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LA BlIO^A NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PUEZXO D’ASSOCIAZlO.^'iS ,
(il domicilio)
Torino, per un anno L. 6,00 I L.7,00
— per sei mesi » 4,00 | » 4,b0
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7,30
per sei mesi, » 5,20
A/cSeùovTe; Ji ta iyinr)
SegMfQilo la veriii nella carili
Efes. IV. ^5.
L'Umeio della BUOiNA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, via Carlo Alberlo,
diilmpello al Caffè Dilei.
Le assuciazioni si ricevono in loriDo allo
slesso Uificio.
Gii Atsociali delle Provincie potranno provvedersi di vn vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
< Confeitori di G. C. in Italia nel lecoio XVI j Pietro Paolo Vergerlo IH. — La
fetta della Balziglia nelle Valli Valdeii. — L’abiura di Gaetano Petrucoi. —
Notizie religioie. — Cronachetta politica.
I CONFESSORI DI G. C. W ITALIA \KL SEGOLO X\'l
Pietro Paolo
III
La morie dei fratello accompagnala
dal sospelto di veneficio, la perseciiiione del feroce inquisilore, la pazza
collera suscitala da quesl’uUimo nella
classe infima, siipersliziosa cd ignorante di Capo d’Istria, e ua ordiQe pontificio di recarsi a Roma per giustificare la propria condolta, consigliarono
l’abbattuto Pier Paolo a lasciare furtivamente la sua diocesi dove non vivc/i
{»iù sicuro, R rifiigpirsi a Mwritov»
Vergerio.
presso il Gonzaga, nolo per lunga e
generosa proiezione accordata al Vermigli. Ma poco dopo codesto cardinale, costretlo da rtilerale ed imperiose riraoslranze di monsignor La
Casa, nunzio apostolico e dello stesso
pontefice, dovette congedarlo. Espulso
da Mantova, il perseguitato recossi a
Trento, lusingandosi di Irovare amici
e difensori tra i vescovi chc erano
j iuniti in quella città, r potersi giii.iti-
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ficare agevolmente, o come credono
alcuDÌ, con animo di partecipare anch’egli al concilio. 11 Papa era tentalo
di farlo arrestare; ma ne fu distolto,
per non dar pretesto a’ dissidenti di
mellere in discredito questo concilio,
al quale alTibbiavasi più in parole che
in fatti, il caraUere di assemblea liberissima ed accessibile ancbe a’prolestanti.
Per allontanare da Trento un personaggio lanto pericoloso per quanto
abile nelle controversie e nel maneggio degli affari, i legali del papa tolsero il pretesto di prorogare l’intimazione fallagli di recarsi a Roma e commettere al nunzio ed al patriarca di
Venezia l’esame delle accuse che pesavano sopra di lui.
Non udito e respinto da’padri del
concilio, Pier Paolo V^ergerio dovette
limitarsi a patrocinare la propria causa
davanti i magistrati che gli furono assegnati; e ciò fece con tale accorgimento, che gli riuscì di protrarre il
processo per ben due anni,.vivendo in
questo tempo libero e sicuro nella capitale della veneta repubblica. Allora,
riputando sedalo il furor popolare
nella sua diocesi, apparecchiavasi a
ritornarvi; ma vi si oppose il nunzio
Della Casa, il quale gli ingiunse in
forma di consiglio di recarsi a Roma
onde purgarsi prima d'ogni accusa, o
sentirsi pronunziare la condanna.
Duro consiglio, o piuttosto falale comando, che metteva il Vergerlo nel
crudel bivio, o di far ciò che al pontefice aggradiva, e conservare la sua
dignilà, con ¡scapito della coscienza;
ovvero di mantenersi fedele alle sue
nuove convinzioni perdendo ogni speranza di perdono, la dignità vescovile,
e forse la liberlà e la vila. La sua situazione era assai critica; ed esitando
nella scelta, mostrava apertamente che
se agli occhi suoi era balenato un raggio di verilà, pure mancava di quella
fede viva e profonda che ispira all’uomo la difTiclle e rara virtù del sagrifizio, Vergerio avrebbe voluto star nella
via di mezzo, cioè rendere un segreto
omaggio alla verità, ma nel tempo
stesso conservare in pubblico le apparenze di paslore caltolico, e godersi
lutti i vantaggi che emergevano da cosiffatta dignità. Un caso inaspettato
contribuì a farlo uscire da siffatta esitanza e spingerlo ad un partito più
franco; e fu la miseranda One di Francesco Spira. Questo famoso giureconsulto di Padova, noto per le sue inclinazioni evangeliche, moriva in un’orribile agitazione d'animo e quasi disperato perchè atterrito dalle persecuzioni
del S. Uffizio, aveva abiurato la nuova
fede. Vergerio fu presente al miserando spettacolo della di lui morte, e
cercò di consolare l’infelice penileule.
Però questa scena gli fece tale impres-
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sione neiranimo, che deliberò di nou
pensare più oltre alla sua diocesi, abbandonare la patria e cercare un asilo
in lerra straniera per polervi professare pubblicamente e senza pericolo
la verilà che aveva abbracciato. Fu
allora che i primi segni della grazia
cominciarono a manifestarsi in lui;
infatti il suo linguaggio divenne più
raldo e talvolta pieno d’entusiasmo.
« L’anima mia, diceva egli a questo
proposilo, è invasa da tale ardore, che
spesso mi senio incilalo da ignota
forza a recarmi davanti l’ambascialore
di Venezia, ed esclamare: Uccomi;
ove sono le vostre prigioni ed i vostri carnefici? Su, sfogate il furore che
vi anima contro di rae; gellalemi nelle
fiamme per la causa di Cristo, ve ne
supplico; imperciocché io sono stato
fortunato di rianimare il coraggio abbattuto del misero Spira, e render pubblico ciò che Dio volea fosse palese! »
Non contento di aver prodigalo
pietosi conforti al morente, Pietro Paolo, volle scriverne la sloria, dipingerne
con vivi colori la desolazione, riportarne le parole, gli atti, i sospiri, e
trasfondere negli allri le sue salutari
impressioni, perchè potessero servire
di ulile esempio a’deboli, come eran
servile a lui medesimo.
Di Francesco Spira scrissero anche
Celio S. Curione, Matteo Eribaldo Sismondo Gelous ed Enrico Scoto. Gio
vanni Calvino in uua lellera al Bullingero, parlando dell’opera di Vergerio, dice; « Codesta istoria, per quanlo
10 possa giudicarne dopo una rapida
scorsa, è scritta con maggiore saggezza e gravità che nelle leilere di Celio. Quando l’avrò Iella con più attenzione, mi occuperò della prefazione
E Calvino mantenne la sua promessa;
infatti nel 1550 la sloria di Spira fu
pubblicata con un discorso preliminare di queslo grande riformatore.
Fu verso la fine del 1548 che Vergerlo esegui il suo progello di espaIriazione e si ricoverò presso i Grigioni. Questo fallo recò sorpresasi nel
paese dal quale usciva, sì pure in
quello che sceglieva per suo rifugio.
Frattanto all' inquisitore Grisone
succedeva Tommaso di Santa Stella,
11 quale, dopo di avere inaspriti i cittadini veneti con vessazioni d’ogni genere, sollecitava il senato a munire di
guarnigioni le primarie ciltà della repubblica, sollo pretesto di un’invasione deiristria meditala da Vergerio.
Pier Paolo colse quest’occasione per
indirizzare al doge ed al senato un’apologia della sua condotta, in cui dopo
di aver biasimalo la violenza e la perfidia di quelli che avevano funestala
tulta l’Italia con orrenda persecuzione,
metteva in luce le inique arti, l’arbitrio e l’arroganza degli agenti pontifìcii, e l’ingiustizia usala dal papa
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vertìo il clero veneto, del quale premiava i tristi, sol perchè ligii a’suoi
voleri e cieciii strumenti delle sue vendette; e malmenava i buoni non d’altro rei che di volere ricondurre la
Chiesa alla sua primitiva semplicità e
purezza. {continua)
IA FESTA DELIA BAIZ16L!A
NELLE VALLI VALDESI.
{Cont. enne V. ÌV-4S).
Alle due in punlo l’Assemblea era di
bel nuovo cosliluila , ed il canlo del Salmo 103 aperse quesla seconda parte della
sedala.
11 presidente avendo iuvilalo chiunque,
laico 0 paslore, che avesse qualche parola di esorlazione a rivolgere all’AssemMea, di farlo, parlarono diversi. Il signor
Musao membro delia Chiesa di Torino, in.sislelte sul dovere che incombe ad ogni
cristiano, qualunque siasi il suo grado di
coltura 0 la sua condizione sociale, di
adoprarsi, secondo il lalenlo che Dio gli
ha impartito, alla diffusione dell’Evangelo. li srg. Noiil lesse .su lai proposito uu
brano della Sloria del Monaslier, dimosli'ando chea questo attendevano, a’iempi
dei uostri padri, non solo gli uomini tulli,
ma anche le donne e perfino i teneri bambini. Il sig. Tùurn, sindaco diRorà, svolge questo pensiero giustissimo, che perchè siamo in grado di evangelizzare efRcacemente agli altri, la prima condizione
si è che uoi stessi abbiamo accettato l’Evangelo, non giànominalraenlema col cuore, vale a dire che dopo esserci sentiti peccatori, corrotti ed avendo bisogno di essere
rigenerslì, ci siamo senlili altresì purgati
e sanlificati per la frde nel sangue di Gesù, ed egli prega Dio perchè così avvenga di quanti compongono l’Assemblea.
Il sig. notaio Voia, organo dell’temone
Valdese promotrice di cosi bella festa, considerando cbe l’unione è stala sempre
quella che rese forti i noslri padri, unione
cioè di ciascun individuo con Gesù Crislo,
il capo della Chiesa, e di tutli gli uni cogli altri, scongiura i suoi fratelli a durare
in quella unione tanlo necessaria, e senza
la quale tulli i nostri sforzi per la diffusione dell’Evangelo al di fuori, e pel nostro spirituale miglioramento al di dentro
verrebbero sprecali. II signor capitan»
Graydon svolge questo salutevole pensiero, che se nell’ opera di cui siamo incombenzali noi ci stiamo con Dio, Iddio starà con noi. Il sig. Vinçon di s. Germano,
non può, mentre si rallegra dei privilegii
da Dio compartiti alla nostra piccola famiglia, non ricordarsi il popolo d’Israele
ricco di alireltaiilì e più cospicui privilegii ancora, il quale pure, per averli disconosciuti , commise il più gran delilt»
che comniellere .si potesse, uccidendo il
Cristo medesimo ; e perciò egli esorta i
suoi fratelli a non addormentarsi sui loro
privilegii, poiché saranno questi argomento principale alla loro condanna se verranno dispregiali. Il sig. Noël crede util
cosa d’interlenere l’Assemblea degli ottimi effelti sortiti così in Inghilterra, come
in Francia dalle vnioni Cristiane dei giovani, e lo stesso egii si ripromette dell’unione Valdese, se saprà strettamente mantenersi fedele allo spirito del Vangelo, 11
sig. pastore Canton insiste alla sua volta
sul gran pericolo in cui s’iacorre dispregiando le grazie del Signore. Una lampado, dice egli, non vale se non è post* fa 1
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caodeliere; ed a che ci {jioverà ehe i noslri padri ci abbiano tramandalo l’Evangelo, se non sarenoo dail’Evangeio affrancati, e se non sarà lale la noslra fede da
gloriiìcareIddio? li signorAiei/ieviioi fare
all’Àssemblea tutta una riparazione impostagli dalia coscienza. Egli ed alcuni
suol amici quando si oombioarono all’efrelto di fissare l’epoca ed il luogo della
raunanza, dopo aver parlato della Balziglia, quasi quasi erano per smettere un
tal disegno. Quelli del Val Luserna, dicevano essi non verranno a cagione della
troppa lontananza; quelli del Val s. Martino forse non se ne cureranno ; saremo
soli o in pochi. Alla fine però si stette fermi nel proposito di raunarsi a Balziglia,
ed egli ne ringrazia Iddio, scorgendo come i suoi timori e dei suoi amici fossero
vani,essendosi trovata l’Assemblea in numero quasi doppio deir anno scorso, e
non trovandoci parrocchia delle Valli che
non vi abbia i suoi rappresentanti. Partendo da queslo egli fa considerare agli
asianli la gran differenza che passa Ira
quesla festa e tante allre cui assistettero ;
come quesla sia veramente festa, cbe invece di lasciar dietro di sè stanchezza,
mestizia e danno, non lascia cbe gioia,
contento e santi proponimenti; e termina esortando ognuno dei presenti a far
partecipi gli assenti di lutto quel bene
che hanno provato, affinché l’anno venturo, a Fra del Torno, sia maggiore ancora
il numero degli accorrenti, e più abondanti le benedizioni che deriveranno da
questo concorso.
Il sig. floussei come era stato il primo,
fu ancora l’ultimo a parlare.
Egli vorrebbe con una proposta dar soddiifacimento a tre desiderii generalmente
nianifestatiglisi cosi in questo giorno, come
nel percorrere ch’ei fece le varie parrocchie delle valli. Un primo desiderio è
quello di diventare migliori, ma come
giungervi? Il secondo di essere più spesso
che sia possibile esortati e riscaldati da
raunanze come quella d’oggi, o da missionarii che venissero dal di fuori a visitarci. Il terzo infine di essere resi capaci
di quella partecipazione all’opera di Oio
che è il dovere di ogni cristiano. «Accettate, diss’egli, la proposta ch’io vi faccio
di leggere tutli i giorni, almeno una volta
al giorno, la Bibbia in famiglia, accompagnando quesla lettura di una semplice
preghiera, non imparala a mente, ma cbe
sgorghi dal cuore , ed il vostro triplice
desiderio sarà soddisfallo. Voi cosi facendo avrete trovalo la vera via per diventar migliori ; quella leltura vi terrà
altresì luogo della raunanza o del missionario dai quali aspettavate esortazioni od
edilicazione ; e quando vi sarete cosi cibali della parola di vita, allora, più che
se foste teologi, sarete atli a diventare
utili operai nel campo di Dio. Volete acceliarlala mia proposta? Chi sinceramente
vi aderisce lo dimostri alzando la mano ».
— E migliaia di mani si alzarono al cielo
prendendo il sacro impegno, che voglia
Iddio dar s tutli che lo contrassero la
forza di mantenerlo.
L’ora era inoltrata, e quindi vicino il
momento di dividersi. Il Presidente invilò il signor ministro \Appia a porgere a
nome di tutla l’Assemblea i dovuti rendimenti di grazie a Chi ci avea concesso
una tale festa; e quella fervida parola di
supplicazione in cui nissun interesse veramente grande venne scordato, suggellò
ammirabilmente quella giornata, già cosi
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ricca di generose e sante commozioni. II
canto deU’ullima strofa del Te Deum fu
conte il supremo addio mandalo a quei
monti dalla mollitudine, che si dileguava
allegra e gioconda si , ma di un’allegrezza che invece di distogliere l’animo
dai santi e grandi proponimenti, vi conduce e potentemente concorre a realizzarli.
L’ABIURA DI GAETAl PETRÜCCI.
L’Armonia, il Cattolico e consoni sono
fuori di loro stessi per la gioia annunziando, pubblicando e commentando una
ritrattazione del noto prima ex-frate, poscia ex-prete, finalmente ex-prolestanle
Gaetano Petrucci. Noi aon vogliamo analizzare quel documento grottesco; ma
ci limitiamo per ora a pubblicarije un
altro che i rev. anonimi redattori deW’Armonia si sono ricusati di pubblicare. È
una lettera di un caltolico, di un uomo
rispettabile indirizzata alla redazione delV Armonia.
« Signore,
« Percbè i corrispondenti e lettori del
di Lei periodico, nonché i giornali che ne
hanno il cambio non cadano nell’inganno
in che Ella ed allri vennero tulli dall’abiura di Gaetano Petrucci, avvisata tanlo
leale e cosceuziosa da desiderarsi possa
il suo esempio far fruttificare le sue parole, sono ad invitarla di rendere di pubblico diriito che la Chiesa Valdese guadagnò di molto nel perdere un apostata
come il Petrucci, ed il Cattolicismo sventurataraente acquistò un individuo cbe
domani per trenta denari si venderebbe
al Corano.
« Riguardi che professo alla famiglia
dell’apostata, e all’onore del mio paese,
ch’è quello del Petrucci, m’impongono per
ora di non pubblicare le prove mostruose
ed incontrovertibili da me possedute che
ribadiscono quesla mia dichiarazione tendente ad evitare il trionfo d’ una menzogna mascherata della virtù e della forza
del Cristianesimo ».
K Ho l’onore di protestarmi
Torino 8 settembre 18S4.
Devoiiss. servo
Antonio Bo.nafine.
Ecco, 0 reverendi, il buon soggetto che
avete acquistato. Ora però siccome vi supponiamo bene informati, vi preghiamo di
darci una qualche risposta ai seguenti
quesiti. È vero o non è vero che Petrucci
ha ricevuto 400 franchi per la sua ritrattazione; una porzione dei quali gli è stata
data dal teologo B.? È vero o non è vero
che Petrucci è un uomo dominalo dal vino, e che ogni giorno è ubbriaco? Che a
cagiun della sua pessima condotta ba perduto sempre i posti che ha occupato? Che
è in discredilo presso tulti gli onesti per
cui voi lo avete dovuto mandare a Lione ?
È veroo no che la sera avanti la sua partenza per Lione era in osteria, e nella sua
ubbriacbezza mostrava a mani piene gli
scudi che aveva da voi ricevuti, e si burlava di voi dicendo, cbe non aveva mai
creduto nulla, e che non avrebbe creduto
nulla?
Ora vi è un piccolo conto d’accomodare fra noi e voi signori redattori dell'Armonia. Provate il fatto che voi asserite in una nota del pugilato accaduto
nel tempio valdese, se non volete essere
trattati secondo il voslro merito da calunniatori infami. Molte centinaia di pwBone
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che frequentano regolarmente il lemiiio,
tra le quali vi sono molli caltolici, e ben
soventi dei preti, sono leslimoni conlro di
voi per dirvi calunniatori. Se noi siamo
siali obbligati a chiudere il lempio nei
lempo del servizio divino, lo abbiamo dovuto fare perché i vostri caltolici avvezzati da voi nelle vostre chiese a passeggiare, a parlare, ad entrare ed uscire a
loro voglia turbavano il raccoglimenlo che
deve esservi in un tempio, ed il rispetto
cbe si deve alla Parola divina ; però noi
non abbiamo mai caccialo nessuno che vi
voglia stare come si deve ; e chiamiamo
in tesliinonio anche quei preti che spesse
volte vi hanno assistito anche io abilo ecclesiaslico.
\OTIZIE UELlGlOSli
l-NGHiLTEBiiA. !□ UH supplinienlo del
Christian Times degli otto settembre si
trova un rendiconto dello stato finanziario
di alcune socielà religiose che si sono
riunite ultimanienle in Londra. Togliamo
da quel rendiconto alcuni risultali che
dimoslrerarino cosa spende l'Inghilterra
protestante in ogni anno in volontarie
oblazioni per opere di religione, d’istruzione e di beneficenza.
Delle varie socielà riunite in quest'anno
a Londra cini|uanta hanno uno senpo puramente religioso : ebbene nell’ullimo
anno queste cinquanla società hanno incassato in Inghilterra per oblazioni volontarie la somma di 2S,320,0150 franchi, ed
hanno speso 22,731,700 franchi.
Vi erano nelle riunioni quindici società
religiose, che hanno per iscopo principale
la istruzione degli ignoranti. Gli evangelici nnn hanno il calfi'hi.'mo del ven. Bel
larmino, ove alla pag. 136, edizione di
Torino, è scritto per prima delle opere
di misericordia spirituali l'insegnare agli
ignoranli ; ma essi fanno senza dire. Le
15 società religiose per la istruzione dei
poveri hanno colletlalo Dell’anno scorso fr.
1,902,800, ed hanno speso fr. 1,634,323.
Vi erano in quelle riunioni rappresentate trenta società religiose, il cui scopo
era la beneficenza, le quali hanno incassato fr. 3,382,173, ed hanno spesi fr.
3,340,623.
Un’altra piccola osservazione da fare è la
seguente. Delle 30 società che hanno scopo
religioso, 17 sono sostenute esclusivamente dai paslori protestanti. Delle 30 società di beneficenza, nove sono sostenute
esclusivamente dai pastorije delle 15 società di educazione, sei sono sostenute coi
danari oiferti volontariamente dai medesimi; sicché i paslori prolestanti inglesi sostengono con oblazioni volontarie 32 società, e poi non vi è socielà religiosa in cui
non figurino i pastori come contribueoti;
ma uniti coi laici. Vediamo dallo stesso
rendiconto cosa pagano i pastori per le 52
socielà sostenute da essi esclusivamente.
Essi pagano volontariamente la somma
annua di 14,878,050 francbi, come ognuno
può facilmente vedere facendo, come abbiamo fatto nui, l’estratto dal Giornale
citato. Noi proponiamo ai preti dell’.^rmonia i seguenli quesiti: i preti caltolici
apostolici romani fanno essi allretlanlo?
Percbè i reverendi dell’^rmonta non ci
presentano nn rendiconto simile? Non sarebbe qui il caso di dire quello che Gesù
Cristo diceva del samaritano tenuto per
eretico e dannato dai preti dei suoi tempi?
Va e tu fa il simigliante.
Ki'ss: v. Un gran numero d’idolatri si
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«ODO presentati ultimamente al ccDveoto
ca'ttolioo di Kutais ed banao domandato
il baitesimo: il priore li ha tutti riraaadati, perchè lo czar ha proibito ai preti
catlolici, sotto pena di deportazione in
Siberia, di battezzare i pagani o di convertirli al cattolicismo. Questo fatto mentre da un lato dimostra la tolleranza del
papa russo amico inlimo del papa romano,
dimostra altresì lo zelo dei preti cattolici,
che ricusano il battesimo ai pagani per
timore deiresilio;
Gerusalemme. L’opera delle missioni
evangeliche porla con sè dappertutto l’opera di progresso e di lumi. Gli evangelici
hanno stabilito un vescovo ed una mis.sione a Gerusalemme -, ed in conseguenza
hanno aperto una università che ha incominciato la sua opera d’istruzione. Sono
già aperti i corsi di greco, di latino, di
raatemaiiche, di fisiologia, e di medicina.
CROXACHEnA POliTICA
Torino. S. M. io udienza di ieri l'altro
si ìs degnata fregiare della croce di Commendatore dell’Ordioe Mauriziano, e di
Dominarlo altresì Senatore del Regno il
cav. Domenico Elena, Sindaco della cillà
di Genova.
Bollettino sanitario del i3 settembre.
Casi 18, di cui r; in citlà, 10 nei sobborghi e 5 nel territorio j decessi 11.
Genova. Nel palazzo municipale, presente il Sindaco, si è cnstituito un Comitato per promuovere la costruzione di
nuove case pei poveri, ed in genere studiare lutte le riforme edilizie che risguardano il miglioramento delle abitazioni e
Jella pubblica igiene. —Egregiamente !
— 11 Sindaco si è adoperato eoa lodevole zelo nel provvedere a molle f:M)riiillo
rimaste orfane di padre r di ni.rclie.
Bolleltino sanitario del 13 settembri.
Casi N° 7. - Moni 2.
Nella provincia nessun caso , e nessun
morto.
Spaosa. D'ordine del Governo è sialo
posto il sequestro sui beni della Regina
Cristina e del Duca di fiianzare.s.
luKCHii. Nel divano venne presa la
risoluzione definitiva dt compilare, colla
cooperazione dei raià, un codice di legge
per i sudditi cristiani. La Commissione di
ciò incaricata entrerà quanlo prima in attività.
DISPACCIO ELETTRICO.
Parigi, ii settembre.
Monitore. — Terapia (Bosforo) 7. — i
Francesi e ¡Turchi sono parliti il S. La
Ootta inglese li raggiungerà presso l’isola
dei Serpenti. Il tempo è bello.
Il Monitore per dissipare le inquietudini insorte intorno ai bisogni dell’esercito d’Oriente, fornisce i ragguagli dell’ammiaistrazione relativi alle immense
provviste fatte per soddisfare largamente
a lutti i bisogni; ad avvittovagliare bastano
riserve considerevoli, nè mai ue patirà
alcuna parte del servizio.
Direttore P. G. MEILLE.
Grosso Domenico gerente.
lue vente en faveur des Missions
étrangères et de l’Asile des orphelines, aura lieu, s’il plait à Dieu, à la
Tour, au commencement d’octobre
prochain. Un appel très-pressant est
adressé aux personnes charitables,
aCn de les engager ù contribuer géiiéi euseinent an snccès rie cette vente.
Leurs dons seront reçus, dès aujourd’hui et jusqu’au premier octobre au
plus tard, avec reconnaissance, chez
monsieur Meille, pasteur k Turin, et
chez madame Louise Malan à la Tour.
rip. soc. ni A. roNf r. coifp.