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Ianno lxxiii
Torre PeÍHce, 20 Febbraio-1942-XX
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Riguardate alia roccia onde foste liagliati f
(Isaia Ll:l)
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Spett. Biblioteca .Valdese
«àn. dcsIlWj Clai«
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Italia e impero
Estero
TORRE PELLICE
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. Anno L. 15 —'Semestre L. 8
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Nulla sia più ’forteg deila vostra fede 1
}\ (Gianavellò)
Direttore i Prof. OINO COSTABEL
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AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bls'"- Torbr Pjsllics
■ REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Toriie Pru.idk '
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copta
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1.0.
: PredichedP A p pel I o
Q)opo la vocazione dei tremila
i83>-.
« Avevano ogni cosa in comune » Atti 2: 45.
ti,.una mano sul portafoglio
— Ma che cosa faceva poi, tutta questa gente che era stata battezzata il
giorno di Pentecoste ?
%. Così, dovette chiedere Luca a qualche
„.vecchio testimone oculare di quei fatti,
érintracciato a Gerusalemme, mentre si
^apprestava a scrìvere il libro .degli Atti
degli Apostoli. E quello, cercando di
^raccogliere in fretta i suoi ricordi:
Quelli che credevano erano insie;-me c avevano ogni cosa in comune; e
^ jvendevano le possessioni ed ì beni, e li
^^distribuivano a tutti secondo il bisogno
®^di ciascuno.
Di quél tempo straordinario e di que(gli avvenimenti memorandi, riaffiora
|;ciò che lo ha maggiormente colpito: lo
spettacolo di tutta questa massa di gen"te, che non è unita da vincoli di parentela, cl& ad un tratto si mette a stare
insieme e mette le.sue cose in comune
sai punto’ di vendere possessioni e beni,
Iper aiutare quelli che sono più poveri...
Nel mondo non s’era mai visto nulla
_ di simile. Insieme con la folla si poteva
instare nella strada, sul lavoro, od ai pubrblici spettacoli, ma poi ciascuno si riti'o-ava nella sua vita intima e particolare,
,;txa le pareti domestiche ! Facevano co,v me noi oggi che, se per caso dòbbiamo
^portare una volta per istrada una somma di dieci o centomila lire, teniamo
^,'una mano stretta sulla giacca, dalia
a. parte del portafoglio e guardiamo con
^ circospezione dietro e davanti, perchè
proprio non abbiamo intenzione dì met^terla in comune con altri... Perciò il
§ mondo si stupiva profondamente dinanl^zi allo spettacolo offerto dalla Chiesa
S primitiva e le parole dell’interlocutore
l’di Luca portano ancor oggi il tono della
li meraviglia. ■
Naturale tutto ciò. La Chiesa, per po^ co che sia fedele, offre sempre uno
l'spettacolo inconsueto e strano, che
riempie di stupore il mondo che lo os
'm
Serva.
|/7ore di serra
p Questo mettere in comune i. proprii
^beni con quelli dei fratelli, era la logica
:onseguenza del battesimo ricevuto il
^ iorno di Pentecoste. Con esso, i conjVertiti, avevano pubblicamente dichiafrato di voler consacrare la propria vita
al Signore. E, consacrare a Gesù, vo
ileva dire anche consacrare ai suoi di
l-scepoli: « chi riceve voi riceve me », aj-Veva Egli detto e: « In quanto lo avete
piatto a tino di questi minimi fratelli, lo
¿avete fatto a me »,
Ed era anche logico che questo bel flo>'te di comunione fraterna sbocciasse nel^‘,la chiesa e vi restasse come un raro floprellino dì serr^ perchè, nel mondo, esso
^»on avrebbe mai trovato un terreno fa’orevole per affondarvi le proprie radici
n mondo, è vero, ha preteso talvolta
^tli portare gli stessi frutti per mezzo di
tottrine politiche, filantropiche, o mo
rali. Da molti anni assistiamo, per esempio, agli esperimenti fatti qua e là
per il mondo, di quella dottrina polìtica e sociale che si chiama comuniSmo
e che pretende stabilire tra gli uomini
la comunione dei beni e livellare le
classi e gli individui. I suoi propagandisti pretesero persino ' di mettere in
pratica le dottrine evangeliche e, poiché i discepoli del Cristo dicevano:
” Quel che è mio è anche tuo^’, finsero
dir quasi la stessa cosa esclamando:
« Quel che è tuo è anche, mio ». Tra i
due programmi passa quella distanza
incalcolabile di cui ci rendiamo conto
paragonando il racconto degli Atti, con
ciò che udiamo della infelicissima Russia. Nel primo, si nascónde uno spirito
•di sacrificio e dì amore infinito, nel secondo, sta in agguato un abisso di egoismo è di invidia.
Piu’ ancora delle dottrine polìtiche è
in auge una certa filantropìa morale
che non si fonda suH’amore di Cristo,
ma sulla bontà degli uomini. E in un
certo senso è bene che ci sìa, perchè,
senza di essa, non esisterebbero tanti
ospedali e tante istituzioni provvidenziali disseminate per il mondo. Ma resta sempre il fatto che non c’è confronto fra le cure che possiamo ricevere nel
piu’ sontuoso ospedale, da una infer-'
miera secolare e quelle offerteci, sia pure neirambiente piu’ umile, da una suora credente, che sì curva sul nostro capezzale sospinta dai palpiti della sua fede e del suo amore in Cristo; '
Persino nella famiglia, il luogo dove
piu’ che in ogni altro gli uomini mettono
in comune tutto ciò che posseggono, si'
ritrova qùesta differenza, perchè l’amore dei congiunti, per quanto grande e
sviscerato,sia, ha sempre in sè qualche
„traccia di egoismo e non è da paragonare con l’affetto di coloro che si amano in
Cristo e che, soli son capaci di una dedizione e di una fedeltà che non cede
mai, neppure di fronte al tradimento.
E’ inutile, la comunione fraterna in
Cristo è un fiore di serra che cresce soltanto nella Chiesa Cristiana. Troverete
tanti altri giardini e tanti altri fiori altrove, ma, questo, sulla terra, non lo
troverete che qui.
Vuoi tu vederlo ?
E già un momento che discorriamo
di questa comunione cristiana come di
una cosa rara e preziosa. Non provi forse il desideriò di vedere piu’ da vicino
di cosa si tratti? Possiamo ben farlo, nói
che viviamo nel giardino dov’essa cresce, la chiesa!
Osserva, anzitutto, ch’esso non consiste unicamente nella comunione dei ber
ni materiali come appare a coloro che
leggono superficialmente il racconto degli Atti degli Apostoli.
La prima cosa che questa gente metteva in comune, era il proprio amore
verso il Salvatore Gesù’ Cristo ed il proprio culto a Dio. A Gerusalemme, infatti, dissero a Luca ch’assi "attendevano
airinsegnamento degli apostoli, al rom
pere il pane ed alle preghiere ’’. La loro
preziosa comunione comincia va. nel culto.-E tu in parte lo sapevi già che nel
culto ! credenti trovano tante benedizioni e^,si sentono chiamare fratelli... ma,
probabilmente, sei ancora lontano, come t|inti altri, dal gustare tutte le ricchezze ineffabili della comunione fraterna in Cristo, che si trovano nei culti
viventi sui quali aleggia lo Spirito Santo. Lascialo dire a noi Pastori che go
. , V .. ... ^
diamo; l’inestimabile privilegio di presiedere tanti culti: Tu non hai ancora
un’idea della miniera infinita di benedizioni che ti è offerta nelle nostre sacrò assemblee!
La seconda cosa che i primi cristiani
mefitevano in comune, erano ì Toro beni.
Non che i poveri andassero a batter cassa ai-ricchi com’è d’uso nel mondo, ma
i ricchi stessi andavano incontro ai fratelli bisognosi per aiutarli.
E forse, qui, c’è qualche lettore pessi
gran cordoglio per lei. Quando Pietro è
arrestato a Gerusalemme, ecco tutta la
chiesa che si riunisce in casa di Marco
per innalzare fervide preghiere a Elio
per lui... E vien fatto di pensare anche a
tante pie sorelle, che han la santa consuetudine di dedicare il pomeriggio delle loro domeniche a visitare i malati negli ospedali, portando loro, insieme con
qualche fiore e con qualche caramella,
il prezioso omaggio della loro simpatia...
E a tante anime nobilissime, sempre
pronte a prendere la loro parte del dolore e dell’affanno del fratello.
E’ certo bello poter dare al fratello
un po’ del nostro pane o del notro denaro, ma è ancora piu’ bello dì prendere
un poco del suo dolore e delle sue lacrime e di portarli con lui.
mista che mi aspetta al varco per ve
dere come me la cavo. Ed io gli dirò,
semplicemente: ’’ Vieni con me e ti mostrerò in una casa vicino alla mia, un
bimbo paralitico, che una donna snaturata ha abbandonato e che questi montanari curano disinteressatamente e con
-vf-aiAorevola. passione. Ti mostrerò altrove un vecchio che i figli hanno spogliato dei suoi beni e che pure vive pérchè
i suoi vicini provvedono a mantenerlo.
Ti mostrerò tanti nostri giovanetti che
vanno agli studi benché poveri. Ti presenterò, nelle nostre città, dei banchiiirì,
degli industriali e dei commercianti, che
par lavorino apposta per la loro chiesa.
Ti mostrerò ancora, in una regione piccola e modesta come quella delle Valli
Valdesi, tre ospedali, due orfanotrofi,
due asili per i vecchi, un rifugio per incurabili e tante altre opere, mantenute
sopratutto da una classe dì persone ric‘ ca di amor cristiano assai piu’ che di
„ denaro.
La terza cosa che quei credenti mettevano in comune, erano le proprie pro’l ve ed ì propri mali. Quando Tabita
muore in Joppe, i discepolL mandano .
jisubito a cercar Pietro e tutti fanno
jTvevi un po\ di ragione,,
lettore pessimista l
Tuttavia, un po’ di ragione l’hai anche
tu, lettore pessimista ed io ti concedo
che, oggi, tutti questi esempi, non sono
molto numerosi e restano cosi nascosti
nella' chiesa che essa non sembra piu’
somigliare a quella della prima Pentecoste. "
Ed è qui, appunto, che risuona oggi
per noi l’appello della Parola di Dio,
per domandare alla nostra chiesa, di
ridiventare una vera grande famiglia di
fratelli che mettono ogni, cosa in comune.
Chissà quante volte ti sarai domandato che cosa pot^a fare la nostra chiesa,
come chiesa, di pratico e di utile per il
servizio del Signore e le solite risposte
che sentivi erano queste: «” Siccome solo ai prescelti è dato diventar Pastori 0
Missionari, agli altri conviene contentarsi di andare al tempio e di contribuire per le spese del culto”.
No, no, mille volte no! La tua vocazione, o fratello lettore, è molto piu’
bella e grande e nobile: tu devi trasformare la nostra chiesa in una grande famiglia che mette tutto in comune: il suo
amore per il Signore, le sue pene, le sue
gioie. Enrico Geymet,
3 colonizzatori Valdesi dei Rosario
(Secondo la relazione del R. Console Italiano di Montevideo del 14 aprile 1862)
Gli artìcoli appaiò sull’Eco delle Valli Valdesi, dal maggio all’agosto scorsi,
su Michelè Morel e sull’opera sua nell’allor nascente Colonia del Rosario,
firmati T. P., hanno richiamato alla mia
mente la Relazione che il cav. G B.
Raffo, R. Console Italiano a Montevideo, dava alle stampe, per cura del Ministero degli Affari Esteri, nel Bollettino Consolare del Regno d’Italia (Voi.
I, Fase. 9, dell’ottobre 1862). Questa ed
altre consimili relazioni ufficiali sull’alacre attività coloniale e colonizzatrice Valdese, si nel Nord come nel Sud
America, dovrebbero essere integralmente riprodotte nei Bollettini delle
nostre società d’indole storica, senza
che ci dobbiamo contentare delle fugaci
allusioni eh© le Amministrazioni della
nostra Chiesa vi hanno fatto a suo tem
po. Esse-^sono troppo preziose testimonianze storiche perchè ne dobbiamo
trascurare la ricerca e la divulgazione.
E forse tali ricerche di testimonianzeufficiali sulle colonizzazioni Valdesi
potrebbero estendersi con profitto al
Wurtemberg, all’Olanda ed al Transvaal.
Ma eccoci al R. Console Raffo ed all’opera sua in pro della nostra colonia.
Nel rapporto della Tavola al Sinodo,
del maggio 1862, si legge una lettera
nella quale il R. Console Raffo, scrivendo aU’alc<|ie Costabel, Alcs^e della
Colonia Italo-Valdese dèi Rosario, prometteva a nome del . Governo d’Italia
appoggio e protezione a quei coloni, appoggio e protezione ch’essi a mezzo del
valdese Costabel avevano sollecitata sia
per la loro difficile posizione in quella
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I^’ECO PELLE VALLI .VALDESI
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terra straniera sp ^j{er 1^ relazàQiii con
‘ , popolazione indigena spagnola, sia
per la necesité' di rimanere uniti e
compatti, e pgy iÌ sentito ^jispgfto di rimanere consunti colla madre Patria,
if_ bisogno che tuttora si manifesta anche
con la diretta, dipendenza^ di quelle
Chiese' dalla madre chiesa valdese ed
italiana. i*
Nella sua relazione il Baffo, dopo a/'si vere accennato allo stabilirsi dei priqy
Valdesi, sul finire del 1S56, nella loc^
lità di'Miguelete, di Solis, e particolarmente nel dipartimento di Florida, ew
spone come quest’ultimi, specialmente,
per sfuggire alle persecuzioni religiose
a cui- furono ivi fatti segno, furono
lieti di vedere sorgere una società anonima: agricola, costituita, particolarmente, se non unicamente, da correligionari,
sotto il nome di Colonia Agricola del
RpsaHo Orientale, che si occupasse più
effettivamente della loro Situazione si
materiale che spirituale. La Colonia,
con 10,0 azionisti, riuniti i capitali nece^ri per comprare quattro leghe quadrate di terreno nelli località detta
Riñ-ou del Rosario, e- per provvedere
ali’installarsi dei coloni cori l’anticipare
- loro il vitto, l’alloggio, il bestiame, gli
strumenti da lavoro e le sementi fino
alla ^ seconda raccolta ed alle successive, chiamò subito nei suoi terreni i
Valdesi perseguitati della Florida.,
^ « Quarantacinque famiglie di agricol. t<»i così morali, laboriosi .ed intelUgenti
come le Valdesi (sono parole del R.
Console Baffo) presentavano all^ nascente società unar-base d’operazione
troppo importante perchè non ponesse
in of^ra ogni studio a trarle ai suoi
terreni ». ■
Le condizioni che hanno regolato tale
installamento ^no le segreenti. Ad ogni
famiglia fu a^egnata una chacra di 36
ct/^dras, tíoé di 72 giornate di-terreno
(<^ca 26 ettari). Chi poteva pagarle subito spendeva 1250 lire. A chi non poteva farlo la Società anticipava ogni
cosa, l^iando ai coloni la raccolta del
primo anno e facendo versare alla Società stessa.il terzo dei prodotti delle
tré annate successive. In tal modo ì co^ Ioni diventavano proprietari.
Nel novembre , 1861 già venti delle
cinquantanove fanaiglie avevano acquistata la proprietà e trenta altre avevano
già pagato almeno il terzo del loro debito. « Le difficoltà inerenti a quel sistema non impediranno, dice il Baffo,
che • dei coloni tanto laboriosi ed industri diventino proprietari fra breve
tempo». A quell’epoca la pìccola, colonia di meno di sessanta famìglie possedeva già 1500 capi di bestiame e 180
cavalli. Secondo un rapporto deU’oicade
Coetabel, già nel febbraio 1862, la terra
dissodata e coltivàta misuravà 1.100
giornate; ü ^ano s«ninato 8.400 litri
e ne aveva prodotto 114.576 litri.
Per la costruzióne delle òpere di comune utilità, viene stabilita una tassa
proporzionale. Così si costruiscono l,e
scuole, il mulino, il cimitero. Ugual sistema si adopera per avere una farmacia e un dottore per la Colonia. Le spese
per la pubblica istruzione e quelle'per
il culto sono sopportate in parte dai
coloni e in parte da enti reUgiori, come
è stato illustrato anche negli articoli
pubblicati già sul nostro Eco delle Valli
ed ai quali accenno più sopra.
In una parola malgrado lotte e difficoltà d’ogni sorta; l’aicode Costabel
poteva scrivere di « potersi considerare
la posizione dei coloni come bella e
prospera ».
E la relazione del R. Console Baffo,
dopo aver parlato a lungo della posizióne geografica della regione, delle sue
condizioni idrografiche, dei problemi
della viabilità locale, delle sue culture,
del suo clima, delle sue condizioni meteordqgiche ecc., conclude con questo
spassionato giudizio che cì piace qui
riferire :
« L’indole mite, le tradizioni morali e
religio^ di cordasti buoni alpigiani; Ip
abihidipi di lavoro ed ordine contratte
in piWa; la* necessità ‘ di farsi forti e
compatti ,^tra es^ e siùnati al di fuori,
tatto concorre a formarne un tipo di onestre laboriosi agricoltpri.
Nei luoghi circonvicini, non ostante
qualche pregiudìzio di religione, già
sonò in grande concetto di, onestà e loro
si fa buon credito. Non v’ha esempio
che uno mancasse alla parola; in ogni
caso la carità dei compaesani soccorre
aH’impotenza, Nessun Valdese nè in
causa civile, nè criminale fu convenuto
innanzi alle Autorità, e la Colonia è in
concetto di associazione modello ed è
considerata quasi foco da cui irradia
beU’esempio ■'di . morale e di civiltà.
Questo è'noto alle Autorità che sentono quale immenso vantaggio possa
trarne il paese, ed è giustizià rifetrire
che il Gefe politico del dipartimento in
una nota all’alcade della Villa del Rosario gl’ingiunse di curare che le persone
ed i beni dei coloni sieno in modo speciale protetti come cosa- sacra, con parole che dimostrano cjyanta stima si
faccia di quegli industri ed onesti coloni».
Nè aggiungiamo altro. - S. P.
■5 6
M
PERSONALIA
Le nostre felicitazioni al capitano pilota Enrico Metile, figlio del pastore G.
E. Meille, già decorato di quattro medaglie d’argento di cui l’ultima sul cam. ■ po per un insieme di azioni compiute
con la sua squadriglia da caccia, il quale, come ci apprende il Corriere della
Sera, è stato decorato dal Maresciallo
Go.ering della Croce di Ferro dì seconda classe per la partecipazione del suo
reparto alle ultime battaglie del fronte
orientale.
UN BENEFATTORE DELLE VALLI
Jkn-t€¿nio Cioibdla
Già da molti anni, e precisamente, dal
1854, lè Valli Valdesi erano state arricchite di un Orfanotrofio femminile, a
Torre Rellice, ma . nulla ancora esisteva
per gli orfanelli delle nostre parrocchie. '
La necessità di un istituto che raccogliesse ì piu’ poveri bimbi delle Valli
era talmente sentita che, quando pochi
anni or sono, la Tavola Valdese decideva di fondare un piccola Orfanotrofio /
nel Convitto di Pomaretto, i limitati posti disponibili vennero immediatamente r,
occupati, mentre altre domande dove- ..
vano essere respinte. ' i
' Si può dire che il possedere finalmente un Orfanotrofio maschile aveva fatto
maggiormente sentire il' bisogno di a-"’yerne... uno piu’ grande, che potesse, in
modo adeguato rispondere alle urgenti
^necessità delle nostre Valli.
E poiché TAmministrazione - della
Chiesa .non avrebbe piu’ potuto sovvenire a un ampliamento, un generoso Amico, il cav. Antonio Cabella, prendeva
a cuore quest’opera di bene, presentando un progetto perchè il piccolo Orfanotrofio potesse aumentare le sue possibilità.
L’inaugurazione dell’Orfanotrofio rimodernato e ingrandito, ebbe luogo a
!?omaretto in forma solenne lo scorso 6 gennaio. Una piccola folla di autorità e
di amici attendeva all’ingresso dell’Istituto l’arrivo del cav. Antonio Cabella,
accompagnato dalla sua gentile Signora.
I presenti sostano un istante davanti alla làpide che ricorda che rampliamento
deiristitut'o è stato voluto dal cav. Cabella per onorare la memoria dei suoi
genitori.
Quindi nel nuovo ampio reféttorió ha
inizio la simpatica cerimonia d’inaugurazione. Il Sovrintendente del 1® Distretto, dopo aver lelJto alcuni passaggi
della Sacra Scrittura in relazione alla
cerimonia, legge una lettera del Moderatóre, impedito di essere presente di
persona: « E’ bello - egli scrive fra l’altro - che per la inaugurazione dell’ampliamento dèi locali delTOrfanotrofio di
Pomaretto, compiutosi per la generosa
■ elargizione del cav. Cabella, sia stato
scelto il giorno in cui i Magi si prostrarono, adoranti al nato Redentore per offrirgli i loro doni. Gesù’ ha detto: ” In
quanto l’avete fatto ad uno di questi
minimi fratelli,, l’avete fatto a me ” (S.
Matteo 25: 40). La cosa mi appare perciò come un atto di amore, posto oggi
dinnanzi al Redentore venuto su questa povera terra per portare soccorso,
vita, respiro di cielo ».
Il pastore locale sig. Guido Mathieu
presenta alcuni tratti della storia dell’Istituto, che in così breve tempo ha
già reso tanti segnalati servizi alle popolazioini delle Valli.
Il pastore sig. Luigi Marauda, che con
intelletto d’amore sovrintese ai lavori
di ampliamento, offre un breve resoconto delle sue lunghe fatiche perchè
ogni cosa fosse portata a termine secondo-gli intendimenti del benefattore.
Il pastore sig. Roberto Jahier, in rap^
presenianza del Presidente degli Istituti Ospitalieri Valdesi, ricorda che con
questo nuovo anno l’Orfanotrofio di Pomaretto, per decisione, Sinodale, passa
alle dipendenze degli I. O. V. e rivolge agli orfanelli presenti delle fervide
parole di esortazione.
Il Sovrintendente, a nome del benefattore, consegna al rappresentante degli I. O. V. un titolo di diecimila lire,
i cui interessi costituiranno alcune borse di studio per gli orfani. Al Vice-Pretore, rappresentante del Podestà, trasmette im donò per i poveri del Comune.
Sorge quindi a parlare, vivamente applaudito, il cavaliere Antonio Cabélla. Egli ricorda che l’ampliamento
deiristituto è stato da lui pensata .e offerto in memoria dei Suoi genitori.
Ringrazia il sig. Luigi Marauda che condusse a termine i lavori in modo superiore ad ogni elogio. Infine rivolgendòsi
agli orfanelli, il cav. Gabella li esorta
fervidamente a ispirarsi sempre nella
loro vita ai tre sublimi concetti di Patria, lavoro e onestà.
Sotto la guida della direttrice, sig.na
Adele Pons, gli orfanelli fanno udire
un coro accurataménte preparato. Il So-'
vrintendente innalza a Dio una preghier
ra di ringraziamento, quindi gli invitati
si recano a visitare i vari ambienti adattati in modo semplice e comodo al
loro nuovo scopo. Si rileva come la generosità del cav. Gabella si è spinta fino
a dotare l’Istituto di un ottimo apparecchio radiofonico.
L’ora incalza, e gli invitati devono
separarsi seguendo con pensiero di viva
gratitudine il benefattore dell’Istituto e
la sua gentile Signora.
E mentre qui ancora lo ringraziamo,
vogliamo esprimere l’augurio che a tanta generosità possa rispondere la generosità di tutti i Valdesi, che nel capitolo
della loro beneficenza vorranno certamente ricordarsi dell’Orfanotrofio Maschile di Pomaretto e dei trenta orfanelli in esso ospitati. t.
Gomunicate sempre e subito i nuovi
INDIRIZZI DEI MILITARI
ai vostri Pastori che ne curano l’inoltro
sollecito aU’Amministrazione dell’Eco
per l’invìo del giornale, e ne hanno bisogno per mantenersi in contatto con i
giovani della loro parrocchia sotto le
armi.
|eà^aUizi^ni
■ffi
.^che quest’anno la Società di Studi
Valdesi ^a pubblicato il suo tradizionale Ì
opuscolo (1), destinato al mondo piccino,
ma che i grandi potranno leggere e meditare con profitto. Esso esce dalla linea
delle pubblicazioni puramente storiche,
perdere una interpretazione di fatti che
è bene non dimenticare: i motivi occa. sionalf^o profondi delle abiure, di cui la
storià/del movimento valdese offre esempi dolorosi, alla pari di tanti altri
movimenti religiosi. Il pastore Paolo
Bosio l’ha scritto con passione di evangelizzatore, e la sig.na Fiammetta Paschefto lo ha gentilmente arricchito con
il fine disiegno « dopo' l’abiura ». L’edizione completamente esaurita è la miglior prova del .successo.
4
Gome l’anno scorso, per rispondere al
desiderio di molti amici, l’articolo sto, rico che il prOf. A- Jalla ha scritto per
L’Eco delle Valli, è stato pubblicato a
pàptè, in un grazioso opuscoletto (2) che
offre, un utile complemento allo studio
del pastore P. Bosio. Esso tratteggiavivacemente e ampiamente l’ambiente
storico in cui sono maturate alcune abiure di Valdesi, nei tempi antichi, e
che hanno avuto come scenario il Duomo di Torino.
Gordiali felicitazioni a « L’Appello »,
rivista bimestrale dì Storia, Religione,
Filosofia, per il tono elevato e sereno della sua attività. E’ una lacuna
che viene colmata, degnamente. Esga
pubblica una nota magistrale di Gió-'%4-'i
vanni Miegge: Dal Demiurgo al Det
nella
miurgo - Nota a Filippo Burzio, escmpio di discussione profonda e proficua, a 3"
quanti non sanno elevarsi dai personalismi e dalle meschinità del contingente
a una visione superiorg delle cose e delle idee; nota di cui abbiamo visto con
piacere il giusto riconoscimento che per
essa ha avuto Filippo Burzio
Stampa. La riviste pubblica inoltre tr^
studi di B. Revel: Il c nte P. Guicciar-dini e il suo tentativo di Riforma religio—
sa in Italia, nella narrazione di St.
cini; articoli dì L. Basso, G. Spini, G.
Peyronel, F. S. Lo Bue, R. Malan. x.
(1) P. Bosio: Rinnegamenti ed abiure^’
di Valdesi perseguitati.
(2) A. Jalla: Episodi di Storia Valdese ^
nella Cattedrale di Torino.
Doni riceYuti dal Cassiere
della Tavola Valdese per Istituzioni varie
Alpino Buffa Emilio, per Evangelizza-..'^!
zione, 10
Gaterina Gougn, Torre Pellice, per Dia-'f*:.'
conesse, IO.
Gilda Berruquier, Aosta, Id., 12. '*
V. Subilia, Id., 25.'
As#’
Gardoh Elisabetta,, per Istituto di Vallecrosia, 10.
Società di Gucìto di Zurigo, Id., 100.
Chiesa di Napoli, Società dì Cucito, per .
Asilo di Vittoria, 200 - per Istituto.3
Gould, 406 - per Istituto di Firenzei.
300 - per Istituto di Vallecrosia, 300 '■
- per Orfanotrofio di Pomaretto, 300;''^'
Bice Leali, Mantova, per Istituto di
Vallecrosia, 30 - per Istituto di Firepze, 30 - per Istituto Gould, 30
Emerìtazione, 20.
Lucia e Zemira De Carlo, Taranto, per-.«,:
Istituto di Vallecrosia, 100 - per Isti-'*
tuto Gould, 100.
I. P., Taranto, per Istituto di Vallecro-.'il
sia, 25 - per Istituto Gould, 25.
G. E. Osculati Astesano, Sanremo, per^ '■
Rifugio, 400.
Scuola domenicale di Palermo, per Isti* J
tuto Gould, 100 - per Istituto di Fi-'j
renze, 100.
DONI IN MEMORIAM:
Famìglia Giocoli, in memoriam di
Vezzosi, per I.stituto Gould, 100.
, M. Bianconi, Roma, in memoria di ff.’','*
Vezzosi, per Collegio, 50.
'’li'
Emilia e Gino Zannoni, Roma, in
moria di L. De Laurentis, per
tuto di Vallecrosia, 50. I.#
, f
' I
.A.
1 1 — r J - * Li ^ tàÒl
3
yAl^I VAIiDESl
'T. Col. e Sig.ra Tacchella, nell’undicesimo anniversario della morte deiramato Franco, per Collegio, 30. i
Jenny Bert, ricordando suo marito, per
Evangeiizzazione, 20. - >
Giuseppina Nardelli, Bagnoli, fiori per%
la Mamma; per Istituto Gould,, 25 per Istituto di Firenze, 25 - per Istituto di Vallecrosia,.25 - per Asilo di
Vittoria, 25.
Ricordando Ada Gardiol, nel decimo
anniversario di sua morte, per Orfanotrofio di Torre Pollice, 60.
Orfanotrofio Femminile
di Torre Pelliee
Doni ricevuti: . i
Adele Jourdan, L. 10 - M. Tron Bernouilli, 5 - E. Karrer e Maria Luisa
Pons, 20 - Suor Giovanna' Pent, 10 Virginia Beux, 10 - Carlo Pasquet, 10 Avv. Stefano Peyrot, 10 - B. De Magìstris, 10 - Caveglia Bnmo, 50 - Augusto
Coisson, missionario, 5 - Elena Gardiol,
5 - Ida Jalla, 10 - Suor Angiolina Santacroce, 10 - Clementina Maggiore, 5 Maria Ribet, 5 - Famiglia Balma Nancy^
30 - Paolina Peyrot, 5 - Fanny Costabel, 5 - Liliana Giordano, 12 - Suor
Rosabrusin Rina, 10 _ Augusto e Maria
Benech, 100 - Anita Bastia, 25 - Matilde Sibille, 5 - Signora Wyss, 50 - M.
Coisson, 5 - Augusta Jalla Monastier, 10
- Adelina Pizzardi, 10 - Roby e Ferruc- ciò Pellenc, 10 - Signora Abate, 10
Maddalena Pasquet, 20 - Favout, 30 Micol, 5 - Maddalena Michelin^ 5 - Italia Malan, 5 - Teresina Quattrini, 10 Elda Gay Prochet, 50 - Emma Persico,
10 - C. LLono, 10 - Davite Carlo, Torino, 50 - Ida gong, ex orianella, 15 Lombardini Teresa, ex orfanella 300
- Un gruppo di ex alunne, 50 Cavaliere Fernando Pellegrini, 100 - Maria
Bastia, 50 - Goffreda Nisbet, 50 - Silvana Spadea, ex orfanella, 25 - Dolores
Durand, jid.j 50 ^ Borno Amalia, id., 50
- Rivoìr Èlva, id., 50 - Clelia Persico, 15
- Contino Giulio, 100 _ Suor Ida Èert,
25 - Adele Arias, 10 - Flora Klett, 50 Jolanda Monnet, ex orfanella, 20 - Elsa Janin Vàllaise, 50.
Doni in Memoriam
FioH in memoriam del doti. De Laurentis Luigi per Orfani e Vedove:
La Famiglia L. 500 - La nipote Giulia
de Laurentis, 20 - L’Amico Antonio
Ferrara, 100 - I funzionari della
Circoscrizione Doganale di Roma,
500 - Il nucleo di Polizia Tributaria
della R. G. di Finanza, 350 - Signora
Almissa Croci e famiglia, 100 - Famiglia Perotti, 20.
Fiori in memoria del T. Col. Vezzosi
cav, uff. Rodolfo:
La famiglia Vezzosi, per il Collegio
Valdese, 200 - Il figlio Alberto, per
Id., 125 - Famiglia Vezzosi, Padovd,
per Id., 100 - Guido e Vera Santacroce, in memoria caro Amico, per
Id., 100 - Famiglia Viani, Roma, per
Id., 100 - Id., per'Opere Assistenziali,’
Roma, 100 - Famiglia Trovisi, per
Rifugio, 50 - Famiglia Galistrì, per
Id., 50.
Vera Santacroce Muston, in memoria
del Padre nel primo anniversario, per
Collegio, 100.
Famiglia Scarano, in memoria del figlio
per Collegio, 200.
Chiesa di Cerignola, in memoria di
Giandonato Searano, Id., 100.
Ricordando Ada Gardiol, nel decimo
anniversario di sua morte, per Istituto Gould, 60.
Id., per Istituto di Firenze, 60.
Luigina Montrone, Gallipoli, ih memoria Padre, per Asilo Vittoria,, 20.
Lorenza Prochet, per Ospedali, in memoria Joséphìne Costabel, 25,
In memoria di Nancy Peyrot, per Orfanotrofio di Torre Pelliee: Sig.ra Rinalda Motroni-Albarin, L. 100.
E' uscito :
Giovanni Miegge
GUIDA DELL'ANZIANO
Pagine 72 Lire 5
Libreria Editrice Claudiana
Torre Pelliee
MASSELLO
Come le altre Chiese del nostro Distretto, anche quella di Massello ha goduto del privilegio di essere visitata in
occasione della settimana di Appello.
I sigg. Pastori R. Nisbet e U. Bert si
sono avvicendati nel presiedere riunioni
preparatorie nei varji quartieri della
Parrocchia, rivolgendosi con messaggi
appropriati alle nostre popolazioni. Co-'
me Direttore della Casa delle Diaconesse, il sig. Nisbet si è anche rivolto alle
madri ed alle giovani in un’adunanza
speciale, nella quale egli ha perorato
quella causa sempre così vitale e palpitante per le nostre Chiese.
La visita ha culminato col culto solenne della domenica mattina. 8 febbraio, in cui i nostri , due fratelli poterono
rivolgersi ad una numerosa ed attenta
assemblea e parlare con fermezza non
disgiunta daH’amore deila urgente ed
assoluta necessità di un risveglio della
nostra vita religiosa. /
La semenza è stata sparsa a piene
mani nei cuori. L’avvenire dirà quanta
parte di essa è caduta nella buona terra
e porterà dei frutti.
— Sabato, 7 corr., è stato celebrato il
matrimonio di Micol Eri e Pons Aliotta.
Benedica Jddio quel nuovo focolare e
lo faccia ardente di pace e di gioia, al
servizio del Signore !
PINEHOLO ’
La ricorrenza della festa della nostra
Emancipazione è stata celebrata sabato
scorso sera, 14 corrente, dai giovani e
dalle giovanette della nostra Unione
Giovanile con una rievocazione storica
molto apprezzata dal numeróso pubblico che gremiva la nost/a cappella. Ai
dirigenti e esecutori giunga il plauso e
la gratitudine della nostra comunità.
— Il culto della domenica 15 corrente, esso pure, fu consacrato alla commemorazione della data cara ad ogni cuore
valdese. La rievocazione fatta dal.nostro ■
...Pastore fu resa più solenne dalla esecuzipne, da parte della nostra Coralei, di
due cori: Il giuro di Sibaud, e Son lun-*;,
gl, o Dio, quei giorni.
PBAROSTINO
II Culto della domenica 8 febbraio è
stato presieduto, in assenza del Pastore,
dal sig. J. Lombardini che ha rivolto
aH’assemblea un buon messaggio.
Il pomeriggio egli ha quindi parlato
alle madri di famiglia che lo hanno a-’
scoltato con molto interesse. Ringrazia-'
mo il sig. Lombardini per la sua buona
visita. Quello stesso pomeriggio le madri, che erano una ottantina, hanno voluto festeggiare la signora del Pastore
offrendole, in segno di riconoscenza, un
magnifico costume Valdese. La sig.ra
Bert, che già aveva avuto analoghe dimostrazioni d/affetto da parte della corale e dei corsi musicali ,è rimasta veramente commossa nel sentirsi circonj^ata
da tanta simpatia.
— L’8 febbraio si. è spento, improvvisamente, all’età di 70 anni Costantino
Giovanni della Musserà. Rimessosi bene
da una grave malattia, è stato rapito
improvvisamente all’affetto dei suol
Che il Signore consoli coloro che sono
neU’afflizione.
SAN GERMANO CHISONE
AI Villino Fede, Calvenzani Emma ha
raggiunto nella Casa del Padre hi sua
sorella deceduta la scorsa settimana.
Unite nella vita, nelle sofferenze e nella
fede, le due sorelle non hanno tardato
a riunirsi nella morte e neirEternità,
Air Asilo dei Vecchi, Rostan Susanna
ved. Pascal, originaria di Pralt, si è
addormentata nel Signore in età dì anni
81. La sua memoria sarà viva per molto
tempo in questa grande famiglia !
Dopo un anno di malattia e di patimenti, ha chiuso gli occhi a questa esistwiza terrena per aprirli nel Regno dei
Cieli, il ^ovinetto Guido Griot dì\Emìlio, della Sagna. Egli avrebbe dovuto
essere ammesso a Pasqua, ma Iddio nei
, suoi disegni imperscrutabili gli ha dato
*una Comunione più alta e gloriosa e lo
ha confermato ne.la Chiesa trionfante;:
Le manifestazióni, plebi^iitarie di
simpatia hanno provato quanto sia statq
condiviso da tutti il profondo dolore
della famiglia così duramente provata.
Cbe._la .pace del Signore e le consolazióni dello Spirito Santo scendano' nel
cuòre dei genitori e del fratello e dei
numerosi parenti !
' — Domenica 8 corr.' abbiamo avuto
il piacere di avere fra di noi il signor
Pqòip Marauda che ha presieduto il culto s^ale dandoci un vivente messaggio.
Ringraziamo caldamente il Pastore
della vicina parrocchia di Pramollo.
.— Nella scuoletta dei Martinat è stato'celebrato il 10 corr. il Battesimo di
èpmha Vilma e Rina di Cesare e di’
Pontet Caterina, Comba Frida e Bruno
di' Paolo e di Pontet Lidia, e Comba
ÌSruna di Aldo è di Bouchard Vilma.
,, La nostra preghiera ardente a Dio è
che questi fanciulli crescano nelle sue
..vie e, protetti e benedetti dal Signore
n^la loro/Salute e nella loro anima, diventino dei credenti appieno compiuti
in, ogni opera buona !
~ Come è stato già annunziato. Domenica prossima, alle ore 10.30, celebreremo a Dio piacendo il culto solenne
.e deporremo airuscita l’offerta della Rinuncia. La colletta andrà a favore della
Società di Studi Valdesi. Il riposo domenicale delle fabbriche permetterà a
molti di intervenire. Il tempio presenterà certamente l’aspetto delle grandi
occasioni. ■
TORINO
1 nostri lutti.
Il 31 gennaio, all’Ospedale Valdese,
uno stuolo di parenti e di amici circondava la spoglia mortale di Maria Beruatto nata Fenouil spentasi dòpo breve ,
malattia, nella tarda età di 82 anni.
Al figlio Lorenzo, così provato nei
suoi cari affetti, rinnoviamo i sensi della
nostra fraterna simpatia.
Come lampada esausta che si spegne,
chiudeva la sua bella esistenza terrena
Maria Decker nàta Peyrot.
Il suo cammino è stato illuminato fino
al termine dalla luce serena della fede; e mentre già scendevano su di leì_
le ombre dell’ultima ora, ella ancora lasciava ai suoi le estreme parole delraffetto e della consolazione.
Nella casa deH’Estinta, al mattino del
2 febbraio, si raCcogJLievano intorno alla salma i famigliari ed i congiunti e nel
raccoglimento dell’ora solenne abbiamo
sperimentata la dolcezza della consolazione cristiana. La salina veniva poi trasportata a Luserna San Giovanni, per
esservi tumulata nella tomba di famiglia.
Esprimiamo ai figli Enrico e Manfredo, ed in particolare alla diletta figlia
signora Linetta, che, per la sua malattia, non ha potuto assistere la madre nei
suoiì ultimi giorni è per la quale sommamente crudele fu in tali circostanze
la dolorosa separazione, tutta la nostra
profonda simpatia cristiana.
Note liete.
Il 4 febbraio, nel Tempio di Corso
Qddone, è stato celebrato il matrimonio
del Doti. Carlo Adamo con la gentile
Signorina Carla Arato. Rinnoviamo agli
Sposi gli auguri di 'una vita serena, vissuta sotto lo sguardo del Signore,
— Il ciclo delle conferenze tenute^ in
questa città, per la settimana di appello,
è ormai compiuto e, ringrafiamo il Signore con tutto il cuore, perché questa
Comunità è accorsa, piena d’entusiasmo
e di fervore a udire i vibranti messaggi
che le sono stati rivolti dal pastore Carlo Lupo, il quale s’ispirò a tre argomenti che sono, e sempre saranno, di vitale
interesse per ogni' cuore cristiano:
« Dio » - L’uomo » - « Gesù Cristo »
Inutile spendere parole sul come gli
argomenti stessi furono trattati; basti
notare che l’uditorio risultò, di volta in
volta, più numeroso, più entusiasta,
più..... puntuale 1
— Il venerdì 6 febbraio, lo stesso Pastore Lupo tenne, per le Sorelle, nella
Sala della Gioventù Cristiana, 'un’apposita meditazione sul’ tema: « La sognatrice moribonda », L’appello semplice, spoglio di argomenti dottrinali, fu
lanciato direttamente al cuore d’ogni
sorella e molti cigli s’inumidirono, molti
cuori furono scossi. Voglia Iddio che
tali emozioni non durino breve ora, ma
permangano !
— Domenica 8 febbraio, alle ore 10,30'
il Vice Moderatore Dott. Enrico Tron,
fece alla nostra Assemblea, accorsa .numerosa ad ascoltarlo, un caloroso « Appello alla fede », che non potrà facilmente cancellarsi dai nostri cuori. Auguriamo quindi che la sua parola non
sia scesa invano.
Alla stessa ora il Pastore, Lupo, teneva nel Tempio di Corso Principe Oddone la sua ultima e, come sempre, ben
seguita conferenza: «J^ristò il Signore ».
— Infine, nel pomeriggio dello stesso
giorno, il Pastore Gustavo Bertin, indirizzò a tutti i fratelli della Chiesa di
Torino, ma particolarmente ai giovani,
accorsi animosamente ad udirlo^ il suo
nrdente messaggio: « Giovani a Cristo ».
E questo appello, sgorgato con fede
da un cuore consacrato alla causa del
Signore, non può non essere stato' sentito da tutti.
Ed ora preghiamo Iddio, affinchè benedica i suoi Seminatori e benedica soprattutto la Seipenza della sua’ Parola
ch’essi sono venuti a gettare a piene
mani nei solchi dei cuori dì questa Comunità e faccia sì ch’essa produca
« qual cento, quäl sessanta, qual trenta
per Uno », come la semenza caduta in
' buona' tèrra, di cui parla Cristo nella
sua meravigliosa parabola.
TORRE PELLICE
La oomTnemóroizione religiosa del 17
febbraio avrà luogo domenica, 22 corrente, alle 10.30 con un culto di circostanza. Vi parteciperà la Corale con Vesecuizione di un coro d’occasione. Colletta pro Società di Studi Valdesi.
— Sabato scorso è stato celebrato,
nel tempio, il matrimonia del sig. Micheli» Salomon Vittorio del Forte e della sìg.na Giulia Persico. Il Signore benedica questo nuovo focolare.
— Dopo breve malattia è deceduta all’età di 54 anm la sig.ra Luisa Revel in
Malan (via Angrogna). Rinnoviamo aHa
famiglia provata Tespressione della
nostra viva'simpatia cristiana.
Il marito, il figlio, le figlie e i parenti
tutti della compianta
LUISA REVEL MALAN
profondamente commossi per le dimostrazioni di simpatia avute nella dolorosa circostanza, riconoscenti, ringraziano tutte le gentili persone che hanno
partecipato al loro lutto.
tJn ringraziamento speciale porgono
ai generosi che largamente si prodigarono durante la malattia della loro awotò congiunta.
Torre PelUce, 9 febbraio 1942-XX
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tMettitaziom preparate sui testi;del Calendario Biblico della Chiesa Morava) i“"'
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Lunedi ^ Le mie pecore ì ascoltano
23 Febbf. ^ia, mia voce, e io le conosco,
"ed esse mi seguono; e io dò loro la vita
. eterna, e non periranno mai, e nessuno
le rapirà dalla mia mano
j GioV. 10: 27-2S
■ Queste parole disse Gesù ai Giudei
che erano perplessi intorno alla sua persona.' Gesù dichiara loro che essi non
credono, perchè non sono delle sue pecore,. Quali sono dunque le prerogative
per far parte del gregge che Egli conduce?.. j
In 1” luogo: ascoltare la sua voce. Non
con preconcetti, nè con intendimenti reconditi come quei giudei ai quali egli
non rivelava il suo vero essere, ma con
cuore puro e sincero.
In 2° luogo: seguirlo. Cioè lasciarsi
condurre da Lui, affidare a Lui la direzione della nostra vita, ubbidire alla
Parola mediante la quale Egli vuol dirigerci.
Il risultato di'questo atteggiamento è
sempre un senso di sicurezza che nulla
e nessuno ci potrà mai togliere. La mano di Colui che ci conduce è potente:
nessuno può rapirci dalla sua mano.
E poiché Egli è il Principe della Vita,
chi si lascia da Lui condurre non perirà
mai: ha ricevuto il dono della vita.
Questo senso di sicurezza, questa certezza si rafforzano neU’animo del credente man mano che egli procede innanzi nella vita e sperimentarla fedeltà di
Colui/che è il Buon Pastore. Ma alla
base di tutto questo, come punto di
partenza, c’è un atto di fiducia: ascoltare la sua voce e seguirlo.
« Gesù’ Cristo vi,conformerà Febbr, ..^à sino alla fine, onde siate
irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù’ Cristo ». 1 Cor.' 1: 8
n credente è uno che non si fa piu’
illusioni sulla propria forza e sulle proprie virtù’. Egli ha sperimentato di non
essere capace di per sé stesso di fare il
bene, nonostante tutta la sua buona volontà.
Malgrado questa sua incapacità naturale, egli è stato chiamato da Dio a vivere una vita di bene, di giustizia, di
santità e d’amore. Come potrà egli procedere in questa nuova via conoscendo
la sua debolezza ? Egli piu’ di qualsiasi
altro sa quanto sia aspro e difficile il
sentiero che deve percorrere.
Ma ecco, una gloriosa certezza viene
a soccorrerlo: egli non ha iniziato la vita nuova di sua spontanea volontà; l’ha
iniziata perchè Dio lo ha' chiamato, e
chiamandolo, Dio non gli ha detto: «Tu
devi procedere da solo », ma Dio lo ha
chiamato alla coinunione del Suo Figliolo Gesù’ Cristo. La vita nuova del
credente è vita in comunione con Gesù’
Cristo. Quando egli si sentirà debole,
Gesù’ Cristo lo fortificherà; quando egli
sarà dubbioso, Gesù’ Cristo gli ridarà
fiducia; quando Egli sarà caduto, Gesù’
Cristo lo rimetterà in piedi.
Una cosa sola necessita dunque al
credente: vivere in comunione con Lui.
«'p K? P®’' ’^^2^0 di Lui
za rebbr, g per Lui sono tutte le cose.
A Lui sia la gloria in eterno. Amen ».
Rom. 2: 36
Nei versetti che precedono (34, 35)
-l’àpostolo ha fatto risaltare la limitatezza della conoscenza umana di fronte
alla conoscenza infinita di Dio; la relatività della sapienza umana di fronte
alla sapienza assoluta di Dio; la povertà
della creatura umana di fronte alla ricchezza delle risorse di Dio.
Dio è tutto; la creatura è nulla di
fronte a iLui.
Da Lui procede ogni cosa: Egli è il
Creatore.
Per mezzo di Lui sussistono le creature. Egli sostiene il creato e dirige ogni
cosa pqr mezzo dell’opera della sua
Provvidenza.
' Per Lui, cioè in vista di Lui.’ in vi
sta della sua gloria, sono tutte le cose.
Dio è dunque principio, mezzo e -fine di Ì
i ogni cosa. *
La conclusione non può essere altro
che un inno di adorazione. Così dovremmo considerarci: non come indipendenti
e fine a noi stessi, ma in assoluta dipendenza da Dio, alla gloria del quale deve
essere consacrata la nostra vita.
Giovedì «Noi amiamo'perchè Egli
26 Febbr. ci ha amati il primo ».
” 1 Giov. 4: 19
Dio per primo ha manifestato a noi
il suo amore, per mezzo di Gesù’ Cristo.
Ce lo ha manifestato quando ancora noi
non l’amavamo.
' Lo stato dell’uomo all’infuori di Cristo è infatti inimicizia contro Dio; ma
Dio è venuto incontro a questa inimicizia con l’immensa grandezza del suo
amore, ed il miracolo si è compiuto. Non
solo noi abbiamo conosciuto l’amore di
^ Dio, ma siamo stati messi in grado di
'amarlo a nostra volta e di amarci per
conseguenza gli'uni gli altri in Lui.
Questa facoltà di amare Dio e il prossimo noi non l’abbiamo da noi stessi;
la riceviamo da Dio, e la riceviamo nella misura in cui realizziamo di quale
amore siamo stati da Lui amati. Il nostro amore non può essere alimentato
che dal suo amore per noi.
Allora è certo che, non conosciamo ancora l’amore di Dio per noi, Quando dimostriamo tanta povertà d’amore per
Lui e per il nostro prossimo; è certo che
non siamo ancora giunti alla reale conoscenza di Dio, perchè Dio è amore:
soltanto chi ama può dire di averlo conosciuto.
« Il Signore non ritarda
27 Febbr. l’adempimento della sua
promessa, come alcuni reputano che faccia; ma Egli è paziente verso voi, non
volendo che alcuni periscano, ma che
tutti giungano a ravvedersi ».’ ^
2 Pietro 3: 9
La promessa è quella del ritorno del
Signore. Nell’attesa del suo adempimento si manifesta la pazienza e la misericordia di Dio.
Sono secoli che la Chiesa tende la sua
speranza verso l’adempimento della promessa; sono secoli che i credenti aspettano che Egli si manifesti. Noi siamo
impazienti. Il Signore è paziente perchè
Egli è misericordioso. Infatti il suo ri- '
torno coinciderà col giudizio al quale
scamperanno soltanto coloro che saranno trovati vigilanti nella santità e nella carità.
Signore tarda a venire non è
senza ragione: Egli attende che un piu’
gran numero di creature si ravvedano.
.Ma l’essenziale per noi non è tanto
di^ sapere quanto dovremo attendere
ancora, quanto .piuttosto di adoprorci
ad impiegar bene l’attésa, cioè, come dice l’apostolo: « aspettando queste cose,
studiatevi d’esser trovati àgli occhi suoi
immacolati e irreprensibili ».
Sabato Quando queste cose comin28 Febbr. ceranno ad avvenire, rialzatevi; levate il capo, perchè la vostra
redenzione è vicina ». Luca 21: 28
Gesù’ ha parlato dei segni che precederanno la sua venuta. I segni sono
* quelli costituiti dalle guerre fra le nazioni, dai terremoti, dalle carestie e dai
grandi rivolgimenti cosmici.
In mezzo a questo travaglio della natura e dell’umanità che getterà il mondo nella desolazione, ai soli credenti sarà concesso di essere liberati dallo sgomento e dall’angoscia di tutte le creature. Essi si rialzeranno dalle rovine che
li circondano, leveranno il capo, nella
certezza della redenzione che non può
tardare.
Oggi i segni di cui è parlato sono piu’
che mai evidenti. Certo il ritorno del
Signore è vicino.
Ma la Parola del Signore che ci addita i segm forieri della redenzione che
devono rianimare la nostra speranza, è
anche quella che ci ammonisce: «Badate
a voi stessi che talora i vostri cuori non
siano aggravati da crapula, da ubriachezza, e dalle ansiose sollecitudini dì
questa vita, e che quel giorno non vi
venga addosso all’improvviso... vegliate,
pregando in ogni tempo... » (vers. 34, 36)’
À. Deodato
Prof. Olino Costabei., direttore responsabile
« ARTI GRAFICHE L’ALPINA» - Torre Pellice
!
ANTi NEVRALGICO >5/
ALPHA BERTELLI
”IL CONTROPQLORE”. (Jst
POITIPE
IfllLRELLI
ERCOLE MARELLI & C. S. A. - MILANO
CORSO VENEZIA, 16 ,
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(j(\5A V/1LDE5E DELLE DIACONESSE
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro ‘vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici ! Un’ideale lungamente sognato che si può attuare nella
vita delle nostre'giovani.
Per informazioni e offerte rivolge rsi
al Direttore della Casa
SlG. Past. ROBERTO NISBET
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
ARTI QRAFICHE " L’ALPINA
= TORRE PELLICE ---------=
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Jfìffondefe le pubblicazioni della
Xibreria Sditrice Claudiana
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