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DELLE
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Qnindiciial •
della Chiesa Valdese
lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quatt avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXV - Nana. 3
Una copia L. ‘SS
ABBONAMENTI
{Eco: L. 700 per Tinterno Eco » La Luce; L. 1200 per Tinterno | Spedia. akh. paítale II Grappe
L. l200 per Tetterà | Lù 1880 per Tetterà | Cambia d’iadiriua Lire 40,—
TORRE PELUCE — 11 Febbraio 1955
Ammin. Claadiana Terre Pelliee - C.CJ*. 2-17557
-1 Í
CHI NON
NE CONOSCE?
(contributo alle serale popolari del XVII Febbraiol
— Oh Magna Rosa! Piacere di vedervi! E come sta Barba Daniele?
Un po’ meglio?
- Macché, Magna Annetl;a! Sempre alla stessa maniera : ora è lo
slomaco, ora è il fegato, ora è il
cuore; ogni tanto un po’ di febbrelta. E di un cattivo limare poi!
Q vuole una bella pazienza a stargli intorno! Mai contento di nulla
!• di nessuno; un continuo criticare:
teiu[>o, cose e persone. Ma io penso
clic dipenda dal male che ha e mi
rassegno. Che cosa ci volete fare?
Ebbene, Magna Rosa, in questo
non andiamo d’accordo: ni; per la
vostra rassegnazione, nè per il cattivo umore di lui.
Come sarebbe a dire?
— Sarebbe a dire che,
non è il mal di stomaco.
per me,
ii cuore
co; è il
dà tutti
o di fegato che lo fa bisbet(i(
^no stato d’animo che gli
<|iiei mali.
- L^'on so che dirvi, cara Magna,
però quando uno sta male, sta mah
c div^enta facilmente... scorbutico.
Ma quanta gente sta jjur male
< rimane gentile, e spesso, con la
Mia forza d’animo, oltre ad essere
<ome una luce in famiglia, a poco
a poco riesce a migliorare finche la
projiria salute.
— Dite bene; ma, nel casi
marito, non saprei davvero
sa fare: male sta e lunatico
— E se io vi dicessi: N(^:
giiatevi e non lo compassi'
— Oh povera me! Volete
venire il finimondo nella n
miglia? Guai a rispondergli
vivacemente; non si può n'
alzar gli occhi al cielo. Nop
che abbassare la testa e.,
re, mandar giù; mandar gi
gnarsi e qualche volta pian,
— Io non vi dico mica d i
dergli male! Tutt’altro! DÌ3'
prendete atteggiamenti di v
non compassionate neanche
modo voi stessa. Ha più bis
di voi che voi di lui! Siati
ma ferma e provate a pari
po’ di suo fratello.
— Misericordia, Magna
che cosa vi salta in mente
che nominarlo, si può. Mio
capite, è un uomo di carattiìi
si piega, non dimentica e
dona. Si vanta sempre che
dre, per una parola un po
di suo cugino, durò fino al]i
(trent’anni!) a non scambia:
luto. Sono uomini di carat
peto, forti, tenaci, della
roccia.
— Eh! questo conferma ni'
idee e cajiisco come voi posii
segnarvi.
— Ah lo capite, eh?
— Non mi fraintendete!
dalle vostre parole che voi
comprendete, ma ammirate
ammirate — vostro marito
sla cosiddetta bella fermez4i
rattere. la quale — se era
in quegli antenati che sficl
tormenti, i supplizi e la m
non rinunciare alla loro fq
tutt’altra cosa, cioè non è
nè prova di fermezza di
o di forza morale. E’ la
mevole debolezza, invece; è
di non saper vincere il bruì
una parola, di un’offesa,
pruso: è ciò che impedisci;
toria sul più terribile ne:
stro, che siamo poi noi stessi
lo che abbiamo di meno n
— Voi parlate bene, ma
capisco che cosa ci si possa
— Scusate; ma siamo o non siamo Cristiani? E vostro marito ha
ne
pi
ma:
0 non ha un po’ di reverenza per
la nostra fede?
— Oh si! Per questo, anzi, è religioso e legge anche il Vangelo...
qualche volta!
— Ma!... Son cose incredibili!
Cristiani che, centinaia di volte, hanno ripetuto, nel « Padre Nostro »:
Perdonaci i nostri peccati come noi
perdoniamo... cioè proprio nella
stessa maniera! Cristiani che, nel
Vangelo, senton ripetere per tutti
1 toni la parola della Pace. E poi...
— Ma è chieder molto, sapete!
Noi santi non siamo!
— Altro che santi! Non siamo
Cristiani! Nemmeno Cristianucci !
Rinneghiamo i più sacrosanti principi di Gesù Cristo e siamo indegni
d’essere stati battezzati e d’accostarci alla Comunione...
— Ma io che posso fare?
— Conoscete il proverbio : Ciò che
donna vuole, Dio vuole? E io dico: Ciò che Dio vuole, donna deve
volere! Andate a parlare alla moglie del vostro cognato e cercate, fra
tutt’e due, di combinare qualche
cosa.
— Oh povera me! questo dovrei
fare ?
— E rialzate fronte, siate serena, forte, fate ’affettuosamente il
vostro dovere di Imava madre di famiglia, ma senza compianger troppo vostro marito e combattete, sia
col silenzio, sia opn qualche buona
parola, le sue cimtinue critiche e
interminabili maldicenze. E insinuategli, a poco a poco, questo principio del perdono che libererà non
solo il suo spirito., malato, ma anche
il suo cuore, il svio stomaco e il suo
fegato, perchè i cattivi pensieri sono veri e propri veleni che attossicano tutto l’organiamo e ammorbano
tutta l’atmosfera intorno.
Magna Annètta, non esagerate
un po?
— Potrei anche dirvi di più: Questi veleni sono come semi malefici
che volano intorno, allontanano il
Regno di Dio e sono della stessa famiglia diabolica di quelli che producen le guerre e rovinano l’umanità. Ma di questo potremo parlare
ancora. Intanto pensate che — se
comincerete il buon combattimento
— avrete con voi un alleato invincibile: lo Spirito di Dio!
Ada Meille
£’ caratteristico
il fatto che i Riformatori abbiano posto la libertà
umana nel suo contesto etico e religioso. Lo si nota soprattutto in
Calvino. Per lui la libertà è legata
alla morale. Essa è per lui un mezzo e non un fine. E’ uno strumento
che deve essere subordinato alPamore. Cosi viene ad essere definita la
natura ed i limiti della Libertà. Essa è. tUmata all’uomo, dice Calvino,
« affinchè egli sia più preparato a
tutti gli obbRghi deUa carità ». Calvino segue così l’insegnamento dell’apostolo che scrivendo ai Calati H
esorta: « Fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà una occasione alla carne,
ma per mezzo dell’amore servite gli
uni agli altri » (Gal. 5 ; 13). La libertà ha dunque sempre per fine la
santità. Non si tratta di essere liberato da qualche cosa, ma di essere- libero di agire, libero di fare
il proprio dovere. L’idea ha sempre
qualche cosa di positivo di una consacrazione ad un valore ò ad un ideale; e « la possibilità di agite con
questo fine è parte integràlé della
libertà » (Farmer). La libertà è un
legame, essa presuppone Dio. I nostri obblighi sono la sorgente della
XVIIFWIII1»
nostra libertà; essi ne s<mo anche i
Umiti. Ora i nostri
obblighi sono la
espressione del diritto di Dio di disporre di noi. Non ci può es.sere una
libertà che escluda Dio. Questa è la
convinzione di Calvino; questa sarà
la convinzione di chi ascolta la Parola di Dio.
Se la libertà è inseparabile da Dio,
lo è anche, secondo Calvino, perchè
Dio è il creatore dell’uomo, in Lui
l’uomo ha la vita, il movimento, l’essere. La nostra umanità e la nostra
felicAtà esistono soltanto nella nostra sottomissione.. Secondo Calvino
ed anche seamdo l’espressione del
libro di Preghiere Pubbliche inglese di Thomas Cramner.: « Il servire
è la perfetta libertà ». E’ Dio: « Cui
servire regnare est » (^Sacramentario
Gelasiano), Proclamare la propria
indipendenza a suo riguardo è pura
follia; è l’essenza del peccato e la
sorgente di ogni schiavitù. Molto
prima di Calvino, Agostino aveva
proclamato: « Se l’uomo cerca di
sfuggire alla sovranità di Dio, egli
è sùbito asseridto da chi non hà alcuna autorità su lui: l’uomo vuole
un padrone ». EgU ha bisogno di un
Dio. Se non è il vero Dio, sarà un
dio falso. (H. J. Stob in « La Revue
Reformèe y>, N. 17-18, pp. 51-52).
q di mio
che coè!
n rassegnate?
fare avostra faun po’
emmeno
si può
ingozzaù, rassegere.
rispon;o : Non
ittima e
in tal
ogno lui
e dolce,
argli un
Annetta.
? Neanmarito,
re: non
non persuo paacerba
a morte
re il satere, rivecchia
olte mie
4iate ras
Capisco
:oon solo
— sì, sì!
per quea dì casublime
avano i
orte per
de •— è
bella,
carattere
ù biasila volta
ciore di
un sola vitico noin quelbbile.
io non
fare.
Ricordare i 4 centenari 1955 significa rievocare quattro pagine importantissime della nostra storia.
Se il 1532 segna per i Valdesi l’adesione alla Riforma e il chiarimenlo dei loro principi religiosi, l’anno
1555 sta a ricordare la manifestazione jnibblica ed allerta delle loro
convinzioni, quasi una sfida a quanto stava avvenendo in quegli anni
nel resto d’Italia: non è infatti trascurabile il contrasto stabilito da
una parte dal Concilio di Trento e
dall’istituzione dell’Inquisizione e
dall’altra dalia manifestazione audace della fede dei Valdesi, i quali costruiscono i loro templi e organizzano le loro parrocchie. Il 1555 è
perciò una data capitale nella storia valdese, in quanto la posizione
assunta dai nostri padri non poteva
che trascinare di lì a poco sul loro
capo la prima violenta persecuzione, quella del 1560-61 del Conte
della Trinità.
Fino a quel periodo i culti erano
stali tenuti in locali di fortuna o in
cortili chiusi, forse nelle caverne o
nei boschi nei momenti più burrascosi : ma poiché verso quel tempo
quasi più nessun cattolico era rimasto nelle Valli e tutti erano Valdesi, si stavano pure profilando, sullo
schema della divisione comunale, alirettante parrocchie, servite da altrettanti pastori, predicanti in italiano o in francese. Ad Angrogna,
che era il centro religioso e sociale
delle Valli, accorrevano inoltre dalla pianura piemontese i numerosi
riformati, desiderosi di udire la parola di Dio. Jean Lauversat, pastore
ad Angrogna, scriveva il 22 aprile
1955: « Nous faisons en ce lieu tous
les jours un sermon, et ce en la maison d’un de leurs ministres, exepté
le dimanche, auquel jour se trouvent
tant de gens venant d’un côté et
d’autre, voire de bien loin, qu’on
est contraint de faire le sermon en
une grande cour environnée de galeries ». Un giorno, ai primi di agosto, il cortile si trovò così pieno di
gente, che molti dovettero restarne
fuori : e allora il pastore Stefano
Noël, più tardi personaggio di primo piano nelle relazioni dei Valdesi
con la Corte Sabauda, condusse tut
ta quella gente poco lontano di li.
e non distante dalle rovine della
Chiesa Cattolica, in mezzo a un prato, « et commenge à leur faire une
belle exortation à haute voix ». L’atto, forse inconsapevole, iniziava in
Angrogna il culto pubblico.
Avvicinandosi però la brutta stagione, era necessario dare un luogo
coperto a queste riunioni: e così gli
Angrognini, senza por tempo in mezzo, si diedero a costruire il loro primo tempio, quello di S. Lorenzo;
segui quello del Serre, poi quello
del Ciabas, poi quello dei Coppieri
a Torre Pelliee, e man mano tutti
gli altri delle varie parrocchie. Erano naturalmente costruzioni assai
rustiche, quattro pilastri sormontati
da un tetto, delle rozze mura, pavimenti in terra battuta: aU’interno,
i banchi rudimentali, divisi per quartiere o per famiglie, e a destra entrando, secondo l’uso riformato ereditato dal tempio cattolico, il pulpito. alla cui destra c’era lo scanno
del « maitre-chantre », che faceva
tutta la parte liturgica, e i banchi
del Concistoro. La semplicità e la
nudità di questi templi spiega il no
me dato al più venerando di essi per
le sue memorie, il Ciabas, cioè una
casaccia, qualcosa non di spregevole, ma di provvisorio e mólto modesto.
Il tempio del Ciabas era stato costruito agli estremi confini meridionali del territorio di Angrogna, perchè Luserna S. Giovanni, in parte
cattolica, non ne avrebbe permesso
l’erezione sul suo; cosi pure quello
dei Coppieri a Torre fu costruito
lontano dal centro, la cui popolazione era in parte pure cattolica, ma
in luogo accessibile a quelli della
« costiera », tutti Valdesi.
Accanto ai templi principali, sorsero anche quelli secondari e periferici, per cui forse il nome di tempio è un po’ esagerato, e che comunque soddisfacevano le esigenze
dei quartieri più popolosi: così a
Villar, quelli del Ciarmis e della
Comba, a Bobbio queBi del Bessè,
della Comba Carbonieri e dei Cairus. Nella Val S, Martino i Valdesi
occuparono le chiese cattoliche, abbandonate, di Ferrerò, S. Martino.
Rodoretto, Massello; a Frali costruirono invece il tempio di Gui
gou, lasciando quello cattolico a Villa: su una delle pietre più basse si
legge ancora oggi la data 1556, ed
esso ha il privilegio di essere l’unico tempio valdese superstite a tutte
le distruzioni, a cui invece furono
soggetti tutti gli altri: incendi e dislruzioni'Vollcro nei secoli far spalire il culto valdese, ed esso resistette perchè non era nei muri dei templi, ma nei cuori dei .fedeli, e così
i templi abbattuti sempre risorsero
bianchi e semplici, a testimoniare
in questo angolo d’Italia della pura
fede evangelica.
Il tempio valdese, nella sua costruzione e nelle sue vicende storiche, è il simbido e l’espressione della fede valdese, nei momenti della
sua manifestazione audace o della
sua repressione violenta, della tiepidezza o del fervore. A. H.
COMUNICATO
La visita dei rappresentanti delle
chiese del 1” Distretto alle chiese di
Roma e del Basso Lazio avrà luogo
nei giorni 25-28 Febbraio, secondo
un programma che verrà quanto prima comunicato agli interessati.
Si pregano i Signori Fastori di volere comunicare immediatamente al
Sovrintendente il nome e l’età del
delegato o della delegata.
Come da decisione della Confe
renza distrettuale di Ferrerò, la Col
letta del 20 corr. verrà consegnata
ai fratelli di Colleferro quale con
tributo delle Valli per la costruzio
ne del loro locale di culto. La rac
comandiamo vivamente all’attenzio
ne di tutta la popolazione Valdese
Il Sovrintendente
Fiove. Ed un gruppo di giovani
canta, sotto la pioggia aspettando un
autobus che non arriva. Un autista
scende da un altro autobus che aspetta, nella vicina stazione, R suo turno di partenza, fra mezz’ora ed invita i giovani cantori a salire (e cantare) nell’autobus vuoto aspettando...
« Già, saremo al sicuro dalla pioggia, ma chi ci sentirà ancora?
« Non vi preoccupate, ragazzi, apriamo le finestre ».
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iU.
L’ECO raU,E VALLI VALDESI
f
LA CLAUDIANA
Airìndomani dell’Emancipazio*
ne, nel luglio 1848, usciva il primo
giornale valdese « L’Echo des Vallées Vaudoises », e con tale pubblicazione i Valdesi rompevano il secolare silenzio che era stato loro imposto, e incominciavano a fruire della libertà di stampa. Nè si trovavano, come altre popolazioni in altre
parti d’Italia, a dover predicare nel
deserto, perchè l’istruzione era stata
sempre da loro curata; analfabeti
nelle valli non ce n’erano, e la creazione di un giornale per le famiglie
valdesi non era aflFatto una trovata
di alcuni personaggi, ma corrispondeva alle necessità di una popolazione capace di intendere e desiderosa
soltanto di leggere di più. « L’Echo
des Vallées » era però in francese,
e quando l’evangelizzazione a Torino cominciò a dare risultati, ecco
uscire nel 1851 « La Buona Novella », giornaletto quindicinale, di contenuto storico-dottrinale, a sfondo
polemico, audace nelle sue posizioni, e fiero avversario dei giornaloni
cattolici dell’allora capitale del Regno di Sardegna.
Progredendo poi ogni giorno l’opera evangelistica nelle regioni pie
montese e ligure — Genova, Nizza,
Favaie, Pinerolo conobbero in quel
tempo i nobili ed entusiasti sforzi
dei pastori valdesi — ecco sorgere
la necessità di provvedere per la polemica e di alimentare le nuove conversioni con la Bibbia, coi trattati
religiosi, con la cultura spicciola basata sull’Evangelo : letteratura ce
n’era, ma era in massima parte in
francese, e occorreva invece parlare
e leggere in italiano alla gente che
si avvicinava a questi « uomini del
nord », come venivano chiamati i
Valdesi.
Ecco perchè la nascita della Claudiana, nel 1855, non è soltanto un
fatto di cronaca, un episodio a sè,
ma è parte importante dello sforzo
evangelistico che la nostra Chiesa
seppe imporsi cento anni fa, e che
la indussero a crearsi la propria facoltà di teologia, a darsi la sua letteratura religiosa, che spinse i suoi
pastori-contadini a imparare presto
la lingua patria e a diventare ardenti missionari nelle città.
L’idea di una tipografia valdese
e di una libreria evangelica era nata già da tempo in Giovanni Pietro
Meille, l’attivo e dinamico pastore
PER GLI AMMALATI
L’ESEMPIO DI CRISTO
« Anche Cristo ha patito per voi », scrive Vapostolo Pietro, rievocando le sofferenze del Servo dell’Eterno, per incoraggiare i servi cristiani
a sopportare pazientemente le ingiustizie dei loro signori.
Bisogna parlare con grande rispetto, quasi con senso di adorazione,
dei patimenti di Gesù Cristo; non bisogna assolutamente dimenticarli. Anche Cristo ha sofferto, ha « patito », per noi e prima di noi, prima di voi,
che leggete queste righe in cerca forse di una parola di comprensione e di
amore. « Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato » : così l’antico profeta preannunzia e descrive le sofferenze del Cristo. Per Lui, la sofferenza non fu poca cosa: un flebile lamento, una parvenza di male, l’espiazione di una colpa Sua. Fu invece un
patimento vero e proprio, nella carne e nello spirito, lo sfondo oscuro ed
angoscioso di un servizio compiuto nel continuo abbassamento di se stesso, una tristezza mortale durante la quale « il suo sudore diveniva come
grosse gocce di sangue che cadevano in terra ».
Pensiamo con grande riverenza alle sofferenze di Cristo, ma soprattutto non allontaniamoci da Lui! E voi, infermi, ammalati, sofferenti nel
corpo o nello spirito, non guardate soltanto a voi o attorno a voi: guardate
a Cristo, meditate nell’intimo vostro sulle sofferenze e sui patimenti di
Cristo!
Egli ha conosciuto la sofferenza come nessun uomo potrà mai conoscerla e sperimentarla. E conosce anche la vostra. Non è uno straniero in
mezzo a voi, soprattutto non deve esserlo per voi. Se Egli fosse stato estraneo, indifferente alla sofferenza umana, non avrebbe detto alla vedova di
Nain: « Non piangere! » e gli Evangelisti non ci avrebbero detto così spesso che Egli fu « mosso a pietà » ed ebbe « compassione ». Nella Sua sofferenza, Egli è vicino a noi: insieme con Lui, la prova è diversa; sulle orme
di Lui, se lo guardiamo con fede intensa, impariamo a camminare con pazienza, con sopportazione, con fiducia. Non ci sentiamo più soli; siamo da
Lui interiormente consolati.
E tanto più dobbiamo cercare di a conoscere Cristo e la comunione
delle sue sofferenze » in quanto sappiamo eh’Egli le ha portate per noi, per
ciascuno di noi: a Anche Cristo ha patito per voi, lasciandovi un esempio, onde seguiate le sue orme ».
Per voi! Forse, in certe occasioni od in certi momenti, vi sembra di
patire abbastanza in voi stessi, per l’espiazione delle vostre colpe; o vi
sembra di dover soffrire troppo e forse anche ingiustamente.
Eppure c’è Qualcuno che ha patito per voi, in favore di voi ed al vostro posto, in un atto di amore di cui ora non riusciamo ancora a misurare
la profondità, ma che un giorno ci sarà pienamente rivelato. E allora saremo più che meravigliati, perchè Qualcuno ci ha tanto amati da patire
per noi, affinchè il nostro peccato fosse tolto, definitivamente tolto, e noi
potessimo sentirci in pace con Dio, al di là di tutte le nostre infermità e
di tutte le sofferenze che caratterizzano ancora la nostra condizione urnaita sulla terra, fino al giorno in cui saremo là dove a la morte non sarà
più, nè ci saran più cordoglio, nè grido, nè dolore, poiché le cose di prima
sono passate ».
Quando la sofferenza o l’infermità scendono come un’ombra sul nostro cammino, bisogna pure accettarle, chiedendo a Dio che Cristo sia con
noi. Ma dobbiamo fare anche di più: dobbiamo pensare al modo in cui il
tempo della malattia o della sofferenza potrà essere per noi e per altri un
tempo di benedizione, un segno della grazia di Dio nella nostra vita. Contemplando le sofferenze di Cristo, il grande predicatore francese Adolfo
Monod a quanti erano raccolti attorno al suo letto di dolore, diceva: a II
faut que notre douleur soit une doulem: d’amour et non pas d’égoïsme,
qui n’appelle pas notre attention sur nous-mêmes, mais qui l’appelle sur
Dieu d’abord pour le glorifier, et qui l’appelle enfin sur notre prochain
pour lui faire du bien. Par l’exemple qu’un chrétien peut donner dans les
souffrances, par la patience avec laquelle Dieu lui donne de les supporter,
il y a des trésors- de charité et de puissance de charité dans ime douleur
chrétienne... Que tous ceux qui souffrent s’appliquent à sortir d’eux-mêmes, à rejeter une douleur égoïste, sans foi, sans amour et aussi sans consolation, et à entrer dans l’amour de Christ pleinement, afin que leur douleur soit aussi comme une croix plantée sur la terre, à l’ombre de laquelle
se réfugient ceux qui les entourent; non pas pour leur donner la vie éternelle, mais pour leur montrer le chemin qui y conduit, à la gloire de Dieu ».
L’esempio di Cristo ci sospinge a soffrire anche per gli altri, per il
bene degli altri. Allora la nostra sofferenza^ fratelli e sorelle nella prova,
sarà anche una testimonianza cristiana, alla gloria di Dio. e. r.
di Torino, che univa alla grande pietà evangelica un infaticabile zelo per
tutte le opere pratiche e sociali della sua chiesa; ed è perciò che, trovandosi egli nelltestate del 1855 a
Dublino con Leone Pilatte, in delegazione ufficiale della Chiesa, seppe
fare in modo da- legare l’interesse
di due signore della Chiesa Presbiteriana d’Irlanda «ll’opera evangelica in Italia fino al punto che esse
offrirono due tortili e tutta l’attrezzatura di caratteri necessaria per il
funzionamento di una piccola tipografia. Poi, il 1° novembre di quello
stesso anno, in Torre Pellice, fu fissato lo statuto della società, che fu
chiamata « Società dei trattati religiosi per l’Italia », mentre Claudiana fu chiamata la tipografia stabilita a Torino nei locali adiacenti al
tempio. Segretario della Società, il
pastore G. P. MeiUe.
La Società e la tipografia rimasero
a Torino fino alla fine del 1861, epoca in cui passarono a Firenze in
Palazzo Salviati, accanto alla Scuola di Teologia: da quel momento la
Società per i trattati diventò « Società per le pubblicazioni evangeliche italiane » e fu praticamente sot
Il Centenario della
Scnola Valdese di Teolopia
Fra i vari centenari che ricorrono
quest’anno nel nostro piccolo mondo
valdese, vi è pure quello che riguarda la istituzione, avvenuta 100 anni
fa a Torre Pellice, della Scuola Valdese di Teologia.
Istituzione che ha avuto una notevole importanza per la Chiesa nostra in questo suo ultimo secolo di
esistenza, e che perciò verrà degnamente ricordata quest’anno con una
pubblicazione affidata alla chiara
competenza di uno dei professori
della Facoltà stessa.
In attesa dell’-opera che illustrerà
il lavoro seriamente compiuto dalla
Facoltà valdese di Teologia nei suoi
cento anni di vita, desideriamo brevemente segnalare ai lettori dell’Eco
l’importanza dell’avvenimento di cui
ricorre quest’anno, in ottobre, il primo centenario.
lo l’influenza della Società Biblica
Britannica e Foréstiera, fino al 1925,
anno in cui riloftiò alla Chiesa Valdese col nome di Libreria Editrice
Claudiana, e sejfea più attrezzatura
tìpògraficà™
La Claudiana ha reso immensi servigi alla causa dell’Evangelo in Italia. insieme coll'opera di colportaggio ad essa congiunta. Centinaia di
migliaia di copie di varie pubblicazioni uscirono dgi suoi torchi: basti
ricordare, ad esl, « L’amico di casa », il famoso almanacco, che per
diversi anni raggiunse la tiratura di
50.000 copie. E poi via via, dai dizionari e commentari biblici alle
grosse opere polèmiche, dalle collezioni storiche sulla riforma e sul valdismo alle Bibbie e Nuovi Testamenti, dalle pubblicazioni propagandistiche o di istruzione religiosa ai piccoli fogli volanti e di polemica,
quanta., carta stampata può vantare
la Claudiana nel suo primo secolo
di vita? Se nel 1905, a cinquant’an
ni, la sua produzione era stata di
6.702.880 copici'di libri e trattati
1.969.650 almanacchi, 2.773.400 co
pie di Sacre Scrjitture, forse possia
mo moltiplicarla! oggi per due, poi
chè l’intensità e!il ritmo delle pub
blicazioni non ha sofferto molti ar
resti. j
E’ giusto quifidi rendere oggi omaggio al suoi primo fondatore,
Giov. Pietro Méille, e ricordare con
lui i suoi primi collaboratori, e lo
scopo per cui erano partiti: « Faire
connaître dans notre patrie les vrais
principes et la pure morale de l’Evangile ».
Augusto Armand Hugon
Vecchie aspìrazìeni ^
Comenicato della Claudiana
In occasione del centenario della
Claudiana è in corso l’organizzazione di un archivio comprendente tutte le opere pubblicate dalla Claudiana stessa.
Chiunque avesse dei volumi o
qualsiasi opuscolo pubblicato dalla
Claudiana e di cui non avesse particolare interesse alla conservazione,
ci farà cosa grata facendocene dono.
Le spese di spedizione saranno a nostro carico.
Non ha più bisogno di essere dimostrato il fatto che, in ogni momento della sua storia, il nostro popolò ed i suoi dirigenti sono sempre
stati persuasi della importanza capitale dell’istruzione dei giovani. E
perciò una delle loro preoccupazioni maggiori è sempre stata quella di
stabilire e di mantenere delle scuole in ogni località ove si trovava una
loro Chiesa, una comunità costituita.
Sinodi ed autorità ecclesiastiche si
sono sempre trovati d’accordo per
spingere le chiese a prendersi cura
delle giovani generazioni, onde queste venissero adeguatamente istruite
ed educate: sia nel campo prettamente religioso, sia in quello civile
e, profano.
Fino al momento in cui i Valdesi
aderiscono alla Riforma, questo attaccamento alla istruzione ed al suo
costante miglioramento non è facilmente documentabile. Ma dopo questa adesione del Valdismo alla Riforma d’oltr’Alpi, non è difficile constatare come il problema della istruzione sia stato imo dei problemi
centrali delle Chiese Valdesi stabilite nelle Valli e dei loro Sinodi, e
sia continuato ad essere della stessa
primordiale importanza anche quan.
do, grazie alla divina Provvidenza,
fu loro possibile uscire dagli stretti
limiti in cui erano stati per ben quattro secoli mantenuti rinchiusi.
In un primo tempo, i Valdesi si
occuparono precipuamente della istruzione primaria, destinata a preparare uomini e donne che potessero leggere le Sacre Scritture in volgare, nella lingua parlata ed intesa
dai fedeli. In un secondo tempo, dopo la loro adesione alla Riforma che
aveva saputo tempestivamente isti'
tuire dei Collegi o delle Accademie
teologiche, i Valdesi sentirono su
bito anche la necessità assoluta di
istituire delle scuole, che oggi di
remmo secondarie, o dei corsi pre
paratori rivolti a scegliere e a pre
parare i giovani più adatti per desti
narli al pastorato, previa tma successiva preparazione teologica che
avveniva appunto presso le Accademie estere, specialmente svizzere.
Fu solo in un terzo tempo, quando spuntò anche per loro il sole liberale del 1848, che i Valdesi poterono completare il loro edificio scolastico ed aggiungere alle scuole elementari e medie inferiori, anche
quelle superiori, fino al coronamento finale con la « Scuola di Teologia », che iniziò il suo primo corso
nel mese di ottobre del 1855.
Progetto e nascita
della Scuola
Non che i Valdesi non ci avessero
mai pensato prima. Tralasciando infatti di occuparci dell’antica Scuola
dei barba, che era una vera e propria scuola teologica o di preparazione alla predicazione della Parola, possiamo dire che il progetto di
una Scuola che comprendesse anche
le classi di teologia era stato proposto più di mezzo secolo prima, fin
dal 1796.
In tale anno infatti, lo storico valdese Giacomo Brez, nella sua cc Histoire des Vaudois », rimasta incompiuta, esponeva un suo progetto per
la istituzione di un Collegio alle Valli valdesi, nel quale egli proponeva
la seguente distribuzione degli studi
che si dovevano compiere in esso;
tre anni nella cosiddetta Scuola latina, tre anni in lettere e filosofia,
tre anni in teologia ed im anno di
esercizio nella predicazione. Siccome la Scuola latina doveva essere
iniziata non prima dei 13 o 14 anni,
si sarebbe arrivati al pastorato effettivo non prima dei 24 anni.
Ma i tempi non erano maturi; e
dopo il breve periodo in cui si potè
respirare alle Valli un’aria di libertà e che durò fino alla caduta di
Napoleone, venne la Restaurazione
che ci riportò ai tempi delle antiche
restrizioni e proibizioni. E di Scuola di teologia non si parlò più fino
al 1848.
Nel Sinodo di quell’anno, all’art.
40 degli Atti sinodali, si legge in
L’Assemblée
prenant en considération le voeu ardent exprimé dans le rapport de la
Table au sujet de l’établissement de
Facultés de Philosophie et de Théologie, pour former convenablement
les Ministres Vaudois, dans le sein
même des Vallées, cet objet important est recommandé à la sollicitud«
de la Table ».
Stabilita ed approvata la questionf di principio, si dovettero incontrare delle difficoltà alla attuazione
pratica e rapida di un progetto adeguato, o si volle lavorare sul solido,
come sapevano fare certi amministratori del passato, memori del precetto evangelico che chi vuole « edificare una torre... si mette prima
a sedere e calcola la spesa per vedere se ha da poterla finire ».
Infatti il Sinodo successivo del
1851 non fa cenno alcuno del progetto e solo tre anni dopo, in quelhj
del 1854 (art. 59, 60, 61), l’Assemblea sinodale, un’altra volta, consacra il principio dello stabilimento di
una Facoltà di teologia alle Valli,
decide che essa sarà istituita alla
Torre ed incarica la direzione del
Collegio Valdese di preparare, per
la suddetta Facoltà, un Regolamento da sottomettersi all’approvazione
del corpo dei pastori ed alla sanzione del Sinodo, mentre invita la Tavola ad occuparsi della parte materiale del progetto.
Le deliberazioni del Sinodo del
1854 .sono dunque da considerarsi
come l’atto di nascita della Scuola
valdese di Teologia.
La Tavola infatti si mise o si rimise d’impegno all’opera per assicurarsi i mezzi finanziari indispensabili e trovare i locali, i professori
e gli studenti. Nel Sinodo del 1855,
essa potè annunziare che la somma
necessaria per i due professori di teologia era stata trovata, in America,
ove si era recato in missione il Moderatore stesso della Chiesa, Giovanni Pietro Revel; e che d’altra parte
il Rev. Gilly, che tanto aveva già
fatto per lo sviluppo dell’istruzione
secondaria e che aveva anch’egli da
vent’anni sognato di vedere il Collegio della Santa Trinità, sua opera
prediletta, coronato con gli studi di
teologia, prometteva tutto il suo concorso per il raggiungimento degli
scopi che il Sinodo del 1854 si era
ripromesso, con la presa deliberazione di istituire in Torre Pellice
una Scuola di Teologia.
3
r
(
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— I
Professori o stodooti
Furono agevolmente trovati, in
via provvisoria, i locali ed i professori. Avendo il sig. Luigi Desanctis.
cui era stato chiesto se era disposto
ad accettare la carica di professore
nella istituenda Scuola, declinato la
oflFerta, furono incaricati dei corsi i
signori G. P. Revel, pastore a Bobbio, e P. Geymonat, evangelista a
Genova.
Anche gli studenti vennero trovati : un Daniele Gay ed un Giovanni
Pietro Salomon, che saranno, il primo, pastore alle Valli qualche anno
più tardi, ed il secondo destinato,
15 anni dopo, a sostituire il pastore
Morel nella colonia valdese dell’Uruguay: dopo quattro anni di ministerio ivi, andrà a finire i suoi giorni
nella piccola colonia valdese di Monet, nel Missouri, da lui fondata dopo la sua partenza dall’Uruguay.
Oltre ai due sunnominati studenti, leggesi nel « compte rendu » del
Sinodo del 1856, i corsi cc furono seguiti da altri fratelli venuti da diverse regioni d’Italia ».
Fra le decisioni prese dal Sinodo
del 1856, va ricordata quella che dispose che i professori della Scuola
sarebbero stati eletti dal Sinodo, su
proposta di imo o più candidati presentati dal Corpo dei pastori. Fu pure deciso di sistemare in un anno
la situazione provvisoria dei professori stessi che diventeranno difatti
eli'ettivi e che, pochi anni dopo, pro])orranno il trasferimento della sede
della Facoltà dalla Torre a Firenze,
non appena, colle annessioni delle
regioni dell’Italia centrale al Piemonte, nel 1860, sarà proclamata
sulle rive dell’Arno la libertà dei
culli e quindi della predicazione dell’Evangelo. In detto Sinodo fu ancora reso definitivo il Regolamento
d, ila Scuola, redatto due anni prima, e si prese inoltre la decisione
di lare ogni sforzo per irrovvedere a
stabilire delle borse permanenti destinate a facilitare gli studi agli studciui di condizioni disagiate.
Giovanni Pietro Rsvel e Paolo
Geymonat rimarranno a Firenze,
professori alla Scuola, fino al termine della loro carriera. Il primo per
altri undici anni, fino alla sua morte, occorsa l’il giugno 1871; il secondo per 42 anni, fino alla sua emeritazione, avvenuta nel 1902.
I! Revel fu professore assai stimalo ed apprezzato ed un infaticabile
pioniere dell’opera di evangelizzazione della Chiesa Valdese, della
quale era stato Moderatore per vari
anni, dal 1848 al 1857. Per la sua
ottima conoscenza della lingua inglese, rese importanti servizi alla
Chiesa, con vari© missioni all’estero: in America, in Inghilterra, in
Scozia, in Olanda. Fu sua collaboratrice capace la moglie che, fin dall’inizio della Scuola, fu come una
madre per gli studenti, del benessere dei quali essa' si occupò indefessamente, senza risparmio di tempo
nè di fatica, fino al termine della
sua vita, avvenuto il 31 luglio 1879,
otto anni dopo quella del marito.
11 prof. Geymonat fu lui pure ricco di doni intellettuali e di cuore e
fu uomo di straordinaria attività :
pastore, professore, scrittore, evangelizzatore nato. Consacrato nel
1850, fu inviato come evangelista a
Firenze, ove già fin dal 1848 era stato per alcuni mesi, per studiarvi l’italiano, ed ove fu imprigionato e poi
esiliato da tutta la Toscana. Inviato
successivamente a Genova, vi fondò
la Chiesa valdese locale, che guidò
fino al momento in cui, nell’ottobre
del 1855, venne incaricato di espletare provvisoriamente le funzioni di
professore di teologia, nella Scuola
istituita quell’anno presso il Collegio Valdese.
Diventato ordinario nel 1857, fu
il Geymonat a proporre al Sinodo
di Pomaretto del 1860, insieme a
Giorgio Appia, il trasferimento della Scuola dalle Valli a Firenze, ove
fu contemporaneamente professore
di teologia e pastore della Chiesa
valdese ivi costituita, e più tardi e
per 33 anni consecutivi, della nuova
comunità da lui fondata e guidata
con inesausto zelo, che seppe trasfondere in tanti degli studenti che
lo ebbero come maestro nei suoi 47
anni d’insegnamento e di apostolato
cristiano.
Ai due professori dei primi anni,
dopo il trasferimento della Scuola
a Firenze, che si insediò nel celebre
Palazzo Salviati (di cui siamo debitori a queiraltro grande amico dei
Valdesi che fu il dott. Stewart) ed
ove ottenne il riconoscimrato deUe
Autorità governative, durante il Ministero del Ricasoli, se ne aggiunse
un po’ più tardi, a poco a poco, uri
terzo.
Un incarico provvisorio per uno
o più anni ebbero i pastori Giacobbe Ehni, Luigi Desanctis e Giorgio
Appia. Ma il primo mori giovane,
il terzo preferì riprendere il suo
lavoro di predicatore, mentre il Desanctis dopo due o tre anni d’insegnamento, moriva senza aver potuto dare un eflScace prova della sua
profonda e vasta dottrina.
Successivamente, a sostituire gli
insegnanti che cadevano sulla breccia o che venivano emeritati, vennero nominati i professori Alberto
Revel, Emilio Comba, Enrico Bosio, Giovanni Luzzi, Giovanni Rostagno, Ernesto Comba, Teodoro
Longo, Davide Bosio, per non citare
gli attuali,
Gli studenti, da due che erano
nel 1“ anno di scuola, passarono a
tre nel successivo ed a sei nel terzo
anno. Durante questo terzo anno si
erano manifestati, pur in un ambiente così ristretto, dei casi di in
subordinazione, che la Tavola fortunatamente riuscì a risolvere, evitando conseguenze che avrebbero potuto essere fatali per la Scuola stessa.
Ma era stato quello un caso eccezionale. Infatti 40 anni dopo, nel
1895, l’estensore della relazione annua della Scuola poteva compiacentemente constatare che dei 155 studenti che aveva avuto la Scuola, 106
provenivano dalle Chiese delle Valli e che di essi non uno aveva mai
procurato, durante gli anni di studio, un atto d’indisciplina.
Nel 1885, 30 anni dopo l’inizio
della Scuola, gli studenti erano 13.
20 anni più tardi, celebrandosi il
Cinquantenario della Scuola, gli iscritti salirono a 17 per ridiscendere però, prima della fine dell’anno
seolastico, a 12.
Come in ogni altra attività analoga ed umana, ci furono degli alti
e dei bassi, delle sensibili differenze
da un anno all’altro, da un decennio all’altro. Nel primo quarantennio, la media si mantenne fra i tre
e i quattro all’anno. Son piccole, cifre, ma si può dire che, dato l’ambiente relativamente ristretto in cui
si manifestavano questi fatti, essi
rappresentavano la cifra che, bene
o male, bastava a coprire, per quegli anni, il fabbisogno di ministri
nelle Chiese valdesi in Italia.
. Perciò, dopo aver brevemente aC'
ceimato al sorgere della Scuola di
Teologia Valdese, possiamo consta
tare col prof. Geymmxat, concluden
do, che il Signore ha fatto rispien
dere nelle Valli, nel passato, la luce
in mezzo alle tenebre. Ed i Valdesi
del secolo scorso, senz’essere essi
stessi molto colti ed illuminati, avC'
vano generalmente mantenuto in lo
ro il sentimento d’una missione prov
videnziale da compiere nel loro pae
se. Pertanto, assistiti, incoraggiati,
stimolati da uomini profondamente
religiosi come il Beckwith, il Gilly,
lo Stewart ed altri, si erano accinti
con fede e con zelo ad un’opera che,
umanamente parlando, ha dato i
suoi frutti: perchè i nostri padri erano sorretti daUa grazia di Dio in
cui essi avevano riposto la loro fede.
Possiamo tutti quanti non essere
da meno di loro nel lavoro e nei compiti che ci sono stati assegnati.
Í. g. p.
BUONE NOTI ZIE I
Caro Direttore,
le notizie del nostro campo di la\oro hanno già suscitato una favorevole eco nel giornale che non a
caso porta il nome di « Eco delle
Valli » e sono sicuro che questa volta ancora darai ospitalità e alle due
foto che ti invio e alle notizie che
le accompagnano.
Farà piacere ai già acquisiti amici del Doposcuola di Corato, che» si
trovano nelle Valli, o a Endicott e
scorso, in cui tutto il peso gravava
su una sola persona,
I nostri insegnanti non impartiscono lezioni di religione, limitandosi a far ripetere il Padre Nostro
e a far cantare: Oh quanto mi sei
cara, o Scuola del Signore... sicché
si potrebbe dire che la nostra è quasi una scuola... laica. Ma quello che
importa è che si lavori a favore del
prossimo e che i frutti non manchino. Si è creato infatti uno spirito
landò l’amore e la luce, le piante
si fortificano... in modo che quando
trapiantati altrove saranno alberi,
portino il loro frutto, affrontino il
mondo con tutte le sue forze avverse
e resistano a tutti i venti e le bufere...
Dalle colonne dell’Eco inviamo a
lutti i nostri amici il nostro pensiero affettuoso e riconoscente (è consolante per noi saperli così amati e
seguiti) e diciamo loro; non stancatevi di sostenerci.
E a quanti altri amano l’Opera
del Signore e per essa si adoperano,
ci permettiamo di dir loro: promuovete, dove è possibile, simili iniziative, perchè la Chiesa di domani non
potrà sorgere dalla vecchia, stanca
e smagata generazione... che ci circonda, ma da quella nuova che avremo saputo preparare con pazienza colle nostre mani, sorrette e guidate dalTAmore di Dio.
G. E. C.
COMUNICATO
Il 20 gennaio 1955, nei loctUi di
Via Firenze 38, in Roma, la Venerubile Tavola Valdese ed il Comitato Permanente della Chiesa Evangelica MetocUsta d’Italia, hanno avuto un ulteriore incontro in vista
delle trattative di unione fra la Chiesa Valdese e la Chiesa Evangelica
Metodista d’ìtalia.
Le cemversazioni, cui hanno attivamente partecipato tutti i membri
dei due organi direttivi, si sono svolte, come sempre, in uno spirito di
viva fraternità.
Due apposite Commissioni, composte pariteticamente, hanno ricevuto l’incarico di approfondire particolari aspetti della progettata unione, sotto il profilo giuridico e
teologico. E’ stata anche prospettata la possibilità, indipendentemente dalle trattative di unione, di una
più stretta ed effettiva collaborazione fra le due Chiese in vari settori
della loro attività ecclesiastica.
* * *
La Commissione delle pubblicazioni della Casa Editrice Claudiana
si è riunita addi 2 Febbraio 1955
per esaminare i seguenti manoscritti pervenuti in risposta al concorso
per la pubblicazione di brevi opuscoli di carattere biblico: 1) Come
viene il Regno di Dio; 2) La voce
dei profeti; 3) Ezechiele ci parla;
4) Il libro di Geremia; 5) Il servitore, dell’Eterno; 6) Le due pesche miracolose; 7) Giobbe; 8) Simon Pietro l’apostolo; 9) La Cena del Signore.
La Commissione ha unanimemente ritenuto meritevole di pubblicazione il manoscritto « Ezechiele ci
parla » recante lo pseudonimo « Iddio fortifica ». Aperte le buste, l’autore è risultato il sig. Aldo Comba.
La Commissione porge il suo ringraziamento a quanti hanno voluto
concorrere.
La iinRH delie Comenìtà
a Philadelphia (U.3.A.), di sapere
che le Autorità scolastiche ci hanno
finalmente accordata la loro autorizzazione ad aprire... Non che il Doposcuola sia stato mai chiuso, ma
prima si viveva in un continuo stato di minacce e di tensione e dall’ottobre invece si vive in uno stato
di pace. Sicché l’anno scolastico lo
abbiamo iniziato in uno spirito di
serenità e, di gioioso impegno, riconoscenti in cuor nostro verso le persone illuminate che difesero la giusta causa e verso il Signore che non
ci fece mancare la Sua forza nei momenti più difficili.
Le Autorità scolastiche vollero
giustamente che ci provvedessimo di
regolari banchi, giacché prima i
bambini sedevano sui banchi della
chiesa, troppo scomodi per la loro
età... e dovevano scrivere su tavoli
troppo alti. Abbiamo così abolito e
panche e tavoli e messo al loro posto dei comodissimi banchi e relative sedioline che danno alla sala
tutto l’aspetto di un’aula scolastica.
Ringraziamo l’A.I.C.E., come pure il Comitato deUa Chiesa Valdese
di Torino cc Dono del bicchier d’acqua » per le loro generose offerte,
che ci permettono di affrontare per
metà la spesa occorrente. Grazie pure al Comitato torinese per l’invio di
due grossi pacchi di cancelleria, giocattoli e indumenti usati, che ci per.
mise di fare ai bambini più poveri
la festa della Befana.
Le foto sono due e ritraggono scolari e insegnanti durante il primo e
il secondo turno (mattina e pomeriggio). Gli insegnanti, entrambi evangelici, sono Abbattista Pietro e
Tarricone Lisetta, che prodigano ai
bambini le loro cure, sicché l’assistenza ne risulta più completa e meno chiassosa... meglio dell’ anno
quasi di famiglia tra Maestri ed alunni e di fiducia tra maestri e genitori. Che importa se non è letto e
spiegato l’Evangelo... quando esso è
vissuto, quando lealtà, aiuto, rispetto reciproco sono diventati le rego
Angrogna (Capoluogo)
Visita di Chiesa. Domenica 16
gennaio la nostra Comunità ha ricevuto la gradita visita dell’Avv. Ettore Serafino, Membro della Commissione Distrettuale, venuto tra noi
le... del giuoco; tutto questo avrà
naturalmente una sua ripercussione
altrove. Il risultato è che siamo tempestati di domande e a tutti dobbiamo dire che non abbiamo posto...
Quel che importa è che almeno cin([uanta bambini sono stati sottratti
alla strada e che abbiamo risolto
un grosso problema per molte famiglie che non avrebbero avuto nè le
capacità, nè l’ambiente stesso per
risolverlo. Quello che importa... è
che accanto al tempio ci sia la Scuola. Nel tempio confessiamo il nostro
amore per il Signore, mediante la
Scuola lo manifestiamo. Il tempio...
quando non è solo di pietra, vuol
dire agli uomini: più amore; la
Scuola dice; più luce...
La scuola è il vivaio ove, circo
per compiere la regolamentare visita di Chiesa. Egli ha. rivolto il suo
messaggio dapprima ai bambini della Scuola Domenicale del Capoluogo ed in seguito al Culto dove una
folta assemblea era convenuta. Nel
corso della Assemblea di Chiesa, che
ha avuto luogo dopo la predicazione
ed alla quale erano presenti 100
membri elettori su 122, il nostro ospite è stato messo al corrente dal
Pastore delle attività che attualmen
te si svolgono nella nostra Conau
nità ed alcuni membri elettori han
no chiesto la parola per osservazio
ni e richieste di delucidazioni su al
cuni argomenti, alle quali l’Aw, Se
rafino ha esaurientemente risposto
Il pomeriggio, nella nostra nuo
va sala, un folto pubblico di barn
bini e di genitori si era dato convegno per vedere proiettare sullo
schermo durante più di tre ore, buon
numero di documentari cinematografici sulle nostre Valli, sulla gara
di ski a Frali, su ascensioni al Pizzo
Palù, al Viso, al Monte Rosa e buon
numero di cortometraggi di cartoni
animati.
Ringraziamo l’Aw. Serafino per
questa visita fraterna e quanto mai
proficua per noi che viviamo cosi
spesso isolati e gli diciamo il nostro
cordiale « arrivederci ».
Sempre nel quadro generale deUa
visita di Chiesa, le nostre riunioni
quartierali di due settimane sono
state presiedute dal Pastore Sig. Gustavo Bouchard, Membro della Commissione Distrettuale. Egli ha in tal
modo preso contatto con un gran
numero di famiglie della nostra
Chiesa ed ha trattato un argomento
di viva attualità: « La fuga dell’uomo lontano da Dio ». In tutte le riunioni una interessante discussione è
seguita alla trattazione deU’argomento ed un certo numero di membri di Chiesa è intervenuto proficuamente nelle discussioni. Il Pastore Bouchard ha inoltre assistito alle
lezioni impartite ai catecumeni, ai
quali ha rivolto pure il suo messaggio, ed è stato messo al corrente dei
problemi particolari che incombono
sulla nostra parrocchia.
Anche a lui vogliamo esprimere
• la nostra viva riconoscenza per que
sta visita e per questo incontro fra
temo quanto mai utile per noi, do
mandando al Signore di voler he
nedire l’Evangelo deUa croce e del
la resurrezione, annunziato una voi
ta ancora nel suo nome.
Ringraziamo le U.G.V. dei Coppieri e di Prarostino, l’équipe cinematografica della FUV, il Sig. Ma-
4
4 —
L’ECO DELLE VAI4-I VALDESI
lì
rio Miegge p«r le loro gradite visite
alle nostre Unioni.
Ringraziamo pure il Missionario
Coïsson per la sua gradita visita.
e. a.
Rodoretto
Dans notre paroisse de montagne
les activités d’hiver se déroulent sans
grand bruit, mais il faut pourtant
relever le travail qui s’y fait, les évènements ecclésiastiques qui ont eu
lieu. Après les dimanches de la Réformation et de la reprise avec leurs
cultes caractéristiques, la paroisse
prit ime part active à la « Semaine
du livre » dont le succès est resté
encourageant. La population s’est
déclarée enthousiaste de l’initiative
de la F.U.V. à faire mensuellement
une soirée cinématographique. Les
âlms projetés soit à Rodoretto, soit
aux Fontaines, ont laissé une impression profonde dans les coeurs.
La solennité de Noël reste pour
chacun un moment bien lumineux
dans l’année. Les arbres de Noël furent l’occasion pour nos enfants
d’apporter une participation concrète à la fête, leurs chants et leurs dialogues ont été vivement applaudis
par tous. C’est l’occasion de remercier nos collaborateurs Mme. Hélène
Breuza aux Fontaines, ainsi que
Monsieur la Maître d’école de Champ
du Clôt. Cet hiver nous n’avons pas
manqué à la tradition de recevoir
deux candidats étudiants pour notre
semaine missionnaire qui a précédé
immédiatement Noël. Presque tous
les quartiers ont été visités, et chacun a pu apprécier les projections
lumineuses en couleur sur un champ
de travail d’actualité: L’Indo-Chine
française. Quelques beaux choeurs
ont agrémenté ces soirées et notre
communauté redit un chaleureux
merci à M. Walter Sprunger et
Mlle. Madeleine Charlet.
Au début de janvier, à l’école des
Fontaines, Evanston nous était évoqué par un de ses participants. On
se rappellera à cet effet que nos réunions de l’an passé ont abordé les
thèmes de cette grande Conférence.
Mr. Mario Mieggé, un des dynamiques animateurs de la F.U.V., nous
tint en haleine pendant une bonne
heure. N’oublions pas de dire qu’il
était accompagné par un ami de
l’oeuvre d’Agape, Mr. Bodmer, jeune Suisse qui nous apporta le salut
et les soucis de la jeunesse protestante suisse.
Nous signalons aussi l’effort encourageant de Mr, Tron Enzo, instituteur à Rodoretto qui a pris l’initiative d’ouvrir une salle de lecture
pour les jeunes mineurs dans le dit
village. A ce modeste centre de culture nos voeux pour un travail fructueux. A ceux qui se sentent une
bonne voix nous disons encore que
une dizaine de chanteurs ont reconstitué la petite chorale de la paroisse
et que nous attendons leur participation.
Mariage i Riceli Rino, Paire Maria. Nos voeux de bonheur et de prosspéiité aux jeunes époux.
Baptême : Tron Giovannino de Ernest et Grill Cesarine, à Champ du
Clôt. Parrain Pascal Valdo; Marraine Tron Olga. « Laissez venir à
moi les petits enfants et ne les empêchez point ».
Prorostino
La Comunità ha celebrato la festività di Natale e Capodanno con
culti molto affollati, ai quali ha portato il contributo della sua fede.
Buon numero di fedeli si è raccolto
attorno al tavolo della Comunione.
La Corale ha eseguito il canto di un
coro a Natale e di un inno a Capodanno.
La festa dell’albero si è tenuta nel
pomeriggio della domenica 26 con
un ricco programma di recite e canti, niolto ben eseguiti dai bambini,
egregiamente preparati dagli insegnanti di religione. Un bel pacchettino è stato dato ai bambini, dono
della Comunità. •
Le diverse attività della Chiesa
procedono regolarmente nello svolgimento del loro programma, quindi poco da segnalare.
Alla Unione Giovanile, di notevole c’è stato una gradita vìsita alla
consorella di S, Secondo, la recita
di fine d’aimo e gli studi settimanali,'svolti dal Pastore su: la parabola
del. seminatore (biblico), la confessione auricolare (polemico), le varie
categorie di a membri di chiesa »
(regolamenti valdesi), le origini del
monacheSimo (storico). La nostra Unione prepara ora la recita per il 17
febbraio.
In vista della campagna per la lettura della Bibbia, oltre alla distribuzione a. tutte le famiglie del « piano » stampato a cura della Tavola
e del numero unico cc Domina il
mondo, sfida i secoli... Un libro »,
abbiamo dedicato fin qui tutte le
riunioni nei vari quartieri per attirare l’attenzione dei nostri fratelli
alla necessità di leggere la Bibbia,
perchè essa è per noi come l’aria
che respiriamo, la luce che iUumina
la via, il pane che ci nutre. Sappiamo che molte famiglie hanno cominciato (o ricominciato !) a leggere la
loro Bibbia.
In questo periodo invernale è stata fatta anche la visita di chiesa a
tutte le famiglie: il Pastore e l’Anziano di ogni quartiere sono passati
di casa in casa ove s’è fatta una breve lettura biblica ed una preghiera.
E’ stata una benedizione per tutti.
Atti Liturgici. Battesimi : Besson Odilia, Besson Elvì, Besson Elio di Bartolomeo (Podio), battezzati nel corso di una riunione alla
Cappella del Roc il 12 gennaio.
Possano questi figliuoli « crescere
in sapienza, in statura, in grazia davanti a Dio e davanti agli uomini ».
Dipartenze: Lunghi cortei si sono
riuniti per ascoltare l’Evangelo della Vita in occasione della morte e del
funerale di diversi nostri fratelli:
For/ieron Emilio (Moisa) deceduto,
dopo lunghe sofferenze, per im male che non perdona, IMI dicembre
all’età di 52 anni; Forneron AleSf
sandro (Risorta), ex sindaco di Prarostino, deceduto il 14 gennaio, dopo vari anni di salute malferma, all’età di .76 anni; Pacchetto Maria
Giuditta ved. Rochan (Brusis), deceduta al Rifugio di S. Giovanni, anche lei dopo vari anni di infermità,
all’età di 80 armi; Odino Alessandro (Bernardi) deceduto dopo pochi
giorni di malattia, all’età di 71 anni; Forneron Albino (Mole) deceduto il 29 gennaio dopo lunga malattia, all’età di 50 anni; Forneron Livio (Cardonatti), piccolo bambino
tolto a questa vita appena due giorni dopo la sua nascita, il 20 gennaio.
Il Signore consoli i cuori afflitti
col balsamo della sua parola.
Lugano
Casa Egli, la villa che abbiamo
messo a disposizione delle persone
anziane evangeliche, ha fra i suoi
ospiti due signore provenienti dall’Italia. Ahbiam potuto preparare
nuove camere che sono a disposizione di futuri ospiti e ci rallegriamo
di poter cosi, poco a poco, svilup}*are quest’opera.
I Valdesi non sono numerosi fra
di noi, tanto più siam lieti di dare
il benvenuto al signor Monney,
La Comunità, molto dispersa, continua ad aumentare ed ha superato
i 500 iscritti. I fanciulli e giovani
che seguono corsi di istruzione religiosa sono 140.
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Angela (Como) 2.000 — Ferrerò Mario (Torino) 5.000 —- .Geymonat Elena (Torre Pellice) 500 — Gay Arturo (Monaco di Baviera) 2.000 — Gardìul Frida (Trieste) 500
— Jourdan Ida (Torre Pollice 1.000 —
Tourn Flora tVentimìglia) 200 — Bounous
Olga (S. Germano (Ihisone) 1.000 — Cari
Elsa (Torre Pellice) 1.000 — Bouchard
Davide (Torino) 1.000.
Si ringraziano tutti coloro che hanno
voluto finora contrihuire alla buona riuscita delle nostre Borse di Studio, dando
una volta ed anche mólte volte piccole e
grandi somme di danaro. Iddio ha benedetto quest’opera e le persone buone e generose non mancheranno certamente anche
per Tavvénire.
Le offerte sono ricevute con riconoscenza dal nostro cassiere: maestro Levi Dosio,
San Secondo di Pinerolo - c-c-p. 2-40715.
Doni per L'Egq delle Valli
Varese Vera L. ISO —r Valerio Emilio
650 —- Favellini Angelo 150 — Giorgi Giovanni 150 — Mes.sa Angelo 250 — Bo Stefano 150 ■— F. Avondetto 150 —^ Gay Aldo 150 — Mussotti Celina 100 — Quercioli Piero 150 — Geymet Emilia 200 —
Guglielmo de Fellenberg 400 — Boer Giovanni 150 — Lantaret Elisa 50 — Battoletti Cornelio 150 — Platani Angelo 150
— Famiglia Mansuino 150 — Repetti Serena 150 — Mosca Toba Maria 50 — Oliva
Giulio 700 — Robba Evelina 100 — Albarin Amalo lOO — Cavo Roberto 150 —
Feroldi Piero 100 — Messina Giovanni 400
— Grill Enrico 300 —- Plavan Enrica 300 —
Fantino Guido 150 -- Malan Roberto 50
— Rosta gno Elena Lily 150 — Tancredi Letizia 150 Quercioli Tomaso 150 — Zaza
Domenico 150 — Bettin Luigia 100 — Prio.
re Alberto 300 — Malan Gönnet Rubìna
150 —- Rovara Umberto 200 — Bounous
Francesco 100 — Bernard Giacomo 150 —
Cougn Elviua 50 — Cougn Rosa 50 — Hessone Ines 500 — Peyronel Giov. Enrico
300 — Ribet CoucOurde Paolina 100 —
Gay Matilde lOO — Griglio Maria 300 —
Ribet Maddalena 200 — Cattre Maria 100.
PubMicazioni della Saudiana
Giorgio Girardet
LA FEDE CRISTIANA EVANGELICA
L. 400
Il libro, che si presta molto bene per una
grande divulgazione* fra quelli che ancora
non conoscono il mondo evangelico italiano, sarà letto con profitto e gradimento
da chiunque vuole mettere a pùnto le proprie convinzioni e approfondire la propria
fede.
Vittorio Subilia
GESÙ’ NELLA PIU’ ANTICA
TRADIZIONE DELLA CHIESA
L. 900
DOMINA IL MONDO,
SFIDA I SECOLI: UN LIBRO
. L. 50
Onesto numero unico in rotocalco costituisce una grande affermazione evangelica
per la diffusione della Sacra Scrittura in
Italia. Ogni Valdese deve procurarsene alcune copie (sconto del 30%) per farne omaggio ai suoi amici.
Edina Ribet Rostain
CISTERNE SCREPOLATE
L. 260
I lettori*che hanno tanto apprezzato «C’è
una voce nella mia Valle » leggeranno con
grande piacere questo dramma, che presenta uno dei problemi più angosciosi dell’evangelismo italiano; quello del matrimoni misti.
Ester Vinay
Nell’impossibilità di farlo personalmente
i familiari di
Fornerone Albino
ringraziano in modo particolare il Pastore
Sig. Peyrot, coloro che furono di aiuto
durante la malattia e quanti vollero dimostrare la loro simpatia intervenendo ai
funerali.
Prarostino di S. Secondo, 30 genn. 1955.
Congresso delle
Chiese Riformate
Nel quadro deH’azione intesa a
stringere legami sempre più stretti
tra i vari movimenti Riformati, segnaliamo il congresso che avrà luogo a Detmold (Germania) dal 30 luglio al 7 agosto 1955. Scopo del congresso è di riaffermare e potenziare
in tutti i settori della vita umana la
illimitata sovranità di Dio sul suo
mondo. Tutti sono invitati a partecipare a questo congresso che, come
i precedenti (l’ultimo ebbe luogo a
Montpellier nel 1953 e vi partecipò
il dott. Giorgio Peyrot della nostra
Facoltà di Teologia) ha come presupposti dottrinari una esplicita affermazione evangelica di chiara ispirazione calvinista (vedi Revue Réformée).
I lavori del congresso comprendo,
no: Studio biblico sulla Epistola ai
Colossesi e relazioni sui seguenti argomenti : L’odierna organizzazione
della società umana di fronte alla signoria di Gesù Cristo — L’educazione moderna di fronte all’esigenza di
Gesù Cristo — La signoria di Gesù
Cristo nello sconvolgimento del Ila organizzazione mondiale.
Sono inoltre previste relazioni sulla situazione delle Chiese Riformate
in vari paesi. Lingue ufficiali tedesco,
inglese e francese nei singoli gruppi
di studio. Il centro organizzativo è
presso: Dott. L. Coenen, Siebeneickerstrasse 4, (22a) Neviges (Germania). Ulteriori informazioni potranno esser richieste al dott. G. Peyrot.
il sui nome abbiamo visto con piacere nel comitato che ha preparato i
lavori.
Scuola latina di Pomaretto
Doni ricevuti con gratitudine dalla Direzione dal 1“ Settembre al 31 Dicembre
1954.
Signore e Signori; Arturo Gay, Vice Console (Monaco di Baviera) L. 2.000; Claudio
Gugliebùino (S. Germano Ch.) 4.000; Laura e Lucilla Mathieu (Palermo) 2.000; Tron
Levi, pastore 1.000; Lina Miegge 500; Poet
Frida 2.500; Tron Adele ved. Ribet in
inem. marito 2.700; Fam. Emilio Jahier
2.000; Balma Giulietta (Parma) 1.0(M; Avondetto-Peter Lisely 1.000; Clara Rostan
1.000; Tron Clotilde ved. Gay: tappeto per
la palestra.
Doni per la festa di Natale: Prof. Ninette Ribet (Diano Marina) 1.500; Tron
Clotilde ved. Gay 1.000; Fam. Edmondo
Bouchard 500; Rostan Mafalda (S. Germano Ch.) brioches; Elvira Geme 200; Geni
tori alunni: dolciumi.
CONCORSO
Il Reparto Pubblicazioni dell’Opera Evangelica Battista d’Italia bandisce due con.
corsi per la pubblicazione:
1. — Di un romanzo per adulti, d’ispirazione evangelica, di non meno di 300 pagine del formalo 15x21. Al vincitore del
concorso verrà attribuito un premio di L.
100.000, ed il dattiloscritto resterà di prò
prielà del Reparto Pubblicazioni.
2. — Di un romanzo per fanciulli, d’ispirazione evangelica, di non meno di 150 pa.
gine di stampa del formato 15x21. Al vincitore del concorso verrà attribuito un premio di L. 50.000, ed il dattiloscritto resterà
di proprietà del Reparto Pubblicazioni.
Entrambi i concorsi sono aperti a tutti
gli evangelici d’Italia, senza distinzione di
ilenominazione.
1 lavori dovranno essere inviati alla Coni,
missione per la Stampa del Reparto PnbIdicazioni dcH’Opera Evangelica Battista
d’Italia - Piazza in Lucina 35 . Roma, dattiloscritti in triplice copia, non oltre il 30
giugno 1955.
1 lavori non premiati non saranno restituiti.
La Commissione Stampa
AVVISI
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nei lavori di casa. Famiglia Oppliger.
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bernese cerca coppia 35-40 cuoca domestico, buon stipendio, esigonsi serie re
ferenze. Scrivere Hôtel Savoia, Sanremo.
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan - Lnserna San Giovanni
Pubblicazione autorizzata del Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 19 gennaio 1955.
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To)
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I nipoti della compianta
Susanna Coisson
ved, Trebino
di anni 88
deceduta all’Asilo dei Vecchi di Luserna
S. Giovanni, sentono il dovere di ringraziare il Dott. Gardiol, i Pastori Bertinotti
e Jahier, la direttrice dell’Asilo, la compagna di camera, tutta la famiglia di ricoverati e tutti coloro che accompagnarono
bt cara salma al campo del riposo,
Angrogna-Inverso Pinasca, 27 genn. 1955.
La famiglia Vinay, profondamente riconoscente, ringrazia tutti quelli che hanno
preso parte al suo dolore per la perdita
della sorella e congiunta
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In modo particolare ringrazia il Pastore
Luigi Marauda che la visitò e la confortò
amorevolmente negli ultimi tempi, il Pastore Alberto Taccia, il Dr. De Bettini e
quanti le furono vicini col loro affetto durante le sue lunghe sofferenze.
f/n famiglia della compianta
Paschetto Maria
Ved. Rochon
riconoscente ringrazia quanti, in qualsiasi
modo, hanno preso parte al suo lutto. In
modo particolare ringrazia il pastore sig.
G. Bertinatti, la direttrice e il personale
del Rijugio Carlo Alberto.
pinerolo, 21 gennaio 1955.
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