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Anno 118 - n. 22
28 maggio 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
BIBIriOiLCA VAÌ.DiSE
10066 TOERB FEÎLICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
PENTECOSTE
Non solo l’assurdo conflitto anglo-argentino, ma molti altri avvenimenti di questi ultimi anni
segnano una ripresa di quel nazionalismo, che, in questo secolo, è già stato una delle cause
principali di due conflitti mondiali.
Nazionalismo che ha funzionato sia come difesa contro le
moderne forme di imperialismo,
sia come forza di aggressione; ed
ha funzionato anche, sotto forma
di protezionismi spinti, sul piano
economico, oltre che come fattore ritardante deU’unità europea;
per tacere di certe aberrazioni in
campo sportivo, le cui conseguenze riempiono le cronache dei
giornali.
Varrebbe la pena di ripensarci un momento per cercare di
rendersi conto come, ancor oggi
come in passato, sia facile passare da un accettabile patriottismo ad un inaccettabile nazionalismo; perché la differenza tra
i due può identiflcarsi nel latto
che, mentre il patriottismo « accettabile » vede nella patria la
base di uno Stato aperto ad
amicizia con tutte le altre patrie, il nazionalismo vede in esse
nemici da dominare espandendo
io Stato e rendendolo così strumento di aggressione e di oppressione.
E quanti esempi abbiamo già
avuto in questo secolo di tali degenerazioni.
Anche senza ricordare il nazionalismo aggressivo degli Hitler e
dei Mussolini, basti pensare a
come il Vietnam, simbolo per
molti anni di un patriottismo capace di lotte e di vittorie, si sia
poi rivolto verso la Cambogia
in base ad ideologie avvelenate
da spirito nazionalista; o a come il nazionalismo teocratico di
Israele sia incapace di avviare
verso i suoi vicini arabi quella
politica di collaborazione che,
sola, potrà portare alla pace per
tutti nel tormentato Medio Oriente. Certo è difficile discriminare
quanto di difensivo e quanto di
aggressivo vi sia in queste, e simili, situazioni, ma pare certo
che il veleno nazionalista finisce con l’inquinarle tutte. Vedi
per ulteriore esempio la tragica
vicenda, narrata da Lotta Continua, dei Miskitos del Nicaragua,
perseguitati e costretti a rifugiarsi in Honduras, perché considerati corpi estranei ( anche sul
piano religioso, in quanto ampiamente evangelizzati dalla Chiesa
Morava) alla solidità della compagine sandinista.
Vien quasi la voglia, paradossalmente, di rimpiangere gli stati multinazionali, basati sul principio di legittimità, che per molti
secoli, dal Sacro Romano Impero
all’Impero Austro-Ungarico, hanno retto la vita dei popoli in Europa, con qualche innegabile risultato di buona amministrazione.
Ma questo è paradosso. Rimane il fatto cbe la ripresa e la
esasperazione dei vari nazionalismi non possono che preoccupare chi crede che sia ancora preferibile una vera politica di pace, basata sulla comprensione
tra i popoli, piuttosto che una
politica di potenza propria di
ogni nazionalismo, utile solo a
cercare di nascondere difficoltà
interne,
Niso De Michelis
Il Consolatore necessario per tutti
Senza la presenza dello Spirito, la testimonianza della chiesa si affievolisce, la comunità cristiana si disperde, la lampada vien posta sotto il moggio e la fiamma della fede si spegne
« E io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore
perché stia con voi in perpetuo ». (Giov. 14: 16).
Queste parole ci danno la chiara sensazione di un distacco che
sta per manifestarsi da parte di
Gesù, ma anche di una presenza
promessa ai suoi discepoli di allora e di tutti i tempi. Il ciclo
della vita terrena del Maestro si
chiude, ma l’opera sua continua
mediante il dono e la testimonianza dello Spirito Santo.
Come cristiani viviamo di quella promessa e in essa confidiamo. Non contiamo prima di tutto sulla nostra cultura e sulla
nostra saggezza umana; e, quanto alla chiesa, crediamo che essa debba cercare la sua forza assai più nella presenza dello Spirito che non nelle strategie ecclesiastiche vecchie e nuove. Malgrado le nostre contraddizioni e incoerenze, anzi, proprio a causa
di esse, dipendiamo tutti dalla
efficacia della preghiera di Cristo, una preghiera di commiato:
« Io pregherò il Padre ed Egli vi
darà un altro consolatore, perché
stia con voi in perpetuo ».
Qui lo Spirito Santo è chiamato « Consolatore », in greco « paracleto », che significa anche « avvocato, difensore », colui che
prende posizione per noi e che in
terviene a nostra difesa. Quando
qui si parla del futuro « altro »
consolatore, si dice indirettamente che Gesù è il primo, operante
nel presente; i discepoli hanno
bisogno di un’assistenza consolatrice ed è comprensibile, anche
per Gesù, che essi nel loro amore
si afferrino a lui. Ma sotto quale aspetto hanno bisogno di un’assistenza consolatrice? Lo Spirito
Santo o Paracleto non si limita
ad alleviare i dolori dei discepoli, come uomini e in quanto seguaci del Maestro, ma combatte
una battaglia per loro da cui dipende la loro salvezza. Non si
tratta dunque di quella consolazione purtroppo sempre inadeguata che cerchiamo di offrire al
nostro prossimo per confortarlo
nelle sue prove e nelle sue afflizioni. La consolazione vera e profonda di cui i discepoli hanno bisogno procede dal Padre e penetra in noi mediante lo Spirito
Santo, il consolatore; essa è necessaria a tutti, ai deboli ed ai
forti, ai sani ed agli ammalati, a
quelli che vivono nella paura ed
a quelli che sono sicuri di sé per
il presente e per l’avvenire. Lo
Spirito Consolatore non lascia i
discepoli orfani e soli, non li ab
bandona in preda all'odio del
mondo, ma sta loro vicino per
assisterli e consigliarli, dona loro
la fede che « vince il mondo » e
la speranza che « non rende confusi », viene loro in aiuto affinché
non soccombano di fronte al male e non siano travolti dalle potenze dell’errore e della menzogna. Senza la presenza dello Spirito Consolatore, la testimonianza della chiesa si affievolisce, la
comunità cristiana si disperde, la
lampada dei credenti vien posta
sotto il moggio e la fiamma della
fede si spegne.
Spirito della verità
Nei discorsi del IV Vangelo in
cui Gesù prende commiato dai
suoi discepoli lo Spirito Consolatoi-e è anche chiamato « Spirito
della verità ». Non bisogna intendere, come dice H. Strathmann
nel suo commento all’Evangelo
di Giovanni, che lo Spirito « sia
genericamente verace o amante
della verità; è Spirito di verità
perché ciò che dice non lo dice
da sé ma perché l’ha ricevuto dal
Padre. La verità della quale è al
servizio e di cui rende testimonianza, è la realtà del Dio che si
manifesta in Gesù. Per questo
motivo ha la capacità di immet
A PROPOSITO DEL PELLEGRINAGGIO MÀRIANO DI WOJTYLA
I protestanti e il culto di Maria
Il movimento ecumenico ha
creato e crea costantemente delle situazioni molto interessanti e
per certi aspetti anche conturbanti. Infatti, mentre le Chiese
del Terzo Mondo sono impegnate — al di là delle stesse divisioni confessionali — nel cogliere il
senso del messaggio evangelico
in riferimento ai problemi concreti che l’umanità vive, le Chiese del vecchio mondo sono portate a confrontarsi con particolare impiego di energie sui temi
della dogmatica tradizionale. Lo
inserimento della Chiesa cattolica romana (e in una certa misura anche quello delle Chiese
ortodosse) ha riproposto alla discussione argomenti che per le
Chiese sorte dalla Riforma sembravano definitivamente chiusi.
Ci si trova, quindi, a parlare di
« ministeri », di « sacramenti », di
« episcopato », di « primato pa-'
pale », e, da ultimo, anche di
« mariologia ». Questo fatto suscita spesso nelle nostre comunità un senso di disorientamento, soprattutto quando una ben
orchestrata propaganda dà l’impressione che i protestanti « cedano terreno ».
Credo, anzitutto, molto positivo il fatto che si è disposti a
discutere su tutto: l’affermazione
protestante della suprema auto
rità della Parola di Dio deve porre il credente nella situazione di
perenne confronto del proprio
modo di recepire l’Evangelo con
l’Evangelo stesso: senza questo
costante riferimento alla Parola
di Dio, saremmo anche noi chiusi nella « tradizione » e non attenti alla Parola del Signore. Il
dibattito su argomenti che credevamo chiusi, come i « ministeri » e i « sacramenti » — se in
qualche circostanza ha dato l’impressione di un cedimento —
nella realtà ci ha spesso portato
ad un confronto più decisivo col
testo biblico; esempio ne può
essere il fatto che la presidenza
alla Cena del Signore non è più
ritenuta esclusivo compito dei
pastori e che la Cena stessa è
« aperta »; oppure il riconoscimento del pastorato femminile,
ecc.
È anche necessario ricordare
che, secondo un chiaro monito
di K. Barth — « la Riforma è una
decisione »: se « sociologicamente » si nasce « protestanti » o
« cattolici », si diventa o l’uno o
l’altro in seguito ad una decisione responsabile; per cui ci possono essere «protestanti » che diventano « cattolici » e viceversa,
se si tengono presenti le radicali
differenze di due modi di ascoltare l’Evangelo: l’esigenza protestante della autenticità e libertà
e la tendenza cattolica al sincretismo e autorità.
I protestanti e Maria
Spesso i cattolici rimproverano i protestanti di assumere un
atteggiamento pregiudizialmente
ostile nei confronti della madre
di Gesù, atteggiamento opposto a
quello dei massimi Riformatori,
in particolare di Lutero che nel
suo Commento al « Magnificat »
dimostra molto rispetto e affetto verso Maria. Può darsi che ciò
sia vero, specialmente dinanzi a
certe manifestazioni del culto
cattolico di Maria, nei paesi di
antica tradizione cattolica (paesi latini e Polonia). In realtà
Lutero (e anche Calvino) manifesta grande affetto per Maria
per il preciso fatto che — riferendosi al prologo di Luca e in
particolare al Magnificat — ravvisa nell’atteggiamento di Maria
una precisa conferma della « giustificazione per grazia, mediante
la fede »; proprio per questo Lutero ama Maria, come sorella nella fede, ma combatte il « culto
rivolto a Maria » e — partendo
proprio dalle parole del Magnificat — dimostra che Maria stessa è la più contraria al culto che
Alfredo Sonelli
(continua a pag. 8)
tere i discepoli nell'integrale verità... ed infine di consolare i discepoli in un mondo che è caduto
nello spirito dell’errore e non può
né vedere né ricevere lo Spirito
della verità ».
Lo Spirito della verità apre la
via ad una profonda e più ampia comprensione delle cose grandi operate da Dio per la salvezza
dell’umanità e che rimarrebbero
oscure senza la testimonianza dello Spirito di verità. Lo Spirito
della verità ci guida nella verità,
ci convince che Gesù Cristo è il
Signore, rende attuale e degna di
fede la Parola della Scrittura,
opera in noi il passaggio fra
l’Evangelo accolto come una_ lezione imparata dagli uomini e
l’Evangelo che penetra nei nostri
cuori e crea in noi la fede. La
Bibbia non deve rimanere un libro oscuro, senza significato per
noi c noi non dobbiamo dar'?
l’impressione continua di gente
che non ha capito, anche se da
anni va in chiesa ed ascolta la
Parola di Dio. Molte cose rimangono inspiegabili per noi, fuori
della « nostra portata » ma proprio per questo dobbiamo cercare la luce dello Spirito affinché
essa illumini cuori e menti e li
apra ad una vera comprensione
dell’Evangelo. Quando lo Spirito
scende in un’anima il. primo dei
suoi doni è l’intelligenza, auell’intelli.genza rara, singolarissima,
che non si trova nei libri, ma che
tanti umili credenti possiedono
mentre essa manca a molti sapienti. Parlando dello Spirito di
verità, Giovanni Calvino diceva:
« esso non dovrà essere un artefice di nuove rivelazioni... poiché
quello che Cristo promette è uno
spirito che confessi Cristo e quasi sottoscriva l’insegnamento dell’Evangelo ». Quanto a noi non
abbiamo bisogno di un altro
Evangelo ma abbiamo certamente bi.sogno di comprendere a fondo l’Evangelo e di mettere concretamente in pratica la sua Parola. Ricevere e accettare la Parola significa esprimerla in una
testimonianza esterna; ma è chiaro che in quella testimonianza lo
Spirito conduce a Cristo, non ad
un altro o altrove; e, se conduce
a Gesù Cristo, ci condurrà altresì
agli uomini in favore dei quali
Gesù Cristo è morto ed è risorto.
Se abbiamo compreso il senso
di queste parole, allora comprenderemo anche che le parole di
Gesù su «l’altro con.solatore »
sono « l’eco giovannea dell’esperienza pentecostale » di Gerusalemme narrata all’inizio del libro
degli .‘^tfi degli apostoli. E ci renderemo anche conto che, come
quell’esperienza è stata preceduta ed accompagnata dalla preghiera, così lo Spirito della verità dovrà essere- al centro della
nostra invocazione al Padre per
noi, per la chiesa, per tutti gli
uomini.
E non soltanto nel giorno di
Pentecoste, ma ogni giorno della
nostra vita.
Ermanno Rostan
2
2 fede e cultura
28 maggio 1982
UN’EDIZIONE DEL SEGRETARIATO ATTIVITÀ’ ECUMENICHE
Maria
nella comunità ecumenica
A colloquio con i lettori
Un libro nuovissimo e coraggioso; « Maria nella Comunità
Ecumenica ». Un libro che, uscito nel gennaio di quest’anno dai
tipi delle Edizioni Monfortane e
presentato dalla prof. Maria Vingiani, fondatrice e presidente del
Segretariato Attività Ecumeniche
(S.A.E.), infrange nel dialogo
ecumenico un muro di silenzio
eretto sulla figura di Maria e reca una ventata di aria fresca nel
pesante grigiore delle nostre divisioni.
Frutto di una serie di incontri
organizzati dal gruppo S.A.E. di
Roma, l’insieme delle conferenze
e delle meditazioni, raccolte a
cura di p. Stefano De Fiores e
del past. Renzo Bertalot, appare
oggi in elegante veste tipografica. In copertina un disegno stilizzato di Silvio Amelio ci presenta Maria « discepola di Cristo », con una semplicità e una
valenza spirituale tali da fornire
la sintesi pittorica dell’opera:
una Maria non sugli altari, ma
in ginocchio, non coronata ma
protesa umilmente verso la luce
del Cristo, non Regina né Madre
ma ancella del Signore. Non a
caso abbiamo in altra sede definito tale immagine « emblema e
prefigurazione » di un modo nuovo di guardare a Maria, e ancora
« ponte lanciato fra Cattolicesimo ed Evangelismo ».
Oggi come ieri è soprattutto la
devozione mariana a far problema ai non-cattelici; devozione
che più volte ha rischiato di degenerare in dottrine eteiodosse
su una mediazione corredentrice
e che comunque è sfociata nei
due dogmi mariani dell’Immacolata Concezione (1854) e dell’Assunzione (1950). Con estrema
chiarezza il testo puntualizza pertanto la posizione di Maria nella
tradizione cattolica, nella tradizione protestante, nella vita liturgica ortodossa, nella spiritualità anglicana e viene altresì dipinto a robusti tratti di penna
un profilo di Maria « figlia di
Israele » ad opera di una docente di ebraismo; qui di Maria ci
viene presentata la purezza della
fanciulla e della sposa, l’allegrezza profondamente ebraica che
esplode nel Magnificat, l’itinerario della madre, « madre ebrea
nella più pura tradizione ebraica,
nella fede, nel tragico dolore di
fronte alla morte del Figlio, nella grande speranza messianica ».
I pastori valdesi R. Bertalot e
V. Vinay hanno impostato con
lucidità e senza alcun cedimento
il problema mariologico, sottolineando l’iniziativa di Gesù e l’epifania cristocentrica della gloria di Dio nei contesti evangelici: nel Magnificai come alle nozze di Cana o nell’ora pasquale.
E’ stata anche attuata una presentazione articolata del pensiero teologico protestante su Maria, da Lutero fino a Barth.
I cinque relatori cattolici hanno e\idcnziato il messaggio di
cioia. l’esultanza messianica, la
testimonianza evangelistica di
Maria, tratteggiandone con sobrietà il ruolo spirituale e sottolineandone la problematica alla
luce del Concilio Vaticano II.
II tcoloeo H. R. Smvthe, dopo
una limpida sintesi della presenza di Maria nella tradizione anglicana, conferma la pregnanza
del titolo di Theotokos — Madre
di Dia. .sottolineandone la « gloria riflessa » e citando gli accordi teologici già raggiunti a livello ecumenico internazionale.
L’archimandita ortodosso ha
invece lumeggiato l’inscindibilità
di ortodossia e ortoprassi, dogma
e vita, teologia ed esperienza: in
questa prospettiva il culto e la
vita liturgica costituiscono il momento di verifica della propria
fede. Ne consegue che la Vergine
Maria. « .servfl ubbidiente », ser
vendo « l’intera pienezza della
Divinità » ha collaborato nella
preparazione della salvezza come « mai nessun altro ». Erede
della natura adamica. Maria è
per altro « veramente santa » e
la Chiesa Ortodossa, nel suo culto, celebra il mistero di Maria
che non è se non il mistero di
Cristo incarnato, di « Colui che
ha unito in una sola ipostasi il
divino e l’umano ».
Troppo spazio richiedei'ebbe
un’analisi completa del volume
che proponiamo; bisogna leggerlo per coglierne come dati positivi la nettezza dei contorni, l’onestà delle esposizioni, la soljrietà degli assunti. Le meditazioni
bibliche della seconda parte, fortemente significative, ci offrono
ricchezza di spunti edificanti in
cui possiamo tutti ritrovarci in
sintonia di fede. La densità dei
valori umani e cristiani di Maria, simbolo di ubbidiente disponibilità al Signore ed emblema
della Chiesa, trovano concordi i
relatori delle diverse confessio
ni, senza che nulla sia tolto alla
identità di ciascuno. Ci sembra
per questo un libro di speranza.
E con le parole di speranza di
una teologa riformata scomparsa di recente, Suzanne De Dietrich, vogliamo concludere la nostra breve riflessione:
« In tutto il Suo ministero
una sola delle tue parole sarà
tramandata.
Quella detta ai servitori di Cana:
’Fate tutto ciò che Egli vi dirà’
(Gv. 2, 5).
Come se tu volessi che, nei secoli dei secoli,
noi ritenessimo di te
la pienezza di quest’ordine plenario » (1).
Florestana Sfredda Piccoli
« Maria nella comunità ecumenica » a cura del S.A.E. - conferenze e nreditazioni bibliche (Edizioni Monfortane - Roma 1982).
(1) Op. cit. p. 175.
TELEVISIONE
Attenti a quei due
Una delle televisioni private a
diffusione nazionale. Canale 5,
trasmette settimanalmente il
gioco a premi « Attenti a noi
due ». La formula è una variante
del quiz; per ogni risposta esatta
i concorrenti ricevono, a caso, un
« ingrediente »; chi ottiene quelli
sufficienti per una determinata
ricetta di cucina (pane, biscotti,
ecc.) vince un premio in oro da
un milione.
Tutto abbastanza comune in
questo genere di spettacolo, insomma, se non fosse che gli ingredienti non sono rappresentati
da disegni o gettoni come in altri
giochi simili; sono ben reali, e
vengono fatti direttamente cadere sulla testa dei giocatori opportunamente bardati con tute e cuffie, ma tuttavia non compietamente protetti.
Che per lo più si rida nel vedere qualcuno sporcarsi clamorosamente, non è una novità. Lo
stesso tipo di divertimento si trova nelle vecchie comiche in cui
tutto finisce a torte in faccia o
sotto la pompa dell’acqua; nei
tradizionali giochi familiari a base di piatti anneriti sulla fiamma
e di sughero bruciato; in certe
gare da sagra paesana. C’è forse
un elemento di regressione infantile nel piacere per lo sporco,
insieme ad una vena di sadismo
(non dimentichiamo l’interesse
che suscitavano certe antiche pene infamanti tipo gogna o immersione in catrame c piume;
vedi per esempio in « Hucklebciry Finn » di Mark Twain e altre
testimonianze letterarie), e naturalmente insieme alla soddisfazione di dire: « Io certe figure
non le faccio »,
Appunto. Ma che cosa spinse i
concorrenti a « fare queste figure », a partecipare a un gioco che
implica disagio, .scomodità, anche ridicolo? Non sono attori o
anche comparse che comunque
interpretano un ruolo, come nelle vecchie comiche, né c’è il gusto di giocare insieme a familiari o amici, come nelle sagre o nei
giochi da serate d’inverno; in
« Attenti a noi due » i concorrenti si presentano con il loro nome
e la loro identità, e .sono loro i
soli a ricevere acqua e farina sulla testa per il divertimento di alcune centinaia di migliaia di telespettatori. Non sembra proba
bile che il motivo sia l’avidità
per il milione in sé: dopotutto
un milione non è una cifra astronomica. Piuttosto, dato che si
tratta di un milione imprevisto,
in più, senza un corrispettivo di
lavoro, ed è in ballo la fortuna,
può essere qualcosa di simile alla passione del gioco. E inoltre
il desiderio di apparire comunque in televisione, illudendosi di
essere fra le eccezioni che la
«fanno», invece che far parte della norma che si limita a guardarla. E insieme un malinteso senso deU’umorismo, che con la formula risaputa « tanto è per gioco », fa accettare — per gioco,
appunto — qualunque cosa.
E’ da sottolineare^ infine che il
gioco richiede uno spreco di cibo. Non è un grande valore: nel
bilancio di una qualunque trasmissione per la quale, per modesta che possa essere, si parla
di ben altri costi, cinque o dieci
chili di farina e qualche dozzina
di uova sono una spesa minima.
Ma è comunque uno spreco mentre c’è chi ha fame.
Certamente se anche non venissero gettati via quello zucchero e quella farina non andrebbero nel Terzo Mondo, e comunque in quantità così piccola non
ri.solverebbero niente. Ma do-vrebbe se non altro esserci il rispetto; quando popoli interi soffrono la fame non dovrebbe'essere lecito giocare col cibo. D’altra parte, è quanto avviene normalmente nella nostra società:
la trasmissione non è niente di
più o di diverso.
Divertimento maligno, desiderio di mettersi in mostra, conformismo, gioco e .spreco indifferente, di quello che manca ad altri;
sono tutti elementi che troviamo
in questa trasmissione; ma non
li ti'oviamo anche nel mondo che
ci circonda e in noi stessi?
Non credo sia troppo fantasioso vedere tutto questo in un modestissimo spettacolo televisivo:
probabilmente invece proprio i
programmi più mediocri rispecchiano meglio i tempi e i costumi: perché non ci sono né arte
né poesia a sollevarli, né personalità a renderli originali. E vedeici allo specchio può sempre servire a conoscerci meglio.
Roberta Colonna Romano
GIÀ’ SUCCESSO
(...) Il SIg. Gullotta (Eco-Luce n. 20,
del 14.5) è preoccupato di questa controversia territoriale, e ne ha ben donde! Egli pensa che questa guerricciola
antartica, se non sedata a tempo, potrebbe fatalmente far divampare un incendio di proporzioni macroscopiche e '
travolgere l’umanità intera! Data la pericolosità delle armi moderne, ed II
pescaggio nelle acque torbide dei guerrafondai, non ha tutti i torti. Effettivamente il colonialismo è in via di estinzione e non si spiega la cocciutaggine
dell'Inghilterra che vuole far sventolare
la sua bandiera in quelle isole sperdute nei mari glaciali del polo-sud.
Forse gli Inglesi sono ammaestrati
dalle vicende che condussero alla seconda guerra mondiale. Ricordo che
hlitler insieme a Mussolini, volendo
normalizzare l’Europa, incominciò a sfogliare il carciofo, occupando prima
l'Austria, poi la Cecoslovacchia, ed in
seguito sembrò naturale invadere la
Polonia! Oggi pare che si stia ripetendo la stessa storiai Chi è che attualmente non ha rivendicazioni territoriali? Basta aprire la diga!... Il resto viene da sé.
Ma ritorniamo al '39. Churchill avrebbe potuto convincere i suoi generali che
per il quieto vivere deH'Europa era bene
chiudere un occhio. Probabilmente sarebbe stata evitata la guerra, ma è
anche probabile che la vecchia Europa, sarebbe stata nazi-fascistizzata, e
molti di noi anziani, si sarebbe finiti
nei campi di concentramento e nei Lager, di esecrata memoria! È vero che
l’aggressione dell’Argentina non è minacciosa come quella hitleriana, ma
se è vero quanto dicono certi giornali,
in quella nazione 25 mila oppositori
del dittatore Galtieri, sarebbero scomparsi dalla circolazione! Sono state viste centinaia di madri e di spose, agitarsi nelle piazze di Buenos Aires, chiedendo notizie dei loro congiunti. Non
voglio giustificare gli Inglesi che resistono alle aggressioni con le armi,
mettendosi alla pari dei loro avversari! Ma a volte è successo che medico
indulgente, fa piaga puzzolente.
Sarebbe ottima cosa che gente ragionevole, si sedesse ad un tavolo e ragionasse con pacatezza e moderazione!
(...). •
Fraterni saluti
Guglielmo Sellar!, Torino
DI CHI L’HANDICAP?
Omosessualità. Sulla sua origine ci
sono varie ipotesi; quella del feto, citata da Ugo Tomassone (n. 19 del 14.5):
quella secondo la quale è il frutto di
un’evoluzione incompleta della libido attraverso le fasi della maturazione psico-sessuale (fase orale, anale, fallica,
genitale); ecc. È un fatto comunque che
si considera come improbabile il riuscire a portare ad una condizione normale, ossia eterosessuale, un omosessuale.
Sembra invece che, ogniqualvolta si
pronuncia la parola omosessuale, immediatamente la gente reagisca, prima
con fastidio e poi interrogandosi su
come si possano cambiare le persone
che » soffrono di questo male ».
Ma qual è il motivo per cui bisognerebbe correggere gli omosessuali?
Forse perché l’umanità rischia l’estinzione? Non credo proprio che questo
sia II problema. Forse perché gli omosessuali soffrono per II fatto di essersi scoperti tali? Forse perché un omosessuale non può essere autenticamente cristiano? lo non sono omosessuale
ma ho degli amici tra di loro, e posso
assicurare che un omosessuale può vivere in modo serio, autentico e rispettoso i suoi rapporti con gli altri e la
sua fede in Cristo, anzi, per mia esperienza, questi amici si sono rivelati
più leali e sensibili di altri.
lo credo che, se invece di fare una
analisi degli omosessuali per dimostrare « il loro peccato », si tentasse di
fare un'analisi di noi stessi, probabilmente scopriremmo il vero problema.
fi vero problema non è l’omosessuale
(che può vivere serenamente ed equilibratamente la sua esistenza) ma II
modo col quale noi guardiamo a lui. Il
fatto fondamentale è che la nostra cultura particolarmente maschilista diventa per molti di noi la base. Il punto
di forza, in cui dare sfogo al proprio
egoismo. Infatti io ritengo egoistico il
voler vedere gli altri nel modo che ci
fa comodo, piuttosto che per quello
che sono realmente.
Prima ho detto che l’omosessuale
può vivere serenamente la sua identità;
di fatto questo è un privilegio di pochi,
a molti questa serenità non è concessa. E non sarà certamente possibile
fintanto che un omosessuale continuerà ad essere denigrato, costretto a vivere nella clandestinità la propria gioia
di amare gli altri. Non vedo molta differenza fra questa segregazione e quella di cui sono oggetto I negri.
Avanzerei due proposte.
1) Come comunità, non essere razzisti ma solidali con i fratelli che vivono la loro identità omosessuale nella
loro fede, in modo che essi lo possano
fare serenamente.
2) Cercare insieme a loro, nel comune riferimento alla Scrittura, per capire ed imparare come si possa autenticamente e cristianamente vivere la
propria sessualità. Valter Ricca. Frali
LA SCOMPARSA DEL PRESIDENTE DELL’ALRI
Mario Berutti
La scomparsa, all’età di 86 anni, di Mario Berutti, eminente
magistrato e pubblicista, impegnato nella battaglia per i diriiii
civili, ha suscitato un profondo
rimpianto.
Nella carriera giudiziaria, in
cui aveva dapprima operato presso la Procura Militare di Torino,
Berutti si distinse quale Sostituto Procuratore Generale, poi quale Avvocalo Generale presso la
Corte d’Appello di Torino ed infine quale consigliere presso la
Corte di Cassazione a Roma.
Ma il suo nome rimane legalo
indissolubilmente alla campagna
per l’introduzione del divorzio
nel nostro Paese. Egli infatti, in
tempi lontani ed ostili alle riforme, sostenne in moltissime conferenze c dibattiti in varie città
d’Italia l’esigenza di riformare
l’arcaico diritto di famiglia ammettendo nella legislazione la
facoltà di sciogliere il matrimonio. Fu un pioniere nella battaglia divorzista, proseguita nella
L.I.D. (Lega Italiana per il Divorzio) a sostegno del progetto Fortuna-Baslini, che si tradusse nella legge 1“ dicembre 1970.
Il suo impegno divorzista continuò, anche in sede giornalisti
ca, contro il referendum abrogativo voluto dalla DC e dal MSI
nel 1974.
Berutti, che non appartenne
mai ad alcuna confessione religiosa, fu tra i dirigenti della Sezione torinese dell’Associazione
Nazionale del Libero Pensiero
« Giordano Bruno », presidente
deH’Associazione per la libertà
religiosa in Italia (ALRI), collaboratore di periodici laici e amiconformisti.
Nella scia di Gaetano Salvemini e di Ernesto Rossi, Berutti
aveva invocato — a fianco degli
amici socialisti, radicali e indipendenti di sinistra — l’abrogazione del Concordato, « palla di
piombo al piede della Repubblica ». Le sue polemiche, luttoia
valide, contro i privilegi del Vaticano e i condizionamenti dei
Patti Lateranensi restano documenti esemplari nella pubblicistica laica contemporanea.
Lascia alcuni libri, tra cui uno
di carattere storico-satirico intitolato « Un magistrato indipendente ».
Lo hanno ricordato, ai funerali
celebratisi a Torino, il 20 maggio,
il pastore Giampiccoli e l’avv.
Segre.
3
28 maggio 1982
fede e cultura 3
DAL CENTRO CULTURALE J. LOMBARDINI DI CINISELLO (MILANO)
Prendere la terza media,
ma non solo...
Sorto nel 1968, sulla spinta di un gruppo di
evangelici di Milano, il Centro « Jacopo Lombardini » di Cinisello Balsamo fa il punto, in questi
giorni, di un anno di attività: la Comune, la scuola, suddivisa in scuola giovani e scuola adulti, le
altre attività culturali. Tutto è condensato in una
fìtta relazione che lascia intravedere nuovi e im^
portanti spazi per il futuro. Tutto bene quindi
nella vita di questa iniziativa comunitaria che,
ormai da 14 anni, rappresenta contraddizioni e
speranze del protestantesimo più lontano dagli
schemi tradizionali? No certo, problemi ce ne
sono. Altri verranno. Ma l’importante — come
avvertono i membri della Comune — è l’essere
convinti della validità di alcuni elementi costitutivi del Lombardini: « Primo fra tutti il suo carattere di luogo non ’delimitato’, né da ottiche
ecclesiastiche né di partito, ma aperto al confronto e all’incontro fra uomini e donne diversi, alcuni dei quali confessano la fede in Cristo, ma
non pretendono di stabilire il confine tra chi è
credente e chi non lo è, perché questo spetta solo
al Signore; in secondo luogo il suo vivere in rapporto alla realtà umana e sociale in cui è inserito, quella di Cinisello, dei lavoratori, dei giovani che vi abitano; infine il suo supporto, cioè un
gruppo comunitario capace di non sottovalutare
i rapporti interpersonali, di essere al tempo stesso
una struttura organizzativa efficace e una possibilità di resistere all’individualismo e alla chiusura in se stessi ».
Dalla relazione riprendiamo passaggi significativi sulle attività del Centro.
Al Lombardini approdano generalmente figli di immigrati,
rampolli di famiglie numerose,
un po’ asociali, ma qualche volta
simpaticissimi; la gran parte con
lavori precari, alcuni sfruttati
per benino dal carrozziere di
turno, altri che si fanno vari chilometri per raggiungere il cantiere e quando arrivano a scuola
cascano, giustamente, dal sonno.
Dalla scuola regolare sono usciti
più che altro frastornati: hanno
imparato poche nozioni e nessun
comportamento sociale; negli
ambienti che frequentano spesso
i ruoli che emergono sono quelli
del « duro » o del « furbo », mentre i mezzi di comunicazione di
massa danno loro essenzialmente un messaggio di consumo.
« Che cosa ti aspettavi venendo
nella nostra scuola? » abbiamo
chiesto a qualcuno di quelli che
hanno finito quest’anno. «Niente»
è la risposta pronta, insieme ad
una risata. Ma poi si scopre che
venivano volentieri, che si parlava di un sacco di cose e « quando andavo a casa la testa mi fumava ».
E che il secondo anno è stato
meglio del primo, che Agape è
un gran bel posto, ecc.
Tutti gli allievi giovani hanno
in realtà un bisogno chiaro e oggettivo: « prendere la terza media » per affrontare il mondo del
lavoro anziché dall’ultimo gradino, dal penultimo.
Molti di loro hanno un altro
bisogno meno chiaro e oggettivo: di sapere che al mondo non
esistono soltanto rapporti di forza ma anche di amore; che tra
il bianco e il nero esistono decine di sfumature che vale la pena
discutere; che il modo con il
quale hanno vissuto finora in
mezzo agli altri non è l’unico.
Perché insegnare
al Lombardini?
Le domande e la realtà che gli
allievi della scuola giovani rappresentano sono anche motivo di
costante interrogativo e ricerca
da parte dei loro insegnanti. Quest’anno abbiamo avuto un gruppo veramente grosso di collaboratori — oltre cinquanta persone, in crescita nel 1981-82! — molti dei quali alla prima esperienza di questo genere. Non è un caso allora che, proprio a partire
da loro, si sia sviluppata una
discussione, nelle assemblee, non
solo su quale e quanta istruzione
si può dare nella scuola, ma anche sul perché ci si viene.
« Per smettere di continuare a
parlare e cominciare a fare »
ha detto qualcuno. E altri: « perché cercavo un impegno sociale
e reggevo a fatica il dogmatismo
e la rigidità di altri ambienti,
mentre al Lombardini c’è possibilità di interazione » — « per
incontrare persone diverse da
me » — « perché il rapporto con
i giovani mi fa capire da vicino
un mondo che altrimenti potrei
osservare solo dall’esterno, mentre ai giovani dai 14 ai 18 consente di avere un rapporto con
adulti non familiari, meno tradizionale e più positivo del solito »
— « perché dopo la mia esperienza di allievo mi è sembrato interessante rendermi utile a gente che ne ha bisogno » — « perché ero interessato a vivere una
esperiènza pratica di insegnamento diverso da quello tradizionale ».
Il gruppo donne
Oltre alla scuola adulti (quest’anno 36 di loro hanno conse
RISTAMPA
GIOVANNI JALLA
Storia della Riforma
in Piemonte
Come già annunciato su queste colonne, la Claudiana sta
lavorando alla ristampa di GIOVANNI JALLA, Storia della Ritornia in Piemonte, fino alla morie di Emanuele Filiberto
(1511-1580), per dare un degno sfondo storico alla celebrazione del 450" anniversario dell’adesione del movimento valdese
alla Riforma (Chanforan). La sottoscrizione, che renderà possibile questa ristampa, viene prorogata dal .31 maggio al 1.)
giugno, ultimo termine perché il volume possa essere pronto
in luglio.
Ricordiamo che a chi sottoscrive il volume sarà inviato
al prezzo di L. 19.500 ( + L. 1.000 spese postali) anziché al prezzo di copertina di L. 26.000.
Per sottoscrivere è necessario versare l’importo sul c.c.p.
20780102 intestato alla Claudiana. Per ovviare ai ritardi dei
c.c.p. e giungere in tempo, sarà bene avvertire la Claudiana
dell’avvenuto pagamento accludendo alla lettera fotocopia del
bollettino di versamento.
güito la licenza media) da sempre si è cercato di « prolungare »
il rapporto con gli allievi che lo
desiderano con altre attività, che
vanno dal tradizionale week-end
ad Agape, ai dibattiti, alle varie
riunioni che si tengono alla comune.
Negli anni scorsi era soprattutto il circolo culturale che realizzava un prolungamento di informazione e formazione: ma ultimamente è parso utile diversificare i possibili punti di incontro,
per rispondere meglio a esigenze
diverse.
Nel 1981 si è così riunito, settimanalmente, un gruppo donne,
che ha formalizzato gli incontri
spontanei che avvenivano nella
comune fra ex-allieve, donne che
abitano nel nostro caseggiato,
componenti della comune. L’iniziativa era partita già nell’autunno dello scorso anno con una
lettura del giornale fatta insieme.
Quest’anno si è parlato di educazione sessuale, di consultori,
della legge 194, di salute e di alimentazione. Una volta al mese si
lascia la parola... alle mani e il
tavolone della comune diventa
un laboratorio pieno di colori,
stoffe e pennelli; e in altri due casi la riunione si è trasformata in
allegra comitiva in viaggio per
l’Italia, per un fine settimana a
Roma e un altro a Venezia. Coi
mariti a casa!
Per continuare
a studiare
Un altro esperimento varato
quest’anno è quello di un ciclo
di incontri (4-5 serate) specificamente rivolto ad ex-allievi o insegnanti per approfondire un periodo storico, un problema. Il
seminario di quest’anno era dedicato alla storia italiana degli
ultimi trent’anni; e forse si riprenderà con una serie di incontri dedicati all’economia, per capire un po’ di più le questioni
che troppo spesso rimangono in
mano agli « esperti » della crisi.
I dibattiti ai circolo
I dibattiti del circolo culturale, alla comune, hanno in genere
registrato un successo di pubblico e di attenzione: il che non è
poco se messo in confronto con
attività simili di altre organizzazioni. A giudizio di molti questo
dipende da una certa tempestività nel cogliere i temi — da quelli
politici a quelli che coinvolgono
più personalmente, come la psicanalisi, la morte, le carceri, il
nostro atteggiamento davanti alla televisione — e dalla capacità,
soprattutto di alcuni oratori, di
stabilire un giusto rapporto con
i presenti.
Alcune volte — ma è negativo?
— l’informazione prevale eccessivamente sulla discussione, troppo limitata ad alcuni: oppure,
dal confronto delle posizioni, è
diffìcile far emergere qualche
proposta che dia anche, agli incontri sui temi che lo consentono, una dimensione operativa.
Resta in ogni caso fondamentale l’attenzione al modo, alle tecniche con cui si promuove la discussione, visto che tutti dovrebbero avere la possibilità di crescere in questi momenti.
La presenza culturale del Lombardini a Cinisello, oltre a queste iniziative e a numerosi articoli sul giornale cittadino, ha
avuto quest’anno tre momenti
particolarmente significativi: sulla questione delle intese tra lo
stato e le chiese valdesi e metodiste, sui referendum e in particolare quello sulla 194, sulla
pace.
Una testimonianza
da rendere
Per i credenti del Lombardini
si tratta di rispondere a una vocazione.
Questo è un po’ il tema che ha
guidato, come un filo rosso, gli
incontri del gruppo biblico, centrati in gran parte sul significato
di seguire Gesù oggi e sul sermone sul monte.
Nel gruppo, di cui circa la metà è composta di cattolici e di
’’esterni” alla comune, abbiamo
più volte sperimentato che quando si va al nocciolo delle domande evangeliche si va anche molto
vicino ai veri problemi della nostra vita di singoli, di famiglie,
di gruppo comunitario. E nori
importa se le « aspettative » dei
vari partecipanti sono diverse:
da chi viene perché lo sente uno
strumento indispensabile della
fede ricevuta da Dio, da chi lo
intende come momento di riflessione collettiva su ciò che si fa,
da chi vuole capire con quale
mentalità rinnovata gli uomini
della Bibbia si sono posti rispetto ai loro problemi.
Di fatto, leggendo e spiegando
insieme la Parola, ci è successo
di avere dei momenti di comunicazione vera. E abbiamo anche
colto l’attualità « politica » di
certe pagine: come ad esempio
il discorso sulla pace di Isaia e
la sua critica al « realismo » politico-militare di Israele.
Nel gruppo sono anche emerse
due indicazioni per il futuro. Da
un lato la necessità di valorizzare i momenti di preghiera, di canto — e qui serve non solo della
musica cantabile ma anche dei
testi riformati scritti oggi — di
comunicazione comunitaria. Dall’altro la voglia di affrontare con
più convinzione una presenza del
gruppo — eventualmente con altri cattolici — in Cinisello non
solo in occasioni di rilevanza
politica o sociale, ma nei contenuti della lede in Cristo, in modo più continuato.
Si tratta in fondo di riuscire
ad esprimere in modo più aperto la nostra fiducia nel Signore
e di viverla in modo più coerente.
È prematuro dire se avremo
la forza per progredire in queste
due direzioni: ma bisogna forse
prima di tutto vincere una certa
« timidezza » nella nostra vita di
credenti.
TORINO
Natura del
pregiudizio
Il Comune di Torino ha pubblicato recentemente un primo quaderno con i testi delle lezioni di
« Torino Enciclopedia », corso:
« La natura del pregiudizio »
(novembre - dicembre 1979). Il
volumetto — che si può ottenere
gratuitamente richiedendolo al
Comune di Torino, Via Garibaldi 25 — contiene tra l’altro i testi di due lezioni che ci interessano da vicino: Gustavo Buratti,
Le minoranze linguistiche in Italia; e Giorgio Bouchard, 1 Valdesi: minoritari ma non emarginati.
Altri contributi sono di Norberto Bobbio, Primo Levi, Agostino Pirella, Angelo Pczzana e
Carla Ravaioli.
La Natura del pregiudizio « Torino Enciclopedia », quaderno fuori commercio edito dal (Comune di Turino e Regione Piemonte.
NOVITÀ’
CARLO RAPINI
Sindone,
un mistero che si svela
Il « verdetto » americano NON conferma rautenticità
pp. 104, 9 ill.ni f.t,, L. 3.600 («dossier» 16)
Grazie all’appoggio di molti « mass media » e del libro
Verdetto sulla Sindone, i sostenitori ad oltranza dell’autenticità della « reliquia » sono riusciti a capovolgere e a snaturare i risultati clamorosi delle scoperte scientifiche americane.
In realtà è ora finalmente possibile sapere come un abile
artigiano medievale ha potuto « fabbricare » la Sindone di Torino, ingannando per secoli dotti e scienziati. Non si tratta
più solo di « ipotesi », ma di scoperte confermate — tra l’altro — dagli esperimenti pratici condotti dal prof. Vittorio
Pesce Delfino dell’Università di Bari.
Un appassionante « enigma » della storia è stato finalmente svelato!
CLAUDIANA - Via Pr. Tommaso ! -10125 Torino - ccp 20780102
4
4 vita delle chiese
28 maggio 1982
ALLE VALLI VALDESI
2® CONVEGNO DI STUDIO AD AGAPE
Inventario
di una ricerca
Il 2” Convegno di Studio del
Collettivo di Ricerca Storica ha
avuto luogo, come programmato,
ad Agape sabato e domenica 1516 maggio. Anche questa esperienza di lavoro è stata nel complesso positiva, pur sollevando
alcuni interrogativi di cui dovremo tenere conto in avvenire.
Le relazioni sono state quest’anno centrate sui lavori di ricerca effettuati, o in corso, essenzialmente in campo universitario, come esercitazioni o tesi di
laurea. Maria Grazia Caffaro ha
introdotto il tema della istruzione valdese esaminando il posto
che questo problema ha avuto
nella storiografia valdese iniziando una correzione significativa
della visione tradizionale del popolo valdese invariabilmente colto ed alfabetizzato.
Fiorella Massel ed Erica Baret
hanno illustrato rispettivamente
una ricerca sulla « Stampa valdese dal 1870 all’epoca giolittiana »
ed una indagine in corso sulla
« Toponomastica di Pomaretto ».
Il secondo tema della giornata
è stato quello dell’architettura.
Le ricerche in corso nella nostra
zona sono parecchie; edifici vaidesi di Torre Pellice, il museo di
Rorà, restauro in vai d’Angrogna,
ASSICURAZIONI
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Insieme a “Pentecoste ’82”
inpdiamenti abitativi dell’alta
vai Pellice, restauro del tempio
dei Bellonatti. Su questi ultimi
due temi hanno relazionato G.
Bonnet e M. De Bettini.
Un momento della serata è
stato riservato alla proiezione del
film girato alle Valli nel 1924, letto nel nostro caso dal punto di
vista della presentazione ambientale.
La mattina della domenica è
stata riservata ad un dibattito,
in realtà un dialogo, fra alcuni
partecipanti sul significato della
ricerca condotta dal Collettivo.
Il fatto di aver tenuto questo
incontro ad Agape e la concomitanza con altre manifestazioni
(Chivasso) ha probabilmente ridotto di parecchio la partecipazione ma non ha sminuito l’interesse deU’esperimento. Un dato
emerge ormai chiaro dopo due
anni di lavoro: il materiale per
un ampio ventaglio di ricerche
e le persone per condurlo innanzi non sembrano mancare. Siamo
alla fase del coordinamento, dopo quella del saggio, la fase che
richiede organizzazione, tempo,
energie. Speriamo si possa dare
corpo in modo adeguato a tutto
questo interesse e lavoro dei più
giovani.
PASSEGGIATA STORICA NEL SALUZZESE
La preannunciata passeggiata storica nel Saluzzese, organizzata dalla Società per soci ed amici, avrà luogo Domenica 13 giugno
col seguente programma ;
Ore 8.— : Partenza ("Museo valdese).
8.45; Arrivo a Saluzzo e visita della città.
10.45: Partenza da Saluzzo per la vai Varaita.
11.45; Arrivo a Chianale (Maddalena).
12.— ; Conversazione sulla storia della valle.
12.30: Pranzo.
14.30: Visita a Chianale, conversazione sulla storia delle chiese
riformate.
16.30 : Partenza.
17.— ; Arrivo a Sampeyre, conversazione sulla situazione della
valle oggi.
19.— : Arrivo a Torre Pellice.
Le iscrizioni vanno fatte presso la sig.ra Albertina Eynard (viale Dante 18, tei. 91.460), presso la Società di Studi Valdesi o la Pro
Loco di Torre Pellice.
Prezzo del viaggio L. 7.000 circa (versare in anticipo L. 5.000 alTlscrizione).
Pranzo presso un albergo alla Maddalena al prezzo di L. 7.000
(primo - secondo - frutta - 12 di vino). Iscriversi entro mercoledì 9.
Le conversazioni saranno a cura del past. Giorgio Tourn e delTavvocato Giampiero Boschero.
FRALI — Tutto è pronto per
la giornata di Pentecoste quando
valdesi, cattolici, atei saliranno
quassù per partecipare alle varie
manifestazioni di Pentecoste 82.
Una manifestazione che le chiese
del circuito hanno significativamente voluto dedicare al tema
della « costruzione della pace ».
La mattina di domenica 30 l’incontro si aprirà con la visita del
museo e della mostra allestita
nella sala valdese.
Alle 9.30, sulla' piazza di Ghigo,
Flavio Micol leggerà un messaggio agli intervenuti da parte delle
chiese del circuito. Poi alle 10
culto nel tempio e poi nuovamente in piazza per ascoltare i canti
dei bambini delle scuole domenicali.
Alle 12.30 si salirà ad Agape per
il pranzo (polenta e salsiccia,
trota alla Iosa, costo 3.500 lire)
dove nel pomeriggio alle ore 15
avrà inizio la seconda parte dell’incontro.
Si potranno visitare gli stands
allestiti da Amnesty International, dalla scuola elementare di
Prali, dal Museo di Rodoretto,
dalla Lega degli obiettori di coscienza, da Carlo Ferrerò, dalla
Società di studi valdesi, dalla
chiesa di Chiotti, dalla FDEI, dal
gruppo pace Val Germanasca, e
dal nostro giornale.
Sono inoltre previsti canti delle corali delle chiese del 2° e 3"
circuito, della corale di Cresi
(che darà un concerto anche
sabato 29 maggio alle ore 21 a
Pomaretto), del gruppo canòro
« negro spirituals », del gruppo
trombettieri. Poi ancora messaggi e interventi tra cui quello, registrato, del past. Tullio Vinay.
Alle 17 il Convegno si chiuderà
con un messaggio conclusivo.
Gita ad Angrogna
PERRERO-MANIGLIA — La
scuola domenicale di Perrero e
Maniglia ha voluto-terminare il
suo anno di lavoro con una gita
ad Angrogna. Una ventina di
bambini ed alcuni adulti hanno
potuto cosi partecipare al culto
della chiesa sorella e recarsi
quindi presso i luoghi storici
(Chanforan, la Ghieisa d’ia Tana, Pradeltorno) e imparare sul
posto dei momenti della storia
valdese. Il pomeriggio sono stati
organizzati dei giochi per i bambini concludendo in allegria questa giornata.
Incontro ecumenico
TORRE PELLICE
In occasione del Convegno
SAE svoltosi a Torre Pellice dal
21 al 25 maggio i membri del
Collettivo di lettura biblica interconfessionale locale si sono
alternati coprendo l’intera gamma dei servizi di accoglienza e
accompagnamento e durante i
pranzi alla Foresteria.
• Venerdì 24 ha avuto luogo
rincontro dei catecumeni del
terzo corso e dei loro genitori
per programmare l’attività del
prossimo anno. Il dibattito non
ha fatto rilevare nuove propo
9’ CASA EVANHaiCA
di SAN MARZANO
SAN MARZANO OLIVETO (Asti)
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Aperta dal 3 luglio al 29 agosto
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Telefono 0131/55995 (ore pasti)
ste, ed i giovani hanno discusso
i problemi di sempre; mancanza di attività giovanile e assenza
dei giovani alle attività ecclesiastiche.
Nel corso della settimana si
concluderanno con un questionario di verifica i corsi di catechismo.
• L’Unione Giovanile dei Coppieri terrà la sua ultima seduta,
con un programma vario di musiche e proiezioni, sabato 29 maggio; tutti gli amici sono invitati.
• E’ deceduta la sorella Carolina Eynard Malan; la comunità
è vicina con simpatia fraterna alla famiglia in lutto.
Il 23 maggio è stata battezzata Sara Poet dì Giorgio e Laura
Pons. Alla bimba e alla sua famiglia auguriamo una vita benedetta dal Signore.
Impegno
per Chanforan
ANGROGNA — Un’assemblea
di 46 elettori, domenica 23 u. s.,
ha nominato i delegati alla Conferenza : Hélène Rivoira, Ernesto Malan (suppl, ; Jeanne Malan), al Sinodo > Silvio Bertin
(suppl. J. Louis Sappè) ed i revisori dei conti 1982. Si è accettato un preventivo per il 1983 di
8.000.000 per la cassa centrale.
Un secondo momento è stato destinato alla lettura e discussione
della ’relazione morale’ presentata dal Concistoro : sono affiorati molti temi. Il fatto Chanforan appare centrale per i prossimi mesi mentre ristagnano le
visite pastorali. Molte questioni
andranno riprese in autunno.
• Domenica 30, alle 14,30, presso la Sala Unionista, si terrà il
tradizionale Bazar della comunità organizzato dalle nostre sorelle come gioiosa occasione d’incontro.
• Sabato 29, ore 21, a Pradeltorno nel Tempio la signora Perrone, guida turistica professionale, presenta un programma di
diapositive sull’Egitto. Serata
aperta a tutti.
Matrimonio
POMARETTO — Sabato 15
maggio si sono uniti in matrimonio col solo rito civile presso
il Municipio di Pomaretto Anzaldi Loredana e Tessere Sergio.
Agli sposi che si stabiliranno a
Villar Perosa gli auguri della comunità.
• Martedì 18 maggio ha avuto
luogo il funerale della nostra sorella Ribet Ekna in Baret della
Paiola (Inverso Pinasca) deceduta presso l’Ospedale Civile di
Pinerolo all’età di anni 83. Ai familiari in lutto la simpatia cristiana della comunità.
Elezioni
MASSELLO-RODORETTO —
Tra domenica 9 e domenica 16
maggio si sono tenute a Massello e Rodoretto le Assemblee di
Chiesa per eleggere i delegati alla Conferenza ed al Sinodo. Per
Massello sono stati eletti Giovannino Tron (Oscar Barai) per
la Conferenza e Edda Tron per
il Sinodo ; Rodoretto ha nomina
to Enzo Tron per la Conferenza
Distrettuale e Augusto Tron per
il Sinodo. Da qualche anno Rodoretto ha diritto ad una sua
rappresentanza in Sinodo soltanto ogni 5-6 anni. E’ importante
dunque che non si lasci sfuggire
l’occasione ma porti la sua voce
e la sua esperienza a questo incontro del valdismo nazionale.
Le due assemblee hanno fornito anche l’occasione per distribuire la Circolare di Chiesa in
ambedue le comunità. Chi non
l’avesse ricevuta la può richiedere presso gli anziani o presso il
pastore.
Elezione
dei delegati
VILLAR PEROSA — Nel cor
so del culto di domenica 16 c.m.
è stato amministrato il battesimo a Manuela di Bounous Riccardo e di Beux Bruna ; il Signore accompagni con la sua
grazia questa bambina e guidi i
suoi genitori a mantenere la promessa fatta.
Nel pomeriggio della stessa domenica si è svolto l’annuale bazar, organizzato dalTUnione
Femminile, che ha ottenuto im
discreto risultato nonostante la
scarsa affluenza di membri di
Chiesa.
• L’ultima Assemblea di Chiesa, dopo aver ascoltato la relazione morale e finanziaria del
Concistoro, ha nominato deputati alla prossima Conferenza
Distrettuale : Ghigo Guido e
Long Alberto, supplente Castagna Gino, ed al Sinodo : Lami
Beniamino, supplente Ferrerò
Paolo.
• Rinnoviamo l’augurio frater
no di una vita in comune benedetta dal Signore a Chambon
Mllva e a Bau Vittoriano Giovanni, unitisi in matrimonio sabato 8 c. m.
Venerdì 28 maggio
n ASSEMBLEA
PRIMO CIRCUITO
L'assemblea ordinaria del Circuito si
terrà ad Angrogna (Tempio del Serre).
Alle ore 20.45, meditazione biblica.
All'o.d.g.: Relazione del Consiglio,
relazioni delle singole chiese, nomina
dell'esecutivo, varie ed eventuali.
Sabato 29 maggio
□ TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 20.05 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Franco Davite e Attilio Fornerone).
Sabato 29 maggio » Lottare per la
pace ”, testimonianza della corale valdese di Angrogna.
Domenica 30 maggio
n RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.45; Culto Evangelico a
cura delle Chiese Valdesi del 11 Circuito.
per battesimi, nozze, festività
vasto assortimento
BOMBONIERE
da
Elena Ricciardi
Piazza Roma, 30
Telef. 71324
10064 PINEROLO
5
28 maggio 1982
vita delle chiese 5
ATTIVITÀ’ DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA
GIUSEPPE CASTIGLIONE
Le donne iniziano
una timida ricerca
« Non vogliamo dividerci dai
nostri fratelli, ma approfondire
una ricerca teologica, molto timida, molto giovane, ancora molto frammentaria, che crediamo
però significativa per tutta la
Federazione Giovanile...
Vogliamo solo riuscire ad accogliere fino in fondo quello che
le donne hanno da raccontare e
da dire sulla propria fede e che
tante volte, ancora adesso, nelle
assemblee di chiesa o negli studi biblici pare a loro stesse poco
importante e secondario, per cui
preferiscono tacere e lasciar perdere e far parlare gli altri... ».
Così affermava il documento
introduttivo al Seminario Nazionale delle Donne F.G.E.I., tenutosi a S. Severa dalli al 2 maggio 1982.
L’iniziativa era nata nell’ambito del VI Congresso della FGEI,
dove era emersa l’esigenza di
promuovere un incontro nazionale tra le donne impegnate nel
movimento giovanile evangelico.
Tradurre in termini operativi
Tiniziativa congressuale significava fare incontrare le donne EGEI
per parlare della propria fede
in Gesù Cristo e per provare a
capirla in senso più profondo. Si
sono ricercate così le parole che
sembravano più significative o
più difficili da comprendere a riguardo della fede, quali « peccato », « pentimento », « perdono »,
« grazia », « fede », « amore »,
« piacere », «.potere », « debolezza », « senso di colpa », « sacrificio ».
Alcuni gruppi hanno quindi lavorato su queste parole-chiave;
il materiale così prodotto è stato raccolto in un dossier, che è
diventato strumento di riflessione per il seminario.
I lavori dell’incontro si sono
aperti la mattina di sabato 1
maggio con una breve introduzione a cura di Francesca Spano,
nella quale il seminario veniva
definito una scommessa vissuta
nella speranza e alla luce della
perseveranza.
Si è lasciato quindi spazio alla
socializzazione.
Nel pomeriggio i lavori sono
proseguiti nei gruppi, che hanno
lavorato sulle parole-chiave. Nei
gruppi, « ben assortiti », poiché
la provenienza delle donne (circa
una settantina) copriva quasi tutto il territorio nazionale, si è così discusso a partire da ciò che
concretamente sentiamo e siamo
e non da ciò che vorremmo essere e credere.
Uno studio biblico, a cura di
Graziella Tron, ci ha raccolte la
domenica mattina, intorno ai capitoli 8 e 9 di Marco. La riflessione si è soffermata in particolare
sui versetti 30-31-32-33 del capitolo 9, dove ci viene presentato Gesù che domanda ai discepoli, dopo che la passione è già stata
annunciata, di far chiarezza nei
loro pensieri e i discepoli che tacciono, rifiutando così l’invito di
Gesù. Nonostante che i discepoli
non abbiano capito tutto sulla
loro missione, Dio si serve ugualmente di loro.
A questo punto ci siamo interrogate su che cosa è per noi la
« vocazione », come si possa conciliare la « croce » con la vittoria.
I lavori si sono conclusi la domenica pomeriggio con una prima valutazione dell’incontro e
con una serie di proposte per la
prosecuzione dell’iniziativa nel
futuro.
Biancamaria e Monica
Becchino
Pastore delle Puglie
Rompere l'isolamento
CAMPOBASSO — « I giovani
delle chiese evangeliche e il loro
rapporto con le comunità nelle
nostre regioni » è stato il tema di
un convegno tenutosi a Campobasso, nei locali della chiesa valdese, domenica 25 aprile 1982. All’incontro, organizzato dal gruppo locale della Federazione Giovanile Evangelica Italiana, hanno
preso parte giovani provenienti
da diverse località del Molise e
dell’Abruzzo meridionale. Molto
gradite sono state le presenze di
Domenico Aquilante del Consiglio Nazionale della F.G.E.I., di
Daniele Bouchard della F.G.E.I.Centro, nonché delle due comunità locali, battista e valdese.
Il convegno, iniziato nella mattinata con una relazione introduttiva a cura del gruppo F.G.E.I.
di Campobasso, è proseguito, dopo il culto e un’agape fraterna,
con quattro gruppi di lavoro che
hanno riflettuto su temi specifici: gli interessi dei giovani nel
1982; l’atteggiamento delle comu
nità verso i giovani; le aspettative di questi ultimi; cosa si intende per vita comunitaria.
Il dibattito generale conclusivo
ha inteso produrre alcune iniziative di lavoro per creare collegamenti tra i giovani evangelici della nostra zona i quali vivono purtroppo una esperienza di isolamento e sentono il bisogno di incontrarsi per avere un confronto
e riflettere insieme. E’, stata decisa dai partecipanti l’organizzazione di incontri periodici da
tenersi presso la chiesa valdese
di San Giacomo degli Schiavoni
(Campobasso), località facilmente raggiungibile da più parti.
Il convegno ha sottolineato la
necessità di rafforzare e intensificare i contatti tra le chiese delle nostre regioni, e in particolare tra i giovani, al fine di coordinare gli sforzi comuni per una
testimonianza evangelica sempre
più concreta.
D. C.
CORRISPONDENZE
Trapani: i diritti dei malati
La Chiesa valdese di TrapaniMarsala, dopo aver discusso in
diverse riunioni comunitarie il
problema dei diritti dei malati e
dei morenti secondo le indicazioni dei Sinodi ’80, ’81, esaminate; la « Raccomandazione » e la
«Risoluzione» del Consiglio d’Europa del 21.6.1978, la presa di
posizione del Sinodo delle Chiese
Riformate d’Olanda con il Rapporto del 1972, nonché la dichiarazione cattolica sull’eutanasia
per mezzo della « Congregazione
per la dottrina della Fede » del
giugno 1980, è giunta alle seguenti conclusioni:
1) Prima di tutto è da condannare l’indifferenza dei governi italiani a proposito dei problemi sollevati e dibattuti da tempo
nella società intorno all’assistenza dei malati giudicati inguaribili e dei moribondi.
Non solo mancò in Italia sinora, a livello governativo alcuna
iniziativa volta a soddisfare le
richieste del Consiglio d’Europa
del 1976, ma si trascurò finanche
di informare di esse il parlamento italiano cui. quelle erano rivolte.
2) La Chiesa ritiene come
grande contributo all’orientamento e alla soluzione dei casi di
questo genere il nuovo principio
enunciato dal Rapporto del Sinodo Olandese: compito del medico non è solo quello di salvare
la vita dei pazienti, ma anche
quello, di eguale importanza, di
alleviarne le sofferenze.
3) La Comunità ritiene che
non è giustificabile moralmente
l’intervento medico inteso a prolungare la vita di un ammalato
senza speranza di guarigione e
soggetto a grandi sofferenze fisiche, specialmente andando contro la sua volontà o esplicita se
in piena coscienza, o ragionevolmente presunta, se in stato di
incoscienza.
4) In quanto agli anziani
-« sazi di anni » come si dice, ma
anche carichi di acciacchi, bisognevoli di incessante assistenza
e perciò causa d’immenso peso
per i familiari e infermieri, è
cosa giustificata non costringerli
ad interventi chirurgici, a medicinali finalizzati al prolungamento della vita, andando contro la
espressa loro volontà.
Certamente, in questi casi, il
primo dovere da parte di tutti
quanti sono vicini ad essi, parenti, amici, infermieri, assistenti sociali, è quello di portare gli anziani non alla stanchezza e allo
sconforto ma invece ad amare,
sino all'ultimo, la vita e a gustarne sino le ultime gocce con ogni
cura, affetto e delicatezza.
5) Altrettanto delicato è il
problema dei nati con deformità
tali da impedire loro una vita
più che vegetativa. Si può in questi casi ritenere giustificabile,
d’accordo col Rapporto del Sinodo olandese, la mancata esecuzione di un intervento chirurgico,
inteso come rimedio .straordina
rio per mantenerli in quella vita
che certamente umana non è. Se
alla deformità si aggiunge anche
la sofferenza appare ancor più
giustificabile questo comportamento, come pure l’uso di analgesici che hanno come conseguenza collaterale l’abbreviazione della vita.
6) Sin qui non si parla che
di quell’eutanasia che viene chiamata passiva o indiretta in quanto non si fa nulla per prolungare la vita, ma neppure nulla, direttamente e intenzionalmente,
per abbreviarla.
Più diffìcile, psicologicamente,
moralmente, umanamente, è il
discorso appunto sulla eutanasia
attiva, « la buona morte » voluta
e procurata. In fondo l’eutanasia
attiva non è che un suicidio se attuata contro se stessi, un vero
omicidio Se realizzata verso gli
altri. Ad essa, secondo molti credenti, si oppone il sesto comandamento; Non uccidere.
La Chiesa di Trapani-Marsala
è di questa opinione: ritiene che
non è mai lecito uccidersi o uccidere direttamente.
Festival evangelico
CHIVASSO — Si è svolto il 1516 u.s. l’annunciato Festival evangelico organizzato dal circuito
piemontese delle chiese valdesi e
metodiste. Per mancanza di spazio siamo costretti a rinviare il
resoconto al prossimo numero.
Pastore delle Puglie. Così è
stato Giuseppe Ettore Castiglione. pastore valdese, recentemente scomparso (11/5/1982). Lo ha
detto la moglie Emma, fedele
compagna e collaboratrice nell’opera del marito; lo ha ripetuto il pastore Salvatore Ricciardi,
a nome dglla Tavola Valdese, nel
rievocarne le tappe del ministerio pastorale.
Tappe pugliesi, quasi totalmente. Eccetto la parentesi di un anno a Milano (1932-33) — dove, in
casa del pastore battista Roberto Teubel, ha incontrato la futura moglie, pugliese — Castiglione è stato pastore 12 anni a Taranto (193749), 14 a Bari (19491963), 12 a Cerignola (1963-75)
dopo di che entrò in emeritazione. Nei periodi più brevi era stato due anni a Orsara (1930-32),
due a Corato (1933-35) e altri due
a Cerignola (1935-37). Aveva scelto di lavorare in Puglia, decisamente.
Siciliano, di Grotte (Agrigento) — e lo si avvertiva, nel temperamento — nato il 6 maggio
1905, era figlio di un maestro elementare che insegnava in quelle
scuole valdesi che allora erano
agli inizi (fondate nel 1899) e vivevano i loro anni di entusiasmo
e di consenso con oltre 300 ragazzi (furono chiuse nel 1932).
Continuò gli studi a Torre Pellice (ginnasio, liceo), poi a Roma, alla Facoltà valdese di teologia, senza più tornare in Sicilia
per il servizio pastorale che iniziò nel 1930 e per il quale ricevette la consacrazione nel Sinodo del 1932.
Un lungo ministerio pastorale;
45 anni! (1930^75). Una presenza
pastorale che lascia il segno nei
rpembri di chiesa (ce n’erano
molti al funerale, da Taranto, da
Cerignola, da Corato; da Bari,
praticamente, tutti). Leggeva
molto, si teneva al corrente, cercava il polso del mondo e della
cultura, aveva una predicazione
vivace. Ringraziamo il Signore,
mentre ne godiamo i frutti, pur
nel mutare dei tempi.
Valide iniziative
Premuroso per gli edifici della
chiesa, ha legato il suo nome (e
il suo «amore») all’attuale locale di culto della chiesa valdese
di Bari, acquistato nel 1956 (con
il classico colpo di mano, necessario, a quei tempi per l’intolleranza dei venditori), e all’edificio polivalente di Cerignola
(scuola materna, laboratorio di
maglieria e casa pastorale) aperto come Centro sociale nel 1970.
Anche per Taranto aveva fiutato
occasioni e fatto progetti, ma
non poterono essere colti, allora,
con rammarico. Castiglione non
stava ad attendere. Ha preso iniziative poi risultate valide. Le
realizzazioni (Bari e Cerignola)
sono i nostri attuali strumenti
di lavoro. Non ci fossero, dovremmo cercarli e trovarli. Così, ci ha insegnato ad amare anche le cose della chiesa, la materialità degli strumenti di cui essa ha bisogno. Univa insieme, nel
suo agire, realismo, fiuto negli
affari con la fantasia e l’entusiasmo. Non sempre è stato capito,
al momento; anche lui, a sua
volta, non sempre ha condiviso
le linee di fondo della chiesa in
fatto di patrimonialità. Non importa. Il Signore ci ha dato, in
lui, una testimonianza di premura anche per le cose che sono indispensabili per la predicazione
e per il servizio.
La diaconia, appunto, è stata
un’altra grande sollecitudine di
Castiglione. Gli anni della fanciullezza, vissuti a Grotte, in una
situazione di degrado sociale e,
nel contempo, di attività scolastica della chiesa, sono stati determinanti per le sue spinte fu
ture, in Puglia. A Cerignola, la
scuola materna e il laboratorio
di maglieria (pur non iniziati da
lui) ebbero in lui il massimo propulsore. Era instancabile nel promuovere collegamenti, nel sollecitare aiuti, nel tessere quella rete di amici e sostenitori, in Italia e all’estero, che consentono
ancora oggi di pensare a programmi di sviluppo. Se le opere
sociali sono il respiro della chiesa, la solidarietà dei sostenitori
ne è il polmone. Giuseppe ha
operato molto in tutt’e due queste direzioni.
In sella
a una bicicletta
Una nota personale, per finire.
Tra le ultime volontà c’è stata
anche questa : che al suo funerale, chi scrive, attuale pastore a
Bari, leggesse e commentasse il
testo: «ho combattuto il buon
combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede» (2 Timoteo, 4, 7). Parole appropriate per
molti predicatori dell’Evangelo !
Parole messe in bocca all’apostolo Paolo, evangelizzatore gigarite della prima generazione cristiana; parole contenute in una
lettera’ a Timoteo, altro predicatore significativo della seconda
generazione. A confronto di Paolo e Timoteo, chi siamo noi, modesti predicatori, oggi? Non possiamo certo reggere al paragone.
Sia pure. Oggi curiamo piccole
chiese e gruppi di diaspora viaggiando con l’automobile. Castiglione, negli anni 40, pedalando
in bicicletta. Era stato bersagliere ciclista, è vero, ma da Taranto a Brindisi sono oltre 70 chilometri, e li percorreva spesso
(magari con deviazione a Martina Franca, dove aveva la famiglia, con i figli piccoli, sfollati
durante il periodo bellico). Da
Taranto a Grottaglie c’è una lunga salita da superare; Lattano,
poi, è oltre Grottaglie. Pastore
delle Puglie in bicicletta. Non ne
facciamo un mito; tanti colleghi,
nello stesso periodo, hanno fatto
altrettanto. Insieme, questi nostri padri, in sella a una bici,
hanno percorso l’Italia per portare la Parola, per fare proseliti,
per creare comunità evangeliche.
La parola biblica del « buon combattimento » si addice, modestamente, anche a loro. Non ultimo, al fratello Giuseppe. Sia gloria a Dio.
Una chiesa gremita (e non di
.soli evangelici) il 12 maggio ha
cantato la speranza nel Lio che
fa grazia e, in ogni afiiizione,
consola; ha espresso alla famiglia il gesto della fraternità solidale.
Giulio Vicentini
Personalia
Due membri della famiglia Eco-Luce
sono stati colpiti dalla perdita de! padre
in questi giofni. 1 membri delia redazione esprimono il loro affetto a Mariotto Beruttl e a Giuliana Gandolfo.
6
6 obiettivo aperto
28 maggio
^^mag
I CAMPI E GLI INCONTRI DEI PRINCIPALI CENTIIeVA
ALCUNE PROPOSTEPI
Presentiamo in queste pagine i principali
campi organizzati nei centri evangelici italiani. Si tratta di una presentazione parziale che dà solo una idea della ricchezza
di proposte fatte dagli evangelici per chi
voglia « passare le vacanze » in modo più
impegnato.
Il tema che domina la riflessione dei centri è senz’altro quello della pace. Arjgomento sul quale le nostre chiese si sono particolarmente impegnate quest’ultimo anno in
occasione del XVII febbraio e di cui la ma
nifestazione internazionale a Comiso e queijella
la di Frali (entrambe nel giorno della Pengtion«
tecoste) rappresentano in un certo qual mobient
do un’altra tappa importante. |a co:
Il tema della riflessione biblica è anch’« Né
so centrale nelle proposte dei campi sia ei^onte
so connesso a temi dell’attualità politicitema
che alle tematiche di educazione alla fedsetnp
delle giovani generazioni: è questo un iijne in
portante contributo che i centri danno all Pa
formazione catechetica ed alle comunitìgelici
Non mancano temi di approfondimenlto, è
AGAPE
5-11 luglio
Campo omosessuali
AMICIZIA, AMORE, MILITANZA
L’incontro, il terzo, è essenzialmente a carattere nazionale, pur lasciando aperta la partecipazione agli stranieri. Il lavoro di studio e di ricerca si svolgerà
in due diversi momenti: al mattino con interventi particolari sull’argomento
generale, nel pomeriggio negli atelier di lavoro e nei gruppi di autocoscienza.
Lingua ; italiano
12 - 19 luglio
Campo sui problemi del mondo del lavoro
IL LAVORO OGGI
Per il secondo anno Agape organizza questo campo in collaborazione col sindacato. Cosa è diventato il lavoro in questa fase di grossi cambiamenti? Come
concretizzare le rivendicazioni e i discorsi degli operai e del sindacato in una
situazione di crisi?
Lingua : italiano
19 - 26 luglio
Campo ecumenico
RICERCA ECUMENICA E RIFORMA DELLA CHIESA:
L’ATTUALE DIBATTITO SUI MINISTERI
Il dialogo ecumenico sembra arenarsi dopo anni di profonde speranze. Quali
ne sono i motivi? Il campo intende rilanciare la sfida ecumenica partendo da
un problema che è uno degli scogli più grossi nell’attuale dialogo ecumenico.
Lingue: italiano, inglese, francese, tedesco
26 luglio - 3 agosto
Campo Europa - Terzo Mondo
LA TERZA AMERICA
Il dramma dei paesi dell’America centrale è davanti al mondo intero : repressione, uccisioni di massa, fame, sono all’ordine del giorno. Il campo intende
analizzare la politica degli Stati Uniti verso questa porzione di America, conoscere obiettivi e speranze dei movimenti di liberazione nazionali, l’elaborazione biblica e teologica dei cristiani impegnati nella resistenza; infine prendere in esame il senso e gli obiettivi dei comitati di solidarietà europei. Parteciperanno all’incontro invitati di E1 Salvador, Nicaragua e Guatemala.
Lingue: italiano, spagnolo, francese, tedesco, inglese
4 - 11 agosto
Campo teologico
I MA LA FEDE... E’ UN’ILLUSIONE?
Come risponde l’esperienza di fede alla sfida lanciata da Freud alla religione?
Su questo tema proponiamo un incontro che coinvolga chiunque - a partire
dalla fede biblica e o dalla psicoanalisi - è interessato al confronto con uno
dei temi centrali della cultura del nostro tempo.
Lingue: italiano, francese, inglese, tedesco
Campo femminista 12 - 19 agosto
LIBERARSI DALLA CULTURA O LIBERARSI CON LA CULTURA?
La cultura, mostrosacro che ha emarginato ed oppresso da sempre le donne
è però anche il terreno su cui il movimento femminista ha espresso le sue intuizioni, scoperte, trasformazioni più significative. Donne di diversi paesi europei affronteranno questi problemi attraverso una serie di seminari, esperienze culturali, scambio di idee ed emozioni.
Lingue: italiano, tedesco, inglese, francese
Campo sul disarmo
21 - 28 agosto
GIUSTIZIA E' IL VERO NOME DELLA PACE
Movimenti per la pace ed il disarmo sono sorti un po’ ovunque in Europa.
Le grandi manifestazioni di Bonn, Roma, Parigi, Londra, Amsterdam, ecc.
hanno fatto capire al mondo politico e militare che questi movimenti di massa intendono incidere nelle decisioni di politica internazionale e nazionale. Numerose chiese, cattoliche e protestanti hanno pronunciato parole chiare contro la corsa agli armamenti e contro l’uso del nucleare bellico. Questo incontro internazionale intende promuovere una riflessione che faccia il punto sugli
obiettivi dei movimenti per la pace in Europa, sulle iniziative comuni, gli spazi
da ùtilizzp.re nei prossimi anni.
Lingue : italiano, francese, tedesco, inglese
29 agosto - 6 settembre
Campo cadetti 2 internazionale ( 15 - 20 anni )
EDUCARE ALLA PACE
Il tema della pace sarà affrontato in questo campo soprattutto nell’ottica dell’educazione e della formazione giovanile. L’incontro fra giovani provenienti
da diversi paesi d’Europa, intende metter a confronto esperienze, culture, sensibilità diverse, nella comune ricerca di nuove forme di espressione, di rapporti umani. L’incontro è organizzato in collaborazione con il Consiglio ecumenico giovanile europeo.
Lingue: italiano, francese, tedesco
Per informazioni e prenotazioni scrivere alla :
Segreteria di Agape - 10060 Prali (To) - Tel. 0121 8.514.
ADELFIA
12 - 16 anni
15 - 24 luglio
CAMPO CADETTI
L’aggregazione e la comunicazione saranno ancora i temi su cui il campo si
svilupperà, proseguendo l’esperienza
di socializzazione, formazione e crescita giovanile.
Tra le attività in programma: animazione, m.usica, drammatizzazione, pittura.
Costo dell’incontro : L. 60.000.
che economiche, alternative a quelle
dominanti.
Qual è il ruolo che il singolo e le chiese possono avere in Europa nel tentativo di dire la verità, demistificando
certe scelte che vengono prese anche in
campo economico ed energetico, e nella lotta per la pace?
Costo dell’incontro : L. 75.000.
Campo studio 25 luglio - 2 agosto
PACE, PER UNA NUOVA QUALITÀ’
DELLO SVILUPPO MERIDIONALE
Nessuna pace è possibile senza una
vera giustizia ma nessuna giustizia
può costruirsi aH’interno di un « modello di sviluppo » basato sulla guerra, sul pericolo della guerra, sulla corsa agli armamenti. Una riflessione che
leghi le tematiche del movimento per
la pace a quelle dello sviluppo del
Mezzogiorno, dell’utilizzo delle risorse,
della salvaguardia del territorio.
Il campo, organizzato in collaborazione con le comunità di base siciliane^
dedicherà ampi spazi alla riflessione
biblica e teologica sull’argomento.
Costo dell’incontro : L. 68.000.
Campo famiglie 10 - 23 agosto
INCONTRO FAMIGLIE
Il campo vuole avere la caratteristica
di un incontro tra nuclei familiari, una
occasione ed un appuntamento per
quelle famiglie che vogliano trascorrere insieme un soggiorno al mare per
conoscersi e confrontarsi su problemi
di attualità e di fede cristiana.
Costo dell’incontro : L. 112.000.
Campo studio 24 agosto - 2 settembre
CAMPO INTERNAZIONALE
Lingue: italiano, francese, tedesco.
In questo secondo incontro internazionale al centro del confronto ci sarà il
mondo del lavoro e le esperienze, an
Campo donne 3 - 9 agosto
SESSUALITÀ’ E IDENTITÀ’:
ITINERARI DELLE DONNE j
Da sempre patrimonio della cultura j
delle donne, problemi come la sessua- i
lità e l’identità, il loro rapporto e la ^
loro interazione, sono tematiche più
che mai attuali su cui lo stesso movimento delle donne ha espresso ed
esprime posizioni variamente artico- |
late.
Questo campo sarà quindi uno spazio
aperto al confronto tra esperienze, vis- '
sufi ed elaborazioni diverse, con riferimento ai diversi ambiti di vita (lavoro, famiglia, coppia...).
Costo dell’incontro: L. 56.000.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi: ADELFIA - centro giovanile evangelico casella postale 97010 SCOGLITTI (Rg) - Tel. (solo durante i campi): 0932/980132.
TRAMONTI
Pe
Campo teologico 1-7/8-7
LA PREDICAZIONE: PROBLEMA
PER LE NOSTRE CHIESE
Campo cadetti (anni 8-14) 10-7/24-7
I ragazzi saranno divisi in due gruppi:
con i più piccoli si leggerà e si cercherà di drammatizzare:
UNA STORIA QUASI VERA
un soldato romano conosce l’Evangelo di Marco;
con i più grandi si affronterà il tema:
IMITARE O TRASGREDIRE?
Riflessione su conformismo e trasgressione.
Campo studi 3-8/8-S
LA COPPIA NELLA BIBBIA
Questo campo propone uno studio su
come viene affrontato il « rapporto di
coppia » in tutta la Bibbia e invita,
successivamente, i partecipanti a confrontarsi sul Cantico dei Cantici,
Pe
Campo Comunità di Base
del Triveneto 26-7/2-8
LA LETTURA DEL NUOVO TESTAMENTO SECONDO LA TEOLOGIA
DELLA LIBERAZIONE
Dal libro di C. Mesters: DIO DOVE
SEI?
Campo studi 9-8/16-8
UOMO - AMBIENTE: un rapporto
« nuovo » per costruire la pace.
Questo campo vuole offrire un’analisi
del problema ecologico che drammaticamente esplode nell’attuale modo di
vivere della società dei consumi. Una
base sulla quale vagliare un nuovo modo di vivere il rapporto uomo-natura,
visto nella prospettica costruzione di
un mondo di vera pace.
Sono previsti interventi di alcuni operatori impegnati nelle battaglie ecologiche e nella divulgazione specializzata.
Informazioni cd iscrizioni: Elda Bogo Urban - Via Forte Marghera, 95 - 30173
MESTRE - Tel. 041/958794 - 041 '58941 ; oppure: Elda Bogo Urban - Via Castello, ' “e
29 - 3309C TRAMONTI DI SOPRA (PN) - Tel. 0427/86093.
7
maggio 1982
rilEVANGEüCI IN ITALIA: UNA POSSIBILITÀ’ DI VACANZE DIVERSE
EPER L’ESTATE
ueijella situazione sociale: il lavoro, la que'etstione meridionale, il rapporto uomo-ammobiente, il ruolo della donna nella società e
la condizione dell’anziano,
l’es Né mancano i confronti con la cultura
eicontemporanea: «Fede e psicanalisi» è il
itìtema di una proposta di Agape, che come
édisempre offre la possibilità di una discussioi»ne internazionale dei problemi,
all Partecipare ad un campo per un evanùtìgelico, che spesso vive nella diaspora isola:ntto, è una possibilità di incontrare fratelli e
obiettivo aperto 7
■■ '•
scambiare con loro idee ed esperienze.
Ma ai campi non partecipano solo evangelici, vi sono anche molti cattolici e atei ed
il campo diventa spesso un momento di confronto e di approfondimento della fede e
delle sue implicazioni sociali.
In queste pagine presentiamo anche un
campo particolare: Monteforte. In un villaggio di terremotati (costruito dalla Federazione delle chiese evangeliche) il lavoro
di ricostruzione continua: ecco una occasione per continuare il nostro impegno. gg
Nelle foto: momenti dei campi di Agape (Frali) e Bethel (Calabria)
to
. Si
32. ^
1° Campo famiglie 10 - 30 giugno
EDUCARE ALLA PACE
Educare significa far crescere, guidare, dirigere Tanimo e la mente a determinati fini.
In che cosa consiste Teducazione alla
pace nella famiglia, nella scuola e nella chiesa?
2° Campo famiglie 1 - 19 luglio
IL SERMONE SUL MONTE
Questo tema venne proposto due anni
fa a chiusura del campo biblico. Lo
studio sarà affrontato in una nuova
ottica, basata sui moderni studi critici
che vedono nell’intero testo un mosaico la cui importanza è più nei particolari che neH’insieme.
Un rilievo singolare verrà posto nei
particolari pacifici delle beatitudini,
tra cui « Beati quelli che s’adoperano
alla pace, perché saranno chiamati figliuoli d: Dio ».
Campo giovanissimi (14 - 17 anni)
20 luglio - 2 agosto
IL SIGNIFICATO DELL’AMORE
Il tema, proposto alla fine del campo
dello scorso anno, verrà affrontato nell’ottica dei rapporti interpersonali, tenendo presente che l’età dei partecipanti è quella m cui maggiormente
necessita chiarezza e conoscenza dell’argomento.
Che cosa significa l’amore nella famiglia, nel gruppo, nella scoperta dell’altro?
Il lavoro di ricerca su queste e altre
domande si avvarrà dell’esame di testi biblici.
Campo giovani (18 anni in poi)
3 - 16 agosto
■ IL CRISTIANO, LA GUERRA,
La pace
I problemi etici concernenti la guerra
S. SEVERA
e la pace hanno interessato gli uomini
di tutti i tempi.
Particolarmente li interessano in questo nostro tempo in cui le micidiali
armi nucleari minacciano la sopravvivenza dell’umanità.
I principi contenuti nel Nuovo Testamento su questo specifico argomento
devono trovare applicazione nelle varie circostanze mutevoli.
Difatti sapere come essi sono stati
messi in pratica nel passato può essere di aiuto nel presente.
3° Campo famiglie 17 - 31 agosto
LAVORO, DISARMO,
TERZO MONDO, CARCERI
Il campo si propone di esaminare gli
aspetti più salienti di queste quattro
problematiche di interesse generale nel
nostro tempo.
Gli studi verranno articolati nei primi
giorni del campo dagli stessi campisti
che programmeranno anche le altre
attività.
Saranno poi gli stessi campisti ad occuparsi della presentazione degli argomenti in base alla propria esperienza e preparazione.
Non mancherà un gruppetto coordinatore di tutto il lavoro già incaricato per questo scopo.
Campo autogestito 1-10 settembre
■ IL NOSTRO IMPEGNO
DI CRISTIANI PER LA PACE
Il cristiano e la chiesa hanno un debito di pace verso il mondo segnato
dall’odio, dalla sopraffazione e dal potere di quanti, piccoli e grandi, lo tiranneggiano da posti di influenza e di
comando.
Come dovranno pagare tale debito?
Attraverso atti concreti? Attraverso
parole? Quali?
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Per informazioni rivolgersi a: fino al 25 maggio: Paolo Marziale - Via Cutigliano, 38 00146 ROMA - tei. 06/5263767 - c.c.p. 14196000; dopo il 25 maggio: Villaggio della Gioventù - Lungomare Pirgy, 13 - 000,50 SANTA SEVERA (Roma) - tei
0766/740055.
Per le iscrizioni scrivere a: Villaggio della Gioventù Lungomare Pirgy, 13 - 00050
SANTA SEVERA (Roma).
Campo precadetti (8-12 anni)
1 - 13 luglio
• COME SI E’ FORMATA LA BIBBIA
Campo cadetti (12-16 anni)
15-26 luglio
I FIGURE E TEMI FONDAMENTALI
DELLA RIFORMA
BETHEL
Campo Studi (ecumenico)
28 luglio - 5 agosto
QUALI CARISMI E MINISTERI
NELLA COMUNITÀ’ CRISTIANA
OGGI
Campo cadetti (12 - 16 anni)
7 - 16 agosto
IMPARIAMO A CONOSCERCI
(Il campo è riservato a ragazzi di famiglie terremotate).
^er informazioni e iscrizioni ai campi rivolgersi a: Bova Andrea Mario - Via Enna,
n. 9 - 89100 REGGIO CALABRIA - Tel. 0965/54435 dalle ore 21 in poi.
ECUMENE
Camoo cadetti (per ragazzi dagli 8 ai 13 anni) 4-18 luglio
■ DALLA PARTE DELLE BAMBINE E DEI BAMBINI
Esiste ancora una distinzione nei modelli educativi dei maschi e delle femmine? Dove si manifesta? I giochi, le attività scolastiche, la convivenza familiare fànno crescere nell’uguaglianza o nella disuguaglianza? Come vedono i
giovanissimi il loro futuro di maschi e di femmine?
Campo politico 23-31 luglio
■ CRISI E TRASFORMAZIONE DELLA FAMIGLIA
La famiglia è in crisi? E’ vero che è in corso un processo di dissoluzione dei
rapporti familiari?
Campo terza età 3 ■ 9 agosto
B INUTILE E SOLO: MA E’ PROPRIO INEVITABILE?
Due problemi rendono drammatico invecchiare in una società che ha come
fine principalmente il profitto: sono l’inattività e l’emarginazione.
In concomitanza con il campo famiglie, Ecumene vuole (per la prima volta
quest’anno) fornire uno spazio specifico agli anziani, proponendo al tempo
stesso una tematica così, particolare, ma anche così, urgente ed un « luogo »
di dibattito. In due linee: da una parte analizzare le iniziative che vengono
sperimentate per il reinserimento dell’anziano, e dall’altra analizzare gli strumenti che in prospettiva potrebbero essere attivati per risolvere il problema
prima ancora che esso si ponga (prepensionamento; preinserimento; lavoro
part-time; strutture sociali; ecc.).
Incontro di Ferragosto 13 - 17 agosto
B QUALE LIBERTA’
Dal famoso testo di Lutero sulla libertà del cristiano il campo troverà spunto
per discutere le questioni della libertà oggi: il rapporto fra convivenza e libertà, Ira sviluppo della democrazia ed espansione dei bisogni.
Campo cadetti (per ragazzi dagli 8 ai 13 anni) 20 - 30 agosto
B COME SI E’ FORMATA LA BIBBIA?
Il campo si ripromette di fornire ai ragazzi non solo notizie e dati sulla stona
della formazione letteraria dei libri della Bibbia, ma anche di avvicinarli al
complesso problema del rapporto tra scritti biblici e « parola di Dio » ; di accostarli ai fatto che la parola di Dio si fa « conoscere in maniera velata, nascosta, contraddittoria» (V. Subilia).
Campo .giovani (per ragazzi dai 15 ai 18 anni) 3-10 settembre
B IL MONDO DELL’IMMAGINARIO COLLETTIVO
Dopo il primo impatto con la cultura delle immagini avuto lo scorso anno,
quest’anno il campo vuole « specializzarsi ». Verrà dunque esaminato il mondo
del cinema (la fabbrica dei sogni): come è nato, come si è sviluppato, come
è diventato un luogo culturale.
Campo biblico 19 - 24 settembre
B SE CRISTO NON E’ RESUSCITATO VANA E ... LA NOSTRA FEDE
Il Campo prende questo testo di Paolo come punto di partenza per una riflessione sulla lettura storico-critica della Bibbia : quale luce gettano i risultati di questa lettura sui fondamenti della nostra fede? Questa domanda è
superflua, o ha una sua profonda ragione d’essere?
L’indiri;izo di Ecumene è: Contrada Ci.gliolo, 00049 Velletri (Roma); tei,
069633310. . ,
Per le iscrizioni ai vari campi e per ogni altra informazione riviplgersi a ;
Ornella ShalFi. Via Firenze 38, 00184 Roma, tei. 06 4743695 (dal 1” luglio all’indirizzo di Foumene).
MONTEFORTE
CAMPO INTERNAZIONALE DI LAVORO
La FCEI organizza dal 2 al 20 luglio e dal 25 luglio al 13 agosto due campi internazionali di Studio-Lavoro nel centro di Monteforte (Av). Il villaggio costruito
dopo il terremoto del 23/11 '’80 consiste in 30 case prefabbricate abitate da fami<^lie terremotate della zona, in una scuola materna, in un centro sociale ed in
un'’ centro per incontri. Perché Studio-Lavoro? Perché l’idea è di realizzare
un camno dove sarà possibile alternare momenti di studio, riflessione e ricreazione a* momenti più specificamente di lavoro. I lavori riguarderanno la manutenzione e la ristrutturazione di alcune parti del villaggio e gli studi saranno rivolti in generale ad una conoscenza e ad un rapporto con la realtà locale (economia, att. culturali, tradizioni locali).
Modalità d’iscrizione. Le iscrizioni vanno fatte;
a) telefonando a FCEI Roma (Toti Bouchard) n. 06/4755120 (in orario di
ufficio) oppure
b) scrivendo direttamente al villaggio al seguente indirizzo; Stefano Meloni - c/o Villaggio Evangelico - Via Rivarano - 83024 Monteforte Irpino (AV).
In ogni caso le iscrizioni vanno ritenute accettate solo dopo conferma da parte
degli organizzatori.
8
8 ecumenismo
28 maggio 1982
A PROPOSITO DEL PELLEGRINAGGIO MARIANO DI WOJTYLA
I protestanti e il culto di Maria
(segue da pag. 1)
la chiesa poi ha voluto tributarle.
E oggi? La situazione è molto
diversa per due ragioni: anzitutto il « culto » di Maria ha avuto
nell’ultimo secolo uno sviluppo
che mai ci si sarebbe immaginato nel ’500; inoltre la critica biblica è meno disposta ad attribuire valore storico al testo di
Luca.
Sono veri certi « cedimenti »
che certa propaganda cattolica
attribuisce ad ambienti protestanti? Non si può negare che
alcuni atteggiamenti lascino molto perplessi, come, per esempio,
quello dei monaci di Taizè, se
il libro di Max Thurian « Marie
mère du Seigneur, figure de l’Eglise» (1963) rappresentasse il
« pensiero » della Comunità di
Taizè, ciò che è esplicitamente
escluso in una nota preliminare
nel libro stesso. Per quanto riguarda altri casi, al momento
non ci risultano, mentre è possibile che in particolari situazioni
si sia voluto « ricuperare » il rispetto protestante verso Maria,
proprio sul fondamento del prologo lucano: non c’è una precisa
ragione per cui Maria debba essere trattata diversamente da Sara, Rebecca, Rahab, Ruth e altre
figure femminili bibliche: né più,
né meno.
Rivelazioni
e miracoli
Da parte cattolica ci è chiesto
di più: si vorrebbe che i protestanti accedessero anche al riconoscimento del culto mariano,
di un culto purificato dalle forme
paganeggianti e « teologicamente » fondato, come ha cercato di
fare il Concilio Vaticano II col
capitolo su Maria della Costituzione Dogmatica « Lumen Gentium ». Non è raro il caso in cui
si guarda ai protestanti con una
certa aria di commiserazione,
perché essi non godono delle
« rivelazioni » e delle « grazie »
che Maria concede nei suoi più
prestigiosi « santuari », specialmente di Lourdes e di Fatima.
Non possiamo escludere che
qualche cuore protestante ne possa essere toccato, ma l’argomento richiederebbe più approfondita anaiisi sull’origine e il significato del culto di Maria. La prossima ristampa del libro di G.
Miegge « La Vergine Maria » sarà certamente utile al riguardo,
ma vorremmo qui richiamare alcune considerazioni.
Anzitutto ii « culto di Maria »
appartiene alla « religiosità popolare » e ciò è tanto vero che
la stessa Chiesa cattolica ne è
sopraffatta suo malgrado. Tutti
gli sforzi di Paolo VI per dare al
culto popolare di Maria una formi» più sobria e contenuta sono
caduti nel nulla. D’altra parte
non si può « far pellegrinaggi »
ai « santuari », invocare le varie
« immagini miracolose », pregare
la « madonna nera » o la « madonna di Fatima », presentarsi al
mondo inginocchiati dinanzi alle
immagini varie, farle girare per
il mondo, e poi chiedere alla gente di essere « sobria » nel culto.
C’è una profonda contraddizione
fra la pretesa di presentare una
mariologia teologicamente fondata e una prassi che costantemente si riferisce a luoghi e a
immagini; proclamare una « universale mediazione » e restringerla poi a ben precisi luoghi e
forme di culto. Tutto ciò non
aiuta la « sobrietà » del culto, ma
solo il fanatismo popolare di cui
poi ci si lamenta.
Lourdes e Fatima hanno dato
delle « rivelazioni »? Costituiscono un qualcosa di nuovo per la
umanità? Il culto a Lourdes sorge in un periodo in cui l’occidente è travagliato dalla crisi conse
guente la prima fase del capitalismo: c’è ancora la schiavitù in
diverse parti del mondo « cristiano », gli operai sono sfruttati nel
modo più disumano, l’Europa
dissipa le sue ricchezze nelle
guerre e sfrutta gli altri popoli
col colonialismo, ma Lourdes
ignora tutto questo: alle masse
oppresse si offre il miraggio del
« miracolo » e come via di salvezza si propone il culto della
«immacolata concezione» ( dogma
da poco proclamato da Pio IX)
e la costruzione di un grandioso
santuario, oltre alle generiche indicazioni dì « penitenza », mentre
la Francia del secondo impero
diventa lo scudo del potere temporale dei papi e le parrocchie
cattoliche diventano le trincee
dell’anti-socialismo.
Fatima
E Fatima? Quale il richiamo
alla « penitenza » e il « rimedio »
contro il « castigo di Dio »? La
devozione al « sacro cuore di Maria » e la conseguente costruzione di un altro grande santuario.
Siamo in piena guerra mondiale,
ma il messaggio di Fatima non
è certo consolante per le masse
travolte dal tragico sanguinoso
conflitto: la paurosa visione dell’inferno dove tante anime cadono soprattutto a causa dei « peccati impuri ». A Fatima Maria
avrebbe consegnato ai tre piccoli
veggenti tre « segreti », due dei
quali sono stati rivelati dall’unica superstite. Suor Lucia del
Cuore Immacolato, soltanto nel
1942: il primo riguardava la morte prematura degli altri due veggenti Giacinta e Francesco; il secondo sarebbe stato la predizione dello scoppio della seconda
guerra mondiale, la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
della Russia, il cui ateismo era
un grave pericolo per l’umanità,
e infine la conversione della Russia stessa. Su questo secondo
« segreto » molte sono le versioni
e molte le discussioni; ma ai
tempi di Pio XII la curiosità della gente era rivolta ad un « terzo segreto » di cui soltanto Pio
XII era il custode e che soltanto
il papa avrebbe potuto rivelare.
Una nuova ondata di curiosità si ebbe ai primi tempi di
Giovanni XXIII, ma poi cadde il
silenzio. Il prof. L. Gonzaga Da
Fonseca S. J. nel suo libro « Le
meraviglie di Fatima » (Roma
1979/25" ed.) riferisce che Giovanni XXIII lesse il testo scritto
da Suor Lucia: « Poi egli stesso
rimise il ’’Segreto” in un’altra
busta, la sigillò e la mandò in
uno di quegli archivi che sono
come un pozzo, nel quale va giù
la carta, profondo e nero, e nessuno vide più niente. Quindi è
difficile dire dove sia il ’’Segreto
di Fatima”. Però quello che importa al mondo è quello che è
contenuto nel Messaggio pubblico diventato universale... ». Questo è raccontato dal Card. Ottaviani nel discorso tenuto l’il febbraio 1967. Per il Fonseca, poi,
« l’elemento centrale ed essenziale (del ’’segreto”) è la devozione
al Cuore Immacolato, quale àncora di salvezza per tante anime
che si perdono... » (p. 380). Non
so se i protestanti sentano molta nostalgia per questo tipo di
« rivelazioni ».
La spinta della
religiosità popolare
E i « miracoli »? Alle masse essi interessano più che le « rivelazioni » e dobbiamo riconoscere
che la Chiesa cattolica ha saputo agire con la massima saggezza. li « miracolo » fa colpo, ma
può essere pericoloso, se risulta
non vero e la gerarchia cattolica
— già con Lourdes — ha usato
la massima prudenza mediante
un contegno a doppio binario: da
una parte si è dimostrata con
traria per esigenze di coerenza
dottrinale (solo l’autorità ecclesiastica può giudicare della autenticità di visioni e di miracoli) e per non esporsi alle critiche
di un mondo scientifico prevalentemente positivista; d’altra parte
ha predicato la possibilità del
miracolo e ha spinto la gente a
chiederlo per l’intercessione di
Maria. La « religiosità popolare »
ha trovato nell’atteggiamento
dell’autorità ecclesiastica una
sollecitazione alla propria ansia
di cercare il miracolo, perché si
trattava di difendere una speranza tanto naturale. Lourdes e Fatima sono diventate centri di
speranza, come il Gange per gli
indiani, ma con criteri di una
più raffinata ed efficiente organizzazione. Milioni di persone sono
andate e vanno a questi «luoghi
santi » negli oltre cent’anni di
Lourdes e nei 65 di Fatima, e ne
andranno sempre di più, ora che
i mezzi di comunicazione rendono tutto visibile al mondo intero. Lourdes e Fatima sono state
e sono un grande affare sociologico per la gerarchia cattolica ed
economico per molti sia laici che
ecclesiastici.
Sono poi veri questi « miracoli »? Ci riferiamo in particolare
a Lourdes per il quale esiste un
efficientissimo apparato di controllo, seguendo quanto dice il
dott. Alfonso Olivieri, Presidente
dell’Ufficio Medico di Lourdes,
nel suo libro « Avvengono ancora miracoli a Lourdes? - 18 casi di guarigioni 1950-1969 » (Roma
1972). Anzitutto si deve distinguere fra « guarigioni » dichiarate
dalla struttura scientifica, e « miracoli », guarigioni ai quali l’autorità ecclesiastica riconosce il
carattere di soprannaturalità e il
collegamento all’intercessione di
Maria. Dall’Olivieri sappiamo che
nel periodo è stata registrata dall’Hospitalité de Notre Dame de
Lourdes una media di cinquantamila ammalati all’anno (cioè
circa 1 milione nei 20 anni); le
Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coisson
La ”mano tesa”
in Svizzera
(SPP) — Nel 1980 i 13 posti
telefonici della Mano Tesa svizzera hanno avuto circa 108.000 chiamate. I motivi degli appelli sono
in genere: la solitudine, la malattia, gli stati depressivi e la tendenza al suicidio.
I collaboratori, in grande maggioranza volontari, sono più di
700. Essi si preparano insieme
per migliorare la capacità di ascolto. Il fatto che siano volontari offre numerosi vantaggi: situazione più simile fra colui che
chiama e colui che risponde, visione più reale sull’uomo e sui
suoi bisogni, maggiore disponibiiità, minori schematismi e reazioni di difesa.
Corea del Sud: contro
la tortura poliziesca
( SPP ) — Le sei chiese protestanti membro del Consiglio nazionale delle chiese hanno indirizzato al Capo dello Stato il presidente Chun Doo Hwan, una petizione per invitarlo a porre fine
alla tortura violenta dei prigionieri politici, ricordando la promessa da lui fatta di costruire
una « società giusta ».
Le autorità hanno risposto che
non c’erano stati casi di tortura
e che se essi avessero continuato
nella loro azione, sarebbero stati a loro volta sottoposti a interrogatori polizieschi.
La petizione delie chiese si fondava sull’azione dei parenti di 26
accusati al processo di Seul del
9 gennaio per azione in favore
della rivoluzione socialista. Fra
questi vi era anche un missionario nell’industria.
Sei S per fare
rifiorire ii deserto
(SPP) — Lottare contro la desertificazione, incitare le popolazioni contadine a lavorare anche
durante le stagioni secche, questi
sono a grandi linee gli obiettivi
deli’Associazione 6 S (Se Servir
de la Saison Sèche en Savane et
au Sahel ) emanazione di Pain
Pour le Prochain e dell’Azione di
Quaresima Svizzere. L’idea è nata nel 1977 nella mente di un giovane maestro dell’Alto Volta:
creare dei progetti di sviluppo
fondati suile necessità, le possibilità e la mentalità delle popolazioni del Sahel.
L’idea ha avuto successo e vi
sono ora più di 700 gruppi che
mobilitano circa 60.000 persone
nell’Alto Volta, nel Mali, nel Togo e nel Senegai.
Prima di lanciarsi in una re
gione il gruppo analizza la situazione sociale, economica e tecnologica, poi esamina come i principi direttivi si adattano alla situazione. Ricevuto l’appoggio degli anziani tutti si mettono all’opera: uomini, donne, giovani,
adulti e vecchi, tutti su un piano
di uguaglianza.
Durante i 4 mesi della stagione
delle piogge, 6 S si concentra
sullo sviluppo dell’agricoltura.
Ma il suo intervento è più intenso nella stagione secca. I contadini sono mobilitati a costruire
pozzi, a irrigare, a costruirsi
gli attrezzfi ecc.
Le grandi mandrie che devastavano la savana hanno lasciato
il posto a piccoli allevamenti di
maiali e di montoni che sono alla portata di ogni allevatore e
rispettano maggiormente la natura.
Gli stati del Sahel hanno finora
appoggiato questi progetti che
interessano anche la Mauritania
e presto anche il Ciad.
Gabon: arrestato
Jean-Marc Ekoh
(BIP) — Il DEFAP comunica
« Abbiamo appreso, da fonte purtroppo sicura, che Jean-Marc
Ekoh, direttore del Servizio Pianificazione e Sviluppo della Chiesa Evangelica del Gabon è stato
arrestato nel corso dell’ultimo
sinodo. Sembra che questa misura faccia parte di un piano generale in quanto altre persone sarebbero state arrestate nel nord
del paese. Nessuna spiegazione
è ancora stata data del fatto.
Ekoh è membro della Commissione Borse della CEvAA e del
Servizio di aiuto del Consiglio
Ecumenico ».
guarigioni sono state calcolate
sulla media di 30 per anno (cioè
circa 600), mentre la gerarchia
cattolica ha riconosciuto il carattere di soprannaturalità, cioè
di « miracoli », soltanto a 18. Preferiamo non commentare. D’altra
parte « guarigioni » del tutto simili a quelle di Lourdes avvengono in tutte le parti del mondo,
non solo in contesti religiosi; c'è
tutto un nuovo ramo della ricerca scientifica rivolto all’insieme
dei fenomeni che si presentano
sotto la veste della «soprannaturalità ». Pertanto né Lourdes, né
Fatima portano un reale contributo al problema del « culto di
Maria »: sono fenomeni « religiosi » e non problemi teologici. Non
sarà certo il desiderio di associarsi a tali fenomeni che porterà i protestanti a mutare il loro
atteggiamento verso il culto di
Maria, né si sentiranno privati
di « manifestazioni della grazia »
rimanendo fedeli al principio
« Solo a Dio gloria ». I doni dello
Spirito sono molteplici e vari e
fra essi il Nuovo Testamento pone anche quello delle « guarigioni », ma l’Evangelo non è il surrogato degli ospedali.
La Parola di Dio non è rinchiusa né a Lourdes, né a Fatima, né
al santuario polacco di Jasna
Gòra e neppure segue i viaggi
della statuetta di Fatima. La Parola di Dio, testimoniata dalla
Scrittura, risuona là dove lo Spirito del Signore la fa risuonare;
la Parola di Dio è Dio stesso dal
quale soltanto viene perdono,
speranza, salvezza e vita in Cristo e per incontrarlo non dobbiamo fare viaggi, né recarci in
« luoghi santi », né prostrarci
dinanzi a immagini o statue, perché Egli ha posto in noi stessi
e nella Comunità raccolta nel
Suo Nome la sua dimora.
Alfredo Sonelli
ROVERETO
Ricerca
di dialogo
Deciso colpo d’ala all’ecumenismo roveretano con rincontro
di martedì 27 aprile a Palazzo
Rosmini dove, davanti ad un
pubblico folto e attento, hanno
parlato la prof. Maria Vingiani,
fondatrice e Presidente del Segretariato Attività Ecumeniche e
il dr. Renzo Bertalot, pastore valdese, direttore per l'Italia della
Alleanza Biblica Universale, il
tema che ha coinvolto entrambi i relatori è stato recumenismo
nell’ottica di una costante ricerca di dialogo: dialogo che vede
l'unità nel cammino cristocentrico dei credenti, nell’opera di
l'innovamento dei singoli e delle
chiese, nella riscoperta della Parola di Dio. Il Nuovo Testamento interconfessionale in lingua
corrente (cui farà seguito entro
ii Natale 1984 la traduzione dell’Antico Testamento) è lo strumento primario nella edificazione di tale unità: unità che non
vuole essere uniformità bensì,
nel chiaro rispetto dell’identità di
ciascuno, un reciproco arricchimento nella diversità c al tempo
stesso una proesistenza dell’uno
per Tal tro,
E’ seguito un vivace dibattito,
che ha costituito per tutti uno
stimolo alla ricerca e all’azione
nella misura in cui ha lasciato in
molli di noi il desiderio di portarlo ulteriormente avanti,
A conclusione della serata e
.stato pre.sentato il nuovissimo
volume, dal titolo provocatorio:
« Maria nella Cnmuniìci Ecumenica » di cui si parla in altra parte del giornale.
A Rovereto abbiamo di nuovo
vissuto un momento forte: possa da questo momento forte nascere un più forte impegno per
ognuno di noi nel cammino dell’unità e della fede, .secondo Timnerativo del Signore implicito in
Giovanni 17.
F. S. P.
9
28 maggio 1982
cronaca delle Valli 9
TORRE PELLICE: CONVEGNO DEL S.A.E.
febbre ecumenica
Fede e
tradizioni
Il concistoro di Pinerolo ha deciso di commemorare l'Ascensione la sera del giovedì, ritenendo,
credo giustamente, che il calendario ecclesiastico non debba dipendere dalle decisioni dell’autorità civile di abolire determinate
festività infrasettimanali, ma di
tenerne conto solo per quanto
riguarda la possibilità per i membri di chiesa di partecipare alle
riunioni. Per questo, il culto serale.
. Mentre ricordavo questo culto
a parecchi fratelli, ho però avuto
l'impressione, forse superficiale
e ingiustificata, che a loro dell’Ascensione, ricordata di giovedì o di domenica, importasse
piuttosto poco. Molti cadevano
dalle nuvole a sentirne parlare:
« Ab già, è questa settimana! ».
Da che cosa può dipendere
questo scarso interesse?
Condividiamo l’austero atteggiamento di Calvino, che non
considerava festivo neppure il
giorno di Natale?
Oppure, nonostante il posto che
hanno nel Nuovo Testamento,
Ascensione e Pentecoste sono
, meno care a molti, perché, a differenza di Natale e Pasqua, sono
feste unicamente religiose, senza
il contortìo di tradizioni pittoresche, più o Pieno mondane è consumistiche?
O ancora, questo avvenimento
« miracoloso » suscita disagio in
una fede che diffida dei miracoli
e dei prodigi, più attenta al messaggio di pace e di amore del
Gesù uomo che al Cristo morto,
risorto e salito al cielo, come recita il « Credo »?
Se davvero è abbastanza diffusa l’indifferenza all’Ascensione
che mi è parso di cogliere, è una
questione insomma di forma o
di contenuti della nostra fede?
Avevano ragione gli ugonotti e
i barò etti che vedevano una testimonianza, doverosa, contro
quella che giudicavano idolatria,
nel loro andare a lavorare i campi il giorno della festa del santo
patrono, a rischio di processi e
di galera? O facciamo bene noi
ad accettare senza porci problemi le feste dell’immacolata concezione o dell’assunzione di Maria, perché una giornata di ferie
fa sempre piacere?
In conclusione, è giusto ricuperare il significato di queste feste che scandiscono il calendario
ecclesiastico o rinunziarvi se pen' siamo che abbiano perso il loro
significato originario? Oppure
sbaglia peccando di orgoglio farisaico chi pretende un culto rosi austero e spirituale da ditnenticare che siamo fatti di carne e
inevitabilmente legati anche alle
cose terrene?
Sarebbe triste se. a furia di eliminare elementi che ci sembrano formali e secondari, dovessimo accorgerci di aver buttato
via con questi anche l’essenziale
della nostra fede c della nostra
testimonianz.a.
Marcella Gay
Hanno collaboralo a questo
numero: Dario Carlone, Paolo Giunco, Luigi Marchetti,
Teofilo Pons,. Paolo Ribet,
Jean-Louis Sappé, Franco Taglierò, Giorgio Tonni.
Un convegno breve ma intenso quello del Segretariato Attività Ecumeniche (SAE) svoltosi a
Torre Pellice in questi giorni. Si
è trattato di un incontro teso a
preparare il terreno per il successivo appuntamento di fine luglio a La Mendola su « La pace
sfida del Regno ». Che sarà una
grossa sessione di lavoro, con 12
diversi gruppi di lavoro e con
nomi di primo piano. Naturalmente ci sarà anche Maria Vingiani — infaticabile tessitrice di
rapporti umani e interconfessionali — che anima, da anni, l’apparato organizzativo di questa
associazione laica che ^a crescendo a vista d’occhio. Ho chiesto alla Vingiani: « Perché il SAE
a Torre Pellice? ». « Ci avevamo
pensato — mi dice — già dieci
anni fa ma poi la cosa cadde perché i tempi non erano maturi...
l’ambiente ci era ostile. Oggi, in
occasione del 450° di Chanforan,
ci è parso utile avviare il confronto proprio qui a Torre Pellice, il luogo dove si sono consumate tante lacerazioni ».
Ad iniziare rincontro ci ha pensato Sartori con una pregnante
riflessione sul tema della riconciliazione. Poi Valdo Vinay ha
parlato, senza appunti, per più
di un’ora sulla vicenda di Chanforan illustrando la posizione
dei Riformatori nei confronti del
movimento valdese medioevale.
Ne è seguito un dibattito vivace.
Tutto si è svolto nell’austera aula sinodale che, forse per la prima volta, ha accolto così tanti
sacerdoti e vescovi cattolici. Nel
quadro del convegno sono state
importanti anche le escursioni
ai luoghi storici in Val d’Angrogna e ad Agape come occasioni
ANGROGNA: APPROVATO IL BILANCIO
A favore dei servizi
Pareggia sulla cifra di 582 milioni il bilancio di previsione per
il 1982 approvato recentemente
dal Consiglio comunale di Angrogna. Di questi circa 350 — e dunque più della metà dell’intera cifra — verranno utilizzati per la
costruzione e il completamento
di opere pubbliche (strade, acquedotti, fognature); un’altra
grossa fetta (70 milioni) se ne
andrà in retribuzioni al personale. Se si tolgono ancora i 30 milioni delle partite di giro (il denaro cioè che il comune incassa
per conto dello Stato o di altri
Enti, ai quali poi. Io deve devolvere), non rimarrà più molto per
far fronte alle esigenze di un
comune, che ha sì pochi abitanti, ma dove i fenomeni tipici delle alte valli (spopolamento, invecchiamento della popolazione,
pendolarismo, part-time) sono
fortemente accentuati, per cui risulta difficile dare risposte adeguate ai problemi della gente.
« Ciononostante, e nonostante
i tagli alla spesa pubblica decretati dal Governo » ci dice il
Sindaco Franca Coisson, « anche
per quest’anno siamo riusciti a
non ridurre le spese per i servizi. E le scelte fatte sono, a mio
avviso, qualificanti anche perché,
a differenza di altri comuni, molti servizi sono stati potenziati. Mi
riferisco in particolare agli interventi nel settore della scuola, a
quelli per la sicurezza sociale e
per i trasporti ».
In effetti, spulciando tra le cifre del bilancio, troviamo oltre
30 milioni per l’istruzione: una
cifra considerevole, se si pensa
che gli alunni della fascia dell’obbligo sono una cinquantina in
tutto. Occorre però tener presente che le due scuole elementari
esistenti sono entrambe a tempo
pieno, e che ad Angrogna funziona anche una scuola materna statale: i tre servizi di mensa sono
gestiti dal comune ed i costi so
no solo in minima parte rimborsati dalle famiglie (un pasto alla
refezione viene pagato mediam.ente 650 lire).
25 milioni saranno spesi per
il funzionamento dell’autolinea
( Angrogna è con Prarostino l’unico comune a gestirsi in proprio
un servizio di trasporto pubblico); 12 milioni serviranno per potenziare gli interventi nel settore
della sicurezza sociale (è prevista tra l’altro l’installazione di
un posto di telefono pubblico a
Buonanotte, una frazione isolata
del comune attorno alla quale
gravitano parecchie case sparse,
abitate per lo più da gente anziana).
La cifra iscritta a bilancio per
le attività culturali (3,5 milioni)
può forse apparire modesta, ma
testimonia comunque la volontà
deH’Amministrazione di proseguire, soprattutto attraverso l’attività del Centro di Documentazione sulla cultura popolare, il
discorso sul recupero e sulla difesa del patrimonio linguistico,
di cultura e di costume della comunità locale.
Il bilancio prevede inoltre, per
la prima volta, un programma di
formazione sportiva, che sarà
portato avanti con lo Sport Club
Angrogna: si tratta di corsi di
nuoto, di ginnastica presciistica
e di gite in montagna rivolti in
particolare agli studenti della
scuola dell’obbligo e ai giovani
della valle. L’iniziativa è resa possibile da un contributo di 2,5 milioni assegnato al comune dalla
Regione sulla base di un programma presentato lo scorso anno dall’Amministrazione comunale.
Due milioni, infine, andranno
a sostenere l’iniziativa della locale Cooperativa Agricola, impegnata nella ristrutturazione del mulino di Chiot dl’Aiga.
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per capire dal vivo non solo un
passato che non si può cancellare («siamo nella Buchenwald
dei valdesi », ha commentato un
giovane insegnante cattolico) ma
la vita presente e le prospettive
del valdismo locale.
In sostanza molte domande e
soprattutto tanta voglia di capire anche se in queste tre giornate i problemi sono stati appena
abbozzati, indicati. In conclusione per i valdesi che hanno seguito i lavori (e che magari hanno
discretamente disertato le liturgie eucaristiche) si è trattato della scoperta di un luogo ecumenico realmente di ampio respiro,
che va al di là del piccolo cabotaggio locale. E, penso, per i cattolici che forse per la prima volta sono entrati in contatto con
il protestantesimo di queste valli
è stata la scoperta di una realtà ecclesiastica diversa con cui
è possibile dialogare nel rispetto
delle singole posizioni.
Il torrente impetuoso del SAE
— ultima domanda — ha attraversato le Valli senza portare a
casa nulla di nuovo? Forse un
maggiore interesse e amore per
la Scrittura che fu al centro dell’antica assemblea di Chanforan,
che è aperta sulle tavole di Santa Cena degli austeri templi di
queste montagne e che continua
ad essere — malgrado le insufficienze e i difetti che ad ogni minoranza ghettizzata si possono
perdonare — l’elemento costitutivo, centrale del nostro volere
essere chiesa. Per il futuro bisognerà partire da lì. Dalla Bibbia
aperta di fronte a noi. Evitando
le tante incrostazioni che tradizioni ecclesiastiche antiche hanno sedimentato, nel corso dei secoli. Insomma si tratta di puntare di più sulTessenziaìe. E’ una
ricerca appassionante.
G. Platone
Dibattiti
PINEROLO — Organizzato da « Il Circolotto » si svolge venerdì 28 maggio
ore 20.45 presso l'Aula magna dell'Istituto Buniva (via dei Rochis) un dibattito sul tema » Fede cristiana e fede
laica: in che cosa credere?». Introducono Amos Pignatelli e Ermanno Genre.
Concerti
LUSERNA SAN GIOVANNI — M Centro culturale Progett(a)zione organizza
per sabato 5 giugno alle ore 21 un concerto degli Shee Been (Nord Irlanda)
al Teatro Santa Croce.
Manifestazioni
RORA' — Sabato 29 maggio alle ore
21. con l'organizzazione del comitato
pace e disarmo Val Pellice. si svolgerà
nella sala valdese una serata centrata
sulla questione delle servitù militari.
Verrà fatto il punto sull’attività del
CODIALP e proiettato un audiovisivo
su pace e armamenti a cura della FGEISicilia.
Segnalazioni
TORRE PELLICE — Lunedì 31 maggio
alle ore 21 presso il Centro d'incontro
di Torre Pellice (Via Repubblica - sotto i portici), si terrà una riunione del
Comitato per ia Pace Val Pellice, con
il seguente ordine del giorno:
— valutazione delrincontro con A. Tridente sui tema della riconversione industriale, tenutosi a Torre Pellice il 20
maggio:
— dibattito sull'obiezione di coscienza, organizzato dal Movimento Federalista e dal Comitato stesso, che si terrà prossimamente a Torre Pellice:
— presentazione delle proposte del
gruppo di lavoro sull'energia nucleare:
— organizzazione di prossimi dibattiti:
— varie ed eventuali.
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10
10 cronaca delle Valli
28 maggio 1&82
INIZIA UNA NUOVA SERIE DI ’’ITINERARI ALLE VALLI”
Alla scoperta
delle nostre montagne
I criteri cui contiamo di attenerci nel redigere questa terza
serie di itinerari escursionistici
alle Valli sono gli stessi che ci
hanno guidati nelle due precedenti serie, per cui pensiamo che
non sia il caso di dilungarci troppo nella loro presentazione, anche per non cadere in noiose ripetizioni.
Ci auguriamo invece che i lettori, seguendo il nostro suggerimento, abbiano conservato le descrizioni degli itinerari precedenti, sia per aver la possibilità di
compiere le escursioni non ancora effettuate, sia per aver la
possibilità di rileggersi le indicazioni e le raccomandazioni contenute nelle due precedenti presentazioni.
Per chi non avesse avuto cura
di conservare gli itinerari precedenti, confermiamo l’intenzione
della Redazione dell'Eco di pubblicare, a tempi brevi, una prima raccolta di descrizioni che
comprenderà probabilmente le
tre prime annate.
Alla scoperta
delle nostre valli
Gli itinerari scelti per la serie
di quest’anno si dividono equamente sulle due valli ed interessano in genere zone fuori mano
ed assai poco frequentate. Per
chi ama la tranquillità questo
può essere un motivo di più di
interesse ed un incitamento a
lasciarsi coinvolgere dalla passione per le tranquille passeggiate alla scoperta delle nostre valli, dei villaggi sperduti ed ormai
abbandonati, di deliziose baite
disposte strategicamente fra i
pascoli, di sentieri e mulattiere
che, malgrado le sterpaglie e gli
inevitabiìi crolli, testimoniano
della grande operosità dei nostri
avi, di antiche miniere da tempo
inutilizzate da cui si traeva la
materia prima per le suppellettili e gli attrezzi indispensabili
alla vita quotidiana, di luoghi cari alla storia del nostro popolo,
di flora e di fauna ancora particolarmente ricca soprattutto nei
valloni secondari, che, da sole,
giustificherebbero abbondantemente una bella camminata. Per
non parlare del bosco che, quasi
dovunque, torna ad avere il sopravvento assediando da ogni lato gli antichi insediamenti uma
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PINEROLO
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Tel. 22.777
a cura di Raimondo Genre
ni, tornando ad invadere di prepotenza prati e coltivi ricavati,
con fatica ed ostinazione, dai nostri antenati sulle pendici anche
più scoscese delle nostre montagne.
A proposito di fauna dobbiamo segnalare la presenza, nelle
zone interessate ai nostri itinerari, di alcune specie animali un
tempo rare o assenti come, ad
esempio, il Biancone (stretto parente dell’Aquila e gran divoratore di rettili), il Cinghiale, il Capriolo, il Muflone, ecc.
Itinerari ”ad anello”
Per quanto riguarda gli itinerari proposti, sono stati tutti verificati nella primavera 1982, per
cui non ci devono essere sorprese. Si tenga comunque presente
che non si tratta di percorsi
espressamente segnalati per cui
si possono trovare brevi tratti
segnalati (percorso Gta, mulattiere che portano ai colli principali, itinerari locali, tracciati di
corse podistiche, ecc.) mentre
per il resto ci si deve affidare
esclusivamente alla descrizione
dell’itinerario, alla propria intuizione o alle indicazioni degli
abitanti del posto.
In alcuni casi, dove i cespugli
hanno invaso il sentiero, può essere più comodo camminare nel
prato adiacente. La cosa non rappresenta un grave problema, ma
si abbia l’avvertenza di calpestare il meno possibile, soprattutto se si tratta di terreni ancora
coltivati.
Chi ha avuto la costanza di seguirci percorrendo gli itinerari
proposti negli anni passati, sarà sicuramente ben allenato e sarà contento di continuare nella
scoperta delle nostre valli percorrendo questi nuovi itinerari
che si sviluppano tutti a quote
relativamente basse (quota massima 2500 m. circa) offrendo la
possibilità di essere effettuati
quasi tutto l’anno, a condizione
che non ci sia troppa neve e, soprattutto, che non ci siano pericolose colate, di ghiaccio nelle
combe da attraversare.
Le proposte di itinerario che
facciamo quest’anno si sviluppano prevalentemente con percorso « ad anello ». Questo consente da uria parte di percorrere una zona più vasta evitando
di ripercorrere in discesa l’itine
rario di salita e dall’altra consente un più facile recupero dell’auto, supporto quasi indispensabile per compiere queste escursioni, dato che interessano zone
non servite da mezzi pubblici di
trasporto.
Equipaggiamento
Trattandosi di escursioni a
quote non eccessivamente elevate, non è indispensabile un equipaggiamento specifico, sofisticato e costoso, ma sono indispensabili delle buone calzature, possibilmente con suola tipo vibram.
L’abbigliamento deve essere adeguato alle condizioni della media montagna, tenuto conto delle possibili improvvise variazioni del tempo, della tempefatura
(relativamente alla stagione), dell’arrivo di un temporale estivo,
di una bufera di neve...
Poiché capita ancora spesso
di incontrare su sentieri di montagna persone sprovvedute che
trasportano tutte le loro cose in
borse varie appese al braccio, insistiamo nel dire che uno zainetto (moderna versione della gerla dei nostri antenati) è indispensabile per riporre le proprie cose, per avere le mani libere, per
non essere « sbilanciati », per
non sprecare energie.
In quanto al mangiare ognuno si regolerà come meglio crede, secondo le proprie abitudini.
Si eviti comunque di portare viveri sofisticati, pesanti e fragili
bottiglie (magari di acqua minerale!), non si ecceda nella quantità, ma si privilegino alimenti
energetici: frutta secca, cioccolata, formaggi, salumi, ecc. (*).
La macchina fotografica sarà
utile per fissare immagini e ricordi che ci aiuteranno a rivivere situazioni e momenti felici.
Anche un buon binocolo è indispensabile, soprattutto per osservare gli animali che difficilmente si lasciano avvicinare molto e
che è quasi impossibile avvistare ad occhio nudo, anche a distanze relativamente brevi, a causa della mimetizzazione.
Parlare con la gente
Come abbiamo già sottolineato in passato, la gita sarà anche
più bella e gratificante se al piacere della scoperta di nuovi am
« ...un indirizzo di fiducia... »
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VENERDÌ’ 4 GIUGNO - ore 21
nel Tempio Valdese di VILLAR PELLICE
CONCERTO
CORALE
saranno eseguite musiche
sacre e profane di:
Didier LUPI Second
Claude LE JEUNE
Claude GOUDIMEL
element JANEQUIN
Melchior VULPIUS
Jacobus GALLUS
Pierre CERTON
Felix MENDELSSOHN - BARTHOLDY
Antonin DVORAK
Zoltán KODALY
INGRESSO LIBERO
Tutti sono cordialmente invitati
bienti, di scorci particolarmente
belli, della lunga camminata, di
flora e fauna ricca ed interessante, si unirà il calore del contatto
umano. Si cerchi quindi e si provochi la conversazione con le
persone che si incontrano, sia
locali che escursionisti. L’arricchimento sarà reciproco nella
misura in cui il contatto sarà
schietto e partecipe.
Si evitino tutti i motivi di attrito che possono derivare dalcalpestare la proprietà privata, dalla raccolta indiscriminata di fiori o di prodotti del bosco, dalTintrodursi in abitazioni apparentemente abbandonate o, peggio, daH’asportarne suppellettili
ivi ancora conservate.
Si ricordi che moltissimi fiori
ed erbe dei nostri monti sono
soggetti a protezione assoluta o
parziale e che l’osservanza di
queste norme è garantita anche
da numerose guardie ecologiche
volontarie.
Anche se siamo convinti che
non ce ne sarà bisogno, vogliamo terminare la nostra introduzione a questa nuova serie di itinerari ricordando ai lettori che
in ogni valle esistono volontari
del Soccorso Alpino pronti ad intervenire per qualunque necessità con una attrezzatura adeguata.
Un po’ di bibliografia
Alla cartografia, guide e monografie segnalate in passato vorremmo aggiungere le novità che
riguardano le nostre valli.
— Grande Traversata delle Alpi
Gta 1981, ed. CDA, Torino 1981,
L. 6.000.
— Grande Traversata delle Alpi
Gta 1982, ed. Priuli & Verlucca, Ivrea 1982, L. 8.500.
— E. Ferreri, Alpi Cozie Centrali, ed. T.C.I. - C.A.L, Milano
1982.
Prezzo al pubblico L. 30.000
(soci C.A.L, L. 18.000).
(■■■) Pensiamo che sia superfluo
raccomandare ai nostri amici
escursionisti la tassativa necessità di riportare a valle nel proprio sacco i vuoti ed ogni altro
rifiuto.
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11
23 maggio 1982
cronaca delle Valli li
DA MONTBELIARD AD ANGROGNA
Incontro giovanile
Giovani lavoratori francesi hanno discusso
della realtà delle valli coi giovani angrognini
Il nostro gruppo è stato ospitato. dal 20 al 23 maggio, alla Foresteria di Pradeltorno. È la terza volta che venivamo alle Valli
(eravamo già stati due volte ad
Agape) e siamo rimasti molto
soddisfatti della nostra visita. Oltre alle bellissime passeggiate,
abbiamo avuto diversi incontri
che ci hanno permesso di capire
come vive la gente del posto.
Prima è stato il Gruppo Giovanile di Prassuit-Verné a raccontarci come vivono qui i giovani:
è stato un incontro molto interessante in cui i giovani ci hanno parlato delle loro attività
(realizzazione di un libro, ecc.),
delle loro difficoltà ma anche
delle loro prospettive. Il sabato
mattina abbiamo avuto un incontro a carattere storico: una
signora ci ha fatto visitare la
chiesa e dopo ci ha portati Ano
al Collegio dei Barba. Infine, è
venuto su un compagno della
FIAT di Villar a raccontarci la
sua esperienza in fabbrica, il che
è stato estremamente interessante per noi che, per la maggior
parte, lavoriamo alla Peugeot.
La serata di sabato si è svolta
insieme al Gruppo Teatro Angrogna che ci ha presentato il suo
lavoro. Dopo di che abbiamo cantato e ballato assieme, trovando
spesso delle melodie comuni.
Purtroppo non potevamo fermarci di più ma siamo molto
grati ai responsabili della Foresteria di averci ospitato.
È stato un soggiorno molto
piacevole, alTaria pura e pulita,
soprattutto perché non siamo venuti qui come i soliti turisti ma
per avere la possibilità di incontrare la gente del posto. Speriamo vivamente di ritornare da
queste parti, per un periodo un
po’ più lungo. Potremmo anche
concretizzare l’idea di uno scambio con i giovani di Angrogna, se
ci saranno proposte in questo
senso dalle due parti.
Speriamo comunque di tornare
presto.
per il gruppo di Montbéliard
Evelyne Boilaux
INFORMAZIONI
PRECONCETTE?
Sull’Eco delle -Valli, n. 21. nella rubrica ff Alle Valli oggi ». a firma di
Italo Pon.i. è stato pubblicato un elzeviro dal titolo « CoLilège senza Bi!)bia ». Lo scritto è evidentemente dettato da mancanza di informazione e. in
modo indiretto, chiama in causa due
organismi che nel passato remoto e recente si sono interessati alla valorizzazione dei luoghi storici della Valle
d’Angrogna : il Comitato nominato
dalla Tavola e la Società Pra del
Torno.
Il Comitato per i Luoghi Storici, .nel
suo programma annuale, aveva considerato di riparare le strutture del Collegio dei Barbi. Con vivissima soddisfazione ha notato di essere stato preceduto dalla generosa azione dell’Anziano di Pra del Torno. Emilio Buffa che
ha riparato il tetto e ripulito l’interno.
Il Comitato è lieto, con l’occasione, di
ringraziare l’Anziano Buffa per la sua
opera di solidarietà.
Manca la Bibbia. Un’informazione
adeguata avrebbe reso edotto il giovane
Pons-che è in corso di costruzione una
bacheca in vetro a prova... di scasso,
progettata dal Pastore Platone e fatta
costruire dal Comitato per i Luoghi
Storici. Tra poco quindi il Coulège
avrà nuovamente la Bibbia.
Per quanto riguarda la difesa di Pra
del Torno in senso lato non deve essere dimenticata l’azione svolta ormai
da 20 anni dalla Società Pra del Torno, che non ha aspettato che fosse
asfaltata la strada di accesso per assicurare a mani valdesi lo storico luogo.
Da 20 anni la Foresteria ha cercato di
mantenere in Pra del Torno l’impronta valdese, dignitosa e disponibile. La
Società non nasconde di aver rifiutato
proposte e « avances » per la cessione
« in toto II o in appalto degli stabili
per la loro gestione forse non in armonia con le finalità finora perseguite.
La Foresteria vuole lavorare con la
Chiesa, cosa che tramite il Pastore Platone avviene in modo egregio.
E’ sempre consigliabile, prima di
scrivere articoli, assumere informazioni non preconcette.
Guido Ribet
Cara Magna Linota,
seguo sempre la tua posta con
simpatia e interesse; ho visto le
reazioni suscitate recentemente
da « Credo — le donne esprimono la fede » (Eco del 5-3), e, se
gentilmente mi concedi un po’ di
spazio, vorrei difendere la preghiera in questione; mi pare che
sia stata eccessivamente maltrattata. Personalmente, ho apprezzato molto il « Credo », come
donna e come credente, l’ho trovato poetico, sentito, vero. Non
penso proprio che le autrici volessero proporre un «culto» della
donna, mi è parso piuttosto che
si trattasse di una constatazione
gioiosa, un modo di dire: « La società ci discrimina, ma Dio no,
Egli ci capisce e ci ama ». Credo
che ciascuno di noi, quando prega. comunichi al Padre le proprie
angosce, legate anche alla condizione sociale e alle beghe quotidiane: allo stesso modo, quando
leggiamo la Sacra Scrittura nei
momenti difficili, andiamo alla ricerca dei passi nei quali possiamo identificarci, bisognosi di conforto e incoraggiamento; alcuni
lo giudicano sbagliato, ma è un
atteggiamento molto umano e
diffuso, la preghiera riflette le incertezze e le speranze di chi prega. Perché mai una donna non
dovrebbe rallegrarsi, ricordando
come il Salvatore si è dimostralo
in ogni occasione contrario alle
tradizioni patriarcali che volevano il sesso femminile succube e
passivo? Come non gioire pensando che Gesù ha perdonato l’adultera, esortato Marta a tralasciare
la cucina, guarito la donna che
soffriva di perdite ematiche,chiacchierata amichevolmente con la
samaritana, e che fu una donna
la prima ad annunciare la Resur
rezione? Non sempre questi episodi vengono analizzati a fondo
e mi sembra -giusto che le donne
vogliano farlo. Anche l’Antico Testamento è ricco di figure femminili importanti: Agar, Miriam,
Abigail, Debora... Eppure di loro
si parla poco, anche sui giornali
a sfondo religioso.
Qualcuno afferma che non ha
senso parlare dei problemi femminili e di una teologia femminista all’ interno delle comunità
cristiane, come se uomini e donne appartenessero a mondi separati, perché la Chiesa è un insieme di credenti uguali e basta, ma
temo che siano conclusioni un
po’ troppo rosee: le strutture sociali e un certo tipo di educazione impongono ai rappresentanti
dei due sessi ruoli ben diversi, e
da questa divisione la donna risulta nella maggior parte dei casi emarginata e sfruttata, sottovalutata; è un fenomeno che non
possiamo ignorare senza eccedere in ottimismo. L’uomo che si
reca in Chiesa, a mio avviso, e
sente sempre parlare di profeti e
patriarchi maschi, e raramente di
quelle che furono loro compagne,
finisce spesso per rafforzare le
proprie idee di supremazia virile; la Bibbia pullula di personaggi femminili, esempi di diplomazia, bontà, tenacia; analizziamoli dunque senza preconcetti, forse
salterà fuori qualche cosa di illuminante e insospettato. Per tornare al « Credo », mi ha veramente stupita sentirlo paragonare a
un’ode fascista che probabilmente i bambini dell’epoca erano obbligati a imparare; le femministe
non obbligano certo nessuno a
recitare la loro preghiera, si sono limitate a proporla come
espressione di fede, basandosi su
un’ideologia ben diversa.
Proprio in quanto credenti, sono convinta che dobbiamo batterci perché la donna possa raggiungere la parità effettiva in
ogni campo, solo allora potremo
parlare di una comunità di fedeli tutti uguali. Per ora l’uguaglianza è solo teorica e il messaggio di Gesù non trova applicazione pratica.
Spero che potrai ospitarmi sulla tua rubrica (senza «tagliare»
il mio intervento, grazie) e ti saluto con molta amicizia. So che
la tua posta piace a tanti lettori
e ti trovo veramente simpatica,
anche se non sempre condivido
le tue posizioni, come in questo
caso.
Con affetto,
Edi Morini, Pomaretto
Eccoti accontentata. Ti ringrazio per il tono fraterno della tua
lettera: è bello riuscire a dissentire senza sentirsi obbligati a litigare.
Magna Linota
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Doni pervenuti nel mese dì marzo 1982
L. 2.000.000: La Sig.ra Erminia Ghigo,
deceduta a Torre Pellice. destina all’Ospedale di Pomaretto.
L. 100.000: Jolanda e Laurenzia Fornerone. Prarostino. in memoria di Fornerone Davide e Fabiole Beniamino: Martin
Ines. Fenestrelle: Aurora. Beppe e Margherita Bertalotto. a ricordo del fratello Teresio.
RINGRAZIAMENTO
Familiari e parenti tutti di
Bruno Gay
commossi per la partecipazione ai loro
dolore, ringraziano con affetto amici,
vicini di casa e conoscenti che con presenza e scritti sono stati e sono loro
vicini.
20 maggio 1982
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« Beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati ».
Mario Berutti
si è spento serenamente. Lo ricordano
la moglie Alice Perrelet, i figli Gabriele con Maria Antonietta Ruà e i
figli Mario e Daniele. Mario François
con Adelfia Sessa, la sorella Mara. Lascia agli amici e ai democratici tutti
Fesempio di coscienza laica e di spirito non asservito ai polenti del tempo quale valente magistrato e pubblicista. impegnato nella attuazione della
Costituzione e nelle battaglie per i
diritti civili e la libertà religiosa.
RINGRAZIAMENTO
« Gesù le disse: lo sono la resurrezione € la vita: chi crede
in me. anche se muoia vivrà ».
(Giov. 11: 25)
Il marito, i genitori, i fratelli, le sorelle ed i parenti tutti della compianta
Rostan Armanda in Pons
profondamente commossi e riconoscenti per la grande dimostrazione dì stima e di affetto tributata alla loro cara,
nell’impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano sentitamente tutti coloro ohe con la loro presenza, con scritti e fiori hanno preso parte al loro
grande dolore. Un particolare ringraziamento al pastore Guido Colucci
alla signora Pascal della comunità dì
Milano: ai pastori Marco Ayassot. Arnaldo Genre e Giorgio Tourn: ai dottori Franco Alpini e Mario Paderi; ai signori medici e personale infermieristico del reparto medicina dell’Ospedale
Civile: al prof. Boglietti e suore dell’Ospedale Cottolengo: al prof. Sanna^
zari di Torino: ai professori Gennari.
Azzarelli e Oriana del Centro Tumori
di Milano.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Ribet e Cougn riconoscenti per la grande dimostrazione dì
stima e dì affetto tributala al loro caro
Gino Ribet
iielTimpossibilità di farlo singolarmente ringraziano tutti coloro che presero parte al loro grande dolore. Grazie
agli amici che lo hanno assistito durante la sua breve malattìa. Un particolare ringraziamento rivolgono all’Ospc
dale Civile reparto Medicina. air0.spedale Cottolengo reparto Chirurgia, ai
Donatori dì Sangue Fidas. alla Società
Operaia dì M.S.. agli Alpini, al pastore
B. Bellion. ai vicini dì casa, agli amici
di Valter,
Luserna S. Giovanni, 20 maggio 1982
USL 42 - VALLI
CHiSONE-GERMANASCA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 30 MAGGIO 1982
Rinasca: FARMACIA BERTORELLO ■
- Via Nazionale, 29 - Tel. 51017.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa; tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva; tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 30 MAGGIO 1982
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Tel. 90223.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
USL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
12
12 uomo e società
28 maggio 1982
IL DIFFICILE PROBLEMA DELL’IDONEITÀ’ ALL’INSEGNAMENTO RELIGIOSO ALL’ELEMENTARI
^ --------—--------------------------------------------- e prendere quelle iniziative che
Sono contro l'autoesclusione
La ragione per cui nel convegno di Pinerolo del 15.3 ho riproposto il vecchio problema della
disponibilità degli insegnanti
evangelici nelle scuole elementari a svolgere il programma di
tutte le materie per le quali sono
abilitati dai loro titoli e vari
concorsi superati, sta nel fatto
che detto problema è tornato di
attualità in tutta la sua incidenza. Infatti lo ripropone il ricorso
al sistema dei supplenti per cercar di affidare anche nelle scuole
elementari l’insegnamento della
religione solo a personale laico,
giovane, controllato, integrista,
di sicuro affidamento, con modalità simili a quelle già in atto
per le ore di religione nelle
scuole secondarie.
Un tale procedere rientra nella
più vasta operazione di ricupero
avviata da qualche anno dopo
che l’integrismo cattolico ha subito pesanti sconfitte sia sul piano politico (perdita della presidenza del governo e della repubblica) sia su quello del consenso
morale (la bocciatura dei due referendum sul divorzio e sull’aborto). Circostanze che han fatto
constatare a molti che non si
trattava solo d’un calo di voti
cattolici ma di una inversione
di tendenza dovuta al malgoverno di oltre 30 anni di prevalenza
DC al potere. Una situazione che,
nella lungimiranza di alcuni, per
quel che concerne la scuola poteva essere validamente affrontata con l’operazione supplenti.
Forse un personale laico-vocazionale dà oggi maggior affidamento
del clero. Un personale giovane
può anche legittimamente aspirare ad una carriera scolastica
(vi sono infatti supplenti a 13 e
17 ore settimanali), tramite un
insegnamento a cui si può accedere senza titoli né concorsi, ma
col solo beneplacito episcopale a
cui occorre però restar ligi. Perciò questi aspiranti rimangono
sotto il controllo ecclesiastico da
cui soltanto dipende il loro permanere nel « posto di lavoro ».
Viene cosi avviato su larga scala
un nuovo tipo di « precariato
scolastico » che un giorno bisognerà sistemare offrendo uno
sviluppo di carriera, l’entrata in
ruolo, una pensione. E nulla esclude una soluzione ope legis
con l’eventuale passaggio, senza
concorso, all’insegnamento delle
Comitato di Redazione; Franco
Becchino. Mario F. Berutti, Dino
Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio
GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto
Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Giulio
Vicentini, Liliana Viglielmo.
Editore; AlP, Associazione Informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile;
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione; Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278 - c.c.p. 327106 intestato a
« L'Eco delle Valli - La Luce ».
Redazione Valli; Via Arnaud, 25 10066 Torre Pellice. ^
Abbonamenti 1982 (decorrenza 1”
genn. e 1” luglio): annuo 14.000 semestrale 7.500 - estero annuo
25.000 - sostenitore annuo 30.000.
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Cambio di indirizzo L. 300.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
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280 - sottoscrizioni 100 - economici
200 e partecipazioni personali 300
per parola (oltre IVA).
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
• La Luce »: Autor. Tribunale di
Pinerolo N. 176, 25 marzo 1960.
« L’Eco delle Valli Valdesi »; Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175, 8 luglio I960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
altre materie. I sindacati, con
una visione miope già ora sostengono questi nuovi « precari » interessandosi solo ai nuovi posti
di lavoro che si profilano all’orizzonte.
In tal modo si predispongono
le premesse per l’attuazione di
quel programma di reinserimento di cui ha parlato Vera Velluto (Eco-Luce 30.4) precisando
cosa corre sul « doppio binario
cattolico » verso un maggior più
sofisticato confessionalismo nella
scuola pubblica. Per completare
il quadro si aggiunga che alla
Camera si sta esaminando il progetto DC sulla scuola privata
(con pesanti oneri a carico dell’erario) e si dovrà pur trovare
una soluzione provvisoria per i
nuovi programmi di religione in
merito alla riforma delle scuòle
secondarie mentre la revisione
concordataria dorme i suoi sonni migliori. E quali partiti « laici » si dispongono a sostenere la
laicità della scuola?
Questo nuovo quadro mi ha
indotto a riflettere e a far riflettere, se possibile, su di un nroblema già affrontato 30 anni fa
in sede di AICE, che oggi non
può più restare ancorato a quella impostazione tranquilla di
sganciamento degli insegnanti
evangelici, « come si è fatto sinora ». Non penso più possibile
il tirarsi indietro in atteggiamenti di comodo individualismo difendendo solo la tranquillità delle proprie coscienze. Salvemini
diceva che le coscienze sono
fatte per essere turbate!
Nuova riflessione
Il problema dell’impegno degli insegnanti evangelici va visto
non sulle questioni generali su
cui non possono influire, ma nel
concreto dei temi della lotta
per la laicità della scuola.
Occorre riflettere a nuovo su
alcuni punti:
1) L’esonero dall’insegnamento della religione per gli insegnanti non esiste. Invocarlo
significa inclinare all’azione avversaria che vorrebbe pacificamente mettere fuori causa gli insegnanti scomodi. Nulla di più utile che il poter dire: sono loro
che non vogliono insegnare religione; ed ancora più bello poter
dire che è per rispettare le loro
coscienze che li si seconda.
Il trionfalismo degli integristi
■ ottiene cosi una carta valida per
potere asserire che la scuola è
gestita in modo « laico » senza
pressioni confessionali sugli insegnanti, ma potendo cosi esercitarla sugli alunni che interessano molto di più.
2) Esiste la possibilità di
non accettare di essere stati ricompresi nell’elenco del personale idoneo formato dal direttore didattico e poi avallato dagli
uffici diocesani.
3) Le abilitazioni, i concorsi
superati, come attestano le norme relative, abilitano indistintamente tutti gli insegnanti per tutte le materie inserite nei programmi delle scuole elementari.
Tutti quindi debbono essere inclusi nell’elenco per l’insegnamento della religione formato
dal direttore didattico e poi sottoposto all’avallo degli uffici diocesani; salvo la successiva non
accettazione o la dichiarazione
di non idoneità da parte dell’autorità ecclesiastica.
4) Ma ogni esclusione dall’elenco in via preventiva da parte del direttore didattico costituirebbe una violazione dell’eguaglianza e della pari dignità sociale affermate nell’articolo 3
della Costituzione.
5) La non accettazione non
dipende da una inidoneità professionale, ma come precisa la
circolare n. 54 del 28.3.1929, « tut
t’al più da una particolare incompatibilità di natura tutta subiettiva ».
6) L’idoneità conferita dal
vescovo è in effetti solo una valutazione di rispondenza alle
aspirazioni della curia locale.
7) La dichiarazione di inidoneità è invece un atto di chiara
discriminazione per ragioni confessionali che si oppone a quanto
affermato dagli artt.3 e 51 della
Costituzione. Meriterebbe che tali casi venissero sollevati nelle
idonee sedi politiche. Se fossero
molti, ben istruiti e dovutamente
presentati, allora sì che il problema della laicità della scuola verrebbe fuori in termini pesanti
soprattutto se tali « inidoneità »
venissero collegate col problema del moltiplicarsi delle supplenze con cui si tenta di inserire personale confessionale nelle
pubbliche scuole con nuovi e rilevanti oneri per l’erario.
Questa linea, ai fini della laicità delle scuole e della difesa dal
confessionalismo mi sembra più
producente di quella « finora seguita » di uscire di scena ricorrendo alla non accettazione, ma
gari in via preventiva, per non
dar seccature a quanti si adoperano per confessionalizzare la
scuola. Una testimonianza silenziosa ed inerte non mi sembra
molto coerente con l’evangelo. Si
traduce nel risolvere individualmente un problema personale
nel modo più comodo e meno impegnativo.
In vista del domani
Lascio ad ognuno la libertà di
opinione e di azione, ma con
l'invito a riflettere su tutto ciò.
La linea che sta profilandosi
nella politica scolastica nel nostro paese richiederebbe a mio
avviso una strategia più avvertita e più sollecita quanto alle necessità di agire in vista del domani e più audace sul piano
delle iniziative collettive ed individuali.
Non stimo perciò che l’organo adatto a promuovere tutto
ciò possa essere una commissione ecclesiastica più idonea a promuovere lo studio e la riflessione
sui problemi che l’azione. Occorrerebbe a mio avviso ricostituire
il tempo presente suggerisce. Gli
insegnanti evangelici delle scuole di ogni ordine e grado hanno
i numeri per potere prendere
essi stessi in mano i problemi
relativi alla scuola e per svolgere con l’appoggio di quanti pos■ sono aiutarli sul piano tecnico
tutte le azioni necessarie.
Il compito delle scuole pubbliche — come è stato ben detto
in altra sede — « è quello di aiutare i ragazzi al confronto, alla
tolleranza per le opinioni altrui,
alla libertà di giudizio, al senso
dello Stato ». Non vedo quali ragioni potrebbero opporsi nell’attuale clima ecumenico, così aperto nella diocesi pinerolese, a che
gli insegnanti elementari evangelici informino il loro insegnamento anche in tema di religione ai
suddetti criteri centrandolo sulla Bibbia. Se però in altre diocesi vi fossero degli atteggiamenti
di intolleranza oltranzista allora
è bene che si manifestino attraverso le dichiarazioni di inidoneità. Starà allora agli insegnanti
evangelici, alle loro capacità di
coagulare un’azione collettiva
idonea e conseguente, di affrontare convenientemente il nuovo
problema.
Vi sarebbero poi altre ragioni
più circostanziate per indurci a
seguire la nuova strategia. Su di
esse hanno già detto quanti sono
già intervenuti su queste colonne.
Giorgio Peyrot
USA: LE CHIESE DENUNCIANO, INASCOLTATE, IL PERICOLO
La cultura della violenza
Che la società americana fosse
violenta, lo si sapeva già, ma il
fenomeno ha assunto ormai dimensioni così ampie da diventare realmente preoccupante in
quanto sta rivelando il diffondersi di una vera e propria cultura
della violenza. Del problema si è
occupata recentemente anche la
stampa internazionale, gettando
un grido d’allarme: « La Stampa» di Torino glkha dedicato
un articolo di sei colonne in 3“
pagina {«.America, prendi il fucile », di Furio Colombo - 7-4-’82)
e « One World », il mensile del
Consiglio Ecumenico delle Chie,se (Marzo ’82), riferisce ampiamente sulla lotta portata avanti
dalle chiese statunitensi contro
la detenzione e l’uso di aTmi
da fuoco.
Armi-arredamento
Nel paese che ha visto la morte violenta, per mezzo di rivoltelle, di Abraham Lincoln, di John
e Robert Kennedy, di Martin Luther King, di John J^ennon, senza parlare degli attentati a George Wallace e allo stesso Reagan,
sono oltre 60 milioni i cittadini
che detengono legalmente almeno un’arma da fuoco! Pistole c
fucili fanno parte dcH’arredamento di casa in una normale famiglia americana e si può dire,
senza esagerazioni, che l’americano medio, discendente dai pionieri conquistatori e dai cowboys. nasce con la pistola in mano, Ciò è parte integrante della
storia americana e le migliaia di
film western sono lì a mantenere
viva questa tradizione. Anzi il
« western » (e il suo « pendant »
moderno, il « poliziesco ») hanno senz’altro contribuito fortemente a radicare e a rendere normale, a livello di psicologia di
massa, questo fenomeno. Del resto, non è certamente casuale che
questa America abbia scelto, al
posto del pacifico Carter, l’excow-boy Reagan, membro attivo
della potentissima « National Rifle Association » e oppositore accanito di ogni controllo sulle armi da fuoco.
Nel 1979, 10.728 persone sono
state uccise, accidentalmente o
intenzionalmente, da pistole (con
tro 8 in Gran Bretagna, 34 in
Svizzera, 42 in Germania, 48. in
Giappone). Eppure la lotta intrapresa da numerose chiese per vietare la detenzione di armi, ha
pochissime possibilità di successo: lo si è visto all’indomani della « Settimana Nazionale per la
cessazione della violenza per
mezzo di armi da fuoco », organizzata alla fine dell’ottobre scorso da diverse chiese. La reazione
delle potentissime organizzazioni
di detentori di armi è stata immediata, sprezzante e arrogante.
TI « Comitato dei Cittadini per il
Diritto di possesso e di porto
d'anni » ha addirittura spedito
milioni di cartoline postali rappresentanti Babbo Natale con la
pistola in mano puntata su un
ladro intento a rubare i regali
sotto l'albero. Immagine simbolica, tesa a giustificare il possesso delle armi, che sicuramente
avrà incontrato il consenso di
milioni di cittadini americani. Il
senatore James McClure, dello
Jdaho, si è fatto interprete di
questo sentimento nazionale affermando che « il diritto dell’individuo di possedere e di usare
armi da fuoco è storicamente e
costituzionalmente riconosciuto
in questa nazione », il che è vero,
come recita il 2° emendamento
alla Costituzione (il famoso «Bill
of Rights »).
Escalation
Ma ciò che fino a pochi anni fa
poteva essere considerato come
autodifesa (i contadini americani sono sempre stati armati, sia
per motivi di difesa della proprietà che per motivi di caccia)
si è trasformato a poco a poco in
una cultura della violenza aggressiva che, nelle grandi città in
particolare, ha raggiunto e superato il livello di guardia. In
queste megalopoli cosmopolite è
diventato ormai un rischio permanente pas.seggiare anche in
pieno giorno. Il problema però —
che diventa un circolo vizioso —
è che a questo rischio reale viene
data la risposta dell’autodifesa
armata per cui si stanno moltiplicando le imprese, i giornali, i
libri, le compagnie di assicurazione specializzate nell’autodife
sa, che incitano il cittadino medio ad armarsi e a provare gusto
e passione per l’arma da fuoco.
Le pistole vengono vendute perfino per posta! Nascono un po’
dappertutto club-poligoni in cui
gli aderenti si addestrano ad usare ogni tipo di arma, imparando
e coltivando il piacere di sparare.
A questa nuova moda collettiva però fa riscontro l’accrescersi
spaventoso di delitti fine a se
stessi. E questo è un fenomeno
nuovo e allarmante: la violenza
armata non è più soltanto un
mezzo per raggiungere un fine
(rapina, furto, sequestro, ecc.) ma
è una violenza terrorizzante che
si compiace in azioni crudeli e
sadiche. Un’indagine sociologica
condotta da un famoso giornalista americano — Ken Aidetta —
dimostra che il fenomeno non è
limitato al solo settore dell’emarginazione sociale (poveri e neri)
ma si estende anche all’ambiente
bianco benestante: nelle grandi
città si è venuta a creare una vera e propria contro-società dedita al crimine, sul modello della
guerriglia.
Cosi, accanto alla cultura sempre più diffusa dell’ autodifesa
cresce parallelamente quella della violenza aggressiva e diventa
difficile distinguere nettamente
Luna daH’altra.,Intanto nel 1980,
secondo l’F.B.L, le rivoltelle hanno causato 25.000 morti, di cui
14.000 suicidi e morti accidentali, e 143.000 feriti. Oltre la metà
di questi morti e ferimenti sono
avvenuti nell’ambito familiare.
Perciò le chiese americane (metodista, pre.sbiteriana, cattolica,
la comunità israelitica, ecc.) lanciano un grido d’allarme e si mobilitano per cercare di frenare
questa paranoia collettiva. Finora senza grande successo.
Questo per quanto riguarda
l’America. Ma, a ben guardare, la
nostra società non è poi così diversa, a prescindere dai profe.ssionisti del crimine (mafia, camorra e terrorismo), e i risultati
del referendum dello scorso anno
sul porto d’armi stanno lì a dimostrare che anche su questo
piano l’Italia si allinea agli Stati
Uniti. E prima o poi, anche da
noi, le chiese dovranno farsi .sen
tire.
.lean-.lacques Peyronel