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Prezzo Liftt 13
;Anno LXXIX N. 18
TORRE PEI LICE, 13 Maggio 1949
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SETTIMANALE DELLA
del disprezzo
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■-I "Non ÍÍ stimar savio da le stesso; temi l'Eier
no e ritirati nel male
Prov. 3 Í 7 ~
BiWioÌ«» Viaffde»
^TORRE PELLI
CHIESA VALDESE
sprezza voi sprezza me, e chi sprezza me sprezza
Colui che mi ha mandato,,. Luca 10: 16
La liturgia dellai Chiesa antica denomina il tempo che corre tra
maggio e dicembre, cioè dalla Pentecoste all’Avvento, il « tempo dèlia
y* Chiesa » e invita appunto tutte le Chiese a meditare in questo periodo
; C'\ Videa e la realtà della Chiesa. Nelle ultime pagine degli Evangeli sta
. scritto ; a Non trovarono il corpo del Signore Gesù ». A questa parola
.- nelle lettere apostoliche fa riscontro un’altra parola: «Ora voi siete.
,£* il corpo di Cristo». Vna delle immagini centrali con cui i testi del
‘ Nuovo Testamento presentano la Chiesa è l’immagine del Capo e delle
• 'membra: Cristo è il Capo, i credenti sono le membra; la Chiesaì è ìin
Accorpo che ha Cristo per Capo, che ha i credenti per membra.
^cTTiiTftË^
ìiù soÈanig, i
¡rito de
Il nuctj^ del i
Questa immagine ci aiuterà a comprendere più da vicino e con
maggiore concretezza questa parola di Gesù che ci sta dinnanzi ; « Chi
sprezza voi, sprezza me ».
Noi possediamo nel Nuovo Testamento molti echi del disprezzo
oon cui era circondato il nome cristiano al primo risuonare del messaggio evangelico nel mondo dell’epoca. I Giudei consideravano le Comunità in formazione come delle sette sovvertitrici, composte di eretici e di spostati, seguaci di un bestemmiatore e di un seduttore religioso.
E non era diverso il giudizio del vasto mondo pagano, che consi■'derava i cristiani come una poco comprensibile setta giudaica di esaltati, a cui si era stravolta la mente.
Non per nulla l’Apostolo parla di una pazzia di Cristo e di uomini
■ .,=j-che son diventati pazzi per amor di Cristo.
da. Non sono più soManig i rappresentanti di Cristo che sono disprezzati, ma è lo spirilo éesso dell’Evaneglo che attira su di sè il disprezzo.
Ciò che forma il rwcjp} del messaggio cristiano viene disprezzato come
utopia irrealizzata e'irrealizzabile, e in vece del nome cristiano vengono di più in più a^prezzciti valori puramente pagani della vita. Ciò
che l’Evangelo annupipia è considerato sogno e al sogno è contrapposta
la dura e ferrigna realtà. E siccome credere nell’Evangelo significa
credere che il sogno è realtà e che la cosidetta realtà è apparenza e illusione, il di pre o r riflette su coloro che seguono la parola evangelica, che sono confederati come degli esseri fuori della realtà, che
non conoscono che co^ e la ruta.
Bisogna dire chè^ questo disprezzo non lo si trova soltanto in coloro che sono cstr mei all Evangelo, ma ben spesso anche n^lle pieghe
del nostro stesso spirito. Questo è tanto vero che il Vangelo di Matteo,
nel passo corrispondente al passo che stiamo esaminando, porta
quest’altra parola : « Chiunque mi rinnegherà davanti agli uomini,
anch’io rinnegherò lui davanti mi Padre mio che è nei deli » {Matt.
10/33). In noi, che 'dogliamo essere discepoli di Gesù, il disprezzo si
configura come vergogna di portare il nome cristiano, cioè nel prendere sul serio il disprezzo degli altri.
t‘ . ♦
Ai disprezzo dei-cristiani e dei non cristiani verso il nome cristia
no, l’Evangelo contrompone una parola sola: «Chi sprezza voi, sprezza me », Ogni volta si disprezza un cristiano, è « oome se si spu
tasse ancora una vol£4 sul viso di Cristo »; ogni volta che si disprezza
un sentimento cristUttto, è come se si deridesse ancora una volta e
schiaffeggiasse e si j^rcuotesse Cristo nel cortile del Pretorio;
Nei secoli successivi la pazzia dell’Evangelo è diventata una molto
^ addomesticata e borghese co>sa, i cristioTu'sònèT^ivetltàtÌ dèlie molto
ragionevoli ed equilibrate persone-, al disprezzo verso il nome cristitrrto è venuto succedendo a poco a poco il rispetto e talvolta perfino
'“’¡'ammirazione e gli onori.
SI
ogni
una volontà cristiana è « come «e ancóra úna
Oggi sembra che si ritorni a una situazione che ricorda singolarmente la situMzione delle origini. C'è chi si turba e si scundtdizza di
questo nlutamento e parla di decadenza e persino di tramonto del Cristianesimo. Se ragioniamo con categorie cristiane, dovremmo inix-ce
rallegrarci di virile allegrezza, perchè dove sorge il disprezzo, è segno
che è sorto qualche cosa che si avviciiui all’Evangelo nella sua nuieriticità.
Quante volte sulle vie pietrose della testimonianza evangelica nel
nostro paese abbiamo sentito puntare su di noi questo disprezzo. Nel
nastro paese il nome « protestante » ha press’aì poco lo s'esso senso
che aveva il nome « cristiano » nel secolo P.
wo/ta che si
volta si prelSSiiiKy* "iSfUiìMa^'e If pCtforasèìé M cóstattf di Cì-hroirt ’
prendessero dei chiodi e si perforassero i piedi e le mani di Cristo».
Perchè Cristo non è separabile dai cristiani e i cristiani non sono sepaliibili da Cristo; il Capo è unito alle membra e le membra sorta unite
al loro Capo e insieme formano un solo corpo. La Chiesa prolunga nel
mondo la vita di Cristo e ne gusta e ne sperimenta la passione: sino alla fine del mondo Cristo soffre ed è disprezzato ed è crocifisso nella
persona e nella professione dei suoi credenti.
Ma questo disprezzo va oltre i confini del nostro -paese ,vu oltre i
flimiti del nostro Protestantesimo e avvolge il nome cristiano nella
complessità delle sue manifestazioni e raggiunge la sua essenza profon
Badiamo dunque a noi stessi, che non ci accada, come dice il Salmista, di sedere nel banco degli schernitori (Sai. l/l)e di essere nel
numero di coloro che una volta di più crocifiggono Cristo.
E se ci accade di essere di.sprezzati a cagione di Cristo e di un atteggiamento che si collega a Cristo, invece di abbatterci, rallegriamoci, perchè sta scritto che « un discepolo non è da più del maestro nè
nn servo da più del suo Signore: Basti al discepolo di essere come il
suo maestro e al servo d’essere Come il suo signore » (Mtt. 10/24-2,'j).
Il disprezzo è la via normale della fede nel mondo, sino al giorno in
(Mi Cristo verrà e noi saremo manifestati quali siamo. E in attesa di
(¡nel giorno è segno e certezza della nostra comunicme con Cristo.
VirrORIO SUBIlLIA.
evoluzioni (od involuzioni) dogmatiche della teologia!
Per queste ragioni, il ministerio
laico, che pure deve essere preparato seriamente, oon ùn sicuro fondamento teologico — e questo sia il
campito dei corsi per predicatori laici che qua e là or vanno organizzandosi nelle nostre comunità :— va ricondotto alle sue origini e alla sua
funzione precisa : ministerio di evangelizzazione. Vi ha una tecnica che
non è data dalla ricerca astratta, ma
presupposta dalla prassi della vita,
vocazionalmejite intesa. Vi ha un metodo nel ministerio laico, che costituisce una vera e propria battaglia,
e che non è dato da un insegnamento,
ma può soltanto venir vissuto, prinni,
nella dliscussione fraterna, nella conversazione del docente con i suoi alunoi, e poi neH’attuazione pratica,
di quello e di questi, in una collaborazione intima, non professorale, non
scolastica, ma fraternamente vissuta
e sperimentata, allo stesso grado, da
lutti contemporaneamente.
Un metodo
esemplerò
Questo metodo, per noi predicatori della comunità di Torino, ha già
un suo nome. Rifuggiamo dall’elogio
personale, ma non possiamo non intitolarlo « metodo di Podis ». Il no-'L .
stro predicatore . laico rag. " Enrico
’’„¿,P<ms, lo hä attuato con •'successo’'. ä ''
I giorni 24 e 25 aprile ha avuto
.. luogo, a Bergamo, un convegno di
! predicatori laici dell’Alta Italia. Non
Ilo avuto il bene di esservi pr' se"te. a '
causa ili precedenti impegni, e me
ne dolgo, specialmente per il fatto
che. aj)punto come Pastore, lutto
(¡uri che eoncerne una predicazione
laica della Parola di Dio, desta in
nic particolari risonanze e .speiufielie
simpatie.
Mi è stalo detto che il convegno in
parola si è pronunciato per il eoordinanie.nto della preparazione dei predicatori e del ministerio dei laici,’
Bel senso di un invito, da rivolgersi
; alla nostra Facoltà di Teologia per la
I Stesura di un programma-schema di
; corsi di teologia e di cultura rcligioSa, eoi quali i nostri aspiranti laici
alla jjredioazione evangelica poti noci ho ampliare e completare le loro ro/«'aoscenze sul piano della iestimoniaiiza pubblica.
II mio punto di vista in proposito,
.yaiaturulo da una esperienza evange
jlìzzalriee di ormai parecchi mini, è
‘ ‘alquanto diverso; e confido nella cor^tesia del direttore dell’« Eco » per
s||'<^porlo brevemente su queste co■j.. lonne.
OBBIETTIVI
Ministero laico e teologia
.'Iella teclogia nella prepaia'/ione dei
|) ediealori laici. A questo propesi
essere
degli evangelizzatori. Ed at
lo, coloro che hanno avuto l’opporti:liità di avvicinare i predlicatori laiei
che la Chiesa dove oggi svolgo il mio
lavoro va ammaestrando, sanno che
il corso di esegesi biblica da me presieduto è nient’altro che l’esposizione commentata del commento de!
Prof. Karl Barth sui Filippesi; e
sanno pure quale giovamento spirituale — in prima linea spirituale, an ici non barthiani! — abbiamo tratto, insegnanti e alunni, da tale lavoro. L( righe che seguono non siano
dunque prese in cattiva parie.
Taologi
•d «van
»111
noni
Premetto che quanto sto per dire
n vuol minimamente costituire una
utazione negativa della funzione
Ed ecco il mìo punto di vista; la
stesura di nn programma-schema di
corsi di teologia e di cultura biblica e
religiosa per predicatori laici non deve essere affidata alla nostra Facoltà
(li Teologia, per la ragione semplicissima che i predicatori laici non sono
f hiumali ad essere dèi teologi, ma ad
luaimcnte la nostra Facoltà di Teologia non ha i numeri per formare degli evangelizzatori, ma è tutt’indie.nta per formare dei teologi, ed anzi degli ottimi teologi.
Questa distinzione non è una svalutazione. L’opera della nostra Facoltà di Teologia è, più che utile, indispensabile. La nostra Facoltà è l’unico Istituto ohe in Italia tiene alta
la bandiera della libertà scientificu
applicala alle ricerche religiös- . Ed
è un vero p(5Ccato che essa sia ancora
troppo sconosciuta dalla cosiddetta
cultura italiana, della (tuab% a sua
insaputa, costituisoe indùbbiamente
una fra le gemme più .belle. Ma non
è evidentemente colpa nostra se la
cultura italiana si riduce alla funzione di rimasticatrice di concetti religiosi superati o di eco di una tradizione ecclesiastica riallacciata indissolubÜmente al verbo tridentino...
Ma il ministerio laico e la predicazione dei laici delle nostre eomuni;à
non sono sorti per facilitare la diffu
sione del pensiero teologico della nostra chiesa, o del protestanti simo italieo. Sono sorti per evangelizzare l’Jlidia; sono sorti per predicare la Parola di Dio sulle piazze e nei cinematografi. por risvegliare le anime a
salvezza, per creare le premesse del
risveglio religioso di lutti gli italiani
di buona volontà e di buona fede!
E questo non può fare la Facoltà di
Teologia. iL’insegnamen o che vi si
impartisce non si propon” un’attività
evmgelizzatrice; la temi; a dello studio non offre sviluppi di pratica missione evangelistica; coloro che la frequentano non sono avviali ex officio
ad esercizi pratici di evangelizzazione, quali quelli della fondazione di
gruppi di credenti, della cura d’anime diretta, della evangelizzazione
cosiddetta spicciola, a mezzo di conversazioni, discorsi d’occasione, aspetti tutti dìi una propaganda capillare olle certamente trae le sue origini dall’ordine paolino « guai a me
.se non evangelizzo... » e non dalle
rv hà attuato . oon •'suecesao
Chivusso, e ne attendiamo lo' sviluppo sicuro con ansia non disgiunta da
una intima, comprensibile fierezza.
Esso si esprime còsi: nella località
che aspetta la diffusione del Vangelo,
prima affermazione con una conferenza religiosa, indi fondazione di
una società laica che si occupi di assumere la responsabilità diretta degli ulteriori sviluppi evangelistici e
ohe regolarmente possa riunirsi in adunanze spirituali (qui è stata fondala la sezione chivassese della
« Giaffredo Varaglia », altrove sarà
un Centro evangelico di Cultura, e
cosi via). Faccio notare, per inciso,
che queste fondazioni sostituiscono,
in tempi più moderni, le scuole elementari che i nostri padri del Comitato di Evangelizzazione (ahimè incautamente soppresso!) fcmdavano
nelle località dove si proponevano di
creare dielle stazioni di evangelizzazione. In terzo luogo, quando le circostanze lo consentano, fondazione
della contunità vera e propria. À
Chivasso, a dire il vero, sono già più
avanti. In meno di meziz’unao stmo
giunti tanto avanti, che alla prossima Ascensione porranno la prima
pietra dell’oratorio Valdese destinato
alla predicazione regolare dell’Evangelo.
Tutto questo è indubbio merito,
esclusivamente, dei nostri predicatori laici. I quali han ben compreso il
loro impegno vocazionale ; non chiacchiere, non astrazioni, non. vanilo(}ui, non scolasticismi vieti e qualche
volta inopportuni, ma VITA ED EVANCELIZZAZIONE.
Teodoro Balma
Se il direttore dell’Eco lo permetterà, tratteremo in alcuni altri articoli l’importatUe quesUone del ministerio laico, da alcuni altri punti
di vista. Dio voglia che ciò serva di
incentivo a molti per servire Dio nel
tempo presente!
(Il direttore è ben lieto di, veder trai,
tare questo argomento e si augura che
la trattazion.e ste.ssa riesca ad atfevmu
re, l'assentevsmo di troppp^ pastori e.
l(uci dai dovere della collaborazione
alla stampa, ecclesiastica. . iDir.).
I
NV.
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L’ECO DÈLLÉVALLI VALDESI
PATERNITÀ' ■ E . MATERNITÀ’
Se<wndo le vie normali sulle quali la natura ci dirige, l’amore
e le aue gioie non ooetituiscono'Mne a se stessi. Il piacere e legato ad
tun dovere, e l’amoire «atra còsi neil’insieme degli sforzi attraverso
:S quali, da millenni, il; Pensiero direttivo conduce l’universo verso i
SUOI ultinu dlestini. ^
■J!’ ■
Non basta dunque predicare 1 amore con je sue-delizie ed i suoi
baci. Bisogna predicare l’amore completo, intendo dire 1 amore fecondo, l’amore coraggioso, l’amore creatore, incarnato nella persona
del figlio ohe si chiama alla vita per decisione comune di due creature
associate. Considerando 1 amore fine a se stesso, si fa peggio che disonorarlo; lo si mutila e gli si toghe quella stessa garanzia che lo
protegge nel futuro contro l’inevitabile sazietà.
Non Si ripeterà mai abbastanza che. rifiutando il figlio come un
seccatore, gli sposi si precludono la vera fonte di felicita. La felicita
ch’cssi perdutamente cercano e la. nella fragile navicella che misteriosamente approda al nostro lidio. Cotesto piccolo essere che un soffio
minaccia, e una forza di Dio • Im solo e capace di consacrarci ad uno
scopo ohe vada oltre l’orizzonte immediato dei nostri interessi e dei
nostri piaceri, e, rivelandoci la linea ascendente della vita, lui solo e
capace di associarci all opera divina.
Molti genitori si meraviglierebbero di sentirsi attribuire ad egoismo la nascita di un solo figlio.
Eppure molte volte e cosi. K Franklin ha veduto giustamente
dicendo: « Costa piu caro mantenere un vizio che due figli ».
Il bambino ha bisogno dic-i suoi piccoli compagni. Ha bisogno di
altri bambini della sua età. coi quali correre giocare, sfogarsi ; e
pei- imparare nel contempo, ne^i incontri con differenti caratteri,
che le ingiustificate pretese e le tirannie spesso si spezzano contro
la volontà altrui. Ci vogliono per i ragazzi delle sorelle onde apprendano il rispetto della donna e il valore della tenerezza femminile.
E parimenti alle ragazze occorrono dei fratelli i quali potranno maltrattarle talvolta, ma che le preserveranno cosi dalla fatuità imperativa.
Non SI può non convenire sull utilità di ima tale educazione tra
1 fanciulli m un’epoca in cm i conflitti di autorità sono diventati tanto
acuti. H popolo vale quello che vale la famiglia, poiché e in seno alla fanugha che vengono elaborate le virtù destinate a far da contrappeso ai moti ecces-sivi dei grandi focolari di civilizzazione. Non e
troppo tardi, nemmeno oggi, per mediitare sulla frase che scrisse nel
sedicesimo secolo l’economista Jean Bodm ; « E impossibile che la
repubblica valga qualche cosa, se le famiglie che ne sono i pilastri,
non hanno buone basi »■
Si e detto del focolare domestico : «c Non - e una pietra, ma un
cuore, cuore di donna ». Si. e vero ; ma il focolare non e costituito
dalla sola madre; esso e la concentrazione di molteplici influenze e
forze, fra cui primeggia, accanto a quella della madre, la personalità
piu grave del padre. E’ una cattiva famiglia quella in cui esiste il
regno del padre e il regno della madre, dove il figlio passa diall’uno al1 altro senza trovare in nessun luogo 1 unione indivisibile. Non ci
può essere ediicazioiu- intima dei genitori fusi in un’unicai personalità morale.
Quando il padre e la madre congiungono il loro capo allora trabocca SUI figli un torrejite di felicita luminosa e di serenità; ed in tale
atmosfera le loro anime sbofi<uano liberamente.
Di fronte ai nostri figli dobbiamo essere quello che vogliamo essi
stessi diventino; questo e un dovere imperioso cui non ci si sottrae
senza danno. Non temiamo dunque di vivere diavanti ai nostri figli:
possano essi, attraverso la trasparenza degli atti quotidiani, discernere le ragioni chai ci dirigono.
{Da « Le discipline. dell amore ■» di A. fE. D Aygalhers).
2>ove aqctiamo rjoi^
2>ove va // motjdo ?
Crediatelo pure quando io parlo con
pietà della civilizzazione, io so quello
che d^co : e non è la telegrafia senza
fili che mi farà ntornare sulla m.a opinione. Ciò è tante piu triste ohe non
VI e nulla da fare ; non sa risale una
china come quella sulla quale sta rotolando oramai il mondo.
Chi parla cosi ? Qualche profeta di
malaugurio? come questo mondo ne
ha intesi tanP ? — No. è uno dei piu
brillanti accademici d oltr alpe : Giorgio Duhamel.
Ah! ecco, per una volta ci .si direbbe la verità? Un uomo del mondo sa
rebbe egla d accordo con la parola del
Qreaitore? — Che ha detto il Creatore? — Egli ha detto : « Senza d me
non potete fare nulla ». Udite bene ■
FARE NU*LLA I Ora da 60()() anni
1 uomo volta la schiena al Creatore
pretendendo di fare a meno di Lui Fc«ola la ragione, Tunic» ragione tutta
la ragione della spaventosa crisi che si
aggrava di gioirno m gnomo: e che solo
per un vero accieoamento. per una
vera aberrazione, st può attribuire ad
altre cause
« • ♦
Guardiamo le cose in faccia. L :nquietudme. marea sinistra, invade tutti I cuori perchè si ha il sentimento
che tutto sta crollando.
Crollo della COSCIENZA. La realtà barcolla dovunque; si mente come
SI respira, senza accorgersene Tutto
e perduto a cominciaire dall onore
Sempl.cna? Modestia? — Queste
parole fanno sorridere la giovane donna moderna, come sorrideva, aj tempi di Domiziano, la giovane patrizia
che passava davanti all altare del pudore. La disgregazione morale nel
mondo, è al suo colmo
LE RELIGIONI? _ Nell’ immen
sa maggoranza esse sono divenute
una caricatura del vero cristianesimo
una parodia dell Evangelo e, per 'a
loro secolare apatia di fronte alle iniquità sociali e di fronte alla guerra
giustificano 1 indifferenza e l’avversione delle masse.
LA SCIENZA? — Si era sperato
che essa avrebbe favorito la morale
essa è divenuta invece, tn supremo
grado. 1 arte di sterminare la razza
_ ------------------------------------------
IL PROGRESSO? — Uno scandaloso angarino poiché ogni scoperta
coincide con 1 incessante declinare del
la vita morale e spirituale.
In breve, amico mio. in fondo al vostro cuore, lo sentite bene, il fallimenr
10 è dovunque.
•>
-- Allora, la fine del mondo ? — No !
Non la fine del mondo, ma la fine d;
una civilizzazione «idegnamente chiamata oristiana, seguita dal rinnovamento del monde^ dalla creazione di
una nuova terra m cui il male sara impossibile. dove la morte. 1 odiosa morte, salano del peccato, non sara pnu
1 inesorabile legge^ Sarà l’adempimento, in fine, della preghiera dell orazione Domenicale c&e milioni di uomini
ripetono senza comprenderla : « IL
TUO REGNO VENGA».
-* * *
— Ma chi può recare al mondo un
tale soccorso? — Il Cristo e Lui soltanto. II Cristo che deve ntornare sulla terra, cosi certamente come Egl; è
venuto la prima volta, ma »1 Cristo
nella Sua maestà sovrana, nella Sua
onnipotenza divina.
Ma attenzione ! Prima di questo glorioso avvenimento il mondo dovrà subire il castigo della sua malvagità e
dei suoi delitti ; le sue pompe insolen
ti, le sue opere orgogliose, saranno
consumate dal fuoco. « Guai agli abitanti della terra che passeranno per
questo tempo di distretta » ammonisce
11 libro dei Profeti
E quando succederà questo? —
Quel giorno di cui nessuno conosce la
data, segreto di Dio. giungerà piu
presto ohe molti non pensino? Giungerà all improvviso come il fulmine,
ha predetto Gesù Cristo La confusione universale il moltiplicarsi attuale dell ingiustizia e della v olenza tutto mdica, tutto grida che quel giorno
non può piu tardare
— Affrettatevi dunque, se non volete essere travolti dalla tormenta che
sta per abbattersi sul mondo' intiero
poiché il Giudice è alla pona, la giu
st. zia da Dio è|>Bi moi:^: sareste voi
COSI folle da sfidarla?
Preparatevi all incontro del vostro
Creatore. Ravvedetevi. Abbandonate
il vostro peccato. Levate gli occhi verso il Crocifisso del Calvario di cui il
sangue ha colato per lavare le vostre
iniquità, e credete con tutta 1 anima
vostra m Colui che. solo, può salvarviPensate anche alle anime che vi
circondano a di cui avete la responsabilità. E VOI. conduttori spirituali, posti come sentinelle per avvertire il popolo, segnalategli H pericolo! Quale
responsabilità assumete vo; se Ia.sciate
le anime nell’Ignoranza del Giud zio
di Dio di CUI la Scrittura proclama la
imminenza? Il lsangue di quelle annnie
VI sarà ridomandato. (Ezech 33)
« Oggi se udite la voce di Dio* non
ndiirate il vostro cuore » (Salmo 9.‘5 ;
8).
(( Venite e discutiamo assieme, dice
lEfe'no; quand anche i i'o.s<ri peccati
fossero conte lo scarlatto, saranno imbiancati come la neve » (Isaia 1 • 18)
(( Chi viene a me. io non lo caccero
fuori » d.ce il Cristo (G;ov 6 ; vers
37).
Chi crede al Figlio ha la Vita eterna ; chi non crede al Figlio non ha la
Vita, ma 1 ara di Dio dimora su di lui »
(Giov. 3 vers "36)
{da « L Attesa del Maestro »)
Ct e stata chiesto di, piihhlwarp qiu'.
sto SCI htto. Lo faccw.rrì4> mossi, dn-l de
..ideno <h Jaseuvr parlar^ tutte 'le voci, che ren.dono smccra.me.nte tesUrwomanza al Cristo sulla base della Iti.
helam-fme bMiea. vd esorto.no i ere.
dinfi a neglim-e nella fede e qU meri
dui, a iavve,dersi dallo loia uto li
peer ato I qiuétzi sitila stono eie pie.
visioni per / avvenire risentono spesso
della nostra ipnora/nza e dello nostra
finpihtà,. Quel che è certo è questo:
Se udnte lo, Sua voce, non indurate, 1 vostri cuori!
n d r.
Le feste di canto delie Corali
A Pmerolo
Domenica 1 Maggio si é svolto la
consueta lesta di canto annuale cui
hanno partecipato l® Corali d(i Pìinerolo, ,San Germano. Pomarétto. Praroetino, ViUaeeoca e Tomaio.
Sebbene il tempo non foese tropfKi
clemente, tuttavia un buon pu,bblico
era accorso nel tempio Valdese Dopo
le parole di introduzione del pastore
Sig. Rostain ha- inizio al p.rograimana.
di canti di aiasieme e di cori prepara,
ti dalle singole Corala. Tiri elogio wntito a tutti 1 cantori pe» la buona prep ir azione dei con I cantici di d-,si i
me invece richiederebbero una maggi ore preparazione eaa tecnica ohe artistica; specialimerite artistica dogliamo augurarci che per 1 innanzi ‘-i
studino veramente con impegno anche
gli nini di insieme che costituiscono
ni tondo il vero carattere di questa
ti adizione. Lungi da ogna esiliiziomismo. Si pensi aJlunportanza di conotoeie a fonoio gh mini del nostro innario. Purtroppo .sul numero di :ì.30 torse neppnae la metà sono conosciuti
Impariamoli dunque e con arte Un
■plauso ed un incoraggiamento al colo d(i Villaseoca. che per la prima voila Si presentava al concorso di canto
Un sinoero iingraaiamento al 8ig Eostan per 1 accoglienza fraterna e ospitale intorno ad una tazza di tii dopo la
festa, seguita da una sionipatica tratei nizzazione fra 1© corali intervenute
ri senza copila e sarebbe tempo che sh
oanitasse tutti così Sarebbe un gran
de vantaggio iper il coro e il oantic
ohe Si eseguisce II naso sulla copiai
unpeditìce da vedere la bacchetta del
maèstro e quindi di seguire il tem'poi
e 1 interpretazione che egli indica. Rioordiamoci di questi e cerchiamo di
ottener© tale nsulitato anche noi
Uini ringraziamento sentito alla Corale di S. Oiovaninii 'per il lauto thè]
otfeito a tutti dopo la festa. Ed orai
buon lavoro a tutte le Corali. lavoroi|
benedetto e ricompensato se è fattoJ
col cuor© lasciandoci prender© dallà^
divina potenza della musica e del
LclU to y y*
A Luserna S. Giovann
8 Maggio. Giornata radiosa e sfolgorante. jScI tempio di 8 Giovanni
davanti ad- uoi' numeroso pubbluco le
corali da S. Giovanni, Torre Pellioe
Villar Pelkce. Angrogna e il coro della 'Chiesa Battista di via Passalaoqiui
(Tonno) presentano un buon program
ni,i A tutti, buona la proparazaon© d©.]
coro di ogni singola corale, attento ed
accurata la preparazione degli ¡niiri
d «issieme. Meglio, sempre meglio per
1 avvenire! Un particolare elogio e
un l>envenuto a] coro della Chiesa di
via Pdfcsalaoqua e al giovane maestro
si'g. (jiiorgio Balmas Questa corale ci
ha olfeito un esempio ohe desi de ri ■imo
sia attentamente- imitato da tutte ’o
«orali. Essi hanno cantato i loro «i
Per voi Madri
Aoi .siamo per piu della meta quel
che ci forino le nostre madri. Fra le
( Ose che nmruMno ad un uomo quelle
che gli mancano di piu son quelle che
solo sua madre gli avrebbe potuto
dare.
Tutte le madri sono ricche (piando
umano i loro figliuoli: non ce ne sono (li povere, non ce ne, sono di brutte, non ce ne sono di vecchie. Quelle
(he. .sono piene d, amore sono senipre piene di gioia. ?
Il y a deux, choses ipn vous man^
quent a toutes, meres chrétiennes:
la conscience des forces divines que.
la maternité a mi.ses en vous et le
courage d aller jusqu au bout qiuind
il s'agit de. I ame de vos enfants- ?
Oh SI vous saviez quelle puissance
il y a dans ces deux choses-ln!
A l'enfant absent
Mon enfant, (juand loin de moi — elle est si vaste la terre ^
Je U iMis souffrant et solitaire.
Soudain, le coeur fige.
Je tends vers toi les mains, pour te protéger
Peut-etre. qu a cette heure, tout hu.s. lu m appelles
Peut etre affrontes-tu quelque tentation cruelle
Quand je sais que, tu luttes et jjatis
Comment sourire encore, mon petit?
Mais, plus fort que la longue absenceMon amour porte tes fardeaux, en silence
Ce qui t atteint me blesse, et j endure en mon corps
Les coups mauvais que t asséné le »ortf
Ah! quand tu naquis, mon enfant.
Quand je te serrais contre mon coeur triomphant
Tonte a mon allégresse souveraine.
Ce lien si lourd et si doux qui fait de, ta peine nia peine
J en nouais le premier chaînon.
Mais J Ignorais alors que le nom
De me.re, si lUMf, si beiui. que tant de femmes envientMe tiendrait par(:iUement rivee a toi. pour toute la tue...
Et pourtant, cette chaîne, il mefaut— Parfois la force me fmt defaut —
Jour upri^s jour, la détacher moi-même.
Je te v( ux libre, parce que je t aime;
Je te veux fort, ardent et courageux.
Prompt au travail, loyal au jeu.
Mon enfant, de toi je voudrais faire
Un homme... Pour cela, je dois taire
Mes tourments, mes soucis réfréner ce désir.
Comme aux tout-petits, par la main de te saisir...
Je dois vai'icre mes pauv es inquiétudes.
Afin que loin de moi, des rnaterrieUes sollicitudes,
Tu suives ton propre chemin.
Affrontant seul et sans entrave, tes lendemains.
Mais, enfant, tout proche ou loin de ta mere
Gorge de Joie ou faisant front devant la douleur amere.
Soumems-toi. oh! souviens-toi parfois
Que. ne ptouvant plus rien antre pour toi.
Celle qui te chérit plus que sa propre me
Chaque four, prosternee. a son Di.ru. te confie!
Helène J. ROCHER.
3
îjr H
%
L EGO DEJXE VAUil VALDESI
’ ALLUVIONE
La tanto desiderata pioggia è caduta
t<così abbondante durante tutta uh«! set'’ijtiinana da provocare, purtroppo, dan. pi, rovine e vittime.
La zona del Pinerolese, già molto
iolpita in questi ultimi anni da altre alluvioni, ha nuovamente visto scatenar«si e poi straripare le torbide acque del
'Chisone e del Pellice. Da molte parti
,'si segnalano interruzioni stradali, fraine, ponti dameggiati o asportati, can• itine allagate, terreni invasi dalla furia
'delle acque.
La natura — sconvolta da anni' di incuria e di devastazioni, privata dei propri correttivi dai disboscamenti, dal lento rialzarsi del letto dei fiumi, dalla erosione degli argini — ha contribuito
notevolmente ad aumentar© i danni, accrescendo anche i timori
A pochi chilometri da Pinerolo, le
acque del Qlhisone hanno spezzato gli
argini nei pressi di Baudenasca. Le po^ polaz'oni sono state svegliate dal fiagore della massa d’acqua che avanzava
attraverso i campi e dopo molte diffi^ colta sono riuscite a mettersi in salvo.
■^1 Oltre cento giornate di terreno coltivate in gran parte a vigna ed a grano
sono state devastate., Drammatico è
i stato il salvataggio delle diciotto per■ sene .solate presso il galoppatoio di
. Baudenasca.
ji« Presso la presa del canale Moirano
alcune zone d} terreno sono state invase dall’acqua e asportate. A Go-rzigliam le acque del Pellice e del Chiamol^gna hanno circondato ed isolato alcune
cascine. I pompieri hanno dovuto ac' .correre con barche di salvataggio per
aiutare i civili. A Dubbiane, fi rio Gran
Dubbione, ingrossandosi e trasportan|do al basso frane molto rilevanti, h-a
.corroso e poi asportato un muraglione
; di difesa di alcune case mettendo in se
rio pericolo le abitazioni che dovettero
essere evacuate
La piena del PeUice ha provocato
straripamenti e danni a prati e casolari, tra cui gli impianti della Società
Coop. Forza e Lucè ; molti ponti) in legno erano stati provvidenzialmente tolti in previsione dell’aumento del livello
delle acque.
Si sono verificate delle frane un po’
dovunque, certo in maggior numero
che gli anni passati. Prarostino ne ha
avuto la sua parte ed una di'esse, come
10 dice la cronaca locale, ha avuto purtroppo tragiche conseguenze per la famiglia dell-’anznano Fornieron Emanuele- Martedì mattina, 3 maggio, la sua
casa veniva abbattuta e schiacciata dal
peso della terra franata, provocando la
morte della sua moglie, signora Dina
Rivoir, di anni 43. Esprimiamo a questo nostro fratello in fede ed alla sua
famiglia la nostra simpatia nell’ora del
lutto e della prova; ed in questo sentimento uniamo quanti sono stati particolarmente colpiti dall’alluvione ohe,
per vari giorni, ha minacciato i beni e
la viltà di molte persone.
Non possiamo terminare questa breve oronaca senza rilevare il fatto che è
ormai giunta l’ora di metter mano a delle serie opere di arginatura dei torrenti,
se non si vuole che, in avvenire, tutto
11 fondo valle e una parte della pianura
siano devastati dalla violenza delle acque. Le iniziative private sono impotenti a risolvere questo problema ; ci
vogliono provvedimenti da parte della
Autorità Governativa e ci vogliono sopratutto dei fondi, molti fondi. Le opere pubbliche sono più essenziali delle
spese militari ; non manca la mano d’opera per lavorare, ma bisogna organizzarla e fornirle i mezzi per compiere
tutto un complesso lavoro di vera e propria ricostruzione.
Il rogo di Superga
É stato un trajgico rogo, una orrenda, micidiale fiammata.
Non solMfito l'Italia sportiva, ma tutta Ut nazione ne è stata
profondamente o^mossa; poiché rton si assiste impassibili e freddi
alla tragica fine di trentun persone, atterrate, uccfse, rese irriconoscibili dalla violènza deiVurto e dalla potenza della fiamma, lì sulla
soglia della loro casa, al momento di rivedere i loro cari e di riprendere la toro attività.
Da principio ,la rtotizia è parsa infondata o esagerata; ma poi
è giunta per ogiU dove, sicura, impressionante, anche se Ut gente
stentava a reride^sene conto, tanto il fatto era stato improvviso e
funesto, tanto era l’interesse che quei nomi suscitavano nel cuore di
milioni e milioni ai itaUemi.
Sul colle di i Superga, un rumore di motore nella nebbia, uno
schianto terribile'^ una subitanea fiammata e poi più nulla.
Più nulla, Sfilvo il profondo dolore dei congiunti, Vimmenso
corteo funebre per le vie di Torino, le innumerevoli corone, il viaggio
verso l’estrema dimora terrena.
Purtroppo l'attenzione delle Autorità
Governative sembra particolarmente attratta dalla politica- ihternazionale.
s -W
' fS!
Leggete e
diffondete
"L'Eco delle Valli Valdesi,,
È il giornale che non
dovrebbe mancare in
nessuna famiglia
Valdesi !
Abbonatevi a
"L'Eco delle Valli Valdesi,,
Il problema delle colonie che non ci
serviranno mai a nulla, salvo a richiedere ai nostri magri bilanci forti stanziamenti, è il problema cruciale per
certi Ministri. E non sono neppure i
troppi e troppo lunghi discorsi dei deputati e dei senatori che risolveranno
certe situazioni come quelle Che si presentano adesso in molte zone del Piemonte.
Bisogna evitare molte spese inutili ;
bisogna spendere non per ciò che serve
a distruggere ed a consumare, ma per
la ricostruzione della nazione, per il benessere della collettività, per la pratfca
della solidarietà umana, per le opere
che tutelano la vita e la casa dei cittadini ai quali troppe volte lo Stato chiede il sacrificio della vita e poi rifiuta ’di
dare il pane quotidiano. (Dir.).
Crediamo che anche sulle pagine del nostro giornale sia doveroso esprimere la mostra commozione e la nostra solidarietà nel dolore. a
E’ stata una!sciagura collettiva che ha toccato il cuore della nazione, il cuore di'tutti.
E tanto più desideriamo farlo, in quanto fra le famiglie colpite
dal lutto ve ne sono alcune della nostra comunità Valdese di To.
ritto, legate alla--ìnostra Chiesa da vincoli di sincero affetto e di cristiana fede. Nel grande, forse eccessivo rumore dei giorni scorsi, in
cui tante voci si sono fatte udire, difficilmente la nostra voce avrebbe
potuto essere percepita. Ora che la calma è torpata esteriormente e
che i congiunti soffrono in silenzio e piangono in silenzio le loro lacrime più amare, desideriamo dir loro il nostro fraterno, cristiano
incoraggiamento.
©enohè fedito, il Sig. Foraeron rinsoiva ad eaneorgeie dalle rowilni© eh« lo
avevano aepolto ed, inourantie di sè
stesso, iniziava aifannos« fioerohe per
ritrovare la sua oompagna. eh© giaceva vicino a l-ui' con il cranio sfracellato. Acoorsero i vicini di oaaa, 1© auto,
rità comunali, il parroco ed ij curato
dii /B. Secondo, la popolazion© tutta
oh© si prodigò nell’opera di soccorso
Con vero aeneo di altmiaimo e con rischio peieoinele. Il mobilio della easa,
le masserizie, gl attrezzi agricoli so.
ino andati perduti. La rovina è stata
così grande db« ci vollero due giorni
dà estenuante lavoro per estrarre le
due muoche che giacevano schilacciate
sotto il cuimulo delle rovine.
1:1 disastro avrebbe potuto assumere oonseguénz© più tragiche ancora.
Difatti la .piccola Ivonne era partita,
pochi istanti prima .per la scuola ed
il giovain© Enzo dormiva ancora in
una casa a ipochà passi di distanza
dalle rovine nella camera vicina a
quella della nonna più eh© novanten.
ne.
Alla famiglia Forneron cosi duramente colpita manifesteremo la nostra
piena solidarietà. © non cesseremo di
raccomandarla al Bignore nell© nostre
preghiere.
E desideriamo anch© dir© una paro,
la di simipatia a molte famigli© ohe
hanno avuto 1© vigne, i prati ed i cam.
pi parzialmente distrutti da decine e
decine di fran© dh© si sono manifestate un po’ dovunque e, talVoil'ta, in luoghi ohe semibravano perfettamente ^tabili.
Certo, a molti riesce difficile pensare che tanti nomi non possano più. esser pronunziati. Ogni dipartenza lascia un vuoto, qiudche volta un grande, incolmabil\e vuoto.
E forse, di fronte ad avvenimenti come questi, riesce anche difficile a molti rientrare in sé stessi, nella drammaticità delVora che
volge, e pensare, con profondità di pensiero, alla serica della vita
e della morte.
Eppure è cosi: la vita e la morte sono delle realtà serie e solenni. La prima ci può esser tolta improwisamenle, sulla soglia di casa,
in un modo che, a giudizio umano, è crudele p, per lo meno, misterioso; la seconda ci apre le porte per imroduref d’un tratto al di là
del velo, al di là delle realtà e degli interessi terreni, oltre i limiti
di tutto ciò che abbiamo amato e per cui abbiamo compiuto la nostra fatica quotidiana.
Non si trattfi soltanto di nomi che scompaiono, ma di figure, di
persone UrtUàié'^he passano dall’al di qua all'al di là, còsi, in un istante, effettivamente e misteriosamente.
La vita e la morte debbono essere pensate con grande serietà,
non con spirito superficiale. E' U caso di riflettere; più ancora è il caso
di essere lAgilanti e di pregare.
Gesù diceva : « Bisogna ch’io compia le opere di Colui che m’
ha mandato, mentre è giorno; la notte viene in cui nessuno può operare ».
« Mentre è giorno » ; credere, pregare, operare nello Spirito d'
Gesù Cristo e con lo Spirito di Gesù Cristo.
E’ un grave monito per tutti. Anche per te, che hai voluto leggere queste poche righe. Ermanno Rostan
pràmollo
Com© in tutt© 1© grandi occasioni,
anche 'per Pasqua abbiamo avuto la
gioia di poter riveder© in mezzo a noi
diversi dei nostri Pramollini abitualmtìnt© assenti. Dei nostri membri di
chiesa infatti parecchi sono costretti,
per ragioni idi lavoro, a trasferirsi al.
trove. Essi però non dimenticano la
loro chiesa d’origine e vengono, ogniqualvolta lo possono, a rivedere la loro vecchia casa, il loro tempio, i loro
amici. Così ancora una volta li abbiamo visti gi’ungere da S. Germano, dal.
r Inverso, da Toriaio, da iS>. Giorgio
Can.Tivese. Siamo loro molto grati per
la grand© gioia db© hanno voluto procurarci © desideriamo assicurarli ohe
neppure noi ci dimentichiamo di loro.
Li seguiamo infatti tutti quanti del
continuo col nostro pensiero affettuoso e con la nostra preghiera a Dio.
A yoce de
•./'AN GROGNA - Capoluogo
li
Donicniica 24 aprii© nel corso della
Assemblea di Chiesa è stata data lettura della relazione annua moral© e
fliiiinziaria. Peccato che lo scarso numero <lei presenti non abbia dato inogo aid una nutrita discussione. Slperiamo im meglio per l’avvenire ! Venivano eletti quali delegati alla prossima Conferenza Distrettual© di San
Giovanini i sigg. Momiet Adolfo ('Cíava) e. Goiseon Guido (©rueie); supplente il siig. iMalan L,am.y (Pons) ;
quale delegato al Siinodo veniva eletto
PAnziano sig. Bertin Càrlo (Bonneton); .supplente il sig. .Bfertin Emilio
(Sterpò). Quale delegato da -proporre
alla Cbnferenza Distrettuale iper il Sinodo veniva eletto l’Anziano sig. Ricca Alessio (Martel). Quali revisori dei
conti venivano ' eletti i sigg. Bertin
Stefano (Vernò) e iSiappè Alfredo
(Martel).
TI pomwti'ggio del 24 aprile un simpatico trattenimento riuniva nella
scuola grand© del Oapoluogo l’tlnione delle Madri, una rappresentanza
dei binubi delle Scuole Domen-icali ed
i cfwtecuimend di recent© confermati ai
(inali 1© imamim© avevano desiderato
dar© il benvenuto quali nuovi membri
di Chiesa. Il Pastore rioordava come
alla base del servizio Cristian© nella
Chiesa Vi sia soltanto Tamore e la ri.
conoscenza verso Colui oh© per primo
ci ha amati. Un ricco programma io
devoliment© eseguito di canti © di «ron.
des» ed una tazza di tè termin.nva.no
la riunione oh© lasciò in tutti noi un
gradito ricordo.
Il pomeriggio di domenica 1 mag.
gio, malgrado il tem-po proibitivo, un
buon numero di person© è oonvenutm
alla nostra venditadìazar. L’incasso è
stato molto lusinghiero. Uin grazi© alle colliaiboTiatrici, all© colilettrici ed ai
oontribuienti, nonché agli acquirenti !
Domenica 1-5 oorr. è convocata l’Assemblea di Ohicsa nel corso del culto.
Ordine del giorno: Il problema del
IV anno dj catechismo.
aspetto assai caratteristico (ad un osservatore giunto da fuori — dov© esi■sbono ben altri ((Conforts» — sarebl)©
parso di far© un balzo indietro di parecchi anni...), © l’uditorio si preparò
spiirituallmente, meditando sull’eteinno
nniessaggio della Oroce, alla celebrazion© della Pasqua di Risurrezione.
La mattina di Pasqua, come avvie.
n© nell© grandi solennità, i:l tempio
era gremito. Buona e ordinata la partecipaizion© alila S. Cena.
I] Signore, eh© ha detto »Lasciate
i piccoli fanciulli venire a me», consoli coloro che piangono.
Sono stati presemtati al S. Battesimo ; Gaydou Aldo, di Alberto © di Buf.
fa Nelly, © Chiama Rino, .di Lodovico
e di Gaydou Fanny.
Benedica il Signore questi tenevi
agnelli © conceda, a coloro che Glieli
hanno presentati, la forza- di mantenere fedelmente le loro promeasc.
La mattina di Pasqua urna imiponent© assemblea ,dopo l’annu-ncio della
Parola di Dio, ha accolto la professione di fed© di nove catecumeni i
quali, terminata la loro istruzione catechetica, hanno chiiesto di poter essere ammessi quali membri comunicanti. Essi sono: Balmas Arnaldo, Bounou8 E.rmamno, Bounous Lelia, Bouno US Valentino, Jaihier Franco, Long
Aldo, Mer.usan Valdo, iSappè Oreste,
iSOulier Guido. Dopo la cerimonia di
ammissione ha avuto luogo la celebrazione della Santa Gena alla qual© han.
no preso parte, dopo i oateoumeni,
molti fratelli e sorelle.
Matrimoni. Sabato 30 aprile: Coisson Ctiovamii (Ricca) © Bertalot Camilla Blandina (Bruere). ISabato 7
m.aggio: Bertin Enrico (Prassuit) e
Fort Antonia (Torino), Gaydou G.
Pietro (Besso-ns) © Ga/ydou Pierina
(Barma).
1-a l>enedizione del Signore, circondi
ed accompagni questi nuovi focolari.
L’Unione giovani!© ha terminato in
questi giorni le su© attività con la
preparaelone di una serata ricreativa,
molto ben. riuscita.
PRAROSTINO
e. a.
ANGROONA - Pradel Torno
Culti di settimana santa. Il culto
serale del giovedì santo ,oh© chiudeva
la serie delle .runioni del periodo invernale, .raccolse uin buon numero di
parttioipainti. Il nostro piiocolo tempio,
illuminato da parecchie lampade a
petrolio e ad acetilene preeentava un
E’ stato eletto ultimamente ed .insediato nella carica di di.noono il fratello Chia,via Italo, in sostituzion© del
diacono Simond Guido, trasferitosi
con la famiglia ad Angrogna Capolbogo. Ringraziamo i) diacono uscente
per l’opera svolta per il ben© della Cto.
■tnunità ed imiploriamo sul nuovo eletto I© ibenedizibini divine.
Esprimiamo pur© un vivo rin-graziiimento al Pastore «merito Sift-Gtulio Tron oh© ha presieduto il culto del
20 Marzo u. s.
1:1 20 febbraio àbbiamo acoomipagnato al camipo del TÌpoeo la spoglia mortale della piccola Elda Long, dii Davide € di Benech Lidia, rapita all’affetto dei suoi .genitori io età di soli
15 giorni.
La pioggia tanto «desiderata per la
nostra riarsa collina e caduta, in questi giorni, in quantità ecoemiva ha
piombato la famiglia del nostro anziano Sig. Forneron Emanuele della
Oaveia nel lutto più crudele.
Martedì mattina, 3 maggio, poco
dopo 1© nove, una frana di notevoli
dimensioni si abbatteva su una solida
casa a du© piani di recent© costruzio- ■
n© e la stritolava come -un castello di
carta.
Al momento del disastro j enniugi
Emanuele Forneron e Dina Forneron
nata Rwoir avevano termimato la colazione © stavamo osservando la pioggia ohe continuava a cadere implacabile. Non è poasihil© rioostruire Rattimo del diiisastro: i ooniugi Forneron
furono proiettati idaJlo spostamento
d’aria nel cortile fra le rovin© della
loro casa.
Visite. Abbiamo avuto la grain.de
gioia idi riveder© ultimamente a Pramollo il Pastore Paolo Marauda,
già coii'duttore della Parrocchia, e
la sua gentil© .Signora. Li ringraziamo vivamente per questa loro graditissima visita e di tutto cuore ci auguriamo di poterli veder© giumgere
ancora molto presto tra di noi. Ma
questa volta però per una visita un pò
più lunga.
Anche il prof. Attilio Forneron è salito fino quassù ultiraameinite. La domenica 24 aprii© egli ha presieduto il
culto in Chiesa © nel 'pomeriggio ha
parlato a un buon .uditorio nella scuola di Pomeano. Grazi© di tutto cuore.
Il 2 e 3 aprii© sono venuti gli stu.
denti della Società Miissionaria Pra
del Tomo per parlarci dell’opera del1© Missioni. Essi hamno tenuto una
riunione in tutti © sett© i nostri quartieri ed hanno presieduto un culto in
chiesa. La colletta ohe ò «tata fatta è
andata a favor© dell© Missioni od ha
dato un ottimo risultato. Piu di ottomila lire.
Matrimonio. Il 2 aprile sono stati
uniti in matrimonio Sappiè Davide
dei Pellenohi e Baret Oda della chiesa di S. Germamo.
Su questo nuovo footìlar© invochiamo ancona al»bon.danti 1© tenedizioni
divln©.
4
'i
"
S w > 4 ^ A ■>■
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
.ÿ-
Batte$i.mi. Bouinous Ermanno fu G.
Bartolomoo il 17 aprile; • ‘Oostaotin
Alberto di 'Oesare, Bounoue Roberto
di 'Claudio' e Bouinoue 'Angela di Remo il 84 aprile, .» --f.
Iridio oomipia le Su® promesse in
questi bunibi che gli sono stati presentati.
I nostn dipartiti, Tl 1? iraarao^bbiamo aocompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale di
Plavan Alessandro di Pomeano, 'deceduto imiprovrisamen'te la sera del 10
all’eta di 85 anind. Dopo una lunga
vita dedita al lavoro g!li ultimi anni
erano stata partioolarmente gravosi
per lui. Da pareodhi anni infatti i suoi
occhi si erano chiusi alla luce terrena.
Oampletaanente cieco da tempo egli
ha portato serenamente la sua croce
aspettanido con. fede e con gioia la
chiamata del Signore. Ora i suoi occhi si sono aperti a quella luce che
non avrà mai più fine.
Alla famiglia lim lutto amoora una
volta l’espreiæione della nostra più
viva simpatia.
Sembra ohe finalmente l’influenza
8Ì sia decisa a partire definitivamente da Pramollo. Essa è stata partioolarment© grave quest’anno accanendosi talivolta con particolare tenacia con.
bro molti idi inoi. Ma ora, grazie a Dio,
tutti i nostri ammalati si sono rimes,
si e stanno bene. Rimangono ancora
negli ospedali alcuni operati che speriamo di poter veder© presto di ritoruo in mezzo a noj completaipente ristabiliti.
'Sentiamo però il bisogno di espri.
mere uin «grazie» veramente sentito e
di cuore al Dottor Coucounde, nostro
medico condotto, che tante coi«e ha
fatto a P'ramollo e ohe in tutti i modi
si è prodigato per venire in soccorso
ai nostri numerosi ammalati. Più di
una volta gli è toccato fare la salita
del «Giatagnarè» o «de laa Vouta» al.
le undici di sera od anche a mezzanotte. E’ stata una faticaccia certamente,
ma di questo i Pramollini gli sono
molto grati e desiderano esprimergli
un grazie vivissimo.
L’.ll marzo una delle famiglie della
nostra CSdesa stata colpita dalla
sventura. Un incendio scoppiato im.
provvisamente alle cinqu© del matti.
* no distruggeva gran parte della casa
di Eli e Attilio Traveis del Oiaureng.
Fortunatamente la gent© accorsa riu«iva a ‘Qonbenere 1® fiamme ^e mon
riuscivano così a raggiungere 1© case
vicine.
Tutti i nostri memibri di chiesa si
sono prodigati nell’opera di salvataggio e nei primi lavori di riparazione.
Gran parte di piò eh® è stato distrutto
è già stato rifatto e^ oon ‘l’aiuto di
Dio, pure il resto si farà.
E voi, fratelli oolpiti, coràggio e
avanti con Me ; il Signore non abbaai'.
dona mai in alcun modo coloro che si
affidano a Lui.
PINEROLO
Il 26 aprile è stato celebrato a Pine-,
rolo il matrimonio di Godino Virgilio
Filippo e dì Borno Alhen‘tirka. Il 30 aprilé, nella liSeuola cappella di S. Secondo, il Past. U. Bert, di Praróstino
ha celebrato il matrimonio di Pmtre
Remo e di Gardiol Ada.
Auguri cristiani a' quest© nuove famiglie.
Il Sindaco di iS. 'Secondo, iSig. Gar.
dtol Alessandro e la sua Signora, ban.
no festeggiato il loro venticinquennio
di matrimonio. La comunità ha parteoipato alla loro gioia ed ha loro ri.
volto, al culto del 1 maggio, un messaggio di fraterna gioia cristiana.
Ini occasione della confermazione e
dell’ammissione dei catecumeni nella
Ohiesa, l’Unione dell© Madri dj S.
Secondo ha organizzato, com© di con.
sueto, una simpatica, accogliente riuIl ione.
S. GERMANO CHISONE
Tutti i membri comunicanti e in
modo speciale gli Elettori sono invitati a prender parte all’Assemblea di
Chiesa che sarà tenuta Domenica 15
corr., subito dopo il culto, col seguente ordine del giorno :
1. li IV anno di Catechismo.
2. Elezione dei delegati alla Conferenza Distrettuale e al Sinodo.
3. Varie.
VILLAR PELLICE
"l’Ev^gelc — dBjiPallegreizza, d®i cari
sposi. E possano ©asi come v®Htti® loro
raccomandato n®Ì .tempio, esser© «Al.
Icgri' nella sperma, pazienti nella
prova e perseveràinti-nella preghiera»,
e possano pure...'come venne detto più
tardi metter© in atto il motto dei Gey.
mét; <! J’aimais (o Geymet), j’aime,
i’simOTai toujoure».
Visita. Il 'Sovrintendente Dott. Al.
berte Ricca ha sostituito il Pastore,
oolpiito da un liev© infortuiiio, nella
predicazione 'di domenica mattina come nei messaggi all© Scuole Domeni.
cali. La 'Chiosa gli© n© è molte grata.
Benvenuto. L© D'aloni femminili del
Villar hanno organiaBato per domenica pomeriggio 'una 'magnifica e solenne feste benv&nuto ai catecumeni
recentemente ammessi in Chiesa, Di. scorsi, reoite, canti, tè. dolci in gran
copia. Festa riuscita © oommoveinte
P«r la qual© j oateoumeni stessi, con
quella timidità <5h® forma la loro maggior Irellezza, dissero opportune paro!© di gratitudine.
Serata. Domeinica sera, 1 maggio,
la 'Corale replicò per la terza volta una
Irella 'serata di oainti e recit© di cui il
numero prinoipal© ©ra costituito dal
dram'ma ; «La cisterna murata». La
mano vendicatrice del destino colpisce
nell’epilogo della 'recita, il colpevole
che, ha nascosto il suo delitto nella
cisterna. Il Pastor© potè così parlaTf!
nel ■iuo consueto commento di un’altra
cisterna teatro di .■uin altro crimine e
oooasion© alla manifestazion© dj una
altra giustizia, quella di Dio, eh© si
esprime non nella repressione, ma nel
perdono e nella redenzione (Gen 43.46)
Ih Bazar di ViMar Pelli ce. Per sopirerir© ad urgenti necessità di bilancio
del proprio Concistoro, la Chiesa di
Villar Pell'ic© ha allestito con molto
ferver© um Bazar eh© avrà luogo domenica pomeriggio alle ore l‘5 e lunedì
mattina àll© ore 8,30.
'Saranno offerti *i nòstri visitatori numerosissimi © pregevoli oggetti
di genere variio ecceduti ad un prezzo
generalmente inferiore a quello del
mercato. neh© il Buffet si annunzia
interessante e sopratutto gustoso.
La comunità idei Villar invita al
proprio Bazar i fratelli di Bobbio,
Torre. Sian Gioyitoi, Angrogna, Bora ed oltre s© pò^ibile.
La commemorazione degli avvenimenti nei quali è culmimata l’opera
delia nostra Redenzione ci ha fatto
trascorrer© com© in ipassato alcune
giornate di viva allegrezza spirituale.
Nel pomeriggio del Giovedì Santo
i catecumeni di 4 anno, dinnanzi ad
una rappresentanza del Oonoistoro, so.
stennero il loro esam© di fed© con esito buono. La sera ebbe Iw^o un culto
liturgico oon Santa Cena ed ij giorno
seguente, Venerdì Santo, essi furono
ammessi alla Chiesa dopo aver fatto,
ad uno ad uno, la propria professiome
di fede.
oateoumeni ammessi alla Chiesa, numerosi fratelli e sorelle.
Numerose altre attività hanno fatto
da corollario alla Settimana Santa, ma
sareblje trpp'po lungo il ricordarle ad
una ad una. Aooenniamo appena alle
attività di aleuti© Unioni Giovanili
che forti di >20 © 30 memibri caduna
hanno dedicato il 'pomeriggio di Pasqua alla visita dei veochi e degli ammalati del loro quartiere © sorvoliamo
sulle gite dei catecumeni e della equa,
dra volante, sulla 'magnifica festa di
benvenuto offerta ai neo ammessi alla
chiesa, sulla serata della corale eoe..
Ricevettero lo conferma del, battesti,
mo ricevuto da fanciulli Mondon
Giovanni Pietro, Miegg© Silvio, Cai.
rus Giovanni Pieisio, Frache Valdo,
Berten Pietro ISitefano, Pone Renate,
Gönnet Roberto, Cordin Marcello, Cai.
rus I Italia, Bcoi'issa Ivomne, Bertucci
'Bianca, Rceani Ernestina, Michelin
.Salomon Giovanni,
f urono ammessi aMa Chiesa per mez.
zo del battesimo : Talmon Ermanno.
Cordin Luigi, Vian Emanuele, Bouissa Giovanni, Verme Renato, Garnier
Elena, Vemè Irene, Davit Aida.
A testo della predicazon© venne scelta una delle sett© parole della croce ;
« Dorma, ecco tuo figlio! Giovanni,
ecco tua madre: O chiesa di Villar, ec.
Co i tuoi figli ! Diletti catecumeni, ecco vostra madre f ».
Il giorno di 'Pasqua il nostro tempio ©ra quasi al completo, molti Vii.
laresi lontani erano venuti quel gior.
no ad ingroesir© :1© n'osbre fil© e la pòpolazione locale .dal canto suo, aveva
fatte uno sforzo per essere presente
nel maggior numero possibile. Qualche spirito ameno sussurrava che ci
fossero 'perfino i cristiani di Natale e
di Pasqua, ma, viete neU’ineieme, il
'nostro tempio offriva Io spettacolo di
un© bella, fraterma assemblea, tutta
ansiosa di servire i] suo Dio © di ascol.
tar© la sua Parola, La predicazione
ebb© oom© testo le parole dell’angelo
all© pie donne: « Andat© presto a
dirlo ai discepoli». Alla Santa Cena
si accostarono insieme con i nuovi
Butto Avevamo appena terminato di
celebrar© i gloriosi ricordi della Settimana Santa quando, all’alba del 19
corr, si diffondeva in paese la notizia della dipar-tezna per la Patria Cel'oste di David Jeann© in Bertin dii
armi 84 'dell'Inverso Buffa. Era gravòmemte ammalata da qualche tempo
e suo marito ed i suoi figliuoli erano
ormai preparati all’inevitabile, ma
qual’è la separazione, in una famiglia
oristiana, che non oonoec© con la viva
speranza anoh© l’amgtjsoia © I© lacrime!
I funerali ai quàli parteciparono
numerosi parenti ed amici eWbero luo-‘
go il giorno 20 © vennero presieduti
oltre òhe dal Pastore titolare, anche
dal sig Roberto Jahier ex Pastore del
Villar al qual© la famiglia Bertin era
legata da particolari legami di affetto.
Voglia il Signore esarrdire la pieghiera di consolazion© e di aiuto che
gli abbiamo rivolto per la loro fami,
glia afflitta ed in particolare per il
caro Barba Daniel.
Domenica mattina, 8 maggio, abbia,
mo aooompagnate dalla propria abitimene al Ciarmis, fin© al 'Campo del
riposo, le spoglie mortali della signora Ester Geymonat di anni 89.
La signora era stata nuora, in prim© nozze, del prof. Geymonat della
nostra Facoltà di Teologia Valdese di
I irenze del qual® conservava ancora,
oon venerazione nella sua villa numerosi ricordi. Tutta la sua lunga vi.ta
era .stata quell®; di una mobil© © pia
credente ed ora, nella sua vecchiaia,
viveva circondata dalla stima affettuosa dei viciini e dei oonosoenti.
Ai suoi nipoti <^e l’assistettero con
figliale affette la Ohiesa ha espresso
la sua solidarietà © la sua simpatia.
Per il messaggio rivolto sulla sua tem.
ba è stato scelto il testo: «Guardati
dal dimenticare rEterno» (Deut. 6).
VILLASECCA
Il dì delle Pa/lme sono stati confer.
mati nove catecumeni : Artero Osva.l.
do. Bertoochio Allrerte, 'Bounou.s Livio, Olot Guido, Pcyronel Camillo.
Pons Giosuè; Giraud Elm;ina, Griiglio
Ersilia, Viglielmo Jdle. Una piccola
classe, quest’anno, sulla qual© ancora
invochiamo 'la grazia del'l’Onnipotento.
Nozze. Sabato scorso 30 aprile .abbiamo oeleibrato il matrimonio di Geymet
Paolo del Oiarmis con Dalmas Emilia
del Serre, Giovani stimati e benvolliti d ai oono^nti © perciò festeggi a.tissimi. L’Union© del Ciarmis qualche
sera prima, un folto gruppo di paren.
ti e 'di amici © isna rappresentanza dell’Unione femminile nel tempio© qual<*e decina di parenti ancora nel trattenimento confidenziale ohe seguì le
nozze si rallegraTono — oom© vuole
Solenne pure è stato il culto di Fa.
sqtm, oon la partecipazione della Co.
Tal© e di un numero notevole di com'unioanti.
La domenica seguente, duirant© una
breve assenza del pastore, la Scuola
Domenicale è stata tenuta dalla .stud.
siignorina Liliana Viglielmo ed i l ou'i.
te presiedute dal pro<f. Ernesto Tnm ;
poiigiamo loro eoteiali ringrazia,
menti
Registriamo du© gradiit© visite gio.
vomii: ricevuta, l’una; e l’altra'restituita. l!l 13 Marzo, 1© Filodramma,
tira di Prarostino, accompagnata dal
Pastor© e dall® sua Signora, ha brìi,
lantemente recitato a Villaseoca; i]
sig. Bert, oriu.ndo di questa parnoc.
chia, ha rievoesato ì suoi ricordi d’in.
fanzia relativi alle... maravigli© dello
sterili Tempio ed è stato acclamato
Il giorno di Pasqua è stata battezzata Poet Marisa di Guido, da Faetto.
Il 20 Aprile, infine, è state celebrato
il matrimonio 'del pastore- Gustavo
Bouohard oon la sig. Elsa Massel di
Ettore (Chiotti).
Agli 'Sposi ed ai numerosi loro parenti ed amici, faceva corona uin bel
gruppo di giovani — oh© hanno anche
'Cantato un inno di circostanza — a
nome dei quali il pastore ha detto alla Sposa il buon ricordo animatore che
essa lascia e, ad entramibi gli S'posi,
ha presentato i 'più fervidi auguri di
felicita e di benedizioni quali «Oom.
pugni d’Opera nel Signore».
FESTA DI CANTO
delle Scuole Domenicali
Si rilorda che le feste di Canto
delle Scuole Domenicali avranno
illOffO •
a TORRE PELLICE, per la Valle
PHlicc, il 22 maggio, alle ore 15;
a S. GERMANO CHISONE, per la
VaLe Ghisone, il 22 maggio, alle
ore 15.
In quest’ultima località le Scuole
Domenicali sono pregate di radunarsi, alle 14,30, nei locali delle Scuole.
PRO VALLI
Una '.Signorina fr.ati'Cese, lairreata in
let^., diplomata di ingles© a Cambridge © <ihe ha urna buona tonoecenza
del tedesco, desidererebl)© trascorrere
due mesi In Italia, presso una buona
fa/miglia o un Istituto, per perfezionarsi nella lingua italiana. In cambio
della pen-sion© essa ai offr© di dare lezioni di francese, d’ingl^ © di tedeSCO. PreferireM)© trovare una residenza i'ti campagna od in piccola città.
E’ già stata insoguant© (xriesso l’L
stitute di Glay.
Per informazioni, oftort© .chiarimenti, ri'volgeiei alla «Pro Valli»,
Via Beckwith 14, TORBE PELLICE.
Dir. Resp, Ermanno Rosta»
Tipografia Alpina - Torre PelHce
dai numeroei presenti. ^ A Prarostino
si è poi recata la Filodcraanmatica dei
Ghiotti, riconoscente per raocoglienaa ricevuta. .1^,
La chiesa è lieta per questi benefici
ineontri.
Atti liturgici. — Tre lutti hanno
colpito la 'Comu'uità nel volgeire dell’u'ltimo m'es©; il 26 M'arao, Genre Ro.
salba 'dii Levi (Grange di Boivile) re.
pentiinamente strappata alFa-ffetto dei
suoi «aa4 in età di 4 anni; Peyroael
Alice '»ata Peyronel, del Peyroneu. di
anni 46; Léger 'Oaterina dei Chiotti,
richiamata da Dio dopo lunga raialat.
tia, sopportata'Oon fed® forte. La chiesa rinnova agli Afflitti l’espresBione
dolila sua simpatia cristiana.
4
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