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ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3_; semestre L. 1,50.
Estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Dliiettove e lln)mlnlsti<atoi<e : Benvenuto Celila Via iDagenta ]4. Ii8, ROfflfi
Koma, 3 ^^bbraio ^9^0 = 3.nno ^ = ÌT. 6
//■í^mmrrr*tí^ ♦ Lassù e quaggiù — Scienza e
11 U I Itiv » religione — Leopoldo e Andrea — Eughe I — I Parenti di Gesù — Sulla
proclamazione dell’infallibilità papale — Conversioni al papismo ? — Letture per i giovani —
Regole per uccidere una chiesa — Nella Penisola e
nelle Isole — Dalla Romagna appenninica — Visite gradite - Corriere Siculo — A proposito della < Battaglia » — Oltre le Alpi e ¡mari — Cose di Germania
— Tra i pagani — Coenobium — Leggendo e annotando — Noterelle e Spigolature — Sotto Tincubo!
Lassù e quaggiù
(fIensieri)
E’ nna dolce cosa il pensare che i nostri cari
morti siano nella casa del Padre. Tale pensiero fa
del cielo una realtà, acuisce il nostro desiderio di'
potervi giungere, e rende meno pungente il dardo
della morte. Udii giorni sono una bella cosa. Visitavo un amico e l’avevo trovato tutto allegro, perchè aveva con sè nna nipotina di circa dieci anni.
I suoi genitori abitavano in una città molto lontana,
ed essa era venuta a passare alcuni giorni col nonno.
Egli mi disse che pur troppo fra pochi giorni sarebbe ripartita.
« Oh come ne sentirò la mancanza ! » mi diss’egli.
« Sarà come una morte per la nostra casa ». Sarà
« come una morte per la nostra casa », eppure la
cara piccina non avrebbe fatto, che ritornare a casa
sua !
E questo è appunto il significato della morte dei
figlioli di Dio. Noi ne sentiamo la mancanza quaggiù, ma essi sono andati a casa, alla casa del Padre,
ed è bene che noi desideriamo di seguirli e di ritrovarli in quel luogo beato.
*
De !it
In un recente lavoro d’imaginazione, si racconta
che il personaggio principale si converti e riformò
tutto il suo sistema di vita al solo scopo di rendersi
degno di esser riunito dopo la morte al suo diletto
figliolo perduto. Io credo che per molti la grande
attrazione del cielo consista nella sperata riunione
coi loro cari defunti e credo che non vi possa essere motivo più sacro. E’ certo infinitamente superiore a quello della paura del gastigo, o del desiderio
di una personale felicità. Esso è uno dei mezzi più
potenti di cui si serve lo Spirito Santo per scuotere
i cuori umani.
Che importa se arriviamo a Cristo in un modo o
in un altro ? Purché ci arriviamo !
Il figliol prodigo disse : « Quanti mercenari hanno
del pane in abbondanza nella casa del padre mio, ed
io muoio di fame I Io mi leverò e me ne andrò a
lui ». Non fu la vergogna «he lo mosse, e neppure
il sentimento del male che aveva fatto, o del dolore
cagionato al padre. Fu la sua propria miseria. Egli
non sentiva che la fame e il bisogno di un po’ di
pane. Tuttavia suo padre non sognò neppure di domandargli quale fosse la ragione per cui era tornato a casa. L’essenziale era ch’egli fosse tornato ;
e la sua calda, affettuosa accoglienza, spezzò il cuore
del figliol prodigo e gl’insegnò il pentimento.
Vi è un valore religioso nelle nostre umane afflizioni.
* *
Non risulta dalla S. Scrittura questa capitale verità che, quando ci amiamo gli uni gli altri, Gesù
ne tien conto come di un amore tributato a Lui ?
Egli è lontano dalla nostra vista ed è cosa difficile ramare una persona che non vediamo, perciò
Egli ci ha dato il nostro prossimo e ci ha scongiurati di amarlo per amor suo.
(Da l’Inglese)
SCIENZA E RELIGIONE (1)
EPPUR PISSIPIO CÈl
Ma non è tra la Scienza e la Religione.
C’è un dissidio ; ma i contendenti sono tutt’altri :
sono uomini; cioè degli increduli scienziati da una
parte, e da l'altra parte dei credenti, dei teologi.
Certi scienziati increduli vilipendono la Religione.
Certi credenti vilipendono la Scienza. E’ un duplice
assalto, che apparirebbe assolutamente triviale, sedi
tra quell’accanirsi osceno non emergessero(le maestose
e serene figure della Religione e della Scienza, nelle
quali brilla un divin raggio di vita ideale e immortale.
Volano le ingiurie contro la Religione ; la quale —
come Gesù in croce — mormora : • Perdona loro,
perchè non sanno quel che si fanno ! », E volano
stolide accuse contro la Scienza, ohe leva la bellissima fronte pensosa, esclamando in atto adorabilmente altero: « Vi arrabattate invano! Fallimento?
Non mai ! Crisi ? Neppure I Avete scoperto voi, o nevrastenici della Religione, il moto degli astri, la strapotenza del vapore, la velocità della luce e dell’elettrico ? siete voi gl’inventori della bussola, della pila,
del telefono, dell’areoplano ? La desolante vostra infecondità grida contro voi e vi condanna ! •.
€ Fallimento ? » pensa dal canto suo la Religione.
« Non mai ! finché ci sia un cuore affrauto da consolare, finché ci sia una lacrima da rasciugare, finché
l’uomo — ridiscesa la parabola — non ridiventi bestia! ».
Brunetière — che avrebbe fatto assai meglio a non
lasciar mai le amene piagge del pensiero letterario
— ha proclamato il fallimento della Scienza ; e una
nuvolaglia d’esseri che nou sanno che sia la Scienza
e che non sanno certo neppure che sia la Religione, la
quale è tutta spirito e vita — cólta a volo l’intonazione — canta sguaiatamente il De profundis alla
•Scienza! alla Scienza moderna !... alla Scienza che
moltiplica ogni giorno i suoi strabilianti miracoli 1
Enrico Ferri, l’italiano Brunetière... a rovescio, recita, in ogni propizio momento, l’uffizio funebre alla
Religione, ch’egli non ha mai esperimentata in sè
stesso e eh'e’ confonde poco sapientemente con la Superstizione !
Questo reale, innegabile dissidio duplice non nacque
col Brunetière e col Ferri i perdura da secoli, sussiste
da quando la Scienza moderna per la prima volta si
mostrò al mondo in tutto il suo splendor di giovinezza. Alla lotta hanno partecipato e partecipano certi
scienziati increduli e certi teologi, certi credenti.
In che consiste la colpa degli uni e degli altri?
I Lettori troveranno la risposta a questa domanda
in alcuni seguenti articoletti.
(continua)
(1) Continuazione vedi numero precedente.
Lgopoldo ed Andrea
Matt. XXI, 31.'
Fra le morti recenti, due sono quelle che hanno arrecato maggior impressione tra noi : quella di Re Leopoldo e quella di Andrea Costa.
Leopoldo Re ! Re che ha regnato molti e molti anni
troppi secondo il modo di vedere di molti. Ha goduto
di tutti gli agi, i godimenti, gli onori, i trionfi della vita.
Non solo era amante dell’ordine, ma era il più eccelso
rappresentante dell’ordine nel suo paese. Insomma una
di quelle figure su chi tutti rivolgono uno sguardo di
ammirazione, tavolta d’invidia, spesso di venerazione.
Un nomo che aveva detto all’anima sua : Tu hai dei
beni per molti anni ; quietati, mangia, bevi e godi. Un
uomo a cui le leggi del suo paese non hanno mai rimproverato nulla, essendo egli stesso sovrano manipolatore di leggi. La Chiesa stessa l’ha tenuto fra i suoi
sostenitori ed ha pregato perchè Dio gli accordasse
lunghezza di giorni e prosperità la Chiesa Romana
l’ha avuto nel numero dei suoi figliuoli più cari.
E morto ! Lagrime sono state sparse attorno al suo
letto, ma erano piuttosto lagrime di rabbia che di mesto
rimpianto. I giornali ci hanno dato estese relazioni dei
suoi funerali, ma generalmente hanno taciuto i sentimenti provati dinanzi a quella tomba; e quelli che li
hanno espressi, (specialmente i giornali inglesi) non
hanno esitato, in omaggio alla verità, a dichiarare che
la scomparsa di queU’uomo era un sollievo per la società, un guadagno per la civiltà.
«
* •
Andrea Costa I Non era nulla. Povero studente abbandonava i libri per gettarsi in una lotta audace e
pericolosa in sostegno dei suoi ideali. Viene perseguitato, sottoposto a processi, proclamato ribellò e malfattore ; fugge da un paese all’altro e tavolta cade nelle
mani della giustÌMÌa ed è rinchiuso in carcere. Mai
commette una viltà, un’azione cattiva ; eppure egli è
considerato come la feccia della società per lunghi e
lunghi anni.
Però non rinnega i suoi ideali ; li tempera bensì, ma
non abbassa la sua bandiera. Conquista poco alla volta
il rispetto e la stima ; diventa deputato, poi vice presidente della Camera.
2
LA LUCE
Maord I e intorno al- suo feretro non un’amara parola
vien pronunziata, neanche dai suoi più aperti avversari. E’ unanime invece il rimpianto. Da tutte le parti
si alza un coro di voci affettuose e simpatiche. Le lagrime scorrono silenziose da migliaia d’occhi mentre
vien consegnato alla fiamma il suo misero corpo.
•
« •
Io vorrei che queste due morti facessero pervenire
ai nostri cuori la bella, consolante lezione che esse
contengono. Si, vai la pena di consacrare al bene la
propria vita. Molti credono che la maggior saggezza
sia quella di godere egoisticamente, di accumulare denari ed onori, di acquistare potere. No, la maggior saggezza consiste invece nel sacrificarsi al bene altrui*
Anche qui è vera quella parola di Cristo : « Chi vuol
salvare la propria vita la perderà ».
• «
Ma v’è un’altra cosa da notare. Come mai la 'società
che durante la loro vita ha tanto esaltato Leopoldo e
perseguitato Andrea, come mai questa medesima società
inverte completamente il suo giudizio una volta avvenuta la loro morte ? Ciò avviene perchè la menzogna
può prevalere durante la vita, ma la verità trionfa al
momento della morte.
Ma come mai la menzogna e la verità hanno campo
ambedue nel cuore dell’uomo ? Ciò dipende dal fatto
che nel cuore dell’uomo si fanno sentire due influenze:
-quella di Dio e quella dì Satana. Quella di Satana può
prevalere per un certo tempo, ma è transitoria ; quella
■di Dio deve trionfare e sarà definitiva.
Gius, fìanehetti
E) u g h. e !
Sta bene, buon servitore.
Luca XIX, 17.
Tu che leggi, hai tu veduto la tua madre partirsi
da te nell’ultima separazione terrena prima del gran
convegno ?
Se si, comprenderai qual fosse l’animo mio quando mi
aggiravo per la camera cosi ben nota e mia madre era
là sul letto, a due passi da me, immobile nell’estremo
sonno.
Ero arrivato da lontano pochi giorni prima, .chiamato in fretta. Un fiero attacco di tifo aveva prostrato la cara donna già scossa nella salute.
Erano stati giorni di ansia e di veglia ; poi lentamente, ma inesorabilmente, una notte se ne era andata.
Ed ora silenzio; e col cuore come stretto in qna morsa,
stavamo cercando i documenti necessari per le ultime
pratiche di stato civile.
Essa era solita custodire le carte che le erano care
e preziose in un cassetto a parte. Non c’érano valori
nè pubblici nè privati — oh, no 1 — la povera donna
aveva-sempre dovuto logorarsi il cervello studiando il
modo dì poter allevare tutti noi, che formavamo una
nidiata numerosa. Ma c’erano là atti di nascita, certificati di studio, vecchi ritratti. C’era anche un vecchio
giornale gualcito ; si vedeva ch’era stato letto od aperto
molte volte. Lo svolsi con delicatezza perchè, logoro
alle pieghe, si strappava. Risaliva a sei anni indietro,
e nella cronada un segno a matita azzurra richiamava
l’attenzione su un articoletto ; si trattava dell’elenco
dei premiati alla licenza liceale di quell’anno ; e, fra
i nomi, c’era anche il mio. Il mio nome e accanto il
segno azzurro 1
Mi pare ieri, il mio sguardo passò da quel segno azzurro al profilo rigido e cereo che si scorgeva sottp un
velo sul letto sfatto, e provai una delle più grandi commozioni ch’io abbia avuto in mia vita.
Era gioia quello che sentivo ?
Come poteva ciò essere ?
Era dolore ? No, non era dolore 1 Era una commozione
violenta e indicibile, sentivo e comprendevo delicatezze
di sentimento prima non comprese ; scorgevo stati di
afflizione e di gioie dello spirito fino allora non pensate ; piangevo e veniva a me un soffio di vita dal profondo dei cieli ; un soffio di vita in presenza di quel
corpo spento 1
— lo^ me ne ero dimenticato io di quel premio, anzi
ignoravo o mi era sfuggito che fosse stato pubblicato
quell’elenco ; ed ora in quel semplice segno azzurro ritrovo un tumulto di sentimenti.
Qualcuno dunque aveva gioito per quella semplice e
presto svalutata distinzione scolastica ; qualcuno aveva
posto un suggello di approvazione ineffabile a quel dovere
compiuto di scolaro modesto ; qualcuno aveva apprezzato quel fatto immensamente più di tante altre cose
pure giudicate di pregio, e ne aveva serbato geloso ricordo in quel foglio stampato ! Era stata la mamma :
ed essa era là ora davanti a me rigidamente calma nel
gran riposo !
— Verrà giorno, sì, verrà giorno che, in presenza
del Padre Celeste, se uno sforzo dì bene avrà animato
la nostra vita, tanti fatti da noi dimenticati, ma come
segnati di azzurro, risorgeranno nella piena della commozione, che sarà allora scevra di elementi dolorosi ;
e la parola affettuosa e solenne, che già il maestro ci
preannunciò, sarà udita nei cieli « Eughe 1 ».
— Sta bene ! — Parola semplice, ma sentimento immenso che la commozione mia al letto di morte della
mamma mi fa presentire !
— Sta bene ! — Fosti angosciato pei mali che erano
intorno a te ? Amico lettore, fosti angosciato, e una parola, un soccorso materiale, un bicchier d’acqua l’hai
dato in nonre Suo ; lo sforzo del tuo intelletto, l’abilità
da te acquistata in tale professione, l’attività tua l’hai
impiegata, e non c’era tarlo di interesse, nè veleno di
ambizione alla radice del tuo operato ; non c’era ?
« Eughe! » sta benel
Tu, umile madre, nel silenzio della vita di famiglia,
hai sofferto, hai sostenuto e compatito difficoltà di carattere, asprezze ingiuste, e la tua mansuetudine fu luce
contro le tenebre ?
Tu, oscuro operaio, nella lotta e aell’ansia quotidiana
hai comportato l’ingiustizia di cui eri fatto segno, e
hai opposto l’onestà e la fedeltà dell’opera tua?
Tu, 0 potente, che ti sei ^trovato ad avere, o per nascita, 0 per altro mezzo plausibile, dei beni, hai resistito alla tentazione che sorgeva dal cuore a susurraiti « sono tuoi », ed hai opposto c io sono un de.
positario e un debitore verso i miei fratelli? ».
Tu..... 0 lettore, guarda in te stesso e completa, coll’esperienza tua e coll’esempio che tu conosci, il breve
elenco, completalo !
« Eughe ! » buon servitore.
E la commozione e la gioia tua sarà commozione e
gioia d’un universo rifatto e santo !
« Eughe 1 ». « Eughe ! ».
Mario Falchi.
I farenti di Qesìi
Marco III, 32-85,
Gesù non riconobbe mai Giuseppe per padre, nè vi
fece mai nessuna allusione. Se altri vi alludeva, tosto
si affrettava a nominare il « Padre suo che è nei
cieli ». Gesù riconobbe sua madre, non però come
madre, ma come donna. Questo nome di madre, a noi
sì caro, sì dolce, sì soave ; questo nome nel quale si
compendia ogni sentimento di affetto, di amore, di
devozione, di sacrificio, non infiorò le labbra di Gesù !
Altri potranno dire come dissero infatti gli evangelisti » la madre di Gesù » : egli non disse mai <■ la
madre mia ». Alle nozze di Cana e in sulla croce,
quand’essa parla a lui od egli a lei nel giorno della
maggior letizia e in q\iello del più ineffabile dolore,
« donna » dic’egli « che vi è fra me e te ?» —
« Donna, ecco tuo figlio » additando Giovanni, e soggiungendo : « Ecco tua madre » !
Strano contegno è questo di Colui che è venuto ad
insegnare l’amore e la benivogllenza — contegno tale
che quasi par freddo, irriverente, e contrasta singolarmente coi titoli pomposi ed iperbolici di « Madre
di Dio » di < Regina del cielo » ecc., coi quali la Chiesa
di Roma volle deificare l’umil Vergine di Nazaret»
che andò sposa a Giuseppe.
Ma Gesù sapeva Chi egli era, e quali rapporti corressero veramente tra lui e i suoi apparenti genitori.
A dodici anni c aua madre » gli dice, appena ritrovatolo, tornando dalla festa : * Tuo padre ed io ti cercavamo... » — € Perchè mi cercavate ? » ribatte prontamente Gesù, « non sapevate voi che mi conviene
attendere alle cose del Padre mio ?» Al padre putativo, egli contrappone il vero Padre, e lascia intendere ch’egli è conscio del mistero della sua nascita...
* e Maria riserbava (confrontava) tutte queste cose
nel cuor suo », (Lue. II, 43,51).
Gesù nacque da Maria perchè donna, non perchè
Maria. Vergine, essa lo concepì, e vergine lo partorì :
pertanto non gli fu madre come 1’ altre donne son
madri. Gesù sa di esser la Progenie, non di una donna,
ma della donna. (Gen. Ili, 15 cfr. Gal. Ili 16). Maari,
ebbe figli da Giuseppe ed a questi essa fu madre come
son madri le altre donne, fra le quali torna ad occupare il posto naturale che le spetta, dopo aver compiuta
quella divina, arcana missione, perla quale sarà chiamata € benedetta e beata fra le donne ». (Lue, I, 42,
46, 48).
Quanto ai figli che costituirono la umana famiglia
di Giuseppe e Maria, Gesù si astenne dal nominarli
fratelli, sebbene per fratelli carnali si [ritenessero
esteriormente; ed egli ancora, udendoli da altri nominar fratelli, si affretta a generalizzare, includendo
le sorelle ; * Chi sono mia madre, i miei fratelli e le
mie sorelle ? Chiunque fa la volontà del Padre mio
che è nel cielo, esso è mio fratello, sorella e madre ».
(Matt. XII, 46-50).
Gesù — se bene ci apponiamo — dimostra con
queste sue parole e con questo suo contegno che, per
lui, i vincoli di famiglia si estendono, non ad una
donna, a quella che gli fu madre, ma a tutte le donne ;
non a pochi fratelli, a poche sorelle, ma a tutti gli uomini, a tutta l’umanità : per tanto questi vincoli, ohe
son pur veri, reali, profondi, non dipendono dalla
carne e dal sangue, non sono cioè materiali, ma hanno
un carattere diverso, più grande, più vasto, piò sublime — sono vincoli spirituali — quali appunto son
quelli che uniscono il Figlio, disceso dal cielo, al
Padre suo che è nel cielo.
*
San Paolo dico che « il primo Adamo fu fatto in
anima vivente, ma l’ultimo Adamo, Cristo, in Ispirito
vivificante » ; ed egli aggiunge « la carne ed il sangue
non possono eredare il regno di Dio ». (1 Cor. XV,
45, 50). Ora noi, con la prima nascita di carne, veniamo ad appartenere àlla umanilà; e con la seconda
nascita di Spirito (Giov. Ili, 5) entriamo a far parte
del Regno di Dio. — Esser nati da Adamo ci costituisce creature peccatrici, miserabili, condannate alla
sofferenza e alla morte ; — esser nati di nuovo, di
Spirito, ci fa esser « nuove creature », giustificate,
santificate, passate da morte a vita. — Chiunque sia
che ci fu padre o madre secondo la carne, un sant’uomo
e una santa donna — fossimo figli di Enoc, che Dio
prese con sè, di Abramo « padre dei credenti », di
Maria stessa e di Giuseppe, ciò ci farebbe appartenere semplicemente all’umanità, senz’aloun vantaggio
speciale. Non vi è da sperar nessuna salute da una discendenza carnale. « Ciò che è nato della carne è
carne; ma ciò che è nato dello Spirito è Spirito ».
(Giov. Ili, 6). Bisogna assolutamente nascer di nuovo,
nascer di Spìrito.
Or chi è Colui che ci procrea a questa nuova vita ?
— E’ il secondo Adamo, è Cristo, il quale è c Spirito
vivificante ». La nostra parentela con Lui è dunque
spirituale ; bisogna esser rigenerati da Lui, in Lui e
per Lui.
Alcuno dirà : Perchè dunque il secondo Adamo,
Cristo, s’è egli fatto carne ? perchè nacque da donna ?
— Rispondiamo : per infondere lo Spirito suo vivificante nella carne umana, per manifestare agli occhi
del mondo qual dev’essere « l’uomo secondo Iddio ».
San Paolo giustamente osserva che « siccome abbiamo
portata l’immagine del primo Adamo, così ancora
porteremo l’immagine del secondo : — nel primo, il
peccato e la morte, nel secondo la giustizia e la vita.
Nessun legame carnale adunque ci può unite a Cristo,
quantunque egli siasi rivestito della nostra carne :
non abbiam con Lui che una sola parentela : quella
dello Spirito. Essergli padre, nìim uomo potè; essergli
madre, fratelli o sorelle, a nulla giova. Che dunque ?
Non resta che appartenergli spiritualmente. « Chiunque avrà fatta la volontà del Padre mio che è nel
cielo, esso è mio fratello, sorella e madre ».
Y.
Salla proGlamazloDe dell’infallibilità papale
(Una domanda ai Lettori)
In un libro che ritengo sincero e verace trovo riportata una relazione circa la proclamazione del domma
dell’infallibilità papale. La relazione è fatta da un certo
Dr. J. Cummings di Londra, il quale si sarebbe trovato
a Roma in quella circostanza, e precisamente il 18
Giugno 1870, giorno in cui il domma decretato dal
Concilio Vaticano il 13 del medesimo giugno, venne
solennemente proclamato in S. Pietro in presenza del
popolo di Roma. Come il lettore vedrà, quella proclamazione sarebbe avvenuta, secondo il Dottor Cummings,
in mezzo a circostanze altamente impressionanti e significative. Per me che penso che non è affatto inverosimile uè strano che il cielo risponda alla terra
in certe occasioni particolarmente importanti e solenni,
per me che credo alla affermazione degli Evangeli
che alla morte dì Gesù il cielo si oscurò e la cortina
del tempio si fendè per il mezzo, la relazione del Dottore inglese, non ha nulla di incredibile, anzi ! Tuttavia
la cosa mi pare tanto grave e così profondamente interessante, che prima di dare ai lettori la garanzia
della sua veridicità, vorrei esserne io stesso assicurato.
Non mi pare niente affatto difficile, e meno che mai
impossibile, che si ritrovi tra i nostri numerosi lettori
qualcuno, il quale, o abbia personalmente assistito a
quella proclamazione successa quarant’aunì or sono, o
3
LA LUCE
ne abbia avuto sicura notizia da persona che vi abbia
assistito, 0 ricordi esattamente le relazioni che dovettero esserne fatte nei giornali d’allora, o abbia mezzo
anche adesso di andare ricercando in qualche collezione
di antichi giornali nelle biblioteche pubbliche o in
qualche biblioteca 'privata, e sia quindi al caso di dirci
se la relazione del Dott. Cnmmings, che ora riprodurrò,
sia basata sui fatti reali o se pure sia una cosa completamente fantastica o partigiana. Colui che ci rischiarerà al proposito farà opera grata a noi e renderà
omaggio alla verità, che è sempre ancora utile a conoscersi, anche quando è contraria alle nostre tendenze
0 alle nostre opinioni. E ringraziando anticipatamente,
per conto mio e d’altri, qneH’amico della verità che
vorrà illuminarci su questo argomento, passo alla impressionante e veramente tragica relazione del Dottor
Cnmmings di Londra circa l’avvenimento del 18 Giugno
1870 a Roma.
« Il voto del Concilio fu emesso in data 13 Giugno
1870, ed il decreto fu formalmente promulgato con solenne cerimonia, nella grande cattedrale di S. Pietro,
il 18 Giugno. Il papa aveva un gran trono' eretto sui
finestroni della facciata orientale di S. Pietro. Egli era
avviluppato in un vero mare luminoso di pietre preziose, e circondato dai cardinali, patriarchi e vescovi,
tutti in vestimenti splendidi, come per una rappresentazione teatrale delle più grandiose. Egli avea scelto
un’ora mattutina e le finestre d’Oriente, affiùchè il sole,
levandosi, potesse lanciare i suoi pieni raggi sulla di
lui magnificenza, e che, in tal modo, i rubini, i diamanti
e gli smeraldi di cui il pontefice era coperto, gettassero
riflessi e producessero una tale rifrazione di luce, da
farlo apparire, non già un uomo, ma quel che il decreto stesso lo proclamava, un essere che possedeva la
gloria di Dio. (Permettete qui a me, il traduttore’-di
Cummings, di richiamare alla vostra mente. Atti XII
21 e 22 con quel che segue).
« Il papa si collocò di buon’ora alla finestra d’Oriente.... ma il sole rifiutò di comparire. L’aurora pai.
lida e triste si oscurò rapidamente fino a che si produsse un buio profondo, data l’ora ed il mese. Il glorioso abbarbagliamento non potè esser prodotto. I veechi
occhi di colui che si proclamava dio, non riuscivano a vederci abbastanza per leggere il decreto alla scarsa luce
di quella triste mattina. Si dovettero portare d ei can
delieri accesi. Il lume delle torce affaticò ancor più i
suoi nervi ottici, e il vecchio pontefice dovette ordinare ad un cardinale di far lui la lettura. Costai co
minciò a leggere in mezzo ad un’oscurità che andava
sempre crescendo ; ed aveva letto sol poche linee,
quando.un lampo sinistro solcò il cielo ed un tuono
scrosciante paurosamente venne a riempire di sgomento
ogni petto, mentre il cielo era nero come l’inchiostro.
Il terrore invase gli assistenti, e il cardinale sospese
la lettura, mentre un altro cardinale tutto tremante
diede un balzo sulla sedia esclamando : Par la voce di
Dio che parla dal Sinai ».
Questa la relazione ; chi ci dice se sia verace o fantastica ?
Gius, fìanehetti
(Conversioni al Papismo ?
« Le Duché d’Aoste » è l’organetto dei preti aostani
che si dànno un gran da fare per rialzare il prestigio
della Chiesa Romana gettando il discredito e lo sprezzo
sulla causa evangelica, che considerano come belle spacciata, osando, per esempio, intitolare certi loro articoli ;
« Le protestantismo en mine! », E quando difettano
di notizie attendibili atte a persuadere i loro pii lettori, inventano di sana pianta delle « conversioni »
più 0 meno autentiche, di persone più o meno conosciute, dimoranti sempre in paesi lontani. e come
prova irrefragabile delle loro asserzioni citano magari
titoli di giornali..,., che non esistono, come appunto
avvenne due anni fa. Ma i buoni lettori si acconten.
tano e godono 1
Lo stesso giornalucolo in un suo numero di dicembre
u. d. menò gran vanto della conversione al Papismo di
una comunità anglicana di New York, accompagnando
naturalmente la reboante notizia con commenti facili
ad immaginare. Non essendo cosa prudente d’ingoiare
ad. occhi chiusi la roba che l’organetto sullodato ammannisce di solito al pubblico, volli ricorrere ai buoni uffici del prof. Clot che trovasi attualmente negli Stati
Uniti ed egli si prestò gentilmente per assumere sicure informazioni, le quali riducono nelle sue vere proporzioni il fatto riferito ed ingigantito dallo zelo de^
« Duché », Ecco quanto scrive il nostro amico:
< La notizia della conversione al Papismo di padre
Paolo e compagni è vera, senonchè qnei fratacchioni
non sono mai .stati protestanti. La Chiesa Anglicana
non li ha mai ammessi nel suo seno e non ha mai voluto saperne. Una vecchia signora fece dono a padre
Paolo di una casa che egli chiamò convento e nel quale
accolse alcuni pigroni illusi come lui. Non essendo mai
stati nella Chiesa Evangelica ufficialmente, non è perdita per noi ed è poco guadagno per la Chiesa di
Roma ».
Augustanus.
Leffure per i giovani
Vi è nella giovinezza un’età critica in cui una cosa
da nulla può far volgere il cuore al bene o al male ;
ed in qnell’età I' giovani, guidati dai geninoti, deb.
bono badare bene al cibo di cui vengono nutrite le tenere menti loro.
Uno dei pericoli più gravi per un giovane è la lettura malsana, così abbondantemente diffusa oggi, sotto
forma di romanzi. E’ un veleno sottile che penetra insensilbilmente e s’insinua fin nel più profondo dell’essere, alimentando la .mente ed il cuore di vane chimere,
di desiderii insaziabili di aspirazioni ignobili. E’ un veleno che togliendo la visione della vita qual’è veramente, fa apparire la felicità ove non è ; dà all’uomo
un falso concetto di quel che v’èdi più bello su questa
tèrra : l’amore ; circonda la coscienza di una nebbia che
l’addormenta a poco a poco.
L’istruzione richiede la lettura di romanzi storici e
letterariamente celebri, come corredo necessario a studi
particolari; ma accanto a quei romanzi ve ne sono
altri inutili e dannosi, che agli studenti di oggigiorno
appaiono purtroppo indispensabili.
Un giovane che non abbia letto niente di Zola o
di D’Annunzio, non è tenuto per giovane colto ! Ebbene, è da questo genere di letteratura che i genitori
dovrebbero ben guardare i loro figli. Non é punto necessario conoscerli, no ! Io lo affermo perchè ne ho fatta,
e ne fo tuttora l’esperienza ; e so d’altra parte quale
effetto terribile possano produrre nell’animo di giovani,
non salvaguardati da una fede viva, le descrizioni fini
e suggestive di vite corrotte e il concetto materiale
della vita.
Vi sono poi romanzi che costituiscono il genere cosi
detto ricreativo, che servono a distrarre, a far passare
il tempo. E’ la valanga dei romanzi francesi che precipita oramai su ogni paese. Certuni di questi romanzi
sono tanto sciocchi che non costituiscono un vero pericolo ; ma tutti gli altri sono terribili veleni che distruggono le nobili ed alte aspirazioni innate nel cuore
del giovane lettore, le quali sarebbero pur atte a renderlo uomo, se venissero amorosamente coltivate.
Lottiamo contro questo pericolo o giovani. Sappiamo
gettare via da noi con vero terrore il libro ohe suscita nelle nostre menti pensieri impuri e malvagi ;
diffidiamo di noi stessi e ci sieno di spavento coloro,
che, per letture insane, prima di noi, sono caduti.
Ma poiché è bene che i giovani leggano, i genitori
dovrebbero fornire i loro figlioli di molte sane letture
educatrici e ricreative al tempo stesso, pervase da una
vera e santa morale cristiana.
In Italia abbiamo pochi romanzi cristiani, ma quei
pochi (traduzioni quasi sempre) sono veramente eccellepti. Prendete per esempio, libri come : « Che farebbe
Gesù »Oc Crocifisso » di Seheldon : libri preziosi che
possono cambiare; io credo, la direttiva di una vita!
E quanti ve ne sono di altrettanto buoni in Germania
in Svizzera, in Inghilterra 1 So che è difficile, purtroppo,'
il conoscerli, ed è ben più facile trovare un romanzo
mondano, che un romanzo cristiano.
Sarebbe dunque desiderabile che i giornali evangelici pubblicassero via via una lista dei migliori libri
consigliabili agli studiosi giovani amanti della lettura.
Vorrà occuparsene il Direttore della c Luce ? ».
Fabio.
per i nostrUettori di Roma
Martedì 8 febbraio, alle ore 8,15 pom., nella grande
sala della U. C. D. G., Via Balbo 4, il
Sig, Adolfo Jalla, missionario
terrà una pubblica conferenza, con proiezioni luminose, suH’argomento :
« Vent'anni di soggiorno suH’Alto Zambesi (Africa).
Parlerà inoltre l’esploratore capitano Alfredo Bertrand, vicepresidente della Società Geografica di Ginevra.
Tutti sono cordialmente invitati.
REGOLE PER 'DCCIDERE DNA CKESA
Volete uccidere la Chiesa di cui siete membro, o
almeno fare da parte vostra ciò ohe occorre per uccìderla ? Ecco alcune regole infallibili :
1. Non venite alle adunanze. (Salm. 42, v. 4 Salm.
96. V. 8 ; Salm. 101, v. 4).
2. Se per caso venite, procurate di giungere in ritardo. (Salm. 84. v. 10).
3. Se fa troppo umido o troppo vento, troppo
caldo o troppo freddo, non pensate a venire. (Salm.
122 V. 1).
4. Non pensate mai che i posti davanti sieno per
voi. Le persone potrebbero credervi infatuato di voi
stesso e il pastore essere troppo incoraggiato dalla
vostra vicinanza.
5. Venite ben decìso a trovare a ridire su quello
ohe si fa. (Prov. 19 v. 5).
6. Non pensate mai a pregare pel vostro pastore
e per la Chiesa, (Et. VI. 18. 19, II. Ters. III. 1).
7. Non cantate. (Salm. 95, vers. 1.2; 1. Cor XIV, 151.
'3. Non partecipate alle adunanze che hanno luogo
durante la settimana. (Fatt. III. 1, II, 1).
9. Non incoraggiate mai il pastore (Gal VI, 1). Se
il suo sermone vi ha fatto del bene, guardatevi dal
farglielo sapere. Egli potrebbe esserne consolât«, ed
incoraggiato.
10. Se entra in Chiesa un estraneo non offritegli
il libro, non guardatelo in faccia. Le persone potrebbero credervi troppo ardito. (Fbr. 13, v. 2j.
11. Venite solo in Chiesa. Non cercate mai di
condurre estranei con voi. (Giov, 1.41-45 ; XII, 20. 22).
12. Proponetevi di non dar molto denaro per la
Chiesa. (1. Cor. XVII-2).
13. Lasciate che il pastore sia solo a lavorare. (Is. 41.
V. 6. 7).
14. Non vi abbonate al giornale della Chiesa.
15. Non parlate mai di Cristo ad alcuno. Questa
è l’opera del pastore. (Giac. V. 20).
16. State bene attento alla decenza ed eleganza
della vostra abitazione, Manon curatevi della Chiesa;
lasciate che essa sia brutta ed indecente. (Agg. 1.2.4).
Il nostro fratello prof. Mario Falchi (un laico che
intende e pratica molto elevatamente il sacerdozio)
ha scritto nella Rivista Cristiana di ottobre un bellissimo artìcolo sOiWattività laica per Vopera di evangelizzazione. Egli vuole che tutto il popolo della
Chiesa sia sempre una compagnia in armi pronta
per la guerra. Dice che i laici dovrebbero arrossire
della loro inerzia. Non vuole il pastore sopraccarico
dì cure date a lui dai membri di Chiesa, non vuol
vedere in lui il commissionario sempre carico di affari, sempre ansante, sempre al di sotto del suo compito perchè fa 20 cose al tempo stesso. Ridiventi
l’uomo del santuario, il dispensatore delle parole di
vita... Il resto spetta all’attività laica.
L’articolo è splendido. Merita di essere meditato da
tutti ; specialmente da quei curiosi membri di Chiesa
i quali pensano che il loro appartenere alla Chiesa
deve accrescere le occupazioni inutili e i perditempi
del pastore anziché diminuirli.
Ma, io mi contenterei di molto meno, di quanto il
prof. Falchi domanda. Egli contempla integralmente
l’ideale del sacerdozio' laico e lo vuole attuato in maniera integrale. Ha ragione. Ma io non so spingere
fino a quelle vette le mie aspirazioni.
Mi contenterei che, per il momento almeno, certi
fratelli, cessassero di essere uccisori dellachiesa...
Ü:
* *
Uccisori? Sì, è la parola propria. Sembra eccessiva,
ma non è. Un fratello che non va al culto perchè
« ha sposato moglie », perchè è andato a provare un
paio di buoi, perchè ha un affare importante che lo
trattiene, come direbbe il Salvatore, crede di aver
fatto cosa lecita o almeno non criminale. Egli ignora
che, invece, col posporre il culto all’affare, s’ è trasformato in uccisore della Chiesa. Così, per incoscienza. il fratello ritardatario, il fratello che non
canta, il fratello che non va alle adunanze serali,
che esìge dal pastore visite non necessarie, che non
si abbona al giornale della Chiesa, che non contribuisce secondo le sue forze al mantenimento dell’opera, che si va ostinatamente a sedere agli ultimi
posti, che non fa sforzi per non andar solo alle adunanze, che fa troppa attenzione al vento ed alla piogia, eoe. eco. per incoscienza, dico, un tale fratello
ignora dì essere un uccisore della Chiesa. Ma nel
fatto lo è...
*
Le » Regole per uccidere una Chiesa » che ho più
su riportate, le ho lette in un giornale inglese : il
Church Times. Sono, nella loro caustica ironìa, una
sferzata ai pigri, ai fiacchi ed agrincoscientì. Giova
pubblicarle nel nostro giornale ora, nel periodo che
dovrebbe essere di maggiore attività delle nostre
Chiese. Possano queste regole del perfetto uccisore
della Chiesa indurre molti a riflettere, ad arrossire
ed a cambiare rotta. Ipsilon
4
LA LUCE
Ktlla Pcaisola c «ellt Jsok
Torino.
Innanzi a un uditorio assai numeroso, il pastore
Giampiccoli ha risposto all’articolo pubblicato dal Dr.
Enrico Thovez nella Stampa intorno alla Storia evangelica e alla critica negativa. Il Dr. Thovez scrisse
poi all’oratore, confessandogli d’aver attinte le sue
notizie erratissime da un mannaie di storia delle religioni, e di non aver avuto nessuna intenzione di gabellarle per cose serie. Secondo lui, il suo articolo
nella Stampa era anzi ironico e quindi contrario alle
negazioni in esso riferite. //Zw» nota tuttavia che l’ironia nell articolo del Thovez non era discernibile a
occhio nudo !
"Venezia
La Domenica, 23 gennaio scorso, nella Chiesa Valdese, il missionario italiano Adolfo Jalla e l’esploratore svizzero capitano Bertrand parlarono con molto
calore ed entusiasmo ad un numerosissimo pubblico,
nel quale erano anche moltissime persone non evangeliche. Belle proiezioni luminose. Quello stesso giorno
il Sig. Jalla presiedette pure al culto della mattina.
Le collette abbastanza buone della mattina e della
sera furono destinate alle Missioni.
Firenze Via Manzoni.
{B. R.) — I culti domenicali sono frequentati da un
uditorio numeroso e raccolto. La Scuola domenicale ha
raggiunto il bel numero di 130 bambini, i quali dànno
molta soddisfazione al pastore ed ai quattro Monitori e
alle cinque Monitriei che se ne occupano con amore.
L ultimo giorno dello scorso anno ed il primo giorno
di quest anno, le due Chiese Valdesi di Firenze tennero dei culti in comune, che riuscirono numerosissimi
ed edificantissimi. Fu felice l’idea di terminare ed incominciare l’anno insieme, raccolti nella presenza del
Datore di ogni grazia, invocando le sue benedizioni.
Alla radunanza di Via Manzoni, l’ultimo giorno dell’anno, si fece anche la distribuzione della S. Cena.
Il Sig. Eochat continua con perseveranza la sua
campagna della Croce violetta contro la. bestemmia ed
il turpiloquio ; ed egli ricevette parole d’incoraggiamento e di approvazione, per quella € Santa opera »,
come alcuni la chiamano, da Cattolici romani e da
persone che non professano alcuna religione positiva.
Durante la prima settimana dell’anno, 200 manifesti
contro la bestemmia vennero affissi sui muri di Firenze
e ben 10.000 foglietti volanti, col testo dei medesimi manifesti, vennero distribuiti a mano per le vie delta città
e nei dintorni. Gli studenti di Teologia prestarono il loro
concorso in quest’opera tanto importante dovunque,
ma specialmente in Toscana. L’opera difatto non si limitò a Firenze, bensi si estese a tutta la Toscana, e
ben 250 manifesti murali e 6500. foglietti vennero
mandati a Livorno, Siena, Lucca, Pisa, Pistoia, Massa,
Empoli e Pontedera. Voglia il Signore benedire dovunque quest’opera cosi importante.
noma..
Domenica scorsa, ebbe luogo l’annunziata conferenza
della Sig.ra Bovet, la quale intrattenne le giovani dell’Unione cristiana di Eoma su la fiorente Unione di
Buenos Aires...
— L’Associazione Cristiana della Gioventù procedette alla annua elezione del suo seggio, ehe riesci
costituito dei signori Nesi, L. Paschetto, I. Lenzi, S.
Piovanelli, M. Cassini.
— Ci partecipano che alla stessa Associazione domenica scorsa vi fu uno c splendido concerto del giovane pianista sig. Pietro Bruno applauditissimo ».
— (A. M.) Anche quest’anno la Società per la preservazione della fede, in Eoma, ha avuto il suo c santo
triduo » nella chiesa di, S. Carlo al Corso. Oratore, il
gesuita Padre Zecchi, che ripetè contro gli Evangelici i cavilli e le calunnie (ratto degli orfani ecc.) dell’anno scorso. Di nuovo, un attacco al Modernismo e
ai... preti : segno evidente che le apprensioni per la
indisciplina del clero e per la progressiva disgregazione della compagine ecclesiastica papale vanno crescendo. Le rancide calunnie dello Zocchl contro di noi
non meritano confutazione
Xialla
appenninica
La Luce in America
Il rappresentante della Chiesa Valdese
negli Stati Uniti, Sig. Prof. Past. Alberto
Clot {86, Romeyn St., Rochester N. Y)
è anche incaricato di ricevere abbonamenti
alla Luce. — Inviargli fin d’ ora L. 5 per
abbonamento 1910.
Singolari virtù terapeutiche. — Circola in questa
regione un mirabolante scrìtto in cui— con le prodigiose guari(4Ìoni attestate pomposamente da varie
firme si esalta l’invidiabile potere miracoloso di
un messere che in pochi minuti può strappare dagli
artigli terribili, a cui son tenuti avvinti, pazzi, indemoniati, stregati, et similial!
Eppure, non mancano i gonzi che — in pieno Secolo XX bevono grosso alle ridicole rifioriture del
Medio-Evo, triste e tenebroso ! Costoro — ai tempi
che corrono — sono anacronismi belli e buoni. Qualcuno gongola nel vedere queste pie (I) disposizioni
del popolino alla fede cieca e ignorante...
Intanto si sa che nei paesi dove penetra il puro
Vangelo di Cristo non ci sono le « oche » che si lasciano turlupinare !!
Mezze... verità. — Lessi in un periodico di questo
mondo “ ehe le buone idee furono perseguitate inutilmente al loro apparire dai preti e dai dominatori
con roghi, celle e catene „ E qui una breve citazione
di martiri, tra cui primeggia Cristo “ che predicò
l’amore e^ la giustizia e fu condannato alla croce „...
ma oggidì tutti “ parlano di Luì come dell’uomo di
grande bontà ed umiltà „ Sottoscriviamo con cento
mani a queste sacrosante verità... Eppure, com’è piccola, direi quasi meschina la persona di Cristo, quando
In lui si ammira semplicemente la parola di un moralista e 1 aziona di un benefattore ! Come grandeggia -— invece — allorché non si disgiunge, dalla sua
dottrina di giustizia e di carità, la sua opera eminentemente “ redentrice ! „ Gesù Cristo — ricordate velo,
o. liberi pensatori del Sec. XX— più che un filosofo,
più che un filantropo (come ne ebbe tanti il nostro
pianeta) « fu il solo Salvatore „ dell’Umanità depravata, “ed è l’unico ., Mediatore, o Cattolici romani,
tra l’uomo peccatore e l’Iddio Santo 1
Enrico Robntti.
V/S/TE enmiTE
La nostra Chiesa di Reggio ebbe ultimamente le
visite gradite del Presidente del Comitato di Evangelizzazione, signor Arturo Muston, e quella del Presidente delia Commissione Esecutiva del distretto di
Roma Napoli nella persona del sig. Giosuè Tron.
I rappresentanti dell’opera nostra in Italia vollero
portare a pesti cari fratelli la parola viva del conforto cristiano e fraterno per incoraggiarli a perseverare nella fede ohe salva.
Essi in amichevole trattenimento con i cari loro
fratelli scampati al disastro, chiesero ad uno ad uno
informazioni su le terribili prove a cui soggiacquero
nel giorno fatale. Tutti poterono affermare ohe nella
immensa sventura furono sempre sostenuti dalla sovrumana forza che viene da Dio, la quale li sostenne
e li illuminò dando loro la forza di compiere miracoli.
I nostri cari fratelli vollero fare ai rappresentanti
del nostro Comitato la più cara, la più entusiastica
delle accoglienze.
E difatti giovedì sera, 20 corr., la sala di culto prima
dell’ora stabilita, era letteralmente gremita di fratelli
e di aderenti venuti per ascoltare la Parola di Dio.
Un- edificantissimo sermone pronunziato dal nostro
caro Capodistretto signor Giosuè Tron, lasciò in tutti
una salutare impressione.
Dopo il culto i bambini della Scuola Domenicale
cantarono egregiamente alcuni cantici dell’Arpa Evangelica.
II caro fratello Battaglia Saverio, in nome dei fratelli, lesse un bel discorso di occasione, nel quale con
felice idea e con energica espressione ricordò l’opera
gloriosa compiuta attraverso i secoli dall’eroico popolo valdese.
Finita la bella e indimenticabile funzione il ministro locale chiuse 1’adunanza con una preghiera di
lode e di ringraziamento al buon Salvatore Gesù
Cristo.
B. Panasela.
Corriere Siculo
^ Buone notizie dal campo siculo. In una recente corrispondenza così ci scrive il nostro collega di Caltanissetta » :
« I culti quest’anno sono affollati come mai lo sono
stati. Domenica scorsa alla conferenza non avevamo
più una sola seggiola disponibile e molte persone sono
rimaste in piedi. La signora A. ha istituito una
classe di cucito ove una tazza di caffè contribuisce a
rendere più gradito il convegno e ad accrescere l’agilità delle dita intente al benefico lavoro. Questa classe
raduna tutte le sorelle di chiesa e sta preparando
delle graziose sorpreise pel prossimo hazzar dell’Istituto
Gould.
Nella città di P. A. posta sulla giogaia che domina
il centro dell’isola e che è sede di sottoprefettura il
Cav. G. V. il quale conobbe l’Evaugelo a Eoma offerse
la sua bella abitazione al Sig. Arias per tenervi delle
conferenze evangeliche. La gentile offerta fu subito
accettata, le conferenze da molto tempo desiderate si
effettuarono e furono affollatissime. Uno dei frutti
immediati fu l’ordinazione di 20 copie della «Luce»;
pagate anticipatamente, le quali non appena arrivate
vanno a ruba. »
A Catania vi è una bella classe di catecumeni
e, quel che più monta, da quanto ci riferisce il Signor
Fasulo, essi sono zelantissimi. A Natale e Capo d’anno
si ebbero culti veramente splendidi. — A Palermo riuscitissima sotto ogni riguardo fu quest’anno la festa
dell’Albero di Natale, quantunque per inattese circostanze venisse rinviata alla sera dell’Epifania. Earamente l’ampio tempio di Via Macqueda fu visto occupato da un’assemblea cosi imponente per numero e
qualità di intervenuti, e quale occasione unica per far
conoscere a molti chi siamo e che cosa rappresenti in
Palermo la nostra scuola che ha ricevuto quest’anno
un buon impnlsol Assai edificanti i culti di Santa Cena
parteciparono i quattro quinti della fratellanza —
A Siracusa pure da Natale in poi i culti sono
particolarmente affollati. La sera di Capo d’anno vi
erano almeno 150 uditori, cioè più di quanto ne può
ragionevolmente contenere la sala, e ve n’erano altrettanti sulla porta e fuori tanto da ostruire la circolazione nella Via Cavour (le strade a Siracusa non sono
molto spaziose). Due battesimi la sera del 16 attirarono pure una vera piena di gente. Il Sig. Maugeri
coadiuvato dal fratello Prof. Fuina compie un’opera
efficace ed incoraggiante fra la gioventù.
Abbiamo avuto il bene di avere a Palermo, ospite
gradito per una settimana intiera, l’amato fratello pastóre Davide Peyrot di Torino. Scopo precipuo della
sua venuta era una visita, da tanto tempo desiderata,
del loro Direttore alle nostre care Diaconesse della
benemerita Casa di Torino le quali compiono nel piccolo ospedale internazionale di Via Sampolo nell’annesso «Home» un’opera di abnegazione cristiana utile
quanto apprezzata e benedetta.
Molti dei lettori sanno che di quella istituzione si
occupa più specialmente e con vero intelletto d’amore
l’ottima signora Hirzel. « Hai fatto bene a venire »
vogliamo ripetere al nostro fratello « a patto però che
la tua buona visita sia stata la prima di parecchie
altre' in un futuro... prossimo. » Mentre il Sig. Peyrot
occupava la mattina il pulpito di Palazzo Cutò e nel
pomeriggio rivolgeva la parola ad una numerosa ed
eletta schiera di signore e signorine nella sede del
Club internazionale, il sottoscritto presiedeva a Messina quella stessa domenica, un culto quanto mai impressivo e commovente per le circostanze particolari di
quei nostri fratelli tanto provati dalla sventura e che
oggi ancora non possono dire di avere tutti un pane
ed un tetto. La più, che - modesta casa di legno ove
eravamo riuniti era addirittura gremita. Si stava tutti
in piedi e alquanto a disagio ma a tutto suppliva la
fede e il fervore dei cuori. Fra poco inaugureremo un
locale più comodo. Intanto a quei cari fratelli messinesi e al loro conduttore sig. C. Jalla, alle cui non
lievi cure pastorali sono pure affidati i fratelli di Barcellona e della Diaspora, rinnoviamo per mezzo della
« Luce » l’espressione del nostro vivo affetto e della
nostra costante simpatia.
In quella stessa domenica, sempre in grazia della
preziosa presenza a Palermo del collega di Torino, il
Sig. Ern. Senarega poteva recarsi a « S. Cipirrello »
per rispondere al ripetuto invito di quei nostri amici.
I lettori ricorderanno forse , quanto venne in queste
colonne riferito della nostra prima visita a S. C. Per
non dilungarci diremo semplicemente che questa seconda visita incontrò, intensificato, il medesimo favore dell’altra: locale riboccante di uditori che ascoltarono il messaggio del nostro fratello per delle ore
con crescente attenzione e con vivo desiderio di conoscere viemmeglio le soavi verità della Parola di
Dio e le sue consolanti promesse. Deo gloriai
Luigi Rostagno.
iv TUTTI I LETTORI
• Il signor Antonio Rostan desidera che si sappia che
l’Amministratore della Luce non è lui, ma B. Celli
(Via Magenta 18, Roma). Anche i signori Pastori son o
pregati di mandare a quest’ ultimo gli abbonamenti.
5
LA LUCE
A proposito della “ Baffaglia
}>
Egregio Sig. Direttore,
Ho ricevuto, un poco in ritardo, la cortese lettera
del pubblicista Giovanni Bonagiuso, l’autore degli
scritti a cui si riferiva un mio breve articolo nella
* Luce » di due settimane or sono.
Egli si lamenta, forte al pari di me, del modo poco
corretto usato a mio riguardo. Ed è questo un segno
manifesto di nobiltà di carattere. Egli vorrebbe solo
spiegare la cosa come un equivoco avvenuto in buona
fede.
« Sento il dovere, », mi scrive dalla sua Castelvetrano il generoso difensore della causa sociale in Si-,
cilia, « di dichiarare lealmente che il risentimento del
signor J. è giustificato; ma egli ha torto di pigliarsela con me per la pubblicazione di un articolo mio
nella * Battaglia », pubblicazione di cui non sono responsabile, avendo imposto come condizione di pubblicarsi assieme ad un altro articolo del signor J. —
o niente ».
Egli avrebbe voluto che, anzi che far menzione del
fatto nella “ Luce „ di Roma, io subissi di buon grado
l’umiliazione di rivolgermi una seconda volta alla
Redazione della “ Battaglia „ di Palermo. Dopo la maniera poco cortese con cui era stata ricevuta la mia
prima visita personale, ciò non mi era possibile.
Richiestone, posso e debbo francamente riconoscere
la correttezza del Signor G. Bonagiuso in tutte le sue
relazioni con me. Ma egli avrà pure tenuto in debita considerazione il fatto che nei miei attacchi non
ho mai menzionato il suo nome; e se oggi lo faccio,
è senza alcuna acredine personale. Un’altra attitudine
sarebbe certo reprensibile, trovandomi io, giovane
alle lotte sociali e politiche, dinanzi ad uno che ha
saputo a più riprese soffrire, senza timore delle condanne e del carcere, per i suoi principi di coscienza.
Ma che, anche da parte della “ Battaglia, „ tutto
si scusi con dire “ E’ stato un semplice equivoco,
vorrà egli almeno concedermi di dubitare, fino a che
il giornale non abbia saputo cancellare in un modo
più decoroso del facile silenzio, l’eco degli inopportuni attacchi rivolti contro l’avversario, tenuto forzatamente muto.
Con distinta stima.
Sito dev.mo
Corrado Jalla
Chiesa Valdese di Messina
(Indirizzo : Barcellona di
Sicilia).
OLTRE LE ALPI E I fltìRI
Svizzera
Ginevra. — Da qualche tempo serpeggiava la notizia
che il famoso Padre Giacinto avesse fatto divorzio da
la fede positiva. Contro tale notizia egli protesta in
una recente lettera alla « Semaine Religieuse, » in
data 22 di gennaio. Parlandovi della moglie testé morta,
egli dice : « Sono come lei e con lei umilmente e ardentemente cristiano. Nonostante i leciti ardimenti,
forse talvolta eccessivi di qualcheduna tra le mie speculazioni filosofiche, mi sono sforzato d’entrare nel Regno
di Dio come i piccoli fanciulli di cui ragiona Gesù. —
Ogni persona che abbia parlato di Dio a’ suoi simili,
deve alla fine dire come Giobbe : « Senza comprendere,
ho parlato di meraviglie, a cui là mia mente non arriva e ch’io non posso concepire ». — In ogni modo,
10 non fui mai semplice deista, e tanto meno libero
pensatore agnostico, negativo e astioso. — Non ho mai
cessato di ripetere con S. Pietro la confessione di fede
che è a fondamento della Chiesa cristiana; « Tu sei
11 Cristo, il figlio! dell’Iddio vivente ». Ed anche queste
mirabili parole di quello stesso apostolo : « Signore, a
chi andrem noi? Tu ha le parole della vita eterna! »
Francia
La « Croix » annunzia che è stata coniata una medaglia, da fregiarne gli scolaretti cattolici romani, espulsi
da le scuole per non aver voluto servirsi dei libri di
testo condannati dai véscovi 1 — Il promotore della
luminosa... idea fu il « Peuple Français », che — secondo la * Vie Nouvelle » — apri una soscrizione e
soscrisse per L. 100. — La medaglia recherà : sur un
verso, Timagine di Giovanna d’Arco ; su l’altro, la
scritta : « Io credo in Dio ».
Parigi. — E’ morto il vice ammiràglio Puech, grand’ufficiale della légion d’onore. Era uomo integro e sincero cristiano evangelico.
— Si preparano per febbraio e marzo grandi radunanze di risveglio ; alle quali parteciperanno i pastori
Boissonnas e Barde. Cosi la « Vie Nouvelle ».
Chaseaax. — La « Vie Nouvelle » racconta che a
Chaseaux, villaggetto alpestre della diocesi del Puy
(Alta Loira), non avendo ottenuto dal vescovo un prete»
quei cattolici romani si adunarono egualmente la notte
di Natale e celebrarono da sé le solite funzioni.
Alais. — Il 30 e il 31 marzo si adunerà ad Alais
il quinto congresso della Croce Bianca, lega fondata a
Roubaix e a Lilla, nel 1899, da Elia Gonnelle e Aquila
Quiévreux, a combattere la corruzione pubblica e privata. Gli altri quattro congressi furono tenuti rispettivamente nel 1899, nel 1900 (Lilla), nel 1904 (Parigi),
nel 1907 (alla Roccella). La Croce Bianca mira a propugnare : 1) la purità personale ; 2) il rispetto della
famiglia; 3) la temperanza; 4) la sincerità; 5) il lavoro ; 6) la solidarietà pratica ; 7) l’educazione scientifica e morale.
Spagna
Secondo « E1 Cristiano », la Spagna comprende i
seguenti luoghi di culto cristiani evangelici: 30 in
Castiglia e Leon ; 4 nelTEstremadura ; 22 in Galizia
e nelle Asturie ; 3 nelle Province Basche ; 13 nell’Aragona; 51 nelle Baleari ecc; 24 a Valenza e nella Marcia ; 59 neU’Andalusia. — Inoltre ; un istituto teologico
a Cadice; 2 collegi a Madrid ; 1 collegio femminile pure
a Madrid ; scuole 91 riconosciute dal Governo, in vari
luoghi; 3 ospedali; 3 orfanotrofi; 11 periodici.
Olanda
Il noto predicatore di Ginevra, Frank Thomas, terrà
conferenze religiose nei giorni 11, 12 e 13 corrente,
ad Amsterdam e all’Aia.
In una lettera alla « Vie Nouvelle, » Frank Thomas
espone i suoi principii religiosi. « Credo » egli dice
« che, senza detrar nulla da la predicazione della Croce
e della conversione, dobbiamo, nell’evangelizzazione moderna, ispirarci agli intenti del cristianesimo sociale ».
Egli scrive inoltre;
« Il grande dotto Marco Thury, che era evoluzionista e cristiano convinto, aveva l’abitudine di dire:
« S ! c’è una pagina ispirata letteralmente nella Bibbia,
questa pagina è certo quella del primo capitolo della
Genesi ». Aveva, certo, ragione; ma io per me credo
maggiormente àncora all’ispirazione letterale d’un’altra
pagina della Bibbia, di quella che inchiude il capitolo
XIII della prima ai Corinti ».
Leidà. — Il signor Chavannes, testé morto, — del
quale il « Coenobium » ha, nell’ultimo numero, pubblicato lo scritto con cui il Chavannes aveva partecipato
al concorso del « Coenobium » stesso su « Scienza e
fede , _ ha per successore, neU’nfficio di segretario
■della commissione storica vallona e di bibliotecario
della Biblioteca vallona, il pastore S. Cler.
La Biblioteca suddetta contiene preziosi documenti
per la storia dei profughi evangelici del tempo della
persecuzione francese.
Svezia
Un certo numero di teologi cristiani evangelici di Svezia, ha proposto al Comitato dei premi Nobel di assegnare
quest’anno'il premio di letteratura al dott. Warneck, professore di teologia (evangelica) all’università germanica
di Halle, e autore di molti e eccellenti lavori su le
Missioni evangeliche.
Egitto
Cairo. — Il pastore Rinaldo Malan ci scrive :
« Abbiamo avuto uno splendido albero di Natale al
quale avevamo invitato 120 ragazzi poveri non evangelici, molti dei quali non sono battezzati e sentirono
per la prima volta parlare di Gesù. Feci poi una conferenza su « socialismo e cristianesimo » innanzi a
un uditorio tutto costituito di non evangelici, tra quali
il segretario della Lega socialista internazionale ed,un
membro del Comitato di propaganda atea, anarchico ».
Stati Uniti
Il periodico « The converted Catholic » riparla a
lungo dell’ex Padre Bartoli e dei suoi recenti scritti.
eose di^^mania
Buon per me che la nostra « Luce » non è un giornale politico, che se dovessi caratterizzare l’attuale momento politico della Germania, sarei davvero nell’imbarazzo tante sono le sfumature di transizione che scorgonsi nella composizione, scomposizione e ricomposizione dei vari partiti. Una iosa però è chiara ed è che
l’ultimo Congresso (Parteitag) del socialismo prussiano
testé chiuso a Berlino, è stato molto torbido e la nota
sdridula rivoluzionaria si è fatta sentire in modo punto
piacevole per i partiti più o meno conservatori o liberali. Sulla bandiera che i socialisti fanno s.ventolare
agli occhi dei giovani dei vari popoli, leggesi sempre
lo stesso motto ; « Nè Dio, uè padrone ! », e siccome
quella fu sempre la fede implicita di ogni tiranno, cosi
essa finirà più presto che non si creda coll’esser l’elemeuto di dissoluzione delTodierno socialismo ateo, il
quale farà posto ad un socialismo che saprà apprezzar
la persona umana al suo giusto valore.
Il sentimento religioso è parte integrale della natura umana e a sradicarlo non basteranno le chiacchiere
dei caporioni atei del socialismo attuale.
Alsazia-Lorena. — Un caso curioso davvero s’è avverato nel « Reichsland », il cattolicissimo nonché alsazianissimo segretario di Stato Zorn von Bùlach ha
dovuto, a nome del Governo Imperiale ch’ei rappresenta, redarguire il proprio fratello vescovo Zorn von
Bttlach, che d’intesa coi suoi colleghi i vescovi di Strasburgo e di Metz s’è permesso d’immischiarsi nelle relazioni dei maestri del « Reichsland » coi loro colleghi dell’Impero. Costoro hanno fondato un gran Sodalizio destinato a raccogliere il personale insegnante
di tutta la Germania. A questo Sodalizio (Deutscher
Lehrerverein) han fatto adesione anche gl’insegnanti
del! Alsazia-Lorena.
Contro quest’adesione hanno ufficialmente protestate
i vescovi, sostenuti, s’intende, dal clero che da loro
dipende ed hanno minacciato delle pene c canoniche »
(cannoni di paglia) i recalcitranti, i quali, a quanto pare,
se la ridono.
Berlino. — « Matrimonio principesco in vista. ». —
Il giovine principe Federigo Guglielmo di Prussia, parente dell’Imperatore, s’è ufficialmente fidanzato colla
principessa Agata di Ratibor, e fin qui nessuno avrebbe
il diritto di metterci bocca se non fosse che il pubblico sa ch’égli amava un’altra giovine alla quale dovette rinunziare in omaggio al pregiudizio medievale
che ha tuttora forza'di legge nelle case regnanti, che
considerano come decaduto chi non si mantiene nella
sfera del sangue t bleu ». Quel principe evangelico
amava una semplice contessina, pure evangelica. Ora
sposa una cattolica e cosi il confessore gesuita avrà
la porta aperta nella protestante famiglia Hoheiizollern.
I giornali affermano avere il Papa permesso che il
matrimonio venga celebrato soltanto nella Chiesa Evangelica, ma io non ci credo.
Paolo Calvino.
Tra. 1 Pagani
Illustrazioni parlanti — Missioni Morave
' I Missionari ed il servizio militare
Eccoci davanti alle illustrazioni relative all’articolo
del N. 6 novembre u. s. del Graphio sui Figli neri
dell’Impero » cui accennai nella Luce del 13 dicembre. Esse hanno da dirci diverse cose interessanti
sull’opera delle Missioni.
Primo, si presenta un Mosuto (1) nella divisa militare nazionale. È un tipo bellissimo di uomo dalle
forme scultorie, nascoste in parte soltanto dalla pelle
di pantera aggiustata sulle spalle e dal perizoma
stretto ai fianchi. In testa un pennacchio; al collo
qualche amuleto; sulla sommità del petto un piccolo
usbergo ; nella mano destra l’asta di una zagaglia, o
di uno stendardo — non si può dire, perchè manca
l’estremità superiore nella riproduzione fotografica
— e nella mano sinistra lo scudo in pelle di bue,
di forma così caratteristica, dei Basuto.
E’ il pagano primitivo, quale l’hanno trovato i missionari in quella contrada.
A lui fa simmetria un ritratto strano davvero; è
quello dell’ora defunto capo Masupha. uno dei principali figli del re Moshesh, ossia Moshueshue, per
dirla più alla sesuto, che fu quello che chiamò i missionari nel suo paese. Masupha non era bello di viso,
bensì di statura, e vestiva molto bene la divisa europea, colla quale a noi si presenta e che è quella in
parte di un diplomatico, in parte di un generale ed
in parte di un semplice borghese colla tuba. Aggiungendo il bastone di comando, uso indigeno, eh’ egli
regge colla destra, abbiamo in quel ritratto un vero
miscuglio di vari elementi che associa, nella medesima persona,- cose del tutto contrarie, e, cioè, il paganesimo ed il cristianesimo, la barbarie e la civiltà.
Infatti, Masupha, convertitosi ai cristianesimo nella
sua gioventù, fu anche al Capo di Buona Speranza
per la sua educazione civile e cristiana, ma poi era
ritornato al paganesimo. Ciò nonostante, un fondo dì
cristianesimo l’aveva ancora, e quando voleva rassicurare i missionari, od ammonire i pagani che volessero molestare i cristiani, egli diceva : € Rammentatevi che mi chiamo anche Davide » (nome ricevuto
al suo battesimo). Era poi sorprendente il vedere quell’uomo potente, vittorioso in tanti combattimenti e
che aveva tenuto in iscacco, per anni, ora i Boeri, ora
gli Inglesi e seminato, tante volte, il terrore in mezzo
agli stessi Basuto, al tempo della gùerra civile, come
ebbi a constatare anchi’o quando al grido di : < Ar—
6
riva Masupha » tatti fuggivano intorno a noi, essere
poi di una gentilezza squisita quando faceva la conversazione, ad una tavola di missionari, e domandare,
per esempio, alla mia moglie, in buonissimo inglese,
come le piacesse il paese, come ci si trovasse, ecc.
In lui si può raffigurare la maggioranza dei capi
basuto : garbati nei modi, inciviliti sotto diversi
aspetti, cristiani in certe cose, ma in fondo tuttora
paganissimi.
Altra illustrazione. E’ questa un gruppo fotografico
che rappresenta l’ex governatore del Basutoland. Slr
Godfrey Lagden, ed altri funzionari inglesi, con fu Lerothoii capo supremo ed altri capi basuto, andati al
Capo di Buona Speranza, in missione politica per
trattare certe quistioni col governo della Colonia.
• Qui, tutti i capi basuto sono completamente vestiti
all’europea e si direbbe, a vederli, che sono altrettanti cristiani, ma così non è e lo saranno solo alcuni; gli altri, cominciando da Lerotholi e da quello
seduto dall’altro lato del governatore che mi pare
essere Yonathane, il capo principale del già mio distretto sono pagani e tale morì poi Lerotholi. Ma
quel gruppo ci mostra, se non ancora il cristianesimo, già la civiltà cristiana progredita in terra pagana.
In ultimo, eccoci davanti un gruppo del tutto rallegrante; sono una cinquantina di giovanotti indigeni
raccolti intorno ad un bianco missionario, loro maestro e direttore. E’ una delle scuole superiori della
Società delle Missioni Evangeliche di Parigi in quel
paese. Tutte quelle scuole (Industriale, Normale, di
di Catechisti, di Teologia) sono frequentatissime, e
molto utili al Basutoland, non solo, ma ad altri paesi
ancora dell’Africa Australe, dove i giovani in esse
istruiti ed educati si recano poi a lavorare per l’incivilmento e per la salvezza dei « Figli neri dell’Impero », dalle, spiaggie degli oceani Atlantico ed Indiano fin sulle sponde dello Zambezi.
* *
La più meritevole delle Chiese Evangeliche, in fatto
di Missioni, è senza dubbio la Chiesa dei Fratelli Menavi, i cui legami coi Valdesi sono così stretti ed
antichi da far pensare che, nel medioevo, formassero
quasi, se non del tutto, una stessa Comunione.
Tengono fra gli altri Evangelici il primato i Moravi in fatto di missioni, perchè furono i primi a
mandare dei missionari, avendo essi fin dal 1732 intrapreso l’evangelizzazione delle piccole Antille.
E lo tengono pure per l’estensione dell’opera che
abbraccia 14 campi missionari sparsi, ben si può
dire « dall’uno all’altro polo » come pure in materia di
contribuzioni, essendo ehè la chiesa madre, che non
conta che circa trentamila membri, contribuisce tra
doni, lasciti ed interessi di lasciti, per circa 400,000
lire annue e che le chiese delle sue missioni, che contano al totale poco più di centomila membri, contribuiscono per più di 300.000 lire all’anno.
Eppure quell’opera, così bella e così largamente sostenuta, ha da lottare anch’essa, anno dopo anno, col
minaccioso deficit.
Ed il Sinodo Generale dell’anno scorso ha avuto da
occuparsi seriamente di quella quistione.
Quei fedeli cristiani non hanno però perso di vista il punto essenziale, lo scopo supremo dell'opera
ed alle decisioni d’indole prettamente finanziaria
hanno fatto seguire \iueste nobili e sante dichiarazioni :
« Senza volere menomare il valore del lavoro
esterno e della sua organizzazione, nei nostri campi
di missione, rileviamo, ciò non di meno, che lo scopo
essenziale di tutta la nostra attività missionaria sarà
mai sempre il guadagnare anime all’Agnello di Dio.
Ogni altro lavoro ha da essere subordinato a quel
gran dovere ».
« Siamo riconoecenti per tutti i risvegli che il Signore ha concesso, in questi ultimi anni, così alle
nostre Chiese missionarie, come alle nostre Chiese in
patria. Eppertanto, raccomandiamo molto specialmente
a la nuova Direzione il tornare sempre ad insistere
su quel punto essenziale presso ai presidenti di ogni
campo di missione, come a costoro di farlo presso
ad ogni missionario, affinchè possano, in avvenire,
prodursi, ovunque, risvegli, per la grazia di Dio ».
vizio ai religiosi laici, in quanto che per missionari
debbono intendersi soltanto i sacerdoti secolari iscritti
ad una Comunione. Il militare, appena giunto a
destinazione, dovrà presentarsi alle Autorità diplomatiche, o consolari, competenti, per farsi iscrivere
nel registro dei nazionali, e per riconoscere, in ogni
evenienza, di trovarsi sotto la protezione diplomatica
del Regio Governo. Il missionario, annualmente, e
sin che dura la dispensa provvisoria, deve provare
che continua a trovarsi nelle condizioni in base alle
quali gli fu riconosciuta, alla partenza dal Regno,
la qualità di missionario. Se il missionario si trova
in località non provvista di facili mezzi di comunicazione, l’attestazione dovrà essere presentata, ogni
anno, al Ministero degli Affari esteri, dall’Autorità
ecclesiastica che ha inviato all’estero il missionario ».
E’ rallegrante, davvero, il vedere l’opera missionaria così apprezzata, anche da noi, da valere ai
missionari la dispensa dal servizio militare ed il vedere, inoltre, che quella disposizione è ispirata a
sensi così liberali da potersi applicare ai missionari di
ogni Comunione, e non a quelli soltanto della cattolica romana.
Giacomo Weitzocker.
(1) Trattandosi^ di quella.tribù, l’uso dei pi’efissi, fa
SI che si deve dire Mosuto per un individuo; Basuto
per più individui ZesMto per il paese e Sesuto per la
lingua.
G. W.
Cœnobium
♦
Nella pubblicazione ohe fece ultimamente il Giornale Militare Ufficiale delle disposizioni concernenti
la dispensa provvisoria e definitiva dei missionari
dal servigio delle armi è degnissimo di nota che il
Ministero della duerra d’accordo con quello degli Affari esteri, ha fra Taltre norme principali stabilito le
aeguenti, che riproduciamo dalla Stampa:
• I militari già ammessi al ritardo dal servizio
come allievi interni in istituti del Regno, e della Colonia Eritrea, per compiere studi per missioni possono fruire della dispensa provvisoria dal servizio
ove si rechino all’estero in qualità di missionari. In
nessun caso, potrà accordarsi la dispensa dal servi- |
Il fascicolo VI dell’anno III del Coenobinm contiene
una vera ricchezza di articoli sui più svariati argomenti.
Fra i più interessanti notiamo ; Science et Foi del
compianto C. G. Chatannes, uno dei lavori presentati
al concorso del Coenobium sull’argomento « s’il est possible de concilier dans une synthèse supérieure le besoin logique qui attire l’âme moderne vers la science
et le besoin psychologique qui la porte vers la foi. »
La Filosofia del Misticismo di Angelo Crespi meriterebbe di essere ampiamente sunteggiata pei lettori
della Lace. E nessuno meglio del riverito autore po^
trebbe farlo.
La Visione della Vita nei grandi pensatori è una
breve ma succosa pagina di Rodolfo Enchen tolta dalla
grande opera di quel celebre filosofo testé edita in Torino
dai Fratelli Bocca nella traduzione di P. Martinetti che a
giudicarne dal campione che ne offre il Coenobinm dev’essere perfetta, per quanto sia meritata la critica, severa, ed benevola e sobria insieme che dell’opera nel
suo complesso fa Fel. Momigliano.
Nel breve cenno sul libro di Alb. Delplan^ue « Fénelon et la doctrine de l’amonr pur » che a proposito
del celebre duello teologico tra Bossuet e Fénelon,
avrebbe potuto citare testualmente il colmo della ritrattazione di quest’ultimo il quale non scrisse soltanto :
« Il Papa intende meglio il mio libro ch’io non l’intenda » ma altresì (citiamo a memoria) « Ce que j’ai
cm être la vérité, ce que je crois encore être la vérité
je le rétrache... ». Se alla superiorità dell’ingegno ed
alla gran bontà di cuore Fénelon avesse unito pari
forza di carattere e coraggio da martire, si sarebbe
potuto dire per la Francia ciò che fu detto della confessione di Lutero a Worms : un’era novella è incominciata nella storia dell umanità ! e forse non sarebbesi
avverata la gran commedia del concilio Vaticano, dove
tutti quei Vescovi arcivescovi e prelati che privatamente sbuffavano e protestavano contro il dogma « del1 infallibilità papale, poi tutti quanti serviliter se suhjicerunt.
Paolo Calvino
Leggendo e apootando
Abbiamo accennato alla controversia tra i professori Rasmussen Barzellotti rispetto alla persona di
Gesù. Il primo, per avvalorare le sue strane e avventate affermazioni, si era appellato al dott. Sanglè, professore della scuola di psicologia di Parigi e
autore di un libro intitolato . La Mie de Jesus »,
quasi che questo scrittore fosse un’autorità decisiva
e inapellabile sull’argomento. Ora vediamo che nella
stessa Tribuna è stato pubblicato un articolo, in cui
quel prof, di'psicologia, che vuole fare lo storico e
l’esegeta, è servito a dovere. Giudichi il lettore da
questo periodo che stralciamo dal suddetto articolo:
« Orbene, sappia il signor Sanglè che se prima di
Gesù, Eraclito aveva insegnato che tutto si muta. Pitagora che l’ordine e l’armonia presiedono ai feno
meni della natura, Democrito che gli atomi sono
eterni, Epicuro che gli dei sono appena finzione, e
se queste voci lontane hanno trovato un eco nella
scienza modèrna. Cristo ha detto quella parola che
era sì nel cuore degli uomini, ma che egli primo
espresse: Così come un poeta, poiché Gesù fu sopratutto un poeta.
• L'ateo signor Sanglè legga l’ateo Shelley, legga lo
soenziato James e impari ».
: (Sullo stesso argomento si legge nella Tribuna del
23 gennaio u.s. un’importante intervista dell’autore
j del sopra citato articolo con il prof. Sante De-SanI ctis, il quale pure biasima il Binet-Sanglè per le
’ sue affrettate interpretazioni).
Queste discussioni sopra argomenti religiosi che si
svolgono negli stessi giornali politici sono un segno
felicissimo dei tempi; e quantunque la verità non
sia sempre rispettata e difesa come noi credenti vorremmo, tuttavia volentieri ne prendiamo nota, come
quelle che indicano tutto un rivolgimento nelle preoccupazioni odierne.
E siamo tanto più lieti di questo, quando vediamo
che le quistioni religiose sono trattate con competenza maggiore nelle Riviste.
Citiamo, fra le altre, la Cultura Moderna diretta
dal prof. Battaini. Il primo numero di questa nuova
serie contiene pregevoli articoli, fra i quali mentoviamo quello consacrato alla memoria del grande
storico americano. Henry Charles Leva. Questi è sopra
tutto noto quale storico della Inquisizione. Ma citiamo qui la sopraccitata Rivista.
« Egli è eminentemente lo storico deH’inquisizione,
nessuno, a detta anche di scrittori cattolici, come il ,
Vacandard, ha uguagliato per profondità, esattezza,
spassionatezza, ricchezza di materiali la storia dell’Inquisizione del dottissimo americano. Si potrà discutere il metodo da lui seguito, ma i risultati sono
di un valore indiscutibile. Lo si è accusato di lasciarsi trasportare deW’odium papale e teologico; ma
coloro che gli muovono quest’accusa fanno vedere di
conoscere ben poco l’opera del Lea, e di pigliare per
odium papale quello che non è altro che il linguaggio dei documenti e dei fatti. E’ certo che non ha
scritto dell’inquisizione sulla falsariga del De Maistre e di altri, ma ha voluto fare della storia e non
dell’apQlogia a tutti i costi ».
«
Articoli poderosi su argomenti religiosi contiene il
fascicolo 'V'I del Coenobium. Citiamo, ad esempio,
quello che ha per argomento Scienza e Fede. L’a!
r«g1òn-a-con competenza grande dell’una e dell’altra!
Ci piacciono immensamente alcune definizioni sulla*
fede che bisogna distinguere dalle credenze, sulla religione che non è stata inventata nè dai preti nè
dai teologi che anzi • sono nati dalla religione ». L’A.
ragiona pure molto bene intorno alla Scienza, e perciò egli non vede nessuna incompatibilità della medesima con la fede.
Il medesimo fascicolo ragiona a lungo del catechismo di sir Oliver Lodge < di uno dei più grandi fisici dell’età nostra », e ne fa l’analisi riassumendo le
illustrazioni che accompagnano le domande-risposte.
Non c’è nulla di più difficile che fare un catechismo
che corrisponda alle esigenze odierne del pensiero
scientifico. Ora ci pare che il Lodge sia riuscito magnificamente nel compito suo.
Non solo l’uomo di scienza può essere soddisfatto
di quest’opera del grande scienziato inglese, ma anche il credente ; poiché questo Catechismo non è puramente filosofico o speculativo, non essendo dimenticati i principii fondamentali del Cristianesimo, che
sono presentati con veste nuova assai attraente.
Questo catechismo non poteva e non doveva certo
essere come uno di quei catechismi chiesastici e confessionali che abbondano in mezzo a noi, ma dovea
essere un’esposizione tale da non contraddire i risultati sicuri della scienza, che non sono in urto nè
con la ragione, nè con la fede.
E’ da notarsi che il Lodge presenta questo catechismo come guida ai genitori e agli insegnanti.
Nel Viandante il dott. Perroni ragiona di Cristianesimo, socialismo e modernismo, cercando di dimostrare il nesso intimo che unisce queste tre grandi
manifestazioni del pensiero e della vita neirumanità.
Le considerazioni sono assai notevoli, e la tesi può
essere dimostrata. Però, stando ai fatti, il socialismo
combatte ogni forma religiosa, anche quella più radicale del modernismo.
E’ dolososo che ciò sia. — E se è vero che il socialismo nelle sue più alte idealità non è incompatibile col Cristianesimo, o, come dice il Perroni, con
la nuova coscienza religiosa, bisogna allora concludere che i socialisti e i loro maestri atei non sanno
che cosa sia il socialismo.
*
* *
Nelle Battaglie d’oggi si legge un articolo propugnante^ la riforma religiosa (articolo-programma), la
quale è intesa nel senso di un ritorno della Chiesa
7
LA LUCE
al suo antico spirito e alla sua antica genuina missione. E questa riedificazione delia. Chiesa dovrà avvenire su la rovina di tutto il vecchiume deil’attuale Chiesa ufficiale. Però in altra parte vien detto
che le campagne combattute e che combatte • Battaglie d’oggi » non toccano nè il domma nè la morale cattolica, ma solo le superstizioni e gli abusi.
Ma ci sembra che per una riedificazione della Chiesa
sulle basi antiche del Vangelo, il domma e la morale
cattolica necessariamente debbano essere modificati.
Se crolleranno le superstizioni e gli abusi, sarà
questa già una cosa ottima, ma non sufficiente per
operare una vera riforma della Chiesa.
La riforma va pure estesa al domma e alla morale,
perchè l’uno e l’altra non sono in armonia nè con la
coscienza moderna, nè con i principii del Vangelo !
Hfìtiieo iUteynleP
NOTERELLE E SPIRDLaTUKE
In Francia, l’ex direttore del Répnblkain catholiqae
ha fondato una lega detta la « Lega dei Crististi » (! ?)
Egli si rivolge all’esercito invisibile e innumerevole
dei discepoli del Cristo, invoca un concilio, e, tra le
altre cose, dice ; « Per colpa di Pio X e della sua intransigenza, il Cattolieismo in Francia passa per nna
crisi terribile, foriera forse d’una spaventevole disparizione, nonostante le « promesse eterne » che Roma
non ha meritate. Di chi sarà la colpa, se domani le
nostre chiese — profanate o vietate — diverranno
teatro d’un nuòvo paganesimo ? — Non sarà dei soli
nemici inconciliabili! No, perchè, per la sua brutale caparbietà, Roma — che ha già perduto la Russia, la Germania, l’Inghilterra e gli Stati Uniti — corre il pericolo di perdere anche la Francia... E mentre il Vaticano
da noi, inaridisce la sorgente del sacerdozio (avendo
condannato le associazioni cultuali, ecc.) e riduce il clero
francese alla piùsquallidamiseria, il Vaticano stesso —
rigonfio d’oro e d’orgoglio —il Vaticano, più cupido
che mai, non si vergogna di rivolgersi ancora e sempre
al borsellino dei Cattolici francesi ». ' ^
• *
Interpellato da un collaboratore del « Don Marzio »,
Antonio Fogazzaro avrebbe parlato cosi: « Nel « Santo »
-----' ^
10 ho cercato di trasfondere tutto il mio sentimento di
cattolico. Perchè io sono cattolico, mi sento cattolico.
Non clericale, perchè non ammetto un qualunque predominio della Chie.sa sullo Stato. In ciò sono cavouriano
assolutamente, incondizionatamente: libera Chiesa in
libero Stato. Ma sono cattolico, non buddista, non teosofo, come qualcuno ha voluto, più in mala fede che
in buona fede, chiamarmi. Un gesuita ha scritto nientemeno che un volume per dimostrare la mia teosofia !..
Ma lei comprende che vi sono cattolici e cattolici. Io,
ad esempio, non sono cattolico come 1’ « Osservatore
Romano, » via... come Merry del Val »
«
« «
Il Padre Anracher, ben noto ai Lettori, ha preso
moglie (Anna Carolina Schmidt). Ch3 male c’è, se è vero,
come si legge nelle S. Scritture, che « il matrimonio
sia onorevole in tutti ? ». E’ del nostro parere anche
Gabasino-Renda, che nel « Giornale d’Italia » scriveva; « Dopo alcuni mesi è avvenuto il matrimonio
che ha tanto stupito il mondo cattolico, ma che cosi
appare veramente come l’inevitabile epilogo del romanzo
di due anime; un romanzo che non ha, in fondo, nulla
di ignobile e che non è quella volgare cosa che apparve
quando ne giunse'la prima semplice notizia da Londra.»
L’Auracher, definitore generale dei Cappuccini, non
credeva più alla dottrina cattolica romana ; lo si voleva
mandare al Giappone, sotto pretesto di salute o altro;
11 fatto è ch’egli non poteva reggere nella cerchia
del Papismo.
• •
La Santa Sede richiederà ai vescovi una minuta descrizione da cui risulti lo stato preciso delle diocesi ;
una specie di inventario morale e religioso.
^bbonameati pagati:
1909
Gerbere Emanuel — Centonze Leonardo.
1910
Pedrini E. — Larco M. — Fowst Gius. — Pilianoti Natale — Pilocomo Capri P. — Ghigo Filippo — Albertazzi
Eugenio — Lo Bue P. — Walker Roberto — Margan Miss
P. A. — Pascal Enrico (studente) — Perreri Argia — Giam
piccoli Maria — Bert Amedeo — Fasulo Giuseppe — Bitter
P. — De Meli A. H. — Siìkeij Anna — AelligP.— Pricker
A. — Zazoli .Antonio — Prochet Giuseppe — Pons M. —
Steward M. — Fasulo Gaetano — Giorcelli Luigi — Cousin
Jeanne — Ambrogio fratelli — Billour G. D. (due abb.) —
’Pillacci Luigi — Maggiore Giovanni — Capobianco Fran. —
Drago Gino — Longo Giacomo — Corsani Enrico — Busacca
Vincenzo — Gay Camillo — Ciani Mario — Biava John —
Baldocchi Ernesto — Vigliano Alberto — Griglio Enrico —
Geymonat G. — Pullbrook B. — Biolley Alessio — Musitelli
Emilio — Lunati Giovanni — Maranzana Virginio — Santschi Emilio — Roman P. — Cantone Gennaro — Mosca
Frane. — Martelli Frane. — Checchi Mario — Muratori
Vito — Rizzi Giuseppe — Gay D. — Malatesta Pasquale —
Prochet G. D. — Palombo Girolamo — Geymonat Enrico —
— Co'isson Abele — Petavel A. — De Heinzelman Paolina.
{Si rassicurino coloro che non han trovato qui il
loro nome; non possiamo ingombrare il giornale di
nomi in una sola volta-, ai prossimi numeri, dunque).
Fiera di Beneficenza
L’annua fiera di Beneficenza a favore dell’orfanotrofio
Gould si terrà — Dio volendo — a Roma il 24 e 25
febbraio.
Le Chiese, le Scuole Domenicali, le Società di Cucito
e di Beneficenza e tutti gli Amici che desiderino venir
in aiuto ai nostri orfanelli sono pregati di mandare le
loro offerte in danaro o in oggetti di vario genere, non
più tardi del 20 febbraio, alla sig.ra Muston, 'Via Nazionale 107, Roma.
Chi desidera l’Italia Evangelica, 25 annate complete, hen rilegate, in ottimo stato,
al prezzo di L. 55, si rivolga subito al
pastore G. Silva, Verona.
É Ad d'ora in vondita,
Magenta 18, Roma) il Tramonto di Roma del prof, ex
Padre Bartoli. Inviare cartolina vaglia da L. 1,50.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
óoiio Ì'incuBo!
Proprietà riservata Riproduzione proibita
Durante le vacanze il cardinale raramente usciva
dalla sua villa, e più raramente ancora riceveva visite. Uomo di maestosa apparenza, di maniere aristocratiche, di pochissime parole, non dava confidenza a
nessuno, e sapeva incutere nei buoni villici un sacro
rispetto. Ogni venerdì, quando egli era in villeggiatura al Sasso, veniva fatta dai servi una larga distribuzione di pane a tutti i poveri dei dintorni, e ciò
gli aveva acquistato fama di signore generoso e benefico.
Con tutto questo non potremmo dire che quel personaggio fosse molto simpatico a Don Angelo. Senza
saperne scoprire l’intimo perchè, i! buon parroco provava quasi un’istintiva avversione per il prelato illustre; e di questo sentimento egli si rimproverava
aspramente senza riuscire a vincerlo.
Udendo quindi nominare dal frate il Cardinale "V^ergati. Don Angelo sentì subito un non so che dì simile
ad una puntura nel cuore. Si fece più attento e lievissimarnente aggrottò la fronte.
Il frate dopo una lunga pausa, ad un cenno di Don
Angelo proseguì:
— Sua Eminenza ha una grandissima stima di Lei,
Reverendo, gliel’assicuro.
— Bontà sua ! — rispose il prete.
— Sì, mi ha parlato di Lei con molta benevolenza:
le vuol bene, creda...
— Bontà sua, bontà sua !
— Sua Eminenza, affezionato corn’è a Lei e al paese
di Pietraviva, vorrebbe...., — S’interruppe improvvisamente, vedendo entrare la vecchia Rachele con
un vassoio di rinfreschi. Afferrò avidamente un bicchiere di limonata, se lo portò alle labbra e lo tracannò tutto d’un fiato. Seguì poi coll’occhio la donna
finché fu uscita ed ebbe richiuso l’uscio, e, volto di
nuovo al prete, continuò sottovoce :
— Le dicevo dunque che Sua Eminenza, per l’affezione che le porta, vorrebbe che una certa faccenda...
come dirò ? un certo pasticoetto... potesse venir accomodato così all’amichevole, senza chiasso... e senza
scandali...
=f=
Tipografia dell’Istituto Gould 'ifla Marghera 2, Rodmi
Di che mai si
Don Angelo si fece più attento.
— Si spieghi, Padre, la prego,
tratta?
— Vede? Se Lei, Reverendo, acconsente, e facendo
uso di quel buon senso e di quel tatto che tutti le
attribuiscono, e di cui anche Sua Eminenza la sa
dotato...
— Ma non s’interrompa, la prego. Padre... Vada per
la più breve.
Il frate esitava...
— Capirà, è un affare delicato. Il Cardinale vuole
avvertirla per suo bene, per evitarle dispiaceri gravi,
gravissimi...
— Se non si spiega con chiarezza. Padre, io non so
davvero che cosa pensare... Di che dispiaceri, di che
avvertimenti parla ?
Don Angelo era un uomo paziente al massimo grado
Poteva stare a sentire per ore ed ore le confidenze di
un povero contadino a cui andassero male gli affari,
o le chiacchiere d’una vecchierella venuta a lui per
sfogare i suoi guai domestici ; ma, quando si trattava
di cose sue, desiderava spicciarsi presto, e le reticenze, le
tergiversazioni del cappuccino dietro le quali, come
dietro a un vetro appannato, vedeva muoversi l’ombra
di un qualche cosa di spiacevole, cominciavano ad
annoiarlo.
— E’ strano ! — esclamò il frate. E tacque di nuovo
Trasse dalla tasca del saio una grossa tabacchiera,
cacciò rumorosamente su per le narici una presa
enorme, e offerse quindi al suo interlocutore la scatola aperta con un « favorisca » pieno di cortesia.
— Prosegua — disse Don Angelo senza accettare
l’offerta.
L’altro richiuse la scatola e, sospirando, e scotendo
la testa in atto di scoraggimento, ripetè:
— E’ strano ! Credevo proprio che Lei m’avrebbe
capito a volo.
Don Angelo fece un atto di diniego.
— Bisognerà dunque — continuò il cappuccino cogli
occhi fissi sopra,la tabacchiera, che faceva girellare
da una mano all’altra — che io le parli francamente.
Ma me ne dispiace. Avrei voluto che mi risparmiasse
un compito fastidioso...
— Ma dica, dica. Padre, senza paura...
— Ecco, Reverendo : Lei sa che siamo in tempi difficili. Un’accusa di modernismo oggi può rovinare un
ecclesiastico. Un’accusa di modernismo, che arrivasse
alle orecchie della Santità di Pio X...
Don Angelo si mise a ridere.
— Un’accusa di modernismo sul conto mio, Lei vuol
dire. Padre ? Ma davvero Lei scherza : tale accusa a
mio riguardo sarebbe assurda. Il mio Vescovo mi conosce, le mie dottrine sono ortodosse, la mia predicazione è evangelica.
Lasciamo stare i Vescovi, signor Parroco, che
qualche volta sono di manica troppo larga... Quanto
alle dottrine... Creda non sempre è necessario essere
veri modernisti per venire accusati come tali. Qualunque infrazione, qualunque irregolarità... quando
venga rilevata da persona che vi abbia interesse,
può esser fatta passare per modernismo agli occhi
del Santo Padre...
--Oh — interruppe sdegnosamente Don Angelo. —
Lei vuol dirmi chiaro e tondo che per ragioni che
ancora non mi spiego, penderebbe sopra il mio capo
una falsa accusa di modernismo ! Le ripeto che non
ho a questo proposito nessun timore, e le dichiaro che
non credo punto che tali sistemi subdoli e ipocriti
sieno in vigore nelia nostra Chiesa. Troppa è la mia
stima e troppo è il mio rispetto verso i miei superiori per ammettere che una falsa accusa troverebbe
ascolto presso di loro. Bramerei però che Lei mi dicesse che cosa abbia mai a che fare in tutto questo
l’Eminentissimo Cardinale Vergati...
Con un sorrisetto ironico sulle labbra il frate lo interruppe.
Aspetti, aspetti, Reverendo, non si riscaldi. Ora
le metterò le carte in tavola, poiché finge di non capirmi.
— Non fingo assolutamente, signor frate — esclamò
Don Angelo tutto risentito: — non sono uso a fingere;
non capisco, ecco tutto. '
Il buono, il pacifico Don Angelo sentiva bollirai dentro un insolito rimescolìo.
Sarà rispose il frate guardando fisso il prete
con quei suoi occhi loschi e freddi, e domandando a
sè stesso se avesse a che fare con un furbo matricolato, o con un ingenuo miracoloso. — II Cardinale
Vergati c entra semplicemente come amico, gliel’ho
già detto. Voci di scandali che avvengono in casa
sua sono pervenute fino a Roma... Il Cardinale l’avverte per evitare un grosso guaio.
{Continua). ^
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