1
ECO
»ELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALD^s*
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 20 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.500 per Tintemo « Eco » e « Presenza Evangelica » | Spediz. abb. postale - I Gruppo 1 TORRE PELLICE — 17 Maggio 1963
Una copia Lire 40 1 L. 2.200 per Testerò ìnteriM) L. 2.500 - estero L. 3.700 | Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammin. Clfludiaiui Torre Pellìce - C.C.P. 2-17557
' Poveri eppur arricchenti molti
La comunicazione
eicii^E yangeio
Ohe cosa significa la parola comunicazione? Quando un uomo parla ad
un altro uomo, e quesvi comprenae
quello cne gli e stato detto, si può dire cne 1 uno è riuscito a comunicare
con l'altro. Naturalmente occorre cne
capisca veramente la stessa cosa cne
gli e stata detta, nello stesso senso
nel quale i ha mtesa cm ma aeita. n
qui sorge la ditticolva. ii-er questo la
cuniuiiicazione può nuscire, e può
non riuscire. C’e naturalmente tutta
una letteratura in argoiueiuo.
ora panando ui comumcazione dell’evangelo, noi vogliamo porre questo
proDiema. come itossianiu preuicare
l'evangeio (cioè portare revangelo aa
altri! in modo cne esso sia realmente
riconosciuto, ricevuto ed amato come
evangelo?
Facciamo un esempio di cattiva ricezione deli’evangelo. L’evangeio è staio ricevuto come una parte del bagaglio di civiltà bianca che gii europei
nanno portato con se nelle colonie,
non come Istanza superiore anche al
bianco che la trasmette. Inversamente ievangelo può .sembrarmi solo la
rivelazione di qualche cosa che possedevo già in me, e non la rivelazione
della bignoria di Cristo su di me. Molti hanno accettato un evangelo che
non era che la conferma del loro- antioleilcalismo, e non come un richiamo al totale ravvedimento. Può succedere che ievangelo sia scambiato
come una parte della nostra civiltà, o
che sia ricevuto come una parte deliesperienza di ohi lo riceve. In tutti e
due i casi per colpa nostra.
B'isoigna che ievangelo sia dato in
modo che non si possa scambiarlo in
nessun momento per qualche cosa di
altro. A questo punto però sorge un’al
tra difficoltà, che questa volta è insita nell’evangelo stesso; la Parola di
Dio non è disincarnata, è sempre una
parola concreta, im’indicazione precisa, per gli uomini concreti che noi sia
ino. Una parola astratta e in temporale è a colpo sicuro la negazione del
l’evangeio, perchè è la negazione deliincarnazione.
Bisogna rischiare una risposta. Possiamo tranquillamente lasciar da parte la questione delle tecniche di evangelizzazione, perchè è del tutto secondaria rispetto al nostro problema, e
storicamente infeconda. La risposta
che tentiamo è: portare l’evangeio ad
altri in modo efficace ed adeguato si
gnifica imparare a ricevere l’evangeio
insieme con gli altri.
C’è uno scritto nel Nuovo Testamento. cne tratta del problema delia comunicazione. E’ la seconda epistola ai
Corinzi. E' ,-iorto un malinteso, tra la
torrlunità e Paolo. Paolo atterma che
la comunità non è tenuta a fare un
particolare sforzo per comprendere
quel che Paolo dice, nè Paolo come
apostolo deve .sforzarsi di essere convincente; piuttosto essi si comprenderanno 1 un l’altro a partire da ciò che
e stato loro donato.
Una frase di S. Paolo è essenziale
per comprendere la posizione del credente nel problema dalla comunicazione. Paolo parlando dei credenti li
definisce « poveri, eppur arricchenti
molti»’(2 Cor. 6: 10). Bisogna affermarlo: essendo radicalmente povero,
il credente, per grazia di Dio, riesce ad
arricchire gli altri. Ma questa è anche Tunica impostazione possibile dei
problema della comunicazione. Non
ne è la soluzione, perchè la soluzione
((dorre^^i il tuo figliuolo:
egli ti darà conforto e procurerà
delizie alFauinio tuoi)
1 siini hnmbìni?
Sono andati al cinema con degli
amici.
A. sì?... C’era un bel filììì?
Ma... a dirle il vero non so bene... pare si tratti di una commediola sentimentale... d’altra parte
oggi è domenica e bisogna bene cbe
i ragazzi si svaghino un po’...
Come va tuo figlio?
Non me ne parlare! Ha ormai 15
anni, ma diventa ogni giorno più insopportabile! Ora è scontroso, ora
assente, sempre ribelle... di studiare non ne ha voglia... credo che lo
metteremo in collegio.
A proposito, i vostri figli che fanno di bello? saraiìno già grandi!
E si, il tempo passa! Veramente
li vediamo poco, cosa vuole: noi
siamo tutto il giorno al lavoro, la
sera si ha voglia di distrarci un po’
e si guarda la televisione, la domenica loro vanno coi loro amici... e
noi coi nostri...!
t.
Così molti genitori dimissionano
tutti i giorni e sempre in maggior
numero dalla loro vocazione. Le
cronache dei giornali di tanto in
tanto ci rivelano in modo impressionante a quali deviazioni tragiche
possano arrivare questi ragazzi e
queste ragazze lasciati a se stessi,
ma il fatto rimane: i genitori dimissionano sempre più facilmente dalla
loro specifica vocazione. Vocazione
certo difficile, impegnativa, che ci
porta a sacrifici, che prende il nostro tempo libero, che si ritrova
tutti i giorni sul nostro cammino
con una costanza inquietante e con
una varietà di problemi impressionante... e i genitori di oggi dimissionano, lasciano perdere, vadano
le cose come vogliono, quanto a loro vogliono godersi la vita più in
pace che sia possibile!
Se ci deve essere una giornata dedicata dalla Chiesa alla Famiglia,
oggi il significato di quella giornata
mi pare debba essere soprattutto un
appello ai genitori credenti di ’’non
conformarsi al presente secolo”, ma
di reagire con tutte le loro forze all’andazzo generale e prendere con
coscienza e serietà il proprio compito di genitori.
Non si tratta certo di tentare di
ricostruire una famiglia vecchio-tipo
che non avrebbe un riferimento vero con la nostra vita di oggi, ma si
tratta di prendere le proprie responsabilità : il libro dei proverbi
parla di « correggere ». Ci sono
molti modi e metodi di correzione :
c’è la verga, ma c’è anche la persuasione, c’è la parola autoritaria e
indiscutibile, ma c’è anche la parola amichevole: c’è la distanza fra
le generazioni, ma c’è anche l’affetto che supera le barriere del tempo. In ogni caso si tratta di « darsi »
ai propri figliuoli con pazienza, con
costanza e con tanto amore... i frutti verranno col tempo.
F. S.
è solo nelTal di là, nel regno di Dio.
La risiwsta al problema della comunicazione su terreno cristiano deve esser data con un paradosso. Non vi è
comunioazione che pot l’opera riconcilìatrice della croce di Cristo, e nella
riconciliazione come dono. Penùò la
comunicazione è in primo luogo il fatto di ricevere, non il fatto di dare.
Tutta la rivelazione è un paradosso,
ma è un paradosso che salva. Bercio
la povertà non designa più l’incapacità o Timpossibilità delTuomo di comunica,re, ma Tunica possibilità del
credente di comunicare non « qualsiasi cosa », ma l’evangeio. Cosicché se
non siamo poveri, non possiamo essere di nessun aiuto agli altri.
Domandiamoci come i poveri possono arricchire gli altri, e avremo ben
impostato li proolema della comunicazione. E’ il segreto di Dio. fcapremo
comunicare quando avremo capato cosa signinca realmente esser « poveri ».
(.Qui non si pretende di spiegarlo, in
altre parole non si danno consigli di
povertà). Lsiste sempre in noi la volontà di fissare i limiti della nostra
povertà. Anche quando proclamiamo
con forza ohe « l’evangeio è rivoluzionario ! » Bisogna stare aiccorti che Dio
non debba intervenire per nssare lui
1 limivi della nostra povertà! E in
ogni caso, essergliene grati!
Uomini di diversa provenienza ed
esperienza si trovano allo stesso livello di fronte al Signore ed alla sua
Parola. Evangelizzare non vuoi dire,
aa una posizione sic^a parlare agli
altri, da un pulpito Sopraelevato, insegnare; significa attendere umuinenle insieme con altri che DIO parli.
La nostra viia e la nostra morte sono
nelle sue mani, dipendono dia una sua
parola, come la vita e la morte dei1 uomo cne ci sta vicino. Predicare signihca saper attendere la parola ui
iionte alia quale io e il mio prossimo ca troviamo esattamente allo stesso punto. Predicare non vuol dire parlare agli altri, ma vivere con gli altri
1 attesa della Parola, che irrompe nella nostra vita. Vuol dire anche soffrire quest’attesa.
L evangelo della ricoaiciliazione non
è un possesso, ma un dono del Signore. Non possesso nel senso di qualche
cosa che io « ho » e che posso « trar
smettere », « portare » ad altri. Non abbiamo nulla da portare, ma dobbiamo
al contrario attendere tutto. Come
nella Santa Cena: il pane ed il vino
che abbiamo fabbricato noi non sono
altro che elementi comunissimi. Non
sono nulla. Nella Santa Cena attendiamo tutto. E Dio ci dà il suo dono
servendosi del pane e del vino.
Spesso le nostre forme ecclesiastiche rendono diffìcile la comunicazione. La predica, quando pretende di
esser un discorso chiuso e concluso,
non favorisce la comunicazione. Spesso é completamente staccata dalla vita. Quando invece la predica è attesa
della parola di Dio nella nostra vita
quotidiana, si stabilisce tra gli uditori, tra gli uditori e chi « serve » la parola, una comunione non basata sulla convenzionalità, ma su una concretezza di rapporti molto seria.
Si può obbiettare, con una certa ragione, che qui non c’è veramente più
posto per una « parola », im discorso
dell’uno all’altro; infatti è tutto «attesa». Ciò signifloherebbe quasi negare ogni vera comunicazione, basata
su un parlare ed im ascoltare. Avrebbe ancora la parola una vera autorità? Questi ucjrnini «allo stesso livello» non somigliano a dei cenobiti? Si
sostituirà dunque il « priore » al pastore?
Ma si risponde che la predicazione
come « verbum extemum », e il corrispondente ascolto di esso, ci sono. Solo che deve veramente trattarsi della
parola di Dio, e si deve osservare che
il verbum è veramente extemum anche alla persona del predicatore. Tutto ciò deve avere un riflesso nella forma della predicazione, a cominciare
dalla forma del «imlpito». Nelle nostre parole dev’esser presente la forma dell’attesa. (Quanto alla relazione
con l’esperienza cenobitica, essa non
viene negata, se si mantengono le distanze. Ma i priori esulano da im discorso serio). Sergio Rostagno
L’articolo riproduce, salvo alcuni ritocchi, la sostanza dello studio tenuto
ad Ecumene nell’agosto ’62 sullo stesso tema.
Breviario per Vunità
All’inizio di uno degli otto capitoli
dell’Istituzione Cristiana dedieaiti alla
dottrina della giustificazione gratuita,
Calvino scrive: ”C’è un pensiero che
spesso mi ritorna, ed è che c’è il pericolo che io rechi oltraggio alla misericordia di Dio, dato che mi dò tanta pena per difenderla, quasi che essa
fosse dubbia od oscura”. Questa preoccupazione del Riformatore ci dà l’esatta misura dello sforzo teologico
compiuto dalla Riforma per spiegare
l’E vangelo! come annuncio di grazia.
E' stato uno sforzo gigantesco, analogo a quello compiuto dall’apostolo
Paolo nell’ardente polemica che lo
oppose ad alcuni gruppi cristiani del
suo tempo (i ” giudaizzanti” ), che
tentavano un’assuda conciliazione tra
l’Evangelo della grazia e la dottrina
dei meriti. E’ stato anche uno sforzo
vittorioso, nel senso che l’interpretazione dell’Evangelo come pura grazia,
data dalla Riforma, costituisce ormai
un punto fermo e irrinunciabile per il
pensiero e la vita cristiana.
a cura di Paolo Ricca
La dottrina dei meriti, sanzionata
dal Concilio di Trento, continua trionfalmente a orientare la morale e la
pietà cattolica. C’è anche molto protestantesimo che ha perso quota, ri
spetto ai Riformatori, su questo pun
to — peraltro decisivo — della salvez
za gratuita e della vita nella grazia
Tanto più è urgente ricuperare, in vi
sta della Chiesa ecumenica e dei cOm
piti che l’asfpettano, quella chiarezza
cristallina della fede che ebbero i R
formatori sul come si giunge alla sai
rezza e sul come si vive nella grazia
Il testo odierno — tratto dall'opera
di Calvino La waie de réformer
l’Eglise del 1549 — è diretto contro i
”moyenneurs” (=i mediatori) che cercavano appunto di accorciare la dottrina della grazia con quella dei meriti, per amore di pace e concordia
confessionale. Anche oggi esistono
’’moyenneurs” : si pensi, ad esempio,
alla comunità di Taizé.
Sola grafìa
Quando si tratta di spiegare la parola ’giustificare’ per sapere
come siamo giusti davanti a Dio, dobbiamo ben guardare che non si
mescolino i meriti con la riconciliazione gratuita, che otteniamo con
la remissione dei nostri peccati. Poiché per quanto non siamo mai
riconciliati con Dio senza che egli ci faccia nello stesso tempo la grazia di vivere giustamente, pure queste due realtà, che non si possono separare, devono essere distinte. E’ questo il secondo aspetto della questione di cui ci occupiamo: sapere in quale modo Dio ci giustifica. Ora noi diciamo che .siamo giustificati per fede, in quanto
la giustizia di Gesi'i Cristo ci è imputata. Se qualcuno osserva, come
per contraddirmi, che non siamo mai partecipi della giustizia di
Gesii Cristo finché non siamo rinnovati per servire Dio, sono d’accordo. Ma nego che dobbiamo porre la nostra giustizia nella rigenerazione o santità che Dio ci dà, qualunque essa sia. Non dico questo
per amor di contesa o di polemica, o perchè non voglio accettare
se non ciò che mi garba, ma perchè un’urgente necessità mi obbliga
a farlo. Si tratta qui infatti di tranquillizzare le coscienze, senza di
che siamo tutti infelici, anzi quasi perduti. Il problema —- dico —
è questo : dov’è che le coscienze devono appoggiarsi per esser certe
della loro salvezza? Se sono tormentate dal dubbio, o se vacillano.
San Paolo dice che la fede è annientata. E afferma che logicamente
non può essere altrimenti finché guardiamo alle nostre opere. Che
cosa avverrà se vogliamo aver certezza della nostra salvezza? Bisogna che abbiamo una certa fiducia nella nostra giustizia. Ma succede
cosi, che per quanto poca ne mettiamo nelle nostre opere, la fiducia
vacilla, come mancando di fondamento. Bisogna dunque che essa sia
interamente posta e fondata sulla remissione dei peccati. La cosa è
chiara: non possiamo presentarci a Dio con fiduciosa certezza se non
siamo pienamente persuasi che Egli è nostro padre. E questo non
può accadere se non siamo considerati giusti da lui. In breve, la
porta è chiusa per noi e non abbiamo alcun accesso a lui, a meno
che, confidando nel suo amore paterno, abbiamo sufficiente coraggio
per appellarci a lui come padre, senza alcun dubbio. Se è così che
non c’è alcuna salvezza nè invocazione di Dio se la coscienza non è
sicura e in pace e d’altra parte la coscienza non può avere un motivo sicuro per essere tranquilla se non è sicura della sua giustizia,
non v’è alcun dubbio che tutta la giustizia in cui dobbiamo trovar
pace è contenuta nella remissione dei peccati : visto che con la legge
e le nostre opere avremo sempre delle difficoltà e degli scrupoli. E’
per questo che i « mediatori » non fanno altro che indurre in errore,
quando danno ad intendere che le nostre opere concorrono con i merifi di Cristo per giustificarci. Queste due cose non possono incontrarsi senza provocare uno choc che manda tutto in frantumi. Perciò
non resta altro da fare che questo : dimenticando le nostre opere e
non tenendole in alcun conto, prendere a prestito da Gesù Cristo
non solo una parte, ma tutta la nostra giustizia.
(...) E dobbiamo fare ben attenzione di non lasciarci addormentare o vincere da frasi carezzevoli che taluni dicono, come ad esempio: Questo è cosa da poco; (^uest’altro lo si potrà addolcire un
po’, spiegandolo in modo più fine; Questo passerà senza che la gente
se Ile accorga; Non c’è un gran pericolo a concedere questo articolo;
(Questo è di poca importanza. Piuttosto ascoltiamo l’ammonimento
che ci dà Gesù Cristo : « Camminate — egli dice —- finché avete la
luce )) (Giov. 12). Poiché se permettiamo che qualche piccola ombra
offuschi la pura luce, le tenebre ci avranno coperto più presto di
quanto pensiamo. Non c’è che una porta per entrare nella salvezza;
non c’è che una via per pervenirvi. Non ci si può scostare di un sol
passo senza andar fuori strada e perdersi a morte. C’è poi un secondo male, ed è che questi « mediatori » minano in modo nascosto la
gloria di Gesù Cristo, per mandarla in rovina; ma essa è talmente
congiunta con la nostra salvezza che non la si può toccare senza distruggere entrambe. Perciò, mantenendo la vera dottrina della giustificazione gratuita noi dobbiamo dimostrare non solo che la nostra
salvezza ci sta a cuore, ma anche quanto la gloria del Figlio di Dio
ci è preziosa.
CALVINO
2
P«*- 2
In vista della' Pentecoste
Per uÉ piu vissuta
celebrazione
Siamo lieti di pubblicare quest'articolo, già comparso su "Voce Metodista”:
Negli ambienti protestanti italiani si sente dire ogni tanto che la
Pentecoste non è sentita nè celebrata a dovere; ed il rilievo è purtroppo esatto.
Una delle cause di questo stato di
cose è probabilmente questa: a differenza del Natale e della Pasqua,
la Pentecoste non è preceduta da
un periodo di preparazione. Durante l’Avvento e la Quaresima, a tutti
i fedeli viene inculcato il pensiero
della festa, la quale proietta già su
di essi la sua luce: sicché tutti vi
giungiamo più consapevoli e preparati. Per la Pentecoste, nulla di
tutto questo. Sarebbe augurabile,
per darle tutto il rilievo che le spetta fra le maggiori feste dell’anno
UN CONVEGNO
a Pradeltorno
Il giorno dell’Ascensione, Giovedì 23 Maggio, è indetta a Pradeltorno una riunione all’aperto per le due Comunità Valdesi
di Angrogna a cui sono invitati tutti coloro che vogliono parteciparvi anche da altre località.
_ Alle 10,30 inizierà il culto presieduto dai due Pastori di Angrogna.
Per il pranzoi, la Foresteria
« La Kocciaglia», mette a disposizione di chi lo desidera un minestrone alla montanara o una
pastasciutta (non occorre prenotazione) e vino. Il resto ognune lo porterà « al sacco ».
Nel pomeriggio; programma
vario. In caso di cattivo tempo
il culto avrà luogo nel Tempio
di Pradeltorno. Portare l’innario e il « Cantiamo' insieme ».
questione, ed eventualmente dare
disposizioni in proposito ai parroci
delle loro diocesi. Questi a loro
volta potrebbero interessare alla cosa i propri parrocchiani, attraverso
prediche, ecc.
A Roma il protestantesimo possiede già un embrione che si potrebbe sviluppare: e cioè il culto in
comune di preparazione alla Pentecoste, celebrato ogni anno da tutte
le Comunità evangeliche della città
all’approssimarsi della festa. Se poi
in tutta Italia i sermoni dei culti
domenicali precedenti venissero dedicati a lumeggiare l’opera dello
Spirito; se fosse indetta qualche
riunione di preghiera; e si facesse
quant’altro l’esperienza e le opportunità locali suggerissero, la tradizione si verrebbe formando.
Una volta che sia il cattolicesimo
che il protestantesimo italiani avessero avviato un’opera in questo senso, si potrebbe passare ad una collaborazione delle due confessioni in
questo campo. Membri qualificati
di esse potrebbero elaborare in comune un piano, che lasciasse largo
margine alle iniziative individuali
di parroci e pastori, e tenesse conto
anche degli apporti dei fedeli tutti.
Mi sia permesso ricordare in particolare ai cattolici che bisogna evitare due pericoli: quello di dare a
questo periodo di preparazione un
carattere rigido e legalistico, con
imposizione di digiuni, ecc.; e quello che esso divenga (come già accade specialmente per FAvvento) un
temj)o di regali, pranzi luculliani e
trambusto, nel quale le preoccupazioni per queste cose offuschino
Ascensione
in Toscana
Le chiese valdesi della Toscana hanno organizzato per il
giorno dell’Ascensione il seguen
te programma:
Ore 10,30: culto nella rinnovata
Cappella di Lucca (via Galli
Tassi, 52).
Ore 12: partenza per la tenuta
di S. Rossore (Pisa). Pranzo
al_ sacco. Visita del parco.
Giuochi organizzati per fanciulli e giovani.
Ore_ 17: radtmo nella chiesa di
Pisa (via Berna, 15) per uno
scambio di idee sul seguente
argomento introdotto dal prof
Caponetto : « Verso 11 Congresso evangelico italiano; o
rientamenti e prospettive ».
Ore 18,30: partenza per il ritorno.
Tutti gli evangelici della To
scana sono cordialmente invitati.
UN MERITATO
RICONOSCIMÉNTO
Dal boUettino del servizio stampa
protestante cecoslovacco stralciamo
questa notizia:
Il Ministro dell’Istruzione ha nominato il Dr. Amedeo Molnaj, professore di storia ecclesiastica presso la
Facoltà Comenius di Praga, ordinario di storia del dogma presso la medesima Facoltà. Il prof. Molnar, accanto all’insegnamento nella Facoltà
Comenius, ha lavorato nell’Istituto di
storia della letteratura cèca, dell’Accademia cecoslovacca delle scienze
Ha prodotto un considerevole lavoro
scolastico in svariate discipline. Concentrato la propria attenzione sulla
patristica ; ha pubblicato molti contributi alla storia dell’antica letteratura valdeise; i suoi studi sul periodo
hussita hanno dato origine alla pubblicazione dei sermoni latini di Jan
Zelivsky del 1419. Si è occupato a fondo della storia e della dottrina della
Unitas fratrum, spesso m connessione con i contatti che questa ebbe con
i Valdesi e con la Rifoorma deM’Europa
occidentale, in partàcolaie con Martin
Bucero La sua tesi di dottorato, a
Strasburgo, fu dedicata affa figura
di Fratello Luca di Praga, il fondatore dell’Unitas; ne analizzò poi la dottrina in un libro pubblicato a Praga
nel 1948, Nel suo libro « I Fratelli di
Eoleslav » ha dato uno schizzo della
vita della comunità di pimta dell’Un!tas. Ha pure pubblicato un volume
di estratti delle varie istruzioni concernenti l’educazione, sotto il titolo
.! L’educazione ira i Fratelli prima di
Comenius» (1956). Un gran numero
di suoi articoli in molte riviste e sim
posi in patria e all’estero sono stati
consacrati a vari problemi della storia dottrinale dell’èra hussita e dei
Fratelli e alla persona e all’opera di
J. A. Komensky (Comenius).
Siamo molto lieti del riconoscimento dato aU’insigne studioso e caro
amico nostro, e gli rivolgiamo il pKi
cordiale augurio per la sua attività
di studioso e di docente.
Crisi di coscÌBnza b moralB ssnza amorG
Divagazioni postelettorali
quelle religiose. I cattolici dal can
ecclesiastico, che anche per essa si
venisse costituendo un periodo di
preparazione. S’intende che una
tradizione in questo senso non si
può improvvisare; ma si può avviarla, dopo aver studi.ato la questione. I Consigli di Chiesa delle
singole Comunità italiane, i Consigli dei Pastori, il Comitato permanente, la Tavola valdese, ecc., dovrebbero, a mio avviso, cercare come si potrebbe costituire un po’
alla volta tale periodo. Le proposte
relative dovrebbero poi venir portate a conoscenza di tutti i fedeli attraverso le Assemblee di Chiesa, ed
ivi discusse. Anche le Attività giovanili e quelle femminili potrebbero recare un apporto importante.
Tutto il problema dovrebbe venire
discusso nella nostra stampa: problema che è poi quello di far sentire il significato e il valore della
Pentecoste, che noi adesso non sentiamo. Si potrebbe anche vedere
che cosa si fa, nei Paesi dove la
Pentecoste è degnamente celebrata,
per farne intendere il valore a tutti:
non per imitarlo pedissequamente,
ma per trarne motivi utili per noi.
Ma in Italia non si potrà certo
raggiungere lo scopo, se il mondo
cattolico non entra nel medesimo
ordine d’idee. Quanto a sentire il
valore della Pentecoste, i cattolici
italiani non sono certo superiori a
noi. Chi, fra i semplici fedeli (che
sono poi la massa in confronto agli
ecclesiastici), pensa alla Pentecoste? chi ne parla? Nella cattolica
Italia, nel 1958 le elezioni politiche, opera certo lecitissima, ma
nettamente mondana e profana, furono indette proprio per il giorno
della Pentecoste: quasiché non ci
fossero stati altri giorni a disposizione. Ma vi saranno certamente
fra i cattolici italiani degli spiriti
i quali aspirano ad una più degna
celebrazione di questa grande festa (1). phendano essi l’iniziativa di
un’azione intesa a costituire un po’
alla volta una tradizione di preparazione alla Pentecoste. I vescovi
italiani, i quali si ritroveranno a
Roma per il Concilio Vaticano II,
potrebbero discutere fra loro la
to loro dicano a noi protestanti a
che cosa dobbiamo particolarmente
badare. Poiché la medesima discussione di tutta la questione che ho
auspicato per la stampa protestante, dovrebbe aver luogo anche su
quella cattolica ; e non solamente
nei bollettini parrocchiali e simili,
ma anche sui periodici a carattere
cattolico. Il momento attuale di avviamento (speriamo) ad un dialogo
cattolico-protestante, sembra favorevole ad una iniziativa del tutto
nuova, non pregiudicata dal passato, nella quale le due confessioni
possano collaborare.
In ogni modo, bisognerebbe compiere un’azione meditata sì, ma non
troppo lenta. Se una tradizione si
forma solo col tempo, qualche iniziativa, da completare e migliorare
in avvenire, si può prendere subito;
e sarebbe bene che un’opera di preparazione potesse venir svolta già
per la Pentecòste del 1964.
Le considerazioni qui esposte vorrebbero costituire un avvio ad una
proficua discussione, dalla quale,
Dio volendo, potrebbe scaturire una
azione intesa ad eliminare questa
grave carenza della nostra vita religiosa, e dell’adorazione di Dio.
Marcella Ravà
Quando, tempo fa, l’enciclica papale Pacem in terr'is incontrò trionfale
accoglienza, parve a molti che un nuovo corso dovesse cominciare. « Mano
tesa agli erranti — comprensione ed
amore per gli erranti — » erano espressioni ohe sembravano nuove; il
loro suono era dolce nel nuovo clima
ecumenico.
La Chiesa riaffermava, ovviamente,
1:1 sua condanna dell’errore, ma il
Pontefice riceveva in Vaticano il genero di Kruscev.
In Italia si era apa vigilia delle elezioni politiche e silnotava, con curiosità ed interesse, che le gerarchie ecclesiastiche non sembravano intervenire direttamente nella lotta politica.
La Conferenza Episcopale Italiana
rivolgeva ai fedeli un comunicato che
insisteva prevalentemente sull’unità
dei cattolici e non si prestava ad interpretazioni partigiiane. (E l’appello
alFunità non sembra aver esercitato
un’efficace influenza moderatrice sulla
competizione cannibalesca delle varie
correnti democristiane).
+ * Hi
(1) Avenido .passato parecchi aimi nelrinse&namento letterario ¡nel gininasio superiore, quando già era in vigore Tirasegnamento religioso instaurato dal Concordato, non, ha mai trovato un alunno il
quale, quando si trattava di leggere La
Pentecôte del Manzoni, sapesse spiegare,
almeno approssimalivamenite, il significato
della festa cantata, dal poeta.
Ora, terminati gli ardui conteggi, si
passa airinterpretazione. E dobbiamo
dare atto alla stampa cattolica di un
lodevole sforzo di analisi alla quale
non eravamo abituati. Indubbiamente
vi è un certo disorientamento in larghe zone del mondo cattolico: l’inaspettata avanzata del Partito Comunista ha superato tutte le previsioni. E
la ricerca delle cause del progresso
marxista e del regresso democristiano
sono Fargomento all’ordine del giorno
dei dibattiti della stampa cattolica.
In questo dibattito sono emersi alcuni elementi che non ci sembrano da
sottovalutare.
’’Molti cattolici si sono ritenuti autorizzati dalla loro ’maturità’ alla ’disobbedienza alle direttive delle gerarchie ecclesiastiche’. Alle ’esigenze del
bene comune' hanno preferito ’opinioni personali ed interessi particolari’;
alla fedeltà agli essenziali principi cristiani hanno anteposto la fedeltà a de
terminate persone, amicizie e conoscenze, correnti e clientele. Si è dato
li caso di donne ’cattolicissime’ — è
sempre il direttore del settimanale cattolico di Pinerolo che scrive — le quali hanno fatto la propaganda al cantodato locale del PSl, a cic> indotte
dalla sua notorietà (a cui nulla vogliamo togliere), senza per nulla considerare la bandiera sotto la quale si è
presentato”.
Con queste parole, il direttore del
settimanale cattolico di Pinerolo tocca un tasto che sarebbe indelicato di
premere da parte nostra: se, cioè,
queste « direttive delle gerarchie ecclesiastiche » non si siano limitate alle affermazioni di principio del Comunicato della Conferenza episcopale italiana.
Ma, prescindendo da questo tasto,
il Direttore dell’Eco del Chisone mette in evidenza, crudamente ed onestamente, un altro problema : quello della « maturità » del laico cattolico in
relazione alle direttive delle gerarchie
ecclesiastiche: il che è quanto dire un
problema squisitamente ecumenico.
Per questo crediamo di non « fare della politica » toccando questo tasto.
canto alla vittima che quella carità respinge per rispetto alla sua coscienza
ed alla sua fede. Il gesto di chi sa di
avere la verità e il potere.
Ma ecco: le elezioni politiche han
no dimostrato che il potere non è più
del tutto saldo nelle mani. Che bisogna fare i conti con gli altri: con gli
erranti.
^
Non sappiamo, e in questa sede la
co.sa non c’interessa, come si realiiizerà, sul piano politico, questa amara
resa di conti; siamo, del resto, convinti che il compromesso troverà il
prezzo e un equilibrio.
Abbiamo cioè rimpressione che il
problema di fondo sia e rimanga immutato, nonostante tutti gli entusiasmi e molte illusioni. Ci sembra, e
vorremmo sbagliare, che la mano tesa significhi soltanto, per molti cattolici, — non esclusi (anzi!) gli integralisti sinistri — un gesto condiscendente, un atteggiamento paternalistico di
chi è « a posto » (con la verità) verso
chi « a posto » non è (lontano da S.
Madre Chiesa) ed al quale, poverino,
bisogna voler bene, tanto bene, per
aiutarlo a «ritornare ». Penso alla
tragedia deirincomprensione nel caso
Grimau: quel sacerdote cattolico, ostinatamente teso nella sua carità, ac
Non vorremmo però che questo compromesso si fondasse su elementi integralisti.
Apprezziamo sinceramente la coraggiosa denunzia, che una parte della
stampa cattolica ha fatto, della corruzione che regna nella competizione
politica, non risparmiando la stessa
democrazia cristiana (doni, sussidi,
stanziamenti ecc.).
Siamo convinti che solo una riforma del costume può permettere una
riforma delle strutture. Ma quando
leggo che fra le cause della sconfitta
della D. C. vi è il suo cedimento nella
difesa della pubblica moralità, il finanziamento di films immorali, allora
mi domando se parliamo lo stesso linguaggio.
* * *
iiiiminmiiiiiiitimiiiiiniiiiiMiiimiiiiiii
iiiimmimnitiiiiiiiiiMi
iiiiiitiiiiiitiiiiiiminmiii
A MESSINA IL 25 APRILE
Convegno femminile
del Sesto Distretto
Le feste di canto
deile Scuole Domenicali
Nei giorni 24 e 25 Aprile, ha avulo luogo a Messina il Convegno femminile del VI
Distretto eon la partecipazione di delegate
provenienti dalle unioni di Cerignola, Riesi, Caltanisetta, Agrigento, Vittoria, Pachilo, Grotte, Palermo, Catania e Reggio Calabria.
I lavori sono «tati aperti con un culto
presieduto dal pastore ,Carmen Trobia, la
quale fondandosi su Matteo 5: 13-16 ha
incitato l’assemblea ad essere il sale che dà
sapore, che preserva dalla corruzione, die
si sperde in mezzo aUe vivande, che si dona. Quindi la signorina Laura Cordato di
Messina lia introdotto lo studio su: «La
no.etra .solidarietà col mondo ». Tale solidarietà non deve intendersi come adesione
razionale, ma come bisogno reale di darsi
r sentirsi impegnati col mondo, pur non
conformandosi ad esso. Secondo la relatrice, la società si propone dei fini ben precisi ed opera per là realizzazione di essi
mediante servizi sociali, assistenziali ecc. Il
cristiano deve poter colLiborare essendo
però conscio che il servizio non è un fine,
, un mezzo con il quale egli annunz-a
’’abore di Dio.
E’ quindi seguita la discussione sullo
spunto di alcune domande poste dalla relalrice. Il pranzo in comune e la visita alla
< itià, hanno coronalo il lieto incontro, per
la cui ottima organizzazione va dato meritò alle signore della comunità ospitante ed
il pastore Briante. A. L.
Domenica 19 maggio, ore 15: nel
tempio di Torre Pellice (Scuole Domenicali della Val Pellice).
Domenica 19 maggio, ore 15: nel
tempio di San Germano Chisone
(Scuole Domenicali della Val Chisone).
Il pubblico è cordialmente invitato.
PROVE D'INSIEME
A Torre Pellice :
nella sala sinodale.
alle ore
14.15
A S. Germano Chisone: alle ore
14.30 nel locale che sarà indicato.
E’ forse pura coincidenza che un
un numero unico a cura della segreteria amministrativa di Torino della
C .I.S.I., presentando alcuni candidati
democristiani, portasse in evidenza il
decreto del S. Uflfizio (U luglio 1949)7
E allora che significa dire che il
problema dell’avanzata comunista è
complesso e che « si tratta di un problema più spirituale che politico, più
sociologico che tattico »?
Problema spirituale! Per me, questo significa anche rispetto dell’errore,
dialogo con l’errante, ricerca della verità con l’altro, non contro l’altro
Mi semibra che, per altri, problemi
spirituale sia da identificarsi con problema morale: integralismo morale,
cioè censura: cioè (per oggi nell’ombra) li Santo Uffizio: un gretto, ipocrita moralismo.
Quando tutti gli italiani ritorneranno a Messa regolarmente, e, come nella Spagna Franchista, fischieranno la
attrice divorziata, e non troveranno
più nelle librerie il libro proibito,
allora... beh! allora acquisterà, forse,
il suo vero significato amaro e sconvolgente la parola del nostro Signore,
che il segretario nazionale della Democrazia Cristiana on. Moro rivolgeva ai suoi avversari : « Che i morti
seppelliscano i loro morti ».
L. A. Vaimai
3
17 maggio 1963 — N. 20
P«g- S
Solitaire, mais pas seule
Wilhelmine de Hollande
L’aulobio®raphie de la reine Wilhelimine de Hollande, « Solitaire, mais pas
geôle a, noius révèle, tout au long de ces
pages earptivantes, ce qui fit sa force.
Couune m’importe qui d’autre Wilhelmiue avait suivi le eathéchi&me, mais cela
n’avait pas répondu au grand problème
de sa vie intérieure: Qni est le Christ?
(pie signifie-t-il dans ma vie? La connaissance des idées diéo'logiques sur le Christ
ne l’avait « pas aidée à Le comprendre et
à Le connaitre ». « A Celui qui est i’aboutissemeniL d’iune vie humaine on n’avait
certes pas donné la place et l’attention
iftâ Lui revenaient ».
Très tôt la jeune princesse seniüt dante
son coeur l’éveil de la foi, la recherche
de la vérité, suivie de luUie et de réaction.
Mais « Dieu veiMait et proitégeait son enfant ». Des prédicateurs célèbres tels
Frank Thomas de Genève, Balmas de
l’Eglise Vaudoise, Saillens, le baptiste de
Parils, eurent de l’importance dans sa recherche de la foi. Ces hommes de Dieu
apportaient un christianisme vivant parce
(ju’ils comnaissaiemt t>ersonellemenit le
Clirisl.
« Après avoir lulilé, je fis le sacrifice et
je choisis de faire la volonité du Christ ».
Et ainsi, d’étape en étape, Wilhelmine
comprit que la foi ne connaissait pas de
frontières. La Mission, avec ses vues larges l’attira, car elle s’aocordait mieux
avec ses expéiienices spirituelles. La Conférenice d’Eddmbomlg, ainsi que la présence de Jolin Molt, facilitèrenit les relalionls de ja jeune reine avec la Mission
mondiale. Les Conférences internationales, qui cil 194d, à Amsterdam, aboutirent à la constiitution dn Conseil oecuménique (le; Eglises, révélèrent i’iunllé en
Clirist.
L’enf anii e et l’adolescenèe de la priucesse WiiMielanine s’écoulèrent comme dans
une aiinuîsiiihere de ’cage’, dont die n’aispiraiit qii a .s evader. Son mariage avec
le <liii' Ht !H i lui donna un icompagnon et
an anii >'cci;cux et c’eisl dams l’intimité
du loyer que Ja jeune reine reprenait forponr faire toujours face à
la taclic lii'aiidissante. Le prijucie Henri
était lui aussi un chrétien convaincu et
soiUE sui i'iiaiiilc modestie Je peuple sait découvinr ;-.iii arand icoeur. iNomnié par la
r 1 I de la Croix rouge iiéerlan 1 I ince se donna enltièremenl
Il ce Iirii\:n’l iiiisitu’à sa mort.
La. rciïe' Cil son époux pa.r!lageaiienit la
nieauc ii'ci iiiiniilc de la foi que la tnort eisl
l ea J 1, Vie: «c’est pourquoi ils
8 eiaienii, m-o.mis l’un à raulre que leur
e e r ferait entièrement en
iilamic ». (I L craerremenlt blanc de Henri,
son dernier geste à noiüre peuple laissa
line impression profonde et porta beaucoup dic .gens à réfléchir ».
Toujoiiins pltiB conisciemle de la solitude de lia ’cage’, lentemente la reine vit
surgir a ilra.vers la. grisaiillle une image
notte des .choses, .comme elles devraient
être e.l coinment elles pourraient être réalisées. « Ceux qui désiraient maintenir
l’athmos'p.iière de la ’cage’ ne nous passaiemt que les nouveilles qu’il jugeaient
bon de nous faire connaître. Les antres,
aussi i.mporlantes qu’ellee fussent, nous
étaient dissimiiiléee. Derrière cela, se caeliait le désir de nous tenir éloignés de
toiiit ce qni se passait réeUement dans le
peuple, de nous mettre sur la défensive
et de ciréer aulæi coniliinnelleiment une
distance. Four moi c’était inacceptable ».
Ceis derniers môts révèlient la volonté,
le icourage, la décision d’une jeune reine
qui mellra tout en mouvement pour accéder à son déisir, qui la faisait soupirer
a-près des relalionis avec son peuple « en
taniil qu’etres humains, tels qu’ils .sont on
réalité ». La imaréhe des événements de
!a première guerre mondiale .réussit à briser ’la cage’, et .conisci'ente de ses grandes
responisahiliilés la reine prit pour devise:
« Etr.e prête à toute heure, jour et nuit,
à toute éventualité ». Son amour pour la
patrie était « comme un feu dévorant ».
Les visites de la reine aux différentes
unités de l’armée 'et de la flotte ne pourraient ise compter. Ces inspeotions exigeaient une igrande part de foroe physis
que et morale ; mais grâce à ces visites
la reine avait lun contant iconitinnei avec
8es armées et eiWc pouvait toujours se représenter leur vie et leur service.
La seconde .guierre mondiale nous mon•re tout ce qu’un grand coeur, rempli
l’amour et d’angoisse, peut souffrir; mais
“ il lalllaill garder lia. tête froide à l’annonce de nouvelles si bouleversantes. Cela exigeait une impiloyaMe raaîtriee de
*oi. Toujours prêta à agir, à voir nelte■Uenl et objectivement, tel était le mot
de passe ».
Exilée en. Anigleterre, la reine se savait
d Un seul coeur avec tous ceux qui étaient
restés dams la paitrie. Jamais son opti
Souni'j Valdesf di Economia Domestica
L' ULIVETO
Da Giugno a Settembre si accettane giovanetle anche solo per il periodo estivo (soggiorno minimo un
mese).
Per informazioni e particolari rivclgersi alla Direttrice Sig.na Irene
Cesan • L’Uliveto - Lnsema ISian
Giovanni.
miame, foodê sur aa eotsnatæance da caractère national, ne la quittait. Wilhel
mioie savait qu’au cours de l’iiistoire les
catastrophes avaient suscité de magnifi
ques qualités: amour pour la liberté, in
flexible virili.té, courage, auda.ee et per
sévérance .tenace; a.uasi lo.rs de celle non
veffle ealastiropJïe le peuple saurait sacri
fier tout pour la patrie. La reine exilée
resta en contact conili.miel avec son peuple
malhe-ureux; et dans ces années tragiques
sa loi liuiii fuit d’un grand secours. « Ma
voloiUlé de me .cramponner à ma foi devciiait chaque jour pin® ferme et plus
inéhrajilable, et je persévérais à travers
toutes les épreuves. M’y cramponner comme un naufragé s’agrippe de toutes ses
forces au rocher qui surplombe les flo-ts
furieux ».
Ce livre vous montrera ce qu’une femme peut être et faire lorsque le Christ
s’en empare et l’élève au-dessus de la
sombre nuit d’une âme (jui doute. « Le
Olirist nous prouve qu’il est ila réalité de
Dieu et que rhomme, malgré tout, reste
l’enfant de Dieu, par da force rédemptrice du Olirisi ». Et avec la reine « solitaire,
mais pas seiuJe » nous répéterons le symbole de Nuée : (Christ) « vrai Dieu issu
du vrai Dieu, lumière issue de lumière,
engendré et non créé, d’une même substance que le Père et par qui tout a été
fait ». Grazieila JalUi
CERI6N0LA
Una visita gradita
Giornata particolarmente gioiosa quella
del 29 aprile: Abbiamo ricevitto la visita
di un bel gruppo della comunità di Corato (21 personej per la maggior parte facenti parte del centro sociale. H terrazzino
della chiesa che di solito accoglie i bambini del ricreatorio ha invece visto i nostri giovani familiarizazre con il canto. Alle lo abbiamo avuto il nostro breve culto
che di consueto teniamo tutte le mattine
nella nostra piccola famiglia del laboratorio. Quel giorno l’apostolo Paolo ci ha ricordalo che siamo membra di uno stesso
corpo. 11 pranzo al sacco è stato consumato nei locali stessi del laboratorio mentre
pei i giochi all’aria aperta ei siamo serviti
della zona più appartata della nostra villa
Comunale. Ore piene di gioia fraterna in
<ui ci è stato possibile coimscerei più da
vicino e scambiare le nostre esperienze nel
lavoro. 11 Pastore Castiglione nel pomerig
gio ha richiamato la nostra attenzione sulla
realtà del Regno di Dio che è come un
tesoro nascosto, un tesoro di gran prezzo
dinanzi al quale conviene vendere ogni cosi pur di possederlo.
Ogni volta di nuovo ci accorgiamo di
quanta benedizione ci sia la comunione
fraterna e ringraziamo il Signore che ce la
fa gustare. C. T.
Notizie in breve
da Catanzaro
L’attività della nootra chiesa, dorante il
periodo pasquale, è stata abbastanza notevole e ricca di benedizioni del Signore.
Giovedì Santo abbiamo celelH'ato, alle 19,
un culto con S. Cena, che ha visto la presenza della comunità al completo. Venerdì
mattina, alle 10,30, il pastore Ayassot ha
presiedulo un secondo culto, predicando sul
testo della crocifissione di Gesù; i fedeli
non erano molto numerosi, essendo quasi
lutti impegnati nelle loro normali attività
di lavoro. Domenica di Pasqua, sempre alle ore 10,30, culto solenne con S. Cena. La
cappella evangelica di via Filanda era gremita di fedeli. Il pastore lia parlato sul
lesto di Luca 24: 5: «Perchè cercate U vi:en;e tra i morti? ». Molte volte la nostra
incredulità e i nostri dubbi ci fanno rassomigliare alle pie donne ed ai discepoli,
che rimasero perplessi ed increduli. Al
mondo il Cristo risorto non fa comodo,
perchè sconvolge e capovolge i suoi piani.
.Abbiamo avuto la gioia di avere avuto
in mezzo a noi il colonnello, la sua gentile
signora e la figlia Anna, i coniugi Bova
di Amareni, il dottore La Scala, la signora
e la mamma vedova del pastore Seta residente a Pizzo.
Alle ere là dello ste.sso giorno, con la
macchina di un giovane della nostra comuiillà, ci siamo recali a S. Pietro Magisano
e Vinoolise, dove il pasotre ha tenuto il
(ulto con S. Cena, a cui hanno partecipato
tutti i fedeli. Alle 19, dopo una corsa di
vari chilometri, siamo arrivati a Falema
dove è stalo celebrato il terzo culto della
giornata con S. Cena, con la partecipazione di un folto gruppo di membri deUa comunità e con i componenti del Team Eìcumenieo.
Domeniet 21 opnle, alle ore 14,30, in
S. Pietro Magisano, ¡1 pastore M- -Ayassol ha unito in matrimonio il fratello Luciano .Alberto con la sorella Parotta Alba,
figlia dell’anziano di chiesa Parotta Sefano.
Infine, fi 28 aprile, dopo il culto presieduto in Catanzaro, il pastore si è recato a
Tiriolo per presied^e il culto al piccolo
gruppo di fedeli in (pici viUaggio. Questo
gruppo, fedele alla Parola di Dio, viene
visitato quindicinalmente dal pastore di Catanzaro o dall’anziano Scorza Ekmesto.
Ernesto Scorza
BONN — Nella Germania federale, nelle scuole elementari gli alunni sono per
il 48,2% protestanti e per il 50,4% cattolici; nelle scuole medie per il 61,3% protestanti e per il 37% cattolici; nelle scuole medie superiori per il 54,7% protestanti e per il 43,2% eattolici; nelle miiversità per il 59,8% protestanti e per il 36,3%
cattolici.
ii{iiiniiiiiiiiiiimiiiiiiiiiimii imiiimmiiiiimmi uhi unii ii in iiniiiiiiiuiiiiiimiiiiimiiiiiiiiiiiimmiiiiimiiiimiiiiiiniimmiiimii nini in iiiimii 111111111111111111111
Celebrale rEtereo, celebrale il neme deir[lemo
A SAN SECONDO
A S. GIOVANNI
Decisamente bene...
Le Corali della Val Chisone si sono riunite, quest’anno, neU’aocogliente tempio di S. Secondo per la tradizionale Pesta di canto. L’incontro riuscì decisamente bene sia per il vigoroso apporto degli inni d’insieme, sia
per il contributo dei singoli gruppi
corali. Da un punto di vista di esecuzione e di espressione artistica, è necessario tener conto delle notevoli difdicoltà che si presentano ai gruppi
che lavorano e conseguono buoni ririsultati, pur mancando, a volte, di
di una preparazione culturale speciflca e adeguata. E’ bene che l’interesSt per la musica, per una musica religiosamente e artisticamente valida,
si mantenga vivo in seno alla nostra
chiesa, poiché il canto corale è una
delle componenti del culto riformato.
Perciò il canto sacro è anche t^timonianza; testimonianza ed espressione
di fede, oltre che impegno e servizio
nella comunità. Per questa ragione si
insiste affinchè i membri delle Corali
sentano il dovere di partecipare individualmenme al culto domenicale, onde essere di guida all’assemblea nel
canto degli inni, e di aiuto all’organista.
Una parola di incoraggiamento bisogna dire alle corali delle parrocchie
di montagna perchè non si perdano
d’animo nel vedere le loro file assoU
tigliarsi, e continuino ad imparare gli
inni d’insieme, qualora non sia loro
possibile eseguire un coro particolare.
L’incoraggiamento diventa una esortazione di impegno per coloro ohe.
.scesi dalle zone mentane si s,tabiliscono in città o nei paesi di fondova!le. Esortazione a non vivere únicas
mente nel ricordo della comunità d’origine, ma ad inserirsi ccscientemen
te ed attivamente in quella nuova,
A PERRERO
partecipando alla vita comunitaria.
La manifestazione di domenica 5
maggio, dimostrò ancora una volta
l’interesse che suscitano le nostre feste di canto. Pu rallegrante quest’anno la presenza di numerose corali,
fra cui quella di Villar Perosa, di recente formata, a cui rivolgiamo un
benvenuto ed un augurio particolare.
La corale di Torino eseguì, sotto la
direzione del sig. Ciesoh, l’innoi n. 351
dell’Innario crisitiano, un coro di
Schütz e il bellissimo «Alta trinità»,
di un anonimo del XJV secolo. Quella di Pomaretto guidata dalla sig.na
Grill, esegui, il n. 356 dell’Innario cri
stiano e il coro «Christ est vainqueur»
di Humbert. La corale di S. Germano, diretta dalia Slg.ra Bert, ci fece
udire li’rmo 371 dell’Innario cristiano.
Il Salmo 121 musicato da Jacob Off,
e il classico « DépouUle tes chaînes »
di J. S. Bach. Dal gruppo di Villar
Perosa, diretto dal sig. Geymet, udimmo gii inni 188 e 270 dell’Innario cristiano, e da quella di S. Secondo, guidato dalla signa Genre, ascoltammc
1 « Alleluja » di Palestrina e il « Canto
di Natale» di P. Corsani. Le singole
esecuzioni furono intercalate dai canti d’insieme, scelti in parte fra gli
« Inni Nuovi » e in parte fra gli « Psaumes et Cantiques». Questi iurono diretti con competenza e dinamismo dai
sig. Aime, e cantati con entusiasmo
dalle corali riunite. Esprimiamo la nostra riconoscenza alle singole corali e
-:i loro direttori per il piacevole incontro offertoci, e il nostro ringraziamento alla comunità di S. Secondo
che ci ospitò e organizzò im apprezzato tè, durante il quale si ebbe modo
i’ udire ancora alcuni canti, fra cui
due melodie gallesi interpretate, fuori
piogramma, dalla corale di Torino.
Appello ai giovani...
occorrono nuove voci
Le ’’piccole corali,,
affrontano la prova
Domenica 12 maggio si sono riuniti
nel tempio di Ferrerò le Scuole Domenicale di Ferrerò, Massello e Villasecca e le corali di Ferrerò e Villasecca per celebrare assieme la festa di
canto delia Val Germanasca. Purtrop
po erano assenti Rodoretto e Frali.
Ha presieduto il past. Davite, della
Commissione del Canto sacro che ha
messo m luce come il canto cristiano
non sia soltanto un segno di gioia e
di allegrezza, ma che, come per Paolo
e Sila nella prigione di Filippi, esso
si presta ad esprimere tutti i sentimenti del credente in tutte le condizioni della sua esistenza e soprattutto
è ima confessione di fede in Dio e in
Gesù Cristo.
Sotto alla direzione della Signora
Rivoìra le Scuole Domenicali hanno
presentato i canti di assieme indicati
dalla Commissione di canto sacro ed
i canti preparati dalle singole scuole
domenicali. Abbiamo visto con piacere che la maggioranza di essi erano
tratti dagli inni nuovi, favorendone
così la conoscenza nelle comunità. La
Scuola Domenicale di Villasecca ha
pure presentato un canto tratto da’.
Cantate Domino, la raccolta del Mo
vimento Ecumenico; si trattava di un
salmo ugonotto di Beza e Marot e precisamente il salmo 100. Ferrerò ha
pre.sentato diversi inni a due voci, con
la collaborazione delle monitrici stesse.
Sempre sotto la direzione della signora Rivoira le corali hanno presentato gli inni d’assieme.
Questo incontro di Ferrerò ci ha dimostrato anche quest’anno che anche delle piccole corali, se messe assieme possono dare dei buoni risultati,
anche dal pimto artistico e che vale
veramente la pena incoraggiare questa attività, anche quando il numero
0 Ja proporzione dei coralisti non è
molto favorevole o crea addirittura
dei problemi.
Ariche il rendimento delle scuole domenicali continua ad aumentare ed
esse possono veramente offrire ima
buona collaborazione al miglioramento del canto nelle nostre chiese.
La tradizionale brioche e la tazza
di tè, gentilmente offertoci dalla chiesa di Ferrerò e la proiezione di alcuni
documentari ed altre pellicole 8mm.
hanno concluso questo simpatico e
riuscito incontro.
Domenica 12 maggio si è svolta, nel
tempio di S. Giovanni, la annuale festa di canto delle Corali valdesi della
Val Fenice. Ciò che giova prima di
tutto segnalare è come queste feste
di canto, (che non sono manifestazioni esibizionistiche, ma, come ha detto
lì pastore Aime, hanno il solo scopo
di affermare con il Canto Sacro la nostra fede ed insieme lodare il Signore), abbiamo ancora la forza di attirare un grande numero di credenti,
che amano, ascoltando in silenzio,
unirsi, con la mente e col cuore, ai
gruppi corali per elevate gli inni ai
Signore in questo giorno dedicato al-.3 sue lodi.
Il canto d’insieme è stato diretto
dal prof. Corsani, direttore della corale di Torre Fellice.
il pastore Aime, che con il prof.
Corsani fa parte della commissione
per il Canto Sacro, ha giustamente
messo in evidenza come le varie Corali siano abbastanza affiatate. Noi,
dal canto nostro, vorremmo, segnalare con piacere come tutte le comunità
fossero rappresentate da una loro corale. Esse erano sei; Angrogna, Bobbio Fenice, Lusema S. Giovanni, Rorà. Torre Fellice, Villar Fellice; quest’ultima, in proporzione, s’intende
alla popolazione Valdese di Villar in
confronto alle comunità più popolate,
era senz’altro la più numerosa. Questo
significa forse che i villaresi sentono
di più l’attrazione di questa sana istituzione? Non sapremmo rispondere.
Ciò che Invece possiamo affermare
con assoluta sicurezza è che la maggior parte dei nostri giovani non senio più il richiamo che le nostre corali
rappresentavano per i giovani delle
generazioni passate. Essi preferiscono
dedicarsi ai balli, ai divertimenti profani e volgari. Eppure non sarebbe
tempo perso, come non lo è mai stato, quel poco (su per giù im’ora alla
settimana) che l’attività ooralistica
richiede. In cambio, però, di quell’ora
dedicata allo studio del canto sacro,
si pensi allo soddisfazione morale dì
partecipare ad una attività che è, in
certo qual modo, parte integrante della propria comunità e quindi della
chiesa. Vogliamo perciò invitare i giovani, (anche se non dotati di ima bellissima voce, che per il canto corale
conta solo fino ad un certo pimto) a
partecipare a questa attività. Fensino
che dovranno essere loro le corali di
domani, ma se non intervengono oggi. domani sarà tropix> tardi.
Ecco ora, in breve, l’ordine di svolgimento del programma. ( Fremettiamc che gli Inni, per i quali non è citata altra fonte, sono tutti deU’Irmario italiano).
Frima parte: Le corali riunite cantano JTnno 118 dell’Innario francese;
quindi: le corali di Rorà, Angrogna,
Bobbio pre,sentano rispettivamente gli
Inni: 41, 139, 23; le corali riunite cantano l’Inno 347; le corali di Villar,
Tone, Lusema San Giovanni presentano rispettivamente gli Inni: 365, 276
(Inno nuovo), 187.
Seconda parte: le corah riunite cantano ITnno 355; è poi nuovamente la
volta di Rorà, Angrogna, Bobbio rispettivamente con gli Inni: 370, Brillante étoile du matta, 155; le corali
riunite cantano l’Inno 206 dellTnnario francese; Villar, Torre, Lusema S
Giovanni rispettivamente con: Canto
natalizio (di Ferey Dearmer), D’un
arbre séculaire (Anonimo antico),
Ohrist ressuscité (di Ferruccio Rivoir).
L’Inno 66, cantato assieme, chiude
questa^ bellissima giornata, spiritualmente parlando, passata in armonia,
non solo musicalmente, con Dio.
Dopo il Padre Nostro e la Benedizione detta dal pastore Aime, le corali passano nella vicina sala Albarin,
dove la corale ospitante ha offerto loro -tè e pasticcini a volontà, quindi;
le corali di Torre, Angrogna e Villar,
presentano alcuni canti popolari, tra
i quali è doveroso segnalare la brillante esecuzione di uno spiritual negro, in lingua inglese, fatta dalla Co
rale di Villar. Molte cose ci sarebbero
ancora da dire, ma siccome : Molti
onorano Dio solo con parole, mentre
ìt loro cuore è lontano da Lui! per
non essere di qu^ti, terminiamo ringraziando la comunità e la corale di
Lusema S. Giovanni per la buona
ospitalità e dicendo a tutti arrivederci a Torre Fellice il prossimo anno
auguriamo a tutte le corali che a questo prossimo incontro possano presentarsi rinforzate da giovani voci.
Giovanni Odin
Collegio
Valdese
Sono pervenute in queste ultime settimane alla .Associazione degli « Amici del Collegio », che le ha ricevuet con gratitudine,
le seguenti oblazioni a favore del Collegio
Valdese.
Ai donatori e sotoscrittori di ieri, di oggi e di domani il grazie sentito dell’Asso(■¡azione e del Collegio.
a) Perchè il Collegio viva! : Sigg. ArtusMartinelli Italo e Susetta L. 50.000; dr.
Coisson Osvaldo ed Elena 20.000; prof. dr.
Malan Guido 30.000; rag. Jahier Gino 50
mila; past. Ganz Emilio 5.000; sig. De Carolis Rinaldo 2.000; dr. rag. Invemizzi Gustavo 3.000; cand. teol. Santoro Piero 2.000;
rag. Vola Adolfo 5.000; prof. Griset Emanuele 10.000; sig. Doria Annunciato 20.000;
comm. Rostagno Vittorio 50.000; Doti. Botturi Guido 100.000; Doti. Operti Nella 10
mila.
b) In memoria del sig. Roberto Revel:
Miss. Coisson Roberto e Signora L. 2.000:
sig. Pellenc Riccardo e Albina 5.000; sig.a
Peyrot P. 5.000; sig.na Carlom Jone 5.000.
c) In memoria del prof. Emilio Tron:
Sigg. Trogliotti Eulalia e Vittorio 15.000;
sig.na Coslabel Elisa 2.000; sig.a Tron EL
vira 10.0(X); Sig. Muston L. C. 12.000.
Convitto Maschile Valdese
Torre Pellice
Si ,iccettano per le vacanze dal
luglio al 31 agosto ragazri dagli otto
ai quindici anni (soggiorno minimo:
20 giorni). Tennis e nuovi impianti
sportivi. Informazioni dettagliate subito scrivendo a Convitto Valdese
TORRE FELLICE (Torino).
4
pag. 4
17 maggio 1963 — N. 20
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
FBAROSTiNQ.
BOBBIO PELUCE
YILLASECCA
— Domenica «corsa, con ima discreta partecipazione di fedeli, ha avuto luogo l’Assemblea di Cliiesa nel corso della quale il
Pastore ha presentato la Relazione annua
sulle attività e la vita della Comunità nell’anno ecclesiastico testé terminato. La discussione, che ne è seguita, ha toccato in
particolare il problema della partecipazione di tutti i membri di cliiesa aUa vita comune e alle comuni responsabilità, (jiartccipazione regolare ai culti, contribuzione
generosa per l’opera del Signore). Sono poi
stati eletti i delegati alla prossima Conferenza Distrettuale nella persona di Parisa
Paolo (Fave) e Robert Dino (Collaretto):
il deputato al Sinodo: l’Anziano Pugese
Pier Carlo (dei Gay), e designato il secondo deputato da proporre alla nomina della
Conferenza nella persona dell'Anziano Gay
V irgilio (del Roc). Infine sono stati nominati due « revisori dei conti » nella persona di Ro-bert Alessandro (Fave) e Godine
Paola (S Bartolomeo).
— Domenica 12, dopo il culto, è stato
celebrato il matrimonio di Mourglia Walter
(della Gioietta, Parrocchia d; Pinerolo) e
Godino Bruna Giovanna (della Goudina di
Prarostino). Gli sposi erano circondati da
una vera folla di parenti e amici. Che il
messaggio che abbiamo loro recato in quella circostanza rimanga sempre presente nei
loro cuori e che il Signore li benedica con
abbondanza.
PRAMOLLO
— Dopo appena un mese di vita il Signore ha ripreso con sé il piccolo Reynaud
Claudio di Edvy e di Bounous Ilda (Poineano). Il servizio funebre ha avuto luogo
mercoledi 24 aprile a San Germano Chisone; un numeroso gruppo di parenti ed amil i ha circondalo i genitori afflitti, esprimendo loro la sua fraterna solidarietà nel
dolere. Rinnoviamo ai genitori ed a tutti
iparenti la nostra profonda simpatia cristiana.
Sabato 27 Aprile j giovani della nostra comunità si sono recati a Ferrerò a fa
re visita ai giovani di quella chiesa sorella Abbiamo trascorso alcune ore in simpatica comunione fraterna. Diciamo ancori al Pastore sig. Rivoira e signora ed .i
lutti i giovani di quella comunità il nostro
vivo ringraziamento per la calorosa accoglienza tributataci.
Sabato 4 Maggio abbiamo unito in
matrimonio i giovani Peyronel Guido
(Tournim), da anni presidente della nostra
Unione Giovanile, e Sappè Ada (Bocchiardoni). Parenti ed amici hanno circondato
questa giovane coppia che si è stabilita ai
lournim, rimanendo così nella nostra parrocchia. Agli sposi il nostro fraterno augu) di una vita in comune benedetta dal
Signore.
Domenica 5 Maggio é stato amministrato il battesimo al piccolo Menusan
Adriano di Renato e di Beux Alma (Rua
ta). Le benedizioni del Signore accompagnino questo tenero agnello del suo greg: e coloro che l’hanno presentato al S.
Battesimo.
Recentemenite -la nostra Unione delle
sorellie di Cliiesa ha avuto la -gradita visita d* siig.na Selma Lo-mgo: un messaggio ispirato e molto p-rezioso per le nostre mamme seguito da una fraterna discussione ha ksciaito una viva impressione in tutte -le presenti. Siamo ricon-oscenti
aUa mo-sira ospite d’onore e ci auguriamo
di poterla vedere e-d udire almeno una
volita l’anno.
— Sabato 4 maggio è stato -celebrato il
matrimonio di Ba-rrrac-oo Angiolin-a e Massei Renato: la sposa -proveniente dalla
proy. di Campobaisso e ormai residenite
a Vi-llar Perosa -con la famiglia e lo sposo
del quartiere di Pero-sa fisseranmo -la loro
dimora a Villar Pero-sa. La ceriim-onia ci
ha -co-nsenitito di dare un messaggio per
la vita -ori-sliana dela famiglia ,ed un augurio per igld sposi e le due fa-miglie. Che
il Signore dia la sua benedizione al nuovo focolare che s’è costituito alla sua
presenza.
Riicordia-mo a-nicora le no-slre prossi-me
attività :
Domenica 19: cullo alla cajijiella del
Clot alle 10. Nel poinerigigio partecipazione alla festa delle Corali dei piccoli a
San Germano.
Domenica 26 alle ore 10,30: im^iorlantisiarrui assemblea di chiesa -per l’a-ssegnazione di una p-a-rte della zona dell’I-nve-rso
alla chiesa di Vi-llar P. Occorre un terzo
dei -membri di cliie.sa perclii; la decisione
.sia valida. Pensa-teci.
Domenica sera alle 20,30: Audizione
m-usicale al teatro -con la partecipazione
della nostra -co-rale e -del gruppo della sezione -cadetta con la sig.na Grill ed il niaeKlro Marsura.
Domenica 3 Giugno, giorno di Pentecoste: culto -con santa Cena e nel pomeriggio saggio dell’a-silo con un prograiiinia vario di canti, -musica, ironibe eoe.
La giornata dell’.Ascensione è consacrala per l’inaugurazion-e della chiesa di Villa-r Pero-sa.
avvisi economici
CEDESI negozio mercerie centro Torre Pellice. Rivolgersi Libreria Claudiana.
CERCASI stagione giugno-settembre cameriera praticissima piani servizio tavola
per pensione signorile Borgio Verezzi .
referenze. Scrivere: Staricco - via Casaregis 25-21 - Genova.
—• Domenica 5 maggio lia avuto luogo
tanto al Serre quanto a Pradeltorno l’Assemblea di Chiesa per la ehiusura dell’anno ecclesia-sli-L'o 1962-63. La relazione del
Concistoro pur segnalando le inevitabili lacune e senza trascurar di richiamare per
quanto possibile gli indifferenti e gli apatici, ha però sottolineato la fase dì trasformazione e di ridimensinoamento per la
quale sta passando la nostra comunità, fané che a quanto pare sta -prendendo ima
svolta positiva. Mentre era vivo e pesante
lino a qualche tempo fa nella parte superiore della nostra valle un senso di disarmo e di scoraggiamenti generale che prevedeva un abbandono quasi completo ed assiduto della regione e quindi un regresso
sociale-ecclesiaslico, oggi questo penoso sen.
so di resa si può dire sia sparito. La cosi ruzione di strade, sia pure molto lenta,
1 attività della Foresteria di Pradeltorno ed
altri sintomi ri ripresa che si scorgono qua
là fanno sperare bene per l’avvenire.
Sono stati eletti quali deputati aUa prossima conferenza distrettuale i signori Pierino Rivoira e Daniele Costa-bel e al Sinodo
1 signora Emma Bertalot, insegnante al
Serre.
— Nella stessa giornata del 5 Maggio, il
pomeriggio, l’Unione giovanile del Serre ha
offerto agli alunni della Scuola un simpaH'o ricevimento per esprimere a loro ed
alla insegnante signora Emma Armand Rose
ved. Bertalot un pensiero di riconoscenza
per avere contribuito con i loro canti, niagislralnieiite diretti dalla maestra ed ottiinainente presentati dai bambini, ad allietare la serata presentata dall’Unione il 10
e 11 Marzo al Serre ed al Capoluogo. In
tale occasione dopo anni ed anni di rilassamento ed addirittura uno di sospensione
che sembrava segnare la impossibilità di
ricostruzione -dell’Unione stessa, questa sotti. la presidenza -della sig.na Franca Coissoji, ripreso vigore, ha dato una buona prova della sua efficienza recitandoci una coniinedia ed una farsa molto apprezzate dal
numeroso pubblico intervenuto.
—- Poiché non Pavevamo ancora fatto fin
qui segnaliamo anche il carattere particolare del Bazar organizzato daH’Unione femminile il 31 marzo al Serre. Ha avuto come scopo non tanto quello solito di « battere cassetta » quanto piuttosto quello di
far si che attraverso la compera di indun.enti vari messi in vendita a bassissimo
prezzo lutti riceves,sero un reale beneficio
ila questa attività.
— Il tempo non sembra volere quest’anno assumere non diciamo ancora un carattere estivo, ma almeno primaverile, come
vorrebbe il calendario. .Anche noi abbiamo
avuto, come molte altro parrocchie, alcuni,
chiamiamoli cosi, incidenti, dovuti al mal
tempo. Il 3 aprile una pioggia intensissima
ha inzuppato oltre ogni dire tulli quelli che
tornavano a casa dopo e.ssere intervenuti alla riunione quartierale presieduta a Pradeltorno dal presidente della nostra Commissione distrettuale Pastore sig. Franco
Davite. E la domenica delle Palme per la
prima volta in -cinque anni lo -scrìvente non
!ia potuto presiedere il culto a Pradeltorno
dove tutti gli abitanti non hanno potuto
mettere, per 24 ore, il naso fuori della porla a causa 'dell'abbonidante ed inaspettata
nevicata caduta il giorno precedente. E da
allora il mal tempo continua con piogge
intermittenti, temporali e nebbia... Sperialo si rimetta per il mese prossimo, quando dovremo iniziare i culti all’aperto.
— Sabato sera 27 aprile la nostra Unione
Giovanile ha ricevuto la gradita visita della UGV del Teynaud di Villar Pellice. Insieme abbiamo ascoltato il messaggio della
Parola di Dio. Poi le ore sono trascorse
veloci in una simpatica comunione fraterna. Un vivo grazie agli Unionisti del Teyiiaud per la loro visita.
— Mercoledi 1“ maggio, sotto gli auspi
I l della nostra Unione Giovanile, ha avuto
luogo una gita in pullmann al Lago Maggiore. I partecipanti erano una cinquantina; tempo assai imbronciato, specialmente
nella mattinata, in cui la pioggia non ci é
stata risparmiata. Abbiamo fatto la prima
lappa ad Arona dove abbiamo visitato il
colosso di Carlo Borromeo, lo zelante per
set-more dei protestanti delle vallate svizvere del Canlon Ticino; poi ci sia-mo recati a Stresa donde abbiamo visila-to l’isolabella e l’isola dei pescatori, stupiti per le
immense rioebezze accumulate dalla famiglia Borromeo e che ancora oggi fanno bella mostra di sé in quei paraggi, oltre ai
castello di Arona.
La giornata é trascorsa in buona armonia e letizia. Siamo rientrati soddisfatti per
1.1 buona giornata verso le 22.30. Un grazie agli organizazlori della gita nonché al
nostro valido e solerte autista Elio Fogno.
— 1 nostri vivi rallegramenti ed auguri
ai nostri Iratellì Eliseo ed Elena Geymo
ria-t della Costa, per la nascila della piccola Erica venuta ad allietare il loro focolare
domestico. g. a
Con-serv-iamo un btìl ricordo -del periodo
di P-a-s-qua. 38 Catecumenii -li-anino f-atio la
confermazione e so-n-o entrati a far parte
in modo più reiaponsa-bile della nostra Coinuni-là. Vo-glia il Signore benedire queste muove forze giovani die venigomo a
lorlifica-re 1-a n-o-atira Ohiesa.
I culti deli-a Settimana San-ta sono stali
segniti da a-sse-mbl-ee pairlicolanmente numerose. Porse è manica-io in -parte quel
gioioiso inicomlro con -numerosi valdesi del.
ie -cit'tà -che n-e-gili anni passati vc-niva-n-o in
qu-eslo tempo a Forre c die forse questo
ainn-o so-iio andati a paissare 1-e vacanze pasqnali in altri luoghi.
Una intcressain-liasi-ma -conferenza del
Plrof. Giorgio Peyrot sulla situazi-one attuale del problema della libertà religiosa
ii-ella no-slra Italia (di c-ui il gio-male ha
già da-to lun -cenno) è islala seguila da un
piiccolo gruppo ‘dii pe-rsoiie. La conferenza
non è -stala annun-ziala in modo molto effica-ce, -certo, ma i-1 pubblico non -si è dimoistrato molto aensibi-le a questo problema die pure -ci riguarda -molto da vicino.
La traidizioinale gita alla Soa -del primo
Maggio é -stata o-staco-laita dal tempo: podii giorni prima c’era ancora la neve, alla
Sea, poi è venula molla pioggia, anche
n-d pomeriggio del 1° Maggio ha piovuto. Tuttavia un discreto -gruppo di coraggiosi, so-prattullo giovani., sono anda-tii alia Sea. Il Paist. Rostagn-o ha tenuto il c-ul.
to all’aperto. Per -coloro die -si sono recati alla pa-sseggiata é stata una buona e
lieta giorua-ta.
An-olie i-n questo periodo la nostra Coni-unità ha usufruito più volle -del prezioso aiuto dei no-slri Pastori emeriti Sig.ri
Giovanni Berlinalli, Emilio Ganz e Giu1 io Tron a cui va la nostra ri-cono scenz
ROMA
[via IV Hovembre]
— Giovedì 25 aprile u. s. nel tempio valdese di Via IV Novembre si sono uniti in
matriinonio la signorina Bounous Emma di
Forre Pellice e il signor Ladik Tonino di
Roma. Un largo stuolo di parenti e di ami
Il ha circondato gli sposi nella lieta occasione formulando per loro i migliori augu"I di vita prospera e felice sotto allo sguar.lo del Signore. Si averi anche per loro ia
affermazicne biblica: ’’Con noi è l’Eterno
il nostro Dio per aiutarci”.
La vita ecclesiastica
a Napoli
(VIA DEI CIMBRI)
Settimana Santa — Giovedì Santo, secondo -una -con-sueludine già in uso da
molli anni, le varie Comunità Evangelidie di N-a-poii si sono riunite in un culto
in icoiin-une nel vasto Tempio Metodista.
Il culto è stato presieduto dal Pastore Mario Sbafifi, Presidente della Chiesa Motodi-sla Italiana, e-sprossameule venuto da
Roma, -ed è -stato seguito -dalla celebrazione della S. Cena.
Ve-nendi Santo, nel no-stro loca-le di cullo, alle ore 19,30, culto speciale di comiiiemorazio-ne della morte del nostro Salvatore, a-udi’esso -seguito dalla S. Cena.
Il cullo -di Pasqua ha visto riunita nel
no-stro Tempio una niumerosa assemblea di
fedeli, molti rila-rdaita-ri hanno -dovuto rimanere in piedi per mancanza di posto;
numerosi i partecipanili alla S. Cena.
La tradizionale gita del lunedì dì Pasqua, in comune -con la Chiesa Metodista
e l’A.M.E.I. (Assoeiaziione Missionaria Eva-n-gelica Italiana), Ita avuta per mèla la
collina dei Camaldoli di Napoli, favorita
da una bella gioma-la.
Bazar — Preparato dalle sorelle dell’U.
F. ha avuto luogo, il 25 aprile, l’a-nnuale
Bazar di beneficenza. I numerosi lavori
prepara-ti, il ben fornito Bnffet, peselie e
lotterie, erano il frutto dell’opera delle
volonterose socie dell’U.F. Buono l’incasso, auolie se leggermente inferiore -a
quello dell’anno scorso.
Abbiamo avuto il piacere di avere presente fra noi anche la moglie del Pastore,
signora Cie-lo, che ai primi di aprile aveva dovuto essere ricoverata in -clinica per
essere -soltopo-sta ad -una operazione chirurgica, grazie a Dio ben riuscita.
Domenica della Facoltà di Teologia —
E’ con vivo piacere che in questa occa
sione abbiamo potuto avere fra noi il professore Alberto Soggin, -che molti ricordavano -con -simpatìa per essere stato due
volte, quando era ancora Sludente, il eoeliluto -del Pastore della no-stra Co-iiiunìlà
durainte restale.
La .sera -di -sabato, 27 aprile, nella sala
dell’U.G., il prof. Soggin ha a-Ocelta-to di
buon grado di essere sottopoeto a una
specie d’ì-nlervista sotto forma di varie
doniande -rivoltegli dal Pastore. Davanti
a Un buon numero d’iutervenuti, vivamente iiuleressatì, il prof. Soggin. ha risposto
a varie domande sul-la Re-pubblica Argenl-ina e particolarmenle sulla Facoltà di
Teologia di Buenos Ayres, sul moderno
Stalo d’Israele, dove egli ha soggiornato
per un a-uiio, e sulla nostra Facoltà dì
Tealogia di Roma. An-tìhe alcuni degli inlervenulì -hanno rivolto, alla fine, al prof.
Soggin, -alcune doinian-de a cui egli ha risposto esaurienitemente.
Al culto di domenica 28 aprile abbiamo
ascoltato il suo fervido messaggio per una
più imc-nisa vocazione a servire a il nostro Dio e la Chiesa -con maggiore zelo,
anche nel ca-mpo dei laici. La -colletta in
favore della nostra Facoltà ha dato un
notevole risultato.
Un vivo riugràzi-amento al Prof. Soggin
per la sua visita e -per quanto ci ha detto.
La Domenica della Famiglia Cristiana è
stata celebrata nel cullo del 5 -c. m. a cui
so-no stati preseuli an-che i ragazzi delle
nostre Scuole Domenicale e Bìblica, i q-ua-lii alila fine del oulto hanno ricevuto -una
rosa da portare alle loro mamme. Altre
ro-se sono state distribuite fra le madri
presenti. Abbiamo anticipato di una settimana questa festa perdliè il 12 maggio la
Chiesa Valdese di Napoli -celebrerà il cen.
tenario della sua fondazione d-n questa
città. Per questo grande awenimen-lo fer
vono i prepa-ra-Livi: è -stato da tempo elaborato il progra-inma e si stanno ultimando alcuni lavori e migliorameniti alla nostra sala di cullo. Riparleremo di questa
celobrazione con una cronaca dellagliata
in un prossimo numero del no-stro giornale, pensando che possa interessare i noslri lettori. Possiamo intanilo accennare
che è islaita posta sul muro esterno del palazzo, accanto alla porla d’ingresso sulla
frequentatissima via Duomo, una grande
tabella a vetri per la nostra sta-nipa, rin-nova-la e -molto niigliorala -la -tabella con
l’orario de-i .culli, data una -nuova disposizione, neM’intemo, ai banchi e all’harmo.
• uium, eoe.
Per tutte le spese concorrono i membri
delle tre Chiese Valdesi del na-polelano,
cioè: Via dei Cimbri, Vomero e Caivano,
clic -saranno tulle e tre presenti alla festa
del -centenario valdese di Napoli.
Decessi — Anclie se non apparteneuti
alla nostra Co-munità, ricordiamo i nomi
del Gr. Uff. Edmondo Henny e della signora Edith Leupin, maritata Mola, ambedue di nazionalità svizzera ma resideh-!i a Napoli da molti anni.
li Gr. Uff. Edmondo Henny, deceduto
il 17 aprile, era molto conosciuto a Napoli in tutto Taimibieute cittadino. Era
Presidente del Comitato della Chiesa Evan-gelica Elvetica.
La signora Edith Leupin io Mola, deceduta di venerdì santo, era la madre di
quattro ragazzi fra i 16 e i 6 anni, lutti
frequentanti i nostri corsi d’istruzione religiosa: catechismo, Scuola Biblica c Scuola Domenicale.
Alle -famiglie provate dal lutto, e specialmente ai quattro ragazzi Mola, le nostre vive -condoglianze e la nostra cristiana affettuosa simpatia.
F.F
Un matrimonio
a Caltanissetta
— Le domeniche 21 e 28 aprile, i culti
Bcno istatì presieduti rispettivamente dhi
fialelli Giosuè Ribet e Aldo Varese che ringraziamo sentitamente per la loro apprezzata collaborazione.
— Sempre il 28 aprile l’Unione delle Mailri di Trussan è stata presieduta dalla sorella Silvia Leger Sguazzoni e la Scuola domenica!? a Pian Faetto dalla monitrice Piera Clot. Vogliamo esprimere la nostra riconoscenza a queste nostre due sorelle.
— 11 5 maggio è stato amministrato il
Battesimo a tre bambini della nostra comunità: W ilma Giacomino di Enrico e di Barus Ida (Roccia), Marisa Giacomino d¡ Cesare e di Lidia Barus (Riovira), Daniele
Guglielmet di Guido e di Mafalda Clot
(Serre Giors). Che il Signore benedica questi agnellini del suo gregge e dia alle fa
miglie i doni necessari per la loro educazione secondo la Sua volontà.
— Sabato 11 maggio, dopo una lunga
malattia so-pportata con coraggio, il Signore ha richiamato a sé il nostro fratello Er
nesto Griglio dei Chiotti Inferiori all’età
di 58 anni. Il funerale è stato compiuto, alla presenza di un gran numero dì amici e
conoscenti, il 13 maggio alle 15. Chiediamo ancora al Signore di mandare ai famigliaci così duramente colpiti le consolazioni del suo Spirito Santo.
— Domenica 12 maggio la Corale e la
Scuola Domenicael della nostra Comunità
hanno partecipato aUa festa di canto per
l’alta Val Germanasca indetta a Perrero.
Vi hanno pure partecipalo la Corale di Perrero e le Scuole domenicali di Perrero e
Massello. Possiamo veramente compiacerci
pei il buon risultato di questo incentro e
sperare che i canti imparati dai coralisti e
ilai bambini passino presto nell’uso litui'
giro di tutta la Comunità.
— Preghiamo i membri di chiesa di Vilh'secca di prendere nota delle seguenti attività :
Damenica 19, alle 14,30 vi sarà a Chiotti
la chiusura delle Unioni e la festa delle
Madri.
11 Concistoro è convocalo per il giorno
lieirAscensione, subito dopo il culto che
sarà presieduto dal Maestro sig. Genre. Lo
stesso giorno, alle 7,30 avranno pure luogo gli esami di catechismo. Ricordiamo <-lic
gli esami sono pubblici.
Dome.nica 25 avrà luogo ai Cihiolli il noi-lro Bazar annuo. Dal 20 al 22 gli incaricali passeranno in lutti i quartieri per ritirare le offerte per la preparazione dei dolci
e delle altre attività del nostro Bazar (pesca, lotteria, banchi di vendita). Siamo ceiii che .indie quest’anno, come sempre, non
iiiancherà la collaborazione di tutti alla
buona riuscita del bazar.
l’Assemblea di Chiesa è convocala per
domenic.t 2 giugno, subito dopo il culto.
Il 20 aprile u. s. si sono uniti in matrimonio l’Avv. Angelo Giambarresì con la
Ins. Eliana Fiorenza entrambi di Rìesi. La
grande Sala di Culto di Caltanissetta addobbata a festa, ha visto arrivare man mano molli invitati in auto, in gran parte da
Riesì conosciuti e sconosciuti; per lo più
professionisti, fra i quali il Sindaco di Rie.
si. Gli spo-si sono arrivati a mezzogiorno
arcoltì da due ab di amici e parenti e dal
l'organo suonato dalla organista sig.na Noe.
■mi Nioosia.
La cerimonia è stata presieduta dal Pa.
store Tullio Vinay, il quale ispirandosi sn
Genesi 1: 27 e 2: 24 ha iUnstrato il matrimonio nella sua divina vocazione di coiiitine servizio d’amore che si dona, in cui
ni vive gli uni per gli altri nell’aga-pe di
Dio. Al termine c’é stato il tradizionale
dono agli sposi deUa S. Bibbia; oh’essa sia
per la nuova famìglia una salda base del
vincolo matrimoniale. Ancora da queste colonne formuliamo agli sposi i nostri an.
guri nel Signore.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 17.5. 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a ■ Torre Pellice (T.v
Acquistando i VINI MARSALA
dal fratello Garzia Salvatore, via
Cappuccini, 6, Marsala, conlrihuirele alla creazione di un fondo per
la coslruzione di un’Opera Evangelica in Marsala, in quanto lutto
il guadagno, e.scluso il mininio indispensabile al suo fabbUogno familiare, va devoluto per FOpcra
stessa.
Cartone propaganda 6 bottiglie
litro L. 2.400.
C-li'icdere lisiini prezzi.
La famig'lia del defunto
Pons Giovanni Pietro
profendamente commossa per le prove di simpatia ed affetto ricevute nel1.1 tragica circostanza che Tha colpita, ringrazia in special modo il Dott.
Quattrini ©d il personale dell’Ospeda
ìe Valdese di Pomaretto per le amorevoli cure prodigate al loro caro nei
due periodi di degenza; il Pastore Ri
voira, il Pastore Bouohard, e tutti
quanti presero parte al suo grande dolore con scritti, fiori e di presenza.
Pemaretto 30-4-1963
I figli e il genero della compianta
Hatty Monnet
ved. Pons
nell’impossibilità di ringraziare pe-rsonalmente, esprimono la loro riconoscenza a tutti coloro che di presenza
con scritti o con fiori presero parte ai
loro immenso dolore. Ringraziano il
Pastore Jahier, il dott. Pellizzaro ed
il dottor Giovanni Enrico Peyrot per
la gentilezza avuta verso la loro cara
mamma, i vicini di casa che hanno
dato dimostrazione di simpatia nells
lunga malattia della cara estinta.
Luserna S. Giov (ai Ricoun) 8-5-1963
« Io ho pazientemente aspettato
l’Eterno ed Egli s’è inclinato a
me ed ha ascoltato il mio grido».
(Salmo 40: 1)
Monsieur et Madame Fredy ReferSoulier à Bâle; Monsieur et Madame
Alfred Marino-Soulier; Madame Françoise Martinat; Monsieur François
Reynaud, en Italie; Monsieur et Madame Jean Reynaud, à Montévideo;
Monsieur et Madame René Martinat;
les familles Soulier, en Italie; les familles Marel-Revel, Balmas-Soulier, en
Suisse, Revel en Italie; le familles P.0 E. Marino; ainsi que les familles
parentes et alliées ont le profond chagrin de faire part du décès de
Mad. veuve Louis Soulier
née Jeanne Reynaud
leur très chère maman, belle-mère,
soeur, belle-soeur, tante, cousine, pa^
rente et amie, enlevée à leur tendre
affection le 2 mai 1963, après une cour,e maladie vaillamment supportée.
Selon le désir de la défunte, la famille ne portera pas le -deuil.
Oet avis tient lieu de lettre de faire
part.
Domicile: 24, chemin de la Colombe, Conches.
« Eternel mon Dieu, je me retire
près de toi»
12
N:
Cl
df
ci
ta
d;
lit
n¡
nt
df
St
re