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îANNC I.XXVII
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Riguardate alla roccia onde foste tagliati !
(Isaia LI^.l)
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Valer.
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Nulla sia più foriv
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ABBONAMENTI
Italia e Impero .... Anno L. 15 — Semestre L. S
Estero . ....,, 25 - . .15
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ÌbPSìÌ’'
gran parte del popolo eletto era ritornato nella terra a’frita.
ti'
Ma, liberati dall’oppressione esterna,
la coscienza nazionale - prima così tenace - s’era affievolita e dimentichi della legge di Dio, ogni sorta di cprruzione
era liberamente accettata e praticata.
Le tenebre regnavano fitte in quei
^ giorni, ma malgrado l’oscuramento della fede e della morale, up piccolo gruppo
^ di fedeli - la maggior parte oscura ed
- manteneva viva la luce
g; della testimonianza vivendo sobriamenw e e giustamente nel timor di Dio, ser^ bando acceso il fuoco divino a dispetto
del biasimo e della persecuzione.
Degno di nota è il fatto che questa
^fiàccola compagnia trovava la forza di
rasi';
^ cui tanto abbisognava in una comunìo^ ne costante: Si parlavano l’uno all’altro
te ed in contrasto colle tristi divisioni in
mezzo alle quali vivevano, erano legati
: assieme nei medesimi principii e nei
l^' medesimi sentimenti, in un’affinità
f* completa di spirito, serbando ¡iirtatte
la fede e la speranza. *
Questo residuo, piccolo ed insignificante, che sfuggiva airattenzione di
'.j^tutti, eccetto a quella di Dio, era la
;.iorza che, senza dubbio, salvò la nazione da una totale estinzione. Nella loro
spirituale attività, risultato della comugnione reciproca, noi troviamo il segre^ to della fedeltà. E così, la lampada delp' la Verità, della Speranza e della Fede
^ è stata tenuta accesa alla gloria dì Dio,
malgrado tutte le difficoltà.
% . brillare e manifestare
Sf ùn’incessante testimonianza alla vita
^ nuova che abbiamo in Gesù Cristo e rili' staurare la fiducia in quelli che tendono a rallentarne lo sforzo. E da ciò
aggiungiamo che quella poco notata compagnia d’anime fedeli, godeva della più alta ¡disltinzione, cioè
quella di essere riconosciuta in cielo:
Allora quelli che temono
l’Eterno si sono parlati l’uno
all’altro e l’Eterno è, stato
attento ed ha ascoltato e un
libro è stato scritto davanti
a Lui in ricordo di quelli
che temono l’Eterno e rispettano il Suo Nome.
Malachia 3: 16.
Non c’è nella storia alcun ricordo di
^ un’epoca in cui Iddio sia rimasto senza '
un testimonio. Ci furono, è vero, tempi
oscuri, quando il nome di Dio sembrava
messo in oblio; tuttavia la luce non fu
mai completamente spenta.
Essa non cessò mai di brillare.
Elia, nei suoi giorni, fu amaramente
turbato dal pensiero d’essere rimasto
solo testimone di Geova; ma chi non ricorda la divina risposta al turbamento
del profeta? « Mi son riserbato un resto
S. di settemila uomini che non han piegato i ginocchi dinanzi a Baal » e cosi
fu in tutte le età. Quando sembrava
' spegnersi fede e speranza e le tenebre
invadere la terra, qua e là, nascosta al
mondo, ma vista da pochi, la luce con£ tinuava a brillare.
\ In nessun altro luogo questo fatto
. è dimostrato tanto chiaramente come
^nei giorni del profeta Malachia, quan^*'‘ do, dalla lunga schiavitù Babilonese,
« e l’Eterno è stato, attento ed ha ascoltato e un libro è stato scritto davanti a Lui in ricordo di quelli che temono l’Eterno e rispettano il Suo Nome »
Difficilmente in quel libro si sarebbe
trovato un riferimento agli Ebrei in posizione elevata dì ricchezza o di autorità, perchè il profeta ricorda che questi s’erano abbandonati aH’ingiustizìa
ed all’immoralità: sacerdoti e popolo
si trovavano d’accordo nell’avidità del
guadagno e nel disprezzo d’ogni legge, mentre quei pochi modesti ed indistinti - che l’occhio di Diio 'seguiva con compiacimento - erano degni
d’un ricordo imperituro. X.
■nili#avi
CaconVcrsioncdinn artigliere
Prima di diventar Pastore ed apostolo di quel Risveglio che, nel prirno
quarto del secolo scorso, si manifestò
nelle nostre valli e nelle Hautes Alpes. Felice Neff conobbe, in qualità di
artigliere, la vita militare à Ginevra.
Fu durante quel periodo della sua
vita, per lo più adatto a temprare l’organismo fisico, che egli fu condotto ad
una più profonda comprensione del
Vangelo, ad una visione più reale del
sacrificio di Cristo e che egli si convertì al suo Salvatore.
La città di Ginevra si trovava allora
in piena crisi religiosa: al tradizionalismo ed all’esteriore pietà delle chiese
ufficiali s’opponevano numerosi gruppi di credenti, bramosi d’una vita spirituale cristiana più feconda e più dinamica, i quali invocavano con coragg’o un sano e salutare risveglio in
mezzo alle comunità. Lo zelo evangelistìco e l’ardore di questi gruppi era
tale che, talvolta, la forza pubblica era
costretta ad intervenire per placare
gli animi turbolenti e impedire eventuali disordini.
Nell’assolvere un giorno quel compito, con la compagnia di cui egli faceva parte. Felice Neff ebbe modo di
dimostrare quali fossero le sue poco
caritatevoli intenzioni, gridando ad
alta voce queste parole: « Trafiggerò
chiunque vorrà aiutare quei miserabili, con la stessa facilità con cui la
mia sciabola riesce a falciar l’erba-! »
Le vie di Dio, però, non sono le vie
dell’uomo; e come S. Paolo da persecutore divenne apostolo, così Felice
Nèff doveva un giorno diventare l’anima di un risveglio religioso, in un
primo tempo energicamente combattuto.
Il 7 agosto 1818, nel retrobottega di
alcuni suoi amici, egli faceva loro questa confessione: « Fino ad ora vi ho misconosciuti, ma adesso sono dei vostri »! Come mai quelli che prima egli
aveva reputati fanatici e ribelli erano
diventati suoi amici? Chi era stato lo
strumento della sua conversione a Cristo e ad una vita cristiana cosi attiva?
«Cesare Malan», lascierà scritto
Neff stesso, « s’è dato la pena di ve
Olrellore: Prol. GINO COSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
RED AZIONE: Via Arnaud, 27 - Torbe Peli.ice
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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co
80000 LIRE 01 DEFICIT!
Questa è - cari amici del Collegio
cari lettori - la dura'realtà!
■ Dopo gli sforzi già fatti nel passato
per mantenere in vita il nostro massimo Istituto di educazione delle Valli,
la sua situazione è nuovamente tornata
a farsi dèlie più minacciose. Sul suo bilancio dell’anno in corso grava infatti
un formidabile
DEFICIT DI 80 MILA LIRE.
E’ inutile che noi ci fermiamo a considerare gli sforzi compiuti nel passato per salvare questo Istituto. Quando
la nave fa acqua, tutti si precipitano
alle, pompe, e si mette mano all’opera
di salvataggio, riservando a più tardi
le considerazioni filosofiche.
E’ quello che noi vogliamo fare in
questo momento. Dobbiamo turare la
falla, ciascuno di noi portando il suo
contributo, sia pure modesto, per la
salvezza del nostro Collegio.
Altrimenti....
Cari Amici Valdesi, la Commissione
Distrettuale, confortata dall’alto appoggio del Moderatore, si è proposta di
evitare a tutti i costi che la Venerabile Tavola sia messa in un prossimo
avvenire davanti a una situazione irreparabile.
Voi risponderete una volta ancora
con slancio per salvare il Collegio e noi
vi diciamo fin d’ora tutta la nostra riconoscenza.
Inviate i vostri doni al Pastore locale
ovvero al Cassiere della Tavola, sig.
Guido Comba - Via IV Novembre, 107
- Roma - o al Presidente della Commissione Distrettuale, pastore Roberto
Nisbet - Torre Pellice (Torino).
I doni verranno pubblicati sui nostri
giornali.
La Commissione Distrettuale.
nirmi a trovare nel corpo di guardia,
per darmi in un momento in cui ero
preoccupato, per la mia anima, alcuni
trattati che in .poco tempo mi fecero
conoscere il grande mistero della Redenzione ».
Nell’esperienza della conversione
fatta durante il suo servizio militare
sta il segreto della futura- attività di
Felice, Neff, fedele testimone di Cristo
e banditore della Sua parola.
Giovani militari Valdesi, quando i
vostri genitori vi esortano ad aver cara
la Parola di Dio, quando il vostro Pastore od il vostro Cappellano vi affidano il Nuovo Testamento, invitandovi a leggerlo, essi non lo fanno perchè quel libro, come tanti altri, serva
a far passare, il tempo o .vi offra una
delle tante parole d’incoraggiamento
che possano sgorgare dalla bocca d’un
uomo;- ciò potrebbe esser utile, ma non
indispensabile.
Il Nuovo Testamento non è un libro
come tanti altri, fors’anche più noioso
di altri: è l’unico libro che veramente
vi sia indispensabile.
Leggetelo con fede e con amore,
nelle ore di riposo, al termine d’una
faticosa giornata, nelle veglie della
notte, di fronte al pericolo, quando
v’assale la solitudine, la tentazione, lo
scoraggiamento, il dubbio.
Leggetelo con costanza; di esso Iddio sì serve per alimentare la fiaccola
della vostra fede; di esso pure Iddio
può servirsi per aprire i cuori alla luce
della sua grazia e convertirli a Cristo.
Nel periodo di vita militare, molti
giovani hanno trovato il loro unico Signore e, Salvatore attraverso le pagine
del Vangelo; lo potete trovare e seguire oggi anche voi!
Il Cappellano Valdese E. Rostan.
[tnpranlita m m«i tnigdii
OFFERTE:
A. Costa - Il Budda e la sua dottrina Bocca, Torino 1903, p. 256, rii. V2
P®11® L. 16
L. Choisy - La Conscience - Conférences, Genève 1872, 16° br., p. 225 L. 6
J. Paterson Smith - The Gospel of the
Hereafter - London, Hodder & Stoughton L. 15,—
Henri Appia - Christ et l’Espérance
Chrétienne - Sermons, Torino 1897,
br. p. 182 L. 10
Ch. Wagner - L’Evangile et la Vie Sermons - Paris, 1897, br., p. 340
L. 16
L’Epistolario Ignaziano, a cura di M.
Monachesi - Roma - Libreria di cultura, 1925, br., p. 126 *L. 4
F. Bettex: La religione e le scienze
della natura - Trad, di Ernesto Pons
- Milano 1903 - 8°, br., p. 210 L. 12
G. Salvador!: Fede e Ragione - Pavia
1907 - 8°, br., p. 52 L. 3
E. Meynier: Il cristianesimo e la libertà
religiosa - Claudiana, Firenze 1912,
8°, br., p. 140 L. 6
Th. Monod: Le don de Dieu - 7 allocutions - Paris, 16°, p. 140 L. 5
Ed. Hefzog: line halte au puit de Jacob - 7 méditations - Paris, 16°, p.
76 L. 4
G. Tophel: Nos Enfants - Quatre discours - Lausanne, 16°, p. 90 L. 4
Il Pentateuco - Testo ebraico con traduzione del prof. S. D. Luzzatto a
fronte - Trieste 1858 - 5 volumi 16°
di nitida composizione L. 40
F. Delitzsch e G. F. Kéil: Biblical Com
mentary of the Old Testament - E’
il famoso commentario di Delitzsch,
tradotto in inglese - 26 volumi di
circa 500 p. l’uno L. 500
RICHIESTE:
Annate del settimanale La Luce 1930, 29, 28, 27, ecc.
Opere di storia valdese, molto richieste.
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« Rallegrati pure, o giovane,
nella tua fanciullezza, e tengati lieto il cuor tuo ai dì della tua giovinezza, e cammina
nelle vìe del cuor ‘tuo e secondo lo sguardo degli occhi tuoif
ma sappi che per tutte queste
cose Iddio *ti farà venire in
giudicio ». \ Eccl. 12: 1.
Sarebbe naturale pensare che gli
studenti, .per le maggiorii pbssihilità
che hanno, rappresentino la parte della gioventù più atta ad occuparsi, non
tanto della vita di tutti i giorni, e perciò fugace, ma sopratutto dei problemi
che a quella vita danno un valore superiore, un tono particolare. E’ effettivamente così ? Questo sarebbe l’ideale; purtroppo però, da quando vivo
neH’amtìiente studentesco, ho trovato
pochissimi giovani che pensassero seriamente alla vita. In generale lo studente, trovandosi con altri studenti,
pensa a divertirsi, a fare chiasso, e non
pensa invece ai problemi che più
dovrebbero interessarlo e che sono per
lui più vitali; egli è solito ad usare
questa frase « finché sono studente,
voglio godermi la vita » e in questo
« godere » sta a volte nascosto qualcosa di poco simpatico- e persino dì poco
sano, moralmente e spiritualmente.
Perchè questo ? Perchè un giovane che
non si interessa dei problemi vitali,
non sa neanche dare alla vita quel valore e quell’importanza che essa ha !
E così vediamo prese alle leggera o
anche per scherzo le cose più sante,
più belle che Dio dà agli uomini; e
vediamo derisi quei pochi che hanno la
forza di mantenere una linea di condotta irreprensibile e che fanno trasparire da ogni loro minima azione la
loro serietà, quei pochi che hanno un
principio, lo mantengono e gli si mostrano fedeli. Questo l’ambiente studentesco in grande; vediamo ora l'ambiente studentesco Valdese e qual’è
l’influenza che esso reca nelle nostre
Unioni e nella Chiesa. La costatazione
che dobbiamo fare è ancora pressoché
negativa: gli studenti valdesi, in parecchie delle nostre Unioni, non si comportano come dovrebbero e non danno
quel contributo di serietà, di amore, e
di elevatezza spirituale che dovrebbero dare per non sprecare, scioccamente
e vanamente i doni ricevuti. Quali e
quanti doni ! E al disopra di tutti quello sublime dell’Èvangelo, per cui proprio noi, giovani cristiani, abbiamo di
frontè ai nostri compagni una responsabilità di amore grandissima e non
dobbiamo venir meno ad essa se non
vogliamo rinnegare l’amore di Cristo.
E se amiamo veramente il Salvatore,
se il nostro essere cristiani è una realtà e non un’apparenza, che a volte si
ha anche cura di celare, comportiamoci anzitutto in modo degno di Lui e
testimoniamo con la nostra vita e con
la nostra parola perchè e Luna e l’altra sono necessarie: la parola che illumina, che apre orizzonti nuovi a chi
forse altra colpa non aveva che di non
aver mai inteso l’Evangelo e di non
averne quindi potuto attuare l’insegnamento, la parola che convince, che
ammonisce, dolce o severa; e la vita,
che convalida le nostre parole, che può
ammonire prima ancora che parliamo,
che edifica sempre.
Credete voi, giovani studenti e studentesse cristiane, che i nostri compagni del mondo possano riconoscere dai
nostri atti e dalle nostre parole che noi
siamo stati con Gesù, come i pagani lo
riconoscevano per i primi discepoli ? Il
nostro amore per Gesù è così grande
da soffrire, credere, sperare, soj^ortare ogni cosa nel nome Suo ? A questo
j;,, dovremmo arrivare, con l’aiuto del Signore. Dovremmo, dobbiamo portare M>
• la nostra testimonianza nel mondo. E -1®
non solo l’amore'per il Cristo ci deve 1,*,
M fr
portare a qu^to-? ma anche l’amore
per i nostri fratelli, e il desiderio di fare anche essi partecipi della grazia,
mediante la fede. « Poiché questa è la
vittoria che ha vinto il mondo, la nostra fede ». magajova.
Molte cose tralasciate in questo articolo, per mancanza di spazio, speriamo vengano trattate in prossimi articoli, da altri studenti, data l’importanza vitale dell’argomento.
Il noslro privilegio
I giovani non sanno approfittare dei
beni che hanno, e neanche se ne rendono conto; solo quando se ne sentono
privati si pentono di non aver loro dato. il giusto valore, e si volgono allora
indietro, a riguardare con un vivo senso di nostalgia quello che hanno perduto.
Avete mai pensato, compagne c
compagni del Collegio Valdese di Torre Pellice, dì quali privilegi godete di
fronte’ ai vostri compagni ?
Nei nostri Istituti lo studio ci è reso
più simpatico, in un ambiente che ò
più consono al nostro spirito.
Quando qualcuno viene a frequentare il Collegio di Torre, dopo aver compiuto gli studi precedenti in altra scuola, difficilmente si può immaginare
l’impressione che produce in lui tale
cambiamento. Egli trova, quantunque,
sconosciuto, un’atmosfera di calda accoglienza, ed uno spirito completq- '
mente diverso da quello della scuola
che ha lasciato.
II culto settimanale poi, dà un carattere particolare. Vi ricordate, antichi
allievi, dei bei culti del lunedì ? Queste nostre riunioni continuano, e continueranno sempre a dimostrare che la
nostra scuola è posta sotto lo sguardo di Dio, e che lavoriamo col Suo aiuto e colla Sua protezione.
Anche se durante la settimana ci assale lo scoraggiamento, il pensiero di
quel culto che ha riunito per alcuni
istanti professori e studenti davanti
all^Eterno, ci infonde la serena certezza che Egli veglia su di noi.
E poi, per parlare più praticamente
studiamo meglio. Anche noi dobbiamo
confessare di avere spesso copiato un
compito, malgrado la nostra aria scandalizzata quando un Professore osasse mettere in dubbio la nostra onestà;
neanche noi possiamo affermare dì avere agito sempre lealmente lungo la nostra ormai lunga carriera di studentesse.
Però, in fondo al cuore, ci dispiace
di ingannare dei professori che sappiamo che si prodigano per noi, che si
danno da fare per formare i nostri caratteri, e il rimorso nascosto si fa più
pungente.
Godiamo di molti privilegi: tutto sta
nel riconoscerli, nell’apprezzarli, held’,approfittarne, ma sia che non sappiamo, sia che non vogliamo, nessuno
di noi lo fa.
Molti certo sentono il dovere di
sfruttare la loro situazione privilegiata, ma d’altra parte è difficile essere
pionieri deU’opera quanto mai ardua
di ravvivare nelle coscienze dei nostri
coetanei il desiderio di qualche cosa di
più nobile e di più alto. Bisogna farsi
coraggio, affrontare energicamente l’ironia, l’ostilità magari, dei compagni,
bisogna mettere sempre, ostinatamente
in discussione degli argomenti più seri
di quelli che si trattone di solito.
Abbiamo un ambiente che par fatto apposta per aiutare il germogliare
di pensieri e discussioni di carattere
più serio.
Perchè non secondiamo l’ambiente,
compagne e compagni di „ studio ?
Perchè siamo cosi timorosi del mondo da non osare di lavorare con tutte
le nostre forze per il regno di Dio ?
Perchè trascuriamo quest’opportunità
di testimonianza ?
Cerchiamo Invece insieme nella preghiera la forza, il coraggio e l’ispirazione, e dedichiamoci senza riserve all’opera di Dio.
L. L. M. C.
Comunicazioni dei Capo-Gruppo
Ho ricevuto dal pastore A. Miscia il
seguente messaggio:
« A te, alla Gioventù del tuo gruppo
il. Convegno Giovanile delle Puglie invia il suo fraterno saluto ».
Contraccambiamo di cuore il gradito messaggio, dolenti di non aver potuto inviare alla valorosa gioventù evangelica di Puglia, riunita a Bari, il
nostro, affettuoso pensiero, ignorando
la data del Convegno.
— Risposta a E. P. Giustissimo ciò
che dite nella vostra lettera del 9 corr.
a proposito dell’ottimo Convegno del
Ciabas: « è infatti troppo pretendere
da dèi giovani in gran parte poco colti
una attenzione sostenuta per due ore
di fila; alla fine non assorbono più e
sono stanchi, la brevità e la concisione
sono condizioni importanti nella forza di penetrazione di un messaggio ».
Abbiamo già avuto altre volte occasione di insistere sull’idea che i Convegni non sono delle, giornate teologiche
e neppure un cenacolo, di studi profondi. Sono delle opportunità che ci
sono offerte per rinsaldare i vincoli di
comunione fraterna te per afferaiare
con energia e chiarezza i principi della
nostra fede. I messaggi possono perciò
ciò essere numerosi ma devono essere
brevi e incisivi, specialmente quando il
tempo strìnge.
Diciamo questo per .l’avvenire più
che per il passato, poiché le tre meditazioni che ci sono state presentate al
Ciabas valevan veramente la pena di
essere ascoltate con attenzione ed infatti son state apprezzate da tutti. Naturalmente ai Convegni Giovanili devono venire soltanto i giovani che
hanno terminato la loro istruzione religiosa; chi parla presuppone negli ascoltatori la preparazione degli anni
di catechismo.
— Ancora a proposito del Ciabas.
Abbiamo dimenticato di menzionare
fra i messaggi ricevuti, il saluto della
gioventù di Ferrerò. Chiediamo anche
venia alle Unioni rappresentate al Ciabas che non sono state menzionate nel
resocontoi La fretta ci ha impedito di
fare l’appello.
— Visita all’Unione di Pramollo.
Giovedì 20 corrente ho avuto il piacere
di rivolgere la parola alla gioventù di
Pramollo, riunita nella grande sala
della Ruata. Erano presenti una quarantina di giovani ai quali s’erano uniti una diecina di unionisti S. Germanesi che m’avevano fatto la gradita
sorpresa di venire a Pramollo per accompagnarmi al -ritorno nella notte.
Gli unionisti Pramollini sono quasi
tutti molto giovani, i più anziani sono
sotto le armi. Si contano quattro signorine soltanto, le, altre son tutte al
lavoro nelle città. (Ciò mi fa pensare
che è giunta l’ora per il Gruppo Valli
della FUV di studiare seriamente il
fenomeno della lontananza di centinaia di giovanotte dalle loro famiglie, e
dalle loro Unioni e provvedere direttamente colla propria organizzazione e in
modo totalitario alla loro assistenza
morale e religiosa).
Dalla relazione del Presidente pastore Paolo Marauda ho udito alcune cose
interessanti che vai la pena di notare:
La pulizia della sala è fatta dalla
gioventù stessa - l’Unione contribui
sce annualmente -per la Chiesa; nell’ultimo anno ha versato per la Cassa
Centrale, L. 200 - in ogni seduta un
giovane, fa a turno la lettura biblica l’Unione distribuisce a sue spese le
pubblicazioni della FUV - ih seguito
alla diffusione del catalogo della Biblioteca parrocchiale, molti giovani si
sono abbonati - non solo i giovani dei
quartieri più vicini al centro frequentano le sedute, ma anche quelli dei
quartieri lontani - gli Unionisti raccolgono gli abbonamenti all’Eco delle
Valli - essi prendono parte attiva a
' tutte le manifestazioni di vita dejla
Chiesa e frequentano regolarmente i
culti.
La gioventù di Pramollo ha il privilegio di vivere appartata dal mondo e
in ambiente interamente valdese: tanto
più grande è la sua responsabilità.
L’ora verrà per tutti di affrontare il
mondo. Vincerà chi, nella quiete della
propria parrocchia, avrà saputo rivestire la completa armatura di Dio.
Però anche nell’Unione di Pramollo
v’è qualcosa che non va: i giovani, appena sposati, invecchiano di botto, i
capelli diventan grigi, il desiderio del
fraterno congioirte si spegne, si ha paura di uscire di notte e di affrontare il i
freddo per andare all’Unione.... e si ,
perde il titolo e la natura deirUnioni-J
sta. a
Pare che questa epidemia mieta del- 5
le vittime anche in altre parrocchie^..
Quali saranno quegli Unionisti co- ’’
raggiosi che, dopo il matrimonio sì'^
sentiranno ancora tanto giovani da fre?
quentare l’Unione e, valendosi, dellapropria esperienza delle attività della"
chiesa e della propria autorità, ■ -1
ranno di guida alle nuove reclute e '■
costituiranno in seno all’Unione un elamento stabile che dà affidamento '
per i possibili e necessari sviluppi della vita Unionistica? Giovani mariti
valdesi, a voi!
— A voi cari giovani di Pramollo
giunga il mio saluto e il mio augurio ?
cristiano e alla signora Marauda e al|
Pastore la gratitudine della comitiva
sangermanese e mia per la fraterna e
generosa accoglienza.
— La prossima Pagina della Gioven
tù sarà dedicata ai problemi sollevatici
dalla Campagna di Appello, Ringrazia-^
rno sin d’ora coloro che invieranno ar-j
ticoli sull’argomento. J
—^ La Nostra Fede. Abbiamo ricevuto ^
in dono della signora Hess di Barge J
parecchie copie dell’opera del Brunner'j
(trad. Buonaiuti) consigliata dal Comi-'l
tato di Gruppo per gli Studi Religiosi.^
Ne abbiamo inviata una copia alle U-|
nioni meno abbienti. A nome nostro es|
delle Unioni beneficate, ringraziamo!
vivamente la nostra distinta correligio-’l
naria. J
— Nota bene: Tutto ciò che concerne n
la Pagina della Gioventù va inviato al ^
Capo Gruppo J
Gustavo Bertin *
San Germano Chisone-"
• 'J
Gli autori... tentatorii
Non è difficile descrivere in quali«|
gravi situazioni venga a trovarsi mol-^l
te volte lo studente che fermamente 1
non voglia nè con atti nè con pensieri®
contrastare la sua coscienza religiosa.,!
Nella vita spensierata, nello studio,!
nelle diverse amicizie che può trovare]
molte volte la gioventù studiosa si tro- ^
va a dover risolvere un grave proble-'.|
ma; giunge inaspettatamente ad un bi-J
vio davanti al quale non sa decidersi
se prendere a destra o a sinistra; si di-|
batte per lungo tempo in una incertez- ;
za. esasperante che lo avvilisce e lo fa'
soccombere o le dà la più radiosa vit-!
toria. "‘.i
3
f. rz-l''“.
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Ed a questo proposito niì domandò
■perchè non si sorvola su certi classici
e certe opere che certo sono di un’este|rtica insuperabile... ma badando solò al, la forma.
Perchè bisogna sapere che sono appunto questi classici i meglio studiati
da quella laboriosa gioventù. Peichè
spingere una mente ed un’anima al
male mentre sarebbe cosi facile e crir; stiano allontanare quei malsani vèrsi
^’ dai giovani? Dico questtultima frase
perchè so bellissimo che la coscienza
^ dei giovani, non è ancora ferma e temK prata e quindi si trova impreparata ad
' una lotta per un ideale che presto, o
«’„...tardi deve essere raggiunto. A molti
‘t" sembrerò forse troppo rigoroso ed un
,f^ochino esagerato nelle mie considera- zàoni; ma ^e scrivo queste parole è
-^••perchè sono passato attraverso queste
esperienze, ho sofferto e lottato per
I mantenere; intatto e senza macchia il
^ nome ereditato dai miei Padri.
L Molte volte accade che il giovane
^ -studente (per erudirsi un tantino di
più ..) voglia ritornare sui fatali versi
= . che lo avvelenano e stringono nelle
spire del male la sua debole coscienza
»-'Che giunge al punto di rifiutare una
-J lotta, quella lotta che viene offerta da
■Gesù Cristo.'Molte volte le subdole civetterie di studentesse esaltate dalla
cattiva lettura di Romanzi piuttroppo
ben lungi dall’essere adatti alla giot ventù, stimolano quei sensi che sono
purtroppo così vitali. Ed il giovane,
p;.già -smarrito nell’oscuro labirinto, si lascia condurre sempre più in basso senza pensare a risollevarsi, senza più ri
^ .guardare alla roccia donde fu tagliato.
E credo a questo punto di dover dire che sarebbe utile, se non indìspenJi'-sabile. attorniare delle più amorevolicure gli studenti, di consigliarli e di
guidarli al bene anche se, riottosi, vo, lessero opporsi a questi consigli.
Quante volte lo stesso studio approfondito della filosofìa può recare danno
H all’anima d’uno studente ancora fan^ Giulio! Non voglio dire con questo di
abolire la filosofia perchè sarebbe asr sur do! Ma vorrei raccomandare ai parenti di vigilare sullo studio dei loro
ragazzi in questa materia, perchè essa
» va presa, coi dovuti riguardi.
5-' Quanto ho lottato e sofferto in quel;; la dubbiosa incertezza, ma con che dei cisione ho riconfermato il mio batter simo. Però non a tutti può succedere
" un latto simile e purtroppo ho visto
molti dei miei compagni allontanarsi
S gradatamente da Dio e dagli insegnamenti religiosi. Ora appunto io, giovane fra, i giovani, vorrei fare un appello
^ a tutti quelli che leggono la pagina
della gioventù, di prendere in considerazione questi problemi e di cercare di
; rivolgervi come meglio c’insegna la Bibbia e Gesù Cristo, di risolverli accettando i saggi consigli delle persone più
anziane, di quelle persone che hanno
l'.- una lunga esperienza in materia. Appunto a queste persone desidero rivolgere una calda preghiera di vigilare
t;; sui giovani-Valdesi, di prenderli per la
mano e portarli sulla buona via, quel
la che veramente conduce al nostro
fi Salvatore. Epì.
Scrivono a/r€co
' ...Poche persone ! Segno che non c’è
nessuna critica, nessun dissenso, e,
purtroppo, nessun suggerimento ! Comunque ci piace di poter riaprire questa rubrica con i saluti di due nostri
soldati, che scrivono al loro • « coro
giornale » ringraziando per le« notìzie
delle dilette Valli » che giungono particolarmente grate « a chi sopporta disagi e privazioni ed espone la sua vita per la gloria della Patria » : come cì
^scrive il Carabiniere Stefano Bertinat,
<è ci saluta l’artigliere, Enrico Zoppi. E
l’uno e Haltro vogliono farci sentire
praticamente la loro giòia con due vaglia sostenitori.
E l’Eco vi ringrazia e contraccambia
fraternamente i vostri saluti.
La forza dei deboli
Nel 1530, all’epoca delia Dieta d’AXburgo i Riformatori tetìe^hi senttivano vivamente il, pericolo della loro
posizione.
. Luterò, -Meiantorie e qualche altro
teologo si riunirono a, Torgau per esaminare quello che dovevano fare in
quella situazione imbarazzante.
Quando ebbero pregato qualche tempo con grande fervore, si venne a chiamare Melantone; egli uscì dalla sua camera con una profonda inquitudine
dipinta sulla faccia, e rientrò tosto con
una espressione di gioia e di santa fiducia. Lutero sorpreso'gli domandò il
motivo di un cosi pronto cambiamento.
« Non lasciamoci più andare allo scoraggiamento » rispose il suo amico
« vengo di vedere i nostri invincibili
protettori e quelli della nostra santa
causa». ,
«IE quali sono questi guerrieri ? '»
esclamò Lutero. « Sono le mogli e i
bambini dei nostri anziani e diaconi;
vengo di udire le loro preghiere, sento che simili preghiere devono essere
esaudite dal nostro Padre, dal nostro
Signore Gesù Cristo.
Confidiam,o dunque in Lui e non temiamo più ».
Tradotto da S. .B
i[
La storia della nostra Opera di E'vangelizzazione in Italia non è ancora
stata scritta; non già che manchi la
materia o difettino gli storici valenti,
ma fino ad ora sono stati pochi coloro
che si sono orientati decisamente verso
quello studio che è quanto mai arduo e
difficile anche per il fatto che, per
molti, quella storia è storia vissuta.
Ci auguriamo però, durante ì pochi anni che ancora ci separano dai festeggiamenti del nostro primo secolo di
libertà, i nostri studiosi si accingano,
con la serietà e l’obbiettìvità di cui
hanno sempre dato prova, a compulsane i documenti ed a vagliare gli scritti
che sono stati fin qui pubblicati ónde
siano in grado di darci l’auspicata storia della nostra Opera di Evangelizzazione in Italia.
E’ doveroso ricordare che,, per quanto riguarda la seconda metà del secolo scorso, esiste un aureo volumetto
di un centinaio di pagine - tutt’.ora in
vendita al prezzo di una lira! - che
porta il titolo seguente: « Riassunto Storico della Evangelizzazione, Valdese durante i primi cinquant’anni di
libertà (1848-1898) ».
Quelle pagine, invero molto sche-(
matiche, hanno però richiesto una mole ingente di lavoro e si leggono col
pkiù grande interesse. Non ci troviamo naturalmente, in presenza di un’opera perfetta e definitiva, ma destinata però a servire di guida ai futuri
storici della nostra Opera di Evangelizzazione.
Il nostro dovere frattanto, è di
mantenere desto l’interesse del pubblico e richiamare l’attenzione di tutti
su un argomento di così vitale importanza.
Ci accingiamo pertanto a pubblicare alcuni documenti storici che riguardano l’origine, ed il primo sviluppo di
una delle nostre più viventi ed interessanti Comunità della lontana Sicilia. Quanto stiam,o per scrìvere è di indiscutibile valore storico perchè si
fonda sulle memorie e sugli scritti dei
primi pastori di quella Chiesa ai quali
aggiungiamo alcuni ricordi e tradizioni
locali che sono state da noi vagliate
molto attentamente.
<ì
Nell’ottobre del 1871, Augusto Malan, allora pastore a Messina, riceveva
una lettera del seguente tenore: « I
sottoscritti, del comune di Riesi, provincia di Caltanisssetta le dicono; ea
sere loro ardente desiderio avere la.dimora del pastore Evangelico in questo ■
comune di Riesi per sentire promul-,
.gare la verità che tuttora gli è oscurata... sarà compiacente al niù presto
possibile recarsi in questo di Riesi. Ed.
in fede di chi si sottoscrivono j .seguenti cittadini... » A queste parole seguono
76 firme di persone che rappresentano ■
tutte le classi sociali. Si leggono, non
senza sorpresa, fra tutte quelle firme,
quelle di 4 avvocati, 4 farmacisti, 2 notai e 32 proprietari. Quando poi si
pensa che in quéi luoghi ed a quei
tempi il saper scrivere il proprio nome
eira il pri\/ilegio di pochi, chi potrà
mai calcolare il numero di coloro che
furono consenzienti nell’invio della
lettera che abbiamo ricopiata quasi interamente? Senza dubbio, a giudicare
dall’uditorio che ascoltò la prima predica del pastore Malan,- il numero di
quelli che avrebbero firmato con
gioia la petizione summenzionata si elevava a parecchie centinaia e forse
superava il migliaio.
Seguiva un’altra lettera a carattere
privato firmata dalle persone più ragguardevoli del paese le quali rivelavano al Malan che se si fosse deciso a
venire a Riesi, il Sindaco del Comune
avrebbe messo a sua completa disposizione una delle 4 Chiese Cattoliche
del luogo- onde predicare quivi una
Quaresima Evangelica. La Chiesa era
quella di S. Giuseppe che aveva servito di alloggio ai soldati che erano
stati inviati a Riesi per reprimere il
brigantaggio e nella quale, dopo la loro partenza, i preti non avevano più
tenuto le loro funzioni. Del resto la
decadenza religiosa era tale che tutte
le Chiese dì quella località minacciavano roviim.. : ì ' ì
Il Malan, che pure conosceva molto
bene la Sicilia, non aveva mai sentito
parlare di Riesi. Dopo aver letto quello che diceva in merito una vecchia
guida della Sicilia ed assunto alcune
informazioni, egli venne a sapere che
Riesi era allora un grosso paese di
1200 abitanti sperduto fra le colline
del sud della Sicilia. Quel paese era abitato da agricoltori e da zolfatai che
vivevano nel più completo isolamento,
senza contatti con il mondo circostante. Dìfatti Riesi non possedeva delle
strade carrozzabili, ma delle semplici
mulattiere-in pessimo stato. I riesini,
però, non erano nè ignoranti nè super-.
stiziosi come gli abitanti dei paesi vicini.
Queste informazioni preliminari
sembrarono abbastanza esatte al Malan
che si ricordò, in quel momento, di
aver ammesso, quale membro della
Chiesa di Catania, un uomo óriundo da
quella località.
Corse immediatamente da lui per
fargli vedere le lettere ricevute. « Vada, vada, gli disse costui, è il Signore
che lo vuole: quegli uomini li conosco
e sono tutti galantuomini; ecco la
firma del dott. Giuliano, mio fratello »1
Egli raccontò poi che, due anni prima,
un colportore era andato a Riesi, Alcuni preti avevano cercato, con minacce, di farlo partire, ma i « civili »
prendendo le sue difese, avevano comprato i libri, sicché, in due giorni, il
colportore aveva esaurito la sua provvista.
(Continua). u. b.
FeUiiii Ielle hleil lilleii
Gruppo Valli '
Convegno Centrale a
POMARETTO
Domenica 7 Dicembre
Argomento :
La Gioventù valdese nell’ora che volge.
Comm. EpamiDoiida Ayassot
NB. Nel prossimo numero sarà pubblicato il
programma dettagliato.
Era nato a Torino, nel 1866, ed aveva trascorso a Milano la sua adolescenza, ma fin da bambino Egli veniva a
godere le'sue vacanze al Fondo S. Giovanni dove sì era fatto così molti affezionati afhici. Perciò, quando, appena,
ventiduenne. Egli venne nominato, in
circostanze non certo liete nè facili,
segretario comunale di Luserna S.
Giovanni, vi si trovò subito ambientato.
Da soli tre lustri il Comune era stato ricostituito ed attraversava allora
un periodo di confortante ascesa. Il ca-;
poluogo, sorto poco prima dal nulla,
veniva allineando ad una ad unà le sue
case, irradiando nuove strade verso le
frazioni, mentre si provvedeva ex novo alla organizzazione dei servizi pubblici. L’industria della pietra ed altre
vi erano fiorenti ed il bilancio comunale presentava una benefica elasticità.
il nuovio gfiiovane segretario preste
subito a considerare il comune al quale si era votato come una cosa sua e
vi dedicò senza misurarle le sue esuberanti energie e la sua apprezzata capacità ammìnistrattiva e tecnica. D così, salvo una brevissima e solo parziale interruzione, continuò per cinquant’anni sotto l’usbergo della visita reale che ebbe il suo ufficio nei primissimi anni della sua carriera.
Se si dovesse (enumerare le opere
che più palesemente o più larvatamente portano l’impronta del geom. Ayassot si dovrebbe compilare un molto
lungo elenco. Ci sia solo permesso di.
accennare al Corso della Rocca colla
sua scorciatoia e oltre due chilometri
di rotaie, alla vìa Pietro Guglielmo,
ai viali Costanzo Ciano e Guglielmo
Marconi colla sua diramazione, alla
strada del Fondo S. Giovanni e della
Bialera Peyrotta, al ponte sulla Luserna, al Cimitero, alla rinnovazione
di vari orologi pubblici e dall’impianto di ben tre nuovi, alla prima costituzione del Corpo. Pompieri, alla municipalizzazione del servizio di acqua
potabile, all’aggregazione dei cessati
comuni di Lusernetta e Rorà, al progetto di ima ferrovia alle cave che
ebbe almeno il risultato di evitare al
paese ed ai candidati azionisti dì un’altra costituenda azienda gravi rovesci
finanziari, la scuola di agricoltura P.
D. Martina ed alle varie successive
sistemazioni delle scuole elementari,
tutte culminanti nel monumeritale edificio « finalmente » . inaugurato da
Lui il 27 settembre 1936.
E chi dirà della sua meno evidente,
ma non meno reale e preziosa attività
spesa in tanti decenni a fianco di varii
conciliatori nel dirimere tante piccole
controversie, nell’« adoprarsi alla pace »? ; - , i ' ^ ; *,
Ma il comune di Luserna S. Giovanni, per quanto vasto, popoloso ed
importante, non bastava ad assorbire
l’inesauribile attività del geom. Ayassot che, anche come tecnico ha saputo
farsi apprezzare,, pur disponendo
soltanto di qualche ritaglio di tempo
che altri, al posto suo, avrebbe facilmente dedicato a legittimi svaghi. La
Casa Valdese di Torre Pellice, quella
di Luserna S. Giov., la « galleria »
del tempio di questa parrocchia sono
opera sua ed altre innumerevoli costruzioni private portano indelebili le
treccie della sua arte.
Anche dalla vicina Torre Pellice e
dalla Chiesa Valdese pervennero al
geom. Àyassot, al quale le Autorità
competenti in riconoscimento dei suoi
meriti avevano frattanto conferito le
onorificenze di cavaliere e poi di commendatore della Corona d’Italia, lusinghieri richiami alla sua riconosciuta
capacità. La Cooperativa Elettrica lo
volle suo presidente ed ebbe così_^
sercizi prosperi come ne aveva avuti
4
pochissimi prima'di allora; il Consorzio per l’Acquedotto lo elesse a suo
Consigliere. Se non fu mai membro di
alcun concistoro fu però, da qualcuno
di quésti è dal Sinodo nominato a far
parte di varie commissioni nelle quali
per comune consenso, Egli ^sumeva
subito una parte di primo piano.
Valdese nell’anima, U Comm. Ayassot sentì sempre tutti i doveri derivahtigli da questa prerogativa e sempre,
di persona e colle, sue cospicue contribuzioni, cercò di adempierli. Ciò
non Gli impedì di usare sempre una
corretta e leale imparzialità nelle
molte relazioni che, nella sua semisecolare attività di Segretario comunale,
di Podestà, di Professionista, Egli ebbe
è coltivò con molti concittadini d’altra
confessione; e coloro che Gli furono
più intimi amici godettero con Lui
della lusinghiera ed inattesa testimonianza che, in questo senso, in varie
occasioni. Gli tributarono umili cittadini ed eminenti autorità.
Egli non fu risparmiato da gravi
lutti e da altre traversie, ma sempre
il suo simpatico carattere ottimista
seppe averne ragione e rendersi sanamente contagioso in chi Lo avvicinava.
Oggi che Égli non è più, vogliamo
deporre sulla sua tomba il fiore della
riconoscenza e rinnovare a tutti i suoi,
ma specialmente alle sue Figliuole e
più ancora a quella di esse che più da
vicino ne, condivise gioie e pene, an-sie timori soddisfazioni, le nostre
deferenti sentite condoglianze. b.
Sabato pomeriggio 22 novembre, ha
avuto luogo il funerale.
Il servizio funebre sì svolse nel tempio - dove fino a che la salute glielo
permise, egli era stato Così tegolare
ed assiduo ai culti - col concorso di
una niunerosa folla di parenti, amici,
conoscenti vicini e lontani, alla presenza delle autorità civili e politiche e di
varie rappresentanze.
Dopo l’allocuzione del Pastore della
parrocchia, portaronojin commosso saluto alla memoria dell’estinto il prof,
cav. A. Jalla, vice-presidente della Società di Studi Valdesji ed il pastore
sig. R. Jahier, vice-presidente, della
Commissione degli Istituti Ospitalieri
Valdesi, a nome di questi enti di cui
il compianto defunto era da anni apprezzato collaboratore, quale \caissiere
della S. di S. Valdesi, e membro della
Comm. degli I. O. Valdesi.
Alle figlie, alle sorelle, ai parenti
tutti rinnoviamo l’espressione della nostra profonda simpatia cristiana.
CRON/lC/1 V/1LDESE
BOBBIO PELLICE.
Dobbiamo registrare quattro nuovi
lutti nella nostra parrocchia. Nello
spazio di pochi giorni sono deceduti:
Davide Peyrot, del Chiot, Giovanni
Pietro Lausanot, del Lausarot, Maddalena Bertinat, dei Rostagni, Stefano
Negrin dei Giraudin.
Alle famiglie dei dipartiti esprimiamo ancora la nostra fraterna simpatia
Ilei Signore.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Martedì 11 novembre ha avuto luogo il funerale del sig. Giovanni Gaydou, deceduto ai Gaydou, in età di 88
anni, dopo breve malattia. Alla famiglia afflitta rinnoviamo le nostre sentite condoglianze.
— Sabato 15 corrente è stato cele. brato nel nostro Tempio il matrimonio
del sig. Guido Gaydou^ della Luchera,
colla sig.na Nelly Giordan, dei Ricca,
Agli sposi felici i nostri migliori auguri.
FERRERÒ MANIGLIA
Il 16 corrente è stato impartito il
battesimo a Bnzo Alessio Èertalot di
Enrico e di Poet Alma (Grangette).
Dio voglia benedire questo caro bambino con quelli che hanno promesso di
educarlo secondo i dettami della Parola di Dio.
— Il 22 corrente abbiamo accompagnato all’estremo riposo le spoglie
mortali di Massel Susanna vedova Refoum delle Grangette, deceduta dopo
lunghi mesi di malattia all’età di 78
anni.
A tutti i parenti, in modo speciale
alla figlia Amandina che l’ha curata
con affetto e premura le nostre sentite
condoglianze.
— La prima settimana di dicembre
si annunzia piena di attività in vista
della càmpagna di appello. Dio volendo
.avremo il grande privilegio di avere in mezzo a noi il pastore di
Pinerolo signore Luigi Marauda il quale
rivolgerà il suo messaggio in quasi
tutti i quartieri della parrocchia. Ad
ogni modo, essendo stati raggruppati
per l’occasione alcuni quartieri,, tutti
potranno udire il messaggio che ci porterà in pome di Dio il sig. Marauda.
Domandiamo fin d’ora al Signore di
voler benedire il lavoro che verrà fatto nel Suo nome affinchè porti molto
frutto alla Sua gloria!
— Il 30 corrente i culti saranno presieduti dallo studente in teologia sig.
Giovanni Peyrot che si trova in mezzo
a noi per alcuni giorni prima di iniziare il servizio militare.
POMARETTO
jDbmenica nove corr. è stato presentato al S. Battesimo la piccola Clapier Ilda di Enrico e dì Dassano Teresa (Pomaretto). Le benedizioni del Signore, accompagnino questa bimba durante tutta la sua vita e siano accordate ugualmente ai suoi genitori.
— Con cerimonia semplice ma come
sempre austera, circondati dall’affetto
di numerosi parenti ed amici, lunedì
17 corr. nel nostro tempio, si sono uniti in matrimonio Giaiero Valdo di Alberto (Inverso Pinasca) e Balma Evelina di Alessandro (Pomaretto). La domenica mattina la sposa era stata festeggiata dai bambini della Scuola domenicale che l’hanno avuta monitrice
per vari anni.
I nostri migliori auguri dì felicità e
di prosperità nel Signore li accompagnano.
— La dom,enica 9 novembre nella
Cappella del Clot ha avuto luogo un
culto per i piccoli e per i grandi seguito dalla distribuzione dei premi di merito ai bambini della locale Scuola domenicali. Sono stati premiati: Baret
Ines, Gardiol Romano, Barai Valter,
Long Lilliana, Gardiol Iride, Tron Olga, Coucourde Ilda, Gardiol Flora, Baret Luigi.
PRAROSTINO
II 15 novembre si è spento improvvisamente, ai Bernardi, Godino Beato di
anni 57. Alla vedova ed ai quattro teneri orfani esprimiamo la nostra sìm,patia cristiana.
— Le molteplici attività della Chiesa si svolgono in modo soddisfacente.
Abbiamo già tenuto, nei diversi quartieri, un primo ciclo di riunioni con la
trattazione di argomenti speciali. L^
campagna dì appello e di risveglio, che
conduciamo in comunione spirituale
con tutte le parrocchie delle Valli, è
in pieno svolgimento.
Chiediamo al Signore di benedire
quanto verrà fatto per la gloria del
Suo nome.
■1 caaltfc» di^
(Meditazioni preparate'sui testi del Calendario Bibiieo della Chiesa Morava)
PERSONALIA
I nostri auguri al neo-dottore in lettere Loris Bein, già alunno del nostro
Collegio, che si è brillantemente laureato presso la Facoltà di Lettere di
Torino.
Liinedi Lettura: Salmo 15.
1 Oicem. In questo s’è manifestato
per noi l’amore di Dio: che Dio ha mandato il suo unigenito Figliuolo nel mondo, affinchè, per mezzo di Lui, vivessimo » I Giov. 4: 9.
Dopo di avere solennemente affermato che « Dio è amore », l’apostolo
passa a considerare in che ha consistito
l’amore di Dio verso di noi e quale ne
è stata la sublime manifestazione.
Nella sua perfezione di Giudice supremo, Dio avrebbe potuto ripetere per
ogni peccatore la sentenza di morte in
antico pronunziata nell’Edeh e fare ricadere su di loro l’estrema conseguenza
delle loro trasgressioni; ed invece, le
sue viscere essendo viscere di misericordia, alla sentenza di morte ha sostituito una promessa di grazia e una
comunicazione di vita.
Ma tutto ciò non senza il più doloroso
sacrificio che immaginar si possa: il
dono al mondo deH’unigenito suo Figliuolo.
Abisso incommensurabile d’amore
nel quale gli angeli amano riguardare
bene addentro, e dinanzi al quale, noi ci
sentiamo indicibilmente confusi e, ciò •
nondimeno, irresistibilmente attratti
adoranti e benedicenti!
Martedì Lettura: Galati 4: 1-7.
2 Dlcem. « qh occhi del Signore
sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alle loro supplicazioni; ma la faccia del Signore è contro^ quelli che fanno il male». 1 Pietro 3: 12.
E’ possibile immaginare una benedizione più grande per i giusti e una
peggiore situazione per gli empi?
Quello di cui più abbiamo bisogno
nella vita non è forse di sentirci seguiti
passo passo dallo sguardo misericordioso di Dio e di sapere che le nostre
preghiere, le nostre, supphcazioni, i nostri sospiri sono uditi nel cielo e trovano favore presso il trono della grazia
divina? Ma... guai a noi se la faccia del
Signore ci è contro!
Studiamoci dunque dì essere tra il
numero dei giusti, tra il numero di
quelli che secondo le espressioni dei
versetti che precedono il testo: ritengono le loro labbra dal parlar con frode, si ritirano dal male, fanno il bene,
cercano la pace e la procacciano. Gli
occhi dell’Eterno allora saranno sopra
di noi per guidarci, per incoraggiarci,
per benedirci, e le sue orecchie saranno
attente alla nostre supplicazioni rendendo vera anche per noi l’osservazione
del Salmista antico: « I giusti gridano
e l’Eterno li esaudisce ».
Mercoledì Lettura: Galati 4: 8-20.
3 Dicem. « Prendete la completa ar
matura di Dio, affinchè possiate resistere nel giorno malvagio, e dopo avere
compiuto tutto il dovere vostro, restare
in piè». Efesini 6: 13.
V’è per tutti un giorno di tentazione
o di prova o di difficoltà, chiamato nel
testo « malvagio », in vista del quale è
necessario premunirsi onde non essere
da esso sopraffatti.
Per superarlo non facciamo assegnamento sulle nostre proprie forze che
altro non sono che debolezza, e neppure
sulle nostre facoltà di resistenza che
d’un tratto possono venir meno; ma
prendiamo la completa armatura di
Dio: la cintura della verità, la corazza
della giustizia, i calzari della prontezza
che dà l’Evangelo, lo scudo della fede,
l’elmo della salvezza e la spada dello
Spirito!
Solo questa armatura indossata con
spirito di vigilanza, di pers,everanza e
dì preghiera può permetterci di resistere nel giorno malvagio e di rimanere
in piedi dopo avere compiuto tutto il
nostro dovere.
Giovedì Lettura: Galati 5: 1-11.
4 Dicem. « Or, nell’ultimo giorno, il
gran giorno della festa, Gesù stando in
piè, esclamò: Se alcuno ha sete, venga
a me e beva ». Giov. 7: 37.
E’ strano che questo invito di Gesù
abbia luogo « l’ultimo » giorno della
gran festa; o meglio, no, non è strano,
perchè nessuna cerimonia esteriore,
nessun fasto, nessuna pompa, sia pure
di natura religiosa, può soddisfare appieno la sete ardente delle anime; ed è
possibile che anche alla fine di quella
festa giudaica ve ne fossero di insoddisfatte e deluse nelle loro elevate aspirazioni e nei loro intimi bisogni...
...L’Etiopo non se ne tornava anch’egli insoddisfatto e forse deluso dopo
avere assistito in Gerusalemme alla
grande festa dei Giudei?
Solo Gesù possiede l’acqua che disseta, arizi Egli stesso è la fonte d’acqua
viva che sgorga in vita eterna!
Come viandanti assetati andiamo à
IjUì ed attìngiamo con gioia a quella,
sorgente di salvezza.
Venerdì Lettura: Galati 5: 13-18.
5 Dicem. «Non temere, o figliuola di
Sion! Ecco, il tuo Re viene ».
Giov. 12: 15.
Vi sono dei motivi di timore: il nostro passato ci accusa e ci condanna, il
nostro presente ci trova deboli ed incapaci, il nostro avvenire ci assilla e ci
rende ansiosi. Ma benedetto sia il Signore, accanto a quei motivi di timore
ve ne sono anche di fiducia e di tranquillità: Il nostro Re viene! ed il suo
eterno venire è un venire nella gloria.
• Viene per farci partecipi della sua
regalità divina. Viene per renderci con
Lui vincitori, e più che vincitori, nelle
dure lotte della vita. Viene per farcì
sudditi del suo regno di pace. Viene,
pur nella sua umiltà, per regnare su noi
e fare nostra la sua vita.
Saremo noi tra il numero degli indifferenti o dei ribelli al suo venire, o non
piuttosto tra il numero di quelli che gli
vanno incontro acclamanti -e osannanti:
« Benedetto Colui che viene nel nome
del Signore »? Dal nostro atteggiamento dipenderà la nostra presente e futura vera felicità.
Sabate 'Lettura: Galati 5: 19-26.
6 Dicem. « Benedetto sia l’Iddio e
Padre del nostro Signore Gesù Cristo,
il quale ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in
Cristo». 'Efesini 1: 3.
Le benedizioni di Dio sono parago- 3
nabili alla rugiada del mattino 0 alle
abbondanti piogge che, dopo essere di- '
scese feconde sulla terra, ritornano trasformate verso l’alto.
Nel testo non è parlato delle benedizioni materiali che pure sono tanto abbondanti, ma è parlato di quelle spirituali che Dio ci concede in Cristo, tanto
più preziose e feconde. Tali benedizioni devono ritornare a Dio sotto for-.
ma di inni di lode e di cantici di riconoscenza; « Benedetto sia Iddio... il quale ci ha benedetti ».
Non dimenticare, fratello, questo sacro dovere della gratitudine verso Dio,
e se riconosci di quali grazie ti è stato
largo il Padre benedicilo con le labbra,
e più ancora con il cuore.
Guido Mathieu.
La famiglia del compianto
Goinin. GeoiD. Epaminonda Ayassot
nell’impossibilità di farlo personalmente ringrazia, con animo ricoiioscente,
tutti coloro che vollero dimostrare la
loro simpatia per la scomparsa del loro
caro.
Luserna San Giovanni
26 novembre 1941 XX.
POMPE'FILTRI
p>r Aeqya, AmìI, Vini, Liquori, Sciroppi,
OHI, Modicinall, Profumi, Collo.
IMPIANTI PER CANTINE
por Vini Spumanti, por Acquo Oaaaoao
o Solte - Catolopo protla.
BELLA Vita - viaparini, i
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Lo Ditta aoo ha Oaaoaltl no rappraanataotL
CUSTODE-GIARDINIERE cercasi'
per Villa signorile In Torre PeUice. —
Rivolgersi al giornale.
Prof. Qino Costabei., direttore responsabile
ARTI GRAFICHE . L’ALPINA » - Torre Pellic