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Anno 117 - N. 16
17 aprile 1981 - L. 300
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i* Gruppo bis/70
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ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
LA RISURREZIONE CHIAVE DI VOLTA DELLA FEDE CRISTIANA - 3
0 puiiti
di vista
La Polonia continua a camminare sul filo della sua così esUe
autonomia, continuano le vampate intermittenti di fuoco nel lungo incendio libanese, trenta nuove vittime con donne e bambini
vanno a ingrossare la piena -del
massacro nel Salvador, sindaci
di 180 metropoli mondiali si incontrano a Torino per interrogarsi sugli handicappati, a Londra esplode il furore negro, e intanto due uomini volano nello
spazio intorno alla terra, sopra
tutto questo. Cogliere la contraddizione è la cosa più facile di
questo mondo. Basta ricordare
quella notte del 1969 — chi di
noi non la passò davanti al televisore guardando i gofB passi umani nella polvere lunare? Già
allora ci fu chi protestava indignato per il colossale spreco di
risorse di fronte ai due terzi affamati della popolazione mondiale e per il pericolo di sfruttamento militare delle imprese spaziali. E d’altra parte le stesse contraddizioni spingevano altri a indicare neU’inizio delle esplorazioni spaziali un avvio della soluzione di tanti problemi mondiali.
A distanza di più di 10 anni —
e di fronte ad un nuovo programma spaziale studiato, in tempo
di crisi energetica, con la sana filosofia dell’« usa e riutilizza » anziché del folle « usa e getta via »
— le due interpretazioni riemergono nuntualmente. Mi pare tuttavia che non si possano semplificare così le cose e che comunque il dato più caratteristico di
questa nuova avventura spaziale
non risieda in una alternativa di
questo genere, bensì nell’incertezza e nella fragilità del nostro
mondo che si riflette anche in
quel complicatissimo congegno.
Da un lato — lo si è visto nella
partenza rinviata — non esiste
sicurezza di infallibilità neppure
nella tecnologia più perfetta e si
è costretti a ricalcare nei computers il modello meno imperfetto
possibile inventato dagli uomini
per il processo decisionale; quello della decisione a maggioranza,
mentre tutto il complicatissimo
complesso tecnologico è appesantito da macchine e motori di riserva e di emergenza indispensabili per far fronte all’imprevisto
e alla fallibilità umana. Dall’altro l’enorme apparato scientifico
che fa da supporto alla spola
spaziale sembra a sua volta dominato daH’incertezza e dalla fragilità. Si spera che questo programma si sviluppi verso le mete
più ambiziose che sarebbero consentite da un liberarsi dalla coltre vitale e pur opprimente dell’atmosfera; ma si afferma senza
mezzi termini che un insuccesso
potrebbe metter fine al già discusso sforzo spaziale di una società che sa di non aver più riserve illimitate di ricchezza, di
energia, di tempo, di tentativi.
In altre parole Young e Grippen si portano dietro quel misto
di instabilità che è proprio del
nostro tempo: la perdita della sicurezza entusiasta che supera ostacolì anche con la forza di una
certa incoscienza e la consapevole dipendenza da limiti ineliminabili. In sé queste caratteristiche
non sono né bene né male; possono essere forza o debolezza,
motore o freno, fattori di vita o
di morte. Forse anche qui — come in tanti altri campi in cui siamo più direttamente coinvolti
come individui — la bilancia penderà da una parte o dall’altra a
seconda se prevarrà l’intento di
avida rapina o quello di utile
comune. F. Giampiccoli
Discendenti del nuovo Adamo
Nell’annuncio trionfale e gioioso della Pasqua trovano sbocco e attuazione il messaggio stesso della salvezza, l’azione vittoriosa di Dio e la piena comunione con Lui per mezzo di Cristo
I CORINZI 15; 4449
L’Apostolo Paolo è profondamente consapevole della rilevanza del messaggio della risurrezione: non si tratta di un insegnamento dottrinale accanto ad
altri, che si può accettare o rifiutare a seconda dei propri gusti, della propria cultura o della
propria sensibilità. Si tratta dell’annunzio fondamentale di tutto
l’Evangelo; « Se Cristo non è risuscitato vana è la nostra fede
e vana è la nostra predicazione ».
NeH’annunzio trionfante e gioioso della risurrezione trovano il
loro sbocco e la loro piena attuazione il messaggio stesso della salvezza, l’azione vittoriosa di
Dio sulle potenze del peccato e
della morte, la piena e totale comunione con Dio per mezzo di
Gesù Cristo. E questo annunzio
della risurrezione sembra riguardare non soltanto l’individuo singolo, ma l’umanità intera e la
stessa creazione di Dio.
Ma il terreno su cui l’Apostolo
Paolo si muove, parlando di risurrezione, si trova ad essere già
pieno di ideologie, di filosofie di
sopravvivenza e reincarnazione,
di miti e di concezioni religiose
di ogni genere. E il linguaggio
stesso dell’Apostolo risente, e come non potrebbe, dell’ambiente
culturale e religioso del suo tempo. I termini del dibattito sono
i medesimi e questo rende più
difficile per noi la comprensione
del problema.
Ad esempio alcune concezioni
provenienti dal tardo giudaesimo
avevano accolto l’idea di una risurrezione dai morti, ma questa
era vista, sulla base di una valutazione ottimistica della natura umana, come un ritorno, una
ricostituzione della vita e della
società così come era conosciuta.
Altri invece, influenzati dal
pensiero greco, erano pessimisti
verso l’aspetto materiale della
natura umana e ipotizzavano invece resistenza di un’anima di
per sé immortale, prigioniera in
un corpo di peccato, ma destinata ad esserne liberata con la
morte del corpo stesso per volare al pieno compimento di un
destino di gioiosa immortalità.
Il messaggio evangelico della
risurrezione si colloca su un piano diverso e trova la sua originalità e il suo carattere unico
non in una filosofia meglio elaborata o in una ipotesi più convincente o più attraente dell’al
di là, ma nella persona stessa
del Cristo e nella sua opera di
salvezza compiuta attraverso la
sua morte e la sua risurrezione
Gesù Cristo con la sua risurrezione dà alla storia umana una
svolta decisiva. Egli porta una
nuova visione della vita e della
morte, dell’uomo e della storia
della società e dei suoi destini
Paolo lo presenta come il capostipite di una umanità nuova,
e l’iniziatore di una storia nuova orientata non verso la morte,
ma aperta alla vita in tutte le
sue espressioni.
E questa svolta è sottolineata
nella opposizione, ricordata nel
nostro testo, tra i due Adamo.
Il primo uomo, Adamo, con
un esplicito riferimento al capitolo 2° della Genesi, è presentato come un simbolo, come colui
che riassume in sé l’umanità così come la conosciamo. Questa
umanità, creata da Dio, tratta
dalla terra, corpo naturale fatto
anima vivente, porta tuttavia la
debolezza del suo peccato. Creata all’immagine di Dio, porta in
Rernbrandt: La cena di Emmatts
vece « rimmagine del terrestre »
cadendo nella corruzione, nella
sofferenza e nella morte. Essa,
avendo perduto la libertà che le
deriva da un retto rapporto con
Dio, è diventata schiava di ogni
forma di condizionamento negativo che rende triste, infelice, invivibile e a volte drammatica la
sua esistenza.
E l’uomo di ogni tempo ha cercato nella religione, nel mito, nella filosofia una possibilità di fuga, una evasione, una salvezza.
RIFORMATI E LUTERANI
La "Concordia” va avanti
La « Concordia di Leuenberg »:
ricordate? Alcuni anni fa le nostre chiese, poi il sinodo sono
stati invitati a esaminare la bozza di accordo fra chiese luterane
e riformate europee, detta poi
Concordia di Leuenberg dal luogo, vicino a Basilea, dov’era stata
messa a punto in colloqui successivi ai quali, per noi, ayevan preso parte prima V. Subilia, poi P.
Ricca. La Chiesa Valdese è fra le
73 Chiese europee che hanno sottoscritto la Concordia, e ultimamente anche due Chiese latinoamericane, la Iglesia Evangélica
Vaidense del Rio de la Piata e la
Iglesia Evangélica del Rio de la
Piata l’hanno sottoscritta (resta
aperta la sottile questione giuridica di questa duplice « firma »
valdese), e il fatto è stato salutato con gioia, perché il desiderio
vivo è che la Concordia luteranoriformata vada oltre il quadro
europeo.
Confessare insieme
l’Evangelo
Con quel documento, luterani
e riformati riconoscono insieme
che le divisioni — fino alla scomunica! — del passato, alla luce
del cammino di ricerca biblica e
teologica da loro percorso dal
16° secolo a oggi, non giustificano
più quelle scomuniche; vi è reciproco riconoscimento della predicazione, dei sacramenti, dei ministeri. La questione è particolarmente bruciante nei paesi in cui
chiese luterane e riformate convivono a contatto di gomito; meno, forse, in quelli in cui ha forte prevalenza l’una o l’altra confessione protestante. In certi casi, come nel luteranesimo di Stato dei paesi scandinavi, vi sono
anche difficoltà di ordine politico; la adesione alla Concordia
dovrebbe essere votata dai Parlamenti! Tuttavia l’intensificarsi
di rapporti può essere fecondo
ovunque, malgrado le difficoltà
che possono presentarsi nelle situazioni svariatissime, dall’America del Nord al Terzo Mondo;
quest’ultimo non dovrebbe avvertire la Concordia come una questione interna delle chiese del
« vecchio » mondo. Naturalmente
ciò sarà tanto più facile quanto
più ci riuscirà di far sentire —
e per farlo sentire, di viverlo! —
che la Concordia non è il mettere
una pietra su dissensi del passato (alcuni sussistono, e non sono
quisquilie), ma il riconoscere il
fondamento comune e la vocazione comune alla confessione delTEvangelo oggi: la Concordia è
molto chiara in questa apertura
al futuro, in questa prospettiva
di testimonianza attuale.
Nel 1976 si era riunita a Sigtuna (Svezia) l’assemblea generale
delle Chiese firmatarie, per fare
il punto e rilanciare colloqui teologici, anche a livello regionale.
In questi cinque anni se ne sono
tenuti diversi, nelle tre grandi zone: nordica, centroeuropea, meridionale ( a uno di questi ultimi,
in Austria, ha partecipato per noi
il past. Sitta Campi, e il suo apporto molto riformato sul problema del ministero era stato notato) e vertevano su due gruppi
di problemi: un confronto sui
fondamenti dell’etica politica, e
precisamente fra la dottrina luterana dei « due regni » e quella
calvinista della sovranità di Cristo; e un confronto sul complesso problema : ministero-ordinazione o consacrazione.
Volontà
di proseguire
A fine febbraio, presso l’Istituto Kerk en Wereld (Chiesa e
Mondo) a Driebergen (Olanda)
si è riunita la seconda assemblea
generale per la prosecuzione dei
colloqui teologici « dopo Leuenberg »; e per incarico della TaGino Conte
t continua a pag. 3)
da questa non sopportabile condizione.
Ma al primo Adamo succede il
secondo, cioè Cristo, capostipite
e iniziatore di una nuova umanità. In Cristo l’umanità del primo Adamo, in cui ci riconosciamo, non è rifiutata, non è negata in una volontà di fuga e di
evasione, ma è totalmente redenta, liberata dal suo peccato e recuperata. In Cristo le viene offerta una nuova possibilità di vita. « Se uno è in Cristo egli è una
nuova creatura: te cose vecchie
sono passate, ecco sono diventate nuove ».
La risurrezione è quindi l’inizio di un mondo nuovo che presuppone una umanità profondamente rinnovata dallo Spirito di
Dio che interviene nella vita dell’uomo. Questo intervento rinnovatore di Dio non è proiettato
alla fine dei tempi o nell’al di là,
ma è già operante qui ed ora.
A questo nuova umanità noi
tutti siamo chiamati a partecipare avendo ricevuto l’annunzio
dell’Evangelo e l’azione vivificante e rinnovatrice dello Spirito.
Credere nella risurrezione non
vuol dire dunque accogliere una
ipotesi più o meno attendibile di
sopravvivenza oltre la morte, ma
è vivere già oggi nella prospettiva e nella dimensione di una
esistenza totalmente rinnovata.
Vuol dire portare già oggi l’immagine dell’uomo nuovo o, come
dice Paolo, deH’uomo celeste che
è Cristo. E l’immagine di Cristo
che portiamo nella nostra vita
per la grazia di Dio, si manifesta
sia nelle nostre parole, nella predicazione dell’Evangelo fatta con
potenza, sia nelle nostre azioni,
dandoci di porre, nel nostro vecchio mondo, fermenti di vita
nuova, seitni del nuovo mondo
che in Cristo ha il suo inizio, il
suo contenuto, la sua ragion
d’essere e il suo fine.
E quando la nostra personale
vicenda terrena giungerà al suo
compimento, non saremo spaventati come quelli che non hanno
speranza, ma rimetteremo con
serena fiducia la nostra vita nelle mani di Colui che per sua grazia ci ha dato fin d’ora di vivere
nella fede la gioiosa certezza della risurrezione. Alberto Taccia
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17 aprile 1981
LA DISCUSSIONE RICHIESTA DAL SINODO
Tre delibere sul ruolo diaconale
MILANO
L’assemblea della Chiesa Metodista di V. L. P. Lambertenghi
(MI), nella riunione del 25 gennaio 1981, ha esaminato il documento predisposto dalla Tavola
con la proposta della istituzione
di un ruolo diaconale per i laici
impegnati direttamente nelle attività della chiesa diverse dalla
predicazione, insieme con il parere della Commissione per le
discipline.
L’Assemblea ha riconosciuto
l’importanza del servizio reso da
questi laici alla chiesa e, con
l’apprezzamento per la scelta da
loro fatta con spirito vocazionale, per un trattamento pari a
quello dei pastori sul piano giuridico ed economico, ha conferrnato la necessità che lo stato
riconosciuto a questi credenti sia
chiaro e ben definito.
E’ stata invece espressa una
opinione non favorevole all’estensione della consacrazione a questi fratelli, d'altronde non prevista neppure per i predicatori locali, per il timore che si venga
a costituire un ordine di credenti
diverso dai laici, in contrasto col
principio del ministero generale
e del sacerdozio universale di
cui tutti i credenti fanno parte.
A questo proposito sono state
espresse delle riserve anche nei
confronti della consacrazione pastorale, quanto meno nella forma, in quanto essa sembra porre il pastore in una posizione diversa dagli altri fratelli nell’ambito della comunità, non corrispondente allo spirito dell’Evangelo.
L’Assemblea non ritiene determinante esprimersi sulla scelta
del termine « optante » oppure
« diacono », ritenendo invece fondamentale la chiarezza del rapporto che si stabilisce tra la Tavola ed i singoli laici impegnati.
La suddivisione dei quattro
campi di attività sembra ispirata
ad un criterio pratico, accettabile ed esauriente dei settori che
possono essere interessati alla
collaborazione.
Coerentemente con la valutazione negativa della consacrazione, 1 Assemblea non è del parere
che questi laici impegnati possano essere annoverati tra i pastori ai fini della rappresentanza
al Sinodo, ma ritiene utile ed
opportuno che la Tavola studi i
modi e le procedure per stabilire una loro adeguata rappresentanza con voto deliberativo. A
maggior ragione questo vale per
la Conferenza distrettuale ed il
Circuito.
VERONA
Innanzitutto al Consiglio di
Chiesa di Verona non pare che alla disponibilità offerta dai laici,
la Chiesa non abbia risposto con
un adeguato riconoscimento dei
loro ministeri. Il loro lavoro è
un’espressione dell’esercizio del
sacerdozio universale dei credenti, perciò il nostro riconoscimento, dal punto di vista morale, si
basa sul fondamento teologico
più dirompente della Riforma.
Quanto al riconoscimento amministrativo, essi ricevono, in base ad una loro scelta, la rimunerazione pastorale che copre ogni
eventualità previdenziale e assistenziale; rimane aperta — ne
siamo consapevoli — la garanzia
della continuità del lavoro. A questo fine si raccomanda estrema
prudenza nelle assunzioni e che
si tenga presente l’esigenza di una eventuale mobilità.
Di fatto i ministeri esercitati
dai fratelli sono in vista del servizio a Cristo, alla Comunità, al
mondo, come lo è il ministero pastorale, ma non ci sembra che
ciò giustifichi l’inserimento di
questi fratelli in un nuovo ruolo che si aggiungerebbe a quello
pastorale; riteniamo opportuno
invece che sia data loro la possibilità di farsi rappresentare nelle
diverse istanze della Chiesa almeno da uno per ognuno dei quattro settori di attività; riteniamo
inoltre che sia giusto un riconoscimento dei diversi doni e servizi e quindi la presentazione di
questi fratelli e sorelle o in sede
di Conferenza Distrettuale o di
Sinodo.
Rimane per noi aperta la proposta della consacrazione in
Quanto si sono manifestati orientamenti diversi. In ogni modo è
emersa l’esigenza di una seria
preparazione teologica in ogni
modo legata al servizio della Parola. Per quanto riguarda la Consacrazione, riteniamo valida la
preoccupazione di una clericalizzazione di tutta la Chiesa, mentre il fine della declericalizzazione e dell’apporto dei laici al lavoro della Chiesa, deve essere il
nostro obiettivo da perseguire.
È vero anche che in tutti i settori elencati nel progetto c’è un
gran bisogno di uomini e di donne che s’impegnino a pieno tempo, portando la loro preparazione specifica e la loro concezione
laica del lavoro, ma occorre vigilanza perché portino innanzi
tutto la ricchezza della loro vocazione. Se poi al fondo della questione c’è una polemica teologica
tesa a scalzare i « privilegi » del
ministero del pastore, riconducendo tutti i ministeri a quello
pastorale, questo deve essere espresso chiaramente, motivato e
fatto divenire oggetto di lunga e
attenta riflessione presso le Comunità, onde non si dia luogo a
disorientamento.
Perciò il Consiglio di Chiesa di
Verona, pur comprendendo che
il progetto della Tavola potrebbe essere foriero di cose nuove
per la Chiesa, ritiene, soprattutto
sulla base del sacerdozio universale di tutti i credenti, di dover
esprimere che Tipotesi di un ruolo aggiuntivo e correttivo di quello esistente non è vista come
qualcosa di determinante per la
Diakonia.
IVREA - AOSTA
Le chiese valdesi di Aosta ed
Ivrea hanno approvato unanimemente un lungo documento riguardo al Ruolo Diaconale in
cui si ricorda che l’accento deve
essere posto in primo luogo sui
servizi e non sui servitori. Non
si tratta quindi di trovare ruoli
per i diversi servitori ma di inserire le persone in servizio nella chiesa nei vari settori di attività, indipendentemente dall’essere pastori o non pastori. Dopo
alcuni esempi il documento afferma, ai fini dell’elencazione,
che « Tessere pastore o ragioniere poco importa. Importante è il
servizio che svolge, anche se a
tempo determinato. E’ sempre
possibile individuare nuovi settori di servizio ». Il documento afferma quindi non essere necessario « istituire un ruolo diaconale chiamando le persone che
vi lavorano diaconi (anche i pastori lo sono) e neppure optanti, perché tutti coloro che sono
inseriti nei diversi settori di attività hanno, per cosi, dire, già
optato per un trattamento comune a tutte le persone in servizio
nella chiesa ».
Si viene poi a parlare del riconoscimento dei servizi che deve
avvenire in Sinodo sulla base di
una adeguata preparazione specifica. Infine riguardo alla rappresentanza delle persone iscritte al ruolo unico nel Sinodo esse
andrebbero computate con una
rotazione che consenta la partecipazione dei responsabili dei diversi settori; l’altra metà del Sinodo sarebbe costituita dai deputati delle chiese. Questa soluzione — concludono le assemblee di Aosta ed Ivrea — scaturisce dà una nostra convinzione
di fondo, e cioè che anche i pastori sono dei laici a cui la chiesa affida un servizio particolare.
Il documento (articolato in
5 punti che abbiamo sintetizzato
per ragioni di spazio) è stato
presentato alle assemblee dopo
che, per alcuni mesi, due gruppi
di studio — uno ad Aosta e uno
ad Ivrea — separatamente avevano condotto analisi e riflessioni sul progetto del Ruolo Diaconale.
INTERVISTA A SERGIO RASTELLI
“Per l’ora
che passa”
« Per l’ora che passa » è il titolo del trimestrale evangelico ( 1 )
pubblicato dall’Unione biblica italiana. Si tratta, come racconta
uno dei responsabili nell’intervista che segue, di un lezionario quotidiano di lettura e commento biblico a carattere interdenominazionale. Questa pubblicazione, che nel mondo evangelico straniero
conta quasi due milioni di lettori, in Italia raccoglie un duemila abbonati. « La regola fondamentale per ben utilizzare il nostro lezionario — ricorda Giuseppe Barbanotti, l’editore italiano del perio^fco è di leggere prima il testo biblico indicato per quel giorno ».
A titolo esemplificativo riprendiamo qui sotto la pagina del 19 aprile, Pasqua, affinché i nostri lettori si rendano direttamente conto
dell’opera in questione.
— Questa rivistina biblica, da
quanto tempo viene pubblicata?
— Da oltre trent’anni. L’Unione
biblica è nata subito dopo la
guerra formata con l’apporto di
diverse chiese evangeliche italiane. Non conosco nei dettagli la
storia perché è molto distante,
ma diciamo che già in quel momento c’era il principio che ritengo molto giusto, quello di dare a chi ha la Bibbia uno strumento per poterla leggere facilmente, senza dover andare negli
alti studi.
Questa pubblicazione, che è
trimestrale, si presenta con un
testo da leggere giorno per giorno.
Ogni giorno c’è un versetto della Bibbia a cui fa seguito una
breve meditazione schematica
del contenuto del testo. I testi
biblici di questa lettura seguita
permettono dopo 4 o 5 anni di
leggere, direi quasi senza accorgersene, tutta la Bibbia. Se uno
prende questa sana abitudine,
avrà letto tutta la Bibbia almeno
una volta nella sua vita. È diflfi
Cile trovare dei credenti, se non
veramente impegnati, che abbiano letto tutta la Bibbia.
— Da chi viene preparata la
parte di spiegazione?
— Le meditazioni attualmente
DALLE CHIESE
Cerignola: sul cattolicesimo
La comunità evangelica valdese di Cerignola ha affrontato e
dibattuto la questione dei rapporti con il Cattolicesimo romano iArt. .48 SI 1980) e si è pronunciata nei seguenti termini:
Premesso che non vogliamo né
possiamo rifiutare il dialogo con
la chiesa cattolica ad ogni livello, esso deve permettere però soprattutto la reciproca conoscenza, affrontando in modo particolare quelle questioni in cui evidente è il disaccordo teologico
ed ecclesiologico, sulla base evangelica della sincerità senza ipocrisie.
Riteniamo che questo dialogo
debba avvenire sul piano della
uguaglianza, avendo come scopo
la riforma della Chiesa sulla base della fedeltà ed obbedienza alla sola Parola di Cristo, con l’assoluta esclusione di ogni altra
fonte d’ispirazione o di tradizione.
Siamo convinti in modo particolare che, essendo la vocazione
cristiana un annuncio ed una testimonianza dell’Amore di Dio
e dell’amore del prossimo ed essendo l’umanità tutta, nel tempo attuale in crisi e correndo dei
rischi per quanto concerne i conflitti tra i blocchi, la fame, le
guerre, la libertà, il rapido impoverimento delle risorse della terra, un terreno pratico sul quale
unitamente incontrarsi è rappresentato dalla comune e convinta
lotta contro ogni forma di ingiustizia.
Non possiamo né vogliamo
esprimere giudizi definitivi sulla
chiesa cattolica che, come noi,
confessa la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, ma non possiamo né vogliamo neppure dimenticare che la nostra particolare vocazione cristiana è stata
ed è quella di indicare la necessità di un ritorno obbediente alla
sola autorità della Parola di Cristo che esclude ogni gerarchia e
differenza tra i credenti, ogni culto alla creatura invece che al
Creatore, ogni mediazione tra
Dio e gli uomini che non sia
quella di Cristo. Perdurando at
tualmente la chiesa romana in
queste eresie, non possiamo riconoscere in lei, come i riformatori, che tracce di chiesa.
Siamo decisamente contrari
per queste ragioni:
a) ad ogni « convergenza »
nel dialogo ecumenico, anche a
quella definita « la via conciliare
all’unità cristiana », poiché que
ste convergenze sono spesso frutto di compromessi che creano
malintesi e confusioni che, in
tutta coscienza, non ci sentiamo
di avallare in nome di una unità
cristiana senza riforma della
Chiesa,
b) ad ogni ipotesi che il papato, seppur debitamente riformato. possa essere riconosciuto
come « ministero di unità », perché sarebbe un riconoscimento
puramente umano, che non verrebbe da Dio, in quanto l’idea
stessa di « papa » è antiscritturale. (Matteo 23: 9).
Il Circuito cura la
predicazione
BASSIGNANA — La Chiesa
metodista di Bassignana, da tempo curata dai predicatori locali
di Savona e Genova nel quadro
dell’organizzazione pastorale del
5° circuito, ringrazia tramite la
Luce per questo servizio che le
permette di continuare a ricevere il messaggio delTEvangelo e
l’aiuto morale e spirituale necessario perché il cammino della
comunità continui ad essere illuminato.
Lavoro volontario
S. MARZANO — I giovani della
comunità evangelica di S. Marzano Olivato invitano i giovani delle altre comunità evangeliche ad
unirsi a loro nel tentativo di recuperare alle attività giovanili gli
ampi spazi che attualmente non
sono utilizzati dalla Casa di vacanze, che presentemente è aperta per solo due mesi Tanno.
C’è lavoro per tutti: costruzio
ne di muri (prefabbricati), impianti elettrici e sanitari, tinteg
giatura, pavimentazione, falegnameria... è solo necessario avere
un cuore giovane, buona volontà,
desiderio di vivere una esperienza comunitaria e un sacco a pelo
per dormire.
Chi desidera venire è pregato
di mettersi in contatto con: Ugo
Tomassone, piazza Unione Europea 3, 14053 Canelli (Asti).
Rapporti col
cattolicesimo
VERONA — NelTesaminare il
documento sui rapporti col cattolicesimo, la Comunità di Verona ha rilevato anzitutto la difficoltà di definire in maniera univoca i rapporti con un mondo
che al di là di alcuni lineamenti
teologici comuni si presenta estremamente diversificato. Da ciò
ne deriva che qualsiasi rapporto non può prescindere da una
presa di coscienza e da una valutazione delle varie posizioni
rappresentate da associazioni e
movimenti, posizioni che non sono certo unitariamente rappresentate dalla gerarchia ecclesiastica.
La p”oposta di una nuova conciliarità presente in alcune parti
del rapporto non ci sembra adatta a soddisfare questa esigenza
di analisi e di inquadramento,
ma piuttosto ci sembra dettata
dalla esigenza di coordinare l’azione delle chiese cristiane spaventate dalla crescente secolarizzazione del mondo. Né d’altra
parte come Chiesa Valdese, per
il nostro stesso ordinamento, potremmo ritenere vincolanti le linee politiche scaturite da un concilio universale delle chiese.
L’ecumenismo che vediamo
produttivo e percorribile è quello che, partendo da una comune confessione di peccato, ci trovi concretamente impegnati nel
raggiungimento di un comune
scopo di solidarietà al nostro
prossimo.
sono compilate da diversi pastori di diverse chiese della Svizzera francese e della Francia; mia
rnoglie e io le traduciamo in italiano cercando di adattare i pensieri alla vita dell’italiano, non
traducendo letteralmente. Non
facciamo certamente una traduzione di «equivalenze dinamiche»,
ma cerchiamo di tener conto delle abitudini degli italiani.
— Diceva che questa iniziativa è presa dall’Unione biblica
italiana, vuol dirci qualcosa su
questo organismo?
— L’Unione biblica italiana corrisponde alla Ligue pour la lecture de la Bible francese, svizzera
e belga e l’Unione biblica italiana
è composta da pastori battisti,
uno valdese, un evangelista della
chiesa dei Fratelli e dal segretario della Ligue svizzera che tra
l’altro è un pastore della Chiesa
riformata svizzera. Perché questa Unione? Perché la Ligue, Tu
nione di credenti di diverse denominazioni vuole essere un ritrovo, una azione in comune perché i credenti siano fondati veramente sulla Bibbia, e il loro incontro con Dio, la loro avventura di fede incominci con la Bibbia e continui con la Bibbia nella loro vita fino a una maturità
cristiana.
UN ESEMPIO
DAL LEZIONARIO
19 aprile
Luca 24. 1/12
Si è spesso stabilito un parallelismo fra la risurrezione del
Cristo e il rifiorire della natura
in primavera. E’ un’idea molto
poetica, ma non vi è niente di
più contrario alla verità evangelica e questo errore è denso di
conseguenze.
Molte persone confidano che
un giorno, checché succeda e
quale possa essere la loro esistenza, la loro vita conoscerà un
rinnovamento, quasi naturale e
passeranno dalla morte alla vita
come si passa dalTinverno alla
primavera. Quale delusione le
attende! Non si passa certo dalla morte, salario del peccato, alla vita eterna... a meno che il
Cristo, dono di Dio per tutti gli
uomini, ci abbia comunicato questa vita. Perché questo avvenga
però, bisogna che gli uomini riconoscano di averne bisogno,
gliel’abbiano domandata e Tabbiano ricevuta. Domandatelo a
quanti vi stanno attorno. Saranno numerosi quelli che vi diranno di sapersi viventi d’una vita
eterna? Se alcuni di loro sono
soltanto responsabili di non aver
rnai sperimentato questa realtà,
di non saperlo, più numerosi invece sono quelli che mancano di
vita, di fede, di Cristo, perché
son male informati, o male istruiti. Leggendo il racconto di Pasqua, celebrando questa domenica, prendiamo atto dei miracoli
che Dio ha compiuti rompendo
l’ordine naturale delle cose, risuscitando il Cristo, autenticando
cosi, la verità della sua dichiarazione di grazia, di vita, d’amore,
nei riguardi d’ogni uomo peccatore e mortale.
CONSACRAZIONE: Con un
impegno personale rinnovato,
prendiamo posto fra coloro che
proclamano questa buona notizia della vittoria sul male, il peccato e la morte.
(1) « Per l’ora che passa». Anno XXXIII, febbraio 1981, n. 2. Amm, G. Barbanotti, Via Maniera 6, Spinetta - Marengo (AL) Abb. L. 3.000.
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17 aprile 1981
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IN OCCASIONE DEL VIAGGIO IN SVIZZERA
Un secondo Papa visita il CEC
Prevista una cerimonia ufficiale di benvenuto con scambio di messaggi - Al centro dell’incontro il tema della « testimonianza comune »
La ‘'Concordia
n
Dopo la visita di Paolo VI nel
giugno del ’69 (« Il nostro nome
è Pietro... »), un secondo papa
visiterà il Consiglio ecumenico
delle chiese. Ne dà l’annuncio il
« Service Oecumenique de Presse et d’information » (2 aprile ’81)
affermando che a seguito di un
invito ufficiale (preceduto da una
serie di discussioni preliminari
tesi a fare di tale visita un evento ecumenico significativo) la visita è stata fissata per venerdì
5 giugno dalle 9 a mezzogiorno.
Essa si aprirà con un momento
di preghiera nella cappella del
Centro ecumenico e seguirà una
cerimonia ufficiale di benvenuto
con scambio di messaggi. Uno
dei momenti salienti della manifestazione sarà un incontro personale e privato tra il papa e i
dirigenti del CEC con rappresentanti di chiese membro del CEC
e di altre organizzazioni ecclesiastiche. Si prevede anche che
il segretario Philip Potter e papa Giovanni Paolo II emetteranno ciascuno una breve dichiarazione in occasione di una riunione pubblica a cui assisteranno
altri dirigenti ecclesiastici.
Al centro della visita sarà il
tema della « testimonianza comune » che comprende tutto
quello che le chiese possono fare
insieme — nel campo della missione, dell’evangelizzazione, dei
programmi di azione sociale —
malgrado le differenze che sussistono in materia di fede e di disciplina ecclesiastica. Questo tema è già stato studiato con molta attenzione dal gruppo misto
di lavoro che fa da collegamento
tra il CEC e il Vaticano e dal
papa stesso.
Per parte sua, il Consiglio della Federazione delle Chiese evangeliche svizzere ha espresso l’intenzione di incontrare Giovanni
Paolo II in occasione del suo
viaggio in Svizzera. NeH’esprimere questo auspicio, il Consiglio ricorda che il dialogo e la
collaborazione ecumenica sono
in Svizzera profondamente radicati e che quindi ciò che tocca
i cattolici tocca anche i protestanti. Ciò non significa che tutti gli ostacoli siano stati superati e per questo l’occasione della visita del primate dei cattolici svizzeri deve essere colta per
affrontare « alcuni problemi pastorali che gli evangelici non possono ancora considerare risolti in
maniera soddisfacente (per es. i
matrimoni misti, l’intercomunione). La dichiarazione del Consiglio prosegue ricordando la parità costituzionale delle due con
CORI - LATINA
Due posti per
obiettori
Cori, un paesino in provincia
di Latina, a 60 Km. da Roma,
offre, tramite l’assessorato alla
Cultura, due posti per obiettori
di coscienza, per un lavoro di
animazione giovanile e culturale.
L’amministrazione di Cori è
un’amministrazione di sinistra,
disponibile a questo tipo di esperienze. E’ qui che un giovane
evangelico ha svolto questo tipo
di attività lo scorso anno ed ora
la richiesta è per due obiettori.
Si richiede naturalmente un
minimo di iniziativa personale e
di capacità di animazione. Si
possono costituire gruppi di discussione, iniziative pubbliche
nel paese, animazione nelle scuole con audiovisivi, teatro dei burattini, campi estivi di vacanza
e di studio, mostra fotografica,
iniziative politiche, ecc. Tutte cose organizzate durante lo scorso
anno, utilizzando i centri di
S. Fedele, Sinnai, Adelfia.
Per ogni informazione rivolgersi al Consiglio FGEI al seguente indirizzo; E. Bernardini,
Via Pio V, 10125 Torino - tei.
Oli /68283S.
fessioni raggiunta dopo conflitti
e semplice tolleranza e auspicando che Giovanni Paolo II voglia
conoscere i partners ecumenici
della sua Chiesa in Svizzera in
occasione della sua prima visita
in un paese la cui popolazione
protestante è legata alla riforma
di Calvino e Zwingli. Il documento termina augurandosi che
rincontro possa essere un deciso passo avanti nella comprensione reciproca tra cattolici e
protestanti in Svizzera.
F. G.
ABORTO VOLONTARIO
In difesa della legge
Continuando nella elencazione delle
iniziative assunte dagli evangelici sulle
problematiche dell’aborto volontario presentiamo qui l’esperienza di Scicli e la
presa di posizione del gruppo Fgei di
Piazza Cavour a Roma.
ROMA. — Le seguenti tesi (che riproduciamo in parte) sono il risultato
di una serie di incontri Romani nel corso dei quali il gruppo Fgei di piazza
Cavour e la comunità di Base dell’Aurelio si sono interrogati sul problema dell’aborto e della legge che ne regola
l’applicazione.
(...) 3) Molte chiese hanno una concezione repressiva della sessualità, in
particolare la chiesa Cattolica la considera finalizzata alla procreazione, nell’ambito del matrimonio, e combatte la
diffusione dei metodi anticoncezionali
che sono, invece, uno dei presupposti
per una sessualità libera e liberante
che permetta tra l’altro, quella scelta
responsabile della procreazione, che ridurrebbe considerevolmente lo spazio
di quella abortiva.
(...) 5) La chiesa cattolica ufficiale è
contraria alla legge 194, sostenendo che
da un punto di vista cristiano il valore
della vita non può in ogni caso essere
messo in discussione ; noi riteniamo sbagliato un atteggiamento che impone norme morali, fondate su valori cristiani,
attraverso leggi dello Stato ; che, in
quanto tali, coinvolgono la collettività.
6) Noi come cristiani crediamo di
non dover imporre i nostri criteri di
scelta, ma riteniamo solo di dover testimoniare la nostra fede, indicando
Gesù Cristo come punto di'fiferimento.
7) Noi siamo contrari all’abrogazione
della legge 194 perché, pur ritenendo
l’aborto una realtà da sconfiggere, pensiamo che in un problema che così
drammaticamente la coinvolge, debba
essere la donna a poter scegliere, efficacemente sostenuta dalle strutture sanitarie pubbliche.
SCIGLI. — Nel mese di febbraio si
è costituito un comitato in difesa della
legge 194. Tutte le forze politiche, laiche e alcune unità della nostra comunità
hanno aderito a questo comitato impegnandosi in un lavoro capillare per far
conoscere alla cittadinanza in modo
particolare alle donne l’importanza che
ha la 194. attraverso volantinaggio e
trasmissioni a una radio privata. Le
trasmissioni si sono svolte con testimonianze di donne che a loro volta hanno
abortito clandestinamente prima della
legge, altre invéce hanno abortito con
l'applicazione della legge con esperienze diverse. Nel circondario non tutti gli
ospedali applicano tale legge come si
dovrebbe. Uno di questi ospedali dista
10 Km. da Scicli dove tutti i medici sono obiettori di coscienza. Per applicare la legge viene da Scicli un medico
non obiettore.
La donna all'interno di questa struttura si trova isolala, emarginata, umiliata c mortificata da tutto il personale
medico c paramedico.
Altre testimonianze relative ad altri
ospedali, invece, dicono che le donne si
sono trovate a loro agio in quanto medici e paramedici non hanno fatto pesare loro l’intervento, anzi sono stati
loro vicini e solidali. Il comitato per la
difesa della legge 194 dopo questi fatti
rilevanti si è reso conto quanto sia necessario lavorare e portare avanti la
lotta per la applicazione della legge,
per far capire in principal modo in questo nostro Sud, che non si ritorni di
nuovo all’aborto clandestino, di facile
possibilità per la donna borghese, mentre per la donna comune si verrebbe a
verificare il vecchio dramma di prima,
e cioè essere costrette a ricorrere alle
« praticone » col rischio e pericolo della
propria salute quando non lo è della
propria vita.
Proseguendo in questa linea il comi
tato ha preparato una giornata per l’8
Marzo a Scicli con distribuzione di volantini e del famoso rametto di mimosa e con vari interventi e testimonianze.
La manifestazione si è conclusa con
una fiaccolata all’insegna del « NO » indicato a tutti i presenti per il referendum a cui anche questa volta siamo
purtroppo chiamati.
(segue da pag 1)
vola Valdese vi ho rappresentato
le nostre chiese. Dopo le relazioni
introduttive del prof. Houtepen,
un laico cattolico olandese, analisi critica del seguito effettivo
avuto dalla Concordia nelle chiese più direttamente interessate e
nell’ecumene, e di Lukas Vischer
sulle prospettive future, ci si è
divisi in gruppi di lavoro, per tirare le fila del lavoro svolto nei
colloqui regionali e per dare alle chiese indicazioni per il cammino futuro, quanto più in comune possibile. Ogni gruppo ha
steso una bozza di rapporto, poi
emendato e votato in sessione
plenaria. Non è possibile riassumere qui tutto questo materiale,
almeno in parte vivo e utile (si
è narlato un po’ molto di « ministero », di chiesa insomma...), tale da offrire indicazioni e proposte non appena, messo a punto
tipograficamente a cura del segretariato, sarà diffuso alle chie^
se e agli organismi confessionali
(anche le due Alleanze mondiali,
luterana e riformata, potrebbero
e dovrebbero lavorare di più insieme) ed ecumenici. Ne riparleremo.
È stata espressa decisa volontà di proseguire questi colloqui.
/echi dal mondo cristiano,
a cura di ANTONIO ADAMO
Lotta contro il
razzismo in Europa
(SOEPI) ■ A Bruxelles è stato
creato un nuovo organismo per
lottare contro il razzismo in Europa. La sua creazione è la conseguenza diretta della « raccomandazione » di una consultazione europea, che ha avuto luogo
nel marzo dello scorso anno a
Stoccolma, come preparazione
dell’incontro internazionale del
Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) sulla risposta delle
Chiese al razzismo negli armi 80.
Il Comitato delle Chiese presso i lavoratori emigranti in Europa (CETME) e la Commissione ecumenica « Chiesa e società » nella comunità europea
(ECCSEC) hanno creato questo
nuovo organismo che stabilirà
dei contatti con i gruppi delle
minoranze e le loro organizzazioni in Europa, e, nella misura
del possibile, assicurerà loro dei
fondi supplementari. Si prevede
che questo gruppo di lavoro
conterà 15 membri di diverse regioni d’Europa. Altri contatti saranno stabiliti con le Chiese, le
organizzazioni dei lavoratori emigranti e le minoranze.
Il pastore Elliott Kendall, direttore de TUnité « Relazioni
comunitarie e razziali» del Consiglio britannico delle Chiese è
stato nominato presidente del
gruppo. Marc Lenders, direttore
della ECCSEC, che è stato ospite delle comunità delle Valli Vaidesi l’anno scorso, e Pieter Muller, segretaro generale del CETME, saranno segretari.
’’Pane per il prossimo'
ha 20 anni
(BIP) - L’organizzazione «Pane per il prossimo » compie 20
anni. Nel 1961, l’Assemblea dei
delegati della Federazione delle
Chiese protestanti svizzere decise di lanciare la prima campagna che ebbe la durata di tre
anni. Quando la riflessione teologica non era approfondita come
adesso si affermava già: « Come
paese ricco, la Svizzera deve mettere a disposizione dei servizi
fuori dell’Europa le sue riserve
di denaro e di uomini qualificati ». Nel 1970 la Federazione delle Chiese protestanti decise di
lanciare delle campagne annuali.
In seguito si prese coscienza
sempre più della necessità di
realizzare un lavoro di informazione alTinterno della Svizzera
sui problemi dello sviluppo.
Portavoce dell’umanità povera e
più dimenticata, gli organismi
di aiuto allo sviluppo attualmente cercano di intervenire a livello di scelte economiche e politiche.
Donna presidente dei
Battisti di Porto Rico
(SOEPI) - Per la prima volta
una donna è stata chiamata a
presiedere la Chiesa battista
portoricana. Nel corso dell’ultima assemblea generale della
Chiesa battista del Porto Rico,
che ha avuto luogo nel marzo
di quest’anno, Yamina Apolinaris, pastore della comunità battista di Baymon, è stata eletta
presidente; resterà in carica un
anno, fino alla prossima assemblea. Nel corso di quest’ultima
assemblea, i battisti haimo preso posizione a favore del popolo
del Salvador.
Guatemala:
assassinato religioso
(SNOP) - Qualche settimana
fa avevamo dato notizia della
violenta repressione scatenata
nella regione del Quiché, che aveva investito ampi settori della
Chiesa cattolica; si ha ora notizia di un ennesimo omicidio politico che ha colpito la diocesi
cattolica di quella tormentata
regione: Juan Alonzo Hernandez,
spagnolo, membro della congregazione del Sacro Cuore è stato
assassinato da sei uomini mascherati e armati.
Questo omicidio si situa nel
contesto generale di minaccia e
di continue intimidazioni nei confronti della Chiesa cattolica per
le sue prese di posizione a favore delle classi più umili.
Prossimo documento
ecumenico
(BIP/SNOP) - La Federazione
Luterana Mondiale e il Segretariato per l’Unità dei Cristiani
hanno organizzato negli USA
una conferenza sui problemi relativi al ministero. Da questo incontro dovrebbe uscire un documento congiunto sull’importanza ed il significato del ministero.
sviluopando soprattutto il lavoro
regionale, più raccolto e meno
dispendioso, e inserendo nella tematica anche i problemi discussi nei colloqui confessionali con
il cattolicesimo romano. Per coordinare questa prosecuzione del
lavoro, fino alla prossima assemblea generale (prevista per il
1986) è stato nominato un comitato di 9 persone, molto « cali;
brato » dal punto di vista confessionale, linguistico e geografico:
in quest’alchimia (!) stavolta,
per turno, siamo entrati anche
noi. 'Veramente, più d’uno ha
espresso esplicitamente il desiderio che la Chiesa Valdese vi fosse rappresentata, anche ricordando l’apporto dato alla formulazinne della Concordia da V. Subilia e da P. Ricca; non avendo
sottomano di meglio... il sottoscritto è entrato fra i suddetti
magnifici nove. Sento il mio impegno soprattutto nel tener presente questa problematica e prospettiva, qui fra noi: malgrado
difficoltà di lingua, non sarebbe
proprio possibile fare di più insieme ai fratelli luterani italiani?
Già lo scambio di delegazioni, ai
rispettivi sinodi, è un buon primo passo!
Lezioni in
terra d’Olanda
La sostanza di incontri come
questi è in larga parte nei rapporti personali. Come « contorno », gelo nordico sul paesaggio
olandese, canali gelati e ragazzi
pattinanti; una puntata nella distinta Utrecht universitaria e
nella vivace Amsterdam cosmopolita e pur così inconfondibile;
tuffo ammirato nelle meraviglie
dell’arte fiamminga, soprattutto
nellp predicazione pittorica di
Rembrandt e nell’omaggio pieno
d’intelligenza e di amore reso al
travaglio di van Gogh, nel museo
molto originale che gli è stato
dedicato.
Due note ancora. La domenica,
nel duomo di Utrecht, mescolati
a una comunità molto vivace, in
larga misura costituita da giovani universitari, mi ha colpito com’è stata celebrata la cena del
Signore: dopo la predicazione,
con ordine e rapidità, tutta la
comunità si è disposta, in piedi,
in una grande linea che seguiva
tutta la navata centrale e almeno
uno dei due bracci laterali della
grande cattedrale gotica; numerosi diaconi hanno preso sul tavolo e rapidamente distribuito
una ventina di cestini con il pane e altrettanti calici, che hanno
corso lungo le navate, di mano
in mano: standoci gli uni di fronte agli altri, come in un gran cerchio, c’era veramente il senso di
fare insieme la Cena, alla pari,
in fondo senza nessuno che presiedesse; è stato raccolto e, sebbene fossimo varie centinaia di
persone, il tempo non è stato jiù
lungo di quanto duri la Cena in
una nostra comunità media. È
stato bello, intenso e veramente
comunitario.
Ancora, la domenica pomeriggio ci hanno fatto visitare un
museo molto particolare, allestito a cura della città di Utrecht
e dello Stato olandese in un’antica abbazia: un museo che ricostruisce, con ricchezza di documentazione, con intelligenza di
impostazione la storia della presenza cristiana in Olanda, dalla
nrima nredicazione dell’Evangelo
fra i Batavi pagani a oggi. Mi ha
colpito l’obiettività con cui sono
presentati il cattolicesimo, il protestantesimo, l’anabattismo, lo
scontro fra le confessioni e le
varie correnti teologiche, le tensioni determinate dalla problematica politica e sociale. Seguendo con cura, sala dopo sala, e ritornandoci (chi può), si ha veramente il senso — mai nel senso
di un irenico pseudo ecumenismo
né di un generico razionalismo
religioso relativizzante — dello
svolp^rs’ del «cristianesimo» nella vita millenaria di quel popolo. Ho detto a uno dei responsabili del museo questa mia stupita ammirazione e, quasi stupito
a sua volta, mi ha risposto: « Ma
qui abbiamo fatto un lavoro
pr-ipritifico. Non pbbismo bisogno
di far propaganda, né di dosarla.
La storia parla ». Ed è stata una
ennesima lezione, nella terra d’Olanda.
Gino Conte
4
17 aprile 1981
UN DENSO ARTICOLO DI VITTORIO SUBILIA
TRENTO
Per un impegno critico L’eco di fra’ Oolcino
Il protestantesimo — afferma Subilia — è per definizione anticonservatore e sempre alla inquieta ricerca di una riforma dell’acquisito
« Chiese nella società verso un
superamento della cristianità »
Sotto questo titolo generale la
Marietti, una casa editrice cattolico-romana di Torino, ha pubblicato un’opera a più voci. Ci sia
consentito segnalare il notevole
contributo del prof. Vittorio Subilia, che ha trattato de II rapporto tra chiesa e società nella
prospettiva protestante (pp. 11149).
Il prof. Subilia, posta la distinzione fra « condizionamenti storici e criteri teologici », si propone di identificare la originalità
della concezione della Riforma
in rapporto a quelle cattolico-romana, umanistica e settaria. La
Riforma del s.ec. XVI non di rado
è valutata sulla base di tesi sociologiche, economiche o addirittura psicologiche, obliterando la
sua matrice teologica, eppure essa si è subito manifestata come
protesta contro la tentazione del
regno che, paradossalmente, soggiaceva alla concezione romana
quanto a quella settaria.
Il rapporto fra la storia ed il
Regno di Dio veniente condiziona quello tra la Chiesa e la società, e quest’ultimo « dipende
dal rapporto tra Cristo e la Chiesa ».
Teologia della croce
o teologia della gloria
Nella Chiesa cattolico-romana
il rapporto Cristo-Chiesa conduce a una teologia della gloria, ma
ad essa Lutero oppose la teologia della croce: In Cristo crocifisso sono la vera teologia e la cognizione di Dio, egli affermava
durante la disputa di Heidelberg
(1518). Nella sua debolezza e
umiltà, la Chiesa non dispone di
un potere, di una autorità particolare sulla società, non può neppure far valere una propria giustizia, né in sede teologica né sul
terreno storico. La comunità cristiana vive nella condizione umiliata del suo Signore crocifisso,
ed essa assume di fronte alla società una posizione « minoritaria
e marginale ». Non vi sono realizzazioni storiche che possano
essere sacralizzate, ogni realtà
cade sotto il giudizio della Parola, è struttura di questo mondo
che passa.
La chiesa della Párela
Nel sec. XVI, alle prese con
una società che tendeva a liberarsi da manomissioni clericali e
soggezioni teologiche, la Riforma chiede che la Chiesa interpelli la società unicamente attraverso la predicazione delTEvangelo, e lo fa nella consapevolezza di non essere un fine ma uno
strumento di Dio, quale « testimone della verità ». Una verità
che fino alla fine dell’età presente
può essere annunziata e ricevuta
per fede, presentando nel Crocifisso la potenza e la sapienza di
Dio.
La predica del Vangelo, però,
non può essere un tranquillante
psicologico: essa entra nel vivo
delle questioni che agitano la società, attualizza la Parola, ma
non cerca strumenti per imporla:
annunciando un Dio crocifisso, la
Chiesa sa che avrà opposizione
o indifferenza, produrrà divisione
negli spiriti, non potrà mai incrementare « un processo evoluti
___________________MESTRE
Fede cristiana e
omosessualità
Il 25 aprile presso i locali della Chiesa Metodista di Mestre avrà luogo un
incontro sul tema • Fede cristiana ed
omosessualità » che avrà il seguente
programma:
ore 9.30: Culto a cura di G. L. Giudici:
ore 10.15: « I diritti umani degli omossessuali nella chiesa cattolica » di
Ferruccio Castellano;
« Omosessualità e coscienza cristiana » di Gian Maria Grimaldi e Liviana
Maggiore:
« Proposte per una nuova etica sessuale • di Daniele Busetto;
ore 12.30: Pranzo al sacco;
ore 14.15: Discussione.
Per informazioni sui convegno scrivere a G. L. Giudici, casella postale 582
30170 Mestre.
vo dalla natura alla grazia », perché il mondo resterà tale fino
alla fine di questo tempo.
La problematica
culturale
Con la Riforma avemmo il passaggio dalla unità al pluralismo
culturale, e ciò avveniva per la
necessità di liberare l’Evangelo
dalla sua confusione col mondo,
contestando la tesi dell’autarchia
dell’uomo come quella di una
pretesa ricapitolazione di tutti gli
aspetti della cultura in un rapporto gerarchico con la teologia.
Adesso la teologia non è più
« maestra » per tutto lo scibile,
non si muove più sul terreno
della securitas ma su quello della certitudo nutrita di fede e di
speranza. La contestazione della
cultura offerta dalla società e dei
suoi metodi spezza « il connubio
con le ideologie », insinua delle
feconde inquietudini, e mette in
guardia i credenti dalla forza cattivante dei miti e delle ideologie.
Responsabilità
politica
Tutte le confessioni della Riforma si occupano del fatto politico, ma lo fanno nella prospettiva del Regno di Dio, sottintendendo che si tratta di realtà storica fra i due tempi, del primo
e del secondo avvento. In questa
provvisorietà, lo Stato ha una
funzione voluta da Dio, anche
quando gli strumenti che governano la società appaiono estranei al fatto che Egli è. Ma nessuna soluzione politica, nessun
tipo di governo, può essere dato
come ’’cristiano”, oppure esaltato: la Parola annunziata deve avvertire i credenti della inadeguatezza di ogni sistema, deve mettere in guardia dal potere dell’uomo che vuole prendere il posto
di Dio. Il politico rende un servizio necessario, e lo Stato non è
un fine ma un mezzo, uno strumento per la ricerca del diritto e
della giustizia.
Responsabilità
sociale
Il protestantesimo « è per definizione anticonservatore e sempre alla inquieta ricercà di una
riforma dell’acquisito ». Il suo
atteggiamento critico viene dalla
urgenza di non sacralizzare mai
resistente, in quella prospettiva
del Regno che relativizza o^
assetto storico. Ma la convinzione che « una società giusta » non
possa realizzarsi, non può portare né al conservatorismo né a un
atteggiamento pietistico di distacco indifferente dalle realtà
sociali. Il Pietismo ha rappresentato una indebita privatizzazione del cristianesimo, ha portato all’abbandono della lotta
per il prossimo, perché un mondo migliore procacciasse liberazione da ingiustizie e da sfruttamenti.
Oggi, il protestantesimo si trova di fronte ai vecchi interlocutori: la dottrina sociale cattolico-romana, « l’astinenza sociale »
dei pii, il messianismo rivoluzionario dei radicali. La situazione
non è brillante: indebolito dalle
persistenti istanze pietistiche, reso teologicamente fragile dal liberalismo teologico che « lo ha
privato della sua coscienza confessante », il protestantesimo « è
disorientato ». Un suo contributo
sul terreno sociale non potrà che
passare per una critica alle realizzazioni presenti, un rifiuto di
dare assolutezza ai programmi
che si formulano, la necessità di
realizzazioni rivedibili e diverse.
Vi è la possibilità di scelte sociali diverse che non rompano la
comunione di fede in Cristo, che
trascende ogni relatività storica.
Quello che non è possibile, è sottrarsi all’impegno vocazionale
nella società. « L’uomo non può
vivere solo di pane economico,
ma il pane economico gli è necessario perché possa cercare il
pane evangelico ».
Ho riassunto, inadeguatamente, un articolo denso e ricco di
indicazioni utili per una meditazione viva. Certe valutazioni, delle tesi, avrebbero voluto più spazio, e le pagine conclusive sembrano troppo frettolose. Ma il richiamo al nucleo essenziale del
messaggio della Riforma è dato
con una forza lucida che ci obbliga a riflettere sulla « decisione » che ha garantito una missione alle nostre Chiese. Vi è di che
essere ben grati al past. V. Subilia, il quale continua con tale impegno il suo ministerio di dottore nella Chiesa del Signore.
Luigi Santini
I vertici del triangolo che furono teatro della vicenda dolciniana, sono ora protagonisti di
una proposta militante del messaggio di Dolcino e Margherita.
Dopo la posa nel 1974 al Mazzero del cippo sui ruderi dell’obelisco voluto dagli operai tessili nel
1907 ed abbattuto dai fascisti
vent’anni dopo, si è avuta a Biella la costituzione della Ca de Studi Dossinian; a Parma, il poeta
Rino Ferrari ha rivendicato fra
Gherardo Segalelli, « libertario
di Dio »; ed ora a Trento, dove
gli Apostolici ebbero numerosi
seguaci, molti dei quali seguirono Dolcino sino alla fine nel Biellese e nella Valsesia insorti, Renzo Francescotti esce con un poemetto in lingua trentina, « Passione di Dolcino e Margherita » ^
doppiamente liberatorio, perché
dimostra che la parlata popolare, liberata dal ghetto del vernacolo, può raggiungere la lirica e
l’epica, e perché ci riconsegna i
due personaggi, così come li ha
custoditi la memoria di classe,
malgrado quasi sette secoli di incessanti denigrazioni {L’Eusebiano, organo della curia di Vercelli, li ha definiti tre anni or sono
« progenitori del bandito Vallanzasca »; e l’Eco di Biella del 19-21981, « brigatisti rossi del ’300 »!).
II poemetto è composto da una
serie di ballate, dal piglio tra la
composizione del cantastorie e il
sirventese trobadorico, allacciate da versetti dell’Apocalisse (6-9;
6-12; 7-13; 21-3) e da brani delle
fonti (cronaca di fra Salimbene
da Parma, lettera di Clemente V,
«Commento dantesco» di p. Benvenuto da Imola). L’A. si identifica con uno scampato del Monte Rubello (I è morti tuti / i Apostolizi de fra Dolcin: / i l’à mazadi tuti. Mi me son salvà / zo da
Monte Rubel / a rudolon / zo per
en canalón...) e, come è privilegio dei poeti, il racconto diventa
divinazione autentica, vero nella
descrizione dei personaggi; delle
speranze, rabbie e resistenza che
animano il gruppo assediato sul
Rubello.
La « passione di Dolcino e Margherita » è preceduta da un’introduzione dell’A., che è prezioso
complemento, per i riferimenti
trentini, al libro di Elena Roteili
recentemente pubblicato dalla
Claudiana («Fra Dolcino e gli
apostolici nella storia e nella tradizione »); in particolare situa a
Cimego, piccolo villaggio della
Valle di Chiese, il « nido dell’aquila » di Dolcino. Da quel borgo
alnestre veniva infatti il fabbro
Alberto Tarentino (o Trentino),
Attività culturaii
Un dibattito vivace e sofferto
ha fatto seguito il 6 marzo alle
introduzioni dei relatori — Alberto Stipo di Amnesty International, Marco Reis redattore del
settimanale del PCI vercellese,
Maurizio Ambrosini cattolico e
Franco Giampiccoli valdese —
invitati dal Centro d’incontro
Evangelico sul tema attuale della pena di morte. Con argomenti
sociali, umanitari, psicologici,
morali e biblici, i diversi oratori sono stati concordi nel rifiuto
della pena di morte, mentre l’ing.
Cingoli, della Comunità ebraica
di Vercelli, in un intervento seguito con attenzione, pur esprimendosi contro la pena di morte riteneva che può essere introdotta « eccezionalmente » nell’ordinamento di uno stato allorché
si deve « estirpare la mala pianta ».
Sempre al Centro d’incontro
Evangelico, il 20 marzo una tavola rotonda sulla sessualità ha
riunito, sotto la presidenza di
Carla D’Inverno, gli interventi di
Bruna Venezia, Franco Barbero
e Giuliana Gandolfo. Bruna Venezia ha analizzato i motivi storici e culturali dell’attuale ignoranza, venata di ipocrisia e di
perbenismo, sulla sessualità mettendo in rilievo il contributo
portato dalla lotta delle donne
contro questa situazione. Franco
Barbero, della Comunità di base
di pinerolo, ha esaminato il tema dall’angolatura biblica espri
mendo una concezione positiva
della sessualità che deve essere
vissuta nella libertà e nel discernimento anziché sotto il peso di
una concezione negativa del corpo come peso da cui liberarsi.
Nel suo appassionato intervento
non sono mancate recriminazioni per il ruolo tuttora subalterno nella chiesa delle donne alle
quali è negato il ministero sacerdotale e per l’emarginazione
degli omosessuali che al massimo sono considerati devianti da
curare in nome di un concetto
di natura immutabile. Giuliana
Gandolfo, della Chiesa valdese
di Torino, ha ricordato come il
cristianesimo cancelli ogni differenza tra uomo e donna e ha
sottolineato la rivalutazione della donna operata dalle Chiese riformate e il loro sforzo nello
studiare i temi della sessualità
nel quadro di una affermazione
di valori umani e cristiani di libertà e di autodisciplina al tempo stesso.
Numerose le domande degli
intervenuti, soprattutto sul concetto di libertà e sul problema
degli omosessuali che hanno costituito la parte finale di una discussione improntata a sentimenti di fraternità e di confronto sereno e costruttivo.
Due temi diversi eppure in
certo modo collegati hanno in
che Dolcino nella sua seconda
lettera ricorda come discepolo
prediletto, Oprandino ed il giovanissimo (8-10 anni) Giacomino
dei Pinini. Opportunamente, l’A.
conclude che « Nel Trentino il
sogno di Dolcino e Margherita
scorse come in un fiume sotterraneo per riemergere nel 1525,
con la rivolta mitteleuropea di
Miintzer che dalla Germania si
estese ai Grigioni svizzeri, al Tirólo austriaco, al Ti rolo del Sud
trovando un grande capo e teorico in Michael Gaismayr, facendo divampare quasi tutte le valli
del Trentino, sotto il principato
di Bernardo desio, in quella rivolta popolare che, in segno di
disprezzo dai cronisti del tempo
venne nominata Guerra dei Carnèri, ovvero guerra degli zaini.
Degli zaini con cui i contadini
partirono dalle loro case ribellandosi al potere che li soffocava; dei carnèri in cui era custodito il « cristallo di rocca » del
sogno liberatorio di Dolcino e
Margherita. La raccolta delle
poesie e la nota storica sono precedute da una lucida presentazione di Nives Fedrigotti sulla
religiosità popolare e sulla personalità poetica dell’A.
In febbraio, il gruppo interpretativo « Neruda ». fondato e
diretto dallo stesso Francescotti,
ha presentato uno spettacolo con
i testi tratti dal poemetto, con
ballate e musiche composte con
la collaborazione di pittori e musicisti amici. Lo spettacolo ha
destato molto interesse ed è portato nei centri grandi e piccoli
della regione. La voce degli Apostolici ritorna, dunque, nel Trentino come una risorgiva scaturita dalla profondità del tempo
e della terra dove affondano le
radici di quella civiltà alpina,
mentre il messaggio della loro
testimonianza evangelica ci coinvolge, vivo ed attuale.
Tavo Burat
VERCELLI, LA SPEZIA
teressato recentemente il pubblico spezzino degli eventi culturali.
Il 7 marzo, in seguito al seminario « La sfida della città », il
il pastore Giorgio Bouchard ha
parlato al Centro Salvador Allende su « Società industriale e
testimonianza cristiana ». Trattando della disumanizzazione dei
rapporti umani nella moderna
metropoli industriale e della sua
esperienza nella comune di Cinisello, G. Bouchard ha preso le
distanze dai tentativi di evitare
i mostri della nostra società moderna fuggendo nella c.gmpagna
e ha posto chiaramente l’esigenza di affrontare con decisione la
realtà e i suoi complessi rapporti interumani nel quadro di
un’etica della trasformazione
fondata sull’Evangelo.
Il 20 marzo il tema città e campagna è stato toccato dal prof.
Domenico Maselli in una conferenza su « Pauperismo e Vangelo nell’alto Medio Evo ». Sullo
sfondo del borgo che favoriva
l’emancipazione e del feudo che
legava alla schiavitù della terra,
è risaltata la domanda angosciosa di una società dalla tragica
povertà, dominata da una chiesa dalla scandalosa ricchezza.
L’umanesimo, i Ciompi, Wycliff,
Huss, le jacqueries, diventano
così le prime pietre della grande rocca che sarà la Riforma,
realizzazione più matura di tentativi appena abbozzati.
1 Edizione della rivista di politica culturale « Uomo-città-territorio ». Trento, dicembre 1980.
El diseva
fra' Dolcin
El diseva fra Dolcin
che la Ciesa la gà
bisogn de povertà
come al temp dei apòstoi.
E che nessun, nanca el papa,
0 el re pu grant de sto mondo
el poi obligarne noi
che viven come i apòstoi
a abandonar el nos stato.
El diseva fra Dolcin
che tuti i poi farsi Apostolizi
omeni e done liberi
così come quei sposadi.
E deventar fradei
ala stessa maniera.
Sol cossita se poi
vegril for dola strovera’
per veder de nof el sol.
El ne diseva cossita^
e noi a ste verità
aven conformà la vita.
Anca se i ne coperà.’
El diseva fra Dolcin
che na ciesa consacrada
no l’è meio de na stala
per pregar Cristo Gesù.
1 coerti fati da foie
le coione dele piante
no l’è robe piorte; i è vivi.
El silenz.io h l’è divin
e le parole le è sante.
El diseva fra Dolcin
che nessun laico el deve
pagar le decime ai preti
a men che sti chi no i viva
puri come san Pero.
Che nessun ai feudatari
el deve giurar fedeltà.
Perché i omeni i è nati
per viver en libertà.
El ne diseva cossita.
E noi a ste verità
aven conformà la vita.
Anca se i ne coperà.
Renzo Francescotti
' strovera = buio
^ cossita = così
^ i ne coperà = ci si ucciderà
5
17 aprile 1981
« ALLE VALLI OGGI »
cronaca delle valli
USL 44: PINEROLESE PEDEMONTANO
Attenti Lotta per la salute sul territorio
SI spara
Mentre si sta avviando la costituzione della USL 44 in mezzo a ritardi e a difficoltà i cittadini e
i lavoratori discutono della prevenzione e partecipazione alla gestione dei servizi socio-sanitari
Si è tenuto a Rorà, mercoledì 8
l’annunciato incontro proposto
dal Comitato per la difesa degli
alpeggi (CODIALP). Erano presenti i Sindaci di Bobbio Pellice,
Rorà e Villar Pellice con un buon
numero di amministratori e di
contadini. Al termine della riunione è arrivato anche il Sindaco
di Bagnolo accompagnato da alcuni consiglieri e rincontro è ripreso a livello informale nel bar
del paese. E’ la prima volta che
le amministrazioni comunali si
incontrano per affrontare la questione delle esercitazioni militari
che da oltre 20 anni si effettuano
ogni anno in onesto angolo sperduto delle Alpi Cozie, tra la provincia di Torino e quella di Cuneo.
L’incontro si è aperto con una
breve cronistoria delle proteste
sollevate in questi ultimi cinque
anni da parte degli allevatori, da
parte della «Pro natura» di Torino, della Comunità Montana,
del senatore Tullio Vinay subito
dopo l’alluvione del maggio 1911,
e del CODIALP.
Di fronte al silenzio e alla mancanza di iniziative degli Enti locali, si è costituito recentemente
a Rorà il CODIALP, con l’intenzione di sensibilizzare gli amministratori locali e la popolazione a questo problema: l’incontro
dell’8 aprile è un primo significativo risultato.
Lo stesso comitato aveva inviato una lettera al presidente
della Regione Piemonte, il socialista Ezio Enrietti, per chiedere
la sospensione definitiva delle
esercitazioni militari, documentandone i motivi. La risposta non
si è fatta invero aspettare troppo
ma non offre alcuna garanzia circa la sospensione dei tiri. In essa
si ricorda che c’è un comitato
misto paritetico per le servitù
militari (legge 23.12.1976, n. 898)
che ha lo scopo di provvedere
alla « armonizzazione tra i piani
d’assetto territoriale della Regione ed i programmi delle installazioni militari e delle conseguenti
limitazioni »; comitato che viene
consultato annualmente — precisa Enrietti — « sui programmi
delle più importanti esercitazioni ». Dal momento che le esercitazioni in questione non sono
fra le più importanti, ciò significa che l’esercito ha via libera
senza necessità di consultare il
comitato paritetico. In altre parole la Regione non esercita il
controllo sui poligoni di tiro secondari: il che preoccupa ben
oltre il caso in questione.
Il presidente della Regione assicura che i rappresentanti regionali terranno presente la nostra protesta nel « quadro complessivo delle esigenze avanzate
dalle varie zone non ignorando...
le egualmente comprensibili necessità di addestramento dei corpi militari ». Nulla di nuovo, insomma!
I Sindaci presenti all’incontro
sono stati unanimi nella volontà
di assumersi precise responsabilità per fare ogni pressione necessaria per risolvere definitivamente questa sempre più spinosa
situazione. Si sono impegnati a
presentare al più presto un ordine del giorno unitario per chiedere la definitiva cessaz.ione delle
esercitazioni militari e coinvolgere in questa battaglia la Comunità Montana. Si tratta però
di coinvolgere al tempo stesso la
popolazione locale ed organizzare, se necessario, delle manifestazioni di protesta. Ma ci si dovrà
guardare soprattutto dai possibili ricatti finanziari; vale a dire
rifutare i possibili aumenti di
contributi da parte dell’esercito
con lo scopo di continuare indisturbati le esercitazioni militari.
Sarà cura del comitato CODIALP
informare e seguire i vari momenti di questa vertenza che
sembra finalmente entrata in una
fase di concreto impegno.
Ermanno Genre
I problemi della salute nel pinerolese sono stati al centro di
due assemblee pubbliche svoltesi venerdì e sabato scorso a Pinerolo.
La prima promossa dal PdUP,
con l’adesione del PCI, del PSI,
di DP e dei sindacati CGIL,
CISL, UIL sul tema « Prevenzione : dalla fabbrica al territorio »,
ha visto una scarsa partecipazione di pubblico se si eccettuano
gli « addetti ai lavori » e i rappresentanti dei partiti e dei sindacati.
Peccato, perché l’esposizione
dell’esperienza fatta a Novara
dal comitato di partecipazione
della Unità di Base (un organismo tecnico per la prevenzione nelle fabbriche) è stata quanto mai stimolante anche per una
realtà « arretrata » quale quella
del pinerolese.
Pur nei limiti della legislazione vigente, il comitato di partecipazione, che a Novara è composto da soli rappresentanti dei
lavoratori, è riuscito ad elaborare una interessante metodologia per la prevenzione dei rischi
di malattia negli ambienti dì lavoro e più in generale sul territorio.
L’assunto di partenza è quello
che non esistono criteri « scientifici » per la misurazione di rischi. Infatti con gli strumenti di
analisi si riescono a determinare
solo le quantità ma non le quar
lità nell’esposizione al rìschio
di malattia.
L’oratore, Vlaic, ha esemplificato facendo l’esempio di una
ricerca fatta in una industria
nella quale in una stessa mansione avveniva la rotazione degli operai ; l’analisi tecnica diceva
che tutti gli operai addetti correvano lo stesso rischio. Ma non
era così, in quanto dopo la ricostruzione del processo lavorativo, fatto dagli operai interessati, si è scoperto che alcuni di
loro, ruotavano sì ma rimanevano in posizioni lavorative a
più alto rischio. Era dunque evidente che questi operai avevano
un rischio qualitativamente superiore. La consapevolezza di
tutto ciò porta a volte i lavoratori a fare richieste importanti
0 a rinegoziare col datore di lavoro questioni per le quali tra
imprenditori e sindacato si erano già raggiunti accordi.
Di qui il secondo concetto legato alla prevenzione, come un
processo di crescita culturale e
politica dei lavoratori e delle loro organizzazioni.
E’ evidente che se questo processo si sviluppa — e il caso di
Novara ce ne dimostra le possibilità — saranno gli utenti (cioè
1 lavoratori e più in generale i
cittadini) ad essere i protagonisti di questo cambiamento culturale, per cui salute non significa solo assenza di malattia, ma
pieno benessere psico-fisico e
controllo da parte di tutti dei
risultati e degli obiettivi da perseguire su questo terreno.
Le carenze
della USL 44
Ma mentre queste cose accadono a Novara, nel Pinerolese la situazione dei servizi socio-sanitari
è molto grave.
Se ne è discusso in un’assemblea, con buona partecipazione,
che si è svolta al cinema Roma,
indetta dal Coordinamento dei
quartieri per fare il punto sulla
situazione dei servizi sanitari
nella USL.
Dopo una breve introduzione
tecnica sulla natura giuridica e
i compiti della USL, tutti gli interventi si sono soffermati a descrivere il funzionamento dei vari servizi.
Dall’avvento della USL si è ridotto il numero di ore in cui a
Pinerolo sono aperti gli ambulatori infermieristici di quartiere,
gli anziani sono ricoverati in case di riposo a causa della insufficienza dei servizi di assistenza
domiciliare, la riabilitazione fuori dell’ospedale è diretta unicamente verso i bambini, la medicina scolastica quest’anno non è
nemmeno iniziata, nessuno sforzo
è fatto per informare i cittadini
della esistenza di servizi quali
l’Unità di base, il Consultorio
familiare, e soprattutto nessuna
iniziativa è presa per la forma
zione del personale ai nuovi compiti che deve assumere.
In questo quadro, drammatico di carenze e di insufficiente
qualità dei servizi, i cittadini si
rivolgono sempre più a strutture private o all’ospedale (che
conserva l’efficienza) facendo
praticamente saltare il processo
di riforma sanitaria. La soluzione individuale dei propri bisogni
in materia di salute non corrisponde sicuramente ai principi
della Riforma sanitaria.
Ma a ben guardare, questa insufficiente qualità dei servizi è
legata a una situazione (anche
precedente) di completo non governo della politica sociale e sanitaria nel pinerolese, e ad incapacità di direzione, razionalizzazione e programmazione dei servizi e delle attività.
La USL 44 sembra dotata di
sufficienti mezzi finanziari e di
attrezzature, mancano però i programmi di intervento, né si pongono le basi per la costruzione
di questi.
A fare le spese di questa situazione sono i meno abbienti, coloro che non hanno i mezzi per
far fronte in modo privato alle
loro necessità in tema di cure e
di salute e questi sono soprattutto gli anziani, gli invalidi e i
giovani.
L’assemblea si è quindi espressa per una iniziativa su temi importanti che sappia colmare
le gravi lacune di programmazione in cui si trovano i vari servizi.
In particolare si sono identificati alcuni terreni su cui costruire una sorta di « vertenza », una
carta rivendicativa dei cittadini
nei confronti della amministrazione della USL. Questi punti
sono :
— servizi socio-sanitari di base,
— igiene e prevenzione ambientale,
— servizi per invalidi, handicappati, anziani,
— prevenzione delle tossicodipendenze (alcoolismo e droga),
— prevenzione delle malatte degenerative.
E’ chiaro che queste richieste
non dovranno essere indirizzate
alla sola USL, ma anche ai vari
comuni per quanto dovranno fare in materia urbanistica, di costruzione di case, di verde pubblico.
Giorgio Gardiol
PINEROLESE PEDEMONTANO
Elezioni da ri
AL CONGRESSO PROVINCIALE DELL’ANPI
I partigiani a
favore dell’Intesa
Anche chi ha combattuto la
guerra di liberazione nazionale,
chi ha contribuito col sacrificio
personale a far nascere la Repubblica e la sua Costituzione,
prende posizione a favore della
Intesa tra lo Stato e le Chiese
Valdesi e Metodiste, in applicazione dell’art. 8 della Costituzione.
Il congresso provinciale di Torino dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) ha
approvato all’unanimità l’ordine
del giorno che riproduciamo qui
sotto integralmente. L’iniziativa,
che è venuta dal congresso zonale di Borgo San Pietro (Moncalieri) che aveva approvato un
suo ordine del giorno, è poi stata presentata al congresso nazionale di Genova e in questa sede
si è venuti nella determinazione
di trasmettere questo ordine del
giorno all’esecutivo nazionale
(eletto dal congresso) in vista di
una presa di posizione.
Tutto da rifare. L’elezione dei
componenti il comitato di gestione della USL 44 (Pinerolese
Pedemontano) è stata annullata
dal Comitato Regionale di Controllo per illegittimità.
Infatti come aveva già dichiarato il sindaco di Prarostino, Mario
Mauro, l’elezione deve avvenire
dopo la costituzione dell’assemblea della Comunità Montana
« Pinerolese Pedemontano », di
cui l’assemblea della USL è un
allargamento.
Non essendo stata ancora costituita l’assemblea per difficoltà
di ordine politico interne al partito di maggioranza, la DC, sul
nome del presidente (il presidente uscente Trombetto è contestato nell’ambito della stessa DC),
non si poteva quindi procedere
alla integrazione con i rappresentanti dei comuni della USL
« non montani ».
Inoltre la convocazione dell’assemblea non era arrivata in
tempo utile ad uno dei suoi componenti.
Il CO.RE.CO. ha così accolto la
tesi della sinistra (PSI, Indipendenti, PCI), che poi aveva votato
l’immediata eseguibilità della delibera (non senza contraddizione
con quanto affermato), e respin
to quella della DC che — disinvoltamente — aveva dichiarato
che l’assemblea della comunità
montana è costituita con la nomina da parte dei consigli comunali dei loro rappresentanti.
La decisione del CO.RE.CO riporta VUSL 44 nella situazione
precedente: sarà retta ancora
dal commissario, il sindaco di Pinerolo, Francesco Camusso.
Sul piano politico questa decisione può creare qualche difficoltà tra i partiti che si sono accordati per la gestione.
Infatti il PLI, che chiede due
posti nel comitato di gestione,
non aveva votato il candidato repubblicano (che era uscito solo
grazie ai voti DC) ed inoltre alcuni « franchi tiratori » avevano
votato per il candidato del PSI,
Carla Felloni. La stessa DC sernbra orientarsi — per dichiarazione del suo capogruppo Cuccolo —
ad un allargamento della ntaggioranza ai socialisti, condizionando però questo ad un accordo
che comprenda l’ingresso dei democristiani nella maggioranzadelie due comunità montane Valli Chisone e Germanasca e Val
Pellice. Ipotesi cui finora i socialisti si sono dimostrati contrari.
SS
PRALI
Raccolta rifiuti
Il Cor^resso Provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia riunitosi il 21-22 marzo 1981,
RILEVATO
che l’art. n. 8 della nostra Costituzione repubblicana, nata daUa
Resistenza, il quale sancisce la libertà per tutte le fedi relipose, diverse da quella cattolica, a darsi giusti e demoCTpici statuti, non
è tuttora attuato, e che le varie comunità rpigiose soggiaciono
ancora alla legge fascista del 1929-30 sui « culti ammessi »,
VISTO
che i progetti di intesa già redatti con numerose comunità da oltre
tre anni sono ancora in attesa di approvazione parlamentare per
diventare esecutivi,
MEMORE
che nelle file del movimento partigiano delle vallate piemontep hanno militato e sono caduti tanti compagni di fedi religiose diverse,
AUSPICANO
che il Governo porti al più presto, e secondo gli impegni pubblicamente presi, le «intese» all’approvazione, dando cosi, infine attuazione ad un altro dettato costituzionale.
Giovedì 30 marzo il Consiglio
comunale di Prali ha tenuto seduta ordinaria per discutere i
vari punti posti all’ordine del
giorno. Tralasciando quelli di
ordinaria amministrazione, riferiamo brevemente sui punti che
ci paiono di maggiore importanza.
E’ stato deliberato un aumento delle tariffe relative alla raccolta dei rifiuti solidi urbani e
l’adesione alla iniziativa della
Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca per la posa in
opera di compattatori di rifiuti
ed il trasporto degli stessi a Pinerolo in accordo con l’AM.
GAS. In questo modo sarà eliminata la discarica dell’Adreit di
Marmou.
E’ stato poi deciso un impegno di spesa del 50% per alcuni
allacciamenti telefonici pubblici
nelle borgate Pomeyfré, Gardiola e Ciai. Il restante 50% della
spesa sarà sostenuto dalla Comunità Montana.
Alla ricostituita Pro Loco è
stata affidata la gestione degli
impianti sportivi esistenti nel
comune.
Infine è stato approvato un
o.d.g. in appoggio alle trattative
per l’Intesa Stato - Chiese Vaidesi e Metodiste. (Il testo approvato è lo stesso che è stato approvato in Comunità Montana.
Vedere Eco delle Valli n. 12 del
20 marzo ’81).
Come spesso succede nei piccoli comuni, specie di montagna, tutti gli argomenti posti alì’o.d.g. àono stati deliberati alla
unanimità, dopo ampia ed approfondita discussione.
erregi
6
CRONACA DELLE VALLI
17 aprile 1981
NEL PINEROLESE
Danni ingenti
Amrnontano a 6 miliardi e 15
milioni, secondo una stima incompleta fatta dal Comprensorio, i danni provocati dalle piogge delle settimane scorse.
Questa cifra è destinata sicuramente ad aumentare poiché in
essa non sono compresi i danni
provocati nei comuni di Cavour,
Vigorie, Villafranca e la ricostruzione del ponte asportato
dalle acque del Pellice e dell’Angrogna nel comune di Luserna
San Giovanni : c’è chi parla di
uri ammontare di danni pari a 7
miliardi e mezzo.
Ecco comunque un primo elenco delle stime dei danni:
Comunità Montana Val Pellice:
lire 2.576.250.000 cosi suddivise;
Angrogna 300.000.000 ; Bipiana
173.000.000 ; Bobbio Pellice 58 milioni; Bricherasio 29 milioni e
800.000 (escluso intervento su
torrente Chiamongia); Luserna
S. Giovanni 1.090.350.000 (escluso ponte Luserna-Rosta) ; Lusernetta 50.600.000; Rorà 75.000.000;
Torre Pellice 736.500.000; Villar
Pellice 63.000.000.
Comunità Montana Valli Chisorie e Germanasca: lire 2 miliardi 307.912.(X)0 così suddivise :
Fenestrelle 7.000.000; Inverso
Pinasca 9.104.550; Massello 58 milioni e 70.0(X); Porosa Arg.na
597.500.000; Perrero 45.000.000• Pinasca 303.000.000; Pom^ettò 12
milioni e 400.000; Porte 55 milioni e 800.000; Pragelato 43 milioni e 500.000; Prali 570.000.000;
Pramollo 241.552.500; Roure 90
milioni e 825.000; Salza 127. milioni; S. Germano Chisone 12
rnilioni e 160.000; Usseaux 65 milioni; Villar Porosa 70 miloni.
Comunità Montana « Pinerolese
Pedemontano»: lire 886.930.600
così, suddivise:
Cantalupa 35.484.605 ; Cumiana
85.000. 000; Prossasco 10.000.000;
Pinerolo 294.446.000; Prarostino
202.000. 0(X) ; Reietto, non quantificato; S. Pietro Val Lemina 170
milioni; S. Secondo di Pinerolo
90.000. 000.
Pianura: lire 244.050.000 così suddivise :
Airasca, nessun danno; Buriasco 700.000; Campigliene’ Fenile
6.500.000 ; Cavour, non ancora conosciuto ; Cercenasco : 100 milioni; Garzigliana 52.000.000- Macello 8.000.000; Osasco 70 milioni; Piscina, nessun danno; Scalenghe 5.050.000; Vigone, non
quantificato ; Villafranca, non
quantificato ; Virle Piemonte
1.800.000.
Non sappiamo quanto in questa stima sia l’elenco dei danni
e quanto sia riservato a lavori
necessari per la prevenzione dei
danni possibili a causa di piogge o alluvioni.
Aspettiamo dal Comprensorio
e dai comuni interessati un elenco dettagliato dei lavori da eseguire in seguito alle piogge.
C’è comunque una forte impressione che si siano inclusi in
questi elenchi lavori di sistemazione idro-geologica e di infrastrutture che poco hanno a che
Lettere all'Eco delle Valli
L’esperimento di
San Secondo
In seguito alla pubblicazione sull’Eco-Luce del 20.3, sotto il titoletto
« L’ora di religione a S. Secondo » nel
quadro deirinchiesta sull’ora di religione e alla nota di Marco Rostan sull’ultimo numero dell’Eco-Luce ci sembrano necessarie le seguenti precisazioni.
1) Non si tratta di insegnamento
religioso congiunto, ma di una presentazione reciproca delle due confessioni
per dare ai ragazzi, di cui un terzo
sono valdesi, una conoscenza di prima
mano con possibilità di intervento e di
discussione da parte degli alunni.
2) La proposta è stata avanzata
all’inizio dell’anno scolastico 1978-79
da parte del Consiglio di Istituto, limitatamente alle sezioni di terza media.
Da parte valdese la proposta è stata discussa dal Concistoro e dall’Assemblea di chiesa che hanno formulato la
seguente proposta operativa, accettata
poi dal Consiglio di Istituto. Partire
dalla presentazione di alcuni momenti qualihcanti della storia delle due
confessioni dal 1100 in poi e vedere come esse si sono formate fino ad oggi.
Discutere con i ragazzi le conseguenze attuali delle scelte fatte in tempi
passati. I temi di quest’anno sono
stati i seguenti: Valdo, Francesco, la
chiesa dei poveri e la chiesa potente.
Paesi ricchi e poveri oggi. La Riforma
protestante. La Riforma cattolica. La
messa, il culto valdese, visita al tempio ed alla chiesa cattolica di S. Secondo, Chiesa gerarchica e chiesa sinodale. Santa Cena e Comunione.
Naturalmente nel corso della discussione gli interventi sono liberi e
vengono fuori anche argomenti non
previsti.
3) Questi incontri non coprono
l’arco di tutto l’anno, ma solo la parte
eentrale di esso. Per questo motivo solo
i valdesi chiedono l’esonero dalle lezioni di religione.
Questo esperimento non rappresenta naturalmente il meglio dal nostro
punto di vista. Avremmo preferito un
superamento anche formale dell’ora di
religione anche per gli alunni cattolici.
Ma nella situazione esistente in cui i
ragazzi vivevano accanto gli uni agli
altri nella ignoranza reciproca e col rischio di grosse incomprensioni, abbiamo pensato fosse utile accettare la proposta del Consiglio di Istituto precisandone il contenuto come abbiamo illustrato.
Franco Davite
San Secondo
Francese alle Valli:
una proposta
Prendo spunto dalla lettera del sig.
Leo Coïsson che si rammarica per il
modo con cui viene trascurato e perso
l’uso della lingua francese nelle Valli.
Doibbiamo purtroppo constatare che, in
una cultura dominata dall’italiano, sia
diflficile trovare il modo di parlarlo con
una certa correttezza, senza imbastardirlo, deteriorarlo. Perché, per reintrodurre la bella abitudine di parlar francese nelle valli (specie fra i giovani),
non usufruire di un mezzo polente e
suggestivo come la Televisione? La Comunità Montana, che si interessa dei
ripetitori dei programmi RAI per la
vallata, dovrebbe farsi promotrice dell’instaUazione di ripetitori della TV
francese (in Val d’Aosta è già stato
fatto qualcosa del genere). Le difficoltà
tecniche e finanziarie potrebbero probabilmente essere risolte sia chiedendo
l’appoggio a Enti francesi, come il Consolato o il Centre Culturel Français, sia
ricorrendo alla collaborazione dì privati interessati a quest’iniziativa. Da
una conoscenza del francese vero, penso
che anche il patois potrebbe trarre sicuro vantaggio.
Miranda Gerbotto Margary
Torre Pellice
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fare coi danni delle piogge.
Probabilmente alcuni comuni
non hanno resistito alla tentazione di farsi finanziare opere
pubbliche che coi fondi ordinari
non avrebbero potuto mai realizzare.
Se questo è vero, non è possibile accettare questo costume
politico. Si chiedano fondi per
fare interventi preventivi e se
questi non vengono si denuncino
chiaramente le responsabilità,
ma — per favore — non si faccia « la cresta » sulle calamità
naturali. gg
“Lettera ad un
bambino mai nato”
oggi e domani
Questo sfogo solitario è un documento autentico di un paio di
anni fa, che non era destinato alla pubblicazione, ma fu poi offerto come contributo della protagonista ad un dibattito su « i
cristiani di fronte all’aborto » organizzato a Pinerolo quando ancora non si prevedevano gli attuali referendum. L’autrice ci
aveva autorizzati a farne l'uso
che ritenevamo più opportuno,
chiedendo solo di tacere il suo
nome « perché aveva già pagato
abbastanza caro il suo segreto ».
TEATRO A BOBBIO
Nella sala Unionista di Bobbio Pellice il 24 aprile alle ore 21 avrà luogo
lo spettacolo cc Libertà di essere matti », cabaret di Mario Zucca.
TEATRO A LUSERNA
Al Teatro Lusernese, il 25 aprile alle ore 21 verrà rappresentato lo spettacolo « Canti e voci di Raffaeie Viviani » a cura di Raffaella De Vita.
CELEBRAZIONI DEL 25 APRILE
Il comprensorio di Pinerolo organizza una manifestazione popolare in ricordo dei caduti ed in difesa dei valori della Resistenza e della Costituzione per venerdì 24 aprile a Pinerolo
con inizio alle ore 21. La manifestazione che prevede un corteo e una
fiaccolata per le vie cittadine, si conciuderà con un saluto del presidente
del comprensorio Celeste Martina e
con un discorso del presidente provinciale dell'ANPI Isacco Nahoum (Milan).
Buonasera, Scarabocchietto,
ti ho sempre chiamato così,
perché non sei mai nato, e non ti
ho visto che come uno scarabocchietto biancastro nel boccale
che diciannove anni fa il dottore
mi ha fatto vedere alla fine dell’operazione in cui ho urlato come una bestia, benché avessi deciso di essere coraggiosa.
Anzi^ no, non Scarabocchietto,
ma_ Giovanni Daniele, come ti
chiameresti se avessi avuto il coraggio di portarti fino in fondo
da sola, anche se tuo padre non
aveva nessuna voglia di sposarmi o di riconoscerti. E invece no,
non ho voluto rovinare l’imminente matrimonio di mia sorella,
in una famiglia tanto per bene,
non ho voluto che tu crescessi,
come un bastardo, non ho voluto deludere papà e mamma che
avevano tanta fiducia in me, ma
forse soprattutto non ho voluto
rovinarmi la carriera, essere giudicata una puttana anziché una
brava figliola come tutti mi
consideravano, non ho avuto il
coraggio di tenerti e di tirarti
su, da sola se era necessario, di
farti da papà e da mamma, e così ti ho ammazzato. Forse sono
sbronza, ma stasera ti vedo seduto davanti a me, Giovanni Daniele che non sei mai nato perché la tua mamma ti ha ammazzato e che oggi avresti diciannove anni. Ti vedo seduto davanti
a me, come non ti ho mai visto
e non ti vedrò mai, e per me il
mondo sarà sempre vuoto perché tu non ci sei, e perché io ti
ho impedito di vivere.
Se domani ci fosse un referendum sull’aborto, voterei per la
depenalizzazione, perché non è
giusto che una povera diavola
spaventata, che ha rischiato la
vita in un aborto furtivo, senza
ospedale, senza anestesia, senza
nulla, debba ancora rischiare il
ricatto del medico o della levatrice, e perché anche questi, se
hanno agito per pietà, non debbano pagare con la prigione e la
vergogna il loro aiuto. Ma soprattutto vorrei votare per un
mondo in cui tu avresti diritto
ad un posto rispettato, come tutti^ gli altri, in cui una donna non
sia costretta, o almeno indotta,
ad ammazzare un bambino a cui
vuole già bene, a cui vorrebbe
dedicare tutta la sua vita.
L’angolo di Magna Linota
AVE MARIA A S. FRANCESCO
Questa lettera viene dal Venezuela e deve fare il giro del mondo. E’ stata iniziata dalla Signora Ella Poedi. Ne faccia 22 copie
e le spedisca entro 8 giorni ad
amici e non a parenti. Riceverà
una sorpresa. Guardi che non è
uno scherzo o una superstizione.
Queste testimonianze sono vere:
Costantino Carli ebbe la lettera
e la spedì; dopo 8 giorni vinse 90
milioni di dollari.
Il Signor Amelio Boi ebbe la
lettera nel 1966 e la strappò; le
sue condizioni ne risentirono e
poco dopo morì iinpazzito.
Il signor Evi ebbe la lettera e
ordinò ad suo segretario di fare
le copie e di spedirle; le sue condizioni economiche migliorarono
materialmente.
Un impiegato se ne dimenticò
e dopo 8 giorni perse il posto di
lavoro; ritrovò la lettera ne fece
22 copie ed ottenne un posto migliore e passò di grado.
Il signor Remigliani rise della
lettera e dopo 2 mesi morì.
Non rida per nessuna ragione,
ne faccia 22 copie e dopo 8 giorni riceverà una sopresa.
AVE MARIA A S. ANTONIO
Questa lettera arriva dal Venezuela e deve fare il giro del
mondo, è stata inviata da Povone e fanne 24 copie ad amici e
non a parenti dopo 9 giorni riceverai una sorpresa, guarda che
non si tratta di superstizione,
leggi quanto segue: Costanti Carlo ricevette la lettera fece le copie e la spedì dopo 9 giorni vinse 9 milioni di dollari. Aurelio
Bercebbe, ebbe la lettera la stracciò e dopo 9 giorni le condizioni
della sua famiglia peggiorarono
ed egli morì. Il sig. Zomea, ebbe
la lettera, nel 66, ordinò al suo
segretario di fare le copie e di
spedirle, dopo 9 giorni, le condizioni della sua famiglia migliorarono. Un impiegato di banca se
ne dimenticò dopo 9 giorni perse
il posto di lavoro, dopo... per caso ritrovò la lettera fece le copie
e passò di grado.
Il signor Maglione rise della
lettera con amici vantandosi di
non essere superstizioso e dopo
9 giorni, morì.
Non ridere della lettera per
nessuna ragione al mondo, fa la
catena subito dopo 9 giorni riceverai una sorpresa mai aspettata.
a Telepinemlo
Canali:
56: per il comprensorio
27: per Pinerolo
32 - 41 - 43 - 54: per Val Chisone
24 -49: per Val Pellice
Ogni sabato alle ore 20,20
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANGELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
Da qualche tempo ricevo una
quantità di lettere del genere di
queste due. Le prime le ho adoperate per accendere la stufa e
non ci ho più pensato. Si sa già
che ogni tanto qualcuno tira fuori una catena della felicità: questa va avanti per un po' e poi
scompare nel nulla. Eppure vale
forse la pena di confrontare i vari sistemi. Le prime catene chiedevano di fare solo sette copie e
portavano il nome di un mittente a cui mandare una somma irrisoria, che tuttavia, moltiplicata
non so più per quante persone,
procurava un bel po’ di denaro
ai primi della lista e una perdita
trascurabile agli ultimi della serie: era insomma una specie di
lotteria.
Poi sono venute altre lettere,
sempre con nome, cognome e indirizzo, che non chiedevano quattrini, ma preghiere portafortuna.
Erano superstiziose, ma in fon
do si riducevano ad una richiesta
di solidarietà: prega per me e
altri pregheranno per te.
Quelle di quest’anno sono invece anonime, grossolane, stupide e cattive insieme, malamente
copiate e peggiorate dall’una all’altra. Qualunque individuo di
buon senso non può non giudicare scandaloso mescolare Maria,
Francesco d’Assisi e Antonio da
Padova, che erano persone serie
e credenti convinti, in questi
scherzi di cattivo genere. Non
posso credere che ci sia oggi in
Italia chi si lascia spaventare da
queste minacce o attirare da promesse vaghe quanto illusorie di
illustri anonimi fino a spendere
più di settemila lire, tra fotocopie, buste e francobolli, oltre al
tempo perso a cercare i destinatari ed a scrivere gli indirizzi,
con l’unico risultato pratico di
intasare le buche delle lettere,
mentre la posta funziona già
così male.
Ad ogni modo, se qualcuno di
quelli che si son presi la briga
di mandarmele ci credeva davvero, devo, disilluderlo: sono già
passati più di nove giorni, non
sono morta e non mi pare di essere più matta del solito.
Magna linota
ANGROGNA
ASSEMBLEE POPOLARI
Lunedì 20 aprile (Pasquetta),
ore 21, in Municipio; martedì 21
aprile, ore 21, a Chiot-dl’Aiga
(Scuole elementari); Assemblee
Popolari per discutere il progetto di Bilancio preventivo per il
1981 e la bozza del Regolamento
del Servizio Raccolta Rifiuti
Invito in Valle d’Aosta
VIERING - Casa Comunitaria
26 posti Ietto
Adatto per gruppi giovanili e per famiglie
Tel. 0165/31801 (Monaya)
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17 aprile 1981
CRONACA DELLE VALLI
DIBATTITO NEL 2« CIRCUITO
Ministeri e
ruoio diaconale
Estremamente stimolante da
un punto di vista evangelico la
giornata comunitaria di domenica 5 aprile che ha visto riunite
a Prarostino le Chiese del II Circuito, rappresentate da oltre 50
fratelli e sorelle per un ulteriore giro di idee sul tema dei Ministeri e del Ruolo Diaconale
con l’obiettivo di una decisione
che il Sinodo 1981 dovrà prendere in merito.
La giornata iniziatasi col culto presieduto dal Pastore Cipriano Tourn è proseguita con una
agape fraterna « riscaldata » da
una minestra offerta dalle Signore dell’Unione Femminile locale ed ha avuto il suo momento più intenso nella discussione
del pomeriggio, presieduta dal
fratello Renzo ’Turinetto, eletto
dai presenti a moderare gli interventi.
Prima che la parola fosse data
agli intervenuti, i pastori presenti hanno brevemente riferito
quanto sull’argomento era stato
dibattuto nelle rispettive comunità, sia in assemblea di Chiesa
che durante le riunioni quartierali.
Hanno così parlato nelhordine
i pastori Marco Ayassot per Pinerolo, Cipriano Tourn per Prarostino, Franco Davite per S. Secondo, Teofìlo Pons per Villar
Perosa, Giovanni Conte per San
Germano. Successivamente barino preso la parola molti fratelli,
animando il dibattito, che come
sovente accade quando l’argomento sul tappeto è sentito, ha
raggiunto momenti « caldi ».
Sintetizzare il contenuto dei
vari interventi non è semplice
vista la varietà dei pensieri
espressi, mi limiterò quindi a citare quelli che ritengo più significativi.
— Nella nostra Chiesa _ si ha
una gerarchia di ministeri tutti
accentrati nella figura del pastore, il quale in questo modo raccoglie in sé le deleghe di tutta
la comunità, che sopperisce cosi
alla scarsa ricerca di doni effettuata in seno ad essa.
- Il riconoscimento pubblico
dei ministeri si deve evitare per
non inflazionare il numero delle
cerimonie. Chi lavora in genere
non ha bisogno di riconoscimenti pubblici per quello che fa; gli
bastano il costante aiuto di Dio
e la simpatia dei fratelli per i
quali opera. La consacrazione ci
viene dal battesimo e dalla confermazione.
— Se un riconoscimento di un
ministero ci deve essere questo
si limiterà ad una notizia data
PERRERO-MANJGLIA
durante il culto.
— Occorre semplificare al massimo tutto ciò che può creare
burocrazia.
— Il riconoscimento ufficiale
della comunità ad un ministerio
può infondere coraggio al fratello che lo esercita nei momenti di
smarrimento che inevitabilmente giungono a provarlo.
I problemi connessi con il Ruolo Diaconale hanno suscitato parecchie reazioni, forse anche perché la materia non era stata trattata con sufficiente conoscenza
durante le riunioni. Molto utile è
stato quindi l’intervento del fratello Valdo Fornerone, membro
della Tavola, a chiarire che non
era in discussione nessuna proposta di aumentare i posti di la
voro in seno alla Chiesa, ma
semplicemente di esaminare il
caso di riconoscere pubblicamente un dono a tutti coloro che
hanno deciso di servire a pieno
tempo la Tavola, rinunciando ad
una carriera esterna regolamentando di conseguenza la loro posizione.
Molti e discordi i pareri circa
chi deve essere iscritto in questi
ruoli se solo chi accetta oppure
no. Ed inoltre, per chi accetta,
come deve avvenire la consacrazione? Come per i pastori oppure no?
Mi pare comunque di poter
sintetizzare l’opinione della maggioranza in una equiparazione
dei diaconi o optanti o qualunque nome si voglia dar loro, alla
figura del pastore con uguali diritti.
La giornata, come ogni giornata che si rispetti, ha avuto il
suo numero di « scandalìzzati » e
di « perplessi ». Ci auguriamo
però che la preghiera di chiusura abbia placato gli animi di tutti ricordandoci come pur tra infinite idee ce n’è una che sola ci
aiuta a vivere: l’idea di Cristo.
S. M.
SAN SECONDO
TORRE PELLICE
Discussione sull'ecumenismo
La Domenica delle Palme, com’è tradizione, abbiamo avuto a
Ferrerò le confermazioni. I sette
catecumeni di cui abbiamo dato
i nomi sulla Circolare delle Chiese delle Valli hanno fatto di fronte alla Comunità la loro professione di fede. La speranza della
Chiesa intera è che lo Spirito di
Dio li accompagni lungo la loro
vita di credenti.
Dopo il culto, le famiglie dei
catecumeni si sono incontrate
per un’agape fraterna. Era la prima volta che lo si faceva ed è
stata certamente un’esperienza
positiva, un momento di gioia e
di comunione.
Il pomeriggio ha avuto luogo
10 spettacolo « Le vecchie stalle », messo in scena dalla Scuola
Domenicale. Il testo, che è stato
scritto dai monitori insieme coi
bambini, racconta la vita di un
tempo alle Valli; le storie che
si raccontavano nelle veglie, i
balli, le canzoni ecc. I bambini
sono stati tutti molto bravi ed
11 pubblico, che è accorso numeroso, è certamente rimasto soddisfatto, e lo ha dimostrato con
dei prolungati battimani.
Si è trattato dunque di una
giornata molto piena, ma che
certamente ha arricchito coloro
che vi hanno partecipato. Uri
grazie di cuore dunque a tutti
coloro che col loro lavoro ne
hanno permesso la realizzazione.
Durante la scorsa settimana
la Pilodrammatica ha avuto due
incontri con un gruppo di giovani di Colonia in visita alle valli. Sono state due serate in cui,
fra canti spirituali e popolari, i
giovani hanno potuto avere uno
scambio sulle proprie realtà ecclesiastiche. Particolarmente interessante è stata un’ampia discussione suU’ecumenismo oggi.
Con la bravura e la rapidità della signora Cericola si -è potuto
avere uno scambio di idee senza
l’imbarazzo delle lingue. I fratelli tedeschi hanno dimostrato sorpresa per la nostra lettura del
cattolicesimo italiano; la chiarezza teologica e la rigidità con
cui si discute oggi con i cattolici pare loro eccessiva e troppo
radicale. Per questi giovani è
difficile immedesimarsi nella
realtà cattolica italiana, diversa
da quella tedesca. E’ stato però
accettato da qualcuno che questa realtà è dovuta proprio al
fatto che i valdesi sono una piccola minoranza che vuole discutere S7 con i cattolici, ma sempre in modo chiaro e senza cedimenti. Per coloro che provengono dall’estero pare che in Italia non si sia capaci di fare ecumenismo se non arroccandosi e
trincerandosi sulle proprie posizioni.
Questa interpretazione non è
però fedele: laici, giovani, pastori fanno ecumenismo in Italia e
anche alle valli, grazie alla apertura della diocesi di Pinerolo,
però non ci si sente né perseguitati né maniaci dell’unità della
chiesa. Papa, immagini e gerarchia sono visti in modo molto
più ottimistico da parte dei giovani di Colonia, i quali si sono
stupiti in modo particolare del
fatto che, perché venga celebrato un matrimonio misto, il coniuge cattolico deve ottenere la
dispensa del vescovo.
L’esperienza d’incontro con i
giovani tedeschi è stata molto
positiva e ringraziamo il Signore per questa possibilità, che ci
è stata offerta, sperando che
possa ripetersi con altri gruppi.
• Dopo le interessanti relazioni dei past. Tourn, Adamo, Artus, Ribet e di J.J. Peyronel e
E. Helliot, sulle varie interpretazioni teologiche della figura di
Gesù, l’ultimo incontro, che è
per il momento rinviato a data
da stabilirsi, sarà centrato sul
tema « Gesù e i mass-media »
presentato da G. Platone. Tutte
le relazioni verranno pubblicate
in un libretto che sarà in vendita prossimamente. Questo lavoro
segna la conclusione dell’impegno del gruppo giovanile: i giovani, che fin dal ’78 si sono impegnati validamente nella comunità ritengono di aver raggiunto
il loro obiettivo, che era appunto
quello di inserirsi nella vita della chiesa in modo responsabile
e partecipe.
missione ricevimenti invita tutti
gli interessati a volersi prenotare al più presto presso Marco
Gnone (tei. 932240). Il prezzo
della cena è fissato in lire 5.000.
• Sabato 25 alle ore 20,45 nella Sala Sinodale della Casa Valdese la Corale e il Coretto terranno un concerto di canti spirituali e popolari.
• Domenica 26 le Scuole domenicali si recheranno a Bobbio
per la festa di canto. I bambini
usufruiranno del pullman di linea in partenza alle ore 8,25.
Sono graditi eventuali passaggi
in automobile da parte di genitori disponibili, data la inadeguata capienza del mezzo pubblico.
Il ritorno è fissato con il pullman
in partenza da Bobbio alle 16,25
(arrivo a Torre alle ore 16,50
circa).
• Si sono svolti i funerali di
Anna Dema ved. Giordan. Ai familiari la comunità esprime la
sua simpatia cristiana.
Teologia: leggere
scientificamente
il testo
Nel corso dell’ultimo colloquio
pastorale, svoltosi lunedì 13 a
Torre Pellice, si è affrontato un
tema relativamente complesso:
l’analisi strutturale applicata ai
testi biblici. Introdotto dal pastore Bruno Rostagno lo strutturalismo, visto attraverso alcuni
esempi pratici di scomposizione e ricomposizione di un testo,
ha immediatamente scatenato
una vivace discussione. Serve o
non serve questo metodo, che
permette di scoprire le dinamiche tra personaggi di un racconto, ai fini della predicazione?
Sembra proprio di sì anche se
non rappresenta il superamento dell’analisi storico-critica dei
testi biblici. Purtroppo a tutt’oggi
non esiste sul mercato un commentario biblico che applichi il
metodo dello strutturalismo: vi
sono solo saggi, articoli sparsi e
perloppiù in lingua straniera. La
materia comunque è interessante (anche se per il momento è
destinata ad un pubblico di specialisti) poiché permette di leggere il testo bliblico in modo
nuovo, più coinvolgente.
Sarebbe interessante se la presentazione del metodo e un
sommario resoconto del dibattito apparissero da qualche parte:
in fondo si tratta di una novità
capace di arricchire la lettura
biblica. Il che non è poco.
• In un tempio gremito da oltre 300 persone hanno dichiarato la loro fede 10 nuovi membri
di chiesa. Essi sono Claudio Avondet (Prima), Adriano Bianciot (Miradolo), Renzo Chialvo
(Miradolo), Walter Costantino
(Cavoretto), Ezio Gaudin (Crotta), Claudia Godino (Lombarda), Paolo Gönnet (Miradolo),
Daniele Paschetto (Centro), Rosalba Piola (Brusiti), Mauro Paschetto (Combe). Ci rallegriamo
con questi giovani e con loro
chiediamo al Signore di fortificare la loro fede ed aiutarli a
mantenere le loro promesse.
• E’ deceduto dopo grave malattia Giovanni Gallina (Torino). La comunità esprime il suo
affetto e la sua solidarietà alla
moglie Rina Gardiol ed alla figlia Paola.
• Le nostre condoglianze anche a Elena Piola nata Plavan
per la morte della sorella.
VILLAR PELLICE
Domenica 29 marzo si è svolta a Villar Pellice una nuova riuscita giornata Pro-Miramonti.
Anche stavolta la popolazione
ha risposto favorevolmente alla
iniziativa degli organizzatori, che
hanno preparato un pranzo con
menu caratteristico, frittata verde, salamini, formaggio e patate. Hanno partecipato circa 180
persone.
Nel pomeriggio i presenti hanno potuto osservare i numerosi
lavori compiuti sullo stabile Miramonti, l’ampliamento dei locali sul retro dell’edificio e la risistemazione del primo piano. E’
stata poi preparata una divertente tombola a premi, seguita
da una lotteria. Il pomeriggio
si è concluso con un thè. Per tutta la giornata è poi stata aperta
una bancarella per la vendita di
torte, dolci, biscotti ed altre specialità confezionate in casa.
ANGROGNA
RINGRAZIAMENTO
« Io penso che le sofferenze del
tempo presente^ non siano assolutamente paragoruibili alla gloria che Dio ci manifesta ».
(Romani Vili V. 18)
Il marito, il Hglio, le sorelle, le cognate. i cognati, i nipoti, i cugini della compianta
Irma Plavan in Bounous
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di affetto tributata alla loro
cara, neH’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano di vivo cuore
tutte le persone che con scritti, fiori,
parole di conforto e partecipazione ai
funerali, hanno partecipato al loro dolore.
Un ringraziamento particolare alle
suore, ai dottori e a tutto il personale
dell’ospedale cc Cottolengo » di Pinerolo, ai pastori Cipriano Tourn e Arnaldo Genre.
Prarostino, 10-4-1981
RINGRAZIAMENTO
La moglie Margherita ed il figlio
Piero, del
cavaliere Nicola Muraglia
deceduto aU’età di 86 anni, ringraziano tutte le persone che hanno preso
parte al loro lutto. Un grazie particolare ai Pastori Zotta e Adamo, alla collega Liliana Pons, al prof. Lo Bue, ai
dottori Pantiglio e Delleani ed al personale tutto dell’ospedale Valdese di
Torre Pellice.
Luserna San Giovanni, 29 marzo 1981_
RINGRAZIAMENTO
c( Dio e amore »
Figli, cognati e sorella del caro
Angelo Solinas
riconoscenti per la partecipazione al
loro dolore, ringraziano tutti coloro
che hanno voluto esprimere con la loro
presenza, solidarietà e conforto in questa triste circostanza.
Torino, 2 aprile 1981
AVVISI ECONOMICI
FAMIGLIA pastore emerito residente
Luserna S. Giovanni cerca signora
o signorina per collaborare oure a
infermo anche solo ore pomeridiane.
Telefonare 91757
alla
Venerdì 24 aprile alle ore 19
Foresteria avrà luogo una
cena comunitaria insieme ai fratelli e alle sorelle di Firenze in
visita a Torre Pellice. La com
Hanno collaborato a questo
numero Mauro Alberiengo,
Roberto Bellini, Emilio Gañese, Franco Davite, Ennio Del
Priore, Renato Di Lorenzo,
Raimondo Genre, Odoardo
Lupi, Italo Pons, Paolo Ribet, Leopoldo Sansone, Aldo
Sbaffi, Franco Taglierò, Ugo
Tomassone. Maria Grazia, Arriinto, Sergio Montalbano.
• I lavori di restauro al Tempio del Capoluogo, coordinati
dalla Commissione stabili, sono
ormai in fase avanzata. Nel frattempo è stata indetta una sottoscrizione speciale per gli stabili in concomitanza con la distribuzione della circolare da
parte degli anziani.
• Auguri ai giovani Marcello
Bertin e Edi Besson per il loro
matrimonio celebrato sabato 11
aprile in Municipio seguito dalla
benedizione nel tempio del Serre.
• Ricordiamo che i culti di
giovedì (Capoluogo) e venerdì
santo (Serre) sono alle ore 21
con Senta Cena. A Pasqua il culto inizia alle ore 10 al Capoluogo e alle 20.30 a Pradeltorno, dove sarà seguito da diapositive e
informazioni sul terremoto.
e Corale e comunità, domenica scorsa, si sono strette intorno
al nuovo anziano del Serre Hélène Rivoira nel auadro di un
culto pareeeldo frequentato.
• L’Unione Femminile sta terminando il suo giro di riunioni
quartierali, l’ultima sarà a Cacet il 29 aprile. Quest’anno la frequenza è stata un po’ migliore il
che incoraggia decisamente questo gruppo di sorelle che da una
decina di giorni visita i quartieri.
RINGRAZIAMENTO
AlTelà (li 86 anni è mancata
Ida Jahier ved. Beux
I familiari sentitamente ringraziano
tutti coloro che in qualsiasi modo sono
.stati di conforto nella prova.
Ruata di Pramollo, 4 aprile 1981
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Vittone. Pellegrin. Biglino, Benedetto. Maianot e Morel, nel
triste evento della tragica dipartita
della compianta
Anna Lucia Vittone
ved. Pellegrin
ringraziano in particolare i vicini di
ca.sa, e quanti si sono prodigati e sono
stati di conforto in cosi triste circostanza. La messa di trigesima avrà luogo il giorno 9 maggio alle ore 9.30 nella Chie.sa di S. Martino di Torre Pellic.e.
Torre Pellice, 8 aprile 1981
COMUNITÀ' MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
I OSPEDALE MAURIZI ANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte dei giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso rOSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 19 APRILE
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
CALETTO - Via Roma 7 - Tel.
909031.
LUNEDI’ 20 APRILE
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud. 5
- Tel. 91374
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pollice: martedì chiusa
Ir farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni: marcoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
Domenica 19 e lunedì 20 aprile
PIZZARDl - Tel. 91239
o tei. 91.288 - Vergnano - Noccioleto.
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8,
dalle ore 14 della vigilia del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
Il recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Argentina - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 19 APRILE
Villar Perosa
FARMACIA DE PAOLI
LUNEDI’ 20 APRILE
Perosa Argentina
FARMACIA CASOLATI
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tel. 22664
Croce Verde Porte - Tel, 74197
Croce Verde Perosa ■ Tel. 81000
10
8
17 aprile 1981
IL NOSTRO CONTRIBUTO PER LA RICOSTRUZIONE - 5
Cooperative e
due facce dello stesso progetto
Concludiamo con questo numero la rassegna, appena abbozzata, sui problemi e le prospettive
dell’azione condotta dalla Federazione evangelica nelle zone colpite dal sisma del 23 novembre.
Il discorso qui condotto andrà
necessariamente ripreso ed aggiornato anche riguardo alle iniziative promosse da altri evangelici. Penso, per citare un caso, all’opera dell’Esercito della Salvezza che è stata, nei giorni del sisma, una delle più tempestive. In
quest’ultima puntata mi preme
però segnalare altre due questioni; quella cooperativistica e quella del volontariato.
Invertire
le vecchie tendenze
A Senerchia è in fase avanzata
di formazione una cooperativa
agricola che per settembre dovrebbe essere in grado di ricevere una prima partita di mucche
donate da evangelici svizzeri. Si
sta infatti costruendo una grossa
stalla che sarà il cuore stesso della cooperativa. « La Regione Campania — dice Mario Lamartina,
veterinario di Milano, che da
tempo opera a Senerchia — è
intervenuta presso i contadini
con ’’stanotte” di lamiera, roventi d’estate e fredde d’inverno.
I contadini avrebbero invece preferito un finanziamento diretto
o del legname anziché queste
’’stallette” che spesso sono state
sistemate lontano dalle case dei
contadini ». E sulla necessità di
creare cooperative agricole? « Il
futuro della zona è legato — prosegue il veterinario di Milano —
alla cooperativizzazione in campo agricolo. Ma è molto difficile.
La gente per una atavica mentalità individualistica — come del
resto capita anche al Nord — non
accetta facilmente di mettersi insieme per risolvere i propri problemi. Perciò occorrono persone
che abbiano già fatto anche tecnicamente quest’esperienza per
provocare un cambiamento di
mentalità ».
Anche a Ruvo del Monte, nella
montagna lucana, la FCEI sta allestendo un esperimento cooperativistico che è stato sinora accolto favorevolmente dall’Amministrazione locale. Le caratteristiche dell’agricoltura sia a Senerchia che a Ruvo sono simili: parte del territorio è occupato da
complessi silvo-pastorali e da colture cerealicole. Un paesaggio agrario ricco e multiforme: seminativi, prati e pascoli costituiscono l’ideale per avviare una azienda agricola che possa rendere.
In particolare a Ruvo (700 senzatetto su 1744 abitanti) si pensa
che la nuova cooperativa possa
far uscire dall’attuale crisi il set
------- ^
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Dino Ciesch, Niso De
Mlchelis, Giorgio Gardlol, Marcella Gay. Aurelio Penna. Jean-Jacques Peyronel, Roberto ^eyrot,
Giuseppe Platone. Luciano Rivoira,
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Intestato a « L’Eco delle Valli La Luce >.
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220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
Intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce »: Autor. Tribunale di
PInerolo N. 176 , 25 marzo 1960.
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Rag.
Tribunale di PInerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pelllce (Torino)
tore dell’agricoltura: per fine aprile arrivano i primi 25 vitelli.
Un risultato positivo su questo
fronte significherebbe anche un
inversione di quelle vecchie tendenze che hanno prodotto, negli
anni passati, processi deleteri
(dall’emigrazione con conseguente processo di senilità del paese
al degrado territoriale). Ma il
processo d’inversione è tutt’altro
che facile poiché le « forze conservatrici — ammette il sindaco
di Ruvo — che per lungo tempo
hanno negato un ruolo produttivo ai lucani, possono riapparire
per ripristinare forme di potere
(lottizzando il terremoto) che sono la negazione più netta di ogni
forma di sviluppo economico e
sociale ». A conti fatti la nascita
di una cooperativa può rappresentare la prima tappa nel nuovo
processo di sviluppo del dopoterremoto. Al momento, della
Cooperativa di Ruvo iniziata dalla FCEI s’interessa il giovane
Mingo Aquilante che proviene
dall’esperienza cooperativistica
di Villa S. Sebastiano in Abruzzo. Per gli aspetti tecnici ci si rivolge ad esperti della Lega delle
Cooperative, ma ciò che occorre
è una serie di interventi volontari
continuativi.
Occorrono
volontari
« In questa prima delicata fase d’impianto delle cooperative è
necessaria la presenza — osserva
Toti Bouchard che da 4 mesi cura la segreteria dell’azione proterremotati della FCEI — di persone capaci sia di sviluppare contatti con la gente sia di risolve
re problemi pratici purché queste persone restino a lavorare
per un periodo di tempo ragionevolmente lungo per avviare seriamente le cose... ».
Dal giorno del terremoto più di
duecento giovani evangelici si sono alternati sui fronti della ricostruzione. Qualcuno ha osservato
che il flusso dei volontari ha rappresentato: « il più grosso impegno collettivo dei nostri giovani, da molti anni a questa parte ». Ma attualmente il flusso dei
volontari sembra sensibilmente
diminuire. Ci sono posti liberi
per maggio e giugno. Sarebbe importante fin d’ora assicurarsi volontari per luglio e agosto per
un lavoro che abbia almeno il
respiro di un mese. In particolare ad Avellino si sta organizzando, per la sistemazione generale
del villaggio prefabbricato di
Monteforte, un campo di lavoro
nel mese di luglio diretto dal giovane architetto Monti di Roma
che, con moglie e figli, si trasferisce « in loco » nel periodo delle
ferie.
Gruppi o singoli che desiderassero spendere un periodo del loro
tempo lavorando a favore dei terremotati nel quadro dell’azione
condotta dalla FCEI debbono
mettersi in contatto con l’ufficio
di coordinamento telefonando al
06/4755120 di Roma o scrivendo
alla FCEI, via Firenze 38, 00184
Roma. Meglio comunque se la
permanenza, per le ragioni dette
prima, superi la settimana. La
continuità del lavoro e la conoscenza approfondita dei problemi
sembrano essere gli ingredienti
più necessari in questa fase della
ricostruzione.
(fine)
G. Platone
Fondo di solidarietà
Nel pubblicare un nuovo elenco delle offerte pervenuteci, ancora una volta ci rivolgiamo alla
comprensione dei donatori: purtroppo le Poste continuano a funzionare male e soprattutto in
modo irregolare. Offerte più recenti ci sono già pervenute, mentre di doni di più vecchia data,
anche se accreditati, non abbiamo ancora ricevuto la relativa
documentazione. Di conseguenza,
non siamo in grado di mettere
nell’elenco quelle cifre di cui ci
manca ancora il nome del donatore.
Attualmente, le destinazioni del
Fondo sono tre:
1) Contro la fame nel mondo,
in appoggio al Programma del
CEC: in cassa vi sono circa 1 milione 400 mila lire. Attendiamo
di arrivare almeno ai due milioni per inviare un’offerta di una
certa consistenza.
2) Appoggio al programma di
Lotta al Razzismo (PLR), sempre del CEC: attualmente in cassa vi sono circa L. 400 mila.
3) Appoggio all’iniziativa della
Federazione delle Chiese evangeliche per il programma di ricostruzione a più lungo termine
nelle zone terremotate del Sud.
Ci pare inutile dilungarci su questo argomento che viene settimanalmente trattato dal nostro gior
Porto d’armi:
iniziativa radicale
Secondo l’iniziativa del Partito radicale viene proposta
l’abrogazione — ossia Tannullamento — dal testo unico di
Pubblica Sicurezza approvato con Regio Decreto 18 giugno
1931 n. 773, del terzo comma dell’articolo 42, concernente il
rilascio del porto d’armi, a cura di questori o prefetti.
La formulazione giuridica è la seguente: «Volete voi la
abrogazione dell’articolo 42 comma terzo del R.D. 18.6.1931
n. 773 e successive modificazioni? ».
Detto comma suona così : « Il questore ha facoltà di dare
licenza per porto d’armi lunghe da fuoco ed il prefetto ha
facoltà di concedere, in caso di dimostrato bisogno, licenza
di portare rivoltelle o pistole di qualunque misura, o bastoni
animati la cui lama non abbia una lunghezza inferiore ai
cm. 65 ».
Il porto d’armi è già oggi vietato dall’art. 4 della legge
n. lift del 1975, che peraltro mantiene in vigore le autorizzazioni di cui sopra. L’abolizione di tali autorizzazioni, che forma oggetto del referendum, comporta di conseguenza il divieto assoluto di portare armi al di fuori della propria abitazione.
Perchè SÌ Perchè no
naie. In modo particolare ricordiamo le dichiarazioni del presidente della FCEI pastore Bensì
apparse sul numero del 27 marzo scorso che esprimono chiaramente le motivazioni e le speranze che animano questa iniziativa,
vòlta a proporre un modo di vivere diverso da quello di prima.
Ricordiamo che le offerte vanno inviate al conto corr. postale
n. 11234101 intestato a La Luce,
fondo solidarietà, Via Pio V 15
Torino, indicando possibilmente
la causale del versamento.
Ecco ora l’elenco dei donatori
e relative offerte:
N.N. con simpatia (8 vers.) L. 120.000;
P. Corba (3 vers.) 15.000; M. Terranova,
Trani 50.000; E. Giacomelli 50.000; G.L.
Giudici 5.000; S. C. 50.000; M. Bein
Buzzi 10.000; M. e E. Bein 50.000; N. N.
50.000; C. Roncagliene 85.000. B. Roncagliene 14.000; Chiesa valdese Susa 50
mila; A. Gönnet 50.000; N. N., C. Oddone Torino 260.000; T. Barlera 10.000;
Chiesa valdese Torre Pellice 70.000;
C. Giustoiisi 5.000; E. e S. Maurin 10
mila; RMFC 5.000; A. Perini Trovato in
mem. sorella Stella 10.000; G. L. Giudici 5.000; M. Mariani 5.000; R. Aucello
10.000; Chiesa Bobbio Pellice 262.000;
E. Ricca 50.000; D. Di Toro 50.000; C.
Paulen 200.000; T.E.V. 40.000; Interessi
anno 1980 19.232.
Totale L. 1.610.232; prec. L. 1.133.315;
in cassa L. 2.743.547.
Doni Eco - Luce
DONI DI L. 20.000
Bergamo: Frizzoni Bruno — Pachino:
Giardino Maria ved. Calogero — Milano: De Ambrosi Sergio, Gay Sergio
e Mimma — Velletri: Di Toro Domenico — Riclaretto: Massel Francesco.
ALTRI DONI
San Germano: Comba Emilio L. 1.500;
Rostan Nelly 8.000 — Pietra Ligure:
Gaydou M. Adelaide 500 — Pomaretto:
Paschetto Lina 500 — Riclaretto: Rostan
Emilio 500 — Sesto Fiorentino: Camporesi Giuseppina 500 — Bricherasio:
Fornerone Caterina 3.500 — Caltanissetta: Farad Vincenzo 4.000 — Arquata Scrivia: Ferrari Felice 4.000 — Germania: Muller Kollmar Klaus 2.770 —
Prarostino: Mori Edoardo 6.500, Godino Alessandra 14.000 — Roma: Duprè
Franco, Capparucci Fausta, Durand Mirella 6.000 — Bologna: Gavazza Luigi
8.000 — Pomaretto: Poet Maria Lina
7.500 — Torino Ravazzini Vittorio 25.000
— Venezia: Cacciar! Bogo Evellna
25.000 — Milano: Falchi Franco 30.000
— Cinisello: Centro J. Lombardini
40.000 — Genova: Rizzi Mario 40.000
— Loano: Fossati Pirazzini Raffaella
40.000 — Como: Malacrida Giorgio
40.000 — Svizzera; Paul Cornuz 42.000
— N.N. 50.000— Torre Pellice: Bosio
Emanuele 50.000 — Firenze: Chiesa
valdese 145.00.
• Nel prossimo numero, in occasione del XXV Aprile, una
pagina speciale su : « Aspetti
religiosi della Resistenza ».
Mi pare che questo referendum giunga quanto mai opportuno, in un Paese dove le armi
circolano e si fabbricano in quantità rilevante.
Prima di accennare agli effetti
pratici di questo referendum,
qualora venga approvato, sarà
forse bene premettere che l’abolizione del porto d’armi non interessa né le forze armate né
quelle di polizia. Questi apparati infatti sono già di per sé autorizzati a portare le armi in dotazione dei rispettivi corpi. Però
già anche in questo settore —
come fa notare il P.R. — vi sarebbe una conseguenza e cioè gli
appartenenti ai corpi militari e
di polizia non potrebbero più
portare le cosiddette « seconde
armi » il cui uso è stato fonte di
grossi interrogativi in occasione
di incidenti tra le forze dell’ordine e dimostranti.
Il passaggio del referendum
interesserebbe invece le polizie
private, le varie organizzazioni
di « vigilantes » che pattugliano
i nostri centri abitati. Questo sarebbe un risultato di notevole
portata, sia quantitativa che qualitativa. Dietro queste polizie private si nasconde anche una grossa questione di principio: l’affidare la tutela dell’ordine pubblico a organizzazioni private può
portare a delle interferenze indebite coi diritti dei cittadini sanciti dalla Costituzione. Inoltre,
l’eventuale abolizione delle armi
per queste polizie costringerebbe una buona volta la classe politica al potere ad assumere
provvedimenti sostanziali nei
confronti dei pubblici apparati.
Un altro risultato, imprevisto,
ma sempre benefico a mio avviso, è che, di fatto, verrebbe impedita la caccia. Come noto, il
referendum contro la caccia (che
pure era stato accolto con favore da una grande quantità di cittadini) è stato bocciato dalla
Corte Costituzionale con una
sentenza assai opinabile. Qra,
coll’abolizione del porto d’armi
non si potrebbe più andare a
spasso con « armi lunghe da fuoco » (salvo sempre i soliti aggiustamenti aH’italiana).
Ma, a parte questi risultati,
penso che in quanto cittadini,
oltre che credenti, la cosa ci debba portare ad una duplice riflessione a favore di questo referendum. La prima è che, oltre alla
pericolosa illusione di potersi
« difendere » con un’arma in mano, il più delle volte mentre da
una parte la reazione dell’aggressore può essere fatale, dall’altra
la poca espeì'ienza dell’aggredito
(o del minacciato) sotto choc si
traduce spesso in fatti di sangue
con conseguenze anche irreversibili, in cui possono venir coinvolte persone del tutto estranee.
La seconda riflessione è che in
un Paese ove si « amano » le armi è necessario un vero e pronrio cambiamento di mentalità.
Questo potrebbe in effetti costituire il primo passo di un processo di ripensamento, di una
nuova fase, anche a carattere
educativo nei confronti dei giovani, che li induca a comprendere che non è certo colle armi
che si risolvono certi problemi
della nostra società.
Roberto Peyrot
Ignoro le precise ragioni addotte dal partito radicale per
proporre un referendum popolare inteso ad abolire la facoltà
dello Stato di concedere il porto
d’armi ai cittadini che ne facciano richiesta per motivate necessità.
E’ da ritenere, però, che i proponenti del referendum siano
mossi, soprattutto, dalla volontà
di attuare il principio della “nonviolenza" il quale mal si concilia,
almeno in apparenza, con la facoltà legalizzata, concessa a taluni cittadini, di portare armi
cioè strumenti atti ad uccidere.
Può, perciò, apparire strano,
se non proprio contraddittorio,
che un credente nell’Evangelo di
amore e di pace di Gesù Cristo,
non accetti di sottoscrivere questo referendum ispirato al principio della non-violenza.
Tuttavia, volendo approfondire un po’ i dati del problema, si
deve osservare, anzitutto, che la
concessione del porto d’armi discende da un principio universalmente noto ed accettato da tutti
i popoli civili, quello cioè della
difesa legittima (o dell’autodifesa) principio accolto dal nostro
diritto e sancito nell’articolo 52
del codice penale.
Nella nostra realtà contemporanea, sembra evidente che questo articolo sarebbe destinato a
restare lettera morta in moltissimi casi, se non fosse accompagnato dalla possibilità per i cittadini di procurarsi i mezzi, legalmente consentiti, per esercitare il loro diritto all’autodifesa.
Appare giusto, quindi, che (specialmente in tempi calamitosi come quelli presenti nei quali la
violenza malvagia e perversa di
criminali — politici e comuni —
appare inarrestabile e lo Stato
non riesce a predisporre misure di prevenzione così vaste, capillari ed efficaci, tali da garantire la sicurezza e l’incolumità
della generalità dei cittadini) si
possa e si debba consentire a coloro che lo desiderino e ne abbiano vera necessità, oggettivamente dimostrabile, di potersi
difendere da eventuali — e non
improbabili — aggressioni, anche con l’eventuale uso delle armi. E’ chiaro che tale uso deve
essere responsabilmente limitato ai casi di assoluta, indeclinabile necessità ed avere lo scopo
non già di uccidere o ferire, ma
di dissuadere l'autore o gli autori di un’aggressione dal proseguire e portare a termine il tentativo criminoso: deve avere,
quindi, essenzialmente, uno scopo dimostrativo, e dissuasivo ad
un tempo.
A me sembra, per concludere,
che il referendum vada respinto,
non già per il principio eticoreligioso al anale si ispira, ma
per ragioni di necessità pratica,
di ordine politico generale, che
impone allo Stato di porre in essere ogni mezzo legittimo che
valga a difendere la vita e i beni
dei cittadini, nonché a frenare e
debellare la delinquenza e il terrorismo che tanto sangue innocente e tante lacrime hanno fatto versare nel nostro Paese.
Aldo Long