1
LA
BUONA NOVELLA
GIORNALE
DELL’EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
ANNO XI, MDCCCLXII
SECONDA SKEIE
FIRENZE
TIP. CLAUDIANA, DIRETTA DA KAFFAELE TROMBETTA
1862
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3
INDICE DELLE MATERIE
ATTUALITA
Il danaro di San Pietro..................................58
I se^ì de'tempi....................................................TI
Terribil catastrofe................................................89
Doellinger etl il l’apa....................................115
I nemici d’Italia....................................................119
I Vescovi delle Provincie Pisane e
Lnccliese a Pio JX......................................200
L’Episcopato Toi?cano al Re Vittorio
Emanuele II........................... 324
Settimana di preghiere per l’au. 1863 .361
AVVISI E ANSÌJSZI.
Vendita di libri religiosi ecc.......... 16
Alli Italiani la vera via di Koma.... 63
Anatomia del Papismo........... ICO, 240
lìiblioteclie Evangeliche............... 238
La Prima Istruzione, libro per lettura 288
La Civiltà Cattolica..................... 335
Annetta Ross.............................. 336
L’Alba....................................... ivi
La via di Roma, Giornale politico
e religioso....................................... 378
La Buona Novella ai suol a.ssoi iati, 379
EIBLIOGR.M’IA.
Impossibilità storica del viaggio di
S. Pietro a Roma..........................................15
O.sservazioni sul Cap. i, di San Luca. 16
Diiicussionepacifica sulle verità relig. 31
Gli Evangelici Valdesi..................................62
La Babilonia, esame se Koma sia la
Babilonia dell’Apocalisse........................63
Ritornelli. Sulla Pastorale di monsi
linore Arrigoni..................................................110
Chi ha falsilii ata la Bibbia?......................157
I^a invocaKionc dei Santi ecc..................ivi
Atto di accusa contro i Papi dì Roma
di Aonio Paleario......................................158
Pio Nono e le .sue speranze........................l'.JO
Li Sjiiriti Forti........................................................219
Brevi memorie di (Hustina Serlujii.. i\i
Pensieri intornoalRomanoPontetice 220
Rivelazioni prodigiose di AasuntaOr
sini..............................................................................269
Compendio di controversie........................319
II Purgatorio jierchè non è ammesso
dalli Evangelici..............................................320
Hi puf) leggere la Bibbia?............... ivi
Giornali religiosi francesi.............. 366
UIOCRAl'JA.
Federigo Guglielmo IV di Pnissia... 20
Riccardo Weaver........................ 44
Lutero..................... 87, 101, 276, 293
Il Generale Reckwith............. 264, 299
Miss Nightingale e la principessa
Elena di Russia........................ .344
C0NTR0VERJ^\ BIBLICA.
Confutazioue delle lèttere del P. Re
migio Baselli................... 195, 214
Repliclic al canonico Tniano......... 203
Confutazione delli opuscoli — me
morie di (Jiustina Scrlupi. Pensieri intorno al Romano Pontefice. 219
CRONACA, NOTIZIE KELlCilOSE
Italia
Chiesa Evangelica a Firenze............. 109
Società Biblica di Firenze................. 156
Processione a Montevarchi................ 128
Proces-sione a Saluzzo......................... 141
Bagni di Lucca................................... 237
Portoferraio................................ 231
Bologna, condanna di monsig. Canzi 150
Modena..................................... 236
Torino....................................... 235
Napoli....................................... 142
Aosta....................................... 150
Cirió.......................................... 314
Atessa....................................... 317
Intra...................................... 333
Livorno. Annessione alla Chiesa
evangelica.............................. 370
La conversione alla Fede evangelica, ivi
Francia.
Violenta opposizione al Vangelo..... 77
Associazione di S. Francesco di Sales 91
Nuovi templi a Parigi..... 109, 127, 330
Processione a Tolosa..................... 127
Società de' libri religiosi................ 139
Dodici Società evangeliche............ 151
Nizza. Asilo Evangelico............... 330
Estissac riapertura della chiesa...... ivi
Società del soldo protestante.......... 331
Sj«igna. Matainoros e Albania... 19,
139, 154, 190, 348
Ginevra, Società evangelica..... 232, 364
Boemia. Conver.sioni al Vangelo..... 90
Baden, diritti alli Israeliti............. ivi
Austria, libera vendita della Bibbia, ivi
Istituti evangelici...................... 140
Restaurazione del Protestantismo
nel 1781................................. 329
Turchia.................................... 62
Prussia, uguaglianza dei culti......... 327
Russia, edizione del N. Testamento. 91
Vita religiosa a Pietroburgo........... 346
Tmjhilterra.
Lettori della Bibbia..................... 14
Convereioni al Vangelo................ 90
Una lettrice della Bibbia.............. 119
Conferenze dell'Unione Cristiana.... 316
Società. 40, diverse, loro .sposa nel
l’annól861............................. 332
Società Biblica, Britannica e straniera 347
America.
Perou, vendita di Bibbie............. 91
4
Società delle miesioni 363
Biimione di preghiere dei galeotti... 364
Affrica, GrocDandia 61, Madagascar
60. Telesca, Botna, Biskca 74. Algeri 90.
Egitto.
II Viceré d’Egitto e l’Alleanza Evan
gelica 328, 351
China.
Tolleranza religiosa,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
EDUCAZIONE.
La filosolia e la pratica della Educazione del B. Roger de Giumps. 133,
181, 250.
EVANQEllZZ.iZIONE.
Isola di Taiti,„5,
Francia,,,,,,
Portogallo,
Napoli,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Brescia,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Aosta,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Genova,,,,
Livorno,,,
Elba,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Milano .........„„
Pisa,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
ISTITUTO DI liUNEPICENZE.
Opere di Laforcc
Stabilimenti Evangelici in Alema
Legati a vari Istituti di Beneficenza,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Società di Mutuo Soccorso, Livorno.
IIBERT.V’ RELIGIOSA.
Austria, Abolizione nella legge iin
peditiva la Libertà religiosa,,,,,,,,,.
Proposta di leggo per la Libertà religiosa,,,,,
11 Matrimonio dei preti,,,,,,.,,.,,,,,,,,,,,,,
MKDITAZIOSI BIBLICHE.
La Circoncisione del Signore,,,,,,,,,,,.,
I patimenti di Cristo,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Le opere deUa Carne e dello Spi
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329
10
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107
309
3
17
rito..
33, 49,
65
81
97
113
129
LaKcsurrezione dei credenti in Cristo 145
La sola cosa necessaria,,.................
La morte del Cristiano,.,,,,.,,,,
Il ricco ed il povero, riguardo alla
salvazione,,,,,,,,,,.
Il Culto di Dio in Spirito
Il Pico storile.
Chi 0 giusto è nato da Dio,
A chi andremo noi,,,,,,,,.....
L’Albero si conosce dai frutti,,,,,,,,,.,,
Pivolo nella tempesta,,,,,,,,,.,,,,,,,,,,,,,,!,,
Ii’indemoniato di Sadara
Come si conosce che im Cristiano è
figlio di Dio
L accrescimento della Fede,,,,,,,,,,.,.,,
161
193
225
241
257
273
289
305
La tentazione della concupiscienza,
La Valle deirOmbra deUa morte,,,,,.
La Famiglia Cristiana,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
La giustificazione per la Fede,,,,,,,,,,,
SECBOLOGIA.
Sepoltura di un Ministro evangelico.
Il generai Beckwith,,,,,,,
Salvaterra Antonio
PÈHSECUZIONE KELIGIOSA.
Montepulciano,,,,.,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
rOTEB-E TEMPOKAIE.
Domanda al Papa per abbandonare
il Potere Temporale 91,
PEEGHIERA.
La forza del Cristiano.
RELIGIONE DELLO STATO.
Processo contro Melchiorre Feccenini per delitto contro la Religione
dello stato,
Processo contro Giovacchino Gregori
e Pasquale Del Bono,,,,,,,
STUDIO DELLA BIBBIA.
Lettura e studio della Bibbia. Regole,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,, 6, 23, 40,
Genesi, tipi di Cristo,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.,
Esodo, tipi di Cristo,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Levitico, tipi di Cristo,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
La Bibbia,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
SUPERSTIZIONE.
L’Acqua del pozzo dì San Ranieri „„
Rivcla,zioni dell’Orsini,,,,,,,,,,,
Esorcizzazione nel Belgio
Prepuzio di Gesù. Reliquie in Fran
321
387
353
369
230
256
865
167
92
12
169
TOLLERANZA RELIGIOSA.
In Baviera,
Nella China ,,,,,,,,,,n
varieta’
Curia a uu Vescovo,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.,,,,,,,,,
La fetìe infantile,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.
Il Reverendo Guglielmo Bloow a Firenze
Un cardinale che inganna il popolo.
Reclami
Se la Religione sia il risultato del1 impostura.,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.
La Vera Buona Novella, non dice il
vero
Crocifisso di un predicatore, e la Oro
ce di un gesuita,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.,,,,,,,,.
Lettera della Madonna ai Messinesi,
Intolleranza dei preti.,,,,.,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.
Un cantico invece di una rivoluzione,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.,,,,,,,,.,,.
Ai Redattori della Vera Buona Novella
Le ragioni della Vera Buona Novella,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
Santificazione della Domenica,,,,,,,,,,
54
57
84
148
359
228
269
826
37
37
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110
137
192
228
239
244
261
268
285
287
311
312
344
371
5
Anno XI — N. 1. HI SERIE 15 Gennaio 1862
LA BUONA NOVELLA
GIOENALK DELLA EVAKGELIZZAZIONE
* -vWVAOXAAZv'
Andato rei tutto 11 mondo e predicate l’Evangclo
(la Buona Novella) ad ogni creatura.
Matieo xti, 16.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE [ LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per il Regno [franco a destinailoiie]____ £. 3 00 ! In Fiuesze, via Tomabuoni al Deposito di libri
. rtf ? rolipiosi.
Per la Svizzera e Francia, id........... ». 4 25 Wn j.ivoRXo, via San Francesco, idem.
Perl-Inghilterra, id................... 6 50 In Pisa, aUaCTijesa Evangelica.
< lu Torino, via Principe Tommaso dietro ilTemPer la Germania id.................. „ 6 50 ? pio Yaldcse.
Non si ricevono associazioni per meno di Pbotijoie, per mezzo di franco-loUi pò
^ s itali, che dorranno essere inviati franco in Fi
nn anno. \ renze, via Tomabuoni al Deposito libri religiosi
AU’estero, a’seguenti indirizzi: Parigi, dalla libreria C.Meyrueis, rue Rivoli;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio ; Inghilterra, dal signor G. F. Miiller,
General Merchant, 2G, Leadenhall Street. E. C.
SOMMABIO
Alli Associati. — Meditazione biblica: La Circoncisione del Sìirnore, Luca li, 21. — Lettura e studio
della Bibbia.—L'evangelizzazione all’isola di Taiti.. —Notizie religUise: Società dei Lettori della
Bibbia per la R. Marina inglese. — Società americana di Missionari. — Bibliografia. — Avviso.
ALLI ASSOCIATI
La Buona Novella, mutando direzione e luogo ov’ebbe vita, e fin
ora è stata regolarmente pubblicata, non cangia nè patti di associazione, nè fino al quale tende, e che ebbe di mira dal suo nascere.
Giornale di evangelizzazione, giornale religioso, continuerà a trattare la causa religiosa d’Italia,, die li1)erata dal duro dominio di
Koma pa[)ale, ha ima vita cristiana conforme all’fivangelo, come
sollevata dall’incubo austriaco, ha una vita politica tutta sua. Giornale religioso, tuttavolta che la circostanza lo porti, continuerà ad
esortare i suoi lettori ad obbedire piuttosto a Dio che alli uomini,
quando s’ingiungesse loro di non parlare e non insegnare nel nome
V. .•
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6
di Gresil (1); esorterà sempre di obbedire alle potestà superiori che
sono da Dio ordinate, insegnando, che chi resiste alle potestà, resiste
airordiue di Dio, assicurando che i magistrati non sono di spavento
alle buone opere, ma alle malvagie, e che se portano la spada, è per
colui che fa ciò che è male (2) ; protesterà contro li atti che sono
di ostacolo al pieno esercizio della libertà di coscienza, proclamata
dal nostro Ke, e voluta dal suo G-overno.
Animata dalle parole di Cristo che sono poste a fronte del giornale, la Buona Novella, continuerà a far conoscere qual è la religione
pura ed immacolata appo Dio (3) conducendo i suoi lettori alla
Bibbia, codice divino che Dio ci ha dato, poiché, checche ne dica la
Chiesa di Eoma, è, e sarà sempre perfetto (4), piiì dolce ohe
mele (5), pili prezioso che oro (6), ristoratore dell’anima (7), inspirato, atto ad insegnare, ad arguire, argomentare, correggere, ammaestrare (8) ; quindi ne mostrerà lo spirito e lo scopo illustrandone
qualche libro, o esornandone qualche passo con una corta meditazione, adempiendo così al precetto del Signore (9).
Il progresso del Vangelo in Italia, nel resto di Europa, e nelle
parti delli infedeli, darà larga messe ai nostri lettori, e speriamo
poter dar loro di tanto in tanto un numero di supplemento, che
mostrerà l’avanzamento del regno di Dio, per opera dei missionari.
Il Vangelo posto in azione da coloro che ne sono animati e ravvivati , darà animo a far conoscere la vita e le opere di molti
cristiani.
Saranno annunziate tutte le opere ed opuscoli religiosi che ci sarà
dato conoscere, e possibilmente se ne darà una rivista.
Non sarà trascurata la educazione e la istruzione, sì popolare, che
delle classi agiate, imperocché è nel Vangelo che debbono attingersi
le direzioni per una buona e solida educazione e istruzione.
La intolleranza della Chiesa Eomana, le improntitudini de’ giornali clericali, obbligheranno la Buona Novella a difendere il Vangelo, lo Éirà, ma con quella dignità^ e si permetta la parola, con
quella religiosità che richiede la materia, pensando che non difenderà le sue convinzioni, ma le verità che Dio ci ha rivelate nella
sua parola.
La Buona Novella non ha partito, non serve a partito ; la sua
(1) Atti IV, 18. (4 a 7) Salmo xix, 8-11.
(2) Komani xni, 1-4. (8) 2a Timot. iii, 16.
(3) aiacoxuo I, 7. (9) Giosuè i. 8: Salm. i, 2.
7
bandiera è il Vangelo, la Verità, Dio è Verità, così tutti coloro che
amano il Vangelo e seguono la Verità, sono pregati d’inviare articoli, clie conducano al fine al quale tende il Giornale, e comunicare notizie che mostrino il progresso del regno di Dio ; la Direzione conta sul loro aiuto, e ne anticipa la sua gratitudine.
Li articoli, franchi di porto, debbono esser diretti al Dottor Tito Chiesi, Pisa, e al medesimo pure dovranno esser diretti i
giornali che fanno baratto con la Bmna Novella.
MEDITAZIONE BIBLICA
LA CIKCONCISTONE DEL SIGNORE
Leggete — Luca ii, 21.
Se i nostri lettori vogliono consacrare alcuni pochi momenti per
meditare sulla Circoncisione del nostro Signore Gesù Cristo, vedranno come Ella è in conformità dcU’ordine dato da Dio al Patriarca, che: “ ogni maschio d’infra voi sarà circonciso nell’età d’otto
giorni ” {Gen. xvii, 12.) Giusepi« e Maria sottopongono il fanciullino
a questa prescrizione, e secondo l’ordiue dato dall’Angelo Gabriele,
gli danno il nome di Gesù. Quel rito, e quel nome sono assai significativi: uno, è specialmente segno di quanto Gesù ha di comune con
noi, l’altro di quanto è da noi distinto.
La Circoncisione di Gesù prova infatti la di lui vera umanità. Se
Maria non avesse creduto che il bambino divinamente concepito nel
di lei seno, fosse veramente suo, di sua carne, di suo sangue, simile
ad ogni altro bambino, avrebbe ella jiermesso che fosse circonciso ?
Se Gesù non fosse stato che Dio, o un essere puramente divino, non
sarebbe stata temerità sottoporlo ad un rito piuttosto carnale? Or
per amore di Gesù, per avere in lui intera confidenza, lo assuefarci
e considerare la sua umanità è tanto necessario, quanto il contemplare la sua divina gloria. La Circoncisione di Gesù prova che Egli
fu sottoposto alla legge, e |>erò ricevendo il battesimo da Giovanni
professò che ogni giustizia doveva essere adempiuta, e nel sermone
della montagna dichiarò ai suoi discepoli, di non esser venuto per
abolire la legge ed i profeti, anzi per adempierli, {Matt. v, 17).
8
La Circoncisione di Gesiì prova la sua consacrazione a Dio in
favor nostro. Quel rito fu ordinato ad Àbramo per segno di grazia,
per la quale non può aH’uomo comunicarsi senza correggere l’indole
carnale: egli è sempre segno d’impurità della nostra natura nello
stesso tempo che della grazia di Dio. Gesù nacque santo ed esente
dalla universale corruzione. La miseria del peccato die è interna,
esso non poteva patirla: nondimeno ne vestì l’abito, subì il rito onde
farsi l’interprete dei nostri bisogni, e liberatore. Infine la Circoncisione di Gesù, prova die Egli è la [jrogenie di Àbramo, non tanto
secondo la carne, quanto secondo lo spirito. A quel fedele patriarca
a cui stava a cuore la salvazione del mondo, era stato promesso die
ili lui tutte le nazioni sarebbero benedette. Egli doveva essere il
padre di molte nazioni, non di una sola. Fu vizio e colpa dei discendenti carnali, se la Circoncisione diventò cagione di odio e disprezzo
tra i Giudei ed i Gentili. In Gesù Cristo il rito è congiunto al vero
e buono spirito, in lui la promessa si compie. Egli è la speranza e
la salvazione delli iucirconcisi e dei circoncisi, mediatore tra le
genti e tutti gli uomini fra loro, come è mediatore fra tutti e Dio.
Ma più importante di quel rito medesimo era il nome che al
bambino della Vergine venne posto. Gesù! prezioso nome, perchè
dato non a caso e per umana voglia, ma per ordine di Dio, che così
distingueva il figlio della Vergine da tutti quanti i discendenti di
Adamo. Beato chi comprende quel nome, e non lo pronuncia invano,
0 con temeraria leggerezza! jSTon sarà innocente chi lo avrà invocato invano, non audrà perduto chi lo avrà invocato con fede. Prezioso nome, perdiè Gesù vuol dire f^alvatore. E qual Salvatore non
sarà Egli poiché ò mandato dal cielo? La voce che prescrisse il
nome di Gesù aggitmse: “Perciocché Egli salverà il suo popolo da’ lor
peccati” {Mait. i, 21).
Prezioso nome ! perchè avvalorato dal carattere, dalle opere, dalla
parola, dalla morte, dalla resurrezione di Colui che lo porta. Salva
egli stesso, perché generato dallo spirito, nacque santo, si mostrò
inoltre atto a salvare, perché Egli fece manifesta in sè la divinità
unitamente alla umanità immacolata. Tutto quello che di Lui si
conosce, dal principio alla fine delli Evangeli, concorre a dimostrare
che Egli è il Cristo, il figliuolo di Dio e Salvatore.
Prezioso nome, perchè colui è potente per salvare, dandosi a conoscere per nome, con quel fatto solo desta già l’attenzione, poi
inspira fiducia, e rimuove ogni incertezza, ogni dubbio da coloro che
cercano la salvazione. Qual dubbio può esservi, che Dio voglia che
9
sieno salvi i peccatori, quando Egli stcf?so si presenta in mezzo a
loro col nome di Gesù, di Salvatore? Nè vi ha altri che abbia da
Dio ricevuto quel nome e se ne sia reso degno di riceverlo da uomini di ogni tribù, lingua e nazione. Ed in niuu altro, disse san Pietro, è la salute: “ conciossiachè non vi sia alcun altro nome sotto il
cielo che sia dato alli uomini, per lo quale ci convenga esser salvati”
(Atti IV. 12).
Nome prezioso e caro è quello di Gesù, perchè non solamente indica Colui in cui si deve guardare, ma suggerisce da sè a chi lo intende qual cosa convenga fare per conseguire la salvazione. 11 nome
è un uìezzo di distinguere ed anche di chiamare alcuno: sappiamo
già far differenza tra Gesù ed ogni altro, o in terra o in cielo, facciamo un passo di più, chiamiamolo, invochiamcilo. Egli verrà a
noi come Salvatore, e sarem salvi; “ Ed avverrà che chiunque avrà
invocato il nome del Signore sarà salvo ” {Atti ii, 21 ; lìom. s, 13).
Sia dunque caro a tutte le genti quel nome sauto “ che è sopra
ogni altro nome, acciocché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti e terrestri” {Filip. ii, 9, 10).
P. G.
Nella fine e nel principio dell’ anno abbondano le feste, ma
fortunatamente però sono feste di universale allegrezza, perchè ci
rammentano la nascita e l’infanzia di Gesù. Istituite nei primi secoli
della Chiesa, nei quali non si era data ancora al culto idolatra dello
creature, ogni onore e gloria si accordava unicamente al Salvatore.
Eerveva la lotta coll’idolatria pagana, essa aveva pure le sue feste,
nelle quali l’immoralità, come presso di noi nel Carnevale, apertamente si sfogava. I Saturnali avevano luogo dopo la metà di dicembre;
c qtiando il dicembre fu posto per ultimo mese dell’anno, tutti preparavano le strenne o doni, j)er darsi nel primo giorno dell’auno consacrato al Dio Giano. I primi cristiani per faro un contrapposto a
queste feste, fissarono le feste del Natale nel 25 dicembre, e quella
della Circoncisione otto giorni dopo, che venne il primo giorno dell’anno.
Li Evangelici hanno culto pubblico e adunanze di (jhiesa e Famiglie per Capo. d’Anno, ma non però in memoria della Circoncisione di Gesù. E qual giorno non dovrebbe esser festivo, se si dovessero celebrare tutti i fatti rilevanti della vita del nostro Salvatore?
10
LETTURA E STUDIO DELLA BIBBIA
La lettura e studio della Bibìna, della parola di Dio, bisogna farla con
disposizioni umili c pie di cuore, col desiderio di apprendere grandi verità,
con una seria attenzione, con uno spirito di ricerca della verità, con un’assoluta sommessione alle interne direzioni dello spirito, che Iddio non ricusa a
nessuno di coloro che lo richiedono, con la persuasione che se qualche cosa
è al di sopra della nostra intelligenza ne è colpa la nostra natura decaduta,
la ignoranza della Parola, con uno spirito di preghiera e di convincimento,
che è a Dio che dobbiamo domandare aiuto, pòìbliè Egli è la sorgente
di ogni luce, e lui solo può dare lo spirito di sapienza e rivelazione : quindi
nello studio e lettura della Bibbia dobbiamo portarvi una docilità infantile,
un cuore obbediente, e la perseveranza nella preghiera. Non vi è, nè vi può
essere sapienza al di là della Bibbia: la Bibbia è per la Bibbia; tutto quello
che è contrario, che vi si vuole aggiungere, che è al di là di lei, non ha
valore alcuno, e non può essere attribuito che allo spirito dcUe tenebre.
Varie regole si sono volute indicare per lo studio e lettura della Bibbia, ma
secondo il dotto Newton : « la miglior regola è quella di leggerla da cima a
« fondo, poi ricominciare a leggerla e rileggerla di nuovo ». Tracceremo
queste regole, ma però facciamo fervorosa preghiera perchè i nostri lettori
non dimentichino, nè trascurino quella che insegnò il celebre cristiano filosofo e matematico inglese.
Prima regola. — Bisojim, più che è possibile, 'prendere le parole
nel loro senso ordinario e comune.
I sacri scrittori hanno consegnato alla posterità i pensieiù che loro erano
inspirati e che li uomini dovevano sapere; così hanno usato parole conosciute da tutti: prima cosa è dunque quella, nella lettura e studio della
Bibbia, di determinare il significato ordinario delle parole : ma 6 necessario
non dimenticare che ciascuna lingua ha le sue particolari locuzioni, per il
che, tradurre letteralmente le parole, senza tener conto di queste, sarebbe
toglier loro il vero senso: e la lingua ebraica e greca, ricche come sono,
han molte locuzioni loro proprie ; ne indichiamo le principali.
Ebraismo. I. Li El>rei spesso usano invece del sostantivo qualificativo,
l’aggettivo, e li autori del Nuovo Testamento hanno conservato questa
particolarità scrivendo in greco, e dicono : « Lo Spirito Santo della promessa,
per lo Spirito promesso. » Efeg. i, 13. « L’opera della vostra fede, fatica
della vostra carità, la soiferenza deUa vostra speranza » invece, della vostra
11
« opera fedele, il vostro lavoro caritatevole, la vostra paziente sperania. »
1“ Tessal. i, 3.
II. Se alcuno ha una qualità o un vizio particolare, è chiamato figlio di
quel vizio, Ji quella qualità. I fi.di di Eli son detti figli di Belial perchè
erano malvagi. 1° Sam. ii, 12. Figli della pace. Efes, v. 6, 8; di disubbidienza, di luce per uomini buoni, obbedienti, illuminati.
III. I paragoni sono espressi in termini molto energici: « Se alcuno
viene a me e non oi.lia suo padre » Luca xiv, 26; che significa, mi ama
meno di suo padre. Vedi Matt. xxiv, 15; Marco sin, 14; llom. vn, 24;
1° Ger. Ili, 10; Apoc. in, 10.
Qualche volta il paragone ha una forma negativa. Genes. xlv, 8; che
significa; ò piuttosto Dio che voi, che mi ha mandato Marco ix, 37. Non
ricevete solamente me, colui, ecc. Vedi Esod. xvi. S; 1^ Samuel, viii,
7; Matt. t, 39; Luca xiv, 12.
IV. Il plurale molte volte si referisce ad un oggetto solo ed indica pure
che vicini a quelli se ne trovano altri simili. Le montagne di Ararat, le
città che Lot abitava. Gen. viii, 4; xix, 29; Vedi Giudici xn, 7; Neem. in, 8.
V. I nomi dei genitori sono adoprati per indicare la loro posterità.
Canaan per i suoi discendenti, Jacob, Israele per li Israeliti. Gen, ix, 25;
XIV, 18-20; Matt. xv. 22-18.
VI. La parola figliuolo è impiegata per discendente. I sacerdoti sono
chiamati figli di Levi, Mefiboset figlio di Jonatan, è chiamato figlio di Saul,
Giuseppe figlio di David, Cristo figlio di David. 2“ Samuele xix, 24;
Genes. xlvi, 22; Zac. i, 1; Esdra v, 1; 1° Oronach. i, 17; Matt. i, 1, 20.
Semi-ebraismi.—I. Certi numeri sono presi in un senso indefinito. Dieci
oltre il suo senso esatto, significa parecchi. Genes. xxxi, 7 ; Daniele i,
20. Quaranta indica molti. 2^^ Be viii, 9; Ezech. xxix, 11, 13. Persepolì
era chiamata la città delle quaranta torri, e ne aveva molte più. Sette o
settanta indicano un numero indefinito. Prov. xxvi, 16, 25; Salm. cxix,
lfi4; Levit. x.vvi, 24; Matt. xviii, 22.
II. Lo cifre non sono indicate con troppa precisione. Num. xxv, 9,
(24,000; 1^ Corint. x, 8, (2.”,000). Giudici xi, 2G; 300 invece di 293.
Vedi Giosuè iv, 9; Num. xxxiii, 3; xiv, 33; Giudici xx, 46.
III. Talvolta un verbo è impiegato per indicare un fatto, uno stato,
un’azione, mentre consta solamente che il fatto, o l’azione è esistito ed ha
avuto luogo. Egli netterà, per dichiarare netto. Levit. xiii, 13. La lettera
uccide; cioè dichiara che la morte è una conseguenza del peccato. Bom. v,
20; Filipp. Ili, 7; Vedi Rom. iv, 15; vii, 9; 2^ Corint. in, 6. H profeta
viene per distruggere la città, cioè per annunziare la sua dbtruzione. Ezech.
xini, 3; Vedi Gerem. i, 10; Isaia vi, 10.
Dei nomi propri. — Nella Bibbia vi sono:
I. Differenti persone che hanno lo stesso nome. Faraone, derivato da
12
jfiire, sole, che equivale a re o governatore, era comune a tutti i re d’Egitto,
da Abramo fino all’invasione dei Persiani, Tolomeo, fino alla morte di
Alessandro. Cesare Augusto si diceva a tutti li imperatori romani. Cosare
Augusto Tiberio, era quello, sotto il cui regno nacque Gesù. Luca ii, 1. Cesare Augusto Nerone, era quello, al quale si appellò Paolo. Attixv, 21. Nel
Nuovo Testamento molti re hanno il nome di Erode. Erode detto il Grande
è autore della strage dei bambini di T5ettolemme; Archelao suo figlio gli
succede nella metà del regno; Erode il Tetrarca parimente suo figlio fa
decapitare Giovanni; im altro Erode Filippo regna su parte della Siria e
Galilea. Erode Agrippa fece morire Giacomo con la spada. Erode Agrippa
suo figlio, ebbe con Paolo alcuno conferenze sul cristianesimo. Matt. ir, 1; Atti
XXIII, 35; Luca i, 5; Atti ii, 23, 85; Lue. ni, 1, 8; Atti xii, xiii, xxvexxvi.
Vi sono molti Giovanni, molti Giacomi, molte ^arie. Luca i, 13; Matt.
IV, 18; Atti IV, 6; Num. xxvi. 59; 1. Cronich. iv. 17; Matt. i, 18; xxvii;
Gio. XIX, 25; Luca X, 39; Atti xii, 12; Eoin. xvi, 6; Matt. xni, 55;
Mar. I, 19, 3, 17; Matt. x. 3, lo; xin, 35.
II. Vi sono dello città di un medesimo nome. Cesarea di Filippi. Matt.
XVI, 13; Cesarea di Galilea; Antiochia in Siria. 1° Ile xxin, 33; in Frigia.
Atti xiii, 14; Mitspa di Saland; 1° Giud. v, 29; di Moab, di Guiba, di Giuda.
III. Uno stesso nome serve qualche volta per una persona, per un paese,
per una città. Magog era figlio di Jafet. Gen. x, 2; è anche il nome del
paese abitato da un popolo detto Gog, dal quale probabilmente uscirono li
Sciti, i Tartari e i Turchi.
IV. Talvolta una persona o una città è indicata sotto due diversi nomi.
Il suocero di Mosò, ora è chiamato Hobab, ora Jetro. Giudici iv, 11; Esodo
in, 1 ; Revel, benché sia detto padre di Sefora, le era forse avolo. Esod. n,
18, Jlatteo si chiamava anche Levi; Toma e Didimo sono lo stesso apostolo, e Giuda, non quello che tradì G.esù, aveva anche nome Taddeo o
Labbeo. Marc, n, 14; Gen. xi, 16; Matt. x, 8; Gen. xiv. 22.
Oreb, e Sinai, due picchi differenti di uno stesso gruppo di monti, sono
presi per indicare tutta la catena delle montagne.
Cesarea si chiamò prima Lais, poi Dan; 1° Re xii, 29; Giud. xxvni, 29.
Il lago di Gennesaret si disse mare di Kinnereth, poi mar di Galilea e
di Tiberiade.
L’Abissinia moderna si dice, ora Etiopia, ora Cus. La Grecia porta il nome
di Javan (Jonia) l’Egitto di Cam, e di Rahab. Isai. lxvi, 19; Zacch. ix,
13; Salm. lxxviii. Isai. xli, 9.
Gerusalemme era detta prima Jebus; il mar morto, il mar salato; il mar
della campagna ed il mare orientale, sono lo stesso mare. 2° Re xiv. 25; G«n.
XIV, 3 ; talora per enfasi il « Fiume ».
H mar Mediterraneo ha diversi nomi; mar de’ Filistei. Esodo xxiii, 31;
jnar Grande. Num. xxiv, 6, 7 ; mar d’Occidente. Deut. xi, 24.
13
La terra ora si nomina Canaan, Israele, Giudea, Palestina, Paese della
Promessa, Paese de’ Pastori. Esod. xxv, 14. 1° Sam. xin, 19 ; Isai. xiv, 20;
Ebr. XT, 9.
Achaz figlio di Joram, è detto anche Azaria, e Jeoachaz. 2° He tiii, 29;
2° Cronach. xxri, 6; xxi, 17; Jeoachaz figliuolo di Josia, Johanan e Salluni.
2° Re xxTii, 30; 1° Cronach. iii, 15; Gerem. xxii, 11. Joiada Johanan e
probabilmente Barachia. 2° Cronach. xxiv, 20; 1° Cronach. vi, 9; Matt.
xxiir, 35.
Seconda keoola. — Bisogna prendere le parole nel senso indicato
daH'insieme della frase.
Il senso di una parola può variare il significato generale di una frase o
di un ragionamento ; è necessario determinare, od in modo esatto quale è
l'idea particolare che lo scrittore può avere avuta in mente, e quindi il significato che può avere la parola. Così per esempio.
Game, 6 usata ora in buono, ora in cattivo senso. Un cuore di carne, invece di un cuore di pietra, vuol dire un cuore docile; la carne concupisce
contro lo spirito, cioè le afi’ezioni sensuali sono contro le aspirazioni spirituali. Excch. XI, 19; llom. vili, 5; Efes, ii, 3, Significa pure l’umana natura senza l'idea ch’ella è poecatrice. Giov. i, 14. Roto, i, 3; ix, 3; e più
comunemente ch'ella è corrotta e in peccato. Rom. viii, 5; Efes, ii, 3; significa del pari quello che vi 6 di esteriore, o di cerimouiale nella religione.
Gal. VI, 12; Filip. Ili, 3.
La fede, significa l’Evangelo, le grandi dottrine evangeliche. Gal. i, 23;
1» Timot. Ili, 9; IV, 1; Atti xxiv, 24; la fedeltà, Rom. iii, 3; Tito ii, 10;
una pròva; Attixvii, 31; la convinzione del dovere. Rom. xiv, 23; la confidenza del cuore e dello spirito alle promesse di Dio, in un significato generale. Ebr. xi; la sicurezza della salvazione che è in Gesù Cristo. Rom. in, 20.
Le parole salvezza, salute e liberazione, ora esprimono una liberazione
esteriore e terrestre. Esod. xiv, 13; Atti vii, 25. Ora guarigione. Giacomo
V. 15; più frequentemente della giustificazione do’peccatori, compiuta intieramente quaggiù. Efes, n, 8; Luca r, 77; o l’insieme delle benedizioni
accordate al credente; del perdono assicurato fino al godimento della gloria
eterna. Rom. xiii, 11; talvolta indicano semplicemente il Vangelo. Ebr. n, 3.
Il sangue, non significa sempre la stessa cosa nella frase. Sia il suo sangue
sopra i nostri figliuoli. Matt. xxvii, 25, ha diverso significato che a. Iddio
ha fatto di un medesimo sangue tutta la generazione dulli uomini. » Atti
xxvn, 26, ha ancora un altro significato in Rom. v, 9; Ebr. ix, 14; ove
indica la obbedienza di Cristo sino alla morte della croce.
(ji-azianel suo senso più generale, significa favore. Applicata a Dio indica la sua benevolenza verso delli uomini che non l’hanno meritata.
14
2» Timot. I, 9; oppure i diversi doni che procedono dalla grazia di giustificazione. Rom. V, 15; la forza e la santità. 2® Corint. xii, 9; la gloria eterna.
1* Pietr. I, 13. La parola della sua grazia è l’Evangelio. Atti xiv, 3. Significa pure le dottrine dell’Evangelio. Ebr. xiii, 9, in opposizione dei
riti cerimoniali.
Le figure usate dalli scrittori sacri sono generalmente tolte dalla analogia dei fatti e dei fenomeni materiali. I cangiamenti e rovesci politici, sono
rappresentati da terremoti, tempeste, ecclissi, ecc. Gerem. iv, 23, 28;
Isai. XIII, 10, 13; Matt. xxiv, 29. Le rugiade benefiche, le pioggic ristoranti, i fiumi, indicano benedizioni spirituali. Isai. xxv, 6; Giov. iv, 13,
14. Lo bestie feroci, le aquile e li altri uccelli di rapina, rappresentano li
oppressori. H corno indica forza e potenza. Dan. vin; la verga, un gastigo;
la. luce, l’allegrezza; le tenebre, il lutto o¿'ignoranza. Ester virr, 16. Isaia
V, 20; Salm. xlvii, 12; Efes, v, 14. La comunione con Dio è indicata sotto
la imagine del matrimonio; l’adulterio è la violazione di quest’alleanza, è
l’idolatria. La vigna è la cristianità; se porta frutti selvatici è lo stesso che
non produca frutti; se i ripari son distrutti, essa è afSitta o corrotta. Isaia
V, 1, 7; la vite è il Signore, i ti-aloi son quelli che son noti a Lui. Giov. xv.
(continua)
EVANGELIZZAZIONE ALL’ISOLA DI TAITI
_ ' i
Non è molto, ì giornali hanno riportato le discussioni avvenute al Parlamento di Taiti, isola posta sotto la protezione della Francia. Si trattò di
chiedere ed ottenere dal Governo di Napoleone III, l’invio di due pastori
evangelici francesi, ai quali la popolazione taitana si obbligava dare un
conveniente appuntamento, a condizione che prendessero la direzione dell’insegnamento religioso dell’isola. Deliberata la domanda, due deputati
furono mandati in Francia ; questo fatto mostra qual’importanza annettano
quei popoli alle loro credenze evangeliche. Hanno lottato contro ogni genere di attacchi mossi contro di loro dal partito cattolico, per farli accettare le dottrine della Chiesa di Roma, ma sono state vane; hanno saputo
resistere e vincere. Non sarà discaro ai nostri lettori far loro conoscere
come l’Evangelo è stato portato in quell’isola, e come dopo la cognizione
del Vangelo, questi isolani sieno usciti dallo stato d’abbrutimento e di
crudeltà nel quale erano quarant’anni or sono.
Il dolce clima, la vigorosa vegetazione, la maravigliosa fertilità, ha dato
il nome aU’isola di Taiti, di Regina dell’Oceano Pacifico. Il banano, o albero del pane, il cocco, il pepe, la canna di zucchero, vi crescono e prosperano; la cacciagione è abbondante; il mare dà moltitudine di squisiti pesci.
Fu scoperta nel 1606 da Quiros, che nominò Sagittaria; Wallis nel 1763
15
1» disse isola del Re Giorgio III. lìougainville nel 1768 le dette il nome
di Nuova Citerà, li Spagnuoli nel 1772 la chiamarono Amafc; Cook nel
1776 fece conoscere il nome che li indigeni le davano, di Otaiti o Taiti.
La dolcezza del clima, l’abbonhanza dei prodotti contribui grandemente
a rendere la popolazione molle, corrotta, dedita a tutti i piaceri della vita,
ed a tutti i vizi; una degradante c sanguinaria idolatria li rendeva peggio
dei bruti. Non erano cannibali, mangiatori di carne umana, ma sacrificavano vittime umane alle loro deformi e schifose divinità. L’uliriachczza, il
furto, dominavano; le continue guerre intestine decimavano la popolazione;
l’infanticidio era comune, e quasi una religiosa pratica. Cook crede che
due terzi dei neonati erano messi a morte. Williams seppe che tre madri
avevano uccisi più di venti figli. Le donne erano in tale stato di degradazione e abbrutimento da giustificare questo ed altri eccessi; i malati quasi
sempre uccisi; si commettevano tali atti di crudeltà, che nazione selvaggia
non ha mai commessi.
Era impossibile, che in mezzo a uomini così crudeli, la pace, la concordia,
l’amore, la carità regnassero. Le guerre devastavano tutto, decimavano la
popolazione. William che visitò l’isola nel 1821, veduta la di lei estensione,
la credeva popolatissima; non rinvenne che sessanta individui. Sei anni
dopo erano ridotti a cinque uomini, tre donno e alcuni fanciulli, e in guerra
fra loro per sapere chi sarebbe il re.
I Missionari della Società di Londra furono i primi, che nell’anno 1797
sbarcarono nell’isola di Taiti per annunciarvi l’Evangelo. I primi dodici
anni della loro predicazione furono accompagnati da prove e tribolazioni di
ogni genere; la più triste di tutte era la guerra intestina; quasi tutti i
giorni seguivano pugne e combattimenti, uccisioni e carnificine; non è possibile farsi una vera idea delle scene di orrore e di crudeltà che si commettevano. Molti missionari furono costretti ad abbandonare l’isola per non
soccombere a certa morte; altri videro distrutte le loro stazioni, e ridotti a
vivere in mezzo alle boscaglie. Era stata fondata una stamperia, fu devastata; dei fogli per la stampa, e di quelli stampati, ne formarono delle cartucce; il carattere fuso per farne palle. I ragazzi strappati dalle mani
delle loro madri, che volevano ucciderli, fatti grandi ed educati, con la più
gran cura e amore, fuggivano dai loro benefattori, e si riunivano ai guerreggianti. I due ultimi missionari salvarono la vita fuggendo nell’isola
d’Eimeo con il re Pomare, costretto anch’esso a lasciar Taiti in mano dei
suoi sudditi ribellatisi dalla sua autorità.
Sembrava che dovesse abbandonarsi l’idea di evangelizzare quel popolo
crudele; ma quando il tempo sembrava meno favorevole, il Signore credo
intervenire in modo maraviglioso in favore de’ suoi servitori, esaudendo le
preghiere che dall’Inghilterra al suo trono si dirigevano per la conversione
dei poveri Taitani. Quando meno si aspettava, il cuore del re Pomare si
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aprì alla Buona Nuova, accettò Cristo, e si mostrò pronto a rinunziare ai
falsi dèi, ai quali fino allora aveva prestato il suo culto. Non fu solo ü re
ad accogliere nel suo cuore il Vangelo, fra li altri vi fu un prete idolatra,
per nome Patii, il quale appena ebbe conosciuto Cristo, volle mostrare a
tutti la verità delle sue convinzioni.
Una sera, al tramontare del sole, la popolazione tumultuante era tutta
riunita sulla riva del mare neU'isula d’Eimeo, intorno ad uno dei templi
del dio dell’isola. Il fanatismo era impresso sulla fisionomia di ciascuno; il
vario e bizzarro vestiario, uomini armati e inermi, le donne, i ragazzi, le
vivaci conversazioni che animavano alcuni capannelli, dava alla riunione
un carattere strano, e faceva presagire che si adempirebbe un importante,
uno straordinario avvenimento. AU’improvviso si apre la folla; ò Patii che
si avanza con aria solenne; gli sono compagni cinquanta convcrtiti ; ognuno
ha alquante legna, con le quali innalzano un rogo. Il sole è per tuffarsi nel
mare e nascondersi alla vista della raccolta moltitudine. Patii ordina che si
accenda il rogo; con passo fermo si dirige al tempio, monta sull’altare,
prende uno degl’idoli, e presentatolo per l'ultima volta al popolo, lo spoglia
dei ricchi ornamenti, lo mostra di nuovo nella sua schifosa nudità, e lo
getta nel fuoco. Quest’atto coraggioso suscita un mormorio, ma Patii non
si sgomenta, nò si arresta, va a cercare li altri idoli, li chiama tutti a nome,
mostrando al popolo che non vuol lasciarne alcuno, testimoniando così il
. suo doloro per aver contribuito, in parte, a mantenerlo nell’errore; e quindi
ad alta voce esclama : « Vedete quali sono i vostri dii! non hanno neppure
la forza di difendersi dalle fiamme die li divorano». La folla muta e stupefatta, resta immobile. Tutto fu ridotto in cenere, e nessuno ardì prendere
la difesa delle divinità così oltraggiate. Non pertanto i Taitani passarono
alcuni giorni nella più grande angoscia, temendo la vendetta dei loro dèi;
ma quando videro che il vento aveva disperso fino lo ceneri loro, cangiarono idea, e poco a poco distrussero tutto quello che rammentava l’idolatria.
L’Autodafé dell’isola d’Eimeo e la sollecitudine con la quale il re Pomare procurava che per l’isola fosse propagato il ì'^angelo, dette, ai principali capi della ribellione di Taiti, argomento, per togliergli ogni autorità.
Finsero desiderare il suo ritorno in mezzo a loro ; il re sedotto dalle promesse, s’imbarcò per Taiti, ma appena giunto colà, si ordì una vasta congiura contro di lui.
Il 12 novembre 1815, giorno del Signore, Pomare circondato dai guerrieri che lo avevano accompagnato da Jiimeo, e da alcuni Taitani rimastili
fedeli, si disponeva a celebrare il culto ; intuona un inno imparato dai missionari ; ad un tratto si ode un colpo di fucile, e orribili grida di guerra si
ascoltano da lontano. L’inquietudine dell’assemblea era grande; Pomare si
alza, e scongiura che ciascuno tenga il suo posto. Con voce solenne egli
17
disse; « Siamo sotto lo scudo dcU’Eterno, in onor del quale celebriamo il
nostro culto ». Auna, che anch’esso aveva abbandonata l’idolatria per il
Vangelo, e divenuto fedcl servo di Dio, Auna lesse il cantico, e tutta l’Assemblea lo cantò. Fu (piindi letto un capitolo del Vangelo, e fervorose preghiere furono dirette al Dio Forte, al Dio delle battaglie; ma come i nemici si avvicinavano, ognuno prese le armi.
La piccola truppa di Pomare, composta di guerrieri cristiani di tutte le
isole, aveva del bizzarro e del singolare. Ognuno era armato secondo il costume del proprio paese. La regina Pomare Vahina, armata di spada e fucile, aveva il capo coperto di una corazza fatta di corde di lino. ìlahinc re
di Huaine, era tutto coperto di un’armatura fatta di conchiglie, e siilla testa
un pennacchio di penne rosse. Alcuni avevano la clava dei selvaggi, altri
rottami di armi europee.
Pomare non volendo essere l’aggressore, ordinò ai suoi di atare sulla
difensiva. Fra molti di quelli che circondavano il Re, eranvi dei rcfugiati
dei vari partiti, che non avevano ancora abbracciato il \"angclo, e ricevuto
il Cristo; i cristiani, poco fidando su loro, si misero allo prime file. Il combattimento fu ostinato e sanguinoso. Li alberi ed i boschetti che esistevano
sul suolo, non pciinettendo ai cristiani di venire tutti allo mani, quelli che
non prendevano parte alla pugna, in ginocchio supplicavano l’Eterno perchè la sua causa trionfasse. L’idolatri molto superiori in numero, per un
momento ñirono «ttoriosi; ma il Signore combatteva evidentemente per il
suo popolo, e la battaglia fu completamente guadagnata dal re Pomare.
Appena i nemici furono in rotta; il re gridò: ritira, atira, basta, basta;
e comandò a’ suoi guerrieri di cessare dal perseguitare i fuggenti. Raccolti
intorno a sè tutti quelli che lo seguivano, s’inginocchiù con loro, e rese
fervorose ringraziamenti a Colui che gli aveva concessa la vittoria.
I nemici si dispersero e nascosero nel più folto dei boschi; qualche
giorno dopo, spedirono dei loro, per informarsi dello stato delle proprie famiglie e dei beni loro. Grande fu la sorpresa sapendo che tutti e tutto era
stato rispettato, e che Pomare stesso li aveva perdonati o dimenticato tutto
il passato. Questa condotta tutta cristiana, esercitò naturalmente prodigiosa
influenza sulla mente degl’idolatri, e li dispose ad accogliere volentieri una
religione capace di produrre tjli cangiamenti nei cuori.
Se Pomare, perdonando ai suoi nemici, obbedì a Dio, non si mostrò meno
geloso della gloria del suo Salvatore, e non si dette riposo finché non ebbe
estirpata dall'isola l’idolatria. Prendendo profitto della vittoria, distrusse
nell'isola tutti i templi de’ falsi dèi, e tutto quello che stava a rammentare il culto delli idoli. Solenne spettacolo presentarono i Taitani; portavano sulle loro spalle le schifose statue che avevano veduto eseguirsi tanti
orribili sacrifizi. Pomare le fece mettere in pezzi, e ne conservò alcune per mandarli in Europa alle società delle Missioni, come una garanzia
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della sua conversione. Da quel tempo, tutto è cangiato a Taiti. L’infanticidio, i aacrifizi, i furti, le guerre, tutto è cessato. La popolazione tutta,
come uu sol uomo, surse per costruire locali per le scuole, e si videro vecchi, preti, guerrieri, accanto ai ragazzi, imparare a sillabare, ¡ter poi leggere
li oracoli del Dio vivente e vero. In altro articolo mostreremo i progressi
dell’Evangelo in quest’isola fortunata.
NOTIZIE RELIGIOSE
Società dei lettori della Bibhia per la Beai Marina inglese. — Veduti
i benefici effetti della società dei lettori della Bibbia per le città e per
l’armata di terra, nel giugno dell’anno decorso, se n’ò formata una per
l’armata di mare. Sono già sessantuno i lettori per l’armata di terra, ma
per quella di mare non sono attualmente che sei. È consolante il sapere, che
le fatiche di questi sei lettori della Bibbia, sono state abbondantemente
benedette; essi hanno fatte le loro letture e ai marinari sui bastimenti da
guerra, e a quelli delle caserme, e ai malati nello spedale navale. Molti
ufficiali hanno Jovuto convenire che, da che sono cominciate queste letture,
i marinari hanno subito un gran cambiamento; il loro carattere è migliorato, l’obliedienza, la temperanza, l’ordin«, la moralità, l’amore della verità, son divenuti loro familiari. L’ammiraglio Eduardo di Perry, rende loro
dovuta testimonianza, dicendo : « i migliori marinari dell’Ecla, intendo
quelli che si chiamaiio in speciali difficoltà e nel pericolo, sono quelli che
in materia di religione vi pensano seriamente; e se fra questi dovessi fare
una scelta più scrupolosa, cadrel)be su quelli che sono decisamente cristiani;
con questi saremmo valenti nel Signore e nella potenza della sua forza ».
— Società americana di Missionari. — Non ostante che la guerra desoli
l’America, la Società Americana delle missioni all’estero, sostenuta dagli
Evangelici di tutte le denominazioni, nell’ottobre passato ha celebrato a ClavelauJ (Ohio) il suo quinto anniversario. Possiede quattro stamperie; ha
costruito 161 chiese, numerose di 26,400 membri. Sono al di lei servizio
145 missionari, 14 medici, 7 aiuti uomini, 171 donne, 29 pastori indigeni,
218 predicatori, pure indigeni e 606 aiuti anch’essi indigeni. Le spese occorse sono ascese ad un 1,850,000 fr. e le entrate ad un 1,602,650 fr.
In Turchia ha 163 stazioni, 48 missionari, 50 predicatori indigeni, 139
agenti, 42 chiese, 114 scuole popolate da 3418 alunni. Nel 1861, 198
proseliti turchi o armeni si sono aggiunti agli altri. ,
All’Indie, nel distretto di Ahmed: (Nuggur) Blahratta, possiede 18
■chiese: nell’anno decorso ha ammesso 131 proseliti. Nel distretto di Madura ha 28 chiese. Nel caduto anno ha ricevuto 76 proseliti.
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Le scuole neU’isola di Ceylan raccolgono 1410 alunni. Nel seminario
teologico di Battieolta 29 giovani si preparano aH’evangelizzazione. Allo
isole Sandowich 1465 nuovi membri si sono uniti alla Chiesa nel 1861.
BIBLIOGRAFIA
Impossibilità storica del Viaggio di S. Pietro a Roma dimostrata, sostittienclo, alla falsa tradizione, i;ern.-2'’“ ediz.-Torino, tip, Claudiana 1861.
Cent. 40. — Libretto della massima importanza, perchè mostra, con lucidi
e chiari argomenti, e con prove ineccezionabili, essere una favola storica
il preteso vescovado di S. Pietro a Koma e la di lui durata per 25 anni.
Lo storico Papia, vissuto verso la fine del secondo secolo, fu il primo ad
asserire che S. Pietro era stato a lloma, e vi fu vescovo per 25 anni. Siccome la Scrittura, mostrava chiaramente la falsità di quell’asserzione, passò
innosservata; quando si dimenticò la Scrittura, l’autorità di Papia prevalse;
nel medio evo si tonno quasi per regola di fede. Attivata la critica nelli
studi storici, ripresa la Scrittura per guida, come nel primo secolo della
Chiesa, l’asserzione di Papia apparve un’invenzione, e per tale la proclamarono i più stimati e coscienziosi storici.
Comparvero nella Bmna Novella vari articoli Bu questo fatto storico, i
quali, era naturale, ebbero censura e ingiurio àaWArmonia; il libretto che
annunziamo ha riunito questi articoli, li ha rifusi, e portata la luce ove si
volevano spesse tenebre. Poniamo l’indice delle materie contenute nel
libretto ; questo mostrerà come la questione è stata trattata, e invoglierà i
nostri lettori a leggerne lo sviluppo, comprando il libro che si trova vendibile a Torino, Firenze e Livorno ai depositi di libri religiosi.
Cap. I. — Non solo alcuni Protestanti, ma rinomatissimi scrittori della
Chiesa Romana, negarono il Viaggio di Pietro a Roma: « Si citano di autori cattolici, Du Mulin, Marsilio Ficino, Leland, Arduino, Raronio, Grozio, EUendorff »
Cap. II, — La supposta testimonianza di S. Clemente diligentemente
esaminata
Cap. III. — I dotti più cospicui della Chiesa Romana rigettano come
assurdo, e contrario alla S. Scrittura, ed all’antica tradizione : « che S. Pietro
giunse a Roma nei primi anni di Claudio, e che il suo pontificato si esteso
a venticinque anni». Si citano: Cahnet, Thoynard, Tillemont, Dupin,
Valesio, Baluzio, Cellier »
Cap. IV. — Prove intrinseche contenute nella S. Scrittura contro la
supposizione del Viaggio di S. Pietro a Roma nel tempo di Claudio
Cap. V.—Dopo Claudio e sotto Nerone, Pietro non ha potuto visitar Roma
20
Gap. vi. — Regnante Nerone, Pietro non potè essere in Roma
Gap. VII. — La Babilonia in cui S. Pietro parla nella sua prima Epistola, devesi intendere in senso non mistico ma letterale
Cap. Vili. — Babilonia Caldaica, ai tempi di Pietro, non si trovava,
come si pretende, diserta, ma era popolata
Gap. IX. — Vano ricorso alli antichi Padri dei tre primi secoli, per dimostrare la presenza di S. Pietro in Roma
Gap. X. — Le autorità prodotte del iv secolo, ad appoggio del viaggio e
del martirio di S. Pietro in lloma, provate senza alcun fondamento
Cap. XI. — Altro falsificazioni per maggiormente estendere le pretensioni papali
Gap. XII. — Pietro, secondo la tradizione, non venne investito di speciale supremazia, nè fu Vescovo di Roma, nè potè aver successori.
—■ Osservazioni sul Capitolo I. di B. Luca, traduzione Diodati del P.
F. Remigio Buselli minore osservante di Siena, e predicatore in ilassa
marittima, e contr’osservazioni alle medesime per Luigi TEOCHr ministro
cristiano evangelico in Pisa. Livorno, Tipografia Vigo 1861.— Il Padre
Remigio Buselli surse a criticare la traduzione del Diodati nel Cap. I.
di S. Luca, vers. 28, che la Volgata rende in latino: Ave gratia piena,
e che il dotto e pio Luccliese tradusse : Ben ti sia, a favorita. H Tecchi giustamente rimprovera al .sempliciotto frate, che non è daUa versione latina che debbe trovarsi il vero significato di quelle parole, ma dall’originale greco, che il miserollo frate sembra non conoscere, come non
conoscono la maggior parte dei cardinali, arcivescovi, prelati e preti, non
escluso Pio IX; di guisachè, il poyero frate, è messo, come suol dirsi, in
un calcetto e scornato; e ben gh sta: e chi l’insegna a fare il critico, quando
non conosce l’originale lingua, d’una traduzione che vuole screditare? se
avesse saputo il greco, avrebbe conosciuto, che la Volgata ha erroneamente
tradotto la parola vE^aptrwjuEi'i;, per gratia piena, mentre ad Ogni aperta
di Dizionario, si trova corrispondere a yratiam consecutus.
Leopoldo Pikelh gerente
AVVISO
Coloro che bramano acquistare le Operette annunziate,
rimettendo per la Posta franchi, ttmti franco-bolli, quanti
equivalgono al valore dell’Operetta, piii cinque centesimi
per l’affrancatura, al sig. Leopoldo Pinelli, via Tomabuoni, N° 38, Firenze, gli verrà spedita per la Posta.
— Tipografia CLAUDIANA, diretta da RafTaele Trombetta.