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Roma, 19 Dicembre 1908
SI pobbllca ogni Sabato
ANNO 1 - N. 51
LA LUCE
Propugna gl’iiiteressl socialli morali e religiosi in Italia
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abbokamknti
Italia; Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — < . 3,00
Un numero separato Cent. 5
I manoseritti non si restituiscono
inserzioni
P«r linea • spazio «ori-_ispondente L. 0,J5
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_ * . * da 6 a 15 volte 0,05
rer aolonna intera, rne.£za colonna, quarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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SOMMARIO
G-uardaindo attorno. — Ancora una lettera del Minoceihi. — Valdesi d’America, Enrico Pons. —Miseria bifronte, T. C. — Umanitarismo e Cristianesimo, Paolo Calvino. — Boma e Canterbury, «. n —
Giovanni Milton, Y. — Galleria scientifleo-religiosa : Davide Brewster, E. M. — Patente d’ignoranza, Enrico Rivoire. — Pagine di Storia, Giov.
Jalla. — Pro Coatti. — Salice Piangente. — Nella
Penisola e nelle Isole. — Oltre le Alpi e i mari.
— Primavera della vita. — In sala di Lettura. —
Eroine Valdesi (nuova serie) Teofilo Gay.
Lll(E E Rn/iSfA
Il prezzo d’abbonamento alla LUCE, è mantenuto
a L. 2,50 per tutti coloro che avranno pagato il
loro abbonamento PUIMA del 31 gennaio 1909,
dopo di che esso verrà portato a 3 lire.
,, Per le molte diflcoltà ayveratesi,.jaegli scorsi
anni, sono SOPÌPRESSI gli aISbónamenti postali
coll’estero. I nostri Amici dell eslero si compiacciano di valersi di vaglia internazionali, per pagare il loro abbonamento.
L’Amministrazione della Rivista (107 Via Nazionale, Roma) concede l’abbonaauento per 4 lire
a tutti coloro che ne avranno veirsato Tammontafe
prima del 31 gennaio 1909; dopo <dì che esso saiA
manteiuito a 5 lire.
B AZZAR
L’annua fiera di Beneficenza (Razzar) a favore
deiristituto Gould, avrà luogo in Roma, piacendo
a Dio, agU ultimi giorni di febbraio p. v. Ricordarlo ai nostri lettori é volerli associare a questa
buona opera ; il farlo in tempo é dare loro modo
di disporsi a spedire oggetti eonfezi0:uati ed altri
che verranno raccogliendo man mano. Parecchie
società di cucito, unioni della gioventù e scuole
Domenicali si sono ricordate degli orfanelli del
Gould, per lo passato ; speriamo che vorranno
ricordarsene ancora in avvenire.
Rivolgere comunicazioni al riguardo « spedizioni d'oggetti alla signora M. Muston 107, Via
Nazionale, Roma.
Gaardaodo attorno
(Noterelle e Spigolature)
Anzitutto un’idea amena della Vera Roma Illustrata :
“ Come si sa, nell’anno 1911 si compiono oinquant’anni da che Roma fu dichlai-ata capitale d’Italia dal
Parlamento Subalpino.
Egli è come dire che nel 1911 si celebra l'italianità
di Roma mentre nel 1908 si è celebrata la romanità
del mondo. Può dirsi davvero che non è già Roma
che sia nel mondo, è il mondo che è in Roma, poiché
in Roma è la Chiesa romana, in Roma sta il Pontefice romano, e perchè, lo si noti bene, perchè anche
Cristo si fe’ romano „ ! !
Ed ecco un’alti® idea amena e al tempo stesso una
jrosea, vana speranza del medesimo peiraodioo de
iricale :
“ La Vergine protegge il Papato e la città di Roma,
dn cui questo ba sede e, ad onta di ogni minaccia,
di ogni apparente dominazione, la sovranitàdel Pontefice sarà sempre più sfolgoran ce, aè contro di essa
varranno gli sforzi dei miscredentn — Maria difende
la Chiesa del suo Divin Figlio ,, !!
*
« «
Il nostro valentissimo Miles CSìtìs^ì, passando in
rassegna i futili motivi per cui certi iPuseisti o Semipuseisti inglesi abbraoeiar.o con disinivoltura e con
cuor leggero la religione rfimanistica, ne ha dimenticato uno che una consorella ddla Vera Roma,
Fides, accenna. Sentite e, se potete;, trdfitenete le risa.
Una signora inglese, la contessa di Strafford si
trova scossa nelle sue ere denze per le conversazioni
avute con mons. De La Mothe, vescovo d’Amiens. Ciò
• che la tratteneva da convertirsial eattoMcismoerano i
dubbi sulla santa Messa o sul Pustgatorio. M®ns. De
■La Mothe un giorno le -disse ; “ Signora contessa, voi
•conoscete il vescovo protés(,a^ di Londra: ora se
•egli può dimostraimii ch< r S. ¡Agostino non Jha celebrato la S. Messa per i m orti e per sua madre in modo
;qpeciale, ditegli che nù faccio prótestante
La contessa di StraSord scrisse subito a Londra,
ma il vescovo anglicano ricusò di rispondere; e al
tara la contessa si diede con maggior ardore a studiare la reiigione, e dissipati i suoi .dubbi fece la sua
atóura ,e abbracciò il eattolicismo
«
■A %
Poiché qggi aaidiamo raccogliendo le idee ¡più esilaranti dei periadici clericali ne aggiungiamo anche
una -dell’A/rafdo Cattolioo (tanto per non fargli torto) :
“ I protestanti allorquando si presentano in una
parrocchia si affrettano ad offrire ai popolo la Bibbia
e : Prendete, dicono a tutti, questo è il libro divino,
contiene la parola di Dio e qui troverete ciò che
alla vostra eterna salvezza è necessario. Poi in ogni
loro riunione non fanno che raccomandare la lettura
della Bibbia
Ecco una prova di più — se fosse necessaria — per
dimostrare che nessuno è più nemico della Bibbia
•dei cosi detti “ Cattolici i quali, poi pretendono
di fondare, come ogni altro Cristiano la loro fede su
la.„ Bibbia ! E la Società di S. Girolamo ?
*
*
I fogli Clericali, occupati a combattere gli eretici
trovano però di tanto in tanto il tempo di accapi’
gaarsi anche fra loro.
L'Unione di Milano ha dato querela, or sono alcuni giorni, alla consorella Unità Cattolica di Firenze,
jivviva alla tanto strombazzata... unità... cattolica I
♦
Ut ¡ii
Nè soltanto i giornali si accapigliano all’ombra di
Santa Madre Chiesa : dei prelati fanno altrettanto. A
Metz un abate ha dato querela per diffamazione al
suo vescovo, il quale è stato condannato a 20 marchi
di multa, a due giorni di carcere e all’inserzione della
sentenza nella Rivista ch’egli stesso dirige.
■assai male, ed è la vita dissoluta del clero, di certo
clero almeno. Lo scandalo che da esso ci viene, ci toglie la fede.
“ Quanti sa-cerdoti dimenticarono tutta la santità de
la loro missione; quanti vennero meno ai loro voti,,
quanti rinnegarono la fede giurata nelle mani del
vescovo !
Sappiamo che il Sacramento dellOrdine non toglie
al sacerdote la possibilità di peccare : i ministri dèi
Santuario sono, come noi, e forse più di noi, fra tentazioni e pericoli : come noi son soggetti a passioni come noi minacciati da ogni lato 1
L’esempio però che da essi ci viene ci conforta od
opprime; la loro virtù ci incoraggia, ma... i loro vizi
ci scandalizzano.
Attraversiamo tempi cattivi : le cadute del Clero ci
sembrano un po’ troppo frequenti, e sono tanto più
rumurose quanto più sono inaspettate.
Gh avversari della Chiesa ne provano piacere ; essi
sanno per esperienza che lo scandalo dato dai sacerdoti fa più strage fra il popolo che qualunque eresia.
I superiori, che forse non sanno le colpe vergognose
commesse dai loro dipendenti, sono spaventati dalle
minacce de la moderna eresia.
‘« -Non si toeoM ta fèd«« il resto
ma forse non c’è resto. ”
O che l'idea maturata nel segreto de la coscienza
manif^tata con parola sommessa, avrebbe più potere
malefico che delitti scandalosi compiuti pubblicamente
con danno alia proprietà, all’onore, alla persona del
proprio simile ? Eppure a questi sacerdoti falsari,
di Parota di biasimo
da parte dell Autorità : nessuna.sospensione a dzwwis,
nessuna scomunica I
Perchè?
♦
Per correr miglior acqua, alza le vele ornai la
navicella del mìo ingegno „. Il periodico napoletano
Battaglie d’oggi, in un bell’articolo intitolato : I più
gran nemici della Chiesa, fa parlare il » popolo cristiano,,; e lo fa parlare con molto buon senso:
'• Una sola cosa però a noi, popolo cristiano, fa male
Nel Chrétien diretto dall’ex prete Andrea Bourrier
Marcello Hebert, professore all’ « Istituto degli Alti
Z- ? '“POi’tanti: L’Evolution de la
foi cathqhque; Le Divin,^ Expériences et hypothèsè0 Le Pragmatisme, pubblica un attraente avicolo su
Riccardo Wagner'< modernista. „ Ne caviamndefinizione del Modernista, secondo lo Hébert e'^un
suo giudizio sul Loisy. '■ Il vero modernista holu“
Chies^nelUsoTr;l^^
di trevoSn:: :gH“
iuÌue egli noTè" P«r sempre l’abito laico.
aunque egli non e piu modernista, „
*
4e Ut
I premi Nobel sono stati conferiti. Uno dei premiati e Rodolfo Eucken, professore di filosofia afl’Universata di Jèna. L’Eucken è un sincero spiritualista
ed ha manifestato le sue idee, combattendo aperta’
mente II materialismo, nel suo libro: Za loUa a
favore del contenuto spirituale dell'esistenza.
Dispensandosi a CristiLfa i premi Nobel, l’Arnaldson ha propugnato l’idea di stringere una lega fra
anttn • ’ ® donne, saranno invitati a
sottoscrivere una petizione destinata ad invocare l’abo
taone degli amamsMi e la creazione dTZcorw
internazionale pel mantenimento dell’ordine.
ii:
^ ¡ft
Dalla Norvegia passiamo alla Svezia. Riudremo l’eco
del proclama fretto da re Gustavo al suo popolo:
2
LA LUCE
“ Regna una generale freddezza rispetto al Cristo, e
ai sentono perfino bestemmie contro di Lui. Che abbiamo noi fatto per impedire questo male ? Ricordiamoci che grande è la responsabilità d’un popolo il
quale respinga la grazia salutare di Dio. Non pensiamo a cambiamenti, a miglioramenti. 11 cambiamento
più importante, il miglioramento più necessario è la
conversione di tutti a Dio. „
Ancora una lettera del Minocchi
L’ex abate italiano ha diretto ad Andrea
Bourrier del Chrètien una lunghissima ed
importantisvsima lettera, ove, con la sua ammirabile franchezza, apre al conoscente cristiano evangelico tutto il proprio animo e
manifesta tutte le proprie intenzioni e tutte
le proprie nobili ma — secondo noi — fantastiche, illusorie speranze.
L’abate Salvatore Minocchi ha ripreso
l’abito laico, ma rimane cattolico romano.
Andrea Bourrier, direttore del Chrètien,
ha provocato la lettera di cui parliamo,
domandando al Minocchi se egli persista a
credere che la Chiesa (romana) possa tosto
0 tardi riconciliarsi con la civiltà moderna,
e se lui (il Minocchi) abbia ancora qualche
speranza di potere un giorno riprendere
un posto sotto la direzione di essa Chiesa,
in mezzo a un clero che sembra fatalmente
chiuso ad ogni progresso di luce scientifica, ad ogni condiscendenza verso le nuove
idee concernenti la libertà sociale.
Ecco in poche parole i punti principalissimi, che il Minocchi svolge ampiamente.
Egli non è cosi ingenuo da credere che
l’autorità ecclesiastica lo abbia « senza difficoltà » a redintegrare nei suoi diritti di
sacerdote, ma... lo reputa possibile.
« Fra noi, in Italia almeno, prevale oggi
il gran principio che l’autorità debba sempre aver ragione specialmente quand’essa
ha torto, e ciò per non sfigurare davanti
al pubblico ». 11 mondo che s’agita in Vaticano, d’intorno a Pio X, è avversissimo
alle idee del Minocchi e de’ suoi compagni.
« Se potessero, ci manderebbero al rogo ;
ma, poiché non possono, stanno con tanto
d’occhi aperti per cogliere il momento opportuno di scagliarci addosso una scomunica ». .
Il Minocchi non s’illude dunque per nulla,
e nondimeno... spera, e... resta ! Parlando
a nome proprio e dei suoi compagni, soggiunge: « Il nostro desiderio di restare prete
e cattolico, nonostante la sospensione e la
scomunica stessa, dipende — più che da una
speranza problemàtica — da un atteggiamento di coscienza, da un indirizzo di vita
che ci preme di conservare a noi stessi.
Sappiamo benissimo che la Chiesa è un
organismo invecchiato ; tuttavia noi non
ce ne vogliamo separare. Preferiamo subire
e accettare questa collettività sociale così
com’è, con tutte le sue virtù e con tutti
1 suoi difetti e lavorare alla sua redenzione
spingendola innanzi verso l’avvenire ».
Non si separeranno, non cercheranno di
riformar la Chiesa dal di fuori, perchè questa pare loro impresa inutile e impossibile.
A sentire il Minocchi, l’opera riformatrice
di Lutero e di Calvino, della chiesa anglicana, del Dòllinger non è stata e non è
rimedio efficace. Non c’è chiesa cristiana
— egli sostiene, esagerando e, quasi diremmo, svisando fatti patenti e lampanti —
che sia in grado di accogliere senza profondo turbamento i risultati della scienza
moderna e delle libertà sociali.
Qui si tocca con mano la stranissima
contraddizione in cui il Minocchi e chi come
lui la pensa cadono. Fra le Chiese Cristiane,
certo, e non solamente secondo noi, ma anche secondo lo stesso Minocchi, la Chiesa
Cattolica romana è la più difficilmente conciliabile « con la scienza moderna e le libertà sociali » ; e tuttavia il Minocchi e
chi come lui la pensa se ne staranno saldamente attaccati alla Chiesa romana ! Questa è irriformabile. Le chiese cristiane evangeliche sono impotenti a risolvere la crisi
che la travaglia. « Noi accettiamo il Cattolicismo e restiamo nella grande cerchia romana ».
Che sperano dunque di ottenere ?
È difficile dirlo : qui il pensiero delFabate Minocchi riesce oscuro, intralciato, o,
per dirla più esattamente, contradditorio.
La Chiesa, a cui egli vuole continuare
ad ogni costo ad appartenere, non si può
riformare : egli l’ha detto e ripetuto a
chiare note.
Che cosa si può dunque sperare da una
tal Chiesa ? Una trasformazione ? Una conversione ? Uno sconvolgimento interno e
radicale? .
Volesse Iddio che così avvenisse I Noi
10 aneliamo quanto il Minocchi ! Ma sarà
possibile ? « Tutto è possibile presso Dio! »
Nondimeno, umanamente parlando, quello
del Minocchi ci pare un sogno arrischiato,
una troppo ardita utopia. Egli accarezza questo sogno e questa utopia, perchè egli ha
ancora un concetto soverchiamente ottimL
stico della sua Chiesa : per lui la Chiesa
romana infatti ha « fino ad oggi più o meno
bene attuato il gran sogno della civiltà umana » ; ha ammaestrato gli uomini e li
ha aiutati « a riconoscersi, ad amarsi reciprocamente, a stringersi gli uni agli altri come membri della stessa famiglia, tutti
uguali, liberi, felici e viventi gli uni per
gli altri ».
Esagerazione manifesta, nonostante « il
più o meno bene » opportunamente introdotto.
In fondo, l’abate Minocchi è un incurabile ottimista ! Se poi del Regno di Dio egli avesse il concetto veramente cristiano,
11 concetto che Gesù ha espresso dicendo:
« Il Regno di Dio è dentro di voi » 1’ ex
Abate ci farebbe l’efìetto d’uno dei più grandi sognatori del nostro tempo. Non dimentichiamo tuttavia eh’ egli è sincerissimo.
Nonostante dunque le sue velleità scientifico-politico-sociali-religiose, la nostra simpatia è per lui ; e, modificando alquanto le
parole di Andrea Bourrier, noi gli diciamo : « Fate l’opera vostra, signor Abate,
essa è certamente nobile e sublime; ma
noi continueremo la nostra! C’incontreremo
un giorno su la vetta a tenderci reciprocamente la mano e a piantare la medesima
croce ?
Dio lo voglia ! »
50' Anniversario della fondazione di Colonia Vaidense (1).
Il 30 ottobre si celebrò il 50' anniversario della fondazione di Colonia Vaidense, Uruguay, coll’intervento del
presidente della Eepubblica, dottor Claudio Williman,
del prefetto, delle autorità politiche, comunali, provinciali, scolastiche; coll’intervento del rappresentante della
Chiesa d’Italia, signor Leger, con quello dei rappresentanti della stampa politica e religiosa dell’Uruguay e
deH’Argentina, e le rappresentanze dei Concistori Vaidesi e delle Chiese sorelle. Il Ministro della guerra
mandò, con gentile pensiero, due compagnie di soldati
i quali rallegrarono la festa colla loro fanfara.
«
* «
Gli oratori Luigi Jourdan, come presidente della Commissione organizzatrice, Enrico Pons come vice presidente, ed i pastori B. Léger, Pietro Bounous, B. A.
Pons, Paolo Davit, Enrico Beux e Paolo Besson, parlarono per più di 3 ore ad un pubblico di forse 4000
persone ed insistettero soprattutto sull’importanza di
conservare la fede dei nostri padri, di non dimenticare
il giuramento di Sibaud, le promesse fatte in Genova
dai primi emigranti perchè il nostro avvenire materiale
e la nostra influenza sociale dipenderà dalla nostra
fede. I discorsi alternati con cori fecero una impressione eccellente su quella folla eterogenea, composta
di tutti gli elementi sociali e di tutte le gradazioni
religiose.
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* •
Non mi propongo di fare una cronaca di quella festa
— la farò nel prossimo numero della Rivista Za Union
Vaidense — che fu considerata come la meglio organizzata e maglio riuscita che si sia mai celebrata nella
nostra provincia — è questa l’opinione unanime della
stampa e del pubblico — ma non posso non accennare
ad alcuni fatti che fanno onore al nostro popolo il quale,
piccolo ancora, giode già di una influenza e di un credito molto superiore alla sua importanza numerica.
Questo fatto è specialmente rallegrante per noi e per
la Chiesa d’Italia, perchè la causa « unica » di questa
influenza dobbiamo ricercarla nell’Evangelo predicato
con fedeltà grazie ai sacrifici della Chiesa madre ed agli
sforzi ammirevoli e benedetti dei pastori mandati qui.
«
Darò qualche esempio. — Quando arrivò il presidente della Eepubblica i signori Jourdan, Bonjour ed
10 come rappresentanti del nostro popolo e della Commissione popolare che 1’ aveva invitato alla festa, ci
recammo alla stazione di Colonia di Suiza per riceverlo;
nell’udienza ch’egli ci concesse appena arrivato all’Hòtel, ci disse che aveva ricevuto molti inviti, ma che
eravamo i primi, dacché egli è presidente, a farlo uscire
dalla Capitale. Alle nostre modeste osservazioni rispondeva : « La mia visita la meritano perchè la Eepubblica
deve molto all’attività dei loro coloni ed a quella dei
coloni svizzeri ».
Egli volle attraversare a piedi la Piazza Doroteo
Garcia nella Paz in mezzo ad una folla entusiasta;
firmò il verbale che gli presentai in memoria della sua
visita; accettò, dicendo che lo leggerebbe con piacere,
11 numero commemorativo della Union Vaidense rilegato in pelle ed oro che gli presentai in nome della
Redazione dedicandoglielo; fece arrestare il treno sui
limiti di C. Cosmopolita per salutare il pastore Bounous. Non volle discendere nè nella città del Rosario,
nè a Colonia capitale del Dipartimento perchè la sua
visita fosse fatta esclusivamente a noi, cioè agli agricoltori attivi e perseveranti che trasformarono in 50
anni questa provincia.
Altro esempio : l’impressione della stampa. Ecco quello
che scrive l’organo politico più diffuso di Montevideo
e di simpatie clericali. Ab uno disce omnes :
« I Valdesi vantano un’origine antichissima, conservarono durante secoli, le abitudini caratteristiche dei
primi cristiani; la loro fede apostolica si basa sulla
verità evangelica dei loro remoti autori..La festa com-
3
LA LUCE
memorativa alla quale partecipò tutta la popolazione
pone in evidenza lo spirito eccellente di progresso che
anima i coloni e tutto quivi parla di purezza di sentimenti, di rettitudine e di benessere.... Le feste com
memorative che il Governo ed il popolo hanno presenziato dimostrano in un modo eloquente l’influenza
benefica di quella razza intelligente di una onestà proverbiale ».
Tutti gli altri giornali della Repubblica e perfino
quelli di Buenos Ayres, ci dedicarono per parecchi
giorni colonne intere; le stesse riviste ebbero pagine
vibranti di ammirazione e di lode. Abbiamo potuto credere per un momento aU’esistenza di un popolo di eroi,
di conquistatori nel leggere tutte quelle cose, nel vedere le nostre fotografie, quelle dei nostri edifici, delle
nostre autorità ecclesiastiche, parecchie di quelle pubblicate nelle Utiion Vaidense, sparse dagli organi maggiori della politica e delle lettere. Nell’ascoltare l’eco
vicina 0 lontana, ma generale e concorde del pubblico
0 della stampa che tesseva le nostre lodi, o cantava,
esagerandole, le nostre virtù, seguendoci con un’onda
di vera simpatia ed affetto abbiamo sentito più che
mai, tutti, la nostra responsabilità morale e religiosa e
la nostra debolezza:
Altro esempio. — Il signor Ildefonso García, figlio
del presidente della Società che colonizzò questa zona,
come tributo di ammirazione e fiducia, in occasione del
50' anniversario di Colonia Vaidense ci offerse parecchie borse di studio per giovani che vogliano dedicarsi
alle discipline agricole. Ed un distinto colonnello dell’esercito, amico del presidente, stimato per le sue
virtù militari, vorrebbe che mandassimo alcuni degli
alunni del Liceo all’Accademia militare perchè « nell’esercito hanno bisogno di uomini come i nostri ».
Faccio punto non perchè manchi la materia, ma
perchè può mancare lo spazio. Quello che precede è forse
sufficiente per dare un’idea della posizione particolarmente privilegiata che le nostre colonie conquistarono
nell’opinione pubblica come pure nelle alte sfere del
Lroverno, colla loro presenza, colla loro attività e
specialmente culle benedizioni del Signore, nel quale
trovarono la forza per vincere non poche difficoltà.
______________ Enrico Pons.
(1) Eiceviamo con molto piacere quest’articolo del dott. Enrico Pons; e speriamo che non sarà... l’ultimo. Che bella cosa,
se di tanto in tanto i nostri cari Fratelli d’America ci inviassero loro notizie da pubblicarsi nella Luce !
d. D.)
-e
MISERIA BIFROISrTE
E’ l’alba.
Dietro i pioppi neri e solenni si colorisce il cielo
con tenui tinte.— Tatto dorme. Il fiume gorgoglia
lento sotto il ponte.
Sale la luce nell’aria purissima e sopra i campi
dalle messi dorate : è l’ora del risveglio.
Un trillo sommesso fra i rami un ululato lungo;
un canto mesto e breve, che non si sa donde venga ; ecco le prime note...
Sale la luce, e col salir della luce la campagna
si rianima.
Ora da ogni albero scende un dolce coro, da ogni
casetta una canzone : mille canzoni. E queste mille
canzoni si congiungono neU’aria con effetti strani
e bellissimi.
Il contadino e sua moglie escono di casa. Hanno
lasciato in letto i loro figlioli e non li rivedranno
che al calar del sole.
La contadina volge mestamente i passi alla riva
del fiume, mentre lo sposo, rosicchiando un pan
nero, colla zappa sulla spalla, prende la via dei
campi.
Di lontano, di lontano, come una eco che sirinfranga neU’infinito azzurro, viene un canto. Son risaiole !... La risaia che uccide, le attende. La contadina anch’ella, segue la stessa via I
...Ecco : tra i solchi allagati guazzano le povere
donne ! Son vecchie o invecchiate, che si finiscono
respirando i miasmi della risaia ; sono madri chp
si danno senza un pensiero per sé stesse ; sono giovani che appassiscono di giorno in giorno, come
fiori strappati dal ramo.
La fame le costringe a si dura vita.
Il sole è alto nel cielo, la risaia è coperta di
nebbia densa e bassissima e il respiro, in qneH’aria
divien grave, quasi un intoppo.
Le giovani hanno ancor forza di cantare ; le madri non parlano ; le vecchie pensano a la morte lavorando.
Ed è sera finalmente ! E’ sabato, e le risaiole
oggi ricevono il salario! L salario!.. Ah ! è un’ironia !.. Dopo sei giorni di lavoro esse ricevono tre
lire e cinquanta centesimi, quale compenso della
salute che pèrdono nella risaia!
Ma le risaiole sono contente ! E’ un giorno di
festa per loro ! A casa hanno preparato un po’ di
cacio per condire la polenta...
La notte scende. Nelle misere casupole non s’accende lume; la luna basta.
I contadini contenti s’addormentano, sognando il
riposo dolce del domani, e li culla il fiume mormorando tra i pioppi solenni.
E’ l’alba. *
Nel porto già da un’ora è ricominciata la vita.
S’odono fischi di locomotivè e di vapori che entrano, rumori di carri, stridii di gru enormi, giranti. Sale, come un disco dietro le colline, il sole
di fuoco e innonda di luce la città.
I facchini vanno e vengono frettolosi e neri, portando cesti di carbone, urlando, vociando, bestemmiando così forte da vincere quasi i rumori circostanti !
E questa vita frenetica, continua; e questo concitato stridio di mille voci, di mille snoui, non ha
posa finché il sole non tramonti.
Allora i neri facchini urlacchianti, intascano la
grossa settimana e s’avviano verso casa, sostando
qua e là, or a questa ed or a quella osteria.
A casa grida e schiamazzi attendono l’operaio
quando la moglie gli chiede i denari per vivere
altri sette miseri giorni. Lui, sognando le baldorie
del domani, fa l’avaro ; lei con le orecchie risonanti
dei gemiti dei bimbi suoi, piange e prega, poi grida,
urla e griderebbe, urlerebbe tutta la notte, se le
mani brutali del marito non mettessero termine alle
sue querele.
In afose stanzaccie s’accucciano imbronciati i fanciulli e non sognano che pane !
Domani è domenica. Domani per il facchino — e
spesso anche per la moglie di lui — sarà un giorno
di peccato. Domani per i figlioli del facchino sarà
un giorno maledetto!
T. C.
UniBnitarìsniD e CpistianBsimo
Quante volte nel leggere in certi giornali nostrani l’odio che da essi spira contro il Cristianesimo
siamo costi-etti a domandarci : E’ ignoranza o mala
fede che li anima ? Non hanno mai letto nulla che
abbia loro aperto gli occhi sull’intima relazione che
corre tra Cristianesimo e Civiltà ?
Due fatti vogliamo oggi esporre alla meditazione
di ogni imparziale : Il rialzamento della donna e
la cara dei lebbrosi opere eminentemente ed esclusivamente cristiane.
Il giornale der Tag di Berlino pubblica lettere di un
viaggiatore che dimostrano quanto siano tutt’ora indietro i giapponesi per ciò che ha riguardo alla condizione della donna ad onta dei loro non discutibili progressi nelle scienze, nell’arte della guerra e nella
politica. Nonostante \ alta cultura di cui mena
vanto il Giappone, la donna che anche colà è
il raggio di sole della famiglia, non gode in generale maggior considerazione che una schiava di
un prezzo superiore; i giapponesi non son degni
delle loro donne. Fortuna che sono state fondate
scuole femminili, giardini d’infanzia, ginnasi ed anche università femminili di modo che una giovane
può ottenere i più alti diplomi. Si sono costituite
delle associazioni femminili delle quali le componenti s’impegnano a non sposare che un nomo che
siasi liberato dai pregiudizi della tirannide maschile
e della necessaria schiavitù femminile.
Ad onore del Giappone bisogna dire che tanto
il governo quanto filantropi privati contribuiscono
con non indifferenti sacrifici a migliorare la sorte
della donna elevandone il livello intellettuale e sociale, ma giustizia vuole si riconosca che 1 impulso
in quel senso è venuto dalla penetrazione delle idee
cristiane introdotte nel Giappone, come in tutti gli
altri paesi pagani, esclusivamente dai missionari
cristiani.
La civiltà europea non cristiana produce quei
bei frutti che vedonsi fra le povere popolazioni del
Congo dove i negozianti bianchi si sono dimostrati
di cuore più nero che i più selvaggi africani.
Un’altra istituzione eminentemente cristiana è
quella degli ospedali pei lebbrosi, uno dei più noti
e maggiormente interessante è quello dell’isola Molokai appartenente agli Stati Uniti. Colà vengono
amorevolmente curati da 800 a 1200 poveri lebbrosi. Chi si è colà dedicato alla cura dei lebbrosi
è un cristiano il Dottor Brinkerhoff, assistito da
un centinaio di persone : infermieri, infermiere, diaconesse cristiane che tal ripugnante e peric.olosa
missione adempiono per amordi Cristo e del prossimo.
Quelli sono i frutti della fede.
Pàolo Calvino.
ROMA E CANTERBURY
Da un articolo della Rivista Foi et Vie, fascicolo
del 1* dicembre ultimo scorso, intitolato; Boma e
Canterburg, stralciamo il seguente periodo :
« Nel fatto, il lungo flirt fra Roma e Canterbury non solo non ha fatto capo ad un matrimonio,
ma, dopo la disputa sulla validità degli ordini anglicani, la sfiducia è sottentrata al desiderio d’unione.
Anzi la sfiducia si è tramutata in una schietta
freddezza, onde si dischiude una nuova fase nella
storia dell’anglicanismo.
L’Inghilterra è in piena convalescenza dalla sua
lunga febbre di ritualismo. Ci basti, per oggi, prendere atto delle due risoluzioni dell’ultimo Concilio
anglicano: !• La Chiesa anglicana rinunzia definitivamente ad ogni progetto di ravvicinamento con
Roma; 2' Essa studierà senz’indugio i mezzi per addivenire ad una Federazione di tutte le Chiese sorte
dalla Riforma, ad una grande cattolicità protestante.
Il sogno dell’anione è quindi affatto tramontato ».
Nel leggere quanto precede ci tornava alla memoria
un passo dello Spurgeon su per giù del seguente
tenore :
« Sonvi fra noi degli sgomentoni, i quali vanno
dicendo che tutta l’Inghilterra è in procinto di passare alla Chiesa di Roma. Un bravo cristiano mi
esprimeva il suo timore a quel proposito. Io gli
risposi che non sapeva quale Dio egli adorasse, ma
che il mio Dio era più potente del diavolo e non
permetterebbe mai che Satana l’avesse vinta in questa
terra della Bibbia e dei martiri ».
Ecco ora il linguaggio della statistica : Nel 1879
l’Inghilterra contava 34.440.419 abitanti. Nel 1907
questa cifra è salita a 42.940.000. Orbene, mentre
nel 1879 i cattolici-romani erano 6 milioni, il censimento del 1907 ne trova appena 5.625.000. Sono
diminuiti di 370.000.
Se poi si tien conto dell’accrescimento della popolazione, il numero di cattolici-romani dovrebb’essere di 7.700.000.
C’è quindi una perdita -- dal 1879 al 1907 — di
2.075.000 anime. Lo stesso Thurean-Dangin in una
conferenza tenuta di recente all’Istituto Cattplico di
Parigi, riconosce schiettamente che in Inghilterra
sono mutati i tempi per il romanesimo.
« Le conversioni individuali continuano — egli
dice —• ma non crescono nè di numero, nè d’importanza, anzi. Nulla vi ha che rassomigli agli esodi
clamorosi del 1845 e del 1851. Il vento che allora
soffiava con tanta potenza è quasi del tutto cessato »; g
(1) Dedichiamo questo articolo del nostro e. n al periodicuceio clericale Fides e a tutti i suoi colleghi, che amraanniscono di continuo la fantastica notizia dei progressi del Romanismo in Inghilterra. (N.-d. D.).
4
LA LUCE
QIOV^NNI MILTON
Nacqu3 a Londra il 9 dicembre 1608, e Londra
ne celebra il terzo centenario. Sno padre, notaio,
nomo austero e di severi costami, era stato diseredato per avere abbracciato il protestantesimo, ma
potè procurare al figlio nn’accnrata educazione e
renderlo capace di leggere Omero, Virgilio e Dante,
ciascuno nella rispettiva favella; Milton inoltre
imparò l’ebraico ed il siriaco, allo scopo di leggere
la Dibbia nel testo originale.
Mortagli la madre, nel 1637, deliberò di perfezionare i suoi studi classici viaggiando in Italia ed
in Grecia, culla della civiltà. Venne prima a Pavia,
indi a Firenze, ove accostò tutti gli uomini preclari
di quel tempo; andò a Roma, contemplò le pareti
della Cappella Sistina coperte degli affreschi di Michelangelo, vide le Vergini di Raffaello e il quadro
della Trasfigurasione — e non v’ha dubbio che cotesta sua visita all’Italia non abbia avuta una influenza grandissima sulla sua futura inclinazione
poetica.
Quello che, per noi evangelici, più interessa sapere, si è che per tutto il suo viaggio in Italia, e
soprattutto a Roma, non velò mai la sua fede evangelica, nè mai si trattenne dal giudicare con grande
franchezza e libertà, uomini e cose.
A Napoli ebbe le prime notizie dei turbamenti
d’Inghilterra ond’egli tosto fece ritorno in patria,
sacrificando ad essa tutte le aspirazioni poetiche.
Giunto a Londra sul finire del 1639, si gettò a
capofitto nella lotta contro gli abusi della Chiesa Anglicana ed esercitò una grande influenza sopra il
Parlamento. Nelle grandi lotte politico-religiose che
condussero alla decapitazione del re Carlo I, Milton
ebbe parte attivissima : non corse alle armi, ma alla
penna. Puritano ardente e convinto, egli difese il
puritanismo con rara eloquenza nel suo Trattato della
Riforma; abbandonato dalla prima moglie, scrisse
quattro trattati sul divorsio; nella sua Areopagitica parlò con gran calore della libertà della stampa;
ebbe a far sentir la sua opinione su tutte le quistioni del tempo, con linguaggio forte e talora
veemente, ma sempre improntato alla più leale rettitudine.
Sotto il Governo repubblicano del Protettore,
Milton fu assunto all’ufficio di « Segretario latino
dello Stato », e si ammirano tuttora i dispacci ciceroniani che uscirono allora dalla sua Segreteria ;
ricordiamo quello diretto al Duca di Savoia per perorare la causa dei Valdesi, minacciando di far passar
sulle Alpi le navi inglesi, caso mai i Puritani delle
Alpi non fossero lasciati in pace !
Col ritorno degli Stuardi, Milton cadde nella miseria, resa più pungente dalla condotta ingrata delle
sue figlie maggiori e dalla cecità. Allora fu ch’egli
si accinse con indomito coraggio e con potenza d’intelletto insuperabile all’opera grandiosa cui egli deve
la sua fama: Il Paradiso perduto, di gran lunga
superiore, artisticamente parlando, al Paradiso riconquistato. Intorno ai quali nulla diremo per ragion di brevità, preferendo serbare lo spazio ad alcuni giudizi sulla persona e suH’opera di Milton,
che raccogliamo dal fiorentino Mar socco 6 cor
rente dicembre.
♦
« Noi non andremo a lui in cerca di luce spirituale, nel senso moderno della parola, bensì di luce
morale e intellettuale, di splendore d’arte, di armonia inarrivabile. Imbevuto sin dalla sua fanciullezza, dello spirito piuttosto semitico che puritano,
riuscì, nella sua grande arte, a dare a questo spirito una espressione cosi elegante, una veste cosi
maestosamente classica, sulla quale brillavano pure
non poche gemme della contemporanea civiltà europea, da innalzare, per lo stile, la poesia inglese
ad un grado mai prima, e raramente dopo, raggiunto...
« Sia che canti la nascita del Salvatore; sia che
versi lagrime melodiose per la morte d’nna bambina; sia che esalti la vita serena e contempla
tiva, 0 che inneggi a Cromwell, o preghi che
la sua casa, come quella di Pindaro, venga risparmiata in un eventuale assedio della città, egli
tratta la sua arte colla stessa riverenza che usa
sempre verso sè medesimo, e non permette mai che
il suo pensiero si riveli al pubblico in veste dimessa...
« ... Chi vuole scrivere un grande poema — dice
Milton — deve prima fare della propria vita « un poema » — ed egli seppe veramente far questo, ubbidendo
sempre alla propria coscienza rigidamente puritana,
pur non sacrificando ad essa le grazie dell’arte, care
al rinascimento e il viaggio in Italia, ritenuto allora cosi pericoloso ai costami dei giovani...
« Passò per Venezia, non certo in quei tempi
maestra di virtù, ed in risposta ad un calunniatore
scrive poi :
— « In tutti quei luoghi, dove il vizio trova cosi
poco scoraggiamento, ed è esercitato con cosi poca
vergogna, non mai una volta io deviai dal sentiero
della virtù, ma continuamente riflettevo che, quand’anche la mia condotta potesse sfuggire all’osservazione degli uomini, non potevo certo eludere quella
di Dio... ».
« Il divino nel cuore umano si slancia verso il
divino nell’universo — la musica nel cuore dei
poeti si unisce all’armonia delle sfere — una favilla della luce divina si accende in ogni spirito.
Nel fulgore della visione, nell’estasi sublime, Giovanni Milton ci appare circondato dai Vati sacri,
non più censurabile, non più afflitto da cecità materiale 0 spirituale, ma perfetto come colui che, nell’eternità, si è liberato da tutto ciò che nel tempo
gli nascondeva lo splendore del vero... », Y.
BallBPia sciBntificfl-rBligiPsa
Pavide Brewsfer (1781-1868)
Celebre fisico scozzese, noto specialmente per le
sue scoperte intorno la polarizzazione della luce e
per l’invenzione dello stereoscopio lenticulare e del
caleidoscopio.
Fu socio dell’Istituto di Francia e membro di
molte accademie. Esperimentò gli affanni tormentosi
del dubbio, ma, alla fine, pervenne a possedere una
fede serena e vivente. La sua morte fu edificantissima. Lo stesso suo medico, sir Giacomo Simpson, si
espresse alcuni giorni appresso, dinanzi la Società
reale di Edimburgo, nel modo seguente : * Bene
spesso m’è accaduto di trovarmi al letto di morte
di uno dei miei simili, ma non m’era mai avvenuto
di assistere ad una fine cosi piena di fede e di
amore come fu quella del nostro illustre presidente. »
Sir Davide Brewster non credeva che lo stadio
della natura debba, per sè medesimo, allontanarci
dalla religione. Racconta uno dei suoi alunni, che
interrompevasi nelle esperienze microscopiche per
esclamare: « Buon Dio, buon Dio, quanto sono
meravigliose le opere tue 1 » Una volta egli consegnò al pastore della sua Chiesa una lista di nomi
di scienziati illustri che erano stati credenti ; osservando ch’era assolatamente ingiusto di considerare
la cultura delle scienze positive come fonte d’incredulità.
Ecco alcuni brani di notevoli suoi discorsi :
Cosi parlò in un discorso pronunziato per l’apertura del ventesimo congresso dell’Associazione britannica delle scienze : « Mentre la lingua dell’Onnipotente — per parlare con Keplero — ci parla
nella sua Parola, il suo dito ci scrive nell’opere sue
e la progressiva conoscenza di esse costituisce una
parte essenziale del compito dell’ uomo. Le verità
naturali non possono andare disgiunte dalle verità
rivelate...
Se il Dio della carità è meglio adorato nel tempio
della religione, il Dio della natura può essere riverito altresì nel tempio della scienza. Dai suoi alti
minareti può il cultore dalla scienza chiamare i fedeli alla preghiera, ed il sacerdote e il savio possono scambiarsi gli altari loro senza punto compromettere nè la fede nè la scienza ».
In un altro discorso egli disse : « Nello stadio
della natura non vi ha terreno interdetto. Siamo
invitati ad investigare, i misteri più profondi, e se
la nostra ragione ci serve di guida e l’immaginazioae
di piedestallo, possiamo rimanere certi che le verità
dimostrabili non saranno mai in attrito colle verità
rivelate ».
Ragionando con un suo collega della Società Reale,
disse cosi : « Il dott. Greville prendeva vivo interesse in quelle gravi quistioni che turbano le ragioni
più nobili ed intime della vita deU’nomo...
Aveva investigati, anche nel mondo inferiore, misteri che non era riuscito a penetrare ; erasi trovato disperso in faccia a quelle meraviglie che sconcertano la scienza e confondono la ragione, e colla
stessa riverenza si sottometteva a quei misteri più
profondi che altri strumenti gli avevano rivelati. La
fede e la scienza cosi falsamente nominata erano per
lui, com’io confido poterlo dire per non pochi dinfra noi, due opposti orizzonti : l’uno dove il sole si
alza, l’altro dov’ esso tramonta. Egli studiò, visse e
mori nell’aarora e nel meriggio del primo di quegli
orizzonti, e piangeva sopra le stelle cadute dal cielo
della scienza sui distruttori della nostra fede, che
si muovono nel pallido crepuscolo o nella notte tenebrosa dell’altro ». E. M.
patente d’ignoranza
Dall’alto della sua scienza prodigiosa. Guido Podrecca, noiV Avanti ! scaraventa addosso a me e
alla Luce una patente d’ « ineffabile ignoranza ».
Se il maestro fosse autorizzato, sarebbe quello un
diploma da aggiungersi ad altri ; ma cosi non essendo, mi fo lecito modestamente di ricusarlo.
« Ineffabile ignoranza », e perchè? Perchè avevo
chiamato « ardita » la teoria di Grayson che proclamava il diritto al furto e non avevo citato in
appoggio ad essa l’opinione conforme di Gury e di
altri dottori gesuiti ; i quali sostennero da secoli
la legittimità del furto in certi casi.
D’onde si ricava per logica illazione, che Guido
Podrecca confonde ancora la Luce con un foglio
clericale qualsiasi e ritiene coloro che vi scrivono
come altrettanti allievi dei gesuiti. Ora, se codesta
non è ignoranza forse più ineffabile della mia, come
10 è queiraltra comune a troppi nostri concittadini
di fare un solo cibreo di cristianesimo, protestantesimo e romanesimo e di scodellare gli sproloqui.
più mastodontici appena si attentano a parlare di
religione e a citare la Bibbia, io non so davvero
che cosa sia.
Se non ho citato Gury e compagni, è soprattutto
perchè i gesuiti non sono i nostri maestri e pertanto non fanno per noi autorità ; e poi, è anche
perchè talora mi piace ragionare, bene o male, col
mio cervello senza curarmi troppo dell’opinione altrui.
Se ho detto « giusta » la condanna di Grayson,
s’intende : date le leggi e i costami attuali. Ma
quelle leggi e quei costami io sono ben lungi, e non
è la prima volta che lo proclamo, dal considerarli
giusti e perfetti. Anzi, ripeto con altri, che se la
legge del Cristo fosse applicata nella sua integrità,
l’ordinamento attuale della società non sussisterebbe
nè anche un giorno.
Del resto, se Guido Podrecca avesse letto tutto
11 mio articolo e avesse saputo leggerlo, avrebbe
veduto che il concetto mio non si dilungava forse
tanto quanto egli crede da quello di Grayson, de’
suoi padri gesuiti e dal suo.
Ignoranti lo siamo tutti, e più lo è chi più sa.
Ma siamo qua appunto per illuminarci a vicenda e
per cercare, non tanto quello che ci divide quanto
quello che ci unisce per compiere insieme, sia pure
da diversi punti di vista e con sistemi diversi,
l’opera buona.
Prof. Lnrico Rivoire.
¡innaei Camera mobiliata, con uno o due letti
.. J'***'“*** presso famiglia evangelica, a pochi
passi fuori Porta Salaria - Rivolgersi alla Direzione
del nostro giornale Via Magenta N. 18.
5
LA LUCE
PjiqiNE PI STORI»
I Valdesi di Francia dal 1459 al 1478
Fu detto che il nome di Val Luisa venne dato dai
Valdesi all’antica Valle Futa in memoria della benefica protezione concessa loro da Luigi XI ; ciò
nondimeno quella nuova denominazione risale per lo
meno al 1469.
Del resto, come si vedrà, il Parlamento di Grenoble ed il clero, tennero in poco conto gli editti
regi e, morto il re Luigi XI nel 1483, il loro accanimento potè liberamente sfogarsi sopra i sudditi
affidati alle loro cure.
Nel 1460, la persecuzione infieri tanto sui Vaidesi di Provenza, che molti si' rifugiarono in Piemonte, mentre altri si recavano in Calabria e nelle
Puglie.
Giovanni Baile, che occupò la sede arcivescovile
d Embrun dal 1457 al 1494, segnalò quel lungo suo
ministerio coll’attrarre sui Valdesi delle Alpi delfinesi tutti i flagelli che potè. Sin dal 14.59 il vice
inquisitore Claudio Martin cominciò a funzionare, e
gli successe, dal 1460 al 1478, Giovanni Veylet.
Costui ottenne parecchie conversioni forzate e
mandò non poche persone al fuoco e ad altri supplizi, spandendo il terrore in tutte le umili case di
Freissinière, dell’Argentière e della Val Louise. Quei
montanari ne scrissero allora al governatore e costui al re Luigi XI. Questo sovrano, nolo per l’astuzia della sua diplomazia e per la sua durezza verso
molti dei suoi grandi vassalli, favoriva invece le
classi popolari. Egli scrisse per tanto biasimando
gl iniqui processi, le torture ed i supplizi e le confische operate a prò dei rapaci ecclesiastici secolari
e regolari ed imponendo cessazione di ogni inquisizione e restituzione dei beni, richiamando a sè ec
al regio consiglio il giudicio di quelle cause. Quella
lettera del 18 maggio 1478 pose bensì termine al
I inquisizione del Veylet, ma non alle sciagure dei
Valdesi dell’Embrunese, benché il re ripetesse que
gli ordini nel marzo 1479 e, venuto ad Embrun nel
1481, rendesse conto de visu , dell’ iniquità dei ne
mici dei Valdesi.
Giovanni «lalla.
V'HO eoA ttI
. Con vivo piacere sentiamo dal signor L. Renzi
che egli si propone di visitare verso Natale i coatti
di Ustica e Lipari insieme coi colpotori Scnderi e
Greco. Opportunamente vien ripresa un’opera tentata con amore e consacrazione nel passato da Innocenzo Glorioso, da Paolo Garretto, da Gioacchino
Arnao e da parecchi colportori delle Società Biblica Britannica e Forestiera, a Lampedusa, Favignana, Ustica, Lipari, Fremiti, ecc.
a testimoniarlo altamente e con viva emozione cristiana
i pastori che presiedettero ai suoi funerali, essa fu donna
di fede eletta, semplice, infantile, ma pur gagliarda e forte come quella delle donne ugonotte della Riforma francese, come quella delle gentil donne e delle contadine rinchiuse dietro i cancelli e le ferree porte della torre di Constance, presso Aix di Provenza, e che mai cedettero
di fronte alle minacce dei monaci pervertitori ; che
anzi con guglie od uncini loro rimasti incidevano
sulle pietre della carcere la parola « résistez » : resistete. Frutti soavi e generosi di quella avita fede furono nella vita della nostra sorella una grande, immutevole benevolenza inverso tutti, verso i deboli ed i
poveri, quella benevolenza che è l’aroma squisito della
carità di Dio ricevuta ed insita definitivamente nell’anima cristiana. Una folla immensa convenuta ai suoi
funerali, il 1® Die : c. sapeva e sentiva queste verità.
Alla cara famiglia Gibert cosi severamente provata
in questi ultimi mesi e che il Signore consola ogni
giorno, vadano come pure alla chiesa di Milano, le
nostre simpatie, i nostri rimpianti e soprattutto le circondino con perseverante insitenza le nostre preghiere.
Torino, 3 Die. 1908. p. L.
*
* *
Salice piangente
Caro Salice piangente, triste simpatico amico, tu sei
l’immagine dei dolori ostinati a guardare al suolo, là
dove cadono le lagrime e si scavano le fosse — « Sai
che la vita mia — Si strugge a poco a poco — Come la cera al foco — Come la neve al Sol » — Cosi mestamente
cantava il nostro Giusti, e se la sorella che voglio ricordare in questo breve cenno necrologico, fosse stata pessimista, come il grande poeta del suo paese, Alf. di
Musset, ella pure avrebbe ripetute le mestissime note ;
« Mes chers amis, quand je mourrai.
Plantez un saule au cimetière ;
J’aime sou feuillage éploré
La pâleur m’en est douce et chère
Et son ombre sera légère
A la terre où je dormirai ».
Ma la testé defunta sorella Maria Gibert, della chiesa
di Milano, moglie del sig, Adolfo che fu diacono della
chiesa ed è tuttavia membro di essa fervente, e madre di
quel simpatico giovane diacono Gustavo Gibert che nel
p. p. Luglio lasciò la vita, nelle nevose vette (piz)
delle alpi retichedi Val Bregaglia, per tremenda catastrofe alpina, la sorella Maria Oibertuon diresse al suolo,
dove cadono le fogliole del Salice piangente, le nostre meditazioni e le nostre aspirazioni. Come ebbero a dirlo ed
Angelo Governato aveva oltrepassato di poco la cinquantina quando, l’anno scorso scoppiò in Lugano quello
inconsulto sciopero dei falegnami il quale, se tornò a
profitto di alcuni addestrati a pescar nel torbido, condusse a rovina numerose famiglie di operai. Il nostro
fratello non voleva prender parte allo sciopero ma la
tirannide piazzaiola che tratta da Krumiro chi non si
piega ai suoi comandi, lo costrinse a recarsi altrove
a cercar lavoro — e lo trovò ; ma, carico di famiglia
com’egli era, volendo della magra paga giornaliera
mandare quanto più poteva ai figli che domandavau
pane, non badò alla propria salute e, a furia di privazioni, si ammalò di bronchite che poi degenerò in polmonite e sebbene abbia avuto nel nostro ospedale italiano di Lugano tutte le cure possibili, più non si potè
riavere — passò ancora cinque mesi a letto nella sua
misera abitazione a Pregassona, assistito dalla moglie
e dai figli finché venerdì sera 4 Die. placidamente si
spense. Lo visitavo regolarmente — e sempre rimasi
edificato della sua pazienza e della sua fede infantile.
Egli era torinese di nascita e fu condotto da un suo
conoscente nella chiesa valdese dove ricevette le prime impressioni religiose — a Basilea dove trovò lavoro fece la conoscenza del signor Guglielmo Werner,
evangelista fra gl’italiani e ne frequentò le adunanze.
Trasferitosi a Lugano divenne uno degli uditori più assidui e insieme col figlio maggiore Primo, subi un
esame e venne ricevuto alla Santa Cena. Sempre si
distinse per gentilezza, zelo, onestà. Ora il Signore ce
l’ha tolto. I suoi funerali nel campo santo Comunale
di Pregassona furono presenziati da ben 150 operai per
lo più italiani che ascoltarono con somma attenzione
l’annunzio di quella fede evangelica nella quale era
vissuto e s’era addormentato il loro compagno, A funzione finita molti vennero a stringermi la mano.
Restano a pianger l’estinto una vedova e quattro figli dei quali il maggiore solo è in grado di guadagnarsi il pane cotidiano. Speriamo che lo spirito di
fratellanza e di solidarietà fra gl’italiani voglia affermarsi in queste circostanze come già l’ha fatto in altre
analoghe. p. c,
*
Una gravissima perdita ha fatto recentemente la nostra Chiesa Valdese.
Il pastore Ernesto Bostan, anima pia, mente assai
colta, autore dell’opera notissima nei paesi di lingua
francese : Etudes sur la valeur de la souffrance e di
un’altr’opera che sta per uscire, coi tipi Bridel e C®.
Losanna: Les Paradoxes de Jèsus, Esquisses de morale évangéliqne, ci ha lasciati per una patria più degna di lui. Il Siguore colmi i vuoti e renda noi che
restiamo più fedeli al mandato affidatoci 1
Lettere di Natale, Cori
Lettere di Natale per fanciulli e per adulti. — Chi
le desidera gratis scriva a Miss. Radcliffe, Casa Carli
Boseombe (Inghilterra).
Chi vuol pagare (L. 3 il cento franche di porto)
scriva alla Tipografia Claudiana, via dei Serragli 51,
Firenze. .
Otto Cori inediti per Natale di A. Baci. — Cent. 40'
Sconti per oltre 10 copie. Chiedere alla Tipografia
Claudiana il Catalogo di fin d’anno, ove sono liste
di libri a prezzi ridotti del 50 per cento.
Penisola e nelle Jsole
(Ifotizie delle nostre Chiese)
Torrepellice
(Avvisatore Alpino') — La conferenza del cav. C. A.
Tron sul Clericalismo attrasse un bel pubblico aW’aula
magna del Collegio Valdese.il conferenziere, premesso
che il Clericalismo s’incontra in tutte le religioni, lo
considerò solo nel campo del Cristianesimo ; lo vide
nascere sotto Costantino, l’unificatore di Chiesa e Stato,
poi svolgersi sotto Pipino, l’elargitore del potere temporale, e farsi prepotente coi pontefici Gregorio VII ed
Innocenzo III, miranti alla dominazione della Chiesa
sullo Stato. Disse poi dello scoppiar della Riforma e
dei danni che d’allora il Clericalismo arrecò alla Chiesa
Cattolica, in cui si annidò in modo speciale.
brunetto
{N. N.) Mentre la famiglia Sordo di Monesiglio rincasava dalla raunanza evangelica di Prnnetto, passando nella
borgata S. Sebastiano, in men che non si dice si raccolse una banda di malconsigliati, che a suon di latte,
accompagnarono la suddetta famìglia per circa due chilometri di strada, e ogni tanto si udivano grida di
minaccia contro i protestanti. Certo, se detta famiglia
non avesse usato buona dose di prudenza, avrebbe passato un brutto quarto d’ora.
É bene che i lettori sappiano che due reverendi erano presenti, mentre si faceva tale vergognosa scenata ed essi lasciavano fare con un risolino compiacente sulle labbra. ,
Questi fatti che sembrerebbero impossibili in pieno
secolo XX® e in una nazione civile, fanno vergogna al
Papismo ; che, mentre pretende la libertà per sè, la
vuol negare agli altri, come nei bei tempi del Medio Evo.
Il fatto venne denunziato a chi di ragione ; e speriamo che saranno presi i necessari provvedimenti, affinchè non abbiano più a ripetersi scenacce di tal sorta.
A.osta
Non sarà discaro ai lettori della Luce che sì erano
interessati alle faccende del clero valdostano di udire
un eco dalla Valle ove la setta nera opera con tanta
impudenza.
Il processo che si doveva fare ai preti incarcerati,
presunti autori del grosso- furto alla cassa diocesana,
prorogato da un’epoca all’altra già più volte, minaccia
di andare in fumo. Pur tacendo dell’istruttoria con le
sue inevitabili lungaggini, chi sa mai quale lavorio si
sia compiuto nella cerchia di persone influenti desiderose di ridurre lo scandalo alle sue minime proporzioni
per l’onore della religione, o diciam meglio, per l’onore
della casta che pretende rappresentarla ! Fatto sta che
essendo stati rimessi in libertà due dei preti arrestati,
il processo che è rinviato a Gennaio p. v. si farà soltanto al povero professore Padre Jaccod, il quale rassegnato oramai ad essere il capro espiatorio, si lascierà
anche condannare in contumacia ed avrà aspettato
quiudici mesi la sua sentenza. Dell’ esito del processo
i più sodisfatti saranno i membri del clero, ma tutti
quelli - e son numerosi - che speravano che la luce
sarebbe stata fatta nel retroscena di questa losca faccenda, saranno probabilmente delusi.
E passi per questo, se come si credeva, 1’ avvenuto
scandalo clamoroso avesse servito a fare sparire lo scandalo costante di un clero i cui membri si palesano non
di rado audaci cacciatori... di testamenti, od astuti ed
intraprendenti speculatori industriali, o abili negozianti
la cui sacra concorrenza ha provocato proteste e petizioni da parte dei danneggiati. Un collaboratore, il
quale molto s interessa alle cose d’Aosta, scriveva mesi
sono nella Luce, che in seguito all’accurata inchiesta
fatta dal visitatore apostolico mandato appositamente
ad Aosta da Pio X, molti, se non tutti quegli abusi
lamentati, sarebbero spariti. Ma ahimè, erano speranze
fallaci! I preti locandieri, industriali, o negozianti continuano come prima ad occuparsi delle loro aziende e
nulla è stato mutato. Co.si, pa.ssando davanti al loro
Dock, dove smerciano ogni genere di consumo, i buoni
valdostani hanno la consolazione, quando comprano
qualche articolo, di essere serviti da qualche umile abatmo in sottana che non disdegna di funzionare da
commesso di magazzino. Questi preti negozianti sono
la stridente parodia del grande apostolo delle genti,
S. Paolo, il quale scriveva ai cristiani di Corinto : « io
sono stato ogni cosa a tutti per salvarne, a ogni modo,
alcuni » ; invece costoro che si dicono i continuatori
dell’opera sua, si adattano a fare di tutto per guadagnare un po’ di danaro.
6
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LA LUCE
Si riduce così a ben poca cosa il risultato positivo
ch’è derivato dall’ inchiesta dell’ inviato pontificio, la
quale aveva fatto nascere la speranza che un’opera di
risanamento sarebbe stata iniziata sul serio in seno a
questo clero. Fu dunque una delusione e, pur troppo,
non è la sola.
Come si sa. Monsignor Due, che per 35 anni fu vescovo d’Aosta, in seguito al noto scandalo, dovette dare
volontariamente le sue dimissioni e si ritirò, se non
con onore, con una discreta fortuna. Grandi ed esagerate speranze suscitò nella popolazione la nomina del
suo successore nella persona di Vincenzo Tasso, il quale,
manco a dirlo, umilmente stimò opportuno di fare il
suo ingresso trionfale nella diocesi in mezzo ad ovazioni entusiastiche, con luminarie, concerti e salamelecchi a profusione da parte delle autorità politiche,
giudiziarie, amministrative ed anche militari, se ben
mi ricordo. Tale accoglienza al nuovo vescovo che aveva assunto modestamente qual suo motto la. parola
profetica che si applica al Salvatore misit me evangelissare paaperihiis poteva far presagire il principio
di un’ èra nuova, èra di riforme e di vero progresso.
Delusione completa ! Costui, se riescirà nei suoi intenti,
ci ricaccerà in pieno medio evo, a giudicare dalle sue
prime riforme ! Mercè le sue premurose istanze, Pio
X s’è degnato concedere a questa diocesi l’insigne favore ed il privilegio speciale d’istituire una nuova pratica di devozione con la relativa festa, quella cioè della
manifestazione della medaglia miracolosa in onore
della Vergine Maria. Difatti con gran pompa la nuova
devozione fu inaugurata 1’ ultima domenica di novembre, con larga distribuzione di medaglie coniate appo* sitamente per questi buoni credenzoni. A queste medaglie, che i preti vendono a 0,20 la dozzina, si attribuisce una virtù magica eccezionale : una sola applicata
ad un eretico basta a convertirlo al papismo ! Almeno
cosi pretende provarlo 1’ opuscolo che tratta di quella
leggenda, il quale afferma con la serietà... di un ciarlatano, che tempo fa un certo ebreo francese, per mezzo
di una di quelle medaglie, fu convertito al romanesimo !
Attenti adunque, fratelli evangelici della Valle d’Aosta,
farete bene a stare in guardia d’ora innanzi con queste medaglie miracolose ! E’ vero che il sullodato opuscolo, che tanto e.salta il loro valore magico, afferma
pure che nella sola Francia nell’ultima metà del secolo
scorso, ne furono coniate 100 milioni, a dir poco, e poi
si dimentica di ragguagliarci intorno al risultato maraviglioso di tante medaglie, poiché non fa parola della
lotta sostenuta dalla nazione francese contro il Vaticano, la quale ha fatto capo alla cacciata delle congregazioni religiose ed alla separazione della chiesa
dallo stato. Ma intanto, il nostro buon vescovo sembra
credere che la medaglia compierà strepitosi miracoli
nella sua diocesi e la raccomanda caldamente ai bigotti
ed ignoranti fedeloni, ai quali egli tenne un sermone
d’occasione nella cattedrale d’Aosta, dove per meglio
esaltare la potenza della Maduna (come dice lui), egli
aveva fatto erigere sopra un altare una grande statua
della V ergine.
Ecco le benefiche riforme e il bel Vangelo che ci
reca questo nuovo pastore regalatoci da Pio X ! Altro
che instaurare omina in Christo !
Angustaniis
Genova.
Ricorrendo le nozze d’argento del cav. Oscar Goetzlof,
organista valente e volontario, con la Chiesa di Genova, questa volle esprimere all’egregio artista la sua
gratitudine per bocca del pastore signor F. Rostan e
dell’anziano cav. prof. Malan, e poi anche tangibilmente mediante un oggetto artistico.
I nostri mirallegro e auguri cordialissimi.
Sanremo.
{Matuzio). — Tutto il lavoro del periodo invernale
è ornai avviato. Le scuole diurne, con un buon centinaio di alunni, procedono bene, ed accanto ad esse, fiorisce la Scuola Domenicale a cui sono iscritti quasi
tutti i nostri alunni. L’Unione Cristiana delle Giovani
tiene regolarmente le sue sedute, ed ha istituiti per
le nnioniste due corsi dì lingue : quello di lingua inglese, fatto dalla signora Wilson, e quello di lingua
francese dalla signora Janni. Le adunanze di evangelizzazione han luogo tutti ì venerdì, e non mancano
mai ad esse persone estranee alla Chiesa. Il pastore
non ha potuto ancora tenere conferenze speciali a causa
delle agitazioni elettorali politiche ed amministrative
che assorbono la cittadinanza. Rimandiamo la cosa a
gennaio. Intanto, diffondiamo, a scopo di propaganda,
centinaia di copie deH’eccellente opuscolo del pastore
G. Enrico Melile intitolato; € Il Cristianesimo di Cristo ».
Ne speriamo buoni risultati. Qualche nuova persona ha
chiesto di entrare a far parte della Chiesa e sta ricevendo a questo fine, ogni giovedì sera, alle ore 8, dal
pastore la necessaria istruzione. Le lezioni di catechismo per i nostri giovani che si preparano alla Confermazione hanno luogo il lunedi, il mercoledì e il giovedì nel pomeriggio. Abbiamo istituita un’adunanza
mensile di preghiera. Essa ha luogo il primo lunedi
di ogni mese alle 8 pom. nella Sala della Scuola Domenicale. Possono prendervi parte diretta, non solo i
fratelli, ma anche le sorelle della Chiesa. La prima
di queste adunanze ebbe luogo lunedi scorso. Poche
persone vi parteciparono, ma speriamo che ¡1 numero
crescerà. Una Chiesa viva deve possedere membri potenti nella preghiera. Ora stiamo preparandoci pel Culto
di Natale. Si eseguirà un’antifona del Baci ; « Dite alla
figliuola di Sion, ecc., » ed un Coro a due voci femminili pure del Baci : « In terra pax » (tuttora inedito). E’ una squisita quanto difficile pagina, per l’esecuzione della quale le nostre unioniste si stanno preparando sotto l’abile direzione del nostro fratello Aldo
di Lea. La signora De Vecchi — nota maestra di canto
el amica nostra — eseguirà un « Assolo » di Gounod.
Cercheremo di dare al Culto di Natale uno spiccato carattere di evangelizzazione.
Campobasso
Il sig. Erminio Sipari annunzia che le adunanze delle
domeniche 29 nov. e 6 dicem., presiedute daU’evangelista sig. De Angelis furono affollate. L’argomento trattato il 6 dicem. è il seguente; « La madre di Gesù nella
Chiesa Romana e nel Cristianesimo ».
OLTRE LE ALPI E 1 flARI ^
(Notizie delle Chiese Evangeliche estere)
Svizzera
(e. r.) Vand — Il nuovo progetto di legge ecclesiastico venne approvato in prima lettura al Gran Consiglio. Fu deliberata l’istituzione di una cassa centrale
della Chiesa, da essa amministrata ; approvato il diritto
al voto per le donne ; aumentato il salario dei pastori.
E’ mantenuta per ora l’unione della Chiesa e dello
Stato.
Basilea
Il progetto di separazione parziale fra Chiese e Stato,
presentato dal governò cantonale, è stato approvato dal
sinodo riformato di Basilea — città, con 30 voti contro 15.
Berna
L’elettorato femminile fu approvato, — dopo vivissima
discussione — dal Sinodo Cantonale bernese.
Francia
Il pastore Boissonnas g la sig.na Bruneton presidentessa del Comitato nazionale delle Unioni Cristiane
delle Giovani hanno incominciato un’ opera nuova. Si
tratta di un’Associazione di evangelisti laici, vale a
dire della preparazione di giovani e di giovanette che
intendano mettersi per un poco di tempo o anche per
sempre al servizio di Dio nell’ evangelizzazione della
Francia e offrirsi in tal modo come aiuti ai pastori sopraccarichi di lavoro.
U Opinion del 14 novembre propone la candidatura
del pastore Wagner a l’accademia francese per il seggio lasciato vacante dal cardinale Mathieu. a. n.
(e. r.) La famiglia Monod. — Il 2 novembre, ebbe
luogo una gran festa di famiglia presso il sig. A. Monod — a Neuilly presso Parigi — per commemorare la
ricorrenza dell’arrivo in Parigi, sullo scorcio del 1808,
del pastore Monod padre dei dodici Monod. Oltre 200
Monod — 0 rampolli di Monod — vi parteciparono. Si
cominciò con un culto presieduto dai sig. William Monod. Tenne dietro la sfilata dei ricordi ; parlò lo storico
sig. Gabriel] Monod; si lessero delle pagine interessanti mandate dal sig. Pastore C. Babut il quale conobbe i 12 Monod.
La festa continuò nel pomeriggio, dopo un banchetto
di 108 posate, divisò in 6 mense, presieduta ognuna
da un Modod già anziano. Di quante benedizioni fu già
fonte per la Francia cotesta famiglia arricchita di cosi
belle doti, e di quante ne sarà ancora in avvenire !
Germania
(P. C.) La crisi politica testé superata, grazie da
una parte alla fermezza e al senno del Parlamento
Germanico e de) Reichskazler v. Blllow, dall’altra grazie
all’ arreiftìevolezza del Kaiser, dà occasione ai giornali
papisti di stabilire un paragone tra il modo in cui gli
stati mondani possono trattare i loro sovrani e il modo
in cui il sovrano spirituale di dugento (?) milioni d’anime vien festeggiato in occasione del suo giubileo.
Ecco, essi esclamano, la dimostrazione della divinità
deU’istituzione di santa madre chiesa cattolica apostolica
e romana!
A dir vero i papisti si rallegrano pretendendo di
vedere la debolezza delle chiese evangeliche divìse e
suddivise in cento e più frammenti, ma d’altra parte
noi possiamo rallegrarci che a un sovrano costituzionale ev'angelico per potente e autorevole che
sia, si può dir la verità e far dei rimproveri quando
ei se li merita, mentre il sovrano spirituale può impunemente commettere gli errori più madornali, il colmo
dei quali è stata la dichiarazione della sua infallibilità,
senza trovar altro che un sere»/«/jecss sempre pronto
a dir si ed amen a quanto egli decreta, a incensarlo,
magnificarlo e baciargli la pantofola.
Da un lato la libertà figlia del Protestantesimo, dall’altro il servilismo più umile che imaginar si possa,
figlio del cattolicìsmo.
Inghilterra
{e. r.) Van Eoberts, per lungo tempo affranto, dopo
le immani fatiche dei risveglio gallese, di cui fu valido strumento, si trova al presente presso degli amici, i sigg. Pen-Lewis, a Leicester. Egli spera di
poter riprendere l’opera fra breve e confida che un risveglio si manifesterà in Inghilterra.
Stati Uniti
Il cardinal Gibbone, tornato da Roma e da Londra
alla sua sede di Baltimora è stato condotto attorno
per la città processionalmente. Ma una ben più importante processione evangelica di 50 mila persone aveva
percorso pochi giorni prima le vie cittadine, cantando
inni edificanti, a scopo di risveglio tra il popolo basso
immerso nel vizio. Il promotore di questa processione
di nuovo genere fu l’evangelizzatore famoso Gipsy Smith,
che lavora accanitamente al risveglio di Baltimora.
PRIMAVERA DELLA VIVA
Stati Uniti. — fe. r.) ÌHeWAmerica del
Nord, runione di Los Angeles (California) ha inaugurato testé uno stabile il cui valore supera .3 milioni di franchi, libero da ogni debito. Il sindaco,
dopo visitata la casa, dichiarò che « un paese che
possiede simili istituti non può andare a rovina, esso
è fondato sulla roccia ».
L’incremento dell’opera unionista agli Stati Uniti
— negli ultimi anni — fu straordinario. In ogni
città la casa unionista è conosciuta da tutti ; spesso
è ornamento di essa città mentovato dal Baedeker.
Esistono già 600 case siffatte, e il numero va
crescendo ad ogni anno. Sono 2012 le unioni con
457.000 membri dei quali 92.500 ferrovieri, 57.000
studenti, 10.000 negri, 2080 Indiani ecc. La frequentazione quotidiana delle sale nnioniste — giusta
Tultimo rapporto — era di 175.000 giovani ; delle
565 palestre di ginnastica fruirono 196.000 intervenuti. In quanto all’opera sociale basti dire che
circa 25.000 giovani furon provvisti di un posto, e
ciò gratuitamente. Oltre 12,000 alloggiano negli stabili delle unioni, e 38.000 presso famiglie raccomandabili.
. Circa 3.000.000 di franchi furono affidati in deposito presso le Unioni della marina, il che prova la
fiducia riposta in esse dai marinai.
Quanto a vita intellettuale, le conferenze furono
date a migliaia ; le copie dei periodici per le sale
di lettura sommarono a 34.000 ; le varie biblioteche
posseggono già 555.000 volumi ; le scuole serali furono frequentate da 43.500 giovani, importando
una spesa di 2.180.930 fr. — Ecco ora alcune cifre per l’opera prettamente religiosa. Nell’anno
scorso furonvi 76.447 adunanze religiose di cui
15.168 in officine delle ferrovie.
Furonvi 2341 adunanze missionarie; 92.(X)0 giovani hanno seguito individualmente un corso biblico
sistematico. La media frequentazione settimanale
delle adunanze religiose fu di circa 200.000 membri ;
3240 militari intervennero alle riunioni e 2385 di
essi firmarono l’impegno di a.stinenza. Incoraggiante
l’opera fra studenti universitari ; uno su quattro è
membro dell’Unione cristiana; 17.491 studenti si
occupano della questione missionaria; 254 volontari
7
LA LUCE
della gioventù universitaria partirono entro l’anno
scorso come missionari portando a 3207 il numero
di essi asciti dal movimento cristiano studentesco
d’America.
Affrica — fé. r.J ìiQÌVAj^rica del Sud, lor^
Selborne, governatore generale britannico, lia fatto
il viaggio da Pretoria a Johannesburg all’unico scopo di parlare in una riunione pubblica in favore
dell’ Unione di questa città. Un grande stabile fu
tolto a pigione per 2 anni. L’Unione possiede un
appezzamento di terreno del valore di 302. 500 fr.
e fa conto di costruirsi una casa unionista.
L’Alleanza Oennania del Sud fece per la prima
volta — dal 5 al 9 Ottobre — un corso d’istruzione per giovani pastori di recente entrati in funzione, al fine di iniziarli all’opera da compiere fra i
giovani. Il corso fu presenziato da oltre 80 uditori.
IN SALA DI LET:'TURA
Antifonario Evangelico.
Musica del Maestro A. Baci.
Una buona notizia pel pubblico evangelico. La Tipografia Claudiana ha cominciata la pubblicazione delKAntifonario Evangelico, di cui la musica è opera del
noto e chiaro musicista, correligionario nostro, A. Baci
La pubblicazione si farà a dispense festive, e — giusta il
contratto stipulato dal Maestro con la casa editrice —
dovrà essere terminato per la Pasqua del 1910.
La prima dispensa è uscita in questi giorni, e porta il
titolo : « Otto cori per Natale ». Essa comprende le
Antifone delle quattro Domeniche deH’Avvento, del
giorno di Natale, della Domenica dopo Natale, di Capodanno, della Domenica dopo Capodanno. L’edizione,
per chiarezza ed eleganza, ha superate le nostre aspettative. Senz’ombra di retorica, essa fa veramente onore
alla Claudiana. Prezzo : cent. 40 la copia.
Sebbene specialmente adatte per le solennità di Natale e di Capodanno, queste Antifone possono cantarsi
in ogni tempo. Tutti i pastori gli evangelisti e i maestri,
tutti i Consigli di Chiesa, tutti gli evangelici, che
sanno di musica o che vogliono aiutare l’opera, tutte
le Unioni Cristiane delle Giovarli e le Associazioni
maschili, debbono affrettarsi a fare acquisto di questa
pubblicazione.
*
* *
Non è il caso qui di parlare dei meriti di questa musica:
i lettori conoscono la valentia del nostro compositore
evangelico, e già immaginano che questa sua nuova
opera sarà pari alla fama di quelle precedentemente
pubblicate. Desidero solo dare alcuni schiarimenti sull’indole di questo libro. IdAntifonario Evangelico contiene tanti pezzi musicali quante sono le Domeniche e
le feste dell’anno ecclesiastico, cominciando con la
ventesimaquarta Domenica dopo la Pentecoste. Ogni
Domenica o festa ha la sua Antifona propria, le cui
parole sono, quanto al senso, adatte alla Domenica o
festa che ricorre. Le parole sono testi biblici in prosa,
generalmente versetti di Salmi.
Musicalmente, è da osservare che i Cori sono molto
brevi ; in genere non più lunghi di una strofa, di media lunghezza, dei nostri « Inni Sacri ». La musica
non è punto difficile, anzi è facile, poiché il Maestro
si è attenuto alla semplicità armonica. Trattasi di piccoli pezzi molto melodici, e quindi non difficili ad imparare. E’ però musica di carattere strettamente religioso. Il valore artistico di questo genere di musica
é di gran lunga superiore a quello degl’inni a strofe,
perchè la musica è composta sui testi, ed esprime nelle
armonie, il senso delle parole.
In somma la pubblicazione sarà di grande utilità
pratica a tutte quelle Chiese che vorranno dare incremento alla parte artistica del,Culto, persuase dei profondi legami che uniscono l’arte religiosa alla vita
spirituale. Ugo Janni
Prove e Benedizioni Traduzione dal francese di 0.
Cerni Firenze — Tipografia Claudiana 1908.
E’ una storia a lieto fine, intessuta di episodi drammatici, che le giovinette —• cui è più specialmente
destinata —- leggeranno tutta d’un fiato senza punto lamentarsi — anzi I— della forte tinta romanzesca. Al
solito — per dirla di passata — le vie provvidenziali
sono un po’ diverse : è prudente avvertirlo, per mettere in guardia la fede infantile che si può urtare
pur nella vita cristiana, a delle realtà dolorose, tragi
che ahimè senza lieto fine quaggiù ! Il lindo libriccino
mette in rilievo la bellezza della bontà, tutta illuminata di fede — che d’ev’ essere il contrassegno di
ogni fanciulla cristiana. La lingua è cosi sciolta con
certa voluta sprezzatura — che non si direbbe neanche
una traduzione, ove il traduttore avesse evitato — e
gli era facile — taluni inutili francesismi. e. r.
*
* *
E. Giannini — Falco : storia di un ragazzo.
prezzo : 0,75. Firenze Tipog. Claudiana, 1908
Questa novella, utilissima ai baldi giovinetti, cosi
felicemente pieni di sè, narra di un ragazzo che la
superbia condusse fin sull’orlo della rovina, salvato
dopo ripetute esperienze, dalla grazia di Dio in Cristo
Ottimo quindi il fine dell’A. Il libriccino rileva nel
complesso una certa imperizia e delle disuguaglianze.
Da alcuni capitoli si capisce che l’A, forse novellino,
può fare meglio. Noi lo vorremmo incoraggiare perchè
non gli mancano le doti per riuscire. All’amore dell’infauzia, alla lingua spigliata, alla fervida fantasia disposi egli l’arte senza la quale non si fa opera organica
— neppure nel campo evangelico — meno che mai
scrivendo per i piccoli. e. r.
*
* *
La Parola del Giorno XXI* Edizione Annua Italiana ; Tipografia « La Stella » Montalcino (Siena). —
Prezzo 35 cent, la copia, franco di porto.
Questo aureo libretto esce per la ventunesima volta
in veste italiana, per le cure della egregia Signora
Hilda Padelletti - Zumpt, la quale, malgrado il poco
incoraggiamento ricevuto dai nostri compatriotti, ha
continuato e continua, con mirabile perseveranza, a pubblicarlo ogni anno, onde offrire ai cristiani evangelici
d’Italia una breve lettura quotidiana contenente un
versetto dell’Antico e del Nuovo Testamento e una
strofa di cantico per tutti i giorni dell’anno.— La
Parola del Giorno è la traduzione delle « Losungen »
dei fratelli Moravi, pubblicate già per lo spazio di 176
anni, e ogni anno, tradotte e sparse a migliaia di copie in molte lingue. Vivamente apprezzata e letta
quotidianamente da milioni di cristiani di ogni nazione
e denominazione, essa merita veramente di esser meglio
conosciuta e apprezzata dai cristiani d’Italia. Per cui
la raccomandiamo caldamente a tutti i nostri fratelli
evangelici delle varie chiese Italiane, pregando il Signore che, come è stata ed è in benedizione a tanti
cristiani d’ogni lingua e paese, cosi lo sia ancora nella
nostra patria.
G. P.
EROINE VALDESI
Nuova Serie
V
Qrife Wejenerin
martire Valdese Tedesca, 1393
Siamo a Stettin sul mar Baltico, nella Pomerania,
provincia nordica della Germania, nel Gennaio del 1393.
Anche 11 vi sono dei Valdesi. Da 200 anni che sono
stati scacciati dalla lor culla, si sono sparpagliati in
varie direzioni, e se ne ritrovano in ogni angolo d’Europa.
La Germania ne ha ricevuti molti e ne ha distrutti
assai ; ed oggi, dopo due secoli di roghi e di torture,
vi pullulano più che mai nelle provincie più eccentriche in ispecie.
A rimediare a tanto guaio, e rassicurare la Chiesa
Eomana, che si sente minacciata da si possente e persistente ribellione, stringono fra di loro un’alleanza di
morte due inquisitori che faran dimenticar le gesta dei
loro predecessori : Martino di Praga curato di Santa
Maria, e Pietro Zwicker frate della religione dei Celestini. Siccome è quest’ultimo che sta per venire « a
lavorare » a Stettin, facciamo conoscenza con lui. Nato
in Prussia a Wormdetten egli è stato già rettore del
.seminario di Zittau in Boemia e poi provinciale del
suo ordine per l’intiera Germania. Incaricato con Martino dell’ufflcio inquisitoriale pella distruzione dei Vaidesi nel 1390, egli ha lasciato il collega lavorare nella
Germania centrale ed ha preso per sè la Boemia e
l’Austria al sud, ed il Brandeburgo e la Pomerania al
Nord. Ha cominciato col l’occuparsi di quest’ultime ; vi
ha fatto una paziente inchiesta in 25 località abitate
da Valdesi, ed ora, nel Gennaio 1393, munito delle sue
carte e dei suoi ordegni di tortura, ei viene a impiantare il suo tribunale a Stettin accompagnato dai suoi
tirapiedi.
I verbali dei processi da lui fatti fan passar davanti
a noi ben 139 Valdesi della regione, ch’egli ha fatti
ghermire, e ch’egli intende o fare abiurare o dannare
a morte.
Qual processione! Vi son vegliardi di 80 e 90 anni
e perfino una vecchia che ha compito i cento anni, i
quali son nati da figli dei primitivi Valdesi emigratila
Germania, vi sono uomini e. donne convertiti dai Vaidesi di nascita, per lo più contadini, artigiani, servitori.
Assistiamo commossi ai loro interrogatori e trepidanti li udiamo confessar la loro fede e dare sul culto
e sui ministri loro i più minuti ed interessanti particolari.
Chi sceglieremo fra quelle molte donne le quali impavide stanno alla sbarra e rispondono con voce ferma
al lor carnefice, come tipo delle eroine Valdesi di Pomerania ?
Vorremmo citarle tutte, ma dovendo presentarne una
sola, facciamo il nome di Orile Wegenerin perchè essa
sembra conoscere i Barba Valdesi più da vicino dell’altre e ci dà su loro abbondanti ragguagli. Ascoltatela ; essa parla poco di sè, ma molto dei ministri che
le hanno dispensato il pane della vita, e ne discorre
colla più viva ammirazione benché riconosca che non
sono tutti istruiti allo stesso grado, anzi taluni sono
semplici artigiani. Sentiam ricordare Hans di Polonia,
Conrad di Sassonia, Barba Andrea, Barba Klaus, Hermann Eeymbourch, Barba Ulrich, Nicola Gotschalg. Li
chiamano domini ed hanno appreso a considerarli come
apostoli 0 vicari degli apostoli o successori degli apostoli, perchè mostran chiaramente di non aver nulla di
comune coi preti del papa.
Quando arrivavano presso ai fedeli, i Barba tenevan
riunioni segrete di non più di 20 persone fidate che
non li avrebbero traditi mai. Stavano a tavola al posto
del capo di famiglia ed ai convenuti rivolgevano pratiche esortazioni, raccomandando precipuamente di non
mentire, non giurare, non maledire, non far male a
chicchessia. Poi si faceva la confessione volontaria, talvolta anche a un semplice fedele, o d’ una donna ad un’altra donna, per riceverne consiglio salutare e conforto,
I fedeli poi albergavano volentieri i loro Barba, dando loro a mangiare e bere quello che avevano; uova,
pesce, ranocchie e birra. Quando partivano, ognuno rimetteva loro un obolo volontario secondo Instato suo;
alcuni si scusarono fin davanti all’ inquisitore di non
aver potuto dar loro nulla.
Quaute umili eroine ignote cooperarono alla propagazione dell’evaugelo assistendo come potevano i banditori di esso e siggillando la testimonianza della lor
fede Valdese col martirio, anche in Pomerania! Eicordiamole tutte sotto il nome di una di loro, Grite Wegenerin. (V. Comba H. Vaud. 1908 pag. 166-172).
Teofilo Gag.
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Bernini Giovanni — Suzzava. Eseguito ogni cosa.
Mille grazie suoi auguri, che ricambio di cuore. — Past.
Gav. P. L. Torino. Tante grazie. Affettuosi auguri. —
Past B. S.Villasecca. Riconoscentissimo. Cordiali auguri.
Domenico Giocoli, gerente responsàbile
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