1
&
ECO
DELLE WU VALDESI
bibuotbca valdese
10066 TORRE PEIL ICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno iiO - IVJ 11 ni. 40
Una copia Lire 100
ABBONAMENTI ^ L. 4.000 per l’interno
' L. 5.000 per l’estero
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Verso la terza assemblea della Federazione
delle Chiese evangeliche in Italia - Bologna, 1-4 Novembre
TORRE PELLICE - 12 Ottobre 1973
Amm. : Via Cavour, 1 bis ■ 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Predicare
in tutta la
S avvicina l’assemblea delle
chiese evangeliche federate, convocata a Bologna dal 1° al 4 novembre prossimo. È un avvenimento
di un certo rilievo, che speriamo
costituirà un passo avanti sia nel
cammino verso una maggiore coesione e cooperazione tra le chiese
evangeliche italiane (in questo settore si è appena agli inizi, il più resta da fare) sia nella ricerca della
nostra comune vocazione nel contesto religioso e politico del nostro paese.
« Uniti per l’Evangelo » — il
motto del Congresso evangelico
del 1965 — esprime bene, oggi ancora, il senso di una federazione
evangelica e di tutti gli sforzi che
si son fatti e ancora si faranno per
;)otenziarne i servizi e ampliarne
^ raggio dazione. La Federazione
.come ogni istituzione ecclesiastica) è una struttura che vale nella
misura in cui serve alla comunicazione dell Evangelo. Ci siamo avvicinati gli uni agli altri, e ci avvicineremo ancora, conhdando che
altri vorranno associarsi a questo
comune cammino, perché così speriamo di rispondere meglio alla
nostra vocazione comune, che è
di esistere e vivere per l’Evangelo.
Lo ribadisce, giustamente, il Consiglio della Federazione, nel suo
rapporto alla prossima assemblea
di Bologna, là dove dice: « La vocazione che accomuna tutti gli
'^’angelici italiani consìste nel pro< Unnare, testimoniare, annunziare
/ Evangelo a tutto il nostro popolo ». Siamo dunque accomunati,
fc derati dall’Evangelo: è chiaro inliiiti che non si può essere uniti
l’Evangelo se non si è uniti
chdl Evangelo; e noi non siamo
evangelici perché siamo uniti ma
siamo uniti perché siamo evangelici. D'altra parte l'Evangelo, che
è il fondamento della nostra comunione (o federazione), è anche
lo scopo del nostro stare e crescere insieme. Il lavoro federale si
propone quindi due obiettivi, che
in un certo senso sono anche i
suoi presupposti: esso tende da un
lato a verificare e consolidare la
nostra fondamentale unità creata
dfl//’Evangelo e dall’altra a esprimere questa unità in un comune
servizio per l’Evangelo.
È questo un punto fermo dal
quale non si potrà recedere: la
Federazione esiste in funzione dell'Evangelo e non in funzione di
un’unità che diventerebbe fine a
se stessa. Questo punto fermo ■—
la centralità, la priorità e il primato dell’Evangelo — ci qualifica come chiese evangeliche nel contesto
cattolico in cui viviamo e operiamo. La grande differenza, tuttora
esistente, tra cattolicesimo e protestantesimo è sostanzialmente
questa: che il dogma fondamentale del cattolicesimo è la chiesa,
mentre il « dogma » (se così si può
dire) fondamentale del protestantesimo è l’Evangelo. Quello che ci
sta a cuore, quello per cui volentieri spendiamo la vita è l’Evangelo. Conosciamo certo il discorso
di quanti sostengono (non senza
qualche ragione) che Evangelo e
chiesa non sono realtà alternative,
al contrario si richiamano a vicenda: non c’è chiesa senza Evangelo
e non c’è Evangelo senza chiesa.
D’accordo. Purché sia altrettanto
chiaro che l’Evangelo non è la
il Regno di Dio
sua concretezza
Di ritorno da Saigon, Tallio Vinav
rííerísce solia sitnazione
dal prigionieri politici sodvietnamiti
chiesa e la chiesa non è l’Evangelo!
Ma allora, cos’è l’Evangelo? Abbiamo detto che saremo davvero
uniti per l’Evangelo nella misura
in cui saremo uniti dall’Evangela.
Ma oggi l’Evangelo ci unisce veramente? Q piuttosto non ci divide?
Oltreché molte chiese, non ci sono
forse oggi anche molti evangeli,
contrariamente a quanto accadeva
nella cristianità del primo secolo
che non riconosceva « un altro
evangelo » (Calati 1: 7) accanto a
quello apostolico? Questi interrogativi, ed altri analoghi, sono legittimi e l’assemblea di Bplogna
ne terrà certamente conto. L’Evangelo ci unisce nella misura in cui
ci accordiamo sul suo contenuto
fondamentale. Il Consiglio della
Federazione, nel suo rapporto, fa
una proposta al riguardo, e .ha fatto bene a farla: è necessario, se
pure rischioso, non restare nel generico e precisare il più possibile
cosa intendiamo, oggi, per « evangelo ».
Secondo il Consiglio « nel momento attuale dovremmo accentuar ¿"decisamente la predicazione
del Regno di Dio, in 'tutta la sua
concretezza, così come la troviamo
nei primi evangeli ». È lecito attendersi, e comunque è auspicabile, che l’assemblea di Bologna riprenda questa proposta, la discuta, la valuti e si pronunci in merito. Sarebbe ottima cosa se cominciasse a profilarsi, tra di noi, un
certo consenso teologico intorno
al contenuto dell’Evangelo in vista
della predicazione nel nostro tempo.
Vi è un secondo punto della relazione del Consiglio che merita
di essere rilevato. È quello sui rapporti tra chiese-membro e chiese
non-membro della Federazione.
Dice il Consiglio: « La Federazio
ne non può accontentarsi dello
statuquo, non può cioè accettare
serenamente quella che risulta essere di fatto una divisione del protestantesimo italiano tra "federati” e "non-f edera ti", divisione questa che non risponde a nessuna
realtà fondamen ; ale sia perché sulle più discusse euestioni... le divisioni non corrono lungo i confini
denominazionali bensì all’interno
di ciascuna chieda o denominazione, e, specialmente, perché tali divisioni non separano la vera dalla
falsa fede ma di: inguono soltanto
diversi modi di comprendere la
realtà... ». Noi < mdividiamo questo parere del onsiglio della Federazione, che e : nivale a una proposta di frateri ùà libera ma impegnata da pari, di tutte le chiese
e movimenti e Angelici all’opera
in Italia. Qui j n c’è davvero il
proposito di ir ' Agimentare nessuno, c’è un invite ad allargare i nostri orizzonti e. perché no, anche
un po’ i nostri mori, e capire che
l’Evangelo, grazie a Dio, è più
grande della no; tra chiesa e suscita discepoli e testimoni, quindi
fratelli, anche fuori dèi suoi limiti.
Occorre finalmente bandire ogni
settarismo, ogni gretto particolarismo, ogni egoismo denominazionale: quanto più siamo settari tanto più siamo prigionieri di noi
stessi, quindi meno liberi per lo
Evangelo e per gii uomini. L’incontro interdenoi li inazionale, .ad
esempio nel quadro di una struttura federativa, è liii limite non alla nostra libertà ma al nostro isolamento, è una occasione di fraternità allargata ed e\ cntualmente discussa ma sempre preferibile alle
nostre solitudini denominazionali
che non fanno de! bene né a noi
né all’Evangelo.
Paolo Ricca
Roma (NEV) — Il pastore Tullio Vinay ha parlato in una conferenza stampa sulla situazione dei prigionieri politici nel Vietnam del Sud. Egli era
appena rientrato da Saigon, dov’era
stato inviato per conto di un’organizzazione internazionale per la liberazione dei prigionieri politici nel Vietnam.
Tullio Vinay ha presentato un rapporto dettagliato sui diversi contatti
avuti nel Vietnam del Sud. « I prigionieri politici — ha detto — sono valutati circa duecentomila. Chiunque può
essere arrestato e tenuto in carcere
senza giudizio o anche dopo essere stato riconosciuto non passibile di giudizio. La maggior parte dei prigionieri
sono raccolti neU’“inferno” di Com
Son, un'isola nella quale possono vìvere per aprii senza alcun contatto con
i loro familiari o con chicchessia. Una
tazza di riso e d’acqua una volta al
giorno, questo il loro unico cibo. Nelle vicinanze di un altro carcere nel giro di pochi mesi sono stati contati oltre diecimila cadaveri, e si teme che
tale possa essere in avvenire la sorte
di molti altri. Thieu conta su un'interpretazione controversa degli Accordi
di Parigi per condurre un’eliminazione in massa di prigionieri. L'unica voce che ho udito in ogni parte del paese, dovunque sia andato — ha detto il
pastore Vinay — è stata: “Fate che il
mondo sappia, prima che sia troppo
tardi’’. Questo appello è d’importanza
particolare in questi giorni nei quali
il Congresso statunitense si propone
di esaminare i programmi di aiuto al
Sud-Vietnam. Questo programma include forti fondi in denaro per finanziare operazioni militari, il che permetterebbe a Thieu di mantenere e rafforzare l’attuale repressione dei prigionieri politici ».
Il pastore Vinay si disponeva a incontrare il Ministro italiano per gli
Affari esteri, Aldo Moro, e il segretario generale del Consiglio ecumenico
delle Chiese, Philip Potter, per informarli circa la sua indagine nel 'Vietnam del Sud. Philip Potter e Tullio
Vinay erano poi attesi per un’intervista alla televisione svizzera.
N. B. — Ricordiamo il libro pubblicato — senza fini di lucro; l’intero ricavato sarà devoluto in favore dei
prigionieri politici sudvietnamiti —
dalla Sezione italiana del Comitato internazionale per salvare i prigionieri
politici del Sud Vietnam (Via S. Maria dell’Anima, Roma): 1 prigionieri di
Saigon: le prove (pag. 219, numerose
illustrazioni, L. 1.000); il volume può
essere richiesto pure alla Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia, Via
Firenze 38, 00184 Roma.
Il 13 e 14 ottobre è convocata a Messina
la Conferenza straordinaria del VI Distretto
Tracciare un piano di lavoro
in comune, per zone
La Commissione del VI Distretto
(Calabria-Sicilia) ha convocato per il
week-end 13-14 corr., a Messina, una
Conferenza straordinaria delle chiese
del Distretto. Lo scopo di questa conferenza è di esaminare la situazione attuale del campo di lavoro e le possibilità di un lavoro in comune, per zona.
Come già annunciato, vi sono stati
alcuni movimenti, nel Distretto: il pastore Teodoro Magri è stato trasferito
da Caltanissetta a Messina e Reggio
Calabria; l’anziano evangelista Arrigo
Bonnes è stato trasferito da Forano a
Caltanissetta; nel quadro del lavoro
integrato con la Chiesa Metodista il
past. Alfonso Manocchio è stato incaricato della cura della Diaspora trapane
Il Portogallo “ospite d'oaore" alla Flora di i Manna
Ferma reazione delle
Losanna (soepi) — La giornata di
apertura del « Comptoir » svizzero è
stala caratterizzata da tafferugli fra
polizia e gruppi di manifestanti che
hanno dimostrato contro la presenza
del Portogallo a questa fiera commerciale, che ha avuto luogo nello scorso
mese di settembre a Losanna.
Il fatto che il Portogallo, conosciuto per i suoi misfatti nelle colonie del
Mozambico, Angola e Guinea Bissao,
sia stato quest’anno l’ospite d’onore
della fiera svizzera ha provocato diverse reazioni contrarie da parte di ambienti ecclesiastici. La Federazione delle Chiese protestanti svizzere (FCPS)
ha fatto sapere al Dipartimento politico federale « che si manifestava una
seria e crescente inquietudine negli
ambienti ecclesiastici, inquietudine
causata dalla partecipazione — a se
guito dell’invito rivoltogli — del Portogallo alla rassegna svizzera ».
Nel ricordare alle autorità politiche
svizzere che sia nel Portogallo che nelle sue colonie regna un terrore politico, la FCPS si stupisce che « proprio
una simile dittatura e potenza coloniale sia stata invitata a Losanna come
ospite d’onore » e si dice spiacente che
dei punti di vista di ordine economico
abbiano prevalso sui princìpi morali
nella decisione di invitare quel paese.
Nello stesso recinto della fiera svizzera, nei pressi del padiglione del Portogallo, la Chiesa del cantone di Vaud
ha distribuito una breve documentazione sulla Chiesa presbiteriana in Mozambico di cui parecchi membri era
no stati messi in prigione dalle autorità portoghesi l’anno scorso e di cui
diversi sono morti in detenzione. Sono.pure state fatte delle contro-esposizioni a Losanna per attirare l’attenzione su « CIÒ che non vedrete nel padiglione del Portogallo ».
Il vescovo di Losanna, Ginevra e
Friburgo, mons. Mamie è stato criticato dagli organizzatori della mostra
per il suo lifiuto di assistere alle manifestazioni ufficiali.
Qualche giorno prima dell’apertura
della nei a, il Centro Europa-Terzo
mondo ha presentato al pubblico un
nuovo studio dal titolo « Svizzera-Portogallo» e pubblicato in collaborazione col centro di investigazione sul colonialismo portoghese. Questo lavoro
la il punto sulle relazioni economiche
Ira 1 due paesi e sulle loro conseguenghese^’" il regime colonialista porto
lllilllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllKllllllllllllllllllllllllllllli'l
Zwingli in spagnolo
Qualche tempo fa abbiamo dato notizia della ^ pubblicazione di una seria
biografia di Lutero, da parte di uno studioso cattolico spagnolo. A poco a poco
il pensiero dei Riformatori ritorna, dopo secoli, a metter piede in Spagna. Alla fine di agosto è apparso a Barcellona
un libro singolare: una scelta delle opere principali di Zwingli in versione spagnola, con il titolo Zuinglio Antologia.
Il prof. Manuel Gutiérrez Marín, in re
Chiese
lazione con l’Istituto svizzero per la storia della Riforma e con il Consiglio ecclesiastico del Cantone di Zurigo, ha
tradotto in spagnolo gli scritti più significativi e rappresentativi del riformatore zurighese: accanto ai « Schlussreden » e alle opere teologiche fondamentali, fra le quali « Il pastore », si
trovano pure il « Canto di Zwingli » e
il canto scritto da Zwingli in occasione
della peste e altre significative operette
minori.
Il volumetto, la cui pubblicazione era
stata in origine pensata come contributo al giubileo zwingliano del 1969, segue antologie analoghe dedicate a Lutero e a CaÌvino e rappresenta un evento nella vita della Chiesa.
• Una campagna per la liberazione
dei prigionieri politici in Sud Vietnam (che ammontano a centinaia di
migliaia) è stata lanciata da un comitato composto da dirigenti di chiese
americane, fra cui l’ex segretario generale del Consiglio ecumenico delle
Chiese E. C. Blake. La campagna è organizzata da Don Luce, il primo ad
aver gettato l’allarme sull’esistenza
delle « gabbie di tigre ». Lo scopo di
questa campagna è quello di attirare
l’attenzione del Congresso su questa
situazione, di organizzare dei culti e
delle veglie e di indurre i grandi mezzi di comunicazione a informare il
pubblico sulla sorte dei prigionieri.
se, in sostituzione del past. P. V. Panasela, che sarà totalmente assorbito dal
lavoro del Centro Diaconale di Palermo (e che è pi;re stato provato nella
salute, ma grazie a Dio è ora in condizioni nettamente migliorate). Mentre a
Catania il past. S. Giambarresi ha potuto riprendere il suo ministero, interrotto per alcuni mesi per ragioni di salute, a Riesi il Consiglio di chiesa continua ad assumere collegialmente la responsabilità pastorale in loco.
Anche se le forze pastorali nel Distretto, e in particolare in Sicilia, sono
state rafforzate dall’arrivo di una nuova persona, resta sentita l’esigenza di
un più organico coordinamento del lavoro in questa vasta diaspora. Ecco
come il past. Georges Paschoud, presidente della Commissione Distrettuale,
presenta questa esigenza:
« Credo che sia possibile proporre
un piano di lavoro fatto in comune,
cioè di un pastorato assunto da laici,
pastori ed evangelisti, pur tenendo
conto delle situazioni locali, delle distanze e delle concezioni molto diverse
per quanto riguarda la testimonianza
e la presenza della chiesa nel paese.
Ma come impostare un lavoro di questo genere nella nostra situazione? Mi
sembra utile precisare alcuni punti
prima di proporre un piano qualsiasi:
1) Non trascurare la realtà. Prima di
tutto, dobbiamo sottometterci ad una
analisi realistica della situazione delle
nostre chiese e cercare di essere aderenti ai fatti come sono. Se vogliamo
tentare una soluzione, non possiamo
essere né dei sognatori, né degli utopisti che avrebbero soluzioni irreali da
proporre, né dei credenti che rimpiangono il passato.
2) La marcia nel deserto. Da alcuni
anni parliamo nel distretto della possibilità di avere un teologo itinerante,
progetto che rimane allo stato di progetto per diverse ragioni più o meno
discutibili; ma la vera ragione potrebbe trovarsi nel rifiuto delle comunità
di prendere la strada del deserto, perché siamo ancora troppo prigionieri
delle nostre abitudini e paurosi davanti alle decisioni da prendere.
3) Una lunga marcia. Da parecchi
anni si sente parlare del rinnovamento
della chiesa, della scoperta dei doni e
carismi e della messa in pratica dei
diversi ministeri. Da parecchi anni ci
sono stati dei tentativi... e poi ci sembra che stiamo sempre nello stesso immobilismo... Lunga sarà la marcia se
accettiamo un piano di lavoro in comune.
4) Semplicità. Se non dobbiamo trascurare la realtà, non dobbiamo neppure fare la rivoluzione violenta, abo
(continua a pag. 3)
2
pag. 2
COMMENTO BIBLICO PI.GIORGIO BOUCHARD PER UNA « VITA SEMPLICE » DALLE MOTIVAZIONI CRISTIANE
•-v*w ... i Oi *
Una fede insistente Ricerca di un atteggiamento cristiano
I J.^11.^ I _ W m ■ I _ i ha « messo la sua fìrma » a m/->.
L’esempio paradossale della povera vedova insistente verso il creato
CI mette in guardia dal rischio di disperdere la fede
Questa domanda è lecita, e Gesù non
la sconfessa: tuttavia, egli ci fa notare
che questa preoccupazione non deve
andare oltre un certo limite, non deve
diventare un'ossessione. C’è anche qualcos’altro di cui i credenti dovrebbero
preoccuparsi: in che condizioni si troveranno loro, quando la giustizia di Dio
sarà manifestata? « Quando il Figliol
dell’uomo verrà, troverà egli ancora la
fede sulla terra? ». Mentre le domande
sulla data della venuta del Regno di
Dio sono puramente teoriche, questa
è invece una domanda pratica: la nostra fede è all’altezza di quello che ci
aspettiamo da Dio? Non corre essa il
rischio di logorarsi o addirittura di dissolversi?
Nessun credente che viva ne 1 tempo
moderno può negare la gravità di questa domanda: molti di noi rischiamo
non di « perdere » ma di disperdere la
loro fede: sarebbe così comodo per noi
amministrare semplicemente il patrimonio morale che abbiamo ricevuto
dalla Parola di Dio, impegnandoci seriamente nella vita del mondo: e questo basterebbe certamente a dare un
senso all’opera della nostra generazio
noi smettessimo di leggere la Bibbia
di pregare, di andare al culto in chiesa,
avremmo più tempo per operare come
cristiani in mezzo agli uomini di oggi.
Ciò non significherebbe rinnegare la fede: molti di noi hanno ricevuto dall’Evangelo una tale « carica », che resteranno cristiani fino alla morte. Ciò
significherebbe però delegare la fede a
qualcun altro: noi lavoriamo, altri pregano, insegnano. Ma ciò è impossibile:
la fede non si delega, come non si delegano le opere. E chi opera come cristiano in faccia al mondo — e grazie
r' riio ve n’è più d’uno — è responsabile
della sua fede: come uomo di fede è
partito, come uomo di fede deve arrivare.
Perché il Figliuol dell’uomo verrà, e
ci chiederà conto sia delle nostre opere
che della nostra fede. In quel Giorno
la giustizia di Dio si manifesterà in
tutto il mondo e davanti a tutti gli uomini. È importante che in quel Giorno
sia manifestata anche l’unica giustizia
che noi possiamo avere: la giustizia
fisso.
Giorgio Bouchard
(Luca 18, 1-8)
Questa parola è stata scritta in un
tempo di persecuzione: i credenti sono
repressi, minacciati, e si domandano:
« quapdo mai il Signore manifesterà la
sua giustizia nel mondo? ». Come spesso accade, all’incertezza esterna si accompagna l’incertezza interna, il dubbio che scava e rode la fede.
A questo dubbio risponde la parabola di Gesù. Come tante altre parabole,
essa rievoca una situazione familiare
agli ascoltatori di Gesù: c’è un villaggio, una cittadina, con i suoi problemi
e i suoi conflitti, con i suoi deboli e i
suoi forti.
I deboli sono rappresentati dalla vedova: la figura che in tutta la civiltà
antica rappresenta, per eccellenza, le
categorie senza difesa e senza « appoggi »: non è detto che si tratti per forza
di una persona anziana: può anche essere una donna giovane, carica di figli,
quasi disoccupata, insidiata nei pochi
beni che possiede — forse un prato, il
diritto su un bosco, o una quota di eredità — da qualcuno che è più ricco e
potente di lei.
Per rivendicare il suo diritto la vedova si rivolge al giudice — noi diremo:
al pretore — che sta lì nel villaggio
proprio per decidere queste cause piccole, ma così importanti per la piccola
gente. Ma il giudice sta dalla parte dei
forti, e non trova tempo per la causa
della vedova: la pratica trascina così
per mesi e mesi, mentre i bambini della vedova piangono, e il suo volto si
riempie di rughe.
Ma la vedova non si arrende, e fa ricorso all'arma dei deboli, degli oppressi: la tenacia, la resistenza di lunga durata: preme continuamente sul pretore, torna ed insiste: alla fine quello,
stanco più che irritato, si decide a risolvere la causa a favore della vedova,
per metterla una buona volta a tacere,
per non pigliarsi, come diremmo oggi,
1’« esaurimento nervoso ».
La parabola è finita: qual è il suo
scopo?
Può essere un invito alla tenacia, alla
resistenza: quando i credenti sono in
difficoltà, in pericolo, in sofferenza, essi
hanno una prande risorsa: prendere
esempio dalla vedova, e non arrendersi
mai. Presto o tardi verrà la vittoria, o
almeno la liberazione.
Effettivamente, i veri cristiani hanno
una enorme capacità di resistenza: chi
è abituato a leggere i vangeli e i salmi
ha verso la vita un atteggiamento inconfondibile: un atteggiamento in cui
forza ed elasticità, sofferenza e speranza si fondono insieme e creano una
forza invincibile.
Tutto questo è vero, e merita di essere sottolineato.
Ma mentre noi ci aspetteremmo che
Gesù dica: « prendete esempio dalla
vedova », troviamo che egli invece conclude così: « ascoltate quel che dice il
giudice iniquo ». Il centro della parabola non è dunque la vedova, ma il
giudice, e il suo comportamento storto
e opportunista.
Gesù intende dunque dire: voi credenti pregate il Signore con insistenza
e con dolore, e vi sembra che Dio tardi
a rispondervi: voi chiedete di essere liberati dall’ingiustizia e dall’oppressione, ma qualche volta il Signore vi sembra sordo a questa richiesta. E così
cominciate a dubitare di lui: ma sbagliate. Infine, se perfino il giudice iniquo ha finito per dar ragione alla vedove, quanto più Iddio, che non è iniquo ma giusto, risponderà alla vostra
angoscia, e stabilirà la giustizia sulla
terra.
Con un esempio paradossale, Gesù
afferma dunque la sovrana giustizia di
Dio. Gesù non dice, come ha detto
qualche scrittore del nostro secolo, che
la giustizia di Dio è incomprensibile,
insondabile, inafferrabile: una tale giustizia sarebbe puro arbitrio, sia pure
un arbitrio « divino »: e adorarla senza discussione sarebbe solo reprimere
una specie di complesso d’inferiorità
a livello cosmico-universale.
No: Dio è giusto, e la giustizia è stata espressa con chiarezza nella Bibbia,
e realizzata completamente nella vita
di Gesù: se c’è un común denominatore di tutta l’opera di Gesù, di tutte
le sue parole, è proprio la giustizia assoluta, la sintesi della logica e dell’amore.
Certo, è una giustizia che ha i suoi
modi e i suoi tempi: e il suo tempo
centrale è stato la croce di Gesù stesso.
Perciò è comprensibile che i credenti
siano in ansia, e chiedano a Dio: quando manifesterai la tua giustizia a tutti
gli uomini? Quando renderai giustizia ,
a chi ha sperato e confidato in te sol- secolo superbo è ancora ghiotto,
tanto? l’Evangelo esige incessantemente nuovi
martiri (cioè, in greco, testimoni). Ma
filili....Illlllllllllll.limi....Illllll. questi martiri sanno di dare la propria
. ... — come la dava Gesù Cristo — per
9 Alcuni rappresentanti di chiese una verità che supera la causa attuale
scandinave hanno dichiarato che e locale della loro sofferenza. Chi fa« non basta che i paesi nordici aiuti- rebbe a Dietrich Bonhoeffer l'offesa di
Sembra che incominciamo a renderci conto che la terra è come una nave
spaziale che non ha altre risorse all’infuori di quelle che contiene in sé e
che rischia di consumarle tutte entro
pochi decenni. E molte sono le voci —
anche di autorevoli scienziati — che si
levano invocando soluzioni politicotecnologiche per preservare l’ambiente vitale, ma pochi salgono più a monte: alla ribellione dell’uomo verso Dio.
Questa ricerca vuole essere un tentativo di guardare il problema ecologico in una manièra conforme alla volontà di Dio per il suo creato. Perché è
giunta l’ora in cui, se non cominciamo
a « dominare » sul mondo in modo
conforme alla volontà di Chi Tha creato, non ci sarà scampo alla catastrofe
predetta dagli scienziati. Sono convinta che la Parola di Dio ha qualcosa da
dirci in merito per indicarci la giusta
linea di condotta e di ricerca per vivere senza distruggere l’ambiente vitale, pur rispettando le esigenze dell’uomo,
Per vederci chiaro è necessario rifarci alla stessa creazione del mondo.
Senza grandi pretese scientifiche lo
scrittore biblico ha illustrato molto
ha « messo la sua firma » a questo modo di essere Signore, facendolo risorgere dalla morte.
, . . Come dobbiamo dominare la terra?
« bene-essere » per convincersi della Rispettando il creato e servendo sii
cm-r„7,nn. rhp rrì,^t,.rr,r, altri, piuttosto che noi Stessi. Q, co
me dice Paolo: « ...avendo ciascuno di
corruzione che mietiamo.
Ma torniamo all’Antico Testamento:
già allora Dio diceva tramite i profeti
che l'uomo non è da considerarsi staccato dal creato tutto. Se i profeti avvertono la nazione d’Israele che dovrà pagare le spese del suo egoismo e
peccato, predicono altresì il godimento del creato intero quando il popolo
si sarà pentito, e ritornerà dall’Eterno:
« Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa; si coprirà di fiori e festeggerà con giubilo e canti
d’esultanza... delle acque sgorgheranno nel deserto, e dei torrenti
nella solitudine» (Isaia 35). «Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo giacerà col capretto... poiché la
voi riguardo non alle cose proprie, ma
anche a quelle degli altri ». In questo
momento storica « gli altri » sono le
prossime due o tre generazioni, alle
quali rischiamo di togliere il diritto
di vita per soddisfare il nostro desiderio di vivere « bene ».
Dobbiamo cambiare il nostro modo
di vivere « bene ». Se fino ad oggi ci è
sembrato del tutto naturale comprare, buttare, e comprare nuovo, ora
dobbiamo chiederci se vivere nell’abbondanza non sia altrettanto peccaminoso quanto tante cose che fin'ora abbiarno considerato immorali. Noi oggi ci troviamo davanti ad una scelta
morale.
Quando si vive nella povertà non è
terra sarà ripiena della conoscenza Questa necessità di scelta.
dell’Eterno...» (Isaia 11).
« Ti fidanzerò a me in fedeltà, e
tu conoscerai l’Eterno. E in quel
giorno avverrà ch’io ti risponderò,
dice l’Eterno: risponderò al cielo,
ed esso risponderà alla terra; e la
perché già si ha appena il necessario
per vivere; ma quando arriviamo ad
essere abbastanza abbienti, dobbiamo
sapere scegliere solo il necessario e
resistere al superfluo, perché in proporzione sono più i pochi benestanti
ne, a cui il mondo chiede giustamente bene il perché della creazione, per cui
di mostrargli delle opere, e non solo tipi possiamo dedurre un giusto attegdelle parole. giamento verso le cose create. Nel suo
all’olio, e questi risponderanno a
Jizreel » (Qsea 2).
Si potrebbe addirittura dire che se ’ ni Paolo^qulndo scrivef^“ pensiero
gioia di Dio quando guarda l’opera
sua: « E l’Eterno vide che tutto dò
era molto buono ». Insomma, tutto
funzionava molto bene.
Se tutto era « buono » allorché Dio
l’ha creato, che cosa è successo nel
frattempo? Qualcuno ne ha deviato
l’andamento armonioso, e questo è
stato l’uomo con le sue scelte sbagliate. Il primo uomo non ebbe fiducia in
Dio e, ieri come oggi, noi seguiamo
nei suoi passi. È conforme col nostro
intendimento della giustizia di Dio che
l’uomo soffra le conseguenze della sua
ribellione; però, abbiamo mai considerato la possibilità che anche il creato soffra queste conseguenze? Possiamo interpretare anche in questo senso le parole di Paolo ai Calati:
terra risponderà al grano, al vino f a repentaglio il mondo, che
nit’nUr. „ n,,ccti ----- .1 le masse povere.
Questo non per esaltare la povertà,
rna per esortarci a una semplicità di
Vita. Ci vorrà una forte motivazione
pei resistere alle molteplici tentazioni
di spendere a piacere questi soldi che
in
« Poiché la creazione con brama
intensa aspetta la manifestazione ci mancano: per continuare a usa'
dei figliuoli di Dio: perché la crea- i vecchi mobili piuttosto che rimo
zione è stata sottoposta alla vani- vernarli, per non seguire la moda a
tà, non di sua propria volontà ma t'Jtti i costi, per decidere di limitarci
a cagione di colui che ve l’ha sotto- ^ stipendio in famiglia, per
posta, non senza speranza però che soffrire ancora il caldo piuttosto che
la creazione stessa sarà anch’ella mettere il condizionatore, per usare i
liberata dalla servitù della corru- mezzi pubblici, ecc.
done per entrare nella libertà del- Se una volta non c’erano queste ten
fisliuoli di Dio » (Ro- tazioni perché la vita era più ristretta, ora potrernmo aspirare a livelli di
vita sempre più agiati, e perciò ci vuole una scelta cosciente da parte nostra di vivere in volontaria austerità
scegliendo quel che è veramente necessario per una vita semplice. Vii.ere cosi in mezzo a una società cJie
('benessere», ci darà un’idea
mani 8).
Forse ora che ci stiamo accorgendo
del pericolo di corruzione in cui ver■sa la terra, prenderemo più sul serio
queste parole e ci comporteremo in
inerito. Forse non diremo più, davanti alla morte o ad una catastrofe
Non V ingannate; non ci si può turale: «era la volontà di Dio», per- . , , - ■ - —......
beffare di Dio; poiché quello che ché avremo capito che la sua volontà bene, perché cominceremo
lUfJIÌ?' seminato, quello pure è che tutto sia « buono »; la sofferen- ^considerare quel che è veramente be
za è conseguenza della mancata armo- Per noi: rispondere al fine per il
nia portata dal peccato dell’uomo. Quale «amo stati creati, cioè dare gi,,È interessante a questo punto lo ^ b>io.
studio delle reazioni di paura nelle Perciò usiamo con umile gratitudine
mieterà. Perché chi semina per la
propria carne, mieterà dalla carne
corruzione... » (6: 7-8).
Soddisfare ogni nostro vano deside
che viene dalla fede in Cristo croci- ® forse un seminare per la piante quando si sentono minacciate. Quel che è necessario per vivere s
carne? Basti considerare l’enorme Allora, è proprio vero che le creature ^a lusso e lo Spirito del Dio viven
carne?
quantità di immondizia che si accumula in questa società del così detto
RIFLESSIONI SUL MINISTERO PASTORALE
La distanza critica
non sono oggetti passivi da « dominare » come vogliamo, ma che soffrono
realmente per la nostra maniera di vivere?
È generalmente riconosciuto che sia
il maggiore consumo delle risorse della terra sia il maggiore inquinamento
dell’ambiente è causato dai paesi industrializzati, anche se non rappresentano la maggioranza della popolazione
CI suggerirà modi più degni per usare il nostro danaro. Forse così non
aiuteremo rincremento della produttività (ossia, consumo); ma l’economia
del mondo dovrà cambiare radicalmente .se vogliamo evitare il disastro
ecologico sul quale siamo stati avvertiti, non da qualche setta fanatica,
ben,sì da scienziati allarmati.
Dio stesso ci richiama atlraver,
mondiale. Qra, è anche vero che que- questi uomini e attraverso la sua Pa
chi t-XQV ì/-. J._____T <-» _ XX._1_
J.-F. Rebeaud è un pastore riformato romando che ha iniziato il suo
ministero fra noi, in Italia. È uno
dei redattori del mensile romando
« Le Protestant », sul quale fra l’altro riflette frequentemente echi della vita evangelica (e cattolica) in
Italia. Sull’ultimo numero del periodico abbiamo letto questo suo scritto, che può interessare anche noi.
Non giudizi, tanto meno a senso
unico, ma riflessioni, invito alla riflessione per noi cristiani sempre
così renitenti, tutti, a serbare « la
distanza critica ».
« Nessuno può servire due padroni... », e il pastore è di coloro che hanno scelto Gesù Cristo. Questa scelta
cornporta una effettiva distanza critica
nei confronti di ogni impegno, sia esso
sociale o politico, sia — orribile a dirsi! — ecclesiastico o religioso. Si dirà
che manca di spontaneità, colui che
imn è niù abbastanza candido per credere che l’Evangelo sia incarnato dai...
giovani, dagli hippies cristiani, dalla sinistra estrema, dal proletariato; ma il
lavoro che si è fatto per scollare l’etichetta cristiana dalle nozioni di classe
borghese, di persona perbene e "arrivata”, di democrazia di tipo americano, di ecumenismo ufficiale, di religione cristiana, potrebbe ben prolungare
i suoi effetti devastatori: le rivoluzioni
culturali animano anch’esse le mode
teologiche!
Senza dubbio alcune prove comportano ed esigono l’impegno doloroso, la
lacerazione fra un male maggiore e un
male minore. Chi rifiuta questo con il
pretesto di serbare la distanza critica,
manca allora di coraggio; quando regna la persecuzione della quale il no
lui la coscienza che nulla di ciò che
l’uomo fa, per quanto giustificato possa sen'ibrare, è mai giusto al punto di
sfuggire al giudizio di Dio: che nulla di
umano può pretendere d’incarnare la
presenza, l’azione o le parole di Dio, se
non per bagliori effimeri della grazia
che s’impadronisce della fede e nei
quali, appunto, la fede discerne ciò che
fa Dio, non ciò che l’uomo inventa.
Precaria è questa posizione, fra il disimpegno assoluto di colui che ha capito la vanità di ogni cosa (l’illuminato,
il buddha) e la partecipazione totale
di colui che s’incarna nel gioco umano al punto di confondersi con la causa temporale di un partito o di un
gruppo d’interesse. L’incarnazione
evangelica di Cristo, fatta del dono di
se e del giudizio pronunciato sul mondo, è di fatto la via regale, una cresta
sottile sulla quale bisogna camminare
afferrandosi a due mani, perché il vento soffia, e da ogni parte!
Che io sia riconoscente di poter riflettere liberamente in questi tempi di
pace superficiale! Venga tardi, il più
tardi possibile il giorno in cui occorrerà gettarsi a corpo morto (in senso
stretto) in una lotta equivoca! Chi dice
lotta, infatti, dice violenza, e i cristiani dell’America del Sud, o i giovani in
sti sono per lo più i Paesi tradizionalmente « cristiani ». Credo che questo
nostro sviluppo predominante abbia anche una spiegazione teologica, perché
nella tradizione giudeo-cristiana ci si
è sempre considerati « padroni » delle
cose create e non già bisognosi di
adorarle o temerle. Questa libertà ci
ha permesso di usufruire del creato
senza esitazioni o senso di colpa per
soddisfare prima i nostri bisogni e
poi i nostri desideri. Però credo che
abbiamo frainteso la parola « rendetevela soggetta ». Non vuole dirci di
non adorare il creato, di esserne al di
sopra? Ma noi l'abbiamo inteso come
« sfruttare a piacere ».
Se una teologia della padronanza
sul creato ci ha resi sfruttatori incoscienti della terra, è ora che una teologìa del servizio trasformi radicalmente lo stile di vita dell’occidente
« cristiano » e « sviluppato ». Non si
tratta più di trovare nuove tecniche e
leggi per evitare l’inquinamento, ma
di abbassare notevolmente il nostro
assurdo livello di vita. Ma, per fare
questo, dovremmo essere fortemente
motivati, dovremmo cambiare di men
rola. sernpre attuale. Cosa mai ci vorrà perché gli uomini ci prestino attenzione? Eppure Dio non vuole la nostra rovina, ma che ci pentiamo e
cerchiarno la nostra salvezza in Lui.
Ascoltiamo nuovamente la sua Parola e convertiamoci, perché il Regno
di Dio è vicino.
Phggy Bertolino
lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllliiiiiiiilllf
I teologi delle Facoltà
protestanti latine
a convegno
Da parecchi anni i docenti e i “dottorandi” (cioè coloro che stanno lavorando al conseguimento di un dottorato in teologia) delle Facoltà teologiche protestanti dei Paesi latini usano
ritrovarsi, ogni due anni, per alcune
giornate di studio e dibattito; una delle Facoltà, a turno, ospita le altre. Quest’anno il turno toccava alla Facoltà di
Losanna, che dal 20 al 24 settembre
no i paesi sottosviluppati: è necessario che essi riconoscano l’importanza
delle relazioni commerciali ». Inoltre
« le chiese non possono conformarsi
alla regola generale che consiste nel
non vedere che gli interessi del proprio paese. Esse devono anche riconoscere i diritti delle altre nazioni e
lanciare appelli alpe ntimento per lo
sfruttamento di cui il Terzo mondo è
vittima ».
pensare che un complotto contro
Hitler era, per lui, l’incarnazione della
giustizia dell’Evangelo? Eppure, dato
che per questo è morto, chi gli negherebbe l’onore di essere morto per fedeltà a Gesù Cristo? Perché non poteva
servire due padroni.
La distanza critica non fa del pastore un uomo delicato, un essere superiore che si lava le mani dei compromessi del mondo. Essa serba però viva in
tellettuali cristiani d’Italia, di Francia stessi nipotini, perché i tempi urgono,
e d’altri paesi sono mutilati dall’alter- L unico modo di capire la giusta manativa: la violenza è male, la pace è niera di signoreggiare in questo monmenzogna. Geremia e alcuni altri prò- ® guardare il vero Signore per sa
feti erano ridotti anch’essi a tali estre- come Egli dominò. Per fare que
mi, in un paese nel quale si diceva « pa- bisognerebbe considerare tutto
I Lyangelo, rna ora ci serviremo solo
della confessione di fede contenuta in
Fihppesi 2: 5-17!
« Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù,
Il quale, essendo in forma di Dio,
non reputò cosa da ritenere con
avidità l’essere uguale a Dio, ma
annichilì sé stesso, prendendo forma. di servo e divenendo simile agli
uomini; ed essendo trovato liell esteriore come un uomo, abbassò
se stesso, facendosi ubbidiente fino
alla morte, e alla morte della croce. Ed è perciò che Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il
nome che è al disopra d’ogni altro
nome, affinché nel nome di Gesù si
meghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra, e ogni lin<nia confessi che Gesù Cristo è il
Signore, alla gloria di Dio Padre ».
Cristo non è venuto per servire se
stesso ma per servire gli altri, e Dio
talità (metanoia?). . ^ .. u,,.-------
È arrivata l’ora (anzi è già auasi al Centro di Glion, sopra
passata) in cui dobbiamo capire in ^°ntreux, una jjuarantina di teologi
modo nuovo l’ordine di rendere soggetta la terra; per nostro bene e per
dare uia possibilità di vita ai nostri
ce e sicurezza », ma in cui regnavano
l’ingiustizia, lo sfruttamento dei poveri, l’empietà paganizzante. Si legga
Georges Friedman e la sua analisi del
mondo moderno in « La potenza e la
saggezza », se non si è colta la gravità
della crisi attraverso cui passa attualmente l’« homo technicus ». « Non c’è
altro nome — diceva Pietro — che sia
stato dato agli uomini, mediante il
Oliale siamo salvati... ». E questo settario fondamentalista, qual era l’apostolo agli occhi del Sinedrio, poneva
così i termini secondo i quali il cristiano di ogni epoca deve definire la
propria dipendenza e la propria ubbidienza: un solo signore, il Dio di Gesù
Cristo.
Jean-Fran^ois Rebeaud
N.B. - Nulla che caratterizzi specificamente il pastore, dopo tutto: è l’atteggiamento del cristiano che si definisce in questi termini.
teologi
rappresentanti Belgio, Francia, Italia,
Portogallo e Svizzera romanda; la
Spagna era, purtroppo, assente; in
cornpenso il colloquio ha contato fra
gli invitati un professore della Facoltà
di Yaoundé (Camerún) e due del Collegio teologico di Ivato (Madagascar).
L’Italia era rappresentata dal prof.
Vittorio Subiiia, docente di teologia
sistematica alla Facoltà Valdese di
Roma, e dal past. Pierluigi Jalla, che
sta preparando una tesi di dottorato,
in etica, presso la Facoltà teologica
protestante di Losanna.
Accanto alle questioni più attuali di
insegnamento e di coordinamento, erano in programma tre relazioni sul tema generale « Identità e condizione
(statuti del teologo », relazioni presentate dai proff. André Benoit (Strasburgo) e André Gonnelle (Montpellier) e
dal past. Hans-Rùdi Weber, dell’Istituto ecumenico del CEC (Bossey). La
domenica una parte dei partecipanti
hanno predicato in una decina di chiese della zona.
'k Idanno collaborato alla redazione
di questo numero: Bruno Corsani,
Ermanno Genre. Paolo Giuanco, Roberto Peyrot, Edina Ribet, Elsa e
Speranza Tron e il Servizio stampa
della FCEI.
3
12 ottobre 1973
N. 40
Notiziario Evangelico Italiano
pag. 3
LE TAPPE DI UN CAMMINO DI MEZZO SECOLO
La Federazione: uno strumento
di servizio e di testimonianza
« Solo una Federazione di Chiese
con unità d'intenti e di mezzi, e con
ione coesione di volontà, potrà conrenre una torza nuova al protestantesimo italiano e renderlo un elemento
fattivo ed influente nel quadro della
vita nazionale ». Con queste parole, 5i
anni ta, il giornale « L’Evangelista »
augurava al primo Congresso Evangelico di raggiungere quello scopo per
Il quale era stato promosso: l’unità
uei protestantesimo italiano. Alla vigilia ueila terza Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche in
liana, queste parole potreobero benissimo trovare posto m un documento o in una mozione prodotti in questi giorni; è con questo stesso spirito
ima Iti cne i novanta delegati delle
cniese-membro della Federazione si
riuniranno a Bologna, dal 1° al 4 novembre prossimo.
DAL CONGRESSO EVANGELICO
AL CONSIGLIO FEDERALE
Quando l’appello venne lanciato, il
7 ottobre lyzu, le chiese evangeliche
SI accingevano a compiere il primo
passo verso l'idea federativa: lo « storico » Congresso Evangelico, che si
svolse m quello stesso anno, dal 9 al
1/ novembre, aveva infatti prospettive molto chiare, ma evidentemente
avventurose o quantomeno premature: la costituzione di un’unica Chiesa
nazionale evangelica e, in alternativa,
la costituzione di una Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Il Congresso tallì l'obiettivo, e l’occasione
venne sprecata. Ci sono voluti 45 anni
ancora perché l’idea federativa maturasse: anni difficili per il protestantesimo italiano che, benché si fosse proposto spesso, dopo di allora, una unilà d’azione, non riuscì mai a concretizzare questa ipotesi di lavoro comune. Subito dopo il primo Congresso
Evangelico, le chiese evangeliche italiane furono travolte dagli avvenimenti politici e non seppero trovare né
tempo né carattere per tentare di affrontare unite il fascismo. Di Federazione, esse tornarono a parlarne soltanto dopo la guerra. E, come nel ’20
l'idea era nata in seno al Consiglio dei
pastori di Milano, questa volta furono
1 pastori romani a creare un primo
nucleo di lavoro « federato ». Fu in
buona parte per merito loro, e del moderatore della Chiesa valdese, il pastore Virgilio Sommani, se si cominciò a
pensare, nell’immediato dopoguerra,
ad impostare un lavoro in comune. Fu
in questo clima che nacque, il 1“ luglio del ’46, il Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche. Fi aderirono oltre
alla chiesa valdese, la chiesa metodista
wesleyana, la chiesa metodista episcopale e l’opera battista. A questi organismi si aggiunse subito dopo anclie
la Missione della Spezia (che sarà poi
AMEI). Nel ’63 aderiscono al Consiglio
reiterale anche la chiesa luterana in
Italia e l’Esercito della Salvezza, mentre la chiesa dei Fratelli, le Assemblee
di Dio e l’unione delle chiese Avveniiste vi aderiranno soltanto per alcune
attività specifiche.
NASCE LA FEDERAZIONE
Il Consiglio Federale doveva aprire
la strada alla costituzione di una vera e propria Federazione. Il cammino
non fu facile: ma dalla base, intanto,
nasceva, soprattutto nei giovani (come dimostrò il loro congresso del ’61),
l’esigenza di una unità di azione. In
questo clima matura il secondo Congresso evangelico, che verrà organizzato a Roma, nel 1965, dal Consiglio
federale, con uno slogan che è anche
un programma: « Uniti per l’Evange
10 ». Questa volta i tempi sembrano
maturi, ed infatti il Congresso si chiuderà con un mandato preciso per il
Consiglio: quello di organizzare, al
più presto, l'Assemblea costituente della Federazione. Qccorreranno ancora
due anni, ma dal 2 al 5 novembre 1967
Milano ospita finalmente i delegati di
quell’Assemblea che era nell’aria e
nelle speranze del mondo evangelico
italiano da 47 anni. La Federazione è
nata. Essa, come dice il preambolo
dello Statuto, « vuole essere uno strumento comune di servizio e di testimonianza nella consapevolezza che solo la completa fedeltà alla Parola del
Signore rende possibile il superamento delle umane distinzioni e la piena
comunione dei credenti ». Le chiese
che vi aderiscono a pieno titolo saranno quella metodista, valdese, battista,
luterana, la comunità ecumenica di
Ispra-Varese; a cui si affiancano in
una adesione parziale l’Esercito della
Salvezza e la chiesa Apostolica.
La neonata Federazione, come del
resto era in bilancio, non ebbe un avvio facile; stabilito che le chiese evangeliche italiane avevano scelto la via
federativa, e sulla base di precise indicazioni sulle sue attività e sulle funzioni che le sarebbero state proprie,
11 lavoro era tutto da avviare, ed in
maniera che non travalicasse i suoi
compiti istituzionali. Ma soprattutto,
andava avviato senza mezzi.
suto di questo organismo, dovevano
indiviauare una loro strategia ed idenimcare io « specifico » della Federazione: cioè gli elementi sui quali porlare avanti un progetto di aggregazioiie delie attivila delle chiese e comunità evangencne italiane. Uno di quegli settori sembro subito quello dei
rapporti con lo stato. E in questa prospettiva cne e stata costituita la Commissione giuridico-consultiva, di cui
tanno pane, oltre alle chiese membro, ancfie le Assemblee di Dio, la Comunione delle Chiese Cristiane libere,
la cniesa Apostolica, la Chiesa dei
r rateili e la Chiesa Avventista. Dalla
composizione di questa commissione,
emerge il secondo « specifico » della
reaeiazione: quello di proporsi come
vero e proprio momento di aggregazione dell’intero evangelismo italiano,
e non soltanto di quello « storico ». Un
compito difficile, dati i numerosi problemi che esso pone, ma nel quale la
Federazione ha creduto, sin dal suo
avvio.
Nel ’69, ad Agape, la Federazione si
« presentò » pubblicamente con un
convegno che ebbe una grossa eco: dal
i'j ai ¿d agosto un folto gruppo di
membri di tutte le chiese evangeliche
partecipò all’incontro promosso dal
Servizio Studi sul tema « La posizione delle chiese evangeliche di fronte
allo Stato ». Si trattò di un momento
di riflessione e di verifica della posizione di totale autonomia dallo Stato
che andava prendendo piede nelle chiese. Poi, Firenze ’70, con le nuove ipotesi di cammino in comune, le nuove
iniziative, lanciate dalla seconda Assemblea della Federazione, tra le quali, prima di tutte, la decisiva spinta
per una presenza del protestantesimo
alla televisione. È a Firenze, inoltre,
che i diversi « servizi » hanno ricevuto
un impulso considerevole.
SI AVVIA IL LAVORO
DEI SERVIZI
Il Servizio Studi ha sollecitato l’impulso alla riflessione teologica del mondo protestante italiano organizzando
dei convegni sulla teologia dell’Antico
Testamento di von Rad e sull’esegesi
del Nuovo Testamento di E. Kaese
L’improvvisa scomparsa
del pastore
Massimo Tara
Ci giunge, al momento di andare in
macchina, la notizia della scomparsa
improvvisa del pastore Massimo Tara,
che curava, da Gorizia, le chiese metodiste di Gorizia, di Udine e di Trieste. In passato egli ha pure curato con
amore e perseveranza i gruppi valdesi
della diaspora friulana (Tramonti, Forni, Pontebba), lasciandovi un grato ricordo e forti legami, e ha dato un’attiva collaborazione al lavoro di campi estivi, nel Centro Evangelico « Luciano Menegon » di Tramonti. Lo ricordiamo con stima affettuosa e gratitudine, partecipando al lutto della
Chiesa sorella.
mann nel momento in cui le opere più
significative di questi due teologi venivaho tradotte in italiano; nonché su
altre tematiche come l’escatologia, il
Battesimo, l’Anabattismo (nel ’/2), e
sul dissenso cattolico, svoltosi proprio
quest’anno alla vigilia del Sinodo e
Uella Conferenza metodista. Questi incontri per la scelta puntuale dei temi
e la levatura dei relatori hanno avuto
un peso non indifferente nella vita delle chiese evangeliche.
Il Servizio di Azione sociale ha provveduto, tra le altre cose, a elaborare
un documento di studio sulla situazione politica italiana, per facilitare alle
chiese una esatta visione della società
nella quale esse si trovano a dare la
loro testimonianza. Tale documento
verrà esaminato a Bologna nel corso
della prossima Assemblea. Per concertare una strategia comune delle opere sociali delle chiese evangeliche italiane, il Servizio ha organizzato, a Villa San Sebastiano nel maggio del '72,
un importante convegno sull’azione
sociale delle chiese evangeliche; il convegno ha segnato un momento estremamente importante nella ricerca di
una linea di servizio delle chiese aderenti alla Federazione. A Firenze l’Assemblea aveva poi deciso di dare un
grosso impulso alle comunicazioni di
massa, fornendo il Servizio stampa,
radio e televisione di mezzi e, forse
ancora più impoiiante, di un sostanzioso appoggio. I risultati si sono visti soprattutto quest’anno che è stato
caratterizzato da un avvenimento di
eccezionale impor lanza per il protestantesimo italiane: cioè l’avvio della
rubrica televisiva « Protestantesimo ».
Accanto alTattiviià televisiva, il Servizio ha assunto anche la responsabilità delle trasmissioni evangeliche alla
radio, ed ha crea io una agenzia di
stampa (il NEV - Notizie evangeliche)
che, oltre ad inviare periodicamente
comunicati alla stampa di informazione, pubblica un bollettino per l’estero.
Accanto a questi servizi, agisce anche il Servizio - istruzione-educazione », la cui attività è concentrata soprattutto nella pubblicazione della rivista « La scuola domenicale »; inoltre
il Comitato per le Migrazioni, il Comitato di Collegamento femminile delle
chiese evangeliche in Italia ed il Comitato per l’assistenza ai turisti in
Italia.
In sostanza, una attività nutrita,
quella della Federazione. Una attività
però non sempre facile, condotta con
mezzi spesso insufficienti e sicuramente suscettibile di lin potenziamento
per una più assidua presenza delle
comunità evangelici! italiane nella
nostra vita del paese tramite gli strumenti offerti dalla Kiderazione.
Ed è infatti di questo che l’Assemblea dovrà preoccuparsi. La strada
svolta fino ad oggi ;ialla Federazione
andrà analizzata proprio in vista di
questa ipotesi. Ed infatti il tema dominante di questa Assemblea, l’evangelizzazione, punta proprio a questo
traguardo. Quello, cioè, di una ricerca di strade nuove per una presenza
unitaria del mondo evangelico nella
nostra società.
Novità
« Voce della Bibbia »
Sono state preparate diverse « Cassette » e bobine da registratore, con
inni, musica e conversazioni. Per avere il catalogo dettagliato scrivere a
« Voce della Bibbia », Cas. Post. 580,
41100 Modena.
I Battisti sono sempre
in movimento
L’Unione Battista ha confermato la
sua presenza evangelica in mezzo al
popolo con campagne estive in Puglia,
Lucania, Campania. A Conversano di
Bari, per una settimana, si è annunziato TEvangelo per strade, piazze, scalinate, con la collaborazione dei giovani della FGEI di Bari che hanno
partecipato con canti « spirituals ».
Chiamati dai Metodisti di Venosa, i
Battisti hanno annunciato TEvangelo
a Venosa, Rapolla e Lavello (Potenza);
era presente anche il pastore valdese
Del Priore e il colportore Baldari, dei
Fratelli, col suo banco di Bibbie.
A S. Marzano (Salerno) la campagna
è stata tenuta sulla piazza del Comune; vi partecipava anche un pastore
della Chiesa di Cristo. Interesse e discussione ha suscitato una pellicola
prodotta dal Centro Biblico di Napoli.
« Il locale arciprete — leggiamo su 'Il
Testimonio’ — si è raccomandato di
tenere i nostri su argomenti che uniscono cattolici ed evangelici e non su
quelli che ci dividono ». (La raccomanaazione dell’arciprete è tipica dell’attuale atteggiamento dei cattolici e dei
protestanti in fase ecumenica: tanto
varrebbe passare un colpo di spugna
sulla Riforma^
L’attività del Biblitek continua sulle strade del nostro paese. Si tratta
di un camioncino Ford Taunus 750 munito di proiettori per diapositive, giradischi, di cose cioè utili per la predicazione delTEvangelo all’aperto. Ideato dal Past. Lawton della Missione
Battista, questa « chiesa senza muri »
cominciò a girare per Torino e dintorni, a disposizione delle chiese che
volessero muoversi per diffondere il
messaggio biblico. Vi collaborano il
Past. Cantarella della Chiesa Svizzera
di lingua italiana, il Past. V. Perres
battista e il Past. Masino che si occupa della piccola biblioteca annessa.
Un gruppo di pastori battisti si riunisce periodicamente per esaminare il
modo di usare sempre meglio questo
rnezzo tecnico al servizio della Bibbia.
Si invitano le chiese evangeliche a servirsi di questo prezioso strumento per
la loro opera di evangelizzazione. Coordinatore dell’opera del Biblitek, detta
Transtudio Cristiano, è il Past. Lawton, Corso Montecucco 15, Torino.
Dalla Chiesa del Nazareno
A Roma la chiesa locale ha svolto
una campagna evangelistica per i
bambini del quartiere, che è durata
una settimana ed è stata chiamata
« La settimana felice ». Più di 40 bambini vi hanno partecipato. Anche a Civitavecchia si è svolta, organizzata dalla Scuola domenicale, una analoga settimana: « Vacanze insieme ». Pure a
Civitavecchia è stato inaugurato il Centro giovanile Evangelico Nazareno che
vorrebbe aprire una via all’evangelizzazione fra i giovani.
La Scuola Biblica Nazarena ha rilasciato quest’anno quattro diplomi; la
dirige il Past. Prince.
Coi Salutisti romani in via degli Apuli
/ RAPPORTI CON LO STATO
I primi tre anni di vita della Federazione, quelli che vanno dalla sua costituzione all’Assemblea di Firenze del
novembre ’70, furono anni di riflessione; i servizi che componevano il tes
ll.,dormitorio popolare
25 setteinbre, ore 7 a. m. Nell’ufficio
che arieggia a « garitta militare » siede un maggiore dell’esercito salutista.
Lo sportello simile ad uno spioncino
è socchiuso per risparmiare all’ufficiale spiacevoli correnti d’aria.
Sostano alla spicciolata davanti allo
sportello gli ospiti del « dormitorio del
popolo » per regolare il conto dell’alloggio; alcuni pagano frettolosamente
scambiando un semplice saluto, la
maggioranza dei centotrenta ospiti
sostano, seppure per pochi secondi,
per scambiare un pensiero, una parola. Sono per lo più creature sole che
s’arrangiano per sbarcare il lunario.
Vedo passare un camionista: in pochi
istanti si confessa, racconta la sua vita grama, il diversivo della bettola; sogna una compagna, una famiglia. L’ufficiale l’incoraggia e lascia nel suo
cuore una speranza d’una vita nuova...
Ecco il suonatore ambulante: è sgraziato nel fisico e con un volto da fanciullo; con Tandar degli anni s’è perfezionato nell’arte: prima un organino,
poi si è modernizzato con un magnetofono, arricchito dall’alto parlante calato dietro la schiena come un’enorrne gobba... E poi posteggiatori, pensionati, dicitori di buona fortuna, maghi, lavapiatti, passano davanti allo
sportello; un mondo triste per il quale
Cristo è venuto, oggetto della speranza del fondatore del Salutismo che diceva: « quei miserabili che sono il rifiuto della società ti sogno notte e
giorno, per farne degli uomini nuovi;
gli esseri peggiori m’attirano come le
miniere d’oro affascinano gli uomini.. »
Per qupto i fratelli Salutisti sono
impegnati nella zona popolare di Via
degli Apuli nella duplice missione: offrire un letto, una pensione, al mondo
dei poveri e nel contempo suscitare
l’interesse per la conoscenza del Salva
tore. Con gioia ho scoperto il lavoro
dell’ufficiale « della garitta militare »,
maggiore Longo: lo si ricorda con riconoscenza alle Valli ed a Torre Pellice in particolare per la missione
compiuta in un tempo ahimè troppo
breve, per gli anziani e per il collegamento e la collaborazione con la chiesa valdese. Egli è a questo impegnativo posto di lavoro da appena due anni, in un mini alloggio, assieme alla
sua compagna da me conosciuta nel
villaggio valdese di Faeto in provincia
di Foggia negli anni tristi della persecuzione fascista. La maggiore Longo
mi mostra un disco di canzoni della
sua terra: sono in lingua provenzale,
retaggio linguistico dei nostri padri
valdesi della Provenza che in provincia di Foggia fondarono, oltre a Faeto, Montaguto, Monteleone, Celle, Vulturara: le comunità scomparvero conternporaneamente alla tremenda persecuzione calabrese del 1560.
La ''Gioietta»
e “l'Albergo del popolo”
Nel complesso di costruzioni appartenenti all’Esercito c’è un « foyer »
femminile, « la Gioietta », con una
ventina di posti. Anche qui trovano
asilo donne di ogni provenienza e costumi, per le quali la missione è preziosa: la dirige una giovane ufficialessa di Zurigo, anch’essa molto impegnata m un servizio che richiede affetto,
comprensione e fede profonda.
A pochi passi, il grande edificio « Alhergo del popolo » che può ospitare
fino a 180 persone con camere singole,
rnodernamente attrezzato e con pensione completa; comitive dall’estero,
studenti italiani e stranieri sono gli
ospiti abituali della casa. Anche qui
scarseggia il personale credente per
poter seguire spiritualmente gli ospiti
che s’interessano all’opera del Signore.
Il peso maggiore è affidato al maggiore
Lopardo e signora in collaborazione
con un capitano e la sua compagna.
Ho conosciuto il maggiore a Ginevra,
in occasione d’un seminario di evangelizzazione e nella missione di colportaggio. La signora proviene da Ariano
Irpino, dove l’Esercito ha sempre avuto una presenza cospicua ed è la terra natia della maggiore Riccio, attualmente in pensione a Torre Pellice.
Su settimana ci sono incontri e riunioni per il gruppo salutista e per
quanti s’interessano alTEvangelo, nell’annesso locale di culto. Alcuni vi
partecipano ed altri portano via con
sé il ricordo di un’opera significante
per il clima umano, spirituale che la
distingue. Purtroppo gli operai salutisti sono pochi come nei nostri ranghi
e spesso con pesanti incombenze di
natura materiale, per non dover spendere, in una società così diversa dal
tempo del Booth e nella quale la struttura delle opere è ormai costosa. Penso che qualcosa vada mutato pella
strategia evangelistica dell’Esercito
per riscoprire nel contesto di oggi
quella che il Booth chiamava « la chiave della strada », cioè la via nuova per
conquistare a Cristo le creature dei
suburbi e ridare loro la dignità di figlioli di Dio.
Che il Signore dia a noi tutti mediante il Suo Spirito di essere come i
fondatori dell’opera salutista « sempre
più spettacolo ed esempio di evangelisti inespugnabili nella fede, risoluti,
costanti nella loro azione e capaci di
trasformare l’opposizione del mondo
in occasione di testimonianza audace ».
Agli amici salutisti di Via degli Apuli in Roma il mio pensiero riconoscente e un affettuoso augurio per la fedele missione ch’essi compiono a beneficio degli « ultimi ».
Gustavo Bouchard
Istituto « Comandi »
Si compie un anno dall’accordo raggiunto per l’Istituto tra i Fratelli dell’Ente Morale e la Tavola Valdese, con
il quale è stato creato un comitato autonomo per la gestione della Casa. Il
bilancio di questo primo anno di nuova vita è positivo per quanto riguarda
lo spirito e la fiducia che hanno animato il comitato e il personale. Giuseppe Quitadamo ha diretto la Casa
e si è impegnato anche per il prossimo anno ma il problema sempre aperto è la scelta della famiglia che si assuma la responsabilità duratura della
direzione. Un gruppo di 50 giovani
Svizzeri si è prestato per 15 giorni durante Testate per i lavori in corso.
Il comitato chiede di pregare affinché sia data ai responsabili la saggezza per rendere l’Istituto sempre più
efficiente alla gloria di Dio.
Dalla Chiesa Apostolica
in Italia
Difficoltà a prima vista insormontabili hanno incontrato gli Apostolici decisi ad alzare a Catania la tenda per
una campagna evangelistica estiva; ma
poi è stata trovata una buona posizione strategica e nessuno ha disturbato le riunioni. Tutti i fratelli hanno
contribuito con la preghiera, il lavoro
e la distribuzione di inviti nelle varie
zone della città. La gente arrivava alla tenda ed ascoltava, per la prima
volta, le parole delTEvangelo; a loro
volta questi portavano l’indomani altri, cosicché oltre ai risultati immediati, visibili, si aveva l’impressione di
gettare un seme destinato a portare
frutti in avvenire.
Hanno guidato la campagna i Pastori Arrigucci, Phillips e Howells.
Il Consiglio Naz. della Chiesa Apostolica, sensibile alla delicata problematica che la Chiesa è chiamata ad
affrontare nei suoi rapporti con lo Stato e le Amministrazioni pubbliche, ha
disposto una borsa di studio per una
laurea in giurisprudenza a favore di
un giovane delle Assemblee Apostoliche.
Nuove sale di culto sono state aperte a Militello (Catania) e a Gela.
Inda Ade
Tracciare un piano
di iavoro in comune
(segue da pag. 1 )
lire tutte le strutture... (non venite a
dirmi che sono conservatore!); una soluzione vera, tonica, promettente non
si trova per forza soltanto in posizioni
radicali o estremiste. Non ne escludo
la possibilità. Ma se penso alle nostre
comunità, devo constatare che tutti
quelli che hanno tentato una soluzione
di forza, si sono trovati emarginati di
fronte alla resistenza passiva delle
chiese. Se vogliamo tentare questo
sforzo di lavoro in comune, allora cominciamo con Taccettare di lavorare
con le comunità come sono e di fare il
nostro sforzo con semplicità.
« La situazione della Sicilia e della
Calabria ci spinge oggi a tentare un
pastorato in comune, e per zona. Ancora una volta è inutile rimpiangere il
passato o polemizzare su situazioni
precise per disapprovare le decisioni
prese. Così facendo siamo di nuovo
fuori dalla realtà. Perciò un piano di
lavoro...
Pastorato in comune, per zona? Cosa
intendiamo dire con questi termini:
« per zona » e « in comune »?
Per zona - In primo luogo si intende
una zona geograficamente delimitata e
possibilmente legata da interessi comuni, da problemi comuni, da condizioni comuni o simili.
In secondo luogo: la zona esiste rispetto all’insieme; l’insieme è determinante in questo senso che il lavoro fatto nella zona deve essere fatto in vista
della presenza e della testimonianza
globale della chiesa in Calabria e in Sicilia.
Pastorato in comune - In primo luogo: un raggruppamento per zona delle
forze disponibili (pastori, evangelisti,
laici) in vista di una preparazione comunitaria e di una ripartizione di certe responsabilità (per es. gioventù - catechismo - predicazione - visite).
In secondo luogo la formazione di
piccole « équipes », tenendo conto certo delle distanze, ma soprattutto dei
diversi doni e carismi. Si vede che in
ogni Sinodo o conferenza sono sollevati vari problemi che dovrebbero essere studiati da persone competenti in
vista di una soluzione concreta.
In terzo luogo, la ripartizione di certe responsabilità e la preparazione comunitaria dovrebbero essere concepite
non solo in vista della zona, ma di un
ampio scambio nel distretto, di modo
che gli uomini incaricati di questi compiti possano visitare le comunità, e che
ogni tanto o ad Adelfia o a Falerna,
siano organizzati degli incontri di chiesa ».
Il presidente della Commissione del VI Distretto propone quindi una bozza di suddivisione in zone e nota che questo piano di lavoro, per avere qualche possibilità di essere
realizzato, richiede: 1) informazione precisa
alle chiese sulle possibilità di un pastorato in
comune; 2) visione esatta della realtà delle
chiese; 3) ricerca di membri pronti a impegnarsi nelle comunità e in équipe; 4) lavoro
comunitario sul libro di G. Tourn : « Una
chiesa in analisi. I Valdesi di fronte al domani »; 5) preparazione comunitaria del questionario da studiare in tutte le chiese; 6) giro di visite nelle chiese da parte di un gruppo; 7) preparazione in comune di catechismo,
predicazione, studio biblico; 8) incontri di zona e generali. Tutto questo dev’essere, naturalmente, in vista dell’evangelizzazione, che
solo una comunità ’’edificata” può compiere.
4
N. 40 — 12 ottobre 1973
CENTO ANNI FA NELLE VALLI VALDESI
Problemi di ieri e di oggi - 3
DALLE COMUNITÀ'
Pinerolo
L Echo sostiene la politica della riduzione delle forze armate - La battaglia antipapista - Evangelizzazione contro ghetto - Gli anni dell’emigrazione dalle ValliUruguay, Argentina, il progetto del Sud: Brindisi e Sardegna.
PARLIAMO DI POLITICA?
Nel 1873 L’Echo ha una « chronique
politique » nella quale riferisce sui
principali avvenimenti nazionali e inlernazionali. Sui piano internazionale
lo sguardo è rivolto in modo particolare alla trancia, e alla lotta che la
Prussia conduce contro la Curia Vaticana. Il criterio di scelta e di valutazione è coerente con le premssse evangeliche del settimanale: rispetto della
libertà religiosa, dei valori democratici, ostilità alle tendenze dittatoriali.
Analoga posizione sul piano nazionale.
Naturalmente in questo caso la implacabile rabies anticlericale su cui ritorneremo ha notevole rilevanza. Si
può comunque affermare che la linea
« politica » dell'Echo è coerente: la linea del tradizionale « buon senso »
che non vuole lasciare la via vecchia,
finché non sa dove porterebbe quella
nuova. Perciò approva Lanza, Sella, Ricotti e Visconti-Venosta che vogliono
il « pareggio », una riorganizzazione
dell’esercuo, un posto onorato nella
politica internazionale.
Perciò L’Echo difende l’odiata tassa
sul « macinato » e, per disperazione,
anche l’aumento della « Ricctìezza mobile ». Per contro è alquanto perplesso
sm dati del Giornale militare (1873):
Totale esercito: 214.630 militari, di cui
130 generali, 1223 ufficiali superiori,
10.843 ufficiali inferiori, 16.431 sottufficiali, 186.0()3 caporali e soldati, a cui
vanno aggiunti 2870 impiegati dipendenti dall'amministrazione militare, oltre agli impiegati del ministero della
guerra.
Non fa commenti L’Echo a questi
dati, ma accoglie con entusiasmo la
proposta del ministro Saint-Bon, il
quale non sarebbe alieno da vendere
im quarto della marina da guerra italiana, perché gli altri tre quarti sarebbero più che sufficienti.
Non esita quindi L’Echo a sostenere
apertamente la candidatura del comm.
L. Tegas nel collegio elettorale di Bricherasio. E non esita neppure a chiedere che si faccia uscire la maggioranza silenziosa dal suo silenzio col voto
obbligatorio, e si renda obbligatoria
la presenza dei deputati a tutte le sedute del Parlamento.
centro del dibattito. Al sinodo ed alle
Chiese delle Valli si chiede di rinnovarsi se non vogliono rinchiudersi volontariamente in un superbo isolamento che sarebbe peggiore del ghetto
prerisorgimentale, lina struttura federativa è auspicata da parecchi; la rinunzia al « Nome » sembra al Weitzecher una condizione preliminare per
una fraterna intesa ed una migliore
presentazione per il pubblico italiano,
per il quale Valdese è un puro toponirno, come partenopeo o siculo. La
Chiesa Valdese deve diventare di nome
e di fatto la Chiesa, o meglio Chiese
evangeliche presbiteriane. L’appendice « presbiteriane » trova la sua giustificazione non solo nella fedeltà all’esegesi neotestamentaria, ma anche nel
rispetto dovuto alla lingua italiana,
così poco onorata nelle Valli. E l’Accademia della Crusca viene citata a
testinaoniare sulla legittimità anche
cattolica apostolica e romana del sostantivo presbitio.
Fedele ad una tradizione congenita
che non sembra destinata a scomparire nei decenni posteriori, l’interesse del
nostro settimanale è rivolto (con attenzione alquanto settaria) a quello
che si chiamerebbe oggi — se non
erro — cattolicesimo del dissenso: il
movimento dei Vecchi Cattolici e la
attività eterodossa del padre Hyacinthe ecc.
MARSIGLIA, ALEJANDRA,
MINERVINO
ANTIPAPISMO
Gli spiriti delicati preferirebbero forse il vocabolo « anticlericalismo »; ma
esso ci sembra meno adatto alla circostanza. « Il papa: ecco il nemico »;
tutta la polemica dell’Echo è condizionata da questo Vescovo-papa che dal
palazzo del Vaticano rende la vita difficile al re d’Italia, che ha compiuto il
20 settembre 1870 quell’unità tanto a
lungo sognata. E il Papa non riconosce questa realtà, scaglia fulmini ed
encicliche, si lamenta, osa considerarsi prigioniero, interferisce nella vita
politica italiana.
Così L’Echo definisce il discorso papale sulla soppressione delle « corporazioni religiose, un fritto misto riscaldato». La riluttanza dei contadini di
Terni e Orta a prestar soccorso alle
vittime di un deragliamento è considerata come il frutto morale del regime papale ( « Vinfàme gouvernement
des papes », « qui tue dans l’homme
tout ce qu’il peut y avoir de bon et de
spontané »).
Anche i funerali del vescovo di Pinerolo, Monsignor Renaldi, alla cui memoria L’Echo rivolge un riconoscente
e grato saluto, [Nel concilio Vaticano I era stato contrario al dogma dell’infallibilità ed aveva dato parere favorevole all’Emancipazione dei Valdesi] è un’occasione che TEcho non perde per denunziare il «.prince terrestre».
I fedelissimi devoti che accettano certe manifestazioni superstiziose sono
«fanatiques et... imbéciles adorateurs»
di un papa che si fa « les bonnes gorges chaudes » a loro spese.
Se il pane dello Spirito occupa il
primo posto nelle preoccupazioni della
Chiesa delle Valli, il pane materiale ed
i problemi della vita quotidiana non
la lasciano indifferente. Ignora, volutamente ci sembra, il problema sociale
che travaglia il paese, la lotta di classe: sono problemi che interessano...
l’Italia, non l’angolo tranquillo delle
Valli. Tranquillo per modo di dire, perché qui il pane è scarso, la terra matrigna, l’emigrazione una necessità.
L’Uruguay e Marsiglia sono due poli
dai quali è attratta la gente valdese. La
storia di questa emigrazione in Uruguay e Argentina, è già stata egregiamente scritta [da E. Tron e Emilio H.
Ganz: Historia de las colonias Valdenses sud-americana (1858-1958)].
Quella di Marsiglia aspetta ancora
il suo storico. Osserviamo soltanto che
nel 1873 le notizie che giungono dall’Argentina sono catastrofiche; l’attività del signor Pendleton è severamente
contestata; gli « indios » si fanno vi
vi ad Alejandra. E Marsiglia non è
forse un centro di vita corrotta, se non
ancora una centrale del vizio? Perché
andare così lontano, incontro all’ignoto ed alla tentazione, quando la nostra
patria aspetta di esser evangelizzata
anche con l’aratro?
« L I tane évangélisée au moyen de la
becne et de la charrue »: questo è il
nuovo quaaro in cui deve prospettarsi e progettarsi l'emigrazione Valdese;
Juies Parise ne è l’apostolo. Così la zona di brindisi è la prima meta di queste nuove ricerche.
ivonostante la concorrenza del Pendleion, 33 capitamiglia si orientano
verso questa soluzione; c'é un’offerta di terreni tra Brindisi e Lecce
cne sembra seducente; mancano solo i
capitan! Uue delegati ritornano soddisfatti: « beaux terrains, une belle farei ». uuesti beni sono demaniali e
ococrrono dei soldi. Bi progetta una
società con capitale inglese, li resoconto degli esploratori prof. Rollier e Jacques Pellegrin è quasi lirico; non è
certo un paese dove scorrono « u latte
e li miele », ma il grano dà « setze
pour un ». Comunque il prezzo della
terra, « mille francs le journal » e
troppo elevato, e cosi ci si orienta verso la provincia di Bari. Minervino
semora 1 ideale; c’è «une route consulaire », 33.U0U querce, che possono valere « lU francs l’un », J.3U0 giornate
di terreno coltivato o coltivabile; il sito è « sain et relativement frais »; il
prezzo della terra conveniente. Si tratta solo di trovare il denaro.
Intanto si costituiscono due commissioni di studio; e il direttore dell'Echo osserva malinconicamente che
al loro posto preferirebbe « une bvnne
société d’actionnaires ».
Il nostro Parise continua la sua campagna con zelo apostolico; formula
progetti per costituire una solida società; prevede tutto, ma non trova i
capitali. Ogni mese qualche famiglia
parte per il Sudamerica. Intanto si fa
avanti un certo signor Cardwell, rapP^®®®^ì2nte di una Compagnia inglese
che offre buone condizioni per un tentativo di « colonisation en Sardaigne,
près d’Iglesias». Poi cade il silenzio,
che verrà rotto nel 1874 quando il tenace Parise riproporrà il progetto di
una società di colonizzazione appunto
m Sardegna, con l’appoggio del dott.
Stewart e del conte Aventi. « Per alleggerire la miseria delle Valli sarebbe
necessaria l’emigrazione di 300 o 400
famiglie ».
L. A. Vaimal
Il Concistoro della chiesa valdese
ha sottoposto alla libera firma della
comunità un o.d.g. in cui si esprime
la solidarietà con la popolazione cilena, la ferma condanna della violenza
ancora in atto dopo il colpo di stato
e si cniede al Governo italiano di non
riconoscere né questo né altri governi
Cile non siano espressione del popolo.
Ecco 11 testo dell’o.d.g.: « i sottoscnit.1, membri delta chiesa valdese di
fmeroi'o, di fronte alla repressione poiiiica e alle violenze che continuano a
jur seguito al colpo di stato in Cile,
esprimono la loro solidarietà con
le vittime di questa repressione conaannanà'o nel nome dell Evangelo questa violazione aei diritti dell’uomo.
cniedono al Governo italiano di
non riconoscere alcun governo cileno
cne non sia espressione legittima delia volontà popolare ».
Emerolo, / ottobre 1973.
Trasferimento
La Direttrice didattica M. Grazia Barbi ha
lasciato il Circolo di Villar Perosa, avendo
ottenuto il trasferimento in provincia di Prosìnone.
La ricordiamo per la sua grande competenza in materia scolastica e per lo spirito di iniziativa dimostrato nel tentativo di rendere aiù
attivo e responsabile il lavoro degli insegnanti. Il Circolo didattico di Villar è ora affidato
in reggenza temporanea al Direttore di Perosa Argentina, dott. Carlo Cera.
Pramollo
Perrero
Scuola Media
Martedì 2 ottobre si è aperto l’anno scolastico per la scuola media statale ai Ferrerò. Quest’anno le cattedre
sono piu o meno tutte coperte ed il
doposcuola è iniziato il lunedì successivo. Operiamo effe il periodo in cui
alcuni insegnanti otterranno il trasferimento Cile hanno chiesto l’anno scorso a pne marzo e che, corno al solito,
I organizzazione burocratica non ha
trovato il tempo di dare prima di ottobre, non porti troppi vuoti che costringano a ridurre l'orario delle lezioni.
Uuest’anno, a causa dello spopolamento, abbiamo solo più un corso
quindi tre sole classi, dato che l'ultima « sezione B » è stata licenziata a
giugno. Le classi sono abbastanza numerose, ma non superaffollate: 24 in
prima; 24 in seconda; 25 in terza. Di
questi alunni, circa i due terzi sono
valdesi e un terzo cattolici.
La pioggia caduta copiosamente e consecutivamente per più giorni all’inizio della
scorsa settimana ha ingrossalo i ruscelli del
vallone, i quali, trasformatisi in veri e propri
torrenti, hanno danneggiato mercoledi pomeriggio 3 ottobre due ponti della strada carrozzabile comunale di accesso a Ruata. II primo ponte in località Sagno Veglio, più piccolo, è già stato sistemato provvisoriamente da
volenterosi valligiani; ma l’altro sullo stesso
ruscello a valle, sul quale passa la suddetta
strada prima di arrivare al piazzale del villaggio Alfieri, desta non poche preoccupazioni
data la sua altezza e la mole di lavoro che richiede. I lavori di rifacimento si presentano
piuttosto lunghi e difficili; ma ci auguriamo
e confidiamo che l’Amministrazione Comunale possa in qualche modo provvedere con
una certa urgenza alla sistemazione, almeno
provvisoria, di quel tratto di strada prima del
sopraggiungere della stagione invernale con il
gelo e la neve, in modo da alleviare il disagio
della popolazione.
— Ultimamente è stato amministralo il battesimo a: Beux Elisa di Amato e di Long Adele; Danna Claudio e Flavio di Ettore e di
Chiavia Lilly; Refourn Osvaldo di Guido e di
Ribet Paola; Bouchard Giulia di Giorgio e
di Beux Clelia. Il Signore accompagni con la
Sua grazia quasti bambini ed aiuti i loro genitori a farli crescere nella fede.
— Un cordiale benvenuto a Danilo giunto
ad afielare la famiglia di Menusan Valdo e
di Griglio Franca; le benedizioni del Signore
riposino sul neonato e sui suoi familiari.
Truffa con l’ora italiana
T. Ptrs.s
Dalle "femmes respsables" une siimele
per una nueva riflessmne biblica
ECUMENISMO
Dal 4 al 7 ottobre alla Foresteria di
Torre Pellice ha avuto luogo un incontro femminile franco italiano, organizzato dai gruppi alsaziani « femmes
responsables » e dalla federazione femrninile valdese. Le 23 alsaziane si sono
ritrovate — secondo le giornate — con
dei membri provenienti da una dozzina di unioni delle valli valdesi ai quali si è aggiunta qualche rappresentante
da Aosta, Ivrea, Firenze, e un gruppo
dell’Esercito della Salvezza e della
chiesa battista di Rivoli. La presidente
della F.F.V. sig.ra Ade Gardiol si rammarica che un maggior numero di rappresentanti delle unioni italiane non
abbia approfittato di quest’occasione
di apertura, diversa dagli incontri ai
quali siamo abituati. (Le francesi,
scherzando, avevano calcolato di aver
lasciato una ventina di mariti e 70 figlioli. In Italia, forse, abbiamo più difficoltà a lasciare tutto, e a capire che
tali incontri sono un arricchimento di
cui approfittano tutti intorno a noi in
seguito).
in un linguaggio e in una situazione di
oggi ecc.).
All’incontro serale per responsabili
— dove si è discusso su una intervista
registrata al magnetofono — e la tavola rotonda dell’incontro della domenica sono stati l’occasione di confrontare
il lavoro delle unioni in Italia con quello di « femmes responsables », e si concludeva che la ricerca biblica approfondita è e deve sempre essere la base
di qualsiasi lavoro di riflessione, di
diaconia e di presenza nel mondo di
oggi.
Un vivo ringraziamento, per l’ospitalità in Torre Pellice, per la serata
« valdese », e per le varie visite turistiche; Frali, Agape, Angrogna, a tutti
quanti hanno offerto la loro collaborazione.
RIFLESSIONI
Questo autorevole vocabolo non circola ancora nell’evangelismo italiano
che è impegnato ad attuare una convivenza non sempre facile tra le varie
denominazioni che considerano l’Italia terra di missione. Non possiamo
addentrarci in questo acceso dibattito che ha, se non altro, il merito di costringere i Valdesi delle Valli a ripensare sul significato della loro presenza
e del loro attaccamento al nome, e
non è poco.
Come suole avvenire in questo genere di dibattiti, l’elemento passionale prende spesso la mano agli interlocutori e le proposte sono più originali
che meditate. Comunque «griefs» antichi e moderni vengono a galla. E
L’Echo deve ripetutamente intervenire
per difendere « le Valli » e il sinodo
delle Valli dall’accusa di miopia evangelistica, di piemontesismo incurabile; che significato può avere per l’Italia un Sinodo che si riunisce « caché
dans les hautes régions alpestres, sur
l'extrême frontière du Royaume »?
Perché non seguire l’esempio del vostro re, cari Valdesi? « Lui ha cambiato titolo e capitale »!
Le « Conférences de Florence », — il
sinodo dell’Evangelizzazione — sono al
I gruppi « femmes responsables »,
creati dalla pastoressa sig.ra Hoffet__
la quale ha animato gli studi biblici
— sono nati, circa 7 anni fa — dalla
necessità di una preparazione risentita da molte donne — come gruppi specializpti nella formazione biblica, per
10 più accanto ad altri gruppi femminili parrocchiali. Il loro lavoro è la
ricerca biblica comunitaria, con l’aiuto di tecniche di dinamica di gruppo.
Insistono sulla preparazione di responsabili animatrici e cercano di portare
11 maggior numero di persone a queste
responsabilità. Hanno 11 centri, dove,
ogni mese, le responsabili di una sessantina di gruppi locali — che siano
contadine, operaie o intellettuali — si
ritrovano, non intorno a strutture par
rocchiali ma intorno alla Bibbia, per
degli incontri ili formazione.
La loro vivacità e spontaneità durante gli studi biblici sono la prova del
piacere che si può avere ad approfondire comunitariamente un testo biblico.
Tre studi di parabole sono stati svolti con un alternarsi di ricerche in comune, e di lavoro in vari gruppi più
o meno piccoli secondo i momenti (ad
esempio, mentre un gruppo faceva ricerche esegetiche, un altro cercava di
attualizzare la parabola riscrivendola
È bene insistere su due punti essenziali:
1) questo metodo di lavoro mette
la ricerca e la critica biblica alla portata di persone semplici; non è più
riservata ai soli iniziati, teologi... ma
vien fatta da chiunque.
2) Inoltre la gente si sente invogliata perché è una ricerca fatta comunitariamente; non è l’ascolto di una
meditazione fatta da altri, ma trovata
insieme, in una partecipazione comune
nella quale ci si trova trascinati e che
permette di esprimersi spontaneamente, di aprirsi all’ascolto dell’altro, di
abituare la gente a comunicare, avanzando insieme nella scoperta del testo
biblico per lasciarsi mettere in questione dal suo messaggio.
A livello delle nostre comunità siast’esperienza è uno stimolo a dare più
posto allo studio biblico svolto comunitariamente, e si spera di avere l’occasione di riparlarne.
A livello delle nostre comunità siamo forse invitati a rivedere seriamente il nostro modo di avvicinarsi alla
Bibbia che non può limitarsi ad un
ascolto, ma — in un tempo in cui la
cornunicazione profonda tra gli uomini è un bisogno urgente — dovrebbe
essere partecipazione attiva di tutti,
con l’aiuto non solo di teologi ma di
specialisti di dinamica di gruppo.
Marie Frange Coisson
Alcuni abitanti della Val Germanasca sono stati vittima di una truffa a
base di orologi. Due rappresentanti
della società « L’ora italiana s.r.l. » di
Roma si sono presentati a diversi valligiani invitandoli a far propaganda
per il loro prodotto. In cambio di
ogni orologio venduto avrebbero avuto una percentuale. Naturalmente tutti gli interpellati erano restii all’affare, ma i due, con abile persuasione,
hanno convinto diversi a firmare quello che, da loro, era presentato come
una dichiarazione di disponibilità per
la propaganda. Il foglio così firmato
restava in mano ai firmatari che avrebbero dovuto spedirlo, solo dopo attenta lettura, alla ditta, e solo nel caso che le condizioni ivi descritte fossero di loro gradimento. Alla domaneia esplicita di alcuni se non c'era carta carbone e altro foglio che restasse
m mano ai rappresentanti, questi hanno spudoratamente risposto di no
Qualcuno, pur nella febbrilità che hanno sempre queste operazioni, è sicuro
di aver controllato e di non aver visto
niente. Invece il foglio era una stipulazione irrevocabile dì contratto di acquisto di un orologio e la carta carbone c era, forse incorporata nel cartone
su cui poggiava il foglio firmato a
mano.
Fatto sta che nel giro di pochi giorni sono arrivati gli orologi e, in seguito, a quelli che li avevano respinti la
ingiunzione a pagare ugualmente ’ da
parte di un avvocato.
Abbiamo interpellato un magistrato
sul da farsi. Il consiglio che ci ha dato e il seguente: per evitare ulteriori
sovraccarichi di spesa e per ogni cautela, sembra inevitabile ritirare eli orologi e pagarli. Nel frattempo si può.
pelo, informare il pretore e il comando dei Carabinieri, dato che la truffa
sembra organizzata di proposito e fin
dalla partenza, quindi non solo per
iniziativa dei due rappresentanti. Più
le "^^gg'ori saranno
le possibilità di un qualche successo,
anche se non c’è da farsi soverchie illusioni.
Se qualcuno, essendo stato a sua
volta truirato, è interessato ad avere
maggiori dettagli, il sottoscritto sarà
ben lieto di fornirglieli.
Claudio Tron
San Germano
Chisone
— La nostra comunità ha nuovamcnic conosciuto t orà del lutto in occasione delia dipartenza del nostro fratello Enrico Boavìer. dì
anni 83. Esprimiamo a tutti i suoi, ed ni particolare alle due figliole la nostra sincera simpatia cristiana.
— Nel corso del culto di domenica 7 ottobre abbiamo battezzato la piccola Milenn figlia
di Pier Paolo e Wanda Martinat e nipoiliia di
uno dei nostri anziani. Che il Signore coglia
vegliare su questa bimba e sui suoi.
— La mensa per i bambini della Scuola
Materna comincerà quanto prima a funzionare, con ogni probabilità a partire da In aedi
15 ottobre. I parenti sono comunque vivamente pregati di leggere attentamente gli annunzi
che saranno affissi accanto al tempio, a proposito dell’inizio di questo servizio.
Domenica 28 ottobre, domenica della Ri¡orma. Il culto avrà inizio alle ore 10 e comprenderà anche un^Assemhlea di Chiesa tfodicata alla relazione sui lavori sinodali.
Le prossime vìsite o riunioni quarliurali
avranno luogo come segue :
Martedì 16 ottobre: riunione nella saìetta delle attività del centro per i genitori dei
bambini della Scuola Domenicale, alle ore
.20,30.
Giovedì 18 ottobre, visita alla Sugna.
Giovedì 25 ottobre, ore 20, riunione ai Garossini.
Domenica 28 ottobre, ore 14,30, riunione ai
Martinat.
Martedì 30 ottobre, ore 20, riunione ai Baimas.
Giovanm Conte:
* *
Matrimonio
A Torre Pellice è improvvisamente stala
chiusa una piccola fabbrica di veneziane e
divisori che aveva iniziato la sua attività il
maggio scorso. Non si conoscono le motivazioni
di questa chiusura rapida ; la cosa è molto strana anche perché durante l'estate si era lavorato
a pieno ritmo ( straordinari, riduzione delle ferie). Il grosso problema dell'occupazione in
valle à come sempre all'ordine del giorno.
Sabato 6 settembre si sono sposati Rosanna
Ferrerò, infermiera all’Ospedale Civile di Pinerolo e Ugo Peyrol di Frali.
Dopo la cerimonia in Municipio, gli sposi
si sono recati nel tempio di Ferrerò, dove, davanti ai parenti e agli amici, hanno scambiato la promessa di fedeltà e di aiuto reciproco.
Agli spo.si, che si stabiliranno a Pomaretto.
i nostri più fraterni auguri.
CHIOTTI
A Chiotti, le forti piogge della prima settimana di ottobre hanno causato, nella località
detta « La Sagno », una grossa frana che ha
ostruito quasi completamente la strada provinciale.
La massa di fango grigiastro è stata prontamente sgombrala dai cantonieri, ma la situazione rimane precaria perché il maltempo può
provocare ogni momento altri smottamenti
del terreno.
Don Giorgio Accastelli e Don Franco Barbero, della comunità di S. Lazzaro di Pinerolo sono comparsi, mercoledì 26 settembre, davanti al Procuratore della Repubblica, incrimina’
ti del delitto dì cui agli artt. 110 e 290 C. P.
per avere, in concorso tra loro, vilipeso le Forze
Armate dello Stato. Il reato consisterebbe nell'aver ciclostilato e diffuso un volantino in cui
si dichiarava che : « gli eserciti non sono a servizio del popolo ma dei padroni. Gli eserciti
servono per la repressione delle lotte popolari
come arma di ricatto politico, come scuola di
falsi valori a difesa della proprietà e degli interessi di chi è al potere. Rifiutiamoci di sostenere gli eserciti ». I due sacerdoti si sono rifiutati di rispondere all'interrogatorio ed hanno
presentato un documento scritto da allegarsi agli
atti del procedimento, al Procuratore della Repubblica di Pinerolo. Il documento termina con
le parole apostoliche: «Dobbiamo ubbidire a
Dio più che agli uomini ».
Anche «La Stampa» (9.10) si è occupata
del « caso » e si è pure attribuita la libertà di
dare una nuova traduzione del detto evangelico
che suona così : « Dobbiamo ubbidire a Dio e
non più agli uomini»!
5
12 ottobre 1973 — N. 40
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. y
Il Deutscher Waldensertag si è riunito a Pforzheim
Fra i llaUasi di Genaania, par I'anmo raduno un
UN DONO GENEROSO
DELLA CORALE DI ZURIGO
nuovo
Pforzheim, la città che è chiamata la
porta (settentrionale) della Foresta
Nera, distrutta per due terzi neH’ultimo conflitto e ricostruita con ariosa
sobrietà, ha ospitato quest’anno il
Deutscher Waldensertag, il convegno
annuale che raccoglie i Valdesi emigrati in passato in Germania — soprattutto nel Wiirttenberg e nel Badén,
ma anche in altre regioni — e che oggi
sono "integrati” nelle chiese evangeliche locali, ma hanno conservato un vincolo fra loro. Avvenuta in condizioni
diverse e soprattutto protrattasi in situazioni diverse, in regioni ove erano
nresenti chiese evangeliche indigene,
remigrazione valdese in Germania si è
sviluppata in modi diversi da quella
che ha portato tante famiglie valdesi
nella regione rioplatense, nel secolo
scorso; in Germania, come in Francia,
e in larga misura negli Stati Uniti e in
Svizzera, l’integrazione è stata non soltanto civile ma anche ecclesiastica; in
Uruguay e in Argentina, invece, sia a
causa della particolare consistenza numerica, sia a causa deU’ambiente cattolico, in cui i valdesi si sono trovati a
fianco di piccole chiese evangeliche anch’esse minoritarie, all’integrazione civile si è associato il mantenimento di
un vincolo ecclesiastico organico con
le chiese valdesi in Europa: quello che
è stato sancito, in termini rinnovati,
dalla profonda revisione delle Discipline Generali delle Chiese Valdesi,
giunta a compimento quest’anno, dopo
una lunga elaborazione.
Questo passato spiega perché i Vaidesi di Germania siano particolarmente legati alle Valli Valdesi: la sola Chiesa Valdese che i padri, emigrati nei secoli scorsi sotto la pressione delle persecuzioni e delle vessazioni, avevano
conosciuto. L’evoluzione degli ultimi
centoventi anni, i nuovi orizzonti dell’evangelizzazione nell’Italia in via di
unificazione, la profonda ristrutturazione della nostra Chiesa, che la recente revisione delle Discipline e del regolamento sinodale, pur fra molte imperfezioni, evidenzia significativamente,
parificando sostanzialmente tutte le
chiese valdesi: questi e molti altri
aspetti non sono stati vissuti in prima
persona dai Valdesi di Germania. Questo non vuol dire, tuttavia, che non vi
portino interesse; il compito di chi,
dall’Italia, è invitato fra loro in occasione dell’annuo convegno, è anche
questo: informarli, oltre die far loro
sentire che è ricambiata la fraternità
con cui pensano alle chiese d’Italia.
Animatori dell’Associazione dei Vaidesi di Germania sono, oggi, i pastori
Schofer e Eiss, rispettivamente a Pforzheim e a Mühiacker; molti fra noi, soprattutto nelle Valli, li conoscono e
sanno con quanta passione lavorano a
mantenere vivi i legami al di sopra
delle frontiere; annualmente li vediamo giungere fra noi, con gruppi di
membri di chiesa, di giovani, di catecumeni, in un flusso di visite e in un
allacciarsi di conoscenze fortemente
positivi. Il past. Schofer è il presidente
dell’Associazione, il past. Eiss ne è il
segretario nonché direttore del periodico « Der Deutsche Waldenser ».
Poiché il protrarre per due giorni
una riunione di varie centinaia di persone poneva seri problemi d’organizzazione, il convegno di quest’anno si è
concentrato nella giornata di domenica
7 ottobre; solo i più lontani erano
giunti, da vari punti dell’orizzonte, la
sera nrima. Qspitava il convegno la
Stadtkirche, la cattedrale; neH’ampia
chiesa ricostruita con lineare eleganza
si è avuto un primo culto mattutino,
alle 8, presieduto dal past. Eiss; alle
9,30, culto con circa novecento partecipanti, per oltre metà Valdesi convenuti
dalle antiche "colonie": forte predicazione del past. Wiirthwein su un testo
delle Lamentazioni di Ger. (3, 22 ss.),
intensa partecipazione alla santa cena,
a folti gruppi raccolti intorno alla mensa, e la varietà di apporti musicali di
voci e strumenti, che così spesso rallegra e avviva il culto in terra tedesca.
Subito dopo, nei locali della Stadtkirche, si teneva l’assemblea dei membri della Deutsche Waldenservereinigung; i pastori Schofer e Eiss, insieme
ai membri del Consiglio, rendevano
conto dell’attività dell’anno e presentavano i problemi in campo. Per i nostri
lettori condensiamo brevemente problemi e decisioni: 1) Vivo rallegramento per i contatti fra Valdesi d’Italia e
di Germania; particolare successo ha
avuto, a fine primavera, la tournée che
il Coretto del Collegio Valdese ha fatto
in numerosi centri. « Quel che è importante — nota con insistenza il past.
Schofer — sono i contatti personali ».
Conoscerlo, conoscere la sua famiglia
e la loro ospitalità dà a queste dichiarazioni una concretezza toccante. 2) Il
presidente del Hugenottenverein, l’associazione parallela degli antichi emigrati ugonotti di Francia, ha chiesto
che si stabiliscano rapporti seguiti fra
le due associazioni e le loro attività,
proposta che è stata accolta con vivo
■piacere. 3) Il prossimo Waldensertag si
illlllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll'lllllllllll
TORINO
terrà a Palmbach (La Balme). Se è certa la partecipazione di Valdesi di Germania alle celebrazioni dell’S“ centenario, in Italia, potrebbe pure essere una
ottima occasione per ricambiare tale
visita. 4) L’offerta speciale dei Valdesi
di Germania sarà devoluta, quest’anno,
alla ricostruzione della Casa di riposo
di Luserna San Giovanni, un programma del quale si è parlato con convinto
entusiasmo. 5) La manutenzione e l’utilizzazione della casa di Henri Arnaud,
a Schonenberg, pone problemi anche
finanziari (non sia mai che dei Valdesi,
ovunque sotto il cielo, non si trovino
alle prese con questioni finanziarie ed
edili!). 6) Avvertito il problema dell’informazione e della stampa: senza
dubbio un collegamento con la Società
di Studi Valdesi e con il Comitato del
Centenario potrebbe avviare o intensificare, in quest’occasione particolare,
una collaborazione che duri poi ben
oltre i prossimi mesi.
Al termine, un’agape, una di quelle
che conosciamo e che, in occasioni
ahimè particolari, raccolgono ancora
un "popolo”.
Nel pomeriggio, la vasta chiesa si popolava nuovamente di varie centinaia
di persone. Sapientemente inframmezzati da efficaci interventi del Kantor —
il maestro di musica che ha la responsabilità, a pieno tempo, della vita musicale della chiesa e che è riuscito con
autorevole naturalezza a trascinare la
grande assemblea in un vigoroso e intonato canto di un ’’canone" a 4 voci,
imparato seduta stante —, si sono
quindi susseguiti i discorsi, ricevuti
non solo con teutonica correttezza, ma
— ritengo — con interesse e partecipazione: il vivace messaggio del past.
Schofer, il saluto del rappresentante
del borgomastro, che si era andato a
rispolverare per l’occasione pagine di
storia, quello della Chiesa evangelica
regionale e locale. Quindi è stata la
Personalia
Ci rallegriamo vivamente con Paola
e Sergio Ribet per la nascita della loro secondogenita, Elena, a Pachino, e
facciamo a questa famiglia pastorale
il nostro augurio migliore.
L’evangelista Vincenzo Sciclone ha
perduto il padre. Salvatore Sciclone,
che il Signore ha richiamato a sé all’età di 84 anni presso la Casa di riposo di Vittoria. A tutti i familiari diciamo la nostra fraterna simpatia.
volta degii ospiti: ho portato ai fratelli tedeschi, valdesi e non, con l’eco
aei problemi aioattuti in Smodo, una
succinta informazione sulla vita valdese in 1 calia (nel quadro dell'evangelismo iialiano) e in Sudamerica, naluraimenic con particolare insistenza
sulle prosoime manifestazioni del Centenario nelle linee del messaggio sinodale (ripreso in questi giorni da « Der
Deutsche Waldenser »). La. sig.ra Ruth
Tourn, per la quale si trattava di una
’'rimpatriata” (e stata infatti assistente
di cmesa nella Landeskirche del Baden), ha parlato della vita dei nostri
istituti di istruzione secondaria nelle
Vani: un'esperienza per lei diretta, che
na laiio vivere per gii ascoltatori, ristorandoli anche dalie sofferenze per
I incerto tedesco del precedente oratoli... iiii-ii,_ un paiiiore tedesco che ha
lavorato in Francia ha presentato
aspetti delia vita della Chiesa e in specie del protestantesimo in quel paese.
Alla riunione partecipava con perseveranza, malgrado la scarsa conoscenza
nei tedesco, il gruppo di evangelici italiani, lavoratori immigrati neila città,
evangelici d'origine — Kiesi, Pacnino —
II uiveiidti laii, cne si raccolgono attorno al fratello Laganà e che sono visitati
inensiimente uai pastore Carmen Ceteroni, da Darmstadt; a loro un saluto e
un augurio particolare. Fra gli amici
che è stato bello incontrare, il pastore
Kuhlewein, e il pastore di Karlsruhe,
Klaus Mùlier-Kolimar con la sua compagna valdese, Luisa Coisson. Poi, il té,
che tra valdesi non poteva mancare,
quindi la dispersione.
Ma per l’intaticabile pastore Schofer
la giornata non era finita; e poiché la
chiesa aveva messo a disposizione tutta la domenica, eci O alle 20 ancora una
riunione: lettura biblica, breve commento, canto, presilierà, e con l’ausilio
di diapositive ani «ira il nostro ospite
dava dei punti al |iiù appassionato cultore di valdismo .lostrano! Domande,
chiarimenti. Qra lische a Pforzheim parecchi ne sanno un po’ di più, sul valdismo.
L’indomani, priiua di ripartire, un
breve giro pilotai;) nelle località ’’vaidesi” più vicine. Per questo come per
tutta l’accoglienza, per l’interesse vivo
e in profondità con cui siamo seguiti,
rinnovo qui il mio grazie” più intenso
e l’augurio perché la riflessione, in quest’anno centenario, ravvivi e approfondisca i nostri vincoli.
Gino Conte
harmonium
per la chiesa
di Orsara
Domenica 9 settembre.
Nel quadro della ripresa ecclesiastica autunnale, dopo l’inevitabile sosta
estiva, ben felicemente si colloca la
inaugurazione dell’armonio nuovo, regalo dei fratelli evangelici della Corale Svizzera di Zurigo.
Nel giro di visite fatto nella Pasqua
dell’anno scorso attraverso il Mezzogiorno d’Italia, la Corale aveva toccato anche il nostro paese tenendo alla
Comunità un concerto-culto molto efficace ed apprezzato da tutti. Lontano
dalla gioia e dall’entusiasmo generale
si tenne però l’armonio della chiesa,
deciso ad andare per conto suo nonostante gli sforzi del bravo organista.
Ma ben presto ci si accorse che non
si trattava di xenofoba rabbia e di
una nuova specie di dissenso ma di irreparabili lesioni nei diversi organi respiratori, dentari, vocali, a causa di
tarda età; e così, un po’ per compassione ed un po’ per stizza si decise di
mandarlo in pensione attraverso l’acquisto da parte della Corale di un nuovo strumento per la nostra comunità.
Mantenuta la parola, eccoci a poco più
di un anno, all’inaugurazione del prezioso « Farfisa ».
Fu un’ora di intima letizia in una
intensa comunione spirituale con gli
amici svizzeri tutti presenti al nostro
spirito. Sedette all’armonio l’impareggiabile Nardino Casorio che, attraver
so il passaggio continuo ed armonioso
di tonalità e di registri, fece gustare
all’assemblea tutte le possibilità melodiche del nuovo organo. Il pastore centrò il messaggio seguendo il testo di
Paolo agli Efesini 5: 18-20, sulla importanza del canto nella vita degli uomini e dei credenti alla luce dell’esperienza biblica. Per tutte le ore della vita,
siano di dolore come di gioia, di sconfitta come di vittoria, d’alba come di
tramonto, il canto esprime a Dio lode,
ringraziamento, speranza, preghiera,
pentimento, risoluzioni: tutti i sentimenti che possono toccare il cuore
dell’uomo. La vita stessa del credente
deve essere tutta un canto di gioia e
di gratitudine nella contemplazione
delle opere meravigliose compiute dal
Signore per gli uomini. « Cantate all’Eterno un cantico nuovo perch’Egli
ha compiuto meraviglie » (Salmo 98).
Una fotografia dei presenti attorno all’armonio chiuse l’assembiea.
Un grazie grande giunga da parte di
tutta la Comunità alla Corale di Zurigo, al past. Bogo, al signor Ernst
Widmer, al signor Johannes Kaestli,
a tutti coloro che, in un modo o in un
altro, spontaneamente, prontamente e
generosamente ci vennero incontro in
cosa sì bella dando magnifico esempio
dell’agape di Cristo che abita nei loro cuori. Grazie.
P- g
Facoltà Valdese di Teolosla
1. Prolusione
L’apertura dei corsi avrà luogo sabato 29 ottobre alle ore 18, nell’Aula
Magna di Via Pietro Cossa 40. La prolusione sarà letta dal prof. Vittorio
Subilia, sul tema: Il significato attuale
della giustificazione per fede. La mattina seguente alle ore 11, culto pubblico nella chiesa di Piazza Cavour, presieduto dal Moderatore.
2. Esami
La sessione autunnale ordinaria si
svolgerà nei giorni 26, 27, 28 c. m.; si
prega di far pervenire al più presto le
richieste di iscrizione per eventuali
esami. Studenti esterni residenti fuori
Roma possono proporre all’attenzione
dei rispettivi docenti problemi di date
e proposte in merito.
Cronaca delle Valli
Inaugurazione dell'anno scolastico 173 - '74
Collegio Valdese
Ostello Maschile Valdese
L’Ostello dà ospitalità a giovani operai e studenti in camere a 2 o 4 letti
(esclusi i pasti) a modeste rette mensili.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla direttrice, signora Armand-Pilon,
Via Madama Cristina 11 - tei. 658108 Torino.
Mercoledì 3 ottobre ha avuto luogo
l’inaugurazione dell’anno scolastico
1973-74 per il Collegio Valdese di Torre Pellice. Malgrado il tempo che segnava pioggia continua e torrenziale,
l’aula sinodale era stipata di allievi e
di pubblico: genitori e sostenitori. Fra
le autorità; il rappresentante del Comune prof. Bein, il Consigliere provinciale dott. Bein, i Presidi delle scuole
medie statali e degli istituti professionali della Valle; il direttore didattico
prof. Eynard; il rappresentante della
Commissione distrettuale, ing. Pontet,
e della Tavola, past. Gino Conte. Presente il Comitato del Collegio al completo e due professoresse della Scuola Latina.
La seduta ha inizio con un breve
culto ed un messaggio appropriato del
Pastore Conte: « La messe è grande,
pochi sono gli operai..., manda operai
nella tua messe ».
Il prof. Ermanno Armand-Hugon
parla con vivacità, suscitando un grande interesse in tutti i presenti, tanto
giovani che anziani, delle sue drammatiche esperienze durante l’ultima guerra nella lotta partigiana in Jugoslavia,
alla quale un forte contingente di artiglieri di montagna della sua divisione, costretti in quel territorio dagli
eventi bellici, ha dovuto prendere parte. Attraverso le parole dell’oratore,
davanti agli occhi dei giovani si delinea tutta una porzione della vita del
loro professore, piena di sofferenze e
di singolari disavventure, quali forse
essi non immaginavano; e per i più
anziani si ridestano in cuore tristissime memorie di lunghi e travagliati anni trascorsi. Su 24.000 uomini di quella divisione rimasta in Jugoslavia, soltanto 4000 ritornarono in Italia: tutti
gli altri erano periti o in combattimento o di stenti o di malattie.
La Preside della Scuola media valdese (circa 165 alunni) e il Preside del
Ginnasio-Liceo (circa 80 alunni) presentano una breve relazione dell’anno
scolastico decorso; in seguito ha luogo la premiazione degli alunni meritevoli; a dire il vero, sono quasi tutte
alunne, i ragazzi hanno un solo rappresentante in questa occasione.
Infine il Presidente del Comitato del
Collegio legge alcuni messaggi di solidarietà da parte di amici della Germania e della Svizzera, ed un apnrezzato telegramma da parte del Moderatore; dà alcune notizie sulla nuova
costruzione nronta ad accogliere il
Ginnasio-Liceo, e ringrazia tutti coloro
che hanno preso parte all’inaugurazione, tanto di persona quanto in spirito.
L’anno scolastico 1973-74 inizia in
questo modo al Collegio Valdese, con
il quadro completo elei professori sin
dal primo giorno di scuola, con le aule
nuove pronte, il seri ¡zio trasporto allievi funzionante, il .servizio mensa organizzato a Villa Qlanda; in più un’aula di scienze, notevolmente ricca di
materiale, e una di fisica ben riscaldate ed agibili, finalmente, anche durante l’inverno; una palestra di educazione fisica (Aula Magna) rinnovata
e fra poco del tutto attrezzata; infine
un’aula magna con riscaldamento tutto Tanno, disponibile per assemblee di
studenti, conferenze, recite, cori e
molteplici altre attività.
Scuola Latina
Domenica 30 settembre si sono inaugurati i corsi della Scuola Latina con
un culto presieduto dal pastore Giovanni Conte. Il teatro del Convitto
Valdese era gremito da una folla di
allievi, di genitori, di amici e sostenitori della vecchia cara Scuola Latina. Dopo il culto il pastore Sergio Rostagno ha portato ai presenti il saluto
augurale suo e della comunità di Pomaretto, mentre il pastore Gino Conte
ha recato il saluto della Tavola Val.
dese e del Moderatore.
La relazione della preside prof. Salma è stata seguita con vivo interesse,
in particolare per l’accento messo sulle relazioni esterne, addirittura a livello europeo, dei giovani studenti attraverso le loro corrispondenze con
coetanei tedeschi, austriaci e spagnoli.
Da quanto è stato esposto dalla prof.
Salma è stato possibile rilevare l’apertura dell’insegnamento che trova
una buona rispondenza negli alunni.
Il pastore Cipriano Tourn ha quindi presentato una splendida serie di
diapositive illustranti i luoghi niù caratteristici della Valle Germanasca,
con utili accenni alla storia dei padri.
Come alcuni giorni più tardi a Torre
Pellice, il pastore Gino Conte ha tratto lo spunto dalla inaugurazione di un
anno di lavoro per invitare gli alunni
— e tutti i presenti — a meditare sul
rnessaggio che in modo speciale ci
viene presentato dalla rievocazione
delTS” centenario della conversione di
Valdo.
La riunione si è chiusa con brevi
parole del presidente del Comitato del
Collegio e della Scuola Latina, che ha
ripreso spunti interessanti emersi nel
dibattito sulle autonomie nelle Valli
Valdesi, tenuto per iniziativa della Società di Studi Valdesi la sera della domenica sinodale.
Diffusione
stampa evangeiica
La Commissione per la diffusione
della stampa evangelica del I Distretto domanda ai Concistori di tutte le
comunità delle Valli di far pervenire
al più presto il questionario loro inviato, completo di tutte le indicazioni
richieste, al past. Renato Coisson,
10060 Angrogna (To), anziché al past.
Luciano Deodato, come precedentemente indicato. La Commissione ricorda inoltre che, in occasione della Domenica della Riforma (28 ottobre o 4
novembre), la colletta al culto sarà
devoluta alla Società Biblica quale
contributo al finanziamento della nuova traduzione della Bibbia. In tale occasione si domanda anche di fare un
particolare sforzo di diffusione della
Bibbia.
Suor Léonie Stalle
Lunedì 8 ottobre si è spenta presso
l'Ospedale di Torre Pellice, Suor Léonie Stallé, Diaconessa Valdese, all’età
80 anni. Nel darne l’annuncio ricordiamo a tutti questa parola dell’Evangelo
che Le fu data il giorno della sua consacrazione e che è rimasta la Sua divisa fino alla fine: « Siate saldi, incrollabili, abbondanti sempre nell’opera del
Signore, sapendo che la vostra fatica
non è vana nel Signore » (I Cor. XV, 58).
3. Corsi per laici
I corsi per laici organizzati dalla facoltà di teologia hanno inizio con il
corso del prof. V. Vinay sul tema; « La
liturgia della Santa Cena in Calvino ».
Seguirà il corso del prof. Corsani:
« Cinque lezioni sul Vangelo di Giovanni ». Successivamente sarà il turno del prof. M. Sinigaglia che tratterà,
per l’Antico Testamento, « Le confessioni di fede in Israele ».
Infine il prof. Vittorio Subilia tratterà il tema; « La giustificazione per fede nel pensiero dei Riformatori », però
offre assistenza tecnica anche per lo
studio di altri temi con il metodo delle letture consigliate (a richiesta).
L’epoca d’invio del testo delle lezioni sui temi indicati è la seguente:
prof. Vinay in novembre; prof. Corsani dopo le vacanze di Natale; prof.
Sinigaglia in febbraio; prof. Subilia
verso Pasqua.
Per l’iscrizione si prega di far pervenire con cortese sollecitudine una
domanda scritta, un attestato di appartenenza alla propria comunità, e un
certificato di diploma della scuola secondaria frequentata (o in mancanza,
una dichiarazione degli studi seguiti).
La quota di iscrizione (invariata, L.
5.000) dovrà essere versata sul c.c.p. n.
1/27855 intestato « Tavola Valdese »,
Roma, indicando sul retro: Conto Facoltà di Teologia, Corso Laici.
Per il rinnovo di iscrizioni dagli anni precedenti non occorrono documenti, basterà la domanda e il versamento.
Ricordiamo che chi ha seguito i corsi per un biennio può, a richiesta, sostenere un esame nella sessione di giugno. Superato l’esame, la Facoltà rilascerà un apposito attestato.
Roma, ottobre 1973.
I LETTORI
ci scrivono
Difesa del francese
Torino, 8 ottobre 1973
Caro direttore,
La ringrazio per l’ospitalità che Lei mi offre sul suo giornale.
Come segnalato nelTEco/Luce del 21 settembre scorso, nelle Scuole elementari di Torre Pellice (Capoluogo), il corso di aggiornamento di lingua francese si terrà nei giorni
19, 24, 26 ottobre e 7 e 9 novembre dalle
14,30 alle 16,30 a cura dell’Associazione nazionale insegnanti di lingue straniere (ANILS)
e del Centre Culturel franco-italien di Torino.
È aperto, oltre ai maestri che già si sono
iscritti, a quanti s’interessano al problema del
francese.
Altrettanto sarà fatto, in primavera, per il
gruppo dei numerosi maestri iscrittisi al corso
di aggiornamento delle Valli Chisone e Germanasca.
Molto cordialmente.
Liliana Ribet
Cambio d’indirizzo
L’anziano evangelista Arrigo Bonnes. trasferito da Forano a Caltanissetta. comunica il
suo nuovo indirizzo : Corso Vittorio Emanuele,
93100 Caltanissetta: ivi pure l’ufficio pastorale.
Dopo alcuni mesi di sofferenza è
salito alla casa del Padre
Roberto Ernesto Monnet
« Il Signore è la mia forza e il mio
scudo, in lui si è confidato il mio
cuore» (Salmo 28: 7).
Con queste parole di conforto lo ricordano a parenti ed amici : la moglie
Geuna Teresa; le figlie Bruna col fidanzato Franco; Carla col marito Pasquale; la sorella Jolanda. Un grazie
di cuore a infermieri e dottori dell’Ospedale di Pomaretto.
Pinerolo, 7 ottobre 1973.
6
pag. 6
I NOSTRI GIORNI
N. 40 — 12 ottobre 1973
Umguay: la fine di un’illiisione
Questo volumetto merita una particolare attenzione; se non altro perché
in Uruguay vive una buona parte di
comunità valdesi le cui grosse difficoltà abbiamo ricordato anche quest’anno nella sessione sinodale.
Il libro ci avverte innanzitutto dell’esistenza di un Comitato italiano per
la liberazione dei prigionieri politici
Uruguay ani (CDPPU), fondato recentemente a Brescia in seguito al cascf di
Padre Pier Luigi Murgioni, imprigionato e torturato dalla polizia uruguayana che è riuscita anche ad estorcergli una « confessione » in relazione
alle accuse mossegli: attentato alla
Costituzione, associazione a delinquere, falsificazione dei documenti (p. 89).
Secondo fonti attendibili pare che oggi esistano in Uruguay circa 6 mila
prigionieri politici.
Chi avrà voglia di leggersi questo
dossier preparato da esiliati uruguayani potrà capire bene come sia stato
possibile redigere quegli atti sinodali
che hanno stupito molti delegati al sinodo per la loro genericità e per l’assenza di indizi che permettano di capire qualcosa della situazione sociale
e politica del paese (lo stesso discorso vale naturalmente per l’Argentina,
pur con le necessarie distinzioni), né
ci si dovrà stupire se il Mensajero
Valdense si interessa dello sport praticato da alcuni gruppi giovanili.
L’illusione della
’’Svizzera Sudamericana”
Una nota di edizione quanto mai opportuna precede la prefazione del libro cercando di inquadrare nel contesto mondiale le contraddizioni economiche e politiche dell’Uruguay; contraddizioni che hanno permesso fino
a pochi anni fa di parlare di questo
paese come della « Svizzera sudamericana » (vero è che gli Svizzeri hanno
investito in Uruguay un grossissimo
capitale). L’illusione di un’isola di paradiso economico dell’America Latina
è finito. È spiegato con estrema chiarezza come l’Uruguay non abbia mai
avuto una struttura economica indipendente, mettendo in luce i fattori
che hanno fatto pensare a questa illusoria « indipendenza ».
Nella Prefazione il Comitato promot9re chiarisce l’obiettivo che vuole raggiungere con questa pubblicazione:
« la lotta aifinché si ponga termine in
Uruguay ai delitti contro i diritti iondamentali della persona umana, quali
sono stati definiti dagli accordi internazionali e sottoscritti anche da questo paese» (17).
Il clima di brutale repressione aumentato ancora dopo la proclamazione dello stato di guerra interna del 15
aprile 1972 e quindi con l’atto di forza militare del febbraio 1973 non colpisce soltanto gli appartenenti a gruppi politici avversi al regime, « ma spesso le forze di repressione colpiscono
semplici cittadini senza alcuna collocazione politica» (18).
Ma quali sono le forze politiche in
Uruguay? « I due partiti tradizionali
dell’Uruguay sono il partito colorado
di tradizione liberale e quello bianco
già legato ai proprietari nazionali di
bestiame. Il “frente amplio” della sinistra svolge un lavoro e una rappresentanza politica sia in parlamento
che fuori; è formato dal partito democratico cristiano, partito socialista,
gruppi dissidenti del partito bianco e
colorado, il “gruppo indipendenti 26
marzo", il POR e il PRT (trotzkisti),
l'MRO. La convenzione nazionale dei
lavoratori CNT. Il movimento di liberazione nazionale MLN (tupamaros).
L’organizzazione popolare di resistenza 33. La FEUU (Federazione studenti
universitari). Ci sono poi i militari:
esercito, aviazione e marina e, infine,
vi sono le organizzazioni repressive:
squadra della morte, ecc. » (13).
pamaros; non altrettanto siamo stati
informati delle torture ed uccisioni
compiute dalle squadre fasciste che
hanno causato la guerra civile in Uruguay. La repressione ha colpito ovunque potesse intravvedere dei focolai
contrari al regime; perquisizione di
chiese, smantellamento dei locali dei
sindacati, irruzioni negli ospedali a
caccia di Tupamaros. « Nella mattina
di domenica 16 (aprile 1972) vengono
attaccate con bazooka e bombe le case di diverse personalità della sinistra
e un tempio metodista. Il giorno 17
durante un assalto a una sede del Partito Comunista le “Forze Congiunte”
ammazzano 8 militanti. Il popolo si riversa nelle strade in omaggio ai caduti » (52). Questa è una fotografia dell’Uruguay di oggi!
La tortura come
strumento di repressione
E in questo clima di repressione che
la tortura diventa una cosa abituale
a partire dal 1967. I poliziotti uruguayani vengono mandati negli USA,
a Panama, in Brasile per l’addestramento militare e per dei corsi specializzati sulla tortura. Tutto ciò con un
decreto firmato dal Presidente Pacheco appena salito al potere.
Nel II capitolo, «Il governo del Presidente Pacheco Areco (dicembre 1967febbraio 1972): dalle “misure speciali
di sicurezza” all’uso generalizzato deitortura », gli Autori spiegano che cosa
siano queste « misure speciali di sicurezza » definendole una « versione attenuata dello stato d’assedio » (58) di
cui il presidente ne ha ignorato l’abrogazione decisa ben due volte (5 marzo
1970 e 14 luglio 1971) dalla Commissione Legislativa Permanente. È sotto la
sua presidenza che vengono aperti i
primi campi di concentramento « Punta Rieles » e « Colonia Libertad ». Le
« misure speciali di sicurezza » servono di fatto a rendere nullo l’operato
del potere giudiziario, revocandone le
decisioni e quindi imprigionando nuovamente i detenuti che sono stati liberati; a perquisire ed arrestare in
qualsiasi momento dei cittadini senza
l’autorizzazione preventiva della magistratura (l’idea del fermo di polizia
nostrano); lasciando alla « giustizia
militare » un campo immenso d’azione che spetta alla « giustizia civile »,
ecc.
Nel 1969 vengono denunciati in Parlamento oltre 37 casi di « torture selvagge » ed il Senato decide allora di
creare una Commissione d’inchiesta
che pubblicherà il suo rapporto il 5
giugno 1970 di cui il nostro libro ha
fatto un estratto (61 sgg.). La conclusione è questa: « Tutte queste sevizie, denunciate dai medici e dagli avvocati
dei detenuti, sono descritte nei rapporti medici che sono nelle mani dei
giudici. Ma, a causa dello stato d’emer
genza, questi ultimi sono impotenti di
fronte all’arbitrio della polizia e dell'esercito, ed i torturatori ed i loro
comvlici godono una totale impunità »
(P. 67).
Il III capitolo: « Il governo del Presidente Juan Maria Bordaberry (marzo 1912-febbraio 1973): dall’uso generalizzato della tortura alla proclamazione dello stato di guerra interna »,
si apre con la dichiarazione del Consiglio Permanente della Conferenza
Episcopale uruguayana a Montevideo
che contiene una coraggiosa denuncia
dell’uso della tortura chiarendo che
« noi non subiamo altre pressioni che
quella della sola nostra responsabilità
pastorale, quella delle innumerevoli
voci che pervengono fino a noi per richiedere le parole che non possiamo
più tacere » (69). Il Presidente risponderà addirittura in TV « riaffermando
ai vescovi la sua condizione di “governatore, di uruguayano e di cristiano”
cosciente dei suoi doveri » (70).
Dopo altri colpi di mano dei tupamaros, il 14 aprile 1972 il Presidente
ottiene dalla maggioranza del Parlamento l’autorizzazione di dichiarare il
paese « in stato di guerra interna » con
la sospensione di tutte le garanzie individuali. Buona parte del paese viene
trasformata in una vera e propria « zona militare ». « E impossibile enumerare i fatti e gli abusi che si ripetono
sotto la copertura della ’’stato di guerra interna" che giustifica tutto. Ogni
giorno, decine di persone spariscono
senza che sia possibile tentare di ritrovarle » (73).
La denuncia dell’anticostituzionalità
dello « stato di guerra interna » è stato
fatto ufficialmente dal Consiglio della
Facoltà di Dirittto e Scienze sociali
dell’Università di Montevideo su richiesta dei professori stessi. Sono continuate in Parlamento le denunce contro la repressione e l’uso indiscriminato della tortura, da parte di deputati e
senatori di tutti i settori politici con
una precisione di dettagli che non lasciano ombra di dubbio.
Gli ultimi 3 capitoli, più brevi, ci offrono ulteriori informazioni su: « la
azione della polizia durante lo stato
di guerra interna; lo squadrone della
morte e i gruppi parapolizieschi; forze di repressione e intervento straniero ».
I Tupamaros:
lottare per il popolo
La cattura da parte dei Tupamaros
di alcuni capi delle « squadre della
morte », quali Nelson Bardesio, permise rivelazioni ed informazioni dirette
sul funzionamento della criminale organizzazione. « Le dichiarazioni di Bardesio chiariscono allo stesso tempo
l’intervento straniero in seno alle forze di pqliz.ia uruguayane, la presenza di
consiglieri americani, ecc.» (103). La
cattura di questo « personaggio » permise ai Tupamaros di venire a capo
dell’organizzazione e dei mandanti di
queste « squadre della morte » e nello
stesso tempo di chiarire all’opinione
pubblica certi « misteri » quali l'assassinio di diverse persone e numerosi attentati organizzati da queste squadre
che agivano addirittura con la collaborazione del Ministero degli Interni e
delle Forze armate. L’agente della CIA
William Cantrell fu colui che organizzò i contatti per la formazione di corpi speciali di polizia che venivano addestrati in Argentina, Paraguay, Brasile, Panama, con finanziamenti americani. È lo stesso Bardesio che nelle
sue dichiarazioni ha smascherato l’attività dell’agente americano Cantrell
con i! quale collaborò a lungo fungendogli pure da autista: « una volta la
settimana lo conducevo alla chiesa metodista, della quale era tesoriere; dà lì
ritornava più tardi nella vettura di
sua moglie» (121). I finanziamenti e la
penetrazione americani non sono certo
un mistero, tanto più che non sono
limitate all’Uruguay ma alla quasi totalità deH’America Latina: i recenti
fatti del Cile ne sono la dimostrazione
più lampante.
E tutte queste informazioni sono state nossibili grazie all’informazione che
i Tupamaros hanno fornito al popolo
e all’opinione pubblica.
«Questo dossier, se ve ne fosse ancora bisogno e pensiamo ce ne sia, servirà a farci accorgere che l’Uruguay
vive una situazione di guerra civile. I
Tupamaros non ne sono né la causa,
né sono gli unici opositori del regime.
Il dossier servirà a vedere come i Tupamaros sono un tentativo organizzato, con caratteristiche militari, preoccupato di farsi capire da tutta la popolazione e di lavorare e lottare per
una liberazione verso una nuova società » (14).
Ermanno Genre
Uruguay: La fine di un’illusione ■ Jaca Book,
piccola serie 88, 1973, pp. 125, L. 800.
Rifiuti trasformati
L’immondizia può essere trasformala in
combustibile economicamente conveniente e
non inquinante secondo un nuovo metodo brevettato dalla ditta californiana « Sira international ine ».
Il presidente della (c Sira », Jan Allison,
spiegando il nuovo prodotto in una conferenza
stampa a Los Gatos (California, ha detto che
produrre il nuovo tipo di combustibile costa
dai tre ai cinque dollari alla tonnellata mentre per immettere sul mercato una tonnellata
di carbone si spendono dai 13 al 18 dollari.
Il procedimento è ovviamente protetto da
un brevetto, ma Allison ha reso noto che la
« Sira » ha potuto realizzare il nuovo combustibile grazie all'invenzione di uno speciale impianto da lui definito « Air classifier ».
« Tutto può andare bene — ha affermato —
nel produrre il nostro combustibile : frigoriferi, pneumatici, vecchi alberi di natale e tutti i rifiuti che normalmente si accumulano in
una casa ».
Tutti i rifiuti vengono convogliati verso un
unico impianto che li seleziona, li schiaccia e
li riduce in pezzetti. I frammenti formano
un’unica misura che dopo essere stata ulteriormente setacciata e impastata si trasforma
nella materia prima da cui si ricavano « compresse » di combustibile con uno spessore variabile dai sette ai dieci centimetri.
Illltllltlllllllllllllllllllllllllllltlllllllllllllllllllllllllllllllllimin
L’URSS per lo sviluppo
I L’aiuto sovietico ai paesi in via di sviluppo nel periodo 1958-72 comportò crediti
ammontanti a 5 miliardi di rubli, con un
esborso effettivo di 2,4 miliardi. Sono stali
conclusi accordi di cooperazione economica
con 45 paesi in via di sviluppo, con 22 paesi
dell’Asia, 20 dell’Africa e 3 dell’America I^atina. Negli ultimi anni non si sono verificati
aumenti negli impegni. I crediti sono concessi
con un interesse annuo tra il 2,5 e il 3% e
sono quasi sempre bilaterali e legati a fornilure da parte della URSS e di altre nazioni »lei
Consiglio per l’assisstenza economica recipro.ca Durante la conferenza di Colonia, un )nofessore russo ha detto che ci si attende che
nel futuro i crediti saranno estesi a paesi come l’Afghanistan, l’Algeria. l’Egitto, ITiiíKa,
l’Iran, l’Irak e la Turchia.
In graie crisi I centri dì rlabìlìtazìoiie
per spastici ed ìnialldì civili
Il Ministro della Sanità, On. Luigi Gui, ha
ricevuto la Giunta Esecutiva dell’A.I.A.S. (Associazione Italiana per l’Assistenza agli Spastici) la quale ha rappresentato al Ministro la
grave situazione in cui si trovano gli Enti che
provvedono all’assistenza agli invalidi civili
ed in particolare i centri di riabilitazione gestiti dall’A.I.A.S. I rappresentanti dell’AIAS
hanno sottolineato come tale situazione sia dovuta al fatto che il Ministero della Sanità con
i fondi di cui dispone attualmente è riuscito
a rimborsare soltanto le rette di assistenza
relative al primo trimestre del corrente anno, e dal 1® aprile non è stato più in grado
di rispettare gli impegni presi mediante apposite convenzioni stipulate con le organizza
LA MORTE
DEL POETA
La rovina economica
Il processo di inflazione
Il libro è suddiviso in 6 capitoli dovuti alla penna del gruppo di esiliati
che ha fornito la documentazione. Nel
primo, « Aspetti socio-politici del processo uruguayano », sono evidenziati i
sintomi del malessere economico a
partire dal 1954, la caduta internazionale della lana (principale materia
prima di esportazione), la saturazione
del mercato interno di produzione e
l’impossibilità di reperire dei mercati
internazionali aperti. Dilaga l’inflazione: « in 10 anni il dollaro, che valeva
5,54 pesos nel 1958, raggiunse il prezzo
di 250 pesos nel 1968; durante l’anno
1967 il rialzo dei prezzi raggiunse il record mondiale del 136%. Tutto il processo produttivo del paese tendeva rapidamente alla stagnazione. La situazione si è aggravata a un punto tale
che oggi (1973) il dollaro ha raggiunto
il valore di 1200 pesosl » (23).
Di fronte all’inflazione e alla non curanza della classe che detiene il potere, nasce e si organizza la resistenza
delle organizzazioni sindacali che proclamano lo sciopero. Ma ben presto,
di fronte all’organizzazione operaia, si
intensificano le azioni dei gruppi fascisti con attentati che creano un clima di sempre più forte tensione sia
nelle fabbriche che all’Università.
Quando la repressione si serve delle armi e fa i primi morti, anche i
partigiani si organizzano militarmente. Ciascuno di noi ha potuto leggere
sulla stampa i colpi compiuti dai Tu
ic « Davanti alla
salma di Fabio Neruda, si alza una
voce che recita un
poema del celebre ——————
scrittore comunista cileno. Non il poema più recente, e neppure il più bello, ma quello il cui significato è più
pregnante e più trasparente: “Dal fondo dell’oceano salgono delle teste imrnonde”. Al manipolo di uomini dell Unità Popolare, sfuggiti alla persecuzione, riunitisi martedì 25.9 al cimitero di Santiago, questo verso ha evocato rabbiosamente l’azione militare iniziale della Marina L
Le esequie del poeta, punteggiate di
slogan e di strofe dell’“Internazionale”
cantate col pugno alzato da un centinaio di persone, sono state anche quelle del regime di Salvador Allende. Ma,
nello stesso tempo, esse sono state anche la prima manifestazione pubblica
della Resistenza, quindici giorni dopo
il golpe. Tutti l’hanno capito: sia i passanti silenziosi che guardavano sfilare
il corteo funebre, sia l’esercito che
montava la guardia intorno al cimitero
e i cui militanti saccheggiarono la casa del premio Nobel, dedicandosi in
modo particolare a bruciarne i libri ».
Questo celebre poeta della natura e
deH’amore, ha cantato anche la rivolta politica. «Nel gennaio 1973, egli ha
scritto dei “poemi elettorali", da lui
intitolati, nella raccolta, “Incitamento
al Nixonicidio ed elegio della rivoluzione cilena” ». Diamo qui di seguito la
traduzione, secondo le nostre personali capacità, di uno di questi (« Non
posso tacere ») e dell’ultima sua poesia (« Le Satrapie »), scritta pochi giorni prima della morte e pubblicata il
20.9 sulla rivista « La Opinion » di
Buenos Aires.
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
II
1 ) « NQN PQSSO TACERE
cittadino pieno di
speranze mi
(perdoni
questo racconto di miserabili azioni:
gli uomini del passato sono quelli che
ile rievocano.
lo predico un amore inesorabile.
E poco m’importa un cane o una per
c , - . [sona,
tsolo il popolo e per me importante:
solo la Patria mi condiziona.
Popolo e Patria dominano la mia at
[tenzione.
Patria e Popolo dettano i miei doveri.
E, se si arriva ad uccidere ciò che il
[Popolo costruisce,
allora la mia Patria muore.
Ecco la mia paura, ecco la mia agonia.
Anche nel combattimento, nessuno
[speri
di trovare senza voce la mia poesia ».
2) «LE SATRAPIE»
« Nixon, Frei e Pinochet
fino ad oggi, fino a questo amaro
mese di settembre
dell’anno 1973
con Bordaberry, Garrastazu e Banzer^
iene voraci
della nostra storia, roditori
delle bandiere conquistate
al prezzo di tanto sangue e di tanto
impantanati nei loro latifondi [fuoco,
depredatori infernali,
satrapi mille volte venduti
mille volte venditori, aizzati
dai lupi di New York.
Macchine affamate di dollari,
imbrattati del sacrificio
dei loro popoli martirizzati,
mercanti che prostituiscono
l’aria e il pane latino-americani
fosse putride, carnefici, muta
di sgobboni patibolari
senz’altra legge che la tortura
e la fame del popolo sotto la sferza».
(Da « L’Express » del 1-7.10.1973).
Lasciamo al lettore ogni commento
su queste poesie.
DUELLO NIXON-AGNEW
■ir II Presidente e il Vicepresidente
USA sono ormai ai ferri corti. Un tem
’ Si tratta evidentemente del colpo di mano
di Valparaiiio. effettuatosi tre settimane prima
del golpe nazionale.
“ In questo verso i nomi di altri tre « satrapi » americani. Su « L’E.spresso » del 7.10,
Sergio Saviane riporta i primi versi di questa
poesia, denunciando il « taglio ignobile » effettuato in una tra.smissione alla TV italiana
(servizio di G. Vannucchi). Infatti, nella trasmis.sione, i sei nomi propri .sono stati sostituiti con la de.signazione generica: « 1 generali golpisti... ». li Saviane conclude: « In via
Teulada si tagliano tutti i vivi e i morti».
po non lontano
eran (o sembravano) grandi amici.
Ma la legge della
vita politica, come
quella della giungla,
____________________ è quella che è:
« Homo homini lupus Meglio sarebbe, per Nixon, che
Agnew se ne andasse. Il Presidente ha
già noie abbastanza: un comitato della
Camera, seguendo in questo il Senato,
vuol frenare la sua “distensione” con
rURSS, impedendogli d’applicare a
questa la clausola della "nazione più
favorita”, fintantoché gli ebrei sovietici non potranno espatriare liberamente; e intanto il Senato non aspetta il
risultato delle trattative americano- sovietiche sulla riduzione delle forze militari, per esigere il rimpatrio, fra 27
mesi, di 190.000 militari americani attualmente accampati oltre mare...
Ma l’affare Watergate è lì ed ha il
suo peso. Nixon non ha più le spalle
abbastanza solide per permettersi di
far spettacolo, buttando fuori il suo
Vicepresidente: Agnew ha degli amici,
soprattutto nell’ala destra del Partito
Repubblicano, dove si rimprovera a
Nixon di dimostrarsi troppo gentile
sia verso i sovietici che verso i cinesi.
Nixon dunque risponde al sig. Elliot
Richardson procuratore generale, che
spetta a lui risolvere il problema
Agnew come crede meglio ».
Tutto cominciò con l’affare Watergate. Agnew è inesorabilmente compromesso ma vuol coimplicare, come
unica sua speranza di difesa, lo stesso
Presidente. « In che modo? Invocando
la Costituzione per far cessare le persecuzioni scatenate contro di lui, Spiro Agnew. Ma ecco che Nixon invoca
anche lui la Costituzione, per rifiutare
la consegna, ai tribunali e al Senato,
delle registrazioni delle conversazioni
segrete da lui avute coi propri consiglieri a proposito del Watergate (Cfr.
l’art. “Spionaggio telefonico in America e in Italia” su questo settimanale,
n. 19 deiril.5.’73). Ovviamente le argomentazioni legali citate da Nixon e da
Agnew non .sono le stesse, e gli uomini di legge lo sanno bene: ma andate
dunque a far capire simili sfumature
ad un pubblico che da mesi è rimpinzato di scandali!... ».
(Da « L’Express », loc. sopra cit.).
^ E ciò non ostante i singoli credenti, cosi
come le singole comunità e le singole chiese,
non possono e non debbono, a nostro parere,
non occuparsi di politica!
zioni (fra le quali anche l’AIAS) che -tiscono centri di riabilitazione.
Ciò ha messo in disperala condizione 79
Centri gestiti dall’AIAS, centri nei quali ergono assistiti più di 7.500 bambini e le-ee/i
spastici o invalidi civili.
La Giunta dell’A.I.A.S. ha fatto pie-' ite
al Ministro che dal 1“ ottobre i Centri delle
Puglie che assistono più di 1.500 spastici o
invalidi civili saranno costretti a chiuderp per
mancanza assoluta di finanziamenti con ;.;rae 1
conseguenze per gli assistiti ed il perse ;ale.
Seguiranno la stessa sorte entro brevi--bno
tempo tutti gli altri Centri.
I rappresentanti dell’A.I.A.S. hanno am ora
sottolineato come la legge 118 del marzo > 971
in favore degli invalidi civili avrebbe dm "to
garantire fino all’entrata in vigore della liiorma sanitaria l’assistenza sanitaria protesica e
specifica a favore dei mutilali ed invalidi civili, assistenza che, attuata in centri a seni internato e ad internato o nella forma di tra! lamento domiciliare o ambulatoriale, richifde
— oggi — un impegno di spesa di almeno
60 miliardi a fronte dei quali lo Sialo ha ;)ievisto nel bilancio del 1973 e, purtroppo, an-’ìe
in quello del 1974 la somma di soli 21.9 miliardi.
La Giunta ha informato l’On. Gui di a\rr
fatto presente la gravità della situazione con
appositi e ripetuti telegrammi al Presidente
del Consiglio dei Ministri, al Ministro del Tesoro, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari
della Camera e del Senato ed ai Segretari <lei
partiti politici.
II Ministro della Sanità rispondendo ai rappresentanti dell’A.I.A.S. ha fatto pre.sente di
essere pienamente consapevole della grave situazione prospettatagli, situazione che egli
stesso ha sottoposto all’attenzione del Presidente del Consiglio dei Ministri finanziari
predisponendo contemporaneamente un a|)posito disegno di legge per l’integrazione del capitolo del bilancio dello Stato relativo aU'assistenza agli invalidi civili. Il Ministro Gui
ha manifestato la speranza di poter essere in
grado di sottoporre nella prossima .settimana
all’approvazione del consiglio dei Ministri tale disegno di legge.
nord-sud-est-ovest
H A conclusione della conferenza dei capi
di Stato dei sei paesi del Sahel (Sahara
sud-occidentale) colpiti dalla siccità, riunita a
Ouagadoiigou, capitale dell’Alto Volta (gli altri paesi sono il Ciad, il Mali, la Mauritania,
il Niger e il Senegai), è stata decisa la costituzione di un comitato permanente comune per
la lotta contro la siccità ed è stato approvato
il programma elaborato da esperti : se ne curerà al più presto il finanziamento e la realizzazione.
m II Parlamento rhodesiano ha approvalo
un progetto di legge che stabilisce la pena di morte per chi ospiti guerriglieri o ?ion
li denunci. Nonostante la viva opposizione dei
rappresentanti neri, il progetto di legge è
stato approvalo con 34 voti favorevoli c 10
contrari, dopo un dibattito durato olire tre
ore.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 . 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpina » Torre Pellice (Torino)