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LA BiOMA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
PRIiXXO U’A»iSOCIAZ10:%'E
Torino, per un anno . . . L. G »
« per sei mesi ...» 4 »
Per le provincie e l’estero franco sino
ai conlìni, un anno . . L. 7 20
per sei mesi , » S 20
La direzione della BUONA NOVELLA è
in Torino, casa Bellora, via del Valentino, n'’ 12, piano 3”.
Le assuciazioni si ricevono da Cablotti
Bazzabi.ni e Comp. FMitori Librai in
Torino, via Nuova, casa Melano.
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla ditta sopradelta.
Origini e dottrine della Chiesa Valdese {Articolo decimoItavo). — Processo per
motivo di stampa e assoluzione, ecc. — Dn po’ di catechismo biblico al Cattolici)
di Genova. — Notizie religiose: — Roma —Inghilterra—Irlanda — Slesia— Boemia
Francia—Cronachetta politica.
mm\ E DOTTRINE DELLA CIUESA VAIDESE
La Religione Ciisliana fon<)ata ab antico nella
Diocesi (l’Italia. —Soggetta qui come perintto
altrove all’urto de’tempi c degli eventi.— Porzione di fedeli che si conservarono immobili
ncll’untica fede. — Questi sono oggi ridotti ai
fedeli della Chiesa Valdesu.— Ecco quale ne è
1 origine. — Le suo dottriue. — Se condannale
o no’da Honiaj non monta.— Son tutte inscenate dal Vangelo di Cristo. — Conclusione.—
Post-scriptum.
262. Gli autori cattolici degli ultimi
tempi discorrendo l’origine e le dottrine
della chiesa Valdese hannoquasitutti,
come il signor Charvaz, ammes.so per
fondamento chei Valdesi del Piemonte
Articolo decimotiavo.
(nivE). ^ ■
erano discendenti c discepoli di quel
Pietro Valdo di Lione, che per amore
della povertà evangelica si ribellò dal
mondo e cfil Roma, nel secolo xii. Alcuni degli autori protestanti sono caduti nello stesso errore, ed altri hanno tentato di far risalire l’antichità
della chiesa Valdese ai tempi di Costantino 0 di Silvestro.
265. I Cattolici, legati al sislema
dei curiali di Roma dovevano iu qualche maniera divulgare per eretici i
Valdesi, che si tenevano separati da
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loro. 11 nome di Pietro Valdo si prestava mirabilmente ali’ uopo, e detto
latto, da Pietro Valdo condannato per
eretico in diversi concilii di Francia e
di Roma, derivarono, non senza malizia, la chiesa Valdese dell’ Alpi con
quella stessa verità, che gli antichi
cronologi dal re Italo derivarono il
nome d’Italia. Oggi fanno schifo e
ridere queste così grossolane malizie,
c noi non possiamo ammirare quanto
basta il coraggio del signor Charvaz,
che potè in questa età rinnovarle
senza arrossire.
264. Dei Protestanti fallirono altri
per difetto di cognizioni storiche, ed
altri per zelo malinteso. Perciocché è
bensì vero che dai tempi di Costantino e Silvestro le innovazioni già cominciate in alcune chiese presero una
tal consistenza, che attrassero l’attenzione degli uomini intelligenti e timorati di Dio , i quali si credettero in
obbligo di protestare contro simili
attentati che offendevano l’integrità
della parola di Dio. Per convincersi
di tal verità non occorre che ricordare la storia dell’antica Diocesi d’ Italia, qual’ è stata da noi rapidamente
percorsa negli articoli precedenti dal
quarto secolo in qua. Tutti i documenti da noi riferiti ci offrono una
assai certa e visibile prova che nei
secoli passati non mancarono mai
pella chiesa d’Italia (come iu nissun
altro paese cristiano) di sussistere due
opposti parliti, l’uno a fronle dell’altro, i .quali sostenevano una lotta che
non è ancor terminata. Uno di questi
partiti ha soverchiato 1’ altro senza
poterlo però mai estinguere"; il primo
è quello di Roma, il secondo è questo
delle valli : nei primi secoli, di \irtii
e di numero prevaleva il secondo ;
dalla fondazion dell’impero d’Occidente in qua, e massime dopo i pontificati usurpatori e turbolenti di Gregorio VII, e d’Innocenzo IH, ed anche
più dopo la istituzione satanica della
inquisizione, il primo divenne gigante,
e dilatandosi in ogni parte tiranneggiò popoli, regnanti e chiese. Da cotesta universal tirannia si salvarono
come per prodigio pochissimi, e forse
da principio non diedero nell’occhio
e nelle ugno degli avidi predoni perchè abitatori inosservati e tranquilli
di luoghi poveri montuosi ed alpestri,
e appresso quando si vollero obbligare colla forza a rinnegare la fede
del puro Evangelo, rinnovossi in essi
il fervore dei primitivi Cristiani, e
sotto il ferro della persecuzione cad
dero colla costanza de’ martiri, ma
non piegarono. Cosi rimasero nelle
valli alpigiane d’Italia alcune popolazioni cristiane non mai state dipendenti, nè potute assoggettare da Roma,
e basta un po’ di buona fede a comprendere di'! sono tutti sogni e falsità
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<]uei feislemi taiili c dilTornii, cou cui
parecchi scritlori si sono accinti a
spiegare rorigiiie della chiesa Valdese
d’Italia, cercandola dove assolutamente non è.
265. Essa, come abbiam veduto,
non ha particolari opinioni in cose di
Cristianesimo ; onde tutti coloro che
vengono contrassegnati nella storia
col nome di autori e capi di dottrine
eretiche, nulla hanno che fare con
essi^ perchè essi nou tengono altre
dottrine che quelle del puro Evangelo.
<’o.sì tutte le compagnie, o società, o
confraternite, o sette, o monasteri, o
conventi che si chiamano congreghe,
o società di eretici, niente non hanno
avuto mai, nè hanno di comune con
essi perchè, nou avendo essi che il
puro Evangelo, vivono ciascuno in
contatto della parola di Dio, e per
mezzo di questa in comunione con
Cristo, pei meriti infiniti del quale
sanno e credono di doversi salvare.
266. Se alcuno di questi così detti
eretici, ovvero alcuna di queste so*
cietà dette eretiche ammette come la
Chiesa Valdese, una professione puramente evangelica, essa nou si vergognerà giammai di stenderle fralernamente la mano, non importa cbe
le gridino la croce addosso i curiali
e i pontefici di lloma; perchè essa in
religione non riconosce altra autorilà
che quella della pai'ola di Dio, c vive
nella indipendenza da qualunque
uomo per santo e per dolio che immaginare si voglia.
267. Da ciò iwsce che ella non
appartiene che a G. Crislo, come Ibn.datore e capo unico della fede che
professa, non appartiene a verun’altra chiesa, che alla Chiesa di Cristo
fondata su quella fede die venne confessata da Pietro, e dopo Pietro da
tutti gli Apostoh e dopo gli Apostoli
suggellata col sangue de’ martiri, e
sarà fmo alla fme de’ secoli la salute
de’ santi, ossia di lutti gli uomini rigenerati nella fede e nel sangue di
Cristo.
Siccome ella ha cominciato col
cominciare del Crislianesbno in Italia,
e siccome ella ha duralo attraverso di
lanli secoli non confessando mai allro
Salvatore, iiè altro mediatore che G.
Cristo, ella vive contenta di possedere Cristo, non ha ambito nò anibirà giammai altra lode, allro splendore, altra gloria che questa, e mentre
cerle altre chiese studiano a trovar
lifoli di riverenza nelle genealogie o
successioni de’ vescovi dove alcune
risalgono fino a Pielro, come l’Antiochena, l’Alessandrina e la Romana,
altre a Giacomo, ed altre a Giovanni, '
ed allre a Barnaba, essa non teme di
chùiiuarsi a buon diritto apostolica,
perchè fondala sulla primitiva parola
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predicata dagli Apostoli, (juale è il
Vangelo.
268. Chiunque a lei si presenta
con questa divina Parola alla mano,
sia Paolo 0 Cefa, sia Apollo o Timoteo, venga da Roma o da Gerosolima,
parli greco o barbaro, ella sempre
raccoglie come l’inviato di Dio, perchè da tutte parti Iddio sa raccogliere
1 suoi, ed essa ha imparato dalle
divine Scritture che « il Signore Iddio ha sempre i suoi sette mila fedeli
in Israel ».
269. Se Pietro Valdo di Francia
fosse disceso nelle valli d’Italia col
Vangelo alla mano sarebbe stato certamente il ben venuto per tutti i gloriosi antenati della Chiesa Valdese.
Essa dai tempi apostolici a quelli di
S. Massimo, di S. Ambrogio, e di
Claudio non ha conosciuto altra legge
non altra fede, che quella del puro
Evangeloi Anche nei tempi più oscuri
e di maggior corruzione rifulge questa
di vivissima luce nella Nobla Leisson
come nella professione di fede del
MDCLV (183) (260).
La riforma del secolo xvi che le
traviate menti riconduceva alla semplicità del Vangelo, e sopra gli oracoli
de’concilii, de’ papi, dell’inquisizione,
* de’ vescovi, e de’ frati rialzava la veneranda autorità della parola di Dio,
fu pei fedeli delle valli^d’Italia una
consolazione, un trionfo, una gioia.
Le libertà religiose e civili novellamente arrecate iu Piemonte dallo Statuto di Carlo Arberto il Magnanimo,
come quelle che hanno sprigionato
dall’antico servaggio la parola evangelica, sono per la Chiesa valdese un
preziosissimo dono del cielo, ed un’
arra di benefizi maggiori che forse
alla patria loro va preparando la Divina Bontà.
270. Indarno le hanno per secoli
intuonato mille voci all’orecchio 'che
la creatura non può senza interposta
persona mettersi in comunione con
Dio suo Creatore. La Chiesa valdese
dal momento che ha udito la voce di
Cristo che nel Vangelo ha detto —
Ego sum via, el veritas, et vita. Nemo venit ad Palrem nisi per me ( Io
sono la via, la verità e la vita. Niuno
viene al Padre, se non per me. Giov.
XIV. 6 )— ha imparato che la salute
viene da Cristo, e dalla: sua parola; e
tutti i fulmini del Vaticano e de’ vescovi non la potranno mai smuovere
d’un pelo da questa sua fermissima
fède uella parola di Cristo. Ella deve
andare al Padre per salvarsi, ed ella
sa di non 'potervi andare che solamente per la via di Cristo.
271. Tutti i sacrifizi, tutte le buone
opere, tutte le macerazioni, e le astinenze degli Anacoreti, tutte le sofferenze de’ martiri non hanno nè valore, uè eilicacia, uè merito per sai-
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varcì. Il solo sangue di Gesù Cristo
(è scritto nella prima di S. Giovanni
c. I. 7) ci purga da ogni peccato.
272. La mediazione de’Santi, degli
Angeli e de’ trapassati non può ragionevolmente sostenersi dopo la formola declaratoria che è nella prima
a Timoteo capo II. 5. « V’è un sol
Dio, ed anclie un sol mediatore di
Dio e degli uomini Cristo Gesù vero
uomo. Unus Deus, mus et mediator
Dei et hominum homo Christus Jesus ».
273. Le scomuniclie non hanno
pei Valdesi veruna forza di sgomentarli, nè d’atterrirli, perchè sta scritto
nell’ epistola ai Romani cap. X. 9.
« Che se tu confessi con la tua bocca
il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore
cjie Iddio l’ha risuscitato da morte,
sarai salvato. Quia si confitearis inore
tuo Dominum Jesum, ei in corde tuo
eredideris, quod Deus Uhm suscitavit a mortuis, salvìis eris «.
274.1 Valdesi non fanno questioni
di Chiesa, sia organizzala più presto
iu un modo che iu un altro, e crederebbero oltraggiare la religione di
Cristo, non solo perseguitando, ma
semplicemente approvando che mai
si perseguitasse veruno per obbligarlo
a far parie d’una chiesa in preferenza
d’un’altra. Per essi tutti quanti gli uomini, Valdesi o no, i quali riconojcona e professano le verità del Van
gelo, sono veri discepoli di Gesù Cristo, e fanno parte della sua vera
Chiesa, perchè l’unico vero capo della
Chiesa sta in mezzo a loro « UIh enim sunt duo vel tres congregati in
nomine meo, ibi sum in medio eorum
(dovunque due o tre sono raunali in
nome mio, quivi sono io nel mezzo
di loro. S- Matteo XVIII. 20) ». Ecco
la Chiesa che ha sempre esistilo, e
tuttavia esiste, ed esisterà fino alla
consumazione dei secoli senza che
possa mai mancarle il sacerdote secondo l’ordine di Melchisedecco « Sine
patrc, sine maire, sine genealogia,
neqite iniiium dierum, ncque (inem
vita! habens, assimilatus autem plio
Dei, manet sacerdos in pcrpeiuum
(Senza padre, senza madre, senza genealogia; non avendo nè principio di
giorni, nè fin di vita; anzi rappresentato simile al Figliuol di Dio, dimora
sacerdote in perpetuo. Agli Ebrei VU.
5) n. Gli uomini di questa Chiesa, non
importa che apparisca visibile, o rimanga occulta, formano sempre il
corpo, 0 vogliam dire la congregazione de’ cristiani, che sono i veri depositari della Fede, e la custodiscono
nella sua purità ed interezza, e la trasmettono attraverso de’ secoli, e non
cesseranno mai di predicare Christum.
crucifixum (Cristo crocifisso, I* a Corinti I. 25), e sempre annunzieranno
innanzi ni mondo « Non est in aìin
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aii(¡w.) sdlus. Nec e.iiirn (diiid nomcn est sul> calo datum hominibus,
in quo oporteat nos salvos fieri. (In
niun altro è la salute. Conciosiacosafliè non vi sia alcun allro nome sodo
il cielo olu* sia dato agli uomini, per
li) quale ci convenga essere salvali.
Atti cap. IV. 12).
27.5. CUi spassionalainenle prende
ad esame queste massime professate
dalla Chiesa valdese e le mette al confronto delle ^dottrine insegnate e registrale nel S. Evangelo non può ñon
convenire che le dovevano professare
eziandio le Chiese tutte nei primi lempi
fondate dagli Apostoli.
Chi poi ha conoscenza del cuore
lUTiano, e sa come per naturale inclinazione egli tende a i)reterire e falsare
le ordiiiazioni di Dio, resta facilmente
persuaso, che l’opera del Crisi ianesimo benché fondata da Cristo figliuol di
Dio e Verbo consustanziale del Padre,
e come dice l’Apostolo,.Virtù, S:q)ienza, c Potenza di Dio, è andata nejle
scorse età, come va tuttavia, soggetta
ad alterazioni più o meno colpevoli
■ secondo il grado maggiore o minore
di malizia che è in coloro, che questa
alterazione producono. Anche la legge
Mosaica era stata data da Dio sul Sinai, eppure quando venne al moiiùo
il Divin Redentore, la Caltedra, o vogliam dire il posto od il magistero di
-Mosè oc<'upnvnno gli Scribi ed i Tn
risei, razza d’ijipocriti, come li chiama il Vangelo, e sepolcri imbiancali,
e seme di vipere, i quali godendo in
pace i benefìci del grado, caricavano
le spalle del popolo di pesi e precetti
insopporlabili. La legge avea, non Iia
dubbio, ffi sua parte diffìcile, ma interpretata da loro, diventava impossibile, e più d’una fiata li eblje Cristo
Signore a rimproverare dei loro strani
e capricciosi rigori.
Che sia accaduto Io stesso ed anche peggio della Legge Evangelica, lo
abbiamo dalla storia ecclesiastica non
solo de’ primi tre secoli, ma più ancora dei susseguenti infìno a noi.
Alla lestinionianza della storia che
racconta i fatti, aggiungasi l’autorità
de’ Concili, de’ Padri, de’ Scrittori, e
de’ Vescovi d’ogni età e secolo die
deplorarono sempre e segnalarono gli
scandalosi disordini, onde era turbata
la coscienza e la tranquillità dei fedeli.
Siccome però sempre il Signore Iddio prediligge i suoi, eil anche in
mezzo a Babilonia lia sempre qualche
Daniele che lo glorifica, veggiam nella
storia che in tutte parti servi fedeli e
costanti a Lui non mancarono, e se
altri [abusava del Cristianesimo per
fini mondani e terreni, molti anche
ne usavano a salvamento deH’anima.
A niuno è dalo di coniar questi
niolli, che simili ni segnali dcll’.Apn-'
7
calisse asceiidono a migliaia di migiiaia.
Lasciando noi che ogni chiesa susciti nel suo grembo^alcuno che imprenda la difficile opera di numerive
queste anime privilegiate, che senza
mai contaminarsi nelle abbominazioni
del secolo stettero salde nella purità
primitiva della fede evangelica , ci
siamo accinti in questo breve trattato
delle origini e dottrine della Chiesa
Valdese di mettere come in mano ai
nostri lettori il filo, che li conduca a
scoprire cld sieno state queste anime
nella Chiesa d’Italia.
Da (¡uanto abbiam ragionato fm qui
ci pare che sieno i fedeli della Chiesa
Valdese del Piemonte, perchè soli di
lutti gli antichi fedeli d’Italia non furono mai soggiogati dalla prepotenza
di Uoma, e soli ricusarono sempre di
adottare le innovazioni, che, sia nella
dottrina, sia uel culto, venne man
mano introducendo la corrutela dei
lempi.
Laonde sbaglian coloro che l’origine dei Valdesi rintracciano fra le
memorie di selle che più non esistono,
e forse nou esistetlero giammai che
nella fantasia sempre feconda degli
Inquisitori, de’Papi e dei cuViali di
Roma.
Sliagliuno coloro cbe li derivano
da qualche singolare istituto del secolo XII, ilncclìi'' uè Pielro Viildo, uè
alcuno di quanti a’ suoi lempi meritarono nome d'eretico ebbe mai nulla
che fare cou es9i.
La sbagliano coloro che li scambiano con fuorusciti di Francia in
occasione che là imperversavano furiburidii frati della inquisizione conlro
gli Albigesi, i Jlauicheij'i Liouisti e
simili; dacché i Valdesi non sono che
gli antichi abitatori delle valli e dei
monti delle Alpi cheCozie s’appellano,
e dessi sono puro sangue italiano, e
la chiesa loro è senipre stata dentro i
confini della primitiva Diocesi d’Italia
di cui era, come abbiam veduto, capitale e metropoli Milano.
Bisogna dunque rinunziare ad ogni
spirito di sistema, e rimettersi Interamente aH’inapellabile giudizio della
storia, e convenire che la Chiesa Valdese non è altro che un sacro e prezioso avvanzo delle primitive chiese
d’Italia, che senza mai piegare il còlloi
sotto il giogo di Roma ha continuato
a servire costantemente Iddio in ispirito e verità, dipendendo da vescovi
finché questi da ministri fedeli di Dio
non dipendevano che dalla sola Parola di Dio registrata nel santo Evangelo; ma quando cjuesti ah’aulorità
del Vangolo surrogarono o contrapposero (non imporla che fosse di buona
' voglia, o per forza) gli oracoli e le
decisioni del vescovo di Roma, e dei
(’.oiH'ili dn Ini "ovornati, si slai'cò
8
dai vescovi, e visse sola ì;o’ suoi pastori per ministri, e col puro Evangelo per unica norma di condotta e
di fede.
Ciò lutto è stato da noi dimostrato
colia evidenza de’ fatti alla mano, per
forma che ci pare di potere a buon
dritto conchiudere, che la chiesa Valdese del Piemonte è veramente un’
antica Chiesa apostoUca d’Italia, e se
tornassero oggi in vita a Torino San
Massimo, che ne fu vescovo nel iv secolo, 0 il famoso Claudio che la resse
iwr così luugo tempo nel is, dovrebbero entrambi riconoscere l’antico lor
gregge nei Valdesi, e di buon grado
avviarsi ad officiare con essi dentro
le mura del nuovo tempio , cbe si
stanno or costruendo i fedeli evangelici sul viale del Re.
Post scriptum. Eravamo sul finire
questi nostri articoli intorno le origini
e le dottrine della chiesa Valdese,
quando ci venne alle mani l’opera inglese del signor \V. S. GILLY. D. D.
intitolata Vigilantius and Jlis Times
(Vigilanzio e i suoi tempi), dove, fra
le molte cose con grande erudizione
e sapere trattate, ci colpi una osservazione che riguarda i Valdesi, e fa
molto a proposito del nostro argomento. Vigilanzio, nato nelle Gallie,
adempiva il ministero pastorale di
parroco nelle Spagne, era amico di
8. Paolino vescovo di Xola, od aveva
conosciuto e tratlato s. Girolamo a
Betlemme. Mal potendo soffrire la
superstizione con cui i fedeli de’ suoi
tempi si abbani^pnavano al culto dei
martiri e delle reliquie de’ sanli, la
combatteva vigorosamente. S. Girolamo, che prendeva sempre tulle le
questioni con mal garbo, e le trattava
più da uom selvaggio che da civile,
come apparisce da quanto scrisse
contro s. Agostino, gittò fiele e veleno
pur contro Vigilanzio. Senza mettere
qui parola sul merito della controversia, dobbiam solo far osservare
che lagnandosi egli con rabbiose parole del predicare di Vigilanzio, il
rimprovera di levare rumore fra l’alpi
Cozie, e presso del mare Adriatico.
Ciò, secondo ebbe notato saviamente
il sullodato autore inglese, indica assai
chiaramente che sulla fme del quarto
secolo, 0 sul principiare del quinto,
erano già pubblicamente professate
in Italia dall’Alpi all’Adige le odierne
dottrine dei Valdesi. E siccome dalr Alpi all’ Adige corse appunto lo
spazio in cui erano comprese le Cristianità primitive della Diocesi d'Italia,
è chiaro che le odierne dottrine Vaidesi sono ancor quelle delle antiche
chiese-d’Italia (Vigu.a,ntii;s, capter
XV. p. 32G;.
9
PROCESSO per tnoliro Ji s/ampa e assoluzione del sig. Amedeo Bert Pastore
Cappellano della Parrocchia l’aldese di
Torino e delle Legazioni Protestanti.
magistratura Piemontese nella causa
del Sig. Amedeo Bert così felicemente decisa in pubblica seduta IM I del corrente
ha pienamente corrisposto ai più rigoros
doveri di giustizia. I buoni erano in dritto
di attendere da Lei una sentenza, che
salvasse in uno il principio della libertà religiosa e quello delTuguaglianz
cittadina consecrati entrambi dallo Statuto
costituzionale che ci governa. La libertà
religiosa compete oggi in Piemonte ai
Cattolici Valdesi, e ai Cattolii.i papali
come agli Ebrei : i tre culti possono liberamente esercitarsi solto la protezione
delle leggi, e a ciascuno dei culti è lecito
il linguaggio della propria profession religiosa; il cattolico papale può dire che i|
Papa è il vicario di Cristo come il cattolico Valdese, che niun uomo può senza
peccato divulgarsi per vicario dell’ Uomo-Dio, e come l’Ebreo, che il Cristo adorato da noi cristiani non è affatto il Messia promesso dalle Sante Scritture.
Queste tre credenze cosi fra loro opposte sono oggi egualmente libere, e la
legge tanto punirebbe gli ebrei che andassero a disturbare la celebrazion delle
messe nelle chiese cattoliche papali, come
i cristiani che disturbassero le salmodie e
le divote lezioni della Sinagoga.
Fuori però del caso di una vera offesa
0 ingiuria fatta ad alcuno di questi culti,
che hanno esistenza legale (ossia riconosciuta dalle leggij in Piemonte, tutti e tre
sono egualmente liberi di valersi in proprio favore dei dritti politici, uno dei
quali e forse il più prezioso è la libertà
della stampa.
Alcuni interpretando iU” articolo dello
^*atu(n, ehe annunzia il fallo della religion
cattolica apostolica romana come religión
dello Stato, per un articolo di privilegio
pensavano, che ai soli cattolici papali fosse
lecito pubblicare per le stampe ciò cbe
volevano contro ogni altra religione, ma
niuno potesse impugnare la penna por difendersi contro tali attacchi._ In questa
g\iisa lo Sfafuio, che promulga l’uguaglianza dei dritti per tutti i cittadini del
Piemonte, avrebbe fatto un’eccezione ingiuriosa in favore dei preti di Roma, e
noi saremmo ancora per questa parte, che
riguarda la liberlà religiosa, sotto la oppressione del privilegio.
Così la intendeano i giornali clericali,
cosi pare la intendessero i Vescovi quando, ricorrendo a S. M. il He contro la
costruzione del tempio Valdese in Torino, lo chiamarono scuola d'immoralità, così l’armonia, il Cattolico v consorti
quando inveivano senza misura nè modo
conlro gli eretici protestanti d’ogni nome,
oltragfliandoli fieramente nella lor religione, nella loro onestà, e perfino nelle
loro istorie.
Così per altro non l’intendevano i Vaidesi, e il sig. Amedeo Bert, che è Pastore
e Capo della Chiesa Valdese e Protestante
iu questa capitale, si credette in obbligo
di rispondere a ud diluvio di accuse e
calunnie non per sè (che, quantunque più
d’una volta personalmente offeso dalla
stampa clericale, avrebbe avuto ogni diritto di farlo, e pur noi fece] ma per dovere verso quella religión purissima di
cui è ministro, e verso quelle coscienze
di cui è pastore. Ebbe dunque ricorso ai
giornali liberali, che di buon grado accolsero le sue osservazioni.
Ebbene; il banco degli accusati l’aspettava. Un suo ultimo articolo inserito nel
giornale — Il Progresso — cessato già da
diversi mesi, fu denunziato per offensivo
della religion dello Stato,
La magistratura però del Piemonte eli
10
«! giinrtliiiiia gelosa delle nuove liherlà
concesse dallo Statuto, e non subisce
come nei paesi delVordint influenze estranee al dominio della giustizia, ba fatto
ragione al «ig. Bert, scnienziando cbe
egli riRpondendo a provocazioni e ingiurie e calunnie degli avversari del protestatìlismo (religione ebe legalmente esiste
ia Piemonte] non ba nè direttamente nè
indirettamente offeso la religiou dello
Stato.
Lo assistiva in qualità di suo avvocato
il sig. Sebastiano Tecchio deputato del
Parlamento, che anche questa volta ha
avuto la consolazione di un compiuto
trionfo. Lode a lui, e alla Magistratura
interregerriuia che hanno di conserva
sostenuto e salvato contro gli sforzi della
reazione clericale i principi della libertà
religiosa e della uguaglianza civile.
UlV PO’ Di CATECHISMO BIBLICO
,\L CATTOLICO DI GEN0V.4.
II.
Signor Cattolico reverendissimo.
Ridona la vostra tesi che « chiunque
è liinri della Chiesa non può sperar salvezza II, ai suoi veri termini, cioè: che
egli è impossibile che chi è salvalo per
mezzo della fede in Gesù Cristo (unica via
di salvazione additataci dalle Scritture)
non fact^ parte della vera Chiesa di Crislo,
un’altra quistione ci rimane a sciogliere;
quella Chiesa degna per ogni riguardo di
es.ser chiamata il ■< Corpo di Cristo « (Col.
1. 18) di cui Egli è il Salvalore » (Efes.
V. 23) ove la potremo noi ravvisare ?
Voi 0 Sig. Cailolico non .esitate punto
a rispondere: nella Chiesa Romana, tributando a questa quei magnifici e sublimi
distiiiiivi di <1 spii.sa deli’.At-'neilo » (Apoc.
XXI, 9j di « tempio santo d^l Signore >>
(Efes. 2 21) di « Chiesa dei primogeniti »
di « Celeste Gerusalemme » (Ebrei, XII
21) di II perfetta « di « unica >< (Cantic.
dei Cantic. VI, 9j distintivi e tiloli coi
quali profeti cd Apostoli accennano alla
Chiesa di Gesù Cristo.
Ma badate o Reverendissimo, che, l’arrogarsi una qualità qualunque non basta
perchè la possediamo davvero; badale,
che più sono esimii i titoli di cui uno si
fregia, maggiore altresì è l’impegno ch'ei
si assume di comprovarne la vahdità. Se
Uunque quella Chiesa degna di essere
chiamata senza finzione di sorta (perchè
versiamo quivi in un ordine di cose ove
le finzioni non servono) il n Corpo di
Cristo » voi volete che sia la Romana,
mostrateci in essa quei distintivi lutti che
ad un tal corpo si confanno. E poiché,
secondo la propria vostra definizione, i
membri del Corpo di Cristo sono « tutti I
fedeli ¡1 mostrateci che quanti dal lempo
degli Apostoli infino at giorno d’oggi, si
sono dichiarati di appartenere alla Chiesa
di Roma, dal vescovo di quella capitale
del mondo fino alTullima pinzochera sono
sempre stali tali da dover essere riconosciuti per membri di Gesù Crislo ; mostrateci in (|uei Papi che furono chiamai*
mostri dal cardinale Baronio, e furono i
principali autori di quegli scandali onde
ebbe tanle volte ad arrossirei Cristianitj\
del medio evo, mostrateci in lutti i Pa|)i
del IX. del X. dell’XI. e Xll. secolo,
altrettanti membri del corpo immacolato
e santissimo di Cristo : mostrateci che
un Honifazio Vili, un Urbano VI. un Pa
olo 11. un Sislo IV. tm Alessandro VI. un
Giulio JI. un Leone S. nn Clemenle VII.
im Paolo III. nn |r,lulin MI. mi I'.kiIo IV.
11
DII l*in IV. 1111 l*in V. e iiniili alili saceriloli
0 ambiziosi, o iracondi, o fanatici, o
venilicalivi, o dissoluti, o avari, o simulatori, e dissimulatori furono al pari
(li im san Clemente, d’un san Leone
il grande, e d’un san Ciregorio Magno degnissimi di venir considerati per
membra del corpo di Cristo; mostrateci,
se pur n’avete il coraggio, che quella miriade di uomini d’ogni ordine di ogni elà,
d’ogni sesso ehe non ebbero di cristiano
mai altro che il nome, e vissero sempre dimentichi dell’anima e di Dio, potevano senza lìnzione, e senza profanazione
appellarsi membri di Crislo, viventi
della slessa vila di Cristo, informati
e giiidiiti dallo Spirito di Crislo, econ-*
senzienti nella medesima volontà di
Cristo. Se voi col Vangelo alla mano ci
provate questo, noi ci arrenderemo ;
nia senza qnpsto sappiale bene che'tulli
que’tiloli magnifici che vi assumete con
tanta facilità, noi non li valutiamo un
zero, e agli occhi nostri non sono che chimere tanto meno apprezzevoli, quanto
più sono esagerate.
Invano, o signor Cailolico, ad abbagliar le menti voi uscite in campo colle
grandi parole di l'nitó, di Santità, di
Cattolicità, di Aposlolicilà ; ciò tulio non
forma che una parte accessoria e secondaria della questione per noi, che cerchiamo innanzi tutto la cliiesa che salva,
e la troviamo nella unione con Cristo,
come unione di membra col corpo, e di
corpo col capo. L’uscire da questa quistione polrà giovare a voi, sig. Cattolico,
per ingannare gl’inesperti, ma credete
che non contenta se non chi è disposto a
contentarsi di parole. Gli uomini di senno
c-hi‘ tHiii «i appagano di chimere, ipiclli
sopratulto che il proprio l'uiiviiiciiiifiilo
atlÌD.sero alla fonte incorrolta della Parola
di Dio, vi domanderanno ben altro. Per
questi l’Cnità, come di.'ilintivo dtlla vera
Chiesa di Cristo , anziché limitarsi « all’uniformilà di simboli, di cerimonie e di
riti, sotio il governo di un solo capo supremo, il Papa 11, richiede e.<.-;enzialiiienli'
unità di spirilo e di vila di tulle le membra col capo, cicé di lutli i ledeli ron
Cristo, e fra loro; la santità invece di
restrignersi secondo la vostra definizione
aipiel mmi/iiumche non poirelibe immaginarsi più litnilalo cheè di non proporre
a credere ■< né a praticare se non ciò clic
X è giusto e santo n (co-^a facilissima a
trovarsi in ogni biioii codice), consiste in
una leale e .sponlanea consecrazione dell’uomo liitt'intiero, corpo anima e spirilo,
al .Signore Iddio che l’ha crealo e per soprappiù redento; alla vostra callolieiià
morale (che non si sa quel che significhi) va
sostituita una ciiltolicilà vera ed ell'etliva,
cbe sia unacomunionecioè di miti quanli,
neppure uno eccetlujto, credono di cuore
in Gesù Cristo; e quanto air(j/)0.<iiu/iCi7«
cbe per voi consisle principalmente in
una più che problematica di.sceiidenza
dagli Apostoli per successione non interrotla (cosa che anche provata a nulla
vale, ove non porlasse seco la successione
di dollrinao di spirito; non si ammelleclie
nel senso di una intiera conformità della
credenza professala cogl’infegnamciili degli apostoli e dei profeti. A quella chie.ia
solamente che avrà questi distintivi caralteri, come sono siati spiegali or ora,
noi concediamo il dirilto di chiamarsi
corim, tempio, e spasa di Crislo.
Ma domandate voi, se quella rhie.sa,
ilei;na di rhi:inr.irsi con un lai nnmi> non
12
sarà la romana, sarà ella per avventura
0 la valdese, o l’anglicana, o la luterana,
od un’altra qualuuque delle varie comunioni evangeliche? — Nissuna di queste,
noi rispondiamo; poiché sebbene Una
sia la fede che in esse si professa intorno
ai punii essenziali alla salvazione; sebbene
sante sieno le cose che propongono a credere ed a praticare ; sebbene veramente
cnltoliche e veramente apostoliche sieno
le dottrine che servon loro di fondamento,
noi non ci lascieremo mai dallo spirito di
parte acciecare a tal segno da pretendere,
che in tutti i componenti quelle chiese,
od anche nella maggior parte d’essi (poiché se son molti i chiamati, pochi sono
gli eletti) si dia quella fede, quella virtù,
quella comunione intima di vita con Cristo, senza la quale uno non può essere
considerato qual membro del suo corpo.
Ma se quella chiesa non è la romana, nè
l’evangelica, nè l’ortodossa dei Greci, o
dei Russi, quale sarà ella dunque? Dove
andremo noi a cercarla?
— Essa non sarà esclusivamente nè
qua, nè là, nè a Roma, nè a Pietroburgo,
nè a Ginevra, nè a Londra, nè a Stocolma, 0 a Berlino, o all’Aia, o a Wasington,
raa rinverrassi ovunque saranno anime
fedeli e timorate di Dio, che tutta la loro
speranza di salvazione l’abbiano riposta
in Gesìi Cristo, e si adoprino ad adempierne i comandamenti. Essa non si chiamerà nè romana, nè greca, nè valdese,
né anglicana, né con verun altro nome ;
essa si chiamerà cristiana, perchè composta per intiero d’uomini, che vivono
uniti a Cristo in quella stessa guisa che il
tralcio è unito alla vite e trae da questa
il suo vitale nutrimento. E sebbene inviabile agli occhi della carne, e conosciuta
da Dio solo, quella chiesa sussiste pili
realmente ed opera più efficacemente di
qualunque società visibile anche spalleggiala dalla gerarchia più potente, che si
possa immaginare.
Ecco, 6 Signore Cattolico, in brevi parole, qual è senza ambagi la chiesa veramente una, veramente santa, veramente
cattolica, veramente aposio/ico, veramente
degna di chiamarsi in tutta la verità e sublimità del termine « il Corpo di Cristo
fuori della quale noi pure ammettiamo,
che non vi sia salvazione! Ecco la comunione dei Santi che noi facciamo professione di credere, ed alla quale più ancora che alla valdese noi ci gloriamo di
• appartenere ! Ma per essere membro di
questa non veggiamo che sia punto necessaria la « divozione al Papa », ma sibbene la divozione a Gesù Cristo, da cui
solo (intendeteci bene, e una volta per
tutte 0 Signor Cattolico) nói speriamo e
aspettiamo la salute dell’eterna vita.
Che se voi diceste che accanto a quella
Chiesa invisibile conosciuta da solo Iddio
bisogna pur sempre ammettere la necessità d’una Chiesa visibile, che appunto
per acquistare maggior numero di aderenti alla Chiesa s’incarichi della
dispensazione dei mezzi di grazia, come
della predicazione della parola, e amministrazione dei sacramenti, e istruzione
religiosa delle genti, e che in questa Chiesa visibile ai buoni vanBO mescolati i
cattivi com’ è nei campi il loglio al grano,
noi altresì converremmo pienamente con
voi. Perciocché troviamo ciò essere perfettamente conforme allo stesso Evangelo.
Soltanto è da notare che in questo senso
secondario noi non avremo una Chiesa,
ma più Chiese, come le vediamo negli
13
Atti degli Apostoli e nella storia dei primi
secoli del Crislianesirao. Di più, nissuna
di queste Chiese visibili per esistere legittlmamenle avrà bisogno d’appropriarsi
ed usurpare i distintivi e le qualità caratteristiche, le quali non convengono che
alla Chiesa invisibile.
Nè vogliate opporre, che in tal modo
tutte le chiese che si dicono cristiane
sarebbero egualmente buone, e sarebbe
affatto indifferente di appartenere all'una
più presto che all’altra, e cesserebbe la
necessità di certi indizii, cbe ci fanno discernere la verilà dall’errore, e una chiesa
realmente cristiana da altra che pretendesse di esser tale e veramente non fosse.
Imperciocché vi abbiamo già dichiarato
cbe noi pure ammettiamo per caratteri
distintivi della vera chiesa, ¡’unità, la
santità, la cattolicità, ì’Apostolicità, ma
nel pieno significato spiegatovi sopra, cosicché una chiesa qualunque, la quale
impedisse o rendesse anche impossibile
all’anime fedeli di essera «ne, sante, cattuliche, eapostoliche nel senso che abbiamo
spiegato, impedirebbe di appartenere alla
vera chiesa invisibile di Gesù Cristo, e di
conseguenza sarebbe una chiesa erronea;
una chiesa falsa, una chiesa da fuggire,
come quella che impedirebbe la nostra
salute. Ora perchè una Chiesa visibile
non vi faccia traviare dalla invisibile, è
secondo noi necessario che abbia per fondamento la parola di Dio fedelmente annunziata ; faccia uso de’ sacramenti stabiliti da Gesù Cristo e amministrati conforme alla loro istituzione, e abbracci
la disciplina cristianamente regolata da
uomini riconosciuti dalla Chiesa atti a
quelle importanti funzioni.
Più presenterà ima Chiesa qualuiK(uc
tali caratteri, e più sarà vicina alla Chiesa
invisibile dove solo abbiamo salute, e più
sarà da seguitar con amore. Meno avrà di
questi caratteri, e più saranno iu essa i
pericoli di traviare, e maggiori le probabililà di perdersi, e però anche maggiori
le ragioni di allontanarsi al più presto
possibile da quella Chiesa visibile. Colla
lampada della divina parola alla mano, la
scelta di una fra le (ante Chiese del mondo
non sarà malagevole a fare per un cuor
sincero ed integro. Ma nella ipotesi di una
Chiesa visibile da evitarsi, a motivo delle
sue dottrine più o meno corrotte, perchè più 0 meno lontane dalla parola di
Dio, possiamo noi supporre che la Chiesa
invisibile vi possegga fedeli, cbe veramente sieno suoi membri ?
Noi crediamo fermamente il contrario,
e sebbene cedendo al nostro convincimento
più intimo, ci sentiamo spinti a dirvi, o
signor Caltolito e con voi a tutti quelli
che dividono le vostre credenze «lasciate
la Chiesa in cui siete nati, per accostarvi
a quella dell’Evangelo» ciò non pertanto
non ispingeremo giaminji tant’oltre la
nostra, non sappiamo se dire arditezza o
sfacciataggine. Nò, non fia mai che ci
facciamo arditi al segno di porre confini
alla infinita potenza della Grazia di Dio,
e di asserire che nissuno della vostra
Chiesa non si salva. ,Un cristiano evangelico avvezzo a venerare in silenzio i giudizi dì Dio, non osa annunziar mai nulla
di quanto Iddio non ha rivelato.
Forse un tal linguaggio a voi suonerà
indifTerentismo, e ad altri parerà quello di
un certo cistianesimo lasso e largo che fa
cristiani anche i Turchi, ed ha tanto che
fare colla tolleranza cristiana , quanto
colla fede lo scetticismo. Ma non è nc l’uno.
14
nè l'allro. Se così ragioniamo, egli è
perchè, dipendendo secondo I nostri
)iriiicipii, la salvazione non dalla Chiesa,
non dall’adesione alla Chiesa, ma unicamente da Cristo e dalla comunione di
tede e di vita con lui, noi ammettiamo la
possibilità che anche in quelle Chiese
Cristiane, ove, Cristo è per cosi dire scomparso sotto monti di tradizioni e istituzioni umane, e l’efficacia della sua croce
è per poco resa impotente, si nascondano
animo pili 0 meno numerose che spinte
dal bisogno di perdono e di giustizia vengono per mero dono della grazia gittando
e scavando tanto la mobile arena sopra
cui stanno gli edifizi fabbricati dall’uomo,
che giungono a discoprire quella rupe
immobile .che è Cristo, sopra cui porro il
fondamento di lor salvazione.
Ecco, 0 signor Cattolico quanto ci
occorreva di contrapporre al vostro Cate■chismo sopra la Chiesa; in un prossimo
articolo, volendolo Iddio, prenderemo ad
esame la vostra risposta al nostro terzo
quesito.
* “
WO'DXIE KElilQlO^E
Roma; Le istanze dell’episcopato francese appoggiate dalla intervenzione officiosa del governo, sono riuscite a fare
sopprimere il giornale francese, che qui
si pubblicava da circa quattro anni, sotto
il titolo (liCoirispondenza di Uoma. Scritto
da due preti francesi, era segretamente
diretto dal partito gesuita di Francia, che
se ne serviva a turbare la coscieuza, e
gli studi di tutti gli ecclesiastici invisi al
partito, fossero pure i più rispettabili por
dottrina c per condotta e per grado.
Inghilterra. — 11 regio proclama
pubblicato giorni fa nella Gazzella di
Londra, col quale a prevenir disordini
facili a prevedersi nello stato attuai degli
spirili, esacerbati dalle provocazioni dell’aggression papale, si raccomandava
l’osservanza delle antiche leggi del Regno,
che proibirono le processioni al di fuori
degli edifizi religiosi, fu violato dai preli
di Stockport, città manifatturiera vicina
a Manchester. Il 27 fecero una processione,
e il giorno appresso nacque tra papisti e
protestanti una mischia in cui oltre a una
tempesta di sassate contro i vetri delle
rispettive case e cappelle, si venne ai coltelli, ai bastoni, alle picche; rimasero ferite molte persone, e il 29, ì constabili
coll’alufo del 4" di fanteria dovettero arrestare da circa 83 persone per ristabilire
la calma, che non fu più turbata.
— Il dottore Achilli Romano, passato
dal culto papale all’ evangelico e direttore
della chiesa italiana a Londra, giustamente offeso da un libello contro lui
stampato dal cardinale Wiseman sotto la
responsabilità del dottore Newman passato
dal culto puseesto al papale, ha dovuto
ricorrere ai tribunali. Esaminate minutamente le cose, e lasciato al dottor Newman tutto il tempo necessario a farsi venire dall’Italia e specialmente da Roma
le prove, ch’egli asseriva d’ avere, di
quanto era stato scritto nel libello conlro
il signor Achilli, e intesi i testimoni, il
tribunale ha dichiarato calunniatore c
condannato per tale il signor Newman, c
fatto piena ragione all’innocenza del calunnialo Achilli.
È questi quel desso che in tempo della
romana repubblica teneva riunioni evangeliche iu Uoma, c do.jio ristorato il go-
15
verno de’preti veune rinchiuso iielJe prigioni del S. Uffìzio, da dove trovarono
mezzo di farlo uscire i membri dell’ alleanza evangelica.
Irlanda. — Il clero protestante attualmente in attività conta nelle sue file 6i
persone tra preti e laici usciti tutti quanli
dal seno della chiesa papale.
— Si scrive da Ennis : il capo di una
delle pili antiche famiglie cattoliche pa[lali d’Irlanda, e zio paterno del signor
O’Cormon membro del parlamento, ha insieme a sua figlia abiurato il papismo.
— Progresso notabile del vangelo in
Irlanda. In luogo di 13 missionari come
nel 1831, ora ve ne ha 28; in luogo di
83 lettori della Sacra Bibbia ve ne ha 12Í’;
in luogo di 28 maestri di scuola ve ne ha
(>1; in luogo di 18 maestre ve ne ha 41;
in luugo di l iO stazioni ve ne ha 207.
PiassiA. L’insolenza de’missionari gesuiti ha i>rovocato in ogni paese una reazione protestante. Il cousiglio superiore
evangelico ha ricevuto da tutli i comuni
richieste spontanee di missionari protestanti per combattere le superstizioni della
propaganda gesuitica.
Slesia. Secondo rapporti ofiìciali l’anno scorso 648 persone hanno.abiuralo il
papismo e abbracciarono il protestantismo, e 40 genitori papisti hanno fatto
battezzare i lor figli nella chiesa protestante. Nel 18!ì0 non si coniavano che 308
conversioni al proleslanlismo, e 180 ragazzi soli di famiglie caltoliche-papali
erano stati battezzati nella chiesa protestante.
Boemia. La chiesa protestante di Praga
continua a prosperare. Vi sono entrati di
fresco Ire preti caltolici-papisli che hanno
abbraccialo con multo fervore il prole
stanlismo, ed uno di essi è coadiutore
del pastore Kossuth neH’esercizio del ministero.
Francia. Una lettera del pastore di
Troyes scrive al giornale \’Espétame, che
domenica 1.“ giugno, il Maire accompagnato dai gendarmi ha brutalmente interrotto in Estissac il servizio divino, e ordinato in nome del prefetto di finire all’istante quella baldoria.... L’Espérartce aggiunge che sono stati fatti immediatamente
gli opportuni ricorsi airaiitoritàsuperiore,
la quale non approverà certamente simili
alti di violenza così manifestamente contrari ai pincipii della libertà religiosa
guarentita dalla coslituzione.
— Quarantaquattro vescovi hanno aderito al vescovo d’Orléans nella condanna
del giornale uHra-catlolko VUnivers che
sostiene le più esecrabili dottrine dei gesuiti, degli oltramontani, c della Inquisizione.
— Il signor abate -Michon ha fondato un
nuovo giornale cattolico intitolato la
Slampa Religiosa, che difenderà i priucipii del caUolicisino gallicano, tollerantee moderato. Dicesi che abbia hr protezione dcH’arcivescovo di Parigi, e degli
antichi estensori delTEra Novella.
CROCCHETTA POLITICA
Torino. Il miglioramento della salute
di S. M. la Regina .Maria Adelaide prosiegue, ed è anzi tale che accenna ad una
prossima convalescenza.
— Mercoledì con decreto reale sono
siate prorogate le Camere fino alla metà
di novembre. — Si dice cho l’episcopato
piemontese abl*ia presentalo al Senato una
16
lietizionccoDlro la nuova legge sul matrimonio civile. Se ciò è vero, ecco la prima
volla che i vescovi riconoscono con un
atto collettivo i poteri costituzionali.
Livorno. Sessanta giovani sono stati a
viva forza strappati dal seno delle proprie
famiglie, e per misure di polizia incorporati nei reggimenti austriaci.
Belgio. Il Ministero ha dalo la suadimissione; pare però che due soli ministri
usciranno dal Gahinelto.
Inghilterra. Le nuove elezioni rendono più che probabile il ritorno di lord
Pahnestorn al Ministero.
— Il Tiines dà 191. elezioni al partito
liberale, che è quello di Palmestora, 34
Peelisti, ossia liberali moderati, e soli 80
al partito ter)'. Le ultime notizie di Londra portano la rielezione del sig. Gladstou
che ha svelato i misteri delle condanne
politiche di Napoli, e si e perciò reso benemerito della causa liberale Italiana.
Londra. — Lord Palmerston nella Camera dei Comuni, parlando della quistione
relativa ai missionarii inglesi cacciati dall’Ungheria (quistione ora già definita), cosi
si espresse circa i possedimenti cbe l’Austria per forza vuol mantenere in Italia.
« Io vedo che essa (l’Austria) avrebbe
« più saggiamente agito adottando le viV ste del ministero inglese in merito agli
(I affari deH’Italia del Nord. Io son certo
« che il possesso dell’ Italia del Nord
« nulla ha aggiunto alla possanza dell’
« Austria ; al contrario questo possesso è
« tale da propagare il malcontento in
« quelle popolazioni rispetto all’Austria.
" Se si fossero fatti accomodamenti in
« forza dei quali il territorio del Nord
« dell’Italia si fosso esteSo dal porto di
« Genova a quello di Venezia, e questo
« di Toscana, da Livorno aH’Adriatico,
« io sono persuaso che queste combina" zioni avrebbero contribuito alla pace
« dell'Europa, e alla prosperità dell’Italia
« senza diminuire il potere dell’Austria
i< nella scala delle nazioni ».
•Francia. Il Governo non indietreggia a
fronte delle diflìcoltà, ed operosamente
travaglia a ricostituire da capo a fondo Io
Stato. Ora cerca il mezzo di diminuire di
centomila uomini l’esercito, mantenendone però la forza attuale e l’iotegrità dei
quadri.
Si fanno grandi preparativi per la festa
del 15 agosto, natalizio dell’imperadore
Napoleone.
REGULA FIDEÍ
Unbel Volumetto in-S** piccolo
di pagine 944.
Prezzo Lo. 1 25.
Trovasi presso V Ufficio dd Giornale
e Presso i Principali Librai.
' ■' ------ .
Si trovano presso Carlotti e Bazzarini
Librai-editori in Torino.
PREGHIERE DI FAMIGLIA
PSa SERVIRE AL CULTO DOMESTICO
1 volumetto in-8" — cent. 40.
Direttore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
Torino, — Tip. Soc, di A. Pons e C.