo Ribet
CONCERTO A PINEROLO
Cantiamo il Natale
Sabato 22 dicembre presso la
chiesa di S. Verano in Abbadia
Alpina si è svolta la serata dal
titolo « Cantiamo il Natale », organizzata dalla Badia Corale di
Val Chisone, col patrocinio della
Pro Loco di Abbadia e la partecipazione delle corali delle parrocchie di Abbadia e di Madonna
di Fatima, nonché della Corale
Valdese di Pinerolo.
Il desiderio di fare qualcosa di
originale e di significativo per
una occasione come il Natale,
così cara alla tradizione musicale di numerose culture ha spinto
la Badia Corale di Val Chisone a
proporre l’idea di un incontro
con altre corali.
Abbiamo usato il termine « incontro » tutt’altro che a caso,
perché ci sono due snecifici motivi che concorrono a qualificare
come tale la serata di Abbadia.
Il primo, forse il più ovvio, è dettato dal piacere dei coristi di ritrovarsi al tempo stesso attori e
pubblico; dal desiderio di affiancare all’essenziale ma consueto
rapporto col pubblico, uno stimolante discorso tra cori, cioè
tra modi diversi di intendere la
musica e la coralità, che si riflettono nella varietà dei campi
d’azione e dei programmi delle
diverse formazioni corali.
Il secondo motivo si collega ad una tradizione che la Badia Corale si fregia di avere inaugurato nel 1975, cantando con la
Corale Valdese di S. Germano nel
Duomo di Pinerolo. Negli anni
successivi la Badia Corale ha
mantenuto i contatti con le corali valdesi, cantando a Madonna
di Fatima con la Corale di Pomaretto e con il Gruppo dei
Trombettieri. Quest’anno è la
volta della Corale Valdese di Pinerolo. L’incontro avviene così
anche su un altro piano, quello
del confronto tra i diversi modi
in cui viene letto il Vangelo e in
particolare il Natale.
Naturalmente c’è una precisa
ragione del fatto che proprio la
Badia Corale abbia organizzato
per prima degli incontri con le
corali valdesi. Moltissimi dei canti ohe compongono il suo repertorio provengono dalla tradizione valdese: il fatto di cantare alcune splendide « complaintes »,
soprattutto, ha fatto nascere nei
componenti della Badia Corale
una naturale « simpatia » (nel
AUMENTI PER I PENSIONATI
Nuove pensioni INPS per l’85
L’INPS comunica di aver
provveduto al ricalcolo delle pensioni per l’intero anno 1985, predeterminando gli scatti periodici di scala mobile sulla base dei
criteri stabiliti dal decreto interministeriale 20 novembre ’84.
I nuovi importi delle pensioni
minime, relativamente al solo
bimestre gennaio-febbraio ’85,
sono i seguenti:
Lavoratori dipendenti:
— pensioni realizzate con meno
di 781 contributi settimianali: 345.700 lire dal 1° gennaio
e 352.600 dal 1“ febbraio;
— pensioni realizzate con più
di 780 contributi settimanali: 368.050 lire dal 1” gennaio
e 375.400 lire dal 1” febbraio.
Lavoratori autonomi :
— pensioni di vecchiaia, anzianità, superstiti e per i titolari di pensione di invalidità
Attenzione alle
gomme da cancellare
senso etimologico di « comunanza di sentimento ») verso i Valdesi; al tempo stesso la riproposta
di questi canti al di fuori del loro
consueto circuito ha nosto in risalto il valore umano e morale,
prima ancora che religioso, dell’esperienza storica tramandata
dalla cultura popolare valdese.
Auspicando un maggiore interesse da parte delle istituzioni, la
Badia Corale di Val Chisone e la
Pro Loco di Abbadia Alpina si
ripromettono di rendere rincontro di Natale una piacevole consuetudine, con il coinvolgimento
di sempre nuove realtà corali
della più varia estrazione.
Il programma della serata è
stato assai vario, sia per l’organico delle esecuzioni (coro misto,coro maschile, coro femminile, strumenti), sia per la provenienza
delle canzoni: provenzale antico,
piemontese, tedesco, gallese, portoghese, occitano, nonché italiano e latino cantati dai quattro
cori partecipanti, che al termine
del concerto hanno eseguito riuniti l’ultimo brano.
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che hanno raggiunto l’età per
la pensione di vecchiaia ;
286.000 lire dal 1° gennaio e
291.700 lire dal 1“ febbraio.
— pensioni di invalidità i cui titolari non hanno raggiunto
l’età pensionabile: 255.600 lire
dal 1” gennaio e 260.700 lire
dal r febbraio.
Pensioni sociali :
— 204.700 lire dal 1“ gennaio e
208.800 lire dal 1“ febbraio.
L’INPS rammenta infine che,
in occasione della riscossione
della prima rata 1985, i pensionati riceveranno ove dovuti, conguagli a titolo di arretrati per
l’anno 1984; tra essi quelli conseguenti alla rivalutazione degli
aumenti di scala mobile a partire dal mese di maggio 1934 e
alla attribuzione delle maggiori
e più favorevoli detrazioni di
imposta fissate dal decreto governativo emanato nel mese di
dicembre 1984.
IMrezione Didattica
di Luserna S. Giovanni
Le iscrizioni alla Scuola Materna Statale per l’anno 1935-86
si terranno presso l’ufficio della
Direzione didattica dal 17 a! 25
gennaio p.v.
TEV: UN MALESSERE
INSOSTENIBILE?
E’ stato disposto sequestro
cautelativo intero territorio nazionale di gomme da cancellare
presentate sotto forma di alimenti e similari, in considerazione potenziale pericolosità che
detti prodotti comportano salute bambini.
Attualmente sono in corso gli
accertamenti analitici presso l’Istituto Superiore di Sanità.
Sono circa nove anni che esiste il
Movimento TEV. Testimonianza Evangelica Valdese. Valdese... si fa per
dire, perché ad esso appartengono anche membri di altre denominazioni.
Questo movimento aH’interno della
Chiesa Valdese si avvale di un suo
« atto di costituzione ». un bilancio, un
bollettino, assemblee, - domeniche
TEV » e tutto ciò che può concernere
un movimento organizzato. Già altre
volte, negli anni trascorsi, ho espresso
la mia perplessità (e la riesprimo) se
fosse giusto lasciare spazio ad una
« Setta » nell'ambito della Chiesa Valdese, ma non è mai venuta una risposta ufficiale, si è sottovalutato, o forse la risposta c'è stata; più spazio,
riconoscimento ambiguo, compromessi,
concessione di locali.
Parlo di « Setta ■■ anche se è stato
smentito, perché nel vocabolario italiano leggo: « Associazione caratterizzata da distinzione o separazione ideologica ». Non sono settari coloro che
affermano che i loro principi sono indiscutibili, che dicono di possedere e
predicare II - puro Evangelo », unici
« possessori deila Verità » e fedeltà all'Evangelo, unici difensori della Chiesa
Valdese e della sua istituzione?
Il movimento raccoglie firme e prepara petizioni, anche fra gli anziani
degli Istituti, invia schede di aderenza
in ogni parte d'Italia, ha rapporti con
chiese evangeliche estere rappresentando una parte della Chiesa Valdese,
invia il Bollettino sul quale viene posto in rilievo, quasi sempre negativamente, il giornale « Eco delle Valli » e
la EGEI; alcune notizie vengono comunicate in modo frammentario svisandone il significato.
Nelle Chiese dove maggiore è la
sua presenza, ci si trova a dialogare
(o spesso a non dialogare) non tra
membri della Comunità, ma tra questi
ed il pensiero di un'Associazione maturato in altre sedi, altri tempi. Ciò
è anche emerso in questo momento
in cui si discute sulla sessualità.
La TEV prepara documenti in contrapposizione a quelli Sinodali, sue
Tesi (vedi Eco n. 1/1985), ordini del
giorno al di fuori dell'ambito della
Chiesa (Torre Pellice).
Non è forse il momento di rifìettere anche da parte di chi da lontano
non la percepisce se sia accettabile
questa situazione che ha creato e crea
malessere e divisioni (anche se ciò
è stato molte volte smentito) ed avrebbe potuto suscitare reazioni con
conseguenze spiacevoli se non c, rosse stato da parte di altri membri di
Chiesa equilibrio ed una ferma consapevolezza di doverle evitare?
Alba lazeolla. Torre Pellice
DISCRIMINATI
A TORRE PELLICE?
Mi ha profondamente impressionata
l'articolo di Giorgio GardioI, sulla «cacciata » dei marocchini da Torre Pelli
ce. Ho ripensato al freddo inverno del
1949, quando con mio marito siamo
arrivati dalla lontana Sicilia a Milano,
senza casa, senza niente ed avevamo
bisogno per vivere in questa grande
città, non solo di pane e di lavoro,
ma anche di solidarietà umana. Possiamo oggi non essere solidali con
chi lavora tra noi proveniente dal
Terzo Mondo?
Non è la beneficenza singola che
può risolvere il problema dei lavoratori
stranieri, ma una reale solidarietà che
credo esista nel popolo italiano e che
va tradotta in termini politici.
Possibile che proprio da Torre Pellice, capitale morale dell'antica minoranza valdese, nei secoli discriminata e
schiacciata dalla prepotente religione
maggioritaria, venga oggi una indicazione diversa?
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11
18 gennaio 1985
cronaca delleValli li
A TORRE PELLiCE PER INIZIATIVA DI GUIDO E SAMY ODIN
rarci a numerosi libri per vestirle.
Un museo per le bambole
Cos'è il mondo delle bambole?
Un mondo che sembra rivivere
nella mansarda di casa Odin, con
salottini che paiono usciti da un
libro di fiabe e bambole di ogni
genere e misura, che potranno
essere ammirati nel museo « Piccolo Mondo Antico », la cui inaugurazione avrà luogo entro l’estate 1985.
— Le bambole antiche: perché
questa idea?
— Devo dire che per me e mio
padre la collezione di bambole
antiche è cominciata per puro
caso. Tutto ebbe inizio un inverno di quattro anni fa guardando
uno sceneggiato ambientato verso la fine del secolo scorso. Seduti davanti alla TV scorgemmo
una bambola su un comò: era
molto bella. Nacque così il desiderio, specialmente in mio padre, di possederne una da adagiare su uno dei mobili di casa
nostra. Ricordandosi di aver ancora giocato da piccolo con quel
tipo di bambole, con la testa in
biscuit, mio padre pensò che fosse possibile ricercarle nella nostra valle, visti i prezzi esorbitanti degli antiquari. E così all’inizio di febbraio del 1981 arrivò
Aline, la numero uno della nostra collezione. Oggi abbiamo più
di un centinaio di bambole in
biscuit e altrettante in materiali
più recenti, quali la celluloide, la
cera, il panno, il gesso, la plastica, ecc.
— Come vi procurate le bambole e come procedete alla loro
sistemazione?
— Preferibilmente non comperiamo bambole dagli antiquari
in quanto sovente se ne trovano
di non totalmente originali. Fino
a questo momento le abbiamo ricercate o da privati o da rigattieri. Preferiamo trovare le bambole sporche e in cattivo stato ma
con la loro originalità. Quando è
necessario le restauriamo cercando di ridar loro un po’ di vita,
prima di tutto le puliamo e poi
le aggiustiamo. I capelli sono il
problema maggiore in quanto o
si comperano parrucche .già fatte
oppure si riutilizzano quelle possedute dalle bambole che spesso
sono in stati pietosi. Se una bambola arriva con i vestiti originali
cerchiamo di mantenerli tali, di
lavarli, stirarli e ricucirli, se invece sono nude o con vestiti che
non tengono insieme li rifacciamo, mantenendo possibilmente
i modelli dei vestiti d’epoca. Per
fortuna esiste una ricca bibliografia sulle bambole antiche e
quindi abbiamo occasione di ispi
— Dove avete intenzione di
aprire il museo e come pensate
di organizzarlo?
— Tutte le nostre bimbe, così
chiamiamo le bambole, sono attualmente custodite nella nostra
mansarda. Abbiamo cercato di
creare delle ambientazioni adatte ai diversi tipi di bambole. Mobiletti in miniatura e svariati altri oggetti e giocattoli che vanno
dalla trottola alla carrozzina, dai
birilli al cavallino a dondolo, dai
servizietti in porcellana ai Teddy-bears in peluche e cosi via. Il
« Piccolo Mondo Antico » sarà un
museo permanente della bambola e del giocattolo antico in cui si
potrà vedere come giocavano i
nostri antenati e dove sarà documentata la storia della bambola,
la sua evoluzione, culminante
verso la fine dell’ottocento e il
suo graduale declino qualitativo
verificatosi nel corso del nostro
secolo. L’importanza di creare
questo museo sta anche nel fatto
che sarebbe il primo in Italia ad
essere specializzato sulla bambola. I locali che lo accoglieranno
sono siti in Piazza San Martino
n. 6 a Torre Pellice e nei prossimi mesi subiranno radicali ristrutturazioni al fine di adattarsi
alle esigenze del loro nuovo inquilino. Il museo sarà costituito
principalmente da due organismi: un museo di bambole e
giocattoli antichi e una galleria
in cui si potranno realizzare diverse attività quali: mostre temporanee, meetings e seminari su
argomenti inerenti al mondo del
passato e a quello dell’arte.
Intervista a cura di
Marinella Lausarot
Asilo dei Vecchi
dì San Germano Chisone
Pervenuti nel mese di novembre 1984
FONDO DI SOLIDARIETÀ'
L. 3CD.000: Alma e Mario Coucourde,
Inverso Rinasca.
L. 200.000: Giorgio e Claudio Pons, in
ricordo della mamma.
L, 127.000: I colleghi CIOV in memoria del padre di Gianfranco Bleynat.
L. 100.000: Le figlie Bianca, Nadia col
marito Long Valdo, in memoria di Bosio Lina ved. Bounous, S. Germano;
Sorelle e fratello, in memoria di Long
Olcin S. Germano,
L. 75,000: Gay Elsa Oviglia, in memori-:. del marito Oviglia Francesco.
L. 60.000: Clotilde, Oreste, Elena
Beux Petrone. ricordando la cara Ivonne Meylre, S. Germano.
L. 50.ODO: Bouchard Alessandrina ved.
Robert, Prarostino; Breuza Attilio, S.
Germano: N. N,, ricordando la mia
cara amica Ivonne Meytre, S. Germano; Irene e Italo Blanc, riconoscenti
al Signore, S. Germano; Nelda e Nino
Rostagno, ricordando la cara Ivonne,
Tonno.
L. 30.000: Tiziana, Franca e Enzo
Bouchard, ricordando la cara Ivonne
Meytre, S. Germano.
L. 25.000: Gay Elsa Oviglia, in memoria di Masera Teresa; Claudia e
Giancarlo Zacco, in memoria di mamma
e papà, S. Germano,
L. 20.000: Chiavia Anita; Beux Eli e
Lina, Pramollo.
L, 15.000: N. N.
L. 10.000: Silvana Comba e Massimo Rostagno, in occasione del loro
matrimonio, S, Germano; Richard Renzo, S. Germano; Richard Elisa, S. Germano: Bianchi isabella, Bergamo.
FONDO RISTRUnURAZIONE
I nominativi con l'asterisco (*) hanno sottoscritto l'impegno per 1 milione.
L. 2.000.000: Bazar 15 agosto a Masseilo.
L. 1.000.000: Long Dante e Elda, Pramollo, Chiesa Valdese, Pramollo; Long
Vera e Alberto. Pinerolo: Baud Elvio e
Richard Liliana. Prali; Richard Osvaldo
e famiglia. Pomaretto; Laurenti Wilma
e Ermanno, Villar Perosa; Grill Giovanni
e Franca, S. Germano; Meynier Long
llda, in ricordo del cognato Aldo Giacone, S. Germano: Meynier Guido e
Alice, S. Germano: Silvio e Eliana Jahier, Pomaretto; Claudia, in memoria
.dei nonni; Famiglia Sùbilia, Villar Pe
rosa; Paola Ribet Vinçon, S. Germano;
Martinat Emilio e Vilma, ricordando i
loro cari. Porte; J. Pierre e Enrica Muston Jahier, Genève; Tron Guido e
Erminia, Massello; Micol Giancarlo e
Edda, Massello; Bertocchio Luigi, Perrero; Maria Martinat, Torino.
L. 700.0D0: E. B. *, S. Germano.
L. 500.000: Giaiero Valdo *, Inverso
Pinasca; Mornese, Bonato, Gagliardi, Torino; Irma Schellenbaum Jahier, in
memoria dei propri cari, Genova;
Long Edmondo e Letizia, Pomaretto;
Bertalot Emma, * S. Germano; Paschetto Gino e famiglia, S. Secondo; Pietro
e Alma, Ugo e Anna Genre-Bert, in
memoria di Genre-Bert Alice, Pomaretto: Laura e Lilia Jon Scotta * con
gratitudine per l'assistenza data a Irma Jon Scotta, Torino: Castagno Luigi e Ines, Pomaretto; Un'amica dell'Associazione Amici *, S. Germano; Pons
Enrico e Amelia, Pomaretto; Breuza
Renato, in memoria dei suoi cari, Pinerolo; Long Eli e Alberto, S. Germano;
Giorgio e Odette Ollearo, Ivrea; Costabel Felice, Perrero; Peyronel Adriano
e Elda ', Villar Perosa.
Gianfranco, S. Germano; Long Pierpaolo, in occasione della sua confermazione, Pinerolo; Bounous Valentina e
Rosina (Ginevra), in memoria dei genitori, Pinerolo; Long Remo e Anna,
Pinerolo; Bertalot Luigi, in memoria
dei suoi cari, Pinerolo: N. N., Ponte
S. Martino; Coppolino Nunzio e Signora, S. Germano; Unione Femminile
Valdese di S. Remo, Imperia, Alassio;
Famiglia Bressy, Torino; Rostagno Primitiva, Villar Perosa; Baud Stefano,
Prali; Bert Olga, in memoria dei cari
defunti, Villar Perosa.
Nell'elenco pubblicato sul n. 44 per
un dono di un milione di Tron Balma
Rosa sono stati dimenticati i nomi di
Luciano e Nelia. Ci scusiamo dell'errore.
L. 413.735: Residuo proventi Pentecoste 84.
L. 350.0CO: Ribet Federico e Anita ",
S. Germano; Gina e ida Bertalot, in
memoria dei loro cari, Pinerolo.
L. 300.000: Attilio e Giacomo Peirolo, Villar Perosa; Sappei Ettore, S,
Germano; Pons Osvaldo, in memoria
di Long Paolina e Germana, S. Germano; Micol Laura e Adelaide, in ricordo di Ivonne Micol in Meytre, Pomaretto; Long Pietro e Anna, S. Secondo: Paolo, ricordando Nini Rossotto; Famiglia Refourn Italo e Emilia,
Torino; In memoria di Rita Balmas: il
cognato Giovanni Peyrot, i nipoti Dory, Caterina. Bey, Guido, Esther e famiglie, Torino,
L. 266.750: Collette riunioni quartierali, Pomaretto.
L. 250.000: Vinçon Guido e llda, Pomaretto; Richard Dario e Mirella, Prali.
L. 200.000: Obialero Carlo e Elena,
S, Germano; Mary e Anita Long, in
memòria del carissimo fratello Edvy,
S. Germano; Peyronel Luigi e Sandra,
in memoria di Cortellezzi G. ved. Peyronel e del past. Francesco Peyronel,
Torino.
L. 150.000: Peyronel Olga v. Massai,
Pomaretto.
L. 130.000: Pelissero Fiorenzo, Pinerolo.
L. 100.000: Rivoira Tron Evelina, S.
Secondo: Costantino Maurino Letizia,
ricordando tutti i suoi cari, Pomaretto; I. A., Torino; Bleynat Letizia v.
Giacone, in memoria del cognato
Aldo Giacone, Pomaretto; Peyronel
Jenny v. Bounous, Pomaretto: Pilati
L. 65.000: Senioren Club della Comunità di Aichschiess.
L. 60.000: Grill Ines e Ebe, Pomaretto.
L. 50.000: Padrino e madrina, in occasione della confermazione di Laura
Trombotto, Pinerolo; Moglie e figli, ricordando il caro Achille Pogliani, Pinerolo; Malavaso Prendine Giorgina,
in memoria di Bruno e papà, Pinerolo;
Boravicchio Prandino Renza, Pinerolo;
Brun Riccardo, Roure; Peyronel Silvio
e Emilia, Pomaretto; Massel Caterina,
Pomaretto; Coucourde Umberto, Odetta e Lia, Pomaretto; Gay Giovanni
Pietro, Fenestrelle; Irma Erminia Matthieu, Pomaretto; Castellano Massimo,
Marco e Paolo, ricordando il nonno,
Pinerolo: Marisa e Claudio Tiso, Pomaretto; Gay Guido, Prarostino; Gallian
Elio e Salvatora, San Germano; Mary
Bouchard, in ricordo di Jeminà, Oscar
e Martinat Eugenia B., S. Germano;
Comba Delfina Luisa v. Rochon, in
memoria dei miei cari, S. Germano;
Travers Bouchard Leontina, in memoria dei suoi cari, S. Germano; Godino
Ermellino, S. Secondo; Breuza Moreno,
in occasione del battesimo di Luana,
Pomaretto,
L. 20.000: Peyrot Angela, Perrero;
Ricca Olga ved. Ribet, Pramollo; Ferrier M. Luigia v. Gallian, S. Germano,
L. 10.000: i genitori in occasione del
matrimonio di Silvana e Massimo Rostagno, S. Germano; Nino Comba, per
ii matrimonio di Silvana e Massimo,
S. Germano.
Totale al 30.11.1984 L. 37.715.485
Totale precedente L. 152.992.376
■iotale L. 190.707.861
Per altri impegni sottoscrit
ti ma non ancora versati 27.322.500
Elenco nuovi impegni sottoscritti:
L. 2.500.000: Daviero Piergiuseppe,
Pinerolo.
L. 1.000.000: Gino e Vanda Long, S.
Germano; Anita e Ugo Sappè, S. Germano.
L. 500.000: Micol Flavio e Anita,
Pomaretto.
L. 100.000: Long Aldo e Lilia, San
Germano.
RINGRAZIAMENTO
« Io ho combattuto il buon combattimento. ho finito la corsa,
ho serbata la fede »
{II Timoteo 4: 7)
I familiari del compianto
Guido Jahier
ringraziano riconoscenti quanti, in un
qualsiasi modo, sono stati loro vicini
con affettuosa solidarietà nella triste
circostanza.
Un ringraziamento particolare al
prof. Gay, ai medici ed al personale
tutto dell’Ospedale Valdese di Pomaretto, al dottor Bertolino, al pastore
Paolo Ribet ed alla Sezione Alpini di
San Germano e Pramollo.
S. Germano Chisone, 10 gennaio 1985
RINGRAZIAMENTO
(( Gesù disse: Io sono la risur^
rezione e
la vita »
I familiari della compianta
Irma Cardiol
profondamente commossi per la grande
dimostrazione di affetto e di stima dimostrati alla loro cara, nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano
vivamente tutti coloro che sono stati
vicini in questa triste circostanza.
S. Secondo, 7 gennaio 1985
RINGRAZIAMENTO
Nell’impossibilità di farlo singolarmente i familiari della compianta
Adele Perron ved. Cenre
Pro Asilo Valdese
di Luserna San Giovanni
Pervenuti nel mese di novembre 1984
L. 10.090: Albarin Aurora; Carco Antonio (Catania).
L. 20.0001 Livio e Dina, in mem. di
M. Monnet; Zoppi Costantin (Genova).
L. 25.000: Ayassot Emma, in mem.
della cara sorella Lilly; Benech Arnaldo, in mem. di Benech Luigia; Tomasini
Rodolfo e Iole, in mem. dei loro genitori (Torre Pellice).
L. 30.000: Roman Emilio; Teofilo
Pons (Torre Pellice); In mem, di Paolo Revel, la sorella Adele; Vittorio Rostagno (Milano).
L. 40.000; Bufalo Mileto Fede.
L. 50.000; Santonastaso (Torino); I.
G.C. (Torino); Malan Sapei Maddalena
(osp. Asilo); In mem. di Paolo Revel,
Lina Marrel Revel; In mem. di Eugenio Long, la moglie; Odetto Ivonne, in
mem. di Edmondo (osp. Asilo); Graziella Jahier, in mem. della mamma;
limes Rostan ved. Carro, in mem. del
marito Beniamino (Pinerolo); Pons Anna Enrichetta, in mem. della sorella
Pons Luigia (Torre Pellice); Per i cari
degenti deH'Asilo, Olga Odin Pons e
Edi Pons Tourn; In mem. di Emilia
Caffarel Malan, Longo Giuseppe e Rita
(Ivrea); Un fiore per lo zio Mario, Edi
e Roberto; Alilo Ayassot Emilia, in ricordo della sorella Lilly e della cognata Ivonne Alilo; Raffaele Martani, in
mem. di Emma Tourn ved. Salvagiot;
Margiunti Enrico (Torre Pellice).
L. 70.000; Con tutta la nostra ammirazione e con l'augurio più sincero
per questo vostro lavoro cosi impegnativo, l'Unione Femminile di Angrogna.
L. 100.000; In mem. di Giacomo
Moirano, il nipote Bertone Vittorio; Sorelle Bertalot, per ristrutturazione Asilo; Olga Long (Pinerolo); Albarin Adriana; Prof. Gino Costabel; Unione
Femminile di Sanremo, Imperia e Alassio; In memoria della mamma Emma
Tourn Salvagiot, la figlia Franca.
L. 150.000: Laura e Lilia Jon Scotta;
Unione Femminile di Vallecrosia.
L. 200.000: Unione Femminile Valdese e Società di Cucito di Luserna
San Giovanni, in mem. di Emilia Caffarel Malan; Sig. Morra Franco (Torino).
L. 215.000; Gruppo Reg. del Baden
(Germania).
L. 500.CO0; L.B.M.; La sorella e i nipoti di Avondet Clementina, con molta
riconoscenza per le cure prestate alla
cara congiunta.
ringraziano sentitamente tutti coloro
che con la loro presenza, scritti e par
role di conforto hanno partecipato al
loro dolore.
Un ringraziamento particolare a
Suor Dina e a Suor Marinette e a tutto
il personale della Casa delle Diaconesse,
ai medici De Bettini, Boer e Pons, al
dottor Narcisi ed ai suoi collaboratori
deirOspedale Civile di-Pinerolo, ai vicini Aldo e Clelia Malan per l’assistenza e le cure prestate, al pastore
Zotta per le sue parole di consolazione
e di speranza.
Torre Pellice, 6 gennaio 1985.
RINGRAZIAMENTO
« Gesù ha detto: io sono la risurrezione e la vita, chi crede
in me, anche se muoia vivrà ».
La mamma insieme a tutti i faml
liari di
Zerbino Mlegge
1959 - 1984
desiderano ringraziare tutti coloro che
hanno condiviso il loro dolore per la
improvvisa e tragica scomparsa di Zerbino. Un ringraziamento particolare ai
Vigili del Fuoco, ai Carabinieri, al
Messo Comunale di Angrogna, al Signor pastore Platone che si sono attivamente prodigali.
Angrogna, 2 gennaio 1985
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 20 GENNAIO 1985
Villar Perosn; FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale. 22 - Tel. 840707
Ambulanza ;
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medici. :
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; 22664.
USSL 43 • VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva:
tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENICA 20 GENNAIO 1985
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica, 22 - Tel. 91328.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice; telefo
no 91.996.
-
12
12 uomo e società
18 gennaio 1985
PACIFISTI INDIPENDENTI IN CECOSLOVACCHIA E RDT
AMNESTY INTERNATIONAL
Per la pace e contro
i missili da oitre cortina
A pochi mesi dall'anniversario
degli accordi di Yalta, e ad un
anno dalla installazione di nuovi
missili in Cecoslovacchia e in
Germania est, un gruppo di pacifisti indipendenti di questi due
paesi ha sottoscritto una dichiarazione comune (riportata aui a
fianco, n.d.r.).
Questo documento riveste
grande importanza politica perché:
— in una fase di parallela ripresa delle trattative fra le due
superpotenze e continuazione
della corsa al riarmo è fondamentale che i popoli, e non solo
i governi, esprimano in tutti i
modi la propria volontà di pace,
autodeterminazione, rispetto dei
diritti umani;
— per la prima volta, voci
indipendenti di diversi paesi dell’est si coordinano fra loro, in
nome della pace e contro il militarismo, lanciando contemporaneamente un ponte ai movimenti
pacifisti occidentali, con cui eià
da tempo si è aperto un fruttuoso dialogo ed iniziative di collaborazione;
— si conferma la crescita e
la diffusione, non solo all’ovest
ma anche all’est, di posizioni di
non allineamento, di critica al
riarmo, alla deterrenza, alla logica dei blocchi, da qualunque
posizione essa venga giustificata.
Noi riteniamo pertanto che tutte le forze politiche, ed i cittadini impegnati sul terreno della pace, dell’ autodeterminazione, del
rispetto dei diritti umani, debbano esprimere il massimo di sostegno e solidarietà a queste posizioni, e ai firmatari del documento citato:
— facendo pressione sull’opinione pubblica, sui Parlamenti,
sui governi, perché il diritto di
manifestare per la pace, l’autodeterminazione, il rispetto dei diritti umani venga garantito ovunque, all’ovest come all’est, in Germania come in Polonia, in Cile,
in Centro America;
— intensificando gli scambi
di informazione, i contatti, la collaborazione con tutti coloro che,
al di là della « cortina di ferro »
si battono come noi per il disarmo, per un mondo senza missili,
senza guerre, senza oppressione
degli individui e dei popoli.
Perché noi « vorremmo vivere
in una società aperta, rispettosa
dell’uomo. La strada per arrivarci non passa attraverso le caserme, la degradazione dell’ambiente e le rampe missilistiche ».
Il Coordinamento Nazionale
dei Comitati per la Pace
Un anno fa sono stati installati nei nostri paesi nuovi missili nucleari sovietici. Questo passo doveva contribuire ad equilibrare gli arsenali nucleari delle superpotenze. La motivazione
ufficiale diceva che la pace era
diventata più sicura. In realtà
la pace era più che mai in pericolo, mentre seguitava la corsa
al riarmo.
Di ciò vanno rimproverati tutti gli stati che si preparano ad
un conflitto mondiale, che minacciano i paesi confinanti e che
troppo spesso comandano sulle
proprie popolazioni impedendo
però di partecipare a processi
decisionali che riguardano questioni di interesse vitale per loro.
I nostri due paesi non sono
solo diventati rampe di lancio
missilistiche; è aumentata anche la probabilità che la RDT e
la Cecoslovacchia diventino un
bersaglio per le armi nucleari.
Un anno dopo l’installazione
di questi missili ribadiamo la
nostra protesta contro questa
decisione. Ciò ci fa sentire vicini ai movimenti per la pace dell’occidente che nei loro paesi
organizzano l’opposizione contro
il militarismo e il riarmo nucleare. Riteniamo che un primo
passo significativo potrebbe essere un’Europa senza missili dagli Urali all’Atlantico.
Insieme a gruppi pacifisti della Polonia, dell’Unione Sovietica e dell’Ungheria siamo convinti che la causa dell’attuale crisi
internazionale non è il riarmo
atomico.
La situazione presente è stata
prodotta da una politica di potenza, in altre parole dalla volontà di imporre i propri, spesso egoistici, interessi individuali.
Chi ragiona in termini di
« blocchi » e di « nemici » rende
impossibile un dialogo autentico. Chi tollera o addirittura inasprisce le ingiustizie sociali è
responsabile dell’esistenza della
fame e della povertà. Chi viola la
dignità dei singoli esseri umani,
chi non garantisce la libertà di
pensiero finirà per volere risolvere con la forza anche le questioni nazionali e internazionali.
La pace è inseparabilmente
congiunta ai rispetto dei diritti
dell’uomo e alla lotta per conquistarli.
Noi vorremmo vivere in una
società aperta, rispettosa delTuomo. La strada per arrivarci non
passa attraverso le caserme, la
degradazione dell’ambiente e le
rampe missilistiche.
I firmatari di questa dichiarazione, cechi, slovacchi e tedeschi
della RDT, vogliono manifestare
la loro unione e cooperazione.
Né il risentimento prodotto dalla storia passata né la polizia
segreta possono impedire questa
solidarietà. Ciò che ci unisce è
soprattutto il desiderio di una
pace autentica per l’Europa, del
disarmo in tutto il mondo.
Invitiamo tutti i movimenti
per la pace indipendenti ad aderire alla nòstra dichiarazione.
Fedeltà evangelica
(segue da pag. 1)
Si tratta in fondo di essere fedeli a Gesù Cristo che pure
chiamiamo ancora nostro Signore. Se mediante la sua Parola e il suo esempio ci siamo
ravveduti sinceramente e abbiamo ricevuto la grazia del perdono e la luce e la forza per
cambiare vita (è solo per grazia che possiamo far ciò), allora saremo a Lui fedeli e avremo il suo pensiero (1 Corinzi
2: 16), l’amore suo (Romani 8;
35), lo spirito suo (Rom. 8: 9).
Nella Bibbia ripetutamente è
scritto che Dio è fedele (1 Corinzi 1: 9) e noi suoi figli se non
vogliamo essere fedifraghi, dobbiamo somigliare al Padre nostro celeste. Dobbiamo esser
come Lui in ogni virtù (Matteo 5; 45), sempre mediante la
grazia incommensurabile ch’Egli
ci fa.
1 prigionieri
del mese
Il versetto’ dell’Apocalisse è
stato interpretato quasi sempre
come una fedeltà quantitativa,
cioè durevole, sino alla morte,
ma può avere nel contesto anche un significato qualitativo:
fedele sino a morire per Li causa dell’Evangelo, sino a dar U
sangue, la vita. A tali testimoni o màrtiri (secondo il senso
etimologico) è promessa la corona della vita eterna. Questo
versetto ha incoraggiato tante
anime a restare costanti, fedeli
sempre. Qggi è ancora di grande incoraggianiento a perseverare nella fede là dove esser cristiani costa qualcosa.
Ci dia il Signore nell’anno nuovo di avere più fedeltà che in
passato, sicché alla fine del 1985
— sempre e solo per grazia —
« ciascuno sia trovato fedele »
(1 Corinzi 4: 2).
Liborio Naso
Il notiziario di Amnesty del
mese di ottobre è quasi tutto
dedicato alle donne in carcere e
alle donne sottoposte a tortura
per motivi di opinione. Molte
sono le tragiche storie di donne presentate in questo numero
del Notiziario in occasione della « Settimana del prigioniero »,
il cui tema quest’anno per scelta di A.I. è « donne in carcere ».
I lettori sono invitati a rivolgere in loro favore appelli alle
autorità dei rispettivi paesi per
ottenere la loro liberazione e la
abolizione della tortura, così
spesso praticata nei loro riguardi.
Tra i tanti casi illustrati dal
Notiziario scegliamo qui quelli
di tre donne, provenienti da continenti diversi e ispirate da ideologie e motivazioni differenti,
ma tutte e tre perseguite per
motivi di opinione e per questo
adottate da Amnesty; esse sono
una monaca buddista vietnamita, una poetessa guatemalteca
e una docente universitaria africana.
THICH nu TRI HAI - VIETNAM
Monaca buddista, una delle
più note studiose vietnamite del
buddismo. E’ stata arrestata con
altri undici monaci e monache
durante un’irruzione della polizia nelle pagode di Già Lam e
Vam Hanh neU’aprile ’84. Faceva parte con gli altri arrestati
della setta buddista di An Quang,
che già prima del ’75 e anche dopo aveva promosso manifestazioni pacifiste e protestato contro le violazioni dei diritti umani. Nel 1981 An Quang fu sciolta
e la Viét Nam Buddhist Congregation fu rifondata come unica organizzazione buddista vietnamita, riconosciuta dal governo.
Non è noto il luogo dove sono
detenuti gli arrestati.
Si prega di scrivere lettere
cortesi, chiedendo la libei azione di Thich nu Tri Hai a;
His Excellency Prime Minister
Pham Van Dong
Chu tich Hói dòng Bó Truong
Hanoi
Socialist Republic of Vièt Nam
ALAIDE POPPA DE SOLORZANO - GUATEMALA
Docente di letteratura all’Università Nazionale Autonoma del
Messico, dove si trovava in esilio, poetessa.
Fu rapita da uomini armati
in Guatemala, suo paese di origine, dove era rientrata per visitare la madre malata.
Da allora è scomparsa. L’insistente richiesta di indagini da
parte di Amnesty International
presso il governo non ha ancora avuto alcun riscontro. In
Messico la Poppa, attiva femminista, presentava uri programma
radiofonico: Foro di donna. Forse è stata la sua fervida attività
in difesa dei diritti della donna
all’origine del suo rapimento oppure questo può essere stato
una rappresaglia per l’impegno
politico del marito e del figlio
contro il governo.
Si prega di scrivere lettere
cortesi sollecitando indagini sulla sua scomparsa e indicazioni
sul luogo di detenzione, a;
Genera] Oscar Humberto Mejia
Víctores
Jefe de Estado y Ministro d“
Defensa
Palacio Nacional
Ciudad de Guatemala
Guatemala
VERA CHIRWA - MALAWI
Docente universitaria.
Prima dell’arresto si trovav.n
in esilio in Tanzania con il marito, ex ministro della giustizia
e procuratore generale, perché
questi aveva avuto forti contrasti con il governo. Fu rapita con
il marito e il figlio nello Zambia
e portata a forza nel Malawi,
quindi fu accusata di essere rimpatriata clandestinainente e fu
arrestata con il marito. Fu processata senza assistenza legale
e condannata a morte per tradimento. In seguito alle proteste internazionali la pena capitale fu commutata in ergastolo.
Si prega di scrivere lettere
cortesi chiedendo la liberazione
di Vera Chirwa a:
His Excellency
Ngwazi Dr. H. Kamuzu Banda
Life-President of thè Re,oublic
of Malawi
Office of thè President and Ca
binet
Lilongwe
Malawi
a cura del
Gruppo Val Pellice A I.
DONI DI L. 6.000
Inverso Rinasca: Costabel Ernesto
— Pomaretto: Ferrerò Ely; Balma Enrico; Mourglia Umberto — San Secondo:
Paschetto Gino — Perosa Argentina:
Griglio Livia — Pinerolo: Boccassini
Nora — Ivrea: Marangoni Caterina:
Metallini Eliada; Vitali Cinzia — Torino: Bruno Elodia; Bouchard Samuele
— Perrero: Pons Luigi (Maniglia); Micol Nella: Tron Aldo; Mico) Tron Paolina — Avigliana: Villa Grazialma —
Brembate Sopra: Varola Luigi — Spinea: Bonaldo Gino — Matrice: Coletta Antonio — Rho: Dalla Fontana Guglielmo — Luino: Grassi Gesuina —
Bologna: Mariani Margherita — Villapriolo: Longo Mimma — Riesi: Naso
Gaetano — Taranto: Albano Michele
— Borrello: Palmieri Costantino — Orsara: Fragassi Rocco — Pietrasanta:
Biondi Laura — Almese: Giordan Maria
Luisa — Perano: Di Virgilio Dante —
Reggello: Nunzi Giulia — Cinisello:
Pavoni Enrico — Prali: Richard Aldo
(Villa) — S. Maurizio d'Opaglio: Bertinat Emilio — Luserna S. Giovanni:
Lodi Laura: Pons Flora; Fratini Enrico;
dalla Margherita — Torre Pellice; Beux
Tullio; Rochat Daniele; Sappè Aldo —
Doni Eco-Luce
Milano: Brofferio Sergio: Pascal Etta
Podio Lydia: Bassignana Marina — S
Germano: Melchiori Eugenia: Sappè
Enrichetta ved. Bouchard: Sappè Bruno
Long Augusto: Long Meynier llda: Ber
talot Giovanni — Pramollo: Long Enzo
Sappè Ernesto — Pavia: Calvi Benia
mino; Nicolai Gianandrea — Terni
Baldoni Alfio; Castagna Nilo; Nicolai
Luigi Maria — Narni: Castagna Anita
— Villar Pellice: Filice Fausto.
DONI DI L. 1.000
Torre Pellice: Mathieu Ersilia: Chiavia Olga; Rivoira Olga; Eynard Vittorina; Mathieu Geraldo; Giordano Emilia: Jouve Alice: Moretti Diomira; Frache Eva; Morel Walter; Benedetto Olga: Poet Elena; Jourdan Enrico; Rellene Riccardo — Pramollo; Bertalot Emilio; Bounous Claudio; Bounous Marco;
Costabel Silvio; Jahier Edvico; Long
Aldo: Long Amato; Long Edvico: Long
Ernestina; Long Ernesto: Long Gustavo; Long Marilena; Long Levi tu Emilio;
Peyronel Silvio; Reynaud Aldo; Sappè
Renato; Travers Leontina — Abbadia
Alpina: Griva Elisa; Fornerone Dino;
Pellenc Roberto — S. Germano Chis.:
Baret Emilio; Bouchard Gilda; Meytre
Oreste; Meytre Arturo; Canonico Evelina; Beux Eli; Bouchard EH; Comba
Luigi; Durand Virginia — Pinerolo: Griot
Alfredo: Balmas Rina — Perrero: Chiesa Valdese; Poèt Ivonne; Pascal Carlo — Perosa Arg.: Ribet Giosuè: Bertalmio Graverò Paolina — Pomaretto:
Costantino Pietro: Grill Paola; Peyrot
Enrico: Pons Alletta; Long Aldo; Ribet
Giosuè; Martinat Enrico; Lageard Elsa;
Bouchard Elvira — Germignaga: Calderoni Prassede — S. Giacomo Schiavoni: Di Toro Esterina — Livorno: Giargiolè Giuseppe — Trieste: Lantieri Maria — Ivrea: Girodo Ester — Firenze:
Gambi Ornella — Sanremo: De Nicola
Lino — Angrogna: Rivoira Walter: Long
Guido: Buffa Emilio — Milano: Zuccalmaglio Lucia; Malan Liliana — Inverse
Pin.: Genre Marco; Travers Ettore; Co
stantino Emma; Coucourde Walter;
Chambón Aldo — Prarostino: GardioI
Erminio — Perano: Pili Alfredo — S.
Secondo: GardioI Elvira; Peyrot Francesco; Raymondo Olimpia — Bologna:
Fiorini Adriana — Venaria: Cocumelli
Mario — Villar Pellice: Albarea Celina — Savona: Bigi Eralda — Inverso
Porte: Armand Hu'’on Clelia; Balmas
Gustavo — Luserna S. G.: Bonnet
Buffa Susanna; Buffa Nelly: Agli Giuseppe: Jalla Bruno; Chauvie Adriano;
Albarin Aurora; Gay Enrico; CoTsson
Leo; Bonnet Albina; Grand Pietro; Dalmas Adelina — Torino: Gay Pioda
Ada; Tron Aldo; Fam. Jalla; Martina
Margherita; Martinat Maria; Selti Alberto: Selti Giuliano; Giachino Anna
Maria; Jon Scotta Laura; Guariento
Felicina: Sellari Guglielmo — Prali:
Pascal Amalia; Peyrot Gino; Baud Emanuele; Pascal Edina; Genre lise — Villar Perosa: Tron Giuliano; Ferrerò Norberto: Serre Emanuele; Soulier llda;
Coucourde Luigi; Peyrot Amato; Rosso Silvana; Rosso Silvio — Bordighera: Jalla Hermanno — Massello: Tron
Giulietta; Tron Ida — Porte: Comba
Doriana; Toniolo Maria; Beux Amato;
Taccia Claudio — Riva: Bianco Luciana.
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