1
Anno IV
numero 16
del 19 aprile 1996
L. 2000
Spedizione in abb. postale/50%
Torino
In caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a
corrispondere il diritto di resa.
icezioTlogia
brmamons.
0. Per
, ilpri) difecoloro
10 èia
cause
elimi3 la rii sulla
e chia»iologia
. prati
giudi1 verrà
lagliati
i pratijroble
11 ortolitz.
el proli Chiaorrealo il veipale è
può fae. Non
inflitto
ppo di
:madi
folta al
!, vale a
il Chiara crisi
minanutoctotto per
i». Ciò
one del
che «la
ulcano,
rtutto»,
iz. (eriiJ
)00
[)
isieiB®
0 chea
1 vaiio®
casi di
e caus®’
Bibbia e attualità
VALORI CRISTIANI?
. NO, GRAZIE
JN questi anni, e con ritmo crescente
via via che ci si avvia alla fine del
secondo millennio, emerge in vari amihìti l’idea che sia necessario lanciare
una grande mobilitazione in difesa dei
.«valori cristiani». Il discorso viene condotto da diverse angolature e da divertii ambiti confessionali, cattolici e proipstanti, dando luogo a ibridi accostamenti e a ben strane alleanze: negli
Stati Uniti, e con non meno virulenza
,jieU'Europa, la difesa dei valori cristiani è alla base di una visione della fede,
della cultura e della società che non
(può non preoccupare.
CHE si tratti di rivendicazioni generiche 0 di precise azioni contro
^persone o leggi, questi difensori della
cristianità mostrano sempre un atteg:giamento di grande arroganza, di rigitda chiusura al dialogo, di disprezzo
. verso le posizioni altrui. Mutuando in
<^nso rovesciato una bella dichiarazione di Gesù (Marco 9, 40) essi vanno
’ Operando lungo linee di integralismo e
i,di intolleranza non solo inaccettabili
(nella società contemporanea, per forza
ài cose multimediale, multietnica e
^ultireligiosa, ma, a parere di chi scrive, del tutto estranei anche al messaggio evangelico e alla rivelazione ebraicristiana in cui è del tutto fuori luo0 il concetto di costrizione (semmai, e
uesto lo rende un unicum, vi appare
•empre il messaggio che chiama alla
'itera conversione). Viene da chiedersi
perché costoro vogliono parlare sempre in nome di Dio. Non ha forse il Signore parlato^ Non ha forse già indicato le vie dell'amore e del servizio,
della disponibilità e dell’esempio come
vie maestre della testimonianza ?
da eia
5i a n»;
1 recoia
aSieh*
;tan^
La
ttolinea
iorità*
n mol*’
erov-^
ìne^K
(epài
AVVERO è credibile che nel mondo cristiano oggi ci sia qualcuno
che pensi all’instaurazione di regimi
più o meno scopertamente teocratici
nei quali la legge del Signore sia affidata al magistrato, al poliziotto, al
politico? Nei quali Bibbia e bandiera
siano ancora accostabili? Non sono
bastate le catastrofi del XVI secolo, le
crociate, le guerre sante islamiche, i
processi alle streghe, la divinizzazione
delle monarchie e dei regimi, compresi
quelli atei? Davvero si pensa che la felicità umana, basata sulla giustizia e
sulla pace, perseguita dall’Eterno come progetto cosmico, annuncio evangelico di nuovi cieli e nuova terra, sia
così debole da dover essere affidata a
questi nuovi crociati?
\ TON è possibile parlare con serietà
111 oggi di mondo cristiano, di un
medesimo Dio, se non ci si intende
prima proprio sui valori. Il grande valore che Dio affida alla creatura umana è la libertà. Che egli abbia deciso di
furio resta un mistero, ma tant’è. Dio
non impone: offre. Dio non vuole convincere a tutti i costi ma chiamare a
compartecipazione. Alla Legge è possibile obbedire solo per fede, per amore,
per libera adesione. Mai per imposizione, mai per paura: nel Vangelo non
c’è scomunica, ma beatitudine.
A tutti coloro che ci propongono
una visione della società in cui i
Valori cristiani siano difesi da crocifissi esposti nei luoghi pubblici, da inseygnamenti confessionali obbligatori,
dalla subordinazione del libero pensierodi dogmi, bisogna avere il coraggio di rispondere negativamente. Il loto Dio non può essere lo stesso Padre
che Gesù Cristo ci fa conoscere, il Signore che si fa con noi solUUile anche
nei momenti oscuri, lo Spirito della libertà che chiama all’amore, l’unica
tealtà che vale e che contrassegnerà il
Pegno, anche quando fede e conoscen2a non saranno più.
^ Claudio H.MarteUi
SETTIMANALE DELLE: CHIESE EVANGELICHE, BATTLSTE, METODISTE, VALDESI
Si è svolto a Ecumene nella settimana di Pasqua il XII Congresso nazionale della Egei
Testimonianza^ solidarietà, azione politica
Il maggiore rischio per la società contemporanea è la sua frammentazione
Riscoprire la forza dell'agape è la risposta dei giovani credenti
filORGIO BONNET
CENTOTRENTA partecipanti
circa, quasi cinquanta tra delegati e delegate, tre giorni di intensi
lavori e una trentina di mozioni
prodotte: ecco i numeri del XII
Congresso della Federazione giovanile evangelica italiana, tenutosi
a Ecumene dal 5 alT8 aprile.
La Egei, oggi, avverte il pericolo
di uno dei principali rischi della società occidentale di questo fine
millennio: il rischio della dispersione, il rischio della frammentazione
delle idee, delle energie e degli individui, il rischio di sentirsi nomadi alla deriva, di non percepirsi
parte di un tutto e di ritenersi autosufficienti nella propria insoddisfazione. Su questo punto è stato
estremamente chiaro Tintervento
di Manuele Braghero, vicepresidente di «Libera», l’associazione
contro le mafie di cui la Egei fa parte: solo attraverso la mobilitazione
delle associazioni private è possibile arrivare a fare ciò che lo stato
non riesce a fare, e cioè a combattere il fenomeno mafioso prima
ancora che esso si manifesti. Altrettanto chiaro il messaggio portato da alcuni studenti e studentesse
della Facoltà valdese di teologia in
occasione del culto di apertura: a
fronte delle divisioni e delle incomprensioni che spesso sperimentiamo nella vita comunitaria,
l’unica via percorribile ci è data
dalla forza radicale dell’agape.
A partire da queste considerazioni, i lavori del Congresso si sono
svolti intensamente, delineando
una Egei più orientata a coinvolgere che a condannare, più disposta
a mediare che a schierarsi univocamente, più decisa a proporre che a
esprimere meramente disaccordo.
Il Congresso si è confrontato su alcune idee «ponte», che guideranno
la Federazione nei prossimi due
anni e mezzo e le imporranno di
aprirsi ad altri soggetti.
Circa la parola testimonianza essa dovrà essere una nuova possibile chiave per la comprensione del
Un momento del congresso riunito in plenaria
rapporto fede-politica. Da un documento prodotto da un gruppo di
lavoro del Congresso si legge che
«...per primo Dio si è raccontato al
mondo, e continua a raccontarsi in
esso e noi corpi delle donne e degli
uomini che lo abitano. La testimonianza di Dio ci ha preceduti e ci
attraversa. Testimonianza non è
una nostra qualità o scienza, ma è
il riconoscere che Dio attraversa i
nostri corpi, le nostre storie, le nostre parole, testimonia di sé, si lascia testimoniare, si lascia raccontare (...). Riconosciamo che trovare
e raccontare quali sono le fratture
tra noi e la società è una chiamata
di Dio, di quello stesso Dio che ci
ha posti nelle contraddizioni del
mondo e che in esso si racconta».
Sul versante della solidarietà, la
Egei auspica che il principio della
multiculturalità sia presente trasversalmente in tutte le sue inizia
tive e individua nell’incontro con
persone appartenenti a culture e
paesi diversi dal nostro un’area di
lavoro importante: lavoro che potrà essere portato avanti con la collaborazione con il Servizio rifugiati
e migranti della Fcei.
Quanto alTunità del protestantesimo italiano, la Egei ritiene di dover e poter fare qualcosa di più, almeno per quel che concerne la
componente giovanile. Già in ambito Bmv, la Egèi si propone di accrescere e intensificare i contatti
con i gruppi giovanili battisti, metodisti e valdesi che non aderiscono alla Egei (e sono la maggioranza!). Oltre a ciò, il Congresso si è
espresso a favore di una decisa
apertura verso altre realtà giovanili
evangeliche, a partire da quelle appartenenti al mondo protestante
federato: tale apertura è una sfida
impegnativa e irrinunciabile.
Infine l’azione politica; la Egei si
riconosce luogo di confronto e
scambio delle domande e delle inquietudini di cui le giovani e i giovani sono portatori di fironte a una
società che appare sempre meno a
loro misura e promuove una riflessione a questo proposito. Sul piano
delle attività, la Egei ritenterà un
nuovo approccio alla questione
meridionale, con particolare riferimento ai temi della legalità, della
fiducia e della responsabilità e con
un rinnovato impegno a livello
dell’associazionismo di base.
Il Congresso, al termine dei suoi
lavori, ha eletto il nuovo Consiglio
nazionale nelle persone di Giorgio
Bonnet, Daniele Del Priore, Sara
Grasso, Luisa Nitri, Silvia Rostagno,
Emanuele Sbaffl, Sandro Spanu; il
Consiglio appena eletto ha poi riconfermato Silvia Rostagno segretaria nazionale della Egei.
Cristiani di Torino
Aiuti ai serbi perché
trionfi l'amore
Cattolici e protestanti
di Torino, insieme alla
comunità ortodossa romena del capoluogo piemontese, hanno donato
circa 20 milioni ai rifugiati serbi di Bosnia, il
denaro è stato inviato alla popolazione serba ai
primi di aprile tramite la
Chiesa ortodossa serba
di Trieste, insieme a una
«dichiarazione» dei presidenti di Ced e Cepe, rispettivamente padre
Giuseppe Giordano e il
pastore Emmanuele Paschetto. «Con questa
scelta - si legge nella dichiarazione - si è voluto
sottolineare la dimensione ecumenica deU’ini
ziativa e la possibilità di
una collaborazione concreta ed efficiente fra le
chiese cristiane... La popolazione serba della
Bosnia, che appartiene
alla Chiesa ortodossa
quasi nella sua totalità, è
stata spesso identificata,
nell’opinione pubblica
internazionale, con i militari responsabili di sabotaggio e di sterminio. I
credenti di Torino che
hanno a cuore l’unità dei
cristiani si preoccupano
che anche i serbi di Bosnia si sentano amati dopo essere stati odiati, e
siano capaci di donare e
di ricevere perdono e
amore»j
Cristiani irlandesi
Preghiere e iniziative
per le elezioni
Il 25 marzo scorso i
responsabili della Chiesa cattolica, della Chiesa
d’Irlanda (anglicana),
della Chiesa presbiteriana e della Chiesa metodista hanno incontrato,
a Londra, nell’ufficio di
Downing Street, il premier inglese John Major
per invitarlo a fissare i
termini delle elezioni del
30 maggio In Manda del
Nord.
Il moderatore della
Chiesa presbiteriana,
pastore John Ross, ha
espresso a John Major la
convinzione che nell’
elettorato vi sia ancora
«molta confusione» riguardo al processo in at
to. Esprimendo una valutazione sull’esito dell’
incontro, si è quindi detto convinto che «il Primo ministro sta certamente svolgendo un
ruolo positivo in una situazione in cui tutto può
accadere ed è determinato a tentare e trovare
una soluzione»
A conclusione il cardinale Cahal Daly, primate della Chiesa cattolica d’Irlanda, ha affermato che «il premio finale dei processo di pace è cosi grande che ciascuno dovrebbe prendervi parte per assicurare un negoziato con la
partecipazione di tutti».
■ .»fisi
COLERA IN LIBERIA. Come temeva l'organizzazione mondiale della sanità è
scoppiato il colerà nella capitale della
Liberia, Monrovia, da dieci giorni teatro di scontri tra ribelli e governativi. I
primi morti sono 12 miliziani. Le organizzazioni «médecins sans frontières»
e quelle delle chiese protestanti africane hanno deciso di non lasciare il
paese per continuare l'assistenza in
questa difficile emergenza.
ELEZIONI IN COREA. Il presidente Kim
Young Sam e ÌLsuo partito (New Kofea Party, Nkp) hanno vinto le elezioni che si sono svolte giovedì 11
aprile. Pur non raggiungendo la
maggioranza (139 seggi su 299 in
palici) i coreani hanno votato per richiedere stabilità. Più che vittoria di
Kim, si deve parlare di «sconfitta»
delle opposizioni che tutti i sondaggi davano per vincenti.
LE IMMAGINI DI PLUTONE. Le prime
immagini di Plutone riprese dal telescopio spaziale Hubble indicano che
il lontano pianeta di ghiaccio è diviso
in 12 regioni una delle quali è una
cappa di ghiaccio polare.
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 19 APRIU ig
«“Simone, Simone, ecco, Satana
ha chiesto di vagliarvi come si
vaglia il grano;
ma io ho pregato
per te, affinché la
tua fede non venga meno; e tu,
quando sarai
convertito, fortifica i tuoi fratelli"
Pietro gli disse:
"Signore, sono
pronto ad andare
con te in prigione
e alla morte”. E
Gesù: “Pietro, io ti
dico che oggi il
gallo non canterà, prima che tu
abbia negato tre
volte di cono
scermi »
(Luca 22,31-34)
«Gesù disse loro:
“Voi tutti sarete
scandalizzati perché è scritto: Io
percoterò il pastore e le pecore saranno disperse.
Ma dopo che sarò
risuscitato, vi precederò in Galilea”. Allora Pietro
gli disse: “Quand’
anche tutti fossero scandalizzati,
10 però non lo
sarò!” Gesù gli
disse: “In verità ti
dico che tu, oggi,
in questa stessa
notte, prima che
11 gallo abbia
cantato due volte,
mi rinnegherai
tre volte”»
(Marco 14,26-30)
«Pietro gli disse:
“Signore, perché
non posso seguirti
ora? Darò la mia
vita per te!” Gesù
gli rispose: “Darai
la tua vita per
me? In verità, in
verità ti dico che
il gallo non canterà che già tu
non mi abbia rinnegato tre volte”»
(Giovarmi 13,37-38)
LA PROVA DELLA CROCE
Soltanto dopo aver disperato della nostra fede, potremo comprendere
l'Evangelo della croce e della risurrezione
aiANNI OENRE
SE vi è un tèrmine, un’idea,'
un concetto utilizzato spesso
negli ambienti ecclesiastici che
vorremmo eliminare per sempre dal nostro vocabolario quotidiano e anche dd vocaboleuio
della fede, questo è senz’altro
quello della «prova».
L’idea che qualcuno, che sia
Satana o Dio non cambia poi di
molto, ci voglia mettere alla prova nel corso della nostra vita, ci
è insopportabile. Qualche anno
fa, ricordo che la nostra piccola
corale di Ivrea cambiò addirittura le parole, per molti di noi
troppo indigeste dell’inno 100:
«Per i diletti del Signor, la prova
è segno del suo amor». È ovvio
che bisognerebbe intendersi sul
significato che diamo alle parole; rimane il fatto che alcuni termini non sono più utilizzabili
senza il rischio di incorrere in
grossi fraintendimenti.
La prova, intesa come difficoltà, come ostacolo, come dolore della vita, può diventare segno dell’amore di Dio? Personalmente, credo fermamente
che non vi sia alcun segno
dell’amore di Dio in una m^attia che ci raggiunge, in un handicap che ci segna fin dalla nascita, in un incidente o in una
disgrazia che ci accade, in un
Wm
tt damare te, o Dio,' :
fritto da mi, temibile, : : ■ '
.. che attraversi la nastra vita
pericoli e timori, ‘
e M con noi, quando
(Acacie lo spavento. ' ; «
ceKarti in memi oda paura
tenendoci ^mti a te. (...) "
Ti ringhio fi-audio nel dolóre,
pmdtépre^i anche per me, ^
Tt anche per me pronunci r: .
dò che mn so dire: ■' ’f '
«ya tua volontà siafeatd». (...)
'Asl ■ ». ^
mm
^ Tuiton dkhìuil ai tuoi j „
^diemrefrrdcometë. \
Ai èdboU concedi la tua forza,
agU svimi la tua oMfuikmza,
. achièintbnorimkttaabdiertà. ^
J« ^ í'’' %
la
Jörg Zink
lutto o in una separazione che ci
lacera. Dio non ci manda queste
prove per «testare» la nostra fede e se qualcuno potesse un
giorno provarmi che è proprio
lui a «tentarci», a «metterci alla
prova», spererei di essere ancora
in tempo a prendere le distanze
da questo Dio. Meglio camminare da soli, e da soli fare i conti
con i propri dolori e i propri fallimenti, che pensare di avere accanto un Dio che si diverte nel
mettere alla prova, nel saggiare
la nostra fede. Purtroppo sentiamo ancora spesso, anche nelle
corsie degli ospedali o in occasione di fiinerali, spiegare il dolore (degli altri) come «prova»
alla quale Dio sottoporrebbe le
sue creature.
Può anche darsi, ovviamente,
che qualcuno ci venga a dire che
è riuscito a superare un momento difficile vissuto come una
«prova» che Dio gli aveva mandato. Personalmente preferisco
rimanere dalla parte dei tanti
che non l’hanno superata, dalla
parte delle tante donne e dei
tanti uomini a cui la malattia ha
deformato anche il carattere,
l’handicap ha impedito di godere delle cose belle della vita, il
dolore del lutto ha interrotto per
sempre la loro voglia di vivere e
di amare.
Ecco perché davanti a questa
parola che Gesù rivolge a Pietro
reagiamo con immediatezza e
con un senso di disturbo. Ma
qual è il setaccio attraverso il
quale Satana farà passare Pietro
e gli altri discepoli? Non è qualcosa che accadrà a loro direttamente, non è quello della malattia o del dolore, ma è il cammino della croce che il loro Maestro dovrà seguire.
Nell’Antico Testamento, a
parte la vicenda particolarissima
di Giobbe, è praticamente sempre l’uomo a tentare Dio e non
viceversa (cfr. ad esempio Esodo
7,1-7): è sempre l’uomo a volere
un Dio diverso da ciò che Dio è
realmente, è sempre l’uomo a
chiedere miracoli e ad essere
committente e beneficiario di
quei miracoli. Anche qui, si tratta della stessa cosa. Il setaccio
attraverso il quale i dodici dovranno passare è la sorte di Cristo, è lo scandalo della sua croce. Pietro l’entusiasta sarà il primo, in quello stesso giorno a cadere nel momento della prova. E
tutti gli altri cadranno, fuggiran
no davemti alla croce. Questa è
l’unica prova per la loro e per la
nostra fede; quella rappresentata dalla croce di Cristo. Il vaglio
di cui qui parla Gesù è rappresentato da una domanda che
sempre si ripropone: un uomo
crocifisso può essere la verità di
Dio? Può essere l’unica parola di
verità sulla nostra vita e sulla nostra morte? Possiamo affidare a
una croce, che è il simbolo della
sconfitta, tutto il dolore, tutta la
miseria, tutti i sogni, tutte le speranze, tutti i progetti, tutte le
preghiere dell’intera vicenda
umana? Questa è la prova, il vaglio di Pietro e questa è anche la
nostra prova, poiché sappiamo
bene che la croce può essere il
mezzo che conduce alla fede ma
anche la ragione per cui si rinuncia alla fede. Poiché anche
noi, come Pietro, ci aspettiamo
un Dio trionfante, che entri nei
nostri cuori e si imponga alle nostre coscienze in modo indiscutibile, senza che vi sia più
spazio per i dubbi e per le domande. Questo è ciò che sta dietro alla ricerca da parte di molti
nostri contemporanei dei fenomeni miracolistici; la voglia di
toccare con mano, in modo concreto, dimostrabile, qualcosa
della realtà di Dio, qualcosa di
quella realtà che invece la croce
non ci consente di afferrare, di
manipolare, di gestire.
Quello della croce di Cristo è
l’unico test, è l’unica prova della
fede, prova che si fa particolarmente pesante nei momenti più
difficili della nostra vita (proprio
quelli che noi chiamiamo «prove»), quando ci sembra impossibile 0 insufficiente aggrapparci e
credere che solo in quella croce
rizzata in Palestina duemila anni
orsono possiamo scoprire la vicinanza, la presenza, la tenerezza di Dio. Poi il testo ci dice, anzi
è Gesù a dircelo, che nessuno
può superare questa prova; anche il buon Pietro, che pensava
di essere il superman della fede,
cadrà quello stesso giorno, rinnegherà poche ore dopo quello
stesso Signore per il quale adesso si dice pronto a morire.
Che cosa significa questo fatto? Significa che credenti, «cristiani» lo si diventa soltanto dopo aver rinnegato il Signore. Soltanto quando in noi si spezza
definitivamente l’immagine di
un Signore trionfante e soltanto
quando nella nostra memoria si
iscrive il ricordo del nostro rinnegamento, può nascere la fede
propriamente «cristiana». Soltanto dopo aver sperimentato,
come Pietro, che siamo dei congiurati nei confronti del Signore
e dopo aver disperato della nostra fede, potremo comprendere
l’Evangelo della croce e della Risurrezione. Pietro non è ancora
convertito!
Questa dura parola di Gesù ci
fa capire che, in qualche modo,
chi non ha mai rinnegato il Dio
della croce, non lo ha ancora conosciuto. Anche se cadremo,
dobbiamo passare attraverso il
vaglio di Satana per dirci «cristiani». Fino ad allora, esattamente come Pietro, rimaniamo
davanti a Dio nella nostra doppia identità, nella nostra schizofrenia. Gesù, infatti si rivolge a
Pietro chiamandolo con il suo
vecchio nome; Simone. Dopo
che quest’uomo ha lasciato tutto ciò che aveva per seguire Gesù, nonostante l’entusiasmo di
Pietro e le sue molteplici confessioni di fede, Gesù lo chiama di
nuovo con il suo vecchio nome,
con il nome che aveva prima di
diventare discepolo.
Accanto al nome della sua vocazione, che gli ha dato una
nuova identità, vi è il nome della
caduta', del rinnegamento, del
ritorno all’antica identità. Io
credo che sia così per ognuno di
noi nel corso della nostra vita.
Sarà cosi anche per le ragazze e
per i ragazzi che sono stati ammessi in chiesa in queste ultime
settimane e hanno confessato la
loro fede. Tutti noi, in alcuni
momenti, ci sentiamo afferrati
dalla parola di Cristo che ci rende discepoli ma in altri dobbiamo riconoscere la nostra difficoltà a superare la prova della
fede, a credere cioè che la prima
e l’ultima parola della nostra
esistenza e dell’intera vicenda
umana è stata scritta la notte del
Venerdì Santo, su una croce simile alle tante altre di cui è disseminata la storia umana.
E se rimaniamo in piedi anche
in queste circostanze non è certo per la solidità della nostra fede, intesa come qualcosa di nostro, che abbiamo raggiunto, ma
è solo perché il Crocifisso prega
per noi, come ha pregato per
Pietro e per gli altri discepoli. La
sua preghiera, solo la sua preghiera, fonda la nostra fede e la
nostra speranza.
Note
omiletiche
Nel corso della settii
na santa numerose tic
chiese hanno accolto
gioia i giovani che hani
chiesto il battesimo
hanno confermato |'j|
leanza del battesimo rii
vuto da bambini. In al;
chiese questo avverrà
domenica di Pentecos
in altre occasioni duri
l'anno. Ogni volt/^
questo accade, siamo tw
ti chiamati ad interro
ci sullo spessore e sulhu.|
tentkità della nostrafJ
de, sul senso delle nc^J
confessioni di fede è sul
contraddizioni che qui
portano con sé.
In mezzo alle difficd
della vita non sappiai
quali saranno le nosi
reazioni, non sappiai
se ne usciremo in piedi{
magari rafforzati anelli
nella fede o se abbant,
neremo l'ipotesi che DÌò;
accompagni la nostra \iit(|
e le sue vicende, in alcuif
casi estremamente dolo]
rose. Molte persone augurano ai giovani (o niej
no giovani) confermain
o battezzandi di potei
crescere nella fede pèrsu-1
perare le «prove» clie^
l'esistenza quotidiana fi
attraversare ad ogni
re umano.
La riflessione sui momenti della prova rltonil
poi in molte occasioni nel
corso della nostra esistefli
za. Vale dunque la pene
affrontare quelle parole
apparentemente più dure
che Gesù ha rivolto ai suoi
discepoli nel suo cammino
verso la croce. Proprio in
quei brevi, drammatici
dialoghi, quasi sempre
fraintesi da chi lo circondava, possiamo trovare
non le risposte ai nos^
molteplici interrogatili
sul dolore immotivatoe
sul disorientamento kai
CL
può cadere anche irw
dente, ma una possibie
chiave di interpretazione,
una possibile prospettivs
nella quale porre tutto
ciò che segna negativamente le nostre giornate
e crea inciampo e ostacolo alla nostra fede.
Il racconto della Passione e della crocifissiorieiii
Gesù secondo Luca si distingue, in parecchipundi
da quello di Marco, lo
particolare va rilevatoij
fatto che l'indicazionedel
traditore avviene solo dopo l'ultima Cena. Que^
significa che la corounio
di Luca è pronta ad aceitare che al tavolo deW
Cena vi siano anche w
traditori. Il fatto, poi,
nel nostro testo Gesù
ghi per i suoi è in qualcW
mocio un riassunto di ti'
i
to il messaggio evangoij |p|stora
rV\a ilDÌO V.. .
co, del fatto che «Di®
per noi».
È così molto chiaro cW
la pietra su cui Gesùc»
struirà la sua chiesa nobt
il credente sicuro di S'
della propria fede mi
pietra che sta per cafl®;
- anzi che è caduta
rinnegato piangente, c*
sarà tenuto in piedi dai
gnore. Pietro, come
no di noi, deve insom „
convertirsi una
volta: da pagano ti®''® ^
ventare cristiano e da ,
VCIILOIC - À
stiano deve diventare
conoscersi peccatore
m Per
approfondii
Per approfon«.--. ,
flessione è sempt® , .
guardare all'/rrtr'OaU
al Nuovo Testamene
Bruno Corsani CI®''
Torino, 1991. Cotrt® Ljj,
mentario a Luca '
no indichiamo d''®'',
Karl Heinrich RepS
Paideia, Brescia, '’^LeiiPer inquadrare la
da di Gesù, il st'® jgj
a Gerusalemme e
morte vale la
gere Gunther
Gesù dì Nazatetn,
diana, Torino, 19''
.™-J» <
%i(
volatel
deilechi
scanaè
dista e i
nizzato
laröton
trapian
liamiop
20 press
«sa, ile
lini dell
ipitotid
nienico
luitoal
in
n
done iti
ganieil
li, del D
già dell’
Introc
tietà m
«tra, in
20 che i
getto m
“ilbemp
(ICorin
tale da
sua dlg
procedi
- Tpi
®t>. tat
®heip,
cui avvi
ni sono
rebtale:
tua è pi
ÿaollt
«uizion
la card
tPanten
{feti,
Itale
I® previ
•»coesi
Petain,
»»Part
®onosti
»on dii
®ioun,
“■iani
Percon
» Pron
mente
3
a seti
3se tii
xolto
hehani
^esitilo
nato I'
■simo rii
li. In all
ivverrà
Iteci
'i duri
lOlt
iiamotd
nterro¿
e sud
nostra
ìlle ni
ide e
he qui
diffici
sappia:
le nosi
»appiai
in
ati
abbani
si che Dio]
nostra vi¿|
I, in alcui
inte
rsone au>ni (o IH),
ifermand
di pota
ide persaove» cte
tidianafi
ogni e»
e sul Iliova riton®
casioni
:ra esisteai
le la peiu
Ile parole
e più dure
}lto ai suoi
) cammta
Proprio lo
ammatid
si sempre
lo circón;
0 trovare
! ai nosi
arrogati!
lotivatpe
ento iooii
che il*àe
1 possibile
iretaziotia
irospettiva
orre tutto
negativae giornate
) e ostatode.
alla Passio;
ifissiorietl
Luca si diicchipuni
Marco,. In
rilevato
:azionedel
ie solò dola. Questo
comunitì
a____
volo delle
anche
o, poli obe
) Gesù prò
Un'importante introduzione al pensiero del teologo
L'uomo completo di Bonhoeffer
Il cristianesimo di fronte alia frantumazione ^
dell'età moderna: una tensione dialettica
LIDIA MAaCI
IL 1995 è passato e con esso
tutta una serie di iniziative
volte a commemorare uno
dei più acuti e inquietanti
teologi del '900. Molte nostre
chiese hanno dedicato iniziative a Dietrich Bonhoeffer: altri, da fuori, vi si sonò avvicinati per la prima volta, con il
rischio di trasformare in moda il pensiero e l’opera di un
autore vissuto ai margini del
proprio ambiente. Come
diffondere allora il suo pensiero mantenendone l’integrità? Come tutelarne la
«marginalità» evitando di cadere nella tentazione di divulgarlo come figura rappresentativa del protestantesimo?
Alberto Gallas, curatore
dell’edizione italiana delle
Opere per conto della Queriniana, con il suo libro* può
esserci d’aiuto per accompagnare il lettore aUa scoperta o
all’approfondimento di Die1 rich Bonhoeffer, Gallas evidenzia il metodo di pensiero
del teologo, e poi in questa
griglia inserisce i singoli argomenti: c’è una sapienza pedagogica nel modo di rivelare
l’universo,bonhoefferiano,
che rende "questo lavoro accessibile anche ai non esperti;
per chi non abbia ancora affrontato le sue opere, il libro è
un’utile introduzione alle letture dirette. In maniera chiara e sintetica sono presentate
tutte le opere del pastore luterano: schema, contenuti e
gradi di difficoltà.
Limitare però il giudizio al
solo aspetto di sussidio non
fa giustizia all’autore, che si
inserisce con una propria
chiave di lettura nel dibattito
su Bonhoeffer. Gallas, in linea con Eberhard Bethge,
enfatizza la necessità di comprendere la struttura mentale già rintracciabile agli albori del pensiero bonhoefferiano per meglio seguirne poi
gli sviluppi e le conseguenze.
L’ipotesi di lavoro, come egli
stesso la definisce, è che sia
la vita sia tutta l’opera di
Bonhoeffer possa essere letta
come il tentativo di «risolvere
il problema della frantumazione dell’età moderna ed in
particolare del tempo in cui
egli vive». Tale tentativo però
non porterà come soluzione
la ricerca di una sintesi unitaria, ma il ristabilimento di
una tensione tra poli, tensione che non appiattisce mai la
dialettica della realtà.
Non si tratta solo di un lavoro scientifico: molte domande sulla nostra fede e il
modo di viverla nella nostra
realtà storica, sul rapporto tra
tradiziotie e rinnovamento,
tra Antico e Nuovo Testaamento, religione e etica, legge e autonomia, confessione
religiosa e dialogo eciimenico, trovano un possibile onesto confronto in Bonhoeffer,
proprio nella prospettiva
suggerita da Gallas.
(*) Alberto Gallas: Anthropos
téleìos. L’itinerario di Bonhoeffer nei conflitto tra cristianesimo e modernità. Brescia, Queriniana, 1995, pp 504, £ 60.000.
PAG. 3 RIFORMA
■ Bonhoeffer
Il perché '
di un titolo
in greco
Anthropos télelos è una lettura completa del pensiero e
della vita di Bonhoeffer visti
sempre in dialogo con il contesto storico-culturale.
Il titolo in greco, una scelta
rischiosa effettuata dall’autore, sembra voler presentare
una visione «completa», globale del suo pensiero. Anthropos télelos è l’uomo pieno,
completo, non diviso, «l’uomo compiuto nella cui esistenza si realizza, consapevolmente o inconsapevolmente, sia egli "cristiano” sia
egli "pagano", l’invito di Gfsii
ad essere "perfetti”».
Il greco era anche una scelta obbligata se si voleva preservare tutta la forza del significato biblico del termine,
riscoperto e continuamente
impiegato da Bonhoeffer
stesso. Del resto l’espressione in italiano sarebbe risultata troppo ambigua («uomo
perfetto»?). Il sottotitolo comunque, assai esplicativo
{L’itinerario di Bonhoeffer nel
conflitto tra cristianesimo e
modernità), chiarisce molto
bene l’intento deU’autore,,
Tavola rotonda a Pisa sui problemi etici, medici e legali
Il trapianto di organi come dono di sé
DUUDIA ANGELETTI
ROSEGUENDO l’approfendimento sui temi individuati dal documento
«lioetiea: ricerca e orientamenti» elaborato dal gruppo
ii^io nominato dalla Tavol^dese, l’Associazione
de^hiese battiste della Toscana è il 10“ circuito metoe valdese hanno orgaun’interessante tavoIftfdtOnda sul problema del
trapianto degli organi. Vi
Itaiùio preso parte, il 10 mar^ptesso la chiesa valdese di
fisa, il dottor Mario Carmellini dell’Istituto di chirurgia
^>Wmentale del Centro trapianti di Pisa, il pastore Dotnenico Maselli (che ha sepito alla Camera l’iter delle
l^gglin materia), il dottor
Vincenzo Passarelli, presidente regionale dell’Associa^one italiana donatori di organi e il pastore Sergio Tatto-- . _ “’tiel Dipartimento di teoloinquald» giadell’Ucebi.
Ito di ;ì Ultroducendo il dibattito, la
evang® totora Giovanna Pons ha as" Vociato il trapianto al dono, in
contrapposizione a una sodetà mercantile come la nostra, in cui si dimentica spesche il corpo non è un oggetto ma, nell’ottica cristiana,
*il^mpio dello Spirito Santo»
Pporinzi 6, 19), e in quanto
ale da salvaguardare nella '
^5 dignità. In relazione alle
^^edure che spesso emergo presso il grande pubbliLàrmellini ha precisato
. I potenziali cadaveri da
^avviene il prelievo di orgaaono in stato di morte ceotme: il loro encefalograma e piatto e la respirazione
fi,--nto è assistita; l’unica
«nzio
he «Dio
chiaro cW
i Gesù co
(lesa noi*'
jro di sé,'
gde ma
per cadei;
aduta '
gente, ^
)iedi dsl'
ome og®
ì insomn»
a secón®
IO deve
IO e da
entareeo
atore.
ondi^
ndirela'^
"P'® ‘’•S
troduti%
amento¡^
Claudia'^
ome co^
:a in
I quello
Rengst“'
e la
su'
1977
riiei
lità alla donazione: la media
di donatori è infatti nettamente inferiore a quella di
molti altri paesi europei. Anche Passarelli ha espresso
rammarico per l’atteggiamento di chiusura verso questo atto di impegno civile,
chiusura contro la quale l’Aido da circa 25 anni sta facendo sensibilizzazione.
Sergio Tattoli ha cercato in
primo luogo di chiarire i motivi delle remore psicologiche
che spesso inconsciamente
frenano la nostra generosità,
individuandone la radice in
un malinteso concetto di sacralità del corpo, di stampo
più cattolico che biblico, come è stato evidenziato in una
presentazione essenziale
dell’idea di corpo nell’Antico
e nel Nuòvo Testamento.
Nella Bibbia è piuttosto la vita a essere sacra: sin dalla Genesi (9, 5) c’è un'indicazione
precisa dell’importanza del
rispetto della vita e della responsabilità per la vita altrui.
Inoltre la particolare sensibilità di Gesù per la vita minacciata delle persone colpite da
malattie ci consente di collocare la donazione di organi
nell’ambito della salvezza,
intesa come liberazione dalle
catene che impediscono la
piena realizzazione dell’essere umano. In quanto in no
stro corpo non appartiene a
noi ma a Cristo (I Corinzi 6,
19) dovremmo giungere a
una consapevolezza etica tale
da spingerci alla solidarietà
verso i sofferenti donando
anche un po’ di noi stessi.
Maselli ci ha riportati a una
dimensione più problematica per la lentezza del legislatore su questa materia, che
per tanto tempo si è cercato
di rimuovere, anche per le influenze determinanti del Catechismo della Chiesa cattolica che non incoraggia la donazione di organi. Altri aspetti in discussione riguardano
la necessità di definire quale
peso debba avere la libera
volontà della persona su cui
si effettua il prelievo (libero
consenso o «silenzio/assenso»?) e la ricerca di modalità
per impedire che in un’epoca
di liberismo sfrenato si verifichi un vergognoso commercio di organi.
Altri elementi di discussione sono emersi dàlie domande del pubblico, che ha così
espresso il desiderio di sollécitare i membri delle chiese
evangeliche a attivarsi come
donatori. Purtroppo i mezzi
di informazione televisiva regionale non hanno risposto
al nostro invito a rendere
partecipe del dibattito un
pubblico più ampio.
Il film di Olmi non è abbastanza problematizzato
La Genesi è anche storia deiroggi
LUCIANO DEODATO
La sfida era certo molto
difficile: il materiale con il
quale Olmi aveva a che fare
non era una storia come
quella di Abramo o di Giuseppe, ma il distillato della riflessione teologica d’Israele
sui grandi miti religiosi
dell’umanità. Alludo al film
di Pasqua che la Tv ha mandato in onda il sabato santo,
«Creazione e diluvio». Confesso che. rispetto ai precedenti della stessa serie, su
Abramo e Giuseppe ma forse
anche in assoluto questo è risultato, a mio giudizio, piuttòsto noioso é lungo. La soluzione di leggere praticamente
i primi capitoli della Genesi,
illustrandoli con immagini,
non è stata felice. Nulla da
dire sulle immagini di per sé
belle anche se un po’ troppo
oleografiche e scontate: ma
mancava l’azione, necessaria
per un tipo di linguaggio come quello del film. E soprattutto mancava la problematizzazione.
Il fascino di quelle pagine
sta non tanto nel racconto di
fatti lontani che appartengono alla preistoria dell’umanità, ma nella capacità stupefacente degli autori biblici
di avere condotto una riflessione che, parlando del pas
sato, riguarda il presente e il
futuro. Non è possibile in
questa sede affrontare il problema della lettura dei capitoli 1-11 della Genesi: ma diciamo che un qualsiasi lettore dotato di un briciolo di
sensibilità avverte che in
quelle pagine tion si parla di
personaggi lontani, ma vicini
e contemporanei, quasi che
essi costituiscano in un cersto senso gli archetipi della
nostra umanità.
Per esempio la solitudine
di Adamo, la gioia della scoperta di Èva, sono una figiua
della travolgente ed entusiasmante esperienza dell’innamoramento di due creature.
O ancora, la tragedia della
rottura del loro rapporto di
solidarietà e complicità, si ritrovano nella esperienza di
migliaia e milioni di coppie.
La stessa vicenda dei due fratelli, Caino e Abele, e il firatricidio mosso da un conflitto
religioso, non sono forse rintracciabili in una diversità
innumerevole di varianti anche nel nostro tempo?
Olmi, regista cattolico ma
anche «poetico», forse troppo
spesso disprezzato dalla critica, ha letto, certo correttamente, questa vicenda sullo
sfondo dell’opposizione tra il
mondo contadino sedentario
(Caino) e quello nomade pa
storizio (Abele); ma il linguaggio era enigmatico, fatto
solo per allusioni difficilmente percepibili. E quando, per
descrivere il crescere della
violenza, ha inserito immagini moderne (carri armati,
scene della guerra del Golfo,
ecc.), il brusco salto era più
un contrasto stridente che
una esemplificazione.
Le lunghe sequenze sul diluvio e la vita nell’arca di
Noè, non rendevano la drammaticità di una vita che passava attraverso le acque tumultuose del caos primordiale. L’unica acqua che si vedeva era la goccia che con cadenza esasperante gocciolava sfrigolando nel braciere.
Evitare urio spettacolarismo
alla Cedi De Mille va bene,
però c’è modo e modo.
Non so se sia stata questa
l’intenzione di Olmi, ma alla
fine se ne ricavava la sensazione che l'ideale dei primi
capitoli della Genesi sarebbe
una società patriarcale contadina, mentre la città, l’arte, la
cultura sarebbero frutti del
peccato. Il che può anche essere, ma non è l’unica lettura
possibile. La vicenda della vita e la storia umana hanno
nelle pagine della Bibbia un
ben altro spessore e contengono una problematica molto
più profonda e affascinante.
,, - K«**
solito è
l^one ancora attiva è quel. cardiocircolatoria, utile a
(j_ tenere gli organi vascola,r?ati e perciò reimpiantabi
in vigore è estre^uente garantista in quanI- p®vede l’osservazione del-jai°®®tstooza di determinati
da per almeno 6 ore
piatte di 3 medici: inoltre,
Uon j̮tite 11 dettato di legge
8tn,, P®ttga che sia richie0»^ t^osenso al prelevo di
ai parenti, ciò avviene
'^icomuetudine.
j^^^ellini ha lamentato la
attitudine degli italiani
favorevolta per l’atto di disponibi
Deputazione di storia patria
Theo Kleiner socio straniero
Il pastore dott. Theo Kiefner è stato nominato recentemente «60CÌO corrispondente
straniero» della Deputazione
subalpina di Storia patria
«per ì suoi meriti di studioso
di storia valdese in generale e
specialmente per le ricerche
sui valdesi in Germania».
Dopo Arturo Pascal e Amedeo Molnàr, Kiefiier è il terzo
socio che proviene dall’ambiente protestante: fra gli altri membri della Deputazione
ricordiamo M. Viora, Grado
G. Merlo, G. S. Pene Vidari e
Isidoro Soffietti, che con i loro studi di elevato valore
hanno dato un valido contributo a far conoscere sempre
di più la storia valdese negli
ambienti culturali italiani e
stranieri.
Se in altra sede si descriverà in modo più esauriente
l’attività storica di Kiefher, si
può qui riassumerla brevemente, ricordando che ha visitato (e continua a farlo regolarmente) tutti gli archivi
europei in cui possono trovarsi documenti riguardanti
la storia valdese. Basandosi
su una straordinaria quantità
di informazioni, in parte inedite, Klefiter ha scritto e pubblicato, in una trentina d’anni circa, varie opere importanti (fra cui una biografia di
Enrico Amaud) e alcune centinaia di articoli comparsi su
varie riviste europee, (f.j.)
Da più di 40 anni esce la rivista culturale calabrese
La «Procellaria» tra locale e internazionale
Da 44 anni «La Procellaria»,
rassegna di «varia cultura»,
riesce nel duplice intento di
mantenere vivo da un lato il
dibattito artistico-culturale
più «generale» e ampio a livello italiano e intemazionale
e di scoprire, riscoprire e promuovere l’espressione degli
artisti legati alla Calabria.
La rivista trimestrale, che
ospita anche in copertina dipinti e opere grafiche difficilmente fruibili altrimenti, si
apre per esempio nel suo primo numero di quest’anno
con uno studio relativo alla
«vita segreta» di Tolstoi, studio che, a firma di Rudy De
Cadaval, parte dalla bio^afia
anche infantile dello scrittore
e pensatore msso per interloquire poi con le sue opere più
fàmose e con l’idea di Cristo
e del cristianesimo che Tolstoi espresse in alcune pagine di Anna Karenina.
Seguono, nel numero in
questione, poesie di vari autori i più giovani dei quali potranno riconoscere in Ernesto Pozzanghera un compagno di strada e un fratello
maggiore capace di suscitare
l’entusiasmo per l’espressione in versi. In altre pagine invece la riflessione ritorna ad
affrontare grandi interrogativi dell’uomo d’oggi, come
(nel saggio di Piero Gangemi,
«Chi ha voluto la morté dei
dinosauri?») il «posto» che il
genere umano ha oggi rispetto al resto del creato.
Di un certo interesse anche
le risposte di Francesco Crisi
(autore per l’editrice cattolica
Piemme di un volume di saggi dal titolo Scrittori cristiani)
alle domande della Procellaria su che cosa si intenda oggi
per scrittore cristiano (secondo l’autore del libro «un uomo impegnato con il Messia,
figlio di Dio, venuto in terra
per salvare tutti»).
La Procellaria, fondata e
diretta da Francesco Fiumara, esce quattro volte l’anno.
L’abbonamento costa 30.000
lire (cc postale n. 11638897,
casella postale 108, Reggio
Calabria).
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 19 APRILE 1
messo
•Itnltts'
La petizione promossa dalla Comunità di Iona sarà presentata a Graz
Superare le divisioni alla Mensa del Signore
Secondo il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec)
entro il 2000 occorre fare di tutto per rendere più visibile l'unità dei cristiani
WALTER WOLF
A tutti i cristiani battezzati,
di, qualunque confessione, dovrebbe essere dato entro il 2000 di poter celebrare
uniti la Cena del Signore nei
centri ecumenici riconosciuti e alle sedute ecumeniche
ufficiali. La «Comunità Iona»,
scozzese, ha creato un movimento che si propone questo
obiettivo e ha lanciato in tal
senso ima petizione. Il movimento, nato all’interno della
Chiesa di Scozia, sta raccogliendo adesioni anche negli
ambienti cattolici scozzesi.
Sull’isola di Iona, nelle Ebridi, dove il monaco irlandese
Colombano iniziò la missione nell’Europa nord-occidentale, il movimento gestisce un Centro ecumenico di
incontri.
La Comunità Iona raccoglierà fino alla Pasqua del
1997 firme di protestanti,
cattolici e ortodossi. La petizione sarà poi presentata in
giugno a Graz, dove i cristiani europei si raduneranno
per il secondo convegno ecumenico continentale sui temi
della giustizia, della pace e
della salvaguardia del creato.
«Questa iniziativa viene al
momento giusto e dalle persone giuste» ha commentato
il segretario generale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Ccfc) Konrad Kaiser,
in una intervista concessa alla Rivism «Reformiertes Forum» di Zurigo. Entro il 2000
occorre fare di tutto per rendere più visibile l’unità dei
cristiani. La Comunità Iona,
come movimento ecumenico
di base è particolarmente
La Santa Cena valdese, con pane, vino e pesce (duomo di Naumburg, sec. XIII)
portata ad agire come battistrada in questo tipo di iniziative. Kaiser è convinto che
la maggior parte delle chiese
membro del Cec non avrebbe
grosse difficoltà ad accogliere
la petizione. Le difficoltà
maggiori verrebbero certamente da parte del Vaticano.
I promotori della petizione
barino tenuto conto dell’opposizione di Roma e proprio
per questo hanno preso in
parola il papa, il quale nella
sua Lettera apostolica per il
Giubileo del 2000 ha affermato che, alla vigilia del terzo
millennio, la sua preghiera è
che «l’unità di tutti i cristiani
cresca fino a giungere alla
piena comunione». Già pri
ma delle dichiarazioni del
papa, Konrad Kaiser aveva
chiesto a tutte le chiese del
Cec di dare idee e suggerimenti, di fare proposte per
far sì che l’anno 2000 fosse
veramente vissuto ecumenicamente. E il segretario del
Cec aggiungeva che non si
tratta di organizzare manifestazioni spettacolari, magari
a Gerusalemme o al monte
Sinài, ma di fare in modo che
i cristiani e le cristiane di diversa tradizione colgano l’occasione, lì dove si trovano,
«per esprimere l’unità dell’
intero popolo di Dio».
Purtroppo, come prosegue
Kaiser, le dirigenze delle
chiese sono rimaste sorde
all’invito, e quindi condivide
pienamente la spinta dal basso che viene da Iona. Kaiser
vorrebbe avere uno scambio
di idee con le Alleanze e Federazioni mondiali delle diverse confessioni sul modo
migliore di celebreue l’inizio
del nuovo millennio, soprattutto per evitare una sorta di
concorrenza fra le diverse
chiese. Nel frattempo una
sottocommissione del Gruppo di lavoro Cec-Vaticano sta
cominciando a studiare la
possibilità di una testimonianza da condurre insieme
nell’anrio 2000.
(da Reformiertes Forum
dell’8 marzo 1996)
Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
I seicentomìla protestanti della Chiesa unita dello Zambia
Fondata nel 1965 dall’Unione delle chiese metodista,
presbiteriana, congregazionalista e riformata, la Chiesa
unita dello Zambia (Ucz) è la
chiesa protestante più importante del paese.
Nel 1985 rUcz ha festeggiato il centenario dell’arrivo
dell’Evangelo nel paese Buiozi grazie al ministero della
Società delle missioni di Parigi. Nell’agosto 1990, ha festeggiato il 25° anniversario
della sua fondazione. È una
chiesa in piena crescita in cui
il ruolo delle donne e dei giovani è molto importante per
l’evangelizzazione.
Nel 1990 la chiesa contava
600.000 membri, 16 pastori
ordinati (di cui 7 donne), 13
candidati pastori, 24 evangelisti, 30 diaconesse e 2 inviati.
Alla formazione teologica
provvedono il Collegio teologico di Mindolo (Kitwe), il
Centro di formazione per laici di Kashinda e il Centro giovanile di Sefula, che fornisce
un’ampia formazione teologica ai laici.
Servizio e condivisione
L’insegnamento professionale dispone di un collegio e
di quattro centri di formazione agricola. Vi sono inoltre 6
scuole secondarie con oltre
3.400 alunni e 119 insegnanti.
Nel campo sanitario, ci sono
due ospedali (Kabo e Yuca), e
tre dispensari.
L’Ucz gestisce una casa
editrice che pubblica unicamente libri destinati alla
chiesa. Nel campo dei mass
media lavora ip collaborazione con il Centro ecumenico
Multimedia di Lusaka. Questo Centro pubblica un quo
tidiano, il «National Mirrar» e
produce trasmissioni per la
radio e la televisione: ha an- •
che un dipartimento audiovisivo, ma l’influenza dell’Ucz
sul Centro è limitata. A Mindolo (Kitwe), una scuola di
formazione al giornalismo
accoglie studenti provenienti
da vari paesi dell’Africa australe. La scuola dispone di
una ricca biblioteca.
Problemi e progetti
La crisi economica provocata dal crollo del prezzo del
rame sul mercato internazionale ha generato una crescente povertà. Le conseguenze che ne derivano sono
visibili ovunque: malnutrizione, disoccupazione, criminalità, mancato sviluppo. La
situazione si è aggravata con
l’arrivo massiccio di profughi
dall’Angola, dalla Namibia e
dal Mozambico, che rappresentano più del 10% della popolazione in un paese che ha
gravi problemi di trasporto e
che è vittima della siccità.
D’altra parte, si verifica il
fenomeno della moltiplicazione delle sette e i problemi
finanziari rendono più difficile la testimonianza della
chiesa. Tuttavia, fin dal 1989,
rUcz ha avviato un piano
quinquennale che comporta
un centinaio di progetti in tre
ambiti:
a) Servizio: sviluppo dell’
opera scolastica e medica,
partecipazione agli aiuti ai
profughi, lavoro ecumenico,
lotta per i diritti umani, scelta
prioritaria dei poveri e degli
oppressi:
b) Formazione: miglioramento dei mezzi forniti ai laici e ai ministri di culto, au
mento del numero degli atelier di formazione:
c) Autosufficienza: delega
delle responsabilità del Sinodo, ricerca dell’indipendenza
finanziaria, promozione di
progetti che possano fornire
un reddito (locali da affittare,
allevamento, colture).
L’Ucz è impegnata in due
«azioni apostoliche comuni»
(Aac): a Kaputa, dove i membri dell’Aac hanno partecipato a un lavoro di sviluppo
economico (industria della
pesca) e nello stesso tempo
hanno dato una testimonianza dalla quale sono nate diverse chiese: a Nyengo, dove
l’Aac ha assunto la forma di
un lavoro di ripristino di un
canale di 115 km di lunghezza, mezzo di comunicazione
indispensabile in una zona
sprovvista di strade, di elettricità e di acqua potabile.
Questo settore del fiume
Luanginga è percorso da innumerevoli meandri su una
distanza di 300 km: per attraversare la zona ci vogliono da due a tre settimane, il
che isola le 50.000 persone
che vivono nei villaggi attorno. Con il nuovo canale basterà una giornata di navigazione anziché una settimana
sul fiume.
L’inaugurazione del canale
è prevista per l’estate 1996.
Oltre alla Cevaa, che ne è stata l’iniziatrice, questo progetto ha coinvolto varie opere
umanitarie, nonché autorità
nazionali e locali. 400 abitanti dei villaggi hanno partecipato ai lavori. Il canale permetterà di mantenere sul posto coloro che sarebbero stati
tentati di abbandonare il loro
villaggio per andare a incre
mentare la popolazione attorno alla capitale. Anche in
questo caso, date le difficili
condizioni economiche, non
è sembrato possibile annunciare l’Evangelo senza tentare di migliorare le condizioni
di vita degli abitanti.
In occasione del 25° anniversario deU’Ucz il presidente dello Zambia, Kenneth
Kaunda, ha insistito sulla necessità della cooperazione
tra la chiesa e lo stato, specie
in una situazione così difficile. L’Ucz partecipa al Consiglio cristiano dello Zambia che raggruppa 14 chiese
anglicane o protestanti. È
membro dell’Alleanza riformata mondiale (Arm), della
Conferenza delle chiese di
tutta l’Africa (Ceta), del Consiglio per la missione nel
mondo (Cwm), e del Dipartimento d’oltremare della
Chiesa metodista (Mcod).
Il paese
Lo Zambia ha una superficie di 752.614 km quadrati,
con una popolazione di
7.600.000 abitanti. Il prodotto interno lordo prò capite è
di 290 dollari. Le lingue utilizzate sono l’inglese, il bemba, lo tsonga, il lozi, il nyanja
e il jumbuka.
Lo Zambia produce granturco e canna da zucchero,
sfrutta miniere di zinco, di
carbone, di piombo e di vanadio.
Sul piano religioso le chiese protestanti rappresentano
il 17% della popolazione, le
chiese indipendenti africane
il 26%, la Chiesa cattolica romana il 30%, l’Islam il 3%, le
religioni tradizionali il 24%.
(Cevaa)
LÌditore
. iitStntoc
Il Vaticano e il caso Jan Hus
PRAGA —11 Vaticano sta «riconsiderando» il caso di Jan jj»
ma non ha intenzione di riabilitarlo. È quanto ha dichiarato^
plortavoce della Chiesa cattolica romana della Repubblica ceq
Nel febbraio scorso, il giornale ceco Lidove Noviny aveva seti
to che il Vaticano si apprestava a riabilitare il riformatore i
quest’anno. Miloslav Fiala, portavoce della Conferenza episjj,
pale ceca, ha detto che una «dichiarazione preliminare» sul a
so Hus potrebbe avvenire nel corso di quest’anno. Ogni ty
sione del Vaticano, ha precisato Fiala, dipenderà dalle ra^
mandazioni della commissione interdenominazionale ceca
istituita nel 1993 dal cardinale Milosav Vlk di Praga, che lo sca
so anno fu il primo leader cattolico romano a unirsi ai pro|
stanti nella commemorazione del martirio di Jan Hus. L’estai
scorsa il presidente ceco, Vaclav Havel, aveva dichiarato d
l’eventuale riabilitazione di Hus da parte della Chiesa catto|
romana avrebbe' «rafforzato la comprensione ecumenica e
cooperazione fra le chiese» ma il decano della Facoltà di teol
già protestante di Praga, Jakub Trojan, ha affermato che il gjoi
naie Lidove Noviny non aveva tenuto conto delle comples^
legate al caso Hus. «Se una riabilitazione venisse presa in coj
siderazione, ciò avrebbe un notevole significato per la questi
ne dell’autorità della chiesa. Ma è altamente improbabile chsjj
Chiesa cattolica romana riconosca errori passati su qu^si
punto», ha detto Trojan. «Al Concilio di Costanza, il dibatti
verteva sui concetti di autorità visibile e invisibile. I cattoli
non accetteranno che l’autorità invisibile di Gesù Cristo prevai
ga sull’autorità visibile della Chiesa», ha aggiunto. (en
Georgia: il presidente Schevernadze fa un
dono per la nuova cattedrale ortodossa
valèi
TBILISI — Il presidente georgiano ha fatto un dono peri ^
costruzione della nuova cattedrale ortodossa di Tbilisi, |j i
manifestare il suo appoggio alla causa dell’unità nazioiìlt
Dopo la cerimonia della posa della prima pietra, il 3
scorso, Schevernadze ha dichiarato che la costruzione di qut'
sta cattedrale «avrebbe segnato degnamente la fine del secqit ^
do millennio» e avrebbe permesso all’ex Unione Sovieticai
«varcare, da paese unito, non diviso, forte e felice, la soglia di
XXI secolo». Secondo Dzemory Grashvili, portavoce ¡del Pa^
triarcato ortodosso georgiano, Schevernadze ha giocatola
ruolo «molto attivo» alTinterno del Consiglio nazionale lesponsabile del progetto, ed è riuscito ad ottenere l’appoggioè
diversi ministeri. Circa l’80% degli abitanti della Georgia (5,4i
milioni) si dichiara cristiano ortodosso, anche se la Repubbto
conta anche minoranze cattoliche romane, armene e musé
mane. La Chiesa ortodossa georgiana, che risale all’inizio:
secolo, è diretta dal 1977 dal patriarca Ilia lì. Schevernadzetì
fatto battezzare nel novembre 1992, otto mesi dopo aver a
sunto la presidenza della Repubblica. (spplet
tultu
posti
iacqu
^ns
itiet
biffilo
'teste
ipov
Premio Templeton al fondatore di
«Campus Crusade for Christ»
NEW YORK — Il Premio Templeton 1996 per il progresso’tt
religione è stato assegnato a William R. Brighi, fondatoree
presidente dell’organizzazione «Campus Crusade for Christ».
L’organizzazione conta 13.000 collaboratori in 165 paesi e iM
un bilancio annuo di 300 milioni di dollari. Brighi ha dichiüB*
to che dedicherà l’ammontare del Premio «alla sensibilizzazione dei responsabili di chiesa alle virtù spirituali del digiunoj
della preghiera», due pratiche che egli considera come «le pi* ;
arricchenti e le più stimolanti fra tutte le discipline cristiane^
Il Premio Templeton è stato creato nel 1972 da John M.’rempleton, presbiteriano originario dal Tennessee, che oggi vivei
Nassau, nelle Bahamas, che aveva deciso di assegnare quest)
premio per ricompensare le realizzazioni nel campo della religione, sull’esempio dei Premi Nobel che riguardano altri cafflpi. Uomo d’affari che fece fortuna a Wall Street, John Temp»
ton ha cercato di dare più importanza a questo premio asse
gnando una somma maggiore di quella dei Premi Nobel. Que
sfanno il Premio è passato da 650.000 a 700.000 sterline (oW j
l.O'/O.OOO dollari). Bright ha precisato che, fra i suoi números :
programmi, «Campus Crusade for Christ» dà sempre la prece j
denza agli studenti universitari.
Germania: una chiesa luterana licenzia
una maestra battista ^
BALLINGEN — La Chiesa luterana in Germania e TUnio® _.
battista tedesca sono coinvolte in una disputa riguardante®
libertà religiosa. Lo scontro è sorto quando la chiesa luterajf
nella piccola città di Ballingen, nella Germania meridione
ha licenziato una giovane insegnante che lavorava
tarano, dopo che si era battezzata diventando membro
chiesa battista. L’incidente nasce dal diverso modo in cui lU
rani e battisti concepiscono il battesimo. La Chiesa lut®*^
pratica il battesimo dei bambini e rifiuta la possibilità ^ u
condo battesimo. Invece i battisti sostengono che I j
battesimo deve essere dei credenti e, pertanto, pratic^
battesimo in seguito alla personale conversione a Gesù Cn
Per il momento là questione del licenziamento
sa. Infatti la maestra d’asilo è incinta di cinque mesi, e la*^
tedesca impedisce che il datore di lavoro licenzi una doim
stato interessante. La soluzione di questa vicenda giungi
be, dunque, non prima di un anno.
50® anniversario della Convenzione
battista del Costa Rica
SAN JOSÉ — I membri dell’Assemblea battista del
ca (Bcc), in occasione del 50° anniversario della loro
zione hanno eletto un nuovo presidente, Carlos U*”
Convenzione costaricana, con le sue 26 chiese e 1.560 me
è una piccola minoranza nello stato prevalentemente
co. Tony Cupit, direttore del Dipartimento per l’EvapS
zione e l’Educazione dell’Alleanza mondiale battista
raccontato di un eccellente collaborazione tra
delle chiese battiste nazionali del Costa Rica (Uunbc) e i
se appartenenti alla Convenzione battista.
3 ;-’''®ons:
tecip
ta de
prop
dei,
esse
ogni
una
ogge
che!
Si
hani
che
turi
hen
li
sten;
attui
lase
cost
dam
quei
tìon
nell
Ptoj
tía i
5
Ione in abb. postale/50 - Torino
caso di mancato recapito si prega restituire
5 mittente presso i’UftIcio PT Torino CMP Nord,
L®jitore si impegna a corrispondere
¡1 diritto di resa.
Fondato nel 1848
iiiaratoin
blics C6q|
vevascfit
itoreend
episM
re» sulà
3gnidJ
lile raed
naie ced
he lo sci
1 ai proi
‘S- L’esti
iarato cW
a cattoM
‘enicaej
;à
implei
ìsainc®
la quesfiii
ibileche^
su qua^
il dibatti#
I cattolij
sto previ
feni
)ELLE "^LLI
venerdì 19 APRILE 1996
ANNO 132 - N. 16
LIRE 2000
Sembra, quando si parla di
1 ■
e fa uni
ossa
ono perii
"bilis!,
nazioni
il 3 marzi)
nedique- “i
del sec»
ovieticai
i soglia del
ce.delPariocatom
donale ri
ppoggjoi
orgia (5,4! j.
lepubblici
3 e musri '
niziodeli •
rnadzeài '
)o aver as- ■ '
(sppidl
Da sabato scorso anche San Secondo ha una sua biblioteca comunale; per la verità, quella inaugurata nei locali di
,=via Roma l, un tempo edificio scolastico, oggi Centro polivalente, è la ripresa di un’esperienza interrotta qualche anno
ifa. «Vorremmo - ha detto l’assessore alla Cultura, Paolo
Épzzo - che la nostra biblioteca diventi una piccola fucina
l^turale del paese, il suo laboratorio di idee, progetti e proposte nella consapevòlezza che la cultura è un bene che si
' jequisisce lentamente, con l’esercizio». La biblioteca, che
"•onsta attualmente di circa 2.000 volumi in parte di proietà comunale in parte del Servizio bibliotecario di Pinedo che molto ha contribuito al rilancio di questa attività,
iterà aperta, grazie alla presenza di quattro volontari, il
rtedì dalle 13,30 alle 15, il mercoledì dalle 17 alle 19, il
ivedì dalle 15,30 alle 19 e il venerdì dalle 17 alle 19,30.
turismo, che tutto dipenda
sempre dal soldi, dai contributi e dalla famosa autostrada; ma quanto conta la prima
impressione che il turista riceve al momento dell’accoglienza? Ecco un confronto
fatto nel corso di un giro sci
alpinistico da Pontechianale
ad Angrogna, Scendendo dal
Colle dell’Urina a Valperveyre, arriviamo nel primo pomeriggio al minuscolo villaggio
di Le Roux, in Queyras. A
quell’ora al «gite» non c’è
nessuno, ma un simpatico biglietto ci consente di trovare
la nostra stanza. Ci facciamo
anche la doccia calda ,e il tè,
con fornello e stoviglie a disposizione. Il mattino dopo,
prima di partire alle 6 per il
TURISMO E ACCOGLIENZA
SOLO SOLDI?
MARCO ROSTAN
Col d’Abries, troviamo un’abbondantissima colazione preparata la sera. Il pomeriggio
successivo a Prali: è Pasquetta
e, con il rientro della gente, di
stanze libere ce ne sono tante:
.tpa ci rispondono che per una
sola notte non la danno... Due
amici devono rientrare a Torino: li accompagnamo sotto il
cartello «fermata Sapav» sulla
piazza di Ghigo; ma ecco che
l’atteso pullman, proveniente
dalla seggiovia, non si cura
della fermata e imbocca direttamente il ponte lasciandoci
di stucco. «Ah, ma ferma davanti alla macelleria» ci dice
qualcuno. Grazie tante, chi lo
sapeva? Naturalmente non c’è
nessun cartello.
Dopo aver trovato un taxi
che arriverà da Perrero, proponiamo agli amici, che non
conoscono i valdesi, di visitare il museo: illusione, tutto
chiuso e difficile trovare chi
ha le chiavi. Ma se non si apre
nei giorni festivi, a che cosa
servono i nostri musei? Finalmente troviamo una stanza,
ma di far colazione alle 7 non
se ne parla: inoltre 60.000 lire
per una persona, mentre a Le
Roux con 45.000 a testa abbiamo cenato, dormito e fatto
colazione! Mi dicono che anche a Prali ci sarebbe il posto
tappa; naturalmente è chiuso,
perché non rende.
Penso: ma invece di costruire in modo dissennato albergoni spesso vuoti o costretti a
chiudere, non sarebbe stato
meglio pensare un po’ meno
al guadagno immediato e un
po’ di più alla gente, anche a
quella (poca) che in montagna ci va ancora a piedi?
ValChisone
Muoversi
nel territorio
rogressoB
zndatore!
or Chrisb,
paesi e to
a dichiaEl’
ibilizzaziO'
l digiuno*
ime «lep®
cristiane»
n M. Teooggi vive*
are ques» ^
) della rei) altri cao
in Tempie
ribèl Que su altrettante risorse
irline(olW
i numeres V
■e la prece
nzia
I l’Unioei
lardante* ^ ?*widiane» a Fenestrelle.
^ IffinortiïnTci nrrvcTPttn
sa lutetaj
eridione»
sa luterà [• concetti che devono poi
cui lu®'
tàdiunf
ratic^o
iesùCristt
ane sosp*;
i.eia
a dontw ® ï
giunge
1 costa
ro Conve®
[jmafla-,
sona'
nte
irang'
‘A
c)e\eàf.
' Sta per essere presentato in
val-jChisone un interessante
«progetto pilota» dedicato
aÒ^rientamento scolastico
ma in particolare alla conos^nza del territorio, condi. épne fondamentale per «sapersi muovere», e al turismo.
L’iijziativa ha preso le mosse
. Séiranno scolastico in corso
su proposta della Comunità
taontana e del Cilo di Perosa
’^gentina e ha visto coinvolti
i ragazzi di tutte le scuole meie della valle: Villar Perosa,
'erosa Argentina, Perrero,
lestrelle.
Cinque classi hanno lavorato alla realizzazione di cinque
>Jlepliant ad uso turistico-di
A colloquio con Enrico Bighetti, nuovo commissario deirazienda Usi 10 di Pinerolo
Ospedali e territorio per fornire il massimo dei servizi
PIERVALDO ROSTAN
Di
delle valli, non ancora valorizzate da altre iniziative, allo
sùopo di distribuirli negli uffici turistici. Sono stati scelti
la chiesa di San Pietro in Vin‘ coli e il villaggio Agnelli della Riv a Villar Perosa, il percorso della Resistenza a Perosa Argentina, il mulino Passi
a Penero e il «percorso delle
importanza del progetto
eiiu-— ^t|siste nel concetto di «parail’asiloW' |Ì|d*t^azione attiva» alla crescitnbro de® T® del territorio cioè per fare
• " : .proprie delle informazioni e
a lunedì 25 marzo ha
preso servizio il nuovo
commissario delTUsl 10 di
Pinerolo; si tratta dell’ing.
Enrico Bighetti che nella ormai lunga lista di direttori
della sanità pinerolese succede ad Attilio Balbinot a sua
volta nominato dalla Regione
all’indomani della sentenza
del Tar che aveva annullato le
precedenti indicazioni della
giunta regionale (Giovanni
Rissone). Le attuali nomine
dei commissari sono a termine (spi mesi) ma è probabile
che se i nuovi manager lavoreranno bene, possano essere
riconfermati negli incarichi. Il
Pinerolese ha sotto il profilo
sanitario non pochi problemi
e alcune urgenze; l’andirivieni del recente passato nulla ha
fatto che rinviare le soluzioni.
L’ing. Enrico Bighetti arriva da esperienze nell’industria privata: dieci anni nella
Fiat, poi direttore generale alla Saiag industria con holding
a Ciriè e un fatturato di un
migliaio di miliardi l’anno, di
^ seguito l’industria alimentare
'con un gruppo finlandese e
infine un’industria tedesca
con stabilimenti in Italia. Ora
è la volta del settore pubblico
con l’esperienza alTUsl, una
azienda con circa 1.200 dipendenti che deve erogare
servizi ai cittadini. «Appena
arrivato - dice il commissario
Bighetti - mi sono reso conto
che c’è molto da lavorare; sono giunto a Pinerolo nel momento in cui alcune iniziative
molto ben avviate dal mio
predecessore, dott. Rissone,
stavano arrivando a scadenze
importanti. Una di queste si
sta avviando a definizione ed
è il programma di sviluppo
dell’ospedale di Pinerolo che
ha sicuramente dei problemi
che ho potuto verificare nei
primi incontri: all’interno di
un piano pluriennale di interventi si colloca questa prima
iniziativa. Abbiamo spedito le
lettere di invito per la partecipazione alla gara per l’aggiudicazione dei lavori che dovrebbero durare 26 mesi; si
prevede la costruzione del
nuovo reparto operatorio con
sei nuove sale, una di emergenza e 5 per chirurgia generale e specialìstica».
I lavori riguarderanno an
L’ing. Enrico Bighetti, nuovo commissario deii’Usi 10
che il piano interrato della
torre dei servizi al di sotto del
nuovo Dea di prossima apertura; nel seminterrato troveranno sede diversi servizi
compresa la cucina e la mensa. Con lo stesso finanziamento (di circa 13 miliardi)
verrà anche realizzato un
nuovo fabbricato di sette piani in grado di razionalizzare
gli spazi a disposizione delle
divisioni di radiologia, pedia
tria, cardiologia, urologia ed
ostetricia. «Tutti questi interventi - continua Ting. Bighetti - consentiranno di recuperare su quella che è la struttura centrale dell’Usl il tempo e la progettualità che è
stata, per varie responsabilità, trascurata. Nella visita
che ho fatto nei due ospedali
valdesi delle Valli che hanno
un rapporto di convenzione^
ho ricevuto un’impressione di
®ssere diffusi occorre che
l’atto** L i^uno degli operatori abbia
'*na buona conoscenza dell’
®88etto del suo lavoro e anche sappia appassionarvisi.
Su queste basi i ragazzi
realizzato un prodotto
■< . inserito nel circuito
|®ristico e dunque con una
precisa utilità per il visiere; fin qui sono stati prowtti due pieghevoli: la Resi® Mulino di Perrero,
, pálmente in fase di stampa:
® sensibilizzazione al turismo
I ùstotuisce la condizione fon“^entale per lo sviluppo di
Maestà attività. La presenta. One dei depliant avrà luogo
delle manifestazioni
■^V’S*'®oiniate nell’iniziativa
^sjtettando l’estate» che ini® ad aprile e finirà a giugno.
Tra le critiche che sono state mosse
i................................
_ all’insieme delle chiese valdesi nella prima metà del secolo scorso è indubbiamente il fatto che esse fossero assai
più interessate alla «mondanità» che non
alla «edificazione». Tra gli aspetti della
«mondanità» aveva un posto di primo
piano il ballo, come abbiamo visto recentemente nella cronaca da San Germano, e
il tiro a segno, chiamato nel linguaggio
locale il «taulas».
Ci è difficile comprendere, a distanza
di anni e in un contesto culturale totalmente diverso, quale posto potesse avere
questo gioco nella società dell’epoca. Bisogna ricollegarlo, probabilmente, alla
realtà della «guardia nazionale», quella
stessa che scortò Carlo Alberto nel 1844,
quando egli venne a Torre Pellice per
l’inaugurazione del nuovo priorato Mauriziano, destinato a favorire la conversione dei valdesi. È noto infatti che il re nmandò la sua scorta personale, accettando di essere accompagnato da questa for
IL FILO DEI GIORNI
IL «TAULAS»
BRUNO BILLION
mazione paramilitare locale. Da Villar
Pellice, nel 1826, giunge al moderatore
della Tavola valdese una lettera del pastore locale, il quale si lamenta di dover
subire pesanti minacce da un membro di
quella chiesa. Non abbiamo notizie sulle
"origini di questa ruggine tra il pastore e il
suo parrocchiano. Sappiamo però che il
pastore era stato invitato, secondo l’uso,
dal «re del gioco» a trovarsi la domenica,
dopo il culto, all’entrata del villaggio per
accogliere le compagnie provenienti dagli altri Comuni. Egli aveva intenzione d
recarsi a questa manifestazione. Tuttavia
alcune persone considerevoli, e perciò
degne di fede, lo hanno avvisato che un
certo Jean Cairus, detto il François, era
assolutamente contrario a questa partecipazione del pastore. Egli avrebbe addirittura affermato che se il pastore fosse
comparso, si sarebbe ricevuto un colpo
di carabina ben assestato. Anche il sindaco sembra appoggiarlo, perché ha affermato che sia i pastori sia i preti non hanno nulla che vedere con questo gioco.
Ora, secondo il pastore Gay, né l’uno
né l’altro hanno ragione. I pastori infatti
non solo hanno sempre accompagnato i
re del loro comune rispettivo, ma alcuni
di loro sono stati essi stessi re del gioco o
buoni tiratori al bersaglio. Tuttavia, per
evitare disordini e per amore di pace, il
pastore Gay non andò a questa manifestazione. Però egli- protesta fortemente
contro quésto sopruso di un semplice
particolare che tiranneggia un Comune
intero e ritiene in^usto che un onesto pastore, un padre di famiglia, sia es{rosto a
ingiurie, a minacce piene di orgoglio.
efficienza non indifferente per
cui cercheremo di proseguire
in un buon rapporto di collaborazione. L’obiettivo è di
arrivare all’appuntamento
coi Mondiali del Sestriere
con una serie di servizi ultimati; sarà un evento importantissimo per la vallata e per
l’ospedale in particolare. Ci
sarà rischio di sovraffollamento ed avrò bisogno di
grande collaborazione sia interna che esterna all’Usi per
far sì che tutto vada in porto
in maniera corretta».
Ci sarà un finanziamento
ad hoc legato ai Mondiali di
sci? «Erà stata fatta una richiesta specifica - precisa
Enrico Bighetti - ma forse
non era stata presentata nei
termini giusti, così siamo arrivato buoni ultimi; in queste
settimane stiamo cercando di
ottenere finanziamenti presso
la Regione e, pur non essendo ancora ufficiale, probabilmente, per poter esercitare il
necessario ruolo di supporto
al Sestriere dovremmo ottenere circa 4 miliardi». Il fatto
che l’ospedale, anche sotto il
profilo delle risorse disponibili, faccia parte integrante
deU’Usl, potrebbe far temere
che in qualche modo si finisca per privilegiare i bisogni
del Civile piuttosto che dei
servizi sul territorio, «lo credo - conclude il commissario
dell’Usi 10 - che l’obiettivo
della sanità sia quello di dare
ai cittadini il massimo dei
servizi possibili; non ci sarà
mai l’intenzione di condizionare un miglioramento dei
servizi ospedalieri a discapito
di quelli territoriali».
Radio Beckwith
91.200-96.500
a partire dalle 22,30 di
domenica 21 aprile, nonstop sui risultati delle
elezioni politiche
nel Pinerolese
6
/
PAG. Il
E Eco Delle vmi.t aàldesi ì
DIDATI ALLA CA
I
I
Daria Pugliese
Lega Nord
Mi piacerebbe vivere in
uno stato dove i cittadini
non siano continuamente
vessati dalle tasse, dove ci
sia lavoro e occupazione,
dove sia possibile passeggiare la sera da soli senza avere
paura. Uno stato nel quale
avere fiducia.
Mi piacerebbe vivere in
una valle dove la ricchezza
prodotta serva a svilupparne l’economia, che non sia
strozzata dal traffico, dove il
patrimonio culturale non
venga disperso.
Età: 34 anni.
Stato civile: nubile.
Professione: consulente
di marketing, già commerciante.
Studi: maturità magistrale.
Lingue conosciute: francese.
Esperienze politiche:
segretario di Circoscrizione della Lega Nord (Pinerolo e valli).
Presidente del Consiglio che voterebbe: Pi
vetti.
Lucio Malan
Polo per le libertà
In questi due anni ho lavorato sulle principali questioni nazionali e locali,
non ho raccontato bugie o
votato diversamente da come avevo promesso. Non
ho aumentato le tasse agli
altri 0 lo stipendio a me.
Sono stato presente in zona
e a disposizione dei privati
cittadini, enti o Comuni
che chiedessero il mio intervento.
Nei prossimi cinque armi
vorrei lavorare: per riforme istituzionali che diano
all’Italia un assetto federalista, ai cittadipi una reale
possibilità di scelta, al governo un’azione incisiva e
al Parlamento il ruolo di
fare le leggi e non solo subire decreti; per dare più
opportunità a chi lavora o
vorrebbe lavorare, non con
sovvenzioni (non ci sono
più soldi) ma con semplificazioni fiscali e burocratiche; per tutelare nei cambiamenti da attuare i cittadini economicamente più
deboli; per continuare a difendere le minoranze in
Italia e nel mondo.
Professione: insegnante.
Studi: laurea in Lettere
classiche; corso di Master
in Storia e Economia a Las
Vegas.
Lingue conosciute: francese e inglese.
Esperienze politiche: deputato.
Presidente del Consiglio
che voterebbe: Berlusconi
(alternative: Monti, Martino,
Costa).
Età: 35 anni. Spese campagna eletto
stato civile: sposato, 2 figli, rate: circa 35 milioni. ,
Giorgio Merlo
«Un programma di governo per uscire dall’incertezza». Queste parole di
Prodi confermano che la
vita politica italiana è giunta a un bivio: o si consolida
una linea di centro-sinistra,
affidabile sul terreno democratico, moderna nello
sviluppo economico e solidaristico nella difesa e nel
la riforma dello stato socia,
le, oppure c’è la vittoria
dell’avventurismo istituzfe
naie e del liberismo sfrena:
to. La nostra proposta è pg
un governo che nasce da uà
programma capace di risa;
nare il sistema Italia senza
penalizzare i più deboli
rinunciare alla democrazia^
L’Ulivo ha le carte in reg^
la per governare con le migliori tradizioni politiche
culturali del nostro paese;
Il mio impegno è per trasformare il Pinerolese da
zona ai margini dello sviluppo a territorio ohe sap*i
pia cogliere e valorizzati
tutte le potenzialità im.
prenditoriali, agricole, turi»
stiche e commerciali presenti al suo interno.
simo spi
lo, io
Mafà
mtoi
Età: 35 anni.
Stato civile: coniugato.
Professione: giornalista
Rai.
Studi: laurea in Letteti
moderne.
Lingue conosciute: frali
cese e, con sufficienza,!
inglese.
Esperienze politichtl
consigliere comunale al
Pinerolo e consigliere pro*|
vinciate.
Presidente del ConsH
glio che voterebbe: Pro-1
di. ■
Spese per campagna
elettorale: venti milÌQ||
circa.
:oe<
ila I
Uf
mi,
ad
La salì
'.la n
iea,
h
via
]mehai
kfropr
■ è
mini
noi,
man
miei
Inori ceri
l^tà, r
•fiÌAFd
rrsitì
zioni ferì
Hem) e d
p—ng
I CANDIDATI AL SENATO D
ili
spettivi éo:
Elvio Passone
L'Ulivo
La vita mi ha offerto
esperienze qualificate in alcuni settori: giustizia (specie in seguito a un mandato
presso il Consiglio superiore 'della Magistratura), impegno contro la criminalità
organizzata, riforme istituzionali. Penso che in questi
campi potrei lavorare con
una certa competenza. Nelle altre materie di grande rilievo sociale (occupazione,
ambiente, giustizia fiscale,
scuola, sanità, modernizzazione dello stato, ecc.) sarei
al fianco di chi ha competenze più specifiche e vive i
miei stessi valori, che sqpo
di attenzione alla persona,
all’ambiente, alle generazioni future. Non penso di
promettere più di quello
che posso mantenere.
Professione: magistrato di
Cassazione, con funzioni di
presidente della II Corte di
Assise del Tribunale di Tori
no.
Età: 58 anni. /
Stato civile: coniugato, tre
figli.
Studi: laurea in Giurisprudenza.
Lingue conosciute: francese.
Esperienze politiche: nessuna .(componente di commissioni ministeriali per riforma di settori giudiziari).
Presidente del Consiglio
che voterebbe^ Prodi (in subordine Ciampi, Dini).
Spese per la campagna
elettorale: previste intorno a
20 milioni.
Domenico Barale
Socialista
Non si può rassegnarsi alla scomparsa in Italia della
cultura socialista europea
mentre comunisti, fascisti e
democristiani ripropongono
con orgoglio la loro tradizione in formule politiche appena riverniciate. In particolare
i valori del socialismo democratico non possono essere assorbiti dal Pds e dal
«suo» centro-sinistra, che
fino a ieri li ha vituperati
Oggi il Partito socialista
è una forza al tempo stesso
socialista e liberaldemocratica, tradizionale nei valori storici di riferimento e
moderna nella cultura di
governo, orgogliosa delle
proprie esperienze e consapevole dei propri errori.
Nessuno d’altra parte ne
è esente e può rappresentare la bandiera del rinnova- •
mento rispetto a chi ha pagato un prezzo in termini
politici e giudiziari. Un voto affidato al Partito socialista è un voto di libertà, è
una testimonianza di verità, è un contributo al progresso civile ed economico
dell’Italia.
Professione: imprenditore nel settore automazióne
industriate.
Studi: Perito meccanico.
Lingue conosciute: inglese e francese.
Esperienze politiche: assessore e consigliere comunale a Villarbasse.
Presidente del Consiglio
che voterebbe: Berlusco
ni.
Età: 51 anni.
Stato civile: coniugato, un
figlio.
Spese per te campagna
elettorale: inferiori a 5 milioni.
Michele Di Tonno
Piemonte Nazione
MHiomei
siiinesipc
®6iealiz
^^caco
brmazii
a
te Nazione al Senato è un voto contro il centralismo ro-:
mano gestito in modo clientelare dalla De con Tappo?;
gio delle sinistre; contro
centralismo statalista del»
destra; contro Tinaffidabilid
della Lega che ha dimostrato
di adeguarsi alle regole tai"
gentizie e partitocratiche;
voto per la rinascita del |21,00; "
monte e delle nostre valliifK
Piemonte Nazione si presenta al Senato con l’obiettivo di ottenere il 4,5% per
avere un eletto con il proporzionale, che garantirà un’opposizione seria e concreta
non appoggiando nessuno
dei rappresentanti dei due
poli che rappresentano le
vecchie espressioni politiche
(in particolare la De) che
hanno portato alla rovina il
paese. Il voto dato a Piemon
per garantire a tutte le mi^ '
ranze il diritto di esistere; p®
porre il Piemonte al cedP
del dibattito politico affin^W
sia rilanciata Teconomia' ^
particolare delle :9,3o
medie aziende per permett®“un recupero di posti
zionali; per porre un
all’oppressione fiscale che
può realizzare solo con
reale federalismo e
il trattenimento del 90^'’ ^
le tasse pagate in Piemonte
IfcfCOll
11.45:
15,30:
Età: 56 anni.
liugatO'
Stato civile: conit
due figlie.
Professione: impreP*^'*®’*'
iteC'
Studi: dipioma istituto
nieo.
Lingue conosciute:
móntese e italiano.
Esperienzé
sigitere comunale^a^® ¡jj
di Cesana e in
montana Aita valle Sus»-
7
LE 19
I
0 socia.]
^ittoriiì
ìtituzifl,
;ìÌ(.
sfrenai
taè
:e
di risi
a sei
ieboli
OCR
in rego,ì
n le mi.
itìchee
) paeséij
per fra.
lese
Ilo svi
>he sap;
)rizz;
irà i
le, tuli,
ali pre.
«Or VI è diversità di doni ma v’è un medesimo Spirito. E vi è diversità di ministeri, ma
I Bonfe-è che un medesimo Signore. E vi è varietà di operazioni, ma non v’è che un medesi\0)Wio, il quale opera tutte le cose in tutti». La riflessione che viene spontanea quando
¡¡^e la prima epistola ai Corinzi è che, dove è l’uomo, compare la competitività, il de
da|
imi
te: irai
cienza,:
itich
inalea
ere pro-i
e la voglia di potere. Anche nella chiesa di Corinto vediamo che si erabilite gare di priorità, di importanza. Pur nel fervore dei primi tempi del cristianespuntava fuori la preferenza, l’orgoglio di parte, l’elogio alla bravura. «Io son di
"^lo, io son d’Apollo, io son di Cefa» dicevano.
Ma l’apostolo Paolo interviene con severità perché i Corinzi riconoscano che si è solo di
sto e che tutto deve essere rivolto al servizio di Dio secondo i propri doni,
ila comunità c’è posto per tutti anche se con differenza di idee, di qualità. Anzi diritta un vantaggio l’essere diversi e l’avere diverse capacità, perché si diventa completàri, se i propri doni li si mette al servizio di tutti. Così conte Gesù ha fatto, che è ve^io q dare il suo sangue per tutti noi, perché fossimo salvati. ^ i
la divezza è il dono infinitamente grande di Dio, che da noi, coi nostri mezzi e qualsimerito, non avremmo mai potuto conquistare. Egli non chiede in cambio da noi
altro che l’amore. Chi mette umilmente al servizio degli altri i propri doni, è cortaste ben accetto a Dio più di tutti gli uomini pretenziosi e superbi delle proprie capa'cità.'La Federazione donne evangeliche in Italia è la grande comunità di donne in cui
[tutte hanno la possibilità di servizio e di testimonianza, oltre che di riconoscersi secondo
identità. Essa diviene tanto più rispondente al proprio scopo di esistere, quan«y0i è capace di allargare il proprio servizio alle altre donne e alle forze evangeliche
inili che sono ancora fuori dalla federazione. Servizio e non autorità. Perché l’Iddio
^mhoi, l’Emmanuele è venuto povero, tenero e fragile quanto può esserlo un neonato
àeipanca di tutto.
izio e non autorità. Perché l’amore nel Cristo, che ha abbracciato per noi la croce,
mn cerca primati, rifiuta la potenza, riconosce la bontà degli altri e ne rispetta la persol, rendendo tutte e tutti uno in Lui.
%La Pdei, nel servizio, avrà vivacità e forza idonee per offrire l’esempio di unione nelle
sità, e insegnerà qualche cosa sull’ecumenismo di cui oggi si parla tanto.
Mercedes Campeniù
Perché questo notiziario?
Da tempo le dorme evangeliche appartenenti alle chiese valdesi, metodiste, battiate
desideravano dar vita ad una pubblicazione che raccontasse del loro lavoro, della loro
ricerca e del loro impegno all’interno delle diverse chiese sparse in tutta la penisola.
Finalmente, anche se invia soltanto sperimentale, questo desiderio oggi si concretizza
attraverso queste prime quattro pagine. Uno spazio certamente insufficiente per raccontare tutto quello che si sta facendo ma pur sempre uno spazio che supera i confini
denominazionali e mette in circolo le varie informazioni. Si tratta di un’esigenza di razionalizzazione degli sforzi e dall’altra di una maggiore efficacia informativa. Al momento questo nostro notiziario non vuole e non può sostituire i vari periodici femminili come «La lanterna» delle donne battiste o «La lettera circolare» delle donne valdesi e metodiste e neppure il notiziario della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei). Si tratta di qualcosa di nuovo e di diverso, sostanzialmente una proposta
unitaria, scaturita già dai passati lavori congressuali, convinte come siamo di impegnarci, con sensibilità e vissuti diversi, per la stessa causa nella società italiana.
È nostro desiderio, con questo inserto, di uscire in tempo per i prossimi congressi
denominazionali e quello della Fdei programmati per fine mese a Ecumene in modo
che le convegniste e non solo loro abbiano in mano una proposta concreta da valutare, modificare, respingere o valorizzare. Fin d’ora ci scusiamo per la filetta con cui abbiamo tagliato, cucito, titolato, sintetizzato... ma se aspettavamo di diventare perfette
giomaliste o redattrici non ce l’avremmo fatta a raggiungervi con questa nostra proposta. Essa è accolta all’interno del settimanale «Riforma» la cui direzione ci ha inco-.
raggiate a non desistere.
Non solo, ma siamo accolte gratuitamente all’interno di questo giornale che, guarda un po’, è da tempo felice espressione defie tre denominazioni. Auguriamo buona
lettura, e per le donne che vanno ai prossimi congressi chiediamo di annotarsi le osservazioni critiche e di farle conoscere. Si può migliorare piurché l’idea piaccia e poggi su un vasto consenso. Più informazione, più partecipazione. Il vecchio ada^o è
sempre d’attualità particolarmente in un tempo di notizie gonfiate 0 di partecipazione più declamata che vissuta. Nella sobrietà e nella ricerca di evangelicità vi auguriamo di trovare almeno una notizia da leggere con gioia.
Daniela Ferraro
luntamento dei Congressi delle Federaiiol|ieraminili denominazionali (Mfebilml^ella Federazione donne evangeliche
inlttìippdei) è ormai alle porte. Ogni due anni infetti 11 Mfeb e la Ffevm tengono i loro rispetóv^ngressi.
Hp^esso della Fdei si svolge ogni quattro
™i.fo,^nere in tale occasione i comitati dei
®^nti fissano collegialmente una data
A^feietta di dare continuità di presenza allosvo^mento dei diversi congressi, rispar®iMdocosì tempo e denaro. Ogni congresso è
^ilómento importante perché in tale occa®ne si possono tirare le file del lavoro espres“ finalizzato dalle donne e quindi farne Una
collegiale. Avvengono inoltre scambi di
lazioni che sono importanti momenti di
VERSO I CONGRESSI
Programma del congresso
del Mfeb
arricchimento e di solidarietà. Arricchimento:
ogni donna giunge al congresso portando con
sé tutto quello che ha appreso nei momenti di
studio, di ricerca, di animazione e solidarietà
tra donne. Ma questa unità di fondo non esclude un’estrema varietà di esperienze diverse,
vuoi per l’ambiente, vuoi per il contesto culturale in cui si vive nel desiderio e nella tensione
di testimoniare l’Evangelo con preparazione e
responsabilità. Al di là di questo i giorni del
Congresso sono anche importanti per esprimere prospettive per il futuro e raccogliere
nuove intuizioni collettive. È soprattutto in
questi momenti che le donne, insieme, devono
essere in grado di esprimere idee, ed essere disponibili a compiere delle trasformazioni.
Questo insieme di intenti arricchisce perché
spinge a riflettere, discutere, dissentire, rielaborare intenzioni e impegni anche dopo,
quando ormai le dinamiche congressuali sonq
sedimentate. In conclusione i congressi servono anche per incontrare nuove persone e soprattutto À^orizzare le risorse delle nostre comunità. Infatti come donde che hanno un loro
specifico vissuto e che nel quadro del protestantesimo italiano hanno compiuto percorsi
' diversi dobbiamo, in qualche modo, rispondere alle aspettative delle comunità e particolarmente di quelle donne che sono e si sentono
ancora sole. Infine è significativo che tutti e tre
i congressi saranno chiamati a rifiettere separatamente ma in un unica prospettiva sul téma biblico: «Va’ con codesta tua forza» (Giudici 6, 14), Non possiamo aspettare di essere al
chiaro su tutto per partire, ma camminando
insieme il nostro compito si preciserà di più e
meglio, con l’aiuto del Signore.
Centro evangelico battista
Rocca di Papa 30 apriie-2 maggio
arrivo e registrazione
saluto;
elezione seggio;
approvazione O.d.G. dei lavori;
meditazione serale.
«tee
maggio
Culto
21:
relazione della presidente Mfeb; della
cassiera, delle revisore, del Bollettino;
discussione e votazione;
relazioni delle segretarie regionali;
relazione del Centra evangelico battista;
relazione revisore;
discussione e votazione;
Fdei: quale futuro?
Inserto su Riforma;
discussione e votazione;
serata sociale.
! maggio
9.15:
10.30:
11:
12: ^
lina Ptesso Antonella Maceri, via Virgilio se. 1/20, 041M La
arrivare al Centro: dalla stazione Termini prendere ia
P®!” Anagnina, scendere al capolinea e prendere
per Rocca di Papa; al capolinea chiamare il Centro per
prelevate (n. 9499014)
meditazione;
elezioni;
saluto ospiti;
proposte operative;
pranzo,partenza per Ecumene
Programma del congresso
della Ffevm
Centro evangelico Ecumene
30 aprile-2 maggio
Martedì 30 aprile
pomeriggio: arrivi;
21,15: saluto della presidente:
culto:
elezione del seggio.
Mercoledì maggio
8,30:
11:
14,15:
culto;
I saluti e lettura messaggi;
lettura relazione delle attività 1994-1996 del
Consiglio e della relazione
finanziaria;
discussione;
discussione e approvazione relazioni;
eventuali altri saluti;
discussione;
relazione delle U/G.
problematiche emergenti statuto (art. 5);
Riforma, lettera circolare;
avvenire delle federazioni;
' serata in allegria con lotteria.
Giovedì 2 maggio
8,30: Indicazione linee programmatiche, eventuali
e varie, verbale;
10: elezione Consiglio;
11,30: momento cultuale;
13: pranzo
17:
21,15:
Iscrizioni presso Rosanna ReveI, via Cardonata 17/e, 10060 San
Secondo di PInerolo (TO). Come arrivare al Centro: dalla stazione Termini prendere in treno per Velletri
Programma del congresso
della Fdei
Centro evangeiico Ecumene
3-4 maggio
Giovedì 2 maggio
14:
15:
15,30:
16:
16,30:
17:
17,15;
21:
21,30:
arrivi e sistemazioni;
culto di apertura;
saluto della presidente;
benvenuto, appello delegate;
elezione seggio;
relazione morale e finanziaria;
intervallo;
discussione sulle votazioni e approvazioni;
relazioni ospiti Forum, Cepple
gruppi; (1; giornata M.P. - 27 futuro della Fdei).
Venerdì 3 maggio
8,30:
8,45:
9,30:
12:
13,30:
14,30:
17,30:
21:
culto;
introduzione ai gruppi;
relazione programmatica;
lavoro dei gruppi studio;
relazioni dei gruppi; ’
saluto degi ospiti;
Relazione e discussione
dei gruppi (Gmp-Fdei);
continuazione della discussione.
Proposte O.d.G.;
spunti di riflessione e spiritualità della
Conferenza delle Chiese europee (Kek);
serata in allegria.
Sabato 4 maggio;
8,30; elezioni. Approvazione atti congresso;
11 : culto di chiusura con Santa Cena;
13: pranzo e saluti.
8
PAG, li RIFQHMA
VENERDÌ 19 aprile 1q
IL MOVIMENTO FEMMINILE EVANGELICO BATTISTA
P
Le donne non sono rimaste a casa
ma sono andate a evangelizzare
ELENA GIROLAMI
Allá fine dell’800 e l’inizio del '900 molte donne
lottavano per la propria
emancipazione, per un lavo-^
ro più umano nelle fabbriche, il diritto al voto e allo
sciopero. Il 7 marzo 1906,
giorno in cui da allora si è
istituita la Giornata della
donna, 100 operaie della Cotton in America scioperarono
e si chiusero nella fabbrica
dove morirono bruciate per
un incendio sviluppatpsi
aH’intemo. Sono stati anni di
lotta, di sofferenza per le
donne e di presa di coscienza
della loro situazione di disuguaglianza sociale e di oppressione.
Circa nello stesso periodo
le donne delle chiese battiste
d’America pur con metodi e
scopi diversi (ma fondamentalmente simili perché la fedeltà all’Evangelo conduce
inevitabilmente alla libertà e
alla dignità uguale per tutti)
sentirono il bisogno di organizzarsi per rendere più visibile ed operante la loro presenza nelle chiese. iBen presto si organizzò un Movimento'per opera di Amnie
Strong, che si diffuse in tutte
le chiese d’America. Iniziò
con lo scopo essenzialmente
missionario e fu di grande
aiuto per molte missioni operanti nei luoghi più sperduti
nel mondo.
Le prime Unioni
In Italia le prime Unioni
femminili si erano andate
formando già dal 1930 per
iniziativa della missionaria
americana Susy Wittinghil,
sulla traccia deiresperienza
delle sorelle americane. La
presenza e l’impegno delle
donne non erano valorizzati
in una società fortemente influenzata dalla cultura cattolica e questo si riscontrava
anche in ambiente protestante. L’inizio di questo movimento femminile non fu facile e non da tutti ben accetto: è rimasto famoso il commento di un fratello (pastore): «La donna rimanga in casa a fare la calzetta». Sorsero i
primi gruppi di donne che si
incontrarono per la prima
volta in un convegno nel
. 1933 c ne seguirono Stri fino
a che neU’aprile del 1947, in
un’Assemblea nazionale nella chiesa battista di Firenze,
si costituì il Movimento femminile missionario battista.
Parteciparono con grande
entusiasmo all’Assemblea
150 donne provenienti da 28
città nonostante il disagiato
stato in cui si trovavano le
ferrovie del dopoguerra.
Evangelizzazione, indipendenza finanziaria del Movimento e della chiesa, interesse missionario in Italia e
all’estero, inteso come risposta al mandato di Cristo, costituirono le basi delle attività
che furono espresse dai cinque punti.
Ispirate dalla significativa
bellezza del simbolo del pesce, usato come riconoscimento dai primi cristiani in
tempo di persecuzione, come
llComitato
delMfeb
dtote; Hnà CotÉEtÉhe« Vt»
Oéptesidente;
Cnaspeiuiì,
retàlpe dd Centrò dì Rocca
dS Râpai EI«na Girolami,
(»«»aria. ^
testimonianza di fede in Gesù Cristo, le donne adottarono le lettere di questa parola
per esprimere i cinque scopi
delle loro attività:P=preghiera; E=evangelizzaziqne; S
^studio della Bibbia; C=contribuzioni e decime; E=educazione della gioventù.
I collegamenti tra le Unioni avvenivano attraverso la
rivista femminile «La lampada» che pubblicava articoli
missionari, studi a carattere
biblico e sociale, programmi
di preghiera e le notizie stille
attività locali e nazionali. Rù
tardi «La lampada» e «Il testimonio», rivista deU’Ucebi, si
unirono in im’unica redazione. Per iniziativa delle sorelle
americane nel 1950 si costituì
a' Roma una scuola biblica
femhiinile, l’Istituto Betania,
che aprì le porte a molte giovani provenienti da varie
città d’Italia specie dal Centro-Sud. La scuola aveva il
compito di aiutare le giovani
a conseguire un’istruzione
scolastica e una conoscenza
biblica approfondita.
La missionaria direttrice
Virginia Wingo, alcune insegnanti delle chiese di Roma e
alcuni pastori si alternarono
nel corpo insegnante. Terminati gli anni di studio alcune
di loro furono impegnate in
un lavoro di evangelizzazione
nei centri minerari della Sardegna e Toscana dove assistevano anche le famiglie dei
minatori, nel Frusinate e in
Calabria; esempio precursore
del pastorato femminile. Nel
1976 il Movimento femminile
raggiunse la piena indipendenza finanziaria dalle sorelle delle Unioni femminili
americane che l’avevano generosamente sostenuto fin
dal suo inizio.
Rapporti internazionali
Il Mfeb mantiene i rapporti con il dipartimento delle
donne dell’Alleanza mondiale battista e con il Comitato
delle donne battiste europee
attraverso convegni, congressi, notiziari e la Giornata
mondiale di preghiera delle
donne battiste. Prosegue nel
suo interesse missionario
verso la Missione battista europea che opera nel Camerún, nella Sierra Leone e
neH’America Latina attraverso una raccolta speciale,
«l’offerta d’Amore», che si
raccoglie ogni Natale, fatta
con grande generosità da tutte le chiese battiste.
Il Centro
di Rocca di Papa
Il Mfeb gestisce il Centro
evangelico di Rocca dì Papa,
organizza campi estivi per ragazzi e ragazze con programmi di carattere biblico, sociale e ricreativo, campi per famiglie, anziani, sin^e e ospi
ta seminari teologici e varie
iniziative evangelistiche e
culturali. Un’importante iniziativa, molto ben riuscita, è
stata l’organizzazione di tre
seminari di formazione di
donne leader, nel 1994-95-96
per proporre alle sorelle delle
chiese uno studio approfondito della Parola da parte della donna e riflettere costruttivampnte sulla loro partecipazione attiva alla vita e all’organizzazione dei movimenti
femminili, delle chiese e dei
vari organismi denominazionali; è importante rintracciare le càuse interne ed esterne
che spesso rendono questa
partecipazioiie difficile, riconoscere le proprie potenzialità e trovare insieme strumenti individuali e collettivi
affinché ogni sorella sia messa in grado di dare U proprio
pieno e libero contributo.
Sono stati affrontati i temi
dell’affermazione costruttiva
di se stesse, della leadership
da un punto di vista di donne, dell’autostima e dell’influenza dell’immagine di Dio
sulla donna. I seminari sono
stati guidati con vivacità e
profonda conoscenza dalla
pastora Adriana Gavina che
ha curato la parte psicologica
dei temi e didla pastora Elizabeth Green con la riflessione
biblica teologica.
Un organismo
autonomo
Il Mfeb è un organismo
autonomo che opera nell’
ambito dell’Unione delle
chiese evangeliche battiste
d’Italia in piena armonia con
la loro linea teologica ed ecclesiologica, e fa parte dell’
Assemblea generale dell’Ucebi tramite la sua presidente
con voce consultiva. 11 Mfeb
fa parte della Federazione
delle donne evangeliche
d’Italia (Fdei), ne condivide
gli scopi e collabora per
estendere il lavoro per redizzare una presenza evangelica
delle donne nelle nuove
realtà di vita mediante l’approfondimento della conoscenza della Parola di Dio per
una specifica testimonianza
evangelica nella società.
Oggi le donne battiste sono inserite attivamente nella
vita delle chiese, e nella
struttura dell’Unione a tutti i
livelli e mantengono viva la
partecipazione nel Mfeb
perché lo ritengono ancora
uno strumento validissimo
di riflessione, di formazione,
di evangelizzazione e di strategia comune per un più
ampio e fattivo coinvolgimento delle donne nelle attività delle chiese. Riconoscono nel Movimento femminile anche un’occasione di incontro e di scambio con
donne di altre denominazioni evangeliche e in ambito
ecumenico e sociale.
IL MOVIMENTO DEI GRUPPI FEMMINILI METODISTI
La testimonianza nei settori di attività delle]
chiese è preziosa per costruire la comunità!
Le attività femminili, nelle
chiese metodiste, si può dire
che siano nate con il nascere
delle comunità; ne troviamo
testimonianza alla voce «finanze», perché le donne si
riunivano per organizzare i
bazar i cui ricavi erano molto
«utili» per il lavoro della chiesa. In Italia i primi gruppi
femminili hanno cominciato
ad esistere intorno al 186070. Da una rapida consultazione degli archivi, si ricava
che le donne si occupavano
anche di assistenza a famiglie bisognose, di visite dohiiciliari e in ospedale. ,Di
questo periodo vi sono dati
relativi al gruppo wesleyano
di Napoli che si formò dopo
il 1860 e si impegnò particolarmente nei quartieri spagnoli della città portando
medici, medicine e insegnando alle donne misure
igieniche, confezionando
abiti e combattendo l’usura.
Nella storia del gruppo di
Scicli si legge che le donne,
nel 1915, riunite, erano impegnate nella lotta contro la
violenza e la guerra. Fin da
allora nella chiesa di Scicli
cominciò il processo di
emancipazione della donpa:
si parlava senza timore di: rispetto, uguaglianza dei diritti
tra uomini e donne, libertà.
Le donne furono felici quando poterono frequentare corsi serali istituiti dalla chiesa
locale, e ciò le tolse dall’
oscuro analfabetismo. E ancora, nella storia del gruppo
dì Villa San Sebastiano, si
legge che le donne si distinsero nella partecipazione alle
attività della chiesa; furono
loro più assidue ai culti, le
più sensibili ai problemi suscitati dai sermoni e dalla lettura dell’Evangelo. Furono le
donne sempre disponibili a
fare qualcosa per gli altri, a
sopportare ingiurie e persino
il carcere.
Una delle caratteristiche
del metodismo è quella di
proiettare il proprio messaggio verso l’esterno e di operare nella società. In quasi tutte
le località dove la chiesa metodista apriva una chiesa si
apriva anche una scuola, e
con la scuola si imparava a
leggere e a discutere. Già prima della seconda guerra
mondiale troviamo donne
che si occupavano della scuola domenicale, qualcuna è già
nei Consigli di chiesa, la responsabile della società di
cucito fa parte di diritto del
Consiglio di chiesa. Nella relazione delle comunità al Sinodo del 1946 (anno della fusione dei due rami del metodismo) sì parla della ripresa
delle normali attività tra le
quali anche quella femminile.
La Conferenza metodista
del 1962 aveva dato incarico
ad alcune sorelle di formare
una commissione di studio
IL MOVIMENTO FEMMINILE VALDESE
Le «dames», la società
di cucito e l'emancipazione
Nell’800 le donne della
Chiesa valdese inserite in un
determinato ambiente borghese e culturale, indicate
come «les dames» hanno avviato una notevole opera sociale. Sorsero dei gruppi di
lavoro per le Missioni e già
nel 1825 ne troviamo uno; altri ne sorsero per l’evangelizzazione e per la beneficenza.
Alcune mogli di pastori alle
Valli riunivano donne delle
chiese, gruppi di donne massaie-contadine che riuscivano a sottfarre qualche ora al
loro carico di lavoro e responsabilità familiare. Si trattava di frequentare il culto e,
perché no, anche trovarsi
ogni tanto per la lettura di un
libro, della Bibbia, per parlare di problemi comuni, per
scambiarsi ricette.
«Les dames» si organizzarono subito in vari campi come le società missionarie e di
cucito, e svolsero un grosso
lavoro diaconale, tanto che la
chiesa registrò la loro attività
in verbali di Concistoro e sulla stampa. Per quanto riguarda le «Unions des mères», at
Il Comitato
nazionale
della Ffevm
, Françoise Vuffray, presidente; Anita Braschi, viœ-i
presidente: Irma Nitti, segretaria; Rosanna Revel,
cassim; Edivige Schmidt,
responsabile lettera circolare; Angela Mastrototaro,
consigliera; Elsa AntoneDi,
considera.
tuali Unioni femminili, in generale è difficile risalirne la
strada fin dalle origini, anche
se è certo il dato di fatto dello
scopo di aiuto alle donne.
Troviamo lo stesso intento
di aiuto verso le giovani. Nel
1892 Adele Jalla fondò agli
Appiotti di Torre Pellice un
gruppo «per lo sviluppo intellettuale, morale e spirituale
delle ragazze con tutti i mezzi
permessi dalla parola di Dio».
Questo gruppo nel 1896 passerà poi airUcdg. Anche i
gruppi promossi alle Valli
dairUcdg erano rivolti più su
un fronte ecclesiastico interno, rispondendo a un’esigenza di coesione e consolidamento delle chiese.
L’idea di una Federazione
delle Unioni femminili parte
da un moderatore che nei
suoi viaggi all’estero per curare i rapporti con le chiese
sorelle si sentiva spesso chiedere notizie sulle attività
femminili valdesi e la loro organizzazione... con la collaborazione della moglie promosse un inizio di coordinamento tra le Unioni femminili. Nel 1957 un convegno
femminile a Pinerolo, con
partecipazione di donne da
Torino e da Vallecrosia, dà il
via a un comitato provvisorio
per la costituzione ufficiale
della Federazione femminile
valdese, che viene fondata
nel 1958. Dopo l’integrazione
della Chiesa valdese e della
Chiesa metodista anche gli
organismi delle unioni femminili valdesi e metodisti decidono di lavorare insieme e
nel 1980 nasce la Ffevm. Le
Unioni femminili sono uno
spazio per crescere comunitariamente.
per la costituzione di un
gretariato delle Attività 6
minili metodiste. Nella.,
zione che la commissione
alla Conferenza del igji
detto che sarebbe auspà
le la costituzione del seg..,
riato «che segua e consi^'
bisogno i gruppi, che ca
di rispondere ad eventi
domande e richieste,
prattutto nei piccoli ceni
attraverso scambi di
materiale di studio, dì lei
re, di visite e possibilntet,
di incontri e convegni p(
poter parlare da vicino e*^
f A Fi
Jj’èvani
; vent'
scita (
iNon
iggio.
è s
ter portare una nuova apeì t^lffettì
tura e un nuovo impulso® ] tuttiica:
campo di lavoro di ciascu 5 anni ’60
gruppo».
Con la Conferenza di ‘Knbia
1964 nasce ufficialmente 1 eSpro|
Segretariato delle attivii sitano coi
femminili metodiste, via , la'fine
approvato lo statuto e noi Jtodo
nata la prima segretaria»Jonioni
zionale che farà parte tH
ritto, con voce deliberai
della Conferenza. Il lavi
del segretariato è fini
dalle offerte dei gruppi,|
congressi hanno luogo o|
ànno fino al 1967, poioj
due anni fino al 1980 qui
nasce la Ffevm.
Dopo la costituzione i
Federazione delle doi
evangeliche italiane
avvenuta nel 1976, nella rÉi
zione fatta dal segretario
Conferenza metodista è i
to che «il Congresso It Smsa'n
espresso l’intento delle donne battiste, metodiste e
desi di fare della Federaào«
lo strumento di una più ina
siva testimonianza
ca nell’ambito socio-politia
nel quale operiamo».
¡Agoni
itant
idìs
IZZE
&Daqc
'ìòsitivi
idg che
ttiste
ìpresi
inazic
ìhemr
dine a j
pportu
:ché
mone û
SCHEDA
La Ffevm
i
naie in
in vista
perìan
di Dio n
piti stri
strechk
Éopo
sceaM:
’67,®n
dueiap
nadeni
metodi
La Federazione femminili
evangelica valdese e mi
dista (Ffevm) è nata dall'jO'
tegrazione della FederaziO'
ne femminile valdese e dd
la Attività femminile métO;
dista, secondo i deliberati
dei rispettivi congressi 00
1978. L'inizio ufficiale del
Ffevm è avvenuto con
congresso tenutisi
eia (Roma) nei giorni 24-2S
aprile 1980.
La Ffevm è un'attività sdtoriale delle chiese valdesi*
metodiste e risponde de
suo operato, oltre che0
di colle]
di indie
IO co m
di badi
Sac
Pt
unprir
Suo COI
parazii
idenom
gerani
'ta, (
P
inte
>uu vpjjciaiu, wii.i'' j ~ '■'f
proprio congresso, anche» iprepar;
/■ 1^1 —- j
Sinodo. Il lavoro della Fede
razione è regolato da uW
statuto, approvato dal cw
gresso 1980 e ratificato w
Sinodo. Gli scopi della Fé®
razione, come è detto ne^
statuto, sono quelli di coi
gare le Unioni e i
a) per un lavoro di coin,
ne testimonianza evanfl®
ca e di servizio cristif!
nell’ascolto della psi"® jù
Dio, nella preghiera en
studio;
b) per la
donne evangeliche
rate e responsabili i’
chiesa e nella società.
della Ffei^
GII organi u«=.(Consiglio e Congres^
no regolati oltre che
dalle no”!!:
e discipline generali
statuto anche ‘^®"®|j'àell*
chiese valdesi e metodi*^
I collegamenti fra
e gruppi federati yen9»^
mantenuti
«Lettera circolare» P®'(,.
ca. Contatti diretti a
gono tramite lettere
delle componenti H
glio nazionale. „
II Congresso nazio”®'* vi
luogo ogni due o” g d#
partecipano circa
ne, tra delegate e
trici.
Dop
maüp
Baie il
(14-15
partee:
mo il
lafforz
/e Cor
■ ilerchi
^vang
Penetr
Adell(
Vier
% «j
^fiim
boriai
dent
vicej
Pini
^.co
9
ì 19 APRILE 1996
PAG. Ili RIFORMA
<liunse
Jella rei
issione
el 196ì
mspicjj
3l segtet
:onsig|
;he cei
sveni
iste.,
ìli cent
il idee,
di lei
ibilmei
‘^egni pi
:inoe
ova ai
ipulso
li ciasci
donne
feutìraziuiie uumic
evangeliche in Italia comnip vent’anni. La sua data di
pie vent i
cita è precisamente il 15
iggio 1976, a Santa Severa.
ÌÌon è stato un evento improvviso. Da molti anni, in
^ tasi tutte le chiese evangelice, erano sorti gruppi feméinili allo scopo di partecialla vita delle loro cojlliità svolgendo un’opera
il effettiva collaborazione in
1 tutti i campi. Ma è durante gli
anni ’60 che le donne evanMche sentono il bisogno di
enza it#torchiarsi le loro esperienze
límente# e di progettare un lavoro-unie attivi!#tario comune. Ciò avviene aliatine di maggio del ’67,
piando a un’assemblea delle
Unioni femminili battiste
gono invitate le rappretanti dei gruppi valdesi,
iStiodisti e dell’Esercito della
Ivezza.
Da questo incontro, molto
sMtivo, viene redatto un
Ig che trascrivo; «Le sorelle
ittiste riunite assieme alle
^presentanti di altre denoioni cristiane evangeliesprimono la loro gratitufdinea Dio per questa felice
irtunità e formulano voti
„...„-Tiché questa gioiosa comu’ hione di spirito e di intenti
spossa 'manifestarsi concretamente in un convegno nazionale interdenominazionale,
in ¡rista di un lavoro comune
per k realizzazione dell’opera
di Dìo nel nostro paese e di un
più stretto legame tra le no
ste, vii
0 e noi
etariani.]
arte
liberal
Il lavi
final
gruppi.
OOgO 0|
, poio|
30 qui
ione di
le do
ne (Fdeili
nella relt
etario
ista è del’
cesso
delle doi
¡iste e
ideraaou
apiiiind
io-poÉei|
Femminilf
ì e met*
ta daU'id
^ederazio
o alcuni mesi si riunisce Mlano, è il 4 ottobre del
’67,In Comitato formato da
due rappresentanti di ciascuna denominazione, valdese,
Mtodista e battista, che in
s^to si chiamerà Consiglio
di allegamento, con lo scopo
diindicare le linee di un lavora Comune, di scegliere studi,
di tradurre e diffondere la liv^ttaia della Giornata mondia
uie ^ preghiera e di preparare
deliberati
gressi del
:iale dei
to con
i ad Arie>rni 24-2S
ttivitàsd
; valdesi*
onde de
re che*!
o
3
ificato Iella fedf
etto ne»
li di coll«'
gruppi:
) di 00#
evang«!:'
Cristian»
ra e
nell»
azione di
ie pr*P'.
bili nell»
otà.
iresso)
che di ,
et odist*'
tra primo statuto costitutivo.
Suo compito sarà pure la prefazione di incontri interifeominazionali chf si svolgeranno, dal ’69 in poi nel
Nord, Centro e Sud Italia.
Primo Congresso
interdenominazionale
re , Dopo questo periodo di
, anche* ^'.preparazione, si svolge a Roellaf®^ r il primo Congresso nazioì »1® V / interdenominazionale
-IV niaggio 1972) col tema
' 'ufe^'Selo e morale. Aspetto
° ® e teologico della fami
tPa»; Relatori il past. M. Sinigaglia e U prof. E. Ponzo. La
j '^®clpazione a quésto prirao irnportante incontro
afforza il desiderio di lavora^con maggiore impegno
•P®tché la voce delle donne
Vangeliche italiane possa
pfinetrare e incidere nella vi® nelle nostre comunità.
. y*®he redatto il seguente
7 Congresso evangeli
età. , Ícongresso evangeli
la Ffe''i* Î-ZJ^tninile interdenominairpsso) *»■ riunito a Roma il 14
I Comitato
'azionale
Ila Fdei
- Chiarelli, presiElisabetta Pagano,
-OSidente; Saida Patesoriera; Claudia
» segretaria; Laura
% Adriana Gavina,
Berlin, Mruria Ora*
iO.TeaTpnarel
i^íiere.
LA FEDERAZIONE DONNE EVANGELICHE ITALIANE ATTRAVERSO I SUOI CONGRESSI 1976-1996
Vent'anni dì storia per l'unione dell'evangelismo italiano
Le generazioni cambiano ma non lo spirito di servizio delle donne per la realizzazione dell'opera
di Dio nel nostro paese e di un più stretto legame tra le chiese evangeliche nell'ascolto dello Spirito
Un gruppo di partecipanti aii’incontro regionale Fdei a Riesi, 19-21 gennasio 1996
maggio 1972, discussa la situazione della famiglia nella
società, sottolinea come gran
parte del comportamento corrente è determinato da pregiudizi non sufficientemente
analizzati. Osserva che le discriminazioni esistenti si inseriscono in uno scherria generale di sfruttamento. Considerando che anche la chiesa ha
la sua parte di responsabilitq
in questa situazione, invita
tutte le Unioni femminili a
perseguire un’analisi coraggiosamente critica di tale problematica.
Inoltre riafferma l’esigenza,
per noi cristiani, di vivere nel
presente impegnandoci in
tutti i problemi attuali nella
consapevolezza di tendere
verso il Regno di Dio che viene, nella testimonianza vissuta, nella più completa disponibilità allo Spirito Santo».
200.000 e poi a 300.000. Viene
stabilito che i congressi abbiano luogo ogni quattro anni, lasciando alle uilionigruppi denominazionali di ritrovarsi ogni due anni per i
loro congressi.
Il secondo Congresso
Nascita della Fdei
Il II Congresso femminile
interdenominazionale si
svolge a Rimini il 5 maggio
del 1974 e in questa riunione
nasce la proposta di unire in
una federazione i movimenti
femminili denòminazionali
ivi rappresentati. Viene dato
mandato al Consiglio di collegamento di invitare i vari
gruppi e Unioni ad esprimersi su questa proposta, sia in
sede locale che nel corso dei
convegni regionali che si sarebbero dovuti svolgere nella
primavera successiva.
Trascorrono altri due anni
di approfondimento, di stur
dio, di incontri di lavoro, nel
desiderio di dare una testimonianza evidente deU’unità
del mondb evangelico femminile. Dopo questa lunga e
fruttuosa preparazione, il 15 ,
maggio 1976, a Santa Sever^
nasce ufficialmente la Fdei. E
un avvenimento importante,
meditato e raggiunto con
giustificata soddisfazione.
Durante i lavori viene discussa la bozza di statuto e se ne
propone una nuova stesura
che ne esprima più chiaramente gli scopi e le finalità e
permetta anche a persone
singole di far parte della Federazione, ove richiesto.
Si votano varie proposte
per il nome da dare a questo
nuovo organismo e si approva «Federazione donne evangeliche in Italia»; viene eletto
il primo Comitato nazionale
composto da nove persone,
tre per ogni denominazione,
al cui interno saranno nominate la presidente, la vicepresidente e la cassiera. Sorge la
necessità efi avere una cassa
comune e si decide che ogni
denominazione versi una
quota annua di 50.000 lire,
che in seguito sarà portata a
Il secondo Congresso interdenominazionale evangelico
si tiene ad Ariccia il 26-27
marzo ’80. Il terzo ha luogo a
Ecumene il 28-29 ottobre ’84
con-tema: «Donne evangeliche che agiscono in una situazione di minaccia, ma nella speranza della pace e della
giustizia», tema assai impegnativo da cui scaturiscono
diversi ordini del giorno per
un maggior impegno riguardo la pace e la nonviolenza.
Il quarto congresso avviene
a Vasto il 23-25 aprile ’88. Tema: «Dignità della persona,
rispetto della creazione». È
iniziato il «Decennio ecumenico delle chiese in solidarietà con le donne» programmato dal Consiglio ecumenico delle chiese e il tema del
Congresso è volto a fare proprie le indicazioni del Decennio. Viene recepita la necessità di costruire una comunità nuova di donne' e di uomini in cui sia compiutamente visibile la complementarità di entrambi secondo il disegno di Dio all’atto
della creazione.
La nuova realtà
Il quinto congresso ha luogo a Santa Severa il 30 ottobre-1° novembre ’92. Tema:
«Insieme per una nuova
realtà» e con noi sono gradite
ospiti sorelle provenienti
dall’Irlanda che ci parlano
della vita delle chiese irlandesi, la presidente per la Regione europea della Federazione mondiale delle donne
metodiste che illustra il lavoro molto intenso della sua federazione verso l’Est europeo
e Monique Ranson, della
Cepple (Conferenza delle
chiese protestanti dei paesi
latini d’Europa) che auspica
un lavoro copiune per lo sviluppo dell’Evangelo del Sud
d’Europa. Infine, due rappresentanti del comitato svizzero della Gmp che sollecitano
la costituzione di un comitato nazionale italiano della
Giornata mondiale di preghiera e l’apertura verso donne cristiane non evangeliche.
Questa proposta, dopo vivace
discussione, viene rimandata
al Congresso del ’96.
Anche il quinto congresso
si svolge nel Decennio programmato dal Consiglio ecumenico delle chiese e si con-^
stata la scarsa attenzione che
ha suscitato nelle persone e
nelle comunità, e pure nella
Fcei, malgrado il questionario
mandato alle chiese, rimasto
pressoché eluso. Nel corso di
questi vent’anni la Fdei ha
proposto alle unioni e ai
gruppi, oltre al Notiziario, tra
gli altri i seguenti studi:
«Quale uso abbiamo fatto
noi, uomini e donne, della
natura che Dio ci ha affidato?»; «Pace e disarmo»; «La
violenza sui minori»; «Il movimento femminista negli anni ’70; un itinerario interessante ma difficile»; «Il volto
femminile della povertà»; «Le
donne fanno teologia»; «Accettare la diversità»; «Donne
migranti con culture e fedi
diverse»; «Ecumenismo e dialogo interreligioso»; «Dal Cairo a Pechino»; «La voce emergente delle donne»; «Donne
in'visibili e Dio patriarcale»;
«Le scomode figlie di Èva»;
«Le donne nella Chiesa oggi».
La Fdei ha organizzato tre
campi diatudio:
1986: Adelfia (28 luglio/6
agosto) sul tema: Essere donne oggi nella Chiesa e nella
società. Idee e realtà a confronto.
1987: Adelfia (26 luglio-4
agosto) sul tema: La voce delle donne nella Bibbia, nella
teologia, nella spirituàlita.
1996: Riesi (19-21 gennaio):
Seminario per la formazione
di donne leader, finanziato
da Forum, seguito con vivo
interesse e partecipazione
dalle donne siciliane.
Relazioni internazionali
Durante questi anni la Fdei
ha allacciato e mantenuto
contatti con molte organizzazioni religiose e soci^i italiane e straniere attraverso le
sue presidenti e alcune sorelle del Comitato: in primo luogo con i movimenti femminili denominazionali battista,
valdese e metodista, con Amnesty International (prendendo viva parte alle istanze
da questa presentate) con
l’Associazione per la pace,
con la Consulta femminile
del Lazio, con il Mir, con le
donne pentecostali siciliane,
con la Commissione del Decennio, con l’Ywca-Ucdg,
con l’Arci e la Aidos (Associazione donne deputate).
Più approfonditi sono stati
i contatti con Forum, con il
Comitato della Giornata
mondiale di preghiera, con la
«FelloiArship of thè least
coin», con la Cepple.
La Fdei ha gestito, durante
questi ultimi anni, un progetto di animazione a favore
degli anziani della Casa di riposo dell’Istituto Taylor di
Roma, valendosi di una somma ricevuta dall’Umc (United Methodist Churches) e
della collaborazione di sorelle della comunità di Roma
Centocelle.
Questo, in sintesi, il lavoro
svolto in questi vent’anni
dalle sorelle del Comitato nazionale, guidate dalle presidenti che si sono avvicendate
nel tempo: Lidia Aquilante,
Vera Velluto, Adriana Cavina,
Maria Chiarelli. Impegno ed
entusiasmo hanno caratterizzato, insieme a non poche
difficoltà, il percorso di questi anni, a cui non è mancato
l’aiuto e la guida del nostro
Padre celeste. Il Forum ecumenico delle donne cristiane
è un organismo sorto nel
1982 in cui donne di diversa
fede religiosa e di diversa nazionalità si incontrano per
programmare insieme un lavoro comune. Grazie a questa struttura, ora le donne
possono essere presenti alle
assemblee e ai comitati del
Consiglio ecumenico delle
chiesè. Il Forum si compone
di due comitati permanenti:
uno di riflessione teologica e
l’altro di impegno per la pace, la giustizi^ e la salvaguardia del creato. In ogni paese
il Forum è rappresentato da
una coordinatrice nazionale
che mantiene i rapporti con il
Comitato di coordinamento,
composto da 14 persone, a
cui partecipano anche rappresentanti della Gmp.
La Giornata mondiale
di preghiera
La Giornata mondiale, di
preghiera è un movimento
mondiale iniziato, programmato e condotto da donne
cristiane. Sorto nel 1887 negli
Stati Uniti, è esteso ora in più
di 170 paesi del mondo. Questa giornata viene celebrata il
primo venerdì di marzo di
ogni anno con una medesima
liturgia, preparata di volta in
volta da un paese diverso, e le
offerte raccolte vengono destinate per scopi pmanitari e
per progetti di formazione
donne in Italia e all’estero.
Dagli Stati Uniti il movi- »
mento della Gmp raggiunge
l’Europa nel 1930 e l’Italia nel
1950; dapprima a Roma e
nelle valli valdesi, espandendosi poi in tutta la penisola.
Nel 1968 si costituisce in Europa il primo Comitato internazionale composto da rappresentanti di tutte le parti
del mondo.
Sempre in quell’anno, in
S'vizzera, si uniscono alla celebrazione le donne cattoliche e Tanno dopo questo avviene anche in Germania.
Ovunque si formano comitati
nazionali con la partecipazione di donne di varie confessioni religiose. Non così
ancora in Italia, malgrado le.
sollecitazioni del Comitato
internazionale e della responsabile europea.
La Fdei dall’anno della sua
costituzione ha assunto il
compito della gestione di
questa giornata, non escludendo la partecipazione di altre realtà religiose. Ogni cinque anni le rappresentanti
dei comitati nazionali si ritrovano per organizzare insieme
le liturgie degli anni successivi, per eleggere la presidente
mondiale e le rappresentanti
regionali. La Fdei ha partecipato con una delegata a questi incontri internazionali.
LA FDEI VERSO IL CONGRESSO
La nostra forza di donne sta
nella fede vissuta in Cristo
ELISABETTA WÜRZBURGER
Quello che si riunisce a
Róma nei locali della
chiesa battista di via Urbana
è l’ultimo comitato Fdei del
quadriennio 1992-96. La cornice e le persone ci sono ormai consuete ma l’atmosfera
è diversa, c’è dell’ansia e tensione nelTaria, perché stiamo
curando l’organizzazione del
prossimo congresso Fdei che
si terrà a Ecumene (Velletri) il
prossimo maggio. È quasi un
anno che ci stiamo lavorando, ma ora siamo in dirittura
d’arrivo, quante cose da decidere! Innanzi tutto luogo e
data, ospiti da invitare, relazioni da preparare, conferenze e seminari, culti, serate in
allegria, ma anche cartelle e
gadget, tutto nei minimi particolari. Inoltre bisogna far
quadrare i bilanci, come al
solito molto magri nelle nostre casse.
Abbiamo, poi, da valutare
l’operato dei quattro anni di
percorso del comitato uscente (da rinnovare nei suoi due
terzi), ma soprattutto dobbiamo riflettere su un avvenimento molto importante: la
Fdei compie vent’anni! Quante cose sono cambiate e
quante persone sono passate
dal 1° congresso di Santa Severa (maggio 1976) nel quale
la Fdei è nata dai movimenti
femminili denominazionali
Bmv. Nel valutare la storia di
questi due decenni si potranno riscontrare anche errori e
contraddizioni, qualche scelta di allora potrà apparire oggi anacronistica e non più in
tono con le esigenze delle
nuove generazioni, ma indubbiamente il percorso che
tutte insieme abbiamo inteso
seguire per promuovere il
ruolo delle donne nefia chiesa
e nella società ha visto fiorire
iniziative, nascere collegamenti, sviluppare relazioni,
sia in campo nazionale che
internazionale (Forum, Gmp,
Cepple, Amnesty) per citarne
solo alcuni. Tutto quanto in
vista di un progressivo ampliamento dello spettro di
azione della Fdei e di aperture a nuovi orizzontre migliori
prospettive. Possiamo, quindi, dire che il bilancio risulta
positivo, anche pensando che
tra vecchio e nuovo non c’è
soluzione di continuità: un
ciclo si chiude in preparazione di un altro che si apre. Ci
sono iholti spunti da cui partire e molte strade aperte da
seguire; dal dibattito congressuale emergeranno linee-guida e utili indicazioni per la vita futura della Fdei.
Al termine dei lavori ci lasciamo con un pizzico di malinconia, ma ci salutiamo con
un allegro arnvederci al congresso, consapevoli di aver
operato con coscienza e dignità al servizio del nostro
comune Signore, di aver
creato una rete di rapporti,
d’affetto e di stima e di aver
gettato solide basi per una
amicizia indissolubile e duratura, al di là delle cariche e
oltre il tempo. Ma la vita continua e il nostro lavoro non
termina qui. La nostra forza è
nella nostra fede, anche per
questo, grazie Fdei!
10
PAG. IV RFORMA
Notiziario
VENERDÌ 19 APRILE
iDl
Non restare sola,*sorelIa...
Somla, rum restare così sola Ì .
conte stessa. ■ . . ‘
non chiudere il tuo cuore ; ' '' '^5 '
; i tuoi occhi, il tuo sorriso svelano .
che tu ^ffri per la tua solìtudine.*^-'^ ^
\ Vedi, noi siamo state create.
V9ÌUI,/u/iòuirrivòiuie creale,
r per comunicare tra di noi • ’‘O’i' if * • *, - ^ ^ ' .
'• perwjfrireVunaperValtm'^ '::S^
ver eioire insieme ' t
per gioire insieme ’ , ; . .
noi abbiamo bisogno luna déttalira. ' .
Parla con me e tu vedrai o
quello che commuove te, commuove anche me.
logoisco per qualcosa, che fa gioire anche te, ;
dò cfte ti addolora, addolora anche me..
Non restare sola, sorella! /!,'
La luce che è in te deve risplendere v,,
' * anche per gli altri tV
'' farse potrà li^hiarare il buìache c’è
m
\4'n in qualcun^solitario come té.
ì> r :• ■
Mh Anche tu non devi rimanere nel buio
; i farse c’è qualcuno che aspetta ^ * V'
^ ^ perpotórti offrire un po’della sua ime.
Parla con me, sorella, oppure
,, parla con qualcun’altra.
*
,,.......... . ■ \ A
V* rmnmresummla. . }■ ¿i'
- chiudete il tuàcuoresorelkù ^
^ Jlpuocuorenon batte solo per te...
Tante, farse tutte ]
i.yil'li
aspettano te, qualcuna con cui parlare
H;. mn cui diìddere il silenzio.
m panare ^
.„................... ....
■ì-m.'- 'n «Í .. r - '.#V'HteH«6a®àa ’ ^
.„t -A ».VA »I * y./- . i
venerdì r MARZO 1996: GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA DELLE DONNE
Dio ci chiama. Rispondiamo di sì
/ movimenti femminili hanno deciso di sostenere anche economicamente
le donne di Haiti per la costruzione di un centro sociale per i bambini di strada
MMIUCCIA GRILL
PREGARE insieme spezza
l’isolamento
Pregare insieme spinge
all’azione
Pregare insieme è ringraziare
Pregare insieme è lodare il
Signore
superando ogni frontiera.
Dio ci chiama. Rispóndiamo.
Questo è il testo scelto dalle donne di Haiti per la giornata mondiale di preghiera di
quest’anno. Dalla liturgia
scaturiscono queste grida di
allarme assai sconvolgenti:
Anm'wé ossia «ascoltateci»,
che in lingua creola è un’invocazione di aiuto per segnalare un pericolo incombente.
La gente è angosciata e confusa dal comportamento di
chi sfida la legge ed agisce in
modo corrotto. Molti tra loro
patiscono la fame e la sete.
Moltissimi sono senza casa e
dormono sul ciglio delle strade. I loro figli sono costretti a
cercare cibo tra i rifiuti, sono
ammalati, senza speranza di
guarigione per mancanza di
cure. Queste grida non potrebbero essere più penetranti: ci chiamano a dare
una risposta e ad agire. La
terribile situazione nella quale si trova il popolo di Haiti
riflette, per un certo verso,
quella del piccolo regno di
Giuda poco prima dell’invasione babilonese, dove il piccolo Geremia è chiamato alla
sua vocazione di profeta nella drammatica situazione che
il suo popolo sta vivendo prima della tragedia.
Questa è la ragione per la
quale le donne di Haiti hanno scelto il racconto della
chiamata di Geremia come
testo centrale della liturgia
(Geremia 1, 4:10). La missione che Dio gli affida è strettamente legata alla difficile situazione politica del suo popolo; una missione dalle
conseguenze impegnative,
difficile sia da ricevere che da
trasmettere. Le parole di Geremia, in contrasto con la
mentalità del tempo, saran
no certamente in contraddizione con le aspettative dei
potenti ed esporranno il profeta al pericolo della morte.
Tuttavia Geremia proclamerà la parola di Dio che
«brucia dentro di lui come
un fuoco», ben sapendo di ricevere in cambio solo persecuzione e solitudine.
Il richiamo indiscutibile di
Dio si rivolge alla drammatica situazione dei popoli: riusciremo a sentire gli appelli
di soccorso delle nostre sorelle di Haiti? Sapremo ascoltare questi richiami di aiuto e
dar loro una risposta? Saremo in grado di assumere
questi interrogativi come vocazioni personali, urgenti e
irrinunciabili?
A questo appello hanno risposto anche le donne delle
Lfnioni e gruppi femminili in
Italia, che hanno celebrato
questa giornata in modi diversi e alcuni di questi ne
hanno già dato notizia su
Riforma. Ad Haiti i bisogni
sono enormi. Con la giornata
mondiale della pace le donne
di tutto il mondo sono invitate non solo a pregare, ma anche ad agire sostenendo dei
progetti, le collette raccolte
durante la celebrazione di
questa giornata costituiranno,
la base per la costruzione di
un centro sociale che deve!
servire a radunare i bambiid
che vivono nelle strade e date
loro la possibilità di imparare
a leggere e a scrivere. Infatti i!
ad Haiti molte famiglie dù
contadini mandano i loroi
bambini (soprattutto le ragazzine) nelle città, dove devono svolgere tutti i lavori
domestici senza alcuna retribuzione. La nascita di un
foyer dove i «restavek» (cosi
vengono chiamati questi
bambini) si possono incontrare può permettere non so-'
lo di abbattere l’analfabeti-.:
smo, ma anche di imparare/;
lavori artigianali e soprattut4
to ricevere un sostegno psi«i
cologico. Le offerte vanadi
versate sul conto corrente82115007 intestato a Salde;
Papini, via dei Giordani 2000199 Roma.
IL CAMPO DI VAUMARCUS DEL 1995
Che cos'è ¡I perdono?
Accettare l'amore di Dio
WANDA TOURN
Anche quest’anno la Federazione delle donne
protestanti svizzere ha invitato per fi convegno annuale tenutosi a Vaumarcus dal 22 al
24 settembre, una rappresentanza della Ffevm ed è con riconoscenza e gioia che abbiamo risposto all’invito (ben 5
le partecipanti italiane). L’argomento trattato è stato il
«perdono»: una parola e un
atto di vitale importanza. Perdono di Dio, perdono umano,
ricevuto, accordato, richiesto
o rifiutato.
Abbiamo lavorato a gruppi
ristretti permettendo una
maggiore libertà di espressione. Che cosa suggerisce la parola «perdono»? La varietà
delle risposte ci ha fatto capire quanto può essere diverso
per ognuno di noi il concetto
di perdono. Anche i sinonimi
evocati sono molti: trasformare, liberare, comprendere,
raccomandare, sciogliere un
nodo ecc.
Nella Bibbia, ha detto la pastora Kristin RosSier, sia
nell’antico che nel nuovo Patto, è l’offerta di Dio per una
ottimale relazione tra lui e gli
uomini stessi, un’alleanza
con diritti e doveri. Il perdono è l’atto di lasciare andare,
di abbandonare ciò che ostacola l’alleanza, è rinunciare a
tutto ciò che impedisce la relazione, dunque la vita, per
mezzo del nuovo Patto; il perdono di Dio ha avuto luogo
una volta per tutte con la
' morte di Cristo sulla croce,
che liberà l’umanità dal peccato. Il perdono è come il
perno, la cerniera del pensiero biblico: può mutare fi volto
di ciò che crea rottura oppure
aprire una porta verso la vita.
Quattro gruppi hanno lavorato su diversi testi biblici: 1
Sam, 24; Osea 2, 4-8; Giov. 8,
1-11; fi Padre Nostro. Sabato
pomeriggio libera scelta tra
diversi laboratori; pittura,
scrittura, musica, rilassamento ecc. Sabato sera conferenza di Lytta Basset, pastora che
ha svolto il suo dottorato in
teologia sul «perdono capitale» da cui ha tratto un libro.
Le sue riflessioni si concen
travano su Matteo 18: nel Padre, Nostro, Gesù ci chiede di
perdonare, ciò significa che ci
ritiene capaci di farlo; per poter perdonare innanzitutto
dobbiamo prendere coscienza delle sofferenze e delle
umiliazioni subite durante la
nostra vita e sapere ammettere, ridiventare bambini e avere fiducia malgrado le umiliazioni che si subiscono continuamente.
Nella maggior parte dei casi, chi offende non sa fi male
che causa, bisogna farglielo
capire, perché anche lui è un
essere che ha sofferto, affidandolo a Dio come persona
particolarmente importante.
Il nostro perdono deve essere
illuminato come ci dice il v.
22 (il numero 7 nella Bibbia
rappresenta l’infinito). Si sa
perdonare solo attraverso
queste tappe: offesa, constatazione deU’offesa, dell’io infantile, della propria sofferenza e lasciare andare, abbandonare ciò che ci fa soffrire.
Perdonare colui che ci ha offeso è la base del perdono, altrimenti non riusciamo ad accettare il perdono di Dio, che
ci ha già perdonato; tuttavia
non si deve dimenticare ciò
che si è sofferto perché fa
parte della nostra storia, ma
si deve superare e testimoniare la liberazione in Gesù. Nella mattinata di domenica abbiamo ascoltato Catherine
Schneider che ha parlato della riconciliazione in Sud Africa, problemi che ella stessa
ha condiviso e affrontato: è
solo ammettendo il dolore
provocato, da un lato, e
dall’altro lato accettandolo e
comprendendolo che si potrà
proseguire insieme. La riconciliazione in Sud Africa non è
terminata, ma esiste la volontà per farlo.
‘ Abbiamo terminato rincontro nel pomeriggio con il
culto: alla fine, i bambini che
erano venuti con le mamme e
che durante tutto il seminario
hanno lavorato per conto
proprio con delle monitrici
sull’argomento «perdono», ci
hanno portato il pane e il vino per celebrare la Santa Cena: momenti molto forti ed
indimenticabili.
IMPRESSIONI DAL CONVEGNO REGIONALE SICILIANO DELLA FEDERAZIONE DONNE EVANGELICHE
\
La libertà delle figlie di Dio si vive nella gioia e nella storia
Pubblichiamo alcune impressioni giunteci da Est ed Ovest della Sicilia sul convegno regionale
Fdei che quest’anno ha avuto un
particolare successo per il seminario tenuto dalle pastore Adriana Gavina ed Elizabeth Green e
per la nutrita partecipatone resa
anche possibile dal contributo del
«Forum ecumenico delle donne
cristiane» in Europa e dalla cordiale ospitalità del Servizio cristiano di Riesi.
Helga Lour:
,Con grande piacere ho accettato l’invito di andare a
Riesi dove, dal 19 al 21 gennaio 1996, si è svolto un convegno regionale organizzato
dalla Fdei. È una bella giornata e il nostro viaggio da Palermo a Riesi procede tranquillamente. Il sole splende e
abbellisce i campi e le colline
vestiti di un verde vellutato e
fresco. I primi mandorli sono
già fioriti e nel tepore della
primavera che si annunzia, le
mimose mòstrano i loro rami
coperti da soffici, teneri fiori
gialli... Al Servizio cristiano di
Riesi incontriamo donne di
tutte le età, provenienti da
Catania, Siracusa, Trapani,
Marsala, Lentinl e appartenenti alle chiese valdesi, metodiste, battiste, luterane...
Il convegno, dal titolo significativo «La gloriosa libertà delle figlie di Dio» inizia
con la presentazione del programma e la spiegazione dei
concetti chiave. Nei due giorni successivi saranno trattati
i temi in modo più dettagliato e più approfondito. Nelle
sue relazioni Adriana Cavina
ci parla soprattutto dell’assertività, delle relazioni interpersonali, della modalità di
arricchimento della personalità, di come imparare ad incanalare nel giusto modo elementi negativi del nostro
temperamento. Elisabeth
Green ha letto e commentato
brani dell’Antico Testamento
inerenti il tema del convegno. Dopo aver seguito i discorsi delle nostre relatrici,
comincia il lavoro collettivo.
Nunziatina Formica:
Erano tutti là in tre cestini,
al centro del grande cerchio, i
nostri blocchi da rimuovere,
da combattere, da annullare
per sgombrare il cammino
versqrassertività. Ognuna ha
trovato il coraggio, nella solidarietà dell’altra, di dare il
nome giusto al proprio blocco: timidezza, insicurezza,
paura, inadeguatezza... Vi
erano pure i nostri sentimenti: rabbia, gioia, dolore di cui
non riusciamo ad esprimere
l’intensità, in maniera adeguata. Ed è proprio questa
inadeguatezza che ci porta
spesso all’aggressività o
all’inibizione: invece, se riuscissimo ad incanalare queste preziose energie, che sono comunque positive, per
chiarire il nostro punto di vista con calma e serenità potremmo aumentare il senso
dell’autostìma e perseguire la
strada dell’assertività, altrimenti avvieremo un processo
di autodistruzione.
Nel triangolo dei cestini
c’erano pure le nostre promesse e il nostro impegno a
lavorare alméno su una nostra qualità carente. Ho avuto
l’impressione che ciascuna
fosse fermamente decisa a
dare una svolta alla propria
vita. Uscendo dal cerchio e
dirigendoci verso il centro
per deporre il proprio tabù
verso l’assertività? Forse la
grinta di Elizabeth che sottolineava la forza, la libertà dello Spirito che testimonia
dentro di noi? O forse le danze liturgiche di Karola, dove
ciascuna tendeva fa mano e
la intrecciava con quella
dell’altra? In questo seminario ho avuto l’impressione
che in tutte si è rafforzata la
consapevolezza della propria
storia, essa non è come sembra, non è un albero solitario
nello scenario della vita ma
ha nel sottosuolo radici che si
intersecano con altre storie
di donne: è dalla condivisione della storia di ognuna, dal
sostegno e dal coraggio comune, nonché dalla fede nella gloriosa libertà delle figlie
di Dio che ho non più l'impressione ma la certezza che
nessuno potrà più fermare
questo cammino intrapreso!
Elena Chines:
Quanto bene noi donne vogliamo a noi stesse? Che cosa
significa autostima? Queste
due domande possono riassumere sinteticamente le relazioni sulla formazione di
Fortini delle donne
cristiane europee
Sabato giugno, ore 10-17
Qiiesa battista - via Urbana 154, Roma
Incontro-riunione ecumenica nazionale sul tema:
; Riconciliazione, dono di Dio ,
: > e sorgente di vita nuova
delle donne italiane all’Assemblea di Graz
■f un
Relaifkù, Giuliana Martirano, docente universitaria e presidente“" nariònale Mif; iplizabeth Green; Emma Cavallaro, don-'
ne catwlkl» italiane. ,,,
Quòta di pactectoazionetf 10,000
InfOTmaiitonS ASffemiCiiWiw; Ebusa 6^« (teL'0é-^77S67)
nel cestino, denunciandolo
ad alta voce, abbiamo messo
allo scoperto la nostra interiorità. E scoprirsi è un passo
molto importante e difficile
per cominciare ad essere se
stesse! Cos’era a sostenere
questa scelta? Forse la voce
suadente e calma di Adriana
che ci suggeriva le tecniche
per intraprendere la strada
una nuova identità delle donne e sui diritti assertivi. Si è
partite dal presupposto che le
donne sono state vittime, per
secoli, del predominio maschile. E qui si intrecciava la
relazione teologica altrettanto profonda e stimolante sulla
teologia del dominio, cioè
quella teologia costruita a
bella posta dagli uomini, per
dominare e sottomettetele
donne, legittimando il proprio predominio come un
mandato di Dio; ma per fortuna è intervenuto Gesù Clt
sto, che ha liberato non s#
; Ho p(
to e co
della ir
ipione
^oni
Mi proi
Sltíituil
il aiolo
mico cl
la sua c
el’
tere se
ijiaesso e
le donne, ma tutte quelle
coH;
fi
sane che vivono con un
plesso di inferiorità schiavai •
zante.. L’Evangelo è la fonte 1
di libertà che mette in discus-’ '
sione la teologia del dominio,
Anna Maria Ribet:
in a la prima volta che noi
(Adelaide, Vita, Anna e Annamaria) partecipavamo come
gruppo di Trapani-Marsala a
un seminario organizzato '
dalla Fdei, e siamo partite
dalle nostre case con molti
interrogativi sull’esito del
convegno; l’atmosfera che si
è venuta a creare tra tutte le
partecipanti ci ha fatto subito
sentire a nostro agio, anche
se tra noi donne c’erano diversità di cultura, di età e
sensibilità. Abbiamo trovato
anche significativo il fatto di
trovarci in mezzo ad altre
donne di diversa confessione
religiosa, perché questo non
è stato di impedimento al
confronto e al dialogo. ^
Le due relatrici hanno af*
frontato un tema davvero toteressante, si sono discusffld
vari ruoli della donna neUr
società, nella famiglia e ab
biamo potuto constatare w
molti problemi che pensai“^
mo solo nostri in fondo ew
un po’ di tutte. I moment»^
danza, guidati magistrale
te da Karola Stobàus, ain
se hanno portato un po
confusione perché ci dova
mo impacciate, sono state?»
noi un’espressione di grati'
libertà interiore. Coinvolga
te è stato anche il mome®
di riflessione condotto
Erika Tomassohe, con Tè'
di un batik raffigurante dfc^'
scene bibliche impernia ,
sulla figura femminile. , ;
Siamo tornate a casa arn
chite da questa esperien^
durante il viaggio verso rf
pani ne abbiamo ancora
lato, augurandoci che qto
momenti di confronto no?,
esauriscano con Questo
minario, ma possano
portati nelle comunit^ ¡j
nostro piccolo provereinn^
avere dei momenti di c
fronto con altre donne.
Ir
11
Di 19 APRILE 1996
E Eco Delle Vai.t.t ¥vldesi
PAG. Ili
•.'fv
M m 1k sì
I AL SENATO DICONO..
mmnmmrwarmw«»
invitamaanido dei
accolti
one di
liranno;
ione (¿;
e deve;
ambiai
le dare
iparare;
Infatti
glie dii
' i loro
) le raove delavori
a retriI di un
o> (così;
questi
incoiilonsofabetiiparare
irattutfi
no psi-'
vanno
irrentè
i Saida
mi 20
Ettore Micol
Nord
Ho personalmente vissuto e condiviso, da uomo
della montagna, l’emargipzione e l’oblio che le isti^oni ci hanno riservato,
idi propongo di lottare per
jj^tituire alla nostra gente
I il molo culturale ed econoj^co che si è meritata con
ma operosità e che oggi
pchia di perdere per la cecità e l’ignoranza di un poiere.sempre più comproniesso e lontano.»
Il mio slogan è: «Per il
federalismo e la libertà».
Sono stato spinto alla politica soprattutto dalla necessità di reagire al degrado morale nel, quale l’Italia
è stata condotta dalla classe
politica al potere. Sono
convinto che la scelta di un
federalismo giusto e solidale sia ormai l’unica strada
possibile e capace di ridare
a ogni italiano la speranza
di poter vivere in un paese
migliore, dove il lavoro e
l’onesta siano premiati e
l’arroganza, il privilegio e
la prevaricazione, oggi
troppo spesso centrali, siano respinti e ridotti alla
marginalità.
Età: 52 anni.
Stato civile: coniugato.
Studi: Laurea in Pedagogia.
Professione: insegnante di Lettere nelle scuole
medie.
Esperienze politiche:
già commissario della
Sezione Valli Chisone e
Germanasca e segretario della Circoscrizione
Pinerolo e valli della Lega Nord.
Presidente del Consiglio che voterebbe: Pa
gliarini.
Spese per la campagna
elettorale: un milione e
mezzo circa.
Maria Aime
Pensionati
I pensionati hanno deciso di costituirsi in movimento «politico» poiché
vogliono finalmente operare direttamente le proprie
scelte di vita e non più inutilmente implorare questo o
quel partito o questo o quel
sindacato perché si renda
portavoce dei propri innumerevoli e sacrosanti bisogni per una vita serena,
sempre trascurati se non
volutamente ignorati o talo
Età: 73 anni.
ra artificiosamente elusi: di
fronte a questo noi sosteniamo: se saremo uniti diventeremo qualcuno, se saremo divisi continueremo
ad essere nessuno.
Qualcuno dobbiamo essere, non solo per noi, ma
per tutto il paese che ha bisogno oggi come non mai
dell’appoggio saggio, consapevole e responsabile di
chi ha operato in ogni campo di lavoro per anni.
Dobbiamo mettere al servizio del paese esperienze e
capacità professionali, in
tutti i settori vitali della penisola; in questo quadro
non dobbiamo dimenticare
i nostri ragazzi e il loro futuro, a loro dobbiamo aprire una strada vuota da tante
brutture e assicurare un lavoro, per il loro e il nostro
domani.
Stato civile: convivente.
Professione: pensionata (già
commerciante con quarant’
anni di attività); Dal 1985
svolge opera di volontariato
organizzando soggiorni marini per i pensionati.
Studi: scuola dell’obbligo.
Presidente del Consiglio
che voterebbe: Di Pietro.
Spese per la campagna
elettorale: 500.000 lire.
che noi
c Anna
0 come
arsala a
lizzato'
partite
[1 molti
ito del
1 che si
tutte le
) subito
, anche
ano dili età e
trovato
fatto di
d altre
essione
sto non
ente al
nno al'i
Immacolata Zaffino
Verdi verdi
Nonostante i nostri solleciti i responsabili di questa lista non hanno ritenuto opportuno informare i
nostri lettori.
Francesco Barbagallo
Mani pulite
Nonostante i nostri solleciti i responsabili di questa
lista non hanno ritenuto
opportuno informare i nostri lettori.
A arri®*
lenza,®
■soW^d
ira pi
;qtii
) nop®,'
:Ì
ettio
di co«>'
Claudio Bonansea
Polo per le libertà
Non cereo un voto in
cambio di promesse, chiedo la fiducia continuando a
offrire il mio impegno.
Questo è lo slogan che utilizzo per la campagna elettorale. A sua testimonianza
in queste settimane ho diffuso un opuscolo «Due anni
di attività» (disponibile in
segreteria a Pinerolo, in via
Des Geneys 28, tei. 012175028) che raccoglie un
sunto di quanto ho fatto nel
corso della XII legislatura,
perché i cittadini possano
conoscere in prima persona
il lavoro svolto, per valutare e decidere.
Inoltre, cogliendo il bisogno degli stessi di conoscere le idee e i progetti,
credo di essere uno dei pochi can<didati ad aver diffuso un giornale («Parliamone», da me edito) in cui è
contenuta una articolata,
precisa e concreta proposta
per il rilancio della nostra
zona che va a appoggiarsi
al programma nazionale
del «Polo».
Età; 44 anni.
Stato civile: coniugato,
un figiio.
Professione: imprenditore agricolo.
Studi: scuola media superiore.
Lingue conosciute:
francese e spagnolo.
Esperienze politiche:
senatore; già consigliere e
sindaco di Bricherasio,
consigliere della Comunità
montana vai Pellice, assessore e vicepresidente
della Provincia di Torino.
Presidente dei Consiglio che voterebbe: Berlusconi.
Spese per la campagna elettorale: éntro il
tetto previsto dalla legge
516/93.
delia aprile 1993 è aH’origine del sistema elettorale con cui abbiamo votato nel 1994 e voteremo II 21 aprile
Come si vota
La riforma del sistenm elettorale, che troverà il 21 aprile la sua applicazione, prevede
reiezione di senatori e deputati con un sistema che per tre quarti è maggioritario e per un
quarto proporzionale. *
L elettore riceverà quindi tre schede: una di
colore giallo per il Senato e due per la Camera: quella di colore rosa ser\'irà per reiezione
dei tre quarti dei deputati col sistema maggioritario e quella grigia p^;l’elezione deU’aUro
quarto dei deputati col sistema proporzionale.
. Nella scheda gialla ^ il Senato) gli elettóri troveranno accanto.:!^ simbolo della coaiir
zione, o al simbolo del partito, il cognome e'il
nome del candidato. Il simbolo potrà poi e
ée composito e format^ ^la ftisìone ó|
ftapposi2|otte dì due ò
, *'
Nella scheda rosa (
ma maggioritario) gli
a.|iìsiiboÌó (fella coalizioi
;;^a^cad dei vari partiti
.x|ic del candidato,
S*leMa scheda
ma proporzio
perdi partito pre
prevéMvamente
tlsimboli tradizion
^cme (nella circ
.^rendfettte le valli)
^ ;f II miglior m^ò per yotiure è ipello di trgeCiaafe i»^’‘ìfoce 'sMnìo dé|a coali;^^
i^^l pome del caiididato, purché,la croce resti
del rettangolo. ' .
si devono^ Mig^re pn^nèènze: così
fat^mdo si annullala scheda. \
■).i. A..., ^ ...
^imboli. * ^
la Camera, col sistettori troverani
anche ì simboli
Lcazìone del po
Camera, col silìtote deve votare
il i parllS el’indicaizi^é Pieirionte I com
I dqe candidi di partito.
*
12
iS'.íí'í’
t' Jíf" '
"Ì'
f:!^' ■
PAG. IV
'k .
Nelle
Chiese Valdesi
CORSI DI FORMAZIONE MUSICALE — Si svolgerà sabato 20 e domenica 21, presso il Castagneto di Villar Pellice, il còrso di formazione musicale con iì maestro Sebastian
Kom; l’orario di sabato è 14,30-19,30, domenica9-12 e 1416. Il costo del corso è di lire 30.000 oltre a 15.000 per il
pranzo di domenica; le iscrizioni si ricevono presso Gisela
Lazier, tei. 0121-930779.
CAMPI ESTIVI AL BA'GNÒOU — La Chiesa valdese di
Angrogna, come ogni anno, mette a disposizione la Ca’ d’ia
país per due brevi campi estivi rivolti ai bambini e ragazzi
delle scuole domenicali e dei precatechismi del 1° circuito.
Il primo campo avrà luogo dal 1“ al 4 agosto per bambini
dai 5 ai 9 anni (ultimo anno della scuola materna fino alla
terza elementare) e avrà per tema «C'erano una volta in
montagna e forse ci sono ancora ... tanti piccoli amici»; il
secondo ci sarà dal 6 all’11 agosto per bambini e ragazzi
dai 10 ai 12 anni (dalla quarta elementare alla seconda media) e avrà per tema «Figure bibliche: la storia di Daniele
tra realtà, sogni e visioni». Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Marinella Lausarot, tei. 0121-932969.
INCONTRO DEI CONCISTORI — Domenica 21 aprile, alle 15, nei locali della chiesa valdese di San Secondo, incontro dei Concistori del 2° circuito sul tema «Gli anziani e le
visite»; introduce il pastore Alberto Taccia.
ANGROGNA — Venerdì 19 aprile, ore 21, riunione al Martel, interverrà la corale. Domenica 28 aprile l’Unione femminile riceverà al capoluogo le sorelle dell’Unione femminile di Villar Pellice.
BOBBIO PELLICE — Domenica 21 aprile alle 14,30 si
svolgerà il tradizionale bazar organizzato dall’Unione femminile.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Le p^rossime riunioni quartierali saranno il 18 aprile ai Peyrot, il 22 aprile a Bricherasio e agli Airali e il 23 aprile ai Boer.
. MASSELLO — La prossima riunione sarà al Roberso, il 23
aprile.
PERRERO-MANIGLIA — Le prossime riunioni quartierali
saranno il 18 al Bessé alle 15 e il 23 al Roberso.
PINEROLO — La comunità della Madonna di Fatima sarà
ospite della comunità valdese, venerdì 19 aprile, al tempio
alle 20.45, per un incontro di preghiera.
POMARETTO — Là prossima riunione quartierale sarà il 19
aprile, ore 20,30 a Perosa Argentina. Domenica 28 aprile
assemblea di chiesa su: relazione annua, elezione dei deputati alla Conferenza distrettuale, rielezione degli anziani che
hanno concluso i cinque anni e elezione diacona con funzione di cassiera del Concistoro.
PRALI — La prossima riunione quartierale sarà il 23 aprile a
Villa alle 19,30. L’Unione femminile sempre il 23, alle 14.
RORÀ — Giovedì 18, ore 20,45, nella sala Morel, incontro di
studio biblico.
SAN SECONDO — Domenica 21 aprile, alle 10, assemblea
di chiesa per eleggere i deputati alla Conferenza distrettuale
e al Sinodo. Domenica 28 aprile durante il culto sarannp
presenti alcuni membri del comitato di gestione della Foresteria valdese di Torre Pellice per uno scambio di informazioni sul lavoro che l’opera svolge.
TORRE PELLICE — Domenica 21 aprile alle 10 culto con la
partecipazione della scuola domenicale. Riunione di preghiera domenica 21 aprile alle 15,30 in via Cavour 9 (Esercito della Salvezza) sul Salmo 137. Il 24 aprile alle 21, al
Centro d’incontro del municipio, incontro del collettivo biblico ecumenico su «La preghiera in Paolo».
VÌLLAR PELLICE — Domenica 21 aprile giornata della
scuola domenicale, con il culto animato dai bambini; pranzo e pomeriggio insieme. Dal 25 al 28 aprile viaggio dei
catecumeni in Svizzera a Monthey, nel Vallese. Martedì
23, nella scuola di Garin (oppure presso alla Piantà se i lavori non saranno terminati) riunione quartierale.
im
arredainenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e iaboratorio:
via S. Secondo, 38 - v 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
UAP
GRUnO UAP ITALIA
\beille Assicurazioni
Agenzia generale di Torre Pellice
Arnaldo Prochet
C.so Gramsci, 2 - Tel. 0121/91820 - fax 932063
E Eco Delle va lo moEsi
Centro culturale valdese
Eugenio Comencini
FRANCO CALVETTI
Eugenio Comencini si era
già manifestato come espositore alla sala Paschetto
con l’iniziativa «Un dono amico per un amico» in dicembre.
Insieme a 43 pittori contemporanei aveva regalato un quadro
(«I ciclisti») la cui vendita
aveva fruttato una sonìma inviata allà Casa per ammalati di
Aids di Mestre.
Ora si presenta con 25 opere coloratissime, sprizzanti
gioia e pensiero positivo. Comencini, titolare della cattedra
di Pittura all’Accademia di
Belle Arti di Palermo, è pittore che, pur risentendo degli
influssi della cultura europea,
si fa notare per la sua mediterraneità. Le numerose mostre
internazionali lo segnalano
come personalità complessa e
recettiva nei confronti dei movimenti culturali e espressivi
contemporanei.
Le 25 opere esposte (acrilici su tela, tempere su cartoncino, disegni e una serigrafia)
si presentano con una spazialità e un cromatismo che suggeriscono, come ben dice la
critica Cristina Giudice, vitalità, allegria e innocenza, tre
doti sempre più rare. Come
non rimanere affascinati dall’
atmosfera gioiosa della «Gita
suU’Orinoco» con quei personaggi così animati e da quel
simpatico fisarmonicista? La
stessa atmosfera si respira nei
quadri «Isolabona verso il castello» e «Marionette contadine». Vi sono poi quadri che ci
interpellano in modo enigmatico come «cremagliera del
Montò dei cappuccini» e i due
di piazza Vittorio Veneto a
Torino. Ma il più impressionante, nel vero senso della parola, rimane per me «Case di
ringhiere a Torino», un acrilico su téla del 1995: composizione strutturale molto ardita,
piena di movimento di oggetti
e di elementi architettonici resa con colori puri, volumi
squadrati, senza ombre o
chiaroscuro.
Accanto a vitalità, allegria,
innocenza, vi è un altro elemento più sottile nella pittura
di Comencini, e anche più
profondo: l’ironia. L’artista,
trattando con leggerezza le
cose serie e le cose leggere
con serietà, si distingue come
un uomo di cultura aperta e
problematica. La mostra, che
sarà aperta al Centro culturale
valdese fino al 20 aprile, richiama alla mente la produzione americana della pop art
e i «giochi» di Andy Wahrol.
Le manifestazioni in programma
XXV Aprile
Molte sono le iniziative e le
manifestazioni in programma
per il prossimo 25 aprile: Comuni, associazioni di partigiani, gruppi culturali sono impegnati nell’organizzazione delle celebrazioni. Presentiamo
in rapida sintesi alcune delle
più interessanti.
Ricco il programma proposto dalla Comunità montana
valli Chisone e Germanasca
con i Comuni di Pomaretto e
Perosa e l’Anpi. Si comincia
con un incontro alle 16,45 di
sabato 20 aprile, presso la sede della comunità montana a
Perosa Argentina, quando
Sergio Ribet illustrerà la corrispondenza dal fronte dei soldati durante le due guerre
mondiali e Marisa Visintin
presenterà il libro «Senza saper domani», storie di contadini piemontesi al lavoro forzato in Germania; il 24 aprile,
alle 20,15 partenza dal municipio di Pomaretto e Perosa
alla volta del tempio valdese
di Pomaretto; alle 20,30,, partenza della fiaccolata verso la
borgata Pons che fu incendiata
per rappresaglia con quattro
morti; alle 20,50 commemorazione con partecipazione dei
bambini della scuola elementare di Pomaretto e, alle 21,30,
nel tempio valdese, concerto
della banda musicale di Pomaretto. Durante al serata i ragazzi delle scuole medie di
Perosa presenteranno il proprio lavoro di un depliant turistico storico «Per non dimenticare», breve itinerario, sui rifugi di Perosa, sulla Resistenza con l’episodio di borgata
Pons. Nella giornata del 25
aprile, i rifugi di Perosa saranno aperti al pubblico e dalle
14,30 alle 16,30 alcuni alunni
della 1“ A delle medie di Perosa faranno da guida nella visita ai rifugi stessi. Presso il padiglione Anpi del parco Gay
sarà allestita una mostra sulla
Resistenza.
A Pinerolo le manifestazioni inizieranno alle 9,15 del 25
con l’omaggio all’ossario dei
Caduti al cimitero; seguirà il
corteo fino alla stele dei Caduti in via Cesare Battisti, dove ci saranno i messaggi commemorativi ufficiali; alle
11.30, in municipioy presentazione del libro «Non chiamatemi povero 2», brevi note
biografiche di caduti nella lotta per la libertà.
A Lusema San Giovanni si
inizia nella serata del 24 con la
staffetta podistica a Castelluzzo (ore 19), il circuito podistico per i giovani (ore 20) e la
fiaccolata della Liberazione
(marcia non competitiva che
partirà alle 21 da p.za Partigiani); alle 21,30 premiazioni
presso l’auditorium. Giovedì
25 aprile ritrovo alle 9,45 in
piazza Partigiani, corteo e deposizione di omàggi floreali e
alle 10,30, orazione ufficiale
del comandante partigiano Poluccio Favout.
La manifestazione si collegherà con quelle di Torre
Pellice e dell’Alta valle dove
il programma prevede il ritrovo in piazza Montenero alle
8.30, le commemorazioni a
Bobbio Pellice (8,45) e Villar
Pellice (9,45) per poi tornare a
Torre Pellice dove, in piazza
del municipio, ci saranno i saluti ufficiali e il ricordo della
staffetta partigiana Jenny Cardon proposto dalla partigiana
Frida Malan.
Gli appuntamenti dell’Ulivo.
Giovedì 18 aprile - ore 9: Giorgio Merlo ed Elvio Fassone al
mercato di Piossasco.
Ore 21, dibattito pubblico a Cavour.
Venerdì 19 aprile-ore 9: Giorgio Merlo ed Elvio Fassone ai
mercati di Torre Pellice e Lusema San Giovanni.
Ore 18: incontro con la popolazione a Perrero.
Ore 21: incontro pubblico a Villar Perosa.
VENERDÌ 19 APRILE 1996
18 aprile, giovedì — TORRE PELLICE: Alle 21, presso
la Bottega del possibile in viale
Trento, per la serie di incontri
«Dopo Cernobil», dibattito su
«Effetti delle radiazioni e attesa della malattia»; intervengono il dott. Umberto Ricardi
(Divisione radioterapia delle
Molinette) e il dott. Maurizio
Martucci (psicologo Usi 10).
18 aprile, giovedì — TORRE PELLICE: Alle 15,30, alla
Casa valdese, per gli incontri
Unitrè il prof. Piero Ferrerò
parla su «Il pubblico a teatro».
19 aprile, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Alle
20.30, nella sala della Comunità montana, per il corso di
aggiornamento in agricoltura, il
dott. Enrico Cucco parlerà di
apicoltura.
19 aprile, venerdì — TORRE PELLICE: Dalle 8,30 alle
11.30, presso la sede di corso
Gramsci 1, ci sarà il prelievo
mensile di sangue per i donatori di sangue della Fidas.
19 aprile, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 21, nel
tempio valdese, l’Università
della terza età propone una serata dedicata alle melodie e
canzoni del XIX e XX secolo;
si esibiranno Francesca Lanza,
soprano. Margherita Monnet,
mezzo" soprano, Oliviero Giorgiutti, bass-bariton, Leonardo
Nicassio, pianoforte. Le offerte
raccolte andranno a favore della ristrutturazione della Casa
valdese delle diaconesse.
19 aprile, venerdì — PRAGELATO: Alle 21, nella sala
mostre, penultimo appuntamento degli incontri culturali dedicati alla medicina; tema della
serata «Alimentazione d’un
tempo e nutrizione moderna».
20 aprile, sabato — PINEROLO: Air Auditorium del
Liceo scientifico, alle 21,15,
per la rassegna «Cantavalli» si
esibisce l’«Albion band», gruppo folk-rock anglosassone.
20 aprile, sabato — SAN
SECONDO: Alle ore 21, nel
tempio valdese. Radio Beckwith presenta un concerto del
Coro alpino Valpellice diretto
dal m.o Ugo Cismondi.
20 aprile, sabato — SAN
GERMANO: Alle.21, nel tempio valdese, concerto del coro
Fihavanana.
23 aprile, martedì — TORRE PELLICE: Alla Casa valdese, alle 15,30, per l’Unitrè,
concerto del chitarrista Filippo
Parisi che proporrà musiche di
Bach, Giuliani e Dowland.
24 aprile, mercoledì —
BARGE: Alle 17,30, alla sala
polivalente in via Bianco 1,
verrà inaugurata la mostra
«Poesia-immagine», viaggio
intorno alla poesia e all’arte
contemporanea; verrà allestita
una mostra documentaria su
Quasimodo, Ungaretti, Montale, Luzi, Caproni, Saba, Marin,
Pasolini, Penna. L’iniziativa
proseguirà fino al 28 aprile.
25 aprile, giovedì — PINEROLO: A dieci anni dalla catastrofe nucleare di Cernobil, è
organizzata una manifestazione
nella zona di Saluggia-Crescentino, area più nuclearizzata
d’Italia, a partire dalle 14,30. In
occasione di questa manifestazione la Legambiente di Pinerolo organizza un pullman che
partirà alle 11 da piazza Vittorio Veneto. È previsto il pranzo
al sacco. Per informazioni e
adesioni è possibile telefonare
allo 0121-322525 (Grosso) oppure 0121-75025 (Aid).
25 aprile, giovedì — PINEROLO: Alle 11,30, nel salone
dei rappresentanza del municipio, verrà presentato il volume
«Non chiamatemi povero 2,
brevi note biografiche dei caduti per la lotta per la Libertà».
26 aprile, venerdì TORRE PELLICE: Alle ore 21, nel
tempio, il gruppo «L’estorio
drolo» presenta: «Che anno era:
cerchiamo di ricordarcelo», uno
spettacolo che prende lo spunto
dalla lotta partigiana di resistenza nelle valli alpine.
lERVIZI
VALLI
CHISONE-GERMA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 21 APRILE
Villar Perosa: Farmacia De
Paoli - via Nazionale 29, tei.
51017
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454 ^
Tr
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva; ‘
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 21 APRILE
Lusema San Giovanni; Farmacia Vasario - Via Roma 19'
(Airali), tei. 909031
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790ì
»nto
fthaavut
apa 113»'
¡onedonr
rtpien
(thfeen
íduepas
járzo han
ire un pei
sull
"che futi
ca50) t
Aliterei
del can
:eare nelh
molezz
pia dtgnl
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva; ,
Ospedale civile, tei. 2331
Ambuianza:
Croce Verde, tei. 322664
mente,dlfl
attoihi m
gesti quout
SERVIZIO INFERMIERiS'
dalie ore 8 alle 17
sedi dei distretti.
presso tei?'
SERVIZIO ELIAMBULAh
telefono 118
re 1 ri
infatt
là soc
|te,|Oaver
lènti c
ìttnar
inigri
[iie,fiòdel
¡ vamente s
enze a
blineai
iella telaz
non si deve
tanza die :
ia loro t
d
TORRE PELLICE —Ilei
nema Trento ha in program^
ma, giovedì 18 e venerdì
ore 21,15, Jane Eyre; sabai
20, ore 20 e 22,10 Corsari;
menica 21, ore 16, 18, 20iSi
22,10 e lunedì 22 aprile, orsf “
21.15, GetShorty.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 19, Storie d’amore coni
crampi e sabato 20 aprile La
via dell’amore; domenica, ore
15.15, 17,15, 19,15, 21,15, lunedì e martedì, ore 21.15, Jnmaiiji; mercoledì, ore 21 e giovedì, ore 15,15, 17,15, 19,15,
21,151 laureati.
PINEROLO — Il cinema
Italia propone alla sala «2cento» Toy story (cartoon Disney); feriali 20,20 e 22,20 e
sabato ore 20,20 e 22,30, domenica 14,30, 16,30, 18,20, 20,20.
22,20. Alla sala «5cento» è in
Uforo
Pce. che si
—---------------- - - . ®Ptessi(
programma A rischio della vi- Wtorno a
ta; feriali 20 e 22,20, sabato 20 maggior i
e 22,30, domenica 14,30,16,20i
18,20, 20,10 e 22,20.
8 Mosca i
wlta di h
Iridatala
De delle
•pianto st
M’Urss.
^fosmei
Wone 1
^miicami
PRIVATO acquista mobili
vecchi-antichi e oggetti varifS
tei 0121-40181.
NEGOZIO in Pinerolo
bili elettrodomestici attivila
trentennale cedesi. Tel. 0121393987.
AFFITTASI in Angrogo»
casa vacanze ammobiliata: cucina abitabile, camera da lcù®>
bagno. Tel. 0121-944405.
fhln:
deir
SOSALCOUSMOi
tei: 823,
L’Eco Deue Valli Valdesi
Vìa Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Sped. in abb. post./50
PubbKcazIone unitaria con
non può esser« venduto separataff^^
Ri^. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Re^. Ffwco Glampiccoli
Stampa; La Ghlsleriana Mondovl
Una copia L. 2.000
A Torre
^osto, in
■due ten
^ensio
'•ielproi
spetto d<
]
IfOtnate
5>titai
1, il
'en
'l^pcononi
!l®JPPai
nted
lea.
no
'‘bbnb;?
••«onv
He
l^tn
cotn
Po
Ì^ltiins
13
119 APRILE 1996
tiva:
31154
Corso dì formazione per donne leader al Centro battista di Rocca di Rapa
i possibile cambiare la relazióne uomo-donna
Le donne hanno il compito di riflettere la Bibbia e di scoprire
il messaggio di liberazione dell'Evangelo che fa ogni cosa nuova
CLAUDIA ANCEIETTI
tiva;
UZZATO dal Movimento femminile battia ha avuto luogo a Rocca di
apa il 3“ Campo di formajone donne leader, affidato
jlj Capiente regia di Elizauthtìreen e Adriana Gavina,
i ¿ue pastore, dal 22 al 24
larzo hanno saputo prepare un percorso di analisi e
¡cerca suU’identità femminie, che tutte le partecipanti
(dica .90) hanno seguito con
lio interesse. Infatti lo scoodel campo era quello di
teare nelle donne una conj^nlezza forte della pro& dignità e della grazia
ijie,|jerlopiù inconsapevolmente, diffondiamo intorno
anoi in mille piccoli grandi
gesti quotidiani: l’estrema di’■^^ilità delle donne ad asìfiTP. 1 ruoli più diversi riinfatti di essere sfruttailla società che facilmenbaverso sottili condiziojenti culturali, riesce a
Formare la grazia in preibni gratuite e obbligatoriei^dellate quasi esclusigiehte sulle necessità ed
Jgenze altrui. Con ciò, ha
sottolineato Adriana Gavina
ijellaielazione introduttiva,
BonSideve sminuire Timportanza die ruoli, ma esortare
allaioro trasformazione in
«stiti» da indossare e to
gliersi con spirito di autonomia. In termini psicologici, è
necessario per le donne superare il problema del «sé
diffuso», cioè di una personalità frantumata ed eccessivamente adattabile, nell’ottica
della formazione di un «sé
decisionale».
In questo cammino le donne credenti si trovano a dover
abbattere l’alto ostacolo costituito da una teologia di
predominio esclusivo dei maschi, almeno fino a pochi decenni fa. Infatti, ha avvertito
Elizabeth Green, la subordinazione della donna all’uomo
è stata per millenni legittimata da un’immagine patriarcale di Dio elaborata sui testi
dell’Antico Testamento e ripresa persino da alcuni autori
del Nuovo Testamento. Perciò le donne hanno anche il
compito di rileggere la Bibbia
e recuperare il messaggio di
liberazione dell’Evangelo,
sfrondandolo dall’accettazione dell’ordine curiarcale (di
dominio) della società antica.
Solo dopo averla spogliata dei
vecchi abiti, potremo «rivestire la donna nuova» (Ef. 4, 24),
liberata dal senso di colpa, da
pesi importabili, dalle paure,
dalla sensazione di inadeguatezza, grazie alla salvezza che
Gesù ci offre accettandoci
(nonostante tutto) e spingendoci all’acquisizione di una
«vita sovrabbondante» tramite l’adesione responsabile al
suo progetto di costruzione
della nostra nuova identità,
che si concluderà con l’attribuzione di un nuovo nome
conosciuto solo da Dio e custodito in lui. Nella realizzazione di questo progetto è
prioritario che la donna sviluppi ed affermi la propria
volontà, potenziandone le varie funzioni psichiche (sensazione* emozione-sentimento,
impulso-desiderio, immaginazione, pensiero, intuizione) e coordmandole armonicamente attraverso una disciplina determinata.
A questo fine è stato molto
stimolante una lettura psicanalitica della fiaba di Cenerentola, propostaci da Adriana Gavina, che ha messo a
nuovo una certa ambiguità
nella relazione fra donne:
spesso questo rapporto si nutre di una critica più o meno
corrosiva delTuna verso l’altra, poiché nella ricerca
dell’approvazione del maschio (padre e marito) si tende ad escludere la sorella,
rafforzando contemporaneamente il modello di relazione
della competitività. Un modello alternativo è invece, secondo Elizabeth Green, quello della collettività, così come
delineato dalla prima lettera
di Paolo ai Corinzi, cap. 12,
12, 27: si tratta di un modello
organico, vitale e gerarchico a
rovescio, dove le parti meno
onorevoli sono tenute in
maggior onore e dove tutto si
connette per opera dello Spirito Santo di Dio.
Le donne, quindi, a partire
dalle chiese, hanno il compito di ristrutturare simbolicamente e socialmente le relazioni tra umani, affermando
il principio della collaborazione e del riconoscimento
reciproco dei doni che ciascuno di noi ha: un vincolo di
perfezione che si sostenta di
solidarietà e rinnega l’etica
del sacrificio, della sottomissione, del servizio e della sofferenza che per troppo tempo ci è stata imposta.
«Mi è piaciuto soprattutto
fi culto domenicale, un culto
diverso in cui però mi sono
sentita partecipe allo stesso
livello delle altre sorelle - ha
detto una giovane sorella
l’aver bruciato i foglietti con
le parole della nostra paura,
della nostra insicurezza in
quel falò all’esterno, mi ha
fatto sentire più libera». Anche questa esperienza, accanto al lavoro nei gruppi e
alla preparazione di gustóse
scenette per trascorrere una
serata in allegria, ha segnato
questo campo: una concretizzazione immediata della
creatività femminile.
dì 1
ri; do?
L 204t.
e, oref',
a Cola, ve; coni
ile La
;a, ore
15, lu5, Juegio19,15,
Le chiese europee affrontano la questione della migrazione in Russia
Pngrande numero dì persone aspetta aiuto dalle
oiganìzzazioni ecclesiastiche perché lo Stato non c'è più
BRUKO TRON
inema
«2ceom Di2,20 e
donie20,20,
I» è ia
Ila viiato 20
16,20,
UN piccolo gruppo di laB)ro delle chiese europee, che si occupa di rifugiati
e|chiedenti asilo, si riunisce
aMosca a metà marzo. La
^Ita di Mosca non è casuale, datala crescente attenzione delle chiese europee a
laanto sta accadendo nell’
.®menso territorio una volta
«Urss.
io smembramento di quelOnlone ha causato infatti lo
feilicamento di un numero
'pressionante di persone
ai tre milioni) per la
parte russi di origi
ne, che per motivi di lavoro, o
perché membri dell’Armata
rossa erano sparpagliati in
tutti i territori delTUrss. La
nascita di nuovi stati, quasi
sempre con forti rivendicazioni nazionalistiche a carattere etnico, ha sconvolto la vita di queste persone o le ha
costrette ad abbandonare
quello che da decenni, o per i
più giovani da sempre, era il
loro paese. C’è chi ha^itrovato in Russia parenti ad accoglierlo, ma i più si sono ritrovati in campi profughi, allestiti qua e là in territorio russo. A questo va aggiunta la situazione tragica del Caucaso.
mobili,
i svA'i
lomo*
ttività
0121
ta: Cd'
I letto,
m
iM
;SI
ino
I
nw
tient»
ifflO
)Vt
Insegnanti evangelici europei
l^’uomo ha bisogno
ilell'etica e dell'economia?
Penice, dal 5 al 10
s sto, insegnanti evangelici
j Europa affronteranno
H.ijf temi dell’economia e
•f *®tica in maniera conJPPosta, considerando le
e della produttività
Ptofitto alla luce del ri11,,,, uel prossimo e della
problema che le
jff “®te di studio vogliono
atare e dibattere è, in
sìem**’ ?®8oente: nel penIW ® ttei discorsi di molti,
nò ® l’etica sembrad»«TP®«enere a due realtà
ÌPor^'® ttella società contemWp l’uomo, per esibisogno di en
^tivegno, che si propol.CaiHf®? tradizionale
^tino ben noto a
lìa ci ?s®^anti e che, in ItaatUii n,®''t>Uo a Siena quattro
sono, si articolerà in
tre conferenze, seminari e
gruppi di lavoro, nei quali saranno presentate anche le situazioni dei diversi paesi partecipanti in merito a sviluppo
economico, etica e autonomia scolastica, nella prospet-,
tiva di mettere a punto un
documento sotto forma di tesi da dibattere in seguito iir
sedi diverse. Sono previsti
inoltre studi biblici sul tema,
un’escursione a Frali e una
serata musicale.
Il convegno è organizzato a
Torre Pellice dal Centro culturale valdese d’intesa tra la
Fédération protestante d’enseignement e la Internationaler Verband Evangelischer
Erzieher. Le lingue previste
sono il tedesco, il francese e
l’italiano. È allo studio la richiesta di riconoscimento del
convegno al ministero della
Pubblica istruzione.
Ora l’Alto commissario delle
Nazioni Unite per i rifugiati e
l’Organizzazione internazionale per le migrazioni sono
riusciti a convocare una grande conferenza a maggio a Ginevra. Vi parteciperanno governi dell’ex blocco dell’Europa comunista e governi dei
paesi occidentali, per affrontare il problema dei profughi
in Russia.
A questa conferenza imminente è stata dedicata buona
parte del lavoro del gruppo, il
compito di assistenza e riabilitazione dei profughi iiT Russia è immane, e le agenzie governative russe, sia pure con
l’appoggio di organismi internazionali, difficilmente possono farvi fronte, dato lo stato
di bancarotta in cui si trova il
paese. Le chiese (quella ortodossa, ma anche le altre fira le
quali le chiese battiste russe)
sono impegnate in uno sforzo
che supera di gran lunga la
loro capacità di uomini e di
mezzi: per cui tanto più è necessario l’intervento e il sostegno delle altre chiese europee, alcune delle quali seppure minori come quelle ungheresi, si sono impegnate coraggiosamente in progetti di lavoro con i profughi anche
all’intemo della Russia.
Proprio in ragione di questo impegno delle chiese, avviato fin dalla prima ora del
dramma, il gruppo riunito a
Mosca in un messaggio alla
presidenza della conferenza
di maggio a Ginevra chiede
che le chiese e le loro agenzie
vengano considerate interlocutrici dei governi nella definizione di politiche e nella
elaborazione di programmi di
azione a favore dei profughi
nei paesi dell’ex Urss.
Questa attenzione delle
chiese all’Europa orientale è
doverosa, ma rischia di andare a scapito dell’attenzione
alle migrazioni tradizionali
che sono tutt’ora una cospicua realtà nei paesi dell’Europa occidentale, con gravi situazioni di discriminazione e
di razzismo crescente, che
costringono gli immigrati
africani, asiatici e sudamericani nei nostri paesi a una
condizione di gente di secon-da o terza categoria. E che dire delle nostre chiese, quasi
sempre minoritarie, impegnate a favore dei migranti,
rifugiati e richiedenti asilo,
che continuano ad affluire attraverso il fianco Sud dell’Europa? Saranno lasciate sole
dalle chiese sorelle maggioritarie impegnate ad investire
le già scarse risorse nei paesi
dell’Europa dell’Est?
Il gruppo ha preparato anche messaggi per due altre
riunioni europee: la conferenza intergovernativa dell’
Unione europea che nella
propria agenda ha la revisione del Trattato dell’Unione, e
il grande raduno delle chiese
europèe che avrà luogo a
Graz nel 1997 (una seconda
Basilea). Per la conferenza intergovernativa, che ha luogo
a Torino in questo scorcio di
marzo, il gruppo ha preparato un documento per chiedere che nella revisione del
Trattato venga indicata la lotta ad ogni forma di discriminazione ed esclusione come
uno degli scopi fondamentali
della costruzione dell’Europa
unita; per non rimanere nel
vago il documento chiede che
vengano fatti al testo del Trattato quegli emendamenti che
estendano ai rifugiati e migranti gli stessi diritti e le
stesse libertà garantite ai cittadini dell’Unione europea.
Al raduno di Graz si chiederà di fare della questione
asilo e migrazioni un punto
centrale della testimonianza
e delllmpegno della chiesa
alla quale Gesù ha detto; «Fui
straniero e mi accoglieste».
PAG. 5 RIFORMA
Agenda
MILANO — Si tiene un concerto di «Cospel e Spiritual» offerto dal coro della Chiesa americana di Aviano: ore 20,30, nella
chiesa battista di via Pinamente da Vimercate 10. Per informazioni tei. 02-6599603.
04.20 PALLANZA — Il prof. Paolo Ricca tiene una conferenza sul tema «Dio, popolo, nazione: gli integralismi come sfida alle chiese»: ore 15,30, a Villa Chaminade presso i
marianisti. Per informazioni tei. 0323-402653.
MILANO — Si tiene dalle ore 10 nell’aula
Negri da Oleggio dell’Università cattolica
una giornata di studio sul tema «Mondo di
ieri: Bonhoeffer e il pensiero storico religioso dell’Ottocento», con relazioni di A. Gallas, S. Rostagno, G. Moretto, P. C. Bori.
ROMA — Nell’ambito di un cielo di lettura
ecumenica della Bibbia guidata dai biblisti
Giuseppe Sorani e Daniele Garrone, si conclude lo studio della Lettera di Paolo ai Romani (cap. 8). Organizza il Sae presso la sala delle Suore francescane missionarie in via
Giusti 12, alle ore 18. Per informazioni tei. 06-58331825.
CASTELVOLTURNO — Ha inizio il
convegno «Il cattolicesimo. Dalla Riforma
ad oggi cosa è cambiato?» che vede la partecipazione dei pastori Paolo Ricca e Do^
menico Maselli e di Edoardo Labanchi. Organizza l’Alleanza evangelica italiana. Il
convegno dura fmo al 3 maggio e si svolge presso il Grand
Hotel Pinetamare. Costo per persona 145.000 lire. Informazioni e prenotazioni tei. 0332-590209 fax.0332-590154.
PADOVA — «America del Sud: terra di
conquista delle sette» è il titolo di una conferenza di Pietro Cànova che si tiene per l’iniziativa «Lunedì con il Sud del mondo»: ore
20,45, presso il Cuamm in via S. Francesco
26. Informazioni al 049-690269.
ROCCA DI PAPA — Ha inizio il 4° seminario nazionale per operatori radiofonici del
Coordinamento radio evangeliche italiane.
Il seminario è condotto da Stefania Patrano,
speaker professionista, e prevede lezioni
(che cos’è la voce) ed esercitazioni di ortoepia e sugli elementi espressivi della voce. Il seminario termina il 12 maggio. Per ultériori informazioni e per iscrizioni telefonare allo 06-4825120, fax 06-8173381.
PERUGIA — La Chiesa evangelica di via
Benincasa organizza una conferenza del
professor Paolo Ricca sul tema «Il papato in
discussione. Attese e prospettive per il 3°
millennio. Un punto di vista protestante»:
ore 17,30, nei locali della chiesa. Per ulteriori informazioni telefonare allo 0744-425914.
CULTO EVANGELICO: ogni donienica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in
replica, il lunedì delja Settimana seguente
alle ore 9,30. Domenica 29 aprile:: 90 anni
di movimento pentecostale in Italia; La scelta della diaconia; Protestanti nel mondo. La trasmissione di Protestantesimo prevista per il 21 aprile è stata soppressa per motivi
di palinsesto Rai (speciale risultati elettorali)
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
Ì|i|
fci
CASAVAÙ>ESE
DI RIO MAÉNA
ispu D'ELBA
biamo àncora possibilità di accoglienza;
prenotate le vostre vacanze
alla Casa per ferie di Rio Marina.
Prezzi agevolati per soggiorni nei mesi-eli^
maggio e settembre.
^ Inlerpellateci:
Ornella Gréln Rovelli “ p.zza
57038 Rio Marina {
telefono 0565/924156 (abit.
962770 (anche fax
Per pastori é diaconi disposti ad aiutarci
studi biblici o conkrenze sconti parti
14
PAG. 0 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 19 APRILE i
)Ì1
Culto comune nel tempio valdese di piazza Cavour
90 anni di pentecostalismo
Gli inizi del movimento negli Stati Uniti a inizio secolo
«Dio non si stanca di risuscitare il suo popolo»
QIORQIO OIRARDET
CON un culto comune di
riconoscenza e di invocazione dello Spirito sono stati
ricordati i 90 anni dall’inizio
del movimento pentecostale:
martedì 9 aprile in una celebrazione intensa e affollata,
nella chiesa valdese di Roma
piazza Cavour.
L’iniziativa era stata presa
in comune da Paolo Ricca,
decano della Facoltà valdese
di teologia, e da Giovanni
Traettino, pastore e leader
delle comunità pentecostali
indipendenti di Caserta, coinvolgendo le comunità di
Secondigliano, Napoli-Valle
del Seie e naturalmente Roma. Insieme con loro hanno
pregato, cantato e ascoltato
riflessioni bibliche e testimonianze i membri delle chiese
della Federazione delle chiese evangeliche (battisti, metodisti, valdesi): più di 700
persone, per oltre tre ore.
Testimonianze dal passato
hanno situato l’assemblea
nella sua storia, intesa come
il ricordo delle grandi opere
di Dio: Giovanni Traettino ha
sobriamente ricordato gli inizi del movimento, «a opera
dello Spirito Santo» in molti
luoghi degli Stati Uniti e poi
in Azusa Street, a Los Angeles, esattamente il 9 aprile
1906. Al centro dell’esperienza fu allora il battesimo dello
Spirito, con il segno del parlare in altre lingue, rinnovando l’esperienza del tempo
apostolico. Il movimento si
estese rapidamente, anche
nella comunità italiana di
Chicago, da dove partirono
missionari, già nel 1908, coloro che avrebbero gettato le
radici del pentecostdismo in
Italia e in Brasile. I primi missionari, inviati e sostenuti
dalla loro comunità di Chicago, furono Luigi Francescon,
Pietro Ottolini, Giacomo
Lombardi, Lucia Menna e altri; il movimento italiano
crebbe rapidamente negli anni ’30, fu duramente perseguitato dal regime fascista e
conta oggi, complessivamente, circa 300.000 aderenti. Secondo loro fonti, 400 milioni
in tutto il mondo.
Fra le testimonianze, quella
di Leonardo Di Natale, di Ginosa in provincia di Taranto,
letta dalla nipote Maria Teresa Pizzulli, che nel 1928 era
intervenuto a un incontro di
anziani pentecostali a Roma,
Il pastore Paolo Ricca
e quella di Sara Saracino che,
forte della sua esperienza
spirituale che la faceva parlare in lingue, ha riferito delle
sue trascorse esperienze di
testimonianza nella scuola e
del suo confronto con giornalisti e specialisti, fra incredulità e fede.
Paolo Ricca, ispirandosi alla visione degli ossami del
profeta Ezechiele, ha ricordato che in ogni tempo lo Spirito di Dio apre la via alle «risurrezioni della chiesa»: «Dio
non si stanca di risuscitare il
suo popolo». Ma lo Spirito
apre anche la porta all’unità,
e mette insieme i due pezzi di
legno distinti, separati e nemici, «che saranno una sola
cosa nella mia mano» (Ezechiele 37, 19). Così, ha detto
Ricca, è delle nostre diversità,
che dalla mano di Dio sono
messe insieme, in momenti
come questo, nel rispetto e
nel riconoscimento della
identità di ciascuno.
Il pastore Romolo Ricciardiello ha fatto notare che
«una celebrazione come questa sarebbe stata inimmaginabile solo qualche anno fa»,
e ha invitato i presenti ad
aprirsi all’azione dello Spirito, per un risveglio e rinnovamento delle chiese cristiane,
perché là dove è lo Spirito del
Signore c’è la libertà. Anche
questo incontro è e può essere vissuto come un nuovo
inizio di un cammino comune, anche per la maturazione
spirituale del nostro paese.
I temi dell’unità e dell’accoglienza hanno dominato
ddlMcd Ni iTidSdd cN^rìbuzlofle^
•’a;> , '1
VM lÜIÉK^, t
i>j011/8eiB.M.04 - r QJC.P. SSSmìC&
anche gli altri aspetti del culto, con le testimonianze e le
preghiere del pastore argentino Eduardo Sarazaga e dei
pastori Michele Romano, di
Napoli, e Stefano Bogliolo, di
Roma, le letture e preghiere
della pastora Maria Bonafede, i canti e la musica dei
complessi di Napoli e Roma, i
cori della chiesa valdese di
Roma piazza Cavour e della
comunità etiope.
È stata una svolta nei rapporti fra il grande popolo dei
pentecostali e le chiese storiche, più riservate nell’esprimere la loro fede. Mancavano, è vero, le Assemblee di
Dio, che fra le realtà pentecostali costituiscono il gruppo
più numeroso e compatto,
come mancavano altre chiese (avventisti, fratelli, altri
gruppi evangelici liberi). Ma
un primo passo, ha osservato
Paolo Ricca, è stato fatto. Dipende anche dai nostri atteggiamenti e dalla nostra speranza se saremo in grado di
fame altri.
M Padova
Un culto
di tutti
i popoli
PAOLO T.ANGELERI
.. T O Spirito Santo è con
\\ JLj noi: ne abbiamo avvertito la presenza. Abituati
come siamo a un culto piuttosto freddo e distaccato, qui ci
siamo trovati in mezzo alla
forza dell’entusiasmo carismatico con fratelli e sorelle
da tutti i continenti (Asia,
Africa, America, Europa), filippini, brasiliani, statunitensi, africani, oltre agli italiani
della nostra comunità metodista, qui riuniti per innalzare lodi a Dio, per ringraziarlo
dei beni che ci ha elargito».
Così ha dichiarato il presidente del Consiglio di chiesa
Salvatore Guargena al termine del culto interdenominazionale nella Chiesa metodista di corso Milano, la Domenica delle Palme, sotto la guida del pastore Robert Mollar
(comunità metodista), del
pastore Itah e della signora
Rachel Evangelista (dell’International Christian Fellowship, missione delle Assemblee di Dio fra gli extracomunitari in Italia).
Particolarmente toccante il
momento della lode e della
preghiera per la partecipazione emotiva di tutti i presenti.
Bella e piena di slancio la
predica del pastore Itah, che
meditando sull’ingresso
trionfale di Gesù a Gerusalemme (Luca 19, 28-44) ha
insistito sul rimprovero dei
farisei ai discepoli per l’eccessivo entusiasmo nella lode
a Gesù e sul suo pianto per
l’imminente sciagura sulla
città. Anche fra noi c’è chi fa
la parte dei farisei e trova eccessivo il nostro entusiasmo,
e c’è chi non vuol tenere conto del pianto di Gesù. L’entusiasmo nel lodare Iddio non è
inai eccessivo e la fede è più
che mai necessaria in mezzo
allo sconforto delle tenebre
che ci circondano. Il culto ha
avuto termine con l’inno n.
176 in italiano e inglese.
Scomparsa di un «credente allegro»
Armando Cástíglione
NICOLA PANTALEO
CI si commuove e rattrista
sempre per un fratello
che se ne va, indipendentemente dall’età e dal grado di
relazione. Per la dipartita di
Armando Castiglione questo
sentimento di perdita e vuoto
affettivo così naturale è, sia
pure in parte, attenuato dal
ricordo di un temperamento
vitale e allegro che difficilmente si può conciliare con
la melanconia di una separazione e lo struggimento del
rimpianto. Non l’avrebbe
mai consentito lui, siciliano
di un piccolo centro della
provincia di Agrigento, Grotte, con una forte tradizione di
fede valdese. Impetuoso e
torrenziale come il fratello
Giuseppe (Pepé), straordinario pastore nelle chiese di Puglia negli anni del dopoguerra; colto quasi come l’altro
fratello Tommaso, anche lui
pastore in Puglia nei tremendi anni del fascismo, ricercato, perseguitato e alla fine
esule nella generosa terra
svizzera, dove conquistò una
cattedra di letteratura italiana all’università di Ginevra,
Armando non si sentiva soverchiato dal carisma dei fratelli; anzi a loro, come alle sorelle Rosa, Clelia e Irene (la
sorella più giovane Nice, insegnante di lettere, erà stata
assassinata da uno studente
e la vicenda pesò sempre come un’ombra sulla sua fami
glia) era «sicilianamente» legato da fortissima intimità.
Con la moglie Vittoria e i figli aveva a lungo dimorato a
Salerno e Napoli dove il suo
lavoro di rappresentante di
commercio, che male si conciliava con una laurea in giurisprudenza ma che lui aveva
sempre svolto con entusiasmo anche molto avanti negli
anni, gii consentiva contatti
che spesso trasformava in occasioni di evangelizzazione.
Tornato nella Puglia dei suoi
affetti maggiori visse la tragedia della morte precoce delle
amatissime nipoti Lilly e Miriam e venne provato nella
salute del figlio maggiore, per
il quale spese con amore
straordinario molte energie.
Infine a Corato la sua passione per la musica e la lettura e
il suo attaccamento alla comunità valdese gli alleviarono le sofferenze che gli derivavano dall’asma e ddla progressiva cecità.
Instancabile viaggiatore,
tuttavia, non rinunciava a
progettare visite e incontri e
continuava a tessere i rapporti con la famiglia con la
stessa Intensità di un tempo.
La morte lo ha colto il 21
febbraio in una camera dell’ospedale dove aveva stupito tutti per la vivacità di spirito e parola con cui aveva
intrattenuto i presenti fino
all’ultimo.
Lo zio Armando amava veramente il Signore.
Cronache
VENARIA — Il culto del venerdì santo ha avuto quest’t
due caratteristiche che lo hanno differenziato dagà.
passati. Innanzitutto erano presenti fratelli e sorelle djl
naria. Rivoli e Torino via Viterbo: oltre 90 persone, lui
condo luogo è stato interamente tenuto dai giovani djj
voli e di Venaria. Il culto, imperniato sulla lettura deic *
toli 26 e 27 del Vangelo di Matteo, intervallata da i
inni, si è aperto con il brano del racconto dell’ultiina^
di Gesù con i discepoli, seguito immediatamente dallt
lebrazione deUa cena del Signore e si è concluso coa^
breve meditazione su Apocalisse 2,7.
[In rie
Idei pi
pino
ALTAMURA — Il 1“ aprile, all’età di 65 anni, è cessata l'J
stenza terrena del fratello Giuseppe Miceli. Sofferen^
vari anni di problemi miocardici, si è serenamente sp
in ospedale. Uomo di forte fede, aveva avuto una vitad,
sin dalla gioventù allorché, convertitosi alLEvangelo,,
stato costretto a emigrare dalla Sicilia aH’èstero p
tornato dalla Svizzera si era sistemato con la famig
Altamura. Uomo di pace, sempre sereno e sorriden
scia un vuoto nella nostra comunità. Alla moglie
figli Concetto, Antonietta, Emanuele e Elisabetta, nop
all’anziana mamma (che abita a Carlentini) vanno i
stro cordoglio e la nostra simpatia cristiana. Il funerei
avuto luogo il 3 aprile, officiato dal pastore David I
lane, che ha rivolto la sua riflessione biblica a una chi
gremita di parenti e conoscenti, (n.n.)
PINEROLO — Si sono svolti i funerali del nostro fratello (
Gardiol, deceduto dopo molti anni di sofferenze. Pensi
con affetto alla vedova che lo ha curato con tanto amotì
CAGLIARI — Il 30 marzo si è tenuto ptesso la chiesa battisi
incontro di letture bibliche. Con un breve discorso il fra
Luigi Leurini, introducendo le letture pasquali, ha voluf
cordare la figura dello scomparso pastore Giuseppe Mt
mettendo in risalto la tenacia e l’impegno da lui
Con questo appuntamento, annunciato anche dalla sti|
locale, la Chiesa battista vuole offrire un contributo
la Parola biblica sia ascoltata dagli evangelici ma a
tutti i cittadini e da chiunque desideri confrontarsi (
nella vita di tutti i giorni. Manuela Meloni (10 anni) haap
to le letture con il testo di Matteo; esse sono poi
con testi dai Vangeli di Matteo e Giovanni a cura dei
Tagliasacchi, Leurini, Viti, Meloni e Angiolillo. (m.c.)
NAPOLI —Anche quest’anno, in occasione del giovedì sì
chiese evangeliche della città si sono ritrovate per
in comune la sera del 4 aprile. Il tempio di via dei Ci
gremito all’inverosimile, l’atmosfera di raccoglimentoe]
tecipazione rendevano bene l’idea di un evangelismoj
meroso e unito da un forte vincolo di fraternità. La pie*
zione è stata tenuta dal cap. Massimo Tursi del locale!
cito della Salvezza; la liturgia è stata curata dalla pasti«
dora Tosatti, e la Santa Cena presieduta dal past. Luì"
fo Moli
ffleglio
c
iuto.
fati
ì«**
.
lueinhn
a tal p
itL4ian!
Ite delti
ido-a
eri
eri un f
ifpoca ei
'subito
lie inai
irdare i
lulso di
(leale e
negli a
ci >
:ontare
[ire, semi
senti le tui
Bè|0vit
ieallat
Ito, la
iidozii
enti, si
lenzi
)irito c(
Die di que
¡scettidsm»
antri eci
¡ te pensati
‘Quel terr
1980.1
^delgonslg
" lammo
Icosa d
lEilgior
apella
ancora e $(
Deodato. Per la prima volta, per rispetto degli awentyci( ®»tto: <jVc
fanno parte del Consiglio delle chiese evangeliche, Ij
Cena è stata celebrata con succo d’uva e pane azzimi
1,0 mio;
nUQ®|tra
riunioni n
CICCIANO (NA).— In una sede un po’ inconsueta, 1
delle suore Alcantarine, in un luogo che non appai
circuiti frequentati dalle nostre chiese, il 5 aprile il
Giorgio Spini, di fronte a un pubblico interessato e
ha tracciato il percorso storico delle chiese evangelicM
Italia dal Risorgimento a oggi. Una conferenza che has^
tato molti echi favorevoli e che ha stimolato molte doB
de e curiosità. Una bella storia, della quale il pubblii^
potuto gustare il fascino inconsueto, raccontata con se “
plicità ma anche passione, documentata con nomi, fai dei tutto;
date con la competenza di un grande studioso partei ambiente
delle vicende. Una bella testimonianza che, come tale, pjj,
appassionato l’uditorio che per la prima volta si accostai iimbomb
una pagina fulgida scritta nella storia del nostro popolo, tutto la ci
Recentemente è stato costituito dai valdesi e dai b S^eriyol
ancora un
non farci i
iole di qui
afflavi. Gra
pàtsino l’a
SUSA
~~ nciyCiiiciiiciiLC c oLaLU vL/auiuiiu viai vcuucoi v- - .
tisti della zona il Centro culturale «Piero Jahier», che sip* 5°*'
pone di far sentire maggiormente la presenza del pm® I, ° ®
stantesimo nella valle, ftero Jahier (1881-1966), scritto® aignoi
poeta, era figlio di Pier Enrico Jahier, valdese di origli ®
passato ai «fratelli», indi pastore battista, che esercitò nj nspon
ministero anche a Susa. Presidente del Centro è Anna* ----
stagno, vicepresidente Antonio Cammisa, cassiere Adi®
Dorma. Le attività inizieranno il prossimo novembre®
un convegno su Piero Jahier a trent’anni dalla morte.
VILLAR PELLICE — Domenica 17 marzo sono stati battezzi
cuginetti Sylvie Rostagnol e Michel Barolin. Il Signore* ^ ^
compagni questi bambini e i loro genitori nell’impegn^
hanno preso. Domenica 24 marzo il culto è stato pr®*'*? 1
dal gmppo Fgei di Torre Pellice e da due catecumene^ra^oRf
nostra comunità: ringraziamo queste giovani per VimP^^*7rofl
dimostrato. La Domenica delle Palme, il 31 marzo,^
stati confermati nella loro fede e accolti nella chiesa ^
membri responsabili: Danila Barolin, Daniele DavlL^^ n
'*NENTI:|
Priotto. Ringraziamo il pastore Paolo Ricca che ha tenuw ^
predicazione e la corale che ha partecipato al culto.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato jn
sione del funerale di Clelia Rivoira ved. Bouissa, di 9' -
ospite della Casa Miramonti. ]
SAN SECONDO — La Domenica delle Palme sono stat
Fé# ; '
si quali nuovi membri della comunità Marco 't
ca Mancanelli, Erica Martinat, Helen Coucourde eo ^
Codino. A loro rinnoviamo l’augurio di saper essere
\juuiiiu. i\ lulu uuiiuvimiiu 1 uuguiiu ui ^
testimoni del Signore nostro Gesù Cristo. Vogliane®
formulare gli auguri di tutta la comunità a Claudio ù ™
Mirella Geymonat per la nascita del piccolo Samuel®- j
» Esprimiamo le nostre congratulazioni a Luisa
si è laureata alla Scuola superiore per interpreti e
di Trieste, presentando una tesi dal titolo «Il riciclagP
le aiitomobiii. Aspetti tecnici e letterari».
Per la pubblicità su
tei. 011-655278, fax 011-657542
15
IS?..
^li c 19 APRILE 1996
' * #5
PAG. 7 RIFORMA
La foto della settimana
llfricordo
del pastore
fidino Mollica
jioiniollica,
I meglio» caro «pastore
bilica», come ti abbiamo
® ciuto. Il tuo motto ci ha
note fatto riflettere: «VoLfvirti sempre, o mio SiIre».^!- proprio le parole
ueirihno che avevi fatto
a tal punto da viverle
tidianamente in ogni
itedel tuo ministero.
l‘arrivasti a Mottola
n'cifii entusiasmo generaeri un giovane pastore,
poca esperienza, ma fin
subito animato da un
de Riandato. Come non
ì il tuo impegno e
julso dato alla scuola dogale e al gruppo Fgei,
lettegli anni, sotto la tua
ci videro crescere,
ntare, discutere, innovate,^sempre tenendo presenti le tue parole di inco¡giaihento. E dei culti e
Ifttività comunitarie; sì,
ie alla tua spinta il rinnolento, la partecipazione, il
dozio universale dei
(ti, si sono realizzati in
io senza dimenticare mai
contenuto nelle parole di quell’inno. Pur nello
scetticismo iniziale, i primi
)i prosf||g^jjP^ ecumenici furono da
te pensati e vissuti con lo
stesso spirito di servizio.
Quel terribile 23 novembre
del 1980. In quella riunione
delSònsiglio di chiesa tutti
Hdammo fuori sapendo che
■^cosa di grave era successo. E il giorno seguente eri già
quest’
dagH
Telle di]
ione. la,
Jvanidii
radeic
da ca
htimaò
ifferent
mte s|
lavila
angelq^
peri
fami|_
ridenti
;lie Roi
tta, noi
anno
funeri
id
unacl
atello
J. Pensi
0
1 battìi
so il
lave
ipeMi
lui pii
lalla
uto
la a
irsi COI
ni) ha
a dei fra
n.c.)
eciì salii
lerunci
dei eia
nentoie
velismo»
La pri "
locale EsS iaS®® portare soccora pastM sda'ipella tragedia animato
ist. ancora e sempre dallo stesso
rventìsSiK motto: «Voglio servirti sem:he, Ifitoi pie,oniióSignore»,
izimata ' ìSj^elizzazioné ci vide
l’T titìi *'‘^S^uriti: nuovi metodi,
ntiQ^trade da percorrere,
PP riunioni nelle case, incontri
irne u pi», conf|titari sul tema: eppure
ancora una volta riuscisti a
non farci dimenticare le paiole di quell’inno che tanto
amavi. Grazie al tuo impegno
persino l’aspetto dell’edificio
to eal
mgelii
he ha SI
alte doi
pubblii
™ ftii sarebbe cambiato
del tutto: soffitto più basso,
° P® , ®biente più accogliente
pàb fastidiosi echi e
^^^°i ' bmbombi, ma al centro di
pope • tutto la croce di Cristo alla
si e daiM i)mle rivolgersi con la mede., chesipa confessione di fede:
a delpi^ servirti sempre, o
), scritto^“Signore».
originei^^che quando ci lasciasti
iercitòil^f ifepondere alla chiamata
è Anna ®
iere Ad
veinbre c
aorte.
I membri della Chiesa battista di Tirana davanti al tempio nel primo anniversario
della comunità di Cagliari le
tue parole di commiato ci ricordarono quell’unico concetto di servizio. Negli anni
che seguirono, pur nella reciproca lontananza,, sapevamo
del tuo sostegno, dell’interesse per noi e per quanti
avevi trasmesso il senso
profondo della vita.
Caro Pino, o meglio, caro
«pastore Mollica», grazie per
quanto ci hai dato, grazie per
averci lasciato il tuo messaggio di fede: «Voglio servirti
sempre o mio Signore».
In Cristo,
Mimmo e Virginia
Mottola
P La politica
e il cristiano
Caro direttore,
non posso che esprimere il
mio disaccordo e la mia esplicita disapprovazione per
l’editoriale di Claudio H.
Martelli (n. 13 del 29 marzo).
Affermazioni e considerazioni discutibili in una rubrica
di dibattito diventano inaccettabili se rivestite della autorevolezza propria di un
«editoriale».
Il paese sta vivendo una fase di transizione e di crisi difficile, delicata e complessa, il
cui sbocco è tutt’altro che
chiaramente prevedibile e
tanto meno scontato: c’è
dunque bisogno di serietà, di
riflessione, di impegno, di fare ciascuno la propria parte
con senso di responsabilità,
nella ricerca di soluzioni politiche, sociali, economiche - che siano all’altezza dei
tempi e di quelle esigenze di
i batti
Signore i
mpegnoj
a presif
amene
il l’imi
narzo,
:hiesa
Oavit,
rea h
la e eli
ha tenui
ViaPioV, 15-10125Torino-tei. 011/655278-fax011/657542
Via Foria, 93-80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, .1 10064 Pinerolo
SlplTORE: Giorgio Gardiol VICEDIRETTORI; Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
IATTORI; Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Corsant,
nino Di Croce, Fulvio Ferrano, Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Car, L'Ain Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Ful
[' - nocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piarvaldo Rostan, Marco Schellenbaum, Federi^ih, Florence Vinti, Raffaele Volpe AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia ABBOI FOTOCOMPOSIZIONE; Aec s.r.l. Mondovì - tei. 0174/651919
' LaGhisleriana s.n.c. MondovI - tei. 0174/42590 EDITORE: Edizioni Protestan*N.-»la Pio V, 15 bis -10125 Torino.
ABBONAMENT11996
ilto. u
iato in 0^
i, di97ai.v>-^____^ITALIA ______________ESTERO
_'“Jjj’srlo £ 100.000 -ordinarlo £ 140.000
¡tatianU”' £ $5.000 -viaaerea £ 190.000
ong. F«* .'25^ore £ 200.000 - sostenitore £ 250.000
■deed®** £ 50.000 -semestrale £ 75.000
essere f«“ ; l^ulativo Riforma -f Confronti £ 140.000 {$o\o Italia)
liamo^ “"««opla £2.000
dio ^abbonati sostenitori ricevono in omaggio ia riproduzione di un'opera di Pao
'^aòten
Bfs/; versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni Pro«•r.l., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
NffiftiMffsto imMfN eon Cfco ditto hÌì
^ mwpHdisMwiiiwirfWAN«*»»»* '
l^*,l''*^oni pubblicitarie; a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000 Partecl■ luillimetro/colonna £ 1.800 Economici: a parola £ 1.000.
It6 del titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n.
sitale ~y,9^io lUSI. responsabile Franco Giampiocoli. Le modifiche sono state regiin data 5 marzo 1993.
''h Resa ^ nlnto consegnato per l’inoltro postale all’Ufficio CMP Nord,
™™44/11 dlTotinomercoledì 10aprile1996.
giustizia, eguaglianza, tolleranza e progresso civile e so• ciale nelle quali ogni cristiano, per fede o per formazione
culturale, dovrebbe riconoscersi.
A queste esigenze non mi
sembra proprio che corrispondano le espressioni di
Claudio H. Martelli, con quel
richiamo appena velatamente dispregiativo ai «mostri
della politica», con quel di
ogni erba im fascio, accoihunando tutto e tutti in una
presunta indetèrminatezza di
programmi e in una indiscriminata accusa di «volgarità e
demagogia». Sono espressioni che nel loro insieme incoraggiano di fatto una visione
qualunquistica, fondata su
quel rifiuto (o addirittura su
quel disprezzo) della politica
puntando sul quale c’è chi
cerca di far tornare indietro
la storia del nostro paese.
I programmi non sono affatto tutti uguali, i polìtici
non sono affatto tutti «velenosi e volgari» (anche se ce
ne sono molti), la politica
non è affatto qualcosa di impresentabile e di «estraneo
alle persone vere»: la polìtica
siamo noi tutti, cristiani e
non, con i nostri problemi
quotidiani, le nostre idee, le
nostre lotte e il nostro impegno per una società migliore,
più giusta, che rifiuti lo sfruttamento e la discriminazione
dei più deboli e riduca i poteri forti di chi pensa solo al
proprio profitto a scapito
della collettività, che cerchi
di salvare questo nostro
mondo, questo nostro paese,
da una spirale apparentemente inarrestabile di degrado umano, sociale, culturale
e ambientale.
Certo, Riforma non deve
«fare politica», soprattutto
politica di parte, in periodo di
campagna elettorale. Ma
pubblicare argomentazioni
come quelle di cui stiamo discutendo significa proprio,
volenti 0 meno, «fare politica» e farla nel modo peggiore.
Come lettore e come cittadino - impegnato, sì, anche
in politica, con legittimo orgoglio e con il senso non di
perseguire gretti interessi
personali ma di adempiere a
un dovere sociale - sento
l’esigqnza di rendere pubbliche queste mie osservazioni
e considerazioni, affidandole
alla «pagina dei lettori». Ognuno, come ho detto, deve
fare la sua parte, sino in fondo e con onestà intellettuale.
Giancarlo Lannutti - Roma
■ Fidanzamento?
Siamo «n gruppo di giovani
coppie della Chiesa metodista di Milano che si riunisce
periodicamente per affl^ontare tematiche inerenti il «rapporto a due» con riferimento
ai testi biblici che sono, come
sempre, motivo di riflessione
e dibattito. In tale contesto
abbiamo avuto occasione di
leggere, inizialmente con un
po’ di curiosità, l’articolo «Ha
ancora senso il fidanzamento?» (n. 13).
Abbiamo riscon,trato che
vengono individuate nella
parte centrale deH’articolo alcune tematiche quali l’opportunità di «essere adulti e
pienamente autonomi nei
confronti dei genitori prima
di prendere in considerazione^
il matrimonio», che pur nella
loro giustezza ci appaiono
ovvie e troppo generiche:
quando si è davvero adulti?
Ma quello che più ci lascia
perplessi sono gli assunti finali dell’articolo che demandano «l’unione fisica» al
«tempo del matrimonio» e
che invitano ad «imparare a
tenere sotto controllo il proprio desiderio durante il fidanzamento», concetti che ci
rimandano indietro di qualche generazione. A rischio di
dire delle banalità, ma qui ci
sembra proprio il caso, non
possiamo condividere l’opinione che l’unione fisica debba essere «punto dipartivo»
del percorso di conoscenza e
rimandata al «tempo del matrimonio».
Riteniamo che il desiderio
e V«unione sessuale» non
possano essere scisse dalle
altre forme di incontro di cui
parla l’autore nell’articolo,
anzi siamo del parere che esse aiutino a raggiungere quell’intesa e quella conoscenza
che sono presupposti necessari per pensare a un progetto maturo e consapevole di
vita comune all’interno del
matrimonio.
Se siamo meravigliati che
Riforma abbia proposto un
simile testo, ci auguriamo
comunque che sù tali argomenti possano essere sentite
altre voci.
Giulietta Mazzetta
Milano
M Ecumenismo sì
ma con gli
evangelici
Bene ha scritto, anzi benissimo, Marco Rostan nel numero 13 di Riforma del 29
marzo a proposito del giubileo ecumenico! Contrariamente, su quale base Maria
Sbaffi Girardet dichiara
all’agenzia Nev (vedi numero
8 del 21 febbraio) «...anche
le chiese evangeliche italidne
dovranno riflettere su questo
evento (il giubileo) e sulle celebrazioni volute dalla Chiesa cattolica che vi sono connesse»?
Credo che il giubileo cattolico romano rappresenti tutto
ciò che i nostri grandi riformatori hanno combattuto e
che il suo riferimento biblico
(Levitico 25 e 27, Numeri 36)
sia troppo lontano da ciò che
la chiesa romana ne pensa. O
siamo già accodati alla chiesa
rotnana e ciò che essa fa o
programma deve essere studiato e seguito quale ne sia
l’argomento?
Durante l’ultimo Sinodo fu
posto in discussione e appro
vato uno studio molto ben
svolto dal prof. Ricca e dal pastore Ferrarlo sull’enciclica
papale «Ut unum sint» sull’
ecumenismo come è inteso
dallo stesso papa; ritengo che
esso debba essere sempre
presente in iniziative ecumeniche con la chiesa romana.
Al punto 4 del citato documento si legge: «Rifacendosi
a questo modello, le nostre
chiese propugnano una visione dell’unità cristiana costituita non intorno a un particolare luogo geografico
promosso a “centro visibile”,
né intorno a un particolare
“ministero dell’unità’’, ma
fondata sulla comunione
nella fede, nella speranza e
nell’amore».
E a proposito di ecumenismo ho Eimpressione che
molto facilmente dimentichiamo che il rapporto chiesa romana-chiese protestanti
(in genere) sia estremamente
differente in Italia e negli altri stati dove la parte protestante è una componente,
quando non maggioritaria,
almeno sensibile e sentita. La
situazione negli altri stati la
paragonerei a quella esistente soltanto nella diocesi di
Pinerolo mentre in molta
parte dell’Italia la componente protestante è perfettamente sconosciuta tanto che
il papa è normalmente definito da televisione, radio,
giornali e nelle normali conversazioni «il capo del cristianesimo» e ciò è estiemàmente indicativo! Conseguentemente riterrei più opportuno discutere con la
Chiesa cattolica romana, la
necessità di un insegnamento delle differenti realtà religiose. Non inseguiamo la
Chiesa cattolica romana nelle sue iniziative! Sarà una
coincidenza ma proprio il riferito numero di «Riforma»
cita il papa e don Luigi Ciotti
a sostegno della tesi dell’articolo principale di prima pagina; a pag. IO dove appare,
oltre alT artìcolo di Rostan, la
rubrica «Sui giornali», di tre
recensioni due sono di cardinali cattolici e la terza di un
libro sul cattolicesimo.
Non sarebbe più opportuno sviluppare un ecumenismo con i movimenti evangelici esistenti in Italia, discutere con loro ciò che ci unisce
e ciò che ci separa e lavorare
sempre di più insieme quando ciò è possibile? Molto è
stato fatto, ma penso si possa
fare sempre di più.
Italo Artus-Martinelli
Crema
La lingua
e la realtà
A proposito della lettera di
Maria Elisa Fiorio sull’orto-,
grafia italiana, non ho nulla
da eccepire sulle sue osservazioni ortografico-letterarie.
Voglio però farle notare che
l’uso di un nome piuttosto
che un altro può avere dei significati che vanno al di là
della pura e semplice correttezza letteraria, rivestendo
secondo i casi valori etnici o
politici che non si possono
ignorare.
Nel caso specifico per
quanto riguarda i nomi delle
cittadine dell’Istria non possiamo dimenticare da una
parte la situazione di conflitto violento che si respira nei
Balcani e dall’altra il desiderio palese di certi nostri ambienti di «ricomprare l’Istria»,
come si esprimevano alcuni
manifesti affissi per le strade
di Trieste. Anche il termine
«ex Jugoslavia», per i nostri
interlocutori oltre confine, ha
per significato l’idea di voler
ristabilire una situazione per
loro definitivamente superata e archiviata.
Se non vogliamo soffiare
sulla brace ch^ cova sotto la
cenere, dobbiamo perciò
controllare il nostro linguaggio e, al limite, cadere in inesattezze ortografiche.
Renato Coìsson - Trieste
■ In ricordo
■ * dì Ernesto
Ayassot
Caro direttore,
ero legato a Ernesto Ayassot da stima e affetto fraterno, sia perché avevamo la
stessa età, sia perché facemmo insieme due anni in facoltà teologica all’inizio degli
anni ’30. Benché abbiamo
esercitato il ministero pastorale lui al Nord e io all’estremo Sud della nostra penisola, non sono mancati i contatti e un’amichevole corrispondenza. Agli inizi degli
anni ’60 egli venne a Palermo per delle conferenze di
evangelizzazione, come si diceva allora.
Ernesto Ayassot si distingueva per la sua grande facilità di parola ma anche per il
suo grande impegno evangelistico, davvero instancabile.
Pastore a Torino, accettò anche il sovraccarico di lavoro
della direzione della Luce, in
cui manifestò le sue notevoli
doti letterarie. Oltre alle due
edizioni biografiche edite
dalla Claudiana di Albert
Schweitzer, il medico della
giungla, scrisse anche I protestanti in Italia, edito da
Area, Milano.
Credo, tuttavia, che la migliore testimonianza che possiamo rendere brevemente e
umilmente alla memoria del
nostro caro fratello Ernesto
Ayassot è che, mediante la
sua predicazione e il suo ministero pastorale egli ha scritto su molti cuori quella «lettera di Cristo, scritta non con
l’inchiostro ma con lo Spirito
dell’Iddio vivente», di cui ci
parla Paolo in II Cor. 3,1-3.
Pietro Valdo Panasela
Palermo
RINGRAZIAMENTO
«Ma ora Cristo è resuscitato
dai morti, primizia
di quelii che dormono»
I Corinzi 15, 20
La famiglia Mina e ie cugine di
Lina Goss
esprimono la più viva riconoscenza al sig. Livio Gobello e a tutto il
personale dell'Asilo valdese per
l'amorevole assistenza prestata
alla loro cara.
Rivolgono un sentito ringraziamento agli amici che hanno partecipato al loro dolore e in modo
particolare al pastore Mario Berutti per il suo messaggio di speranza.
Lusema San Giovanni
11 aprile 1996
RINGRAZIAMENTO
La sorella e i familiari tutti della
cara
Clementina Odin
ved. Bertalot
riconoscenti, ringraziano quanti
con presenza, scritti, parole di
contorto e offerte hanno preso
parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
alla direzione e al personale tutto
dell'Asilo valdese xli San Giovanni
e al pastore Mario Berutti.
Lusema San Giovanni
13 aprile 1996
RINGRAZIAMENTO
Il fratello, le sorelle e I fàmillarl
tutti della cara
llda Geymonat
commossi e riconoscenti per la
dimostrazione di stima e di affetto
tributata alla loro cara, ringraziano di cuore tutte le gentili persone
che con presenza, scritti e parole
di conforto sono stati loro vicino
nella triste circostanza.
Bobbio Peilice, 17 aprile 1996
16
'U
PAG. 8 RIFORMA
Viaggio nel paese nordamericano sconvolto da una grave crisi economica
Che cosa succede nel lontano Chiapas?
Visti da 1.500 km di distanza, gli eventi del Chiapas vengono commentati
con un certo scetticismo: Marcos sarebbe un rampollo dell'alta borghesia
ADRIANO ROANO
IL canto di Luis Miguel narcotizza la ragione dei messicani e, con la dilagante disoccupazione e la miseria in
cui versa più di metà della
popolazione, genera il mostro
deUa rassegnazione. Inoltre la
decorosa sopravvivenza, permessa in Mexico dagli stipendi elargiti daUe ditte Usa, provoca focolai di rivolta soltanto nelle campagne a seguito
di spallate reazionarie, come
per esempio il cambiamento
di articoli della Costituzione
voluti da Zapata: infatti la revoca dell’inalienabilità degli
ejidos (i terreni affidati alle
comunità di campesinos indios) è uno dei motivi a monte dell’uscita allo scoperto
della lotta di Marcos.
Gli operai, storicamente,
preferiscono non riconoscere lo sfruttamento a cui sono
sottoposti, perché, in assenza di una consistente piccola borghesia, concentrata
nella burocrazia del Df (Messico City), si considerano una
classe ancora privilegiata;
una malleabilità che fa concorrenza ai lavoratori del resto del mondo. Gli stessi colleghi della Gm dicono: «Lo
stato ha comprato la pace sociale, concedendo privilegi ai
cittadini del Df, perché scontentarli significherebbe dover
fronteggiare ima massa di 23
milioni di persone concentrate in un’unica area urbana: una loro esplosione sarebbe incontrollabile. Quando il biglietto di un autobus
di linea a Toluca costava già 2
pesos e mezzo, la corsa in
metropolitana nel Deefe era
ancora 50 centavos (£ 100)».
Allo stesso modo sono consci che i loro stipendi rimangono sul limite della sufficienza per evitare che insorgano contemporaneamente
Monterrey, Guadalajara, Chihuahua, distruggendo l’egemonia del Fri, poiché la ribellione contemporanea non sarebbe isolabile, come invece
è parzialmente avvenuto per
l’Ezln. Il partito-stato al potere da 70 anni è una congerie
che può adattarsi e contfizionare la società, perché, privo
di connotazioni precise, esiste solo per gestire il potere.
L’opposizione peredista (di
sinistra) avrebbe vinto le elezioni dell’88, ma quando il
paese si è dimostrato disponibile a trascinare il Prd al
governo anche con un’insurrezione armata, cancellando
l’ingiustizia degli evidenti
bro^i elettorali, ha preferito
accettare la truffa, dimostrando cosi di essere connivente. Il consociativismo ha
prodotto un regime corrotto
e prono al volere degli Usa
nella confederazione con la
'Costituzione più libertaria e
disattesa del mondo. Su questi presupposti nascono i
commenti scettici riguardo
agli eventi del Chiapas, visti
da 1.500 km di distanza.
I lavoratori di Toluca, immersi in una realtà non solo
fisicamente distante dal Sud
del paese, dove agisce la ribellione del Chiapas, hanno
punti di vista variegati sulla
lotta zapatista e li esprimono
con la stessa veemenza, che
caratterizzava in Italia il dibattito sul terrorismo degli
anni ’70, prima che l’intero
movimento antagonista fosse
rimosso e perdesse diritto di
cittadinanza nell’Italia neoliberista. Per i messicani è difficile ricevere notizie sul
Chiapas: scorrono più informazioni in un giorno di Internet (majordomo Chiapas95), di quante ne forniscano i mezzi di informazio
Un contadino indio dei Chiapas
(Foto Adriano Boano)
ne messicani in un mese. La
maggioranza dei lavoratori
ha dunque introiettato l’idea
che il movimento zapatista è
connivente o affianca il regime; Marcos sarebbe un rampollo dell’alta borghesia, inviato in Chiapas per indirizzare i sentimenti dei campesinos in modo da stornare
anche l’attenzione dai grossi
problemi economici e di malcostume, che potrebbero travolgere il regime. Una posizione più bonaria è quella di
giovani impiegati, laureati e
izquierdisti, che plaudono ad
iniziative di lotta come quella
in atto nella Selva bacandona, perché «finalmente qualcuno cerca di opporsi alla
prassi oppressiva del potere»
ma ritengono sbagliato l’uso
delle armi, individuando nei
movimenti di base di studenti e lavoratori e nell’imposizione dal basso dei dettami
costituzionali la possibilità di
aggirare l’arroganza del regime: per far ciò si dovrebbe
diffondere capillarmente la
conoscenza della Costituzione e dunque migliorare il servizio scolastico.
Altri scorgono nel Chiapas
un esempio di quanto i rivoluzionari riescano nelle loro
espressioni più estreme ad
isolarsi in un contesto valido
solo localmente: a Ocosingo
o a San Cristobai o a Chamula esiste un’autentica venerazione per Marcos, tanto che
le bamboline offerte al turismo di sinistra, oltre ad essere un espediente per tirare a
campare, possono diventare
oggetti di una saga comé
quella di Orlando per i pupi
siciliani: le bambine tzotzil
riescono ad intrattenervi con
lunghe immedesimazioni tra
le bamboline e i personaggi
che animano la foresta con le
loro gesta, perpetuando la
tradizione degli eroi popolari, votati alla morte.
Una maggiore adesione
proviene da taluni intellettuali anarchisti, che leggono
le perplessità dei messicani
riguardo l’autenticità degli
intenti delTEzln come un riflesso della scarsa rilevanza
dei livelli di violenza nella
lotta zapatista: «Se fosse più
sanguinario, Marcos sarebbe
preso più sul serio».
(3 - contìnua)
■I Un'iniziativa del Consiglio ecumenico delle chiese
Petizione delle chiese per preservare il clima
Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) ha chiesto a
tutte le sue chiese membro di
mobilitarsi per una campa;
gna di raccolta di firme di
una petizione per convincere
i paesi industrializzati ad
adottare obiettivi e scadenze
che permettano di ridurre le
emissioni di gas con effetto
serra.
La petizione, lanciata il 21
marzo scorso dal Cec, ha lo
scopo di dimostrare che
l’opinione pubblica appoggia
l’adozione di provvedimenti
di fronte alla minaccia rappresentata dai cambiamenti
climatici, provvedimenti finora disattesi dai governi. La
Convenzione sui cambiamenti climatici, adottata in
occasione del vertice Pianeta
terra a Rio de Janeiro nel
1992, impegnava i paesi industrializzati a riportare entro il 2000 le emissioni di
diossido di carbonio ai livelli
del 1990. Queste emissioni
sono una delle principali
cause del riscaldamento del
pianeta, e potrebbero provocare un innalzamento del livello del mare.
Nel febbraio 1995 Lionel
Hurst, ambasciatore di Antigua e Barbuda presso le Nazioni Unite, aveva sottolineato che «un innalzamento di
un metro del livello del mare
significherebbe non solo
l’annientamento di molti piccoli stati insulari, ma anche
l’inondazione degli stati della
Virginia e della Florida negli
Usa, di una gran patte del
Bangladesh e di altre zone situate a bassa altitudine».
David Hallman, coordinatore del programma del Cec
sui cambiamenti climatici, ha
dichiarato: «I governi devono
ridurre le loro emissioni di
gas con effetto serra. Se lo faranno, i cristiani li appoggeranno. Continuare a rinviare
questi provvedimenti vuol dire tradire la fiducia di Dio e
mettere in pericolo il bel pianeta che egli ci ha dato», (eni)
■I Dato a chi gioca un ruolo per la promozione della pace
Il Premio Niwano alla giapponese Hasegawa
La Fondazione Niwano per
la pace, di Tokyo, ha annunciato che il Premio della pace
Niwano 1996 è stato assegnato a Marii K. Hasegawa. ^est’ultima riceverà una medaglia e un assegno di 20 milioni di yen (30 milioni di lire)
nel corso di una cerimonia
che avrà luogo a Tokyo il
prossimo 9 maggio.
Dal 1983 questo premio
viene dato dalla Fondazione
Niwano alle persone e organizzazioni che giocano un
ruolo importante per la promozione della pace e della
cooperazione interreligiosa.
La Fondazione possiede un
fondo di 3,8 miliardi di yen
che serve a finanziare il Premio nonché la ricerca nel
campo del dialogo interreligioso. Fra i laureati del Premio figurano tra l’altro il
Congresso musulmano mbndiale, l’arcivescovo cattolico
romano Helder Camara e
Philip Potter, ex segretario
generale del Consiglio ecumenico delle chiese.
Marii Hasegawa è stata
scelta fra 1.000 candidati da
un comitato di sette membri
composto da rappresentanti
delle religioni buddista, musulmana e cristiana. Nata in
Giappone nel 1918, non ave
va ancora un anno quando
suo padre, un prete buddista,
partì con tutta la famiglia per
gli Stati Uniti dove svolse il
suo ministero presso giapponesi espatriati. Durante la seconda guerra mondiale Marii
Hasegawa è stata detenuta,
come altri giapponesi, in un
campo deU’Utah.
Il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki nell’agosto 1945 ha spinto la Hasegawa a servire la
causa della pace per oltre 50
anni e a giocare un ruolo di
primo piano nella Lega internazionale delle donne per la
pace e per la libertà. (eni)
VENERDÌ 19 APRILE
iiS Alla vigilia della Conferenza Onu
Le chiese sono chiamate
a mobilitarsi contro le mine
Mentre proseguono i preparativi della prossima Conferenza dell’Onu sul problema delle mine antipersona
(che provocano la morte di
800 persone ogni mese) due
grandi organizzazioni internazionali di chiese, il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) e la Federazione luterana mondiale (Firn), hanno
chiesto alle loro chiese membro di partecipare a una campagna che miri ad ottenere
la proibizione totale delle mine terrestri antipersona. Gli
effetti e le conseguenze delle
mine terrestri si fanno sentire molto tempo dopo la fine delle ostilità. La maggior
parte delle 800 vittime che
muoiono ogni mese in seguito allo scoppio di mine terrestri antipersona sono donne,
bambini e lavoratori agricoli.
L’Angola, l’Afghanistan e la
Cambogia sono i paesi più
colpiti da questo terribile flagello. In Cambogia un abitante su 236 ha dovuto subire
l’amputazione di un arto. Secondo gli esperti, a partire
dal 1991, oltre cinque milioni
di mine sono state poste
nell’ex Jugoslavia e nel Ruanda. Nuovi campi di mine vengono oggi ancora creati in
Georgia, in Azerbaigian e nel
Tagikistan. La Conferenza
dell’Onu, che si svolgerà a Ginevra dal 22 aprile al 3 maggio, dovrebbe rivedere il diritto internazionale riguardante la fabbricazione, l’utilizzo, il commercio e lo stoccaggio di queste mine.
Il Cec e la Firn hanno chiesto alle loro chiese membro
di applicare una strategia in
quattro punti prima della
Conferenza: agire a favore
della proibizione delle mine,
ricorrendo al diritto internazionale; sostenere le iniziative
nazionali miranti a dichiarare
unilateralmente illegali le mi
ne; trovare il modo di denufl,
ciare le mine terrestri anti:'
persona come «contrarie allj.
morale»; fare causa coniunj;'
con altri gruppi di pressiong-'^
Secondo Rebecca LarsoK-»
incaricata delle questioni dello sviluppo presso la Firn, la
Conferenza dell’Onu «rappie,^
senta un forum che permetti
alla comunità internazionali
di riconoscere pubblicamen-.'
te che le conseguenze umani;;
tarie delle mine terrestri anti-!
persona prevalgono di moltd
sulla loro utilità militare, e t
agire definitivamente petj
renderle illegali».
Tutti i membri dell’Onal
hanno approvato (’«eliminai
zione eventuale» delle
terrestri antipersona, conunal
risoluzione deH’Assemblej(;j
generale adottata nel dicemij
bre 1994 ma 22 paesi (Austri^
Belgio, Cambogia, CanadI
Colombia, Danimarca, Est%
nia, Islanda, Irlanda, LaoàH
Malesia, Messico, Mozamby
co. Nuova Zelanda, Nicaràóì
gua, Norvegia, Perù, Filippi.:^
ne, Slovenia, Svezia, Svizzei|;a
Uruguay) sono andati oltr^l
chiedendo il divieto totaM
delle mine terrestri. f
Il Belgio ha vietato ognil
fabbricazione, utilizzo e coròi
mercializzazione delle mineej
ha deciso di ridurre i propii.f
stock. Il 17 gennaio scorsoi!
governo canadese ha annon^J
ciato una moratoria generÉij
sulla fabbricazione, resporta»!
zione e l’utilizzo operativs|
delle mine terrestri.
11 segretario generale dell
Firn, Ishmael Noko, secoiui
il quale i «tre prossimi mesi»,i|
saranno «un momento crii*
co del processo di revisMe '
della legislazione riguardai
le mine terrestri antipefsO- i
na», ha esortato le 122 chia^;! *
membro della Firn nel raoflj
do a sostenere questa casipagna.
nmc
w II grido d'allarme di «Worldwatch»
Il boom delle auto è un vero
pericolo per l'inquinamento
Il Worldwatch Institute di
Washington (Usa) ha messo
ancora una volta in guardia
verso la ripresa della vendita
e della circolazione delle auto
in tutto il mondo. Si ritiene
che il numero delle autovetture circolanti sul globo verso
il 2020 raggiungerà il miliardo, il che comporterà gravi
problemi di carattere ecologico e sociale. Queste preoccupazioni sono l’oggetto di
un articolo comparso recentemente su «Worldwatch», la
rivista pubblicata dall’Istituto
omonimo. Quaranta anni fa
gli abitanti della Terra erano
2 miliardi 600 milioni e le automobili circolanti 50 milioni, oggi sono 500 milioni per
5 miliardi e 700.000 persone.
L’85% delle auto circola in
Europa, Nord America e
Giappone.
Worldwatch è preoccupato
per la forte crescita del parco
veicoli che si preannuncia in
Asia e Sud America. Vi sono
alcuni paesi come il Brasile,
la Thailandia, l’India, la Cina,
la Corea del Sud dove l’incremento deU’industrializzazione porta con sé una richiesta
crescente di autoveicoli. Secondo le previsioni dell’Istituto la produzione di automobili passerà in Thailandia
dai 74.000 esemplari del 1986
a un milione nel 2000. Attualmente circolano in Cina 1
milione ottocentomila veicoli
per una popolazione di un
miliardo duecentomila abitimti, ma le previsioni parla
no di una produzione di3
milioni di auto per il 2000. ^
700.000 auto circolanti W
Brasile nel 1990 sono raddoppiate in cinque anni.
Worldwatch afferma che#
scarichi delle auto produce;
no circa il 20% del biossido
carbonio, cioè di quel gas cne
provoca il cosiddetto «effeW
serra». Se la Cina dovessi
realizzare il suo sogno di
auto per famiglia», tutte is
varie misure intraprese ne^
mondo per ridurre le conseguenze dei gas di scarico no®
migliorerebbero la situaz*®'
ne. Le grandi città del TeiM
Mondo rischiano di
verso una situazione di '®*
gorghi permanenti, sonante
se dallo smog, come già ac»
de a Città del Messico®
Bangkok. ,
Secondo gli scienziati Cj
si occupano di ambieo* ,
ziando avrà dei costi colj* .
rali altissimi. La Cina e
tri paesi che si avviano ali
dell’automobile dovran|_^
spendere un mucchio di sol***
per allestire una rete
adatta. In molte
mente popolate si sacn»^
ranno abitazioni per cos ^
re strade e naturalmente
pagherà più di tutti sarann®,j
poveri. Si perderanno ®
agricoli. L’Istituto World
eh chiede con insistenz*^^
si studino sistemi
«equilibrati» nei quali l J* |
mobile non sia il mez^^
trasporto privilegiato