1
Anno 121 - n. 31
2 agosto 1985
L. 500
Sped. abbonamenti postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito riapedirt
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IMMAGINI DELLA CONDIZIONE DEI NERI IN SUD AFRICA
All’Istituto tecnico industriale
« Feltrinelli » di Miiano, il Consiglio d’istituto, composto per la
sua maggioranza da membri del
« Miovimento popolare », vota
una delibera che stabilisce il
diritto all’allievo o alla sua famiglia di scegliere al momento
deiriscrizione alla scuola la sezione di proprio gradimento, in
modo da favorire la creazione
di « classi omogenee » per quanto riguarda « il livello medio di
preparazione degli studenti ».
Nella sostanza CL ed il « Movimento popolare » propongono
che nella destinazione degli studenti nelle classi vengano stabiliti alcuni semplici criteri di selezione che favoriscano la creazione di classi per i « bravi » e
classi per i « meno bravi », oppure per i credenti e per i non
credenti, per i ricchi e per i poveri, per i più favoriti e per gli
sfavoriti.
« La riforma dal basso della
scuola », come è stata definita
l’operazione da Formigoni, leader del « Movimento popolare »,
per il momento non avrà un seguito perché la delibera del
Consiglio d’istituto del «Feltrinelli » è stata annullata perché
quest’ultimo non ha la competenza per assumere iniziative di
questo genere: dunque un vizio
di procedura, non un giudizio
negativo sul contenuto della
proposta.
In fin dei conti la proposta
« ciellina » sulla scuola trova U
suo spazio nel vuoto propositivo
delle istituzioni interessate ( « la
riforma della scuola di cui tanto
si parla, ma che mai sarà reaiizzata»), dei partiti, dei sindacati
degli insegnanti. Piace invece a
molti genitori perché prospetta
l’ideale della scuola in cui gli
insegnanti sono nominati e prendono servizio fin dal primo giorno dell’anno scolastico, non
scioperano e soprattutto sono
preparati e qualificati. Piace anche a qualche insegnante perché in teoria dovrebbe facilitare
il suo lavoro, eliminando alla
radice il problema della presenza nella classe di alcuni « casi
difficili »: disadattati, handicappati 0 semplici contestatori di
un certo stile d’insegnamento o
di una scelta educativa a favore
di un’altra.
Piace soprattutto a quei cattolici che, con l’approvazione
del nuovo Concordato, si sono
visti privare della loro scuola
confessionale e che ora nel nome di un cattolico diritto della
famiglia esigono la possibilità di
iscrivere in blocco i loro figli
nella classe dove ci siano uno o
più insegnanti di CL, ormai gli
unici cattolici di stretta osservanza di cui ci si può fidare, in
modo che si vengano a creare,
di fatto, le classi per i soli cattolici.
Tre anni fa quando, sempre a
Milano, il « Movimento popolare » avanzò la stessa proposta
per il liceo scientifico « Cremona » le organizzazioni di sinistra
dei genitori e degli inseg^n^tl
si mobilitarono reagendo vivacemente. Ora non si protesta
lasciando ad alcune famiglie,
che si accordano per privatizzate la formazione delle classi
nella scuola pubblica, campo libero.
Mauro- Pons
Vulamehlo: apri gli occhi e guarda
Visita ad una scuola metodista in cui bimbi di 4 razze vivono e studiano insieme; ma anche ad
altre realtà che fanno del Sud Africa la patria di una sistematica disumanizzazione dei neri
Lo stato di emergenza proclamato in Sud Africa, condannato
daU’ONU e sprezzantemente confermato dal regime razzista di Pretoria, non è che l'ultimo anello di una catena di disumanità. Ad illustrarla pubblichiamo questo servizio di Febe Cavazzutti Rossi della
Chiesa metodista di Padova di ritorno dal Sud Africa.
, Nessuno scritto, per quanto
vivo, può ritrarre un evento senza in qualche modo tradirlo.
Nessun evento si lascia catturare dai caratteri della pagina
scritta e letta senza in qualche
modo pietrificarsi e perdere
quella dinamicità vitale per la
comunicazione del messaggio che
reca in sé. Questa consapevolezza mi rende faticoso riferire di
ciò che ho toccato con mano,
sperimentato e capito del Sud
Africa nei ventuno giorni passati in buona parte insieme ai neri.
Uno di quei giorni pesa come
MATTEO 20: 25-27
Grandezza del servizio
« Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano e che
i grandi usano potestà sopra di esse. Ma non è così tra voi, anzi,
chiunque vorrà esser grande fra voi, sarà vostro servitore; e chiunque fra voi vorrà esser© primo, sarà vostro servitore ».
Nel cercare di comprendere
questa parola di Gesù ai discepoli, alla chiesa, può essere utile
distinguere tra cose che questo
testo non dice e cose che il testo dice.
La parola di Gesù non giudica
i sistemi sociali e politici del
suo tempo; non c’è alcun disprezzo nei verbi « signoreggiare » e « esercitare potestà », dominare. Restiamo perplessi e ci
chiediamo come mai. Gesù avrebbe avuto tutti i motivi per
valutare negativamente la signoria e il dominio esercitati dall’impero romano sul suo popolo.
E noi non siamo disposti ad alcun neutralismo, soprattutto di
fronte alle forme estreme di signoria e dominio: condanniamo
la dittatura, esercizio del potere esecrabile sotto ogni cielo e
di qualsiasi colore. Eppure dobbiamo tener conto del silenzio
di Gesù, di ciò che Gesù non dice. Non per concludere cinicamente che non c’è differenza tra
una forma e l’altra di organizzazione politica, ma per capire
che la punta del detto di Gesù
non è la critica ai sistenti politici, bensì una critica ai sistemi
ecclesiastici! I sistemi di questo
mondo — migliori o peggiori che
siano interessa qui relativamente — non possono essere trasferiti nella chiesa. Neppure la democrazia, che è il dominio temporaneo e controllato della maggioranza: temporaneo e controllato, ma pur sempre dominio, e
conte tale irricevibile nella chiesa. Se quindi rifiutiamo le personificazioni del dominio nella
chiesa, istituzionali o carismatiche, dal papa a qualsiasi ”ducetto” locale, pastore o laico che
sia, non è perché queste siano
antidemocratiche, ma perché
tutti i sistemi di questo mondo
sono basati sull’esercizio del potere, mentre la chiesa di Cristo
si basa sull’esercizio del servizio. Questa è la sfida che il testo ci mette davanti. E qualsiasi analisi sociologica della chiesa, che arrivi a concludere che
invece la chiesa come organizzazione umana non sfugge alla
regola dell’esercizio del potere,
potrà solo umiliarci di fronte alla nostra infedeltà; non certo
relativizzare la sfida di alterità
che questo testo ci pone davanti.
Una seconda cosa che il testo
non dice è che ministeri definiti,
riconosciuti, ordinati, siano da
escludere dalla chiesa. Esiste
una tendenza ricorrente che ritiene — anche sulla base di questo testo — che nella chiesa non
deve esistere alcuna autorità e
quindi alcuna forma fissa di ser^’izio, di ministero, perché nella
chiesa tutti sono i servitori di
tutti, i ministri di tutti, e fissare
determinati ministeri significherebbe conferire automaticamente a coloro che li esercitano una
indebita autorità nella chiesa. A
parte il fatto che questa medicina non ha mai guarito la malattia — perché l’assenza di una
definizione e organizzazione dei
servizi non elimina l’autoritarismo dalla chiesa — è necessario spogliarsi dell’abito clericale
che è spesso indossato anche da
chi pensa di essere più intransigentemente anticlericale: « tra
voi », e cioè nella chiesa di Gesù Cristo, non è il riconoscimento di un determinato ministero che conferisce di per sé
autorità a chi lo esercita (magari come un dominio anziché
come un servizio); ma al contra
rio, è l’esercizio di un servizio
nella chiesa — dentro e fuori degli schemi organizzativi provvisori che la chiesa si dà — che
conferisce autorevolezza a chi lo
esercita. La jKtrola di Gesù non
esprime cioè la negazione dell’autorità, bensì il criterio della
vera autorità (cioè dell’essere
primi) che consiste nel servizio
(cioè nel farsi ultimi). Nella
chiesa l’autorità — che può essere sempre solo autorevolezza
e mai autoritarismo, ascoltata
proposizione, mai forzosa imposizione — non emerge al di fuori o addirittura malgrado un atteggiamento di servizio, ma solo nell’ambito dell’esercizio del
servizio. Così deve essere nella
chiesa dei discepoli di colui che
insegnava conte avendo autorità, di colui che è venuto non per
essere servito ma per servire, di
colui che essendo al livello di
Dio ha abbassato se stesso facendosi servo di tutti.
Una terza cosa che il testo
non dice è che nella chiesa, a
differenza della società, vi debba essere annullamento della
nersonalità, mortificazione degli
individui, che il servizio che è indicato ai discepoli debba umiliarli, immiserirli, rimpicciolirli.
Gesù non nega e non vieta il desiderio di essere grandi; ma indica l’unico modo rtossibile di
esserlo e cioè il servizio. Ciò che
il testo dice in positivo è la grandezza del servizio da cui sia
esclusa la piccineria dell’ambizione, del volere la grandezza di
per sé, al di fuori del servizio
o nel contesto di un falso servizio. Ciascuno di noi desidera
"realizzarsi”. E siccome nella società in cui viviamo non siamo
certo grandi, siamo degli sconosciuti, dei numeri, al massimo
degli elementi di un insieme, c’è
Franco Giampìccolì
(continua a pag. 3)
un anno; tutti insieme hanno il
peso di una realtà che soggiace,
dopo il ritorno ai luoghi usuali,
allo scorrere della quotidianità
in modo pressante e bruciante.
Proverò a raccontarne alcuni
sprazzi.
Il prezzo
della perseveranza
Sono ospite del Theological Seminary Instituto a Pietermaritzburg. Tenacemente voluto da
credenti neri metodisti, accoglie
studenti di svariate denominazioni, specialmente presbiteriani
e congregazionalisti, oltre che
metodisti. E’ situato così da dividere la zona p>er soli neri da
quella per soli asiatici e al suo
interno io sono una strana macchia pallida. La maggior parte
delle chiese sudafricane è multirazziale: tradotto in termini volgari significa che preti e pastori
compiono gli studi in seminari
per soli bianchi e soli neri, e
non già a causa delle leggi razziste. Formalmente le leggi non
proibiscono a gente dalla pelle
diversa di stare insieme: piuttosto nerseguono in ogni modo
possibile l’alto fine morale che
i bianchi non siano contaminati
dai non bianchi. Il regime ha
avuto finora grande rispetto per
le chiese, riconoscendole come
massima forza aggregante e trainante del paese, moralizzatrice
del costume. Preside del Seminario è il pastore metodista
Mgojo (Bachelor of Arts in SA,
Master of Theology a Chicago,
Philosophy Doctor a Harvard),
ma il maggiore artefice ne è stato il past. Goubule ((B.A., B.D.,
M. Th.. Ph. D.) già presidente
della Conferenza metodista nel
1981.
Il past. Goubule viene a saluFebe Cavazzutti Rossi
(continua a pag. 4)
SINODO
delle Chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto
disposto dall’Atto n. 82 della sessione sinodale europea
1984 è convocato per
DOMENICA 25 AGOSTO 1985
I membri del Sinodo sono
invitati a trovarsi nell’Aula
Sinodale delia Casa Valdese
di Torre Pellice alle ore 15.
II culto di apertura avrà
inizio alle ore 15.30 nel tempio di Torre Pellice, e sarà
presieduto dal past. Guido
Colucci.
Il Moderatore della
Tavola Valdese
Giorgio Bouchard
2
2 vita delle chiese
2 agosto 1985
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Incontro al Colle della Croce
BOBBIO PELLICE — Si è
tenuto anche quest’anno, domenica 21 luglio, il tradizionale incontro italo-francese del Colle
della Croce.
La partecipazione all’incontro
non è stata molto alta, poco più
di un centinaio di persone, soprattutto italiani, ma in compenso la giornata, favorita anche da un tempo splendido, è
riuscita molto bene svolgendosi
in un clima di fraternità e di
gioia. Il culto è stato presieduto dal pastore Humbert di Briançon (che ha tenuto la predicazione) e dal past. Pasquet di
Bobbio Penice. Come di consueto il culto si è concluso con la
celebrazione della Santa Cena.
Dopo il pic nic di mezzogiorno, occasione per approfondire
le conoscenze e la fraternità, nel
pomeriggio ci si è ritrovati per
ascoltare due interessanti comunicazioni: il pastore Clavoud ha
parlato dell’opera della missione evangelica francese contro la
lebbra e il pastore Mazel ha
spiegato le motivazioni che spingono i protestanti francesi a ricordare con grande rilievo il
terzo centenario della revoca
dell’editto di Nantes.
L’incontro è terminato, come
è ormai tracfizione, coi partecipanti riuniti in cerchio attorno
alla croce che cantano « le chant
des adieux » dandosi appuntamento per l’aimo seguente.
• La chiesa ospita dal 6 al 18
agosto una mostra di dipinti del
Sig. Ugolino Duò. La vendita di
detti dipinti andrà a favore della chiesa e dell’asilo per anziani di S. Germano.
• Riprendono anche le riunioni quartierali estive all’aperto
alle ore 15; 28 luglio Ferrera;
4 agosto Podio; 11 agosto Campi; 1° settembre Pajant.
• Continuando vm progetto di
presenza nei confronti dei molti
turisti estivi presenti a Bobbio,
progetto partito lo scorso anno,
queste scadenze e gli orari dei
culti verranno stampati su una
ASSOCIAZIONE
AMICI DI AGAPE
CONVOCAZIONE
DEI SOCI
L’Assemblea dell’Associazione Amici di Agape è convocata in via ordinaria il giorno 31 agosto presso il Centro Ecumenico di Agape alle ore 10 in prima convocazione e alle ore 11 in seconda convocazione.
Si prevede la chiusura dell’incontro per le ore 17 di domenica 1" settembre.
L’ordine del giorno prevede l’adempimento di tutte le
norme previste dallo Statuto, in particolare:
— relazione del Consiglio di
Amministrazione ;
— relazione dei revisori dei
conti ;
— approvazione del conto
consuntivo dell’esercizio
1983-1985;
— approvazione della relazione del Consiglio di Amministrazione e del Collegio dei revisori dei conti;
— aoprovazione del bilancio
preventivo del prossimo
biennio ;
— delibera direttive di lavoro prossimo biennio;
— elezione del Consiglio di
Amministrazione ;
— elezione dei tre revisori
dei conti;
— varie ed eventuali.
Frali, 18 luglio 1985.
Giorgio Gardìol
(Presidente dell’Associazione Amici di Agape)
locandina che verrà aflBlssa in
varie parti del paese.
Inoltre, come già lo scorso
anno, il 6 e 7 agosto vi saranno
due presentazioni della vita e
della storia dei valdesi, alle ore
21 nella sala unionista.
Lutti
VILLAR PELLICE — La scorsa settimana ci hanno lasciato i
fratelli Bouissa Attillo di anni
63, il cui funerale ha avuto luogo mercoledì 17 luglio a Torre
Penice, e Frache Attilio di anni
61, di cui vogliamo ricordare
l’attivo servizio per 15 anni in
seno al Concistoro e nel Gomitato della « Mlramonti » di cui
era stato uno dei promotori; il
funerale s’è svolto venerdì 19 luglio a Villar Pellice.
Alle famiglie colpite dal dolore della separazione rinnoviamo
la fraterna solidarietà della
chiesa e nostra nella speranza
della risurrezione alla vita eterna in Gesù Cristo.
• E’ stato battezzato Pierre,
di Armand Ugon Eros e dì Margani Rita Saveria; il Signore accompagni con la Sua grazia questo bambino ed i suoi genitori.
Concerto a Novara
PINEROLO — Nell’arco delle
manifestazioni che si stanno tenendo a Novara per « Pestestate », la « Corale Valdese di Pinerolo », diretta da Claudio Morbo, si è esibita in im concerto,
domenica 7 luglio, presso il ’Teatro Tenda’ allestito tra gli
’stands’ degli espositori locali.
Il programma comprendeva
musiche di Stebbins, Monk, Lupi Second, Goudimel, Bach,
Morbo, Smart, Brahms, ed inoltre « Le prisonnier de Saluces »,
il piemontese «Verdòlin» (armonizzazione Sinigaglia), ed il
suggestivo « Chant des Adieux »
in finale.
Bisogna sottolineare che la
« Corale Valdese di Pinerolo » ha
voluto rispondere positivamente
all’invito degli organizzatori della manifestazione, perché ha ritenuto che, tramite il canto, si
può dare una importante testimonianza di fede.
Al Concerto ha presenziato
Don Daniele Gallenzi, che è salito sul palco per presentare i
saluti del Vescovo di Novara, e
manifestare il suo personale
compiacimento per la validità
delle esecuzioni e per l’impegnativo programma di chiara impostazione evangelica.
Visita a Genova
SAN SECONDO — Domenica 23 giugno un buon gruppo
della nostra comunità si è recato a Genova per una giornata
comunitaria con la Comunità
valdese di via Assarotti.
Dopo il culto abbiamo avuto
una gioiosa agape fraterna e poi,
guidato dal past. Gino Conte,
il gruppo ha potuto ammirare
la bella città. Ancora grazie al
pastore Conte e ai fratelli genovesi: a presto a S. Secondo.
• Elisa di Mima Vicino e Gian
RISTORANTE-ALBERGO
CENTRO
Mr. et M.me Bertalot Rinaldo
CUCINA
FRANCO-ITALIANA
Via Caduti per la Libertà, 9
10066 TORRE PELLICE (To)
Tel. 0121/932006
cario Rosa e Alessia di Isabella
Grassi e Sergio Perone sono
giunte ad allietare i loro genitori e la Comunità tutta.
Il Signore benedica queste
bimbe e le guidi nelle sue vie.
Battesimo
FERRERÒ — Domenica 7 luglio è stata battezzata la piccola
Roberta di Dilio e Rossana Poét.
Gratitudine
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Il concistoro ed alcuni membri di chiesa si sono ritrovati
la settimana scorsa al presbiterio per dare il saluto di commiato al pastore Ulrich Wolf
che ha terminato il suo anno di
ministero nella nostra comunità
e rientra, con il mese di agosto,
nella sua chiesa nell’Assia-Nassau in Germania.
Lo abbiamo conosciuto nel
suo lavoro tra i giovani, nelle
sue visite alle persone Einziane
o isolate ed abbiamo apprezzato
le sue convincenti predicazioni
per cui serberemo sempre di lui
un caro ricordo con l’augurio
che i suoi rapporti con noi possano ancora continuare attraverso la nuova comunità che lo
avrà come pastore.
Lo ringraziamo per l’opera da
lui svolta nella nostra chiesa e
chiediamo al Signore di benedirlo nel suo nuovo ministero.
« Domenica scorsa abbiamo
rivisto con piacere il pastore Alberto Taccia che ha presieduto
il culto ed ha fatto una breve
relazione sui lavori in atto al
Rifugio Carlo Alberto.
Gli siamo riconoscenti per il
suo messaggio e per la gradita
visita che ha accettato di fare
a questa comunità dove egli ha
svolto il suo ministero per alcuni anni e che lo ricorda con
affetto.
’Tempio aperto’
TORRE PELLICE — Si sono
svolti i funerali di Carolina Benech ved. Charbonnier, Augusto
Pellegrin, Emma Giordano ved.
Civra. Alle famiglie in lutto, rinnoviamo la nostra simpatia cristiana.
• Il programma del «Tempio
Aperto » nel mese di agosto prevede le seguenti conferenze alle
ore 17.30:
Domenica 4 agosto: « La Bibbia
e il problema della morte », Mirella Argentieri Bein.
Domenica 11 agO'Sto: « La predestinazione nella Bibbia e nella
storia», past. Giorgio Tourn.
Domenica 18 agosto: « La donna nella Chiesa», Marie France
Maurin Coìsson.
Inoltre sabato 17 agosto presso la sala consiliare del comune
di Torre Pellice. il moderatore
Giorgio Bouchard parlerà sul tema « I valdesi nella storia d’Italia ».
Culto anticipato
POMARETTO — Il Concistoro ha deliberato che per la domenica 4 agosto p. V. il culto in
chiesa venga anticipato di una
ora: avrà quindi luogo alle ore
9 anziché alle 10 come di consueto. Sarà culto con Santa Cena e sarà presieduto dal pastore Thomas Elser.
• Giovedì 25/7 ha avuto luogo
il funerale del nostro fratello
Sergio Ribet dei Masselli, deceduto presso l’Ospedale Molinette di Torino dopo una breve
ma crudele malattia all’età di
anni 43. Era membro del Concistoro e donatore di sangue. Alla mamma, al papà, alla sorella,
già colpiti dalla perdita del fi
glio e fratello Dino, alla moglie,
ai figli ed ai parenti tutti la
simpatia cristiana della Comunità.
• La Comunità ha salutato gli
amici olandesi ritornati a casa
dopo un breve soggiorno a Pomaretto e li ringrazia ancora dei
lavori latti nei locali del Convitto: con l’augurio di un felice
ritorno a casa, im arrivederci al
prossimo anno.
Un caldo benvenuto a Thomas
Elser e Ulla che sono venuti a
trovarci, guidando un gruppo
di giovani tedeschi di Ruppertshofen. Saranno presenti al
culto del 4 agosto.
• Domenica 28 luglio sono stati presentati per essere battezzati: Alex Bounous di Cesare e
di Perrone Marina; Fulvia Gaydou di Renzo e di Giai Luciana; Marco Macagno di Claudio
e di Tron Vanda.
• I più fervidi auguri della
Comunità a Levy Peyronel e
Albina Long per il loro 45" anniversario di matrimonio. Che
il Signore che li ha protetti fino
ad ora continui a proteggerli ed
a guidarli per un lungo tempo
ancora.
• Sono in vendita le « nuove
bibbie » in lingua corrente al
prezzo di L. 15.000. Coloro che
desiderano acquistarle, le troveranno ogni domenica mattina
all’uscita dal tempio.
Nuovi incarichi
PRAROSTINO — Domenica
14 luglio abbiamo avuto im’importante seduta del Concistoro.
Il pastore Tourn, che entra in
emeritazione, ha passato le consegne amministrative e finanziarie al Concistoro. Dopo una
lunga seduta in cui il Concistoro ha fatto il « punto della situazione » si è passati alla elezione delle cariche amministrative che hanno dato i seguenti
risultati ; anziano Montalbano
Sergio, presidente e segretario;
anziano Avondetto Bruno, vicepresidente; anziano Pons Enrico,
cassiere. Alla signorina Berteli
Giovanna sì è chiesto di collaborare come aiuto cassiere.
Ai neoeletti i nostri auguri di
un lavoro al servizio della Chiesa, benedetto dal Signore.
Sostituzione
PRAMOLLO — Dopo un breve periodo di ricovero in ospedale, ci ha lasciati, all’età di 67
anni. Guido Long, dei Pellenchi, il cui funerale ha avuto luogo sabato 20 luglio. A tutti i familiari, ma in modo particolare
al fratello che viveva con lui,
vadano le condoglianze e la solidarietà cristiana di tutta la comunità.
• Siamo riconoscenti al fratello Ugo Zeni che in questo
periodo ha sostituito il pastore
Noffke, sia nei culti domenicali,
sia per il funerale e gli auguriamo un sereno soggiorno a Pramollo, come pure a tutti gli amici che vengono a trascorrere le
loro vacanze in mezzo a noi.
Attività
ANGROGNA — Domenica 28
luglio si sono uniti in matrimonio, presso il Tempio di Pradeltorno, Mourglia Mirella e Avelie
Vincenze, entrambi residenti a
Bricherasio. Domenica 4 agosto
si terrà il culto in francese al
Capoluogo e alle 15 al Bagnóou,
insieme al gruppo di giovani
campeggiatori tedeschi a ’La
Barbota’ con i quali domenica
11/8 — dopo il culto al Serre —
si terrà un pranzo aperto a tutta la comunità, presso la rinnovata Sala Unionista. Infine la nostra comunità si è, recentemente, raccolta numerosa nel Tempio per l’estremo saluto a Eufrosina Chiavia ved. Bertin del
Bountoun; giorni dopo l’annunzio della risurrezione risuonava
nuovamente per la scomparsa
del prof. Delio Malan (64 anni)
che lavorava a Torino, pur risiedendo in Val d’Angrogna.
XV AGOSTO 1985
L’incontro del 15 agosto avrà luogo u. BOBBIO PELLICE, sotto la circonvallazione
tra la roccia dei Boschetti e
la borgata Costa.
PROGRAMMA
Ore 10
Culto, con predicazione del
past. Sergio Ribet.
Ore 11
Messaggi e comunicazioni:
G. Tourn: La revoca d'eU’Editto di Nantes (1685) e le
conseguenze per la storia
valdese.
A. Ferrerò: Il progetto' «Cultura della pace e protestanti nel pinerolese»; a che
punto siamo.
Ore 14
Le Valli e la crisi industriale degli anni 80. Interventi
dì Giorgio Gardiol, Mauro
Gardiol, Piervaldo Rostan.
Ore 15
Le chiese evangeliche e i
lavoratori stranieri in Italia: iniziative e problemi.
Con un intervento di Agostino Ntumba.
Indicazioni logistiche
Si prega di parcheggiare le
automobili sidla nuova circonvallazione, strada che ini-<
zia dal cimitero, prima di entrare nel centro di Bobbio.
Sarà allestito un buffet con
bibite, torte, panini, pane fatto in casa, carne alla griglia,
caffè, thè.
In caso di maltempo, rincontro si terrà nel tempio di
Bobbio.
Sabato 17 agosto
□ TEMPIO APERTO
TORRE PELLICE — Alle ore 20.4r
presso la sala consiliare del Comune
di Torre Pellice, nell'ambito delle ini
ziative previste dal - Tempio aperto
il past. Giorgio Bouchard parlerà sui
tema: » I valdesi nella storia italiana ».
Giovedì 22 agosto
□ RELIGIONE E SCUOLA
TORRE PELLICE — Alle ore 15.45
presso la Casa Unionista si tiene un
convegno sul tema « La religione nei
nuovi programmi delia scuola elementare ». Relazioni di Gianni Long e
Marco Armand Hugon. Il convegno è
aperto a tutti gli interessati.
il futuro
può essere incerto
c'est la vie
per la sicurezza
del domani
c’è la SAI
Consulenti
e Assicuratori
in PINEROLO C.so Torino, 89
S 0121/71957/8
3
2 agosto 1985
vita delle chiese 3
IL LAVORO DELLA FEDERAZIONE FEMMINILE EVANGELICA VALDESE E METODISTA
Donne evangeliche
Il ruolo della Federazione femminile delle chiese valdesi e metodiste - Un impegno legato alle realtà locali e di respiro nazionale
Premessa: con questo intervento intendiamo offrire alle lettrici
e ai lettori del giornale un po’ di informazione su cosa sono e cosa
fanno le Unioni e i Gruppi femminili delle nostre chiese, senza però pretendere di dare una panoramica esauriente! Per maggiori informazioni rimandiamo alla nostra Circolare che esce 4/5 volte
l’anno e che è uno strumento di collegamento e di informazione.
Dalla relazione del Consiglio al
Sinodo: « In base alle visite, alle
relazioni ricevute ed ai contatti
epistolari avuti, il Consiglio si è
interrogato sul senso e lo scopo
del lavoro jemminile nella nostra
chiesa. Siamo dell’opinione che
lo strumento federativo che le
donne si sono date e il cui Statuto è stato votato dal Sinodo vada potenziato, perché esso è uno
degli organismi attraverso cui le
donne delle nostre chiese fanno
sentire la loro voce. Sappiamo
che alcuni fra noi si interrogano
suU’iitilità di una attività settoriale femminile, dato che non mancano da noi donne impegnate
nelle diverse strutture comunitarie. Ma siamo convinte che una
Federazione femminile delle chiese valdesi fnetodiste abbia un
suo ruolo specifico perché in una
società che in teoria dà le stesse
possibilità sia alle donne che agli
uomini, ma che in pratica le vede realizzate solo in parte, è importante avere anche nella chiesa, che poi non è esente da questa problematica, uno spazio di
confronto e di ricerca di identità
autonomo.
Le Unioni ed i Gruppi offrono,
di regola, una possibilità di aggregazione e di comunicazione
tale da coinvolgere tutte le partecipanti, fanno animazione biblica, danno spazio alla ricerca teologica, decidono i modi e i tempi
Servizio
(segue da pag. 1)
sempre il rischio per tutti noi
di ambire a incarichi, posizioni,
livelli, per voler essere qualcuno, per avere una propria grandezza. Ma runica grandezza, l’unico vanto, runica gloria per i
discepoli è il Signore. Chi si gloria si glori nel Signore, nell’essere discepolo di colui che è tra
i suoi come il diacono, come colui che serve.
Per terminare, ecco tre parolette che possono aiutarci a
orientare il nostro servizio, qualunque sia il servizio-ministero
che siamo chiamati a svolgere
nella chiesa.
Dare. E’ il criterio ultimo del
servizio, perché è l’espressione
dell’amore. Se si serve per avere, per ricevere, tutto è guastato
in partenza, tutto è ripiegato
sull’amore di sé, sull’attenzione
per sé. Se si serve per dare, e
l’altro è al centro della nostra
attenzione e del nostro amore,
tutto ci è donato in sovrappiù.
Non sapere. Quanto più il servizio è ignoto agli altri, nel senso che non facciamo suonare le
trombe quando diamo, e ignoto
a noi stessi, non calcolato, tanto che la nostra sinistra non sa
quel che fa la destra, tanto più
il servizio rischia di essere pieno e vero.
Rallegrarsi. Si può servire con
un certo amore e con una certa
dose di umiltà eppure come per
forza, come costretti, di malavoglia. Dio invece ama un donatore allegro. Dio vuole che il nostro servizio sia libero e gioioso.
Come può esserlo? Nella riconoscenza, nel nostro continuo renderci conto di ciò che abbiamo
ricevuto, del servizio che ci è
stato reso da colui che ha dato
la sua vita come prezzo di riscatto per la nostra.
Franco Giampiccoli
di un eventuale impegno all’esterno, confrontano le proprie esperienze... Quest’opera di formazione all’espressione ed alla parola, non ultima quella di riflessione sulla fede, è uno dei compiti della nostra Federazione ».
Sui temi di studio che le Unioni ed i Gruppi hanno affrontato
nell’anno trascorso la relazione
continua: « E’ stato studiato l’argomento sessualità, sia in base al
documento sinodale che in base
agli studi preparati congiuntamente alla Federazione Donne
Evangeliche Italiane, di cui facciamo parte... Altri argomenti:
pace, denuclearizzazione, apartheid, fame nel mondo; studi biblici su personaggi femminili
nella Bibbia, teologia delly liberazione, le donne nel metod'.smo,
i rapporti con i figli, studi di carattere storico, ecc. ».
Importante è il lavoro di contatti e collegamento svolto dal
Consiglio, perché esso permette
di avere una visione di insieme
dalle Alpi alla Sicilia, sfatando
sia i facili ottimismi, che i fatalistici pessimismi.
Ecco alcuni resoconti e brevi
interviste:
« Se avremo fede e volontà po
tremo fare molte cose per uscire
dal nostro "privato” e farci conoscere in una città che non ha mai
sentito concretamente la nostra
voce », scrive la responsabile di
un gruppo della zona bianca.
Dalla relazione di una visita di
un membro del Consiglio ad un
gruppo nella diaspora campana:
« ...Siamo entrate con un po’ di
timore, in una stanza puntellata
con grossi murali di legno per il
cedimento di pezzi di intonaco
del soffitto. La nostra riunione si
è simpaticamente svolta con sorelle contente di incontrarsi e di
incontrare persone venute da
"fuori". Una di esse, quando
l’atmosfera si era un po’ riscaldata, ha- preso coraggio e ci ha
raccontato che a casa sua è sempre zitta. Se parla i suoi le danno della "scema", lei non deve
parlare, perché non sa, e così lei,
sola in casa, canta, oppure parla
da sola! Mentre parlava altre teste annuivano o si scuotevano:
ho così scoperto che in quel piccolo angolo di terra la donna
evangelica è ancora un’emarginata, una cosa da niente e questo
mi ha fatto tanto male! ».
In altre zone, sia a Nord che a
Sud, le Unioni gestiscono non solo i tradizionali ed efficientissimi
bazar (che « non sono solo proficui dal punto di vista economico,
ma anche validi come momenti
di incontro fraterno »), ma presiedono culti e riunioni, sono inserite naturalmente nella vita
Nei convegni, nel lavoro dei gruppi, nelle visite, la riflessione e l’attività dei gruppi femminili proseguono e si rinnovano costantemente.
delle chiese, cosicché una giovane sorella può dirci che « la testimonianza non si fa solo con le
mani, ma anche con la formazione di una coscienza che sa di essere l’altra metà adulta della
chiesa ».
In questa direzione hanno servito molto i vari seminari nazionali e regionali di animazione biblica che la nostra Federazione
da anni ormai sta organizzando.
Ma le situazioni sono svariate,
dalla diaspora romagnola provengono queste due testimonianze: « Vengo alle riunioni quindicinali, facendo ogni volta quasi
100 Km., perché è l’unica possibilità che ho di incontrarmi con
altre donne evangeliche, di parlare della educazione dei figli, anche di quella religiosa.E’ ben difficile, isolati come siamo, far capire loro perché non vanno a
CORRISPONDENZE
Casa Materna ha 80 anni
PORTICI (Na) — Il 4 maggio scorso, promosso dal Comitato italiano per la Casa Materna e dal Consiglio di Chiesa, ha
avuto luogo neH’auditorium della Casa un concerto di musica
classica finalizzato alla costituzione di una borsa di studio in
favore di un alunno evangelico
particolarmente disponibile agli
studi. La borsa è stata intestata
alla memoria del caro pastore
Emanuele. Il concerto è durato
oltre due ore e vi hanno partecipato circa 300 persone tra
evangelici delle comunità di Napoli e fratelli cattolici dell’area
del gruppo interconfessionale.
Il pianista Gianfranco Gambardella, il flautista Domenico
Magiionico, il violinista Domenico Siano, il pianista Vincenzo
Palermo, il violinista Alberto
Vitolo ed il pianista Rosario Musino, tutti amici cattolici, hanno
eseguito gratuitamente i loro
brani musicali. Anche i giovani
Protestantesimo
L’annunciata trasmissione di
« Protestantesimo » del 5 agosto
è stata rinviata a data da destinarsi. Si è preferito un rinvio
alla messa in onda in un orario
molto inoltrato.
Il programma previsto per il
19 agosto (ore 23, rete 2) consiste in un filmato, prodotto dalla rubrica televisiva « Présence
Protestante » della TFl (Francia), dal titolo « Fratelli di una
stessa terra», che presenta una
esperienza di fratellanza tra due
comunità, l’una protestante e
l’altra musulmana, in Camerún.
fratelli Sante Gannito (pianista)
e Paolo Gannito (oboista), Cristiano Capuano e Donatella Baglio (pianista) hanno suonato
esprimendo il meglio di se stessi
e bene interpretando lo spirito
dei brani scelti.
Il programma comprendeva
musiche di Wieniawskj, Haydn,
Beethoven, Longo, Donìzetti,
Chopin, Rossini, Rachmaninov,
Raff ed il celebre «Largo» di
Haendel, suonato in ricordo del
pastore Emanuele Santi.
« Domenica 9 giugno c’è stata
la commemorazione dell’SO" anniversario della fondazione di
Casa Materna. Alla mattina il
culto è stato presieduto nel tempio gremito di amici italiani e
stranieri, di fratelli di varie comunità, dal rev. Fred Doli, pastore congregazionalista, presidente del Comitato Internazionale per la Casa Materna.
Il pomeriggio si è svolta nel
parco della Casa l’ormai tradizionale « festa di Casa Materna » che ha avuto un grosso successo sia dal punto di vista spirituale che da quello spettacolare e finanziario. C’erano tutti
i membri dei diversi comitati internazionali : i comitati americano, inglese, olandese, tedesco,
svizzero. Era presente anche il
vescovo metodista Barbieri con
la Signora proveniente dall’Argentina e di passaggio per Casa
Materna. Erano presenti ariche
diverse autorità di Portici. Il
programma si è articolato in un
saggio ginnico dei ragazzi della
Casa, in balletti folcloristici, sceneggiate, danze, canti.
Nei giorni successivi si sono
svolti i lavori del Comitato Interna?ionale e da ultimo i lavori del Comitato Generale della
Casa Materna.
Servizio civile
PADOVA — Un giovane della
locale chiesa metodista, vistosi
rifiutare la domanda di servizio
civile alternativo, aveva a sua
volta rifiutato il servizio militare finendo, dopo essersi costituito, in carcere (vedi « Scelgo il
carcere », Eco/Luce n. 1 del 4
gennaio 1985). Appoggiato dalla
comunità e da più parti, a fine
giugno Andrea Passini ha finalmente ricevuto dal Ministero il
riconoscimento all’obiezione di
coscienza. Ne dà comunicazione
una sua lettera con espressioni
di soddisfazione per la piccola
vittoria riportata e di riconoscenza per l’aiuto ricevuto anche tramite lettori della Luce.
dottrina, ma devono venire
qui... ».
« ...Il nostro incontro mi aiuta,
io sono straniera e non mi sono
mai inserita bene nella famiglia
cattolica di mio marito; venire
qui è un po’ come andare a casa... » aggiunge una svizzera tedesca. Aggregazione, formazione,
studio, conoscenza reciproca, ma
anche diaconia.
Dalle Valli ci giungono queste
notizie: « Oltre al ricavo dei bazar, per cui lavorano ogni giorno
anche donne che sono molto anziane e che difficilmente potrebbero dare alla chiesa tanti soldi,
perché hanno una pensione ridotta, abbiamo una collaborazione stabile con alcuni Istituti.
In uno, ad esempio, 8 Unioni
femminili garantiscono a turno
una visita periodica, quindi non
occasionale, ma concordata con
la direzione; visita in cui ha luogo un breve culto via radio nelle
stanze, e poi un colloquio singolo con ognuno. Le nostre Unioni
sono una continua risorsa per
una presenza in questo campo ».
Le visite ai malati, ma anche
alle giovani madri, sono una costante deH’impegno femminile in
tutta la penisola.
Un’altra costante di quasi tutte le Unioni ed i Gruppi è la
Giornata Mondiale di Preghiera,
organizzata a livello nazionale
dalla Federazione Donne Evangeliche Italiane. In questa occasione si ritrovano, là dove ci sono,
sorelle di diverse denominazioni
evangeliche, in alcuni casi partecipano anche sorelle cattoliche.
E’ un appuntamento fisso ormai
da molti anni, alla cui preparazione molte Unioni e Gruppi dedicano parecchio tempo. In questa giornata il culto (liturgia,
predicazione, canti) è interamente presieduto da donne.
Varietà di studio, impegno,
presenza non solo più silenziosamente operante, nella vita delle
comunità. In questa direzione
vanno le Unioni ed i Gruppi femminili delle nostre chiese.
Mirella Abate
Corpo pastorale
Il corpo pastorale è convocato per sabato 24 agosto alle
ore 9 nell’Aula Sinodale della Casa Valdese di Torre Pollice
col seguente o.d.g.:
1) esame di fede dei candidati Maria Bonafede, Giuseppe La
Torre, Lucilla Peyrot, Eugenio Stretti, Letizia Tomassone;
2) varie.
Se l’esame di fede dei candidati avrà esito positivo, i
sermoni di prova verranno tenuti nei templi dei Coppieri e
del Ciabas alle ore l’I dello stesso giorno.
’Tutti i membri delle Chiese valdesi, metodiste, libere,
nonché gli invitati al Sinodo sono cordialmente pregati di
assistere alTesame di fede e di partecipare alla discussione
del sermone di prova.
Il Moderatore della Tavola Valdese
Giorgio Bouchard
Il corpo pastorale sarà riunito fin dal pomeriggio di venerdì 23 agosto (ore 16) nella Biblioteca della Casa Valdese,
per udire e discutere la relaziona della Commissione per la
Liturgia: relatori Bruno RostagnO e Aldo Sbaffl.
4
J
4 fede e cultura
2 agosto 1985
IMMAGINI DELLA CONDIZIONE DEI NERI IN SUD AFRICA
Vulamehlo:
apri gli occhi e guarda
(segue da pag. 1)
tarmi quando il giorno declina,
si accende di colori la straordinaria bellezza deU’Africa subtropicale e la dolce linea delle colline, che in tanta parte di questo paese segna gli orizzonti vastissimi, si staglia contro nuvole e cielo. Prima del 1960, mi racconta, gli studenti in teologia
neri non avevano una sede fissa per la loro Facoltà. La Chiesa di Scozia si impegnò e riuscì
a provvedere una sede adatta su
una proprietà anglicana. Presto
le autorità la dichiararono "black
spot", una macchia nera in territorio bianco e li fece evacuare.
L’American Board of Missions
acquistò terreno ed edifici presso Durban. Le autorità presto
espropriarono tutto pagando un
compenso puramente simbolico.
Studenti e professori si adattarono in tende e roulotte per oltre
cinque anni, finché il professor
Gquhule non si mise a collettare, a bussare a tutte le porte
(Oppenheimer gli versò 20 milioni), a fare istanze a tutte le
autorità fino al primo ministro.
Nell'81 infine il sogno è realtà,
a dispetto delle difficoltà e di
tante volontà avverse.
Passa-qualche mese ed il figlio
sedicenne di Gqubule viene arrestato al ritorno da scuola. Per
molte settimane i genitori vagano da una steizione di polizia
all’altra senza ottenere notizie
né poterlo vedere. Possono farlo dopo un anno, quando viene
fissata la data del processo per
alto tradimento; il ragazzo è imputato di essere stato in possesso di stampa illegale (anche le
pubblicazioni del CEC sono illegali). Prima del processo la polizia irrompe in casa di notte,
perquisisce, trova 'Arcipelago
Gulag’ di Solgenitzin (al bando)
e trascina in prigione le due figlie di 13 e 14 anni per rilasciarle qualche giorno dopo. Al processo il ragazzo compare con
pesanti catene ai piedi, oltre che
ai polsi, e viene condannato a
20 anni di reclusione con sospensione della pena per 5 anni. Se
in questi cinque anni uno dei
membri della famiglia incorrerà
in una minima infrazione la pena diventerà esecutiva. L’uomo
che mi siede di fronte è distrutto dal dolore.
’Nuovo insediamento’
Nel Sud Africa le vie di comunicazione, come tutti i servizi pubblici per « europei » (tanto per non dire sempre « bianchi »), sono perfette. Dubito che
esista un paese più efficiente di
questo, funzionante in ogni sua
parte come un orologio svizzero
di gran marca. Fra Bochum
e Viva il fuoristrada sul quale
mi sono arrampicata, donato al
South African Council of Churches (SACC) dalla Federazione
delle chiese canadesi, abbandona l’asfalto ed imbocca una larga strada sterrata priva di segnaletica e inesistente sulle mappe, che si addentra in un altipiano del tutto disabitato, fra i mille ed i millecinquecento metti
sul livello del mare. Dopo un acquazzone la strada è quasi impraticabile. Tre ore e giungiamo,
quasi all’improvviso, in un « resettlement », in un « nuovo insediamento ».
Qui la polizia ha scaricato gli
illegali delle townships — gli agglomerati urbani neri — e le
« macchie nere » rurali, depredandoli di lavoro, beni, affetti,
in cambio di un casottino di ondulato di zinco per ogni nucleo
familiare, di m. 3,5 x 3,5 con perimetro esterno massimo di 15
m. La terra è rossa e nuda a
perdita d’occhio, infuocata qua
e là dal rosso dei fiori della canna d’india. Oltre il filo spinato
che circonda il terreno dove sono ammassati un migliaio di
questi casottinì, un solo rubinetto per l’acqua. Non ci sono uomini: sono lavoratori migranti;
poche donne giovani: fanno le
domestiche e le bambinaie in
città. Ci sono nipotini e nonne,
che ci ricevono con affetto grave e melanconico, e ci mostrano
gli interni. Sono grandemente
impressionata: ordine, pulizia,
piccoli abbellimenti, imprimono
ovunque alle cose e alle persone un’altissima dignità.
Un popolo così non può che
essere vincitore, anzi, per assurdo, è già ora vincitore. Ma a
quale prezzo? Prendo qualche
foto ai bimbi: per alcuni saranno le prime e le ultime. So che
ai primi freddi saranno morti di
stenti. Questo luogo si chiama
« Vulamehlo », che significa ’apri
gli occhi e guarda’.
La sfida
dei funeraii
Alla sede centrale del SACC
a Johannesburg mi invitano a
partecipare a una riunione di
Field Workers, gli operatori dei
vari dipartimenti (come giustizia, detenzione, istruzione, ecc.)
che lavorano nei punti cruciali
del paese. Sono di tutte le razze, con una prevalenza di africani, e di tutte le confessioni.
La giornata inizia col culto ed
il clima è di profonda partecipazione e comunione. I rapporti danno un quadro terribilmen
te coinvolgente dei problemi e
delle situazioni, e sono testimonianze di fede. Distinguere cattolici da protestanti non solo
riuscirebbe impossibile, ma è
assurdo.
Si parla, tra l’altro, del modo
migliore per manifestare presso
le autorità contro la detenzione
senza processo di un operatore
del SACC. Alcuni dei presenti andranno neH’ufficio centrale di polizia di Città del Capo e lì pregheranno e canteranno inni. Non
c’è nulla che faccia saltare i nervi alla polizia quanto inni e preghiere. Deve essere questa una
ragione non secondaria della
proibizione imposta agli africani di fare funerali pubblici (secondo la legge sugli assembramenti, più di due neri per via
fanno un assembramento), e
quando i cortei funebri si snodano sfidando la legge, la polizia spara.
talmente orientato in modo tale da non riuscire ad essere totalmente dalla parte dei neri. I
partecipanti bianchi propendono
pei- la tacita accettazione. Lo farebbero anche se la polizia si
comportasse così nelle loro chiese?
Cos’è più duro
da vincere?
Si parla anche di un caso nuovo: in alcune chiese nere la polizia pretende di presenziare la
messa o il culto armata di mitra. La domanda è se tacere o
spingere le organizzazioni ecclesiastiche a protestare. Mi sorprendo a scoprire come il migliore dei bianchi in SA sia men
Finalmente posso apprezzare
appieno il miracolo della piccola scuola metodista che vive di
fede e del piccolo aiuto che viene da qualche comunità metodista, valdese e battista del Veneto. Non ho visto altro luogo in
Sud Africa dove bimbi di quattro razze vivono insieme, studiano le medesime cose, si esprimono nella stessa lingua, sviluppano sentimenti e pensieri comuni. E mi chiedo cosa si dimostrerà più duro da vincere: la
malvagia radice dell’apartheid
bianco e cristiano del SA, o lo
scetticismo di casa nostra, bianco e cristiano, che depreca e
protesta, ma non giudica utile
spendere nulla di sé per produrre il cambiamento?
Febe Cavazzutti Rossi
Tappe storiche deirapartheid
Per i bianchi
Per Í neri
1910.
1913,
1930.
1936.
1948.
1950.
1960.
1961.
1970.
Dalla guerra anglo-boera nasce l’Unione del Sud Africa, dominio della Gran
Bretagna. Il rapporto numerico tra boeri ed inglesi è di sei a quattro. I primi tre presidenti sono boeri.
Natives Land Act. Il suolo sudafricano è la terra promessa che Dio ha dato
ai bianchi, i quali ne concedono il 7% agli africani perché vi abitino.
Con il diritto di voto alle donne « europee » la società bianca raggiunge il
suffragio universale. I boeri si raggruppano nel Partito Nazionalista, o nazionalcristiano, che raccoglie anche i voti di quegli inglesi che, a malincuore,
riconoscono ai boeri polso e volontà per guidare le sorti del paese. Il manifesto del partito recita così; ...« la politica del nostro paese deve tendere alla
separazione razziale totale quale fine ultimo di un processo naturale di sviluppo separato. E’ compito primario e vocazione dello stato ricercare la
prosperità del Sud Africa e procacciare la felicità ed il benessere dei suoi
abitanti, non bianchi o bianchi che siano, nella ferma coscienza che un siffatto compito potrà attuarsi nel migliore dei modi preservando e salvaguardando la razza bianca».
Un emendamento alla Natives Land Act eleva la percentuale di territorio
per gli africani al 13%.
Il Partito Nazionalista diventa governo e regime: l’apartheid è fondamento
dello stato. Il 16 dicembre è la festa della Repubblica, ovvero del Patto, secondo Es. 19; 5-6 («Sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare, poiché
tutta la terra è mia, e mi sarete un regno di sacerdoti e una nazione santa») e Gios. 23: 7-13 («se vi unirete a quel che resta di queste nazioni e vi
imparenterete con loro e vi mescolerete ad esse, siate ben certi che l’Eterno
il vostro Dio non continuerà a scacciare queste genti da voi ma esse saranno
per voi im’insidia, un flagello ai vostri fianchi, tante spine negli occhi, finché
non siate periti e scomparsi da questo buon paese che l’Eterno il vostro
Dio vi ha dato»).
Il governo vara il grandioso progetto di apartheid, a grande respiro, definito
entro il 1968 in 200 leggi.
Le critiche dei governi britannici e del mondo occidentale offendono e fe^
riscono l’Unione. Con un plebiscito l’Unione si proclama Repubblica indipendente.
La RSA abbandona il Commonwealth. Il primo ministro Vorweord annuncia: «... in nessun modo mi piegherei a concessioni. Preferirei il SA povero
ma bianco, piuttosto che ricco e mescolato ad altre razze». La folla risponde; « Amen! Amen! ». La nuova bandiera viene cucita e toccata solo da mani bianche.
Bantu Homelands Citizenship Act. La legge chiarisce che gli africani si di-,
vidono secondo le dieci maggiori lingue che parlano e, a seconda della lingua, appartengono ad una riserva, Homeland, cui sarà data l’indipendenza.
A tutti gli effetti di legge cessano di essere cittadini della Repubblica del
Sud Africa.
1910. Gli africani si scoprono cittadini deH’Unione del Sud Africa. Nelle regioni
dell’Orange, Transvaal e Natal già non hanno diritti civili; nella regione del
Capo possono eleggersi un rappresentante al Parlamento.
1913. Natives Land Act. I neri delle zone rurali perdono il diritto ad affittare appezzamenti coltivabili. Potranno continuare a coltivare in proprio in cambio
di prestazione di lavoro agricolo gratuito nelle fattorie « europee ».
Grande mobilitazione delle donne africane contro la Pass Law, la legge che
incatena ogni individuo non bianco ad un documento di identificazione che
ne indica la razza e ne limita la libertà di movimento per luoghi e per orari.
1926. Colour Bar Act. 'Garantisce che un africano non possa accedere a compiti che
comporterebbero l’impartire ordini a bianchi e favorisce l’eliminazione della
mano d’opera nera specializzata dalla produzione.
Liquor Amendment Act. Viene revocato un vecchio divieto di vendere alcolici agli africani. E’ concessa la produzione di una birra per africani a bassa
gradazione alcolica. Non ubriaca, distrugge i reni dei forti consumatori nel
giro di cinque anni.
1936. Nella regione del Capo viene cancellato il diritto dei neri di eleggersi un
rappresentante in Parlamento. I loro affari saranno curati da bianchi, eletti
da bianchi su lista unica.
Emendamento della Natives Land Act. Il numero di giorni lavorativi gratuiti
in cambio del diritto alla coltivazione in proprie viene stabilito in 122, elevabili a discrezione del datore di lavoro.
1945. Group Areas Act. La legge dà al governo potere insindacabile di destinare i
gruppi razziali a determinate aree e crea l’apparato burocratico e militare
per l’esecuzione ed i controlli. Stabilisce anche le qualifiche richieste per
risiedere legalmente nelle townships (comuni) urbane all’àrt. 10:
a) chi vi sia nato da genitori li residenti legalmente e vi abbia abitato
ininterrottamente ;
b) chi vi abbia lavorato legalmente e ininterrottamente per un solo datore di lavoro per non meno di 10 anni;
c) chi vi abbia lavorato legalmente e ininterrottamente per più datori di
lavoro, per non meno di 15 anni;
d) il diritto può eventualmente essere esteso alla moglie, caso per caso,
alla figlia nubile e al figlio minorenne, salvo restando che siano entrati legai-/
mente e vi risiedano abitualmente in una abitazione conveniente.
La legge è perfezionata dall’Qrderly Movement Bill che commina 6 mesi di
prigione o 500 Rand di multa a chi ospiti individui privi delle suddette qualifiche fra le dieci di sera e le cinque del mattino, e se l’offesa perdura 20
Rand aggiuntive per ogni notte in più. Gli illegali sono passibili di immediato trasferimento a giudizio delle autorità.
1970. I neri imparane la legge: ...« ogni africano tornerà ai propri ascendenti a seconda della sua lingua nella Homeland che gli è riservata. A tutti gli effetti
di legge cessa di essere cittadino della Repubblica del Sud Africa ».
5
2 agosto 1985
obiettivo aperto 5
AGOSTO 1945-1985 - A QUARANT’ANNI DALLE BOMBE ATOMICHE DI HIROSHIMA E NAGASAKI
Hiroshima: solo l'amore di Dio non è mutato
Subire o sfidare la bomba?
... che si facciano supplicazioni... per tutti gli uomini, per i re
e per tutti quelii che sono in autorità... che gli uomini facciano
orazioni in ogni luogo alzando mani pure...
(I Tim. 2: 1-2, 8)
Viia immagine di storia, da non dimenticare.
«La coscienza si
chiama Hiroshima»
Hiroshima, ridente cittadina
portuale giapponese di 350 mila
abitanti. Il "progetto Manhattan", il complesso piano organico diretto dal fisico Oppenheimer sta per avere il suo collaudo pratico,,. Si sta per compiere^
il più grande crimine "concentra- ’
to" contro Tumanità.
Sono le 8 e 13 minuti del
6 agosto 1945: il lontano rumore di un aereo, una luce accecante ed un calore di due mila
gradi che scioglie persone e cose, un vento impetuoso a 200 chilometri orari che spazza via tutto; e poi incendi e pioggia radioattiva. Il bilancio è di 300 mila morti (ma le cifre ufficiali
sono state tenute più basse): 200
mila in due minuti e gli altri
nel giro di dieci giorni. Tre giorni dopo, Nagasaki: i morti sono
"solo” 80 mila circa, ma la bomba è già più potente: cede anche il cemento armato. L'era atomica è cominciata.
Fra i collaboratori al "progetto
Manhattan” figura anche il nome di uno scienziato poco noto
al grosso pubblico, quello di Leo
Szilard, ungherese d’origine. La
sua presenza e la sua partecipazione sono state determinanti.
Lo si deduce dalla lettera che il
fisico-matematico Albert Einstein (già maestro di Szilard a
Berlino) inviò in data 2 agosto
1939 al presidente degli Stati
Uniti F. D. Roosevelt: « Recenti
lavori di Enrico Fermi e di Leo
Szilard, che mi sono stati resi
noti in manoscritto, mi portano
a supporre che l’elemento uranio possa nell'immediato futuro
trasformarsi in una nuova ed
importante forma di energia ».
La lettera proseguiva precisando che i loro esperimenti avrebbero potuto portare anche « alla
costruzione di bombe... di un
nuovo tipo, estremamente potenti ».
11 testo di questa lettera è contenuto in un libro appena uscito
col titolo « La coscienza si chiama Hiroshima » (Editori Riuniti)
che raggruppa note dettate al registratore, interviste, lettere ed
appunti dello stesso Szilard per
un periodo che va dai ricordi
d’infanzia alla fine del 1945. Nato a Budapest nel 1898, egli emigrò prima a Vienna, poi a Berlino. Coll’avvento del nazismo si
trasferì in Inghilterra ed infine
neali Stati Uniti.
Questo libro rispecchia il
dramma di un uomo che, dopo
aver insistentemente sollecitato
gli americani a costruire la bomba atomica prima che lo facessero i nazisti, ne combattè poi
strenuamente l’uso, fino alla
morte avvenuta nel 1964.
L’intuizione delle catastrofiche
conseguenze della "scoperta” atornica egli la ebbe sin dal principio. Già il 3 marzo 1939 (da un
anno era negli USA), quando
constatò l’emissione di neutroni
durante un processo».di"fissie«ie dell uranio (i neutroni, particelle
nucleari neutre, indicano la liberazione su larga scala di energia atomica) scrisse nei suoi appunti: « Quella notte ebbi pochissimi dubbi sul fatto che il
mondo stesse andando verso la
rovina». E'poi ancora, il 2 dicembre 1942, quando fu ottenuta la prima reazione a catena:
« Fermi ed io ci stringemmo la
mano e dissi che — secondo me
— quel giorno sarebbe stato ricordato come un giorno nero
dell'umanità ».
Intanto, la corsa per battere i
tedeschi si fa frenetica ed egli
annota; « (La bomba atomica)
porterà la rovina sulla terra; anche se li anticipiamo (i tedeschi)
e vinciamo la guerra, perderemo
la pace che seguirà ».
La nuova arma sta ormai per
essere realizzata, e Szilard, quasi profeticamente, afferma: « La
bomba sarà così potente che non
ci potrà essere pace se essa è
contemporaneamente in possesso
di due potenze che non siano legate da un indissolubile vincolo
politico ».
Infine, all’inizio del 1945, la dissociazione: « Quando fu chiaro
che la Germania avrebbe presto
ceduto, cominciai a chiedermi:
quale scopo c’è a lavorare alla
bomba atomica? ». Ma purtroppo, malgrado varie pressioni,
« non c’era alcun segno che questo problema fosse discusso a livello governativo ». Szilard fa
scrivere da Einstein una nuova
lettera a Roosevelt, questa volta
tutta diversa. Fra l’altro vien
detto che col tempo le bombe
saranno sempre più potenti, per
cui « la maggior parte delle nostre città potrebbe essere completamente distrutta ». Ma il presidente morrà prima di poter
leggere quello scritto. Altro analogo messaggio viene inviato al
suo successore, Truman, corredato colle firme di 53 fisici e biologi, ma Szilard commenta:
« Non ho alcuna prova che gli sia
mai arrivato ».
Quattro anni dopo, anche Stalin possedeva la bomba ed aveva
così inizio quella corsa agli armamenti in base alla quale si calcola che oggi si potrebbero avere
1 milione e 200 mila massacri pari a quello di Hiroshima. I morti
in due minuti si potrebbero contare a miliardi: ma chi li conterà?
Roberto Peyrot
Abbiamo tutti coscienza che
dopo Hiroshima non è più come prima. La luce di quella mattina di 40 anni fa, il sole infernale che ha illuminato le due
città giapponesi ha segnato l’alba di una nuova storia, quella
luce illumina ormai, in modo
conscio o più inconscio, i nostri
progetti, le nostre attese, le nostre prospettive. Non possiamo
fare a meno di quella presenza,
lo si voglia o no.
Due atteggiamenti sono così
possibili, solo due. Il primo è
quello di subire Hiroshima, il
secondo di sfidarla. Subire si
traduce nella decisione di non
poter più vivere e far vivere, di
esistere come realtà sospese,
evanescenti, fluide, informi in
attesa della Grande Hiroshima
Finale, quella che chiuderà e
concluderà la Storia, di non poter più mettere al mondo creature con l’incubo costante di vederle annientate.
Sfidarla significa invece credere che è possibile e doveroso
«ia«^e-’r(lobo la Bomba gettare
le proprie speranze e la propria
vita in un futuro, in una discendenza, è giusto e bene dare vita
a creature che diventeranno uomini, che potranno diventare
uomini.
Questa è la grande alternativa che soggiace a tutte le scelte, le decisioni, i pensieri, i fremiti della generazione di oggi.
In quale di queste posizioni ci
collochiamo come credenti?
Quale è più vicina alla nostra
situazione di uomini e donne
salvati da Cristo?
Il tempo della cristianità apostolica è il tempo dell’Impero
romano, della ferrea, assoluta,
diabolica dittatura, il tempo della Bestia, come dirà il veggente dell’Apocalisse. Che può fare
un credente in questo incubo di
morte e di sopraffazione, di annientamento e di silenzio? Aspettare che il Signore venga a
distruggere con la sua giustizia
il male del mondo, che venga a
mettere fine al regno della Bestia?
Gli apostoli dicono che questa non è la fede in Cristo; la
fede nel Signore non è una attesa piena di angoscia e di fascino per la catastrofe finale.
Nulla in comune con quella sorta di catastrofismo generale che
serpeggia in molti ambienti, anche religiosi, del mondo di oggi.
Paolo dice: non aspettate la fine
ma pregate. E dice: pregate per
le autorità dell’Impero, per.
quelle potenze di male che vi opprimono.
Che significa pregare, oggi,
dopo Hiroshima?
Non significa solo chiedere a
Dio di garantirci una vita possibile, vivibile, buona, come dice l’apostolo, una vita in cui sia
possibile costruire pacatamente
un esistere che abbia senso, significa molto di più.
Significa caricarsi della sofferenza del mondo, vivere lucida
mente la sofferenza di Hiroshima, portare nel cuore è nella vita il volto di quel bambino deturpato dalle radiazioni della
bomba, che forse è già morto
ma è diventato uno dei simboli
fotografici della nostra epoca.
Pregare significa incarnare nella vita questa immagine, di giorno e di notte, quando si vede Un
bambino o si mangia, quando si
scherza e si costruisce. Sofferenza angosciosa che va portata lucidamente e senza vergogna. « Presentare al Signore le
proprie mani pure » non significa
solo volgersi a Dio ma farlo portando U peso di questa incomprensibile tragedia, di questo insolubile mistero del male. Incarnare il dolore di Hiroshima non
significa né aver paura di morire di bomba, né aspettare la
catastrofe finale, significa radicarsi nella storia del peccato già
realizzata.
Pregare significa però anche
gettare su Dio il peso della angoscia di Hiroshima e del mondo. Significa dire al Signore : « Io
questo peso non lo posso portare, te lo affido ». Noi non siamo
eroi, uomini che sanno vivere
e morire senza bisogno di nessuno, da soli, siamo piccoli cristiani che non possono portare
la propria vita, tanto meno possono portare il peso della sofferenza del mondo.
Hiroshima ha cambiato la nostra vita ma non ha cambiato
l’amore di Dio e perciò non ha
cambiato il senso della nostra
vita. Hiroshima non è nostro
Signore e perciò non determina
la vita.
Giorg;io Toum
La logica della bomba
Quando le prime bombe atomiche furono costruite durante la Seconda Guerra Mondiale,
in America non fu possibile discutere pubblicamente su questo
fatto: tutto era segreto.
Anche dopo il 6 ed il 9 agosto
1945, però, non vi fu una valutazione delle implicazioni morali dell’uso di queste bombe.
Solo in questi ultimi anni è stata sollevata a livello nazionale
la questione morale del bombardamento di Hiroshima e Nagasaki.
I motivi di questo silenzio non
sono difficili da individuare.
Fu il Giappone a dar inizio
alla guerra nel Pacifico, e l’attacco di Pearl Harbor sconvolse
profondamente gli Stati Uniti.
Durante la guerra l’isterismo
anti-giapponese raggiunse proporzioni tali che migliaia di americani di stirpe giapponese furono raggruppati in speciali
campi di concentramento. Nella
mentalità Dopf’iaT'p, dunque,
qualsiasi mezzo era da considerarsi legittimo per vincere la
guerra.
La discussione sulla bomba
atomica, durante la guerra, fu
limitata ai livelli più alti del governo e dell’esercito. In queste
sedi la logica della bomba era
chiarissima.
Come disse il generale Lesile
Groves (il capo del progetto
Manhattan) alcuni anni dopo la
fine della guerra, negli ambienti
politici e militari si cercò di tenere nella massima considerazione l’opinione pubblica. In particolare, ci si rese conto che
un attacco umano alle isole del
Giappone avrebbe richiesto l’impiego di almeno centomila uo
mini, avrebbe comportato una
grande perdita di vite umane,
ed avrebbe richiesto molto tempo, perché il Giappone non aveva nessuna intenzione di arrendersi.
Si capì che prima o poi il pubblico americano sarebbe venuto
a conoscenza del fatto che il governo possedeva bombe atomiche: allora la morte di ogni soldato americano ucciso dopo una
certa data sarebbe stata imputata al non utilizzo delle bombe.
Vi fu la proposta di una dimostrazione della bomba alla
presenza di ufficiali giapponesi,
ma anche qui furono opposte
obiezioni. C’erano, allora, soltanto due bombe; v’era il rischio
che la bomba usata per la dimostrazione non funzionasse, o che,
nonostante la dimostrazione, i
giapponesi non si arrendessero,
e gli Stati Uniti si sarebbero
trovati con una sola bomba per
la guerra. Stabilire le condizioni per la dimostrazione avrebbe
richiesto tempo, durante il quale la guerra sarebbe continuata,
ed i ragazzi americani avrebbero continuato a morire.
Queste erano le più importanti considerazioni sull’uso delle bombe atomiche nel 1945, ma
non erano le sole.
C’era anche il desiderio di mostrare a Stalin che gli USA avevano sia la bomba atomica, sia
la volontà di usarla quando provocati.
E’ importante anche guardare alle città scelte per il bombardamento ; Hiroshima e Nagasaki erano state lasciate «bersagli vergini» — cioè non bombardati prima — affinché fosse
possibile vedere tutti gli effetti
delle nuove arntì.
Forse più significativa della
logica degli uomini militari, però, è quella degli uomini che
costruirono la bomba. Questi
erano scienziati, - molto colti, in
genere politicamente « di sinistra»; molti erano dei rifugiati
dall’Europa di Hitler e Mussolini, e pensavano di costruire la
bomba atomica per sconfiggere
il nazismo tedesco, e non l’imperialismo giapponese.
Ma la guerra in Europa era
finita nella primavera del 1945,
prima che anche solo ima bomba fosse pronta.
Vi fu allora un breve periodo
di riflessione per gli scienziati:
era necessario continuare gli
studi? Unanimemente la risposta fu « sì », e questo non tanto
per ragioni morali quanto per
il desiderio di finire quello che
si era cominciato: dopo che il
processo era stato avviato, diventava sempre più difficile fermarlo, e le bombe furono costruite.
Abbiamo cominciato ; perché
non finiamo?
Abbiamo la bomba; perché
non la usiamo?
Questo processo — non molto
logico, ma molto umano — fu
la logica dei bombardamenti
atomici dell’agosto 1945; è una
logica propria di tutte le guerre.
E’ una logica che noi 40 anni
dopo faremmo bene a considerare, in un mondo che ha non
due, ma più di 50 mila di queste bombe. E’ una logica che
dobbiamo avere la volontà di
fermare, se vogliamo dare un
significato concreto alle parole
incise sul monumento ai caduti
di Hiroshima : « Mai più ».
lan McFarland
6
6 cronaca delle Valli
2 agosto 1985
Folclore
e realtà
Nella "cultura" giornalistica
estiva entrano da un po' di tempo, quasi "di diritto", minoranze,
curiosità, e di conseguenza i vaidesi, le Valli, la gastronomia e i
musei.
Niente di male in sé. Che si
possa guardare al nostro piccolo
mondo anche sotto l’aspetto del
folklore, delle caratteristiche curiose di un popolo particolare,
non deve scandalizzare e può anche non dispiacere.
Ma dovremmo stare attenti a
non viverci noi stessi come elemento di folklore, a non interpretare noi stessi solo o prevalentemente come fenomeno antropologico.
A volte il giornalista estivo è
tutta sommato attento, cura il
testo, cerca fotografìe non indegne, rispetta l’oggetto della sua
ricerca o del suo pezzo, cerca di
comprendere la specificità che
gli sta dinanzi. Ma non sempre è
così e a volte nel popolo valdese incominciamo ad acquistare
una identità di riflesso, cerchiamo di presentarci non per quello
che siamo ma per quello che i
mezzi di informazione vorrebbero che fossimo.
In questo quadro ci è piaciuto
un piccolo episodio estivo che è
andato controcorrente. Un gruppo di ragazzi della periferia di
Torino è venuto a passare alcune
settimane in montagna, in un
campeggio. Hanno visitato il tempio, il piccolo museo, le case e
il paesello. Da buoni "giornalisti"
i ragazzi hanno annotato con attenzione le cose che hanno
visto, hanno parlato con gli
abitanti, hanno intervistato
l’autorevole professore di storia che da anni spende qui le
sue operose vacanze, e che si è
messo a disposizione della curiosità intelligente dei ragazzi e con
pazienza ha risposto, ha fatto
emergere dalle osservazioni stesse dei giovani lo "specifico” protestante che avevano riscontrato
nel tempio, nel villaggio: non ci
sono statue, ci sono delle parole
bibliche scritte sui muri, c’è una
Bibbia al centro, la gente è attenta al suo passato e cerca di vivere bene il suo presente.
In questo modo un periodo di
vacanza in montagna non è stato
soltanto ricreazione, boccata di
aria pura, ma anche incontro,
scambio, forse, in modo non invadente e rispettoso, testimonianza, evangelizzazione disinteressata.
Non idealizziamo le cose; accanto ad episodi come questo vi
sono le delusioni di evangelici
che cercano in questa "terra protestante” una coscienza civile e
morale che forse non c’è più, e se
ne tornano delusi alla loro situazione di diaspora; il "buon tempo
antico", se mai c’è stato, è stato
spiazzato da una cultura di massa sempre più uniforme; ma tra
il puro folklore e la testimonianza confessante c’è forse lo spazio
per momenti significativi, vissuti
nel quotidiano, ma non per questo irrilevanti. Sergio Ribet
Buone ferie
Redattori e tipografi vanno in vacanza per 15 giorni,
li prossimo numero del gioi^
naie avrà perciò la data del
23 agosto.
TORRE PELLICE
PINEROLO
Una mostra su Paolo Paschetto
Nuovo
sindaco
Paolo Paschetto nasce a Torre Pellice nel 1885 e vi muore
nel 1963. Figlio di un pastore
evangelico di non comune cultura, molto legato anche al fratello archeologo e pastore, trova
nell’ambiente familiare comprensione e incoraggiamento quando decide di lasciare gli studi
classici per seguire quelli artistici.
Frequenta rAccademia di Belle Arti a Roma e vi rientra come docente nel 1913. Insegna
composizione decorativa fino al
1948. Trascorre perciò la sua vita a Roma e vi svolge la sua attività professionale, ma passa
quanto più tempo può nel paese natale dove dipinge la maggior parte dei suoi paesaggi sia
di verde sia di neve e dove presta sempre con entusiasmo la
sua opera per la chiesa valdese
come per tutto il mondo protestante italiano.
Incisore e pittore, attivo nel
campo della decorazione, della
illustrazione, della grafica — noto tra l’altro per essere l’autore
dell’emblema della Repubblica
— partecipe delle tendenze artistiche del suo tempo, ma lontano dalle sue mode, egli ha lasciato — negli affreschi e nelle
vetrate di edifici pubblici e religiosi, nelle incisioni di carattere sacro come negli oli e negli acquerelli di paesaggio, soprattutto delle sue Valli, nella
sua vasta e multiforme attività
grafica — l’espressione di una
spiritualità schietta e originale
che trae origine e vigore nella
fede, vissuta e testimoniata attraverso l’arte.
In occasione del Centenario
della sua nascita la Società di
Studi Valdesi, su incarico della
Tavola, ha voluto ricordare Tuomo e l’artista attraverso una
esposizione antologica, realizzata con il patrocinio della Regione Piemonte e grazie al contributo deali Assessorati alla Cultura della Regione Piemonte e
della Provincia di Torino. Il
Comune di Torre Pellice ha infine collaborato all’allestimento
della Mostra che sarà inaugurata — nei locali del Collegio Valdese — il 3 agosto ’85 alle ore 17.
Tale Mostra, che costituisce la
XXXV edizione delle Mostre d’Arte Contemporanea di Torre Pellice. resterà aperta tutti i giorni
fino al 3 settembre con orario
16-19.
Accompagna la Mostra un Catalogo presentato da Giovanni
Ferrerò e Pier Carlo Longo, Assessori alla Cultura della Regione Piemonte e della Provincia
di Torino — da Giorgio Bouchard, Moderatore della Tavola Valdese — da Sergio Saroni,
Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino — e
da Filippo Scroppo, Direttore
della Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Torre Pellice.
Introdotti da un’ampia biografia di Mirella Paschetto falla
seguono saggi critici di Giorgio
Tourn: « La fede e l’arte », di
Mila Pistoi: « La decorazione: gli
aspetti dimenticati dell’opera di
Paolo Paschetto », di Francesco
Franco: « La grafica: appunti sull’opera », di Giorgio Auneddu:
« La pittura: il paesaggio negli
acquerelli » e di Giuseppe Mantovani: « ’Religio rerum’ ».
Completa il Catalogo un’apj>endice che contiene brevi testi
di Paolo Paschetto e interventi
di Remigio Strinati (1930), di
Emilio Zanzi (1932) e di Renzo
Guasco (1983).
Più di cento riproduzioni in
bianco e nero e dodici tavole a
colori illustrano infine l’opera
dell’artista nei diversi campi affrontati nei saggi.
Livio Trombotto, funzionario
della Coldiretti, è il nuovo sindaco di Pinerolo. Sul suo nome
sono confluiti i voti della DC,
del PSI, del PSDI, del PRI, del
PLI. Contrari PCI e DP. Non
ha partecipato alla votazione il
MSI.
Si è così conclusa 70 giorni
dopo le elezioni del 12 maggio
una trattativa estenuante tra le
forze del pentapartito che ha visto l’esclusione dalla giunta del
sindaco uscente, il democristiano Camusso, che era risultato
il più votato.
Formano la giunta: per il PSI
il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Rivò e Arbinolo
(sport); per la DC gli assessori
Camurati (urbanistica), Mercol
(commercio artigianato), Bono
(istruzione e azienda municipalizzata); per il PLI Cirri (bilancio); per il PSDI Berti (servizi sociali e anagrafe); per il
PRI Trossero (cultura e finanziaria per progetti speciali).
A dimostrazione del disagio
che esiste nella maggioranza il
vicesindaco ha ottenuto 4 voti
meno del previsto dopo un discorso critico sulla attuale composizione della giunta del socialista Arione.
Dopo le ferie
i Ucenziamenti?
■ndesit Iniziati i lavori
della "casa della pace
II
Non passeranno le ferie in
tranquillità i lavoratori dell’Indesit: temono infatti che a settembre l’azienda comunichi il
fallimento dell’azienda col conseguente licenziamento di tutti i
lavoratori.
Si è svolte il 23 luglio un incontro presso il Ministero dell’industria a Roma nel quale
il nuovo amministratore delegato delTIndesit, ing. Franco
Passi, ha comunicato che se
l’azienda riceverà nuovi capitali
(si parla di 40/50 miliardi) si
potrà pensare ad un futuro produttivo se no « l’azienda è pronta a portare i libri contabili in
tribunale» e a chiedere il fallimento.
Il futuro produttivo riguarderebbe comunque solo 1.600 lavoratori tra gli stabilimenti del
nord e del sud (contro i 7.200
oggi occupati).
In ogni caso comunque per
gli stabilimenti di None e Orbassano si perderebbero circa
2.500 posti di lavoro.
In questa ipotesi le soluzioni
sarebbero assistenziali: cassa
Integrazione, prepensionamenti,
disoccupazione speciale. Si profila così un nuovo caso Venchi^
Unica in cui i lavoratori occupati sono rimasti a carico dell’erario pubblico per più di ima
decina di anni.
Per evitare questo la Regione
Piemonte insiste affinché il basso pinerolese divenga oggetto di
un progetto speciale per l’occupazione, ciò mentre attorno al
futuro dei lavoratori dell’Indesit si sta organizzando una vasta solidarietà che include enti
locali, partiti, e le chiese cattolica e valdese.
G. G.
Terminato l'iter burocratico sono iniziati ai primi di luglio /
lavori di costruzione della casa già sede della banda partigiana dei
Bagnòou, bombardata dai tedeschi nel gennaio del 1944. Se i lavori
procederanno come da programma, per fine settembre si conta di
arrivare al tetto. L’inaugurazione dovrebbe avvenire per la prossima estate. La 'casa della pace’ al Bagnòou d’Angrogna è un’iniziativa votata dall’assemblea di chiesa nel novembre del 1982.
Domenica 4 agosto, ore 15, culto e informazione al Bagnòou.
# Hanno collaborato a questo
numero: Archimede Bertolino,
Ivana Costabel, Dino Gardiol,
Luigi Marchetti, Roberto Morbo,
Claudio Pasquet, Lucilla Peyrot,
Teofilo Pons, Cipriano Tourn.
VASTA PRODUZIONE
IL CORRIERE DEL SESTRIERE
SERVIZIO GIORNALIERO croci
MILANO - TORINO - PINEROLO
VALLI CHISONE - PELLICE - GERMANASCA ugonotte jMC
AUTOCARRI TUTTE LE PORTATE PER
ITALIA - FRANCIA - SVIZZERA in
10063 PEROSA ARGENTINA - VIA ROMA, 33 TEL. (0121) 81242 - 81046 oro e argento
/p Compagnia Italiana da
di Assicurazioni AGENTE GENERALE DI TORRE PELLICE Oreficeria BORNO
ARNALDO PROCHET di TESI e DELMASTRO
TUTTI 1 RAMI DI ASSICURAZIONE Via Trieste, 24 - PINEROLO - Telefono 3117
Via della Repubblica, 14 Telefono (0121 ) 91820 e presso le Librerie "Claudiana”
7
2 agosto 1985
cronaca delle Valli 7
BICORDO DEL DOTI.
VITTORIO BERTOLINO
La scomparsa del doti. Vittorio Bertoiino ha lasciato un grande vuoto tra
la popolazione sangermanese, da cui era
considerato uno di cui non si poteva fare a meno.
Si, il dottor Bertolino era proprio uno
dei nostri. Non potremo mai dimenticare il suo senso di discrezione, la sua
semplicità e soprattutto la sua carica di
•umanità, proprio quella che deve essere una delle prime caratteristiche di
coloro che scelgono di dedicare la loro
esistenza a favore dei sofferenti.
Quando nell'ormai lontano 1951 il
dottor Bertolino giungeva a S. Germano. la professione del medico condotto
richiedeva una buona dose di spirito di
sacrificio e creava spesso problemi di
non facile soluzione. Il nostro medico è
stato all’altezza del suo compito e pur
nella consapevolezza del limite umano
ha accettato di affrontare le inevitabili
difficoltà che gli si sarebbero parate
dinanzi: intanto sempre più diventava
parte integrante del tessuto sangermanese.
E gli anni sono passati: la carriera
del medico è andata via via configurandosi in modo diverso; ma il dr. Bertolino è restato ancora il medico condotto di noi tutti. E cosi, penso, lo ricorderemo sempre.
Noi di S. Germano vogliamo pertanto
dire ai suoi familiari che siamo loro vicini in quest'ora di lutto per la scomparsa del loro caro che, si può ben
dire, è caduto sulla breccia; intatti già
minato dal terribile male che doveva
stroncare la sua esistenza, coraggiosamente cercava ancora di prodigarsi per
lenire l'altrui sofferenza.
Il Signore della vita. Colui che solo
ha potuto affermare: « lo sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muoia vivrà » sia il loro sostegno e il loro aiuto e conceda la preziosa certezza che Cristo, vincitore
della morte, non abbandona noi e dà
ai nostri cari che ci hanno preceduto
la vita vera e piena oltre la tomba.
Giorgina Giacone, S. Germano
SCUOLA MATERNA
DI FRALI
Noi sottoscritti genitori dei bambini
frequentanti la Scuola Materna di Prali
inviamo la .presente per esprimere il
nostro rammarico per il provvedimento preso secondo noi senza tenere
conto di alcuni fattori di fondamentale
importanza per la vita della scuola.
Pertanto riteniamo opportuno giustificare la nostra protesta;
1) Con la soppressione del turno
sarà impossibile attuare alcune attività educative (vedi psicomotricità),
mentre le altre verranno notevolmente
dequalificate, in quanto bambini di età
diversa richiedono diversi ritmi di lavoro;
2) Altri problemi derivano dai
difficili collegamenti tra il Comune di
Prali (Comune di Montagna situato a
1450 metri s.l.m.) e i Comuni di fondovalle. Siccome la dispersione geografica è vasta e le strade per la maggior parte defl’anno sono disagevoli a
causa delle abbondanti nevicate, gli
DIBATTITO
L’occupazione alternativa
La lettura dell’articolo di Giorgio Gardiol sulla crisi della
Indesit {apparso sul n. 29 del
giornale) mi spinge ad esprimere alcune considerazioni.
Come si può pensare di « rilanciare » l’azienda quando nello
stesso articolo leggiamo che il
mercato degli elettrodomestici
non assorbe che una quota assai
ridotta di prodotti rispetto al
passato? Nella più ottimistica
delle ipotesi, riconquistare posizioni nel mercato vorrebbe dire...
costringere al fallimento o alla
crisi qualche altra industria, con
tutti i problemi connessi.
A che cosa può servire la creazione di una « agenzia per il lavoro » in una zona che, secondo
quanto ci dice lo stesso Gardiol,
\'ede calare inesorabilmente il
numero degli occupati nell’industria?
Temo che, in realtà, le proposte di soluzione avanzate dai partiti e riportate nell'articolo abbiano un significato essenzialmente
demagogico, siano volte cioè a
dare agli operai interessati l’illusione che qualcosa si possa fare,
pur in presenza di una prognosi
delle più pessimistiche.
Ci troviamo di fronte ad una
crisi originata da un’industrializzazione cieca e selvaggia, messa
in atto da chi sapeva benissimo
che in vent’anni il mercato si sarebbe saturato, ma che aveva tutto l’interesse ad intascare i profitti prodotti nel frattempo, lasciando a qualcun altro l’onere
di risolvere i problemi che sarebbero sorti.
Forse sarebbe ora di smettere
di idolatrare l’industria come unica produttrice di ricchezza.
Chiunque visiti il Meridione d’Italia può vedere con i propri occhi
quali siano i risultati di un’industrializzazione illusoriamente
identificata con progresso e prosperità: fabbriche che producono automobili di cui nessuno ha
bisogno; migliaia di ettari di
agrumeti ridotti a deserto per
far posto ad acciaierie che non
verranno mai costruite; stabilimenti chimici che appaiono come spettrali e rugginose cattedrali nel deserto.
Nel frattempo, spendiamo decine di migliaia di miliardi per importare derrate alimentari da
paesi come Israele, la Francia,
l’Olanda, capaci di utilizzare assai saggiamente le loro risorse
interne. Il settore primario della
economia è pur sempre l’agricoltura : anche per aver dimenticato
— fraudolentemente — questo
dato fondamentale, oggi i governanti italiani piangono sul pauroso passivo della bilancia dei
pagamenti;, e su milioni di disoccupati.
La Regione Piemonte ha recentemente presentato un « piano
foreste » che prevede lo sfruttamento razionale e l’ampliamento del patrimonio forestale con
la possibilità di creare migliaia
di posti di lavoro fortemente produttivi (non dimentichiamo che
l’Italia importa legno da tutto il
mondo), attraverso Finvestimento di non più di duecento miliardi.
In Francia più di cinquantamila giovani sono stati impiegati
nei « Travaux d'utilité collective », il 20% dei quali riguarda la
protezione dell’ambiente (è il caso di ricordare quale tragica attualità abbia questo problema?).
Soluzioni miracolose non ne esistono; non si può negare però
che con un po’ di coraggio e capacità di innovazione da parte
degli amministratori pubblici si
possano trovare modi efficaci per
risolvere il problema dell’occupazione. Si eviterebbe, comunque, il solito ricorso ad interventi assistenziali che danneggiano
in primo luogo i lavoratori interessati. Enrico Fumerò
scorsi anni alcuni bambini usufruivano del servizio di linea della Ditta
Tessore di Perrero. Con la soppressione del turno e la conseguente riduzione dell'orario .giornaliero, i genitori di questi bambini saranno ulteriormente disagiati per l’impossibilità di
ipoter usufruire del predetto servizio di
trasporti. Precisiamo a questo proposito, che una bambina iscritta per l'anno scolastico 1985-86, di anni tre, per
poter frequentare è costretta a fare
dieci minuti di seggiovia alle ore 7.30
(spesso con temperature varianti dai
—2CF ai —25“), iseguiti da 15 minuti di pulmino:
3) Questo provvedimento crea
inoltre problemi nel caso di assenza
dell'insegnante titolare di sezione, si
rischia infatti di lasciare incustoditi i
bambini fino all'arrivo del supplente,
che è in servizio presso la direzione
didattica di Villar Perosa (a 30 km.
di distanza), in questo caso riteniamo che eventuali incidenti non potranno essere imputati ad altri se non
a Codesto Provveditorato;
4) Diverse famiglie di questo Comune necessitano inoltre del tempo
pieno, per esigenze lavorative. E questo Stato, che a parole si impegna a
salvaguardare la montagna, quali infrastrutture offre?! Non ci costringe
forse al trasferimento in fondovalle
per garantire un servizio scolastico ed
educativo completo ai nostri figli?
5) Inoltre essendo la Scuola Materna un diritto di ogni cittadlrK), riteniamo che i nostri figli debl>ano
, avere la prossibilità di usufruirne apt pieno. Considerando che già per fre1 quentare la Scuola Media Inferiore e
I la Media Superiore dovranno affron» tare innumerevoli disagi, ci sembra
doveroso che almeno per questo ciclo di studi, sia reso un servizio pari
a quello di cui usufruiscono i bambini
delle città.
Vogliamo inoltre precisare che durante il decorso anno scolastico la
frequenza è notevolmente aumentata
rispetto agli anni precedenti e questo
grazie ai due insegnanti titolari delle
sezioni che in modo molto determinante hanno contribuito al maggiore
afflusso di bambini, perché è in effetti il primo anno che presso la nostra
scuola ci sono insegnanti che si sono
prodigati a far sì che anche i bambini più disagiati (vedi particolari situazioni familiari, lontananza eoe.)
avessero modo di poter frequentare. Infatti gli insegnanti hanno saputo trasmettere ai bambini un tale entusiasmo da far sì che anche i più restii
(legati in modo particolare alla famiglia, perché abitanti in borgate isolate e quindi solo a contatto con adulti), abbiano poi desiderato loro stessi di frequentare assiduamente.
Considerando tutto ciò e tenendo
presente che durante il prossimo anno scolastico i bambini iscritti sono
in numero pari a 13 (numero minimo
legale) e che altri due si iscriveranno
a settembre in seguito a trasferimento di residenza, riteniamo opportuno
che la situazione venga riesaminata in
modo tale da non sopprimere il turno.
Fiduciosi che la presente venga favorevolmente accolta, porgiamo distinti saluti.
(seguono le firme)
DAL 1934
Constontin - Martinat
OROLOGERIA- OREFICERIA
COPPE - TROFEI
Siamo presenti alla
Mostra Artigianato del Pinerolese a Pinerolo
LUSERNA S. CIOV. - Via 1° Maggio, 19 - Tei. 900.281
Pronello Tomaso
concessionario
Cidi IflOSER
negozio in Torre Pellice dal 1936
CICLI CORSA E TELAI DA COMPETIZIONE
VASTO ASSORTIMENTO CICLI SPORTIVI E « BMX »
Stazione Servìzio Piaggio
10066 TORRE PELLICE - Via Matteotti, 24 - Tel. 0121/91577
Il ciliegio
orito^^
fi
e Alimenti naturali integrali
di coltivazione biologica
• Prodotti macrobiotici
• Attività culturali:
yoga, corsi cucina, shiatzu
APERTO ANCHE IN AGOSTO
Via Monviso, 1 (ang. Via Saluzzo) - Tel. 794285 - Pinerolo
Compro vendo restauro mobili d*epoca
Sgombero locali
D6L GIORnO ITQLO
Laborat.: TORRE PELLICE (To)
Via Arnaud, I - Tel. (0121) 91.430
Concerti
TORRE PEiUCE — Organizzato da
Radio Beckwith si tiene mercoledì 14
agosto alle ore 21 presso il Tempio
Valdese un concerto di musica classica del « Trio Sorrento », con Anna
Sorrento (pianoforte), Daniele Gay
(violino), Daniele Beltrami {violoncello). Musiche di Haydn e Beethoven.
RINGRAZIAMENTO
Con i suoi familiari, Liliana, nipote della cara
Emma Giordano ved. Civra
sentitamente ringrazia tutte le gentili
persone che hanno preso parte al suo
dolore.
Un grazie partieolare ai vicini di
casa e alle amiche della cara zia, nonché ai Pastori, alla Direzione ed al
personale dell’Asilo dei Vecchi, che
così amorevolmente l’hanno assistita
durante la sua lunga malattia.
Torre Pellice, 29 luglio 1985.
AVVISI ECONOMICI
IL ■COiNVITTO Valdese per minori
in Via Angrogna 15 di Torre Pellioe, ricerca un educatore per una comunità-alloggio. Si richiede il titolo di scuola media superiore, di
preferenza nel settore pedagc^ico.
Le domande vanno presentate entro
il 20 agosto.
AFFITTASI appartamento 3 locali
più servizi, più orto, eventualmente
cambio cura giardino. Tel. 0121 55.619.
INIZIO settembre comunità assistenza persone anziane - studenti a Superga. Telefonare 011 - 510374.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 4 AGOSTO 1985
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tel. 81205
DOMENICA 11 AGOSTO 1985
Pinasca: FARMACIA BERTORELLO
- Via Nazionale, 29 - Tel. 51017.
GIOVEDÌ' 15 AGOSTO 1985
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Tel. 81261.
DOMENICA 18 AGOSTO 1985
Fenestrelle: FARMACIA GRIPPO Vìa Umberto 1, 1 - Tel. 83904.
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa; tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
C;oce Verde Pinerolo: 22664.
USSL 43 • VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva:
tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 4 AGOSTO 1985
Villar Penice: FARMACIA GAY
Piazza Jervis - Tel. 930705.
Bricheraslo: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
DOMENICA 11 AGOSTO 1985
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Lu
sema Alta - Tel. 90223
GIOVEDÌ’ 15 AGOSTO 1985
DOMENICA 18 AGOSTO 1985
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica, 22 • Tel. 91328.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
8
8 uomo e società
2 agosto 1985
AMSTERDAM - IV CONVENZIONE PER IL DISARMO NUCLEARE
Il crocevia della pace
Il conflitto Nord-Sud, che si intreccia con quello tradizionale EstOvest, è il più serio ostacolo alla costruzione di una pace duratura
Era cominciata con un intervento di Mient Jan Faber, segretario generale dell’IKV (Consiglio Interecclesiale per la Pace
d’olanda), severo nel bilancio di
quattro anni di movimento per
la pace in Europa, tanto da definire chiusa la fase delle grandi mobilitazioni di massa senza
che si fosse aperto alcun varco
nello schieramento delle forze
riarmiste, in particolare sulla
questione dell’installazione degli
euromissili, insofferente degli
applausi indirizzati dai 1200 partecipanti aH’unico paese europeo, il suo, che a tale installazione non ha ancora dato via libera. Si è conclusa con gli accenti opposti dell’intervento di
Luciana Castellina, parlamentare europea, più impegnata a sottolineare il. profondo processo
di maturazione che attraversa
le forze pacifiste del mondo, non
più legate alla pura e semplice
paura del nucleare, ma assai più
propense a saldare la lotta contro il riarmo con quella per una
pace basata sul diritto dei popoli all’autodeterminazione politica ed economica.
La IV Convenzione
La IV Convenzione per il Disarmo Nucleare deU’Europa
(END), tenutasi ad Amsterdam
dal 3 al 6 luglio, non è stata in
complesso da meno delle altre
che l’hanno preceduta, nonostante l’unanime riconoscimento della fine di una fase particolarmente alta per i movimenti per
la pace del continente. E’ stata
tuttavia una convenzione diversa, aperta al contributo di idee
e di proposte nuove, alla ricerca
dei motivi delle pur innegabili
sconfitte e delle vie per superarle, facendone tesoro.
Già alla Convenzione di Perugia, lo scorso anno, avevano fatto la loro comparsa movimenti
per la pace e per la liberazione
di paesi del Sud del mondo, guadagnando alla loro causa un po’
dell’attenzione prima interamente riservata alla contrapposizione fra i paesi della NATO all’Ovest e quelli del Patto di
Varsavip all’Est. Questa volta,
soprattutto grazie agli sforzi di
alcuni gruppi e organizzazioni,
in primo luogo cristiane, si è
arrivati più vicini al riconoscimento del conflitto Nord-Sud come il più serio e minaccioso
ostacolo alla costruzione di xma
pace vera e duratura. La Convenzione doveva essere addirittura preceduta, nella stessa Amsterdam, da una Conferenza per
la Pace in Medio Oriente, organizzata da Pax Christi olandese
in collaborazione con l’American Friends Service Committee
(Quaccheri USA), con la Bertrand Russell Peace Foundation,
con il CODENE francese, con
la Commissione per la Pace e
il Disarmo delle Chiese battiste, metodiste e valdesi italiane,
con il Quaker Peace and Service (Quaccheri europei) e con
riKV. L’incontro prevedeva la
presenza di una lunga lista di
invitati in rappresentanza delrOLP, del movimento per la pace e del Partito Laburista israeliano. Ma è stato lo stesso primo ministro israeliano, il labu
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Direttore responsabile
FRANCO GIAMPICCOLI
Stampa: Cooperativa Tipografica Subalpina - Torre Pellice (Torino).
rista Peres, a « sconsigliare » ai
parlamentari del suo partito, nel
bel mezzo dei lavori del Knesset,
di recarsi ad Amsterdam, costringendo gli organizzatori della Conferenza a rinviarla a novembre. La questione israelopalestinese è stata tuttavia al
centro dei lavori dell'ultimo
giorno della Convenzione END,
con la partecipazione di rappresentanti deU’OLP, di alcuni fra
i pacifisti israeliani invitati per
la Conferenza e di esponenti
delle organizzazioni promotrici
dell’iniziativa. Ne è risultato un
maturato interesse reciproco e
non solo strumentale fra movimenti per la pace occidentali
•da ima parte e OLP e sinistra
israeliana dall’altra, ma anche
un’impreparazione notevole a
capire le differenti situazioni e
i diversi punti di vista.
n confronto fra movimenti
per la pace e movimenti di liberazione sembra tuttavia destinato a continuare con un crescente investimento di energie,
non solo da parte delle realtà
dell’area mediterranea e non solo sulla questione mediorientale. Gli interventi più applauditi
nel corso delle assemblee plenarie, con le uniche eccezioni di
quello di una donna del campo
di Greenham Common, dove la
lotta contro gli euromissili continua, e di quello di Gabriela
Serra Frediani sulla rilevanza
internazionale dell’esito del prossimo referendum sull’ingresso
della Spagna nella NATO, sono
stati quelli dei rappresentanti
dei movimenti di liberazione del
Sud Africa, delle Filippine, delle
Isole del Pacifico e, più di tutti, quello del rappresentante del
Fronte Sandinista del Nicaragua. Un fatto nuovo e non privo
di contraddizioni per buona parte di un movimento pacifista la
cui opzione nonviolenta ha spesso ostacolato ogni forma di sostegno a chi ancora lotta per il
proprio diritto alla sopravvivenza, all’indipendenza, alla democrazia
Nonostante l’ampio spazio riservato alla questione Nord-Sud,
anche in questa Convenzione,
tuttavia, al centro dell’attenzione sono rimasti i problemi legati alla contrapposizione EstOvest e, più del solito, alle contraddizioni interne al blocco occidentale. Se l’assenza pressoché
totale di interlocutori dell’Est,
sia indipendenti, sia « ufficiali »,
ha impedito ai progetti di « distensione dal basso » fra i popoli dei due blocchi di acquisire nuovo slancio, i piani per le
guerre stellari « made in USA »
(SDÌ) e «made in Europe» (Eureka) hanno monopolizzato l’interesse della grande maggioranza dei partecipanti alla Convenzione, per le conseguenze che
avrebbero non solo suH’equilibrio del terrore, ma anche sull’indipendenza dei paesi europei,
in campo militare e in campo
tecnologico. Mentre unanime è
la condanna delle SDÌ (Iniziative di Difesa Strategica), assai
più variegate sono le posizioni
dei movimenti pacifisti europei
sull’ipotesi di uno sviluppo tecnologico-militare in proprio da
parte dell’Europa occidentale ;
un dibattito appena iniziato, destinato a precisarsi nei mesi a
venire. Pochi appuntamenti sono stati annunciati al termine
della Convenzione, che per regolamento non si pronuncia né
su proposte di iniziative, né su
prese di posizione o documenti
programmatici: intorno al prossimo 20 ottobre, al termine della settimana dell’ONU per il disarmo, le piazze di Amsterdam,
di Bruxelles e di Londra torneranno a riempirsi di dimostranti in lotta contro l’installazione
dei missili emise.
In Italia
E in Italia? Subito dopo la
Convenzione europea, dal 12 al
14 luglio, si è svolta a Roma
un’Assemblea dei pacifisti di base, allo scopo di verificare lo
stato del movimento nel nostro
paese e la possibilità di : rilanciare campagne di respiro nazionale. Nel corso del confronto, più ricco e maturo che nel
passato, fra i 180 partecipanti
è emerso un discreto numero
di realtà locali consolidate: centri di documentazione, di ricer
ca, per l’educazione alla pace;
comitati e gruppi impegnati per
la denuclearizzazione degli enti locali, contro la militarizzazii ne del territorio oppure a
sostegno dei movi:!!enti di liberazione ael Terzo Mondo, per il
volontariato e la cooperazione
internazionale e via dicendo.
Realtà vivaci, promotrici di un
gran numero di iniziative di
buon livello per i mesi a venire, ma anche fortemente sospettose, in questa fase, nei confronti di ogni tentativo di sintesi
politica nazionale.
Il quadro ricostruito al termine dell’Assemblea risulta dunque assai frammentario e privo
di qualunque centralità « strategica » : cinque giorni di azioni nonviolente alla base di Comiso lanciate dal Comitato Popolare Veneto per la Pace (4-9
agosto ) ; un campo contro i sottomarini dotati di missili cruise
sull’isola della Maddalena (31
agosto - 8 settembre); addirittura due campi contro il poligono di tiro sui monti Nebrodi, in Sicilia, organizzati uno
dalla FGCI e l’altro da alcuni
gruppi per la pace siciliani; una
lunga serie di incontri di studio
e di dibattito previsti per settembre, dal seminario sulla questione Nord-Sud organizzato dal
la Lega per i Diritti dei Popoli
(Firenze, 15 settembre) al prossimo incontro del Coordinamento Nazionale per la Pace ( Ro
ma, 21-22 settembre), etc. Unica eccezione, forse, la proposta
di dedicare la tradizionale marcia nonviolenta Perugia-Assisi
alla lotta per il congelamento
delle spese militari. L’appuntamento, previsto per i primi di
ottobre, potrebbe riservare delle sorprese.
Bruno Gabrielli
ASSEMBLEE DI DIO - UNA NOTA STRIDENTE
«Tutto l'Evangelo»
E’ questo il motto che si legge
sulla testata del « Risveglio pentecostale », mensile ufficiale delle
ADI (Assemblee di Dio in Italia).
Ed è bene e giusto che sia così,
poiché coloro che credono in Cristo Gesù, Signore e Salvatore,
hanno come fonte e necessario
sostegno della fede tutta quella
Scrittura che la Riforma ha voluto fosse la sola base della nostra vita.
Tra l’altro nel numero di luglio
di detto mensile leggo la relazione presentata dal Presidente
past. Francesco Toppi alla 28“ assemblea generale delle ADI. Tale
relazione esprime in una sintesi
panoramica una chiara riconoscenza al Signore nel presentare
il lavoro svolto nell’ultimo biennio, ed un valido slancio per la
proclamazione e la diffusione dell’Evangelo sia nell’annuncio diretto sia nelle forme indirette
dell’istruzione e dell’assistenza
che le ADI offrono. In essa si coglie cioè una testimonianza evidente di quel « ministerio di tutto l’Evangelo » che si vuole caratterizzi l’opera nel suo insieme.
Nell’ultima parte il Presidente
si sofferma sulla avviata trattativa con il Governo per pervenire
ad un’intesa ai sensi dell’art. 8
della Costituzione della Repubblica italiana, da parte di una
Commissione apposita, nominata
dal Consiglio generale delle Chiese il 4 aprile scorso, e di cui fan
parte, oltre a qualificati elementi
pentecostali anche — indubbiamente in qualità di esperti —
esponenti di altra confessione religiosa dove rivestono cariche od
assolvono impegni di particolare
rilievo.
La trattativa mi auguro possa
pervenire quanto prima a felice
conclusione, quale nuova testimonianza diretta offerta da un
altro settore dell’area protestante italiana neH’affètmàziorie dei
principi e dei fondamenti di quel
« ministerio di tutto TEvangélo »
a cui la relazione del Presidente
Toppi dà giustamente il massimo
rilievo. Nel presentare taluni
punti del progetto di intesa pentecostale, di cui indubbiamente
si auspica l’accoglimento, la relazione ha però un punto stridente, quando precisa che « per
quanto riguarda il regime fiscale
ci sarà dal 1“ gennaio 1990 una
deduzione fiscale entro il tetto
massimo di 2 milioni devoluto
come offerta alle ADI e l’8% (sic;
ma si tratta di un errore tipografico, si sa che è T8 per mille!)
della massa Irpef da poter devolvere per istruzione ed assistenza alle ADI ».
Veramente avevo sempre ritenuto che quando anche in sede
ecclesiastica si parla di « regime
fiscale ». si trattasse del regime
di imposte che gli enti ecclesiastici versano alle pubbliche amministrazioni, ma, nel caso specifico, si tratterebbe invece delle
imposte che i credenti in Gesù
Cristo, col consenso del Governo,
di elevati funzionari ministeriali, di esponenti del « laicissimo »
partito radicale, e di altri esperti
in teologia della finanza, non dovrebbero più versare allo Stato
tramite oculate deduzioni dai loro imponibili Irpef, e di una aliquota del gettito di tale imposta
che verrebbe devoluta alle ADI
anziché allo Stato, per istruzione
ed assistenza ovviamente, non
già per l’esercizio del culto. La
facciata delle ADI è quindi salva!
Si tratta del sistema escogitato dalla Commissione governativo-vaticana per finanziare il clero e le opere della Chiesa romana, a cui i pentecostali — con
una immediatezza ecumenica
che avrei veduto più volentieri
rivolta ad altri settori — dimostrano di volersi adeguare, dimenticando che nell’esercizio del
« ministerio di tutto l’Evangelo »
v’è anche l’attuazione di quel
passo in cui — guarda caso —
proprio in tema di regime fiscale.
mostrando a tutti la moneta imperiale, Gesù ricorda ai suoi ed
agli altri, che lo interrogano sul
tributo da pagare a Cesare, che
occorre rendere a Cesare quel
che è di Cesare... Nell’Evangelo
v’è anche questo passo su cui si
fonda la posizione dei credenti
quando essi vogliono vivere la
Chiesa del Signore, fondata su
« tutto l’Evangelo », per quanto
attiene per l’appunto al « regime
fiscale ».
Le imposte allo Stato si pagano in tutto l’ammontare dovuto,
e senza riprendere con la mano
sinistra, mediante un’intesa, una
parte di quello che con la destra
viene versato nelle casse dell’erario. L’istruzione e l’assistenza
sono compiti anche delle Chiese
del Signore, che esse cercano di
assolvere nel migliore dei modi
possibili con le offerte dei credenti, non con il denaro pubblico
che deve servire a sopperire ai
fini istituzionali dello Stato, non
a quelli propri delle Chiese. Così
come non si annuncia l’Evangelo
con il denaro altrui, non si istruisce e non si fa la carità coi soldi degli altri. L’annuncio del
l’Evangelo nella sua intierezza e
totalità non rientra infatti, e non
può per nessun verso rientrare,
tra i fini che lo Stato ha Tobblìgo di aiutare e sostenere finanziariamente, Lo Stato non è un
esattore ecclesiastico.
« Tutto l’Evangelo » resta quindi il motto delle ADI, ma occorre
oramai precisare: « comprese le
deduzioni e devoluzioni d’imposte ».
Giorgio Peyrot
Valdese
di Teologia
Sono aperte le iscrizioni al
« Corso di Licenza » in Teologia. Le domande devono essere compilate su apposito
modulo da richiedere alla Facoltà, e possono essere accompagnate da una lettera
sui motivi personali che l’hanno determinata.
Vanno allegati i seguenti
documenti :
— certificato di nascita;
— diploma di maturità classica o altro diploma di
scuola secondaria superiore che possa essere ritenuto equivalente, a certe
condizioni, dalla Facoltà ;
— certificato medico sulle
condizioni di salute dell’interessato ;
— presentazione del Consi
glio di chiesa;
— due fotografie formato
tessera.
Le domande vanno inviate,
tra il 1" e il 30 settembre,
alla Segreteria della Facoltà,
via Pietro Cossa 42, 00193 Rome. I certificati sono accettati in carta libera. Le fotocopie devono essere autenticate.
L’inizio delle attività accademiche è fissato al 14 ottobre. La frequenza alle lezioni ed esercitazioni è obbligatoria. Durante il Sinodo valdese il Decano, prof. S. Rostagno, e il Segretario, prof.
B. Corsani, saranno a disposizione per ricevere domande
di Iscrizione e fornire ogni
eventuale informazione.