1
LA BUOi\A NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PREZZO dms«ociazio.\e;
{A domicilio
Torino, per un anno L. 6,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 » 4,30
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai conGni, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
.OijSsuovTsc Sé èv à'/ó/rn
Sdguendo la verìla Della carftk
Efes. IV. <5.
La Direzione della BUONA NOVELLA i
inTorino. casa Bellora, a capo del Viale
del He, N'’'I2, piano 3”.
Le assuciazioDÌ si ricevono dalla Direzione
del Giornale, e da GIACOMO BIAVA
via della Provvidenza N" 8.
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla Direzione.
Libertà di coicienza ed i clericali, — La società bìblica ed ì lUoi agenti. Critic^
degli evangeli di A. Bianchi Giovini. — Lettere iotomo allo tpirito religioso ia
Italia. — tJn monumento romeno. —‘ Notizie religiose. — Cronachetta politica.
l\ LIBERTÀ DI COSCIE\ZA ED I CLERICAL!
Coloro che scrivono non guidati
da principii, ma seguendo la foga
delle passioni debbono necessariamente cadere in contraddizione. Tali
sono i clericali, nei loro giornali
specialmente. Chi avesse la pazienza
di leggere tutti i giornali clericali di
Europa vedrebbe le dottrine contradditorie sostenute dalla stessa fazione
secondo le diverse passioni dalle quali
è agitata. Ma senza uscire dal nostro
Piemonte, e senza avere la noia di
seguire tutti i giornali clericali in
tutte le loro, dottrine, ci faremo ad
accennare alcune stranezze, per uon
chiamarle con altro nome, sostenute
dai due caporioni della fazione clericale, VArmonia ed il Cattolico intorno
alla libertà di coscienza. Mentre VArmania nel suo numero del 27 agosto
sfida la Buona Novella a dimostrare
che i cattolici sono intolleranti, pochi
giorni dopo fa l’apologia del s. Bartolomeo, ed attacca una polemica che
2
ancora sostiene colla Voce delia Liberlà. Il Caltolico accusa i Protestanti d’intolleranza, e nello stesso
tempo eccita il popolo ed il Governo
a non tollerare ì Protestanti ; sostiene
che il Cattolicismo è tollerante, ed
accusa nello stesso tempo il Governo
di tendenza all’eresia perchè si mostra alquanto tollerante. Saprebbero
i nostri lettori darci una ragione di simili contraddizioni clericali? Noi non
possiamo spiegarle in altra maniera,
se non che atlribuendole a mancanza
di principio. Essi sostengono una tesi
non per principio, non per convinzione,
ma per interesse o peraltro basse passioni. Mentre Gregorio XVI eccitava
Daniele O’Connell a farsi l’apostolo
della libertà religiosa in Inghilterra,
anatematizzava solennemente in una
enciclica il principio della libertà religiosa, [e lo chiamava una dottrina
assurda, erronea, anzi un deliro.
Ora andate, se vi riesce, a sostenere
seriamente una tesi con tale razza di
gente.
La Buona Novella aveva annunziato nel suo numero del oO settembre l'attentfito commesso dal piissimo
granduca di Toscana contro la libertà
di coscienza nell’avere imprigionata la
signorina Cunninghame-, tutti i giornali,a qualunque colore appartengano^
hanno gridato contro un tale atto
d’intolleranza. Noi credevamo che i
giornali clericali avessero avuto la
prudenza di tacere. Ma il Cattolico nel
suo numero di sabato trascrivendo il
fatto, secondo che egli dice, da un
giornale libertino che non nomina,
ha l’impudenza di approvare e commendare l’atto d’inlolleranza del Gran
Duca: ecco le sue parole: « Noi non
troviamo nulla di strano , e tanto
meno d’ingiusto e d’iniquo in questo
modo di procedere. Quello che troviamo di veramente strano e d’ingiusto è precisamente il gran rumore che
se ne fa presso noi ».
Piemontesi, ecco ove vogliono condurvi i clericali; in pieno medio evo.
Carcerare una giovane signora forestiera, trattarla nella maniera la più
brutale, farle uu processo per condannarla almeno a cinque anni di
lavori forzati, per il gran delitto di
aver regalato una Bibbia, è una cosa,
secondo i clericali, degna di lode,
ün’azione che fa fremere tutti gii
onesti a qualunque opinione appartengano, che fa arrossire di vergogna
i buoni e sinceri cattolici, che ferisce
il buon senso del mondo intero, è,
secondo 1 clericalij un’azione lodevole. Se tali uomini giungessero, siccome lo sperano, ad avere il sopravvento in Piemonte, il governo di Napoli ed il governo del Gran Duca
sarebbero i modelli che si proporrebbero a seguire. Grazie, o clericali
3
ce nè avete chiaramente avvertiti.
La durezza del Gran Duca nei non
volere accogliere le preghiere dei signori Inglesi 0 le rimostranze del rappresentante inglese è lodala dal pio
giornale in quesle parole; «La risposta del Gran Duca è la sola vera e
conveniente ad un principe giusto e
cattolico». Intendetela bene, Piemontesi, Ferdinando di Napoli e Fefdinando di Toscana sono i soli principi giusti e caltolici. 11 nostro Augusto Viltorio Emmanuele è principe
ingiusto ed eretico, secondo i clericali,
pcrchè animato da principii di tolleranza cristiana.
Intanto la Buona Novella ha il
piacere di poter dire che la sua narrazione intorno al fatto della signorina Cunninghame pubblicato nell’ultimo numero, è esattamente vero in
tutte le sue circostanze, anzi in alcune
di esse è al di sotto del vero. A far
meglio conoscere cosa sia l’intolleranza cattolica e la tolleranza protestante ci tratterremo ancora un poco
su questo fatto, seguendo le relazioni
del ChristianTimes del Ì50 settembre.
In una lettera scritta dal rev. Gordon, e pubblicata nello stesso giornale, si asserisce che la giovane Cunninghame nel giorno del suo arresto
era obbligata a guardare il letto per
una forle emicrania. Forzata a pre»eutarsi airuffuio di poluia, vi andò:
le fu Intimato l’arresto, fu circondati»
da quattro carabinieri, le fu accordato
tre ore di tempo a partire, ed i quattro carabinieri durante le tre ore la
guardarono a vista perfino quando st
ritirava nella sua camera da letto....
tali iniquità che non hanno nome
sono chiamate dai clericali giuste e
cattoliche.
La giusta e cattolica intolleranza
granducale non è restata soddisfatta colla prigionia della giovane
Cunninghame. Il caritatevole signor*
Gordon, inglese anch’egli che ebbe
il coraggio di intercedere per la sua
compatriotla, è stato costretto a
fuggire dalla Toscana, ed il Console
Inglese di Livorno lo ha messo di
notte a bordo di un vapore sardo per
salvarlo dalla prigionia. La sorella
della signorina Cunninghame ha do-*
vuto anch’essa fuggire, lasciando in
Lucca la madre vecchia ed inferma,
privala di ambedue le ilgHe; e tutto
ciò per ordine del principe giusto é
cattolico.
In una corrispondenza di Firenze
a queslo proposito, il Christian Times
dice: « Non è improbabile che sieno
falti allri arresti d’inglesi per la medesima cagione. La polizia si vatìta
di avere i nomi di cifca cinquanta
persone sospette di proselitismo evangelico, ed in questa numefo sotìo tri
0 quattro iignore. Le spie dono littit«
4
poste intorno alle loro case, e le persone che vanno a visitarle sono seguite e spiate. Le loro lettere sono
aperte alPulTicio della posta senza alcun riguardo, e sono mandale al loro
destino regolarmente aperte] » E tutto
ciò è, secondo i clericali, giusto o
cattolico !
Ma sentite, o clericali, i sentimenti
giusti e catlolici del vostro Principe
modello, e giudicate se sono, o no i
vostri stessi sentimenti suggeriti al
credulo Granduca da un vostro confratello. È sempre il Christian Times
che noi traduciamo. « Il Granduca
dichiara ch’egli considera la scoperta
del delilto (!) della signorina Cunninghame siccome una speciale direziC|ne della divina Provvidenza per
dare cosi a lui (Granduca) i mezzi
onde dare un castigo esemplare ai
missionarii inglesi. I suoi ministri
hanno suggerito invano una prudenza maggiore: la loro influenza è
stata contrabilanciata dal confessore
del Granduca che ha minacciato S.
Altezza dei tormenti dell’inferno se
ardisse graziare miss. Cunninghame
di una sola ora di prigionia, o di
risparmiarle uua sola circostanza d’ignominia ». Clericali del Cattolico, voi
sentite invidia di quel santo confessore che dà consigli cosi etangelici,
ed ognuno di voi vorrebbe trovarsi
nel caso di poter fare altreltanto. E
poi ardite chiamarvi cristiani! Ma
quale è il vostro Vangelo ?
Un altro tratto della ferocia clericale in questo fatto è manifestato
da un corrispondente di Livorno
dello stesso giornale inglese. In una
passeggiata che la giovane Cunninghame faceva in un piccolo villaggio
chiamato Benabbio vicino ai bagni
di Lucca, essa donò il libretto che
forma uno dei corpi di delilto. Il
parroco del villaggio lo seppe, « ed
offri una somma considerevole di
danaro a coloro che accusassero i>
di tale orrendo delitto miss. Cunninghame. Ferocia, vendetta, seduzione
tulto si mette in opera da costoro
purché possano essere intolleranti.
Ecco In questo fatto un piccolo
saggio della intolleranza clericale che
il Cattolico chiama giusta e cattolica:
vediamo ora cosa han fatto i protestanti inglesi.
Tutli i giornali inglesi non hanno
che una voce per detestare una lale
barbarie, cosi lodata dai clericali. Il
Times, che poi non è giornale religioso, ha dato un articolo che i nostri leltori avranno letto nell’Opinione, che dimostra quale sensazione
abbia fatta sul libero popolo inglese
la barbarie del Granduca.
L’Alleanza Evangelica ha mandato
una deputazione a Lord Clarendon
composta dei cristiani i più eminenti
5
d’Inghilterra; alla testa di questa
deputazione era il benemerito Sir.
Culling-Eardley, l’apostolo della libertà di coscienza, il quale portò la
parola per sostenere il principio
della libertà di coscienza vilipeso da
una legge barbara, e da un procedere
tirannico nel caso di miss Cunninghame; disse che la deputazione
rappresentava non solo l’Alleanza
Evangelica dei tre Regni-Uniti, ma
tulti i rami di detta Alleanza che
sono nel continente ed in America;
in guisa che quella deputazione era
veramente di tutti i protestanti del
mondo. Lord Clarendon accolse con
molta cortesia la deputazione, e rispose con tale franchezza, e con dimostrazioni di tale interesse, che la
deputazione si ritirò nella certezza
che il governo agirebbe con tutta energia per tutelare la libertà di coscienza.
Una numerosa deputazione deU’j^ileanza protestante presieduta dal nobile Lord Shaftesbury si presentò
parimente a Lord Clarendon per lo
stesso oggetto. Il nobile Lord presidente della deputazione, dopo aver
parlato del caso in particolare , si
espresse nella maniera la più forte intorno alla barbarie della legge invocata contro miss Cunninghame. Lord
Clarendon rispose » che egli era in‘eramente dell’opinione di Lord Sha
ftesbury sulla barbarie della legge in
questione, la quale è non solo contro
i principii del Vangelo, ma contro
lo spirito dei tetnpi ». Soggiunse che
egli e tulti i membri del Gabinetto
avevano interamente approvata la
energica condotta del Sig. Scarlett
incaricato di affari inglesi in Toscana
e conchiuse dicendo che il governo
aveva già dati gli ordini opportuni,
e che avrebbe fatto quello che doveva per la liberazione di miss Cunninghame.
Il Times del 30 settembre diceva
che il governo fa tutti i suoi sforzi
per la liberazione di questa vittima
del fanatismo clericale, e che ordini
energici sono stati dati al rappresentante inglese in Toscana. » Il pubblico
può essere assicurato, dice quel giornale, che la dignità deH’Inghilterra
sarà vendicata ia maniera convenevole, e miss Cunninghame sarà presto rimessa in libertà ».
Dietro r esposizione di tali fatti
tolti dai giornali inglesi, e noti inventati dalla Buona Novella, giudichino i nostri letlori da qual parte
è la verità e la buona fede ; o dalla
parte dei clericali che ci sQdavano a
dimostrare che i cattolici sono più
tolleranti dei protestanti; o dalla
parte nostra che non accettavamo la
sfida siccome non accetteremmo le
provocazioni di un pazzo che ci
6
— nn —
tiimolasse a provare che due e due
fanno quattro (B.N. n® 44 pag. 689).
Giudichino i nostri lettori cosa si
debba dire del Cattolico, il quale per
controbilanciare il fatto di miss Cunninghame ch’egli chiama cattolico e
giusto del Gran Duca, ci oppone due
fatti d’intolleranza che dice tolti da
fogli Prussiani, senza dirci da quali.
]l primo di questi fatti sarebbe un
decreto del Ministero che dichiara
gli ebrei incapaci di molti diritti politici, e specialmente nelle elezioni, di
cb« godevano dal 1848 in poi.
11 secondo è un altro decreto che
negherebbe la ricognizione legale di
una nuova chiesa evangelica luterana.
Noi non sappiamo se tali fatti sono
veri; ma posto che lo fossero, noi li
deploriamo altamente come attentati
contro la libertà di coscienza, ed
ogni uomo onesto, se non è clericale,
li deplora egualmente. Noi osserviamo
che sebbene tali fatti fossero veri, vi
potrebbero essere tali ragioni nelle
circostanze che, sebbene non potessero totalmente scusarli, ne attenuerebbero molto la enormità. Finalmente osserviamo cbe tali fatti, posto
ehe fossero veri, sarebbero di molto
Inferiori in enormità alle prigionie
delle giovanette, ed alle persecuzioni
del eattoUeissimo e giustissimo Gran
Duca, modello di governo, secondo i
clericali.
LA SOCIETÀ BIBBLICA
ED I SUOI AGENTI.
Ci è caduto nelle mani un documento autentico che dimostra quale
sia l’opera della benemerita Socielà
Bibblica inglese nei paesi stranieri.
Il documento in discorso è una istruzione che la Società dà ai suoi agenti
e colportori fuori d’Inghilterra intorno
al modo con cui si debbono regolare
nella vendita delle S. Scritture. Noi
abbiamo avuto in mano l’originale
inglese che traduciamo letteralmente.
I. Tutte le persone che sono impiegate al servizio della Società per vendere le Scrilture in paesi stranieri, saranno fornite d’una copia d'istruzioni
0 in iscritto o in stampa, le quali saranno pronti d’esibire alToccorrenza.
II. Tali istruzioni saranno comprese
nei seguenti principii :
1“ Che la Società ha per unico oggetto la circolazione delle S. Scritture
senza note o commenti.
2“ Che l’opera della Società non
sarà mescolata con altr'opera per quanto
si voglia buona e lodevole : e il colportore che sarà impiegato in quest’ opera
non venderà, nè circolerà altro scrilto
0 pubblicazione qualunque, nè altri oggetti o mercanzie.
5” Che sia reso il debito rispetto
all’ autorità dei paesi nei quali si farà
l'opera della Società; che è vietata ogni
discussione sì politica che ecclesiastica,
e il colportOre cerchi con ispirito di
mansuetudine e di saggezza di racco-
7
mandare se stesso e la sna opera a tutte
le persone coscienziose innanzi agli occhi di Dio.
È inoltre raccomandato :
in. Che uua copia delle sopraddette
risoluzioni sia mandata a ciascuno degli
agenti della Società, ed a tutti gli altri
che sia al presente, sia in avvenire saranno impiegali per sopraintendere ai
colportori dalla parte della Società.
I>elto e confermalo nella riunione del
Comitato del -i luglio 1853.
{EHratto dalle Alinuie)
Heniiy Knolleke
issisi. Forn. Secr.
Noi siamo ben lieti di poter pubblicare un tale documento per far
conoscere quale è quella Società contro la quale i clericali fan tanta
strepito, e che descrivono come una
società rivoluzionaria.
cRiTia Di'-GL! ixmm
Di A. DlAXCHl-GlOVliM
Caro fratello — Continuo a ragionarti
sul capo quarto del primo libro.
i.
L’autore cerca dì sostenere che il libro 0 raccolta di profezie attribuite ad
Enoch sia stato ritenuto per canonico:
ciò non è vero, comunque sia stato
molto stimato per alcun tempo. Origene,
Girolamo ed Agostino non gli accordavano alcuna autorità. Le Chiese dell’Abissinia, per esempio, lo han sempre
letto e tenuto in istirna, ma ciò lo metterebbe tra’ libri detti d'edificazione e
non tra' canonici. È dubbio se s. Giuda
parli di questo libro veramente, ma del
resto una citazione fatta da un autore
ispirato non costituisce la canonicità di
un’opera. S. Paolo cita ancora Arato,
Menandro, ecc. non perciò gli scritti di
costoro eran ritenuti per ispirati. Ma dippoi le parole di s. Giuda non menano
a dichiarare che egli abbia riconosriuto
l’autenticitù del libro d’Enoch, secondo
che pensa Girolamo : « Or a tali ancora
« profetizzò Enoch, settimo da Adam,
« dicendo ; Ecco, il Signore é venuto
« colle sue sante migliaia per far giu« dizio ecc. (Giuda, 14, IS)». La Bibbia, vale a dire il libro che noi, al pari
di s. Giuda, teniamo per infallibile, ci
presenta Enoch come uomo ehe camminò con Dio e poi fu rapito nel Cielo.
« Per fede, dice s. Paolo, Enoch fu tra« sportato-, conciofosBecosachè, avanti
« ch’egli fosse trasportato, fosse di lui
« testimoniato ch’egli era piacciuto a
a Dio». A’tempi di Enoch, il mondo era
già pervertito e non era lontano it gran
gastigo del diluvio. Or anche senz’ essere ispirati possiamo concepire che un
uomo di Dio come Enoch si fosse dato
a predicare la giustizia del Signore in
mezzo a’ perversi e ad avvertirli che non
sarebbe tardata. In questo concetto non
ci vedo nulla di meraviglioso, nè stupisco di certo, perchè s. Giuda lo abbia
ancor avuto. Or l’Apostolo (ci si badi)
non dice che Enoch ba scritto un libro
di profezie, ma che profetizzò, cosa naturalissima. Si obbietta, ch’egli cita
delle parole che si trovano uella raccolta
che porta il nome d’Enoch: la risposta
non è difficile per uomini che si facciano un’ idea giusta delle circostanze
d’allora. Non neghiamo che quella rae-^
8
colta dovesse esser letta per edificazione,
onde è naturale il pensare che Giuda,
non asseverando altro se non che Enoch
profetizzò contro gh empi, citi quelle
parole, perchè generalmente conosciute.
Al più possiamo ritenere come veraci
quelle parole contenute in queH’apocrifo
ma non è contro il buon senso, non
dico teologico, ma storico, di cavarne
una conseguenza più estesa? S. Giuda,
ebreo d’origine, non conosceva forse
che oltre i libri che costituiscono l’A.
T. secondo che gli ban conservati gli
Ebrei, non potevano riconoscersene altri per canonici? E se non poteva tenere per canonico il libro d’Enoch, come
lo avrebbe stimato autentico, mentre,
trattandosi d’un libro di quell’uomo di
Dio, r un carattere avrebbe inevitabilmente chiamato l’altro ? Valgano le stesse
osservazioni per gli argomenti che il
sig. Giovini cava dalla seconda di Pietro
II. i, ecc. e dall’Apocalisse. Usar le parole ed anche qualche immagine d’ un
libro non è ritenerlo nè autentico , nè
canonico. L’autore (ci duole dirlo, trattandosi d’un uomo meritamente riputato per ingegno ) ha confuso autenticità e canonicità e ha voluto basar la
prima sopra elementi che la critica più
sciolta da sola non saprebbe ammettere.
E noi non temiamo punto che la sua
opera potesse produrre la più piccola
impressione in uomini che per poco
abbiano approfondito simili materie; il
nostro timore (se pur ci lice d’averlo
sapendo quanto è potente Iddio) è che
la lettura d’ essa possa ingenerare nei
lettori, poco avvezzi a meditare, quella
tal confusione, da cui lo stesso Giovini
non ha saputo guardarsi, e che serve
ad alimentare il dubbio e l’indifferenza,
misere doti della generazione in cui viviamo.
2.
Il passo di Paolo nella I Cor. Il, 9.
ha destato fra gli interpreti qualche difficoltà, ma è COSI bello e profondo che
poteva pur esser preso da un apocrifo,
senza perciò che questo avesse uella
mente di Paolo l’autenticità. Anche adesso, per esempio, non v’è opera seria
cbe potesse sdegnare qualche passo preso
dai Promessi Sposi, romanzo che il Manzoni dice estratto da un antico cronista;
citandolo vi direi che lo tenete per storia
reale? Ma non abbiamo ciò detto che
per coucessione. Il sig. Giovini deve conoscere che dotti interpreti rinvengono
il senso di quel passo di Paolo in Isaia
LXIV, 4. Gli è vero che non si trovan
tutte le parole, ma si sa che gli Apostoli
nel citare si prendevano quella che i
critici potranno chiamare libertà bcpe
permessa e cbe noi cristiani chiamiamo
facoltà d’interpretare ed adattare ai vari
casi le parole dello Spirito Santo, essendo
da lui stesso guidati.
Non so comprendere poi come il Giovini trova citato il libro di Tannese
Mambre in II Tim. Ili, 8. Son queste
le parole di Paolo : » Or come Gianne e
Giambre , contrastarono a Moisè, così
ecc. » L’apostolo parla d’ un fatto, e il
nostro autore ne cava un libro. Il suo
metodo è precisamente quello cbe i teologi cattolici seguono contro i protestanti; un cenno è una dimostrazione.
3.
Son curiose queste sue parole ; <> Gli
« oracoli delle sibille son citati frequeii« temente e con autorità canonica dagli
9
« antichi teologi.... « E ricorda il noto
verso del Dies irae che cantano i preti
romani Teste David cum Sybilla. Gli
antichi teologi, dovendo difendere il cristianesimo in faccia a’ pagani, si servivano degli antecedenti che vi trovavano,
e come ai Giudei ricordavano l’A. T.,
così a’ Gentili non potevano che citare
filosofi, sibille e che so io. Ma queste
citazioni li rend.ivano già canonici? È
un argomento cbe proverebbe troppo,
e nel novero degli autori ispirati dovremmo inserire Platone, Zenone e vi
sarebbe anche posto per E|»icuro. Quale
strana conseguenza? Ma crederebbe il
sig. Giovini cbe un teologo, solo col cavare argomenli da un libro ed anche
col lodarlo, mostri d’averlo per canonico? Higuardo al pregio della liibbia
ogni teologo poirebbe rapportarvi i passi
di molti increduli : vorreste poco dopo
regalarceli per ispirali? Egli è tanto
vero che agli oracoli sibillini non si è
mai accordala autorità canonica, che si
pensava essere state le sibille invase dal
demonio; e se nel Vies irae si pongono
a livello di Davide, ricordiamoci che
quel canto è stalo scritto nel Medio-Evo
ed è ritenulu dalla chiesa romana cbe
conserva le cose di quell'epoca barbara
con un amore veramente baronale.
L’autore poi s'inganna, se crede che
il passo di Clemente (Slrom. VI, ecc)
appartenga a s. Paolo. Checché ne p«nsi
Clemente, basla leggerlo per conoscere
che non è lo stile dell’Apostolo, quello
stile che è il piii scolpilo e il pii'i riconoscibile. D’ altronde in esso non si
inculca che di leggerei libri de’Gentili
per trovare argomenti a prò delle verilà
cristiane, ma questo non è riconoscerli
per canonici.
LETTERE
in0R\0 ALLO SPIRITO RELIfilOSO
IN ITALIA.
XI.
Effetti della dottrina romana.
E antica fama il popolo italiano essereinclinato a superstizione. Se convien
credere alle memorie storiche, il soldato
romano cui non atterriva la presenza
di formidabile nemico, era collo da subitaneo terrore religioso se il fragore
del tuono, od il volo degli uccelli pn-sagivano sinistramente della vicina battaglia. Se per lo contrario si studia
queslo popolo nella sua facile intelligenza , lo si vede dispiegare un senso
pratico delle cose od una mente così
signora di sè, da eccitare una curiosa
maraviglia, la quale invita a ricercare
di tanto singolare contrasto le segrete
cagioni.
Io pongo in rilievo falli su cui non
può cader dubbio, e potassi sostengo,
che dove è tanta lucidezza di menti e
potenza di retto senso la nebbia dello
superstizioni è un fenomeno puramente
incidentale , e che a dissiparla basterà
che ris|ilenda una sol volta la luce.
Esiste fra noi un errore patente, al
quale per avventura non badarono mai
gli llaliani intelletti, e mentre essi logorano un robusto e nobilissimo ingegno nell’ordinare modi ed argomenti con
che risollevare la parte morale di quesli
popoli, e mirano a distenebrarne l’ignoranza e restituirli a dignità, non s’avvedono come ne’ loro disegni conservano sempre tutta intera la perpetua
causa dei mali, la quale ue manda a
10
vuoto i generosi tentativi e ne delude
i più fini accorgimenti. Come pretendono essi di far libera la società e rendere migliore l'individuo se ne abbandonano la di lui coscienza alle distrette
della servitù più avvilente ? È egli possibile il porre in campo una ragionevole
pretesa a dare una splendida realità ai
terreni destini se intanlo l’anima è
schiava, o giace svigorita e perplessa
nell’arida miscredenza in cui ella cercò
funesto riparo ad iutollerando servaggio.?
Oh ! aprano le porte alla verità che si
avanza, e la terra ed il cielo li griderà
salvatori ; ma (inchò la mite e benefica
luce del Vangelo è tenuta avvolta nel
misterioso inviluppo del privilegio sacerdotale , ogni speranza nel meglio è
una triste delusione o comperata menzogna.
L’Italia è religiosamente disfatta ; la
vergine fede degenerò in sensismo fanatico , o in agghiacciata indifferenza.
Se la fiducia nelle più strane combinazioni dell’imaginativa trova fra noi un
facile alimento, se a danno delia schietta
verità si accoglie di miglior grado la
credenza nelle stravaganze di un extranaturale mostruoso, di un commercio
paventato degli spiriti coi viventi, dì
paure in una vendetta divina che disgraderebbe l’umana ferocia, tutti (juestì
effetti non sì vogliano attribuire alle influenze esteriori di un clima benigno e
di una natura splendida e ricca di doni
infiniti. Il bello naturale medesimo ingentilisce e solleva lo spirito, non lo
degrada ed accascia ; e se questi popoli
non caddero moralmente si in basso da
lasciarci ancora vivissima speranza di rigenerarli, essi lo devono forse in parte
a questo aspetto di una natura che cospira a toglierli dalla vecchia corruzione,
ed a riaccendere continuamente la favilla del vero e de’ liberi desiderii negli
animi asserviti nella loro più nobile
parte, nella coscienza.
Ciò che condusse lo spìrito religioso
degli Italiani in quasi insanabile vizio
è un dogmatismo feroce che richiede
una cieca ed intera adesione dell uomo
ai decreti dell’uomo; e che non dando
più luogo nè a libertà di coscienza, nè
a libertà di esame, distrugge 1’ opera
divina in quelle stesse essenziali condizioni di vita per cui divengono possibili la fede c la virtù. Funesto principio
dal quale non tardano a scaturire conseguenze più funeste ancora ! Stabilita
come necessaria ed utile la servitù di
coscienza, non si era per così dire che
annunciato il principio direttivo della
azione di Roma che essa dovea portare
nel campo della morale. Jl creare un
ordine morale fattizio ed arbitrario diveniva una imperiosa necessità, poiché
le coscienze si sarebbero sempre emancipate qualora non avessero auticipatamente trovata la regola formale d'ogni
pensiero e d'ogni opera umana.
Quale pertanto poteva essere lo spirito dì questa niorale, fatta stromento
di dominio assoluto suH’uomo ? Essa doveva avere, come li ba, due fondamenti,
il terrore e l’abbassamento degli animi,
lo spavento dei presenti danni e dei futuri castighi combinato con una falsa
umiltà , che si risolve in un vilissimo
concelto di sè, e nella persuasione che
r uomo non sìa chiamato a compiere
nulla di buono e di grande nel seao
dell’umana associazione.
11
Questa morale non insegna che l'obbedienza a Dio e nello stesso tempo il
principia della libertà individuale sulla
terra, ma tende a formare deU'uonio il
docile schiavo di chiunque, invocando
la divinità s'arma della forza per dominare in un mondo d’eguali. Essa uon
riconosce quel profondo sentimento del
dovere che apre il campo alle pili litìere
virtù ; ma richiede la muta sofTerenia
di chi deve sempre incurvarsi sotto il
flagello dell' errore e della forza. Non
insegna quella vera umiltà che desta
nell’ uomo il confronto tra la sua duppocbezza e l’infinita maestà e grandezza
del suo Creatore, ma induce nell’aninio
prosternato le abitudini di quella pieghevole servilità che si degrada uel cinismo, nella simulazione, nella vendetta.
Qual maraviglia dopo questo se iu molte
parti d’Italia l'assassiuo riscuoterà l’ammirazione popolare; se l’obbedienza alla
legge pubblica sarà un affare separato
da ogni idea di giustizia ; se l’ozio sarà
preferito alle abitudini laboriose della
produzione e della scienza'?
Dai due precedenti fomiti di quest'opera dissoivitrice spunta come risultato
supremo la superstizione. Si perseguono
ancora col sarcasmo irrisore le credenze
superitiziose delle religioni che si disegnano nella vasta complicazione del mito.
Tanta superbia mi pare ohe non ei stia
bene essendo quel che siamo. Si comprende come la mente rivestita della
primitiva rozzezza e non esperimentata
alle sublimi astrazioni dovesse quasi necessariamente solTermarsi al fenomeno,
ed attribuire una divinità al cielo temperato di un azzurro ridente e scon»oUo dal turbine ioni)ro, »Ila maestà
dell’onda marina, ai fertili solchi, alle
acquo benefiche delle fonti ; ma aloieno
in mezzo a questo commercio di numi
r uomo poteva credersi il prediletto di
Giove e sentirsi signore della terra. Ma
la superstizione che nasce dal servaggio
della coscienza materializza egualmente
l'idea dell’Ente supremo salvo ad abbassarla maggiormente per tutti i capricci
d'una esaltata immaginativa. Lo schiavo
della coscienza, non potrà più come il
pagano, guardare alle manifestazioni
delia divinità quale una potenza benevola ed amica , ma si sentirà domato
dallo spavento delle apparizioni e dalle
più assurde sospensioni delle leggi naturali. L'universo colle suerairiadidimontii,
l’ammirando aspetto di una natura produttrice cbe si rinnovella , lo stupendo
congegno della macchina umana, il fenomeno del pensiero nqn varranno ad
attestar Dio ed a procacciar fede nella
sua onnipotenza, quanto 1’ avvenimento
più irragionevole e stravagante. I pesci
che si aflbllano ad udire la predica di
un santo, un giumento che si genuflette,
un'immagine che suda o che ricusa di
lasciarsi muovere di luogo, saranno prove
più evidenti della sapienza divina che no»
l’opera stessa deH'universo. Una infinita
serie di leggende corre fra le popolazioni d'Italia che si tramandano da una
generazione all’altra o raecoltsnei libri,
o rese più sconce dalla tradizione orale,
le quali depongono intorno allo strano
inten-ertimento che fra esse ha subito
la fede.
Li\ MOAUMEATO UOMAiXO.
Nella chiesa di s. Giovanni in Laterano che è la chiesa papale, (a ma^
12
dre e il capo di tutte le chiese di cristianità , nei due pilastri dell’ altare
principale esistono due pergamene in
bella cornice dorata: ambedue le pergamene contengono la stessa scrittura , ma quella a destra è in latino,
quella a sinistra in italiano. Noi possediamo una copia di queslo documento, che presentiamo senza commenti ai nostri letlori.
Sommario delle indulgenze che sono state
concesse a questa sacrosanta Basilica
Lateranens».
Essendo questa sacrosanta Basilica Lateranense det ss. Salvatore la prima fra
le sette chiese di Roma, siccome è altresì
capo e madre di tutte le chiese di Roma
e del mondo, e godendo perciò ogni giorno
di moltissime indulgenze, delle quali parlando il pontefice Innocenzo diceva: « che
tante e si numerose sono le indulgenze
della chiesa Lateranense, che non si possono in veruna guisa numerare se non
dal solo Dio,, le quali tutte io stesso confermo I). E Bonifacio papa : « se gli uomini sapessero quante siano le indulgenze
da molti pontefici concesse alla chiesa
di s. Giovanni in Laterano, non sarebbe
d'uopo il visitare il sepolcro di Gerusalemme, nt tampoco s. Giacomo di Galizia ». Con tutto ciò per maggiore notizia
dei fedeli cristiani, si numerano le seguenti.
Per incontrastabile tradizione, come
scrivono Panvinio, Rasponi, ed altri ce'eberrimi autori, s. Silvestro PP. 1 concesse remissione di tutti i peccati a quelli
che visitassero questa sacrosanta Arciba
silica, la quale indulgenza fu confermata
da s. Gregorio II dopo avere consacrato
questa chiesa restaurata dopo la distruzione fatta dagli eretici. Inoltre Bonifacio PP. IX disse : « se qualcuno verrà alla
nostra chiesa Lateranense per line di
orare, di pietà, o di pellegrinaggio, sia
purgato da ogni macchia di peccato ».
Questi plenaria indulgenza consta dagli
antichi documenti essere stata annessa ai
seguenti giorni.
{Qui sono notati i giorni).
Di più PP. Eugenio IV concesse espressamente per ogni giorno questa indulgenza plenaria di tutti i peccati a tutti i
cristiani fedeli che veramente contriti e
confessati visiteranno la suddetta Basilica
Lateranense, come consta dalla sua bolla
data ai 3 luglio 14i6.
All’altare maggiore sono quarantotto
anni d’indulgenza con altrettante quarantene e colla remissione della terza parte
dei peccati. Nicolò PP. IV con sua bolla
data in Rieti ai 17 settembre 1289 concesse ai Romani e circonvicini che visitassero questa stessa chiesa tre anni e tre
quarantene: ai Toscani, Pugliesi e Lombardi, cinque anni e cinque quarantene ;
agli oltramontani però ed agli oltremarini
sette anni e sette quarantene ne’seguenti
giorni festivi, cioè :
{Qui seguono i giorni).
Due anni e due quarantene nella festività di tutti i santi Apostoli {siegue una
nota di allri giorni) e in tutte le domeniche : un anno però e cento giorni in
ciascun giorno dell'anno.
( Qui siegue una lunga lista di altre
indulgenze da lucrarsi in varie occasioni).
Vicino alla sagrestia si conserva e si
13
venera la grande tavola in cui Gesù Cristo
cenò co’suo! discepoli nel giovedì santo,
la quale resta alla puliblica vetierazione
dei fedeli nel detto giovedì santo ed ai 21
di decembre festa di s. Tommaso apostolo.
Quelli che venerano questa tavola acquistano molte indulgenze.
La S. M. di Leone XII con suo rescritto del 2i gennaio ìi-27 concesse che
tutti gli altari, tanto della Basilica Lateranense, quanto della sagrestia di essa, siccome altresì quelli esistenti nel Battisterio Costantiniano fossero perpetuamente
privilegiati per tutti i sacerdoti sì secolari
che di qualunque ordine, congregazione
0 istituto regolare, i quali celebrano in
detti altari. Clemente Xil nella lettera in
forma di breve solto il di 21 agosto 1737
concesse tutte le indulgenze che acquistano quelli che visitano i sette altari della
Basilica Vaticana.a coloro che visiteranno
1 sette altari della nostra sacrosanta chiesa......
Nella cappella di s. Giovanni Battista al
Fonte, nella quale per cagione della santità
del luogo non vi possono entrare le donne, ogni giorno si acquista remissione
di tutti i peccati.
ìSella cappella di s. Lorenzo a Sancla
Sanclorum, ove si conserva la vera immagine del ss. Salvatore non manufatta, nella
quale vi sono molte e preziose reliquie
dei santi, ed in cui non è lecito alle donne
entrare giammai per la gi-ande santità del
luogo, vi è indulgenza plenaria quotidiana, come ivi si vede descritto.
Quelli i quali saliranno in ginocchione
divotamente la scala detta Santa, composta di 28 gradini, la quale dal palazzo di
Pilato in Gerusalemme fu trasportata dall'imperatrice s. Elena, e fu dal Redentore
nel tempo della sua passione salita, e col
suo sacratissimo sangue decorata, acquisteranno parecchie indulgenze nel salire
ciascuno dei gradini, come si legge nella
tabella ivi aiTissa.
Tutte le predette e singole indulgenze
e remissioni o rilassazioni dei peccati e
delle pene, e tutte le altre grazie spirituali
concesse da molti sommi pontefici sì per
li vivi che per li defonti a (¡uesta sacrosanta Basilica Lateranense, e le quali già
da molto tempo si mettevano in pubblico
nella stessa Basilica col consenso dei medesimi pontefici, benché di alcune di esse
non si trovassero monumenli certi, la
S. M. di Benedetto XIV di molu-proprio
e di certa scienza ed autorità, le approvò
tutte e le confermò nella sua costituzione
che comincia ylssiVu® sollicitudines, data
col piombo appresso a s. Maria Maggiore
alli C di maggio 1731, e decretò che tutte
competevano senza alcuna contraddiziono
alla mede.sima Basilica nella stessa maniera che se alla stessa chiesa fossero concesse per la suddetta costituzione.
IVOTIZIE RElilGlOSE
Germani.v. Una corrispondenza della
Semaine Religieuse dà i seguenti dettagli sui progressi del Vangelo in Germania.
Dusseldorf. Questa città ha una popolazione di 40,000 abitanti, 6 a 7,000
sono evangelici. I templi evangelici sonn
talmente pieni la domenica che si sono
resi insuiRcienti per contenere le persone che accorrono alla predicazione
del Vangelo. Un nuovo tempio evangelico sarà fra breve costruito per prov-
14
Vedere al bisogno che hanno le anime
di ascoltare ia parola di Dio.
Kaiserswerth. Il pastore evangelico
Fli*dner ha nel 1833 fondato una casa
di diaconesse per l’assistenza dei malati.
Di già il zelante pastore ha inviate alcune delle sue diaconesse a Gerusalemme,
a Costantinopoli, a Smirne. Si ricevono
in quella casa gratuitamente le giovani
che vogliono dedicarsi a quell’opera d
cristiana carità : dopo alcuni mesi di
prova per conoscere se sono capaci di
proseguire in quella vocazione , le si
danno le lezioni necessarie di teoria e
di pratica: poscia subiscono un rigoroso esame di capacità, il quale esame
si raggira ancora intorno alla conoscenza
ed alla preparazione dei medicamenti.
Il venerando paslore onde dedicarsi interamente ad un’opera cosi interessante,
sebbene padre di otto figli , ha rinunciato all’u/Ticio pastorale. La sua prima
moglie è morta per il servizio dei malati ; la seconda è interamente occupata
nella stessa opera di carità ; la sua figlia
maggiore è uno dei più grandi sostegni
dell'opera. I malati sono condotti anche
dai paesi lontani in questo stabilimento,
tale è la fama che gode. Vi sono ricevuti indistintamente i cattolici e i protestanti : e siccome la tolleranza religiosa
non può essere separata dalla carità cristiana, i preti hanno la facoltà di poter
visitare nello stabilimento i loro correligionari. I malati poveri sono ricevuti
gratuitamente ; ma allorché sono guariti
promettono di rimborsare allo stabilimento le pure spese facendo dei piccoli
risparmii che gli sono suggeriti, anche
solto il punto di vista igienico. In questo
interessante stabilimento vi è altresì
una scuola destinata a formare delle governanti (bonnes) di fanciulle cristiane.
È questa la carità evangelica, unita
alla più perfetta tolleranza: cosa ne dicono i clericali?
Colonia, n culto evangelico fa dei rapidi progressi in questa città. Si è sentito il potente bisogno di fabbricare un
nuovo tempio: gli evangelici poveri si
sono obbligati a metter da parte un
silbergros (12 centesimi] al giorno per
ciascuno fino a che sia riunita la somma
necessaria per la costruzione del nuovo
tempio; i ricchi han dato doni considerevoli ; M. Jose ¡proprietario di una
raiKneriadi zucchero, ha contribuito pef
la somma di 10,000 talleri.
Bèmagen. É una città di circa 2,000
anime sulla riva sinistra del Reno. La
popolazione è quasi esclusivamente composta di vignaiuoli e coltivatori : un solo
quinto è protestante ; i protestanti sono
i coltivatori i più benestanti, e non Vi
sono cbe due famiglie povere fra di loro.
I gesuiti han fatto le loro missioni in
tutti i paesi dei contorni, ma il parroco
di Rèmagen si è opposto a tale missione,
e gli è riuscito d'impedirla nella su*
parrocchia. «11 paese è povero, diceva
il parroco, e la missione dei gesuiti è
troppo costosa".
Francfort-sur-le-Mein. — Questa città
quasi interamente evangelica si distingue
per la esatta osservanza della domenica.
Tutte le botteghe sono chiuse, tutti i lavori sono sospesi: cd intanto la città
prospera di più in più. La trasgressione
dei divini comandamenti non ha mai
prodotto la ricchezza e la prosperità.
Prussia. Berlino.— « Nelle feste della
Pentecoste, dice la stessa corrispondenza,
15
è entrato nella Chiesa evangelica ed ha
preso la comunione con noi l’ex-abalc
F. Napoleone Maès, allievo de’ gesuiti e
proressore. NeH’eti di cinque anni divenuto orfano fu posto in un collegio dei
gesuiti e visse qualche tempo a Parigi,
in Provenza, e quindi restò per tre anni
a Roma. Fu per due anni professore di
matematiche e di fisica nel collegio dei
nobili a Torino...... ncMSii lasciò la
casa dei gesuiti per molivi di coscienza,
e dopo essere stato per più anni come
precettore in una famiglia nobile, si decise andare a Berlino. Egli era fornito
delle migliori raccomandazioni : cd è in
codesla città che cedendo infine al bisogno imperioso di sua coscienza, dopo uno
studio continualo e profondo sulla Bibbia
ha riaunciato per sempre alla posizione
lucrativa che godeva, ha rigettato le proposizioni di nuovi vantaggi temporali
che gli si facevano, ed ha abbracciato il
cristianesimo evangelico......Egli guadagna ora stentatamente di che vivere
dando particolari lezioni ».
PftvssiA Breslau. Scrivono da questa
ciltà: « Le conversioni al Vangelo dei
preti cattolici-romani si moltiplicano in
questi paesi. Ultimamente ancora due distinti ecclesiastici, uno dei quali era
primo parroco inSilberberg (Silesia Prussiana) hanno rinunciato agli errori di
Homa per abbracciare la religione del
puro Vangelo. 11 i maggio due allri ecclesiastici romani convertili al Vangelo
verso la fine dello scorso anno, sono stali
consecrati pastori di due comunità protestanti 1).
Belgio. — Due nuovi templi evangelici sono stati eretti recentemente nel
Belgio j uno alla Bmverie^ e l’altro a
Gdliiseau: quest'ultimo é stalo inaugurato il 28 agosto.
Francia. —Nella comune di Franvillers (Piccardia) un pastore evangelico,
M. Goulard. andava una volta ogni due
mesi per parlare a qualcuno del Vangelo.
Ciò accadeva nel 1850. Il parroco del
luogo incominciò ad attaccare i protestanti dal pulpito, e disse contro di essi
quelle stesse cose che dicono i preti <]ui
in Torino nelle loro conferenze. Ma il pastor Goulard annunziò la sua intenziune
di rispondere a tali attucchi. Non appena
si seppe la cosa che il popolo accorse in
folla, ed il pastore evangelico fu obbligato a tenere le sue riunioui all'aria
aperta, tanta era la folla che accorreva.
Allora la Società centrale di Parigi inviò
altri ministri per predicare, cd ora 25
capi di famiglia si sono apertamente dichiarati protestanti, ed un numero più
grande se non si sono ancora dichiarati
lo saranno tra breve, imperciocché tutti
simpatizzano pel Vangelo, e la chiesa
parrocchiale è quasi deserta. Il consiglio
municipale ha accordalo alla nuova
chiesa evangelica il terreno per fabbricare un tempio.
Inghilteriia. Leggiamo nel Record (tii
settembre) che nella somma di J2,952
lire sterline che i clericali han raccolte
per pagare il processo di calunnia del
celebre Newman, sole 1C3 lire sterline
erano state raccolte in Italia. Osserva il
detto giornale che il capoluogo del clericalismo non si è portalo mollo valorosamente. Noi al conlrario osserviamo
in questo fatto il buon senso degli llaliani che non han voluto concorrere a
pagare le spese di un processo di caluuaia tentato e perduto contro un ita*
16
liano. Gl’Italiani han lasciato che i preti
pagassero da loro ; e con tutto che l’arcivescovo Fransoni sia concorso con lOliO
franchi, ciò nonostante non si sono raccolte da tutta Italia che "163 lire steri,
f i07o fr.). 1 preti italiani non sono stati
certo i più generosi.
America (Chili). Il Faro della Loire
pubblica il fatto seguente; " Un fatto
incredibile c rivoltante è accaduto a Valparaiso. Se si deve credere al PanamaStar il cadavere di un protestante sarebbe stato non solo privato della sepolturaj ma gettalo ai cani, perchè prima
(li morire, lo sventurato straniero aveva
ricusato di confessarsi ad un prete cattolico ». Il Chili è paese emineuteineute
cattolico !!!
Canapà. Leggiamo nel Semeur Canafìien di Montreal ; « L’arcivescovo Bedini
nunzio del papa agli Stati Uniti, dopo di
avere compiuta la sua missione a Washington è venuto al Canada per raccorre gli omaggi della folla superstiziosa , e delle persone istruite che non lo
conoscono , o che hanno interesse di
tingere che noi conoscono. Egli è condotti» di luogo in luogo , ed il nostro
povero popolo si prostra davanti a lui
come se fosse una divinità; ma coloro
die sanno (|uale parte egli abbia rappresentata in Italia, non mancheranno
di essere disgustati delle ovazioni di cui
è l’oggetto in questi paesi. Questo fautore del dispoiismo, questo nemico degli
uomini di progresso pu(ì essere incensato per un momento fra di noi ; ma
quando sarà conosciuto, ogni canadese
avrà vergogna degli omaggi che gli sono
stati prodigali ».
Austiìalu. Un nuovo vescovato anglicano è stato eretto nell’Australia occidentale.
CRONACHETTA POLÌTICA
Genova. 4 ottobre — Gli arresti dei
3uali vi feci cenno ieri sono in numero
i 26 • essi connettonsi con altri arresti
operati in altre parti dello Stato che
giungono, si dice, a 70 circa. Una tal
misura di rigore si vuole da alcuni at'
tribuire ad un motto d’ordine partito dal
Comitato di Londra, inteso ad insurrezionare la Penisola tostochè si rompesse
la guerra in Oliente. Io vi partecipo
questa versione colla massima riserva.
Vuoisi anche che una parte degli arresti sieno stati provocati dalla poco lodevole condotta morale di qualche emigrato. (Corrisp. áeWíGazzettadel Popolo).
Firenze. Il corrispondente del Parlamento scrive dolorose notizie di Toscana. Tutte le classi indistintamente
si occupano dell’inverno che incalza ,
minacciando una spaventevole miseria;
la raccolta dei cereali fallita, scarsa
quella dell'olio, la vigna quasi totalmente ammalata , finanze rovinale , i
furti cresciuti a disniisura , il numero
dei mendicanti, specialmente nelle campagne aumentato in una proporzione
spaventevole.
Francia. La Francia ha perduto la
sua pili grande illustrazione scientifica.
Francesco Arago , segretario perpetuo
deH'Accademia delie Scienze , è morto
il 2 ottobre.
Vienina. L’armata austriaca, sccondo
la Presse del 4 corrente, non subirà alcuna riduzione. In nuello scambio , in
forza di un provvedimento analogo a
quello stato or ora adottato in Francia,
i soldati in congedo sono stati richiamati sotto le bandiere,
I redattori dei giornali di Vienna sono
stati chiamati dalla Direzione di polizia
e formalmente invitati a non parlar più
dei movimenti di truppe che hanno
luogo nell'impero.
Quistione d’Oriente. La flotta della
Manica ha lasciato le acque di Cork ;
una parte dei vascelli che la compongono veleggiano per il Mediterraneo.
Sir James Graham è stato chiamato a
Londra.
Londra 4 ottobre. Si é ricevuta la notizia della dichiarazione di guerra per
parte della Turchia.
Direttore G. P. MEILLE.
Giuseppe Mirapel gerente.
TIP, SOC. DI A. PONS E COMP.